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Pr»o Un 11
Spett
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i Lxxvn . n; 4b
TORRE PELUCE. 19 Dicembre 194f
eSpedisioné in abbonamento poitalo • I Gruppo
ELLE
SETTIMANALE DELLA
ria
Sa ^ 'ta uet^ita i»pii
'pe/t i4teíSá5o öeo-H i¡ fi
CHIESA
pace in terrai
Jl ’'lieto annunzio” degù annidi
’ t<M pastori tornai ai risuonare tra noi;
e si ¿leve dirla, lisìwna in un tempo
che ne ha pOrticohrmente bisogno.
La guerra è finita ormai da due anni
mezzo, eppure se in è una parola
cfte non può ancora essere pronun^P?ciai«i, è proprio la parola ’’Pace*’.
Ntm soltanto, perchè cpntinuOi la
guerra ifredckt ,implacabile, tra i due
i^V blocchi, e Dio solo sa> se troOèrà un
pacifico componimento; ma perchè
E' l’urto (M due mondi, chAe contrassegna la poiMca moncUaie, si riflette
nell’interno degM animi, e milioni di
uomini si trovano perplessi e divisi,
P' tra il vecchio e il nuovo: tra un
mondo che tramonta, e porta via con
sè tante coste preziose, e un mondo
che sorge, e nessuno può ancora cUHe veramente quale sarà; talché vi
è nei più un senso di stanchezza, un
e fegr
grmée
anche neWevocare una dolce
genda. In fondo) vi è una
differenza tra gU.uni e gli aMri?..,
Perciò l’annunzio degU angeli suona lontano e convenzionale. Patciò
non incide negli animi, non scattvoègè, e non pacifica veramente.
tarsi, fare, strafare e disfare: essi
non potromno far akro, in ultima ahalm, che servire td piano' di Dio,
ohe si compie, e si compirà; «
«R tuo Regno venga! ]) «Noi aspetniamo, secondo la sua promessa,
nuovi cieli e nuova terrai, in cui abiti la giustizia! ».
« Gloria
Paca in terra
intimo smarrimento), una diffOsa sfi
dacia nel presente e nell’avvenire.
Non vi è pace negli animi, come nton
•'!' ' vi è pace nel mondo .
E purtroppo, questo messaggio, di
cui a/bbiumo tanto bisogno^-sembra
J^~^'che siamo particolarmente incapasi
. di riceverlo.
Per coloro che conservano le trw
^ dizioni cristiane, la pace di Natale
•r’ fa parte delle emozioni consuete, direi del rituale natalizio: enioca un
tremolio di candeline, un luccichio
' di ninnoli, un odore dii abete e di
l^- cera bruciata. In questo giorno tormarno volentieri aMa nostra infanzia;
f.: , . e vi è certamente una paté nel di
menticare così U presente, nel tuf. farci per alcuni istanti nella magica
atmosfera dei ricordi famiUari, netta
ij; gioia dei bimbi, nS tepore ¿lei focolare domestico. Ma questa non è Ut
^ pape di Natale!
'j"- Per coloro che hanno rotto con le
Kv tradimoni cristiane il Natale è
racconto fitcbesco, a cui si pr^ta
l'-. mezza attenzione sorridente ed i
' nerìta: un’ombra di un
tile. Vi può esserj
La vera pape di Natale è soltanto
per coloro che sanno ancora ricevm'e
in tutta la sua grandezza l’annunmo
evangcMco:
« Oggi, nella città di Davide, vi è
nato un Salvatore, che è Cristo, il
Signore... Gloria a Dio nei luo^jhi
altissimi!...».
La pace di Natale è per coloro che
sunno ohe in questo giorno Dio ha
veramente glorificato se stesso.
Egli ha comjàuto, su questa nostra terra, in questa nostra storia Ur
mona, un atto, che come è s^eatza
procendenti,. Cosi upn potrà essere
emulato, né sorpassato, nè cancellato. Cristo è apparso. Egli ha predicato, ha sofferto, è risorto. Nulla
mai si poirò fare che rum sia venuto,
e che' ■ dy|» ma-vo’
nuta non ¿turino fino alla fine dei
secoU. Nè U suctìedersi ¿telle civiltà
nè Paccavallarsi delle
rivoluzioni, nè i prodigi
malefici de^a scienza, nè
ganda più raffinata, nè le nè,
degM atei, nè t'UuMfferenza,
pienza o l’idfedeittà dei cristiani,
traniio cancéBùre questo fatto immenso: in Cristo, Dio ha manifestato la sua glorie^ha rivelato il suo
amore, ha, in^f^^^ il suo pianali di
Davvero, è possibile che td sm pace
in terra, è possibile che vi sia pace
in noi, anche in questo ascu o tempo di guerra non guerreggiata , anche
in questo interminàbile "armistizio”, anche in questo secolo ’’postcristiano è possibile che vi sia pttce in noi, sje sailttmtOi teniamo fisso
lo sgum-do ¿letta fede alla procHamar
zione degU Ofigett:
« Gloria a IHoI »
La pace di Nattde è' annunziata a
coloro che smino cliscemere la gloria
¿b Dia, rivelata nel giamo ¿tt Natale: la gloria ¿Idt’Incarnazione; la
gloria detta Croce; la gloria del Regno.
Giovani«! Miegge.
degli atti meritori, non dedle conoscenze sublimi, non la folgore dell genio.
P'glii d|omiat^ loiro soiVtantio ,un> htto
interiore di tìdluda, di abbandbno, di
obbedienza ffiialie ; « Venite a me »
Il divdn Maestro sa idhe nelle pno*
fbndM misteriose dell’ainima umana
esistono in germe dolile possibilità divine ohe asjpettanio il momentio opportuno iper manifestarsi. Egli è l’interprete di quella voce sottile e profonda che, sin dai primordi della storia,
non ha mai cessato di echeggiare nella
coscienza deiruoniisi.
Se da ima parte oi sentiamo tutti
quanti schiaociati isKMtd il peso delle
nostre responsabdilità, dei nostri dolori, deMe nostre deJiusioni, déUa nostra
della nostra miseria fisica e
■lini irtondo dove la vita e
,^^Janno la mano, d’altra par^A^essu^^Kimismo e nessiun Ir^do
^pqglicisin^^l^ mial/iar ttacere ta
che eoheg^a
r EMPO di Avv©l
tiziai. chfì senÀn
:^11¡
tizia, che se:
r ■ ; i.egnat
fra rodio e
é di pace, da
Gli uomini
• di sacrificarsi ai pi
mito delia
lu|^della
nel
nii
pure’
di Natale: dunque tempo di speranza e di leasto con i rigipiri della stagione. Ma ii coutr;
l^a storia dall’urto fra le tenebre ©
nte di guerra ed il desidierio di
licità wià^ormentq mortale del genere
Ideine, di. ifMcdurre per
1 paesi, m
ingoia, stanchi di
enite
'ocano una guidb chi
E non hanno più fede
anni or sono; perchè spesso
iato il suo
' delle sue '
difemi se
sùhii
che
causa. Epcora davanti
e dolorante ed
richiamo d’amo^,
SÌ rivolge a voi?
m
che tutta
questo avimenti umani,
cotna^gdene talvolta la
giudicarlo, non è asdenso, che obbji
non ne pera
U uomini
^Mxò, dinanzi a voi sta un Uomo,
e e fraterno, dalloi sguardo mite,
ma ponèitrante e stuasivo, il
za pose teatiiali e ^nza ge
si, vi invita ad ani
Egli si rivj
sete rkehi
(( travagliati ed a^feravati
tate ?... Interroig®
sipo, la
vostra, il.
logorati
to in_cond'
Ci saranno
di Natale assai
In alcune case ci^|H^n||ùoia della comunione fratoEina, la bambini
sorridenti, rincontro dii pp^ie care ©d
amate; in altre, ci sarà il ricordo di u®
passato feliee, la vana attesa dell’assente,
la triste solitudine dei cuori.
