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Anno 120 - n. 49
21 dicembre 1984
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FEU.FG".lNI Elio
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1C0Ó6 TORRE PELLIGS
delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
»
Bruno Gabrielli
POSTA AEREA TERRA-CIELO-TERRA: UNA PREDICA NATALIZIA
Un carro armato
Anche a Catania, dunque, la
mafia esiste. Lo ammette ormai
persino il quotidiano La Siciiia,
la « voce del padrone » del cavaliere del lavoro Carmelo Costanzo. Lo ammettono Questura, Procura della Repubblica,
Palazzo di Giustizia, persino il
Sindaco democristiano Attaguile
« demitiano di ferro», nonostante gli ultimi disperati tentativi
di sminuire i fatti ( definiti « isolati, emarginabili » ), di palleggiarsi le responsabilità, di contrattaccare i « magistrati d’assalto » della Procura di Torino,
rei di aver accolto con troppa
fretta le deposizioni dei « pentiti ».
Incredulità e sgomento caratterizzerebbero, secondo costoro,
la reazione dei cittadini catanesi alla retata dell’ll dicembre:
come se un’esperienza secolare
non avesse generato la consapevolezza dell’esistenza di un sistema di potere formidabile, criminale e impunito, padrone della
città. Una consapevolezza in
crescita, grazie soprattutto alla
voce di poche persone che si sono levate a svelare i « segreti »
di rapide carriere e di altrettanto rapide fortune economiche.
E’ sufficiente ricordare un nome : quello di Giuseppe Fava,
direttore del mensile ’I siciliani’,
assassinato il 5 gennaio 1984.
La mafia esiste, dunque. Ma
affermarlo non basta: dominano
ancora gli interessi di chi sul sistema mafioso non sembra voler fare chiarezza. Come spiegare altrimenti la decisione di
archiviare il caso delle presunte irregolarità commesse dalla
Procura catanese presa dal Consiglio Superiore della Magistratura il 27.10.1983? Come spiegare altrimenti la recente nota con
la quale, accompagnando il lungo e ben documentato rapporto
sulla Procura etnea del proprio
Ispettorato generale, il Ministro
di grazia e giustizia Martinazzoli
comunica al CSM di aver proceduto a semplice procedura disciplinare nei confronti del Procuratore aggiunto e di non ravvisare « gli estremi per ulteriori
iniziative di carattere disciplinare o per richieste di trasferimento d’ufficio », quando le conclusioni dello stesso Ispettorato
sono diametralmente opposte?
Come spiegare altrimenti l’insabbiamento presso vari tribunali d’Italia dei 12 processi a carico dei 4 cavalieri del lavoro di
Catania (Costanzo, Graci, Finocchiaro. Rendo)?
L’importanza del coraggioso
lavoro dei magistrati torinesi,
di quelli palermitani e di parecchi altri non va sottovalutata. Rappresenta nella lotta alla
mafia un fatto con pochissimi
e isolati precedenti, assai confortante e degno del massimo
sostegno popolare. Ma non va
sottovalutata neppure la vitalità del sistema mafioso: qualunque magistratura — ha ricordato Stefano Rodotà al convegno
«Giustizia e potere in Sicilia »
(Catania, 15 dicembre) — è semP.*’®’ stata sensibile agli interessi di chi detiene il potere politico ed economico. E chi detiene
il potere -- si chiami mafia, P2,
neocapitalismo o socialismo di
stato — non lo cede così facilmente: è piuttosto disposto a
cambiare tutto, perché tutto resti come prima.
nel presepio
...Poiché un fanciullo ci è nato,
un figlio ci è stato dato,
e l’impero riposerà sulle sue spalle;
sarà chiamato Consigliere ammirabile, Dio potente.
Padre eterno, Principe della pace...
(Isaia 9: 1-5)
Si sa, come vanno le cose in
famiglia prima di Natale. Le
mamme sono contente se riescono a escogitare qualcosa per
tenere occupati i figli, ed è così
che Carletto si sente dire dalla
mamma che deve scrivere una
lettera a Gesù. Anche lei lo faceva, quando aveva la sua età,
poi posava di nascosto la letterina sul davanzale della finestra
di cucina. Carletto rimane iin
po’ meravigliato, perché lui a
queste cose così all’antica proprio non ci crede. Ma con gli
adulti non si sa mai; forse ne vale la pena, e magari c’è la possibilità di avere in regalo il carro
armato telecomandato con tre
retromarce. Basta che sua sorella più grande non si accorga
di niente. Éd è così che Carletto, „
piano piano ed a tarda ora, pò- ^
sa una busta piuttosto spessa *
sulla finestra di cucina.
Caro Gesù..
« Caro Gesù,
rimani in cielo, è meglio. Lì
sei sicuro. Continua a essere Dio,
è meglio, cosi sei onnipotente.
Se qualcuno ti fa arrabbiare, non
fai altro che farlo morire:
splasch, bang, zack, e se n’è andato. Se invece sei un bambino,
praticamente non puoi far nulla.
Se io mi arrabbio, non posso far
niente. Noi piccoli dobbiamo proprio sopportare tutto. Ma se io
fossi un grande dio, non sarei
così sciocco da venire al mondo
sotto forma di bambino. No, davvero: rimani lassù, in cielo. Altrimenti non sai cosa ti aspetta.
La mattina devi svegliarti, perché è tardi. Poi devi subito lavarti, bere il tuo latte, non prendere tanto~TìTcchero, fare presto,
e così via. Alzati, stai dritto, co
sa fai con la testa tra le nuvole,
deciditi a scrivere, gjangig quello che c’è in tavola, lasciami in
pace, lascia in pace tua sorella,
vai a letto presto...
Non credere che a te le cose
andrebbero meglio. Non ti serve
a niente avere le ali ed essere
santo. Provaci, a non bere il latte. O a leggere Topolino in bagno... Se lo fai, mia sorella salta
su e ti dà del povero stupido, e
il papà comincia a imprecare
che la vita non è un gioco da
bambini, e che devo fare i compiti, e andare a dormire prima,
perché la televisione non fa bene. Non hai un’idea, tu, di quello che succede qui. Specialmente adesso. Il pastore dice che
dobbiamo tutti'TnTiSgrarci, perché Tu stai per arrivare. La
mamma, però, non ha niente da
ridere, perché deve preparare
tutto per la famiglia, e così non
CONVEGNO DI ’’TESTIMONIANZE” A FIRENZE
La vecchia Europa
ha sete di una paroia nuova
« Mi trovo molto imbarazzato
a parlare in questo ambiente
splendido, davanti ad un numero così grande di partecipanti.
Io sono abituato a fare teologia
nelle favelas, nelle povere case
dei contadini brasiliani, nelle
piazze, nei luoghi d’incontro, che
non hanno paragone con questo
salone illuminato ».
Con queste parole ha esordito Clodovis Boff (fratello del
« processato » Léonard, anch’egli
professore di teologia a Rio de
Janeiro), sabato 1° dicembre, al
Palazzo dei Congressi di Firenze, nel convegno sulla Teologia
della Liberazione, organizzato
dalla rivista « Testimonianze ».
Ed effettivamente lo spettacolo
che offriva il salone del Palazzo
dei Congressi era veramente eccezionale. In un’atmosfera festosa una folla traboccante occupava non solo ogni sedile, ma anche tutti gli spazi disponibili in
piedi nelle gallerie, nei passaggi
( dove funzionavano televisori a
circuito interno), sulle gradinate. Migliaia di persone (l’80% al
di sotto dei 35 anni ! ) che hanno
seguito le relazioni con un’attenzione sostenutissima per oltre quattro ore nel pomeriggio
e per tre ore dopo cena. Fame
e sete da parte della vecchia, disincantata Europa, per una parola nuova, viva, efficace? Speriamo.
Tutto il convegno ha avuto un
forte accento provocatorio nei
confronti della Chiesa istituzionale ed ogni battuta polemica
veniva sottolineata da nutriti applausi, spesso prolungati.
La prima relazione, dopo una
introduzione di Ludovico Grassi, direttore di « Testimonianze», era affidata a padre Ernesto Balducci, brillante come
sempre, nella sua « favella » toscana, ricco di spunti originali.
La TdL non fa che dare voce a
quel « clamore sempre più impressionante » (Puebla) che dura ormai da secoli e che è provocato dalle lacrime dei poveri
che salgono al Signore. Sono le
comunità di base, formate da
questi poveri, che rappresentano la chiesa nel mondo e non
l’istituzione. Secondo Balducci,
la TdL nasce il 15 agosto 1514
quando il sacerdote missionario
Bartolomeo Las Casas, a Cuba,
di fronte alla miseria, allo spogliamento, alla disperazione degli indigeni, cambia compietamente modo di concepire la sua
missione e spende il resto della sua vita al servizio degli Indios, tentando di dare loro una
dignità di uomini e criticando
aspramente il cristianesimo ufficiale: «E’ meglio che un Indios rimanga libero senza battesimo, piuttosto che battezzarlo e renderlo schiavo ». Balducci ha fatto notare una concomitanza di date: 1513 l’esperienza sconvolgente di Lutero che
« scopre » la giustificazione per
fede; 1514 la conversione di Las
Casas; 1517 le 95 tesi di Lutero.
La Chiesa ufficiale ha preferito
ingaggiarsi nella lotta contro la
Riforma, piuttosto che accogliere l’appello degli Indios lontani: con i Luterani oggi si può
parlare, mentre gli Indios attendono ancora il riconoscimento
delle loro lotte. Ma ormai assistiamo ad un completo rovesciamento di valori: la rivoluzione
democratica e quella socialista
non hanno più parole da dire
per il futuro; la loro fiducia è
solo nelle armi. La vera democrazia va altrove, la passione
per i diritti umani va altrove. E
allora non potrebbe essere che
il soggetto del cambiamento totale si stia elaborando proprio
nel terzo mondo? Sono gli oppressi dell’America Latina, di
queste comunità di base che sapranno darci una parola nuova.
Ha parlato poi padre Arturo
Paoli, che da 25 anni dedica la
sua vita ai più poveri dell’America Latina, soprattutto in Brasile. Partendo dal suo personale
itinerario spirituale. Paoli ha difeso la TdL dall’accusa di assenza di spiritualità, di lontananza da Dio, e dalla gerarchia
ecclesiastica. Il contrario è vero, afferma Paoli: il popolo dell’America Latina non vuole una
chiesa parallela, ma desidera vi
ha tempo per la famiglia. Anche
il papà dice che si ammazza di
lavoro per questa famiglia, e ciò
lo rende nervoso, così sgrida continuamente.
Rimani lontano. Cristo, altrimenti ti prendi una sberla anche tu..., splasch, bang, zack, e
ti becchi un ceffone perché stai
interrompendo. Anche nella tua
chiesa questo non lo si fa. Solo
i grandi, come il pastore o magari, dopo di lui, i genitori, possono parlare liberamente. Quando mio padre era piccolo come
me — dice lui — doveva starsene zitto e buono, a tavola e in
chiesa. Certe volte potrebbe farci fuori tutti. Splasch, bang,
zack. No, no, rimani in cielo, altrimenti ti capita come a Betlemme, dove il faraone ha massacrato tutti i bambini che diventavano troppo grandi per i
suoi gusti. Splasch, bang, zack,
ed erano scomparsi. Perché la
vita è dura, lo dice anche lo zio
Paolo. Perché ci sono tanti criminali, egoisti e fannulloni, e gli
studenti, che hanno tante scemenze in testa; è meglio che io
impari l’ordine, che impari a lavarmi le mani, e così via. La vita non è rose e fiori, sai. Per
questo non devo avere tutto ciò
che desidero. Il carro armato telecomandato non l’avrò sicuramente. Ma io ne ho bisogno. Spara, fa tutte le curve e schiaccia
tutto. Splasch, bang, zack. La
mamma chiude un occhio. Carletto è ancora un bambino, dice.
Ma mio padre non chiude un
occhio. “Troppo amore non fa
bene ai figli”, dice lui parlando
gravemente. Se ci sei, caro Gesù, fai qualcosa per me. Ti saluto, il tuo Carletto ».
Il giorno dopo
Il giorno dopo la risposta è
già arrivata. In una simpatica
busta gialla. Ma Carletto non la
trova simpatica. Singhiozzando
corre in cucina. « Questa non è
di Gesù. Piuttosto è di mia sorella. Io devo scrivere meglio, a
massacrare i bambini è stato Erode, farei meglio a chiedere in
dono dei libri, e il napà e la mamma sono pieni di buone intenzioni verso di me, anche se qual
Jiirg Kleemann
(continua a pag. 12}
Questa predica natalizia è stata tenuta nelle chiese evangeli
che luterane di Firenze e Vene
Piero Bensì
(continua a pag. 2)
'¿iti. Siamo graii all'autóre, pasWre ~7ìlrg Kleemann, per avercela fornita in versione italiana.
La proponiamo ai lettori sia per
il suo vivo contenuto evangelico
sia per il modo originale in cui
esso viene offerto, utile in vista
del rinnovamento del culto per
il quale molti si stanno adoperando.
ì
3
3
3
3
2
2 fede e cttltufa
21 dicembre 1984
La vecchia Europa
(segue da pag. 1)
vere in seno alla chiesa ufiSciale. Il popolo desidera la presenza del vescovo, che vede come
uno stimolo alla gioia cristiana.
Non sono le comunità di base
che si staccano dalla gerarchia,
ma è la gerarchia che non assume le comunità di base. La
spiritualità delle comunità è
vissuta fortemente come spiritualità della speranza, della condivisione (all’opposto del potere), dell’esclusione (Gesù è sempre stato un escluso), del martirio. Qual è oggi la nostra maniera di partecipare al martirio
del Cristo?
Le tre caravelle
Ha preso quindi la parola Clodovis Boff. Con felice immagine ha esordito affermando che
la TdL è come il ritorno alla
vecchia Europa delle tre caravelle di Colombo, recanti un seme nuovo, una nuova realtà che
può dare vigore a tutta la chiesa: la centralità dei poveri. Non
si tratta di un discorso su un
tema, ma di una riflessione su
un fatto. La TdL è sempre « atto secondo », che viene dopo la
visione della miseria e della disperazione dei poveri. La TdL
non è che la voce di questa realtà, è il discorso di una chiesa
che non solo vive per i poveri,
ma vive con i poveri, dove i poveri sono veramente soggetto e
non più oggetto. Fuori da questo contesto, visibile, concreto,
la TdL non è comprensibile, non
è neppure pensabile. Come nell’Esodo, Dio si « ricorda » del
suo popolo ed entra nella storia
per liberario. La fede in questo
Dio deve sapersi assumere la
responsabilità di cambiare la
storia, altrimenti non è che ima
fede zoppa. Sono le comimità di
base, che lottano per la liberazione del povero (r80% della popolazione), che fanno veramente la teologia. In loro il messaggio evangelico s’incama, diventa
storia e c’è da chiedersi « quanto Vangelo » la Chiesa ufficiale
sia disposta a sopportare. La
TdL non può mai essere «pensata » a tavolino, ma deve prima essere vissuta nella comunità per comprendere cos’è l’oppressione (il peccato) e la liberazione integrale che viene da
Dio attraverso la lotta per la
giustizia (la salvezza).
Il pomeriggio si chiudeva con
un appassionato appello di David Turoldo ed una lucida conclusione di Wilma Gozzini.
Interpellati
direttamente
perché tanta preoccupazione per
l’istituzione? Certo, la Riforma
non è ripetibile, ma in qualche
misura la « liberazione » deve
anche investire quelle strutture
oppressive che impediscono alla
chiesa di essere veramente « comimità dei credenti ». E’ quello
che molto lucidamente ha affermato Paolo Ricca nella tavola
rotonda serale, quando ha ricordato che il primo « manifesto »
della Riforma è stato un manifesto di liberazione : « La libertà del cristiano », cioè del semplice credente, del popolo dei
credenti. Nella TdL rimane questo complesso di amore/odio
per Roma, non sempre comprensibile.
Così come non è chiaro il rapporto fra liberazione e salvezza
(lo stesso Boff lo ha riconosciuto). La salvezza è il grande atto
di amore di Dio, dentro il quale s’inserisce la liberazione dei
popoli oppressi, oppure è viceversa? E ancora: quale rapporto esiste fra i movimenti di liberazione e i movimenti per la
pace?
