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Anno 119 - n. 21
27 maggio 1983
L. SOO
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delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGEUCHE VALDESI E METODISTE
BILANCIO DI 7 ANNI DI ATTIVITÀ'
È inutile andare a votare perché, tanto, tutto resterà come
prima. È uno slogan, sempre più
diffuso, che ricorda da vicino la
mussoliniana definizione di « ludi
cartacei », che ebbe a suo tempo
una certa influenza sulla vita italiana. In realtà, se si riflette un
momento sulla situazione oggettiva della nostra politica, è un
discorso privo di senso.
Da 38 anni noi viviamo in un
sistema che ci ha concesso da un
lato governi a permanente egemonia democristiana aiutata dalla collaborazione, più o meno intensa, di tutti gli altri partiti
(dal MSI del tentativo Tambroni al PCI dei primi governi De
Gasperi e della « solidarietà nazionale » ed alla stessa presidenza Spadolini) e che ci ha portato
al punto in cui siamo, con la
degenerazione dello stato assistenziale in stato clientelare. Dall’altro una opposizione sempre
egemonizzata dal PCI, che non è
riuscita a compiere la funzione
principale di ogni opposizione e
cioè la sua trasformazione in
forza di governo, per poter dare
il via a quella alternativa al potere che è la sostanziale caratteristica di ogni vera democrazia.
Se si crede quindi che tali due
anomale situazioni vadano Analmente modificate (o almeno una
di esse in attesa di realizzare l’altra) è proprio questo il momento
in cui il voto acquista tutto A
suo peso, e in cui l’astensione
non farebbe altro che perpetuare una situazione ormai difflcUmente sopportabile. E le scelte
per questa speranza di cambiamento sono certo più di una, sia
che si voglia tendere ad una diversa area governativa meno egemonizzata dalla DC, sia ad ima
diversa opposizione meno egemonizzata dal PCI. L’una e l’altro hanno sostanzialmente faUito
nei compiti loro assegnati Ano
ad ora dagli elettori; e l’una e
l’altro hanno attenuanti più o
meno valide per spiegare, se non
giustificare, questa ormai troppo
lunga insufficienza. Ma i fatti restano, ed è su di essi che il giudizio deve essere dato, non essendo più sufficienti né le intenzioni
non reaUzzate del passato, né le
promésse per l’avvenire. Può darsi che neppure questa volta si
riesca a superare una visione
della poUtica italiana basata esclusivamente sul confronto tra
quei due grossi partiti, ma par
certo che questa volta, più che
mai, il voto di ognuno di noi possa aver peso per cominciare almeno a modificare rapporti di
forza che hanno avuto influenze
così negative.
Esiste, sì, un distacco tra noi
che siamo chiamati a votare e i
partiti che si propongono affé
nostre scelte, e la inquinante
questione morale non ne è secondario elemento. Ma anche agfi elettori e alle loro scelte di
» simbolo e di persqpe spetta con*tribuire a superare tale distacco.
E le scelte offerte sono tante da
consentire ad ognuno di partecipare ad una elezione, che potrebbe dar vita a diverse forze di governo e di opposizione. Partecipazione tanto più importante,
perché le diverse forze potranno
definire le loro posizioni soio in
base ail’appog^o che noi elettori
daremo a ciascuna di esse.
Niso De Michelis
Per un incontro tra parole e vita
Una preghiera di ringraziamento conclude i lavori dell’ultima riunione del Comitato Esecutivo del Consiglio Ecumenico e introduce i lavori dell’imminente Assemblea di Vancouver
Riprendiamo dalla rivista « One World » (maggio 1983) del
Consiglio Ecumenico delle Chiese questa panoramica dei lavori del Comitato Esecutivo del CEC a conclusione del suo
mandato e in vista dell’Assemblea di Vancouver. Ne è autore
John Bluck, pastore anglicano, incaricato del dipartimento
delle comunicazioni del CEC.
« Dacci il giusto sentimento
delle tue grazie affinché i nostri
cuori siano ripieni di una riconoscenza senza incrinature ». Non
c’è da stupirsi che il presidente
del Comitato Centrale del Consiglio Ecumenico delle Chiese si
sia rivolto al Signore in un inglese elisabettiano, al termine
della riunione del Comitato Esecutivo del CEC tenutasi a Ginevra il mese scorso: Edward
Scott è infatti un arcivescovo anglicano e non faceva che riprendere 1’« Azione di grazie generale », vecchia di trecento anni, che
figura nel libro di preghiere della sua chiesa.
Ciò che stupisce è piuttosto il
fatto che questa preghiera esprima una riconoscenza senza riserve per il CEC, per sette anni di
tempeste ecumeniche! In effetti,
di che cosa può render grazie
questo Comitato al termine di
una sessione che conclude il suo
mandato settennale? Se si guarda indietro si scorgono crisi finanziarie e dibattiti teologici dolorosi; reazioni di collera nei
confronti del Programma di lotta contro il razzismo; dichiara
zioni sul Libano e l’Afghanistan,
sulla tortura e le esecuzioni; il
dialogo con le altre religioni; accordi sul battesimo l’eucaristia
e il ministero; decisioni difficili
riguardo al personale e alla ristrutturazione del Consiglio.
Il dilemma ecumenico
Due volte all’anno il Comitato
esecutivo, composto da 26 membri, deve applicarsi a risolvere
questi enigmi ecumenici e tra
una riunione e l’altra i suoi membri devono assumere le conseguenze, spesso dolorose, delle decisioni prese. Questo potrebbe
bastare a occupare il loro tempo, e tuttavia i membri del Comitato lavorano anche nell’insegnamento, la radio-televisione o
la magistratura, o ancora occupano posti di direzione o di amministrazione di grandi chiese;
ci sono tra loro membri delle comunità luterana americana, siroortodossa deH’India, kimbanguista dello Zaire, ortodossa russa,
presbiteriana dell’Africa orientale; vengono dall’Australia, dal
Una veduta del porto di Vancouver, la città in cui avrà luogo la
VI Assemblea del Consiglio Ecumenico delle Chiese.
l’Argentina, dall’Armenia... Insomma, costituiscono insieme un
vasto campionario della chiesa
mondiale.
E’ già notevole che possano
comprendersi su qualunque cosa, ma il fatto che così spesso arrivino ad un accordo indica che
le preghiere che aprono ogni lo
ECCLESIASTE 4: 6
Una mano piena di generosità
Val meglio una mano piena di riposo, che ambedue le mani piene di travaglio e di corsa dietro al vento.
Queste parole fanno parte di
un capitolo dedicato ai mali ed
ai tormenti della vita. L’Ecclesiaste dice così: «Mi sono messo
poi a considerare tutte le oppressioni che si commettono sotto il
sole; ed ecco, le lacrime degli
oppressi, i quali non hanno chi
li consoli e dal lato dei loro oppressori la violenza, mentre quelli non hanno chi li consoli ».
Il linguaggio dell’ Ecclesiaste
ha gli accenti di un realismo attuale e drammatico. Il mondo in
cui le oppressioni ed i soprusi
sono causa di molti mali e di lacrime amare, senza consolazione,
è anche il nostro mondo violento e violentato, che opprime gli
uomini con gli oltraggi e le ingiustizie, nega loro il diritto di
difendere la loro libertà e la loro dignità umana. « Il nostro
tempo è crudele », scrive lo psicologo Paul Tournier nel suo libro intitolato; « L’uomo, potere e violenza ». E continua
dicendo: « Il progresso è il prezzo di una lotta senza quartiere.
Ascoltando tante confidenze di
persone schiacciate dalla vita,
giudicavo troppo severamente,
quando ero giovane, quelli che
avevano fatto loro torto. Sono
diventato più indulgente comprendendo- che facciamo tutti
torto ad altri senza saperlo, per
il fatto della nostra potenza: noi,
privilegiati dell’ occidente che
giochiamo secondo le regole di
questa società di potenza. Poiché
non si è mai potenti se non a
spese di qualcun altro, né ricchi
se non a spese di molti poveri ».
Perciò ecco il commento amaro dell’Ecclesiaste: « ho stimato i
morti che sono già morti, più felici dei vivi che sono vivi tuttora, e più felici degli uni e degli
altri, colui che non è ancora venuto all’esistenza e non ha ancora veduto le azioni malvage
che si commettono sotto il sole »,
Amaro commento, abbiamo detto, che si riscontra oggi nell’esperienza di molte creature umane
travolte dalla violenza, sottoposte a torture infami, vittime della miseria e della fame. Un senso
di pessimismo e di inutilità si
sprigiona dalle parole detl’Ecclesiaste: « Ho visto che ogni fatica
e ogni buona riuscita nel lavoro
provoca invidia dell’uno contro
l’altro. Anche questo è vanità e
un correre dietro al vento ». Se
Vagire umano non è che gelosia
reciproca e ambizione sembre
rebbe allora che la soluzione potrebbe trovarsi nel non agire. Ma
l’Ecclesiaste risponde che chi sta
con le mani in mano è uno stolto. Il non agire è stoltezza; ma
agire sotto lo stimolo dell’invidia e del possesso rende l’uomo
inumano e brutale, schiavo di se
stesso e del proprio interesse
materiale.
A questo punto l’Ecclesiaste
introduce nel suo discorso alcune parole che hanno il tono della
sapienza biblica, cioè del timor
di Dio. Egli dice: « Val meglio
una mano piena di riposo, che
ambedue le mani piene di travaglio e di corsa dietro al vento ».
Una mano piena di riposo non
è una mano pigra, inattiva, indifferente alle necessità ed ai problemi degli altri; è piuttosto una
mano che procura riposo, serenità e soprattutto quella fiducia
in Dio che costituisce la vera forza del credente e di cui si ha bisogno in mezzo alle agitazioni
ed alle ansietà della vita. Meglio
una mano capace di trasmettere
ad altri un senso di pace e di
umile accettazione della vita nei
suoi doveri e nelle, sue prove,
piuttosto che due mani sempre
in agitazione che alterano e turbano profondamente i nostri rapporti con Dio e con il prossimo.
Ermanno Rostan
(contìnua a pag. 6)
ro riunione non rimangono senza effetti. Ciò fa risaltare in modo particolare il fatto che il Comitato esecutivo, dopo essersi
riunito due volte all’anno per 7
anni, esita ancora sulla risposta
da dare alla questione di quale
tipo di Consiglio Ecumenico auspicano le chiese per gli anni ’80:
non vogliono certamente un’istituzione che sia più chiesa che
consiglio; ma senza dubbio vogliono un’istanza che sia più vicina ad esse di quanto sembri
essere il caso attualmente. Il
Consiglio deve poter parlare, ma
non a voce troppo alta; deve
identificarsi con le chiese pur
restando distinto da esse, prendere delle iniziative per esse pur
restando al loro servizio.
Il dilemma dell’identità e dell’autorità ecumenica è ritornato
senza posa, sotto una forma o
l’altra, all’ordine del giorno del
Comitato esecutivo e del Comitato centrale, composto di 134
membri, che esso rappresenta.
Ma più che arrischiare la formulazione di risposte precise, queste istanze agiscono nel preparare la via della VI Assemblea
di Vancouver.
Un’avventura
appassionante
In questa città, 900 delegati di
303 chiese membro che, per la
maggior parte non si saranno
mai incontrati prima, avranno
come compito quello di dare al
movimento ecumenico una forma e un orientamento precisi,
validi per il resto del decennio,
e per questo dispongono di 17
giorni.
E’ questo genere di scommesse che continua a fare dell’ecumenismo una delle avventure più
appassionanti che esistano. La
sola certezza di cui dispone il
Comitato esecutivo è che la
scommessa costituita dall’Assemblea sarà fatta con conoscenza
di causa. Prova ne sia l’attenzione che il Comitato (e tutti gli alJohn Bluck
(continua a pag. 2)
2
2 fede e cultura
LETTERA APERTA AL PASTORE GIULIANA GANDOLFO
27 maggio 1983
Perché non sono d’accordo
Cara Giuliana,
la notizia che ti avevano chiesto di presentarti come indipendente nelle liste del PCI per la
Camera e che non avevi rifiutato
mi ha lasciato sconcertato. Ti ho
telefonato a Roma per dirti il
mio disaccordo e non posso fare
a meno,_ ora che la cosa è pubblica, di ripeterti pubblicamente le
ragioni del mio disaccordo sotto
forma di domande.
La prima riguarda l'opportunità. Ci sono migliaia di persone
che possono diventare parlamentari dall’oggi al domani facendo
magari xm ottimo lavoro, ma non
c'è nessimo che dalla sera alla
mattina diventi pastore. Siamo
pochi e tu lo sai bene. Hai portato il peso della fornata proprio in questi anni in cui sÌ2uno
rimasti in pochi operai per lo
scarto attuale tra quelli che han
terminato di lavorare e quei rari
nuovi che hanno accettato di esser presi a giornata. E’ giusto che
tu riduca questo numero lasciando il tuo posto che non può essere colmato? Sei sicura che a determinare la tua decisione non vi
sia in fondo anche il peso di questo lavoro che si è fatto gravoso
e che può dare delusioni e frustrazioni?
La seconda riguarda la vocazione. Vocazione e tentazione sono i
due comi di questo dilemma.
Come controllare se è vera Luna
o è vera l’altra? L'unico specchio
che può avere in casi come questo il segreto di una coscienza
che certo si rivolge a Dio in preghiera mi pare essere la comunità dei fratelli. Mi sarei aspettato che tu coinvolgessi nella tua
decisione il maggior numero possibile di fratelli e sorelle, soprattutto della comunità in cui sei
pastore. Ricordo che Tullio Vinay (su cui tornerò tra breve)
quando dovette decidere se accettare o meno la candidatura al
Senato interpellò molte persone
e sottopose la decisione alla comunità del Servizio cristiano di
Riesi con la quale aveva il vincolo più forte e immediato. "Tu invece mi sei sembrata sola in questa decisione. Hai certo consultato diverse persone (non la tua
comunità), ma sembri aver deciso più contro o senza che con i
fratelli. Certo ci possono essere
anche decisioni vocazionali che
si prendono senza altri e perfino
contro tutti. Ma queste ultime
sono le decisioni dei profeti. E
chi di noi ha una statura di questo tipo?
La terza riguarda il diritto. Se
sarai eletta alla Camera lo sarai
non conie Giuliana Gandolfo, ma
come Giuliana Gandolfo pastore
valdese.^ Senza questa qualifica e
questa implicita rappresentativi
tà non saresti in lista, lo sai bene.
Ma allora, indipendentemente dal
fatto che tu abbia l’appoggio di
pochi o molti nella chiesa, ti
chiedo se pensi di aver diritto di
usare questa qualifica; diritto nei
confronti di altri, anche valdesi,
che si sono sfangati la via al
Parlamento, riuscendo o meno,
senza avere a disposizione una
rappresentatività precostituita.
E inoltre, a te che sei stata e sei
tuttora pme di una lotta contro
il clericalismo e il privilegio ecclesiastico, domando: non ti sembra strano che mentre dei cattolici sono entrati nell'arena politica nelle liste del PCI come laici
e senza garanzie ecclesiastiche,
proprio noi lo facciamo in quanto _ pastori e con la rappresentatività-copertura di un nome ecclesiastico?
Infine una domanda sulla questione centrale e cioè l’istituzionali^azione. Noi conosciamo la
tensione che esiste tra evento e
istituzione: tm caso può essere
evento, eccezionale; due casi fanno già una norma, un’istituzione.
E ti sembra sano che si istituzionalizzi il fatto che ad ogni elezione un partito politico metta a
disposizione un nosto per im pastore? E’ in questo tipo di istituzionalizzazione che abbiamo pensato dovesse tradursi la responsabilità politica della chiesa? E’
davvero con questa prospettiva
che ci siamo battutti per essa?
Non sarebbe invece ben più sano
rifiutare perché questa possibilità sia aperta se mai a dei laici o
accettare, ma allora ponendosi
con le dimissioni, suUo stesso
piano reale dei laici?
Dirai che tra Vinay e te faccio
due pesi e due misure e lo ammetto senza cercare giustificEizioni. Vinay, il sempre fuori norma,
il non inquadrabile, è stato per
me l’evento, ha incarnato l’esigenza della politica come servizio, della predicazione deU’agàpe
anche nell’arena politica. Ma proprio nel passaggio dall’evento all’istituzione mi balzano agli occhi
problemi che allora, considerando quello che sembrava un imicum, non ho considerato. Non
sto mettendo in dubbio la tua
capacità di vivere la politica come servizio e di predicare l’agàpe, ma vedo la possibilità che
domani il ministero pastorale
serva da trampolino di lancio politico per chi abbia ambizioni politiche o la possibilità che altri
partiti non intendano lasciare al
PCI il ’’monopolio” della rappresentanza valdese e vengano offerti ad altri pastori posti di deputato socialista o di senatore liberale... Abbiamo sbagliato a non
valutare sufficientemente le conseguenze istituzionali di un caso
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(seminari, raduni, corsi residenziali, traduzioni simultanee, uso
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eccezionale. Per parte mia lo ammetto pubblicamente.
E allora che fare? Ognuno
prenda le sue responsabilità. Io
ritengo mia responsabilità — poiché per scarsa chiarezza ho avuto parte indirettamente nel creare le possibilità della difficile situazione in cui ti trovi — cercare di rimediare battendomi in
Sinodo perché sia approvata ima
norma che stabilisca con chiarezza rincompatibilità tra ruolo pastorale e professionismo politico.
Non sarà una battaglia contro di
te. Giuliana. Sarebbe ingiusto
stabilire im limite retroattivo imponendolo ad ima situazione in
cui una decisione è stata presa
senza che tale limite esistesse.
Ma sarà una battaglia per il futuro della chiesa. I partiti sono
liberi di offrire posti a chiunque;
noi dobbiamo essere liberi di darci delle norme che impediscano
a questa libertà di costringerci
ad indossare una veste clericale
e privilegiarla che non è la nostra.
Tu prenderai in piena autonomia le responsabilità che ritieni
di dover prendere. La più immediata spero che sia quella di rispondere da queste colonne in
modo che poi si apra quell’ampio dibattito che si sarebbe dovuto avere prima in vista di un
chiarimento che trascenda il tuo
caso particolare.
Con un cordiale saluto.
Franco Giampiccoli
CENTENARIO
DI MUSSOLINI
Per un
incontro
(segue da pag. 1)
tri organi incaricati della pianificazione) hanno consacrato al
tema deirAssemblea « Gesù Cristo, vita del mondo».
Tra tutti gli sforzi di pianificazione dettagliata intrapresi da
tre anni, nessuno ha richiesto
più tempo ed energie della scelta e dell’elaborazione di questo
tema, a cominciare dagli studi
biblici che l’hanno fatto conoscere fino alla scelta dei saggi intitolata Il Signore della vita di cui
il Comitato esecutivo ha preso
conoscenza, nella sua forma definitiva, il mese scorso.
Ma il Comitato si è occupato
anche di un altro testo, per ora
allo stadio di progetto: il rapporto ufficiale sulla vita e le attività del Consiglio dall’Assemblea di Nairobi del 1975; si tratta del_ resoconto dettagliato di
tutto ciò che 15 programmi e centinaia di visite, colloqui e di conferenze ecumeniche e di pubblicazioni hanno permesso di compiere durante questi sette anni.
Fiducia in ciò che questo impegno comune delle chiese rappresenta, convinzione che Gesù
Cristo è veramente la vita 'del
mondo, esperienza duramente
acquisita del fatto che le chiese
possono formulare queste affermazioni insieme: ecco ciò che ha
condotto il Comitato esecutivo
del CEC a terminare la sua ultinia riunione con una preghiera
di rendimento di grazie. Non si
trattava di parole pronunciate
alla leggera e destinate ad essere rapidamente dimenticate, ma
di una preghiera che domandava
« che noi sappiamo proclamare
le tue lodi non soltanto con le
nostre parole ma nelle nostre vite ».
Non è il peggiore dei modi per
chiudere le attività di un Comitato e di introdurre i lavori di
un’Assemblea quello che consiste nel domandare che il movimento ecumenico diventi sempre
più un luogo in cui le vite e le
parole si incontrano.
John Bluck
Pubblichiamo questa lettera che e
stata inviata al "Giornale d’Italia" e
non è stata accolta.
Egregio Direttore,
nei giornali si evidenzia il centenario
della nascita di Benito Mussolini e su
questo « fenomeno » si scrive in tutti i
modi.
Per quanto mi riguarda in questo anno ricorre il centenario della nascita di
mio Padre: 23 luglio 1883. Mio Padre
non accettò mai il fascismo, mai prese la tessera: fu messo in pensione
prematuramente dal posto che aveva
nelle FF. SS. per « scarso rendimento »,
avendo partecipato agli scioperi contro
il nascente partito fascista negli anni
1922-1923. Da allora, non era ricco, cominciò la sua odissea, da un posto di
lavoro all'altro, perché sempre era messo nell'alternativa o prendere la ■> tessera » 0 lasciare il posto. Sembra strano che un uomo con maglie e quattro
figli, senza altre rendite personali che
le proprie braccia, il proprio cervello e
la propria coscienza, dicesse NO al fascismo. Abbiamo patito la fame, avuto
sempre una grande paura, come altri
in quell'epoca, ma alla fine della guerra abbiamo potuto guardare con fierezza chi per convincimento — o peggio —
per convenienza, era stato fascista e si
nascondeva. Mio Padre e mia Madre
seppero dare a prezzo di enormi sacrifici una buona preparazione culturale ai
loro figli, nonostante ogni ignobile ricatto da parte dei seguaci dell'eroe
delle purghe e delle manganellate. Mio
Padre alcuni anni, dopo la guerra morì
di infarto. Se Benito Mussolini fu giustiziato, si pensi a quanti morirono
lentamente o repentinamente per non
aver condiviso i suoi «Ideali ». A tanti
anni di distanza le cose si possono vedere anche diversamente, ma anche se
si deve perdonare, non si può dimenticare. E questo lo faccio per onorare la
memoria dei miei Genitori.
