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6it»ltote(Sà Valdesd
CToflfto) ^ORRS PELLICE
Settimanale
della Chiesa Valdese
'' Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quali aveteipeccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito^uovo
Anno LXXX — Num. 25
Lire 600 per l’interno. Lire 1000 per l’estero — Spedizione in abbonamento postale, I® Grappo —
- Torre Pellice - C.C.P. 2-17557 Prezzo L.
— Abbonamento
Cambio d’indirizzo L. 30 — Amministrazione : Claudiana
TORRE PELLICE, 23 Giugno 1950
S. LUCP 14 : 10
Il Signor Gesù nella Sua Parabola del Convito mette in luce la necessità della modestia in tutti i dettagli della vita, e l’ambizione viene
punita con la retrocessione che può ferire anche la stessa dignità umana; anzi. Egli aggiunge che chiunque si innalza sarà abbassato mentre
chi si abbassa sarà innalzato. Eppure salire è una naturale aspirazione,
umana in tutti i paesi del mondo; ma vi sono ambizioni legittime ed
ambizioni illegittime. J,’artista, lo scienziato, l’operaio, il professionista nel campo economico, intellettuale, morale e religioso han pur
diritto di salire; questa è, in fondo, la legge dell’evoluzione che presiede in tutti i campi della vita.
Ora vi sono alcuni inciampi che l’uomo, salendo, incontra; prima
di tutto rorgoglio: questo nasce .sovente dall’oblìo dell’azione del supremo benefattore dal quale tutti dipendiamo. « Ogni dono perfetto
viene dall’alto «, dice l’apostolo S. Giacomo, « dal Padre dei lumi »,
e l’oblio di questo fatto produce più tardi un forte senso di smarrimento perchè l’uomo attribuendo soltanto a se stesso .il valore ed il
merito della propria ascensione, si sente troppo spesso abbastanza evoluto e maturo per meritare il premio. L’uomo soddisfatto aggiunge poi
all’orgoglio un altro peccato, quello dell’egoismo; chi è sempre soddisfatto non pensa tanto facilmente agli altri, e l’egoismo finisce poi per
presiedere tutti gli atti della sua vita; non avete che da ricordare un’altra Parabola di Gesù, quella del ricco stolto, o il colloquio che il Divino Maestro ebbe col giovane ricco; i soddisfatti ed i ricchi, raramente scorgono o sentono le miserie altrui; il legittimo salire non deve
mai essere fine a sè stesso, ma mezzo per raggiungere uno stato spirituale superiore. Con questo fine è allora legittima l’aspirazione di salire, senza però mai dimenticare che in tutte le cose noi dipendiamo
da Colui che è al di sopra di tutti, cioè Dio.
Sì, dunque, il maestro c’incoraggia a salire, ma sempre per diventare migliori; ed è allora che, come tutte le cose viste dall’alto ci
appaiono più belle, come il panorama che si gode da una grande altura non ci permette di vedere i piccoli dettagli della terra, così chi vive
con Cristo non vede che orizzonti luminosi e spaziosi, non ha sopra
di sè che il sereno; più l’uomo sale e più la terra perde la sua attrazione e la sua seduzione. Per questo anche l’apostolo Paolo scrisse:
« Se sieto; risuscitati con Cristo, cercate le cose di sopra dove Cristo è
seduto alla destra di Dio. Abbiate ranimo alle cose di sopra, non a
quelle che son sulla terra; perchè voi moriste e la vita vostra è nascosta con Cristo in Dio ».
La perfetta comunione con Dio permette sempre di ricevere il
giusto premio, cioè il frutto secondo la specie superiore; Gesù che si
è umiliato fino al vituperio della Croce ha ricevuto dal Padre Suo il
posto stabilito; così noi se abbiamo il .senso della insufficienza e l’e.satto grado di dipendenza da Dio, udiremo un giorno il divino invito:
« Amico sali più in su »!
ATTIUO ARIAS.
F. W. V.
CONVEGNO IN MONTAGNA
Come è giè sialo annunzialo, GIOVEDÌ 29 GIUGNO avrà
luogo un Convegno Giovanile
nuQ uncceRn
col seguenle programma :
Ore 10,30: Cullo presiedulo dal Fasi. N. Giampiccoli
Ore 14,30: Riunione presiedula dal Fasi. E. Roslan, il quale
parlerò su queslo argomenlo ;
4t NON POTETE SERVIRE DIO E MAMMONA
La giovenlù Valdese è cordialmenle invilala a irascorrere una
giornala alla Vaccera.
E sia. per lulli una giornala di fralerna allegrezza nel segno
di una comune fede e di un comune servizio alla gloria del
Redentore.
2>opo la Conferenza 2>tstretiuaie
BILANCIO ATTIVO
« Ricordandoci del continuo, nel cospetto del nostro Pio e Padre, dell opcfu della
vttstra fede, delle fatiche del vostro umore
e della costanza della vostra soeranzu nel
nostro Signore. Gestì CrHlo; conoscendo.
frulelli amati da Dio, da ’jostra elezione ».
(1 Te«s. 1: 3-4).
In questo periodo dell’anno tutte
le comunità fanno un esame, dell’atlivilà compiuta nei vari settori della
Chiesa, traggono le loro conclusioni
pili o meno incoraggianti, più o meno deorimenti. esprimoho delle speranze per l’avvenire.
Si sente, però, che è generalmente difficile pronunziare un giudizio
sicuro sulla vita spirituale della comunità ; sia perchè il Pastore se ne
dichiara incapace, sia perchè quella
vita non è sufficientemente manife.sta; è talvolta nascosta, anche troppo nascosta, nel segreto del cuore, come in uno scrigno prezioso.
Ma bisogna pur dire che, se è vero che l’albero si giudica dai frutti,
anche i credenti li si giudicano dalle
loro opere, collettìvx o individuali.
E mentie dobbiamo riconoscere che
molte volte noi preferiamo rimaner
nel vago invece di parlare chiaramente dei frutti buoni o cattivi delle nostre comunità, l’apostolo Paolo adoperava dei termini precisi e sapeva,
come nel caso della Chiesa di Tessalonica, esprimere un giudizio sicuro:
un giudizio corrispondente alla realtà di una vita cristiana sincera, visibile in mezzo ai Tessalonicesi mediante « l’opera della loro fede, le
fatiche del loro amore, la costanza
della loro speranza nel Signor Gesù
Cristo ».
11 segno della fede
La fede era dunque il primo segno
della grazia di Dio nella Chiesa di
Tessalonica: è anche il segno caratteristico di ogni vera comunità cristiana e di ogni sincero cristiano in
particolare.
Tutti sanno quale posto occupi il
messaggio della fede neirinsiemc della Rivelazione biblica: la fede è la
risposta dell’uomo alla grazia di Dio,
è strumento di giustificazione davanli a Dio, è condizione di vita e di salvezza: « Abbiate fede in Dio », diceva Gesù, a ed abbiate fede anche in
servire -l’Iddio vivente e vero. Paolo
poteva dire che essi sono diventati
« un esempio a tutti i credenti della
Macedonia e dell’Acaia » e che « la
fama della loro fede in Din si è sparsa in ogni luogo ».
Come la luce rischiara, come il
fuoco riscalda, così la fede vera non
può non operare in noi, anche oggi.
Se la nostra vita è sempre la stessa,
monotona, insensibile allo zelo per
la causa di Cristo e alla testimonian
di ERAAANNO ROSTAN
Za cristiana; se le nostre comunità si
accontentano di una esistenza mediocre o cercano di piacere a sè stesse
invece che a Dio; se l’ubbidienza ai
comandamenti di Dio è un peso insopportabile, se la ricerca della Parola di Dio e la partecipazione ai culti sono languenti, se ci si vergogna
di condurre delle anime a Cristo, se
i problemi materiali assorbono tutta
la vita di un. uomo, allora è segno
che laiedio non è operosa: può essere un valore « tradizionale », una adesione « intellettuale » e nulla più.
E la fede senza le opere è MORTA!
Io vi ho dato un esompio
Un secondo segno positivo nella
vita della chiesa di Tessalonica è l’amore: l’amore per il prossimo, per
i fratelli. Anche l’amore deve scendere dalle nuvole e manifestarsi, come l’amore di Gesù, in modo tangibile, benefico. Gesù Cristo è veramente sceso nella polvere della strada e si è seduto accanto ai peccatori
per rivelare loro la potenza dell’amore che redime.