Sotto certi tetti oi sarà la prosperità ed
il benessere; sotto altri tetti, invece, la
sofferenza, l’ansia, la paura dell’avvenire.
Ci sarà chi sorride e chi piange, chi
pensa solo al tempo presente e ohi, inviece, prega per un avvenire di pace, per
la pace fra gli uomini avvolti e travolti
dalie loro passimiì.
Ma vorrei che, per tutti voi, cari fratelli, Natale fosse messaggero di vera e
interiore allegreaiza. Voraci che, sotto qualsiasi tetto e in qualsiari situàziotì© morale
vi troviate, N^le vi raggiungesse ool suo
tocco dolce, delicato, p^iettante.
L’allegrezza del Natale non è l’allegrezza soltanto esteriore di quella festa.
E* qualcosa di essenzialmente diverso: «io
vi reco il buon amuaudo cK una grande ab
tegrezza che tutto ii popdo avrà: oglff
netta città di Davide, v’è nato un Sa&wtore, che è Cristo, Ü Sigtwre".
E’ l’aUegrezza d^Ua fede? della fe^
delle
Ee soli
una croce
con le voeH^Ia maliiginità
resa più grave e
fairvi
rivolto
vostro
lale,
j[ ditemi se,
compiuiaH,'’^Ie lotte
li o contro un
Wa ogni gioT"
Belle sue falsità,
fanciullo di Betlemin mezzo agli uoluminosa, redentriee.
E’ l’allegrezza del crédente, il quale non
cammina più sulla terra nelle trarehre della solitu^ne, dèlia paura e dèi peccato;
perchè Gesù Cristo gli è apparso come la
(( luce del mondo ». Ed è vero che ohi lo
sego© non camminerà nelle tenèbre, ma
avrà la luce dèHa vita.
Perciò, esultate, cari fratelli, vicinì e
Icmtani! Esultate pier la ètessa allegrezza
di Natale!
Esultate, voi che non avete gravi preoccupazioni e voi, invece, ohe piangete perchè siete tristi e soli! Esultate in casa ed
al culto! Esultate, voi che già gioite e
voi, invece, per i quali Natale è aolCanto
una feste di più, un anno di più!
Nessuno rimanga insensibile all’allegrezza del Natale, nessuno rimanga incredulo,
nessuno sì rifiuti dì perdonare. D’allegrezza del Natale è quella òhe permane al di
là dì tutti i conJflitti e tutti i dolori
umani.
Buon Natale! Natale di gioia cristiana!
Il Comitato di redazione
le nqipihzìosó delle vostre
tperienze personali basta a
che l’invilo di Gesiù è
oom’è rivolto a centinaia di milioni di creature di tutti 1 tempi
e di tutti j patesi della terra, perriiè
tutti sono figK dello stesso Padre. Il
rande Pratelilo Maggiore si rivolge
ietoso ed accogliente verso tutti i suoi
ftiaiteJli minori, ancora accecati dalla
loro ignoranza o traviati dalle toro
passioni, per dar loro una hioe, una
guida, una speranza, una forza, una
po^ibilità di vittoria su sè stessi e sul
mondo. E, nel nome del Padre « che
fa levane il suo sole sui buoni e sui
malvagi », egli comunica a tutti quelli
che aprono il loro cuore doloirante il
bateamó vitale di un eterno Amore,
che guarisce le piaghe segrete e rigenera lè vite schiantate dal dolore o
sfibrate dal rimorso. Il grande invito
alla libertà interiore dhe produce la
vena gioia della vita è rivolto a tutti
i figli del iPadire, senza distinzione di
Classe, di razza e di tradiziomii relijgio“ l’umiiversalità del Vangeb è il suo
a me! ». E’ la
[e richiama i figliuoli
la (toicezza, è la voche si fe udire nella
la voce deiriO SOriempie di sublimi realtà il
moto delie niostfè illusioni,
attira tutti, ma non costringe
inp : tutti devono far uso della lofacoltà di seguire l’impulso dieirAmore eterno o di rinchiudevi nel guscio del pi^rio egoismo. Perchè, badate, Einvito « venite a to© » non signifba venite ad un uomo, affidatevi
alla sua autoritti, alla sua santità, alla
sua dottrina, o venite all® iChiesa, venite" alla Bibbia, venite alla tradizio^
ne... « Andare a Cristo » significa enttare nella sfera d’azione dèi suo spirito, dirigere 1 nostri pa^i sul sentiero: che egli ha ipercorso, portare là nostra croce come egli ha portato la sua,
toffirire con lui, agonizrére con lui, per
risuscitare con lui ad una vita senza
tramonto!
lE tutto questo Gesù non lo può fare per noi, se noi non lo voglianio farei
CAe cosa vi promeffe
Ed ora (potete domandarvi uMle
sarà '1 risidlato della vostra decisione
d* inoltrarvi fiduciosamente .nella direzione spirituale Che egli vi addita. Ma
, il Maestro ha già risposto: «Darò pace e riposo alle anime vostre tormentate n
se
carattere più glorioso!
Le anime puerili ed orgogliose, addormentate nel saircofago d,ella materia
od esaltate dal piaceri mondani, non
sono preparaltie ad asooltlare la mistica
voce e ad entrare per la plotrta stretta
nel mondò della luce e della libertà.
Le anime pronte ad entrare sono quelle ohe hannò lungamente sofferto e
lottato fluidamente e moralmente, quelle che si sentono stanche di -cercare la
felicità nelle cose ohe non. durano,
qpelle che si sentono oppresse dal peso. dei loiro errori e dalle «¡alamità di
un mondo che fa pagare troppo caro i
suoi favori.
S/ie cosa vi domanda?
il grande invito del. Cristo oohsblatore è rivolto a quest’ultitne anime
travagliate. Ma egli non domanda loro
quello che njojn sono ancora in
di dare : non ¿elle virtù eccelse, non
Venire a Gesù- indica dunque una
decisione interiore, urii camibiamento
di mentalità e di rotta nel mare tempe^
stoso della vita... Ma tutto ciò non è
ohe il principio di quel dungo sentiero
che sale progressivamente verso la luce della libertà. Eppure quella pace e
quel riposo interiore rendwio già possibile un’attività più bella, più ricca, più
conforme alla nostra vocazione divina.
Fratello mio, se vuoi imparare a discernere il reale dairirireale, il vero
dal falso, il bene dal male, ricerca nelle profondità del tuo essere, per trovare Dio in te stesso, per udire il misterioso «venite a me...» della Sua
vojje, ohe è la tua vera voce.
