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DELLE
Ciff.a
Casa Valdegp
Wims PELliQQ
Settimanale
della Chiesa Valdese
Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quali avete peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo
Anno LXXXVIII - N. 29
Una copia !.. 30
ABBONAMENTI
\ Eco: L. 1.200 per l’intemo | Eco e La Luce: L. 1.800 per rintemo j Spediz. abb. fatale - d Gruppo f TORRE PELLICE — 18 Luglio 1958
/ L. 1.600 per Testerò | L. 2.500 per l’estero i Cambio d’indiriazo Lire 40,— | Ammin. Claudiana Torre Pelliee • C.C.P. 2-17557
LA
del Mediò Oriente
Il mondo è in subbuglio per i recenti tragici avvenimenti deUTrak.
La situazione è ancora estremamente confusa, le notizie incerte Comunque è accertato che una rivoluzione, che ci viene descritta come accurtxtamente preparata e condotta dà una forte sezione dell’esercito, guidata da ufficiali fllonasseriani, ha sanguinosamente rovesciato la monarchia ed ha istituita la Repubblica irakena, ponendola immediatamente nell’orbita della RAU (Repubblica Araba Unita: Egitto, Siria e
Yemen), voluta e guidata da Nasser:
questi impersona il sogno di un mondo arabo unito che si ponga come arbitro fra i due blocchi, e sembra diventare sempre più una figura quasi
mitica per il mondo arabo che pare in
preda ad un’onda di espansione difficilmente arginabile, come secoli addietro. E’ prevedibile che anche le ultime maglie di questa catena araba,
almeno nel Medio Oriente, si saldino
presto o tardi: l’Arabia Saudita, come la Giordania, hanno già un’indipendenza di fatto assai precaria, e
non si sa fino a quando il Libano attaccato alTOccidente resisterà all’assalto violento della frazione filoaraba
( a questo proposito bisogna, purtroppo, registrare un nuovo insuccesso del
l'attività delTONU, che spiega se non
giustifica lo sbarco dei marines americani).
Sarebbe veramente un cerchio di
ferro stretto intorno ad Israele. Ma
non di questo anzitutto si preoccupano i nostri governi! L’Irak era una
chiave dello schieramento occidentale: legato alTOccidente, anche militarmente, mediante il patto di Bagdad avrebbe dovuto costituire ima
garanzia di sicurezza; ma è caduta
come un castello di carte: imo dei
"laihsi dei
scato di denunciare il Patto di Bagdad. Ed ora tutti gli Occidentali si
chiedono : che ne sarà del petrolio?
Poiché questa è la ricchezza e l’importanza di questo paese: ad esempio, è il petrolio irakeno che alimenta, nella grande maggioranza, le raffinerie italiane e quelle francesi. Se
anche quest’aftiusso continuerà con
una certa regolarità, non sarà probar
tailmente piu alle stesse condizioni:
finora i proventi erano fraternamente divisi fra il re e le compagnie petrolifere, ma l’esempio del Canale di
Suez non fa presagire nulla di buono... Le Borse occidentali, in particolare quella di Londra, hanno registrato immediatamente forti perdite
delle azioni petrolifere.
Bisogna attendere gli sviluppi della situazione. Si è, naturalmente, turbati dal carattere violento, sanguinoso e feroce delia rivoluzione. Ma
è da chiedersi se Tunica cosa che gli
Occidentali hanno da dire, a questo
proposito, è il mormorare o il gridare
alla minaccia sovietica. E’ indubbio
che la politica sovietica ha tutto l’interesse a mestar nel torbido in questi
paesi in evoluzione, irrequieti; ed in
questi ultimi anni questa politica si
è mostrata assai oculata. Però non credo che a Bagdad si siano ribellati
perchè a Mosca abbiano lanciato un
ordine. Un fremito di rinnovamento
percorre questi paesi del Medio Oriente come tutti quelli che sono stati
finora paesi « coloniali ». Sono paesi
che, spesso, hanno delle grandi ricchezze, e che non ne godono Che ben
poco. Anche i nostri giornali hanno
riconosciuto in re Feisal delTIrak
« uno dei re più ricchi e sovrano di
uno dei paesi più poveri » ; un re che
sulle rive del Tigri ha fatto costrui
re appositamente per la futura sposa
un palazzo da Mille e una notte, che
è costato qualcosa come 17 miliardi
e mezzo di lire, mentre la massa del
suo popolo vive in uno stato di miseria e arretratezza impressionante,
malgrado gli sforzi del governo per
iniziare la industrializzazione del paese. Dio permette che la storia eserciti i suoi tragici giudizi, anche se colpe di generazioni ricadono su di ima
sola.
La rivoluzione irakena potrebbe
dunque essere il segno e l’inizio di un
profondo rinnovamento di quel popolo. E poiché, almeno finora, questo
nuovo mondo arabo sembra aver dato prova di una certa indipendenza
nei riguardi della interessatamente
benevola Russia, accettandone le offerte di aiuto e di appoggio (la diga
di Assuan...) ma non le imposizioni/
credo che possiamo considerare come
un fatto positivo la possibilità che in
mezzo ai due grandi blocchi antagonisti si inserisca, a lato di neutralisti
come l’India o la Jugoslavia, un blocco arabo che rifiuti di lasciarsi attirare nelle maglie degli imi o degli altri :
che questo « gioco » politico sia fatto
non per ragioni idealistiche ma interessate, non infirma il suo valore reale. D’altra parte, è certo preoccupante che questa nuova forza, indubbia-,
mente poco matura politicamente, sia
e rimanga nelle mani di avventurieri ambiziosi e senza scrupoli, anche
se abili ed audaci, o di gruppi militari
che giocano su di un acceso nazionalismo.
L’Occidente teme per il suo portafoglio, per la sua economia, per le sue
fonti di energia; ricordi la lezione di
Suez; pensi a ciò che succede in tutti
i paesi ex coloniali; e se guarda cor
sospettosa diffidenza la « mano tesa »
da Mosca verso questi paesi, veda di
tenderla, lui, con umana sincerità, e
quésto varrà più di tutte le solenni
dichiarazioni in favore della legalità
e della libertà. Ne potrà dipendere
non soltanto un’intesa economica e
politica preziosa per entrambe le parti, ma, forse, la stessa possibilità della predicazione delTEvangelo in quei
paesi, in cui il nazionalismo riceve
dall’Islam una violenta e intolleran
. . .ai.-.-.* - -, -3
Gino Conte
IMPRESSIONI D! UNA VISITA
La **PoHa%tÌel Sangue,
UNA VOCE DELUAMERICA „ DIVERSA
La Chiesa, strumento dì Dio
Dalla prima dichiarazione della nuova Chiesa Presbiteriana Unita degli Stati
Uniti, sorta dalla recente fusione delle due Chiese Presbiteriane esistenti
...La Chiesa esiste per glorificare Dio,
per renderLo manifesto agli nomini, per
riflettere lo splendore della Sna natura e
per servire il Suo fine eterno in Gesù Cristo, solo capo della Cliiesa. Missione della
Chiesa è far brillare la luce di Dio in ogni
società e in ogni generazione.
Dobbiamo discernere la Parola di Dio
nella Bibbia. La collera di Dio si abbatte
sulle nazioni i cui capi Lo rinnegano volontariamente e apertamente, ma Egli può
servirsi di queste nazioni i>er eseguire i
suoi disegni e castigare il suo popolo. Contro Israele, Egli si è servito del potere imperiale delTAssiria come verga della sua
collera e bastone del suo furore. Egli può,
ai giorni nostri, servirsi del comunismo o
di altre jx)tenze senza Dio per punire le
nazioni privilegiate, cristiane di nome, che
ignorano Dio e dimenticano ciò che Gli
devono. La nostra nazione, oggetto del favore divino, si trova nello stesso peritolo
in cui era l’antico Israele. In modo nascosto ma sicuro, stiamo detronizzando Dio
dalla nostra vita nazionale? Tentiamo di
far entrare l’Onnipotente nei nostri piccoli
schemi, invece di trovare il nostro posto
nel suo vasto piano per il mondo?
