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EibUotîîâ VaUöSö
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Toniís rirrxic
f {Torino)
DELLE VALLI VALDESI
Settimanale
della Chiesa Valdase
Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quali avete peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo
Anno LXXXVII - N. 40
Una copia L» 30
nnniVAMli'lVTl 1 Eco: L. 1.200 per l’interno I Eco e La Luce: L. 1.800 per Tintemo I Spediz. abb. postale - Il Gruppo I
^ f L. 1.600 per Testerò | L. 2.500 per l’estero I Cambio d’indirizzo Lire 40,— |
TORRE PELLICE — 11 ottobre 1957
Ammin, nmidiana Tcure PeHicc ■ C.C J. 1-H557
Il costume cristiano nelia vita civica
Ci si avvicina al periodo elettorale; già prima della ventata di discorsi e di propaganda, un fremito di interesse pare percorrere il nostro
paese (è sperabile!) e ci si prepara. Anche la Chiesa. Forse qualche benpensante storcerà il naso; ma la sua disapprovazione non potrà far sì
che la Chiesa non viva nel mondo, continuamente e di fatto implicata
nell’esistenza di questo, e che essa non porti tutta la sua responsabilità
nei suoi riguardi. E’ per questo che riportiamo senza ” scandalo ” o facile ironia il comunicato che segue, sul programma dell’Azione Cattolica per l’anno che si apre; ci limiteremo a commentarlo brevemente.
Non è il fatto che la Chiesa si occupi della politica che ci scandalizza
(in un certo senso è vero il contrario); ma piuttosto il modo con cui
se ne occupa. Vi ricordiamo, come del resto sarà ancora comunicato ufficialmente, che il Campo Unionisti invernale, ad Agape, avrà quest anno come argomento dei suoi studi e delle discussioni la situazione politico-sociale del nostro paese alla vigilia delle elezioni edizione 1958.
L’Azione Cattolica Italiana sta per
iniziare un anno di attività specialmente dedicato al tema ; « Un costume cristiano nella vita civica »; tutte
le organizzazioni, rami e movimenti,
dalla parrocchia ai grandi centri nazionali, sono impegnati in questo programma per tutto l’anno prossimo, in
coincidenza specialmente di due avvenimenti : le prossime elezioni politiche
ed il 90" anniversario della fondazione dell’Azione cattolica. Accennando
a queste ricorrenze in uno scritto su
« Iniziativa », organo della presidenza
generale, il presidente dell’A.C.L, Luigi Gedda ha scritto ; « Nel prossimo
anno viene a scadere il quinquennio
previsto dalla Costituzione per il rinnovo della Camera dei deputatL._Si
tratta di un traguardo estremamente
importante, di fronte al quale l’A. C.,
che pure non può e non vuole svolgere un’attività politica di partito, non
deve restare indifferente, perchè si
tratta d’una scadenza che può mettere in discussione e compromettere anche irreparabilmente i valori spirituali e religiosi che formano l’essenza della nostra vita e del nostro impegno
apostolico. E’ quindi estremamente necessario che, ancor prima che il clima
psicologico del Paese si arroventi nel
fervore della campagna elettorale per
la quale saranno impegnati altri organi, il nostro popolo sia preparato
all’importanza della battaglia che si
dovrà combattere. Questa necessità
non può sfuggire alla nostra sensibilità apostolica, e deve spronarci a ctore opera perchè l’azione di sensibilizzazione che ci apprestiamo a svolgere
sia quanto più possibile vasta e profonda.
Un altro motivo del nostro impegno
si ricollega direttamente alla storia dell’Organizzazione. L’A. C. I., che celebra quest’anno il novantesimo della
sua fondazione, ha vissuto per quasi
ottantanni — dal 1867 al 1945 in
un clima duro e difficile. Tanto i
regimi liberali e massonici dominanti
sino al 1922, quanto il regime fascista
dal 1922 al 1945, furono costantemente in posizione di ostilità, palese o velata, di fronte alla Chiesa e di conseguenza di fronte all’Azione Cattolica.
1 cattolici italiani hanno fatto una lunga e dolorosa esperienza di persecuzione, di vessazioni, di incomprensioni; messi al bando dalla vita pubblica,
scientifica, culturale, sociale, i nostri
padri e noi stessi abbiamo sentito nella nostra carne e nella nostra vita ciò
che significhi una vita civica ispirata
cristianamente.
Da poco più di 10 anni la situazione è provvidenzialmente cambiata, ed
abbiamo visto quale respiro ci abbia
dato questo primo decennio di libertà
e quante possibilità siano state aperte
all’azione educatrice e promotrice della Chiesa ».
L’anno di attività dell’Azione Cattolica comincia l’8 dicembre, festa
dell’Immacolata Concezione.
(A.N.S.A.)
Se si legge con allegrezza la dichiarazione di fede e di impegno dell’apostolato laico cattolico, e se comprendiamo molto bene la tristezza di sentirsi messi al bando della vita della
nazione, in tempi di governo liberalmassone e anticlericale, come cristiani convinti e desiderosi di manifestare
la propria fede, non possiamo non sorridere sentendo parlare del periodo fascista come di un periodo in cui la
Chiesa romana è stata perseguitata,
vessata, messa al bando... E il Concordato? Se forse la GIL e le altre organizzazioni fasciste hanno visto nell’A.
C. I. un’antagonista, è veramente onesto dire che il cattolico non aveva posto nella vita pubblica, scientifica, culturale, sociale italiana? E il famoso
99% del Cattolicesimo italiano? o, almeno, il 50% che oggi si dichiara cattolico anche politicamente: era forse
tutto in esilio o al confino o senza lavoro? A meno che il prof. Gedda riconosca che la percentuale di cattolici autentici sia assai più bassa; ma allora bisognerebbe riconoscerlo senipre...
Comunque, dato che dal 1945 ad
oggi la situazione è ” provvidenzialmente ” diversa, sarebbe non soltanto
civicamente giusto ma cristianamente
conseguente ricordarsi sempre di fare
quanto è possibile perchè vessazioni,^
imposizioni ed incomprensioni non si
verifichino nei riguardi di altri.
Infine, pur riconoscendo che la Chiesa ha una funzione educatrice e promotrice (preferiamo dire, piu biblica
mente, ’’profetica”), anche per quel
che riguarda la politica (che non è poi
il gioco dei partiti, tna la corresponsabilità di tutti nei rigucardi della ” cosa
pubblica”), rifiutiarho il paternalismo
e l’autoritarismo cattolico, che porta
alla scelta, anzi alla (formazione di un
partito riconosciuto tunico vero, l’unico cristiano. Posizione apparentemente
più chiara, più logica, più efficace; in
realtà terribilmente pericolosa: il potere corrompe tutto, tanto più assolutamente quanto più è assoluto; e lo si
vede. Non ci scanddizzeremo quindi
affatto se sapremo gli attivisti dell’Azione Cattolica all’opera, di gruppo in
gruppo, richiamando il popolo cristiano alla sua responsabilità politica: sarebbe anzi auspicabile che vi fosse da
parte nostra una pari comprensione di
tale responsabilità. Ma ci scandalizzeremo — da un punto di vista cristiano
e non anticlericale — se questo appello
si limiterà a suggerire, peggio a imporre moralmente: vota così e così. Non
si tratterebbe allora che di una beffa,
non meno indegna cristianamente per
il fatto che è la triste costante della
campagna elettorale di ogni partito.
Non si tratta di votare per un simbolo e contro altri simboli; non si tratta
neppure di votare contro il comunismo, contro il fascismo, contro l’anticlericalismo; contro dell’idee. La responsabilità politica ‘si desta quando
un’informazione ortèsla ci documenta
che il latifondo non è morto, mentre
centinaia di famiglie vivono tutto fanno con poche migliaia di lire; che f industria continua a reggersi, anche nella
nostra età sindacale, su sistemi indegni di ricatto, mentre f omertà chiude
le bocche; che la corruzione è spaventosamente diffusa a tutti i gradi della
scala gerarchica nazionale e locale.
Documentazione non partigima, non
asservita a delle idee preconcette, ad
un partito. Iu>tta non per delle idee,
ma per Vuomo, la sua dignità, la sua
libertà vera e concreta. Soltanto così
si manifesterà ” un costume cristiano
nella vita civica ”. La nostra speranza
e la nostra preghiera è che esso possa
manifestarsi, al di là delle differenze
confessionali.
Menfre i nosfri «satelliti» cominciano a ruotare...
X'oìdme del eìeato
O Eterno, Signor nostro,
quant'è magnifico il tuo nome in tutta la terra!
O Tu che hai posta la tua maestà nei cieli!
