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Toar.ts-isixies
(Torini)
DELLE VALLI VALDESI
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" Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quali avete peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo „.
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ddla Chissà Valdese
Anno LXXXI — Num. 17
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ABBONAMENTI / P®*^ Tintemo Eco e La Luce; L. 1000 per Ti
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AGAPE È
Dopo una lunga attesa, il villaggio
di Agape è ora costruito ed è stato
inaugurato domenica 12 agosto, in
una giornata illuminata dal sole e
dalla luce interiore della gioia e
della carità di Cristo. Dai giorno in
cui si sono poste le fondamenta di
Agape, nel pensiero e nell’azione,
al giorno della sua inaugurazione, il
cammino è stato lungo e faticoso. Le
solide mura degli edifici sono state
erette non soltanto con il denaro, ma
anche con il sudore, con l’angoscia
di chi crede e spera, con il sacrificio di chi guarda, al di là della dura
realtà dell’oggi, verso un domani
migliore, per edificare le anime in
Cristo e nell’amore di Cristo.
K" doveroso riconoscere oggi, dopo i travagli e le speranze di ieri,
che la fatica è stata coronata dal suo-,
ccaso: non un successo materiale soltanto, dovuto alla imponenza ed alla bellezza degli edifici, o l’egoistica
c forse anche superba soddisfazione
d’aver saputo creare dal poco o dal .
nulla un’accogliente e riposante -di;-;
mora, ma la coscienza d’aver compiuto con amore un’opera che non
sarà vana nel. Signore e con l’aiuto
del Signore.
E’ stato questo, in fondo, che ha
voluto riconoscere la grande e simpatica folla che, il 12 agosto, è salita ad Agape, dalle città e dai villaggi, animata da uno spirito di gioia
e di fraternità cristiana. Il nostro
mondo Valdese era largamente rappresentato a Frali; ma si sentiva che
tutto , il mondo evangelico era con
noi nella persona dei suoi numerosi
rappresentanti d’Italia e dell’estero,
oltre che mediante i lavoratori volontari giunti -■ da molte parti del
mondo. Il panorama veramente ecumenico, e- ehe solo non riesce ad
intendere chi-'pudica il Cristianesimo • con rigido, spirilo settario e
confessionale, è stalo uno di quelli
che maggiormente ci hanno colpiti,
uel gTiinde quadro di una giornata
ricca di avvenimenti che si sono succeduti in un’atmosfera di sereno ed
(austero raccoglimento.
Il culto di maugurazione
All’ora fissata, e quando già il vasto salone dell’edificio centrale era
stipalo di gente, il corteo si è formalo ai piedi della scalinata di accesso all Agape, preceduto dai membri della Tavola Valdese e dalle delegazioni ufficiali. Sulla soglia di
quello che ben si poteva chiamare
il a tempio », il corteo si è fermalo
cd alcuni cori sono stati innalzati a
Dio; poi fra dne dense ali di popolo ha attraversato la sala, ha occupato i posti riservati ed il Moderatore, Pastore Achille Deodato,
ha presieduto la cerimonia della inaiigurazione e della dedicazione di
Agape secondo una liturgia appositamente preparata. Fuori, un’altra
folla assai più vasta, ascoltava la cerimonia trasmessa dagli altoparlanti.
JNell’attento silenzio di tutti, il
Moderatore ha pronunziato le seguenti parole:
spazio. Dovunque l'Evangelo è stato
predicato, il messaggio centrale di
es.so è .stato ben questo, e la promessa atta a consolare i cuori non è stata mai altra, eppure... noi tutti ben
lo- sentiamo in modo particolare oggi, questo messaggio che abbiamo
tante volte udito, questa promessa
che ci è stata tante volte posta dinanzi, sono, per così dire, messi singolarmente a fuoco dal particolare
momento che viviamo.
Diletti fratelli e dilette sorelle nel
Signore, e voi che costituite la grande famiglia a cui il Signore ha dato
la visione di quest’opera ed a cui ha
concesso nella sua grazia il volere e
l’operare per condurla a compimento, la liturgia che ci è di guida, ci
ha condotti al punto centrale e più
significativo; la Bibbia, la Parola vivente del Signore, è stata aperta sul
tavolo della S. Cena e vi rimarrà aperla nell’eterno annuncio e nella
consol-ante promessa; « oggi e domani, per il tempo e per l’eternità,
su tutta la vita deiruomo, la carità
che è il Cristo, il Vivente Signore,
non verrà mai meno ».
Non è un messaggio nuovo, non è
un annuncio che non-sia prima d’ora
risuonato attraverso il tempo e lo
Una esperienza viva è scaturita da
una via suggerita dallo Spirito del
Signore, ed attraverso questa esperienza, l’antico messaggio e l’antica
promessa hanno preso vita nel cuore di molti, trovando espressione
concreta nella fraternità del lavoro,
della preghiera, della gioia.
Quale è stata in definitiva la sostanza di questa esperienza viva?
Una cosa semplicissima: lo spezzare l’isolamento nel quale l’uomo
si rinchiude nel lavoro, anche quando lavora in mezzo ad una massa; lo
spezzare l’isolamento nel quale l’uomo si rinchiude nella preghiera, anche quando prega in una Chiesa affollata; lo spezzare l’isolamento nel
quale l’uomo si rinchiude, nello svago e nel' divertimento, anche quando si svaga e si diverte in compagnia.
La ricerca di una comunione fraterna più completa, non quella fittizia di un gruppo o di una assemblea costituiti da individui che sono
Agape è un bell’atto di fede e S speranza e sarà anche
prezioso legame tra la
un
Chiesa Evangelica d’Italia e
le Chiese degli altri paesi,
realizzando così l’unità in
Cristo non soltanto a parole,
ma con i fatti.
Pesi. H. Henriod
deirutilulo Ecumenico di Bossey
temporaneamente insieme, eppur
non si conoscono e pensano ed agiscono in termini inditÀdualisùci, ma
la ricerca di una comunione fraterna più completa, quella che fa ricono.scere nella creatura che ci sta
accanto un fratello, una sorella, con
i quali non c’è, non ci può essere alcun distacco o separazione o distinzione; con i quali ci può e ci deve
essere scambio di valori e di doni:
fra i quali si possono e si devono
stabilire vincoli di comprensione, di
simpatia, di solidarietà, perchè uno
solo è il Signore di tutti, e quell’unico Signore ha tnanifestato la sua
generosità su tutti e a tutti indistintamente rivolge l’appello della sua
grazia.
È’ ben questo che si è voluto cercare qui: comunkme fraterna di
creature strappate all'isolamento del
lavoro, della meditazione, della preghiera, della vita; ricerca della possibilità di fusione degli spiriti e di
armonizzazione dei caratteri e degli
animi: un cuore solo ed un’anima
sola.
Ed ecco l’esperietusa che ne è scaturita: la realtà, della presenza del
Signore, resa evidente nella Comunità, attraverso la manifestazione
dello Spirito di carità che tutti unisce. Là dove vi è la manifestazione
di questo Spirito, là, vi è il Signore
e là sorge la Comunità dei fratelli.
Or vi è una certezza che conforta
la Chiesa, ed è che quanti qui hanno fatto l’esperienza eid abbiamo accennato, e quanti la faranno in avvenire, ne saranno testimoni nel mondo, nella società, nelle Chiese particolari cui appartengono: su tutta la
loro vita, la carità che è Cristo, il
Vivente Signore, non verrà mai me
Questa certezza è quella che ha
sostenuto un grande amico di quest’opera bella, uno òhe avrebbe dovuto e.ssere al mio posto in questo
giorno e in quest’ora,' per rallegrarsi
con noi e guidarci'In questo nostro
culto di rendimento di grazie e di
lode. Intendo dire il nostro Moderatore Guglielmo del Pesco.
Ci pareva che dovesse essere la
persona più adatta per presiedere un
rito come questo, sia per la chiara
visione ecumenica che il Signore gli
aveva data, sia per il vivo senso liturgico di cui il suo spirito era ricco.
Egli non è qui per rivolgerci la
parola, ma noi ci troviamo oggi immersi nella realtà verso la quale è
stato teso il suo spirito: la realtà
dell’ amore e della fraternità in Cristo.
E’ col vivo senso di questa realtà
che ne ricordiamo la memoria, ed
è col vivo senso di questa realtà che
salutiamo i rappresentanti del Consiglio Ecumenico e delle Chiese, e
i fratelli e le sorelle venuti da ogni
parte del mondo e costituenti la
grande famiglia al cui Capo, il Vivente Signore, siano ora e sempre
onore, lode e gloria.
Sono felice che sia stato
possibile costruire questo centro ecumenico e ammiro il
coraggio € la fede della Chiesa Valdese. Penso che in Svizzera non avremmo avuto il
coraggio e la fede per iniziare una tale opera. Credo che
Agape ispirerà le Chiese e la
gioventù a credere che molte
cose sono possibili quando i
cristiani si riuniscono nella
fede, nella speranza » nell’amore.