Coti imparerai a seguire il Maestro
nel sèntieiro del Regno dei cieli ; e il
giogo del tuo dovere diventerà dolce,
il carico dei tuoi dolori e delle 4ue pene diventerà leggero, perché avrai in
parte conquistato la tua indipendenza
morale di fronte al mondo e oominoerai a gustare la libertà della gloria dei
figli .di Dio. E qu^to sarà il tuo vero
Natale!'
O. Francesco Peyronel
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"'r-, L'ECO- DELLE VALU VALDËSl"
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Pour nos rami
g .r*"
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ài?'
AUX APPROCHES
D E^ N O E L
Le charine
de la vie familiale
Signor Gesù, Tu che conoscendo già prima il tuo destino, non
te ne sci sottratto; Tu che hai accettato di nascere nella povertà ed
in umile stato per sopportarvi il peccato del mondo, come uomo di
dolore, fino al momento in cui, odiato, tradito, coperto di insulti e di
sputi, abbandonato infine da Dio. hai curvato la fronte nella morte
ignominiosa; Tu hai tuttavia risollevato il capo, trionfatore eterno. Tu
'che non hai triòTifato dei tuoi nemici in vita, ma che in morte hai vinto la morte: Tu hai'risollevato il capo, trionfando per sempre c
asceso al ciclo ! Che ad esso ci sia dato di seguirti !
S, Kierkegaard
sei
Voi conoscete la caiifà del
Signor nostro Gesù Cristo il quale, essendo ricco, s’è fatto povero
per amor nostro, onde, mediante
la sua povertà, voi poteste diventar ricchi.
Paolo apostolo
Noi sappiamo che tutto il
mondo giace nel maligno ; ma
sappiamo che il Pigliuol di Dio
à venuto e ci ha datò intendimento
per conoscere Colui che è il vero.
Giovanni apostolo
Do toutes les fêtes die l’année.
Noël est bien la fête die l’intimité iamilLale. Ce seul nom évoque, pour
les grandies personnes, tout un cortège de doux souvenirs, tandis que
les enfants vivent dlaug l’iUtente fébrile d’im beau jour porteur de déliées.
n serait intéressant, à cette époque de l’année, pénétrer dans les
diEfél?»rts intérieurs. D’après la £aqoo de préparer et célébrer Noël,
nous pourrions facilement nous faire une idée des Æfférents. genr^ de
vie familiale.
Vies de famille languissantes
La vie de famille a beaucoup perdu de son charme. A l’époque même des fêtes, on a de la peine à se
réunir pour passer ensemble quelque^ insliants dfiutimité sereine et
compréhensive.
Nos jeunes, surtout, sont cooostamnxent attirés hors dp la maison par
les exigences et les attraits dé la vie
etmtemporaine. Lorsque le soir ar^
rive et que la tâche du jour est achevée, il n’est pas rare que les parent« soient seuls à passer la soirée
au foyer, tout en se demandant, non
sans une pointe d’amertume, si
vraiment, aujourd’hui, il n’est pl-ns
-pemus idé penser quO les enflants
nous ont été donné un peu, aussi,
pour notre joie!
Comment pmter remièdé à une
situation qm, sinon dangereuse, est
tout au moins regrettable?
n arrive trop souvent qu’une telle indifférence de la part de nos
jeunes pour tout oe qui a trait à la
vie de famille ne soit qu’une réaction, plus ou moins consciente, à une atmosphère familiale qui ne leur
convient pas.
Pourquoi, par exemple, passer
Noël au foyer lorsqu’on sait très
bien que cette journée sera, comme
tant d’autres, envenimée par les récriminations, les plaintes, voire même les querelles? Les parents qui
sont en perpétuel désaccord chassent eux-mêmes, de leiWs propres
mains, les enfants hors de la maison.
Dans d’autres foyer«, la vie familiale n’est qu’un « train-train » journalier, écoeurant par sa monotonie;
le père de famille, trop absorbé par
ses multiples oooupations, n’a jamais le temps ni l’envie de s’occuper’
Jo ricordo Ja fede, non
J Iti fa eñe é in te. la
finale abitò prima tìelJa
tua nonna Laide e nella
tua madre Eunice,.
(2 Tim. i: 5)
d’entrain où bientôt, hélas! nous
verrons germer rirrésistible besoin
d’évasMm.
Ailleurs, au contraire, tout se passe comme dans un tourbillon. Les
membres de la famille, maîtresse de
maison comprise, sont presque toujours dehors. On ne rentre au logis
qu’à l’heure des repas, préparés en
toute hâte. Chacun parle de oe qu’il
a fait, avec une animation qui ne
manque pas d’être tant soit peu agité© car le temps presse, il faut bientôt repartir. Et voilà toute la famille nouvellement en branle 1 II n’est
pas jusqu’au dernier né qui ne doive bien vite s’habituer à oe genre de
vie. A l’époque des fêtes, c’est encore pire. Chacun, redouble d’actirité; fêtes de bienfaisaoice, réunions
de Noël à telle ou telle autre
société, tout le imondle est pris...
mais, pour l’intimité de la famille,
il n’y aura rien dte plus nï de mieux
qu’à l’ordinarie. Famille moderne?
Peut-être ! Mais famille où les enfants n’auront jamais su ce que c’était qu’une bonne soiré© ou une délîoieuB© fin d’après-midi passés à la
'i
ayant appris à détester sincèreineDt
leur vie de faimille et pouvant enfin
secouer leur joug, ces jeunes choisiront en toute occasion et même aux
fêtes les plus intimes un amusement
qoelconqae ^i leiu: serve de prétexte pour s’éloigner de leurs parents?
Reconstruisons
notre vie familiale
que les parents ne sont pas les sieuls
responsables d’une vie familiale telle que nous la désirons. Les enfants
doivent aussi y apporter leur part
de bonne volonté. Eux qui, si facilement, se plaignent de n’être pas'
contpris, se pa-éoccupent-ils, à lemtour, de comprendre leurs parents?
maiscm!
de ses rnifants; la mère, elle, toujeurs surchargée d|e besogne, énervée n’a, pour memtrer à ses mioches rentrant de l’école, qu’une pauvre mine fatigué© qui n’est guère aecueillanto!
Comment cette atmosphère invariablement ' grise s’éclaircirail-elle
aux fêtes de Noël alors que, bien souvent, celles ci représ«ttent pour la
ménagère un surcroît db travail?
Cette « vie db famille ]!> pèsera lourdement sur les jeunes coeurs aux Ólans enthonslMtee, assoiffés de vie «t
n ÿ a, enfin, la vie de famULe imposée aux enfants par des parents
qui, tout en se consacrant entièroment à leur tâche, ne s’efforcent
point dé comprendre les besoins de
la jeunesse. Cette ri© de famille, rare aujourd’hui, semble à première
vu© irréprochablo.
Mais quel abîme d’inoompréhenrion, quelles sourdes révaltes tout au
fond dés coeurs! L’amour exclusif
des parents blesse les jeimes dians
leur légitime besoin d’indépendance, dans leur instinct social qui les
pouès© à rechercher la compagnie
des gens de leur âge. De tels patents
couvent leurs enfants jusqu’à l’âge
d|e la maturité. Us s’inquiètent di’aUleurs fort peu de les comprendre
dans leurs aspirations et, oubliant
qu’il y à un âge où l’on se gên© surtout de ses propres parents, ils les
suivent partout, les hateèlent de demandes et finissent, à défntt il’avoir
su déimssioaner à temps et gagner
ainsi leur confiance et leur coeur, par
jouer le rôle tout antre que séduisant de «bagages inutiles s.
