1
Asno IX - N. 19.
II SERIE
15 Ottobre 18fiO.
LA BUONA NOVELLA
GIORNALE DELLA EVANGELIZZAZIONE ITALIANA
-vwVX^XAAa/^
Seguendo la verità nella carità. — £fbs. TI. 15.
PREZZO DI ASSOCIAZIONE J LE ASSOCIAZIONI SI RICEVONO
Per lo Stato [franco a destinazione] .... £. 3 00 ' In Torino all’Uffiiio del Giornale, via del Principe
Per la Svisaera e Francia, id........... „ 4 25 " Tommaso dietro il Tempio Yaldes«.
Per l’Inghilterra, id................... „ 5 50 ^ Nelle Provincib per mezzo di franco-bolli po
Per la Germania id................... „ 5 50 > stali, che dovranno essere inviati franco al Di
Non si ricevono associazioni per meno di un anno. rettore della Buona. Novellìl.
Airestcro, a’ seguenti indirizzi : Parigi, dalla libreria C. Meyrueis, rue Rivoli ;
Ginevra, dal signor E. Beroud libraio ; Inghilterra per mezzo dì franco-bolli
inglesi spediti franco al Direttore della Buona Novella.
SOMMARIO
fiiografia crùtiana: Il Padre Chiniquy^ I. — Varietà: Brani del giornale di un Colportore biblico, ICorrispondenza fiorentina, V. — Notizie religiose : Napoli, Roma, Oriente. — Annunzi.
BIOGRAFIA CR1ST1A\A
Ih PADBE CHINIQUY *
I
“ Io nacqui nella Chiesa Romana, la quale mi educò al Sacerdozio
e nel 1833 mi ordinò prete. Essa, e ben lo posso dire, non ebbe per
molti anni un servo più sincero e più zelante di me; e ciò sino a quel
felice istante in cui Iddio, nella sua misericordia, si degnò aprirmi lo
spirito ed il cuore, facendo brillare agli occhi miei la luce divina del
suo Vangelo. Non è mia intenzione il parlar ora contro que’fratelli
e quegli amici, che vivono tuttora nella Chiesa da me abbandonata:
ben lungi daU’odiarli, io darei mille volte la vita onde strapparli alle
tenebre in cui trovansi immersi, giacché per convertirli dobbiamo
astenerci dall’insultarli, anzi ci è d’uopo usare un altro mezzo insegnatoci da Gesù, che è dir la carità.
(•) In una raunanza avuta testé in Ginevra, il celebre ex-prete americano, ora
pastore evangelico, fece della propria conversione il seguente racconto che traduciamo dalla Semaine Religieu»e. Red.
2
“ Ordinato sacerdote, predicai nel Canada, dove nacqui, ed Iddio
Lenedì talmente la mia parola, che un popolo innumerevole mi circondava sempre onde ascoltarmi; anzi, per ben 15 anni, da ogni parte,
i vescovi ed i parrochi mi chiamavano alle loro chiese, dove era ricevuto con distintissimi onori: si veniva per ogni dove ad incontrarmi
quasi fossi un gran dignitario: le borgate e le città moveano alla
mia volta con bande musicali di mezzo al fragor dei canoni, a bandiere spiegate, con cavalcate e processioni. A quando a quando io
sentiva in me, è vero, un’interna inquietudine, giacche leggendo il
Vangelo chiedea involontariamente a me stesso se non eravi su molti
punti qualche contraddizione tra la dottrina di Cristo e quella di
Roma; ma avvezzo a credere come verità tutto ciò che insegnava la
Santa Chiesa, respingea da me tali pensieri quasi fossero altrettante
suggestioni di Satana, e facea di tutto onde convertire le anime, illuminandole alla mia maniera. Ora però comprendo perchè Dio abbia
permesse tutte le accoglienze favorevoli che mi venivano fatte, cioè
perchè voleva anzitutto guadagnarmi i cuori onde disporli a ricevere
la verità da quella bocca istessa che avea loro insegnato l’errore.
“ I vescovi degli Stati-Uniti avendomi invitato a predicare nelle loro
diocesi, ci trovai circa 150 mila abitanti del Canada in pericolo continuo di cadere nei lacci dei protestanti, cioè in una deplorabile eresìa.
Allora dissi a me stesso- Ci sono nell’ovest degli Stati-Uniti dei
paesi immensi non ancora occupati; ebbene, ne approffitterò per
condurre colà i fratelli miei, e costituirvi lungi da ogni pericolo un
popolo che abbia a crescere nella fede cattolica, e divenga forte nel
suo attaccamento alla Chiesa. Quindi nel 1851 partii per l’Illinese,
e vi scelsi un bel paese al quale invitai i miei compatriotti: nè questi
tardarono ad accettare l’invito, giacché in meno di tre anni ne potei
unire 12 mila, fermi nella risoluzione di vivere e di morire nella fede
romana.
“ Pria ch’io proceda più oltre, m’è d’uopo ricordare una circostanza
anteriore a questo avvenimento, *la quale esercitò grandissima influenza sulla vita mia; Quando io era fanciulletto, mio padre che era
notajo aveva fissato il suo domicilio in una parte del Canada, dove
non ci avevano scuole, quindi mia madre fu la mia prima maestra.
Essa mi faceva leggere la Bibbia, cui leggea anche il padre mio; ed
era per me di grande soddisfazione l’impararne ogni giorno alcuni
versetti a memoria, sopratutto delle parobole del Salvatore. Un giorno
(aveva otto anni) mentre alcuni vicini erano venuti a visitarci, andai
a prendere il Libro, e come di solito, ne lessi alcuni versetti ; ma
3
questi vicini da buoni cattolici rimasero scandalezzati per tale lettura,
sel)l:)ene fatta sulla versione di Sacy; quindi si diedero premura di
andarsene a confessare onde alleggerirsene la coscienza, ed all’indomani il parroco si recò a noi. Il parroco! quanto è grande la sua influenza là dove è riconosciuta la sua autorità! quale terrore non può
egli ispirare ! E ciò è facile a comprendersi, giacché egli, come prete,
può con una sola parola creare un Dio ogni volta ch’ei lo vuole, ed
il suo potere è superiore ad ogni cosa, e guai a chi ardisce fargli
resistenza !