PasK Paul Bühier
rappresenlanle della Gioventù
delle Chiese Svizzere
L'annunzio della Parola
A questo punto, per accentuare ancora il carattere di ecumenicità del
cullo, quattro Pastori si sono alzati
a leggere il testo della predicazione
in italiano, francese, inglese e tedesco: i Past. M. Sbaffi, H. Henriod,
Gunn e Bühlen Era il segno di una
unità già esistente quaggiù, in Cristo: unità nella fede, nella speranza
e nella carità, al di là delle differenziazioni di lingua, di patria, di chiese. Poi; il Pastore Carlo Lupo, ha
posto davanti alla coscienza degli uditori il perenne ed attuale ammonimento di Cristo: « Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; ravvedetevi e credete aU’evangelo »
(Marco 1: 15).
Nell’atto della dedicazione di questa casa a Dio, dice il predicatore,
dobbiamo compiere un atto di verità: fare silenzio e ascoltare la voce delle pietre, delle linee architettoniche nate dalla speranza, dalla
fatica, dal dolore, e poi inchinarci
all’altra fatica, all’altro sangue, quello dell’Agape vivente, cioè Gesù Cristo. E, dopo un pensiero rivolto a
chi ha molto faticato per Agape, il
predicatore continua aÓermando che
dal giorno di Cristo la storia è in
crisi perchè la verità è venuta nel
mondo. Nell’universo v’è Uno che
ha sofferto ed è morto non per prendere ma per dare. Quest’Uno ha preso dimora in noi, perchè ci ha amati senza troppe chiacchiere ipocrite.
La sua presenza in noi è la presenza
di Dio che giudica e salva. Da questo senso della presenza di Cristo e
dell’amore di Cristo è nato Agape:
cioè dalla certezza che in tutte le
storture umane Dio si rivela non come un culto o uno schema teologico,
ma prima di tutto come l’amore che
si dà e che redime.
Davanti alla realtà dell’amore di
Cristo, non è possibile alcuna posizione di superbia ; ma piuttosto « ravvedetevi e credete all’evangelo ».
Senza il ravvedimento e la fede, persino Agape, che pure è frutto di una
grande fatica d’amore, potrebbe trasformarsi in un castello di carta o
in un triste inganno.
Agape deve essere un impegno
personale e cosciente con Dio per divenire degli uomini nuovi. Ma oggi,
in tempi di ci drastica crisi » di tutti
i valori della vita, l’impegno deve
essere dì tutti noi: come membri di
chiesa, come uomo economico, come singolo individuo.
Ogni membro di chiesa deve prèndere sul serio la vita cristiana e lasciare che la sua mente sia trasformata dall’Agape, cioè dall’amore di
Cristo, Spirito di Dio imperante nella vita; e la Chiesa cristiana deve essere anche l’affermazione dell’Agape nella vita associata degli uomini,
perchè l’amore è lievito perenne di
riforme e di rinascita. Quanto al lavoro dell’uomo, da atto di conquista
e di ricchezza, deve diventare, come
ad Agape, atto di fraternità creatrice. Il male è la negazione di Dio e
del fratello. Perciò, anche sul piano
della vita economica, dobbiamo chiedere perdono a Colui che è venuto,
come testimonianza d’amore, tra noi
uomini ribelli a Dio ed ai fratelli.
Tutta l’umanità deve entrare nello
spirito del ravvedimento e della fede nell’Evangelo; anche la nostra
generazione, perchè Cristo è in agonia sulla terra. La grande croce che
sta all’entrata di Agape, con le sue
braccia aperte, annunzia ancora a
tutti gli uomini la possibilità della
salvezza neU’amore di Cristo e nella
riconciliazione fraterna.
Il messaggio specifico di Agape alla Chiesa di Cristo oggi è proprio
questo: che l’amore non è un fatto
religioso, teologico, romantico; ma
un fatto concreto. Nei due grandi
sistemi sociali che dividono il mondo oggi, l’uomo rimane egocentrico.
Ora la vita non deve essere un fatto
egocentrico, ma una fraternità ed il
lavoro una vocazione al servizio.
Che cosa sarà Agape nel futuro?
Tutta la vita è retta dal filo misterioso della speranza. Così per Agape si spera che non sia pietra tra
pietre, ma lievito nella pasta, potenza spirituale tra le potenze ricche
del mondo, un modo di essere, di
vivere, una fede lanciata verso ìI R»
gno di Dio che viene.
Che essa sia tra tutti i tristi NO
della sfiducia e dell’odio il SI” dèllk
carità che trasforma l’opaca e dolhrosa terra in diafano cristallo in cui,
già per chi crede, il Regno di Dio
traspare.
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L’ECO DELLE VALLI VALDESI
PRMCii suiL’nniORe
(Dalla predicazione deH’Aw. Ettore Serafino nella Chiesa Valdese di
Pinerolo il 12 Agosto 19511.
Non a caso oggi Je mani hanno aperto il Vangelo al Capit. 13 dcH’Epistola
ai Corinzi ed al 4® Gap. della 1® Epistola di Giovanni: non a caso perchè ho pensato che in guesta seconda domenica di Agosto 1951 per noi Valdesi nessun messaggio poteva essere più adatto, più in armonia col momento che la nostra Chiesa
sta vivendo, di questo che si può definire: il messaggio dell’Amore.
In quest’ora infatti, in una valle della nostra terra, ricca di ricordi, di storia,
sul fianco di uno dei nostri monti che ancora, e non son molti anni, furon teatro
anch’essi di lotta feroce fra gU uomini, fra quegli ucraini cui Iddio dà la vita'perche si amino, in quest’ora spalanca per la prima volta le sue braccia un nuovissimo
tempio, ad accogliervi i fratelli convenuti da ogni parte d’Italia e del mondo per
innalzare a Dio la loro riconoscente preghiera ed invocare la sua benedizione.
Fratelli, anche noi oggi dobbiamo essere in ispirito a Frali, e pregare Iddio
perchè veramente Agape sia il simbolo dell’amor fraterno, in un mondo dimentico della sola grande vera ricchezza degli uomini.
Su una parete di Agape, nella dura pietra, sono state scolpite le parole che
abbiamo lette : « Quand’io parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, se non
ho carità, divento un rame risonante e uno squillante cembalo ».
Per un’opera che ha del prodigioso e che pur è sorta attraverso il minuto, paziente, ignorato spesso, lavoro di tanti « volontari », si è voluto porre un monito
solenne, quello del versetto primo del capo 13 dell’Epistola ai Corinti, per ricordare lo spirito in cui Agape è sorta, e lo spirito in cui deve vivere, se non vuol
essere nulla più di un’opera d’uomo, peritura come tutte le opere d’uomo. S’è voluto dire: Agape è soltanto «Amore »; e l’Amore è'intriso, connaturato di umiltà;
« la carità è paziente, è benigna; la carità non si vanta, non si gonfia ».
Ecco, io son certo, ed in tutta umiltà, perchè lo vedo in me stesso, che proprio della più indispensabile, della più dolce delle virtù cristiane, siamo disperatamente, desolatamente poveri. Uomini e donne, vecchi e giovani, popoli e chiese.
Poveri in tutto, di fede, di speranza, di carità, delle « tre cose che durano »
come dice Paolo ; ma sopratutto poveri di « carità », della « più grande di esse ».
In effetti molti, chi più chi meno intensamente, forse più in certi momenti e meno
in altri, riescono a credere, posseggono sia pur con la limitatezza e fragilità umane
una luce di fede; molti ancora dalla fede traggono motivo di grande speranza, e
questa in fondo è una fiamma che brucia nel cuore di tutti gli uomini. Ma quanti
posseggono il dono della carità? Quanti amano con purezza e sincerità di cuore?
Quanti riescono ad essere tolleranti, benigni; a cacciare dal cuore l’invidia, ogni
istinto egoista, la diffidenza, la sconvenienza; ad essere assolutamente disinteressati; a fare il bene in silenzio, ignorati, senza vantarsene con altri o senza almeno
compiacersene con sè stessi? Davvero se facciamo un simile esame di noi stessi,
si rischia d’essere presi dallo sconforto, d’essere invasi da un grande scoramento,
sconvolti, di fronte ad un compito, ad un dovere il cui adempimento è tanto più in
alto delle nostre forze! , ■
Ci si accorge che tutte le grandi conquiste (o ritenute tali) dell’uomo attraverso ì millenni, nel campo della cultura, dell’arte, nel campo sociale, politico,
economico, nel campo del progresso scientifico, han richiesto un sacrificio infinitamente minore di quel che non richieda l’osservanza, anche per un solo giorno,
e per uno solo di noi, del precetto dell’amore.