Una nazione può perdere l’anima .sua,
quanto un individuo. Noi Americani siamo
in pericolo di respingere l’eredità che ci
ha fatti ciò che siamo. Riconosceremo, nel
pentimento, che come popolo diventiamo
meno interessati alla giustizia che alla sicurezza nazionale e alla superiorità internazionale. I rapporti tra noi e gli altri popoli non sono più determinati anzitutto dai
principi morali o dalla considerazione delle necessità degli uomini. Le antiche parole: giustizia, dirittura, svuotate del loro
contenuto, sono usate come armi della politica internazionale. L’interesse personale
diventa il grande assoluto.
Il concetto di libertà, quale lo conoscevano i nostri padri, è anch’esso deprezzato. Per loro, la libertà proveniva dalla
obbedienza a Dio. Dovremmo essere profondamente turbati dal mito contemporaneo del mondo libero. Questa nazione conta fra i suoi alleati dei popoli che non
sono in alcun senso liberi. Con le nostre
azioni, dichiariamo al mondo intero che
dei paesi, in cui la libertà umana è interamente morta, possono qualificarsi per diventar membri del mondo libero semplicemente fornendo basi militari o facilitazioni strategiche. Questa specie di ipocrisia
internazionale deve essere detestata dai cristiani, e a questo proposito la Chiesa non
può tacere. In questo sforzo per conquistare una posizione di potenza, la nostra nazione non può chiuder gli occhi sulla soppressione, in certi paesi, dei diritti dati
alTuomo da Dio. Ecco perchè domandiamo
una nuova valutazione delle concezioni ahiInali della libertà e del mondo libero.
Non c’è alcun termine che possa sostituirsi al perdono. La civiltà più alta ha ancora Iti.sogno del perdono di Dio. Se alcune
nazioni sono maggiormente peccatrici che
altre, non c’è sulla terra alcuna nazione interamente giusta. Dobbiamo, come popolo,
essere pronti a riconoscere le nostre colpe
nei confronti delle altre nazioni, come
preludio alla ricerca di una comprensione
internazionale. La contrizione per i nostri
propri peccati farebbe di più, per creare
una atmosfera favorevole alla pace, che delle notizie di stampa che denuncino le colpe degli altri.
Bisogna che la voce della storia, che deve fare eco alla saggezza delle ere cristiane, sia ascoltata. Viene continuamente proclamala una dottrina falsa e mortale: cioè
die nella situazione attuale del mondo ci
sono due alternative; o la vittoria sulle
uuove potenze comuniste, o l’annientamento delle democrazie tradizionali. Ci fu un
tempo in cui Cristiaui e Musulmani credevano fermamente che un gruppo o l’altro
dovesse essere completamente vinto con la
forza, ma infine hanno imparato a vivere
nello stesso universo. In un periodo più
recente della storia, i protestanti e i cattolici romani hanno pensato che gli uni o gli
altri dovevano essere annientati, ma il tempo è venuto in cui anch’essi hanno imparato a coesistere. Tuttavia, in nessuna delle
due situazioni la coesistenza ha implicato
un compromesso delle convinzioni cristiane o una diminuzione dello zelo evangelico. La persuasione, piuttosto che la forza,
è il vero mezzo di conversione. Perciò, facendo tutti i nostri sforzi per la liberazione di tutti gli uomini, dobbiamo oggi accettare di coesistere con le nazioni comuniste. (Citato da L’Illustre Protestant)
Incontro
del Colte della Croce
il tradizionale incontro protestante
italo - francese del Colle della Croce
avrà luogo D. v. domenica 27 luglio.
Il culto, presieduto dal Past. Gustavo
Bouchard avrà inizio alle ore Ile sarà
seguito dalla celebrazione della Santa
Cena.
Chi salirà al Colle per partecipare
al culto, porti con sè lo Psaumes et
Cantiques e si avvicini alla croce.
Dovrebbe essere naturale che coloro che saliranno per ragioni puramente turistiche ( pochi, speriamo ! )
non disturbino in alcun modo lo svolgersi del culto. Anche nel campo dell'educazione non dovremmo essere da
meno dei fratelli francesi.
Piemontese
— Il Santo Padre — ci spiegava in
un italiano pastoso e apiwossimativo
ir prete polacco — ha detto che con
gli ortodossi bisogna mettere in luce
e valorizzare i molti punti in comune
che abbiamo, ma con i protestanti bisogna ai contrario accentuare le differenze perchè sono andati troppo oltre, e troppo profonde sono le divergenze dottrinali, c’è fra noi e loro un
aoisso, ci dividono troppe cose, ci
sono...
Non volli sentire altro. Deluso e un
po’ pentito di aver provocato il colloquio con quei preti senza tonsura, dalTaria forestiera e dall’abito non talare, e che perciò avevamo confuso in
un primo tempo con dei pastori anglicani, mi rimisi a sedere sui comodi
sedili del rapido che ci trasportava da
Sibari a Taranto di ritorno da Cosenza, ove avevano avuto luogo i lavori
in comune della Conferenza Distrettuale del IV e V Distretto.
Eccola la risposta al nostro ecumenismo, mi dicevo, ecco la risposta al
garbato irenismo di Ernesto, forse
sarebbe stato meglio farci riconosce
calo questo rospo da ingoiare senza
poter reagire. Ma improvvisamente i
miei pensieri lurono interrotti dalla
vista di una pietra tirata fuori da una
borsa; una pietra dura, liscia, che probabilmente durerà sino alla consumazione dei secoli, una pietra levigata
dal mare, unita, pesante. Per im istante che mi parve interminabile restai
col fiato sospeso: che c’entrava quella pietra nella nostra discussione? Intanto, come soppesata dalle mani del
fratello Russo, fissata con stupefazione da tutti, finiva delicatamente nelle
mani di Ernesto come un vaso fragile
e prezioso. Sembrava che da quella
pietra si sprigionasse un fascino strano, come un influsso, non so, un motivo, una parola, ecco: un messaggio. « Se costoro si tacciono, le pietre
grideranno » diceva Gesù. Era la pietra che il fratello Russo aveva tratto
con fatica dal rudere del Tempio Valdese di Guardia Piemontese.
Si, fra le tante cose che ci dividono, signor prete, ci sono anche queste
pietre, le loro grida, quel che testimoniano con il loro muto ma pur tanto
eloquente linguaggio. Eravate venuti
in Italia per vedere la Madonna delle lacrime, ma vi siete trovati davanti
alle lacrime ed al sangue di Oisto.
Eccola nuovamente Guardia Piemontese, come proiettata dal mio cuore davanti ai miei occhi, eccola: piccola, in alto, come un nido d’aquile,
con le sue viuzze, le sue case rozze,
minuscole ma solide, orbata della sua
Chiesa. Rivedo i fratelli raccolti in
preghiera sul suolo ov’era il Tempio
in cui i nostri padri cantavano le lodi
del Signore. Riodo i canti, le strofe;
« Questo è il suol dove i Padri han
giurato al Signor di serbar fedeltà —
Forte rocca è il nostro Dio » che invadevano i vicoli, le piazze, come a
voler ricercare l’eco delle grida di terrore dei nostri padri braccati dalla
soldataglia assetata di sangue, senza
vie d’uscita, presi nella trappola mortale, per sovrapporvisi, proclamare la
vittoria ultima, definitiva, in a Colui
che ci ha amati ». Perchè si possono
perdere delle battaglie nel combattimento della Fede, ma non si può perdere la guerra.
