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ECO
»ELLE YALLI VALDESI
Spett.
BIBLIOTECA VALDESE
TORRE PELLICB
(Torino)
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno XC HI- '' um. 37
Una copia Lire I c
ABBONAMtM I
Eco: L. 2.0;ìO per rinlerno
L. 2.8U0 per Testerò
l^pedizimie in abbonamento postale .
Cambio di indirizzo Lire 50
(gruppo
torre PELLICE — 20 settembre 1963
Aminin. Clandiana Torre Pellice - C.C.P. 2-17557
In margine al quinto campo internazionale di Agape
Il Comitato della
ospiti
Conferenza
di Agape e
Cristiana per
della Tavola
la pace
Valdese
Nella prima decade di seWembre si è
ri’UJniio ad Agape il V° eanupo internazionale, che aveva per tema di studio e di
diiscujss>ioine: n Pace internazionale e disarmo aitoniico ». Questo campo è istato reso
particolamierue intei-eissante ed iiinpoirtanle dalla presenza, almeno a parte di esso,
di inU'itieroee personalità cristiane itrapegnate nella lotta per la pace. Infatti il Comitato icenlrale 'della Conferenza cristiana
per la pace (con sed-e a Praga) ha a:vuto
ad Agape la sua ultima sessione trimestrale, in parziale iconcomitanza con il « campo ». c diversi dei isuoi membri hanno cosi
potuto ilare un apporto interessante qiuanlo «iiiallinealo ai dibattito ; la sessione di
lavoro 13 0] t.omitato stesso ha avuto luogo
al iieriiiMic. e si è comolusa con una conferen ni mi sono stati invitati rappre n I Ila slaimipa itali ana ( quoti
1 n rd ANSA, stampa locale).
(,) za fuori del comune — e
la impa — hanno attiralo la
a I alti SII Agape (il cui tele
fono SI jvrmava diventato in questi giorni.
Un h largo raggio, icon telefo
naiie Imo a Mosca, anentre l’équipe di
Ag 1 I deva la testa a star dietro
agli limi’1 e alle partenze di tanti personaaei. <oniplrcati dallo sciopero del personii'li- iticJJe linee aeree) e sul lavoro deEa
« Loiiji reiiza cristiana per la. pace».
1 t I za cristiana per la pace »
non c da comlondere con il « Consiglio
ni li pace » di origine isovie
iii'ii .. ,1 iciii parecchi rimproverano, a, toriNiinc. inlenti essciizialmenile prò.
ci. Per quanto la « Conferenza »
Ilo origine oltre rortina, a Pracoiita aderenti e sosleniitori eia
1 airO'vest, e l’Ovest è come
presentato nel suo Comitato
i
pa
ahi
ga. fisa
all E
l’Est f£
centrai'e.
Il prof. J. L. Hromadka, decano della
Faroli.i di teologia protestante « Comenitis .. di Praga e preisidenle della Conferciiz,:. ha iilluslrato ainpianiemte e con
calore la genesi del movimenilo ai giornalisti presenti (v’era pure un giovane
respor.sa.hile della Gioventù di Azione
Catloii.ca lorineee), che hanno poi rivolto varie domande. Il movimento sorse
in imorio siponitaneo, ad opera di un piccolo gruppo che, di fronte ai problenii
posti lòaìia. realtà degli ultimi anni, decise di impegmarsi e loitlaire affinchè il tagilio loei tnondo in due parti non fotsse
totale, e la Chiosa, testimoniando attivamentr della riconiciliazione, cercasse
di lanciare dei ponti, per quanto umili
e deboli: si trattava di approfondire e
concretare la fede, Ja responsaliilità dei
INCONTRO
PASTORALE
AD AGAPE
Il 23, 24 e 25 settembre sì terrà ad
Agape un incontro pastorale di particolare importanza : vi parteciperanno infatti, oltre al corpo pastorale
metodista, una rappresentanza che ci
si augura buona sia del corpo pastorale battista sia di quello valdese. Il
tema deirincontro è ; « Protestantesi
mo ed ecumenismo ».
l'Tìtstiani, ia loro vo'cazione a creare l'I
iHalogo.
Dopo un leinlo lavorio iper&onale, si
ebbe n-el 1958, a Praga, la prima conferenza. preparatoria : una quaranlina ^ di
niembrit, proveniemti dalTEst e idallOvest, rappresonitainiti di sitiuazioni politico-rsociali, dì posizioni culituralì e di tradizioni cristiane diversissime; ¡ma proP*rìo per questo il lavoro si avviò in modo feeoinldo e (concreto; poiché vera la
raidice comiune deilll’Evangelo ricercato e
amato, si itrattava di icostruire una piattaforma per ili dialogo aneihe al di fuori
della Chiesa. Si sarsseguirono anitre conferenze preparatorie, fiinchè nel 19&1 si riutiì a. Praga la nrima Assemblea generale
della Conferenza; la seconda si è tenuta,
eempre a Pran;a, nella sborsa primavera,
e sì ptrepara la terza per il giugno 1964.
ludubbiaineni'.e finora Tapporto delle
Chiese delTÈst, prcteslanilì e ortodosse
^<*on quahdie amicizia cattolica, speeie in
Poi’o’iiai è stato preponderamle; tuittavia.
nian inano che iil lavoro procedeva e si
diffondeva, i suoi promotori delTEet si
son resi conto con gioia di quanti fotsisefo, i,n Otcciideniie, ad affiancarsi fraterna*
mente a loro in un lavoro che non è essenzialmente negativo — eoniro la guer
ra e il riarmo — ma positivo, rappresen
tando uno sforzo per comprendere Tuo
mo d’oggi, in ogni luogo e in ogn
situazione e annioneiargli TEvangelo del
la rìiconicUiazione con Dio e fra gli uomi
ni:. Sicché ora, aicvanto alle sezioni ceco
sllovarca, tedesca ( DDR), ungherese, po
laeca, russa, romena vi sono sezioni nel
la Germania federale, in Olanda, in Gran
Bretagna, in Franicia e in Italia (la Con
ferenza regionale italiana é presieduta
dai past. G. Girardei). La Conferenza d
Praga è in slretiti rapporti eon DUititi i mo
vimenili, cr.isitiani e non, orientali e occi
dentali, che hainno come obieittivo la pa
ce ; sebbene non vi sia stata finora alenna
adesione ufficiale cattolica, non pochi
<*attollici seguono il suo lavoro, e vi sono
sempre dei caiiio>lic.i, ospiti ed osserva
lori, alle Assemblee generali e regionah
I rapipresenitamti della stampa hanno ri
volilo parecchie domande, a euii i vari
membri del Comitato hanno risposto, e
cercfhiamoi di rìasisumere qui quainto è
s'.a o dello.
In elle mudo la Conferenza é in contalio Kon Topinione puihblica? I rappresentanti russi, 4’ecoslo'vaicchi, ungheresi
hanno dieihiarato che ij (movimemio incontra largo favore nei loro paesi e presso le loro Chiese: liai, anzi, una veste ufficiale, è parte inilegraiute della vita della
Ciìiesa, è sosteniuilo da offerte e (iolletle
speciali. Un rapipresentante russo notava
che ila sua gente ha sofferto in anodo p^rIculare nelTuhiiiio conflitto, e la sete
di‘ pace é prolonda. A questo proposito,
si è forse poluto notare una. (“erta mancanza di problemalizzazione: dire « da
noi tutti vogliono la pace » è quasi una
lapalisisiaina intgeniuilà^-Td“’allra parte, ise la
pace ha i isuoi apostloli, ha anche i suoi
hurocrati, cerio neice'Saard ina non privi
di parecicliio arido pragniatisnio... Sta
comunque il fallo che in Occidente la
situazione è diversa e che i gruppi impegnati attivamente per la causa della
pace sono' abbastanza ristretti, e guardati
spesso con un cerio sospetto, quasi si
irattasse ipso facto di quinte colonne sovietiche; itutiavia anche qui si diffonde
lentamente una conotscenza più profonda
e onesta delle finalità della Conferenza
e un atteggiamento più fraternamente
partecipe del • suo impegno.
Come opera, praticanienie, la Conferenza? Si tengono Conferenze regionali,
di aperto dibattiito, aiUe quali, nei due
sensi, si invitano sempre oratori di ’oltrecortina’ ; e in corrispondenza delle Conferenze regionali si invita il Comitato
centrale (una trentina idi membri) a tenere or qua or là le &ne sestsioni trimestrali. Vi sono ipoi numerosi gruppi di
studio; si cura fa ipuibblìcazione di articoli per divulgare Tinteresse; a Praga
viene pubiblicato un periodico bimestrale
(edizioni in più lingiue). Questo, per
quanto riguarda Tattività per informare
e influenzare Topìnione pubblica, nelle
("Illese e al di fuori. D’altra parte la Conferenza è in stretto contatto, oltre che
con altri movimenti pacifiisti, con la Commissione delle Chiese per gli Affari Internazionali e, d’aiocoido con questa, ha avu.
lo Tanno scorso un incontro ufficiale con
i membri della Conferenza per il disarmo di Ginevra. Inoltre nelle loro sessioni sia il Comitato centrale sìa TAssemblea generale studiano e discutono i problemi attuali (ad es., quello del Vietnam)
e anche se non sempre si può giungere
ad una decisione comune o ad un ’comunicato’ unanime, ii fallo stesso ohe il
problema sia fraterna;inente affrontato da
punti di vista così diversi, è già profondamente positivo e batte in breccia le
unilateralità.
Quale sarà il tema della prossima Assemblea generale? Il prof. Hromadka terrà il rapporto-base sul tema generale: « Il
mio patto é un patto di pace — dice TEtemo ». Il lavoro procederà poi in ID sezioni nelle quali, dopo un’ora quotidiana di studio' biblico, si esamineranno i
rapporti di 19 commissioni preparatorie
in cui il problema della pace é messo in
rapporto con quelli di giustizia, libertà,
guerra fredda, coesistenza, problema tedesco, servizio militare e civile, disarmo
nuovi Stati, ecumenismo, abuso del Cristianesimo (per scoipi non cristiani); specie su alcuni temi sarà particolarmente
sollecitato Tapporto di rappresentanti dei
vari conlinenti: di un relatore africano
su <( libertà e unità », dì un relatore asiatico su « fame ed esplosione demografica », di un relatore nord americano su
« l’uomo nella isocietà ind-ustriale », di
un relatore europeo su « coesistenza pacifica ». Sarà organizzato a Praga, per
quest’Assemb^a, uno speciale servizio
stampa e informazione, già nel periodo
preparatorio.
La « Conferenza » è un erganìsmo e
un movì'inento essenzialniente europeo?
