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Anno 120 - n. 26
29 giugno 1984
L. 500
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10066 TOBHE PELLICE
delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGEUCHE VALDESI E METODISTE
INTERVISTA AL MODERATORE GIORGIO BOUCHARD
USA: il fascino della “religion"
Profonde consonanze, pur critiche, con la cultura di un paese in cui la religiosità affonda
le sue radici nella spiritualità protestante - Il rischio di una secolarità inrìposta dall’alto
Il caso Sacharov continua a
far parlare di sé. Proprio nei
giorni scorsi è stata data notizia che i figliastri deilo scienziato, residenti negli USA, con una
iniziativa singolare (e dal sapore forse un po’ troppo propagandistico) hanno promesso una ricompensa di 10 mila dollari (ca.
17 milioni di lire) a chi darà informazioni sul dissidente sovietico e su sua moglie. Contemporaneamente, il giornalista Victor Louis — a cui spesso il Cremlino si appoggia per far giungere in Occidente informazioni ’ufficiose’ — ha comunicato a un
quotidiano tedesco occidentale
che i coniugi sono vivi, suffragando la notizia con fotografie.
Questa premessa vuole semplicemente sottolineare il fatto
che lo scienziato continua ad essere considerato il portabandiera del dissenso in Unione sovietica. Capita cioè quello che succede di solito un po’ in tutti i
Paesi. In Italia, ad esempio (e
certamente per questioni ben diverse da quella che sto qui ricordando) i casi Negri e Tortora. e lo stesso luttuoso evento
Berlinguer tendono a far presa
sull’opinione pubblica più per le
loro stesse persone che non per
la realtà da loro rappresentata.
A volte la notorietà ed i « meriti » di certe persone (non dimentichiamo che il fisico Sacharov, premio Nobel per la pace
nel 1975, è stato uno dei padri
della bomba H sovietica) rischiano di costituire la punta di un
iceberg, la cui vera realtà è sommersa. Ne abbiamo una conferma leggendo il numero del 15
maggio del BSS, il bollettino
della Federazione protestante
francese. Esso dà notizia di un
nuovo grave colpo inflitto al dissenso russo mediante l’adozione
di una nuova clausola aggiunta
all’art. 70 del codice di procedura penale sovietico. Questa
clausola prevede per tutti gli
« agitatori e propagandisti antisovietici » che agiscano mediante aiuti in danaro o altri beni
materiali, ulteriori pene, oltre a
quelle già comminate, che prevedono fino a lo anni di internamento e ulteriore relegazione
sino a 5 anni.
Sono numerosi gli aiuti in danaro e generi vari che giungono
in URSS, destinati alle famiglie
delle persone in carcere per le
loro idee politiche o religiose ed
anche a tutti coloro che hanno
chiesto e chiedono di poter lasciare il Paese. Si trattava di
aiuti fin qui legali, la cui eventuale mancanza peserà in modo
particolare su quei cittadini già
privati del benefici dell’assistenza e della sicurezza sociale.
Come verrà applicata questa
nuova legge? Gli esperti dicono
che la sua formulazione, piuttosto vaga, consente interpretazioni differenziate: tutto starà nel
metro col quale verrà misurato
1’« antisovietismo » degli inquisiti. Per certo, si tratta comunque di un’altra barriera che si
erge contro 1 diritti civili, e per
tanti individui. E’ bene che la
stampa ci ricordi i casi di personaggi noti, ma, come dice un
appello di Amnesty International, non dimentichiamo le centinaia di migliaia di persone comuni, che soffrono in URSS e
nel mondo.
Roberto Peyrot
Il moderatore Giorgio Bouchard ha compiuto recentemente
una visita di tre settimane negli Stati Uniti. Al suo ritorno gli
abbiamo rivolto alcune ' domande sulla sua esperienza.
— Sei stato negli Stati Uniti
nel pieno ^dèHa campagna elettorale per la designazione dei
candidati alla presidenza degli
Stati Uniti. Che impressione ti
ha fatto il pastore lesse Jackson?
— Mi ha colpito ciò di cui non
si tiene sufBcientemente conto in
Europa e cioè che il politico
J.e_sse Jackson è appunto anzitutjp uh pastore (i suoi comizi
hanno il tipico 'st'iIercleT~ sermoni) e' cEé la sua non è solo uria
carhpagna politica che critica la
società americana ma è anche
una campagna^ inorale. Tra i
suoi siogans'un"gioco di parole:
« down with dope, up with hope » (abbasso la droga, viva la
speranza); «siamo uomini non
perché sappiamo fare Agli, ma
se sappiamo educarli», ecc. Alle
famiglie nere impoverite e emarginate dice che o si decidono a
obbhgare i figli a studiare invecè'di iheb'éUfir^avahtràTK'ìéleyisiòne 6 feStSraìino 'seihpre
scÌuàvT Parlando agli studenti
chiede loro un impegno formale
a tener spento il televiÌQre_Eer
4 ore al'giorno studiare. E
bisogna vedere questi teeiTagers,
i terribili adolescenti airìBficani
— rieri, in quesfb~eaSTi™"fareTà
coda per firmare questo impegno. Questo tipo di discorso morale — che non è mai moralisETco — si accoppia alla deriiiincìS
dèlie ingiustizie della società
americana e alla pressante proposta di modificare la politica
estera, ma soprattutto si situa
nel contesto della « chiesa nera », la chiesa che, mi diceva un
amico, è la punta di diamante
della chiesa americana e che fòriria la case della campagna elettorale di Jesse Jackson.
— Hai avuto qualche contatto
diretto con questa chiesa nera?
— Il programma per l’ultimo
week-end del mio soggiorno è
saltato per cui, essendo libero,
ho accettato volentieri l’invito di
Frank Gibson a vedere uno
show_^Broadway, la storia di
uri riegrOT^glfcnii un avvocato
integrato, che vuole diventare
ballerino di tip tap. Il giorno seguente ho partecipato al culto
in una chiesa battista nera. TIFa
il « giorno ■3eHa ~matìréTr'e ho
visto entrare giovani e ragazze
ben vestiti con un ritmo musicale molto simile a quello della
sera precedente. Nessuna cesura
tra lo show e il culto, la stessa
area culturale, la stessa matrice
del jazz e dei negro spirituals.
E’ stato im culto commovente,
una delle esperienze religiose
pIu~ì)i'Oionae deiia mia vita. E
tra canti e preghiere e un efiìcacissimo sermone, breve e spiritoso, ecco~un'mterruzione, ia paroIàT al capolista della lista che
ha vinto le elezioni amministrative la settimana precedente. Dice che presentando 7 candidati
sperava ne fossero eletti 3 e invece sono stati eletti tutti e 7.
Ringrazia la comunità per il voto e commenta : « i bianchi sono
preoccupati, pensano che facciamo chissà cosa; vogliamo fare
solo un po’ di pulizia». E dopo
un grande applauso il culto prosegue con il canto di un salmo.
Un’atmosfera quindi di profonda religiosità ma straordinariamente vicina ai settori artisticoculturali e etico-politici della vita della comunità.
— Abbiamo dato notizia sull’Eco-Luce della polemica sulla
preghiera nelie scuole in occasione deil’emendamento che intendeva reintrodurla e che è stato
« Poi disse loro : Quando vi mandai senza borsa, senza sacca
da viaggio e senza calzari, vi mancò mai niente? Ed essi risposero:
Niente. Ed egli disse loro: Ma ora chi ha una borsa la prenda; e
parimente una sacca; e chi non ha spada, venda il mantello e ne
compri una» (Luca 22: 35-36).
« Quando vi mandai... ma ora ».
Il mandato ben noto di annunciare il Regno di Dio e di guarire i malati rimane immutato, ma
cambiano i modi in cui la chiesa
deve affrontare la sua missione.
La vocazione rimane la stessa, le
risposte sono diverse. Allora, al
momento della prima missione,
non c’era bisogno né di borsa né
di sacca; ora la borsa per mettere il^ denaro e la sacca per mettervi il pane e poche altre provviste per il viaggio sono indispensabili. Ad esse si aggiunge anche
la spada. Sia detto subito, per
chiarezza, che non si tratta qui
di un invito o di una autorizzazione all’uso della violenza. In tal
caso Gesù non avrebbe detto,
poco più avanti, al momento del
suo arresto: « Lascia! basta! ». E’
una espressione che indica come
ora, di fronte alla nuova situazione che si viene a determinare
con la morte imminente di Gesù,
con il compiersi delle cose che si
riferiscono a lui, i discepoli non
possono né debbono più essere
impreparati, « indifesi », « disarmati ». L’uso linguistico è quello
che è, segno che i tempi del Nuovo Testamento, come i nostri,
sono inconsciamente informati a
una logica e a una cultura della
guerra e non della pace. Le immagini di tipo militare sono frequenti anche negli scritti neotestamentari, e possono essere utilizzate come immagini della vita
cristiana; si pensi ad esempio all’armatura di Efesini 6!
Ma che cosa caratterizza la
nuova situazione, 1’« ora »? Il testo è come racchiuso tra le affermazioni del V. 31 e del v. 46:
« Satana ha chiesto di vagliarvi
come si vaglia il grano; ...a^inché
non entriate in tentazione ». Ora
il Figlio dell’uomo se ne va e la
tentazione, il dubbio, la debolezza entrano in campo. E’ di fronte a queste cose che non è lecito
essere impreparati. Occorrono
delle difese ( e mi scuso se am
ch’io uso immagini militari!),
occorrono delle provviste! Occorre che la chiesa si provveda
degli strumenti che le permettano di assolvere al suo mandato,
di annunziare l’Evangelo. Notiamo bene, la sacca, la borsa e quel
che contengono e la spada non
sono in sé annuncio del Regno di
Dio. Sono soltanto degli strumenti indispensabili (o per lo meno utili) a^inché la predicazione
sia possibile.
DALLA PREDICAZIONE PER LA CONFERENZA DEL 1° DISTRETTO
Strumenti per la predicazione
Non credo nemmeno che la
borsa e la sacca, che vengono qui
indicate come necessarie, siano
un modello che ha da valere per
tutti i tempi, immutabile. Luca
vuole qui affermare che con il
mutare dei tempi mutano anche
gli strumenti. E questo è annuncio di grazia. Dio vuole consentire alla sua chiesa di trovare, nel
mutare delle situazioni, i comportamenti opportuni che la rendano capace di rispondere alle
sfide che le vengono lanciate, di
rispondere in modo corretto alle
domande che le vengono rivolte.
Anche i nostri modelli possono
essere ormai del tutto superati
ed essere diventati inadatti. E’
importante non confondere i modelli con l’Evangelo.
Nel contesto della tentazione,
del dubbio e della debolezza è
implicito anche l’errore. La chiesa può sbagliare nel scegliere i
suoi strumenti. E’ difficile riconoscere l’« ora ». Si può prendere la sacca quando non la si deve prendere e esserne sprovvisti
quando serve. E' difficile riconoscere la volontà del Signore. Eppure questa consapevolezza, che
non ci deve mai abbandonare,
non può indurci alla rassegnazione e alla rinuncia. Il non scegliere, il non prendere decisioni,
per quanto esse possano essere
difficili e pesanti, è il primo (e
Bruno Bellion
(continua a pag. 3)
bocciato dal Senato. Come valuti la questione?
— Si è trattato evidentemente
di im tentativo del presidente
Reagan di conquistare voti nell’area «evangelica!». Ma il problema è molto più profondo. Esiste negli Stati Uniti una « cosmopolitan élite », una minoranza dì
pfSIESèioìusti, grandi intellettuali, della borghesia un po' smagpia che risiède tra Philadelptua,
^ew York e Boston, che conduce una campagi^^di ^ laicizzazto
Tetto sta nel fatto che mentre
l’80% degli americani vogliono
la preghiera a scuola, questa
élite non opera col metodo di
una democrazia partecipativa
per convincerli che sbagliano,
ma delibera in sede giudiziaria
con sentenze della Corte Suprema. Si capiscono allora le reazioni di tipo difensivo presenti
tra gli « evangelicals »' nei confronti di una tendenza secolarizzata promossa dall’alto.
Del resto ho scoperto che gli
scolari americani — dai 6 ai 18
anni — tutte le mattine entrati
a scuola si alzano, mettono la
mano sul cuore e guardando la
bandiera — quella che ha sventolàto ael Vietnam — dicono:
« mi impegno ad essere fedele alla bandiera degli Stati Uniti e
alla repubblica che essa rappre- u
senta: una nazione sola, sotto
Dio, indivisibile, con libertà e
giustizia per tutti». Come mai i
giudici così illuminati nell’abolire la preghiera non si sognano di
abolire questo atto di culto della
iiazione? Ho posto questa domanda ai miei amici « liberal » di
New York e mi hanno risposto
che un popolo di nonoli come
quello americano 'ha bisogno di
un siinbolo uniiicante. La risposta non mi è parsa sufficiente. A
mio avviso proprio tra i «liberais» protestanti c’è una Insufffciente critica deU’ideologia nazionale è utia maticàriza di consapevolezza del fatto che diminuendo l’incidenza delle chiese
cresce proporzionalmente la « clvil religion », la « religione laica »7 n cne non mi pare di per
s?~ùn fatto positivo.
— Qual è l’apertura delle chiese americane nei confronti dei
problemi internazionali?
— Sono stato colpito dall’attenzione data soprattutto ai problemi dell’America centrale, non
tanto forse a livello di comunità locali quanto a livello di denominazioni, soprattutto nel National Council of Christian Churches, il potentissimo organo ecu
Uflìtl. Con coniRioziòne ho rto^
tató" che i presbiteriani hanno
pubblicato un documento bellissimo sull’AmeriES' centrale cne
chiede' al Parlamento americano
di cambiare politica nei confronti del Salvador, del Nicara^a,
degli altri paesi centroamericani. Al cuore di quel documento
di 115 pagine c’è la storia dei
paesi centroamericani e mi ha
.Intervista a cura di
Franco Glampiccoli
(continua a pag. 2)
2
2 fede e cultura
29 giugno 1984
CINEMA
TRA I LIBRI
Il grande freddo
Insegnare
l’intelligenza
Morte. Che fare? Nove amici,
uomini e donne compagni di studi, in seguito si sono sparsi qua
e là nel Grande Paese. Otto si ritrovano ora al funerale di uno di
loro che si è svenato nel bagno,
n film non dice perché. Il film
interroga i rimasti, stanati non
da un morto che non ci viene mai
mostrato da vivo, ma da una
morte incomprensibile — forse
inutile. Tutti giovani, sopra i 30
ma sotto i 40, tutti « arrivati »,
belli, sani, ricchi, le auto in linea
col loro status, insomma non
manca niente. Il suicida era come loro. La casa dove viveva con
la moglie è ima casa quasi genere Dallas o Dynasty, splendida, a
due piani tutta bianca isolata accosto a un bosco nel Michigan,
la spesa all’abitato più vicino si
va a farla col fuoristrada. Anche
la chiesetta protestante armonizza col paesaggio, bassa, bianca anoh’essa, naturalmente col
civettuolo campanile dietro; il
pastore è vecchio e serio quanto
basta; il cimitero tanto lindo
che vien voglia di morire per essere sepolti lì. Quadro perfetto,
non fosse per quel suicidio che
sciupa tutto.
Dopo il funerale la vedova accoglie (con panini e tartine) gli
amici venuti da ogni dove. Siamo
prossimi al week-end, perché
non passarlo insieme rievocando
i soliti vecchi tempi ancora tanto vicini? (di stanze ce n’è a
iosa). Ed ecco rAmerica di oggi
rivisitata con gli occhi e le speranze di ieri; il fatale Vietnam,
gli anni della protesta giovanile
(ma non solo giovanile) che voleva stracciare il mondo per ricucirlo col filo delle idee nuove.
Ma siccome non fu così, in quarantott’ore la rimpatriata nostalgica si trasforma nel palcoscenico dei sogni perduti e dei compromessi trovati, del successo
esteriore e del vuoto interiore.
Ognuno ha fatto della sua vita
una trincea per non uscire allo
scoperto dei fallimenti segreti.
Non Alex il morto, ma la morte
di Alex sorveglia le otto analisi
diverse e in fondo uguali, in bilico tra il cinico e il patetico.
In cinema e in tivù non è moneta corrente vedere un film fatto con intelligenza, che si scosta
dalle super-premiate pellicole
strappalacrime tipo « Voglia di
tenerezza ». E poiché intelligenza
è altra cosa da cerebralismo arido o fumoso, il film non è pesante e saccente, anzi. Accanto alle idee ci sono passaggi scintillanti di humour e di episodi; « Il
nostro impegno era solo una mo
da? Oggi abbiamo perfino paura
dei pipistrelli, questi topi con le
ali... Ma no, basta pensare che
sono due ali con un topo in mezzo... Credi che tuo marito ti sia
fedele? Sì, perché ha paura delThernes ». (C’è poi un’altra situazione che vorrebbe un discorso a
parte). La domenica sera partenza generale perché « l’amicizia
sopravvive nella bambagia ma
non nel mondo... l’amicizia è il
pane della vita ma il denaro è il
miele » (con tanti saluti ad Alberoni). La giovane vedova resterà sola, ma non più degli altri; « Siamo tutti soli ».
Il grande freddo è quello della
morte fisica, ma anche quello
che viene dopo il grande caldo
degli entusiasmi sopiti; e infine
quello dei sentimenti verso amici, compagni, fratelli che ora ci
sono indifferenti. « Quando uno
decide di lasciarci significa ohe
c’è qualcosa di sbagliato in questo mondo... Dov’era la speranza di quest’uomo che si è ucciso? E’ una speranza che dobbiamo cercare di conquistare ».
Ancora una volta la Bibbia —
spesso citata a sproposito — qui
è ricordata a proposito, senza
mai nominarla.
Renzo Turinetto
DIFENDO IL PAPA
« Delusione in ambiente ecumenico
per le parole del Papa che riafferma la
centralità di Roma e del cattolicesimo ».
Questo è più 0 meno il succo del commento sulla visita al Consiglio ecumenico da parte dei mezzi di comunicazione di massa. La prima reazione da
parte di un protestante che crede all’ecumenismo è di rabbia, rabbia contro questo papa « conservatore », rabbia per quésta cniusurà così ottusa.
Poi dalla rabbia si passa ai ricordi,
spesso anch'essì pericolosi e passionali, e cerchi di vedere le tue posizioni ecumeniche; ti ricordi di incontri,
e non sono pochi, dove a te protestante, venivano mossi da parte cattolica,
garbati ma fermi rimproveri: « siete
chiusi, ancorati a posizioni passate,
legati a dogmi della Riforma, oggi non
più validi, siate liberi, guardiamo all'oggi e non alle divisioni di ieri ». E
quasi sempre tu che tentavi di giustificare l'essere protestante oggi apparivi come un inguaribile retaggio del passato che si oppone stupidamente al
cattolicesimo così bello e moderno.
A ooloquto con i lettori
protestante è tutto dire. Lo difendo perché finalmente ci ha chiarito quale è
la posizione ufficiale del cattolicesimo,
finalmente ci ha ribadito che è inutile
farsi illusioni. La Chiesa Romana resta
centrale per la salvezza degli uomini.
Di queste" afférmazioni prendiamone atto non per rifiutare l'ecumenismo, ma
per affrontarlo con precisa cognizione
di causa rispetto ai nostri interlocutori.
Ma per favore si smetta negli Incontri ecumenici di contrapporre i protestanti retrogradi al cattolicesimo aperto, non è questione di modernità ma di
diversa lettura della Parola di Dio, ed
in questa Parola io l'autorità del Papa
e la centralità di Roma non riesco proprio a vederle.
Claudio Pasque!, Bobbio Pellice
Ma lasciamo perdere anche i ricordi, anch'essi ho già detto possono
essere pericolosi e viscerali.
Passiamo al fatti ecumenici, nel nostro piccolo abbiamo speso (ben speso, non sprecato come altri direbbe)
varie riunioni a tutti ì livelli sul BEM,
mettendoci in questione, dibattendo le
nostre e altrui posizioni, e ci scommetto, poche altre chiese nel mondo
avranno così capillarmente studiato il
documento in questione. Ci lasciamo
cioè convincere ad entrare fino in fondo
in questo dialogo ecumenico senza opporvi dei cortesi rifiuti e senza delegare la complessa questione a pochi teologi • esperti • come molte altre chiese hanno fatto.
Passiamo poi alla teologia e tiriamo
fuori un libro che abbiamo un po' dimenticato: » !,e nuova cattolicità del
catjoljcesimo » di Vittorio Subiiìa, dbvé
si evTdèhziava Tmi scusi l'aufòre per
il rozzo e afftettato riassunto schema
L’UNICO POLO
tico) che ii^ cattolicesimo per quanto si
riformi non”^ potrà mai~fafS~a meno dèTl^utgri'tà papale e di ritenèFsT chiesa
che più delle altre è depositaria della
verità rivelata. A conferma di questo
basti rileggere il decreto del Concilio
suM’ecumenismo « Unitas Redintegratio» (3 E) dove si afferma che «...al solo collegio apostolico con a capo Pietro. crediamo che il Signore ha affidato
tutti I tesori della nuova alleanza, per
costituire l’unico corpo di Cristo sulla
terra, al quale bisogna che siano pienamente incorporati tutti quelli che già
in qualche modo appartengono al popolo
di Dio ».
Ritornando al Papa, dopo queste rifles.
sioni, mi tocca difenderlo, e per un
Egregio Direttore,
Le scrivo a proposito della visita del
Papa in Svizzera.
Penso che ormai un viaggio di Giovanni Paolo II non faccia più molta
cronaca, dato che viaggiare è diventata una consuetudine per il Pontefice.
Ciò che, invece, mi ha molto colpito
è stato il discorso che il Vescovo di
Roma ha pronunciato al Consiglio Écumenico delle Chiese, di cui alcuni brani significativi sono stati riportati in
un articolo del quotidiano ,« La Stampa », nel numero del 13 giugno scorso.
Il succo di quel discorso, citando
Giovanni Paolo II stesso, è che « il
Papa fa l’unità dei credenti. Essere in
comunione con il Vescovo di Roma è
attestare visibilmente di essere in comunione con tutti coloro che hanno
confessato questa stessa fede fin dalla
Pentecoste. Tale è la nostra convinzione di cattolici e la nostra fedeltà a
Cristo ci impedisce di rinunciarvi ».
Dunque, secondo la massima autorità cattolica, l'unità dei cristiani può
essere garantita solo dal riconoscimento « del primato e del ruolo del Pontefice ».
Queste affermazioni mi sembrano
preoccupanti per diversi motivi, soprattutto per due. Primo perché la Chiesa
Cattolica non solo persiste in un errore, riconoscendo l'autorità papale,
ma lo ribadisce con forza; secondo
perché in questo errore vuole coinvolgere tutta la cristianità.