Fra i cristiani di Tessalonica l’aiiiorc era una realtà, se l’apo-stolo
poteva scrivere loro: a Quanto all’amor fraterno non avete bisogno ch’io
ve ne scriva, giacché voi stessi siete
stati ammaestrati da Dio ad amarvi
gli uni gli altri; e invero voi lo fate ».
iNon tutti sanno, perchè il saperlo
implica una maggiore responsabilità, che « la fede senza le opere è morta ». Quando Paolo, pensando ai
d’essaionicesi, si ricorda dell’« opera della loro fede », egli allude appunto alla fede operosa, che si manifesta praticamente, che esce dal
cuore e passa nelle mani, nella bocca, nello sguardo, nella condotta dei
credenti : non s’accontenta di parole,
di emozioni momentanee, di fragili
sentimentalismi, ma scende nella
realtà della vita collettiva ed individuale e si preoccupa di « far la volontà del Padre che è nel cielo ». Con
molta ragione Paolo scriverà ancora
a Timoteo: « Quelli che hanno creduto a Dio devono aver cura d’attendere a buone, opere » .
La fede era veramente stata operosa nei Tessalonicesi: avevano abbandonato l’idolatria ed i cattivi costumi, professavano coraggiosamente
le loro nuove convinzioni, sapevano
li, se avete amore gli uni per gli altri ».
Sulla via della speranza
E’ bene credere, è necessario amare; ma molti dicono oggi: perchè e
in chi sperare? Oggi molti non sperano pili in nessuno; altri, invece,
sperano che i sintomi di uno vita pericolosa scompaiano, che la bomba
atomica non scoppi mai più, che le
finanze si consolidino, che l’esistenza diventi tranquilla e felice.
I cristiani di Tessalonica avevano
dato alla loro speranza un obbiettivo diverso: speravano in Cristo, nel
suo trionfo, nel suo ritorno, nel suo
regno. La loro speranza era « costante », cioè paziente, perseverante, ad
onta delle persecuzioni e delle prove terrene.
La vita di una comunità cristiana
non può fare a meno di questa speranza in Gesù Cristo. Oggi siamo oppressi dagli avvenimenti terreni; tutto sembra dipendere dalle mani degli uòmini e dalla loro potenza. E
molte volte noi, cristiani, non osiamo guardare al di là delle soluzioni
umane. Dobbiamo ridare alla speranza cristiana tutto il suo contenuto.
E’ necessario sperare e sperare con
costanza, malgrado tutte le apparenze
contrarie e tutti gli scoraggiamenti.
E’ doveroso sperare quando tutti disperano, ma sperare in Gesù Cristo,
il Signore, il Vincitore, il Vivente,
il Veniente, in Lui che ha da giudicare i vivi ed i morti.
La sola cosa necessaria
Quando, nelle nostre comunità, ci
sia una fede operosa, un amore che
s’affatica e una speranza costante in
Cristo, allora si può dire che la vita
cristiana è sincera c visibile; il bilancio è attivo.
Ma è poi così facile amare? E’ facile ed è difficile! E’ facile parlare
dell’amore dall’alto dei pulpiti e
delle cattedre; è difficile « amare »
veramente i fratelli o il prossimo
sconosciuto o il nemico. Ciò richiede
fatica; bisogna lottare, bisogna rinunziare a sè stessi, scendere dall’alto della nostra pretesa superiorità
intellettuale, sociale o finanziaria,
sitperare le distinzioni fra classi che
molte volte non si superano neppure sui banchi della stessa chiesa, cessare di far della retorica o di dir
delle « belle parole » e lasciarsi vincere dallo spirito di Cristo, che è amore.
E sono queste le realtà clic non
dobbiamo perdere di vista nelle nostre Conferenze Distrettuali dove,
con la scusa che si tratta di assemblee amministrative, si parla mollo
di ciò che è secondario ma non ci si
impegna nell’essenziale, si fanno del1(* discussioni più o meno interessanti o più o meno interessate, ma si
sfiora il problema centrale della vita delle chiese: l’opera della fede,
la fatica dell’amore, la costanza della speranza in Gesù Cristo.
Per questo l’apostolo, scrivendo
ai Tessalonicesi, si ricorda delle « fatiche del loro amore »! Un amore
che s’affatica è pieno di pensiero per
gli altri, supera i confini del puro
sentimentalismo e della sterile emozione e diventa realtà: realtà nella
dura realtà della vita odierna, sotto
tanti aspetti violenta, ferita, ribelle,
ingiusta, angosciata, assetata non di
parole ma di un amore « a fatti e in
verità ».
Le nostre Conferenze ed anche i
nostri Sinodi hanno bisogno di una
revisione non solo nel senso della
« procedura », ma anche nel senso
« dell’atmosfera spirituale » che li
avvolge e li ispira. Alla Chiesa Valdese del nostro tempo, come a Marta di Betania, si può rivolgere la parola del Maestro: « Tu ti affanni e
t’inquieti di molte cose, ma di una
co.sa sola, fa bisogno ».
Vale però la pena di affaticarsi
nell’amore; perchè « da questo conosceranno tutti che siete miei discepo
Ed è « quella sola cosa » che noi.
Pastori e membri di Chiesa, dobbiamo riscoprire, riaffermare e porre al
centro dei nostri pensieri e della nostra attività, alla base della nostra comune preghiera.
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L’ECO DELLE VALLI VALDESI
In un ambiente di grande létizia
si sono svolti nei giorni 7 e 8 Giugno
i lavori della Conferenza del II Distretto.
Grande è stata la gioia della Comunità di Felonica Po, che ha visto realizzato il suo tanto auspicato desiderio di essere, dopo 48 anni di vita,
la sede di una Conferenza distrettuale.
Felonica'Po 7-8 Giugno 1950
Infine, il Capo Distretto invita
tutte lè Chiese a perseverare con zelo in Cristo, nostro imico Salvatore
e Capo della Chiesa, per le « sempre
migliori realizzazioni che sono nella
nostra mente ».
La lettura delia relazione
Il Sovraintendente esprime alPEvangelista Scarinci il compiacimento per il lavoro svolto in circostanze
difficili e rivolge i più affettuosi auguri al Pastore Lupo che persegue
coraggiosamente il suo Ministerio
non ostante le gravi difficoltà fisiche, e al Pastore Santini, colpito da
cosi dolorosa infermità.
11 Capo Distretto esprime anche
gli auguri ai Pastori Eynard e Suhilia chiamati in autunno ad un nuovo
'ncarico. '
Informa che continuano le trattative per la ricostruzione del Tempio
di Milano; rimane da risolvere la
quistìone del locale a Verona e la sistemazione esterna del Tempio di
Susa mentre si avviano a felice soluzione i restauri ai Templi di Torino.
Sintomo incoraggiante è l'aumento
dei contributi, segno di una responsabilità cristiana maggiormente sentita dai Membri di Chiesa.
Normale lo svolgimento del lavoro delle Unioni Giovanili alle quali
la Conferenza invia un fervido saluto con l’augurio che tutti i cari giovani vivano una vita serena ed operosa, consapevoli che essi sono il futuro della nostra Chiesa della quale
devono sempre sentirsi i combattenti allegri e forti quanto coscienziosi
e disciplinati.
Le voci delle comunità
Accolti dal Pastore Santini, dalla
sua gentile signora e da numerosi
Membri della Chiesa di Felonica Po,
con larga e premurosa ospitalità, la
Conferenza ha avuto inizio la sera
del 7 Giugno con un culto celebrato
nel simpatico Tempio, dal Pastore
Giorgio Girardet di Trieste, che parlò ai numerosi fedeli su Matt. 7: 2427.
Terminato il culto, presenti i delegati delle Chiese di Aosta, Bergamo, Brescia, Como, Felonica Po, Ivrea, Mantova, Milano, Susa, Torino, Trieste, Venezia e Verona, viene eletto all’unanimità il Seggio definitivo della conferenza, chiamando alla Presidenza il Pastore Enrico
Tron di Milano, a Vice presidente
Enrico Campofaggi, di Torino, e a
Segretario Carlo Davite, titolare della Chiesa di Susa.
Risulta presente la Commissione
Distrettuale: Capo Distretto Sovraintendente Pastore Achille Deodato,
Vice Presidente Roberto Steiner e
Segretario Pastore Lorenzo Rivoira.
La conferenza invia al caro Pastore Lupo l’espressione di profondo
cordoglio per il grave lutto che lo
ha copito con la morte della madre.
Il Presidente invita il Capo Distretto a leggere la relazione deUa
Commissione Distrettuale.
L’anno ecclesiastico 1940-50 è stato caratterizzato da una più ardita
ed estesa proclamazione del Regno
di Dio. Lusinghiero e c-onfortante il
lavoro non sempre facile, svolto dalle singole Chiese, da cui scaturisce la
sempre maggiore constatazione che
la messe è grande. Notevoli i risultati ottenuti ma che potrebbero es.sere
ancora migliori se si disponesse di
un maggior numero di operai.