Dalla bocca dei fanciulli e dei lattanti tu hai tratto una forza,
per cagion dei tuoi nemici,
per ridurre al silenzio l'avversario ed il vendicatore.
Quand'io considero i tuoi cieli, l'opera delle tue dita,
la luna e le stelle che hai disposte,
che cos'è l'uomo che tu ne abbia memoria?
e il figliol dell'uomo che tu ne prenda cura?
Eppure tu l'hai fatto poco minor di Dio,
e l'hai coronato di gloria e d'onore.
Tu l'hai fatto signoreggiare sulle opere delle tue mani,
hai posto ogni cosa sotto i suoi piedi...
O Eterno, Signor nostro,
quant'è magnifico il tuo nome in tutta la terra!
Dal salmo 8
red.
T unedì 7 ottobre si sono riuniti ad
Agape quasi tutti i pas,tori delle
Valli, con le loro compagne (quelle
esistenti!}, per il convegno d’autunno alle sogUe della ripresa. E’ stala
una giornata feconda; non potremmo dire serena, perchè troppo ha
pesato su di noi la gravità della situazione. spirituale delle nostre
Chiese, di cui anche noi tanto partecipiamo. Alcuni hanno levato un
accorato grido di allarme, che non
ha potuto non trovare un’eco profonda nel cuore di tutti noi. Si tratterà, ora, di portare questa rinnovata coscienza nel lavoro di ognuno,
di ogni comunità; e si è sentito il
bisogno di associare più strettamente a questo trawglio e a questo impegno i (c responsabili )) delle nostre
comunità, caldamente invitati ad un
convegno che sarà indetto tA primi
di novembre. Ci auguriamo che essi verranno numerosi, che potremo
insieme ascoltare l’appello grave
del nostro Signore ad una chiesa tepidamente infedele e tornarcene al
lavoro fortificati da Colui che abbatte per edificare e che non sprezza il cuore rotto e contrito. red.
CATTOLICESIMO D’OOGI
Senza la minima intenzione di indulgere
ad una tendenza ” embrassOns-noua” e
mantenendo vigile la nostra critica evangelica verso tutto quanto viene fatto passare come cristiano, mentre cristiano non
è, è però giusto, e profondamente rallegrante, notare i segni di una fede cattdhca
di cui possiamo riconoscere la fraternità.
Ci ripromettiamo di presentare ogni umto
qualcuno di questi segui.
Itosari alla radio?
Oggi vogliamo ricordarvi che nelle scorse settimane, sullo Specchio dei tempi (rubrica dei lettori in 2.a pag. de La Nuova
Stampa) si è avuto un notevole gruppo di
interventi sul desiderio, espresso da una
lettrice, di avere fra i programmi della
HAI la recita serale del Rosario. Vi sono
stati i soliti interventi dell’agnostico die a
sera è stanco morto ed ha voglia di godere
un poco, e non di sentir preghiere; o del
liberale (anticlericale?) che insorge perchè
si mescola la religione al mondo, invece
di limitarla all’ambito ecclesiastico; o dell’uomo di buon semo che ha dtdibi sulla
opportunità della cosa. Reazioni più o meno scontate. Ma ce ne sono state alcune, in
disaccordo, dichiaratamente cattoliche. Alcuni lettori, affermandosi cattolici, andie
se non « ferventi ed accesi praticanti »,
QUAND L’ENFANT PRIE...
Si, tous les soirs, devant le lit de
l’enfant, les parents prennent Thabilude de dire une très courte et
simple prière, ou même un cantique, bref et simple aussi, le bébé
finira par attendre ce moment, y
trouvera du plaisir et, il voudra imiter et accompagner ses parents, de
la voix et du geste. Il retiendra de
mieux en mieux, la mélodie, d’abord, puis les paroles de la prière.
On pourra ensuite développer la
première prière. Quand Tenfant
aura compris que ses parents parlent, eux aussi à Dieu, à leur propre façon, il voudra les imiter en
cela comme en toutes choses. L idée
de Dieu, d’un Père céleste n’est pas
étrangère aux enfants ; nombreuses
sont les questions qu’ils posent, très
tôt, sur Dieu. Et le plus grave mensonge de notre enseignement public est peut-être bien dans cette volonté arrêtée d’ignorer ou d étoufifer
ces probdèmes « métaphysiques »
des enfants. La meilleure éducation
religieuse que nous puissions donner à nos enfants consiste sans doute à leur laisser voir, leur faire entendre et comprendre que le Sei
gneur nous est familier, qu’il est
proche de nous aussi, et cjue nous
demandons à nos enfants de faire,
non point notre, mais Sa volonté.
Le moment de la prière devrait
toujours être un instant agréable et
joyéux. C’est une bonne idée que
de l’introduire par la lecture, ou
mieux, par le récit d une très simple histoire biblique.
Il semble que la forme la plus
naturelle de la prière soit, au début,
celle de l’action de grâces, la prière
qui remercie pour les plaisirs et les
joies de la journée. Ensuite vient la
prière d’intercession, c’est-à-dire,
celle qui demande le secours de Dieu
en faveur des autres: « Secours les
petits enfants -qui ont faim... »;
« Bénis Jean-Pierre et guéris-le...».
Puis, vient la prière « contrite »
pour toutes les sottises et les mauvaises actions commises par l’enfant
pendant la journée; le contenu de
cette prière-là ne devrait pas être
suggéré par les parents. Elle soulagera grandement une jeune conscience à l’heure du sommeil. Après
la prière, il est bon de garder le silence pendant un moment, très
court au début, qui nous permet
d’écouter Dieu. Le petit enfant
prendra très naturellement cette
habitude et vous étonnera peut-être
en vous révélant ce que le Seigneur
Éui a dû...
Enfin, n’oubliez pas que, lorsque
les disciples demandèrent à Jésus;
« Seigneur, apprends-nous à prier »,
le Seigneur leur enseigna le « NOTRE PERE », qui est le modèle de
toutes les prières et les cont ent toutes.
D. POURCHOT
(L’Appel du Maître).
Chaque jour est veille pour les uns,
lendemain pour d'autres, mais aujourd'hui pour bien peu.
G. Cesbron.
Ils savent que Dieu existe comme
ils savent que la terre est ronde.
Qu'est-ce que ça y change?
G. Cesbron.
hanno espresso la loro disapprovazione per
il progetto. Uno di essi ha scritto: A coloro cui tanto sta a cuore questo benedetto
’’Rosario”, proporrei anch’io in sua sostituzione la spiegazione sistematica dei Santi
Vangeli, troppo poco conosciuti, forse, anche da quelli che tanto desiderano il Rosario... la forma più medioevale di preghiera che si conosca.
Ancor più notevole la lettera di un sacerdote (che si firma); egli esprime i piu
forti dubbi sul valore del decantato Rosario: è forse la più popolare ed àttnahnente
più tradizionale forma di devozione; ma
non certo la più adatta ai tempi moderni
nè la più intelligente. Quella spiritualità
ed immediatezza di cut ha bisogno l’uomo
’’moderno” non viene soddisfatta da una
monotona recitazione anche se intercalata
dal ricordo di 15 episodi della vita di Gesù
e di Sua Madre. Dico ricordo e non meditazione, perchè non ci si sofferma a meditarli ma si enunciano appena... Giovai ricordare poi, a proposito di ’’¡neghiera intelligente” die il Rosario è nato come sostituzione di 150 Pater noster — e in seguito di 150 Ave Maria — ai 150 Stdmi,
quando Vanalfabetismo, nel Medioevo, finì per impedirne la comprensione q la re
citazione. Ai miei ragazzi io, al posto del
Rosario, faccio recitare in italiano alcuni
dei Salmi più vivi e semplici e <Kco loro:
’’Sapete die un tempo queste stesse preghiere recitava Gesù con Sua Ma^eF .
Ed anche questo riton» io ritengo un
’’segno dei tempi”.
2
2 —
I^’ECO DELLE
vÌlo
valdesi
Un problema della Chièsa Angticarm e di tutte le Chiese
IL
In tutte le Chiese dì Stato (qual’è la Chiesa anglicana) il problema
del divorzio, già complesso sulla base biblica, è ancora complicato, naTw^dmenie, ddle inte^erenze fra Pordinamento della Chiesa e quello dello-Stino.'Pmodiccmieìtie,>negli ultimi (ami, vi sono stati ” sccmddì" che
hanno fiato parìtme i giorndi (il magg~ Townsend, Sir Anthony Eden,
il segretario personde del Duca di Edimburgo).''Ma non si tratta
soh di casi eccezionali, bensì di un grave problema, ed. assai diffuso,
che si pone cdla coscienza della Chiesa. Se noi non siamo in una situazione simile, perchè Vordirumento cattdico, che esclude in modo assoluto il divorzio (sdvo poi fcalo rientrare sottobanco con i processi di
” annuHamento", dirumzì d tribunde ecclesiastico della Sacra Rota),
non per questo il problema in sè è meno sentito da noi. Vi presentiamo
un articolo di attualità sulla situazione inglese, accompagnandolo con
un sunto di una conferenza pubblica dell’Arcivescovo di Canterbury,
G. F. Fisher, pubblicata su Verbum Caro 39/1956.
Gli inglesi vogliono
il matrimonio religioso dei divorziati:
ma perchè ?
