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20 aprile 1990
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delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
MIGRANTI
Lettera ai politici
e al Governo
Il Parlamento italiano ha approvato nei giorni scorsi una nuova
legislazione sull'immigrazione dai paesi extracomunitari. Ciò ha provocato una dura discussione tra alcune forze politiche governative,
un’ondata di rivendicazioni di stampo razzistico su cui si sono poi
innestati la propaganda elettorale di alcuni movimenti e — preoccupantemente — il manifestarsi di episodi di violenza contro immigrati di colore.
Di fronte a questa ondata il Governo italiano, oltre ad una campagna di « pubblicità-progresso » contro il razzismo, ha proposto di
controllare gli afflussi degli stranieri nel nostro paese impegnando
anche l’esercito alle frontiere.
Di fronte a questa proposta il segretario del Servizio migranti
della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia, past. Paolo Spana, ha indirizzato una lettera al Presidente della Repubblica Francesco Cossiga, al Presidente del Consiglio dei Ministri Giulio Andreotti, al Vicepresidente del Consiglio Claudio Martelli, ad altri
ministri e ai capigruppo della Camera e del Senato, che qui pubblichiamo.
I DISORDINI DELLA SETTIMANA SANTA A GERUSALEMME
Il sepolcro è vuoto
I cristiani non
ad annunciare
sono chiamati a difendere « luoghi sacri », ma
l’evangelo della riconciliazione in Cristo Gesù
A nome del Servizio migranti e
rifugiati deila Federazione deile
chiese evangeiiche in Italia, desidero esprimerLe tutta la nostra
preoccupazione per le dichiarar
zioni diramate in questi giorni
sull’uso delle Forze Armate per
respingere dai nostri confini gli
immigrati clandestini.
La nostra coscienza cristiana
ci porta a considerare i clandestini come persone tra le più
esposte e più bisognose tra i migranti. La nostra esperienza ci
convince del fatto che la condizione di ciandestinità non è riconducibiie quasi mai aila deliberata volontà dei singoli di eiudere ie leggi, ma alle difficoltà e
aH’instahilità politica dei loro
paesi, ed alla disperazione.
L’imperativo evangelico, che ci
richiede di identificarci con i più
poveri fra i poveri, è lo spirito
che anima questo nostro impegno.
Ma il nostro dissenso su questo tipo di misure è motivato
anche dalle seguenti considerazioni :
1. L’esperienza maturata in
ordine a questo tipo di provvedimenti dal Governo degli USA è
largamente negativa.
2. L’impiego delle Forze Armate di terra e di mare in un
compito così vasto e delicato
avrebbe dei costi tanto alti da
eccedere sicuramente quelli sociali che sono connessi all’accoglienza degli immigrati irregolari.
3. Una simile iniziativa avrebbe un effetto psicologico di massa assai preoccupante, perché
indurrebbe nelle persone la convinzione che tutti gli immigrati
sono potenziali nemici che aggrediscono i nostri confini e che minacciano il nostro benessere.
4. Un provvedimento, quale
quello proposto, di fatto trasforma il compito istituzionale delle
FF.AA. nella nostra democrazia,
dando ad esse compiti di polizia
e accentuando in senso repressivo la politica di accoglienza che
pur questo Governo ha Inaugura
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giornale.
to con la legge 39 del 28 febbraio
1990.
Questo Servizio ritiene che,
nella linea dei provvedimenti previsti dalla nuova legge, l’Italia
debba proseguire nella definizione di una politica delle immigra^
zioni che tenga responsabilmente
conto :
— dei fattori che spingono all’emigrazione dai paesi a sviluppo bloccato o dipendente;
— del ruolo dell’Italia nei programmi di cooperazione allo
sviluppo in questi paesi;
— della necessità di garantire ai
lavoratori immigrati, nel rispetto delle giuste esigenze di
programmazione dei flussi migratori e di controllo delle immigrazioni clandestine e deUa
lotta al lavoro nero, precisi diritti e piena dignità nelle condizioni di vita.
Alla luce di quanto qui esposto, La preghiamo di farsi carico delle nostre preoccupazioni e
di intervenire presso il Governo
e il Parlamento perché questa
misura sia sospesa.
Con distinti saluti.
Paolo Spanu
Non erano belle le immagini del
patriarca ortodosso Diodoro I esanime a terra, con la croce- d’oro
del pettorale spezzata. Non solo
perché queste, come ogni altra immagine di violenza, in sé sono
brutte e da condannare ma anche
per ciò che rappresentano. Il segno
cioè (se ancora ve ne fosse stato
bisogno!) di una guerra che cresce e si dilata sempre più. Pensavamo che per ragioni di opportunità politica i « luoghi sacri » godessero di una specie di immunità: non era conveniente per nessuna delle parti in conflitto provocare incidenti che avrebbero finito inevitabilmente per coinvolgere ambienti esterni, creare allarme,
alienare simpatie. E invece è successo. A prescindere da ogni altra considerazione, due sono le cose che risultano immediatamente
ad osservatori esterni. La prima
è che gli israeliani attraversano un
periodo di crisi quanto mai profondo. E’ una crisi politica anzitutto, come risulta evidente dallo sfascio del governo; ma questa
crisi è la conseguenza della linea
d’intransigenza adottata nei confronti della questione palestinese.
Una volta imboccata questa strada, si è come travolti in una spirale che ti costringe ad assumere
misure sempre più gravi. Lo stato d’Israele può uscirne, ma a
prezzo di un mutamento radicale,
cioè di una conversione della propria politica.
Ma la seconda cosa riguarda
noi. E’ facile dare lezioni di politica agli altri; un po’ meno coglie
re i messaggi che ci vengono lanciati dai fatti che noi o altri viviamo. E il messaggio che ci viene dato dai recenti episodi di Gerusalemme è duplice.
La neutralità
non è possibile
Da un lato noi dobbiamo capire
che, di fronte al conflitto palestinese-israeliano, non ci è effettivamente più possibile rimanere in
una specie di neutralità. Pensare
cioè che noi possiamo tranquillamente svolgere la nostra vita come se nulla fosse; come se i ragazzi palestinesi non morissero;
come se la questione dei profughi
ebrei non ci riguardasse; come se
la spirale di violenza nella quale Israele si trova coinvolto non
avesse le proprie radici nella storia atroce di violenza subita dal
popolo ebraico, per secoli, nella civile e cristiana Europa, e così via
dicendo. No, non credo proprio
che noi oggi possiamo tranquillamente « godere » dei nostri luoghi
santi, ignorando le tragedie umane
che si svolgono a pochi metri di
distanza da essi. Giustamente, volenti o nolenti, finiamo per esserne
coinvolti. Possiamo condannare la
brutalità dei soldati israeliani ma
non possiamo pensare di avere
tutte le carte in regola.
Dall’altro lato, però, va avviata
una riflessione più profonda sulla
nostra fede. Mi sono posto il problema di che cosa ci facesse tutta
quella folla nella chiesa del Santo
L’INCONTRO DI EMMAUS
Il popolo di Cristo
« Mentre parlavano e discutevano, Gesù si avvicinò e si mise a camminare con loro » (Luca 24; 15).
La vicenda accade nel borgo vicino a Gerusalemme (circa 12 chilometri). Descritto soltanto dall’evangelista Luca, ricorda alle generazioni cristiane la facilità con la quale dimenticano il messaggio della speranza. Emmaus viene dopo la Passione, dopo la Pasqua di risurrezione. Dopo il pianto delle donne, che salgono al Calvario, dopo la
fuga dei discepoli, alla fine dell’evento della croce.
Quando tutto sembra finito, concluso. Quando i
giudei hanno concluso il complotto, quando i romani hanno ripreso il controllo delle piazze. Quando Giuda si e impiccato, quando i discepoli tornano
ad essere contadini, muratori, pescatori...
Fra i discepoli uno di nome Cleopa, un altro
senza qualifica. Eppure rappresentano la realtà di
quel popolo che si chiamerà corpo di Cristo. Come le donne del mattino di Pasqua, che portano i
profumi per la sepoltura, sono sconvolte, impaurite, illuminate dalle parole dell’angelo che annunzia la risurrezione, così i due discepoli manifestano le contraddizioni e la fede dei credenti. Sono
.sordi alla voce del Maestro, che ti accompagna, ma
quando, nella casa di Emmaus, il Signore spezza il
pane della comunione, i loro occhi sono aperti e riconoscono il Signore. Allora credono, tornano a Gerusalemme. E ritrovano i fratelli. E l’inno ridi
venta inno di Pasqua. Egli è risuscitato, è veramente risuscitato!
Molti, da allora, sono stati i testimoni. Fra di
loro il pittore olandese Rembrandt ha tracciato il
raggio della luce che, partendo dal Risorto, illumina tutta la casa e, con la casa, i due discepoli di
Emmaus, che si svegliano dal loro sonno spirituale
e si apprestano alla loro missione apostolica.
La televisione ci ha trasmesso, in questi tempi,
non soltanto scene d’immani disastri, terremoti,
insurrezioni violente, ma vicende piene di speranze. Sono le immagini della Chiesa ortodossa di Mosca. Una delle immagini trasmette una folla di madri che chiedono il battesimo dei loro figli, e un
gruppo di giovani, che domandano di essere battezzati. L’altra è la trasmissione della Pasqua ortodossa; uomini anziani, giovani e fanciulli, con l’abbraccio trinitario, si scambiano il lieto annunzio:
il Signore è risuscitato, è veramente risuscitato!
Emmaus non è passata invano. L’assemblea di
Seoul è stata una delle risposte ai passi biblici
che abbiamo riascoltato insieme. Insieme a chiese
d’ogni continente e d’ogni razza. Insieme alle chiese ortodosse, insieme a chiese africane, asiatiche,
australiane abbiamo confessato una fede che risorge fra i cristiani dimentichi, fra cristiani che
vengono o tornano da certezze o da incertezze di*
ogni estrazione laica o religiosa. E insieme ripetiamo: « Credo, Signore, sovvieni alla mia incredulità ». Carlo Gay
Sepolcro. Poi, leggendo i giornali,
ho saputo della strana (e a me
finora sconosciuta — scusate
l’ignoranza!) cerimonia della « sacra luce ». 11 patriarca Diodoro I
scende nella cripta, si fa rinchiudere in quella che dovrebbe essere
stata la tomba di Gesù e, all’una
esatta, se ne esce con in mano il
fuoco disceso direttamente dal
cielo.
Che cos’ha a che fare tutto questo con l’Evangelo? Intanto non
mi pare proprio che gli evangeli
abbiano attribuito grande importanza al sepolcro di Gesù. Se lì
dentro ci fosse ancora il corpo,
potrei capire; ma la tomba è stata
trovata vuota! Questa è stata la novità e lo scandalo, il dato incomprensibile e sconvolgente. Per cui
le donne andate al sepolcro, per
imbalsamare Gesù, se ne sono tornate via. Lì in quel posto non
avevano nulla da fare. Non era
quello il posto in cui valesse la pena di stare, né quello in cui vivere
la propria fede.
Anzi, l’evangelo di Giovanni,
che ci descrive lo strano ed irreale
incontro tra il risorto e Maria
piangente, dice a chiare lettere che
Gesù disse a costei di andare via
di lì (« va’ dai miei fratelli e dì
loro... » (Gv. 20: 17).
La resurrezione come
riconciliazione
La resurrezione di Gesù non
può essere vissuta stando intorno
ad un sepolcro; ma è vissuta nell’incontro con i fratelli, nell’annuncio gioioso della vittoria, nella
scoperta della comunione fraterna
e dell’amore di Dio.
E non mi si dica che queste cose non hanno una valenza anche
per quanto riguarda queste ultime
vicende. Perché proprio per l’incomprensione del messaggio della
tomba vuota e quindi della verità
della resurrezione, intorno al
« santo sepolcro » si sono accese,
nel corso del secoli, tante lotte.
Pensiamo alle crociate, fatte per
« liberare » il santo sepolcro; ma
pensiamo anche alle passioni religiose che in epoche recenti sono
sfociate in stragi, come verso la
fine del 1800. Ed oggi ancora l’incomprensione del messaggio della
riconciliazione che scaturisce dall’annuncio della resurrezione è la
causa remota, nascosta, di quanto
è successo ultimamente.
Come cristiani, ortodossi o cattolici o protestanti che siamo, non
abbiamo nulla da fare intorno al
sepolcro vuoto; la nostra funzione
è e rimane quella definita dal Cristo risorto: « Va’ dai miei fratelli
e annuncia loro: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, all’Iddio
mio e all’Iddio vostro » (Gv.
20: 17).
Luciano Deodato
2
commenti e dibattiti
20 aprile 1990
IL PASTORE
ACHILLE DEODATO
Rileggendo le note di Giuseppe Platone, ripenso a Milano. Siamo raccolti
per affermare l’unità del protestantesimo italiano e l'unità delle nostre <■ forze giovanili » in vista di una presenza
nel paese. Si prepara la Santa Cena!
La presiederà il moderatore Guglielmo
Del Pesco: alto, solenne, spezza il pane e distribuisce il calice del vino. Ma
ad un tratto Del Pesco, l'amico di Ugo
Janni, il pastore della Chiesa valdese
e riformata di Trieste vacilla e termina
improvvisamente la sua giornata. Si
sparge la voce: siamo senza il nostro
moderatore, così importante per noi,
abituati a vivere senza vescovi né papi.
Che ne sarà di noi? La Tavola si riunisce e decide: Deodato, vicemoderatore,
sei chiamato a prendere il posto del
fratello, dell'amico. Deodato accetta. E
sarà un moderatore fedele, consapevole della fragilità umana, ma altresì
della solidarietà fraterna, del sostegno di tutti. Lo sarà dopo Virgilio Sommani, il maestro dei ragazzi fiorentini
di via de' Serragli, lo sarà dopo Del
Pesco, l'uomo della teologia alla Janni, della liturgia valdese, che con "Fede e vita" riecheggia le note della
liturgia delle Chiese riformate di Francia e le coniuga con le note della liturgia ortodossa nella antica chiesa
triestina di San Silvestro (la più antica chiesa di Trieste). Achille Deodato, figlio della diaspora siciliana, formato alla Facoltà e ad Edimburgo, sarà
un moderatore intelligente, cordiale, che
affronterà ¡ tanti guai che la nostra
chiesa sa scaricare sul moderatore con
una consuetudine ininterrotta dai tempi antichi e moderni, ma anche con una
capacità di confronto con le assemblee ecumertiche, con una italica conoscenza degli uomini politici e non.
Così Deodato, con la sua compagna,
figlia dell'Elba e della Val Pellice, sarà
per tutti noi amico e compagno, capace di affidare ai colleghi una collaborazione adeguata alla conoscenza
delle lingue straniere, al carattere meno o più adatto alle svariate « missioni » presso le varie chiese europee o
americane. Ma Deodato sarà l’amico
dei giovani, ai quali darà fiducia e sostegno nelle situazioni non facili delle varie istituzioni ed opere che continueranno a nascere, a morire e a
rinascere lungo il tempo della sua
moderatura.
Carlo Gay, Torino
• Quando torneremo dai valdesi? ».
Così chiedevano due signore di Muttenz, che nel 1978, insieme con altre,
erano state nella Foresteria valdese di
Torre Pellice ove avevano imparato a
conoscere e ad amare i valdesi, la
loro storia, le loro comunità e le loro
opere sociali nelle valli. Vi ritornammo dopo una dozzina di anni. Sedevamo nel salone della Foresteria, allora diretta dal pastore Deodato e signora, mentre la signora Buffa preparava un buon pranzo. Fummo sorpresi
quando vedemmo i coniugi Deodato
servirci a tavola. Ero lieta di parlare
con loro in francese, poiché avevo
sempre molte domande da porre, il
pastore ci accompagnò a rivedere Villa Olanda, quella bella casa con un
grande parco nella quale erano stati
accolti 50 profughi russi nel 1955. Ci
furono mostrati I danni che una tempesta aveva prodotto pochi giorni prima:
due grandi abeti erano caduti, uno
dei quali aveva rovinato il tetto della
sala da pranzo. L'anno seguente, ritornati a Torre con persone provenienti
da vari cantoni di lingua tedesca della Svizzera e con numerose diaconesse dì Berna, vedemmo che il tetto era
già stato riparato, sotto la direzione
del pastore Deodato. Egli aveva anche
fatto installare nelle camere della Foresteria Il riscaldamento, le docce e
I servizi. Quei giorni furono per noi
un vero piacere: egli sapeva intrattenerci la sera sulla realtà presente
della Chiesa valdese. Tra l'altro ci diceva che nelle valli i pastori sono privilegiati, perché possono incontrarsi
con facilità per trattare argomenti biblici e i loro problemi, mentre in Sicilia (ove suo figlio era allora pastore)
le grandi distanze erano (e sono) di
ostacolo per potersi ritrovare spesso,
perciò compiono il lavoro isolatamen
te. Nella mia ignoranza chiesi se anche in Sicilia c'erano dei valdesi! Fu
proposto di fare un viaggio in Sicilia
per conoscerli. Chiesi con timidezza al
pastore Deodato di organizzare un viaggio nella « lontana » Sicilia, Egli ci
accontentò e così visitammo le comunità valdesi siciliane e le loro opere
sociali: a Palermo per i bambini, a
Vittoria per le persone anziane, ad
Adelfia (Scoglitti) per i giovani, a
Riesi per lo sviluppo, al Villaggio
Speranza (Trapani) per i terremotati.
Nello stesso tempo visitavamo i magnifici templi greci, le catacombe e
i mosaici.
Per desiderio dei partecipanti chiesi
ai pastore Deodato di accompagnarci
ogni anno per visitare altre comunità
valdesi e anche le bellezze paesaggistiche e artistiche d’Italia. Volentieri
egli accettò e programmò per noi una
quindicina di viaggi nel nord, nel centro e nel sud Italia, talvolta con due
viaggi in un anno. Egli cercava ottimi
alloggi e preparava incontri con le
comunità, nelle quali trovavamo ospitalità e gioiose agapi fraterne. Abbiamo apprezzato la compagnia della signora Deodato, come pure i servizi del
pastore Naso e signora, nella condirezione dei viaggi.
Era bello notare che le comunità
valdesi visitate amavano il pastore
Deodato come un padre. Come moderatore egli aveva avuto la possibilità
di visitare un centinaio di comunità. A
Colleferro ci mostrò la Bibbia da pulpito da lui donata aH’inaugurazione di
quel tempio. Nelle visite, egli parlava
alla comunità dei suoi ricordi e aggiungeva parole d’incoraggiamento;
qua e là teneva il culto domenicale. Il
suo incontro con amici e colleghi era
gioioso: col pastore Panasela in Sicilia, col dr. Santi a Napoli, con A.
Bruno in Atena Lucana (Campania), con
A. Sbaffi, allora pastore a Verona, col
pastore C. Gay, allora a Livorno, e
con altri.
Nel febbraio scorso, quando nella
valle del Pellice scoppiarono vasti incendi di boschi, con distruzione di
molti ettari di colture, telefonai al pastore Deodato per notizie. Egli stava
bene allora e aggiungeva che il suo
libro di ricordi del suo lavoro di pastore, moderatore, direttore di foresteria e del tempo di guerra era pronto per la stampa, provvisto anche di
foto adatte.
Nel nostro ultimo viaggio in Puglia,
durante una sosta, egli citò il detto
di uno scrittore italiano che aveva
letto sulla stampa: ■■ Siamo nati per
morire, moriamo per vivere ».
Ringraziamo Dio perché, mediante
la resurrezione di Gesù Cristo, ci dà
di guardare con serenità oltre la
morte verso la vita futura, quella eterna a noi promessa nell'Evangelo,
Hanny Wartenweiler, Riehen
LA QUESTIONE
DEGLI ANZIANI
Ho letto sul settimanale dell'iniziativa tendente ad assicurare la prosecuzione dell'attività di Villa Olanda,
sollevando nel contempo . la Tavola
valdese dalle grosse spese di ristrutturazione dello stabile.
Mentre a patte provvedo a sottoscrivere un impegno presso il comitato promotore, desidero esprimere
il mio consenso nei confronti di questa iniziativa che cerca di rispondere con spirito diaconale ad uno dei
problemi che si farà sempre più acuto, e cioè al progressivo aumento della popolazione anziana, problema di
cui la società sta prendendo atto in
modo confuso, disarticolato e comunque inadeguato.
Nella mia attività medica constato
quotidianamente l'aggravarsi di questa
questione. Le ultime statistiche ci
dicono che, su cento italiani, 14 hanno
superato i 65 anni; le <■ proiezioni »
prevedono che, passata la soglia del
vicino anno 2000, essi saranno 19, di
cui la metà avrà compiuto i 75 anni.
Villa Olanda può perciò dare la sua
pur modesta, ma validissima testimonianza in questo settore in cui —
oltre a tutto — l'aspetto morale-diaconale ed un buon trattamento a costi
accessibili assumono un’importanza determinante, in un contesto sociale in
cui la persona in età avanzata viene
sovente discriminata ed abbandonata a
se stessa.
