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SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE BATTISTE, METODISTE, VALDESI
Spedizione in a. p. 45% - art 2 comma 20/B legge 662/96 ■ Filiale di Torino.
In caso di mancato recapito restituire al mittente presso l'Ufficio PT Torino G/IP Nord
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Anno IX - numero 26 -29 giugno 2001
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0 DELLE VALLI
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di MARCO ROSTAN
I BIBBIA E ATTUALITÀ I
CHE COSA MI
CHIEDE DIO?
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«Che altro richiede da te il Signo
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Michea 6, 8
IL profeta Michea, a metà dell’ottavo secolo a.C., opera nel regno di
Giuda con una predicazione contro il
•popolo accusato di operare in modo
ingiusto in campo sociale. Dio è uscito dal Tempio, dice il profeta, e nel
carnminare in mezzo al popolo incontra la gravità delle trasgressioni
quotidiane d’Israele. Dio è in collera,
interviene nella vita degli esseri umani per richiamare tutti alla responsabilità. Non è un Dio silenzioso, lontano, indifferente alle vicende umane. Egli ha scelto di stare con il popolo per costruire una presenza di giustizia e di pace tra tutte le nazioni.
Nel nostro tempo non sembra che vi
siano persone preoccupate della collera di Dio. Si possiede uno strumento religioso per placare l’ira di Dio: il
culto e il rituale dei sacrifici. La domanda è: che sacrificio compiere?
quale liturgia usare? che culto fare?
La parola di Dio rifiuta questo atteggiamento nei confronti di Dio.
È un errore pensare che Dio abbia bisogno di offerte cultuali. Si piace a
Dio non con il culto, ma con la vita;
non con il dono delle proprie cose,
ma con tutto se stessi. Occorre altro,
solo l’offerta della nostra vita intera
in un nuovo cammino di fede. Personalmente mi sento molto vicino a
questa parola del profeta biblico perché ritengo urgente indirizzare il nòstro impegno nel cammino della fedeltà a Dio. Che cosa ci dice la Parola
di Dio? Gesù ha insegnato che Dio
non ama i sacrifici, ma vuole amore
dalle donne e dagli uomini di ogni
tempo. Gesù chiede una vita impegnata totalmente nell’amore perché
così si è «vicini al regno di Dio». Dio
vuole da noi tutti qualcosa di altro rispetto a cerimonie liturgiche: vuole
una pratica, un amore, un cammino.
INNANZITUTTO vuole che si pratichi la giustizia. È l’azione del dare onore alla sorella e al fratello. Si
tratta di manifestare accoglienza a
persone che sono state allontanate
perché diverse e perché segnate da
ogni forma di male del nostro tempo.
Si tratta di ristabilire una vita vera
nella pace e nel benessere. In secondo
luogo vuole che si ami la misericordia. Questa frase potrebbe essere tradotta con la ripetizione della parola
«amore». È l’impegno ad amare
l’amore, ad amare veramente, sempre, in continuazione perché l’amore
è l’unico atto pensabile e possibile. In
terzo luogo vuole che si cammini
umilmente con lui. Da una parte
l’immagine del camminare indica il
niovimento e dall’altra parte il nome
di Dio indica il mezzo e il fine di tale
cammino. Si tratta allora di porsi in
movimento spostando se stessi da situazioni consolidate per acquisire
umiltà (una virtù poco praticata) nel
Sentiero già tracciato da Dio. Tutto
ciò è una prassi di santificazione. Solo in questo cammino si scopre la volontà di Dio e si incontra il fratello, la
sorella in modo che tutto di noi sia
una risposta a ciò che Dio ha già fatto per la nostra vita e il nostro futuro. Tutto ciò è una via di pace e di
consacrazione alla volontà di amore
che in Gesù abbiamo ricevuto.
La Federazione delle chiese evangeliche ha aderito al «Genoa sodai forum»
Anche gli evangelici al G8
L'economia è una questione di fede, per questo anche i protestanti italiani stanno
preparando alcune iniziative per il vertice di Genova degli otto «grandi» della terra
EUGENIO BERNARDINI
Giovanni Anziani
La Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei) e, a livello
regionale, la Federazione delle chiese evangeliche di Liguria e Piemonte
meridionale, aderiscono al Genoa
Social Forum, rete di organizzazioni
e movimenti «antiglobalizzazione»
che si prepara a una settimana circa
di manifestazioni e iniziative varie
che si terranno subito prima e durante l’incontro del G8 a Genova (2022 luglio). Sull’impegno concreto
delle chiese evangeliche abbiamo interpellato il pastore valdese Franco
Giampiccoli, coordinatore della
Commissione «Globalizzazione e
ambiente» della Fcei.
- Pastore Giampiccoli, perché le
chiese evangeliche della Fcei sono in
teressate al tema della globalizzazione dell’economia'?
«Recentemente le chiese del Sud
del mondo hanno indirizzato una
lettera alle chiese del Nord rivolgendo loro un “appello per un’azione urgente da parte vostra per fare pressione sui vostri governi e sulle vostre
istituzioni che disegnano e mettono
in opera l’attuale progetto di globalizzazione” e concludendo: “L’ingiustizia economica è una violazione dei
principi fondamentali della nostra
fede comune. Facciamo appello perché vi uniate a noi nel confessare che
l’economia è una questione di fede”.
Già da tempo l’Alleanza riformata
mondiale e il Consiglio ecumenico
delle chiese hanno lanciato un programma di coscientizzazione delle
chiese sui problemi che riguardano
l’ingiustizia economica e la distruzione del creato. Il fulcro di questo
programma è proprio questo: l’economia è una questione di fede, nel
senso che la confessione della fede in
Gesù Cristo oggi non può prescindere dai problemi economici. In questo
contesto si situa l’impegno che le
chiese che fanno parte della Federazione sentono nei confronti di temi
come la globalizzazione economica e
l’ambiente. Si tratta di una consapevolezza che si sta rapidamente allargando, visto che una Conferenza distrettuale delle chiese valdesi e metodiste ha votato recentémente un
atto di adesione al Genoa Social Forum motivato tra l’altro dalla “inadeguatezza degli strumenti democratici
Segue a pag. 6
Un'iniziativa ecumenica molto discutibile
La visita del papa in Ucraina
«La visita del papa in Ucraina pone molti problemi sotto il profilo
ecumenico»; è l’opinione del prof.
Paolo Ricca, docente alla Facoltà valdese di teologia di Roma, intervistato
dall’Agenzia stampa Nev. «L’iniziativa del pontefice - afferma Ricca - si
inserisce in una situazione di rapporti ecumenici già di per sé complessi, sia per quanto riguarda l’ortodossia in Ucraina (composta da una
pluralità di chiese che non sempre si
riconoscono tra loro) sia soprattutto
per il problema degli uniati, cioè i
cattolici di rito ortodosso. Queste
chiese, che riconoscono il papa pur
avendo riti e discipline delle chiese
ortodosse, sono uno dei frutti avvelenati della Controriforma, rappresentano emblematicamente il tentativo di “riconquista” delTOriente ortodosso da parte di Roma. Un secondo aspetto problematico di questa
visita in Ucraina è dato dal fatto che
il papa è stato invitato, oltre che dalle due chiese cattoliche nazionali
(quel)a di rito bizantino e quella di
rito latino), anche dal capo del governo ucraino. Non è invece stato invitato dalle chiese ortodosse, largamente maggioritarie nel paese, le
quali anzi lo avevano esplicitamente
scongiurato, con una lettera del metropolita ortodosso di Kiev, di rinunciare per ora a questo viaggio. 11 papa
ha deliberatamente ignorato questa
richiesta, e il fatto che egli si presenti
nella duplice veste di capo di chiesa e
di capo di stato complica ulteriormente la già intricata situazione perché gioca contemporaneamente su
due scacchiere: quella religiosa e
quella politica, cercando di trarre il
massimo vantaggio da entrambe.
L’ecumenismo, però, non è esercizio
di diplomazia ma scuola di fraternità
e non è con incontri tra capi di stato
che si costruisce l’unità della chiesa».
Valli valdesi
In Piemonte
con ottimismo
Il rapporto 2000 dell’Istituto di ricerche economico-sociali (Ires) mostra un Piemonte più aperto all’ottimismo: la popolazione, dopo anni di
tendenza negativa, registra un lieve
incremento anche se il rapporto nascite-decessi è ancora in negativo.
Pertanto il dato positivo che si ricava
è dovuto alla presenza sul territorio
regionale dei nuovi cittadini di origine straniera. Cresce la popolazione
ma cresce anche l’occupazione, e
questo è il secondo dato positivo:
persone occupate e fatturato crescono a livello regionale, in misura maggiore di quella nazionale e spicca in
questa crescita la provincia di Cuneo;
si conferma inoltre il rilancio nell’ambito del settore turistico-culturale.
CACCIATO
DAL CARCERE
JONATHAN TERINO
A pag. 7
Dal mese di ottobre del 2000, dopo
insistenti domande, ho ottenuto
dalla direzione del carcere di Biella (allora provvisoria), di poter celebrare in
maniera sobria e informale dqe culti
settimanali, uno di lunedi alle 10,30
con i detenuti «per reati sessuali» e l’altro di mercoledì alle 13,30 con i «comuni». Oltre ai culti (della durata di circa
un’ora) mi fermavo a parlare con i detenuti che desideravano un colloquio.
Non essendomi stata concessa la cappella del carcere (che io ritenevo parte
dell’istituzione civile e laica) per un veto esplicito del generale dei cappellani,
mi è stata invece assegnata una stanzetta al piano terra, che io sono stato
ben felice di utilizzare ufficialmente
per la celebrazione dei culti valdesi, allestendo dei poster e una tavola per la
santa cena (vedi l’articolo comparso su
Riforma del 13 aprile 2001); perciò era
anche la stanza dei colloqui del ministro valdese. Mi veniva, però, proibita
la celebrazione dei culti la domenica.
Ogni lunedì salivo al piano di sopra
(sempre scortato da un agente) per visitare due detenuti «speciali», accusati
di eco-terrorismo e altri reati politici.
Oggi le cose sono cambiate. È mercoledì 20 giugno, sono le 13,30; Per affrettare i tempi d’ingresso, decido di
lasciare in auto la borsa e portare con
me solo là Bibbia, il pane per la santa
cena e l’agenda. A differenza del cappellano, che gode di particolari poteri
di mediazione e di trasporto, vengo
sempre ispezionato. Devo spesso giustificare il pane e il vino, ingredienti
tanto comuni e poco liturgici da solleticare un sorriso beffardo sulle labbra
di qualche agente. Tempo fa, prima di
poter consegnare una scatola di matite
colorate a un detenuto, ho dovuto attendere il permesso firmato e timbrato dalla direzione.
Come al solito, mi avvicino alle
sbarre interne della casa circondariale
perché, riconoscendomi, le guardie mi
aprano il cancello e mi consegnino la
tessera che riporta la foto e qualifica
di «ministro di culto». Con questo
pass potrò varcare i vari sbarramenti.
Ma questa volta, dopo qualche istante
di attesa che pare un’eternità, in bilico
tra i due cancelli, scrutato da uno dei
due agenti con aria di sufficienza, mi
viene comunicato con una soddisfazione malcelata che non ho più diritto
di accesso al carcere. Si rifiuta di dar
mi delle spiegazioni e malgrado la mìa
insistenza, non mi concede di parlare
con il direttore. Mi invita invece a ritirare quella che chiama «la mia roba»,
indicandomi la stanza d’ingresso laterale dove accedono i familiari dei detenuti. Qui mi trovo circondato da un
gruppo di sei o sette guardie (ovviamente armate, ma evidentemente senza molto da fare), mentre la prima, che
mi aveva rivolta la parola, mi ripete il
divieto perentorio di tornare, indicando un grosso scatolone a terra, dove
presumo siano contenute le mie munì
zioni pericolose o comunque offensive: una croce in legno costruita in carcere da un detenuto pentecostale, piattino e coppa della comunione, vari copie del Nuovo Testamento dei Gedeoni, vecchi Innari, quaderni di canti;
scatolette di vino per la santa cena, po
ster che invitano alla speranza e alla
gioia della liberazione annunciata dal
laico Gesù di Nazaret, libri della Clan
diana, Bibbie e così via.
Segue a pag. Il '
2
PAG. 2 RIFORMA
Della Pai
venerdì 29 giugno ?nn,
Quanto agli
undici discepoli,
essi andarono in
Galilea sul monte
che Gesù aveva
loro designato,
vedutolo,
l’adorarono; alcuni
però dubitarono.
Gesù,
avvicinatosi, parlò
loro, dicendo:
“Ogni potere mi è
stato dato in cielo e
sulla terra.
Andate dunque e
fate miei discepoli
tutti i popoli
battezzandoli nel
nome del Padre,
del Figlio e dello
Spirito Santo,
insegnando loro
a osservare tutte
quante le cose che
vi ho comandate.
Ed ecco, io sono con
voi tutti i giorni,
sino alla fine
dell’età presente’’»
(Matteo 28,16-20)
«'^...e disse loro:
“Andate per tutto
il mondo, predicate
il Vangelo a ogni
creatura. '^Chi avrà
creduto e sarà stato
battezzato sarà
salvato; ma chi non
avrà creduto sarà
condannato.
Questi sono
i segni che
accompagneranno
coloro che avranno
creduto: nel nome
mio scacceranno i
demoni;
parleranno in
lingue nuove;
'^prenderanno in
mano dei serpenti;
anche se berranno
qualche veleno,
non ne avranno
alcun male;
imporranno le
mani agli
ammalati ed essi
guariranno’’.
'^Il Signore Gesù
dunque, dopo
aver loro parlato,
fu elevato in cielo
e sedette alla destra
di Dio. quelli
se ne andarono
a predicare
dappertutto ^
e il Signore
operava con loro
confermando
la Parola
con i segni che la
accompagnavano»
(Marco 16,15-20)
LA MISSIONE DEI DISCEPOLI
Essere discepoli oggi significa riandare contìnuamente alla storia fondatrice
del mpporto tra maestro e discepolo. Non c'è cesura tra i discepoli storici e gli altri
ERIKA TOMASSONE
IL rapporto maestro-discepoli
è tipico di tutti i movimenti
religiosi dell’antichità. Si basa
sull’ascolto e sull’osservanza degli insegnamenti di un maestro
da parte dei suoi discepoli: a
questo non si sottrae neppure il
movimento di Gesù. L’Evangelo
di Matteo è quello in cui, con
maggior insistenza, si torna su
questo rapporto: alla fine dell’Evangelo questo rapporto fondamentale non si perde, ma si
estende oltre la cerchia dei discepoli storici di Gesù. La missione dei discepoli ha infatti per
scopo la creazione di altri discepoli di Gesù. Il nostro racconto
comprende due parti: la prima
racconta in sintesi l’apparizione
di Gesù risorto agli undici. La seconda parte, la più densa, comprende tre elementi: la rivelazione dell’onnipotenza del Gesù risorto, l’ordine missionario ai discepoli, la promessa della presenza accanto ad essi del Risorto.
Dal Gesù terreno
al Gesù risorto
Attraverso ì1 rimando reciproco dell’identità del Gesù terreno e quella del Gesù risorto (non due persone ma una
sola persona) e l’estensione della categoria del discepolato oltre la cerchia dei discepoli storici, il testo risponde alla doman
Preghiamo
O Dio, ti prego,
fa’ che tutti ^i uomini del mondo
possano sentire la tua buona novella.
Che nessuno ti disconosca,
nessuno ti rinneghi,
nessuno ti dimentichi,
ma tutti pensino a te.
Le tue parole
ci regalano gioia e speranza
in mezzo a tutte le nostre difficoltà.
Tu infatti sempre ci fai dono
della gioia e della speranza.
Possa la tua buona novella
non mancare là dove c’è povertà.
Possa abitare in ogni cuore
la tua presenza.
Che nessuno al mondo
possa dimenticarti.
Possa tu vivere sempre
nei nostri cuori.
Benedici noi tutti, sempre.
Che la tua parola abiti fra noi
per tutti i secoli.
Amen
da che ha probabilmente tormentato le chiese delle origini:
come confessare il Cristo resuscitato la cui manifestazione
storica appartiene al passato?
Il racconto inizia con il viaggio
dei discepoli in Galilea secondo
l’ordine ricevuto dall’angelo (28,
7) e dal Risorto (28,10). Che l’incontro del Gesù risorto con i
suoi avvenga in Galilea, che è
anche il luogo dove si è svolta la
maggior parte del ministero terreno di Gesù, sottolinea la continuità con il Gesù terreno. L’incontro avviene su una montagna. Dobbiamo però attenderci
un messaggio speciale, un discorso di rivelazione; a questo
sono destinati spesso i monti biblici. L’apparizione di Gesù non
è descritta, ma è sinteticamente
evocata dal fatto che i discepoli
lo vedono: è uq elemento assai
stringato se paragonato con altri
racconti di apparizione; di fronte
al vedere c’è chi crede e chi dubita. Come sempre, le apparizioni del risorto non scacciano i
dubbi, e l’apparizione di per sé
non è presentata come motivo
sufficiente per credere o per cacciare in via definitiva i dubbi sul
destino di Gesù. Il testo non si
sofferma sul dubbio, ma presenta il Risorto che a differenza di
altri racconti, non produce prove (vedi le ferite del costato, o lo
spezzare il pane), ma va incontro ai discepoli con la sua parola;
qui l’accento non è messo sulla
rassicurazione dei discepoli, ma
sulla ricostruzione del gruppo
dei discepoli con l’enunciazione
di un nuovo mandato per essi.
Il potere universale del Cristo
La prima parola del Risorto
sottolinea il suo potere universale di cui è stato investito da
Dio: il Risorto regna universalmente fino alla fine dei tempi.
La concentrazione del testo di
Matteo ci dà ad intendere che
per l’evangelista resurrezione ed
elevazione sono considerate insieme; in secondo luogo, la missione dei discepoli è definita
singolarmente, come un far diventare discepoli del Risorto tutte le nazioni. L'uso di questo termine particolare di Matteo ci
porta a sottolineare che la condizione del discepolo non riguarda i soli discepoli storici del
Gesù terreno, ma è la condizione in cui ormai ogni persona è
invitata ad entrare, accettando
TEvangelo. Potremmo così dire
che essere discepolo di Gesù
Cristo è una categoria ecclesiologica fondamentde, il discepolato diventa modello d’adesione
al messaggio di Gesù: questo è
10 scopo della cosiddetta missione dei discepoli di Gesù Cristo.
Citando prima il battesimo e poi
l’insegnamento sembra però
che Matteo non intenda tanto
mettere l’accento sulla missione
dei discepoli quanto sulle regole
di vita di una chiesa universale,
vale a dire non esclusiva. Il battesimo è citato secondo la sua
formula trinitaria, segno forse
della prassi della comunità di
Matteo; l’insegnamento sembra
restare più nel vago. Una cosa
dobbiamo però sottolineare: i
discepoli devono insegnare ad
osservare tutto ciò che il Gesù
terreno ha loro insegnato. Per i
ciiscepoli del Risorto non c’è insegnamento diverso, migliore o
speciale, rispetto a quello del
Gesù terreno; dire che Gesù è
maestro non significa ignorare o
screditare il fatto che egli è anche Signore universale: forse
proprio in questo sta la legittimazione della scrittura dell’Evangelo. Far diventare discepoli
del Risorto significa far diventare discepoli del Gesù terreno; la
predicazione di Gesù di Nazareth resta l’insegnamento fondatore anche per i discepoli delle generazioni future. Non c’è
una cesura tra i discepoli storici
e gli altri discepoli come non c’è
una cesura, ma piuttosto una
identità paradossale tra il Gesù
storico e il Gesù risorto ed elevato. Sarebbe eccessivo dire che
per Matteo non esiste ormai un
punto di rottura tra il tempo del
Gesù storico e il tempo della
chiesa? Si apre qui la possibilità,
anzi la necessità di ripercorrere
11 concetto di discepolo dal punto di vista della ricezione dell’insegnamento del maestro, della
prassi, dell’autorità.
che si estende al di là della loro
cerchia e della loro epoca storica. Anche il Gesù risorto crea i
suoi discepoli: la sua presenza,
pur nella sua assenza fisica, viene loro assicurata.
Essere discepoli oggi
«lo sono con voi»
L>ULTIMO tema del mandato
«missionario» è la promessa
della continua assistenza del Risorto. L’Evangelo di Matteo si
conclude così con due aperture:
quella verso tutti i popoli e quella verso tutti i tempi. L’istruzione finale del Gesù risorto si rivolge al di là degli undici, a tutti
i credenti di tutte le epoche. Potremmo anche dire che dopo il
precedente fallimento dei discepoli che al momento dell’arresto
abbandonarono il maestro, è
data loro una nuova possibilità,
Essere discepoli oggi significa riandare continuamente
alla storia fondatrice ed esemplare del rapporto tra maestro e
discepolo. L’Evangelo resta come punto di mediazione tra la
fede contemporanea e l’evento
fondatore. La questione del rapporto tra Gesù terreno o storico
e il Gesù risorto ha fatto scrivere
fiumi di libri di teologia: non si
tratta però, come potremmo essere portati a credere, di un ozioso problema intellettuale: le
questioni teologiche scaturiscono in genere da riflessioni e
prassi che coinvolgono innanzittutto i credenti. Chiunque di noi,
se ci riflette un minimo, si accorgerà di essersi posto questo problema; a volte ad esempio abbiamo sostenuto la maggiore accessibilità del Gesù terreno e quindi
ridotto Gesù a modello di comportamento umano davanti a
Dio: oppure abbiamo ridotto
Gesù Cristo a un cifra e minimizzato la sua prassi terrena. Per
semplificare molto, ora si tratta
di confrontarsi con il Gesù della
prassi e dell’insegnamento e il
Cristo morto e risorto e assunto
in cielo: di volta in volta, il cristianesimo si è concentrato ora
sul Cristo glorificato, ora sul Gesù terreno cercando in qualche
modo di ricomporli.
Il testo che abbiamo letto ci
esorta a una sorta di movimento
pendolare dall’annuncio del Gesù come Cristo, all’opera e
l’esperienza di Gesù di Nazareth
e viceversa: il punto da cui esercitare tale pendolarismo che non
è unicamente e non principalmente intellettuale, è quello del
discepolato. Un punto importante su cui ci si potrebbe soffermare sarebbe anche l’apertura
universale dei nostri versetti. Per
noi l’apertura è dolente perché ci
ricorda secoli di cristianizzazioni
forzate spesso compiute proprio
i nome del versetto finale del nostro brano: dobbiamo però chiederci se il nostro senso di colpa
debba farci disprezzare questa
parola piena di promessa sulla
universalità del discepolato fino
alla fine dei tempi.
(Seconda di una serie
di tre meditazioni)
Note
omiletiche
Le possibilità di predica
zione di questo testo stan
no innanzitutto nella ne
cessità di fare delle scelte
omiletiche. Si tratta cioè di
scegliere un punto del te
sto come centro per pni
costruirvi la predicazione
Una pista possibile sta nel
10 sviluppo del concetto di
discepolo come categoria
ecclesiologica fondamentale. In questa prospettiva
si possono ripercorrere le
tappe del testo che fondano tale idea e quindi trattare la questione cristologica in seconda battuta.
Una seconda pista parte
invece dalla questione cristologica (rapporto tra il
Gesù storico e il Gesù della gloria) per poi approdare al concetto di discepolato. Questa attualmente
sembra la pista più corretta. Relativamente a questa pista si potrebbe immaginare che un discepolo non voglia arrendersi al
fatto che il maestro, l'amico, sia diventato altro, che
si sia sottratto alla sua
umanità. È il Signore della
gloria (l'onnipotenza universale) ma il discepolo
preferiva il maestro nella
immediatezza della sua
presenza e del suo insegnamento. In questo contesto Gesù viene con la
sua promessa «io sono con
voi». Sulla base di questo,
l'assenza di Gesù dalla terra non è la sua assenza
dall'orizzonte dei discepoli. Gesù come Signore continua a preoccuparsi per il
mondo. I discepoli non sono stati portati sul monte
per adorare il Gesù della
gloria, ma per andare verso i popoli del mondo con
11 tesoro degli insegnamenti e dell'esperienza
del Gesù terreno. Il testo
si oppone a due posizioni
diverse. Da un lato ai nostri desideri di avere per
Dio un ente inaccessibile e
astratto. Dall'altro ai nostri tentativi di ridurre Gesù Cristo a figura umana
eccezionale. Il testo, come
abbiamo già ribadito,
vuole tenere insieme il
Gesù terreno e il Cristo
glorificato. Vivere nella
presenza eterna di questo
Gesù Cristo significa quindi accettare di percorrere
il mondo allargando la
cerchia dei discepoli. L'avventura della chiesa universale inizia quando il discepolo triste a causa del
Gesù risorto in cui non riconosce più il suo maestro
Gesù, viene meno. Gesù
Cristo lo incontriamo dove
accettiamo il suo incarico,
lì lo troviamo al nostro
fianco, dove accettiamo la
via del discepolato.