E' su questo secondo punto che vorrei esprimere qualche breve pensiero,
soprattutto per affermare l'esigenza
di una risposta ferma e precisa a que
sta provocazione, in un ambito di dibattito ecumenico. Penso, cioè, che
quell'elasticità mentale, indispensabile
in campo ecumenico per poter capire
le ragioni degli altri, non debba essere governata dalla filosofia del • vogliamoci tutti bene » o ridurre al minimo
le proprie convinzioni di fede fino a
eliminare la ragion d'essere di ogni comunità di credenti, (come vorrebbe il
Papa in base al suo discorso). E’ stata
lanciata una sfida, una provocazione alla fede e ad essa si esige una risposta della fede.
A chi si propone capo della cristianità, si deve rispondere che l’unico
Capo della Chiesa è Cristo e che solo
Lui è la speranza dei credenti. L'unica
Chiesa i cui membri possano essere
uniti, cioè, avere qualcosa in comune,
è la Chiesa di Cristo, quella grande
comunità formata da uomini, protestanti, cattolici od ortodossi che siano,
ohe riconoscono nell’opera e nel sacrificio di Gesù la loro ragion d'essere.
Si può essere uniti solo se si è concordi nel dire che Cristo è vivente.
Questo forse il Papa non lo sa, visto
che pensa di sostituire il nostro Signore, come qualcuno che è scomparso,
nel ruolo di polo centrale dei credenti.
Cristo è il centro, è l'unità, è l'unica
speranza: questa è la nostra convinzione di credenti e la nostra fedeltà a
Cristo ci impedisce di rinunciarvi.
Ringraziandola, le porgo I miei saluti.
Luca Baratto, Piverone
nismi vari... quando si parla di Delegati
essi non hanno diritto di voto. Ora se
è vero che ì Deputati ricevono « l’incarico di adempiere un compito determinato », questo significa che ì mandanti sono al corrente degli argomenti su cui si deve esprimere un parere
e il deputato riferirà questi pareri tenendo conto anche di quelli contrari
alle proprie idee. In altre paroile, l’assemblea locale incarica il deputato a
rappresentarla nella sua globalità, non
ad agire di testa sua. In pratica però
tutto si risolve in una delega effettiva:
al Circuito, alla Conferenza, al Sinodo i
deputati si trovano di fronte ad argomenti su cui non hanno ricevuto istruzioni da parte delle assemblee di origine per cui agiscono in nome loro
per lo più secondo le proprie convinzioni. Certo noi non siamo chiese congregazionaliste ma mi sembra che l'attuale sistema rientri ampiamente nella
cosiddetta « questione morale ». Poiché è invalso anche da noi che I pochi
decidano per I molti, mi sembrerebbe
più coerente che nella raccolta delle
Discipline, alla parola Deputato si sostituisca la parola Delegato. Ma a
questo punto mi chiedo se siamo ancora « popolo di Dio », visto l'adeguamento agli usi e costumi del tempo
presente.
Ugo Tomassone, S. Marzano
NON ASSOCIATA
DEPUTATI/DELEGATI
Leggo nel Dizionario Garzanti '64:
« Delega: Atto col quale si designa chi
agisca per noi in generale od in singolo rapporto.
Delegare: Affidare ad altri funzioni
e compiti propri.
Delegato: Chi rappresenta qualcuno o
esercita funzioni proprie di altri.
Deputare: Affidare a qualcuno l’incarico di dire o di fare qualcosa. Designare qualcuno per un determinato ufficio.
Deputato: Chi ha ricevuto l'incarico
di adempiere un compito determinato ».
Se non sbaglio è dal '68 ohe è invalso l'uso di evitare di delegare ad
altri l'esercizio delle proprie prerogative... ma mi sembra che questo sia
sempre stato l’uso delle chiese valdesi, come è ben specificato nella Raccolta delle Discipline vigenti. In tale
manuale si parla sempre di Deputazioni inviate da chiese locali o da orga
Caro Giampiccoli,
Permettimi di esprimere la mia indignazione in merito alla retorica funeraria espressa dalla Signora Bortuzzo per
la morte di Enrico Berlinguer e pubblicata sull'Eco delle Valli, n. 25 del 22
giugno 1984.
Non rientra certo nella tradizione protestante e come abitante della Val
Germanasca non mi sento certamente
associata alla sua enfasi. Lasciamo che
I comunisti seppelliscano i loro comunisti.
Cordialmente.
Jolanda Pons, Ferrerò
Partecipazioni
personali
Presso il C.T.O. di Torino, si è diplomata brillantemente in Fisioterapia
la signora Rivoira Lidia in Casavecchia,
di Torre Pellice.
Alla gentile e giovane signora che, a
soli vent'anni ha già al suo attivo ben
due diplomi di scuola superiore, avendo conseguito quello d'insegnante elementare a soli diciassette anni, auguriamo di cuore un pronto e proficuo lavoro.
USA
(segue da pag. 1)
Lo psicologo inglese David Lewis che ha studiato per anni il
comportamento di migliaia di
bambini, affronta in quest’opera il problema dei bimbi apparentemente^^^men doIatÌ!^~BÌi
troSl, pasticcioni, inconcludenti,
derisi dai compagni e spesso
considerati ccrnie una « vergo
colpito come questi anglosassoni abbiano potuto ricostruire e
rispettare l’anima di quei piccoli popoli che gli americani di~80
anni fa consiaeràvaTio Semplicemente comè~ci5lanie" ò come potenziali stàTr~americanì. Ora "invece c’è un grandissim"b rispetto
per la loro identità culturale e
questo è di estrema importanza; che ci piaccia o meno, viviamp l’epoca deH’egemonia cultùrale aiHéncana che aunienta
sempre più anche lìntàlia. Ora
gna » tra le mura domestiche.
Secondo il dott. Lewis, questi
bambini hanno le stesse possibilità dei coetanei, la medesima
intelligenza e sensibilità, ma
quakosa li blocca; Timnatto con
un insegnante autoritario o frèttòloso, oppure un rapporto poco
gratificante con T genitori... Soìferìle die Lío 'áTiñ infelice « ultimo della classe » ci sono genitori soffocanti, pignoli, o troppo
ambiziosi, o in confiitto tra loro.
luzioni interessanti; a volte basta modificare il nostro atteg-giamento vers^i^ngli, essere niù
« L’arte di insegnare l’intelligenza » propone una serie di
test, giochi, esercizi, per coinvolgere tutta la famiglia; è edito
dalla SEI, ha 286 pagine e costa
L. 15.000.
E. M.
ilKafto cne meta “dei protestanti americani imparino a capire
che la cultura anglosassone americana è egemone ma non universale e che di fronte ad essa,
a 'due passi di distanza, vi sono
altri popoli, altre culture, con
dei diritti, mi pare francamente
la via della salvezza. Questo ha
dei riflessi anche sul piano locale. Sono stato nella famosa
Riverside Church di New Vnìik
nei giorni in cui la cómùnitàr^ava decidendo di dedicare il pianterreno di questa immensa costruzione a costituire un « santuario» per i rifugiati del Salvador e degli altri paesi centroamericani.
— Che impressioni hai ricevuto dai protestanti italo-america
i -------------------
— Citerò un paio di esempi.
A Galveston, Texas, ho avuto il
grande piacere di incontrare nella chiesa presbiteriana duecento
persone di cui la metà provenivano dalla chiesa di Rio Marina. C’erano 4 generaziom. ritaliano noto era ormai solo quello
di un vecchio inno evangelistico,
ma c’erano tutti, desiderosi di
stabilire un ponte tra la loro
eredità protestante italiana e la
loro realtà americana.
A Pittsburgh una domenica ho
predicato, di nuovo nella chiesa
presbiteriana, ad una piccola assemblea. Ho parlato in inglese.
Q_quasi, mà~le~Tacce degli uditori erano di tipo latino. Alla fine
il pastore mi ha chiesto di pronunciare la benedizione. L’ho
fatto in italiano e mentre pronunciavo l’antica benedizione del
libro dei Numeri — l’Eterno ci
benedica e ci guardi... — di colpo ho sentito una tensione nella
assemblea che prinìa nòrT7!’eni':
Erano tutti tigli di una comunità di convertiti il cui pastore si
chiamava Ribetti, valdese., e da
piccoli avevano ancora sentito
qualche liturgia italiana e cosi
in quel mezzo minuto c’è stata
più comunicazione che in tutto
il culto.
Ecco, credo che a comunità
come queste, oltre che, naturalmente, alle gloriose comunità di
New York~è ai NTaldese. noisiamo debitori del collegamento
con la loro storia passata e della testimonianza sul presente
delle nostre chiese in Italia.
— Questo è ciò che possiamo
dare. E cosa possiamo ricevere?
— Dagli americani e dalla loro
tjecchia cultura puritana possiamo ncercTè moltò. Ho parlato
prima di egemonia culturale
americana e non ritengo certo
che la si debba accettare in blocco. D’altra parte non vorrei che
per paura di asservirci all’egemonia della società americana
noi ci privassimo di scambi culturali che se fatti con il necessario spirito critico possono
esprimere non conformismo ma
mutuo arricchimento. Non vorrei cioè che diventassimo come
molti atei italiani che non riten
gno ai avél 'flùlla da ricevere
dalla società ^americana, poi van
rock come se fosse musica europea. Dobbiamo continuare a ricevere passivamente Bob DylaìT,
la rriùsìca rocK combùsta normalmèiits'sotto "droga, e chiuaerè gir occni di trontè a cose positive che ci vengono dalla stessa cultura? Io opterei nettamente per uno scambio selettivo con
la cultura americana liquidando
alcuni vecchi stereotipi completamente superati.
Franco Giampiccoli
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29 giugno 1984
fede e cultura 3
’CITTA’ RIFUGIO” PER GUARIRE DALLA TOSSICODIPENDENZA
L'arca della salvezza
« Abbiamo provato tutte le droghe, anche le più pesanti e qui abbiamo
trovato il Medico per eccellenza: Cristo Gesù che ci ha risanati »
Nella zona di Acqui e nrecisamente a Basso Erro ed a Calamandrana sono sorti due centri
per la guarigione di tossicodipendenti; sono denominati Kades
(■maschile) e Sichem (femminile),
nomi antichi delle città rifugio
che consentivano agli omicidi involontari di salvarsi dal vindice
del sangue (vedi Giosuè 20). Infatti in queste due località un’alta percentuale di drogati scoprono la « città rifugio », « l’arca della salvezza » che li trae fuori dalla stretta del cobra omicida.
Visitando queste due comunità
con l’amico Angelo Marzano,
molto impegnato nella missione
di ricupero dei drogati ho potuto parlare direttamente con dei
giovani, totalmente guariti per
la grazia del Signore. Essi provengono da regioni ed ambienti
diversi, da condizioni sociali e
clima culturale diversi e di estrazione cattolica. Questi ragazzi,
scampati alla morte, mi hanno
dichiarato: abbiamo provato tutte le droghe, anche le più pesanti
e qui abbiamo scoperto il Medico per eccellenza: Cristo Gesù
che ci ha risanati nel corpo e nello spirito. Ascoltandoli pensavo
alla parola del cieco nato di fronte alle critiche, ai dubbi degli
oppositori: una cosa so, che ero
cieco ed ora ci vedo.
Un po’ di storia
Testimonianze
Yvonne è al centro femminile
di Sichem; il marito è ospite del
centro di riabilitazione a Hebron
in Sicilia mentre il bambino di
tre anni è coi nonni. Yvonne ha
avuto un primo incontro coi responsabili del centro ed ha compreso che la via del ricupero
comportava grandi rinunce ed
una ferrea disciplina. Yvonne ha
esitato a lungo; poi, ha accettato; nel nuovo clima ha fatto la
esperienza della vita nuova in
Cristo e poco per volta, per opera dello Spirito, è stata radicalmente trasformata; lei confessa:
la mia gioia è grande non solo
per me ma anche per mio marito che ha scoperto in Gesù il suo
unico liberatore.
Domenico ha ventiquattro anni
e racconta la sua esperienza: ho
avuto un’infanzia discreta; la mia
famiglia era pavera e non potevo
avere i giochi come l’avevano i
miei compagni; nonostante ciò la
mia vita è stata abbastanza serena fino a quattordici anni; poi,
aU’improvviso è morta mia madre ed ho subito una profonda
ferita nel mio intimo; ho trovato
un lavoro in un locale notturno
di Genova e poco dopo è mancato anche mio padre; non avevo
più nessuna guida e allora « qualcuno ha comprato la mia giovinezza » (Zac. 13: 5); ben presto
sono entrato nel giro della droga
e mi sono sentito malissimo; avvertivo che la mia personalità si
spegneva rapidamente; non avevo più interesse per niente. Al
rimprowiso mia sorella, convertita all’Evangelo mi ha soccorso
e per mezzo suo « Il Signore mi
ha tratto al largo e mi ha liberato ». Sono venuto all’Arca ed ho
conosciuto la totale guarigione
per opera dello Spirito.
Cause e rimedi
Il tema della droga è all’ordine del giorno; si assiste al dilagare a macchia d’olio del fenorneno, sia per Tabbassamento del
livello di età, sia per una strana
dimestichezza tra la droga e la
vita quotidiana. Le cause del
fenomeno sono molteplici: crisi
della famiglia, frustrazioni varie,
instabilità lavorativa, insuccessi
scolastici, rapporti personali alienanti, permissivismo eccessivo,
ecc.
Per i rimedi sono sorte comunità terapeutiche laiche e religiose, centri di accoglienza a carattere familiare e centri per il loro
pieno reinserimento nella società,
specialmente in Francia. In Italia oltre ai centri anche il governo si è mosso soprattutto per
l’informazione; per il resto è intervenuto a base di decreti legge
di carattere punitivo, come il ricovero coatto senza un programma che coinvolga strutture ade
Vn gruppo di ospiti del centro di Sichem per il recupero di ragazze tossicodipendenti.
guate sotto i vari profili.
Ritengo importante invece
quanto la EGEI nel suo documento sulla droga dice: « bisogna osare di mettere in discussione il modo in cui viviamo: dj
fronte all’Evangelo ogni tentativo di fuga dalla propria vocazione, dalla riflessione sulla fede diventa una possibile via della droga. Quindi il rimedio non è tanto
il fatto — come rileva ancora il
documento — che la distinzione
tra droghe leggere e pesanti è una
conquista del movimento degli
ultimi anni... ». La vera conquista è la risposta nostra alla chiamata di Dio e cioè far conoscere
ai nostri figli, ai giovani che incontriamo che la potenza che ci
libera dal cobra malefico è Gesù
Cristo. Nella misura in cui le nostre comunità e famiglie evangeliche offrono ai giovani un clima
di fede, di amore, preghiera, interesse per i problemi che diano
senso alla nostra giornata, noi allontaniamo da loro lo spettro del
nemico.
Per questo i centri dell’Arca
tendono a creare questo clima
per incontrare realmente il Medico che risana corpo ed anima.
I metodi, le linee psicopedagogiche possono essere messi in
discussione, come in tutti i centri
per drogati; una cosa è certa, che
i risultati sono incoraggianti e la
percentuale dei guariti è alta; rimane poi il compito delle chiese
che accoglieranno questi giovani di collaborare perché i « ricuperati » alla vita possano sentire che vale la pena vivere questa vita al servizio degli altri e
per la sola gloria di Dio.
Gustavo Bouchard
Un vecchio rudere, solitario,
su di un poggio è stato acquistato nel 1974 e interamente trasformato per iniziativa del fratello
Tommaselli e col concorso di
amici; attorno ci sono otto ettari di terreno. Una stalla modello
e stata costruita col lavoro .gratuito d’un fratello di Messina e
con l’intervento d’una trentina di
giovani americani. Il centro fu
inaugurato nel 1979 e nel 1981 è
sorto il secondo centro di Calamandrana per le giovani. Quest’ultimo è nato sotto il segno
della testimonianza: nel centro
maschile i coniugi Romano e Maria Lacqua fornivano dei viveri
alla comunità di Kades dalla loro trattoria; per la testimonianza
dei Tommaselli lo Spirito ha
aperto il cuore a questi fornitori
i quali non hanno soltanto dato
il loro cuore a Gesù ma hanno
offerto i loro locali per il secondo centro di Sichem; in seguito
ne sono divenuti anche i responsabili.
Nel 1982 è sorta la terza comunità: quella di Gibellina in Sicilia, denominata Hebron, sempre quale nome d’una città rifugio dell’antico Israele. I centri
sono affiliati all'Eurasia Teen
Challenge di Wiesbaden in Germania quale punto di collegamento con tutti i centri.
Di recente è sorta una comunità in Ispagna sotto la guida dei
coniugi Tommaselli mentre il
centro di Kades è diretto da Daniele Zingale ed i tre centri italiani sono coordinati da Gianfranco Giuni. Un comitato di cui
fanno parte elementi delle ,4ssemblee dei Fratelli e Pentecostali collabora coi vari responsabili. Tra gli obiettivi della
« Teen Challenge » oltre al recupero dei drogati c’è lo studio per
la formazione del personale, sotto tutti gli aspetti, per la prwenzione della droga, incontri giovanili, evangelizzazione, produzione
di musicassette.
Strumenti per la predicazione
(segue da pag. 1)
forse il più grande) errore che la
chiesa possa commettere. E’ il
segno che la tentazione ha vinto,
che la chiesa non sa perseverare.
Credo che l’intenzione di Luca
sia di dire alla chiesa e ai credenti che essi possono osare. Possono avere il coraggio anche di
sbagliare.
Perché il nostro brano non è
racchiuso soltanto, come abbiamo detto, dall’annuncio che
« ora » la tentazione è una realtà
con la quale i discepoli devono
fare i conti. All’inizio e alla fine
del testo che abbiamo letto si
parla anche della preghiera. Gesù
ha pregato per Pietro perché la
sua fede non venga meno e invita anche i discepoli a pregare
perché non entrino nella tentazione. E’ perché Gesù prega per
la sua chiesa che anche l’errore
non è senza speranza. Pietro cade, indubbiamente, ma non per
questo viene lasciato cadere da
Dio. La grazia di Dio non toglie
la possibilità di errore, ma permette di correggerlo. Non elimina la possibilità di peccato, ma
lo fa riconoscere e dà la possibilità di conversione. La preghiera
di Gesù esprime ancora una volta la sua solidarietà con gli uomini e perciò è annuncio di perdono, è annuncio di risurrezione.
E’ con questa fiducia che le nostre chiese possono prendere decisioni anche difficili e pesanti. E’
con la speranza che se le nostre
decisioni dovessero essere sbagliate, pure una risurrezione è
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Questo coraggio di osare le nostre chiese lo hanno avuto, credo,
quando nel medioevo hanno rifiutato ogni forma di violenza e
lo hanno avuto quando nell’inverno del 1560-61 i ministri e i
sindaci della Val Pellice decisero
che nessuno « si difendesse con
l’armi, ma che ognuno si ritirasse alle più alte montagne et
che, perseguitandoli gli inimici
fin là, allora si prendesse quel
partito e si seguitasse quel consiglio che haverebbe piaciuto a
Dio di dar loro'», come dice il
Lentolo: Lo stesso coraggio di
osare lo hanno avuto gli evangelisti del secolo scorso creando
una rete di scuole attraverso la
penisola e lo hanno avuto anche
le generazioni successive che
quelle scuole hanno chiuso. Lo
hanno avuto coloro che hanno
aperto orfanotrofi e convitti e
quelli che li hanno trasformati.
Lo hanno avuto i molti giovani
che hanno costruito Agape, quelli che vi lavorano. Quelli che hanno creduto che gli istituti della
chiesa dovessero essere « stimolo
e surroga » nei confronti dello
stato e quelli che cercano in collaborazione con le istanze pubbli
che di rendere un servizio autentico a chi ne ha bisogno. Chi di
noi oserebbe dire che qualcuna
di queste scelte non è stata ricerca di dare una risposta fedele, di
fornirsi di strumenti utili per la
predicazione? O chi oserebbe dire che non siano stati o non vengano oggi commessi errori? Tutta la nostra realtà di chiesa è
compresa in questa speranza, che
il Signore non permetta che la
nostra fede venga meno e che ci
converta dai nostri errori.
Ma al di là di questa speranza,
qual è il criterio per essere preparati, per non essere indifesi?
Credo che dobbiamo essere innanzitutto in chiaro su una co-_
sa: la risposta giusta non è mai
nostra. La nostra risposta è solo
sempre quella di Pietro: sbagliata. E sbagliata proprio perché nòstra. Giusta può essere solo la risnosta di Dio. Non la mia
volontà, ma la tua sia fatta!
Noi osiamo come creature libere, ma consapevoli che la libertà senza obbedienza è arbitrio. E
che l’obbedienza senza libertà è
schiavitù, come diceva Bonhoeffer. L’uomo responsabile, che deve osare agire nella libertà come
uno che si sa legato a Dio,
non trova la sua giustificazione
né nella sua libertà né nel suo legame, ma soltanto in colui che lo
ha posto in questa situazione,
umanamente impossibile, e che
gli chiede di agire. L’uomo responsabile offre se stesso e la sua
azione a Dio. ’
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4
V
4 vita delle chiese
29 giugno 1984
IN MARGINE ALLA CONFERENZA DEL PRIMO DISTRETTO
Manca ancora un chiaro indirizzo programmatico sul futuro - La proposta di un referendum
Quando gli amici riformati ci
chiedono notizie della nostra
« Conferenza distrettuale » spicciamo subito che si tratta di
un « Sinodo règiooale ». E non è
soltanto questione di definizione
ma d[i sostanza. Da alcuni anni
* ormai ci siamo accorti che la nostra conferenza ha subito cambiamenti profondi; mantiene ancora — e questo andrà accuratamente difeso — il carattere di
incontro fraterno in cui ci si
scambiano idee, preoccupazioni,
in cui si incontrano amici e fratelli, ma la cornice ed il clima in
cui ciò avviene sono mutati.
Quest’anno — e la cosa non è
rmicamente attribuibile al progettone dell’asilo per anziani di
S. Germano Chisone — gli ele
menti di disagio, di smarrimens. to, di difficoltà nel pervenire ad
una visione complessiva e ragionata dei problemi in discussione,
hanno raggiunto il livello di
guardia. Ed è giusto preoccuparsene. La conferenza è sempre
più difficile, sostengono i laici ed
anche i pastori, ed è vero. E’ un
■momento terminale di un processo di lavoro in cui si tratta di tirare le fila, prendere delle decisioni, osare guardare al futuro.
E le questioni appaiono oggi in
un quadro di crescente problematicità, le decisioni difficili e
sofferte perché si nresentano
spesso senza alternative o come
alternative obbligate.
E’ stato quest’anno il caso dell’asilo di S. Germano, ma non si
tratta di un caso isolato. O si
riinventa e ricostruisce tutto o
si chiude.
Che dire di fronte ad una simile alternativa? Chi osa contestare la bontà di questo progetto? Nessuno. Inversamente, chi
ha potuto approvare il progetto,
pur con le condizioni precise presentate all’assemblea, senza esitazione, senza avvertire che il
proprio sì non era un sì senza
riserve, interrogativi e preoccupeurioni? Giorgio Tourn ha usato
im’immagine che potrà apparire
un po’ esagerata, ma che dice bene la situazione in cui noi prendiamo le nostre decisioni in campo diaconale: il nostro fronte
diaconale alle valli (ma potremmo senza difficoltà estenderlo
all’intero paese) è ormai un fronte che ha assunto una tale ampiezza che in termini militari è
paragonabile ad un paesino come la Svizzera che dichiara guerra airUnione Sovietica... Come
non condividere questa valutazione? Ciononostante, pur in
mezzo a perplessità e preoccupazioni, di fronte allo spauracchio della chiusura, si va avanti.