Jolanda Valerio de Carli, Torino
PETERS E
MERCATORE
Nell'articolo « Si può fare una scuola interculturale? », apparso sul giornale
n. 14 del 6 aprile 1990, Roberto Eynard
scrive; « .„La carta di Mercatore (1569)
contiene un errore di deformazione tecnica che sarebbe difficile qui da spiegare ma che, comunque, ponendo al
centro l'Europa, relativizza le altre terre sul planisfero, aree di conquista
per i bianchi ».
Tale frase mi pare inopportuna ed
ingiusta come la didascalia del riquadro La nuova cartografia », dove ancor più seccamente si scrive di « strumentalizzazione » della carta di Mercatore.
Gerardus Mercator, nome latino del
fiammingo Gerhard Kremer, 1512-1594,
arrestato per eresia e sfuggito al rogo
nel 1544, appartiene alla grande scuola di geografi e cartografi olandesi del
XVI e XVII secolo e rappresentò un
momento fondamentale nella cartografia moderna. Creò il metodo scientifico
di proiezione cartografica cilindrica,
detta anche dì Mercatore, e senza errori: in parole povere rappresentò su
dì un foglio rettangolare piatto la superficie sferica della terra, problema
tutt’altro che facile: provare a spianare una palla senza tagliarla in numerosissimi pezzi!
Tale proiezione ha il pregio di rappresentare i meridiani (le linee verticali delle carte geografiche) ed ì paralleli (le linee orizzontali) come linee
diritte intersecantesi sempre ad angolo retto (perpendicolarmente); ciò è
fondamentale nel tracciare le rotte delle navi, rappresentate quindi con semplici linee rette.
La proiezione di Mercatore è quindi
tuttora valida per carte nautiche ed
anche per carte terrestri di limitata superficie.
Come tutte le proiezioni, anche quella di Mercatore comporta alcune deformazioni di rappresentazione in certe
zone del planisfero; da allora sono
innumerevoli i metodi di proiezione e
loro varianti utilizzati per gii scopi
ai quali la carta è destinata.
La linea base di riferimento della
proiezione o carta di Mercatore è l'equatore, che passa per l'Africa, l’America meridionale, l'Indonesia ed è la
linea di perfetta corrispondenza fra
realtà e carta. Allontanandosi dall’equatore la deformazione delle terre aumenta, arrivando al massimo ai poli
che sarebbero rappresentati non
da due punti ma da due linee, quelle
orizzontali, superiore ed inferiore,
della carta (ma Artico ed Antartico
non sono mai rappresentati).
Tale proiezione è valida ed accettabile fino al 60“ grado di latitudine
nord e sud ed il continente più favorito, nel suo insieme, è l'Africa.
Con le carte a proiezione di Mercatore non c'entrano l'Europa (che, in un
planisfero, non è la più favorita), i
bianchi e le conquiste di colonizzazione; è un problema tecnico interpretato con complessi calcoli matematici.
La « nuova cartografia » non « corregge ingiustizie » ma, al massimo,
perfeziona, ora particolarmente con rilevamenti satellitari, ciò che è stato
fatto.
Articolo interessante quello di Eynard per i problemi che presenta alla
riflessione, mi disturba leggere cose e
considerazioni non corrispondenti alla
realtà: non conosco il libro di A, Peters. « La nuova cartografìa », ma non
ritengo che il portarci a riflettere più
correttamente e realisticamente a diversi problemi anche lungamente trascurati ci debba indurre, sempre e
comunque, ad una « autoflagellazione »
per il nostro passato e per il presente
di europei e di bianchi.
Con i più cordiali saluti.
Italo Artus-Martinelli, Crema
NUOVO INDIRIZZO
Il pastore battista Donato Giampetruz.
zi comunica il suo nuovo indirizzo:
via San Giovanni a Carbonara, 46 80139 Napoii, Tel. 081/293138.
Dal 12 aprile al 17 giugno — TORINO: E' aperta presso la Mole Antonelliana la mostra sull'« espressionismo
italiano » organizzata dall'Aics e dalla
Città di Torino. Orario: feriali 9-19, festivi 10-13, 14-19, lunedì chiuso, ingresso L. 6.000, ridotto L. 3.000.
Sabato 21 e domenica 22 aprile —
— SAN FEDELE D’INTELVI (Co); Presso il Centro « Piero Andreetti » si tiene
Il convegno di « Fede e testimonianza > sul tema « Il razzismo nella società italiana » con la partecipazione
del past. Bruno Tron e del dr. Carlo
Brunati. Per informazioni telefonare al
past. Ennio Del Priore 031/273440.
Dal 23 al 24 aprile — VALLECROSIA:
Organizzato dal V Circuito delle chiese
valdesi e metodiste si tiene presso
la Casa valdese l'incontro pastorale
italofrancese. Il tema affrontato è « La
fede nel Dio unico », con relazioni dei
pastori Gino Conte, Daniele Garrone,
Letizia Tomassone e del rabbino Giuseppe Momigliani. Per informazioni
tei. 0183/680019 (past. Ugo Tomassone).
Giovedì 26 aprile — BARI: Alle ore
19.30 presso la Chiesa dì S. Francesco da Paola (via Lecce, 35) il past.
Michele Sinigaglia e Giovanni Capruso animeranno un incontro ecumenico di preghiera. Organizza il Gruppo
ecumenico di Bari.
Sabato 28 e domenica 29 aprile —
BETHEL (Taverna): Si tiene l’Assemblea
dell'Unione dei predicatori locali delle
chiese metodiste e valdesi. Relazioni di
Ermanno Genre e di Daniele Garrone.
Per informazioni rivolgersi a Leonardo
Casorio tei. 0586/751241.
Dal 28 aprile al 1“ maggio — SANARY-SUR-MER (Costa Azzurra): Si
tiene un incontro europeo dei lavoratori
sul tema « L'Europa e noi? ». E' prevista una delegazione italiana di 15
persone organizzata dall’Associazione
Amici di Agape e dal Centro culturale « Lombardini » di Cinisello. Per informazioni rivolgersi alla redazione del
nostro giornale 011/655278 (Giorgio
GardioI).
Dal 28 aprile al 1" maggio — MODICA (RG): Si svolge il primo campo per
omosessuali credenti in Sicilia. Per informazioni ed adesioni scrivere ai
■« Fratelli dell’Elpis », piazza Cappellini 4, 95131 Catania o telefonare 095/
535077 (venerdì dopo le 20.30).
Lunedì 30 aprile e martedì 1° maggio^ — PONTICELLI (Na); Presso il
Centro culturale E. Nitti si tiene il
convegno « Senza frontiere » organizzato dal Servizio Migranti della FCEI e
dal gruppo « Immigrazione e razzismo ». Il convegno prevede una relazione di Ugo Santinelli su « Le chiese
evangeliche e l’immigrazione », una tavola rotonda sul tema dell'immigrazione in Campania a cui partecipano P. Naso, Abba Danna, Pitero Mari, Aester
Hailé lacobson, e un intervento dei
pastori G. Anziani ed U. Delle Donne. Per iscrizioni ed informazioni tei.
0825/682240, 081/8850373 oppure 081/
7597314.
Martedì 1° maggio — BARI: Presso
la Chiesa battista, a partire dalle ore
9.30, si svolge un incontro promosso
dalla Federazione delle chiese evangeliche di Puglia e Lucania, dal titolo:
a Ecumenismo e questione meridionale ». Introducono ì pastori Anna Mafie! e Eugenio Stretti.
delle valli valdesi
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Direttore: Giorgio GardioI
Vicedirettore: Giuseppe Plafone
Redattori: Alberto Corsani, Luciano Deodato, Adriano Longo. Plervaldo
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Longo (vicepresidente). Paolo Gay, Giorgio GardioI, Franco Rivoira (membri)
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Italia
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ABBONAMENTI 1990
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L. 42,000 Ordinario annuale
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10125 Torino
via Pio V, 15
Il n 15/90 è stato consegnato agli Uffici postali di Torino l'il aprile e
a quelli delle valli valdesi il 12 aprile 1990.
A questo numero hanno collaborato: Maria Luisa Barberis, Arrigo Bonnes,
Valter Cesan, Ferruccio Corsani, Ivana Costabel, Dino GardioI, Gino
L'Abbate, Roberto Peyrot, Elisabetta Senesi Russo, Eugenio Stretti, Aldo
Rutigliano.
3
20 aprile 1990
commenti e dibattiti
DIBATTÍTO SULL’OTTO PER MILLE
Non ampliare
un’ingiustizia
Leggo sul rendiconto di fine
anno che mi viene trasmesso
dall’ufficio pensioni; « Il pensionato che nélVanno ha posseduto soltanto il reddito di pensione attestato nel presente certificato è esonerato dalla presentazione ai competenti Uffici sia
di questo certificato, sia della
dichiarazione dei redditi ».
Mi risulta che tale esonero sia
concesso anche ai lavoratori in
servizio che hanno solo un red
dito per il lavoro svolto.
Allora chiedo a tutti coloro
che stanno discutendo sul que
sito che tanto ci assilla: dove
va a finire il mio 8 per mille?
E non solo questo! Perché io
devo essere privato di una somma che lo Stato chiede per le
necessità di governo e che deve
spendere a favore di tutti (dico
tutti) i cittadini?
E mi spiego con un esempio
banale. Se questo 8 per mille
fosse di mille lire, perché lo Stato le deve destinare a determinate categorie e non le usa per
un’opera pubblica che tornerebbe anche a mio vantaggio?
Comprendo benissimo che già
prima di questa « brillante trovata cattolica » una piccola parte della trattenuta sul mio stipendio e poi sulla mia pensione andava a finire nelle casse
della chiesa di stato. Ed era questo da combattere, non già il
chiedere di ampliare una ingiustizia.
Un governo saggio tutt’al più
deve dire: a fine anno nel rendiconto verrà restituito a tutti
l’8 per mille, sia a chi non deve
presentare la denuncia dei redditi, sia a chi la deve presentare. Starà poi alla coscienza di
ciascuno di noi destinare tale
somma a chi crederà opportuno.
Questo a mio parere era il modo di affrontare il problema, lasciando allo Stato di spendere il
denaro delle imposte come meglio o... come peggio crede, ed
a ciascuno di noi di agire secondo la nostra coscienza.
Mi pare infine che ci siano
ben altri problemi spirituali ed
anche sociali da affrontare e cercare di risolvere, pur continuando a ripetere che in Italia tutto
va male!
Intanto vediamo cosa si può
fare per le migliaia di immigrati (poveri e ricchi) che stanno
trovando... l’America in Italia.
Ed è verso di loro (i diseredati) che dobbiamo aprire la nostra solidarietà combattendo, in
primo luogo, coloro che fondano le « lighe » per ricacciare in
mare gli immigrati della « quarta sponda », e respingere oltre il
Tevere gli immigrati del Sud.
Questa è la grande vergogna
di un popolo che si professa cristiano e poi va a caccia dei contributi dello Stato, pretendendo
anche i soldi di coloro che non
possono esprimere la loro preferenza.
Se poi una comunità o associazione o chiesa non ce la fa
a sostenersi con il contributo dei
suoi aderenti, può anche cessare di esistere, perché significa
che non sta svolgendo un’attività degna di inserimento nella vi
ta sociale in cui agisce.
Ed un’ultima domanda, prima
di chiudere: c’è qualcuno che
crede veramente di risolvere tutti i problemi finanziari della nostra Chiesa, che è formata da
una piccola comunità di credenti, incassando questo 8 per mille?
Edoardo Travi
L’importo resti
agli evangelici
Qrmai tulli hanno capito che
lo Stato ha deciso di destinare
l’8 per mille delle tasse solo alla Chiesa cattolica, facendo rientrare dalla finestra la congrua
che si era fatta uscire, con il
nuovo Concordato, dalla porta.
Poiché tutti noi dobbiamo pagare le tasse, facciamo sì che
Dove finisce il mio...?
T8 per mille degli evangelici rimanga agli evangelici. Noi non
abbiamo mai chiesto nulla allo
Stato, ma neanche dobbiamo riconoscergli nulla di più di
quello che la sua legge gli attribuisce.
Non polemizziamo quindi con
quelle chiese che hanno accettato T8 per mille, ma cerchiamo
di essere solidali con loro.
Ci sono credenti che ritengono che accettare l’8 per mille è
una perversione, ma io non credo che avventisti e pentecostali
non diano più offerte alla Chiesa; infatti Tofferta alla Chiesa
è più che un dovere, è un offrire in riconoscenza a Dio.
Per questo sono d’accordo con
la decisione degli avventisti e
delle Assemblee di Dio di limitarsi ad accogliere solo i denari
corrispondenti alle decisioni personali dei contribuenti e di rinunciare alle quote non espressamente scelte.
Personalmente perciò io ho
scelto le ADI.
Mario Goletti
(revisione a cura della redazione)
Un voto non
rappresentativo
Nel dibattito suH’8 per mille
viene spesso rimarcato che la
risoluzione del Sinodo è stata
approvata per un solo voto, che
sarebbe una maggioranza troppo
striminzita per una decisione di
quella portata ed importanza.
In realtà non è così perché, pur
non ricordando a memoria le
cifre esatte, basta leggerle sui
verbali e anche sul giornale: c’è
stato un voto in più per il no
da parte dei presentì, mentre
gran parte dei delegati non ha
preso posizione, preferendo andarsene al bar. I no vincitori,
oltre che non rappresentare la
volontà delle chiese, non hanno
rappresentato nemmeno la metà dei delegati. Allora non bisognerebbe rivedere tutto, magari
anche attraverso una doverosa
revisione dei regolamenti?
Vittorio Della Valle
Il fine
giustifica i mezzi?
Quando il Sinodo ’87 decise di
rinviare ogni decisione relativa
alT8 per mille, era palpabile il
desiderio di trovare nel tempo
una soluzione di massima che
evitasse forti divisioni, mediando forse tra i fautori del sì e
quelli del no. Sono trascorsi da
allora ben oltre due anni, in cui
CI siamo meglio chiariti quale
sia la quantità e la qualità dei
finanziamenti di cui le nostre
chiese, ma più spesso i loro istituti, già godono.
Leggendo ultimamente vari articoli sulla nostra stampa, ho
ricavato la convinzione che le
opinioni dei nostri membri di
chiesa siano ormai consolidate,
sia su un fronte che suH’altro:
la mediazione non è avvenuta,
probabilmente non era neppure
possibile. Molti hanno avuto modo di approfondire e articolare
maggiormente il proprio pensiero, ma senza grandi « conversioni ».
Ebbene, guardiamo da vicino
l’oggetto del contendere; si tratta, ripetiamolo, del trasferimento di centinaia di miliardi predisposto dallo stato italiano in
applicazione del nuovo concordato con lo stato del Vaticano (legge 222/1985). Invece di istituire
un’apposita tassa, come avviene
in altri paesi, il nostro erario
abdicherà a una parte del gettito Irpef (sia tramite l’8 per
mille che grazie agli sgravi sulle offerte liberali): si calcola che
per la chiesa romana tale quota sarà pari almeno al doppio
della vecchia congrua (vedi Con
fronti quaderni, die. 1989). Sap
piamo tutti come avverrà la ripartizione dell’8 per mille, che
andrà a favore della chiesa cattolica (e per estensione ad avventisti e pentecostali), oppure
resterà allo stato per interventi nel terzo mondo, assistenza
ai rifugiati, conservazione dei beni culturali.
In questo modo la chiesa romana riceverà il sostegno finanziario diretto dello stato, divenendo di fatto una voce consistente tra i capitoli della spesa
pubblica. Grazie allo stesso criterio spartitorio, anche altre confessioni potranno usufruire dello stesso privilegio. Le nostre
chiese hanno sempre condannato Talleanza tra « trono e altare », in nome della libera vocazione del cristiano e dell’autonomia spirituale e materiale della
chiesa dal potere politico. Nessuno di noi, credo, si sognerebbe di approvare nello spirito o
nella lettera il nuovo concordato italiano con il Vaticano (per
certi versi peggiore di quello fascista), eppure molti evangelici
oggi si pronunciano nei fatti a
favore della legge 222, invitando
la chiesa valdese a sottoscriverla e servirsene per i più nobili
fini.
Eccoci finalmente al nocciolo
della questione. Per certuni il fine (leggi il sostegno agli istituti
assistenziali protestanti) giustifica i mezzi (l’applicazione del
concordato anche agli evangelici), per certi altri no!
In questo caso, il fine giustifica i mezzi? Tale, fratelli, è la
quaestio disputationis che ci divide. Cerchiamo di rispondervi
biblicamente e con sensibilità
storica e avremo forse consapevolezza delle diverse teologie in
campo. Altrimenti gli uni continueranno ad appellarsi all’amore fraterno che ci ingiunge di
accettare offerte da chiunque
(tanto più da uno stato), senza
osservare che le opere sociali sono responsabilità del governo e
non vanno demandate a terzi,
mentre gli altri si indigneranno
sempre più dinanzi ai privilegi
ecclesiastici senza scorgere le
buone intenzioni di chi li rivendica.
Davide Giannoni
A suo tempo, d’accordo con il
pastore allora titolare, sig. Bruno Rostagno, e l’architetto Renzo
Bounous, responsabile del progetto, chiedemmo un contributo
all’Amministrazione comunale di
Pinasca, sul cui territorio è situato il tempio, sostenendo per questo una spesa non indifferente. L’Amministrazione comunale
stessa, nella seduta consiliare del
10/3/90, deliberò un contributo di
5 milioni a favore della Chiesa
valdese di Villar Perosa. Ma la
Tavola ha rifiutato.
Dunque la Tavola accetta i soldi degli Stati esteri, ma non quelli dello Stato italiano !
Ognuno è libero di trarre le
proprie conclusioni ; ma mi si dimostri che non esiste contraddizione tra il non accettare T8 per
mille dallo Stato italiano per poi
accettare invece le offerte delle
chiese estere.
E allora finiamola una buona
volta col dibattito suH’8 per mille e accettiamo il finanziamento
dello Stato, come già fanno altre
chiese.
Ettore Ghigo
Ripensiamoci
al Sinodo
Non ho partecipato al Sinodo
che ha rifiutato i provvedimenti previsti dalla legge 222/85, ma
rileggendo la stampa dell’epoca
e i più recenti interventi sull’ar
gomento mi si è rafforzata l’impressione che alla base del rifiuto ci sia un grosso malinteso.
Dimenticando l’Impero romano delTApocalisse e di molti altri scritti del Nuovo Testamento, si è anche trascurato il fatto che Io Stato oggi non è più
quello « totale » teorizzato da
Hegel e preconizzato da alcuni
seguaci di Marx, che si occupa
di tutto e pretende di poter far
godere ai suoi cittadini (o sudditi?) una sicura felicità « dalla
culla alla tomba ».
Oggi tutti gli Stati gestiscono
le loro funzioni cercando di delegare ai cittadini stessi, e ai
gruppi che li rappresentano,
l’esercizio di molte delle loro
funzioni. E’ una delle forme in
cui si manifesta il concetto di
libertà. E quella dell’assistenza
ai poveri, agli esclusi, agli emarginati è di più in più delegata
a gruppi che si presuppongono
seri e degni di fiducia.
Noi stessi del resto nel settore sanitario, e in alcune realtà
assistenziali, accettiamo tali deleghe, se non direttamente dallo
Stato centrale, dai suoi organi
periferici. E allora perché noi
vogliamo considerarci non degni
di accettare una delega che viene offerta per noi direttamente
e a molti altri organismi degni
(o meno degni) dallo Stato indirettamente? Inaccettabile sembra invece (e non ne farò uso)
il beneficio fiscale offerto ai singoli contribuenti, ammettendo
fra gli oneri deducibili le offerte alle chiese, senza chiedere nulla in cambio.
Ripensiamoci un po’ nel prossimo Sinodo.
Niso De Michelis
Fondo di solidarietà
Soldi dello Stato,
soldi degli Stati
Sono membro del Concistoro
della Chiesa valdese di Villar Perosa e vorrei esprimere il mio
punto di vista sul controverso
problema dell’8 per mille.
Premetto che concordo con
quanto afferma il fratello Giovanni Conte nel suo intervento
pubblicato nel numero del 30/3/
1990, sotto il titolo « Archiviare
non serve a niente ».
Ma vi sono anche altre riflessioni che si potrebbero fare. Mi
pare, per esempio, che vi sia una
certa contraddizione nel non voler accettare finanziamenti dallo
Stato italiano, per poi fare affidamento, per parte delle entrate
della chiesa, su doni, offerte, aiuti provenienti da chiese estere.
A me pare ovvio che, accettando aiuti provenienti da chiese di
paesi nei quali lo Stato interviene
per finanziarle, di fatto dimostriamo di accettare finanziamenti di Stati esteri, per poi rifiutare, in evidente contraddizione, finanziamenti dello Stato di cui
siamo cittadini. Ma questa è veramente la posizione di tutta la
chiesa o piuttosto quella del suo
organo dirigente, la Tavola?