Per ora lo é prevalentemente. Ma v’é una
nutrita e viva sezione npidamericana e vi
sono in tutti i contineoti nuidei più o
meno consistenti e in formazione: il movimento è ancora giovanissimo; Proprio
in queste settimaoie si costituendo in
India un Comitato regionale, con Tappoggio di tutte le Gliiese, ed esso esiste
già in Giaippone, formatosi a'ttorno ad un
gruppo di un’ottanitina dì teologi: la Conferenza regionale giapponese per la pace
Potrà interessare sapere quali erano i
principali memibrii del Comitato centrale
riunito ad Agape: oltre al (presidente,
prof. Hromadka, iil metropolita Nikodim,
capo del DiparUmerito degli Affari esteri
della Cliiesa ortodossa ruissa^ vice-presidenle; TOberkircbenrat H. Kloppenburg,
di Dortmund, ancli’egli vice-presidente;
il past. J. N. Ondra (Praga), segretario
generale della Conferenza; Tarcivescovo
Jan Kiivit, della Chiesa luterana d’Estonia; il dr. A. Karev, segretario generale
delTUinione delle Chiese Battiste nell’URSS; il prof. Anidrej ZiaJi^ vice-ipresi
dente laico della Chios® fiuterana di Sio
vacchia; il dr. Liudek Broz (Praga), re
daliore del Bollettino della Confercinza
e della rivista «Communio Viatorum »;
il vescovo Tìbor Bartha, della Chiesa ri
fo'Ciiiaia in Unigheria ; la sig.a Lene UH
mann, dei Quakers inglesi; il prof. A
Rasker di Ley/den (Olanda) e il prof
Geoirges Casalis, della Facoltà Protesian
le dì Teologia di Parigi, oltre al pasl
Giorgio Girardet.
Il contatilo die i membri del Comitato
centrale della Conferenza cristiana per
la pace hanno avuto ' on la Chiesa Valdese non si è limiiaro al soggiorno ad
Agape: al termine dei loro lavori, essi sono stati invitati a l'orre Pellice dalla Tavola Valdese, anch’essa in sedute proprio in quei giorni. Gli ospiti sono stati
aiecolti nella Casa Valdese, dove il Moderatore Rostan ha rivolto loro alcune
paro'le di saluto. Quindi si sono raccolti
per una riiunione conviviale, aliTHòtel
du Pare, idimione animata e cordiale, attorno alle mense. Al termine della cena il
Moderatore, past. Rostan, ha rinnovato
agli oispitì graditi Tespressìone della gioia
della Tavoila e delia Chiesa Valdese nelTac'cogliere tutti questi fratelli e queste
sorelle provenienti da> tainte Chiese, ha
presenilalo loro in rapidi tratti la storia
della nostra Chiesa e ha espresso l’augurio più vivo per il lavoro della Conferenza. Riispoindevano quindi U preside^le, prof. Hromadka, il vice-presidente,
metropolita Nikodim, e uno dei membri
oocidentali, il >prof. Raeker, esprimendo
lutti la loro allegrezza per i giorni trascorsi nel nostro paese e la loro viva
gratitudine per Ta cco glienza ricevuta,
nella ^eranza di poterla presto ricambiare, a Praga, a rappresentanti della
Chiesa Valdese, soprattutto in otx’asione
della prossima Assemblea generale. Gentili interpreti traiducevano via. via i discorsi, ma ai tavoli l’iuteimazioiiaiLiità delTiniglese era krgamenite battuta da quella del tedesco, ohe è xai po’ la lingua comiuine a parecchi paesi dell’Oriente europeo : paradossalmente, questo popolo oggi lacerato, alla giuntura doloraute dei
due blocchi, ha dato la lingua grazie alla
quale un po’ di comprensione si aittua in
mezzo alla babele e al di sopra delle barriere.
’ Gino Conte
iimiiiiiiii(i(iiimi|imiimiimiiiiiimiiiiiii(
MHUiiititiiiiiminiiiiiiimiHiiiiNHniiiniiimiíMíKíiinin
ABBONAMENTI
Siamo spiacenti di dover comunicare ai nostri lettori che abbiamo dovuto procedere ad un aumento considerevole del canone d’abbonamento:
la Tavola Valdese, che già ha tardato
a prendere questa decisione spiacevole, ha tuttavia dovuto infine risolversi ad apportare queste modifiche. Ab
biamo infatti a suo tempo comunicato che il deficit, per quest’anno, nella
gestione dell’Eco delle Valli e de La
Luce ammontava a quasi 2 milioni.
L’appelio per offerte a copertura di
questo deficit ha ottenuto risposta
per poco più di L. 200.000, Per questo,
considerando il numero degli abbonati, e i costi prevedibili per il settimar ale, nel prossimo anno, l’aumento è
stato deciso nella misura seguente:
interno L. 2.000, estero L. 2.800. Possiamo garantire ai lettori che questo
canone d’abbonamento copre appena
le spese vive preventivabili. E quindi
anche ora. sarà gradita ogni offerta
che ci permetterà di rispondere ai casi — eccezionali — di persone che pur
desiderando ricevere il giornale, non
possono T>ermettersi questa spesa, e
soprattutto alle richieste che qua e là
ci vengono fatte di copie di saggio,
per l’evangelizzazione; è chiaro d’altra parte che minori ristrettezze economiche ci permetteranno di curare
e arricchire il nostro pe riodico.
Saremo grati a tutti i lettori che,
potendolo, vorranno cominciare a farci pervenire il loro abbonamento per
il 1964, alleggerendo cosi: il gravoso lavoro di fine d’anno.
miiiiHmiiiiiMMiiiiiHimmi
Ricordando
il Pastore Arnoldo Comba
Lunedì 9 settembre si è spento, a
Villa Olanda, il Pastore Arnaldo Comha. Il servizio funebre, presieduto dal
Past. Franco Sommani, si è tenuto nel
tempio di Torre Pellice mercoledì 11;
al termine della predicazione, il Moderatore Past Ermanno Rostan, ha
ricordato il curriculum del ministero
dello scomparso e la gratitudine che .
la nostra Chiesa deve alla sua memoI la, esprimendo pure a tutti i suoi familiari la profonda simpatia propria e
della Chiesa tutta.
11 giorni.' 9 settembre in una camera
di Villa Olanda, dov’era venuto per
trascorrere un periodo di riposo e cercare di rimettersi in salute, rispondeva
alla chiamata del Suo Signore il Pastore Arnaldo Comba.
Ho avuto il privilegio di seguirlo negli ultimi giorni della Sua vita terrena,
di parlare con Lui quando poteva e di
pregare assieme. L’« amen » che Egli
pronunciava alla fine della preghiera
era la manifestazione più sincera della
Sua fede.
Conobbi il caro Arnaldo nel 1923
quando venni per la prima volta a
Torre Pellice, per il mio esame di fede: fra tutti i colleghi Egli fu il primo
che mi venne incontro con il suo sorriso noto a tutti, con la Sua bontà che
era una delle sue qualità del tutto speciale: ero solo alle Valli, non conoscevo ancora nessuno e fu Lui, Arnaldo Comba che mi circondò del suo
affetto e fu molto vicino in quel momento.
Diventammo amici : volle subito
che Gli dessi il confidenziale « tu »,
ebbi in Lui un fratello pronto a capirmi e ad aiutarmi nel momento così
difficile dopo la grande guerra.
Ora l’Amico Arnaldo Comba, il fratello in Cristo, non è più.
La Chiesa Valdese ha perduto un
Pastore che ha servito con fedeltà; i
fratelli, i figli, la Sua compagna han
no perduto il loro Caro, io ho perduto
un amico, un vero amico.
Il Pastore Arnaldo Comba discendeva da una famiglia Valdese, della
« vieille roche » nella quale « servire
l’Eterno » era la ragion d’essere della
vita.
Nato a Brusio (Sviz-zera) nel 18S4
ove Suo p.adre Adolfo Comba era Pastore frequentò dopo gli studi classici. la Facoltà di Teologia a Firenze
prima e poi a Berlino. Fu consacrato
nel 1911.’
Dopo un lavoro negli Abruzzi ecco
rispondere alle varie chiamate della
Tavola Valdese, e Lo vediamo Pastore fedele e banditore dell’Evangelo della salvezza a S. Germano Chisone, a
Forano Sabino, a Fiume, a Vallecrosia. a Livorno a Brescia, a Bergamo,
ad Angrogna dove ha chiuso la sua attività Pastorale nella Chiesa Valdese
nel 1948 dopo 37 anni di fedele servizio, passando così nella categoria degli « Emeriti ».
Ma un uomo che ha dato la Sua
vita al Signore non può considerare
« finita la sua attività », ed ecco chiamato dalla Chiesa di Brusio a prendere la direzione di quella Comunità
svizzeri, rimettersi al lavoro e rimanere in quella Chiesa dal 1952 al 1956.
Nel periodo della guerra 1915-18 fu
Cappellano Militare nei campi di prigionieri tedeschi.
Fu Direttore, per alcuni anni, dell’Istituto Femminile di Vallecrosia, indi
Presidente della C.I.O.V.
Compì alcune missioni per conto
della Chiesa Valdese in Germania ed
in Svizzera.
Ovunque Egli operò, con amore, nel
nome del Signore. La Sua fu una vita
di lavoro fedele nella Vigna del Signore.
Ora EGLI è stato chiamato ad un
servizio più alto nella « Casa del Padre » dove ora EGLI vede in una luce
nuova quanto aveva veduto « come in
uno specchio ».
Un giorno lotano Egli aveva risposto al Suo Signore: <i ecco manda me »,
ora Egli ha risposto ad una nuova
chiamata « ecco Signore, io vengo a
Te ».
Negli ultimi anni della sua vita, anni di grave malattia. Egli ebbe al suo
fianco la Signora Bettie Walser, quale
fedele sposa, che gli ha dato quanto
di meglio poteva dare di sè stessa in
una assistenza fedele in quanto il caro
Ainaldo aveva perduto completamente
la visti.
Alla sorella Bettie, a' figli Claudio,
Giorgio, Roberto e Fiorella, ai fratelli
Guido e Gustavo ai parenti tutti che
Egli ha sempre molto amato, alla famiglia tutta il mio affetto sincero e
fraterno il ringraziamento della Chiesa Valdese, il ricordo riconoscente deile varie Comunità che Egli ha servito.
Caro Arnaldo, mi hai chiamato « amico », sei stato buono; il ricordo di
te, rimarrà vivo nel mio cuore.
« Chi crede in Me, ha la Vita Eterna », guardiamo in Alto; l’Eterno Regna. Seiffredo Colucci
2
pag. 2
37 — 20 seUembre 196J
.JÍCÍ3
ISiiiEiie^lsìeine ì segni dei tempi
Geremia cap. 9
Una predicazione sul cap. 9 di Ge
remia, si limiti essa alla nostra pericope o si estenda a tutto il capitolo,
presenta serie difficoltà, non già di
ordine critico-storico e nemmeno di
ordine esegstlco: il testo sì presenta
esplicito al lettore, lineare, con un
pensiero chiaro; sì tratta di una invettiva contro il peccato di Giuda come se ne incontrano innumerevoli
nella letteratura profetica. La difficoltà maggiore ci sembra essere di ordine sentimentale, esistenziale, potremmo dire con una espressione (àie
esprime molte cose, il problema è costituito dalla carica passionale del testo, dal tono delle parole, dalla partecipazione appassionata del profeta al
suo oracolo.
Non si può leggere con serenità, (Min
distacco, a freddo questa pagina, raccogliere le idee centrali del testo ed
esporle ordinatamente ai fratelli, come non basta fare un attento esame
del contesto esegetico e gettare luce
sulla personalità di Geremia, sul suo
tempo, sulla crisi di Giuda. Non è
sufficiente neppure una appassionata
disamina sul tema del peccato della
Chiesa, sulla sua infedeltà. Tutto questo è indispensabile, ma non toccherà il punto centrale del testo, o, se lo
toccherà, lo toccherà come una realtà senza vita, pochi testi sono infatti
come il nostro aH’opposto di tanta
predicazione odierna, airopposto di
una esposizione oratoria-omiletica-didattica, pochi testi sono come il nostro pieni di intima passione.