Una terza pista può partire dal concetto di missione e dalle sue storture per
poi inquadrarlo più correttamente, come fa il nostro
testo, nel concetto di discepolato. Va da sé che il
nostro testo non si preoccupa del rapporto tra
l'Evangelo e la sua inculturazione. Questo è un nostro problema. Il testo
però rimanda agli insegnamenti di Gesù come
contenuti negli evangeliNon si tratta perciò di inculcare in tutti i popoli le
dottrine di questa o di
quella chiesa, ma di far risuonare gli insegnamenti
e la prassi di Gesù. Forse la
separazione tra le due cose è sottile, ma nella predicazione andrebbe segnalato. Questa pista potrebbe poi lavorare sul concetto di chiesa universale ®
sui suoi segni distintivi
(battesimo, insegnamenti
di Gesù). Sarebbero questi
i minimi segni di accordo
tra chiese cristiane?
Per
approfondire
- Eduard Schweizer,
Gesù Cristo: l’uomo di Nszareth e il Signore gloriticato, Claudiana, 1992.
- Dietrich Bonhoeffer.
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71.
È stato eletto moderatore della «General Assembly» della Chiesa di Scozia
John Miller, <cun uomo con una missione»
Da ìrent'anni John Miller, insieme alla moglie Mary e ai tre figli, vive e lavora a Castelmilk
un quartiere di Glasgow considerato in tutta la Gran Bretagna simbolo di miseria e di violenza
CIANNI GENRE
f rOI siete la luce del
«V mondo». Che cosa sionificano, oggi, le antiche paiole di Gesù, per le nostre
cW segnate da divorzio
con ia società reale, che le
rende sempre meno credibili? possono significare, anzitutto, una nuova disponihilitàad imparare dalle persone che, quotidianamente, vivono la dimensione del bisogno u°n soddisfatto, della
precarietà, della mancanza di
opportunità prima ancora
che di denaro. Credo che la
tendenza che porta a uno
scollamento crescente fra
chiesa e società, possa essere
invertita; ma come? Iniziando seriamente a interessarci
dei problemi della gente, anziché continuare a ristrutturategli edifici ecclesiastici.
Una predicazione semplice
e incisiva
La predicazione appare un
poco semplice, quasi semplicistica, alle migliaia di persone che, con un ordine e una
formalità soltanto britanniche, si sono ritrovate nell’immensa cattedrale di St. Giles
a Edimburgo, in occasione
del culto di inaugurazione
del Sinodo della Chiesa di
Scozia, la più antica e prestigiosa istituzione in questa
terra nordica e riformata.
Di fronte a una predicanone così breve e schematik, che ricalca lo stesso messaggio che già è stato ripetuto
a tutti gli organi di stampa
che lo iranno^ intervistato,
qualcuno rimane perplesso.
Ma nessuno, di fronte a queste parole che potrebbero
avere il sapore della genericità e della retorica in bocca a
molti, toma a riprendere i lavori Sinodali senza avere capito che qualcosa sta per
cambiare nella «Kirk» scozzese. Perché chi parla dal pulpito che fu del riformatore John
Knox è un pastore che ha
passato tutti gli anni del suo
ministero, finora trenta, in un
quartiere di Glasgow considerato in tutta la Gran Bretagna
simbolo di miseria e di violenza, di tutte le contraddizioni di questa società che
ghettizza chi non le corrisponde e non si lascia integrare. John Miller, scelto a
sorpresa come moderatore
della «General Assembly» viene dalla più povera chiesa locale del paese, da Castlemilk,
grumo spaventoso di case popolari dove la disoccupazione
raggiunse, durante gli anni
bui del governo della signora
Thatcher, punte del 90%, dove anche i poliziotti hanno timore ad entrare, dove un ragazzo viene ucciso con facilità perché protestante o cattolico, perché tifoso dei Rangers o del Celtic.
Da 30 anni a Castelmilk
Trent’anni fa, John Miller
scelse insieme alla moglie di
accettare l’invito ad andare a
vivere e a predicare in quella
realtà davvero spaventosa.
C’era una bella casa pastorale
che li attendeva, ma in un’altra zona della città; così la giovane coppia chiese all’amministrazione della Chiesa di affittare quella casa e di mettere
loro a disposizione un appartamento in queste case popolari (i tristemente famosi
«houses schemes»), perché
«per parlare con la gente che
non crede più in nulla devi
stare in mezzo a loro». Lì, a
Castlemilk, hanno mandato a
scuola i loro tre figli (che hanno molto sofferto della situazione) e lì sono sempre rimasti, anche nei momenti più
duri da superare. Mary e John
hanno lottato ogni giorno, or
ganizzando manifestazioni di
protesta contro i tagli allo stato sociale e ai «benefits» che la
Thatcher toglieva agli «ultimi»
hanno organizzato, insieme
ad altri, ogni sorta di iniziative volte a recuperare bambini
e adulti, donne e uomini.
Quando i locali della comunità, poco tempo dopo la loro
consegna, furono a più riprese semidistrutti, senza lasciare un solo vetro integro, decisero di non spendere nemmeno una sterlina per rimetterli
in sesto riconoscendo di avere
altre priorità (legate alla salute, all’istruzione, alla crescita
della gente di quel quartiere
maledetto) che non potevano
essere eluse.
Più di dieci anni orsono
trascorsi un paio di giorni con
John e Mary a Castlemilk e rimasi stupefatto della loro capacità di resistenza e di organizzare un discorso attorno
alla fede cristiana in quel luogo dove al posto dei vetri le
case avevano tante assicelle
inchiodate. Oggi, per un anno, John e Mary si sono trasferiti a Edimburgo per rispondere a una particolare
vocazione rivolta loro da una
chiesa che li ha colti di sorpresa. Tanto per cominciare,
il nuovo «Moderator» ha rifiutato che il sarto gli confezionasse un nuovo ahito da cerimonia; non c’è stato verso di
farlo ragionare e si è fatto rimettere a posto calzoni, giacca e camicia di pizzo di un
abito rinvenuto in un vecchio
ufficio e appartenuto al «Moderator» di 44 anni fa che,
fortunatamente, gli assomigliava nella struttura fisica.
Dopo questo episodio, ha
cercato di tranquillizzare le
correnti «tradizionaliste» della chiesa, ribadendo il suo
pieno rispetto per l’istituzione ecclesiastica. Ha accettato
di usare l’automobile previ
sta per l’incarico moderatoriale, avendo rottamaio quella della moglie per venti sterline, e avendo lui sempre circolato soltanto in bicicletta.
Chi lo conosce bene lo definisce un radicale, ma non un
Iconoclasta, uno che ama
enormemente non solo 1’
Evangelo ma questa antica
chiesa che ha perso, in treni’
anni, la metà della sua popolazione, passando da un milione e 200.000 a poco più di
600.000 membri.
Riportare la chiesa
in mezzo alla gente
Nonostante il timore di alcun personaggi appartenenti
ai settori più conservatori
della chiesa, molti credono
che la scelta di Miller sia la
migliore che potesse essere
fatta, per riportare la Chiesa
di Scozia in mezzo alla gente
e, in particolare, alla gente
che ha tanti problemi. Lo incontro in occasione della cena organizzata per gli ospiti
stranieri, mi riconosce e viene a salutarmi con grande
fraternità, a dirmi che anche
quel paio di giorni trascorsi
insieme anni fa sono stati un
piccolo segno, in mezzo a
molti altri, di incoraggiamento a resistere in quel contesto
così violento, ma per loro così ricco di umanità.
Gli chiedo dei loro tre figli e
mi risponde dicendomi che è
riconoscente al Signore perché sono sopravvissuti anche
loro, non soltanto dal punto
di vista della sopravvivenza fisica, ma anche di quella della
fede e della speranza. La loro
figlia maggiore è diventata
dottore e, guarda caso, lavora
oggi in Africa in mezzo agli
ammalati di Aids. Parla con
lentezza, John Miller, nel condurre (sempre in piedi) i lavori di questa enorme assemblea, presentando i diversi ar
II pastore John Miller
gementi con Tàutorevolezza
di chi crede che la parola
evangelica sia davvero parola
di liberazione e vada vissuta
con estrema coerenza per risultare credibile agli altri.
Lasciare da parte
il superfluo
Gli chiedo che cosa spera di
poter fare in un anno soltanto. «Spero che la mia chiesa risponde - sviluppi il coraggio
di lasciare da parte tutto ciò
che non è essenziale ma è superfluo: Tattenzione eccessiva che anche le chiese locali
sono costrette a prestare agli
edifici, le discussioni inutili,
una certa burocrazia che allontana la gente. Spero che
questa mia chiesa possa concentrarsi sulla comunicazione dell’Evangelo alla gente. Io
non amo usare la parola “povero”, preferisco il termine
“ordinario”: dobbiamo vivere
insieme e parlare alla gente
ordinaria. Non perderò il
contatto con le mie radici e
tornerò, fra un anno, fra la
gente ordinaria di Castlemilk.
L’unico modo di progredire,
di andare avanti, consiste nel
tornare indietro, nel rimanere
fedele alla nostra vocazione».
Alcuni titoli dei giornali
hanno sottolineato la dimensione della «missione» della
chiesa di cui Miller parla continuamente. Lo hanno definito «un uomo con una missione». Forse, con questo «radicale delTEvangelo», un anno
sarà sufficiente per i riformati
scozzesi a recuperare il senso
di questo termine oggi abusato o utilizzato con imbarazzo.
A conclusione del Sinodo nazionale svoltosi a Soissons (Piccardia) dal 24 al 27 maggio 2001
Chiesa riformata di Francia: mozione sui sacramenti
Pubblichiamo il testo della mozione sui
sarmenti approvata dal recente Sinodo
neonate della Chiesa riformata di Franois (traduzione di J.-J. Peyronel)
Il Sinodo nazionale della Chiesa
tUormata di Francia riunito a Soissons
dal 24 al 27 maggio 2001
, 1 - Esprime, in occasione delia rifiessione in corso sui sacramenti, ia propria
nronoscenza a Dio che, in Gesù Cristo, li
offre alla sua chiesa. Coiiocandosi neila
tradizione deiia chiesa cristiana, essa li riOflve come «paroie visibiii» grazie alie
quali Dio ci adotta e ci nutre, ci ridà forza
8 speranza. Il battesimo e ia cena attingono il loro significato nel riferimento alla vi®, alla morte e alla risurrezione dei Cri,«0, cioè al movimento di incarnazione e
di ^Ivezza che Dio compie per noi.
2 ~ Ribadisce ii proprio attaccamento
™a definizione, ispirata daiia Bibbia, che
® Riforma si è sforzata di dare dei sacramenti;
ticorda, insieme aila Concordia di
tjSuenberg, che ia «condizione-necessarxiif ®'^fft'^i®nite deila vera unità della
®rasa è l’accordo nella predicazione fedms deli’Evangeio e neli’amministrazione
mdeiedei sacramenti»;
ricorda la Dichiarazione comune sul
^ssimo del Comitato misto cattoiico™estante grazie aiia quaie è stata resa
^Cibile una riconoscenza reciproca dei
88ttesimi ceiebrati neiie nostre chiese;
ssprime l’auspicio che nuovi progressi
Ritienici si verifichino in futuro, soprat^0 a nnotivo dei numero crescente di fa""giie interconfessionaii ai ioro interno.
*■ Rilisne che convenga tenere conto
Pnitia di tutto deiie Scritture, deiie testiOriianze e deii'iliuminazione che esse
anno, ma anche deile conoscenze in
^™nze umane che ci avvertono deli'im}!^®hza di alcune poste in gioco deila
wtra pratica dei sacramenti e dei nostro
™®dorso in merito.
I sacramenti
Oont" ^ teoiogico, conviene non
'frapporre ia predicazione «inteilettua
ie» ai sacramenti «materiaii», come se ia
prima si rivoigesse aiio spirito e i secondi
ai corpo: tale dualismo è catastrofico per
l’edificazione, neiia misura in cui va controcorrente ai movimento di incarnazione
compiuto da Dio. Esiste una compiementarità tra l’annuncio deiia Buona noveila e
i’amministrazione dei sacramenti, ma essa
non è fondata suiia distinzione tra «paroia» e «sacramenti»: la predicazione e i sacramenti esprimono entrambi ia stessa
Parola; essi nutrono ia fede dei credente
in tutto il suo essere durante la sua storia.
2 - I sacramenti costituiscono, da un
punto di vista etnologico o sociologico,
dei riti. Comprenderli come tali ci aiuta a
tenere conto di attese e di bisogni simbolici che si esprimono nella Chiesa riformata di Francia, nelle altre chiese cristiane o
nei loro dintorni.
La riflessione sui sacramenti e la pratica non sono però riducibili a questo approccio. L’affermazione teologica tratta
dalla Bibbia e tradotta nella liturgia rimane centrale per noi: il battesimo e la cena
sono doni che Dio ci fa e che noi riceviamo. Questa ricezione non fa della chiesa
la proprietaria dei sacramenti.
3 - L’analisi della società francese mostra una evoluzione che si traduce spesso con le parole «secolarizzazione»,
«perdita di riferimenti religiosi», o addirittura «decristianizzazione». Ma si parla
anche di «ricomposizione del paesaggio
religioso»: le affiliazioni confessionali non
si trasmettono più automaticamente da
una generazione all’altra. Se la catechesi
rimane un luogo dinamico della riflessione e della vita delle nostre comunità, i
percorsi che hanno portato delle donne e
degli uomini a diventare membri della nostra chiesa si sono diversificati. Pertanto
riteniamo possibile un approccio della fede che porterebbe un bambino/a o un
adulto/a a comunicare prima di essere
battezzato/a.
4 - La partecipazione ai sacramenti testimonia deH’azione dello Spirito nella vita
di ogni credente e della chiesa. La Parola
proclamata e ricevuta ci impegna, in particolare nei campi della catechesi, della
missione e del dialogo ecumenico. Parole, gesti e atteggiamenti esprimono il po
stro ideale etico della condivisione, la nostra preghiera per un mondo più giusto, la
dimensione universale deila solidarietà alla quale è chiamata l’umanità.
Battesimo
1 - Nell’amministrare il battesimo prima
che il bambino/a sia in età di comprendere, la Chiesa riformata di Francia intende
sottolineare la passività del credente nel
movimento per mezzo del quale Dio salva. Essa dice a tutti i battezzati e in particolare ai genitori che il loro figlio non appartiene loro. Dio, dal quale egli riceve
una identità differente da quella che viene
data a ciascuno dalla sua storia personale, lo ha amato per primo. Questa concezione del battesimo esclude l’idea secondo la quale la sua efficacia dipenderebbe
dalle disposizioni personali del credente.
Certi della fedeltà di Dio che non torna
sulla sua parola, noi affermiamo che il battesimo viene ricevuto una volta per tutte.
2 - Occorre però non trascurare la dimensione di esperienza credente che
porta a ricevere il battesimo. Per sensibilità teologica, ma anche per preoccupazione pedagogica, certi genitori possono
scegliere di differire il momento in cui il loro figlio sarà battezzato: perché egli sia
parte interessata alla decisione, o semplicemente consapevole e di conseguenza
capace di rallegrarsi e di ricordarsi. In
questo caso, essi possono chiedere la
presentazione del loro figlio a Dio. Inoltre,
fare del battesimo dei bambini piccoli una
sorta di abitudine o di automatismo equivarrebbe, in una società come la nostra,
a negare la dimensione dei percorsi personali e a svuotare il sacramento di una
parte importante del suo significato.
3 - L’offerta del battesimo riguarda tutti
coloro che vengono afferrati dal messaggio dell’Evangelo. Nella preparazione pastorale, è essenziale un processo di formazione. Conviene ricordare che il battesimo richiede un impegno dei credenti.
Questo non riguarda soltanto i battezzati
o i loro genitori, padrini e madrine, ma tutta la comunità che ha la responsabilità di
accompagnarli. Nel battezzare i bambini
piccoli, la chiesa sa di essere sostenuta
dallo Spirito. Essa compie un gesto che
rinvia a una promessa di Dio di cui essa
non è padrone.
4 - La nostra tradizione ecclesiale considera che il battesimo dei bambini piccoli
è il gesto sacramentale col quale viene significata la loro accoglienza nella chiesa di
Gesù Cristo. Tuttavia, noi riteniamo che la
presentazione, che risponde alla domanda
genitoriale di benedizione di un bambino,
costituisca una scelta valida e ricca tanto a
livello pedagogico quanto spirituale. La
presentazione, fatta nella speranza che il
bambino conosca l’Evangelo e riceva un
giorno il battesimo, ha il suo significato
proprio: la fiducia in Dio al quale i genitori
affidano il loro figlio circa il quale essi riconoscono che egli non appartiene loro; la
benedizione di Dio, cioè una parola amorevole che fin d’ora accompagna il bambino; l’accoglienza della comunità e il suo
irnpegno ad essere a fianco del bambino
nel suo percorso catechetico.
5 - Pur sforzandosi di assumere la sua
missione di annunciare l’Evangelo, la nostra chiesa vive ormai come una minoranza in un mondo secolarizzato. Per questo
considera come una ricchezza la varietà
dei percorsi dei suoi membri che giustifica
una diversità di pratiche.
Santa cena
1 - Consapevole di non essere proprietaria della cena del Signore e contro ogni
velleità di limitarne l’invito aggiungendo
criteri di esclusione, e convinta che, durante la partecipazione eucaristica, ogni
credente riceve l’Evangelo di Gesù Cristo
condividendo il pane e il vino, la Chiesa
riformata di Francia proclama l’universalità di questo invito.
2 - L’invito viene rivolto a coloro che
«discernono i segni della presenza del
Cristo nel pane e nel vino condivisi». Discernere vuol dire percepire distintamente, ma anche sentire, apprezzare, intuire.
Quest ffermazione ci pori ufficializzare la
possibilità dell’accoglienza dei bambini alla Cena. Tale accoglienza sarà organizzata in relazione alla catechesi e con il
coinvolgimento dei genitori.
3 - Nell’insistere sul discernimento dei
segni della presenza del Cristo nel pane
e nel vino condivisi, la Chiesa riformata di
Francia afferma che la cena del Signore
non è un rito la cui efficacia verrebbe garantita dalle parole di chi celebra o dal
quadro istituzionale nel quale tale condivisione si compie. È nella fede e per la fede
che il pane e il vino sono i segni del corpo
e del sangue del Cristo.
4 - Anche se l’ordine logico rimane, gli
itinerari dei credenti si sono talmente individualizzati che fare di una tappa (il battesimo) la condizione preliminare dell’altra
(la santa cena) può non essere più compreso. In compenso, se vengono ricollocati
in una dinamica di fede, battesimo e cena
si rispondono con ricchezze a patto che la
chiesa locale offra luoghi catechetici in cui
tale legame con la Parola che dà senso ai
sacramenti sia stabilito e maturato.
Applicazioni
1 - Il Sinodo nazionale chiede al Consiglio nazionale di preparare un progetto
di modifica deH’articolo 6 § 3 della Disciplina affinché la dispensa deH’amministrazione del battesimo dei bambini per i ministri che ne fanno richiesta possa essere
concessa con una decisione congiunta
del Consiglio nazionale e della Commissione dei ministeri, o secondo ogni altra
procedura che non faccia più intervenire
obbligatoriamente il sinodo nazionale.
2 - La Chiesa riformata di Francia incoraggia i Consigli di chiesa, in connessione
con i genitori e con le équipe catechetiche, a preparare e ad attuare l’accoglienza dei bambini alla Cena come l’espressione dell’invito fatto a tutti i credenti senza distinzione e come un elemento pedagogico dell’approfondimento del messaggio evangelico.
3 - Una riflessione sulla confermazione
deve essere portata avanti nell’ambitó della Chiesa riformata di Francia, con l’obiettivo di iscriverla in una catechesi del percorso e in una pratica diversificata dell’accesso ai sacramenti. In questa ottica, la confermazione corrisponde alla decisione del
catecumeno di affermare la propria fede
personale e all’azione di grazia della comunità, esaudita nella preghiera che aveva espressa in occasione del battesimo.
Il Sinodo nazionale incarica il Consiglio
nazionale di rilanciare questa riflessione.
4
PAC. 4 RIFORMA
Vita Delle Chiese
venerdì 29 giugno 7^^
VENE
In molte comunità evangeliche italiane, in corrispondenza della'Pentecoste
Battesimi e ammissioni in chiesa
La chiesa metodista di Alessandria
Recentemente la comunità
di Alessandria ha conosciuto
due grandi momenti di festa:
il 22 aprile, la domenica denominata nella tradizionale
liturgia cristiana Quasimodogeniti (come bambini appena
nati), è stata festa grande per
i battesimi dei piccoli Giovanni e Sara Merlini, di Dante e Cristina Endrizzi. Successivamente è stato un culto
davvero speciale quello che si
è svolto domenica 3 giugno,
domenica di Pentecoste. In
un clima di profonda commozione e di festosa comunione in Cristo sono stati celebrati due battesimi di credenti e inoltre tre nuovi
membri sono stati accolti
nella comunità.
Un evento tanto particolare ha visto la partecipazione
di tantissime persone, che
hanno gremito i locali della
chiesa come raramente era
accaduto in precedenza: per
molti pimenti è stata un’occasione per entrare a contatto per la prima volta in modo
diretto con una realtà religiosa diversa dalla loro; per molti fratelU e sorelle in Cristo di
altre comunità protestanti
un’occasione per rivedersi e
rallegrarsi insieme dei dorti
di Dio. Non hanno infatti voluto fare mancare la loro presenza in questa gioiosa circo
stanza i fratelli metodisti di
Bassignana e valdesi di Biella;
come in altre occasioni la voce e la chitarra di Alice Bonanno, della Chiesa battista
di Genova, hanno intonato
canti di lode a Dio, a cui tutti
i presenti si sono uniti con
intensa partecipazione.
Si è trattato di due battesimi di credenti: battesimo per
aspersione per Cristoforo Arrigoni, quattordici anni, la cui
fede in Cristo e la cui saggezza non possono non farci riflettere su come Dio sappia
guidare e illuminare le sue
creature; suggestivo battesimo per immersione di Roberto Foco, giunto dall’ateismo
alla fede cristiana, attraverso
un percorso di maturazione e
di consapevole ricerca interiore. Gli altri membri che
hanno fatto il loro ingresso
nella comunità sono Elzbieta
Heinrich e Claudio Bertin, lei
cresciuta nella fede protestante, ha vissuto in Germania, Marocco, e in Italia a Genova e poi approdata alla nostra comunità; lui è passato
dal cattolicesimo al protestantesimo, grazie all’esempio
e alla testimonianza della moglie. La terza persona accolta
è Maria Chiara Spallicci, originaria di Torre Pellice, proveniente da famiglia cattolica,
attirata da molti anni dall’atti
vità culturale e dalla spiritualità dei valdesi, a cui si è accostata progressivamente fino
ad abbracciarne la fede.
Nel corso del culto il pastore Maurizio Abbà, coadiuvato
nella liturgia dal catechista
Marco Russo e dalla presidente Miranda Ruffa, si è
grandemente rallegrato nel
Signore per la scelta di fede e
l’assunzione di responsabilità dei cinque nuovi membri,
facendosi così interprete dei
sentimenti di tutta la comunità, certamente pronta a sostenerli nel cammino di fede
e di vita. Dopo il culto la festa
è continuata. Eleviamo a Dio
i nostri cuori, grati per tutti i
suoi doni.