Vorrei ancora segnalare un esempio di ciò che può accadere
in una comunità a proposito di
finanziamenti da parte di enti
pubblici. Recentemente, la chiesa di Villar Perosa ha ristrutturato l’impianto di riscaldamento
del tempio; il preventivo prevedeva un costo di circa 20 milioni,
mentre la spesa reale si è poi aggirata sui 40 milioni.
Come già annunciato con la
pubblicazione dell’elenco relativo
al mese di febbraio, alla fine di
aprile chiudiamo definitivamente la sottoscrizione a favore della
Chiesa presbiteriana del Mozam
bico e della sua opera a favore
dei profughi e delle vittime della
guerra (attualmente in cassa abbiamo ca. 7 milioni).
Restano ora aperte due altre
iniziative: il progetto salute delle Chiese evangeliche del Madagascar per la necessaria diffusione di una rete di farmacie che
raggiunga i numerosi villaggi;
la raccolta di fondi pro Prarostino la cui zona, come hanno illustrato alcuni nostri servizi sul
settimanale, è stata gravemente
danneggiata dalTincendio, con la
distruzione di numerose abitazioni e di edifici agricoli ed artigianali, oltre ad una parte delle colture e dei boschi. Questa
raccolta, iniziata poco più di un
mese fa, ha già dato la cifra di
6 milioni e mezzo, ma possiamo
preannunciare che nel corrente
mese di aprile sono già stati accreditati diversi altri milioni di
lire.
Raccomandiamo vivamente le
due iniziative, volte a dare la
nostra solidarietà a chi ci è vicino ed anche a chi dista da noi
migliaia di chilometri.
Le offerte vanno inviate al conto corr. postale n. 11234101 intestato a La Luce, fondo di solidarietà, via Pio V, 15, 10125 Torino.
Offerte pervenute nel marzo 1990
L. 1.190.000: Chiesa valdese Torino,
1° versamento,
L. 1.000.000: Sara e Sauro Gottardi.
L. 600.000: Maria e Lidia Vay.
L. 500.000: Aldina Maciotta.
L. 300.000: Costanza e Roberto Peyrot;
Bruno Ispodamia; Mariuccia Rivoira.
L. 200.000: Letizia Baret Mourglia;
N. N., Pinerolo; Giovanna Villielm;
Giovanni Bertalot; Renato e Fiorella
Meynet.
L. 188.000': Chiesa valdese Torre
Pellice Gruppo Catechismo del giovedì.
L. 160.500: Chiesa valdese di Torre
Pellice Scuola Domenicale.
L. 150.000: Stefano Rambaud.
L. 100.000: Unione femminile valdese
Reggio Calabria; R. B.; Odette Balmas;
Erica Armand Pilon; Rosetta Vittone;
N. N., Torre Pellice; Mirella e Ernesto
Bein; Giulia Ravazzini; Evelina Vigliano; Ivano Benech; Susetta Artus Martinelli; Jolanda Monnet; L. C.
L. 50.000: Ricordando la mamma, S.
Germano; Lillina e Achille Deodato;
Giovanni Conti; Lidia Peruggia Frache; Olga Pacilio; Flora Pons; Marco
Jourdan; Ester Balma; Rino e Bruna
Caffarel; Lina Caffarel; Vittoria Stecchetti; Emma Rostagno; Febe Mollica Giolitto; Oscar Barai; Mario Berutti.
L. 40.000: Friedel e Walter Sellari.
L. 20.000: Stefano Costa; Ester Pacilio e Olga.
L. 10.000: Giuseppe Cigersa.
Totale L, 7.828.500: Totale precedente L. 6.781.719; In cassa L. 14.610.219.
_____CONSULTAZIONE MONDIALE JPIC
Inserto su Seoul
Ragioni tecniche ci hanno fatto rinviare la pubblicazione dell’inserto sull’Assemblea di Seoul al n. 18 del 4
maggio. Chi desidera prenotarne copie per la diffusione
(l’inserto contiene tra l’altro il testo completo del documento finale dell’Assemblea) telefoni entro il 30 aprile
alla nostra redazione: 011/655278. Ogni copia lire 2.000.
4
fede e cultura
20 aprile 1990
FACOLTA’ VALDESE DI TEOLOGIA
ROMA - VIA PIETRO COSSA 42
La domenica della Facoltà ci ricorda l’importanza dello studio della teologia per la vita delle
nostre chiese. Gli studenti iscritti al corso di laurea per l’anno accademico in corso sono in totale
45. 14 di loro provengono da oltre le Alpi; i rimanenti sono italiani. Essi appartengono a varie
chiese evangeliche: 20 sono valdesi, 7 battisti, 2
metodisti; gli altri appartengono a chiese evangeliche diverse. Nel corso dell’anno si è laureato
Dario Saccomani, battista.
Gli iscritti al corso di diploma sono invece una
novantina. I due ultimi diplomati sono Maurizio
Abkà e Silvana Nitti. Sono soddisfacenti sia il
numero degli esami sostenuti (nei due corsi), sia
la media delle votazioni. Anche quest’anno diversi corsi sono stati tenuti da docenti ospiti.
L’articolazione degli studi teologici, suddivisi
nei quattro anni e nelle 5 cattedre esistenti (Antico Testamento, Nuovo Testamento, storia della
chiesa, teologia sistematica, teologia pratica), è
tuttora in fase di revisione e spetterà al Collegio accademico pronunciarsi sulle proposte che
emergeranno dal gruppo di lavoro recentemente
costituito e formato da quattro studenti e due
professori. L’esigenza di una migliore articolazione delle diverse discipline, di una più accentuata diversificazione dei due bienni, di un più
stretto rapporto tra teoria e prassi è cosa avvertita da tutti.
Il convitto e la vita in Facoità
Il convitto è nato con la Facoltà. Esso fa parte, come la biblioteca e gli altri spazi di vita interni,
dell’oiTerta che la chiesa mette a
disposizione degli studenti per il
loro studio curricolare. Offerta che
in questi ultimi anni non è sempre stata considerata in modo positivo da molti studenti. Più di
una relazione del Consiglio di Facoltà al Sinodo ha evidenziato, in
questi ultimi dieci anni almeno, la
problematicità della convivenza,
della comunità, degli spazi interni, delle relazioni fra studenti e fra
studenti e professori. Gli studenti
hanno più di una volta lamentato
l’atmosfera di ghetto che si veniva
a creare in convitto e più di una
volta hanno richiesto la disponibilità di una stanza singola. Viviamo tutti in un tempo in cui i problemi della soggettività hanno la
tendenza all’esasperazione e ciò è
innanzitutto il prodotto della cultura che anche noi contribuiamo
a creare e di cui talvolta siamo
vittime.
La concentrazione in uno stesso edificio delle aule di lezione,
della biblioteca, del convitto per
gli studenti e dell’alloggio dei professori (4 su 5) è comodità, eco
nomia, ma presenta parallelamente più di un inconveniente. Se
poi si tiene conto che la Facoltà è
tagliata fuori dall’ambiente universitario e dalla possibilità quotidiana di confronto con la dura
realtà del mondo universitario italiano, la vita degli studenti in
teologia è come contornata da un
soffice quanto ambiguo manto di
ovatta, che offre probabilmente un
terreno troppo agiato e troppo
protetto. E non sempre vi è, da
parte degli studenti, la consapevolezza che la cornice degli studi
teologici in vista del pastorato, che
la chiesa offre, ha un costo che ricade, salvo eccezioni, quasi interamente sulla Facoltà stessa.
L’abitazione esterna al convitto
di molti studenti, considerata in
sé, ha indubbiamente anche dei
vantaggi: maggiore autonomia,
maggiore confronto con la vita e
le sue difficoltà quotidiane, ecc.
Nel contesto dell’attuale organizzazione degli studi, della frequenza ai corsi (obbligatoria, secondo
il Regolamento della Facoltà), di
un proficuo utilizzo della biblioteca e di un coinvolgimento in attività non accademiche ma importanti ai fini della formazione degli
studenti, l’abitare alla periferia di
Protestantesimo
E’ la rivista che si pubblica « sotto gli auspici della
Facoltà ». Come si fa a presentarsi, in quest’epoca ecumenica, con una copertina
che reca a grandi lettere questo nome: Protestantesimo,
senza neppure un sottotitolo?
Eppure questa sottolineatura del carattere « protestante » della rivista era rivendicata fin dal 1931-32: allora essa esprimeva il collegamento dell’ACDG e dei
Gruppi giovanili valdesi con
il pensiero della Riforma.
Ma l’ipotesi di chiamarsi
« Gioventù protestante » era
stata rimandata per mantenere ancora il nome adottato nel 1928; « Gioventù cristiana ». Per collegarsi con il pensiero della Riforma, si adottò
un sottotitolo: Voce del movimento protestante giovanile.
Quando la rivista risorse
nel 1946, sostenuta unicamente dai suoi lettori e dai suoi
collaboratori volontari, la
bandiera della Riforma fu is
sata sulla copertina con la
parola che doveva distinguerla da ogni altra pubblicazione
religiosa o filosofica italiana:
« Protestantesimo ».
Dal 1948 appare in copertina un altro simbolo: le tre
croci stilizzate circondate
dalla scritta in greco presa
da 1 Cor. 1: 23 di cui cita la
seconda parte, sottintendendo la prima: « (Noi predichiamo Cristo crocifisso) scandalo per i giudei e pazzia per
i greci ». La prima parte del
versetto, ovviamente, è simboleggiata dalle tre croci.
Sia il nome della rivista
che questo simbolo significano che essa non cerca il
favore delle correnti religiose, filosofiche e politiche del
tempo, ma la fedeltà all’annunzio (kérygma) della Scrittura, e quindi il significato
dell’Evangelo per le problematiche del nostro oggi: sia
quelle interne alle chiese evangeliche, sia quelle di fuori.
La massima ambizione della
rivista è quella di far riflettere sulla luce che l’Evangelo (cioè, in definitiva, Gesù
Cristo) getta su quelle problematiche.
Nel 1989 «Protestantesimo»
ha pubblicato articoli di G.
Spini, S. Rostagno, G. Matthiae, A. M. Laurenzi, G. Gönnet, D. Garrone, B. Corsani e
studi critici o rassegne di
R. Bertalot, E. Campi, G.
Carrari, P. Chiarini, B. Corsani, F. Ferrario, D. Garrone, G. Lettini, M. Loik, P. Naso, P. Ricca, S- Rostagno. In
più, 144 recensioni di opere
bibliche, storiche, teologiche
e di attualità.
L’abbonamento per il 1990
(quattro numeri di 80 pagine l’uno) costa L. 28.000 che
possono essere versate isul
(XP 14013007 intestato ’’Libreria di cultura religiosa”,
piazza Cavour 32, 00193 Roma. Alla Libreria è affidata
attualmente l’amministrazione della rivista.
Bruno Corsani, direttore
Roma comporta grossi svantaggi
ed è spesso un ostacolo per una
comunicazione tempestiva, per l’orario dei corsi e per i necessari
momenti di vita comunitaria, che
non possono ovviamente essere
cancellati dall’attività di una Facoltà di teologia. E’ in vista del
superamento — almeno in parte — di questi ostacoli che il
Consiglio di Facoltà ha recentemente riconsiderato le modalità
di assegnamento delle borse di studio per i nuovi studenti: salvo le
eccezioni del caso, saranno assegnate « in natura », nella forma
di vitto e alloggio in Facoltà.
Quest’anno occorre segnalare la
disponibilità degli studenti, sia italiani che stranieri, a collaborare
nella gestione della casa (pulizie
interne al convitto, alla biblioteca, servizio di cucina, ecc.), servizi che si sono resi necessari in
seguito alla riduzione complessiva
del personale (non c’è più il portiere ed è stato ridotto anche il
personale di pulizia) in vista di
un auspicato risparmio economico.
Il nuovo anno accademico si è
svolto sin qui in modo sostanzialmente sereno: gli studenti che negli anni passati avevano manifestato insofferenza per la vita in
convitto hanno trovato spazi esterni e coloro che invece vivono in
convitto (la quasi totalità degli
studenti stranieri e tre studenti
italiani) hanno trovato una buona
intesa fra loro. In vista del nuovo
anno accademico ’90-91 agli studenti di 3° e 4° anno sarà concessa una stanza singola (decisione
recente del Consiglio di Facoltà)
e la mensa del convitto subirà una
variante: i pranzi saranno consumati presso la Casa valdese di via
Farnese, vicinissima, mentre cena e colazione continueranno (per
ora) a consumarsi in convitto. Nella ridistribuzione interna degli
spazi vi sarà anche la disponibilità di una seconda aula per la didattica.
Ermanno Genre
STUDENTI DALL’ESTERO
Impressioni
romane
Rispetto ad altre facoltà europee c’è più attenzione alla formazione del futuro pastore
Una parte degli studenti della Facoltà proviene dall’estero,
in particolare Svizzera e Germania. Attualmente sono una decina.
Abbiamo chiesto a due studenti dell'anno scorso, Dorothee Mach
e Matthias Schàrr (RFT), di riferire brevemente della loro esperienza.
Che cosa spinge studenti in
teologia svizzeri e tedeschi a trascorrere presso la Facoltà valdese di Roma un anno del loro periodo di studi? Sebbene non possiamo certamente parlare a nome di tutti quelli che hanno fatto la nostra stessa scelta, vogliamo provare a riferire le attese che avevamo e le esperienze che abbiamo fatto.
Che idea si ha oltralpe della
Facoltà valdese di Roma? Lo
spettro è molto ampio: va dalla situazione di diaspora all’ombra del Vaticano fino al dialogo
con la chiesa cattolica, passando per la teologia contestuale e
l’impegno nelle realtà locali. Molti di noi, ad esempio, conoscevano il lavoro sociale c politico
che viene svolto ad Agape e Riesi. Ovviamente ci interessava anche la vita di un paese per molti di noi davvero straniero e
Fespcnenza di vita quotidiana
con studenti e professori italiani.
Alcune attese sono state soddisfatte, e molte cose sono apparse diverse da come ce le aspettavamo. A Roma non abbiamo trovato una versione « miniaturizzata » di una facoltà svizzera o tedesca, ma un diverso
modo di formazione: se da noi
lo studio della teologia è considerato relativamente indipendente, qui l’accento è chiaramente
posto sulla formazione di uomini
e donne pastori. Già il periodo
di studio è fortemente orientato a quella che sarà successivamente la pratica (ciò appare ad
esempio dalle numerose esercitazioni di predicazione). Insolito
per noi è stato il fatto che qui
si studia e si vive sotto uno stesso tetto. Ad entrambi questi aspetti bisogna abituarsi, e questo non va sempre senza problemi.
D’altro lato, è qui offerta la
possibilità di fare nuove, fondamentali esperienze e di conoscere altri modelli di pensiero e di
vita. Siamo stati poi piacevolmente stupefatti dalla biblioteca
straordinariamente fornita e praticamente a nostra disposizione
24 ore su 24. Non bisogna poi
dimenticare che anche la « città
eterna », con il suo enorme fascino, è sempre motivo di attrazione.
Trarremo certamente profitto
dalle numerose esperienze che
abbiamo fatto nel nostro anno
italiano di studio.
FACOLTA’
VALDESE
DI TEOLOGIA
ISCRIZIONI AL
CORSO DI LAUREA
Per rimmatricolazione al
corso di laurea va presentata domanda alla segreteria entro il 25 settembre su modulo fornito daUa segreteria
stessa. Si richiede la maturità
classica o altro titolo di secondaria superiore giudicato
equipollente con l’obbligo di
esami integrativi. Un anno di
studio integrativo viene richiesto a coloro che non hanno fatto 5 anni di scuola secondaria superiore. La frequenza è obbligatoria.
BORSE DI STUDIO
Per permettere la frequenza sono previste borse di
studio. La domanda per la
borsa deve essere debitamente motivata. Informazioni
più dettagliate sono reperibili presso il prof. Rostagno,
segrretario. Per i telefoni vedi sotto.
TASSE ACCADEMICHE
Le tasse accademiche sono
fissate, a partire dall’anno
accademico 19894990, nella
seguente misura:
Corso di laurea:
— immatricolazione, L. 100
mila
— frequenza per i quattro anni regolari, L. 100.000 a semestre
— iscrizioni fuori corso, L.
100.000 all’anno.
Non verranno richieste
tasse di frequenza per l’anno
all’estero e per eventuali anni successivi autorizzati dal
Collegio accademico, per U
periodo del servizio militare
o civile e per comprovate cause di forza maggiore nell’interruzione degli studi, accettate dal Collegio accadembi
co.
Corso di diploma:
— iscrizione, L. 100.000
— frequenza per i tre anni regolari, L. 100.000 all’anno
— tassa per ogni esame sostenuto dopo il terzo anno, L. 30.000.
Gli esami sostenuti da studenti non in regola con il pagamento delle tasse verranno
segnalati dal segretario al
Consiglio per Tannullamcnto.
Gli importi vanno versati
sul ccp n. 24717001 intestato
alla Facoltà.
I programmi dei corsi sono
disponibili in segreteria. Facoltà valdese, via Pietro Cossa 42, 00193 Roma. Tel. 06/
321.0789.
Il segretario:
prof. S. Rostagno
5
20 aprile 1990
fede e cultura
DIBATTITO
INCONTRO A PADOVA
Agape è da quasi quarant'anni luogo di confronto ecumenico e di
dialogo tra persone, nazionalità, confessioni.
Evangelizzazione,
sì ma come?
Un impegno che va di pari passo con quello per la promozione umana
- La Chiesa cattolica « mediatrice » e la « fortezza » degli evangelicals
Il questionario n. 3 dei documenti preparatori dell’AssembleaSinodo ’90 vuole sapere quali so
no, secondo noi, « le caratteristiche che distinguono il nostro
modo di evangelizzare da quello
dei cattolici e da quello degli
evangelicals ».
A Catanzaro, abbiamo avuto
l'impressione che oggi sia più
facile capire che cos’è l’evangelizzazione per i cattolici e per
gli evangelicals, mentre è molto più difficile capire che cos’è
l’evangelizzazione per noi.
Sappiamo che, nel passato,
Tevangelizzazione si identificava
con la polemica antiromana.
Molte nostre chiese, fuori delle
Valli valdesi, sono nate in un
clima di roventi polemiche. Ciò
accadde fino al secondo dopoguerra.
Poi vennero i tempi di Agape
e le polemiche furono messe da
parte. Con grande scandalo di
molti valdesi all’antica, migliaia
di giovani vennero ad Agape da
tutto il mondo e la loro testimonianza a Cristo consisteva nel
lavorare gratuitamente insieme
tra ex partigiani ed ex repubblichini, bianchi e negri, americani e tedeschi, ecc. Ricordo un
giovane ridotto dalla guerra partigiana ad un povero moncone,
senza braccia e senza gambe. Viveva a contatto con i suoi ex
nemici e la riconciliazione non
era facile. Non era facile neppure riconciliarsi con Dio. Ma
poi arrivava il momento del miracolo. Nel lavoro comune, nell’ascolto quotidiano della predicazione della parola di Dio, nel
canto, nei giochi, negli scherzi,
nella preghiera e spesso tra le
lacrime ci si riconciliava e non
sono pochi i giovani degli anni
cinquanta che hanno incontrato
Cristo ad Agape.
Poi venne il ’68 con la necessità di prendere posizione a favore dei poveri e degli oppressi. I « gruppi di servizio », che
a Pachino avevano provocato una
forte crescita della Chiesa valdese, furono contestati e l’evangelizzazione s’identificava ormai
con le marce, con gli striscioni
e con la pubblica contestazione
del nostro modo tradizionale di
essere chiesa. A Catanzaro, alcuni dei nostri fratelli si impegnarono nella politica attiva e, oggi.
Rosario Olivo è presidente della Regione Calabria.
Arrivarono poi i tempi dell’ecumenismo e di recente abbiamo fatto l’esperienza di Basilea
e di Seoul. Ormai è chiaro che
l’evangelizzazione e la promozio
ne umana coincidono anche per
i cattolici. I tempi della lettera
del vescovo di Reggio Calabria,
controfirmata da ben 75 ve.scovi
del Mezzogiorno, alla vigilia delle elezioni del 1948, sono ormai
lontani. Il comunismo non è più
l’impero del male. I] nuovo documento intitolato « Sviluppo
nella solidarietà: chiesa italiana
e Mezzogiorno», pubblicato il 18
ottobre 1989, supera ampiamente
quelle posizioni. Nel documento
« evangelizzazione e promozione
umana » del 1975, la chiesa è definita come « universale sacramento di salvezza » (par, 15) e
si dice che l’evangelizzazione si
articola in un movimento che va
dalla Parola al sacramento e alla vita nuova, che implica l’agire per la giustizia e il partecipare alla trasformazione del mondo (par. 17). 11 padre Sorge va
facendo conferenze contro la mafia e mons. Antonio Ciliberti, vescovo di Locri-Gerace, può presentarsi come un martire per gli
attacchi mafiosi subiti per ritor
Camere separate
Un « Dio senza religione »? - Gli interrogativi e le intuizioni di uno scrittore di oggi
sione da strutture e preti della
sua diocesi.
