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Anno 117 - N. 31
31 luglio 1981 - L. 300
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prof. Auiuato
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dette valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
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Le televisioni di mezzo mondo
hanno trasmesso il discorso che
Giovanni Paolo II ha rivolto in
francese ai congressisti di Lourdes. Non ho cercato il testo ufficiale sull’« Osservatore Romano » : ho preferito conservare
l’impressione avuta dal teleschermo, che è in fin dei conti quella
che rimane alla gente comune.
Un pontefice dimagrito per la
malattia e con una voce un po’
meno potente del solito, ma sempre energico e deciso ad affermare — magari sottolineandolo con
il battere la mano sul tavolo davanti al microfono — ciò che gli
pare importante. In questo caso
ha voluto accentuare la necessità assoluta del prete per la vita
della comunità cristiana, il carattere indispensabile e insostituibile della mediazione del sacerdote tra i credenti e Dio.
Questo discorso era rivolto a
un congresso eucaristico di cui
la stampa ha affermato le intenzioni ecumeniche. Se essere ecumenici significa essere chiari,
cerchiamo anche noi di dire con
chiarezza le nostre convinzioni
su questo punto.
Siamo convinti che, secondo
la Scrittura, c’è un solo mediatore tra gli uomini e Dio: Gesù
Cristo, e nessuno può pretendere di sostituirlo o aggiungerglisi
in tale funzione. Nella comunità
cristiana, siamo convinti, nessuno ha l’esclusiva di quelle funzioni che sono essenziali alla vita della comunità stessa. La predicazione, la cura d’anime, la celebrazione dei sacramenti, la presidenza della comunità, l’insegnamento, l’esercizio della disciplina ed ogni altra funzione possono essere esercitati da ogni
credente, uomo o donna, a cui la
comunità richieda, in via permanente o temporanea, di esercitar
re tale servizio. Il carisma, di cui
molti parlano a tale proposito,
non è una speciale investitura
divina che porrebbe la persona
su un piano diverso, che le darebbe prerogative esclusive, rispetto alle sorelle e ai fratelli:
carisma è semplicemente la capacità di servire.
Quando in chiese derivanti dalla Riforma si parla (per quelle
che ancora non lo fanno) di ammettere le donne al ministero pastorale, spessa si ode l’obiezione
secondo cui il pastorato femminile potrebbe essere un ostacolo
all’ecumenismo. Chi ragiona in
questi termini evidentemente immagina che il ministero del pastore e quello del prete siano in
qualche modo equiparabili. Ma
qui sta l’errore. Per quanto, storicamente, vi possano essere certe somiglianze, e per quanto alcune delle funzioni normalmente esercitate dai preti e dai pastori si equivalgano, e sebbene lo
Stato, dal suo punto di vista, tenda ad unificarli sotto la dizione
di « ministri di culto », in realtà
essi sono profondamente e radicalmente differenti : quello che il
prete fa, vale solo se lo fa lui,
quello che fa il pastore lo può
fare qualsiasi credente, il prete
è diverso, il pastore è uguale ai
suoi fratelli e sorelle. A questa
uguaglianza noi non sapremmo
né vorremmo rinunciare. In un
mondo tutto fatto di gerarchie,
essa è uno dei nostri vanti più
Srandi.
Aldo Comba
____________INTERVISTA AL MODERATORE BOUCHARD ALLA VIGILIA DEL SINODO
Questione morale, Sud, Valli e
Diaconia: punti ‘caidi’ dei dibattito
Uno sguardo alle linee di lavoro della Tavola insieme ad una rapida rassegna dei temi che
il Sinodo dovrà probabilmente affrontare nelle sedute di Torre Pellice dal 2 al 7 agosto
Evangelizzazione, area rioplatense, rapporti tra chiesa e stato, attività culturali, amministrazione, rapporti ecumenici : quasi
60 pagine fitte di dati, riflessioni,
prospettive. Il volume della relazione delle chiese locali al Sinodo si apre, appunto, con questo ’dossier’ della Tavola valdese destinato assieme alle pagine
della Commissione d’esame a dare l’avvio e il ’taglio’ al dibattito
sinodale. Parliamo, alla vigilia
di questo Sinodo 1981, con il pastore Giorgio Bouchard, da due
anni moderatore della Tavola
Valdese, dei possibili sviluppi
che potrà avere il dibattito di
quest’anno. Bouchard non fa previsioni, tiene i piedi per terra,
parla di quello che si è fatto e
di quello che è attualmente in
cantiere. Le linee di lavoro, la
strategia della chiesa per gli anni ’80 devono uscire dalla discussione sinodale. Ma veniamo all’intervista.
— Il lavoro della Tavola, nel
corso dell’anno, ha puntato su
due questioni : rilancio dello sforzo evangelistico nel Mezzogiorno e potenziamento del lavoro
alle Valli. E’ possibile un primo
bilancio?
— Il bilancio lo farà il Sinodo.
Le cose che oggi stanno a cuore
alla Tavola sono tre, non due : il
Meridione, l’apertura verso altri
gruppi o chiese evangeliche, le
Valli Valdesi. In passato si affermava che c’era un contrasto tra
la diaspora e le Valli. La Tavola
è convinta invece del fatto che
il nostro incisivo inserimento
nella vita del Paese è molto legato alla realtà delle Valli di cui
ci interessa il futuro, più che il
passato. Ci hanno detto che a
questo proposito siamo ottimisti. Non è vero. Siamo in maggioranza credenti che vivono in
diaspora e che quando passano
il ponte di Bibiana non si mettono improvvisamente a sognare
ma vedono un ambiente, una
realtà, di cui hanno bisogno per
la loro testimonianza in Italia
anche se temono che i valdesi che
vivono qui non si rendano sufficientemente conto di questo fatto. La discussione su questo punto coraincerà il XV agosto, continuerà nelle chiese e avremo
tempo di fare dei bilanci.
Il Mezzogiorno è la grande diaspora evangelica nella parte più
povera del nostro Paese. Si formano gruppi nuovi, altri rischiano di morire per l’emigrazione o
la stanchezza. La Tavola ha voluto rafforzare la struttura valdese e metodista nel Mezzogiorno aggiungendo quattro pastori, uno per ogni circuito : questo orientamento si era già formato prima del terremoto che
non ha fatto altro che confermare la seguente convinzione :
se è vero che predicare l’Evangelo significa, tra l’altro, annunciare che gli ultimi saranno i
primi, il ’test’ della nostra capacità evangelistica lo viviamo laggiù, dove vivono gli ultimi d’Italia.
In occasione del Sinodo delle Chiese Valdesi e
Metodiste, avrà luogo a Luserna San Giovanni, in
piazza del Mercato coperto (Airali)
martedì 4 agosto alle ore 20,30
un pubblico incontro sul tema:
Dopo il terremoto:
PERCHE’ NON DOBBIAMO
DIMENTICARE
La catastrofe che si è abbattuta più di otto mesi
fa su una grande parte dell’Italia meridionale è una
occasione per tutti gli italiani, per tutti i cristiani di
riflettere, di parlare, di agire.
Il terremoto ha infatti rivelato una miseria profonda, un’oppressione secolare: la crisi morale del
Paese messa a nudo.
Ma c’è già chi vuole dimenticare. Noi non ->o
tra questi: perciò vi invitiamo a questo pubblico incontro in cui parleranno:
ANTONIO CASARELLA, insegnante di Avellino
GIORGIO GIRARDET, pastore evangelico
CLAUDIO MARTELLI, giornalista, pastore locale
Presiederà: GIUSEPPE PLATONE, redattore dell’Eco-Luce
Parteciperà:
PIERO bensì, presidente della Federazione delle
Chiese Evangeliche in Italia.
Parteciperanno inoltre le Corali Valdesi.
/ coràlisti sono convocati presso il tempio valdese di San Giovanni alle ore J9,30 per una prova. Si raccomanda la puntualità.
— II terremoto sarà l’argomento della serata pubblica del Sinodo. Qual è la prospettiva del
nostro coinvolgimento nell’opera
di ricostruzione?
— Il lavoro è in pieno corso.
Mi auguro che molti valdesi vengano quella sera alla nostra manifestazione. E’ un momento importante per diversi motivi. Primo : il terremoto è avvenuto nell’area dove operano le chiese libere con le quali abbiamo stipulato un patto evangelistico. Secondo: noi abbiamo ricevuto un
grande sostegno da parte dei nostri fratelli all’estero. Terzo : l’Irpinia rischia di fare la fine del
Belice. E allora per onestà e per
dovere di testimonianza occorre
che il programma che ci siamo
dati lo portiamo avanti con fermezza. Questo significa: costruire case, aprire centri sociali e
contemporaneamente predicare
l’Evangelo senza fare propaganda di parte. La mia impressione
è che il lavoro nell’area terremotata, per i prossimi dieci anni,
esigerà da parte delle nostre
chiese altrettanta passione ed
attenzione quanta ne ricevettero
Palermo e Riesi quindici anni fa.
— Nel suo rapporto al Sinodo
la Tavola privilegia un tema di
attualità : la questione morale.
Perché questa scelta?
— In Italia ne parlano tutti.
Ne vogliamo parlare anche noi
ma non per ripetere quello che
dicono gli altri. Dobbiamo, a
partire dal Sinodo, avviare una
nostra riflessione sulla questione morale. E’ chiaro che i vertici
della nostra nazione non sono all’altezza del loro compito. Gli
scandali sono sotto gli occhi di
tutti: miliardari che esportano
valuta 0 autotreni sospetti, politici legati alla P2, terrorismo e
l’elenco potrebbe continuare. La
questione morale è un problema
pubblico, non è soltanto un
problema politico. Dobbiamo
aiutare gli italiani ad accorgersi che non basta un avvicendamento ai vertici del governo per
risolvere i problemi del nostro
Paese. Attraverso la predicazione e la riforma della nostra vita
occorre che aiutiamo i nostri
connazionali a comprendere che
i problemi della vita di un popolo non si risolvono solo con il
mutamento delle strutture ma si
risolvono attraverso un mutamento di mentalità e orientamento. Certo, nel nostro Paese
è indubbiamente in corso una
profonda trasformazione culturale : dobbiamo parteciparvi attivamente con un contributo nostro :
predicando e praticando il ravvedimento biblico.
— Personalmente su quali argomenti attendi dal Sinodo un
approfondimento o delle decisioni?
— La questione morale, naturalmente. Poi mi auguro che il
Sinodo approvi l’operato della
nostra delegazione sulle Intese.
La mobilitazione popolare delle
nostre chiese a febbraio ha avuto risultati positivi. Ha dato forza alla nostra delegazione la quale ha operato in modo molto
chiaro. Il testo delle Intese è
stato ritoccato, in varie parti migliorato. Ora va al giudizio del
Sinodo prima della rapida, lo
speriamo vivamente, approvazione da parte del Parlamento. Mi
auguro, in terzo luogo, che il Sinodo abbia il tempo di parlare
dei nostri ospedali e istituti assistenziali; insomma della Commissione Istituti Ospitalieri Vaidesi (CIOV). Abbiamo questo
grande complesso di opere nelle
Valli che sono di enorme rilevanza per tutta la chiesa; bisogna che in quel pomeriggio sinodale in cui si andrà a parlare
di queste cose l’aula non vada
semideserta e occorre avere chiara la consapevolezza che le decisioni che il Sinodo potrà adottare sul modo di strutturare gli
Istituti valdesi sono decisioni di
valore teologico e vocazionale.
Spero inoltre che il Sinodo presti attenzione al problema dei
diaconi, cioè di quei laici che lavorano a tempo pieno nella chiesa. Un solo esempio : mi trovo
ora in ufficio a Torre Pellice con
un giovane tecnico, laico, credente il quale ha accettato il trattamento economico pastorale :
dunque siamo uguali. Ma io come pastore ho una possibilità di
farmi sentire in tutte le assemblee ecclesiastiche, possibilità
che lui non ha ; dunque siamo diseguali. Questa diseguaglianza
va affrontata e risolta.
Per ultimo vorrei dire che verranno presentati in Sinodo due
documenti della Commissione
per i rapporti tra Battisti, Metodisti e Valdesi (BMV); uno
sul battesimo ed un altro sulla
integrazione valdese e metodista.
In tempi difficili come questi in
cui molte cose importanti urgono nel campo della testimonianza — dal terremoto alla questione morale — troverei molto positivo il fatto che il Sinodo esprimesse. a livello dei rapporti
BMV, una presa di posizione
teologica che scaturisse dal nostro comune fondamento scritturale.
— La tua moderatura compie
due anni: come va?
— E’ come un’escursione nell’alta valle d’Angrogna. Più si va
avanti più il panorama è bello,
ma ogni tanto tira un vento freddo...
a cura di
Giuseppe Platone
Nelle pagine interne:
i risultati
dell’inchiesta
tra i lettori
2
31 luglio 1981
INCONTRO ECUMENICO A SHEFFIELD
HONOLULU - 21-28 LUGLIO
Donne e uomini nella chiesa
In Inghilterra ha avuto luogo
dal 10 al 19 luglio un colloquio
mondiale ecumenico (con 140 delegati dei 5 continenti, protestanti, ortodossi e cattolici, e altrettanti osservatori) che costituiva
il punto culminante dello studio:
« Comunità delle donne e degli
uomini nella chiesa » del Consiglio Ecumenico. La chiesa valdese era rappresentata da 4 persone, tra cui 2 deH’Uruguay. Dopo
i inessaggi del segretario del CEC,
Philip Potter, e dell’arcivescovo
di Canterbury (meno apprezzato
perché riservato alla consacrazione delle donne), ci sono stati
studi a 2 voci dei teologi Jiirgen
ed Elisabeth Moltmann, un altro
su « lotte per la liberazione umana »: sesso, razza, classe (Tissa
Balasuriya) e altri contributi,
in maggioranza di donne impegnate in varie situazioni attraverso il mondo. Un ciclo di esegesi
sulla creazione, il Cantico dei
Cantici e Ruth, letti dalla parte
delle donne, della prof. Trible, è
stato molto apprezzato.
La maggior parte del lavoro è
stato fatto a gruppi su temi come insegnamento, strutture, ministerio profetico, relazioni sociali, stati di vita, pratica delle
libertà e della giustizia in una
nuova comunità di donne e uomini.
A metà dell’incontro il gruppo
del Terzo Mondo ha fatto una
dichiarazione spontanea che ha
indirizzato tutto il resto del lavoro nel senso di una presa di coscienza più forte e più impegnata dei drammi che travagliano alcune parti del mondo: l’Africa
del Sud, E1 Salvador e altre,
problemi del sottosviluppo, prostituzione causata dal turismo.
problemi tragici dei quali noi
tutti dell' occidente siamo responsabili.