Perché poi dovrebbe essere l’unica casa per anziani delle valli
Chisone-Germanasca a dover
chiudere e privare di un servizio
essenziale le chiese ed il territorio? Qualcuno comincia però a
domandarsi se stiamo veramente andando avanti o se non stiamo ormai sull’orlo del precipizio...
L’ampiezza sproporzionata del
nostro fronte diaconale pone almeno due grossi interrogativi di
fondo: l’uno relativo alla nostra
identità e l’altro relativo ad una
strategia di intervento.
Circa l’identità del valdese valligiano direi che essa è difficilmente definibile a prescindere
da una identificazione con questa o quella opera diaconale; l'impegno dei membri più attivi delle nostre chiese si riscontra, non
a caso, nella partecipazione ad
uno o più comitati di gestione
delle opere o commissioni distrettuali. Dimmi in quanti comitati sei presente e ti dirò il
^ado di impegno nella chiesa...
siamo sempre niù comitatodipendenti, in positivo e in negativo.
Per questo non mi pare che sia
sostenibile l’ipotesi dell’amico
Andrea Ribet (Eco-Luce n. 18) se
condo cui la nostra chiesa, in
questi ultimi dieci anni, ha privilegiato il momento della predicazione e della formazione a
scapito della diaconiai Più che di
ima « parola scatenata » bisognerebbe parlare di « diaconia selvaggia », non coordinata, improvvisata; non a caso oggi si comincia a scorgere errori di prospettiva e di investimenti, in una
realtà in cui si avverte — con
cattiva coscienza — di dover cominciare a porre delle alternative, a dire dei sì e dei no. Interrogarci sull’identità, in questo ordine di questioni, significa,
purtroppo, prendere atto della
scarsa incisività della nostra predicazione che sembra muoversi
al di fuori del raggio di interessi
e di tendenze che animano molti
membri volenterosi delle nostre
chiese. La nostra concezione della
diàconia è troppo concentrata
sulla chiesa e non abbastanza sul
mondo, c’è sproporzione tra gli
investimenti nelle strutture e
gli investimenti sulle persone ed
è precisamente su questo terreno che il dipartimento diaconale dovrebbe poter intervenire efficacemente con nuove indicazioni.
Alcuni laici hanno fatto notare in conferenza che ormai la
nostra chiesa alle valli offre un
numero non indifferente di posti di lavoro; il che è vero. Restringere il fronte significherebbe licenziamenti. Ma è pur vero
che questa chiesa che chiede nuovi pastori e ohe non è in grado
di coprire il loro costo, dovrà
anche decidere che cosa è prioritario e nel caso decida di mantenere ed ampliare il fronte diaconale dovrà, consapevolmente,
ridurre il numero dei pastori che,
tendenzialmente, propendono per
una delimitazione di questo fronte.
Il problema dell’identità si collega strettamente a anello della
CRONACA DELLE CHIESE DELLE VALLI
colarmente significativo di quella comunione a cui il Signore ci
chiama.
Gita di chiesa
Ospiti dal Baden
SAN GERMANO — Due pullman di sangermanesi si sono diretti a Rorà, in occasione della
gita della Scuola domenicale, domenica 3 giugno. Il tempo, infame, ci ha impedito di visitare la
Gianavella e di rimanere all’aperto. Tuttavia gli amici di Rorà ci hanno accolto molto calorosamente e la sala ben riscaldata ci ha permesso prima di
tenere il culto con i nostri ospiti, poi di svolgere un ricco programma di giochi coi ragazzi. La
giornata è perciò perfettamente
riuscita, grazie all’impegno delle
monitrici, che ringraziamo qui
per tutto il lavoro svolto lungo
l’anno. Grazie anche agli anziani
Ileana Lanfranco e Franco Avondet, che hanno tenuto il culto a
San Germano.
scono in mezzo a noi) e di Mauro Rivoir e Denise Besson (che
si stabiliscono al Roc di Prarostino). A questi giovani sposi
l’augurio fraterno di una vita in
comune ricca della presenza e
della guida del Signore.
letto deputati al Sinodo Desy
Ayassot e Gianni Catalin; supplente il sig. Albert Lazier.
Battesimo
• Ai coniugi Guido e Maria
Garnier, che hanno ricordato il
50° aimiversario del loro matrimonio insieme ai loro familiari,
l’augurio fraterno di ogni benedizione nel Signore.
VILLAR PEROSA — Il culto
del 3 giugno è stato presieduto
dalle sorelle Ina Bessone ed Emma Costantino, membri del Concistoro, perché il pastore era
impegnato alla Conferenza Distrettuale.
POMARETTO — Domenica 27
maggio è stata battezzata la piccola Luana Breuza di Dario e di
Genre Alba di Pomaretto. Lo
Spirito del Signore sia la protezione e la guida costante della
piccola Luana. A lei ed ai genitori gli auguri della comunità.
• In occasione del culto di
Pentecoste Renato e Ada Barai
hanno voluto sottolineare la loro
riconoscenza al Signore, per il
privilegio di poter festeggiare le
nozze d'oro.
• Sabato 16 giugno è stato
benedetto il matrimonio di Valdo Tron e Odetta Peyronel. La
comunità augura a questo nuovo
focolare iniziato sotto lo sguardo del Signore, felicità e bene.
• La Chiesa è grata al Coro
ed al Gruppo Plauti dei giovani
di Villingen (Germania) ed agli
amici del Coro Alpino Val Penice per i concerti presentati rispettivamente nelle serate di domenica 10 e di sabato 16 u.s.
A tutti un grazie per il messaggio rivoltoci ed il nostro arrivederci.
• Al culto del 27 maggio ha
partecipato un gruppo di giovani del Baden, che si preparano
al servizio diaconale; al culto di
Pentecoste erano con noi alcune famiglie di Zuffenhausen
(Stoccarda), guidate dal signor
Gustav Armingeon. Questi due
gruppi sono stati ospiti del Convitto-Foresteria.
Battesimo
« L’Unione femminile ha concluso la propria attività con un
periodo molto intenso: bazar il
13 maggio, gita a Ginevra il 16,
incontro con l’Unione di Frali
il 23, collaborazione al buffet di
Pentecoste ’84 a Pomaretto.
• Richetu Rostan ci ha lasciati dopo una breve malattia, ne
siamo rattristati, ma siamo certi che il Signore è vicino ai suoi
cari.
• Ricordiamo che i culti hanno
inizio alle ore 10.
• Alcune famiglie della comunità hanno vissuto delle giornate gioiose in occasione del matrimonio di Danilo Avondet e Loredana Martinat (che si stabili
• Due lutti sono venuti a portare dolore in due famiglie: ci
hanno lasciati Romano Celegato
deceduto nella sua abitazione in
Inverso Rinasca aU’età di 55 anni e Maria Antonietta Balme deceduta dopo lunghe sofferenze
nella sua abitazione in Penosa
Argentina all’età di 84 anni.
Ai familiari in lutto ed ai parenti tutti la simpatia cristiana
della comunità.
BOBBIO PELLICE - Domenica 3 giugno la omunità si è
raccolta con simpatia attorno a
Marco e Lorena Volpe che hanno presentato il loro piccolo Stefano per essere battezzato. Al
bambino e ai genitori il più
caldo augurio di una vita benedetta dal Signore.
• Il 12 maggio si sono uniti in
matrimonio nel tempio Luciano
Avondetto e Uva Rostan. Agli
sposi, che si stabiliranno a Prarostino, rinnoviamo gli auguri
di tutta la comunità.
Deputati al Sinodo
VILLAR PELLICE — L’Assemblea di Chiesa del 17 u.s. ha e
• Domenica 10 giugno il nostro
culto di Pentecoste ha visto la
partecipazione di una quarantina di fratelli e sorelle della chiesa tedesca di Villingen che hanno allietato il nostro culto con
inni e concerto di flauti. La Santa Cena che abbiamo celebrato
insieme è stata un segno parti
• Sabato 16 giugno, nel tempio dei Chiotti, è stato celebrato
il funerale della sorella Ghigo
Maria Maddalena ved. Peyronel.
Ai Agli Adriano e Susanna e alle loro famiglie esprimiamo il
pensiero solidale della comunità. Nella sua lunga vita, la loro
madre ha conosciuto molte sofferenze, ma è stata anche una
valdese dalla fede profonda, radicata nella Parola di Dio.
VILLAR PELLICE
Identità valdese e strategia d’intervento
Far musica
strategia. Quali obiettivi ci poniamo e con, quali mezzi pensiamo di raggiungerli? Anche su
questo terreno manca la chiarezza iniziale, condizione essenziale
per proporre una strategia. A
ben guardare la nostra chiesa,
pur parlando di strategia, di
priorità, ha poi deciso questo
programma: tutto è prioritario.
E’ prioritario l’ospedale ma anche la scuola, lo sono gli anziani
ed anche i minori. Ed è qui che
ci stiamo dissanguando e mordendo la coda. Lasciando completamente scoperto il terreno rispetto al quale riceviamo oggi le
massime sollecitazioni: l’ambito
della cultura. Cultura che certamente ha degli addentellati con
le quattro direttive del nostro
fronte diaconale, ma che non basta da sé a pronorsi come eie-,
■ mento di studio, di formazione
e di stimolo per un corpo ecclesiastico e sociologico che ha bisogno di nrofonde cure in questo
settore.
Che dire di questo atteggiamento che manifesta ormai tutta
la sua debolezza? Se io dovessi
indicare delle scelte, delle priorità, le indicherei in questa prospettiva: a) definire in tempi
brevi gli interventi che riteniamo essenziali nel quadro della
■formazione dei laici; b) mantenere, qualificare e rafforzare il
nostro impegno nel quadro della
diaconia verso gli anziani e verso i minori; c) prevedere un
graduale distacco, ora che la situazione appare delinearsi con
maggiore chiarezza, della nostra
gestione cunministrativa degli
ospedali, con convenzioni possibili e ragionate con l’ente pubblico. Una riflessione approfondita delle nostre chiese, perché
no, tipo referendum, sulle priorità che andranno definite in questi anni, è un’esigenza che non
potrà più essere rimossa.
Ermanno Genre
Un gruppo eterogeneo, forse un po'
eccentrico, diciamo pure stravagante,
ai primi di ottobre si è messo a lavorare p>er imparare a far musica. E’ stata
una scommessa. Lavorare insieme, iavorare su dei testi (pochi e brevi) e
cominciare a far musica, la scommessa
è stata cominciare da zero e provare, per altri (gii ex membri delia corale di Vlllar-Bobbio) la scommessa è
trovare la voglia di ricominciare da zero, dopo molti anni di esperienza ceraie. La scommessa l'ha fatta anche Dino
Ciesch, ii direttore, che ha sceito di
ricominciare dalle aste e dall’alfabeto
per riscoprire la musica insieme ai
suoi amici-allievi.
li 1S giugno nelia saia di Viilar, il
gruppo ha proposto agli ospiti tutto il
frutto dell'attività coiiettiva di un anno:
paté, insaiate russe con decorazioni a
pentagramma, peperonate, acciughe,
macedonia e, insieme, quattro canti che
rappresentano non un saggio, ma una
sintesi dei lavoro di apprendimento
svoito finora.
Niente ufficialità, niente pretese. Una
serata diversa anche perché si è mangicito tra canti cinquecenteschi e i discorsi ufficiaii sono stati tanto gradevoil quanto brevi, tra un giro ai buffet
e l'altro. Il pubblico, fatto di pastori,
musicisti e amici di famiglia, non ha
trO‘/ato nulla da ridire all’esecuzione
ed ha apprezzato l'intento: creare (in
silenzio) un gruppo corale in grado
(calma, calma, non c'è fretta...) di riproporre la tradizione musicale protestante con taglio esegetico e solide
basi tecniche (chi vivrà vedrà).
Dino Ciesch presenta l'iniziativa,
fuor di retorica, proponendo - un modo serio di far musica », che non trascura « la buona volontà e l'entusiasmo », ma per farli diventare strumento di apprendimento e studio accurato.
Michael Elser, Bezirkskantor (Responsabile regionale per la musica sacra)
di Karisruhe, che da anni frequenta assiduamente le Valli e segue con interesse le nostre attività musicali, riscontra una "sonorità” del gruppo qualitativamente più pregevole rispetto a
quella degli anni precedenti e mette in
evidenza lo sforzo di Dino Ciesch nel
costruire un’attività di studio musicale
con dilettanti che operano poche ore
alla settimana. Ricorda che in Germania vi sono due scuole con un'impostazione simile, ma entrambe per professionisti impegnati otto ore al giorno.
Franco Giampiccoli, anche a nome
dell’Associazione Informazione Protestante, ringrazia Dino Ciesch per la
collaborazione offerta all'A.I.P. e si augura che il nuovo gruppo possa arrivare con il suo lavoro ad essere strumento di « informazione protestante »,
così come lo era stata la precedente
corale con la produzione del disco su
Lutero nel 1983. P. C.
29 GIUGNO
Visita USA
Un gruppo di valdesi della Carolina
del Nord e di altre località degli Stati
Uniti sta per giungere nelle nostre Valli, guidato dal pastore Mckeiten, di Clinton, N.C.
Saranno una sessantina di persone e
giungeranno a Tbrre “PêTlice con due
pullman da Ginevra venerdì prossimo
29 giugno verso le ore 17 e prenderanno alloggio presso l'Hôtel Gilly,
Come avvenne alcuni anni fa, in circostanza analoga, chiediamo a tutti coloro che possono rendersi disponibili,
di trovarsi verso quell'ora davanti all'Hòtel Gilly, per accogliere i graditi
ospiti al loro arrivo, salutandoli con
canti di gioia. Sarà possibile avere un
gruppo corale che guidi i nostri canti?
Lo speriamo di tutto cuore.
Comunichiamo il programma che il
gruppo intende svolgere:
Sabato 30 giugno: mattino: Museo,
Casa Valdese, Collegio e Torre Pellice;
pomeriggio: Viilar, Bobbio, Sibaud.
Domenica 1° iuglio: mattino: Culto
nel Tempio di Torre Pellice; pomeriggio: Luserna S. Giovanni e le sue opere sociali,
Liinedi 2 luglio: Visita alla’Valle di Angrogna.
Martedì 3: Prali, Agape, Pomaretto,
Viilar Perosa, S. Secondo.
Mercoledì 4: giornata libera a disposizione per incontri con parenti ed amici.
Giovedì 5: il gruppo proseguirà per
Milano.
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29 giugno 1984
vita delle chiese 5
IN VISTA DELLA PROSSIMA SESSIONE, 26-31 AGOSTO
¥
ti
Una proposta per il Sinodo
Anche se mancano ancora diverse settimane all’apertura dei
lavori sinodali vorrei invitare a
riflettere un momento sullo svolgimento pratico di tali lavori,
per i quali ogni anno, a mio parere, ci si imbatte in due nodi
che ritengo vadano sciolti al
più presto afiBnché non diventino due cappi. Mi riferisco alle
votazioni ed ai verbali.
Votazioni: la maratona delle
votazioni il venerdì pomeriggio
diventa uno stress da infarto per
chi, giustamente e seriamente,
considera il Sinodo terminato
con la lettura degli atti, e una
possibilità di anticipo di partenza per chi, impropriamente,
ritiene il Sinodo chiuso dopo
reiezione della Tavola e il discorso del Moderatore. Secondo me
si potrebbe ovviare a quanto sopra esposto con la seguente procedura :
a) elezione dei comitati al
termine della discussione del relativo settore (CIOV-CdE/CIOV,
Facoltà, OPCEMI et similia);
b) demandare alla Conferenza Distrettuale del l Distretto l’elezione del comitato del
Collegio con, eventuale, ratifica
da parte del Sinodo. Attualmente, in pratica, il Sinodo vota una
sfilza di nomi, sconosciuti alla
maggioranza, mentre il I Distretto, essendo formato solo da
Chiese delle Valli, conosce molto più a fondo persone e situa
zioni per cui può votare con
maggiore cognizione di causa;
c) il venerdì, quindi, resterebbero solo le votazioni per reiezione della Tavola, della relativa Commissione d’Esame e la
designazione del Presidente per
la sessione successiva.
Verbali, croce e delizia di chi
accetta di compiere questo servizio. Rnora i verbalisti sono
stati scelti, in base ai regolamenti fra i deputati, sottraendoli di
fatto alla possibilità di partecipare alle discussioni in aula. Nella sessione del 1983 la Tavola
ha affiancato la segreteria eletta
dal Sinodo da una staff, ma non
è questo il modo di risolvere il
problema ed evitare di assistere, all’apertura dei lavori sinodali, a queirinverecondo sistema
di sfuggire all’ingrato compito
con ogni sorta di pretesti, non
certo degni di chi afferma, a parole, di essere pronto a servire.
Anche qui, secondo me, sarebbe
opportuno modificare nel seguente modo i regolamenti:
a) dare incarico alla Tavola
di reperire, attraverso le comunità, i verbalisti, facendo un
elenco ben nutrito di uomini e
donne che, a rotazione, di anno
in anno assolvano a tale compito evitando così anche di non
ricorrere sempre alle stesse persone e, guarda caso, solo donne
(nella nostra chiesa alcune parti del N.T. vengono ignorate).
I 4 verbalisti prescelti per la
sessione sinodale dovranno essere convocati dalla Tavola in
tempo utile per assicurarsene la
presenza ;
b) all’apertura del Sinodo si
dovrà procedere all’elezione del
seggio nelle persone del Presidente, Vice-Presidente, Segretario/a (agli atti). Assessori, chiedendo, eventualmente, la conferma dei vice-segretari (4 verbalisti);
c) affiancare il seggio con
una staff di supporto (3-4 persone efficienti) per lo svolgimento dei « lavori » d’ufficio di segreteria durante il Sinodo; detta staff potrebbe essere formata o dalla normale segreteria
della Tavola o, se ciò non fosse
possibile per consentire al predetto personale l’usufruimento
delle ferie, dai pastori esclusi
per sorteggio dalla composizione del Sinodo e/o da membri
(uomini e donne) delle chiese di
Torre Pellice e limitrofe.
Dato che la variazione della
regolamentazione dei lavori sinodali deve passare attraverso
un iter ben preciso, mentre chiedo di riflettere sopra quanto
esposto, propongo di sperimentare, già nella prossima sessione, queste innovazioni votando,
all’apertura del Sinodo, la sospensione dei relativi articoli
del regolamento.
Mirella Scorsonelli
MANIFESTAZIONE A CAMPOBASSO
Due temi per
l’evangelizzazione
Il 20 maggio si è svolta a Campobasso una « Manifestazione
evangelistica » nell’ambito delle
attività del XII Circuito, con la
collaborazione della chiesa battista locale. Numerosa la partecipazione degli evangelici provenienti non solo dalle chiese del
Circuito, ma anche dalla chiesa
battista di Pozzuoli, battista e
valdese di Napoli.
La manifestazione si è articolata in due tempi: in un primo
momento si sono formati due
gruppi di discussione intorno a
due interessanti argomenti: « Gli
evangelici e la religiosità popolare »; « Trasformazione del Sud
e cambiamento di mentalità ».
Questi due argomenti si inserivano nel contesto più ampio di
una parola di speranza ohe le
chiese hanno inteso annunziare
in pubblica piazza: « Io faccio
nuove tutte le cose » (Apoc. 21).
I vari interventi mettevano in
evidenza come sia la religiosità
popolare sia la trasformazione
che, bene o male, si va operando
anche nel Molise, vanno di pari
passo molto spesso con rassegnazione, delega e mediazione a
vari livelli, rifugio nell’individualismo più esasperato da parte
della maggioranza, notevole difficoltà ad adoperarsi per delle so
luzioni socialmente valide per la
collettività tutta.
Un secondo momento è stato
dedicato airintervento del Prof.
Domenico Maselli sul tema: « Gli
evangelici nel Mezzogiorno: il
senso di una presenza ». L’oratore, dopo aver illustrato il fatto — non sempre noto — dell’esistenza di chiese evangeliche
nel Mezzogiorno e del loro contributo ad una crescita democratica, culturale e religiosa del paese, ha sottolineato la necessità
ancora oggi di avere dei « soggetti nuovi » che si facciano portavoce della predicazione di quell’evangelo che libera l’uomo dai
falsi rapporti con Dio e con il
prossimo.
Durante lo svolgimento del
programma — intercalato da brani musicali per organo ed oboe —
abbiamo potuto notare un certo
numero di persone « non evangeliche » interessate ai vari argomenti: alcune più coraggiose ohe
si sono avvicinate con interesse,
altre più timide che si sono fermate ad ascoltare a « debita distanza ».
E’ il caso di ricordare le parole
dell’Apostolo: « Comunque... Cristo è annunziato; ed io di questo mi rallegrò e mi rallegrerò
ancora » (Filip. 1). D. C.
CORRISPONDENZE
Professioni di fede, gioia per le chiese
MILANO — Domenica 3 giugno la Chiesa Metodista di Milano ha vissuto un giorno di festa
e di particolare gioia. In un clima di autentica fraternità e di
viva commozione sono stati battezzati: Jacopo Costa (anni 18),
Raoul Cavanna (20), Luca Benecchi (19). E’ stata confermata
Erica Romano (18 anni). Sono
stati ammessi tre sorelle e tre
fratelli provenienti dal cattolicesimo: Marsicano Anna, Pesce
Mario, Proto Dovyse, Ripamonti Ennio, Ribaudo Salvatore, Bonura Francesca.
La chiesa si è così arricchita
di dieci nuovi membri che, con
i loro specifici doni, potraimo
contribuire alla sua crescita e
potranno aggiungersi alla schiera dei testimoni dell’Evangelo di
Gesù Cristo.
Le sorelle ed i fratelli provenienti dal jiattolicesìmò hànilo
motTvàia "singolarmente al Consiglio di Chiesa la loro scelta,
mentre i quattro giovani hanno
preparato un documento che
hanno anche illustrato durante
il culto. In questo documento
si legge, fra l’altro ; « Ci siamo
resi conto che il battesimo e la
confermazione, oltre ad essere
una testim.onianza di fede verso
Gesù Cristo, lo è anche nei confronti della chiesa per la quale
abbiamo deciso di impegnarci
attivamente. Tra le varie possibilità di contributo attivo alla
crescita della comunità stessa
abbiamo sviluppato l’idea di interessarci, a partire dal prossimo anno, come gruppo nel suo
insieme, all’insegnamento del catechismo ai ragazzi, più giovani
di noi ».