.A questo punto, bisogna dire
che cattolici e protestanti, pur
dicendo la stessa cosa, almeno
per quanto riguarda l’evangelizzazione che implica l’agire per
la giustizia e la partecipazione
alla trasformazione del mondo,
sono giunti a soluzioni diverse
per quanto riguarda il sostegno
alla DC, il divorzio, l’aborto, l’ora
di religione, la bioetica e lo sviluppo delle scuole private da
contrapporre a quelle pubbliche
Sono diverse le posizioni teo
logiche di partenza e, soprattut
to, vi è un diverso modo di in
tendere il regno di Dio. Per i
cattolici, la chiesa e il regno di
Dio si identificano. La chiesa docente sa in che consiste il regno di Dio e conosce anche la
via per realizzarlo. Si mette come mediatrice al di sopra delle
parti e pretende di stabilire da
sola e non insieme al popolo
(junto al pueblo), come pretende la teologia della liberazione,
quali riforme sociali, politiche
ed economiche si possono e si
devono fare nella situazione attuale. Il metodo scelto non è
quello rivoluzionario, ma quello
dell’appoggio esterno dato ai partiti democristiani (ma ora anche
ad altri, e c’è la lotta per accaparrarsi l’appoggio cattolico!) e
anche la lotta politica portata
avanti in prima persona per l’ora
di religione, l’aborto, il divorzio,
le scuole private, la bioetica, ecc.
Evangelizzare significa indubbiamente battersi per la pace,
per la giustizia e per la salvaguardia del creato, ma tutto questo deve coincidere per i cattolici con il portare la gente al
sacramento, nella chiesa, ai piedi di Pietro. Evangelizzando, la
chiesa cammina indubbiamente
« en el desierto, junto al pueblo », La meta è il regno di Dio.
Ma il regno di Dio è la chiesa.
Oliando tutto il mondo sarà chiesa, il regno di Dio sarà venuto.
Un documento del Sant’Uffizio
de] 1944 dice che la credenza nel
ritorno di Cristo non può essere insegnata come certa.
Gli evangelicals sono invece fortemente protesi verso il
giorno del ritorno di Cristo. Sono strutturati come una città assediata, rigorosamente separata
dal mondo. Periodicamente, e.scono dalla loro città chiusa per
fare delle campagne di evangelizzazione. Recentemente hanno
Scoperto l’utilità del mezzo te
levisivo e l’uso della pubblicità.
La gente del mondo è chiamata
a salvarsi da questa perversa
generazione. La salvezza consiste
nell’uscire dal mondo ed entra
re nella loro chiesa. Ma anche
in questo caso, la loro chiesa si
identifica con il regno di Dio.
Quando Cristo ritornerà, non farà altro che giustificare quello
che hanno fatto i « santi ». Il
regno di Dio coinciderà esattamente con la chiesa dei santi.
Per noi, distinguerci da queste posizioni è facile solo dal
punto di vista teorico. In realtà non identifichiamo il regno
di Dio con le nostre chiese. Noi
predichiamo il regno di Dio, ma
non lo realizziamo. Preghiamo:
« Il tuo regno venga » proprio perché non possiamo dire:
« Eccolo qui o eccolo là ». Con
il nostro modo di comportarci,
come individui, come cittadini e
come chiesa, facciamo dei gesti
profetici che parlano di perdono,
di riconciliazione, di pace, di giustizia, di libertà e di amore, ma
tutto ciò avviene non perché abbiamo bisogno di fare delle opere buone per la nostra salvezza,
né perché siamo chiamati a costruire nel mondo il regno di
Dio, ma perché siamo stati costituiti testimoni del regno.
Tutto questo è molto chiaro
dal punto di vista teorico. Ma
in pratica le cose stanno in modo diverso. Nessuno può negare che abbiamo delle opere sociali che sono esemplari e che
siamo come dei cani da guardia
per la libertà di tutti e perciò
contro l’ora di religione a scuola, contro i finanziamenti pubblici alle chiese, contro l’8 per
mille, contro la mafia, contro il
clientelismo politico, contro l’evasione fiscale. Ma chi si accorge che vi è una relazione tra il
nostro modo di intendere il regno di Dio e queste prese di
posizione? Il dissenso suH’8 per
mille dimostra che la relazione
tra gesti profetici e testimonianza del regno non è chiara neppure per noi stessi. Meno ancora è chiara per i nostri compagni di strada non credenti e per
i nostri avversari. La nostra testimonianza sembra essere talmente implicita che risulta essere poco esplicita persino per
molti dei nostri membri di chie-sa. Negli ultimi anni, siamo riusciti a far parlare mollo di vaidesi e poco di Cristo. Si dice
che ormai valdese è bello. Ma
i nostri gesti profetici riescono
a far parlare più di noi che di
Cristo.
Pertanto la Chiesa di Catanzaro sarebbe lieta se fos.se possibile avviare un dibattito sulle
caratteristiche che distinguono il
nostro modo di evangelizzare da
quello dei cattolici e da quello
degli evangelicals.
Samuele Giambarresi
Per iniziativa del gruppo « L’incontro » di Padova (1), lo scrittore Pier Vittorio Tondelli ha
tenuto nei locali sociali della
Chiesa metodista (corso Milano
6) una conversazione/dibattito,
partendo dalla presentazione del
suo ultimo romanzo (2) — una
storia di amore e di amicizia
« particolare », raccontata con
stile « molto anglosassone » privo di declamazioni, « sotto tono »,
« senza atteggiamenti maudits »
(Luigi Romagnoli) — di cui il
prof. Renato Pescara (Università di Padova), in apertura, con
la consueta finezza ha tracciato
il profilo.
E’ nostra intenzione evitare
qualsiasi commento o giudizio
sul contenuto dell’opera (Geno
Pampaioni, del resto, ne parla
in termini altamente positivi e
ne sottolinea movenze e richiami petrarcheschi); ciò su cui invece intendiamo soffermarci è la
forte carica religiosa e l’ansia di
assoluto, emerse dall'esposizione di Tondelli.
« Forse si potrà fare a meno
di una religione — afferma un
suo personaggio — ma non di
Dio ».
Fragile, indifeso, ouasi timoroso di infastidire ( « Non fatemi
dire quel che non posso — ha
ripetuto più volte —. Non sono
Un teologo: se volete, posso raccontarvi solo quel che sento »),
il suo discorso è apparso una
specie di svuotamento, una confessione, un ripiegarsi su se stesso, un guardarsi dentro a cogliere l’incertezza di una vita crepuscolare in drammatica attesa di
accoglienza e in costante timore di ripulsa.
« Esistono due categorie di persone: quelle dotate di sensibilità religiosa e quelle che ne so
no prive; questo il discrimine
fra gli uomini che riesco a cogliere meglio », ha detto. « Chi
appartiene al primo gruppo, sarà sempre di qua, anche se vituperato per le sue scelte o condannato per le sue trasgressioni. E riuscirà a sentire in ogni
azione qualcosa di molto vicino
alla preghiera ». Lo scrivere per
esempio — a suo parere — deve considei'arsi sostitutivo del
pregare: è modalità di preghiera ( « Poesie et prióre » di Bremond?).
Dell’ambiente cattolico in cui
è cresciuto, sostiene di non aver
memoria di eccessi rigoristici;
erano gli anni successivi al Concilio e l’educazione impartita ai
giovani ne respirava le istanze
di libertà. La curiosità però lo
ha spinto a cercare altrove —
nel buddismo per esempio —
quel che il cattolicesimo — e
il cristianesimo in genere — sembravano non sapergli dare. Ma
a una successiva analisi, gli è
parso che nessuna religione sapesse dire nulla di più né di
diverso da quello che autentici
mistici cristiani — come Giovanni della Croce — hanno detto.
In un ripensamento più maturo, Tondelli è giunto alla conclusione di dover dare spazio
alle sue esigenze proprio nell’ambito della religiosità in cui è
nato: come la lingua materna
ha una sua pregnanza e l’uomo
può allontanarsene senza però
mai perderne il legame profondo, così la religione in cui si è
cresciuti resta sfondo privilegiato su cui si disegnano le motivazioni « forti » del personale bisogno di assoluto.
Ed in questo senso, gli appare perciò impossibile non sentirsi — e non dirsi — cattolico.
Nei numerosi interventi durante il dibattito .sono state poste
in evidenza le contraddizioni della sua posizione nelle inquietudini di fondo che la caratterizzano, nonostante qualche sfumatura estetizzante e cerebrale. Più
che di religione — ha suggeri
to qualcuno — probabilmente
Tondelli avrebbe bisogno di fede: di autentica fede lontana da
riti, da regole astratte di una
morale spesso insincera, che mentre si rivela incapace di comprensione per chi infranga anche una
soltanto delle regole sessuali, è
pronta a condannare l’omicidio
per poi inventare senza scandalo e scrupolo mille sotterfugi e
cavilli al fine di autorizzarlo. La
fede — in quanto « volontà d’altro » e di realtà diverse — pone l’uomo di fronte a Dio e al
prossimo, suggerendo solo risposte operose e sostituendo l’amore a ogni condanna, giudizio e
pregiudizio.
Problemi gravi, non facili da
risolvere se non nelle pieghe della coscienza; nel recupero, cioè,
di quella sensibilità personale
che — rifiutando l’istituzione e
il fasto della « religione » — sappia aprire la strada ad un cristianesimo più concreto, più attento all’uomo nella sua fragilità creaturale e ad un diverso
modo di vivere la fede.
Le proposte trasgressive avanzate nei libri di Tondelli non sono né facili né condivisibili: ma
proprio in quanto si presentano
come sofferta esperienza personale, vanno valutate e studiate
per quel che vogliono essere e
sono.
Certo è che, al di là — o meglio al di qua — d’ogni giudizio
d’accoglienza o di rifiuto (il discorso su questo piano sarebbe
troppo lungo e fuorviante), a
noi resta in ogni caso molto difficile comprendere questa volontà di « cattolicesimo », questa richiesa insistente d’essere accettato da una istituzione sempre
e soltanto umana, quando sarebbe più liberante e vitale cercare l’unica vera accoglienza: quella dell’incontro con Cristo.
Paolo T. Angeleri
(1) Il gruppo « L’incontro » — che
fa capo alla Chiesa metodista di Padova — si propone di offrire spazio a
quegli omosessuali che abbiano particolari Interessi di carattere spirituale.
Nel convincimento che il senso della fraternità debba tradursi in una
sempre più ampia toileranza — intesa come comprensione e rispetto
di ciò che ciascuno nella sua individualità è o sente di essere — il pastore Bruno Costabel con la sua opera e i membri della Chiesa metodista di Padova con la loro ospitalità
Intendono far sentire II loro Impegno di fraterna solidarietà e assistenza pastorale nel confronti di fratelli che nella loro emarginazione
sono alla ricerca di aiuto spirituale.
Il gruppo, nel corso degli anni, ha
assunto connotazioni più decise in
senso spirituale, trasformandosi in
concreta occasione per dibattiti, conferenze, conversazioni e meditazioni
suH'Evangelo.
(2) Pier Vittorio Tondelli, Camere
separate, Milano, Bompiani, 1989.
PER I VOSTRI ACQUISTI
LIBRERIE
CLAUDIANA
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Sforza, 12/A - Telefono
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6
6 prospettive bibliche
20 aprile 1990
ALL’ASCOLTO DELLA PAROLA
«In memoria di lei»:
che cosa significa?
E in verità io vi dico che per tutto il mondo,
dovunque sarà predicato VEvangelo,
anche quello che questa donna ha fatto
sarà raccontato, in memoria di lei »
(Marco 14: 9)
In memoria di lei! Gesù, all'inizio
della sua passione, affida alla nostra
memoria una donna; il giorno prima
della sua ultima Cena raccomanda
una femmina al nostro ricordo.
L’evangelista Marco ci racconta che
Gesù vuole che il suo gesto femmineo sia commemorato quando predichiamo l’Evangelo.
Queste parole: « in memoria di
lei » ci lasciano però piuttosto perplessi. Nella nostra mente e nelle nostre orecchie risuonano le parole della istituzione della Santa Cena: «Fate
questo in memoria di me ». E ci chiediamo: si può predicare l’Evangelo
in memoria di questa donna, si può
annunziare la morte e la risurrezione
del Signore commemorando ciò che
lei ha fatto? Non è piuttosto la memoria del Signore l’unica che dobbiamo e possiamo predicare?
Che cosa ha a che fare la donna
con il centro del Vangelo, con la morte e risurrezione di Gesù?
Questo nostro imbarazzo, la nostra
perplessità nell’inserire questa donna ed il suo gesto nel bel mezzo del
Vangelo, nella passione di Gesù sono
stati avvertiti anche dagli altri evangelisti. Matteo, Luca e Giovanni hanno spostato questo episodio, l’hanno
anticipato — a una distanza più sicura dalla passione — così che questa
donna si inserisce tra le altre figure
bibliche senza che Gesù dica: « Dovunque sarà predicato l’Evangelo, anche quello che costei ha fatto sarà
raccontato, in memoria di lei ».
Che cosa mai vuol dire questo « in
memoria di lei »?
Un comportamento
poco conveniente
Prima di cercare una risposta dobbiamo confessare chiaramente: questa donna con il suo profumo penetrante non ci è mai piaciuta. L’abbiamo dimenticata, rimossa e rinnegata
piuttosto che predicare « in memoria di lei ».
Lei si comporta per noi in modo
ambiguo, poco conveniente. Irrompe sfrenatamente in un convito
riservato agli uomini. Quest’olio
profumato molto costoso che può
sprecare accende i sospetti. Anche se
Marco non ci racconta nulla del suo
passato, della sua storia, sospettiamo
insieme ai più illustri esegeti che non
possa che essere una prostituta, una
donna che ha venduto il proprio corpo per ottenere l’olio con il quale
unge Gesù.
E’ per noi un gesto troppo « al
femminile ». Spalmare un olio profumato: questo gesto è per noi collegato con la cura del corpo per rendere morbida la pelle. Si può incontrare il Signore ed avvicinarsi a lui
in questo modo? Si può adorare e
venerare il Signore così?
A parte queste critiche al suo comportamento ci troviamo, come donne
e uomini, d’accordo con i discepoli:
versare quest’olio sul capo di Gesù
è puro spreco, è annientamento, come dicono i discepoli con una parola
drastica, che cominciano a dare noia
a questa donna. La respingono e noi
li capiamo bene: i loro calcoli sono
evidenti. Con uno stipendio medio
Una donna e il suo incontro con Gesù. Un gesto, un commento. In
questa riflessione che il pastore Labsoh ha presentato in un recente incontro pastorale vi sono molti motivi per riflettere e discutere. (red.)
annuo, piuttosto che sprecarlo in un
attimo, quanti bisognosi avrebbero
potuto ricevere un piccolo sostegno!
Il rimprovero più profondo però lo
rivolgiamo come protestanti a questa
donna: lei cerca di guadagnarsi la
salvezza attraverso una buona opera.
Lei investe questo capitale nella sua
salvezza. Con la sua azione mira a
farsi perdonare da Gesù i suoi molti
peccati. Di conseguenza: se raccontassimo e propagandassimo ciò che
lei ha fatto, predicheremmo che bisogna fare delle buone opere per trovare la propria salvezza in Gesù Cristo. Così abbiamo dimenticato questa donna. Invece di predicare l’Evangelo in memoria di lei, abbiamo
annunziato la passione del Signore
senza menzionare ciò che lei ha fatto.
Una bella azione non
è come un’opera buona
Fin qui vi ho raccontato ciò che da
ragazza ho appreso da questa donna
all’inizio della passione di Gesù, ciò
che ho letto nei commentari.
i
Perciò vorrei tornare dai preconcetti e pregiudizi al testo.
Gesù, difendendo la donna dalle
aggressioni dei discepoli, dice: lei ha
fatto un’azione bella verso di me. Gesù non parla di una buona opera ma
di una bella azione. Che cos’è la bella
azione rispetto ad una buona opera?
Nel nostro racconto sono proprio i
discepoli a chiedere la buona opera.
A Pasqua i credenti dovevano offrire
l’elemosina ai poveri, per ricordarsi
che erano stati poveri ed afflitti
in Egitto. Questo dono conta per la
propria giustizia davanti a Dio.
Sono proprio i discepoli che chiedono la buona opera alla donna: dai
tutto questo denaro che hai speso ai
poveri, così i tuoi tanti peccati ti saranno perdonati. Loro si aspettano
che Gesù sia dalla parte dei loro calcoli, ma Gesù ironizza perché essi
chiedono alla donna una buona opera che loro non sono disposti a compiere: i poveri li avete sempre con
voi e potete fare loro del bene quando volete.
Mentre i discepoli incitano la donna a fare un’opera buona, lei sceglie
un’azione bella.
Che cos’è questa azione bella? E’
un’iniziativa inaudita, originale, un
atto creativo della donna, un gesto
tenero che fa bene a Gesù.
Questa azione è spinta da un’iniziativa personale, un impegno in prima persona con il quale questa donna esprime la sua gratitudine verso
Gesù. Lei ha già incontrato Gesù, è
già perdonata, e adesso esprime nel
suo modo femminile il suo affetto,
la sua dedizione e la sua gratitudine
a Gesù.
Con le sue mani la donna non compie solo un’azione bella, ma esprime
tutta una testimonianza profetica,
con il suo gesto lei annuncia l’Evangelo: la donna riconosce profetica
mente Gesù come il più misero ed il
più povero di questo giorno. Lei dedica, spreca, versa tutta la sua ricchezza su di lui. Gesù accetta e aderisce al suo gesto: « perché non mi
avete sempre tra di voi ». Il tempo di
Gesù è il tempo dello sposo. Per la
donna conta solo la sua presenza, lei
indica il Signore come centro della
sua vita.
L’alabastro d’olio viene compietamente spezzato dalla donna, non può
più essere usato. Lei parla con le sue
mani della sua passione. Il corpo di
Gesù sarà spezzato come questo alabastro.
Mentre i discepoli, e soprattutto
Giuda, sono delusi perché Gesù non è
il Messia che libera Gerusalemme dai
romani, lei sa già che il Messia deve
soffrire per liberare tutti.
E con l’olio che cola dall’alabastro
spezzato, lei prepara Gesù alla sua
passione, gli dà un ultimo momento
di amore, sostegno e tenerezza e solidarietà nei giorni che sono caratterizzati dall’incomprensione, dalla
paura dei discepoli e dall’odio scatenato delle autorità religiose e politiche verso di lui.
L’evangelista ci ha disegnato questo forte contrasto tra l’odio dei capi sacerdoti e l’amore della donna,
tra l’incomprensione dei discepoli e
la comprensione profetica di questa
signora, tra l’azione malvagia di Giuda e l’azione bella di questa credente.
Gesù è morto per
riconciliare gli uomini
Marco ci annuncia: davanti alla
persona di Gesù tutti si divideranno;
le autorità religiose e politiche si separeranno dal popolo, i discepoli e
soprattutto Giuda rompono con la
donna, con la sua testimonianza al
femminile. E proprio per riconciliare queste contraddizioni e divisioni
tra potenti e soggiogati, tra donne
e uomini, Gesù è morto.
Con il gesto tenero delle sue mani la donna profetizza ancora di più.
Il corpo spezzato di Gesù, la sua salma non potrà essere imbalsamata da
Maria Maddalena, Maria madre di
Giacomo e da Salome. Quando loro
vorranno compiere questo gesto di
rispetto e venerazione Gesù sarà risorto. Una donna sconosciuta l’ha già
imbalsamato in vista della sua passione, morte e risurrezione.
Ci chiediamo allora di nuovo: si
può predicare la morte e la risurrezione di Gesù Cristo commemorando
il gesto di questa donna? Si può annunziare l’Evangelo in memoria di
lei? E che cosa ne deriverebbe per
la vita delle nostre chiese?
Gesù stesso ha collegato la predicazione della sua passione con la memoria di lei. Come tutta la predicazione del Vangelo si lega agli incontri che Gesù ha vissuto con uomini e
donne. Che cosa vuole dire memoria in questo caso?
Gesù non usa la stessa parola che
usa durante la Santa Cena, quando
dice: « Fate questo in memoria di
me », ma usa una parola per la memoria che viene impiegata molte volte nell’Antico Testamento: la parola
’’ricordare” o ’’commemorare” ha vari significati che riguardano tutti la
fede e la vita della comunità. Ricordare questa donna, commemorarla
significa menzionare, raccontare,
proclamare il suo gesto davanti a Dio
e nella comunità. Come abbiamo visto, eravamo o siamo piuttosto restii al gesto di questa donna, annunziamo la passione del Signore senza
badare troppo a lei.
