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Anno 113 - N, 26
1 luglio 1977 - L. 200
Spedizione in abbonamento postale
I Gruppo /70
BIBLIOTECA VALDESE
10066 TORRE PEIJLICE
ddìe valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
ETICA EVANGELICA
IL LECITO E L'UTILE
Voi siete...
I Cor. 3
Tre termini essenziali per impostare il problema del comportamento:
il piacere, la rinuncia, la scelta - Il criterio indicato da Paolo
corso di questo capitolo
usa tre immagini per de
« Non dico loro che la vita è
■facile, ma che dovranno battersi
e che dovranno rinunciare, in
particolare a una parte del piacere. Ma dico loro che o è questo o è l’infelicità. Ne guarisco
molto pochi; ma quelli che guarisco, ebbene vorrei essere come
loro, perché sono uomini e donne veri, gente che ha fatto una
scelta ».
Queste parole del dott. Claude
Olievenstein, uno psichiatra specializzato nel recupero dei drogati recentemente intervistato da
Riforme, mi sembrano importanti per impostare il problema
del comportamento nel nostro
tempo in quanto contengono tre
termini essenziali: la rinuncia,
il piacere, la scelta.
Nella nostra storia occidentale,
i primi due termini — rinuncia
e piacere — si sono coniugati in
due comportamenti che potrebbero essere sintetizzati in questo
modo:
— La ricerca del piacere è il male che va evitato per mezzo
della rinuncia.
— la ricerca del piacere è il bene
che va perseguito non rinunciando a nulla.
l’insegnamento della morale cattolica, molto più sfumate nella
tradizione presente nelle chiese
protestanti storiche.
La seconda concezione — anch’essa già presente neH’antichità — non nasce adulta nella nostra istoria, ma ha tutto un suo
sviluppo. Nasce nel Rinascimento come protesta nei confronti
del cristianesimo e nostalgia dell’antichità classica e pagana; ha
la sua infanzia nel 6-700 in cui
faticosamente si fa strada l’indipendenza della curiosità e della
ricerca in tutti i campi e l’autonomia della ragione dalla fede;
ha la sua adolescenza nell’SOO, il
secolo del Romanticismo in cui
l’arte e la vita esaltano — e perciò stesso giustificano — i sentimenti e le passioni dell’uomo e
della donna e la loro ardente
aspirazione ad una autonomia
morale.
Ma è solo in questo secolo che
si delinca la maturità di questa
concezione in una formulazione
che tende ad essere totale.
Nel campo del piacere, inteso
come campo della ricerca della
felicità, nulla deve essere vietato,
nulla deve essere tabù, intoccabile, tutto deve poter essere provato, usato, vissuto: nella vita
coniugale e familiare (con un succedersi, o un intrecciarsi, ormai
« normale » di esperienze diverse); nella vita sessuale (con la
caduta di barriere riguardanti
quasi ogni tipo di rapporto sessuale, compreso quello omosessuale che avanza progressivamente nell’area del lecito); nel campo delle stimolazioni artificiali
(con l’acquisizione ormai pacifica del tabacco e dell’alcool e la
Franco Giampiccoli
(continua a pag. 8)
Nel
Paolo
scrivere la Chiesa di Corinto; dice infatti ai suoi fratelli che essi sono il campo, l’edificio, il
tempio di Dio. Tre immagini
molto impegnative, e che chiamano al senso di responsabilità.
In realtà, che cos’è sul piano
della storia la Chiesa di Corinto? Un gruppo di persone che,
nel vasto contesto dell'impero
romano, rappresenta ben poco,
per non dire nulla. Sul piano
della fede, inoltre, stando a quel
che possiamo ricavare dalla corrispondenza dell'apostolo, esse
avevano in parte frainteso l'Evangelo.
Ciononostante usa quelle tre
immagini. Ed è importante notare che non dice loro; « se vivrete bene l'Evangelo, sarete
campo, edificio e tempio di
Dio... ». Usa invece il presente;
« siete », perché egli li considera
non alla luce della loro infedeltà
e miseria, ma nella luce di Cristo, per ciò che essi sono nella
realtà di Cristo.
DALLA CHIESA RIFORMATA DI FRANCIA
o
piacere e il
è il bene?
male
Quando un sinodo conclude
La prima di queste due « filosofie » — già presente nell’antichità — domina incontrastata il
Medio Evo come ideale di vita e
preparazione terrena alla ricompensa celeste e penetra profondamente anche al di là del filtro
della Riforma che pure ha depurato in tanti modi l’eredità medioevale. Nel 6-700 anche nell’ambito protestante si continua a
identificare il piacere col male e
a prefiggersi la meta della rinuncia al piacere come purificazione
dell’esistenza. Le estreme propaggini di questa concezione arrivano poi fino a noi; più forti nel
Impressioni positive (Jai tre giorni di discussione su un problema etico di importanza vitale - Un testo giovane per una chiesa matura
Un evangelico italiano che partecipi per la prima volta a un
sinodo nazionale della Chiesa riformata di Francia, troverà non
poche occasioni di sorpresa e
anche un po’ di stupore. Anzitutto, appena sbarcato a Parigi,
mentre cerca di orientarsi nel
labirinto della metropolitana,
può venirgli, per esempio, l’idea
di comprare qualche grande
giornale francese, tanto per fare
un po’ « mente locale », capire
qualcosa della nostra « grande
PRIMO INCONTRO CHIESE-STATO
Verso le intese
Sono cominciati a Palazzo Chigi gli incontri con le rappresentanze delle confessioni religiose
diverse da quella cattolica per
elaborare nuove norme nell’ambito delle intese previste dallo
art. 8 della costituzione.
Questi incontri sono stati proposti e preannunciati dal Presidente del Consiglio on.le Andreotti in un discorso alla Camera. I
commissari italiani Gonella, Temolo e Ago, hanno proceduto
ad uno scambio di vedute con i
rappresentanti dell’Unione delle
Comunità Israelitiche italiane e
successivamente con j rappresentanti delle Chiese Evangeliche Valdesi e Metodiste italiane.
In queste riunioni sono stati discussi i procedimenti e i modi
per giungere alle intese secondo
i principi della carta costituzionale. Ulteriori incontri si terranno con i rappresentanti delle
chiese che ne hanno fatto richiesta. (ANSA).
!»■- *
Come si vede da questa informativa data dal governo e diramata dall’ANSA il 14 giugno, ha
avuto luogo la prima riunione
tra la commissione a suo tempo
nominata dal governo e quella
nominata dalla Tavola valdese e
dal Comitato permanente metodista. Questa riunione — che ha
alle spalle un certo numero di
solleciti da parte nostra al sen.
Gonella e al pres. Andreotti — ha
esaminato « i procedimenti e i
modi » della trattativa che dovrà
concludersi con un testo di intesa regolante i rapporti tra la
Repubblica Italiana e le nostre
Chiese Valdesi e Metodiste. Si
presume che il seguito della
trattativa si svolgerà in questo
modo. L’intesa raggiunta verrà
presentata all’esame e all’approvazione del sinodo prima di essere sottoscritta dai responsabili delle nostre chiese. In seguito
il governo, ove lo riterrà opportuno, presenterà al parlamento
un disegno di legge che darà esecuzione a quanto nelle intese
concluso.
Si suppone che, come è stato
convenuto, le trattative continuino a breve scadenza per definire sul piano tecnico il contenuto della nuova regolamentazione che entrerà in vigore a
seguito della abolizione di quella
vigente sui « culti ammessi ».
Non resta che sperare che questa supposizione trovi riscontro
nella realtà e non sia smentita
da qualche ennesimo rinvio.
sorella latina » : e comprerà, naturalmente «Le Monde» (che è,
in meglio, il loro Corriere della
Sera) e Le Nouvel Observateur
(che è quello che dovrebbe essere l’Espresso). Troverà sul primo, un bel « servizio » sul Sinodo
che sta per aprirsi, senza « pezzi
di colore » ma in compenso con
una puntuale indicazione dei problemi all’esame; e nel secondo...
troverà addirittura una valutazione sul Presidente uscente (degna d’una nostra Controrelazione), e... i pronostici sulle imminenti elezioni del nuovo Consiglio; niente nomi, ma delle previsioni sui criteri che probabilmente il Sinodo terrà presenti al
momento di decidere chi reggerà le sorti della chiesa nei prossimi tre anni. Naturalmente in
queste valutazioni «Le Nouvel
Observateur» tiene conto della
presenza di diverse correnti politiche in seno e intorno alla
chiesa...
Dunque è chiaro; in Francia,
il sinodo della Chiesa riformata
è un fatto d’importanza nazionale.
Il sinodo si riunisce in un modesto « villaggio per vacanze »
della lontana Loira, affittato per
l’occasione: dura solo tre giorni, ma in compenso è condotto
a un ritmo massacrante: lunghe
sedute, brevi pause, interventi
della durata media di 60 secondi; sia la mattina che la sera un
breve culto, sempre presieduto
dal prof. Dumas, che offre ai
presenti un’esegesi efficace e stimolante di una serie di testi biblici strettamente attinenti al tema principale del sinodo.
Certo, la composizione del sinodo è tale da sorprenderci: 73
delegati con diritto di voto, altrettanti ospiti (tra delegati con
voce consultiva, invitati, osservatori, pochi delegati esteri, tutti i rappresentanti delle altre
chiese evangeliche francesi). Il
« consiglio sinodale » non ha diritto di voto, anche se i suoi interventi nel dibattito sono numerosi, incisivi e autorevoli. Stupiti di questo basso numero di
« sinodali », chiediamo informazioni : un delegato provenzale,
con la più bella pronuncia occitanica di questo mondo, ci spiega che la chiesa è divisa in otto
grandi regioni, ciascuna col suo
sinodo: a quei sinodi partecipano i deputati delle chiese e tutti
i pastori (sono dunque all’incirca numerosi come una sessione
congiunta di sinodo e Conferenza): li; si esaminano i problemi « regionali » e si vagliano in
prima istanza (anzi, in seconda,
dopo le chiese locali) tutti i
grandi problemi. Ogni sinodo regionale elegge poi un numero ristretto di deputati, i quali saranno membri del sinodo nazionale per tre anni.
A questo sinodo si arriva dunque per concludere: e si conclude. Nel corso dei suoi lavori, il
sinodo elegge però un enorme
« Consiglio nazionale » di 20 persone, destinato anch’esso a restare in carica per tre anni. Resta dunque l’impressione, che di
fronte a un ampio regime di autonomie locali e regionali, vi sia
un Consiglio “nazionale dotato di
notevole influenza. Immagine
della Francia municipale, ma in
definitiva accentrata a Parigi?
Difficile dirlo dopo tre giorni.
Certo, malgrado l’ammirazione
che si prova, in certi momenti
viene un po’ da rimpiangere il
carattere più plebeo del nostro
sinodone valdo-metodista, con le
signore che fanno la calza e i
bambini che vengono ad ascoltare cosa dice il papà, con le sue
tensioni immediate, col suo
« suspense » talvolta...
Un’altra cosa che si rimpiange
è un adeguato peso della presenza giovanile : non c’è oggi in
Francia un vero e proprio movimento giovanile evangelico organizzato, e quando si trattano
problemi giovanili, lo si fa con
malinconica cortesia: malinconici gli adulti, che « vedono » l’assenza dei loro figli dalla chiesa.
Malinconici i due o tre giovani
membri del sinodo, preoccupati
Giorgio Bouchard
(continua a pag. 5)
(Iosa vuol dire essere campo,
edificio e tempio di Dio? Un
campo per un contadino è il luogo del proprio lavoro e della
propria azione, in cui spende
tempo, energie, fatica e denaro,
e dal quale spera anche di ricavare un raccolto. Applicata ai
credenti questa immagine significa che essi sono scelti da Dio
come il luogo della Sua azione.
Certo non possiamo limitare l’azione di Dio al piccolo campo
che è la Chiesa. Ma la Chiesa,
intesa come insieme di persone
che hanno risposto positivamente all’Evangelo, è un terreno particolarmente soggetto all’azione
di Dio. E il primo nucleo di una
umanità nuova.
Un edificio è un insieme di
pietre, mattoni ed altro materiale, costruito secondo una certa logica e per un certo scojk).
In esso ogni elemento trae valore dall’essere collegato con tutti
gli altri. Applicata alla Chiesa
questa immagine significa che
essa è funzionale, in vista di
qualcosa, e che in essa ogni elemento è valorizzato dal suo essere insieme, con gli altri.
Nell’antichità il tempio era il
luogo abitato dalla divinità. Per
un credente evangelico l’unico
luogo della presenza di Dio non
può essere che Gesù Cristo. Perciò dicendo ai suoi fratelli di Corinto « ...voi siete il tempio di
Dio..., lo Spirito di Dio abita in
voi... » (I Cor. 3: 16) l'apostolo
non vuole di certo che la Chiesa
occupi il posto di Gesù Cristo;
non vuole definire la natura e la
sostanza della Chiesa in modo
tale da farla diventare "mater et
magistra”. Egli mira piuttosto a
rendere attenti i suoi fratelli al
fatto che, per la vocazione alla
fede ricevuta, essi sono il luogo
storico in cui è riconosciuta e
confessata l’azione e la signorìa
di Dio.
In queste tre immagini l’accento cade interamente su Dio: voi
siete il campo di Dio, l’edifìcio
di Dio, il tempio di Dio.
Quali sono le conseguenze più
immediate di tutto questo? Se
la Chiesa è di Dio, in quanto oggetto della Sua azione, essa può
guardare con speranza al proprio
futuro. Lo dice molto chiaramente l’apostolo: « ...tutto è vostro; il mondo, la morte, il presente e il futuro... » (v. 22). Son
parole che ci fanno venire il capogiro: Paolo dice che sono nostre le cose che in realtà lo sono di meno. Il mondo... è di chi
ha il potere! Il presente... chi di
noi può averlo in mano? Esso è
il risultato e la conseguenza delle nostre scelte false, sbagliate o
giuste che abbiamo compiuto nel
passato. La morte... se c’è qualcosa che proprio non possediamo è questa; caso mai è vero il
contrario! Il futuro... è forse della tecnica, della scienza o di chi
vogliamo, ma non certo di gente
che non può programmare nulla, neanche per la propria vita.
Eppure, ciò che l'apostolo dice corrisponde alla verità profonda della nostra vita e del nostro mondo: in Cristo tutto è nostro perché in lui tutte le potenze di questo mondo sono state depotenziate.
La realtà delle nostre Chiese
non è molto diversa da quella
della Chiesa di Corinto. Cosa
rappresenta in questo vasto Meridione un pugno di credenti,
quali noi siamo, polverizzati su
una vasta area, con scarsi collegamenti tra di noi, e costretti a
confrontarsi con problemi enormi ed angosciosi che non riusci
L. Deodato
(dalla predicazione tenuta alla
Conferenza del IV distretto).
(continua a pag. 2}
il
2
IMuglio 1977
L .Conferenze distrettuali: iv distretto
L'impegno nella chiesa
e nella società
Un deciso passo avanti nel districare la matassa giuridico-statutaria
delle opere e nel delineare la loro collocazione neM'ambito della CD
La vita della Chiesa trae motivazione dal corpo ecclesiastico
del quale si sente membro e dal
contesto sociale nel quale è inserita.
Con queste parole si apre la
relazione della Commissione
Esecutiva (CE) alla Conferenza
Distrettuale (CD) di Palermo,
dando così subito il senso della
duplice sfera di azione delle nostre Chiese Valdesi e Metodiste.
Questo IV Distretto è stato definito un mosaico e certamente
nei lavori di questi giorni abbiamo sentito fortemente la particolare configurazione delle singole pietruzze, ma anche abbiamo constatato quale quadro
complessivo ne derivi. Certamente elemento caratterizzante della
testimonianza delle nostre chiese nel nostro Sud è l’impegno
nel sociale, attraverso interventi
di vario genere di comunità e di
opere. Questa ricchezza non è
esente da aspetti negativi: « la
giungla di opere ed operette »
(per usare una polemica definizione di un delegato), esistente
nel Sud, crea problemi di rapporti con le chiese locali e pone il
problema del loro inserimento
nella conferenza Distrettuale.
Già lo scorso anno un ordine
del giorno molto dibattuto aveva
fissato linee orientative per le
opere impegnandole assieme alla
CE a verificare la conformità della loro predicazione con quella
delle chiese viciniori, l’adeguatezza del servizio reso ai reali bisogni della popolazione che occorre coinvolgere ai livelli progettuali, come a quelli di gestione, il rapporto di collaborazione
tra le varie opere, grandi e piccole, nella prospettiva della realizzazione di una pienà fraternità
neH’utilizzo dei fondi, la condizioni del personale dipendente,
necessariamente a metà tra prestazione d’opera e diaconia.