Non si può perciò parlare deirorucolo di Geremia senza aver sia pur
raramente, forse una volta sola, ed in
modo approssimativo, vissuta l’esperienza una volta sola, ed in modo appio ssimativo, vlsisuto resperienza sua
Per essere veramente predicazione,
occorre nel nostro caso che chi predica sappia di che cosa si parla quando
adopera espressioni come quelle del
profeta; pianto, fuga, sofferenza. Chi
non è passato attraverso esperienze
analoghe e non si è sentito diretta-,
mente coinvolto nella tragedia dell’infedeltà ecclesiastica, chi non ha
provato il lancinante ed inutile sdegno di fronte alla tragedia di ima
chiesa distratta e sorda, eviti di avventurarsi nel nostro testo. Credo si
possa legittimamente evitarlo traendo spunto da altri testi sacri che pur
contenendo lo stesso pensiero non richiedono tanta e tale passione interiore.
Le poche osservazioni che vogliamo
formulare non si possono considerare esegetiche, forse possono invitare
alla riflessione più che servire alla
predica, non ci sembra possibile trar
re uno schema ordinato e preciso da
questo capitolo in cui tutto è cosi interiorizzato nell’esperienza di Dio.
Vi sono anzitutto due pericoli da
evitare che rischiano di distruggere il
testo; la tentazione di risolvere evangelicamente la situazione di Geremia
introducendo in fine di predica o in
perorazione la speranza, la tentazione del deus ex machina che risolve
un probiema senza uscita. In questo
caso una soluzione cristologica può
essere questo e depotenziando il testo
fraintenderlo.
L’altra tentazione è quella del prò
letismo ecclesiastico ; assumere il testo nella sua integralità e trasferirlo
nella situazione della ccmunità e della chiesa. Ognuno sa quanto sia rischioso questo tentativo anche se
molti predicatori vi si laiciano intrappolare sottolineando con foga e toni
drammatici quelle che si illudono sia
no legittime derivazioni profetiche. I
sermoni a strapazzata, minacciosi e
truci, .stanno al profeta cerne la latta
dorata sta all’oro. Nel caso nostro non
c’è un grido, ima minaccia, un tono
più alto dell’altro, c’è l’immcbilità, la
flssità, il silenzio. C’è l’essere incapace di pianto e di lamento, disseccato
nella sua contemplazione e nel suo
dolore.
Ripetere nel tono, nelle parole, nel
pensiero questo silenzio, senza un grido, un’invettiva, una minaccia è il fe
dele approssimarsi al testo.
AvviciniamcKii al capitolo intero che
riprende e sviluppa il tema dei primi
versi.
La stessa desolazione di una situazicne senza uscite, di una via senza
soluzione, di un destino senza luce; è
questa la situazione di Geremia nel
cap. 9. Non una parola di speranza
non uno spiraglio, non un conforto
sia pur minimo, una muraglia di tenebre che circonda e stringe da ogni
lato. Per valutare esattaniente la situazione del testo è utilissimo il raffronto con Isaia e le sue pagine piene
di furore, di minaccie, di passione, di
fuoco, luci che si alternano all’ombra
del castigo, luci della speranza messianica.
Per il nostro testo si deve parlare
di tragedia; una atmosfera tragica
nel senso classico del ternrine ; non
moderno; la tragedia è qui il fatto
che gli eventi sono ineluttabili, ,ferreamente determinati, implacabilmente condotti al loro fine.
C’è indubbiamente una speranza,
ma non è quello che noi diciamo speranza, è una nozione diversa ed il pericolo che abbiamo menzionato è di
fare penetrare nelle tenebre del nostro testo, nella tragedia del giudizio
una speranza diversa, una consolazione diversa da quella vissuta dal profeta.
Tragedia, dicevamo, nel senso gre
co, cammino tragico perchè conduce
Geremia e Giuda, il profeta ed il suo
popolo verso il fine, il telos greco della vicenda. Il telos del nostro capitolo
è il giudizio di Dio, la morte, il massacro, la distruzione. E questo evento giunge, non è solo un istante di
suspense poliziesco, una finzione teatrale per rendere l’azione più intensa
e sofferta.
La Chiesa cammina verso il suo giudizio. Non si tratta soltanto di una
revisione, ma di una distruzione, non
un correttivo ma un annientamento
Il giudizio, come per Giuda, non è la
catastrofe cosmica che mette fine alla storia, ma è una sentenza di morte 'storicamente determinata. Il giudizio che Geremia sente incombente
sulla sua chiesa è stata la fine della
indipendenza, la rovina del tempio e
del suo culto, la deportazione di tribù
intere, la scomparsa di una mentalità che aveva durato secoli, l’annientamento di una tradizione ecclesiastica, liturgica, civile.
E’ a questo punto che subentra in
noi la seconda tentazione; fare l’equivalenza tra Giuda e la nostra cristialìità e profetizzare a noi stessi quel
giudizio.
Tentazione, diciamo. Però chi guardi con occhio crudelmente sincero l’avvenire del cristianesimo non può non
riflettere. Una cristianità che si va
lentamente riducendo numericamente dopo un predominio incontestato,
che sarà fra qualche decennio il 15
per cento della popolazione mondiale. Oggi realtà sociale, economica, or
ganizzazione sicura che all’est come
all’cvest adula potenti e scopre con
fatica la sua vocazione di sale della
terra. Chiese spente, civiltà cristiane
messaggio soffocato nella religiosità
di una razza. Domani saremo diaspo-a atomizzata in una umanità non
pie o pcist cristiana ma immunizzata
contro ogni germe di cristianesimo.
Q nostro secalo non sarà quello del
crepuscolo di Dio, della sua morte
come hanno vaticinato i profeti laici
del XIX secolo. Dio esce vivente dai
XX secolo, ma noi usciremo forse esiliati in una umanità babilonese, esuli con i nostri templi inutili ed il nostro clero vieux genre e nouvelle vague.
Ci prende a volte il dubbio che solo
i cristiani siano ottusi al punto da
non vedere giungere sulla loro esistenza le tenebre del giudizio.
Ma qui sta la speranza del nostro
testo, una speranza buia, tenebrosa,
la speranza che Dio vive e giudica, la
certezza che nella fornace del futuro
che attende la cristianità incontreremo l’Eterno e non noi stessi, incontreremo il Signore e non i nostri regolamenti e le nostre sante tradizioni.
Gli attori della tragedia sul piano
umano? Geremia e Giuda, il pianto
e l’ottusa ripetizione del peccato. In
questo contrasto dialettico, in questa
tensione sta tutta la reahà del testo.
Sorprendente è il fatto che la tragicità dell’evento pesa tanto sul profeta quanto su Giuda, peccatori e santo, atei e credente, ribelli e fedele,
chiesa prostituita nel più vergognoso
dei modi con ogni potenza e chiesa
confessante sono immobilizzate, determinate, pietrificate nel loro atteggiamento. Geremia non può sfuggire
) suo tormento, al suo pianto, alle,
sua volontà di fuggire. Giuda non
PUÒ sfuggire al suo peccato, alla ripetizione monotona stanca dell’infedeltà dei padri.
Si possono esaminare le espressioni
d; Geremia per definire questo peccato di Giuda, la menzogna, la maldicenza, quel complesso groviglio di situazioni stupendamente espresso col
termine; malafede. Si può scavare a
fondo questa realtà di peccato mai
espressione singola ma tessuto sociale, peccato di relazioni deteriorate, comunità umana distrutta nella famiglia, nell’amico. Si può vagliare ogni
aspetto di questo problema e trarre
calzanti applicazioni, la realtà profonda del testo è altrove, è nel fatto
che questo peccato, questo tessuto di
malafede non può più essere mutato.
Il profeta non acjcusa, non minaccia,
trae un elenco stanco e sofferto di
una realtà disintegrata interiormente che sta per essere esteriormente
distrutta. Non c’è più appello al ravvedimento, al pentimento, esortazione; è troppo tardi, il tempo del perdono è passato, il peccato ha vinto
gli sforzi della fede, l’albero è marcio, il male ha toccato la sua espressione totale, è giunto oltre il limite
del pentimento.
Perciò il profeta appare come un
vinto, come una creatura che non
può più trovare altra espressione che
il pianto o la solitudine ; pochissime
pagine dei libri profetici sono cerne
queste piene della personalità dell’uomo, sono a tal punto personali, poche
pagine sono così umane come quesia
invocazione al pianto ed alla solitu
dille.
Pure inutile è il pianto, inutile è
la solitudine. Il tempo in cui il pianto, l’appello, l’implorazione potevano
essere efficaci è finito. Egualmente
sterile è il r’mpian*o e la partecipe
sofferenza col proprio popolo, con la
propria chiesa.
Giuda non può più non peccare al
punto in cui è giunto, non può più
tornare indietro e trovare la via del
ravvedimento. Giuda cammina verso il telos ineluttabile della morte.
Allo stesso modo Geremia non può
non piangere, non può non soffrire
invocando la solitudine pur sapendo
che giunge anche per lui il giudizio,
il giudizio che lo annienterà come e
con Giuda.
La tentazione di ripetere Tirrepetlbile vicenda di Geremia deve essere
evitata per rispetto a lui ed al Signore Possiamo solo, come predicatori
ricordare alla chiesa che vi sono vie
senza speranza, senza luce, vi sono
cammini in cui Dio costringe la chiesa fino alla morte. Esiste un tempo
ili cui non ci si ravvede più pur continuando a vivere, un tempo in cui
non si « sente » più nè Dio nè il prossimo, un tempo in cui è sterile il lamento ed il pianto, la parola e il silenzio, la comunione e la solitudine.
Solo un profeta (inascoltato come Geremia) potrebbe dirci con l’autorità
divina se siamo entrati nella via della morte e del giudizio divino, possiamo soltanto supplicare i nostri fratelli a cercare con noi i segni dei tempi per cercare una via prima che si
apra per noi l’ultima, quella del giudizio. Giorgio Tourn.
”Li:. nuova Chiesa evangelica di Asmarai a fianco, la Chiesti amica, in
parte ada'taia a sala di attivila '.
Asterischi d'Etiopia
Scenette di vita vissuta
Un vecchio saggio del villaggio qualche
mese fa mi Sipiegava cerne ogni avveaiimento, ogni azione e pensioro potessero essere
paragoina-ti agili anelli di una catena. Per lui
catena ” era sinonimo di vita. Una vita,
dunque, fatta di tante cose: esperienze,
azioni, avvenimenti.
Lo girano fatterello accadutomi proprio
stamane, mi Iia riportala a pensare al vei(Ilio saggio ed improvvisamente mi sono
cliiesta perchè non avrei potuto farmi nuovamente viva con voi, mettendevi sotto gh
occhi alcuni di questi anelli nella speranza
che possano maggiormente interessarvi, e
- - chissà? — che il nuovo sistema vi faccia
sentire più viva ed interessanìe questa gente Ira cui vivo.