Un appello che
riguarda anche noi
La parola che Gesù usa significa
anche: tornare, ravvedersi, confessare i propri peccati. E un appello per
i discepoli e per noi a tornare, a
ravvederci dai preconcetti e pregiudizi che proviamo davanti al suo gesto femmineo. Lei ha predicato l’Evangelo con le sue mani, con una
grande fantasia, che include in un gesto tenero la sua confessione di fede
e la predicazione della passione e risurrezione di Gesù. Noi però ci schieriamo piuttosto dalla parte dei discepoli, come donne e come uomini. E’
difficile per noi seguire l’esempio di
questo discepolato al femminile, e
bolliamo i tentativi di annunziare,
esprimere e predicare l’Evangelo nel
suo modo o come cattolicizzanti o
come femministi. Però questa sconosciuta ha intuito chi è Gesù, l’ha potuto seguire nel suo modo meglio che
i discepoli con le loro ragioni.
Che cosa può significare questa
’’memoria di lei” per la vita delle nostre chiese e comunità? Penso che
questa memoria potrebbe portare
ad una rilettura delle Sacre Scritture, alla quale siamo sempre chiamati,
come donne e come uomini, come
credenti e come protestanti, questa
volta commemorando il contributo
delle donne dimenticate o mai scoperte, come quella del convito di Betania, per l’annuncio del Vangelo.
Questa memoria di lei si potrebbe
anche esprimere cercando sempre
nuove vie di testimonianza, nuovi
modi di esprimere la nostra fede in
Gesù Cristo, che includano le sorelle
dimenticate come lei ed altre.
Potremmo includere espressamente le donne, le ragazze e bambine con
i loro specifici problemi e difficoltà
nelle nostre preghiere e nel nostro
impegno. Tutto questo il Consiglio
ecumenico delle chiese ce lo propone per i prossimi anni, nel Decennio
ecumenico di solidarietà delle chiese con le donne.
Avremo occasione di rifletterne e
parlarne come donne e come uomini.
Intanto ricordiamoci queU’affermazione di Gesù che si prepara alla sua
passione: « Ella ha fatto un’azione
bella verso di me. E in verità vi dico
che per tutto il mondo, dovunque sarà predicato l’Evangelo, anche quello che lei ha fatto sarà raccontato, in
memoria di lei ».
Su.sanne Labsch
7
20 aprile 1990
marta e maria
MARSALA
IN LIBRERIA
Solitudine e coraggio
delle donne in Sicilia
I problemi e le difficoltà affrontati con tanta voglia di lavorare:
un impegno multiforme, una battaglia nuova per una società migliore
Una domenica 11 marzo a Marsala, nel quadro di una serie di
manifestazioni che coprono in
tutta Italia quello che è ormai« il mese della donna ». L’argomento è una conferenza-dibattito organizzata dalla Consulta comunale femminile, « La donna
negli anni ’90 ira parità e differenza », ma l’occasione è anche
di immergersi per un giorno nella vita e nel mondo di quello
che le stesse consultrici chiamano « il profondo sud ».
L’impatto più immediato, violento ed emozionante, è con i
colori: appena scesi aH’aeroporto di Palermo, è il mare di un
azzurro abbagliante, i cespi gialli di alberi simili a mimose che
qui mi dicono essere acacie, i
prati verdissimi come smalto di
tenero grano, il giallo umido e
verdognolo dell'acetosella che
macchia le tonde pendici di ondulate colline: l’aria è tagliente,
brutale, splendente. Si ha il senso pieno, esaltante e schiacciante nel corpo, della pienezza gloriosa e violenta della natura, in
tutto il suo potere.
La gloria umana invece ha costruito domini e imperi nei secoli, poi spazzati via e distrutti:
Findifferenza sovrana del mare
circonda resti fenici, cartaginesi,
romani, relitti di guerre per una
isoletta. Un lembo di terra; le
onde nascondono scheletri di vascelli di vari tempi e nazioni nei
fondali, e ogni tanto risputano
fuori qualcosa, armi e pugnai;
si ritrovano tra la sabbia, e anfore, e monete: piccoli tesori
messi da parte o trafugati, e poi
travolti.
Le città oflrono splendidi centri storici, bellezze artistiche e
fatiscenza: interi quartieri di
Trapani e Marsala sono senza
trasporti, senza servizi sociali,
senz’acqua. In compenso, il clientelismo arriva fin sulla pubblica via, sotto gli occhi di tutti,
unica legge conosciuta o subita:
negozi si affacciano, con l’apparenza innocente, in piazze e strade del centro, ma accanto c’è
una targa: « Segreteria particolare dell’on. taldeitali ». Appunto.
Coraggiose sono queste donne
della Consulta, instaurata dall’83
e composta da componenti dei
partiti politici, associazioni femminili, sindacati: originariamente 27 donne, mi dice la presidente, professoressa Clara Ruggieri,
ma ora ridotte nel numero, perché via via che qualcuna si dimetteva o lasciava l’incarico non
veniva sostituita: « Ai partili non
importa niente del nostro lavoro, anzi; non hanno volontà politica di affrontare la questione
femminile qui da noi ». E coraggiose sono le attività promosse
dalla Consulta negli anni: « Ahhiamo privilegiato fin dai primi
interventi le fasce giovanili,
con vacanze, viaggi di istruzione, corsi di ceramica, di pittura,
mostre di manufatti, di fotografìe, dibattiti, attività di formazione socio-culturale, corsi di educazione sessuale e di formazione per il volontariato, lega condro la droga. Siamo convinte che
è necessario imperniare soprathitto .sul mondo giovanile il progetto di cambiamento culturale
niirato alla valorizzazione della
differenza, oltre che alla piena
acqidsizione della parità. I gio'•’anì hanno dimostrato apertura
e disponibilità verso l’acquisizione di questa nuova cultura, e
negli ultimi tempi la Consulta
e diventata sempre più punto di
Riferimento per donne e giovani
m situazioni di disagio. L'incalzare di richieste da parte di don
Una donna pastore consacra altri pastori: un ruolo sempre più presente nelle nostre chiese.
rie in difficoltà ci ha spinte a
impegnarci per l’istituzione di
una casa di accoglienza per la
donna. Con tali strategie operative abbiamo voluto contribuire
al processo di liberazione delle
donne, pur essendo consapevoli
che la parità, anche passando attraverso il superamento delle
condizioni di disagio, .si realizza
con l’emancipazione economica,
e con la garanzia delle pari op
portunità ».
Le storie e l’impegno delle consultrici di Marsala sono davvero appassionanti, e dispiace non
riuscire a riferirne nei dettagli:
da quella della preside che si
trova a fronteggiare casi di incesto e gravidanze di trediciquattordicenni, alle sindacaliste
che si occupano di anziane ed
emarginate: la questione sociale
è così pressante e sotto gli occhi di tutti che una di loro, nata nobile e ricca, ricorda con
humour come da bambina desiderasse diventare invece povera,
per uscire da una condizione di
diversità e isolamento che la faceva vergognare.
Ma come vive in questa realtà, segnata ancora da un pervicace, arcaico patriarcato, una
donna con un ruolo insolito, una
donna pastore? Ne parlo con
Laura Leone, insediata nelle comunità di Trapani e Marsala da
due anni e mezzo, con il marito
Franco e la figlia Vera, e che
coll abora attivamente con le iniziative della Consulta, soprattutto per quanto riguarda i giovani e la droga. La comunità è
molto dispersa, circa ottanta
membri di chiesa, tra cui cinquanta donne; difficoltà enorme
per gli incontri, per via della
mancanza di trasporti pubblici,
e questo rende confinate in casa le donne: « Vado a raccogliere uno ad uno i bambini per il
catechismo e la scuola domenicale, e poi si riescono a fare incontri quartierali quindicinali, ci
si ritrova nelle famiglie. Una volta al mese c’è uno studio biblico, "Tracce di liberazione di donne nell’Antico Testamento", che è
seguito solo da donne, sia cattoliche che protestanti. E’ un momento molto importante, perché
le donne riescono a discutere
cose difficili per loro, per esempio il rapporto con il marito,
con il suocero. Direi che ha anche l'aspetto di un "gruppo di
autocoscienza” ». In genere c’è
una bassa istruzione, elementare, delle donne membro di chiesa. Ci sono anche due analfabe
te e tre diplomate. C’è povertà,
sia culturale che economica. Ma
per loro avere un pastore donna è importante, ci ha dato coraggio, mi hanno detto. E infatti a Trapani le donne sono tornate in massa in chiesa, e ora
partecipano, discutono. C’è anche una donna nel consiglio di
chiesa.
Come si pone allora il rapporto con gli uomini? « Il rapporto è molto più facile con i giovani, mi sento accettata. Con gli
adulti, invece, c’è difficoltà a comunicare. Hanno difficoltà ad
accettare una donna pastore. A
Marsala due membri di chiesa
se ne sono andati dai pentecostali, uno ha detto che non voleva un funerale officiato da una
donna pastore perché avrebbe
fatto ridere tutto il paese. Il più
vecchio membro di chiesa a Trapani, invece, che è una donna
di 90 anni, ha detto che era molto contenta che a seppellirla fosse un’altra donna, perché le sembrava una rivalsa ».
Vado a vedere la nuova sede
del tempio, a Trapani, ristrutturata completamente e inaugurata nel novembre ’89, alla presenza del pastore Gianna Sciclone,
in rappresentanza della Tavola
(un'altra donna! ha allora esclamato qualcuno): è accogliente,
scintillante. Promette bene, può
accogliere un proficuo lavoro aperto alla città, ai credenti di
altre confessioni, ai dibattiti culturali, può costituire una presenza certamente piccola, ma significativa.
Ma che stretta al cuore il garage dalle serrande polverose abbassate, in una casa sbrecciata,
in un quartiere degradato dalla malavita e dallo spaccio di
droga, nella città di Marsala! Sollevata a fatica la .saracinesca
(quanti muscoli devono sviluppare, queste coraggiose e solitarie donne pastore!) dentro è tutto piccolissimo e poverissimo,
anche se con la tradizionale pulizia e ordine delle nostre chiese. Proprio non è possibile, pensavo allontanandomi poi con
molta tristezza, inventare una gara di solidarietà, che ne so, un
gemellaggio tra qualche tanto più
ricca comunità delle nostre valli,
o delle nostre metropoli, con
questi nostri fratelli e sorelle
davvero in « terra di missione »,
per rendere meno terribilmente
faticosa e sola la loro testimonianza?
Piera Egidi
Dorothee Sòlle:
una scelta di vita
Ripensare la nostra vita, riconsiderare sotto
una luce diversa tutta la nostra personalità
Come in uno specchio d’acqua
vediamo riflessa la nostra immagine e tentiamo, malgrado il movimento, di coglierne i particolari, così in questo libro i ho trovato specchiata l’immagine delle
nostre esistenze e ho tentato di
trovare una risposta alla nostra
inquietudine. Sommersi dal troppo fare, frastornati dalla società
capitalista, non vediamo e non
cogliamo i nostri problemi di
fondo, e andiamo avanti e procediamo con affanno, perché,
tant’è, ci manca sempre qualcosa, coinè al protagonista dell’ultimo romanzo di Joseph Zoderer
Lui cercava il sentimento, noi
cosa cerchiamo? Forse, comunque, di apparire? Allora pecchiamo di narcisismo, direbbe la
Solle (p. 134), e la nostra è una
società narcisistica ; cerchiamo
forse il significato profondo della vita, come lo cercava nel suo
viaggio errabondo il protagonista di Siddharta di H. Hesse?
O forse noi donne cerchiamo di
affermare noi stesse, come fa in
prima persona Valentina di Effetti personali di Francesca Durante, o siamo immersi nella
contemplazione del mondo moderno che scorre davanti a noi
come scorre il traffico sul ponte di Brooklyn, persi in quest’andare... Ma « la vita è relazione »,
è « un rapporto con gli altri », e
perché ciò avvenga non può essere uno scorrere continuo del
vivere, non può essere uno spartito musicale sconosciuto ai più:
la vita deve essere partecipazione, non un oscuro mondo kafkiano, dove la gente si rifugia nel
non-essere. Non possiamo trasformarci tutti in esseri vegetativi: tu devi pensare, tu donna,
tu uomo non devi più essere
alienato, non devi correre dietro
la società capitalista; se fai un
lavoro a ritmi impossibili senza
gratiflcazione, è come se fossi un
uomo legato a una macina e dimentichi la tua persona. Ma la
tua persona ha bisogno di essere
gratificata: questo l’ha ben detto
la psicanalisi per anni, eppure
siamo tutti alienati ! Corriamo
troppo, lavoriamo troppo e abbiamo perso il tempo che non è
più quello dei nostri nonni; voleva dire incontrarsi con gli altri. Il mondo occidentale è un
mondo ingordo: più ha e più
vuole avere. Mah, questo potrebbe far sorridere! sono cose già
dette, tanto non c’è nulla da fare, non possiamo smantellare il
mondo capitalista — e invece, tu,
puoi cambiare il mondo!
La Solle, con grande passionalità e vivacità di argomenti, analizza punto per punto il nostro
non appartenere più al vero senso della creazione. Abbiamo perso questa nozione, abbiamo appreso da piccoli che la terra è
stata creata da Dio, ma Lui è
lassù, e noi siamo qui e la terra
ci circonda, ma non la sappiamo
vedere come dovremmo vederla,
non ne abbiamo il tempo, siamo
alienati. E allora, come dentro
un mosaico dove i colori sono
molto accesi alle volte, alle
volte soffusi, si entra dentro il
fascino di questo libro, che è
una spiegazione dei nostri sentimenti moderni. Ci sentiamo
soli, ci sentiamo oppressi dal cemento, da tutto, perché non vediamo che siamo « co-creatori »
con Dio : noi dobbiamo tornare
a rivedere la vita, la terra, con
occhi diversi, come qualcosa che
ci appartiene.
Questo libro ci fa uscire dalla
passività del mondo moderno ;
principalmente noi donne sentiamo il bisogno di un cambiamento, proprio perché abituate ad
una vita di relazione. Il mondo
alienato capitalista non ci soddisfa e vogliamo essere partecipi della vita. Tu puoi farlo, tu sei
facente parte della creazione in
quanto persona e non oggetto, tu
puoi cambiare il mondo creando, perché attraverso il tuo lavoro creativo puoi metterti in
relazione con gli altri, progettare insieme un cambiamento della società, ed è questo messaggio iniziale della creazione che ci
permette di vedere l’universo come qualcosa di nostro, che dobbiamo imparare ad amare e non
a distruggere.
Oggi un’ipotesi di voler cambiare i ritmi del lavoro, voler
avere più tempo per se stessi e
per gli altri può sembrare una
pazzia, una terra non inquinata
un sogno utopistico, una società
più giusta dove esista uno spazio di vita per tutti un’ipotesi
assurda : chissà che attraverso
questo libro, che contagia per
il suo messaggio d’amore, non ci
entusiasmiamo tutti nel progetto
di una società diversa per uomini e donne! L’uomo moderno ha
creduto di poter vivere facendo a
meno di molte cose, troppe, soprattutto della sua persona, del
senso più profondo della vita,
che è rispetto di sé, dell’universo,
degli altri.
Rina Lydia Caponetto
1 Dorothee Sììlle. Per lavorare e
amare. Una teologia della creazione,
Torino, Claudiana, 1990.
^ Jo.sEPH Zoderer, Il silenzio dell’acqua sotto il ghiaccio, Torino, Einaudi,
1989.
8
8 vita delle chiese
20 aprile 1990
ROBERTO COISSON
CORRISPONDENZE
L'entusiasmo per
l'opera missionaria
Un impegno di trentacinque anni nella regione dello Zambesi, e poi
una notevole promozione della solidarietà con le chiese africane
Scegli la vita
La chiesa valdese ha dato il
suo estremo saluto riconoscente
ad uno dei suoi ultimi missionari: il pastore Roberto Coisson
è deceduto il 10 aprile presso
il Rifugio Carlo Alberto di Lusema S. Giovanni, dove viveva
dal 1987.
Era nato il 9 ottobre 1903 a
Torre Pellice, dove i suoi genitori trascorrevano un periodo di
vacanza prima di tornare nello
Zambesi dove erano inviati, fin
dal 1897, dalla Società missionaria di Parigi (SMP). Augusto
Coisson e sua moglie. Margherita Nisbet, rimasero in Africa
fino al 1933: Roberto visse dunque la sua prima infanzia nella Missione, amò l’Africa ed imparò a condividerne problemi e
speranze, tanto da rispondere
alla vocazione che fu anche dei
genitori. Giovanissimo fu studente al Liceo-Ginnasio di Torre Pellice, si trasferì poi a Parigi per
seguire i corsi teologici della So
cietà missionaria.
Il 1926 fu l'anno delle grandi
decisioni. Il 4 luglio fu consacrato pastore, proprio nella sua
comunità di Torre Pellice, dal
direttore della SMP Daniel Couve; il 17 si unì in matrimonio
con Elisa Giampiccoli e il 23,
con la giovane moglie, era già
in partenza da Londra per raggiungere Sefula (oggi in Zambia) dove la Missione lo chiamava al servizio.
La regione dello Zambesi vide questa coppia all’opera per
ben 35 anni. Prima furono alla
direzione di un distretto missionario, poi a quella della Scuola
normale, poi ancora alla direzione generale delle scuole della Missione. Gli ultimi due anni
furono consacrati alla cura pastorale dei Malozi emigrati nella
città di Livingstone e in altri
centri minerari.
I coniugi Coisson tornarono
nelle Valli valdesi nel 1961.
Roberto continuò la sua testimonianza di credente assumendo per molti anni la responsabilità di anziano e di cassiere nel
concistoro di Torre Pellice; ma
non dimenticò la Missione.
Nel 1963 la Società di studi
valdesi pubblicò per il 17 febbraio il suo opuscolo intitolato
« I valdesi e l’opera missionaria », ristampato poi nel 1979
con aggiunte ed aggiornamenti.
II missionario Coisson diede
prova del suo entusiasmo e della sua scrupolosa dedizione all’opera missionaria non solo
quando dedicava parte delle vacanze in Italia ad un giro di informazioni in tutte le chiese vaidesi della penisola, ma anche
quando la Società missionaria di
Parigi passò la mano e nacque
la CEV.AA. Nei primi anni ’70
La Casa valdese
di Guardia
1) CERCA:
EVANGELICI DISPONIBILI PER L’ASSIS’TENZA AI VISITATORI. Ad essi si chiede un servizio giornaliero con
orario 16-21. Si tratta di illustrare, con l’aiuto di audiovisivi, la storia valdese e la teologia protestante ai visitatori che lo chiedono.
In cambio, si offre : un soggiorno gratuito, in una monocamera dotata di 4 posti letto, con mattinata libera per vacanze e per il mare.
2) OFFRE:
SOGGIORNO A FAMIGLIE E PICCOLI GRUPPI IN QUATTRO APPARTAMENTI ARREDATI, per complessivi venti p>osti letto.
Appartamenti: 1) piano terra: posti letto n. 6;
2) I piano: posti letto n. 6;
3) II piano: posti letto n. 5;
4) III piano: posti letto n. 4.
PREZZI :
Bassa stagione: (maggio, giugno, settembre):
— appartamenti n. 1 e 4 : L. 15.000 giornaliere ;
— appartamenti n. 2 e 3: L. 20.000 giornaliere.
Luglio:
— appartamenti n. 1 e 4 : L. 20.000 giornaliere ;
— appartamenti n. 2 e 3 : L. 25.000 giornaliere.
Agosto :
— appartamenti n. 1 e 4 : L. 26.000 giornaliere ;
— appartamenti n. 2 e 3 : L. 35.000 giornaliere.
N.B. : L’appartamento si considera prenotato con il versamento
di una caparra pari al 25% della somma prevista per il
soggiorno. ^ 4. ^
VERSAMENTI: da effettuare sul ccp n. 13103874, intestato a:
CASA VALDESE a GUARDIA P., c/o MARCO PRESTA via Doviziosi, 4 - 87045 DIPIGNANO (Cosenza).
PRENOTAZIONI E INFORMAZIONI: CESARE MILANE
SCHI ■ via Doviziosi, 2 - 87045 DIPIGNANO (Cosenza).
Tel. 0984/621490.
egli fu tra i più convinti ed entusiasti propagatori della nuova
impostazione del lavoro missionario: fu membro del comitato
italiano della CEVAA, ma ne uscì
avendo l’impressione che la chiesa non facesse abbastanza e trascurasse l’impegno nei confronti delle nuove chiese africane
Proseguì invece un lavoro metodico di contatti e di informazione a vari livelli. Molti lo ricorderanno sollecitare personalmente e con fermezza le quote
di abbonamento al Journal des
Missions, oppure la raccolta di
francobolli usati per sostenere la
CEVAA.
Negli ultimi anni, ormai indebolito nel fisico, addolorato per
la perdita della fedele compagna,
deceduta nel 1988, la solitudine
si è fatta profonda, mitigata dalle attenzioni dei familiari e dalle visite di amici della CEVAA.
