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ANNO LXXIII
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ToSe PelHce, Í5'Mag¿lo‘’l942-XX
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N. 20
Risruardate alla roccia onde foste tassati
(Isaia, LI: 1)
S«Ìtimaaincal«» dell«« Cibi®*«« Vaici«
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Nulla sia più forte della vostra fede 1
(Qìanavello)
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. ABBONAMENTi
•a Estero
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J- . *
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Dir •nere: Prof. OINO COSTABU.
■Í*-:
A M M IN 1 S'T RAZIONE: Via Carlo Alberto, 1 bis - Torre Psluc*
REDAZIONE: Via Arnaud, 27 - Tórre Peli.ice
Ogni cambiamento d’indirizzo costa una lira
Cent. 30 la copia
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“ CiiristBs Consolator „
Noi non abbiamo un somm0
Sacerdote che non possa simpatizzare con noi nelle nostre
mfermità; ma ne abbiamo uno
che è stato tentato in ogni co- ’
I sa come noi, però senza pecca
/ re. Ebrei IV, 15.
La tentazione afferra l’uomo a traI verso la via dei sensi, deirimmaginaI zione e deiriritelletto.
i Ognuno di noi soccombe alla tentasi: ¿ione per la forza deUa seduzione o del, la sofferenza o della persecuzione, le
quali spingono l’uomo ad abbanidonare
il sentiero del bene e del dovere. E queI ste f or zie le vediamo operare anche du
Ìrante la vita terrena del Signore Gesù.
« Poiché in quanto Egli stesso ha sofferto, essendo tentato, può soccorrere
quelli che sono tentati ».
Al principio del suo ministero, Gesù
fu condotto dallo Spirito nel deserto per
40 giorni. Ora, che le circostanze della
tentazione nel deserto si vogliano considerare come reali o figurate^ il fatto
della tentazione rimane. La prima fu
"TdXLettamento dqi sensv; «Dopo 40 giorni di digiuno, Gesù ebbe fame». • '
Cristo, in tutte le Sue tentazioni fu
sempre Figliuol di Dio e Figliuol dell’uomo; noi' non dobbiamo mai perdere
g di vista la Sua umanità se non voglia^ mo mettere in dubbio la veracità della
Sua vita ed il Suo carattere. Sembrava
affatto naturale l’ordine alle pietre di
’ diventare pane; ma ciò richiedeva l’impiego d’una forza soprannaturale per
: salvare se stesso. Era, in sostanza, la
medesima tentazione impiegata aUa
Crocei. « Se tu sei Figliuol di Dio, scendi
dalla Croce e noi crederemo in Te ».
Nelle due occasioni, salvando sé stesso,
Gesù non avrebbe mai salvato gli altri.
La seconda fu un richiamo all’immaginazione. Satana Lo condusse seco nella santa città e Lo pose sul pinnacolo
del Tempio. Gesù vide il luogo che sarà
n campo della Sua missione: essa deve
svolgersi, non nella solitudine di Nazaret, ma in mezzo alla folla di uomim
^saspettanti il Messia; Giovanni aveva
proclamato che il regno di Dio era vicino; a viste umane era quello il momento 0 mai, di fare una grande impressione sulle folle. Gesù discende dall’alto del Tempio: era la certezza d’una
universale accoglienza: « Sta scrittOj dice Gesù, non tenterai (taU’estremo) il Signore, l’Iddio tuo». I
La terza fu una pressione sull’intelletto. A Cristo sono offerti tutti i regni
del mondo e la loro gloria contro un
solo omaggio reso al tentatore. La lusinga appariva tanto più attraente in
quanto che, in tal modo, le sofferenze e
l’infamia della Croce potevano essere
evitate. « Va, Satana, fu la risposta divina, adora il Signore Iddio tuo e servirai Lui solo ».
Luca ricorda il fatto che Ì1 diavolo,
finito che ebbe ogni sorta di tentazione,
si dipartì da Lui fino ad una prossima
occasione.
Molte altre e diverse nel loro aspetto
furono le tentazioni che si presentarono
a Gesù fino al termine della Sua vita
terrena. Egli ne parla ai Suoi al plurale: «Voi siete quelli che avete perseverato meco nelle mie: prove (teiita-zioni) ». i
Avanti ed in vista deU’agonia del Getsemanè*^Gesù dopo aver spiegato ai Suoi
discepoli che « chi avrà trovato la vita
sua la perderà e chi avrà perduto la sua
vita per cagion Sua la troverà», esclama: « L’anima mia è oppressa da
tristezza mortale ». Padre! non è possibile che questo calice sia allontanato! da
me? domanderò io d’evitare il bacio traditore, Tagonia del giardino, la corona
di spine, Fignominia della Croce? Domanderò io d’essere liberato da quell’ora?... y
E quando l’ora del gran Sacrificio fu
vicina, Egli, in ima completa sottonaissione alla volontà del Padr|, potè dire:
« Per questo Io son venuto incontro a
quest’ora ».
Qual trionfo davanti aU’ultima tentazione dell’avversario! qual perfezione
in tutti i Suoi atti a traverso le sofferenze sopportate in vista della gioia che
gli era posta dinanzi !
« Poiché in quanto Egli stesso ha sofferto - essendo tentato - può soccorrere
■ quelli che son*tentati ».
Accostiamoci dxmque con piena fiducia al Troiio della grazia affinchè otteniamo misericordia e troviamo grazia
per essere soccorsi nelle nostre prove
(tentazioni) al momento oppoprtuno..
X.
« ... Era pur vero, oh! mio Signore!
Tu stavi alla porta ed io non lo sapeVo;
tu picchiavi ed io non ho aperto. Forse lo studio assorbiva la mia attività,
forsie il rumore della strada mi impediva di udirti. Entra, oh! mio ospite. E’
per' dimorare, che tu sei venuto, non è
egli vero? Poni la tua mano sulla mia
fronte; deh ! fermati alla mia destra,
e mi sostieni. Quale gioia! Già la tua
presenza ha illuminato tutta la cella.
