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Anno rZS - n.
17 luglio 1987
L. 700
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delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
IN AUMENTO EPISODI DI VIOLENZA DI TIPO RAZZISTA
Apartheid made in itaiy
!l maghrebino picchiato a Villar Pellice ripropone il problema della violenza contro gli stranieri che sono tra
noi - Miseria, disoccupazione accentueranno le tensioni sociali - Il compito delle chiese e dei credenti
I commercianti di LadispoU
che invitano i marocchini ad
andarsene; il negro maltrattato
gratuitamente dagli agenti di polizia, senza che nessuno abbia il
coraggio di protestare, anzi col
consenso dei presenti; la sarta
somala rinchiusa alcuni giorni
in carcere perché nessuno si
preoccupa di verificare se ha i
documenti in regola; il cartello
alla porta del bar con la scritta;
« Vietato l’ingresso ai cani e ai
marocchini »; il maghrebino trovato a Villar Pellice, bastonato
dii qualcuno e poi ricoverato per
lungo tempo in ospedale dove
ha subito un intervento chirurgico al cervello.
Cresce il benessere,
cresce il razzismo
Sono solo alcuni esempi di
storie di ordinario razzismo che
ogni tanto i quotidiani riportano. Ma quante altre storie, talvolta anche più drammatiche di
queste, rimangono nascoste, ignorate, perché le vittime non
hanno voce! Cosa sta succedendo intorno a noi, e dentro di
noi? Forse non ci rendiamo conto che sta avvenendo un mutamento profondo della nostra
mentalità e che da « italiani,
brava gente », ci trasformiamo
in popolo razzista. Siamo certo
in buona compagnia perché lo
stesso fenomeno è visibile, talvolta in modo ancora più macroscopico, in Francia, Svizzera, Germania Federale ecc.
Dunque nei paesi più « civili »,
industrializzati, ricchi. Ritengo
quindi che ci sia uno stretto
rapporto tra sviluppo economico e razzismo, nel senso che la
fortuna di un paese è costruita,
letteralmente, sulla pelle di emigrati che non hanno alcun diritto: negri, turchi, filippini, il
cui costo sociale è estremamente ridotto. Non entro nell’analisi
di questo fenomeno, ma è tempo che ce ne preoccupiamo molto seriamente per la spirale di
ingiustizia che crea e per il degrado di civiltà che genera nel
nostro paese.
Villar Pellice come
Johannesburg?
In particolare vorrei attirare
l’attenzione sull’episodio di Villar Pellice; non perché sia più
grave di altri, né perché Villar
Pellice sia l’ombelico della Terra, ma j>erché per il nostro piccolo mondo protestante è qualcosa di particolarmente odioso.
E’ un episodio di violenza simile a quelli che accadono nella
metropolitana di New York, o
nella periferia di Johannesburg,
o nell’Alabama. Non ci stupisce
che accada lì, anche se è sperabile che, comunque, susciti indignazione. Ma citi avrebbe mai
pensato che la cosa potesse avvenire nel cuore delle Valli Vaidesi? Non perché le Valli, ]ter
definizione, o per ima speciale
virtù divina, siano un paradiso
terrestre incontaminato. Ma per
ché le Valli sono un luogo geografico nel quale è stata combattuta una delle più belle battaglie di libertà. Non pienso soltanto alle persecuzioni religtose,
perché proprio a Villar Pellice
è stato impiccato Willy Jervis,
insieme ad altri quattro partigiani. La Resistenza è stata anche lotta contro la barbarie nazifascista e i suoi lager di sterminio. Nessuno di noi s’è mai
sognato di rinnegare quel passato.
Ed ora ecco che improvvisamente ci accorgiamo che anche
il nostro piccolo mondo è diventato del tutto simile al grande
mondo, invivibile, intollerante,
arrogante, violento, piercorso da
bande di « giustizieri », privo di
pietà, esattamente come una
grande città.
La violenza cresce
sul terreno
dell’indifferenza
L’episodio è accaduto; è sperabile che l’autore, o gli autori,
di questo inaudito gesto di razzismo, non siano da cercare tra
gli abitanti della valle.
Ma resta il problema di sapere quale sia la retizione della
gente. Forse non possiamo evitare l’episodica esplosione di
follia, perché nessuno di noi è
al riparo da certi rischi. Ma là
dove avvengono cose che sconvolgono i rapporti umani, quando si apre davanti a noi l’abisso del degrado, il ritorno alla
JVon è l’immagine di un lager, ma quella di un gruppo di giovani
Tamil, provenienti dallo Sri Lanka, rifugiati a Basilea (Svizzera).
barbarie, allora la coscienza deve insorgere con tutta la sua
forza, per bloccare il fenomeno,
isolarlo, sconfiggerlo. La violenza non si combatte con l’indifferenza, anzi queata è il terreno ideale sul quale essa può crescere e diffondersi.
In un mondo popolato ormai,
come sappiamo, da 5 miliardi di
esseri umani, tre miliardi e ottocento milioni dei quali abita
LA PREDICAZIONE DI APERTURA DELLA CONFERENZA DEL III DISTRETTO
Questa professione di fede, espressa, tramandata e contenuta in un’epistola del Nuovo Testamento, è ancora valida oggi,
a più di 19 secoli di distanza, in
un contesto sociale e storico totalmente diverso sì, ma identico
sostanzialmente perché indirizzata a credenti che operano con
fiducia e con speranza nella
chiesa di Cristo, alimentati dal
suo spirito, con le stesse difficoltà di un tempo, dovute a resistenze e tentazioni di ogni tipo.
Al credente impegnato che opera quotidianamente in ciò che
crede essere il suo mandato,
può accadere di essere preso
dallo sconforto e di ritenere del
tutto inutile l’opera sua, inconcludente, non necessaria, se non
addirittura controproducente alla predicazione dell’avvento del
Regno. Un vuoto impegno che
lo vede frustrato a paragone dei
successi ottenuti con ben altri
mezzi da produttori e procacciatori di varie dottrine sedicenti
umanitarie, illuminate e indispensabili alla felicità dell’individuo.
Oggi, come allora, si pone il
problema per il credente di rimanere puro, integro ed essere
ligio ai canoni di santità indicati: che sia « irreprensibile, marito di una sola moglie, sobrio.
Redenti in Cristo
« Poiché per questo noi fatichiamo e lottiamo: perché abbiamo
posto la nostra speranza nell’Iddio vivente, che è il Salvatore di
tutti gli uomini, principalmente dei credenti» (I Timoteo 4: 10).
assennato, costumato, ospitale,
atto ad insegnare, non dedito al
vino nè violento, ma sia mite,
non litigioso, non amante del denaro, che governi bene la propria famiglia e tenga i figliuoli
in sottomissione e in tutta riverenza (ché se uno non sa governare la propria famiglia, come
potrà aver cura della chiesa di
Dio?)» (1° Timoteo 3: 2-5).
L’apostolo Paolo indica in tutto ciò le qualità per chi aspira
all'ufficio di vescovo, qualità
che devono poter ancora oggi
avere un senso per la continuazione di una testimonianza del
modo di essere credenti e, certi
della grazia di Dio, per esortare il debole e rassicurare l’incredulo!
C'è la tendenza oggi a diminuire il valore di certe verità
rivelate. Senza la predicazione
della verità evangelica, non può
nascere la fede, e la fede viene
dalla parola di Dio udita.
Sovente nel nostro mondo pro
fano sentiamo affermare che la
cosa essenziale è la vita, mentre ciò che uno crede non conta.
Ebbene, tale affermazione viene fatta parimenti come chi vanta la bontà di un fruito, ma dimentica che per produrlo l’albero deve pur nascere da un seme e alimentarsi continuamente in un terreno adatto.
Se la chiesa vuole serbarsi viva e fruttifera deve assimilarsi
continuamente al succo vitale, alle sane parole — cioè — del Signore nostro Gesù Cristo.
Quando venne scritta l’epistola a Timoteo, le comunità cristiane contano già alcuni anni
di vita e si vanno estendendo e
rafforzando, ed acquistano un
posto nel mondo circostante.
Le verità fondamentali del
messaggio evangelico sono un
patrimonio a cui ci si può rifare, un patrimonio acquisito.
«Dio vuole che tutti gli uomini siano salvati e giungano alla
conoscenza della verità »: que
sto messaggio di speranza per
tutti indistintamente, giudei e
greci, è la parola d’ordine della
chiesa cristiana.
La redenzione in Cristo ed il
Suo avvento glorioso, il sacrificio della croce e la salvezza per
fede sono presenti nel pensiero
della chiesa, ne costituiscono il
fondamento che affiora costantemente in questi documenti.
Sta diventando invece problematico il modo di vivere rettamente la propria fede nell’ambito delle chiese e nel mondo.
Non è più in primo luogo la
fondazione della comunità che
occupa il pensiero degli apostoli, ma l’organizzazione di essa,
la sua testimonianza, il suo sviluppo. Le persone impegnate
nell’organizzazione - chiesa hanno la responsabilità di attendere e comunicare fedelmente
l'insegnamento ricevuto, aggiungendo alla loro predicazione l'esempio di una vita santa.
Essi devono confermare i fedeli nella fede, per fronteggiare
l’intraprendenza dei falsi dottori.
« Poiché per questo noi fatichiamo e lottiamo », per questo fine
cioè, in vista di ottenere per noi
e per molti altri la realizzazione
delle promesse fatte alla pietà.
E a questo fine sono dedicati
Leonardo Casorio
(continua a pag. 8)
no nel Terzo Mondo, è fatale che
aumenti tra noi il numero della
gente di colore, profughi, clandestini, emigranti, una massa enorme di persone in cerca di un
rifuso, di un lavoro, di un pezzo dd pane. A noi pare che l'Italia e l’Europa siano invase da
questa massa di diseredati, eppure solo il 6%, secondo le stime dell’ONU, si riversa in Europa. Nel 1985 poco più di 4.000
rifugiati hanno fatto richiesta di
asilo in Italia; è stato concesso
a soli 225 di loro. Le nostre frontiere dunque sono abbastanza
chiuse. E’ ancora in vigore da
noi la « riserva geografica », che
risale al 1951, in base alla quale viene riconosciuto lo « status »
di rifugiato politico soltanto ai
profughi provenienti dai paesi
dell’Est europeo.
Ma tu, di chi vuoi
essere il prossimo?
C’è dunque, come si vede, un
ritardo legislativo che va ricuperato al più presto. Ma anche
se, per caso, il Parlamento vota
leggi più aperte nei confronti
dei rifugiati, dei profughi, degli
emigranti, dobbiamo poi fare i
conti con lo zoccolo duro dei pregiudizi razziali, che sembrano
destinati ad aumentare, piuttosto che a diminuire come si ricava dagli infiniti episodi d’intolleranza ed odio che quotidianamente si verificano.
Qui si apre uno spazio per
l’azione e la testimonianza delle chiese. E’ sperabile che esse
riescano ad individuarlo (e in
alcuni posti l’hanno già fatto,
dando vita ad iniziative varie),
per diventare « prossimo », come chiede Gesù nella parabola
del « buon samaritano » (Luca
10), dell’uomo ferito che giace
sul bordo della strada.
Luciano Deodato
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2 commenti e dibattiti
f
17 luglio 1987
RICORDO DI
Giovanni Peyrot
Un villaggio che costringeva i più alla miniera o all’emigrazione La "Pradeltorno”, poi un lungo servizio alle Valli e nella diaspora
L'ho visto rultima volta all’assemblea di circuito di Sestri Ponente; mi è venuto incontro con
un sorriso gioioso, annunziandomi che ritornava volentieri alle
Valli per terminare il suo ministero regolare in attesa dell’emeritazione. A distanza di poche settimane, con la tristezza
nel cuore, lo ricordo come amico e collega nelle varie tappe
del suo ministero pastorale alle
Valli ed in varie parti della diaspora.
Giovanni Peyrot nasce al Crosetto il 17 agosto 1918; l’alpestre
villaggio fa parte del comune di
Prali ma è ecclesiasticamente legato alla comunità di Perrero.
Un ripido sentiero tutto a giravolte congiunge il villaggio alla
« provinciale » al ponte del Crosetto e con un dislivello di 300
metri. Il paese è quindi isolato
dal mondo con un lungo periodo invernale senza sole e dove
la vita dei contadini non ha che
una scelta: la miniera di talco
o l’eniigrazione; infatti due dei
fratelli del collega se ne vanno,
il più vecchio in Argentina, e non
fa più ritorno al villaggio, e l’attro in Tunisia; la mamma rimasta vedova affronta con coraggio la difficile situazione economica ed è lieta di compiere un Sacrificio per il proseguimento degli studi di Giovanni
al Liceo Ginnasio di Torre Pellice. Quivi riceve una buona influenza spirituale dal gruppo
missionario della Pradeltorno,
che gli consente di entrare in
contatto con le chiese delle Valli e della diaspora quale trampolino di lancio per la futura
missione.
Successivamente il collega è
inviato per due anni a Campobasso e poi a Prarostino, dove
rimane per quattordici anni.
Egli s’interessa alla villeggiatura evangelica e utilizza una casa della chiesa per i villeggianti,
tra i quali mi è caro ricordare
la famiglia di Vittorio Laurora
le cui figlie si sposano nella chiesa del villaggio.
Dopo una breve parentesi a
Catania egli è inviato ad Aosta.