Si trattava di un discorso di ampio respiro, che impegnava tempi Ixmghi e che richiedeva, tra
l’altro l’adeguamento degli statuti delle opere alla nuova normativa del patto di integrazione. Occorre dire che nei mesi successivi l’impegno della CE, combinato
con quello della Tavola Valdese
e del Comitato Permanente Metodista e dei Comitati delle opere,
non riuscivano a districare la
matassa giuridico- statutaria con
una soluzione pienamente rispondente alle realtà delie varie opere, a meno che si volesse prendere la scorciatoia di aggiornare
solo la normativa delle onere
« minori » sancendo cosi definitivamente una distinzione tra
« opere ed operette ».
Ma la questione ha avuto a
questa CD una svolta: si è compreso che non è una questione
giuridico-legale, ma una questione di scelta ecclesiologica! Tutte
le opere hanno riconosciuto nella
CD un luogo di confronto e corresponsabilizzazione per tutta la
chiesa e spontaneamente hanno
presentato le loro relazioni morali ed amministrative. E’ vero
che le due opere maggiori hanno
presentato ai fratelli la sola relazione morale, esprimendo forse
un residuo di distinzione tra sacro e profano, resta tuttavia il
fatto che nella sostanza le linee
di lavoro proposte lo scorso anno vanno avanti sul terreno più
valido che è quello della maturazione. L’accoglimento dell’ordine del giorno presentato dalla
EGEI, che chiede di approfondire quali siano le condizioni del
personale dipendente e quale il
livello della sua consapevolezza
dell’azione di testimonianza delle
nostre opere e quale il suo coinvolgimento nella gestione delle
opere stesse, dimostra come molte diffidenze stiano per essere
superate e quanto sia aperto il
cammino per una piena solidarietà.
Una tale maturazione, capace
di dare un ruolo reale alla GD e
alla stessa CE, come sua espressione esecutiva, è Tunica garanzia che possa rendere credibili e
accettabili le nuove strutture nate dal patto di integrazione (Distretto e Circuito). C’è ancora un
certo fastidio per la loro complessità, ma isembra prevalere la
fiducia nella possibilità di valorizzare a pieno, per il bene di tutti, quelli che sono stati gli strumenti organizzativi tipici delT evangelizzazione metodista e
valdese, nel rispetto reciproco, il
che non esclude più intensi rapporti e interazioni più organiche
ed efficaci.
L’ordine del giorno sinodale
che invitava la Tavola e il Comitato Permanente Metodista a pro
Cronaca dei lavori
Palermo, 5-6 giugno 1977
I lavori sono iniziati nella mattinata di sabato nel tempio di
via Spezio con una lettura biblica e preghiera del past. Pietro
Valdo Panasela. Dopo i preliminari e la costituzione del seggio
(presidente Piero Trotta, vice
Luciano Deodato, segretari Clara Ranchetti e Silvio Cappello),
viene la lettura della relazione
della C.E. e della Commissione
d’Esame.
Nel pomeriggio il dibattito si
avvia con fatica e per un po’ ristagna su questioni procedurali
e marginali: il poco tempo (8
gg.) che la C. d’E. ha per esaminare l’ampio carteggio e l’intenso lavoro della C.E.; il raccordo
tra C.E. e Consiglio di Circuito,
l’utilità delle nuove strutture ecclesiastiche, lo spreco di carta
stampata per circolari e relazioni ; chiarimenti « esegetici » sulla relazione della C.E., difficoltà
dei delegati laici a intervenire
su una relazione appena letta. A
poco a poco affiorano i temi gravi e scottanti della predicazione
evangelica nel Sud, travagliato
dalla crisi, e Tanalisi delle possibilità per potenziare tale predicazione.
La serata è dedicata alle relazioni morali ed amministrative
delle Opere e degli Istituti. Il
tempo non basta per ascoltare
anche le relazioni morali del
Centro Diaconale «La Noce» e
del Servizio Cristiano di Riesi
(che però, si precisa, è una comunità di servizio e non un’ope
grammare per il IV Distretto un
piano organico di presenze pastorali e di valorizzazione delle
strutture nel contesto dei circuiti
nell’attuale situazione del Sud
non -pone solo una questione di
uomini e di stabili, ma richiede
la « invenzione » di strutture agili, programmi di incontri, collettivi teologici, presenze intensive
e organizzate nella popolazione
per particolari temi o situazioni,
■per scuotere, incontrare, collegare, dialogare, predicare, evangelizzare (magari, come ha proposto il pastore Giambarresi, con il
trasferimento per alcuni mesi di
pastori e fratelli impegnati).
L’esigenza più urgente sembra
essere oggi quella del collegamente e del dialogo, perché il
poco parlare tra fratelli chiude
gli orizzonti e prelude alla dissociazione. Occorre una grande
azione di rinnovamento teologico
a livello di base, la maturazione
di nuovi quadri, slancio evangelistico a partire dalla partecipazione alle lotte sui temi più gravi
e scottanti della nostra società
meridionale. Questa CD ha rivelato che già si sta lavorando in
questa direzione, altro e di più
si potrà fare, con l’aiuto di Dio.
La trasmissione « Protestantesimo » di domenica 26 giugno, iniziata peraltro con un certo ritardo, ha
trattato il tema della religiosità
negli Stati Uniti d’America e delle Chiese cristiane in America. Erano presenti il moderatore past. A.
SbafiFi di ritorno dal suo recente
viaggio in visita alle Chiese e alle
Università americane e il giornalista R. Orlando come esperto in problemi americani. La trasmissione si
è presentata ricca di interventi interessanti, ma i discorsi fatti dal
« desiderio di pulizia morale » è
data dal fatto che sia stato votato
Carter della Chiesa battista del sud.
Il moderatore, pastore Aldo Sbaffi,
ba fatto una analisi meno ottimistica affermando di aver verificato
come in America le chiese tradizionaliste, fondamentaliste, che predicano la salvezza individuale dell’anima conoscano un grande successo e un aumento del numero di
membri al loro interno, mentre le
chiese che hanno preso posizione di
fronte alle ingiustizie ed ai proble
cristiani (TAmerica
l’uno e daU’altro ospite erano del
tutto indipendenti, seguivano cioè
filoni diversi originati da esperienze e formazioni diverse, quindi non
un dialogo, ma due conversazioni
parallele e distinte.
Il giornalista ha fatto un resoconto storico dell’influenza del Protestantesimo in America m'>ttendo
in evidenza soprattutto che cosa
questo abbia signiflcato per le masse negre — la religiosità che presiedette alla creazione delle colonie
atlantiche fu raccolta soprattutto
dai negri che dettero all’America
la più grande forma di arte originale : gli spirituals. E’ stata l’influenza protestante che ha permesso ai
negri quelle variazioni poetiche e
ingenue nei loro canti —. Secondo Ruggero Orlando la dimostrazione che c’è in America un risveglio di coscienza nel senso di un
mi sociali e politici (Vietnam, morte di Luther King, ecc.) sono in crisi sia dal punto di vista finanziario
che come numero di membri. In
effetti, afferma A. Sbaffi, « più la
chiesa è fedele al messaggio di Cristo ed è impegnata nella realtà della storia, più può diventare il piccolo gregge ».
Il pastore Sbaffi aggiunge che
oggi c’è comunque una nuova coscienza, una nuova solidarietà umana : dobbiamo accettare il nostro
tempo con tutte le problematiche
che presenta, non come pessimisti,
ma in un segno di speranza del domani.
Questo concetto viene ribadito
anche dal pastore Comba e su questa nota di fiducia si chiude la
trasmissione.
Miriam Bein Buzzi
LE PRINCIPALI DELIBERE
ra), che slittano alla mattina
della domenica, dopo un vivace
dibattito sui motivi per cui queste opere non presentano anche
relazione amministrativa. Si chiarisce comunque la volontà dela
C.D. e dei rappresentanti delle
opere di essere pienamente compartecipi e corresponsabilizzati
nell’azione di servizio, testimonianza ed evangelizzazione che
complessivamente si compie nel
Distretto.
Il culto alle ore 11 è tenuto
con la comunità di via Spezio :
si ascolta la predicazione di Luciano Deodato su I Corinzi 3.
Nel primo pomeriggio i lavori
proseguono : c’è poco tempo per
le relazioni dei Consigli di Circuito e se ne affrontano solo gli
argomenti più pressanti. Si conclude anche la discussione sull’operato della C.E. e sulle prospettive per il lavoro del prossimo anno. È già il momento
delle votazioni: la nuova C.E. è
così costituita: Presidente Giulio Vicentini, Vice Enrico Ciliari, Segretario Emilio Nitti, membri Enrico Trobia e Emola Pino;
'a c. d’E. è formata da Luciano
Deodato e Pino Testa.
Poi i saluti e le partenze.
A conclusione non si può tralasciare un pensiero riconoscente ai fratelli di Palermo, comunità di via Spezio e al gruppo
del Centro Diaconale « La Noce », per l’affettuosa accoglienza
e per essersi fatti carico di tutta l’organizzazione logistica.
L’anno prossimo tocca a Napoli.
Per evangelizzare
oggi il Sud
La CD, convinta che la fede in Cristo
non toglie là Chiesa dal mondo, ma le
offre la libértàt'di lavorare a pro degli
uomini per la loro salvezza e per la soluzione dei problemi della società,
considerate positivamente le lotte del
movimento operaio per II superamento
delle difficoltà economiche, sociali e
morali del nostro Paese a partire dal
Sud che ne, è colpito in modo particolare,
convinta che in questa situazione è
possibile sviluppare l'opera di evangelizzazione e testimonianza nel Sud,
invita le Chiese e le comunità di servizio insieme a proseguire la verifica del
rapporto tra fede e politica nella loro
azione e ad inviare i risultati di tale ricerca alla prossima CD.
( AM'unanimità ).
La predicazione
attraverso le opere
La CD nel richiamare le linee operative generali contenute nell'o.d.g. n. 13
Parroco di Barbiana
e maestro
di una generazione
Dieci anni fa, in un ospedale di
Firenze, moriva ancora in giovane età don Lorenzo Milani parroco di Barbiana nel Mugello. Autore di « Esperienze pastorali » e
« Lettera ad una professoressa »
che scrisse insieme ai suoi ragazzi di Barbiana rimane un personaggio di controcorrente nonostante che la sua protesta sia
stata ampiamente ripresa dai
mass-media e dalla cultura ufficiale. Sulla figura e sulla testimonianza di Milani desideriamo
tornare in un prossimo numero
con maggiore ampiezza.
La Luce è
il vostro giornale:
fatelo conoscere
Per qualsiasi numero del giornale è possibile prenotare delle
copie extra per la diffusione. Il
costo delle copie extra per lancio è di L. 100 la copia. Telefonare alla redazione, tei. 011/
65.52.78, entro la domenica sera
precedente la data di uscita del
numero che si vuole prenotare.
della CD 76, che richiede, nella pratica, una graduale applicazione, conforme
alla maturazione delle chiese e degli istituti ; auspica una sempre più stretta e
reciproca collaborazione delle opere e
degli istituti con la CE; dà mandato alla
CE di elaboraré, d'intesa con la direzione degli istituti e delle opere, una indagine conoscitiva sulla condizione economico-giuridica del personale, sui 'ivelli di consapevolezza da parte del personale stesso della testimonianza evangelica dell'opera e sul livelli della sua
partecipazione alla gestione, tenendo
presente il materiale già elaborato dalla
Commissione Chiesa della FGEl, adeguatamente adattato alla sensibilità e
alle situazioni locali.
(37 favorevoli, 14 astenuti, 4 contrari).
La CD, dopo aver ascoltato le relazioni degli istituti ed opere presenti nel
distretto, esprime profonda riconoscenza
all'Eterno che consente, pur tra mille
difficoltà e infedeltà di testimoniare il
suo nome in modi e forme diverse in
risposta a reali esigenze del territorio
e dei tempo presente.
Collegamento
e dialogo
La CD, discussa l'indicazione di collegamento e d,i dialogo contenuta nella
relazione della CE, dà mandato alla CE f
a) di esaminare e di ricercare tutte le
possibilità per attuare un maggiore collegamento tra il circuito e il distretto;
b) di favorire e di stimolare inizia
tive organiche volte al superamento di
atteggiamenti e comportamenti isolazionistici, in vista di un'elaborazione collegiale del senso e dei modi della nostra
presenza nel Sud.
(3 astenuti, nessun contrario).
Il servizio della Conferenza del
IV Distretto è stato curato da
Rosanna e Emilio Nitti.
Commiato
Un momento particolarmente commovente della
CD è stato il saluto al Pastore Enrico Corsani che
dopo 38 anni di servizio lascia il nostro Distretto per
la nuova sede di Brescia.
« Se potessi tornare indietro nel tempo e ricominciare il mio ministerio, chiederei ancora al Moderatore di inviarmi qui nel Sud,
dove per le difficoltà della
vita il bisogno delTEvan-gelo è così vivo e pressante »
ha detto il Past. Corsani e
noi abbiamo ringraziato il
Signore per i servitori che
ha suscitato per la sua
Chiesa e per il nostro popolo, nella certezza che altri ancora ne susciterà.
“Voi siete...,,
(segue da pag. I)
remo certo mai a risolvere? Uomini e gruppi insignificanti per
la storia. È giusto che ci togliamo qualsiasi illusione.
Eppure tornano le immagini
di Paolo: campo, edificio, tempio di Dio... Che importa allora
la nostra miseria? È la grazia di
Dio ciò che conta. Che importa
allora la nostra infedeltà? È la
fedeltà, di Dio quella che conta!
Per la Sua grazia ci è dato un
avvenire ed una speranza. Possiamo n'ietterci con gioia al lavoro rimuovendo anzitutto da
noi i complessi di inferiorità;
non è infatti importante il nostro numero, nia la qualità del
nostro impegno. Ed esso deve
consistere evidentemente molto
ne/f’annunciare la liberazione
dell'uomo dalle potenze che lo
dominano, perché egli sappia di
essere l'oggetto dell'azione del
Signore e non l'oggetto dello
sfruttamento del capitale in tutte le sue forme. Bisogna dunque
che sappiamo puntare molto sulla predicazione. Ma questo non
vuol dire aumentare il numero
dei pastori; perché tutta la comunità deve imparare, se già
non lo fa, a predicare l'Evangelo di Cristo. E la predicazione,
si sa, non viene fatta solo dal
pulpito la domenica, ma ogni
giorno nelle nostre azioni e nelle
nostre parole e consiste nel manifestare e vivere la signorìa di
Cristo sulla nostra vita. « Tutto
è vostro: il mondo, la morte, il
presente c il futuro... Voi invece appartenete a Cristo » (v. 23).
La Casa Evangelica in
S. Marzano Olivete (Asti)
è aperta dal 1/7 ai 31/8.
Per informazioni rivolgersi al Direttore Chiara
Aldo, Via Plana 105 - 15100
Alessandria - Tel. 0131/
55.995.
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1° luglio 1977
ATTENTATO ALLA CASA DEL PASTORE DI AGRIGENTO
Dopo le svasticheila bomba
Una comunità che fin dalla sua origine ha voluto portare nella società il lievito deH’Evangelo - Molte attestazioni di solidarietà
Nella notte fra domenica e
lunedì 13 giugno è stata collocata una bomba carta di media
potenza nello studio del pastore
della Chiesa Valdese di Agrigento. A questo scopo è stata sollevata la serranda di una finestra
al piano terra su di un vicolo
scarsamente illuminato. Poiché
detta finestra è interamente nascosta dalla scaffalatura della
biblioteca, i danni maggiori sono stati provocati ai libri, scagliati per tutta la stanza. Frammenti di vetro si sono conficcati
un po’ ovunque e in particolare
nel divano-letto riservato agli ospiti della casa pastorale. Sono
andati in frantumi i vetri della
scala del caseggiato e il boato si
è sentito in tutta la città.
Il fatto in sé non farebbe molto cronaca in Italia, in questo
periodo in cui si assiste a un
crescendo della strategia della
tensione, se non si dovesse notare come questa bomba sia una
« novità » per Agrigento. Infatti
prima di ora un ordigno di tale
tipo era stato usato solamente
anni fa presso la Questura ed
era valso a giustificare tutta una
serie di perquisizioni in ambienti
di sinistra, fra cui quella dell’alloggio pastorale. Vi è quindi un
salto di qualità nella provocazione politica messa in atto dalla
destra fascista.
