1
ECO
Síg.a
[,ON'îO r.FIMA
Casa Valiese
lOHHgv:|L4cfi:in a n ale
DELLE VALLI VALDESI della Chiesa Valdese
" Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quali avete peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo
Anno LXXXIX - N. 23 Una copia Li re 30 ADDrtiuAui?ivT>T.i I h. 1.200 per riiiterno I Eco e La Luce: L. 1.800 per rintemo ABBONAMENTI | ^ ^ 2.500 per Pesterò Spedìz. abb. postale - il Gruppo Cambio d’indirizzo Lire 5 ^ TORRE PELLICE 4 Giugno 1959 Ammin. Claudiana Torre Pellice - C.C.P. 2-17557
TORRE PELLICE t~2 GIUGNO
La Conferenza del Primo Distretto
Preliminari
La Conferenza Distrettuale del 1“
Distretto ha avuto luogo a Torre
Pellice i giorni 1 e 2 giugno 1959.
1 lavori hanno avuto inizio il 1® giugno alle ore 15 in Torre Pellice con
un culto presieduto dal pastore Gustavo Bouchard (I Pietro 3: 15); di
questa predica daremo il testo nel
prossimo numero. Il seggio provvisorio costituito dal pastore E. Geyniet (presidente), Giorgio Tourn e
M. Gelso (v. pres. e segretario) procede alla revisione dei mandati. Alle ore 16,30 è finalmente costituito
il seggio definitivo: Roberto Nisbet
(presidente); Gino Costabel (v. presidente); Franco Giampiccoli (segretario). Dopo che si è fissato Forario dei lavori (che comprende
una seduta serale) il sovrintendente
pastore A. Ribet dà lettura della relazione della Commissione distret
tuale (che, con felice innovazione è
stata distribuita ciclostilata ai membri della Conferenza, tmitamente ai
Sunti delle relazioni dei Concistori).
Campo di lavoro
In merito alla nomina del secondo pastore nella parrocchia di Luserna San Giovanni, il prof. G. Costabel dopo aver reso omaggio all'opera spirituale svolta dal pastore Cipriano Tourn, domanda quale
sia sul piano giuridico la differenza
tra coadiutore e secondo pastore; ad
analoga domanda del pastore di Torre Pellice, il sovrintendente pastore
.4. Ribet, confortato dal parere del
pastore A. Deodato, chiarisce che
non vi è alcuna differenza nè sul
piano giuridico nè su quello morale; si tratta soltanto di tma quistione di qualifica, in relazione alla consacrazione pastorale.
Nuove parrocchie e templi
Villar Perosa. La Conferenza esamina la situazione creatasi in quella località e le esigenze di lavoro spirituale in relazione alla creazione di
un centro autonomo (parrocchia?)
nella Valle Chisone. Dopo che i pastori Gustavo Bouchard, Achille Deodato, Umberto Bert hanno prospettato vari aspetti del problema, il
sovrintendente, considerata la complessità del problema, presenta un
o. d. g. che viene approvato dalla
( 'onferenza.
¿1. Secondo. I delegati della coiniiiiità di S. Secondo esprimono la loro gioia di trovarsi per la prima volta presenti alla Conferenza come tlelegati della parrocchia regolarmenic costituita; esprimono la loro rieoiioscenza al pastore Roberto Nisbet
per l’opera da lui svolta per la costituzione della nuova parrocchia;
riugraziano pure il pastore C. Tourii
per il ininistero che egli continua a
svolgervi; danno quindi il benvenuto al neo-eletto pastore A. Genre.
A dimostrazione deUa vitalità della
parrocchia neonata, i delegati di S.
Secondo esprimono la loro amarez
za per il rifiuto del quartiere di Mi
radolo di unirsi a S. Secondo; l’ombra del campanile minaccia di agitare le acque, ma la bonaccia ritorna. Il tempo giudicherà.
Frali. La Commissione distrettuale augura alla Chiesa di Frali di potere felicemente portare a compimento il lavoro della costruzione di
una nuova chiesa, opera a cui ha
posto mano. La Conferenza si associa alla gioia ella comunità di Frali.
Ihi segno dell’interesse generale è
dato anche da un intervento del pastore U. Bert che ritiene opportuno
che venga data comunicazione alle
comunità consorelle dei progetti *i
del progetto approvato dalla Tavola per la costruzione del tempio.
Riposo festivo
La Commissione distrettuale è di
avviso che uno dei problemi che
maggiormente vanno discussi alle
Valli in questo periodo debba esser
appunto quello del riposo festivo;
j)ertanto essa ha quindi incaricato il
pastore A. Deodato di riferire in
merito nella presente sessione della
Conferenza distrettuale. Il pastore
A. Deodato presenta un’ampia relazione in cui il problema viene studiato dal punto di vista biblico e
storico, in modo da orientare la discussione della Conferenza. Non entreremo nel merito di questa relazione poiché la Conferenza ha domandato che, in qualche modo ed in
qualche misura, essa venga portata
a conoscenza delle nostre comunità.
L’indagine e le conclusioni sul piano biblico trovano tutti consenzienti; consenzienti pure anche tutti sul
piano dell’indagine della storia ecclesiastica Valdese, ancorché queste
conclusioni abbiano sapor di forte
agrume! Attraverso tutti i secoli della nostra storia, il problema della
santificazione è oggetto di deliberazioni sinodali, di sanzioni disciplinari, di richiami. Oggi lo studio del
pastore A. Deodato lo ripropone in
tutta la sua gravità.
La prima delle cinque « tesi » della relazione provoca un ampio dibattito: tc Sembra anzitutto indispensa
bile ed urgente che si riprenàu consapevolezza che il comandamento non riguarda soltanto Israele, ma
riguarda l’uomo di tutti i tempi. Esso richiama tutti gli uomini a rendere a Dio quel che è di Dio ».
Si hanno numerosi interventi che
mettono in evidenza come questo
comandamento sia fondamentale nell’economia divina, in contrasto con
l'interpretazione comune dell’uomo
valdese che tende a porre una gerarchia di valori nei comandamenti, in conseguenza della quale mentre si ha, almeno ufficialmente, orrore dell’adulterio, del furto, dell’omicidio, si considera con « comprensione » la violazione di questo
comandamento {E. Geymet). Altri
(G. Bouchard) sottolinea la necessità di dare una mèta evangelistica all’evasione domenicale dei nostri parlocchiuni, particolarmente dei giovani. Altri {A. Ribet) pone in evidenza, in base a dati statistici, la
diminuzione della frequenza ai culti. Il relatore accenna ai risultati ottenuti da un’intensiva azione in varie chiese nord-americane.
A guisa di conclusione la Conferenza approva un o. d. g. in cui
« ..si raccomanda alla Commissione
distrettuale, ai Concistori ed alle assemblee di Chiesa di svolgere una
pronta ed energica azione per ripor
tare la popolazione Valdese ad un
.senso piu vivo dell’adorazione e del
servizio del Signore ».
Matrimoni misti
Anche quest’anno la Conferenza
distrettuale è posta in presenza del
problema dei matrimoni misti. E’
la relazione della Commissione distrettuale a sollevarlo, prendendo lo
spunto dalla discussione che in merito aveva avuto luogo in occasione
del Convegno degli anziani e diaconi
a S. Secondo. La relazione ricorda
come esista un atto del Sinodo (n.
24, anno 1938) che afferma : « Il Sinodo, considerando che il matrimonio misto celebralo secondo il rito
della Chiesa Cattolica-Romana è un
rinnegamento della fede evangelica,
invita i Consigli di Chiesa alla precisa applicazione dell’art. 181 dei
Regolamenti ».
Tutto chiaro? Neanche per idea,
perchè, come osserva la relazione,
questo art. 181 (ora 177) « non è sufficientemente chiaro e quindi dà adito a varie interpretazioni ». Rimandiamo i nostri lettori che per avventura avessero conservato il resoconto di quel condegno a quel resoconto stesso, perchè vi ritroveranno
le stesse argomentazioni e le stesse
posizioni; lo stesso immutato ossequio agli eventuali deliberati sinodali, del pastore U. Bert, che vuole
salvaguardata la prerogativa legiferatrice del Sinodo; lo stesso insoddisfatto desiderio di chiarificazione
del pastore G. Bouchard. La discussione folleggia animata su temi di
procedura, di articoli; tutti si professano d’accordo sul fondo della discussione, ma qualcuno scopre sempre che, in fondo, non è sicuro che
così sia. Ed il cronista anche lui non
è più tanto sicuro di aver capito bene il « fondo » della discussione.
Egli ha l’impressione che tutti concordino nel riprovare e deplorare i!
matrimonio misto, ma che vi sia una
incertezza nella valutazione, sul piano giuridico, di questa infedeltà.
Comunque sia, nessun o. d. g. è
approvato; se ne riparlerà, forse, al
Sinodo.
11 cristiano e la guerra
« La Commissione distrettuale ha
preso atto con piacere che, a varie
riprese, i Colloqui Pastorali hanno
esaminato il problema del cristiano
di fronte alla guerra. Data l’importanza del problema stesso e la gravità delle conclusioni possibili, la
Commissione distrettuale è d’avviso
che sia bene procedere con cautela
t con profonda meditazione, in ispirito di preghiera, prima di portare
ii problema alla discussione delle
singole Assemblee di Chiesa. Lo studio quindi va continuato e la lentezza con cui procede non deve essere considerata come un segno di
sottovalutazione del problema stesso, bensì invece come volontà di arrivare con ponderazione a conclusioni positive che possano essere veramente indicative per tutti i membri
di Chiesa ».