Ricordo il suo interessamento
per la trasformazione delle vecchie scuole valdesi di Viering in
casa di accoglienza per gruppi
di giovani e famiglie. A Courmayeur s’interessa al colportaggio tra i villeggianti nel periodo
estivo. Egli è lieto di avere come uditore il prof. Subilia del
quale mi parlava spesso con animo riconoscente per l’arricchimento teologico ricevuto.
Nel 1975 Giovarmi Peyrot è
trasferito a Sanremo dove segue
con scrupolo la linea e le iniziative evangeUstiche del -suo
predecessore Roberto Nisbet, come « Voce Amica », conferenze
mensili, studi biblici, rapporti
con le comunità rifoimate viciniori, trasmissioni televisive. Negli ultimi anni il suo lavoro si
accresce con l'incarico della comunità di Vallecrosia ma con la
preziosa collaborazione del direttore della « casa valdese »
Sergio Nisbet. Nello stesso periodo viene inaugurata la nuova
sala di Imperia.
Ricordo Giovanni Peyrot per
quel vivo senso del dovere pa
Gustavo Bouchard
Nel 1947, terminati gli studi in
teologia, compie il suo anno di
prova ad Orsara, Foggia e Cerignola dove conosce la sua futura
compagna Anna Scarano. Questo cognome ricorda un folto
LA POLITICA ECCLESIASTICA IN ITALIA
Un discorso sgradevole
gruppo di credenti tra i quali
il padre di Anna, Francesco Scarano, anziano della chiesa per
lunghi anni, ora ultranovantenne ed il fratello Nicola la cui famiglia, trasferitasi a Milano, serba un grande attaccamento alla
nuova comunità. Nonostante l’emorragia minatoria degli anni
’50 la comunità rivela ancor oggi una straordinaria vitalità spirituale, come pure a Poffaia, alimentata da famiglie di Orsara
e per lunghi anni dalla testimonianza dell’amico Giordano Densi.
Tramite la voce dei loro notabili, il PSI e gli altri sedicenti
partiti laici, con tono di rimprovero si sono allarmati perché il
papa, oltre al consorzio dei vescovi — come avviene da sempre — si sta impicciando delle cose politiche italiane nel presente momento elettorale.
Forse, tali partiti sono inquieti perché, a differenza dei DC,
non trovano esponenti di religioni che li sostengano. Chissà perché infatti questa volta i giornali — previ accurati sondaggi
Claudiana editrice
Nella collana Federazione Chiese Evangeliche in Italia è
uscito il n. 3:
PAOLO NASO
La questione ricorrente
Introduzione ad alcuni temi meridionalistici
Prefazione di S. Aquilante
pp. 104, Lire 13.000
Una analisi approfondita ed aggiornata della « questione
meridionale » che perviene a formulare proposte precise ed
articolate. Il contributo della F.C.E.I. (« Servizio di Azione
Sociale ») ad un problema che travaglia la vita della nazione.
FONDATA NEL 1855
Via P. Tommaso, 1 - 10125 Torino - Tel. 689804
C.C.I.A. n. 274,482 - C.C.P. 20780102 - cod. fise. 00601900012
CONSIDERAZIONI (POST)ELETTORALI
storale compiuto con scrupolo
ed ordine, conferendo nei gesti
come nelle parole un certo che
di « sacro », quasi a tutela della
dignità pastorale seppure corretta con una nota di piacevole
« humour » e di fronte ad una
tendenza ultralaicizzante.
Il « testimone » della missione
del collega non s’arresta ma viene raccolto dalla figliuola Lucilla, avendo per motto il testo che
il collega ha scelto per la sua
dipartenza: « Ho creduto, perciò
parlerò ».
Ad Anna, alunna un tempo
della mia scuola domenicale di
Cerignola, a Lucilla, ai suoi due
fratelli, ai familiari invio il pensiero del Salmo 39; « Oro. o Signore, che cosa aspetto? La mia
speranza è in te, o Dio ».
— hanno diffuso la notizia che
le altre confessioni religiose presenti in Italia, come al solito,
non prendono posizione verso
nessun partito in questo sesto
round elettorale dopo cinque legislature consecutive incompiute.
Solo gli « arancioni » appoggiano dichiaratamente il partito
radicale, perché il loro leader
milita in quella lista. Meno male, abbiamo così una seconda
« chiesa » elettoralisticamente
« impegnata » a soddisfazione
della religiosità italica!
I comunisti invece — più furbi dei furbi —, come ha cercato di spiegare il loro Zanchieri,
fanno finta di credere che il papa non « pensi di coartare » i diritti di libertà dei cattolici in
sede politica perché — essi affermano — questi diritti rappresentano « una conquista irrinunciabile delle democrazie moderne e della storia democratica dei
cattolici italiani ». Perché invece non si sa dire in modo chiaro ed onesto che, purtroppo, ancora solo una modesta aliquota
di cattolici in via di maturazione già se ne infischia di quello
che starnazzano i preti di ogni
ordine e grado in sede politica,
come è risultato evidente per i
referendum sul divorzio e sull’aborto, invero però già un po’
lontani nel tempo?
Appare chiaro che il discorso
su « religione dei cittadini e laicità dello Stato », al pari di quello sulla « maturità politica dei
politici », in Italia è ancora tutto da sviluppare.
Giorgio Peyrot
Per l’azione
dei cristiani
Da qualche settimana ho il desiderio di far partecipi altre persone del peso spirituale che porto sul mio cuore ogniqualvolta
mi metto in preghiera.
Il versetto di 2 Cronache 7; 14
ne è stato l’ispiratore:
« Se il mio popolo, sul quale è
invocato il mio nome, si umilia,
prega, cerca la mia faccia e si
converte dalle sue vie malvagie,
io lo esaudirò dal cielo, gli perdonerò i suoi peccati e guarirò il
suo paese ».
Come altre, anche questa volta, a elezioni annunciate, anche
noi cristiani saremo tentati di
stare tranquilli a guardare quello
che succederà, noncuranti delle
conseguenze, ma forse pronti a
lamentarci e a gridare allo scandalo.
Certo, ogni chiesa ha i suoi
programmi di evangelizzazione, i
suoi problemi, le sue vittorie, ma
ora Dio invita tutto il suo popolo
ad unirsi, eliminando le barriere
che fanno da ostacolo, per formare un muro di protezione, nella preghiera e nella intercessione. Non facciamo noi parte di
quel « piccolo gregge » al quale è
stato detto di non aver paura, il
cui Pastore è potente in battaglia
e al quale appartiene la vittoria?
Prendiamoci dunque lo spazio
dei vincitori in Cristo Gesù.
Ninive e il popolo ebraico in
cattività hanno sperimentato la
fedeltà di Dio e la sua liberazione sottoponendosi alle condizioni
divine.
Perché non dovremmo sperimentarle anche noi in questo indubbio momento di universale
necessità? Non c’è davvero nessuno che sia disposto ad organizzare giornate di digiuno e di preghiera nazionali?
Penso che Dio, nella sua infinita bontà, ci elargisce il tempo indispensabile per preparare e
mettere in atto una strategia efficace, per sbarrare la via a situazioni malvagie, che noi, responsabili della nostra inerzia,
abbiamo lasciato dilagare nel nostro bel Paese.
« Il campo del pigro » dei Proverbi rende molto bene l’idea, e
ci può essere di insegnamento. Il
motivo di codesta mia richiesta
così audace è nel fatto che si
tratta di un rimedio che ha già
dato i suoi frutti nei tempi antichi, e l’Iddio che ha risposto
allora è lo stesso che mantiene
la sua Parola oggi ancora ed è
tuttora disposto a mantenerla.
Le ragioni per umiliarci, per
pregare e per essere perdonati
non mancano: i giovani e la popolazione che vanno alla deriva,
la disoccupazione, le religioni di
divinità sconosciute che spudoratamente prendono possesso del
nostro Paese che già fu bagnato
dal sangue dei martiri del vero
Iddio! Non sta scritto in Apocalisse 6: 9-11: «Ed essi gridarono
con gran voce dicendo: Fino a
quando, o nostro Signore che sei
santo e verace, non fai tu giudizio e non vendichi il nostro
sangue su quedH che ah’tana la
terra? ». Non può essere giunto
oggi il tempo in cui Dio voglia
onorare il sangue dei suoi testimoni nel nostro Paese?
Non sono forse quei giovani
nutriti di pornografia, di violenza, di droga, e di ideologie contrarie alla legge di Dio, esperti o
meno in magia bianca o nera,
spudoratamente elargita dai
mass media, che si preparano ad
entrare nel numero dei nostri dirigenti regionali e nazionali?
Sono persuasa che sia ormai
gran tempo di guardare in faccia
la situazione e di agire secondo
la gravità della condizione in cui
ci troviamo.
Perché non chiedere a Dio che
la sua volontà e il suo insegnamento siano rispettati e presi in
considerazione nella legge della
nostra nazione? Che non solo gli
abitanti ma anche il suolo sia
guarito dopo queste continue ca
tastrofi naturali o no che lo stanno danneggiando irreparabilmente?
Perché non chiedere che Egli
scelga e guidi le votazioni popolari affinché alla direzione del nostro Paese vi siano dei governan
ti secondo il suo cuore? Che EgT
faccia germogliare tutto il seme
della sua Parola, seminato nel
cuore degli Italiani, e susciti buoni e numerosi operai i quali lavo
rino nella sua messe?
Perché non chiedere a Dio che
Egli susciti delle persone pronte
per portare l’Evangelo nelle prigioni sovraffollate, e che la sua
Parola, toccando i cuori, trasformi i peccatori in ferventi propagatori dell’Evangelo, affinché sia
tolta la maledizione che pesa sul
nostro Paese, causata dal dilagare delle arti magiche?
Oresti sono solo alcuni fra g!>
argomenti che mi si presentano
alla mente; ma se ne troverebbero certamente tanti altri da aggiungere, per stimolare i cristiani d’Italia a entrare in azione.
Accompagno queste righe con
la preghiera, chiedendo al Signore che molti fratelli rispondano
all’appello, anzitutto per quanto
riguarda questo tempo che precede le votazioni, ma affinché anche dopo di ciò essi si sentano
chiamati a riunirsi più volte all’anno, davanti a Dio, in preghiera e in digiuno, per intercedere
per il nostro Paese.
Irena Jobbi
(Articolo scritto ed inviatoci prima delle elezioni - n.d.r.).
Partecipazioni
personali
Parenti e amici si congratulano con
Stefano Marcheselli di Milano che si
è brillantemente laureato in Lingua e
Letteratura Inglese discutendo una tesi su « Milton ed i Valdesi ».
Si ringraziano II prof. Ugo Gastaldi e
il pastore Giorgio Tourn per I loro preziosi suggerimenti.
(Articolo scritto ed inviatoci prima delle elezioni - n.d.r.).
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r
17 luglio 1987
vita delle chiese 3
PAVIA
CRONACA DELLE CHIESE DELLE VALLI
Eresia e Riforma in Italia Tempio aperto
La città, che conta circa 20
mila studenti universitari su una
popolazione di 80-85.000 abitanti,
ha una comunità evangelica che,
benché legata airuCEBI, da due
anni è priva di pastore residente,
e conta, al suo interno, fratelli
di tutte le denominazioni del
protestantesimo. In questo ambito, e in riferimento al passato,
ricco di episodi significativi per
la circolazione delle idee riformate in Italia, la comunità, in
collaborazione con il Dipartimento di scienza della letteratura e dell’arte medievale e moderna dell’Università, ha organizzato un ciclo di quattro conferenze sui movimenti ereticali e la
Riforma in Italia, che sono state seguite da un pubblico numeroso e qualificato.
Domenico Maselli, nei primi
due incontri, ha messo a confronto le « vite parallele di Vaidesio e di Francesco d’Assisi »,
sottolineando la provenienza dallo stesso strato sociale, gli stessi
appelli evangelici, la stessa rinuncia ai beni terreni, gli stessi
programmi: entrambi andranno
infatti a Roma, per chiedere al
papa l’approvazione dei loro progetti; ma Valdesio venne « espulso » e il valdismo con la « rottura definitiva» divenne a modo
suo una « chiesa docente », mentre il francescanesimo fu integrato nel sistema. Ma (e questo
è stato l’argomento specifico della seconda conferenza) non si
può sottovalutare l’opposizione
che alcuni settori francescani
svolsero nei confronti della chiesa ufficiale: rifiuto della chiesa
romana, « carnale e ricca »,
del giuramento, denuncia delr«estinzione» del Vangelo di Cristo, fino ad allora operata. Come
FACOLTA’
VALDESE
DI TEOLOGIA
Via Pietro Cossa, 42 - 00193 Roma
ÌSCRÌ2IONI
Per iscriversi aila Facoità Vaidese di Teoiogia occorre chiedere
aiia segreteria il modulo d'iscrizione, riempirlo e rinviarlo compilato.
I moduli possono essere consegnati a uno dei professori a Torre
Pellice durante il Sinodo delle chiese valdesi e metodiste. Altrimenti vanno inviati a Roma, alla sede
della Facoltà.
Ci si può iscrivere al corso triennale, senza frequentare, per cultura personale. Oppure al corso
di cinque anni, di cui uno all’estero, con lo scopo di conseguire la
licenza (laurea) in teologia. Con
quest’ultimo titolo, si può diventare pastori nelle chiese evangeliche. La frequenza è però obbligatoria.
Tasse:
Immatricolazione (per tutti) 50.000
Studio Licenza (annue) 160.000
Studio Diploma di cultura
(annue) 50.000
I versamenti vanno effettuati
sul c.c.p. 24717001 intestato a Facoltà Valdese di Teologia.