Era così oscura!
Ero così solo!
Ora i miei pcchi. non potranno più distogliersi dal lavorò senza fermarsi su
Te. Ed anche quEindo non ti vedrò, sentirò chq Tu sei vicino. Quando ¡sarò
stanco, appoggerò la mia testa sulla tua
spalla.
Quando il mio cuore palpiterà, inquieto o nella distretta, io mi getterò
sul tuo' cuore.
Quando avrò bisogno di consiglio, mi
siederò ài tuoi piedi...
Oh, ma Tu hai già dimorato nel mio
cuore!
Ricordo: tre anni fa: tre giorni. E la
mìa vita fu trasformata, i miei dubbi si
dissiparono, le mie tenebre divennero
luce. Nel mio cuore regnava l’amore,
la morte non m’ispirava più timore: il
martirio mi sembrava dolce. Tu eri
il mio primo pensiero all’alba, i’ultimo
al tramonto. E nessuna lotta in questi
pensieri: tu eri là.
Ritorna a me,, oh! Signore ».
(Da Visite di Gesù, di Scherer).
L
[ii[[i!PflDili!Ria dii [appiliaio iilaie Valili!i
Sono trascorse varie settimane dal
giorno in cui giunse ai lettori del giornale la mia ultima corrispondenza; da
allora in poi, la mia vita è stata particolarmente agitata ed il mio compito,
già notevole, s’è andato aggravando a
causa della vastità del campo di lavoro
in cui, per quanto è possibile, ho cercato di operare. '
•Abbiamo tutti fatto, in questi ultimi
tempi, delle esperienze nuove e serie,
il cui ricordo dovrebbe incidere in m.odo profondo e salutare sulla nastra coscienza, sul nostro carattere', sulla nostra vita cristiana. E come siamo stati
uniti nelle ore liete e serene, così abbiamo 'sentito il vincolo deili’affetto e della
comune fede in Cristo nelle ore gravi,
quando ci si trovava faccia a faccia con
il combattimento e la vita diventava una realtà straordinariamente incerta e
fiagile.
„(In alcune circostanze, anzi, abbiamo
• dovuto, seguendo il consiglio dejl’apostolo Paolo, « piangere con .quelli che
]^ngono », ricordandoci cosi’ che « se
‘ un'membro soffre, tutte le membra sof
ro nella nuda stanzetta d’un ospedale o
sul luogo stesso dove erano caduti, di àScoltare i loro ultimi sospiri e di curare infine il seppellimento delle lor<^ spoglie mortali.
Come potrei io dimenticarli?
Sulla loro tomba è stata eretta una
semplice croce in legno, ma essa è il
simbolo della nostra fede in Colui che è
morto perchè noi. avessimo la vita eterna; e, da m.ani di giovani alpini Vaidesi, muti nella loro tristezza eppur coscienti della serietà della vita e jdella
morte, è stata deposta una corona *di
fronde d’abete, cinta da un nastro azzurro: l’abete dei nostri monti lontani,
l’azzurro della nostra bandiera Vàldesè.
Non c’inoontreremo più quaggiù, cari giovani alpini! Ma l’occhio della fetde fondata in Cristo guarda lassù, verso il cielo, e discerne, tra le nubi e le
tempeste dell’ora che passa, la luce della resurrezione e della vita eterna.
Giovani Valde.si che servite la Patria in
arimi, coraggio! Andate innanzi nella
vita'con la forza e con la pace che,proviene dalla fede in Cristo Gesù! Sopra
Adunata di Alpini c Arfiglicri ,Valdcsilin terra straniera dopo il culto di Pasqua 1942
frono con lui e, tutti insieme, abbiamo
portato in preghiera davanti a Dio le
famiglie dei nostri quattro alpini Vaidesi ì quali, nel corso di un mese e
. mezzo, ci hanno lasciati rispondendo al* la chiamata dì Dio. Nel leggerne i nomi, fratelli Valdesi, pensate che essi sono morti lontani' dalle loro famiglie amate, al servizio della Patria, e rientrando un istante in voi stessi, mandate alla loro memoria un commosso, cristiano saluto. Essi sono:
Baridon Stefano, di Bobbio Pellice,
deceduto il 3 marzo in un ospedale da
campo in seguito a lunga e dura malattia.
Michelin Stefano, di Bobbio Pellice,
deceduto il 21 marzo al termine di un
combattimento.
Ferro Giovanni, di Frali, caduto il 13
aprile sul campo dì combattimento.
Gaydou Giulio, dì Lusema S. Giovanni, deceduto in seguito a feiita sul
campo di combattimento.
Il ricordo di questi quattro giovani
fratelli in fede non si cancellerà dalla
nostra memoria; li avevamo conosciùti
nel corso della loro vita militaire, li avevamo anche amati.
E’ toccato a me il compito di assisterli nelle limghe ore di solitudine e di
sofferènza, di pregare con loro e per Io
tutto: Vegliate e pregate perchè non
sapete quando sarà quel tempo!
Nei periodi di calma come in quelli
più movimentati ho potuto vedere tutti
i militari Valdesi della mia Divisiaije,
raggiungendoli nei loro accantonamenti e seguendoli nelle loro fatiche, nelle
loro difficoltà, nei loro trasferimenti.
Ai feriti ho cercato di portare, in condizioni non sempre facili,* una parola di
conforto e d’incoraggiamento; auguro
loro che questo tempo di prova, insieme
con la completa guarigione, conceda loro una più profonda maturità spirituale, un senso sempre più preciso della
realtà e dell’amore dì Dio, una fede più
forte e più cosciente.
Il mondo sta attraversando un’ora
seria; quando quest’ora sarà trascorsa,
ci a)Oeorgerem,o di aver perso molte cose, fors’anche preziose ai nostri ocbhi;
avremo dovuto abbandonare persone amate e beni accarezzati, ¿’essenziale,
giovani soldati Valdesi, è che non perdiate la vostra fede in Cristo, che non
lasciate perire ciò che v’ha di più prezioso in voi, vale a dire la, vostra anima.