Ci si accorge che tutto questo immenso costruire è un qualcosa di sterilmente
vano, di opaco, di morto già nell’attimo in cui nàsce, se non riceve luce e calore,
nell’ispirazione e nella realizzazione, dalla fiamma dell’amore; se non è concepito
e forgiato in uno spirito di dedizione e consacrazione al bene. Ci si accorge che a
tutto questo immenso lavoro, esteriormente perfetto e forse anche suggestivamente
bello e grandioso, ben si può avvicinare l’esempio di chi, pur capace dì parlare le
lingue degli uomini e degli Angeli, s’avvede di non essere altro che un rame risonante, cioè un guscio vuoto.......
Ma la meravigliosa proclamazione della potenza della carità, dell’amore, non
si ferma alla constatazione che nulla vale quaggiù se in noi questa carità e questo
amore non albergano. Viene a noi rivelato che se riusciamo a realizzare questo
ideale, se riusciamo almeno ad avvicinarci ad esso, ciò avviene in quanto noi, poveri mortali peccatori, siamo l’oggetto dell’amore perfetto, quello di Dio il Padre.
Tanto più perfetto quanto più immeritato, tanto più intenso, quanto più, riconosciamolo, meno corrisposto, tanto più ardente, quanto più il nostro cuore è gelido.
Ecco perchè al versetto della Epistola ai Corinti scolpito sul frontale del tempio
di Agape dobbiamo unire quello della Epistola di Giovanni Apostolo : « Voi amianto perchè Dio ci ha amati il primo ». Amore di Dio che si è manifestato e si manifesta con la rivelazione cristiana: col sacrificio del Suo Figliuolo in prò’ di chi
lo disprezzava, lo odiava, lo crocifiggeva, perchè fosse salvato chi di tutto sarebbe
stato meritevole fuor che di tanta umanamente inconcepibile grandezza di perdono. « Iddio ha tanto amato il mondo che ha dato il Suo Unigenito Figliolo affinchè chiunque crede in Lui non perisca ma abbia vita eterna ».
Noi, nomini, siamo adusi a commuoverci dinanzi a molte pur luminose prove
di altruismo, ad esempi di sacrificio anche della vita, di coloro che onoriamo poi
nella. Storia come glorie della Patria o dell’Umanità. Ma senza nulla voler togliere
alla bellezza di questi esempi, dobbiamo pur accorgerci che chi si sacrificò sapeva
in un certo senso di farlo, di compierlo, questo sacrificio, in prò’ di chi l’avrebbe
compreso ed amato: v’era pure in tanta dedizione una contropartita. Iddio sacrificò il Figliuolo Unigenito per chi avrebbe continuato lo stesso a vituperarlo con
la sua vita, le sue opere ed i suoi pensieri, a trasgredire i Suoi comandamenti, a
respingere il Suo appello: lo sacrificò per salvare* ciò nondimeno siffatti ostinati
peccatori, come son tutti gli uomini, come siamo noi.
Se nel nostro cuore riusciamo a far posto ad uno spirilo di carità, di amore,
se riusciamo ad avvicinarci a questo ideale di amore, si è unicamente perchè noi
siamo stati e siamo del continuo avvolti dall’onda meravigliosa dell’amore dì Dio:
in noi non è che un riflesso dell’amore del Padre, così come uno specchio investito da un raggio di luce, non brilla di luce propria, ma riverbera soltanto il raggio che discende dalla sorgente luminosa.
Agape è sorta sui nostri monti, fratelli Valdesi. Ma questo tempio dì amore
(e lutti preghiamo che tale sia veramente) non è sorto per mano d’uomo anche se
a prima vista questa può parere una paradossale affermazione. E’ sorto come riflesso dell’Amore di Dio per il Suo popolo, lo stesso amore che questo popolo
aveva sorretto nei secoli dd martirio, aveva guidato nei lunghi esilii e nei duri
ritorni alla Patria: è un grido lanciato sul mondo, dell’Amore di Dìo, che tanti
piccoli nomini hanno voluto raccogliere e riflettere, per cui han dato mano a vanghe e picconi, han raccolto incoraggiamenti e aiuti solidali: e l’hanno portalo in
alto su un monte.
Agape è veramente tale solo se la sappiamo considerare come un dono della
grazia di Dio. E chi sale ad Agape e ne discende, deve sentirsi di affermare con
l’apostolo Giovanni: «/Voi amiamo perchè Iddio ci ha amati il primo».
Fratelli, in quest’ora, in questo tempio, preghiamo per noi stessi e per lutti
gli uomini: che Iddio ci inondi della Sua grazia così da farci capire e sentire l’immensità del Suo amore; cosi da farci ripieni gli uni verso gli altri di carità e di
amore. Costruisca Egli Agape nel cuore di ognuno di noi.
è costruita
(fine
dell'arHcolo)
II culto solenne ed impressivo ha
dato il tono a tutta la giornata. Nel
pomeriggio, il bazar a beneficio di
Agape è stato frequentato dalla folla che sciamava nei dintorni o si raggruppava sul piazzale. Poi il pubblico si è radimato sul terreno che costituirà in avvenire la chiesa all’aperto ed ha assistito alla cerimonia
della consegna simbolica della chiave di Agape al delegato del Consigliqi, Ecumenico delle Chiese, Past.
R. Tobias. L’offerta è stata preceduta da messaggi dei Past. Neri Giampiccoli e Georges Paschoud e da quelli di alcuni giovani lavoratori di Agape.
Intanto il sole calava aU’orizzonte e l’aria di Prali si faceva sentire
in tutta la sua freschezza. Perciò
il pubblico si affrettava a sfollare ed
a ridiscendere al piano con i numerosi automezzi con cui era salito nella bella conca di Prali. La banda musicale di Pomaretto che gentilmente
aveva prestato la sua collaborazione
era pure scomparsa. E la sera, l’ancor numeroso pubblico che affollava il salone centrale di Agape per
assistere alla rappresentazione di alcune scene di un dramma
della S .Cena era un pubblico tipicamente giovanile.
La rappresentazione si è svolta
con grande sensibilità artistica e spirituale, in un’atmosfera di raccoglimento che, concentrando l’attenzione dei presenti sulla morto di Cristo, è stata anche una seria preparazione alla celebrazione della S; Cena, presieduta dal Past. Tullio Vinay: una celebrazione imponente,
eppur raccolta e solenne, con cui la
gioventù Valdese ed ecumenica ha
confessato la propria fede in Cristo
crocifisso e risorto ed ha chiesto al
Signore della Chiesa di vivificare
tutta la Chiesa col soffio della carità che non verrà mai meno.
Hq seguito con interesse la
eifolusAone dei lavori di Agape e sono meravigliato dei
progressi compiuti. Penso che
Agape, insieme con altri luoghi importanti del Protestantesimo, potrà compiere un
magnifico lavoro in vista del
rinnovamento degli individui,
dell’opera delle Chiese .e dell’intesa internazionale. In un
tempo in cui si parla di guerre, abbiamo fiducia in questi
incontri.
Rasi. H. Berlhoud
Dìrell. di "La Vie Protestante,,
sacro e
per partecipare alla celebrazione
Agape, dice l’inno dei lavoratori,
è costruita nell’amore. E nell’amore che « soffre ogni cosa, crede ogni
cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni
cosa », cioè nel vero amore di Cristo per noi, possa quella casa essere
sempre nelle mani di Dio uno strumento di servizio alla Sua gloria e
per l’edificazione delle anime. Una
casa in cui, con umiltà e vivo senso
di responsabilità, la gioventù Valdese innanzi tutto si prepara a dare alla chiesa ed al mondo la testimonianza di una vita cristiana non finta. Ermanno Roslan
Colonnella Poujol
dell'Eser. della Salvezza in Italia
XV agosto in vai Chisone
Il tempo è bello, senza esserlo
troppo, senza solleone, e la località
prescelta jacUmente accessibile seppur abbastanza distante dalle vie di
traffico in modo da esser tranquilla
e raccolta all’ombra di vecchi casta
gni.
Anche la organizzazione previdente, ad opera della Chiesa di San
Germano, ha predisposto con cura
tutti quei dettagli che concorrono a
facilitare le operazioni di arrivo alla
località, ben segnata da frecce azzurre, il posteggio dei velocipedi e
il parcheggio degli automezzi, e la
demarcazione del luogo di riunione,
cinto da una specie di gran pavese
di bandierine e da cartelli delimitanti il ” Tempio all’aperto ” (ottimo
sistema per ovviare alla dispersione
degli uditori).
Tutto insomma promette bene. La
promessa è mantenuta, poiché fin
dalle 9,30 del mattino un pubblico
numeroso si affolla dinnanzi al fronzuto palco d’onde parleranno gli oratori o intorno ai banchi del büßet.