Una figlia di Michele Oeodato
e Elvira Castagna
ELEZIONI POLITICHE
Caro Direttore,
il paese è entrato in clima di elezioni amministrative e politiche. L'elettorato sembra stracco e incline al qualunquismo e al disinteresse. Questo atteggiamento ha le sue motivazioni, certo, ma
nulla toglie al dovere del credente evangelico di partecipare alle votazioni. E
questo sul nostro giornale mi sembra
che vada sottolineato proprio sul terreno delle implicazioni della nostra fede.
Ma, mi sia permesso di aggiungere,
è il momento difficile delle riprove anche per « La Luce ». Il gruppo redazionale si rende certo conto che per molti
il giornale — come anche le rubriche
radio-televisive — fa capire quello che
sono le nostre Chiese: le loro dottrine,
i loro impegni sociali e politici, ecc. In
realtà, come avviene ovunque ed ha
una sua logica, un gruppo omogeneo
ha in mano gli strumenti di comunicazione e li gestisce secondo quanto ritiene più utile per la testimonianza della fede e la edificazione delle Chiese.
Adesso che questa benedetta politica surriscalda le opinioni e rischia di
fare stravedere, mi sembra il momento
di andarci pianò con la politica partitica. Nonostante i « punti di vista » che
i nostri politologi ci hanno assiduamente fornito, anche se tutta una parte
delle sofferenze patite, delle lotte di
popoli interi, (anche di Chiese evangeliche) ha avuto minimo riscontro di
fronte alle malefatte di altri mascalzoni
giustamente smascherati, nel nostro
protestantesimo vi è molteplicità di
punti di vista politici, al generico consenso « a sinistra » corrisponde un ventaglio di opzioni ben legittime. Di questo mi sembra che il nostro giornale
debba tener conto, anche per sconfiggere l'equivoco — propalato a volte maliziosamente — secondo il quale le
Chiese nostre sono infeudate in un partito politico. E questo sappiamo tutti
che non è vero, a cominciare da chi
gestisce la stampa con chiarezza di
fede nel Signore e rara capacità.
Un saluto fraterno.
Luigi Santini, Firenze
CONTRIBUZIONI
Caro Direttore,
sul numero del 22 aprile ho letto l'articolo di Gianni Rostan « Hai già pensato al 3%? » che non solo mi trova
d'accordo ma che mi stimola ad intervenire perché mi pare che il discorso vada ulteriormente concretizzato.
Porto il mio esempio, ma so che molti altri sono sulla stessa strada. Da
due anni mi sono imposta il versamento mensile della contribuzione in ragione del 3% circa. Non ho fatto i
conti alla lira, ma il r anno ho dato
15.000 (ire mensili, il secondo 20.000 e
quest'anno 25.000. Un adeguamento approssimativo. Quando ricevo io stipendio tolgo subito la somma e faccio
conto di non averla proprio ricevuta.
D'altra parte sarebbe anche opportuno
rendersi conto di quanto sono inferiori
gli stipendi dei pastori alle nostre retribuzioni di cui non siamo mai soddisfatti. Sono una semplice impiegata
ed ho uno stipendio normale per questi tempi, non sono quindi una capitalista, ma devo dire che questo sistema non mi crea particolari difficoltà.
Il centro del problema, secondo me,
è di individuare delle priorità nell'uso
del denaro. È evidente che chi dà poco
o pochissimo, in proporzione al proprio
reddito, considera il lavoro che si fa
nella chiesa e nelle opere meno importante deH'andare al cinema regolarmente, del comperarsi 1 o 2 rotocalchi
la settimana, o dischi, o consumazioni
al bar, o sigarette o cose del genere.
Nel mio caso si tratta in fin dei conti
di diminuire le spese superflue di 6-7
mila lire la settimana. Non voglio dire
che ci si deve privare di tutto, ed lo
confesso che non lo faccio, ma si deve costruire una scala di valori e valutare dentro di noi a quale gradino poniamo il lavoro della chiesa.
Dopo aver letto l'articolo mi sono soffermata a osservare le contribuzioni come risultano dal rendiconto della mia
chiesa, e mi sono accorta che solo 12
gruppi familiari (spesso con più di
uno stipendio di entrata) hanno dato
più di 200.000 lire annue. In questo
gruppo ci sono solo impiegati, operai
e pensionati.
Il versare mensilmente la propria
quota è più facile. In questo modo si
riesce a contribuire in maniera più sostanziosa, mentre a fine anno può risultare difficile togliere dalle proprie
entrate 200 o più mila lire (anche se
si potrebbe fare un lungo discorso sull'uso che si fa della tredicesima).
Certo II meccanismo dei 3% è freddo
e troppo aritmetico, però sarebbe anche
giusto rendersi conto che contribuzioni di 20-30.000 lire annue (e sono la
maggioranza) significano 2.000-2.500 lire al mese. Lasciamo quindi da parte
parole troppo grosse come riconoscenza, solidarietà, partecipazione responsa.
bile alla gestione del lavoro della nostra chiesa. Siamo a livello di elemosina.
lettera firmata
I-A7045
MIRAMARE
DI RIMINI
VIA SARS1NA.A9
TEL6F (OSAI)
69
32548
A 50 metri dalla spiaggia — ambiente familiare — ottimi i
servizi e il trattamento.
3
'Sfi-,
27 maggio 1983
fede e cultura 3
IL MEDIOEVO, MATRICE DEL POTERE ECCLESIASTICO
L'invenzione del "terzo luogo"
La nascita del Purgatorio nel quadro della ’’storia totale” di cui è specialista la scuola francese
Il francese Jacques Le Goff è
uno dei più importanti studiosi
del Medioevo ed esponente della
scuola storiografica qhe dagli anni '30 del '900 si coagulò attorno
alla rivista « Annales d’histoire
économique et sociale » (poi « Annales. Economies, sociétés, civilisations »). Questa corrente si
propose di ricostruire una storia
« totale », soprattutto attraverso
l’indagine sui modi di pensare
ed i modelli di comportamento
collettivi e l’utilizzazione interdisciplinare di categorie economiche, sociologiche, psicologiche
ed antropologiche. La storia della mentalità è per gli studiosi
delle « Annales » una componente indispensabile per una reale
comprensione del passato.
Questa dimensione è ben presente ne La nascita del Purgatorio\ in cui Le Goff si propone
di « seguire la formazione secolare di quel terzo luogo [così veniva chiamato da Lutero] a partire dal giudeo-cristianesimo antico, e di mostrarne la nascita al
momento del fiorire deH’Occidente medievale nella seconda
metà del secolo XII, e il rapido
successo nel corso del secolo seguente » (p. 3). Egli non si limita
infatti a ricostruire una storia
della teologia del purgatorio, fino alla sua nascita nel basso Medioevo, ma tiene ben presente il
ruolo giocato Halla cultura popolare « intesa non nel senso volgare di cultura di massa, ma in
quello stimolante di specifica
cultura folclorica » (p. 18). Lo
storico francese analizza, con
l’emergere attraverso i secoli delle credenze sul purgatorio, la
profonda modificazione dei quadri spazio-temporali dell’immaginario cristiano. Tra la concezione unitaria (es. lo scheol ebraico) e quella dualista delle geografie dell’aldilà proposte dalle
religioni anteriori, esso aveva
scelto quest’ultimo modello, rafforzandolo con la netta contrapposizione tra inferno e paradiso,
basata sulTantagonismo terra e
cielo. La nascita dell’idea di purgatorio viene a costituire un grado intermedio tra questi due
estremi da un punto di vista sia
spaziale (si veda ad es. la mirabile raffigurazione dantesca) sia
temporale (come periodo che intercorre tra la morte individuale ed il giudizio finale). Non si
tratta tuttavia di una creazione
dal nulla, questa categoria riprende alcune realtà simboliche
molto antiche, soprattutto quella
del fuoco, « che rigenera e rende
immortali » (cfr. il concetto di
battesimo del fuoco), rito di passaggio, purgazione, spesso accompagnato dall’altro elemento
purificatore: l’acqua.
Il passaggio dallo schema binario a quello ternario è strettamente legato ai mutamenti delle
rappresentazioni sociali che si
verificano nel corso del XII secolo e derivato dall’abbandono
delle contrapposizioni nette; ricchi-poveri, religiosi-laici, virtùvizi, per altre più articolate. Si
fissa in questo periodo lo schema dei tre ordini (clero, nobili e
servi della gleba, quelli che pregano, quelli che combattono,
quelli che lavorano), tipico della
seconda fase del feudalesimo
medioevale, e quello proprio della società urbana nascente, che
promuove una categoria intermedia tra i grandi (nobili ed ecclesiastici) ed i piccoli (lavoratori urbani e rurali): le classi medie degli artigiani e dei mercanti.
Il 1100 è anche il secolo delle
crociate, che portano ad una
grande espansione geografica ed
ideologica; « il Purgatorio costituisce un elemento di questa
espansione nelTimmaginario sociale, nella geografia dell’aldilà,
nella certezza religiosa. E’ un tassello del sistema. E’ una conquista del secolo XII » 147). I
cambiamenti della mentalità producono delle trasformazioni nella vita nel suo complesso: « mutare la geografia dell’aldilà, e
dunque dell’universo, modificare
il tempo di ciò che viene dopo
la vita, e quindi la sintonia tra
il tempo terrestre, storico e quello escatologico, tra il tempo dell’esistenza e quello dell’attesa, significa operare una lenta rivoluzione mentale. Significa, letteralmente, cambiare la vita » (p. 4).
Le Goff nella prima parte del
suo libro passa in rassegna i motivi antichi, precristiani, che si
ritroveranno nelTimmaginario
del purgatorio, analizza il pensiero dei padri greci e latini, ed
i racconti di visioni e di viaggi
nell’aldilà, che si sviluppano nell’alto Medioevo. Tra il 1024 ed il
1033 la liturgia del monastero di
Cluny istituì la commemorazione dei defunti il 2 novembre, rafforzando così il legame tra i vivi
ed i morti. La pratica delle preghière e dei suffragi creò terreno più favorevole per la nascita
del purgatorio. Il primo teologo
che usò il termine «purgatorium»
come sostantivo e non più solo
come aggettivo, che specifica la
caratteristica del fuoco, fu, verso il 1178-79, Pietro il mangiatore (« grande divoratore di libri »),
docente nella scuola di Notre-Dame a Parigi. Egli fu dunque « l’inventore, o almeno uno dei primi
utilizzatori, del neologismo, legato a imo sviluppo... rivoluzionario della geografia dell’aldilà » (p. 176). La formalizzazione
di questo concetto è strettamente legata ad una rinnovata attenzione all’ideale ed alla realtà della giustizia soprattutto da parte
dei principi territoriali ed a nuove concezioni del peccato e della
penitenza, nelle quali si sviluppa
l’idea della responsabilità personale. In particolare si stabilizza
la pratica delja confessione auricolare. Si sviluppano nuovi significati del numero e del tempo che, associati alTideale della
giustizia, portano ad « una vera
e propria contabilità dell’aldilà »
(p. 257), ad una proporzionalità
delle pene in relazione alla gravità dei neccati.
Nel secolo XIII il purgatorio
è una realtà acquisita nella teologia cristiana occidentale. I teo
logi scolastici la inquadrano nelle loro sistemazioni concettuali,
non senza provare, tuttavia, un
certo imbarazzo verso questa
credenza così poco fondata sulla Sacra Scrittura. Successo maggiore si ha « quando la Chiesa fa
scendere il Purgatorio dalle altezze del ragionamento teologico
all’insegnamento quotidiano e alla pratica pastorale mobilitando le risorse delTimmaginario »
(p. 327). Il « terzo luogo » diventa uno dei temi fondamentali
della predicazione e degli scritti
in volgare. Con esso acquista una
nuova importanza il periodo che
precede la morte (chi non può
guadagnarsi subito il paradiso
riesce tuttavia con un pentimento finale a raggiungere almeno
il purgatorio) e si stabilisce un
legame permanente tra i vivi ed
i morti, attraverso la pratica dei
suffragi. Il definitivo trionfo di
questo nuovo ed articolato immaginario religioso sarà sancito
dalla Divina Commedia di Dante.
Alla nascente teologia del purgatorio si opposero gli eretici del
basso Medioevo, i greci, i protestanti. Il domenicano Stefano di
FEDE E DONO DELLE LINGUE
Pentecoste è anche glossolalia
Glossolalia, ecco una parola ed
un’esperienza poco, molto poco,
conosciuta nelle nostre chiese. È
uno di quei doni dello Spirito di
cui si sa qualcosa solo per sentito dire, che istintivamente vengono criticati a priori, senza sapere poi perché, oppure accantonati nel dimenticatoio e nell’indifferenza con un « non ne ho
bisogno, non ne sento la^ necessità, non ne capisco l’utilità ».
Eppure Pentecoste è anche
glossolalia, parlare in lingue. La
glossolalia è la possibilità che lo
Spirito Santo dà al credente di
esprimersi in una lingua da lui
mai studiata e che gli rimane
sconosciuta anche mentre la parla. È una forma di preghiera capita chiaramente solo da Dio (I
Cor. 14: 2). È un modo di parlare
con l’Infinito esternando sentimenti che non si saprebbero e
non si potrebbero manifestare
altrimenti. Parlare, cantare anche in lingue, da soli o insieme
con i fratelli, con melodie che
nascono dal subconscio per esprimere in musica la vita interiore delTanimo umano. Altre lingue per parlare a Colui che è
completamente Altro... e chi sa
parlare davanti a Dio? Quando
lo Spirito soffia, quando saltano
gli schemi e i programmi, saltano anche la grammatica e la sintassi, e non possiamo che balbettare davanti a Lui: la glossolalia è lo sforzo per esprimere lo
inesprimibile.
Il fenomeno, come riporta il
Nuovo Testamento, era frequente
nella Cristianità primitiva: Paolo
parlava in lingue, così i Dodici,
Maria e tutti i centoventi della
prima Pentecoste; gruppi carismatici si trovavano in Samaria,
a Cesarea, ad Efeso e soprattutto a Corinto dove la glossolalia
trovava il suo posto nel culto.
Anche io ho fatto questa esperienza (1975), ho parlato e parlo
in lingue. Le lingue fanno ora
parte della mia spiritualità, di
me stesso, tanto quanto, per
esempio, la teologia protestante
e la storia valdese, in esse ho riconosciuto veramente un dono
che, nella sua grazia, Dio mi ha
concesso.
Come riformati spesso ci dobbiamo confrontare con gli altri
evangelici italiani per molti dei
quali (Pentecostali, Apostolici,
gruppi liberi) la glossolaha è la
caratteristica più appariscente:
la possibilità di intendersi con
loro passa attraverso il valore
che si vuole riconoscere alle lingue. Molti troppo spesso sono
pronti a sminuire e criticare, ma
parlano di una esperienza che
non hanno fatto e che quindi
non conoscono.
I doni di Tdìo non sono monopolio di nessuno. Egli li spande
liberamente sulla chiesa e sui
singoli per rendere la loro testimonianza sempre più efficace: la
glossolalia, con la forza e la vitalità che la accompagnano, è capace di trasformare la vita di
un credente.
Mario Cignoni
PARMA
Protestanti nella scuola
L’impegno ecumenico fra protestanti e cattolici ha, da alcuni
anni e tuttora, caratterizzato i
rapnorti delle due chiese anche
in Parma e provincia. Nei giorni
scorsi, presso l’Istituto Tecnico
Statale ad Orientamento Speciale (I.T.S.Ò.S.) di Fornovo di Taro (Parma) l’insegnante cattolico
di religione, nel quadro dello
svolgimento del proprio programma, ha invitato il pastore
Tullio Di Muro della comunità
metodista di Parma ed il predicatore locale Leonardo Casorio
ad intervenire direttamente in
aula per parlare della Riforma
Protestante e dell’attualità dell’essere evangelici. Due classi di
una scuola superiore, circa 40 alunni, per ben due ore e per la
prima volta, hanno inteso parlare del protestantesimo dai protestanti.
Il periodo storico del ’500, le
aberrazioni della chiesa di allora, le motivazioni di ordine economico, sociale e politico, l’esigenza di una pura spiritualità la
più aderente possibile alla genuina fede degli apostoli, le diversità teologiche fondamentali, Lutero, ecc., hanno arricchito gli orizzonti degli studenti i quali, in
verità, non hanno evidenziato,
grandi doti critiche, sicuramente
per il poco tempo a loro disposizione. Leonardo Casorio, traendo lo spunto dall’ora di religione, ha sottolineato il privilegio
che la confessione cattolica ha
nei confronti delle altre confessioni religiose ed ha brevemente
commentato gli articoli 7 e 8
della Costituzione Italiana accennando al problema delle ’’Intese”
fra lo Stato e la Chiesa ValdoMetodista.
Dopo aver evidenziato la diversità della « materia » religione
dalle altre, ha letto alcuni passi
dell’Antico Testamento, mettendo in risalto quanto l’intervento
dell’Eterno possa modificare il
corso degli eventi storici e dei
singoli individui allorché esiste
un rapporto di fede.
Le vicende del popolo valdese,
di cui è stata brevemente raccontata la storia, ne sono un esempio. L’incontro è terminato con
un’accorata esortazione a leggere le Sacre Scritture dalle quali
è possibile trarre il fondamento
della propria esistenza; bisogna
cercare di non relegare la Bibbia
fra le enciclopedie che solitamente diventano occasione di ornamento dei salotti.
La densità dei temi, ha infine
riconosciuto il sig. Pacchinetti,
insegnante incaricato di religione alTI.T.S.O.S., sarà sicuramente occasione di altri incontri che
avranno come obiettivo una conoscenza più piena del sentimento religioso attraverso i secoli, finalizzato ad una formazione sincera della spiritualità individuale.
L. C.
Bourbon verso il 1235 scrisse
che i valdesi; « dichiarano anche che non vi è altra punizione
purgatoria che in questa vita
presente. Per i morti non hanno effetto né i buoni uffici della
Chiesa né altro che si possa fare
in loro favore » (p. 316). La stessa affermazione si trova nel famoso Manuale dell’inquisitore di
Bernardo Gui.
Intanto la chiesa romana sviluppava la teologia delle indulgenze. Nel 1300 Bonifacio Vili
indisse il primo Anno Santo. Chi
effettuava un pellegrinaggio a
Roma in tale occasione otteneva
la remissione completa dei peccati e l’indulgenza plenaria per
sé e per le anime del purgatorio.
In tal modo la chiesa estendeva
enormemente il proprio potere
sulla terra e nel cielo. Contro tale potere si sarebbe levato, la vigilia di Ognissanti del 1517, un
oscuro monaco della Sassonia.
Cesare Bianco
^ Jacques Le Goff, La nascita del
purgatorio. Torino, Einaudi, 1982, pp.
425. L. 35.000.
UNA PAROLA PER TE
Dal diario
di un laico
Dedicato ai fratelli e alle sorelle che rischiano di perdere la
speranza, che lottano contro lo
scoraggiamento e l’angoscia, che
cercano un aiuto per pregare.
Quando studiavo al liceo trovavo . grottesca l’immagine con
cui molti classici piangono la
morte della loro donna o di un
amico fraterno, chiamandolo "dimidium animae meae”, metà della mia vita, o, più esattamente,
metà del mio respiro, e dichiarando che una parte di loro è
morta con la persona amata;
« una metà di me è statá distrutta con te nella morte ».
Ho visto morire molte persone a cui volevo bene, le ho piante disperatamente, ma per parecchi anni non mi sono mai sentita mutilata dalla loro scomparsa; anzi, con il trascorrere- del
tempo, il dolore si affievoliva e
rimaneva solo il ricordo riconoscente della gioia di averle incontrate. E così per decenni ho
continuato a considerare la frase latina una semplice espressione letteraria.
Ma ad un certo momento, come talvolta succede, ho rivissuto direttamente l’esperienza dei
lirici antichi, ho provato anch’io
quel senso di mutilazione, l’affanno fisico nel respirare, come
se una parte di me fosse stata
amputata.
Con gli anni la ferita si è cicatrizzata, ma rimane fra le costole quella zona vuota e buia,
quel dolore opaco, quella sensazione di non essere più interi
perché una parte di te è definitivamente morta.
Dopo un’esperienza di questo
genere si rilegge con diversa partecinazione il lamento di Giobbe, il pianto dai luoghi profondi,
quando le acque sono giunte fino all’anima, il grido che si leva in Rama di un dolore che non
può essere consolato.
E’ sempre difficile, parlando
con chi non è credente, fargli capire che la fede non è una specie di vaccinazione che immunizzi contro l’incertezza, il dolore, il dubbio, la paura, la disperazione. Il credente vive con la
medesima intensità le medesime esperienze di un ateo.
L’amore di Dio, come quello
per un essere umano, può addirittura renderci più vulnerabili;
non si è mai così soli come quando si è lontani da chi si ama. Ma
attraverso e al di là di tutto questo è sempre possibile ripetere
con il salmista: « Io ho quietato
l’anima mia dentro di me » perché « anche questo è un giorno
che il Signore ha fatto ». Dammi
di non dimenticarlo e di non rinnegarti nell’ora della prova.
Amen, Signore.
4
4 vita delle 4^hiese
27 maggio 1983
w
APPELLO AGLI AMICI E ALLE CHIESE
Ristrutturiamo
l’Asilo di San Germano
Da tempo ormai l’idea di una
ristrutturazione dei vecchi e superati edtaci dell’Asilo di San
Germano era nell’aria e molte
piccole difiBcoltà che ogni giorno
contribuiscono a rendere sempre
più difficile il normalé svolgimento del lavoro del personale e la
vita degli ospiti hanno accelerato la decisione del Comitato
Direttivo di iniziare l’ammodernamento di tutto l’Asilo, in modo
da renderlo funzionale, in linea
coi tempi in quanto ad accorgimenti tecnici e soprattutto più
ospitale.
