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Torri Penice»^ ^Agosto''lM3 * ^ -, ■
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Nulla sia più forte deiia vòstra ledè t ^
(Gianavelio) SETTIMANALE DELLA
ABBONAMENTO
Italia e impero . Anno L. 20 — Semestre L. 10
Estero . . . . . . 3o' - » v . i5
Ogiri cambiamento, dfipatriago^ costa una tira — La copia Ceni. ÌIO
-5
CHIESA VALDESE
Riguardate alla rpcciai onde foste tagliati
(Isaia LI : 1)
DiraNorai Pral. OINO COSTABil.
AMMINISTRAZIONE e REDAZIONE: \
________" •. Via Carlo Alberto/1 bis — TORRE PKLICE
•§
C€»mauBBÌ«:at4
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, j P ’ossimai Sessione S’,nodale s’apriTà, Dio voleriij!o, lunedì 6 settembre alle
ere 15^0 nel Tempio di Torre Pellice^
con un cuMo jiresieduto dai Pastore Ma'riano MoreschinA.
Tutti i membri del Sinodo, Ministri e
Denegati, sono còrwocatì per le ore 15.15
precise nelVaula Smodale della Casa
Valdiese per i preUfniimrl d’uso.
- Il Moderatore:
Virgilio Sommani
Torre Pellitfé, 18 - 8 - 1943.
F. U. V.
Comunicato
Diate le ciraostarize attuali che renderebbero difficile una buona rap^esentanza
delle Unioni Giovanili VéldesA, il Comitato Nazionale ha creduto opportuno sospendere la convocazione del Congresso
che avrebbe dovuto aver luogo a Pinerólo il 4 settembre e rimandarlo « ditta
più propizia.
Il Segretario Generale
Tullio Vinay.
13 l3StÌilÌ3IZ3 Ùfl IpoKOlO
« Ma il Signore è stato rneco
..... ^ }(rrtificato »
4; jljr
Queste |>aro3e delmeano - fra i tanti imo dei più bei quadri che il grande
apostolo ci ha lasciati.
n paragrafo contenuto in quest’ultiina
epistola ci è più o meno familiare. Se
letto superficialmente, il suo valore ci
^gge; tuttavia il tesoro <Ji quelle pa. role rimane qual’è; « R Signore è stato
meco e m’ha jorpificato ».
Sieno le circostanze tenebrose o no,
1 occhio spirituale disceme Gesù, presente coll suo servo, e gli infonde in modo misterioso forza e coraggio per sopportare l’onta o.pprimente di essere
catenato come un malfattore.
Il vegliardo, usato dal lungo lavoro,
sofferente per ansie ©d amarezze d’ogni
sorta, non è lasciato solo npl tragico momento della prova. Due sono assieme e
la figura del secondo ci par di vederla
simile al Fighuol di Dio.
Ma dove rocchio - spiritualmente
guidato dalle cotnmoventi espressioni di
questa tarda epistola - vede tutto ciò,
1 occhio naturale pur non discemendo
tutta la profonda realtà della fede delrApostolo, va al di là del quadro e vede
un’altra scena.
. In una piazza di Roma im gran concorso di spettatori, di curiosi, sempre
avidi di manifestaziom popolari.- sopra—
tutto quando gli accusati son segnalati
come sovvertitori dell’ordine ¡pubblico sta aspettando in .silenzio, davanti alla
gran Basilica. Su una piattaforma, noteyolmente sopraelevata, siede forse lo
stesso Nerone, attorniato dai giudici ed
assessori: davanti ad essi sta l’accusato,
custodito dea littori ed accanto a lui ì
suoi accusatori.
Egli è solo. « Nella mia prima difesa
nessuno s’è trovato al mio fiando, tuM
mi hanno abbandonato'» (versetto 16).
L’oratore che sostiene Taccusa ha parlato. Egli è ostile al prigioniero e siccome nessun testimonio si presenta per la
Esperienze del tempo di guerra
Quando anche in quel venerdì mattina^ veiDSO le lil.30, l’urlo delle sirene
stronca ogm attività, ; molti, come me»
s’illudono che tutto si risolverà ancora ■
uija volta nella perdita di un’ora o due
di lavoro. Invece non ho ancora finito
i soliti preparativi precauzionali che un
lontano crepitare dì mitragliatrici rivela
che questa volta la cosa sarà .assai più
seria e prima ancora che abbia potuto
raggiiungere la cantina che ci serve da
rifugio alla voce delle mitragliatrici si
è aggiunta, in un crescendo veramente
impressioriànte, quella del cannone di
innumerevoli batterie antiaeree. I pochi abitanti del presbiterio, alcuni vicini
sono presto radunati nel rifugio: questa
volta abbiamo anche due ospiti nuovi:
due signorine che passavano davanti al
palazzo e che hanno cercato rifugio ned
primo portone incontrato: una di esse
anzi impressionata ^ dai tiri déU’antiaerea, appena giunta neiraindlto è caduta
priva di sensi ed ora, rinvenuta, piange
e si dispera mentre qualormo cerca inutiimente di consolarla. Tutti gli altri sonò relativfamente calmi, Irorecchio di
tutti è teso per discernere, fra i tiri del
cannone, lontani,^ cupi boati rivelatori
(Wl’opel-a distruggitrice delle bomib© !
Come seanibrano lùiighi in quella' ansie“
tà una ventina di minuti ! Poi tutto ces- ’
sa ed al baccano di poco ifia succede un
profondo silenzio. Risalgo in istrada, mi
avventuro fin sul terrazzo: vedo lontano
un fumo nero che segnala, all’altra
estremità delia città, la zona violentemente colpita. Attorno a noi tutto è
tranquillo e calimo; nella profonda riconoscenza a Dio per lo scampato pericolo
mi sento angosciato al pensiero dei danni, forse delle vittime...
Mezz’ora non è ancora passata che la
ripresa del tiro di sbarramento ci annunzia quello che istintivamente tutti
temevano: l’aàrivo di una seconda on
difesa, l’accusato deve difendersi da sè.
Egli parla.
Ed a noi sembra di udire la sua voce;
dapprima un pò’ incerta, ma che va
rinforzandosi e spiegandosi con quella
strana ed ardente eloquenza che agita
e commuoy^e chi l’ascolta.
Ci sembra pure di udire tra la folla
un mormorio sommerò d’approvBzione
e qua e là anche im’esclamazione d’odio
e di dìspxrezzo all’indirizzo' del solitario
vegiiardo alla sbarra. Ma accanto a lui,
invisibile a tutti, sta quell’Amico, mìeraviglioso e potente, che lo fortifica in
questo suo probabilmente ultimo sforzo
di testimonianza fedele.
Oh ! un resoconto degli avvenimenti
di quel giorno del suo caro discepolo
Luca, il medico diletto ! '
Forse egli ricorda in quei momento la
sua prima difesa a Gerusalemme e davanti al tribunale -di Festo a Cesarea.