“ Veggendo entrare il parroco, fui colpito da tale un tremore che
corsi a nascondermi, ma in modo però da poter veder tutto, e tutto
ascoltare; e dovetti fremere alla prima interrogazione ch’ei fece al
padre mio, pensando ch’ei volea forse forzarlo a consegnargli ciò ch’io
tanto desiderava conservare.
“ — Non avete voi una Bibbia? — Sì. — La leggete voi? — Sì.—
E non sapete che ciò vi è proibito dal santo Concilio di Trento ? —
Non ci ho trovato giammai cosa alcuna di male. — La proibizione
è positiva: datemela dunque, onde la gitti alle fiamme: è un libro
che voi non potete comprendere, e che vi è certamente nocevole.
“ A queste parole mio padre si alza vivamente agitato; percorre la
camera in silenzio, e dopo alcuni momenti di riflessione, si ferma
dinaazi al prete, e gli dice: — “ Signore, se non avete altra cosa a
dirmi, eccovi la porta per la quale entraste, uscite !
“ Il prete infatti partì, ma agitatissimo; ed io uscii subito dal mio
na.scondiglio per gittarmi fra le braccia di mio padre, ed abbracciandolo versai lagrime di gioja.
“ La Bibbia rimase dunque nella nostra casa, malgrado la proibizione della Chiesa. Tuttavia bisogna essere giusti; questa proibizione non é rigorosamente assoluta. Nei paesi protestanti, no’ quali
non s’impedisce la circolazione di questo sacro volume ; si concede
più o meno la facoltà di farne la lettura, o tutt’al più si chiudono
gli occhi su tale riguardo; per cui se si dice ad un cattolico romano:
“ la vostra Chiesa proibisce di leggere la Sacra Scrittura, ” egli ris])onde arditamente che ciò è falso. Ma recatevi a Roma, andate
dappertutto dove Roma stende il suo dominio, e vedrete quante poche
Bibbie ci siano, e come non si possa leggere il libro santo, e neppure
spanderlo nelle famiglie senza il pericolo di essere gittati in una
segreta, e senza incorrere alcuna condanna spirituale ? D’altronde
quando anche è concessa la facoltà di leggerlo, vi si aggiugne sempre
la condizione di non permettersi d’interpretarla come si vuole, e di
4
non darvi giammai altro significato fuorché quello sancito dalla
Chiesa. Ed in tal caso a che vale il leggere la Bibbia ? Ed anche
leggendola, si avrà sempre un sentimento di timore, ma giammai
quello deiramore. Ecco per esempio un figlio che dice al padre; Ho
sentito che nel mondo ci sono molte cose a vedersi -, permettetemi
dunque di viaggiare, onde istruirmi. Il padre rifiuta; ma poscia,
dietro molte sollecitazioni, finisce col rispondere; Ebbene, te lo permetto, ma a patto che tu chiuda gli occhi e le orecchie, e che tu sia
accompagnato da un amico, il quale tutto osserverà in tua vece, tutto
ascolterà per te, onde al tuo ritorno raccontarti ciò che tu stesso
dovevi aver visto ed inteso. Parimenti il cattolico deve viaggiare
attraverso la Bibbia senza veder nulla, senza ascoltar nulla, dovendosi
tenere a quanto gliene dirà il prete.
“ Poco dopo il suddetto avvenimento ebbi la disgrazia di perdere il
padre, e venni collocato in un collegio, quindi dovetti per necessità
separarmi dalla mia cara Bibbia; ma ne provai un vivissimo dolore,
che mi durò a lungo anche nel Seminario. Se non che più tardi, ordinato sacerdote, ritornai a leggere la Sacra Scrittura, portandola
cou me, e divulgandola sovente nelle mie corse; e sebbene i miei
c-olleghi non mi approvassero tal cosa, pure non ardivano farmene
apertamente opposizione ; soltanto m’awidi che, essendomi una volta
allontanato, la maggior parte di essi non mancò subito di frugare
ne’ miei libri, di togliere le copie della Bibbia che ci avea lasciato,
e di abbrucciarle.
“ Quanto più studiava il Vangelo, tanto più mi sentiva inquieto e
pieno di angoscie; una voce interna mi andava dicendo: non comprendi che tu segui i comandamenti dell’uomo invece di obbedire
alla legge di Dio?...... Spesso mi gittava a ginocchio, piangea a
dirotte lagrime, e mi percuoteva il petto dicendo con tremore: oh
mio Dio, toglietemi questi pensieri di Satana, il quale mi parla contro
la mia Chiesa !
“ Un giorno, or sono cinque anni, il vescovo degi’Illinesi commise
contro la mia parrocchia di Sant’Anna un atto di manifesta iniquità, e noi dovemmo alzar la voce per reclamare, e inseguito per
protestare con energìa: ma il risultato di questa lotta fu la scomunica lanciata contro di noi. Tuttavia questa misura non potè né
atterrirci nè iscoraggiarci: la nostra coscienza e la Bibbia ci dicea
essere noi nel nostro diritto, quindi pensavamo che il Signore non
avrebbe certo confermata quella scomunica. Fummo accusati, e nou
rispondemmo: per un anno i giornali furono pieni di lettere d’attacco
5
e di difesa: mandai questi documenti al Santo Padre, giacché non
l>ensava a separarmi da Roma, sebbene mi appoggiassi sempre alla
Bibbia. Ivon so che sia avvenuto di tali documenti ; però il vescovo
che si era gravemente compromesso fu allontanato: un altro lo surrogò, ma la mia posizione non venne cangiata, ed io continuai ji
compiere i miei doveri nella mia parrocchia come se nulla fosso
avvenuto.