« Procedere con cautela », scrive
la relazione; con cautela procede la
Conferenza che ascoltato un breve
intervento del pastore E. Geymet il
quale esorta a non confondere i valori del mondo, anche quelli più elevati, con i valori del Vangelo, passa ad altro argomento senza discussione.
Temi vari
Su richiesta della Commissione distrettuale si riprende una consuetudine tralasciata da alcuni anm : la
lettura dei sunti delle relazioni delle chiese. L’innovazione, cioè il ritorno all’antico, paventata dagli « esperti », come un ritorno alla « rou
tine » della monotonia burocratica,
si rivela invece come un prodigioso
tonico dell’organismo conferenziale.
Indubbiamente la discussione dilaga, gli oratori non sono sempre concisi, escono spesso e volentieri dal
seminato, però si sente che la conversazione è viva, sentita.
Così la relazione deUa parrocchia
di Angrogna-Serre, con la sua contrapposizione di luci ed ombre rivela un’insospettata carica esplosiva;
poiché il sovrintendente ha l’impressione che questa contrapposizione
cnbedisca a schemi di un pessimismo
troppo sistematico, il pastore Bruno
Costabel ne dà la giustificazione;
pur con la massima comprensione è
indubbio che il nucleo fedele è, a
viste umane, molto esiguo. Foichè
questo fenomeno e questo pessimismo sono comuni ad altre relazioni,
s’impone un’analisi. Sol piano eèclesiastico si pone in rilievo fa dilficoltà per le parrocchie autonome deRa
montagna di nominarsi un pastore,
in conseguenza della aisposizione catenaccio deil’art. 15 dei K. O. in
forza del quale non può esser eletto
a capo di una chiesa autonoma il pastore cne non abbia 5 anni di servìzio. La (..onferenza distrettuale vota
un o. d. g. che chiede al biuodo « di
iiesaminare la formulazione ». ui
detto articolo, nel quadro deRe con( lusioni suesposte. Non si tratta questa volta di una semplice quistione
procedurale; è un prohlenia complesso elle coinvolge l'essenza stessa
dell’autonomia.
E’ giusto che ci siano delle parrocchie autonome? E’ giusto che la
legislazione in merito sia sistematicamente dimenticata? (Quante parrocchie sono veramente autonome?
L’autonomia non sarebbe, per caso,
la codificazione del diritto del sacro
egoismo? Farrocchie che hanno il
diritto di scegliersi il pastore, altre
no. Fastori che hanno il diritto di
rimanere 7 o 14 anni in una parrocchia, altri che sono a disposizione
vita naturai durante. E’ giusto che
una parrocchia sia legata al suo pastore per 7 o 14 anni, mentre il pastore è libero di andarsene, non insalutato ospite, un anno o due dopo
la sua rielezione?
E’ tutta una serie di interrogativi
cui danno il loro contributo laici e
pastori, e culminanti nell’appassionato: J’accuse del pastore R. Nisbet.
Un altro interrogativo: perchè è
tanto diffìcile trovare delegati per le
Conferenze e per il Sinodo?
Non più un interrogativo come
punto di partenza, ora, ma come
punto di arrivo.
Scrive nella sua relazione il pastore di MasseRo: Giorgo Tourn:
0, Non ostante la trasformazione sociale in corso nella nostra Valle e la
crisi profonda che attraversa l’agricoltura tradizionale, e che impone
una revisione profonda della nostra
forma tradizionale di pensiero, la comunità rum ha subito una crisi grave
c si mantiene fedele al suo impegno
ecclesiastico ». La Conferenza è Reta di questa constatazione che è, purtroppo, più unica che rara; altrove
infatti la « trasformazione sociale »
pone problemi la cui gravità sembra
trovare impreparata la nostra Chiesa. 11 pastore Aldo Comba sottolinea
l’assoluta necessità dì affrontare detto problema con una preparazione
tecnica adeguata; non è possibile
contentarsi di conversazioni accademicamente pie (o piamente academiche); è necessario studiare l’ambìente, con rigore d’indagine statistica per poter trovare i rimedi adeguati e non iudulgérè aU’impròwisazìone. il dottor G* Pana, predente deRa Fro VaRi dà un utile contributo aRa discussione, esponendo fatti e dati.
Nel complesso R quadro non è
molto rallegrante: mancanza d’iniziativa, mancanza di solidarietà,
mancanza di... tante cose che la stessa Fro VaRi, in certi casi ed in certe
attività è tentata di rinunciare alla
lotta. Il pastore G. Tourn fa uua
spietata analisi del Valdese, figlio di
Valdesi; una perla, quando c’è la
lede; ma quando la fede non c’è...!
e purtroppo la fede s’è fatta rara!
Farole dure ed amare e sconsolate
vengono pronunziate su questa gente Valdese che vede solo il danaro
ed il lavoro: che vive sotto il segno
deRa maledizione. Ma è proprio vera l’analisi?,, ribatte qualcuno; non
si tratta forse di una vera e propria
infelicità, che la Chiesa deve cercare di comprendere? Ed ancora: non
chiudiamo forse troppo facilmente
gli occhi davanti a manifestazioni di
vita che altri giudicano più favorevolmente di noi?
Indubbiamente la conversazione
si è alquanto allontanata dal... sunto o dai sunti delle parrocchie, ma,
ancora, è stato qualcosa di profondamente vissuto e sentito.
Fer dare, in qualche modo, forma
concreta ad aspirazioni e desideri,
la Conferenza invita « la Commissio^
ne distrettuale a promuovere con urgenza lo studio del problema sociale
del I" distretto in collaborazione con
la Pro Valli e con le persone che ritiene competenti in materia ».
Commissione Istituii Ospitalieri Valdesi
Il presidente della CIOV, pastore
U. Bert, riferisce su alcuni aspetti
dell’attività assistenziale svolta dalla
CIOV, con particolare riguardo agli
c.spedali; esorta cordialmente i mutuati coltivatori diretti ad esercitare
liberamente il loro diritto di libera
scelta in caso di ricovero ospitaliero.
Farticolarmente grave si presenta il
problema del personale: .3 diaconesse emeritate senza che la Casa delle
diaconesse possa sostituirle. Non si
tratta più di quistione economica,
ma di vera e propria crisi vocazionale.
Elezioni
La Commissione distrettuale è riconfermata: V. pres. avv. Serafino;
segretario pastore G. Bouchard.
La Commissione del canto sacro
risulta composta dai pastori: E. Aime, G. Bouchard, F. Davite; dai
prof. Ferruccio Corsani, Elda Türk,
Matilde Tron-Gay.
La Fro \ alli è riconfermata : dott.
Carlo Fons, Emanuele Bosio, Erne.sto Tron, Aldo Durand.
2
2 —
. . L'ECO DÉIU miU VAiOESI
ESPERIENZE PASTORALI
E’ questo il titolo che Don Lofenzoi
Milani, Cappellano a ^’.Donato, una^
piccola parrocchia n^Ja Toscana, ha
dato ai libro da lui pubblicato poco- '
più di un anno fa,: a iWehze. >,j j
Un recensore cattolico ha definito
questo volume; «Esplosivo come la
dinamite ». Condividiamo perfettamente la sua opinione. Lo scritto dei
Don Milani è veramente esplosivo come la dinamite da molti punti di vista. Innanzitutto da quello più alto
del cristiano preoccupato della cura
d’anime. Sotto questo aspetto il contenuto del libro è, non soltanto buono, ma ottimo. Si sente in ogni pagina che l’autore di «Esperienze pastorali» ha una chiara coscienza della
sua vocazione al sacerdozio, e che è
animato da im intenso desiderio di
portare l’Evangelo al popolo affidato
alle sue cure.
moli si va in Chiesa
Uscito fresco dal seminario e nomtaato cappellano a S. Donato, Don
Milani racconta le sue prime amare
esperienze. Le persone non si recano
in Chiesa per ii vespro.
«Quando, uscito di seminario, fui
inviato cappellano a S. Donato la cosa che più mi colpì fu lo spettacolo
del vespro.
Quei pochissimi giovani che ci venivano non ne avevano voglia. Guardavano l’orologio. Premeva loro cu.Vespro e catechismo durassero poco.
Se ci venivano non era per una spinta interiore, ma solo per qualche motivo esteriore, come per esempio l’abitudme, l’educazione, la volontà dei
genitori, il desiderio di incontrare
qualche figliola.
Una domenica sera lasciai il vespro
al Proposto e scesi al patse. Anche là
piazza era deserta.
Al campo sportivo c’erano tutti.
Per me fu un colpo. Quella totalità
non indicava un episodio sporadico,
ma qualche cosa di serio che andava
analizzato.
Ma c’era di peggio : pioveva. Il campo era un pantano. Gli spettatori si
accalcavano nel pantano coi vestiti
buonL
In chiesa nessuno vuol sciuparsi la
piega dei calzoni.
Chi glielo faceva fare? Nessuno.
Dunque una spinta interiore.
'Totalità di popolo e con spinta interiore lontano dalla Chiesa ! Gli interrogativi che un simile spettacolo
imponeva a un pretino novello erano
sconvolgenti». (Pag. 131).
Ma non soltanto p>er il vespro, non
si vuol andare in Chiesa. Risulta da
un grafico fatto dall’autore che il
72.5% dei maschi ed il 34.6% delle
donne non si recano generalmente alle varie messe della domenica. Vi è
molto disinteresse dimque per le cose religiose.
« Un esperimento indicativo della
mentalità corrente, e cioè della poca
attenzione alla gravità del precetto
e deirintero problema religioso è il
seguente :
— Perchè non sei venuto in chiesa
stamani?
— Avevo da verniciare il tavolo di
cucina.
— Potevi fario stasera.