«Meno male... meno male..,.! » mi ripetevo stringendo una mano all'altra, pie*
na di gioia.
Ore 8 - La torta è tagliata a fette (ohe
profumo!), la distribuisco celando la soddiisfazione, nia pur non riuscendo a ìiascondere un leggero rossore (ma chi se )ìe sarà
accorto?). « Signora — dice uno t'eii tre
membri della nostra comunità meno
male che è arrivata lei, perciiè iiuaimente
possiamo mangiare un po’ di pane (lolce! »
Mii sono seduta sorridendo ( ? ‘d ho
mandato giù una tazza di thè.
Dunque, cominciami> dal fatterello di
questa mattina.
Eravamo dii ritorno dalla piana d’Aia,
quando ci siamo dovuti fermare per met*
tre un po’ d’oilio nel motore della macchina. Guairdanido davanti a me, per caso notai qualche cosa niuover&i dietro un grosso
cespuglio di acetosella. Guardai meglio...
una ragazzelta tutta cemi. Più in là, qualcun altro: un pastorello. Li avevo appena
notati, quanido, terminalo il lavoro alla
macchina, altri aveva lanciato Icniano la
itiina vuota, facendola cadere, dopo una
lunga paraboila, proprio nelle vicinanze delI',* due «o mbre » nascoste.
Mi sorprese ed interessò la rapidità delle
successive azioni: un balzo felino fuori dal
dal nasccndiglio, uno spintone del primo
arrivato alla latta, che mise fuori combattimento il compagno, ed una fuga precipitesa non si sa bene dove, dal momento che
davanti a noi non c’era che una distesa di
erbaccie e sassi di cui non si vedeva la
fine....
La brama di una lai.a... il primo pezzo
(gratis!) dì un servizio per la cucina!
Un anno e mezzo è già passalo deì' nostro
arrivo insieme a Bellesa, ma i (oo ìlimenil sono ancora airordine del gì' mi). Un
copto — non meglio identificato del villaggio, bussa un pomeriggio alla p(( la. Dopo i sciiti isaluti dì prammatica nrcuiti almeno quattro o cinque volle... ccn. il discorso: « Che il Signore vi faccia ri‘ l’hi come Abramo e Sara! Che i vostri ! idi eresccvno benedetli, sanai e forti! ». l' ri i: dopo, iisci'i come per magia di sotto a; largo
manto bianco che lo avvorge lutt v uova,
pane indigeno e gallina sono std lavolo.
Seno allibita e non ho paro'le per t tita generosità, ma mio marito ringrazi:* anche
per me.
... Il giorno doi>o. Arriva lo sles- ^ unno
seguito da una bìrabetta di 8-9 anni ~ sua
figlia —• « Prendetevela — la ispinge in
avanti -- ve la offro, è vos ra! ». Questa
volta non abbiamo più ringraziai! . ma...
ragionato con luì.
Andavo in solluchero ammirando quanto
fosse riuscita bene la torta fatta con tanta
cura in occasione della riunione do(po una
S. Cena.
Non si contano oramai più le v< iie che
sono entrala nel negozio del noslio droghiere; vorrei dire... quasi tutti i giorni (è
lui che H fcrnisce il « Quotidiano ei;*reo »).
Dunque ci conosce bene, anzi benissimo,
eppure il vederci sempre, non ha impedito die ogni volta ci accolga con un allegro
sorriso — è un eritreo copto — t sempre
ripeta la stessa frase... « Bucn giorno signora... come sta signora? » — « Bene Siuni
e tu? » ... « Bene signora. Allora -ignora,
come andiamo signora? Sta bene?.. »
« Si, grazie Slum ».
Il.... ...................iiiiiiMimiDiiimminfiiimiiiiMmimiiiimiiiiiiiiiiii'iiimi
libri
Ho perso la fede
UN PICCOLO LIBRO CHE FA PENSARE
ED UNA RECENSIONE IMPEGNATIVA
In 'Una. ¡recente operetta un gruip'po di
pastori e laici « iimipeignati » svizzeri e
francesi Ita cercato di vedere le •ra.gioni e
gli equivocii in base ai quali una persona
può fare l’affermazione di cui sopra. Il
volumetto è senza dubbio interessante e
alla portata di iwi'iti. Non è un 'malloppo
teologico: in questo sta il suo pregio e
il suo limite: la presentazione è viva e
concreta, ma per questo risebda, talvolta,
di 'rimetterci un poC'hetti.no in cibiarezza
di termdtni. Ci si aocontenta, talvo'Ita, del
pressappoco quanto a questioni teologiche un po’ inigarbuigiliate.
Sono citate lettere e parole di « miscredenti » ma capita che 'dii li ha confutati
abbia ceduto un ipo’ alla tentazione di
confutare alla lettera quello che era stato
detto anzidiè quello che può essere considerato come « la miscredenza » nella
sua forma più logica, coerente e convin
rente. E’ meglio confutare i miiscredent
nella ¡sostainza delle loro argoimentazìon
com'iini — dove è pO'Ssihile confutarli
anziché in incoerenze di qualcuno di loro
L’opera che presentiamo lia dunque fai
lito al suo scopo? Per niente. E, anzi
una le.ttura che co'usiglia'mo a tutti quelli
che sanino il francese, e se abbiamo messo
in risalto quanto sopra è solo per evitare il rischio non tanto lieve di restarne
troppo entusiasti.
esso coirrisponda a'd nu'a somma in oro
depositata alla banca stessa senza controllarlo: fa nm atto di fede. Tuttavia ci pare
o'ne gli autori non siano andati abbastanza cauti in questa argomentazione che corre 11 rischio dd dare un’immagine quanto
mai scialba e impoverita della fede cristiana. Teniamo, perciò, a sottolineare ohe
il libro va letto liuto, con uguale attenzione fino alla fine, perchè .solo leggendolo tutto ci si rende conto ohe la fed®
cristiana è qualcosa di infinitamente diverso dalla fede nell’onestà della banca
che fabbrica i biglietti e che queste due
fedi no.n possono essere accostate ¡che con
un grande sforzo: ci pare 'ohe l’argomento andrebbe rovesciato : molti di quelli
che dicono: Ho la fiedel hanno solo una
fediC di questo stampo'. Il nostro libro
vuol dimostrare 'cbe non 'tutti quelli che
dicono « ho perso la fede » l’hanno realmente persa; è forse pinUosto da dimostrare che non tutti quelli che dicoino « ho
la federi riianno realmente. Per questo
ra'rgomento è più calzante.
Ho perso la fede. (Juale fede? Una fede da bambini, una fede meschina e interessata, una fede che ridicolizzava Iddio
e il Cristo e chi la professava? Allora tanto meglio! Fedi così è meglio perderle
cbe trovarle !
Ho perso la fede. Non si può perdere
la fede, si può perdere la fede in Cristo,
ina allora 'non ¡si fa die sO'SLiluirla con
un’altra. E tutta la vlu è piena di atti
di fede: l’uomo della strada che ha in
mano un 'biglietto di banca si fida che
Ho perso la fede. Per quali ragioni? Il
nostro testo esamina abbastanza a fondo
le ragioni che possono incontrarsi in un
mondo borghese come quello in cui è
stato scritto per abbanidonare la fede: ragioni scientifiche-, vanno abbastanza as
soltigliandosi, ma si trova ancora sempre
qualcuno che se ne fa forte; l’insinstizia
di Dio nel mandare la sofferenza: ci è
presentato il quadro di una donna rivoltata dal 'Soffrire di un bambino; la chietia
e le sue carenze. Abbiamo notato stranamente come manchino, almeno nella loro
formulazione p'iù espLcila, le gravi obiezioni di Marx, di Nietzsche, di altre voci
ben più appassionate e sistemaiiclip di
queste piccole opposizioni borghesi, forse
più tragiche, ma incapaci, in fondo, (a
parte, forse, quella sull’ingiustizia di Dio)
di rivoluzio'nare 'i.l 'inondo. 11 libro è un
testo di divulgazione e di edificazione,
ma crediamo che non sarebbe stata male
anche una parte che trattasse delle questioni suddette.
Riconosciamo che questa è 'Una recensione cattiva: non sarebbe compresa fra i
VaU'dois della Svizzera del Cantoin de
Vaud dove è nata. Ma riconosciamo che
i problemi in cui ci dibattiamo nell’Italia
pO'Sl-cattolica del mostro tempo e anche
nelle nostre Valli che vanno diventando
Oiperaie (V. l’inchiesta su Massello del
mim. di febbraio di « Gioventù Evangelica ») sono diversi e andrebbero affrontati anche un po’ diversamente.
Se c’è, però, un augurio che formuliamo di cuore è che molti possano giudicare queste righe cattive per aver letto
il libro che presentano. Teniamo anche a
sottolineare che ci sono varie firme illustri e note anche nel nostro ambiente fra
i collaboratori, le quali non soccombono
a una critica sommaria come quella che
abbiamo fatto e si salverebbero anche da
una critica ben più profonda. c. t.
Avevo ap'prcfiittato di un bel punieriggio
di maggio per seminare delle margherite
davanti a casa, non sapendo però .se avrei
mai visti i fiori. Un grappo di donne, spuntate non so da dove, mi passarono vicino
e si fermarono a guardare. «Fieri? n —
chiese una di loro — « Si » — risnosi solridendo. « Il Signore ti faccia gerniogliare
tutti i semi, signora! » e continuarono pel
la loro s;rada. Ncn mi era mai isussesso nul
la del genere in tutta la vita. Delti uno
sguardo aO’arida terra che avevo finito di
rimuovere per coprire i miei piccoli semi,
poi mi voltai a guardare quel gruppo di
donne che si allontanava... e le ringraziai'
« Scinque sccntesimi Signora... fame Signe ra... scinque scentesimi (ombrare barnno Signora... »
In città questa frase ti segue sempre
ovunque tu vada. Centinaia di bimbi e donne — sparsi quà e là con addosso appena
appena i' minimo indespensabtle per coprire la magrezza — tendono la mano al passante « bianco ».
lo, indossato il vestito « bèllo », sono
scesa in città e c.ammino svelta, scansando >
poveretti e tengo stretta la borsa nel timore che me la rubino. Vado in cerca del negozio in cui poter comiperare: marmellata,
ri.so, frutta, ecc.
Do cinque eentesimi prima, dicci dopo e
poi torno a casa.
S'inque centesimi Signora... fame Si
« >’inqi
gnora... »
Che ne !■ stato degli altri che aspettava
no... un panino.'
Ogni episodio fa parte della vita di un
individuo. Può essere un esempio per noi
e un problema da risolvere.
Il prcblema, riusciremo a risolverlo crisiianainente? Il Signore lo voglia.
Paola Tron
« Signore, dammi di que
st’acqua, affinchè io non
abbia più sete, e non venga più sin qua ad abbeverarmi ». (Gìov. 4; 2-5)
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20 ieltembre 1%3 — N. 37
P«g. 3
II Sinodo esamina Tattività della C.I.O.V.