La centralità
La centralità del povero, veramente povero, oppresso, spogliato, è indubbiamente la caratteristica di fondo della TdL
ed è un dato evangelico che ci
viene recuperato. Ma non può
esserlo a scapito della centralità di Cristo. Boff ha respinto
questa possibile accusa, affer
Piero Bensì
LA SCOMPARSA DI UN AMICO
Raoul Manselli
Impossibile non sentirsi interpellati direttamente ed in prima persona dalle relazioni udite, le quali d’altra parte hanno
suscitato infiniti interrogativi
nel cuore e nell’animo dei presenti. Che senso ha ancora il
nostro modo di « essere chiesa », che continua a ripetere gli
stessi schemi di cinquecento anni fa? E’ proprio così che siamo
chiamati a testimoniare dell’Evangelo al mondo, o non è giunto il tempo in cui dobbiamo
guardarci un po’ di più attorno
per capire come realmente incarnare l’Evangelo e predicarlo?
Che significano certe parole ormai scontate come « Dio », « cielo », « resurrezione » e le infinite altre del nostro pio linguaggio, per persone che sono state
spogliate di tutto, proprio dai
cristiani colonizzatori? Quali sono i « poveri » fra noi, verso i
quali siamo chiamati ad andare?
Non son mancate parole anche dure nei confronti della chiesa come istituzione, della gerarchia ecclesiastica, del Vaticano.
La distinzione fra « Regno dei
cieli » e « chiesa » era netta: il
Vangelo del Regno travalica i
confini della chiesa, la quale non
riesce a contenerlo. Ma allora
L’improvvisa scomparsa del caro amico e collega è una grave
perdita non solo per la storiografia medievale, ma anche per quella sul valdismo e su quelle altre correnti dell’età di mezzo
che a lungo ondeggiarono tra
ortodossia ed eresia. Fedele ed
al tempo stesso originale continuatore di Raffaello Morghen e
della sua « eredità buonaiutiana », come fa fede la sua lunga
ed indefessa attività presso l’Istituto Storico Italiano per il
Medio Evo, ordinario di storia
medievale presso la Facoltà di
Lettere e Filosofia dell’Università di Roma, accademico dei
Lincei, presidente del Centro
Italiano di Studi sull’Alto Medioevo, universalmente noto e
stimato per le sue numerose
pubblicazioni che spaziano dai
crociati normanni al tumulto
dei Ciompi, dai pauliciani ai catari, da Gioacchino da Fiore all’esca tologismo medievale, da
Francesco d’Assisi agli Spirituali e Begardi di Provenza e dalla
religiosità popolare alla magia e
stregoneria ecc., Raoul Manselli
incluse subito, nel suo ampio
arco di ricerche sul « medioevo
cristiano », il cosiddetto evangelismo pauperistico rappresentato in particolare dai pietrobrusiani, enriciani e valdesi primitivi (ofr. i suoi Studi sulle eresie
del secolo XIJ. Roma 1953; 2* ed.
accresciuta 1975, in cui si trovano anche contributi importanti
sulla religiosità popolare, sui catari e sui passagini).
tgàflplico liberale e partigiano
antìfas'òl^taTTnirzmsigente con se
stesso nella indagine storica
scrupolosa ma aperto verso ogni
orizzonte spirituale degno di
questo nome, Raoul Manselli si
occupò sempre con vivo interesse delle origini valdesi ed in
particolare di Valdesio e dei Poveri di Lione, partecipando attivamente fin daH’inizio — con
Armand Hugon, Valdo Vinay,
Spini, Cantimori, Venturi, Firpo
ed altri, tra cui il sottoscritto —
ai « Convegni sulla Riforma e
sui movimenti religiosi- in Ita
A ooloquto con I lettori
mando che tutto quello che si
fa per i poveri parte appunto
dalla radice profonda della fede
in Cristo, che porta i suoi frutti a suo tempo. La pietà sudamericana però è profondamente
mariana: i congressi mariani e
le processioni mariane registrano una partecipazione massiccia, più di qualsiasi altra iniziativa ecclesiastica. Maria non è
vista come la madonna dei miracoli e delle apparizioni, ma
piuttosto come la Maria biblica, l’umile ancella del Signore,
povera, perseguitata, pur senza
mettere in dubbio tutti i dogmi
che la concernono. Le felici intuizioni evangeliche della TdL
marciano ancora, talvolta, insieme a tradizioni ben poco liberanti. Ma la TdL è in cammino; anzi: è ancora al suo inizio
e non possiamo prevedere quali
sviluppi avrà. E’ un fatto che
nella sua valorizzazione della
comunità, nel suo voler nascere
dalla comunità che soffre, la
TdL è una ventata di aria rinnovatrice per tutte le chiese e
sarà certamente nel prossimo
futuro un luogo privilegiato di
incontro ecumenico, nella misura in cui, da una parte e dall’altra, i credenti impareranno a
spostare il baricentro del dialogo e della loro attenzione dalle
chiese al Regno e la categoria
della fraternità evangelica cesserà di essere soltanto tema di
predicazione, ma diventerà pratica costante.
BIOETICA
Riferendomi all’art. « L'idolatria della
sopravvivenza » di G. Tourn su La Luce n. 45 del 23.11.84, mi trovo d'accordo sulla sostanza che la vita debba
essere » vita » e non sopravvivenza.
Aggiusterei però il tiro: dal fatto della
Baby Fae lo sposterei sui casi ben
più numerosi di morti a tutti gli effetti,
soprattutto vecchi che vengono fatti
vegetare a furia di cure mediche, prolungando la loro agonia e il dolore dei
parenti, i quali non hanno il coraggio
di dire: basta!
Il discorso di milioni di morti o
moribondi per fame è un altro paio
di maniche. Si dia loro tutto l’aiuto
possibile; si dirottino a loro tutte le
energie che si spendono per gli armamenti; si dia a loro tutto il superfluo
della società benestante. Ma basterebbe? Questa povera gente sa lavorare,
sa seminare, arare, irrigare, eoe. o sa
solo fare figli? Mi si dirà: il deserto,
la siccità, ecc. Con l'ingegno e il lavoro
si possono risolvere questi problemi.
Ci sono gli esempi.
Passo ali'art. « Punti di vista » dello
stesso numero. I disoccupati e i cassintegrati non sono certo una bella
cosa, ma sarebbe meglio la Fiat in failimento? Mi dice il sig. Platone cosa
intende esattamente per « politica nuova basata sulla giustizia sociale, ecc. >>?
Tanto per precisare sono impiegato
dello Stato, quindi ho il privilegio di
non andare in cassa integrazione. Con
1.300.000 tutto compreso (moglie casalinga) mantengo moglie e tre figli (20,
18 e 10 anni). Quindi non è ohe possa
scialare.
Salvatore Greco, S. Andrea Bonagia (Trapani)
QUALE CHIESA?
Nel leggere la presa di posizione
deH'assemblea TEV (La Luce, 16/11),
mi è risaltata l'insistenza nel dire che
la .« Chiesa non deve tollerare », « la
lia » di Torre Pellice, In altra sede mi riservo di fare il punto su
questo particolare settore delle
ricerche manselliane ma, nell’ambito di questo commosso ricordo, mi sia consentito di rievocare quel che egli non si stancava mai di ripetere ai suoi amici valdesi che gli erano più vicini nella comune ricerca dei veri connotati dell’Ecclesia spiritualis: siate e rimanete fedeli
all’esempio e allo spirito del vostro grande iniziatore, che osò
fare quel che poi ripetè Francesco d’Assisi, vivere coerentemente la propria fede senza compromessi con chi sta al potere,
a contatto diretto coi mìnimi di
questo mondo, predicando l’amore e il perdono di Dio in Cristo.
Giovanni Gönnet
Chiesa è in dovere di pronunciare un
fermo giudizio », ■■ la Chiesa deve dire una chiara parola », mentre si dice
pure che i credenti ■' non hanno titolo per giudicare il nostro prossimo » e
che « siamo tutti peccatori davanti a
Dio ».
Ma, fratelli, di che Chiesa stiamo
parlando?
Siamo «la Chiesa» o «le chiese evangeliche valdesi e metodiste »? E le
nostre chiese non sono i credenti riuniti in assemblea di culto, di studio, di
decisione ecc.?
Non si può sostenere una dicotomia tra « Chiesa » e membri di chiesa
e concedere aH'una ciò che non si
concede agli altri.
Mi viene in mente quanto è successo
invece in un’altra assemblea, di una
chiesa, che nell’esaminare gli atti sinodali ha discusso a lungo se l’assemblea del Sinodo (o del Distretto o del
Circuito) possa votare mozioni, votate
sì dalla maggioranza dei rappresentan
Edmondo De Amicis
ALLE PORTE D’ITALIA
Le Valli Valdesi e la
Pinerolo di fine '800 in un
"reportage” eccezionale.
ristampa
integrale
del volume
originale
Un prestigioso libro
strenna con elegante
custodia e volumetto
introduttivo.
pp. 420 - 172 illustrazioni
L. 89.000.
Albert Meynier Editore
c. Sommeiller, 21 - Torino
ti delle chiese, ma non approvate dalle singole chiese.
Siamo al paradosso che un’agsemblea di credenti, che si rifà al pieiU
srrio. chiede una « chies"à decisionale », mentre una chiesa presbiteriana
vuole essere congrègaziohàrìstàr '
Ma le nostre assemblee sinodali, di
Distretto, di Circuito non sono composte da deputati? liberi di proporre e
votare? E le chiese non sono state
sempre chiamate a discutere ed alla
fine prendere posizione anche loro in
un’assemblea?
Q vietiamo anche alle assemblee di
chiesa di decidere qualcosa? E lo vietiamo anche al credente?
Né si può dire di consentire decisioni solo su argomenti strettamente
ecclesiastici, perché allora arriviamo
alla dicotomia tra io spirituale ed il
materiale che noi evangelicamente rifiutiamo.
Dunque né « Chiesa decisionale » né
chiese (assemblee dei credenti) che
si rifiutano di prendere posizione, ma
ricerca, confronto e anche rischiare
(dei singoli e delle comunità) in faccia al mondo, alla luce dell’amore di
Dio, che non verrà mai meno.
Sauro Gottardi, Albisola
ALCUNE DOMANDE
Condivido in buona parte la preoccupazione della TEV (« Se la chiesa
dovesse tollerare ») su alcune prese di
posizione sull’argomento e ringrazio
per il richiamo ad un serio confronto
biblico. In particolare mi trova d'accordo la convinzione che la Scrittura ci
dica qualcosa sulla volontà di Dio, su
di un Suo piano riguardante la struttura
dell'umanità divisa in uomini e donne,
con le conseguenze a cui si accenna
(se si accettasse indiscriminatamente
come positiva l'omosessualità, che tipo
di giudizio dovremmo dare a proposito
della famiglia, dei rapporti di parentela, dell'educazione della prole; che
cosa ne sarebbe della ricchezza dei
rapporti sessuali e affettivi e, soprattutto, della complementarità uomo-donna, che tipo di identificazione psicosessuale si potrebbe supporre per i futuri bambini? ecc.).
Mi siano consentite però alcune osservazioni critiche: noto che quasi tutti i brani citati nell’articolo riportano una condanna della Scrittura
nei confronti della violenza sessuale
0 della prostituzione o comunque di
comportamenti omosessuali che gli autori (Paolo compreso) ritengono frutto
di una decisione responsabile (e quindi peccaminosa). Né poteva essere diversamente. Non si può certo pretendere che allora si avessero le conoscenze scientifiche che abbiamo oggi.
Allora un ladro era un ladro, un peccatore un peccatore e un giusto un
giusto. Oggi sappiamo che un giusto,
ohe è anche un peccatore, può però
non essere un ladro, ma un cleptomane.
Oggi sappiamo che ci sono omosessuali che non sono tali per una decisione dettata dal desiderio di fare soldi prostituendosi (sulla condanna di
tali atteggiamenti non c’è bisogno di
soffermarsi) o per altri motivi abietti. Sappiamo che ci sono omosessuali
che sono fissati irrevocabilmente (o
quasi) nella loro posizione fin dai primissimi anni (a volte mesi) della lo.
ro infanzia.
Possono essere le persone più degne, fedeli e (perché no?) anche credenti di questo mondo. Essi però sentono (ripeto sentono, non decidono o
pensano o vogliono) sentono attrazione per le persone del loro sesso, così
come noi eterosessuali la sentiamo
per quelle di sesso diverso.
Mi possono spiegare allora i fratelli
della TEV come sia possibile non tollerare (non dico approvare) una situazione del genere? Quale tipo di alternativa propongono altrimenti? Vogliamo stanziare diversi milioni di lire per
omosessuale per sottoporli a psicoterapia intensiva? E se non funziona? E
se non vogliono ricorrervi? Li costringeremo con la forza? Oppure ci limiteremo ad ammettere la loro tendenza,
ma proibiremo con forza che la mettano in atto? La castità forzata e assoluta è l’ultima risorsa per impedire legalisticamente degli atti esterni, senza
riuscire a cambiare il cuore. Sarebbe
veramente un ben triste risultato per
delle chiese nate dalla Riforma!
Luigi Panaroni, Pisa
3
21 dicembre 1984
fede e cultura 3
LA RECENTE PUBBLICAZIONE DI NORBERTO BOBBIO
SARDEGNA E SICILIA
La democrazia in trasformazione Iniziative
per la pace
Il rinnovamento graduale della società attraverso il libero dibattito delle idee e il cambiamento della mentalità e del modo di vivere in un discorso rigoroso e rigorosamente laico
« Per un regime democratico
l’essere in trasformazione è il
suo stato naturale: la democrazia è dinamica, il dispotismo è
statico e sempre eguale a se
stesso ». A tale asserzione, posta quasi programmaticamente
in premessa, corre con facilità
l’occhio del lettore che si accinge a riflettere suH’ultimo denso
libro di Norberto Bobbio h una
raccolta di sette saggi, criticamente condotti con il consueto
acume scientifico ma anche con
un interno calore a tratti vigorosamente emergente, che si colloca sulla linea di precedenti raccolte dello stesso Autore, da Politica e cultura (1955) a Quale socialismo? Discussione di un'alternativa (1976) e alle scottanti
considerazioni de II problema
della guerra e le vie della pace
(Il Mulino, 1979), e di alcune voci dell’Enciclopedia Einaudi.
Non sono dunque pensieri occasionali; si tratta, al contrario,
di un ampio, articolato discorso che si svolge nel tempo, ispirato ad una formazione ideale
liberal-democratica mai tradita,
pur nella sempre vigile e talora
sofferta attenzione alle istanze
del marxismo, e contrassegnato
dall’imperativo — etico ancor
prima che politico — dell’impegno, soprattutto tradotto in azione educativa o in « filosofia militante », se vogliamo ricordare
le belle pagine dedicate da Bobbio (con quanto di autobiografico?) a Carlo Cattaneo.
il reflusso fiduciario e partecipativo la cui fenomenologia viene qui delineata in rapidi tratti
stimolanti (p. 67 e sgg.).
Così, facendo meditare non
nell’astrattezza di un preteso distacco teoretico ma nel concreto riferimento ad un’attualità
oer tanti versi disastrata, si snodano i problemi. C’è la consapevolezza delle « promesse non
mantenute » (sopravvivenza del
potere invisibile, permanenza
delle oligarchie, soppressione
dei corpi intermedi, arrogante
rappresentanza di interessi comunque settoriali o corporativi, partecipazione interrotta, ineducazione o maleducazione del
cittadino), sebbene non si riscontrino gli elementi di una « degenerazione » della democrazia;
non manca anzi, nel circostanziato raffronto tra democrazia
rappresentativa e democrazia diretta, con i rispettivi equivoci
e paradossi, ma anche con i fattori di continuità tra l’una e l’altra, la constatazione di un « estendersi del processo di demo
cratizzazione » (p. 43) e di una
crescente incidenza della società
civile, con le problematiche complesse del pluralismo e della dialettica del dissenso, rispetto alle
tendenze monocratiche ancora
annidate nello Stato e nella
grande impresa.
Governo delle leggi
o degli uomini?
Una definizione
di democrazia
Da poco eletto Senatore a vita di questa nostra Repubblica
nata dalla Resistenza e continuamente insidiata da mali e
pericoli che non sono soltanto
di oggi, Bobbio ha cercato di
delineare nel suo libro più recente, con la concreta preoccupazione che i tempi presenti
sollecitano, « una difesa delle
regole del gioco » partendo da
una « definizione minima di democrazia, secondo cui per regime democratico s’intende primariamente un insieme di regole di procedura per la formazione di decisioni collettive, in
cui è prevista e facilitata la partecipazione più ampia possibile
degli interessati ». La definizione è certo passibile di discussione e magari approssimata per
difetto, e lo stesso Autore la pone in questione subito e nel corso della trattazione; ma in quel
quadro minimo vengono appunto situate regole — come il carattere generalmente vincolante
delle decisioni assunte a maggioranza, il reale e non mera
Né di poco conto appaiono i
rilievi sul contrasto fra democrazia e « potere invisibile », poggianti (e non è l’unica volta) sul
richiamo ai classici nonché, qui
in particolare, alle illuminanti
affermazioni kantiane sulla pubblicità degli atti del sovrano, fino a stigmatizzare i pericoli della « computer-crazia » (p. 18) o
del « potere onniveggente » (p.