Dès loua, comment s’étonner si.
Pour retrouver le charme de la vie
familiale il importe donc que, dès
l’âge le jdus tendre, nos enfants
soient amenés à l’aimer et à l’apprécier. Pour que, d’une façon toute
particulière, il puissent l’apprécier
à l’époque de Noël, pour qu’ils en
gardent 1© souvenir lumineux, sachons créer autour d’eux une aitmosphère paisiblcv joyeuse, faite de confiance et d’amour. Un© atmosphère
telle, qu’ils djesirent la revivre années après années.
Il existe des parents qui, malgré
toutes leurs occupations, savent réserver à leurs enfants une bonne
partie de leur temps. Délioienx
compagnons de eux de plu« petits
ces parents savent se rapprocher du
coeur des plus grands au moyen de
ce,s conversations qui sont de ■vrais
dialogues intimes d’âme.
Aux approches de Noël, avec quel
soin ces parents prépaqceront la belle
fête de famille, joie des petits comme des grands!
On parle beaucoup, aujourd’hui,
d’enfants «tragiques» ou «blasés» ne
sachant plus s© réjouir de tien, ne
s’enthousiasmant qn’aux récits de
guerre et de carnage. Mais, Dieu
merci, l’enfant dont les yeux ne se
éoarquillent plus à la vue du bel arbre resplendlffiant de lumières n’est
pas encore né et ne naîtra probablement jamais!
Hâtons-nous d’ajouter, tontelois,
La vraie vie de famiille se retrouve dans l’accord harmonjeux de
deux mentalités, celle du passé et
celle de l’avenir. Cela exige un certain oubli d© soi, une compréhension réciproque. S’il est demandé
aux parents de savoir s’effacer à
temps pour 1© bien d© leurs enfants,
il est tout aussi nécessaire que ces
dOi-uiers sachent, à' l’ocdBsiioiql, renoncer à un plaisir personnel pour
consacrer à la vi© du foyer un peu
de leur temps et d© leur ardeur juvénil©.
D. Beri
A tatti i membri delle nostre famiglie giunga 1’augurio di un Na/
tale benedetto. Pensiamo, in modo particolare, a coloro che in questa
Natale che viene soffriranno per un posto rimasto ruoto al loro foco/
lare. Ad essi noi vogliamo augurare la pace di (Jolai che viene per
consolare e per ^salvare.
Lecture
foye
au loyer
H. J. Kocher
Marcher ayec loie^
Ed* Lahor / Genèvé
« C© petit livre a été écrit par une
maman... en obéissanic© joyeus© à
Un ordre très précis dfei Dieu».
Ces mots, que nous lisons dlan« la
préface, servent à eux seuls à nous
faire comprendre quelle a été l’inspii'ation et le but dé ces lectures
quotidiennes pour les enfants. Ce livre est tout particulièrement adapté
aux efaints de 8 à 14 ans, mais Ui
peut aussi être lu avec profit par les
jeunes et même par les adlultes. Le
style, simple est vivant, lui imprime
un cachet d’actualité.
Pour cliaque mois de l’année nous
trouvons un mot <Fordre auquel
s’inspire toutes les méditations db
■ mois. Quelques unes db ces méditations sont' groupées sou« difféiients
titres, comme par ex. «Nos prérwjims
dans la Bible» ou bien «Qualité^j et
défauts».
En voici une, glanée parmis les
365 de l’année.
OÙ se iH-ei/e?
Les paroles de Jésus. Wus en connaissons beaucoup. Nous les apprer
nous par coeur et, si nous désirons en
relire une, nous encrons les EtungSles où nous est racontée la vie itu Seigneur.
Il y pourtant une parole du
Christ, très célèbrfe, que vous ne
trouverez ni dans Mathieu, ni dans
Marc, Luc ou Jean.
Ou donc alors se lit-efle?
Dans les Actes des Apôtres. A la
fin d’un d\e ses discours, l'ajrôtre
Paul, qui pourtant n’avait pas connu
Jésus vivant, s’est écrie: *’.ïe vous ai
toujours montré que c’est ainsi qu’Ü
faut venir en aide aux .faibles et .ie
souvenir de la parole du Seigneur Jésus qui a (Ut Lui même:
Il y a pins de bonheur à donner
qu’à recevoir! (Aètes XX, 35),
Splendide ¡yarole, et si vraie. /Vous
ne savons donc ¡ms à quelle orca.eon
Jésus tta prononcée, mais nous savons qu’il l’a mise en pratique le
premier] Et vous aussi, vous l’avez
sûrement expérimentée plus d’une
fois : il est certes agréable de reeeveir
un cadeau, mais combien notre joie
n’est-elle jms plus profonde encoife,
quand nous trouvons nmis-même,
procurer un yhiisir a quelqu’un.
V
■m.
N O ^ I
Un© belle vie familial©. s’inspire
du don d© soi même, d’tm esprit de
paix et de bienveillanc©. Paix et
bienveillance... n’est-oe pas là, d’ailleurs, le message mém© d© Noël?
De notre attitude vis-à-vis d© oe
message dépendra dtone notre façon
de vivre au sein de nos familles.
Que 1© charme rayonnant de notre
vie familiale soit le reflet d’un charme bien plus lumineux et solennel:
Oelui dont furent frappés les bergers de Bethléem à l’apparition des
anges chantant en coeur; GLOIRE
A DIEU AU PLUS HAUT DES
CIEUX. PAIX SUR) LA TERRE
PARMI LES HOMMES DE BONNE
*
VOLONTE’ !
Une fillette regardait, avec
mère un tableau du Christ à la de-]
xmiture (Fùn Hbraire. ” Vois-tu dit
la mère, c’est le Seigneur Jésus,,
Et fenfant s’écrie: Oh! maman, estce qu’il JJest fait photographier
pour Noël?”.
Chers siouvenirs! Il fut un temps ’
où nous avons aussi pensé que Jésus^
était quelqu’un de vivant, de pré- ^
sent, nous avons cru à son existence
avec autant de certitude qu’à oeUe
dfe nos absents dont nous regardions'
la photographie.
Sommes-nous devenus plus sages k
en perdhnt notre foi d’enfants?
Ce que Noël nous apporte, crestf
une nouvelle imagp du Sauveur^
pour remplacer cehle que tes an-,
nées ont ternie^ couverte de poussiè- •
re, ou gâtée. C’est un nouveau par-É
don, une nouveUe consolation) une ■
nouvelle paix, une nottvelle jàie.
Car Jésus est vivant, aujourdJhui, J
Noëh de notre enfance. NaSIs de ^
foi profonde et vraie) de paréte, de4
tdétd, de prUère, Noëls où Jésus ast i
là, présent, agissant, reveriez dan»^
nos coeta-s! P„ Vz.
(Almlanarii Fbotecttant).
3
L'ECO DELLE YAìXl VALDESI
;U' /
BALZ/CLIA : il villaggio della resistenza!
BALZIGLIA
"Sii fedele Imo alle morie ../
Non ino tempo,.
E’ questo b slogan più comemte della moderna civiltà.
— <( Avrei risposto aiMa tua lettera »
— mi dice um atnioo — « ma mon ho
avuto tempo ». — E così mi è .mameata
una informazione cihe sarebbe sitata
preziosa, se tempestiva.