Francesco Mellone
(continua in 2» pagina)
2
1 —
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
Comunità crisliana e ConiBnilà cliiile
La ristampa di un’ampia conferenza pronunziata dal teologo riformato
Karl Bapth in alcune città tedesche neH’immediato dopoguerra (1946)
Si è sbalorditi dell’attualità di queste pagine, che non sono invecchiate,
in questi dodici anni, perchè non erar
no basate su considerazioni politiche
contingenti, ma sulla Parola di Dio.
Il titolo avrebbe potuto essere:
Chiesa e Stato, poiché di questo si
tratta nel libro. Ma Barth ha voluto
di proposito servirsi del termine << comunità», per indicare la società civile e quella ecclesiastica ,a significare
la stretta e positiva relazione che v’è
fra runa e l’altra, come pure il fatto
che parlando di queste realtà si ha
a che fare con uomini prima che con
istituzioni.
Non sapremmo abbastanza consigliare a tutti la lettura di questa breve
opera, di una semplicità, di una chiarezza lucida ed obiettiva quale non è
facile trovare ai giorni nostri, specialmente a proposito di im tema scottante come quello trattato, al centro
di violente polemiche. Beninteso, non
vi si troverà un manuale politico ad
uso del cristiano, non delle ricette
bell’e pronte; ma degli esempi concreti, vivi, molte indicazioni chiarificatrici ed una visione d’insieme at
ta a portarci a impegni e decisioni
concrete.
Che lo vogliamo o no, facciamo tutti parte della comunità civile; e la
politica (cioè il governo della polis,
della città, della società) ci concerne
tutti, al livello comunale, nazionale
e mondiale. In questa situazione, siamo continuamente chiamati a decidere, a scegliere, a volere, ad impegnarci, ed è quindi indispensabile
che vediamo chiaro.
La prima cosa che il cristiano deve
vedere chiaro è il fatto che la comunità civile e quella cristiana (egli fa
parte di entrambe) non sono due società estraneee l’una all’altra, senza
alcun ptmto di contatto, ma sono al
contrario indi^lubilmente legate.
Barth riprende la nota immagine di
Cullmann: il mondo è come im grande cerchio, il cui centro è Cristo; in
questo grande cerchio, concentrico ad
esso ,ve n’è un altro minore: la Chiesa. Il grande cerchio è il regno di Cristo, poiché la pretesa del Cristo è
proprio di essere Salvatore e Bifore
del mondo; la Chiesa è regno di Cristo potenziato soltanto in quanto ha
— o dovrebbe avere — coscienza di
questa signoria di Cristo. E’ evidente
da questa immagine che la « superficie» di queste due realtà. Chiesa e
società umana, coincide: ogni membro di Chiesa è anche cittadino (non
viceversa). Possono sembrare delle
considerazioni ovvie; ma in realtà,
ogni volta che si vuole separare la
sfera politica da quella « religosa » si
va nettamente contro questa constatazione.
Anzi, non si tratta tanto della constatazione di un dato di fatto, quanto piuttosto del riconoscimento del
valore teologico dello Stato. Pur non
accettando gli estremi della dottrina
luterana del due regni, Barth riconosce, sulla base del Nuovo Testamento, che lo Stato è voluto da Dio;
Stato e non Chiesa, esso segue criteri che sono diversi da quelli che regolano la vita della Chiea; ma anche
quando —• ed è quasi sempre, malgrado le etichette cristiane — lo Stato
non sa o non riconosce che esiste per
volontà e secondo l’ordine di Dio, esso rimane imo strumento nelle Sue
mani; la Chiesa — per rivelazione
di Dio — conosce invece questo carattere di «ordinamento divino», e de
LA PAROLA DELLA VITA
Perchè tu sia vero
« Per questo sono venuto nel mondo : per
testimoniare della verità. Chiunque è per
la verità ascolta la mia voce».
(Giovanni 18: 37).
Gesù, ci vien detto, è venuto nel mondo per testimoniare della
verità; di una verità che evidentemente prima non era conosciuta o che
comunque non era mai stata riconosciuta come la Verità unica ed indiscutibile. La verità è questa: Dio è fedele al patto che ha stretto con
l'uomo, un patto di grazia, capace di mettere in luce il iiuo amore per
tutto il creato. Per questo tigli è vero, perchè rimane quello che è stato
fin dal principio per noi.
Gesù, rendendo testimonianza a questa verità come colui che incarna in sé tutta la fedeltà del Padre celeste, dice ad ogni suo interlocutore: « bada che ti sei allontanato dal Padre che, solo, può guidare
la tua vita,, ricordati del patto che Egli ha stretto anche con te, accetta di
appartenergli, e sarai dinuovo vero, sarai messo in condizione di vivere
come figlio di Dio, capace di ascoltarlo e di vincere il tuo peccato ».
Questa testimonianza è resa in mezzo ad un mondo che cerca la
verità, ma la cerca in tante altre direzioni, poiché non è più in grado di
discernere ciò che è vero e ciò che è falso, nè sa più accorgersi cne tanti
portatori di Verità altisonanti non hanno quella irripetibile autorevolezza
con la quale parlava il Messia.
Ma questa testimonianza è rivolta anche alla Chiesa che deve saperla comprendere ed accogliere con gioia. La nostra vita è stata resa
vera dalla fedele testimonianza che il nostro Signore ci ha portato.
Abbiamo un solo mezzo per manifestare questo nuovo stato di
cose: rinnovando tutto il nostro comportamento nei confronti del prossimo. Tale comportamento dev'essere improntato alla massima sincerità. Infatti Dio non si è presentato dinanzi a noi con due volti o con
due programmi di salvezza, ma col volto di Cristo soltanto e con la salvezza da Lui offerta. Anche noi perciò —- che non abbiamo e non dobbiamo avere più due facce dinanzi a Dio — ma solo quella di peccatori
riscattati dalle loro colpe, dobbiamo presentarci ai nostri simili con l'unica faccia di fratelli nel Signore, che amano sinceramente colui che
sta loro dinanzi.
Vi è tutta una catena di piccole e grandi falsità che si insinuano nel
nostro dire e fare, impedendoci di essere di fatto coloro che seguono
verità in carità.
Penso all'apparente desiderio che abbiamo tutti di aiutarci l'un
l'altro o comunque di aiutare coloro che non hanno un sostegno, desiderio che però va di rado molto lontano in direzione di una pratica attuazione, quando questo significa per noi una perdita di tempo o di
danaro, la necessità di impegnarci e forse di impegnare anche altri. Le
belle parole che escono dalle nostre labbra non corrispondono sempre
ad una sincera intenzione in questo senso.
Oppure penso alla estrema difficoltà con cui riusciamo a convincerci cne tra i discepoli di Cristo non possono regnare dei rapporti legalistici e che, là dove forse è stato infranto il diritto umano, è necessario
che noi sappiamo dimostrare che viviamo in un mondo in cui regna la
carità di Cristo e non la, spesso implacabile, giustizia umana.
O meditiamo un attimo sulla sincerità e verità del nostro « chi lavora prega », tante volte ripetuto a sproposito. Queste e molte altre insincerità sono presenti nella nostra vita.
Per questo l'Evangelo ci sprona ad incamminarci risolutamente sulla via opposta, più difficile e meno comoda da seguire, una via che bisogna ricercare in preghiera. Questo affinchè noi siamo dei testimoni,
anche se incompleti e troppo spesso inefficaci, di quell'Uno che è vero
e sincero senza ombra di dubbio e che vuole rendere compiutamente
veri anche noi.
Giovanni Conte.
ve riconoscerlo rispettando lo Stato
e richiamandolo alia sua vera missione, che è quella di mantenere nei
rnonao noene ect egoista un «ordine
legaie esteriore, relativo e provvisorio e lutiav.a valido ed efficace».
ni one modo potrà farlo?