Un’anima credente, tra le macerie d’un
mondo crollato, potrà sempre sperare,
credere, amare; potrà sempre ricostruire e vincere!
,, Il Signore ci ha concesso varie voi-
2
m ^'-im,
^ ’ te di ritrovar^ insieme, in numero più
J, ' ■ p meno elevalo, per meditare la Sua diParola; ?neU’impoasifc^lità can;*
.^V.« tare, come pUjr yorrfmmo, .^ho spesso
’ ;> letto alcuni (Jai nostri inni, talché ci é
■ parso di essere più vicini alle iiostre comumtà inaocolte nel santuario deH’EtegvI
no.> Nella settimana santa, abbiamo'ce. ; "■ lebrato la S, Cena in due occasioni: la
’ - sera del venerdì’ santo e tl giorno di
Pasqua^ Cirea ^150 militari presenti ai
due, culti* si sono avvicinati ad un pie-“
colo, modestissimo tavolo, per riiceviere
dalla mano del Cappellano e di due Uf*’
faciali Valdesi il segno del corpo e del
sangue di Gesù. Pur adattata alle condizioni del momento e dell’ambiente,
la celebrazione del sacro rito è riuscita
solenne ed è stata per tutti noi un richiamo ad una comunione più verace
col nostro Salvatore.
Al Quartier Generale della Divisione
tutti sanno che, quando giunge la posta, il Cappellano Valdese ne'ha sempre la sua parte: si alzano spesse volte
grida ^i stu^re.e di protesta. La corrispondenza con i militari più lontani
occupa infatti una buona parte della
paia attività; basta pensare che, al ritorno da tm perìodo di operazioni dorato una spttìmana, ho trovato sijl mio tavolo una settantina di lettere e cartoline cui bisogna pur rispondere! Che
ciò sia necessaoio lo dimostra quésto
brano di lettera dal fronte russo:
•Nel ricevere il vostro pacco ho sentito rivwere in me lo spirito delle nostre
care é mai dimenticate Valli Valdesi!
L’ho gradito moltissimo non solo per la
felice scelta degli oggetti acchisì! (benedette quelle calze!) ma anhe per l’assistenza morale e spirituale che offrite ai
soldati evangelici in questa tribolata
terra di Russia. Mai, come in qvìeste
lande sconfinate dove la sferza invernale piega la volontà uniàna, ho sentito
e sento''la potenza della Parola di Dio;
èssa è la fonte della mia serenità di spirito, la mia ancora di salvezza... Scrivetemi, ve ne sono grato, troverete in me
un terreno fertile per una semina fruttifera... »
Un fante Valdese in Grecia, in un
linguaggio primitivo, ma molto espressivo, parla della nostalgia per la festa
del 17 febbraio e descrive la sua vita
talvolta dura: ma, «quando la marcia
è terminata ed egli ha stesg, con i suoi
compagni, il telo da tenda, per costruirsi una casetta, egli vi entra, accende il
lumicino, lascia i suoi compagni dormire sotto le coperte, prende l’Eco delle
Valli e ne legge i racconti pensati dai
Pastori, poi incrocia le sue mani, fa la
sua preghiera e si mette anche lui a
dormire... » ^
E dovrei parlare, se ne avessi tempo,
di tutte le buone, affettuose lettere di
simpatia e d’incoraggiamento che mi
fungono ogni tanto da fratelli in fede i
q^ali hanno per i Militari Valdesi un
reale, profondo interesse e li seguono
in preghiera. Non lo faccio; solo mi limito a ringraziarli di vero cuore e a
trasmettere loro il mio cordiale saluto.
,In iinea generale, posso dare alle fainiglie Valdesi notizie assai buone dei
loro cari, presenti nei ireparti che mi sono affidati. Essi pensano spesso alle loro case ed, alte loro Valli e si sentono
rincuorati dalla presenza fra Ipro d’un
Cappellano. Mi servo' deU’Eco per comunicare alcuni loro meissE^gi:
’ Con affetto e con fede invio alla mia
famiglila, at parenti ed alia Chiesa il mio
sincero saluto. Alpino Viglielmo En- rico.
Gli artiglieri della 40ma Batteria:
Mjassel Luigi, Clot Ernilio, Ribet Levi,
Gardiol Renato, Giaich^co Aldo, Tnon
Vitale, Griglio Livio, Rivoiro Giulio,
Codino Raimondo e Aldo, Benech Paolo, Morel Adolfo, approfittano dell’oppqrtunità per inviare alle loro, famiglie
ed ai parenti in Italia, e all’Estero i loro
cari,. affettuosi> saluti.
Gli Artiglieri della 1 Batteria; Martinat Fernando ed Enrico, Bouchard Li
- ‘ i ’f-' ''
vio,^Malan Federico, Trpn Luigt, Gata-,f
. Un Roberto, Richard Etfiiìio, ringraziando Dio godono buontTsalute ed jnviano
un caro saluto alle loro famiglie'’ed alle^
loro Clilese,
AJ fante‘Benech Adelmo, a Mourglia ;.ì
Gualtiero, al carabiniere Bertinat Ste- .^
fono, -airartigliere ■ Bouchard Bartolo, rnéo ed a tanti altri'militari dislocati su
altri fronti, inviamo il nostro affettuoso^^
saluto ed augurio. ' •
In quest’ora in cui la Patria ci
chiamati’ a servirla' conduciamoci da'£
uomini e da credenti! .
So che non è sempre facile -dare con5,
la parola una chiara testimonianza della
propria fede. Non imporla; datela con\
l’esempio della vostra vita e sia la vo-"''stra vita permeata dallo spirito di Cri-: ,,
sto. .«’!
Dimorate uniti a Lui, perchè senza-di
Lui non potete far nulla; nell’ora del
dubbio, della prova, della solitudine,
della tentazione, della morte, troverete
sempre in Cristo la vostra forza, la luce
di cui avete bisogno.