99) portati a divulgazione — per
vero non sempre seria e fondata — nella circostanza di questo
<i anno orwelliano », in svariatissime sedi. E ancora le considerazioni, molto attuali nella
prospettiva del mondo odierno,
sul dibattito a proposito del neoliberalismo che non nascondono
le ambivalenze del rinato interesse per l’istanza liberale e pertanto « per un verso la rivendicazione dei vantaggi dell’economia di mercato contro lo stato
interventista, per l’altro verso
la rivendicazione dei diritti dell’uomo contro ogni nuova forma di dispotismo » (p. Ili), comprese le esperienze correnti del
« socialismo reale » non meno
che le politiche keynesiane e le
reai izzazioni socialdemocratiche
del Wclfare State: possono tuttavia derivare dall’ondata neoliberale — ne sono eloquente riprova le risultanze thatcheriane
o quelle reaganiane — insidie anche gravi per la democrazia,
quando l’ideale diventa quello
dello « stato insieme minimo e
forte » (p. 122).
Da segnalare infine il saggio
condlusivo che, riallacciandosi
idealmente soprattutto al primo,
sembra dare ulteriore consistenza ad un’analisi che ci rievoca
ancora una volta la dialettica
(che fu vissuta e sofferta da uomini come Gramsci) del pessirnismo dell’intelligenza e dell’ottimismo della volontà, e che
guarda al futuro. Di fronte all’interrogativo: « Qual è il governo migliore, quello delle leggi o
quello degli uomini? », Bobbio
TORINO
Teologia
America
e
Latina
A Torino, nell’ambito delle
conferenze organizzate dal Centro evangelico di cultura, il past.
Eugenio Bernardini ha parlato
giovedì 6/12 presso il Salone Valdese su « America Latina e Teologia della Liberazione ».
Eugenio Bernardini è da poco
tornato da un lungo soggiorno
in America Latina, deve ha potuto conoscere direttamente la
situazione storica e l’evoluzione
teologica che
^ r 1 j- •, -----in questo Paese si
rnente forniate diritto di parte- sta operando. Non vorremmo qui
cipazione, 1 esistenza di alterna- ripetere argomenti e fatti già
tive non fittizie tra cui si possa
cffcllivamente scegliere — rispetto alle quali non va davvero ignorata o sottovalutata l’entità delle forze e dei fenomeni
di prevaricazione. E’ infatti dovere di noi tutti chiederci come
si collochino nei confronti delle
« regole del gioco », in paesi di
capitalismo industriale avanzato ed il struttura sociale complessa (ivi compresa, bene o male, pure l’Ttalia), il disperato ribellismo terroristico ma anche
le carenze e le disfunzioni dello
Stato di diritto, lo straripare
del malcostume mafioso diventato una « questione nazionale »
e una tentacolare impresa multinazionale o le complicità e i
iicoirenti attentati alla stabilita democratica dei poteri oc
culti e dei corpi separati, il gap
di credibilità delle istituzioni
parlamentari e partitiche che
stanno per altro al centro del
nostro • assetto costituzionale o
ampiamente trattati su queste
pagine, ma piuttosto puntare la
nostra attenzione su alcuni particolari (emersi soprattutto durante il vivace c produttivo dibattito col pubblico) che ci sono
sembrati degni di maggiore riflessione.
In Occidente .spesso viene fatto un confronto gratuito tra la
posizione della Chiesa cattolica
in Polonia c in America Latina;
questa considerazione è però forzata, perché la Polonia si muove
nella cultura europea c nell’ambito della contrapposizione politico/economica Est-Ovest, ma
per l’America Latina il vero problema è l’immersità della povertà sempre crescente: tutt’al
più aui la contrapposizione è
Nord-Sud.
Il potere per consolidarsi si
avvale dell’autorità morale che
l’istituzione ecclesiale continua
ad avere sulle popolazioni dell’America Latina. Così gli USA
agiscono fornendo uomini e finanziamenti alle cosiddette ’’multinazionali delle religioni", evangelicals che attraverso un superattivismo sfrenato stornano la
attenzione dei propri membri
dalla loro situazione; d’altra
parte i poteri locali si alleano
con la parte più conservatrice
della Chiesa cattolica, ufficialmente legata al Vaticano. Per
cui si ha una contrapposizione
tra cattolici di base, clero progressista, alcune chiese riformate e pentecostali che si propongono l’emancipazione delle masse impoverite (per questo ven,gono considerate sovversive e
perseguitate in vari modi), e
chiese alleate con il potere per
la conservazione dello stato di
fatto.
La tentazione di noi occidentali è quella di categorizzare, di
dare denominazioni ben precise
(lo stesso termine di « Teologia
della Liberazione » è stato inventato in Occidente), di cercare o
pretendere una coerenza che
non può esistere in un Paese come TAmerica Latina così multiforme e differente dai nostri
schemi mentali, così « concreto »
rispetto alle nostre « astrazioni ».
I sudamericani mal sopportano
questo nostro atteggiamento, e
ci chiedono una critica, purché
sia costruttiva per entrambi,
cioè porti ad una crescita comune, e ci chiedono di smettere un
attimo di parlare e accettare di
ascoltarli. C. B.
approfondisce i termini e le valenze dell’alternativa, « uno dei
capitoli più significativi e anche
più affascinanti della filosofia politica » (p. 148), per abbandonare in chiusura l’abito dello studioso e « assumere quello dell’uomo impegnato nella vita politica del suo tempo ». Val la pena qui lasciargli senza commenti la parola: « proprio perché
non ho dubbi, posso concludere
tranquillamente che la democrazia è il governo delle leggi per
eccellenza. Nel momento stesso
in cui un regime democratico
perde di vista questo suo principio ispiratore, si rovescia rapidamente nel suo contrario, in
una delle tante forme di governo autocratico, di cui sono piene le narrazioni degli storici e
le riflessioni degli scrittori politici » (p. 170).
Un gran bel libro, dunque, che
colpisce per il discorso rigoroso
e rigorosamente laico nel riferimento esplicito (p. 27) a ideali
quali la tolleranza, la nonviolenza, il « rinnovamento graduale
della società attraverso il libero
dibattito delle idee e il cambiamento delle mentalità e del modo di vivere », la fratellanza; e
che ci pare lasci aperta la prospettiva (può essere questo il
senso dell’« ancora lontana e incerta » meta della « democrazia
integrale » appena ipotizzata a
p. 47?) di una democrazia capace di realizzare sostanzialmente
per tutti gli uomini i valori della
giustizia e dell’uguaglianza nella
libertà.
Carlo Ottino
^ N. Bobbio, Il futuro della democrazia. Una difesa delle regole del gioco,
Torino, Einaudi, 1984, pp. XIII-170,
L. 12.000.
Gioventù
Evangelica
N. 90 - dicembre 1984
editoriale; La seconda vittoria
di Reagan, di Mario Miegge;
studio biblico: Che cosa c’è in
Un nome?, di Ton Veerkamp.
NICARAGUA
Le elezioni del 4 novembre, di
Luisa Morgantini;
Una rivoluzione contro le tenebre, di Ricardo Peter;
Gli evangelici nel Nicaragua, di
Eugenio Bernardini;
La Costa Atlantica, di Antonella Visintin.
PROTESTANTESIMO
La chiesa ai bivio: Barmen ’34,
di Claudio Pasquet;
La confessione di fede;
Martin Niemoller.
MATERIALI
Pensare la società e costruire il
futuro, di Jean-Paul Willaime.
gioventù evangelica, via Luigi
Porro Lambertenghi 28 - 20159
Milano — sottoscrizione per il
1985: annuale L. 14.000 - estero
L. 18.000 - sostenitore L. 20.000 versamenti sul c.c.p. 35917004.
Il movimento per la pace italiano, pur nella sua articolazione interna di posizioni e riflessioni, continua il suo lavoro di
informazione e di presenza che
punta a far crescere una mentalità ed una etica pacifista, le
quali sappiano radicarsi negli atteggiamenti individuali e quotidiani della gente.
In questo senso si continua ad
organizzare convegni ed assemblee, così come si continua a
pubblicizzare i processi in corso
contro paciflsti, al flme di mantenere desta una attenzione sui
temi della pace e del disarmo.
Le prossime iniziative segnalate sono:
— entro Natale in Sardegna
alla Maddalena si svolgerà una
manifestazione regionale contro
la locale base NATO;
— 2-3 gennaio 1985, a Vittoria
(Rg), patrocinato dal locale comune, si terrà un convegno giuridico, organizzato dal Campo
Verde Vigna di Comiso e dai
Movimenti nonviolenti in collaborazione con Magistratura Democratica ed i comuni denuclearizzati, sul tema: « I missili sono
illegali. Quali vie di resistenza? »;
— 4-5 gennaio 1985, a Comiso
BUON NATALE!
Come ogni anno sospendiamo la
pubblicazione nell’ultima settimana
di dicembre. Questo è quindi l’ultimo numero del 1984. Auguriamo ai
lettori un Natale sereno dando loro
appuntamento al 4 gennaio per il
1° numero del 1985.
si svolgerà un’assemblea dei proprietari di Verde Vigna — i terreni comprati con i soldi dell’obiezione fiscale e la campagna
per la costituzione di una zona
eco-pacifista intorno alla base
militare di Magliocco, dove sono
già operanti i 16 missili Cruise
installati in Italia — allo scopo
di fissare il regolamento di proprietà e le iniziative contro probabili ed imminenti espropri;
— 18 gennaio 1985, presso la
Corte d’Assise di Siracusa si terrà il processo a Bernard Pineau,
pacifista membro del Campo
per la pace di Comiso, accusato
di spionaggio, per aver fatto uno
schizzo della base militare di
Magliocco;
— il 20 gennaio 1985 inizierà
ad Assisi una marcia per la pace per protestare contro l’installazione dei missili Cruise che
si concluderà a Comiso nella
settimana di Pasqua;
— 28 gennaio 1985, presso la
Corte d’Assise di Siracusa si terrà il processo ad Alfonso Navarra, membro del Campo Internazionale per la Pace di Comiso, accusato di essersi introdotto clandestinamente in una zona militare e di danneggiamento
aggravato a strutture militari.
Navarra è in carcere per aver
volutamente disubbidito al divieto di soggiorno nella provincia di Ragusa;
— 11 febbraio 1985, presso la
Corte d’Assise di Siracusa si
terrà un processo contro altri
pacifisti introdottisi nella zona
militare della base Magliocco.
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21 dicembre 1984
UNIONI FEMMINILI DEL 1“ DISTRETTO
SCUOLA LATINA DI POMARETTO
Fare la pace
Crisi di iscrizioni
Dopo il riuscito esperimento
dello scorso anno ad Ecumene,
anche quest’anno la FFEVM ha
organizzato, questa volta in Piemonte, un nuovo corso di animazione biblica sotto la guida di
un vero esperto (i cui doni andrebbero maggiormente sfruttati aH’interno dei nostri gruppi):
Yan Redalié di Bologna.
L’incontro si è tenuto tra sabato 1 e domenica 2 dicembre nei
locali comunitari di Villar Perosa dove un’équipe organizzativa
coordinata daU’instancabile Katharina Rostagno ha permesso
che tutto funzionasse alla meraviglia, dai pranzi in comune agli
studi. Il tema deU’incontro era;
« La pace secondo l’azione », un
tema dhe verrà ripreso anche in
occasione della Giornata mondiale di preghiera sulla base degli
spunti che ci verranno offerti dalle donne giapponesi. Una cinquantina di donne (da registrare
anche la presenza battista) in
rappresentanza di tutte le Unioni
Femminili delle Valli hanno così
cercato di scoprire personalmente, attraverso l’uso di diverse
tecniche d’animazione, che Gesù
Cristo è la « nostra pace ».
Si sono avuti momenti di riflessione intercalati da evoluzioni ritmiche collettive su musiche
ebraiche e sulla musica di « Vieni, Signor» (F. Corsani) sotto la
guida di Gisela Lazier.
COLLEGIO VALDESE
Torre Pellice
Sono aperte le iscrizioni
per l’anno scolastico '85-86
al
Liceo Pareggiato
indirizzo
classico e linguistico
Miniconvitto per
studenti
• Trasporto da Pinerolo
in scuolabus riservato
Un certo numero di borse di
studio è messo a disposizione
ogni anno da amici del Collegio italiani ed esteri.
Per informazioni e iscrizioni
rivolgersi a:
COLLEGIO VALDESE
Via Beckwith, 1
10066 TORRE PELLTCE (To)
Tel. (0121) 91.260
orario segreteria; 9.00-12.00
tri, è anche dentro di noi. Sul nemico si scarica poi ogni violenza;
la guerra è la massima espressione della violenza organizzata contro i nemici.
Gesù anziché schiacciare il nemico con la violenza si confronta
(Marco 9: 14-29) con lui, lo « esorcizza » e, in senso generale, distrugge ogni barriera di odio attraverso la croce. L’azione di Cristo ci spinge ad affrontare lo spirito « demoniaco » del mondo e
a mettere in luce i meccanismi
di violenza della nostra società.
Si tratta in ogni caso di meglio
capire la situazione in cui viviamo per entrare in contatto, in relazione con le persone. Il Signore si è messo in comunicazione
con l’umanità attraverso il perdono, anche a noi è data la possibilità di perdonare per avere la
possibilità di incontrare le persone e costruire insieme qualcosa
di utile. La fede in Colui che ha
vinto i nemici con l’amore ci
permette di andare avanti con
fiducia. Anche se non è sempre
facile, ma « tutto è possibile a chi
crede ».
M.F.C. e D.F.P.
Domenica 2 dicembre gli amici della Scuola Latina, coordinati dall’attivissima segretaria
signorina Gemma Costantin, hanno organizzato una riunione,
molto affollata, di studenti, familiari, amici, insegnanti ed il
nuovo Preside ' prof. Giovarmi
Mourglia.
Gli studenti ed il loro insegnante di Educazione Musicale
prof. Francesco Caudullo, hanno dato un saggio delle loro capacità, molto apprezzato dagli
intervenuti.
Chi ha partecipato alla riunione ne poteva trarre la ingannevole impressione che alla Scuola Latina non esistano problemi, considerata l’atmosfera di
CRONACA DELLE CHIESE DELLE VALLI
Tempo di Natale
L’animazione applicata al campo biblico non intende sostituirsi al metodo storico-critico, essa
è soltanto uno stimolo a meglio
entrare nel testo biblico per afferrarlo, discuterlo e capirlo. Nella nostra ricerca non abbiamo
preteso arrivare a una ’’summa”
di tutto quello che si può dire
sulla pace. Abbiamo capito una
volta di più che ogni essere umano è coinvolto nel processo di
violenza. La violenza non è sempre qualcosa che riguarda gli al
Durante le festività natalizie
si moltiplicano le occasioni di
incontro e di comunione all’interno delle nostre comunità. Infatti accanto alle normali attività ecclesiastiche (culto, riunioni quartierali e studi biblici, corsi di catechismo e la scuola domenicale, gli incontri dei gruppi giovanili o femminili) vengono ora proposti altri momenti
comimitari.
ANGROGNA
Sabato 22 dicembre, alle 15,
i bambini delle Scuole Domenicali si incontreranno al Capoluogo. Alle 16 toccherà ai Catecumeni.
Alle 20,30, nel Tempio del Capoluogo, la Corale Valdese presenta una serata di canti della
tradizione natalizia, letture e dodici quadri di Bruegel (1525-1569).
Domenica 23 dicembre, alle
20, culto di Natale a Pradeltorno.
Al Serre si terranno sia il
culto di Natale (ore 10), sia il
culto di fine anno (ore 20.30).
BOBBIO PELLICE
Domenica 23 dicembre il culto
sarà animato e condotto dai
bambini della Scuola domenicale. Al culto seguirà un pranzo
comimitario. Il pomeriggio sarà
dedicato ai bambini ; previsti
giochi, canti, fìlms, racconti.
Il culto di Natale vedrà la
partecipazione della Corale di
Villar Pellice-Bobbio diretta da
Franco Taglierò.
Il 28-29 dicembre i giovani di
Bobbio saranno a Venezia.
Il 1“ gennaio 1985 il culto inizierà alle ore 10.30.
LUSERNA S. GIOVANNI
Domenica 23 dicembre il culto natalizio sarà animato e condotto dai bambini della Scuola
Domenicale nella Sala Albarin.