In Inghilterra ogni cittadino che
sia divorziato ha il diritto di risposarsi. La Chiesa Anglicana ha al
contrario più volte affermato che •
suoi fedeli non hanno il diritto di
compiere un tale atto e che, in conseguenza, i membri del clero dovrebbero ¡rifiutare di eelebrare il
matrimonio di divorziati. In pratica però, i vescovi non possono impedire che un parroco celebri un
matrimonio di tal genere, in quanto egli ne ha il diritto in base alla
legge civile sul divorzio di cui si è
appena parlato. E’ inevitabile che,
con quéste dUe possibilità offerte
agli interessati, si manifestino spesso dei dissensi tra le alte autorità
ecclesiastiche, che si rifanno alla
dottrina ufficiale, cUndaUnandio ogni unione di divorziati, e i singoli
parroci che preferiscono non di rado
agire senza tener conto dei divieti
ecclesiastici.
E’ di questi giorni un nuovo attacco al punto di vista ufficiale della
Chiesa Anglicana da parte del rev.
Williams Weir il quale, secondo un
quotidiano italiano, avrebbe affermato di essere pronto a celebrare il
matrimonio di divorziati e ha ultimamente unito in matrimonio un
suo collega ed una divorziata. L’arcivescovo di Canterbury naturalmente condanna, ma una assemblea
di vescovi, pur approvando il suo
operato in linea di massima, ha riaffermato la fondamentale libertà di
ogni ecclesiastico di agire secondo
coscienza in questo campo.
L’argomento appassiona l’opinione pubblica inglese che, nel complesso, sembra schierarsi più o meno consapevolmente dalla parte del
rev. Weir.
A questo punto vien fatto di domandarsi : perchè si invoca una maggiore larghezza da parte della Chiesa? Sembra che lo si faccia essenzialmente perchè la Chiesa eviti di dimostrarsi troppo dura ed intransigente, incapace di seguire il cammino degli uomini di buona volontà,
perdendo il contatto con la maggioranza della popolazione (la quale •—
implicitamente — è lungi dal raggiungere il livello dei princìpi che
la Chiesa fa suoi). Ora ci pare che,
finché sarà questa la motivazione data alle rivendicazioni di coloro che
condividono, il punto di vista del
Weir, esse suoneranno sempre assai
poco convincenti alle orecchie di un
credente. Non possiamo certo affrontare il problema in tutta la sua ampiezza. Comunque è chiaro che ü
Signore non ci ha mai chiesto di essere dei seguaci dalla manica larga,
ma ci ha chiesto di seguirlo tout
court. Perciò, comunque si cerchi di
aggiustare le cose, rimane il fatto che
si vuole stabilire con una seconda
j)ersona un vincolo che è stato in precedenza spezzato con una prima e
che tale nuovo vincolo non può effettivamente essere ricreato in tutta
la sua pienezza. La Chiesa non può
quindi incoraggiare mi tale passo.
D’altra parte, e questo sembra dare
un duro colpo al fondamentale ottimismo anglicano nei riguardi dell’uomo, la realtà del peccato è cosi
forte che ci si trova spesso di fronte
a dei casi in cui i due coniugi divorziati hanno di fatto già formato due
nuove famiglie. La Chiesa ha allora
il preciso dovere di porre queste persone di fronte alla loro infedeltà, ma
nello stesso tempo ha il dovere altrettanto preciso di annunziare il
perdono che viene loro offerto e del
quale essi devono vivere giorno per
giorno. Non sta a noi di decidere in
cho modo la Chiesa Anglicana può
pervenire a ciò : comunque non crediamo che si raggiungerà lo scopo
nè escludendo legalisticamente i divorziati dal matrimonio religioso nè
incoraggiandoli a risposarsi nel nome della comprensione umana.
Giovanni Conte
iHidete
0 piai/ig^&ia?
Una casa cinematografica dì
Monaco di Baviera annuncia
che sta per girare un film sul
naufragio del veliero-scuola te
desco Pamir, affondato in pie
no Atlantico con 85 membri deb
l’equipaggio e cadetti. Titolo :
« Il canto del Pamir ».
•
Un robot aveva fatto i conti
dei budget municipali svedesi;
ma, resi questi noti, la città di
Soederhamm si agitò, avendo
notato degli errori. Ed infatti il
cervello elettronico si era sba^
gliato, e ci vollero sei mesi a
dei contabili per rintracciare
i’errore, dopo aver ripreso tutti
1 conti.
li quadro « Vetrina » del pitto
re Ben Nicholson è stato rimesso nella sua giusta posizione nel
Museo di Arte Moderna di Arnheim. Era appeso al rovescio
ed aveva avuto così una gloriosa carriera itinerante in moitì
musei europei e mondiali.
«Le frontiere fra i paesi eu
ropei non saranno presto altre
che simboli » ha dichiarato von
Brentano, ministro degli esteri
deila Repubblica Federale Tedesca in un discorso a Nordhorn (frontiera germano-olandese). Attualmente a Nordhorn-'
dalle due parti del confine, si
costruiscono dei nuovi stabili
per la dogana, (da Réforme)
Il Fisher analizza, oom’è naturale,
la rivelazione biblica sull’essenza del
matrimonio, e passa schematicamente
in rassegna le posizioni assunte storicamente dalle varie Chiese di fronte
al divorzio. Per quel che riguarda la
Chiesa d’Inghilterra, il puritanesimo
degli inizi ha dovuto man mano cedere terreno di fronte alle pressioni dello Stato su quella che è la sua Chiesa.
E’ così che, specialmente a partire dal
1857 (Matrimoniar Cause Act), si nota un progressivo allentarsi della disciplina ecclesiastica sul piano parrocchiale: e mentre i Sinodi e le dichiarazioni ufficiali riaffermano continuamente la non liceità della celebrazione
di un matrimonio religioso fra divorziati, in pratica esso viene celebrato
con una relativa frequenza. Da notare
che mentre nel ISfl su 190.112 matrimoni si ebbero l^l divorzi, nel 1953
su 344.448 matrimòni si ebbero 30.326
divorzi. Questo aumento tragico non
può trovare spiegazione soltanto nell’evoluzione dei tempi o nelle guerre.
Di fronte a questa situazione grave,
la posizione attuale della Chiesa, quale risulta dalle risoluzioni dei suoi Sinodi è la seguente :
— Il matrimonio, secondo la volon
tà di Dio, è per suà essenza un’unione
per la vita. '
— Il divorzio, quindi, comporta
sempre un distacco dal matrimonio
qual’è stato stabilito dal Signore.
— La Chiesa non può perciò per
mettere che la sua liturgia sia usata
per la celebrazione di un matrimonio
fra divorziati. I
« Non mi sono sincerato dietro una
posizione rigorista, affermando che il
Signore ha interdetto il divorzio, e che
tutta la questione è in tal modo liquidata (...). Ogni divorzio è dovuto, in un
modo o nell’altro, al peccato, ed ogni
nuovo matrimonio partecipa di questo
peccato. L’adulterio non è il solo peccato che rende un matrimonio quasi
intollerabile; e^s^no altre cause di
rottura. Ma in ogni caso il peccato è
all’oi>era. Parafrasando la parola del
Signore si potrebbe quasi dire; Ci saranno dei divorzi (poiché questa è la
realtà del mondo peccatore) ma guai
a colui per il quale il divorzio avviene ». f
Questo rifiuto d^ riconoscere ufficialmente un secondo matrimonio, si accompagna d’altra parte ad una sollecitudine profonda, per coloro che rimangono pur sempre dei peccatori per
cui Cristo è il Salvatore, e che forse
attraverso la crisi del divorzio sono
stati richiamati aUa fede in Lui; l’allontanamento temporaneo dalla S. Cena, e l’eventuale riammissione non
possono essere esaminate e decise che
caso per caso dal pastore e (qui appare l’ordinamento ¡episcopale) dal vescovo.