Poiché nelle tenebre attuali non c’èc
che una vera luce ed è Cristo. *
Lasciatevi, cari giovani, guidare da
Lui!
Che il Signore vi protegga, vi aiuti, vi
benedica!
■ Il Cappellano Militare
Capitano E. Rostan.
Ìf
or. ^ ^
'■ la Chiesa, la qvktle potrebbe allora dedi" carsi tutta intefa al ^servizio dello‘ Spi
Toh ! una Chiesa, totalmente spirituale! Niente più perdita dt tempo'’'e d’energia da parte dei Pastori per predicar
re collette, per insistere sulla questione
finanziaria, per logorarsi in meschinità
di lire e centesimi ! . '
Avete fatto tante cose, valdesi ! farete
anche questa.
, Lina Tedaldi.
Scrivorio alF'Sco...
Cari amici,
Ho in tasca esattamente mezza lira, f
perciò ho di che spedirvi la presente.
Lo scotto quotidiano è pagato, e fra una |
settimana ricéverò del danaro. Cosi, ;:
grandiosamente, offro alla Chiesa, rap-%
presentata da voi, l’intero mio capitale^
disponibile. ' . ^
Non potendomi abbonare, leggo i iw
stri numeri arretrati, offertimi da una
cara amica. Stasera ho sc0r.so quelli àé^l’intero trimestre. Ci trovo dei begli Articoli, delle oorrispottdenze* interessanti,
delle testimonianze commoventi. Ma la
lettura che m’affascina è l’elenco dei
contributori alle Opere della Chiesa.
Io non sono valdese; coi valdesi non
ci guadagno e non ci perdo, perciò lasciatemi dare la stura al parlare spregiudicato: siete magnifici ! Quel deficit
del Collegio, coperto Son due liste, m’ha
^ strappato un grado d’esultanza ! E quelle liste, con quei nomi ricorrenti, ciascun nome accompagnato da una cifra
sempre pressoché uguale: il ricco, che
di dar molto non si stanca, il povero,
che di dar poco non si vergogna, ed i
trapassati che anch’essì pa,rtecipano con
i vivi nella colonna del Ricordo ! Ma
siete magnifici ! bisogna proprio che me
10 lasciate dire nelle vostre colonne:
magnifici.
Pochi ? Si, come furono pochi gli^ eroi
delle Termopili. Se tutto il popolo valdese avesse lo slancio di quei pochi,
non ci sarebbe mai nessun deficit da
colmare, non ci sarebbe un vecchio senza asilo od un orfano privo di assistenza; ogni malato correrebbe il rìschio di
guarire... ed ogni valdese porterebbe in
cuore una feheità che, oggi, solo pochi
conoscono.
Oh ! la felicità di dare ! Il senso di sollievo che proviene da un sacrificio compiuto, ignoto a tutti e dimenticato da
ctH lo compie nella foga di quello che
segue! Ma quelli che hanno le mani di
piombo ed il cuore di pietra, non sanno
11 gaudio del sangue che scorre libero
nelle orierie vivificate dal continuo donare ! E’ come uscire in un prato tutto
margherite, dopo una nottata m una
stanza afosa:
Pagate le spese generali, ci vuol cosi
• poco a metter da parte, per il dono, il
dieòi per cento di ogni introito.. Il Moderatole mìf disse un giorno che se ogni
vfddese facesse così, il pensiero assillante del ^nqro non esisterebbe più per
Albo cTOnere
E’ giunta alla famiglia comunicazione
dall’Autorità Militare che l’alpino
. 'P-/'
.c ■
FERRO GIOVANNI
di Bartolomeo e di Richard Lidia, nato
a Frali (’Càgno) nel 1921, é caduto in
combattimento il 1.3 aprile.
La Chiesa perde con Ferro Giovanni
un membro fedele e l’Unione un giovane zelante.
^ Di caràttere affabile, franco e gioviale, questo caro giovane lascia in quanti
l’hanno conosciuto un dolce e vivente
ricordo.
"In <pj.ést’orjo» di lutto, la Chiesa di"
Frali si stringe unanime intorno alla famiglia così dolorosamente colvita, per
testimoniare il suo éincero affetto, il
suo profondo cordoglio g la sua immensa simpatia cristiana.
Domenica, 17 corrente, avrà luogo, D.
y., nel Tempio di Frali, alle ore 15, una
breve cerimonia commemorativa alla
memoria del Caduto.
SETTIMANA DI RINUNZIA
Sesta lista (ritardata)
, Chiesa di. Angrogna, Capoluogo L. 1500,—
Villar Péllice, saldo » 300,—
Grotte » 227,—
Torino, 5 versamento » 8475,—
Rorà » 921,50
Serre Angrogna » 1658,—
San Giovanni » 4606,10
Frarostino » 3533,—
Frali » 1400,—
EodOretto » 500,—
Corato » 300,—
Catania, 2 vers. » 245,—
Trieste » 1511,—
^iO Marina » 35,—
Fiombilno ' » 50,—
Latiano » 167j—
Brindisi » 590,—
Napoli, saldo » 18,—
Milano, saldo • » 1050,—
Genova » 6000,—
Isitonio » 60,—
S. Buono , » 20,—
Lentella, 2 vers. '' » 46,—
Carunehip , 2 vers. » 25,—
Salle, 2 versi. » 20,—
I^hìavi, 2 vers. » 5,—
Vallecrosìà » 49,—
Pachino » 100,—
26 Comp. BTG. Pinerola » 38,—
Autiere Bruno Francesco » 50,—
Mad. Larco, La Maddalena » 80,—
Prof, biascia, Agrigento » 30,—
" Sioconte don abbiamo, ancora trovato un competente che voglia scrivere, per’
i lettori delTEco, le ,sue considerazioni
critiche, ponderate, sul canto nelle no-|
^ stre Chiese, le le sue nòte sulle feste di
canto, ci, limiteremo ancora quest’anno
a darne il semplice resoconto. %
if',- ■■■ •h ,
k ^Cominceremo con le scuole domenicali.