Voci da diverse parti del mondo si sono alzate, per dire ad es.
con una donna-pastore argentina
« le armi che i vostri paesi importano nei nostri uccidono i nostri mariti e i nostri figli ». A volte non è stato semplice far capire a chi viene da altri continenti che proprio il senso di oppressione che vivono le donne occidentali in una società maschilista, e la loro sofferenza, sono appunto la radice per aprirci meglio ai problemi degli altri, e che
in questo momento la critica
delle donne alla società è appunto un fermento di umanizzazione
del mondo.
Breve intervista alle valdesi
presenti:
« Quest’incontro significa molto per me, perché avevo partecipato a questa ricerca, e sono molto interessata e preoccupata da
tutto quello che concerne la vita
della famiglia, la comunità, e la
responsabilità nella società. Malgrado le differenze di lingua, di
razza — più avvertite nei lavori di gruppi, con gente così diversa da Singapore, Thailandia,
ecc. — si è dimostrato quanto
la società fa pressione su di noi,
e sembra più forte di noi e quanto la famiglia e la società può
fare pressione sulla società...
La mia chiesa d’Uruguay aspetta con grande interesse quello
che posso portarle di quest’incontro. Ho sperimentato in questo
che cos’è l’appoggio delle comunità... E la Federazione Femminile aspetta anche lei. Forse faremo qualche cosa alla radio.
Dobbiamo proseguire questo
studio perché i problemi sono
sempre sulla tavola » (Violeta
de Bertinat).
« Sono la coordinatrice dello
studio in America Latina (Mexico). Aspettavo la consultazione
con tante speranze perché avevo
partecipato al programma per i
3 anni precedenti. Spero che ci
aiuti ad approfondire la nostra
comprensione dei temi dello studio, specialmente quelli relativi
alla nostra situazione in America Latina, come: identità, valori
culturali, strutture della chiesa e
Scrittura. Spero che le donne
continueranno a portare avanti
la loro comprensione di quello
che è veramente umano. E insieme agli uomini cercare e sperimentare il senso di una vera comunità nella chiesa e la società.
La chiesa ha bisogno di osare
di pentirsi perché non è stata la
vera Comunità di fede e ha discriminato le donne attraverso
le strutture. La società può essere smossa dagli effetti di questa ricerca e da una pratica di
nuovi stili di vita. Questo studio
ha la forza di toccare strutture
sociali come: famiglia, educazione ed altri settori » (Julia Campes).
Personalmente penso che per
lo studio fatto attualmente in
Italia sul Ruolo Diaconale alcune
delle raccomandazioni sono di
stimolo nella riflessione, ad
esempio il « posto delle donne e
degli uomini nei ministeri diaconali » e « che sia esplorata la
varietà di modi per affermare
dei ministeri per esempio jjer
mezzo di consacrazione, mandato... ». Potranno essere forniti altri contributi.
Marie-France Coisson
Conferenza mondiale
metodista
Dal 21 al 28 luglio si tiene a
Honolulu (Hawai) la Conferenza Mondiale Metodista. E’ la conferenza del « centenario » : infatti proprio cent’anni fa a Londra
si è tenuta la prima conferenza
mondiale a cui parteciparono 28
chiese metodiste di tutto il mondo.
Oggi le chiese metodiste raggruppano circa 20 milioni di
membri con una « popolazione »
di 50 milioni di persone e sono
presenti in 90 paesi.
Le Chiese metodiste sono in
continua espansione : ad esempio la Chiesa metodista della Corea ha raddoppiato i suoi membri nel giro di 10 anni, e si avvia
— con circa un milione di membri — ad essere la più grande
Chiesa metodista al di fuori degli Stati Uniti.
Quanto all’organizzazione, ogni
chiesa è praticamente autonoma
dalla Missione che ne è stata all’origine. Soltanto la Conferenza
Centrale delle Chiese delle Filippine è ancora dipendente dalla Missione, ma diventerà autonoma tra poco.
I 2.500 delegati che partecipano alla Conferenza di Honolulu
rifletteranno sul tema dell’unità
dei credenti, che sarà introdotto
da alcune relazioni : « Un solo
mondo » a cura dell’ambasciatrice L. Ramos-Shahani (Filippine), «Un solo Signore» a cura
del past. Jámese Cone (USA),
« Una sola missione » a cura del
past. José Miguez Bonino (Argentina). E’ inoltre prevista una
relazione sulTecumenismo del
prof. Nikos Nissiotis.
La conferenza si dividerà poi
in gruppi di lavoro su quattro
temi : « Scoprire il passato per
servire domani », « Problemi per
le Chiese degli anni 80 e possibilità di testimonianza nel mondo
di oggi », « La missione negli anni 80 », « Lo studio della Bibbia
per il rinnovamento personale e
sociale ».
Accanto alla Conferenza Mondiale si svolgeranno ben altre
sette conferenze parallele: l’Assemblea della Federazione mondiale delle donne metodiste, una
consultazione sul metodismo e
la giustizia sociale, una conferenza internazionale dei giovani metodisti, una conferenza mondiale sulla famiglia, la conferenza
teologica delT81, una riunione
della società di storia, una consultazione sul culto e la liturgia.
Si terrà inoltre il Ck)nsiglio
metodista mondiale. Il consiglio
è l’organo legislativo ed è com
posto da 500 membri in rappresentanza di 62 chiese. Dal 1951
il Consiglio ha una struttura permanente, un comitato esecutivo
con un segretario negli USA ed
un altro in Inghilterra. Nel suo
rapporto il Consiglio sottolinea
come tutte le Chiese Metodiste
siano impegnate in un’azione di
evangelizzazione centrata sulla
necessità dell’appello alla conversione personale. Ma questo —
nella visione metodista — si accompagna alla lotta per la giustizia sociale, per i diritti umani, contro gli armamenti, le discriminazioni razziali e sessuali,
alla partecipazione attiva al movimento ecumenico.
Giorgio Cardio!
Con questo primo intervento
di Marco Rostan iniziamo un dibattito sul terzo volume delia
« Storia dei Valdesi » scritto dal
prof. Valdo Vinay.
Preghiamo chi vuole intervenire di farlo in maniera concisa
(non più di due cartelle dattiloscritte) e di inviare i manoscritti a Redazione Eco-Luce, via
Pio V 15, 10125 Torino.
Nel recensire il 3° volume della Storia dei Valdesi, di Valdo
Vinay, Paolo Ricca scrive sul n.
30 de La Luce che esso ha inaugurato un dibattito sulla nostra
storia più recente. Mi domando
se è proprio così. La Storia dei
Valdesi ora completata è infatti
destinata ad essere un punto di
riferimento obbligato per chiunque, in Italia e all'estero voglia
conoscere con una certa completezza la nostra storia. Sarà il testo d’obbligo nelle biblioteche e
nelle università. E poiché, per lo
meno gli ultimi vent’anni di questa storia — che ho vissuto —
sono presentati in modo decisamente unilaterale, chi volesse dire la sua può anche farlo, ma
avremo al massimo un po’ di polemiche sui giornali: la storia
« ufficiale » dei valdesi, di fatto,
resterà quella scritta da Vinay.
Proprio perché scrivere un volume di storia su questi ultimi
decenni è complicato per chiunque, quello di Vinay — dato il
livello dei due precedenti di Molnàr e Armand Hugon doveva fermarsi agli anni '50: e il dibattito
storiografico sul secondo dopoguerra, già avviato da alcuni libri e da molti articoli poteva
utilmente continuare, anche da
parte dell’autore, con altre pubblicazioni cui non è richiesta la
obiettività di una storia in tre
volumi.
I meriti di Vinay sono numerosi e non intendo intaccarli: ma,
per fortuna, nella chiesa valdese
ci si può dire le cose chiaramente — almeno lo spero. Quindi mi
Errata corrige
A pag. 2 del n. 29 delFEco-Luce siamo incorsi in un errore: roochicllo
deH'articolo « La verità vi farà liberi »
riguarda la comunità di Palermo e non
di Messina come erroneamente scritto.
Ci .icu.siamo coi lettori.
DIBATTITO
Una storia dei valdesi
“ufficiale”, tutta da discutere
auguro che anche su L’Eco/Luce ci sia una discussione In merito e non solo una recensione
assai equilibrata. I punti che non
mi trovano d’accordo sono molti, ma non c’è spazio per toccarli
tutti. Mi limiterò ad alcune cose
vissute direttamente.
li giudizio su Agape
Innanzitutto il giudizio su Agape. Per l’autore sembra che tutto il buono di Agape finisca nel
1961: da allora inizierebbe il
« prevalere dell’ideologia marxista come strumento di analisi
della realtà » (pag. 439). Mi chiedo se Vinay è ancora stato ad
un campo in questi ultimi vent’anni. Personalmente ne ho seguiti parecchi e posso dire che
Agape è stata, sia negli anni '60
che dopo il '68, uno dei luoghi
più critici verso l’assunzione
ideologica del marxismo e verso
l’idolatria della politica che invece, nel nostro paese, ha caratterizzato altri settori giovanili,
anche di cristiani. Sarebbe stato
bene dirlo, così come non sarebbe stato male ricordare che, in
tempi non sospetti di compromessi storici. Agape ha riconosciuto la validità di qualificare
Timpegno politico dei credenti
all’interno del movimento operaio, non perché le idee di sinistra fossero più evangeliche, ma
perché si è aperta al confronto
con degli uomini validamente
impegnati in quel movimento,
già allora per un socialismo fondato sul controllo democratico
di massa e non sulle proprie
autoproclamazioni. Non ho dati
completi a disposizione, ma consultando i programmi degli ultimi 9 anni, ho contato, su 73 campi, 35 temi biblico-teologici, 12
temi etici e 26 temi politici. È
probabile che su Agape si possano fare mille critiche, e in genere le facciamo: ma sarebbe anche
ora di rendersi conto che, anche
grazie ad Agape, molti giovani
hanno imparato a vivere il rapporto fede-politica in modo va
lido, non si sono fatti un idolo
della politica prima, né del « personale » dopo, hanno resistito al
« riflusso » e ai richiami della
guerriglia più o meno terroristica e sono, in numerosi casi, dei
credenti impegnati nella chiesa e
nella società. Il che, dentro la
« condizione giovanile » di questi
ultimi dieci anni in Italia, non è
poco.
« L’ipotesi settaria »
di Mario Miegge
L’altra causa di morte dello
« spirito di Agape » è, secondo
Vinay, il fatto che « Mario Miegge insegnò l’ipotesi settaria »
(pag. 439). A parte il fatto che
il contributo di Mario Miegge
meritava forse altri riferimenti,
con questa battuta l’autore vorrebbe far intendere che Miegge
e i suoi amici (del Mes, di Agape) proponessero una chiesa fatta solo da quelli che la pensavano pKJliticamente nello stesso
modo. In realtà nel bel libro II
protestante nella storia (poco letto ieri e già dimenticato oggi),
l’ipotesi settaria viene proposta
polemicamente rispetto alla situazione di molte chiese, per sottolineare il fatto che « non ci si
può scaricare dei legami e delle
opere della vita quotidiana al
momento in cui si entra nell’assemblea (del culto), poiché anzi
proprio di questo si deve discutere » (op. cit., pagg. 50-51). Si
tratta cioè della polemica contro
la « falsa fraternità » che sarà
al centro della contestazione nelle chiese valdesi durante il ’68
(il dirsi «fratelli in Cristo» a
buon mercato, cioè senza affrontare e cercare di lottare contro
le divisioni di classe che non
scompaiono solo per il fatto di
stare insieme sui banchi di chiesa). Un problema ancora attuale, che Vinay preferisce evitare,
tanto è vero che, collocando la
protesta dei giovani al Sinodo nel
capitolo sul cattolicesimo, induce nel lettore l’errata convinzio
ne che anche nella chiesa valdese ci sia stata una specie di
« dissenso ».
Troppi pregiudizi
Sui movimenti giovanili, sulla
Egei e sul capitolo « gioventù evangelica orientata verso il marxismo » si potrebbero ripetere
cose analoghe. Perché Vinay non
si è documentato come era necessario proprio su temi e argomenti rispetto ai quali nutriva
dei pregiudizi? Se avesse riportato dei fatti, anche un’analisi
molto critica poteva essere giustificabile; invece in questa, parte
del libro domina la superficialità
e la disinformazione. E tutto
sommato dispiace che nella stessa articolazione dei capitoli emerga una storia in cui la questione
politica, 0 il cattolicesimo, sembrano tanti argomenti ognuno
per conto loro. Una delle caratteristiche del movimento giovanile, ma direi anche delle chiese
valdesi e metodiste, è invece proprio il fatto di non aver affrontato separatamente la questione
sociale e politica, la questione
ecumenica e la «vita delle chiese ». Sia pure con diverse accentuazioni, questi tre terreni costituiscono da parecchi anni il
campo intrecciato della nostra
testimonianza in Italia. Non è
una caratteristica di poco conto:
essa qualifica la storia valdese
sia neH’ambito europeo che italiano. Essa ha permesso che, nei
confronti del cattolicesimo, non
si considerasse solo la teologia,
ma il complesso intreccio fra
chiesa cattolica. Democrazia cristiana e società; ha impedito che
si scivolasse sul terreno del rozzo anticlericalismo, ma anche su
quello del laicismo o del « dialogo fra componenti » caro a qualche partito della sinistra. Ha
permesso una sana diffidenza
verso l’idea di una unità fra le
chiese che si realizza in un mondo diviso in classi e in blocchi di
potere. Al tempo stesso ha fatto
sì che anche la critica teologica
verso i settori più aperti del cattolicesimo non fosse un semplice agitare la bandiera della Riforma, ma si traducesse in un
impegno di continuo rinnovamento al nostro interno, in uno
sforzo di coerenza evangelica e
di battaglia contro aspetti della
« cultura dominante » che tendono a riprodursi anche nel protestantesimo. Cosi Timpegno politico non è stato vissuto nelle
categorie di una « teologia della
rivoluzione » e la polemica dei
giovani verso le chiese non ha
avuto come obiettivo un chiesa
di sinistra.
Cattolicesimo:
di Subilia non si parla!
Sul cattolicesimo il discorso
sarebbe troppo lungo: certo Ta
nalisi che ne dà Vinay lo porta
a prospettare per il protestantesimo un futuro che farebbe felice il direttore de La Civilttà
Cattolica. Forse per questo nel
libro non è menzionato il contributo determinante dato da
Vittorio Subilia nel suo libro II
problema del cattolicesimo (’62):
i nodi indicati da Subilia, cioè
la questione del rapporto con Dio
e quindi della concezione della
chiesa non sono ancora stati
sciolti (anche se, proprio per
questo il nostro rapporto ecumenico con le comunità di base
e altri settori di cattolici ha particolare valore). Ma la chiara
impostazione di Subilia doveva
essere ricordata in un capitolo
che dedica ben 35 righe al SAE e
menziona colloqui forse non decisivi come quelli con le francescane missionarie di Via Giusti
o con il gruppo di S. Egidio a
Roma.
Per concludere: più che i giudizi pesanti dispiace che la storia valdese di questo ultimo ventennio sia presentata, a chi non
la conosce, con una ricostruzione
troppo parziale e insufficioente. A
pag. 473 Vinay afferma: « la diffusione e l’accettazione dell’ideologia marxista, nella seconda
metà del nostro secolo, suscitò
una falsa predicazione politica
tendente a strumentalizzare la S.