Per l’occasione il culto agli Airali è sospeso.
Mercolecff 26 dicembre festa
di Natale della Scuola domenicale dei Peyrot nella scuola di
quartiere.
Lunedì 31 dicembre culto di
fine anno a cui seguirà una serata comunitaria alla sala Albarin.
PINEROLO
Sabato 22 dicembre, alle ore
21, presso la Chiesa San Vera
no di Abbadia si terrà un concerto natalizio che vedrà la partecipazione della Abbadia Corale Val Chisone, della Schola Cantorum, della Corale Madonna di
Fatima, della Corale della Chiesa Valdese di Pinerolo.
Domenica 23 dicembre il culto sarà presieduto dai bambini
della Scuola domenicale. Nel pomeriggio si svolgerà una festa
con giochi e recite della Scuola
domenicale.
POMARETTO
Domenica 23 dicembre il culto sarà animato dai bambini
della Scuola domenicale. La giornata proseguirà ad Agape con
un pranzo ed un pomeriggio
comunitario vissuto insieme con
tutti i bambini delle altre scuole domenicali del circuito.
Il giorno di Natale la Corale
canterà durante il culto all’Ospedale (ore 9) ed al tempio (ore
10). Alle 20, a Cerisieri, si terrà
una riunione natalizia.
Mercoledì 26 dicembre ad Inverso Pinasca si terrà la festa
della Scuola Domenicale.
Il 31 dicembre alle 20.30 culto
di fine anno.
PIOSSASCO
Il 23 dicembre, nel primo pomeriggio, si svolgerà la festa della Scuola domenicale, a cui seguirà il culto con santa cena
(ore 18.30). Dopo il culto, la comunità si riunirà per la cena
e trascorrerà il resto della serata insieme.
PRALI
Sabato 22 dicembre, alle ore
20.30, si terrà un culto con santa cena.
Martedì 25 dicembre, alle 2(),
inizierà la serata a cui parteciperanno i bambini della Scuola
domenicale e la Corale.
PRAMOLLO
Mercoledì 26 dicembre, alle
ore 14.30, avrà luogo la festa
dell’albero di Natale, preparata
dai bambini della Scuola domenicale sotto la guida delle monitrici.
PRAROSTINO
Martedì 25 dicembre nel pomeriggio si svolgerà la festa dell’albero di Natale.
^pecianict
■forres t
Vasto assortimento
pasticceria
Produzione propria
pandoro e panettoni
TORRE PELLICE (To)
Via Arnaud, 4 - Tel. 91388
S. SECONDO
Mercoledì 26 dicembre, alle
ore 16.30, si svolgerà la tradizionale festa dell’albero. I bambini
della Scuola domenicale rivolgeranno alla comunità messaggi
biblici. Verrà ripresa la tradizione del dono di un pacchetto
ai bambini alla fine della festa.
TORRE PELLICE
Le feste delle Scuole domenicali si svolgeranno : agli Appiatti (22), al centro (26) ed ai Coppieri (29).
Lunedì 24 dicembre, alle 21,
culto ai Coppieri, mentre il 31
dicembre il culto di fine anno
si terrà al Centro.
VILLAR PELLICE
Domenica 23 dicembre, alle 10,
inizierà il culto per gli alunni
della Scuola Domenicale e per
tutti gli adulti con albero di Natale, canti e recite dei ragazzi
e dei bambini.
Lunedì 31 dicembre culto di
fine anno, mentre martedì 1°
gennaio 1985 culto di Capodanno.
VILLAR PEROSA
Lunedì 24 dicembre, alle ore
20, ai Vivian, presso la famiglia
di Attilio Long, si svolgerà una
riunione quartierale natalizia.
Martedì 25 dicembre, il culto
di Natale sarà animato dalla Corale.
Mercoledì 26 dicembre, alle
14.30, si svolgerà la festa della
Scuola domenicale, a cui parteciperà anche il gruppo dei trombettieri.
Domenica 30 dicembre il culto
sarà fatto con la Santa Cena.
Il 31 dicembre, alle 20.30, si
terrà il culto di fine anno, mentre il 1° gennaio 1985 si svolgerà alle ore 10 il culto del primo
dell’anno.
RORA’
Domenica 23 dicembre alle Fucine, alle 14.30, inizierà la Festa
delle Scuole domenicali, a cui
parteciperà anche la corale. L’Unione Femminile organizzerà per
l’occasione un Bazar.
Il 31 dicembre dopo il culto
di fine anno si organizza una
agape fraterna.
S. GERMANO CHISONE
Domenica 23 dicembre il culto d’Avvento vedrà la partecipazione di tutti i gruppi che rendono più attiva la comunità :
Corale, Scuola domenicale e
Unione femminile.
Mercoledì 26 dicembre, alle ore
14.30, inizierà la festa dell’albero.
Il 31 dicembre, alle ore 20.30,
culto di fine anno.
ottimistico entusiasmo.
La realtà è diversa: il numero
delle iscrizioni alla prima classe è quest’anno ridotto a 11 studenti, provenienti quasi tutti da
Pomaretto.
Ciò induce a riflettere sul fatto che dalle altre comunità e
Comuni si ritiene ormai non indispensabile una scuola non pubblica, apprezzando soprattutto il
risparmio di denaro che il servizio pubblico consente.
E’ vero che la Scuola Latina
offre corsi complementari (latino, inglese, cucina, dialetto
ecc.) ed un servizio di mensa e
doposcuola, ma la differenza di
costo ha evidentemente indotto
quasi tutti coloro che non abitano a Pomaretto a scegliere la
scuola di Stato.
Per l’anno prossimo, se si
iscriveranno alla Scuola Latina
soltanto coloro che oggi frequentano la 5’ classe elementare a Pomaretto, si avranno una
decina di studenti.
11 Sinodo 1984, in previsione
di tale evenienza, ha autorizzato il Comitato a non aprire la
prima classe, se il numero di
iscrizioni sarà ancora così limitato. Infatti costi e ricavi non
soltanto non pareggiano, ma il
disavanzo assume consistenza
tale da non poter essere sopportato neppure con i generosi
aiuti esteri.
Che cosa si può fare?
E' stato proposto, anticipando
la riforma da anni in discussione in Parlamento, di sostituire alla scuola media obbligatoria, un biennio sperimentale preparatorio che arnói ai vari tipi di scuola media superiore.
Come verrebbe accolta l’iniziativa nelle Valli Chisone e Ger
manasca.-*
Recentemente il Ministero ha
fissato il termine del 15 gennaio
per le preiscrizioni: il Comitato
deve quindi conoscere preventivamente il numero dei probabili iscritti per poter riferire alla Tavola se la deliberazione
sinodale debba trovare attuazione già a partire dal prossimo
anno scolastico 1985-86. Il Comitato vorrebbe quindi conoscere l’oninione delle Chiese delle
Valli Chisone e Germanasca. La
risposta dovrebbe pervenire entro il 10 gennaio 1985. I membri del Comitato sono a disposizione delle Chiese e dei Concistori se è necessario il loro
intervento per discutere il problema.
Tutte le soluzioni sono ancora
nossibili: chi ha idee le manifesti oegi, poiché i rimpianti e
le recriminazioni saranno tardivi ed inutili. Marco Gay
VILLASECCA
Domenica 23 dicembre, ai
Chiotti, il culto sarà animato
dalla Scuola domenicale.
Sono previste due feste comunitarie: ai Trussan (24) e a Villasecca (26), a cui parteciperanno le Scuole domenicali con recite e canti. Ai tradizionali pacchi dono per i bambini, il Concistoro ha deciso di sostituire
l’offerta di un abbonamento all’Amico dei Fanciulli.
Il 31 dicembre il culto di fine
anno si terrà alle ore 20.
(Inserzione pubblicitaria)^
• Per mancanza di spazio le
cronache sono rinviate ai numeri di gennaio ’85.
TORRE PELLICE
La Corale Valdese diretta
dal maestro Corsani prof.
Ferruccio, presenta
domenica 23 dicembre 1984
alle ore 14.45 nel Tempio;
«NATALE IN MUSICA»
pomeriggio di canti, musiche
e letture bibliche.
Al termine del Concerto la
Corale ha il piacere di offrire una tazza di thè presso
la Foresteria Valdese per terminare in fraternità il pomeriggio musicale.
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(di fronte Caserma Alpini « Berardi »)
5
i J-.#i ..iti.S
21 dicembre 1984
Vita delle chiese 5
DALLA CIRCOLARE DEL MODERATORE
LAVORATORI MIGRANTI
Il forestiero che è Per una piena uguaglianza
dentro le tue porte
Il Moderatore Giorgio Bouchard — nella sua circolare ai pastori^ ai sovrintendenti dei circuiti ed ai presidenti delle Commissioni esecutive distrettuali — richiama l'attenzione delle chiese sulla situazione finanziaria generale, che, a fine anno, si presenta difficile per la tesoreria della Tavola. Inoltre egli sollecita la partecipazione al convegno su COM-Nuovi Tempi, organizzato ad Ecumene
il 18-19 gennaio p.v., sul tema: « Frontiere della testimonianza cristiana nelVItalia di oggi ». In merito allo studio del questionario
dell'Alleanza Riformata Mondiale, il Moderatore invita le chiese ad
inviare le loro risposte alla Commissione consultiva per le relazioni
ecumeniche entro il 15 gennaio p. v.
Riportiamo invece integralmente la parte della circolare del
Moderatore che riguarda la settimana della libertà.
Un gruppo di lavoro ecumenico elabora un modello legislativo a tutela dei migranti - Il confronto con le varie proposte presentate in Italia
« Come sapete, il tema di quest’anno è la nostra responsabilità verso gli immigrati di colore in Italia. Come slogan vi
proporremmo un testo biblico
(« Il forestiero che è dentro alle tue porte » oppure: « Ero forestiero e mi accoglieste »). Ci
sono vari modi di mettere in valore questo tema cruciale aH’interno ed aH’esterno delle nostre
chiese. Ve ne segnaliamo alcuni:
— la rubrica televisiva PROTESTANTESIMO dedicherà un
numero speciale a questo argomento prevedibilmente nella prima metà di febbraio:
— la Federazione (FCEI) sta
mettendo a punto un manifesto
in analogia a quello pubblicato
un anno fa per Martin Lutero.
Potete prenotarne le copie desiderate presso l'ufficio della Tavola. In ogni manifesto vi sarà
uno spazio per gli annunci locali. Le nrenotazioni devono ar
rivare a Roma entro il 10 gennaio p.v.;
— la Luce sta preparando delle pagine speciali, che potranno
essere valorizzate nelle chiese;
— le chiese a loro volta, con
l’aiuto dei circuiti e dei distretti, potranno organizzare culti
speciali, manifestazioni pubbliche nella ricorrenza del XVII
febbraio.
Se desiderate avere come oratore un africano, fatelo sapere
alla Tavola, e faremo del nostro meglio per procurarvi dei
contatti utili. Tra le persone che
dispongono di maggiori informazioni in proposito, vi segnaliamo
Bruno Tron (via Vaccaro 20,
80127 Napoli, tei. 081/364263), segretario del Servizio Migranti
della FCEI, e Renato Coisson
(via Balziglia 44. 10060 Pomaretto - To, tei. 0121/81288), presidente della nostra Commissione
CEvAA ».
Negli ultimi tempi in tutta
Europa è notevolmente cresciuta la coscienza del problema dell’immigrazione di lavoratori provenienti dai Paesi del Terzo
Mondo. In Francia, ad esempio,
il problema è quanto mai vivo
perché anche in vasti settori dell'opinione pubblica moderata va
affermandosi quel sentimento
razzista che ha fatto la fortuna
del partito neofascista di Le Pen
nelle ultime elezioni europee.
D’altra parte soprattutto molti
ambienti giovanili, convinti che il
loro paese ha già un carattere
propriamente multirazziale, individuano un impegno prioritario
proprio nella lotta politica e
culturale per una piena integrazione dei lavoratori stranieri da
realizzarsi nel pieno rispetto
delle loro tradizioni e della loro origine.
Anche nei paesi in cui non si
sviluppano ondate esplicitamente razziste, i lavoratori stranieri hanno gravi problemi collegati alla loro collocazione nel
mercato del lavoro ed al permesso di soggiorno. Prendiamo
il caso italiano: non esiste nessuna legge organica in materia
e, in sua assenza, valgono le norme di pubblica sicurezza per i
cittadini appartenenti a paesi
non aderenti alla CEE.
Si calcola che in Italia ce ne
siano oltre 600.000 molti dei quali clandestini, privi cioè di un
regolare permesso di soggiorno.
Per averlo dovrebbero documentare che svolgono una regolare
attività lavorativa ma, l’assoluta maggioranza, svolge lavoro
nero (sottopagato) e quindi non
documentabile.
Proprio questi problemi — i
diritti dei lavoratori migranti —
sono al centro delTattenzione di
un gruppo di lavoro del Comitato delle Chiese per i lavoratori
migranti in Europa, una struttura ecumenica costituitasi nel ’64
sotto gli auspici del Consiglio
Ecumenico.
Negli ultimi mesi questo gruppo di lavoro per la difesa dei
diritti dei lavoratori migranti
ha concentrato la propria attenzione proprio sulla definizione di
un modello legislativo in materia da proporre a sindacati, partiti politici, chiese e gruppi interessati perché lo facciano proprio e lo sostengano a livello
istituzionale: consigli o parlamenti regionali, parlamenti nazionali, parlamento europeo e comunità economica europea.
Il documento si ispira al principio della piena uguaglianza,
quanto a diritti e doveri, dei cittadini stranieri rispetto ai ’’nazionali”. L’affermazione non è
solo di principio perché questo
implica innanzitutto il riconoscimento dopo un certo numero
di anni di permanenza in un Paese, del diritto di residenza per
CORRISPONDENZE
Val d’Aosta: presenza nelle scuole
Lo scorso 20 novembre ad
Aosta si è svolto un incontro
tra il past. Ennio Del Priore ed
alcune classi del Liceo scientifico (120i alurmi circa e sei insegnanti). Non possedendo la
scuola un locale ampio, l’Assessore regionale alla Pubblica
Istruzione, presente all’incontro,
ha fatto mettere a disposizione
il Salone delle manifestazioni
del Palazzo regionale.
All’introduzione su : « La Riforma protestante : le attese, gli
ostacoli, le motivazioni, gli esiti », è seguito un ampio dibattito sul papa, la grazia e la fede,
Müntzer, Tumanesimo, il Concilio di Trento, la predestinazione, protestantesimo e capitalismo, i Valdesi, la Chiesa confessante, etc.
A Courmayeur il 26 novembre
un incontro simile si è svolto
nel Cinema parrocchiale, gentilmente concesso al locale Liceo
linguistico, presenti tutte le
classi, il preside, diversi insegnanti ed il parroco di Derby,
don Pettazzoni. Le domande degli alunni rivolte sia al pastore
sia al parroco si sono concentrate su: l’interpretazione biblica, Scrittura e Tradizione, il
Gesù povero dei vangeli e la ricchezza della chiesa, la predestinazione, ma anche su: l’Intesa
ed il nuovo Concordato, cristianesimo e marxismo, etica protestante, etc., etc.
In tre ore non è stato possibile toccare altri punti, per cui
è stato richiesto un supplemento d’informazioni in particolare
su Lutero e Müntzer, che è stato dato il 5 dicembre scorso.
Il 10 dicembre ci si è poi incontrati per ascoltare e discutere l’introduzione di don Pettazzoni sulla Controriforma o
Riforma cattolica. Un insieme
di buone occasioni in cui è stato
possibile rendere un servizio alla scuola e dare una testimonianza evangelica diretta a circa
2,50 alunni.
tista, in collaborazione con il
Consiglio delle comunità evangeliche di Napoli, organizza una
manifestazione pubblica sul senso della presenza evangelica nella zona.
Centro Menegon
La manifestazione prevede un
corteo ed una fiaccolata per le
strade della città, momenti di rifiessione su alcuni temi particolarmente significativi nella nostra
attuale rifiessione (ricostruzione,
pace ed emarginazione giovanile).
Sono previsti momenti di preghiera accompagnati con canti
evangelici. L’appuntamento è alle ore 16 presso THótel S. Giuseppe (bivio di Arco Felice).
TRAMONTI DI SOPRA (Pn) —
Il Centro Ecumenico « L. Menegon » ha concluso le sue attività
estive. In particolare il campo
cadetti si è articolato a due livelli: i ragazzi più piccoli hanno lavorato sulle fiabe ed i ragazzi più grandi su temi d’attualità.
Il campo teologico si è occupato dsll’interpretazione delle Scritture, mentre il campo studi ha
discusso del rapporto tra evangelo e comunicazione, in particolare quella attraverso i mass
media.