“ Sei mesi dopo il Vicario Grenerale m’incontrò e mi disse: Perchè
non fate voi la pace? — Perchè ho perduto ogni fiducia nei vescovi. — Siete dunque protestante? — Noi so; ma se gli è da protestante il respingere l’ingiustizia, lo sono. — Questo stato non può
continuare: scrivete al vescovo facendogli un atto di sommissione.—
Temo non gli torni accetta la mia sommissione nei termini che mi
suggerisce la mia coscienza. — Provatevi, giacché egli desidera chc
tutto ciò finisca.
“ Mi decisi dunque a scrivere così: “Monsignore,noi siamo stanchi
“ di guerra, e desideriamo sottometterci alla vostra autorità a norma
“ delle leggi di Dio e della Santa Chiesa. ” Io credevo che questa dichiarazione non sarebbe stata accettata, ma a quella vece il vescovo
m’invita di audare a lui, mi riceve stringendomi al cuore, e mi dice
con una commozione che gli trasparìa dalla voce: Noi avevamo
paura che voi abbandonaste la Chiesa. — La riconciliazione fu proclamata, e celebrossi nella mia parrocchia una gran festa dimezzo al
fragore dei cannoni. Io era contento d’aver ottenuta la pace cogli
uomini dopo aver sostenuto una lotta sì lunga; ma il Signore, che
avea gittate su di me uno sguardo di misericordia, non volea che
questa pace iniqua fosse mantenuta; e di ciò dovea convincermene
il vescovo stesso.
“ Poco tempo dopo egli mi scrive di andare a lui portandogli la
lettera che togliea la scomunica ; ci vado senza dubitar di cosa alcuna, ma oh Dio! quale cangiamento! Egli mi riceve con freddezza,
mi chiede con autorità la lettera, e la gitta al fuoco in mia presenza. Sorpreso e addolorato io grido: Perchè mi strappate voi di
tal guisa un documento che mi appartiene? — Io sono il superior
vostro, e voi non potete chiedermene conto. — Havvi però sopra di
voi un Dio, il quale diede a me pure dei diritti, e però protesto contro r infamia della vostra condotta. — Voi mi avete ingannato,
giacché mi tendeste un laccio quando mi mandaste un atto di sommissione che non lo era punto; e infatti che significano le parole da
voi usate nella vostra dichiarazione: a norma delle leggi di Dio? —
6
Siguiiicano ch’io sono ben fermo nel proponimento di non fare cosa
alcuna contraria alla volontà di Dio, a quella volontà che sta espressa
nella sua Parola. — Il vostro dovere è di sottomettervi senza condizione.
In quell’istante quella voce interna, che m’avea già sì soventi parlato, mi si fece intendere con più di forza che giammai noi facesse:
allora compresi nou esser questa una suggestione di Satana, dacché
la i^ia Chiesa istessa mi dichiarava colla bocca d’uno de’ suoi vescovi,
essere necessario lo scegliere fra essa e la legge di Dio, cioè che eraci
opposizione fra l’una e l’altra. Quindi non esitai nel partito a prendere, e risposi con indegnazione: Voi mi chiedete un atto di adorazione, ma, non havvi che un Dio al quale io possa promettere di
obbedire senza condizioni. — Ebbene, la Chiesa vi rigetta, e voi non
potete piii esser prete. — La mia scelta è fatta; ne sia benedetto
Iddio per tutta l’eternità!
“ Rientrato frettolosamente nella stanza del mio albergo, mi gitto
a ginocchio, e solo, dinnanzi a Dio, io misuro tutta l’estensione dell’avenimento allor compiuto: vedo che per ascoltare la coscienza
avea dovuto spezzare i legami che mi univano a quella Cliiesa ch’io
avea tanto amata, e che mi bisognava spezzare altresì i legami che
mi attaccavano alla famiglia, ed alla parrocchia: vedo che si trattava d’incominciare una guerra con Roma, guerra terribile nella
quale sarebber usate contro di me ogni sorta di armi ! In quell’istante
la croce mi parve troppo pesante, ne piansi, e tremando, gridai:
Dove andrò, o mio Dio?... Che sarà mai di me?... Gesù, mio Salvatore, dovrò io tutto abbandonare per seguirti?...
“ In sì triste sentimento di abbandono, mi sovvenni di avere il
Nuovo Testamento: lo prendo, l’apro cou mano convulsiva, e leggo
queste parole: “ Voi siete stati ricomperati con p^'ezzo, non divenite servi degli uomini. ” (I Cor. vn, 23) Quale parola! Voi siete
stati ricomperati! L’opera della mia salute é compiuta!... Fui talmente colpito da questa dichiarazione, che lasciai cadere il libro:
pareami d’essere cinto da una luce sfolgorante, e di contemplare il
Salvatore sulla croce, là sulla vetta del Calvario: sentiva che Egli era
morto per me, che il suo sangue avea pagato il debito de’ miei peccati, che ormai era tutto suo, e che uomo alcuno non potea frapporsi
fra me e il cielo. Poscia mi sentii come colpito da una spada che mi
trapassò il cuore, e una voce pareami risuonasse al mio orecchio
questo rimprovero: “ Tu non mi amasti, giacché ti sei allontanato
da me per farti schiavo degli uomini, e predicasti Terrore e la men-
7
zogna! ” Allora mi sembrò udir le grida di migliaja e migliaja di
persone, le quale mi diceano: “ Infelice, tu ci hai ingannati 1 tu ci
distogliesti dal Signore ! ” I miei peccati mi si accumularono sul
cuore come una montagna, ed io mi dibattea sotto il peso di tale
oppressione; tuttavia gridai di nuovo a Cristo: “ Vuoi tu dunque
perdermi ? Oh vieni, deh ! vieni in mio ajuto ! Che mi conviene
egli di fare, per essere salvato ?” E mi parve che il Signore
chiamassemi con amore, e mi dicesse: “ Figlio, mio caro figlio, tu
ch’io ho redento, dammi il cuor tuo! Prendi il mio Vangelo, ed esci
di Roma!... La Chiesa mia, la mia vera Chiesa è composta di tutti
quelli che credono in me, e mi amano... ”
“ Allora una gioja indefinibile penetrommi nel cuore, e mi sentii
perfettamente felice. Presi il Vangelo, promisi di seguirlo, e tosto
mi accorsi d’essermi liberato da ogni timore, e d’aver acquistata una
forza al tutto nuova, per la quale mi conobbi pronto a soffrir ogni
cosa per Gesù, anziché attenermi nuovamente ai comandi degli
uomini.
