1
(^MydiyCfT-LN-TtNfJ^
ECO
DELLE miXI VALDESI
Spett.
BIBLIOTECA VALDESE
TORRE BELLICE
(Torino)
Settimanale
della Chiesa Valdese
1 Anno XCV - Num. 9 1 Eco: L. 2.000 per l’interno 1 Spedizione in abbonamento postale . 1 Gruppo TORRE PELLICE, 26 Febbraio 1965
Una copia Lire 40 ABBONAMENTI } L. 2.800 per l’estero 1 Cambio di indirizzo Li»"* 50 Ammin. Claudiana Torre Pellice - C.CJ*. 2-17557
’’Libero per grazia
servo per amore,,
de;
IT
ui
d;
SC'
Pi'
le
Ci;
fe..
di
E’ tempo di meditazione sulla libertà religiosa; essa costituisce l’oggetto di preoccupazioni e di speranze.
In Spagna l’attesa di un franco riconcscimento è stata delusa. Il Concilio Va.icanoII, giunto sulla soglia di
una dichiarazione, che agli occhi dei
conservatori aveva costituito un tale
prcblema da riscriverla quasi per intero. si è fermato davanti alla proposta di un voto generico favorevole ed
ha rimandato a settembre ogni deliber:.;zione in proposito. E’ oggetto di
continua discussione la misura, con
la r;uale detta libertà deve essere conterà na in Occidente di fronte al contin; i rischio che l’Evangelo costituisce ner ogni istituzione e stile di vita.
E' . getto di continua attenzione ed
an;-. :i il limite che in Oriente viene
pc. ad una posizione rehgiosa, che
esc dalle chiuse soglie del santuario.
Ncc solo, ma è motivo di angoscia dei
mi- :onari e delle giovani chiese vearginata la predicazio-ne deligelo in terre dove si assiste ad
reviviscenza musulmana o bud. o induista. Di fronte ai fatti, me; i a secolari paure e a infinite
ienze, la Dichiarazione Universaiei diritti dell’uomo non appare
- più come un documento inof;vo, superfluo e evidente, frutto
.1 superficiale illuminismo.
,n è qui il luogo per una lunga
di- suina. Ricordo soltanto alcune
li r indispensabili per guidarci in
ui ^ via di fiducia.
„ vzitutto la libertà cristiana no a
s • sjiitiflca oon la concessione dei suo
e'v ; cizio da parte degli uomini. E’ una
li: rtà profonda dalla potenza del
pt catO‘, dell’indifferenza e della morte. E’ la libertà dei figliuoli di Dio,
( he la ricevono come un dono dall alto, come la rottura delle loro' front ere interiori, costituite anzitutto dal
l'.ro egoismo, dalla loro angoscia o
d dia loro sete di dominio. Sono sem.pca attuali le parole di Lutero ; « Affi; :hè possiamo comprendere a fond' che co.sa sia un uomo cristiano, e
la ùbertà che Cristo gli ha acquistata
e •■(inata. della quale molto scrive S.
p ab lirò le due proposizioni
se- (enti; un cristiano è un libero sigr,:r!'p sopra ogni cosa e non è sottopo; *,''; a nessuno. Un cristiano è un
se; - volenteroso in ogni cosa e sotto 0 ad ognuno ». «Libero per graz o per amore ».
( non ha voluto imporsi con la
vii-' -'-nza a quanti non erano disposti
ad ettario. Ha sgridato i suoi, che
voJpvario fare scendere il fuoco sui
Sa tani Non ha distrutto chi di
iiu : .i beftava ai piedi della croce. Ha
ri IO tutte le tentazicini, che avrennero fatto dei suoi discepoli dei
•seeiiaci piegati dalla costruzioni e
aaiia paura. Non è possibile fare una
distinzione fra un ministerio pubblico
di Gesù ed un suo atteggiamento privato al riguardo : Gesù non^ ha due
volti. La sua clemenza, che è tutt’altro che acceittazione passiva del male
è dettata dalla chiara coscienza che
chi lo segue deve essere portato- dall’amore, che lo muove, dalla convin
Culto radio
ore 7.40
DOMENICA 28 FEBBRAIO
Pastore Bruno Saccomani
DOMENICA 7 MARZO
Pastore Franco' Giampiccoli
zione profonda, dalla speranza serena
di una vittoria spirituale e non dalla
paura di un castigo o dalla malvagità
di un ricatto.
Gesù ha dunque scelto la libertà
profonda del gratuito servizio fino alla morte ed alla morte della croce.
E' di là che scaturiscono le energie
più radicali della carità crocifissa.
La chiesa, che si appella al Cristo
crocifisso, non può appellarsi al braccio di Cesare per difendersi, non può,
come si dice oggi, assumere una posizione costantiniana. Deve cominciare
a dare al mondo lo spettacolo della
verità indifesa, perche verità, deve
sapere vivere lo scontro fra. il messaggio cristiano e il mondo non in un
atteggiamento di potenza terrena, nM
come imitatrice di Cristo, che osò ^
dare il mondo con la pazzia della
predicazione. Dobbiamo diventare i
discepoli di un Signore, che serve E
questo è tutt’altro che facile, perchè
lutti noi cerne singoli e come istituzione abbiamo radicato in noi l’istinto
di conservazione e non intendiamo
dare la nostra vita per ritrovarla poi.
La chiesa deve seguire una scia via :
quella della libertà della predicazione
della Parola di Dio; sia che questa
si svolga tranquillaments sia che questa debba sfidare le più alte montagne. Questa predicazione è rivolta
versegli uomini come sono e verso i
detentori del potere politico, chiunque
essi siano. L’opzione fra lo stato idolatra o lo stato, che conceda la libertà,
è una opzione, che il cristiano sceglie
per l’espansione della Parola di Dio,
ma non è la prima opzione, che egli
debba fare. La prima opzione è quella di .seguire il Cristo qualunque ne
siano le conseguenze: porte chiuse o
aperte degli uditori, la indifferenza di
Traiano, la persecuzione di Decio,
l’editto di Milano. E’ tempo di grazia
quello che è dato alla chiesa, quando
il mondo le 'Consente di annunziare
rEvangelo. Ed è scelta dei cristiani
accettare il Cristo sotto la croce o partire per una terra, dove liberamente
adorare Dio, senza farsi illusioni sulla continua possibilità di dovere ricominciare un giorno la via del discepolo che soffre nel suo servizio.
La Chiesa VaMese ha conosciuto
tempi di servitù e tempi di libertà
pubblica. Ma non potrà mai credere
di evitare la durezza (iel mondo, che
non vuole Cristo, perchè dove Cristo
è, il mondo stesso è in pericolo. Quello che conta è la fedeltà nell’ora del
cimento, la riconoscenza nell’ora della «libertà». Carlo Gay
Missionario
Atti 17! 10-12
Paolo non compare nel nostro racconto, non sembra esserci; in
primo piano st.i la piccola sinagoga di Berea ed uomini chini in meditazione sulle loro bibbie.
Assemblea raccolta, seria, anziani israeliti che da decenni leggono e rileggono quelle sacre pagine e simpatizzanti da poco entrati
nel giro nella vita della comunità, tutti uniti in questa ricerca, in questo problema.
Ma dietro questa assemblea avvertiamo prepotente la presenza
invisibile dell’evangelista giunto da lontano. Paolo. Vediamo soltanto
la sua opera, le conseguenze della sua parola, il movimento che ha
provocato nella vita di quegli uomini, ma lo sentiamo là, in mezzo a
loro, dinamico, critico, intelligente.
La comunità di Berea è una comunità scompigliata in cui serpeggia un nuovo dubbio, una inquietudine profonda, una crisi. Paolo ha
provocato questa crisi, ha creato questo turbamento con la sua parola
Non sono le dottrine di Paolo, i suoi insegnamenti al centro dell’interesse, non è di quelle che si discute, è la Scrittura, la vecchia
bibbia studiata e commentata da sempre, cc Abbiamo letto bene quel
libro, l’abbiamo inteso veramente, abbiamo capito quello che contiene? » questo è il dubbio che percorre la sinagoga di Berea; « Lo straniero giunto dall’Asia non avrebbe per caso (limostrato che tutto è da
ricominciare, che si deve leggere da capo? »
Questo significa essere missionari; far scaturire dalla fede antica,
dalla tradizione scritturale, dal libro letto e riletto una voce nuova,
un messaggio nuovo. Suscitare il dubbio, l’inquietudine, la domanda
circa la propria fede, insegnare ai credenti, o a quelli che si credono
tali, un nuovo messaggio, quello di Cristo.
Forse la nostra opera di evangelisti dovrebbe cominciare nelle
nostre comunità-sinagoghe dove la parola è letta, meditata, studiata
per far nascere in noi il desiderio di vedere la novità della fede in
Cristo.
Giorgio Tourn
EMIGRAZIONE
IN SVIZZERA
I! Governo svizzero ha reso noto che a
partire dal 15 febbraio prossimo gli stranieri
che desiderano recarsi in Svizzera a scopo
di lavoro dovranno e.ssere in possesso, prima
della partenza del documento denominato
« assicurazione riguardante la concessione di
un permesso di dimora » (Assurance de perrais de séjour - Zusicherung der Aufenthaltsbewillingung). Pertanto. d‘ora in poi chi vuole recarsi a lavorare in Svizzera e non sia già
in possesso di tale documento può farne richiesta airUfficio Provinciale del Lavoro del
luogo di residenza che provvede a fargli pervenire anche il relativo contratto di lavoro.
Naturalmente i lavoratori già in possesso
del regolare permesso di soggiorno in Svizzera che si trovino temporaneamente in Italia potranno rientrare liberamente in Svizzera in qualunque momento, nelPambito della validità dei loro permesso. I lavoratori che,
avendo già lavorato in Svizzera nella stagione 1964 sono già in possesso della suddetta
« assicurazione » per l’anno 1965 e che si
trovano ancora in Italia, potranno recarsi in
Svìzzera senza alcuna difficoltà, per riprendervi il lavoro, alla data indicata nell’« assicurazione » stessa.
Coloro che intendono recarsi in Svizzera
per ragioni diverse da quelle di lavoro, (affari
di famiglia, visite a parenti, eie.) potranno
varcare la frontiera come per il passato, e
cioè senza detto documento. Peraltro si avverte che le Autorità svizzere si riservano di
provvedere, alla frontiera, ad accertamenti
circa rattendibilità dello scopo di viaggio.
Il Governo italiano pur rilevando che alcuni aspetti di tali nuove norme sollevano
riserve in base agli accordi ed ai rapporti
esistenti fra i due Paesi, tiene ad informare
di quanto precede tutti i iavoratori che possono esservi interessati, al fine di evitare loro
inutili spese e disagi. Per qualsiasi altro eventuale chiarimento, essi possono rivolgersi agli
Uffici Provinciali del Lavoro e agli Uffici
Comunali di collocamento.
niimimiiiimimii
iiiiimiimiiitiiiM
iiiiiiiiimmiimiiiiiuimiiiii
iiiiiiiiiiiimiiimiiiii
PREPARIAMOCI AL CONGRESSO EVANGELICO - 4
La nostra visione della Chiesa
La seconda parte del primo fascicolo dei documenti preparatori contiene una serie di undici studi, tutti
sullo stesso argomento; la visiona
della chiesa, il concetto di chiesa (« ecclesiologia »). Basta scorrere l’indice
(che si trova a pagina 49), per accorgersi che ciascuno degli undici « pezzi » è stato composto da un teologo
di una diversa denominazione evangelica italiana. Perchè questo ventaglio di studi tutti sullo stesso argomento?