Indirizzi utili:
Segretario (prof. Rostagno): nel periodo estivo: 0121/808818; in sede: 06/361.9729.
Casa Valdese. Torre Pellice: 0121/
91296.
ESAMI
Sessione speciale a Torre Pellice
venerdì 21 agosto dalle ore 8.30 su
prenotazione.
La segreteria
ì « barbi » valdesi, anche questi
fraticelli e « spirituali », tra il
XIII e il XIV sec., facevano lunghi viaggi attraverso l'Italia e nel
sud della Francia per visitare i
fedeli nelle loro case, e per celebrarvi i culti: ma anche questa
frangia di « francescani dissidenti », staccatisi dal movimento
originale, venne repressa dall’Inquisizione.
Salvatore Caponetto ha poi
trattato, nella terza delle conferenze, « Le origini della Riforma
protestante in Italia»: proprio
a Pavia, il libraio Calvi aveva
introdotto gli scritti di Lutero fin
dal 1519, e, prima ancora, Juan
de Valdès, fuggito di Castiglia,
esercitò influenza su quelli che
sarebbero divenuti i più celebri
portavoce della Riforma, da Bernardino Ochino a Piermartire
Vermigli. Ma in Pavia la diffusione della fede riformata è dovuta soprattutto airagostiniano
Agostino Mainardo (1482-1563) e
all’umanista Celio Secondo Curione : in seguito all’Inquisizione, molti di questi esponenti, unitamente ai loro seguaci, risolsero
il problema della fede in coscienza, dando vita al fenomeno del
nicodemismo ; altri, coerentemente con le ragioni della loro
fede, affrontarono il martirio o
l’esilio.
Jean Gönnet ha concluso la
serie delle conferenze parlando
sulla « visione escatologica della
storia presso Gioachino da Fiore ». Si tratta di una visione
«profetica», per la quale, alla
luce del Vecchio e del Nuovo Testamento, i fatti della storia, al
dì là del valore storico e sostanziale, divengono simboli atti a
farci intendere la realtà futura
in essi adombrata. Jn questa visione escatologica la chiesa ufficiale non potrà conservare il suo
compito di amministratrice dei
carismi; alla chiesa della gerarchia e dei simboli succederà la
chiesa delle realtà spirituali: le
ripercussioni di questo pensiero
furono il fatto più saliente nella
storia della spiritualità cristiana fino al Savonarola e ai prossimi albori della Riforma protestante.
Arezio Catara
CORRISPONDENZE
Coscienza
essere comunità
l’unico momento di aggregazione sembra essere quello del catechismo e precatechismo (quest’anno si sono avute quattro
confermazioni). Da questo quadro emerge anche il fatto che,
tranne l’amministrazione finanziaria, tutto viene delegato al
pastore.
Si sottolinea come sia stata
importante la visita compiuta
dalla CED: oltre a stabilire un
certo contatto con la realtà locale, è servita a chiarire la responsabilità collegiale del Consiglio di chiesa, e a sollecitare l’interesse della comunità per il
gruppo di Fano.
Gita delle
Scuole domenicali
VASTO — Dopo l’esperimento
positivo degli incontri a Vasto e
a Villa S. Sebastiano dell’anno
passato, una trentina eli ragazzi delle Scuole Domenicali del
XII circuito ha partecipato
all’incontro che si è svolto dal 25
al 28 giugno presso il camping
”La grotta del saraceno” che si
trova in posizione veramente suggestiva sulla costa adriatica di
Vasto.
I ragazzi, accompagnati da monitori e pastori, alloggiati in tende e capanne, hanno preso parte
con molto entusiasmo ed allegria
alla vita di campo che ha creato,
anche con i suoi imprevisti, molte occasioni per conoscersi e fraternizzare.
Naturalmente non sono mancati i momenti di ricreazione
sulla spiaggia e nel campo con
giochi, canti ecc., ma i ragazzi
si sono impegnati a fondo nella
preparazione di un dramma sulla vita del profeta Elia che era
stato ideato dai ragazzi del Vástese sotto la guida del pastore Gianna Sciclone, che non mancava di spunti originali ed umoristici.
Domenica 28 rincontro si è
concluso con il culto e la recita
dei ragazzi nel Centro Valdese di
Vasto, presenti la comunità e
parecchi genitori che hanno partecipato anche ad un ultimo pasto comune consumato nel campeggio.
LIVORNO — Nel preparare la
relazione di fine anno, il Consiglio di chiesa, messi in evidenza
alcuni problemi ed obiettivi per
il futuro (necessità di coinvolgere maggiormente una serie di
giovani, di responsabilizzare ampiamente le famiglie in questo
senso, di costituire un gruppo
qualificato in vista di un’opera di
evangelizzazione, senza dimenticare di potenziare i contatti con
le altre chiese evangeliche, con
la chiesa cattolica e con tutto
l’ambiente culturale e laico), ha
preso spunto dal questionario
fornito alle chiese dalla CED.
In base a questa traccia è risultato che « non sembra che ci
siano scollamenti o fratture nel
tessuto della comunità »; buono
è anche il livello della coscienza contributiva.
Per quanto riguarda i rapporti con l’esterno, diverse sono state le occasioni, per il pastore ma
anche per altri membri di chiesa, di intervenire a dibattiti, tavole rotonde e conferenze, in particolare sull’insegnamento della
religione a scuola.
Un discorso a parte va fatto
per la diaconia: è giudicata carente « sia per le difficoltà di individuare uno scopo o un problema specifico su cui impegnarsi, sia per la scarsità di mezzi e
di persone ». La chiesa di Livorno non sostiene infatti nessuna opera in particolare, ma si
cura di raccogliere fondi per
quelle esistenti in Italia.
A Piombino hanno poi avuto
luogo a scadenza quindicinale
delle riunioni sotto forma di incontri fraterni, di studio e di
culto.
Relazione annua
RUMINI — Il principale problema evidenziato nella relazione annua è quello del rapporto tra comunità e diaspora: i
membri di chiesa sono abbastanza numerosi, ma ben pochi sentono il bisogno dell’essere insieme. L’unico collegamento avviene nelle visite del pastore. Tale
non è, però, la situazione del
gruppo di Pano, dove lo spirito
comunitario è pienamente inteso.
Per quanto riguarda i giovani.
TORRE PELLICE — Con lo
scorso fine settimana è ripresa
l’iniziativa « Tempio aperto », organizzata dalla Commissione
per l’evangelizzazione della chiesa valdese di Torre Pellice.
Nel periodo luglio-agosto all’ingresso del tempio un gruppo
di membri di chiesa di Torre Pellice si mette a disposizione di
visitatori più o meno occasionali che, transitando davanti al
tempio, possano essere interessati a conoscere il mondo valdese.
Così tutti i sabati pomeriggio, la domenica mattina e pomeriggio verrà proposto un banco di libri Ciaudiana ed inoltre
alle 17,30 della domenica vengono presentate, all’interno del
tempio, rifiessioni su argomenti
biblici legati all’attualità presentati da pastori e laici.
In particolare quest’anno, dopo
rincontro col prof. G. Peyrot sul
tema « il diritto nella chiesa »,
ci saranno altre cinque occasioni di incontro.
Domenica 19 luglio il pastore
Carlo Gay presenterà un «viaggio attraverso il protestantesimo italiano ed europeo degli ultimi 50 anni »; il 26 luglio il pastore Susanne Labsch parlerà
su: « Lo Spirito Santo nella vita
della chiesa e del credente »; il 2
agosto il pastore Arrigo Bonnes
presenterà la possibilità di « predicare l’Evangelo nella Sicilia
di oggi »; il 9 agosto Rosanna
Ciappa Nitri, ricercatore universitario, presenterà ima riflessione su «Calcio, idolatria dei nostri
giorni? » ed infine il 16 agosto
il vice-moderatore della Tavola
Valdese Gianni Rostan parlerà
sulla gestione del denaro nelle
chiese valdesi e metodiste e sulla sua importanza nella vita dei
credenti.
Oltre a questi messaggi domenicali sono anche organizzate
due serate; la prima per il 7
agosto, ore 21, presso la sala consiliare del comune, su « Torre
Pellice ieri ed oggi », con interventi del sindaco di Torre Pellice
Armand Hugon e del presidente
della Società di Studi Valdesi
G. Tourn, la seconda per il 21
agosto presso il tempio valdese, sempre ore 21, su « la figura
di Maria nella storia della chiesa », confronto fra la concezione
cattolica e quella riformata; interventi del teologo cattolico don
Giovanni Cereti e del prof. Paolo Ricca.
Giornata comunitaria
SAN GERIMANO — E’ stata
una giornata simpatica ed interessante, quella passata ai Bleynat, domenica 5 luglio. Alla mattina, una cinquantina di persone si è incontrata in questo
quartiere un po’ isolato per il
culto. Dopo il picnic sotto i
castagni, si è avuta l’opportunità di ascoltare il past. Giorgio
Tourn che ha illustrato le tematiche presenti nelle ormai prossime celebrazioni del terzo centenario del glorioso rimpatrio
ed ha anticipato i momenti su
cui tali celebrazioni verteranno. Al di là degli argomenti, pure importanti, che sono stati
trattati, vogliamo segnalare lo
spirito di fraternità che ha segnato la giornata. E’ importante
per ogni Chiesa locale riscoprire
sempre il senso comunitario.
Per noi è stata, per riprendere
un’immagine del past. Tourn,
« la comunione dei santi sotto
due bei castagni ».
• Lunedi 6 luglio, la comunità si è raccolta per salutare la
sorella Caterina Adelaide Rostan ved. IMonnet, mancata all’età di 92 anni. Nella certezza
della resurrezione, vogliamo esprimere ai familiari la nostra
simpatia nel dolore.
• Viene organizzata nei giorni 10 e 11 ottobre una visita a
Firenze, con particolare attenzione alla presenza evangelica
nella città. Il costo del viaggio e
del soggiorno è fissato in lire
100.000. Per informazioni e prenotazioni rivolgersi al pastore
o a Ileana Lanfranco Borrel,
entro il 15 agosto.
Cercasi volontari
SAN SECONDO — Ci sono
molti lavori di manutenzione da
fare nei nostri stabili e tutto costa molto. Facciamo un appello
a quanti volessero dare una giornata di lavoro volontario. Aiuterebbero moltissimo la nostra
cassa spese locali.
• Domenica 12 luglio il culto
è stato presieduto dal fratello
Lino Regruto. Lo ringraziamo
ancora per il messaggio della
Parola che ci ha rivolto e lo seguiamo in preghiera nel suo lavoro volontario come «Gedeone»
(i « Gedeoni », movimento internazionale, si occupano della distribuzione gratuita di Bibbie e
Nuovi Testamenti negli alberghi,
scuole ecc.).
• Il 6 luglio improvvisamente il Signore ha chiamato a sè
Francesco Peyrot. I funerali hanno avuto luogo al Crosetto di
Prali.
Alla famiglia va ancora la
nostra simpatia cristiana.
FFEVM
Corso di
animazione
biblica
La Federazione femminile evangelica valdese e metodista
(FFEVM) organizza per i giorni 13-15 novembre a Casa Cares
(Reggello) un corso dì animazione biblica diretto dal past. Yann
Redalié. Sono invitati a partecipare, oltre alle animatrici dei
gruppi e delle unioni femminili,
anche monitori, monitrici, catechisti e catechiste.
Per informazioni rivolgersi a
IMaria Grazia Sbaffl Palazzine via Racagni 24 - 53100 Parma Tel. 0521/44800.
Hanno collaborato a questo
numero: Archimede Bertolino, Marco Pasquet, Paolo
Ribet, Daniele Rochat, Florence Vinti, Ugo Zeni.
RIFUGIO
CARLO
ALBERTO
« Dio è amore ».
(l- Giov. 4: 8)
La famiglia del Rifugio invita i fratelli e gli amici all’annuale incontro dell’ultima domenica di luglio, 26 luglio
1987. Dopo un breve culto, con
inizio alle ore 11, seguirà un
buffet freddo.
Nel pomeriggio, in occasione del tradizionale bazar ed
in comunione con i nostri ospiti, ogni visitatore potrà
rinsaldare il dialogo con i
membri delle nostre comunità ed i loro simpatizzanti.
4
4
ecumenismo
17 luglio 1987
INTERVISTA AD HANS KUENG
TORRE RELUCE
Ecumenici di tutte ie chiese,
unitevi!
La pace
nella Bibbia
Secondo il noto teologo gesuita rinfallibìlità papale e la liberazione della chiesa tra le urgenze da affrontare - Una critica alle chiese protestanti - Il vero spirito ecumenico
— Quali sono i temi più argenti per ia teologia nel momento attuale: il dialogo con le religioni, il rendere credibili ia
fede e la speranza cristiana in
rapporto ai problemi più drammatici deile popolazioni povere
del Terzo Mondo? Altri temi,
come l’ecologia e il pericolo di
una guerra nucleare?
— Per la teologia in se stessa, non deve esserci una differenza fra questi ambiti di problemi. Nel momento attuale, si
deve fare teologia neU’orizzonte
del dialogo fra le religioni del
mondo, dei problemi sociali, dei
problemi della pace nell’era atomica.
Infatti, c’è anche una interdipendenza fra questi diversi tipi
di problemi. Per esempio, la
pace fra i popoli dipende in maniera determinante da un clima di tolleranza o di dialogo
fra le religioni, dalla soluzione
delle contraddizioni sociali.