La sua perorazione Ibale ed ^dita non
era stata certo disprezzata; snzi chi
i^’aveva udita ne era rimasto colpito, più
che meravigliato.
Ma ora - in questa ora solenne e
•formidabile, * Tultìma forse concessagli
sulla terra, - egli più. ohe la sua difesa
per*jnale, vede una porta larga aprirsi
davanti a lui; con tutta ranima afferra
l’occasione per proclamare ancora la glo•ria di quei Nome tanto amato pel quale
è pronto ad essere offerto a mo’ di libazione » col sacrifico della sua vita.
La sua arringa,, chiara, concisa, produce sui giudici e consiglieri e fin sulla
folla, uno strano - direi quasi - im religioso silenzio. In tutti i casi l’effetto è
immediato. I suoi accusatori si trovano
unanimi nell’accordare una sospensione
dèlia condanna, ■¡t E sono stato liberato
dalla gola del leone ». Così egli scrive al
suo giovane discepolo Timoteo.
^ Il prigioniero è ricondotto neUa sua
cella, la quale poi - secondo gli Atti
Apostolici e le Epistole - fu modificata e
i ampliata, dimodo che durante due anni
il grande apostolo dei Gentili potè testimoniare delibi Parola della Vita e annunziare il Vangelo della grazia tanto
che alla guardia pretoriana ed a tuta gli
altri è divenuto notorio che io sono in
catene per Cristo » (Pilippesi 1: 13).
Questa catena sarà S'pezaata quando
l’ora - non quella di Nerone - ma quella,
di Dìo - suonerà per richiamare a Sè,il
suo fedel servitore ed « in quel giorno »
saran paleri i frutti della sua 'iltima
testimonianza resa a Roma al nomè'di
Gesù Cristo, al quale sia la gloria nei,
secoli dei secoli. Amen. X.
data. Questa volta le bombe cadono non
-più all’altra estremità della città;' ma
anche nelJa nostra zona e ad appena 200
metri da noi una Chiesa è squarciata
dalle bombe, mentre che poco. più in là
un intiero quartiere è trasformato in un
cumulo di rovine: anche un rifugio,
‘ centrato in pieno da una bomba ad alto
potenziale, r^tituirà nei giorni seguenti
pochi feriti ed alcune diecine di cadaveri.
E’ certo molto difficile descrivere le
impressioni che si piovano negli istanti
che si trascorrono in rifugio dmante un
boniibardamento che colpisca la zona in.
cui ci troviamo mentre si intuisce più
sentire una forza distruggitrice come di terremoto che tutto sccaivolge,
mentre soffi d’aria riempiono di polvere
la cantina, il tutto fra i rombi secchi
delle cannonate ed il boato cupo delle
bombe... Nel nostro rifugio vi è ancora
una relativa calma anche nel momento
in cui la luce elettrica improvvisamente
si spegpe: solo in un angolo queUa' signorina continua a singhiozzare nervosamente ripetendo il suo: « Basta Í Basta ! ». Due signorine, nella loro eccitazione, raccomandavano alla mamma di
rimanere calma, di non spaventarsi,
jmentre che essa è forse meno agitata di
,^1'oro ! Ben altre scene si ebbero in altri
rifugi ! Dei giovani della Chiesa mi hanno mostrato i segni di profonde unghiate di donne che si èrano avvinghiate a
loro in quei momenti drammatici; ed ho
visto io stesso, in altra occasione, uomiiti
maturi piangere come bambini. Dei soldati, leduci da varie campagne, mi hanno affermato che la loro esperienza più
tremenda è stata apunto quella di trovarsi in un rifugio, di una zona bombardata quando l’uomo sente tutta la sua
impotenza di fronte alla furia distruggitrice delle bomibe ! In quei momenti di
ansia angosciosa si sente come non mai
che la nostra vita è appesa ad un filo,
che ogni’ istaAte di vita può essere Tultimo trascorso su questa terra. L’uOmo
sente in quel.momento l’angoscia della
presepza della morte, il" credente la solennità di una possibile repentina* chiamata a comparire di fronte a Dio ! Momenti solenni oh© non possono pjassare
inavvertiti nella vita di alcuno: quanti,
domani, potranno trovare in quegli
istanti il germe di una fede ritrovata o
forse anche di uno scetticismo inacerbito I
Quando il ritorno del silenzio aniumzia che l’immediato perìcolo è scomparso »risalgo al portone di strada: tutta la
zona è ricoperta da una nube di polvere
così densa da oscurare per oltre mezz’ora il sole: nell’aria vi è rodore acre
^dell’esplosivo brudáto. I ¡palazzi della
via sono tutti intatti: però davanti al
portone nostro ü piede di un aimadio,
scaraventato chissà da dCKve, annunzia
che le rovine non sono molto lontane !
Quando è trascorso un lasso di tempo
sufficiente per presumere che non è. dà
Aspettarsi una terza ondata., colla bicicletta parto per cercare di mettermi in
contatto colle varie famiglie della Chiesa. E percorro così quasi tutta la città.
Siamo ormai in pieno pomeriggio, ma
chi ha ricordato che verso mezzogiomo
è l’ora del pranzo ?
Quale angoscioso spettacolo quella di
una città che subisce il suo primo bombardamento «a diffeitouza. degH alitri veirament© violeshto e distruggitore ! Le
strade sono in certi pimti affollate di
gölte che fogge portando con se quanto
è loro possibile, in altri punti deserte
della solitudine opprimente dei quartieri danneggiati; dovunque, anche nelle
strade in cui non è passata la furia devastatrice delle bombe vi è un’aria di
angoscia e di tragedia: basta scorgere
una persona che corre ¡perchè cominci
un fuggi fuggi di tutti alla ricerca di im
rifugio.
Fra le visioni sinistre di quella giornata una in modo particolare si è impressa in me: arrivo in uno dei quartieri
più colpiti: la via che per ampio tratto^
è piena di frantumi di vetri e dà tegole
ora è diventata impraticabile. a causa
delle rovine dei due stabilì laterali,
prendo la mia bicicletta a spalle e cerco
di procedere così nel polverone delie
macerie, su cumuli di mattoni scavalcando travi, rottami di mobili, mentre
che sul margine della strada fra le noaoerie, lo seppi più tardi, vi è ancora una
grossa bomba inesplosa. Arrivo cosi su
di úna piccola piazza; tutti gli edifici attorno sono stati colpiti: al centro una
coperta ricopre un cadavere, più in là
due altri cadàveri di militari periti neiTadempimento del loro dovere. La piazza è deserta: Fattraiyersa solo un vecchietto accompagnato da un giovane.
Avrà forse una cinquantina d’anni, ma
in quel momento appare molto più vecchio, cammina come curvò per gli anni:
invece è piegato affranto dalla sventura.