In primo luogo a motivo dell’importanza deirargornento stesso: la dottrina della chiesa è oggi un punto
cruciale della teologia cristiana, il
punto sul quale più chiaramente si
constatano i dissensi vecchi e nuovi
(basti pensare al caso sintomatico
dei nc'stri rapporti col cattolicesimo ;
buona parte delle divergenze esploda
no quando ci mettiamo a discutere
coi cattolici la do-ttrina della chiesa).
Se quesi;o è un punto cruciale, occorre allora che le varie chiese evangeliche che si incontreranno nel Congresso possano avere le idee chiare
sui propri consensi e dissensi su questo argomento : sarebbe infatti strano pensare ad una unione di chiese
che differiscano profondamente sul
concetto stesso di chiesa ; mentre
viceversa, se riscontreremo l’esistenza d’ una comune ecclesiologia di
fondo, allora il nostro cammino verso
l’unità evangelica avrà un senso ed
un fondamento.
In secondo luogo, questo argomento, doveva essere trattato con metodo
evangelico: per delle chiese protestanti non era concepibile confrontare staticamente le rispettive dottrine,
cioè, in fondo le rispettive tradizioni:
per delle chiese protestanti era concepibile solo il confronto di ognuno e
di tutti con la Parola di Dio. Perciò
ci troviamo qui di fronte a undici studi che esaminano tutti l’insegnamento
che la Scrittura ci dà sulla realtà della chiesa.
Ognuno degli autori ha portato la
particolare .sensibilità propria ideila
sua chiesa, ma è interessante notare
ohe questa chiara differenza di sensibilità non diventa quasi mai divergenza dottrinale vera e propria: abbiamo qui diverse voci, ma sono sempre voci di teologi evangelici.
Nello studio dei documenti non
converrà perciò dilungarsi ad esaminarli uno per uno : è meglio raccogliere le varie voci sui principali argomenti, cercando una visione d’insie
me. E quello che tentiamo di fare in
questa nostra presentazione.
II, FONDAMENTO
Il Nuovo Testamento non ci dà un
insegnamento chiuso e completo sulla chiesa : non ci dà un modelle) al
quale potremmo riferirci per imitarlo meccanicamente, come un oggetto.
L’Evangelo allude alla chiesa con
più di cerno immagini diverse (il
gregge, il popolo, la vigna, ecc.). Ma
sotto tutte queste immagini sta la
medesima realtà; la Grazia di Dio,
che è il fondamento della chiesa, come di ogni vita cristiana.
Per comprendere la realtà della
chiesa bisognerà dunque in primo
luogo riferirci airidea della Grazia:
la Grazia di Dio non è una cosa,
una sostanza o un forza, che gli uomini della chiesa possano ricevere,
tenere:, amministrare: la Grazia è
un atto, « è la decisione che Dio pren
de di perdonarci, è il fatto che egli
crea tra sè e noi un rapporto nuovcp,
rapporto che rimane sempre sotto il
suo controllo', e non sotto il nostro».
Questa libera e sovrana decisione
di Dio è il fondamento della chiesaessa infatti raccoglie (eklesìa =
assemblea, ad'unata) degli uomini per
la salvezza. Ma non semplicemente
per una salvezza da ricevere e da custodire : anzi, essenzialmente, per una
salvezza da annunciare e da diffondere Il credente, in quanto membro deila chiesa è nello stesso tempo « graziato » e « datore di grazia », e non può
essere che l’una e l’altra cosa insieme ; la Parabola del servitore spietato
c lì a ricordarci l’assurdità della posizione d’im cristiano che pensasse di
poter essere beneficiario del perdono
rii Dio senza essere nello stesso tempo
un portatore di questo perdono: ogni
credente ha il « potere delle chiavi »,
cioè il potere di aprire le porte dei
cielo davanti al suo prossimo, annunciandogli l’Evangelo; e l’uso di questo
« potere delle chiavi » non è un diritte, una prerogativa, ma un dovere e
una vocazione; « guai a me se non
evangelizzo ! ».
La situazione missionaria fa dunque parte della natura stessa della
chiesa; una (¿hiesa che tiene l’Evangelo, non è niente e non ha niente.
Sarà bene non dimenticare che nel
Nuovo Testamento lo annuncio dell’Evangelo non si fa semplicemente
con delle parole: quando gli ap^toli
predicane compiono sempre degli atti
che sono coerenti con la loro predicazicne, che la traducano i fatti, in atteggiamenti precisi di fronte aH’esistenza (cioè di fronte all’idolatria come di fronte alla fame, dinanzi allo
stato come dinanzi alla malattia).
Oggi la nostra testimonianza è troppo spesso fatta di parole, non confortate dai fatti : cosi noi predichiamo
la fratellanza pur praticando la divisione di classe, ed annunciamo la speranza del Regno senza cessare di tenere d’occhio il successo che ci sta tanto
a cuore.
Questa incocrenza non è solo un
peccato personale: è una vera e propria paralisi missionaria: la nostra
incocrenza infatti blocca la missione
della chiesa, cioè impedisce all’incredulo di ricevere la Parola della Grazia: chiude davanti a lui il Regno
dei cieli.
Per risolvere il problema della chiesa occorre dunque « rendere al popolo cristiano la sua capacità di testimoniare con gli atti e con le decisioni pratiche ».
In altre parole: il problema della
chiesa non è semplicemente un problema « ecclesiologico », cioè un problema di dottrine, di organizzazioni:
è il problema del nostro ravvedimento di fronte al Signore, della nostra
nuova nascita. E diversi documenti
fanno giustamente risuonare questa
nota: non sogniamoci di risolvere i
problemi della chiesa con semplici
mutamenti di forme: ciò ohe ci occorre è una profonda rigenerazione
che venga dallo Spìrito.
CHIESA DI BATTEZZATI
In questo quadro vari autori fanno riferimento al problema del battesimo: mentre tutti sono concordi
nell’affermare che la chiesa è la co
m unione dei battezzati, per alcuni è
chiaro che possono essere battezzati
solo dei credenti adulti che abbiano
fatto una personale professione d;
fede, mentre per altri anche il battesimo d'Si fanciulli è possibile, in seno
ad una chiesa di professanti. Si può
notare che, cosi situato, il problema
battesimale perde molto della sua virulenza; non si perde tempo a discutere della « legittimità » biblica dell’un modo di battezzare piuttosto che
dell’ altro, cercando disperatamente
testi all’appoggio della propria dottrina, ma si colloca il problema nella
sua giusta prospettiva : il problema del
battesimo è il problema della chiesa,
e come tale va affrontato, non come
una disputa scolastica: «Se essere
credenti significa essere banditori deil’Evangelo, ciò dovrebbe condurre tut
te le chiese evangeliche a una revisione del loro modo di intendere e
praticare il Battesimo, facendone veramente un atto di consacrazione
missionaria in seno ad una chiesa di
professanti ».
In questa luce, le chiese evangeliche faranno certo molto bene a discutere il problema del battesimo :
non facendone la bandiera per la con
servazione di opposte costellazioni
denominazionali
g- b.
Istituto Ecum^ico di Bossey
PROGRAMMA 1965
F SEMESTRE
12-25 Aprile (a Parigi dal 20 Aprile): Seminario Ortodosso : introduzione alla teologia
ortodossa e ai culti della Settimana Santa.
Seminario destinato a studenti in teologia
non ortodossi. Una settimana di studi a
Bossey, seguita dalla partecipazione ai culti della Settimana Santa ortodossa a Parigi. Prezzo della pensione a Bossey : Fr.s
12 giorn. pers. - Iscrizione: 10 frs.
21-27 Aprile: Sessione di studio degli allievi
delle classi superiori deirinsegnamento secondario. Con rinternational Youth Exchange. Scopo : introdurre degli adolescenti alla vita ecumenica.
10-14 Maggio : Conferenza sulla interpreta^
zione della chiesa e i problemi connessi
con i vari ambienti. Solo per invilo.
19-26 Maggio : Sessione di studio per gli studenti del Centro di Studi Ecumenici, dopo
un ministero pratico in Europa dopo la
fine del ‘semestre 1964-65.
29 Maggio - 4 Giugno : Consultazione sul
problema dei lavoratori stranieri - Solo per
invito.
9-23 Giugno: Corso per Pastori e Missionari.
Argomento : « Il ministero pastorale in
un epoca dì trasformazione delle strutture
e degli ambienti sociali » - Direttore del
corso: H. R. Weber. - Costo: Frs. 16 al
giorno e per persona; frs. 20 per Piscrìzione. Ultima data per l’iscrizione: 31
Marzo 1965
2
pag. 2
N. 9 — 26 febbraio 1965
In missione negli Stati Uniti
B/ìRl. 6-7 GENNAIO 1965
Tre settimane or sono, dal giorno
in cui scrivo questi appimti, lasciavo
Roma per effettuare un terzo viag^o
negli Stati Uniti al servizio della chiesa Valdese. La sera di quello stesso
giorno, dopo im normale volo sull’Atl antico, scendevo all'aeroporto di
New York e mi disponevo ad iniziare
un lungo programma di visite e di
incontri su cui riferirò di tanto in
tanto, quando avrò un pò di tempo
disponibile.
Spesso, infatti, è proprio il tempo
che manca. I percorsi nel continente
americano sono lunghi e impegnativi,
anche se fino ad ora ho sempre viaggiato in aereo; oltre a ciò bisogna
continuamente esser disponibili per
nuovi incontri e per nuovi discorsi.
Poche ore dopo il mio arrivo a New
York ho partecipato ad una riunione
di «benvenuto» organizzata dall’American Waldensien Aid Society nel
palazzo dove la maggior parte delle
Chiese Protestanti hanno i loro uffici amministrativi ed ecumenici, cioè
l’Inter Church Building, quasi sulle
rive del fiume Hudson sulle cui acque
navigavano blocchi di ghiaccio provenienti dalle regioni settentrionali dello Stato di Nev? York Ho incontrato
in queU’occasione varie personalità
del mondo protestante nord-americano, insieme con alcuni fedeli amici
della nostra Chiesa ed aioimi membri
della Chiesa Valdese di New York
accompagnati dal Pastore Alfredo
Janavel.
Parlano le cifre
Gli Stati Uniti costituiscono un continente dove le chiese cristiane si sono moltiplicate tanto riguardo al numero quanto alla denominazione. Dall’annuario delle chiese americane per
il 1965 risulta che il numero dei Protestanti è di circa 64 milioni (cifra
globale), quello dei cattolici romani di
circa 45 milioni; vi sono inoltre 3 milioni di ortodossi, quasi 4 milioni di
altri cristiani, oltre a più di 5 milioni
di Ebrei.
Non tutte le Chiese Protestanti^ fanno parte del « National Council of
Churchhes of Christ », caratterizzato
da stretti rapporti con il Consiglio
Ecumenico delle Chiese ; alcune grandi chiese, ima ad esempio la « Southern
Baptist Conventine» (più di 10 milioni di memibri) e la « Lutheran ChurckMissouri Synod» (2.500.000 membri)
non ne fanno parte per ragioni di carattere teologico e per una visione diversa del problema dell’unità della
Chiesa. Le Chiese Battiste, indipendentemente dalla loro appartenenza o
meno al National Council of Curches
of Christ, sono indubbiamente le più
numerose ; ho calcolato che ci sono almeno 20 milioni di membri delle Chiese Battiste nel territorio degli Stati
Uniti. Seguono le Chiese Metodiste
con 12 milioni di membri, le Chiese
Luterane con 8.200.000, le Chiese Presbiteriane con 4.200.000, la Chiesa Episcopale con 3.500.000,, le Chiese di Cristo con 2.250.000, la United Church oi
Christ con 2 milioni di membri e varie altre denominazioni.