Però, ovviamente, un singolo
teologo non può fare tutto contemporaneamente. Io, dopo essermi occupato per due decenni
dell’ecumenismo fra i cristiani,
negli ultimi anni mi occupo molto intensamente del dialogo interreligioso.
In questo momento noi ci troviamo, neU’ambito del dialogo
interreli^oso, più o meno a
quello stesso punto in cui era^
vamo, cinquant’anni fa, nel dialogo fra i cristiani.
— In questo contesto, quale
molo hanno 1 problemi relativi
aUe contraddizioni interne della
stmttura delle chiese, quali quelli collegati aU’infallibilità papale?
— Anche qui c’è una interdipendenza fra le questioni sociali e politiche, e le questioni strutturali della chiesa.
L’infallibilità del papa gioca
un ruolo-chiave per la Chiesa
cattolica, ovviamente. Per esempio, neU’insegnamento sulla regolazione delle nascite. Il motivo per il quale il papa non
può ammettere il controllo delle nascite per i paesi dell’Africa, dell’America Latina e di tutto il Terzo Mondo, effettivamente dipende dal fatto che la chiesa si è legata a decisioni infallibili sul piano morale. Questo
ho cercato di spiegare a suo tem
SAE
XXV sessione
alla Mandola
« Laici, laicità, popolo di Dio »
è il tema della XXV sessione di
formazione ecumenica, organizzata dal SAE (Segretariato Attività
Ecumeniche - via Cava Aurelia
8/3 - 00165 Roma - tei. 06/6374033,
ore 10-14) che si terrà a La Mendola dal 25 luglio al 2 agosto '87.
Tra i partecipanti Luigi Sartori,
Carlo Maria Martini, Giuseppe
Alberigo, Loris Capovilla, Paolo
Ricca, Renzo Bertalot, Alfredo
Sonelli, Glen G. Williams, Elia
Kopciowski, T. Valdman, Petre
Coman, Fuad Khaled Allam.
La sessione — è detto nella
presentazione dell’incontro —
vuole « tentare un bilancio del
percorso» del SAE «per rinnovare senso e valore a una progettazione futura ».
Informazioni presso il SAE di
Roma.
po nel mio volume Infallibile?
Una domanda.
La gerarchia della Chiesa cattolica blocca se stessa, in molte questioni, tramite una pretesa di infallibilità male intesa. Essa potrebbe essere disponibile a trattare le questioni
sociali, politiche ed economiche
molto più secondo le esigenze
del nostre tempo, in maniera
molto più coerente col Vangelo;
potrebbe anche affrontare in
modo diverso le istanze della
Teologia della liberazione, se
non si legasse le mani da se
stessa. Così, avviene che la liberazione interna e la liberazione esterna nella Chiesa cattolica seno in stretta connessione.
— Lei ha osservato più volte
che la Chiesa protestante, in
Germania, ha cessato di porre
a se stessa e alla Chiesa cattolica il problema della riforma.
Qual è, a suo giudizio, la causa dell’arresto al suo interno di
quel processo che sta alla sua
origine?
— Io non posso permettermi
un giudizio sulle Chiese protestanti della Gerrnanià. Ho rapporti ottimi anche con moltissimi pastori e teologi protestanti, sulla base di opinioni ecumeniche comuni.
Però sto osservando da anni
che la leadership della Chiesa
protestante in Germania non
sostiene abbastanza decisamente le istanze ecumeniche.
E’ subentrato silenziosamente
uno stile di ecumenismo diplomatico che, per una pura questione di tatto, ormai non osa
più esplicitare le richieste ecumeniche che in Germania sono
proprie di milioni di persone.
I leader della Chiesa protestante si fidano troppo delle
commissioni ecumeniche e dei
buoni rapporti intrecciati con
la gerarchia cattolica, e non si
accorgono che Roma in questo
modo ha comprato il loro silenzio. Sono protestanti che non
protestano più, e lasciano la protesta ai cattolici critici.
I responsabili della Chiesa
protestante entrano ed escono
dal Vaticano, e contemporaneamente il Vaticano, con il papa
attuale, non attua nessuno dei
« desiderata » ecumenici.
La recente visita del papa in
Germania è stata la prova di
questo, ancora una volta: il culto ecumenico ad Augusta è stato una manifestazione-alibi, e io
sono stato contento che almeno
alcune Chiese protestanti, per
esempio la Chiesa metodista e
le Chiese libere, abbiano protestato attraverso la loro assenza.
Con questa critica non voglio
però incitare i protestanti contro Rema. Al contrario: i tempi
PROTESTANTESIMO
IN TV
DOMENICA 26 LUGLIO
ore 23 circa - RAI 2
UN INCONTRO
IMPOSSIBILE CON IL
POETA TRAGICO
DEL CINEMA
In questo numero il regista
Cari Theodor Dreyer ci illustrerà il percorso di vita che
lo ha indotto a realizzare gli
ultimi due film: Ordet e Gertrud.
della polemica confessionale sono passati.
Vorrei soltanto che tutti, con
volontà ecumenica in_ ambedue
le chiese, imparassero a prendersi la dovuta responsabilità
gli uni verso gli altri.
Roma deve sapere che non si
possono avere insieme queste
due cose; la restaurazione del
cattolicesimo romano preconciliare da una parte e dall’altra i
buoni rapporti diplomatici con
le altre chiese cristiane.
— Quale rapporto vede possibile fra protestanti che siano
attenti al loro ruolo storico e
sociale e i protagonisti dei movimenti cattolici che si pongono
il problema della riforma d^a
Chiesa e del loro inserimento nel
processo di liberazione dei popoli, soprattutto del Terzo Mondo? Ritiene possibile solo una
collaborazione nell’azione concreta, o anche una più profonda comunione di fede e di vita
ecclesiale?
— Da molto tempo cristiani
di tutte le chiese hanno cominciato a collaborare sul piano politico, sociale, pastorale e spirituale.
La politica attuata da Roma
fino al Concilio Vaticano II verso i protestanti è fallita, cioè la
riunione con la Chiesa cattolica
tramite appelli al ritorno, oppure attraverso le conversioni di
singoli; oggi il protestante non
può più pensare di guadagnare
cattolici, né il cattolico protestanti. Non si tratta più di questo.
Questo è importante anzitutto per paesi come l’Italia, dove i
protestanti sono una piccola minoranza. Oggi si tratta di pregare e lavorare in ogni chiesa
per uno spirito ecumenico, vale
a dire che un numero sempre
maggiore di uomini, ciascuno
nella propria chiesa, praticano
e sostengono le esigenze dell’ecumenismo.
Questo spirito ecumenico comune si basa su qualcosa di più
che su azioni comuni occasionali. Ha le sue radici nella stessa convinzione comune dei cristiani. Ha le sue radici nella promessa di Cristo, nella preghiera
e nella comunione della Cena
eucaristica.
Sarebbe tempo che le leadership delle chiese permettano finalmente ciò che i teologi ritengono come possibile: il riconoscimento dei ministeri protestanti e della celebrazione eucaristica protestante, e la possibilità dell’intercomunione.
La parola d’ordine deve essere: « Ecumenici di tutte le
chiese, unitevi e lavorate nella
vostra chiesa per un futuro ecumenico! ».
Intervista a cura di
Cesare Milaneschi
Nel maggio scorso il Collettivo Biblico Ecumenico di Torre Pellice ha terminato le sue riunioni quindicinali. Nato
ormai dieci anni fa, il gruppo ha riunito anche quest'anno una quindicina di
giovani (e meno giovani) di diversa
confessione cristiana, allo scopo di approfondire le proprie conoscenze della
Scrittura e farne la base per uno scambio di esperienze personali.
D'abitudine ogni anno veniva scelto, come argomento di studio, un libro dell'Antico o del Nuovo Testamento; quest'anno, invece, abbiamo preso come tema di riflessione ■■ La pace
nella Bibbia », con particolare riferimento ai problemi della giustizia e della preservazione della natura; abbiamo
voluto prendere cioè il tema prescelto dal Consiglio Ecumenico delle Chiese per la sua Assemblea .generale prevista per il 1990.
All'inizio Luciano Deodato ci ha presentato le linee generali del tema,
commentando Osea 2 e indicandoci anche i passi biblici su cui fermare,
ogni volta, la nostra particolare attenzione. Su tale traccia abbiamo proseguito le nostre riunioni, dove ogni volta
e a turno venivano brevemente esposti il tema e i passi biblici indicatici.
Ci è stato utile potere alternare, ogni
tanto, le nostre riunioni con altre, dove alcuni oratori ci hanno guidato,
con la loro maggiore esperienza degli
argomenti, nel nostro percorso di studio.
Così, dopo Emanuele Artom, che è
intervenuto su <■ Lo shalom nelTEbraismo », Franco Barbero ci ha parlato di
« Shalom e pace nella metodologia e
prassi della teologia della liberazione ».
Il profeta Amos ci è stato presentato da
Giorgio Tourn per parlarci di « Pace e
giustizia secondo la Bibbia ». Ed infine
Archimede Bertolino ha illustrato II
problema dell'« Ecologia e civiltà contemporanea di fronte alla Bibbia ».
Sono state, in tutto, 16 riunioni, frequentate con buona assiduità, con la
consapevolezza che, insieme al nostro,
altri gruppi di credenti, vicini o lontani, si riunivano per lo stesso scopo.
La scoperta o riscoperta della ricchezza della Parola di Dio è stata per
ciascuno di noi un meditato ma sicuro apporto per la propria fede, ogni
volta cercando di cogliere, nella Parola,
quelle verità essenziali che ci uniscono
come credenti, al di là delle questioni che ancora ci dividono.
Il collettivo biblico ecumenico
IL CONVEGNO PRIMAVERILE DEL SAE
Gesù, profeta laico
La mattina del 1° maggio si
apriva a Gaeta il convegno nazionale primaverile del SAE
(Segretariato Attività Ecumeniche) con un canto di invocazione allo Spirito Santo, tratto d'alrinnario evangelico.
Al canto delTassemhlea (oltre
170 i partecipanti) e alla rifiessione biblica del past. Valdo Vinay (Atti 4; 32) è seguita una
pregnante relazione della pref.
Maria Vingiani, fondatrice e
presidente nazionale del SAE,
membro laico del Segretariato
ecumenico della GEI e della commissione ecumenica del Vicariato di Rema. Il dialogo ecumenico, ha sottolir.eato la relatrice,
è un incontro intorno alla Parola
di Dio, al cui centro sta Cristo.
Su di Lui ci si confronta in un
ascolto che è al tempo stesso
convergenza e verifica. Non ci
si può nascondere la difficoltà
di questo cammino in Italia, dove forse non abbiamo ancora
smesso di etichettarci secondo
vecchi pregiudizi. L’ecumenismo, dono di Die al nostro tempo, chiede a tutti noi la riqualificazione della propria appartenenza.
Successivamente ha preso la
parola il past. Daniele Garrone,
biblista esperto di ebraismo, che
ha offerto un ampio squarcio del
dialogo ebraico-cristiano, considerandolo al cuore del dialogo
ecumenico, in quanto il rapporto con Israele è per noi cristiani un procedere alla riscoperta
di una dimensione perduta. Veniva poi presentato il dialogo
interconfessionale secondo una
prospettiva protestante (Valdo
Vinay), cattolica (Bruno Forte)
e ortodossa (Petre Coman). Chiudeva l’intensa giornata una tavola rotonda formata da giovani
del SAE; Laura De Benedetti
(ebrea). Erica Sfredda (valdese), Simone Morandini (cattolico). Moderatore Stefano Ercoli,
responsabile del movimento
« Giovani dei SAE ». Questa tavola rotonda ha portato non solo la freschezza dei giovani, ma
una testimonianza seriamente
vissuta e ricca di stimoli, ricca
di fiducia nel cammino ecumenico, proiettata con coraggio in
un futuro, ii futuro dei SAE, che
è certamente loro.
Bellissima la successiva liturgia ecumenica della Parola, in
cui si è pregato a più voci, alternando alla preghiera la lettura di passi biblici e canti comunitari.
La seconda giornata iniziava
con ima riflessione spirituale di
Antonino Drago, membro del
MIR, sul tema: « Gesù di Nazareth, profeta laico ». Seguivano,
dopo una assemblea dei soci, due
relazioni più particolarmente dedicate al tema generale del con
vegno: « Per una teologia del
laicato in prospettiva ecumenica », in cui don Bruno Forte, dopo aver definito il dialogo ecumenico icona della vita trinitaria ed aver sottolineato ampiamente la fatica del discernere i
segni di Dio nella storia, ha
puntato il dito sulla laicità come dimensione di tutta la Chiesa; e «Per una teologia della
cultura in prospettiva ecumenica», in cui il past. Renzo Bertalot si è riferito al noto teologo protestante Paul Tillich e al
suo enunciato sulTangoscia, Dopo aver analizzato il pensiero di
Tillich, il relatore si è soffermato sulle resistenze culturali all’ecumenismo, fra le quali emergenti la paura di perdere la propria identità, il timore del nuovo, il provincialismo e l’integrismo. Tillich ci aiuta sul piano
culturale a far cadere tutto ciò.
Concludeva la serata una liturgia eucaristica cattolica presieduta da mons. Vincenzo Parano, arcivescovo di Gaeta, la cui
carica carismatica ha costituito
un punto di riferimento significativo.
Ottima anche e più che fraterna l’accoglienza della comunità locale, che ha contribuito
a far sentire vivo lo spirito di
profonda comunione in cui sono state vissute queste giornate.