— La domenica sera? — e ti guarda con un interrogativo divertito come se tu avessi detto un’eresia, come
se tu non sapessi che il pomeriggio
della domenica è sacro. Sacro al divertimento, si intende». (Pag. 58>.
E chissà perchè solo i giovani dai 6
ai 14 anni si recano in Chiesa, mentre invece quando sono più grandi
non ci vanno più? Perchè
« Sui più piccoli la mamma ha mezzi di coercizione fisica. Sui più grandicelli ha quello finanziario. Quando
Il ragazzo non lavora la mamma lo
ricatta come vuole e non esita a coni
prare la sua presenza in chiesa al
prezzo dei biguetto del cin;:nia (sen
za preoccuparsi della moralità della
cosa e del film).
Gioca poi su queste età un gran potere dei prete quale insegnante di religione nelle scuole e quale amico
sempre disposto ad aiutare nei compiti, nel preprarare gli esami, ecc. ».
Difatti Don Milani può constatare che
«... abbiamo sempre a dottrina tut
ti i ragazzi sopra i 14 anni che vanno
a scuola a Prato e queUi disoccupati.
Quasi mai quelli che vanno a lavorare.
Si può dunque dire che l’inizio del
lavoro segna quasi immediatamente
quello dell’indipendenza dalla mam
ma e dal prete e che perciò, sotto questo aspetto, l’atteggiamento dei 15enni non è sostanzialmente diverso da
quello dei 21enni.
Perdere l’abitudine di andare in
chiesa è cosa che si impara bene a
qualsiasi età e non è certo difficile
come smettere di fumare ». ( Pag. 59 ).
Si va, in Chiesa...
per te feste
Oh, ma certo, vi sono anche circostanze in cui il popolo sembra svegliarsi religiosamente! In occasione
delle grandi feste come Natale, Pa^
squa e naturalmehte (ricordiamoci
che il libro è scritto da un prete) nelle occa.sioni delle festività per il patronò, per le quarant’ore ed altre del
genere in cui si fanno solenni pro1 cessioni e si organizzano vistosi ie-w
. steggiamenti. Ma c’è da rallegrarsi
‘ dell’accorrere di tanti fedeli in simili
j circostanze? Sentiamo l’esperienza
ai Don Milani al riguardo:
« Il popolo di S. Donato di feste ii.
aveva molte e solennissime». E in nota leggiamo « Ne ha avute, e ne ha,
anche di civili, e le ha celebrate con
identico trasporto senza troppo preoccuparsi se stesse celebrando il solenne passaggio d’un dittatore tedesco o
quello di Bartali o del Re, Tanniversario delia Repubblica, la festa dell’Unità oppure il lancio di un qualsiasi prodotto commerciale. Basta che
sian feste, il nostro popolo non dice
inai di no». (Pag. 80).
E Don Milani si chiede:
« Quando nacquero le feste furono
concepite come mezzo di espressione
oppure di impressione della fede?
Nel primo caso non sono più pane
per questi denti o meglio non lo sono
ancora, perchè la fede non c’è anco
la o non c’è più.
Nel secondo caso farebbero al caso
nostro.
Ma che le feste rappresentino una
forma di catechismo adatta ed efficace, anzi che avessero questa funzione fin dalTorigine, mi pare tesi insostenibile. Basti ricordare che in antico i catecumeni erano esclusi dalla
liturgia». (Pag. 80-81).
E pensare che si spende, e si spande
per queste feste, si elemosina, si accatta alla porta di tutti, anche dei disoccupati. Così non si deve fare, pensa Don Milani:
« Del resto la cosa è inammissibile
anche dal punto di vista morale, perchè ufficialmente si pretende che la
solennità sia a maggior gloria di Dio
(e si chiama in difesa l’olio prezioso
di Befania) poi sotto sotto la si giustifica per la sua potenza d’urto sul
popolo e si finisce col far di questa lo
scopo primario (ne sono immagine
per esempio certi splendidi candelieri di legno che abbiamo qui a S. Donato. Li mettiamo intorno ai Tàbcr
nacolo nelle grandi feste eucaristiche
per onorare il Sacramento, ma sono
dorati solo nella faccia che guarda il
popolo e imbiancati in quelia che
guarda il Sacramento perchè tanto
di dietro nessuno li vede, fuorché il
Sacrestano e Dio». (Pag. 82fi
Ma, si potrà sempre dire, in occasioni così speciali la chiesa è pur
gremita. Quindi, dopo tutto, vi è una
ottima occasione per fare una buona
predica (un buon « sermone » diremmo noi) a tutta quella gente e svegliarla dal suo sonno abituale. Sentiamo l’esperienza di Don Milani:
«... la disposizione d’animo degli
ascoltatori non è meno inadatta di
quella del predicatore.
E’ noto che per le feste, e particolarmente per le prediche, la chiesa
si riempie molto più che nelle dome
niche comuni.
Chi son dunque questi nuovi avventori?
Ce n’è di due tipi: adulti condotti
da una ferrea morta legge di tradizione e giovani in cerca di ritrovo
mondano.
Della disposizione d’animo dei pri
mi dirò che non la può intendere nes
suno che non sia prete di campagna.
E’ qualcosa di paradossale e indescrivibile : lasciano abitualmente la
Messa di precetto, non si confessano
magari mai da una Pasqua all’altra
(e spesso ancor più di rado), si con
lessano spesso col più ostentato sacrilegio, cioè facendo chiaramente
intendere al sacerdote che si contenti di sapere che hanno talvolta be
stemmiato, ma che non presuma di
andar più in là con domande su cose
che non lo riguardano, cioè sugli altri 9 comandamenti.
E poi, dopo tutto questo e infinite
altre cose in aperto contrasto con la
lede, te li vedi in chiesa quel giorno
con un cipiglio e una familiarità di
padron di casa. Siedono in quei dati
posti, tengono quei dati loro atteggiamenti e orari, pretendono quelle
determinate loro circostanze, eh •
hanno posseduto da secoli e delle
quali son maestri più che il giovane
prete.
E guardano il giovane prete che
tentasse di avviare un ragionamento
0 un raddrizzamento di qùàtòlìé par
ticolare, lo guardiÉSlii-idÌBdl'altdiln basso come un eretièuzzo incoerente che
viene a scalzare il loro granitico, secolare e cristiano modo di ” mettersi
a posto” con la CUesa e con Dio ».
(Pag. 83).
E questo è possibile perchè nelle
grandi feste:
« Tutto è previsto e ,res®lato come
il succedersi dei treni in una grande
stazione.
Tutto è ridotto a regola e il popolo
ne è contento e vi » aidagia perchè è
molto meno scomodo e impegnativo
commuoversi tutti insieme, a un segnale dato, a un orario predeterminato e ricorrente, con la Òert^a di non
far nulla di individuale b nuovo o
che esiga comunque spiegazioni, che
non salire in un giorno insolito dell’anno, in un’ora insolita del giorno
a una chiesa dove pochi salgono, dove nessuno sale ip quel modo »...
Ecco la disposinone Tanimo degli
adulti che siedono neile panche e
s’accalcano in fondo chiesa alle prediche delle feste. Pronti a tutto, ma
non a vedere mutare qualche cosa nè
a mutar se stessi »...
* Il PJ’ote sa bene che il loro ritrovarsi in chiesa, che ha forme e circostanze cosi identiche a quegli altri
ritrovarsi festivi, non ha nulla a eh::
vedere con la lede (e ringraziamone
Dio perchè se no quante mai fedi
avrebbero quei ragazzacci?).
Lo sa, ma preferisce non saperlo.
Lascia che dal pulpito si seguiti a
giocare il giaco di quella lode vana.
Ripete a se stesso il vecchio ritornello: ’’L’importante è che sian venuti
e che seguitino a venire. Quando poi
son qui in chioso qualcosa di bene piglieranno di certo. E poi c’è la Gra
zia ! Chi può mai prevedere i miracoli
della Grazia? ”.
Eh no-, la Grazia fulmina un uomo
anche sulla cattiva via di Damasco
e non ha bisogno di fulminarlo suUa
buona via della predica. La Grazia fulminante quella miracolosa che prende un uomo mal disposto e lo trasforma in apostolo.
Chiedere a Dio ogni giorno di questi miracoli strepitosi è cosa buona;
ma pretenderli come via ordinaria,
farne la giustificazione quotidiana di
tanta parte incoerente del nostro mi
nistero, questa è un’eresia grande
quanto quella di non credere alla
Grazia.
La via ordinaria dobbiamo ordinarla secondo esperienza e ragione. E la
ragione e Tesperienza ci dicono che
predicare a chi non è disposto ai
l’ascolto è tempo perso. Ci dicono che
la predica giova solo a chi è partito
di casa colla disposizione d’animo che
occorre. Ci dicono che se non interviene il colpo di fulmine di quelli di
cui l’Economia della Grazia non scia
la, possiamo essere sicuri che la disposizione d’animo resterà quella della partenza, sia lungo la salita di S.
Donato, che su per la gradinata di
chiesa, che sotto il bel portale di pietra e, varcato quello, resterà identica
anche nell’atmosfera mistica del iuo
go santo, sotto il martellare delle
sante parole del predicatore e perfino sotto il fremito ” interiore ” che
provoca Beppino ogni volta che canta ” Pietà Signore ” di Stradella ».
(Pag. 84-86).