Non considerando certo il matrimonio un sacramento, la Chiesa però,
conoscendo la profondità della grazia
che Dio fa all’uomo neirunicità del
matrimonio, del ¡totale, scambievole
donarsi di due es^ri (parabola del dono Suo, a noi), deve rifiutare di riconoscere, di accettare, quei casi
che, pur rappresentando a volte un
« male minore », una soluzione umanamente comprensibile e riuscita, rimangono non di. meno segni profondamente marcati ¡del peccato ch’è nel
mondo e nella Chiesa. La Chiesa deve mantenere, anche nella sua disciplina, la purezza ideila rivelazione biblica, affinchè il suo annuncio nel mondo risulti limpido, scevro di compromessi.
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Le sens de la vie
« Dieu aime la vie; c’est lui qui
l’a inventée! » Je crois encore entendre ce mot de mon ami Roger
Faure. Il le répétait souvent, avec
ce beau sourire qui l’illuminait.
Oui, Dieu aime la vie; c’est lui
qui l’a inventée. Dans toute la Bible, la notion de la vie est liée à
Dieu, la vie apparaît comme une
force qui vient du Créateur et qui
anime les créatures. La vie s’éveille
à l’appel de Dieu...
Or, observez les hommes, examinez cette pensée subconsciente, à
peine formulée, qui est comme la
trame de leur âme ; vous verrez que,
le plus souvent, et même chez les
croyants, elle est imprégnée d’une
opposition mentale entre Dieu et la
vie. Dieu apparaît alors comme un
frein, une barrière, comme celui qui
limite la vie. Les hommes revendiquent un droit à « vivre leur vie »
et protestent au nom de ce droit,
contre l’autorité restrictive de Dieu.
Comme si Dieu nous empêchait de
vivre notre vie, alors que c’est avec
lui seulement que nous pouvons la
vivre pleinement.
En vérité nous connaissons tous
cette peur de nous-même, cette peur
de l’élan vital que nous sentons en
nous et qui pourrait déborder. Les
débordements, chacun le sait, c’est
un bondissement de vie hors des
lois divines de la vie. Dès lors nous
risquons de considérer cet élan de
vie comme opposé à Dieu, alors que
c’est lui qui nous l’a donné. Il est
clair qu’y mettre un cadenas n’apporte aucune solution; que la solution, c’est abandonner notre vie à
Dieu et lui demander d’en diriger la
force jaillissante.
La Bible ne connaît pas l’opposition que nous faisons constamment
entre la vie biologique et la vie spirituelle. Selon la Bible, la vie est
une force qui vient de Dieu et qui
anime le monde et les êtres vivants;
c’est cette même force encore, l’Esprjt, qui donne à l’homme sa conscience morale et suscite en lui ce que
nous appelons sa vie spirituelle.
« L’Eternel souffla dans les narines un souffle de vie et l’homme
devint un être vivant » (Genèse
2: 7). Oui, un souffle: la Bible ne
donne pas de la vie une notion statique; elle nous la présente comme
une impulsion, une force directrice.
Cette même impulsion, le souffle, la
Bible l’emploie aussi pour désigner
l’Esprit. La vie spiritneBe, pas plus
que la vie biologique, n’est une réalité en soi, une sorte de capital acquis. Elle est un mouvement qui
vient de Dieu, et qui anime et dirige
nos âmes.
Les explications des biologistes
sur la vie concordent entièrement
ave<‘ la notion que la Bible nous en
donne. Qu’on parle de force directrice, d’organisation, de choix, de
conscience ou de sensibilité organique, on évoque une volonté, un plan,
un sens, et c’est le principe même
de la perspective biblique...
Notre vie spirituelle non plus ne
suit pas une ligne droite; elle est
faite d’oscillations perpétuelles et je
vois souvent des chrétiens qui ont de
la peine à racoepter. Mais elle a
aussi son régulateur. Ici, c’est la
voix de Dieu qui joue le rôle de la
sensibilité organique; nous pour,
rions, l’appeler la « sensibilité spirituelle ». La faute nous conduit à
l’humiliation, à ce retour à Dieu et
à la direction juste, qui est l’expérience même de la grâce.
Connaître Dieu, retrouver perpétuellement Dieu et le mieux comprendre, même aux prix de nos fautes, c’est le sens de la vie selon la
Bible. Il n’y a pas de vie sans oscillations; et ce jeu continu de déviations et de corrections entretient la
vie. Il n’y a pas de vie sans péché,
de foi sans doute et ce cycle du péché et de la grâce, du doute et de
la foi, de l’éloignement de Dieu et
de la découverte de Dieu cou.stitue
ce que nous appelons la vie spirituelle. Oui, cette vie conduite par
Dieu, qui ne nous met pas à l’abri
des erreurs de directions, mais où
ces erreurs mêmes nous servent à
mieux connaître Dieu, à retrouver
sa grâce et distinguer son plan, c’est
la seule vie qui ait un sens, et c’est
aussi la seule vie vraiment heureuse...
Un malade me disait: « Au fond,
je ne vis pas vraiment, parce que je
ne m’engage pas dans la vie ». S’engager, c’est accepter cette responsabilité de soi, cette recherche du
plan de Dieu, ce risque de se tromper à son sujet, cette humiliation et
cette grâce aussi qui ressuscite en
nous la vie.
Docteur Paul Tournier.
(Paix et Liberté)
randemente desiderato di
niandiare
con voi, jriina che io soffra
Luca 22: 15
Queste parole sacre, dì bocca dei
Cristo, non appartengono all’istituzione della Santa Cena; ma hanno
con essa il più stretto rapporto, ed
inlatti la introducono. Era la notte
in cui il Signore fu tradito: o piuttosto, lo era già, poiché Giuda era
già comprato per venderlo e Tave-s a
venduto; il traditore non cercava
più che l’occasione favorevole. Scelse
per questo il silenzio della notte, in
cui Cristo si trova per l’ultima volta
riunito coi suoi discepoli. « E quando
l’ora fu venuta egli si mise a tavola
e gli apostoli con lui. Ed egli disse
loro: Ho grandemente desiderato di
mangiare questa pasqua con voi,
prima che io soffra» — L’ultima volta: non l’ha saputo in seguito, lo sa
già prima. Ma non ha avuto cuore
di rivelare ai suoi discepoli tutta
rimminenza dei pericolo, questa notte stessa, e di dir loro qual’è: quello
della morte più infamante ed inevitabile. Egli, che ha portato da solo
il peccato del mondo, porta ancora
da solo la terribile conoscenza di ciò
che sta per accadere; Egli che ha
lottato da solo nel Getsemane, solo
perchè i discepoli dormivano, è ancora solo qui, benché sia a tavola
con i suoi soli confidenti. E’ così che,
in quel piccolo circolo, uno solo sa
ciò che sta per avvenire questa notte, in che modo, e per mezzo di chi:
colui che è tradito — e un altro ancora, è vero, il traditore, anch’egli
presente. Cristo si mette a tavola
con i suoi apostoli e dice loro : « Ho
grandemente desiderato di mangiare
questa pasqua con voi».
Non ti pare, caro ascoltatore, che
queste parole appartengono anch’esse alla Santa Cena, rivestendo un
significato più profondo di intimità
e di simbolo al tempo stesso, e non
soltanto come appartenenti storicamente al racconto sacro? Poiché,
non è vero? il desiderio del cuore è
parte essenziale della Santa Cena. E
non saremmo di fronte alla più terribile opposizione col racconto sacro
che ei riferisce l’ardente desiderio
che il Signore ha di questo pasto, se
un uomo, per abitudine, o cedendo
agli usi, 0 forse spinto da circostanze del tutto casuali, andasse alla Santa Cena senza il desiderio del cuore?
Queste parole sacre sono dunque le
parole d’introduzione all’istituzione
della Santa Cena; e, per ognuno, il
modo veramente religioso di awicinarvisi, è di venirvi col desiderio del
cuore.
PREGHIERA
Padre celeste! Lo sappiamo: Tu
sei colui che dà il volere ed il compiere, e il desiderio che ci spinge a
rinnovare la comunione col nostro
Salvatore e Redentore viene da Te.
Ma che quando questo desiderio ci
afl'erra. possiamo anche noi afferrarlo; quando vuole trascinarci, possiamo cedervi; quando sei vicino a
noi nell’appello, possiamo starti vicini nell’invocazione; quando in questo desiderio ci offri il bene supremo,
possiamo conservare forte questo desiderio, santificarlo nelle ore dì raccoglimento, con la serietà del pensiero, in modo che divenga nel nostro cuore U desiderio possente, ma
profondamente sentito di coloro che
vogliono degnamente partecipare alla Santa Cena!
Soeren Kierkegaard
(Da Discours chrétien, p. 227 s.)