Ida Contino
Fuorigrotta
Domenica 2 giugno, nella
chiesa battista di Napoli-Fuorigrotta, alla presenza di un
folto gruppo di persone tra
cui membri di chiesa, simpatizzanti, parenti e amici, hanno dato la loro testimonianza
battesimale le sorelle Enza
Marchionno, di 65 anni, e
Alessandra Salvato, di 18. La
cerimonia battesimale rappresenta sempre un momento commovente e incoraggiante per la chiesa, e così è
stato anche questa volta. Il
pastore della comunità, Antonio Salvato, ha scelto per la
meditazione una serie di passi
del Nuovo Testamento che
avevano come soggetto il battesimo, mostrando che Tatto
del battesimo in acqua era,
per la chiesa neotestamentaria, la conseguenza visibile
della fede nel Signore Gesù
.La predicazione è stata edificante sia per i neofiti che per
la comunità che ha seguito
con attenzione il suo svolgimento e la successiva celebrazione del rito. La discesa
nelle acque delle due sorelle
è avvenuta in una piscina in
plastica adattata per l’uso ma
ciò poco è importato ai presenti che anzi hanno partecipato con calore, intonando
canti di gioia e condividendo
preghiere spontanee.
Bruno Ciardiello
La comunità battista di Bisaccia
La comunità battista di Bisaccia (Av) ha vissuto una
giornata di grande festa domenica 3 giugno. La Pentecoste è stata celebrata con il
battesimo di Angelo Cianfano che ha voluto dare testimonianza della sua fede
scendendo nelle acque battesimali. Hanno partecipato a
questo speciale momento comunitario circa 50 persone
tra cui parenti, amici e alcuni
fratelli e sorelle delle chiese
battiste di Napoli. Il culto è
stato presieduto dall’operatore diaconale Enzo Polverino, attuale responsabile della
comunità, e dalTanimatore
Carlo Leila per la parte musicale, mentre la predicazione
è stata affidata al pastore
Emanuele Casalino.
Partendo dall’incontro tra
Gesù e Nicodemo e dalla
esperienza misteriosa della
nuova nascita, il pastore Casalino ha ricordato che «il
battesimo è testimonianza
del cambiamento avvenuto
nella vita del credente che
decide di condividere il destino di Cristo: nell’acqua il credente muore al peccato,
dall’acqua risorge con Cristo
in novità di vita». Gli antichi
gesti delTimmergersi nelle
acque e il riemergere da esse
hanno continuato a parlare,
facendo vibrare i cuori di coloro che avevano compiuto
quel passo anni prima e suscitando attenzione in chi
per la prima volta assisteva al
battesimo di un adulto. «Con
questo atto - ha detto Angelo
- dichiaro di voler donare
tutta la mia vita al servizio del
Signore, che sarà mio compagno in questo cammino».
Sulle note dell’inno «Io t’amo
ineffabile» la comunità ha reso lode a Dio che continua a
sostenere e benedire la testimonianza evangelica presente nel paesino di Bisaccia da
oltre cinquant’anni. (m.d.)
La comunità valdese di Rimini
In occasione della Pentecoste la comunità di Rimini e
diaspora Romagna-Marche
ha visto riempirsi la chiesa di
molti membri provenienti da
tante località lontane per
l’ammissione di un giovane
ventisettenne proveniente dal
cattolicesimo. Alessandro Zito aveva precedentemente
avuto un incontro con il Consiglio di chiesa al quale, in
una lunga lettera, aveva spiegato i motivi che lo spingevano a richiedere di essere ammesso quale membro comunicante. Ha spiegato la sua
gioia che lo ha visto impegnato durante tutto Tanno non
solo per il catechismo e i culti, ma anche per uno studio
biblico che il pastore ha organizzato per una quindicina di
cattolici provenienti da varie
città intorno a Rimini.
Accettando questa richiesta
il Consiglio ha voluto che la
lunga e circostanziata lettera
fosse letta a tutta la comunità
e agli amici e parenti di Alessandro, anch’essi intervenuti
al culto. È stato un momento
commovente per tutti, che ha
fatto sentire come lo Spirito
del Signore non cessi di agire
anche nel nostro tempo,
confortando una realtà di così vasta diaspora come la no
La comunità battista di Grosseto
Ancora un momento di
gioia è stato riservato dal Signore alla comunità battista
di Grosseto: Lorella Ancarani
e Pier Paolo Micci hanno
chiesto e ottenuto di professare la loro fede mediante il
battesimo per immersione
dopo avere regolarmente frequentato un corso di catecumenato svolto dal pastore
Claudio lafrate. La chiesa era
gremita al di là di ogni aspettativa: oltre a una numerosa
.schiera di parenti e amici, era
presente una folta rappresentanza di fratelli della Chiesa
battista di Livorno che, con i
canti eseguiti dal loro coro,
hanno accompagnato le varie
fasi della liturgia. Anche in
questa circostanza i ragazzi
della scuola domenicale, abilmente diretti dalla monitrice
Lisa Saracco, hanno dato ani
mazione ai riferimenti evangelici della liturgia battesimale. È stato per ciascuno di noi
un istintivo richiamo alla memoria di quel giorno in cui
professammo la nostra fede
con il battesimo, dando così
inizio al cammino di una
nuova vita e di una nuova
fondata speranza.
Subito dopo il battesimo il
fratello Massimo Tommasini
ha svolto alcune brevi riflessioni sul battesimo cristiano
mentre la predicazione basata
sul testo di Matteo 28, 16-20 è
stata tenuta dal past. lafrate.
Erano presenti anche un pastore e la moglie provenienti
da una Chiesa riformata svizzera, in vacanza in Maremma,
che si sono trattenuti con la
comunità in una fraterna agape. Infine il pastore emerito
Tullio Saccomani e l’anziano
di chiesa Vinicio Ciavola hanno consegnato a Lorella e Pier
Paolo la Bibbia, esprimendo
tutti Tauspicio che lo Spirito
Santo ci faccia rivivere ancora
altre simili emozioni.
Dante Riviello
stia. L’imposizione delle mani da parte di tutta la comunità ha invocato che l’azione
del Signore possa continuare
nella vita di questo giovane
per renderlo un testimone del
Cristo vivente.
La comunità ha avuto anche un altro momento significativo: due diaconi nuovi
infatti, eletti dalTAssemblea
del 6 maggio, sono stati insediati nel loro ministero. Si
tratta di Rita Colantonio Venturelli, docente all’Università
di Ancona, e di Bert Eigenbrood, olandese che è proprietario di un campeggio
nelle Marche. Questa sorella
e questo fratello hanno promesso, con l’aiuto del Signore, di essere al servizio della
comunità e di rendersi disponibili anche verso tutti i bisognosi nella società. Alla fine
del culto la comunità si è ritrovata nel giardino antistante il tempio per un aperitivo
che ha permesso a tutti gli intervenuti di salutare e congratularsi con Rita, Bert e
Alessandro: siamo grati al Signore per questa giornata così colma di fraternità e speranza per una comunità così
disseminata come la nostra.
Chiesa valdese di Siena
Tre testimoni africani
EUGENIO STRETTI
IL cristianesimo africano
non 'ha, come è noto, una
origine missionaria; infatti ritroviamo nelle Scritture Tinizio dell’opera di evangelizzazione al Salmo 68, 31: «L’Etiopia si affretterà a tendere
le mani a Dio» e in Atti 8, 2640, la conversione del ministro della regina di Candace.
In occasione della Pentecoste e della confermazione di
Yves Mbat Chou, proveniente da una chiesa africana indipendente, nella chiesa
multietnica di Siena vi è stato un culto ecumenico a cui
è seguita una tradizionale festa comunitaria africana.
Presbiteriani, cattolici, pentecostali e membri delle
chiese indipendenti hanno
partecipato al culto domenicale insieme al coro che puntualmente partecipa e a due
cantanti coreane che hanno
magistralmente interpretato
pezzi musicali di profonda
pietà evangelica.
In questo contesto si è voluto ricordare tre testimoni
africani dell’Evangelo di Gesù Cristo, che si ricollegano
al ministro etiope; infatti per
le nostre sorelle e i nostri fratelli africani l’Etiopia indica
tutto il continente. Le chiese
copte d’Egitto e dell’Etiopia
collocano la loro origine nell’episodio narrato in Atti 8.
La prima testimone è la sorella cattolica Kimpa Vita,
che a vent’anni, in un
succube dei portoghesi*
batte per l’indipendenza rèa
le del suo paese e per un J
stianesimo autoctono. Il 2]
glio 1706 salirà sul rogo, viti
ma dell’intolleranza inquisì
tonale europea.
Il secondo testimone è
boo, principe della tribù Kn,
della Costa d’Avorio, con^
tito alTEvangelo in Liberi
dove era fuggito in cercai
libertà, emigrato negli Usa e
ivi conosciuto con il nome di
Samuel Morris. Kaboo ha te.
stimoniato TEvangelo nellj
chiesa metodista degli Stati
Uniti d’America, unico e.
sempio, come ricorda únala,
pide nell’Università metodi,
sta dell’Indiana, di evangeli,
sta africano tra i bianchi noe
damericani. Il terzo testimo.
ne è il sacerdote e sociologo
camerunense Jean-Marc 0a
che ha trascorso dieci anni
nella tribù dei Kirdi, condivi,
dendo la loro misera esistenza tra le montagne del Camerún settentrionale e per questo motivo minacciato di
morte da fanatici islamici,
Dal 1995 vive in Canada, do.
ve insegna sociologia all’Università. Accanto a questi
testimoni meno conosciutisi
è ricordato il processo di riconciliazione in Sud Africa.
Nel corso della settimana di
Pentecoste, nella chiesa valdese, si è esibito ü coro battista di Oklahoma City: una
bella testimonianza di fede.
Ui
d
TL(
Ito
viven
stran
quad
catto
alla]
bro’'
valde
mani
chel
forse
conci
dino
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chei
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Raduno multietnico lo scorso 2 giugno
Verona accoglie credenti ,
di tutto il mondo
Un
ALDO ELIA
IL nostro presidente della
Repubblica, Carlo Azeglio
Ciampi, ha ripristinato nel
suo mandato la Festa della
Repubblica italiana del 2 giugno. Forse è una coincidenza,
forse no, ma in quella data,
nella bella città di Verona si è
svolta, per la prima volta la festa della fede, della speranza e
dell’amore: era infatti questo
il tema dominante del primo
meeting multietnico delTAbne (Associazione battista delle
chiese del Nord-Est). Un incontro fortemente voluto dal
segretario del Dipartimento di
evangelizzazione delTUcebi,
pastore Carmine Bianchi, che
ha visto cantare e lodare il Signore nei locali della chiesa
«Soul Clinic Ministry» quasi
300 persone, appartenenti a
ben 14 comunità. Ognuna di
esse aveva rappresentanti dalla Nigeria, Ghana, Eritrea, Albania, Romania, Polonia, Corea e Brasile. Ogni fratello e
sorella in Cristo ha testimoniato con cori, musiche e preghiere, provocando emozioni
dello Spirito e un autentico
amore fraterno. I cori delle
chiese avevano a disposizione
dieci minuti ognuno per eseguire degli inni o per insegnare nuovi canti.
A deliziare il tutto, la presenza di due personaggi illustri del mondo evangelico:
Kingsley Appiagyei, pastore
della Trinity Baptist Church
di Londra, una delle comunità più numerose della città,
e il pastore Giorgio Girardet,
professore emerito della Fa
coltà teologica valdese di Roma. Il primo ha sviluppato i
tema della fede, il secondo
quello della speranza prendendo spunto dal testo dii
Corinzi 13, 13: «Ora queste
tre cose rimangono, fede,
speranza e amore». L’amore
ha caratterizzato tutta la conferenza e contraddistinto tutti gli interventi dei vari grappi presenti. Si è avuta la consapevolezza che la diversità
etnica e culturale nella fede
in Cristo diventa non un problema ma una fonte inesauribile di ricchezza. Pur evidenziandosi la diversità di cultura e di lingua «le chiese - ha
sottolineato Girardet - devono incontrarsi quotidianamente; non basta il solo lavoro di sudore, ma occorre il lavoro della mente, della pa-,
zienza e della preghiera». Siè i
parlato inoltre del viaggi® 1
della speranza, la speranza di
persone meno conosciute®
di uomini noti come Marti®
Luther King. L’incontro del2|
giugno è stata una concretiZ']
zazione del sogno di quest®
grande pastore battista il
quale affermò un giorno: «S® i
riesco ad aiutare qualcuno,
se riesco a rallegrare qualcuno con una parola o conU® !
canto, se riesco a mostrare®
qualcuno che sta andando
nella direzione sbagliata,®*
riesco a fare il mio dovere CO
SÌ a
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starni
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teinaz
occup
me dovrebbe un cristiano,
riesco a portare la salvezza
mondo che è stato plasmato,
se riesco a diffondere il
saggio come il Maestro ha lU'
segnato, allora la mia vit®
non sarà stata invano».
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Vita Delle Chiese ì
Dibattito a Torino sulla base di un'esperienza in un quartiere multietnico
San Salvano, la convivenza possibile
Un medico in pensione ha descritto in un libro i suoi cinque anni di lotta contro i trafficanti
di droga sotto casa sua, le difficoltà dell'integrazione, il ruolo delle chiese e delle religioni
PAG. 5 RIFORMA
aiCABAMACINI
IT nuartiere San Salvario a
Torino, simbolo della convivenza possibile tra italiani e
stranieri e tra le diverse relivioni che hanno sede nel suo
Ladrilatero (valdesi, ebrei,
rattoUci e musulmani) è tornato a fer parlare di sé grazie
alla presentazione di un libro* nella sala della chiesa
valdese. Il libro è la testimonianza di un periodo difficile
che ha vissuto il quartiere e
forse non ancora del tutto
concluso, scritto da un cittadino (il medico psicoanalista
in pensione Italo Fontana)
che per cinque anni ha lottato da solo contro i trafficanti
di droga che impunemente
spacciavano davanti al portone di casa sua: scritto con la
collaborazione di Giorgio De
Rienzo, docente di Letteratura italiana all’Università, critico letterario e romanziere, il
libro riesce a essere avvincente e dà molti spunti di riflessione.
Ci si chiede perché un uomo solo abbaia lottato con
tanta caparbietà contro una
, criminalità spavalda, certa di
rimanere impunita, e abbia
fatto così fatica a trovare degli alleati nelle istituzioni e
con altri cittadini che preferivano bollarlo come razzista o
fascista invece di ascoltare la
sua voce. Ci si chiede come
mai sia così difficile rompere
il muro dell’omertà e fare accettare la propria collaborazione a chi di fatto dovrebbe
essere in prima fila a indagare e, arrestare delle persone
che delinquono. Ci si chiede
come mai l’unica soluzione
possibile per tornare a una
vita tranquilla per il signor
Fontana sia stata quella di
decidere di acquistare le soffitte a dei proprietari senza
scrupoli che le affittavano
abusivamente a decine di immigrati costretti a vivere ammassati e senza gabinetto,
per poterle così chiudere con
pesanti catenacci.
Durante la serata ci sono
stati momenti di tensione, sia
per gli interventi del parroco
del quartiere, don Gallo, che
nel libro viene messo sotto
accusa perché incapace di
ascoltare la sofferenza dell’autore quando gli è stata
minacciata di morte la moglie, sia per gli sfoghi di alcuni abitanti del quartiere che
ancora soffrono il disagio di
dover sopportare sotto casa
lo spaccio o chi urina contro i
muri. Certo il quartiere negli
ultimi anni è cambiato molto
e non dobbiamo dimenticare
gli sforzi di chi lavora per l’integrazione di culture diverse
e per il sostegno di nuovi locali all’avanguardia aperti
proprio per rendere San Salvario appetibile a tutti i cittadini di Torino. -Nello stesso
tempo però non dobbiamo
fingere che tutto vada bene e
quindi non prestare ascolto a
chi ancora ci urla i suoi problemi. Non tutti gli abitanti
di San Salvario hanno gli
strumenti culturali dell’autore del libro, che ha saputo
tradurre la sua esperienza di
sofferenza in una testimonianza utile a tutti; ma anche
chi non sa esprimersi al meglio chiede di essere preso sul
serio, di essere ascoltato nel
suo dolore che forse non è
solo legato all’immigrato che
sosta davanti al suo portone.
Questo incontro mi ha fatto
riflettere sull’importanza
dell’ascolto e del ruolo che
abbiamo come comunità che
ha sede in una zona di Torino
così vivace e spesso al centro
deU’attenzione. Importante è
stato l’intervento del pastore
Platone, che ha portato la voce di una cultura diversa che
malgrado le persecuzioni e le
diffidenze subite per secoli è
infine riuscita a farsi accettare e inserirsi nel tessuto cittadino. Platone ha ribadito la
vivibilità del quartiere San
Salvario non paragonabile,
come alcuni hanno fatto, ad
alcuni sobborghi di New York
o ad alcune realtà siciliane;
ha ricordato l’importanza di
imparare a convivere fin sui
banchi di scuola con persone
portatrici di culture diverse e
ci ha portato a riflettere sul
perché l’Europa e l’Italia in
particolare sono meta ambita
di molti immigrati che provengono da paesi depredati
da un Occidente che consuma l’80% delle risorse del pianeta. Infine il pastore di Torino ha sottolineato la capacità
della maggioranza degli abitanti del quartiere a non rassegnarsi, a voler cambiare le
cose con sempre nuove iniziative e a cercare a tutti i costi l’integrazione e a non
compiere azioni dimostrative
come armarsi mettendosi alla
stessa stregua dei criminali, e
ha ribadito l’impegno della
comunità a voler essere coinvolta nella discussione del da
farsi per perfezionare la vivibilità del quartiere.
{*) Italo Fontana; Non sulle
mie scale. Roma, Donzelli, 2001,
pp. 180, £ 15.000.
i Le proposte dei centri estivi che fanno capo alle chiese evangeliche
Una vacanza per conoscersi e per riflettere insieme
Si aprono in queste settimane i programmi estivi dei
Centri evangelici in varie zone d’Italia; opportunità di incontro e di formazione per
giovani e adulti, che coprono
l’arco dell’intera estate.
Il Centro ecumenico .^ape
(Frali, To) apre quest’anno il
programma estivo con alcuni
canipi per ragazzi dai 14 ai 17
anni; il primo, dal 24 giugno
al 3 luglio, sul tema «Realtà
utopica 0 utopia reale?», e il
secondo dal 3 al 12 luglio, sui
linguaggi musicali («This is
thè music I like it»). Dal 14 al
21 luglio si svolgerà un Campo teologico internazionale
sul tema.«Le chiese cristiane
nel mondo postmoderno», a
cui seguirà (21-28 luglio) un
Campo internazionale per
giovani dai 18 ai 25 anni. A
^guire, il Campo donne (28
‘“glio-,4 agosto) e il XXII Intontro su fede e omosessuantà(4-li agosto). Sempre in
agosto, dal 15 al 19, «RicettaIngiglia. La politica depnffetti» campo che da alcuni anni si occupa delle traormazioni in atto nella fa®glia, nell’intreccio con le
igenze della società e della
^hca. Il Campo politico in^ionale (19-26 agosto) si
”^npa quest’anno del tema
navoce degli oppressi». Aga
pe: tei. 0121-807514, fax 0121807690, e-mail: ufficio@agapecentroecumenico.org
Il Centro battista Villaggio
della gioventù (Santa Severa,
Roma) ha scelto come filo
conduttore delle attività estive di quest’anno il tema del
conflitto nelle sue diverse
forme: dai campi per ragazzi
(11-13 anni, dal 30 giugno al
7 luglio), ai campi per famiglie (8-21 luglio, 12-25 agosto, 26 agosto-8 settembre),
ai campi per giovanissimi e
giovani (rispettivamente dal
22 luglio al 1° agosto e dal 2
all’11 agosto), si svilupperà il
tema del conflitto in diversi
contesti come la famiglia, la
società civile, lo stato, le
strutture democratiche. Villaggio della gioventù: telefono 0766-570055, fax 0766571527, e-mail: villaggi@tin.it
Anche Ecumene (Velietri, Roma), Centro della chiesa metodista, ha scelto un tema unificante per i campi
dell’estate: «Odissea negli
spazi». Per i più giovani (6-12
anni, dal 21 giugno al 1° luglio) si prevede un Campo
sugli spazi del gioco, mentre i
ragazzi dai 13 ai 17 anni rifletteranno su «Fate spazio, ci
sono anch’io», dal 5 al 15 luglio. «Liberi di okkupare gli
spazi?» è il titolo del Campo
per giovani in programma
dal 27 luglio al 9 agosto; il
Campo politico (dal 10 al 16
agosto), dedicato agli «spazi»
della democrazia, discuterà
su «Privato, pubblico, politico». Ecumene: telefono 069633310, fax 06-9633947, email: ecumene@allnet.it
Il Villaggio evangelico Centro incontri di Monteforte Irpino (Av) apre l’estate con un
Campo per ragazzi dal titolo
«Vivere sotto l’arcobaleno»
(17-27 giugno), mentre dall’8
al 15 luglio vi sarà un Campo
per famiglie sul tema «Superare il conflitto». A settembre,
dal 2 al 9, il programma estivo si chiude con un campo
sul gioco, per bambini dai 9
ai 13 anni. Centro incontri; email: villaggioevangelico@ildialogo.org, tei. 0825-682698,
fax 0825-683942.
Il Centro battista di Rocca
di Papa (Roma) organizzerà
tre campi per ragazzi di diverse fasce d’età rispettivamente
dal 17 al 28 giugno, dal 1° al
12 luglio e dal 15 al 26 luglio. I
temi sono di carattere biblico
(«Gesù il nostro migliore amico»), e sociale («Parliamo ancora di pace» e «Di fronte alle
nuove culture»). Inoltre, dal
29 luglio al 15 agosto, il Centro organizza un Campo per
singoli e famiglie su «Come
La Comunione pastorale
delle Chiese evangeliche riformate
della vai Bregaglia
cerca
sta
otte
ìcala
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potremmo raccontare oggi le
parabole di Gesù». Centro
battista Rocca di Papa: tei.
06-9499014, fax 06-9496074.
Il Centro evangelico giovanile di Adelfla (Scoglitti, Rg)
organizza quest’anno una serie di campi, da fine giugno
all’inizio di settembre, tutti
centrati sul tema della famiglia, a partire da letture e studi biblici e momenti di riflessione comune. Il Centro
ospita inoltre, dall’8 al 15 luglio, un campo organizzato
dalla Federazione delle donne evangeliche in Italia (Fdei)
sul tema «Il Mediterraneo: un
mare di spiritualità». Adelfia:
tei. 0932-980132.
In Calabria, il Centro evangelico Bethel (Taverna, Cz),
organizza campi per ragazzi,
giovani e famiglie, centrati
sul tema biblico della creazione, dell’ambiente, del servizio cristiano come segno
della riconciliazione e dell’amore di Dio. Il Campo per
ragazzi dagli 8 ai 12 anni si
svolge dal 7 al 14 luglio («Tutto era buono»), mentre dal 15
al 24 luglio segue il Campo
per ragazzi dai 13 ai 17 anni
su «Costruiamo senza avere
paura di domani; al di là delle
barriere». Seguono campi per
giovani (25 luglio-5 agosto),
«Over 25» (6-13 agosto) e famiglie (14-22 agosto). Bethel:
tei. 0961-922059.
In Friuli Venezia Giulia, il
Centro evangelico ecumenico «Luciano Menegon» (Tramonti di Sopra, Pn) mette a
disposizione spazi per campi
autogestiti dal 2 al 14 luglio e
organizza dal 16 al 22 il Campo chiese della Consulta (dai
16 anni in su). Dal 23 al 28
Campo donne sul tema
«Ascolto e silenzio: siamo disposte all’ascolto delle differenze e al silenzio?». Un
Campo ragazzi (13-17 anni)
va dal 30 luglio al 4 agosto, e
il Campo famiglie va a seguire (6-18 agosto). Dal 20 al 25
si tiene il Campo giovani
multiculturale (dai 18 anni)
sul tema «1 nuovi linguaggi
nel culto: scopriamoli insieme». Centro «L. Menegon»:
tei. 0427-869087. (nev)
Comunità battista di Pordenone
Scopriamo i mille modi
per lodare il Signore
ELENA DE MAHIA
La chiesa di viale Grigoletti,
in cui si riunisce da quasi
un secolo la comunità battista
di Pordenone, da qualche
tempo ospita nei suoi locali
altre comunità evangeliche
della città: la comunità congolese, quella romena e quella pentecostale. La necessità
di organizzare le rispettive attività in orari diversi per poter usufruire al meglio degli
spazi, a lungo andare, ha fatto sì che si avvertisse la mancanza di un momento di incontro e di comunione: l’occasione si è finalmente presentata il 20 maggio quando
le quattro comunità, con la
partecipazione della chiesa
libera del pastore Jeffrey
Trueman, si sono riunite per
lodare insieme il Signore.