Un problema fondameotale: adeguare e potenziare i nostri istituti di assistenza
GLI ISTITUTI D’ISTRUZIONE
,< Il pane per noi stessi è una preoccupazione materiale. 11 pane per gl¡ altri c
una preoccupazione spirituale » — con queste parole di Nicola Berdiaeff si apre il
rapporto annuo de'lla CIOV, che è largamente diiTuso nelle comunità, e di cui abitiamo più votte sottolineato il livello e
Vi-ccuratezza : [jensiamo anzi che questa sia
una delle r.igiani non ullime dell’altenziop sostenuta c partecipe con cui tanti fratelli-. nella nostra Cliiesa e al di fuori di
essa, seguono il lavoro di questi Istituti.
Così il rapporto pone i problemi di fondo; « b’opera di assistenza affidata alla
Chiesa può sembrare, oggi, largamente su
perala Italie moderne organizzazioni dello
S'alo (...). Ma lo Stato non può venire incontro a tutte le necessità: continuano pertanto a pervenirci numerose richieste e
dobbiamo purtroppo rispcndere, frequentemente, che non abbiamo posti disponibili, oppure che manca rattrezzalura, o ancora clic mancano gli operai.
Il problema che riguarda i nostri Isti•U'i non è dunque di sapere se abbiano o
no esaurito il loro compito, ma quello del
potenziamento e deiradeguamento alle neces-ità ili oggi. Questo comporta mezzi rilevanti di cui non disponiamo. Non siamo
però rir.ia-sti inattivi; ci siamo rallegrati
pei la realizzazione di alcuni progetti che
c; stavano particolarmente a cuore; altri
seno in via di soluzione o in fase di studio
(...t E’ importante ricordare del continuo
alla Clñeso che essa, con le sue Istituzioni,
hii im'o/ierfi permanente di servizw e di
tfsiinionìnnzn dn rendere al mondo. L’evoluzione sociologica propone alla Chiesa di
nmedil.ire sulla sua vera vocazione unendo
indissoiiililimente la testimonianza per mezzo delia le.itinionianza ».
Uno -.■•'ardo a volo d’ucceìlo sui proble
ini -lei in Isiiluli:
Orfanotrofi
(( Ali- il. se per fortuna, i nostri due Istituti ai r, 'gono un numero sempre più modesto di ili l'ibi orfani, si tratta tuttavia di sostituiti i ai genitori che, per molte ragioni,
non |i’ ■ Ilio occuparsi dei loro figli. Questo ni- a volte, delle difficoltà--- I bimbi
che ci olio stati affidati provengono da
qlla^i rote le regioni d’Italia e da ambienti 111 !io diversi gli uni dagli altri: talvolta som cresciuti in mezzo alla strada o in
una co'a visitata dalla malattia o in ambienti min adatti per loro- Arrivano, non
di raiio. in stato di denutrizione o in precarie ciidizioni dì salute- Quasi sempre
lii.imo vissuto un boro dramma ed il primo l'coblcma che si presenta è dì inserirli
rapili.OII1IÍC nella nuova collettività ».
A I e ¡'cllice, quest’anno parecchie
parler-.■ ■ e arrivi fra le giovani ospiti; simpatie' oalli ( on alcune parrccciiie delle
Valli: Olì nuovi pianoforte; doloroso infortuno’ lii'Jla Direltrice, sig.na Fini, che
lutlav.' lo notiito ccnlinuare il suo buon
lavorìi.
A /'- -o I, cito, difficoltà iniziali con alcuni mi II arrivati; buon contatto con la coiininita ale e amici più lontani; in particolaiv i i-.imb; delle Scuole Domenicali
del ( iiii cnlo Alleato di stanza a Verona;
eiftnue -i iaborazione di un buon gruppo
di sign )1. e di insegnanti; rinnovate scambio di iis’ iti: i pomarini a Borgio Verezzi e a ìi’nia. alcuni Couldini a Poraaretto.
Asilo dei vecchi
Contimtaiio i lavori di ammedernamento: quelli già compiuti hanno già trasformalo ra:ipetlo della Casa di riposo e la vita
di quanti ospita; si profila anche qui qualche difficoltà per il perscnale; buona collaborazione di Un gruppo di ospiti che
hanno imciira la possibilità di compiere
qiialclie lavoro.
Rifugio “C. Alberto,,
AI gnin ('omp'leto, e con un problemi!
angoscioso (Tinsufficienza di personale. Sì
traila, in questo istitulo, di un lavoro partii olarmente ((fbrante: un contatlo continuo con la sofferenza richiede, da parte
della nostra Direzione e del personale, un
vero senso di dedizione e una non comune
riserva di serenità ».
Ospedali
A Pomaretto « Suor Valentina Volterò
ha lasciato la Direzione, dopo quasi 12 an
ni di servizio, nerchè .chiamata ad altro in
carico presso la Casa delle Diaconesse. Ve
diamo così assottigliarsi ogni anno il nu
Ulero delle Diaconesse alle nostre dipen
denze : ne rimangono 4 soltanto »• A Suor
Valentina è stato espresso il rimpianto del
bi CIOV e delle popolazioni della Val Ger
tuanasca, e un saluto augurale a Suor -Ar
c.ingela Ferrara ehe ha assu-nto la Direzìo
nt. (I Le innumerevoli difficoltà in cui ci
siamo dibailui; nel corso di questi ultimi
ñ'iiii per l’aggiornamento radicale delFOspedale sembrano superate... E stato
istituito un .servizio di otorinolaringoiatria
a I Ili attende il doti. O. Scbindler ».
A Torre Pellice, incremento del numero
dei ricoveri; nomina — con approvazione
provinciale — del doti. P. Pellìzzaro a di
rettore sanitario del Padiglione sanatoriale. in sostituzione del compianto doti. Paittinieri, dopo un buon servizio interina
del doti. Gardol; aperto un dispensario
per la cura e la nrevenzìone dei disturbi
neuropsichici (ore antimeridiane del 1<> e
i’ venerdì dei mese): «un servizio impostalo sull’assistenza medico-sociale, che a;bhiaiiio i-rcduto utile organizzare a benefieio
nelle nostre popolazioni e crediamo ohe la
sua funzion-i sia deifla massima importaitza anche se ancora ci sono alcune prevenzioni al riguardo.
* * *
Finanziariamente, la situazione dei sei
Istituti è varia: mentre il Rifugio e l’Asilo ehiudono con un attivo, nettamente passivo è il bi'laneìo degli altri Istituti, e particolarmente pesante quello degli Ospedali.
Soltanto la forte generosità dì numerosi
sostenitori ha permesso il sopravvivere di
queste oipere, e una quantità notevule di
piccoli e grandi lavori di rinnovo e adattamento.
Tuttavia, a moltissimi di noi va detto
chioramente: non basta dire cortesemente
« grazie » agli altri.
Se il problema finanziario desta preoccupazioni (e come potrebbe essere altrimenti?), queste non sono paragonabili a
quelle ielative al personale: «Abbiamo
cercato di condividere le difficoltà in cui
si dibattono le no-stne direttrici per la
mancanza ormai cronica di personale qualificato. Il personale generico ci procura
spesso amare delusioni e anche quello
non si trova più. Abbiamo seguito, con
particolare interesse, gli studi di una giovane che frequenta il corso biennale della
Scuola Infermiere di Roma, con una borsa di studio della CIOV. Siamo pronti a
mettere a disposizione di altre giovani uguai! facilitazioni alla sola coindizicne che
l'.‘ candidale si impegnino ad offrire due
anni di servizio, regolarmente retribuito,
in uno dei nostri Istituti ».
E’ stato mantenuto e intensificato il colloquio con amici e sostenitori, nelle nostre Chiese e all’estero, e ci si augura di
potere ancora contare, come in passato,
sulla ,generosa collaborazione dii giovani
evangeliclie, sopra'.tulto svizzere, che offiano nn poco del loro tempo per lavorare in uno degli Istituti; ma', anche qui,
non possiamo cliiedere ad altri se non
quello che siamo disposti a dar© noi stessi.
Dal punto di vista amministrativo, la
Coinmissione degli lOV ha lavorato in
buon accordo, sotto la .presidenza 'del
past. U. Ben, che dopo aver tenuto per
un decennio questo posto, ha terminato il
mandalo ricevuto; .sono stati dieci anni di
lavoro serio, impegnato, ricco di realizzazioni ; molti passi avanti sono stati fatti,
sir. dal punto di vista del rinnovamento
degli edifici, sia dal punto di vista dei
rapporti con il personale; molti passi restano anccra da fare, c la vita cammina
cosi rapidamente... H Sinodo ha comunque espresso la sua profonda riconoscenza
ai past. Ber: e a tuUi i membri della
CIOV:
Il Sinodo, convinto della necessità
di aiutare finanziariamente gli Istituti di beneficenza, rivolge un caldo appello a tutte le Chiese e ai gruppi valdesi all’estero, affinchè offrano il loro contributo in occasione di una Domenica scelta dalla Tavola, alla realizzazione delle due Seguenti iniziative: la costruzione di un passaggio coperto presso il Rifugio Re Carlo Alberto e l’istituendo Asilo per gli incurabili nel Distretto rioplatense.
A sostituire il past. Bert, alla presidenza, è stato nominale il doti. Italo Matbieu. Così, non sarà un pastore a presiedere questa commissione; e poiché ogni
Istitu'.o ha il suo cappellano, ci rallegriamo di questo passo avanti fatto nelTaffidare a laici compiti più strettamente diaconali; s’intende ehe parlando dì compi;i diaconali vogliamo dire che non si
tratta di etmpiti freddamente amministrativi ma di un’opera in cui ogni credente
espirme la sua fede e la sua sollecitudine
fraterna per gli altri: in questo caso, tl
personale degli Istituti e i ricoverati.
.Anche al personale, ehe lavora spesso
in condizioni veramente disagiate, è stata
espressa la viva gratitudine della Chiesa,
già espressa dalla relazione della Gcminissione d’esame (presieduta dal past. R.
Jabier) :
Il Sinodo esprime la viva gratitudine deila Chiesa alle Direttrici, alle
Diaconesse, ai Sanitari, ai CappeUani agli impiegati, segretari ed a tutto
il personale dei nostri Istituti ospedalieri, per la fedele opera di testimonianza nella carità compiuta durante
l’anno.
Il Sinodo esprime la profonda riconoscenza della Chiesa ai singoli membri della CIOV e in particolare al suo
Presidente, per l’impegno e lo spirito
di fedeltà con il quale hanno compiuto il loro mandato.
La discussione sino'lale c stata abbastanza lireve; i punti su cui si è soffermala : 11 l i decisione di dedicare la colletta del cullo natalizio in parti uguali
all’erigendo asilo per incurabili di Colonia Vaidense e al Rifiiiio C. Alberto (per
la costruzione del passaggio coperto fra
le due ali del eomples^); 2) l’istituzione.
all’Ospedale di Pomaretto, del dispensario per i disturbi neuropsichici: c’è,
specie nelle alte valli, una diffusa diffidenza verso questo servizio, ma occorre
combatterla, poiché molti sono i casi che
curati in tempo, potrebbero essere sai
vati; 3) il problema de-1 terreno deH’oepe
dale di Torre Pellice, in parte minaccia
to daU’allargainento della « provinciale »
In base alle nuove disposizioni votate
dal Sinodo, è stato questo l’ultimo anii-o
in cui si è udita leggere in Sinodo la
relazione della Couunissione d’esame sull'operato della CIOV e si è avuto un dibattito su tutto il rapporto della CIOV
stessa: Tuna c l’altro, infatti, sono demandati alla Conferenza del 1« Distretto,
e verranno in Sinodo so-ltanto i problemi
presentati da questa in vista dì una discussione generale, nonché le nomine, naturalmente.