Da IVeDif York
a Oklaoma
Ho iniziato il mio lavoro partecipando a due culti consecutivi in una Chie.
sa Riformata a Bronxville, nei dintorni di New York. Le Chiese Riformate hanno avuto rapporti particolari nel passato con i Protestanti olandesi; del resto, in questo vasto continente dove rimmigrazione ha fortemente influenzato la vita civile e religiosa, talvolta anche la formazione
degli Stati particolari, ci si trova spesso di fronte a chiese che conservano,
nella loro storia come anche nella loro fisionomia dottrinale, il ricordo della loro provenienza; olandese, anglosassone, germanica, latina e cosi via.
Dopo qualche giorno ho lasciato
New York sotto la neve ed ho intrappreso un primo lungo viaggio in aereo
verso la costa occidentale degli Stati
Uniti. Il 26 gennaio, dopo aver attraversato vasti territori, giungevo ad
Oklahoma City, nello Stato di Oklahoma, uno degli Stati del Sud, ricca
di grano e di petrolio. Mi attendeva
all’aeroporto il Pastore Dr. Ralston
Smith il quale, due anni or sono, aveva partecipato con la sua famiglia
alla inaugurazione della chiesa di
Ferentino. Quale contrasto non solo
fra Oklahoma City e Ferentino, ma
anche fra la nostra modesta cappella
e la grandiosa chiesa prestiteriana dove mi accingevo a predicare! Una
chiesa la cui costruzione è costata
vari milioni di dollari, in una città
tipicamente americana, con i soliti
grattacieli al centro del settori commerciale e poi la grande dispersione
di case e di ville, sullo sfondo di una
immensa pianura, il cui suolo e sottosuolo costituiscono la ricchezza del
paese.
Prima del culto serale in cui dovevo
rivolgere il mio messaggio, ho partecipato ad una riunione del personale
impegnato nei compiti di direzione e
di responsabilità; tre pastori ed altre
dieci persone impiegate a pagamento
per i vari servizi della comunità, oltre
alle varie segretarie. Una chiesa nuova di zecca, un ampia disponibilità ii
sale di ritrovo, di studio, per i bam
Impressioni di un viaggio di lavoro
e di testimonianza, del Moderatore
della Chiesa Valdese, Past. E. Rostan
bini, per gli adulti, per i pasti in comune. Come numero il personale e
certo superiore a quello della Tavola
Valdese dove tutto il lavoro ricade
sulle spalle di poche persone; eppure
avevo l’impressione ohe l’aspetto organizzativo in quella chiesa fosse troppo
accentuato, non indispensabile al respiro della comunità cristiana che ha
bisogno di aperture e di contatti umani in vista di ima vera testimonianza
nel tempo presente. Ho parlato ad
una assemblea di circa 250 persone
convenute per un pasto in comune
prima del culto; davanti ad ognuna
di esse, sui tavoli, c’era un opuscoletto con informazioni sulla nostra Chiesa e fotografie di alcune nostre comunità. Il giorno dopo sono stato chiamato a parlare al Presbiterio di Oklahoma. Il Presbiterio, in tal caso, è
la riunione dei Pastori e degli anziani
di un vasto territorio e può avere anche l’ampiezza numerica del nostro
Sinodo. Ho dovuto trattare in modo
speciale il problema dei nostri rapporti ecumenici con particolare riguardo al Concilio Vaticano; un argomento, questo, che interessa molto
gli americani, ma su cui in America è
necessario dire alcune cose chiare e
precise per evitare facili ottimismi o
errate valutazioni. Nell’assemblea c’era
anche il responsabile della televisione locale ; una fuga da parte mia era
impossibile e cos’^, il mattino seguente,
prima di riprendere il viaggio verso
l’Oceano Pacifico, sono stato sottoposto ad una intervista televisiva sul
Protestantesimo in Italia e, in modo
particolare, sulla Chiesa Valdese.
Incontri
a San Francisco
Dopo una sosta di poco più di due
giorni a Oklahoma City ho rifatto le
valigie e sono salito suU’aereO' che
doveva trasportarmi a San Francisco
in California. DaH’alto ho potuto contemplare ancora una volta le montagne ed i deserti ohe separano gli Stati del Sud dalla costa del Pacifico e,
dopo alcune ore di viaggio, era già in
un paesaggio diverso come pure in un
clima diverso'. A New York le strade
erano infangate di neve, a San Francisco splendeva un sole primaverile ;
il mantello pesante non era più necessario, tuttavia non potevo disfarmene in attesa di altri viaggi e di altri spostamenti.
Da due ore appena mi trovato ad
Oakland, vera e propria citta nella
baia di San Francisco, in casa di un
pastore emerito che era stato ad Agape. Stavo conversando con i genitori
di uno studente nella nostra Facoltà
di teologia a Rema quando mi giunse
una chiamato telefonica ; « Pronto, è
lei signor Rostan? Sono Graziella
Genre Morris .Jones! » Ero stupito e
lietoi al tempo stesso di udire quella
voce al telefono, in realtà essai vicina, a circa venti minuti di distanza.
Il mattino seguente ero in una bella
casa sulla collina di Oakland, accanto alla famiglia della giovane signora
che avevo conosciuto bambina a Pramollo, ohe avevo poi confermato nella chiesa di Pinerolo e di cui, anche a
Pinerolo, avevo celebrato il matrimonio ! Quanti ricordi e ad una cosi
grande distanza dalle Valli Valdesi!
Non potevo non pensare all’inizio del
mio ministero a Pramollo, 32 anni or
sono, subito dopo ia morte del Pastore Ermanno Genre, ed al ministero a
Pinerolo per ben 12 anni, ricco di
esperienze e di cari ricordi.
Ho trascorso' una serata in casa
Genre Morris Jones ed ho potuto
proiettare un bel numero di diapositive a colori. Abbiamo rivisto le Valli lontane ed esse sono state ammirate da alcuni amici presenti. La domenica mattina alle 9,30 ero già in
una chiesa presbiteriana di Oakland
per predicare in occasione di due
culti consecutivi, alle 9,30 ed alle 11.
Dopo il pranzo in casa del pastore,
altra riunione ed altro messaggio accompagnato da proiezioni; poi alle
ore 18 eccomi a Berkeley, sempre
nella baia di San Francisco, per un
terzo culto in un’altra chiesa presbiteriana, vicina alla università di Berkeley che conta ben 25.000 studenti.
Ho potuto dare uno sguardo sia pure
soltanto globale al complesso degli
edifici universitari, accompagnato da
uno studente americano che aveva
trascorso quasi un anno a Terni. Gli
edifici rivelano dovizia di mezzi e di
capacità; gli studenti asiatici, specialmente giapponesi, indonesiani e
cinesi, sono largamente rappresentati
e nella vasta zona circostante si sentiva la presenza di una numerosa popolazione internazionale.
Riforme di struttura
nelFOregon
Ho pernottato due notti in casa del
Pastore Barker di Oakland; poi il 2
febbraio, nella mattinata, servendo
mi di autobus e di taxi, ho raggiunto
di nuovo Taeroporto di San Francisco, uno dei grandi aeroporti degli
Stati Uniti. Nel pomeriggio, dopo aver
percorso una distanza considerevole
in breve tempo a causa della velocità
degli aerei, eccomi a Portland, nello
Stato deiróregon, non lontano dalla
frontiera del Canada occidentale. Le
montagne circostanti sono coperte di
neve, il territorio deli’Oregon è stato
danneggiato da pioggia torrenziali.
Mi attende all’aeroporto un caro amico, il Pastore Dr. Paul Right, nella
cui chiesa ho già predicato altre due
Volte nel passato. Siamo giusto in
tempo per recarci alla riunione del
Consiglio di chiesa, diremmo noi, o,
come dicono i presbiteriani americani, della « Church session». Si tratta
di una riunione di una quarantina di
anziani, sotto la presidenza di uno
dei pastori. Il Consiglio di chiesa è
diviso in varie commissioni, come in
alcune nostre comunità, ma con uno
sviluppo maggiore; commissioni per
l’istruzione cristiana, per la diaconia,
per l’evangelizzazione, per i rapporti
con i membri di chiesa, per il culto
domenicale, per le finanze, per i rapporti tra la Chiesa e la società, per
le abitazioni e così. via. Ogni commissione ha un suo presidente il quale
riferisce alla riunione del Consiglio
di chiesa o del Concistoro. Si decentralizza, in tal modo il lavoro del pastore e la. sua responsabilità; i membri del Consiglio sono inseriti in
una particolare attività, si potrebbe
dire in un ministero particolare nella chiesa. Il sistema presbiteriano dovrebbe essere maggiormente applicato nella nostra Chiesa Valdese, a vantaggio del ministero pastorale e della vita della comunità; ci diciamo
presbiteriani e in un certo senso lo
siamo, noi Valdesi, ma non totalmente e non con la necessaria chiarezza
di vedute. La collaborazione e la responsabilità dei fratelli laici sono necessarie nella vita della ps.rrocchia
locale e del suo consiglio di chiesa;
ho tratto un’impressione positiva da
quella riunione, caratterizzata non solo dalla cooperazione ma anche dall’ordine, dal rispetto reciproco, dalTamor fraterno.
Il mattino seguente eccomi alle prese con due giornalisti in due ore diverse per una lunga serie di domande ; poi, dopo un po di corrispondenza, viene Torà deirinvito a cena con
il Pastore. Intanto Tassemblea si riunisca nella sala della chiesa presbiteriana per ascoltare il mio messaggio
sulla « Chiesa Valdese ed il Concilio
Vaticano». La riunione si prolunga a
causa di varie domande e di varie osservazioni; quando giungo aH’albergo è tardi e devo pensare a varie cose
d’ordine pratico onde esser pronto per
una partenza mattutina. Sulla via
deH’aeroporto con il Pastore Wrigh,
animato da vero spirito pastorale e
impegnato nella lotta in favore della
integrazione totale dei negri americani nella comunità civile e cristiana,
si parla della presenza della chiesa
nella società; una presenza che non
può essere evitata, ma che deve rimanere presenza della chiesa cristiana
in tutta la forza e la validità di questa espressione, affinchè la com-unità
dei credenti non perda il suo sapore
ma rimanga « sale della terra e luce
del mondo».
L’aereo si mette in viaggio verso gli
Stati dell’Utah, dell’Idaho e del Colorado; pianure, colline e poi alte
montagne coperte di neve. Parlerò
un’altra volta del mio soggiorno nelUtah e neU’Idaho, riferendomi ad
alcuni rapporti della popolazione locale con i Valdesi di un secolo addietro. Termino la mia corrispiondenza
da Denver, nel Colorado, dove sono
giunto in questi giorni.
Incontro ecumenico
nel Colorado
Il Colorado racchiude nel suo territorio le più alte montagne degli
Stati Uniti; è il paradiso degli sciatori americani che affluiscono in questa
regione da ogni parte nel continente.
La città di Denver è a più di lOOO metri di altezza; possiede uno dei più
grandi aeroporti del mondo, è in forte espansione economica a causa della sua posizione di crocevia tra l’Est e
l’Ovest degli Stati Uniti, tra il Canada e gli Stati del Sud. Deriver è una
base militare di notevole importanza;
oltre aU’aeropM>rto internazionale vi
sono ben otto campi di aviazione militari.