Scrittura per fini non propri alla
predicazione ». Un’accusa, questa
della « falsa predicazione » spesso rivolta ai Valdesi dai loro persecutori: non eravamo abituati a
sentirla pronunciare al nostro
interno e stampata sui libri di
storia fatti da noi.
Marco Rostan
3
31 luglio 1981
LA SOCIETÀ’ DI STUDI VALDESI
Nasce nel 1881 come « Société
d’Histoire Vaudoise » in un’aula
del Collegio valdese di Torre Pellice, ad opera di un gruppo di pastori e professori che hanno partecipato ai lavori del Sinodo.
« Perché non costituire anche
nel nostro ambiente una Associazione che racolga studi e ricerche interessanti le Valli sotto il
profilo storico, scientifico, linguistico, etnografico? » si era domandato, in un articolo sul « Témoin », il medico Rostan di San
Germano, cultore di studi naturalisti ; la proposta era stata lanciata e la risposta giungeva ora
più pronta del previsto.
La « Société » inizia dunque la
sua attività, elegge il suo « Bureau », il Seggio, nelle sedute i
soci espongono le proprie ricerche, acclamano i Soci Onorari,
pagano le quote come avviene in
ogni Società del mondo. Che cosa unisce questi rispettabili professori, pastori e « négociants »?
Un profondo amore per le Valli,
la loro storia, il patrimonio di
ricordi e vicende di cui sono state teatro. Ma gli uomini della
« Société » non sono soltanto dei
nostalgici che coltivano ricordi,
sono in gran parte gli uomini
della evangelizzazione all’opera
in Italia, uomini come Giorgio
Appia ed Emilio Comba, che non
considerano la storia una vecchia
soffitta ingombra di vecchiumi,
ma una lezione di vita.
Nei suoi primi anni la Società
mantiene questo carattere di cenacolo familiare, in cui tutti si
conoscono ed apprezzano, sia
pur con inevitabili frizioni, ma
non è mai gruppo chiuso, club
riservato a pochi eletti; vuole
essere piuttosto un’équipe di uomini appassionati sì, ma al servizio dei mondo che li circonda.
La serietà delle ricerche non sarà mai abbandonata, le cose si
fanno bene o non si fanno! Ma
la ricerca sarà sempre fatta con
passione e per altri.
Cambieranno gli uomini e le
situazioni, gli strumenti e la sensibilità ma la Società non muterà lo spirito delle origini, e
proprio perché non scritto in un
Regolamento questo spirito risulterà più forte di tutte le trasformazioni. Cambieranno gli uomini : da Vinay e Comba, che
corrispondono con studiosi di
mezz’Europa, a Jalla e Pascal,
instancabili esploratori di archìvi, da Jahier e Gay, divulgatori
intelligenti, a Jalla e Armand
Hugon, organizzatori della vita
culturale delle Valli, tutti impegnati, autentici, per cui la cultura non è mai diventata carriera.
Anche gli strumenti sono cambiati o si sono rinnovati. Il « Bollettino », apparso sin dagli albori della Société, annuo poi semestrale, ha ormai tutta una storia,
fascicoli ridottini nei momenti
di crisi, grossi numeri monografici in casi eccezionali, articoli e
saggi, documenti e riflessioni formano una vera biblioteca. E gli
opuscoli del XVII febbraio, da
quasi 70 anni regolari, in francese prima, in italiano poi, a riproporre vicende, uomini, testimonianze. Ed il museo, una storia
da scrivere anche quella, nella
Casa Valdese per quasi 50 anni,
austera raccolta di cimeli e documenti, luogo delle memorie,
interamente rinnovato nel 1939 a
sacrario della fede valdese, reinventato nel 1974 a messaggio visivo di una vicenda in corso. E
da ultimo, da oltre 20 anni, i
Convegni storici di Agosto punto
di riferimento di studiosi vecchi
e giovani.
La Società è cresciuta in questo secolo di vita, nelle dimensioni (da poche decine ad oltre 500
soci), nelle prospettive di lavoro, nella responsabilità e vive ora
uno dei suoi momenti di maggior
impegno. Si trova a dover realizzare un compito pieno di rìschio ma anche dì fascino: custodire ed interpretare la memoria storica dell’area valdese da
un lato e della chiesa valdese
dall’altro. Ha bisogno per questo
di uomini, idee, collaborazione e
si augura di trovarle sia fra ì
vecchi soci che fra i nuovi,
Giorgio Tourn
Cent’anni di cultura valdese
Si è aperta domenica 26 luglio a Torre Pellice, nei locali del Collegio, una mostra sull’attività
— centenaria — per far conoscere la cultura e la storia valdese. L’impegno per l’oggi
Un contributo alla
cultura del nostro paese
INTERVISTA AL MODERATORE BOUCHARD
— Come valuti il rapporto che
la Società ha avuto con la cultura italiana?
— A mio giudizio è positivo ;
la Società ha tenuto acceso in
un angolo d’Italia un focolare di
storia protestante valido per tutti. Ha forse peccato di modestia
lasciando alcuni suoi esponenti
qualificati compiere questa opera di ricerca storica senza organizzare il loro lavoro, in modo
che risultasse chiaro che la S.S.V.
è una libera espressione culturale della Chiesa.
Come strumento di espressione della cultura valdese non può
infatti prescindere dalla realtà
della Chiesa. Non a caso la seduta della Società, in cui traccia
la sua linea programmatica, ha
luogo nello stesso locale dove i
pastori della chiesa valdese e metodista hanno firmato poche ore
prima la confessione di fede; e
Giorgio Spini ed i suoi amici
hanno avuto un’idea felice scegliendo questa stessa sala come
sede dei convegni religiosi.
Quale è la conseguenza? Che
nel fare la storia la Società non
ha fatto dell’archeologia. Un colloquio di studi sul Catarismo
può fare del lavoro altamente
scientifico ma resta nell’ambito
dell’archeologia storica perché
non c’è nessun cataro presente,
mentre i valdesi che partecipano al Convegno Storico hanno
Per la storia della chiesa
Il sorgere e lo svilupparsi della Société d’Histoire Vaudoise
oggi Società di Studi Valdesi, costituiscono uno dei punti focali
in cui la realtà valdese emerge
nel suo rapporto non sempre facile di « popolo » e di chiesa.
Se vi è infatti un oggetto di
studio storico, è perché il movimento valdese prima e la chiesa
poi hanno lasciato tracce profonde di vita, di espressione e di
testimonianza, cioè hanno dato
origine a un « popolo » che più
o meno coscientemente a quella
espressione e a quella testimonianza si richiama. E nello stesso tempo la società stessa, coi
suoi interessi e le sue ricerche,
partecipa dell'uno e dell’altra. E’
popolo in quanto si può benissimo pensare (ed è anche abbondantemente avvenuto) che si studi e si scriva di storia valdese
senza avere alcun riferimento diretto con la chiesa, con la sua ricerca e riflessione teologica. D’altra parte è indubbiamente chiesa perché suscita e sollecita,
quasi commissiona, ricerche in
una determinata direzione più
che in un’altra, perché fa della
ricerca storica non una ricerca
erudita e fine a se stessa, non
un opera di archeologia, ma una
realtà viva, riconoscendone l’importanza di propria coscienza
storica.
Perché è indubbio che il contributo della Società in questa
creazione di coscienza storica
per il popolo e per la chiesa è
stato fondamentale, così come
lo è stato il suscitare amore e
interesse per tutto il patrimonio
storico delle Valli Valdesi. Sarà
interessante, se mai verrà fatta,
una ricerca che puntualizzi quanta parte la società ha avuto nel
coagulare e mantenere unito il
« popolo » valdese.
Un altro aspetto che occorre
mettere in evidenza è la risposta
che la chiesa ha dato alle iniziative della società. Mi pare che
sia opportuno distinguere due
aspetti: l’attività di ricerca vera
e propria, di cui il Bollettino è
l'espressione più evidente, e la
attività di divulgazione. Nel primo caso, quello della ricerca, si
può dire che la risposta è stata
positiva, sia pure con momenti
un po’ meno brillanti, ma limitata ad un numero relativamente piccolo di persone interessate.
Nel secondo caso, vi è stato
un momento nel passato in cui
l’opuscolo del XVII febbraio e
le manifestazioni « di massa »
come ad esempio in occasione
dei centenari dell ”89, del '98, del
’39 ecc. hanno riscosso un grande successo. Va ricordato che
molte chiese distribuivano a loro spese o dietro un modesto
rimborso l’opuscolo a tutti i
bambini della Scuola Domenicale e del Catechismo. Oggi, mentre si assiste ad una rivalutazione del primo momento (ricerca),
pare che il secondo aspetto sia
almeno in parte trascurato. Indubbiamente le pubblicazioni del
XVII febbraio meriterebbero di
essere maggiormente diffuse.
Un aspetto particolarmente significativo è però costituito da
una deliberazione del Sinodo del
1980, che, « riconoscendo l’insostituibile funzione degli organismi culturali valdesi che hanno
sede in Torre Pellice per la conoscenza della storia valdese, la
diffusione della cultura protestante e la formazione delle giovani generazioni, ricordando l’opera svolta in questo campo con
dedizione e competenza dal prof.
Augusto Armand Hugon » dà incarico alla Tavola insieme alla
Società di Studi Valdesi ed altri
organismi culturali ed amministrativi operanti alle Valli, di
proseguire lo studio per « una
più completa e organica valoriz
zazione del patrimonio storicoculturale che la chiesa valdese
per grazia di Dio ha potuto costituire e amministra nelle Valli
Valdesi, al fine di poter rispondere alla crescente richiesta di
informazione e di studio da parte di ambienti culturali italiani
e internazionali, e di poter validamente contribuire alla formazione di una coscienza storica
per la testimonianza attuale delle chiese valdesi e metodiste e
di tutto il protestantesimo ». E’
forse uno dei momenti, nella centenaria storia della Società, in
cui quelli che sono stati da sempre i fini della Società vengono
ad essere maggiormente riconosciuti dalla chiesa. Si può solo
augurare che questo voto sinodale si traduca in realtà entro i
prossimi cento anni della Società! Bruno Bellìon
coscienza di rivivere una pagina della loro storia, di sentir parlare di cose proprie.
— Dando al termine cultura
un significato più ampio, ritieni
che la Società è stata presente
in modo valido?
— Penso di sì. e come primo
esempio citerei il Museo. Dobbiamo essere grati alla Società
ed al suo presidente prof. A. Armand Hugon per averlo saputo
ristrutturare. E’ oggi uno strumento che trasmette dei messaggi e non è un caso che molti giovani lo vengano a visitare perché interessati a vedere come un
gruppo umano, in questo caso i
valdesi, ha vissuto l’insieme dei
simboli della sua vita e cioè la
sua cultura. Non credo ci sia da
offendersi se molti si interessano alla cultura valdese in questo senso. La Società ha operato bene perché la ricerca universitaria è necessaria ma mediata.
— Qual è la responsabilità della Società oggi nel quadro della
testimonianza delle chiese valdesi e metodiste?
— Non può, credo, sottrarsi ad
una responsabilità di tipo teologico. Nel dibattito per il Centenario emerse chiaramente che la
storia valdese è storia di una
vocazione. Dobbiamo aiutare cattolici, laici e marxisti a riconoscere la specificità del fenomeno valdese.
La storia italiana è segnata da
alcuni momenti fondamentali :
da Arnaldo da Brescia ad Ugo
Janni, passando attraverso gli
Anabattisti veneti ed i riformati
di Lucca. Non ritengo che dobbiamo appropriarci di questi movimenti religiosi, ma farne oggetto di ricerche coordinate sì,,
perché abbiamo anche noi quaìcosa da dire in questo settore.
Cercare di comprendere perché
Ugo Janni come pastore valdese
si battè per la riforma della
Chiesa significa comprendere
molte cose del presente.
a cura di G. Tourn
Per la storia delle Valli
Quando, nel 1881, venne proposta la fondazione di una società
che si occupasse di storia valdese, uno dei suoi fondatori, Edoardo Rostan, scriveva al Témoin Echo des Vallées Vaudoises, una
lettera in cui accennava al programma che i suoi fondatori avevano in mente: « Sig. Direttore:
desidererei domandare ai lettori
del nostro foglio se sia possibile
e conveniente fondare una Società Valdese di ricerche storiche, letterarie e scientifiche. Il
programma sarebbe alVincirca il
seguente:
1) Ricerche e studi di documenti
storici manoscritti e stampati.
2) Studio dei dialetti valdesi antichi e moderni.
3) Usi e costumi.
4) Errori e pregiudizi popolari.
5) Canti popolari antichi e moderni.
6) Antichità.
7) Immigraziotìi ed emigrazioni
delle popolazioni delle nostre
Alpi fin dai tempi i più remoti.
8) Geologia, botanica, mineralogia, zoologia.
...Il campo delle sue attività sarebbe limitato alla regione delle
Alpi Cozie ». Programma, come
si vede, accentrato praticamente
sulle Valli Valde.si, con un leggero ampliamento del territorio:
le Alpi Cozie, cioè quel mondo
alpino in cui maggiormente ha
gravitato il Valdismo.
Rispondendo all’appello del
Rostan, un numeroso gruppo di
persone si riuniva il 6 settembre
per deliberare la costituzione della società. Ne dà notizia il Témoin del 16 settembre 1881, in
un articoletto in francese in’ cui
però riproduce l’art. I dello statuto, citandolo in italiano: « E'
fondata una Società di Storia
Valdese, col fine di attendere a
tutte quelle ricerche che interessano la Storia dei Valdesi ».
(Sembra perciò che lo Statuto
originale della Società sia stato
redatto in italiano, però, quando
viene pubblicato, nel 1884, sul 1°
numero del Bulletin de la Société d'Histoire Vaudoise, esso è in
francese. Tipico esempio del bilinguismo del nostro popolo, caratteristica che dovrebbe esser
mantenuta ed incoraggiata). Come si vede, è un programma più
modesto di quello cl'ie aveva in
mente il Dr. Rostan. Tuttavia, se
sfogliamo la collezione dei Bollettini, troviamo che oltre alla
storia valdese diversi studi sono
stati consacrati ad argomenti interessanti la vita e le tradizioni
delle nostre valli, ai dialetti, alla
flora, fauna e geografìa locali, per
cui l’interesse della società è stato più vasto che non quello della
sola storia. E lo scopo iniziale,
quello dì occuparsi particolarmente delle Valli e di sviluppare
fra i suoi abitanti la conoscenza
e l’amore per la loro storia e le
loro tradizioni si può affermare
che sia stato mantenuto dalla
Società fino ad oggi. Dal 1904 incomincia, prima in francese, poi
dal 1922 parallelamente in francese e italiano e dal ’39 in italiano, quella serie ininterrotta di
opuscoli divulgativi editi in occasione del 17 febbraio e che sono
ormai una tradizione. Opuscoli di
facile lettura ma non perciò privi di rigoroso valore scientifico,
che hanno illustrato quasi tutti i
periodi della nostra storia e la
biografia dei più importanti personaggi o la storia di singole parrocchie e che solo in questi ultimi anni talvolta hanno trattato
argomenti non strettamente attinenti alle Valli.