(Sarà continuato)
%ARIETA
BRANI DEI, GIORNAI.E DI UN COLPORTORE BIBLICO (*)
I
.....Martedì “ Oggi girando nei dintorni di Milano, ho venduto due Bibbie,
due Nuovi Testamenti ed alcuni Trattati ; oltre di che mi fu porta l’occasione di rispondere ad alcune domande che, in una bottega, mi vennero
fatto, intorno allo scopo della propagazione biblica in Italia. Alcuni dicevano tale scopo essere quello di muover guerra al papato. Io risposi che ud
un fine assai più elevato e santo miravano quei cristiani che eransi posti a
capo di quest’opera : Essendo la Bibbia, parola di Dio e quindi nutrimento
indispensabile aH’anima di ogni uomo; ognuno a qualunque nazione appartenga, avendo per primo bisogno quello di conoscere le vie della salvazione,
e sapendo questi cristiani, per propria esperienza, quanta paco si goda nella
(*) Non cerchi il lettore in queste pagine scritte da un’uomo senza lettere se non
la consolante testimonianza che l’Evangelo non si diffonde in vano in seno alle
nostre popolazioni, ed ai nostri rendimenti di grazia a Dio unisca ancora i suoi per
cosi felice risultato.
8
comunione di Gesù Cristo, era cosa troppo naturale che bramassero con tutto
il cuore fare altri ancora partecipi di quel medesimo vantaggio. Ne trovai
molti che mi dissero di aver di già comperato la Bibbia da altri colportori,
ed io li esortai a leggerla attentamente, con preghiera; passando quindi
a quel desiderio così generale, in questi giorni, di nazionalità, d'indipen-'
denza, e di prosperità della patria, dissi loro che questi beni non si godranno realmente che quando l’Evangelo si sarà abbondantemente diifuso
in mezio a noi, e che gran parte dei nostri connazionali, se non tutti, cam- mineranno alla sua luce, poiché sta scritto nel libro di Dio ; che la giustizia
innalza la nazione, ma che il peccato è il vituperio dei popoli; ed addussi
loro, in proposito, l’esempio dell’Inghilterra, ove si gode la miglior libertà,
per essere più scevra d’inganni religiosi, e molto radicato nella coscienza
delle masse l’Evangelo... Fermatomi per alcuni momenti sui bastioni, e
leggendo io la mia Bibbia, non tardai ad essere circondato da buon numero
di quei rivenditori di rinfreschi e di confetti che colà abbondano. Ben
presto vennero in campo tra questa gente le attuali condizioni d’Italia ;
Tornerà a vincere l’Austria e con essa il Papa, o riescirà nella sua generosa
impresa il nostro Vittorio? Io afferrai quest’occasione per esporre loro come
uno dei più grandi pericoli che minacci l’Italia prowenga dal non esservi
conosciuta e praticata la Parola di Dio. Da qualche tempo essa vi si diffonde, e beati coloro che affammati ed assetati di santità e di giustizia si
accosteranno a quella fonte; e in tal guisa proseguendo feci loro, coll’Evangelo alla mano, una lunga esortazione che consisteva nel dar loro a conoscere
Gesù Cristo come l’unico salvatore, premunendoli contro la falsità di tante
dottrine state a loro insegnate dagli uomini, ma che nella Parola di Dio
non hanno nemmeno l’ombra di fondamento. Tutti rimasero soddisfatti
del mio dire. Uno fece acquisto di un Nuovo Testamento; un’altro mi disse
che già lo possedeva; un terzo comperò il Bitratto di Maria, un’altro ancora la Dottrina Cristiana, quindi li lasciai dicendo loro di guardare al
Signore che, se lo cercheranno con sincerità dì cuore, saprà guidarli nelle
vie del vero. ”
Mercoledì. “ Oggi pure girai in uno dei sobborghi, ove ho venduto quilche
libro, quindi ritornando in città e passando sur una piazza ove trovavasi
molta gente adunata, io mi posi ad esibir loro delle Bibbie, quando ecco
uscire d’in mezzo alla folla un contadino dell’età di quarant’anni incirca,
che venne dritto a me porgendomi la mano e stringendo la mia con vera
allegrezza, quantunque io non l’avessi mai veduto. Egli mi disse che veniva
dal di là di Voghera; che tre anni fa, da un colportore biblico che passava
da quelle parti, egli avea comprato la Bibbia, con alcuni libri; che gli era
bastata quella lettura per conoscere il Salvatore Gesù Cristo; che d'allora
in poi egli avea trovato sempre maggior diletto in essa, e si era tenuto
affatto in disparte da qualunque siasi devozione romana. Soggiunse che
9
era da tutti conosciuto per tale nel paese, non avendo egli mai celata la sua
couvinzione, anzi avendo reso testimonianza al cospetto di tutti alla verità
che gli era stata rivelata, la qual cosa gli avea tirato addosso una guerra tremenda per parte del parroco, guerra che però non Io smuoveva punto dalle
sue convinzioni, anzi gliele rendeva ognor più care e preziose. Egli volle
tutto quel giorno rimanere con me; ed io dai suoi ragionamenti conobbi
aver quest’uomo una piena conoscenza deU’Evangelo, essendo entrato in
tutti i particolari della dottrina, con tale chiarezza accompagnata da espansione tale di cuore da farsi conoscere un vero credente, capace di evangelizzare ancora agli altri. Venne albergare nella stessa locanda in cui io mi
trovo, e così abbiamo passata buona parte della notte a meditare la*Parola
di Dio e pregare assieme. Comperò inoltre una Bibbia, un Nuovo Testamento, due Preghiere di famiglia e sei altri opuscoli, per regalarli a persone del suo paese che ne hanno manifestato il desiderio, ed ora, mentre
scrivo, egli trovasi in letto, felice come mi disse, di avere, per la prima
volta, potuto pregare e meditare la Santa Parola, con un fratello di
elezione.........”