Il giovane dèe lo accompagna con parole buone, affettuose cerca, di consolarlo, ma il vecchietto procede con passo
d’automa tenendo il suo sguardo fisso
su di im cumuib dì macerie che segna il
posto occupato fino a poche ore prima
da una casa e con voce resa quasi metallica dall’angoscia- e con tono di tra^
gica 'interrogazioine ripete: ,« MJtjjmmaj
dove sei ! Mamma, dov>e sei !... »
Oppresso da questa visione continuo
il mio giro. Non vi sono grazie a Dio fra
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Mernferi di Oiiesa liteile vittime, .’ma gli
evangelici non sì possono dire pw questo risparmiati 1 Ecco una palazzina di .
tma sorèlla di <dùesa la cui metà antenore è stata letteralmente polverizzàta
ed il resto qt^di da demolire: seduto su
di un sasso in iriezzo al3a Wada il cu^ode mi racconta ¿cane si è potuto salvane da tanta rovina: ecco un’altra' casa
appartenente ad evangelici, interamente
rovinata; per fortuna era,vuota, ed ecco
ancora una magnifica villa in gran parte
demolita da una bomba scoppiata sull’angolo di essa: la vecchia signora evan
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geUca che l’abitava è stata tratta a stenio dal cumulo di macerie, per fortuna
illesa. Ed ecco ancora una famiglie della Chiesa, una delle più antiche, ohe ha
visto lo stabile che essa abitava ridotto
ad un cumulo di rovine ¡'Così, nella nostra piccola cerchia evangelica, ben
quattro famiglie hanno perso la casa e
pur troppo più tardi altri ancora rifaranno la stessa esperienza. E quanti altri hanno avuto la casa danneggiata più
o meno gravemente, alcuni anche in modo tale da v. cnderla inabitabile-! Al pian
terreno di una di queste vi era una. latter a: iC porte sono state sventrate da’^un
soffio" d’aria di una bomiba e si vedono
ancora sul bancone alcune bottiglie di
latte rovesciate ed. infrante: un fiasco
però è rimasto intatto e pieno: davanti’"
all’uscio una donna esita indecisa se
entrare e servirsi o no: ha un bambino
non ha più nulla da dargli, ma non
vorrebbe commettere im furto... 1
•Quasi tutti i Membri di Chiesa riesco
a vedere, o almeno di quasi tutti riesco
ad avere notizie, di alcuni, partiti precipitosamente subito dojKJ rtncursione
solo più tardi avrò notizie. Tutti
quelli che incontro mi raccontano la loro esperieilza, tutti mi parlano delia
loro riconoscenza a Dio per averli protetti in modo, alle volte, veramente speciale; questi ha potuto raggiungere il
rifugio mentre attorno grandinavano le
pallottole di mitragliatrici degh aeroplani, quello ha sentito crolfere colpito da
varie bombe il palazzo in cui si trovava
ed a stento ha potuto uscire dal rifugio
coperto di calcinacci; questi ha passato
ore di angoscia perchè nulla sapeva del
‘ figlio sorpreso daH’allarme in città, questa perchè la vecchia mamma era sola
in casa e lei aveva dovuto cercare rifugio lontano. E tutti sentono come un
Sollievo di poter parlare della loro esperienza, tutti sono preoccupati per il pericolo di domani che il dramma di oggi rende più evidente; tutti hanno bisogno di una parola di fede, di un accenno
alla speranza... Parlare di Dio in quelle
ore non è certo im discorso vano !
iemalmente stanco per ^1 cammámo
fatto, per le emozioni provate, per le
sciagure sfiorate me ne ritoimo in sulFimbrunire a casa. Non è più la casa accogliente delle altre volte: un denso
strato di polvere ricopre ogni cosa ed
è penetrato ovunque; se la luce è tornata, per lungo tempo si rimarrà senz’acqua e senza gas. Anche in essa è poi
inevitabilmente entrata quell’aria di desolazione e di ansia che ha pervaso tutta
la città !
E mentre procedo senza fretta, ripenso alla ragione prima di tante rovine, di
tanti lutti, di tante tragedie: la guerra.
Gli economisti mi possono spiegare come la giierra afionda le sue radici nello
squilibrio economico fra i vari popoli
che non hanno saputo per via pacifica
trovare una soluzione ai problani delle
materie prime, degli sbocchi commerciali e della distribuzione della ricchezza. Gli uomini politici mi p>ossono portare le ragioni ideali della guerra e spiegaimi come essa trovi ia sua origine
nella esigenza di vita delle nazioni, nella
dignità dei popoli- conculcata e dirmi
che la guerra di o^ può rispaimiare ai
miei fìgU guerre più orrende di domani.
Certo gli uni e ^ altri hanno ragione:
è troppo s^npiUcismo lo scaricare la responsabilità dei popoli per la tragedi^
V
un
Con nell’animo il vivo proposito di
poter portare un pLcoolo contributo alla
soluzione di certe situazioni, non completamente soddisfacenti, che sono state
constatate in seno ad una delle più simpatiche attività della vita feimminile nelle valli, e non, con l’intenzione così sterile e deprimeinte di criticare (lungi da
noi questa cosa I), riprendiamo in mano
oggi la penna per parlare un poco, fra
di noi, delFunione delle madri.
L’unione dèlde madri venne istituita,
da parte della Chiesa, allo scopo di poter
vegliare e seguire da vicino coloro alle
quali è, in buona parte, affidata la sorte
delle famiglie valdesi: le madri.
In questa unione, in un 'dato pomeriggio della settimana, si radunano le madiri, dolci piccole assemiblee, per essere
utilmente e piacevolmente intrattenute
durante poche ore; per ricevere aiuto,
consiglio, simpatia ed affetto. da parte
della chiesa, che desidera fax loro sapere, in tutti i modi, quale importanza essa
dia alla loro missione nella famiglia, e
dalla famiglia, nella chiesa stessa.
La chiesa comprende bene che, allorché le sue giovani diventano spose e
madri, hanno in mano im compito così
nuovo e così grave, che sarebbe triste e
riprovevole cosa abbandonarle, proprio
allora.
Ma, all’atto pratico, mi pare, quasi
ovunque, nelle'valli, codeste riunioni si
sono ridotte ad un circolo di madri già
piuttosto anziane, di nonne; le quali, in
verità, hanno già terminato il loto compito principale di educatrici: i loro figli
sono’uomini e donne fatti, in gran parte
anche già lungi dal nido. Esse, evidentemente, non hanno più bisogno di con- ■
sigli: la loro vita si avvia tranquillamente alla conclusione, in quella dolce serer
nità che proviene dal dovere fedelmente
compiuto.