— (( Il Commendatore fa dire ohe
La riceverebbe volentieri, ma non ha
tempo» —mi aimunzia in tono sprezzante il superbo usciere, dopo che b
ho perso due ore del mio tempo ad aspettare un collloiquio decisivo.
Vi sono, è vero, moltissimi uomini
ohe la caccia alla ricchezza, o, in quésti tempi difflcilì semplicemente al pane quotidiano obbliga ad 'uni lavoro estenuanrte, improbo, privo di luce spiri'tuale, al quale essi rubano alcuni istanti per dei pasti affrettati ed un insufficiente riposo. Oandddaiti proibabili
ad una ricchezza continuamente insidiata dalla svalutazione, sicuri all» nevrastenia e alla dispepsia, essi non hanno più tempo per la vita intellettuale e
spirituale, talvolta neanche per gli affetti famigliari ; noni hanno sopratutto
tempo di pensare a Dio, schiavi volontari della propria ambizione, delle
esigenze dii una famiglia numerosa o
dispendiosa. Pietro Valdo 'fu iprobabilmente uno di questi uomini, finché la
chiamata da Alto non gli additò una
nuova Via.
Vi sono poi i Capi, capi d’azienda,
capi di ufficio, di ¡stituzionl, uomini politici e di governo, i quali non si accordano alcun ripioso e sono sempre
impegnati nel proprb inesauribile lavoro; se partecipano a un ricevimento, se si mostralo a teatro, è per ConChiiudervi affari o per gettare le basi
di un lacoordo politico (o di una guerra!). Ne ho conosciuto pairecohi. Taluno
non aveva mai temipo d’ascoltare chi
ricorreva a lui, di riparare un torto, ma
ne trovava sempre, e quanto, per indulgere nei suoi vizi. Tal altro ena effettivamente impegnato dal mattino fino a notte iinoltralta nel groviglio di
milb faccende, per elencare le quali
non bastavano 1 fògli di una gigantesca
agenda, ma, non fidandosi di nessuno,
vobva far tutto lui, mancando cosi di
carità verso sé stesso e verso i Ouol
collaboratori ; dimenfbava di possedere
un’anitna e negava agli altri il senso
della responsabilità.
Vi era poi il nfoltiplicatore di lavoro
che centuplicava le difficoltà con la sua
mentalità involuta e sottoponeva i suoi
impiegati al martirio di contìnui rifacimeniti, carnefice di sé stesso e di chi
b serviva. Nessuno sembrava ricordare di possedere un’ainima e die vi sfa
iiji iDb. Nessuno aveva il tempo di osservare ii giorno del riposo, di pregare, di meditare, tutte cose inutili.
Questo avviene noi mondo Che sì
dìi^ (('cristianó ». E’ indubitato che la
bm per i’esisteTua,, l’arrivismo, la ne
bidità è spesso frutìó dì' una posa, di
una affettazbne già molto in voga nei
regimi itotalitari. Non importa se il db
riigente X o il segretariio Y- sia chiuso
nel suo studio,' più inaccessibile di un
svario, a far solitari o ¡mpegnaito in
meno innocente passateppo, pur ohe A
possa rispondere ai postiullanti in an.^ícamera come quel tal© usdeine é uor
rimpressione che la sailvezza della Nazione dipende dal lavoro che si svolge
dietro iquelTuscb ohiusol
(Mia ammettiamo che non fossero
scuse, non sarebbe stato mieglb che i
Capi avesserlo speso più del loro tempo
' ne li’¡ascoltare la gente o Tavessero oddiirittUra sprecato ndll’ozb, anziché dedicamo tutto ah’altuiazione di falli soigni
egemonici, alla ¡realizzazbne di diabblici ordigni e disegni che son costati
al móndo più Che mezzo secolo di inerzia e di dissipazione? vi era da noi un
ordine emanato da quella che si chiamava suprema volontà a Ricevere tutti,
, ascoltare tutti » ; ma nessun ordine fu
meno osservato ; « Non abbiamo
■ai
cessità talvolta oosiriingono Tuomo a
questa vita febbrile ed innaturate, con
11 concorso dteHa ineguale distrlbuzbne del lavoro, oggetto di accaparramento come qualsiasi altro bene, per
cui c’è chi ne ha troppo e chi ne ha
tix^po poco. Le leggi intervengono
per disciplinare la durata <tel lavoro salariato e la sua distribuzione, ma nessuna legge potrà mai, in nessun regime sociale, regolare il lavoro indlipen-.
dente e direttivo salvo la tegge del’Amoire, la meno osservata delle leggi.
Le leggi possono prevenire, o piuttosto discripl inare lo sfruttamenito deil’uomip dairuomo, non potranno mai
intervenire nei’autosfrutfamento.
Solo una tegge religic^ lo potrebbe,
ma nel diritto moderno delle leggi religiose non possono imporsi e percié
appunto non sono rispettate.
Spesso quiesti uomini, che non hanno
mai tempo, specialmente per dar retta
al iprossìimo, sono generosi del loro denaro, ma ciò ñon li salva dal peccato
d’egoismo e d’avarizia di quel bene
ohe essi stimano più di ogni altro, del
tempo. Talvòlta, se Db, più generoso
di loro, ne (tonoede ' loro il tempo, si
accorgono della vanità del lotó attivismo e del successo, pure se ha oltrepassato te più folli ambizioni, e spendono i giorni Che ancora loro rimangono a favore 'del ¡prossiimo e nella ricerca del Regno di Dio.
Dove si ha tempo
iDiversamente ^aic|oade nel mondo
mussulmano o induista. Ivi, ogni uomo per quanto preso sia ■dagli affari o
dal lavoro, dedica il temipo ¡prescrìtto
alla meditazione e alla preghiera : ivi
0|gnl lattività, utile o frivola, s' arresta
per la preghiera della sera : ogni transazione di afhiri si interromipe a quell’ora. In ambientì, Israelitici osservanti,
ove pure si lavora accanitamente, si
osserva scrupolosamente e si santifica
il giorno dei riposo, come si sospende
ogni opera quando si deve attendere alla sinagoga, per udire la Parola di Dio,
non per concludere affari.
Quanto infondata si è dimostrata l’opinione die quei popoli sognatori siano
destinati a essere dbminati dai popoli
attivisti! Oggi, che rindìa ha conquistato rindipendenza con la forza delb
.spirito e che il mondb arabo dimostra di
meritarla, malgrado si trovi colà il tempo per la vita spirituale e religiosa.
Una “posa,,
E’ certo che molti non sanno o non
possc^ trovare nella loro giemnata
neanche un ritaglio di tempo per dosa
ohe non sia affari o lavoro. Ma non è
meno certo che tate àffermata indl^xmi
se, o,serena tra una folla di gente imbestialita, che lotta ferocemente peif
concfuistare un centimetro di spario,
mostruosa di egoismo e di prepotenzia,
qu ale è queHa Che si abbatte ‘oomé Un
branco dj belte sui veicoli coltettivì
nelle ore di pùnta? Meraviglia inore(iula dapprima, poi sorriisd di sctoerrto
Q di cprnpatimento, infine una distensione, non generale ahimè! chè ì'Homo
urbanus moderno è la' più intrattabile
delle fiere, ma almeno io qualche anir
mo in cui si ridestano i sentìmentì della sociabilità e della compassione.