Manifestazione
POZZUOLI (Na) — Il 29 dicembre p.v. la locale Chiesa bat
No al Natale consumistico!
lo „o® Donne Cristiane Evangeliche rilevano che la celebrazione della nascita di Gesù, Figlio di Dio e Salvatore del mondo ha assunto
1 caratteri di una vera e propria festa consumistica e pagana
Esse protestano contro questa immagine distorta d°l Natale
mono^dfst!^'^®’^*^ «cristiana» ogni anno ripropone''ed espri
enormi sprechi di denaro che in questo penodo SI verificano nelle famiglie e nel Paese mentre i poveri eli af^mati’ 1 disoccupati aspettane, in tutto il mondo, giustizia e pane
bambini non vengano regalati giocattoli di guerra
dichiarano di sostenere non
'■
Con questo appello le Donne Cristiane Evangeliche non intendono rivolgere generiche esortazioni di sapore moralistico, ma
vogliono richiamare al senso vero della Natività, alla fedeltà a Dio
e al buo progetto di ravvedimento e di salvezza per l’umanità.
Federazione Donne Evangeliche Italiane
Federazione Femminile Valdese Metodista
Movimento Femminile Evangelico Battista
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manente, l’assicurazione di tutti
i benefici sociali previsti dalla
legge (dall’assistenza sanitaria
al sussidio di disoccupazione),
la garanzia di una reale parità
di opportunità nella ricerca di
un posto di lavoro, il diritto alla ricostituzione del nucleo familiare.
In Italia
Se pensiamo alla situazione
italiana il modello legislativo elaborato da questo comitato risulta tempestivo ed interessante.
Proprio in questi mesi, difatti,
vari partiti tante dell’area di
governo che dell’opposizione
stanno elaborando vari progetti
ed anche i sindacati hanno definito alcuni orientamenti per
una legislazione in materia. In
sostanza quasi tutti i progetti
sin qui presentati partono da
affermazioni di principio pienamente condivisibili ma, quando
trattano di problemi si3ecifici e
particolari, svelano la loro natura fortemente discriminatrice.
Pensiamo alle modalità per la ricerca di Un posto di lavoro: tanto il progetto Ferrari (area di governo) che quello Samà Fallanti
(PCI) prevedono che i lavoratori stranieri, almeno per un
periodo iniziale, debbano iscriversi a delle liste di collocamento speciali e costituite sulla base dei posti lasciati liberi dai
lavoratori italiani; una misura
che, condannando gli stranieri a
svolgere mansioni evidentemente nocive o dequalificanti, risulta
immediatamente lesiva del principio di «parità di opportunità
e di trattamento in materia di
occupazione e di professione »
pure contenuto nella Convenzione n. 143 dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro a cui ha
aderito anche l’Italia.
Una terza proposta avanzata
dalTon. Labriola (PSD riduce
l’intera questione ad un problema di pubblica sicurezza e, definendo esclusivamente le modalità dei visti di soggiorno, ignora del tutto i problemi connessi al lavoro, alla parità di diritti,
alTinserimentc ed alla riunione
del nucleo famiglia.
Del tutto diversa Timpostazione del problema contenuta nella
proposta Gorla (Democrazia Proletaria) secondo la quale salvo
le disposizioni di legge sul pubblico impiego che prevedono espressamente il possesso della
cittadinanza italiana, i lavoratori
stranieri godrebbero della completa parità di trattamento e di
diritti coi lavoratori italiani.
Sembra andare nella stessa linea un documento sindacale della Federazione CGIL-CISL-UIL
che però, proprio perché definisce orientamenti ed intenti generali, quando dovesse definirli
in articolato di legge, dovrebbe
comunque esplicitare e ribadire
le misure che dovrebbero garantire una effettiva parità di trattamento. Il documento sindacale, inoltre, ci pare interessante
perché prevede lo sviluppo di
canali di coeperazione internazionale tra l’Italia ed i paesi in
via di sviluppo tesi, tra l’altro,
a programmare l’afHusso, l’inserimento nel mercato del lavoro,
la qualificazione ed eventualmente il rientro nei paesi d’origine,
dei lavoratori stranieri.
In questo quadro il modello
legislativo elaborato dal Comitato delle Chiese dopo una serie di
consultazioni intemazionali e sostenuto dalle chiese europee che
aderiscono al Comitato stesso
costituisce una piattaforma di
obiettivi per tutte le realtà che
operano nel settore dell’immigrazione e, tra queste, il Servizio
Migranti della FCEI.
Paolo Naso
3
6
6 obiettivo aperto
21 dicembre 1984
BETLEMME NELLE FIANDRE
Pieter Bruegel, pittore, descrive il mondo della Bibbia, che gli
è familiare, ambientandolo nel suo proprio paese: le Fiandre. Paesaggi invernali, villaggi fiamminghi e la situazione politica di violenza e di morte fanno da sfondo alla singolare «lettura» della natività tratta dagli Evangeli. Siamo nel secolo della Riforma. Intorno al 1560 quando l'imperatore Filippo II regge con mano armata
il destino di un'Europa dilacerata da questioni religiose, politiche, militari.
Pieter Bruegel, che è uomo di cultura ( amico del geografo
Ortelius, del filosofo Coornhert, del tipografo Plantin, dell'archeologo Goltzius ) opera in quegli anni ad Anversa — dove, in quel
tempo, vivevano più pittori e scultori che non nelle rinascimentali
Venezia o Firenze — e qui entra in contatto con le nuove idee suscitate dai movimenti di Riforma religiosa e sociale. La sua concezione pessimista e ironica di un'umanità destinata a soffrire in
un mondo dominato dal peccato è, in parte, debitrice a filosofi
come Erasmo, Thomas Moore, Rabelais. « Sfido chiunque a spiegare — dirà più tardi di lui Baudelaire — il "cafarnao" diabolico e
grottesco di Bruegel "le Drôle" altrimenti che con una sorta di
grazia speciale e satanica... ».
Ma oggi sappiamo che in « Pietro il Buffo » c'è qualcosa di
pio rispetto alle invenzioni diaboliche e alle descrizioni ironiche
e suggestive della scuola di Hieronymus Bosch e della tradizione
dei « calendriers » miniati. Con il riemergere in Europa degli studi
sulla Riforma ( intesa non solo e non sempre dal punto di vista
religioso ma anche nei suoi aspetti culturali, artistici, laici in una
parola ) abbiamo capito più cose di Bruegel.
Accanto all'assurdità del mondo e alle debolezze della natura
umana, come traspare da molti suoi quadri, egli descrive criticamen
con il pennello di un naif, di un « primitivo », di un manierista che era stato a lungo nell'Italia di Michelangelo, Donatello,
Brunelleschi — la situazione sociale e politica dei Paesi Bassi nell'era della Controriforma. E chiaramente, benché non sia un contadino, si schiererà dalla parte degli oppressi, dei disarmati e più
tardi — quando verrà accusato di far parte di una « setta eretica » — si riconoscerà nei « Gueux », i pitocchi : i combattivi costruttori di un mondo nuovo, sulle macerie del Medioevo.
« Bruegel era un filosofo, un critico del suo tempo, un lottatore contro la tirannia e l'oppressione — scrive il teologo-poeta,
tedesco occidentale, Jörg Zink in un recente libretto dedicato a
Bruegel e alle sue immagini della natività ( pubblicato da Eschbach
Verlag) da cui abbiamo attinto alcune immagini e idee per questa pagina natalizia — egli aggredisce gli ipocriti e si scaglia
contro l'idiozia e la cattiveria del genere umano ».
Il fanciullino ritratto in un angolo del dipinto sull'« Adorazione dei magi sotto la neve » è un particolare, quasi insignificante, di fronte alla dettagliata maestosità del quadro. Eppure
questo particolare mette in moto tutti i personaggi del quadro e
lancia un messaggio che attraversa i secoli. La salvezza non è
— sembra dirci il profondo pessimismo di Bruegel — nell'uomo
il quale vive, spesso, un'esistenza drammaticamente inutile. Non
è nella forza delle armi, nella violenza che sono anticamera del
« trionfo della morte ». Ma è fuori di noi. In quel piccolo fanciullo disarmato. Dipinto senza ironia. Sospinto alla periferia del
consorzio umano dall'idiozia e dalla violenza. Se c'è una speranza per il genere umano essa può provenire soltanto da questo
piccolo Fanciullo che anticipa la .redenzione di un mondo destinato alla distruzione.
L’Evangelo della natività secondo Bruegel inizia in uno dei tanti
villaggi innevati della Contea delle Fiandre:
« Or in quei dì avvenne che un decreto uscì da parte di
Cesare Augusto, che si facesse un censimento di tutto ¡'impero.
Questo censimento fu il primo fatto mentre Quirinio governava la Siria.
E tutti andavano a farsi registrare,
ciascuno alla sua città » (Luca 2: 1-3). Sullo sfondo
un lago gelato si confonde con il grigio colore d’inverno. La gente
s’accalca davanti alla locanda « Alla verde corona » dove i legati
dell’imperatore Filippo d’Asburgo registrano i nomi degli abitanti
del villaggio su di un grosso librone e riscuotono,
in pari tempo, le decime.
C’è una continuità di oppressione, di sfruttamento tra i tempi
dell’imperatore Augusto e quelli di Filippo II. Quest’ultimo,
dalla sontuosa solitudine deH’Escoriale spagnolo, delega alla sorellastra
Margherita di Parma, nota per la sua crudeltà, il governo
dei Paesi Bassi. L’Olanda, la « grassa vacca da latte >> come l’aveva
definita Carlo V, pagava quasi la metà delle tasse di un impero che
copriva 1 Europa. I moti di ribellione e i nuovi fermenti religiosi
attiravano nel Brabante i soldati e le armi di quel rullo compressore
che era la Controriforma. La tranquilla laboriosità del villaggio
fiammingo è sospesa ad un filo: i lavori e i giochi invernali
saranno bruscamente interrotti dall’arrivo delle truppe del duca di Alba.
« Ora anche Giuseppe salì di Galilea, dalla città di Nazaret, in Giudea,
alla città di Davide, chiamata Betleem, perché era della casa
e famiglia di Davide, a farsi registrare con Maria sua sposa,
che era incinta » (Luca 2: 4-5).
Tra i numerosi personaggi del censimento a Betleem si scorgono,
tra i carri e le botti, Giuseppe e Maria. Si confondono con tutti gli altri.
Giuseppe precede Maria portando una grossa sega sulle spalle.
Maria su di un asino, avvolta in una pesante coperta, segue nella
direzione del gruppo di persone accalcate al tavolo di fronte
del censimento (è un particolare del quadro precedente).
Questa Maria non è la Maria dei pittori italiani o spagnoli del
Rinascimento: gloriosa, centrale, regale, onnipotente.
Non è la Maria delle forze di occupazione spagnole, simbolo della
cattolicità romana imperante. Non rappresenta l’Impero
su cui non tramonta mai il sole. Maria qui è una semplice contadina
fiamminga travolta, con suo marito, dagli avvenimenti politici.
Bruegel non dipinge la ’sacra famiglia', ma una famiglia espropriata,
emigrante. Essa appartiene, come il loro figliolo, alla schiera dei poveri,
dei disarmati. Eppure quanto amore in quel volto che appena si scorge
e si confonde con l’umanità circostante'
vV-ì
V\
7
21 dicembre 1984
oUéttivD aDtfto 7
LA NASCITA NELLA NEVE
I soldati del duca di Alba irrompono nella quiete del villaggio fiammingo: è la strage degli
innocenti. I bambini sono strappati dalle braccia delle loro madri, la neve si macchia di
sangue. A reprimere ogni moto, anche timido, di resistenza, ci pensa lo squadrone di guerrieri
corazzati e armati di alabarde. Dietro di loro il borgo medioevale assiste impotente al pogrom
di violenza e di morte. « Non c’è nulla da fare — pare dire lo squadrone della morte — non
dipende da noi. Noi eseguiamo soltanto gli ordini ricevuti dall'alto. E' un massacro necessario ».
Qui, evidentemente, non è raffigurata l’idea rinascimentale dell’uomo libero, dominatore del
mondo. C'è piuttosto l’idea pessimistica dell’umanità che subisce la violenza e la morte.
Una singolare dinamica collega questa umanità che uccide con quella che muore.
Non è dall’uomo, da qualsiasi parte sia schierato, che può nascere una via di salvezza,
ma soltanto da Dio.
E’ ancora possibile sperare? E quali sono i segni concreti di questa speranza?
« Allora si adempiè quello che fu detto per bocca del profeta Geremia: un grido è stato udito
in Rama; un pianto e un lamento grande; Rachele piange i suoi figliuoli e ricusa di essere
consolata, perché non sono più » (Matteo 2: 17-18).
Con questa 'Adorazione dei magi sotto la neve’, siamo di nuovo
in un villaggio del Brabante. I personaggi della Bibbia
per Bruegel non sono figure lontane, archeologiche.
Nell’angolo a sinistra (qui ci vorrebbe la lente d’ingrandimento
e una stampa molto più chiara di questa) i re magi sono in
adorazione del fanciullino. Sotto la neve che cade
il seguito attende che il « sacro » incontro termini.
Intanto nell'arco d’ingresso del borgo appare, improvvisamente,
uno squadrone di soldati a cavallo. Sono le forze spagnole di
occupazione che, armi alla mano, controllano che nulla turbi
la laboriosa quiete del villaggio.
E m questo precario equilibrio di forze militari, di paura e di attesa,
in un punto secondario dei luoghi abitati (nell’angolo del quadro)
è presente un bambino appena nato. Che non è solo
presenza di speranza nel mondo di violenza e di morte
rappi'esentato da Bruegel, ma è speranza anche nel nostro mondo
di oggi, altrettanto armato, idiota e cieco.
« Poiché un fanciullo ci è nato, un figliuolo ci è stato dato
e l itnperio riposerà sulle sue spalle; sarà chiamato Consigliere
ammirabile, Dio potente. Padre eterno, Principe della pace, per dare
incremento all’impero e una pace senza finé... » (Isaia 9: 5-6).
Nel 1565 Filippo II condanna a morte seimila olandesi guadagnati alla « religión
prétendue réformée ». L’anno prima. Pio IV pubblica il primo « Index Librorum
prohibitomm » e conferma tutti i decreti del Concilio di Trento. L’Inquisizione dà la
caccia all’eretico. Nei Paesi Bassi una Lega di nobili implora il trentottenne Filippo II
di usare clemenza verso gli eretici. Filippo II delega a Margherita di Parma la soluzione
dei rapporti tra i Paesi Bassi e la corona di Spagna. Una nuova petizione viene
consegnata a corte con la richiesta di abolire l’Inquisizione e gli editti contro la
religione riformata. « Ma cosa vogliono da noi questi ’’gueux” (mendicanti, pitocchi)? »,
risponde un alto dignitario di corte. Da allora il movimento di opposizione assume
con fierezza il dispregiativo di ’’gueux”: i lottatori per la libertà di coscienza.
Bruegel dipinge i "gueux” che si presentano davanti al potere, raffigurato dalla fredda
monumentalità che li circonda, portando i segni sul loro corpo di una politica disastrosa
di morte e di repressione. Le code di volpe cucite sul pettorale rivelano l’appartenenza
al partito clandestino degli ugonotti. E i loro buffi copricapi indicano, farsescamente,
l’unità del potere religioso e politico. Qual è il messaggio? Di fronte a questo terrificante
potere che distrugge l’uomo nel fisico e nello spirito non si fugge ma ci si organizza.
Si resiste, testimoniando, anche nelle difficoltà, di Colui che: « ha operato potentemente
con il suo braccio; ha disperso quelli eh’erano superbi nei pensieri del cuor loro,
ha tratto giù dal trono i potenti, ed ha innalzato gli umili, ha ricolmato di beni i famelici,
e ha rimandato a vuoto i ricchi » (Luca 1:51-53). pagina a cura di Giuseppe Platone
LE IMMAGINI DELL’EVANGELO DELLA NATIVITÀ’ NELLA PITTURA DI PIETER BRUEGEL
8
8 ecumenismo
21 dicembre 1984
_____________riformati in GERMANIA FEDERALE
Nslls S6lv3 di T6utoburgo
La Selva di Teutoburgo è un
nome che a molti ricorda gli anni di scuola e le lezioni di stona romana. Nell’anno 9 d.C. le
legioni romane condotte dai e~
neraie A^arp vi'furono distrutte'
daiGermam e l’impèratórOugnsto pare si aggirasse per il suo
palazzo gridando: « Varo, Varo,
rèndimi le mie legioni! ».