Alcuni mesi fa era stata presa
di mira la sede dell’UDI e dell’ARCI (di cui è responsabile
Luigi Sferruzza, un prete sospeso a divinis dal vescovo per il
suo lavoro nella comunità di base di Favara), ma i teppisti fascisti si erano limitati a dare
fuoco a un po’ di materiale e a
scrivere sui muri « W il MSI ».
Anni fa quando tutta la città era
stata tappezzata di scritte fasciste, la chiesa valdese era stata
fregiata con dei « Gott mit uns »
e svastiche e un « Morte ai preti rossi ».
Il salto di qualità nella provocazione va forse ricollegato alla
segnalata presenza in città di
due noti picchiatori fascisti di
Messina, non certo in viaggio di
Conferenza delle Chiese Europee
Conciliarità:
via verso l'unità?
A Jassy, capitale della provincia rumena della Moldavia, si è
tenuta alla fine di aprile una riunione del Consiglio di presidenza della Conferenza delle Chiese
Europee (KEK), riunione alla
quale hanno partecipato anche i
22 membri del comitato consultivo.
In un documento reso pubblico al termine dei lavori è stato
comunicato che nei prossimi due
anni si dedicherà una attenzione
particolare ai problemi dell’applicazione dell’articolo conclusivo della conferenza di Helsinki,
sui diritti deU’uomo e di cui si
sta discutendo in questi giorni
alla conferenza di Belgrado. A
tal fine la KEK ha predisposto
un documento di studio che sarà inviato a tutte le chiese membro, per cercare di vedere quale
può essere il contributo specifico che le chiese possono offrire
su questo tema.
Dopo la V Assemblea del Consiglio Ecumenico delle Chiese di
Nairobi in cui si è dibattuto della « conciliarità », la KEK si propone anche di offrire un aiuto
alle chiese anglicane, ortodosse,
protestanti e cattoliche europee
per chiarire la loro posizione su
questo argomento. A tal fine è
previsto un incontro preparatorio, dal 3 all’S ottobre, a Sofia
sul tema : « Riscoperta della comunità delle Chiese — conciliarità : la via verso l’unità? ».
Nel corso dei lavori di Jassy
si è anche trattato della prossima assemblea generale della
KEK prevista per il 1979, 19-27
settembre, nell’isola di Creta,
su invito del Sinodo del patriarcato ecumenico. Il tema di detta assemblea, per il momento
ancora solamente indicativo, dovrebbe essere : « Nella forza dello Spirito Santo, liberi per servire il mondo ».
Sono anche state accolte le domande di due chiese che intendono diventare membri della
KEK, per cui il numero di chiese rappresentate nella Conferenza sale a 110. Si tratta della Chiesa apostolica armena e deH’Unione battista di Ungheria.
Il segretario generale della
KEK, pastore Glen Garfleld Williams, ha visitato le chiese scandinave per informarle del lavoro che la KEK sta portando
avanti, per approfondire con esse un dialogo sulle responsabilità delle chiese europee nel momento presente. Egli ha dichiarato, al termine della sua visita,
« Sono impressionato dal profondo senso di responsabilità e
dalla implicazione nelle chiese
europee e negli affari internazionali da parte delle chiese scan
dinave, tuttavia il lavoro della
KEK era pressoché sconosciuto
o mal compreso. Ciò che ho avuto modo di spiegare è stato accolto con vivo interesse e significherà certamente un maggiore
impegno a sostegno del lavoro
della KEK».
(BIPhSOEPI)
piacere per i bagni o l’archeologia !
Ma perché colpire la Chiesa
Valdese o un suo esponente?
Da anni la Chiesa Valdese ha
partecipato alle lotte per i diritti civili, per una società più giusta e democratica. Con la solidarietà espressa alla comunità
di base di Favara, i rapporti con
il Cattolicesimo del dissenso e
il movimento di Cristiani per il
Socialismo, la comunità valdese
tenta di uscire dal ghetto in cui
la vorrebbe rinchiusa il bigottismo e il clericalesimo di una
città supina ai potenti e asservita al clientelismo democristiano. Il lavoro del Centro Documentazione pur non riuscendo
ad aggregare a sé notevoli forze,
mostra come si può fare della
controinformazione sulla speculazione edilizia, sul problema idrico e altro. Una antologia « I
Nuovi Termini della Questione
Meridionale », pubblicata dalla
Savelli, è giunta alla quarta edizione. Infine proprio negli ultimi due mesi la comunità valdese
ha iniziato una collaborazione
con una locale Radio libera, trattando temi anche scottanti come
l’aborto, prendendo posizione su
Mistero Buffo con il comunicato della Tavola Valdese e del
Comitato Permanente Metodista, oppure schierandosi con gli
occupanti di case nella zona della frana di Agrigento del 1966.
È da sottolineare che questa
apertura della comunità valdese
verso i problemi sociali della città non è conseguenza della rivalutazione dell’impegno socio-politico avutosi in tutti gli ambienti della Chiesa Valdese negli ultimi anni, ma è frutto della impostazione data alla comunità sin
dalle origini. Infatti A. C. Sciascia, uomo di eccezionale cultura, uscito dal ó Cattolicesimo al
La finestra deU’alloggio pastorale devastata dalla bomba
tempo del modernismo, ridotto
alla fame grazie al Concordato,
perseguitato dal fascismo,, raccoglieva attorno a sé un piccolo
gruppo di credenti che non volevano ritirarsi dal mondo per
vivere privatamente una spiritualità diversa, ma desiderosi di
portare nella società il lievito
dell’Evangelo.
Non è quindi una esplosione
che può ridurre al silenzio la
comunità, ma anzi conferma i
credenti nella necessità del loro
impegno.
Per i prossimi giorni è indetta
una assemblea cittadina nel salone della comunità, per discutere di questo criminale atten
tato e programmare il futuro.
La comunità valdese di Agrigento ringrazia per le innumerevoli
telefonate di solidarietà dei rappresentanti delle forze politiche
della sinistra, delle comunità vaidesi viciniori e in particolare per
il comunicato della Tavola Valdese e Comitato Permanente
Metodista.
Adelfia e Mario Berutti sono
commossi per questa solidarietà che è dono del Signore, nella
certezza che Egli non ci abbandona, ci conferma nella vocazione, ci conduce, come suoi strumenti, « per sentieri di giustizia » (Ps. 23).
A. M. B.
II Sinodo delle
chiese evangeliche valdesi e metodiste
„ „ Roma, 15 giugno 1977
Caro Berutti,
nel corso della seduta congiunta della Tavola Valdese e del Comitato
Permanente metodista abbiamo avuto notizia dell’esplosione di una bombacarta, avvenuta in questa notte nel tuo appartamento, con ovvie conseguenze,
per fortuna non gravi, per l’immobile e per le cose. Ci rallegriamo del fatto
che non vi siano state conseguenze né per te né per i tuoi familiari.
Apprendendo questa notizia, non abbiamo potuto fare a meno di ricordare le analoghe « attenzioni » di cui la chiesa di Agrigento è stata oggetto
nel recente passato (la porta del tempio imbrattata di svastiche e di scritte
fasciste) ; indoviniamo facilmente che la matrice è la stessa.
Mentre esprimiamo a te, alla tua famiglia e alla comunità di Agrigento
il nostro affetto e la nostra solidarietà, incoraggiamo voi tutti a proseguire
—• malgrado le intimidazioni — il vostro lavoro di testimonianza cristiana,
che si esprime in atti concreti di impegno per la liberazione degli uomini
da ogni soggezione.
Con fraterni saluti.
Per la Conferenza metodista
Il Presidente t
Sergio Aquilante
Per la Tavola Valdese
Il Moderatore
Aldo Sbaffi
LA FDEI PRENDE POSIZIONE SUL BLOCCO DELL’ABORTO
Pesi gravi sulle spalle della gente messi
da chi non li tocca neppure con un dito
Che il Senato abbia fatto passare la richiesta, presentata dalla D.C., di incostituzionalità della
Legge sull’aborto, ripropone il
problema in maniera ancora più
scottante.
Già le Donne Evangeliche riunite a Rimini nel Congresso Interdenominazionale del 5 maeqio
1974, avevano compilato il seguente o.d.g. (che allora venne
accantonato perché più pressante, a quella data, il problema del
referendum del divorzio):
« Il Congresso Interdenominazionale Femminile Evangelico...
considera in linea generale l’aborto come un male che ci si deve
adoperare a prevenire ed evitare
con tutti quei mezzi e quelle iniziative che salvaguardano la dignità della singola persona e coinvolgono la responsabilità di tutta
la società.
In particolare ritiene:
— che l’applicazione del comandamento ’’non uccidere” al
caso dell’aborto è ammissibile
solo se è fatta con altrettanta decisione ai casi della guerra, dell’omicidio bianco, ecc. ecc.
— che l’istruzione e l’educazione in materia sessuale vadano allargate ed estese responsabilizzando la famiglia, la scuola, '’li
enti locali, la chiesa;
— che il vroblema dell’aborto
vada risolto all’origine ossia mediante una prevenzione del concepimento di cui siano resi ugualmente responsabili tanto la donna quanto l’uomo;
— che vada introdotta nella legislazione una regolamentazione
dell'aborto tale da contribuire efficacemente da un lato all’abolizione delle attuali discriminazioni fondate sul denaro, e dall’altro — pur riconoscendo le indicazioni terapeutiche, sociali, psicologiche per V aborto — non
contribuisca a trasformarlo in
una sorta di contraccezione ritardata, il cui peso ricadrebbe esclusivamente sulla donna ».
Il Comitato Nazionale della
F.D.E.I. non poteva, quindi, rimanere insensibile di fronte alla irresponsabilità della D.C. che, in
ossequio alle disposizioni emanate dalla Conferenza Episcouale Italiana, lascia insoluto un
problema grave e penoso come
quello deH’aborto clandestino:
Tutti sappiamo che in Italia
l’aborto clandestino miete orai
anno vittime il cui numero effettivo si ignora; che si pagano fior
di quattrini a « mammane » che
praticano l’aborto in condizioni
igieniche e con mezzi rudimentali da far rabbrividire.
Per non parlare dei medici avidi e perciò compiacenti o delle
cliniche all'estero dove le donne
della ’’società bene” si recano a
trascorrere un periodo di ”ri
poso .
Il problema esiste, è reale, ed
era urgente che il Paese se ne facesse carico. Ecco perché, riprendendo le istanze emerse al Congresso di Rimini, il Comitato Nazionale della F.D.E.I. ha ritenuto
opportuno elevare pubblica protesta contro tutte le manovre che
ritardano la soluzione civile ed
umana di un nroblema che non
può non farci sentire anche, in
parte, resnonsabili.
Perché si abortisce? E’ certo un
interrogativo che angoscia coloro che sentono la responsabilità
di chiamarsi cristiani.
La Chiesa Cattolica sa soltanto proibire e punire chi osa trasgredire le sue leggi.
Noi donne evangeliche sappiamo quanto diverso sia stato
l’insegnamento e l’esempio di Gesù che condannava i Farisei perché: « legano dei pesi gravi e li
Comunicato
Il Comitato Nazionale della
Federazione Donne Evangeliche in Italia preso atto che la
legge sull’aborto è stata bocciata al Senato,
esprime vibrata protesta per
r atteggiamento irrazionale
della Democrazia Cristiana
che preferisce lasciare insoluta la piaga dell’aborto clandestino, largamente praticato in
Italia, piuttosto che ricercare,
attraverso un democratico e
libero confronto, una regolamentazione adeguata che però
non mortifichi la donna.
Denuncia l’atteggiamento
della Democrazia Cristiana
che strumentalizza per i propri fini in modo discriminatorio, a danno della donna, il
diritto alla vita, mentre niente
fa per rendere operante la
legge sui consultori da lungo
tempo anprovata.
Il Comitato Nazionale della
Federazione Donne Evangeliche in Italia, richiamandosi
all’Evangelo, che è annuncio
di liberazione, di solidarietà
e di amore, condanna tutte le
manovre che ritardano leggi
atte a tutelare la persona umana ricordando che il diritto alla vita significa anche eliminare le cause che portano
alla disoccupazione, alla violenza, alle morti e agli aborti
bianchi.
Federazione
Donne Evangel. in Italia
mettono sulle spalle della gente;
ma loro non li vogliono muovere
neoDure col dito » (Matteo 23: 4).
Noi donne evangeliche siamo
consapevoli che non si sanano ’e
situazioni sbandierando norme e
principi se a questi non fa seguito un reale impegno per conoscere e rimuovere le càuse che conducono a scelte estreme come
quella dell’aborto.
Lasciamo alla Chiesa cattolica
dire che Dio non vuole l’aborto.
Noi diciamo che reclamiamo il
diritto alla vita non solo per il
feto ma ancor più per ogni altra
creatura umana. Dio non vuole
neppure i bambini abbandonati
nei brefotrofi prima, nelle strade
poi, ad accrescere la delinquenza giovanile che la società si affretta a punire. Dio non vuole
neppure lo sfruttamento, l’oppressióne, la violenza la discriminazione, l’emarginazione, la disuguaglianza fra i Suoi figli.
A differenza dei Farisei di tutti
i tempi, sia di tutte le donne
evangeliche e di tutti coloro la
cui norma è l’Evangelo l’impegno a rimuovere dalle spalle della donna il grave peso dell’aborto. Lottiamo contro la violenza
che viene perpetrata sulla donna, contro la disoccupazione, lo
.spettro della fame, la mancanza
di abitazioni; offriamo alle donne e agli uomini una sana educazione sessuale; battiamoci per
una effettiva parità dell’uomo e
della donna, perché sia resa operante la legge sui consultori; adoperiamoci per creare uomini e
donne liberi, coscienti e responsabili.
Allora, quando come « uomini » di buona volontà, avremo
cercato di realizzare condizioni
di vita tali che non mortifichino
nessuna creatura umana, solo allora avremo l’autorità di dire:
« Non ti è lecito abortire »..
Vera Velluto
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1° luglio 1977
ULTIME BATTUTE
Il dibattito sul Mistero Buffo registra le sue ultime battute un po* stanche per le inevitabili ripetizioni. Riportiamo comunque alcuni stralci.
Lando Mannucci, Firenze, esprime
un giudizio favorevole a proposito dell’intervento di solidarietà con Dario
Fo (lettera Aquilante-Bouchard), e
prosegue:
Quel che non m’è piaciuto invece
è 1 articolo di J.L. Sappé per il suo,
tono molto saputo e per certe affermazioni che non riesco a digerire come
quella che, secondo lui, le masse riscoprono nel « Cristo », sia pure fra
virgolette, del Mistero Buffo, un compagno di lotta e di baldoria. È vero
che il Cristo senza virgolette rifiuta
Tingiustizia e l’ipocrisia, ma rifiuta,
se non sbaglio, anche il conformismo
e 1 accettazione acritica e qualunquista di qualche nuovo virgolettato Cristo.
Carlo Vicari commenta da Tokyo
(fin dove arrivano le onde sollevate
da una sassata nell’acqua-) la lettera
della TEV dicendo tra l’altro;
(...) Una voce di solidarietà a Fo
non mi sembra fuori luogo, ma guai
se fosse l’unica occasione in cui essa
si facesse sentire. Libero d’altra parte
Fo di esprimere le proprie convinzioni,
^ anche di mettere in ridicolo Cristo.
Ciò che noi, come credenti, dobbiamo
difendere è proprio questa libertà di
esprimersi. A Fo potremo rispondere
contestandogli alcune affermazioni espresse, non certo tappandogli la bocca, come chi difende la cultura dominante ha sempre fatto e continua a
fare. Contro tale impostazione dobbiamo sempre sollevarci, ogni qual volta
essa si manifesti.
Interviene anche Jean Louis Sappé,
Angrogna, chiamato più volte direttamente in causa, proponendo ironicamente che una censura preventiva sia
instaurata mediante
« una ben definita casistica in base
alla quale attenersi nel giudicare se
un articolo da pubblicare suWEco-Luce
sm o meno in linea con il ’’pensiero
delle Chiese Evangeliche Valdesi e
Metodiste” ».
QUALCOSA
DI NUOVO
Riteniamo invece utile riportare integralmente la lettera di un giovane
fratello perché dice qualcosa di nuovo
sulla « polemica Fo », e più in generale sulla rubrica « A colloquio con i
lettori », che credo valga la pena meditare.