E non serve dire apertamente al
popolo, nei giorni di festa, che le loro
feste sono un abominio per il Signore. Un amico di Don Milani vi ha
provato, non ha servito a riullal
(segue)
Bruno Costabel
AfiAPi ■ DOMENICA 7 OIUGNO1959
Giornata
degl! uomini delle Valli
Cari amici,
Secondo il desiderio espresso dai presenti alla riunione d’ottobre, rinnoviamo rincontro degli uomini delje Valli per la domenica 7 giugno. Vi mando il programma
della giornata con l’augurio vivissimo di
ritrovarci numerosi per una giornata serena e di fraterna discussione di problemi
che son di comune interesse.
Al mattino quando arrivate troverete
pronta una tazza di thè.
Alle 10,30 avremo il cullo nella chiesa
di Frali, insieme alla parrocchia locale.
-Alle 12,30 pranzo, dopo il quale vi sarà
un intervallo in cui si potrà prendere il
catte e star insieme.
Alle 11,30: conversazione del dr. Emanuele llosio su <( Possibilità tleireconomia
montana » e del prof. Ernesto Tron su
« Istruzione professionale e sviluppa economico delle Palli » e discussione.
Alle 16,30: thè. La banda di Proli offrirà un piccolo concerto all’aperto.
Alle 17,30: partenza.
Quota unica per la giornata (escluso il
viaggio): lire 500.
In attesa di vedervi, vi saluto tutti anche
a nome dei collaboratori di Agape.
Con affetto. Tullio Vinay
E’ USCITO
VITTORIO SUBILIA
il problema del male
Lire 500
Ordinazioni alla libreria Claudiana - forre Pollice
Il recente Sinodo “ '
( Vedi numero precedente)
L’Andamento dei lavori
La Sessione plenaria si inizia il 7
maggio con un culto del past. Carile
di Bologna (nei due giorni successivi
sarà il nostro Moderatore ed il past.
Carsaniga di Intra a celebrare il culto del mattino) e subito dopo il Presidente dà lettura della sua relazione. E’ questa una novità procedurale che riscuote ii consenso vivo dell’assemblea; dopò un messaggio del
rappresentante del Comitato di Londra, Rev. Kissack, vlen letta la lettera che il Comitato Missionario invia ogni anno al Sinodo, documento che dà il tono dei rapporti tra il
Comitato d’Italia e quello inglese ;
da ultimo è presentata la relazione
del Comitato Permanente. Questi i
documenti di impostazione generale
£iu cui si orientano i lavori del Sinodo in vista delle risposte da dare al
questionario. Manca una controrelazione come è in uso al Sinodo Valdese; in quanto la struttura attuale
della Chiesa Metodista non lo richiede.
Si procede quindi alla lettura delle domande ed alla elaborazione delle risposte da darsi al questionario
d’inchiesta, iniziando dalle operazioni preliminari sulla composizione dell’assemblea. Dopo che il Presidente
Past. Mario Sbaffi ha dato alla Ses
sione plenaria le informazioni relative al campo di lavoro secondo i deliberati presi dalla Sessione pastorale, si procede all’esame delle questioni relative alla vita delle singole comunità, al lavoro degli evangelisti e
quindi ai problemi finanziari. Su questo argomento desideriamo . sottolineare lo sforzo notevole intrapresa
dalle Chiese metodiste in questi ultimi due anni in relazione al loro programma di indipendenza economica,
che ha consentito loro di triplicare in
pochi anni il gemito delle contribuzioni. Cosicché, rincuorato dal successo conseguito in questo campo ed
apumendo un iinpegno di responsabilità particolare, il Sinodo ha richiesto fin da quest’anno p>er il 1961 al
Comitato di Londra rautonomia della Chiesa italiana, il che comporta
per il prossimo anno l’aumento delle contribuzioni della metà del gettito attuale. La mèta dell’autarchia e
conseguente autonomia organizzativa del ramo metodista italiano costituisce una legittima aspirazione fortemente sentita dal Sinodo e dalle
chiese ed è uno degli impulsi vivi dell'attività della Chiesa consorella, testimonianza ad un tempo di una fede viva e di uno spirito di dedizione fattivo.
Il lavoro di evangelizzazione, le
questioni relative agli stabili, alle
opere di assistenza, e scolastiche, l’attività della gioventù, la stampa, costituisce l’argomento del lavoro nei
tre giorni in cui si sviluppa la Sessione plenaria; ne è qui possibile soffermarci sulle singole questioni trattate. Diremo solo di talune di esse.
Anzitutto' nella vita del movimento
giovanile metodista, alla direzione
del quale è stato confermato il past.
Aquilante, si sono verificate talune
innovazioni, come risulta dalla interessante relazione del responsabile.
La GEM, in conformità ai voti del
Congresso giovanile, riforma questo
anno le sue strutture articolandosi in
sezioni di circuito riunite in un comitato nazionale che viene così ad
alleviare, in una migliore distribuzione di compiti, il lavoro del Segretariato centrale.
Particolare interesse desta anche
la relazione di «Casa Materna» che
sempre di più attrezza i suoi mezzi
presentandosi come un centro di as
sistenza, ed educazione di prim’ordine per centinaia di ragazzi (222 interni e oltre 250 alimni esterni costituiscono gli effettivi nell’anno decorso). Un complesso scolastico in piena
efficienza provvede alla istruzione eie.
meritare e a corsi di avviamento professionale in loco; per gli studi
superiori si provvede mediante gli
istituti statali. Molti giovani ricevono così ad un tempo una istmzione
ed una educazione e formazione religiosa che tempra il loro carattere
per un migliore avviamento alla vitu. La consacrazione al Signore per
la .gioia e la vita dell’infanzia è la te
(^SCHEGGE^
RAPPORTO COI SIMILI
VITTORIA SUL MALE
Tutte le volte che tu odi! e fuggi un uomo
tu non t'accorgi che odii e fuggi te stesso.
Perchè non hai ancora superato e vinto in te
ciò che in altri ti urta.
Non basta che tu dica a te stesso
di essere superiore a quell'errore
a quella malvagità o meschinità.
Dimostralo
accogliendo con misericordia
chi è dominato da ciò che ti ripugna.
10 odio negli altri
ciò che domina me stesso.
11 male è veramente vinto in te
quando sai comprendere e correggere
con affettuosa e ferina calma chi ne è dominato.
SGUARDO ILLUMINATO
Non è forse falso
ciò che tu vedi di male negli altri
ma l'errore è che tu non vedi che quello
per la leggerezza e l'angustia del tuo sguardo
[morale.
NON VIOLENZA
Non imporre nulla.
Non ti preoccupare del trionfo di un'idea
forzando altri a capirla.
e gli altri capiranno per intuito
Se tu la stimi vera, agisci ispirato da essa.
Sentine tu la bellezza nell'azione che compi
qual norma e qual luce anima la tua azione.
Agisci con intelletto d'amore
e la Verità si paleserà a chi ti è accanto.
Carlo Lupo.
stimonianza che rende il complesso
di « Casa Materna » ed i suoi sperimentati artefici.
Anche il ricevimento dei delegati
delle Chiese sorelle ha assunto quest’anno ima forma nuova assai interessante. Molti sono stati i messaggi ricevuti da Chiese ed amici. Numerosi i rappresentanti delle Opere
consorelle invitati a presenziare alla
seduta, alcuni soltanto gli invitati a
presentare un messaggio che ciascuno doveva Inquadrare su di un tema
precedentemente indicato. Cosicché
il Col. Evans dell’Esercito della Salvezza, il prof. Vinay decano della Facoltà di Teologia, il past. Guido Comba del Church ^rvice ed il Moderatore della Tavola Valdese hanno ciascuno recato un proprio messaggio
in merito ai problemi relativi all’annuncio dell’Evangelo nell’Italia meridionale. L’esperimento deve ritenersi pienamente riuscito e sarebbe
augurabile fosse ripreso e seguito anche da parte del Sinodo valdese.
Nei Comitato Permanente il Sinodo ha rieletto tra i laici : Teofilo Sant', Giorgio Spini, Renato Tulli, i quali si affiancano ai pastori: Siro Cantoni, Sergio Carile, Pier Paolo Grassi. Il Comitato Permanente è completato dal rappresentante di Londra
Rev. Kissack, dal segretario del Sinodo past. Angelo Incelli e dal So
vraintendente generale past. Mario
Sbaffi, confermato Presidente dal vo
io del Sinodo.
I rapporti con ì Valdesi
Come abbiamo detto il tema della
collaborazione con la Chiesa valdese
ha impegnato tutto il pomeriggio del
giorno 8 in un’appassionante discussione nel corso della quale la necessaria precisazione in ordine a spunti
di principio relativi alle attività comuni delle due Chiese si è alternata
con wnsiderazioni pratiche intorno
ai più precisi casi concreti venuti alla luce. Il Sinodo ha dato luogo ad
una discussione ampia e ben orientata nel corso della quale tra gli interventi felici di molti oratori è emerso
uno spirito di sana e schietta com
prensione per le reciproche necessi
tà ed un seriso di fraterna solidarle
tà ecclesiastica. I lavori si sono con
elusi su questo argomento con Tap
provazione di tre ordini del giorno
quali attestano l’anelito di tradurre
»n pratiche realizzazioni quei princi
pi che negli scorsi anni sono stati af
fermati ed approvati dai rispettiv
Smodi valdese e metodista.
Possiamo pertanto affermare che
quei principi sulla base dei quali gli
scorsi Sinodi hanno avviate le trattative in corso tra la Chiesa metodista e la valdese, rispondevano e rispondono effettivamente a sentile e
comuni necessità. Non crediamo di
andare errati dicendo che essi sono
oggi maturati in una luce di comprensione nell’animo di tutti.