Florestana Sfredda Piccoli
il
5
17 luglio 1987
obiettivo aperto ^
USA - CONSULTAZIONE DELLE CHIESE RIFORMATE SULLA COSTRUZIONE DELLA PACE
CHIAMATI A RESISTERE
Il militarismo anche in casa propria: un opuscolo chiarisce, tramite tesi e controtesi, le responsabilità dei cristiani sulla pace e la giustizia - Chiarire il termine « status confessionis » e allargare la base del movimento
Stony Point - L’assemblea dei partecipanti alla Consultazione.
Con le altre chiese riformate
di tutto il mondo, nel 1982 voi
presbiteriani degli Stati Uniti
avete affermato, invocando lo
’’status confessionis”, che Vacceli azione del regime dell’apartheid è incompatibile con la vostra confessione di fede. Se non
siete ora convinti della necessità
di opporvi con altrettanto rigore
al militarismo di casa vostra, l’invilo che mi avete rivolto non ha
avuto alcun senso e la mia presenza qui tra voi è solo uno spreco di quattrini ». II giovane che
chiude il proprio intervento con
queste parole è Russell Botman,
33 anni, pastore nero della Chiesa riformata olandese missionaria a Wynberg, in Sud Africa. Ha
appena cercato di spiegare che di
fronte al demone del militarismo, supremo difensore dell’ingiustizia, della violenza, dell’oppressione istituzionalizzate e giustificate Bibbia alla mano, la testimonianza isolata di pochi e le
prese di posizione occasionali di
sinodi e assemblee generali, dettale da analisi sunerficiali o da
esigenze morali, bastano solo a
lai arsi le coscienze. Ad ascoltarlo. i novanta nartecipanti alla
Consultazione internazionale de’le Chiese riformate sulla costruzione della pace, tenutasi presso
il Centro di incontri di Stony
Paint, a un'ora di macchina dalla
città di New York.
Dal 17 al 21 maggio, su invito
della Chiesa presbiteriana (USA),
i rappresentanti di 18 chiese
membri deU’Alleanza Riformata
Mondiale — fra cui, per l’Italia,
la Chiesa valdese — e un rappresentante del Consiglio Ecumenioo delle Chiese, si sono uniti ai
portavoce di 29 presbiteri degli
llSA, ad alcuni esponenti di altre denominazioni e ad una quarantina di funzionari e di altri personaggi di rilievo nazionale della più popolosa chiesa riformata americana, per partecipare
alla discussione sul tema: « I presbiteriani e la costruzione della
pace: siamo oggi chiamati alla
resistenza? ».
Da quasi due anni, su mandato
deH’Assemblea generale pre.sbiteriana. l’Advisory Council on
Church and Society (Consiglio
consultivo su chiesa e società)
aveva avviato tale discussione
fra le chiese a livello locale e regionale, distribuendo un opuscolo assai ricco di elementi di riflessione e di interrogativi, corredato di allegati comprendenti
una bibliografia sul tema e un
questionario da compilare a cura
dei gruppi di discussione che le
singole congregazioni e gli stessi
presbiteri erano invitati a formare.
La consultazione di Stony
Point è stata organizzata per fa
re il punto sulle risposte giunte
al Consiglio entro il 1“ maggio e
per aiutare lo stesso Consiglio
a raccogliere nuovo materiale sul
quale lavorare in vista dell’Assemblea generale del-il988.,In tale
occasione,‘^’infatti, la Chiesa presbiteriana (USA) tirerà le fila di
tre anni di studio e di discussione a tutti i livelli e, sentita fra
l’altro la gran parte delle chiese
dell’Alleanza riformata, delibererà su quanto il Consiglio le avrà
posto dinanzi.
Frutto della collaborazione fra
Ronald H. Stone, professore di
etica sociale al Seminario teologico di Pittsburgh in Pennsylvania, e Dana W. Wilbanks, professore di etica cristiana alla Scuola di teologia « Iliff » di Denver,
nel Colorado, l’opuscolo in questione rappresenta una critica —
sintetica e semplificata nel linguaggio quanto rigorosa nell’analisi — a quanto contenuto nel testo biblico, negli scritti di Giovanni Calvino e nei documenti
della Chiesa presbiteriana (USA)
sui temi della guerra e della pace, della giustizia, dei rapporti
fra chiesa e autorità costituita,
del diritto - dovere di resistenza, della trasformazione della società, dei rapporti tra fede e politica, della scelta degli strumenti
dell’opposizione e della resistenza.
Sfuggendo alla tentazione di
una neutralità impossibile quanto sterile, gli autori — pur senza
nascondere una posizione chiaramente favorevole all’indagine di
nuove forme di impegno per la
pace da parte della Chiesa presbiteriana nel suo complesso —
concludono ogni capitolo con tesi e controtesi o, ancor più volentieri, oon interrogativi aperti.
Come hanno risposto i presbiteri? Nello studio dell’opuscolo
sono stati coinvolti circa 2000
membri attivi di chiese appartenenti a 79 presbiteri diversi (il
42% del totale dei presbiteri).
Più di un terzo dei questionari
compilati è pervenuto però da 11
presbiteri soltanto. Di conseguenza, avverte il Consiglio, le risposte pervenute entro il 1” maggio
non rappresentano in alcun modo un campione rappresentativo
dell’ opinione dei presbiteriani
statunitensi. In generale si può
dire che la maggioranza delle
persone coinvolte era già in
partenza particolarmente sensibile alla tesi di fondo di Stone e
Wilbanks, secondo la quale i presbiteriani statunitensi devono
chiedersi « fino a quando potranno continuare a rendere testimonianza e a ricercare il cambiamento nei modi consueti mentre
la corsa agli armamenti nucleari
procede senza interruzioni, mantenendo tutti i popoli della terra
in ostaggio alla propria strale
già del terrore ». Così l’85% degli
intervistati è concorde nell’affermare che « la possibilità, se non
la probabilità, dì un’immensa catastrofe nucleare è sempre più
realistica »; il 46% ritiene che la
strategia della deterrenza nucleare non è né moralmente, né politicamente accettabile e un 20%
in più è disposto ad accettare al
riguardo un compromesso politico, ma non morale; il 78% sostiene che l’affermazione secondo
la quale Gesù Cristo è il Principe della Pace debba avere delle
conseguenze sulle scelte politiche
del credente; l’82% afferma che
la visione biblica della pace comprende la ^ustizia economica come parte integrante del suo significato; il 70% riconosce che
gli USA sono vittime di un militarismo definito come « contesto
e culla per lo sviluppo di una co,pacità di distruzione e di una volontà di guerra nucleare diabolicamente pericolose» e il 73% che
la religione e la politica negli
USA sono affette da una mentalità di crociata secondo la quale i propri avversari sono i nemici di Dio.
Eppure già un campione come
questo, tendenzialmente favorevole a un più deciso impegno politico da parte della propria chiesa, afferma ohe oggi, nel nronrio
paese, l’accento va mantenuto
sull’obbedienza all’autorità costituita (45%) piuttosto che sul diritto-dovere alla resistenza (38%).
Una differenza notevole divide
le risposte riguardanti i metodi
di resistenza, se messi in pratica
dai singoli membri di chiesa o
dalle chiese in quanto tali. Per
quanto riguarda gli atti di resistenza individuali, il 68% (contro il 25%) si pronuncia a favore
di chi opera nel movimento delle
chiese-santuario per i profughi
politici dell’America Centrale; il
52% (40%) a favore dell’obiezione fiscale; il 73% (19%) a favore
del boicottaggio degli investimenti; il 71% (20%) per l’obiezione al lavoro nel settore bellico; il 54% (37%) per l’obiezione
di coscienza al servizio militare
(che negli USA. in tempo di pace,
si riduce al rifiuto di iscriversi
nelle liste di leva); il 71% (20%)
in favore di manifestazioni di
protesta; il 76% (14%) in favore
dell’adesione a organizzazioni paclfiste. Sulla resistenza collettiva
delle chiese le percentuali dei favorevoli scendono al 56% (contrari 39%) per il movimento delle chiese-santuario; al 35% (59%)
per l’obiezione fiscale; al 61%
(3i%) per il boicottaggio de^li investimenti; al 50% (44%) per
l’obiezione al lavoro; al 39% (55
per cento) per l’obiezione al servizio militare; al 55% (38%) per
le manifestazioni di protesta;
al 61% (30%) per l’adesione a organizzazioni pacifiste.
Come hanno risposto i partecipanti alla consultazione di Stony
iPoint? I delegati nominati dai
presbiteri, i funzionari e gli oratori statunitensi presenti — bianchi, maschi e piuttosto anziani,
con pochissime eccezioni — .sono
quasi tutti personaggi impegnati,
con la loro chiesa e spesso anche
con il movimento per la pace, nella ricerca di nuove forme di lotta
e di opposizione al militarismo
dell’Amministrazione Reagan. Fra
loro, alcuni hanno pagato di persona per atti di disobbedienza civile. John Fife, pastore aTucson,
Arizona, condannato a 5 anni di
reclusione (ma l’esecuzione della
condanna è stata sospesa) per aver fatto della propria chiesa un
santuario, afferma: <dl nostro Governo ci vuole obbligare a vendere le nostre anime: non lo accetteremo mai ».
Ann Barstow, del presbiterio
della città di New York, racconta le due azioni dirette nonviolente contro gli esperimenti nucleari nel deserto del Nevada a cui
ha preso parte quest’anno, dopo
aver scoperto, a 57 anni, che il
Presidente degli Stati Uniti era
capace di mentire. L’anziano pastore George Edwards, di Louisville nel Kentucky, si presenta
come il solo dei tre obiettori
presbiteriani alla II guerra mondiale che dopo queU’esperienza
non abbia abbandonato la sua
chiesa per unirsi ai quaccheri e
chiama i presenti ad adoperarsi
perché la Chiesa presbiteriana
(USA) diventi una chiesa pacifista e nonviolenta. Ancóra, Kent
Pipes, pastore a Mt. Holy nel
New Jersey, ex pentecostale, parla della sua scelta di obiezione fiscale e dell’imbarazzo col quale
i suoi membri di chiesa e i responsabili del suo presbiterio
hanno appreso del suo gesto.
A fare da contrappeso c’è Ted
Dormán, pastore a Escondido, in
California, esponente dei « Presbiteriani per la democrazia e la
libertà religiosa», editore di un
contro-opuscolo dal titolo provocatorio: « Costruzione della pace? O resistenza? ». Ma la sua è
una voce isolata, accolta con spirito ^ tolleranza e talvolta con
ilarità: se la componente conservatrice della Chiesa presbiteria
schi la scelta di avviare un movimento confessante in seno alle
chiese, come Johann Galtung,
norvegese, uno dei padri della ricerca e dell’educazione alla pace,
ha appena riproposto alla consultazione. E’ il caso del vice-vescovo riformato ungherese Tibor
Nagy, del pastore battista di
Kiev Matthew Melnik, del pastore Joseph Hromadka, della Chiesa dei fratelli cechi, impegnati a
spiegare come per le loro chiese
il solo fatto di esistere abbia
spesso rappresentato una forma
di resistenza all’autorità costituita e come oggi la nuova politica
di Gorbaciov apra per loro spazi
e opportunità nuove. E’ il caso
del pastore Claude Labrunie,
della Chiesa presibiteriana unita brasiliana, di Samir Rumar Banerjee, della Chiesa
dell’India del Nord, che a quarant’anni esce dal suo paese per
la prima volta, di Samuel Lee,
della Chiesa presbiteriana della
Corea del Sud, che ricorda con
piacere i campi di Agape degli
anni Sessanta, o di Russell Botman, che abbiamo citato in apertura: ciascuno di questi esponenti di chiese riformate del Sud del
mondo sottolinea con forza, innanzitutto, la priorità che la lotta per la giustizia riveste per le
chiese dei loro paesi, sottoposti
al giogo di regimi troppo spesso
elitari, a loro volta sottomessi
John Fife, pastore presbiteriano impegnato nel movimento USA dei
« santuari », mentre legge il suo intervento.
na (USA) fosse tutta qui, forse
Reagan non sarebbe mai stato
eletto.
Ai rappresentanti delle altre
chiese dell’Alleanza Riformata
Mondiale la consultazione riserva ampi spazi, sia nelle sedute
plenarie, sia nei gruppi di studio.
In quasi tutti i casi si tratta di
persone scelte fra le più preparate sull’argomento. E’ il caso di
Laurens Hogebrink, Direttore del
Dipartimento Chiesa e Società
della Chiesa riformata olandese
— uno dei leader più noti del
movimento per la pace europeo — o di Joachim Guhrt, Segretario generale della Lega riformata della Repubblica federale tedesca. Entrambi si rammaricano dell’assenza, nell’opuscolo, di ogni riferimento al processo conciliare per la giustizia,
la pace e l’integrità della creazione (JPIC), che pure vede impegnate molte chiese europee e lo
stesso Consig'io Ecumenico delle
Chiese. Entrambi avvertono la
necessità di approfondire la comprensione del termine « status
confessionis », poiché il termine
« resistenza » non appare adeguato a contrastare un fenomeno definito « diabolico » come quello
del militarismo negli USA né,
d’altra parte, appare priva di ri
alle leggi di un militarismo internazionale riconosciuto come il
nemico più terribile della giustizia economica. Ogni loro intervento rappresenta una sfida ai
pronunciamenti per la pace degli
occidentali presenti e dei presbiteriani statunitensi in primo
luogo.