3
L’ECO DEUiE VALLI VALDESI
— S
Villar Pellica
al lermine della sladione estiva
Da molti anni, nelle nostre Valli, la
stagione estiva rappresenta un periodo morto per le attività della Chieda e la comunità di Villar Pellice non
fa eccezione alla regola. Quest’anno
l'ascesa verso i monti è stata ritardata dalle intemperie primaverili ma una
volta cominciati i lavori estivi essi non
hanno fatto che mostrarsi più impegnativi che mai. Non solo sono state
interrotte tutte le attività della Chiesa, ma anche i culti hanno risentito come di consueto una flessione nel numero delle presenze.
La vacanza estiva poteva anche talvolta giovare alla vita della comunità.
Il lavoro manuale consentiva un certo
riposo allo spirito e la ripresa delle
attività in autunno era un gioioso ritrovarsi di vecchi compagni d’opera
lieti di riprendere con passione il comune servizio del Signore e della Chiesa.
La vita moderna però trasforma
molte cose anche senza che ce ne accorgiamo e la vacanza estiva diventa
ogni anno più uno strumento che rallenta i vincoli della Chiesa e allontana le membra sparse del corpo di Cristo. La gioventù soprattutto è la grande sedotta dei tempi nuovi. Non che
d’estate essa lavori ventiquattro ore
su ventiquattro, tutt’altro! Più intelligente ed istruita essa riesce meglio
di un tempo a dosare il lavoro con
la ricreazione. E così, ogni giorno, ap
pena finito il lavoro prefisso, corre a
cambiarsi eppoi inforca la motocicletta e via a perdifiato lungo lo stradone
per inebriarsi di velocità. E quando
giunge il sabato parte in gita per il
monte o verso il mare od i laghi. Ha
lavorato tutta la settimana, non ha
che la domenica per ricrearsi un po’,
bisogna dunque che ne approfitti! —
E il giorno del Signore? — E le attività della Chiesa? — E quell’opera di
testimonianza che siam pure chiamati
a dare di fronte a tanti villeggianti che
vengono a noi proprio d’estate? —
Non c’è tempo! C’è troppo lavoro,
per ricrearsi il tempo bisognerà trovarlo, ma per il Signore si farà come si
potrà.
Questa, parallelamente a quella di
varie altre comunità delle Valli, la situazione estiva della nostra Chiesa. Situazione di comunità che proprio nel
momento in cui dovrebbero mostrarsi
più agguerrite e viventi, offrono spettacolo di un organismo paralizzato e
impotente.
Iddio ci è venuto in aiuto e ha portato un correttivo alla nostra situazione per mezzo di una nascente villeggiatura evangelica villarese.
Vogliamo, qui, indicarne alcune tappe a mo’ di cronaca e soprattutto per
esprimere la nostra riconoscenza a Dio
e verso tanti cari fratelli in Cristo che
sono stati gli artefici per le benedizioni di cui abbiamo goduto.
Villeggianti nostri
Molti Villaresi emigrati vicino e lontano, in città e in pianura, in patria
ed all’estero, tornano fedelmente ogni
estate con le loro famiglie per ritemprarsi le forze nel clima del paese natio ed è sempre con gioia che li accogliamo.
Ricordiamo la cara sorella Maddalena Cairus istitutrice a New York
e sua cugina pure Maddalena Cairus
che risiede a Toronto nel Canada.
I coniugi Mazzali da 20 anni non
rimettevano piede injtalia e possiamo
immaginare la commozione della sorella Paolina nel rivedere i suoi parenti e nel tornare al suo villaggio del
Bessè. In America essa è Missionaria
alle dipendenze di comunità ora presbiteriane ed ora pentecostali, e ci ha
dato jjerciò nel tempio ed alle riunioni di preghiera degli ottimi messaggi.
Ospite d’eccezione e stato il pastore
awentista Beniamino Cairus di Montevideo i cui genitori provengono dal
Villar. Uomo di evidente cultura, reduce da un viaggio di ricognizioni archeologiche in Terra Santa, ci ha rivolto la parola nel tempio e in una
riunione serale. Non conoscendo le
lingue a noi note ci parlò una volta
in « patois » e l’altra in spagnolo. Si
fece per altro capire molto bene e ci
interessò vivamente. Lo -tradusse la
sig.ra Cl. Bouissa che è l’interorete
villarese per la lingua spagnuola.
ALCUNI CAMPEGGI
Campi Eclaireuses
di Marsiglia
Non era la prima volta che dei giovani esploratori evangelici venivano a
organizzare dei campi al Villar. Ma
quest’anno la cosa avvenne in grande
stile e con ospiti scelti.
La sig.na Ginette Guillot organizzatrice delle éclaireuses di Marsiglia ci
portò tre grossi pullmann francesi gremiti da 115 giovanette fornite di tutto Foccorente per i loro campeggi.
Assistite da un comitato locale, in
pochi minuti, la sera dell’arrivo, organizzarono tre tendopoli al Teynaud,
al Ciarmis ed al Garnier. Tendopoli
fornite di tutto: tende per dormire,
tende magazzino, cucine, toelette e
persino... le docce. Servizi completi,
compreso quello della stampa per redigere i giornali dei campi.
Soggiornarono tra noi ventun giorni e furono favorite da un tempo splendido.
Giovanette serie ed educate, si son
fatte apprezzare dalla popolazione e
si son dimostrate entusiaste della nostra accoglienza e della bellezza delle
Valli. Abbiamo ammirato la loro organizzazione e il talento delle loro dirigenti. Svolgevano giornalmente una
attività intensa: turni di servizio, meditazioni, studi, gite e « inchieste » diligenti sulla vita Villarese, sulla sua
storia, sulle colture agricole, sull’industria... Era talvolta divertente vederle
sfaccendare tanto, ma era anche edificante.
Nessun lamento tra la popolazione,
salvo un solo caso in cui involontariamente rubavano un po’ di legna per
cuocersi la pappa e salvo quella dei
panettieri che si accorsero — con un
sorriso però — di dover cuocere troppo pane.
In compenso esse hanno arricchito
vari nostri culti con la loro presenza
intensa e con i loro canti. Accompagnarono il Pastore in varie visite agli
alpeggi portando la loro gaiezza nella
vita solitaria di quei piccoli gruppi isolati, cantarono spesso dinanzi alle case dei vecchi e degli ammalati.
Organizzarono una « Kermesse » in
un pomeriggio domenicale alle « Combettes » per i bimbi villaresi e si guadagnarono il cuore anche di molti adulti e villeggianti.
Una delle loro ultime serate villaresi, poi, accesero, al « Pilone » il loro « Feu de camp ». Riuscitissima festa
di addio con danze, canti, recite, alla
quale assistettero varie centinaia di
persone e che si concluse con senso di
delicata finezza da parte delle ospiti,
con la rappresentazione di due scene
nostrane ; « il vecchio saraceno delle
Valli » e « il colportore valdese ». Partirono due giorni dopo, ma lasciarono nei nostri cuori un senso di profonda nostalgia. Partendo, promisero di
tornare.
1 Campi del Castagneto
Alla serata di addio delle Eclaireuses era pure presente un gruppo di
una ventina di giovanette tedesche. Era uno dei primi campi del Castagneto. Campi che dovevano susseguirsi
numerosi, alla distanza sempre di 15
giorni e comprendenti ciascuno 30-35
ospiti. Entusiasti sempre della località e della accoglienza affettuosa dei
coniugi Lazier dedicarono anch’essi i
loro soggiorni alla meditazione ed allo studio della Parola di Dio alternati
a gite al Pra, al Barbara e a Barma
d’Aut nonché all’immancabile corsa a
Vallecrosia per salutare il mare che,
spesso, vedevano per la prima volta.
L’ultima sera era sempre quella del
solenne commiato : ogni « camerata »
offriva un saggio ricreativo nel grande
salone eppoi seguivano canti e giuochi fino all’ora delle bibite e delle torte apprestate dalla solerte Dorotea.
Quindi ancora dei canti e la preghiera, poi qualche ora di sonno prima di
lasciare per la partenza l’oasi soave di
riposo e di pace del Castagneto.
La maggior parte di questi ospiti
proveniva da località del Baden o del
Württemberg ed erano soprattutto operaie, impiegate, studentesse.
Ogni volta essi hanno abbellito i nostri culti con i loro canti e ogni tanto
i loro dirigenti ci hanno rivolto dei
messaggi.
Altri ospiti pure, da altre direzioni,
sono giunti al Castagneto. Non dimenticheremo tanto presto un gruppo di
Boy Scouts Americani, giovani come
fanciulli, vigorosi come degli atleti, esuberanti come degli Americani. Giunsero da Genova con delle motociclette
da noleggio. Uno rimase esausto a Torino. Un secondo si spezzò una gamba
a Pinerolo ed un terzo fracassò la moto a Torre Pellice. Al Villar trovarono
un po’ di calma e soprattutto la piscina del Castagneto. Si fermarono poco,
ma abbastanza perchè potessimo riconoscere anche in loro dei fratelli in
Cristo e apprezzare il loro capo, un
sant’uomo, che per guidare quegli « enfants terribles » doveva proprio essere uno stratega.