Se mi dite che per esse è piacevole e
confortante ritrovarsi ogni tanto così,
trascorrendo insieme un’ora di riposo, in
quiete letture e pacate conversazioni,
ve lo concedo di cuore. Ma sicuramente
io credo, questo non è più pienamente
conforme all’idea, per la quale nacque
una così buona istituzione come l’unione
delle madri. Sarebbe quindi molto interessante poter riuscire a far frequentare, con una certa regolarità, queste
unioni anche dalle più giovani, le quali,
avendone niagg^ore necessità, ne potrebbero trarre un vantaggio maggiore.
Perchè le giovani frequentano ,pooo, o
non frequentano affatto, quest’unione
creata più appositamente per esse, e che
le accoglierebbe a braccia aperte ? Perchè, proprio nei momento in cui la giovane ha finalmente una seria responsabilità a suo carico; casa, marito, figli,
essa abbandona, assai spesso quasi completamente, la strada che conduce alla
della guerra sulle spalle di pochi individui. e considerare loro soli responsabili di tutto ! Ma per me, credente, in
quest’oira, una sola è però la vera ragione della immane tragedia: il peccato che
regna nell’uomq, la disubbidienza della
umanità alle leggi poste da Dio. E poidhè di questa umanità peccatrice io pure faccio parte nonyposso dimenticare
che alla base dì tanta tragedia vi è quindi anche il mio peccato: anch’io quindi
devo portare il mio peso di responsabilità nell’ora attuale. E spontaneamente
nü ritornano alla mente qu^e paox>le
che Gianavello scriveva nelle sue istruzioni per il glorioso rimpatrio: « Se siamo stolti ridotti in tedi frangenti i nostri
peccati ne sono Ut vera causa; dobbiamo
dunque wmilioirccne ogni giorno e sempre dii più mnanzi a Dio chiediendoglie, rie perdono... »
A. Ribet.
chiesa, e non frequenta-più nè unioni, nè
a volte neppure il culto ?
. Perchè essa è, ora, molto occupata. Vi
sono ì bimbi piccoli, e tutto il lavoro che,
come ognuno sa, spetta alla donna nella
casa; sopratutto poi nelile campagne; dove assai spesso, non essendole concesso
un momento di sosta, i suoi numerosi
e vari doveri si trasformano in fatica
estenuante. Ebbene, io mi domando se
non si potrebbe, con un po’ di buona
volontà da parte delle madiri più "anziane, cioè delle nonne e delle suocere,
fare in modo che le giovani madri pos"sano anche frequentare un poco Funione
alla quale hanno diritto, rimanendo le
più anziane a badare alla casa e ai bimbi
per quelle poche ore. Vorrei rivolgermi
direttamente a loro e dire: incoraggiate '
le giovani a prendere, ogni tanto, il vostro posto: è una buona cosa che potete
fare per loro.
Credo pure che sia questione in buona
parte di abitudine, in fondo; è un’abitudine che siano piuttosto le madri di
una certa età a frequentare Funione
delle madri. Si tratterebbe ora, poco per
volta, di far prendere anche l’abitudine
alle giovani' ad andarvi, con vantaggio
per ognuno.
E’ un fatto che fra le madri che sono
già nonne, sia per Fetà stessa e Fesperienza della vita, sia appunto perchè
esse sono ancora dell’a tra gènerazione,
vi è più attaccamento alle buone consuetudini antiche, vi è più della donna
valdese d’altri tempi (se cosi posso dire)
in loro, che 'non nelle giovani; e perciò
mi pare Che queste ultime avrebbero più
bisogno che mai di frequentare le ottime attività della chiesa, ai( fine, di ritornare allo spirito delle buone tradizioni
valdesi, di fortificarlo e portarlo con sè
nelle proprie nuove famiglie, dove ve
n’è gran bisogno, a quanto sembra.
Va da sè che, nel giorno in cui si
potessero avere molte giovani madri
nell’unione, si dovrà far loro una speciale accoglienza, e cioè: presentare loro
una buona, profittevole, utile, accuratamente preparata conversazione, in relazione ai compiti speciali della madre,
alle s.ue difficoltà, all’educazione dei figli, ai suoi doveri e problemi di pa'drona di casa, ecc.„ cercando di inculcare
nuovamente nel suo spirito e di rinsediare fra le sue idee, le buone abitudini
perdute.
Anche qui ci potremo servire di esem’ pi tratti 'da buoni libri, illustrando figure di donne scomparse; porgendo pratici consigli, scelti con cura, fra quelle che
sono, o furono ,le caratteristiche della
madre e della casa valdese. Insomma,
quando le più giovani saranno in mezzo
a noi, cercheremo di rendere particolarmente interessante il nostro pomeriggio,
veneniìo incontro a bisogni realmente
sentiti, di modo che esse abbiano il des derio di tornare fra noi presto.
L’ideale sarebbe che tutte le madri,
giovani e meno giovani si potessero ritrovare insieme (anche quèllè che stanno un po’ Icoitano, un po’ fuori dal paese, e non solo quelle che abitano proprio
li intorno alla chiesa, sulla piazza medesima ! ma, dato che ciò non è possibile, perdhè qualcuno a casa deve pur
rimanere, vi sia dunque un turno e lo
si incoraggi, affinchè si possa d’ora innanzi avere la domenica piacevole e serena delle più anziane, e quella aniimta
e utile delle più giovani.
Vogliamo dunque cercare di non privare più oltre lè giovani madri di un. pomeriggio, che sarebbe, infine, anche ben
giadevole per loro, e recherebbe loro un
sollievo nella di*ra quotidiana fatica ?
(Voce)
b '(Mesa sótto ti Croco
Scrive urid donna russa: « Sono scon-'‘"
volta quando sento dire che qualcuno
suppone che i bolscevichi abbiano sinceramente cambiato... ‘ Soltanto quelli
che ignorano quello che il bolscevismo
è, possono crederlo... Secondo i comunisti la coscienza non è se ’non uno stupido pregiudizio borghese. Ogni"'giorno
migliaia di credenti sono stati mandatij’^|f
a morte nelle camere di tortura o hanno dovuto soccombere nei campi di ooncentramento. Gli stessi cekisti non potevano talora sopportare queste atrocità: alcuni hanno perfino perso la ragione. Potrete avere una pallida idea della
gravità della persecuzione queindo vi
dirò che Fincartamento del nostro paairoco portava il numero 101.000; e notate
che quando egli fu arrestato, la persecuzione era solo al suo inizio ed era limitata alla regione di Leningrado. Non si
può descrivere quello che accadde più
tardi, quando, dovunque, si potè leggere
sui manifesti: « Fate una guerra implacabile ai preti, gli accaniti nemici del
popolo ». S. E. P. I.