Diventata per i valligiani il
simbolo della nostra storiografia, specie per merito di quel
grande divulgatore che è stato
Giovanni Jallà, la Società è presente, per ricordare qualche epi
sodio storico, in tutte le nostre
principali manifestazioni: 17 febbraio, 15 agosto, Natale. La seduta annua, fin daU’inizio convocata in coincidenza con l’apertura del Sinodo, sembra simboleggiare la continuità della nostra
storia con l’opera della Chiesa
Valdese,
Le passeggiate storiche attraverso le Valli (di particolare importanza quella del 1931 in occasione del cinquantenario della
Società), i viaggi organizzati per
visitare le Colonie valdesi di Germania, i villaggi del Luberon,
Guardia Piemontese in Calabria
0 ripetendo l'itinerario del Glorioso Rimpatrio, sono stati dei
servizi che la Società ha reso ai
suoi concittadini, contribuendo
anche a rinforzare i legami di
fratellanza fra i Valdesi delle
Valli e i Valdesi emigrati.
In collaborazione con l’Eco
delle Valli, fin dall’inizio, i membri del Seggio sono stati gli autori di articoli divulgativi che
hanno spaziato attraverso tutta
la nostra storia illustrandone anche episodi secondari generalmente ignorati. Fra i contributi
più importanti ricordiamo, oltre
al già citato Giovanni Jallà: Teofilo Gay, Attilio Jallà, Arturo Pascal, Augusto Armand Hugon e
tanti altri.
L’iniziativa dei Convegni Storici, ideati da Augusto Armand Hugon, ha fatto conoscere ed apprezzare la Società nel mondo
accademico in campo nazionale
ed internazionale, ma pur con
questa apertura verso il mondo
della cultura e della scienza, essa
rimane fedele al programma dei
suoi fondatori e a cento anni di
distanza è ancora al servizio del
suo popolo per ricordare gli ideali di fede e di libertà per i quali
1 loro padri hanno lottato ed affrontato il martirio.
Osvaldo Coisson
4
Le risposte al questionario
Ottocentodiciotto lettori hanno risposto al questionario, a suo
tempo diffuso in circa 4.500 esemplari. Un ritorno del 18% circa,
che in indagini di questo tipo
viene generalmente considerato
abbastanza rappresentativo della
massa cui si rivolge. Rimane naturalmente da valutare il perché
dell’82% di mancate risposte; la
interpretazione più ottimista può
far credere che il giornale piaccia così come è e non sia quindi
necessario rispondere a un questionario; all’estremo opposto la
ipotesi che il giornale sia ritenuto mediocre o pessimo in maniera incurabile e non valga quindi
la pena di occuparsene da vicino. Noi ci atterremo al parere
dei tecnici per considerare le risposte come rappresentative della globalità dei lettori. E, partendo di qui, cercheremo innanzitutto di rappresentarci un profilo del lettore.
Profilo del lettore
Perché i vari risultati possano essere ragionevolmente valutati occorre ricordare che gli abbonati all’Eco (quasi tutti nelle
Valli) sono circa 1.800, e quelli
alla LUCE circa 2.200. Tutti assieme, uomini e donne con lieve
maggioranza di uomini, non sono più molto giovani (solo 52 risposte di lettori sotto i 25 anni
e ben 276 oltre i 60 anni), per
quanto sia lecito ritenere che il
pensionato (273) abbia in genere più tempo per dedicarsi alla
compilazione di questionari. Il
grado di cultura del nostro lettore sembra piuttosto elevato
(su 52 giovani 41 si dichiarano
studenti) e il suo stato sociale è
medio con tendenza verso l’alto
(49 fra dirigenti, professionisti e
commercianti rappresentano una
presenza media ben più elevata
di quella nazionale). Nella quasi
totalità il nostro lettore è evangelico (circa la metà personalmente impegnati nella chiesa)
con larga prevalenza valdese,
per quanto 20 lettori cattolici (il
2,5% circa) non siano una presenza trascurabile, mentre tre
che non si dichiarano né evangelici, né cattolici, né atei, ma di
« altre religioni» rappresentano
per noi un minuscolo mistero. Il
nostro lettore tipo vive in grandi
città, se è fuori dalle Valli, e nella realtà di piccoli comuni, se vive nelle Valli.
PROFESSIONI (%)
LETTORI EVANGELICI (%)
13.4 77.4 Ü
1
metodisti
valdesi
altri
CLASSI DI ETÀ'
TITOLO DI STUDIO
Per una corretta valutazione
di questo tentato «Profilo del
Lettore » dobbiamo anche precisare che quindici risposte non
hanno potuto essere prese in
considerazione, principalmente
perché compilate da « Gruppi di
lettura » più o meno numerosi,
di cui non ci è stato possibile verificare l’identità. Questo lettore
tipo ha così, indicato la funzione del giornale.
FUNZIONE DEL GIORNALE 1%I
solo intorna
Funzione del giornale
• informazion«
• evangaliz za zìon«
La quasi totalità ritiene necessario curare sia la « formazione »
che la « informazione » con adeguata apertura ai problemi politico-sociali e con il fine di svolgere anche opera di evangelizzazione e testimonianza verso l’esterno. Più avanti daremo notizie sulle opinioni espresse dalla
minoranza.
Giudizi sui contenuto
Le critiche alle varie rubriche
del giornale sono riassunte più
avanti. Qui possiamo più genericamente indicare che
□ « Punti di Vista », che rappresenta nel modo più visibile la
partecipazione del giornale alla vita politica e sociale del
paese è stata approvata a larghissima maggioranza (quasi
il 90% delle indicazioni espresse). Memori delle discussioni
sinodali in materia, consideriamo di particolare valore
questo giudizio;
RUBRICA «Punti di vista>[%l
sfavorevoli (10.2)
□ le « Meditazioni bibliche », le
« Cronache delle Chiese » e
1’« Ecumenismo » incontrano
con diverse accentuazioni il
favore pressoché unanime;
□ più articolati i pareri sulla
« Cronaca delle VaUì », nel
complesso accettata, ma con
consigli e critiche che vai la
pena di leggere più oltre;
□ una viva richiesta di maggiori « Presentazioni Librarie »
appare dalLinsieme delle risposte, tutte sostanzialmente
favorevoli ed orientate verso
un ampliamento della rubrica;
□ sul « Rapporto lettori-giornale » le risposte, alcune multiple, dimostrano un vivo interesse, articolato tuttavia in
una varietà di critiche e suggerimenti che presentiamo a
parte.
RAPPORTO LETTORI-GIORNALE 1')
[lettere)
altri (5.8)
piu commenti
Il « Profilo del lettore » può
quindi essere integrato come
quello di persona aperta ai problemi politico-sociali, dotata di
spirito « religioso » ed ecumenico, desiderosa di maggiori contributi culturali e di un più vivo
rapporto tra il giornale e i suoi
lettori. Le cui abitudini di lettura sono nel complesso accettabili, salvo per quei 201 (quasi il
25% ! ) che, dopo la lettura, lo gettano anziché darlo ad altri possibili potenziali lettori.
L’uso del giornale
DOPO LETTURA (%)
Nel grafico la percentuale di coloro
che lo gettano è stata scambiata con
quella di coloro che lo regalano.
ECO'LUCE inchiesta ECO'L|^
L’Eco-Luce
Presentiamo in queste pagine i risultati dell’io,
di risposte — anche in rapporto con altri perioj
partecipazione aH’impostazione del giornale.!)
aprirci verso le problematiche del « mondo »,|
prossimo e offriamo il nostro servizio. Una inci
Meditazioni bibliche
Molte le risposte, alcune anche
plurime, che dimostrano l’interesse
dei nostri lettori per questa forma
di predicazione.
Vi è chi ne vorrebbe due per ogni
numero del periodico; chi invece le
vorrebbe saltuarie; chi chiede studi sistematici su tutta la Bibbia,
dalla Genesi all’Apocalisse, impresa invero che richiederebbe molti
anni per essere realizzata; e chi,
più di uno, chiede una maggior rispondenza delle meditazioni ai problemi concreti della vita quotidiana; chi chiede di affidarle anche ai
laici, predicatori e no; chi chiede
che siano presentate come articoli
di fondo; chi infine chiede che si
assicuri una maggior varietà di stili, o che ci si ricordi maggiormente
delle parabole, o che si accentuino
le differenze dal cattolicesimo, o se
ne diano ogni tanto di destinate ai
bambini e/o ai sofferenti.
Molti di questi suggerimenti sono
certamente validi ed occorrerà tenerne conto nel programmare il futuro di questa rubrica.
Le
viene dare minor spazio alle #
zie cattoliche, dando invece piìij
centuazione alle notizie di
protestante, sottolineando sopì
tutto in modo più chiaro le |
renze tra protestantesimo e cal
licesimo. Vi è naturalmente ani
la opposta richiesta di più nume
se notizie cattoliche, e vi è anche:
isolato lettore cui l’ecmnenismot
interessa.
Cronache delle chiese
Un lettore, che si dichiara simpatizzante evangelico, propone di
eliminarle, il che ci sembra proprio
inaccettabile.
Da più parti, invece, si chiede un
ampliamento della rubrica destinando più spazio alle chiese delle città, a quelle non delle Valli, a chiese
di altre denominazioni, a chiese metodiste, a chiese estere, a tutte le
chiese italiane. Vien chiesto anche
di ampliarle, raggruppandole in fogli separati, di renderle più numerose e sintetiche, di realizzare i corrispondenti di circuito, estendendo
la loro collaborazione anche ai problemi socio-politici locali. Evidentemente la soluzione sta nell’aumentare il numero dei corrispondenti e
nell’istruirli sul modo e i tempi con
cui le corrispondenze vanno stilate
ed inviate. In questo senso stiamo
già lavorando con la ferma speranza di realizzare al meglio, se non
tutti, almeno i più interessanti dei
suggerimenti pervenuti.
Una visione più ampia del fj
ecumenico consiglia la richiesti
collaborazione di non cristiani,
informazione anche su altre reli;
ni, di fare intervenire anche al,
denominazioni evangeliche, di p:
blicizzare maggiormente Tattií,
del C.E.C. E, infine, si chiede
non indulgere a polemiche coi
cattolici che non abbiano una In,
biblica, e di confrontare le opM
delle varie religioni su problr
concreti attinenti al rapporto!
l’uomo con Dio.
Dovremmo dedurne che il &'
ecumenico interessa i nostri lei
ri, che vedrebbero volontieri l’est
sione della informazione anche!
di là del rapporto protestanti/#
telici ed una più concreta trate
ne dei problemi che Tecumenisi
pone anche sul piano della vitaqi
tidiana.
Cronache delle Valli
Ecumenismo
Rapporti con i cattolici
Molti dei nostri lettori, giudicando dal tono e dal numero delle risposte ricevute, seguono queste rubriche. Diciassette risposte chiedono maggiore spazio, sia per le informazioni che per lo studio dei problemi relativi. Una richiesta, quantitativamente apprezzabile^ è per
un maggior spazio alle Comunità
cattoliche del dissenso; più accentuata tuttavia l’opinione che con
Un certo numero di lettori
152) ne chiedono la riduzione e|
chiarano uno scarso interesse!
questa rubrica, arrivando, alcu®
chiederne l’abolizione, o la es
sione di notizie non ecclesiastif
o la limitazione ad una sola pagi
Vi è anche però chi chiede Tali
zione della LUCE e la riduzione
l’ECO di tutto il giornale. Q»
opinioni sono espresse indistif
mente da valdesi, anche delle Vi
metodisti e lettori vari. Nati
mente, e per fortuna, vi è un più
sto numero di lettori, non solol
le Valli, che leggono con interi
queste pagine e ne chiedono:
glioramenti. Vi è chi pensa chei
questo modo si potrebbe aumtf
re la diffusione del periodico 9
Valli attraverso locandine e oi?
nizzazione di vendita militante, li
trobattendo in tal modo la pt^
za dell’Eco del Chisone (perioi»
cattolico molto diffuso nella z®.
In positivo viene anche richiesti!
dare più notizie (vita pubblica ’
rismo - spettacoli - conferenze t!
grammi radio locali - situazionif
litica - folklore - interviste a coij
dini, operai, artigiani - ricordi’
passato - storia con foto - patdf
nio culturale - opere valdesi) j
senso più critico viene chiesto^
limitarsi a notizie essenziali *
In fase di elaborazione dei dati
abbiamo ritenuto interessante effettuare gli incroci tenendo costante
il parametro della fascia inferiore
di età; ci interessava infatti particolarmente l’opinione dei giovani
(che in certi caso abbiamo constatato discostarsi sensibilmente da
quella della media dei lettori). In
proposito occorre tenere presente
il concetto, già espresso, per cui i
giovani « scriventi » non coincidono necessariamente con tutti i giovani « lettori ».
Un secondo punto, estremamente
importante, da tenere presente, è
questo: i valori percentuali, che per
favorire la lettura « a colpo d’occhio » diamo accanto ai valori assoluti, non sono assolutamente rappresentativi, data l’esiguità del campione, ma puramente indicativi di
un orientamento, quantomeno là
dove si concentra il maggior numero di risposte.
Vediamo ora molto sinteticamente i dati del sub-campione « Giova
I letU
ni » che si discostano maggior^
dal campione complessivo. Nd
rametro Sesso vi è un rilevante
povolgimento, con il prevaler^
femmine (53,9%) sui maschi;
Il grado di scolarità è nei g'®’
assai più elevato che non nel t
pione generale e si concentf*
prattutto nella licenza medi^^
periore o diploma (67,3%),
quasi inesistenti sarebbero i g'®
in possesso della sola licenza
mentare. Assai basso, ma per ?
ni evidenti di età, il numero
loro che hanno già consegui^
laurea.
Riguardo alla professione, ^
fettamente naturale che preval
gli studenti (64,8%), mentre n)
no alla pari operai e imP'*
(11,1% ciascuno).
5
5
inchiesta ECO'LUCE inchiesta
i suoi lettori
tacondotta tra i nostri lettori. Un’alta percentuale
¡uguale tiratura — è indice di un buon rapporto di
90“/o dei lettori sono evangelici e ci chiedono di
ocome luogo in cui incontriamo concretamente il
importante che dà concrete indicazioni di lavoro
tiche
ispetto generale in forma più con;isa e con un miglior coordinamen0, Ed infine due valdesi, residenti
il Sud, vedrebbero volontieri la
istensione delle Cronache anche ala vita delle Comunità valdesi del
E’ ovvio che la redazione continuerà a fare ogni sforzo per migliorare ed integrare le Cronache delle
Valli, che rappresentano pur sempre uno spaccato della vita nella
unica zona d’Italia in cui la presenza protestante, pur minoritaria, è
sensibile; e questo con i limiti che
le nostre poche forze ci pongono.