Si è quindi deciso di affidare
all’architetto Mestmino, già co,iiosciuto nell’ambiente valdese
per la ristrutturazione dell’Asilo
di S. Giovanni, lo studiò del
riammodernamento degli attuali
tre edifici, da realizzarsi ih fasi
successive, a seconda delle disponibilità finanziarie, ma sempre secondo un piano organico
globale, per cui ogni lavoro che
da adesso in poi verrà eseguito
sia una vera e propria tessera
del mosaico che formerà l’Asilo
ristrutturato.
E dal momento che la tipologia
degli ospiti sta rapidamente
cambiando in quanto i non autosufficienti sono sempre più numerosi, a causa anche del fatto
che molti anziani vivono nelle comunità alloggio con l’aiuto di assistenti domiciliari finché sono in
grado di badare a se stessi, il
Comitato ha preso la decisione
di stipulare una convenzione con
l’Unità Sanitaria Locale 42 trasformando parzialmente l’Asilo
in « Casa protetta » per una cinquantina di posti letto. Ovviamente la ristrutturazione prevista terrà conto anche di quest’ultimo fatto.
Appena il progetto di massima dell’Asilo sarà impostato e
disponibile, i membri del Comitato di direzione si faranno ca
rico di presentarlo al personale
ed alle varie comunità delle Valli interessate all’opera per illustrarne le linee e raccogliere utili suggerimenti.
Il lavoro che attende quanti si
occupano dell’Asilo di S. Germano, dal personale ai membri del
Comitato, agli amici sostenitori,
si prospetta faticoso e difficile;
ma nessuno ha dubbi che con
l’aiuto di Dio che ci ha affidato
questo incarico, anche le difficoltà più gravi che si presenteranno potranno essere appianate.
Tutti gli amici delTAsilo sono
invitati a sostenerci con le loro
preghiere e per chi vorrà impegnarsi anche finanziariamente ricordiamo l’indirizzo: via Carlo
Alberto Tron 13, 10065 San Germano Chisone (To), tei. 0121/
58607 ed il numero di c.c.p.
11037108.
ALLE VALLI VALDESI
Il lavoro volontario per la chiesa
SAN SECONDO — La copertura del tetto del tempio ha dovuto essere sostituita in quanto
le tegole di eternit, vecchie di 25
anni, erano ormai in pessime
condizioni. Sono state rimpiazzate con tegole in cemento color
ardesia. Tutto il lavoro, iniziato
con tempo incerto e finito sotto
una pioggia battente, è stato offerto gratuitamente da: Giuseppe Chinnici, Emanuele Paschetto,
Ferruccio Cardon, Emilio Gardiol. Ermellino Godino, Guido
Gay (Cà Neuva), Emilio Rivoiro, Giulio Griglio, Renato Gardiol (Tilla), Aldo Odino, Giuseppe Zeppegno, Remo Pastre, Franco Davite. Bruno Don, Renato
Gardiol 'fBarbé). Tullio Paschetto e Marcello Malan sono intervenuti od hanno prestato mezzi
meccanici. Elsa Paschetto, Emma Griglio. Edmea Grassi hanno preparato il pranzo per i lavoratori. La comunità ringrazia
di tutto cuore questi fratelli e
sorelle che hanno collaborato a
questa bella realizzazione comunitaria.
• Lunedi 23 è stata sepolta la
sorella Fanny Barai in Ribet, di
anni 79 (Ciabot Bas), deceduta
dopo molte sofferenze sabato 21.
Esprimiamo la nostra solidarietà alla famiglia colpita dal lutto.
• 11 culto di domenica 22 è
stato tenuto dai ragazzi della
Scuola Domenicale che hanno
presentato il programma della
S.D. ed esposto le loro riflessioni su alcuni dei testi studiati. Un
gruppo ha cantato diversi cantici ed inni.
Assemblea di chiesa
LUSERNA SAN GIOVANNI
— L’Assemblea di chiesa è convocata per domenica 29 c. m. per
la lettura della Relazione mora
le dell’anno ecclesiastico ’82-’83
presentata dal concistoro.
Tutti i, membri di chiesa sono
caldamente invitati ad essere
presenti,
• A partire dal mese di luglio
l’ora del culto domenicale sarà
anticipata alle ore 10.
La decisione, in via sperimentale, è stata presa dal concistoro nella sua ultima seduta in seguito alla richiesta di alcuni
membri della comimità.
• Tutta la simpatia cristiana
nel dolore ai familiari di Ines
Toscano, deceduta la scorsa settimana presso l’Asilo valdese all’età di anni 63.
Matrimoni
POMARE'TTO — Sabato 7 maggio hanno fatto benedire il loro
matrimonio Banis Paolo di Prali
e Reynaud Marinella di Poma
retto.
Che questo nuovo focolare abbia sempre come guida lo Spirito del Signore. A Lui si rivolgano nei momenti di necessità, perché solo dal Signore e nel Signore potranno trovare quello
che a loro necessita nella loro vita in comune.
Agli sposi i fervidi auguri della
comunità tutta.
• Sabato 14 maggio è stato
benedetto il matrimonio di Tron
Giorgina di Porosa Argjia e di
Rostan Giorgio di Pinasca. Possa questo nuovo focolare vivere
sempre nella protezione del Signore. Sia Egli la loro guida sicura in ogni momento della loro
vita. Agli sposi che si sono stabiliti a Pomaretto, cond. Ramie,
i sinceri auguri della Comunità.
• Un lutto ha ancora funestato la nostra comunità. A poca
distanza dalla dipartenza della
LU8ERKA SAN GIOVANNI
CHIESA DI SAN GIACOMO - (Luserna Alta)
Parigi fra I’ ’800 e il ’900
CONCERTO
per arpa, flauto e viola
Musiche di RaveI, Fauré, Debussy
Sabato 28 maggio, ore 21
moglie, è deceduto presso l’Ospedale Valdese di Pomaretto
Garrou Umberto di anni 73. Era
residente a Pomaretto ma oriundo di Prali. Ai familiari duramente colpiti dai due lutti la
simpatia cristiana della Comunità.
• Un altro locale della chiesa
di Pomaretto è in via di sistemazione: si tratta della sala del
■Teatro Valdese. La filodrammatica, che già aveva apportato lavori vari alla sala, sta rimettendo a nuovo il pavimento in legno della sala, mediante raschiatura, stuccatura e verniciatura.
Si stanno anche sistemando le
lampade di sicurezza come disposto dalla legge. Il costo di tutti
questi lavori sarà a carico della
filodrammatica (sempre che le
loro finanze lo permettano). La
manodopera è data gratuitamente dai componenti la filodrammatica.
• Ricordiamo la serata con la
comunità di Susse (Germania)
al teatro la sera del 26 maggio
p. V.
• La gita a Como si farà in
data 19 giugno p. v. Prenotarsi
versando all’atto della prenotazione la somma di L. 10.000 corrispondente all’importo del viaggio in pullman.
Attività del mese *
PRAROSTINO — Quest’ultimo mese è stato denso di varie
e interessanti attività. Segnaliamo le più importanti:
• Domenica 24 aprile: bazar,
preparato con il solito zelo dall’Unione Femminile e con la collaborazione di molti. Oltre a un
incasso considerevole, è stato
un’occasione di incontro' non solo tra membri di chiesa, ma ancl^e con gli amici delle comunità vicine, che per l’occasione ci
hanno fatto gradita visita.
• Lunedi 25 aprile: gita a Como, con la comunità di Pinerolo. Ringraziamo il pastore Briante e la sua gentile signora e i loro collaboratori per la gentile
accoglienza.
• Domenica 1 maggio: gita
della Scuola domenicale ad Angrogna con la Scuola domenicale di Villar Perosa. Al mattino
gli alunni hanno partecipato al
culto con la comunità angrognina, e dopo il pranzo al sacco, visita ai luoghi storici di Angro
gna : la Ghieisa d’ia Tana, Chanforan. Museo dei Bertot, Tempio di Pradeltomo.
• Lunedi 2 maggio abbiamo ricevuto la visita di una quarantina di diaconesse della Germania.
L’Unione Femminile ha offerto
loro un « caffè tedesòo » con
buoni dolci; poi visita al Tempio
di San Bartolomeo, messaggi,
canti, saluti e auguri reciproci.
• Domenica 8 maggio; festa di
chiusura della Scuola domenicale con un ricco programma di
canti e recite preparato dalle nostre brave monitrici: tè, gelato,
dolci per tutti.
• Domenica 15 maggio abbiamo ricevuto la visita delle corali
della Val Germanasca; Villasecca, Ferrerò e Prali. Il culto è stato presieduto dal pastore Rutigliano con la partecipazione delle corali. Dopo il culto, pranzo al
sacco con la corale di Prarostino, e poi partecipazione alla festa di canto a Villar Perosa.
• Ricordiamo che domenica
29 maggio avremo l’assemblea di
chiesa e pertanto il culto sarà
anticipato alle ore 10.
Bazar
ANGROGNA — Nel corso del
culto della scorsa domenica di
Pentecoste, rallegrato dal suono
delle trombe dei valdesi di Nordhausen, è stato presentato il piccolo Mìcari di Maura e Jean
Louis Sappé. Al piccolo e ai genitori l’augurio di una vita gioiosa, orientata dalla Parola di Dio.
• Domenica 29, alle ore 14,30,
si terrà, presso la Sala Unionista, il tradizionale Bazar della
nostra comunità, occasione di
incontro e scambio che attendiamo con ansia e a cui invitiamo tutti.
Nella comunità
FRALI — E’ stato amministrato il battesimo a Pascal Susy,_di Gino e Vera Ribet, ed a
Grill Fabrizio, di Marco e Sandra Agli.
• La comunità esprime il suo
affetto ai familiari ed ai parenti
del nostro fratello Garrou Umberto, deceduto all’età di 73 anni.
• La comunità esprime il suo
affetto cristiano alle sorelle Anita Grill in Turchi e Laura, per
la perdita del loro caro Marcello.
In questa rubrica pubblichiamo le
scadenze che interessano più chiese
valdesi delle valli. Glf avvisi vanno fatti
pervenire entro le ore 9 del lunedi
precedente la data di pubblicazione
del giornale
/
Venerdì 27 maggio
□ assei\4blea
PRIMO CIRCUITO
TORRE PELLICE — Alle ore 20.45 ha
inizio presso il tempio dei Coppieri la
assemblea del 1° Circuito. Sono all'ordine del giorno la discussione della
relazione del consiglio, la votazione di
eventuali ordini del giorno, e alcuni
problemi attuali.
a ASSEMBLEA
SECONDO CIRCUITO
PIOSSASCO — L’assemblea del II
Circuito avrà luogo venerdì, 27 maggio, alle ore 18 nella Chiesa Valdese di
Via Magenta 26 b, Piossasco, 1 partecipanti sono pregati di portare la cena
al sacco.
Sabato 28 maggio ~
□ TELEPINEROLO
CANALE 56 - 36
Alle ore 19 va in onda la trasmissione • Confrontiamoci con l'Evangelo »
(a cura di Marco Ayassot, Attilio Fornerone e Paolo Ribet).
Domenica 29 maggio ~
n RADIO KOALA
FM 96.700 - 90300 - 93700
Alle ore 12.30 (circa): Culto Evangelico a cura delle Chiese Valdesi del II
Circuito.
□ IL FUTURO DELLA
MINIERA
In collaborazione con la chiesa di
Prali, Agape organizza un incontro-dibattito sui problemi dell'occupazione
nella zona. Poiché gran parte delle famiglie della Val Germanasca trovano
un posto di lavoro nelle miniere di talco che intendono promuovere un processo di ristrutturazione, abbiamo pensato di discutere di questo probiema
nel suo rapporto con i posti di lavoro.
Ristrutturazione significa normalmente
diminuzione di manodopera e quindi...
cassa integrazione, licenziamenti. Sarà
così anche p>er le miniere di talco in
Val Germanasca? L'incontro avrà inizio alle ore 15. Dopo gli interventi ed
Il dibattito, vi sarà una cena e la possibilità di trascorrere insieme la serata
con musica e canti.
SabatQ 4 giugno
Domenica 5 giugno
□ CONFERENZA
1“ DISTRETTO
LUSERNA SAN GIOVANNI — L’annuale conferenza distrettuale è convocata presso la Sala Albarin per le ore
14.30 del sabato 4 giugno per l'esame
della relazione^della Commissione Esecutiva Distrettuale e della Commissione d’Esame.
La conferenza proseguirà anche nella
giornata di domenica secondo gli orari
che saranno stabiliti.
Domenica 12 giugno
n CONFERENZA
1“ DISTRETTO
LUSERNA SAN GIOVANNI — Prosegue la conferenza distrettuale presso la
Sala Albarin per l’esame della relazione della CIOV e della Commissione di
Esame sull’operato della stessg.
Alla Conferenza distrettuale possono
assistere tutti i membri di chiesa.
Giovedì 16 giugno
□ RIUNIONE
COLLABORATORI
ECO DELLE VALLI
La riunione del collaboratori avrà
luogo a casa Gay via Cittadella 8 Pinerolo, con inizio alle ore 20.30.
5
27 maggio 1983
vita delle chiese 5
CIRCUITO ABRUZZO-MOLISANO: GIORNATA DI EVANGELIZZAZIONE
PADOVA
Una proposta di vita
2 lotte nel 3° mondo
Predicare la buona novella di Cristo è anche proporre agli interlocutori un nuovo rapporto con Dio e gli uonnini
VASTO — In una splendida
giornata di sole, il 24 aprile le
chiese evangeliche valdesi e metodiste dell’Abruzzo e del Molise
hanno invitato la cittadinanza a
riflettere sul tema: « Il nostro
paese tra rinnovamento e conservazione. Il contributo dei
cristiani evangelici ».
Mentre la Corale Valdese di
Luserna S. Giov. esegue magistralmente dei corali, illustrati
dal past. Bellion, la piazza Rossetti incomincia a popolarsi. Arrivano i fratelli da Villa S. Sebastiano, Giulianova, Guglionesi,
Campobasso, Palombaro ecc.; è
un susseguirsi di abbracci e strette di mano: è bello rivedersi e testimoniare insieme l’Evangelo!
« Il motivo per cui siamo qui
— esordisce il past. S. Aquilante
dopo essere stato presentato dal
past. Gianna Sciclone — è quello
di proporvi un diverso rapporto
con Dio, ossia la stessa fede di
Gabriele e Pietrocola Rossetti,
vostri concittadini illustri, di Camillo Mapei e Sciarelli, Agli di
questa terra d’Abruzzo ».
Dopo aver accennato alla luminosa vita di questi credenti
abruzzesi, Aquilante ha compiuto un salto nel passato, fin nel
I secolo, rievocando l’episodio di
Paolo e Sila a Filippi ricordando
il motivo del loro arresto e l’esperienza del terremoto che sconvolgendo il carcere sconvolse anche la vita di chi ne aveva la responsabilità. Aquilante ha volto
quindi l’attenzione deH’uditorio
verso la figura del carceriere nella cui vita era scoppiata una crisi di identità tale da far considerare il suicidio come la sola via
d’uscita.
e sarai salvato, tu e la casa tua! È
la proposta che hanno fatto i nostri padri, anche in queste contrade. È la proposta che, nella
crisi profonda, nelle contraddizioni e nella confusione delle nostre situazioni facciamo noi. La
facciamo senza arroganza e senza settarismo (siamo pronti infatti a confrontarla con chiunque); la facciamo nella piena
convinzione che valga ancora la
pena lottare, soffrire, vivere per
essa! ».
La Corale Valdese esegue ancora cori dal proprio repertorio,
alcuni anche in francese (forse
per la gente d’Abruzzo un inno
evangelico in lingua straniera
non era molto indicato...), con la
consueta maestria sotto il sole
cocente! La gente sfolla lentamente, si scambiano le impressioni.
Un nuovo rapporto
Dopo il pranzo al sacco in uno
scenario di colori, di aria e di
mare (azzeccata la ’’caccia al tesoro” per i nostri molti ragazzi),
ci rechiamo tutti presso la Cooperativa Di Vittorio per iniziare
la seconda parte della giornata.
La numerosa assemblea canta
gli inni guidati dalle sorelle e fratelli piemontesi. Si riprende il
tema del mattino, ma si ha la
sensazione che a quanto è stato
detto dall’oratore, con grande
chiarezza ed efficacia, non ci sia
molto da aggiungere. Una cosa è
sembrata chiara a chi scrive,
emersa anche da alcuni interventi in sala: fino a quando la nostra
testimonianza sarà solo la presentazione di un modo, magari
nuovo , di vivere la religione non
ci saranno « terremoti » fra la nostra gente; quando invece riusciremo a proporre un nuovo rapporto con Dio e con il prossimo,
capace di far saltare in aria i
concetti imperanti di mediazione
gerarchica a tutti i livelli, delega e autoritarismo, allora potremmo attenderci reazioni diverse: dj cieca opposizione da chi
vuole che questi pilastri continuino a reggere la struttura della società odierna e di profonda
riconoscenza da coloro, e sono
molti, che sono stati liberati dalla servitù a tali divinità!
Mentre uscivamo, qualcuno vicino a me mi ■ ricordava che di
li a tre settimane, quasi le stesse
persone, si sarebbero dovute
ritrovare a Pescara per l’Assemblea di Circuito. In quel momento ho pensato: riusciremo in
quella occasione, sulla base delle
indicazioni emerse oggi, ad elaborare una strategia per la predicazione delle nostre chiese nei
prossimi anni?
E. M.
Sotto il titolo complessivo di
« Lotte di liberazione nel mondo
inquieto » il Gruppo di Attività
Femm. della Chiesa Metodista di
Padova ha promosso due incontri, il 28/4 e il 6/5, rispettivamente su « Il Sud Africa nella tempesta razziale» e «Eli Salvador,
oggi».
La nostra sorella Febe Rossi,
che da tempo si occupa del problema del Sud Africa ci ha presentato una relazione sulla situazione, oggi, in quel travagliato
paese, dove il popolo nero è spinto oltre i margini del vivere civile, privato da sempre di ogni
diritto, angariato, oppresso.
L’organizzazione cui fa capo
la Rossi è un Centro Comunitario
nero (C.C.C.) che compie un’azione coraggiosa e infaticabile in
campo sociale, soprattutto occupandosi della alfabetizzazione e
della diffusione della cultura fra
la gente nera per dare ad essa la
possibilità di una produzione autonoma dei mezzi di sopravvivenza e quindi di una vita autonoma
come popolo, a fianco di quella
società bianca che si dice cristiana, ma che si è presa per sé ogni
spazio possibile.
Questo Centro Comunitario è
nato in seno alla Chiesa Metodista del Sud Africa a Pietermaritzburg, come risposta nonviolenta alla situazione nera di segregazione razziale, si è esteso
poi a Durban (Natal), per la collaborazione di tutte le Chiese
Cristiane e degli Induisti del Sud
Africa.
Le chiese europee sono chiamate ad aiutare il popolo nero
CORRISPONDENZE
Appello alla
Tre "V” per i torinesil
conversione
« Anche la nostra società crolla
— ha proseguito l’oratore — l’ordine internazionale e la crescita
economica crollano... Che fare
per arrestare questo processo di
morte? Allora come oggi la risposta è ’’Credi nel Signore Gesù Cristo e sarai salvato, tu e la
tua casa!”».
A questo punto Aquilante ha
rivolto all’uditorio una serie di
pressanti esortazioni in un crescendo avvincente che si è concluso con questo invito rivolto
ad ognuno: « Accetta la Signoria
di amore del Signor Gesù. Lasciati afferrare da Gesù e condurre nell’amore di Dio che egli ti
porta: vivi dentro l’amore di Dio
per te, il tuo amore per i fratelli... Per l’amore di Dio, nella
tua esistenza, esplode il grande
avvenimento del perdono: e una
esistenza che viene coperta dal
perdono di Dio non si esaurisce
nel presente: essa ha un futuro.
La Morte dunque non ti ossessiona più; tu ne sei già liberato,
e perciò, in questa e per questa
libertà, puoi costruire nel presente i segni del nuovo.
Credi allora nel Signore Gesù,
TORINO — Dopo una prima
esperienza vissuta l’anno scorso,
diverse comunità evangeliche di
Torino, tra cui la Chiesa valdese,
hanno preparato una nuova campagna di evangelizzazione che si
terrà nei giorni 3, 4 e 5 giugno
al teatro Adua, C.so Giulio Cesare
67. Tema della manifestazione è
la parola di Gesù « Io sono la
via, la verità e la vita ». Su questo tema, suddiviso nelle tre serate, parleranno Franco Giampiccoli, Roberto Mazzeschi e
Giuseppe Barbanotti. I messaggi
tosaranno accompagnati dall’apporto musicale di diversi complessi: Oasi, Alba, Aurora, Supertino, corale di Via Virle. Da lungo tempo riunioni periodiche, in
cui ha un posto preponderante la
preghiera, portano avanti la preparazione di questo impegno evangelistico comune.
via Micheli, domenica 8 maggio e
poi all’Agape Fraterna in via
Manzoni. È stato un incontro
molto cordiale che nel pomeriggio è proseguito con una visita
alla Casa di Riposo « Il Gignoro ».
Il pastore Deodato ha intrattenuto gli ospiti col racconto delle
imprese evangelistiche del nonno che tanta parte hanno avuto
nella sua stessa decisione per il
pastorato.
Questa rubrica è aperta per annunci
di iniziative evangeliche iocali voite all’esterno o riguardanti più chiese in
una zona. Per i ritardi postali, gli annunci vanno fatti pervenire in redazione con anticipo sulla data indicata.
Viaggio
nei iuoghi
deiia Riforma
Visita dalla Germania
FIRENZE — Accompagnati dal
past. Achille Deodato sono giunti a Firenze 40 infermiere e operatori sociali dalla Germania, in
visita prima alle Valli Valdesi,
poi in Toscana ed in Umbria.