• Festa della fraternità e della fede a Pentecoste per la Chiesa valdese che ha accolto 10 adulti provenienti dalle più diverse
esperienze di ricerca: Claudio
Barlucchi, Karen Bunc. Angela
Defìlippis Caliano, Àda Den
Haam Maria Luisa Figini Ghini,
Giuseppe Orsini, Gaetano Palombo, Elsa Paoli, Franco Sala
e Sergio Treichler hannó confessato la fede in Gesù Cristo
Salvatore e Signore impegnandosi insieme alla comunità nella
testimonianza comune di Cristo
nella città di Milano.
Saluto al pastore
Giovanni Scuderi
ROMA — Domenica 10/6, giorno di Pentecoste, sono stati ammessi in Chiesa undici nuovi
membri nella chiesa di via IV novembre: sette catecumeni evangelici e quattro adulti di origine
cattolica. Essi sono: Marco Barili, Deborah Confortini, Laura
Daudé, Alessandra De Pasquale,
Emilio De Pasquale, Andrea Lanzani. Marco Tron, Teresa Andreozzl Castorina, Giorgio Denaro, Maria Grazia Denaro, Giovanni De Pasquale.
Il pastore Scuderi ha parlato
sul testo I Corinzi 12: 27. E’ stato un momento di grande gioia.
Il tempio era gremito. Sia i confermandi nelle loro promesse
che il pastore nella predicazione, hanno sottolineato che avere parte nella Chiesa significa
assumere personalmente e responsabilmente il proprio posto
nel servizio che la Comunità ha
da rendere a tutti nel nome di
Cristo. Infatti non si aderisce e
non si appartiene a una Chiesa
ma si è Chiesa con gli altri. Di
ciò la Comunità ha preso coscienza ancora una volta stringendosi con commozione e affetto attorno ai nuovi membri
e rivolgendo a Dio la preghiera
per loro affinché le promesse
fatte possano essere mantenute
con l’aiuto dello Spirito.
Domenica 17 giugno la Comunità si è riunita attorno al pastore Giovanni Scuderi e alla sua
famiglia per esprimergli affetto
e gratitudine per il lavoro svolto
nei suoi quattordici anni di ministero. Il pastore Scuderi infatti è giunto fra noi nel 1970 ed
ora ci lascia per andare a servire il Signore in altra comunità. Egli ha lavorato in mezzo a
noi in tempi difficili, diffìcili perché viviamo in un’epoca di se
colarizzazione che ci trova ancora tutti in un certo senso impreparati. Questo fenomeno colpisce soprattutto le minoranze.
Il pastore Scuderi ha lavorato
affinché i lontani non si sentissero isolati e i vicini continuassero a sostenere con tutte le loro forze la nostra presenza nella città. Il suo ministero ci ha
permesso di penetrare in ambienti nuovi: scuole, circoli culturali e religiosi che prima erano al di là del nostro orizzonte.
La Bibbia è stata sempre al centro di ogni sua preoccupazione,
nella certezza che nulla ha senso se non è fondato su di essa.
In mezzo a noi il pastore Scuderi ha vissuto momenti particolarmente significativi, come
quello del centenario del nostro
tempio e momenti di crisi dovuti al nostro essere comunità
di minoranza e di diaspora. La
Comunità gli è grata per la fedeltà del suo impegno e il nostro augurio lo segue nel suo futuro campo di lavoro. Al pastore Giovanni Conte, che sarà tra
noi dal prossimo autuimo, auguriamo che possa lavorare con
gioia in modo da renderci tutti
partecipi dei frutti dei doni che
il Signore gli ha concesso. A lui
e alla sua famiglia porgiamo un
sincero benvenuto fra noi.
Battesimo
NAPOLI — I cristiani di Antiochia (Atti 13: 52): «erano pieni di allegrezza e di Spirito Santo » ; allo stesso modo è apparsa la comunità valdese di Napoli, proprio nella domenica di
Pentecoste; nel giorno, cioè, della miracolosa manifestazione della promessa presenza del Cristo su tutti i credenti; durante
il culto, «pieni di allegrezza» si
è pregato e ringraziato il Signore per la confessione di fede della giovane sorella Emma Olivieri (figlia di un membro del concistoro) che aveva chiesto di
essere battezzata secondo il rito
(contemplato" dalla liturgia valdese) dell’immersione. Il pastore Carcò, nel sermone e nell’at
to di donare, a nome della Comunità, la Bibbia, ha ricordato
alla nuova sorella che il Battesimo rappresentava per la battezzanda, un pegno e per tutti
i presenti un impegno di continua dedizione alla causa dell’Evangelo.
La fedele testimonianza mostrata da Emma, fin da piccola,
alla Parola, è stata conferma,
ancora una volta, che chi lotta
col Cristo ha scelto «la miglior
parte che non le sarà tolta», ed
è pure apparso chiaro, alla comunità e a coloro che per la
prima volta assistevano al rito,
la veridicità dell’espressione
paolina intorno al battesimo, di;
« essere sepolti, cioè, nell’acqua
per poi risuscitare» (Romani
6: 4).
L’allegrezza dei credenti «pieni dello Spirito Santo» non è
consistita, certo, nella «forma»
scelta del battesimo ma nella accettazione personale e nella bella
testimonianza di Emma Olivieri,
resa a Dio e, pubblicamente, davanti alla numerosa assemblea
dei credenti.
Contro e più
FORANO — Con l’assemblea
di chiesa del 13 maggio, l’assemblea di Circuito del 3 giugno ed
il culto con confermazioni del
10 giugno, la chiesa di Forano
ha ultimato il ciclo degli atti nell’ambito dell’anno ecclesiastico.
Con libertà e responsabilità si
è guardato all’anno trascorso e
a quello che ci sta di fronte. Contro l’isolamento, contro la cultura di riti e devozioni dominanti
nella zona, contro il plagio dei
mezzi di stampa e televisione abbiamo la consapevole affermazione assembleare di « Più partecipazione, più servizio, più
ascolto personale e comunitario
della Parola di Dio».
L’incontro delle delegazioni
delle chiese, visto sotto il profilo comunitario, è stato un momento molto vivo. All’àgape fraterna hanno partecipato circa 80
persone e nel pomeriggio si è
avuto anche un piccolo bazar e
rinfresco organizzato dalle sorelle di chiesa.
Come già per l’anno scorso, a
Pentecoste abbiamo avuto la
gioia di accogliere nella nostra
comunità giovani che chiamati
dallo Spirito Santo di Dio hanno confessato pubblicamente la
loro fede.
Vogliamo ricordare con simpatia i nomi dei confermati di
quest’anno; Carapacchio Laura,
Finozzi Rosalba, Scarinci Paolo.
Libertà nella responsabilità,
comunione con le chiese sorelle,
testimonianze di fede, tre momenti che la comunità di Forano ha vissuto nella allegrezza
della presenza del Signore.
Stefano Matacchione
CAMPOBASSO — Il 20 maggio si sono svolti nella nostra
chiesa i funerali del fratello Stefano Matacchione. La sua scomparsa ci ha colti di sorpresa e
ha destato in tutti viva commozione ed affettuosa partecipazione al dolore di tutti i suoi familiari ; partecipazione tanto più
viva e fraterna in quanto nello
stesso giorno si era impegnati
a proclamare pubblicamente la
nostra speranza in Colui che fa
« nuove tutte le cose ».
Alla luce di questo « nuovo »
che Dio opera, lo stesso Autore
dell’Apocalisse ci annuncia : « Dio
stesso sarà con loro e sarà loro
Dio e asciugherà ogni lagrima
dagli occhi loro e la morte non
sarà più; né ci saranno più cordoglio, né grido, né dolore, poiché le cose di prima sono passate» (Apoc. 21).
Ricordiamo questo nostro fratello per la genuinità della sua fede e per l’interessamento che dimostrava per la vita della chiesa, anche quando, da alcuni anni. la malferma salute lo aveva
costretto a rimanere in casa.
Italo Bolley
SUSA — E’ deceduto Italo
Bolley, ex diacono . della comunità, all’età di 78 anni. Il funerale ha avuto luogo il 5 giugno
u.s. alla presenza di moltissimi
parenti, amici e fratelli in fede
battisti e valdesi. Nella speranza della risurrezione e vita eterna che abbiamo da Dio in Cristo, la comunità esprime ancora una volta ai familiari la sua
simpatia fraterna.
6
6 obiettivo aperto
29 giugno 1984"
ANNO LUTERANO,
Per fare il bilancio delle numerosissime iniziative con cui è stato ricordato
il 500° anniversario della nascita di Lutero abbiamo rivolto tre domande a
Duali aspetti positivi?
Giuliana Gandolfo
li L’impressione generale è stata di
il jin enorme interesse, al di là di ogni
j ìlspettativa. Sembra che l’Italia ab¡•ia scoperto Lutero in quest’anno
I luterano. Ambienti cattolici, laici,
liyangelici, misti, nelle città e nei
i iiìccoli paesi, nelle strutture più dii iparate : dall’ambiente strettamen¡je evangelico, a strutture culturali
jittadine, sale varie, organizzazioni
lattpliche o di matrice cattolica,
icuole, centri culturali, ovunque c’è
;tota una notevolissima partecipajione di pubblico, grande attenzio|ie, vivacità nel dibattito. Spesso la
liscussione ha dovuto essere interotta per il tempo ampiamente fuoi dall’orario previsto.
L’interesse era per un Lutero sco.osciuto o mal conosciuto, il desiBrio di sapere di più, e di «rivaJtare » la figura del Riformatore
bnsegnata in modo troppo altera
0 dalla storiografia e dalla comule mentalità italiana. E* emerso
he solo le persone più attente, anhe fra quelle professionalmente
;iteressate all’argomento (cattolici
d intellettuali laici) erano al corente di una nuova lettura, anche
àttolica, di Lutero. Quindi ima
:ovità, una scoperta.
Interesse vivo per Lutero, nella
lua personalità, vita, teologia, lot!b riformatrice, per la sua fede, gejlalità, coraggio, perseveranza. Pajecchie le domande e critiche nei
jonfronti del «compromesso polliico » con i Principi e la posizione
;i Lutero nella guerra dei contajini.
j Ripetute reazioni, in ambienti dijersi (anche colti) per non aver rijrovato la figura del « monaco riielle» come presentato dalla traditone e cultura cattolica, (ma anihe laica) italiana. Quindi accuse
jl aver «falsato» Lutero nella nojtra esposizione.
1 E’ stata una grande possibilità
culturale, di rimozione di vecchie
concezioni, di informazione, confronto nel dibattito, e tutto questo
molto spesso andava al di là di Lutero, per toccare i punti fondamentali della nostra fede evangelica
(Parola di Dio, giustificazione per
fede, ecclesiologia, etica, concetto
di libertà, rapporto fede - opere,
impegno nel sociale).
Grande è stato anche il valore
ecumenico (nel senso migliore del
termine) delle manifestazioni: attraverso una più approfondita
comprensione di Lutero la possibilità di una maggiore conoscenza
del Protestantesimo.
L’impressione globale è stata di
un forte risveglio di interesse storico-teologico nel pubblico italiano,
spesso di media cultura. La scoperta di una fede « alternativa », viva ancora oggi.
dei testi luterani che venivano discussi. In un momento in cui la
cultura accademica ha tendenza a
rinchiudersi nelle sue istituzioni
abbiamo dunque avuto dei segnali
di novità.
Mario Miegge
Gli elementi positivi dell’« anno
luterano» in Italia sono moltissimi: la grande diffusione delle iniziative, la loro qualità culturale, la
presenza del pubblico, superiore
ad ogni ragionevole previsione, la
intensità delle discussioni. Mi pare
che la forma prevalente delle manifestazioni sia stata quella di cicli
di conferenze o lezioni pubbliche,
spesso a due o più voci, quasi sempre seguite da un dibattito. La formula, felicemente inaugurata dal
convegno della Facoltà valdese di
teologia nel maggio 1982, è stata riprodotta in decine di iniziative.
L’ultimo incontro a cui ho preso
parte (organizzato a Ferrara il 2627 gennaio 1984 dall’Istituto Gramsci e dalla Facoltà di Magistero
sotto il titolo « La rivoluzione luterana») ha sperimentato con successo il trasferimento del « seminario » imiversitario a un pubblico di
duecento persone, mettendo a disposizione in fotocopia una parte
La partecipazione alle discussioni è stata sicuramente facilitata
dall’elevamento del livello culturale medio: i manuali e i testi utilizzati per l’insegnamento della storia e della filosofia nelle scuole italiane sono decisamente migliorati
negli ultimi venti anni. Ma questo
non basta a spiegare l’interesse per
Lutero nel 1983. La consistente partecipazione di molti cattolici, docenti universitari, religiosi e laici,
dipende sicuramente dal nuovo clima confessionale, maturato negli
anni del Concilio Vaticano II. Non
è semplicemente il risultato di quel
mutato orientamento della storiografia cattolica, che è stato ratificato dalle parole molto equilibrate
di Giovanni Paolo II, nel messaggio indirizzato al cardinale Willebrands il 31.10.1983. E’ piuttosto la
conseguenza di questi altri fatti:
la nuova rilevanza che gli studi biblici e la lettura delle Scritture
hanno ottenuto nella formazione
del clero e dei laici; e la concomitante diffusione della teologia protestante di questo secolo (Barth,
Bultmann, Bonhoeffer), una teologia che è sempre orientata alla interpretazione della Parola.
riformatore di Wittenberg nella repressione della libertà dei contadini tedeschi. La vicenda e gli scritti
di Martin Lutero sono un nodo storico estremamente ricco, contraddittorio e drammatico.
Paolo Ricca
Ma l’intensità delle discussioni
intorno a Lutero non è riducibile
a un fenomeno « ecumenico ». La
stampa italiana « di sinistra » è stata molto più attenta di quella « indipendente », riguardo ai problemi
della Riforma del Cinquecento. Lutero, in realtà, non può essere catalogato (e magari archiviato) semplicemente sotto la figura dell’« uomo religioso». Ricordo con gioia
il fatto che, in una serata toscana,
la mia introduzione a questi temi
sia stata tenacemente contestata
da un evangelico battista, che non
voleva che venisse occultata la tragedia del 1525 e che venisse attenuata la pesante responsabilità del
Il primo, e il più importante
aspetto, è stato senza dubbio il fatto che, 500 anni dopo essere nato in
Germania, Lutero, per così dire,
è finalmente nato anche in Italia.
Colui che la Controriforma aveva
bandito dalla coscienza culturale e
religiosa del nostro paese (proprio
come Carlo V lo aveva bandito dall’impero), ha in qualche modo preso la sua rivincita: l’ostracismo è
durato secoli ma alla fine non ha
retto, la Controriforma su questo
punto è stata sconfitta, la cultura
italiana, laica e religiosa, non si accontenta più di caricature polemiche di Lutero ma vuole ascoltarlo
direttamente. Questo dato fondamentale ha conferito alle celebrazioni centenarie nel nostro paese
la loro fisionomia particolare, i cui
tratti salienti possono essere così
individuati : il carattere didascalico-divulgativo delle manifestazioni
(numerosissime) volte non a esaltare Lutero ma a farlo conoscere;
l’eccezionale partecipazione di pubblico tanto maggiore quanto più
organico e completo e articolato
era il discorso; l’iniziativa di assessorati comunali, provinciali, regionali nella promozione o gestione dì
molte iniziative.
Vien snontaneo chiedersi: come
si spiega questa inattesa e imprevedibile « esplosione di interesse »
per Lutero, come l’ha definita il
prof. Agnoletto dell’Università di
Milano? Si possono suggerire due
chiavi di lettura del fenomeno.
La prima è il pluralismo. L’universo religioso degli italiani sta lentamente diventando pluralista. L’Italia sta uscendo, si direbbe per
sempre, da un regime di monocultura religiosa durato per secoli.
L’esistenza non solo di diverse re
ligioni ma anche di diversi tipi di
cristianesimo comincia — non senza fatica — a penetrare nella coscienza dell’italiano medio. Lutero
ha affrontato i temi centrali e cruciali del cristianesimo e chi voglia
davvero occuparsi di cristianesimo,
del suo messaggio e della sua storia, non può semplicemente prescindere da Lutero.
La seconda chiave di lettura è
l’ecumenismo. Ecumenismo signifv
ca, tra l’altro, rilettura in chiavi
non polemica e non confessionale
della storia passata e conseguente
processo di riappropriazione della
intera vicenda cristiana da parte
di tutta la comunità dei credenti.
In questo contesto ’riappropriazione’ cattolica di Lutero non può significare addomesticare il Riformatore per poterselo annettere, ma
comprendere a fondo la sua interpretazione dell’Evangelo ed esporsi al confronto col tipo di cristia»,
nesimo cui essa dà luogo. &
Un secondo elemento positivo
che sembra giusto segnalare riguarda le nostre chiese. In generale esse si sono impegnate molto e bene,
utilizzando a fondo con tempestività ed efficacia l’occasione offerta
dalle celebrazioni luterane. Lutero
è diventato un po’ la nostra bandiera e il simbolo del protestantesimo e della Riforma, anche se
nuest’ultima — come si sa — è un
fenomeno assai più ampio e arti-.^
colato che trascende di molto là**
persona e l’opera del Riformatore
sassone. II piccolo protestantesimo
italiano ha fatto quanto poteva:
comunità grandi e piccole, singoli
credenti ( diversi docenti universitari ma anche persone di cultura
elementare o media), molti pastori
ovviamente, ia Facoltà di teologia,
la Federazione evangelica con i
suoi servizi stampa, radio e TV, ia
Casa editrice Claudiana — tuttii^
hanno degnamente onorato l’appuntamento, lavorando con zelo e convinzione e dimostrando una capacità dì mobilitazione che, pur non
riuscendo sempre a coinvolgere la
base delle chiese, è parsa, almeno
in questa circostanza, notevole.
jf NelVinviare a suo tempo alle chiese un questionario per la valutatone dell’anno
■ ¡iterano promettemmo che avremmo pubblicato l’elenco completo di tutte le mani: istazioni di cui avremmo ricevuto notizia. Mai avremmo pensato che il mantenere
' juesta promessa sarebbe stato... quasi impossibile! Il numero impressionante di que( te manifestazioni ci ha costretto a riportare solo alcuni dati relativi alle manifesta.toni: il luogo, la sede, tra parentesi gli organizzatori ove non risultino evidenti dalla
':\tde, la data (senza l’indicazione dell’anno se relativa al 1983), il tema e gli oratori.
: Wbiamo omesso alcune Tnanifestazioni a carattere esclusivamente interno (in ge, [ere con proiezione delle diapositive Claudiana). Purtroppo dalla relazione di un proetto troppo ambizioso restano esclusi i dati relativi alla partecipazione di pubblico,
\lla disponibilità di enti e organizzazioni non protestanti, alla valutazione dell’eco
il resso la popolazione e nei mass media.
ELENCO DELLE MANIFESTAZIONI DELL’ANNO LUTERANO
Chi, dove, quando...
i^ALLE D’AOSTA
i Aosta; Ch. Valdese (id. -f Corti, orisi, di
ase), 3.7.82, « Lutero a 500 anni dalla naclta •. E. Del Priore; Ist. Magistrale, 14.12,
La Riforma di L. -, E, Del Priore.
TEMONTE
Agtqie: Campo cadetti, semin. su L., G.
ilatone.
;! Asti: Ist. Magistr. «A. Monti» (id.),
;3.Ì1. • Come gli evangelici oggi ricordalo L. », G. Gandolfo.
i Canelli (AT): Sala munic. (Ch. S. Marza.
|;o), 27.2, « L. e la riscoperta dell'amore
|i Dio », R. Di Lorenzo.
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Ila cultura), 3.2.84, » Attualità del pensiey di L. », D. Maselli e G. Platone.
Cuneo; Chiesa B., 19.11, »Attualità di
;.», G. Gandolfo; ivi, 3.12, diapositive su
li; Tele Cuneo, in « Gli itinerari della fee », 2 oonversaz. su « L. e l’ecumeni;mo », G. Platone, Sala V. (Ch. V. e Ch.
;.) ciclo « Per fede o per opere ».
Torino: Centro incontro Cassa Risparlio (Ass. alla cultura. Centro Ev. di calura) 3.11 « La crisi della civiltà europea:
a Erasmo a Lutero », S. Caponetto; • La
hiesa di fronte al caso L, », G. Alberigo;
■0,11 « La teologia di L. », J. E. Vercruysse;
'La protesta luterana», P. Ricca: 17.11
L'ecclesiologia luterana», B. Ulianich;
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1. e la cultura europea », M, Miegge; » L.
ella storiografia italiana », F. Gaeta — Roary Club, 21.4, « La libertà del cristiano
di L. », A. Taccia — Lie. D'Azeglio, 29.4,
« L. e il mondo moderno », M, Miegge —
Liceo Alfieri, 31.10, • L. oggi », C. Ottino,
A. Moda, G. Platone — Sala V., 9/11.11 an.
nullo postale e mostra; Chiesa V., 11.11,
concerto.oonferenza, corali e A. Taccia —
Com. di base Mirafiori, 25.10, « L. ieri e
oggi », E. Rivoir — 25.11, « M.L. e lo spi
rito della Riforma prot. », G. Genre e don
Savarino — 1st. Magist. D. Berti, 15.12
« il significato di L. per le chiese oggi »
mons. Peradotto, G. Gandolfo — Aula Ma
gna Scuola Pacinotti, 6.11.82, Tavola rotonda « La Parola di Dio nella mia chiesa (o
confessione) », G. Gandolfo, don Peradot
to, Vasilescu, M. Foligno — 1st. Tee. Sta
tale, 14.5, « Storia valdese e della Rifor
ma », G. Gandolfo —• Radio Incontri, 11.11
90 minuti in diretta su « Lutero », G. Gan
dolfo — Commiss. Ecumenica Region., 14.2
relazione su • L. 500 anni dopo », G. Gan
dolfo. Pio Tamburrino e don Polastro —
Cambridge Center, 23.11, presentazione di
Atkinson « La parola scatenata », J. Dean
— Chiesa B. v. Passalacqua, 13.11, »Amore e libertà in L. », G. Gandolfo — Radio
Proposta, programma su L. in diretta, G.
Gandolfo — 1st. Lagrange, 1.12, »Teologia,
ecclesiologia e liturgia in L. », F. Ardusso e G. Gandolfo — Liceo Alfieri, 21.12,
« Interpretazioni cattoliche di L. », G. Gandolfo — Id., 10.12 « Lutero », G. Gandolfo.
Rivoli: LIc. linguistico internaz. (Chiesa
B. ), 26.5, »M.L. nel suo tempo», P. Spano; 27.5, « L. ieri e oggi », G. Gandolfo;
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Chleri: Biblioteca civica (Assess. cultura) « Attualità di L. », F. Bolgiani, G.
Gandolfo.
Coliegno: Biblioteca civica, 24.11, presentazione Atkinson, F. Giampiccoli, C.
Papini.