La discussione ha avuto inizio con
una precisazione del Presidente Sbaffi in ordine ai detti principi e al testo del messaggio distribuito alle
Chiese, il quale ha espresso l’avviso
di essere giunti al momento di dare
una manifestazione di volontà concreta a quanto finora delineato in sede di principi. Anche se andiamo pia
no, ha precisato 11 Past. Sbaffi, ciò
{continua in 4.a pag.)
0000
3
L'ECO DELLE VAUI VALDESI
— 3
Inauguré à Genève le
nouvel Auditoire de Calvin
Parmi les cérémonies qui marquent à Genève le Jubilé réformé de 1959, celle de la
réouverture de l’Auditoire intéresse les protestants réformés du monde entier. C’est
en effet grâce à leur appui financier et à
leur support moral que cet édifice a pu
être entièrement restauré pour servir désormais de centre réformé mondial.
Cette petite église, anciennement NotreDame-la-Neuve, à quelques pas de la Cathédrale de Saint Pierre, a toute une histoire, quoiqu’on n’en connaisse pas exactement les origines. La restauration qui vient
d’en être faite a mis à jour les vestiges
d’édifices antérieurs, dont les plus anciens
datent les premiers siècles de l’ère chrétienne. Une première chapelle, bâtie sur
des substructions romaines, a été construite
à la fin du Ve s.ècle. Dans les siècles suivants, elle fut plusieurs fois dommagée par
des incendies et subit diverses modifications au cours de ses reconstructions.
En 1536, lorsque Genève adopta la Réforme, elle fut délaissée quelque temps
comme église, car depuis l’abolition de
la messe, on ne célébrai', des cultes qu’à
St. Pierre, St. Gervais et la Madeleine, et
on y installa une forge pour l’artillerie du
nouvel Etat souverain. Il faut se souvenir
que Genève, avec la Réforme, avait acquis
son indépendance politique, mais qu’elle
était d’autant plug menacée par ses puissants voisins catholiques.
Par ailleurs, Genève devenait de plus en
plus une cité de refuge. Sa population de
12.000 habitants s’accrût en quelques années d’environ 6.000 réfugiés, persécutés
dans leur pays pour avoir adopté la foi
réformée. Ceux qui ne parlaient pas le
français tenaient à célébrer leur culte dans
ieur langue, et Notre-Dame-la-Neuve redevint una chapelle dès 1555 pour les cultes
réformés en italien et en anglais. C’est alors
qu’elle prit le nom d’Auditoire et commença à jouer un rôle de premier plan
dans le développement de la Réforme.
Les communautés italienne et britannique se servaient de l’Auditoire non seulement pour leur culte du dimanche, mais
aussi pendant la semaine pour des réunions
et des cours. Le réformateur John Knox,
père de l’Eglise réformée d’Ecosse, disciple et ami de Calvin, fut le pasteui de la
communauté britannique et prêcha à l’Auditoire de 1556 à 1559, année où la plupart des Anglais purent retourner dans
leur pays, la persécution des protestants
ayant pris fin avec l’avénement d’Elizabeth.
Pendant la courte période qu’ils passèrent
à Genève, les réfugiés de langue anglaise
déployèrent une activité littéraire intense
dans l’expression de leur nouvelle foi. Ils
publièrent entre autre leur Constitution et
leur Liturgie et travaillèrent à une version
anglaise de la Bible, qui parut à Genève
en 1560. Cette version, connue sous le nom
de Bible de Genève, était sensiblement
meilleure que celles qui avaient été faites
auparavant et exerça une grande influence
sur la version classique, dite King James’
Bible.
Les réfugiés italiens prirent racine à Genève et leur Eglise resta vivante pendant
deux siècles. De petits groupes de réfugiés
espagnols, grecs, portugais et même juif
et turcs convertis se rattachaient à l’Eglise
italienne. Plus tard, les réfugiés allemands
se servirent également de l’Auditoire. Ils
lui donnèrent même un orgue en 1706.
Mais l’Auditoire ne fut pas seulement un
lieu de culte pour les réfugiés. Il fut aussi,
dès la deuxième moitié du XVD siècle, véritablement un auditoire, c’est-à-dire un
lieu où l’on venait s’instruire. Dès 1557, on
y tint tous les vendredi matin une réunion
publique, dite la « Congrégation » où Calvin et ses collaborateurs expliquaient la
doctrine réformée et répondaient aux questions que les auditeurs avaient le droit de
formuler. A partir de 1562, Calvin, et Bèze
surtout (puisque Calvin meurt en 1564) y
donnèrent leurs cours de théologie. Les étudiants accourraient de tous les pays d’Europe. Ils s’entassaient même par milliers
dans le petit auditoire. La théologie continuera à être enseignée à l’Auditoire pendant deux siècles, faisant de ce sanctuaire
le coeur même de l’Académie (puis l’Universitéj, fondée par Calvin, dont on célèbre cette année le 400" anniversaire.
Pendant la période révolutionnaire antireligieuse, c’est-à-dire à la fin du XVIII'
siècle, on se sert do l’Auditoire pour les
séances de l’Assemblée nationale. Ensuite,
il est de nouveau utilisé par l’Eglise protestante. La grande salle, munie d’une tribune pour le public, servira aux réunions
du Concistoire jusqu’en 1952 et à celles
de la Compagnie jusqu’en 1947. Bien des
séances mémorables s’y tiendront. A la fin
du XIX« siècle. Je « catéchisme » du Pasleur Tournier y attira des foules. La communauté suisse-alémanique célébra ses cultes à l’Auditoire pendant plusieurs années
et de nombreuses sociétés religieuses y tinrent leurs assises. Enfin, tout récemment,
de 1949 à 1954, le Centre protestant d’études occupa les locaux attenant à la grande
salle et organisa des entretiens et des études bibliques, qui étaient bien dans la
tradition de l’Auditoire de Calvin.
L’Eglise de Genève ayant fait l’acquisition d’un immeuble plus vaste voisin de
St. Pierre pour son administration, on voulut faire de nouveau de l’Auditoire, monument historique, un centre de rencontre
et d’étude au service des réformés du monde entier. L’Alliance réformée mondiale,
à sa dernière Assemblée générale réunie à
Princeton en août 1954, accepta d’en prendre la charge, l’EgJise protestante de Genève se réservant le droit d’y tenir les
séances du Concistoire. Mais il s’agissait
tout d’abord de le restaurer complètement.
de le ^moderniser et de lui redonner la simplicité^ de 1 aspect qu’il avait au temps de
la Réiorme. L’Alliance réformée mondiale
lança un appel auprès de ses Eglises membres pour réunir la somme considérable
nécessaire à cette restauration, malgré les
subsides de la ville et de l’Etat de Genève
et de la Confédération suisse. Les Eglises
réformées^ répondirent généreusement à cet
appej. C’est donc leur maison. L’église
même, où siégera le Consistoire, sera de
nouveau mise a la disposition des communauté.s étrangères pour leur culte: écossais,
italien, hollandais, hongrois. Une salle de
conférence a été aménagée à l’étage supérieur, auquel on accédé par un ascenseur.
Une petite cuisine et divers autres locaux
permettront d’en faire un véritable centre
d’accueil. Une exposition permanente retracera non seulement Je passé, mais illustrera l’actualité du mouvement réformé, la
vie même des églises réformées de nos
jours. Des conférences, des congrès, des
séminaires théologiques internationaux se
tiendront à l’Auditoire.
Point de rencontre, foyer actif et rayonnant, tel sera le nouvel Auditoire de Calvin si les protestants réformés de partout
veulent bien s’y intéresser, non pas pour
en tirer un titre de gloire, mais pour affirmer leur foi et pour voir plus clairement comment, avec les chrétiens de toutes dénominations, race ou nation, ils peuvent apporter leur contribution et leur témoignage dans le monde d’aujourd’hui.
(Bulletin de l’Alliance Réformée
Mondiale).
Toponimi delie Valli Valdesi
l’Armagli, o Armailli: vili, nella comba di Giaussarand, territorio di
Bobbio. Dal delñnese « armalhi »,
branco, armento di mucche, dal lat.
animalia, e quindi luogo ove si ra«
dimano le greggi. 1634, Stefano
Mondon degli Armaglieri.
gl’ Armant: due gruppi di case nel
comune di Torre, sulla strada dei
Kussenc, fra i Simund e la Burlerà.
Derivato anch’esso dal nome di fam,
Armand,' Armando, non raro in
Provenza, donde passò alle Valli,
non sappiamo quando, forse attraverso il Queyras, ove si trova il cognome ñn dal 1260. Già esistente a
la Torre nel 1469. 1610, ruata delli
Armandi, ossia Ohioto Riveti.
id. case in quel di Bobbio, su la
vecchia strada che conduce al Pra.
l’Armarìa; case sulla strada a mezza costa che conduce dai Coppieri
ai Chabriol supji, ad occ. di Torre.
Porse col significato di «armeria»,
luogo dove si preparano, si tengoiic, si conservano delle armi.
gl’ Arnaut: vili, in quel di Rodoretto,
ad occ. della Villa. Nome di fam.
della Provenza, comune ai trovatori del XIII sec., di cui il piU noto
è Arnaldo Danielle. Dal ta. lat. Arnaldus, che ha dato Arnaud. In vai
Queyras fin dal 1260 Cfr. C. di V.
grosso, 1640: Arnaud.
id. case nel comune di Torre, sotto
il Cugn, non lontano da Chiavulla.
1716, al Arnaudo, alli Arnaudi.
gl’ Amuleti case in quel di Torre, a
notte degli Ugon, oltre Bellavista.
Dal nome di fam. Arnoulet, diminutivo di Arnoul, che troviamo in
Angr. già nel 1232 (Arnulfus) e nel
1485, come nome di fam.: Antonio
Amulphi.
j’ Artiis: dal nome di Jan Artusio
(1554).