Al termine dei quattro giorni
della consultazione il Consiglio
consultivo su chiesa e società
della Chiesa presbiteriana (USA)
si ritrova fra le mani una gran
quantità di nuovi elementi di discussione e soprattutto due grosse questioni da istruire in vista
dell’Assemblea generale 1988: come dar vita a un movimento confessante che operi per l’«unità per
la pace » fra i credenti e che non
si riduca alla creazione di una
nuova minoranza di pacifisti ’’puri”? Quali discriminanti suggerire sulle questioni della sicurezza
comune, dei diritti umani, della
giustizia economica, della militarizzazione dei conflitti internazionali? Domande alle quali potrebbero essere interessate anche le
nostre piccole chiese protestanti
italiane, dato che anche per loro
la conversione alla pace e alla
giustizia è un cammino sul quale
si sono appena avviate.
Bruno Gabrielli
6
6 valli valdesi
17 luglio 1987
PINEROLO
Non c’è
alcun
giusto
Il Tribunale è aifoliato come
non mai. Sono i creditori della
RACO, coloro che, in buona fede
o per desiderio di fare soldi in
fretta, avevano affidato i loro risparmi all’attività di trasporto
internazionale di containers fantasma. Aspettano la prima udienza del fallimento. C’è anche chi,
ignorando le procedure fallimentari, si aspetta la restituzione di
parte del denaro investito. Hanno o no i giornali parlato del
fatto che il curatore fallimentare
ha ricuperato circa 10 miliardi?
Qualcosa deve pur ritornare.
Ma quelli che affollano il Tribunale sono solo una parte dei
circa 2.000 truffati. Altri hanno
preferito farsi rappresentare dagli avvocati, altri — a conoscenza delle procedure fallimentari — aspettano tempi migliori
per insinuarsi nel fallimento. Altri temono, avendo investito molto nei containers ed avendo ricevuto interessi non dichiarati al
fìsco per oltre 50 milioni, che per
loro possano scattare le « manette per gli evasori » e rinunciano,
per il momento, a farsi vedere.
Anche in Consiglio Comunale
si discute della cosa, della truffa
(ma quanto pudore dei consiglieri a chiamare le cose col loro nome!) e persino l’assemblea dei
tifosi e dei dirigenti del Pinerolo
discute delle grandi ambizioni di
serie ”C” affidate ai containers.
Non c’è ambiente in città che
non sia toccato direttamente o
indirettamente dall’affare.
Viene spontaneo il riferimento
al racconto biblico di Sodoma e
Gomorra: l’intera città, l'intero
tessuto sociale ha pensato di, prima o poi, beneficiare (personalmente, per il prestigio della città,
per lo spettacolo sportivo) dei
containers fantasma. Ci saranno
nella città almeno dieci giusti?
Non si tratta qui di andare oltre
nei parallelismi con Sodoma. Ma
bisogna porsi l’interrogativo se
noi — gli abitanti moderni della
città — abbiamo fatto di tutto
per insegnare ai nostri familiari,
ai nostri amici, ciò che è ’’buono
e giusto” secondo il Signore.
Far soldi, senza chiedersi come, accumulare ricchezze di cui
non conosciamo la provenienza,
è cosa buona? Far crescere l’immagine più che la realtà è cosa
giusta? Può accadere che queste
cose spariscano nello spazio di
un mattino. Per noi tutti — come per Abramo — c’è una nuova
Zoar, una città in cui vivere e costruire, a patto di non fare come
la moglie di Lot, che si volta indietro a guardare la vecchia città, il vecchio modello e diventa
una statua di sale.
Giorgio Gardiol
E’ in arrivo i’ombudsman
Il Comune di Pinerolo decide d’istituire il ’’difensore civico” per garantire i cittadini - Ma chi darà garanzie di imparzialità? - E’ anche
allo studio la proposta d’istituire un tribunale per i diritti del malato
Pinerolo è forse l’unico comune della Regione ad avere il suo
ombudsman, il difensore civico.
Previsto dagli statuti delle Regioni, solo poche — e fra queste il Piemonte — l’hanno istituito. Pochissimi poi sono i comuni, che hanno dovuto superare un contenzioso con lo stato sul
potere di istituire questa figura.
Ma che cos’è il difensore civico? Nell’istituto che è stato creato a Pinerolo è un organo pubblico dotato di poteri ispettivi
e di controllo nei confronti della amministrazione comunale e
degli enti da questa controllati.
Se un cittadino ritiene che una pratica (ad esempio una autorizzazione, una concessione edilizia) tarda troppo a ricevere
una risposta (sia positiva che
negativa), potrà rivolgersi al difensore civico il quale, essendo
persona non sottoposta al controllo gerarchico della organizzazione amministrativa, potrà
svolgere le opportune indagini,
verificare il perché e dare la risposta al cittadino.
Qualora venisse accertata resistenza di illeciti amministrativi,
il difensore civico dovrà dame
comunicazione al consiglio comunale perché provveda agli adempimenti del caso.
In pratica perciò il difensore
civicoi inda^erà sulle attività
della macchina burocratica del
comune e suH’attività della Giunta comunale solamente rispetto
agli atti esecutivi di questa, e
verificherà se le attività sono
svolte secondo le leggi, i regolamenti ed i deliberati del consiglio comunale, nel rispetto dei
tempi previsti per l’emanazione
di un provvedimento.
Con questa decisione all’unanimità, il consiglio ha voluto garantire maggiormente i cittadini circa FimparziaUtà della pubblica amministrazione.
Si tratta ora di attendere che
la delibera diventi, dopo il nulla
osta del Coreco, esecutiva e che
di conseguenza si possa nominare fisicamente la persona che
dovrà svolgere questo incarico
così importante.
Proprio sulle caratteristiche
che l’ombudsman pinerolese dovrà avere si è accesa una polemica nel consiglio. Per il Partito Liberale, il difensore civico
Nuovo assessore
PINEROLO — Stefano Drago, insegnante, repubblicano, è
il nuovo assessore della giunta
di pentapartito che, nonostante le ripetute e ricorrenti crisi,
regge il comune dal 1985. Succede nell’inctirico al suo collega
di partito Pier Giovanni Trossero che si è dimesso per motivi familiari da assessore e da
consigliere. Per le opposizioni di
sinistra le dimissioni di Trossero
vanno invece viste in un quadro
complessivo di « sana indolenza » della gitmta, contro cui
Trossero avrebbe combattuto in
questi anni che lo hanno visto
assessore prima, consigliere poi,
infine nuovamente assessore
e in ultimo dimettersi dal consiglio. Gli incarichi assessorili
di Trassero erano ambiziosi, ma
niente — come polemicamente
hanno sottolineato le opposizioni — del programma è stato iniziato.
Particolarmente critico e « cinico » è stato l’intervento del
consigliere F. Camusso, da sempre (anche quando militavano
nello stesso partito, la DO, avversario del Trossero, che ha
detto senza mezzi termini di
dover « ringraziare la moglie e
la mamma » di Trossero per le
sue dimissioni e, alludendo alle
critiche che il giornalista Trossero aveva fatto al suo modo
di amministrare quando era sindaco, « che c’è chi è capace di fare il sindaco e chi di organizzare il Carnevale ».
Aumenta la tassa
sulla raccolta rifiuti
PINEROLO — La tassa raccolta rifiuti aumenterà per l’anno
1987 mediamente del 50“/o. Così
ha deciso la maggioranza consiliare (DC, PSI, PSDI, FRI) applicando il 4° decreto sulla finanza locale emesso quest’anno dal
governo. L’aumento per le famiglie è di circa il 75% essendo aumentate in proporzione più
queste tariffe che quelle di altri settori.
Non aumenteranno invece le
tariffe per la raccolta dei rifiuti
prodotti dalle scuole. Il consiglio
ha infatti appròvato un emendamento in tal senso presentato
dal consigliere Paolo Ribet (DP).
Tutti promossi
TORRE PELLICE — Per la pri
ma volta il liceo linguistico del
Collegio Valdese, istituito cinque
anni fa, presentava quest’anno
dei candidati alla maturità: gli
esami, sia scritti, sia orali (altra novità per l’istituto), sono
stati effettuati a Torre Pellice.
I risultati per i 15 candidati
sono stati lusinghieri: tutti promossi. E per Marinella Lausarot di Torre Pellice, che ha se
guito l’intero corso di studi (medie e superiori) al Collegio, l’ulteriore soddisfazione di aver riportato il massimo dei voti;
60/60.
La ditta Tessore
va in pensione
PEROSA — La ditta Tessore,
che per decenni ha assicurato i
trasporti nella Val Germanasca,
ha deciso di chiudere la propria
attività. Così dal 1” luglio scorso
gli è subentrata la SAPAV che
assicura il trasporto con gli stessi orari della ditta Tessore.
Gli abitanti della valle sono
grati ai fratelli Tessore per il
servizio reso.
Attenti a non
sciupare l’acqua!
Lo stato di siccità che stagionalmente si ripete in questo periodo causa una notevole riduzione nella portata nei corsi di
acqua, specie in quelli minori;
nel contempo è chiaro che alcune attività necessitano di un
abbondante approvvigionamento
idrico; questo però a danno dell’ecosistema dei torrenti ed in
particolare dei pesci. Per questo motivo l’Assessorato alla
caccia e pesca della Provincia
invita tutti gli interessati ad effettuare prelievi idrici, a farli
in modo da r?n creare troppi
squilibri, preannunciando per altro controlli su detti prelievi.
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Società
di Studi
Valdesi
deve essere persona priva di
rapporti economici e professionali col comune. Però solo DP
ha accettato quest’emendamento. Potranno perciò essere nominati difensori civici anche coloro che, professionisti, svolgono
pratiche negli interessi di clienti che vedono il comune come
controparte.
Non ci resta che attendere il
difensore civico al lavoro, per
vedere se d diritti dei cittadini
pinerolesi verranno meglio tutelati.
Rimangono fuori iper il momento dal campo di azione del
difensore civico i diritti del cittadino malato. Il consigliere
Paolo Covato (PCI) ha proposto
l'estensione dei poteri del difensore civico anche a questo campo, mentre il consigliere Bruno
Anione (PSI) ha proposto di costituire a questo scopo « un tribunale per i diritti del malato »,
ma alla fine, con l’accordo del
presidente dell’USSL 44 Francesco Camusso, si è deciso di studiare meglio la questione dal
punto di vista giuridico amministrativo. G. G.
Convegno
di studi
Il XXVII Convegno di studi
sulla Riforma ed i movimenti religiosi in Italia, organizzato
dalla Società di Studi Valdesi, si
terrà i giorni 6, 7 e 8 settembre
a Torre Pellice nei locali della
Casa Valdese.
La riunione, come da prassi
ormai consolidata, vuole offrire
non soltanto un contributo allo
approfondimento di argomenti
legati alla Riforma ed ai movimenti religiosi nel nostro Paese, ma anche costituire occasione di dibattito libero ed informale interno tra i partecipanti.
Il Convegno, che si aprirà domenica 6 settembre alle ore 15
con una tavola rotonda sul libro di G. Miccoli Fra mito della
cristianità e secolarizzazione,
proseguirà nella giornata di lunedì con vari interventi che
abbracceranno problemi tra di
loro molto differenti (si va dalla « polemica sulle origini vaidesi » alle « circolari segrete di
Paolo Bcsio del 1938 ») ma che
sicuramente suscitano un vivo
interesse per tutti gli studiosi
ed appassionati della Riforma e
dei suoi precursori.
Il programma dettagliato del
Convegno è reperibile presso la
Società di Studi Valdesi in via
R. D’Azeglio 2.
Rivolgiamo ancora un particolare invito a tutti gli insegnanti
delle Valli per il carattere di aggiornamento che tale incontro
potrà assumere. M. P.
Matrimoni
interconfessionali
12® incontro
franco-italo-svizzero
su battesimo e
catechesi ecumenica
18-19 luglio 1987
Foresteria Valdese - Torre Pellice
Tema: « Celebrazioni ecumeniche di
battesimo e loro conseguenze ».
SABATO 18:
ore 9: Preghiera - Esperienze di
battesimo in forma ecumenica in Francia e in Svizzera (una coppia svizzera
e una coppia francese) - Prassi ecumenica e riflessione teologica dal 1975
a oggi: problemi e prospettive (P. René
Beaupère);
ore 10,30: Intervallo;
ore 11; Ricerca sul battesimo in forma ecumenica nel Pinerolese:
— La lettera delle coppie miste
— Il r Distretto Valdese
— La Diocesi Cattolica
ore 12.30: Pranzo;
ore 15: Testimonianza di una coppia
di Torino - Confronto sui problemi emersi al mattino;
ore 16.30: Intervallo;
ore 17; Ripresa del confronto:
ore 18: Comunicazione sulla Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani del 1988 - Definizione del programma di domenica 19;
ore 19.15: Cena;
ore 20.45: Tavola rotonda pubblica
« Dal battesimo in forma ecumenica alla
catechesi ecumenica: le coppie miste
interpellano le Chiese » - Esperienze
francesi - Esperienze svizzere - Gruppo SAE per la catechesi « Schede »
(G. Marcheselli) - “ Crescere nella fede » - Schede per la catechesi (Chiese evangeliche in Italia).
Tutto l'incontro si svolge a Torre Pellice presso la Foresteria Valdese (Via
Arnaud, 26).
7
17 luglio 1987
valli valdesi 7
DOMENICA 19 LUGLIO
PRAMOLLO
54° raduno
al Colle della Croce
1938, il Rifugio Napoleone, ormai distrutto.