Il problema, cui lavoriamo, ma che
non è ancora risolto, è sempre quello di una adeguata rete di corrispondenti capaci e tempestivi. Molti dei suggerimenti sono tuttavia
validi e ne faremo tesoro.
HH lista » al « qualunquista », alcuni pochi arrivando a chiederne la soppressione.
La presentazione di Libri è da
tutti apprezzata e da più parti se
ne auspica Tampliamento (fino ad
una intera pagina mensile), estendendola a libri per bambini, a pubblicazioni non solo teologiche e religiose, dando indicazioni precise
per acquisti a mezzo posta, pubblicando, specie per i libri Claudiana,
schede esaurienti, e via dicendo.
Tutti suggerimenti che sembrano
utili e nel complesso dimostrano
un reale interesse dei lettori.
Elogiato, in genere, anche il Taccuino Pastorale.
Rubriche varie
«L’angolo di Magna Linota» è
ertamente la rubrica che più ha
Punti di Vista, nel complesso largamente apprezzato, è trovato da
alcuni « fazioso » e « personale »,
mentre un isolato ammiratore chiede di dargli più spazio. Altri chiedono che si occupi più di problemi
sociali che politici. Crediamo utile
ricordare che tutti i contributi a
questa rubrica sono firmati, proprio perché essi esprimono opinioni
personali e non implicano necessariamente la responsabilità della Redazione nel suo insieme.
Sulle Recensioni al Cinema e T.V.
utt ° ^’**iteresse dei lettori, ventiTO dei quali hanno tenuto a
e un giudizio preciso. Sette di
! cV molto la rubrica e
Lj dono una collocazione più
P a e migliore, nel corpo del gior,5 p. dOd nella Cronaca Valli. Ditte invece sono critici, con vaOdi che vanno dal « paterna
vi sono opinioni contrastanti. Chi
le trova inutili, chi ne richiede con
maggior frequenza, chi vorrebbe
fossero limitate alle produzioni significativamente protestanti.
Vi è anche una richiesta di cambiare il redattore che si occupa della Presenza Protestante nella stampa italiana.
liovani
hn
religione la totalità dei
•'Zzanf ‘^‘dhiara evangelica o sim1 al ■ sensibilmente, ri
le, aumenta nei giovani la già alta
proporzione di lettori proiettati verso l’esterno, sia in termini di apertura al sociale, sia in termini di testimonianza. Vediamo ora i giudizi
maggiormente significativi dei giovani sul contenuto dell’ECO - LUCE.
Étto a] . ------------>■*
; campione generale, l’entità
Sim . gciiciaie, i eniiia
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Aumentano percentualmente i
consensi alla rubrica « Punti di vista ». aumenta la richiesta di studi biblici, come pure quella di una
maggior frequenza nella presentazione delle novità librarie.
Circa le abitudini di lettura, l'attenzione dei giovani tende a spostarsi verso le pagine di interesse generale (23,1%), riducendo l’interesse
al giornale nel suo complesso.
Prevale nettamente nei giovani la
fruizione collettiva del giornale
(80,4% di lettura duplicata). Significativo l’imponente incremento rispetto al campione generale, della
percentuale di giovani che conservano il giornale, dopo averlo letto
(78,9%).
I suggerimenti
Da molte parti si chiede più
ampio spazio al dialogo tra lettori e giornale, il che è certamente auspicabile, se i lettori ci
scriveranno più spesso ed in modo conciso.
Vi sono anche richieste per
Nuove Rubriche che si possono
così, riassumere:
— Consigli legali, fiscali, sindacali e per pensionati (ricordiamo che una rubrica simile
era stata iniziata e poi abbandonata per mancanza di richieste su quesiti precisi);
— Articoli per i ragazzi, con studi di psicologia infantile;
— Giardinaggio e agricoltura;
— Medaglioni di persone eminenti in campo evangelico, italiane ed estere, compresi gli
artisti ;
— Episodi della storia valdese e
metodista ;
— Pubblicazione periodica degli
indirizzi dei pastori all’opera
ed emeriti ;
— Rubrica umoristica;
— Ripresa della « Settimana Internazionale » ;
— Interviste a persone provenienti dal cattolicesimo o comunque di altra religione;
— Inchieste approfondite su argomenti « reali ».
Richieste non riconducibili a
vere e proprie rubriche sono :
— la pubblicazione periodica di
un culto completo in ultima
pagina ;
—- una pagina ogni tanto dedicata a problemi giovanili (droga
compresa) ;
— il problema dei matrimoni
misti ;
— scambi di ospitalità con evangelici di altri paesi.
Compatibilmente con lo spazio
e con la disponibilità di collaboratori, si terrà il dovuto conto
di tutti questi suggerimenti.
a teologi stranieri (ci pare di
averlo già fatto in più di una
occasione), o a scrittori non
esclusivamente valdo-metodisti
ma più accentuatamente interdenominazionali (e anche questo
è già nella linea del periodico)
o a personalità non protestanti
o ad operai.
Tutti questi suggerimenti sembrano positivi, ma non sempre
è facile identificare e sollecitare
nuovi validi collaboratori, che
sono comunque desiderati e graditi.
Osservazioni generali
Problemi linguistici
Otto lettori, tutti delle Valli,
chiedono una maggior frequenza
di testi in francese. Già facciamo qualcosa in questo senso, ma
non possiamo dimenticare che
la maggioranza dei nostri lettori
vive in zone dove il francese non
è di uso corrente.
Quattro, sempre valdesi delle
Valli, chiedono testi in occitano;
francamente ci chiediamo quanti, anche nelle Valli, sarebbero in
grado di scrivere o leggere, comprendendoli, testi in questo idioma.
Due infine, sempre della stessa zona, chiedono articoli in piemontese: e se ce ne chiedessero
in lombardo, o in veneto o in siciliano, come potremmo fare?
L’osservazione più diffusa, di
cui la Redazione dovrà tener
conto,^ è la richiesta di un linguaggio più chiaro e comprensibile nella stesura degli articoli
che dovrebbero essere più brevi,
e per i quali si richiede anche
una maggior uniformità di stili.
L’altro problema sollevato da
più parti è la presenza della
« politica » nel periodico. Le valutazioni date alla rubrica « Punti di Vista », che è la caratteristica più politicizzata del giornale, fa credere che tale presenza
sia generalmente accettata. Tuttavia ben 36 lettori trovano eccessivo lo spazio dedicato alla
politica e ne lamentano la eccessiva caratterizzazione di « sinistra ». E’ un vecchio problema
di cui il Sinodo si è più volte occupato e che difficilmente potrà
trovare una soluzione accettabile per tutti; vi sono, tra l’altro,
anche alcune richieste di estensione di questa presenza nel periodico. La Redazione farà del
suo meglio per conciliare una
pmsenza, che non sembra evitabile, con un pluralismo più accentuato e con la esclusione di
ogni faziosità.
Vi sono anche sei richieste per
modificare la composizione del
Comitato di Redazione, assicurandone una composizione più
pluralista; oltre ad una richiesta per farvi partecipare anche
la T.E.V.
Otto lettori chiedono la pubblicazione di due distinti giornali,
L’Eco per le Valli e La Luce per
gli altri. Se ci fossero forze umane e finanziarie per farlo, sarebbe forse un saggio suggerimento, ma allo stato attuale delle
cose può essere solo una pallida
speranza.
Il desiderio di una maggior informazione religiosa e teologica
viene anche espresso da un numero consistente di lettori, alcuni dei quali chiedono che non si
esageri con la «teologia moderna ».
Molti consigli, alcuni dei quali ci piacerebbe tanto poter seguire, vengono dati anche per
l’aspetto esteriore del giornale:
riduzione del formato a tabloid;
uscita quindicinale per poterlo
così migliorare ; riapplicazione
dello stemma valdese sulla testata L’Eco; raggruppamento delle
pagine tematiche per poterle meglio conservare ; aumento del numero delle pagine; miglior carta
e migliore impaginazione ; aumento del costo dell’abbonamento per apportare migliorie; niente pubblicità ; più pubblicità ; più
inserti. Ed alcuni si interessano
anche alla diffusione del giornale suggerendo un Festival dell’Eco da tenersi a Pinerolo, una
esposizione del periodico nelle
vetrine della Claudiana, lettura
nelle scuole, più la ovvia preghiera di curare meglio la distribuzione a mezzo posta (il che non
dipende solo da noi).
Vi è poi una serie di suggerimenti singoli, alcuni molto validi :
— dare più notizie sull’attività
della Federazione ;
— pubblicare salmi e preghiere
consolatori ;
— più equilibrio nella difesa della libertà per tutti;
— più notizie sulla attività della Tavola e delle Opere ;
— informazioni sulla repressione religiosa nei paesi dell’Est ;
— un po’ dì « controinformazione »;
— più notizie sul Centro Sud che
pare trascurato;
— più interviste e inchieste;
— occuparsi a fondo del Servizio
Civile per gli Obiettori di coscienza ;
— dare più frequenti notizie da
Riesi (che peraltro ha già un
suo notiziario);
— dare più spazio alle donne;
— dare più spazio ai giovani;
— insistere maggiormente sui
problemi del disarmo e del
pacifismo ;
— occuparsi anche dei problemi
quotidiani dei lettori;
— dare più spazio ai laici, anche
non valligiani;
— abolire gli elenchi di offerte
varie ;
— fare un giornale più laico.
Nuove collaborazioni
Alcuni lettori consigliano di
allargare il numero e la qualità
dei collaboratori, dando spazio
Una richiesta esiste anche per
un maggior interesse alla storia
valdese e protestante in genere,
anche senza arrivare ad una rubrica fissa e con un accenno ad
una accusa di « provincialismo
culturale ».
E, per concludere, a parte alcuni elogi, il commento di una
lettrice delle Valli che dice :
« Non va, ma non so cosa suggerire ».
E’ un commento che esprime
in qualche modo la nostra convinzione che il giornale potrebbe
essere migliorato, e la difficoltà
di migliorarlo ; non tanto perché
manchino le idee (ne hanno suggerite molte anche i nostri lettori) quanto per la povertà dei
mezzi di cui disponiamo.
Un grazie comunque di cuore
a quanti hanno risposto al questionario, soprattutto a coloro
che, criticandolo, ci sono di sprone nel nostro lavoro.
Primi commenti
Abbiamo chiesto ad alcuni nostri collaboratori un breve commento sui risultati della nostra inchiesta. Ecco i primi due pervenutici :
Uno dei dati più interessanti e
anche più inequivocabile che è
emerso dal questionario Eco-Luce a
proposito della funzione del settimanale è senza dubbio il fatto che
la stragrande maggioranza dei lettori pensa che il giornale debba
« essere aperto ai problemi politici
e sociali in quanto espressione concreta di partecipazione ai problemi
del prossimo e della società in genere » e, al tempo stesso « svolgere
una funzione esterna di informazione, evangelizzazione, testimonianza » {rispettivamente /’84,3% e il
94,8%). Potrebbe sembrare un fatto
normale; ma è anche la verifica di
una riflessione che si è andata approfondendo nel protestantesimo
italiano da alcuni decenni, che ha
avuto punte polemiche intorno al
'68 e che nel corso degli ultimi dieci
anni si presenta come un dato acquisito e, al tempo stesso, come stimolo costante nella vita delle comunità. Parlo della tensione dialettica tra fede e politica, una tensione che cerchiamo di vivere nella
storia reale, che impedisce da un
lato la strumentalizzazione politica
dell’Evangelo e dall'altro la riduzione della realtà e delle sue contraddizioni ad una dimensione religiosa
o ecclesiastica. Questa linea di ricerca caratterizza il protestantesimo nei confronti della cultura laica
e anche di vasti settori di cattolicesirno progressista; e, nei fatti, ha
significato decisioni chiare su temi
quali il divorzio, l'aborto, i rapporti fra chiese e stato, il terremoto.
Il ri.sultato del questionario affida dunque anche all'Eco-Luce la richiesta di proseguire su questa strada; quella di saper testimoniare
l'Evangelo nella realtà di oggi, quella di vivere questa realtà non solo
come occasione per predicare ma
come il vero luogo del rapporto con
il prossimo, che stintola e anche
modifica la nostra lettura biblica,
investe la realtà ecclesiastica, mette in crisi ma anche fortifica la nostra speranza e la nostra liberazione iti Gesù Cristo.
Marco Rostan
* * *
Osserviamo l'età di chi ha risposto all'inchiesta Eco-Luce; i tre
quarti circa (73,7%) hanno più di 40
anni; .solo un quarto o poco più
(26,3%) è sotto i 40. E' indicativo
dell'età dei lettori de « la luce »? 1
suoi lettori sono per la maggior parte sopra i 40? Sarebbe scoraggiante, pur con la massima stima per i
meno giovani. O forse significa semplicemente che i più anziàni (non
dimentichiamo il W/o di pensionati!) hanno più tempo? Ma nella fascia 40-60 si può parlare senz'altro
di gente molto occupata. E se si
trattasse di un diverso modo di porsi davanti a un sondaggio? maggiore interesse dei più anziani, più impegno nell'analizzar si, più pazienza;
e da parte dei meno-che-quarantenni, cresciuti in mezzo a inchieste e
sondaggi d'opinione (che hanno preso piede nel dopoguerra) un atteggiamento più critico, scettico, disincantato?
Altro risultato interessante: sono
abbastanza alte le percentuali di chi
si interessa alla cronaca delle Valli; vi si interessa, si direbbe, anche
chi è valdese di chiesa e non di popolo, nonostante si tratti per lo più
di cronaca locale abbastanza spicciola. Forse l'interesse per la vita
nei paesi, comunità sociali abbastanza piccole da essere umane? O
la nostalgia per le regioni a maggioranza o quasi-maggioranza protestante, da parte di chi è sempre minoranza? O l'interesse, appunto, per
il fenomeno del popolo-chiesa?
Roberta Colonna Romano
# L’inchiesta Eco/Luce è stata
condotta da Dino Ciesch, Niso
De Michelis, Aurelio Penna, con
la collaborazione di un gruppo
di giovani di Torre Pellice; grò.
fici di Gigi Ranzani.
6
31 luglio 1981
cronaca delle valli
PERRERO
Consiglio comunale
La situazione delle opere pubbliche nel Comune di Penero è
stata presentata dalia giunta al
Consiglio nella seduta del 22 luglio. Poche le notizie confortanti, tra cui è da segnalare per la
importanza della cifra l’appalto
dei lavori di sistemazione dell’ex-albergo Regina alla ditta
« Subalpina » di Luserna S. Giovanni. Ma la frana di Perrero ha
segnalato un lieve movimento e
per continuare i lavori di assestamento occorrono altri fondi.