Sono passate da poco le dieci quando la riunione inizia, sotto la presidenza del Pastore di San Germano
Sig. Bert, con la invocazione e l’indicazione di un cantico che verrà
guidato dalla Corale di San Germano ben raggruppata vicino al palco
in modo da prestare, durante tutto il
culto, il suo valido aiuto. Diciamo
subito che, malgrado i lodevoli sforzi della corale, il canto degli inni
non è stato qiiello che avrebbe dovuto essere. Pure tenendo conto di
tutte le difficoltà che si oppongono
ad un bell’effetto canoro in una assemblea all’aperto, abbiamo avuto
l’impressione che il canto fosse debole per circa duemila voci unite.
Vero è, purtroppo, che molti non
cantavano affatto! Probabilmente ascoltavano raccolti il canto degli altri... ma quanto più bello ed edificante riuscirebbe un culto, con tanti
partecipanti, se tutti dessero veramente prova della loro partecipazione unendo le loro voci al canto comune! Il canto di duemila voci, alimentate dall’entusiasmo della fede,
avrebbe dovuto risvegliare gli echi
più profondi del vallone...!
La lettura della Sacra Scrittura ci
fa riudire il grandioso cantico della
carità della prima epistola ai Corinzi e la preghiera, pronunciata dal
Pastore Bert, è accompagnata da un
raccoglimento davvero notevole per
così vasta assemblea.
Il primo oratore della giornata è
il Pastore di Como Sig. Jahler che
predica sul testo I Corinzi 13: II, contrapponendo lo stato di infantilismo
dell’uomo naturale alla maturità del
credente. Infantile è infatti l’atteggiamento degli uomini dalla preoccupatone continuamente egocentrica, dai riflessi violenti, dalla supervalutattme delle cose materiali più
appariscenti. InfantìUsmo il grave
male di citi soffre l’umanità incapace senza Cristo di assurgere a quella
maturità spirituale che, sola, permette all’uomo di comprendere ed attuare la grande legge della ” carità ”, ossia dell’amore fraterno, liricamente presentata da San Paolo
nella prima Epistola ai Corinzi.
Il passato^ispiri il presente
Dopo un inno prende la parola,
per parlare di Storia Valdese, il Pastore Ayassot, il quale ha scelto ad
argomento del suo discorso i resoconti dei dieci sinodi Valdesi che,
in varie epoche, ebbero sede a San
Germano nel periodo storico che va
dal rimpatrio alla emancipazione.
Spigolando tra i verbali di detti sinodi, l’oratore si sofferma a tratteggiarne alcuni problemi ancora oggi
di vivente e palpitante attualità quali: il rispetto del giorno del riposo,
la testimonianza della fede attraverso la vita di famiglia, le vocazioni al
santo ministerio e sopratutto la costante preoccupazione della vita spirituale delle comunità. Particolari
interessanti ricordano tra l’altro all’uditorio che fu pròprio in due Sinodi tenuti a San Germano che ebbero inizio due delle opere destinate ad avere in avvenire posto preminente nella vita della Chiesa: l’opera ospedaliera, tenuta a battesimo
dal Sinodo del 1823 con la decisione
dell’apertura del primo Ospedale
Valdese (quello di Torre Pellice) e
la deliberazione della costruzione
del College Valdese, ancor oggi unico prezioso Istituto di Istruzione
superiore evangelico in tutta Italia.
La voce della Evangelizzazione
vieti portata dal Pastore Sig. Castiglione, il quale ci intrattiene sulle
battaglie della fede che la nostra
Chiesa combatte nel campo-delia testimonianza cristiana in Italia e particolarmente nel meridione. Le difficoltà non mancano e purtroppo non
tutte le battaglie ci trovano vincitori! L’ambiente è spesso ostile e, dalle piccole alle grosse angherie, non
poche sono le spine sul cammina della nostra evangelizzazione. Alcuni
dettagli sulla vita e l’opera della Comunità di Orsara di Puglia illustrano il dire dell’oratore che termina
con un pressante invito ai Valdesi
delle Valli alla perseveranza, alla
valutazione sempre più coraggiosa
delle Istituzioni della Chiesa in vista della opera di evangelizzazione
e ad una consapevolezza sempre più
vigile della unità della santa causa
dell’Evangelo che unisce in una sola battaglia le Chiese delle Valli e
quelle del campo evangelistico.
nedizione sfolla rapidamente verso
le fontane per consumare la merenda e poter tornare per le due del pomeriggio alla seconda riunione.
La riunione pomeridiana organizzata dalla FlIV con U concorso della Corale di San Germano e di alcuni lavoratori di Agape è riuscita non
meno bene di quella del mattino anche per il numeroso concorso di pubblico.
La parola ai giovani
Il culto ha termine circa a mezzodì, Il pubblico è rimasto compatto e
raccolto sino alla fine e dopo la be
Un gruppo di cantori dà il segnale
del raduno e ben presto la Corale
interviene al complteo con alcuni
apprezzatissimi cori.
Seguono alcune testimonianze di
giovani unionisti:
un giovane svizzero del Cantone
di Vand testimonia del bene spirituale che ha ricevuto nella sua visita alle Valli e porta ai Valdesi il saluto degli amici svizzeri così legati
per tanti vincoli del passalo e del
presente alla Chiesa Valdese;
un giovane Scozze.se desta vivo interesse con il resoconto della battaglia che il Cattolicesimo Romano ha
ingaggiata in Scozia per la conquista di quella roccaforte della fede
protestante. Battaglia condotta con
gran dovizia di mezzi, non con il
tentativo della conversione, dei protestanti, il che sarebbe alquanto difficile, quanto con il movimento di
immigrazione di grandi contingenti
di popolazione irlandese, con la creazione di scuole e di altri consimili
mezzi di penetrazione che possono
contare su di un appoggio finanziario che non bada a spe.se.
E’ poi la volta del Pastore Negrin
di Tarariras il quale porta con sè il
saluto delle Chiese Valdesi del Siul
America e intrattiene l’uditorio sui
vari problemi della vita ecclesiastica delle colonie valdesi disseminate
in un campo così vasto quale l’immensa pianura del Rio della Piata.
Dopo questi messaggi ecco la parte ricreativa e finale del raduno. Il
Pastore Castiglione parla brevemente di Agape e quindi, introdotti dallo studente Sig. Bouchard di Torino, ecco presentarsi alcimi lavoratori di Agape; innanzi tutto 4 giovani Scozzesi con il canto di un inno e di alcune canzoni scozzesi nonché alcuni saggi di danze campestri
degli Highlands e poi, quale contrasto... dedi’estremo nord al sud di
Napoli, ecco 5 giovanette partenopee
offrire il canto di alcune canzoni popolari che il pubblico ascolta con vivo diletto e... vorrebbe quasi cantare anch’esso! Seguono alcuni numeri vari pieni, di brio; poi con il
’’Chant des adieux” nel quale tutti
d uniscono termina la bella giornata. Un grazie cordiale a chi l’ha
preparata ed a chi ha collaborato
alla sua felice riuscita.
E. A.
-à
Sono entusiasta della bellezza del luogo e della splendida costruzione, degna della
solidità spirituale dei nostri
padri Valdesi e Ugonotti. Auguro che questa casa offra alla gioventù molte possibilità
di incontri e sia per molti
giovani un centro di vita cristiana.
E
3
L'ECO DELLE VALLI VALDESI
XV
in vai PeIBce
Il l'eynaud è una frazione del comune di Villar Pellice ben nota ai
Valdesi ed ai turisti della Valle per
i suoi magnifici castagni. Posta sulle
pendici meridionali del Vandalino
a destra della carrozzabile TorreVUlar, facilmente raggiungibile con
ogni mezzo da qualsiasi punto della
valle (chi scrive vi è giunto in due
ore a piedi attraverso Pian Prà con
numerosa allegra brigata) essa offre
un luogo adattissimo per grandi riunioni all’aperto, in una specie d’anfiteatro naturale, dove Fattivissimo
concistoro della chiesa di Villar, sotto la direzione ognor presente del
suo dinamico pastore Enrico Geymet, aveva predisposto con vera genialità logistica un palco per gli oratori e la corale, munito di microfono e di ben tre altoparlanti tra gli
alberi e un ricchissimo servizio di
buffet con caffè, tè, pasticceria e gelati da annientare la concorrenza dei
soliti venditori ambulanti. Il concistoro preparò per l’occasione anche
un breve opuscolo, nel quale si leggono interessanti notizie sull’origine del nostro 15 agosto e sul borgo e
tempio di Villar: cose sempre care
al cuore di tutti i veri valdesi, delle
Valli come delle Puglie e della Sicilia, che amano vedere descritti i
« luoghi » della loro storia insieme
coi fatti più importanti che vi si
svolsero.