La mia venuta a Denver era stata
annunziata dai giornali locali. Ieri
mattina, domenica 7 febbraio, ho
predicato ai due culti delle ore 9 e
delle ore 11 in una grande chiesa presbiteriana, una delle più vaste degli
Stati Uniti. Il culto del mattino era
radiotrasmesso e la predicazione è
pertanto giunta oltre il vasto tempio.
La sera ho presieduto il culto in una
chiesa Battista dove ho anche proiettato le diapositive che avevo con me
— Sono rietrato nella mia stanza a
tarda sera e un po’ stanco a causa
della giornata impegnativa — oggi,
però mi aspettava un’altra esperienza; ero siate, invitato a parlare sui
rapporti ecumenici della Chiesa Valdese ad una riunione di pastori della
città di Denver e della zona circostante. Eravamo una cinquantina di persone a tavola per il pranzo ; c’erano
anche sette sacerdoti cattolici es'pressamente invitati, gli altri erano pastori delle diverse chiese protestanti.
Dopo la mia conferenza, le interpellanze non sono mancate, specialmente sui nostri rapporti con la chiesa Romana e con il Concilio Vaticano. Ho fatto il possibile per dare un
n'i^ssa'ffgio che fosse anche una testimonianza cristiana, nella carità
• e nella verità. Due sacerdoti hanno
preso la parola; uno era stato due
anni al Collegio Anglicano di Roma,
l’altro con i Padri Teatini nella chiesa di San Andrea della Valle, anche a
Roma. Il messaggio del delegato Valdese è stato anprezzato a ringrazio
Dio d’aver potuto fin qui comniere il
mio laverò con l’aiuto che viene da
Lui.
Domani mattina mi rimetterò in
viaggio verso Los Angeles. Ho ao.profittato di alcune ore libere do'po la
conferenza con i Pastori di Denver
per prendere la penna in mano e
scrivere questi appunti, nella speranza che siano letti con interesse, anche
se sono stati scritti un po’ in fretta
per mancanza di tempo. Essi costituiscono un resoconto piuttosto condensato di cose vissute e di esperienze fatte; ma anche un legame con
i lettori del settimanale e con le chiese Valdesi lontane.
Ermanno Rostan
Denver, 8 febbraio 1965.
Relazione sulla (iouferenza
Distrettuale del V Distretto
La Conferenza del V Distretto della Chiesa Valdese ha avuto la sua sessione straordinaria a Bari, il 6 e 7 febbraio, con la partecipazione del Vice Moderatore pasl. Ribet.
Erano presenti tutti i pastori ed i delegati
delle Chiese, salvo 11 past. Giulio Vicentini,
rimasto isolato a Carunchio a causa della
neve. Fraterna Taccoglienza della Comunità,
insieme con la quale abbiamo celebrato il
Culto domenicale, presieduto dal pastore Davide Cielo (sermone su Giovanni 17: 21).
Il sabato sera è stato impiegato soltanto
nella discussione di... come si doveva discutere. Ma non è stata una perdita di tempo,
in quanto gli accordi presi ponderatamente
ci hanno permesso, riodomani, smaltire
tutto il lavoro che ci erav’amo prefissi, vale
a dire Tascolto di tre relazioni sui temi che
saranno discussi al Congresso (situazione religiosa, situazione politico-sociale, confronto
ecclesiologico), la loro discussione, la redazione ed aprpovazione di Ordini del Giorno
con le nostre conclusioni sui tre temi.
Nelle singole Comunità gli argomenti erano già stati studiati, anche se purtroppo in
fretta, dato il ritardo con cui i documenti
preparatori ci sono pervenuti. Avrebbero meritato un maggior tempo a disposizione, unito ad un maggiore interesse nei membri delle nostre Chiese. Ci auguriamo che nel tempo che ancora ci separa dal Congresso, si
possa continuare a meditare su questi problemi. che sono di noi tutti, e pregare perchè dal Congresso possa venire qualcosa uì
buono per il nostro lavoro e per la nosliri
testimonianza futura. Salvatore Ricciardi
Pubblichiamo, fra gli Atti della Conferì oza, quelli di maggiore interesse, e in pari'colare i tre ordini del giorno approvati :
— La Conferenza, esaminato il probler !
ecclesiologico attraverso le relazioni c gli Ordini del Giorno delle varie Comunità, rilà
ne che le denominazioni evangeliche alFo!- ra in Italia e partecipanti al Congresso sou.g
unite nella confessione della fede in Crì Gesù. Riconosce però che alcune di esse d sentono sul modo di esprimere ed attuare ; ■
le unità. Auspica che il Congresso, sottedneando quello che unisce, possa essere rii
chiarificazione su quello che divide. Espriit./'
la .speranza che questo fraterno confroi.;')
possa portare frulli alla futura collaborazic-.;'
delle Chiese.
— La Conferenza, esaminati i documeLh
sulla situazione religiosa italiana, ricono ;
la complessità di tale situazione: la reii-. ne delle masse è piuttosto superstizione, ; ; i
il Cattolicesimo eoi suoi riti esteriori si ad.: •
ta particolarmente. La ragion dessero ; i
Protestantesimo in Italia è quello di anruii-ziare e vivere il messaggio delLEvangelo. :
nostre diiTerenze denomitiazionali ci ricnr :
no che nessuno di noi possiede in esclusi j
la Verità, ma che tutti ne siamo servitori.
— La Conferenza elegge i suoi depiK ,
laici al Congresso nelle persone di: Salvai ' .;
Ricciardi, Sergio Nitri, Ercole Salvali (sii •pienti, neH’ordine, Olivieri. Matacchione, Ko.si, Lingria, Laurora. Loiodice).
— La Conferenza elegge i due pastori ] :•
il Congresso nelle persone di Enrico Corsa!.i
e Davide Cielo (supplenti, nelTordine, Na.s;.
Vicentini, Libonari, Castiglione).
— La Conferenza, esaminati Ì documeii.i
sulla situazione sociale e politica italiana. . itiene che il Protestantesimo debba essi*'c
presente come testimonianza di amore nei
mondo in cui viviamo. E' bene che per qu.I
che riguarda i nostri rapporti con lo Staio
vi sia un Ente il quale rappresenti il Pi‘>testantesimo italiano nel suo insieme.
La nostra stampa
vi interessa 7
SOSTENETELA
DIFFONDETELA
Una visione dì mezzo secolo pinerolese
** Distaccata serenità e sforzo di individuazione
Per la prima volta, la storia sociale,
economica e politica del Pinerolese e
di Pinerolo in particolare è stata oggetto di uno studio completo e panoramico (VITTORIO MORERO, La Società pinerolese in cinquant’ anni di
storia (1900-1950), Pinerolo, 1964, pp.
446). L’opera consta di dieci capitoli,
in cui secondo l’ordine cronologico
vengono presentate le vicende, di vario genere di cui Pinerolo è stata testimone o magna pars secondo una
impostazione abbastanza interessante; ricercare cioè attraverso le sue
origini le sue crisi e il suo divenire il
I>erchè del volto attuale di Pinerolo.
L’anedottica viene così, bandita dal
libro, e l’A, cerca di seguire alcuni fi
Ioni principali; le vicende politiche,
in cui appaiono Giolitti, Facta e Giretti; lo sviluppo deirindustria in
tutta la zona; l’affermazione progressiva della presenza cattolica in. campo politico, cui corrisponde il c(eclino
delle forze li bexali; il fascismo «pacioccone » di Pinerolo ; la vitalità dei
vari partiti; la resistenza; la componente valdese nelle varie vicende della zona.
Ben quattro capitoli sono dedicati
al fascismo pinerolese; e senza dubbio r analisi condotta dal Morerc
sulla collusione tra interessi padronali e Camicie nere è del tutto esatta
oltreché documentata. In queste pa
gine l’A. sottolinea sovente lo spirito
di adattamento e di opportunismo al
regime fascista, nel progressivo addormentarsi delle coscienze e nel forzato silenzio deH’opposizione.
Per quanto riguarda la posizione
dei due culti di fronte al regime, constatiamo che il Morero mette bene in
rilievo alcuni atteggiamenti critici
della chiesa valdese o dei suoi uom.ini, ma ne dimentica anche alcuni altri, quale non ultimo, ad esempio, la
forzata fine dell’Eco delle Valli Valdesi, dovuto alla im.ponibilità materiale di mantenersi un giornale non
succube alle direttive del partito.
Fonti principali del lavoro, a quanto pare, sono i due giornali di Pinerolo; La Lanterna Pinerolese di Pitta vino, divenuto più tardi II Giornale del Pinerolese » e l’Eco del Chisone; in tal senso ci pare che la storia
possa sempre essere abbastanza ben
documentata, e non lontana dal vero.
Alcuni errori sono rimasti qua e là, e
anche alcune azioni, specie sul piano
politico, possono essere oggetto di di
scussione; ma ci pare, dopotutto, di
poter dare un giudizio positivo sul libro e di apprezzare il desiderio di obbiettività a cui si ispira. Anzi, in questo senso, non ci saremmo aspettati
tanto, dal momento che appaiono
mmm jr»
neminati aperti» verbis molte persone che forse avrebbero preferito non
essere ricordate.
Anche sulla connivenza tra clero e
fascismo', don Morero esprime il suo
giudizio negativo; risultato di una
posizione critica a cui non tutti sono
in grado di arrivare. Qualche anno
fa, il sottoscritto ebbe acerbamente
criticato dall’Eco del Chisone il suo
libro su Torre Pellice, tra l’altro per
una fotografia accompagnata dalla
spiegazione ; Tipica cerimonia del
tempo fascista, in cui si vedono tutte
le autorità del paese e tra esse il parroco in cotta e stola pronto a benedire un ponte. Secondo il giornale, tutto era tendenzioso, foto e didascalia.
Ora però ci consola il fatto che den
Morero non ha paura di parlare di
« benedizione alle bandiere dei reparti in partenza per la guerra di Etiopia, di discorsi di cattolici responsabili, di esponenti del clero e talvolta
di vescovi, in cui si inneggiava alle
aquile romane...» eoe.
Questi sono però dei particolari.
Ma il libro ci è parso buono per il suo
tono di distaccata serenità e per lo
sforzo di individuare nella storia pinerolese quella « circolazione di idee »
che è innegabilmente una delle ragioni della storia di tutti i giorni.
Augusto Armand Hugon
3
¿n ieDoraio ivod
N. 9
pag. 3
Le cose impossibili
Signore Iddio,
Tu sei ITddio delle cose impossibili.
Noi veniamo a domandarti queste cose imi>ossibili.
Poiché sei Tu, Tu solo
Colui che ha trasformato le pietre in viventi figli di Abramo;
Che ha fatto fiorire come la rosa la sabbia del deserto.
Che per gli amici affamati ha fatto scendere il pane dal cielo
E sgorgare l’acqua dalla roccia per gli assetati.
Che ha reso feconde le viscere sterili
E ridato ai vecchi le pulsazioni di un sangue rinnovato.
Tu che sei nato da una vergine
E che fai della morte una porta ai)erta sulla Vita...
Noi veniamo a domandarti tutte queste cose impossibili.
Fa che la Tua chiesa diventi Una.
E’ impossibile. Signore,
Ed è per questo che veniamo a Te.
Perchè i nostri cuori sono pietre.
Noi calpestiamo un deserto senza fine;
Abbiamo fame e sete.
Ma il cielo è vuoto e la roccia è disseccata.
Il nostro cammino è limitato da un mare di pregiudizi, di paure,
Di cattiva volontà, d’incomprensione, di orgoglio e d’ignoranza.