Si sono inoltre arenate le pratiche per la concessione di mutui
che dovevano coprire le spese
per opere urgenti sempre nella
zona franosa: il Comune ha fatto fronte alle richieste più urgenti delle ditte che hanno eseguito i lavori pagando di tasca
propria, ma l’importo globale è
così elevato che per coprirlo interamente si dovrebbero impegnare tutte le risorse comunali.
Anche i lavori sulla strada di
Villasecca non sono stati dati come sicuri : la ditta si è fatta viva
con la sua attrezzatura, ma non
ha chiarito se le sue intenzioni
sono di fare veramente la strada
oppure soltanto di sistemare alla meno peggio lo scavo precedente.
Gli amministratori di Perrero
hanno perciò manifestato l’intenzione di non imbarcarsi in nuove imprese, ma di attenersi in linea di massima alla gestione
delle opere indispensabili, aspet
MONTOSO
Raduno
partigiano
Anche quest’anno, sotto un cielo luminoso ed un bel sole ex-partigiani, excombattenti, civili, autorità Comunali,
l’11 e 12 luglio si sono ritrovati, in
almeno quattromila, al Montoso, La sera del sabato, incontro di varie autorità ed organizzatori della manifestazione
presso il Municipio di Bagnolo, poi canti
popolari e falò. La domenica, decine e
decine di pullman e colonne di auto
fanno convergere sul Montoso una
massa imponente di festanti e gioiosi
partecipanti. E c'è tanta, tanta allegrezza nel ritrovarci vecchi e nuovi partecipanti al raduno. Al mattino al Monumento ai Caduti partigiani hanno luogo
i servizi religiosi: il rito ebraico col
rabbino che recita una semplice ma
vibrante preghiera di ringraziamento al
Signore, poi il sacerdote di Villar di
Bagnolo don Collino che esalta i valori della fraternità in nome del Cristo
e del suo sacrificio. Infine il past. valdese Arnaldo Genre (ex partigiano)
ispirandosi all’epistola di Giov. cap. 3:
« I figli di Dio non sono più schiavi del
male poiché l’amore di Dio si concretizza neH'amore per il prossimo », per i
fratelli, afferra l’attenzione dell’uditorio
affermando con molta forza come l’amore scaccia la paura mentre gli uomini
in ogni paese vivono sotto i segni di
innumerevoli paure: disoccupazione, fame, persecuzioni, guerre insensate, terrificanti armi che con spese colossali
sono paurosamente dislocate in Europa, Asia, Africa, Medio Oriente, America ecc. No! esclama il past. Genre,
non armi ma opere dì pace, farsi costruttori di strumenti ed organismi per
la pace e la solidarietà dei popoli nel
nome di Cristo, per l’Agape che deve
scacciare via ogni paura per far trionfare la serenità fra le genti. Bisogna
cambiare strada! Rinnovarsi con Cristo vivente e operante, calare il di Lui
messaggio nel vivo della società nella
quale viviamo. Seguono poi canti del
Coro Amicizia di Bibiana, ovunque è
festa!
Accanto all’esposizione dei libri della
Einaudi ed altre editrici è presente
l’Editrice Claudiana. Forte la vendita
di volumi e particolarmente la eccellente opera del past. Giorgio Tourn
« I Valdesi », altri autori e testi quali:
L’impegno politico del cristiano; Cristiani e marxisti; Maestri di nessuno;
Una chiesa in analisi; Storia dei valdesi
di A. Armand Hugon; Gesù socialista;
Appello alla libertà; Vietnam e Cambogia; opuscoli di attualità. Larga distribuzione di copie dell’Eco delle Valli e di
porzioni del Vangelo. Così ancora una
volta ha operato il Gruppo Evangelizzazione di Torre Pellice.
D. Abate
tando i contributi sicuri prima
di muovere ancora un passo ; evidentemente questo primo anno
di esperienza non è stato entusiasmante.
Subito dopo, il Consiglio ha
approvato la concessione di due
contributi di piccola entità: uno
di 100.000 lire al piccolo gruppo
di volontari che, facendosi chiamare Pro-Loco, ha messo su un
programma di giochi e gare per
i bambini in villeggiatura e l’altro di mezzo milione per l’orologio che la parrocchia cattolica
ha installato sul proprio campanile.
Apparentemente sullo stesso
piano, la decisione sucessiva di
concedere un contributo al concistoro di ’Villasecca per la ristrutturazione della scuola di
Trussan rivela in realtà una situazione molto diversa. La scuola di Trussan, chiusa quest’anno,
è stata affittata al Comune di
Perrero per moltissimo tempo
per una cifra quasi irrisoria,
inoltre, ultimamente, l’affitto non
era neppure stato versato, per
pura dimenticanza. Il contributo
corrisponde quindi, non ad una
benevola elargizione, ma semplicemente al risarcimento dei
danni causati da anni di uso
scolastico e ad un’equa rivalutazione degli affitti.
In ultimo il Consiglio si è scontrato ancora una volta con le difficoltà del Piano Regolatore Generale Intercomunale, elaborato
dai tecnici della Comunità Montana. Il numero dei vani previsti
nel piano di fabbricazione è parso troppo scarso, quindi nei prossimi ottanta giorni i tecnici del
Comune cercheranno in tutti i
modi di dimostrare che ne occorrono di più. Scaduto il termine, il piano verrà ripresentato in
Consiglio per la decisione definitiva.
Liliana Viglielmo
TORRE PELUCE - CONSIGLIO COMUNALE
Rieletto Steffanetto
XV Agosto
Il tradizionale incontro delle chiese valdesi avrà luogo
quest anno in località Pragiassaut, nel territorio del comune
di San Germano Chisone.
Ore 10 - Colto presieduto dal pastore Giorgio Bouehard,
moderatore della Tavola Valdese.
Ore 10,45 - Tavola rotonda su «Le Valli Valdesi oggi e
domani », con I intervento di Giorgio Bouehard,
Franco Becchino e Claudio Tron.
Ore 14,30 - Saluti dal Rio de la Piata (Marcelo Dalmas)
La Società di Studi Valdesi ha cento anni : bilancio e prospettive (Giorgio Tourn).
Pragiassaut si raggiunge dalla Val Chisone salendo da
San Germano fino alle Rue di Pramollo e di qui sulla sinistra
verso la Vaccera ; dalla Val Pellice con la strada del Colle
della Vaccera e poi scendendo sul sentiero che sarà opportunamente segnalato.
La CED 1°
A un mese esatto dalle elezioni, si è riunito, per la prima volta, martedì 21 il nuovo Consiglio Comunale di Torre Pellice.
I quindici consiglieri di maggioranza (un solo assente, giustificato) e i quattro di minoranza
hanno rapidamente deliberato
sui tre punti all’ordine del giorno: 1) esame delle condizioni di
eleggibilità dei proclamati eletti
e conseguenti decisioni; 2) elezione del Sindaco; 3) elezione
della Giunta Municipale.
Non essendo stata sollevata
alcuna eccezione di incompatibilità con la nomina a consigliere per nessuno degli eletti nelle
votazioni di giugno, il Consiglio
ha deciso all’unanimità di ratificare, per quanto di sua competenza, tutte le nomine.
Con quattordici voti a favore
(l’opposizione ha lasciato la scheda bianca, mentre una preferenza è andata al dott. Marco Armand Hugon) è stato rieletto
Sindaco di Torre il sig. Giovanni Steffanetto. Questi, prendendo la parola (già lo aveva fatto
in apertura dei lavori dell’assemblea per dare il saluto di benvenuto a quanti entravano a far
parte del Consiglio e per ringraziare della loro cooperazione i
consiglieri uscenti non più presentatisi in lista) ha formulato
l’augurio di una proficua collaborazione tra giunta e minoranza in un clima di serenità e tolleranza. Il Sindaco ha in seguito
auspicato, per il futuro, un interessamento attivo della popolazione di Torre Pellice alla gestione amministrativa del Comune,
aggiungendo, per altro, che uno
degli obiettivi della prossima
giunta sarà il suo progressivo
inserirsi, per meglio operare,
« nel tessuto morale della società ».
Coadiuveranno il sig. Steffa
netto nell’amministrazione municipale i nuovi assessori (sei in
tutto, di cui quattro effettivi e
due supplenti). Accettati i nominativi proposti dalla maggioranza, a ricoprire gli assessorati sono stati chiamati Marco Armand
Hugon, Marco Bellion, Fernando
Guglielmone (ass. anziano), Mario Sibille, Fiorentine Arnoulet
(ass. suppl.) e Stefano Ayassot
(ass. suppl.).
A conclusione della seduta alcuni consiglieri hanno poi sollevato problemi riguardo alla viabilità, testimoniando, così., l’intenzione di ognuno di lavorare
seriamente anche per il domani.
IWarco Borno
Società
di Studi
Valdesi
SEDUTA
ANNUALE
Domenica 2 agosto avrà
luogo nell’Aula Sinodale
la seduta annua della Società di Studi Valdesi, con
inìzio alle ore 20,45.
Il tema della serata, dedicata al centenario della
Società :
LA S.S.V. A CENTO ANNI DALLA FONDAZIONE
sarà svolto nei seguenti
momenti: a) presentazione dell’attività; b) libero
dibattito; c) saluto delle
Società Storiche sorelle ;
d) seduta dei soci con elezione del Seggio.
TORRE PELUCE, SABATO 8 AGOSTO
Giornata deH’Eco delle Valli
Giardino di Piazza Muston
PROGRAMMA
ore 10
Apertura della Manifestazione
Visita agli stands, tra i quali:
I L’eco delle valli valdesi
133 anni al servizio della testimonianza evangelica nel nostro paese
- una voce protestante nel panorama del giornalismo e della cultura italiana
sarà offerta in vendita la ristampa del primo
numero de « L’Echo des Vallées » pubblicato il
13.7.1848.
■ Società di studi valdesi
- 100 anni dalla fondazione: panoramica dei contributi dati alla storiografia del movimento valdese, dei movimenti ereticali medioevali, della
riforma protestante
■ Agape
- 30 anni di storia del centro ecumenico.
■ La Chiesa valdese nel Rio de la Piata
(Uruguay e Argentina)
- dal 1856 ad oggi. Caratteristiche della chiesa
■valdese nella regione rioplatense. L’impegno nel
campo della istruzione, dell’assistenza sociale. Il
protestantesimo in America Latina.
■ Mostra fotografica
■ Mostra di pittura
■ Mostra dell’Artigianato locale della
Val Pellice
ore 10.30-15.30
ore 16.30
ore 17.30
ore 18.30-20
ore 20.30
Gara non competitiva di ping-pong
— « L’Eco delle valli valdesi, oggi »
presentazione dei problemi e delle prospettive.
— Notizie su
« La chiesa valdese nel Rio de la Piata »
— Cena: « Asado crioUo » (carne cucinata secondo
il modo dei gauchos del Rio de la Piata)
— Tavola Rotonda:
« CATTOLICI, LAICI E PROTESTANTI
DI FRONTE ALLA QUESTIONE MORALE: II rapporto etica-politica nella
cultura italiana ».
Intervengono: Gianni Baget-Bozzo, sacerdote
cattolico, pubblicista; Giorgio Spini, metodista, professore universitario; un laico (nominativo da confermare);
Presiede: Franco Giampiccoli, pastore valdese,
direttore deli’Eco delle Valli Valdesi - La Luce.
la manifestazione sarà allietata da intermezzi musicali
parteciperanno alla manifestazione i Trombettieri del Baden
diretti dal maestro Ludwig Pfateicher di Karlsruhe;
dalle 10 alle 23 funzionerà un servizio bar ;
è prevista una sottoscrizione a premi prò Eco delle valli vaidesi;
in caso di cattivo tempo la manifestazione si svolgerà nei locali della Casa Unionista (via Beckwith 5) e la Tavola Rotonda avrà luogo nella Sala sinodale della Casa Valdese (via
Beckwith 2) a Torre Pellice.
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7
31 luglio 1981
CRONACA DELLE VALLI
GIORNATA DEL RIFUGIO
Favorita da una splendida
giornata di sole, la tradizionale
festa del Rifugio Carlo Alberto
ha registrato — domenica 26 —
un notevole afflusso di pubblico.
Si trattava, in gran parte, di
amici dell’Istituto e tra questi
non mancavano persone dedite,
saltuariamente, al volontariato
nell’assistenza ai circa 70 ospiti
deiristituto. Un gruppo di giovani evangelici tedeschi di Stoccarda ha suonato e cantato nei
diversi reparti portando una
nota di allegria internazionale.
In un’apposita saletta è stato
messo a disposizione del pubblico il disegno del progetto di ristrutturazione commissionato ad
un’équipe di architetti locali. Non
si sa se i lavori potranno proseguire poiché le agitazioni di
questi giorni del personale fanno ritenere che ogni operazione
economica a favore delle strutture dell’Istituto è subordinata al
buon esito delle trattative in corso tra CIOV e Sindacati in vista
di un nuovo contratto di lavoro.
g- P
LUSERNA
SAN GIOVANNI
Durante il culto di domenica 12 u.s.
sono stati battezzati Silvio Roman di
Giulio e Anita Benech di Bricherasio
e Cristian Giordan di Dario e Rita Imparato dei Nazzarotti.
Il Signore benedica questi pargoli e
li assista con la Sua Grazia.
TORRE PELLICE
Si sono uniti in matrimonio Giancarlo
Ricca ed Eliana Jourdan, Andrea Rollier
e Claudia Jalla, Bruno Novarese e Anna
Maria Conti.
Agli sposi il nostro augurio fraterno
di una vita felice, benedetta dal Signore.
È deceduto il 22 luglio il fratello
Davide Taglierò. Il funerale ha avuto
luogo nel tempio il giorno 24. Alla famiglia in lutto la comunità esprime la
sua cristiana simpatia.
• Ricordiamo il Concerto di Organo e
Flauto sabato 1° agosto alle ore 20.45
nel Tempio Valdese di Torre Pellice.
______________ANGROGNA
Domenica 26: circa 4.000 agricoltori
della « Coltivatori diretti - hanno organizzato un raduno a Pradeltorno. Per
l’occasione il predicatore D. GardioI ha
tenuto nel tempio gremito un apprezzato culto di evangelizzazione. Molti i
contatti e la stampa evangelica distribuita tra i convenuti. Al Capoluogo, nella stessa giornata, quattro gruppi di
stranieri (tre tedeschi e uno francese),
organizzati dal past. Platone, hanno
dato vita ad un culto, ricco di interventi e musiche sul tema del « giovane
ricco »,
È seguita un’agape nella Sala: buona
la partecipazione degli angrognini.
• Ancora pochi posti per la gita
alle Cevenne dal 4 al 7 settembre. Costo 75.000. Prenotarsi, al più presto,
telefonando al 944144 (Platone) o al
944161 (Malan).
AVVISI ECONOMICI
CERCO in affitto a Torre Pellice alloggio due camere e servizi, oppure
minialloggio. Cerco in alternativa la
possibilità di essere ospitato in fa
miglia o convivenza con donna di
60-70 anni. Scrivere a Quinto Selva
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destinazione, preventivi a richiesta :
Sala Giulio, via Belfiore 83 - Nicholino - tei. (011) 6270463 - 6272322.