Così pure’ gli altri Istituti dipendenti
dalla Tavola — e sui quali non si discute
quasi mai in Sinodo, il che è male — dovrebbero sempre più esser legati alla vita, e alla responsabilità, del Distretto in
cui operano ; ma è tutto il problema distrettuale che ritorna cosi alla ribalta.
La situazion-r dei nostri Istituti d’Istruzionesione secondaria (Collegio e Scuola
Latina) permane finanziariamente assai iM'ecaria, malgrado la generosità di moki so
stenitori e l’impegno prezioso e sempre
più forte delle associazioni di « Amici »
dell’uno e dell’akra. E’ mancato totalment.; H tempo per una discussione sinodale su
questo problema pur così importante; bisogna anche dire ehe, con Taltuale rapido
mutare delia situazione scolastica italiana,
esso si è fatto per noi particolarmente comlicato; e tuttavia urge che sia affrontatoeonsiderando ogni aspetto, perelié sarebbe
imperdonabile ohe ci trovassimo superati
dall’evolversì della situazione, nel servirci
di que^i istituti cosi preziosi, e unici, nel
nostro paese. Per riaffermare questo è stal > votalo il seguente o.d.g. di principio :
Il Sinodo, considerando gli Istituti
Secondari non sotto il profilo economico ma sotto quello della predicazione e della evangelizzarione, che
rappresentano il compito principale
anche del Corpo insegnante,
— invita la Tavola a dare ogni ulteriore appoggio all’opera del Collegio Valdese e della Scuola Latina;
— invita la Commissione permanente nominata dal Sinodo a presentare
al prossimo Sinodo un rapporto dettagliato sulla situazione di questi Istituti e proposte concrete per il loro futuro s'^uppo.
Gioventù senza speranza
e impegno cristiano
Sia il rapporto de lia Tavola sia quiello
della Conunissiione d’esame si isoffertmavauo .sul problema della gioventù e in
particolare sull’inserimento delle ftiesiche
forze dei neo-confermati nella vita della
Chiesa, òhe ha bisogno dell’impegn-o, '
diella volontà di servizio, della tipica mancanza di comipromessi dei giovanissimii.
Il problema è stato affromtato dal Sìnodo in una discussione abbastanza breve
ma seria e accalorata ; esso tornerà più
ampiamente all’esame sinodale l’anno
pirossiimo, ei si è lasciali con questo impegmo ; del resto dovrà riferire una Commissione pastorale d't, studio sulla confer
mazione, e la F.U.V, sai di una inchiiesta
condotta fra i giovani di tutte le comundità («fr. odig. puhblilcato sul n. scorso).
Alcuni (L. Berlolè e S. Caponetto) ideordano che il problema giovanile va ben
oltre i confini della Chiesa: i giovani
hanno —- talvolta a ragione — una certa
diffidenza verso le generaziioni precedenti
e soprattaiitilo hanno diffidenza verso l’avvenire, sono spesso senza vera speranza ;
per questo hanno tanto più bisogno della
nostra fidntia, se non vogliamo ohe si verifiichi una frattura sempre ma.ggiore fra
noi e loro, e dobbiamo indicare e offrire
loro vie d’azione (come i « gruppi di
servizio » sorti qua e. là, non sempre cete sostenuti dalle comunità).
iiiimiiiiiiiimiiiiiitmimiim
iiiiiiiKdimiiimimimiiiiimiiiiMiiiiimmiiimiiiiiiiiitimiiiimmiimiimiiiitiiiiHifmi
IIIIHMKIIIMIHMItHIMmiMlloll
iiiiiiMiniiimiiiiiiiinmiiii
Congresso annusi e doirAICE
Come ogni anno l’Associazione Insegnanti Cristiani Evangelici ha avuto il suo cengresso a Torre Pellice e
con gicia abbiamo notato un incorag
giante numero di partecipanti, tra cut
molti giovani, provenienti in gran parte dalle Valli, ma con una nutrita rappresentanza di soci di varie parti della penisela.
L’incontro, presieduto dal prof. Emanuele Tron, si è aperto con una sostanziosa meditazione del Pastore Sergio Rostagno, che ci ha ricordato alla luce dell’Evangelo Timportante funzione che ogni educatore ha nella for
mazione dell’« uomo nuovo » unica speranza per un cambiamento radicale
di questa nostra umanità.
Ha parlato quindi il prof. Casini,
introducendo il tema della giornata :
«Insegnanti sotto accusa». Inquadrando l’argomento con chiarezzia
davvero matematica, egli con statistiche e citazioni alla mano, ci ha presentato un rapido quadro della situazione degli insegnanti sia in un recente passato che al giorno d’oggi.
Già G. G. Rousseau e F. Desanctis
avevano posto in luce la insufficiente
preparazione psicologica e pedagogica dei docenti; il primo raccomanda
al maestri « Cominciate a studiare i
vostri .scolari » e il secondo nota che
il suo maestro aveva fretta e ripeteva
il libro di testo. Anche TAlfleri parla
dei suoi studi come una continuazione « di quei non studi », data la mancanza di cultura generale di ohi lo
istruiva, parla di « noia e insipidità »
del suoi maestri che neanche sapevano chi erano quegli uomini di cui si
traducevano le vite
Venendo ai nostri giorni il prof. Ca
sini ci ha dato tm resoconto sulla crisi attuale messa in luce da inchieste
come il volume « Efifesa della scuola »
di Salvatore ValituttiCed Avio-Roma),
dalle statistiche Di Stefano e anche
dai bollettini del ministero della P. I.
Oggi c’è una forte percentuale di
personale femminile pari al 60%, mentre nel 1924 era del 24%; inoltre, bisogna riconoscerlo, manca in genere
Tentusdasmo e la vacazione per questa
carriera, date le infinite lungaggini
dei concorsi e la difficile sistemazione
specialmente per alcune materie. Nelle scuole elementari risulta di ruolo
il 95% del personale, ma in quelle secondarie .solo il 24“/'o è di ruolo e moltissimi sono i docenti addirittura privi del titolo. Se poi si esaminano le
relazioni delle commissione giudicatrici dei concorsi appare chiaramente
come sia esiguo il numero di quelli
Insegndnti, per non parlare dei genitori, sotto accusa (ma non troppo)
che, pur abilitati, riescono a superare
le varie prove con soddisfaceinte risultato.
Dopo questo quadro così poco ral
legrante della scuola di oggi, la signora Luisa Rochat ci ha portato la voce
dei genitori. Ella ha lamentato la scar
sa importanza che quasi tutu gli insegnanti danno ai contatti con le famiglie, contatti che sono Invece fondamentali per la comprensione deiTallievo; è necessario trovare un terreno d’intesa tra questi due gruppi,
di cui i ragazzi sono il legame natulale; nella scuola secondaria sarebbe
auspicabile un maggior collegamento
tra le varie materie e nella scuola elementare esistono ancora casi di « incemprensione » (è il meno che si possa dire, tenuto conto del nuovo clima
ecumenico ! ) religiosa ; una maestra
commissaria alTesame, di quinta chiede a un’alunna protestante se è .sicura di essere nella verità e le lascia il
suo indirizzo se per caso le venissero
d ei dubbi ! !
A questa relazicne segue una vivace
discussione che dimostra il vìvo interesse con cut tutti i presenti hanno
seguito le due interessanti esposizioni. In particolare si sottolinea il fatto
che come insegnanti evangelici noi
abbiamo anche in questo campo una
testimonianza da dare nel ricercare
li contatto umano, il dialogo aperto e
fraterno con i genitori anche e soprattutto con quelli che si preoccupano solo del voto e della carriera o che
non vogliono porsi dei problemi per
l'educazione dei loro figli.
L’intervento del prof. Peyronel riassume la discussione ; la scuola che in
passato è stata un fenomeno di élite
ispirato dall’amore e dalla vocazion-A
per la cultura è ora un fenomeno di
massa, tm’industria che deve produrre al più presto i suoi frutti e basta
per questo un insegnamento nozionistico che permetta di arrivare al famoso pezzo di carta! Accanto' a questo
complesso problema di strutture, c’è
però un problema di costume nel quale, come individui, possiamo agire ad
essere d’esempio attorno a noi.
Dopo aver ringraziato gjll oratori
per la loro collaborazione, i congr^
sisti si recano alTosfritaie Foresteria
per il pranzo. La seduta riprende alle 14,30 con la lettura della relazione
morale fatta dal segretario Franco
Calvetti e di quella finanziaria fatta
dal cassiere T. Desio. Tra le attività
dell’Associazione citiamo tra l’altro la
pubblicazione di una Pagina sul giornale Eco-Luce, inviata in estratto ai
non abbonati, la preparazione di un
questionario sull’insegnamento catechistico visto sotto Taspetto didattico, il convegno del gruppo Valli sulFinsegnamento religioso nelle scuole elementari e medie della zona, il
campo latino, il rifacimento completo dello schedario che conta ora qualche cer.tinaio di nominativi (solo alcuni pastori di grandi città non hanno finora risposto ai nostri solleciti
tutti gli altri sono ringraziati per la
loro collaborazione). Un reverente
saluto è rivolto alla memoria del compianto fedele socio prof. E. Tron.
Segue la discussione in cui si invitano tutti ad abbonarsi all’Ecc-Luce
per avere tempestivamente le <x>municazioni deU’AICE, dato che, abolito
li notiziario, si può nsufruire di una
pagina pubblicata ogni tanto su questo giornale evangelico diffuso in tutta Italia. La sig.na Evelina Pons dà
un breve resoconto dell’ottimo campo latino per insegnanti protestanti
e francesi tenutosi a Parigi dal 29 luglio ai 3 agosto con una buona rappresentanza italiana. Si parla quindi
delle sezioni dell’AICE fuori delle Valli, che sono isolate e poco attive; il
prof. Puzzanghcra dà notizie del gruppo calabro-siculc che si riunì, a Messina la scorsa primavera, egli si ripromette di rianimarlo.
Il prof. Peyronel precisa ancora una volta gU scopi dell’AICE, dispersa
in un paese a diversa maggioranza
religiosa ed auspica ohe, anche se non
siamo inquadrati con sezioni e fiduciari, ci siano però dei soci volonterosi che collabcrino e cerchino di interessare i dispersi e gli isolati agli scopi della associazione; a noi non interessa il numero dei soci con la tessera, anzi il nostro bilancio attivo è segno che non agiamo abbastanza; è
necessario mandare un invito personale per i convegni e congressi a tutti i nominativi segnalati di insegnan
ti evangelici e per agevolare in questo
il (lavoro del segretario propone di
valersi del lavoro retribuito di una
dattilcigrafa. Ove sia il caso suggerisce anche di venire incontro con borse-viaggio a colleghi delle regioni più
lontane desiderosi di partecipare al
congresso, alla sola condizione che
siano delegati di un gruppo e non a
titolo personale.
Quale direittore della rivista « La
Scuola domenicale» il pastore Sergio
Rostagno chiede la nostra collaborazione per una rubrica didattica utile
agli insegnane di religione.