La relazione si diffonde in particolari suUe Comunità nascenti c cita
il potente atto di fede con cui a Chivasso è sorto il Tempio inaugurato
il giorno dell’Ascensione con l’intervento di Pastori e fedeli svizzeri oltre a numerose delegazioni Valdesi.
Anche a Susa è stata inaugurata la
rinnovata Sala e una calorosa manifestazione di fedeli di tutte le località ha sottolineato il fervore di opere nuove, gradite a Dio.
Intenso è stato il lavoro del Capo
Distretto, con molte visite alle Chiese, ai Valdesi in Svizzera.
Si procede ora alla lettura delle
relazioni delle singole Chiese fatta
personalmente dai Pastori interessati.
Interessante quella della Chiesa di
Torino, avente oggi un vastissimo
campo di lavoro. Ben frequentati i
culti e notevole il lavoro nella diaspora. Promettente il lavoro della
« G. Varaglia », dell’Unione Giovanile e della libreria ove è stato particolarmente notato la richiesta di
Bibbie da parte di sacerdoti cattolici.
Grande è stato l’incremento alla
colonia marina di cui beneficiano
ormai 450 bimbi e quella alpina di
Rorà in via da ultimazione.
Importanti i restauri ai Templi.
Molte le visite, specie dalla Svizzera,
gradite con viva simpatia.
Rinnovata la Sala a Como, buona
la presenza ai culti e molto attivo
il lavoro dei giovani e quello della
diaspora.
Notevole il lavoro svolto a Trieste
con culti ben frequentati, attività
giovanile ardita e confortante. Ottimo l’esito di una settimana di evangelizzazione.
Faticoso il lavoro a Mantova, ove
molti membri vivono sparsi. Ciò
nonostante, con l’aiuto di Dio, l’avvenire promette bene. Sempre molto apprezzata la fedele collaborazione dell’ex Evangelista Varvelli.
Ora è la volta di Felonica Po. Cosa scrivere e come scrivere, noi che
siamo stati testimoni oculari di tanto lavoro, di così lieto spirito cristiano, di cosi aperto affetto e sorriso da
parte dei suoi Membri, ospitalissimi?
Sempre buoni i colti a Venezia e
nel fedele Friuli ove sono stati percorsi ben 6000 km. di viaggi per portare l’Evangelo a tanti dei nostri fedeli sparsi in ogni dove.
Buono il lavoro, asserisce il Delegato di Brescia, promettente la diaspora.
Attivo il lavoro ad Ivrea.
Problemi vari
meier, per la sua opera veramente
encomiabile e simpatica a favore della Chiesa Valdese, altamente comprensiva per la solidarietà cristiana
offerta dalle Chiese Svizzere.
A mezzogiorno, tutti. Pastori e Delegati, sono ospiti della cara sorella
signora Giudici - Mascherini e viene
servito un’agape fraterna da uno
sciame di allegre fanciulle preoccupatissime di riempire i « vuoti ».
Vada alla signora Giudici - Mascherini un caloroso grazie per l’abbondante e ottimo cibo, ristoratore
delle forze fisiche.
La conferenza viene riaperta alle
14 dal Vice Presidente Enrico
Viene ribattuto che l’art. 19 nella
sua forma attuale è U frutto di lunghi studi..
Si propone infine di inviare il detto o. d. g. alla Commissione dei regolamenti per un approfondito esame, ma i Delegati di Torino vogliono
prima una precisa assicurazione da
parte del Capo Distretto.
Ottenutala, i Delegati acconsentono che l’o. d. g. venga rimesso alla
Commissione dei Regolamenti, facendo voti che il Sinodo possa poi
occuparsi della cosa.
Altro effervescente problema; il
Ministerio femminile.
Il Pastore Eynard riferisce le sue
osservazioni fatte a Ginevra e conferma che le signorine già al lavoro,
danno una testimonianza molto effi
g. : (i La Conferenza del II Distretto
si dichiara, in linea di massima, fa^
vorevole all’istituzione di un MinU
sterio Pastorale femminile nella Chiesa, con compiti conformi alla particolare vocazione della donna ».
cace.
ore
Campofaggi, che dà subito la parola
al Pastore Girardet per la lettura di
una relazione riguardante i culti radio di Trieste con successiva stampa
di essi e invio ai richiedenti, sempre
più numerosi.
Ordini del giorno e chiusura
Ampio è il dibattito che suscita la
presentazione di un o. d. g. della
Chiesa di Torino, chiedente la modifica dell’art. 19 del R. O. nel senso
che non vi siano più Pastori coadiutori nelle Chiese con due o più Pa4 stori, ma solamente Pastori sottoposti a regolamentazione eguale a quella per i Pastori titolari.
La discussione è calorosa ma infine, per la prima parte del Minist<‘rio femminile, la Conferenza approva all’unanimità il seguente o. d. g.
« La Conferenza del II Distretto, si
dichiara favorevole al principio del
Ministerio femminile nella figura
deir Assistente di Chiesa e ne auspica l’attuazione pratica ».
Ora si passa alla seconda parte: il
Ministerio Pastorale femminile.
I Delegati di Torino, Bergamo si
riservano, non essendosi le loro Chiese pronunciate in merito.
Le gentili Delegate sono dell’opinione che si dovrebbe vagliare caso per caso. Aosta insiste sull’o. d.
g. suo favorevole.
II Capo Distretto assicura che presso la facoltà di teologia in Roma è
libera l’iscrizione femminile.
Viene presentato il seguente o. d.
La Conferenza approva detto o. d.^
g. all’unanimità. ^
Conclusi così i lavori, la Confe-a
renza procede rapidamente a elegge-*
re i propri Delegati al prossimo Si--'il
nodo e risultano chiamati a tale com- ÌM
pilo: Davite di Susa, Grilli di Vene- ^
zia, Ghiglieri di Torino e Malagò di?,*
Felonica Po. Seguono altri nomina-S
tivi quali supplenti. M
Infine, sono le ore 17,30, il Presi. ^
dente invita la Conferenza a voler e- ^
leggere la nuova Commissione Di-'^y
st^ettuale, ma un caldo applauso generale conferma in carica gli useen- ^
li; Roberto Steiner di Bergamo, Vi- ''
ce Presidente e Pastore Lorenzo Ri- y
voira di Ivrea, Segretario.
Il Capo Distretto rivolge ancora un .
vivo elogio al Seggio di questa Con- -J
ferenza per il modo sereno e traterno col quale è stata condotta. Un
grande applauso corona la fine
questa conferenza e noi non potremmo chiudere questo resoconto senza
rivolgere dalle colonne di questo cf Eco delle Valli », un affettuoso e caro
grazie al Pastore Santini e signora,
prodigatisi instancabilmente perchè
Felonica ,Po vivesse queste due memorabili giornate.
Grazie a voi tutti cari fratelli e
care sorelle di Felonica Po, per le
vostre accoglienze così gradite e l’ospitalità indimenticabile oflertaci.
Arrivederci.
Enrico Campofaggi
di*
DIACONESSES
Dans le monde en général — et
en Europe en particulier — les Diaconesses qui travaillent dans l’Eglise forment tm groupe de femmes important par les services rendus comme par le nombre.
Le terme de_^« diaconesse » désigne tour à tour dans les différentes
confessions des fonctions fort diverses, sans doute parce que ce mot
éveille le souvenir des services de
genre rendus par des femmes
tout
Grande l’attività a Bergamo, specie su problemi di attualità. Parecchie le conferenze tenute nel salone
della Camera di Commercio.
Infine, il Presidente legge la propria relazione riguardante Milano.
Buoni i culti, frequentati da molti
estranei. Ardentemente attesa la ricostruzione del Tempio, che risolverà molti problemi.
Finita la lettura delle relazioni, il
Presidente apre subito la discussione su quella della Commissione Distrettuale.
Si affaccia il problema delle contribuzioni e parecchi delegati affermano che bisogna insistere sull’importanza capitale che esso riveste. La
ampia disamina pone in rilievo l’aspetto spirituale del problema. Bisogna quindi appellarsi alla coscienza cristiana dei fedeli, ognuno dia
secondo i beni che ha ricevuto dal
Signore.
E’ pure indispensabile incrementare le lezioni ai predicatori laici e
sostenere la V. Tavola in questa iniziativa.
Si pone in evidenza la necessità
delle visite pastorali alle famiglie e
il concorso effettivo in ciò di anziani
e diaconi.
dévouées et adroites dans l’Eglise
primitive.
Leur histoire et celle de leur claustration dans les couvents catholiques
et orthodoxes est captivante. Mais
en considérant l’Eglise anglicane on
découvre que l’ordre des diaconesses est le seul ministère féminin existant, « en ce sens qu’il est le seul
ordre dans lequel les femmes soient
admises par l’imposition épiscopale
des mains ». Par là elles s’identifient plus intimement à l’Eglise.