Hanno partecipato al Culto in
Conferenza distrettuale
Il Distretto -11-12 giugno
Il e 12 GIUGNO 1983 - TORINO
La conferenza distrettuale delle chiese valdesi e metodiste
del 2° distretto è convocata per i giorni di sabato 11 e domenica 12 giugno p.v. presso la Chiesa Valdese di Torino (Via
S. Pio V, 15). I lavori si svolgeranno nel salone di C.so Vitt.
Emanuele 21/E (entrata a fianco del tempio) con inizio alle
ore 14 di sabato 11 giugno 1983.
' La Comm. esecutiva distrettuale
La Facoltà valdese di teologia segnala
che il Centro culturale «Incontri nuovi » promuove interessanti giornate di
informazione e di studio nei luoghi storici di Lutero con conferenze, incontri
e naturalmente anche tempo libero. VI
saranno dei traduttori qualificati. In particolare si prevedono questi scopi;
Studio di Lutero nei luoghi storici
della Riforma;
— Incontro con la realtà politico-culturale odierna delia Repubblica Democratica Tedesca;
— Dibattiti con specialisti sia delle istituzioni ecclesiastiche luterane, sia
delle Università di Berlino e Lipsia;
— Conoscenza con teologia e ambienti
delle chiese evangeliche nella Rep.
Democratica Tedesca.
Le giornate di studio si svolgeranno
dall’l all’8 ottobre p.v. toccando i centri di Berlino, Wittenberg, Lipsia, Eisleben, Erfurt, Gotha, Eisenach, Weimar.
Costo L. 1.260.000, tutto compreso.
Iscrizioni entro il 30 luglio.
Informazioni presso Comet; Roma
06/461200. Milano 02/225956.
LUINO — Venerdì 27 maggio alle
ore 20.30, presso l'Istituto civico di
cultura popolare, il pastore Renato Di
Lorenzo terrà una conferenza su « Lutero ieri e oggi ».
PADOVA — Sabato 28 maggio alle
ore 16 presso la Chiesa metodista si
terrà un collettivo di assistenza per gii
omosessuali in preparazione del campo di Agape di giugno.
GORIZIA — Domenica 29 maggio, con
il culto delle ore 10 nella Chiesa metodista si aprirà l'Assemblea del VII
circuito, Triveneto.
FIRENZE — Domenica 29 maggio,
dalle ore 16 si terrà presso il Gignoro
(via del Gignoro 40) la Festa di Primavera con invito a tutti gli evangelici
fiorentitii e gli amici della Casa di riposo.
• Nella pagina sui campi giovanili
della prossima estate è stato omesso
un Campo cadetti che si terrà dal 10
al 17 luglio alla « Villa i Graffi » di Reggello (FI) per ragazzi dai 9 ai 14 anni,
con tema biblico (ev. di Marco, Àbramo). Per informazioni rivolgersi al Centro giovanile protestante, via dei Serragli 49, Firenze.
sudafricano, sia con l’invio di
volontari che offrano la loro professionalità sul posto, sia con
l’invio di denaro che permetta
di mantenere insegnanti, scuole,
laboratori per Taddestramento
professionale ed artigianale.
Il governo sudafricano, che paventa qualsiasi processo di emancipazione della popolazione nera,
ostacola con tutti i mezzi questo
tipo di interventi: è recente un
progetto di legge che vorrebbe
chiudere alle organizzazioni religiose europee alcuni canali internazionali di afflusso di denaro al
S.A., con la pretestuosa motivazione che tali interventi nascondono mire politiche sotto etichettò di tipo religioso o teologico.
L’indirizzo per chiedere informazioni sul servizio del C.C.C. è
Febe Rossi - 35033 S. Biagio di
Teoio (Padova).
Per la seconda riunione sul
Salvador era stata chiamata Mariella Tornago, del « Comitato di
solidarietà con il popolo salvadoregno ».
Mariella, con il suo conversare
pacato e insiemè appassionato,
ha ben presto avvinto il piccolo
gruppo di persone convenuto ad
ascoltarla.
Ci ha presentato questo paese
letteralmente come « un altro
mondo», sia per l’aspetto della
sua natura, che è splendida, lussureggiante, ricca di colori, fertilissima, sia per le condizioni
tragiche del suo popolo, per il
quale la fame e la miseria si toccano con mano, la repressione di
un governo dittatoriale raggiunge punte di atrocità impensate
e la lotta armata — dopo infiniti
tentativi di mediazioni e di compromessi politici — si è rivelata
l’unico strumento praticabile da
parte della popolazione per conquistare un livello decente di vita. Ascoltando la relazione di Mariella le donne erano soprattutto colpite dalla « ineluttabilità »
di una guerriglia che comporta
in ogni caso costi troppo alti di
vite umane e si domandavano
se non fosse possibile far arrivare dal mondo occidentale (cristiano, civile, colto, opulento, bene organizzato...) una proposta
nuova, « rivoluzionaria » in senso
nonviolento, che permetta a quelle' popolazioni di vincere la loro
battaslia contro la fame e l’oppressione... senza dover morire.
Anche l’invio in Salvador, per
esempio, di truppe multinazionali di pace, come quelle inviate
in Libano — con tutte le riserve
che può suggerire un’operazione
di questo genere — probabilmente riuscirebbe a limitare la repressione feroce da parte del governo.
Riteniamo che l’informazione
continua e l’ampia diffusione di
notizie sul Terzo Mondo, specialmente se provengono da fonte
diretta, sia un’azione importante
per far conoscere quella realtà
alla gente, così spesso sonnolenta e distratta, e scuoterne la coscienza.
Desideriamo perciò programmare anche per l’anno prossimo
incontri sulle problematiche che
agitano il Terzo Mondo; anche
questo è, a nostro modo, « fare
teologia ed evangelizzazione ».
O. B.
L’Albergo Svizzero
di Courmayeur (Valle di Aosta)
aperto dal 1“ luglio alla fine di settembre
e dal 20 dicembre a dopo Pasqua
OFFRE SOGGIORNI
fortemente scontati a tutti i lettori della ”Luce”
e ’’L’Eco delle Valli”
Particolari sconti anche a « Sposi in Viaggio di Nozze ».
Per informazioni telefonare al 0165/842035.
li'
I
6
6 prospèttîve hiblîche
27 giugno 1983
DIBAniTO SULLA TRADUZIONE INTERCONFESSIONALE
Una parola e due trabocchetti
Per leggere la Bibbia
Il prof. Bruno Corsanì interviene nel dibattito sulla Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente (TILC) a proposito del « cambiate vita » giudicato traduzione non fedele
dal pastore Liborio Naso.
Leggo su l’Eco^uce dell’8/4
un interessante articolo sul « ravvedimento ». Peccato che abbia
per titolo Un altro Evangelo: anzitutto perché il titolo non fa
capire di che cosa parla l’articolo, e poi perché esso è squalificante per chi non ha la stessa
opinione del suo autore. Ora, tra
fratelli ci si parla per chiarirsi
le idee, non per squalificarsi a
vicenda.
L'argomento in discussione è
il ravvedimento. Parola difficile,
ormai non appartiene più al linguaggio d’uso comune. Il Dizionario Garzanti lo dichiara sinonimo di pentimento. Ma questo
significa considerare soltanto il
suo aspetto negativo, cioè l’errore compiuto. Il Vocabolario della lingua italiana di Devoto-Oli
invece lo definisce così: « Il mutamento di vita conseguente al
riconoscimento di errori o colpe ».
Quando Giovanni Battista e poi
Gesù predicano il ravvedimento,
nei vangeli c’è il termine greco
metànoia (o il verbo metanoein).
Sono termini formati dal prefisso metà e dal sostantivo noùs =
intelletto, mente (oppure dsd verbo noein = intendere, pensare).
Come il sreco metamorfosi corrisponde al latino/italiano trasformazione, così — sostengono
molti — metànoia corrisponde a
trasmentalità, a cambiamento di
pensiero.
Questo sarebbe vero se Gesù
avesse parlato in greco. Ma il
greco del Nuovo Testamento è
già la traduzione di cose dette
o pensate in ebraico e in aramaico. Scrive E. Käsemami:
« Nel N.T. la parola non ha mai
il senso di cambiamento d’opinione, ma il senso biblico di conversione, di ritorno. Ciò che sembra una condizione è in realtà
una conseguenza della promessa del Regno di Dìo che viene»
(Que ton Règne vienne! Conférence Mondiale sur la Mission et
l’évangélisation, Melbourne 1980,
Labor et Fides, 1982, p. 90).
Nel N.T. il senso greco del termine si trova in II Cor. 7: 9 s.
dove indica appunto il rincrescimento, il dolore, il rimorso e, forse, il pentimento. Altrove ha normalmente il significato di cambiamento, di ritorno, di conversione: il cambiamento di vita
evidenziato dai suoi frutti (Matt.
3: 8).
Il significato di metànoia presenta due trabocchetti:
1) quello di essere frainteso
in senso intellettuale. Invece di
fronte a Gesù e alI’Evangelo non
si tratta di cambiare pensiero
ma di compiere una « svolta a
U », di invertire la direzione di
marcia: non vìvere più per noi
stessi, ma per il Regno. Quarant’anni fa, nel IV volume del
Theologisches Wörterbuch zum
N. T., J. Behm scriveva che
«quello che la lingua religiosa
dell’A.T. esprimeva con shub [ritornare, invertire il senso di marcia], nel N.T. e negli scritti giudeo-ellenistici è detto metànoM e
metanoein » (p. 994);
2) il secondo trabocchetto è
quello penitenziale. Attraverso il
latino della Vulgata, la Bibbia
cattolica di Antonio Martini traduceva (per es. in Marco 1: 15):
« Fate penitenza e credete al
Vangelo ».
Tutti e due questi trabocchetti allontanano il lettore dal
significato concreto, globale dell’appello di Gesù, che si rivolge
all'uomo intero per esigere la
sua ubbidienza, il suo rinnovamento, il suo cambiamento totale in risposta all’annunzio del Regno (cfr. Marco 1: 14 « Il tempo
è compiuto e il Regno di Dio è
vicino »).
Tutto questo non può essere
confuso con « pelagianesimo »,
con salvezza per opere, come teme L. Naso. Lutero infatti ci ha
insegnato che « la Scrittura è interprete di se stessa », cioè il criterio per l’interpretazione di un
passo è dato dal suo contesto,
sia quello immediato che quello
più ampio (la Bibbia intera), ed
esso insegna appunto che l'annunzio del Regno precede la conversione, la grazia precede la fede, il dono di Gesù Cristo precede l’imnegno al suo servizio.
La TILC perciò ha tradotto bene, e dobbiamo esserle grati che
non abbia ceduto né alla tentazione intellettualistica né a quella sacramentale (« fate penitenza »). Bruno Corsani
Per iniziativa della Società biblica francese è apparso in maggio un piccolo manuale destinato a facilitare la lettura della
Bibbia. E’ opera di im prete,
Jean-Pierre Bagot, e di un pastore, Jean-Claude Dubs; la casa editrice è «Les Berger et les
Mages ».
Una conferenza stampa, allargata a personalità del mondo
editoriale ed ecclesiastico, ha
avuto luogo a Parigi, alla sede
della Federazione protestante
francese, il 9 maggio. Don JeanPierre Bagot ha sottolineato il
suo apprezzamento per questo
lavoro ecumenico poiché « le
frontiere confessionali saltano
quando dobbiamo render conto
insieme della nostra speranza».
Il pastore Dubs ha ricordato per
parte sua l’obiettivo dell’iniziativa: permettere a chitmque sa
leggere e scrivere di scoprire « il
piacere della lettura del testo biblico » nella doppia prospettiva
di una lettura oggettiva (i testi
sono testi antichi) e di una lettura soggettiva (i testi hanno
anche un senso per il singolo).
Alla conferenza stampa, che era
stata introdotta dai professori
André Dumas e Maurice Carrez, erano presenti, tra gli altri,
i pastori Jacques Maury e Pierre Chrètien, presidente e segretario della Federazione protestante francese (BIP).
Una mano piena
(segue da pag. 1)
Meglio una mano che si affatica
nel fare il bene che due mani piene di affanno e di travaglio.
L’affanno è il grande nemico
della fede e della speranza cristiana. E’ una corsa dietro al
vento che ci sospinge lungi dal
nostro posto di testimonianza e
di servizio. Val meglio una mano piena di riposo, ferma e generosa, aperta verso il prossimo
per sollevarlo dalle sue difficoltà e dalle sue pene, anziché due
mani chiuse in se stesse e nel
proprio egoismo, attive soltanto
in vista del proprio interesse materiale e del grosso guadagno.
Ricordiamoci, però, che il riposo di cui parla l’Ecclesiaste non
è il quieto vivere di un « beato
possidente » che si crogiola nella
sua pace all’interno di un mondo
disperato. Il vero senso della nostra vita ci è dato dalla Parola
di Dio; in essa appare chiaramente che « l’intenzione non è di
tranquillizzare, ma di mobilitare ». Si tranquillizza, scrive Helmut Gollwitzer, ma « in vista
della mobilitazione. Si viene consolati non per addormentarsi,
ma per risvegliarsi ed agire.
In breve: una vita realizzata
esiste solo in relazione all'amore.
Se cerco il senso della vita devo
cercare l’amore. Se cerco l’amore. devo dare amore ».
In questo senso si può dire con
l’Ecclesiaste: « Val meglio una
mano piena di riposo, che ambedue le mani piene di travaglio e
di corsa dietro al vento ».
Ermanno Rostan
EFESINI - I
UN INIZIO ”IN LUI”
Interrogativi aperti
Erasmo dubitava che fosse di Paolo. Ma
prima di lui, Marcione e poi Ireneo, Tertulliano, Clemente d’Alessandria, i grandi padri della chiesa, non avevano dubbi:
la lettera era di Paolo. Man mano che le
scienze bibliche sono andate avanti i dubbi sono aumentati. Oggi è quasi certo: la
lettera agli Efesini non è di Paolo. Ma allora chi è l’autore di questo scritto? Forse un segretario dell’apostolo? Magari Tichico? O forse non si tratta di ima "brutta copia” della lettera ai Colossesi o forse ancora di un sapiente ’’collage” di teologia paolinica frammista a materiale liturgico già in uso nelle prime comunità
cristiane dell’Asia? E perché non potrebbe essere un’opera a più mani? Argomenti pro e contro non mancano. Ma anche
se — come crediamo — per ragioni di stile letterario e di "taglio” teologico. Paolo
questa lettera non l’ha mai scritta, essa
fa pur sempre parte dell’eredità paolinica: con termini nuovi ricorrono gli argomenti classici dell’ex rabbino di Tarso.
A una prima veloce lettura l’epistola agli
Efesini si presenta come un trattato di
segno cattolico: la centralità di una chiesa
che vuole inglobare il mondo per salvarlo, l’apostolo dispensatore di misteri, la
salvezza raggiungibile solo nei confini ecclesiastici... Impressioni che andrebbero
verificate. Sta di fatto che questo documento teologico, su cui gravano dubbi e
interrogativi aperti, è di una sorprendente modernità. Si parla infatti di unità, di
ministeri, di necessaria coerenza nella testimonianza quotidiana. Non solo, ma attuali sono pure le riflessioni sull’etica familiare e sulla battaglia contro le "forze
della malvagità”. Più in là vorrei anche
dimostrare, salvo convincenti argomenti
contrari, l’attualità di un brano di questa
lettera sui tema della pace.
Studiandola e commentandola a livello
scientifico, un insigne teologo tedesco, precisamente Heinrich Schlier ha imboccato,
per dirla con Kàsemann: « im insolito percorso ». Insomma è diventato cattolico da
protestante che era. E leggendo il suo poderoso commentario, « non facilmente superabile » (Kàsemann) per ricchezza di
informazioni e profondità di pensiero, te
ne accorgi subito. Poco letta e commentata nei nostri ambienti, l’epistola agli Efesini si è guadagnata un posto d’onore
nell’ambito del cattolicesimo critico. Ora
a cura di Gino Conte
Iniziamo con questo numero una serie di studi su brani scelti dell’Epistola agli
Efesini preparata per questa rubrica dal pastore Platone che da tempo sta studiando questo testo neotestamentario.
,la domanda è questa: è possibile indivi^duare in questo scritto degli anni 80 dopo
Cristo un luogo di incontro e scambio
per l’ecumenismo della nostra stagione?
Proviamoci.
Interrompiamo ora questa breve premessa e lasciamoci afferrare dall’inizio di
questo "manifesto” teologico. Qui ci interessano i primi 14 versetti, liberamente
tradotti dalToriginale antico.
Un inno alla grazia di Dio
Paolo apostolo di Cristo Gesù per la
volontà di Dio ai santi (in Efeso) e a coloro che credono in Gesù Cristo. Grazia
a voi e pace da Dio nostro Padre e dal
Signore Gesù Cristo.
Benché Paolo abbia risieduto per tre
anni a Efeso (Atti 20: 31) in questo saluto iniziale l’apostolo, contrariamente al
suo stile, né qui né dopo, fa cenno a nomi di persone o di luoghi che pur conosceva. Una ragione in più per credere che
la specificazione di Efeso sia stata aggiunta dopo: « verso la fine del I secolo, quando si raccolse il "corpus” paolino, di cui
ogni lettera doveva avere un "titulus” »
(Wikenhauser). All’origine questo scritto,
anche per il tono generale'”piattosto impersonale, doveva essere una sorta di
"lettera circolare” destinata alle chiese
cristiane dell’Asia. Del resto il saluto iniziale, o sovrascritta, ricalca la formula
iniziale della lettera ai Colossesi da cui
può esser stata presa a prestito. « Grazia »
e « pace » — la pace di colui che ha accettato Gesù Cristo nella propria vita —
sono espressioni tipiche di Paolo.
Dopo il preliminare d’obbligo l’autore
entra immediatamente nel vivo della prima parte del suo scritto di carattere
dogmatico, teologico. Più in là, a partire
dal capitolo 4, inizierà una parte più pratica, si potrebbe definire: etica. I punti
dottrinali che introducono lo scritto aono
presentati in forma poetica. In sostanza
si tratta di un inno alla Grazia di Dio in
cui entusiasmo e riflessione, fermezza nel
la fede (il pericolo derivante dalle eresie
asiatiche è una delle preoccupazioni più
grosse dell’autore) e riconoscenza, attesa
e impegno, s’intrecciano tra numerose assonanze e parallelismi anche con le lettere minori di Paolo.
Sia benedetto Dio, Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che ci ha benedetti con
ogni spirituale benedizione nei cieli in
Cristo. In Lui fummo scelti prima della
creazione del mondo per essere santi e
puri. Nell’agape egli decise di adottarci
come figli per mezzo di Gesù Cristo, secondo il desiderio della sua volontà, a
lode della gloria della sua Grazia di cui
ha fatto dono nell’amato suo (figlio).
In Lui abbiamo la redenzione mediante
il suo sangue, il perdono dei peccati secondo la ricchezza della sua Grazia chè
ci è stata abbondantemente donata insieme ad una piena conoscenza ed intelligenza. Egli ci ha fatto conoscere il mistero
delia sua volontà, secondo quanto aveva
dentro di sé stabilito di realizare nella
pienezza dei tempi: ricondurre tutte le co
se, quelle nei cieli e quelle sulla terra, all’unità in Cristo. In Lui siamo diventati
eredi, essendo stati a ciò predestinati dal
piano della volontà di Colui che muove
ogni cosa, per lodare la sua gloria, noi
che prima di altri abbiamo sperato in
Cristo. In Lui siate anche voi, avendo
udito la parola della verità: l’Evangelo
della vostra salvezza; in Lui, voi che avete
creduto, avete ricevuto il sigillo dello
Spirito, che è l’anticipo delia nostra eredità in attesa di diventarne compietamente proprietari nella redenzione finale,
a lode della sua gloria.
Fuga verso l’alto?
Elezione, redenzione, santificazione: i
tre grandi temi di questo iniziale sommario poetico (immersi in una serie di
spunti catechetici e liturgici) sono tra
loro collegati da una ’’cerniera” che apre
e chiude, di volta in volta, lo svolgersi del
discorso. Una "cerniera” composta da due
sole parole: in Lui. Al di là della soprascritta e del salu'o, il soggetto di queste
prime battute della lettera è: Dio che ci
ha benedetti, eletti, predestinati. È Dio
che ci vuole suoi eredi e che decide di
farci conoscere il mistero della sua volontà. Ma tutto questo avviene e avverrà
in Lui, ovvero in Cristo. Ciò che Dio compie neH’umanità avviene attraverso Cristo: punto d’incontro tra la realtà nostra
e l’iniziativa del Creatore.
Anche reiezione « prima della creazione del mondo » è in Cristo. « Si tratta di
una elezione gratuita — osserva Caiv’no —
perché quali , meriti potevamo avere prima della creazione del mondo?... Il nome di Cristo esclude ogni nostro merito,
ogni pretesa che gli uomini potrebbero
avanzare... ». Perciò sono sciocchi coloro
che nutrono — nota ancora Calvino —
questo pensiero: « Viviamo senza preoccupazioni, come meglio ci parrà poiché
se siamo eletti è impossibile che veniamo condannati ».
Questa elezione avviene nell’agàpe gratuita, liberante di Dio che cancellando le
nostre colpe ci spinge sul terreno della
testimonianza e della santificazione della
nostra vita. Su questa strada di nuova figliolanza, di profonda scoperta di sé come creatura amata e liberata da Dio stesso, non si può camminare «dopo aver
udito l’Evangelo della salvezza » senza
l’aiuto dello Spirito. Le due cose vanno
insieme. Del resto da soli non faremmo
molta strada. Sarebbe un entusiasmo passeggero. Per andare avanti con tenacia
abbiamo bisogno di una comunità che
condivida Tintelligenza e la conoscenza
della parola di verità che svela ogni mistero e soprattutto, abbiamo bisogno di
rimanere radicati in Lui. Perciò lode a
Dio che in Cristo ci ha generosamente
offerto la chiave della vita.