Egregio Sig. Direttore,
questa lettera non vuole essere una
polemica, ma semplicemente un invito alla riflessione. Da molto tempo mi
sono accorto che l’utUe momento di
scandio di idee che dovrebbe essere la
rubrica « A colloquio con i lettori » è
invece diventato il luogo e U mezzo
per propagandare teorie personali di
ogni genere e condannare quelle degli
altri. È più che umano che ogni persona sia convinta fino all’estremo di
ciò che afferma, ognuno crede in certi
valori ed in certi princìpi, ma questo
non è affatto un motivo valido per
ergersi a giudici degli altri e a censori
delle idee altrui.
La Verità con la « V » maiuscola
non sta mai da una parte sola e non
si può mai essere certi di possederla,
qualunque sia l’argomento che si sta
trattando. Questo, beninteso, non eselude che questa Verità debba essere
cercata, ma cercarla significa tener
conto di ogni altra idea, di ogni contributo che gli altri ci possono dare.
Quindi è troppo facile « sputare
sentenze » dall’alto di un pulpito e
dire questo è giusto e quest’altro è
sbagliato, tu hai ragione e tu devi
essere condannato; per lo meno, la
storia dovrebbe insegnare qualcosa a
questo riguardo a noi protestanti. Del
resto Cristo non ha mai giudicato ed
è morto proprio a causa di un giudizio
e di una condanna umani.
Perciò vorrei invitare quanti già
hanno inviato delle lettere e quanti
ancora lo faranno, a tener presente
che il Gesù vero non è né quello di
Dario Fo, né quello di Zeffirelli perché
frutto di elaborazioni umane, ciò che
importa è cercare di cogliere quello
che c e di positivo nel lavoro fatto dai
due registi. Cosi, non è forse più costruttivo ed utile considerare nel complesso la traduzione interconfessionale
del Nuovo Testamento invece che fossilizzarsi e inaridirsi in una controversia controproducente e vana su un
unico versetto? Tanto più che la storia e la realtà ci mostrano come chi
vuole riesca sempre a modificare, ad
interpretare a prò suo, in buona o in
cattiva fede ciò che sta scritto nella
Bibbia.
Vor«ei concludere aggiungendo soltanto che ho 19 anni e veder sprecare
con presunzione (inconsapevolmente
o no) gli avverbi « cristianamente »,
« fraternamente » ecc. come sta accadendo, non è certamente un insegnamento utile ed edificante, né, tanto
meno, confortante. Basterebbe solo un
po’ più di umiltà da parte di tutti...
0 forse è chiedere troppo?
Valdo Pasqui, Pistoia
Con questo consideriamo concluso
Vargomento, Mistero Buffo e saremmo
hen lieti se il dibattito sulla Traduzione Interconfessionale proseguisse come indicato: non su un solo versetto
e senza avere la verità in tasca.
STATISTICHE
Un lettore di Bologna, Paolo Gnudi, ci fa notare che la tabella pubblicata sul n. 22 contenente il rapporto
membri - abbonati, risultava piuttosto
incomprensibile ed è stata fraintesa
come se riportasse la percentuale degli
abbonati sulla totalità dei membri. Ci
scusiamo per la poca chiarezza, dovuta al fatto che nella pagina dedicata
alla diffusione del giornale (n. 18 del
6.5.77) avevamo impostato il discorso
suggerendo alle chiese di « esaminare
1 dati della diffusione sulla base del
rapporto esistente tra i membri di chiesa e gli abbonati (possiamo indicare
come meta ottimale il rapporto di un
abbonato ogni 4 membri di chiesa?) i>.
Proseguendo il discorso (ma ahimè un
mese dopo e senza un esplicito richiamo), intendevamo mostrare che essendo Vattuale rapporto di 1 a 7,61, la
nostra meta è il raddoppio globale.
In termini di percentuale sulla totalità dei membri valdesi e metodisti, ci
suggerisce il fratello Gnudi, gli abbonati sono il 13,12% e i non abbonati
P86,88%. Una cosa è certa: che in un
'modo o nelValtro siamo ben al di sotto
delle possibilità reali di diffusione!
Franco Giampiccoli
EMARGINAZIONE
DI FATTO
Caro Direttore,
molti telespettatori si lamentano per
I ora in cui la trasmissione televisiva
Protestantesimo viene mandata in onda. A suo tempo era stato assicurato
alla Federazione che l’orario d’inìzio
sarebbe stato tra le 22,45 e le 22,50.
Purtroopo è stato rispettato poche volte e da qualche tempo in qua lo è
sempre meno. Ultimamente poi, due
programmi che toccavano temi scottanti come l’ora di religione a scuola
e la visita del primate della chiesa
anglicana al pontefice romano, sono
andati in onda alle 23,35. Molti vi
hanno visto una forma di censura.
Personalmente non lo credo, ma sta
di fatto che questi ritardi sempre maggiori danno adito a un sospetto del
genere.
Ospitando sui teleschermi le trasmissioni della minoranza protestante
e di quella israelita, la RAI aveva dato prova di apertura e di pluralismo,
per i quali è giusto esprimere il nostro
apprezzamento. Ma il pluralismo è tale
finché le minoranze sono messe in condizione di parlare a un certo pubblico,
diciamo a un milione di telespettatori :
attraverso di loro effettivamente ci si
rivolge al paese e si diventa uno degli interlocutori di un pluralismo democratico. Ma se la trasmissione viene
respinta in orari di ascolto scarso o
nullo, il pluralismo diventa una beffa.
Ed è quello che succede quando le
trasmissioni delle minoranze religiose
— già collocate dopo il telegiornale
che normalmente chiude la serata —
vanno in onda alle 23,30 passate per
finire dopo mezzanotte. E’ una situazione inaccettabile e, al limite, offensiva. Si tratta senza dubbio di problemi
di^ organizzazione interna della RAI e
non di una esplicita volontà di emarginare o censurare le minoranze religiose : cosa questa che in epoca postconciliare sarebbe inaccettabile dai
cattolici stessi; sta di fatto però che
nelle condizioni attuali l’emarginazione
c’è ed è pesante.
Ho sollecitato da tempo la direzione
della Federazione e delle chiese evangeliche italiane a muoversi. Oceorre
far presente ai vertici della RAI e
alla Commissione Parlamentare di Indirizzo e Vigilanza il fatto che ho segnalato, e cioè che una decisione politica in origine pluralistica si sta trasformando nel suo contrario, ossia nell’emarginazione delle minoranze religiose italiane. L’orario che la nostra
trasmissione assumerà ci dirà con i
fatti se la RAI e la Commissione Parlamentare vogliono il pluralismo o
l’emarginazione.
Aldo Comha
Centenario dell’Alleanza Riformata Mondiale - Stucii biblici preparatori
La gloría di Dio
e l’avvenire deil'uomo
Due temi in apparenza contrastanti che vanno affrontati
porto all’altro per evitare posizioni unilaterali
uno in rap
L’« Alleanza Mondiale delle
Chiese Rifonnate » celebra quest’anno il suo primo centenario.
La prima assemblea generale
dell’«Alleanza presbiteriana mondiale » ebbe luogo infatti a Edimburgo, in Scozia, nel 1877.
Il « colloquio del centenario », che sostituirà l’assemblea
generale, avrà luogo quest’estate
— in agosto — a St. Andrews, in
Scozia, ed avrà come tema principale di discussione « La Gloria
di Dio e l’avvenire dell’uomo ».
Dagli studi preparatori all’Assemblea riportiamo — in due
puntate — una sintesi degli argomenti più importanti in essi
affrontati.
Il tema
È opportuno impostare il problema che concerne l’avvenire
deU’uomo — e dell’umanità —
in stretto rapporto con il messaggio della gloria di Dio? Non
si tratta di due grandezze incomparabili?
Oggi infatti molti condividono
pienamente l’esigenza della costruzione di im avvenire comune,
e sono pronti a impegnarsi a
fondo per questa causa. Ma
l’espressione « gloria di Dio » rimane per loro una realtà estranea. Per chi cerca un nuovo avvenire per l’umanità combattendo l’oppressione razziale, politica ed ideologica, la violenza sull’uomo e la distruzione della natura, in un mondo carico di tensioni e di minacce, che signiffcato può avere parlare di «gloria di Dio »?
E, al contrario, rendiamo giustizia alla profondità ed alla
ricchezza della «gloria di Dio»
testimoniata nella Bibbia, mettendo in stietto rapporto questa
realtà con 1’« avvenire dell’uomo »? Non si tratta di una « manipolazione» discutibile ed arbitraria di un’espressione biblica, che indica invece la manifestazione ultima della maestà divina : « soli deo gloria »?
Eppure questi due aspetti sono presenti nella vita delle nostre
Chiese, spesso per difetto: quietismo e scarso impegno politico
e sociale da una parte, debole
testimonianza della visione liberatrice della « gloria di Dio »
dall’altra.
Questi due aspetti del tema
vanno affrontati l’uno in rapporto all’altro, per evitare posizioni unilaterali, « orizzontalismi » o
« verticalismi ».
La gloria di Dio
nella testimonianza biblica
È importante iniziare la riflessione sulla « Gloria di Dio » partendo dal punto di vista biblico. Il termine neotestamentario
che esprime il concetto di gloria,
« doxa », è preso dal linguaggio
comune (= opinione) ma viene
impiegato con un significato
particolare : gloria, nel Nuovo
Testamento, indica infatti la luce divina e celeste che rappresenta la sovranità e la maestà
divina, l’essenza stessa di Dio e
del mondo celeste.
Questo concetto è già presente nell’Antico Testamento, racchiuso nel termine ebraico «kabod», e si manifesta: 1) come
gloria di Dio che accompagna
l’evento della rivelazione: la presenza dialettica di Yahveh, inaccessibile e vicino, libero e sovrano. La sua gloria è come un fuoco che divora, vedere Dio significa morire; 2) come «glorificazione » dell’incomparabile potenza di Yahveh, che si esprime
nella storia. Alla luce della sua
gloria impallidisce la gloria dei
principi e delle potenze della terra... 3) come «alleanza» fra Dio
e l’uomo, che, nel nuovo rapporto di fede e fedeltà, trasforma il «mysterium tremendum»
in azione liberatrice; 4) come
«promessa » per il compimento
della storia del popolo di Israele e delle nazioni, in ima visione
escatologica di redenzione.
La gloria di Dio
in Gesù Cristo
Il passaggio dall’Antico al Nuovo Testamento non rappresenta
una rottura, ma una concretizzazione radicale del concetto di
« Gloria di Dio ». Anche nel Nuovo Testamento gloria esprime
la presenza di Dio nella sua rivelazione, l’attesa del popolo di
Dio nella « pienezza dei tempi »,
segno di una nuova e definitiva
alleanza. Il suo orientamento è
escatologico e dinamico : il regno di Dio è il regno della gloria.
Ma il Nuovo Testamento porta la concretizzazione per eccel
VIA MAESTRA
— Constatando Vaccecamento e la miseria dell’uomo, considerando tutto l'universo muto, e l’uomo privo di luce, abbandonato a se stesso e come sperduto in questa landa desolata
dell’universo, senza sapere chi ce l’ha messo, e che ci sta a
fare, la sua immensa solitudine, ciò che diventerà con la morte, incapace com’è di qualsiasi conoscenza, io resto angosciato
conte chi, trasportato mentre dormiva in un’isola deserta e
orrida, si svegliasse senza sapere dove si trova e senza mezzi
per uscirne.
Pensando a tutto ciò, mi stupisce come non si cada nella
disperazione per tale, miserabile stato. Scorgo attorno a me
molte persone, simili a me, chiedo loro se sono meglio informate di me, rispondono di no, e intanto si consolano con passatempi, oggetti piacevoli, e ci si affezionano, per vincere lo
sgomento e la paura.
Io non ho potuto affezionarmi a nulla; considerando che
ci fosse qualcosa oltre quello che vedevo, ho sempre cercato,
con accanimento, dove Dio avesse lasciato i segni della sua
presenza.
Tutti quelli che hanno preteso penetrare nel mistero
di Dio senza passare per la strada maestra della « via, veritas,
vita » di Cristo, non sono riusciti a stabilire un contatto con
lui, si sono persi nelle pastoie di un discorso, a volte affascinante, ma non risolutivo.
Per mezzo di Cristo conosciamo Dio. Egli è la prova che
ci mancava per poter ammettere di non essere rimasti orfani
in un universo beffardamente vuoto.
Cristo è la compiacenza di un Dio che desidera stare coi
figli degli uomini. Non c’è maggior prova della sua divinità
che questo suo potere ineffabile di mediaz.ione, e riconciliazione. In lui, per mezzo di lui, conosciamo la natura di Dio. Adesso ancora imperfettamente, come in uno specchio, secondo la
espressione di San Paolo, al momento giusto faccia a faccia.
Ma questo conoscere Dio imperfettamente, oggi già ci basta.
In Cristo conosciamo la nostra miseria, che non è tanto costitutiva, quanto « proiettiva », ossia: capacità d’inquinamento,
d’allontanamento da Dio.
Cristo, il restauratore della nostra vera dignità.
Blaise Pascal
lenza della gloria di Dio, nella
persona di Gesù Cristo. Espressioni applicate a Dio vengono
riferite nello stesso modo a Cristo : accanto all’espressione « Dio
di Gloria» (Atti 7: 2) troviamo
«Il Signore della gloria» (I
Cor. 2:8; Giac. 2: 1). L’escatologia veterotestamentaria poteva essere definita con la frase
« vedere la gloria del Signore »
(Es. 40: 5), quella del Nuovo Testamento può essere intitolata :
« apparizione della gloria del nostro grande Signore e Salvatore,
Gesù Cristo» (Tito 2: 13).
La maggior parte delle affermazioni sulla gloria di Cristo
riguarda il periodo post-pasquale, riferito alla resurrezione di
Gesù ed al suo glorioso ritorno
(parousia). La stessa gloria è manifestata anche nella trasfigurazione, annuncio di una realtà futura, momento fugace, in cui non
è possibile « conservare la storia
di Dio ».
Appare, già nella trasfigurazione, il tratto decisivo della testimonianza neotestamentaria relativo alla gloria : la sofferenza
di Gesù, che lega il Cristo alla
situazione di sofferenza dell’umanità. « Dio è glorificato » nella
passione e nella morte di Gesù.
Le conseguenze dell’integrazione radicale della gloria di Dio
nella persona e nella storia di
(3esù Cristo si possono sintetizzare nei seguenti tre punti :
U La gloria di Dio
in Gesù Cristo è una gloria
ad immagine umana
In II Cor. 4: 6 l’apostolo Paolo parla de « la gloria di Dio
che appare sul volto di Cristo».
« La gloria di Dio — dice Karl
Barth — è la gloria del suo volto,
è il suo volto stesso : Dio in persona, Dio che porta un nome e
che chiama anche noi, a nostra
volta, per nome ». La sua via è
la via dell’incarnazione : gloria
di colui che « si abbassa e che
serve» (Pii. 2: 5-11).
2) La gloria di Dio
in Gesù Cristo
è la gloria della croce
Essa celebra l’amore di Dio,
che è più forte della morte. È
questo amore che fonda la gloria della croce. La gloria di
Dio è rivolta ai sofferenti ed
agli oppressi : questo concetto non è nuovo nel Nuovo Testamento, va messo invece in relazione con la gloria di Dio nell’alleanza. La vera « rivoluzione» che il Nuovo Testamento
porta al concetto di « gloria » è
il fatto che questa gloria non
solo comprende la sofferenza,
ma che — nella sofferenza di
Dio — si riveli la sua vera essenza. Quando Dio prende forma di
servo, egli non abbandona la
sua gloria. Al contrario, la conferma. Nell’umiliazione del figlio di Dio, Dio è veramente glorioso.
3) La gloria di Dio
in Gesù Cristo
si manifesta nello potenza
della sua resurrezione,
in mezzo a un mondo vecchio,
come forza di una nuova realtà
Abbiamo accennato al fatto
che la maggior parte delle affermazioni esplicite sulla gloria di
Cristo si riferiscono alla sua resurrezione e al suo ritorno. Si
tratta di avvenimenti escatologici, segni di un nuovo mondo che
fa irruzione nel nostro tempo.
« Gesù, per la sua resurrezione,
è entrato nella gloria di Dio che
viene, e, inversamente, in lui e
attraverso la sua storia, questa
gloria penetra già nel mistero
del tempo presente» (Moltmann).