Il culto è stato aperto dal
coro della comunità battista
e dalla preghiera di lode ispirata dal salmo 150 «Ogni creatura che respira lodi il Signore». La comunità romena
ha voluto quindi sottolineare,
con la preghiera e il canto, le
parole di Gesù «Pace a voi».
La comunità congolese ha
portato la sua riflessione sul
salmo 71 e sulle parole del
canto «Solamente tu Gesù»,
eseguito in ben tre lingue. La
comunità pentecostale ha
quindi guidato la meditazione sulla figura di Anania, che
il Signore mandò a Saulo per
restituirgli la vista: la vicenda
di Anania ci ricorda che, anche se talvolta il Signore ci riserva prove che non vorremmo sostenere come andare
incontro al nostro nemico,
egli conosce le nostre capacità e sa usarci per il meglio,
sa farci essere, secondo le
nostre qualità, trampolino o
nuotatore, Anania o Paolo:
così sa anche trarre il meglio
da tutti i suoi credenti, dalle
comunità storiche così come
da quelle più recenti per la
gloria del suo Regno. Ed è
proprio questo il significato
del ritrovarsi insieme: l’arricchimento reciproco attraverso il contatto dei tanti modi
di lodare Dio con lingue, musiche e tradizioni diverse,
che rappresentano in modo
autentico i mille volti della
chiesa universale.
AGENDA
2-8 luglio
ROMA — Ai Giardini di Castel Sant’Angelo, nell’ambito della
rassegna «Invito alla lettura» si tengono i seguenti appuntamenti: 2 luglio, ore 18,30: «La Bibbia in Italia: una sconosciuta?», a cura di Daniele Garrone; ore 20 «Dalla Genesi alla
Mongolia: rileggersi a partire dai racconti biblici», a cura di Simonpietro Marchese; 3 luglio, ore 18,30: «Quale responsabilità nei confronti del Sud del mondo?», con Alberto Castagnola, Giorgio Gardiol, Thomas Noffke; 4 luglio, ore 18,30: «L’immigrazione plurale», con Annemarie Dupré, Paolo Naso, Laura Casorio; giovedì 5, ore 20,30: «Spezzare le catene della violenza a partire dalla differenza donna», con Gabriella Paparazzo, Silvia Rapisarda, Doriana Giudici; venerdì 6, ore 21,30:
«Il male ha una fantasia illimitata», con Luigi Pintor, Daniele
Garrone, Filippo Gentiioni, Paolo Ricca, Rosanna Vano, Maria
Bonafede; domenica 8, ore 18,30: «Protestanti e Risorgimento
a Roma» con Gian Paolo Romagnani, Giorgio Spini, Giorgio
Bouchard, Laura Ronchi. A seguire concerto gospel.
7-8 luglio ^
REGGELLO (Fi) — A Casa Gares si tiene un corso di «patchwork» a cura di Valeria Fusetti. Per informazioni tei. 0558652001; fax 055-8652900; e-mail: cares@centroin.it
CRONACHE DELLE CHIESE
SAN SECONDO — La comunità è stata rallegrata dalla nascita di Valter SUvestrini, di Ugo e di Denise Gardiol: a loro
un sincero augurio e un benvenuto al piccolo Valter.
• Venerdì 1° giugno si sono svolti i funerali di Luigi Paschetto; ai familiari rinnoviamo la nostra solidarietà.
PINEROLO — È cosa insolita per le nostre chiese celebrare
un culto all’aperto fuori dal 15 agosto ma la comunità di
Pinerolo sta abituandosi a organizzare una festa comunitaria annuale, nel mese di giugno, approfittando del
bel giardino che circonda il tempio. Quest’anno si sono
sommate occasioni speciali; la chiusura delle attività
della scuola domenicale, della corale, dell’Unione femminile: la celebrazione di tre battesimi (un adulto e due
bambini), la presenza di numerosi ospiti tra cui Pietro
Giachetti, già vescovo di Pinerolo. Il culto è stato quindi
ricco di momenti significativi: non essendo ancora accettata l’ospitalità eucaristica, al momento della santa
cena, agli ospiti non valdesi è stato offerto un segno di
accoglimento (pane e sale) ormai tradizionale in ambito
ecumenico. I battesimi sono stati impartiti a Paolo
Vinçon e ai bambini Jacopo Ippolito, di Cosimo e Paola
Demuro, e Enrico Ribet di Giannicolò e Margherita Santeramo: su di loro la numerosa assemblea ha invocato la
benedizione del Signore. La giornata è proseguita con un
eccellente pranzo con un centinaio di persone e varie attività e giochi: è stato inaugurato il restaurato gioco di
bocce, che ha subito egregiamente funzionato. Il tempo
ha benevolmente accompagnato la giornata.
• Il 22 giugno è stato celebrato il funerale della sorella
Anita Rostan, di 56 anni: ai familiari rinnoviamo la nostra
partecipazione al loro dolore.
TELEVISIONE
Protestantesimo
Rubrica televisiva di Raidue, a cura della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, trasmesse
a domeniche alterne e, in replica, il lunedì seguente alle ore 24
circa e alle ore 9,30 del lunedì successivo. Domenica 8 luglio,
ore 23,50 circa, andrà in onda: «G8 a Genova: Globalizzazione e impegno delle chiese evangeliche italiane»; «Invito alla
lettura a Castel Sant'Angelo: la settimana dedicata all'identità protestante»; «“Il plurale indispensabile" un 'iniziativa
promossa dalla rivista multimediale "Golem"». La replica
sarà trasmessa lunedì 9 alle ore 24 e lunedì 16 alle 9,30 circa.
6
PAG. 6 RIFORMA
VENERDÌ 29
giugno 2(H
LINGUE IN VIA
DI ESTINZIONE
TAVO BURAr
A Santa Barbara, in California, il 21 giugno si sono aperti
gli «stati generali» per le lingue
in via d’estinzione: 35 tra i più
qualificati linguisti ed esperti di
codificazione informatica dei
cinque continenti, coordinati
dai linguisti Martha Ratliff
(Waynè University) e Terence
Langedoen (Arizona University), per una settimana si dedicano all’unificazione delle tecniche per immortalare elettronicamente parole, suoni, grammatiche e usi linguistici delle
lingue del mondo. Si avvia cosi
un programma previsto per
cinque anni da varie fondazioni
americane.
Nel mondo di
oggi si parlano
oltre 6.700 linguè diverse, ma
un po’ più della
metà degli abitanti parla solo
11 di queste come lingua madre (cinese mandarino, inglese,
spagnolo, hindi,
portoghese, bengali, russo, giapponese, francese, tedesco, italiano). Oltre la
metà delle altre lingue del mondo sono oggi parlate, ciascuna,
da appena 10.000 persone, un
30% delle restanti hanno appena
1.000 parlanti, ciascuna, e un
10% ha comunità di appena 100
parlanti! Circa 50 lingue hanno
un solo parlante e si avviano ad
accrescere il numero delle 426
che sono state dichiarate estinte
a tutti gli effetti. Ogni anno si
calcola che ne scompaiano una
settantina: alla fine del secolo ne
resteranno solo il 10%.
Qualcuno potrebbe ritenere
vantaggiosa la scomparsa delle
«barriere linguistiche»: la fine
della «maledizione» conseguente alla sfida a Dio tentata con la
torre di Babele. Ma qual era veramente la volontà di Dio?
Quella di fare un «dispetto»
all’uomo, o piuttosto quella di
fargli scoprire che la diversità
(di cui più volte si preoccupa la
Bibbia) è necessaria, garantendo il pluralismo culturale (e
quindi le libertà) e il reciproco
arricchimento intellettuale? La
fraternità ottenuta con lo sforzo
di comprendere l’altro, di capirne la Weltanschauung, la visione del mondo, non è forse più
sincera e forte di quella superficialmente constatata tra chi
non ha nulla da scambiare, nulla con cui interagire? Per scambiare, occorre portare qualcosa
agli altri. Se ci tagliano la lingua, se ci tolgono le nostre parole, le nostre forme, le nostra
La codificazione
informatica salverà
le lingue minoritarie
che stanno
scomparendo?
sensibilità, restiamo privi di
«spirito», senza vita, e tutti, noi
e gli altri, avremo da perdere,
poiché i morti più nulla hanno
da dare, né da dire.
Cercando di limitare il danno
della perdita, si cerca di creare
dei Corpora elettronici per documentare le lingue in via di
estinzione. Ma nel migliore dei
casi rimarranno aridi elenchi,
scheletri di lingue morte. Certo,
non è possibile forzare le genti
del mondo a continuare a parlare lingue meno diffuse; ma si
può, almeno, prolungarne la vita, assicurando loro tutte quelle
misure (utilizzo nelle scuole,
nelle pubbliche amministrazio________ ni, nelle chiese,
nei mass media)
che danno loro
ossigeno. Forse
che noi tutti non
ricorriamo al medico quando noi
siamo ammalati,
pur sapendo bene che, alla fine, moriremo comunque? Ciò che
vale per l’uomo,
vale per la fauna, la flora e anche per le culture e per le lingue
che le esprimono.
Lingue o dialetti: perché la
differenza è del tutto inesistente
sotto il profilo scientifico. Il siciliano, U napoletano, il romagnolo, il piemontese, il ligure,
ecc. non valgono «meno» di altri idiomi neolatini, quali il sardo, il fiiulano, Toccitano, il ladino... Nessuno è über alles; tutti
«servono» al pluralismo culturale e, come diceva Pasolini, «a
lottare contro questo nuovo fascismo che è l’accentramento
linguistico e culturale del consumismo» {Volgar’ eloquio).
L’antropologo Peter Farb scriveva (Man’s Rise to Civilisation,
1972): «Si sono spesi milioni di
dollari per dissotterrare e portare nei musei gli utensili, le armi, ecc. delle popolazioni indiane, ma neanche un penny per
salvare le loro culture. L’uomo
moderno è pronto a indignarsi
per le crudeltà verso gli animali
e qualche volta verso gli esseri
umani: ma non esiste l’equivalente della Humana Society o
del Sierra Club per impedire gli
attentati contro intere culture.
Poco si sta facendo per salvare
le numerose culture che tanto
hanno da dire all’uomo moderno...». Farb ignorava però che
otto anni prima era stata fondata dal prof. Pierre Naert, l’«Association internationale pour la
défense des langues et des culture ménacées» (Aidlcm).
Segretario Aidlcm per l'Italia
REDAZIONE CENTRALE TORINO:
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DIRETTORE: Eugenio Bernardini. VICEDIRETTORE PER IL CENTRO-SUD: Anna
Maffei. IN REDAZIONE: Alberto Coreani, Marta D'Auria, Massimo Gnone, Jean-Jacques Peyronel, Davide Rosso, Pienraldo Rostan (coordinatore de L'eco delle valli)
Federica Toum. COLLABORANO: Luca Benecchi, Alberto Bragaglia, Avemino Di
Croce, Paolo Fabbri, Fulvio Ferrano, Giuseppe Ficara, Pawel Gajewski, Giorgio Gardiol, Maurizio Girolami, Pasquale lacobino. Carmelina Maurizio, Luca Negro, Luisa
Nitti, Nicola Pantaleo, Emmanuele Paschetto, Giuseppe Platone, Giovanna Pone,
Gian Paolo Ricco, Fulvio Rocco, Marco Rostan, Mirella Scorsonelli, Raffaele Volpe.
DIRETTORA RESPONSABILE Al SENSI DI LEGGE: Piera Egidl.
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valli valdesi) £ 30.000. Partecipazioni; mm/colonna £ 1.800. Economici; a parola £ 1.000.
La testata Riforma è registrata dal Tribunale di Pinerolo con il numero 176/51.
Riforma-L'Eco delle valli valdesi è il nuovo titolo della testata
¡¡Uff L'Eco delle valili valdesi registrata dal Tribunale di Pinerolo con il
AsMcfsto alla ri. 175/51 (modifiche registrate il 6 dicembre1999).
Uniona stampa || numero 25 del 22 giugno 2001 è stato spedito dall'Ufficio CMP
periodica Italiana Morp q| Torino, via Cebrosa 5, mercoledì 20 giugno 2001.
Anché gli evangelici italiani al GB di Genova
esistenti di fronte al crescente
potere delle multinazionali”».
- A suo parere in che cosa
consìste, più nello specifico,
l’inadeguatezza dei processi
democratici di fronte alle
strutture economiche?
«Nella situazione mondiale
attuale l’economia è sfrenata
e praticamente ubbidisce solo
alle leggi del mercato e del
profitto. Mentre negli ultimi
due secoli le lotte sociali
neirOccidente hanno costretto i poteri economici a mettere in conto salvaguardie sociali e un quadro di controllo
democratico dell’economia in
un contesto nazionale, oggi ci
troviamo in un contesto mondiale in cui le salvaguardie sociali sono praticamente inesistenti e in cui i poteri economici (come l’Organizzazione
mondiale dei commercio, il
Fondo monetario internazionale, la Banca mondiale, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) non hanno di fronte alcuna istanza di controllo sovranazionale. O se c’è, come
rOnu, è quasi del tutto esautorata e inesistente. Questa è
anche la ragione per cui ci si
oppone al G8, in un movimento che in due anni, da
Seattle 1999 a Genova 2001, è
cresciuto enormemente: si
contesta il fatto che la riunione dei 7-8 grandi della terra
decida per sé e per la miriade
dei piccoli, esautorando di
fatto rOnu e prescindendo
perciò da ogni controllo democratico».
- Di fronte agli effetti negativi della globalizzazione dei
mercati, quali obiettivi concreti si pongono le chiese
evangeliche nel contesto del
movimento «antiglobalizzazione»?
«Si tratta di partecipare al
vasto movimento che preme
perché i poteri economici
adottino dei codici di comportamento etico molto più
esigenti di quelli modestissimi già in essere nei rapporti
commerciali con i paesi più
poveri. Da tempo, per esempio, ci si batte perché l’Organizzazione mondiale del
commercio includa nella regolamentazione degli investimenti una “clausola sociale”
che tuteli nei paesi che ricevono investimenti i livelli minimi salariali, i diritti civili
fondamentali relativi all’educazione, alla sanità, senza cui
non esiste sviluppo possibile.
Finora questa “clausola sociale” è stata rifiutata. È in atto, per fare un altro esemplo,
un’azione perché sia introdotta nei contratti stipulati
sul mercato globale una “eccezione sanitaria” che subordini il criterio del massimo
profitto al diritto alla salute, a
un accesso cioè ai farmaci essenziali che sia reso possibile
anche ai paesi più poveri».
- Durante il recente vertice
mondiale di Göteborg, in Svezia, ci sono state manifesta
zioni particolarmente segnate
dalla violenza. Non c’è il pericolo che una minoranza violenta inquini il movimento?
«La violenza è comunque
deprecabile, ma la sua responsabilità non può essere
totalmente scaricata sul movimento che manifesta, demonizzandolo. La grande sfida che sta di fronte a questo
movimento in continua crescita è però di ottenere visibilità ed efficacia senza il ricorso alla violenza. Goteborg ha
comunque ottenuto che la
prospettiva anti G8 fosSe presa in considerazione e che,
seppure con enorme ritardo,
ci si accorgesse della rete
chiamata Genoa Social Forum e del suo programma.
Ora si parla di tutto e del
contrario di tutto: minacce ai
violenti e promesse ai non
violenti; finanziamenti per
l’ospitalità a Genova e proibizioni per manifestazioni in
un’area vastissima della città;
proposte di una tassazione
sui movimenti finanziari
transnazionali (la Tobin Tax
che il movimento chiede da
tempo) e l’idea di un prevertice a Roma a cui invitare, i
Premi Nobel Nelson Mandela
e Amartya Sen e altri (i quali
spero gentilmente ricuseranno, riaffermando che la sola
sede per discutere i problemi
del mondo è l’Onu). Sono già
dei risultati. Ma, ripeto, per
quanto sia difficile, a questi
risultati si deve giungere per
la via nonviolenta».
- Tornando al G8 e alle manifestazioni del prossimo luglio a Genova, come sì configura l'impegno delle chiese
evangeliche?
«La Fcei appoggia l’adesione della Federazione delle
chiese evangeliche della Liguria e del Piemonte meridionale che partecipa alla rete Genoa Social Forum. Questa rete è composta da più di
500 organizzazioni che rappresentano le posizioni più
diverse e variegate. Ma tutte
hanno sottoscritto e confermato recentemente un impegno a forme di manifestazione pacifiche e nonviolente. A
queste precise condizioni si
colloca l’adesione della Federazione ligure e l’appoggio
della Fcei e anche, recentemente, l’adesione delle chiese valdesi e metodiste del IV
distretto (Sud Italia)».
- Sono previste iniziative
specifiche delle chiese evangeliche a Genova durante il G8?
«A Genova c’è da registrare
un fatto di notevole importanza: una riunione straordinaria del Consiglio delle
chiese evangeliche di Genova
(comprendente anche diverse chiese di area pentecosta
le) tenutasi il 19 giugno ha
varato, con i’adesione quasi
unanime dei rappresentanti
delle chiese presenti, un programma che prevede per il
pomeriggio del 20 luglio una
riunione a carattere internazionale in una delle chiese
evangeliche di Genova, seguito da una manifestazione
in una delle piazze cittadine.
È stato invitato per questo un
rappresentante del Consiglio
ecumenico delle chiese, il vescovo metodista Bernardino
Mandiate del Mozambico,
che potrebbe essere inserito
anche nel programma del
Genoa Social Forum. Si prevede anche uno scambio di
visite con i missionari cattolici che organizzano, con l’appoggio tra l’altro del cartello
“Sdebitarsi”, una due giorni
di digiuno e preghiera nella
chiesa di Sant’Antonio di
Boccadasse sul tema specifico della remissione del debito dei paesi più poveri. Tutto
questo però è ancora in fase
di definizione e si vedrà solo
in seguito che cosa e come
potrà essere realizzato».
- Sono previste iniziative
anche al di fuori dì Genova e
del forum parallelo al G8?
«Le chiese che si stanno
sensibilizzando e attivando
sui temi della critica all’attuale impostazione della globalizzazione economica hanno quasi ovunque la possibilità di collegarsi con filoni locali del movimento dando
partecipazione e appoggio a
livello di base. A Palermo, per
esempio, è nato un “Gruppo
di affinità” (di un’area che
comprende Movimento internazionale per la riconciliazione, Movimento nonviolento, Rete Lilliput) che conduce un training nontaolento
in vista del G8 di Genova e oltre. Vari enti intanto stanno
aderendo a una iniziativa di
appoggio a Palermo alla manifestazione della chiesa di
Sant’Antonio di Boccadasse
per gli stessi due giorni, 20 e
21 luglio. Guardandosi intorno, ognuno potrà trovare anche iocalmente i modi e i canali per partecipare».
- Quale ruolo specifico ha
la Fcei su queste iniziative?
«La Federazione, con la
propria commissione "Globalizzazione e ambiente” segue i preparativi del summit
di Genova e dà il proprio
supporto organizzativo. Ha
recentemente formato una
"rete di appoggio” telematica, aperta a chiunque sia interessato a ricevere informazioni e ad allargare iniziative.
Si aderisce mandando il proprio indirizzo e-mail alla Federazione, fcei@fcei.it».
Eugenio Bernardini
La manifestazione delle chiese evangeliche a Genova in occasione del GB si terrà il
20 luglio presso la Chiesa della Riconciliazione
nella zona di Sampierdarena. È previsto un culto alle ore 16 e
una manifestazione all'aperto. I dettagli sul prossimo numero.
Cf ERA da aspettarselo.
Non ha fatto i tempo il
cattolicissimo Bottiglione ad
arrivare al governo che subito ha sentito la necessità di
esternare la sua sintonia con
il Vaticano e l’acquiescenza
alle tesi dei vescovi. Le scuole private, ha dichiarato, devono godere degli stessi contributi statali della scuola
pubblica. Forse ha dimenticato, Fon. Bottiglione, che
poche ore prima aveva giurato fedeltà a una Costituzione
dove è sancito il diritto all’istituzione di scuole private, ma «senza oneri per lo
Stato» (art. 33). 11 nostro deciso «no» alle scuole private
ha tuttavia motivazioni ben
più profonde che non quelle
economiche. Facciamo le
scuole private e allora, oltre a
quelle cattoliche che già bru
PIERO bensì
beano in Italia, avremo quelle riformate, quelle ebraiche,
quelle islamiche, quelle dei
Testimoni di Geova e (perché
no?) le scuole dichiaratamente agnostiche?
E i ragazzi cresceranno con
i paraocchi e quando otterranno la maturità saranno
ben convinti che l’unica possibile interpretazione della
storia, della filosofia, della vita stessa sia quella e soltanto
SUIGIORNÀÙ^
TlnTDIPOBt
Pausa di riflessione
Una notizia pubblicatali
17 giugno dal quotidiano tn
riñese recita: «Un anno sab
batico per lo sport profe
sionistico italiano e in pani
colare per il calcio. L’appe]
lo di padre Antonio rL
gi, teologo e incaricato dio
cesano deiio sport di Sess'
Aurunca, in provincia di Cj
serta, autore di numerosi
“provocazioni” in teraadi
costume e politica, questa
voita riguarda il calcio. Pas.
saporii faisi, doping e %
lenze di ogni genere, sono
questi i motivi che hanno
spinto padre Rungi a chic,
dere “un anno di sospensio
ne delie attività sportive
agonistiche su tutto il tenj.
torio nazionale, con panico
lare attenzione al campio
nato di calcio e al Giro d’Italia”. A giudizio del sacerdote
“un anno sabbatico peni
pensare lo sport in termini
puliti farebbe bene al calcio
come al ciclismo, ma anche
ad altri sport minori...”», j
ancora: «“Ci sono tanti interessi economici, di singoli,
di gruppi, di multinazionali’
di sponsor, che chiaramente non accetteranno mai
unq simile idea. Però un anno di sospensione delle attività agonistiche professionistiche aiuterebbe tutti a correre ai ripari prima che sia
troppo tardi”».
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e li I se*t timan«
Responsabilità personale
Il settimanale diretto da
Enrico Deaglio, schierato
contro la coalizione guidata
da Berlusconi, intervista (15
giugno) Roberto Einaudi, iglio del primo presidente
della Repubblica. Aldilà
delle valutazioni politiche,
ci interessa il suo discorso
di «educazione aila responsabilità». «Negli Stati Unitidice - lo spirito dipende dai
Padri Puritani sbarcati dalla
Mayflower che potendo
contare solo sulle proprie
forze dovevano difendersi
vicenda ed essere responsabili delle loro azioni non solo verso se stessi, ma anche
verso il resto della comunità. Noi invece abbiamo
la confessione: qualunquel
colpa tu commetta vienias-¡
sobo grazie alia confessione^
con il prete. La confessione!
è dunque il contrario della,
responsabilità: quandoa!
Beriusconi viene chiesto come ha fatto i soldi, lui noi
solo non lo dice, ma si meraviglia. "L’ho già detto tante volte ai giudici, mi so®
confessato, e mi hanno assoito! perché devo raccontarlo a voi?”. Con la mentalità dei Padri Puritani qU6'
sto non avviene, percM
ia responsabilità non vie®
assolta dalla confessioni
quello che hai fatto resta e»
serve di lezione per lavila»
——'ii^f
testante, l’ebreo con
sulmano: imparano a
il®»
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scersi, a rispettarsi, a
disc»*
quella che hanno imparato
nella loro scuola privata. Come potranno capire e applicare il concetto di accoglienza, che pure fra dieci anni
sarà uno dei problemi fondamentali per la convivenza nel
nostro paese? È sui banchi di
scuola, della scuola pubblica,
che si impara l’accoglienza.