Il 15 agosto fu la grande giornata
del Castagneto, quasi il suo atto di nascita. Molti Villaresi spesero giornate
intere di lavoro per i preparativi consueti e riattare i ponti e rendere tran
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Un gruppo di éclaireuses marsigliesi cd Ciarmis.
ALTRI AVVENIMENTI
sitabili le strade. Altri si affaticarono
nell’organizzazione del Buffet e di una
lotteria Pro Castagneto. Altri ancora
si prodigarono in mille modi ed il pubblico accorse numeroso e ben disposto
e la giornata, per quelli che lo desideravano almeno, riuscì stupendamente sotto tutti gli asistí.
11 Castagneto ne è profondamente
grato a tutti coloro che se ne sono fatti
gli artefici perchè, da quel giorno, si
è più che mai sentito circondato dalla
simpatia di numerosi amici.
Gli ospiti
della Miramonti
Questa nobile pensione che per una
parte della stagione estiva funge da
pensione normale per offrire alla sua
Direttrice sig.na Lacatos il modo di
pagare l’afRtto del locale e per il resto
della gestione funziona gratuitamente
come una pensione della Chiesa, ha
pure accolto degli ospiti molto graditi. Tralasciando molti nomi ricordiamo il gruppo Schumacher-Rometsch.
Verso la fine di agosto, la Miramonti è stata occupata da un campo
diretto dalla sig.na Selmmer e dal pastore Rometsch e Signora, tutti già ben
conosciuti tra noi. Come in passato,
questi unionisti di Karlsruhe si sono
ricordati nei loro momenti di libertà,
dei nostri veterani ed ammalati per
cantare loro degli inni e ci hanno offerto una bella serata ricreativa alla
quale ha partecipato un pubblico numeroso. Era ormai l’epoca del Sinodo
e, nel corso di una seduta, il gruppo
Schumacher vi è stato ufficialmente
accolto. Il pastore Rometsch per pronunziare un messaggio ed il gruppo
per cantare un inno. L’assemblea sinodale ha espresso il suo gradimento
con un applauso cordiale. U pastore
Rometsch ha pure presieduto un culto al Villar.
Gli amici
Più che dei villeggianti, sono tal
volta solo dei visitatori estivi che vengono a noi con un intento fraterno,
per amore e per rendersi utili. Non
possiamo certo ricordarli tutti, ^ ma
quest’anno non possiamo non citere
all’O. d. G. il caro Avv. Bissaldi di
Genova che ci ha offerto una bella serata cinematografica, e che ci ha regalato un rep>ertorio di belle fotografie
sulle attività estive villaresi e, finalmente, un intero artìstico film sul medesimo argomento.
Ricordiamo pure la sig.ra Rivoire
di Marsiglia che è stata spesso al nostro fianco durante l’estate e ci ha validamente aiutati nelle nostre attività.
Culti ecumenici
Tutti questi ospiti ci hanno posto
il problema della possibilità di far
seguire il medesimo culto a persone
di lingue diverse. Per risolvere questo
problema, abbiamo stampato una piccola liturgia estiva in tre lingue e. aiutati dalla bUinguità della nostra chiesa, ci siamo studiati di intercalare tra
i vari paragrafi delle predicazioni delle
brevi traduzioni in tedesco. Il metodo
forse un po’ greve in passato ii è snellito quest’anno ed ha soddisfatto i nostri ospiti.
E’ tanto bello « adorare insieme »
il Signore.
Numerosi ospiti si sono alternati sul
nostro pulpito. Ricordiamo i pastori:
Panascia di Palermo, Tron di Losanna, Gelo di Taranto, Ricciardi di
Campobasso e U Missionario pastore
Tron dell’Asmara. Villar li ricorda con
riconoscenza.
Le Posaunen-Chöre
del Baden
Ultimo avvenimento della stagione
estiva, ma primo forse per importanza, è stata la visita di un gruppo di
« Bläser », « suonatori di trombe » di
Karlsruhe, guidati dal imestro Eiml
Stober, direttore delle fanfare religiose del Baden (Posaunenchöre).
Queste fanfare sono in numero di
200 e comprendono da due a tremila
suonatori nel solo Baden (in tutta la
Germania sono 60.000). La loro attività ha sempre e soltanto un fine ecclesiastico. Non accettano neppure di
dare concerti come tali. Suonano soltanto per celebrare la gloria di Dio.
Il sig. Stober, da qualche mese, si
era fatto promotore di una colletta tra
i suoi musicisti, per offrire un doppio
quartetto di strumenti da fiato alla
gioventù della chiesa di VUlar Pellice.
Terminata la colletta, venne egli stesso, con 15 compagni e sei macchine a
recarci il magnifico dono.
Ospiti del Castagneto, essi vollero
visitare le nostre Valli coi luoghi notevoli della loro storia, i loro istituti
ed i loro ospedali. Dappertutto suonarono le loro trombe e per tutti esse ebbero il suono di un messaggio amico.
A Torre Pellice, al Villar ed a Torino,
in cambio del concerto richiesto, offrirono dei canti liturgici : brani scelti di
musica sacra di Bach e di altri autori
intercalati da inni accompagnati dal
canto dell’Asseftiblea, da letture bibliche e da preghiere. Da ultimo, detto
da tutti insieme in due lingue, il Padre Nostro. Esperienza nuova, una e^
sperienza benedetta per tutti coloro
che vi presero parte.
Domenica 15 settembre — ultimo
giorno villarese degli ospiti — ebbe
luogo, nel corso del culto solenne, la
consegna del « dono » alla Chiesa di
Villar.
Non potremo dimenticarlo facilmente.
Ai piedi del tavolo della S. Cena
erano disposti gli ottoni rilucenti. Da
un lato del pulpito si trovavano gli^ ospiti con le proprie trombe e dall’altro i giovani villaresi ai quali il dono
era destinato.
Al momento dell’inizio la fanfara si
alzò per suonare il preludio, intonò ü
« Giuro di Sibaud » e un primo palpito di emozione profonda vibrò nei cuori.
Poi segui il culto come di consueto
e il messaggio biblico ci ricordò l’importanza — forse troppo dimenticata
dalla chiesa — che le trombe hanno
nell’economia del Signore.
Quindi, al termine del culto, con
quella distinzione che sempre ha caratterizzato il portamento dei nostri
ospiti, il sig. Stober, mentre i musicisti dalle due parti sorgono in piedi,
rivolge un breve messaggio per consegnare a nome della sua chiesa ü dono
ai giovani vUlaresi. come si consegim
un talento afl&nchè sia sempre meglio
servito il Signore, e conclude recando
ü saluto personale del Landesbishof
del Baden, dott. Bender. Gli risponde
il Pastore leggendo l’indirizzo di riconoscenza del proprio Concistoro... Dio
benedica la Chiesa del Baden. Quindi
il sig. Stober, seguito da tutti i suoi
compagni si awicma ai musicisti Villaresi e stringe loro ad uno ad uno la
mano. .
E U culto si conclude: il gloria, u
Padre nostro, la benedizione. I musicisti tedeschi, ancora una volta accostano le loro trombe alle labbra. Suoneranno l’uscita... E intonano il « Poich’è giunto ormai ristante che ci deve
separar... ».
Regna nel tempio un’emozione profonda.
Mentre l’assemblea è in piedi gli
ospiti escono a due a due dietro al
Pastore e ri, dispongono in fila sul
piazzale del tempio e cominciano le
strette di mano; molte strette di mano.
C’è ancora in tutti una commozione
profonda. Delle sorelle hanno il volto
rigato dalle lacrime.
Una sorella ci afferra la niano: —
Sa, Pastore, ho finalmente imparato
una parola tedesca e l’ho detta a tutti :
« Aufwiedersehen » (arrivederci!).
E non eravate le sole, care sorelle,
ad essere commosse. Molti altri attorno a voi si sentivano turbati più che
non dessero a vedere!
Sulla piazza i musicisti sono chiamati a gran voce al Bar attiguo. Due
sorelle vogliono offrir loro un aperitivo...
Nella sala delle attività è pronto
un’agape per 50 commensali presieduta dal Concistoro. Son seduti alternati
un tedesco ed un villarese. Non dovrebbero capirsi, ma si capiscono lo
stesso e sono felici e scherzano insieme in mille modi. E seguono poi i discorsi di prammatica. Si parla da una
parte e si risponde dall’altra e parla
^nche il sig. Magri, il caro ospite
giunto da Brindisi poco tempo addietro e poiché le sue parole toccano il
cuore degli uni e degli altri tutti quanti gli tributano un applauso che certo
lo conforta nel suo duro travaglio.