Torre Pellice: Casa valdese (Società
Studi Valdesi, Convegno storico), 28.8,
» Influenze del canto luterano sulla musica italiana del XVI sec. », C. Terni; 29.8,
« Gerolamo da Luoca, generale dei Servi
di Maria, e le sue "Solutiones apparentium
rationum Martini Lutheri" del 1523 », F
Dal Pino; « L. e Savonarola », S. Caponet
to; » L. e il Piemonte », G. Gönnet; « Car
leggio Buonaiuti-Miegge suM'interpr.atazio
ne di Lutero », L. Giorgi; » Interpreti pro
testanti di L. (Miegge, Vinay, Subilia) »
D. Maselli; « Opuscoli protestanti deH'800
su L. », R. Nitti.
Angrogna: (Chiesa V, e Gruppo Teatro
Angrogna) Seminario di studio su L. e
realizzazione filmato su L. per « Protestantesimo » — Chiesa V. Capoluogo e Pradeltorno. Film su L., intr. G. Platone.
Luserna S. Giovanni; Circolo Letterario
Incontri, » La figura di L. », G. Platone.
Rorà: Sala V. (Ch. v.. Soc. Studi rorenghi), 25.8, « Diapositive su L. », C. Papini
— Chiesa V., gruppo del 17 di L, S. Giov.,
26.11 » Lutero » (rappr. teatrale da Osborne), gruppo del 17.
Pinerolo; Lic. Scientifico, 4.10, « L. e la
Chiesa romana », G. Gönnet; 11.10, « L. oggi », A. Cericola, G. Platone — Auditorium
comunale (Comm. Esecutiva Distr. V.) Film
su L. del Gruppo Teatro Angrogna, intr. G.
Platone, B. Rostagno — Liceo scient.,
25.11, » L. e la cultura moderna » M. Miegge — Università terza età » L. e la musica », G. Platone.
Ivrea: Centro Congressi La Serra (Ch.
V., Ass. cultura), 17.2 « Lutero e la nascita del mondo moderno », G. Bouchard —
Lic. classico, 20.1.84, » La Riforma di L. »,
E. Del Priore.
Chivtisso: Teatro civico (Ch. V.), 5.11,
« Fede e amore in L. », don S. Faga, G.
Gandolfo.
Biella: Circolo Biella (ch. V.), 4.11, « L.
e il tempo moderno », P. Ricca.
Novalesa: Comunità benedettina, 3.9,
« L. e l'ecumenismo », G, Gönnet.
S. Antonino di Susa: Chiesa B., 10 e
13.11, « La Riforma di L. », A. Creghead.
Verbania Intra (No): Palazzo Flaim (Ch.
M.), 15.4, « L. ieri e oggi », G. Gandolfo.
Arena: Liceo scient., 15.12, « L. e la
Riforma in Germania », A, Garufi.
Omegna (No); Casa dell'anziano » M.
Lagostina » (Ch. M.), 13.1.84, « Attualità
di L. », P. Ricca.
Vercelli; Centro d'incontro evangelico
« Pietro Maggi », 21,1, « Inizi della Riforma
in Germania », L. Avonto; 18.2 « Il cammino spirituale di L. », G, Gandolfo: 26.3,
« La teologia di L. », P. Ricca: 15.4, « La
libertà del cristiano; la lettera a Leone
X », R. Di Lorenzo: 22.4 « La libertà del
cristiano; lo scritto », G. Gandolfo; 20.5,
« L. nella formazione degli operatori pastorali cattolici negli ultimi 15 anni e nella società storica vercellese » d, M. Capellino e « L. negli scritti cattolici », G. Gandolfo — Scuola media G. Ferrari, 5.12
« Attualità di L. », d. M. Capellino, R, Di
Lorenzo — Video Vercelli, 30.3, « L., chi
era costui? », G. Gandolfo e 2 studentesse IV magistrale.
Trino Vercellese; Sala bibliot. civica
(Ass. alla cultura e bibliot. civica), 22.10,
• L'uomo L. », R. Di Lorenzo: 29.10 « La
Riforma luterana », A. Penna; 5.11, » L. e
il mondo moderno », P. Ricca; 12,11, « La
Chiesa cattolica e L. », G. Gandolfo, A.
Moda.
Pezzana (VC): 13.11, « L., figura, pensiero, attualità », Radio Pezzana, R. Di Loren
zo.
Serravalle Sesia (VC); Accademia di ArtÌ'
e Cultura (Ch. M. Vintebbio e Acc. Arte e
Cultura Serravalle), 13.10, « Inizi della Riforma in Germania », L. Avonto; 20.10, « L„
l'uomo e il riformatore », A. Penna; 27.10,
« L. oggi », sac. G. Carenze, E. Rivoir.
Borgosesia (VC): Cine-Teatro Pro Loco
(Ch. M. Vintebbio, biblioteca civica Borgosesia), 12.12, « L. e il suo ambiente », sac.
M. Perotti e « Attualità di L, », R. Di Lorenzo.
Vintebbio (VC): su Radio comunità montana Crevacuore e Radio Alpha Borgosesia trasmissione delle 12 conversazioni cu
rate dalla Federazione evang.
là?
LOMBARDIA
Brescia; Chiesa v. (Centro ev. di cultura, Padri Filippini della » Pace »), 16.4,
« L. e la Bibbia », B. Corsani; 5.11, ■ La
distinzione tra essere ed agire come chiave interpretativa per comprendere la teologia di L. », S. Rostagno — Sala « Bevilacqua » alla « Pace », (Centro valdese di
cultura, Coop. cattolico-democratica di cultura, Amici della pace, patr. Assess. cultura), 20,11, « L. e i canti della Riforma»,
Corale Villar-Bobbio Pellice: 25.11, «Verá
so una lettura ecumenica di L. », B. Corsani; 2.12, « Compagnia della Parola » testi biblici letti da Franco Giacobini, Angela Goodwin, Andrea Bosic — Libreria cooperativa cattolico-democratica (id.), 25.2,
« Recenti traduzioni di L. e libri su L. », ,
B. Corsani — Liceo Arnaldo (id.), 16.12,
« L. e la cultura moderna », M. Miegge —
7
29 giugno 1984
oMrttívoaperto 7
UNA VALUTAZIONE
tre degli oratori che maggiormente hanno contribuito a questa grande operazione culturale: un pastore, un professore di filosofia e uno di teologia
Quali aspetti negativi?
Giuliana Gandolfo
La sottovalutazione delle nostre
comunità delle possibilità inerenti
a questo 500’ anniversario della nascita di Lutero, e di aver considerato spesso l’operazione meramente « celebrativa ». La scarsa (in
proporzione alle reali possibilità
numeriche) partecipazione dei vaidesi ed evangelici in genere alle manifestazioni, se non direttamente
organizzate in « casa nostra ».
E proprio a proposito di «casa
nostra» la scarsità di studi su Lutero organizzati nell’ambito delle
nostre Chiese per un « nostro » approfondimento ed aggiornamento.
Bpteva essere una splendida occa^ne per « risuscitare » un pochino, come comunità locali, nello studio comune e in un comune e compatto impegno verso l’esterno, per
rispondere appieno alla possibilità
offerta dal « momento » storico, e
suscitare ulteriori incontri e studi.
Mario Miegge
Gli elementi negativi sono, a mio
lirere, assai pochi. Per quel che
concerne gli evangelici italiani, vi
è stata una grave sfasatura tra il
rilevante impegno pubblico e i programmi editoriali. La Casa editrice
Claudiana è giunta all’appuntamento del 1983 (con due importanti volumi a carattere storiografico) soltanto nel tardo autunno, quando
il « mercato » era già occupato da
numerose ristampe di biografìe lu;^rane e da alcune novità saggistiaie. Ma, soprattutto, ha perduto
l’occasione di diffondere testi di Lutero tuttora inediti in Italia. Va tenuto presente che le più importanti traduzioni di opere luterane sono contenute nei due volumi della
UTET (curati da Luigi Firpo e da
Valdo Vinay), che, per la loro mole, non si prestano ad una ampia
diffusione.
Ora, la collana « Testi della Riforma » della Claudiana è uno strumento unico in Italia: per il livello
scientifico e l’originalità delle traduzioni e delle presentazioni ma
anche per la qualità tipografica, per
l’agilità e il prezzo accessibile dei
volumi. Che questa collana non abbia tempestivamente adeguato i
suoi programmi alle esigenze dell’anno luterano rimane per me un
vero mistero. Le cose erano andate ben diversamente in occasione
del precedente centenario (1883),
quando la stessa Claudiana aveva
proposto una breve antologia di testi e di lettere di Lutero, a cura di
Teofllo Gay, probabilmente la prima iniziativa editoriale di questo
tipo avvenuta in Italia.
Paolo Ricca
Veri e propri elementi negativi
non ve ne sono stati. Semmai si
possono segnalare due ombre. La
prima è che, in occasione del centenario di Lutero, abbiamo fatto poco o nulla con i luterani italiani.
I rapporti tra valdesi e luterani in
Italia sono ancora piuttosto tenui,
e dovrebbero essere incrementati.
Forse l’anniversario luterano costituiva, a questo fine, un’occasione
propizia che non è stata abbastanza valorizzata. La seconda ombra
è che noi stessi, mentre abbiamo
celebrato con slancio e partecipazione interiore l’anno luterano, abbiamo evitato di chiarire insieme
i nostri rapporti con Lutero e la
Riforma in genere. Sarebbe stato
bello se all’inizio o alla fine delle
celebrazioni le nostre chiese si fossero seriamente confrontate con
Lutero, interrogandolo e lasciandosi da lui interrogare, istituendo con
la sua opera e la sua testimonianza
un rapporto critico e libero.
Venerdì 16 Dicembre MARIO MIEGGE PRESIDE DELLA FACOLTA DI MAGISTERO DI FERRARA
ore 20,30
AULA MAGNA
LICEO ARNALDO
V CORSO MAGENTA 56
LUTERO
E LA CULTURA MODERNA
Il manifesto predisposto dalla Federazione, sovrastampato nella parte
bassa, è servito ovunque per pubblicizzare iniziative locali.
Quali prospettive?
Giuliana Gandolfo
Per il futuro il discorso iniziato
con l’interlocutore italiano, nei vari ambienti e strati culturali, dovrebbe essere mantenuto vivo ed
ampliato. Oggi la possibilità di dialogo ci è data sul terreno « culturale», e dobbiamo saperne intravedere gli sviluppi, ed essere disponibili a rispondere e suscitare nuovo
interesse.
Utili saranno in questa linea nuove pubblicazioni su Lutero, organizzazione, anche da parte nostra,
di conferenze, incontri e dibattiti,
sia con il cattolicesimo che con la
cultura laica in Italia.
Mario Miegge
L’anno luterano ha reso evidenti
le possibilità di lavoro culturale
che si aprono in questi anni ai protestanti italiani. La cultura è fatta
di lettura e discussione pubblica, è
sforzo di interpretazione e interrogazione reciproca. Lo hanno ben
compreso le numerose comunità
evangeliche che hanno saputo organizzare gli incontri su Lutero non
già nell’isolamento ma nella attiva
cooperazione con Comuni democràtici, scuole pubbliche, biblioteche, centri culturali religiosi o laici, associazioni di lavoratori. E hanno cercato di rispondere a domande e interessi che venivano da altrove. Lutero, per fortuna, non è
una « proprietà » delle chiese evangeliche. Nel 1983 molti, che non
sono protestanti né lo diventeranno hanno potuto scoprire che Lutero fa parte della loro storia.
Paolo Ricca
Il protestantesimo italiano deve
fare di più per far conoscere Lutero e il pensiero della Riforma in
genere nel nostro paese. Finora il
protestantesimo italiano ha fatto
in questo campo molto poco e molto meno del dovuto, contraendo
così un grosso debito proprio nei
confronti di Lutero e degli altri
Riformatori. E’ tempo di saldare
questo debito. Se le nostre chiese
hanno celebrato con gioia e gratitudine il 5° centenario della nascita
di Lutero, esse non possono non
sentire il dovere morale e spirituale
di rendere a Lutero (e agli altri)
il servizio minimo ma essenziale
che egli ha il diritto di attendersi:
far parlare Lutero in italiano, renderlo veramente e largamente accessibile al nostro popolo, in modo
che esso possa non soltanto sentir
parlare (anche bene) di Lutero ma
— cosa molto più importante —
sentir Lutero parlare — e capirlo!
D’altra parte non ha molto senso celebrare la nascita di Lutero
e con essa il grande evento della
Riforma se non si è oggi, spiritual
mente, religiosamente e culturalmente, portatori dell’esigenza di riforma. I contenuti della riforma
non possono non cambiare (altrimenti la riforma diventa conservazione), l’ispirazione e la volontà di
riforma devono restare ugualmente vivi e sostenuti. Una chiesa bloccata su se stessa, ripetitiva fino alla noia, che confonde fedeltà con
immutabilità, priva di immaginazione, ansiosa e paurosa, incapace
di affrontare creativamente il mondo in nome dell’Evangelo, non è in
grado di vivere all’altezza di im
« anno luterano » che non ha voluto
essere e non è stato, crediamo,
l’operazione ipocrita di chi «edifica i sepolcri ai profeti e adorna le
tombe dei giusti » e dice : « Se fossimo vissuti ai giorni dei nostri
padri...» (Matteo 23 : 29-30). Solo
se le nostre chiese riusciranno a
esprimere qualcosa di nuovo e di
autentico in senso cristiano, dimostrando di saper vivere (come nel
16° secolo la generazione della Riforma) la libertà (e non i conformismi) del cristiano in questo scorcio di 20° secolo — solo allora esse
potranno dire di non aver celebrato invano l’anno luterano 1983.
Centro di spiritualità - Mater divinae gratlae ■ (Rivista « Servitium »), Convegno di
studio o Nascondimento di Dio, responsadelTuomo ", 5.11, - La theologia crucis in L. », S. flostagno, « Nascondimento
di Dio e scoperta della mondanità », G.
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(id.), 8.11, .. L. ieri e oggi », F. Molinari,
E. Corsani.
Rovaio (BS): Bibliot. comunale, 29,11,
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con Comune, chiesa V., associazioni culturall), 12.5, « L.: l’uomo e il suo tempo »,
U. Gastaldi; 26.5, « La spiritualità di L. e
Is spiritualità del Concilio di Trento », D.
Caselli; 17.11, « L. ecumenico », F. Molinarl.
Cremona: Sala pubblica (chiesa V.),
28,10, « M. L, in una prospettiva contemporanea », L. Santini; 11.11, «La Riforma
8 la nascita del mondo moderno », M.
Miegge; 16.12, • L. e la guerra dei conta», U. Gastaldi — Licei scientifici Cre’Pona, Casalmaggiore e Crema, maggio,
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Mantova: Ist. Teologico S. Francesco
(Id. con Gruppo mantovano per l'ecumePlsmo, chiese V. di Mantova e Felonica
Eo), Convegno « Il cristiano e la giustizia
di Dio», 27.11: « Radici e novità del pensiero di L. », R. Bertalot; « Giustizia di Dio,
engoscia o gioia del cristiano? », F. Roch;
• Il Dio che salva: la posizione luterana e
Pattolica », M. Cassese,
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12.3, « L.: la sua lotta per la Riforma », S.
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Unità (Libreria «Rinascita») 31.8, « DiPattlto su L. », F, Brunetti, M. Cuminetti,
M. Miegge — Chiesa S. Angelo « M. L. »,
D. Garrone — Sala V. (Centro culturale
prot., chiese evangeliche) 10.11 « Lutero e
la cristianità », F. Molinari: 19,11, « L.
e il canto della Riforma », Corale VillarBobbio Pellice — Bibliot. Parco Sempione
(Consiglio di zona 6), 3.12 « Attualità del
pensiero di L. », A. Alimenta — Scuole:
Civico Istituto periti aziendali « A. Manzoni », 17.10, U. Gastaldi; Liceo cl, scient,
S. Donato (MI), 17.12, mons. F. Pizzigalli,
U. Gastaldi; autunno '82 Lic. scient. Melzo, 5.3 Scuola media Trova Cinisello, 21.4
e 12.5 Centro Onnicomprensivo via Zoia
MI, D. Garrone.
Bresso (MI): Centro civico (Gruppo V.)
25.2, « Cattolici e protestanti a confronto
su L. », S. Peyrons! Rambaldi, mons. Pizzigalli, D,'Garrone,
Bollate (MI): Centro civico (chiesa B.),
22.5 « L. e l'Anno Santo », C. Inguanti.
Cinisello (MI): Bibliot, comunale (Centro culturale Lombardini), 2.11, «Cosa è
la libertà per un cristiano », P. Ricca; Centro J. Lombardini, 8.4 « La Riforma protestante e la nascita delle società moderne », E. Genre.
Garlasco (PV): Biblioteca comunale (Circolo bibl. com., oh. B,), 27.9, i L. 500
anni dopo », D. Garrone, F, Pintacuda De
Michelis, F. Brunetti,
Voghera: Salone Gallini (eh. ev. di Voghera), 6.10, «Attualità dì L. », D. Maselli.
Lodi (Mi): Sala civica (Comune e eh,
B.), 7.10, « L. e la crisi della società del
primo cinquecento », S, Caponetto; 11.10,
« L. e la Riforma, significato di una rivoluzione complessiva », M. Miegge; 14.10,
« L.: la sua attualità e la teologia della
croce », C. Inguanti.
Varese: Chiesa B., 21.1, « La Riforma »,
P. Manno: 2 2, « Lutero » — Scuole element.
Leggiuno ('Va) 29.10 « I valdesi e la Riforma », G. Belli.
Somerate (VA): Università popolare, ciclo su «Riforma e Controriforma», 10.1,
« Quadro storico dell epoca », O. Conti;
26.1, « L. e la Riforma protestante », C.
Inguanti, p. G. Pirola; 2.2, « La Controriforma », p. G. Pirola, C. Inguanti; 9.2, « La
collocazione della eh. valdese e battista
rispetto alla Riforma protestante », vari.
Luino (VA): Civico ist. di cultura popolare (eh. M.), 27.5, « L. ieri e oggi », R. Di
Lorenzo; proiezione diapositive nelle scuole medie.
Saronno (VA): Bibliot. civica (id), 24,11,
« L., questo grande sconosciuto », A. Agnoletto; « L. tra Medioevo e Rinascimento »,
G. Bogo.
LIGURIA
Genovat Sala Ouadrivium (Diocesi catt.),
15.11, « L. nel 5° centen. della nascita »,
c, G. Siri; ivi (UBI, Consiglio chiese evangeliche) per Fiera del libro, 20.12, ■« Lutero, l'impatto della Bibbia », M. Poggi, D.
Maselli — Ch. v. (id., Sampierdarena V.,
Sestri M., Genova L.), 12.2, « L. secondo
L. », P, Ricca: 15.4, « L. e la libertà del cristiano », G. Conte; 29.10, « L. e il corale
della Riforma», F. Corsani; 10,11, «Al
cuore del messaggio dì L.: la giustificazione per fede », G. Conte (autunno precedente « Vita di L. », G, Conte, in due
serate) — Cinema Araldo (parr. catt. S.
Nicola), 10.11, « L. e la giustificazione per
fede », p. Millefiorini, G. Conte — Scuole: Ist. magistr. catt. 19,11, «Lutero»; Liceo scient. Veltri 26.11, « L'aspetto politico della Riforma luterana »; aprile Scuola
germanica, « La Riforma », G. Conte.
Rapallo: Università della terza età, 13.12,
« Attualità di L. », G. Conte.
Chiavari: ch. B., 19.11, « L'origine della
giustificazione per fede », M. Sinigaglia;
25.11, «La giustificazione per fede», G.
Conte.
La Spezia: Ch. M. (Centro evang. di
cultura M. B.), 4.3 « La Riforma, un avvenimento: passato 0 presente? », F, Becchino; 28.3, « L'origine della giustificazione
per fede », M. Sinigaglia; 15.4, « L. interprete dei Salmi », M. Sinigaglia; 13.5,
« Bilancio su L. », vari; 11.11, « La libertà
del cristiano », G. Conte.
Sanremo (IM): ch, V., 19.3, « La vita di
L, », G. Conte; 9.4, « La giustificazione
per fede », G. Conte.
Oneglia (IM): Soc. operaia di mutuo
soccorso, 23.9 « Attualità di L. », A. Zarri,
G. Conte,
TRI VENETO
Gorizia; Auditorium Fogar, 30.9, « L'attualità del messaggio di L. nei riguardi
delle chiese cristiane », G. Gönnet.
Pordenone; Centro studi e Auditorium
«Madonna pellegfina» (eh. B., Gruppo ecum.
diocesano), 10.11, « M.L., teologo del puro
e libero Evangelo », A. Berlendis; « La
giustificazione per fede, chiave ermeneutica della teologia di L. », p. M. Galzignato e L. Matta.
Trento: Sala comunale (AGLI trentine),
29,11, • L. di fronte alla chiesa e alla società del suo tempo », M, Miegge, B. Ulianich; 2.12, « Riforma protestante e movimenti sociali », U. Gastaldi, G. Politi;
6.12, « fi Concilio di Trento tra L. e Controriforma », D. Maselli, M. Cassese: 9.12,
« Essere cristiani oggi, cattolici e protestanti a confronto », G. Girardet, L. Lorenzotti; Sala Cons. regionale (Ist, di scienze religiose), 20.1, « M.L. e il mondo moderno », G. Müller.
Rovereto (TN); Sala palazzo turismo
(Ass. culturale « Città e cultura » e evangelici locali), «Attualità di L, », P, Ricca.
Venezia: Chiesa L. 18/20.3, week end
chiese L. FI, TS, VE, MI « L., mio amico,
mio nemico », S. Spinsanti, J. Kleemann;
febbr.-maggio, 4 incontri Gruppo ecumenico
del Lido su «L,, vita e teologia», F. Roch,
J. Kleemann, d. G. Pattare — 12.11 (Ch. L.
e Univers. popolare), «Il luteranesimo e
Venezia nel Cinquecento », F. Roch —
Chiesa L., 15.11, « L. sulla Wartburg», A
Berlendis, J. Kleemann — (Federaz. del Tri
veneto), 21.6, « Corali di L. », Coro batti
sta di Pordenone — Sala S. Basso (Com
miss, ecumenica diocesana), 30.11, «L
nella realtà attuale pwotestante e cattoli
ca », A. Berlendis, J. Kleemann, d. G
Pattare — Ch. L. (id), 14.5, Conferenza
A. Berlendis, A, Donini — Palazzo Cava
gnis (Ch. V.), 2.12, Note informative su L
a due classi Ist. magistrale, A. Berlendis
— Ist, Sperimentale « Stefanini » Mestre
(id) 10.12, Colloquio su Lutero con due
classi dell’Istituto, A. Berlendis.
Dolo (VE): Bibliot. comunale (Univers.
popolare), 21.12, Conferenza, A. Berlendis.
Padova; Ch. M. (id), 17.3, « La teologia
di L. », A. Berlendis.
Udine: Aula Magna Se. media « Manzoni », 1,10, « L. oggi », G. Gönnet.