Si danno quindi chiarimenti sul
modo in cui sono assegnate le borse
di studio delTAICE e si approva una
modifica allo statuto delle borse stesse, destinate a giovani evangelici frequentanti Tistituto magistrale che si
impegnino ad insegnare per cinque
anni alle Valli o nelle scuole evangelictie.
E’ anche segnalata la richiesta,
giunta tramite la nostra missionaria
Laura Nisbet, nel Gabon, di stabilire
una corrispondenza interscolastica in
francese tra bimbi africani e nostri
scolari e per TLnvlo di materiale anche molto semplice (matite, quaderni,
cartoline, figure ecc.); ogni dono anche modesto è molto apprezzato; indirizzare a : M. Obìang Ondo Moïse Moniteur de TE.PP. du Gabon - Yanemvé B. P. 26 - Bitam (Gabon).
Il prossimo congresso dell’AICE è
fissato per il 22 agosto 1964.
La riunione termina con le elezioni
del nuovo C. N. ed un ottimo tè offerto dalla chiesa di Torre Pellice, vivamente ringraziata per la sua osi>italità. Risultano eletti nel nuovo comitato ■ Giorgio Peyronel, presidente ;
Evelina Pons, vice-presidente; Franco Calvetti, segretario; Levi Trento
Desio, cassiere ; Enea Balmas, Giuseppe Casini, Roberto Eynard, consiglieri. Elena Peymt
Culto Radio
DOMENICA 22 SETTEMBRE
Pastore Pier Paolo Grassi
Il combattimento della Chiesa
4
pag. 4
N. >7 — 20 serlembre 106J
^_l
Caccia e pesca
1 vivi e i morti
Un ufficiale della Marina militare, dopo
aver pubblicato a sue spese uh libro sull’argomento, ha rivolto ai padri conciliari
un appello affincliè nella prossima sessione del Vaticano li si adoperino all’aibolizione della sepoltura in mare per i passeggeri deceduti in navigazione; l’ufficiale
presnla un’ampia serie di testimonianze in
cui parenti imploravano « almeno qualcosa
su cui pregare ». Non abbiamo naturalmente nulla in contrario a che migliori disposizioni permettano a quanti lo desiderano di riavere le salme dei propri congiunti ; ma non è problema che possa turbare una coscienza cristiana, nè di spettanza di un’assise quale quella vaticana.
«Lascia i morti seppellire i loro morti»;
sappiamo «he questa rude parola di Gesù
non è espressione di una mistica sovrumana o disumana, ma fiduciosa conoscenza e attesa della potenza di resurrezione,
che Dio ci ha rivelato ; nessuna profondità,
i;elle Wscerc della terra o in fondo ai ma,
ri (o disintegrati nell’atmorfera), potrà
separarli daU’amore diDio e sottrarci a
questa sua onnipotenza. E oltre la morte,
non ha più senso l’intercessione ; un destino umano si è compiuto, in Dio.
Saigon-Bolzano,
via Roma
Mentre la Sig.a Ngo Dirab Nbu difende
vivacemente la posizione governativa vietnamese aU’incontro interparlamentare di
Belgrado (ma... convince più con la sua
avvenenza che con la sua apologia), i quu
lidiani lianno riportato la notizia tìhe una
udienza privata di Paolo VI al vescovo di
Huè, mons. Ngo Dnh Tue, fissata per uno
degli ultimi giorni della permanenza del
Pontefice a Castelgandolfo, è stata all’ultimo momento cancellata dalla lista ufficiale; non fii sa se tale udienza abbia avuto
luogo, senz.i alcuna pubblicità. 11 prelato
era di passaggio per Roma, diretto alla
volta degli Stati Uniti.
Evidentemente la S. Sede ha voluto evitare ogni contatto ufficiale con la discussa
figura del fratello del dittatore vietnamese.
Tuttavia, poiché il Pontefice remano rivendica esplicitamente una giurisdizione su
tutta la Chiesa cattolica, e poiché egli ha
— sia pure assai implicitamente e in modo
molto generico deplorato Patteggiamento di parte almeno dei cattolici vietnamesi, era oronr'o il caso di non eludere l’incontro ufficiale, a noi pare, e di dire apertamente al prelato la propria disapprovaficne e, nel caso, sconfessarlo.
Ci vien fatto di accostare questo diplomatico riserbo a quanto notava ultimamente Giuseppe Tramarollo su « La Voce Repubblicana » (9-1C/9/1963Ì a proposito della tensione altoatesina: «in questa dolorosa vicenda che insanguina Una terra fervi
damente cattolica, dove vivono gruppi linguistici diversi ma pur sempre cattolici, e
che crea una crescente tensione diplomatica fra due paesi confinari cattolici e guidati da partiti di isiiirazione cattolica (DC
in Italia e O e VP in Austria) è mancata
finora un’espressione non equivoca del pensiero della Chiesa (...). Dopo tutto, se la
si è reclamata a Saigon, è irriverente parlarne in provincia di Bolzano? ».
Abbiadino pubblicato la scorsa settimana
articoli che mostrano quanto apertamente
noi discutiamo le prese (o mancate prese)
di posizione ufficiali della nostra Chiesa;
e perciò, senza boria, ci sentiamo in diritt(i di chiedere • è veramente libera, Roma,
di dire una parola inequivoca a Saigon e
a Bolzano ?
TAVOLA VALDESE
Borse di studio
Sono banditi i concorsi per le seguenti borse di studio destinate a studenti valdesi iscritti alla Scuola Me
dia o al Liceo Ginnasio di Torre Pel
lice ed alla Scuola Latina di Pomaretto, e relative all’anno scolastico
1962-1963 :
1 ' Borsa Pietro Fontana-Roux, di Lire 120.000 (eventualmente divisibile);
2’ Borsa Arturo Long, di Lire 100.000
(eventualmente divisibile), con preferenza a studenti originari di Pramollo, Rorà e Pinerolo;
3^ Borse Olivetti, in numero di quattro, da Lire 50.000 caduna;
4 Borsa « M », di Lire 100.000.
I concorrenti devono presentare la
domanda e i documenti, tutti in carta
libera, entro il 10 ottobre p. v., indirizzando al Preside del Liceo Ginnasio di Torre Pellice. Le assegnazioni
saranno fatte entro il mese di ottobre, con riguardo particolare al meri
to dello studente e al disagio della famiglia.
La domanda, firmata dairinteressato e co-ntrofirmata dal genitore, deve
essere accompagnata dai seguenti documenti: a) (jertiflcato di famiglia
annotato dall’LFffìcio delle Imposte; b)
Certificato della scuola, da cui risultino i voti ottenuti neirultimo anno
scolastico o nell’ultima sessione di esa
mi; c) Dichiarazione del pastore, che
comprovi l’appartenenza ad una par
Iocchia valdese; d) Dichiarazione de!
padre da cui risulti se e di quali borse di studio il concorrente ha goduto
nell’anno scolastico 1961-62.
Torre Pellice, 15 settembre 1962
Il Moderatore
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
PHAROSTINO
non possono partecipare di solito ai culli
nel tempio del Capol.uogo.
Dipartenza. — .Al'la età di 81 anni, dopo lunghe sofferenze, sopportate con animo forte e con fede, è mancato il nostro
fratello Gay Glosiiè (Baldi), della borgata Ser. I suoi funeralli, svolltiiai mercoledì 4 settembre, sono stati una dimostrazione di stima per il fratello in fede, il
eo-nisigliere pronto e il (grande invalido
della guerra 1915-18, nonché di siniparia
eris:iana per la vedova ed i congiunti.
Rinnoviamo a tutti la nostra solidarietà
nella prova.
Orario culti. — L’orario estivo dei
culti, cioè alle ore 10, viene contin-uat»
anidra sino alla fine di settembre. Con
la prima domenka di ottobre, invece, i
culti riprenderanno l’orario invernale,
cioè alle ore 10,30.
Ili
Matrimaitio. — Sabato 14 isetteiiibre,
circonidali da un largo stuolo di iparonti
ed amiici, hanno celebraito la loro unione sotto lo sguardo del Signore Gairdiol
Clio, della Deserta, e Fomerone Chiara,
di S. Barti^lomeo. « Io e la mia casa serviremo aliFEtemo » (Gio^uiè 24: 15}! Che
questa (parola, medirata neEa gio*iosa circostanza, possa veramente eostit-uire il
programma di vita fioniuigale d'i questa
famiglia -ohe si è formata nella nostra
Comnnità!
Culli. — Siamo grati ai pasiori Guido
Coluccii Alfonso Peyronel» Rotbe'f'to Coitiba ed al prof. Emanuele Tron per aver
preMeduilo il Culto in ^este uil'iime domeintiiche.
I loro messaggi d'i fede sono siati vivamente apprezzati e ei Lanno fatto del
bene.
Culto- con San'.n Cena. — Rendiamo
noto. <^lie il eulilo di domenica 22 settembre, delle ore 8, alla Cappella del Roe
(rulitiano della stagione estiva) sarà seguito dalla icelebraizione della Santa Cena. Ne prendano nota tutti coloro, e so*
no* diversi', dhe, per la età o altre ragioni,
FIN/\LMF,NTE RISTAMPATO
Funerali. — Due famiglie deUia nostra
l'omuni-tà aomo sta-'.e ultimamente provate
•dall llulUo : Malan Giulia, di anni 56, deceduta (nella sua abitaziome ti 10 agoislo u. s.
e Phgetto Enddo, deceduto all’O'spedale
all’età (di aninii 57.
Nuim-aroisi amidi •» conoiscenti sono intervenuti ai funerali per manifestare alle
famiglie afflilile il pro^prio affetito e dire
loro la (propria simpatia cniis'Jiara in questi imomeraiti di dolorosa sepairaziome.
Mentre riimnoviiamo- al parenti in lutto
l’esipireasiiome (dellla mostra, f-ra-lernia. solidarietà nel dolore, (Chiediamo a Dio di confortarb nella ¡prova (potenziaiudo in essi
quella fede «he sempre più ci unisce a
Cristo vivente e resuisci'.ato, a Colui « che
ha distrutto la moiite ed ha prodoitto in
luce la vita, e l’ianmortatità per TEvangelo ».
Dino Cardi ol
VILLAR PELLICE
Lutero giovane
di Kiovanni Miegge
L’Editore Feltrinelli annuncia «he a
giorni sarà distribuita nelle librerie una riBlampa da noi attesissima; lo stud'io dedicato a Lutero (fino alla Dieta di Worms)
da Giovanni Miegge. La prima edizione di
quest’opera era «tata pubblicata a Torr-;
Pellice, dalla Claudiana; questa nuova edizione esce nelle « Biografie » di Feltrinelli, in realtà si tratta di ben ipiù che una
biografia: è stata definita «un’opera fondamentale della storiografia italiana e straniera in materia » ed è anche uno studio
di prim’ordine sulla « teologia della croce ».
Il volume, rilegato, di 300 pagg., è in
vendita al prezzo di L. 3.000. Ordinazioni
anche presso la Libreria Claudiana, Via
Principe Tommaso 1, Torino, opp. Piazza della Repubblica, Torre Pellice (To),
opp. Libreria di Cultura Religiosa, Piazza
Cavour 32, Roma.
Visite. — Dui-amite la stagione eisti.va il
nOiStro Te.mpio è stato visii'.ato ida numerOiSil grappi di (turisti provenienti idallTrlatiidia, dailia Svizizera e dalla Eraini.cia.