Il mondo degli uomini è « sfatato ». La resurrezione di Cristo
inaugura 1’« insurrezione » dei figli di Dio, cioè, molto concretamente, la missione cristiana
« nel mondo intero ». La gloria
di Dio chiama al servizio i suoi
testimoni.
5
1'' luglio 1977
_______________IL DOCUMENTO DEL SINODO NAZIONALE DELLA CHIESA RiFORIVIATA DI FRANOTA
L’etica sessuale e familiare
Tra I apertura ispirata alla guida di Gesù Cristo e il limite invalicabile costituito dalla sofferenza altrui, alcune prospettive etiche proposte a « normali » e marginalizzati, genitori e figli, coppie e singoli
Ogni generazione crea nuove forme di
amore, ma da quando esiste l'Evangelo
risuona la stessa esigenza di fraternità,
Vogliamo amarci, uomo e donna, senza
che 1 intimità esaurisca la meraviglia dei
nostri corpi e dei nostri cuori, e senza che
il mistero che permane ci renda estranei
1 uno all altro. Sogno fragile, d’una novità
inesauribile.
Ma Gesù Cristo ci guida ancora: l’amore non si ama da solo, fosse nure a due.
Si estende sempre ad altri: il figlio, la famiglia, 1 amico, lo sconosciuto, in breve il
mondo. Non c’è amore domestico che
resista lontano dalla storia di tutti.
La nostra famiglia, la nostra sessualità
rifiutano 1 incanto illusorio della reclusione; esse vogliono venire al mondo; segrete, ma avide di comunicare; intime, ma
impazienti di testimoniare che la felicità
è possibile; tenere, ma risolute ad infrangere bruscamente la legge della cupidigia
e del potere, in cui soffocano tanti uomini; allegre, ma pronte a condividere la
sofferenza; libere infine, ma disposte a
servire in tutto.
Sessualità, famiglia. Nessuno di noi, e
10 sa bene, amerebbe con tanta forza se
11 suo corpo non avesse stretto fino al sangue i suoi legami con la terra. L’aspra
bellezza del mondo che capta con tutti i
suoi sensi, la donna che ama, il figlio che
lascierà partire nella mischia della vita,
gli altri, tutti gli altri, ecco la sua carne.
Ad essa si dà interamente, con le braccia
tese, portando, in questo solo gesto, come il Cristo inchiodato, Favventura del
mondo.
Dio ha sempre parlato agli uomini nella loro storia e oggi l’Evangelo ci raggiunge nella nostra: non ci chiede uno studio
letterale e intemporale del testo, ma una
lettura per l’oggi diretta dalla nostra fede e dalla nostra intelligenza.
Perciò non possiamo estrarre un’etica
bell’e fatta dalla Bibbia che è li per consegnare l’Evangelo a noi e noi all’Evanaelo.
I marginalizzati
La Chiesa è consapevole della somma
di sofferenza che l’emarginazione produce
nei confronti di determinate persone.
Qualunque sia la natura di questi marginalizzati, la Chiesa deve accoglierli.
La Chiesa intende rispettare la loro persona, qualunque sia la loro diversità.
La Chiesa si aspetta da loro che essi
tendano verso un equivalente rispetto
della « normalità ».
D’altra parte questi marginalizzati ci
mettono di fronte ai nostri limiti, ci interrogano sulle nostre proprie incompletezze.
il bambino
Il Sinodo ha udito la sofferenza di certi
bambini oggetto di maltrattamenti fisici
o morali carichi di conseguenze. Una delle
cause è la miseria materiale, culturale o
morale di certe famiglie, miserie largamente condizionate dalla nostra società.
Il Sinodo s’interroga sui fattori che
hanno impedito a questi bambini di essere dei segni di vita e di speranza, degli
esseri chiamati a conquistare la loro indipendenza, degli essere aperti agli altri
e al mondo...
Gli adolescenti
L’emergere della sessualità adolescente
è un fatto della nostra epoca, nella quale
possiamo riconoscere la freschezza, la
gioia e il timore del corpo, la possibilità
di un rapporto e di una scoperta... Ma
non si possono tacere i rischi tanto sul
piano fisico che su quello psichico; molteplici rapporti sessuali a quest’età perturbano una personalità in pieno sviluppo.
Un’educazione sessuale che dia tutte le
sue possibilità all’adolescente si prefigge
come obiettivo che al desiderio ¡sia lasciato il tempo di svilupparsi, piuttosto
che ad esso sia offerto un appagamento
immediato e parziale: si tocca qui il problema deH’educazione in generale, in una
società che sfrutta il desiderio per smerciare delle soddisfazioni immediate e anticipate.
Le relazioni
non coniugali
Nell’intenzione di alcuni giovani sono
positivamente una manifestazione della
loro fede nell’amore, e al di là delle contestazioni attuali del matrimonio istituzionale, è questo il fatto che la Chiesa
deve anzitutto percepire...
Esse sono anche il segno del loro desiderio di vivere l’intensità piuttosto che la
usura, un momento forte e pieno, piuttosto che una durata in cui può morire la
relazione.
Che i genitori capiscano questa esigenza, che i giovani conservino la delicatezza
nei confronti dei genitori, che la Chiesa
annunci attraverso l’Evangelo che l’avvenire non è votato alla fatalità dell’usura,
ma aperto a occasioni continue di rinnovamento!
Il celibato
Non fare del matrimonio la norma obbligata di una vita significa rendergli tutto il suo valore; non fare del celibato un
fallimento, un rifiuto, un non-matrimonio,
significa riconoscergli un valore autonomo.
Difficoltà per certuni, ma anche apertura, disponibilità, coraggio, felicità, per
qualcuno consacrazione, il celibato consente tutto ciò contemporaneamente.
La famiglia
La famiglia, che resta desiderata dalla
maggioranza, è chiamata ad essere un
luogo di realizzazione per tutti i suoi
membri:
Luogo dove si vive l’amore coniugale,
luogo propizio alla formazione dei bambini,
luogo aperto all’altro.
È diffìcile rimpiazzarla in questo ruolo.
Ma questo diventa sempre più diffìcile
nella nostra società... È quello che si
chiama comunemente la crisi della famìglia.
Davanti a questa crisi, una difesa della
famiglia cieca e senza sfumature non è
possibile... le accuse portate contro di essa, le sofferenze vissute talvolta nel suo
ambito, vanno nella medesima direzione.
Le esperienze comunitarie, in cui vengono messi in comune i beni, le idee, l’educazione dei bambini, ci interpellano con
forza: molti dei loro aspetti sanno di
Evangelo.
Eppure sono anche molto diffìcili da
vivere...
Le comunità che includono la vita sessuale in ciò che è messo in comune non
offrono vantaggi specifici rispetto alle
precedenti. Esse sono pericolose per i piccoli. Molte volte, nell’ebrezza del loro progetto, esse impegnano i loro membri al
di là di quanto possono sopportare: donde
la frequenza di fallimenti spesso drammatici.
Questa disapprovazione non esclude la
continuazione di un dialogo a tutti i livelli.
Ma famiglia e comunità umane sono
luoghi troppo angusti di fronte alla folle
ambizione dell’Evangelo di radunare il
popolo di Dio: dei fratelli, dei figli, con
un solo Padre.
La coppia
e la sua fedeltà
Matrimonio, impegno per la vita, fedeltà, sono legati insieme.
Rispetto alle ideologie attuali, alla ragione e alla logica, questo impegno è una
sfida, ima provocazione, una follia: è prr
cisamente la sua possibilità: dandosi per
obiettivo un’impossibilità la coppia mette
in moto la propria storia.
Contro l’idea di un tempo che distrugge, l'Evangelo annuncia un tempo di rinnovamento a causa del Cristo che viene.
In questa prossimità che caratterizza
sessualità e famiglia, le nostre passioni
spesso sono a nudo. Siamo tentati di lasciarle correre, a briglia sciolta. Forse è
un bene. Ma la lucidità non deve mai mancarci. Perché le nostre libertà si scontrano con un limite invalicabile: la sofferenza altrui.
Nessun interesse personale, nessun desiderio può giustificare il fatto che noi
roviniamo qualcuno. L’Evangelo rieifferma questo paradosso della fede; noi esistiamo per e per mezzo di qualcun altro.
Darsi a lui, per liberarlo: e la sua libertà
a sua volta ci libera. Nel farci servitori,
noi chiamiamo due esseri alla libertà:
l’altro e noi stessi.
(traduzione di Angela Newport)
Quando un sinodo conclude
(segue da pag. 1)
che la chiesa stia perdendo una
occasione di dialogo con la loro
generazione. Altro che le nostre
risse con la Egei!
Questa relativa (forse, provvisoria), «distanza» dai giovani è
un sintomo della posizione difensiva in cui si trova il protestantesimo francese : profondamente radicato nella storia nazionale, certo, ben presente alla
ribalta dell’attualità, ben organizzato (1.200 pastori, di cui 500
nella chiesa riformata), finanziariamente autosufficiente, dotato
tutt’oggi di personalità di prima
grandezza, il glorioso organismo
dei figli degli Ugonotti sembra
accusare qualche colpo nel motore. Paradossalmente, la visibile « ritirata cattolica » (forte calo delle vocazioni sacerdotali,
chiese deserte, lacerazioni interne) sottolinea le difficoltà che
incontrano i riformati ad affrontare un mondo pervaso da una
corrosiva cultura laica cauzionata dai Savi dell’Università,
una Francia gerarchica e stabile, in cui i cittadini godono privatamente di un pesante benessere al prezzo d’un non meno
pesante lavoro. Forse è l’immagine delle nostre difficoltà di domani.
Una (discussione
senza ipocrisia
Un sintomo caratteristico della diversità di situazione (o di
tempi) sta nel tema centrale del
sinodo: mentre noi ci scanniamo su temi politici, il sinodo
francese è riunito intorno ai problemi... sessuali. i motivi sono
questi ; due anni fa, sono emersi con virulenza in seno alla
chiesa due problemi brucianti, e
in un certo senso tragici: è lecito accogliere nella chiesa, e in
posizione di responsabilità, degli (o delle) omosessuali professanti? È lecito sperimentare nella chiesa delle « comuni » nelle
quali il matrimonio monogamico sia sostituito dal matrimonio
di gruppo (lo chiamavano «partage total » : quando si coniano
parole così eleganti ci dev’essere qualche cosa di strano). Il
« Consiglio nazionale » aveva risposto di no, e il sinodo di Lione, uditi gli interessati, aveva
confermato il giudizio del Consiglio. Il sinodo aveva tuttavia
chiesto a tutte le chiese e ai sinodi regionali di discutere per
due anni il problema dell’« etica
sessuale e familiare », in modo
da prendere di petto le trasformazioni della mentalità giovanile, del costume, della cultura
stessa. Il tema era stato appassionatamente dibattuto a livello
locale e regionale, e al sinodo
arrivavano ormai i risultati di
questo lavoro capillare. Devo dire che la discussione è stata bella: franca, senza ipocrisie, senza atteggiamenti alla moda. Benché abbia udito delle cose che
non condivido, e non abbia udito delle cose che forse dovevano
essere dette, devo dire che sono
uscito da quella discussione edificato e incoraggiato.
Il documento finale è stato
stilato da una dottoressa, giovane madre di famiglia, e approvato a grandissima maggioranza. Lo riproduciamo qui a parte. In stile poetico quasi intraducibile, esso dice alcune cose
molto semplici: vogliamo vivere
la realtà dell’amore a partire
dall’evangelo di Gesù Cristo
(quello del Sermone sul monte,
ma anche quello che parlava con
la donna adultera). Dunque : nessun giudizio sugli omosessuali
(pudicamente chiamati «diver
si », « marginalizzati » : ma si
pensava è vero anche ai malati,
ai carcerati, che hanno tutti gravi problemi sessuali): li si accetta come persone, si chiede
loro che manifestino il loro rispetto per i «normali» rinunciando ad ogni propaganda. Per
gli adolescenti, il sinodo avverte che la vita sessuale precoce
non è un arricchimento, ma un
impoverimento. Per quanto riguarda i giovani, il sinodo ha invece sostanzialmente accolto una
celebre tesi dell’antropologa
Margaret Mead: data l’età in
cui oggi è praticamente possibile creare una famiglia (28-30 anni, mentre nella società contadina era 18-20), il «matrimonio di
prova », o « unione non coniugale » (cioè non ratificata dal
sindaco) è una esperienza possibile, sulla quale vecchi e giovani devono dialogare serenamente. Ma la maturità cristiana
resta caratterizzata da un impegno per la vita, che porta il vecchio nome biblico di fedeltà: il
matrimonio di gruppo viene perciò esplicitamente disapprovato,
come una sorta di fuga; anche
se si desidera mantenere un dialogo con chi l’ha voluto sperimentare, a rischio e pericolo
suo (e dei suoi figli).
Un testo molto bello
anche se poco critico
Il testo è indubbiamente molto bello. Vorrei tuttavia farmi
eco di alcune voci critiche emerse dall’assemblea: questo testo
rispecchia pienamente alcune esigenze essenziali dell’Evangelo :
la libertà, la riconciliazione, il
rifiuto del legalismo. Ma nell’Evangelo c’è anche un forte momento critico nei confronti delle esigenze, anche positive, del
secolo presente. Questo momen
to critico è sufficientemente presente in questo testo? Mi pare
di no. Quando i miti consumistici e « libertini » di questa nostra società saranno tramontati,
un testo di questo genere potrà
essere utile a dei giovani tremendamente fragili di fronte a
una vita che esige pazienza e coraggio, e non solo ottimismo e
disponibilità?
E ancora: come mai nel testo
sinodale c’è così; poca traccia dei
motivi storici e sociali che condizionano tutta la vita amorosa
e familiare dell’uomo di oggi?
Non c’è per caso, involontariamente, in questo testo, una accettazione interiore dell’attuale
« ordine francese », in cui le sole novità possibili sembrano riguardare essenzialmente la sfera personale?
Infine : nel timore di non ascoltare abbastanza la cultura di oggi non la si è forse ascoltata
troppo?
Le domande si potrebbero moltiplicare: resta però il coraggio
d’aver affrontato un problema
sentito da molti, e d’aver offerto
al pubblico un testo degno di
attenta riflessione e non privo
di spunti per una vera e propria
testimonianza.
Il Consiglio (metà dei suoi
laici sono donne) ha eletto come
nuovo presidente Max-Alain Chevallier, professore di Nuovo Testamento a Strasburgo. Lascia
così la presidenza, dopo nove
anni, Jacques Maury, vecchio
amico dei protestanti italiani, da
poco designato alla presidenza
della federazione protestante di
Francia.
DISACCORDO
Il documento del Sinodo di Angers non ha mancato di'suscitare
polemiche all’interno della Chiesa Riformata francese. Da una presa di posizione del Movimento E.P.E.E. (Equipe de Prióre, Ecriture,
Evangélisation), pubblicata su Christianisme au vingtième siècle
riportiamo la parte centrale.
(...) L’Etica cristiana è dunque la ricerca costante di ciò che è
buono, accettevole e perfetto agli occhi di Dio.
Positivamente è un culto reso a Dio e il rispetto manifestato al
prossimo.
Negativamente tiene conto del divieto che Dio impone alle pratiche che rivelano la corruzione e l’apostasia dell’uomo, il conformismo al secolo presente, l’irresponsabilità morale sotto il pretesto
della libertà cristiana.
L’etica sessuale fa parte dell’Etica cristiana. Essa si regola secondo le leggi del matrimonio monogamico, ricevuto fedelmente come istituzione divina. Riconosce l’indissolubilità del matrimonio,
concluso tra l’uomo e la donna, la cui differenziazione sessuale serve
a completare l’essere umano, affinché i due diventino una sola carne
e riflettano la perfezione e la santità del Dio del Patto.
Ogni deviazione e perversione, qualunque forma rivesta, contro
l’ordine della creazione, deve essere esaminata alla luce della Rivelazione e definita con la preoccupazione di aiutare i « devianti » a
ritrovare la guarigione e la liberazione dal loro peccato, per mezzo
dello Spirito Santo e della Parola, nella fede, nel ravvedimento e con
la forza della preghiera allo scopo di vivere una vita sessuale normale così come il Creatore l’ha voluta all’origine e la Grazià del Dio
Redentore la permette. (...).