A questo punto, insieme a Schnackenburg (Zurigo 1982), ci si può chiedere
« se questo modo diretto di fare affidamento su Dio non finisca, in definitiva,
per allontanare dagli impegni concreti di
questo mondo». In effetti dov’è — in
mezzo alla miseria, la sofferenza e violenza del nostro mondo — il plano salvifico
di Dio lodato in questo brano? Dov’è
visibile, constatabile la benedizione di Dio
nel nostro mondo? Calma. Siamo solo all’inizio della nostra lettera. Non è l’ultima
parola dell’autore. Ma la prima. Successivamente vedremo come dal terreno dottrinale si dovrà passare a quello concreto,
quotidiano. Ma appunto avendo maturato
prima una profonda riflessione teologica,
senza la quale anche la testimonianza più
brillante rischia di essere vuoto attivismo,
Giuseppe Platone
■il
7
27 giugno 1983
obiettivo aperto 7
______5 GIUGNO: DOMENICA DI SOLIDARIETÀ’ CON LE DUE COOPERATIVE PROMOSSE DALLA F.C.E.I.
DAL TERREMOTO ALLA COOPERAZIONE
Le chiese valdesi e metodiste dedicheranno
come ogni anno la raccolta delle offerte di un
culto — domenica 5 giugno — a sostegno di un
settore del lavoro della Federazione delle Chiese
Evangeliche in Italia. Per Ulustrare lo scopo pro
posto quest’anno, questa pagina è stata preparata
da Ioti Bouchard, coordinatrice del « Servizio di
Azione Sociale» della FCEI e da Bruno Loraschi,
membro del Consiglio della FCEI e dirigente della
Federcoop di Parma.
Cooperativa
Zootecnica
Senerchiese
Senerchia è un paese dell’Irpinia di 1.000 abitanti a 700 metri
di altitudine. A ridosso della
montagna si affaccia sulla Valle
del Seie, una delle più verdi della
provincia di Avellino. Il posto è
bello, ma ancora adesso a chi lo
visita spezza il cuore: praticamente tutto il paese vecchio con
la sua storia di sofferenza e di
lavoro è distrutto. Solo alcune
case costruite quasi scavate nella roccia, sono ancora in piedi
ma solo per dare un’idea di com'era la vita nel vecchio paese
poiché sono inabitabili e pericolanti.
Eppure il paese esiste ancora,
leggermente spostato verso valle:
hanno resistito le case più nuove: quelle costruite negli ultimi
decenni col sudore dei senerchiesi emigrati.
Intorno a queste si possono ancora leggere le varie fasi dei soccorsi: roulottes, containers, baracche, case prefabbricate. Chi
ha visitato la regione sa che oggi questo è l’aspetto di tutti i
paesi deU’Irpinia.
A un paio di chilometri dal
paese sorge ora una stalla moderna per 60 capi di bestiame
costruita da una ditta specializzata di Reggio Emilia: accanto,
un fienile in legno di inconfondibile fabbricazione svizzera e una
casa per il custode con annesso
ufficio per la cooperativa costituiti da un robusto prefabbricato di marca francese, ideato per
non so più quale regione dell’Africa, acquistato a prezzo d’occasione in Olanda coi soldi di evangelici svizzeri. Una trentina di
belle vacche « bruno-alpine » arrivate in ferrovia dalla Svizzera
pascolano abitualmente nei pressi della stalla mentre un toro di
pura razza e una diecina di teneri vitellini stanno nella stalla
ben guardati da un contadino del
posto, socio della cooperativa. Un
grosso cartello vicino alla strada
cora esser completato: un’altra
stalla gemella di qùèlla già esistente, un silos, una sala mungitura saranno presto costruiti con
un finanziamento della Regione
Campania e sempre sul cartello
si legge che la parte del progetto
già in opera è stata realizzata
grazie al contributo della Federazione delle Chiese Evangeliche
in Italia, della città di Parma
(gemellata a Senerchia) e di altre organizzazioni di lavoratori
del nord Italia.
Questi segni di presenze eterogenee indicano che la piccola cooperativa di Senerchia ha avuto
ed ha molti amici e queste espressioni concrete di solidarietà
certamente sono apprezzate dai
22 soci che compongono oggi la
base sociale della cooperativa,
ma ciò nonostante il peso della
gestione di questa nuova struttura è molto greve.
Il presidente non dorme la notte pensando che si sta avvicinando il momento di raccogliere l’orzo seminato nei campi dei soci
e che i macchinari necessari a
questa operazione non sono ancora disponibili, mentre il vicepresidente percorre chilometri
per raccogliere dai soci i contributi necessari per comprare dell’altro foraggio. Il giovane architetto di Parma, ormai quasi senerchiese di adozione, sta impazzendo cercando di superare ancora una volta la resistenza passiva deH’amministrazione comunale per ottenere l’allacciamento
all’acquedotto prima della stagione deila siccità. Il pastore battista Pippo Tuccitto corre, quasi
quotidianamente a Salerno, Avellino e Napoli per fornire al ragioniere della Lega delle Coop.
tutti i complicati elementi necessari a preparare il bilancio annuale della cooperativa. Altri si
stanno occupando .di seguire le
pratiche per i mùtui presso le
banche, di trattare coi caseifici
fa capire che il progetto deve anper vendere il latte, di chiamare
il veterinario per l’ultimo problema di parto... di rispondere
agli attacchi che con malignità
sottolineano che finora i soci
non hanno fatto che sacrifici senza vedere neanche un soldo di
guadagno!
E’ vero! E’ tutto vero, ma i
soci, malgrado momenti di scoraggiamento, si danno da fare
stringendo i denti. Mandare avanti una stalla sociale è diffìcile oggi persino in Emilia: per sfondare in Irpinia ci vuole un gran
coraggio e molta, molta solidarietà. Ma se si raggiunge l’obiettivo allora la vittoria è tanto
più grande, allora veramente si
è aperta una breccia neU’immobile sistema economico-sociale di
tipo clientelare che vige in quelle
zone.
In quanto a noi evangelici ci
sentiamo una grossa parte di
tutta la faccenda: non solo siamo stati i promotori dell’iniziativa, ma possiamo tranquillamente dire che grazie all’opera di assistenza compiuta con la mensa
che per sette mesi ha permesso
a metà villaggio di avere dei pasti caldi nell’inverno 80-81 e grazie al paziente lavoro portato
avanti dal pastore Tuccitto che
da im anno ormai risiede sul posto, l’atteggiamento degli abitanti del luogo, abituati alla sfiducia
e alla diffidenza, è di apertura,
speranza e aspettativa e se i soci
della cooperativa resistono malgrado le difficoltà è soprattutto
perché vedono quanto impegno
noi vi dedichiamo. La cosa ci
riempie di responsabilità ma anche di riconoscenza verso il Signore.
Coopérativa
"La Montana"
di Ruvo
del Monte
A parte le mucche che sono della stessa razza e provenienza, la
cooperativa di Ruvo è molto diversa da quella di Senerchia.
Intanto siamo in Basilicata, regione meno violentemente colpita dal terremoto ma in situazione
di arretratezza economico-sociale
maggiore rispetto all’Irpinia. Qui
il movimento cooperativo ha una
(continua a pag. 12)
Il pastore Giuseppe Tuccitto, che cura la locale Chiesa battista in
formazione, davanti alla stalla della Cooperativa di Senerchia.
SAS: Servizio
Azione Sociale
Dopo una prima fase di soccorso immediato in cui la Federazione ha distribuito viveri, indumenti e beni di prima necessità
nelle zone terremotate, organizzando e canalizzando tutti gli aiuti provenienti dal mondo evangelico, italiano e straniero, è iniziato un secondo momento più lungo e più ordinato in cui si sono
programmati e realizzati interventi di ricostruzione vera e propria. In questa seconda fase ci
si è mossi sulla base di un progetto generale di intervento che
anche se ha dovuto essere modificato in alcuni suoi aspetti dalla
realtà dei fatti è rimasto valido
nelle sue scelte di fondo.
Quali erano queste scelte o linee portanti del progetto?
1) Costruire abitazioni soprattutto nelle grandi città, dove gli
interventi di singole organizzazioni umanitarie, specie se straniere, non riuscivano a districarsi nei meandri delle tensioni politiche e sociali locali che spesso,
erano soggette a questioni di politica nazionale. Una certa esperienza di azione sociale delle
chiese evangeliche italiane ci dava la speranza di riuscire a far
qualcosa proprio dove forse si
Un’impresa difficile e appassionante
Una cooperativa si costituisce
quando un gruppo di persone si
mettono insieme per trovare nel
sostegno reciproco il mezzo per
soddisfare un bisogno comune.
Le cooperative possono essere di
diverso tipo di attività: agricole,
di consumo, servizi, edilizia, ecc.
La cooperativa si regge sulla responsabilità reciproca dei soci
che trova espressione nello statuto e nei regolamenti della cooperativa. I soci sono legati alla
diretta responsabilità di quanto
la cooperativa riesce a realizzare. I soci decidono insieme in assemblea le scelte principali; votano secondo il principio della
uguaglianza; si dividono il lavoro secondo le competenze, le capacità; eleggono i propri rappresentanti (consiglio di ammimstrazione). La cooperativa si distingue dall’impresa privata in quanto società di persone e non di
capitali. L’impresa privata o ca^
pitalistica sorge dalriniziativa di
qualcuno (singolo imprenditore
o società) che possiede denaro
(capitale) da investire in una
qualche attività redditizia. Il
profitto è, in sostanza, l’unico
obiettivo fondamentale dell’impresa capitalistica; tutti gli altri
effetti (occupazione, reddito dei
lavoratori, produzione di beni
utili) sono solo dei vincoli da rispettare per raggiungere quell’obiettivo, vincoli dei quali l’imprenditore capitalista si sbarazza
non appena gli è possibile o non
appena gli è necessario. La cooperativa nasce invece dall’aggregaziope di un gruppo di persone
animate dalla volontà di soddisfare in forma autonoma, attraverso le energie di ciascuno, un
bisogno comune a tutti i soci.
L’impresa capitalistica esiste ed
opera in funzione del capitale alla cui crescita subordina tutte le
altre componenti. Nell’impresa
cooperativa viceversa è il capitale ad essere subordinato al fine
della cooperativa stessa che è
la crescita umana del gruppo che
le ha dato vita e, più in generale, della società civile in cui il
gruppo è inserito.
In questo senso la scelta cooperativa va sostenuta per il suo
carattere di impresa diversa nel
panorama dell’economia del paese, come sancisce anche l’art. 45
della Costituzione, e questo tanto più nel meridione dove la presenza cooperativa è poco sviluppata e quasi assente nelle zone
interne delle regioni colpite dal
terremoto del 1980.
Le due stalle sociali di Ruvo
del Monte e di Senerchia sorte
soprattutto per iniziativa della
F.C.E.I., per come sono nate e
per la loro localizzazione non
avranno vita facile. Le difficoltà
sono molte, e si possono sintetizzare in questo: scarsa e debole base sociale (meglio a Senerchia) poco sensibile all’ideale
cooperativo, mancanza di gruppi dirigenti validi (consigli di amministrazione); carenza di tecnici e vaccari adeguati (la gestione
di una stalla sociale richiede capacità e competenza); la quasi
totale assenza di strutture per
la trasformazione e commercializzazione delle produzioni (latte-carne); inoltre queste due cooperative non hanno il supporto
di una assistenza da parte del
movimento cooperativo come sarebbe necessario. Solo a Senerchia la Lega delle Cooperative è
in grado di assicurare una certa
assistenza. Per Ruvo del Monte
la F.C.E.I. giustamente ha messo
a disposizione un tecnico preparato. Circa la zootecnia, nelle
aree interne del meridione non
è possibile né attuabile la costituzione di grandi stalle sociali
come quelle che ci sono in Emilia per il semplice fatto che questi modelli non sono trasferibili
al Sud.
Ma se anche non è possibile
fare un raffronto tra le due realtà dell’Emilia da una parte e di
Senerchia e Ruvo dall’altra alcune esigenze sono comuni. Se
in futuro si riuscirà, in quelle
realtà, a fare del socio un cooperatore imprenditore, capace di
impegnarsi nella vita della cooperativa partecipando anche alla sua gestione, non solo la cooperativa potrà vivere e svilupparsi « perché avrà validità economica e sociale », come richiama il documento della Federazione sull’intervento nelle zone
terremotate approvato a Vico
Equense nel novembre 1982, ma
potrà costituire quel piccolo segno di una possibile trasformazione del Sud.
incontravano più difficoltà e più
drammatiche urgenze.
2) Muoversi cercando sempre
il massimo della collaborazione
da parte delle comunità evangeliche del posto e, dovunque era
possibile, anche da parte delle
strutture pubbliche locali.
3) Tener sempre presente che
il nostro intervento, per quanto
modesto, si inseriva nel disegno
più generale di trasformazione
economica e sociale del Mezzogiorno in Italia: qualsiasi intervento, anche se di immediato soccorso, poteva e doveva contenere elementi di promozione sociale. Quello che è stato realizzato
fin qui, pur attraverso mille traversie e ritardi, è la logica conseguenza dell’impostazione iniziale.
Alla periferia di Napoli (PonticeTì e Portici) e di Avellino (Monteforte) sórgono ora 3 villaggi
prefabbricati, rispettivamente di
60, 20 e 30 case, corredati tutti
di un Centro Sociale e, nel caso
di Avellino, anche di una Scuola
materna e di un Centro d’incontri per l’accoglienza di gruppi
della zona in cerca di momenti
dì rìfiessione comune, lavoro volontario, studio o vacanza.
Nella zona di montagna invece
(Irpinia e Basilicata), la Federazione ha promosso e sostiene due
cooperative zootecniche.
Via via che i muri sorgevano e
i pannelli prefabbricati si assemblavano, diventava sempre più
chiaro che la natura stessa degli
interventi richiedeva un sostegno
da parte della Federazione anche
oltre il termine della costruzione vera e propria. Si consegnavano le case ai terremotati, ma non
era così semplice ’’consegnare”
dei Centri sociali o delle cooperative.
Fermo restando che l’obiettivo
ultimo è che tutte queste iniziative siano gestite dalla gente del
posto, in una fase iniziale, di cui
è difficile p^revedere la durata, è
indispehéiibile’un aiuto dall’esterno di tecnici, operatori sociali e
animatori che impediscano ohe
queste strutture vengano male
utilizzate, deviate dai loro scopi
iniziali o lasciate morire.
Per questo l’Assemblea della
Federazione, tenutasi ai primi di
novembre ’82, ha dato vita ad un
nuovo Servizio della Federazione per sostituire e continuare
l’opera del Comitato Terremoto:
si tratta del SJI.S. (Servizio di
Azione Sociale) che ha il compito di sostenere e coordinare le
iniziative sociali sorte nelle zone
terremotate ed eventualmente
altre che potranno sorgere altrove.
8
8 ecumenismo
27 maggio 1983
1» CONGRESSO DELLE COMUNITÀ' DI BASE IN EUROPA tSSifâî
Fede che libera, in Europa
esistono dei protestanti italiani;
Nonostante le divergenze che esistono tra le varie componenti nazionali le comunità di base
sono una realtà con cui il protestantesimo europeo deve confrontarsi
Il «pezzo forte» del I Congresso delle Comunità di base in
Europa, che si è svolto in Olanda dalli 1 al 15 maggio 1983, era
certamente costituito dairintervento del vescovo Sergio Méndez Arceo, vescovo per molti anni della diocesi di Cuernavaca,
nel Messico.
L’intervento di, Mendez Arceo,
im po’ schematico nella analisi
politica, è stato, invece molto
incisivo quanto a sensibilità cristiana nel quadro dei rapporti
Nord-Sud, quanto a comprensione della situazione teologica ed
ecumehica, quanto a fraternità.
Non irrilevante, in questo contesto, il fatto che a Dom Franzoni, ridotto allo stato laicale in
Italia, si sia chiesto di pronunciare l’omelia, e, di fatto, di presiedere la «assemblea eucaristica», in presenza di un vescovo;
cosa che Franzoni ha fatto con
la consueta navigata disinvoltura. Ma ci chiediamo, come si son
chiesti alcuni fratelli cattolici
italiani, che haimo posta la domanda a Mendez Arceo, se la
stessa cosa sarebbe possibile In
Italia.
Per gli evangelici italiani presenti al Concesso (un quinto
dei 40/50 italiani presenti) l’impatto con la realtà neerlandesa
è stato, come era prevedibile,
una conferma e una scoperta.
Una conferma: il cattolicesima d’oltralpe è ben più aperto
del nostro ; abbiamo trovato preti sposati e con figli, abbiamo
conosciuto una teologa cattolica
nominata (ma non ordinata) come cappellano della comimità
studentesca belga di Lovanio, abbiamo trovato cattolici che desiderano e praticano una intercomunione con pane e vino, e
senza alcun sottinteso magico;
e, per converso, abbiamo trovato
un nrotestantesimo spesso incerto nei suoi fondamenti dogmatici, spesso troppo vicino a Taizé,
spesso con ingiustificati complessi di colpa per il ruolo svolto dai protestanti nella formazione del mondo moderno.
Una scoperta: in una società
tutto sommato post-ecumenica,
il risorgere di problematiche
molto vicine alle nostre, il ruolo della donna nella chiesa, il
ruolo della diaconia, la funzione
della speranza, una analisi politica disincantata ma non scoraggiata.
Recependo la sintesi di una nostra sorella presente al Congresso, diremmo che rincontro ha
avuto tre risultati evidenti: ci
siamo conosciuti meglio tra noi
italiani (cattolici e protestanti;
nord e sud; intellettuali e «base»); abbiamo sperimentato il
valore tuttora progressista dell’ecumenismo; abbiamo constatato che non siamo soli nelle nostre lotte.
In negativo, invece, possiamo
registrare un metodo troppo empirico di gestire un convegno.
Certo non tutto è riducibile a
relazioni introduttive, dibattiti,
conclusioni e mo.zioni. Certo è
utile afllancare allo studio l’esperienza. Ma in questo Congresso
il momento di studio e di confronto è stato indubbiamente sottovalutato rispetto a quello —
tutto sommato spesso effimero
— della «esperienza».
Questo non ci ha impedito di
notare una forte differenza tra le
CdB neerlandesi e quelle italiane, pur in una comune linea di
tendenza.
Molte comunità di base italiane sono formate prevalentemente da intellettuali ; ma alcune
hanno in sé una forte comix)nente popolare, una caratteristica realmente « di base ». Questo
tratto ci è sembrato per lo più
mancare nelle CdB dei Paesi
Bassi, quasi completamente a
carattere intellettuale o studentesco, anche se a volte integrate
ad una realtà più «parrocchiale», di persone comuni che preferiscono per il loro culto qualcosa di più informale rispetto a
quanto offrono le tradizioni confessionali diverse. E ancora, mentre spesso le CdB italiane sono
nate da contrasti con le gerarchie, e attraverso contrasti, quelle neerlandesi sono nate per lo
più da un allontanamento «naturale» dalle tradizioni confessionali, o da esigenze diverse che
hanno condotto alla formazione
di gruppi autonomi. Non che
manchi una conflittualità con le
chiesa tradizionali, ma, nel clima
largamente pluralistico e permissivo di una società diversa,
queste valenze polemiche non
hanno assunto, fin qui, il carattere dirompente che hanno avuto in Italia. Le CdB neerlandesi
sono perciò assai più spesso delle nostre a base pluriconfessionale, e la loro caratteristica principale nei confronti delle comunità tradizionali è quella di farsi maggiormente carico dei problemi del terzo mondo e in genere dei problemi politici e sociali della civiltà in cui vivono.
Va da sé che spesso lo spunto
per ima riflessione nuova nasce
dalla situazione post-coloniale in
cui vivono i Paesi Bassi (con la
questione sudafricana che pesa
— nella coscienza popolare e in
termini anche economici — nella riflessione dei nostri fratelli).
sterdam (nella Nieuwe Kerk, già
cattolica, poi riformata, oggi trasformata in centro di incontri),
con i circa trecento partecipanti
al congresso ed altri mille o più
partecipanti provenienti dal paese ospite.
La domenica, un ritorno alla
comunità locale, con grande varietà di « celebrazioni » ; ecumeniche, « di base », di matrice protestante, di matrice cattolica.
Citiamo una di queste esperienze. A Nimega, la celebrazione era affidata alle donne. Tema
biblico, il deserto. Non siamo più
schiavi dell’Egitto, ma siamo ben
lontani dalla terra promessa. In
conseguenza, si celebra una strana cena a base di pane e acqua :
una riflessione sul tema biblico,
una protesta contro le chiese che
non danno spazio alle donpe
(neanche le due maggiori chiese
riformate neerlandesi ammettono le donne al pastorato), un
cautelarsi di fronte al vescovo.
Che cos’è? Profezia espressa in
modo creativo, o gioco che va
oltre il gioco? la risposta non ci
sembra sia emersa con chiarezza.
Noi protestanti italiani abbia
a volte, dove ci si è trovati, noi
protestanti, come soli italiani presenti (nella più « cattolica » delle comunità di base), abbiamo
dovuto presentare il lavoro delle
comunità di base italiane come
se ne facessimo parte (con uno
« sdoppiamento » psicologico non
indifferente), spiegando nel contempo che protestanti italiani e
comunità di base e processo ecumenico sono, nel nostro paese,
realtà in confronto tra di loro
ma non necessariamente confusione di intenti e di prospettive.
A Leida, nella presentazione
del gruppo italiano, si è affermato che «spesso le nostre prospettive e le nostre vie (delle
CdB) sono parallele a quelle dei
protestanti italiani, specie nella
collaborazione a livello di lettura biblica, di apporto teologico
e di prospettive ecumeniche di
base ». Sarà poi vero?