Toutefois, bien que recevant une
sorte d’ordination, les diaconesses
anglicanes ne sont pas intégrées à
(( l’Ordre apostolique du Ministère
dans l’Eglise de Dieu », mais elles
reçoivent un « certificat d’ordination » et peuvent, le cas échéant, diriger les cultes du matin et du soir
et « instruire et prêcher, mais non
distribuer la Sainte Cène ».
L’Angleterre compte quatre mille diaconesses. Elles ont une solide
préparation et travaillent sous la direction des évêques des différents
diocèses.
Elles ont pour tâche l’instruction religieuse dans les écoles, le
travail social, l’hygiène morale etc.
Partout où se trouve l’Eglise anglicane, on apprécie hautement l’activité de ces femmes.
rapports officiels avec l’Eglise que
les maisons anglicanes. Toutefois en
Scandinavie et aux Pays-Bas, les
contacts entre l’Eglise et la diaconesse sont devenus et tendent à devenir toujours plus directs. Une
Maison Mère a son Directeur qui est
un ecclésiastique ainsi qu’une soeur
Directrice.
Dans tous les pays on relève la
gravité du problème due au fait que
tandis que les demandes en diaconesses sont nombreuses et urgentes,
il devient de plus en plus difficile de
recruter des jeunes filles.
La Maison Mère est le foyer de la
Diaconesse. Les Maisons Mères sont
souvent des institutions d’une grande distinction. Elles sont généralement dirigées par un conseil ou comité, composé de femmes, dont
quelques diaconesses, et d’hommes.
Dans plusieurs pays actuellement
les Maisons de Diaconesses ont abandonné les règles de Kaiserwerth. On
y donne par exemple des salaires, et
non plus de l’argent de poche, et
l’on y autorise la tenue civile pendant les congés.
En Octobre 1947 fut fondée la Fédération Internationale des Maisons
Qui giunti, salta fuori una tiratina
d’orecchie alle assemblee di Chiesa
che non scelgono felicemente elementi adatti e si fanno voti perchè vengano abbandonate certe posizioni statiche e prive di rendimento.
La Conferenza pone in particolare rilievo l’importanza del problema
giovanile e invita tutti i responsabili a seguirlo con la massima cura e
comprensione.
La Conferenza invia un particolare plauso al Pastore svizzero Hard
* * *
L’Europe continentale connaît
plusieurs maisons de diaconesses, issues de la première Maison Mère
fondée en 1836 par le pasteur Fliedner à Kaiserswerth, en Allemagne.
C’est par milliers que se comptent les soeurs dépendant des importantes Maisons de diaconesses d’Allemagne et de Suisse. Avant la guerre il y avait 48.000 diaconesses en
Allemagne. La Finlande pourrait en
employer des centaines de plus que
les 1.400 qu’elle possède, si seulement on pouvait les recruter. Dans
les pays européens, les diaconesses
sont spécialisées dans les soins aux
malades et dans la formation d’infirmières chrétiennes.
Les Maisons de diaconesses continentales ont en général moins de
CORSI ESTIVI
Per Predicatori Volontari
Come già l’anno scorso, avrà
luogo anche quest’anno al Convitto Valdese di Torre Pellice,
dal 15 Luglio al 14 Agosto, un
corso di Cultura teologica per i
predicatori volontari.
Detti corsi comprenderanno
lezioni di introduzione e commento ai libri poetici dell’A. T. e
alle lettere deH’Apostolo Paolo;
lezioni di storia della Chiesa dalia Riforma ai tempi attuali, lezioni di Dogmatica, Polemica e
Teologia Pastorale. Fanno parte
del corso esercizi pratici di predicazione.
L’iscrizione a detti corsi è
gratu’ta ; per coloro che risiederanno al Convitto la retta giornaliera è fissata in L- 800; su richiesta degli interessati e dietro
raccomandazione del Pastore delia Chiesa di provenienza potranno essere concesse delle riduzioni sulla retta, giornaliera.
Per informazioni e iscrizioni
rivolgersi al Direttore dei Corsi
Dott. Alberto Ricca: Convitto Valdese Torre Pellice.
des Diaconesses par onze pays, qui
fait preuve d’une attitude spirituelle nouvelle. En effet, ne se considérant plus dépendantes de leurs Mai- i
sons Mères, les Diaconesses cherchent à servir le Christ en soignant
les pauvres avec un sens accru de ,
leurs responsabilité personnelle. El-?;
les forment plutôt des « équipes de teinmes » qui veulent rendre leur ',i
témoignage chrétien en paroles et ,
en actions. ^
i!> >i. '-'S
Nous avons lu un rapport fort intéressant sur le rôle de la femme
dans l’Eglise rédigé par le Conseil
oecuménique des Eglises. • ’
Les lignes ci-dessus sont des ex-y
traits de ce rapport. Nous pensotis
qu’elles ne manquent ¡ms d’intérêt ’
pour nos lecteurs. Qu’il nous soit
ftermis de faire trois remarques.
I) La Diaconesse n encore une mis- '
sion essentielle à remplir au sein
de notre société. Parmi les membres
du corps de Christ, elle se range au'.j
nombre de ceux qui on reçu de Dieu
le don et la fonction de « secourir »
(/ Cor. 12: 27-28). * .
Sa préparation de garde-malade. fait un devoir à la diaconesse d’accomplir son ministère au plus prè^‘
de sa conscience. Toutefois, celte
action charitcble n’est pas pour elle
l’essentiel; quand elle a rempli celte tâche avec tout le dévouement
dont elle est capable, elle n’a encore
qu’ébauché sa mission per excel- î
lence; elle se souvient que dans ces
corps souffrants, confiés à .ses .soins =
habitent des âmes immortelles auxquelles elle doit vouer toute son attention.
II) Notre Maison des Diaconesses
déiM’nd directement de nostre EgU- -,
se et c'e.st là un enrichissement jronr >
l’Eglise et pour la Maison.
Pour l’Eglise; sa foi se traduit en
un service rendu aux frères. Pour la,
Maison; elle n’est pas un nrgani.sme,^
isolé; .ses racines plongent dans le sol
.séculaire de l’Eglise dont elle tire '
inspiration, force et vie. |
III) Notre Maison Mère n’est pas ,
une institution d’une « grande beau-i
té et d’une grande distirution » . 5
C’est une maison simple et modeste
que nous sommes en train d’agrandir et aussi d’embellir un peu pour 'en faire un foyer accueillant et une
école de formation pour le novices.
Notre entreprise est suivie de la
sympathie du public qui .se manifeste d’une façon très concrète. '
Nous .sommes certains que nul ne
voudra nous refuser sa collaboration, si modeste soit-elle. |
Âlberio Ricca
3
L*ECO DELLE VALLI VALDESI
Pubblichiamo questo articolo come contributo allo studio di un problema sociale
i^chc è di attualità, lasciandone all’autore
l'intiera responsabilità.
Per conto nostro, pur condividendone
È larvaci pensieri, sentiamo di dover fare alcutic riserve fondamentali sulla formazione
afe di « uomini nuovi » e di una « società nuo*K%va » che siano soltanto il prodotto di un
« nuovo I) ordine economico e sociale. La
parola di Gesù Cristo senza di me non
h^’ potete far nulla » è determinante anche
Sfff nella creazione di una società più sana e
'più giusta di quella di cui l’autore preve
A-vi ■
de la fine; e non si vede come, una «nuova » classe o una « nuova massa » possa veramente da sola rinnovare la società, senza il lievito rivoluzionario dello Spirito di
Cristo, che è realmente amore, giustizia e
verità. ,
A parte il fatto che ogni « colpo di scopa n vibrato qua e là sia pure in mezzo ad
una classe decaduta può non esser estraneo
a quella violenza di azione e di giudizio
che contrasta con lo spirito cristiano.
(Red.)
^ Lt'ggendo un quotidiano milanese
ff che va per la maggiore ho notato un
articolo su tre colonne che — sotto
titolo Specchio della società —
'^espone le prodezze di una nuova ca
»tegoria di oziosi e viziosi parassiti
? Si trat ta degli amatori, o frequenta
^^tori. degli hahitués di certe corniti
f’ve signorili e « mondane » (il mon
do appartiene a loro!) che si riuni
O- scono in casa di Tizio, di Caio, di
* s. Colette, di Pupa, di Patricia, di Ma•f '■y- tracannare cocktails, vale a
.A dire code di gallo : pittoresca parola
■^(c americana » che serve per designaft^re <pu-i complicati beveraggi compo'' sti di ogni sorta di liquori, svariati
TI come sono variopinte le penne della
coda del marito della gallina.