Poi giunge l’ora della partenza.
Una breve tappa nella fraterna wmunità di Torino per il culto liturgico
musicale. Poi via nella notte, per coprire in una tappa sola gli 850 Km che
separano Villar Pellice da Karlsriùe.
L’amore fraterno non teme ostacoli.
E così si è conclusa nel segno della
benedizione divina una stagione estiva nella quale con umiltà ci eravamo
accinti a servire il Si^ore e nella quale invece, a conti fatti, è il Signore che
ha servito la sua Chiesa.
Enrico Geymet.
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i / Claudiana - Torre Pellice Claudiana - Torre Pellice
ÙaUe
den e Vain
Torre Pellice ^
Pomenica 6 Ottobre si è riunita
l’Assembleà di Chiesa di ripresa. Dobbiamo anche questa volta ^ lamentare
il tatto che uim piccola minoranza
dei membri di chiesa vi ha l>arteclpar
to. Ci |mre che varrebbe la pena di
studiare le ragioni profonde che inducono una gran patte della Cmnunità
a disinteressarsi ai problemi della vita della Comunità a cui appartengono, tjuasi che essi non facessero parte
di essa. E ci domandiamo se ciò derivi da una deficienza di preparazione
dei membri di Chiesa a esercitare i
diritti ed i doveri che derivano dall’essere membri di un corpo vivo quale
è „la Comunità, o se sia l’influenza
di vui frequ^te atteggiamento scettico nella vita civile del cittadino italiano che si riflette stranamente nella
vita, della chiesa...
.L’Assemblea ha ascoltato anzitutto
la chiara e succosa relazione dei lavori del Sinodo fatta dal Geom. Sig.
Ahiato Albarin nostro deputato al sinodo. Si sono poi discussi alcuni argomenti della vita e delle attività della
Chiesa e ci si è fermati in modo
particolare sulla lettera circolare « La
Fiaccola», in rapporto con lo sforzo
in atto di ampliare la cerchia dei lettori dell’Eco delle Valli. Qualcuno infatti sottolineava il pericolo che la
Lettera Circolare possa essere in parte un duplicato, in piccolo, del giornale della Chiesa.
Il pericolo non è immaginario ed
infatti ci è capitato più volte di vedere dei Bollettini di chiesa con tale
ricchezza di notizie, di articoli ecc.,
da sostituire veramente la funzione
dell’Eco e da essere incitamento ai
rrieiribri di chiesa a non fare l’abbonamento all’Eco delle Valli. Tutti sono stati concordi nella esigenza di
evitare questo pericolo, ma d’altra parte si è fatto osservare che la Lettera
Pastorale è un modo efficace ed indispensàbile di raggiungere tutti i membri della chiesa e di poterli riportare
di tempo in tempo di fronte alle proprie responsabilità ed ai propri compiti. In questa linea precisa, che pone
la Lettera Pastorale su un piano totalmente diverso dal Giornale della
Chiesa, i Pastori cercheranno di compilare le future «Piacc(fle».
Non riportiamo tutti gli argomenti
che si sono trattati, ma ricordiamo
ancora Timportante discussione suscitata dalla proposta del Concistoro di
riiw^dere in serio esame l’idea, già
agitata anni or sono, di dotare la nostra Chiesa di una Sala di attività
adeguata alla proporzione numerica
della nostra Comunità ed alla particolare posizione di Torre Pellice che la
rende spesso centro di raduni, di visite dall’estero e di Conferenze. La discussione e terminata con un mandato dell’Assemblea al Concistoro afiìnchè nomini una Commissione assai
vasta che studi con accuratezza i problemi tecnici e finanziari e che riferisca ad una Assemblea che sarà convocata nel corso deH’invemo prossimo.
La Chie^ di Trarre Pellice ^ è vivamente rallegrata nel ricevere la notizia che il Pastore Sig. Bruno Tron è
stato anche quest’anno craifermato a
Torre Pellice.
Ringraziamo i Pastori Neri Giampiccoli e Roberto Comba che haimo
presieduto il nostro culto nel corso
del mese di settembre.
Atti liturgia:
Battesimi: Aya^t Silvana di Giovanni Daniele q di Ricca Paolina,
Marco Bertot di Rinaldo e di Gisletti
Erica; Albina Gisletti di Giovanni e
di Rostan Caterina; Dina Federica
Tron di Valdo e di Maria Luisa Castorina; Daniele Peyrot di Aldo e di
Chauvte Ivonne; Rivoira Danilo di
Valdo e di Bulla Nanny; Enzo Rivoira di Valdo e di Buffa Nanny.
Matrimoni: Monnet Rinaldo e Pons
Paola; Vigna Renato e Paschetto Valdesina.
Funerali: Geymet Pietro; Paschetto
Augustina in Bertin; Tourn Willy;
Monastier Giulia.
COMUNICATO
I lettori più attenti avranno notato
che da alcune settimane la testata
dell'Eco delle Valli porta dei nuovi
prezzi di abbonamento. Quando il
periodico usciva ogni quindici giorni,
l'abbonamento era di L. 700 annue.
Diventando settimanaie, l'abbonamento avrebbe dovuto essere logicamente raddoppiato. Abbiamo provato, invece, di mantenerlo a sole mille
lire. Ma, nei frattempo, le spese della
carta e della tipografìa sono ulteriormente aumentate.
Ci troviamo quindi nella necessità
di chiedere ai nostri abbonati di accettare di buon grado il nuovo abbonamento di L. 1.200 annue.
Anche con questo lieve aumento,
diffìcilmente l'amministrazione dell'Eco potrà sperare di chiudere in pareggio. Perchè questo sia possibile,
abbiamo due sole possibilità : un
maggior numero di abbonati e un
maggior afflusso di doni.
Vi rivolgiamo un cordiale invito
perchè ci aiutiate. L'Eco delle Valli è
il vostro periodico; è ii legame che
di settimana in settimana vi porta la
voce della vostra Chiesa. Non respingetelo, come non respingereste un
amico che vi viene a trovare. Non vi
chiede, in cambio dei servizi che vi
rende, che il minimo indispensabile
per vivere.
Vi ringraziamo di cuore.
L'Amministrazione.
UN AGRICOLTORE CI SCRIVE...
La Scuola Valdese di Agricoltura
Mi sia permesso dire due parole su
tale soggetto.
Prima di tutto cerchiamo di chiarire l’argomento con ima discussione
il ^iù possibile oggettiva e senza presa di posizione interessata.
Quest’anno è sentita in modo speciale la mancanza di allievi maschi
della Scuola di Agricoltura.
Questo indica in modo chiaro la
freddezza e l’incomprensione delle
popolarioni valligiane, oppure 1 incompetènza della Scuola nel risolvere, i problemi locali.
A mio modesto parere, un ragazzo sui 14 anni non sente in alcun
modo il bisogno di perfezionarsi nel
modo di lavorare la terra; sarebbe
quindi la famiglia che dovrebbe risvegliare tale bisogno, o se mai incoraggiarlo.
■ I^rtroppo, bisogna pur dirlo, nella
maggioraziza dei casi i genitori sono
disillusi daile vicende spesso avverse
del lavoro agricolo; se aaicora possono, cercano scampo altrove, o almeno
fanno prendere una via migliore ai
propri figli.
In altri casi, i genitori sono così
avversi ad ogni novità e cambiamento nello svolgimento del proprio lavoro, che giammai vorrebbero riconoscere una qualsiasi utilità a questi
Corsi di Agricoltura.
D’altra parte si presenta il lato
economico ; ad ogni occasione, si
sente dire che la terra, oggi, non
produce più abbastanza da dare una
vita decente ad una famiglia. Questo
sarà anche vero, ma non è detto che
produca meno di una volta; è certo
che con un altro sistema di lavorazione ed ima minore frazionabilità
dei poderi, la produzione sarebbe superiore.
Queste, però, non sono che parole
vaghe e illusioni per chi è in contatto diretto con la terra.
La concretezza dei fatti, sentita dai
nostri contadini, è ben altra cosa, essi sanno che un ragazzo di 16 anni,
che voglia lavorare, può guadagnare
1.500 lire al giorno, come manovale
in miniera o come boscaiolo.
Che cosa si può ribattere a questi
rudi lavoratori, che dopo aver lavorato con cura la loro terra, aver piantato per es. 5 quintali di patate, ora
ne raccolgono appena la stessa quantità, e per altre colture condizioni
poco nugliori?
E quando si presenta un po’ di abbondanza. il dover cedere i loro raccolti a prezzi irrisori, ben sapendo
che il consumatore dovrà pagare a
caro prezzo.