Bisogna anzitutto che la Cniesa resti (Jniesa: cne non accetti o cerchi
in alcun modo di confondersi coi
inonao, ui mescolarsi e conformarsi
au esso ; e cne, ancora meno, non tenti di diventare essa stessa btato. Essa
non ueve essere rimorchiata dallo
te baio, ma correponsabile con esso:
neve maiitenere la sua libertà (non
superiorità!) di interlocutrice, cne
pilo lare — attivamente — un irauto
ui strana comune, finché io Stato ri
mane quello di Komani 13 o I Bietro
z: 14, ma cne deve opporre la sua resistenza, per il bene nello Stato stesso, quanuo questo diviene queiio ni
npoc. 13. ha (Jniesa si guarderà dai
riconoscere un sistema come il sistema cristiano; non identificherà mai
alcuna realizzazione umana con n
xtegno. iNB d'altra parte cercherà di
euincare il Regno di Dio. in terra
Bcciiuenuo nell arena politica per dilenuere è anerrnare i propri « aiiari »,
per aunientare la propria iimueiiza
c 11 proprio prestigio. « na comunica
cristiana non e fine a sé stessa. E
ai Sci Vii., j ui uio e perciò stesso ai
serviz.o deli uomo». L’unica rivendicazione cne la Uniesa può e ueve presentare ano Stato e quella oeiiassoiuta liberta di predicazione e di
ascolto uena Paròla di Dio.
Polene la Gmesa e ai servizio dlegii
uomini e non ai idee, essa non sara
mai «per principio» prò o- contro
una lorma tu Stato; ma é cniamata,
qualunque sia la lorma dello Stato
in cui vive, a vagliarne, accettarne o
condannarne i singoli atti concreti,
in base ad una linea direttrice che
non è un qualche diritto naturale,
ma la volontà di Dio che si tratta di
saper cercare e discernere nella Parola. Certo, lo Stato sembra reggersi,
bene o male, in base a un diritto na
turale, mutevole nello spazio e ne.
tempo; ma questo avviene unicamente per la grazia e la pazienza di Dio,
senza che per altro si giunga mai a
soluzioni definitive.
Per la Chiesa lo Stato con il suo
ordinamento è paranoia, un’immagine incerta, spesso deformata eppure indicativa, del Regno; vi pu^
vedere rispeccniato un vago riflesso
ueii'ordine della « città di Dio ». Viceversa IO Stato ha Disogno aei.a .e
stimonianza della Chiesa, oltre che
della sua pregniera, perchè gii sia
cniarita questa analogia, questa dignità e questo dovere che da sè non,
conosce. Barth passa quindi a dare
alcuni esempi di come può marufe
starsi questa testimonianza: ci ripromettiamo di riprodurli in parte ne.
prossimo numero, dato il loro valore.
Alla fine, egli constata che per po
ter rendere in tutto il suo peso bene
fico questa testimonianza nella comunità civile, la comunità cristiana ueve conoscere ed « annunciare in tutta
la sua ampiezza l’Evangelo della grazia di Dio... Questo Evangelo è pe.
sua natura poUtico, e se predicazione,
insegnamento e cura d'anime interpretano la Scrittura come si deve e
sanno veramente rivolgersi all’uomo
reale (cristiano e non cristiano!) sarà necessariamente politico e profetico insieme... Ma questo non dipende solo dal predicatore! Non è certo
un buon segno che la parrocchia s.
spaventi di vedere il sermone prendere un indirizzo troppo politico! Come se, cessando di esserlo, non ces
sasse contemporaneamente di essere
il sale della terrà e la luce nel mori
do ! » Solo così la comunità cristiana
porterà nel mondo il lievito dell’inquietudine civicq. Per questo, anche
messaggi particolari e dichiarazioni
presbiterali o siilodali possono avere
il loro valore, purché la Chiesa non
dia « rimpressione di uscire dal le
targo di im’esistenza abitualmente
apolitica unicamente quando si tratta di discutere di lotterie, alcoolismo
e profanazione della domenica o simili questioni ’’religiose e morali’
(in senso stretto)... di arrivare sempre troppo tardi, cioè quando la sua
presa di posizione non comporta più
alcun rischio e non può più produrre alcun effetto».
Naturalmente, « il più importante
contributo nella comunità cristiana
alla edificazione della comunità civile» rimane il fatto che la sua vita,
il suo ordinamento, la sua « politica »
interna siano esemplari, forniscano
cioè allo Stato un esempio parlante
di come viva ima comunità umana
che riconosca veramente in Dio il Signore di tutta la vita, nella Sua Parola il vero « diritto ».
g. c.
A PROPOSITO DEL NOSTRO QUESTIONARIO
I lettori ci scrivono
Caro Redattore,
quanto sarebbero più belli e utili i nostri periodici valdesi, se assomigliassero al
« Sonntagsblatt » di Stoccarda che pubblicava tante utilissime storie e (atti religiosi, che facevano colpo sul lettore e li inducevano a cambiare di vita. Ben di rado
ce ne sono sui nostri periodici (che dovrebbero essere uno solo, come dice bene
Lino de Nicola) e quando ce n’è uno, lo
faccio conoscere con grande profitto a dei
cattolici, come ad esempio ad un Monsignore, il quale mi disse che la Madonna
ama noi. Protestanti, più di loro, perchè
amiamo suo Figlio più di lei, come ogni
madre ama di più coloro che preferiscono
i suoi bimbi a lei.
Frida Maurin.
Genova, 8 luglio W-IB.
Rispondo alle domande del Vostro sondaggio pubblicato sull’Eco:
1») Sono d’accordo che l’attualità politica trovi posto sui nostri giornali, purché
non si cada assolutamente nell’errore di
trattarla ’’politicamente” cioè indulgendo
anche lievissimamente a una ¡¡arte piuttosto che a un’altra.
I problemi sociali dovrebbero venire
trattati anche più ampiamente di quanto
non si faccia ora.
Per fortuna quando leggo uno di questi
articoli, mi pare, salvo rarissime eccezioni, che non potrei trovarlo tale e quale
su qualunque giornale.
2») Leggo non con curiosità ma con estremo interesse le notizie della Chiesa nel
mondo.
3“) Seguo volentieri la cronaca delle altre comunità.
4“) Le meditazioni che compaiono mi
soddisfano quasi sempre.
5“) Devono essere frequentemente affrontate e analizzate le opinioni anche radicalmente opposte alle nostre.
6“) Darei largo posto alla corrispondenza
dei lettori.
Cesare Piccoli.
Milano, 12 luglio 1958.
Signor Redattore,
ecco le mie risposte al referendum delr« Eco »:
1) E’ necessario che sui nostri giornali
si parli di attualità politica ecc. Forse se
ne parla troppo poco; dipende dal fatto
che i Valdesi vivono un po’ in un « hortns
conclusus »?
2) Le notizie deUa Chiesa nel mondo interessano.
3) Le notizie delle comunità soddisfano
quel bisogno di cronaca che tutti più o
meno lianno. Mi sembra che abbassino un
po’ il livello del giornale.
4) Le meditazioni personalmente non le
leggo ; però ritengo die sia bene pubblicarne, perchè molti le desiderano.
5) 11 fatto che si affrontino opinioni opposte non può dispiacere ad un protestante!
6) Una corrispondenza coi lettori sarebbe molto opportuna. Potrebbe per esempio
sostituire le notizie di cronaca delle comunità.
Temo le mie risposte, confrontate con
quelle dei miei... predecessori, siano nn
po’ lapidarie. La prego di scusarmi e gradire i miei auguri per la Redazione.
Inda Ade.
Roma, lo luglio 1958.