E incomincia —- il giornalista —
^ col presentarci un tipo di donna che
;1 fa {»arte della distinta comitiva. « Una gentildonna romana dal blasone
. piuttosto fresco ma dal portafogli altrettanto gonfio si vantava l’altro
di avere offerto trentadue
'A !t*t>rno
./’i^cocktails parties in un mese. Lo annidava ripetendo a tutte le sue amiche
».„milanesi e aggiungeva: « Oh, Roma
diventata una città impossibile!...
Mi verrà un esaurimento nervoso! »
L'articolista continua:
-I « I tre frequentatori di cocktails
con i quali vi convenni e che — reV duci già da tre altre cerimonie dello
stesso genere — accusavano un certo
-■ grailo di pressione alcoolica (in parole ]iovere: puzzolenti ubriachi!)
non mancarono di manifestare il loro disappunto quando il portiere annunzio loro che non c’era l’ascenso' re » (la ragione è ovvia!).
'*‘1
H Parole assennate
•£. 3
caotiche assembleee solitamente affollate e tumultuose è facile sbrigarseia con una frase o con un aneddoto
orecchiati altrove ».
Ancora noi possiamo seguire l’articolista quando — proseguendo nella sua analisi — egli dichiara:
« Il cocktail party somiglia alla
società di cui è figlio adottivo. E’
destinato a vincere perchè una su- '
cietà che legge i settimanali a rotocalco e assorbe la cultura in pillole,
che ha preso sul serio l’esistenzialismo, che ha sostituito la trovata alla
fantasia e il frizzo al buon senso,
trova nel drink (nella bevuta) l’unico pretesto per comunicare senza
scoprire lo spaventoso vuoto di cui
.sono pieni i suoi componenti » (la
sottolineatura è ancora nostra). ;
Fin qui sta bene; ma non sta più
bene quando l’articolista all’improvviso scantona e salta fuori con
•{uesta inaspettata sentenza: « E’ il
;'oncetto di massa che si sostituisce
a quello di società, e la massa non
vuole individui di rilievo ».
Qui si Sgarra !
A un certo punto, però, il disgu. sto prende la mano al giornalista.
Si vede che — pur appartenendo egli stesso a quel mondo, a quella miserabile società mondana — egli ne
è asfissiato e stomacato. Scrive dun,que seriamente:
« Quale artificiale bisogno, quale
diabolico vizio, spingono questa gente a correre come forsennata da un
salotto all’altro e a riempirsi il veny’ Ire di quegli ingredienti liquidi che
sembrano fatti apposta per seminare
disturbi nei visceri e ronzii negli orecchi? Credo che la moda del cocktail party dilaghi — oltre che per
' banali ragioni di scimiottamehto (lusinghiera constatazione!) ■— per il
fatto che esso contiene alcunché di
frenetico e febbrile, ideal clima per
chiunque abbia paura a restar solo,
ma nello stesso tempo non abbia nulla da dire agli altri » (siamo noi che
sottolineiamo).
Il giornalista continua:
Un pranzo obbliga chi vi partecipa alla conversazione. E la conversazione non può esaurirsi in un frizzo. o in una battuta brillante, o in
un paradosso più o meno intelligente, o — come più spesso accade —
in una storiella sporca... In queste
lei consacrandosi ha guadagnato la
sua fiducia. i afe
Sa benissimo, la massa che in
quella direzione è la via del successo: nel forgiare — cioè —r attraverso
lo studio, la meditazione, la cousecrazÌQne — attraverso l’inevitabile
dolore — degli uomini e delle donne, sempre più numerosi, che siano
veramente — in tutto il significato
e in tutto il valore di questo nobilissimo termine — degli uomini nuovi,
degli uomini umani, degli uomini^.
sociali, , >
Questi uomini devono primeggiare; non, come avviene oggi, per virtù di sangue o per potenza di danaro; ma per virtù propria, perchè sono in tutto degni d’essere i primi.
E l’ideale moderno è appunto
questo: di portare — sul piano economico, su quello intellettuale e su
quello morale — ogni singolo individuo che forma la massa al più alto grado, ora e in avvenire raggiungibile, di sacrosanta umanità.
Giovanni Melile
ASTERISCHI
PILE 01DN EDDEAIE
Al GENITORI
Non si potrebbe davvero meglio esprimere una duplice sciocchezza,
frutto di ostinato conservatorismo e
di ridicolo partito preso.
« E’ il concetto di massa che si sostituisce a quello di società ». Di
quale « massa » intendete parlare?
Del conglomerato esiguo di quei
quattro gatti crapuloni, di viveurs e
di snobs d’ambo i sessi che si trascinano da un salotto all’altro, vivendo
alle spalle del prossimo, avveletiandosi con liquori e con droghe, « massa » che già oggi non conta {liù nulla e che — se non sarà eliminata da
• sè — verrà presto levata di mezzo
dal primo colpo di scopa che la butterà nella fossa della spazzatura o in
quella della concimaia?
La « massa » è un’altra: vedetela
sorgere innumerevole sull’orizzonte,
d’ogni lingua, d’ogni fede e d’ogui
razza! Si raduna dalle officine e dai
campi, è formata dalla gioventù sana di corpo e di spirito, dagli operai e dai contadini, dagli impiegati e
ilalle massaie, dai professionisti e
dagli artisti e dai poeti: da tutti i
lavoratori coscienti, intellettuali e
manuali, del nostro paese e del mondo intero. Quella è la massa vera, la
massa viva: che rivendica i suoi diritti e non indietreggia davanti ai
suoi doveri, che sa quali sono le sue
capacità e le sue inesauribili forze:
la massa che si prepara non a sostituire la società, ma a creare, a costituire, a realizzare una Società
[Nuova, in cui chi lavora possa vivere
una vita tranquilla, dignitosa e libera, mentre chi frequenta oggi i
(ocktails dovrà lavorare anche lui
se non vorrà morire di fame. La nave dell’umanità continuerà il suo
viaggio — anzi navigherà meglio di
prima quando avrà buttato a mare tutta l’inutile zavorra!
** « Quando dovrò io cominciare ìa
educazione del mio figliuolo? » domandò un giorno una mamma ad un
educatore.
L'educatore, a sua volta, le chiese:
« Quanti anni ha il vostro bambino? »
« Quattro! » « Signora, mi spiace ohe
voi abbiate già perduti quattro anni
preziosi ! »
L'educazione deve, infatti, cominciare con l'alba della vita, con il primo sorriso che illumina il paffuto viso
del bimbo, col primo dentino che spunta dalle sue purpuree gengive.
L'animo del bim.bo va subito investigato per rilevarne le tendenze, dirigerle e, secondo il caso, indebolirle
o raffozzarle.
Ezio Bonomi
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la carità
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Abbiamo ricevuto una lettera. E’ firmata da un signore straniero,
Raph Ohdling, il quale racconta un episodio al quale ha assistito, verso
mezzogiorno d'ieri, in un har di piazza^della Repubblica, e che l'ha colpito a tal punto da spingerle — lui che sarà probabilmente in Italia per
diporto, e quindi potrebbe disinteressarsi di queste faccende — a prendere una penna in mano e invitarci, anche a nome di altre persone, straniere come lui, ugualmente spettatrici, di dare pubblica risposta.
Ecco l'episodio. Mezzogiorno e un quarto. La scena rappresenta tante file di tavolini all’aperto, con tanti signori che stanno a prendere l’aperitivo, beandosi al sole di maggio. Da un passaggio nel cordone di piante
ohe delimita il territorio del bar, entra una'bambina tutta cenciosa, per
ohvedere l’elemosina. Alcuni clienti fanno smorfie di disappunto ; forse è
faticoso mettere mano a tasca per cercare cinque o dieci lire. La maggior
parte, invece, s’accinge volentieri a pagare l’urnano tributo ai vestiti stracciati e sporchi, alla faccia pallida e patita di quella bambina. Senonohè,
un. cameriere nota la scena, e decide d’intervenire. Intervento per la verità tutt’altro che urbano. Gli energici argomenti del cameriere, dice ìu
lettera, erano appoggiati, magari senza averne l’aria, da una bottiglia a
schizzo di seltz.fChe il molto sollecito cameriere teneva in mano. La bambina allora è andata via.
La scena aveva non- poco colpito il cuore delle persone che stavano
ai tavolini, cosicché, quando la piccola cenciosa s’è riaffacciata fra le
piante, non sono stati pochi quelli che l’hanno sollecitata ad avvicinarsi.
E le offerte non sono mancate.
Ma probabilmente, ancora, il signor Raph OhdUng non avrebbe trovato sufficiente materia per convincersi dell’opportunità di rendere di.
pubblica ragione l'episodio. La spinta a questa decisione, ohi scrive, l ha
avuta poco dopo, quando lo stesso bar ha ricevuto un’altra visita. Questa
volta, non fra i tavolini all’aperto, ma addirittura dentro il locale. E’ entrato un frate con barba bianca, che pure, mendicava elemosine, e continuamente diceva a Pace e bene '»: il vecchio, conosciutissimo frate.