6
1° luglio 1977
cronaca delle valli
__________ I GIORNI DELL’ALLUVIONE: VILLAR PELLICE
La gente non sta
con le mani in mano
ndaco di Villar - Necessario pianificare gli in
POMARETTO-ANGROGNA
Incontro di concistori
uno iniziativa da ripetersi
Interessante l’esperienza fatta recente alluvione ha creato nuo
Nostra intervista al si
terventi sul territorio
— Quali sono stati i maggiori
danni causati daU’aliuvione del
19 maggio nel comune di Villar
Pellice?
— I danni possono essere divisi in due categorie: da un lato
quelli più appariscenti, che tutti
hanno potuto constatare immediatamente ; d’altro lato tutta una
serie non indifferente di danni
molto più nascosti ma certo altrettanto gravi. Tra i primi vanno menzionati la frana che ha
invaso il cimitero precipitando
dalle vigne retrostanti e il mare
di fango che ha gravemente danneggiato alcune case in borgata
Cassarot, dove le famiglie hanno perso quasi tutte le loro suppellettili e sono state costrette
a sgomberare, i: anche stata interrotta la strada verso Bobbio
Pellice. Tra i secondi, quelli meno appariscenti, il fatto che tutto il letto del Pellice è in una situazione molto instabile, per cui
se non si interviene sollecitamente il centro abitato stesso
potrebbe essere seriamente minacciato. Alludo al fatto che alcuni argini siano stati compietamente asportati ed altri siano
stati seriamente compromessi
nella loro struttura e non offrano quindi più alcun riparo efficace. È la situazione per esempio della borgata Cognetti e dell’argine immediatamente a monte del ponte di Via Purea, sul
lato sinistro. La strada a prevalente interesse agro-forestale della Comba Liussa dovrà essere
rifatta su un percorso diverso
da quello precedente, rnentré
mancano ancora notizie precise
sulla situazione “del vallone della
Gianna e sulla strada di accesso
a tale alpeggio.
Nel frattempo la gente non è
stata con le mani in mano : ovunque si sono costituiti cantieri di
lavoro volontario per il ripristino, almeno provvisorio, della
viabilità e di quelle opere di più
immediata necessità che potevano essere effettuate senza l’impiego di macchinari e che non
richiedessero un impegno di lavoro eccedente le normali possibilità di intervento da parte di
volontari. Cosìi sono state costruite passerelle per togliere
dall’isolamento alcune borgate e
si è operato per cercare di arrestare una frana ancora in movimento. Grazie anche al pronto
intervento della Provincia è stato possibile ripristinare quasi
completamente la viabilità minore.
— Oltre a questi elementi, la
agricoltura ha subito danni rilevanti...
— Certamente, i campi asportati o sconvolti ed i prati ricoperti di pietrisco non si contano. Ma il danno forse maggiore
è quello che si è prodotto alle
canalizzazioni, per cui la possibilità di irrigare molti prati è da
considerare quasi nulla. E i lavori per rimettere in funzione le
gore non sono di poco conto,
perché in molti casi il letto del
Pellice si è molto abbassato e la
captazione dovrà essere effettuata in altri punti più a monte.
Anche il canale comunale è completamente intasato e per il momento non è possibile prevedere
il modo con cui lo si potrà ripulire non essendo possibile lo
accesso, lungo le sponde del canale. dei mezzi motorizzati.
— In una Sua lettera indirizzata a tutta la popolazione Lei
ha scritto, dopo aver espresso il
ringraziamento del Consiglio Comunale alla Provincia per il suo
pronto intervento, che si aspetta
<1 l’aiuto concreto e urgente della Regione e dello Stato », sapendo per altro che questo aiuto sarà « per tempi lunghi e per le
opere di maggiore consistenza
quali ponti, arginature ecc. Per
tutto il resto, ed è tanto, dobbiamo contare soprattutto sulle nostre forze, sulla volontà e sulla
testardaggine proprie di chi in
montagna vive e sulla montagna
vuole rimanere, anche quando
essa ci è avversa e matrigna.
Dobbiamo, tutti insieme, rimboccarci le maniche e lavorare.
L’esempio dato in questi giorni
dai nostri meravigliosi giovani
che stanno lavorando su tutto il
territorio del comune con profondo spirito di dedizione deve
essere di incoraggiamento e di
buon auspicio per tutta la popolazione. Ai primi comprensibili
momenti di abbattimento e di
sconforto dobbiamo. reagire: vogliamo ricostruire e insieme ricostruiremo ».
Vi è dunque stato sconforto
nella popolazione di Villar Pellice e ritiene che questo stato
d’animo possa avere conseguenze per esempio in una spinta all’emigrazione?
— Certo, quello del 19 maggio
è stato un fenomeno che non si
ricordava a memoria d’uomo ed
ha praticamente distrutto il lavoro di' àlmeno due generazioni
di villaresi. Teniamo anche presente che un mare di fango ha
invaso il paese, penetrando nelle cantine; e in alcune case di , abitazione, oltre ai prodotti agricoli
distrutti. Se l’intervento degli organi responsabili sarà sollecito,
penso che ci si possa riprendere e si possa superare il comprensibile stato di choc.
— Quali interventi Lei vede
come inderogabili?
— È tutto l’assetto dei corsi
d’acqua che deve essere regolato. Ritengo che disastri come
quello che abbiamo vissuto il
mese scorso non siano controllabili al cento per cento: le frane, ad esempio, si sono mosse
in zone fortemente ricoperte da
alberi di alto fusto che avrebbe
ro dovuto trattenere il terreno
e invece...
Ma nello stesso tempo sono
assolutamente convinto che i
danni avrebbero potuto essere
molto più limitati se vi fossero
stati in precedenza oculati interventi sul territorio. Tre anni
or sono I’Amministrazione Comunale aveva richiesto al Genio
Civile l’autorizzazione ad operare a sue spese un’azione di ripulitura del greto del Pellice che
si era intasato in maniera preoccupante sopra il ponte delle rovine. Dopo parecchio tempo la
autorizzazione è arrivata ed infatti il ponte non ha subito danni (ed è stato praticamente il
solo di tutta la media e bassa
Val Pellice!). Però è chiaro che
interventi di quel genere dovrebbero essere programmati e eseguiti con regolarità e tempestività e che i comuni non hanno
le forze finanziarie ed i mezzi
tecnici per effettuarli. D’altra
parte anche gli affluenti del Pellice de.vono essere sistemati, mediante la costruzione di briglie.
Per questo occorre uno snellimento delle lungaggini burocratiche. Come esempio valga la
constatazione che nel 1972 vennero decise e progettate alcune
briglie sul torrente Ruspart che
però non sono mai state eseguite, principalmente perché al momento in cui vi è stato l’appalto
era trascorso troppo tempo da
quando erano stati eseguiti i calcoli di spesa e quindi, coll’aumento dei costi dovuti all’inflazioné, nessuna ditta ha concorso àll’appàltG di un’Opera ormai
non più fretìiunerativa.
In questi giorni un lavoro di
pulitura parziale del letto del
torrente Subiasc è stato effettuato, per rimuovere la massa
di detriti fermatisi alla confluenza con il Pellice.
— Speriamo che queste considerazioni, che non sono isolate
ma rispecchiano il pensiero di
molti amministratori della zona,
non abbiano a cadere nel vuoto
e che una esperienza dolorosa
come quella del 19 maggio scorso non abbia ad essere rivissuta..
dai concistori di Angrogna e di
Pomaretto, riuniti sabato sera
11 c. m. nei locali del Convitto
per una cena fraterna. Promotore dell’iniziativa il pastore Renato Coisson, sino all’anno scorso conduttore della comunità di
Angrogna.
Alla cena, hanno fatto seguito
le presentazioni dei partecipanti; si è avuto così modo di renderci conto di quanto le storie
personali si intersechino con la
nostra storia nazionale degli ultimi 50 anni e con quella delle
nostre comunità che ne sono
state coinvolte. Una storia fatta
di emigrazioni (per lavoro o al
seguito di chiamate missionarie), che ha portato gente delle
nostre valli, angrognini, massellini, rodorini in tutti i continenti; da Parigi alle isole Samoa,
dall’Eritrea a New York. Storia
di una minoranza spesso « senza
scuola » ma che con tenacia ha
prodotto cultura, è stata testimone di una fede, ha fatto scelte talvolta impegnative e talvolta di pura utilità; una minoranza legata profondamente alle
proprie valli di origine.
Ecco quindi dal vivo una storia che mai nessun libro potrà
portarci, ma che è stata ed è
profondamente partecipata. Da
questa panoramica ne è venuta
fuori una rievocazione della vita
delle nostre borgate (a Pomaretto l’attuale centro era insignificante nei confronti delle borgate in alto) e la situazione di
Angrogna, che ne ha più di 60
disseminate nella vallata. È quindi scaturito un confronto fra la
situazione angrognina di progressivo spopolamento (in cui la
vi problemi a chi vi risiede) e
la situazione di Pomaretto, Porosa Inverso caratterizzata invece da immigrazione massiccia
con problemi di insediamento e
di rifondazione di legami comunitari. In questo quadro si è inserita una breve presentazione
della storia del Convitto che come struttura ritorna di nuovo
ad essere al servizio della zona e
della comunità locale. A mano a
mano che la serata procedeva ci
si rendeva conto di quanto sia
importante ripensare oggi la nostra storia nella sua unità di
problemi « laici » e di problemi
di fede.
In questo quadro la comunione che si sarebbe protratta ancora (se non fosse abbondantemente passata la mezzanotte)
si è arricchita della certezza che
in questa nostra storia, detta a
più voci, il Signore ci ha guidati
e ci guida nonostante le nostre
debolezze. Alcuni canti ed inni ed
una preghiera hanno concluso
rincontro con la promessa di
avere ulteriori occasioni per
continuare questo confronto-ricerca.
Fatta questa esperienza stimolante, viene spontaneo porci alcuni interrogativi : È possibile allargare questa ricerca ad altri
concistori, ad altre comunità?
È possibile in un momento di
trasformazioni sociali riscoprire
insieme la vocazione alla quale
siamo stati chiamati di testimoni
proprio all’interno delle nuove
realtà sociali che si stanno delineando?
A. L.
Premio della
Montanara
Dal 1960 l’Assessorato alla
montagna della Provincia di Torino conferisce lon premio di
« fedeltà montanara » a coloro
si sono distinti non tanto in «atti di eroisiho o di sacrificio isolati » quanto nella costante e
quotidiana fedeltà all’ideale di
vita legata alla montagna. Al
premio — una medaglia d’oro
accompagnata dalla motivazione
su pergamena — possono concorrere tutti coloro che hanno
Fedeltà
Il ponte provvisorio di Chiotti
Il pronto intervento deirAmministrazione comunale e il lavoro di molti testimoniano la volontà di ricostruire
Hanno collaborato a questo
numero: Adelfia e Mario Berutti, Aldo Rutigliano, Alberto Taccia, Dino Gardiol, Teofilo Pons Bruno Rostagno,
Paolo Ribet, Adriano uLongo.
A soli 13 giorni di distanza trovarsi a lavorare sul greto di quel
torrente Germanasca che tanti danni e tanto terrore aveva seminato
dalla sera del 19 maggio è stata una
esperienza difficilmente dimenticabile.
Vogliamo qui mettere in evidenza
alcuni aspetti della procedura nella
costruzione di questo ponte provvisorio in legno. Innanzitutto la tempestività con cui si è operato da
parte della locale Amministrazione
e precisamente nella persona del
Sindaco Gianni Jahier. Non si poteva operare prima perché non erano ancora ben definiti sia il nuovo
stato del corso d’acqua, sia le operazioni di progettazione del ponte definitivo. Era però d’altra parte molto evidente l’estrema urgenza e necessità di consentire l’attraversamento della Germanasca a mezzi motorizzati anche medio-pesanti
sia per il trasporto delle persone, sia per la esecuzione delle pressanti operazioni agricole.
Un altro aspetto importante è rappresentato
dal senso di solidarietà che ha spinto tutti i lavoratori, i quali hanno capito subito che aiutando prima di tutto gli altri, ognuno lavorava anche per se
stesso. Non può essere taciuto il fatto che molti di
questi sono operai i quali, oltre alle 8 ore di lavoro
giornaliero in fabbrica, ne facevano molte, tante
altre prima o dopo il proprio turno. Ma sul volto di
tutti era evidente la volontà di ricostruire, di guardare con fiducia verso il futuro e col cuore aperto
ad una legittima speranza.
Intanto sono stati già iniziati i lavori per la costruzione del ponte definitivo.
Sobrietà vuole che si dica semplicemente « grazie » a tutte le persone ed Enti che si sono e si
stanno interessando a queste opere di ricostruzione, ma questo ringraziamento è profondamente
sentito e colmo di riconoscenza.
A. R.
• Il materiale per il ponte è stato fornito dalla Comunità Montana, dalla FIAT e dalla Talco e
Grafite.
• La rampa d’accesso ricostruita servirà anche
per la sistemazione del ponte definitivo.
• Il lavoro volontario è stato fornito dalla popolazione di Riclaretto, Chiotti, Trossieri e da un
gruppo di volontari della Beloit.
contribuito e contribuiscono a
risolvere i problemi della montagna. Termine max, di presentazione: 31 luglio 1977. Le segnalazioni devono contenere i dati
anagrafici delle persone segnalate insieme alla descrizione dei
meriti. Il tutto sottoscritto da
cinque persone (non parenti
dell’interessato) e siglato dal
sindaco può essere inviato allo
Assessorato alla Montagna della Provincia in Via Lagrange, 2
a Torino. I premi d’ufficio verranno consegnati dopo aver consultato le Comunità Montane
interessate.
Il regolamento del « Premio
della Fedeltà Montanara » è a
disposizione di chiunque lo voglia consultare presso tutti i
Comuni delle Valli.
Manifestazioni
deiia Resistenza
Colle del Lys
Domenica 3 luglio p. v. avrà
luogo la tradizionale manifestazione antifascista al Colle del
Lys.
Vi invitiamo ad essere presenti numerosi affinché ancora una
volta l’antifascismo Torinese dimostri all’intero Paese che i valori della Resistenza sono alla
base del vivere democratico, respingendo uniti ogni tentativo
reazionario di attacco alle istituzioni repubblicane.
Montoso
Domenica 10 luglio a Montoso
si svolgerà una manifestazione
unitaria celebrativa della Resistenza, tra le formazioni partigiano del Piemonte e Valle d’Aosta.
7
1“ luglio 1977
r'V
■ .. ^ ,tí‘- ^ ^ ^ f.\
CRONACA DELLE VALLI
Con i riformati francesi
intorno a Isaia
Aggiornamento teologico neM’incontro pastorale della regione Centre-Alpes-Rhone
PRÀLÌ
PERRERO
COAZZE
Tre giorni in Francia con i pastori riformati della regione Centre-Alpes-Rhone, nel tranquillo
villaggio di Lachalp, a dibattere
temi teologici meritava, da parte
nostra, una maggiore partecipazione. Invece solo sei pastori e
un predicatore laico, familiari
compresi, hanno preso parte all’annuale "pastorale” che la chiesa riformata d’Oltralpe organizza
ogni anno. E quest’anno il luogo
prescelto era particolarmente vicino: tre ore d’auto da Pinerolo.
L’anno scorso erano venuti loro
ad Agape, di quella visita si è
ancora riparlato come di un
grande momento d’interesse e di
informazione. Sicché un legame
di simpatia insieme alle reali
affnità tra la situazione francese e quella italiana hanno creato
l’atmosfera adatta per incontrarsi e discutere. Il tema proposto era il famoso capitolo di
Isaia .53, visto nei suoi riflessi
neotestamentari.
L’analisi dei termini e un ampia presentazione teologica è stata tenuta da Michel Boutier, decano della Facoltà teologica di
Montpellier.
Il pastore Lelièvre è intervenuto per l’analisi del noto brano
nelle scritture e nel pensiero
ebraico.
Non c’è stato sufficiente tempo
per ritradurre l’insieme delle
idee e dello "scavo” esegetico in
uno schema di predicazione; questo l’unico punto rimasto in sospeso.
Le serate sono state dedicate
ad uno scambio d’informazioni
su alcune situazioni. Il pastore
Lambert, del Consiglio Ecumenico delle Chiese (C.E.C.), ha par
ANGROGNA
• Un numeroso gruppo di giovani tedeschi, di un’associazione cristiana per la gioventù, ha
messo le sue tende nei pressi .li
Chiot d’Laiga. Si fermeranno sino alla metà di luglio e desiderano offrire del lavoro volontario
per venire incontro ai danni della alluvione. Domenica 4 luglio
parteciperanno al culto e in settimana visiteranno alcuni quartieri isolati d’Angrogna.