Domenica 19 luglio avrà luogo
la 54esima edizione dell’incontro
al Colle della Croce tra evangelici francesi ed italiani; alle ore
10,30 il culto con Santa Cena concelebrato dai pastori Guy Rousseau e Claudio Pasquet.
Un invito particolare a parte
cìpare ai giovani, cui tocca perseverare e rinverdire questa esperienza di fraterna comunione.
« Faut-il nous quitter sans
espoir / sans espoir de retour?»
ed ancora il celebre ritornello:
« Ce n’est qu’un au revoir mes
frères / Oui, nous nous reverrons
mes frères! ».
Lettere airEco delle Valli
LETTERA APERTA
AL SIG. MORELLO
Ieri sera, 17 giugno, aprendo la corrispondenza, trovai nella sua lettera
non meno di sei pagine che lessi.
Molti gli argomenti da lei toccati. Per
ora risponderò soltanto in merito alla
Immagine che ha voluto infilarmi nella busta, un'immagine di Maria contraddistinta dalle parole « Je suis l'Immaculée Conception ».
Quando studiavo storia dell'arte,
materia opzionale per la mia laurea in
lingue e letterature straniere, negli spazi liberi dagli impegni familiari e dal lavoro. che mi potevo scavare, mi recai
agli Uffizi, al Louvre o in altre sedi
ove contemplare le opere di Giotto
(che il futuro maestro Cimabue trovò
a disegnare tra le sue pecore), le opere del Luini, del Perugino, di Raffaello, di Michelangelo, per nominarne alcune. Non mi venne mai di pensare a
come quegli artisti avessero potuto
interpretare Maria, la -madre attraverso
la quale il Cristo si sarebbe manifestato, Per me quelle erano opere d’arte. dove il gusto per il bello e il sublime si manifestava come talento.
Da sempre sono contraria alle immagini, da prima ancora di conoscere
Esodo 4, Immiserire le religioni, deturparle con ammennicoli come aureole e
rosari è controproducente.
Ho l'abitudine di associare e le dirò che quella sua immagine di Maria
mi ha fatto venire in mente la poesia
di Pasolini - Supplica a mia madre »,
che tra l’altro dice:
« ...è dentro la tua grazia che nasce la mia angoscia. / Sei insostituibile. Per questo è / dannata / alla
solitudine la vita che mi / hai dato. /
Ho un'infinita fame d’amore, ¡ dell'a
a PRAMOLLO
Ruata
Trattoria
La Genzianella
— ottima cucina
— consigUabiie prenotare;
telefonare 0121/58692
more di corpi senz'anima. / Perché
l'anima è in te, sei tu, / ma tu /
sei mia madre e II tuo amore è / la
mia schiavitù ».
Noi siamo veramente il nostro corpo prima che la nostra mente aperta
sul creato.
So che una decina di anni fa, presso
l'Editrice Queriniana è stata pubblicata
un’opera, dopo una ricerca durata quattro anni, da parte di teologi cattolici
americani con questo titolo: « La sessualità umana ».
Perché, invece di gingillarsi con
immagini che più che alla venerazione fanno pensare aH’idolatria, non comincia con letture intelligenti? Si interessi almeno di ciò che sta nel cattolicesimo.
Lucia Gallo Scroppo, Torre Pellice
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Janni, la biografia scritta dal pastore
Giovanni Ferreri e intitolata; UN APOSTOLO MODERNO - Ugo Janni.
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ne illustra le attività, parla delle battaglie sostenute durante il suo lungo
pastorato, ne cita le opere dalle quali
traspare un ecumenismo vissuto e
una fede incrollabile nell'unità dei credenti. E' un libro di attualità.
I probiemi di ieri, di oggi e di domani vengono magistralmente posti all'attenzione dei lettori.
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Questo piccolo e ricco Museo,
ridando vita alla Scuoletta Beckwith della frazione PeUencM,
ci fa rivivere, con dovizia di interessanti reperti, la storia dell’insegnamentc scolastico in una località di alta montagna che da
solo una trentina di anni è collegata al piano dalla strada.
Pramollo: è una mèta da raccomandare specialmente ai villeggianti valdesi che recandosi
alle Valli nel periodo estivo, vanno alla ricerca di come i nostri
padri hanno vissuto in mezzo a
questi loro e nostri monti.
La storia di Pramollo è riassunta in una bacheca che il Concistoro ha voluto fosse posta
sul muro della ex chiesa cattolica, lungo la strada che porta
al Tempio, ove è scritto: « Questo edificio fu costruito per essere il tempio cattolico di Pramollo; e tale rimase fino al 1573,
allorché la popolazione decise di
allontanare il proprio curato in
seguito ad un dibattito polemico
sulla dottrina della Messa. La
comunità cattolica si trasferì a
fondovalle o si convertì alla
fede evangelica valdese. L’edificio
venne successivamente adibito
ad uso scolastico, fino a quando
il comune costruì le nuove scuole.
La comunità di Pramollo è e
Programmì dì Radio Beckwith
■ 91.200 FM
I programmi di Radio Beckwith evangelica subiscono alcune variazioni in
occasione del periodo estivo; questi
alcuni appuntamenti per i prossimi
mesi: Anteprima «Eco delle Valli»,
martedì ore 19.10 e mercoledì ore 14;
Finestra aperta sul Terzo Mondo, giov.
ore 16,30, replica martedì ore 15; Per
l'ora che passa (meditazioni bibliche
quotidiane) ore 19; Rendez-vous, martedì ore 18, repl. giov. ore 15; Cineocchio, giov. ore 19.30 e venerdì ore
16; Culto evangelico, domenica ore
11.30 e mercoledì ore 19.30; A confronto, mere, ore 15 e lunedì ore 17.30.
Radio Beckwith trasmette da Torre
Pellice dalle ore 14 alle 23 sulle frequenze di 91,200 F.M.
Conferenze
PRAGELATO — I responsabili del
parco naturale Val Troncea, in collaborazione con la Regione Piemonte, organizzano una serie di conferenze nel
periodo estivo. Dette conferenze, che
si svolgono presso la palestra della
scuola elementare della Ruà con inizio alle ore 21, presentano II seguente
programma: giovedì 23 luglio, « Uomini
e parchi: pianificazione e gestione armonica del territorio », a cura del dott.
Roberto Saini; sabato 25 luglio, « Uomini, piante ed animali nella preistoria dell’alta Val Chisone », a cura del
prof. Renato Nisbet ed infine mercoledì 12 agosto « Ecologia e flora della
Val Troncea », con intervento del prof.
Maggiorino Passet Gros,
Manifestazioni
INVERSO RINASCA — L'associazione
culturale » La Valaddo », in collaborazione col Comune e la Pro Loco di
Inverso Rinasca, organizza la IX edizione della festa de "La Valaddo" nella
giornata di sabato 25 luglio, presso la
borgata Fleccia, Tra i momenti della
giornata si segnalano al mattino la
predicazione in patouà e nel pomeriggio l'esibizione di gruppi folkloristici in costume, con canti e danze
tradizionali.
La Valaddo, associazione culturale
delle Valli Germanasca, Chisone ed Aita Dora, organizza questa festa alternandola annualmente in Val Chisone e
Val Germanasca.
rede di un patrimonio spirituale
fermamente difeso in tempi di
intolleranza e di persecuzioni,
vale a dire la Libertà di coscienza
e di fede che non è il diritto di
fare quello che si vuole, ma il
diritto di credere e di operare
come Dio ordina alla coscienza
dei credenti. Ogni comunità, come ogni singolo credente, deve
fare le sue scelte.
Ma essa sa che ”Si deve ubbidire prima a Dio che agli uomini” ».
Va altresì segnalato che oltre
al sopracitato Museo, nel periodo di Ferragosto è possibile visitare una interessante Mostra
delTArtigianato locale che bene
si inserisce nella storia delle
Valli Valdesi.
Tale Mostra ha sede nella Sala Valdese, situata nei locali della succitata ex chiesa cattolica,
nelle vicinanze del Tempio valdese. U. Z.
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RINGRAZIAMENTO
(c Dio è amore »
(I Giov. 4: 8)
Circondato dalPaffetto delle persone
che lui tanto amava, ci ha lasciati
Fiorello Beux
Con immenso dolore lo annunciano Lucilla e Silvia con i familiari
tutti. Un vivo ringraziamento a tutti
coloro che gli sono stati accanto.
Torino, 1 luglio 1987
Gli amici di sempre ricordano
Fiorello
e circondano di affetto Lucilla, Nella e
Silvia.
Roberto, Alida e Giancarlo, Donatella e Piero, Paola e Ezio, Enrico e
Bianca, Paolo e Nella.
Torino, 9 luglio 1987
RINGRAZIAMENTO
La famiglia di
Dante Grill
ringrazia tutti coloro che hanno preso parte al suo dolore, in occasione
della prematura scomparsa, all’età di
52 anni, del loro caro.
In particolare ringrazia ELsa e Mirella Grill e i pastori Renato Co'isson
e Luciano Deodato.
Perosa Argentina, 3 luglio 1987
RINGRAZIAMENTO
« L Eterno è il m'o pastore,
nulla mi mancherà »
(Salmo 23: 1)
I [amiliari del compianto
Germano Villielm
commossi per la grande dimostrazione di affetto tributata al lom caro,
ringraziano tutti coloro che hanno
preso iparte al loro dolore.
Pomaretto, 24 giugno 1987
RINGRAZIAMENTO
« Ho creduto, perciò ho parlato »
(Il Cor. 4: 13)
Anna Scarano Peyrot con i figli Enrico, Franco e Lucilla, con il marito
Mauro Meytre e il piccolo Sìmone, a
seguito della perdita del loro caro
Giovanni Peyrot
pastore valdese
ringraziano il pastore Renato Co'isson,
i professori, i medici e il personale
tutto dell’O^edale evangelico valdese di Torino per la sollecita assistenza prestata al loro caro. Inoltre ringraziano tutti coloro che con scritti,
telefonate e con la loro presenza ai
funerali hanno dimostrato il loro affetto fraterno.
Sanremo, 11 luglio 1987
RINGRAZIAMENTO
« Nel mondo avrete tribolazione;
ma fatevi animo, io ho vinto
il mondo »
(Giovanni 16: 33)
I familiari della compianta
Caterina Adelaide Rostan
ved. Monnet
ringraziano di cuore tutti coloro che
con presenza, scritti, fiori, parole di
conforto hanno preso parte al loro dolore.
Un particolare ringraziamento al
past. Paolo Rihet, ai vicini di casa e
all’Associazione Ex-Parligiani di San
Germano Chisone.
San Germano, 17 luglio 1987
RINGRAZIAMENTO
I familiari del compianto
Ernesto Monnet
profondamente commossi per la dimostrazione di stiirm e di affetto, ringraziano quanti con scritti, parole di
conforto e partecipazione sono stati vicini in questa dolorosa ciarcostanza.
Un particolare ringraziamento all’Ospedale Valdese di Torre Pellice, al
pastore Bellion, e. al gruppo A.N.A. di
Angrogna.
Angrogna, 13 luglio 1987
RINGRAZIAMENTO
«Il Signore è il mio pastore,
nulla mi mancherà »
(Salmo 23)
La famiglia ed i parenti di
Olga Rostan ved. Balmas
commossi e riconoscenti per l’affetto
dimostrato in questa triste circostanza, ringraziano di cuore tutti coloro che
hanno preso parte al loro dolore.
Un ringraziamento particolare al
medico curante Dott. Griffa di San Secondo.
S. Secondo di Pinerolo, 3 luglio 1987
USSL 42 VALLI
CHISONE - GERMANASCA
Guardia medica :
Notturna, prefestiva, festiva: presso Ospedale Valdese di Pomaretto - Tel. 81154.
Guardia farmaceutica :
DOMENICA 19 LUGLIO 1987
Perosa Argentina: FARMACIA FORNERIS - Via Umberto I - Tel. 81205.
Ambulanza :
Croce Verde Perosa: Tel. 81.000.
Croce Verde Porte: Tel. 201454.
USSL 44 - PINEROLESE
(Distretto di Pinerolo)
Guardia medica :
Notturna, prefestiva, festiva: Telefono 74464 (Ospedale Civile).
Ambulanza :
Croce Verde Pinerolo: Tel. 22664.
USSL 43 - VAL PELLICE
Guardia medica :
Notturna, prefestiva a festiva: Telefono 932433 (Ospedale Valdese).
Guardia farmaceutica :
DOMENICA 19 LUGLIO 1987
Bricherasio: FARMACIA FERRARIS Via Vittorio Emanuele 83/4 - Tel.
59774.
Viliar Pellice: FARMACIA GAY Piazza Jervis - Tel, 930705.
Ambulanza :
Croce Rossa Torre Pellice: Telefono 91.996.
8
8 fatti e problemi
17 luglio 1987
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JUGOSLAVIA
HOECHST - RFT
L'oppressione degli
Albanesi nel Kossovo
Contro
ogni ingiustizia
La richiesta che la provincia autonoma diventasse repubblica - La repressione esercitata contro gli indipendentisti - Chi sono le vittime?