E, la chiesa è così vecchia. Una vecchia donna.
Noi possiamo ben truccarla, ma le sue viscere sono sterili;
Non possiamo più sperare in im rinnovamento totale.
Dio delle cose impossibili, fa che la Tua chiesa sia Una.
Guidaci insieme alla casa del Padre dove le dimore sono innumerevoli.
Aiutaci a morire: cedendo agli altri tutto ciò che ci appartiene.
Anche le cose belle e buone,
Per non attaccarci ad altri che a Te.
Riconduci tutti i cristiani a casa.
Non nella nostra chiesa.
Non nella loro.
Ma nella Tua.
Questo è impossibile, Signore.
E’ per questo che veniamo a Te.
’Reforme”, 23 gennaio 1965, trailuz. E. V.
DAL DISTRETTO
RIOPLATENSE
Spigolature di attualità
Primo convegno in Argentina
di Pastori Riformati
In seguito all’interessamento dell’Associazione delle Chiese Riformate
in Argentina si è svolto, in una località vicina a Buenos Aires, il primo
convegno di Pastori riformati.
Il convegno ebbe vita nei giorni 7
e 8 dicembre u. s. e vi parteciparono
12 pastori in rappresentanza di 6 delle 7 Chiese riformate che formano
l’Associazione e che operano nel Paese.
La riunione aveva lo scopo ^ esaminare la possibilità di istituire un
manuale di catechismo unico, partendo dal presupposto della rassomiglianza delle confessioni di fede, e
voleva anche permettere uno scambio
di idee in rapporto alla necessità di
collaborare neiristituzlone di corsi
tendenti a completare la formazione
teologica dei pastori riformati che
compiono i loro studi nella Facoltà
Evangelica di Teologia di Buenos
Con riferimento al primo pimto, si
arrivò alla conclusione che sarebbe
conveniente che le Chiese adottassero, per i loro corsi in spagnaio, il manuale di catechismo biblico che la
Chiesa Valdese ha attualmente in
preparazione, rimanendo comunque
da decidere fra il valdese e il riformato olandese per ciò che si riferisce al
manuale di catechismo dottrinale.
Per ciò che riguarda la formazione
teologica che ricevono i pastori che
terminano i loro studi nella Facoltà
Evangelica di Teologia di Buenos
Aires, si arrivò alla conclusione che
in generale sono soddisfacenti; eccezione fatta per la Teologia Pratica,
punto questo per il quale si segnalò
l’opportunità di completare gli studi
regolari mediante corsi supplementari paralleli o per diplomati.
Ci fu anche uno scambio d’idee sulla possibilità di organizzare un Ufficio per Pubblicazioni in comime.
La Chiesa Valdese fu rappr^entata dal Professor Alberto Ricciardi e
dal Pastore Delmo Rostan.
Nuova proprietà per il parco
dVIl Febbraio»
Il patrimonio del Parco « 17 Febbraio », confinante con le belle spiagge uruguaiane del Rio de la Piata, sta
aumentando grazie all’acquisto di
un’importante proprietà contigua utilizzata fino a poco tempo fa come albergo.
L’acquisto permetterà, dopo un’adeguata sistemazione, di avere a disposizione un plocco di costruzioni con
cappella, sala di riunioni e camere
per ospiti.
Finora l’attrezzatura del Parco non
era molto adatta per poter essere utilizzato in inverno; ora invece, grazie
a questo acquisto, si potranno organizzare corsi di preparazione per laici,
accampamenti, ritiri, riunioni di studio, ecc. durante tutto l’anno.
Llsola muta
ha parlato^
'oanflo il mio articolo Uisola
iifiia uscì su queste colonne molti
leUori chiesero a me personalmente
n Ila Redazione se l’isola era geogr ricamente identificabile se, cioè,
10 avevo descritto una località realjiiente esistente oppure avevo tracciato, sul filo della fantasia, un
« pezzo di colore ». Purtroppo il
11 io articolo era rigorosamente fedi !e alla realtà. L’isola è Linosa,
s dio di origine vulcanica, a sud
d :,i Sicilia, che insieme a Lamne(|i .,1 e Limpione forma il gruppo
d; li' Pelasge (provincia di Agrige ‘ 00).
cl mio articolo, come alcuni letto ¡ Icorderanno, parlavo della pro
...i l che avevo fatto agli isolani, di
rio care laggiù per aiutarli a gettare in mare i politicanti che si sarebbf ; > mintualmente presentati, in perioiiii elettorale, per le solite promi c. Non si trattò di una spavalderia; sarei tornato laggiù con fotograd. giornalisti, operatori, perchè
lieiisavo che le condizioni di vita
delie isole, quando una tale azione
di forza fosse stata fatta conoscere
in tutta la nostra materna Italia,
avrebbero forse trovato, « nei luoghi alti », qualcuno disposto a interessarsene. I miei amici isolani non
accettarono. Allora li consigliai di
astenersi dal voto. E questo, leggo
con vero sollievo, su Stampa Sera,
lo hanno fatto. « Gli abitanti di
Lam pediisa e Linosa non vogliono
votare — dice il trafiletto —. Disertate le comunali del 22 novembre
scorso essi hanno ribadito al prefetto di Agrigento che ha visitato Lampedusa. e che nell’occasione ha comunicato che avrebbe indetto nuovi
comizi elettorali, di non voler votare se prima nelle due piccole isole
non sarà provveduto ’’alla normale
assistenza sanitaria, ai servizi idrici,
alle comunicazioni telefoniche e ad
altri impianti comuni in paesi civili” ».
Alcuni generosi lettori, allora, mi
chiesero di comunicare loro eventuali indirizzi di persone e vollero
sapere in che modo era possibile
aiutare quella povera gente. Ci fu
una nostra consorella che addirittura dall’Inghilterra mi chiese se 1 0NU era a conoscenza della situazione e con parole sinceramente cristiane mi disse che bisognava fare qualcosa. Per fare « qualcosa », laggiù,
occorrerebbero misure eccezionali.
L’ONU non può rivolgere lo sguardo
verso un’isola sperduta. In tutto il
mondo esistono milioni di isole come Linosa e Lampedusa, e forse anche in condizioni peggiori. E l’ONU
lo sa. L’ONU conosce tutto, dall’India alla Sicilia dell’entroterra,
alla Calabria, alla Puglia, sa che la
fame e il regresso hanno mille bandiere, sa che a Milano, nelle baracche di periferia, i topi mangiano i
piedi, le mani, il viso ai piccoli che
dormono tra gli stracci delle culle.
Conosce i malati che muoiono dentro le ambulanze vaganti da un ospedale all’altro in cerca di un postoletto. Conosce la mafia, l’omertà,
la paura, sa che nelle prigioni si
trovano centinaia di obiettori di coscienza; ha le statistiche, le relazioni, le inchieste sulla miseria, le vergogne, l’abiezione la lebbra, il mercato dei bambini che in Italia come
in Grecia e altrove è effettuato con
regolare contratto. Sa che princijii e
regnanti accolti in tutti i Paesi da
plotoni schier.ati sul present’arm,
da onori e da cerimonie, sono mercanti di schi.ivi arricchiti col traffico di carne umana.
E forse rONU conosce anche il
caso di quel falegname dell’Opificio
Militare, in Italia, dove lavorano
operai che sono soggetti all’orario
e alla disciplina di fabbrica, comprese le multe per errori e ritardi,
e sono mal pagati, non hanno assegni nè tredicesima, nè ferie, nè mu
UNA MADRE
L’ho conosciuta bene perchè c’era dell’affetto, perchè molte volte l’ho vista e sono
stata insieme, perchè si parlava di tante cose
e perchè anche le cose che diceva erano
sagge.
Lassù, dove viveva, a Villar, in quel di
Saretto, nella sua -impatica casa, là dove
l’occhio si perdeva nell’orizzonte sconfinato,
lassù trovavo, nel silenzio dei monti un che
di pace e un qualcosa che mi dava serenità.
Era bello stare con Lei! Alle mie domande su questo o su quello, affini alla campagna, tentando di far la sapiente sul come si
lavorava il terreno, lei rideva della mia ignoranza. Oh, si, ignoranza!
Mi convinsi che valevano di più le mani
callose di un contadino o di un montanaro
che saper citare :
...di Circe ad essi la magion s’offerse
che vagheggiava una feconda valle...
E in Circe, la dea delle messi, ogni donna,
attenta fra le zolle, la rappresenta, poiché
anch’esse madri conoscono l’anima della natura e dei propri figli.
Di te, buona signora Maria Costantino, ho
il grato ricordo delle tue parole, dei tuoi atti
gentili e di queU’insegnamento Cristiano che
si chiama : AMORE!
Clara di Felnio
tua nè pensione «li invalidità e vecchiaia. E sono ( «nsiderati con definizione grottesca «: lavoratori in proprio », così lo Si ito non ha da sborsare niente. In questi giorni uno di
essi ha avuto una mano stritolata.
Bisognerebbe scrivere all’ONU perchè si interessasse anche per il bimbo di Rosignano Monferrato che rischia di diventare cieco perchè la
mutua non gli paga le cure. La Stampa (un giornale che fa del bene sul
serio) ci dice che il jiadre ha seguitato a fare il bracciante con una
«ramba rotta senza che l’osso si fosse
ben saldato perchè la famiglia, che
è stata perseguitata in ogni modo
dalla cattiva sorte, aveva bisogno di
lui. Ma tra poco l’ONU avrà il suo
bel daffare a leggere tutto il Libro
Bianco che i fedeli di Padre Pio hanno inviato per rivelare gli scandalosi retroscena sulle ingiustizie commesse ai danni del frate di Pietrelcina; il tutto in una ridda di miliardi.
H: 3«
Se rONU si occuperà di Linosa
e Lampedusa e se invierà laggiù
qualche commissione questa potrà
sentire forse quello che ho sentito
io. In una notte di luna piena, mentre camminavo per una via deserta,
solo, in mezzo a un paesaggio lunare, mi giunse da lontano il grido bestiale di un licantropo. Era un poveraccio, un.a pasta d’uomo, ammalato del terribile male. A volte i familiari riuscivano a controllarlo e a
legarlo fino al superamento della
crisi, a volte non arrivavano in tempo. Una notte, per un pelo, non uccise nella sua follia sanguinaria di
« luppo mannaro » un giovane finanziere. Io sentii quel grido, il grido
dell’uomo che diventa bestia e si
trasforma, nell’anima e nel volto.
Lo so, sembra una favola. Sembra il
romanzo del Dottor Jeckill. Ormai
anche i ragazzini non ci fanno più
caso quando vedono sugli schermi i
film di Dracula e dei « Vampiri » di
moda. Ma laggiù è diverso. Laggiù
quell’urlo cupo, spaventosamente
vero, mi riportò alle soglie di una
epoca remota senza storia, senza
Dio, sospesa sull’abisso tremendo
del caos. Non ebbi paura, perchè la
paura è una cosa viva, un sentimento.
^ ^
Ma l’importante è che a Roma
non si reciti « Il Vicario ».
Marco
l’Istituto di rieuperazioiie
sarà presto una realtà
La Commissione dell’Istituto di Ricupero — per il quale le Chiese Vaidesi d’Italia collaborarono generosamente con l’assegnazione della meta
delle offerte ricevute durante i culti
del Natale 1963 — ha annunciato l’acquisto di un terreno di 12 ettari per
costruirlo.