Roberto Coisson lascia alla
chiesa il ricordo e l’esempio di
un coerente impegno di testimonianza, di una appassionata dedizione al lavoro nella chiesa
universale, di una viva certezza
deH’affermazione del Regno di
Dio.
Franco Taglierò
LA SPEZIA — « Non lasciarti
scegliere, scegli » : questo il titolo
di un’interessante conferenza, tenutasi a cura del collettivo teologico della Chiesa metodista ;
relatore il prof. E. Genre, docente di teologia pratica presso la
Facoltà valdese di teologia di
Roma. Oggetto della riflessione
è stato il testo della teologa tedesca Dorothee Sòlle: Scegli la
vita, edito dalla Claudiana.
Il prof. Genre, dopo aver tracciato un profilo della teologa,
fortemente impegnata nel mondo
culturale e politico a denunciare
le numerose situazioni disumane
che connotano la società del cosiddetto progresso, attraverso
una fede attiva ed estremamente attenta ai mutamenti socio-politici della società occidentale, ha
messo in luce come nel testo
Scegli la vita (1980) Dorothee
Solle cerchi di integrare la teologia della liberazione, propria dell’America del Sud, con la teologia
di stampo europeo.
Il libro è inoltre un tentativo
di stimolo alla fede, intesa come
continuo divenire, in una crescita
per la quale assumono un ruolo
rilevante gli esempi, i testimoni;
in questo senso tutta la Bibbia
può essere letta come un grande
esempio di fede.
Per la teologa tedesca è necessario tradurre nella vita di tutti
i giorni quella dimensione di liberazione che il cristiano deve cercare di recuperare, uscendo dal
muro del cinismo, da quell’atteggiamento cioè proprio di quell’uomo che non trova radici in
niente e in nessuno, senza scelte
TARANTO - GROTTAGLIE
Semplicità e profondità
dell'Evangeio
precise e coinvolgenti. Il cristiano deve invece diventare sempre
più radicale nelle scelte, sia nella
dimensione della misericordia
(intesa come partecipazione al
travaglio della creatura umana),
sia nella dimensione rivoluzionaria.
In questo contesto si combatte un cristianesimo pietistico e
privato per abbracciare una fede
che sia resistenza, denuncia, impegno nella trasformazione del
mondo, secondo l’insegnamento
dei grandi riformatori.
Compito del credente, secondo
la testimonianza che proviene direttamente dalle Scritture, è quello appunto di smascherare quelle
violenze presenti nella società ; la
fede si traduce in progetto, diaconia, impegno concreto.
Il prof. E. Genre ha messo in
luce l’aspetto del lavoro come
alienazione; altro tema caro alla
teologa e sempre più attuale in
una società in cui l’automazione
ha reso il lavoro dell’uomo sempre più alienante, uccidendo la
solidarietà tra gli uomini e riducendo sempre più la possibilità
per l’uomo stesso di vivere, attraverso il lavoro, le relazioni fondamentali. In quale orizzonte di
vita — si domanda a questo punto l’oratore — è possibile ritrovare la nostra fede? La fede non
è individualità, è comunicazione;
da qui il senso fondante della Chiesa, il valore della comunità dei credenti.
Nella misura in cui sappiamo
vivere, in quanto testimoni, 'l’esperienza della Chiesa nella dimensione della fede con altri, è
possibile dare un senso alla nostra esistenza, con la coscienza
della provvisorietà, della mancanza, nella accettazione della
nostra imperfezione. Paolo nella
lettera ai Filippesi così si esprime ; « Non ch’io abbia già ottenuto il premio o che sia già arrivato alla perfezione. Ma proseguo il corso, se mai possa afferrare il premio ».
« Com’è semplice e profondo
l’Evangelo!». Così una sorella del
gruppo SAE di Taranto commentava sabato sera 31 marzo la
bella lezione biblica del prof.
Bruno Corsani. La visita del
prof. Corsani, programmata dal
XIV circuito in collaborazione
con l’Associazione delle Chiese
battiste di Puglie e Basilicata, ha
visto, nei diversi momenti di Taranto e Grottaglie, raccogliersi
nei locali delle due comunità oltre cento tra sorelle e fratelli,
con alcune rappresentanze delle
chiese sorelle di Mottola e di Ladano.
La buona notizia del Cristo
morto e risorto; con questo genere letterario Marco, primo te:
stimone della tradizione orale intorno alla persona e all’opera di
Gesù di Nazaret, intende trasmettere alle generazioni successive Tessenzialità del cristianesimo. Il Cristo, il Messia atteso e
testimoniato nelle Scritture di
Israele, ha preannunciato la sua
sofferenza e Tha vissuta sino in
fondo nella morte sulla croce.
Non a caso nel corpo centrale di
questo Evangelo (8: 31-38; 9: 3032; 10:32-34) troviamo tre annunzi della passione, posti in contrasto con la comprensione di tutti ;
discepoli inclusi ! Questa linea interpretativa dell’ Evangelo di
Marco è da preferire all’altra,
che sottolinea l’insistenza dell’autore sul titolo « Figlio di Dio »,
peraltro riportata in momenti
chiave dello scritto: nel primo
capitolo (1 ; 1), nell’episodio della
trasfigurazione (9: 7), nel primo
riconoscimento pubblico della signoria del Cristo crocifisso :
« Quest’uomo era davvero Figlio
di Dio!» (15: 39). L’importanza
della croce, in Marco, sembra
quasi mettere in ombra la risurrezione: infatti si comprendono
la persona e l’opera di Cristo a
partire dalle sue sofferenze, segno del suo amore unico per le
donne e gli uomini di tutti i tempi. Il Cristo glorificato, nell’ottica dei Vangeli, opposta a quella
della « ecclesia triumphans », è
solo adombrato: se si comprende, per grazia, mediante la fede,
l’opera unica e irripetibile della
croce, possiamo dirci cristiani.
Gli Evangeli indicano dunque un
Cristo perdente sul piano della
storia e proprio per questo vincitore sulla morte e sulla « vanagloria» politica ed ecclesiastica.
Dopo il dibattito sulla piana
relazione di Bruno Corsani, è seguito un momento non formale
di agape fraterna, con possibilità di approfondire oltre il dato
biblico e di conoscerci meglio.
La domenica mattina, con una
efficace predicazione su Atti 26:
19 : « Perciò, o re Agrippa, io non
sono stato disubbidiente alla visione celeste », Bruno Corsani
ha ricordato ai numerosi fedeli
la necessità di essere chiamati a
testimoniare il Cristo, sulle orme
dei nostri padri risorgimentali:
« Ogni generazione è chiamata a
rivivere la visione celeste: il Signore ci invia alle donne e agli
uomini di terra d’Otranto come i
nostri genitori, pur sapendo che
il duro messaggio della croce richiede da noi una costante disciplina personale e comunitaria ». I bambini della scuola domenicale, guidati dalla moni trice,
hanno ricordato con il canto alla comunità l’esigenza di testimoniare « l’acqua fresca dell’Evangelo » : un richiamo attuale, vista
la siccità che attanaglia la nostra regione oramai da un biennio. Siamo disposti a condividere
l’acqua fresca dell’Evangeio con
altri?
E. S.
Ricordando
Ciccio Cosentino
RIESI — « Signore, rinnova in
noi la tua Pentecoste». Questa,
in sintesi, è sempre stata la preghiera del fratello Ciccio Cosentino, membro attivo della Chiesa
valdese e dello stesso Consiglio
di chiesa. Purtroppo mercoledì 4
aprile, presso la casa di uno dei
figli a Brescia, appena sessantenne Ciccio è venuto meno allo
affetto di tutti, testimoniandoci
ancora una volta che la nostra
patria non è in questo mondo.
La comunità valdese di Riesi con
lui perde indubbiamente un credente autentico, un uomo di fede che, con la sua semplicità,
non ha mai smesso di credere
nel Risorto, di denunciare le ingiustizie sociali ed umane. La sua
naturalezza evangelica, la coerenza del proprio stile di vita
hanno fatto sì che diversi fratelli di chiesa vedessero in lui un
costante punto di riferimento,
specie nei momenti di instabilità
e tiepidezza comunitaria. La sola gratitudine di quanti l’abbiamo sentito «fratello » non basta,
vi è il bisogno di continuare nella sua preghiera perché il Signore, nonostante la sua dipartita,
conceda alla chiesa di Riesi di
ridiventare una vera comunità
di credenti, al di là della pochezza della nostra fede e delle divergenze personali.
A Lucia, a Lillo, a Nunzio, a
Maria Catena ed a Franco Valdo, come comunità ci sentiamo
vicini nella preghiera, certi che
sapranno continuare la loro vita
nella fedeltà a Colui che può
re ogni cosa nuova e di cui Ciccio è stato fedele servitore.
9
r
20 aprile 1990
vita delle chiese
FCEI - SERVIZIO RIFUGIATI E MIGRANTI
CRONACA DELLE CHIESE DELLE VALLI
Un nuovo impegno
contro il razzismo
Una priorità nel lavoro delle chiese - Una risposta dettata dalla
nostra fede - Occorre vigilare sull’applicazione della legislazione
Non ha più alcuna importanza l’essere ebreo o pagano, schiavo o libero, uomo o donna, perché uniti a Gesù Cristo siete diventati Un sol uomo (Calati 3:
28).
Proprio nei giorni in cui il
Parlamento italiano ha approvato una nuova legislazione sulle
immigrazioni, si sono registrati
gravi fatti di violenza nei confronti di lavoratori di colore:
non possiamo definirli diversamente da quello che sono, ovve
ro evidenti manifestazioni di un
razzismo violento e preoccupante che trova coperture e comprensione anche sul piano politico e culturale.
Il Servizio rifugiati e migranti della Federazione delle chiese
evangeliche segue con inquietudine questa situazione e ritiene
che nei prossimi mesi il mondo
politico, la società civile, le associazioni che lavorano nell’immigrazione, le chiese dovranno
fare della lotta al razzismo una
delle loro priorità di lavoro.
Il SRM è consapevole della
complessità del fenomeno. Il razzismo non è solo nell’intolleranza e nella violenza nei confronti
di uomini e donne di un’altra
etnia.
E’ anche nella difesa di meccanismi economici che obbliga
Una "township” in Sud Africa: occorre vigilare perché non si
creino qui da noi dei ghetti avvilenti per gli immigrati.
Gioventù
evangelica
n. 122 - aprile 1990
rivista bimestrale - anno XL
nuova serie
SOMMARIO
1 « Carpe diem »
di Romano Madera
2 Nicaragua: un voto disperato
di Eugenio Bernardini
3 Risvegliati!
Campo studi Egei
POLITICA
5 Cina: appunti di viaggio
di Gianna Urizio
10 Intervista a Li Cheuk Yan
di Gianna Urizio.
FGEI
12 Sei commenti al Campo studi
di Sara Cornparetti, Manuela Davit, Andrea Sbaffi, Nicola Rochat. Gruppo giovanile di Pisa,
Ezio Sagripanti
17 Vietato superare i trenta?
di Giorgio Guelmani e Michele
Rostan
ecumenismo
20 Una proposta romana
di Alfredo Berlendis
TEOLOGIA
25 Sfida a un sapere maschile, riflessioni di una teologa
di Letizia Tomassone
29 La nuova teologia femminista/2
di Carol P. Christ
INTERVENTI
31 Democrazia e nazionalità
di Guido Franzinetti
33 Un nesso c'è
di Pierguido Viterbi
Gioventù evangelica, via L. Porro
Lambertenghi 28, 20159 Milano,
tei. 6890227.
Direttore: Francesca Spano
SOTTOSCRIZIONE 1990
normale L. 28.000 - sostenitore L.
40.000 - estero L. 35.000.
Per i vostri versamenti servitevi
esclusivamente del ccp n. 35917004
intestato a gioventù evangelica.
no i lavoratori immigrati, anche
professionalmente qualificati, a
ricoprire le mansioni più dequalificate, pericolose, spesso sotto
il controllo dei racket della manodopera, e peggio retribuite.
Il razzismo si nasconde anche
in certi atteggiamenti culturali
che, assolutizzando i valori ed i
modelli occidentali, respingono
con forza e talvolta con arroganza quelli legati alla storia,
all’identità ed allo sviluppo di
altri popoli.
Siamo consapevoli delle difficoltà a concepire e costruire una
società davvero pluralista nelle
fedi, nelle culture e, nelle etnie;
eppure riteniamo che, nel futuro sempre più interdipendente
di tutti noi, questo pluralismo
debba costituire un orizzonte verso cui tendere con coraggio e
fiducia.
Ci spinge a questo anche la
nostra fede in Dio che ha creato i cieli e la terra perché tutti
gli uomini ne godessero, che ha
generato tutti gli uomini a propria immagine e somiglianza,
che chiama tutti noi ad un mondo riconciliato nell'amore, nella
pace e nella giustizia.
Il SRM della FCEI intende collocare questo nuovo impegno nel
solco tracciato in lunghi anni dal
Consiglio ecumenico delle chiese che, sin dal 1969, ha promosso un programma per combattere il razzismo e che oggi, con il
FFEVM
A congresso
Le donne valdesi e metodiste
stanno preparando il loro V
Congresso nazionale. Lo terranno ad Ecumene (Velletri) tra il
4 e il 6 maggio prossimo. Ogni
gruppo aderente alla Federazione femminile evangelica valdese
e metodista (FFEVM) invierà le
proprie delegate al congresso,
che quest’anno avrà come tema
« Donne in cammino, fiduciose
nella promessa ».
Questo il programma:
Venerdì 4 maggio:
pomeriggio: arrivi, sistemazione
logistica, verifica mandati, quote, consegna cartelle;
ore 18.30: conosciamoci, incontro
a gruppi;
ore 21.15: culto (meditazione);
appello delle delegate; domande di adesione (Vercelli ed
Imperia); elezione seggio.
Sabato 5 maggio:
ore 9: lettura biblica, preghiera
di confessione; saluti e messaggi; lettura relazione Consiglio
nazionale (morale e finanziaria); discussione;
ore 15: ripresa lavori; approvazione della relazione del Consiglio; relazioni delle unioni e
dei gruppi; indicazione linee
programmatiche; eventuali e
varie; preghiere spontanee; inno;
ore 21.15: serata libera, ma organizzata.
Domenica 6 maggio:
ore 9: elezione Consiglio nazionale FFEVM; lettura verbali
ed atti, approvazione;
ore 11: liturgia di Santa Cena a
cura del Consiglio nazionale
uscente;
pomeriggio: partenze.
Le sette parole
di Gesù sulla croce
processo « Giustizia, pace, salvaguardia del creato », collega questo tema alle altre grandi sfide
del nostro tempo.
Nei giorni in cui anche in Sud
.àfrica sembra aprirsi una nuova fase che potrebbe condurre
allo smantellamento del più sciagurato razzismo istituzionalizzato, rileggiamo con partecipazione e riconoscenza quel documento, Kairós (1987), sulle cui linee
si è sviluppata la coraggiosa testimonianza antirazzista delle
chiese sudafricane.
In questo quadro il SRM della
FCEI ritiene che le istituzioni
abbiano precise responsabilità
nel condannare ed isolare atteggiamenti ed attitudini di tipo
razzista; d’altra parte la società
civile ha la possiljilità di costruire esperienze di incontro e dialogo tra culture diverse. Pensiamo agli importanti spazi che si
aprono nella scuola e nel campo deH’informazione. Per quanto
lo concerne più direttamente, infine, il Servizio rifugiati e migranti si ritiene impegnato, oltre che nella richiesta della piena applicazione della legislazione in materia di immigrazione,
a promuovere iniziative e progetti che rendano credibile una
politica di accoglienza e promuovano una cultura del dialogo e
del pluralismo delle fedi, delle
culture, delle etnie.
SAN GERMANO — Durante
il culto della domenica delle Palme hanno pubblicamente confessato la loro fede in Cristo Daniele Balmas, Monique Balmas,
Roberta Beux, Rossana Beux,
Emanueia Bcuchard, Sandro
Bouvier, Alessandro Cammarata,
Nicoletta Frascbia, Andrea Gallo, Samantha Long, Norma Plavan.
• Il culto del giovedì santo è
stato preparato dal gruppo di
studio biblico mentre quello del
venerdì santo, seguito da una
assemblea assai numerosa, è
stato condotto da alcuni giovani
della corale che, mediante l’esecuzione di due brani da « Le sette parole di Gesù Cristo sulla
croce » di H. Schütz, hanno invitato i presenti a rifiettere sul
significato della crocifissione.
® Il culto di Pasqua ha registrato come di consueto una
grande partecipazione di fratelli
e sorelle provenienti anche da
altre comunità.
• Il primo aprile è stata battezzata la piccola Francesca Balmas, di Gianfranco e Ornella
Costabel. Il Signore benedica sempre abbondantemente la
bimba e dia ai genitori di mantenere fedelmente la promessa
che essi hanno fatto davanti a
lui ed alla comunità, cui spetta
pure la responsabilità di testimoniare la propria fede in Cristo.
• La medesima domenica l’annuale bazar ha richiamato nella
sala molta gente sia da S. Germano, sia da alcune altre comunità. Molto apprezzati sono stati
i lavori preparati dalle sorelle
dell’Unione femminile, che hanno
avuto la gioia di vedere premiata la loro fatica e soprattutto di
poter contribuire in modo non
indifferente a sostenere le opere
della chiesa.
Confessioni di fede
PRAMOLLO — Nel culto della
domenica delle Palme Danilo
Menusan ha confermato il proprio battesimo e ha chiesto di
entrare a far parte della chiesa
come membro comunicante. Il
Signore renda forte la sua fede e
lo aiuti a vivere secondo la promessa fatta.
• Ringraziamo i giovani della
FGEI che hanno presieduto il
culto di domenica 1° aprile.
RORA’ — Sabato 7 aprile il
concistoro ha avuto un simpatico e vivace incontro con i catecumeni del IV anno che hanno
chiesto di essere ammessi quali
membri nella comunità. I loro
nomi sono : Ombretta Durand,
Marco Tourn Boncoeur, Danilo
Odetto.
Domenica 8, dopo aver fatto
pubblica confessione della loro
fede, hanno ricevuto il battesimo
circondati dall’affetto e sorretti
dalla preghiera di tutta la comunità. A loro va l’augurio di tutta
la chiesa che il cammino di fede iniziato possa essere fecondo
e benedetto dal Signore.
VILLASECCA — Lorenzo Barus e Stefano Massel hanno partecipato per la prima volta alla
Cena del Signore in occasione
del culto di Pasqua. Siamo certi
che la loro confermazione e confessione di fede abbia già segnato l’inizio di un modo nuovo di
vivere e di disponibilità al servizio del Signore.
• Sabato 21 aprile, ore 15,30,
davanti al concistoro avrà luogo, nella saletta, il colloquio di
fine anno dei catecumeni del 1”
biennio.
• Improvvisamente è mancato
Renato Peyronel. Ai familiari
tutti la nostra comunità rinnova
l’espressione della propria parte
cipazione al loro dolore e quella
della comunione di fede nella resurrezione dei morti nel Signore.
• Il concistoro è convocato
per martedì 24 corr., ore 20, nella
saletta.
Assemblea di chiesa
LUSERNA S. GIOVANNI —
Nel corso del culto di domenica
prossima 22, alle ore 10, avrà
luogo l’assemblea di chiesa, convocata nella Sala Beckwith per
reiezione dei deputati al Sinodo
ed alla Conferenza distrettuale.
Pertanto il culto non avrà luogo
nel tempio.
Villa Olanda
Oltre al comitato promotore
di Villa Olanda (vedi numero
del 30.3.1990) anche due esercizi
pubblici raccolgono la sottoscrizione di impegni per la continuazione dell’attività di questo istituto.
Si tratta della Libreria Claudiana, piazza Libertà, Torre Pellice, e della cartoleria Sagittarius
di Luserna S. Giovanni, via Gianavello 13.
Con questi impegni non vengono richiesti immediati versamenti di denaro: le cifre sottoscritte verranno richieste un po’
più avanti nel tempo, una volta
appurato il fatto che l’iniziativa
possa andare a buon fine, in base appunto alla cifra raccolta.
21 e 22 aprile
□ CONVEGNO FCEI
ANGROGNA — Con Inizio alle ore
15.30 di sabato, presso la foresteria La
Rocciaglia, si svolge un convegno FGEI
sul tema; * Quotidianità, etica e fede »; alle ore 10 di domenica, Sergio
Ribet parla su: « Quale sfida porta la
fede all'etica?
24 e 25 aprile
□ DIPARTIMENTO
DIACONALE
AGAPE: Il Dipartimento diaconale del
1“ distretto organizza un convegno sul
tema dell'accompagnamento del morente. I lavori, presieduti dal pastore
A. Taccia e a cui collaborerà il dott.
Claudio Foti, prevedono relazioni a
cura di Paola Grand, Assunta Bianciotto. Paolo Florio, Giorgio Baret, don Renzo Rivoira, Klaus Langeneck e Gianni
tosano. Per informazioni: Anita Tron,
presso CIQV, Torre Pellice, tei. 0121/
91536/91606.