Sabbato. Oggi mi fermai ancora a *** avendo ieri visitato piuttosto le
case dei signori e veggendo che erano quasi tutti provveduti, salvo quelli
che mi risposero non volerne sapere della Bibbia, spesi questo giorno ad
entrare nelle case della gente del popolo e dei piccoli bottegai. A prima
vista non volevano comperare ; ma quando io ebbi loro fatto intendere che
la Bibbia era il più necessario dei libri, essendo la Parola stessa di Dio, il
vero Vangelo di Gresù Cristo, cominciarono a discorrere meco, e poco a
poco si decidevano a comperare, talché ho venduto oggi qui sei Nuovi
Testamenti, una Bibbia e 12 Trattati, ed in cinque case ebbi molto da
parlare della nostra salvezza in Cristo Gesù, e parecchie persone, uomiui e
donne ascoltavano volentieri le cose che a loro dicevo conformemente alla
Parola di Dio. ”
CORRISPONDENZA FIORENTINA
Firenze ottobre 18G0,
Caro fratello.
Ha veramente ragione quel sig. G. G. P. il quale nei due passati numeri
della Buona Novella, analizzando brevemente l’opera di Schæffer — Essai
sttr l’avenir de la tolérance — dice che sarebbe opportuno ed utile quanto
mai diffondere fra noi le opere stupende di Vinet sulla libertà di coscienza
10
e di culto. Credo io pure che libro migliore, e, come dicono, più della circostanza sarebbe difficile trovarlo.
E ne vorrei vedere promossa la diffusione, ma con certe condizioni. Permettetemi, caro fratello, ch’io vi apra in questo l’intendimento mio; quanto
sia rilevante questo toma, e quanto strettamente connesso collo scopo del
giornale e con quello della mia corrispondenza, non è chi non vegga.
La prima condizione dunque sarebbe che le opere di Vinet fossero date
all'Italia, o per dir meglio al popolo italiano, non già tradotte quali esse
sono, ma per via d'un giudizioso transunto, ed una debita scelta.
2°; Che si adattassero per quanto possibile fosse, all’intelligenza, ed
al gusti) del popolo : ü quale solo, e non già la classe colta, ha bisogno di
essere illuminato e convinto. Che se, anche l’uomo istruito, anche il letterato ci potesse apprendere qualche cosa, tanto meglio 1 E credo che si
degnerebbe di leggere l’umile pamphlet quando l’autore, scrivendo per il
popolo, avesse in mente il proverbio ; « Date bere al prete, chè il cherico
ha sete » ; o meglio: « A te nuora dico, e tu suocera intendi ».
3°: Che non si rifuggisse per soverchio scrupolo dal mostrare destramente, come l'intolleranza religiosa coUégasi con quella causa, la quale,
almeno da novantanove in cento fra noi italiani, è oramai abborrita; la causa
vo’ du-e de’ tiranni e dei preti.
4° : Che si badasse con grandissima accuratezza alla lingua.
Io vorrei in somma le idee del Vinet, esposte colla logica e colla fina
ironìa di Paolo Luigi Courier, e coll’apparente leggerezza di Edmondo
About, nella lingua schietta e pulita del popolo toscano: un volumetto, o
meglio una serie di opuscoli, acquistabili facilmente ed a buon mercato.
Nè giova il dire: La gente in Italia pensa ora alla politica; gli altri argomenti, e segnatamente la religione non interessano punto: il libro non
avrebbe spaccio. — In primo luogo non è poi tanto vero che la politica fra
noi assorba tutto : vi sono, ora pure, qui nella stessa Firenze alcuni che si
danno gran pensiero della questione religiosa; e sebbene gli effetti non corrispondano ai tentativi, alle spevanze, e tanto meno a certe fervide immaginazioni ultramarine, pure il movimento c’è; e, segno certo della sua
esistenza, e della sua importanza, i preti se ne cominciano a risentire, e
dolere sul serio.
In secondo luogo, noi non dobbiamo restringere i provvedimenti nostri al
momento presente ; anzi, direi quasi ch’esso è quello a cui meno dobbiamo
badare. Appena sarà terminata, in un modo o nell’altro, la questione politica,
sorgerà in Italia senza dubbio la religiosa; il popolo che già comincia a
svegliarsi, chiederà nutrimento adatto, e guai a noi se non avremo da somministrargliene ! La superstizione o l’empietà son pronte sempre ad impossessarsi degli animi ; come in politica, mancando il regime costitazionale.
11
son pronti a sorgere il dispotismo o l’anarcliia. È duopo adunque preparare,
senza perder tempo, opuscoli e libri.
Adatti però, come sopra dicevo, aU’intelligenza ed al gusto del popolo.