« Sunpatica e ben riuscita, ci scrivono, la festa,(delle Scuole domenicali del
Val Chisone, riunite a S. Germano, nel
pomeriggio deÙ 26 aprile. Fiù di 250
bambini convenuti dai ogni parte della
valle, (S. Germano, Finerolo-S. Secondo, Frarostino, Framollo, Fomaretto)
, gremivano il tempio. Essi hanno cantato con entusiasmo e ardore i 4 inni
d’assieme, che erano stati indicati dalla
Commissione del Canto Sacro, dimostrando una buonjà preparazione. Farticolarmente apprezzata dal pubblico èj
stata la esécuzione del coro patriottico'"'
Valdese: « Salve, oh! monti ». Ogni!
Scuoia domenicale ha poi cantato
inni della raccolta. La festa è stata pre-'’
sieduta dal pastore della Chiesa locale,
sìg. G. Bertin. TI pastore di Fomaretto,
sig. G. Mathieu ha rivolto al bambini
alcune .pàrole esortandoli a non stancarsi mai di cantare le lodi di Dio. I signori F. Marauda ed E. Jahier, membri della Commissione di Canto Sacro,
hanno diretto l’esecuzione- degli inni
collettivi ». ■
•P
Non meno numerosa e riuscita l’adunata dei ragazzi delle Scuole domenicali
del Val Fellice, a Torre Pellice, pure il
pomeriggio del 26 aprile. Se le nostre
informazioni sono esatte, erano presenti
le Scuole di Bobbio, Villar, Torre Pellice, Angrogna (capoluogo), Angrogna
(Serre, Fra del Torno) Luserna San
Giovanni. 11 ^ rignor J.*Tldmbardini"Tì
rivolto un apprezzato méssaggiò’ai gio-'
vanetti.
•P
Le Corali, a loro volta, si sono radui^'j
nate la domenica 3 maggio a Fomaretto,
le, il 9, a Torre Péllìce.
A Fomaretto la riunione, cui assisteva un pubblico numeroso, è .stata
presieduta dal pastore G. Mathieu che^ ^
ha rivolto il saluto ed il benvenuto della ' *
parrocchia. Erano presenti le Corali dìr'"^^
Fomaretto, San Germano, Frarostino,
Pinerolo, dirette le tre prime rispettivamente dai sigg. Bazzetta, Jahier, sig.ra
Bert; dalla sig.na Türk e dal sìg. Vicind>|i
Pinerolo. Il programma si è svolto nel-'J
l’ordine tradizionale: ogni corale ha e-’
seguito un irino ed un coro, di sua scelta. Il canto collettivo degli inni è stato
diretto alternativamente dai signori P.
Maràùda e Jahieir; il giuro del Sibaud,
dal sig. Bazzetta. A riposo dei cantori,
il pastore sig. P. Marauda, membro della Commissione di Canto Sacro, ha*''
fatto un interessante lexcursus nel campo del canto sacro, notando i molteplici
legami tra musica, parola, e danza nelÌ
periodo che ha la sua classica espressione nei Salmi, ed anaiizzEindo l'essenza di questi legami.
La massa dei cantori ha quindi àirh-*
páticamente terminiato la giornata del
canto recandosi alTO^edale, dove, sotto la dirézione del signor Bazzetta, ha
dato la sua testimonianza all’amore del
Padre icol suo canto.
La colletta fatta al termine della Festa- di Canto è stata simipaticamente,;
versata a favore delTinvio delTEco ai
militari.
A Torre Pellice, affluenza di pubblico
e di cantari, che hanno udito le parole ■
di benvenuto del sovrinténiilehte ph-'
store sig. R. Niabet; pj-esiedutol’adu- ’
nàta il past. G. Tron. Erano preisenti,
le corali , di Villar Pellice, Tórre Pél-.^
Iteei,'Angrogna (Serre), Angrogna ,($m
3
r
■m
L’Çi?0 DELÏÆ VALU'SALDSSI
Lorenzo), dirette ri^ettìvamente dai
signori Bouissa, signorina D, Revel,
Edoardo Aiime, Arnaldo Coauba, e Lu-*
sema San. Giovanni e Rorà; dirette dal^
signor G, Albarin. Un nutrito prò- *
gramma di cori è stato svolto con soddisfanone degli uditori. Durante im intervallo, il pastore A. Comba rivolse appropriate parole di commento e di esortazione ai cantori; il canito collettivo fu
diretto 'egregiamente dal prof. A. Tron.
La colletta fu devoluta anche in questa occasione- a favore deU’iriviò dell’Eco ai militari.
X.
PERSONAUA
^ Il Colonnello comm. Luigi Jalla, fi-ì
glio del rimpianto pastore sig. Odoiardo
Jalla, che dopo aver partecipato alla
guerra sul fronte occidentale ed in Al^ bania, ,era attualmente ins^nante all’II stituto Superiore di Guerra di Torino,
è stato promosso generale e destinato
àd un comando nell’esercito combattente. Avendo appena 48 anni, è uno dei
più giovani generali deH’esercito italiano. Nella rapida e brillante carrì'era
, e stato decorato di tre medaglie d’ar„ gonio al valore, di una di bronzo e del
I ___ JJ __li_ 1 1. --
la croce di Cavalieire deU’Ordine Militait.- di Savoia. Esprimiamo al nostro
conel gisnario le nostre vivissime felicitazioni.
j Dom in Memoria di Gmv. Pietro Mas: sei, da:
p, Ida Rosa Massel, Inseminante, Faetto, '
(Ferrerò);
L. 100 per l’Ospedale Valdese di Pomarette;
* 100 per rOrfanotrofìo Maschile di
Pomaretto; ■
» 100 per l’Asilo dei Veclchì di San
Germano Chisone;
» 100 per il Rifugio Re Carlo Alberto
di Luserna San Giovanni.
Collegio Valdese
Scuola Media Pareggiata Valdese. Sono aperte le iscrizioni agli esami di am' missione alla Scuola Media. Il termine
per la presentazione delle domande di
^ «same scade il 31 maggio. Per ulteriori
informazioni rivolgersi 'alla Presidenza
della Scuola.