• Culto all’aperto al Bagnau,
tempo (metereologico) permettendo, domenica 4 alle 14,30. Si
spera così di venire incontro a
chi è agli alpeggi.
POMARETTO
Domenica 26 giugno si sono
svolti i funerali della sorella
Serre Lidia di anni 75 di Inverso rinasca, deceduta presso l’Ospedale di Pomaretto.
Ai familiari la nostra simpatia cristiana.
In memoria di Davide Abate,
per la Facoltà Valdese di Teologia: Signora Emilia Rostan Romano L. 10.000.
wx)aooocox)xxioooco^
Incontro al Colle
della Croce
Il tradizionale appuntamento di fine luglio coi
fratelli riformati francesi
è fissato quest’anno la
DOMENICA 24 LUGLIO
Il culto inizierà alle
ore 11 precise.
Nel pomeriggio, se la
pioggia non farà fuggire
troppo presto i partecipanti, sono previsti scambi di informazioni sul lavoro delle chiese francesi e italiane.
lato sul nuovo concetto di missione e di partecipazione ecumenica alle risorse dell’umanità.
Gli italiani presenti hanno illustrato la situazione italiana con
riferimento alla nostra chiesa e
ai suoi problemi.
Altre comunicazioni riguardavano questioni interne alla chiesa riformata francese; particolare interesse ha suscitato la relazione su una recente riunione di
carismatici a Lione i cui riflessi
si avvertono, per alcuni in modo
preoccupante, anche nell’ambito
del protestantesimo. Una breve
visita al Comune più alto d’Europa, il villarrgio di Saint Verán, conosciuto centro sciistico, è stata
la nota turistica dell’incontro.
Il dibattito sovente è stato appassionante grazie alle continue
informazioni teologiche del prof.
Boutier il quale ha concluso la
sua lezione di aggiornamento con
una rassegna di "strumenti” per
il lavoro di predicazione. Lelièvre, autore con A. Maillot di un
bel libro sui Salmi, del brano di
Isaia ha fornito anche la versione del «Targum » (parafrasi rabbinica degli scritti vetérotestamentari) arricchendone l’interpretazione. In sostanza ci si è
trovati coinvolti in un dibattito
teologico vivo e attualizzante. Per
gli italiani è stata la brillante
conclusione di quello studio cristologico stancamente condotto
durante i mensili incontri pastorali. Qualcuno di noi ha confessato d’aver rubato ai colleghi
francesi delle idee per migliorare
i nostri incontri.
Di questo « furto » se ne riparlerà a settembre, alla ripresa.
G. P.
BOBBIO PELLICE
Durante il culto di domenica
26 giugno, presieduto dal pastore Edoardo Micol, è stato battezzato Stefano BeUion di Bruno
e Adriana Prochet (Via Sibaud).
La comunità ringrazia il pastore Micol per il suo messaggio e spera di rivederlo presto a
Bobbio !
• Nel pomeriggio di lunedì 27
giugno una grande assemblea si
è stretta attorno ai familiari di
Anna Favat vedova Charbonnier,
di anni 70, deceduta dopo lunghi
mesi di malattia e sofferenza
all’ospedale di Torre Pellice.
Di lei ricordiamo il suo spirito
buono, la sua volontà di essere
utile al suo prossimo, la sua casa sempre aperta per le riunioni di qùartiere dell’Abses.
* A tutti i familiari, in particolare alle figlie, rinnoviamo l’espressione della nostra solidarietà nella comune fede in Cristo risorto, primizia di quelli
che dormono.
• Il bazar, che era stato deciso
per il 22 maggio, ha dovuto essere rinviato al 29 a causa dell’alluvione. Si è svolto, dimque,
il pomeriggio di Pentecoste; le
comunicazioni erano state appena ristabilite e i villeggianti avevano prudentemente preferito
rimanere a casa ; i pralini sono
invece affluiti in gran numero e
l’incontro è stato festoso, anche
se rimanevano le preoccupazioni per le conseguenze dell’alluvione. L’incasso ha superato
quello dell’anno scorso.
Durante il culto del mattino
ha avuto luogo l’insediamento
del nuovo anziano Mariella Peyrot.
o L’Unione Femminile il 7 giugno si è recata in visita alle Case di riposo di San Germano e
San Giovanni, al Rifugio Carlo
Alberto, al Padiglione psico-geriatrico di Torre Pellice. Nei primi tre istituti si è ricevuta una
informazione sul funzionamento
interno e sui problemi che devono essere affrontati. Unanime
l’ammirazione per l’asilo di San
Giovanni e l’augurio che anche
gli altri due istituti possano ricevere un’analoga trasformazione. Intanto però ci si deve impegnare per sostenere queste
opere, soprattutto la più vicina,
l’asilo di San Germano, che è
anche quella che ne ha più bisogno.
• Il 12 giugno è stata la volta
della gita di Chiesa: 80 persone
hanno passato insieme una bellissima giornata, tra gli stambecchi del Gran Paradiso.
• Il 20 giugno è stato celebrato
il funerale di Peyrot Marcellino,
degli Indritti. Negli ultimi anni
saliva con la famiglia soltanto
d’estate; l’inverno lo passava a
Dubbione con la figlia. Anche
quest’anno era tornato agli Indritti, ma un male incurabile
aveva imposto il ricovero all’ospedale di Pinerolo, dove è deceduto. Alla famiglia esprimiamo la solidarietà di tutta la
Chiesa, nella certezza che il Signore sosterrà gli afflitti.
• Il Coretto della Chiesa di S.
Germano è salito a Frali domenica 26 giugno, e,haa partecipato
al culto cantando quattro cori.
Numeroso, bene affiatato e intonato, questo coro ha portato
molta gioia a chi lo ha ascoltato.
• Nel pomeriggio è stato celebrato il battesimo di Ghigo Daniele, di Flavio e Salvai Bruna.
VILLASECCA
Con il costo della benzina alle
stelle consigliamo il ritorno all’antico economico pedale, anche
per andare in vacanza... comunque sia a tutti quelli che vanno
o andranno (a piedi, in bici, in
barca, in auto) in vacanza auguriamo buon riposo allietato dalla lettura del nostro giornale che
uscirà regolarmente sino all’8
luglio e poi quindicinalmente sino al 26 agosto, la redazone tira
il fiato!
BUONE
VACANZE!!
□
A partire dalla scorsa settimana hanno luogo presso la casa
pastorale alle ore 20,30 di ogni
martedì le riunioni per la preparazione comunitaria della predicazione domenicale. Tutti sono fraternamente e cordialmente invitati a parteciparvi.
• Una decina di. gjgnofe mem- •
bri" della"nOstra Unione Femminile ha trascorso una lieta giornata con la comunità di Prarostino in dccasione - della visita
fatta all’U. F. di quella comunità, domenica 26 corr. Vogliamo
qui esprimere all’U. F. di Prarostino i sentimenti della nostra
fraterna riconoscenza per l’accoglienza schièttamente fraterna
che ci è stata riservata.
• La nostra comunità ha raccolto fino ad oggi L. 152.5(X),
somma già trasmessa alla Commissione Esecutiva Distrettuale
del I Distretto a favore degli alluvionati. È questo un gesto di
profondo significato evangelico
perché, pur facendo parte di
quelle località colpite dal maltempo ed avendo subito danni
rilevanti, coloro che danni non
hanno subito hanno risposto
ugualmente all’appello lanciato.
« Se un membro del corpo soffre, tutti gli altri membri soffrono con lui ».
• Domenica 10 luglio alle ore
14.30 avrà luogo la riunione a
Bovile.
TORRE PELLICE
CROCE ROSSA ITALIANA
Sottocomitato di Torre Pellice
Colonie Marine
I bambini destinati alle Colonie Marine della CRI partiranno
da Torre Pellice là mattina di
venerdì 1° luglio cpn il treno in
partenza alle ore 3,50.
• Domenica 12 giugno sì è tenuta la gita della scuola domenicale di Ferrerò; si è voluto
terminare così un anno di attività. Si è voluto concludere
con un momento di gioia, un
lavoro che ha avuto alti e bassi,
ma che certamente ha contribuito alla crescita di questi ragazzi.
• La domenica successiva, il
19, la corale di Ferrerò si è recata in visita alla comunità di
Massello, dove ha partecipato
al culto cantando alcuni inni. Dopo il culto, i coralisti hanno
pranzato insieme ed hanno fatto
nel pomeriggio una gita fino alla
Balziglia. L’impegno è ora di ritrovarsi dopo l’estate per riprendere una delle più riuscite attività della comunità.
VILLAR PEROSA
Il battesimo è stato amministrato a Corinna, primogenita
di Scapin Dario e Ribet Elena
(Vivian). La grazia del Signore
riposi su questa bimba e sui
suoi genitori.
• Approfittando di una bella
giornata alcuni bambini della
Scuola Domenicale, accompagnati dai loro genitori, hanno potuto salire al Lazará e godere lo
spettacolo della montagna ricoperta di fiori.
• Domenica 26 u. s., una cinquantina di membri di chiesa ha
partecipato alla gita comunitaria che, attraverso il Colle della Maddalena, li ha portati in
Francia presso il lago artificiale
di Serre Pongon, ritornando poi
dai colli del Monginevro e Sestriere.
• Ringraziamo vivamente il fratello Flavio Micol di Pomaretto
che, con grande disponibilità
quella stessa domenica ha sostituito il pastore nell’annuncio
dell’Evangelo.
LUSERNA
SAN GIOVANNI
• In questi giorni, con un senso
di profonda partecipazione e
simpatia abbiamo accompagnato
al campo dell’estremo riposo le
salme dei seguenti fratelli: Caffaro Natalina ved. Danna, spentasi airOspedale di Luserna dopo lunga sofferenza affrontata
con molta serenità all’età di 75
anni; Maria Melania Gentile, proveniente dalla Val d’Aosta, era
ospite del Rifugio da 4 anni, dove è mancata, anch’essa dopo
lunghé sofferènze a 91 apni; e infine Alberto Buffa, da una vefitina d’anni fedele custode della
(Chiesa, è mancato quasi all’improvviso nella sua abitazione all’età avanzata di 82 anni. Alle famiglie colpite dal lutto rinnoviamo la nostra solidarietà nel dolore e nella speranza.
• Domenica 19 giugno è stata
battezzata dal Fast. Bertin durante il culto, Gabriella Ferrara
di (darmelo e Nunno Amelia, pro;
venienti da Orsara e da alcuni
anni presso la nostra Comunità.
Alla bambina e ai suoi genitori
l’augurió di ogni benedizione dal
Signore.
• Organizzata dall’Unione Femminile e con larga partecipazione della Corale è stata effettuata
domenica scorsa, una gita a
Coazze in visita alla Comunità locale. Dopo aver partecipato al
culto, la Corale ha presentato,
nel pomeriggio una serie di inni
e canti religiosi e popolari. Una
tazza di tè ha concluso questa
bella giornata di comunione fraterna con questa piccola Comunità della diaspora che ringraziamo per la simpatica accoglienza.
• Ricordiamo fin d’ora che
l’ultima domenica di Luglio, alle
ore 15 avrà luogo nella Sala Albarin, l’annuo Bazar, organizzato
dalla Società di Cucito.
• Durante il mese di Luglio il
Past. Taccia, terrà sia nella sala
degli Airali la Domenica alle 9,
che nel Tempio di San Giovanni
alle 10,30 una serie seguita di predicazioni sui testi più significativi del libro del Deuteronomio.
Una ben riuscita giornata di
vita comunitaria e di amicizia
quella di domenica scorsa.
La Corale e l’Unione Femminile di Luserna San Giovanni,
accompagnate dall’anz. Dino
Gardiol che ha presieduto il culto, hanno fatto visita alla nostra
comunità ed hanno fraternizzato con i nostri membri dì chiesa. È stato un incontro simpatico e carico di schiettezza evangelica che ci ha dato una grande
gioia ed un motivo di incoraggiamento nella nostra opera.
Dopo il pranzo al sacco consumato nel parco municipale, la
Corale, che già aveva cantato
gli inni al culto del mattino, ci
ha offerto un gradito .trattenimento con cori ed inni scelti dal
suo repertorio e presentati dal
pastore Taccia che abbiamo avuto il piacere di avere con noi
nel pomeriggio; è stato un vero
dono per noi ascoltare queste
melodie eseguite con un così
giovanile entusiasmo e con tanta ricchezza di voci.
Alcune nostre sorelle hanno
servito in seguito nella saletta
del tempio la tradizionale tazza
di té, mentre la nostra «pesca»
ha visto il quasi tutto esaurito.
Per questo regalo che la comunità di San Giovanni ci ha
fatto desideriamo dire tutta la
nostra riconoscenza, mentre diciamo grazie al Signore che ha
benedetto questa giornata.
Trombettieri valdesi
al Landesposaunentag
Come negli anni passati, anche quest’anno un gruppo di
trombettieri valdesi ha preso
parte al raduno dei trombettieri tedeschi nella grande sala di
Karlsruhe (Badén) che può ospitare oltre 10.000 persone. L’accoglienza è stata come sempre calorosa e fraterna. Giornate intense, di fatica per il lungo viaggio ma al tempo stesso di gioia
per aver partecipato a questo incontro biennale che rinsalda i legami con i fratelli tedeschi che
hanno contribuito in modo decisivo a questa attività dei trombettieri valdesi.
Inserzioni
Nel quadro della generale lievitazione dei prezzi siamo costretti a ritoccare le tariffe delle inserzioni sull’Eco-Luce che
sono rimaste invariate negli ultimi 3 anni. Diamo qui di seguito i prezzi per mm. di altezza
(larghezza 1 colonna) che vanno
in vigore a partire dal 1” luglio
1977:
commerciali L. 120
mortuari L. 220
doni L. 80
economici (per parola) L. 150
AVVISI ECONOMICI
VALPELLICE zona panoramica vendes! a privati rustico con 8.400 mq
terreno. Telefono (0121) 90.801 ore
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SIGNORA con bimbo di anni 4 offre
in Torino vitto e alloggio più pìccolo compenso a studentessa universitaria in cambio assistenza bimbo e
aiuto domestico in parte della giornata. Esigonsì serietà e referenze. Telef. 011/570063, ore 20-23, eccetto
sabato e domenica.
RINGRAZIAMENTO
La famìglia Benazzato nell’impossibilità di farlo personalmente, ringrazia
commossa e riconoscente tutti coloro
che con presenza, scritti, fiori e opere
di bene hanno preso parte al loro dolore per la scomparsa del caro
N e r i 0
Un particolare ringraziamento ai
Doti. Teodoro Peyrot, Doli. E. Marinaro, al Pastore Platone e a tutti coloro
che sono stati di aiuto in questa triste
circostanza.
« Non temere, perché io t’ho
riscattato, t’ho chiamato per
nome; tu sei mio! » (Is 43 : 1).
Angrogna, 1 luglio 1977
"^^"TÌngra^mento
I fratelli e i nipoti della compianta
Serre Lidia
ringraziano il pastore Bruno Rostagno,
i signori medici, il per.sonale infermieristico dell’Ospedale Valdese di Pomaretto e tutti coloro che sono intervenuti al suo funerale.
Inverso Pinasca, 25 giugno 1977
8
8
________GIULIO GiRARDI, SALESIANO SOSPESO A DIVINiS
QUALE OBBEDIENZA
Oual è la contaminazione da cui la chiesa intende purificarsi
Il lecito e l'utile
La Luce ha dato notizia, nel
numero 24 del 17 giugno, della
sospensione a divinis che ha colpito don Giulio Girardi.
Riprendiamo ora l’argomento
perché ci pare che alcuni motivi che stanno dietro alle scelte della gerarchia non sono poi
così distanti da preoccupazioni
che sono ben presenti anche nei
nostri ambienti.
Sia pure con metodi molto «romani », le preoccupazioni della
gerarchia sono in fondo « ecologiche », tendono a purificare la
chiesa da tendenze estranee, da
istanze « straniere » rispetto a
nuelle sentite come ortodosse.
È una preoccupazione ben presente anche in noi, anche se c’è,
riteniamo, una differenza di fondo: se quel che conta per la gerarchia romana è pur sempre la
« obbedienza », intesa come obbedienza alla chiesa, nel nostro
campo, sia da parte innovatrice
che da parte conservatrice, la
preoccupazione che si afferma è
quella della obbedienza a Cristo.