L’aver spezzato in un cuore umano
la crosta ghiaccialta del’egoismo, sia
pure per un istante non è forse opera di carità, non è forse evangelizzare ?
Noi, cristiani: non abbiamo più tem
i PO iter' ESa e per il jffossimo. Eppure
“ vèdiànto ì dinema sempre‘àBoBali, le
dlstlerìe mai deserte, malgrado il prezzo
pTOÌbitìivo dei vino, d daiwsit^ gremiti,
''sj^te atta dómeniica, vediamo mioltìplborsi i gtorniald e porno
grafici, te riviste di! giuochi, tutte pubblii(mztoitì intese ad ammazzare il tempo. Non abbiamo più terppo' per le cose delb spirito appunto perchè tammazziamo o perchè b impieghiamo tut-.
b nelEansiosa ricerca* ^ beni o di creduti beni temporali, dimentichi della
promessa :
’’Cercate prima il Regno di Dio é
la sua giustizia e tutte queste cose vi
saranno sopraggiunte ”.
M. Eynard
L’OSSERVATORE POLITICO
tempo ! )> — diceva il tronfio gerarcOi
ripeteva f’ingioiellata segretaria... e io
si eludeva. Nè ¡pare ohe le cose siano
'eggi molto cambiate.
Il tempo si trova
Eppure il tempo si potrebbe trovare.
Ecco un esempio recente. A’Napoli una vecchia contadina, dirótta ad un
ambulatorio Isito inefib stesso sit'ablle
ove tiene studio il Capo dello Stato,
sbaglda piano e suona alla porta delTAvvocato De Nicola. Il quale trova
il tempo di accompagnare la donnetta
fino alla porta del medico. Se qualcuno 'ha il diritto di affermare' : ((Non
ho temipo » è proprio il’ Capo dello
Stato, cui debbono sembrare poche te
ore della gbrnata, tra gli impegni professionali e te cure <fel governo. E’
questa una lezione di carità, di mOdestìa, di assenza di posa ohe onora l’uomo e raltissima missione ohe gli h
aÉdIata.
Lo so bene : fabitante delle grandi
città è (Xistretto a perdere ógni giorno
fin delle ore in snervanti tragitti su'
mezzi collettivi ihverosimilimente affollati, o, se più fortunato, destreggÌ0ndo
la sua utilitaria attraverso un traffico
congestionato. E questo è tempo veramente perduto Che non può dedicarsi
alla meditazione, alla comiunione Con
un miondo superbre come potrebbero
una passeggiata' in campagna o un tragitto in oarroizza. Eppure ohi non ha
visto dtei giovanti, quando sono stati
tanto fortunati da trovar posto a sedere, nel tram, assorti a risolvere parole
ànCTodate, iocoupa|ziione tìpiciBji dì ohi
ha tempo da perdere? Altre, se hanno
spazio da muovere un ibróccb, reggendosi ai sostegni, ledono il giornate,
costume tanto diffuso Ohe in America
sì stampano giornali di apposito formato, i oosidtetti Tabloids.
Ma anche ove la calca asfissiante
ohe è la regola in alcune città non consente il minimo respiro necessario a
impiegare in qualche modo quelle ore
perdute, esse offirono pur sempre il destro di servire Dio ed il prossimo. Avete mal notab l’effetto che producono
un volto sorridente, una parola oorte
. Tra i moltìi NataM vissuti nelle piu
disparate drtìostanze, di uno sopratutto mi sovvenga: fu quelOo' un Nar
tale trascorso in montagna, in guerra, aftomo ad un albero modeisto,
che gli alpini stossi a/cevano preparar
to con mani pazienti, con una sensibilità ed una delicatezza inusitale
per quei giorni duri, in gente costretta dagli avvenimenti e dalla necessità a -raigionare ed agire in termini di forza, senza aver tempo per ,
sottigliezze àentìmentaU. Quando
l’albero s’accese delle sue poche luci, ed i vari oggetti improvvisati, i
pende^H muhitìcffori che bastavan
forse appena a non renderlo del tutto disadorno presero a brillare or '
comparendo or celandosi rielle alterne zone oscillanti di luminosità o di
onìbra, uh senso <í¡ commozione infantile mi tenne a htngo avvinto: e
vidi lo stesso stupore, gli stessi pensieri, gli stessi ricordi ridffioraiiti segnare i volti degli alpini, sotto la .
tesa larga del cappello. E tutta Tahgosda del momento, coi suoii mali e
le sue inevitabili brutture, era dimenticata, annullata da quiel simbolo
pur così povero, pur così, aU’appmrenza, tremendamente ingenuo, e
quanto invece ricco e potentemente
espressivo!
Mi dissi: come le più diverse cose,
i più vari (xdori, che normalmente
potremmo vedere accoppiati àpnza
trovare questo avvicinamento di pessimo gusto, come tutte queste cose
mirabilmente si fondono te si armonizzane, e gioiscono della stessa tremula luce, aggrappandosi ai frolli
rami di questo piccolo abete!. C’è un
filo invisibile che l’una alPaltra Ifi
avvince e la loro vita di un attimo
ha un significado 'ed uno scopo, pTor
prio sialo in questo spontaneo loro
accostamento, non si sa se dovuto a
capriccio o piuttosto) ad intuizione,
a gesti non meditati, guidati eh una
scijhente mano nascosta. .
In questa dgiHa di Natale ritorna
a me il ricordo di quei pensieri e
pormi, potersi fare un paragone tra
cU essi e quanti, ci sono ispirati dalla
situazione del mOndo of^mo. Natale non diverso da quelli di giierra,
anche se fi fragore delle armi si è
spenti*: ma lo spirito'della guerra,
della discordai, dell’egoisma e djella
violenza batte le sue ali sinistre sui
popoli oggi come allora.
Non è settimana, questa di vi^ia,
che s’adZtica alle oonsideramoni pur
raniehte politiche duna cronaca
qmdsiasi. Nè, dcMronde, i fatti più
receniti differiscono di molto da
quelli di ieri. E’ tempo, piuttatìOf
di meditazione e di preghiera.
Sul mondo s'innalza oggi ancora
Una volta un grande abete e sotto la
sue braccia posson racco^iersi tutti
gli uomini di buona volontà. El l’albero della pietà e deU’amoie, della
concordia e della fratéllanza. Portino ad essio, appendano ai suoi reaiii^
gli uomini, il lotti* cuore, i Icro patti
sieri, le loro idde così Everse, i loro istinti contrastanti, i loro desideri
divergenti; portino la lotio ricchezza
0 la toro povertà, la loro scienza «
la loro ignoranza, la loro forza e la
loro debolezza.
Quando, niella notte, Vtdhero s’accenderà di luci, fissi vedranno dte .
quanto, sin che resta nella sfera di
ognuno, li divìde, ora che se ne san
libercEti, dandolo al ’’tutto” si traduce le fonde in toni di ineguagliabile armonia. S’acoorgerarmo tMora di
essere veramente ifratelli! E. Nattde
non sarà ritornato invano!
e. 8.
GuardonOo ai monti nevosi delia Ve! Peliice: c Io alzo gU occhi a» monfi... »
4
W* '' ■
.Vi*“.«'
L'ECO DELLE VAW-VALDESI
La./ vetrina
♦ • f.