Liceo-Ginnasio Pareggiato Valdese.
Sono aperte le iscrizioni agli esami di
^.ammissione e 'di idoneità alle, classi del
Ginnasio e' del Liceo, Il termine ultimo
per,,-la presentazione delle domande
d’ésam,e scade il 31 maggio. Per ulteriori informazioni rivolgersi alla Presidenza dell’Istituto.
QRONflQ/1 V/ILDESE
POMARETTO
Domenica scorsa è stato amministrato
'il sacramento del Battesimo al piccolo
Jahier Giovanni Umberto di Emüio e di
Cántele Maria (Perosa Argentina). Il
Signore conceda ai genitori la gioia di
vederlo cresjcere in statina letì in grazia
davanti a Dio e davanti agli uomini.
— Domenica prossima nel pomeriggio, alle ore 14.30, un gruppo di bambini delliejpo^re Scuole domenicali offrirà alle mamme una festicciola intima
del salone a pian terreno del nostro Orfanotrofio. Tutte le mamme vi sono cordialmente invitate. '
^AN GERMANO CHISONE
' ■‘'5'C-'
Dopo cinca quarant’annì di penosa infermità, ®i è spenta il 5 corrente, alla
Baracca dei Martinat, Bleynat Maria
ved. Bleynat, di antd 70. Àlìanzìario
Bleynat e alla sua' famiglia che l’hanno
assistita per lungo tempo presentiamo
cristiane condoglianze.
Il 9 corrente un mesto (corteo di
fanciulli e di adulti accompagnava al
Cimitero d’inverno Porte la piccola sal
ma di Germana Comba che il Signore
ha richiamata fra gli angeli del CieJq
dopo soli quattro anni di vita. Al padre
Comba Guido che tramasi all’ospedale
in convalescenza dopo una gravissima
malattia e alla madre Avondet Elena
che è stata tanto provata in quésti ultimi mesi e a tutti i pienti giunga la
testimonianza della simpatia più prò-,
fonda! Che il Signorie conceda ai cuori
affranti le i sue consolazioni 'e la sua pa-*
ce!
— Avvertiiamo fin d’ora iche il culto
di Pentecoste avrà luogo alle ore 10, anziché alle 10.30, come di consueto. Sarà
proceduto airinsediamento del nuovo
anziano dei Garossini e sarà celebrata
la Santa Cena.
TORINO
Note liete. Nelle scorse settimane
hanno celebrato il loro^matanmonio nella nòstra Chiesa varie coppie di- sposi;
Ü sig. Gay dem Giuseppe con la sìg.'na
Stucca, Fiorentina; il S. Tenente Mario
Paracca con la sig.na Mariuccia Revel;
il sig. Severino Foresta con la isàg.na
Rosetta Mourglia; il sig. Gian Giacomo
De Fernex con la sig.na Elvira Prili.
Ancora chiediamo al Signore di benedire i focolari novelli che si sono formati sotto il suo sgiiardo.
Torre pellice
Giovedì della settimana scorsa è stato celebrato nel Tempio il matrimonio
del ;sig. Giacomo Gönnet e ^della, sig.na
Margherita Ricca, dei Rounc '(Coppieri).
Rinnoviamo agli sposi i nostri migliori
auguri dì benedizione nel Signore.
— La domenica della madre è stata
celebrata domenica_ passata con un loulto
d’occasione. L’assemblea dei fedeli era
numerosa. Parte importante del culto
è stato il canto delle orfanelle eseguito
con molta espressione. , '
La Colletta - in favore 'derOrfanotrofìo di Torre Pellice - fatta aH’uscita del
culto ha dato la somma di L. 505,3fi.
— Domenica scorsa abbiamo avuto il
piacere dì avere fra noi Punitone delle
Madri di Prarostino. Hanno assistito al
culto, alla festa di canto, hanno visitato il Museo ed alcuni nostri Istituti di
beneficenza. Il Pastore diede loro, durante il , culto, il saluto di benvenuto e
nel pbmériggio la Signora Ida JaRa e
la Signora Mary Tron portarono loro il
cordiale saluto dell’Unione delle Madri
di Torre Pellice,, aUe quali rispose ringraziando a nome delle visitatrici la Signora Bert.
F- U. V
Nell’ultima pagina della Gioventù,
per un inspiegabile se non inescusabile
errore, invece della fotografia del Convégno di S. Bartolomeo è stato inviato
alla Tipografia e pubblicato un gruppo
dell’Unione di S. Germano, fatto recentemente in occasione della festa in onore dei nuovi ammessi.
Il Gruppo del Convegno è riuscito
, molto bene (son ben visibili e riconoscibili' alcune centinaia di teste). Coloro che ne desiderano una copia non
hanno che da inviare L. 1 anche in
francobolli
Gustavo Bertin - S. Germano Chisone.
Per il ctaltp di
Lunedì Lettura: Salmi 35: 19- :8 18 Maggio Giobbe 6; 1-13.
Gesù dice: io cerco non la mia voiontà, mg la volontà di colui che mi ha
mgndato» gìov. 5: 30.
Gesù invece ha rinunziato alla propria volontà* per compiere appieno la
« Non la mia volontà ma
la tua sia fatta » (Luca 22: 42). La rinunzia alla propria volontà è stata in
lui assoluta e assoluta è stata l’appropriazione della volontà del Padre suo;
solo Così egli ha potuto compiere l'ODérà di salvezza dalla isichiavitù'del peooato per ognuno di'noi.'E soltanto 'rinunziando alla nostra volontà idhe è volontà di peccato, che noi ricéveremo razione redentrice di Cristo'Gesù. Soltanto
rinunziando alla nostra volontà sentifemo che il Signore è morto per il nostro
peccato. Rinunziare alla nostra volontà
per esser ripieni della volontà del Si
gnore, rinunziare alla nostra volontà
per poter esclamare con l’apostolo Paolo^ « Non sono più io che vivo ma è Cristo che vive in me » (Gal, 2: 20):-' '
Martedì Lettura: Tito 2: 1-10 -' Gìob19 Maggio he'6: 14-30.