Verona: Eibliot. comunale (eh. V.), 25.2,
« Attualità di L. », P. Ricca — Ist, Studi
Ecumenici, 17.3, Convegno « L'uomo secondo L. »: « La libertà cristiana nella concezione di L. e di Calvino »; « L’uomo nuovo e le buone opere secondo L. »; « Uno
sguardo ortodosso sulla giustificazione In
L. »; • Conclusioni sul convegno », Hans
Martin Barth, Kurt Victor Selge, M. Cassese, Traian Valdman, Luigi Sartori —
Chiesa V., 18.3, « Il piccolo catechismo dì
L. », H. M. Barth; 15,4, « Lutero e la Bibbia », B. Corsani; 22.4, « La Confessione
Augustana », M. R, Serafini: 23.3/29,4, 4
studi a cura membri di ch. Verona.
EIVIILIA ROlVIAGNA
Bologna: Ist. di Cult. Germanica e UnIv.
di Bologna, 12.11, Seminario, A. Destro,
B. Ulianich e M, Miegge.
Parma; Sala Evangelica (Ch. di Parma),
14.1, « Interrogativi suH’etica luterana »,
S. Rostagno; Id, (id), 27.5, Concerto flauto
e clavicembalo — Università Popolare (Unlversltà), 18.11, « Attualità di L, », P. Ricca e Mons. L. Sartori — Sala Evangelica
(Ch. di Parma), 16.12, « L, nel suo tempo »,
B. Costabel (con diapositive).
Fomovo Taro (Pr): ist. Tecn, Statale, 10.5,
« Riforma protestante e attualità di L. », T.
Di Muro.
Mezzano Inf. (Pr): 8.4.84, Conv. Vili Ciro.
« La libertà del cristiano », G. Gandolfo.
Modena: Collegio S. Carlo, 14-16.10,
Convegno, « L. nel suo e nel nostro tem- |
po », M. Miegge, Tavola rotonda finale
« L'eredità di L. », M, Miegge, J. Vercruysse S. J., I. Mancini.
Ferrara: Seminario, ■ La rivoluzione luterana » (Facoltà di Magistero, Istituto
Gramsci, Ass. cult. Ferrara), 26.1.84, « i.
Magister », M. Ranchetti; « Vom Dolmets
(continua a pag. 12)
8
8 ecumenismo
PROSPETTIVE PER IL CONSIGLIO ECUMENICO DELLE CHIESE | PROTESTANTI NELLA STAMPA ITALIANA
Quale segretario?
Lutero oltre l’anno
Il Comitato Centrale del Consiglio Ecumenico delle Chiese,
che si riunirà in luglio a Ginevra, avrà tra l’altro il compito
non facile di eleggere il successore di Philip Potter, ossia il nuovo Segretario Generale.
La procedura adottata è la seguente: è stato costituito un Comitato per le nomine, presieduto dalla Signora Lois Wilson,
pastore ed ex-moderatore della
Chiesa Unita del Canada. Il Comitato proporrà al Comitato
Centrale uno o più nomi e il Comitato Centrale voterà.
A quanto si sente dire, il Comitato per le nomine ha ricevuto circa una quindicina di candidature, tra cui quelle di tre
donne. Gli apparati ecclesiastici
non sono ancora psicologicamente maturi per avere una donna
in quella posizione, ma il fatto
che siano stati proposti dei nomi è un segno incoraggiante.
Sulle dita
di una mano
Nella sua recente seduta il Comitato per le nomine avrebbe
ridotto la rosa dei nomi al numero delle dita di una mano, e
anche meno. Ora si appresterebbe ad avere dei colloqui con le
persone incluse in questa rosa
ristretta e a luglio, immediatamente prima delle sedute del Comitato Esecutivo e del Comitato
Centrale sceglierebbe il candidato unico da presentare alla votazione.
Questa segretezza e queste precauzioni hanno una ragione. Anni fa una persona era stata designata per la nomina, la notizia era trapelata, c’erano stati
dei festeggiamenti e il Comitato
Centrale... aveva eletto un altro!
Per evitare tali imbarazzi il candidato sarà scelto all’ultimo momento. Va ricordato peraltro che
il Comitato Centrale mantiene
l’intera libertà di eleggere una
persona diversa da quella suggerita dal Comitato per le nomine.
Si potrebbe fare qui un’osservazione critica. Se il Comitato
per le nomine volesse essere davvero rispettoso delle trecento e
più chiese membro avrebbe adottato una procedura diversa. Invece di gettare un solo nome davanti al Comitato Centrale all’ultimo momento avrebbe fin d’ora
reso pubblica una rosa ristretta
di nomi annunziando che avrebbe presentato al Comitato Centrale una raccomandazione motivata. In tal modo le chiese, specialmente le piccole, avrebbero
potuto dare delle istruzioni ragionate ai loro delegati. Così saranno solo i grossi apparati (quelli
che comunque riescono sempre
a sapere e a premere) ad avere
realmente voce in capitolo.
I candidati
Ma chi sono i candidati probabili?
Diciamo subito che non siamo
andati in cerca di uno « scoop »
giornalistico. I nomi che menzioneremo sono quelli che « girano »
ormai da vari mesi. Saranno
quelli buoni? Sono ovviamente
quelli che presentano particolari qualità e raccolgono un certo
numero di consensi; ma va sottolineato che fino all’ultimo tanto
il Comitato per le nomine, quanto il Comitato Centrale, restano
liberi il primo di proporre e il
Nuovi telefoni
Dal 7 giugno il Consiglio Ecumenico
di Ginevra ha un nuovo numero di telefono: (004122) 91 61 11. Questo è il
numero del centralino. Chi conosce i
numeri a quattro cifre degli interni può
ottenere la comunicazione diretta con
l'ufficio desiderato formando tale numero dopo il 91.
Il Segretariato Generale dell'Alleanza
Riformata avrà ii numero 91 62 37, il
pastore Aldo Comba il 91 62 40.
secondo di eleggere chi vuole.
I nomi di cui più si è parlato
sono tre: Emilio Castro, Allan
Boesak,, Arie Brouwer. Nessun
tedesco'fra questi tre. Dopo un
segretario liformato olandese
(Visser ’t Hooin~uno^TTordamericano pure lifprmato (Ca'rson
Blàke) e uno giaimàìcàno metodista (Potter), i tedeschi luterani
avrebbero potuto aspirare a un
candidato, ma l’elezione di uno
dei loro a Moderatore del Comitato Centrale sembra escluderli
dalla possibilità di avere anche
il Segretario Generale.
Emilio Castro, metodista urugpayano, 57 anni, ha vari elerflSnti a suo favore: conosce bene
l’apparato del Consiglio Ecumenico per avervi lavorato molti
anni come direttore del dipartimento per la Missione e l’Evangelizzazione, ha l’inconveniente di
essere un metodista dopo un altro metodista, ma il vantaggio di
essere uomo del Terzo Mondo e
— per nói — TT vaìftaggid'UT essere un Jatino, che conosce l’inglese senza essere" limitato a
quella siera culturale^
Allan Boesak, l'attuale 38enne
presidente dell’Alleanza Riforma,
ta Mondiale, è anche stato spesso menzionato. Una sua eventuale elezione rappresenterebbe un
grosso problema per l’Alleajiza
Riformata che sarebbe obbligata
a scegliersi d’urgenza un nuovo
presidente. A parte ciò egli sarebbe molto più un « profeta »
che im uomo d’apparato. Capace
quindi di proporre un’immagine
di spicco del Consiglio Ecumenico, ma bisognoso probabilmente
di un efiìcace appoggio per far
funzionare la complessa macchina dei 250 dipendenti del Consiglio stesso. Non va dimenticato
che egli appartiene a una chiesa
chqnpn è menìbro derCónSlfilio
EcurnSìIco, e ciò potfòBbe costituire' tm'impossibilità giuridica.
Arie Brouwer, nordamericano,
ex Segretario generale della
Chiesa Riformata d’America, nei
pochi mesi in cui ha lavorato al
Consiglio Ecumenico come uno
dei tre Segretari Generali aggiunti, si è guadagnato molte simpatie per la sua competenza e la
sua cortesia. E’ però certo più
un burocrate che._un profRta~gpurtropptf, uomo di una sola lingua (ringlesel).'—-----
Sorprese possibili
Detto questo... non si è ancora
detto nulla.
La situazione oggi appare assai aperta. Un candidato-sorpresa non è da escludere. Un tedesco? è poco probabile, ma possibile. Un ortodosso? potrebbero
esserci delle pressioni in quel
senso. A prima vista sembra difficile vedere un candidato, ma a
ben guardare ci si potrebbe
chiedere perché non il prof. Nikos Nlsslotis? Ha lavorato a
lungo a Bossey e in Fede e Costituzione, conosce bene il mondo ecumenico, sarebbe il primo
ortodosso dopo tre profèsraiF
U. L’efa (59i gu consente un
Continua un notevole «trascinamento » dell’anno luterano ; a
parte l’iniziativa della Provincia
di Milano che ha patrocinato un
Convegno fiàsièuntivo, tenutosi
con notevole successo di interventi e di pubblico presso la
Chiesa Metodista della città, si
è letto sul Gallo di Genova un
eccellente intervento di Gino
Conte per spiegare ai lettori cattolici di quel periodico il concetto luterano della « Giustificazione per Fede » ; Rocca ha dato
spazio sia alla lettera di papa
Wojtyla che invitava il card.
Willebrands, nella sua veste di
presidente del Segretariato Unione dei Cristiani, a dare impulso ad una ripresa di studi su Lutero, sia ad un articolo di Willebrands che risponde aH’invito
con un’ampia revisione dei giudizi su Lutero e la Riforma tradizionali nella cultura cattolica.
solo periodo e quindi può atte
nuare le apprensioni di chi potrebbe temere non senza ragione una svolta ^conservatrice: molti Padri déirà cHiè§a“eTJOCo Terzo Mondo.
Un altro nome molto interessante e da tenere presente è quello di John Bluck, poco più che
quarantenne, anglicano, neozelandese, fino a pUchi mesi fa direttore dinamico ed efficiente del
dipartimento delle comunicazioni del Consiglio ecumenico.
L’unico voto italiano nel Comitato Centrale non avrà certo
un gran peso. La» costellazione
■dei delegati latini'è'tfop^eslgùg;
per essere deterrninante. Lè~sTiTiy
se delegazioni, americana, russa,
tedesca saranno probabilmente
quelle che avranno l’influenza decisiva, anche se non bisogna dimenticare l’importanza del voto
dei delegati delle chiese del Terzo Mondo, divisi su molte cose,
ma capaci di far blocco su un
nome che li rappresenti.
Aldo Comba
Un protestante di cui si è largamente parlato nella' stampa è
il pastore battista Jesse Jackson, candidato alla nomination
democratica per la presidenza
degli Stati Uniti, come portavoce nori solo dei negri, ma di tutti
i vasti settori che si sentono in
qualche modo esclusi dalla pienezza di partecipazione alla vita
sociale ed economica di quel
paese. Un seguito più politicizzato della azione di Martin Luther King, pastore battista anche lui, che diede il segnale per
una riscossa dei negri discriminati, con un efficace spirito cristiano di nonviolenza. Fami.glia
Cristiana ospita anche un iritervento di un lettore, non respinto in toto, con il quale si chiede
la santificazione di M.L. King e
con lui del dr. Schweitzer e di
Gandhi. Totalitarismo cattolico o
comprensione dei valori esterni
a quella chiesa?
miliardi, di cui ca. Ili per spese
di culto (congrue più sussidi
speciali per Roma) e 439 ca. alle
varie opere (semole, asili, istituti vari di assistenza e beneficenza). Si apprende anche dal servizio che i padri Patebenefratelli hanno deciso di inserire i
loro ospedali nel Servizio Sanitario Nazionale, avendone così
perduto la proprietà pur conservandone la gestione. L’articolista si diffonde poi a spiegare come il servizio reso alla collettività dalle scuole (800.000 allievi
e 26.000 insegnanti) e dalle opere assistenziali (circa 4.000 con
52.000 dipendenti e 500.000 assistiti a vario titolo) costa allo
Stato solo una frazione del loro
costo reale, la differenza essendo in gran parte assorbita dall'elevato grado di volontarietà
del personale operante. Tutti
elementi destinati a preparare le
decisioni della commissione mista che deve, entro agosto, formulare le condizioni concrete
per il trattamento degli Enti ecclesiastici secondo le nuove norme concordatarie. Rimane, sembra, fuori dalle competenze della commissione la somma di 111
miliardi direttamente destinati
ogni anno a spese di culto.
E notizie varie:
Jesus dedica un ampio studio
al problema degli Istituti Cattolici in Italia e, più in genere, ai
contributi che lo Stato versa, a
vari titoli, alla chiesa romana.
Secondo i dati forniti dal periodico la spesa totale è di ca. 550
— Su Famiglia Cristiana un
intervento di mons. Sartori circa la validità dell’istituto papaie
come soddisfazione del bisogno
umano di « vedere » un simbolo
deH’unità della Chiesa; con il
riconoscimento del fatto che ortodossi e protestanti hanno un
diverso concetto di tale unità;
il che, a tempi lunghi, può anche significare una diversa impostazione dell’istituto papale inteso come « servizio » per tutti i
cristiani.
— Pier Luigi Balma Bellone
torna sulla Stampa ad occuparsi della Sindone, riferendo su
esperimenti « scientifici » che
avrebbero provato la presenza
nella reliquia di sangue umano,
aloe e mirra.
Niso De Michelis
IL NUOVO CODICE DI DIRITTO CANONICO - 4
Il ministero
Se tutto il « popolo di Dio »
partecipa delle funzioni sacerdotale, profetica e regale di Cristo,
alcuni rappresentano in modo
del tutto particolare Cristo e sono i « ministri ordinati ». Il codice ce lo dice al can. 1008, introducendo la trattazione del
« sacramento dell’ordine »:
« Mediante il sacramento dell’ordine per istituzione divina alcuni credenti (christifideles) vengono costituiti ministri sacri, col
carattere indelebile col quale
sono segnati, ed essi sono consacrati e destinati a pascere il
popolo di Dio, secondo il grado
di ciascuno, svolgendo nella persona di Cristo Capo le funzioni
di insegnare, santificare e governare ».
Il nuovo codice si differenzia
dal vecchio nella enumerazione
degli « ordini sacri »; infatti ne
enumera tre: episcopato, presbiterato e diaconato, mentre il vecchio codice parlava di « presbiterato, diaconato e suddiaconato ». Questa variante che si richiama al can. 6 della Dottrina
del sacramento dell’ordine del
Concilio di Trento, risolve una
vecchia controversia fra teologi
cattolici per sapere se l’episcopato fosse o no un « ordine » diverso dal presbiterato.
Dire che cosa sia realmente
cambiato nel nuovo codice per
quanto riguarda le varie funzioni dei vari ministri non è molto
facile. Spesso le vecchie cose sono disposte in modo diverso e
con linguaggio diverso, meno rigidamente giuridico, più pesantemente dommatico.
Le novità maggiori, dipendenti dal Conciliò Vaticano II, sono
l’enunciazione della collegialità
deH’episcopato e la rivalutazione
del diaconato come ministero a
se stante.
Infallibile
più di prima
Il Collegio dei vescovi
Il nuovo codice apre il capitolo del^ « suprema autorità »
nella chiesa con l’enunciato del
can. 330: « Come per decisione
del Signore san Pietro e gli altri
Apostoli costituiscono un Collegio, per ugual ragione il Pontefice romano, successore di Pietro, e i Vescovi, successori degli
Apostoli, sono fra di loro uniti ».
Questa collegialità, che si esprime solennemente nel Concilio
ecurnenico, può esercitarsi anche
fuori del Concilio mediante l'azione congiunta dei vescovi anche se sono dispersi nelle loro
sedi (can. 337, par. 2).
Un’altra forma della collegialità è il Sinodo dei vescovi, costituito dai vescovi scelti come rappresentanti dalle diverse regioni
ecclesiastiche, con compiti consultivi e per diretta iniziativa
del pontefice romano (cann. 342348).
La collegialità dei vescovi sembra essere qualcosa di serio, se
al Collegio viene attribuita « l’infallibilità nel magistero » (can.
749, par. 2).
A proposito di « infallibilità »
notiamo anzitutto che il nuovo
codice ne tratta direttamente,
mentre il vecchio codice non ne
parlava direttamente, non essendo essa un concetto giuridico.
Notiamo anche che il nuovo codice dà una definizione dell’infallibilità che ricalca il testo della Costituzione dommatica « Lumen Gentium », ma si distacca
da quella del Concilio Vaticano I. Infatti il Vaticano I attribuiva al pontefice romano l’infallibilità « quando parla "ex cathedra”, cioè quando adempiendo il suo compito di pastore e
dottore di tutti i Cristiani, con
la sua suprema Apostolica autorità definisce la dottrina circa
la fede e i costumi che deve essere tenuta da tutta la Chiesa ».
Nel nuovo codice, come nella
Costituzione dommatica, quel
"ex cathedra" è sparito ed è sostituita dalla espressione « con
atto definitivo ».
Certamente 1’« ex cathedra »
era abbastanza vago ed oscuro,
ma non è certamente più chiara
la nuova formula, anche se il
par. 3 del can. 749 — a cui ci riferiamo — precisa: « Nessuna
dottrina si intende definita infallibilmente se ciò non consta
chiaramente (manifeste)». Una
precisazione più oscura che mai
e che permette poi di raccoman
dare (o comandare?) ai « christifideles » di attenersi comunque
al magistero del papa e dei vescovi o almeno di evitare le dottrine che non concordano con le
loro (cann. 750, 752).
Il discorso sull’autorità del
pontefice romano potrebbe continuare a lungo, perché il suo potere è assoluto ed egli lo può esercitare « sempre liberamente »
(can. 331), mentre senza la sua
iniziativa, decisione o consenso
niente ha valore: non esiste Concilio ecumenico (can. 338), non
esiste collegio dei vescovi (can.
336), non esiste « popolo di Dio »
(can. 204, par. 2).
Il discorso sui « ministeri ordinati » nella chiesa cattolica romana porterebbe a trattare dei
sacramenti, ma ad essi è riservata una trattazione a parte.
Concludendo queste note ci
sembra che il nuovo codice di
Diritto canonico rispecchi la situazione di tensione esistente
nella Chiesa cattolica romana
nel dopo-concilio: si è fatto strada del nuovo, ma di esso si ha
una grande paura e prevale tuttora la convinzione che l’unità
possa essere garantita soltanto
affidando ad un uomo un potere
divino: la cultura moderna non
permette più i metodi del Gran
Inquisitore e neppure quelli di
Pio X o che Pio XI si era garantito col Concordato del 1929, ma
la logica è sempre la stessa, quella di una libertà vigilata che al
momento opportuno trova nella
obbedienza la sua tranquillità.
Se questa linea domini, oppure
venga superata dipende soltanto
da quello che il « popolo di Dio »
saprà e vorrà essere.
Alfredo SonellI
Ni*
9
29 giugno 1984
cronaca delleValli 9
I
I
.«t
PRESA DI POSIZIONE DELLA COMUNITÀ’ MONTANA VAL PELLICE
No ai tickets sanitari
1«'.
Bocciati
Son tornate a fioccare le bocciature. A scorrere gli elenchi
pubblicati nelle scuole superiori
di Pinerolo è impressionante
constatare il numero di coloro
che sono rinviati a settembre o
che sono stati bocciati.
Il fenomeno era già noto negli
scorsi anni, ma quest’anno pare
in aumento. Almeno così dicono
eli studenti. La scuola è tornata
a selezionare, la severità dei professori è di nuovo un metro col
quale si misura la “serietà" di
una scuola.
Questa volta a bocciare sono
Siati .gli insegnanti « del '68 », coloro che avevano contestato il sistema scolastico italiano negli
anni in cui erano studenti. Affermano che questo atteggiamento
è indispensabile se si vuole che
i ragazzi prendano sul serio lo
studio come momento formativo della vita. Basta con l’ideolo/¿izzazione della condizione dello
siudente, con l’identificazione
dello studente come di una forza per il cambiamento della scuola, il ruolo del professore va afjermato; se mai sono i politici
che devono pensare alla, riforma
della scuola pubblica. A loro,
professori, compete il dovere di
accertare la reale preparazione
àelVallievo. In fondo anche quando contestavano il sistema scolastico, loro studiavano e molti
erano i primi della classe.
La contestazione eccessiva ha
prodotto un appiattimento del
livello di studio ed oggi non è
ammissibile che un diplomando
maestro non sappia che cosa sia
il “trasformismo” o la data del
congresso di Vienna.
Gli studenti di fronte a questa
ondala di severità, smarriti stanno a guardare. I bocciati si disperano, gridano, urlano contro
la scuota e i professori. Non capiscono perché devono studiare.
Non è colpa nostra — dicono —
se arriviamo con scarse nozioni
di base dalla scuola media. Il
salto è brusco, non c’è nessuno
che ci aiuta a capire il funzionamento della scuola superiore.
Ognuno ha la sua spiegazione
e forse tutti hanno la loro parte
di ragione. I professori quando
dicono che la scuola deve formare e che gli ignoranti saranno
poi discriminati nella vita. Gli
studenti che accusano gli insegnanti e il sistema scolastico di
non rispondere alle loro esigenze.
Ad oltre 15 anni dalla « Lettera a una professoressa » di don
Milani in cui si denunciava la
natura "classista ’’ della nostra
scuola nessuna riforma seria è
stata fatta per quanto riguarda
i programmi e i metodi didattici della scuola secondaria. Dopo
Un periodo di buona volontà e
di sperimentazione da parte dei
professori si è tornati ai vecchi
metodi, quasi con rassegnazione.
La scuola è tornata ad essere separata dalla società e non risponde alle esigenze dell’oggi.
Nel pinerolese i cinquecento
studenti che escono ogni anno
dalla scuola superiore si trovano senza una formazione adeguata alle richieste del mercato del
lavoro. Sono così obbligati a frequentare corsi integrativi per
cercare una possibilità di lavoro
o a continuare il parcheggio in
attesa del posto, frequentando
l'Università. La prima a dover
essere bocciata è dunque la scuola superiore.
Giorgio Gardiol
# Hanno collaborato a questo
numero; Ethel Bonnet, Domenico Cappella, Raoul Cavanna, Paolo Cerrato, Giovanni Conte, Guido Colucci, Luigi Marchetti, Edi
Marini, Claudio Pasquet, Teofilo
Pons, Paola Revel, Elio Rinaldi,
Roberto Romussi, Bruno Rostagno, Claudio Tron, A. Vetta.
La giunta della Comunità Montana della Val Pellice ha approvato il seguente documento:
« La giunta, preso atto ^lla
ristrutturazione del Prontuario
Terapeutico Nazionale, in vigore
daU’1/5/1984 e considerato che,
con questo ultimo atto il Governo limita a 112 i farmaci esenti
da ticket, obbligando le persone
affette da cardiopatia ischemica,
ipertensione, epilessia, diabete
(salvo l’insulina fiale),, morbo di
Parkinson, asma ecc. a pagare
un ticket del 15% oltre a L. 1.000
per ricetta per ottenere medici
UN GIORNALINO
Lavori di ieri
Anche quest’anno un gruppo
di scuole elementari della Val
Germanasca esce con un giornalino ^ che esplora la vita locale
del passato. Sono raccolte testimonianze molto vive sia sulle
tecniche di produzione, sia sulle
lorrne di cooperazione nel lavoro agricolo e artigianale. Ne deriva un quadro interessante soprattutto da un punto di vista
umano, perché rende assai bene
il palpito della vita che c’è dietro le testimonianze dei nonni.