Il benvenuto del Concistoro
e della Comunità di Villar
Alle 10,15 l’insegnante Baridon,
membro del Concistoro, si attacca
al microfono per dare il benvenuto
alla numerosissima assemblea sparsa in ogni punto dell’anfiteatro fino
ai piedi del palco. Quindi il pastore Geymet, dopo l’invocazione della presenza del Signore e il canto
dell’inno 91 (diretto magistralmente, come i successivi, dalla Sig.na
Dora Revel direttrice della Corale di
Torre Pellice), introduce i vari discorsi del mattino premettendo che
è un onore e una benedizione per la
chiesa del Villar ospitare questa festa del XV Agosto. Questa festa
del XV Agosto sia per i presenti opera di rinfrancamento e di edificazione, che si concreti in'Sentimenti e
atti di più sincero amore del prossimo e di servizio più fedele del Signore Gesù Cristo e della Sua Chiesa.
Il messaggio
della Parola di Dio
Dopo la lettura della Parola di
Dio nel libro del profeta Ezechiele
(cap. XXXIV), in cui da parte dell’Eterno sono rimbrotti e minacce
contro i pastori d’Israele, a che non
hanno fatto se non pascer se stessi »,
e promesse al popolo fedele, il Moderatore past. Achille Deodato alza
a Dio una fervida preghiera che è
ringraziamento e umiliazione, confessione dei peccati e richiesta di
aiuto e benedizione. Quindi il past.
Bertin di Torino ha la parola e predica sul testo dell’Apocalisse (III,
1-3): « E nira-ngelo della chiesa di
Sardi scrivi: Queste cose dice colui
che ha i sette Spiriti di Dio e le sette stelle; Io conosco le tue opere:
tu hai nome di vivere e sei morto.
Sii vigilante e rafferma il resto che
sta per morire; pmchè non ho trovato le opere tue compiute nel cospetto del mio Dio. Ricordati dunque di quanto hai ricevuto e udito;
e serbalo, e ravvediti. Che se tu non
vegli, io verrò come un ladro, e tu
non saprai a quale ora verrò su di
te ».
Da qualche tempo — dice il past.
Bertin — i giornali parlano volentièri dei Valdesi; da essi, in Italia e
fuori, si ricava come la chiesa e il
popolo valdese godano da noi e nel
mondo di una buona fama e di grande stima. Quali ne sono i motivi?
Innanzi tutto perchè abbiamo un
glorioso passato, una bella storia. I
nostri padri, malgrado cruente persecuzioni, si sono mantenuti fedeli
alla loro vocazione, che da Valdo in
poi è quella di propagare il Vangelo e di costituirsi in comunità vivente di popolo e chiesa al servizio dell’unico vero Dio e in obbedienza alla Sua Parola, unica norma di fede
e di vita. Donde una morale superiore e un attaccamento alla libertà.
che hanno sempre commosso gh storici e ora attirano i giornalisti.
Ma Gesù — esclama il past. Bertin — non legge i giornali nè sa che
cosa farsi delle opinioni favorevoli
degli uomini sul nostro conto. Egli
ci conosce per quel che siamo effettivamente, e ci rivolge oggi il monito dell’Apocalisse: Conosco le tue
opere, tu hai nome di vivere e sei
morto! Come mai? Gesù non sa che
in tutte le nostre chiese si predica
ogni domenica il Vangelo? non sa
che nelle nostre comunità fioriscono
le unioni, le corali, le società di cucito e i bazar? non sa che all’appello straordinario della Tavola si sono
quasi raccolti 50 milioni? che la Facoltà Valdese di Teologia a Roma
rigurgita di studenti? che è stato
proprio ora inaugurato ad Agape un
centro meraviglioso di vita comunitaria nell’amore di Dio e del prossimo? Non sa Gesù tutto ciò? Allora
dobbiamo dubitare delle Sue affer
COMUNICAI O
Nei giorni 31 Agosto e 1 Settembre avrà
luogo anche quest’anno il solito Convegno
Pastorale piesinodale col seguente programma :
Venerdì ore 9: Studio biblico su Luca XI
1:12. Discussione,
ore 10: 11 Movimento del Riarmo
Morale.
ore 15: Il movimento della crociata della bontà.
Sabato ore 9: Studio biblico I Cor. XIII.
, Discussione.
ore 10: Il Cullo Radio e l’opera
fra gli isolati.
I CoUeghi che interverranno e che saranno ospiti del Convitto sono pregati di annunziare in tempo il loro arrivo al Direttore del Convitto stesso sig. Carlo Davite.
A. Ribet.
mazioni? No, il Signore non sbaglia
mai, la Sua Parola è verace. Allora
vediamo un po’ di che si tratta. Sono i Valdesi pronti a soffrire per il
Vangelo come i loro padri? Come
va che nelle Valli la frequenza ai
culti raggiunge talvolta dei limiti
molto bassi? A Torino si vedono
tante famiglie venute dalle Valli che
si stanno perdendo per la Chiesa.
Nella Facoltà di Teologia gli studenti provenienti dalle Valli sono
una infima minoranza. Si pensa più
agli affari e agli impieghi lucrativi
che al servizio del Signore, si pensa
più a travasare il vino che a venire
ai culti e alle riunioni: allora travasate, o Valdesi, l’ira di Dio nei
vostri cuori! La crisi della gioventù
non è risolta, manca spesso la solidarietà tra i membri di una stessa
comunità, divisi per motivi sociali
e politici. Eppure nessun legame dovrebbe legarci di più di quello della
nostra fede. « Hai nome di vivere e
sei morto ». E se pur rimane un
« resto » il Signore gli raccomanda
di vegliare, di ricordare quanto ha
ricevuto e udito, e di serbarlo e di
ravvedersi. Bisogna suonare l’allarme neRe nostre comunità, siamo
malati, stiamo per morire, non c’è
che un rimedio, il pentimento, e una
guida, vecchissima per quanto sempre nuova, la Parola del Signore, la
Bibbia.
Visioni del passato
e dell’avvenire
Al pastore Bertin, le cui parole
sono state seguite con vivissima attenzione nel silenzio più profondo,
segue sul palco il Sovrintendente
past, A. Ribet, il quale, incaricato
di parlare sulla storia valdese, rifa
con vigile aderenza al presente la
storia dei nostri luoghi di culto,
perchè — egli premette — la storia
di un popolo religioso si confonde,
lo si voglia o no, con quella dei suoi
templi. I primi templi valdesi, come oggi a Colleferro e nella Ciociaria, furono stanze, cucine, stalle,
botteghe di artigiani, cortili e aie;
poi, quando i credenti aumentarono
di numero, luoghi all’aperto, sotto
i castagni come a Chanforan, o caverne cóme la Ghiesa d’ia Tana
al tempo delle persecuzioni. Infine,
nel celebre Sinodo di Chanforan del
1532, si decise di costruire in ogni
parrocchia una chiesa, che serva anche di testimonianza per quei di
fuori. Così al Ciahas sorse il primo
edificio di culto nel 1555, e, dopo il
1848, quando l’Italia fu aperta alla
libera predicazione del Vangelo, furono costruiti in 100 anni circa 60
templi, in media ogni 2 anni un
tempio, da Torino fin neU’estrema
punta meridionale della Sicilia, a
Pachino. Rievocate le fasi di costruzione e la storia naovime'ntata di alcuni templi (Torino, Milano, Roma, Reggio Calabria, Messina, Palermo ecc.), ricordato il più piccolo
luogo di culto, quello di Lentella,
l’oratore termina invitando caldamente i presenti a ricordarsi sempre
dei temxjli delle loro comunità e di
frequentarli con assiduità e fedeltà,
come si conviene alla Casa del Signore.
Terzo oratore è il pastore Nisbet
di Venezia, che introduce il tema
sull’Evangelizzazione rifacendosi alle recenti celebrazioni del XIX anniversario della venuta di S. Paolo
in Europa. Quale valore ha per noi
questo anniversario? Esso ci ricorda
che 19 secoli fa S. Paolo decise di
varcare l’Egeo in seguito ad una visione, in cui un uomo macedone gli
stava dinanzi e lo pregava dicendo:
Passa in Macedonia e soccorrici. E
Paolo con i suoi cercò subito di partire, «tenendo per certo che Dio li
aveva chiamati là ad annunziare ai
Macedoni l’Evangelo » (Atti, 16:
9-10). Questa rievocazione si risolve
in un grave monito per noi. Oggi
più che mai ci è rivolto, nella nostra patria, dal mondo della cultura
e della politica, il grido dell’uomo
macedone all’axjostolo: Passa e soccorrici! Come risx^ondiamo? Dobbiamo uscire dalle nostre chiese,
dalle nostre valli, guardare avanti,
non temere, non rinchiuderci in
un’opera di normale amministrazione, buttarci allo sbaraglio, dimostrare che abbiamo ancora fede nella potenza del messaggio cristiano e
che siamo convinti noi stessi di ciò
che predichiamo. Il mondo è stanco
di belle parole e di vuote frasi! Ha
bisogno non deRa nostra parola, ma
della Parola del Signore. Solo aRora, se siamo fedeli nella predicazione, avverrà che Dio, come alla negoziante di porpora Lidia della città
di Tiatiri, apra il cuore a quei di
fuori, nel mondo della xJoliRca ®
della cultura, e li renda attenti alle
cose riguardanti il Signore (Atti,
16: 14).