1’ Artüsoi: vili, del Villar, sul pianoro su cui è situato Siibiasc e la Pianta: diminutivo del nome di fam.
Artiis, già prima del 600 ed ancor
oggi frequente in quella regione delle Valli- 1616, Giov. Paolo e Stefano
Artusoti, di Bobbio; 1634, loco detto TArtusoto.
r Arunc: vili, di Rorà, sulla strada
che dal cpl. conduce a Pianprà.
Luogo da poco dissodato; dal v.
arunciar che vuol dire appunto dis
sodare. In vai Pellice, dal ta. lat.
runcarc, è rimasto per lo più rune.
j’ Arvèl; vili, di S. Giovanni, ad est
dei Jallà superiori. Dal nome Revel. Revello, nome di fam. che fin
dal 1232 si trova nel territoria di
S. GL (C) ed in quello di Angr ,
almeno del 1481. Lo troviamo in vai
Queyras fin dal 1261.
1’ Arvtìra: piccolo vili. d’Angrogna,
verso il costone della Rocciaglia. Ha
lo stesso significato di « rivèira »,
cioè terreno m riva ad un corso
d’acqua, lungo un ruscello.
la Baisso : vili- cpl. di Maniglia, con le
scuole ed il tempio valdese. Il nome significa lieve abbassamento del
terreno, piccola depressione, avval
a cura di T. G. Pons
lamento. Nel 1463 troviamo •:( ad
Bassam», ma riferito probabilmente a località di S. Gi.
Id. case in quel di Prarostino.
Balangìe (d’sai e d’iai): gruppo di case in quel di Bobbio, nella comba
di Giussarand. Nome di fam. ed anche di individui provenienti dalla
valle del Po, secondo G. dalla, ma
che troviamo già ad Angr. nel 1481 :
Giovanni Balarigero; è nella Valle
fin dal 1222, in un doc. del 10 Nov.,
in cui i signori di Lusema transigono le loro differenze intorno al
luoghi della Torre, di Luserna e del
Villar (B. S. H. V., n. 11, p. 15). Cfr.
Ct di V. Grosso, 1640: BaJa-nger.
1716, alle ballangere, in quel della
Torre.
Baibéncio: vili, nel comune di Ferrerò, sopra li Trussìe. Nome di persona? - 1632, Balbenchia. Cfr. C. di V.
Grosso, 1640: Balbencie.
li Balmas; vili, di S. Germano, su la
strada che conduce a Pramollo. No
me di fam. diffuso in varie regioni
delle Valli, specie a S. Gr. Ch., ove
fin dal 1570, troviamo « al Balmas ».
Cfr. C. di V. Grosso, 1640: Balmas.
Il nome è accrescitivo di « balmo »,
riparo, caverna.
Balméttu: alpe in quel di Massello,
all’estremità N. O. del Valun. Nome di luogo anche altrove, diminu
tivo di « balmo ».
la Balmo: alpe nella parte alta del
vallone di Rodoretto, a circa 1800
m. Nome proveniente dal celto
«balma», cioè antro, caverna, ri
I>aro sotto roccia, diventato nome
di fam. che troviamo a Rd. nel 1662.
Cfr. C. di V. Grosso, 1640: Balma.
Balsiglio (d’sai e d’iai): estrema vili,
del com. di Massello, alla confluenza del torrente Ghinivèrt con quello proveniente dal Pis, che divide il
borgo in due parti. Nome che significa piccolo balzo, forse dal ripiano
che sovrasta l’abitato da sud. - 1420,
Balsiliam - Cfr. C, di V. Grosso,
1640, che scrive erroneamente Baocegiia. Da avvicinarsi, con metatesi, a bastilia, piccola bastita, piccola
fortificazione.
iiaiiciet; alpe di Bobbio, nella parte
alta del vallone che scende su Villanova. Dal termine «banciet, èrbanciet », col significato di ripiano
in parete assai ripida.
tu Bandì: casolare sopra la bandita
della Dorgata Ciaberso, in territorio di Massello. Dal sostantiva « bandì », cioè bosco bandito, in cui non
è permesso il taglio delle piante,
perchè esso deve proteggere l’abitato sottostante.
Barfé: case ai piedi del costone roc.
ciosG scendente da Costa Russina.
sulla d. del torrente Angrogna. il
nome, che significa « bel faggete »,
secondo il Jalla, si trova già in un
doc. del 1277: bel Faetum. NeH’Isè
re, in Francia, la parola « barfei »
ha il significato di « diga ». 1674.
Barfé.
ta Barma; case nel piano di S. G o
vanni, a sud di Rocciamaneud. Cfr.
Balma. La sostituzione dell’l seguito da consonante, con l’r, è frequente, passando dalla v. della Germanasca in quella del Pellice. Se ne
vede un es. anche nel toponimo
precedente.
Pietro Valdo
25. — I difensori balzano dai loro
rifugi, dalle loro tane, ed affiontano
il nemico, lo respingono, lo incalzano
nella sua fuga rovinosa. A un tratto,
il loro comandante, il capitano Sac*
chelti, da Polonghera, scivola su un
macigno muschioso lambito dal torrente in piena. E precipita nelle acque schiumose. Il panico sì impadronisce dei soldati, e nel tentativo di
sfuggire alla stessa sorte, si spingono,
si urtano, e precipitano essi pure nell’abisso. DaU’alto, intanto, cade fin
sul sentiero un’immane gragnuola di
sassi che ì montanari, passati all’offensiva, fanno rotolare sul resto delle
truppe. Quel giorno, la nebbia potè
più che il ferro dei Valdesi.
26. — Il Vescovo, preoccupatissimo,
è giunto alla Valle; e manda un’ambasciata agli eretici. 11 Duca di Savoia vorrebbe por fine a quella guerriglia inutile e crudele. Il Consiglio
dei Valdesi discute lungamente: non
sarà un nuovo tranello per distruggerli? potranno fidarsi delle promesse? lant’è vero che il Concilio di Costanza ha decretato che è lecito venir meno alla parola data ad un eretico, senza per ciò peccare... Finalmente, i Valdesi decidono la soluzione migliore: confidare in Dio; e mandano i loro delegati dal Vescovo.
27. — Alcuni giorni doop, gli invitati sono di ritorno. « Abbiamo veduto il Duca Carlo; è stato molto gentile con noi. E’ giovane e simpatico.
Ci ha interrogati a lungo, sulla nostra fede, su noi, sul nostro costume
di vita. Le nostre risposte lo hanno
lasciato perplesso; rivolgendosi al frate che non lo abbandonava mai, gli
ha detto che se quel che gh dicevamo era vero, allora egli era stato vilmente inganato. Gli uomini che aveva davanti a sè erano dei discepoli,
non già del diavolo, ma del Signore!
E rivolgendosi a noi, ci ha chiesto:
— E’ vero che i vostri figli nascono
come dei mostriciattoli, con quattro
file di denti neri e un occhio in mezzo alla fronte? —».
Karl Barth
LETTRE A UN PASTEUR DE LA
REPUBLIQUE DEMOCRATIQUE
ALLEMANDE ET LA REPONSE
L. 550
Ordinazioni alla
LIBRERIA CLAUDIANA - Torre Pellice
IL PR06RAMMA DEI CAMPI AD ADELFIA
ADELFIA è un centro giovanile evangelico che svolge funzione
di servizio per la Chiesa. Si trova in Sicilia, a pochi chilometri
da Vittoria (Ragusa), su una bellissima spiaggia della costa sul
Mediterraneo. Ogni anno si accresce di nuove possibilità di ospitalità, per la collaborazione dei giovani; quest’anno avremo un
primo camerone-dormitorio, oltre i servizi già in uso gli scorsi
anni. L’atticità si svolge su piano interdenominazionale.
1« CAMPO DI STUDIO PER MONITORI DI SCUOLA DOMENICALE.
Periodo: 8-14 luglie
Direttore di campo e dei corsi: Pastore Enrico Coreani.
Quota di partecipazione: L. 650 giornaliere; sono previste facilitazioni. ,
Argomento di studio: « Organizzazione del lavoro nella Scuola
Domenicale », con studi a carattere didattico e biblico, alternati.
Per Monitori effettivi, ed eventualmente per aspiranti Monitori. E’ richiesta la presentazione del Pastore della propria Chiesa.
A nessuno sfugge 1 urgenza di una comune meditazione dei
problemi della Scuola Domenicale. Scopo del campo è di offrire
ai Monitori la possibilità di una preparazione al loro delicato e
non facile servizio! ed alle Chiese un corpo insegnante preparato.
7» CAMPO giovanile DI STUDIO.
Periodo: 15-30 luglio.
Direttore di campo : Pastore Guido Colucci.
Quota di partecipazione: L. 550 giornaliere; per tutto il campo
L. 7.500.
®tò: da anni 16 compiuti ad anni 35.
Argomento di studio : « La vita comunitaria secondo il Nuovo
Testamento ed oggi »•
La comunità è un dono di Dio, conoscibile ed attuabile per
lo Spirito Santo. La comunità cristiana riceve sfida da diverse
concezioni comunitarie o individualistiche. La comunione con altri cristiani non può essere che una benedizione, una specie di
eccezione alla regola, che deve essere accolta con riconoscenza.
1« CAMPO ITALO-FRANGESE Di STUDIO BIBLICO.
Periodo: 1-5 agosto.
Direttore di campo: Pastore Alberto Taccia.
Quota di partecipazione: L. 650 giornaliere; per tutto il campo: L. 9.500.
Età: da anni 16 compiuti ad anni 35.
Argomento di studio: Studio biblico, da precisare.