Domenica 29 aprile
□ ASSEMBLEA TEV
TORRE PELLICE — Alle ore 15, presso la sala della TEV in via Mazzini 3,
si tiene l'assemblea mensile del movimento di Testimonianza evangelica valdese.
La Chiesa valdese di Pinerolo cerca una coppia — preferibilmente evangelica — disposta ad assumere il lavoro
di custodia dei locali del tempio, a partire da settembre di
quest’anno. Per informazioni
telefonare al n. (0121) 76084,
oppure (0121) 70323.
10
10 vaili valdesi
20 aprile 1990
ASSISTENZA IN VAL PELLICE
Dove va la sinistra?
TORRE PELLICE — Organiz
zato dalla Sinistra indipendente
si è tenuto airHótel Gilly un dibattito sul tema « dove va la
sinistra?», a cui sono intervenuti
Adriano Andruetto (S.I.), Giorgio
Ardito (PCI), Franca Coisson (S.
I.), Giorgio Gardiol, che ha rinunciato alla sigla, Pier Carlo
Longo (PSD. Il dibattito scaturiva dalla volontà di voler discutere un documento che la
S.I. aveva diffuso nei giorni scorsi per sollecitare la formazione
di una « nuova sinistra », sia in
vai Penice che in Italia. Il documento osservava che sono maturi i tempi politici per lanciare
la proposta di costruire una nuova sinistra attenta ai valori della
libertà, della giustizia, dell’autonomia locale e della solidarietà
sociale. Obiettivo su cui sostanzialmente hanno concordato tutti gli intervenuti, ma tempi e
metodi sono diversi.
Al termine la S.I. ha ribadito
la sua volontà di organizzare in
valle la riflessione su questi temi.
Verso le elezioni
PRAROSTINO — Non ci sa
ranno novità sostanziali, con due
coalizioni di indipendenti guidate rispettivamente dal sindaco
uscente Mario Mauro e dall’assessore Renzo Costantino; maggiori cambiamenti a San Secom
do, dove saranno di fronte la
lista di indipendenti di sinistra
guidata dall’attuale sindaco Mario Avondetto ed una lista di
ispirazione democristiana e di
centro guidata da Renzo Mercol, già assessore DC a Pinerolo.
Non saranno invece più in lista due assessori della attuale
giunta. Mauro Gardiol e Roberto Vicino
Assemblea
VILLAR PELLICE — Secondo
quella che è divenuta ima consuetudine negli ultimi anni, in vista delle prossime elezioni amministrative è stata indetta una
assemblea pubblica aperta a tutte le persone interessate; alla
fine, fatta la conta e viste le disponibilità, sono state composte due liste di 12 candidati, la
cui composizione è stata decisa
dalla sorte, di orientamento indipendente di sinistra. Capilista
il sindaco uscente Paolo Frache
e Sergio Davit.
Dieci liste
PINEROLO — Sono 10 le liste
accettate dalla Commissione elettorale mandamentale, che si contenderanno i voti degli elettori
alle prossime elezioni comunali.
Questo l’ordine che risulterà sulla scheda dopo il sorteggio: PSI,
PLI, Autonomia Piemont, PRI,
PSDI, DC 90, MSI, DC tre stelle
Pinerolo, Lega Nord Piemont,
Lista civica per l’alternativa, ambiente, lavoro, solidarietà.
Indesit: iicenziamenti
PINEROLO — Partono le lettere di licenziamento per i 3.850
dipendenti dell’Indesit in cassa
integrazione, 1.500 dei quali risiedono nell’area del pinerolese e
i restanti nel casertano. Questi
dipendenti, nonostante l’azienda
sia stata venduta da tempo al
gruppo Merloni, erano rimasti
in amministrazione straordinaria al commissario dott. Zimino.
Alla fine di agosto non sarà più
possibile ottenere una ulteriore
proroga della cassa integrazione,
essendo scaduti tutti i termini
di legge, per cui il commissario
si è deciso al licenziamento. Toccherà ora ai ministeri interessati (Lavoro e Industria) trovare una soluzione, che si presenta quanto mai difficile soprattutto per gli occupati negli stabilimenti del pinerolese.
Problemi e risorse
Sono insufficenti i fondi per i servizi resi nel campo assistenziale
La popolazione della Comunità montana vai Pellice risulta in
aumento; nel frattempo però gli
ultrasessantenni hanno superato
il 28% della popolazione. Di questa tendenza, ormai confermata
da anni, ha tenuto conto tutta
l’attività della Comunità montana - USSL 43 in particolare nel
settore dell'assistenza e dei servizi sociali. Il piano triennale di
attività e spesa approvato dall’ente di valle recentemente si
colloca perciò in una linea di
continuità. I dati di base evidenziano crescenti bisogni di larghe
fasce di popolazione e le risposte già date o prospettate riguardano in particolare gli anziani,
nella linea di realizzare, attraverso interventi di differenti operatori, lo scopo finale e cioè mantenere il più possibile la persona in difficoltà o semplicemente anziana nel proprio domicilio o ambiente, supportandola
nelle sue esigenze.
La recente istituzione di un
servizio infermieristico è un altro tassello della rete di risposte che l’ente vuole offrire alla
popolazione sul cui andamento
diamo alcuni dati interessanti.
Pur su una popolazione estremamente ridotta, Rorà è il paese con una popolazione al di sot
to dei 18 anni percentualmente
maggiore; al contrario Bobbio
pare essere quello più « vecchio »,
avendo la percentuale più bassa di minori e quella più alta
di ultrasessantenni: difficile dire cosa sia alla base di questi
due elementi, trattandosi in entrambi i casi di comuni montani.
Pur considerando, come linea
operativa, il ricovero in struttura protetta l’ultima soluzione (ed
in effetti l’età media dei ricoveri tende ad innalzarsi, tant’è che
oggi siamo a 78 anni) bisogna
tener presente che in vai Pellice oggi sono funzionanti 11 case
per anziani in grado di ospitare
circa 480 persone e che vi sono
ancora- altri progetti allo studio
o con in corso le pratiche di ampliamento.
Le preoccupazioni maggiori,
espresse sia dai politici che dagli operatori, riguardano la reperibilità delle risorse economiche; di fronte alla previsione di
inserimento di nuovi operatori e
del potenziamento dei servizi, il
futuro è assai incerto.
DaU’USSL 43 si sottolinea l’esigenza di maggiore coordinamento fra comuni, USSL, provincia e regione da un lato, e si
esprime preoccupazione per i
PINEROLO
Due simboli DC
PINEROLO — Con una decisione singolare la Commissione
elettorale mandamentale ha deciso di accogliere due liste DC
alle prossime elezioni amministrative. Sulla scheda elettorale i
cittadini troveranno due simboli DC, « integrato » da stelline e
scritta Pinerolo uno, e da un
triangolo e scritta 90 l’altro.
A questa decisione si è giunti
dopo un lungo tira e molla tra i
vari potentati democristiani pinerolesi. Da una parte l’eurodeputato Chiabrando che, a maggioranza, era riuscito a far escludere dalla lista il suo rivale Camusso (andreottiano).
Quest’ultimo era ricorso al
direttivo provinciale, che aveva
tentato una mediazione. Ma a
pochi minuti dalla scadenza dei
termini nessun accordo era stato trovato. Cosi a tutti e due i
gruppi è stata data la delega per
presentare la lista democristiana. Più veloce, Camusso ha depositato alle 11.55 la sua lista,
mentre Chiabrando arrivava due
minuti dopo.
Cosi gli elettori dovranno scegliere tra due DC, oltre che tra
le altre liste.
La decisione della segreteria
provinciale DC rischia però di
invalidare le elezioni. Contro la
decisione della Commissione elettorale sono ricorsi al TAR PCI,
PSI e PRI e si aspetta la pronuncia, ma difficilmente questa
arriverà definitivamente prima
del voto.
Interrogazioni parlamentari
sulla turbativa elettorale causata dalla DC sono state presentate dal MSI e dai Verdi-arcobaleno.
Oggi .
e domani
Concerti
nuovi indirizzi che vengono dal
governo centrale, che paiono penalizzare sempre i progetti di
autonomia in particolare per l’assistenza.
« La sofferenza umana viene incontrata nella quotidianità; per
questo non la si vuole, né si può
dimenticare ritenendosi — come
amministratori e operatori sociali — al servizio delle persone in
difficoltà, per promuovere una
migliore qualità di vita — leggiamo in un atto dell’USSL 43
—. Ciò che realmente preoccupa
è lo scollamento tra bisogni ed
opportunità offerte.
"Volendolo” si può cambiare
per "far star meglio chi sta peggio” ma occorre volerlo ferrriamente a livello tecnico e politico. Non è certo sufficiente la
motivazione degli operatori di
base ».
Problema ancora più aperto è
quello deH’area minorile. Se da
un lato si segnala come elemento positivo il fatto che non esistono più minori istituzionalizzati, resta carente la disponibilità di famiglie interessate ad una
ipotesi di affidamento; sono 8,
al momento, i ragazzi accolti nella comunità alloggio di Torre
Pellice convenzionata con l’USSL.
Dallo stesso ente locale si denuncia la difficoltà a reperire risposte adeguate ad un numero
crescente di situazioni di sofferenza nel settore minorile. Si fa
riferimento al progetto di Spazio giovani, che qualcosa di positivo ha realizzato, come strumento di prevenzione e recupero. Il fatto stesso che dall’USSL
si dica che le opportunità di
Spazio giovani devono diventare
un reale riferimento sul territorio anche per la fascia adolescenziale a rischio, ci pare per
altro sintomatico di una situazione di estrema gravità riguardo a fenomeni quali tossicodipendenza, alcolismo, prostituzione minorile, su cui non è facile ipotizzare e concretizzare
delle soluzioni.
Piervaldo Rostan
LUSERNA SAN GIOVANNI — La corale valdese organizza una serie di
concerti a favore del restauro dell'organo. Il primo appuntamento è previsto
per domenica 22 aprile alle ore 20.45 nel
tempio, quando gli organisti Ferruccio
Rivoir e Valter Gatti eseguiranno musiche di Frescobaldi, Buxtehude, Gigault, Stanley, Vivaldi, Mozart, franck
e Gigout.
POMARETTO — Martedì 24 apriie,
alle ore 20.45, presso il tempio valdese, si svolgerà un concerto del
gruppo polifonico Turba concinens.
Teatro
SALUZZO — Mercoledì 25 aprile, alle ore 21, presso il teatro Politeama
civico, la cooperativa Doppio gioco
presenterà « Come prima, meglio di
prima », di Luigi Pirandello; regia di
Luigi Squarzina, fra gli interpreti Marina Malfatti.
Cooperativa
TORRE PELLICE — Martedì 24 aprile,
alle ore 21, presso il salone della società operaia in via Roma 7, si terrà
l’assemblea annuale della cooperativa
operaia di consumo; all’ordine del giorno: relazione, bilancio ’89 e rinnovo
cariche sociali.
CONTRO L’UNIFICAZIONE DELLE USSL
Raccolta di firme
Ancora una volta le popolazioni delle valli Pellice, Chisone e
Germana sca sono mobilitate in
difesa di servizi primari, ottenuti grazie all’impegno di molti amministratori e della gente
e che oggi, in nome della cosiddetta razionalizzazione, sono minacciati di abolizione.
Ieri la battaglia fu contro la
soppressione della ferrovia in vai
Pellice o contro la chiusura delle piccole scuole di montagna.
SPESE MILITARI
Obiezione fiscale
PINEROLO — L'Associazione per la
pace ripropone anche quest anno la
Campagna nazionale per l'obiezione
fiscale alle spese militari o alle spese per armamenti.
Essa è iniziata nel 1982 ad opera
del MIR (Movimento internazionale per
la riconciliazione) e del MN (Movimento nonviolento) ed in seguito è stata
sostenuta anche da altri gruppi.
Uno dei motivi di questa campagna
è stata l’esigenza di opporsi alia crescente spesa per gli armamenti.
Tuttora l'Italia è uno dei paesi dove
le spesi militari sono in aumento, nonostante la mutata situazione interna
zionale ed il nuovo clima di distensione tra Est e Ovest.
Le somme obiettate vengono devolute
dagli obiettori a progetti di pace e di
sviluppo nel nostro paese o in paesi poveri.
Per informare e discutere di questa
iniziativa si svolgerà una riunione lunedì 23 aprile, alle 20.45, presso l'ARCI (piazza S. Donato, 8 - Pinerolo r piano).
Alla serata interverrà Pierdoimenico
Bonino, coordinatore provinciale della
campagna per l’obiezione di coscienza alle spese militari.
Tutte le persone ed i gruppi interessati sono invitati alla riunione.
SOTTOSCRIZIONE
URGENTE PER
RADIO BECKWITH
Avendo recentemente subito il furto del ponte di trasmissione per Pinerolo, ricordiamo l’appello rivolto a tutti gli amici, che possono inviare un aiuto concreto utilizzando il c/c bancario n.
1703875/70 presso l’agenzia di
Torre Pellice della CRT intestato all’associazione Lo Bue.
Mostre
TORINO — Presso il circolo degli
artisti in via Bogino è stata inaugurata lo scorso 31 marzo una mostra dedicata alla scuola pittorica della valle
Vigezzo; la mostra è aperta al pubblico
tutti ì giorni, escluso il lunedì, fino ai
22 aprile.
Cinema
TORRE PELLICE — il cinema Trento
ha in programma « Rosalie va a far
la spesa », venerdì 20 aprile alle ore
21.15 e « Harry, ti presento Sally», sabato 21 e domenica 22 aprile.
Manifestazioni
oggi è volta ad evitare che le
USSL 42 e 43 vengano soppresse o comunque accorpate alla
USSL 44 di Pinerolo.
La mobilitazione, in pochi giorni, è stata grande a difesa di
una certa autonomia e soprattutto di una efficienza acquisita
con il tempo; i sindacati SPICGIL hanno promosso uno spazio di raccolta lo scorso venerdì al mercato di Luserna S. Giovanni, superando le mille firme.
La petizione può essere sottoscritta anche presso le farmacie,
gli ambulatori medici, le case di
riposo ed altri punti di raccolta,
a testimonianza di una unità concreta della popolazione su una
vicenda che rischierebbe di penalizzare una volta di più queste zone montane e per molti
versi già svantaggiate.
LUSERNA SAN GIOVANNI — In occasione delle prossime celebrazioni
per il XXV aprile, comune ed ANPI di
Luserna organizzano una serie di appuntamenti: martedì 24 aprile, alle
ore 20. corsa podistica e fiaccolata; il 25, alle ore 10.15, orazione ufficiale e consegna alla Società di studi valdesi dei primi documenti per il
costituendo archivio riguardante la storia della Resistenza nelle valli Pellice
e Germanasca.
Programmi di Radio Beckwith
________FM 91.200 - 102.350________
Fra i programmi settimanali segnaliamo la rubrica ■■ A confronto » di
lunedi 23, ore 17.30, con una riflessione sulla recente convocazione ecumenica di Seoul; la stessa trasmissione
di martedì 24, ore 11.30, presenterà gli
esiti di una inchiesta sulla partecipazione al culto condotta nell’ambito della comunità di Luserna; col mese di
aprile è sorto anche un nuovo programma, in onda tutti i mercoledì alle ore 18.45, dal titolo « Il mio amico
treno ».
Iniziative
TORRE PELLICE — Sabato 21 aprile, alle ore 20.45, presso il tempio
valdese, si svolgerà una serata di canti
a favore dell'associazione volontari
ospedalieri, con la partecipazione della
corale valdese di Torre Pellice, del
Coro alpino vai Pellice e della Schola
Cantorum della locale parrocchia cattolica.
TORRE PELLICE — La Commissione
tutela ambiente montano (TAM) del
CAI Uget Val Pellice organizza per
domenica 22 aprile, con partenza ore
8 da piazza Gianavello, un’escursione
alle borgate di Serre Cruel e di Sarsenà (Bobbio Pellice), alla riscoperta
dei valori architettonici e storici degli antichi insediamenti.
La partecipazione è aperta a tutti.
Per eventuali informazioni, rivolgersi ad Anita Taraselo (tei. 932816) e a
Marco Gnone (tei. 932240).
11
20 aprile 1990
valli valdesi 11
VALLI CHISONE E GERMANASCA
FRALI
Urge coinvolgere
di nuovo la gente
La partecipazione come antidoto al nuovo « feudalesimo » che sembra
prendere piede - Le liste locali e i complessi rapporti con i partiti
Ci si avvicina ad una nuova
scadenza elettorale; per la realtà
della nostra valle è un’occasione per ripensare alla sua situazione econoniica, sociale, alla sua
gestione politica che spesso si
trascina stancamente, mentre
inesorabile pare lo spopolamento e il degrado.
Si legge in un’intervista rilasciata dal pastore Tourn ad « Ousitanio Vivo » nel febbraio di
quest’anno; « La vai Germanasca è ormai quasi un deserto,
sopravvive l’attività della miniera di talco, ma l’agricoltura è
quasi finita. La valle è invasa da
cinghiali e mufloni che tutto distruggono. E’ una terra di nessuno, senza uomini e senza idee »
(n. 2, 26.2.1990).
E’ vero che i nostri comuni
non hanno più le risorse per finanziare autonomamente i pro
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Notturna, prefestiva, festiva; pres
so Ospedale Valdese di Pomaretto - Tel. 81154.
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Ambulanza :
Croce Verde Perosa: Tel. 81.000.
Croce Verde Porte: Tel. 201454.
USSL 44 - PINEROLESE
(Distretto di Pinerolo)
Guardia medica :
Notturna, prefestiva, festiva: Tele
fono 2331 (Ospedale Civile).
Ambulanza :
Croce Verde Pinerolo; Tel. 22664
USSL 43 - VAL PELLICE
Guardia medica :
Notturna, prefestiva, festiva: Telefono 932433 (Ospedale Valdese).
Guardia farmaceutica :
DOMENICA 22 APRILE 1990
Bricherasio: FARMACIA FERRARIS Via Vittorio Emanuele 83/4 - Tel.
59774.
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pri progetti e programmi di sviluppo, i bilanci sono appena sufficienti a coprire le spese correnti e qualunque altra iniziativa deve essere attuata con contributi provinciali e regionali.
Siamo sì di fronte ad una situazione di degrado, ma anche
in una realtà che, nel clima attuale di trasformismo politico,
assume le sembianze per la nostra situazione di una nuova forma di feudalesimo.
Quasi nulla può essere deciso
Se non passa attraverso certi canali politici e partiti. Con la rete esistente di vassalli e valvassori locali non c’è nulla da invidiare al governo dei fu Conti
Trucchetti. Ma non tutti i candidati nelle liste locali hanno risposto agli ordini di scuderia o
sono « ambasciatori della mortadella », come veniva chiamato
l’ambasciatore di Bologna che
rappresentava la città alle cerimonie ufficiali, quando questa faceva parte dello Stato pontificio.
La partecipazione attiva ed il
suffragio universale danno la possibilità alla gente di scegliere...
A Perrero c’è chi
vuole un’alternativa
Attraverso la scelta dei candidati con una assemblea cittadina, a Pomaretto sono presenti
23 candidati in due liste civiche
non contrapposte, ricandidati
buona parte dei consiglieri uscenti, una lista è capeggiata dal sindaco Travers.
Tre liste al comune di Predi
su due sezioni elettorali, al capoluogo una di sinistra è guidata da Franco Fiorio (PCI), ed
una di area di centro e PSI è capeggiata da Grill, sindaco uscente. A Salza ci sono due liste civiche e tanti nomi nuovi; mentre a Perrero si vota in cinque
sezioni e si vedono al capoluogo
nettamente contrapposte due liste, una di continuità del sindaco Ghigo, e l’altra capeggiata
dall’insegnante Giulietta Breuza,
una contrapposizione non di carattere politico-partitico, ma che
si propone come un modo diverso di gestione del potere. Già
ex sindaco di Perrero, Raimondo Genre è candidato nella sezione di Maniglia.
Ricchiardone si contrappone una
lista DC.
Il PSI, a Villar, si presenta
con un proprio schieramento,
mentre il PCI, con Ostorero capolista, ha formato una coalizione con indipendenti e PSDI;
come terza compagine si ripresenta la lista defl’alpino di ispirazione DC.
In ambedue i comuni di Pramollo e San Germano due schieramenti: lista PCI e indipendenti e lista PSI e indipendenti. Pramollo sarà l’unico comune dove
il PCI si presenta con il proprio
simbolo.
Da queste elezioni amministrative dipenderà anche il governo
della Comunità montana, la gestione deirUSSL 42, e la possibilità di ricreare una reale partecipazione della popolazione alla vita pubblica.