I discorsi del mattino terminano
con un applaudito messaggio del
past. Negrin, della comunità di Tarariras nelTUruguay, e con parole
di ringraziamento alla chiesa di Villar pronunziate a nome di tutti dal
Moderatore past. Achille Deodato.
La colletta, organizzata dàll’anziano
Laurora della Comunità di Bari,
frutta la somma di L. 55.000, devoluta all’opera di evangelizzazione.
Nel pomeriggio
II ijrogramma pomeridiano, dopo
i numerosissimi pique-niques consumati gioiosamente sull’erba, s’mizia
con l’ottima esecuzione di cori italiani e svizzeri fatta dalla Corale di
Torre Pellice guidata Con mano maestra dalla sua direttrice Sig.na Dora
Revel, alla quale e al complesso dei
cantori l’assemblea manifesta con
forti applausi la sua ammirazione.
Quindi salgono sul x>alco a dare la
loro testimonianza di fede due fratelli, uu ex-cattolico ed un ex-pastore metodista. Ad un certo
preannunciata dai rixjetuli annunzi
del past. Geymet, arriva l’équipe internazionale di Agàx>e, guidata dal
past. Roberto tomba di Roma.
Giungono in macchina da Praly con
un lieve ritardo, causa una gomma
a terra. Eccoli sul palco: Philippe,
della Svizzera; Werner, della Germania; Emile, dell’Olanda; Dolores, della Spagna e il negro Babalola, della Nigeria e rappresentante
l’Inghilterra e il suo Commonwealth.
Dopo la x>resentazione personale dei
cinque fatta dal past. Comba e la
messa in scena di un brevissimo motivo plastico dimostrante i sentimenti di pace e di guerra delle nazioni
europee prima, durante e dopo l’ultima conflagrazione mondiale, il pa
store Comba- precìsa che questi giovani, appartenenti a nazioni diverse,
hanno trovato ad Agape la soluzione
dei conflitti, nella vera pace dei cuori prodotta dall’amore concreto del
prossimo e di Dio: ciò che con parole diverse i cinque « agapini » esprimono ognuno nel proprio linguaggio, bene tutti ma più eflìcace — ci
parve — quello' del negro, la cui testimonianza a Cristo e la cui sicurezza della vocazione edificò e commosse tutti i presenti.
Giunge l’ora della chiusura, e l’assemblea, dopo il canto dell’inno « Il
Giuro di Sibaud » e la preghiera finale del past. Geymet, si scioglie
lentamente, al canto degli ultimi cori della Corale e tra le grida gioiose
dei bimbi in festa. Il past. Geymet
può essere contento dell’opera del
suo Concistoro e della sua gioventù:
tutto è proceduto con ordine e entusiasmo, e sono sicuro che i partecipanti avranno saputo, nel ritornare
a casa, rispondere al quesito posto
alla fine delTopuscolo sopracitato:
che cosa significa per noi questa festa del XV Agosto? Quale è il motivo
che oggi ci ha convocati? Un senipRce svago, oppure un impegno di
riconsacrazione al Signore e alla sua
Chiesa?
Giovanni Gonnel
Il nostro sincero ringraziamento ai Sigg.
E. Bouissa e A. Dalmas di Villar Pellice e
al Sig. Emilio Bouchard di S. Germano
Chisone per aver gentilmente, ospitato sul
terreno di loro proprietà le assemblee del
XV Agosto. (Dir.)
Praseoza Cristianajel mdo
del CristitneilDio Siiiale
Domenica 29 luglio, poco dopo mezzogiorno, sulla robusta balconata della nuova
scuola delle Fucine, una giovane deUa comunità di Genova, in costume valdese,
faceva udire i primi rintocchi della nuova
campana.
Il nostro cuore esultava, la nostra gioia
era spontanea, la riconoscenza a Dio era
sentita da noi tutti. Ci ritornava in mente
il messaggio del capodistretto Past. Rostan,
al culto della mattina, in cui era messo in
forte rilievo la nota dell’esultanza cristiana
per i benefici di cui siamo stati l’oggetto.
Al termine della cerimonia siamo entrati
nell’aula scolastica dalle ampie vetrate, dalle robuste travi di sostegno, con in fondo
il quadro splendido del pittore Paschetto,
generosamente offerto per la scuola. Più
di ottanta convitati hanno preso posto attorno ai tavoli imbanditi; abbiamo notato
i volti abbronzati dei contadini rorenghi,
membri del concistoro, consiglieri comunali, gli amici che_ hanno donato generosamente per la scuola, i sindaci di Rorà e
dei paesi limitrofi, gli industriali, i rappresentanti dell’estero, gli amici villeggianti, le autorità scolastiche, civili e religiose.
Abbiamo notato gente d’ogni fede e credo
politico e religioso, affratellati tutti assieme in uno spirito di comunione fraterna.
Il Pastore di Rorà, al termine del convito, ha ricordalo la storia della vecchia
scuola, costruita dal generale Beckwilh in
collaborazione col Pastore Rollier, sottolineando l’importanza della vecchia scuola,
considerata nel passato come centro vivo
di vita religiosa, civile e culturale. Ha
ricordato la funzione della scuola di montagna, che nel tempo attuale è particolarmente dimenticata. Il dr. Meynet attivo,
coraggioso collaboratore del Concistoro
per la costruzione dell’edificio ha presentato i singoli convitali ricordando, con commozioùe, i momenti che decisero la costruzione del locale, dando lettura dei messaggi di quanti non erano potuti intervenire
alla bella cerimonia inaugurale.
Il geometra Mantelli, con parole alale,
ha rievocato le difficoltà, le tappe successive del lavoro in comune e si è ritenuto
lieto di collaborare col concistoro di Rorà
offrendo gratuitamente la sua collaborazione.
Il Prof. Bianchi, ispettore didattico, ha
espresso la sua gioia di aver visto sorgere,
in cosi breve tempo, uno dei più bei locali scolastici della zona.
11 Pastore Dumont del cantone di Neuchâtel, caro amico dei valdesi e benefattore della scuola ha espresso la sua esultanza nel ritrovarsi con gli amici italiani
in quella fausta circostanza. Il Pastore Rostan, rappresentante della Tavola Valdese,
ha portato il saluto e Pincoraggiamento
della Chiesa valdese per quanto era stalo
fatto alle Fucine. Il Professor Gönnet di
Roma e la Signora Flesseman dell’Olanda
hanno portato, rispettivamente, il saluto affettuoso dei villeggianti e delle Chiese della
Olanda.
La giornata di inaugurazione si chiudeva
Il Movimento del Cristianesimo Sociale
in Francia, d’intesa con il Consiglio Evangelico della gioventù francese, ha indetto
la X.a Settimana di studi sociali per giovani che avrà luogo a Colombier Loriol (Drójme) dal 26 agosto al 1 settembre.
La K Settimana 8 è riservata ai giovani di
ambo i sessi tra i 18 ed i 30 anni, che si
interessano ai problemi sociali.
Argomento centrale: Il cristiano in mezzo ai conflitti attuali.
Ulteriori informazioni si possono ottenere dal Prof. E. Eynard, via della Repubblica 16, Torre Pellice (Torino) o dal Dr.
A. Gabella, via Amerigo Vespucci 12, Torino. Si richiede una raccomandazione del
Pastore locale, se l’interessato non è conosciuto dai due organizzatori.
Il Corpo Pastorale
Il Corpo Pastorale si è riunito a Torre
Pellice il 9 Agosto sotto la''presidenza del
Moderatore, Pastore A. Deodato. Dopo
un breve culto iniziale, si è proceduto alla
nomina della Commissione Esaminatrice
dell’operato della Tavola Valdese (Past. R.
Nisbet e G. Girardet, Doti. S. Godino,
Prof. R. Jouvenal) e della Commissione di
Revisione della CIOV (Past. E. Geymet e
C. Negrin, Dott. R. Meynet, Avv. Aldo Ribet). Il Corpo Pastorale ha quindi assistito
all’esame di fede del Past. A. Lebet e del
cand. al ministero G. Colucci. Quest’ultimo ha predicato il sermone di prova nella
chiesa dei Coppieri (Torre Pellice) giovedì 16 agosto.
scimla delle Feclne
con un film di vita rorenga realizzato dall’avvocato Bruno Bissaldi di Genova al
quale va il nostro caldo ringraziamento.
Ringraziamo tutti quelli che hanno compiuto una vera fatica per l’allestimento del
pranzo c in modo particolare la Signora
Durand, presidente dell’unione delle madri
delle Fucine, per l’opera compiuta.