Questa è la qualità più rilevante. Bisogna persuadersene; in fatto di morale
0 di religione, nulla si può dire di nuovo ; tutto è già stato detto o accennato
le mille volte, ed a noi resta solo ripetere e far penetrare ovunque le più
utili verità. Al qual fine la forma e la lingua son tutto. Quanto alla forma,
io mi permetto di riportare, senza discostarmi un jota dall’argomento, udo
squarcio d’un opuscolo popolare, chc ebbe non ha guari favorevolissimo incontro in Toscana :
« 0 voi tutti, abitatori dell’Europa, anzi del mondo, di qualunque religione
voi siate, di qualunque paese, di qualunque colore, purché vi riconosciate
creature ragionevoli, e tutti figli del medesimo Padre, credete voi che siamo
stati messi da Dio su questa terra per litigare e picchiarci, o per campare
da buoni vicini, e volersi un po’ di bene, questi quattro giorni che stiamo
qui ? — Si racconta che un brav’uomo, dopo avere in un giorno afoso di
estate scacciato, e cercato invano di acchiappare una mosca importuna, che
gli si posava ora sul naso, ora sulla fronte, ora sulle gote, finalmente, avutala fra le mani, invece di schiacciarle il capp, la prese gentilmente per
un’ala; e messa la mano fuor di finestra, le diede la via, dicendo: Va’, povera bestia; il mondo è tanto grande che ci possiamo star tutte due senza
darci noia. — Vorremo noi avere uno per l’altro, noi uomini, una umanità
inferiore a quella che il letterato sentì per una mosca? —
« Dice ; La nostra santa Religione cattolica apostolica romana è la sola
vera; e anche la più numerosa; dugento milioni, niente meno! Sia questa
dunque l’unica religione del mondo; e chi non ci vuol credere, compelle intrare, vo’ dire, sforzarlo ad entrarci. Si fa pel bene deU’anima sua! Quando
poi saranno in Paradiso, ci ringcazieranno chi sa quanto I
« Adagio un po’, rispondo. Quanto aOa verità, siamo d'accordo : fra voi e
me non ci può esser dubbio. Sul numero di 200 milioni però (i quali, in
fondo, di faccia agli 800 milioni di abitatori della terra non sono un gran
che) io credo ci sarebbe da fare uua tara non piccola. Prima di tutto vorrei
defalcare i cattolici di puro nome, quelli cioè che sono tali perchè son nati
in quel modo, e non per altro, e della religione non se n'interessano nè
punto nè poco: scommetto che un 150 di milioni almeno almeno scemano.
Poi dai cinquanta rimanenti, vorrei togliere i credenzoni babbei, quelli che
credono al Vangelo, e crederebbero colla stessa facilità anche all’Alcorano
e al Talmud; e qualche altro milione andrebbe via. Poi farei la sottrazione
delle donnine, de’ vecchi, de’ bambini, de’ disperati, de’ seguaci della moda,
vo’ dire di quelli che vanno dietro via via alla corrente; e vedere quanti
rimancs.sero capaci di credere ragionatamente, di spendere, e di operare
tutti uniti a prò della religione nostra: i dugento milioni belli a vedere ne’
12
libri di geografia, a quanti si riducono? A pochini, e pochini beue. E quando
questi si fossero armati, e avessero fatto la guerra e sottomesso tutti, chc
seguirebbe? Si dividerebbero fra loro, e presto saremmo alla storia di quei
due gatti che arrabbiati uno contro l’altro, e rinchiusi in una stanza, dopo
qualche ora, a furia di graffi e morsi, non ci rimasero altro che le code.
« E poi, adagio ! Riman sempre vero, che a furia di picchiate, e di spauracchi la religione non si fa nascere, e non si mantiene. Anzi senza libertà
intiera, è quasi impossibile che ci sia; Christus, ubi libertas.
« Ve lo provo. Dentro di noi tutti, proprio in mezzo alFanima, c’è come
una fiammella, un fuoco che brucia continuamente. Questo fuoco è l’amore.
B come vedete che la fiamma va in su da sè medesima, così quel fuoco dell’anima s’innalza a Dio : 6 noi infiammati a quel modo, amiamo Dio con
tutte le forze; per amor di Dio adempiamo il nostro dovere a qualunque
costo, e trattiamo tutti gli uomini da cari fratelli. Tutta la religione consiste
qui. Quella fiammella però è delicata o schizzinosa molto, e perchè sia proprio quel ch’eUa deve essere, e accetta al Signore, bisogna che venga pura
pura, e tutta da sè, dal fondo dell’anima. Se qualcuno ci soffiasse di fuori,
o per accenderla, o per farla più viva, non sarebbe più lei: è chiaro.
« Anzi, cosa più chiara, sfido a trovarla! Sentite un paragone; Viene da
me un bimbo: me l’accosto, e gli domando: Mi vuoi bene ? — Lui si vergogna, e sta zitto. — Senti, ripiglio io, se tu dici di sì, c’è un santino e una
bella chicca ; se stai zitto, o dici di no, ti do uno schiaffo, e ti mando via.—
n bimbo dice subito sì, piglia il suo premio, e se ne va glorioso e trionfante. — Ora, se io trovando il suo babbo gli dicessi ; Sai : il tuo bambino
mi vuole un bene dell’anima. — Direi bene ? Può stare ?
« L’amore dunque per essere di quello legittimo bisogna che venga dal
cuore senza mescolanza nessuna.