Bettina Koenig
Bruna Ricca
Sergio Ribet
NANCY - SINODO DELLA CHIESA RIFORMATA FRANCESE
Ripensare l’ecumenismo
I primi giorni siamo stati divisi in gruppi di 10-15 persone
nelle varie comunità di base
sparse su tutto il territorio dei
Paesi Bassi. Una valutazione corretta della comunità locale come
« elemento ecclesiologico primario », se si vuole ; ma anche una
diaspora forse eccessiva, che non
permetteva confronti più che
epidermici, emotivi. Poi, un grande momento di incontro ad Am
Dal 12 al 15 maggio a Nancy
(Lorena) si è svolto il Sinodo nazionale della Chiesa Riformata
Francese (ERF), che aveva all’ordine del giorno alcuni temi di
grande importanza, in particolare quello dell’ecumenismo, inteso quasi esclusivamente nel senso del rapporto con la Chiesa
cattolica, mentre delle relazioni
con le altre Chiese evangeliche
si è trattato nel quadro della discussione sulla Federazione Protestante e sulla CEvAA.
Perplessità
La stampa francese ha dedicato ogni giorno un discreto spazio ai lavori del Sinodo, a testimonianza deH’interesse e dell’attesa che si era creata intorno
alle risoluzioni che da esso sarebbero state prese. In realtà.
poi, l’ordine del giorno sull’ecumenismo votato dai circa 75 delegati provenienti da tutte le regioni francesi, metà pastori e
metà laici, è risultato un po’ piatto, come piatta è stata in fondo
la discussione, neanche ravvivata dall’intervento di uno dei sacerdoti cattolici presenti come
invitati al Sinodo.
Probabilmente chi si aspettava grandi novità o chiare prese
di posizione è rimasto deluso.
Tuttavia, va detto che molto documentato e ricco di spunti era
risultato il dossier preparatorio,
che analizzava a fondo la storia
delle relazioni ecumeniche in
Francia, mettendo infine in risalto le perplessità che, da una
parte il papato di Giovanni Paolo II e dall’altra il recente documento dell’episcopato francese
sulla ospitalità eucaristica (intercomunione), hanno sollevato.
dal mondo
cristiano
a cura di Renato Coïsson
sulmano convertito all’Islam ».
Nella sua conferenza il filosofo
francese ha parlato della cultura
giudeo-cristiana e greco-latina come di una cultura « agonizzante
non per mancanza di mezzi, ma
per mancanza di obiettivi, perché
ha ignorato la priorità dell’uomo
a profitto della tecnologia per la
tecnologia ».
Etiopia: preti per lo
sviluppo del paese
(SPP) — Da due anni un migliaio di preti della chiesa etiopica operano nelle cinque regioni
del paese come agenti dello sviluppo comunitario. Il loro scopo:
stimolare la produzione cooperativa, l’artigianato, il lavoro sociale e la conoscenza della Bibbia.
Sono appoggiati nel loro lavoro
da vari organismi europei, soprattutto svizzeri. Malgrado le
grandi difficoltà la chiesa porta
avanti un programma coraggioso « i 200.000 preti sono più che
conduttori spirituali: sono insegnanti, lavoratori sociali, ed operano in regioni lontane dove non
arrivano i rappresentanti del governo ».
in cui diversi poliziotti fra cui il
prefetto della polizia sono stati
feriti, precisa che « non bisogna
confondere prevenzione e lassismo ».
« Ad o^ modo, sottolinea il
testo, i giovani stranieri nati in
Francia rimarranno in Francia.
Il nostro paese come altri paesi
dell’Europa Occidentale, ha fatto
venire un gran numero di immigrati perché ne aveva bisogno e
ci siamo arricchiti in gran parte
grazie al loro lavoro. L’integrazione si farà nella misura in cui
ogni francese, e soprattutto ogni
credente, farà uno sforzo di comprensione e di ravvicinamento ».
Chiese svìzzere
e servizio civile
Ad un osservatore esterno non
è potuto sfuggire come, in seno
all’ambiente « ecumenico » del
protestantesimo francese, si stia
vivendo un periodo di ripensamento e un tentativo di riformulare, su fondamenti teologici seri e specifici, delle ipotesi di relazioni ecumeniche con la Chiesa
cattolica romana. Sembra terminato il periodo deH’ecumenismo
superficiale all’insegna dell’« embrassons-nous », che ha ricevuto
non pochi scossoni negli ultimi
mesi. Le relazioni ecumeniche di
base e di vertice, più prudentemente, ripartono con la consapevolezza precisa del fatto che
la chiesa universale deve sapersi continuamente riformare:
« ...l’unità e la riforma della chiesa non hanno senso se non al
servizio della comunicazione dell’Evangelo di Gesù Cristo, per
la riunione della famiglia umana
e la sola gloria di Dio ». La punta del documento sinodale consiste nella affermazione che l’esigenza di una riforma della chiesa « ...è indirizzata anche alla
Chiesa romana, con la quale condividiamo l’essenziale della fede
apostolica. Ma rimane un punto
centrale sul quale deve convergere il dibattito ecumenico: questa Chiesa non è forse prigioniera di un sistema di garanzie istituzionali che si presentano come una mediazione necessaria
della grazia e che si sostituiscono di fatto alla certezza della
fede? ».
Roger Garaudy si è
convertito airislam
I cristiani di Lione
e il razzismo
(BIP) — I rappresentanti delle chiese cristiane di Lione (cattolica romana, ortodossa, armena e protestante) si sono dichiarati « particolarmente preoccupati per le reazioni di paura e di
razzismo sempre più presenti nella città ».
Il testo congiunto diffuso subito dopo la scontro di Venissieu
(BIP) — L’intellettuale francese, dissidente dal partito comunista Roger Garaudy si è convertito all’Islam prendendo il nome
di Ragaa Garaudy. Recentemente
ha pronunciato al Cairo davanti
a 2.000 studenti una conferenza
sul tema « Islam e Occidente » in
occasione del primo millenario
dell’università di Al Azhar. Accolto al grido di « Dio è il più
forte » « Gloria all’Islam » e
« Viva Garaudy il mussulmano »
è stato presentato dal presidente dell’università come « un mus
(Soepi) — Ogni anno da 500 a
700 cittadini svizzeri sono condannati a pene detentive per rifiuto del servizio militare. Il Consiglio della Federazione delle
Chiese Protestanti Svizzere (FEPS) ha pubblicato la seguente dichiarazione in occasione del dibattito sul servizio civile al Consiglio degli Stati:
— Il Consiglio della FEPS considera compito importante delle
Chiese quello di difendere il diritto degli individui a decidere
secondo la propria coscienza.
— Il Consiglio della FEPS si
rammarica che non si sia ancora arrivati ad istituire un servizio civile, malgrado i numerosi
progetti già presentati.
I ministeri
— Dal punto di vista della Costituzione i seguenti punti dovrebbero far parte del progetto:
a) mantenimento delTobbligo generale a compiere i doveri militari; b) creazione da parte della
Confederazione di un servizio civile, secondo le disposizioni dell’interessato, per un periodo che
potrebbe anche essere più lungo;
d) procedura per risolvere eventuale conflitto fra i bisogni dello
stato e quelli dell’individuo.
Un altro tema particolarmente
dibattuto, per i suoi risvolti ecclesiologici oltre che teologici, è
stato quello sui ministeri nella
chiesa. Il dibattito si è reso necessario per motivi di revisione
disciplinare ed è tutt’altro che
alla fine...! Partendo dalla riflessione su I Cor. 12: 28, la Chiesa
Riformata Francese si è data iin
regolamento nel quale sono riconosciuti ministeri e ministri
diversificati all’intemo delle chiese locali. Di fatto la chiesa riconosce come suoi ministri coloro
che sono chiamati all’esercizio
del ministero pastorale, alla pratica dell’evangelizzazione, alTinsegnamento della teologia, a esercitare la diaconia, a compiere le
missioni che la chiesa affida loro.
Una particolare attenzione è stata rivolta al « ministero collegiale » costituito dai Consigli di
Chiesa, dai Sinodi, dalle Commissioni varie a livello regionale e sinodale. Alle regioni e alle
comunità è rinviato lo studio della liturgia per il riconoscimento
dei ministri, oltre che la precisazione delle norme relative al
ruolo e alla natura.
Franco Taglierò
i
9
27 maggio 1983
cronaca delleValli 9
• Hanno collaborato a questo
numero: Olga Bragaglia, Leonardo Casorio, Franco Davite, Dino
Gardiol, Raimondo Geme, Enos
Mannèlli, Luigi Marchetti, Sergio
Montalbano, Cipriano Tourn, Dario Tron.
INIZIATIVA DEI COMITATI PER LA PACE E IL DISARMO
Anche nel pinerolese si voterà sulla politica italiana di riarmo
iniziativa significativa che toccherà migliaia di persone
Chi sono i miserelli che hanno
gli occhi chiusi, che camminano
nelle tenebre, che hanno bisogno
di chi li guida? Sono i Valdesi
rifugiati nelle vallate alpine dell’Italia settentrionale. Motti infatti sanno che furono veri ricercatori della verità, credenti autentici, che soffrirono a motivo
della loro fede ma non tutti sanno che « quel popolo si è oggi
conformato alle abitudini pagane e non più alla Bibbia » di modo che «si riconoscono solo dal
loro simbolo (la croce ugonotta)
appeso alle catenine, in bella mostra^ sui vetri dell’auto o sulle
bottiglie di Genepi o sui souvenirs ».
Sono giunti per fortuna le sorelle ed i fratelli testimoni di
Geova, che stanno aprendo loro
gli occhi e illuminano le loro
« dure menti » con la luce della
verità.
Una lettera di ringraziamento
è infatti giunta alla filiale della
Watch Tower Society in Italia
d.a parte di alcuni di questi ex
Valdesi illuminati e la Torre di
Guardia nel suo numero del 1°
marzo 1983 lo segnala in fipertura.
Che cosa si può dire? che è
bello trovare qualcuno che ti
aiuta a capire le cose, in questo
mondo di tenebre, ma che è pericoloso quando uno è cieco e pretende insegnare la via agli (àtri.
I testimoni sono come gli scribi dei Farisei, di cui parlava Gesù: « Ciechi che pretendono guidare altri ciechi e finiscono nella fossa ».
Tutto questo rum meriterebbe
nemmeno risposta se non ci
fosse in molti evangelici un eccessivo rispetto per i « testimoni », motivato da due considerazioni: anzitutto perché leggono
la Bibbia e questo non può che
essere bene, in secondo luogo sono persone serie e convinte di
quello che fanno e credono: Bibbia e convinzione.
Queste affermazioni sono vere
nìG non significano nulla. I testimoni leggono la Bibbia (anche
gli Ebrei la leggono) ma cosa ne
cavano? Le loro teorie, la loro
sapienza, la loro dottrina che
non ha nulla a che vedere con
VE vangelo di Gesù Cristo. Un
giudaismo letteralista fatto di
meriti, come quello dei Farisei,
privo d’amore e di libertà cristiana.
E riguardo alla convinzione,
che si può dire? Il mondo è pieno di gente convinta, (dai pacifici buddisti ai musulmani tipo
Khomeini) ma il problema è sapere di che cosa uno è convinto,
anche il diavolo è convinto di
quello che fa, ci mancherebbe!
Né io né molti miei fratelli vaidesi siamo discepoli perfetti di
Gesù Cristo, certo, ma proprio
pagani il cui simbolo sta sulle
bottiglie di Genepì... direi che bisogna andarci piano; io consiglierei ai bravi testimoni, che sanno tutto ed insegnano a tutti,
di chiedere a Gesù Cristo di aprire loro la mente che, come dice
bene Paolo, « l’Iddio di questo
secolo ha accecata » (II Corinzi 4: 4).
Giorgio Toum
I comitati per la pace e per il
disarmo del pinerolese gestiranno direttamente nei prossimi mesi un referendum tra la popolazione basato su due quesiti:
1) Sei favorevole alla installazione dei missili nucleari a Oomiso e sul territorio nazionale?
2) Ritieni che la decisione suprema sulla installazione dei
missili nucleari in Italia debba
essere presa dal popolo mediante un referendum indetto dal
parlamento?
Si tratta di una iniziativa di
massa diversa da una semplice
petizione che raccolga le firme
di chi è d’accordo, ma che viceversa propone una consultazione non contro, ma sulla installazione .dei missili. Lo schieramento di persone, gruppi sociali, politici e culturali che sono o possono essere disponibili a sostenere l’iniziativa è quindi molto
largo.
Obiettivo dichiarato dell’iniziativa è quello di riproporre la necessità di una discussione di massa e di decisione diretta da parte della popolazione. Questo nel
momento in cui, al contrario di
altri paesi europei, le scelte sulle questioni militari vengono fatte da esecutivi sempre più ristretti.
sultazione va portata avanti con
iniziative locali e nazionali promosse dai comitati per la pace.
A questo proposito i comitati
pinerolesi per la pace e il disarmo hanno scritto una lettera ai
partiti impegnati nella campagna elettorale pregandoli di intervenire ad una manifestazione
pubblica in cui portare le loro diverse posizioni.
Quando si vota
Il referendum nella
Il carattere prolimgato ed articolato della campagna referendaria comporta la necessità di
una articolazione locale delle votazioni. Il che significa anche disaggregare la singola città e paese in scuole, fabbriche, quartieri, ecc. ed andare su ognuno di
questi luoghi a fare specifiche
campagne ed a stabilire specifici giorni di votazione.
Uno degli obiettivi centrali di
realizzazione del referendum per
maggio sarà quello delle scuole
superiori.
Il referendum proseguirà fino
al 23 ottobre, data in cui vi saranno grandi manifestazioni, in
tutto il mondo, in occasione della giornata dell’Onu per il disarmo.
Ad ogni cittadino che vota dovrà essere richiesto di firmare
Chi garantisce lo
svolgimento corretto
del referendum
Poiché si vuole raggiungere
un’ampia partecipazione al referendum e si ritiene importante che esprimano e soprattutto
motivino pubblicamente la loro
espressione, anche le forze incerte o favorevoli al riarmo, saraimo costituiti comitati di «garanti » sulla correttezza delle votazioni.
Sono state perciò interpellate
personalità del diritto, della cultura, dell’informazione, parlamentari e représentant! delle
chiese, perché controllino la correttezza delle procedure adottate
(innanzitutto la segretezza e unicità del voto) e contribuiscano
con le loro competenze ad una
positiva impostazione.
Tutta Tiniziativa sarà autofinanziata.
scadenza elettorale
La scadenza elettorale è un
momento decisivo della vita politica nazionale, anche perché vi
è un maggior interessamento della popolazione alle varie questioni politiche, tra cui quella dei
missili, e perché è il momento in
cui i partiti definiscono le loro
proposte ed i loro impegni programmatici. In questo quadro i
primi a votare sul referendum
autogestito devono essere tutti
i partiti.
Essi si devono esprimere con
chiarezza sulle due domande della scheda. E questo tipo di con
II
Gran Consortile
Riclaretto
Si è riunita a Chiotti il 15 maggio l’assemblea generale dei comproprietari del Gran Consortile
di Riclaretto, l’antico consorzio
che si estende nella zona di Riclaretto su una superficie di circa 400 ettari di boschi e pascoli.
VAL PELLICE
Attività estiva
per i ragazzi
Da alcuni anni la Comunità
Montana organizza, nel periodo
estivo, campeggi (itineranti e fissi) e campi di lavoro indirizzati
ai ragazzi e ai giovani della vai
Pellice.
Queste attività permettono una
esperienza, in im periodo anche
breve, di vita in comune parlando, cantando, scherzando, organizzando o magari lavorando con
ragazzi e ragazze della stessa età,
in secondo luogo pensiamo sia
necessario ed interessante conoscere l’ambiente montano ed impegnarsi per la sua salvaguardia.
Anche per l’estate 1983, nonostante le carenze finanziarie, la
Comunità Montana Val Pellice
organizza: ^
Campeggio Ecologico
(il - 15 anni)
Campo di lavoro
(15-21 anni)
Campeggio Itinerante - Grande
■rraversata Alpi 04 - 18 anni).
Chi fosse interessato a queste
iniziative può richiedere le schede illustrative alla scuola di appartenenza; possiamo, comunque, preannunciare che:
— sia il campo di lavoro che il
campeggio ecologico si terranno presso il Rifugio Valanza
(1800 mt. s.l.m.) tra il 1.7.83 e
il 31.8.83;
— al Rifugio Valanza è già stato attuato il campo di lavoro
1982 con esiti più che positivi;
— sempre il Rifugio Valanza è
dall’anno in corso un posto
tappa d.T.A. e che a ristrutturazione ultimata potrà venire utilizzato in alcuni periodi dell’anno, direttamente da
gruppi di giovani;
— la vita dei campeggi e dei
campi di lavoro è impostata
suWautogestione;
— il campeggio itinerante G.T.A.
si terrà nell’ ultima settimana di agosto o primi di settembre.
Lo statuto del Gran Consortile risale' al lontano 1810 e risulta ormai inadeguato alla situazione attuale: infatti, a causa
delle numerose successioni ereditaTie e della dispersione dei
soci, è diventato difficile'convocare un’assemblea adeguatamente rappresentativa. E’ stata quindi messa a bilancio una somma
per avviare una procedura di ri-,
costruzione delle proprietà e di
accorpamento delle particelle disperse.
Nella stessa riunione sono state inoltre assegnate le zone di
pascolo ai comproprietari possessori di bestiame e ai mandriani che salgono nei mesi estivi ed è stato fissato il prezzo del
legname: 50.000 lire al me. per
le piante resinose e 200 lire al
Mg. per il ceduo.
Per consentire il taglio delle
piante e favorire la salita agli alpeggi si è decisa l’apertura di
una pista di esbosco e il proseguimento di una strada già tracciata fino alle miande delle Timelle. Queste spese saranno coperte con il fondo cassa risultante dai residui delle vendite e
dalla riscossione degli affitti.
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Referendum autogestito
sui missiii a Comiso
In breve
Una
I finanzieri se
ne vanno: protestano
Comune e
Comunità Montana
non la scheda ma un apposito
registro per garantire insieme
alla segretezza anche la non ripetibilità del voto. E’ auspicabile una grande partecipazione al
voto, del giovanissimi, quelli che,
avendo meno di 18 anni, non
possono votare. Anch’essi hanno
diritto di parola.
BOBBIO PELLICE — La decisione del comando generale
della Guardia di Finanza di chiudere la caserma della nostra cittadina ha provocato grande malcontento tra la popolazione che
aveva sempre collaborato coi finanzieri e che contava sull’aiuto
dei finanzieri in occasione di incidenti che potevano toccare ai
montanari.
Facendosi interpreti dei sentimenti della popolazione il sindaco e la presidente della Comunità Montana hanno scritto alle
autorità competenti il seguente
telegramma :
« Comune Bobbio Pellice et Comunità Montana ValpelUce at
nome Comuni Valle, saputo soppressione stazione guardia finanza soccorso alpino Bobbio Penice, manifestano viva protesta
per eliminazione valido punto riferimento popolazione locale et
indispensabile supporto soccorso montanari et turisti. Chledesi
soprassedere tale decisione al fine non interrompere valida collaborazione in atto ».
Concerto di musiche
corali rinascimentali
PINEROLO — Sabato 4 giugno alle ore 21, nella chiesa di
San Verano in Abbadia Alpina,
si svolgerà l’ultimo dei concerti
organizzati dal Sistema Bibliotecario nel periodo febbraio-giugno 1983.
Il concerto sarà tenuto dal
gruppo vocale «Secolo Decimosesto» di Ciriè, diretto dal M.o
Luigi Cociglio, che fin dal 1979,
data della sua costituzione, si è
riproposto di studiare e divulgare la musica corale del Rinascimento.
Il concerto propone alcune pagine di musica sacra di G.P. da
Palestrina, J. Arcadelt e di genere profano con brani di Vecchi, O. di Lasso, Tromboncino,
Azzaiolo, Carlo Gesualdo di Venosa.
La droga e noi
PINEROLO — Nell’ambito del
« progetto giovani » l’associazione « Terradinoi » e la Pilodrammatica valdese di Luserna San
Giovanni presentano lo spettacolo « Gli dei della mente », sabato
28 maggio alle ore 21 presso lo
Auditorium di corso Piave.
Seguirà un dibattito sui tema
della droga. Ingresso libero.
Gita a Torino
TORRE PELLICE — La Pro
Loco e il Club Alpino organizzano per sabato 28 maggio un viaggio in pullman a Torino per visitare la mostra di Paolo Paschetto
e U CasteUo di Stupinigi.
Partenza ore 14 da Piazza Cavour.
Costo 5.000 lire. Prenotazioni e
caparra (L. 2.500) presso la Pro
Loco (tutti i giorni) o presso il
CAI (venerdì sera).
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’TORRE PELLICE
ì
10
10 cronaca delle Valli
27 maggio 1983
VERSO L’ASSEMBLEA DI VANCOUVER
EDUCAZIONE ALIMENTARE
Pinerolo: confronto ecumenico Natura in cucina
A Pinerolo, presso la comunità dei Padri Cappuccini di San
Maurizio, si sono incontrati, nel
pomeriggio di domenica 22 maggio u. s., tma trentina di partecipanti ad uno studio biblico
ecumenico.
Era il settimo ed ultimo di
una serie di studi biblici predisposti dal Consiglio Ecumenico
delle Chiese (C.E.C.), in vista
dell’Assemblea generale delle
Chiese che avrà luogo a Vancouver (Canada) dal 24 luglio al
10 agosto p. V.