,
LA MAISON DE DIEU par RcJanl <te
Pufy - ,C9U^r8 théologìijues d& l^Aclua*
u<« PftXestante — Ddaiihaux Niestì«".
Neuchàteil. Ffs. .1,76. ?/v
U ipastoifp R.v, de Pury, già favorevoiMeote conceduto per direi aut opera, faa
*®090ito ip non più di quaranta ipagine tte
lezioni, rìoclhe di sostanza evangelica diate
. wH studenti (kllfo Facoltà di TeoiotóB di
Neucihatel. 1944. '
.y! Si betta di un hreve corso di ecdedoiogta, esposto in forma piana, Eadlmeinte accessibile, denso di pensiero cristiaiio.
«Uà Maison de Dieu)) è la oWesà di
WorJa Chiesa ohe considera con serietà
dd Padre, dei Figlio e dedito Spirito Santo. L’autore espone sncoessJvanteote il suo pensiero sui fondamento deia
(il Cristo), std fondatore (lo SplSMto) e suiHo scopo Supremo per cui
» Chiesa'è ediSoata qual casa spirituale,
doè la gioria di Dio (soH Deo glosia).
Un libro clhiaro, conciso, utile a dhiumqi» vpglia riflettere su quesd probleimi. Un
buon contributo allo studio del prtoblntna
deBa Chiesa.
(e, r.)
iìj
dei libri
'le TEMOIGNAGÉ INTEìRIEUR du
SAINT-ESPRIT — par Théo Pieiss —
Caiiiers tbéologiques de l’Actuaiité Protestante . Delaehaux Nie^ - Neudifltei — Frs. 1,76.
.«Riconosco», scrive l'aiitore, «ctoe
Tassenza di una rigorosa conoscenza deia
dottrina dello Spirito Santo neito girando
maggioranza delle mentì protestanti è una
delle cause profonde dei’attuale disordino dea pensiero aeie nostre Chiese. Con
l’etichetta « Spirito » o « spirituale », si
fanno circolare in n^zo a noi ie merci
più diverse.
Pencdò il professore Preiss deia Raooltà
di Montpellier ha intrapreso l’esposizione
della dottrina delio Spirito Santo, in un
btwe corso agli studenti. Sì tratta anche
qui^ di poche pagine, ma la brevità dello
scritto non ne attenua la quaità. E' un
tevoro pemi^o e ohe induce a pensare.
Opera di divtilgariooe dela dottrina; cristi(Bia, per la fonnarione di una coscienza
cristiana sempre più robusta. La casa editrice DeHarimux Niestìé proseguo fa sua oj- pera ^ cuJtuna evangelica in modo pmti. ooiarmente lodevole.
(e. r.)
pei<le^GDoIeDonienic&Iì
Lesione del 28 dicembre 1947
I GIUDICI
Imparare Giudici 2: 16-18.
CONTENUTO DEL LIBRO.
¡VALDO VINAY — Vocazione poiitioa della Chiesa — Edizioni C.E.C. - Roma —
Ore no.
VALDO VINAY — Martin Lutero ; la teologia ^la croce e ia crisi sprituaie del
nostro tempo — Edizioni C.E.C. - Roma L. 60.
GIOVANNI GÖNNET — Crfetìanerimo e
ComuniSmo — Edizioni C.E.C. - Roma
— L. 80.
Purtroppo, noi Valdesi non conosciamo
<dfl)aBtanzia la nostra produzione ibiraria,
anche se limitaita. e non la facciamo abbastanza 0000600%. E’ doveroso segnalare
i tre scritti editi dal C.E.C. tU Roma a
causa dei («ro prezioso e vaKdo contributo allo studio di problemi dì attualità alla luce dela fede cristiana'. E’ doveroso
leggerli per natwe ia propria fede ed accresci^ le proprie cognizioni. Tre chiare
esposizioni che meritmebbero una più ampia recemmone. Bastino queste poeto righe
a far oomprendere che gii sforzi dei nostri
pensatori sono degni> d’essere apprezzati e
die la loro op^ ^ degna d’essere conosciuta.
t®. r.)
II libro dei Giudici ha per ¡scopo di
mostrare come, lo sviluppo e da prosperità
del popolo furono, ¡per tre secoli continuaiti,
ostacolati dalie sue ìnfetìeità aB’Eterno; ma
di_ mostrare pure come la mìsericordia di
Dio l’abbia liberato dato sue distrette.
Dopo il secolo di benedizioni che prende il nome da Moeè e Cdosuè, il popolo
ha_ abbandonato il dito del’Eteroo per seguire i culti iddteilri e barbare usanze del
CananesI, e ri mescola a costoro con frequenti matrimoni. Israele ha rinn^iato il
suo Dio, e r Eterno Io abbandona quando
i moÉiepHici nemilcii, Amorrei, ¡Madiandtì,
Ammoniti, F®stei, i vinti' ntì ieri, insorgono baManzosMnente, K soonflggono e depredano ed opprimono, ricaccknriali sui
loro ¡monti.
AMora, dal profondo delia distretta, sale
il gemito e la preghiera supplichevole del
popolo pentito ed avvilito verso l’Eterno.
E ’Eterno ha jaetà d©) guo popolo, suscita,
a volta a volta,' un uomo Æ fede e di coraggio che trascinando i migMori Æetro a
sè ,e comunicando loro il ®uo entusiasnio,
libera gli oppressi, e riconduce il ipopoJo
al culto dell’Eterno. Ma appena tornata fa
pace, scompare fa' riconoscenza e la fedeltà, e Israele ritorta ri suoi idoli, ricade da
capo sotto l’oppressione e la miseria, grida ancora a(B'’Eterno, ohe fa sorgere dei
nuovi liberatori. E cosi vfa, per tre secoli,
sino al profeta Samuele. Tultimo giunKce.
La parola anarchia è quella che meglio
deflnisoe questo infelice periodo deia storia d’Israele, di cui l’autore dei libro potè
dire : <t In quel tempo, ognuno faceva quel
che gli pareva » ; onde disunione, disordine interno, asservimento allo straniero.
LA PERSONA DEI GIUDICI.
GIOVANNI MIEGGE — La CMesa nei
secolM — Claudiana ^ Lire 250 - p. 160.
In attesa di una recensione che fooda
conoscere al pubblico evangelico questa
recente opera del Prof.* G. Miegge, desiderimno segnalarla a quanti sentono il bisogno di conoscere le grami tappe delifa
storia dei Cristianesimo nqi secoli.
Il popolo Valdese non deve nascondere
sotto ferra il talento deto cultura; deve iovece fedo firuttare. Deve leggere e acquistale conoscenze sentire ^^aste per affrontare vittoriosamente situazioni sempre
nuove e sempre nuovi compiti.
Quest’opera deve entrare nelle fontiglie
VàÙeri e deve esser letta. Acquistatela, re.
galatela per Natale a parenti ed amici. B’
un libro dS stu^ che ha H suo valore.
(e, r.)
G, A. COMBÀ — Il primo peccato —
Ed. Gqanda — LE» 80.