Federazione Evangelica
Femminile Valdese
e Metodista
SEMINARIO
per Animatrici di Unioni e
Gruppi Femminili, aperto
a tutte le persone interessate.
Si svolgerà a Torre Pellice nei locali della Casa
Unionista della Chiesa valdese sabato 8 e domenica
9 agosto al pomeriggio, lunedì, 10 agosto tutto il giorno e si concluderà martedì, mattina 11 agosto.
Tema: L’attesa del Regno di Dio e le sue implicazioni per la vita del credente oggi.
Informazioni e iscrizioni presso Èva Rostain, tei.
0121/90341, strada dei Boer
16, Luserna S. Giovanni.
ITINERARI ALLE VALLI - 7
RORA’
Domenica 9 agosto 1981 al Bric Parco
Montano Bazar organizzato daH’Unione
Femminile di Rorà.
Programma: ore 10.30: culto; ore
12.30: pranzo al sacco, ci sarà una
polenta gigante e minestrone (si prega
di prenotarsi se possibile da Ada al
negozio di Rorà); ore 14.30: apertura
del Bazar: ore 15: sorteggio lotteria.
Funzionerà il buffet con caffè, thè, dolci ecc.
NB. - In caso di cattivo tempo il
culto si terrà ai tempio e il programma sarà svolto nella sala delle attività.
PRAROSTINO
In questo periodo molti villeggianti
sono venuti, o tornati, a Prarostino per
un periodo di vacanza, o per visitare
parenti ed amici. Domenica 19 c.m. abbiamo potuto salutare alcuni al culto a
S. Bartolomeo. A tutti un saluto fraterno con l’augurio di un soggiorno benedetto dal Signore.
PINEROLO
In queste ultime settimane la comunità si è rallegrata per il battesimo di
di Juri Rostan e per le nozze di Vanda
Malan e di Silvano Fenoglio e si è rattristata per la morte di Sergio Felice
Balmas, di Rodolfo Benyr e di Hans
Grüner.
Assemblea TEV
La Quinta Assemblea plenaria del
Movimento di Testimonianza Evangelica
Valdese è convocata per sabato 8 agosto alle ore 10 nei tempio dei Coppieri,
a Torre Pellice.
Il pubblico è cordialmente invitato,
con libertà di parola.
dal 1886
TORRE PELLICE
di F. Sartorio
FONDANTS
CARAMELLE
GELATINE
PASTIGLIAGGI
Viale Trento, 1 - Tel. 0121/91271
10066 TORRE PELLICE (To)
Giardino botanico
Rostania
a cura ö\ Raimondo Genre
TORRE PELLICE
Ambulanza CRI
Si raccomanda al pubblico che in caso di necessità di trasporto con ambulanza della Croce Rossa si richieda
tale servizio telefonando al 91288
Vergnano (Noccioleto). Tale procedura va osservata per il più sollecito disbrigo della chiamata.
Località di partenza:
San Germano 478 m
Dislivello in salita:
737 m + 246 m
Tempo complessivo:
hi + 0,45
La scelta di questo itinerario
ha almeno due buone motivazioni: l’amenità della zona in tutte
le stagioni dell’anno e la presenza di quel che rimane del giardino botanico della Rostania. Inoltre questo itinerario, che si snoda a quote relativamente basse,
può essere percorso in ogni stagione senza nulla perdere della
sua bellezza.
La zona alta è ormai completamente disabitata, salvo nei mesi estivi, e le abitazioni risentono di questo abbandono. In comP6nso i boschi si fanno più rigogliosi ed ospitano una ricca avifauna minore (sono presenti anche il falco e la poiana) mentre
non mancano lepri, volpi, faine
e soprattutto cinghiali (notare
come hanno « arato » il terreno
nella zona della Vaccera). Nella
stagione propizia, non è improbabile di trovare qualche bel porcino od altro fungo commestibile. All’inizio dell’estate la flora
vi è molto ricca ed in autunno
rimarremo ammirati per le mille tonalità di colore.
Man mano che ci si innalza sulla « costola » che dalla Buffa
scende verso la Ciauvina il panorama si estende sotto di noi: prima è limitato a San Germano e
Villar, poi si estende sull’ampio
vallone di Inverso Porte, infine
spazia su Pinerolo e la pianura
circostante. Se poi saliamo fino
alla Vaccera, il panorama si amplia maggiormente e lo sguardo
può spaziare dai contrafforti alpini delle valli del Pellice e del
Chisone fino a Torino.
Abbiamo detto che il secondo
motivo di interesse è la Rostania. Un tempo questa località era
occupata da un ricco giardino
botanico conosciuto in tutta Europa e citato nelle pubblicazioni
specializzate come uno dei più
bei giardini alpini d’Italia. Poi la
guerra e la negligenza umana lo
hanno distrutto e poco rimane
dell’antico splendore.
Sorto nel 1899 per onorare la
memoria del doti. Pietro Edoardo Rostan, illustre medico ed insigne botanico, fondatore della
Société vaudoise de recherches
historiques, litteraires et scientifiques (ora Società di Studi Vaidesi), il giardino, che ha una superficie di circa 4200 mq, fu inaugurato nel 1901. Direttore ed animatore del giardino, che prese il
nome di Rostania, fu il prof. Davide Monne! che per alcuni anni
vi andò a vivere per poter meglio seguire i lavori. Annesso ai
giardino venne anche costruita
una piccola abitazione per il custode.
Con un paziente lavoro, nelle
aiuole del giardino vennero raccolte migliaia di piante alpine
provenienti non solo dalle Alpi e
dagli Appennini, ma anche dai
Pirenei, dal Caucaso, dall’Himàlaia, dalla Siberia, dalle Americhe, dall’Australia.
Purtroppo tutto questo prezioso patrimonio botanico durante
l’ultima guerra venne saccheggia
to e distrutto e ben poco rimane
di quello che è stato il bel giardino della Rostania.
Invero nel 1966 un gruppo di
giovani di San Germano ha compiuto un generoso sforzo per recuperare almeno una parte del
grosso patrimonio della Rostania, ora di proprietà del comune
di San Germano. Le enormi difficoltà organizzative, di lavoro, finanziarie ed anche ideologiche,
hanno purtroppo logorato anche
la miglior buona volontà, per cui
hanno potuto riattare solo l’edificio che può ospitare confortevolmente una dozzina di persone. Rimangono comunque visibili le aiuole, i sentieri, il laghetto
e le altre opere predisposte per
accogliere meglio le preziose
piantine di cui, tra le erbacce, è
possibile trovare qualche esemplare superstite. Per notizie più
dettagliate sulla Rostania vedere: Clara Bounous Bouchard, Al
di là del ponte..., ed. Chiesa valdese di San Germano, 1981.
Raggiunto l’abitato di S. Germano, portarsi presso la scuola
elementare 478 m, posta presso
il rio Rìsagliardo. Da qui proseguire verso levante per poche decine di metri poi, dopo la prima
casa, imboccare la strada asfaltata che sale verso il Gerbido
(miniera di grafite), indi poggiare a sinistra per attraversare il
ponticello e la strada proveniente dal cimitero. Seguire la strada che attraversa l’abitato di
"Verdura e portarsi al Ciampas
550 m circa, casolare isolato al
margine del bosco.
Dietro la casa imboccare la
mulattiera che, quasi in piano,
in pochi minuti ci porta alla famosa Peira Elcrita su cui sono
visibili delle interessanti incisioni rupestri che raffigurano, sembra, una trappola, un animale ferito, un uomo caudato con arco,
una croce antropomorfa che lancia proiettili.
Ora la mulattiera si fa decisamente più ripida e, poggiando
sempre a sinistra, si innalza in
mezzo a « broppe » e faggi ad attraversare alcune combe fino a
nervenire ad un colletto erboso
750 m circa h 0,45, da cui ci si
affaccia nel vallone di Inverso
Porte. Seguendo la mulattiera,
salire all'abitato della Benna posto in bella posizione defilata. Da
qui passa la carrozzabile che sale ai Blanc. Da dietro le case, bel
panorama su San Germano e Villar da una parte. Porte e Pinerolo dall’altra.
La mulattiera, ora più incassata, prosegue seguendo il crinale,
costeggia alcuni casolari cadenti,
noi attraversa un’ampia comba
(modesta opera di presa sulla
strada) e ci porta a Gardalìnera
980 m circa h 0,30 bella baita posta su una sella prativa ora raggiunta da una pista di esbosco.
A monte delle case, sempre
sulla crestina, riprendere la mulattiera che si innalza nella bella
faggeta, passa presso ai casolari
abbandonati di Malana sup. (pista di esbosco) poi torna a tuffarsi nel bosco (notare le piazzuole delle carbonaie) da cui
emergeremo per entrare nella
vasta prateria di Pragiassaud
1235 m. Senza neanche salire alla baita (strada carrozzabile da
Feuglorno Sangle), attraversare
in piano i prati ancora ben coltivati e portarsi alla Rostania
1215 m, h 2 circa da S. Germano.
A chi lo desidera, dopo un meritato riposo alla Rostania, consigliamo vivamente di proseguire fino alla Vaccera, ampio colle, ora attraversato da strada
carrozzabile, tra i valloni di Pramollo ed Angrogna. Ritornare
sui propri passi per un breve
tratto, poi risalire i prati in direzione della bella baita isolata
da cui si diparte il sentiero che
sale al passo di Prà la Mura
1329 m.
Da qui seguire la strada carrozzabile che conduce al colle
della Vaccera 1461 m, h 0,45 dalla Rostania. Il ritorno si effettua
sullo stesso percorso della salita
in h 1,15 dalla Rostania ed h 1,45
dalla Vaccera.
RINGRAZIAMENTO
La famiglia del compianto
Davide Taglierò
profondamente commossa per la vasta
dimostrazione di stima e di affetto,
tributata al suo caro Estinto, nell’impossibilità di farlo singolarmente, ringrazia tutti coloro che si sono uniti
nella triste circostanza.
Torre Pellice, 25 luglio 1981
Si uniscono al dolore della moglie
e dei figli per la dipartenza di
Carlo Turin
il fratello Riccardo e la moglie Caroly.
RINGRAZIAMENTO
« L’Eterno è il mio pastore, nulla
mi mancherà y> (Salmo 23: 1)
I familiari della compianta
Adele Pontet ved. Sappei
sentitamente ringraziano tutti quanti
hanno partecipato al loro dolore, in
modo particolare, il dott. De Clemente, il pastore A. Genre, i vicini di casa,
i compagni di lavoro di Iris, i condomini dei « Tigli ».
S. Germano Chisone, 26 luglio 1981
COMUNITÀ' MONTANA
VAL PELLICE
SERVIZIO
GUARDIA MEDICA
notturna • prefestiva • festiva
dal sabato ore 14 al lunedi ore 8
dalle ore 14 della viglila del giorno festivo Infrasettimanale alle
8 del giorno successivo presso
rOSPEDALE MAURIZIANO - Luserna San Giovanni - Tel. 90884.
Nella notte del giorni feriali, dalle ore 20 alle ore 8 (escluso sabato. domenica e viglila dei festivi) presso roSPEDALE VAL
PESE - Torre Pellice ■ Tel. 9^^
GUARDIA FARMACEUTICA
festiva e notturna
DOMENICA 2 AGOSTO 1981
Torre Pellice: FARMACIA INTERNAZIONALE - Via Arnaud. S
- Tel. 91374
CHIUSURE INFRASETTIMANALI
A Torre Pellice; martedì chiuse
la farmacia Muston, giovedì chiusa la farmacia intemazionale.
A Luserna San Giovanni: mercoledì chiusa la farmacia Preti,
giovedì chiusa la farmacia Gaietto.
DOMENICA 2 AGOSTO 1981
AUTOAMBULANZA
L. PALLAVICINI - Tel. 91036
0 tei. 91.288 - Vergnano - Noccioleto.
VIGILI DEL FUOCO
Torre Pellice: Tel. 91365 - 91390
Luserna S.G.: Tel. 90884 - 90205
COMUNITÀ’ MONTANA
VAL CHISONE-GERMANASCA
SERVIZIO
GUARDIA MEDICA
dal sabato ore 14 al lunedi ore 8,
dalle ore 14 della vigilia del
giorni festivi alle ore 8 del giorni
successivi ai festivi
le notti dalle ore 20 alle 8.
Il recapito del servizio ò presso
la CROCE VERDE di Porosa Argentina - Tel. 81.000.
GUARDIA FARMACEUTICA
festiva e notturna
DOMENICA 2 AGOSTO 1981
Pinasca
FARMACIA BERTORELLO
AUTOAMBULANZA
Croce Verde Pinerolo - Tal. 22684
Croce Verde Porte - Tel. 7419T
Croce Verde Perosa - Tel. 81000
8
8
31 luglio 1981
Informazioni dalla CEvAA
A cura di Franco Davite
LA QUESTIONE ENERGETICA
Appello della Chiesa
Unita di Zambia
alla CEvAA
La Chiesa Unita di Zambia vi
manda i suoi saluti fraterni e
spera che questa lettera vi trovi
tutti in buona salute.
Vogliamo condividere con voi
la nostra preoccupazione di fronte alla guerra civile che sta scoppiando nel Sud .Africa, principalmente fra neri e bianchi, poiché
i neri lottano per la loro liberazione e la partecipazione al go
quello dello Zimbabwe perché
abbiamo subito grandi perdite e
siamo in difficoltà a causa della
politica mondiale e della crudeltà dei governi rhodesiano e sudafricano.
Il prezzo di questa lotta è grande: dividiamolo assieme. A voi
costerà la perdita di qualche
mercato; a noi potrà costare vite umane e forse la pace della
nostra nazione. Vi preghiamo:
aiutateci nel nome del nostro
Signore comune.
Lusaka, 20 maggio 1981
Past. D. Musunsa, presidente
Past. J. Chisanga, segretario
generale
SCHEDA
La Chiesa Unita di Zambia
È nata dalla fusione di chiese sorte dalla predicazione di varie missioni
evangeliche in quella zona che abbiamo conosciuto nei tempi passati come
lo « Zambesi .. e dove hanno lavorato numerosi missionari della chiesa
valdese. Attualmente vi è in servizio in un ospedale la dottoressa Villa,
torinese.
La chiesa Unita di Zambia conta circa 100.000 membri comunicanti
ed ha 64 pastori, 19 evangelisti, 94 insegnanti per le scuole di vario grado
che appartengono alla chiesa. Ha in funzione una scuola teologica per la
formazione dei pastori ed un centro di formazione per i laici [predicatori,
insegnanti, catechisti ecc.].
Partecipa, su richiesta del Governo e con la collaborazione delle altre chiese CEvAA, al progetto di Kaputa nel nord del Paese dove la formazione di un nuovo grande lago pescosissimo ha creato una forte immigrazione e molti problemi per la sistemazione di tutta questa gente.