Sulle pendici collinose della
Selva di Teutoburgo si trova il
villaggio di Stapelage, dove la
CmesaRifo™ ha
un suo Oeiitlo in euL due volte
all’anno, in giugno e in novembre, si riunisce il Sinodo.
Lippe, assieme
^ha Cjuesa^ella Genna.r)ia-N|'<~>j’<-iQ^£Ìd^SlC''e''miade^^ due
chiese territoriali tedescgcT^
che questo Sinodo non l’ha trattato come un documento piovutogli addosso dall’esterno, ma
come un testo utile per meglio
coordinare la vita e la riflessione dei credenti di Lippe con
quelle di tutte le altre chiese riformate del mondo.
Segno della volontà ecumenica
della chiesa è stata anche la presenza di numerosi rappresentanti di chiese riformate dall’estero
(Repubblica DemoQrai.ipg Tfde
Italia ) : 'inm-rpbnàvoce di chiese benefattrici che fanno un discorsetto di circostanza, ma i
rappresentanti di chiese con cui
si vuole avere un vero scambio
di idee.
gualmente seria: ogni cinque anni la chiesa perde l’equivalente
di una parrocchia per ii numero delle persone che uflicialmen^si dimettono dallaT5?5%ìa
g^Sr-ttr membri;-------- ^—
Questà~~emorragia corrisponde
alla secolarizzazione-della snpjp.
Ttrghilterra) ba toccatcT la chié^
C^~tpialche~
« f^mrmier^rBìihd », la Lega
dei Kiformati, che riunisce individui e parrocchie di confessione
riformata, sparsi su tutto il territorio tedesco.
Chiamati ad
essere testimoni
La sessione autuimale di quest’anno (21-22 novembre) del Sinodo della Chiesa Riformata di
Lippe ha dedicato un terzo del
suo tempo a studiare il documento dell’Alleanza Riformata
Mondiale « Chiamati ad essere
testimoni delTEyangelo oggi ».
Un’ampia introduzione del
prof. H.J. Kraus ha aperto il dibattito, nel corso del quale ho
preso la parola sia come rappresentante dell’Alleanza Riformata Mondiale, sia per esprimere alcune valutazioni italiane del
documento quali si trovano, per
esemplo, nella prefazione che Gino Conte ha premesso alla traduzione italiana di quei testo.
Nel corso dei dibattiti sinodali, anche quando si parlava dei
problemi interni della Chiesa di
Lippe, c è stato un costante riferimento al documento dell’Allean-i
za Riformata Mondiale: ■ segno
Trecentesimo
anniversario
Pochi giorni prima del Sinodo
e stata inaugurata a Detmold,
la città principale della zona,
una esposizione che celebra il
trecentesimo anniversario dell’esistenza di questa chiesa nella
sua forma attuale. L’origine della chiesa è tuttavia più antica.
Nel tempo successivo alla Riforma, come è noto, la Germania era divisa in numerosi staterelli e dopo la pace di Augusta
dei 1555 era stato affermato il
principio del «cuius regio eiim
Usìo» cioè il airiUoder"pìmcìpÌ
di ciascuno stato di decidere
la religione dei sudditi. OosITIñér'
1605 il principe Simone VI di
Lippe celebrò la Santa Cena secondo il rito riformato, e decise
che il suo territorio a'S^rebbe adottato la confessione riformata. Tuttavia, come si è detto, è
solo nel 1684 che la Chiesa di
Lippe ha ottenuto il suo statuto
attuale.
Si tratta di una chiesa relativamente piccola (250.000 memche~pèr5*RiTùn
grosso impégno per la missione
e per lo sviluppo. Come tutte le
chiese tedesche deve far fronte
al problema della cUminuzione
dei membri:, qui la siBùazionè^
meno grave che altrove, ma u
Francia.
-- -i~cmesa
-— decennio di anticT
alla GefmàrnS Ti
sovrmtSidenFe "deliri^HÌSsà di
Lippe, il pastore Ako Haarbeek,
mi dice di aspettarsi di perdere
ancora circa un terzo dei membri attuali. Ma l’importante, egli
aggiunge, non è di avere una
quantità di cristiani nominali
che gonfiano le statistiche e credono poco o nulla; l’importante è avere un nucleo ben preparato e impegnato a evangelizzare.
Problemi d’oggi
Il Sinodo (un’ottantina di persone e un andamento simile a
quello di una nostra grossa Conferenza Distrettuale) ha affrontato questo problema sotto diversi aspetti: il catechismo e la
istruzione religiosa, l’evangelizzazione, la « riconquista », se cosi
si può dire, dei membri divenuti
marginali o estranei, il significato di essere oggi una « Volkskirche », una chiesa di massa.
Nell’ambito dei problemi sociali e politici hanno avuto preminenza le questioni della pace
e della disoccupazione.
La chiesa valdese non è affatto
sconosciuta in questa regione:
i libri di Amedeo Molnàr mi sono stati citati da più d’una persona, e una studentessa in teologia ha deciso di prendere la
storia valdese come tema della
sua tesi.
Una chiesa piccola, questa
Chiesa Riformata di Lippe, nel
coro delle grandi chiese tedesche,
ma una chiesa che per la serietà del suo impegno teologico e
pratico, e per la comune appartenenza alla linea riformata, meriterebbe di essere meglio conosciuta da noi.
Aldo Comba
PROTESTANTESIMO IN TV
La trasmissione di lunedi
10 dicembre si proponeva di
mettere in evidenza il ruolo
dei vari movimenti e chiese
protestanti degli Stati Uniti
in occasione delle recenti elezioni presidenziali. Sono stati
intervistati sul posto un giornalista, un pastore battista,
uno studente in teologia, un
membro del Consiglio ecumenico delle Chiese.
Per far capire come hanno
votato i protestanti americani (che sono 100 milioni, di
contro a 50 milioni di cattolici
e 4 di ortodossi, per restare
nell’ambito del cristianesimo)
sono state anzitutto presentate le chiese storiche (batti
è stata messa in evidenza la
prevalente appartenenza alle
chiese battiste e metodiste e
si sono ricordate le posizioni
del candidato negro J. Jackson _ contro le ingiustizie sociali e a favore delle lotte di
liberazione in America latina.
Il contesto è quello di un
immenso paese dove convivono vistose contraddizioni a
tutti i livelli, dove tutto è permeato di religiosità ma dove
— nello stesso tempo — la laicità dello stato è una realtà
sancita in modo molto netto
dalla Costituzione. Il successo
di Reagan nonostante l’aperto
dissenso delle chiese storiche
dalla sua politica si spiega —
Voto
americano
ste e metodiste in primo luogo, seguite dalle luterane e
presbiteriane, fino a giungere
alla presenza valdese). Si è
pertanto parlato delle loro
lontane origini, del loro sviluppo, dell’attuale impegno
sui grandi temi della pace e
della giustizia. Si è passati
poi al fenomeno degli « Evangelicals » gruppi di orientamento fondamentalista che rivendicano la loro fedeltà alla
Bibbia e che costituiscono
una vera forza politica. E’ noto l’apporto dato dalla maggioranza di essi alla rielezione del presidente, in contrasto
con la linea delle chiese storiche di cui sopra, che propendevano per Mondale. Si è accennato anche alla « Moral
majority », movimento conservatore largamente diffuso,
e al peso della cosiddetta
« chiesa elettronica » anch’essa di appoggio alta politica
reaganiana.
Della popolazione di colore
a giudizio dello studente in
teologia — col fatto che eran
parte della popolazione (bianca) è attestata su posiziorJ
tradizionali e luoghi comuni
di cui il presidente rieletto sa
farsi abile portavoce.
Nonostante l’indubbia validità del contenuto offerto dalla trasmissione, non direi che
essa sia riuscita ad offrire un
quadro abbastanza chiaro allo
spettatore medio (ne ho aviuo
conferma anche da alcuni
commenti raccolti).
Si sono fornite troppe norizie da un lato, dandone pe>
scontate altre. Dal proposi^:
iniziale di riferire su « con:-:
ha votato VAmerica protesta'ite» si è passati ad illustrare
(ed era forse inevitabile) «eli:
sono i protestanti americani ,
tema però evidentemente troppo vasto per essere trattato
in modo esauriente e calibrato
nella solita mezz’oretta.
Mirella Argentieri Bein
E già successo che la trasmissione straordinaria di « Pie testantesimo » del 24 dicembre non sia riuscita ad entrare
nei programmi della RAI. Quest’anno però quella del 24 dicembre non sarebbe una trasmissione extra bensì la normaie
rubnea quindicinale la cui data cade proprio lunedì 24. Maigrado questo ci viene annunciato che la trasmissione è sotipressa perche la RAI non ha posto. Cosa dice la nostra Federazione, responsabile della trasmissione? (red.^
N. Caledonia: chiese
e situazione locale
(BIP) — «Noi rappresentanti
delle comunità cristiane constatando la difficoltà del clima politico attuale e condannando le
ingiustizie, le loro cause e le loro conse^enze, chiediamo a tutti i cristiani di operare insieme
al mantenimento della pace e alla ricerca di mezzi di riconciliazione dei cuori e degli spiriti».
Inizia così la lettera firmata dai
rappresentanti delle due chiese
e.vangelicbe edella chi^àj^tQ^
lica della NQOvaCaÌedòiiiarÌaese che sta attraversando in questo periodo un diiHcile momento politico che si prevede potrà
aggravarsi in seguito.
Giovani battisti
francesi a convegno
(BIP) — Dal primo al 4 novembre si è tenuto nei locali della Chiesa Evangelica Battista di
Amiens il congresso biennale dei
gìovàRT battisti di Francia I delegati al congresso, il cui' tema
era « Parola ricevuta. Parola vissuta», erano circa 130 e hanno
condiviso studi, meSIiàzioni bibliche, canti e preghiere. Secondo gli organizzatori il congresso è pienamente riuscito: «l’appello a ricevere e a vivere la Parola di Dio è stato lanciato con
forza. A ciascun giovane di da
Echi dal mondo
cristiano
a cura di CLAUDIO PASQUET
re un seguito a questo congresso... ».
Sinodo anglicano
e donne sacerdoti
(BSS) — Il Sinodo generale
della Chiesa anglicana riunitosi
a Londra dal 13 al 16 novembre
ha votate una mozione in favore dell’ordinazione di donne quali
sacerdoti della Chiesa stessa.
Il Sinodo che 6 anni fa aveva
rigettato questa stessa proposta
ha ora votato in favore dell’ordinazione femminile. Ricordiamo che il Sinodo è composto
dalle ire comppnenti della Chiesa
(vescovi7~pfgtPihu§i) e Uitte
qùeste compónènir^i sono dichiarate d’accordo con la mozione votata. Prima che la questione diventi realtà dovranno
però passare almeno altri f anm,_ poiché questa decisione andrà esaminata ed approvata da
ogni diocesi della Chiesa anglicana, quindi riapprovata dal Sinodo e poi sottoposta all’esame
del Parlamento britannico,'^g!Tr
modifiche legislative che essa
comporta. La Chiesa anglicana
fuori dal Regno Unito ha già in
moltpcasi approvato l’ordinazione di donne al sacerdozio, ma
ogni volta che la decisione è stata presa ha provocato delle polemiche 0 addirittura dei piccoli
scismi come è successo alle'^cElese anglicane in Canada, USA e
Nuova Zelanda.
Etiopia: ponte aereo
delle chiese
(BSS) — Un ponte aereo assicura quotidianamente il tra_ sporto di circa 80 tonnellate di
cibo (^a Ginevrg. a Meke^e. punto
'^rale '
centrale deli’area~c(el nbfd dell’Etiopia colpito dalla carestia.
Il comitato di coordinamento
che ha preso questa iniziativa è
composto da varie chiese e organismi ecclesiastici quali: la Cantas Internationalis, la Coopera?
zioITS liitSÌTÌHSiòiiale per lo sviluppo socio economico, la Pederazione Luterana Mondiale^—il
(ronsigiio ecumenico d^né"chiese.
«Jj’entraide protestante » svizzero. Il riurhero di persone colpite dalla fame in Etiopia ammonta a 6.500.000, il bisogne di cibo
da adesso al prossimo raccolto
(novembre 1985) è stimato in
1.200.000 tonnellate di derrate alimentari. Questo comitato di
chiese conta di poter inviare in
tutto circa 215.000 tonnellate di
aiuti.
Chiesa Copta
d’Egitto
(BSS) — Il patriarca della
chiesa ortodossa copta di Egitto, chiesa che conta 6/7 milioni
di membri, è in esilio ua' tre anni nel deserto libico a 100 Km. a
Nord E^st del Cairo. Da allora
la chiesa è retta da un collegio
di 5 vescovi che hanno funzione di reggenti. Il patriarca
copto, noto col titolo di papa
Shenouda III, potrebbe eSs^ìT~
presto riabilitato dal governo
egiziano e riprendere quindi il
governo della chiesa in Egitto.
Polonia: 4 nuove
chiese battiste
(EBPS) — Negli anni ’83-’84
seno sorte 4 nuove chiese battiste in altrettante città polacche.
Le chiese si aggiungono alle 57
precedenti dell’unione battista
polacca, unione che in Polonia è
la più importante presenza pro
testante, se si escludono le ciiiese
luterane nella parte occidentale
del paese. Oltre alle 61 chiese i
battisti polacchi contano poi 85
stazioni di evangelizzazione in
tutto il paese.
Prossimo Kirchentag
a Düsseldorf
(Perspectives Réformées) — Il
prossimo Kirchentag, che è una
specie di festival delle chiese protestanti tédescherii terrà a Dùs^dbrf 'dàr 5 al 9 giugno 1985.
Il tema di questo incontro sarà:
«La terra appartiene al Signore»
e già fin da ora si calcola che
sarà visitato da più di 100.000 ^
persone. — —.
Catechismo nel
Cantone di Vaud
(SPP) — Quattro giovani su
cinque seguono regolarmente i
corsi di catechismo delle chiese
del cantone di Vaud. Questo è
un dato incoraggiante anche perché 10 anni fa, per permettere
una migliore preparazione e per
seguire r'etodi pedagogici più
moderni, il catechismo era stato prolungato di 2 anni. Il numero di catecumeni ,in questo
cantone è di circa 3.000, seguiti
da circa 800 catechisti laici e,
generalmente negli ultimi due anni, dai pastori.
9
*1 ^ .-À -H vm...
*•«
21 dicembre 1984
crofláca dellei^Ui 9
COMPRENSORIO DI PINEROLO
c
Forti
e deboli
Le feste natalizie e di fine anno sono occasione di gioia, ma
anche di riflessione sull’anno trascorso e sulle prospettive future.
C’è poco da stare allegri. Avevarno cominciato l’anno con la crisi dell’occupazione nelle nostre
-...vallate (Fiat, Indesit, Filseta), e
t/ lo chiudiamo con le stesse situazioni in crisi. La Fiat chiude a
vaiar Perosa e verrà sostituita
dalla Boge che occuperà 180 persone (poco più della metà degli
Q occupati ^iat), l’Indesit dice di
volerla finire con la cassa integra, zione a rotazione e denuncia
lavoratori « esuberanti ». la
Filseta ha crisi di liquidità e di
mercato e 200 persone vedono
compromesso il loro posto di lavoro, le miniere della Talco sono
in piena ristrutturazione.
Le industrie, che tirano fanno
straordinari (alla Riv si lavorano
42 ore la settimana per operaio)
^ e i giovani non trovano posti di
Imaro, se' non al sat>òTo~è domenica cóine'qìXélli cJtè sonò irhpTégati dalla Manifattura di Perosa.
Intanto i disoccupati sono già
4.500 a cui bisogna aggiungere
cunfeno altri 1.500 cassaintegrati
senza speranzà~3L poter tornare
al lavoro.
Ma il peggio deve ancora venire. La Fiat fa sapere che coi
suoi programmi di investimento
gli occupati nel_ gruppo auto
-\ tj.'scendérdkndMZriertorln^^ "da 00
— vw^ à~5VflnÌTa~e che auesTa~vót
, ta saranno toccati dalle misure
^ anche categorie finora escluse
j I dai processi di riduzione quali
\ ' Igli impiegati.
La rivoluzione informatica entra negli uffici e l’esempio della
Fiat sarà seguito anche da altre
imprese operanti nelle nostre vallate.
^ Eppure nonostante la grave si
tuazione, le forze politiche che ci
governano non affrontano seriamente e a fondo il problema del
nostro futuro.