Là dove l’ateo siede nel banco a fianco del testimone di
Geova, il cattolico con il pro
re le proprie idee.
Solo così può nascere
nuova mentalità e
gazzi divenuti adulti sap
no accogliersi l’un l’altr°’'j
senza rinunziare alle
convinzioni profonde
dizione perché
venga è che la scuola
ca dia una formazione a ,
livello. Insegnanti non
molto ben preparati, m
che resi capaci di conita
re le loro materie e di tn .
sare i ragazzi. Impegni»
perché sia così.
(Rubrica «Un fatto, wn..j|
mento» della trasmission .
diouno «Culto evangelico’’
dalla Federazione deb ^
evangeliche in Italia ao
onda domenica 24 giugno!
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PAG. 7 RIFORMA
J Inaugurazione il 30 giugno a Bibiana
La biblioteca M. Ollivero
Momento importante nella storia culturale di Bibiana,
all’imbocco della vai Pellice; sabato 30 giugno, alle 17, nel municipio (foto) verrà inaugurata la sala della biblioteca comunale intitolata a Margherita Ravano Ollivero, la quindicenne
scomparsa un anno e mezzo fa per un male incurabile. Lo zio
della giovane, Franz Ollivero, tramite la Fondazione europea
Margherita, ha fatto dono al Comune di Bibiana della propria
biblioteca composta di oltre 8.000 volumi. Negli auspici della
famiglia Ollivero la sala della biblioteca non è che la prima pietra di un più ampio complesso culturale volto in particolare alla crescita e alla formazione dei giovani in tutte le forme artistiche possibili, dalla pittura alla musica al teatro e alla storia.
A Torre Pellice l'assise del II distretto
Conferenza distrettuale
Domenica 24 giugno il tempio di Torre Pellice era gremito in
occasione del culto con santa cena che la Conferenza del II distretto (Italia settentrionale, valli valdesi escluse, e Svizzera) ha
voluto celebrare con la comunità. Ha predicato la pastora Anne
Zeli, che aveva già lavorato a Pinerolo e ora svolge il suo ministerio nelle chiese di Intra e Omegna. La Conferenza del II distretto, ospitata per il 2° anno consecutivo nei locali della Chiesa valdese di Torre Pellice, chiude il ciclo delle quattro conferenze distrettuali delle chiese valdesi e metodiste, prima del Sinodo di agosto con il culto di apertura in programma domenica
26. Le informazioni sui lavori e sulle discussioni della II Conferenza si potranno trovare sui prossimi numeri di Riforma.
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Fondato nel 18481
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Dairindagine dell'lres per il 2000 in canapo econonnico-sociale etmergono dati confortanti
Il Piemonte autoriziato all'ottimismo
iQ popolazione inverte la tendenza negativa degli ultimi anni e l'occupazione si mostra in ripresa
Suoni risultati dal settore della promozione turistico-culturale. Situazione di stasi per il commercio
HIRVALDO ROSTAN
E*“ un Piemonte più ottìmista, con meno disoccupazione e maggiore
propensione alla spesa
quello che emerge dal
rapporto dell’lres (Istituto ricerche economico
sociali del Piemonte) relativo all’anno 2000. Dopo molti anni di trend assolutamente negativo
circa l’evoluzione della
popolazione piemontese,
il 2000 ha registrato un
lieve incremento, nonostante che la dinamica
nati-decessi continui ad
essere negativa. Dunque
il saldo positivo, che alla
fine è di appena 3.000
unità, è dovuto totalmente àH’immigrazione,
• principalmente all’immigrazione dall’estero. Va
inoltre segnalato un altro
elemento: le nascite sono
arrivate a 36.000 in tutta
la regione, un dato che
non si raggiungeva da
ben 17 anni; l’analisi dei
dati evidenzia che si tratta di madri in molti casi
tdtratrentenni e al secondo ft^ìò, quasi che una
crescita della famiglia sia
stata frenata per diversi
aspettando un mipor^ento delle condizioni economico-sociali
della famiglia o addirittura dell’intero sistema
società.
^a crescita della popolazione, che coinvolge
Oen 5 province su 8 e fra
®sse quella di Torino, fa
Cognito anche un aumento nell’occupazione
piemontese che nel 1999
, ® dutnentata di 38.000
^tàe che nell’anno pas,„o ha fatto registrare
®d‘do attivo di altre
’5.000 persone, in larga
£?^dtiza donne, dipen
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nei|vi^t®diitturali. Così
^el*’occupaPiùlfl? cresce di
(per u^t^^^ncia di Cuneo
Volt« confinante, a
tiobbata e a volte
citata come esempio di
nuova imprenditorialità);
nel turismo l’analisi
dell’lres non può non
partire dai dati oggettivi
(l’appeal del mare permane assai più elevato di
quello della montagna,
specie se essa non sa riqualificarsi con proposte
meno massificate e più
«doc»). Si conferma il valore anche percentuale
del turismo culturale che
copre circa 1/4 degli arrivi nella nostra regione ed
anche qui le valli hanno
probabilmente, oltre che
già dei risultati conseguiti, alcune carte importanti ancora da giocare.
Interessante e per certi
versi comune, un dato di
agricoltura e commercio:
cala il numero delle singole imprese ma non necessariamente quello degli addetti; come a dire
nell’un caso come nell’altro (ma ovviamente assai
di più nel comparto commerciale) aumenta il numero dei lavoratori dipendenti rispetto agli autonomi. Si creano più società e meno imprese individuali, si chiudono
tanti piccoli negozi (specie alimentari) quando
apre un supermercato
che magari occupa varie
decine di addetti. Elemento particolare rispetto al riordino del commercio a seguito della
legge di riforma è l’apertura dei piccoli negozi, più alta nei comuni
più piccoli (sotto i 3000
abitanti) che nei grandi
centri. Si tratta di un segnale positivo poiché
contrasta il rischio di desertificazione commerciale ma potrebbe anche
essere semplicemente
frutto di maggiore facilità
nel trovare, sul plano urbanistico, locali a destinazione commerciale.
Per quanto riguarda il
settore agricolo, storicamente definito «primario» in considerazione
della produzione alimentare che ne deriva, il
2000, malgrado la disastrosa alluvione la produzione, in molti campi è
stata decisamente superiore all’anno precedente
e questa volta non a discapito del prezzo poiché
l’elevata resa ha coinciso
con carenze di altre regioni. In pesante difficoltà il settore zootecnico
a seguito della crisi Bse,
rires individua per il
mondo agricolo, uno scenario di «dematurity» ovvero la capacità di governare le filiere non solo in
funzione dell’efficienza
produttiva ma anche nell’ottica della salubrità e
della riduzione di impatto ambientale. Potrebbe
accadere che quelle zone
considerate marginali
per anni, come le nostre
vallate alpine, incapaci
di reggere una concorrenza soltanto quantitativa, possano aggiudicarsi presto la rivincita.
«Scopriminiera» a Prali
Nuovo percorso
nelle miniere
Lo Scopriminiera di
Prali raddoppia. Sabato 7
luglio infatti verrà inaugurato ufficialmente un
nuovo percorso di visita
di 1,5 chilometri preparato aU’interno della miniera Gianna a 56 metri
di profondità da quello
già attivo da due anni alla Paola, anch’esso lungo
un chilometro e mezzo.
«Il nuovo itinerario - dicono allo Scopriminiera
- è stato progettato con
un taglio più sportivo rispetto al precedente: un
ideale approfondimento
per quanti abbiano già
percorso la miniera Paola». I visitatori, che saranno attrezzati di casco
e lampada, si immergeranno nel buio della miniera con «una visita garantiscono allo Scopriminiera - in cui a farla da
padrone è la curiosità e
la voglia di avventura in
assoluta sicurezza».
L’inaugurazione, che
sarà preceduta venerdì 6
luglio da un seminario
internazionale dal titolo
«Le reti di cooperazione
per valorizzare il patrimonio minerario», che si
terrà a Villar Perosa nei
locali del Consorzio per
la formazione professionale, si chiuderà sabato
7 luglio con lo spettacolo «Le rose di Atacama»
messo in scena alla miniera Paola dalla compagnia Assemblea teatro.
L’inaugurazione del nuovo percorso di visita arriva al termine di due anni
di attività dello Scopriminiera più che lusinghieri con circa 70.000
persone che hanno usufruito delle visite guidate
ai siti minerari di talco
della Paola e all’esposizione museale posta in
superficie, a una media di
100 passaggi giornalieri.
ICONTRAPPUNTOI
VALORIZZARE
CIÒ CHE GIÀ ESISTE
DAVIDE ROSSO
Il futuro delle Valli ormai
sembra sempre più passare
per lo sviluppo turistico o
almeno così sembrano dirci
gli investimenti e i progetti
presentati dai privati che
operano sul territorio e dalle varie amministrazioni locali che sperano nei finanziamenti di volta in volta
provinciali, regionali o europei. Spesso ||g|jgyjg|gj|
sono delusioni, è il caso degli ultimi finanziamenti
regionali sulla
legge 4/2000
(1,2 miliardi
per finanziare
piste ciclabili
nelle valli e in
parte del Pinerolese a fronte
di richieste ben superiori e
più di peso da parte già solo
delle Comunità montane)
altre volte un po’ meno.
Lo sviluppo turistico
però passa anche e soprattutto, lo scrivevamo già sul
numero scorso, attraverso
la valorizzazione e la programmazione di quanto
esistente sul territorio e
sulla progettualità intorno
ad esso. Molto da questo
punto di vista si sta facendo
in questo periodo ad esempio sul prodotto tipico, sulla sua produzione, sulla sua
valorizzazione, sulla sua
publicizzazione, sulla sua
distribuzione. In quest’ultimo ambito pare poi che si
stia progettando forse perfino un po’ troppo. Una
porta di valle, finanziata a
Bricherasio va anche bene
un’altra, forse a Perosa, in
vai Chisone, ma prevedere
altri punti di $iccoglienza e
(perché no!) di vendita lungo le strade olimpiche, praticamente ogni 6 o 7 chilometri, non rischia di creare
un sovraccarico di offerta
di un prodotto che diciamoci la verità non è poi così
«tanto»? La domanda, magari un po’ da sprovveduti,
che affiora è: ma quest’offerta se rapportata alla reale affluenza turìstica non è
sovrastimata? oppure come
sempre dietro a tutto questo sta la solita volontà
campanilistica di qualcuno
di non essere da meno?
Altro capitolo, che forse
con il turismo c’entra poco
ma con l’offerta un po’ di
più è poi quello dei superiper mercati. È notizia della
scorsa settimana che una
grande catena di ipermercati starebbe per sbarcare a
Pinerolo (tra l’altro pare
esserci l’intenzione anche lì
di creare, e come poteva
cato al prodotto tipico) un
altro si starebbe per impiantare a Perosa. In questi
anni poi numerosi di questi
esercizi più o meno grandi
hanno aperto i battenti a Pinerolo e alle Valli. I piccoli e
medi commercianti si lamentano, dicono essere calate le vendite, alcuni chiudono, altri sopravvivono e
— altri, forse.
Nel settore turistico
e commerciale
non serve voler
innovare tutto
a ogni costo
verranno inglobati nel sistema. Il patrimonio di
piccoli esercizi montani
fatti di rapporti di amicizia ma anche di esperienza e capacità lavorativa sono destinati a sparire?
È sviluppo negato o è sviluppo acquisito avere sul
territorio molti centri commerciali e supermercati alimentari con conseguente
pericolo di uniformazione
dei prodotti del consumo e
perché no anche dei prezzi,
fatto non secondario. Dipende, se questo comporta
lo sparire delle capacità
imprenditoriali, l’appiattimento culturale e dei consumi; allora si nega Io sviluppo ma se invece questo
comporta la diversificazione, lo spingere in maniera
intelligente sui prodotti locali, siano quelli alimentari
che quelli artigianali, con
una produttiva diversificazione dell’offerta che va in
una certa precisa direzione
allora è sviluppo acquisito.
Certo quest’ultima ipotesi
comporta investimenti ancora maggiori, anche da~
parte di chi amministra la
cosa pubblica, una capacità
di programmazione e di
vo^ia di investire sul proprio futuro da parte di chi
produce e di chi vende e
poi questa è la ricetta che
viene offerta da anni con
risultati poco confortevoli:
gli artigiani e i commercianti non sembrano più
crederci molto.
Sta agli amministratori,
e non solo locali, creare il
giusto equilibrio, là dove
possibile, tra grandi e piccoli, bloccando in alcuni
casi e spingendo in altri,
perché il nostro diventi un
territorio che si sviluppa e
non un territorio che subisce la globalizzazione dei
mercati, e qui è gioco forza
usare questo termine, con
la legge del più forte che
prevale a discapito spesso
della qualità che è più costosa oltre che spesso fuori
mancare, uno spazio dedi- del mercato dell’offerta.
20
PAG. 8 RIFORMA
E Eco Delle Vm-o "\àldesi
venerdì 29 GIUGNO ;i„
CANTALIBRI: MIX DÌ CULTURA E GASTRONOMIA
— È giunto alla seconda edizione il «Cantalibri»
promosso dal Comune e dal Centro culturale di
Cantalupa. Sabato e domenica scorsa, nelle borgate della verde cittadina del Pinerolese pedemontano, è stata la volta dei libri e dell’enogastronomia. Case editrici e autori sparsi su un
percorso di circa due chilometri fra monasteri e
faggete, bancarelle di prodotti enogastronomici
del territorio sono stati visitati da un pubblico
per la verità un po’ scarso. Sabato un interessante confronto fra don Ciotti, don Morero e il
pastore Tourn sull’accoglienza agli stranieri è
stato seguito da una trentina di persone. Se la
manifestazione nel suo complesso è bella e affascinante l’esperienza dei primi due anni dice
che sono necessarie alcune correzioni di rotta
onde rafforzare la presenza del pubblico.
PARCO ORSIERA ROCCIAVRÈ: ATTIVITÀ ESTIVE Sabato 30 giugno, nella sala comunale di Usseaux, alle 21, si terrà una proiezione di diapositive dal titolo «Alla scoperta dell’avifauna delle
nostre valli»: una carrellata sulle varie specie di
uccelli presenti sul territorio. Domenica 1° luglio si inaugurano due mostre: la prima, aperta
fino al 31 luglio, è un’esposizione sul lupo; la seconda, «11 segno, il legno, il fuoco», ospitata fino
al 16 settembre nella Certosa di Sanbenedetto, è
un’esposizione di opere realizzate col pirografo
da Gian Paolo Griva. È previsto inoltre nel periodo dal 1“ luglio al 9 settembre un programma di
visite domenicali alla Certosa di Montebenedetto. Informazioni allo 0122-47064.
MOSTRA NATURALIS'nCA DI FAUNA LOCALE — Il
Comprensorio alpino Tol organizza la prima
mostra naturalistica di fauna locale negli impianti sportivi di Malanaggio a Porte. La manifestazione si apre sabato 30 giugno alle 9,30 con una
serie di relazioni sull’attività venatoria; nel pomeriggio ci sarà l’esposizione e la vàlutazione dei
trofei; domenica si inizia alle 8 con la dimostrazione pratica di lavoro dei cani da caccia e nel
pomeriggio la sfilata di razze di cani da caccia.
15 MILIONI PER DIVENTARE SINDACO — Il sindaco di Pinerolo, Alberto Barbero, ha comunicato
le spese sostenute per la campagna elettorale. Il
totale, che comprende inserzioni sui giornali locali, la realizzazione di un sito Internet e la
stampa di manifesti e pieghevoli, supera di poco
i 15 milioni di lire, coperti dalle contribuzioni di
assessori e consiglieri dell’amministrazione
uscente, dal contributo di cittadini e sostenitori
e dai partiti della coalizione che hanno versato
quasi 6 milioni di lire.
LEGGERE D’ESTATE — La biblioteca Alliaudi di Pinerolo sarà aperta per consultazione e prestito
dal 9 luglio al 1“ settembre dalle 8 alle 14. La biblioteca Ragazzi resterà chiusa dal 30 luglio al 31
agosto e le biblioteche di Abbadia Alpina e Riva
saranno chiuse dal 2 al 14 e dal 23 al 27 luglio.
PAGARE L’ICI: NON FATELO L’ULTIMO GIORNO
— Le Poste invitano a non aspettare l’ultimo
giorno per il pagamento dell’Ici, in scadenza lunedì 2 luglio. Si evitano così code e attese.
INCIDENTE MORTALE A VILLAFRANCA — Nella
notte fra sabato 23 e domenica 24 giugno la Citroën Saxo di Paolo Bergero, residente a Cavour,
è uscita di strada sulla provinciale 139 a Villafranca. Nell’incidente ha perso la vita il 18enne
Enrico Canavosio di Buriasco.
Con un gruppo da Grenoble
Raduno dei Chauvie
Fine settimana intenso quello del gruppo dei
Chauvie (o Chiavia, per chi ha avuto nel tempo il cognome italianizzato) che hanno avuto il loro primo
raduno sabato e domenica in vai Pellice. Oltre 40 i
presenti, di cui 16 provenienti dalla regione di Grenoble e gli altri dalla vai d’Angrogna. Per chi è arrivato
dalTestero si è trattato davvero di riscoprire le proprie
radici; più in generale un'occasione di festa, fra momenti conviviali e un tuffo nella storia valdese che in
parte almeno coincide con la storia di Angrogna.
11 consorzio per energia e ambiente cambia
L'Acea diventa Spa
Notevoli interventi nel settore rifiuti sono in progettazione
Ulteriori campagne perla smaltimento differenziato
PIERVALDO ROSTAN
L} ACEA sta modificanI do la propria forma
giuridica, passando da
consorzio a Spa, e si sta
«allargando» offrendo
sempre nuovi servizi (!’
ultimo è l’accordo con la
Noicom per formare un
gestore denominato Aceacom) e in zone sempre più lontane (sono avviati discorsi di collaborazione con la vai Susa e
la cintura sud-ovest di
Torino e addirittura, proprio in questi giorni, con
l’Ungheria). In questo
riorganizzarsi Acea continua nella gestione dei
servizi storici per cui è
nota nel Pinerolese, godendo di una certa fiducia. In particolare sulla
partita rifiuti si stanno
realizzando notevoli investimenti volti a ridurre
i conferimenti in discarica differenziando il più
possibile. Lo impongono le leggi, lo richiede il
buon senso (a proposito
non sarebbe meglio, anzitutto, produrne meno
di rifiuti?), lo suggerisce
lo stato delle discariche
pinerolesi ormai quasi
complete. Sul complesso
delle discariche del «torrione» si sta lavorando: è
stata appena completata
una vasca impermeabilizzata che consentirà di
sopraelevare la parte ora
non utilizzata; un intervento globale consentirà
a questo impianto di
funzionare ancora per
due o tre anni agli attuali livelli di conferimento.
Poi si creerà un grande «panettone» da cui si
potrà anche estrarre biogas da utilizzare per produrre energia: finora il
gas prodotto dai rifiuti
(che per legge deve essere controllato e bruciato
in modo da non finire
nell’ambiente) veniva
raccolto e bruciato sulla
torcia ben visibile dalla
tangenziale. «Entro breve
- spiega il responsabile
dell’Area ambiente di
Acea, Marco Avondetto le quantità saranno tali
da consentire un utilizzo
produttivo del biogas».
Detto che la differenziazione dei rifiuti parte
da un corretto utilizzo
dei cassonetti disseminati su tutto il territorio e
delle «ecoisole» (nelle
valli ne funziona però
una sola, a Torre Pellice e
due sono a Pinerolo),
l’Acea si è però mossa
per tempo su due grandi
progetti, uno dei quali è
già in funzione da qualche mese. «Il sistema di
compostaggio ci consentirà di utilizzare per produrre un compost di
qualità, i fanghi di depurazione, i rifiuti verdi e le
ramaglie - spiega l’ing.
Avondetto - anzi, poiché
dobbiamo miscelare 1/3
di fanghi e 2/3 di verde e
rami, siamo alla ricerca
di elevate quantità di legname di scarto. L’impianto, costato circa 9
miliardi, è in grado di
trattare 10.000 tonnellate
di materiale l’anno. Abbiamo attivato una collaborazione con l’istituto
agrario di Osasco per
sperimentare l’utilizzo
del compost». Se funzionerà l’Acea intende passare alla vendita del
compost ottenuto dopo
90 giorni di trattamenti
specifici nel nuovo im
pianto. L’altro grosso
progetto che porterà a
una vera rivoluzione anche nel sistema di raccolta dei rifiuti andrà in porto nel 2002 e a regime
l’anno dopo; si tratta
dell’impianto di «valorizzazione» che chiederà
una maggiore responsabilità di tutti i cittadini
che «saranno chiamati a
differenziare i rifiuti fra
secco ed umido in due
diversi sacchetti», spiega
Avondetto. L’impianto
sarà in grado di distinguere i due tipi di sacchetto destinando i vari
tipi di rifiuto a due diversi cicli. Naturalmente anche nel caso i cittadini
fossero poco attenti (esperimenti effettuati a
Frossasco hanno dimostrato che accanto d una
percentuale del 14% che
ha differenziato in modo
molto corretto, altri hanno ignorato le indicazioni dell’Acca) le macchine
avranno modo di separare il tutto. Le due linee
porteranno alla produzione ancora di compost
(la frazione umida) e al
recupero di materiali vari, fino ad ottenere un residuo secco ripulito da
possibili inquinanti e utilizzabile per produrre
energia: «Alla fine finirà
in discarica solo il 10%
dei nostri rifiuti» garantisce Avondetto.
Un raduno per Piemonte-Liguria-Valle d'Aosta
500 alpini si ritrovano a Bobbio
Festa e lavoro, due parole ben presenti nei 500
alpini che arriveranno a
Bobbio Pellice venerdì
6 luglio per il raduno organizzato dal Coordinamento interregionale Piemonte, Liguria e Valle
d’Aosta dell’Associazione
nazionale alpini. Ogni
anno il Coordinamento
sceglie un Comune in cui
operare. Scuole, centro
vacanze dell’Esercito della Salvezza e tende nel
campo sportivo: il paese
si mobiliterà per accogliere le truppe impegnate nei punti critici della
viabilità di montagna.
Una parte degli alpini
lavorerà sulla parte bassa
della strada del Barant
(qui i maggiori interventi), sugli ultimi tornanti
della strada del Barbara e
sulla mulattiera del Colle
delle Moine. Una seconda squadra sarà impegnata nella sistemazione
deU'asse Villanova-PraColle della Croce. In particolare sarà proprio la
mulattiera del Colle a essere interessata dall’operazione, con l’obiettivo di
renderla transitabile anche a cavallo. Una terza
squadra andrà a Crosenna, dove trascorrerà anche la notte, con la sistemazione della mulattiera
per Crosennetta e il col
Countent. L’ultima squadra sarà stanziata sulla
strada per l’alpeggio del
Bancet, che sarà presto
ristrutturato. Probabilmente gli alpini saliranno
anche nel vallone del
Criiello per alcune operazioni di risistemazione.
Così, in attesa di altri
fondi che il sindaco, Aldo
Charbonnier, aspetta dalla Regione, con l'arrivo
degli alpini si sistemeranno alcune zone pesantemente colpite dall’alluvione dell'ottobre scorso.
Con l'arrivo dei finanzia
menti si apriranno cantieri al Pra, con la pulizia
dell’alveo del Pellice, nella Comba dei Carbonieri,
con il completamento dei
lavori, e nel vallone del
Crucilo, con la realizzazione di nuovi attraversamenti del torrente.
Il programma del raduno degli alpini proseguirà
sabato 7 e nella mattinata
di domenica 8, con il culto o la messa e il saluto
delle autorità. Un nuovo
momento importante è
previsto per settembre
quando Franco Canton,
allevatore del Bancet, riceverà il Premio della fedeltà montanara, che gli
sarà consegnato proprio
dal presidente dell'Ana.