A Guardia Piemontese
Karl BARTH — Communauté chrétienne et Communauté civile, 2' edi
tion, Delachaux et Niestlé, Neuchâtel
et Paris 1958. pp. 78, fr. sv. 3,30; anche presso la Claudiana, L. 550.
(segue dalla 1“ pagina)
Si possono demolire i templi, si
può strappare la vita ai credenti, ma
non la vittoria, tenuta saldamente in
pugno dall’« Uom Possente », il Vincitore del peccato e della morte, delle forze visibili e occulte della malvagità. Questo ci diceva chiaramente la
nostra presenza a Guardia, ove più
nulla, se non le pietre, testimoniano
la fede di un popolo che seppe non
temere « coloro che possono uccidere
il corpo ma non possono uccidere
l’anima », comunque lo facciano, anche, supremo assurdo, credendo di
« far servizio a Dio ».
Lo scopo principale che aveva fatto
riunire a Cosenza i delegati ed i pastori del IV e V Distretto per svolgere insieme i lavori della Conferenza
Distrettuale, era stato proprio la visita a Guardia, compiuta poi a lavori
ultimati nella mattinata del 27 Giugno. Abbiamo così visto con i nostri
occhi, toccato con le nostre mani le
cose, i nomi che ci ricordano un passato glorioso e forse negletto, se è vero che siamo stati i primi in comitiva
organizzata a visitare quei luoghi, dopo essere stati preceduti dalla corale
svizzera... E nell’animo di tutti vi era
come un rimorso, che si espresse poi
nel proposito di compiere una degna
celebrazione del quarto centenario della distruzione della colonia valdese
di Calabria, che ricorrerà nel 1961.
I pellegrini, perchè tali ci sentivamo elTettivamente, dopo un tentativo
di restare in gruppo compatto, si divisero in piccoli gruppi : chi a ricercare nel dialetto locale l’antico dialetto valdese, chi a rievocare le persone i cui nomi erano incisi sulle targhe civiche: Via Pascale, Via Marco
Usceglio, e risalivano i vicoli rimasti
come l’abitato intatti attraverso i secoli, come se il tempo si fosse fermato. E qualche costume locale intravisto, che ricordava l’antico costume
delle donne valdesi, contribuiva ad
aumentare questa nostra impressione.
Poi tutti ci ritrovammo in Piazza Chiesa Valdese a pregare, a cantare i cantici della Fede, davanti agli occhi stupiti, curiosi e un po’ diffidenti dei
Guardioli, come se fossimo venuti da
un altro pianeta. E non avevano tutti
i torti, era da quattrocento anni che
in quei luoghi non si cantava e pregava così. Nei pressi della torre che
I serviva da prigione, una famiglia pre
stò gentilmente a tre nostre sorelle i
tradizionali costumi. Vennero scattate ’divèrse fotografie; Al ritornò da
via aei Valaesi ripassammo dalla Porta del sangue, passaggio obbligato per
uscire dal paese, e che per questa ragione fu certamente il luogo del maggiore eccidio di quanti cercarono
scampo con la fuga.
Mentre la corriera ci riportava al
piano, verso Paola, ove ci saremmo
separati per rientrarle alle rispettive
sedi, ripensavo al tema che aveva informato i lavori della Conferenza, alle due tesi, apparentemente in contrasto, ma in realtà esprimenti ambedue la situazione vasta e complessa
della Chiesa tutta (e non soltanto del
nostro settore), e perciò non giudicabile unilateralmente, sia in senso positivo che in senso negativo. Infatti —
se è giustificata una certa preoccupazione, per una situazione di stasi e
nell’impegno nelle diverse attività della Chiesa e nell’opera di evangelizzazione e di testimonianza compiuta dai
singoli — è altresì vero che per altri
aspetti ed in molti settori troviamo
motivi di rallegramento. Citiamo a caso per quanto riguarda il IV Distretto: la frequenza ai culti, un progresso nelle contribuzioni (invidiabile a
Bari, che si appresta ad inaugurare i
nuovi locali di culto), l’espansione
della nostra opera a S. Giovanni Lipioni in Abruzzo, a Napoli, Taranto.
Forse oggi lamentiamo la mancanza
di qualcosa che non abbiamo chiesto alle nostre Comunità. In tal caso
bisogna vedere esattamente di cosa
si tratta e poi chiedere, nella certezza che non chiederemo invano. In
fondo questa tesi ha avuto conferma
— sia pure indirettamente — anche
dalla visita a Guardia Piemontese.
A quei nostri fratelli, così lontani
nel tempo, ma tanto vicini a noi nel
palpito della stessa fede e dello stesso
amore per il Signore e la Sua Chiesa,
venne chiesto addirittura l’estremo
sacrificio, il dono della vita, e non la
rifiutarono, sicuri di Colui che aveva
promesso « Chi avrà perduto la sua
vita per amor mio la troverà ».
Come potrebbe oggi essere diversamente e per molto, molto meno‘.i Non
è il nostro lo stesso Signore e senza
soluzione di continuità lo stesso Spirito, il Suo, che, ispira e dà vita al
Corpo di Cristo, alla Chiesa, oggi, come ieri‘.i Francesco Mellone.
3
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
— S
#/ ProtesianiGsimo ne! BéJgio
Il Sinodo della Chiesa Missionaria Belga
Alla me <lu tempie sembrava di
essere ad una delle nostre conferenze di Distretto, in Italia: era l’atmosfera familiare che regnava nei locali del Sinodo e nel grande cortile
dove si allineavano in buon ordine
le vetture dei delegati, era il sole
che splendeva come nei nostri incontri di giugno, era il tono di quell’incoutro, immediato, fraterno come tra
amici che da lunga data si conoscono e si incontrano con piacere. Tutto un insieme di cose semplici, modeste che il nostro Sinodo non ha o
in forma assai diversa. Il suo tono è
altro, più serio, tradizionale, ed un
non so che di antico, di stabile, di
storicamente maturo che si manifesta nella cerimonia iniziale, nel corteo, nel culto di consacrazione. Tutto questo proviene anche dal fatto
che ormai da anni si svolge sempre
nello stesso posto, ed inevitabilmente possiede questa continuità storica,
([uesto senso di essere inserito in una
ricerca secolare. Tutto questo mancava al sinodo di Courcelles, che se
si presentava nella forma come assemblea sinodale permaneva nello
spirito una ricca e dinamica conferenza distrettuale. Non è questo un
giudizio negativo, quasi si trattasse
ili un incontro di poco conto, ma
era indice che il protestantesimo ni
cui quegli uomini erano espressione
doveva avere nel suo insieme un carattere assai simile al nostro perchè
mi potessi trovare così immediatamente inserito; come sentivo non sarei stato in una conferenza episcopale!
Chiese sorelle
I lavori e le considerazioni che in
seguito potei fare mi rivelarono le
differenze che distinguono i nostri
due evangelismi, e potei anche caratterizzare meglio quello belga; ma
qnella impressione' iniziale doveva
rivelarsi esatta. Si tratta in fatto di
una rassomiglianza che non esiterei
a definire una identità, come può
sussistere fra due gemelli. E non solo una identità nel tono, nella franchezza, nell’imediatezza dei contatti, ma una identità di storia, di problemi, di ricerche, di errori forse.
11 protestantesimo belga è nato, come la nostra opera di evangelizzazione, in un tempo fortemente laico, anticlericale, in una generazione
cd in strati sociali spiritualmente e
■sticialmente depressi; conta come la
nostra opera di evangelizzazione un
secolo di vita. Si trova a vivere oggi
in una situazione assai diversa da
quella delle sue origini, deve consolidare le sue posizioni, lottare contro l’usura del tempo e ricerca con
nostalgia il primitivo slancio evangelistico che giustamente considera
dato essenziale della sua presenza
in mezzo a quella nazione. Protestantesimo nato dalla missione e dal
Frères,
1 evangelizzazione vive in funzione
della mis.sione e delTevangelizzazio ■
ue.