Il quadro non è completissimo,
ma è degno di stare in compagnia di altri lavori di raccolta,
condotti esclusivamente da adulti, come varie monografie a stampa, cassette musicali, albi dì fotografie. Pensiamo che il materiale raccolto dagli alunni sotto
la guida dei maestri potrà servire come base, domani, per pubblicazioni più prestigiose della
veste dimessa dei giornalino.
Accanto alla descrizione dei
lavori agricoli e artigianali, emergono dai racconti fatti curiosi e
significativi. Ad esempio le cooperative per l’utilizzazione del
latte sono presentate dalle testimonianze raccolte coi nomi dei
partecipanti: sono tutti nomi
femminili. In altre parole alla
donna era riconosciuta in qualche modo la « titolarità » e, quindi, la competenza di gestione e
di amministrazione di alcuni
aspetti dell’economia familiare
come per esempio, appunto, la
utilizzazione del latte. Ci permettiamo di suggerire l’argomento per il giornalino del prossimo anno; le ricette, sia di cucina, sia per la trasformazione
e conservazione degli alimenti:
salami, marmellate ecc.
C. T.
Itali indispensabili al fine di evitare ulteriori conseguenze;
consapevole che, pur avendo
il Governo elevato con il D.L.
2/5/1984 il tetto del reddito annuo per l’esenzione dai tickets,
tale atto, per la sua ridotta dimensione, non risolve il problema per le persone malate {anziani e pensionati in particolare);
verificato che, stante l’attuale gistema fiscale italiano, i tickèts costituiscono dal punto'¿li
vistà economico un doppio premio per gli evasori fiscali i quali, oltre a fruire del Servizio Socio-Sanitario Nazionale senza
avere pagato le imposte, vengono esentati dai tickets, mentre
per i cittadini che contribuiscono correttamente per quanto dovuto, tali sovratasse costituiscono una doppia punizione: economica (pagano due volte i servizi) e culturale;
constatato che questi cittadini sono stati per anni disinformati e diseducati su ciò che serve realmente per la loro salute,
ed indotti (per carenze professionali ed organizzative) ad un
abuso di farmaci nonché di esami diagnostici, sono ora puniti
per questa loro «cultura» attraverso il sistema dei tickets, concreta espressione di un metodo
repressivo e controriformista,
non certo volto alla promozione
della salute;
preso atto che TUfficio di Direzione e i medici di base di questa Comunità Montana-U.S-S.L.
hanno dibattuto questo problema, pervenendo alle medesime
conclusioni ;
sentito il, parere favorevole
del Coordinatóre Amministrativo, del Coordinatore Sanitario
e del Coordinatore Sociale, con
voto unanime, espresso nelle forme di rito, delibera:
— di chiedere l’abolizione dei
tickets che risultano di fatto un
grave atto di ingiustizia sociale
e di repressione per i cittadini
contribuenti ;
— di sollecitare una decisa
azione da parte della Regione
Piemonte nei confronti del Governo per interventi idonei e congruenti all’attuazione della Riforma Sanitaria ;
— di inviare a tutte le USSL
della Regione Piemonte la presente deliberazione perché la facciano propria, se ne condividono i contenuti ».
Maggio musicale
' Lavori di ieri - Val Germanasca - a cura delle scuole di Chiotti, S. Martino, Frali e Salza.
Fermata autobus
SAN GERMANO — Finalmente la fermata dell'autobus, sulla statale, è stata
spostata oltre II ponte, in direzione di
Villar Perosa, a tutto vantaggio della
sicurezza di chi deve attendere il mezzo pubblico. Ci auguriamo che si provvederà ora a costruire un riparo contro le intemperie.
Anche Pomaretto ha avuto
quest’anno il suo maggio musicale. Il gruppo Giovani della
Chiesa Valdese ha pensato di offrire tre concerti di musica classica nel Tempio: il 5/5 il complesso di ottoni Pro Musica
Antiqua; il 12/5 il gruppo di
Musica Antica dell’Istituto « Corelli » di Pinerolo (solisti, archi,
flauti, clavicembalo); il 26/5 il
gruppo polifonico 'Turba Concinens.
Sono state tre serate dense di
capolavori musicali dì Vivaldi
(1678-1741), di Purcell (1659-1695),
di Gabrieli (1510-1586), di J. Des
Pres (1440-1521), di Bruckner
(1824-1896) tanto per citare solo
alcuni autori.
La musica è sempre un mezzo
meraviglioso per innalzare l’animo umano a Dio, per dimenticare, momentaneamente, preoccupazioni e ansietà, che la vita
quotidiana ci offre.
Penso che queste serate siano
state una novità per Pomaretto,
e sarebbe proprio stato un peccato non approfittare di questi
incontri con la musica classica,
così come ce l’hanno proposta
questi giovani musicisti. Parallelamente allo studio o al lavoro
molti di loro dedicano diverse
ore alla settimana per perfezionare la voce o lo strumento, che
hanno scelto, o, in alcuni casi,
ambedue; con costanza, passione e amore per la musica.
Sono certamente giovani che
vedono la musica come un momento educativo e formativo della loro personalità.
Non possiamo fare a meno di
ringraziare i giovani della nostra
Comunità, che hanno scelto pro
POMAREnO
prio questo tipo di musica, per
farla conoscere più diffusamente.
A questo punto, mi chiedo;
quale posto occupa la musica,
oggi, nella vita dell’uomo?
Se accendiamo il televisore
siarno letteralmente invasi da
mùsiche, ritornelli e rumori non
ben definiti, che pubblicizzano
ogni genere di prodotti o beni
di consumo, che bombardano
l’uomo, impedendogli così di
pensare.
In molte case entrano” sempre
più numerosi gli impianti stereo, HI.FI., che permettono di
ascoltare ogni genere di dischi
e musicassette.
Ma quale musica ascolta oggi
la gente?
A giudicare dall’affluenza del
pubblico locale, non mi sembra
che i Pomarini apprezzino in modo particolare la musica classica. Pochi anche i membri delle
corali, che certamente non sentono lo stimolo ad aumentare il
loro bagaglio musicale, ascoltando altri gruppi corali, che provengono da un ambiente completamente diverso dal nostro.
Per poter « crescere » musicalmente e migliorare le proprie
capacità è necessario ascoltare
gli altri, e imparare tutto quanto è possibile.
Come protestanti la musica ci
appartiene, ci circonda fin dall’infanzia, fa parte della nostra
vita, il canto comunitario è la
espressione del cristiano che loda Dio.
Auguriamoci di poter sempre
apprezzare della buona, vera musica.
P.R.R.
Chiude la
maternia privata
PERRERO — L'amministrazione comunale di Ferrerò ha comunioato al
Consiglio di Circolo di Villar Perosa
la sua Intenzione di chiedere l'istituzione di una scuola materna statale con
sede al capoluogo.
La decisione è stata presa In seguito
alla comunicazione della prossima chiusura della scuola materna privata, retta da perspnaiè .religioso, la cui Istituzione risale agli inizi del secolo.
La diminuzione del bambini al capoluogo, l'età avanzata delle suore, gli
alti costi di gestione, non hanno più
permesso di continuare un’opera che,
malgrado I limiti confessionali, è stata
indubbiamente utiie a molte generazioni di bambini.
Ora il problema è come raggiungere
Il numero sufficiente per l’istituzione
di una sezione di scuola materna, perché effettivamente i bambini sono
sempre di meno e senza l’apporto delle frazioni non si avrebbero le condizioni necessarie per inoltrare la richiesta.
C'è da augurarsi, comunque, che II
Comune di Ferrerò non rimanga privo di questo servizio essenziale per
le famiglie e in modo particolare per
le madri che lavorano. L. V.
Giornata di studio
per gli insegnanti
A conclusione di un anno di scuoia,
il Distretto scolastico n. 42, che ha
sede a Ferosa Argentina, ha organizzato a Inverso Finasca una giornata di
studio per insegnanti delle varie scuole, con lo scopo di verificare l’esito
delle iniziative proposte dal gruppo di
lavoro deiruSSL 42 in un precedente
incontro che si era svolto lo scorso
settembre a Fra Catinat.
L'ipotesi di partenza era la seguente:
è possibile che nell'ambito della scuola,
dove i bambini trascorrono una parte
notevole della giornata, l’educazione sanitaria abbia uno spazio e conduca ad
una migliore conoscenza del proprio
fisico?
Per tutto l’anno scolastico trascorso, in alcune classi delle scuole materne ed elementari sono state svolte
attività di gioco e di ricerca, con la
consulenza degli esperti deH'USSL,
prinfcipalmente sui temi dell'educazione
aiimentare e del controllo della salute
(vista, udito, accrescimento corporeo,
apparato osseo).
Le famiglie degli alunni, dapprima
perplesse, hanno in seguito accettato
questo tipo inconsueto di visite mediche con interesse e comprensione. Più
difficile è sembrato convincere i genitori a modificare le loro abitudini alimentari a favore di una dieta più razionale e controllata.
Concludendo l'incontro, il presidente dell’LISSL, Daviero, ha espresso la
sua intenzione di continuare e anche
di allargare la sperimentazione, secondo le disponibilità degli operatori sanitari, per un'educazione alla salute
ancora tuttp da Inventare. Il limite dell'iniziativa. tuttavia, sta proprio nella
sproporzione di trattamento, per cui le
classi coinvolte hanno visto II medico
sempre presente, mentre gli altri alunni, che pure sono egualmente a cura
deirUSSL, hanno dovuto accontentarsi
di una modesta e frettolosa visita di
controllo. L. V.
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10
10 cronaca delle^Uí
29 giugno 1984
USSL 43
Trapianti di organi
Sabato 26-5-84 si è tenuto a Luserna San Giovanni un incontrodibattito su Prelievi e trapianti
di organi e problemi socio-sanitari, organizzato dal Gruppo
AIDO (Associazione Italiana Donatori Organi) della Val Pellice
con il patrocinio della Comunità
Montana e dell’USSL n. 43.
Buono il numero dei partecipanti anche se l’importanza dei
temi trattati ed il livello degli
oratori lasciasse sperare in una
maggiore partecipazione.
Il sig. Suppo (Assessore alla
Sanità della Comunità Montana)
nella sua analisi politico-sanitaria, ha sottolineato quanto sia
necessario ed importante trovare soluzioni più razionali per rendere meno problematici i prelievi di organi: avere più centri
autorizzati, maggiore sensibilizzazione nella classe medica ma
soprattutto neiropinione pubblica. L’assessore ha ricordato ohe
nella Regione Piemonte circa 500
sono i dializzati in attesa di trapianto, e pur sottolineando che
il centro delle Molinette può essere considerato fra i migliori nel
campo dei trapianti per realizzare i 100 trapianti annui che sono
l’obiettivo della Regione, rimangono da risolvere le problematiche prima accennate.
Il Sig. Maschera, presidente
regionale dell’AIDO, ha ricordato
il lavoro che l’Associazione sta
compiendo ai fini della sensibilizzazione dell’opinione pubblica.
Molto seguito rintervento del
Prof. Ramello, primario del Servizio di Nefrologia e Dialisi dell’Ospedale E. Agnelli di Pinerolo,
il quale dopo aver esposto i vari
aspetti dall’essere donatori di
organi all’accertamento di morte
e dal momento del prelievo a
quello del trapianto, ha rivolto
l’invito ai presenti di farsi portatori verso il loro prossimo della
necessità di sensibilizzare l’opinione pubblica affinché non vengano inutilizzati quegli organi
potenzialmente destinabili al trapianto terapeutico a causa dell’opposizione dei familiari.
Il dott. Rissane, Coordinatore
Sanitario dell’USSL n. 43 ha
sottolineato che è indispensabile
attuare im programma di educazione sanitaria sul modo di far
salute coinvolgendo nella partecipazione il cittadino. Ha sottolineato inoltre Timportanza della
prevenzione anche nel campo delle malattie renali (ipertensione,
ecc.) ed ha ricordato che durante Ü mese di giugno verranno
presentati dalla Comunità Montana e dairUSSL i Piani di Programmazione e Spesa da cui
emerge il Piano di Educazione
Sanitaria della Valle.
^ Significativa la presenza dell’ANED - Associazione Nazionale Emodializzati - la quale sta
raccogliendo firme per la presentazione di una modifica dell'attuale legge sui Prelievi e Trapianti di organi, al fine di sancire il concetto del « Consenso
presunto ».
Enrico Malan
Comitati per la pace
PINEROLO — Il comitato si riunisce
presso la Camera del Lavoro, via Demo
8, venerdì 29 giugno alle ore 20.45.
Manifestazioni
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Tradizione Valdese
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TORRE PELLICE
Questo il programma di celebrazione
della Resistenza al Monioso che si terrà il 78 luglio prossimo:
Sabato 7 luglio: ore 20: Raduno presso il Monumento dei Caduti in Bagnolo
P., Deposizione corona d'alloro e successivamente al cippo di Villar Bagnolo; ore 20.15 Sul piazzale del Montoso
Concerto dei minifisarmonicisti bagnolesi e del Coro Bagnolese « Da Pare an
fieul »; ore 22.30: Fiaccolata e falò
presso il Monumento a Montoso. Canti
del Coro Bagnoiese.
Domenica 8 luglio: ore 9: Complesso
bandistico bagnolese diretto dal M.o
E. Genovese; ore 9.40: Deposizione corone al Monumento dei Caduti. Riti religiosi: Ebraico, Valdese, Cattolico; ore
11: Saluto dei Sindaci di Bagnolo, Pinerolo e Chieri; ore 11.20: Commemorazione ufficiale tenuta dal comandante
partigiano On, Isacco Nahoum «Milan.
Presidente dell’ANPI Piemontese. Consegna di attestato di socio ad honorem
dei Partigiani d'Italia ai Comuni di Bagnolo P., Barge, Bibiana, Cavour e Villafranca P.; ore 15.30: « Cantate con
noi », concerto del coro Amicizia di
Bibiana, diretto dal M.o Dante Maritane, con la partecipazione di cantanti
solisti tra i migliori del nostro folclore;
ore 17: Chiusura della manifestazione
con il Complesso bandistico bagnolese.
Cara Magna Linota,
ultimamente ho letto che certe
persone si definiscono “omosessuali-credenti”. Questo accostamento fra l’omosessualità e la
fede in Cristo mi ha turbato, e
vorrei chiederti che cosa ne
pensi.
E’ fuori discussione che tutti
noi siamo dei “peccatori-credenti”. Tuttavia non c'è nessuno che
con questo intenderebbe giustificare il suo o i suoi peccati. Nessuno ardirebbe proclamarsi “ adultero-credente” o “falsario-credente” ecc.
Quando invece leggiamo che
nella Chiesa verranno celebrati
dei culti con Santa Cena per
“omosessuali credenti", ne dobbiamo dedurre che essi — in
quanto tali — non solo non si
considerano peccatori, ma che la
Chiesa intende di fatto dichiarare che l’omosessualità non è un
peccato condannato dalla Scrittura.
Qualcuno mi ha fatto osservare che l’omosessualità è una malattia di cui gli individui non sono responsabili. Però sembra che
essi respingano con indignazione questa diagnosi, e anche se
così fosse bisognerebbe spiegare
come mai questa malattia dilaga colpendo milioni di persone.
Se poi si trattasse solo di una
tara ereditaria, non sarebbe il
caso di ricercare la guarigione
presso il Signore Gesù Cristo? A
questo proposito sull’Eco del 4
maggio c’è un articolo di Salvatore Caponetto. Che cosa ne pensi? E ancora: come mai la
nostra stampa, che tanto spazio
offre a questo ripugnante argomento, non ha mai accennato all'Aids, la terribile malattia incurabile che colpisce prevalentemente gli omosessuali con molti
casi mortali? Come interpreti
Quello che scriveva l'apostolo
Paolo a proposito degli omosessuali che « ricevono in loro stessi la condegna mercede del proprio traviamento (Rom. 1; 27)?
Elo già chiesto a diverse persone che mi dicessero il loro parere ma ho ricevuto soltanto delle vaghe risposte, insieme alla
sgradevole impressione che non
volessero compromettersi.
Spero quindi che almeno tu
vorrai illuminarmi alla luce della Parola di Dio, e, ringraziandoti, porgo fraterni saluti.
U. Pascal
Caro amico,
non posso certo illuminare
nessuno, perché sull’argomento
sono terribilmente ignorante,
senza contare che credo di non
aver mai conosciuto personalmente un omosessuale. Al mio
paese i pochi che non si sono
sposati non l’hanno scelto loro;
certe volte nei nostri paesetti
non c’è proprio la possibilità dì
trovare la persona adatta.
Però, siccome adesso si parla
tanto della cosa, ci ho pensato
su anch’io e mi son fatta alcune
idee, probabilmente sbagliate.
Cercherò così di rispondere in
ordine alle tue domande:
1°) Io credo che uno possa nascere omosessuale come si nasce
mancini, e che, altre volte, per
qualcosa che ci turba profondarnente quando siamo piccoli, non
si riesca a crescere, a questo
proposito, oltre quel momento
in cui tutti abbiamo scarsa simpatia per l’altro sesso (le bambine sembrano deboli, stupide e
piagnucolose, i . maschietti gofiR,
rumorosi e prepotenti) e che di
solito termina quando si finiscono le elementari o poco più
tardi.
In un caso e nell’altro non vedo perché dovrei disprezzare delle persone solo perché, senza
averlo scelto, sono diverse da
me e dalla maggioranza. Perciò
non mi convinci quando consideri un omosessuale come un
adultero o un falsario, che hanno liberamente deciso di fare
certe cose.
A me invece dispiace per loro,
perché sono privati della gioia
di scoprire nel proprio compagno una persona che ti completa
proprio perché è così profondamente diversa da te. e soprattutto sono privati della felicità di
dare insieme la vita a figli in cui
si ritrovano i lineamenti, i gesti,
il carattere della persona amata.
Ho detto che mi dispiace per
loro, perché non faranno certe
esperienze, non che li compatisco; credo che proprio la com
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Non è una vendita è una stravendita. Beati 1 primi
passione non richiesta sia rifiutata dagli omosessuali, e secondo
me giustamente. Compatire vuol
dire sentirsi superiori; io ho un
caro amico poliomielitico, con le
inani quasi completamente inutili: rni dispiace infinitamente
per lui, ma non mi sogno di
compatirlo, perché lo ammiro e
lo ritengo infinitamente migliore di me.
2°) Non mi piace l’idea di culti
per omosessuali; nel culto si riunisce la comunità intera e non
si fanno culti per categorie.
3°) Il dilagare del fenomeno
oggi non può dipendere da una
« indigestione » di sesso? La gente è incoraggiata a fare l’amore
continuamente _ e con chiunque
perché, a sentire la propaganda
che ci perseguita, l’unica cosa
importante nella vita è divertirsi da egoisti.
Ad im certo punto si può essere spinti ad un’esperienza diversa per curiosità, per moda,
per scandalizzare il prossimo,
per disordinata ribellione. Questo è peccato, ma non molto diverso da quello di chi fa un uso
altrettanto « sporco » del proprio
corpo con persone dell’altro sesso. Ma come possiamo condannarli dall’alto, senza provare né
rimorso né vergogna per la gente che abbiamo ucciso in guerra o per quella che aiutiamo ad
uccidere fabbricando e vendendo
armi al mondo intero? E poi,
anche se realmente non facessimo mai nulla di male, rimarrebbe sempre ia grossa responsabilità indiretta di tutto quello che
non abbiamo saputo fare, a toglierci il diritto di giudicare
chiunque.
4”) L’ultima parte del tuo discorso, sull’Aids, mi scandalizza,
scusami. Se giudichiamo una malattia Còme la punizione di Dio,
possiamo ripetere con il Fariseo
della parabola: « Dio, ti ringrazio perché non sono come quel
peccatore laggiù ». Mi pare che
alla tua domanda abbia risposto
Gesù stesso, a proposito dei discorsi che gli facevano sul cieco
nato o sugli uomini schiacciati
dal crollo della torre: « Non sono più peccatori di voi, ma, se
non vi convertirete, tutti ugualmente perirete ». E la stessa lettera di Pàolo che citi dice anche
al capitolo 14: « E tu, perché giudichi il tuo fratello? perché'disprezzi il tuo fratello? Poiché
tutti dobbiamo comparire davanti a] tribunale di Cristo. Così
ognuno di noi renderà conto di
se stesso a Dio. Perciò non giudichiamo più gli uni gli altri;
ma giudicate piuttosto che non
dovete porre intoppo o scandalo
al fratello ».
« Ama il prossimo tuo » è la
legge che Gesù Cristo stesso ci
ha dato.
Ti saluto con affetto.
Magna Linota
COMUNITÀ MONTANA
VAL PELLICE - USSL 43
Avulso PUBBUCO
E’ indetto avviso pubblico
per il conferimento incarico
temporaneo per la copertura
del seguente posto:
1 posto dì Personale del L
livello dirigenziale.
L’incarico non potrà superare il periodo massimo di
mesi sei. La domanda, in carta legale, dovrà pervenire all’Ufficio Personale dell’Unità
Socio Sanitaria Locale n. 43 Piazza Muston n. 3 - Torre
Pellice - entro e non oltre le
ore 12 del 16“ giorno successivo alla data di pubblicazione
del presente avviso sul Bollettino Ufficiale della Regione
Piemonte.
Per ogni altra informazione
rivolgersi aH’UfficiO Personale della USSL n. 43 - P.zza Muston n. 3 - Torre Pellice - Tel.
0121/91514 - 91836.
Il Presidente
(Prof.ssa Franca Coì'sson)
11
29 giugno 1984
cronaca delleValli 11
I
REFERENDUM
PER LA PACE:
SONO D’ACCORDO
Il movimento per la pace sta producendo e sostenendo varie proposte di
legge di iniziativa popolare. Il loro risultato politico è dubbio, ma il valore
sociale e civile credo sia alto.
I problemi tecnici, infatti sono molti
e complessi, e le difficoltà ipolitiche
sono almeno altrettante. Tutti i referendum effettuati dai 1974 ad oggi
hanno sempre finito con il ratificare le
leggi già esistenti, e perciò .con l'esprimere una sostanziale concordanza
del popolo con il Parlamento. iPer questo la sollecitazione del referendum
sui missili è rischiosa. Ma è un rischio che, a mio giudizio, può e deve
essere corso.
In una materia così importante come quella della preservazione della
pace, è bene che i cittadini si interroghino a fondo, e si esprimano personalmente, uscendo da quel torpore, e
da quella rassegnazione per cui si
pensa che decisioni di questo genere
appartengano solo al cielo lontano dei
politici, 0 più ancora alle impenetrabili
volontà delle superpotenze.