Numero di posti limitato; non si accettano giovani che non
abbiano precedentemente ricevuto conferma alla loro richiesta di
partecipazione.
(Irganizzato in collaborazione tra la F.U.V. e la Alliance des
Equipes Unionistes de France, è l’occasione dell’incontro con fratelli « ancora più lontani », per la prima volta offerto ad Adelfia.
E’ certamente una benedizione. La Parola di Dio e la medesima
fede sono il punto d’incontro per la comune conversazione e la
reciproca comprensione.
NORME COMUNI PER TUTTI I CAMPI:
Le iscrizioni devono essere inviate a: Pastore Guido Colncci,
via (iaribaldi 60, VITTORIA (Ragusa) tei. 81161, su moduli appositi da richiedere allo stesso indirizzo, assieme ai programmi
dettagliati, ed eventuali informazioni, richieste di aiuti finanziari, ecc.
Le iscrizioni devono pervenire non più tardi di 5 giorni prima
deirinizio del campo, accompagnate da caparra di L. 700 per
ciascun campo.
Alloggio: le donne nel camerone-dormitorio attualmente in costruzione; gli uomini, sotto tenda.
4
Noi abbiamo conosciuto l'amore che Dio ha per noi e vi
abbiamo ci^uto.
1 Giovanni 4: 16
L'Eco delle Valli
Provvedimenti a favore
della piccola proprietà contadina
E’ noto che una delle cause della crisi
in cui si dibatte da tempo l’agricoltura delle Valli è costituita daH’eccessivo frazionamento delle proprietà.
Per rendersene esatto conto è sufficiente
dare uno sguardo ad una mappa catastale
di uno qualsiasi dei nostri Comuni: si vedrà allora che, più che di frazionamento,
si dovrebbe in molti casi parlare d’una vera e propria frantumazione dei poderi.
Le conseguenze d’un tale deplorevole
stato di cose sono numerose ed importanti.
Ne indicheremo alcune:
1) Le ore di lavoro perse per raggiungere gli appezzamenti, sovente situati assai
lontani dall’abitazione e gli uni dagli altri;
2) L’impossibilità o la non convenienza
di servirsi di mezzi meccanici od anche
solo animali nella coltivazione di piccoli
appezzamenti;
3) Le difficoltà d’una razionale irrigazione;
4) vincoli di confine, soprattutto nei riguardi delle coltivazioni erboree;
5) La necessità di numerose strade interpoderali, che sottraggono terreno ed esigono manutenzione, nonché l’esistenza di
innumerevoli diritti di passaggio, sovente
non documentati e fonte di discordie;
6) Le piu numerose questioni riguardanti
i ^ termini di confine, le famose « Bòine »
disseminate dovunque a seguire i tracciati
spesso bizzarri degli appezzamenti.
Del frazionamento delle proprietà sono
in gran parte responsabili le divisioni ereditarie, nelle quali si perde sovente di vista la necessità di conservare l’unità del
podere o, quantomeno, di suddividerlo razionalmente.
Per ricostituire le unità colturali si devono sfruttare tutte le possibili occasioni
di acquisto e permuta di fondi.
^ A questo proposito, dobbiamo attirare
I attenzione degli interessati sulle agevolazioni tributarie riguardanti gli atti posti in
essere per la formazione o per l’arrotondamento della piccola proprietà contadina.
Esse sono contenute nella legge 6 agosto
1954, n. 604, le cui disposizioni sono state,
per effetto della legge lo febbraio 1956, n.
53, prorogate sino al 30 giugno 1960.
In poche parole, mentre per i trasferimenti sottoposti alla normale disciplina
tributaria si paga all’incirca, per imposte,
il 7% del valore accertato, per i trasferimenti cui 4Ì riferiscono le norme in parola
la percentuale di imposte è solo del 2%
circa.
Trascriviamo il testo della citata legge
6 agosto 1954, n. 604.
« Art. 1 - Sono esenti dalla imposta di
bollo e soggetti alla normale imposta di
registro ridotta ad un decimo ed alla imposta ipotecaria nella misura fissa di lire 500
i seguenti atti posti in essere per la formazione o per l’arrotondamento della piccola proprietà contadina, quando ricorrono
le condizioni e i requisiti previsti dall’articolo 2:
1) atti di compravendita;
2) atti di ftermuta, quando per ambedue i permutanti l’atto sia posto in essere
esclusivamente per l’arrotondamento della
piccola proprietà contadina;
3) atti con i quali ¡1 nudo proprietario
o l’usufruttaurio acquista, rispettivamente,
l’usufrutto o la nuda proprietà.
1^ agevolazioni tributarie sono applicabili anche agli acquisti a titolo oneroso
delle case rustiche non situate sul fondo,
quando^ l’acquisto venga fatto contestualmente in uno degli atti indicati al primo
comma per l’abitazione dell’acquirente e
della sua famiglia ».
« Art. 2 - Le agevolazioni tributarie previste dall’art. 1 sono applicabili quando;
1) l’acquirente o il permutante sia persona che dedica abitualmente la propria
attività mannaie alla lavorazione della terra;
2) il fondo venduto o permutato sia
idoneo alla formazione o all’arrotondamento della piccola proprietà contadina e,
in ogni caso, in aggiunta a eventuali altri
fondi posseduti a titolo di proprietà dall’acquirente o comunque dagli appartenenti al suo nucleo familiare, non ecceda di
oltre un decimo la superficie corrispondente alla capacità lavorativa dei membri contadini del nucleo familiare stesso;
3) l’acquirente o il permutante nel
biennio precedente all’atto di acquisto non
abbia venduto altri fondi rustici oppure
abbia venduto appezzamenti di terreno la
cui superficie complessiva non sia superiore ad un ettaro ».
« Art. 3 - Per conseguire le agevolazioni tributarie di cui alla presente legge l’acquii-ente o i permutanti;
a) debbono dichiarare contestualmente
nell’atto quali sono i fondi che a titolo di
proprietà sono posseduti da loro e dai
membri del nucleo familiare, e inoltre che
si trovano nelle condizioni di cui al n. 3
dell’articolo precedente ;
b) debbono produrre insieme con l’atto, al momento della registrazione, lo stato di famiglia e un certificato dell’Ispettorato agrario provinciale competente per
territorio che attesti la sussistenza dei requisiti di cui ai nn. 1 e 2 dell’articolo
precedente ».
Halle
Se uno dice: lo amo Dio, e
odia il suo- fratelio, è bugiardo.
' ' ^ • f- ' ^
1 Giovanni 4; 20
'• • ' ■ z
RORA’
Domenica 31 maggio ha avuto luogo la riuscita gita di Chiesa con mè
ta Luino, sul lago Maggiore. Una
quarantina di rorenghi e di amici vi
ha partecipato. Dopo alcime ore di
ripoM e di svago a Luino siamo ripartiti per Laveno - Intra. Un gruppo
ha visitato le isole per ricongiungersi
poi al resto dei gitanti a Stresa donde abbiamo preso la via del ritorno,
riconoscenti per questa pomata di
svagO'. A Laveno ed a Luino erano
ad aspettarci dei parenti di alcuni
partecipanti alla gita, che ci hanno
fatto gli onori di casa. Diciamo loro
un saluto affettuoso. Non dimentichiamo di ringraziare l’anziano Aldo
Tourn che, come già altre volte in
passato, ha rinunciato alla gita per
sostituire il pastore nella predicazione.
Ricordiamo che Domenica 7 giugno
tempo permettendo, avrà luogo la
passeggiata della Scuola Domenicale.
san sEconoo
Gli alunni valdesi della scuola elementare hanno sostenuto la scorsa
settimana l’esame di religione alla
presenza d:l Pastore Ciprriano Tourn
e della loro insegnante signora Vivine Bcmo, maestra nelle scuole del
capoluogo.
La preparazione degli scolari è stata molto accurata e l’esito lusinghie
ro degli esami ha dimostrato la dili
genza e la serietà con cui la maestra
AVVISI ECONOMICI
VALET de chambre et femme chambre pour service de maison dans famille protestante, cherché de suite;
adresser offres avec références et
photo à: Madame René van Berchem, 4 Rue Eynard, Genève (Suisse).
VENDESI regione Chabriols villino
con annessa cosetta rustica. Rivolgersi Tipografia Commerciale.
FAMIGLIA signorile, tre adulti, con
aiuto giornaliero cersa 40-50 enne
brava tuttofare, buone referenze.
Scrivere; Franchino, Via Piazzi 9,
Torino.
Il recente Sinodo Metodista
(segue dalla 2.a pag.)
non deve preoccupare, poiché dobbiamo nei frattempo consentire che
le nostre rispettive comunità si rendano conto di come questo piano di
coilaborazione si applichi. Alcuni
componenti l’assemblea hanno quindi prospettato talune opportunità di
collaborazione concreta nel Piemonte e nelle Venezie ed altri hanno posto in evidenza il carattere di unità
spirituale che vive alla base delle nostre rispettive Chiese locali, chiedendo che tutti i membri delle due Chiese vengano invitati ad iscriversi ad
una comunità deil’àltra denominazione nelia eventuaiità di un loro trasferimento in una località dove esiste non già una propria comunità
organizzata, ma una comunità deil’al
tra Chiesa. Questo punto è stato so
stenuto in tesi generale ancorché siano state sollevate alcune difficoltà in
qualche caso concreto come ad esempio quello del trasferimento di coloro che sono investiti di incarichi spe
ciali da .parte di imo dei due Sinodi.
Quello che conta sostanzialmente ri
levare è l’affermazione del principio
che essendo uguali le nostre comunità, sulla dichiarazione della comune
fede, debbansi intendere metodisti e
valdesi come membri di una sola
Chiesa, organizzata tuttavia su due
tipi di amministrazioni distinte.