A Pragelato per le olimpiaiji
Cinque trampolini
DAVIDE ROSSO
pianto a olimpiadi finjij
SARANNO ben cinque
i trampolini che verranno costrùiti a Pragelato per le olimpiadi invernali di Torino 2006, due
per le gare olimpiche e
tre per gli allenamenti.
Questo è quanto emerso
nel corso di un incontro
tenutosi venerdì 22 giugno a Torino per la presentazione di cinque studi di fattibilità preparati
dal Toroc (la Commissione per i giochi olimpici
invernali di Torino 2006)
e consegnati all’Agenzia
Torino 2006 che si occuperà nei prossimi mesi
della realizzazione vera e
propria degli impianti,
riguardanti oltre al trampolino di Pragelato anche il Palaghiaccio di
Torre Pellice, il nuovo
impianto di risalita di
San Sicario, rimpianto di
curling di Torino e gli interventi sulla statale 23
sopra Porosa. «Lo studio
per il trampolino di Pragelato - ha detto Valentino Castellani, presidente
del Toroc -, come per
quel che riguarda gli altri
impianti che verranno
realizzati, ha previsto un
lavoro preliminare con le
federazioni sportive internazionali a cui è seguita la stesura vera e
propria del progetto di
fattibilità». La struttura
dell’impianto, i cui lavori
di costruzione dovrebbero cominciare nel 2002,
che nel corso delle olimpiadi potrà ospitare nelle
tribune e nel parterre fino a 15.000 persone, è
composta oltre che dalle
piste anche da una parte
permanente da 2.500 posti. Questa parte dell’im
I\loi
olii
verrà trasformata in W
steria e dovrebbe donna
2006 contribuire al^ !;
stione dell’impianto. ® n
«Il problema però -f,
osservare Rinaldo Bon »tì
tempi, vice presidemùinAr
del Toroc - è che fini !!^!!t
l’evento olimpico le fede, fg ,
razioni investano sull, .
formazione dei giovai! oli®P'‘;‘
allo sport perchis7cre|
domanda e le strutturi
stai
itale 21
possano essere gestibili (
sa a CeS‘
non in perdita». Per qùd
che riguarda l’impaC®°"^rsi
ambientale della strutta. fSe
ra, che tra l’altro costeti „ a
quasi 50 miliardi, al Tu. a,
TOC hanno dato rassicu. ®““èce
razioni precisando chels . La
Vas (ValutazLoiiB an.®
delle prescrizioni tecni- Lerolo
che ben precise in mate- Errino
ria ed è uno dei riferi. '
menti principali dei prò-.„.non
gettisti unitamente alla “incoi
preoccupazione dinonLoim
costruire impianti per- L vali
nianenti poi ingestibili a „¡.nasci
olimpiadi finite. jm,
Altro tema importan-Spiano
te affrontato nel corso;dowebb(
dell’incontro è stato poi!|ijjdie (
quello della viabUitàche, jjgnidei
è stato detto, se dal ptin- ' ^ di redi
to di vista progettuale in ijijoivere
molti casi non rientra di-'^¿nier
rettamente sotto la coni- „veiii de
potenza del Toroc, non della va
può che essere impor- suJi'attua
tante dal punto di vista ¡n sos
della credibilità dell’area prevede
olimpica: «Per questo-è da fondo
stato ribadito dairappre- tezza de
sentanti del Toroc-l'in- Geimam
teresse di tutti, anche al
fine di un auspicabile
sviluppo del territorio, e
quello di riuscire a mi- ■■■
gliorare il più possibile.
l’anello viario formatolWpi«(
dalla vai Chisone daliatwCI i
vai di Susa e da Torino».
'Ihd^
aaresull
Luserna San Giovanni
Un discreto avanzo
6gna se
sente pc
Il Comune di Luserna
San Giovanni chiude il
suo bilancio 2000 con un
avanzo di amministrazione di 412 milioni. Il
Consiglio comunale di
mercoledì 20 giugno ha
approvato una seconda
variazione al bilancio di
previsione per il 2001 (la
prima, di 230 milioni, era
già stata deliberata dalla
giunta e quindi approvata dal Consiglio): 113 milioni saranno destinati al
capitolo delle spese correnti per alcuni pagamenti per servizi effettuati negli anni passati.
Oltre a questa cifra 14
milioni andranno per un
contributo straordinario
al complesso sportivo per
i danni ai campi da tennis
provocati daH’alluvione
dell’ottobre scorso e ulteriori 54 milioni copriranno parte delle spese sostenute per l’organizzazione della Fiera dei santi: un evento atteso da
tempo e che nei mesi
passati causò, insieme ad
alcune modifiche del Piano regolatore, una serie
infinita (non ancora conclusa) di discussioni e polemiche con la minoran
sgrado
omoger
za, che aveva perfino or
ganizzato una conferà'’'
za stampa per comuiuc^''
re la sua non partecipi'
zinne a una P'",eceue^
seduta di Consiglio-1 j
manenti 230 milio|” .
avanzo, come da deli'’® >
di giunta, sono stati ^
stinati a una serie d^
vestimenti, fra i
fenieni
meggiano i •avo'''.P¿&'’®®'
co^'L'^mra di bocciodro'gacom
mo e mercato copei'l ■ ^ i
La maretta fra mag^ il
ranza e opposizion^^^|j8 g
tavia non pare <
a calmarsi tanto in frdj* ¿oïo
e nel Consiglio di mer®x}e2o,
ledi 20 il gruppo o
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ha presentato un m .1
gazione sulla ges^J
della palestra comu”
particolarmente a pr® ^
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è in regola.
intanto i lavori pet^
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si arriverà
la sistemazione
va di un fafr° *5^3»!
decisamene P®!’ „ruH®
negli scorsi ann' P .
serie infinita di la
21
2001
— E Eco Delle Yalu ^ldesi
PAG. 9 RIFORMA
di
Progetti di migliorie tra San Germano e Perosa
Un tratto delicato
i finite [\ionostante la scarsità dei fondi disponibili H comitato
iopj'ji olifnpico non dispera di poter intervenire sulla statale
illapo
nWIDE ROSSO___________
rò ~f,
' aTA per acquisita la
dentefT)variante di Porte e
fi''>tol';,fintato lo studio di
BfeeJj, P* .. Adì rnmitatn
sulla
.ìppico di Torino 2006
‘°^anl“Zcì perii tratto di
tale 23 che va da Pero
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hbllie 5% viabilità in vai Chi
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truttu. L che va da San Ger
osterDjtto a Perosa. La situaal To- tane dei finanziamenti
‘ssicu- aenècerto rosea, la cifra
chela' ¡aggirerebbe sui 30 mi" am-'yarl^sto che dei 150
P®«'nrevisti per tutto il tratto
tecni-Ijnetolo-Perosa 120 an
niate- j^anno per la sola va■jferl. jiantediPorte. Ma al To
-1 Pta- toc non disperano e, in
an incontro che si è te
: “““uniiK'Uuti^ V. ...
1 non auto ih Comunità mon
fi par-tana valli Chisone e Ger*fifiili 3 ntanasca lunedì 18 giumo, hanno presentato
'°rtan- ,ijn piano di fattibilità che
' .rnrsoi|jovrebbe costare 80 miato poi;iiatdi e che nelle intenità che, ;àomdei tecnici incaricaci Paa- Iti di redigerlo dovrebbe
uaìeinljitoivere i problemi atutradi-ituaimente esistenti e
a coni- (jagiii dovuti all’innesto
ic, non (iella variante portese
®Por si'attuale ss 23.
li vista In sostanza il piano
ell’aiea prevede, cominciando
'Sto-è daimdovalle, che aH’alrappp- tepa del ponte di San
Gennano, dove arrive
ticheal
icabile
torio
3 amiissibile
irmato'
e dalla'
inno».
rebbe la variante di Porte
in prolungamento della
tangenziale di Pinerolo,
venga costruita una prima rotonda per facilitare
l’ingresso e l’uscita dall’abitato di San Germano
(in un primo momento si
era anche parlato di un
viadotto, soluzione subito scartata per l’eccessivo costo proporzionalmente agli effettivi benefici). Una seconda rotonda dovrebbe poi essere
costruita a Villar Perosa
di fronte all’area artigianale con una corsia preferenziale per facilitare
Pimmlssione del traffico
della zona industriale e
per la borgata Artero. Da
questa rotonda la strada
proseguirebbe verso l’Inverso attraversando il
ponte nuovo di Villar Perosa, anch’esso da costruire visto che è stato
trascinato via dall’alluvione di ottobre. Nell’Inverso la strada risalirebbe la valle fino a una rotonda posta ai Pian Maurin di Inverso Pinasca
dove partirebbe un primo viadotto che arriverebbe fino ai Vivian poi
una nuova rotonda in località Palazzotto smisterebbe il traffico e quello
indirizzato in alta valle
attraverserebbe nuovamente il Chisone un po’
prima dell’attuale guado
di Inverso Pinasca; una
volta arrivata in territorio
di Pinasca la strada, praticamente tutto in viadotto, arriverebbe fino
alla zona ex Talco e Grafite dove un’ennesima
rotonda porrebbe fine a
questo nuovo percorso
della -viabilità valligiana.
Un progetto ambizioso
che però ha lasciato alcuni dubbi soprattutto
negli amministratori della vai Germanasca che si
vedono per l’ennesima
volta tagliar fuori come
territorio da un progetto
di viabilità di valle. Dubbi sono stati sollevati dagli amministratori sul
fatto che la strozzatura
alla viabilità dovuta all’attraversamento di Perosa continuerebbe a esistere con una strada ad
alto scorrimento nella
parte a valle del paese e
con una strada a monte
risistemata con un notevole numero di interventi. Questioni che per ora
non trovano risposta anche se, come sostenuto
dalla Comunità montana, le soluzioni attualmente sul tappeto sono
certamente quelle più
percorribili e consentirebbero di sistemare una
buona parte della statale
lasciando a una prossima occasione l’intervento decisivo su Perosa.
La viabilità verso la vai Pellice
Dal sito olimpico
dipendono le strade
Qualche buona notizia
ma anche molte incertezze; è quanto vive in
questi giorni la vai Pellice
in merito ad alcuni progetti e soprattutto alle
iniziative legate alle olimpiadi. Il progetto del
nuovo Palaghiaccio è in
fase avanzata di definizione e dunque dovrebbe essere in fascia prioritaria di rapida cantierabilità. Ciò consentirà anche di contare in questa
fase intermedia sulla disponibilità della pista coperta di Pinerolo. Legato
alla struttura sportiva è
l’intervento sulla viabilità che vedrà un ampliamento della provinciale
da Osasco (con nuova
circonvallazione) a Bricherasio, per poi proseguire sul tracciato della
attuale 161 salvo portarsi
in destra orografica a
monte di Bibiana raggiungendo Luserna Alta.
Si risolverebbe almeno in
parte la questione del
traffico pesante proveniente dalle cave e dalla
Sparea ma non mancano
le perplessità per la soluzione di portare un’importante quota di traffico
nella borgata Cappella
Merli di Bricherasio. I
tecnici della Provincia di
Torino stanno comunque vagliando la proposta per arrivare a tempi
brevi (si parla della prima settimana di luglio) a
un ipotesi di tracciato e
di costi. Ci sono attese
sulla -viabilità anche per
quanto riguarda i fondi
dei «Patti territoriali» ma
in questo caso il problema è di fondo; alcuni
progetti presentati sono
stati bocciati in quanto
mancava la necessaria
complementarietà con
interventi nel settore
produttivo privato e di
supporto alle aziende.
Frazione Cappella Merli a Bricherasio
NELLE CHIESE VALDESI
CULTI DI PROVA PER
I CANDIDATI PASTORI
— È tornato a Torre Pellice domenica 24 giugno
per il suo culto di prova
nella cappella degli Appiotti, il candidato JeanFélix Kamba Nzolo, che
aveva già trascorso un
periodo alle Valli prima
di trasferirsi a Conegliano Veneto. Sempre domenica 24 il tempio del
Ciabas ha ospitato il culto di prova della candidata Caterina Dupré. Nel
corso del Sinodo di quest’anno saranno consacrate anche Elisabetta Ribet e Assunta De Angelis.
CASA DELLE DIACONESSE — Da sabato 30
giugno a domenica 1° luglio, festa annuale della
Casa. Alle 14,30 di sabato
30, apertura della mostra
delle atti-vità svolte dalle
diaconesse; alle 15,30,
incontro con Anita Tron
su «Il ruolo delle donne
nella diaconia»; film sulle
diaconesse nel 1954; alle
16.30 tè offerto. In occasione della festa il culto
di domenica 1“ luglio avverrà, anziché al tempio,
nel giardino della Casa,
alle 10; alle 11 il pastore
Alberto Taccia presenterà una ricerca storica
sull’operato delle diaconesse; alle 12,30, pranzo
nel giardino della casa
(lire 25.000, non occorre
prenotare), alle 15 visita
alla mostra e giochi, alle
16.30 estrazione della
sottoscrizione a premi.
^POBBIO PELLICE —
Riunione alla borgata
Cairus, domenica 1“ luglio, alle 15.
Jean-Félix Kamba Nzolo
PERRERO-MANIGLIA
— Culto a Maniglia, alle
9, domenica 1° luglio.
POMARETTO — Domenica 1“ luglio, riunione a Combavilla, alie 15.
PRATI — Orari di apertura dei museo: luglio, da
giovedì a sabato daiie 16
alle 18,30, domenica dalle 11,45 alle 12,45 e dalle
16 alle 18,30. Agosto: da
lunedì a venerdì, dalle 16
alle 18,30, martedì riposo, sabato dalle 10 alle 12
e dalle 16 alle 18,30, domenica dalle 11,45 alle
12,45 e dalle 16 alle 18,30.
PRAROSTINO — Giovedì 28 giugno, alle 16,
riunione estiva ai Gay.
RODORETTO-FONTANE — Culto a Fontane,
domenica 1° luglio, alle 9.
RORÀ — Domenica 1“
luglio culto al Bric, partecipazione di un gruppo
francese, pranzo comunitario nel giardino di
Valdesina, vendita di pane e dolci.
VILLASECCA — Culto
a Combagarino, domenica 1° luglio, alle 9. Riunione a Villasecca, domenica 1° luglio, alle 15.
L-M Consiglio della Comunità montana Pinerolese pedemontano
i)
tierso la realizzazione di una nuova sede
DANIEU GRILL
fino or
nferen
OLOquattro punti all’ordine
del ¡giorno oltre alla presenta“^fficiale del progetto della
sede per la seduta del CondellaComunità montana Pi^se pedemontano avvenuta
lledì 20 giugno. «I costi di
azione della nuova sede di
la Diaz-spiegano i tecnici che
illustrato il progetto - dijSjWanno anche dal risultato
jallifid^ne antisismica da effet.^e sull’edificio già esistente. BirSna scoprire dove sono real. ante posizionate le fondamenta
na strettura, e il loro eventuale
^^rado ed è da studiare anche
®ogeneità del terreno su cui
Wara la struttura futura di ampfflento. La parte bassa della
costruzione verrà realizzata in cemento armato, in modo da formare uno zoccolo duro, e si proseguirà nella parte elevata con una
struttura metallica, che è allo stesso tempo più economica, flessibile e leggera, dunque non graverà
troppo sulla base».
All’unanimità è stata votata dal
Consiglio la sostituzione del neoassessore con deleghe alla Cultura, Pubblica istruzione e lavori alla nuova sede. Luca Veltri, che ha
dato le dimissioni con Armando
Giay, vicesindaco di Prarostino. Il
consiglio si è posto il problema di
un’eventuale ridistribuzione degli
incarichi agli assessori. Approvato
il conto consuntivo relativo
all’anno 2000 che si attesta con
un avanzo di 240 milioni.
«Nell’anno passato non ci sono
state nuove entrate o nuove uscite significative - spiega il presidente, Paolo Foietta - dalla Regione e dallo Stato arrivano sempre
più deleghe alle Comunità montane ma sovente insieme agli incarichi non arriva il denaro necessario per portarli avanti. L’unico modo per creare introiti è fare
dei progetti, e a questo proposito
sarà bene che i Comuni incomincino a pensare alle presentazioni
dei nuovi Docup, cercando di realizzare progetti integrati e non
isolati o sfilacciati che ben difficilmente passeranno l’esame per il
contributo». Intanto lo studio della «Marca pinerolese», la rete di
piste ciclabili sul territorio della
Pedemontana, si è posizionato al
secondo posto in Regione, e verrà
dunque finanziato.
Dal 1° luglio Bobbio Pellice avrà un campeggio
Tende airombra della «Roccia»
MASSIMO GNOME
LR APERTURA del suo
I campeggio a Bobbio
Pellice, Ugo Dastrù l’aspetta da 10 anni e finalmente domenica 1° luglio i primi visitatori potranno attraversare il
cancello. Lo incontriamo
ai lavoro: sta sistemando
una vecchia roulotte
comprata dall’ex camping Noccioleto di Torre
Pellice, che ha chiuso i
battenti qualche anno fa.
Dastrù, 44 anni, questa
passione l’ha coltivata
per hobby. «Quando vado in vacanza - racconta
- fotografo i campeggi:
sono tutte idee impor
teegna teatrale a Pinerolo
|isola dei bambini
''1.
nunic3-|
rtecipa-'
;edent«j
lio. in;
lionKi'
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«fi Ì la rassegna di
^ li bambi
al parco di
^P;;. £«^erdi Pinerolo
«¿“®.Pagnia«Nonso,erto. ntro..mcollaborazio
tut-te28-Gio
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spettacolo teatrale
lalù *n ^.9*' Buccino».
merc»-pe20aiië2Tan‘‘‘"
•nnsilia- *«storÌD ® ‘^l’30 «mi
emonf
. .»„rm-iL. punti gioco per
i più piccoli, «l’atelier» laboratorio di pittura, «manimani» laboratorio di
manipolazione. Alle ore
22.30 «Il racconto della
buona notte», i racconti
sotto l’albero delle storie.
Martedì 3 luglio, alle ore
21,30, spettacolo teatrale
«Un mondo di colori» di
Gino Balestrino e alle
22.30 «Il racconto della
buona notte».
Dopo la distruzione dovuta all'alluvione di ottobre
Pro Loco di Inverso: nuova sede
Dovrebbe cominciare un autunno la
costruzione della nuova sede della Pro
Loco di Inverso Pinasca; almeno questo
è quanto si augura l’amministrazione
inversina. Mercoledì 20 il Consiglio comunale di Inverso ha intanto ratificato
l’acquisto dall’Acca dell’area posta lateralmente al municipio che dovrà ospitare i nuovi locali. Il progetto di massima, preparato da un équipe di 10 tecnici incaricati dal Lyons (che si è accollato
le spese progettuali oltre probabilmente
a un intervento di 400 milioni per la
realizzazione della struttura che dovrebbero andare ad aggiungersi agli
800 già donati dalla Fondazione Specchio dei tempi), prevede la costruzione
di una struttura in legno lamellare che,
su due piani, ospiterà al suo interno un
teatro con relativi camerini, un salone,
alcuni uffici per le associazioni, 4 campi da bocce, una sala riunioni, una sala
per ginnastica dolce e una biblioteca e,
sul retro, magazzino e parcheggio.
tanti per la mia attività».
E, dopo aver venduto il
negozio di alimentari nel
centro di Bobbio e creato
con Monica Dema una
società per la gestione
del campeggio, la passione è diventata un vero e
proprio lavoro.
Tanta fatica e un impegno finanziario non
da poco, tutto senza sovvenzioni. Dopo le consuete attese burocratiche, adesso i risultati
si vedono. 17.000 metri
quadrati di terrazzamenti, 56 piazzole, servizi per
200 persone: il camping
«La roccia» (dal nome
della bella zona nell’inverso di Bobbio sovrastata da un grande sperone
di roccia) sarà aperto tutto l’anno. È con orgoglio
che Ugo Dastrù ci mostra
ia sua opera, che ricorda
strutture simili viste in
altri paesi, come la Francia. «Nel campeggio c’è
spazio anche per gli ospiti stanziali - spiega ma vogliamo puntare soprattutto sulle presenze
temporanee; per fare
questo bisognerà creare
tutta una serie di attività
turistiche collaterali e
autonome, che facciano
riferimento al campeggio
e possano attirare il turista durante tutto l’anno,
come la palestra di roc
cia, la mountain bike o le
passeggiate a cavallo: la
vai Pellice, anche in vista
delie Olimpiadi del 2006,
ha grandi possibilità, ci
vuole soltanto collaborazione e non conflitto fra
chi si occupa di turismo
e recettività». L’offerta di
collaborazione è già arrivata dal Centro vacanza
dell’Esercito della Salvezza di Bobbio, che potrebbe dirottare sul campeggio alcuni ospiti che
non è in grado di accogliere per limiti di spazio.
È soprattutto sulla presenza giovanile che il
campeggio vuole puntare, organizzando soggiorni per gruppi autogestiti.
«Abbiamo già ristrutturato la vecchia struttura
che adesso ospita reception e servizi - dice Dastrù - cercando di mantenere i materiali e le forme antichi, quindi toccherà al bar, che cercheremo di realizzare al più
presto». Il lavoro è ben
fatto: i servizi sono moderni e il fabbricato del
campeggio, ricostruito
con le pietre originali, è
completamente inserito
nel boschetto di castagni.
Alla fine della visita non
vorremmo più andar via.
I rumori del traffico sono
lontani, si respira l’aria
fresca del pomeriggio.
22
PAG. 10 RIFORMA
Il 1° luglio la corsa in montagna
Torna la Tre Rifugi
Due appuntamenti di
grande interesse nel panorama sportivo del week-end in vai Pellice.
A Bobbio ritorna, dopo
quattro anni di assenza,
la gara di corsa in montagna denominata «Tre rifiigi», dai rifugi del Cai
(organizzatore della manifestazione) toccati dalla
corsa; Jervis, Barbara,
Granerò. Un percorso duro, quello che gli 80 concorrenti dovranno affrontare sui 23,7 km di lunghezza con 1.600 metri di
dislivello in salita. La gara
torna ad essere, come
aH’origine, a coppie, divisa in categoria maschile,
femminile e società. Partenza dal Pra, alle 8, e a
seguire passaggi al Barant. Barbara, Col Manzol. Rifugio Granerò e ritorno al Jervis: il tempo
verrà rilevato sul secondo
Ivan Garnier è tra i favoriti
componente la coppia.
Tempo massimo 5 ore.
Nello stesso giorno, a Luserna, gara valevole per il
campionato itaiiano assoluto in piano di skiroll;
in un circuito cittadino si
confronteranno atleti dì
10 categorie (prima partenza alle 9,30).
Angrogna: Consiglio comunale
Il ricordo dei sindaci
«Lascerò senza rimpianti il mio incarico scrive Jean-Louis Sappé
sull’ultimo bollettino
«Angrogna Notizie» - e lo
avrei fatto anche se non
costretto dalla legge (che
ha limitato a due legislature il mandato possibile
per sindaci e presidenti
di Provincia, nonostante
i tentativi di modificarla).
Sono convinto che gli
angrognini saranno in
grado di gestire il ricambio, individuando nel
maggio prossimo un
candidato o una candidata a sindaco che possa
garantire una buona e
partecipata amministrazione della cosa pubblica». Sempre a proposito
di sindaci la giunta ha
deciso che nel corso delle manifestazioni dell’estate verrà scoperta una
lapide alla Fontana Alpini in memoria di Silvio
Bertin e ce ne sarà un’altra al Foyer del Serre per
ricordare I^vi Buffa, ambedue ex sindaci deceduti recentemente. 11 trofeo della 32“ edizione
della gara di marcia alpina, svoltasi il 27 maggio,
è stato dedicato ad Alfredo Monnet, altro sindaco
del passato, mentre il
prossimo quaderno del
Centro documentazione
ospiterà poesie di Alfredo Sappé e Silvio Bertin.
La direzione regionale
delle Poste ha risposto alla protesta circa la venti
RADIO
BECKWITH
FM 91.200-96.550
lata riduzione del personale in certe sedi, tra cui
Angrogna, promettendo
che non si farà nulla senza consultare i Comuni.