È però abbastanza sintomatico che quel che più sembra «contaminare » la purezza — evangelica o ecclesiastica — pare essere
Il marxismo; non il liberalismo
non lo spiritualismo, non il capitalismo, né il consumismo, forse
neppure più il socialismo, ma
proprio lui, il marxismo come
scienza e come interpretazione
del mondo.
Abbiamo espresso, proprio su
« La Luce », fin dal Congresso di
Napoli dei « Cristiani per il Socialismo » del 1974, l’impressione, pur molto cauta, che vi potesse essere nell’opera di Giulio Girardi un rischio di neotomisrno; che cioè ripensare il
cristianesimo in categorie marxiste anziché aristoteliche potesse non rendere sufficiente ragione alla Parola di Dio che scardina ogni sistema umano; ma
non abbiamo mai pensato ad
usare questa critica in appoggio
a sistemi umani conservatori:
questo sarebbe il colmo dell’ipocrisia.
E allora, in^.questo momento
m cui Girardi è colpito da un
« provvedimqnto » ecclesiastico,
ci sentiamo francamente e senza
scrupoli farisaici con lui, sullo
stesso versante di classe e, ouel
che più conta, sulla stessa linea
di ricerca evangelica.
Nel momento stesso in cui la
gerarchia colpisce sentiamo che
Girardi sarà ancor oiù di prima
condotto ad approfondire la sua
ricerca teologica nel vivo delle
questioni del mondo d’oggi, riconfermando quel « primato del
temporale » cui egli ci ha resi attenti non nel senso di una rivalutazione di una ecclesiologia Óe
chiese sanno bene essere attente
alle cose « del mondo » quanto
più si proclamano « spirituali »
e infallibili), ma nel senso di
una riscoperta cristologica, di un
signore che ci è contemporaneo
e non disprezza ciò che è umano, che ci coglie nel centro della
nostra vita e non solo e non
principalmente nella nostra sni
Comitato di Redazione : Bruno
Bellìon, Grmanno Genre, Giuseppe Platone - Paolo Ricca, Fulvio
Rocco, Sergio Rostagno, Roberto
Sbaffi.
Direttorè : FRANCO GIAMPICCOLI
Dir. responaabiie : GINO CONTE
Redazione: Via Pio V 15, 10125
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2/33094 intestato a « L'Eco delle
Valli - La Luce » ■ Torre Pellice.
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semestrale 3.000 - estero annuo
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Cambio di indirizzo L. 100.
Inserzioni: prezzi per mm. di altezza, larghezza 1 col.; commerciali L. 120 - mortuari 220 - doni
30 - economici 150 per parola.
Fondo di solidarietà : c.c.p. n.
2/39878 intestato a Roberto
Peyrot, corso Moncalierl 70,
10133 Torino.
Reg. Tribunale di Pinerolo N. 175
8 luglio 1960
Cooperativa Tipografica Subalpina
Torre Pellice
ritualità da noi fabbricata, che
ci giudica e ci salva e ci giustifica per quel che siamo e non per
quel che vorremmo apparire.
Il 9 giugno Giulio Girardi ha
motivato, in una conferenzastampa tenuta a Torino, al club
Turati, la sua intenzione di continuare nella strada che gli è
valsa la sospensione dalla congregazione salesiana, e automati
camente dall’esercizio del sacerdozio.
È una dichiarazione, a nostro
avviso, che si colloca nella necessità che ci è imposta di obbedire a Dio piuttosto che agli uornini. Ma non fuori della umanità, bensì con quegli uomini da
cui troppo spesso le chiese hanno divorziato, per motivi di classe e non di fede,. Sergio Ribet
cammino percorso
« Quando fui ordinato sacerdote (a Torino, nel 1955), l’idea di poter essere un giorno
sospeso non mi passò neppure per la mente. La sospensione era associata per me
alle immagini di tradimento
e di solitudine. Oggi valuto
la misura che mi colpisce in
modo profondamente diverso.
Questa distanza permette di
misurare il cammino percorso: da me e da tanti credenti, in Italia e in altre parti
del mondo... ».
« I veri problemi... sono nati per me da quando ho cominciato a prendere coscienza delle solidarietà politiche
che si nascondevano dietro la
nostra « neutralità » di religiosi e di intellettuali. Quando
ho cominciato a capire che la
Chiesa, e la congregazione di
cui facevo parte, si identificavano profondamente, anche
se inconsciamente, con questa civiltà occidentale, detta
appunto cristiana, dominata
dallo sfnattamento capitalistico. Quando ho intravisto,
che l’insegnamento ecclesiastico ufficiale, anche nei suoi
aspetti più « spirituali », svolgeva di fatto un ruolo di legittimazione della oppressione e di occultamento dei conflitti di classe. Quando l’anticomunismo mi è apparso come un’utilizzazione antioperaia e antipopolare del Vangelo.
Per me come per molti altri, la scintilla è stata questa :
la scoperta del divorzio storico tra Chiesa e classi popola
ri in lotta. La coscienza che
come sacerdote e come intellettuale mi trovavo a contribuire a questo divorzio. Ordinato ministro di Dio, mi ritrovavo funzionario della borghesia ».
« ...sono pervenuto alla convinzione che il cristianesimo
o s’inserisce attivamente in
questo processo di crescita
delle masse, o è destinato alla marginalità e aU’insignificanza. Che solo nel vivo di
questo processo il messaggio
di Cristo può ritrovare la sua
forza dirompente originaria.
Sono queste preoccupazioni che spiegano la necessità
in cui mi sono trovato, come
tanti altri, di contestare la
Chiesa ufficiale, e di battermi
per una presenza alternativa
del Cristianesimo nella storia. Un dissenso, certo, ma alla cui radice vi è un consenso con le lotte delle classi popolari. Una rottura delTunità, ■■
certo, ma imposta dall’urgem
za di ricostruire l’unità di
classe, che un certo cristianesimo ha contribuito, e intende ancora contribuire, a spezzare ».
« Per queste ragioni, la misura che mi colpisce, per
quanto dolorosa, non mi appare come la pena di un tradimento, ma come il prezzo
di una fedeltà. Non la vivo
come un momento di solitudine, ma di larga solidarietà ».
(Dalla dichiarazione di Giulio Girardi).
(segue da pag. 1)
tensione crescente verso le droghe chimiche).
Di fronte a queste concezioni,
come credenti noi siamo esposti
ad una duplice tentazione: essere tra gli ultimi assertori della
rinuncia al piacere o essere tra i
primi legittimatori della permissività totale.
Sono due atteggiamenti diversi
ma ugualmente apportatori di sicurezza: ci si trova a proprio
agio tanto nel conformismo
quanto nell’anticonformismo, e
il fatto che questi due ambiti
stiano oggi invertendo i loro ruoli rispetto al passato non cambia
sostanzialmente i termini della
questione.
Ma badiamo bene: il nostro
scopo non è quello di ricercare
sicurezza, né di essere a nostro
agio con gli uni o con gli altri, a
seconda delle propensioni del
nostro carattere e dei condizionamenti sociali a cui siamo esposti. Il nostro scopo come credenti, la nostra vocazione, è di
testimoniare dell’Evangelo di
Cristo. E l’Evangelo — sia ben
chiaro — non si identifica semplicemente né con l’una né con
l’altra di queste due « filosofie ».
Dove è scritto che il piacere sia
estraneo al progetto di vita che
Dio ha espresso nell’uomo? E
d’altra parte dove è scritto che
il permettersi tutto senza rinunciare a nulla conduca alla felicità, alla piena realizzazione dell’uomo? L'Evangelo afferma piuttosto che la rinuncia al piacere
fine a se stesso distilla nell'upmo un tremendo orgoglio spirituale e che l’abbattimento di ogni limite dissolve Tumanità nella perenne illusione di poter essere come Dio.
La scelta
A queste due concezioni manca ugualmente qualcosa di essenziale: la scelta. Tanto il « tutto
proibito » di un tempo, quanto il
« tutto lecito » di oggi sono ugualmente poveri di uno scegliere, di un affermare e negare, di
un accettare e rifiutare. Quando
ogni piacere è più o meno contaminato dal male oppure ogni
piacere è apportatore di bene,
non si sceglie, ma si subisce passivamente, non si è liberi, ma
schiavi, non si è adulti ma bambini. Ciò che rende libero e adul
to l'uomo è la capacità di scegliere; per il credente è il rispecchiare responsabilmente nella propria vita la facoltà di scelta che
è di Dio ma neH’accettazione della propria creaturalità e quindi
del proprio limite, e nella affermazione dell’umanità nuova, vera e piena che i credenti hanno
riconosciuto in Cristo, nell’essere
per gli altri.
Ed è qui che va aggiunto qualcosa che manca nella pur bella
impostazione del problema del
comportamento che si ricava
dalla citazione riportata in apertura. In base a quale criterio,
in funzione di che cosa deve essere compiuta la scelta? Se è in
funzione di noi stessi, se siamo
noi stessi il criterio della nostra
scelta, inevitabilmente ricadiamo nell'una o nell’altra delle due
« filosofie » descritte sopra.
È l’apostolo Paolo che ci indica il criterio evangelico del comportamento che può essere una
reale alternativa al « tutto proibito » e al « tutto lecito »: di
fronte a quelli che — già allora!
— teorizzavano il « tutto è lecito », Paolo rispondeva che non
tutto è utile, non tutto serve a
costruire a fondare la vita dell’altro, del singolo e della comunità (1 Cor. 10: 23). E di fronte
a quelli che teorizzavano il « tutto è proibito » della legge Paolo
rispondeva rivendicando la libertà come vocazione: non una libertà per i propri comodi ma una possibilità di servire gli altri
nell’amore (Gal. 5: 13). Il criterio
indicato da Paolo è l’utilità, il
vantaggio dell’altro, individuato
nell’amore.
Può sembrare un criterio molto modesto, poco eccelso, insicuro e instabile perché non consente un comportamento sempre
uguale a se ¡stesso, ma è il criterio evangelico dell’agàpe, l’unico
criterio del comportamento possibile per chi vuol essere discepolo di Cristo.
Ed è appunto il criterio che
implica in sommo grado un continuo scegliere non in base a regole, leggi, dogmi prefissati, ma
in base ad un adeguamento a colui che è vissuto e morto e risorto per gli altri. È in base a
questo criterio, vissuto nel notro tempo, che abbiamo da costruire il nostro comportamento e valutare i modelli di comportamento che ci vengono proposti.
LA SETTIMANA INTERNAZIONALE
a cura di Tullio Viola
Verso la nuova Spagna
•ir Le elezioni politiche spagnole del 15.6 sono state un motivo
di sorpresa, ma ancor più di stima e di fiducia verso un popolo
che aveva subito un periodo lunghissimo (ben 40 anni) di dittatura e di dura repressione.
« La Spagna di queste elezioni
è evidentemente molto diversa
da quella del 1936, anno in cui si
svolsero le precedenti. Ma, come
allora, la destra sembra essersi
rifugiata nella Spagna delle province interne, soprattutto nel
Nord, a Valladolid, Zamora, e
nel centro, come a Ciudad Reai;
mentre le radici della sinistra
sono ancora, naturalmente, le
grandi città, le zone di concentrazione proletaria e le regioni
industriali periferiche, in modo
speciale quelle che aspirano all'autonomia. Da allora, semmai,
si è ingrandito il peso delle sinistre nelle zone operaie, nella misura in cui si è anche ingigantito il peso della grande industria. E si è ridotta, invece, la
zavorra che le campagne apportavano con la loro arretratezza:
di qui la sconfitta dell'estrema
destra e forse anche quella della democrazia cristiana ».
La partecipazione alle elezioni ha superato l’80%, e i 350 seggi della Camera sono stati così
ripartiti:
Unione di Centro (Suarez) 168,
PSOE ( = Partito Socialista Operaio Spagnolo) (Gonzalez) 116,
PCE (= Partito Comunista Spagnolo) (Carrillo) 19,
Democrazia Cristiana (GimenezRobles) 18,
Alleanza Popolare (Fraga) 17,
Partito Socialista Popolare (Tierno Galvan) 6,
Alleanza Nazionale 16 luglio
(franchisti) 0,
Altre liste minori 6.
Nel riportare da « La Repubblica » (del 17.6) queste notizie,
ne togliamo anche dall’articolo
di testa il seguente commento.
«Sembra impossibile che il popolo spagnolo sia passato alla
democrazia senza scosse traumatiche nel breve volger di pochi
mesi, ed abbia fornito, con queste elezioni, una prova di grande equilibrio politico.
Chi volesse fare del trionfalismo di sinistra per i risultati
ottenuti, commetterebbe un grave errore: il vero arbitro della
situazione risulta infatti, come
si prevedeva, il raggruppamento
centrista di Suarez, il quale potrà valersi dell'appoggio e della
collaborazione dei socialisti, se
questi non porranno troppo pesanti condizioni, ma potrà anche
utilizzare, come alternativa, l'astensione del partito di Fraga
Iribarne, per governare da solo.
D'altra parte gli stessi socialisti di Felipe González non sono
che una versione moderata di
socialdemocrazia; sicché si può
concludere che l'asse della politica spagnola è situato su un
centro-sinistra che dispone, in
pratica, dei tre quinti dei suffragi e dei seggi parlamentari.
Clamorosa la sconfitta democristiana e altrettanto clamorosa quella dei franchisti: il che
vuol dire che il regime era già
morto molto tempo prima della
morte fisica del suo fondatore.
Limitato ma importante il risultato ottenuto da Carrillo; non
sarà lui comunque il protagonista della fase che ora si apre in
Spagna e che ricorda, a 150 anni di distanza, la monarchia borghese e costituzionale di Luigi
Filippo d'Orleans ».
Vogliamo riportare anche un
altro interessante commento.
« Ci si può dispiacere che i veri dibattiti d'idee e i veri confronti politici non abbiano praticamente avuto luogo. Ma il verdetto degli elettori è chiaro: lo
scrutinio, in virtù della dinamica che esso implica, annuncia la
instaurazione d'un regime realmente democratico. Considerato
dal franchismo, lungo 4 decenni,
come perennemente esposto a
cedere ai suoi “vecchi demoni"
e perciò bisognoso di perenne
tutela, il popolo spagnolo ha dato prova, con dignità e serenità,
di maturità e della sua volontà
d'assumere i vantaggi e i rischi
della tolleranza.
Dopo il luglio ’76, il governo
del sig. Suarez, l'uomo del re, ha
impresso alla riforma politica
un'accelerazione notevole. Giovane, abile, rimasto abbastanza vicino ai franchisti per essere da
loro tollerato, ma capace anche
di offrire un ramoscello d'olivo
all'opposizione democratica, il
capo del governo ha conquistato,
in pochi mesi, una grande popolarità » («Le Monde», 17.6.’77,
articolo di testa).
È stata rivolta a Pietro Nenni
la seguente domanda: « Pensa
che ci sia una ragione di fondo
che impedisce ai comunisti spagnoli di assumere una consistenza analoga a quella del PCF o
addirittura del PCI? »
La risposta è stata: « Credo
che la vera ragione sia. questa:
il comuniSmo contrasta con lo
spirito naturalmente libertario
degli spagnoli. Fu questo spirito
a colpire immediatamente noi
combattenti della guerra di Spagna: e proprio quando il libero
voto degli spagnoli mi conferma
in questa convinzione, mi piace
ricordare con commozione i compagni morti in quella lotta »
(dalla « Repubblica » loc. cit.).
I Protestanti in Spagna
I protestanti — scrive il bollettino della Commissione degli Affari Internazionali del Consiglio
Ecumenico delle Chiese di Ginevra — sono doppiamente emarginati in Spagna. Essi appartengono alle classi sociali inferiori
(operai e ceti medi inferiori), il
che significa: a) che il protestantesimo accoglie i settori marginalizzati della popolazione; b)
che hanno reputazione di essere
stati repubblicani e socialisti.
Molti pastori e laici sono stati
imprigionati e uccisi solo perché
protestanti. A questo si deve ag
giungere l'atteggiamento della
Chiesa Cattolica che in passato
ha attaccato i protestanti nel
modo più oscurantista, con argomenti da Inquisizione.
La posizione delle chiese protestanti riguardo al cambiamento riflette questa situazione. Secondo un pastore, si guarda al
futuro « con speranza, non con
pessimismo, ma con qualche riserva ». Le tendenze « aperturistiche » avvantaggerebbero i protestanti, ma essi non dimenticano il loro passato di persecuzione.