Si lanciano molti slogans che
poi non trovano operatività. Basti ricordare l’ambizioso progetto « Pinerolo vende qualità » molto discusso mesi fa in comprensorio ed oggi dimenticato. Oppu^ re si dice che il nostro futuro
sarà in nuovi settori quali il turismo, dimenticandoci che la no^
^tra ~gente ha una profonda cullura produttiva e lSaintostrano
le Tendènze spontanee al moltiplicarsi delle ipiprese artigiane e
delle cooperarti di lavofóMC’è
nella politica locale una Tncapacità di fondo a sviscerare i problemi dell’occupazione e a trovare soluzioni. Si perdono valori quali quello della solidarietà
^citile, per imboccare '^uhdT'cuE'
a>
tura neomalthusiana: il ______
iicéfÌifFraihF~que^a iigica
oggt~trionfi e che tutti vi si adeguino.
Ma c'è una speranza. In mezzo
a questa crisi è nato qualche
tempo [a a Pinerolo un centro di
solidarietà: è fatto da "dusocctÌ
pati e occupati, si preoccupa in
prwìoMuogoàei problemi quotidiani di chi non ha lavoro, e tiene viva l'idea della solidarietà.
Non ha programmi grandiosi e
inette in^rinio piano gli ultimi e
THéBolt, perctoyiònMlMèléFST'JarflI
£’'~untCvoce da~ascoÌtdfé~pérclie
ci parla di soUdqflet^del nome
laico dell’agape.
Quale riforma
per l’autonomia iocale?
Per non essere schiacciati dal peso dell’area metropolitana di Torino,
i nostri amministratori pensano a una Provincia con nuovi poteri
« La ormai imminente riforma della legge sui poteri locali
pone anche il pinerolese di fronte a delle scelte che condizioneranno il suo avvenire.
Come garantire e consolidare
la sua autonomia?
Quale ente di governo sarà
chiamato a programmare, a coordinare e a gestire l’attività politico-amministrativa sovraccomunale? ».
Su questi interrogativi si è
svolto nella sede comprensoriale a Pinerolo, sabato 15 u.s., un
convegno-dibattito con una rappresentanza significativa di esperti, politici e addetti ai lavori.
La ricostruzione del dopoguerra ha portato ad un assetto diverso dal precedente di tutto il
territorio; forti concentrazioni
e vistosi impoverimenti ai margini. Il decentramento delle possibilità di scelta e di gestione
aveva fatto pensare ad una effettiva autonomia; in realtà con
la crisi generale e della finanza
pubblica il tutto è ritornato in
sedi centralizzate. Il cittadino
ha l’impressione che non si riesca a dare nuovo corso all’ascolto delle sue esigenze.
Per venire al concreto della nostra situazione, ci si interroga su
come fare affinché nel nuovo assetto istituzionale il Pinerolese
non venga penalizzato nei confronti dell’area forte torinese.
Tutta una serie di problemi, dalla viabilità ai trasporti, alla lotta
contro l’inquinamento, alle energie, alla distribuzione dell’acqua,
non possono essere visti se non
in una prospettiva di area vasta che supera la dimensione
del singolo comune. E’ qui che
sorge il problema: come far sì
che con una legge nuova, che
tutti vogliono da tempo, ma che
è ancora da venire, non si facciano dei passi indietro penalizzando ulteriormente le pur scarse autonomie?
C’è chi chiede di aumentare il
numero delle Provincie, intese
come organi amministrativi, cioè
sedi di governo coordinato degli
enti locali e non viste come sedi decentrate dei poteri dello
stato. Molti sono concordi che
lo stato dovrebbe dare delle indicazioni non troppo rigide in
modo che ciascuna regione possa aplicarle adattandole alla
propria situazione specifica (l’area metropolitana di Torino o di
Milano che comprende grossi
comuni non è per niente identica a quella di Roma che grossi
comuni non ha). C’è chi vede
positivo il fatto che i piccoli comuni non vengano costretti a
fondersi ma diano spazio a consorzi volontari per la gestione
dei servizi. Tanti si augurano
che si mantenga il criterio di
elezioni per collegi (come già
avviene per quelle provinciali)
in cui la rappresentanza periferica è in qualche modo garantita contro la proposta di elezioni su lista dove il peso della periferia sarebbe del tutto margi- .
naie.
Allo stato attuale del dibattito
l’Ente Provinciale riprende ad
essere rivalutato dopo un periodo di flessione negli ultimi anni,
mentre i comprensori visti come enti di decentramento e controllo stanno ora ansimando.
Dovrebbe dunque essere una
Provincia diversa nei compiti da
quella attuale, con maggiori de
leghe da parte della Regione, la
struttura che potrebbe ricoprire
questo ruolo di livello intermedio e in questo senso, la sua definizione è sancita dalla Costituzione. Una Provincia che dovrebbe assumere le funzioni programmatone proprie dei comprensori e quelle gestionali che le sono già proprie.
Il dibattito proseguirà. In questi mesi già ci sono state delle
prese di posizione da parte del
Senato con un suo ordine del
giorno del maggio ’84, da parte
del Consiglio Regionale Piemontese ed ultimamente dall’Unione Regionale delle Provincie Piemontesi che ha indetto una serie di confronti suU’argomento.
Difficilmente il Parlamento riuscirà a varare la nuova legge
prima della tornata amministrativa della primavera ’85.
Tutti auspicano che si vada
al più presto ad individuare un
nuovo assetto, ma, come ha detto il presidente del Comprensorio Bernardi : « ...non deve succedere che una legge che nasce
per rilanciare le autonomie perda di vista il suo obiettivo. Meglio ancora qualche mese di riflessione piuttosto che una legge
sbagliata ».
Adriano Longo
Comitati per la Pace
PINEROLO — Il Comitato per la pace
e il disarmo si riunirà venerdì 21 dicembre 1984, alle ore 20.45, presso la
Camera del Lavoro (via Demo, 8).
Caccia in Val Pellice
I soci del comparto alpino Val Pellice
dovranno provvedere al versamento
della quota entro il 30 aprile 1985 senza altre formalità.
Invece coloro che non sono stati
ammessi all'esercizio venatorio nella
presente stagione o che non avevano
presentato domanda lo scorso anno, dovranno spedire la domanda a mezzo
posta all'Assessorato Provinciale Caccia (Via Lagrange, 2, 10123 Torino) entro e non oltre il 31.12.84 indicando le
generalità, U comparto scelto (Val Péllice), e allegando il certificato di residenza (in carta libera) e la fotocopia del certificato di abilitazione in
zona alpi.
La domanda dovrà essere in carta
da bollo per coloro che non l'abbiano
mai fatta, in carta libera per coloro
che non sono stati ammessi.
Orario Biblioteche
PINEROLO — Dal 21 al 31 dicembre
la Sezione Ragazzi e le Biblioteche
frazionali di Abbadia e Riva resteranno
chiuse.
Il posto di prestito di -Pascaretto
resterà chiuso il sabato 29 dicembre,
il posto di prestito di San Lazzaro il
lunedì 24 e il lunedì 31.
Funzionerà regolarmente nel periodo
natalizio il posto di prestito di Zona
Serena.
La Biblioteca Comunale Centrale resterà chiusa al pubblico solamente II
24 e 31 dicembre.
Mostra - Vendita
PEROSA — Gli handicappati frequentanti il Centro Socio Terapico hanno
prodotto durante quest'anno una serie
di lavori artigianali che sono esposti
fino al 21 dicembre presso il centro
stesso. I lavori in vimini, tessitura, e
ceramica possono essere acquistati nei
giorni feriali dalle 9 alle 15.30.
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PRESENTATO UN DISEGNO DI LEGGE
Minoranze linguistiche
Alla Camera dei deputati in
sede di Commissione affari costituzionali è stata esaminata la
nuova bozza del D.d.l. sulle norme in materia di tutela delle
minoranze linguistiche con esclusione della lingua francese, patrimonio culturale delle Valli
Valdesi e del Delñnato rientranti nella zona occitana.
A questo motivo l’Associaziorie culturale « Soulestrelh », editrice anche di « Nouvel temps »,
aveva interessato al problema
a livelli diversi le Autorità affinché responsabilmente sollevassero nell’ambito degli organi
di governo locale la questione
e adottassero provvedimenti a
difesa della specificità delle zone in cui il francese è usato da
secoli accanto ah’occitano originario.
Le Giunte del Comune di Torre Penice, della Comunità Montana Val Penice e, più recentemente, la Giunta Provinciale di
Torino, a conoscenza del testo
elaborato dal comitato ristretto della Commissione della Camera dei Deputati in materia di
tutela delle minoranze linguistiche, sensibilizzate dal documento prodotto dalla succitata Associazione culturale, hanno assunto chiara posizione nella prospettiva di fare tutelare il plurilinguismo nelle vallate delle Provincie di Torino e Cuneo che favorisce i contatti e la fratellanza tra i popoli. Le Giunte stesse hanno invitato la competente Commissione Parlamentare ad
integrare l’art. 1" del disegno di
legge con raggiunta del seguente comma : « Inoltre per le popolazioni Decitane e francoprovenzali tutela contestualmente la cultura e la lingua francese », facendo pervenire alla Commissione parlamentare le deliberazioni approvate.
Anche l’Unione Nazionale Italiana Comuni e Comunità Montane ha espresso, con un ordine
del giorno, la volontà politica
che venga tutelato il patrimonio culturale linguistico delle
popolazioni delle valli del Piemonte al quale storicamente appartengono.
La Comunità Montana Val
Penice ha voluto informare Topinione pubblica invitando ad
una conferenza i corrispondenti
della stampa locale e dei maggiori quotidiani di Torino per
fare conoscere i passi intrapresi affinché il Parlamento non disattenda quanto prevede la stessa Costituzione Repubblicana.
A. K.
Corsi
di francese
PRAROSTINO — Per il quarto
anno consecutivo, il Comune promuove i corsi di lingua francese
riservati agli alunni della scuola elementare, classi terza, quarta e quinta.
Questa iniziativa è stata favorevolmente accolta ed apprezzata sin dall’inizio, e le classi
partecipano quasi al completo
alle lezioni; queste si svolgono
fuori dell’orario scolastico al sabato pomeriggio, presso la scuola di Rocco.
STORIA LOCALE
C'era una volta... i partigiani
Ci sono due modi, entrambi validi, di leggere questo volumetto
che il maestro Jean-Louis Sappé
e il comune di'Ìffi'grogna nanno’
preparato con il lavoro dei bambini della IV e V elementare
della scuola dei capoluego. Innanzitutto come esempio di
scuola viva, che non impone dall’alto valori politici e morali, ma
li ricerca e confronta con la
realtà locale, con la gente viva.
Nella scuola elementare di Sappé
sono cbsi passati alcunT-protS^
gonisti della resistenza di Angrogna e Torre Pellice: Silvio
Bertin, Renette Rostan. Enzo
Jouve, LionélÌoTjaydouT'Aldo Rivoira, e poi un partigiano e scrittore notissimo, anche perché capace di parlare ancora ai giovani, Nuto Revelli (che ha scritto
anche la prefazione al volumetto). Le loro testimonianze sono
state registrate, sbobinate con
amore, confrontate con documenti dell’epoca e testimonianze di
caduti. Ne risulta una resistenza
vissuta senza retorica, fatta di
cose piccole (ma quanto rischiose allora!) e ancora vicine, che
ci sembra capace di parlare ai
giovanissimi più di tante celebrazioni e grandi parole.
L’altro livello di lettura è la
testimonianza di amore verso la
valle di Angrogna, i suoi boschi
ed i suoi abitanti, verso i partigiani di ieri ed i bambini di oggi. Il ricordo della montagna.
delle patate, della minestra di
foglie di castagno, di una scelta
partigiana che nasceva non da
grandi proclami, ma dalla fedeltà ad un ambiente ed ai compagni. Una ricerca delle radici
comuni ai partigiani ed ai bambini; ed anche un’occasione per
il lettore « esterno » cui è destinato il volumetto di cercare di capire, apprezzare, rispettare questo mondo valligiano che conti
nua a vivere con serietà e intelligenza sulle montagne di Angrogna.
Giorgio Rochat
AA.VV., Cera una volta... i partigiani,
Comune di Angrogna, Angrogna 1984.
pp. 80, s.i.p.
□ INCONTRO
COLLABORATORI
ECO DELLE VALLI
La riunione mensile dei collaboraton
dell'Eco delle valli valdesi si tenà giovedì 27 dicembre (anziché il 20 dicembre) dalle ore 17 alle ore 22 presso la
Chiesa Valdese di Pinerolo. La cena
è prevista per le 19.15.
AH'ordine del giorno: programmazione del giornale, proposte di Inciiiesta
e di dibattiti pubblici.
La riunione è aperta a tutti eli interessati.
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21 dicembre 1984
cronaca delleValli 11
INTERESSA
GLI AUTOMOBILISTI
8 DICEMBRE
Egr. sig. direttore
La notizia che voglio dare agli automobilisti riguarda ì possessori di vetture che o sono state fabbricete nel
1974 0 sono state immatricolate in quell’anno, oppure la cui ultima revisione
è stata fatta nel 1974. Codeste auto
devono essere portate a Grugliasco
(via della Repubblica, vicino al Cimitero Torino-sud, mattino: ore 8,3010.30, sabato chiuso) e passare la revisione secondo il seguente calendario: vetture che terminano come targa
per 1/2/3 al 31.3; che terminano con
4'5 6 ai 31.6 ; che terminano con 7/
8 S al 30.10; che terminano con 0 al
31.12.85. Dopo tale termine tutte sono
fuori legge e soggette a sanzioni e
anche a decadenza deH’assicurazione.
Inoltre dal febbraio 1983 chi possiede un veicolo targato deve pagare sempre il bollo, che si può fare entro il
mesé successivo alla scadenza senza
incorrere in soprattasse e sanzioni (soprattassa dal I al II mese 10% in più,
dal 11 al III mese 20% in più, dopo
100% in più).
Se si vuole demolire l'auto: la demolizione va fatta entro e non oltre
il termine di scadenza del bollo stesso.
Ferruccio Maianot, Torre Pellice
Sabato 8 dicembre: Immacolata concezione.
I negozi avevano facoltà di apertura
per la mattinata, cosa che è avvenuta
per quasi tutti gli esercizi.
Uno però si è distinto per la sua
chiusura in omaggio... alla festività:
la Claudiana.
Un bell’esempio di coerenza teologica ed evangelica...
Attilio Siibiile, Pier Vaido Rostan,
Erica Scroppo, Lucia Galio Scroppo, Christine Ginoias in Cericola,
Richard Newbury, ivo Rocca,
Mauro Monnet, Paoio Cerrato,
Donatella Ciesch, Antottio Kovacs
MENO MALE CHE
CI SONO I MATTI
Avevo pensato di scrivere della Comunità Terapeutica che ha preso il via
mercoledì 28 novembre 1984 in una
parte della struttura alberghiera di
Villa Olanda a Luserna San Giovanni.
Mi sembrava importante informare
su quanto si stava facendo per la Salute Mentale anche nella nostra USSL,
la Val Pellice, e dire, con una certa
soddisfazione, considerate le fatiche e
le difficoltà affrontate e superate, che
da noi i principi del far Salute Mentale
espressi dalla 180 erano in fase di
avanzata realizzazione (manca infatti
solo più la « Casa Basaglia », che peraltro è in fase di attuazione).
Rinvio però di contribuire al dibat
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tito scientifico, anche se molto interessante perché questa è una comunità « partita » con un gruppo non omogeneo di persone (né per fascia di
età né per situazione storica e sociopsicopatologica) ed è integrata con tutti gli altri servizi dell'USSL, in primis
con I Medici di Base con cui verrà
utilizzata la Cartella Orientata per problemi.
Alcuni fatti che si sono verificati mi
spingono a parlare di loro, dei "matti”. Voglio ringraziarli.
Voglio dire grazie in particolare alle
venti Signore ospiti della Comunità, alla loro autenticità sofferente, alla loro dignitosa forza di vivere le loro paure, le loro angosce, le loro insoddisfazioni, la noia quotidiana, estranee dallo squallore apertamente o silenziosamente violento di chi ha bisogno di
distinzioni nette, fisiche, murarie, sociali, psicologiche da loro per sentirsi
sicuro, avere una identità di normale,
di negare la libertà per paura delia
propria.
L’altro ieri riflettendo in Equipe avevamo chiaro che il problema più importante non erano tanto, ancora una
volta, « gli utenti » ma « gli altri »
(faccio solo una distinzione situazionale).
Ancora una volta bisogna ricominciare da capo (o da tre), contro (a cultura del Manicomio, quella paura del
matto, quel rifiuto della solidarietà,
della comprensione, queU'indifferenza
più 0 meno .mascherata, contro quel
modo di pensare per cui riaprire i
Manicomi e negarvi dentro la sofferenza, va bene.