Il terreno si trova in Colonia Vaidense e già sorge un grande e antico
edificio che, opportunamente adattato, costituirà la base inzàale dell’Istituto. Poiché i prodotti della fattoria
che sarà là installata saranno di fondamentale importanza per la vita
stessa del futuro Istituto, si è già
provveduto ad alloggiarvi un esperto
in problemi agricoli affinchè si occupi del miglioramento del terreno dedàcato alla coltivazione per potervi
fare le prime piantagioni di alberi da
frutta.
Il primo gruppo di costruzioni comprenderà un edificio con capacità per
16 persone, oltre a un’abitazione e a
un ufficio per il Direttore. Successivamente si costruiranno altri due edifici simili al primo, la scuola di ricupero, i laboratori e la sala e il parco
di riposo.
Tempio in località
(( Et Sombrerito »
Durante un campo di lavoro che si
è svolto nel mese di germaio, è stato
costruito un tempio valdese nella località « E1 Sombrerito », dove da pochi anni ha preso vita una Chiesa
in formazione.
« E1 Sombrerito » può ricevere visite pastorali solo in modo molto saltuario; nonostante questo un gruppo
d: laici sta offrendo i suoi sforzi migliori in questa lontana località del
Nord argentino, situata a più di 900
chilometri da Buenos Aires, al punte
che è stato deciso l’inizio dei lavori
del tempio ccntando imicamente sullo sforzo personale del piccolo gruppo
e di coloro che nel Distretto hanno
ascoltato e accolto l’invito a partecipare al campo di lavoro.
L’estate scorsa, grazie ad un simile
metodo di lavoro, erano stati preparati 50.000 mattoni destinati a essere
usati nel campo attuale.
Il lavoro che lassù realizzano 1 laici
è degno di imitazione peroné, nonostante la Chiesa si trovi relativamente isolata a causa delle distanze che
la pongono in certo modo al margine della vita evangelica, è — per grazia di Dio — una Chiesa viva e attiva, anche se ancora piccola.
Eonfereoza annuale
La prossima Conferenza Annuale
del Distretto Rioplatense si svolgerà
a Tarariras, in Uruguay, dal 2 al G
marzo prossimo.
Il principale argomento di discussione sarà quello che tratterà la possibile trasformazione della Conferenza in Sessione Sudamericana del Sinodo Valdese in accordo all’autorizzazione concessa dall’ùltimo Sinodo.
Inoltre, la Conferenza dovrà occuparsi della riorganizzazione generale del
Distretto, per il quale la Commissione Esecutiva propone di dividerlo in
cinque presbiteri. Questi sono i pimti
attualmente allo studio delle rispettive Chiese Particolari.
Pierino
è ancora vivo
’* Chi. in quel gelido mattino iemale,, si
fosse avventurato lungo i viali del Bois de
Boulogne...*\
Così cominciavano, invariabilmente, i r>manzi popolari francesi.
Il traduttore scriveva proprio iemale; ero
un aggettivo aristocratico, adatto ai gentiluomini che, discesi da un fìacre, andavano a
cercare un angoletto, al riparo dagli eventuali curiosi e soprattutto dagli spifferi della
tramontana (dovevano mettersi a petto nudo) per incrociare le lame. Qualche volta ci
scappava il morto; spesso, i duellanti se la
cavavano con qualche sciabolata di striscio,
guaribile in pochi giorni s. c.; più spesso,
ancora, la soffiata di un amico o degli stessi
protagonisti della vicenda, faceva sì che, nella località prestabilita (”Alle cinque, signor
marchese’’. ’’Non mancherò, signor visconte”)
stessero già appiattati i gendarmi, e così tutto finiva in un bistrò, con un bicchiere di
pernod e qualche tartina, ingredienti ritenuti
validi per lavare l’onta. Questo genere di
narrativa, che ebbe i suoi alfieri in Ponson
Du Terrali, Eugenio Sue ed altri, trovò epigoni a non finire; quotatissimi e barbosi
giornali si facevano in quattro per offrire,
nella cosiddetta appendice, le primizie di
tali fantasie. Una vera e propria epidemia
che contagiava tutti, livellava i ceti più disparati.
In contrasto con le avventure dei blasonati, i ragazzini più sprovveduti svolgevano i
loro temi con un inizio di prammatica: ’’Pierino era figlio di poveri ma onesti genitori”.
Il protagonista, non so perchè, era sempre
lui, Pierino. Niente Amilcare. Luigi, Gaetano; no: Pierino. E poi c’era quella congiun*zione avversativa, ma, quasi a sottolieare (gli
scolaretti erano però in buona fede) che povertà ed onestà non potevano coesistere; anche in essi sussisteva una confusione psicologica, con tutti quei duchi, marchesi, conti,
orfanelle salvate prodigiosamente, ecc...
Oggi il titolo nobiliare vale solo per abbacinare l’ingenuo; le controversie non si sanano più col duello, ed è bene, ma col denaro.
Si coglie ogni occasione per trarne un
vantaggio pecuniario. Per associazione d’idee,
si pensi a quanto hanno pubblicato i giornali, a proposito della cittadinanza francese, richiesta — al solo fine di ottenere il divorzio
— da un produttore cinematografico nostrano. Lo scrittore cattolico Mauriac — sempre stando a quanto hanno riferito i giornali — ha colto subito questa occasione per
chiedere al neo connazionale la somma di
settecento milioni, per realizzare un suo film.
I nobili non sono più quotati; rivivono
però, borghesemente, in veste di rubacuori,
nelle novelle dei tanti periodici a rotocalco
che mandano in solluchero milioni di cuori
sognanti. E vive ancora Pierino, il ragazzetto che, insieme ai suoi compagni, non sapeva che cosa fosse il mare e, come ci ha informato la radio, giunto a Livorno, ha detto di non averlo immaginato ’’tanto grande’; e vive nei fumetti (vedere notizia del
P salone internazionale di Bordighera). Contraddizioni? Sì, ma rallegra la constatazione
che, fra tante birbonate, un po’ d’ingenuità
resiste al fluire del tempo.
Alberto Guadalaxara
GENOVA
Mercoledì 17 abbiamo avuto la celebrazione dell’Emancipazione, con un’agape fraterna, seguita dai messaggi di saluto degli
ospiti graditi rappresentanti le varie chiese
evangeliche genovesi; quindi il past. A. Sbaffi ha parlato sul tema : « La portata del Sinodo di Chanforan nella storia e nella missione della Chiesa Valdese »; è seguita la
proiezione commentata di una serie di diapositive sulle istituzioni valdesi in Italia.
La comunità, che si era impegnata nello
studio preparatorio al Congresso evangelico
già assai prima che giungessero i documenti,
sta procedendo accuratamente all’esame e alla
discussione dei temi aU'ordine del giorno:
tale lavoro culminerà nell’assemblea di chiesa del 28 febbraio; la meditazione proseguirà
però, poi, nelle riunioni quartierali,
E’ in programma anche quesCanno una serie dì conferenze d’evangelizzazione, sostenuta in comune dalle chiese evangeliche della
città : questa volta, si punterà sulla zona industriale della città. Lunedi 15 c. m. i Consigli dì chiesa della Grande Genova si sono
riuniti per programmare questa campagna.
Le tre conferenze, a cui sarà data la massima pubblicità, si terranno in un cinema di
Sestri; sul tema: «Nella società di oggi, gli
Evangelici hanno ancora qualcosa da dire? ».
parleranno successivamente il past. Giorgio
Bouchard (valdese), il past. Piero Bensì (battista) e il giudice Franco Becchino (melodista). Tali conferenze si terranno dal 25 marzo al 3 aprile. In precedenza, il 13 marzo,
attendiamo con piacere la pubblica conferenza che nel tempio di Via Assarotti il prof.
Valdo Vinay darà su « La Chiesa, le Chiese,
il mondo al Concìlio Vaticano II ».
Abbiamo dovuto salutare, con profondo
rincrescimento, il dr. Carlo Papini c la sua
famiglia, che si sono trasferiti a Torino, dove
il nostro capace e zelante membro e diacono
ha ora assunto la direzione della Libreria Editrice « Claudiana », per In quale egli ha già
fatto tanto nella nostra città, negli ultimi anni. La nostra affettuosa riconoscenza per il
suo servìzio fra noi è grande, c cordialissimo
Vaugurio per il suo nuovo e più pieno ministero nella Chiesa.
L’Unione femminile, con il consueto ammirevole impegno, ha curato anche quest’anno l'allestimento di un bazar benefico, che ha
dato un risultato lusinghiero.
Ricordiamo i culti a Nervi (Via Capoluogo,
ore 15): le domeniche 21 marzo e 4 aprile.
4
pag. 4
N. 9 — 26 febbraio 1965
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
POMARETTO
Siamo lieti di formulare, seppure con un
po' di ritardo il nostro caldo augurio agli
sposi Clot Aldo e Giaiero Ida sposatisi nella
nostra chiesa alla presenza di un folto gruppo di amici e parenti. Che il Signore li benedica e li guidi nella loro nuova vita di
famiglia.
Nel pomeriggio del XVII febbraio a Torino s’è celebrato il matrimonio di Franco Calvelli e Giovanna Purpura : desideriamo inviare il nostro pensiero augurale agli sposi
memori della loro preziosa collaborazione per
la nostra chiesa; poiché rimarranno ancora
membri della nostra comunità diciamo loro
sin d’ora un grazie riconoscente per quanto
potranno ancora fare per noi. Che il Signore sia loro vicino sempre.
Anche quest’anno il XVII febbraio ha serbato il suo carattere particolare, segnato dall’entusiasmo, dalla partecipazione massiccia
della comunità tutta : ricordiamo il concorso
della corale, diretto dalla sig.na Speranza
Grill, delle due bande musicali di Pomaretto e Inverso dirette da Arturo Bernard e
Coucourde Arturo; la commissione ha funzionato egregiamente e l’agape fraterna è
stata felicemente organizzata dal sindaco dell’Inverso Andrea Olivero. Abbiamo udito i
messaggi al culto della delegazione elvetica
di Ginevra composta dalle signore Korschiunoff e Scharzenbach.
All’agape hanno livolto pensieri augurali
e di richiamo all’ora presente i sindaci di
Pomaretto e Inverso Pinasca nella persona
dei Signori Gino Ilario e Olivero Andrea, il
dr. Pcyrot, l’avv. Cericela, il signor Arturo
Bernard; un particolare benvenuto è stato
rivolto alla famiglia Canal proveniente dagli
Stati Uniti e dalla famiglia Gaydou di Brignais. La giornata s’è chiusa con la serata
tradizionale organizzata dalla filodrammatica
col concorso della banda pomarìna.
Ricordiamo il culto di fine mese, 28 febbraio all’Inverso alle ore 10,30. La riunione
serale del 27 febbraio e l’Unione giovanile
rinviata al sabato 6 marzo. La domenica 7
marzo avremo la visita del Pastore dr. Giorgio Tourn : al culto del mattino parlerà di
Giovanni Calvino mentre nel pomeriggio
avrà luogo l’incontro delle sorelle di chiesa
della zona per la riunione di preghiera. Diamo sin d’ora un caldo benvenuto al nostro
collega ed alla signora.
Riunioni prossime : Mercoledì 3 Marzo
riunione a Perosa Argentina.
SAN SECONDO
Favorita dal cielo sereno e dalla cessazione del vento che da qualche giorno imperversava anche sulla nostra collina, la festa
dell’Emancipazione ha avuto il suo regolare
svolgimento, con la gioiosa, unanime partecipazione della nostra Comunità e dei suol
amici. La sera della vigilia la sempre crescente corona di « falò » e di imponenti
stemmi valdesi, che si potevano facilmente
scorgere da Torino, annunziavano simbolicamente il significato dell’annua tradizione.