Ser ve un sacerdote depbrtato in Su
beria: « Ho servito Dio e il mio pwpolo
durante 30 anni, senza mai occuparmi di
politica. Quando i commissari arrivarono nel nostro deserto io non chiesi loro
che una sola cosa: poter continuare a
pregare Dio. Non chiesi altro, no, neppure di poter mangiare il miele delle
mie api ! Ebbene no ! Per celebrare il
ventesimo anniversario del loro regime
non hanno trovato nulla di meglio che
di decidere che non si pregherebbe più
Dio, neppure sui nostri monti. Tutti i
credenti furono dispersi ed io stesso,
nonostante i miei settant’anni fui condannato ai lavori forzati in un campo di
conceintramento ».
Scrivono alcuni gioVfvni: « Non respingete la mia domanda; mandatemi
un libro di preghiere. Ho un gran desiderio di saper pregare e di conoscere la
Vita religiosa, perchè durante i 16 anni
della mia vita in U. R. S. S. nulla ho
potuto conoscere; eravamo tenuti all oscuro di ogni vita religiosa, eravamo
allontanati dalla .religione ».
«Noi abbiamo un gran bisogno di
cibo spirituale del quale siamo totalmente privi in questi ultimi anni di re- ^
girne bolscevico. Era spesso proibito,
pena la morte, non solo di possedere
dei libri religiosi, ma anche di parlare a
voce alta di quegli argomenti ».
« Non vi è più attualmente nessun libro di preghiera in tutta l’Ucraina; i
bolsceviki li hanno tutti distrutti... Mio
padre che eira sacerdote fu ucciso nel
1919 perchè voleva rimanere fedele alla
fede cristiana ed io fui mandato in Siberia per aver parlato della libertà religiosa... » P’
Doni piceYüti dal Cassiere della Taiela
Per danni alle Chiese:
Dott. Guido Rossi, Roma, L. 3000 N. N., in memoria Adolfo e Maria Decker, 1500 - Alfredo Dubs, per sfollati,
lOOo’ - Chiesa di Angrogna, Capolùogo,
1000 - In memoria Giovanni e R<»a
Pons Karrer, 100 - Mary de Thierry
C'orradini, Roma, 3000.
Per Cassa. Culto:
Maria M.aggiore, 1000 - In memoria
Giovanni e Rosa Pons Karrer, 100.
Per Emerìiazione: )
N. N., in memoria Adolfo e Maria Decker, 1000 - In memoria Giovanni e flosa Pons Karrer, 100.
Per Collegio:
; 'fis memoria Giovanni e Rosa Pón*
Karrer, 100 - Adelina SeiU,
in memoria diletto Padre, 100.
per Dimeonesaé; *
F, Felloni,, Torino 100 - Rivoira
Cléantìie, Id., 5Ó.
Vittoria e Italo d'Angelb, Littoria: ISO
- Maria F. Scolari, Roma, 100.
3
SanÉ'Céna è" facolÌahva ?
uomo. ricco
I
il
Come è noto, il fenomeno delVastengkme dalla pantecvpaz'.om alla Santa Cena se non ai è aggravato, in questi ultimi anni, nelle ^nostre parrocchie del primo disppetto, rimane pur sempre un fenomeno doloroso e quasi generale. Per
quanto alcune parrocchie abbiano airsA ''
potuto parlare di un certo màgho-iamen*
fio, per esempio Rorà, accade spesso di
dover notare come la Santa Cena rum
occupi ancorai o rum occupi più, il posto
che le compete nella vita spkrtuale del
credente. Passiamo per esemp o notare
•come a Pasqua la celebratone della tradizionale prima comunione raccolga
masse imponenti di fedeli, mentre le altre ceieb azioni vedono un numero più
che esiguo di partecipanti.
La celebrazione' della S. Cena insomma ha vreso un carattere di straordinario, a cwi si prende parte in certe solennità straordinarie; ma tll vero valore di
questo Saoramerìito sembra essersi oscurato nella mente dii molti diii troppi no"Stri membri di Chiesa. Tutti i tentativi
fatti in qualche modo nelle varie parrocchie per far comprendere che la- S.
Cena non è un atto del culto a sè stante, ma che deve essere inquad-ata nel
culto domenicale, d. cui deve essere
considerata parte ¡integrante, secondo lo
spirito del Vangelo e diella Riforma, sono
una riprova dello stato di disagio
svirituale di cui il disinteresse dei fedeli
per la S. Cena stessfl' è un sintorrru) significativo.
La Conferenza distrettuale del I distretto, senza porsi di fronte al problema
in tutta la sua complessità (per tagioni
di tempo) non se ne è nascosto la gravità ed alcuni pastori hanno suggerito
l’opportunità di consctcrare i mesi invernali allo studio approfondito dell’argomento in riunioni spedali.
Mentre ci riserviamo di dare il contributo, che ci sarà possibile a questa cam"pàgna d’appello, nteniàmo non. inutile di
tradurre qui, per i nostri lettori, un artieolo della Vie Protestante che potrà esser letto con profitto.
Un ordine di Cristo
Gesù ha dietto: « Fate questo in memoria di rrve ». E’ un ordine: Tuliámo che
Gesù af>bia dato ai suoi discepoli prima
di morire. E’ la sua estrema volontà
per ia Chiesa, rappresentata nella camew
ra alta, il giovedì della settimana santa,
dai discepoli.
Rifiutarsi di obbedire a quest’ordine
significa considierarsi come fuori della
Chiesa e, per conseguenza, liberi nei
confronti degli ordini del suo Capo, Gesù Cristo. Astenersi per consuetudine
dalla S. Cena significherebbe, secondo
Calvino, far prova di un« mépris pleiin
d’ingratitude pour son invitOtAon pressante ».
Se qualcuno dei vostri cari, un padre
o una madre, vi lasciasse prima di mo-,
rire un ordine suprèmo e vi dicesse: Fa
questo in memoria di me, anche se voi
non comprendeste bene il perchè e l’in^.sjstenza di quest’ordine, pure, semplicemente perchè è una persona cara e che
voi rispettate la sua memoria, voi obbedireste, E’ per voi un sacro dovere.
^ Ciò che voi siete pronti a fare per
qualcuno della vostra famiglia, non lo
farete per il Cristo, il vostro Salvatore ?
E se non lo fate, pur sapendo ohe Dìo
ve lo ha ordinato, non disprezzate voi
forse Colui che chiamate il vostro Maestro ?
Mon sono dtgno
Ci vogliono quindi delle ragioni molto
serie per respingere Tinvito alla S. Gena.
E questo rifiuto deve essere, per im cristiano, un atto doloroso, una ferita che
non può Rimaner aperta senza diventar
mortale: la prova che noi siamo fuori
del corpo di Cristo, della sm Chiesa.