PERSONALIA
— Giunge dall’Inghilterra la triste noti,
zia della dipartita di -ADRIANO MICOL
figlio del pastore Giovanni Pietro Micol di
Villasecca e della Signora Rosina Valla.
Adriano Micol era un uomo molto modesto per quanto fosse dotato di preziose
qualità. Egli ebbe nella vita molte amarezze e molte difficoltà, che egli sopportò
pazientemente.
Insieme alla sua buona compagna egli è
ricordato con vivo affetto da tutti quelli
che si recarono in Gran Bretagna quali delegati della Chiesa Valdese, accogliente,
fraterno, affettuoso. Non mancò mai di assistere i delegati Valetesi con la sua cortese
ospitalità e con la sua partecipazione alla
loro attività.
In nome di tutti gli amici che lo hanno
conosciuto, deponiamo un fiore di viva riconoscenza alla sua memoria.
— E’ giunto alle Valli il Past. Carlo Negrin della Chiesa Valdese di Tarariros (Vruguay). A lui ed alla sua gentile Signora
il nostro benvenuto e l'augurio di un felice soggiorno in mezzo a noi.
— Per quanto in ritardo è doveroso che
noi comunichiamo ai ‘lettori il decesso di
Suor Maria Santacroce, sorella di Suor Angiolina, avvenuto a St. Loup {Svizzera)
nella tarda età di 87 anni. Era nata a Lanciano, negli Abruzzi, ed era stata la prima
diaconessa di origine italiana. Entrata a
St. Loup nel 1895, fu consacrata nel 1898,
lavorò tra i bambini di quell’istituto, poi
nell’Ospedale Cantonale, nell’infermeria di
Aubonne, a La Chaux de Fonds. Trascorse
gli ultimi anni della sua vita a Torre Pellice, alla Ca.sa Madre, e, nel 1950, rientrò
a St. Loup.
Il Past. Bàguin, Direttore dell’Istituto di
St. Loup, così scrive dando notizia del decesso : « Partout où elle a passe, Soeur Maria a laissé le souvenir d’une vreie soeur
de charité, pieine de bonté et d’attentions;
elle s’oubliait sans cesse pour se donner
aux autres ».
Inviamo a Suor Angiolina ed alla famiglia Santacroce l’espressione della nostra
cristiana simpatia. red.
PER IL SINODO
I Signori Pastori e Delegati che durante
la settimana del Sinodo desiderano essere
ospitati nel Convitto Maschile Valdese di
Torre Pellice, sono pregati di prenotarsi
per tempo. La Direzione,
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Il Rei. Howard ¥, Yergin
C«B la morte del RevT Howard V. Yergin la Chiesa Valdese perde un amico grande e provato.
U Sig. Yergin, deeeduto a New York in
età di 65 anni in seguito ad una operaaione,
era figlio di un pastore presbiteriano e
nella Chiesa Presbiteriana occupò durante
la sua vita posti di responsabilità.
Conosciuto da innumerevoli persone e
da tutti profondamente stimato, egli fu
particolarmente interessato in attività di
carattere missionario.
In Italia spese due anni nel 1914-15, occupandosi di attività connesse coi problemi della emigrazione, in relazione con le
Missioni Interne della Chiesa Presbiteriana.
Ritornò in Italia nel 1946 per organizza
re il lavoro di assistenza, in rappresentanza del Consiglio Ecumenico delle Chiese.
Durante tutta la sua vita il Sig. Yergin
fu un legame prezioso tra le Chiese d’America e quelle di altre lingua, costituite
nella zoiia di New York.
Il suo affetto per i fratelli di altre nazioni e di altre lingue fu sempre altrettanto semplice e sincero quanto profondo.
Perciò egli fu per la Chiesa Valdese un
amico singolarmente comprensivo e prezioso.
Egli era da moltissimi .anni il Presidente
della American 'Waldensian Aid Society.
Non lo era' soltanto di nome, ma conosceva a fondo l’opera della Chiesa Valdese, i
suoi bisogni, le sue di6Scoltà, ed era sempre in grado di sostenere la nostra Chiesa
io mezzo alle difficoltà degli ultimi travagliati anni.,
L’anno scorso ebbe il grandissimo dolore di perdere l’amata compagna, la buona
e cara Signora Ida Yer^n, il cui dolce sorriso-tutti ricordano cosi vividamente.
Sarà molto difficile sostituire un uomo
come il Sig. Yergin, il quale con tanto tatto e con tanto amore aveva saputo essere
dei nostri, pur rimanendo americano, e che
in tutta la sua attività, sia nei riguardi della Chiesa Valdese come dello altre Opere
a cui consacrava la sua attività, fu una vivente personificazione di quell’amor cristiano che abbatte tutte le barriere e cementa tutti i discepoli di Cristo in un solo
corpo vivente.
La Chiesa Valdese esprimendo alla famiglia del Sig. Yergin ed alla sua Chiesa la
più profonda e fraterna simpatia, mentre
piange la perdita di un così grande e fedele amico, rende grazie a Dio per tutto
l’aiuto spirituale, morale e materiale che
ad essa è pervenuto per mezzo di lui.
Guido Comba.
_ I
Convégno del Colle dello Croce
L’ormai tradizionale convegno italo-francese Ita avuto luogo Domenica 29 Luglio.
Riuscitissimo. Fonte di grahde edificazione il culto del inattino, con Santa Cena distribuita da sette pastori ip toga, ogni pastore francese o valdese coadiuvato da
un anziano o diacono delPaltro versante.
Culto solenne. Due pastori francesi e due
valdesi s’alternavano nelle varie parti della liturgia. La Parola di Dio efficacemente
annunziata. Profondo raccoglimento. Spirito di vera fratellanza.
Edificante pure il trattenimento pomeridiano, con vari brevi ma vibranti messaggi intramezzati da capti. Poi, infine, l’immenso cerchio con mani intrecciate a catena, ed il canto del «. Au revoir ».
Tema svolto nel mattino e nel pomeriggio : <t Camminare insieme ». Simbolo suggestivo la croce eretta nel convegno del
1950, su cui è scolpita nelle due lingue la
preghiera di Gesù: «Siano tutti uno». La
colletta di quest’anno è destinata alla costruzione d’un altro simbolo, significativo
e pratico ad un tempo, un tavolo di pietra
per la Santa Cena, solido e duraturo, ai
piedi della o-oce.
Erano presenti sei pastori francesi provenienti dal Val Qneyras, dalla Drôme, da
La voce delle Comonità
Angrogna - Capoluogo San Germano Chisone
Domenica 26 Àgoslo, ore 16,30
nel Tempio di S. Germano, avrà luogo un
Concerto vocale e sirumenlale
Martedì 14 agosto nel nostro Tempio è
stato benedetto il matrimonio di Chauvie
Franco (Capoluogo) e Bianco Delfina (Dronero).
II Signore circondi ed accompagni sempre con la sua grazia questo nuovo focolare.
Domenica 19 agosto nel corso della nostra riunione pomeridiana al Martel è stato
presentato al Battesimo il bambino Rivaira Renzo di Alberto e di Gaydou Ida (Malpasset). Sul bimbo e sui genitori invochiamo ancora le benedizioni del Signore.
Pìnerolo
Ingresso libero a tutti.
Battesimi. Comba Ilario di Roberto e di
De Giovanni Elena — Long Giovanna di
Carlo e di Beux Elena — Peyrot Livio di
Giulio e di Genre Albertina — Tra vera
Marco di Aldo e di Jourdan Ines — Comba
Paolo di Gino e di Rubis Ada — Bouchard
Aldo e Elmo fu Francesco e di Balmas
Emma —- Lanfranco Ileana di Giovanni e
di Bouchard Adriana.
La grazia del Signore riposi su tutti questi bimbi.
Il culto di domeinca 26 Agosto sarà presieduto dal Pastore Giuseppe Castiglione
di Bari. Domenica 2 Settembre ci rivolgerà
il messaggio biblico al culto domenicale
il Past. FVanco Sommani di Pachino.
Matrimoni. Coucourde Silvio e Balmas
Liliana Elena — Beux Silvio e Mie Michelina .
Possano queste nuove famiglie essere accompagnate dalla benedizione di Dio.
Rorà
Durante l’assenza del Pastore e nel corso
del mese di luglio i culti sono stati presieduti dal signor Kovake, segretario della
C. I. O. V., Professor Gino Costabel, Pastore Toum Cipriano, Pastore Maurizio
Dnmont, Sovrintendente Ermanno Rostan,
Pastore Seiffredo Colucci. A tutti esprimiamo
la nostra riconoscenza più viva.