La mattina del XVII, verso le dieci, sul
piazzale della Scuola Umberto I, si formava
il corteo dei grandi e dei piccini che, guidato da un folto gruppo di candide cuffie,
faceva il suo ingresso nel tempio, dove, i pastori Genre e Bertinatti rivolgevano alla numerosa assemblea messaggi ispirati alla gioia,
alla vera libertà ed al servizio cristiano.
La Corale ha cantato ben due cori ed un
inno di circostanza. Dopo il culto, alle 12,30
ha avuto luogo la tradizionale agape fraterna. Circa 90 i commensali. Sono stati ascoltati con vivo interesse i messaggi del vice
sindaco signor Ernesto Godine, dei pastori
Deodato e Bertinatti e del dott. Fattori. Ave
vano inviato la loro adesione il presidente
deirUnion Vaudoise de Marseille, il signor
Picot di Ginevra ed il pastore Luigi Marauda.
Rinnoviamo il nostro plauso al Comitato
organizzatore. Alle signore che hanno preparato il pranzo con tanta cura ed alle signorine che, in costume valdese, l’hanno servito
con squisita gentilezza.
Grazie a tutti coloro che in qualche modo
hanno collaborato alla buona riuscita della
Festa.
— All’Ospedale valdese di Pomaretto si è
spenta serenamente alLetà di 93 anni Caterina Gardiol ved. Gay. Ai suoi funerali che
hanno vuto luogo nel nostro tempio martedì 9 febbraio ha partecipato una numerosa
folla che ha voluto esprimere alla famiglia
una parola di viva solidarietà nel dolore. Rinnoviamo ai familiari ed in modo particolare
al figlio Arturo la nostra sincera simpatia
cristiana.
— Sabato sera, la filodrammatica della
gioventù valdese di Torre Pellice ripeterà la
recita del 17 febbraio; inizio alle ore 20,30.
Il pubblico è cordialmente invitato.
VILLAR PELLICE
L’Anniversario della « Emancipazione »
è istato — come sempre — selebrato con
grande entusiasmo dalla nostra Comunità.
11 tempo spendido ha favorito le varie nanifestazioni.
11 segnale delle celebrazioni è stato dato
la sera de 16 dai rinitocchi della campana
che ha suonato a distesa per alcuni mi
unti. Alla sua voce si sono accesi accanto
ai villaggi i diversi « falò », preparati nei
giorni precedenti, e alle finestre di quasi
tutte le case sono apparse numerose, ma
gnifiche luminarie. La popolazione, inco
raggiata anche dalla serata magnifica, è ac
corsa in massa a rimirare il magnifico spet
laccio dei fuochj che illuminavano la Val
le; un numero eccezionale di persone (pie
coli e grandi) si è notato al « Pilun », do
ve si è anche cantato a lungo.
La mattina del 17, dopo l’esecuzione in
piazza di alcuni inni da parte dei nostri
trombettieri e dei loro compagni di S. Giovanni e Villar Perosa, i bambini delle
scuole — accompagnati dai loro insegnanti e da un gruppo di persone adulte —
hanno percorso in corteo le strade del cen
tro e si sono raccolti nel tempio dove 1
attendeva già numerosissimo pubblico. Qu
ha avuto luogo la celebrazione proiiria
mente detta. Breve culto, con messaggio
storico-biblico, diretto dal Pastore e poi
lutto un vasto e bel programma di canti
e di reciie presentato dai bambini delle di
verse scuole.
.\lle 12,30 ha avuto luogo alla Miramon
li il pranzo in comune, ottimamente pre
parato dalla speciale Commissione nomi
nata dal Concistoro e da un gruppo di
cuoche provette. Presenti circa 180 com
inensali, ottima l’atmosfera fraterna re
gnante tra i convenuti sia durante il pran
zo che durante le ore se guenti, squisito
il « menu ». Al levar delle mense sono
stati ascoltati alcuni messaggi molto interessanti e molto apprezzati.
La giornata si è conclusa con una riu
VACANZE
Liete vacanze a RIVAZZURRA di Rimini a prezzi modici
Le Pensioni Ali d’oro - Orestarina - T.V. - Trevi e ELITE Hotel
offrono pensione nei loro locali
ai seguenti prezzi: Maggio, Gii;gno e Settembre: ELITE Hotel
1.700, le Pensioni 1.600. 1-20 Luglio e 20-31 Agosto : ELITE 2.200
Pensioni 2.000. 20 luglio - 20 Agosto: ELITE 2.500. Pensioni 2.300.
Prospetti ed informazioni ottenibili a richiesta dal Sig. RE
VEL. Elite Hotel, Miramare di
RIMINI.
scita serata organizzata dalla Gioventù. I
nostri giovani artisti hanno recitato, attirandosi ripetuti applausi, la commedia
« Una lampada alla finestra » ed una divertentissima farsa.
Un XVII Febbraio di gioia e di festa,
che ha lasciato in tutti un ricordo molto
vivo. Tutti abbiamo goduto di quella bella e proficua giornata in cui ha regnato un
autentico spirito di fraternità, di comunione e di solidarietà.
MoSti sono coloro che hanno lavorato
per preparare la nostra festa. Desideriamo
da queste colonne esprimere un grazie
molo vivo e molto sentito a lutti coloro
che hanno collaboralo e dato il loro disinteressato aiuto: i membri della Commissione XVll Febbraio; gli insegnanti; le signore, signorine e signori che hanno preparato e servito il pranzo ; i volenterosi che
hanno pensato al «falò»; i trombettieri;
gli artisti della filodrammatica; lutti coloro (chiediamo scusa se per caso abbiamo
dimenticato qualcuno) che hanno jn qualche modo ed in qualche cosa collaborato.
11 Signore ohe ci ha concesso di vivere
insieme la bella giornata, voglia fare si
che di essa rimanga non solamente un bel
ricordo, ma anche in ognuno l’impegno
per una vita più fedele e più consacrata.
— Sono stati uniti in matrimonio: Natale
Cappello (Cuneo) e Giovanna Davit (S.
Cristoforo).
Questi sposi stabiliscono il loro focolare
domestico nel territorio della parrocchia
di Torre Pelllice. Li seguono i nostri voti
augurali.
— Ringraziamo vivamente i fratelli e le
sorelle che ci hanno visitato ultimamente,
portandoci il loro messaggio: il Pastore
Tecdoro Magri, ohe ha parlato ai giovani
in occasione del loro raduno alla Pianta;
la missionaria Graziella Jella, la collega
che raccompagnava e il sig. A. Lazier, che
hanno tenuto una « causerie » alle Mamme in occasione delle loro due ultime riunioni.
— A fine gennaio abbiamo avuto il piacere di Ouspitare il convegno delle Unioni
Giovanili della Val Pellice. Dalle diverse
parrocchie sono intervenuti numerosissimi
i giovani, tanto da riempire quasi completamente ¡1 nostro vasto tempio. Ha presieduto il breve culto il Presidente della nostra Unione Giovanile della Piantò, il sig.
Stefano Rambaud, che ringraziamo vivamente. Ha seguito la proiezione di un interessante documentario su Riesi.
Siamo grati del privilegio che ci è stalo
dato. Ai numerosi giovanj intervenuti rinnoviamo, insieme al nostro grazie per la
loro molto gradita visita, il nostro più sincero augurio di buon lavoro e di molte benedizioni nella loro Unione e nella loro
Chiesa.
— Porgiamo il nostro più cordiale saluto
di benvenuto ai due piccoli ospiti giunti
ultimamente ad aumentare la nostra famiglia villarese. Essi sono: Manuela, di Riccardo e Vivia Turaglio (Centro) e Silvia
Giovanna, di Marco e Ida Pascal (Centro).
Ai loro genitori le nostre più vive felicitazioni.
ROMA Piazza Cavour
Per la celebrazione del XVII febbraio, abbiamo avuto una conferenza del prof. Giorgio Peyrot, domenica 14, sul tema: «Il 17
febbraio 1848, inizio di nuovi rapporti tra
le Chiese Evangeliche e lo Stato Italiano ».
La sera del 17, nella sala di Via Marianna
Dionigi, un'agape fraterna ha raccolto numerosi valdesi delle due comunità romane.
Si stanno susseguendo a ritmo inaudito le
assemblee di chiesa : la ragione ne è la preparazione alPormai prossimo Congresso Evangelico. Le domeniche 17 e 31 gennaio le
nostre comunità si sono raccolte per discutere i due primi temi dei Documenti preparatori. Gli interventi sono stati numerosi e
a volte accesi. Tinteresse è assai vivo, il dialogo si profila vivace ed efficace. La domenica 28 febbraio le due comunità romane si
riuniranno insieme nella sala di Via Marianna Dionigi per discutere un documento, presentato a una commissione composta da Giovanni Conti, Sergio Bianconi, Teodoro Celli,
Bruno Corsani, Diego Cuzzi, Giuseppe Vingiano e Evelìna Girardet, che esprimerà le
divergenze e gli accordi sui temi già discussi. Il 19 marzo, come negli altri distretti, si
avrà un convegno interdenominazionale regionale (pre-congresso), e il 20-21 marzo, a
Siena, la Conferenza distrettuale straordinaria, alla quale sono stati delegati Giovanni
Conti e Ezio Ponzo (suppl. Marco Rostan).
Di ritorno da Enugu (Nigeria), dove il
Comitato Centrale del Consiglio Ecumenico
delle Chiese ha preso importanti decisioni
concernenti il segretariato e le relazioni con
la Chiesa di Roma, i vescovi evangelici magiari Bartha e Kaldy hanno invitato ì pastori di Roma ad una agape neH’Accademia
Ungherese di Palazzo Falconieri. Dopo la
esposizione dell’attuale situazione del Consiglio Ecumenico, da parte del vescovo Bartha,
il dialogo sulla posizione della chiesa nel
mondo di oggi è stato vivace ed intenso. Siamo stati invitati a visitare le chiese sorelle
deU’Ungheria ed in modo particolare quelle
della zona di Debrecen.
L’Unioiie Femminile Valdese ha continuato
le sue attività. Alcune sedute sono state consacrate allo studio dei temi del Congresso,
la signora Berta Subilia ha introdotto la discussione sul questionario della Federazione
« Lo studio biblico nelle nostre unioni ».
L’8 febbraio la signora H. Vaccaro ha parlato delle sue impressioni di viaggio a Praga.
Venerdì 5 marzo, ore 18,30, nella Chiesa
Americana di S. Paolo (via Nazionale): Riunione di preghiera per la Giornata Mondiale
delle donne; lunedi 8 marzo, ore 16, nella
Sala Battista della Garbatella : « Preparazione
al Congresso Evangelico ».
Neill Unione Giovanile Valdese non sempre spira l’ottimismo; a volte, dopo una serie di buone riunioni, si sperimenta un calo
gravissimo delle presenze; allora si discute
sull’efficienza delle commissioni, che non si
sono riunite a tempo, sulla lentezza con la
quale si raggiungono gli scopi deUa diaconia
(abbiamo solo ancora raggiunto lire 17.000
sulle 65.000 preventivate per una borsa dì
studio per Riesi) si riparla di crisi. Non sarebbe serio dire che tali situazioni si ripresentano periodicamente; è molto più serio
domandare ad ogni giovane di venire con
tutto il proprio entusiasmo, con la sua sete
di dialogo, con i suoi affanni e le sue gioie
a dare il suo contributo di vita aH’unione
che vive nella misura in cui i giovani sono
interiormente viventi.