Mentre Ili riinigra^siamo ¡per i bei monieniti ¡che ci ban(no pernie'Sso di t,ra:sCiorrere iinsieme diciamo loro il più fraterno
arrivederci peiriehé la loro visita ,ci hia. fatto del bene cid ha conilribuito, coi canti e
con la ipreighiera. in. (comune, a fa,rei sempre meigiMo coniiprenidere la grande necessità di (realizzare, l’uniità di tutti iin
Cristo, tutti fi(gli di uno iste&so Padre «he
ci, ama e c.i salva iln Cri.s’jo Gs(SÙ.
Bazar. — Il Bazar di agosto, egregiamente ipireparado dall’Uni one Eemniinille
ooadiuvata dai' giovani, ba a,vu(fo un esito
più iChe lusinighiero per .cui riingrazia.mo
i nnmeroisi intervenuti n'ilie con la loro
pireseiniza. altitiva haiirnio contribuiito al successo. (piremia(nido ita (tal modo le ore di
fallica, .e di lavoro di quanti lianino coMabora.lo alFallestiimenito.
Anniversario. —■ Que.sl’ann.o la n.ostjra
parrocchia (Co.niipie il suo ¡primo lustro di
vita..
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11 eougresso nazionale
delle ((Assemblee di Dio»
Scuola Latina di Pomacetto
Direttore resp.: Gino Conte
Risultati esami sessione autunnale
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n. 175, 8-7-1960
Roma (SISE) — Oltre 200 delegati, provenienti dalle varie regioni italiane, hanno partecipato alla 16;. Assemblea generale delle « Assemblee
di Dio» (Chiesa pentecostale) in Italia, svoltasi a Napoli dal 5 all’8 settembre.
Il Movimenti pentecostale è all’opera nel nostro paese da alcuni decenni. Durante il ventennio fascista
dovette subire una dura e stolta persecuzione da parte delle Autorità civili e solo nel secondo dopoguerra potè riprendere la sua attività evangelistica-missionaria. Si contano oggi in
Italia circa 600 chiese o gruppi pentecostali per un totale di circa 40.000
membri di Chiesa. Il Movimento pentecostale, ohe è tutt’ora in fase di rapida espansione, dispone dal 1954 di
una Scuola biblica, a Roma, nella
quale finora sono stati preparati 160
missionari.. Le « Assemblee di Dio » in
Italia fanno parte del Consiglio Federale delle Chiese evangeliche d’Italia.
Promossi dalla I” alla II": Pasire Elvio, Peyroil Enrico, Prever-Loiri Walter,
Proipoggia Gino, Tibaldi Dario, Perro Marina, Travers Marco.
Promossi dalla II" alla HI": Bertalot
Erica, Costantino Eaio, Concourde Enrico, Lageard Paolo, Maurino Fiorella, Previati Rita, Ribet Renato.
Licenziati: Alleimiandi Alida, Avondet
Rino, Costa Renaita, Costantino Rino,
Fomerone Gino, Giaiero Adriano, Micol
Eliana, Perro Luciana, Pipino Andrea,
Ponis Costanza, Tron Edgardo, Tron Rolando.
La inaugurazione deU’anno srolaslico
1963-64 avrà luogo nel Teatro del Convitto il 1° ottobre alle ore 14,30.
La direzione
tin. «nholninn . Torre Pellice (To
PERSONALIA
Si sono sposati, a Torino, il dott.
Giorgio Bert e la sig.na Maria Luisa
Mottura. Agli sposi e ai loro familiari i nostri auguri più cordiali.
Malattie
orecchio, naso e gola
Il dott.
Oskar Schindler
riceve per malattie di
orecchio, naso e gola
a POMARETTO (presso l’Ospedale Valdese) tutti i lunedì
dalle 14 alle 15,30.
a LUSERNA SAN GIOVANNI
(presso lo studio del dott. Pelìzzaro ) tutti 1 venerdì dalle
13,30 alle 15.
a TORINO (via Bistagno 20 S. Rita) martedì, giovedì e sabato dalle 14 alle 16.
Collegio Valdese
abbiamo visio finalimeint« 4*oronalo il nostro toglie di avere um Tempio ed una
cireoscirizione parroochiale. Cinque anni
densi di altiviità bemedeCla. dal Si^n-^re
che, dopo averei dato il Tempio ip?^ poter (pregare insieme, 'ci ha ai-uUli a %‘U(pe*
rare gli oslaiolì nei momentli duri dell’inizio, ci Ila sorretti nelle diffitoltà ineviiabiili che spesso abbiamo trovalo per
organizzare le varie attività, ci ha dato
!a gioia di avere una (parroicebia costi!uita
su solide basi (Con un gruppo dì collaboratori attivi e voleaiiterosi.
AlTiinizio di questo secondo lustro di
vita della, nostra eomuinilà costituita icbiediamo a Dio di conicederci' il Suo aiuto
affiniobè ipossiamo ennora tutti insieme
com'-inuare con gioia a lavorare al Suo
servizio ed a la (Sola gloria, del Suo Nome
per Toipera di testimonianza evangelicia
in questo borgo della pianura pinerolese,
puiiita a.vanzata nel campo dell’evangelizza zio ne.
Sessione autunnale
Promossi alla II Media: Alunni Gufi,
biotti Anna Maria, Amberti .Ada, Fioretizato Alessaiiulro, Geymonat Dario, Poe-t
Frant-o, Rivoira Roberto, Tedino P;tolo,
Vola .Alberto.
fVomossi aUa III Media: Aiirico Maria,
Coro Giuseppe, Farolfi Corinina, Frache
Adriana, Gayard Simonetta, Girardei H!lda, Janavel Adriano, Messina Claudio,
Mounet Giorgio, Patta Giovanni, Perurca
Remalo, .Alasio Susi.
Licenziati: Anrieo Fernanda, Baridon
Luisa, Berlin Maura, Frache Roberto,
Massanizama Roberto, Molinari Marco, Raviol En(ZO, Ribba Anna Maria, Scagliola
Ada, Sereno Criistina, Carbonaio Pier Paolo, Serventi Stelvio.
Promossi alla V Ginnasio: Gabriele
Giantpiero. Lu(So<na Renato, Pizzardi Mal.
vina.
— Diverse famiglie della nostra Chiesi
sono state, nel corso di questi ultimi tempi, colpite da dolorosi lutti. Ci hanno infatti lasciato, dopo una lunga giornata terrena o dopo avere per parecchio tempo
camminato in conipagnia della malattia, diversi fratelli e sorelle in fede i cui resti
mortali abbiamo accompagnato e deposto
ne! campo dell’estremo riposo terreno come segue: Davil Vittorio (Inverso - Breanza), di anni 74, il 1” settembre; Rambaud
Stefano fu Stefano (Centro - Sarei), di anni 61, il 4 settembre ; Piene Giovanna ved.
Barolin (Garin - Segheria), di anni 92, il
6 settembre; Allio Albertina ved. Buffa
(Centro - Sarei), di anni 85, il 9 settembre.
La Comunilà ha eS(preisso alle famiglie
in lutto tutta la sua sincera e sentita simpalia intervenendo numerosa airaccompagnamento funebre degli scoiinparsi.
A quanti seno stati colpiti nei loro affetti più cari e sono nel dolore noi rinnoviamo l’espressione del nos.ro fraterno af
fello e della nostra solidarietà cristiana e
ricordiamo la grande promessa del Signo1-: nel quale abbiamo creduto : « Io sono
venuto perchè le mie pecore abbiano la vita e rabbiano ad esuberanza » (Giov. 10
vers. 101.
Ammissione al Liceo: Agostinelli Franco, Arichetti LioneTo, Buzzi Giovanni,
Canipisani Aristide, Guiganino Valerio,
Pons Guido, Tutabil A(nna, Coisson Fabrizio, Roéhat Mainine, Sarrilzu Franco.
Promossi alla II Liceo: Battaglia Renato, Coicord(a Suseitita, Deodato Giovanni,
Di iFrainciesco Gianni, Fassio Daniele. Galansino Giulio, Petitazzì Massimo.
Promossi alla III Liceo: Collino Federico, Collino Manlio, Goimnel Osvaldo. Ri.
Va Danilo.
RINGRAZIAMENTO
La famiglia del compianto
Enrico Jahier
di anni 71
ringrazia tutte le persone che si sono
unite al suo dolore in occasione della
cerimonia del servizio funebre avvenuta a Pemaretto il 4 settembre
« Vegliate e pregate perchè
non sapete nè il giorno nè
l’ora» (Matteo 25: 13)
- Abbiamo avuto ultimamente il piacere di ricevere la visita e di udire il mes.saggio dell,'. Parola di Dio portatoci da di
versi fratelli. Hanno infat:i presieduto il
nostro culto nel corso di queste ultime domeniche i Pastori Sigg. Alfonso Peyronel,
Edoardo Aime, Alberto Ricca e Guido Comba
Giunga ancora a questi nostri fratelli la
esipressione della nostra viva riconoscenza
ei il nostro grazie molto sincero, insieme
all’augurio di molte benedizioni nei rispel:ivi ramni oli laverò.
Les parents de la regrettée
Albertine Allio
V.ve Buffa
o.écédés à S.t Jean, le 7 septembre
1963, à l’âge de 85 ans, remercienl
toutes les personnes qui ont participé aux obsèques. Remercient particulièrement le Dr. Gardiol, Soeur Suzanne Coïsson et sa soeur, le perso
nel du Refuge Roi Charles .Albert,
MM. les pasteurs Jahier et Micol, qui
l’ont assistée et entourée affectueusement.
« Il mettra mon âme en paix »
(Ptsiaumes 55: 19)
La famiglia Co(m,ba, addolorata dalla scomparsa avvenuta a Villa Olanda (Luserna San Giovanni) il 9 Settembre di
Arnaldo Comba
Pastore Valdese
ringrazia vivamente il Moderatore, i
Pastori Seiffredo Colucci e Franco
Soimmani per la loro fraterna assistenza, e quanti amici vicini e lontani hanno- preso parte al dolore di un
distacco reso sereno dalla fede nelle
promesse della Parola di Dio.
Il Signore ha richiamato a sé
Samuele Revel
ir, età di 77 anni.
Ne danno il doloroso annnunzio, a
funerali avvenuti, la vedova Marghe
rita Boèr, il genero Piero Granerò, i
nipoti e parenti tutti; ringraziano il
personale deH’Ospedale Valdese di
Torre Pellice. il pastore R. Jahier, la
Associazicne Arti e Mestieri, intervenuta con bandiera, i vicini di casa e
quanti si sono adoperati nella luttuo
circostanza.
Luserna S. Giovanni, 15 settembre ’63
.4cquisilan-do i VINI MARSALA
dal fratello Garzia Salvatore, via
Ca(p(p-U(ccini, 6, Marsala, contribuirete alla creazione di un fou(do per
la co.strnziotae di tin’Opera Eva-ngeliica in Marsala, in quanto tutto
il guadagno, escluso il minimo indiopenisabile al suo fabbisogno familiare, va -devoluto per l’Opera
stessa.
Camlone prupagataida 6 boitliglie
litro- L. 2.400.
Gliiedere lietini prezzi.
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