E voi lo concedete. Ma qjiello
che trattiene non pochi d’infra voi, è il
sentimento di, non essere preparati alla
celebrazione 'della S. Cefl^; Vripordate
cioè le parole severe di S. Paolo nei confronti di coloro, che vi prendono parte e
ne sono indegni. Voi dite: Io sono un
cristiano troppo tiepido; non vi è in me
un profondo pentimento...^ non sono ancora abbastanza avanti sul cammino della santficazione per accostarmi ,alla Mensa dei disce-poli..., non posso presentarmi
al mio Signore ». '
L’articolista nota come questo ragioI namento Sta e rato ed osserva:
E’ come se voi diceste: « Ora dovrei
consultare im medico, ma prima è necessario che le mie ferite siano cicatrizzate, che iO' sia un po’ meno ammalato;
a lora consulterò il medico ». E perchè
mai dovreste voi andare dal medico, se
non appunto per guarire ? E’ la comunione col tuo Salvatore libererà Jl
tuo cuore da questa dùrezza'^ di cui tu
soffri, che vincerà questa freddezza di
cui ti accusi, che ti farà odiare il peccato, che creerà in te quelle buone disposizioni die tu vorresti vedere. Non
aspettare quindi la guarigione se prima
non sei venuto al Cristo. 'Occorre primieramiente che tu sia in Cristo prima
poter vincere il peccato e mettere
dell’ordine nei tuoi sentimenti e nella
tua vita.
Al cospetto della Sacra Mensa tutti
sono indegni, e tuttavia tutti sono chiamati.
Giti deve astenersi ?
Devono astenersi, soltanto quelli che
sono contenti dello stato* in cui si tro- .
vano, che nqn tengono a guarire dei loro
mali, coloro insomma che si potrebbero
paragonare a degli ammalati ben decisi
ha non fare nulla di quanto il medico potrà prescrivere, perchè, in realtà, èssi si
sentono bene, così come stanno. A die
prò’ consultare un medico ? Così ne è
di noi quando preferiamo lo stato di peccato in cui ci troviamo alla grande avventura ideila vita cristiana, alla via
stretta nella quale .il Cristo conduce coloro che gli chiedono la guarigione.
Questa guarigione, ben lo .sappiamo,
ci costringerebbe ad essere onesti, a perdonare, a fare il primo passo in vista di
una riconciliazione, a rinunziare, a certi
affetti colpevoli, a esercitare la nostra
professione senza frode. Noi abbiamo
paura del Cristo e come il giovane ricco
ce ne andiamo per la nostra strada « tristi » : una strada ohe non può condurre
che alla perdizione, perchè, fuori di Cristo, che possiamo noi sperare ?
%
Un decreto di morte
Colpi che deliberatamente si astiene
dalla S. Cena riconosce con dò di non
voler avere a che fare col Salvatore e
firma la sua condanna. Il nostro atteggiamento di fronte all’ordine di Cristo:
« Fate questo in memoria di me » è per
noi uba pietra di paragone. Tutti quelli
che partecipano alla Comunione non saranno necessariamente »salvati ma si rivolgono per lo meno al Salvatore. Coloro invece che se ne astengono voltano
le spalle a Colui che Dio ci ha dato come unico Salvatore.
Che Dio ci aiuti a ricercare la pres^za del Salvatore, quali che abbiano ad
essere le conse^enze sua presenza
nella nostra vita, quali ohe siano i sacrifizi ohe essa ci imporrà...
D. Buscarlet.
Preliminari Sinodali
Il Corpo Pastorale si è riunito come
abbiamo a suo temipo annunziato. Sono
stati discussi vari prc^lemi d’indòle spirituale, e sono state nominate, come di
consueto le Commissioni d’esame.
La Commissione cTesame dleiroperato
della Tavola è composta dai pastori signori L. Marauda, V. SubUia, tng. Scaccioni, doti L. Bertolè,
Ad esaminane l’operato della Commissione Istituti ospitaheri sono chiamati il
pastore A. Comba e dott. I. MaÉhieu, ai
quali si uniscono il pastore L. Micol-e
rag. A. Gfbilll designati dalla Tavola.
\.Un ispettore delle imposte ebbe un
giorno da discutere in, materia di imponibile con un povero pastore evangelico,
la cifra non sembrava dover facilmente
concordarci, quando, con suo sommo
stupore, ^ispettore che si aspettava un
elenco di se e di ma, udì la confessione
più inaspettata: « Si, - dichiarò il pastote - avete ragione; io sono realmente
t
ricco ». ■
'Il funzionario tirò fuori con entusiasmo la sua matita, la temperò con zelo,
e con molta compunzione e soddisfazione dichiarò di essere agli ordini del contribuente per redigere un elenco dettagliato dei suoi beni.
« Anzitutto io possiedo un Salvatore
che mi ha lacquistato la vita eterna e che
mi prepara un posto nella Città che gli
uomini non hanno costruita ».
« Poi.. ? »
« Ho il privilegio di avere una moglie pia, coraggiosa e buona; di una tal
donna, dice Salomone, il prezzo oltrepassa quello delle perle ».
'« Poi... ? »
« Dei figli ubbidienti, forti e robusti ».
« Poi... ? »
« Un cuor contento che mi, permette
di vivere su questa terra lieto compiutamente della mia sorte ».
« Poi... ?» , - .
« E’ tutto lì », disse il pastore.
? L’ispettore chiuse il suo quaderno di
appunti, si alzò e disse rispettosamente:
« Avete ragione, signore, di considerarvi ricco; ma i vostri beni .non rientrano sotto nessuna voce tassabile ».
. * * *
■> Mentre leggevo questo aneddoto, pensavo, per una involontaria associazione
d’idee, a quel Valdese, membro di chiesa, il quale, sulla soglia della sua casa
accoglieva con un sorriso agrodolce l’anziano che passava per la colletta. In maniche di camicia il membro di chiesa osservò: « Vedete, io lavoro senza tregua
per guadagnare qualche cosa, e non mi
piace'buttar via il mio denaro. Non dico
che contribuire per la dhiesa sia buttar via Ù suo danaro, ma a me piace di
veder il frutto del mio lavoro e del mio
danaro; in questo caso, non vedo niente ».
In certi casi sarebbe forse meglio non
fermarsi a discutere, ma l’anziano era
paziente e voleva aiutare il suo prossimo a compiere il suo dovere; perciò
osservò.
« Già, forse non avete tutti i torti, ma
crediette che sia sempre facile di vedere
i frutti del proprio denaro ? Per esempio il danaro che portate all’esattore,
indubbiamente qualche frutto porterà,
nel bilancio dello stato, e ne risentirete
il beneficio neU’ammmistiiaziione della
cosa pubblica. Così anche nei confronti
della Chiesa... »
« Bah ! questa è della filosofia per
quelli che hanno studiato ! Se si paga
delle tasse vuol dire che si ha qualche
cosa; si paga in proporzione deiTimponibile; naturalmente uno deve sapersi aggiustare, non lasciar vedere trpppo a
quelli delle Imposte; ma qui, con questa
storia dellq^ contribuzioni non si vede
niente... »
Non si vede niente !
E sorrideva l’amico, soddisfatto, e non
si accorgeva di dire una cosa grave, ter*
ribilmente grave.