Nel Sud la Zambia confina con il Sud Africa per molte centinaia di chilometri ed in questa zona i villaggi protestanti, particolarmente numerosi,
danno ospitalità a migliaia di profughi sudafricani o provenienti dalla più
lontana Namibia [un Paese illegalmente occupato dalle forze sudafricane
nonostante la condanna ed il divieto delle Nazioni Unite],
In questa zona le comunità si trovano in pericolo perché attraverso
la frontiera, spesso ncn controllabile nella immensità della savana, piombano sui villaggi addormentati le spedizioni punitive sudafricane e, prima
che I esercito della Zambia possa intervenire,spassano il confine, lasciando un seguito di morti, di campi devastati, di villaggi incendiati. I paesi
più aH’interno sono talvolta oggetto di improvvisi attacchi aerei o di
commandos trasportati con l'elicottero.
Di questa situazione, comune anche alla zona meridionale del Mozambico, ci scrivono i fratelli della Chiesa Unita della Zambia e della
Chiesa Presbiteriana del Mozambico. La situazione delle altre chiese nelI Africa australe è talvolta ancora più preoccupante per una maggiore
pressione politica esercitata dal governo sudafricano sui dirigenti dei loro
Paesi.
verno del loro proprio Paese. Infatti ora sono privati della loro
cittadinanza in questo Paese.
Siamo abituati alle lotte di liberazione: abbiamo appena finito di sostenere il popolo dello
Zimbabwe nella sua lotta che ha
durato 10 anni. La loro causa era
giusta ed hanno conquistato la
libertà di partecipare al governo
della loro nazione. Siamo convinti che Dio sostiene la maggioranza dei sudafricani nella lotta per
ottenere una ripartizione giusta
del potere economico e politico.
C'è gente fra di noi che rischia
di morire per questo come è successo al momento degli attacchi
da parte delle forze rhodesiane di
Jan Smith.
Era necessario che tanta gente morisse in Rhodesia? Quanti
dovranno ancora morire nel Sud
Africa prima che regni la giustizia? L’appoggio dato dai vostri
governi e dalle vostre società
commerciali ai regimi di Smith
e di Botha — tutti e due antidemocratici e che non rappresentano la maggioranza del popolo —
ha contribuito e contribuirà ancora a far durare le guerre di liberazione e quindi a far aumentare il numero dei morti.
Non potete far proprio nulla
per persuadere i vostri governi
ed i vostri uomini di affari perché ritirino l’appoggio al Sud
Africa e facciano pressione perché questo governo cambi politica e faccia la pace con il proprio popolo? Noi facciamo quello che possiamo, però a causa
delle lunghe e costose guerre di
liberazione, dipendiamo mollo
da voi e dallo stesso Sud Africa.
Abbiamo fretta di vedere instaurarsi la pace e l’armonia fra le
razze del nostro subcontinente;
siamo stanchi di guerre civili, di
guerriglie, di spedizioni punitive,
di distruzioni che non risparmiano le nostre città al di qua della
frontiera. Vi preghiamo: chiedete ai vostri governi di sostenere
generosamente il nostro Paese e
La risposta del
Consiglio CEvAA
A tutte le chiese membro della Comunità e a tutte le loro comunità.
Durante la sessione tenuta ad
Ecumene, il Consiglio della Cevaa
ha ascoltato con molta attenzione la Chiesa Unita di Zambia che
ci ha interpellato. Siamo stati
sensibili di fronte a quel flagello umano che è il razzismo, presente nei nostri diversi Paesi, ma
particolarmente acuto in Sud
Africa, una nazione che utilizza
ancora troppo spesso il messaggio biblico per giustificare la discriminazione razziale.
Le sofferenze dei nostri fratelli ci colpiscono vivamente ed interpellano ognuna delle nostre
chie.se: ci preoccupiamo veramente di questa situazione così
grave? Siamo disposti ad intercedere e ad impegnarci concretamente nella lotta contro il razzismo che avviene nel Sud Africa?
Dobbiamo essere attenti al sostegno che le chiese della nostra Comunità offrono agli sforzi per la
liberazione dei popoli della Namibia e del Sud Africa, tanto con
aiuti spirituali che materiali che
con l'accoglienza dei profughi.
Questi problemi ci toccano tutti, membri delle chiese dell’Africa, del Madagascar, del Pacifico
e dcirEuropa.
Noi, delegati delle chiese della
Cevaa, chiediamo con insistenza
che questo appello sia inviato a
tutte le nostre comunità. Chiediamo ad ogni credente di impegnarsi nella intercessione per i
nostri fratelli dell’Africa Australe, affinché, per la potenza dello
Spirito Santo, la buona notizia
di una liberazione autentica possa es.sere ascoltata anche nell'Africa Australe.
Noi, delegati delle chiese dell’Africa, Madagascar, del Pacifi
“O il nucleare
o la paralisi”
co e dell'Europa, siamo pronti
ad intervenire nelle varie comunità per informare di questi problemi, presso i nostri rispettivi
governi per invitarli a lottare in
modo concreto rifiutando ogni
scambio commerciale con l’attuale governo del Sud Africa.
I nostri fratelli neri dell’Africa
del Sud soffrono profondamente
nella loro vita quotidiana; sono
disposti a soffrire ancora di più
e portare le conseguenze del loro
atteggiamento. Queste conseguenze cadranno sulle loro spalle, ma
è l’unico modo per poter sperare
un cambiamento. Essi chiedono
a noi impegni precisi. Noi siamo
convinti che partecipare a questa lotta di liberazione con l’intercessione e prese di posizione
concrete è un modo di vivere l’Evangelo ed essere portatori del
suo buon annunzio.
Ci rivolgiamo così alle nostre
comunità, facendo nostro l’appello della Chiesa Unita di Zambia e vi chiediamo di lasciarvi
interpellare dalla sofferenza dei
nostri fratelli.
Con un saluto fraterno,
il Consiglio della Cevaa
Ecumene, 25 giugno 1981
Notizie in breve
Altre Missioni seguono l'esempio
della CEvAA. Abbiamo avuto notizia
che la London Missionary Society sta
attuando un nuovo tipo di rapporto con
i suoi campi di missione, nella stessa
linea che ha seguito, 10 anni or sono,
la Società delle Missioni Evangeliche di
Parigi, dando vita alla CEvAA. La Missione di Londra è fra le più antiche
missioni protestanti del mondo essendo
stata fondata alla fine del 1700 ed è
anche una delle più importanti avendo
lavorato intensamente in tutte le colonie dell'ex impero inglese.
Anche la Missione Evangelica di Brema sta studiando da vicino il sistema
di lavoro della CEvAA, come pure la
missione metodista inglese. In questo
modo cominciano a realizzarsi le speranze che hanno sempre accompagnato
il lavoro della CEvAA. Non diventare
una « multinazionale ” missionaria accentrando in sé le altre esperienze dello stesso genere, ma essere la promotrice di altre azioni e sviluppi dello
stesso tipo fra altre società missionarie e le chiese nate dalla loro predicazione.
V Si allarga l'unione delle chiese protestanti in Zambia. Il delegato della
Zambia ci ha dato notizia del lavoro
compiuto in questo Paese per una unione di chiese protestanti. Si tratta delle
chiese nate dalla predicazione di varie
missioni: la Missione Evangelica di Parigi, la Società delle missioni di Londra, la Missione della Chiesa di Scozia
e le missioni metodiste. Si può sperare
che l'allargamento dell'Unione delle
chiese, cominciata con la formazione
della Chiesa Unita di Zambia, possa concludersi in tempi abbastanza brevi.
Uno sconosciuto lettore — probabilmente ricordando che in varie occasioni mi sono interessato della questione energetica e
delle sue prospettive — mi ha inviato un foglio del quotidiano
« Il Giornale » recante una intervista al presidente della Finmeccanica-IRI Franco Viezzoli, nella
quale viene ribadita la necessità
di un sollecito ricorso all’energia
di origine nucleare, pena « il consolidamento della miseria, l’arresto di ogni forma di sviluppo, la
paralisi progressiva del Paese ».
In piena coscienza, non riesco
a capire con quale spirito questo
amico — che peraltro ringrazio
— mi abbia inviato detto foglio.
I casi infatti sono due: o intende avvalorare la tesi « o nucleare
0 candela » o vuole invece confermare che non è sufficiente ricorrere agli slogans, alle frasi
fatte per appoggiare e propagandare argomenti di tale importanza.
Viezzoli dimostra nella sua intervista che l’Italia regge il fanalino di coda per quanto concerne l’energia elettronucleare.
Negli Stati Uniti la quota è delril,9'Vo, in Svezia del 26%, in
Francia del 21,7% mentre in Italia attualmente raggiungiamo appena ri,4%.
Nel corso dell’intervista l’industriale — dopo aver ricordato
che un kilowattora di elettricità
di origine nucleare costerebbe un
terzo di quella ottenuta dall’olio
combustibile e la metà di quella
dal carbone — afferma che ormai
1 più grossi scogli sono stati superati dato che, da una parte, la
necessità della scelta nucleare
viene accettata, mentre dall’altra
le reazioni nei confronti di «pseudo pericoli » (dice proprio così) si sono notevolmente ridimensionate.
In effetti, il potere statale si è
mosso. Dopo la bocciatura da
parte della Corte costituzionale
della proposta di referendum
sulle centrali nucleari (colla motivazione che si tratta di accordi
internazionali e quindi non suscettibili di esser sottoposti a
voto popolare) sono in via di
definizione le centrali previste in
alcune regioni italiane (Piemonte, Lombardia, Puglia, ecc.).
La cosa che comunque mi ha
maggiormente (e sfavorevolmente) colpito nell’articolo-intervista
in oggetto è l’affermazione assoluta che l’unica energia elettrica
oggi conveniente, possibile e
« pulita » è quella nucleare. È così che un giornale deve informare l’opinione pubblica? È possibile che parlando di energia nucleare non si accenni neppure lontanamente all’irrisolto problema
dello smaltimento delle scorie radioattive ed agli innegabili (ed in
parte persino non valutabili) pericoli connessi col funzionamento — più o meno perfetto —
delle centrali stesse?
Ad esempio, quanti lettori san
Borse di studio FCEI
In considerazione della
importanza che i mezzi di
comunicazione di massa
hanno assunto negli ultimi
anni e dell’opportunità che
anche le chiese evangeliche
in Italia siano messe in
grado di potersene servire
in modo adeguato, il Servizio stampa, radio e televisione della Federazione
delle chiese evangeliche in
Italia inizia un’azione promozionale che si concretizza, fra l’altro, nell’offerta
di una borsa di studio messa a disposizione di una
giovane o di un giovane
che desideri acquisire esperienze nel campo delle comunicazioni di massa e sia
disponibile a spendere i
propri doni e capacità nell’ambito delle chiese evangeliche.
La borsa di studio si propone come primo obiettivo
di allargare la cerchia degli evangelici attivi che abbiano conoscenze e capaci
tà nell’ambito dei mezzi di
comunicazione di massa
(stampa, agenzie, radio, televisione ecc.).
Questa prima borsa di
studio prevede un soggiorno di sei mesi a Roma
(gennaio-giugno 1982). In
questo periodo il Servizio
fornirà strumenti per una
formazione teorica e organizzerà uno o più stages
pratici, in uno o più settori dei mass media, nel quadro delle attività di formazione che già si svolgono
presso la sua sede.
Chi desiderasse avviarsi
a questa forma di servizio,
avendo le conoscenze culturali di base, è pregato
di scrivere al Servizio
stampa radio e televisione
della FCEI, via Firenze 38
00184 Roma, entro il 30 settembre 1981, accludendo il
proprio curricolo personale e indicando l’eventuale
conoscenza di lingue straniere. Il Servizio SRTV
no che la centrale nucleare di
Caorso, entrata in funzione nel
dicembre 1978, in tre mesi esatti
— dal 16 febbraio al 16 maggio
scorsi — ha avuto ben sette arresti per vari motivi? Paradossale il guasto del 16 febbraio,
consistente nella rottura di
un ingranaggio per il quale si
dovette attendere il pezzo di ri
cambio dall’Argentina e la centrale rimase ferma per circa un mese. Che dire poi della centrale
di Garigliano che, secondo la denuncia di Pro natura è ferma da
circa tre anni sotto accusa — da
parte del pretore di Sessa Aurunca — di superamento dei valori
massimi di emissione di radiazioni senza aver fatto scattare
il relativo piano di emergenza?
Ma allora, oltre al fattore « sicurezza » anche quello di « economicità » viene posto in discussione. Lo conferma il fìsico prof.
Carlo Mussa Ivaldi secondo cui
la centrale di Caorso, dalla sua
entrata in funzione circa due anni e mezzo fa, ha prodotto 4
miliardi di Kilowattore e cioè solo i due terzi di quanto avrebbe
dovuto produrre in un anno.
Neppure un accenno poi alla
mancanza di volontà politica di
affrontare la questione energetica seriamente ed a fondo (quanto tempo si è perso!). L’idroelettricità può essere ancora incrementata mentre la fonte geotermica è quasi del tutto trascurata
in relazione alle sue notevoli possibilità, come ha da tempo affermato il presidente dell’associazione dei geologi italiani. L’Italia
è poi il Paese del sole, ma nel
campo dell’energia solare si è
fatto assai poco, e così pure nel
campo della cogenerazione (produzione combinata di energia
elettrica e di calore) dell’utilizzazione dei rifiuti, della biomassa (gas dai rifiuti organici), della
produzione di alcool da cereali, ecc.
In una cosa si può concordare
coll’articolo: per costruire una
centrale nucleare occorrono circa 10 anni. Ma non è proprio
possibile utilizzare in alternativa
tutte quelle altre fonti energetiche disponibili certamente in
tempi più ridotti? Oppure vi sono tanti e tali interessi (come
è già avvenuto a suo tempo per
il petrolio, con le conseguenze
note a tutti) per cui la scelta
nucleare è ormai una cosa irrimediabilmente decisa ed imposta, senza minimamente tener
conto delle istanze di coloro (e
sono tanti) che pensano anche
alle pesanti, e forse anche drammatiche, eredità che lasceremo
alle prossime generazioni?
Roberto Peyrot
Comitato di Redaziono: Franco
Becchino, Dino Clesch, NIso Da
Mlchelis, Giorgio Gardiol, Maroalla Gay, Aurelio Penna, Jean-Jacques Peyronel, Roberto ’eyrot,
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Una copia L. 300, arretrata L. 5(K).
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220 - doni 80 - economici 150 per
parola.
Fondo di solidarietà ccp 11234101
Intestato a « La Luce; fondo di solidarietà », Via Pio V, 15 - Torino.
■ La Luce •; Autor. Tribunale di
PInerolo N. 176. 25 marzo 1960.
• L'Eco delle Valli Valdesi >: Reg.
Tribunale di PInerolo N. 175, 8 luglio 1960.
Stampa; Cooperativa Tipografica
Subalpina - Torre Pollice (Torino]