II referendum ed il relativo dibattito possono mettere ciascuno di fronte
a precise responsabilità sul proprio
futuro e su quello deH'umanità. Non si
può dimenticare che le guerre sono
sempre state dichiarate dagli uni e
combattute e sofferte dagli altri.
Come pure non si può dimenticare
che sul tema della pace molte riflessioni vengono rimosse per pregiudizi ideologici. Viene rimosso il giudizio di condanna sulla politica interna ed internazionale dell’URSS, che non solo ha
installato per prima i missili di teatro
europeo, ma non dà spazio al suo interno ad un movimento pacifista libero ed imparziale.
E viene rimossa la valutazione negativa sulla politica internazionale degli USA, fatta di esibizione e di potenza, alimentata dalla ricerca della tensione verso l'URSS, cui corrisponde un
pericoloso senso di accerchiamento e
di isolamento di quest’ultima.
Per questo il referendum può indurre a riflessioni e maturazioni collettive. Il disarmo unilaterale (che è la linea sostenuta da molti) è a mio giudizio una mossa improduttiva, perché
— come ha rilevato Karl Popper — il
movimento pacifista è quello che consente airURSS di vincere la guerra
senza doverla fare, proprio perché è
un movimento che esiste solo in occidente.
Ma il riarmo esasperato è sicuramente una strategia mortale, perché acuisce i pericoli, chiude i canali del dialogo, rende ciechi sul « perché dobbiamo essere nemici », e produce l'infinito spreco di ricchezze che impedisce
di medicare la fame dell'umanità.
Perciò è pensabile che il dibattito
conduca all'individuazione di una linea
politica matura e responsabile. Le superpotenze saranno richiamate alla ba
nale ma decisiva considerazione che
ciascuna di esse è già in grado di distruggere l'avversario innumerevoli volte: per cui limitate e progressive concessioni sulla strada della riduzione
degli armamenti — anche se non perfettamente bilanciate da uguali concessioni avversarie, purché capaci di innescare la spirale del ritorno — avranno un valore politico enormemente superiore all’irrigidimento ed alle
pretese misurate con il bilancino.
Ma per questo occorrerà che tutta
l'opinione pubblica internazionale si
mobiliti e si uniformi. La proposta di
referendum potrebbe esserne lo stimolo.
Elvio Passone, magistrato
Pinerolo
SULLA MATERNA
DI TORRE PELLICE
Egregio Direttore,
rispondo su Suo invito alla lettera
del signor Andrea Salusso, da Lei pubblicata ma — e con una prassi per lo
meno inconsueta — mai inviata dal
firmatàrio al sottoscritto a cui, peraltro, vengono rivolte accuse e domande.
Sul tono della medesima lascio trarre ie dovute considerazioni all'attento
lettore del settimanale, certo non avvezzo a simili palesi provocazioni proprio da chi si dichiara fautore dell'apertura e della democrazia. Personalmente, purtroppo, ben conosco questo
modo di agire che, là dove non ottiene la risposta desiderata, reagisce dando all'altro le patenti di chiusura, antidemocrazia e autoritarismo. Infatti, in
ben due occasioni di incontro nel corrente anno scolastico, in riunioni debitamente convocate, allorché si è cercato di spiegare come stanno le cose
nella scuola statale anche sotto il profilo dei regolamenti, si è stati tacciat
da qualcuno di tono saccente e pro
fessorale e, da altri, si sono avute ve
re e proprie crisi di isterismo con to
ni di voce alterata e lacrime di rabbia
Le sedi per dibattere le varie questio
ni sono quelle previste dalla norma
tiva sugli Organi collegiali della scuo
la, emanata con leggi e decreti da nes
suno dichiarati incostituzionali. Le riu
moni di materna sono state cinque nel
corso dell'anno, compresa una finale
di verifica, mentre quelle di Circolo (e
non di Circoscrizione chè è altra cosa) tre: in queste ultime, aperte al pubblico e con un Presidente che non è il
sottoscritto, c'è l'abitudine di dare la
parola anche ai non eletti ed anche su
argomenti non previsti all’ordine del
giorno, come peraltro il signor Salusso ben sa perché lo ha sperimentato
di persona ma non dice.
Essendo queste le sedi deputate al
civile dibattito, non intendo entrare
nel merito delle singole accuse o questioni, solo in parte di mia competenza: edilizia, alimentazione, arredamento, scelte didattiche, ecc. La scuola
materna, come tutti gli altri ordini di
scuola, ha le sue difficoltà e le sue
contraddizioni; quella di Torre Pellice
ha vissuto quest'anno la vicenda dell'accorpamento con la sezione di Boui'ssa, e mi sembra l'abbia superata positivamente. I limiti non mancano, perché un servizio pubblico ¡può e deve
sempre essere migliorato; ma perché
non citare anche gli aspetti positivi e
non dovunque riscontnabili, come il collegamento con la scuola elementare,
basato su un preciso programma di lavoro e con la costante collaborazione di
una docente elementare? iProbabilmente,
questo dato non va a vantaggio della
polemica...
Se mi è consentito — e non per fare lezione! — vorrei rammentare che
la materna è comunque una scuolia e,
come tale, funziona: con piani di lavoro, verifiche didattiche, sedi, orari. Il
guidare il bambino a tenerne conto significa anche abituarlo al vivere comunitario, à rispettare gli altri per essere rispettato, al di là della salvaguardia individuale: tutti i bambini hanno
diritto di seguire lo svolgimento di un
programma in àmbito linguistico, logico, espressivo e di non essere interrotti di continuo per esempio con entrate tardive. Forse, chi non vuole riconoscere una motivazione sociale e
pedagogica a questo principio fatica ad
accettarlo e giudica la scuola non aperta e non democratica se ad esempio
non tollera le entrate dopo le 10, come al signor Salusso spesso farebbe
comodo, o l'avere il gatto di un bambino in aula!
La scuola statale, per chi è in questa ottica, ha sicuramente il difetto di
avere alcune regole da seguire, ma
forse, rispetto alla privata, ha gli spazi dove chi vuole può civilmente cercare di capire, collaborare e obiettare — come è avvenuto in tutti questi
anni — e non solo ha l'obbligo di sottostare. In quelle sedi, e non in altre,
d'ora in poi intendo colloquiare, sempre che l'obiettivo di fondo sia il bambino e non la polemica.
RingraziandoLa per l'accoglienza, porgo distinti saluti.
Il direttore didattico
Roberto Eynard
Egregio Signor Direttore,
in merito alla lettera aperta indirizzata al Prof. Roberto Eynard e, per conoscenza, anche a noi maestre della
Scuola Materna Statale di Torre Pellice, vorremmo proporre alcune brevi
precisazioni. Il signor Salusso afferma
di aver chiesto, aH'inizio dell'anno, di
« entrar nel merito del funzionamento
della scuola » e di non essere stato
soddisfatto, in questa sua esigenza, in
quanto solo due sarebbero state le occasioni di incontro tra genitori e docenti: occorre a questo punto ricordare che le assemblee sono state ben
cinque (tutte verbalizzate) e che in
esse chiunque, il signor Salusso compreso, avrebbe potuto dare il suo contributo di genitore per le finalità ohe
la Scuola Materna cerca di perseguire, nonostante mille difficoltà, con la
collaborazione di tutti. Ci pare dunque strano che il signor Salusso, dopo
aver perso le occasioni per collabo-rare
fattivamente, si rivolga, al termine
dell'anno scolastico, ad un giornale
con una lettera dal tono, a nostro avviso, velleitario e polemico dove, passando in rassegna superficialmente tutti i mali della scuola italiana (dall'edilizia alla carenza di strumenti e sussidi didattici adeguati) accusa apertamente noi maestre di autoritarismo,
allude a ■■ voci, tante e non benigne »
(ma si guarda bene dal precisarle) e,
nel corso di tutta la lettera, afferma,
quasi a mo' di ricatto, che potrebbe
anche rivolgersi, insieme ad altri genitori, alla scuola privata.
Ebbene, lo faccia, ma prima forse
rifletta su quelli ohe sono, o sono stati, 1 suoi apporti alla scuola di Stato
in cui egli afferma di credere come
istituzione fondamentale del civile convivere.
Le insegnanti della Scuola Materna Statalo di Torre Pellice
Ronco :6arla, Pasohetto Tiziana,
Scapicobio Fiavia, Boaretti Danieia, Long Renata, Gaspardone Lauretta.
PENTECOSTE ’84
Quest'anno la ricorrenza di Pentecoste
si è svolta a Pomaretto con grande partecipazione ed entusiasmo...
Molta gente e sinceramente partecipe, ma questa partecipazione dovrebbe
durare tutto l'arco dell'anno, non solo
in date particolari.
Dico questo perché ogni giorno noi
vediamo intorno a noi rindifferenza di
molti nostri fratelli, in molte borgate
non esiste più l'unione che In passato
ha fatto del popolo valdese una grande
famiglia, esistono rancori non solo tra
fratelli di fede ma anche tra fratelli di
sangue, c'è dà chiedersi: è per questo
che hanno combattuto e sofferto i nostri padri?
Il giuramento fatto nel 1669 a Slbaud:
■< Noi giuriamo e promettiamo al cospetto dell'Iddio vivente di mantenere
tra noi l'unione e l'ordine, giuriamo
fedeltà fino all'ultima goccia del nostro
sangue ». (..)
Noi tutti sappiamo che Gesù Cristo
ha insegnato a tutti gli uomini l'amore,
l'amore verso tutti indistintamente, anche oggi l'aiutarei reciprocamente non
è una frase campata in aria, ma quanti
sentono quanto questo è importante?
Oggi che più che mai vediamo il nostro
orizzonte oscurato, perché i problemi
ogni giorno aumentano, orisi di posti
di lavoro, cassa integrazione, problemi
della scuola, eco., dovremmo essere
uniti per affrontare insieme quanto li
futuro ci riserva ed insieme combattere
perché la nostra sia veramente una
responsabilità in Cristo per il nostro futuro, il futuro di ogni nostro fratello.
Oggi più che mai è necessario ritrovarci ed insieme acquistare una nuova forza in Cristo, essere uniti ed insieme
combattere le avversità, perché insieme saranno meno pesanti i nostri fardelli.
Dobbiamo essere una guida per i
nostri figli affinché essi stessi diventino fieri combattenti per la fede. (...)
Carla Bortuzzo, Villasecca
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RINGRAZIAMENTO
« Beati i puri di cuore perché
essi vedranno Iddio »
(Matteo 5: 8)
I familiari della compianta
Maria Maddalena Ghigo
ved. Peyronel
di aimi 88
profondamente commossi e riconoscenti per la grande dimostrazione di stima e affetto tributata alla loro cara,
ringraziano tutte le gentili persone che
con le parole di conforto e la presenza hanno preso parte al loro dolore.
Villar Perosa, 16 giugno 1984.
RINGRAZIAMENTO
I familiari della cara
Nuccia Caletto ved. Bonetto
ringraziano tutti coloro che con fiori,
scritti e parole di conforto, hanno preso parte al loro grande dolore. Un grazie particolare al dott. Giovanni Mathieu, ai suoi collaboratori, al personale paramedico dell’Ospedale Valdese di
Torre Pellice, ai dottori Scarognina,
Marinaro, Mourglia e Forneris, a don
Armando e ^ Renato^ Pizzardi, ai sigg.
Barbiani, GobeRo e Sappé, alle famiglie
Galvano, Bruno Ettore, brarda-Minetto, alla Presidente U.S.S.L. prof. F.
Coisson, a Marina e Tiziana, alle infermiere Viglianco-Ferrari, RomanoCutolo e Avaro-Lasagno. ai vicini di
casa ed agli amici tutti.
Luserna San Giovanni^ 21 giugno 1984
RINGRAZIAMENTO
(c In Dio è la mia salvezza e
la mia grazia » (Salmo 62: 7).
Le famiglie Musmeci, Bertolino, Ricupero ringraziano tutti coloro che si
sono associati al loro dolore per la perdita della cara
Mafalda Bertolino Musmeci
in particolare ringraziano i pastori Panascia, Trobia, Berutti, nonché il prof.
Gasparino Agnello, presidente della
Sezione del P.S.I. di Grotte.
Grotte, 21 giugno 1984
USSL 42 - VALLI
CHISONE - GERMANASCA
Guardia Medica :
Notturna, prefestiva, festiva: telefono 81000 (Croce Verde).
Guardia Farmaceutica :
DOMENICA 1° LUGLIO 1984
Pinasca: FARMACIA BERTORELLO
- Via Nazionale, 29 - Tel. 51017.
Ambulanza :
Croce Verde Perosa: tei. 81.000
Croce Verde Porte: tei. 201454
USSL 44 • PINEROLESE
( Distretto di Pinerolo )
Guardia Medica :
Notturna, prefestiva, festiva; telefono 74464 (Ospedale Civile).
Ambulanza :
Croce Verde Pinerolo: 22664.
USSL 43 - VAL PELLICE
Guardia Medica :
Notturna: tei. 932433 (Ospedale Valdese).
Prefestiva-festiva: tei. 90884 (Ospedale Mauriziano).
Guardia Farmaceutica :
DOMENICA 1° LUGLIO 1984
Villar Pellice: FARMACIA GAY
Piazza Jervis - Te'. 930705.
Bibiana; FARMACIA GARELLA - Via
Pinerolo, 21 . Telef. 55733
Ambulanza :
Croce Rossa Torre Pellice: telefono 91.996.
12
Í2 uomo e società
29 giugno 1984
UNA VALUTAZIONE DEL VOTO DEL 17 GIUGNO
Indicazioni per l'Europa
_ Il primo dato che emerge dai
risultati delle elezioni europee è
che tutti i governi in carica, sia
di destra sia di sinistra hanno
subito una severa sconfitta. La
cosa è particolarmente netta per
l’Inghilterra, la Francia, la Germania, l’Italia.
E’ che questo voto, prima che
europeo, è stato nazionale ed ha
voluto esprimere un preciso giudizio popolare sulle rispettive politiche dei governi. Del resto, un
po’ dovunque, sono stati gli stessi governi a spingere in questo
senso: i temi europei sono stati
tutt’al più il contorno della campagna elettorale. L’Europa in
quanto tale rimane un’astrazione,
una meta lontana, forse un’illusione generosa, anche perché la
CEE, specie negli ultimi tempi,
ha mostrato di essere tutto fuorché una rete di solidarietà intereuropea. Per questo, in ogni paese, il voto ha assunto prioritariamente se non esclusivamente un
valore di test elettorale interno,
ma ciò non significa che non se
ne possa ricavare un’indicazione
in una prospettiva europea.
Il responso delle inrne infatti
esprime chiaramente lo scontento e la sfiducia degli elettori nei
confronti delle politiche economiche seguite dai vari governi
europei per tentare di uscire dalla crisi. Siano di sinistra (Francia), di centro-sinistra (Italia) o
di destra (Inghilterra, Germania), sono tutte politiche « reaganiane,» che di fatto appoggiano il processo di ristrutturazione capitalistico ai danni dell’occupazione e dei salari. Le conseguenze immediate sono: atunento vertiginoso della disoccupazione, inflazione, attacco al costo
del lavoro, riduzione drastica delle spese sociali. Nulla da stupirsi, in queste condizioni, se i partiti di sinistra al governo (comunisti e socialisti in Francia, socia
f “—"v
< L'Eco delle Valli Valdesi »: R-ea.
Tribunale di Pinerolo N. 175.
Comitato di Redazione: Valdo Benecchi, Mario F. Berutti, Franco Carri,
Giorgio GardioI, Marcella Gay, Adriano Longo, Claudio H. Martelli,
Jean-Jacques Peyronel, Roberto Peyrot, Giuseppe Platone, Marco Rostan, Mirella Scorsonelli, Liliana VIglielmo.
direttore Responsabile:
FRANCO GIAMPICCOLI
Redazione e Amministrazione: Via
Pio V, 15 - 10125 Torino - tei. 011/
655.278.
Redazione l'Eco delle Valli Valdesi:
Via Arnaud, 23 . 10066 Torre Pelllce.
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- 10125 Torino.
Registro nazionale della Stampa n.
00961 voi. 10 foglio 481.
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listi in Italia) vengono severamente giudicati.
Inóltre — e conseguentemente
a questa impostazione economica — sono politiche strettamente
allineate — per non dire subalterne — con la politica estera degli Stati Uniti nei confronti delrURSS, per cui tutti i governi
europei (eccetto quello olandese). sia di destra che di sinistra,
hanno detto sì aU’installazione
dei missili americani in Europa.
Il successo dei Verdi in Germania ma anche in Olanda, in Belgio, in Inghilterra, in Italia e persino in Francia sta lì a ribadire
che le grandi manifestazioni pacifiste deirautunno scorso non
erano fuochi di paglia. Allora, i
governi hanno finto di ignorare
questo potente movimento sociale e hanno preso decisioni contro la volontà popolare. Ebbene,
soprattutto da questo punto di
vista, il voto europeo è limpido:
la volontà di pace, di disarmo,
di qualità della vita, è im’esigenza ormai radicata nelle società
post-industriali. Ed è im’esigenza che, lungi dall’essere idealistica, esprime una precisa domanda politica: disarmo, riconversione industriale, nuovi rapporti economici col Terzo Mondo, tutela dell’ambiente, giustizia sociale ed economica; insomma, l’opposto delle politiche attualmente seguite in Europa dove, nel nome della modernizzazione e della sfida della rivoluzione tecnologica, si privilegia il
capitale rispetto al lavoro, la logica del profitto rispetto alla qualità della vita.
Certo, la crisi ormai decennale ohe si sta attraversando non è
una crisi congiunturale, bensì
strutturale: investe cioè il tipo
stesso di sviluppo delle nostre
società, 'Sviluppo distorto, disuguale, che, a fronte di un diffuso
benessere sociale, ha creato nuova povertà, disoccupazione, disumanizzazione del lavoro e della
vita, perdita dei valori, egoismi
nazionali, neo-corporativismo,
razzismo, neo-fascismo. Una crisi dunque da cui non è facile per
nessuno uscire, ma da cui certo
non si può uscire da soli (nazionalismo) né con la solita logica,
anche se aggiornata (neo-capitalismo). Ora, da Mitterrand alla
Thatcher, da Craxi al cancelliere
Kohl, tutti affermano che non c’è
altra politica di quella che stanno
portando avanti — quella del rigore anti-operaio — e che, prima
o poi, i risultati si vedranno. Gli
elettori non la pensano così e
mandano a dire che vogliono
un’altra politica che tenga conto
in primo luogo delle esigenze di
chi lavora e di chi — e sono oltre 12 milioni in Europa — è senza lavoro.
Bipolarizzazione
Un’altra caratteristica di onesto voto è quello della bipolarizzazione: in quasi tutti i paesi si
sono affermati in modo pressoché uguale sia il blocco conservatore sia il blocco progressista
(vedi Italia, Francia, Inghilterra,
Grecia).
I partiti minori ne risultano
fortemente omalizzaii, ad eccezione dei due estremi: Verdi, radicali, estrema sinistra da un lato, estrema destra neo-fascista
dali’altro. Anche questo dato si
spiega con la crisi che, col disorientamento e l’insicurezza che
provoca, favorisce i grandi raggruppamenti a destra e a sinistra
e genera gli estremismi a seconda dei governi in carica: neo-fascismo in Francia e in Grecia,
Verdi in Germania, radicali e
D.P. in Italia (ma anche MSI sul
lato oppostò).
Jean-Jacques Peyronel
DDR
Vivere la pace
Dal 19 al 25 maggio ha avuto
luogo a Potsdam nella Repubblica democratica tedesca un seminario dal titolo significativo :
« To live peace » (vivere la pace).
A questo incontro, preparato dagli « European liaisons groups »
in collaborazione colle associazioni della DDR e della Germania federale, hanno partecipato
46 donne dell’YWCA provenienti da 15 paesi europei dell’Est e
dell’Ovest.
E’ risultato che in tutte le nazioni vi sono problemi simili da
condividere ; bisogna imparare
a vivere e lavorare assieme per
la pace con amicizia, speranza e
amore, sempre fondandoci sulla
parola cü Dio. I cristiani devono
porsi gli interrogativi sulle nuove interpretazioni delle parole:
pace e giustizia. Le donne sono
mobilitate per la giustizia e la
pace, ad agire per la pace e a
conservarla. Pace è coesistenza
e comprensione reciproca. La
grande differenza fra Est e Ovest
è il modo di affrontare la vita.
Il prezzo della pace è alto e
lavorare per la pace è un rischio,
sia all’Est che all’Ovest. E’ difficile trovare la pace perché nessuno vuol fare il primo passo e
quindi la necessità maggiore è
un’educazione alla comprensione
reciproca che porterà alla pace,
e che deve cominciare da noi
stessi.
Questo interessante Seminario
internazionale ha dato ai partecipanti una speranza per il futuro. E. B.
Chi, dove, quando...
Volontà di pace, di disarmo, di qualità della vita sono esigenze ormai
radicate nelle società post-industriali e confermate dal voto europeo
Questo fa sì che è difficile parlare di una tendenza omogenea,
in un senso o nell’altro, a livello
europeo. Bastano due esempi:
dopo tre anni, l’onda di sinistra
in Francia si è praticamente dimezzata. Viceversa, in Inghilterra dopo appeno 1 anno, i laburisti
hanno quasi raddoppiato i loro
voti. Ciò tenderebbe a dimostrare che si è trattato di im voto
pragmatico che giudica sulle cose
fatte e sulle scelte compiute, e
non sulle idee o sulle intenzioni.
Il consenso cioè non è più di tipo
ideologico ma pratico. .
Il caso italiano è anomalo in
quanto è l’unico paese europeo in
cui la sinistra da sola non sia
mai stata al potere. Ora che il
PCI è giunto al sorpasso, forse
si avvicina il giorno in cui gli
elettori potranno giudicare sui
fatti, così come hanno fatto ora
nei confronti del PSI. Perciò il
forte consenso di cui gode oggi
il PCI, se confrontato con il crollo storico del PCF e con la netta
sconfitta dei socialisti francesi,
rappresenta una sfida enorme;
saprà il PCI, il giorno in cui dovesse governare, attuare una politica capace di mantenere consenso, partecipazione, forza ideale e morale, ed efficacia amministrativa e politica? A questo
però si deve preparare: glielo indica chiaramente il voto europeo. Rimane il fatto che, al di là
deH’effetto-Berlinguer, il PCI è
stato premiato ner la coerenza
del suo impegno su tre questioni
di rilevanza non solo interna ma
europea: la pace, il lavoro, la
questione morale. A guardarci
bene, sono certamente i tre temi
che hanno maggiormente influenzato il voto europeo. Sapranno
trovare eco nell’aula del Parlamento di Strasburgo? Dipenderà
anche, e forse soprattutto, dagli
stessi comunisti italiani.
(segue da pag. 7)
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ie dei credenti», S. Nitti; »L'etica dei ia.
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Campobasso: Sala Cons. Comunale
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Pisa: Liceo (Ch. V.), 14.10, «L'ecumene protestante », G. Bouchard —
Sala Consiliare Prov. (Ch. V.), 13.4,
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