Esso ha perciò lo slancio e le inquietudini degli evangelizzatori, se
la nostra chiesa può ritrovarsi appièno in questi dati del protestantesimo belga è perchè ha anch’essa
fatto le stesse esperienze; ma se
d’altra parte il suo sinodo è diverso
(la quello belga cui ho assistilo e
perene lia il contrappeso di una trauizione e di una storia. Se il nostro
smodo anziché tenersi a Torre Peilice si tenesse or a Pachino or a ivo
ma ora a Felónica o a Susa, se non
avesse cioè tutti i problemi connessi
con certi aspetti di chiesa di popolo
quasi maggioritaria come alle Valli,
sarebbe del tutto identico a quello
di Courcelles. E sentivo lassù la
mancanza di qnesti elementi, di queste invisibili presenze dell’antico e
del passato che gli entusiasmi del
presente non bastano a sostituire.
Sentiv'o quanto è prezioso e carico di
significato il poter guardare indietro alla testimonianza di molte aeneruzioni, testimonianze che fanno
di noi —- lo si voglia o no — una
chiesa e non una setta.
Situazione attuaie
La situazione attuale del protestantesimo belga appare sotto molti
aspetti simile alla nostra. Come noi
assiste alla rinascita del cattolicesimo sia sul piano organizzativo che
su quello politico, al progressivo disinteresse dei concittadini per i problemi della fede, all’ondata di materialismo nel popolo. Ed i fatti rallegranti che pure è possibile rilevare, le situazioni promettenti che qua
e là sembrano delinearsi non valgano a cancellare queU’iinpressione di
arrosto.
Di questi gravi problemi si è occupato il Sinodo nella prima parte
dei suoi lavori, seguendo le tracoie
della controrelazione. Nel corso di
questa discussione abbiamo sperimentato più che in ogni altro momento la profonda comunione della
chiesa, una comunione intima, totale, indissolubile. Non era l’identità
dei problemi o delle soluzioni, non
erano le affinità numerose che ci rendevano partecipi della vita di quelle
chiese, era il comune senso di debolezza e di umiliazione. Il lingnaggio di questa controrelazione parve
a qualcuno eccessivamente duro, severo, ad altri giusto e non spetta a
noi che assistevamo solo come ospite pronunciare giudizi.
Dii elementi essenziali di questo
dibattito sono stati raccolti nel messaggio finale che viene letto in tutte
le chiese dell’Eglise Missionnaire, nei
corso del culto successivo al sinodo.
Lo riproduciamo integralmente perchè ci sembra spiritualmente assai
vivo e efficace:
Des menaces diverses et précises pèsent sur l’humanité. Le monde est en
droit d’attendre que, par la parole et l’acte, 1 Eiglise manifeste sans équivoque que
Jésus-Christ est Seigneur et Sauveur
Nôtre Eglise, dans son ensemble, n’en est pas consciente.
Préférant conserver sa vie plutôt que la perdre (Matl. 10; 39), elle voit que
le nombre de ses fidèles diminue,
leur moyenne d’âge augmente,
scs laïcs ne savent où servir,
ses jeunes sont désorientés,
ses Consistoires et son Conseil Synodal (fu Tavola ttellu Ctiiesu helga) sont
submergés par des questions administratives.
.Sa prédication n'est plus contraignante,
certaines communautés sont paralysées par des divisions,
sa libéralité manque de soufBe,
son évangélisation est épisodique.
Conscients de cela, nous sommes à la fois reconnaissants d être encore acceptés
par Dieu comme témoins de notre Seigneur Jésus-Christ
et humiliés parce que notre consécration défaillante risque de trahir notre
Maitre par un témoignage sans vigueur ni rayonnement.
Cette angoisse, nous avons pris l’engagement de la partager avec vous.
Parce que l’Eglise demeure la présence du Seigneur dans le monde, mettonsnous ensemble sous l’influence de l’Esprit Saint. Lui seul nous permettra de sortir
de notre immobilisme et de reprendre la marche en avant.
Les décisions du Synode, prises après une recherche passionnée de la vérité,
doivent donc devenir des engagements à la lois personnels et communautaires dont
le Maitre demandera compte à chacun, pasteurs et fidèles.
Que la grâce de Celui qui nous sauve nous conduise aussi à la victoire!
(¿uale comunità cristiana o quale
chiesa potrebbe onestamente aitermare che queste parole non le sono
rivolte';'
in (puesto spirito di umiltà e di
fede si svolsero nel corso delle due
giornate successive i lavori ahituatx
a tutte le assemblee sinodali. Vennero cosi esaminati i problemi finanziari, giovanile, casi di alcune chiese locali, l’operato della Facoltà di
teologia e del Consiglio ainodale
ecc. tutte queste questioni vennero
esaminate con impegno e rapiuita.
atti secondo punto è inutile sonermarsi: tutti coloro 'che hanno assistito ad assemblee sinodali all estero potrebbero lare Io stesso uiscorso. Ee sedute iniziavano puntualmente, gli interventi erano orevi, si
evitava di fare dei grandi uiscoisi.
tutti gli anni, cololo che hanno assistito al nostro sinodo, esprimono il
parere che si dovrebbe arrivare un
giorno a Taltro a qualcosa di simile!
ancne da noi. Non dovrebbe esser.,
impossibile di disciplinare maggiormente i nostri lavori pur mantenendo loro il carattere di familiarità che
è loro particolare.
Ma il secondo fatto che mi ha colpito, oltre la concisione degli oratori, è stata Veccezionale partecipazione dei laici. Non si trattava di pochi
specialisti (non che personalmente
abbiamo (qualcosa contro gli specialistij, era invece una presenza continua viva, responsabile dei delegati,
che tradiva una vita comunitaria intensa. Sembrava una abitudine ormai actpiisita in tutti, di far propri
i problemi della chiesa e di trattarli
con amore e ciiiarezza. Forse alcune
considerazioni ci permetterebbero
di comprendere questi fatti. Il protestantesimo belga appare vicino a
quello francese pel fatto che ha un
inserimento socialei assai maggiore
del nostro ; sembr^lineno popolare,
più borghese e qàesta dinamicità
laica potrebbe in parte comprendersi in uomini abituati anche in altri
campi della loro attività cotidiana
ad esprimersi frequentemente con
interventi e discorsi. Si potrebbe anche considerare un altro elemento
pure molto importante. I pastori sono nella grande maggioranza stranieri, svizzeri o francesi ed essendovi spesso dei cambiamenti sia sul
piano locale che su quello ecclesiastico generale, con pastori che partono dopo alcuni abni di lavoro eu
altri nuovi che arrivano ignari delle
situazioni, è logico che siano i concistori a prendere le direttive della
chiesa ed assicurare la continuila
della vita ecclesiastica. E l’abbiamo
visto anche in seguito: i concistori
hanno una coscienza molto viva della loro responsabilità e della loro
autorità.
Partecipazione laica
Tutte queste considerazioni però
non esauriscono il problema ed il
fallo rallegrante di" comunità presenti e attive che si occupano delle
cose loro., a cui hanno il diritto ed
il dovere di partecipare e non assistono solo da lontano a quello che
dicono o non dicono « quelli del sinodo r. '
I lavori sinodali terminarono nel
pomeriggio di martedì dopo il culto di comunione. Poco prima fui invitato a dare il mio messaggio. Molti altri delegati esteri lo avevano gi.i
fatto nel corso della giornata o a tavola durante i pasti. Ed era strano
pensare che ero venuto sin dall’Italia per ciuelle poche parole ed avevo
assistilo a quelle due giornate per
pronunciare un saluto ed un augi»
rio. Non so se l’espressione di questa
lr;ilerna comunione di fede fu partic(dar:-iienie felice; non fu comunrjne
facile, anche se avevo come precedenle un testo apostolico cui non ho
nnmeato di fare riferimento (Ebrei
13,24 : Quei d’Italia vi salutano).