Concludendo, è questo l’augurio che possiamo farci, riprendendo le parole di Norberto Bobbio, da Un articolo apparso su
« La Stampa » tempo fa; « In un
mondo in cui sono molti i potenti in grado di comprare, oltre i reni e i figli, anche Tonore, la dignità e la coscienza di
coloro che potere non hanno, c’è
da rallegrarsi quando si trovi
ancora qualcuno non disposto a
vendersi ».
Mauro Meytre
TORRE PELLICE
Vivi
per
consensi
«Il ruscello»
Poche novità
in vai Chisone
In bassa valle, a Perosa ci sono due liste; DC e PSI ripropongono una lista di continuità alla gestione attuale, capolista
Furlan, e vi è una lista civica con
indipendenti, PCI e PSDI.
•Ad Inverso Pinasca viene riproposta la lista di sinistra, capeggiata dal sindaco Erminio
Ribet; una seconda lista civica
non è in antitesi alla prima.
A Pinasca agli indipendenti di
Eseguire, anche parzialmente,
la Passione secondo Matteo di
Bach è, per un complesso dilettante, impegno severo; affrontarlo significa essere armati di una
buona preparazione tecnico-artistica ma anche di intima convinzione e senso di responsabilità; ci piace poter rilevare che
questo gusto e questo impegno
sono stati con evidenza alla base delTesecuzione offerta, nel
tempio valdese di Torre Peliice,
T8 aprile, dal gruppo di cantori
e strumenti « Il mscello », diretto dal maestro Paolo Calzi.
Il coro e, successivamente, il
gruppo strumentale sono nati
circa due anni fa senza uno scopo determinato, ma per il puro
piacere di trovarsi insieme a cantare co.se belle e motivate. Questa prima esecuzione pubblica
(dopo i due concerti torinesi alla « Misericordia » e a San Lorenzo) è andata ben oltre il
semplice decoro destando vivi
consensi in conoscitori e non; si
F. C.
La seggiovia
rischia
il collasso
RINGRAZIAMENTO
c< lo sto alla porta e picchio; se
uno mi apre, io entrerò da lui
e cenerò con luh>
(Apoc. 3: 20)
Nella certezza di fede nella resurrezione dei morti in Cristo, i familiari di
Domenica 8 aprile la Società
« Seggiovia 13 Laghi », che gestisce la seggiovia e gli impianti
sciistici di Prali, ha indetto una
riunione delTassemblea degli azionisti. AlTordine del giorno era
l’analisi della disastrosa situazione della società, dopo gli ultimi
due anni senza neve: per fare
un solo esempio, dalla stagione
’87-88 alla stagione ’89-90 le entrate degli impianti sono diminuite di ben sei volte. Questo
« buco » può significare, in poche parole, la liquidazione della
seggiovia, anche perché tra T89
e il ’90 la seggiovia ha dovuto
sostituire molte parti, costose,
degli impianti.
Tutti sanno che la seggiovia,
a Prali, è una delle principali
fonti di reddito, sia direttamente che indirettamente: una decina di persone vi sono impiegate, sia a tempo pieno che come
saltuarie; altrettante ragazze e
signore lavorano al ristorante
Alpet; più in generale, però, possiamo dire che praticamente tutto il paese vive sulla seggiovia;
negozi, ristoranti e alberghi hanno clienti anche perché i villeggianti sono attirati a Prali dalla possibilità di sciare sui molti chilometri di splendide piste.
NelTassemblea dei soci delT8
aprile il consiglio d’amministrazione ha fatto la sua proposta:
aumento di capitale (circa 3(X)
milioni) per superare il deficit
fino all’estate, sperando che l’inverno prossimo sia più nevoso
degli ultimi due.
Renato Peyronel
ringraziano tulli coloro che in svariati
modi hanno preso parte al dolore per
Timprovvisa morte del loro caro.
In maniera particolare ringraziano
tutto il personale medico e paramedico
delTOspedale di Pomaretto, il dr. Meli
ed il past. Rutigliano.
Villasecca/Reynaud, 8 aprile 1990.
RINGRAZIAMENTO
c( Or a Colui che può, mediante
la potenza che opera in noi, fare infinitamente di più di quel
che domandiamo o pensiamo, a
Lui sia la gloria nella Chiesa e
in Cristo Gesù, per tutte le età,
nei secoli dei secoli. Amen ».
(Efesini 3: 20-21)
Il 10 aprile 1990 è mancato
Roberto Coisson
pastore missionario
Lo annunciano, nella certezza della
resurrezione, la sorella Jeannette, le
cognate, i nipoti ed i parenti tutti.
La famiglia esprime la sua riconoscenza a chi gli è stato vicino ed a chi
lo ha assistito con amore al Rifugio Re
Carlo Alberto.
Ringrazia il pastore Bruno Rostagno
e quanti le hanno manifestato la loro
solidarietà.
Torre Peliice,^ 15 aprile 1990.
RINGRAZIAMENTO
(( L’Eterno è la mia forza e il
mio cantico^ ed è stato la mia
salvezza »
(Salmo 118: 14)
I familiari della compianta
Lina Ciaiero ved. Peyrot
di anni 83
commossi e riconoscenti per la grande
dimostrazione di stima e di affetto tributata aUa loro cara, nelTimpossibilità
di farlo singolarmente ringraziano tutti coloro che con scritti, preghiere, fióri
e presenza hanno partecipato al loro
grande dolore.
Un grazie particolare al dott. Salvatore Meli, all’Ospedale valdese di Pomaretto, ai colleghi di lavoro di Ilda.
Perrero, 20 aprile 1990.
è apprezzato che si sia centrata la resa stilistica (tempi, fraseggio, coloriture...) oltre che lo
spirito religioso che avvolge la
narrazione. I torres! hanno udito con particolare piacere il concittadino Luca Donini che ha un
pregevole dono di natura nella
voce calda e ¡rrecisa, ma ha inoltre rivelato sicuro gusto e rigore che gli saranno preziosi nel
progressivo affinamento della dizione, ancora un po’ grezza. Ottimi gli strumenti, non agevolati nell’intonazione dal consueto
inconveniente del riscaldamento
ad aria; ottimo il coro, per la
buona fusione di voci ben impostate.
Lieto il folto pubblico e di
conseguenza gli « Amici delTOspiedalc » al quale è devoluta la generosa raccolta di offerte. Felice il maestro Calzi che ci ha
dato Tarrivederci all’anno prossimo, per la .seconda parte della
Passione.
RINGRAZIAMENTO
«.lo ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa.
ho serbata la fede »
(II Timoteo 4 : 6-7)
I familiari di
Lidia Comba
profondamente commossi e riconoscenti, ringraziano tutte le persone che
hanno preso parte al loro dolore.
Un grazie particolare al past. Paolo
Ribet, al dott. Della Penna, ai medici
e infermiere delTOspedale valdese di
Pomaretto, alla sig.ra Ida Charrier.
San Germano Chisone, 20 aprile 1990.
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jjfc
12
12 fatti e problemi
20 aprile 1990
NONVIOLENZA E MOVIMENTI
AMNESTY INTERNATIONAL
Per una maggiore
unità e forza
Il valore dell obiezione alle spese militari sta anche nell’indirizzarne l’importo allo Stato: non ci si deve confondere con gli evasori
Nel numero del 30 marzo scorso abbiamo pubblicato un articolo di Silvana Marchetti sull’attività e sulle iniziative deZZ'Associazione per la pace. Riceviamo ora un contributo di Beppe Marasso
{nostro lettore da sempre), del MIR-Movimento nonviolento, il qimle propone un coordinamento delle attività dei movimenti nonviolenti, allo scopo di evitare al massimo — da un lato — una dispersione di forze già di per sé minoritarie e — dall’altro — sconcerto
e mal comprensione da parte di quell’opinione pubblica interessata
a questa problematica, destinata ad assumere un ruolo sempre più
determinante, non solo a livello nazionale. R- P.
In merito all’articolo comparso sul nostro settimanale a firma Silvana Marchetti e titolato
« Nonviolenza: la nostra scelta »,
ho da ringraziare l’autrice per
le informazioni e lo spirito che
le anima ed insieme da aggiungere ima precisazione sulla « obiezione fiscale ».
Una campagna di obiezione fiscale, poi corretta (per non indurre equivoci sulle nostre intenzioni) in obiezione alle spese militari (OSM), è già in corso sin dal 1982. Questa « vecchia » campagna ha come promotori il MIR (Movimento intemazionale della riconciliazione), il MN (Movimento nonviolento), la Lega obiettori di coscienza, Pax Christi, e la Lega
per il disarmo unilaterale.
Questi vari movimenti, riconoscendo la disobbedienza civile
«OCNZIA OI STAMPA
L'Aspe - agenzia stampa sui
problemi del disagio, della
pace e dell’ambiente - è una
Iniziativa rivolta a quanti
lavorano nel settore
deH’informazione ed a quanti
operano nel campo
educativo e
dciremarginazione. È giunta
ormai al suo nono anno di
pubblicazione. Sono quindici
le redazioni, sparse su tutto il
territorio ntizionale, che
garantiscono un’antenna
privilegiata di osservatorio di
ciò che si muove a livello
nazionale. Aspe parla di
tossicodipendenza, alcolismo,
giovani, handicap,
volontariato, anziani,
omosessualità, prostituzione,
psichiatria, carcere,
transessualità, stranieri,
zingari, Aids, obiezione di
coscienza, ambiente e pace.
Aspe esce con 24 numeri
all’anno, ogni quindici giorni,
e cura alcuni €speciali», con
approfondimenti su temi
monografici: nel 1989 sono
usciti «Speciale
prostituzione»', «Speciale
minore straniero», «Speciale
educare non punire».
11 costo di abbonamento è L.
50.000 (cumulativo con A.
S. L. 83.000). ccp 155101 intestato ad Aspe - V|a
Giolitti, 21 - 10123 forino
(specificare causale); durata
12 mesi.
come ultima risorsa a cui ricorrere, la circondano di molte precauzioni.
La disobbedienza
e la legge
In primo luogo, va definito a
quali condizioni praticabili, realistiche, circoscritte, la disubbidienza cessa. Unanimemente si
ritiene condizione sufficiente a
far cessare la disubbidienza una
legge che riconosca che la difesa armata non è l’unica modalità di difesa e, come la legge
n. 772 del 1972 ha dato ai giovani la possibilità di optare fra
servizio militare e servizio civile, così si dia a tutti i contribuenti la possibilità di dirigere
la propria quota parte di imposte, che va alla Difesa, alla difesa armata o alla difesa popolare nonviolenta.
Un progetto di legge che recepisce questa istanza (primo firmatario Guerzom) è già stato
depositato in Parlamento. Naturalmente, sarebbe illusorio pensare che un progetto di legge
di dirompente novità etico-culturale vada avanti tra migliaia di
altri, frequentemente rispondenti ad interessi parzialissimi o a
pura coltivazione di orticelli elettorali, se non vi è un potente e tenace movimento popolare che lo sostiene.
Abbiamo dovuto cioè attrezzarci per resistere negli anni. Come dal 1949, prima obiezione pubblicamente motivata da Pietro
Pinna, abbiamo dovuto frequentare carceri e tribunali fino al
1972 per avere uno statuto per
gli obiettori di coscienza, così
ora dobbiamo saper impostare
la lotta di lunga durata.
Le cifre obiettate
Nel frattempo si è posto e si
pone il problema di come gestire le cifre obiettate (che stanno stabilizzandosi sui 200 milioni all’anno). Ai promotori è parso evidente il dovere di consegnarli aH’allora presidente Sandro Pettini e così si è continuato ogni anno con il presidente
Francesco Cossiga. Nel 1988 e nel
1989 il Capo dello Stato non ha
più respinto — come in precedenza — le cifre obiettate, ma
le ha passate al ministero delle
Finanze. Quest’ultimo le ha a sua
volta respinte rinviandole alla
prefettura di Brescia. Non abbiamo ritirato il denaro perché, a
nostro parere, il ministro delle
Finanze, se non poteva accettare cifre derivanti da una obiezione, doveva rispedirle a Cossiga, non a noi. C’è dunque poco
meno di mezzo miliardo « palleggiato » tra presidenza, ministero e prefettura. Per sciogliere la questione, abbiamo chiesto una udienza al Presidente,
richiesta sostenuta da varie personalità, fra cui Tullio Vinay.
In ogni ca.so, a parte le cifre
degli ultimi due anni, i soldi
obiettati non sono rientrati nelle tasche degli obiettori, ma utilizzati nei tre grandi filoni del
sostegno all’autosviluppo del Sud
del mondo, dell’economia e della vita ecocompatibile, dell’alternativa alla difesa armata. Ma
queste utilizzazioni alternative
le abbiamo sentite legittime solo dopo che il denaro obiettato
era stato respinto.
Il frazionamento
Qra l’Associazione per la pace (AP) lancia l’iniziativa « Obiezione ’90 » che ha il sincero intento di rafforzare ed estendere il fronte della lotta al militarismo, che è tanto più indegno
in quanto non ha neanche più
la parvenza di giustificazione visti i veri, radicali cambiamenti
aH'Est.
La sincerità dell’intento dell’AP non garantisce però che,
nell’opinione pubblica meno informata, non si determini confusione e smarrimento trovandosi di fronte a due campagne di
obiezione « fiscale », finalizzata,
la seconda, a finanziare:
— un piano di riconversione dell’industria bellica;
— un parco in Nicaragua.
A titolo personale non ho difficoltà a ritenere sia il progetto
di riconversione, sia l’istituzione
dell’area protetta come cose valide: la mia perplessità deriva
dal fatto che, essendo volontà
dell’Associazione pace fare presto, essa Associazione ha predisposto un proprio c.c. postale
su cui far confluire le cifre obiettate senza consegnarle al Presidente della Repubblica.
Sono dell’opinione che questo
passaggio sia irrinunciabile perché non intendiamo contestare
lo Stato e il dovere della solidarietà di tutti i cittadini, cosa
che si manifesta anche con la
correttezza fiscale. E’ ben vero
che questa prassi comporta tempi lunghi prima di riavere i soldi. Ma noi ci auguriamo esattamente di non riaverli: vogliamo
che il Presidente li tenga ed usi
la sua autorità morale per accelerare i tempi della discussione parlamentare della legge Guerzoni. Vogliamo una innovazione
strutturale della difesa, vogliamo uscire dalla legittimazione
della guerra e della conseguente sua preparazione.
Uno studio di un piano di riconversione o un parco in Nicaragua possono essere sostenuti da una sottoscrizione. Se ogni
volta che sentiamo una legittima urgenza proponessimo una
obiezione, sarebbe non solo il fisco, ma la stessa democrazia ad
essere smantellata!
Per un fondo
comune
Propongo pertanto a Silvana
Marchetti e, tramite suo, all’AP
di non aprire un proprio c.c. postale ma di utilizzare quello del
fondo comune degli QSM, che ha
sede a Brescia. Gli obiettori che
fanno riferimento alI’AP indichino sulla causale di versamento
« Per il piano di riconversione »
o « Per l’area protetta del Rio
San Juan ». I soldi obiettati da
tutti gli OSM verranno consegnati al Capo dello Stato e, nell’eventualità che li respinga, saranno consegnati dopo, non prima, all’AP perché dia loro la
destinazione voluta.
Questa operazione comporta
indubbiamente dei tempi più lunghi, ma guadagneremmo in unità, forza e chiarezza. Che ne pen
si. Silvana?
Beppe Marasso
Prigionieri
del mese
Pubblichiamo alcune notizie
che si riferiscono ai tre casi di
prigionieri per motivi di opinione illustrati dal Notiziario del
mese di febbraio di A. I. Invitiamo i lettori a intercedere per il
loro rilascio presso le autorità
dei rispettivi paesi, sempre in
modo corretto e cortese.
MILAIM ZIBERI
JUGOSLAVIA
25 anni, studente. E’ stato arrestato nel giugno 1987 con altri
sette giovani di etnia albanese,
suoi compagni di classe alla
scuola superiore di Kieero in
Macedonia. Nel 1982 avevano
partecipato a una dimostrazione
studentesca di protesta per il
licenziamento di sei professori di origine albanese e avevano boicottato le classi in cui
si insegnava in lingua macedone anziché in lingua albanese.
Essi sono stati accusati di essersi adoperati, con incontri
segreti e un periodico clandestino, per creare nella provincia del Kosovo, che fa parte
della Serbia, una repubblica
autonoma e indipendente. Sono
stati processati a Skopje nel
1987. Benché abbiano smentito
le accuse e i testimoni abbiano ritrattato affermando che le
accuse erano state loro estorte con la tortura, essi sono stati dichiarati colpevoli senza alcuna prova e condannati a sei
anni di carcere. Si può scriver© 3i*
His Excellency Janez Drnovsek
President of thè SFRJ Presidency
Bulevar Lenjina 2
Beograd - Jugoslavia
ZOSIMO ALPINO
FILIPPINE
Agricoltore. E’ stato arrestato con altri 24 agricoltori nel
novembre 1987 e accusato di
ribellione e violenza. Amnesty
ritiene invece che questi 25 agricoltori siano stati imprigionati
per il ruolo che hanno avuto nella pubblicazione delle violazioni
dei diritti umani commesse da
gruppi di « vigilantes », gruppi
armati che operano con il consenso e la cooperazione dei
comandanti militari locali.
Durante il processo del febbraio ’89 sono state presentate false testimonianze. Il verdetto non è stato ancora pronunciato. Gli agricoltori imprigionati facevano parte di un
gruppo di persone, uomini, donne e bambini, che erano fuggiti dalla provincia di Leyte, tra
il giugno e l’ottobre ’87, cercando rifugio nel Politecnico di
Manila. Il 1” novembre ’87 la
polizia era entrata nel campus
dell’Università ed aveva arrestato 39 persone, tra cui Zosimo
Alpino. Nell’88 uno degli avvocati difensori era stato ucciso
e un maggiore della polizia era
stato accusato di questo delitto. Zosimo Alpino è malato di
lebbra, ed ha chiesto di essere trasportato dal carcere all’ospedale militare. Ma qui è
stato incatenato al letto ed ha
sofferto talmente tanto che ha
domandato di essere di nuovo
portato in cella. Si può scrivere a:
President Corazon Aquino
President’s Office
Malacanang Palace
Manila - Philippines
MUBARAK ’ABDU FADHL
EGITTO
60 anni, giornalista, intellettuale di sinistra. Fu condannato nel maggio 1986 dalla Suprema Corte per la sicurezza
dello Stato del Cairo per produzione, possesso e distribuzione di pubblicazioni che minacciavano il sistema politico
egiziano. Era stato invece assolto dall’accusa di aver fondato un partito comunista illegale. Con lui furono processate altre 21 persone, imputate
delle stesse accuse. Un verdetto della Corte d’appello dichiarò nel 1987 che le pubblicazioni in questione non erano illegali. Però, dato che in Egitto vigeva lo stato di emergenza, le ventidue persone accusate non avevano diritto d’appello; tuttavia le sentenze non potevano essere applicate se non
(dopo l’approvazione del Governatore militare. Il verdetto di
condanna fu accettato soltanto nel settembre 1989; di conseguenza Mubarak fu arrestato e imprigionato. Dieci giorni
prima del suo arresto era stato colpito da embolia cerebrale e operato. Ora è molto debole e sofferente, la detenzione
prolungata potrebbe essere rischiosa per la sua vita.
Amnesty International ritiene che egli sia stato condannato a tre anni di prigione per
la sua attività politica non violenta in opposizione a quella
governativa. Si può scrivere a:
His Excellency President
Mohammad Husni Mubarak
Uraba Palace - Uraba Street
Cairo - Repubb. Araba d’Egitto
AMNESTY IN CIFRE
Amnesty conta oggi più di
700.000 soci ed affiliati in oltre
150 stati e territori, e oltre
4.100 gruppi di volontari in 65
paesi. Ci sono sezioni nazionali in 44 paesi. Il Segretariato internazionale, che ha sede a
Londra, impiega oltre 250 persone provenienti da 40 e più
paesi. Dalla sua fondazione
(1961) Amnesty ha adottato o
investigato su oltre 33.000 casi di prigionieri per motivi ffi
opinione. Nei primi 11 mesi del
1989 1.062 prigionieri seguiti da
Amnesty sono stati rimessi in
libertà. Il bilancio internazionale per il 1990 supererà i 23
miliardi di lire. Questa somma non include i bilanci delle
sezioni nazionali o dei gruppi,
né ovviamente i costi delle migliaia di lettere e telegrammi
inviati ogni mese dai membri
di A. I. di tutto il mondo (dal
Notiziario di febbraio).
A cura del
Gruppo Italia 90 Val Pellice
di A.I. • Tel. 0121/91041
per la stampa dì
biglietti da visita, carta e buste intestate,
locandine e manifesti, libri, giornali, riviste,
dépliants pubblicitari, pieghevoli, ecc.
coop. tipografica subalpina
VIA ARNAUD, 23 - © 0121/91334 - 10066 TORRE PELLICE