Nel mese di maggio ha avuto luogo la
assemblea di chiesa con la lettura della relazione annua, in occasione della quale abbiamo eletto come delegati alla conferenza
i signori: Mourglia Roberto e Tourn Giovanni delle Fucine; come delegati al Sinodo
sono stati eletti dall’assemblea e poi dalla
conferenza: insegnante Tourn Albina, Roberto Morel, anziano della Rounc.
Ai primi di luglio sono affluiti i villeggianti evangelici coi .quali abbiamo rinnovato i rapporti di amicizia e di comunione
spirituale, specie al giovedì sera, in occasione degli studi e delle discussioni fraterne. Il Professor Gönnet, il fratello Ciro
Bufalo, la Signora Alfieri di Genova hanno
introdotto la discussione con argomenti
vari inerenti alla vita delle comunità del
Lazio, la responsabilità dei giovani e i
rapporti con le altre denominazioni. 11
Pastore M. Dnmont ci ha intrattenuti sui
rapporti tra le chiese della città e quelle
della campagna.
Pure nel mese di luglio abbiamo avuto
riunioni in montagna: al Bric, dove il
Professor Gönnet, lo studente Aldo Rutigliano, il Pastore Cipriano Tourn ci hanno rivolto efficaci messaggi sull’opera di
evangelizzazione; a Piamprà, dove il Pastore Balma, il fratello Vittorio Laurora
hanno parlato della funzione delle minoranze in Italia. Ringraziamo il nostro caro
anziano Aldo Tourn ,per la affettuosa ospitalità offertaci nella sua « villa » di montagna.
Dipartenze. Dopo un lungo periodo di
infermità decedeva, tragicamente, a soli
27 anni, Travers Edmondo dei Blanc.
All’Ospedale di Pomaretto, ove era stata da poco ricoverata, c deceduta Griset
Angela nata Long, di anni 60. Affezionata
alla chiesa, colonna della Società di Cucito, le sue amiche, per esaudire un suo desiderio, hanno fatto trasportare la spoglia
mortale nel cimitero della nostra parrocchia.
Amorevolmente assistita dai suoi cari è
deceduta, ai Colombatti, Jahier Enrichelta
in Uliva, di anni 74, dopo essere stata lungamente provata dalla sofferenza.
Nel suo 89“ anno di età si è spenta
Martelli Giulia ved. Rivoir. Proveniente
dall’isola d’Elba essa aveva conservato un
grande affetto per la nostra piccola chiesa
di Rio Marina. Dopo aver insegnato alcuni anni, con suo marito, nelle scuole elementari dipendenti dalla Chiesa Valdese,
si era stabilita a S. Germano ove, per lunghi decenni, suo marito ricoperse, con distinzione, la carica di segretario comunale.
Essa rimane per noi un luminoso esempio
di fede.
Dopo alcuni giorni soltanto di infermità
ha risposto alla chiamata del Signore, in
età di 83 anni, Rostan Jenny ved. Bert.
Essa condivise le gioie e le responsabilità
del ministerio cristiano quale fedele compagna dell’evangelista Gustavo Bert. Ai
funerali, il pastore Ribet, a nome della
Tavola Valdese, portò ai figli dell’Estinta
l’esprcesione della simpatia della chiesa
tutta e ricordò l’opera da essa compiuta, a
fianco di suo marito; nelle nostre chiese
dell’Abruzzo e della Valle d’Aosta. Il pastore Rostan, nipote dell’Estinta, chiuse il
servizio funebre con la prgeluera.
A tutte le famiglie nel latto, giunga l’espressione della nostra simpatia cristiana.
Tempio del Ciabas
Il Bazar delle Fucin« avrà luogo ai primi di settembre.
La riunione alla Costa è stata fissata per
I 26 agosto
Domenica 26 Agosto, alle ore 17 due
nostri Evangelisti daranno interessanti notizie dei rispettivi campi di lavoro.
Avviso a quanti hanno a cuore la nostra
opera di evangelizzazione.
Genova
A Genova il 16 luglio 1951 si è spento il
fratello Giuseppe Falànca, che i familiari
e gli amici chiamaiàino Giuseppino. Aveva
47 anni; era marittimo: un vero figlio della terra elbana, nato per navigare e per
credere.
. 3^
Egli lascia un ricordò benedetto; e la sua
fede maturata in lunghe prove e in contrasti veramente forti, parla ancora e parlerà per molto tempo.
E’ morto all’Ospedale di Genova assistito
dal Pastore Francesco Peyronel.
L’anima del nostro fratello aveva negli
ultimi giorni la gran pace di chi aspetta
il Signore. Prima di addormentarsi per
sempre quaggiù voleva ancora una volta
cantare l’inno : « E’ dolce al tuo servizio
vivere o Salvator... ».
La zia Giulia Giaunone, che era come la
sua' mamma, le sorelle Giulia e Adelina
Palanca, e Rosina c Sandro che vivono a
Genova e che l’hanno assistito amorevolmente, piangono il loro caro, ma non sono
soli a piangere, perchè chi ha conosciuto
quest’uomo non può non rimpiangerlo.
Il Signore conforti chi lacrima.
La memoria del giusto sia in benedizione.
Cannes, da Marsiglia e da... Algeri. E gai
pastori valdesi, di cui due da Como e da
Roma. Presenti pure; M. Jean Hérard, alto
funzionario del Ministèro des Affaires ßtrangères, e diversi professori universitti-i,.
Commovente lettura d’un caldo messaggio inviato dalla Germania, da discendtntti di Ugonotti costretti a partire dal Val
Queyras per l’esilio nel 1685.
Magnifico colpo d’occhio. Nel, bellitsimò sfondo alpino, una folla numerosa «
festante.
Eppure, dobbiamo esprimere un rinctascimento. Le nostre Valli non erano sufficientemente rappresentate. Onore al picto'
10 gruppo accorso nientemeno che da itodoretto! Ma la maggior parte delle altee
comunità erano completamente assenti. Discreto il numero delle quattro comunità più
vicine, ma di molto inferiore a quel che
avrebbe dovuto essere. 11 paragone col numero di intervenuti daH’altro versante OsP
va certamente a nostro favore. Ce ne dobbiamo umiliare. Sopratutto se si pensa din
le comunità d’oltralpe sono assai più esigue delle nostre. E dire che il servizio
d’automezzi — organizzato dai sigg. ragAbate e I. Hugon — offriva un comodo
trasporto fino a Villanova e ritorno.
Perchè codesto deplorevole assenteisnii»
da parte della nostra numerosissima e robusta gioventù? Non è che non si facciano delle gite in montagna! Perchè rton
unirsi a questa gita dalla mèta' bella e santa? Auguriamo che in avvenire si organizzino in tempo, in tutti i gruppi giovanili,
delle comitive numerose. Ninno avrà (lu
pentirsene.
Lo attestino i nostri giovani e le nosti-i!
giovani, che han partecipato al convegno
quest’anno: non abbiamo noi sentito, lase4,
11 vero ecumenismo, la vera fraternità cristiana? Lassù, ci siam sentiti fortificati nella fede, e siam ridiscesi edificati. Magnifica occasione d’unire al dilettevole l’utile spirituale, la gioia spirituale ad un riljnovamento di consacrazione.
Il nostro grande amore pei giovani ci fa
augurare che in avvenire salgano, molti e
molti, a godere dei molteplici benefici che
si ricevono lassù, al convegno del Colle
della Croce.
G. Berli nalH
Direttore Responsabile: Ermanno Rostan
Autorizzazione Decreto 27 - XI
Tribunale di Pìnerolo
1950
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/ figli della compianta
Glulielia Rivoir
ringraziano sentitamente tutti coloro che
in qualsiasi maniera hanno preso parte al
loro grande dolore.
Vn particolare ringraziamento rivolgono
al doti. Raoul De Clementi per le assidue
e sapienti cure prodigate alla cara Estinta,
al Pastore Valdese Sig. Umberto Bert per l’efficace assistenza religiosa, alla maestra
signorina Olga Bounous, alle famiglie Bounous Alberto e Bounous Ugo, alla devota
e affezionata Livia Giacone, agli amici
Beux, Nuvoloni di San Remo, al Prof.
Theiler e alle bimbe delle Scuole.
San Germano Chisone, 2 Agosto 1951.
La mttUina del 4 agosto, il Padre Celeste
richiamava a Sè
Jenny Bert n. Rostan
I figli Edoardo, Davide, Teofilo, Lillina,
Paolina e famiglie, le cognate, i nipoti e
parenti tutti, dandone l’annunzio, ringraziano tutti coloro che l’hanno circondata di
affetto e reso omaggio alla sua cara memoria, partecipando ai funerali.
Chi ascolta la mia Parola e crede a
Colui che mi ha mandato, ha Vita J
eterna. (Giovanni 5: 24) J
Il 2 agosto si addormentava nel Signore,
in età di 71 anni
Luigia Plavan Monnet
t figli mentre ne danno l'annunzio ringraziano quanti presero parte al loro dolore.
Luserna S. Giovanni.
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