C’è via libera anche per
realizzare le reti di distribuzione sul territorio di
gas Gpl, perché l’italgas
ha rinunciato alla privativa che le permetteva di
bloccare fino al 2003 altre
iniziative al riguardo. Per
il terzo anno consecutivo
si svolgerà l’Estate ragazzi; un centro diurno nei
locali scolastici dal 2 al 27
luglio, per i bambini della
materna; la quota di adesione è di 400.000 lire,
pasti e trasporti per le varie attività.
L’amministrazione ha
protestato con l’assessore provinciale Belliòn per
modificare le norme che
impediscono di portare
animali £il pascolo sopra
i 1.500 metri prima del 1°
giugno e dopo il 30 settembre; norme che contrastano con una pratica
secolare, che fa dipendere l’accesso ai pascoli
non dalla burocrazia ma
dalle condizioni locali,
dalla quantità di foraggio, ecc. La Pro Loco, a
partire dal 10 giugno,
svolge servizio di fotocopie e fax in modo gratuito (salvo offerte) negli
orari di apertura delTufficio in piazza Roma. Da
domenica 24 giugno
(una giornata al Sap, in
cammino con i partigiani) a domenica 30 settembre sono previste
ben 13 occasioni di incontro e di festa organizzate dall’amministrazione, dalla Pro Loco e dalle
associazioni varie.
DELLE YAUI "\ÀLDESI
VENERDÌ 29 giugno 2^
r.
1 II 30 giugno a Malanaggio
Festa partigiana
Lo spirito è quello di
far incontrare gli ex partigiani del Pinerolese e
dintorni estendendo il
momento ai familiari e ai
simpatizzanti per un incontro di impegno ma
anche di festa. È questo
l’intento che sta dietro
alla «Festa partigiana»
che si terrà sabato 30
giugno agii impianti
sportivi del Malanaggio a
Porte di Pinerolo.
«Dopo aver centrato dicono in Comune l’obiettivo di aver ricordato tutti i partigiani
portesi caduti per la Resistenza con una strada,
un parco e la scuola e
pur tuttavia non avendp
un particolare luogo di
eccidi dove svolgere una
commemorazione, come
amministrazione unitamente^ all’Anpi di Porte
abbiamo deciso di orga
É Pinerolo
Estate
al cabaret
Prende il via venerdì 29
giugno «Arcipelago estate», rassegna di cabaret
promossa dal Comune di
Pinerolo; fissi il luogo
(piazza San Donato) e
l’ora (21,30) biglietto di
ingresso a 10.000 lire per
alcune serate, in altri casi
(come per la prima) l’ingresso è gratuito. Per il
primo appuntamento è
in scena Roberto De
Marchi; di lui è stato detto: «...la sua comicità è
causa di contagiosissime
epidemie di risate. Da
provare almeno una volta, come la varicella, ma
è molto più divertente».
Milanese, De Marchi
inizia la sua attività nei
1983 in due locali storici
di Milano, il Derby club e
Ca’ bianca; nel 1985 è nel
cast del «Drive in» di Antonio Ricci, nelT86 partecipa a «Fantastico» condotta da Pippo Bando:
lavora a numerose trasmissioni radiofoniche,
specie su Rete 105 e dopo una parentesi lontana
dal palcoscenico, torna
sulle reti Mediaset (Paperissima sprint) e nel
2000 è la «top star» comica del tour nazionale di
Radio 101. Sabato 30 giugno secondo appuntamento: tocca a Mario
Zucca con il suo «Porca
vacca» ossia l’interrogarsi sulla propria vita, al
proprio invecchiamento:
«In una sola notte sono
passato dal tempo delle
mele al tempo delle prugne cotte». Lui si spaventa e la gente ride a crepapelle. L’ingresso in questa caso costa 10.000.
nizzare una festa». Sabato 30 la «Festa partigiana» inizierà alle 10,30 e
dopo alcuni interventi di
saluto e al pranzo previsto per le 12,30 continuerà anche nel pomeriggio quando vi sarà
l’esibizione del coro «Eiminal» a partire dalle
14,30. «Non si poteva dice il sindaco di Porte,
Laura Zoggia - pensare a
un raduno di partigiani
senza un momento di
impegno. Abbiamo quindi previsto alla mattina
una mostra dal titolo
“Deportazione: alle radici dell’odio’’ realizzata
dal gruppo di ricerca del
liceo Porporato di Pineroio che sarà preceduta
da una chiacchierata con
l’avv. Vittorio Negro.
Successivamente poi si
entrerà nello spirito della
festa vera e propria».
* Luoghi storici
A passeggio
per le Valli
Anche quest’anno il
Coordinamento musei e
luoghi storici valdesi presenta il calendario delle
«Passeggiate storiche». I
percorsi sono accessibili
a tutti, presentando una
difficoltà minima: sono
comunque raccomandate calzature da montagna
e giacca impermeabile
per ripararsi dall’eventuale pioggia. Ecco il
programma completo.
Domenica 8 luglio-. «I-a
grotta nascosta». L’appuntamento è alle 14,30
presso il tempio dei Coppieri di Torre Pellice. Si
proseguirà per i Bonnet e
il Bars d’ia tajola. Informazioni 0121-950203.
Domenica 15 luglio:
«Combattere e pregare».
L’appuntamento è alle
14,30 alla Sala unionista
di San Lorenzo ad Angrogna, con due itinerari
previsti, che comprendono Ghieisa d’ia tana e la
frazione Odin. Informazioni allo 0121-944182.
Domenica 22 luglio: «I
trecento di Arnaud». Si
parte alle 10,30 dalla Balsiglia a Massello e si prosegue per Ortiaré. Informazioni 0121-808816.
Domenica 5 agosto:
«Lou viol dar mnistre».
Appuntamento alle 11 a
Ghigo di Prali, con proseguimento verso Galmount e Rodoretto. Info
0121-807519.
Domenica 19 agosto:
«Dalla preistoria alla storia». Si parte alle 14,30
dalla piazza di Rorà con
proseguimento per i Bertin e Rocca Roussa. Info
allo 0121-93108.
POSTA m
«Mimi» Mathieu
Abbiamo ricevuto una lettera
che ricorda Irma Erminia Mathieu
(Mimi). Nata 18 settembre 1904,
deceduta il 16 maggio del 2001, lascia un ricordo indelebile in chi
l'ha conosciuta, attenta e spiritosa
testimone di circa un secolo in Pomaretto e vai Germanasca. Nel
1995 una parte importante del
«diario» che scriveva quotidianamente è stata pubblicata in un libro, «Aspettando un giorno nuovo:
pagine di diario .sulla guerra partigiana in vai Chisone», curato da
Clara Bounous per la collana «Il
ponte» del museo valdese di San
Germano e Pramollo.
Ma lasciamo la parola a Laura
Micol dalla cui lettera riprendiamo alcune frasi.
«Con questo scritto voglio ricordarti a quanti ti hanno conosciuto
e amata. Nel 1936 tuo fratello
Teofilo è diventato tutore mio e di
mia sorella. Da allora è iniziata
un’amicizia profonda e duratura
con mia mamma "Dan Delaido ",
amicizia che continuò anche dopo la guerra. Le scrivevi spesso, e
firmavi sempre "Dan^Mimì del
Saret”. Sono stata assente qualche inverno, ma quando tornavo
d estate ti trovavo al “Saret” di
Campo la Salza (Massello) dove
abitavi allora. Mi parlavi del tuo
lavoro in ufficio presso il Comune
di Pomaretto, che ti piaceva molto, e delle tue colleghe alle quali
eri molto affezionata. La mamma
è andata all'Asilo di San Germano, e dopo qualche anno è arrivata anche "Dan Mimi”; passava
Gisella Bein in «Più di mille giovedì»
SERVIZI
molte ore in camera a leggere, a
pensare e a continuare il suo diario che aveva incominciato in
tempo di guerra con lo stesso
umorismo e pieno di annotazioni.
Ho rivisto Dal Mimi qualche mese
prima che ci lasciasse, ma anche
lei era cambiata tanto: temevo
non mi riconoscesse, ma mi ha
ben guardato e mi ha chiesto; “E
ti fraire?”, e mi ha fatto un bel sorriso. Non parlava più molto ma ricordava. La sua sepoltura è stata
per me un triste ricadere nel passato: aveva scelto lo stesso cantico della mamma. La mamma lo
cantava in francese, a Dan Mimi
l’abbiamo cantato in italiano: “1^
tua presenza brama...’’. Quanti ricordi belli, quanti momenti passati insieme serenamente!».
I/iura Micol - Perosa Argentina
GUARDIA MEDICA
notturna, prefestiva*i
telefono 800-233111 't
GUARDIA FARMACEU
(turni festivi con oràrÌò*^
DOMENICA 1» LUGLIO vistò ¡1
Torre Pellice: Muston .^^edoaìf
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Fenestrelle: Guicciardi « ma
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Pinerolo: San Lazzaro. (.«nente U
so Torino 196, tei. 393858 1 primo a
finirà
SERVIZIO INFERMIEF"’*“" '
28 giugno, giovedì
SALUZZO: Al museo civico, alle 21,30, Assemblea teatro presenta Gisella Bein (nella foto) in «Più di mille giovedì», ingresso lire 10.000, prevendita tei. 0175-46710.
PRAROSTINO: Serata di musiche e balli occitani
sulla pista, con il gruppo «I triolet».
S. PIETRO VAL 1 .EMINA: Alle 21, a palaOberto, commedia di Luigi Oddoero «L’eredità di Magna Ninin».
TORRE PELLICE: Nella sede della Libera officina,
via Angrogna 20, alle 17,30, laboratorio di stampa per
bambini e ragazzi «Storie dì foglie».
PINEROLO: Nella parco di viiia Prever, dalle 20,
l’Isola dei bambini, fino alle 22,30, con «In volo con
Buccino», presentato da Nonsoloteatro, ingr. £ 3.000.
29 giugno, venerdì
POMARETTO; Fino a domenica 1“ luglio. Festa della
birra: apertura degli stand alle 19, inizio concerto
country con George McAnthony; sabato 30, apertura
degli stand alle 18, concerto country con il gruppo Hill
Billy Soul di Verona. Domencia 1“ luglio apertura alle
18, concerto con gli Old America, di Gorizia. Ingresso
libero, possibilità di campeggio, tei. 0121-82625.
SALZA: Dalle 20, concerto dei gruppi «Ad Major»,
«The swett pollyanna & thè fenomeni», «I figli di Guttuso», con artisti di strada. Ingresso libero, camping.
PINEROLO: In piazza San Donato, alle 21,30, cabaret con Roberto De Marchi, ingresso libero.
LUSERNETTA: Fino a domenica 1° luglio, «Birra
Party», al parco Betulle, apertura campeggio dalle 19.
PINEROLO: Alle 21, al centro sociale di via Bravo,
incontro su «Di fronte al G8: un impegno di nonviolenza attiva», con Enrico Peyretti, del Centro studi Sereno Régis e Antonella Visintin, della Chiesa valdese.
30 giugno, sabato
PORTE: Festa partigiana, agli impianti sportivi di
Malanaggio: ritrovo alle 10,30, alle 11, intervento del
presidente provinciale Anpi, Vittorio Negro; alle
11.30, presentazione della mostra «Deportazione: alle
radici dell’odio», realizzata dal gruppo di ricerca del
liceo Porporato di Pinerolo, alle 12,30 pranzo, alle
14.30, esibizione del coro Eiminal. Nella vicina palestra, mostra naturalistica di fauna locale, organizzata
del comprensorio alpino.
PINEROLO: Alle 21,30, in piazza San Donato, Mario
Zucca presenta «Porca vacca», per la rassegna Pinerolo Estate Cabaret. Ingresso lire 10.000.
SALZA: Concerti a partire dalle 19,30, con gruppi
rock, reggae e ska, e artisti di strada. Ingresso libero.
VILLAFRANCA; Alle 18, nella chiesa della Beata
Vergine delle Grazie, inaugurazione della mostra di
Massimo Tosco «Il gesto e l’icona», che resterà aperta
fino all’8 luglio, ore 21-23 dal lunedì al sabato, e 10-12
e 16-19 domenica.
PINEROLO: Nella chiesa di San Verano, concerto
del coro Bric Bucie e della Schola Cantorum San Verano, ingresso libero.
CANTALUPA: Nella sala polivalente, alle 21, concerto degli Architorti, ingresso lire 10.000.
PINEROLO: Alle 18, alla galleria En plein air, inaugurazione della mostra «Le percezione del sé», a cura
di Olga Gambari e Guido Curto; fino al 30 luglio.
1*> luglio, domenica
ROURE: Festa alla borgata Bourcet.
PRAGELATO; Alle 11, nella chiesa di Ruà, concerto
del quartetto «Novecento», violino. Maria Polidori e
Sebastiano Gilli, viola Gerardo Vitale, violoncello
Sandra Sebastiano.
SAN GERMANO CHISONE: Alle 10,30, al municipio, commemorazione del marinaio Guido Vinçon.
LUSERNA SAN GIOVANNI: Nel portico del Gran
Bar Cremeria, «Insieme per Radun», giornata a favore
dei bambini dell’isituto di Radun, in Bielorussia. Dalle 10,30 alle 19, pesca e banchetti di beneficenza, alle
17, musica e balli occitani con «Lii dei balndu».
3 luglio, martedì
PINEROLO: Nel parco di villa Prever, dalle 20, l’Isola dei bambini, alle 22,30, «Un mondo di colori», con
Gino Balestrino, ingresso lire 3.000.
5 luglio, giovedì
BOBBIO PELLICE: Alle 20,45, nella sala delle attività, la filodrammattica di Vandoncourt presenta «La
mère poule», ingresso libero.
PINEROLO: Dalle 20, a villa Prever, l’Isola dei bambini, alle 22,30 «Il reuccio fatto a mano», della compagnia «I tiriteri», ingre.sso lire 3.000.
PRAROSTINO; Balliamo occitano, serata di musiche e danze occitane con Vincenzo Caglioti.
ANGROGNA: Alle 21,30, nella sala valdese, l’«Ensemble Rogen Teater», presenta «Il marito scornato».
6 luglio, venerdì
TORRE PELLICE: In piazza Muston, alle 21,30,
«Centà», recital a cura del teatro delle Forme.
POMARETTO: Alle 20,45, nel teatro valdese, la filodrammatica di Vandoncourt presenta «Service compris» e «La mère poule»; ingresso libero.
presso i distretti
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telefono 118
CINEMA
TORRE PELLICE
ittutoft
Cinema Trento propo, Í,!¡
venerdì 22, ore 21,15, d ' ° *
menica, ore 21,30, él
nedì, ore 21,15, il film
Ermanno Olmi II mestij
re delle armi. Sabato
segna di con. ^ ^
BARGE - Il cinenflrComunale ha in pto®^^
gramma, venerdì 29
gno, ore 21,15 L’amoi^Sa
che non muore; sabair3«nt
30, 21,15, La mossadKec
diavolo; da domenica iC^ori
luglio, chiuso perlavoiifll g
PINEROLO — Lamirìsala Italia ha in prò]
gramma, alla sala «5ceil
to». Pearl Harbor; feria!
e festivi ore 21,30; alias
la «2cento» va in visiona'^j’Zgj
■»Qrtoni . '.I-*
da venerdì, il cartojL
animato Shrek; feriali
festivi, 20,30 e 22,20, sa]
bato 20,30 e 22,30.
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Una mostra
delie scuole
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scolastico nella scuot
media dell’Istituto co<
prensivo di LusernaSf
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una mostra ricca e va
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bambini e ragazzi
corso dell’anno. L'espi
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vari ordini di scuola, v
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l’attenzione delle doO
verso la manualità, sj
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”!iPi:to non sarebbe deci*‘®ittillor° lavoro. Ripeto
agente che la storia
,zSirà qui, che mi rivol1*^1081116 i canali legittimi
^^^c^eàemocx^
ioalleista"'^®
U«*nrro, però- mi sento avvilire distrutto, forse come mi
dionoloro. Mentre awiciWo, lo scatolone viene
«JiintoaU’esterno, e mi trovo
riattuto fuori dal carcere. Il
“'Ima di insofferenza sa di
-TM’ottusità gretta e com“’“idutacfae sta tornando di
e Cja, almeno dietro le sbar
-I loda, almeno uieuu ic »uai
™fdi Biella. Anche i giornali
‘estimi avevano parlato l’anno
‘°%so di pestaggi interni, ed
, anche intervenuto 1 on.
'"^“lorgio Gardiol, valdese. Do‘P'Vuesio impatto inatteso
l’istituzione carceraria,
*uioiLjjij,a colto senza alcun
*^'’%wiso né interessamento
''fonale da parte della dire^ira W j^oriosamente lontana
‘™d|,differente, decido di ini^ ™4ireuna nuova battaglia,
“ contro i mulini a vento
«Sceifajpatia burocratica, del
, Pfedlzio e del potere cleri^.^Watente.
ision^j^ellerò i politici, ne
con i membri della
'^“^valdese, con la Comuscriverò ai giornali... poi
____adviene ili mente che ho una
^ di riconoscimento otadopo ripetute doman! una lunga attesa e una
afesa in marche da bolf come assistente volontafue cerco conferma nel
5. Penso di tornare
all’assalto con il tesserino,
non più in qualità di ministro
di culto, ma di volontario. Poi
mi rendo conto che potrebbero confiscarmi non solo i
diritti di esercitare un ministero pastorale richiesto dai
detenuti, ma anche ogni segno di identità istituzionale,
per ridurmi alla stregua di un
intruso, di un fanatico religioso senza patria. Rinuncio
a un ulteriore tentativo di entrare in comunicazione con
l’istituzione. AU’interno del
carcere rimane l’altra tessera
del ministro di culto.
Mi interrogo sui motivi di
questa decisione così drastica
e impersonale, accompagnata quasi con disprezzo dallo
smantellamento meticoloso
di ogni segno di presenza valdese nel carcere. Da dove
partivano questi ordini eseguiti a puntino? Ripercorrendo le varie fasi del lavoro in
carcere, mi rendo conto che
sin dall’inizio il cammino solitario è stato controcorrente
e in salita. Evidentemente
hanno trovato la goccia impercettibile che ha permesso
loro di far traboccare il vaso, il
pretesto formale e tanto atteso per chiudere questo breve
capitolo di rispetto delle diversità e della fede personale
sul piano della laicità. Il poco
tempo all’aria aperta concesso ai carcerati coincideva in
parte con l’orario del culto e
non ha favorito la partecipazione agli incontri durante le
ultime settimane di sole. Di
questa parziale defezione
hanno approfittato forse le
autorità. Inoltre, ho dimostrato amicizia e ospitato in casa i
familiari e amici di un detenuto «politico» ritenuto pericoloso. Questo sabato ci sarà
una manifestazione pacifica
di anarchici davanti al carcere; la direzione ha sospeso le
visite per quel giorno.
Tranne qualche eccezione.
non ho goduto della solidarietà degli agenti, degii assistenti sociali e degli educatori, i quali mi hanno percepito
come elemento spurio, sospetto e tenuto a distanza come straniero di seconda classe. Non avendo chiesto favori
ai cappellano, non ho goduto
di appoggi clericali. Ho inevitabilmente stretto amicizie
con molti detenuti, con i quali ho pregato, cantato, spezzato il pane della comunione,
parlato di fede, di politica, di
religione, di dignità e di società... e che soprattutto ho
ascoltato. Non che abbia mai
preteso privilegi o ossequi.
Avrei voluto semplicemente
essere accolto dall’istituzione
carceraria «laica» come un
qualsiasi operatore sociale,
volontario, psicologo, educatore, che fa con entusiasmo il
proprio lavoro senza pretese
di superiorità o di mediazione religiosa. Certo, non ho
chiesto i privileg di cui gode il
clero cattolico italiano, e non
solo nel carcere.
Mi sarebbe bastata la consapevolezza di essere accolto
in carcere come cittadino laico e responsabile con un
mandato pastorale rivolto a
chi, essendo debitamente
informato, ne faccia richiesta. In fondo, a noi valdesi sarebbe sufficiente poter lavorare sul territorio entro il
quadro istituzionale, nel rispetto degli spazi riconosciuti e accanto ad altri spazi, per
creare luoghi (oggi più che
mai rari soprattutto nel carcere) di confi-onto, di ascolto,
di celebrazione della Parola e
di condivisione dell’Evangelo
della liberazione; un annuncio che forse, almeno a Biella,
stava diventando eccessivamente rischioso e che andava
fermato in tempo. Ma la storia non finisce qui.
Jonathan Terino
pastore valdese a Biella
. Teh
Centro evangelico
tra
ole
A Bethel Giacobbe incontrò Pio. Là Pio ha parlato a noi.
(Oeea 12. 5)
I ampi del 2001
lenie'’^
^PKicadetti
emni
Sera buono
effsato :
I. A BsShei'
mie Dio aveva
i50 sfieHmsflpfesteia s impalo proteggere,
Btore dello etsff:
Jens Sielmsm,
cìpàziùhst
1,
fiere la terra
enetà Terra comincia
; Seriamente l’c^inione;
Ijlnamerto, effetto ser-’
^ stono, piogge aelile.;
specie animali e «ge-i;
senso «sog- ‘minare la Terrai due
^^^ùali si svolge un'ac"litro la visione bi^¡»nsaWie Pelle
Iglò ilei pianeta
i^re dello staffi
0>éniete Pi Dìo
0fdrteiììpmone:
L 330.000
8-24 lugli
Campo cadetti
15-17 anni
13 agos
Costruiamo Mmxa aver» paura
IMomanlìi .......... '
Parlare di Intoreulturalltà per andare
alla scoprta di realtà, culture, moé ‘
. di vivem divemi per apprendere che la
I socializzazione, la oormceam di diverse mentalità e tipologie di vita non
. è altro che l'arncchìmento di se stes-,
si. Attraverso metodi Interattivi
, (juali teatro
dell'oppresso, la comunlciKione ecologita, in un clima di allegria e divertimento, partiremo per* un viaggio alia
scoperta M mondoi Non rtiancareHI
Coordinatrice dello staff; Óauelitì'iMpI
Quota di partecìpaztenè;
i. 270.000
14 ZZ
S,gHnpo famiglie
Il servizio (diakonia) cristiano
come segno della riconciliazione
a delfamore di Dio
In una società in cui l'egoismo primeggia, e l'indifferenza verso i bisogni degli altri è sempre più evidente,
la chiesa del Signore riscopre la sua
chiamata originale: essere il sale
; delia terra e la luce del mondò.
Coordinatore dello staff; Enzo Eaot
Quota di partecipazione:
L 320dX>0
Campo Over 25
oltre 25 anni
Il Dio della gioia
: Spesso si incontra una fede In un
"Bp severo, un Dio scuro che mette
ialfa prova:;:® punisce. L'Evangelo invei:OÌ;p:pnÌ:jÌppÌe:di gioia e serenità di
fondo che StEMutee dal volto d'amore
di Dio. Vogliamo mettere delle basi
per imparare a vedere Dio come fonte di amore tncondlzionaft? che ci il- ^
lumina la vita e ci regala gioia nella
fede.
Coordinatore dello staff:
. Jene Slelmann
- ; ■ Quotadipatteoipazione:
' ; ■ ' L. ^aùoo
.^ Campo invernate
Coordinatore dèlio siaffi
ÏÊ Jens Slelmann
^ laoni e prenotazioni è poseMe rivol^ehi ai pa»t. Jene Slelmann, telefono ;
1 e*mall! eielmann@»tln.lt. Su Internet! www.bethel.it; e-mail: betheHiibethel.it
ztè Invitato rivolgerei chi voìeme preetare opera ài collaborazione durante i
campi neiio spirito àeì volontariato eva‘n0$ì\co
Manifestazione a Torre Pellice il 30 giugno e 1° luglio
I cento anni della Casa delle diaconesse
ALBERTO TACCIA
«E
ora ecco, o giovanette,
la mia idea messa dinanzi a voi. Credo che sia
nostro dovere il pensarci su
e il ponderarla seriamente.
Non ho fatto che gettare con
fede la mia semenza, ma so
di averla gettata in un suolo
fecondo, poiché quel suolo
non è altro che il cuore delle
donne evangeliche d'Italia.