Un commento iniziale e tre quadri. Una
inttcenatura moderna de) primo grando
dramma d^l’tiomo, ribelle alia volontà divina. La tragedia dell’umanità consiiderata
neBa sua vera migine; rorgoglio. E’ utile
legger© il commento in vista di una reide
coanprenriotie e valutazione del primo peccato. Le false Inteiinetazioni eodesiastìche
e fltosoRche di quel peccato devono lasciare
lì posto ad im’ihteipretaziione moraie, la
Sola vera, la sola ra^onevole. Ltomanltà
soffre perchè t’oigogllo è il suo male. Dire queste verità in termini moderni ed attuali ; ecco io sforzo di quest’opera del
nostro frateito in fede. Si può dire ch’egli
ab^ raggiunto k> scopo.
(e. r.)
Più che giudid, erano condottieri e liberatori, qua e là. che nel nome e con la
forza di Dio, chiamavano il popolo alla riscossa. Furono in numero di tredici. iW d
maggiori ; Anna, la profetessa, vera Giovanna d’Arco in Israele, di cui è conservalto
un ispirato cantico; Gedeone, vincitore dei
Madianiti, che più di tuta riipose ogni fiducia nel braedo dell’Eterno; Jeftè, il vittorioso dOgl! Ammoniti, che pure non esitò, seguendo in questo i barbari uri del
teoipo, ad offrire in olocausto )a propria
figlia come omaggio al Dio della vittoria.
Ed inflfcie, SANSONp, l’Èrcole de#
Ebrei, il leggendario «oe daille molte prodezze personali, nella sua titanica! lotta
contro i FHistei. La sua flrionomia morale,
che sa di mì^dsmo ad un tempo e di
dissoltifezza, lasda perplessli. Ctmsacrato
aU’Eterno fin dalla nasdta e patriota ardente, cajace pure di entusiasmo religioso, 0# ri rese tuttavia bemmimiito fflW’unita nazionale del suo ipcpoto eoo ia sua
eroica resistenza al comune ed implacabile
nentoo. Ma troppo orgoglioso deMa sua
forza, egM tentò Idtfio in troppe occarioni,
e abbandonando le vìe di Dio, fu da lui
abbandonato a sua volta, e tra crudeli
sofferenze, ebbe una tragtea fine.
INSEGNAMENTI.
* pierres VIVANTES — par Roland de
Pury - DeiadMux Niesté — Neuchâtel
- Fra. 3,75.
E’ un coamnentario aita I Eftistola di
Pietro, composto daR’autore durante fa sua
prigionia nel Foirto Mootiuc, sotto ia vigifanza dei -Tedeschi, con S sdo aiuto di um
F ibbia di idcùni pezd di carta di ricupero e d’un picedo Japfe conservato malgrado
l-i tninaccm de®a-morte.
Por queste ragione fl commentario e un
Come per il popolo d’Israele, H destino
di ogni popolo è legato al suo titte^itamento verso Dio e Se sue leggi. Dio è onflne,
e fuori di lui non vi è & disordiine, dissoiluziane e miseria.
QueUo Che è vero per i popoM, è vero
per ogni individuo. Non è ledto a nessuno, pena le poggioli conseguenze, <H « faro quei che gli pare e ftiace ». B’ bene che
se Io dicano andie 1 giovani ed i bambini.
Non vate che, per un prezioso privilegio, noi siamo, come Sat^ne, oonsacnatì
a Dio fin dalla nascite. Bisogna che, pure
nei nostri enrairaenti, permmigB in noi la
volontà sincera cB sei^o fedelmente, e
che non abusiamo della sua misericon^.
G. Boknbt.
AVVISO — 1 fogHettI con Ìe leziool del
trimestre genaalo-marzo 1948 sono pronti.
Per ontinaziori rivolgerai a^ libreria
Gtaudimui, Torre PelBoe.
Ai lipstri corrt«pond«iiti
Le .cromie parroocéiaH" eanimno pubblicate sui secondo numerq dl gennaio.
Inviar© te ta'onache, nataMzie al Direttore del giornale entro'lì 4 |Cnnaio, non
VENDESI bosco ceduo sito, regione ^mea • Inverso di Torre PeiJee. - Rivobgersi Anttteoiie, Luaerna S. Qovaanl.
più tardi.
documento prezioso. Ma non solo per queIl contenuto progressivo della epistola è fatto in modo piano, sempio su di un
terreno sostanzialmeinte bibiloo, ricco di
#egazioni e di osservazioni di particolare
attuafltà.
Lo studio continuato dei libri della Bibbia con l’aiuto di Un comim'^tArìo, sia p>ure composto neto drcostanze indicate,
senza poter consultare altri' documenti, ma
ricco di cdtaziooi bibliche scaturite dalla
memoria, riesce veramente utHe. hi questi tempi di rinascite di studi bibtoi, il
commentario del pastor© de Pury occupa
degnamente il suo posto.
E’ il documentario di un prigioniero.
N&Ha prigione dOMa nostra vite, esso è
una biùma guida verso la liiberazione, verso la ffibertà dd flglìucili di Wo.
(e. r.)
Coniiugì Evangelici, prèghi Fiumani,
situarione dolorosa', cercano impiego ed
alloggio. Conoscenza Jingue, lavori amministratìvi, contabili, steno-dattiiografia, eoe.
Aingrazlaiiiento
Il personale deHa/Ca^ delle Diaconesse porge un vivo ringraziamento a
quanti, con doni diy^i.e con la toro
preseinza, hanno oouMribuilto al’ottimo
suopesso della vendita di benefloenza
oiigianiizzata a favore della ¡Casa delle
Diaconesse. , v .
Artigiano
Assume lavori rijtarazione
mobili, porte, finestre, sedie,
divani / Ripulitura, verni/
datura, smacchiatura pavi/
menti / Cera / Pulitura am^
hienti / Disinfedoni / Ripa/
razioni sd
TORnE RCALICe
Vira VoUq, num. 6 (San Gd)
Dir. Resp. Ermanno Rostan
ARTI GRAFICHE "L'ALPINA,,
Torre Pelliee
Nel terzo anniversario delta tragica
scomparsa del loro amato
DELIO
Papa, Mamma e sorella, nel loro dolore,
lo ricordano a coloro che gli vollero bene,
sempre grati per l'affettuosa simpatia dimostrata nella dolorosissima prova.
S. Secondo 11 novembre 1944.
Prarostìno, 28 novembre 1947.
Tono
ni liiBn DI imu
Da Rege Succ. Santiano
Pinerolo — Portici Nuovi N. 2
Grandioso assoriimenlo
Articoli . Regalo - Quadri
Cornici - Stampe
AÌamme, portate i vostri bimbi a
vedere il nostro ALBERO di NATALE^ ammirerete anche un bel qua/
dro del Tempio di Pinerolo, opera
del ben noto Pittore, Aiario Cachet,
L'INGRESSO È LIBERO
ALDESI
Concessionaria per la Zona
della
PIER BÜSSETH S. A.
^ crociere
M, C fU Kt Jkt
alla sua affezionata clientela
BUONE FESTE
e rende . noto che ha organizzato
per Domenica 4 Gennaio 1948
una gita in autopulmann a
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Volume di pagine 152 - L. 250
Qsetto libro, scritto per i ragatuu detta
ftmola media, è offerto a tutti eotóro
che desiderano arere, in poche pagine,
una visione panoramica della storia
della Chiesa r Esso è il terzo di una
serie, dedicata alle origini e allo evie
lappo del Cristianesimo, I due primi
volumi, di prossima pùbhKeamione,
hanno per titolo! Gesù e l'Evangele e
Gli Atti degli Apostoli
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