Al termine delle sedute vi fu una
certa animazione ma era l’animazione della partenza, i saluti, le strette
di inano, visi di amici e fratelli conosciuti e appena intravvisti. Tutti
mi pregavano di salutare fraterna
ALCUNI DATI
IERI
Sec. XIV : John
Wicliff predica
la dottrina evangelica a Bruges;
sorgono comunità evangeliche, che
offrono i loro martiri pier la confessione della fede.
Sec. XVI: la predicazione luterà
na e poi soprattutto calvinista
porta un potente soffio di vita nuova; tutte le grandi città hanno
il loro gruppo riformato, e pare
che gli editti di Filippo II (il re
di Spagna che possedeva, allora,
pure i Paesi Bassi) minacciassero
la metà della popolazione. La persecuzione violentissima costrinse
una parte dei riformati a vivere
nella clandestinità, mentre la maggior parte di essi (circa 3(X).(XK))
emigrò, sulle coste del Nord-America o in Olanda, che si era ribellata al giogo spagnolo.
Nel 1831: il Regno del Belgio ebbe la sua Costituzione, una delle
più liberali dell’epoca (assai più
dello Statuto Albertino, di poco
posteriore), ed il Protestantesimo
conobbe sotto il soffio ravvivante
dello Spirito, una, vera fioritura.
mSiSt ^ Troviamo oggi
wmmt ^ nel Bel^o alcune
denominazioni evangeliche : la
Chiesa Protestante Evangelica del
Belgio, la Chiesa Cristiana Missionaria Belga, la Chiesa Metodista,
la Chiesa Battista ecc., unite in
Federazione protestante, la maggior parte delle quali fa parte del
Consiglio Ecumenico delle Chiese,
se.
Nel suo insieme, il Protestantesimo belga conta quasi 300 coniunità, oltre 200 pastori, circa 85.000
fedeli.
Le comunità protestanti si raggruppano in particolare nella far
scia industriale che va dalla frontiera francese del Borinage a
quella olandese e tedesca; anche il
Belgio Vallone, come il Lussem
burgo, paiono però aperti alla testimonianza evangelica.
Le Chiese evangeliche belga
hanno un gran numero di servir
di cappellania negli ospedali, nel
le prigioni, nell’esercito; in mol
te scuole viene impartito Finse
gnamento religioso; la Voce pro
testante si la sentire alla radio, e
presto pure alla televisione; a
Bruxelles ha sede una Facoltà di
teologia bilingue (francese e fiamminga) per la preparazione di pastori e d’insegnanti di religione;
vi sono pure una Società Biblica,
sostenuta da un’attiva opera di
colportaggàe, delle Librerie protestanti; viene pubblicato vm settimanale: Paix et Liberté; le Chiese sostengono infine un gran numero di opere assistenziali.
Uno degli aspetti più vivi del
Protestantesimo belga è la sua
missione in terra pagana: nel
Congo Belga e nel territorio del
Ruanda-Urundi essa ha avuto dei
risultati impressionanti: oltre 2
milioni conta la popolazione protestante, con 30.000 pastori, evangelisti, monitori e maestri indigeni. La maggior parte delle stazioni missionarie hanno delle scuole;
v’è un gran numero di servizi sanitari e di ospedali; sono stati fon
dati giornali in francese e nelle
lingue indiane; si fa sentire la
necessità di una Facoltà di teologia indigena. Anche qui, come in
tutti i campi di missione, mancano mezzi e soprattutto uomini!
Infine il Protestantesimo belga
ha sostenuto, pur con l’appoggio
ecumenico, la costruzione e la preparazione del Padiglione protestante nell’Exposition de Bruxelles: i lettori ne sono stati già informati, e un prossimo articolo.
lo illustrerà maggiormente.
mente la nostra chiesa e formulavano per la nostra opera affettuosi auguri; un particolare saluto mi fu affidato dal pastore Buscarlet per le
V alli e specialmente per quei di Angrogna Serre. Mi trovai così fra i
pochi rimasti ultimi, i fratelli della
comunità che riordinavano i locali
dove carte sparse e tazze di tè rimanevano, ultimo segno di una vita
ormai dispersa ai quattro canti del
Belgio. Rimasi non per curiosare ma
per aspettare il mio ospite Domenico, Dominique come Io hanno chiamato secondo la traduzione francese
del suo nome. Certo il mio ricordo
del « pays noir » non sarebbe quello che è senza la figura di Dominique. Evangelico di Orsara, appartenne anch’egli alla folla di coloro
che, come i miei compagni di viaggio, avevano cercato il loro pane lassù. Era venuto a Courcelles, si era
accasato ed è ora operaio specializzato in una delle industrie della regione. La sua nomina ad anziano
della comunità avvenuta poco temjio
fa è prova sufficiente della fedeltà e
della serietà della sua testimonianza. Era naturale che alloggiassi da
lui ed era con un sorriso di compiaciuta ironia che mi additava come
il « suo italiano ». Abbiamo conversato dopo la cena, molto meno di
(jnanto avremmo desiderato, conversato deU’Italia, dei pastori di Orsara, di questo e di queUo. E la sua
presenza fraterna espressa dal franco sorriso della nostra gente rimane
per me fra i ricordi più belli del
« pays noir ».
Con Dominique, sorseggiato il nostro tè e salutati gli ultimi colleghi,
risalii per Tultima volta la rue du
tempie ormai deserta; il tempo si
era guastato ed aveva piovuto; le
case sembravano più nere e la terra
anche. Discorrevamo della chiesa nostra e della sua, legati dalla lingua
e dai ricordi ma da altro ancora che
difficilmente si esprime.
Giorgio Tourn
Visite à I’“Ecole Ménagère,,
de Marcelin
Lundi dernier, 7 cour, les élèves de
l’Ecole Agricole et Ménagère des Monnets de St. Jean, se sont rendus en
autopullmann à Marcelin sur Morges, dans le Canton de Vaud.
Le but de ce voyage était de visiter
la Savoie et la Suisse mais surtout de
se rencontrer avec les membres de la
direction et les élèves de 1’« Ecole Cantonale Ménagère» de Marcelin. Les
visiteurs, une vingtaine en tout, étaient accompagnés par M« H. Pellegrin. Membre du Comité, par Mr. A.
Kovach, Directeur des services comptables de la CIOV, par les Directrices de l’Ecole, M.lles Irène Césan et
Dorette Meynier, par Mr. Auguste
Jourdan, chef de la Section Agricole.
La rencontre a été très intéressante
et instructive, sous tous les points de
vue. Les visiteurs ont été accueilli aimablement par la Directrice M.lle Badoux, qui a fait les honneurs de la
maison, par le Directeur de la Section des J. J. Mr. Chavan, et par
Mr. Mottier. Ce dernier a guidé la comitive au jardin des fieurs, aux vergers, à la vigne, aux jardins potagers,
aux champs et enfin aux écuries. Partout on a pu remarquer l’ordre des
cultures rationnelles. Les travailleurs
étaient divisés en équipes; chacune
avait une tâche à accomplir, suivant
le plan préordonné. Très fêtée M.lle
Jeanne Batini, ex élève des Monnets
qui se trouve comme élève à Marcelin.
M.lle Badoux, à son tour, a fait visiter les salles d’étude, les dortoirs, le
salon de réception etc. brillants et irrépréhensibles.