« Se dunque per accendere nell’anima nostra il fuoco della religione, adopera il suo brutto soffio pestilenziale l'interesse, l’ambizione, la paura, e via
discorrendo, che religione sarà quella? Anzi che anima sarà quella che si
avvezzerà così, in certo modo, a vendere il suo più prezioso tesoro al mag ■
giore e migliore offerente ? E qual peccato orribile commette quell'uomo, o
(¿uel governo che cerca d’animare per qualche brutto fine quel fuoco nascosto, e voltarlo come gli piace ! Quello insomma che dice aliagente; Se professate la religione che pare a me, vi riguarderò come figliuoli, e vi vorrò
bene, e potrete avere impieghi, onori, e tutto quel che vorrete ; e per chi
professa una religione diversa non ci sarà nulla di buono ? Il governo dunque, 0 perseguiti, o favorisca, intorbida sempre quella sacrosanta fiammella ;
rende difficile e dubbia nell’opinione degli altri, e se non volete altro, anche
in quella di chi la professa e la mostra, la religione ; cerca d’incatenare
quel che Dio creò di natura libero, scema o toglie airuomo la responsabilità
delle sue azioni interiori, e il rispetto di sè medesimo, Sì : anche questo. E
13
come volete che si rispetti un uomo, il quale rientrando in aS stesso, deve
dire, per modo d'esempio ; Io fo vista di crederci, e vo alla Messa, e rendo
il polizzino per Pasqua, e liscio il prete, per interesse, perchè se no sarei
levato d’impiego, rovinerei la mia famiglia, e forse, se proprio mostrassi il
mio credere, sarei messo in prigione, o mandato via ? Dunque, dove dire
fra sè, io vendo l’anima per buscare il tozzo : dunque io sono.... il termine
ditelo voi, chè a me non dà il cuore di pronunziarlo.
«. Oh se un giorno saremo sciolti da queste indegne pastoie! oh se un giorno
io potrò bandir dall’altare : (1) Fratelli miei dilettissimi : la coscienza e la
religione son tornate libere affatto come le nacquero : a confessarsi, a venire
in chiesa, e fare il baciapile non c’è più il tornaconto di questo mondo; chi
crede, frequenti la chiosa, e tanto meglio : chi non crede, lo dimostri pure,
basta che stia nei termini, non avrà molestia nessuna. Io cercherò, si, di
persuaderlo con buone ragioni, lo inviterò a me con amore, ma se non si
capacita, o non viene, durerò sempre a riguardarlo come fratello. — Oh
quel giorno sarà per me il più bello della mia vita !
« E presto o tardi dee venire assolutamente : si tratta soltanto che resusciti,
e trionfi il senso comune. Perchè, vedete, in fondo in fondo la libertà intera
di coscienza, di religione, di culto è un affare appunto di semplice senso
comune : è una di quelle tante cose che Dio benedetto aveva scolpito a lettere di scatola nel cuore di tutti: ora si tratta di raschiare quel che gli uomini per ignoraoza o per maledetta impostura hanno scritto sopra quelle
sacrosante parole, e ritrovarle, e per così dire, restaurarle in modo che non
sia più possibile darci di frego ».
L’incontro che qui in Toscana ebbe l’opuscolo dal quale ho tratto questo
brano, non che altri del medesimo autore, prova irrefragabilmente che
questa sarebbe la forma da adottare, volendo diffondere nel popolo le idee
stupende del Vinet. Ora perchè mai, dico io, un di quei benemeriti, sieno
individui, sieno società, cui tanto sta a cuore il benessere morale e religioso
dell'Italia invece di affannarsi a far tradurre in istile, per lo più semibarbaro,
cose non composte per noi, ed a noi non appropriate, non potrebbe proporre
a persona riconosciuta idonea dagli italiani medesimi, un siffatto lavoro ?
Voglia Iddio mandare questa ispirazione, e permettere che debitamente
si compia !
Iu altra mia vi parlerò distesamente della lingua. Per oggi, addio.
(1) L’opuscolo porta nel frontispizio il nome di Prior Luca.
14
NOTIZIE RELIGIOSE
»
Napoli — Diffusione della S. Scrittura. — Abbiamo sott’occhio una
lettera scritta, or fanno pochi giorni, da Napoli, da un colportore della Società Biblica, e dalla quale ricaviamo le seguenti consolanti notizie intorno
aUa diffusione del sacro volume: « Io m’immaginavo, prima di giungere a
« Napoli, che atteso l’ignoranza che vi regna, la vendita sarebbe stata quasi
«nulla. Ma quanto m’ingannavo! Tutt’all’incontro, appena si seppe la
« natura del libro che io vendeva, che la gent« mi s’affollò attorno per com« prarne.Vi basti questo che, un giorno per l’altro, vendo per 150 fr.,al giorno
« cosicché dal 19 7bre fino ad oggi 30, ho venduto, tra Bibbie e Nuovi Te« stamenti, per la somma di 1,590 fr. » Beata Napoli, se tanta semenza
fosse tutta quanta caduta in buon terreno !
— Il Padre Gavazzi a Napoli. — H giornale parigino VEspérance, nel
suo numero del 5 ottobre, contiene sulle predicazioni del famoso ex-Barnabita a Napoli, le seguenti riflessioni alle quali noi pienamente ci asso
ciamo :
“ Un’amico, ella dice, che abita Napoli, ci manda particolari curiosissimi
intorno a due predicazioni che gli venne fatto di udire, il giorno 12
settembre, una nella chiesa dello Spirito Santo dal frate Gio. Pantaleo,
l’altra sulla piazza di S. Francesco di Paola, dirimpetto al palazzo reale,
dal celebre padre Gavazzi. Disgraziatamente sì l’uno che l’altro di questi
discorsi erano improntati di un carattere troppo esclusivamente politico,
perchè possa il nostro giornale riprodurne l’analisi. In un momento però
in cui il secondo degli oratori acccnnati viene dai nostri awersarii, e talvolta anche da amici illusi od imprudenti, rappresentato quale agente
della causa evangelica..., noi crediamo utile di far conoscere ai nostri lettori l’impressione destata dal suo discorso nell’animo del nostro corrispondente: “ Voi lo vedete, égli ci scrive, questo è un discorso politico e non
un sermone ; ma nulla può rendere l’accento energico e popolare, il gesto
espressivo, le svariate intuonazioni di questo dramma, poiché fu un vero
dramma, recitato sur un palco, davanti un’uditorio entusiastico (vi erano
per lo meno 10,000 persone) e che, terminato il discorso, accompagnò l’oratore fino alla sua abitazione, facendoli un’ovazione che non si può descrivere. Il Gavazzi è veramente oratore; ma non già un’oratore cristiano, nel
senso evangelico della parola. Egli non è neanco più prete. E un libero
pensatore fattosi soldato e che si ricorda di essere stato predicatore. Dall’effetto che la sua parola opera sulle popolazioni, io mi fo capace, comc
potesse rendere grandi servigli, allo scopo di opporsi agli abusi del papismo
15
e del clero italiano, qualora però egli sapesse guardarsi da parole sconvenienti e frenare gl’impeti della sua ira. Ma inquanto ad operare una vera
riforma, io lo credo di ciò affatto incapace, non essendo il fuoco chc arde
nei suoi discorsi, l’amore cristiano, l’amore deU’Evangelo, della salvezza.