L’attenzione del Sinodo è stata trat
tenuta a lungo sul tema della necessità di organizzare in comune tra le
due amministrazioni la cura delle rispettive diaspore per facilitarne il
compito in una economia di uomini
e di mezzi. Su questo aspetto della
questione l’accordo è stato unanime.
Inoltre il presidente Sbaffi ha ri
chiesto al Sinodo di volersi esprimere sul punto se il Comitato Perma
nente dovesse portare innanzi l’attuazione dell’abbinamento della cura di comunità viciniori concretan
do gli opportimi scambi di pastori.
Il Sinodo dopo uno scambio di vedu
te ha dato un mandato circostanziato al Comitato Permanente in tal
senso. Ecco il testo dei tre ordini del
giorno approvati a conciusione dei
tre punti esaminati:
a) Il Sinodo della Chiesa Evangelica Metodista d’Italia, riunitosi in Roma dal 6 al 10 maggio
1959, nella sua Sessione plenaria
del giorno 8, dopo approfondita
discussione sul tema della collaborazione metodista-valdese, delb
bera che i pastori, nel caso in cui
un membro di chiesa si trasferì
sca in una località ove esista soltanto la Chiesa valdese, comunichino il trasferimento al collega
di quella Chiesa, in vista della
iscrizione nel registri della Chiesa Valdese.
b) Il Sinodo, dopo approfondita
discussione sul tema della collaborazione metodista-valdese, onde
evitare dispersione di forze, invita la apposita Commissione paritetica a studiare esaurientemente
il problema della delimìtazion.'
delle rispettive diaspore.
c) Il Sinodo, valutata Toppo r
tunità di concretare la collaborazione metodista-valdese, nel rispetto della opinione liberamente espressa dalle singole comunità, dà
mandato al Comitato Permanente di studiare su un piano pratico
quelle situazioni particolari che
Offerte « Pro GianaveHa »
Offerte raccolte dalla Società « Enrico
Arnaud»: I» Elenco: Longo prof. Renato
L. 2.000; Ing. Giov. Pontet 2.000; Prof.
Angusto Armand Hugon 1.000; Codino Giovanni 1.000; Pellegrin Umberto 700 (2 vers)
Serenio Mario 1.000 (2 vers.); Mr. Jacques
Picot 2.000; Pons prof. Teofilo 1.000; Bellion Giulio 500; Bruno Giovanni (Torino)
500; Hugon Carlo Alberto 1.000; Rostan
Emilio 1.000; Bonjour Ernesto 1.000; (ìenre Enrico 1.000; Michelin Lausarot E-doardo 2.000; L. E. 100; Armand Hugon Bianca 200; Abate Domenico 1.000; Ganz Emi
iio (pastore) 1.000; Conte Gino (pastore)
1.000; Sereno Mario 1.000 ( 3 vers.); G. C.
S. (Torre P.) 1.000; Paschetto Carlo 1.000.
Totale L. 24.000.
La sottoscrizione è tnltora aperta.
La « Pro Valli » ringrazia sentitamente
la Soc. Enrico Arnaud ed i sottoscrittori,
augurandosi che anche altre associazioni
evangeliche delle varie parrocchie seguano
il nobile esempio dato dalla consorella, onde poter raggiungere presto la mèta prefissa.
suggeriscono la pronta attuazione
di una integrazione tra l’opera dei
pastori delle due denominazioni.
Una volta approvati gli ordini del
giorno, il nostro Moderatore ha pre
so a nuovo la parola per prospettare
ai colleghi metodisti lo sviluppo dell’attuazione di talune forme pratiche
di collaborazione che non richiedono
di per sé apposite deliberazioni degli organi ecclesiastici. Nella fase attuale delTincontro delle nostre Chiese, ha precisato il Past. Rostan, è necessario incrementare la reciproca
conoscenza degli uomini e delle situazioni di lavoro in cui ciascuno si
trova. Questo il fine a cui mira il
messaggio alle Chiese. Scambi di pul
pito più frequenti ed incontri ed attività in comune fra le nostre Chiese vicine o residenti nelle stesse località, sono strumenti idonei a diffondere la scambievole conoscenza.
Nelle città maggiori poi un aiuto reciproco per altenarsi nella cura del
le comunità nei periodi estivi di vacanze pastorali può essere strumento di felice e facile collaborazione;
e parimenti aiutarsi occasionalmente per culti particolari nella propria
sede 0 fuori sede in caso di momentanea assenza od impedimento, può
essere e dovrebbe essere una forma
di collaborazione reciproca che certamente anche i nostri rispettivi pastori emeriti non si rifiuteranno di
offrire se richiesti. Queste proposte
del Past. Rostan sono state accolte
con visibile consenso e soddisfazione.
Chiudendo i suoi lavori il Sinodo
metodista, esaminando il tema della
stampa, ha voluto demandare al Comitato Permanente lo studio dei prò
blemi relativi ai periodici di intesa
con la Tavola Valdese.
Il Sinodo nel suo complesso si è
svolto in un clima elevato e in uno
spirito di sereno giudizio, e con le
sue conclusioni sul tema che più direttsmente concerne noi valdesi, ha
fornito anche per il nostro Sinodo di
settembre felici spunti sugli argomenti che verranno in esame anche
da noi ed opportuni suggerimenti.
Giorgio Peyrot
POMARETTÜ
Domenica 7 giugno, il Pastore Cipriano Tourn predicherà nella nostra
chiesa alle ore 10.
ha saputo insegnare agli alunni di
ben sette classi questa materia non
facile e molto impegnativa.
II Consiglio di chiesa si sente pertanto in dovere di ringraziare la si
gnora Bomo per la sua efficace e pre
ziosa collaborazione espletata a favore della comunità. d. g.
Doni in «memoria»
Abbiamo ricevuto e trasmesso:
Nel lo anniversario della dipartita
del sig. Giulio Gomba in segno di riconoscenza, Henriette Dalmas e Stelio L. 5.000 per il Rifugio.
I figli della compianta
Leger Luigia
ved. Volati
nel lutto per la separazione della
sua cara mamma, entrata nel celeste
riposo il giorno 21 maggio, esprimono
la loro gratitudine al dott. Sabbione,
Suor Cornelia, Signora Gerlin Carlir.
Ermida, il Pastore Bouchard e Signora, i vicini di casa, e tutti quanti che
con scritti, fiore e con la loro presenza Thanno accompagnata dal luogo
delle sue ultime sofferenze alla sua
ultima dimora.
Perosa Argentina, 25-5-1959
Il 20 Maggio all’Ospedale Valdese
di Torre Pellice è mancato
Luigi Richard
di anni 70
Ne danno l’annunzio, fidenti nelle
promesse di Dio, la sorella Susanna
ved. Rostan, la cognata Comba Al
bertina ved. Richard, i nipoti, cugin .
e parenti tutti.
Si ringrazia il peronale delTospeda
le, i Pastori Roberto Jahier, Arnaldo
Genre e Aldo Comba, e quanti hanno
preso parte al servizio funebre a Torre Pellice e a Frali.
Redattore: Gino Conte
Coppieri - Torre Pellice
Tei. 94.76
Sede e Amministrazione
Editrice Claudiana
Torre Pellice - c.c.p. 2/17557
Tipografia Subalpina - s. p, a
Torre Pellice (Torino)
___Direttore: Prof. Gino Costabel
Pubbiicaz. autorizzata dal Tribunale
di Pinerolo con decreto del 1-1-1955
Prof. Or. Franco Uporti
Libero Docente
in Clinica Ortopedica
Specialista in Ortopedia
Traumatologia e Chirurgia Plastica
Visite presso Ospedale Valdese di
Torino: Lunedì e Venerdì ore 16,30
Consulenze presso Ospedale Valdese
di Torre Pellice : previo appuntamento
Prof. Dr. A, Roniscontro
Libero docente
in Clinica Odontoiatrica alTUniversità
MALATTIE
DELLA BOCCA E DEI DENTI
Pinerolo - Via Palestro, 7 - Tel. 24-98
Tutta la settimana tranne domenica
e lunedì
Alla falegnameria
SeRR9
inueRso pinpscp
Troverete
mobili adatti
alla vostra casa
“Facilitazioni di pagamento•
RICORDATE!
Da Milesi
••
Portici S. Donato, 11
PIMIILII - Telefono 20.3»
Troverete pronto il più grande assortimento di
BUSTI. VENTRIERE, REGGICALZE e REGGI
SENI Speciale confezione dei medesimi articoli con le migliori stoffe attualmente in commercio — CINTI ERNIARI, CALZE ELASTICHE
confezionati e su misura — ARTI ARTIFICIALI
per amputati di braccia o gambe — ARTICOLI
SANITARI in genere.
MOBILI
----— * " * ARTIGIANA
Qmàsppe Qiim
Strada di S. Secondo n. 4 - Telefono 2344
PINEROLO
di fronte Caserma Berardi (Alpini)
ARREDAMENTI COMPLETI DI ALLOGGI
Abbigliamento per UOMO - DONNA - RAGAZZO
ABITEX
«IS l^iaeMi
Le più eleganti e moderne
confezioni
ABITI • SOPRABITI • PA LET01
IMPERMEABILI
PINEROLO - Via Chiapperò, 12 - Grattacielo - Telefo
36.79
A prezzi di assoluta convenienza
forniamo :
Tende alla Veneziana, tende in strisele
per negozi ed abitazione
Pavimenti, ecc.
NEGOZIO
DELLA PLASTICA
♦
Via del Pino, 10 - PINEROLO - Telef 38.07