Non vedeva niente, perchè effettivamente non c’era -niente: in fatto di vita
spirituale, di amore per il prossimo.
TO. cr.
Ricordiamo che martedì prossimo, alle ore 18, cwrà luogo néll’aula sinodale della Casa Valdesie una conferenxaa del ‘
23aisifiiorei Guglielmo ^ del Pesco il quale
parlerà sul Papato.
Il pubblico è cordialmente invitato. ■
La preghiera non è soltanto, lina richiesta, è anche un’offerta; noi diaino
la nostra riconoscenza, il nostro stesso
cuore. A.iB.
Negli ultimi bombardamenti di Tonno
la comunità Metodista Episcopale è stata
gravemente e dolorosamente colpita: il
tempio di via Lagrange è siate distrutto.
Alla Comurùità sorella ed di suo Pastore
esprimiamo tutta la nostra solidale simpatia nella, certezza della comune speranza in Cristo Gesù.
PINEHOLO
Dipartenza. Nelle prime ore di domenica 15 corrente, in età di anni 82, terminava la sua vita terrena il pastore
Valdese dott. prof. Enrico Fomerone.
' I suoi funerali si svolsero nel pome- ,
riggio di lunedi 16 colla partecipazione
di amici, conoscenti e antichi allievi. Fu
docente colto, coscienzioso e apprezzato,
per quarant’anni consecutivi, nel Ginnasio di Pomaretto, lantica « Scuola Latina ».
Ai figli e ai famiglìari tutti dell’Estinto rinnoviamo t’espressione della nostra
simpatia cristiana.
, Alla memoria di questo fedele ed operoso servitore della sua Chiesa, rivolgiar
mo il pensiero riconoscente nella certsz,za di interpretare ili pensiero d quanti
hanno potuto apprezzarlo nel suo minAsterio di insegnante. Red.
POMARETTO
Due altri lutti hanno colpito la ¡nostra
famiglia Parrocchiale.
Il 15 agosto dopo uria degenza di quasi 10 mesi a causa di una penosa malattia sopportata con rassegnazione cristiana; decedeva al nostro Ospedale Beux Lid!ia nata Ribet, di anni 61 del Chianavasso di Inverso Pinasca. Con questa
morte si è chiusa una esistenza particolarmente travagliata ma nella quale
non è mai venuta meno la fede. Ben sapendo da quali affettuose cure l’inferma
sia stata circondata durante'la limga sua
parm,anenza all’Ospedale, insieme con
i figli desiderialmo a mezzo di queste co. lonne ringraziare sentitamente il persona:'e deU’Istituto ed in particolare Tinfaticabile direttrice Suor Margherita e
le affettuose assistenti.
Ai figli, di cui due sotto le armi, come
a tutti i parenti rinnoviamo, la nostra
simpatìa.
Il 19 agosto dopo breve malattia decedeva in Pomaretto il piccolo Grill
Franco di Aldo e di Légér Ester in età
di soli 16 mesi.
Sui genitori afflitti invochiamo le consolazioni da Alto.
— Il culto di domenica pross. 29 agosto nel tempio sarà presiediuto, a Dio
piacendo dal pastore Guido Comba.
RORA’
r V
n 10 agosto, ultimo scorso, abbiamo
accompagnato aH’estrema dimora le
spoglie mortali dèi nostro fratello Doivit Enrico, di anni 79, deceduto nella
sua casa alla Rua dellé Fucine, serenamente, dopo pochi gìomì di malattia.
Una schiera numerosa di fratelli in fede
e di amici si strinse attorno alla figlia
Alinette convalescente <Funa grave malattia per esprimerle la sua fraterna e
viva simpatia. •
Voglia il Signore, ciane lo ha fatto per
tanti altri suoi figli, convertire anche
questa prova in una messe di celesti benedizioni.
SAN GERMANO CHISONE
Domettioa scorsa l’assemblea dei .fedeli ha avuto la fedita sorprèsa di veder salire sul puli^ il Moderatore, frar
ternamente offerti^ di sostituire' il no-
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L’ECC I>ELIjg VALU VALDESI
^ % ’^1 ¿ €S- ' -, V, ^ m
iU HrV ^
^o Pa5tc«re in sua sua improvvisa asseiiza. RingTMiamo vivaraeinlìe il signor
Sonumni per la sua visite e per il suo
edificante messaggio.
Giovedì 19 agosto ha avuto luogo
*ai Sapp^ il servizio funebre di Pontet
Pietro di anni 74, da pi)co trasferitosi
presso i suoi cugini Gallian da Bobbio
I^llice. Egli aveva desiderato essere spiritualmente assistito nella sua maJattia.
' ~ Domenica 5 settembre il Pastore
di Milano predicherà, a Dio piacendo,
nel nostro tempio. Nel pomeriggio il
dr. Enrico Tron rivolgerà la parola alla
Roventò d’olla parrocchia che è convocata alle ore 15.30 per un culto nella Sala delle Attività.
Ci rallegriamo tutti di rivedere e di
liudire colui che è stato per 16 anni il
conduttore della nostra parrocchia.
torre pellice
D, culto di domenica' prossima, 29
corrente alile 10.30, sarà presieduto dal
^ prof. Davide Bosio della nostra Facoltà
di teoldgia.
-- Mercoledì della scorsa settimana
Iddio ha chiamato a Sè lo s,pirite della
signorina Emma Cesan degli Appiotti.
Spese utilmente più per gli altri che per
sè la giornate delle sua vita. Affezionatissima alla sua f amiglia dalla quale era
grandemente amata, di carattere mite,
dal quore generoso, la sua dipartenza è
vivamente sentita dai suoi cari come
pure da tutti coloro che la conoscevano.
Su tutti gli afflitti invochiamo le celesti consolazioni.
laiebiiftii
Sottoscrizionep er il fascicolo biografico dell’eroico Generale (3® ristampa),
il cui introito è versato nel fondo della
Borsa di Studio, intitolata al suo nome:
' -Da San Genrumo: Dono di L. 500;
dott. Carlo Cardon. Doni <li L. 200: Giosuè Bertalot, Alberto Bleynat, Paolina e
Margherita Balmas-Tuurin. Doni di L.
50: Enrico Jahier insegnante, Alessio
Long, Giovanni Bertalot, Lidia RibetHostan, Blena Bouchard (Milano), Famiglia Rivoir, Guido Beux, Eli Long maresciallo. Doni di L. 25: Ilda Revel insegnante, Gustavo 'Bertin pastore valdese, Vinçon Alberto fu Luigi. Doni di
L. 20: Alessandro Costantino, Levi Long.
Doni di L. 15: cav. Bartolomeo Monnet,
G. B. Duchêne, Emilio, Paolo Avondet.
Dono di L. 10: Luigi Gallian.