Come è noto, il tema centrale
di questa Assemblea generale è
«Gesù Cristo vita del mondo»
e i sette studi biblici richiamavano delle «immagini di vita»
(la via della vita, la nascita, la
casa di pietre viventi, il pane
della vita, la corona della vita,
l’acqua della vita) tratte da testi biblici del Nuovo Testamento suggeriti dal C.E.C. Lo studio
biblico su l’ultima immagine
« l’acqua della vita » (Apocalisse
22; 1-5) presentato domenica
scorsa (D. Rochat) ha chiuso la
serie di questi incontri ecumenici.
AU’inizio della riunione, don
Polastro, della Comunità di San
Lazzaro (Pinerolo), ha presentato una sintesi del lavoro svolto in questi incontri (dal novembre 1982 fino ad oggi): la colla
borazione tra i vari gruppi ecumenici è stata buona e per una
parte degli studi è stata attuata
una animazione del testo biblico.
Sono state invece usate pochissimo le « immagini » proposte
dal C.E.C. ; il che, penso, ha permesso di concentrare tutta l’attenzione sulla Parola. E’ stato
per questo seguito lo schema
dello studio biblico tradizionale,
con successiva discussione per
gruppi, rendendoci conto però
che una simile impostazione è
probabilmente valida per l’area
culturale dell’occidente europeo,
ma non per la metà circa delle
chiese membro del C-E.C., quel
le che appartengono al 3° mondo.
E’ evidente che per esse il messaggio va presentato su una base
culturale diversa e probabilmente l’animazione e le immagini
hanno per loro un diverso valore per la comprensione del testo biblico.
I partecipanti si sono lasciati
con l’augurio che simili occasioni di incontro e di studio possano ripetersi prossimamente ;
la reciproca conoscenza e lo studio comunitario della Parola sono beni ed esperienze che non
devono andare dispersi.
Daniele Rochat
Diversità geografica e confessionale del CEC.
L’interesse per gli alimenti sani, innocui, genuini, diventa sempre più sentito. Le buone ricette
del tempo della nonna tornano
in auge, dopo un lungo periodo
di sufficienza e d’oblio, consentendo di riscoprire il valore di
prodotti naturali, rintracciabili
magari, fuori dall’uscio di casa,
in bacche e erbe, ortaggi e piante della salute.
D’altronde, da tempi immemorabili le erbe e le bacche di bosco fanno parte della alimentazione umana. Da sempre, però,
è richiesta ai raccoglitori una
buona conoscenza delle qualità
benefiche e medicinali delle diverse specie, così come è necessario conoscere il pericolo di
quelle velenose.
Con la sistematica coltivazione delle piante, e in seguito con
la produzione su scala industriale dei prodotti alimentari, molte erbe selvatiche si sono estinte. Soltanto quando l’uomo ha
capito ed apprezzato le qualità
benefiche di questo vero e proprio « dono della natura », ne ha
approfondito la conoscenza.
Quanto più oggi siamo costretti a controllare i prodotti di consumo, tanto più aumenta il nostro interesse per un modo di vivere più sano e naturale.
La nostra attenzione riscopre
così, con rinnovato interesse, tut
ti quei valori che la natura ci offre largamente nelle erbe e nei
frutti.
I naturalisti, ad esempio, trovano diletto e distensione nel dedicarsi alla raccolta delle erbe
selvatiche e dei prodotti di bosco, anche perché hanno la certezza che questi giovano alla salute del corpo. Scopo di « Natura in cucina » è appunto dare la
sicurezza dell’efficacia salutare
di queste erbe e di utilizzarle al
meglio. Centosettanta ricette insegnano a preparare insalate di
erbe di bosco; marmellate, succhi e vini, sempre utilizzando
bacche e frutti selvatici; a riconoscere quali piante, o parti di
piante, debbano essere utilizzate per gli infusi e le tisane; quali erbe aromatiche si possano
coltivare in giardino o sul balcone e -— soprattutto — che cosa
ci offre una natura prodiga, e
spesso misconosciuta, per ben figurare in cucina tutto l’anno.
Sempre preparando, beninteso, piatti appetitosi, gènuini, naturali.
NATURA IN CUCINA, ricette appetitose per tutto l’anno, di
Helga e Hans E. Laux, Friuli
& Verlucca editori — Ivrea
1982 — pagg. 160 — 179 fotografie a colori — Lit. 12.000.
NO Al MISSILI
l\^ai come in questi uitimi anni si è
tanto pariato, scritto e agito sulla grossa questione deila PACÌE. E checché se
ne voglia dire le tavole rotonde, i convegni e le marce della pace un effet'
to positivo lo hanno raggiunto. Non
basta solo pregare; bisogna anche e
soprattutto agire. E si agisce in tanti
modi particolarmente coltivando una
cultura intorno all'argomento, nella prospettiva di un mondo nuovo con un modello di uomo nuovo, poiché quando si
parla del problema pace c’è tutto un
retroterra culturale, etico, sociale e
religioso che sta dentro a ciascuno di
noi. Il fattore etico ed ancor più quello
religioso offrono enorme spazio per la
soluzione del problema; pure non meno
importante è il lato culturale, della
informazione onesta, quella che deve
impegnare in prima persona i cristiani, ogni cristiano. Innegabilmente il
messaggio del Cristo è stato per i primi credenti una meravigliosa affermazione, in un mondo nel quale le servitù e le ingiustizie erano tante, e le
strutture oppressive non erano solo
quelle della dominazione romana. Anche oggi, come in ogni tempo, la cultura di guerra, di violenza, di oppressione domina grande parte della società; essa è frutto (certo del peccato!) delle strutture sulle quali la società stessa è fondata. Per cui come credenti siamo chiamati a riscoprire la
immensa carica che scaturisce dal
Vangelo, liberandolo dal grettume pietistico che imbriglia quella carica e
che spesso non permette alla chiesa, o
meglio alle chiese, di romperla con la
logica del quietismo e del non fare politica tanto più che ormai a chiunque
è evidente che la peggior politica è
quella del dirsi estranei all'agone politico. Le chiese non possono tacere;
debbono far sentire la loro voce in favore del disarmo e della pace affinché,
soprattutto, i due potenti USA ed URSS
disarmino, per dire NO a tutti i missili
a cominciare da quelli che si vogliono
stabilire a Comiso o nelle tante Comiso
d’Europa. E siamo certi che la manifestazione del 28 maggio: « tutti a Ginevra » vedrà una grande partecipazione
popolare, una massa di gente che vuole far sentire la sua voce: no alla morte
atomica! Basta con le guerre!
Con quale logica può il nostro paese, ed ancor più possono le nazioni
europee e del mondo, colpite da una
crisi acutissima, sopportare spese di
riarmo vieppiù crescenti, che assorbono e superano financo il 30 per cento
del bilancio dello Stato di tanti paesi?
Noi cristiani dobbiamo impegnarci,
come hanno detto personalità insigni,
scienziati e medici, impegnarci seriamente perché la speranza di corretti accordi fra le varie potenze non vada persa, e per non essere nel futuro costretti a vivere nei tunnel antiatomici
— nella vana speranza di sopravvivere —, impegnandoci perciò in questa
mobilitazione dei popoli per ribaltare
la politica del terrore e costringere le
potenze nucleari a desistere dalla corsa agli armamenti.
L'apostolo Paolo ci ammonisce: « il
Regno di Dio non consiste in parole,
ma in potenza » (I Cor. IV).
D. Abate, Torre Pellice
IL PCI RINGRAZIA
TULLIO VINAY
Le liste del P.C.l. per le elezioni del
26-27 giugno non vedono più tra i candidati il senatore Tullio VInay. Eletto
nel 1976 e nel 1979 il pastore Vinay
ha chiesto di non più essere candidato
4-5 giugno/12 giugno 1983 - LUSERNA S. GIOVANNI
Conferenza del 1' Distretto
La Conferenza distrettuale è convocata per le ore 14,30
di sabato 4 giugno presso la « Sala Albarin » di S. Giovanni. I
lavori riprenderanno domenica 5 giugno mattina, e alle ore 11
si avrà il culto con Santa Cena con la comunità di Luserna
S. Giovanni.
La Conferenza proseguirà anche domenica 12 giugno con
inizio alle ore 14,30.
Oltre ai delegati possono assistere ai lavori deila Conferenza tutti i membri di chiesa interessati.
La Commissione Esecutiva Distrettuale
in questa tornata elettorale. Il P.C.l.
della zona di Pinerolo, che aveva salutato con soddisfazione la scelta del
1976, sente il dovere di esprimere al
senatore Vinay il proprio affettuoso ringraziamento per il lavoro svolto e per
la testimonianza data.
La sua dedizione alla causa della pace, della giustizia, della difesa degli
oppressi, della fratellanza universale,
della « agape », non ha certamente bisogno di essere illustrata: siamo però fieri, come comunisti, che per lottare per
questi grandi ideali il senatore Vinay
ci abbia scelto come compagni di strada.
Nell'esprimergli il ringraziamento dovuto il P.C.l. della zona di Pinerolo è
certo che i rapporti di stima e fraterna amicizia che si sono instaurati continueranno anche attraverso la collaborazione del senatore Vinay alle comuni lotte.
P.C.l., Pinerolo
LE SPESE MILITARI
E L’ECO
Prendendo lo spunto dall'articolo di
Sergio Ribet (Spari su Rorà), Eco del
20 U.S., mi vengono spontanee alcune
riflessioni: ogni colpo che sentiamo ci
costa da 500.000 lire ad un milione, e,
nel quadro di quelle operazioni può
collocarsi l’aumento delle spese militari neil'82-83 di 4-5 mila miliardi: l'impegno di spendere, per il "militare" da
qui al 1990 120.000 miliardi di lire; l'aumento dello stipendio ai generali di
600.000 lire al mese, approvato alla Camera dei Deputati 15 giorni fa; la risposta positiva agli Americani (malgrado tutte le marce e manifestazioni di
piazza contrarie) aH’installazione dei
missili a Comiso; la politica del nucleare portata avanti con spudorata
sfacciataggine, malgrado la diossina di
Seveso; le varie denunce a livello in
ternazionale dell'estrema pericolosità
e non controllabilità di una scelta del
genere.
Con una rapida analisi vediamo che,
a decidere questa linea guerrafondaia
e suicida ci sono, oltre agli « amici »
tradizionali degli americani, anche, ma,
non mi stupisce più, un ministro della
difesa di ■■ sinistra » ed a difendere a
gran voce, insultando i contrari, alla
Camera dei Deputati, non l'aumento delle pensioni sociali, ma l'aumento degli
stipendi ai Generali c’era un Deputato
« rosso ». in questi giorni, ho notato
un volantino « rosso » dove si parla di:
pace, democrazia, disarmo ecc. Si ricordi, per inciso, che la Camera, in questi ultimi tempi è stata sempre più
drastica nel troncare le discussioni
mentre, ha sempre dato il suo pieno
appoggio al Governo. Il presidente della Camera dei Deputati, guarda caso, si
chiama Nilde Jotti (PCI). Ultima trovata dei partiti « dell'arco costituzionale »
è l'intenzione, a breve termine, non di
fare: riforme sociali, pensioni, casa, lavoro, fame in Italia e nel mondo; ma
di modificare la Costituzione perché non
più confacente: confacente a chi? Da
quando è stata scritta, essa era, ed
è, un esempio di democrazia da applicare tra le più avanzate; le varie decine e decine di Governi che si sono
succeduti non l'hanno mai. dico mai,
applicata vedi codice Rocco (fascista).
Concordato (fascista) ecc.
Ed ora, a giustificazione della non applicazione la si vuole modificare, ma
non perché non vada, ma perché non
è confacente ai disegni ed alle manovre dei partiti dell'arco « Costituzionale ».
lo penso, che come evangelici dobbiamo seriamente riflettere su queste
cose, come dice Sergio Ribet, discuterle, e non lasciarci coinvolgere da facili
promesse, ma esaminare i fatti, anche
se in Italia i mass-media sono gestiti
dal potere. Però, come evangelici, ab
biamo la'fortuna di avere un giornale
come l’Eco-La Luce, che è ancora libero, ^per quanto tempo?
Attilio Sibille, Torre Pellice
NON SIETE
LIBERI
Egregio Signor Direttore,
Ho notato che un gruppo di lettori
considera L’Eco-Luce « un giornale libero » (n. del 29/4).
Sono spiacente di doverli contrad'dire: non credo che esistano giornali veramente liberi e L'Eoo non fa certamen.
te eccezione alla regola. Al sottoscritto,
per es., come Ella ben sa, è stata
rifiutata la pubblicazione di un articolo
« soprattutto per il tipo di argomentazioni non ritenute consone allo stile del
giornale » ed inoltre perché alla Redazione è parso « non legittimo semina,
re sfiducia nelle strutture della nostra
chiesa ».
Che l'Eco non sia un giornale libero
è d'altronde cosa nota anche in ambienti estranei alla chiesa valdese: in
una lettera pubblicata da un quotidiano
milanese del 7/5, si legge infatti, fra
l'altro, a proposito dei valdesi di tendenze politiche laiche, che « tali valdesi sonò stati tolti, direi espulsi, da
ogni carica importante e la guida del
giornale, della Tavola e di ogni altfe
carica è stata presa da comunisti o
socialisti di sinistra »,
Mi auguro di poterjjii (parzialmente)
ricredere circa il grado di libertà del
giornale se la presente verrà pubblicata e La saluto intanto cordialmente.
Guido Baret, Pomaretto
Per la precisione, ciò che non è
stato giudicato consono allo stile del
giornale era il pettegolezzo. Quanto ali’illegittimo discredito delle strutture
della nostra chiesa, quanto afferma in
proposito la lettera pubblicata dal quotidiano milanese (il giornale nuovo)
e appunto un esempio di ciò che noi
non intendiamo pubblicare. Un conto è il pluralismo e il dibattito che si
svolge su queste colonne; un conto è
la menzogna che qui non sta di casa.
(f-g-ì
ABBONAMENTI SEMESTRALI
singolo cumulativo Interno Estero L. 10.000 singolo* L. 20.000 * L. 9.000 cumulativo* L. 18.000
(*) L’abbonamento cumulativo si intende per almeno 4 copie ed è riservato alle chiese.
11
27 maggio 1983
cronaca delle Valli U
VALUTAZIONE DI UN ANNO ECCLESIASTICO A FRALI
L’esperienza di una chiesa
senza pastore
In uno dei tanti Sinodi in cui
si è discusso deirinsufficienza
delle forze pastorali per la copertura di tutti i posti nelle chiese,
un membro autorevole dell’Assemblea raccomandava alla Tavola di non iniziare dalle chiese
più piccole nel caso si rendesse
necessario togliere a qualcuna il
proprio pastore. Tale raccomandazione non ha incontrato molto
favore né presso le chiese più
consistenti né presso la Tavola.
Uno dei casi in cui è stata applicata quest'anno è la chiesa di
Frali.
Si tratta, infatti, di una chiesa di una discreta consistenza —
ovviamente riferita alla media
delle chiese valdesi e metodiste
— con oltre 250 membri con una
popolazione di circa 315, con un
quadro piuttosto ricco di attività
conenti (culti, riunioni, gruppo
giovanile, scuola domenicale, catechismo, gruppo femminile con
relativo iDazar, corale) e con esigenze di presenza evangelica in
situazioni per certi versi « di
frontiera » (turismo. Agape). Quest’anno Frali non ha avuto il ministero di un pastore a pieno
tempo, ma è stata affidata al Direttore di Agape, con la responsabilità di fatto della conduzione delle attività a Dario Tron:
USL 42 - VALLI
CHISONE-CERMANASCA
Guardia Medica:
Notturna, prefestiva, festiva: teiefono 81000 (Croce Veroel
Guardia Farmaceutica:
DOMENICA 29 MAGGIO 1983
Fenestrelle: FARMACIA GRIPPO Via Umberto I, 1 - Tei. 83904.
San Germano Chisone: FARMACIA
TRON - Teief. 58766.
Ambulanza:
Croce Verde Porosa: tei. 81.000
Croce Verde Porte: tei. 201454
USL 44 < PI NEROLESE
(Distretto di Pinerolo)
Guardia Medica:
Notturna, prefestiva, festiva: teiefono 74464 (Ospedaie Civile).
Ambulanza:
Croce Verde Pinerolo: 22664.
USL 43 - VAL PELLICE
Guardia Medica:
Notturna: tei. 932433 (Ospedale Valdese) .
Prefestiva-festiva: tei. 90884 (Ospedale Mauriziano).
Guardia Farmaceutica:
DOMENICA 29 MAGGIO 1983
Villar Penice: FARMACIA GAY Piazza Jervis - Tel. 930705.
Bricherasio: FARMACIA FERRARIS Via Vittorio Emanuele 83/4 - Tel.
59774.
Ambulanza:
Croce Rossa Torre Pelllce: telefono 91.996.
un giovane che si sta preparando, seguendo i corsi della Facoltà di Teologia, ad un ministero
di tipo diaconale.
Abbiamo chiesto ad alcuni
membri del Concistoro una valutazione di quest'esperienza. Senza avere un'intervista formale, ci
sembra di poter riassumere i risultati del colloquio nei seguenti
punti:
1. Indipendentemente dall'apprezzamento che si può dare
sul servizio svolto da Dario Tron
— che qui non ci interessa — pare importante sottolineare che
una chiesa come quella di Frali
è in grado di reggere un anno
di "vacanza" senza subire contraccolpi né rallentamenti nel
proprio lavoro. Nessuna delle attività ha dovuto essere interrotta e i doni presenti nella chiesa
hanno avuto modo di essere messi a frutto.
IMi sembra che questa prima
considerazione sia importante
per. le indicazioni che può dare
in altre situazioni di emergenza
della nostra chiesa, che possono
essere agevolmente risolte allo
stesso modo sulla base di una
considerazione teologica: per noi
non esistono preti ed il ministero può essere esercitato in base
al riconoscimento dei doni da
parte della chiesa; ed anche sulla base di una nostra realtà organizzativa ereditata dalla struttura metodista: il circuito permette di far fronte col supporto
delle chiese vicine — del resto
non molto necessario nel caso
di Frali — ad eventuali bisogni
non coperti all'interno della
chiesa locale.
2. Si sottolinea anche, però,
che la soluzione adottata deve essere transitoria — come del re
sto prevedeva Timpegno della Tavola nei confronti di Frali —
perché la solidarietà della chiesa nel suo insieme fa sì che se
sacrifici hanno da esserci, devono essere fatti un po' ciascuno.
E’ prevedibile che un laico, sia
pure con buona sensibilità teologica, esaurisca prima di un pastore l'apporto che può dare ad
ima chiesa locale dal punto di vista della riflessione biblica. I nostri regolamenti prevedono che
anche l'apporto del pastore più
preparato vada soggetto ad esaurimento; perciò fissano il limite
rigoroso del quattordicennio.
Nulla di strano, quindi, che si
chieda un periodo più breve per
la conduzione da parte di un
« laico » di una comunità.
Forse se la formula di Frali e
di altre chiese, pure curate da
predicatori locali, si diffonderà,
sarà bene prevedere questi limiti
di tempo — chissà se qualcuno
con responsabilità regolari di
predicazione non li sta superando con un po' troppa superficialità? —. Non è necessario regolamentarli, ma è bene dare il giusto peso alla cosa. Una soluzione
possibile sarebbe anche quella
di un « anno sabatico » in cui i
predicatori locali con attività r^
golare siano esonerati dal servizio per permettere loro di aggiornarsi e di riflettere senza l'assillo del sermone della domenica
successiva. Nei circuiti piccoli è
indubbio che la preparazione comune della predicazione per' tutto il circuito risolve molti problemi, ma ne lascia probabilmente aperto qualcuno che dovremo affrontare se vorremo essere dei « buoni amministratori
della multiforme grazia di Dio ».
Claudio Tron
INTERESSANTE GIORNALINO SCOLASTICO
Miniera
Anche quest’anno le scuole elementari di Frali, Salza, S- Martino e Chiotti in Val Germanasca concludono il loro anno di
studio con la produzione di un
giornalino monografico, dedicato, come dice il titolo «Miniera » alla storia dell’estrazione del
talco. Le notizie raccolte con interviste riguardano gli aspetti
tecnici del lavoro, il problema
della salute — silicosi e infortuni — le retribuzioni, i rapporti
fra lavoratori e fra questi e i capi. Una parte considerevole delle notizie contenute nel giornalino è nota ai lettori dell’EcoLuce, poiché sono state riportate recentemente anche sul nostro
giornale, sia pure in forma più
succinta.
Il giornalino scolastico è di
piacevole lettura ; serve indubbiamente ai ragazzini che lo hanno fatto a far loro prendere coscienza di un passato sociale e
culturale da non dimenticare. Il
discorso potrebbe essere proseguito e approfondito in alcune
direzioni, per esempio: come
era vissuta la vita di famiglia
dai minatori che stavano via tub
ta la settimana e rientravano a
casa solo al sabato sera? E’ possibile avere la storia delle lotte
operaie della miniera di cui il
giornalino dà solo qualche scorcio? E’ stato posto il problema
del rapporto del nuovo lavoro
in miniera con la fede al momento del passaggio dall’agricoltura
all’industria estrattiva? Ci si è
posti aU’inizio dei problemi di
solidarietà, oppure si cercava di
entrare in concorrenza gli uni
con gli altri? Problemi ampi che
potrebbero utilmente anche essere argomento di una tesi di laurea. Intanto dalla scuola elementare è uscito un primo studio
pregevole e organico sull’argomento. T. C.
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Ribet, Adolfo Coisson, Rivoira Lorenzo.
L. 50.000: Lydia Delmonaco, Lutry
(Vaud . Suisse), in mem. past. Rivoira.
Pro Ospedale Valdese
di Pomaretto
Pervenuti nel mese di aprile 1983
L. 250.000; Canobbio Antonio, Firenze,
in mem. del fratello Umberto e Sig.ra
Elda Baimas Gay.
1. 200.000: Marito e figli della Sig.a
M. Rosa Marcellln, Sestriere; Garrou
Umberto e figli, in mem. di Long Alessandrina.