— Le nostre chiese sono state scosse dalla
notizia che il « Presidente » Emanuele Sbaffi
era deceduto il 5 febbraio. Presidente della
Chiesa Metodista per molti anni, fautore di
unità deH’evangelismo italiano, padre di tre
pastori, era conosciuto ed amato da tutti gli
evangelici romani, che Io hanno ricordato
nel servizio funebre della domenica 7 febbraio. Alla famiglia Sbaffi ed alla Chiesa Metodista vanno i nostri sentimenti di fraternità.
Cercansi libri
Si cercano i seguenti libri:
E. COMBA, Storia Valdese
R. HARDMEIER, Origini dei
papato
per la biblioteca della nuova Casa Evangelica Italiana di Pratteln. I dUe libri citati volentieri
vengono acquistati dal Gruppo
Evangelico Italiano, Hauptsrasse 36, Pratteln (Svizzera).
Alla radio-televisione
della Svizzera Italiana
Domenica 28 febbraio : Televisione della Svizzera Italiana — La Parola del Signore, circa alle ore 22 — Pastore Guido Rivoir.
Domenica 7 marzo \ Radio della Svizzsra Italiana — Conversazione evangelica alle 9,15
— Pastore Otto Rauch.
PALERMO
La celebrazione del 17 febbraio ha visto
raccolti nei nostri locali molti fratelli e sorelle, convenuti pure da La Noce e da Sferracavallo, per Tagape fraterna. Una buona
occasione per stare insieme c conoscersi meglio.
Domenica 14 febbraio, in concomitanza
con la visita del sovrintendente del nostro
distretto, past. Carlo Gay di Roma, abbiamo
inaugurato il nuovo locale di culto di Sferracavallo, lasciando quello vecchio, veramente
cadente. Il nuovo locale ha richiesto lavori
di adattamento, e la spesa ha potuto essere
coperta grazie alla generosità di Suor Redi
Brun, che non dimenticheremo. Il nostro affettuoso ricordo e augurio la segue a Ginevra, dove inizierà un nuovo lavoro.
Si stanno studiando, all’Unione giovanile,
i documenti preparatori al Congresso evangelico, che formeranno l’oggetto di una prossima assemblea di chiesa. Per i giorni 18 e
19 marzo attendiamo, qui a Palermo, la Conferenza distrettuale (Sicilia e Calabria), sul
medesimo tema.
A titolo di esperimento, e secondo le indicazioni della nuova liturgia della Chiesa
Valdese, è stato introdotto l'uso di far leggere la S. Scrittura, nel culto domenicale,
da un laico; in attesa che la comunità si
esprima con un voto.
Siamo lieti di poter informare che la Radio della Svizzera Italiana ha concesso che
la emissione « Conversazione evangelica »
della domenica mattina alle ore 9,15, fino
ad ora la prima e la terza domenica di ogni
mese, diventasse settimanale col mese di
marzo prossimo venturo. Il servizio è assicurato dai pastori Otto Rauch (Brusio) e Guido Rivoir (Lugano) che si alterneranno nelle meditazioni.
VILLAR PEROSA
La RIV di Villar Perosa
e il XVII Febbraio
Il 15 dicembre la nostra Unione Femminile ha trascorso un bellissimo pomeriggio
presso le consorelle di Ferrerò. Ringraziamo
di cuore la presidente, sig.ra Rivoira e la
sig.ra Quattrini per i loro messaggi, nonché
tutte le care mamme per la loro ospitalità
cosi fraterna e gentile.
Dipartenze. Il 9 gennaio, dopo breve malattia è deceduta all’ospedale di Pomaretto
la nostra sorella Silvia Ribet in Chambon di
anni 57.
11 servizio funebre ha avuto luogo il giorno seguente alle Grange dinanzi alla casa
dell’estinta ove si era radunata una gran folla di parenti e amici.
Al marito dell’estiata, ai figli ed alle loro
famiglie, esprimiamo ancora la nostra cristiana simpatia.
Il 29 gennaio, dopo breve malattia, il Signore ha richiamato a Se la nostra ottantenne sorella Maria Meynier ved. Costantin del
Saretto. Il servizio funebre ha avuto luogo
d giorno seguente partendo da Almese, luogo
del decesso con un primo servizio presieduto
dal^ Pastore Coi.sson nella casa della figlia
Anita ove la defunta trascorreva i mesi invernali. Poi, congiunti e conoscenti hanno
proseguito in torpedone per la nostra Cappella. Qui li attendeva un gran numero di
valligiani e rappresentanti del nostro mondo operaio, scolastico e ospedaliero. Nel corso del servizio sono rivolte parole di simpatia
alle tre figlie: Suor Dina, l’insegnante Germana 8 Anita Gallo, con la fraterna esortazione a continuare, ciascuna nel proprio campo, la bella missione che il Signore ha loro
affidato, certe che Egli sarà loro sempre di
ispirazione e di aiuto. Dopo l’inno « 0 beati »
cantato con fervore daH’assemblea il Pastore
Sommani, direttore della Casa delle Diaconesse, conclude con la preghiera.
Nozze. Il 17 gennaio, circondati da un largo stuolo di parenti e amici, si sono uniti
m matrimonio Irma Bertalot e Franco Traverso di Comhorsiera.
Nell’assenza del Pastore titolare, la cerimonia è stata presieduta dal Pastore Colucci,
che ringraziamo sentitamente.
Voglia Dio mettere il suggello della sua
benedizione su questo giovane focolare!
17 Febbraio. Il Signore ha pienamente
benedetto la nostra celebrazione malgrado il
tempo di crisi che stiamo attraversando.
La vigilia, malgrado una gelida brezza
che rendeva esitanti suiropportunità di accendere i falò, un pubblico discretamente
numeroso si è riunito attorno alla nostra
cappella. Splendido Teffetto dei fuochi e dei
razzi, troppo scarsa invece la parte musicale.
Il Buffet ha esaurito le sue risorse e il
gruppo riunito più tardi nelle catacombe ha
vivamente goduto le parole rivoltegli dall’avv. Serafino.
Il culto di commemorazione ha visto i
posti a sedere insufficenli. L’assemblea ha
partecipalo quasi al completo alla celebrazione della S. Cena e seguito con attenzione
intensa la meditazione sulla vera consistenza
della gioia cristiana. La corale ha eseguito
con valentia il canto della « Cévenole ». Assenti però i Trombettieri, andati come rinforzo a Villar Pellice.
I bimbi della Scuola Domenicale, diretti
dalle loro monitrici, hanno cantato, recitato
e rappresentato una scena allegorica con
molto garbo.
II pranzo celebrato al Ristorante Riv sotto la direzione deiranziano Dino Costantino,
ha riunito una bella assemblea di oltre cento commensali. Deliziosi gli alimenti e perfetto il servizio. Ottimo pure lo spirito di
fraterna comunione che dava a tutti la sensazione di un benefico avvicinamento tra i
fratelli della comunità. Numerosi i canti c
prolungate le amichevoli conversazioni.
La sera, nella Cappella trasformata per
incanto in teatrino i giovani offrirono il loro
contributo recitativo : « La Boina » dì Ada
Meille, interpretata ottimamente, eppoi « La
scuola moderna » presentata con vigore ultra-giovanile, dimostrarono nei nostri giovani delle possibilità insospettate e purtroppo
mai sfruttate e interessarono vivamente il
numeroso pubblico presente.
Numerosi gli atti di amore per la loro
Chiesa degli uni e degli altri. Ammirevole
lo spirilo dei fratelli delle Catacombe che
riuscirono ad ultimare le rifiniture della sala
in tempo utile e che, in modo miracoloso,
misero insieme il palco per la gioventù.
Siamo grati a Dio per questo 17 febbraio.
La sottoscrizione che ogni anno, in occasione del XVII Febbraio, viene fatta fra le
maestranze della RIV di Villar Perosa a favore dei nostri Istituti di Assistenza, ha fruttato la somma di lire 384.570 di cui: Operai ed impiegati L. 284.570: Direzione RIV
L. 100.000.
La somma raccolta ^ stata così distribuita :
Asilo dei Vecchi dì Germano L. 81.000; Asilo dei Vecchi di S. Giovanni L. 40.000; Rifugio Carlo Alberto L. 75.000; Orfanotrofio
di Torre Pellice L.73.330; Orfanotrofio di
Pomaretto L. 53.000; Artigianelli valdesi di
Torino L. 62.240.
A causa della crisi che purtroppo ha colpito anche lo Stabilimento della RIV di Villar Perosa con la riduzione di orario che si
protrae ormai da quasi un anno, con i recenti licenziamenti e le sospensioni a zero
ore, con gli scioperi di febbraio, abbiamo temuto fino all’ultimo momento di dover rinunciare alla sottoscrizione.
Ma il Signore non ci ha abbandonato c. col
Suo aiuto, i nostri collettori sono riusciti in
soli due giorni, a raccogliere la suddetta
somma che. col concorso della Direzione Ri\ ,
è andata oltre quanto ponevamo sperare.
Un grazie sincero agli attivi collaboratori
ed a tutti i donatori, cattolici e valdesi, che,
con le loro generose ofierte e con spirito di
sacrificio, hanno voluto ancora una volta d'-mostrare in maniera così tangibile la loro
solidarietà e la loro comprensione verso c.hi
si trova nel bisogno.
I dipendenti valdesi ringraziano inoltre l:i
RIV per aver considerato il XVII Febbraio
giornata festiva e retribuita a tutti gli effeld-.
per il Gruppo Valdese R i -,
f .to : Dino Gardiol
FIORI IN MEMORI,
Gay Caterina nata Gardiol. in favore d
Asilo S. Giovanni e Ospedale di Poniarct
i figli: Arturo e fam., Pinerolo, L. 20.Ul“
Gustavo e fam., Milano, L. 20.000; la lira Nora Gayjiata .Rostan e fam., L. 10.Oí
Vola Adolfo, Pinerolo, L. 2.000.
Per versamenti eventuali servirsi del C;>
to Corrente Postale n. 2/17557 - Torre l'r
lice.
Direttore resp, : Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n. 175, 8-7-1960
Cip. Snhaìoina s.p.a. - Torre Pellice Í'.
RINGRAZIAMENTO
Le fa-miglie Bastia e Benech con
mosse per la grande dimostrazione
stima e simpatia tributata alla lo
Cara
Lidia Bastia
nata Bonnet
riconoscenti ringraziano rutti color ;
che con scritti e presenza presero per te al loro immen.so dolore. Ringr?ziano in particolar modo i dott. Da
Bettini e Scarognina per le amorevoli cure prestate ed il pastore Jahi- r
per il conforto spirituale.
liUserna S Giovanni (Malanot) 9-2-'t.5
RINGRAZIAMENTO
I familiari della compianta
Caterina Coucourde
nata Verano
ringraziano quanti di persona O' con
scritto presero parte al loro dolore.
In modo particolare esprimono la
loro riconoscenza ai Pastori Sigg.
Deodato, Micci e Aime, ai Sigg. Irene ed Emanuele Borno ed ai vicini di
casa.
Pinerolo, 17 febbraio 1965
IVA MAURINO
INFERMIERA - CALLISTA
\7ia Roma 35 - Telefono 82.42
PEROSA ARGENTINA
MOBILI
comuni e di lusso
SERRE
laboratorio ed esposizione in
INVERSO RINASCA (Torino)
acquistante direttamente dal
produttore avrete una maggiore
garanzia e un miglior risparmio