Egli è protestante per negare, ma egli non predica ciò che fa vivere. Patriota entusiastico, anima appassionata, egli fa dolla politica e non già dolla
religione. Per cui egli ha avuto ragione di scambiare l’abito da prete contro
l'assisa del soldato, ecc. ”
Rom.s. — Il danaro di S. Pietro. — Il Santo Padre, a mezzo del Oioruale di Roma, fa sapere ai suoi amatissimi figli dell’orbe intiero che « la
somma che dalla pietà dei fedeli è stata offerta al lor comun Padre, ascende
a tutt’oggi ad un milione e seicento mila scudi » — Ed a qual'uso è stata
dal Vicario di Gesù Cristo erogata una tal somma ? Lo stesso giornale risponde che « dessa fu, come lo è tuttora esclusivamente erogata a sollievo
del pubblico erario, le cui risorse...... oltre modo decrebbero, dacchò l’invasione, per la titubanza dei governi d’Europa e per altre circostanze chc
è bello tacere, potè impunemente spingersi fin quasi sotto le mura di
Eoma » — Il cho vuol diro, in sòstanza, che l’obolo offerto dalla pietà dei
fedeli, per unico effetto, ha sortito quello di porre il Padre comune in grado
di far scorrere rivi di sangue dei suoi figli, a sostegno di un potere che la
ragione al pari deU’Evangelo condanna nel modo più assoluto !
Oriente — I Cristiani della Siria. — Le notizie che da ogni lato giungono dalla Siria, ci pongono in grado di misurare l’immensità della sciagura
cui soggiacquero i poveri Cristiani di quella contrada. Una circolare del
Comitato inglese così la riassume :
1.50 città o villaggi saccheggiati e bruciati.
1.000 case distrutte, nella sola città di Damasco.
16.000 cristiani, fra cui dei vecchi, delle donne e dei bambini scannati
nel modo più orribile.
3.000 donne vendute come schiave, al costo di pochi franchi a tosta.
70, o 80,000 persone, fra cui 20,000 vedove ed orfani, senza tetto nò
pane.
Quale ammasso d’orrori, e come consola il pensiero che questa volta almeno non furono cristiani che, per parte di altri che anch’essi si pretendevano
tali, vennero fatti vittime di siffatte atrocità! Cristiani di ogni denominazione
vi commuova la sventura di tante migliaja che invocano ossi pure quel Nome
amoroso nel quale sperate; e quanto è immensa la sciagura altrettanto riesca
abbondante e pronto il soccorso destinato ad alleviarla !
Domenico Grosso gerente.
16
RECENTI PUBBLICAZIONI
Al Deposito di libri religiosi, via Principe Tommaso
IL NUOVO TESTAMENTO del Nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo,
tradotto in lingua italiana da Giovanni Diodati.—Un voi. in-8° di
564 pagine, carattere lettura, edizione ad uso dei vecchi e degli illetterati, prezzo da 1,50 a 2 franchi o più, secondo la legatura.
COMPENDIO DI CONTROVERSIE tra la Parola di Dio e la
Teologia romana ad uso de’ Cristiani evangelici. Un voi. in-16
di pag. 224....................................................Prezzo 0, 50
ADDIO AL PAPA di Gian Giacomo Maurette, curato di Serre
(Ariége) — Terza ediz. torinese................................. » 0, 25
CATECHISMO PROTESTANTE, ossia esposto dei principali
motivi per cui dai Cristiani evangelici si protesta contro le
dottrine della Chiesa romana......................................» 0, 10
ELIA, passi della vita d’un Profeta..................................» 0, 10
L’AMICO DI CASA, almanacco pel 1861..........................» 0, 20
LE MINISTRE ET LES PRÊTRES, ou réponse au parti clérical Sarde contre \e protestantisme. Un vol. in-12........... » 1, 50
LA CONFESSIONE, Saggio Dommatico-storico di L. Desanetis
riveduto ed accresciuto dall’Autore..............................» 0, 25
CATECHISMO DELLA CHIESA VALDESE, o Manuale d’I
struzione Cristiana ad uso dei Catecumini di detta Chiesa... » 0, 30
LA DONNA, Due discorsi à'Adolfo Monod. Prima Edizione italiana...^..............................................................^ 0, 25
IL COMPAGNO DELLA BIBBIA. Volume unico in-12 di 386
pag.......................................:............................» 1, 00
BURNIER, Studj Elementari e progressivi della Parola di Dio.
Prima Versione Italiana: Oli Evangelii — 2 voi. in-12°... » 2, 00
- --I libri di Moisè. — 1 voi. in-12° di
pag. 474............................................................. » 1, 50
TORTNO — Tipografia CLAUDIANA, diretta da R. Trombetta.