Possa quel seme prendere
radici attorno a noi, possa la
nuova pianta svilupparsi rigogliosa nei nostri terreni e
portare i suoi frutti, stendere
i suoi rami e diventare una
benedizione e una gloria per
la nostra cara Italia». Con
questa calda e accorata perorazione si concludeva l’allocuzione tenuta dalla sig.ra
Berta Turin, il 20 marzo
1901, al Congresso nazionale
delle Unioni cristiane delle
giovani al fine di sollecitare
anche nel nostro paese la
creazione di un’opera di diaconato femminile.
La sig.ra Turin era membro del direttivo dell’associazione «Amiche della giovinetta», un’istituzione collegata alla Ucdg allo scopo di
promuovere il sostegno, la
protezione e la formazione
spirituale, culturale e professionale delle ragazze. Dal suo
appello nasce dunque il progetto dell’Opera itdiana delle diaconesse. Come verrà in
seguito precisato questa
nuova opera, come emanazione del ramo italiano delle
«Amiche della giovinetta»
non sarà annessa a nessuna
chiesa particolare e conterà
soltanto «sull’appoggio e
sull’alta portata spirituale,
morale e sociale» [Ali, die.
1901). Il carattere ecumenico
e interdenominazionale dell’opera, ereditato dallo spirito delle Ucdg, rimarrà anche
quando, nel 1920, essa sarà
affidata alla Chiesa valdese,
senza che tale operazione
modifichi i principi fondamentali del servizio.
Alcuni pastori valdesi, primo fra tutti J.-P. Melile nel
1990, avevano già sostenuto
la necessità di costituire
un’Opera italiana delle diaconesse al fine di affiancare,
e in seguito sostituire, le diaconesse svizzere della Casa
di Saint-Loup, che fin dal
1846 operavano all’ospedale
di Torre Pellice e in altri istituti delle chiese evangeliche
italiane. Ma anche se non fu
la Chiesa valdese a porre in
atto l’iniziativa, la collaborazione con l’Opera delle diaconesse fu strettissima dal
momento che la «Casa delle
diaconesse italiane» sorse
presso l’Ospedale valdese di
Torino. Il pastore Ernesto
Giampiccoli divenne presidente di un comitato esecutivo che contava tra i suoi
membri le signore Elisa
Schalck Courtial e Elisa Meynier che nel 1894 fondarono
il ramo italiano delle Ucdg. '
La signora Berta Turin fu
eletta presidente del Consiglio generale e vi rimase per
vent’anni. L’Opera italiana
delle diaconesse ricalcherà la
struttura e le modalità organizzative della Casa di St.
Loup, alla quale rimarrà legata da forti rapporti di fraternità, ricevendo consiglio,
aiuto e collaborazione. Nell’anno 1902 pervengono le
prime sei domande di ammissione, delle quali soltanto
due giunsero a buon fine.
Questi gli inizi, cento anni
fa, di un’opera la cui ispirazione fondamentale di testimonianza cristiana e di servizio segnerà fortemente
l’azione della diaconia delle
nostre chiese, anche al di là
della cessazione dei suoi
aspetti formali. Il ricordo del
centenario della nascita della Casa delle diaconesse non
vuole dunque semplicemente richiamare alla memoria
vicende passate e concluse,
ma ricondurci alle radici della nostra diaconia evangelica
che hanno determinato la
crescita e l’evoluzione, ancora oggi in atto, di uno degli
aspetti più importanti e impegnativi dell’azione e della
presenza della chiesa evangelica nel nostro paese.
Programma
sabato 30 giugno
ore 14,30: apertura delle attività (banchi, mostra delle
attività svolte dalle diaconesse, palloncini e
altro);
ore 15,30: conferenza sul diaconato femminile; film del
1954 sulle diaconesse; testimonianze delle diaconesse;
ore 16,30: tè offerto.
domenica 1“ luglio
ore 10:
ore 11:
ore 12,30:
ore 15:
ore 16,30:
culto con la comunità di Torre Pellice nel
giardino della Casa, predica il moderatore,
past. Gianni Genre, liturgia a cura degli ospiti
della Casa;
il pastore Alberto Taccia presenta una ricerca
storica sull’operato delle diaconesse, messaggi vari;
pranzo nel giardino della Casa (£. 25.000, non
occorre prenotare);
musica, banchi, giochi, visita alla mostra;
estrazione sottoscrizione a premi.
La sorella
Maria Seed
C’è un passo della Bibbia
che ci ricorda tanto la nostra
Maria, ed è nel libro dei Proverbi 31, 10-30. Maria Secci
Arcidiacono era veramente la
donna di carattere che è decritta in questo testo, era una
vera credente. Lei amava così
tanto il Signore da metterlo
sempre al primo posto. Nei
nostri incontri settimanali ci
parlava spesso delle donne
della Bibbia. Un testo biblico
che abbiamo studiato assieme è rimasto impresso nelle
nostre menti: Luca 10, 38-42
(Marta e Maria). Leggendolo,
lo abbiamo fatto nostro; infatti Maria è stata la Maria del
testo di Luca, devota al Signore tanto da servirlo pienamente con tutto il suo cuore
e con tutta la sua vita. Maria
ha tratto l’insegnamento
dell’ultimo versetto: «Una sola cosa è necessaria. Maria ha
scelto la parte migliore e nessuno gliela porterà via».
POSTA
La scomparsa della nostra
Maria ha segnato tutte noi
profondamente, l’amore che
ci legava a lei va al di là dell’amore cristiano per una sorella. È come se una parte di
noi fosse venuta a mancare,
come dice l’apostolo Paolo ai
Corinzi: «Siamo parte di un
unico corpo... quando una
parte del corpo soffre tutte le
altre soffrono con lei».
Sappiamo che l’amore di
Dio ci aiuta in questi momenti difficili donandoci motivi di
gioia, anche se siamo amareggiate, ma abbiamo la certezza
che il nostro buon Dio sa trarre il bene dal male, trovare la
luce anche nelToscurità. Tutto quello che Maria ha testimoniato in mezzo a noi, tutto
il lavoro svolto da lei nella nostra comunità per il Signore,
deve servirci da esempio; e la
sua morte non deve scoraggiarci ma esortarci a continuare il cammino che lei ha
intrapreso. Certamente non
sarà facile, perché Maria aveva numerosi doni che metteva
a disposizione degli altri, ma
dobbiamo confidare e pregare
Dio perché gli stessi doni di
Maria rinascano in ognuno di
noi, affinché il progetto di Dio
per l’avanzamento del suo
Regno non abbia fine!
Gruppo femminile
Gioia del Colle
M! Felicitazioni
Il candidato al pastorato
Jean-Félix Kamba Nzolo e la
moglie. Elodie Masolo Eloki,
sono lieti di annunciare la
nascita della piccola Vanessa
Kalubi, avvenuta il 22 maggio
scorso a Conegliano Veneto.
Errata corrige
In riferimento all’articolo
che apre pag. 3 del n. 24 del
15 giugno, si specifica che la
Comunità evangelica ecumenica di Albano Laziale è membro effettivo dell’Ucebi e non
è quindi «comunità aderente»
all’Unione stessa, come invece risulta dal sottotitolo.
Passatempo
Soluzione
del cruciverba
del numero scorso
s A C|G e]r 0
o M PU tJe R
s A JJE ■ t T
PARTECIPAZIONI
RINGRAZIAMENTO
I familiari di
Roberto Long (Robi)
riconoscenti, ringraziano parenti,
amici e conoscenti che hanno
partecipato al loro dolore. Un
ringraziamento particolare al
medico curante dott. Rol, ai dotf.
Picco e Garrone dell’Ospedale
valdese di Pomaretto, ai dottori
e infermieri dell’Uoa di Gastroenterologia dell’Ospedale
evangelico di Torino, all’Anpi di
Porosa e valli e di Inverso Pinasca, alla banda musicale e all'Avis di Pomaretto, all'unione
musicale di Inverso Pinasca.
Pomaretto. 22 giugno 2001
RINGRAZIAMENTO
"L’Eterno è il mio pastore,
nulla mi mancherà»
Salmo 23, 1
I familiari della cara
Paolina Mieoi
ved. Marchetti
ringraziano tutti coloro che hanno preso parte al loro dolore.
In particolare ringraziano la
pastora Daniela Di Carlo e la cara Maria che è sempre stata vicina e disponibile.
Penosa Argentina
23 giugno 2001
24
PAG. 12 RIFORMA
VENERDÌ 29 GIUGNO 2(vi,
Si è svolta in Bielorussia l'assemblea della Rete cristiana europea per l'ambiente
Occorre puntare sulle energie rinnovabili
Le chiese dovrebbero appoggiare la prossima conferenza mondiale sul clima, a dieci anni
dalla conferenza di Rio. Il Cec proponga all'Onu di creare l'Agenzia per le energie rinnovabili
SERGIO BROFFERIO
Lf ASSEMBLEA della «Rete
I cristiana europea per 1’
ambiente» (Ecen, European
Christian Environmental Network) si è svolta quest’anno
in Bielorussia dal 26 al 31
maggio. L’Ecen ha sede presso la Conferenza delle chiese
europee (Kek) a Ginevra ed è
stata fondata nel 1998 per
iniziativa di partecipanti alla
seconda Assemblea ecumenica europea di Graz (1997).
Il patriarcato ortodosso della
Bielorussia ha ospitato i partecipanti a Ruabichi, una
amena località di sport invernali nelle vicinanze della capitale, Minsk. 1 partecipanti
provenivano in maggioranza
dall’Europa centro-orientale
con una buona partecipazione tedesca e britannica.
Vicino a Ceraobil
La scelta del luogo è stata
motivata anche dalla necessità di conoscere la realtà del
paese che maggiormente ha
soferto a causa dell’esplosione nel 1986 della centrale nucleare di Cernobil, in Ucraina, nelle immediate vicinanze del confine bielorusso a
circa 300 km da Minsk. È
quindi importante che le
chiese si facciano interpreti
delle gravi situazioni umane
ed economiche del popolo
bielorusso. 11 tema centrale
dell’assemblea è stato l’energia con le sue implicazioni
economiche, ecologiche ed
etiche, infatti con gli attuali
modelli di sviluppo la disponibilità di energia è considerata fondamentale per il miglioramento delle condizioni
di vita economiche e sociali.
I temi all’ordine del giorno
coprivano quindi un ampio
spettro: l’energia, la mobilità,
il cambiamento climatico,
l’ecologia e l’economia, la
biotecnologia nell’agricoltura, l’educazione, il periodo
ecclesiatico di riflessione sulla creazione e infine la gestione ambientale nelle chiese. 1
cinque giorni di incontri si
sono così articolati: le presentazioni scientifiche, ambientali ed economico-politiche, le riflessioni teologiche
sulla creazione, i gruppi di
discussione e alcune visite. 11
metropolita Filarete ha inaugurato l’assemblea con un
Inquinamento da industrie petrolchimiche a Baton Rouge, capitale della Louisiana (Usa)
forte discorso per invitare le
chiese a un maggiore e responsabile coinvolgimento
nei problemi ambientali.
problemi energetici
La prima mezza giornata e
stata dedicata alle fonti di
energia e ai relativi problemi
ambientali. Il teologo Lukas
Vischer ha introdotto il tema
dell’utilizzo sostenibile delle
energie. Le relazioni hanno
messo in evidenza la necessità delle fonti di énergia per
lo sviluppo economico e sociale, i notevoli costi di ricerca, i compromessi a cui devono giungere i pianificatori. Il
controllo ambientale è una
necessità transnazionale,
purtroppo i parametri con
cui si misurano i costi diretti
e indiretti non sono significativi e poco comprensibili dal
comune cittadino, e così la
tendenziosità dei mezzi di
comunicazione di massa.
Il gruppo di lavoro sull’energia ha ricordato che le attuali forme di energia, e forse
anche quelle del prossimo futuro, sono fonte di ingiustizie
fra paesi e nel contesto sociale a causa dei costi di ricerca,
produzione e trasporto. Il
gruppo invita quindi le chiese ad intervenire nei dibattiti
sull’energia per superare il
dilemma fra energia nucleare
e combustibili fossili sostenendo l’introduzione di diverse forme di energie rinnovabili. Le chiese dovrebbero
appoggiare la prossima conferenza sul clima, «Rio+10», a
dieci anni dalla conferenza di
Rio che ha approvato l’Agenda 21; è stato infine suggerito
che il Consiglio ecumenico
delle chiese (Cec) proponga
all’Onu di creare l’Agenzia
per le energie rinnovabili in
quanto già esiste l’Agenzia
per l’energia nucleare.
Per una mobilità
sostenibile
La mobilità delle persone e
delle merci attualmente contribuisce alla qualità della vita, ma può anche danneggiarla con il traffico sempre
più inumano. L’attuale visione dello sviluppo economico
contrasta con una valutazione critica, ma costruttiva, che
vede il limite della mobilità nella sostenibilità ambientale. Le chiese dovrebbero
quindi sostenere stili di vita,
critici verso le false promesse
della mobilità motorizzata, e
i movimenti che propongono
sistemi di trasporto più rispettosi dell’ambiente, soprattutto con esempi nella
propria attività quotidiana,
con momenti educativi e
possibilmente anche liturgi
ci. jÈ stato poi ricordato che
l’Unione europea ha promosso il prossimo Car Free
Day per lunedì 24 settembre;
le chiese dovrebbero sollecitare le loro amministrazioni
locali a sostenerlo.
Vorrei infine ricordare la
relazione sulla teologia della
creazione nella prospettiva
ortodossa: questa vede un
compimento della creazione
che deve però essere preceduto da digiuno e quaresima
come momenti di consapevolezza dei limiti della creatura umana. La presentazione, brillante, ha fatto risuonare voci discordanti: da
parte riformata si è voluto
sottolineare la irriducibile distanza fra l’uomo e Dio mentre da parte cattolica la risposta è stata più sfumata con
considerazioni psicologiche
sul superamento piuttosto
che sulla soluzione degli specifici problemi.
I momenti liturgici hanno
ricordato le parole di Paolo
(Romani 5, 3-4): «Noi ci gloriamo anche nelle afflizioni
sapendo che l’afflizione produce (...) speranza» e il forte
invito di Deuteronomio 30.
15-19: «Vedi, io metto oggi
davanti a te la vita e la morte
(...) scegli dunque la vita, affinché tu viva, tu e la tua discendenza».
La presa di posizione di una ventina di responsabili di chiesa americani
Israele deve porre fine alla politica degli insediamenti
Costernati da quello che
considerano come una rottura «seria» dei negoziati di pace tra Israele e i palestinesi,
una ventina di responsabili
di chiesa degli Usa hanno
chiesto al governo di intervenire affinché Israele cessi di
impiantare colonie nei territori occupati. 1 responsabili,
sette dei quali hanno incontrato il segretario di stato
Powell il 7 giugno, si sono
congratulati per gli sforzi fatti dalla nuova amministrazione Bush per incoraggiare
israeliani e palestinesi sulla
via del negoziato.
No agli insediamenti
Nel sottolineare i rischi che
questo conflitto fa correre al
Medio Oriente, ai rapporti tra
gli Usa e i paesi musulmani, e
«alle relazioni interreligiose a
livello mondiale», i responsabili hanno riaffermato le vedute di diverse loro chiese secondo le quali Israele deve
porre fine all’occupazione
della striscia di Gaza, della Cisgiordania, di Gerusalemme
Est e alla costruzione di insediamenti. «La politica implacabile degli insediamenti praticata da Israele ha fatto molto per infrangere la speranza
e gii sforzi di pace per il negoziato», lamentano i responsabili in una lettera presentata a
Colin Powell, firmata da rappresentanti delle chiese protestanti, ortodosse, cattolica
romana e anglicana. La lettera aggiunge che pressioni diplomatiche considerevoli, e
forse la stessa pressione economica, sono necessarie per
convincere il governo israeliano che la sua politica di colonizzazione costituisce una
«preoccupazione politica
maggiore» per gli Usa.
Pur ribadendo l’importanza di assicurare la sicurezza
di Israele e del suo popolo, i
leader ecclesiastici condannano «i mezzi violenti e distruttori sproporzionati» utilizzati da Israele. Nella loro
lettera, chiedono l’apertura
di un'inchiesta per determinare se Israele utilizzi gli elicotteri da combattimento
contro bersagli civili e, nell’attesa delle sue conclusioni,
chiedono al governo di sospenderne la vendita.
I cristiani palestinesi
Le chiese Usa hanno da
tempo rapporti con le chiese
cristiane e le organizzazioni
ecumeniche del Medio Oriente, Gli autori della lettera pongono l’accento sull’esperienza
dei cristiani della regione e
sulle conclusioni riferite dalle
delegazioni ecumeniche che
si sono recate sul posto. Cristiani del Medio Oriente hanno chiesto ai membri di una
delegazione americana venuta nella regione nel dicembre
scorso di incontrare Colin
Powell e di fare campagna per
la pace: «In questi ultimi anni
- si legge nel documento -,
abbiamo appreso dalla voce
dei nostri partner cristiani palestinesi, ma abbiamo anche
potuto constatarlo noi stessi a
che punto la politica di colonizzazione di Israele, che divide i villaggi gli uni dagli altri,
che confisca sempre più tetre
» Dopo l'esecuzione di Timothy McVeigh
Arm: «No incondizionato»
alla pena di morte
palestinesi e che crea tensioni
con l’istituzione di posti di
controllo, sia nefasta. Da oltre
20 anni, le nostre chiese chiedono al governo Usa di intervenire presso Israele affinché
questo paese smetta di trasferire popolazioni civili nei territori occupati, in violazione
del diritto internazionale e
delle risoluzioni dell’Onu. E
anche se tutte le amministrazioni americane si sono
espresse contro la costruzione
di insediamenti, esse non
hanno potuto che constatare
il moltiplicarsi e l’espandersi
degli insediamenti praticati
da Israele, a scapito di qualsivoglia ammonimento».
I firmatari condannano anche «le azioni e i discorsi violenti dei palestinesi», esortandoli ad «abbandonare la
violenza per porre fine all’occupazione», anche se dichiarano di comprendere «la loro
rabbia, frutto di tanti anni di
occupazione, di sconvolgimenti, e il loro sentimento di
essere stati traditi dal processo di pace». (eni)
Numerose chiese cristiane
ed associazioni umanitarie
hanno ribadito in questi giorni la loro opposizione alla pena capitale: l’esecuzione di
Timothy McVeigh, l’il giugno scorso nella prigione federale di Terre Haute (Indiana, Usa), ha riaperto ancora
una volta negli Stati Uniti e
non solo un’accesa discussione sulla pena di morte. Nel
1995 McVeigh si è reso responsabile di un gravissimo
attentato a Oklahoma City
che ha causato la morte di 168
persone, fra cui 19 bambini.
Una decisa voce di condanna nei cpnfronti del «crimine di stato» si è levata da
parte dell’Alleanza riformata
mondiale (Arm), cbe ha ribadito la propria incondizionata opposizione alla pena capitale: «Non ha senso - spiega un comunicato dell’Arm uccidere una persona che a
sua volta ha ucciso, per di
mostrare che uccidere è m,
crimine: c’è una contraddi'
zione fra ciò che diciamo i
ciò che facciamo: la pena d
morte imita deliberatamente
ciò che cerca di condannate
e non offre risposte costrutti,
ve alla violenza».
L’Arm si richiama inoltre?
ad una risoluzione approvate
nell’89 a Seoul, con cuile
chiese riformate chiedevano
l’abolizione della pena di'
rriorte in tutti i paesi dei
mondo. «La nostra convinzione - affermava il documento - è fondata sulla nostra comprensione teologice
della giustizia di Dio, che;
chiede che venga riconosciu-Ì
ta dignità e valore intrinseco:
di ogni vita umana». Anchela'
Chiesa presbiteriana Usa
riunita recentemente peri¡
sua 213 Assemblea generales
Louisville (Kentucky), ha ribadito la propria opposizione,
alla pena capitale. (ng]ij'
Verso la conferenza Gnu sul razzismo
Porre all'ordine del giorno
la questione dei Dalit
Le chiese di tutto il mondo
dovrebbero fare pressioni sui
rispettivi governi affinché essi
si impegnino a porre la discriminazione contro i Dalit in
India all’ordine del giorno
della Conferenza mondiale
contro il razzismo che si terrà
dal 31 agosto al 7 settembre. È
quanto ha dichiarato un
membro del personale del
Consiglio ecumenico delle
chiese (Cec): «La discriminazione nei confronti deila comunità Dalit in India è avvilente. 1 Dalit non sono neanche trattati come esseri umani», ha dichiarato Marilia
Schüller, membro del gruppi
di lotta contro il razzismo.
Anche la Federazione luterana mondiale (Firn) sta facendo campagna perché la discriminazione, basata sull’attività lavorativa e sulla nascita,
venga posta all’ordine del
giorno della conferenza. Per
un membro del personale
della Firn, è sorprendente che
la comunità internazionale
non abbia ancora dedicato un
interesse sufficiente a questa
forma di discriminazione.
La Conferenza mondiale
contro il razzismo, la discriminazione razziale, la xenofobia e l’intolleranza, avrà luogo
a Durban (Sud Africa). L’Onu
ritiene che questo avvenimento costituisca una possibilità di promuovere «l’uguaglianza, la giustizia e la dignità» nel mondo. «Questa
conferenza mondiale potrebbe essere uno degli incontri
più importanti di questo inizio di secolo», ha dichiarato la
segretaria della Conferenza,
Mary Robinson, Alto commissario ai diritti umani. Ora, ha
rilevato la Schüller, uno degli
esempi più flagranti di razzismo nel mondo, non figura
neanche all’ordine del giorno.
La Rete internazionale di solidarietà con i Dalit (International Dalit Solidarity Network),
che ha l’appoggio del Cec e
della Firn, ha detto, «ha fatto
campagna contattando l’Onu
a diversi livelli ma il governo
indiano blocca ogni sforzo in
questo senso».
Peter Prove, giurista australiano e assistente del segretario generale della Firn
per gli affari internazionali e
per la difesa dei diritti della
persona, trova «strano» che il
governo indiano, chè ha riconosciuto il problema a livello
nazionale e vieta la discriminazione sulla base della «intoccabilità», si opponga oggi
agli sforzi miranti a sollevate;
la questione a livello internazionale. Infatti, l’India ritiene;
che non è necessario portare
il problema a livello intemazionale, dato che ciòè^à
stato fatto a livello nazionale,
La Firn, ha proseguito Ptoha deciso di affrontate i
ve
problema in una prospettiva^,
più ampia e di non mitater
L'6
India in particolare: «Parliamo di discriminazione sullat-'
base della nascita e deiratti-i
vità lavorativa. Questo riguat-l
da i Dalit, ma tale discrimina-f
zione non è limitata all’lndiij
0 all’Asia del Sud». Peter Pro-j
ve ha poi menzionato loSiif
Lanka, il Nepal, il Pakistan,!,
Giappone e paesi africani co-:
me il Senegai, paesi che prati
cano forme di discrimtoie
ne basate sulla nascita o fatti
vità lavorativa. In Asia dei
Sud, 250 milioni di personi
sono vittime di discrimini
ne. Il trattamento dei Dalit ni
è un «esempio lampante», ni
detto, perché sono «nati»
una casta la cui sorte è dilj
votare come raccoglitonH
immondizie, il che vuol din
raccogliere con le mani esci
menti umani, lavorare U
tallo, lavare la bianchena,
cuparsi dei cadaveri, conip
se le carcasse di animali»- ■
Prove ha fatto notare c
la discriminazione basa
sull’attività lavorativa e la
scita «non è una nuova ,
ma di discrimin^ione,®
una discriminazione che ■>
è stata affrontata dalla^
munità internazionale-‘
è razzismo di per sé, ,
fondata sulla nascita»- ,
resto è menziotiata n .
Convenzioni
guardanti i diritti d®* L :
sona. «Questo caso n
merita ma esige l^g*^
della Conferenza di Dum
ha sottolineato Prove.
La Schüller esorta le cn ^
di tutto il mondo a int^ij^
re presso i governi
problema venga (-„„fé
dine del giorno de la C e
aine utri bluin'-. —
renza. «Questa quesuj^^^
lunati. ^ cfO
ve essere trattata dai g
Se un numero suff|Ci
in
dde cLe questa discj;
zione costituisce^^^^^pj.
allora le cose poL- ,
gredire. Ma alme
verno deve iniziare»
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di
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ste
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far
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de
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SCI