Trattati anche gli squilibri economici e sociali in Italia - Il comportamento dell’oppresso
Le notizie che giungono in Italia sulla situazione nella regione (provincia autonoma) della
Repubblica serba della Jugoslavia a maggioranza albanese, sono
diramate dall’agenzia ufficiale
Tanjug e trasmettono l’immagine di una prepotenza albanese
che costringerebbe le minoranze locali serbe e monténégrine
all’emigrazione. Le fonti albanesi, invece, denunciano la continua jiersecuzione di cui è oggetto l’etnia albanese, vittima
dei movimenti panserbi. Sarà bene ricordare che la situazione
del Kossovo è divenuta esplosiva l’il marzo 1981 (Tito era
morto il 4 maggio 1980) quando
nel capoluogo provinciale di Pristina, una manifestazione studentesca è sfociata in duri scontri
con la polizia, rinnovatisi il 26
di quello stesso mese ed il 1°
aprile. Ufficialmente ci furono
11 morti e 57 feriti, ma secondo
le fonti albanesi vi fu im vero
massacro, poiché nella repressione furono impiegate truppe
speciali dell’esercito, e la folla
degli studenti fu caricata dai
carri armati, tanto che l’ospedale di Pristina fu sommerso di
giovani corpi lacerati dai cingolati e dalle raffiche. I medici dell’ospedale protessero i feriti, e
dall’ospedale sparirono gli elenchi dei ricoverati, tanto che dottori ed infermieri furono sottoposti a severe inchieste ed arrestati. Su questa vicenda, il maggior narratore albanese vivente,
Ismail Kadaré, ha scritto un
racconto storico ora pubblicato
anche in francese dall’editore
Fayard (Le cortège de la noce
s’est figé dans la giace, in imico
volume con un altro racconto.
L’année noire, Paris 1987) che è
preziosa testimonianza dei fatti
accaduti nel 1981 nel Kossovo.
In quella tragica primavera gli
studenti avevano scritto sui muri « Kosova Republikë », e cioè
la richiesta che la provincia autonoma venisse promessa a Repubblica come la Besnia-Erzegovina, la Croazia, la Macedonia, il Montenegro, la Serbia e
la Slovenia. Kadaré attribuisce
ad un poeta della minoranza
albanese questi versi a commento: Vous vous êtes levés, géants
de cette terre / au coeur une
loyale et superbe colère. / Vous
demandiez la République, / on
vous donna la Monarchie, e cioè
l’oppressione del potere autocratico ed accentratore. La persecuzione poliziesca nei confronti
degli indipendentisti albanesi è
continuata spietata; le donne ed
i minori di 14 anni subiscono
le medesime torture e il carcere
duro degli uomini adulti. I più
colpiti sono gli intellettuali, gli
insegnanti, i quadri dirigenti,
gli studenti, gli scolari. Il responsabile della giustizia serba, Tadei Radie, ha egli stesso
confermato che tra il 1980 ed il
1984 hanno subito pesanti condanne 17.256 Albanesi nel Kossovo, Macedonia e Montenegro.
Ma vi sarebbero in più i giustiziati e coloro che sono deceduti
durante le torture. Questi i fatti
più recenti: 10 ottobre 1986, a
Koprit (Slovenia) l’operaio Asim
Badallaj di Prizrend è condannato a 5 anni e due mesi, arrestato mentre rientrava dalla
Svizzera dove era emigrato per
lavoro. Il 16 ottobre 1986, il tribunale di Tetovo ha condannato
a pesanti pene Ismail Heka (di
21 anni), Taib Murati (26 anni),
Idriz Fetahu (28 anni), Mehdi
Dulivci (18 anni). Il 31 ottobre
1986, il tribunale di Prizrend ha
condannato Muharrem Badavaj
(4 anni di prigione). Ramadan
Demaj (18 mesi), M. H. (minore,
a 4 anni e 6 mesi), M.S. (minore, a 1 anno): sono tutti di Zhuri, paese presso Prizrend. Il 13
novembre, il tribunale d’Istok
ha condannato a pesanti pene 6
Albanesi della medesima città. Il
24 novembre 1986, il tribimale
di Gjilan ha condannato: Ramar
dan Dèrmaku (a 7 anni), Selahudih Abdyli (idem). Ali Hoxha (a
6 anni), Sherberte Malaj (donna,
a 6 anni), Jashar Kastrati (a 4
anni), Nevzat Dérmaku (idran),
Nevzat Sinani (a 3 anni). Sono
tutti studenti universitari della
Università di Pristina. L’8 dicembre 1986, il medesimo tribunale
ha condannato Hafìz Dakaj (di
20 anni, a 18 mesi). Islam Dakaj (a 1 anno). Alla fine del
1986 sono stati espulsi dalla « Lega dei Comunisti » (con pesanti conseguenze sull’occupazione,
ecc.) 14 professori albanesi, e
16 altri professori sono stati
minacciati d’arresto.
Molti altri Albanesi, studenti,
sono stati espulsi dalla « Lega »
e, ciò che è ancora più grave,
dalla scuola. L’albanese Xhemal
Islami, a Gostivar, appena scarcerato perché ha scontato la
pena, muore per « incidente ».
Una decina dei suoi amici che
hanno partecipato ai funerali
hanno perduto i loro posti di
insegnanti e sono stati minacciati di arresto.
Il 25 marzo 1987 sono stati
imprigionati a Prizrend tre scolari delle elementari, accusati
di aver strappato una fotografia di Tito. Il medesimo giorno,
a Mitrovicé, sono stati espulsi 8
allievi e licenziati 2 professori.
Fatti analoghi sono successi a
Ferizaj, Gjilan, ecc.
In Macedonia, si abbattono
con i bulldozer i muri di cinta
che caratterizzano le case albanesi (come riferito dal giornale
«Rilindja» del 13.12.1986). Contrariamente a quanto dirama
l’agenzia Tanjug (sulla quale è
bene leggere quanto scritto dal
citato Kadaré), e malgrado il
15.5.1986 sia stato nominato
presidente di turno della Repubblica federale jugoslava l’alba
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nese Sinan Hasani, l’etnia albanese è pur sempre oppressa. Il
18 luglio 1986 una legge impedisce nel Kossovo le vendite immobiliari senza un particolare
permesso, e ciò per impedire che
i Serbi vendano le loro case
agli Albanesi ed abbandonino la
provincia. Nell’esercito, la maggior parte degli ufficiali sono Serbi o Montenegrini; pochi sono
gli Sloveni ed i Croati, e pochissimi gli Albanesi. A Tetovo, un
gruppo di 19 ufficiali riservisti
albanesi è stato mandato sotto
processo dal tribunale militare,
perché avrebbe partecipato ad
una manifestazione antipatriottica.
Il giornale « Danas » di Zagabria conferma che nel Kossovo non c’è una sola famiglia che
non abbia qualcuno dei suoi in
carcere.
Il Kossovo è la regione più
sottosviluppata di tutta la Jugoslavia. I salari degli Albanesi
sono tra i più bassi, e la disoccupazione supera il 10% della popolazione attiva. I disoccupati
non percepiscono alcun sussidio, ed i loro familiari vivono
nella miseria.
11 giornalista croato Alessandro Tijanic (intervista pubblicata sul giornale « Polet » di Zagabria, 26 ottobre 1986), denuncia le informazioni menzognere
dei giornalisti serbi sugli Albanesi per diffamarli nei confronti dell’opinione pubblica mondiale; non si pubblica nulla sulle persecuzioni e sui torti da
loro subiti. Tijanic è stato il
solo a scrivere che un contadino
albanese di Batusa ebbe la propria casa nuova distrutta, e per
aver dato questa notizia è stato attaccato dal Partito. Malgrado tutto ciò, i Serbi continuano a lamentarsi, presentandosi
a Belgrado come vittime. Funzionari e commissioni speciali
vengono allora mandati da Belgrado nel Kossovo, per annullare
gli atti di acquisto degli Albanesi e per trovare nuovi pretesti
di arresto e di condanna.
Tavo Burat
La piccola e tranquilla cittadina di Hoechst, situata nel cuore della Germania Federale, ha
ospitato dal 12 al 16 giugno un
ampio e interessante dibattito
sui temi classici della pace e
della giustizia. Interessante, direi, non tanto per la profondità
della discussione e per le conclusioni cui si è giunti, quanto, piuttosto, perché si è avuta la possibilità di mettere a confronto
le diverse realtà e i diversi punti di vista di ima ventina di delegazioni provenienti da tutto il
mondo, fra le quali anche una
rappresentanza della commissione giovani di Ecumene. Ad organizzare un incontro di questa
portata è stata l’AEJ (Arbeitsgemeinschaft der evangelischen
Jugend = ’’Comunità di lavoro
della gioventù evangelica”) che
ha ospitato i partecipanti in un
ex-convento molto suggestivo,
adibito dalla Chiesa evangelica
a centro di incontri.
Per rendere più produttivo il
lavoro, che nella sua ultima fase è stato particolarmente utile
come preparazione al Kirchentag di Francoforte che si sarebbe svolto subito dopo, ci siamo
divisi in quattro gruppi, ognuno
dei quali aveva il compito di
articolare la discussione più specificamente su uno dei temi del
convegno: pace, giustizia, salvaguardia del creato, apartheid.
In assemblea plenaria i vari
gruppi hanno poi avuto modo
di fare un resoconto sul loro
lavoro.
Nel gruppo sulla giustizia, insieme ai rappresentanti di Scozia, Ungheria, E1 Salvador, Indonesia, Finlandia, Namibia,
Germania occidentale e Filippine, abbiamo lavorato anche noi
quattro italiani, presentando,
con una relazione di Massimo
Aquilante, gli aspetti principali
di quelle che possono essere definite le « ingiustizie » più palesi
a livello politico, economico e
sociale in Italia. Interventi simili sono stati compiuti da tutti
gli altri paesi rappresentati, e
in particolare dalla Namibia, che,
in maniera commovente, è entra
Redenti in Cristo
(segue da pag. 1)
non solo i lavori, nia le fatiche
penose e le lotte contro i numerosi avversari esterni e interni
della verità evangelica.
E tutta questa lotta Paolo non
l'avrebbe sostenuta se non fosse
stato egli stesso sostenuto da
una grande speranza, fondata
sulla promessa del Dio vivente.
La speranza di Paolo, che è
quella connessa con la pietà,
poggia sull’Iddio vivente in cui
confida ed a cui serve con amore filiale. Due speciali caratteri
di Dio danno salda base alla
speranza dei banditori del Vangelo: egli è l’Iddio Vivente, non
un essere immaginario come gli
dei del paganesimo, ma l’Iddio
che è la pienezza della vita, dell’attività, della potenza, che è
quindi capace di condurre a compimento i suoi disegni.
Egli è il Salvatore di tutti gli
uomini, non il semplice conservatore della vita terrena, ma il
Salvatore nel senso più elevato
e completo, che vuole che tutti
gli uomini siano salvati e che
« ha tanto amato il mondo che
ha dato il suo unigenito figliolo, affinchè chiunque crede in
ta nel merito della sua infelice
situazione; questo paese africano, infatti, subisce ormai da
limgo tempo la dominazione militare di una ristretta minoranza
bianca sudafricana, che è in
possesso di armi tecnologicamente di gran lunga superiori a
quelle degli indigeni neri. E naturalmente queste armi provengono proprio da quei paesi occidentali industrializzati che per
interessi economici, mentre da
im lato predicano contro l’apartheid, dall’altro smerciano i loro prodotti bellici ai repressori
razzisti del Sud Africa. Nell’ambito di questo discorso è sorta
anche la questione di come conciliare la fede cristiana con l’uso difensivo, ma spesso spietato, delle armi da parte degli oppressi. La risposta dei nostri fratelli della Namibia è stata: « Come rispondere ad un fucile se
non con un altro fucile? ». Gli
spunti più interessanti del dibattito, insomma, erano offerti proprio da quello stesso inevitabile
incontro-scontro fra le lontanissime realtà alle quali appartenevano i partecipanti che però
ha anche impedito un approfondimento specifico e unitario dei
problemi trattati.
Michele de Giovanni
r--------------------------------- N
• L'Eco delle Valli Valdesi »: Rea
Tribunale di Pinerolo n. 17!>
lui non perisca, ma abbia vita
eterna» (Giov. 3: 16).
C’è in questo fatto il più potente incoraggiamento a chi fatica e lotta per recare il messaggio della salvezza a tutti gli
uomini.
Tuttavia, Paolo aggiunge "principalmente dei credenti”, ossia
dei fedeli che diventano partecipi di tutti i tesori della grazia,
mentre gli altri rendono vano
per loro il consiglio di Dio, trascurano la grande salvezza, declinano l’invito alla gran cena,
e non credono nel Figliolo per
avere la vita.
Cari fratelli è sorelle, Dio è
con noi: con quanti lo amano
e hanno accettato di dedicare la
propria vita a Cristo, conformandola all’esempio ricevuto, in^ un
quotidiano impegno di testimonianza e di amore.
Continuiamo con rinnovato vigore l’opera di testimonianza che
Dio ci ha affidata, con la certezza che si sta combattendo il
buon combattimento della fede
e che Dk> non lascia mai soli
coloro che hanno confidato in
lui ed hanno accettato di essere
strumenti della sua grazia.
Leonardo Casorio
Redattori: Alberto Corsani, Luciano Deodato, Giorgio GardioI (direttore), Paolo Fiorio, Roberto Giacone, Adriano Longo, Giuseppe Platone (vice direttore). Comitato di
redazione: i redattori e: Mirella
Bein Argentieri, Valdo Benecchi,
Franco Carri, Rosanna Ciappa Nitti, Piera Egidi, Claudio H. Martelli,
Roberto Peyrot, Sergio Ribet, Massimo Romeo, Cesare Milaneschi,
Marco Rostan, Mirella Scorsonelii,
Liliana Viglielmo.
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Registro nazionale della Stampa n.
00961 voi. 10 foglio 481.
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Costo reale 50.000.
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