Stare con Voi in Comunità, con i
Vostri problemi, la vostra autenticità,
la solidarietà tra di Voi con chi stava
più male, le Vostre simpatiche gelosie,
la gioia di vivere non .più in stanze
d’Ospedale, ma con mobili « casalinghi », vostri, mi ha rasserenato.
Vedere il Vostro felice stupore perché, stupiti a nostra volta, non volevamo alla sera ritirare gli accendini e
le scatole di fiammiferi che un comportamento, che vi era stato indotto,
vi faceva vivere questo fatto assurdo
come normale, mi ha dato forza.
Abbiamo fiducia in Voi, abbiamo fiducia nella vita; nella lotta per la libertà. Non siamo dei pentiti. Voi con
i Vostri fatti ci date l’energia per continuare. Non rinunceremo certo a stare
dalla Vostra parte. Mettiamo a Vostra
disposizione quello che sappiamo, il nostro potere, per darvi forza, voce, come sappiamo, come Franco Basaglia ci
ha insegnato.
Parleremo di quello che di fatto succede.
Parleremo di quei particolari, di quegli avvenimenti della vita quotidiana,
contro le generalizzazioni, l’astrattezza
del solo dire, per la difficoltà concreta
del fare, del cambiare.
Vivremo globalmente le contraddizioni della vita contro la dicotomia tra
sano e malato, ci esporremo quindi
sempre di più.
Venti, trenta anni di esclusione di
tipo manicomiale, di repressione, ci
sono, ma il fatto che ci sia in Voi
ancora voglia di vivere ci aiuta, cercheremo di inventare la vita, nel quotidiano, con Voi per quanto possibile,
partendo dal ridarvi quello che vi è
stato tolto, compresi i Vostri soldi.
Vi ringrazio perché la Vostra Storia,
la vostra vita, i vostri fatti ci arricchiscono e danno forza contro l’ingiustizia e l'arroganza di certi poteri anche
« scientifici », di chi sa, con sicurezza, dire di fare, negando poi gli strumenti e le risorse, perché necessa:
rie per missili e compensare furti e
mancati contributi previdenziali. Non
stiamo dietro una scrivania a farci
soldi ed a giudicarvi e sostenere poi,
negando la povertà del nostro punto
di osservazione, che siete diverse e
incomprensibili ed imprevedibili.
State certe, siete più semplici, più
comprensibili, prevedibili, accettabili
di chi dice che il matto non lo è e
bisogna temerlo, custodirlo.
Non accettiamo né accetteremo mai
di rinunciare alle "nostre libertà: aiutarvi, per le Vostre e rispettarLe è una
garanzia per Voi di essere liberi ed
aiutati seriamente.
Andremo avanti insieme, con le nostre paure, bisogni, cercando di rispettarci, di capire insieme, con quelle
persone che già ci stanno vicino e ci
aiutano, non per vincere, ma per convincere.
Per essere lasciati in pace, per lo
meno, nell’affrontare i nostri problemi, a piccoli passi, senza paura di
avere paura.
Grazie del Vostro incoraggiamento,
del Vostro esempio, del Vostro bisogno
di cura, cioè di libertà reali, di per
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-jome
RINGRAZIAMENTO
I familiari di
Umberto Ribet
di anni 83
ringraziano sentitamente tutti Coloro
che con la loro presenza e parole di
conforto hanno preso parte al loro dolore.
Un particolare ringraziamento al dottore Griffa e alla signora Alma Avondet.
Prarostino, 1 dicembre 1984
RINGRAZIAMENTO
I familiari del compianto
Sergio Travers
ringraziano tutti coloro ohe con la pre
senza, scritti e fiori hanno preso parte
al loro grande dolore.
Torino, 12 dicembre 1984.
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metterci senza enfasi e retorica, di
cancellare il « Voi e Noi » per un modesto ma più intenso e ricco noi, solamente, semplicemente.
Per il Personale del Servizio
Salute Mentale
Giovanni Bissone
Psichiatra - Coordinatore Sanitario
USSL 43 - Val Pellice
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12 uomo 6 società
21 dicembre 1984
Dissociati:
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DOPO IL TERRORISMO
Un carro armato
poiitici e
giuridici,
morali
Due progetti di legge tentano di reagire positivamente alla dissociazione, ma sollevano problemi entrando in un campo molto soggettivo
L’acceso dibattito sviluppatosi intorno alla legislazione d’emergenza non si era ancora sopito che l’attenzione si è per necessità spostata sul problema
della risposta da dare al fenomeno della dissociazione dal terrorismo.
La distinzione tra « dissociati »
e cosiddetti « pentiti » non è cosa
di poco conto né sottigliezza per
gli addetti ai lavori: i secondi
hanno già beneficiato di una legislazione particolare per i primi siamo ancora nella fase dei
progetti di legge e della discussione preliminare relativa a questi; i « pentiti » hanno non solo
dichiarato di recidere i vincoli
che li tenevano legati alle associazioni terroristiche di cui avevano fatto parte, ma hanno fornito alle autorità inquirenti una
collaborazione considerata di eccezionale rilevanza: hanno cioè,
per dirla all’italiana, « parlato »;
le « misure premiali » di cui hanno beneficiato erano vincolate
non alla profondità del loro pentimento, che la legge non richiede né potrebbe appurare (ed è
per questo che uso le virgolette
e dico: cosiddetti pentiti), ma alla consistenza di questa collaborazione.
I dissociati si muovono invece in un percorso di ripensamento politico e umano molto
variegato ed eterogeneo, discutono appassionatamente tra loro,
interloquiscono politicamente e
• L’Eco delle Valli Valdesi •: Rea.
Tribunale di Pinerolo N. 175.
Redattori; Giorgio Gardiol, Roberto Giacone, Adriano Longo, Giuseppe Platone, Sergio Ribet. Comitato
di redazione: i redattori e: Mirelia
Bein Argentieri, Valdo BenecchI,
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Fondo di solidarietà c.c.p. 11234101
Intestato a « Li Luca: fondo di solidarietà >, Via Pio V, 15 • Torino.
Stampa: Cooperativa Tipografica
Subalpina - Torre Pellice (Torino)
umanamente con il mondo esterno al carcere ma senza coinvolgere altri, amici o ex-amici, nei
propri comportamenti processuali: scelgono cioè, come ha
scritto qualcuno, la possibilità
di pentirsi sul serio senza pagare lo scotto della delazione.
Ora il fenomeno della dissociazione è apparso a molti fatto di
rilevanza politica enorme; la novità vera rispetto agli anni del
terrorismo; la possibilità profonda di ricostituire un tessuto
di relazioni e di elaborazioni che
consenta sia la pacificazione che
il non abbandono di un progetto
(o di frammenti rinnovati di
progetti) di trasformazione della società.
Non si tratta, tra l’altro, di
quei pochi in grado di fornire
« un contributo eccezionale »
nella lotta contro le organizzazioni terroristiche o i suoi residuati, ma può riguardare quelle
centinaia e centinaia di persone che si sono ritrovate coinvolte nei processi per terrorismo
anche solo marginalmente, per
scelte compiute in un arco estremamente limitato di tempo o
per Un coinvolgimento minimo
nella organizzazione: può accomunare in un processo di ripensamento comune chi ha compiuto numerosi omicidi e chi ha
prestato una casa o mantenuto
dei contatti.
Perplessità
Tuttavia la risposta politica da
dare al fenomeno della dissociazione, proprio in quanto questa
non implica comportamenti direttamente quantificabili in termini di collaborazione, è molto
più difficilmente traducibile al
livello giuridico. I due progetti
di legge sulla dissociazione finora presentati hanno entrambi,
pur nelle loro differenziazioni, il
merito di tentare una traduzione
giuridica della volontà politica
di reagire positivamente a questo
fenomeno, ma fanno sorgere,
proprio in questo tentativo di
traduzione, alcune perplessità. Si
chiede al giudice di appurare
l’effettiva dissociazione dell’imputato « tenendo conto della sua
personalità » o di fare particolare riferimento « alla confessione delle proprie responsabilità ».
La perplessità nasce proprio qui:
la dissociazione è una scelta politico-morale assolutamente soggettiva; premiare la dissociazione potrebbe significare intervenire sulle coscienze; tenere conto della personalità di imputati
che attraversano o hanno attraversato percorsi (e crisi) di 1dentità molto profondi e laceranti potrebbe significare trasformare i processi in inquisizioni di tipo psicologico o etico
ai quali i giudici non sono preposti ^
E in ogni caso è lecito che lo
stato premi chi dichiara di aderire in qualche modo ai valori
politico-morali che sostengono
lo stato stesso a danno di chi
questi valori non intende sottoscrivere? La legge, il processo
non dovrebbe servire ad accertare delle responsabilità penali,
a punire i reati, quando questi
siano accertati, senza interferire,
nel bene o nel male, nelle convinzioni profonde di chi nel processo è coinvolto?
E, d’altra parte, è possibile
uscire definitivamente dagli « anni di piombo » ( del terrorismo
ma anche della legislazione d’emergenza) con una soluzione
« solo e tutta » politica, senza
tentare di risolvere, anche sul
piano giuridico, le centinaia di
vite attualmente dilacerate da
scelte non più condivise?^ Si
parla di amnistia, che per sua
natura, a quanto ho capito, dovrebbe riguardare una categoria data di detenuti senza distinguere tra chi è dissociato e chi
no; le ambiguità e i pericoli di
cui sopra sarebbero così evitati, ma c’è chi si preoccupa del
« colpo di spugna » su quanto è
avvenuto, della cancellazione
della memoria storica di questi
anni drammatici che ci stanno
alle spalle.
Sono problemi tutti aperti a
livello politico e giuridico; sono domande importanti anche
per noi evangelici che cominciamo ad interrogarci teologicamente su tutto questo. Capire
infatti che cosa è successo e
perché, capire che cosa si potrà
fare e in vista di che cosa, è
infatti fondamentale perché questa riflessione teologica sfugga
le insidie dell’astrattezza e dell’ideologia.
Francesca Spano
^ Cfr. l’articolo di Aldo Ribet sul n.
46 del 30 novembre.
^ Cfr. l’articoilo di Carlo Oliva sul
N. 85 di Gioventù Evangelica. Su
questa rivista è da più di un anno in
corso un ampio lavoro di ricerca su
questi temi.
^ I problemi relativi alla situazione
carceraria dei detenuti per fatti di
terrorismo saranno affrontati, seppure
nel contesto più ampio del problemacarcere, nel prossimo campo invernale
di Agape.
(segue da p<xg. 1)
che volta mi prendono a schiaffi. Il Gesù che scrive questa roba. io lo conosco! Siete voi! ».
Tanta collera pochi giorni prirna di Natale non dà pace a Gesù. Ed è così che qualche giorno
più tardi, una mattina, Carletto
trova un’altra busta sotto il suo
cuscino. Bianca, questa volta.
« Caro Carletto!
Sì, con la tua lettera hai abbastanza ragione. Farei meglio
a starmene per conto mio in cielo, con i miei angeli. Lì da voi
le cose sono quasi pericolose, se
devo credere a te. La gente mi
aspetta come un guadagno negli
affari, o come una vincita al totocalcio. Come se ognuno dovesse essere il primo. E' veramente
molto dura. Troppa concorrenza. E allora si fa velocemente
spiaseli, bang, zack, e uno sparisce. Da te a scuola, da tuo papà in ufficio, alla sera nel telegiornale.
Io capisco benissimo che tu
voglia un carro armato. Forse
vorresti essere tu stesso un carro armato. Duro come l’acciaio.
Proprio come Goldrake. A te,
nel tuo carro armato, nessuno
può far niente. Immaginati un
po’, sei corazzato tutto intorno.
Perfettamente al sicuro. Solo attraverso una stretta feritoia tu
ti guardi attorno con diffidenza.
Se qualcuno ti si avvicina troppo, tu spari subito. Splasch,
bang, zack, ed è sparito. Quell’impertinente di tua sorella, quel
tipo antipatico della porta accanto, i grandi. Gliela fai vedere
tu, tu sei perfettamente corazzato, come loro. La vita non è un
gioco da bambini, ed ora puoi
parteciparvi anche tu, più forte
di tua sorella, più duro di tuo
zio Paolo. E' appassionante, questo giocare al carro armato. Ma
è proprio solamente un gioco,
oppure no? Non lo prendete tanto sul serio, voi tutti? Voi non
vorrete ammazzarvi tutti? Sai
una cosa? Lascia giocare anche
me. Io non sono così impertinente, e sono molto, molto più piccolo e più debole di te. Dunque, tu
sarai in ogni caso il primo. Naturalmente avrai il tuo carro armato. Io avrò il mio presepio.
Tu sarai tutto avvolto da durissimo acciaio, io da fieno e pannolini. Tu arrivi a tutta velocità.
Ma io non piango. Io sorrido. Anche tu devi ridere. E’.buffo, un
carro armato davanti alla mangiatoia. Un carro armato in mezzo alle pecore ed ai pastori. Loro cadono tutti subito. E’ me
glio che tu ti fermi, per non distruggere me e il presepe, come
Erode. Adesso giochiamo alla
pace. Se vuoi starci anche tu, devi proprio tenere fuori il tuo
carro armato. Altrimenti non ti
avvicini abbastanza a me. Forse
non vuoi essere senza carro armato, senza protezione? Ma,
guarda, anche quei pastori non
sono forti. Uno è addirittura
stupido. Quell’altro è già stato
in galera. Però non ti fanno
niente. Neppure quel negro spaventoso. Lui è come te. Vieni,gioca in pace. Qui vincono tutti.
Un canto, o un amico, un po’ di
conforto, perfino una stella, O
un nuovo padre. Senza splasch,
bang, zack. Sì, puoi addirittura
conquistare i tuoi genitori. Ma
prima scendi dal tuo carro armato, e ti meraviglierai: loro
prendono parte al gioco. A loro
piace, la mia pace. Finalmente,
niente gridare, niente lottare,
eppure vincere. Un canto, o un
amico, un po’ di conforto, o perfino una stella.
Chiedi pure tranquillamente,
se è proprio vero che si può
amare troppo! Se la mamma ha
davvero qualche volta amato
troppo tuo papà! E chiedi pure
tranquillamente il tuo carro armato, se ne hai bisogno. Ti saluto, il tuo Gesù ».
E’ possibile
amare troppo?
Ancora una volta Carletto arriva di corsa in cucina. Si guarda un attimo attorno, e finalmente sbotta: « Senti, mamma,
ti è già capitato di amai'e troppo
il papà? ». La mamma è stupefatta. Guarda Carletto come se
fosse Gesù. Perché fa delle domande così strane? Amare troppo? No, certamente no. E allora
Carletto manda giù quello che
è rimasto del latte e risponde:
« Beh, allora non import j che
mi regali un carro armato
Guarda che roba, esclama la
mamma. « Hanno certe idee,
questi figli! Come se Natale li
facesse impazzire! ». La sera,
quando i fiali sono finalmente a
letto, prende da parte suo marito e gli chiede: « Senti, di’ un
no’, ti ho mai amato troppo?».
Il marito mugugna imbarazzato, scuote la testa, e un po’ spaventato dice: « Ascolta, hai certe idee, tu!,.. Come se avessi incontrato Gesù in persona! ».
■liirg Kleemann
Inizia una collaborazione
Secondo le delibere del Sinodo
e dell’Assemblea battista inizia
con una prima fase la collabora7
zione tra l’Eco-Luce e il Testimonio. Una circolare dei due direttori è stata spedita a tutte le
chiese battiste, metodiste e vaidesi invitando le prime a inviare
notizie locali alTEco-Luce e le altre a far conoscere alle comunità il mensile battista presentando il numero del centenario di
cui riproduciamo qui accanto la
copertina. Si sta inoltre preparando un manifesto, che arriverà
alle chiese all’inizio dell’anno,
mediante il quale questa collaborazione sarà ricordata visivamente e in permanenza a quanti
frequenteranno i locali ecclesiastici.
Per parte nostra ci proponiamo
di incrementare con articoli e
corrispondenze la presenza bat
tista sul nostro giornale.
Ricordiamo che dopo questa
fase di avvìo il progetto prevede,
presumibilmente per la fine delÌ’85, un lancio ulteriore di questi
due strumenti comuni mediante
la specializzazione del Testimonio verso numeri monografici su
temi evangelici e l’utilizzazione
della Luce come voce delle chiese
anche battiste.
ABBONAMENTI 1985
Eco-Luce il testimonio
IL
.WVIJTÀ lAENTILE?
¿DELLE CHIEJE BAT
,ai5TE ITALIANE
Annuo
Semestrale
Sostenitore
Estero
Extra Europa
24.000
13.000
50.000
50.000
74.000
19.000
30.000
23.000
45.000
CIHTINAMP
il»
A
,/OMWAWO X»