Come non erano mancate le offeide per la piccola aenciosa, non sono
mancate nemmeno quelle per il religioso. Però, i du& episodi hanno avuto
una fase diversa. Nell’occasione del frate, nè il cameriere al seltz, nè gli
altri suoi colleghi, hanno fatto qualcosa per impedire In questua. Eppure, dice il signor Ohdling, anche lui chiedeva la carità.
« Io non ho dato denaro al frate perché non era stato permesso anche alla bambina di raccoglierlo, ma vorrei sapere perchè hanno scacciato'
la piccola mendicante e non hanno scacciato il vecchio frate. Anche altri
stranieri hanno fatto la medesima osservazione, e gradiremmo una pubblica risposta, se è possibile ». Così termina la lettera del signor Ohdling.
Possibilissimo sarebbe avere la pubblica risposta, solo che avessimo
un’idea di cosa rispondere. Aveva bisogno di elemosina la piccola, ne
aveva bisogno il frate; giustissimo, facciamogliela. Ma il signor Ohdling
vorrebbe sapere perchè hanno scacciato la piccola, e il vecchio frate no.
Lo vorremmo sapere anche noi.
Da «IL NUOVO COBRIEEE » 1.5-5-50.
Eirenze
L’Evàngelo in Sicilia
Ho incontrato i colleghi Eibet e Nisbet a Napoli, nell’ospitale casa del
Pastore Peyronel, la sera del 27 aprile. Colà ci eravamo dati appuntamento prima di iniziare il nostro viaggio in
Sicilia per la campagna evangeli sti ca.
Ci siamo scambiati fraternamente le
idee sui temi da trattarsi e sulla modalità del piano di azione. Abbiamo
avvertito la profonda responsabilità
della missione e il bisogno vivo di rifugiarsi, in preghiera, presso il Signore della messe. E Dio è stato per noi
non solo un rifugio ma l’Ispiratoro, la
Potenza da alto per i messaggi e le
testimonianze, date agli assetati delPacqua viva ed eterna.
Agrigento : di recente si è costituita
la Chiesa, con un locale caratteristico
che ricorda molto le catacombe antiche; la scarsa luminosità, l’aspetto
singolare delle pareti, conferisce una
nota misteriosa al luogo e invita al
raccoglimento ed alla meditazione.
Sono stati rivolti due messaggi il 29
sera e il 30 nella mattinata. Possa
quella comunità nascente, osteggiata,
sempre sulla breccia, mantenersi salda, unita, vigorosa nella testimonianza cristiana.
Gli estranei hanno cosi udito il messaggio-conferenza, hanno ascoltato poi
il sermone e seguito il culto, rendendosi conto della vita religiosa cultuale. Possano poi gli estranei riconoscere, che i.membri della comunità sono
veramente stati con Gesù e che la forza meravigliosa dell’amore li unisce e
li raffratella.
Un’elitra sciocchezza
« La massa non vuole individui di
rilievo », voi dite ancora.
Errore anche questo, se siete in
buona fede. E, se siete in mala fede,
è un’impostura!
La massa ha bisogno — un profondo bisogno — di individui di rilievo perchè non può fare a meno
di guide competenti e sagge. Anche
oggi, come ha fatto sempre, la democrazia — governo di popolo —
riconosce i suoi « eletti » e sa scegliere i suoi tribuni. Anzi, è appunto la .stessa massa che li plasma e, al
fuomento opportuno, li esprime —
sempre più numerosi e capaci —
questi « individui di rilievo » e tende a generalizzarli. Perchè sa benissimo, la massa, che da sola — per
ora almeno — non può andare, e accetta d’essere guidata; ma vuol esserlo da chi è meritevole di guidarla, perchè a lei si è consacrato ed a
Ed ecco alcune tappe della campagna, durata esattameiìte dieci giorni.
J)/ ciiià in ciità
Rissi : per tre sere consecutive si è
parlato all’arena e nei teatri, alla presenza d’un foltissimo pubblico, particolarmente attento. Non mancavano
le autorità ed il corpo insegnante nonché rappresentanze varie e la fratellanza al completo.
¡‘aiermo : il collega locale aveva organizzato conferenze in chiesa e fuori, con altoparlanti. Si è parlato nei
locali della chiesa la sera del 28 e 29
e la domenica, in un grande learro
cittadino. Dovunque si è data libertà
di parola a termine delle conferenze.
Nel locale della chiesa, tra gli altri,
ha interloquito un professore di tilo
sofia e libero pensatore, il quale ha
sottolineato la funzione deiruoino nella società umana nel passato e nel
presente. La domenica, nel teatro, k
intervenuto, nel contradditorio, ini onorevole su di una questione polemica; altri hanno parlato di problemi sociali con uno spirito sereno ed elevato
al tempo stesso. L’affluenza del pubblico, appartenente a tutti gli strati
sociali è stata considerevole.
Vittoria : gli oratori hanno parlato
in chiesa e per due sere nella piazza
davanti ad un gran pubblico. Ne è seguito un interessante contradditorio
tra elementi di varie tendenze e i conferenzieri. Uno della folla ha detto ;
« finalmente siete venuti da noi a
portarci il messaggiò della salvezza ».
Pachino : anche quivi abbiamo parlato durante tre sere consecutive all’arena, con l’altoparlante. A termine
di ogni conferenza il Pastore locale ha
annunciato un culto che si teneva, subito dopo nei locali della chiesa. L’esperimento ha avuto un ottimo successo numerico. La chiesa si è affollata di fratelli e specialmente di una
parte del pubblico che aveva ascoltato
i messaggi all’arena. Naturalmente la
predicazione s’intonava con quanto era
stato pronunciato prima all’aperto.
Catania : come dovunque, i manifesti murali annunciavano le conferenze. A Catania dovevano aver luogo, per tre giorni consecutivi, nel
grande salone del Municipio. Poche
ore prima della prima riunione il permesso, prima concesso, veniva negato con una semplice comunicazione
telefonica. L’intervento del Dr. Ribet
e del Pastore locale non valsero a nulla, salvo ad ottenere, per un’altra data, un altro locale, meno centrale. Gli
oratori hanno svolto il loro lavoro nei
locali della chiesa alla presenza di un
folto pubblico.
Messina: il programma contenipluva una conferenza in luià sala,
un’altra neH’aula magna dell’università e la terza in Chiesa. Strana coincidenza ; il permesso per l’aula magna, formalmente dato al capodistretto, veniva, in sostanza, negato poche
ore prima di avviarci all’università.
All’atto della nostra partenza dalla
Sicilia non conoscevamo ancora il motivo dei due dinieghi.
Uno dei colleghi ha potuto parlare
in una sala della città, alla presenza
di molti fratelli e di un buon gruppo
di estranei. In chiesa si sono tenute
due conferenze, il sabato sera 6 maggio e la domenica mattina 7 maggio.
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4
r.-fiCO DËUlX VALO VALDESI
ITn piìBHlioo mimerosisBimo gremiva
la ciiìeBa, speoie la domenica mattina.
Erano presenti due padri gesuiti di
cui uno, professore di filosofia e pedagogia. Al termine delle due oonferense prendeva la parola uno dei padri gesuiti per rispondere alle affermazioni molto chiare ed esplicite del Dr.
Eibet. Il contradditorio che ne è seguito è stato piuttosto animato e si è
svolto in una atmosfera di particolare
eccitazione. Il Pastore Panasela che
guidava la discussione proponeva alla
fine una discussione pubblica su il
« tu es Petrus ». I Padri gesuiti accettavano, riservandosi di comunicare la data, il luogo per la trattazione
deirargohaento proposto. Motti « liberi pensatori » hanno seguito con vivo
interesse le conferenze e la discuss'one su argomenti e problemi attuali e
interessanti la vita dello Spirito.
Abbiamo fatto una cronaca piuttosto scheletrica della campagna in Sioih'a; ci sia permesso di aggiungere
alcune considerazioni.
Da parte nostra ci siamo preoccupati di portare un messaggio fondato
-essenzialmente sulla croce, tenendo
conto del tormento, dell’inquietudine,
dell’angoscia vissuta dal nostro popolo, nell’ora presente II titolo di alcune conferenze sono sufficientemente
eloquenti : Grigio Forestiero, Materialismo |8, spiritualismo, Fuga umana,
Perchè siamo Cristiani Evangelici, Atiesa del regno. Non ritengo che si potesse rammentare alle folle, come dice
lo Spini nel N. 3 di « Protestantesimo » 1949 su « Evangelizzazione o
Riforma », che il popolo italiano è cristiano « anche se i singoli italiani possono avere le idee più distorte intorno
al Cristianesimo... ». Si è dovuto rammentare invece che Cristo è un forestiero, che Cristo e la croce di Cristo
non sono intese come fondamento di
vita e va da sè come rovesciamento di
una certa vita... D messaggio della
croce ha dissetato delle anime, ha cer
tamente rinnovato dei cuori, quei cuori dai quali è partito quel grido spontaneo e gioioso ; « finalmente siete ve ■
nuti a portarci un vero messaggio ».