« Perciò, avendo questo ministerio^ in
virtù della misericordia che ci è stata ■■
fatta, noi non venigm meno nell’animo »
2 Cor. 4: 1.
L’apostolo Paolo parla del ministerio
delTannunzio del Vangèlo. Questo ministerio è dato a tutti i cristiani. Non si
può essere cristi^ se non siamo testimoni: Gesù diceva un giorno « Voi siete la luce del mondo; una città posta
sopra un monte non può rimanere na.scosta » (Matt. 5: 14). La nostra fede
brilla come la luce di una lampada', i.an
è'possibile nasconderla. E non è certo
pèr merito nostro che siamo stati chiamati a .questo: esiso è ijn dono della mis^icordia di Dio. Non ci gloriamo ! Siamo coscienti della nostra nullità, e della
nastra debolezza; quante volte ici è moltòi'difficile servire il Signore ! Specialmiente quando siamo chiamati a testi- .
moriiare in un ambiente ostile. Sarebbe
più fàcile nascondete la nostra fede o
venire a compromessi. No ! afferma l’a- postolo: « Noi non veniamo meno nell’animo » perchè il Signore ici sosterrà
e ci aiuterà.
tic
Mercoledì Lettura: Tito 2: 11-15
20 Maggio Giobbe 7: 1-10.
Una larga porta mm è qui aperta ad
un lavoro efficace, è vi son molti avversari». 1 Cor. 2: 4.
'^Noi dobbiamo testimoniare sempre
e'ovunque; ma non cerchiamo di aprire
per forza delle pòrte dinnanzi a noi.
Non è S. Pàolo che con le sue forze si
è aperto una 'porta in Efeso, ma è il Signore che gli ha aperto «una larga'
pòrta », Se Dio aprirà dinnanzi a noi
una porta larga per un lavoro efficace,
imitiamo l’apostolo Paolo: entriamo in
essa con gioia, con entusiaomo e sopra
tutto con grande amore: non lasciamo
cadere a vuoto le oclcasioni che il Signore ci offre.
« E vi sono molti avversari »; è il momento per farsi avanti e non di ritirarsi.
E’ quando vi sono molti avversari che
bisogna lottare m,aggiormente al servizio del Signore. • ’ ,
1-7
Giovedì Lettura: Tito 3:
21 Maggio he 7: 11-21.
« Se perseverate nella mia parola,
siete veramente miei discepoli; e Conoscerete la verità e la verità vi farà libeGiovanni 8; 31-32.
Oggi la Parola di Dio dice a tutti noi
• 5 che per essere veri discepoli di Qesù
J bisogna « perseverare » nella sua
parola. Una volta Gesù paragonava la
vita cristiana a un entrare per una porta stretta e ad un camminare per una
' via 'angusta (Matt. 7: 13-14): non basta
entrare nella porta stretta: bisogna procedere oltee nella via angusta con perseveranza.
La perseveranza nella paròla del Signore dà ai suoi discepoli la conoscenza
della verità: non quelle verità dì cui ci
parla tanto .spesso il mondo, ma quella
verità che Ci fa liberi da ogni schiavitù
^ morale, liberi dal peccato, quella-verità
che fa ,si che in noi regni solo il Signore.
8-15
Venerdì Lettura; Tito
22 Maggio Giobbe 8: 1-7.
« E nel primo giorno della settimana,
mentre eravamo radunati per rompere
il pane, Paolo, dovendo partire il giorno
seguente, si mise a ragionare con loro, e
prolungò il stto discorso fino a mezzanotte». ' Atti 20: '7.
Le ore passavano ma gli antichi éreI denti erano tutti rivolti alíe cose di Dio,
non avevano altre preoccupazioni. Oggi,
un’ara di raccoglimento nel culto pare
già troppo, e quanti lasciano il loro posto prima della 'celebrazione della S.
Cena! St'è .ve|*o, tu hai dei doveri domestici,' hai i tuoi affari, { ìavoil dei
'campi che devi fare proprio in questi
giorni. Ma sono queste soltanto le ragioni per le quali non trovi il tempo da
consacrare^al Signore? Non è forse il'
tuo cuore troppo tiepido alle cose di
Dìo? 'Credi ^ pure che’' anche fra 'i eiedenti di 'Troas ve ne erano che avevano
degli impegni importmiti e urgenti' come i tuoi; rata essi conoscevano bene
queste parole dì Gegiù: « Prima cercate
il Regno e la Giustizia di Dio » (Matt.
6: 33). .
Sabafo" Lettura: Attr i; 15-26 - E23 Maggio zechiele 36: 22-28.
«Se voi, che siete malvagi, sapete
dare baioni doni ai vostri figliuoli, quanto più il vostro.padre celeste donerà lo
Spirito Santo a colono che glielo domandano ». Luca 11: 13.
Gli uomini sono malvagi, piine il padre esaudisce il desiderilo del figlio perchè è guU^ato daU’amore che ha verso
di lui. Ma quale abisso separa il nostro
piccolo amore verso i nostri figliuoli
dall’amore infinito di Dio verso di noii
Eppure quante volte dubitiamo che Dio
ascolti lie nostre‘preghiereJ
Ma cosa ci esorta il Signor Gesù a
chiedere a Dio? Lo Spirito Santo. Esso
ci è necessario per la nostra vita spirituale, esso ci è neicesBario per la nostra
comunione con Dìo, è esso che Ci fa
comprendere ogni giorno maggiormente
la sua santa volontà e che ci aiuta a
consàorarcì sempre più interamente a
lui. Certo il Signore ci esaudirà. Chiediamogli con fede il dono del suo Spiritoi Santo. Franco Sommani.
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Indirizzi di OChiese Valdesi
I DISTRETTO:
Angrogna — Pastore : Arnaldo Comba.
Angrogna (Serre) — Pastore Edoardo
Alme.