A midi on a servi le dîner dans la
grande salle à manger ; les participants ont savouré les produits de la
ferme et goûté un grand dessert de
framboises sous crème. Un verre de
« ricelin » blanc, a été offert aux Messieurs. Trop tôt a sonné l’heure du
départ pour l’Italie. Les demoiselles
Césan et Meynier (celle-ci ancienne
élève de Marcelin), et le Secrétaire
Mr. Pellegrin ont remercié au nom de
tous les participants, pour l’agréable
florissant avenir de l’Ecole Cantonale
Vaudoise de Marcelin. R.
Federazione Femminile
Valdese
Preghiamo tutte le responsabili
delle Unioni femminili di voler comunicare sollecitamente, entro il 31 luglio, i nomi delle delegate al Convegno F.U.V., alla Signora Lucilla Santini - Casa Valdese - Vallecrosia ( Imperia). Il Comitato provvisorio
4
Il ricco e il povero s'incontrano; l'Eterno li ha fatti tutti e'
due.
Dai Proverbi
'.y
L'Eco delle Valli Valdesi
Come nell'acqua il viso risponde al viso,-così il cuor dell'uomo risponde al cuore dell'uomo.
Dai Proverbi
Associazione Insegnanti Cristiani Evangelici
Bando di concorso
E’ bandito per l’anno scolastico
1958-1959 un concorso per numero tre
borse di studio da L. 25.000 caduna,
per studenti e studentesse evangeliche, di Istituto Magistrale o di Scuola Media, che s’impegnino ad insegnare alle Valli per almeno cinque
anni. I Candidati dovranno presentare entro il 31 agosto e. a. alla Segretaria deH’A.I.C.E. (Insanente Höhnet Ethel, via Matteotti 18, Torre
Penice) i seguenti dociunenti:
1) pagella dell’ultimo anno scolastico
o dociunento equipollente;
2) certificato in carta libera dell’Agente delle Imposte;
3) stato di famiglia in carta libera;
4) dichiarazione del padre che gli altri membri della famiglia non possiedono altri redditi;
5) domanda in carta semplice firmata dal padre o da chi ne fa le veci ;
6) Presentazione di un Pastore o di
un Insegnante evangelico.
Offerte Pro Borse di Studio:
Balma Elsa tPomaretto) in mem.
del padre 1.000; Marquet Franchie
(Francia) 1.300; Pascal Pietro (Maniglia) 1.000; Gay Giulia (Torino) 500,
Favellini Angelo (Firenze) 1.000; Gay
Arturo (Losanna) 500; Bounous Olga
(S. Germano) 1.000; Rivòiro Pellegrini Cléanthe (Torino) 10.000; Cari Elsa (Torre Penice) 500; Grill Elio (Frali) 200; Botturi Guido (Torino) 10 mila; dalla Ada (Ivrea) 500; Assely Coisson Chentre (Pinasca) 500; Pascal Elena (Torino) 500; Ugo Rivoiro Pellegrini (Torino) 20.000; Giacone Giorgina (Torino) 1.500; Beux Maria (Toi^
re Penice) 1.000; Gardiol Yvonne (New
York) 15.438; Colleglli Olandesi (1»
offerta) 157.625; Colleghi Olandesi (2a
offerta) 13.112.
Le offerte si ricevono sul Conto
Corrente n. 2/40715 intestato al M<>
Dosio Levi, S. Secondo di Pinerolo
(Torino).
più che il nazionalismo e il militarismo, il silenzio e Vindifferenza colpevoli della brava gente e
delle Chiese preparano i futuri massacri. Elie Gounelle
Doncoi'so indetto dal Donvitto Maschile Valdese
E' indetto un concorso per il godimento di 3 posti a retta . fortemente ridotta presso il Convitto Maschile Valdese di Torre Pellice allo
scopo di frequentare in ambiente evangelico le scuole di Torre Pellice.
I titoli -validi per concorrere sono le votazioni conseguite alla fine
del presente anno scolastico. Sono ammessi solo ragazzi le cui famiglie
siano di modeste condizioni economiche.
Tempo utile per la presentazione della domanda: 15 agosto.
Per informazioni ed ulteriori dettagli rivolgersi' al Direttore del
Convitto dott. Franco Girardet, Torre Pellice (Torino).
« Eguaglieremo la vostra forza fisica con la nostra forza d’anhno —
ha affermato un pastore negro di
Montgomery (Alabama - USA) — Non
vogliamo odiarvi, eppure non possiamo obbedire alle vostre leggi ingiuste. Fate di noi ciò che vorrete, e vi
esauriremo con la nostra capacità di
soffrire; conquistando la nostra libertà, sedurremo i vostri cuori e le vostre coscienze così bene da conquistare voi pure».
Trecentotrenta pastori di Dallas
(Texas) hanno firmato una dichiarazione contro l’integrazione, adducendo come ragione che «una integrazione forzata è falsa». Questa dichiarazione si oppone ad una precedente in cui altri trecento pastori
bianchi della zona avevano sostenuto vivamente la disegregazione immediata.
Il parroco di Roccastrada (GrosSe
to) che era stato citato per aver definito pubblicamente « concubini » i
coniugi sposati civilmente, è stato
prosciolto in istruttoria perchè non
rivolse l’espressione a nessuna coppia in particolare. O’è stato chi ha
notato che la conseguenza giuridica
sarebbe che... si può vilipendere qualsiasi categoria umana pur di non no
minare specificamente le persone!
Nel mese di maggio sono stati segnalati due nuovi episodi di violenza
contro locali di culto evangelici in
Colombia.
Prof. Dr. A;'fioiiiscontro
Libero docente
in Clinica Odoptoietrica all'Università
mI^ttie
DELLA BOCCA E DEI DENTI
Pinerolo - Via P^lèstro, 7 - Tel. 24-98
Tutta la settimana tranne domenica
e lunedì
La fam. Bleynat ringrazia quanti
hanno preso parte al suo dolore per
la perdita di
Luigi’ Bleynat
Un grazie particolare vada al dott.
Quattrini ed al personale deH’Ospedale di Pomaretto.
Guido Lavizzarì e congiunti, commossi per la dimostrazione ricevuta
in occasione della dipartita della cara
Alide Pasquel
Ved.^ Lavizzarì
ringraziano la Casa Valdese delle
Diaconesse per la amorevole assistenza, le sig.ne Alice Bonjour e Lidia
Fontana per l’assidua ed affettuosa
assistenza, il Pastore Dott. F. Sommani e quanti, in qualsiasi modo,
hanno preso parte al loro dolore.
Torre Pellice, 12 luglio 1958
AVVISI ECONOMICI
CERCASI per fine settembre circa,
per famiglia delle Valli composta di
due persone, un domestico finito,
possibilmente anche autista — una
cuoca finita e una guardarobiera finita, tutti di media età. Si prendono in considerazione anche una
coppia di coniugi senza figli, di cui
lui domestico finito e possibilmente
autista e lei, cuoca o guardarobiera, finite.
Le domande saranno prese in esame a agosto. Trattamento morale e
materiale ottimo. Si richiedono serie referenze. Rivolgersi al giornale
Redattore : Ermanno Rostan
Via dei Mille, 1 - Pinerolo
Tel. 2009
Sede e Amministrazione
Editrice Claudiana
Torre Pellice - c.c.p. 2/17557
Tipografia Subalpina - s. p. a.
Torre Pellice (Torino)
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Direttore: Prof. Gino Costabel
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di Pinerolo con decreto del l-l-19.'i.'i
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A MANO E IDRAULICI
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ARATRINI PER MONTAGNA
Prove gratuite e preventivi senza impegni a richiesta
Servizio ricambi - Assistenza tecnica - Garanzia 12 anni
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------- 5) cm —
— — 71 cm —
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_______ 91 cm —
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In pochi minuti, la careggiata può essere
variata nella misura che più si adatta allo
scopo
In aratura l'AM 53, dà un rendimento pari a quello di due cavalli e una profondità di circa 30 cm.
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