Non si ignorava che nelle folle v'erano dei cconunisti e dei democristiani, dei proletari e dei borghesi, dei miserabili e dei ricconi, degli atei e dei
cattolici professanti; il problema sociale è troppo sentito per essere ignorato da ehi annuncia l’evangelo. Ma
più che mai si è dovuto spiegare la
parola di Cristo : « cercate prima di
tutto il regno di Dio e la sua giustizia
e tutte le altre cose vi saranno sopraggiunte ».
Importa sottolineare, in questa missione evangelistica, la funzióne vitale
delle rigogliose comunità di Sicilia e
dei loro conduttori. Questi centri di
vita spirituale, formatisi in questi decenni, dopo lotte e persecuzioni, n^n
del tutto spente, costituiscono una
meravigliosa piattaforma per un’effic^ce testimonianza all’esterno. Ai colleghi Mathieu, Naso, Del Priore, Davite, Sormnani, Corsani, capodistretto Panascia e alle loro comunità inviamo il nostro saluto affettuoso e il
nostro ringraziamento per raffette col
quale ci hanno circondati e la generosa ospitalità che ci hanno dato.
La campagna in Sicilia è stata considerata dal Dr. Ribet come un es[)Primento. Con fiducia, con entusiasmo,
con perseveranza straordinaria ha con
dótto a teiminè la campagna mercè il
valido aiuto dei colleghi siciliani per
la non facile parte organizzativa, lc>
gistiea.
Al Padre Onnipotente è affidato il
seme gettato perchè possa portare
molto frutto nelle anime che lo hanno
accolto. A Lui solo sia resa lode e gloria per la gioia che ci ha largita, per
l’allegrezza che ci dà di lavorare ancora nel suo campo, per condurre altre
anime a Cristo, riscattarle da questo
mondo, che continua a crocifiggere il
Salvatore, la Unica Speranza nostra,
per tutta l’eternità.
Gustavo Bouchard
'{<|a « La Luce »}
Voce delle Comunità
Angrogna (Capoluogo)
Çuai a me se non
evangelizzo !
Sabato 17 corr. abbiamo deposto nel fini itero del Capoltiogo la spoglia mortale
di Benech Paolo Alberto deceduto alla Bonetta alla età di anni 68, dopo breve malattia.
Ai familiari ed ai parenti afflitti ridiciamo la nostra fraterna simpatia cristiana.
Ringraziamo TAnziano Doti. Aldo Varese per la sua predicazione dì domenica
18 giugno al Capoluogo.
- e. a.
Bobbio Pellice
Il 12 Maggio è stata tumulata la salma
di Bertinat Giov. Davide, della Ferrera, di
anni 53. Egli fu colpito da una inesorabile
malattia pochi mesi prima. Tutti i ritrovati
della scienza sono stati vani. La Chiesa rinnova alla famìglia afflitta la sua profonda
solidarietà nel dolore e, con Gesù ripete:
« Non la mia, ma la tua volontà sia fatta ».
E’ stala battezzata Berton Elda, di Stefano e di Charbonnier Costanza, di Perla,
il Signore guidi nelle sue vie questa bimba.
L’il giugno. Gönnet Giovanni del .Pidone, si è unito in matrimonio a Villar Pelliee, con Bertucci Bianca. « Sé Iddio non
edifica la casa, invano vi si affaticano gli
edificatori ».
La domenica 11 corrente, PUnione delle
Madri di S. Germano Chisone, guidata dal
Pastore e dalla sua Signora ci ha fatto una
graditissima visita. La comunità esprime la
sua riconoscenza al Pastore Berlin per l’edificante messaggio rivoltoci in queU’occasione.
Sono stati nominati delegati al prossimo
Sinodo i Sigg. Bonjour Giovanni e Bonjour Daniele.
Il cnlto di domenica 25 corr. sarà presieduto, a Dio piacendo, dal Pastore Sig.
Giovanni Bertinatti.
Il Pastore di Venezia, Sig. Roberto
Nìsbet, è stato con noi domenica 18 giugno ed ha presieduto con efficacia i due
culti di S. Secondo e dì Pinerolo.
Lo raggiunga il nostro ringraziamento.
Prarostino
Le bimbe dell'Orfanotrofio di Torre, accompagnate dalle loro dirìgenti, ci hanno
* fatto, ultimamente, una visita gradita. Esse
hanno partecipato attivamente al nostro
culto domenicale con il canto e ci hanno
offerto un trattenimento pomeridiano al
, quale il pubblico è intervenuto numeroso.
La generosità dei nostri parrocchiani ci ha
permesso di offrire loro il pranzo, il té,
parecchie dozzine di uova ed una bella
somma.
Brescia
Si è addormentata nel Signore, in Bre
scia, la Signora Lucia Filneri dopo lunga
ed angosciosa malattia, sopportata con sottomissione e con fede.
Al funerale — tenutosi il 12 Giugno ■
hanno partecipato con la Comunità compatta, molti amici i quali apprezzavano la
grande bontà della nostra sorella unita a
gioconda serenità.
Al tempo della sua conversione la Sig.ra
Filneri aveva dovuto sopportare molte persecuzioni e amarezze, ma il Signore l’aveva sempre consolata e sostenuta. Essa lascia nella famìglia e nella Comunità un ricordo benedetto di attività, di fedeltà e di
bontà.
Il nostro annuo bazar ha avuto un buon
successo. Felicitiamo l’Unione delle madri per quella benefica attività.
L’Assemblea di chiesa del 4 Giugno, dopo aver udito la relazione del pastore sui
ministeri femminili ha votato il seguente
o. d. g. : a L’assemblea, mentre non crede
sia attualmente desiderabile il pastorato
femminile nella sua pienezza, si pronuncia
in favore dei ministeri femminili ausiliari
eon particolare riguardo al loro carattere
sociale, educativo e di cura d’anime. L’Assemblea insiste inoltre sulla necessità di
una adeguata e seria preparazione delle
candidate ».
Alcune riuscita gite sono state organizzate per conto dell’Unione delle Madri,
delle famiglie, della gioventù e della corale, dei bimbi della Scuola Domenicale. Si
tratta di un’ottima abitudine che ci permette di rompere la monotonia della nostra vita dì campagna e intensificare maggiormente i legami della comunione fraterna che già ci uniscono.
Pinerolo
La comunità è stata allietata dalla visita
fattale domenica 11 giugno dalle orfanelle
del nostro Orfanotrofio di Torre Pellice,
accompagnate dalle loro dirìgenti.
Dopo aver partecipato al culto del mattino e averci fatto udire alcuni cori accuratamente eseguiti, esse sono state accolte
con gioia da varie famiglie della Chiesa che
hanno voluto ospitarle per il pranzo. Alle
ore 15 tutte si sono nuovamente riunite
BATTESIMI.
Avondetto Bruno di Enrico e di Avondet Amalia (Allamanda). Benech Blvino
Renzo di Mario e di Malan Agostina (Cardon). Romano Renato di Aristide e di Godine Livia (Brusis).
MATRIMONI.
Nel corso del mese di Maggio sono stati
celebrati i seguenti matrimoni: Fornerone
Emilio (Moisa) e Pons Rina (Bricherasio).
Cardon Dante (Colombini) e Bertalot Wilma (Luserna S. Giovanni). %
DIPARTENZA.
II 23 Maggio si è spento alle Cardune il
nostro fratello Gay Emilio, di anni 69. (h
piace ricordarlo qui come un membro fedele della nostra chiesa. Egli rimane per
tutti noi un esempio: aveva confiattato ad
essere un frequentatore assiduo del culto
e delle riunioni quartierali anche quando,
per Ini, era soprawennta l’infermità.
Alla famiglia provata dal lutto rinnoviamo ancora l’espressione' della nostra firnpalla.
DONI ricevuti dal .
Cossiere della Tavola
Per Casa delle Diaconesse:
Chiesa di Brescia 5000; Id. di CaUnia
3000; Id. di Aosta 4350; Id dì Palermo 705;. ?
Verona
Rosiagno Levi in mem. di Fomeron Mar- í
gherila ved. Rostagno 1000; Paschetto L^;
nella sala del tempio dove hanno eseguito
lui programma di canti e di recito che è
stato vivamente apprezzato dal numeroso
pubblico. Il trattenimento si è chiuso con
un ricco tè . gentilmente servito da alcune
signore e delle giovani cadette. Il vasto
cortile del tempio è stato poi animato da
vari giuochi fino aB’ora della partenza.