Bobhio Pellice ■ — Pastore : Alberto
Ricca.
Lusema San Giovanni — Pastore : Lorenzo Rivoira. ,
Massello — Pastore : Enrico Tron.
Ferrerò — Pastore : Oreste Peyronel.
Pinerolo — Pastore : Luigi Marauda.
Pomaretto — Pastore : Guido Mathieu.
Prati — Pastore: Arnaldo Genre.
Pramollo — Pastore : Paolo Marauda.
Prarostino — Pastore : Umberto Bert.
Riclaretto — Pastore : Alfredo Janavel.
Rodoretto — Pastore : Arnaldo Genre.
Rorà — Pastore : Enrico Geymet.
San Germano Chisone — Pastore : Gustavo Bertin.
Torre Pellice — Pastore : Giulio Tron.
Torino — Chiesa: Corso Vittorio Em.
II (angolo Via Principe Tommaso) Cappella: Corso Principe Oddone, 73
- Pastori: Elio Eynard, Via Pio V, 15
- Roberto Comba: Via Berthollet, 34.
Villar Pellice — Pastore : Roberto Ja
hier. _
II DISTRETTO:
Abbazia: « Chiesa dì Cristo ». Culto alle 16 - Pastore C. Gay, da Fiume.
Aosta; Chiesa: 11, Via Croce di Città Pastore: V. Subilia, Via XXltl marzo
n. 1.
Bergamo: Chiesa: Viale Vittorio Emanuele, 4 - Pastore: M. Moreschini,
Viale Vitt. Emanuele, 52.
Biella: Chiesa: Piazza Funicolare Culto: la I, III, V domenica del mese
(da Ivrea).
Brescia: Chiesa: Via dei Mille, 4 - Pastore: D. Fomeron (ivi).
Carema: Da Ivrea: secotnda domenica.
Como: Chiesa: Via Rusconi, 9 - Pastore: Carlo Lupo, Via T., Grossi, 17.
Coazze: Chiesa Valdese.
Cormaiore: Chiesa Valdese: Pastore
Vittorio Subilia.
Felonica Po: dhiesa Valdese - Pastore
Lami Coisson.
Piume: Chiesa Valdese - 6 e 8 Via Pascoli (culto ore 10) - Pastore C, Gay,
Salita F. Colombo, 8.
Ivrea: Chiesa Valdese: Corso Botta, 5
- Pastore A. Vinay, Casa Bavera,
Via Cascinette,
MHano: Chiesa: Piazza Missorl, 3 - Par
store Enrico Tron - Via Euripide, 9
Mantova: Chiesa: Via Bacchio, 5 (da
Felonica).
Unico Rappresentante
ATTILIO MOURGLIA
Luserna San Giovanni (Torino)
Piedicavallo: Chiesa: Via Carlo Alberto - Culto prima domenica del mese
(da Ivrea).
S. Lucia di Quistello: Chiesa Valdese
(da Felonica Po).
Susa: Chiesa: Via Umberto I (da Torino).
Tramonti di Sopra: Chiesa Valdese (da.
Venezia).
Trieste: Chiesa: Via S. Maria Maggiore
. - Pastore Guglielmo Del Pesco, Piazza Libertà, 6.
Torrazzo Piemonte: Chiesa Valdese (da
Ivrea) terza domenica.
Verona: Chiesa: Via Duomo (da Brescia);
Viering: Chiesa Valdese (da Aosta). “
Venezia: Chiesa: Palazzo Cavagnis S. Maria Formosa - Pastore E. Ayassot (ivi).
■J
III DISTRETTO:
*
Barga: Chiesa Valdese (da Pisa).
Borrello: Chiesa Valdese (da Carrmchio).
Bordvghera: Chiesa ai Piani di Valle- vlj
eresia - Pastore Davide Pons - Piani ''f£
di Vallecrosìa (Imperia).
Campobasso: Chiesa Valde|se: Pastoref^-',
P. V. Panaiscia.
Carunchio: Chiesa Valdese - Evangeli- ^
sta S. Scuderi.
Firenze: Chiesa: Via dei Serragli, 51 - |
Pastore Emilio Corsani (ivi) - Chie- ^
sa: Via Manzoni, 21 - Pastore T. Vi- '
nay (ivi).
Forano Sabino (Rieti) - Chiesa Valdese
- Pastore Enrico Pascal. ^
Genova: Chiesa: Via Assarotti - Pastore: Francesco Peyronel - Via Cirrta- ®
tone, 2. ^
La Maddalena: Chiesa Valdese (da ^
Roma). ^
Livorno: Chiesa Valdese - Via G. Verdi
• 3 - Pastore A. Ribet (ivi).
Lucca: Chiesa: Via G. Tassì, 18 (da Pisa).
Pescolanciano: Chiesa Valdese (da Carunchìo).
Piombino: Chiesa Valdese (da Livorno).
Pisa: Chiesa Valdese - Via Dema, 15 - M
Pastore A. Arias - Viale Giovanni 4Pisano, 33.
Rio Marina: Chiesa Valdese (da Livorno).
Roma: Chiesa: Via IV Novembre, 107 Pastore A. Sbaffl - Chiesa: Piazza .j
Cavour: Pastore P. Bosio, Via Ma- f
riamna Dionigi, 57.
Balle: Chiesa Valdese (da San Giacomo). ■
Sampierdarena: Chiesa: Via A. Canto- .
re, 16 - Pastore: Alfonso Alessio, ||
Via Milano, 8 F. - Genova.
San Giacomo degli Schìavoni: Chiesa
Valdese: Pastore P. V. Panaiscia (ivi),
Sanremo: Chiesa Valdese - Via Roma,
8 - Pastore G. Bonnet, (ivi).
Schiavi d’Abruzzo: Chiesa Valdese (da
.Carunichio).
Siena: Chi^ Valdrae (da Firenze).
Prqf. Olilo CosTÌBBL, direttore responsabile
«ARTI GRAFIChE L’ALPINA » -torre Pellice ' |