L. 125.000: Personale amm.vo USSL 44
e Osp. Agnelli, col leghi di Peyran Mirella, in mem. di Peyran Alberto.
l. 100.000: Ribet Margherita, in memoria marito Ribet Gustavo; Enrico,
Laura, Roberto, in mem. del papà e
della zia.
L. 50.000: Emilio RavioI, Porosa Argentina: In mem. di Bertalot Ernesto e
Bertalot Alice Peyronel, i cugini E. e
R. Pons; Bertalot Giulio, Fenestrelle;
Charrier Nelso, Casa di Riposo, San
Germano; Fam. Bernard, in mem. di Ribet Gustavo; Long Edmondo e Letizia;
Galliano Margherita, in mem. dei miei
cari; Vannucci Emanuela; Vannunoci Elda ed Edmondo.
L. 30.000: Manavello Maria, Villar Perosa; Tron Giulio; Chentre Assely e
Elsa.
L. 25.0ÒO: Ferraris Angela, Torino.
L. 20.000; Reynaud Alice; Grill Ines
e Ebe, in mem. di Grill Onorato.
L. 10.000: Ribet Erminio e Baret Erica; Maurino Costamagna; Costabello
Evelina; Ribet Giosuè e Alina: Speranza
Grill; Mathieu Irma Erminia, in mem.
Long Alessandrina; In rico.rdo pastore
Guido Mathieu, la fam. Tron Silvio.
L. 5.000: Tron Alma ved. Pascal, in
mem. miei cari.
L. 4.000: Castagna Guido e Elvira.
L. 3.000; Costantino-Botto.
Pro Ospedale Valdese
di Torre Pellice
Pervenuti nel mese di aprile 1983
L. 170.000: Un gruppod i amici milanesi in mem. di Guido Boocassini.
L. 15.000: Maria Savio Ongiono, Torino, ringraziando per le cure ricevute.
Pro Rifugio « Carlo Alberto »
Pervenuti nel mese di aprile 1983
L. 20.CD0: Lavatelli Libera, Torino;
Martinet Bertalot Maria, Torino.
L. 5.000; Giovannini Ferruccio, Pisa.
Pro Istituti Ospitalieri
Valdesi
Pervenuti nel mese di aprile 1983
L. 246.000: Peyrot Emilio.
Asilo dei Vecchi
di San Germano
Pervenuti nel mese di aprile 1983
L. 272.110: Unione Femminile della
Chiesa Evangelica di lingua italiana, Zurigo.
AVVISI ECONOMICI
AFFITTASI, zona residenziale, a Torre Pellice, alloggio per 2-3 adulti,
ammobiliato con telefono e frigo in
villetta. Telefonare 91352 (ore pasti).
FAMIGLIA Tfddese affitta in Roma,
vicinanze Università, a studentesse o
impiegate, camere a 1 o 2 letti, con
bagno privato ed eventuide uso cucina . Telefonare d 06/432143 434965, dopo le ore 13.
« Chi crede ha vita eterna »
(Giov. 5: 29; 11: 24-25)
In memoria del papà
Guido Candolfo
(22-5-1982)
e della mamma
Giovanna Altmann
(27-4-1978)
con rimendnanza, i figli:
— Gedeone
— Giovanni
— Giuliana
— Giorgina
— Giovanna
— Guglielmo
— Graziella
— Giuseppina
— Giordano
RINGRAZIAMENTO
« Il Signore è il mio pastore
nulla mi mancherà »
I familiari del compianto
Umberto Garrou
ndia impossibilità di farlo singolarmente, ringraziano tutti coloro che
hanno preso parte M loro dolore. Un
ringraziamento particolare al Pastore
Bruno Rostagno ed al personMe tutto
dell’Ospedale Valdese di Pomaretto.
Pomaretto, 20 maggio 1983
RINGRAZIAMENTO
« Beati i morti che da ora innanzi muoiono nel Signore. Sì,
dice lo Spirito, essendo che_ si
riposano delle loro fatiche, poiché le loro opere li seguono ».
I familiari del tanto amato
Egidio Sosia
ringraziano di cuore tutte le gentili
persone che con parole di simpatia,
fiori, scritti e presenza ai funerali sono
state loro vicine in questo momento
doloroso. Un particolare ringraziamento di dott. Bertolino per le amorevoli cure e la premurosa assistenza, al
past. Conte per il conforto portato, ai
condomini delle « Acacie », alla famiglia Depetris, agli anziani RIV-SKF,
al gruppo ANA, ai vicini di casa e
a quanti lo amarono e stimarono.
San Germano Chisone, 10 maggio 1983
RINGRAZIAMENTO
« Consolatevi voi tutti che mi
eravate tanto cari. Io lascio un
mondo di dolore per un regno
di pace... ».
« Gesù dice: Io vivo é voi vivrete »
(Giov. 14: 19)
n marito, la figlia e congiunti tutti
della cara
Liliana Griot in Comba
commossi e riconoscenti ringraziano di
vivo cuore tutti coloro che con la presenza al funerale, parole di conforto,
scritti, offerte e fiori si sono uniti al
loro dolore.
Un ringraziamento particolare al
prof. Gay, medici, infermiere e personale tutto dell’Ospedale di Pomaretto;
al dottor Diego Sappé, dottor Firmino
Carrera; al pastore Conte, alla famiglia
Baret che tanto si è prodigata, ai vicini di casa.
San Germano Chisone, 11 maggio 1983
RINGRAZIAIMENTO
I familiari di
Ernesta Tron ved. Menusan
riconoscenti, ringraziano sentitamente
tutti coloro che hanno preso parte al
loro dolore.
Ferrerò, 22 maggio 1983
rìiìGraziamento
« Io vi lascio Pace vi do la mia
pace. Io non vi do come il
mondo dà »
(Giov. 14: 27)
I familiari del compianto
Alcibiade Cattaneo
nell’impossibilità di farlo singolarmente, ringraziano tutti coloro che con la
loro presenza si sono uniti a loro neUa
triste circostanza. In particolart vogliono ringraziare tutte le persone che
si sono prodigate con sincera simpatia
durante la sua malattia.
Torre Pellice, 23 n^aggio 1983.
12
I
12 uomo e società
LO SFONDO DELLA LOTTA POLITICA NELL’AMERICA CENTRALE
Nell’arcipelago delle sette
In Situazioni diverse, la proliferazione di sette e corporazioni religiose testimonia di uno
stesso piano della ’’nuova destra” di strumentalizzare il fattore religioso per scopi politici
Nell’articolo della settimana
scorsa, abbiamo visto il nascere
e l’estendersi dell’« interesse » di
vari organismi della « nuova destra» e neoconservatori statunitensi nei confronti della « religione » in America Centrale. In questo articolo ci occuperemo della
proliferazione delle sette e delle
corporazioni religiose in Guatemala e Nicaragua, due situazioni
che ci sembrano esemplari.
Guatemala
Sul Guatemala, sul suo generale-dittatore « evangelico-nato di
nuovo » e sulla sua setta « La
chiesa del verbo », sono stati
pubblicati diversi articoli sulla
nostra stampa nazionale. Nonostante questo, l’informazione è
troppo scarsa su fatti che ci sembrano altrettanto importanti. Per
esempio, che dal marzo 1982, dopo la salita al ixitere di Rios
Montt, 35 pastori di diverse chie
se evangeliche sarebbero stati assassimti, una cinquantina « desaparecidos », una decina in prigione e diversi altri costretti all’esilio (Le monde dlplomatique, aprile 1983). Strano per un dittatore «evangelico»! Meno strano
alla luce di quanto pubblicato
nèll’articolo della settimana scorsa. Siamo di fronte, infatti, ad
uiio scontro aH’ultimo sangue per
l’egemonia della « religione » da
parte delle sette contro le chiese
evangeliche e quella cattolica.
Nel 1976 la « Chiesa del verbo »
arriva in Guatemala con venti
missionari per collaborare alla
ricostruzione dopo il tremendo
terremoto. Nel 1978 Rios Montt
si «converte» e diventa rettore
della scuola biblica e membro
del consiglio degli anziani. Questa « conversione » diventa una
specie di garanzia politica di
conservatorismo nel momento
in cui, nel marzo 1982, viene scelto dagli uEQciali golpisti a sostituire il dittatore Lucas Garcia.
L’offensiva contro clero e chiese
evangeliche che non appoggiano la politica dei « fagioli e fucili» del generale si fa pesante
(nella regione del (^iché, su 27
preti, 26 vengono uccisi o costretti all’esilio). 37 stazioni radio di
110 sette diffondono una pastorale della rassegnazione e di attacco al comunismo che si infiltrerebbe nel paese. Nel settembre
’82, Mario Rios Montt, fratello del
dittatore e vescovo di Esquintla,
è costretto all’esilio. Il 28 novembre ’82 viene celebrato il centenario della presenza evangelica in
Guatethala e il dittatore si presenta alla manifestazione di massa come « profeta di Dio » e dichiara di essere stato designato
alla testa del paese « da Dio per
salvare il Guatemala ». L’organizzazione di questo centenario è
stato un esempio inquietante dell’enorme forza raggiunta dalle
sette sostenute dalle corporazioni religiose multinazionali come
« Visione Mondiale », 1’« Organizz^ione Billy Graham », 1’« Organizzazione Luis Palau », « Evangelismo a fondo », « Crociata degli studenti per Cristo ». Secondo
Jorge Pixlei (Cristianismo y sociedad, n. 74/1982, pp. 67-70), queste multinazionali della religione
« non sono , interessate a-edificare
le cellule base della chiesa o di
una denominazione, ma a formare una massa diretta da un vertice di individui carismatici legati a paesi esteri ». In questo modo si toglie legittimità a quelle
denominazioni e a quegli organismi nazionali impegnati a favore
del movimento popolare, tanto
che oggi, secondo Pixlei, « le denominazioni hanno già perso a
favore di queste multinazionali
l’egemonia del movimento cristiano non cattolico in Guatemala ».
Questa perdita di egemonia sarebbe stata causata anche dalla
debolezza culturale e teologica
delle cinque chiese « storiche »
più importanti nel paese (Presbiteriani, Missione centroamericana, Amici, Chiesa del Nazareno, Metodisti). La situazione
delle chiese evangeliche è dunque
molto diffìcile, ma la presenza di
molti protestanti nella resistenza,
tra cui la presbiteriana JqUft
Esquivel, è il sanale di un im;^e-'
gno che non è venuto meno e
che va appoggiato in ogni modo.
Efrain Rios Montt
Nicaragua
In Nicaragua la situazione è
piuttosto complessa e confusa.
Secondo le stime più recenti i
cristiani non cattolici sarebbero
il 15% della popolazione. La denominazione più importante è la
Chiesa Morava, predominante
sulla costa atlantica anche rispetto alla Chiesa cattolica. Le Assemblee di Dio (pentecostali) sono la denominazione più diffusa
sulla costa del Pacifico. Dal 1972
opera un comitato interdenominazionale, il CEPAD (Comitato
evangelico prò aiuto allo sviluppo), a cui aderiscono le denominazioni « storiche » e quelle più
progressiste, e che appoggia la
piena partecipazione delle chiese
al processo rivoluzionario. Nonostante questo atteggiamento
positivo nei confronti dell’esperienza sandinista, alcune organizzazioni di quartiere hanno occupato nell’agosto scorso alcuni locali di culto di chiese aderenti al
Cepad oltre che di alcune sette,
degli Avventisti e dei Mormoni.
È uno dei tanti segni della crescente tensione nei confronti delle numerose sette che dal ’79
hanno invaso il paese « con chiari obiettivi politici », come ha affermato il presidente del Diakonisches Werk (un’organizzazione
diaconale della Chiesa Evangelica Tedesca) Theodor Schober al
suo rientro dopo una visita in
Nicaragua nell’anno passato (Amanecer [Managua], gennaio
1983, p. 12). Secondo l’Istituto
Storico Centroamericano di Managua, il sostegno delle sette alle
bande controrivoluzionarie che
operano sulla costa atlantica, è
diretto e comprovato da numerose testimonianze. In un rapporto dell’Istituto del settembre
scorso (Cristianismo y sociedad,
n. 74/1982, p. 76), si parla di cattolici convertitisi ad alcune di
queste sette, nominati pastori
con poca o nessuna preparazione
e diventati poi leaders df gruppi
controrivoluzionari. Due o tre di
questi « pastori » sarebbero morti in scontri a fuoco con la milizia. Sempre nello stesso rapporto si parla di predicatori che arrivano nei villaggi con le Bibbie
invitando alla conversione. In uno di questi villaggi, dopo pochi
giorni, ci sarebbe stato un attacco della controrivoluzione durante il quale sarebbero state fatte
delle scritte sui muri tipo « con
Dio e patriottismo sconfiggeremo il comunismo ».
Aderire ad una setta sembra
sia diventato il sistema più comodo per giustificare la non partecipazione ai lavori comuni nei
quartieri, alla vigilanza, alla milizia popolare con la scusa dei
lunghi culti, dello staccarsi dalle
« cose del mondo », ecc.
Il governo nicaraguense e il
Fronte Sandinista sono in difficoltà rispetto all’offensiva ideologica di queste sette (l’ultima rilevazione statistica parla di 85
denominazioni diverse, di cui soltanto una ventina sono da consi
derarsi in qualche modo « storiche») in quanto non vogliono
compiere atti che possono essere ritenuti anticristiani. Tanto
che il 18 agosto scorso, il Pronte
Sandinista ha emesso un comunicato in cui riafferma pienamente il famoso documento sulla religione dell’ottobre 1980 in cui si
impegnava a rispettare la libertà
e il pluralismo religioso. Il 2 settembre scorso, il coordinatore
della Giunta di Governo, Daniel
: Or tega, ha incòntrato 300 pastori
di 45 denominazioni evangeliche
per cercare di migliorare le forme di collaborazione evitando così ulteriori incidenti e tensioni.
Nel quadro di questa collaborazione, pare che anche le tensioni
con la Chiesa Morava della costa atlantica si stiano riducendo,
anche grazie alla liberazione di
numerosi pastori miskitos incarcerati dopo gli incidenti del dicembre 1981, e alla maggior attenzione del governo nei confronti della specificità della cultura e
della tradizione delle popolazioni
indie e afroamericane della costa
atlantica.
Le tensioni, nonostante tutto,
sembrano destinate ad aumentare a causa dell’opera di destabilizzazione delle corporazioni
religiose multinazionali che dal
1981 si stanno lanciando in una
serie di campagne di « evangelizzazione a fondo » sulla base di
una pastorale « apolitica e neutrale » (vedi Gioventù Evangelica, n. 78/1982, pp. 34-36), e a causa dell’« interessamento » statunitense affinché l’esperienza sandinista del Nicaragua subisca una dura involuzione autoritaria
in modo da non essere più un
modello appetibile per le altre
popolazioni dell’area. Questo
sembra essere l’obiettivo primario deH’amministrazione Reagan
in attesa che i tempi siano maturi per un’eliminazione fisica
della prima esperienza rivoluzionaria in cui i cristiani hanno svolto un ruolo fondamentale sia nella fase insurrezionale sia in quella della ricostruzione.
Eugenio Bernardini
(2. fine)
Doni Eco-Luce
ABBONAMENTI SOSTENITORI
Asti: Cendola Leonardo — Bergamo:
Bertoni Pietro, Gay Luciano, Steiner
Zavaritt Matilde, Tosi Giuseppe, Tschudi
Matilde, Zavaritt Silvia, Fam. Giampiccoli — Busto Arsizio: Fornerone Attilio
— Crema: Artus Martinelli Susetta —
Genova: Pasqualini Anna Maria — Firenze: Canobbio Antonio, Chiesa Valdese, Scuola G. Barberi, Costa Mirella —
Forano Sabino: Cecchitelli Luigi — Alte Ceccato: Campbell Donald — Luserna S. Giovanni: Bellora Alberto, Turin
Riccardo — Bresso: Ferraro Angelo —
Cannerò Riviera: Fonio Bianca — Montebelluna: De Nardo Mica — Mestre:
Scorzan Ernesta — Milano: Vidossich
Bona, Cerrina Feroni Orletta, Grimaldi
Francesco, Ferraro Giovanni — Napoli:
Crociata del libro cristiano, Olivieri Pao
lo — Porte: Tron Annamaria — Rovereto: Sfredda Emidio — Roma: Pennigton
De Jong Lilian, Bounous Franco — Pieve Ligure: Gay Liiy — S. Remo: Musso
Rolando, Sibille May Nora — Sesto S.
Giovanni: Visco Giiardi Giovanni —
Reggio Calabria: Sagripanti Francesco
— Torre Pellice: Comba Gustavo, Scrop
PO Filippo — Pisa: Giorgi Eco — S
Fedele Intelvi: Barella Tina — Serra
valle Sesia: Del Vecchio Alessandra
Dellavalle Amelia — Villar Pellice: Gaz
nier Gioele — Verona: Mica Ruggero
— Vintebbio: Del Vecchio Cornelio,
Naula Annalisa — Vasto: Oliva Nicola.
Un semestre di 7 mesi
E’ questo il momento migliore per entrare a far parte
delia famiglia dei lettori dell’Eco delle Valli valdesi e
della Luce con un abbonamento per il 2° semestre 1983
con decorrenza immediata» Basta versare l’importo sul
ccp» 327106 e riphiedere con una cartolina l’invio immediato (l’accredito da parte dell’Ufficio conti correnti avviene spesso con ritardi).
# Se non sei ancora abbonato, deciditi.
# Se sei abbonato, offri un semestrale a qualcuno a cui
tieni.
# Se lo hai già fatto, mandaci l’indirizzo di qualcuno che
potrebbe essere interessato a ricevere qualche numero
in omaggio e una proposta di abbonamento.
ECO’LUCE ’83: L. 10.000; estero L. 20.000
DONI DI L. 1.000
Svizzera: Rauch Otto, Semadeni Guglielmo, Frei Luise — Bergamo: Steiner
Mario e Claudia — Germania: Abate
Valdo — Torino: Rivoira Franco.
DONI DI L. 3.000
Svizzera: Scardino Angelo — Pinerolo: Buontempo Concetta — Genova:
Bacigalupo Luisa — Tramonti di Sopra:
Menegon Erminia.
DONI DI L. 4.000
Carunchip: Loreto Eliseo — Lusertia
S, Giovanni: Vittone Maria Ròsa — Nichelino: Pevarello Guglielmo — Roma:
Durand Mirella.
DONI DI L. 5.000
Genova: Verardi Emilio — Milano:
Palmery Ada, Rostagno Vittorio — Firenze: lurato Guglielmo — Redondesco:
Convertito Maria — Torino: Riehie Riccardo, Olivieri Primlano — Torre Pellice: Plavan Wanda — Svizzera: Ventrici
Carmelo, Fasanarl Violetta, Avondet Bruno, Graf Aghate, Dolder Hirzei M.
Terremoto
cooperazione
(segue da pag. 7)
storia molto recente e le strutture preposte a sostegno delle iniziative agricole un livello di inefficienza maggiore, gli incoraggiamenti locali quasi nulli (salvo
una buona disponibilità nei nostri confronti dell’amministrazione comunale). La Federazione si
è trovata praticamente sola nel
portare avanti l’iniziativa e per
giunta per un insieme di coincidenze l’arrivo delle mucche è stato talmente tempestivo che i problemi di gestione della stalla si
sono accavallati con quelli della
formazione della base sociale. C’è
stato un momento di crisi all’inizio, ma con la tenacia e con la
collaborazione di esperti evangelici deU’Emilia e delle Valli Vaidesi che hanno sacrificato parte
delle loro ferie per venire a dare
una mano, ora le cose funzionano piuttosto bene: non senza problemi ma, diciamo, con quelli
« normali » di una cooperativa
nascente.
La stalla è più piccola (per 30
capi) e non prevede grossi sviluppi anche perché gli unici finanziamenti sostenitori, qui sono
quelli della Federazione. È in
corso ora racquieto di un terreno di 10 ettari che permetterà
di coltivare quella parte di foraggio che i soci non riescono
a produrre.
Attualmente lavorano per la
cooperativa, pragati dalla Federazione, un agronomo valdostano
e due obiettori di coscienza evangelici, ma si cominciano a intravedere le possibilità di una maggior assunzione di responsabilità dei soci e delle strutture pubbliche.
La costanza e il buon livello
professionale dei nostri tecnici
(anche gli obiettori sono l’uno
perito agrario e l’altro laureando in veterinaria) han contribuito a vincere molte diffidenze ed
ora che la stalla comincia a funzionare piuttosto bene sembra
che l’interesse di tutti si stia destando.
Gradualmente la cooperativa
dovrà passare dalle nostre alle
mani dei locali, ma ci auguriamo che il segno della nostra presenza resti e possa essere un contributo alla crescita culturale della gente del posto, oltre che una
testimonianza evangelica, principale movente di tutta la nostra
azione.
« L’Eco delle Valli Valdesi »: Reg.
Tribunale di Pinerolo N. 175.
Comitato di Redazione: Franco
Becchino, Mario F. Berutti, Franco
Carri, Dino Ciesch, Niso De Michelis, Giorgio GardioI, Marcella Gay,
Adriano Longo, Aurelio Penna, JeanJacques Peyronel, Roberto Peyrot,
Giuseppe Platone, Marco Rostan,
Mirella Scorsonelli, Liliana Viglielmo.
Editore: AlP, Associazione informazione Protestante - Via Pio V, 15
- 10125 Torino.
Direttore Responsabile:
FRANCO GIAMPICCOLi
Redazione e Amministrazione: Via
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• L’Eco delle Valli - La Luce ».
Abbonamenti '83: Annuo L. 18.000.
Semestrale 10.000; Estero 35.000;
Sostenitore 36.000. Gli abbonamenti decorrono dal 1» gennaio e dal r
luglio (semestrale).
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