La nostra comunità che in tanti modi si
interessa praticamente degli Istituti di beneficenza è stata lièta di conoscere ancor
meglio le gentili ospiti di uno dì questi
Istituti e ringrazia, oltre alle dirigenti, la
signorina Revel che s’è unita a loro per
dirigere i cori.
11 giorno di Pentecoste è stato ricevuto
nella Comunità un gruppo di nuovi membri, fra i quali alcune giovani originarie
delle Valli Valdesi: le sig.ne CappellaroRostain e la Sig.na Laura Martìnat figlia
del valoroso Generale.
La fratellanza si è stretta con gioia attorno ai nuovi membri ì quali portano
nella Comunità un soffio di gioventù e di
entusiasmo.
R., in mem. genitori 500; Vicino Zaira
500; Brosia Matilde 200; Codino Mary (
500; Cardon Irma, in mem. Codino An.‘
drea 500; Ausonia Raima 500; Messina An- :
tonino, Palermo 25; Alestra Enrico, id. 30; :
Maggio Maria, id. 50; D’Aleo Vito, id. 100; :
Scianna Damiano, id. 100.
Per Artigianelli Valdesi:
Codino Elisa 200.
LIBRI RICeUUTI
m
La famiglia del compianto
Benech Paolo
NOTRE PÈRE
dl ROLAND DE PUBY
ringrazia il dottor Paltrinieri, il Pastore
Alme; le persone che le furono di air-to
e in particolare modo Pietro Gaydon e
tutti quelli che intervennero al funerale
del loro caro.
Ed. Delachaux et Niestlé. Neuchátel — Prezzo fr. sv. 3. 7;J
'tf ■
Una serie di predicazioni sul Padre^
Nostro. Di esse l’autore dice che « el-
Bonetta d’Angrogna, 17-6195U.
Il 18 corr. il Signore ha richiamato a Sè
dopo breve malattia
Maddalena Rivoire
Ved. Benech
di anni 68.
Ne danno il triste annunzio la nipote
Melania col marito e figlio, ringraziando
sentitamente quanti parteciparono al loro
dolore, il Pastore sig. Buscarlet, i parenti
e i conoscenti intervenuti ai funerali.
Angrogna, 21-6-1950.
Gesù disse: Venite a me voi tutti
che siete travagliati ed aggravati, ed
io vi darò riposo. (S. Matteo 11: 28).
les ont voulu n’être rien d’autre
la ration hebdomadaire de ceux qui
faisaient leurs premiers pas dans le
eornhat de la foi et de la prière ». Non
si leggono senza beneficio e senza esser costretti a riflessione spirituale le
meditazioni dell’autore, i cui numerosi scritti sono un segno tangibile del
suo continuo studio e della sua ricca\.
esperienza.
TON DIEU REGNE
di ROLAND de PURY
Ed. Delachaux et Niestlé. Neuchâtel ■— Prezzo fr. sv. 4.
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APPROFITTATENE
Un volume di 14 predicazioni del
noto Pastore di Lione fatte negli anni 1935-1942. Non giudichiamo queste
predicazioni; diciamo soltanto che l’autore ha il dono di rivolgere un messaggio cristiano serio, biblico ed al tempo stesso aderente alla realtà del tempo in cui vive.
Direttore Responsabile : Ermanno Rostan
Tip. Subalpina s. p. a. — Torre Pellice
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ORARIO F E R RO V I A RI O - T R A M V I A RI O - A UTO M O BI L 1 S T 1 C O DEL PINEROLESE
TORINO-PINEROLO-TORRE PELLICE c viceversa
Torino 1 1 6,20 1 8.101 1 1 12,28 1 13,02 1 17,04 { 1 1 18,20 1 18,32 1 21,40
Airasci 1 1 7.171 8,54 1 1 1 1 13,59 1 17,57 1 1 18,47 1 19,21 1 22,21
Pi. erolo 5,52 1 1 731 9,15 1 1 1 13,08 1 14,25 1 18,25 | 1 19,05 1 19,47 1 22,42
Bricherasio 6 1 8,00 1 9,34 1 1 1 13,28 1 14,47 1 18,50 | 1 19,20 1 20,06 1 23,02
Torre Penice 6,22 1 1 8,15 1 9,50 1 1 1 13,42 1 15,03 1 19,IM 1 1 193 1 20,20 1 23,18
(1) (2)
Torre Pellice 1 *31 1 5,51 1 6,251 7,02 1 1 12,25 1 1 13,11 1 16,08 1 19,42 1 20,55
Bricherasio 1 5,001 1 6,14 1 9,*I 1 7,20 1 1 12.46 1 1 13,27 1 16,30 1 20,03 | 21,12
Pinerolo 1 5,181 1 6,31 1 7,02 1 731 1 13.07 1 1 13,42 1 16,52 1 20,26 | 21,30
Airasca 1 5,391 1 6.51 1 7,291 7,59 1 1 13,34 1 1 1 17,20 1 20,54 1 22,04
Torino 1 6,251 1 7,281 8.10 1 8,30 1 1 14,20 1 1 14,32 1 18,10 1 21,40 | 22,48
(I) Feriale (8) Feriale liaiitato a Pinerolo. Festivo a Torino.
TRANVIA PINEROLO*VILLAR-PEROSA ARGENTINA c viceversa
Pinerolo
Pérou
4,25
5.45
5,451
6.37 I
6.451
7.401
8,15 I 10,15
9,10 I 11,20
I 11,30 1 12,401 14,401 17,201 19,15 |
12,25 114 I 15,40 I 18,25 120,101
Pérou
Pinerolo
4,45 I 5,591 7 I 8.20 | 9,40 | 11,45 | 13 | 16.05 | 17,40 | 18,50 |
I 6,45 I 7,55 I 9,10 I 10,40 | 12,5.8 I 14,15 | IT | 18,35 | 19,45 |
6
IN VIGORE DAL 14 MAGGIO 1950
Autoservizio e tram via
PINEROLO-ORDASSANO-TORlNOevicev.
Pinerolo
Orbass.
Torino
(1) (2)
6,15 I 7 I 12,55 I
7 I 7,40 I 13,34
737 I 8,20 I 14,09
(1) (2)
Torino 6,20 | 7,10 | 14,20
Orbas. 7,04 | 7,46 | 14,5
Pinerolo 7,44 | 8,26 I 15,36
(1) Perialt — (2) Festivo
18,10
I 18,50
I 19,29
I 18,15
I 18,55
I 19,35
Linea Automobilistica
TORRE-BOBBIO PELLICÈ e viceversa
Torre Pellice
Bobbio Penice
8,30 I
9 I
Bobbio Penice 6,05 I
Torre Pellice 6,35 1
(I) Solo II Venerdì
(1)
113 I
12 I
(I)
7,30 (
8 I
19,15
19,45
15,30
16
Ner giorni di mercoledì e ubato si effettua da Bobbio
a Pinerolo un autoservizio col seguente orario : Bobbio
Pellice 7,30 con arrivo a Pinerolo alle 8,20 ; partenza da
Pinerolo alle 123 ooa arrivo a BobWo alle 13,30.
Autoservizio Sapav-Satti
PINEHOLO-AIRASCA-TORINO e viceversa
Orarlo giorni feriali Sapav-Satti
Pinerolo
Airasca
Torino
7,30 I 7,50 I 12 I 13,45 | 19
7,44 I 8,04 I 12,14 | 13,59 | 19,14
8,15 I 8,35 I 12,45 I 14,30 I 19,45
Torino
Airasca
Pinerolo
7 I 11,50 I 17,45 I 19
7,31 I 12,21 I 18,16 I 19,31
7,45 I 12,35 I 18,30 | 19,45
Pinerolo
Ai asea
Torino
Orario giorni festivi Satti-Sapav
7,30 I 13,45 I 19,50 Torino II I 18.25 | 23,55
I 13,59 I 20,04 Airasca 11,31 | 18,56 |
8,15 I 14,30 I 20,35 Pinerolo 11,45 | 19,10 | 0,35
Auto PEROSA-PERRERO'PRALi e viceversa
(1) <2-) (3) (3) (2)
Perosa 8,20 9,20 17,45 20,20 Prall Ohigo 5,30 17,26
Perrero 8,45 9,50 18,10 20,50 Perrero 6,15 7,20 18,08
Prall Ohigo 9,30 10,50 21,50 Perosa 6,50 7,45 183
(1) La corsa si effettua soltanto nei mesi di Luglio e Agosto. (2) Feriale. (3) Nel tratto Perrero Prati si effettua solo In Luglio e Agosto.
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