Da Torre Pellice: Dono di L. 200: dott.
prof. Arnaldo Malan. Dono di L. 50:
Alma Rivoir. Dono di L; 30; Amy Comba (2 copie). Doni di L. 20; Aldo Gay,
dott. Enrico Meyniçr pastore,« Clara
Gardiol, Caterina Paschetto. Doni di L.
15: Dino Stalè, Alberto Ftache. Doni di
L. 10: Lodovico Bounous, Valdo Bellion,
prof. Violetta Vinay, Giuseppina Gevmet, Eltena iVnay, sig.ra CaVeglia, Paolo
Coisson pastore, dott. Osvaldo Coisson,
Lina Tamietti.
Da Lusema San Giovanni; Giovanni
Catalin, L. 10.
Da Angrogna: Doni di L. 15: Bartolomeo Malan, Eli Malan, Elvira MalanMeynier. Doni di L. 10: Arnaldo Comba
pastore, Adelina Bertin, Emilio Bertin,
Ida Arnoul.
Da vaiar Pellice: Maria Charbonnier,
L. 13, Carolina Janavel, 10.
Da Bobbio Péllice: Elena Geymonat,
insegnante, L. 10. •
Da San SecondoPrarosUno: Doni di
L. 10: Virgilio Gay, G. G. Gay, Alessan«drina Paschetto, Michele Rostagno.
D& Pinerolo: Geom. Ben. Grill, L. 50,
Cap. cav. Amedeo Binetti, 50, Alberto
Pittavino, 20, Irene Vinçon, 10.
Da Torino; Elena Rollo, L. 10, Olimpia Roggia, 10
“Da Milano: Ten Colon. Giuseppe Reina, L. 50, Sottoten. Silvio Mensi, 50, Gaspare Gandini, 20, Elsa Gay, 12.
Da Vergnaaco; Margherita Pellegrini,
L. Ï00.
15.
'Da Chiavali: Frid» Maurin, L. 15. v.
Da Casalmaggiore: Quinto Azzoni L. "
Da Trieste: Guglielmo Dd Pesco pa- v
store, Lf 10, Adele PiMzani, 30.
Da B-esciai; Prof. E, Alberto Rivoire,
L. 20.
Da Vallecrosia; Davide Pons pastore,
L. 10.
Da San Remo: Ada Mansuino, L: 10.
Da Roma; Mario Bianconi, L. 20, Prof.
W. E. Long, 10.
Da Chieri; Geom. Davide Bert, (10
copie) L. 100. ' '
Da Venezia: Ernesto Ayassot pastore,
(10 copie), L. 100.
Da Pesaro: Ada Varese-Theiler, L. 10.
Da Praga: Amedeo Molnar, L. 10.
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‘6,
Histoires chonsies de VAncien Te^ament
en latin et en français - Paris 1776 16° - pag. 380 10,—
L. Burnier; Les livres de Moïse - 2® ed.
Lausanne - Bridel, 1848 - 12° - pag.
il5,—
Athanase Coquerel: Histoire Sainte et
Analyse de la Bible - Paris 1839 - 16°
- pag. 484 - rii. 10.,
RICHIESTE.
Murray: A l’école de la prière; Comme
Chbist; Saints en Christ.
Godet: Commentaires.
Peen Lewis: La guerre aux saints.
Chiave biblica secondo la Versione Diodati.
Dizionario Biblico Schaff-Meille.
Piero Jahier: La religione individuale
di Giovanni Calvino. *
Ugo Janni; Catechismo filosofico.
Robertson: Come vitycre la vita vittoriosa; Potenza da alto.
Me. Conkey: La vita consacrata.
Revel: Il compagno della Bibbia:
Jahier: Il piccólo compagno della Bibbia.
Gay: Arsenale antipapale.
Ribet: La messa.
Bilyohnis: i sdenti nn. 1912: geim.febbr. e marzo aprile; 1921: luglio-ag.
e sett.-ott.; 1920: fehr.-maggio, giugno; 1922; genn.; 1927: agosto-sett.
Da Mogadiiscio il 6 giugno è passata
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RECAPITO
Casa di Curà Dr. Camussi
Angrogna — Pastore : Arnaldo Comba.
Angrogna (Serre) — Pastore Ekioardo
Aime.
Bobbio Pellice — Pastore : Alberto
Ricca.
Luserna San Giovanni — Pastore : Lorenzo Rivoira.
Massello — Pastore : Enrico Tron.
Ferrerò — Pastore : Oreste Peyronell.
Pinerolo — Pastore : Luigi Marauda.
Pomaretto — Pastore : Guido Mathieu'
Frali — Pastore: Arnaldo Genre.
Pramollo — Pastore : Paolo Marauda..
Prarostino — Pastore : Umberto Bert.,
Ridar etto — Pastore : Alfredo Janavel.
Rodoretto — Pastore : Arnaldo Genre.
Rorà — Pastore : Enrico Geymet.
San Germano Chisone — Pastore : Gustavo Bertin.
Torre Pellioe — Pastore : Giulio Tron.
Torino — Chiese: Corso Vittorio Emanuele, 23 0 Corso Principe Oddone, 7.
- Pastori Elid Eynard e Roberto Comba: Via Berthollet, 36.
Villar Pellice — Pastore : Roberto Jahìer.
II DISTRETTO:
Via C. Ciano, 13 - Tel. 17 - Pinerolo
Riceve il Lunedi, Mercoledì e Venerdì
dàlie 14 alle 16.
Cappdliani Valdesi
Cspit. Ermanno Rostan - Cappellaii« Militare Valdese - Comando Presidi* Militare - Torino. ’ *
Ten. Alfredo Rostain - Cappellan* Mili* '
tare Valdese - Quartier Generale - Divisione Alpina Taurinense - P. M. 200.
Abbazia: « Chiesa di Cristo ». Culto alle 16 - Pastore C. Gay, da Fiume. —
Aosta: Chiesa: 11, Via Croce di Città Pastore: V. Subilia, Via XXIII marzo
n. 1.
Bergamo: Chiesa: Viale Vittorio Emanuele, 4 - Pastore: M. Moreschini,
Viale Vittorio Emanuele, 52.
Biella: Chiesa: Piazza . Funicolare Culto: la I, III, V doménica del mese
(da Ivnea).
Brescia: Chiesa: Via dei Mille, 4 - Pastore: D. Forneron (ivi).
Carema: Da Ivrea: seconda domenica/
Como: Chiesa; Via Rusconi, 9 - Pasto
. re: Carlo Lupo, Via T. Grossi, 17.
Coazze: Ciiiesa Valdese.
Cormaiore: Chiesa Valdese: Pastore
Vittorio Subilia.
Felonica Po: Chiesa ValdiMie - Pastore
Lami Coisson.
Fiume: Chiesa Valdese - 6 e 8 Via Pascoli (culto ore 10) '- Pastore C. Gay,
Salita F. Colombo. 8.