Chi sarà che aiuterà concretamente questa gente? Saranno gli aspiranti al Parlamento in cerca di voti, o la
Benemerita Scuola di Agricoltura, la
quale è quasi ignorata, specialmente
in questa Val San Martino?
Il giovane, dal canto suo, lascia
ben volentieri questa rude disciplina
della campala, per altre attività
con reddito immediato, le quali gli
danno i mezzi di camminare di pari
passo con altri suoi coetanei, secondo lui più fortunati e indipendenti.
Sarebbe da augurarsi che una col
laborazione fattiva si stabilisse fra
la Scuola e le nostre campagne, onde promuovere un rinnovamento in
ogni càmpo.
Se è vero, come è stato detto, che
manca l’interesse alla lettura e alla
istruzione, è pur vero che, silenziosar
mente, c’è chi lavora con -le proprie
forze e la propria iniziativa al miglioramento generale; tutto non è
perduto: con l’aiuto di Dio la strada
è ancora aperta. O. B.
Villosecco
La nostra Comunità desidera ancora inviare il proprio saluto ed il pensiero fraterno al Pastore Janavel, ritornato alla sua Chiesa di New-York.
Ricordiamo tutti vivamente i suoi
messaggi ai Chiotti ed alla riunione
pomeridiana della Ciuliere, dove il
messaggio della Parola di Dio e l’appello sono insensibilmente divenuti
scambio di informazioni e di notizie
sulla testimonianza resa all’Evangelo
qui come dai nostri fratelli del Nuovo
Contiriente per diventare, alla fine,
scambio di saluti e di informazioni
da parte degli inevitabili riclarini per
nulla assenti anche in quelle zone.
Sempre in tema di saluti non vogliamo anche dimenticare i fratelli e
gli amici marsigliesi che sono stati in
mezzo a noi nel {»riodo del ferragosto e presso i quali vogliamo scusarci
di non aver potuto, per molte ragioni
di tempo e di dispersione, organizzare
una serata da trascorrere tutti assieme. Sarà per la prossima volta!
I lavori per l’alloggio dell’insegnante al Trussan sono giunti ormai a
buon punto, grazie anche alla collaborazione di tutte le famiglie dei quartieri interessati che hanno offerto il
loro lavoro patuito {»r accelerare i
lavori e diminuirne la spesa. E’ stato
un gesto significativo e segnaliamo
con riconoscenza l’im{)egno con cui
i nostri fratelli più anziani hanno
voluto, anch’essi, collaborare all’im
presa comune. Cosi potremo offrire
all’insegnante del Trussan un alloggetto confortevole e moderno, anche
nella s{)eranza, piuttosto interessata,
di incoraggiarlo a rimanere almeno
per tutto un anno!
Atti liturgici. Il, lutto ha ancora visitato la nostra Parrocchia con la
scomparsa del Sig. Federico Pons, deceduto a Pomaretto il !■> Settembre.
Giungano i nostri sentimenti di solidarietà fraterna alla figlia in Svezia
con la famiglia ed a tutti i parenti.
il battesimo è stato amministrato il
18 Agosto a Uva Peyronel di Aldo e
Enrichetta Bounous (Giulberso), il 15
Settembre a Ferruccio Menusan di
Roberto e Nella Tron (Villasecca
Sup.) ed a Marco Davite, secondogenito del Pastore. Che il Signore benedica questi bimbi e le loro famiglie.
Attività parrocchian: Il Concistoro
è convocato in seduta ordinaria per
domenica 13 ottobre. L’Assemblea di
Chiesa è convocata per domenica 20
Ottobre, do{)o il culto.
Massel
Gomme toujours c’est le départ des
estivants, plus encore que les travaux de la terrey qui nous a donné
la sensation de l’automne. Un automne qui cette année se prolonge
obstinément ensoleillé et bizarre où
les problèmes sociaux semblent se
faire aigus. A’ la crise des récoltes
dont notre correspondant du « Pellice» a eu l’occasion de parler en de
termes peut’être un tantinet tragiques, vient de s’ajouter la grève des
mines. Nous ne pouvons qu’exprimer
notre sympathie aux uns et au autres, et s’il est relativement plus far
Cile de comprendre et accepter les
difficultés du travail de la terre soumis à des lois qui ne sont pas dictées par l’homme, il est triste de
Iienser que le travail des industries
du monde moderne entièrement livré aux lois de l’homme soit parfois
l’objet de lutte. Nous espérons que
celte chronique paraisse lorsque ces
questions syndicales auront déjà été
résolues. Nous avons eu l’occasion
de célébrer dans le courant de l’été
deux baptêmes: de Tron Romano
Guerrino et de Rostan Gianfranco
Giorgio. A’ la famille Rostan qui
s’établira définitivement hors de la
paroisse nous adressons nos vœux
fraternels ix>ur que cet enfant, comme ses frères puisse être élevé dans
la foi de son baptême.
Mr. le prof. G. Miegge nous a
adressé aux cultes des dimanches 15,
22, 29 septembres des messages particulièrement appropriés à notre situation et dont nous le remercions
sincèrement. Nous renouvelons ici
nos vœux {x>ur son ministère à Rome. Nous remercions de même le
pasteur R. Nisbet qui a présidé le
culte du dimanche 8.
Voici enfin la deuxième liste de
dons in memoria de Mr E. Balma:
Tron Jules L. 500; Micol Enrico 500;
prf. S. Tron 1.000; Gaydou Enrico
1.000; prf. G. Miegge 2.000; Pons Teofilo 500; Tron Silvio 1.000; Meytre
Oreste 1.000; Tron Guido 1.000; Pons
Enrico e Amelia 1.000; Tron Vitale
1.000; Micol Luigi 1.000.
Direttore: Prof. Gino Costabel
Pubblicazione autorizzata dal Tribunale di
Pinerolo con decreto del 19 gennaio 1955.
Convegno di autunno
Tutti i colleghi e gli amici sono invitati al convegno d’autunno che avrà
luogo D. V. a Bobbio Pellice la domenica 20 ottobre col seguente program
Hi.di *
Mattino : Culto-Pranzo in comune.
Pomeriggio : Convegno alle ore 14,30
sul tema: «Il problema della lettura
nelle nostre classi e nelle nostre Valli ». Presenteranno le relazioni i colleghi sigg. Dosio, Baridon e Paschetto,
F. Malan. Dopo il tè visita alla Latteria Sociale. Per i parteciptanti è previsto un servizio di corriera in partenza alle ore 10 dal piazzale della stazione di Torre Pellice.
Borse di Studio
Le tre borse di studio dell’AICE da
L. 25.000 ciascuna, sono state assegnate per l’anno scolastico 1957-58 ai seguenti valdesi:
1“ — Anita Pascal, di Perrero, alunna della seconda classe dell’Istituto
Magistrale di Pinerolo.
2- —• Roberto Eynard, di Torre Pellice, alunno della prima classe dell’Istituto Magistrale di Pinerolo.
3" — Silvio Peyronel, di Riclaretto,
alunno della seconda media della
Scuola latina di Pomaretto.
IL SEGGIO
Qualche notizia
in breve
Il Consiglio Ecumenico delle
Chiese ha accolto 5 nuovi membri,
costituiti da oltre 1 milione di credenti; questo porta a 170 il numero delle
Chiese protestanti, anglicane ed ortodosse che lo compongono.
L’immigrazione dei rifugiati, lo
spostamento di contadini verso nuovi
centri industriali e l’eccedenza delle
conversioni al protestantesimo stanno
portando alla costituzione di numerose nuove comunità, in Austria; e, naturalmente, sono in costruzione numerosi templi.
^ Nella Prussia orientale, sotto amministrazione sovietica, non vi sono
più chiese usate per il culto: quelle
che non sono state distrutte nella
guerra servono ora da silos, da rimesse per macchine ed attrezzi agricoli, da « case di cultura » della cellula comunista locale.
-¡è- Un decreto del Vaticano ha formalmente proibito ai sacerdoti d’Un
gheria la partecipazione alla vita pò
litica, pena la scomunica; questa colpirebbe tre di essi, che sono membri
del Parlamento.
Alcuni illustri ecclesiastici cattolici belgi hanno tenuto una riunione
a Beaiiraing per approfondire le incidenze della Bibbia sulla loro vita personale e sul loro ministero. Le loro
relazioni saranno pubblicate in Italia
dalla Morcelliana (Brescia).
I ECONOMICI \
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Dal giorno 4 Ottobre 1957 riposa
nella pace del Signore
Ester Ayassot ved. ReveI
di anni 90
vedova del Prof. Onesimo Revel
Lo annunciano addolorati, a funerali avvenuti, la famiglia e tutti i parenti,
« E, fattosi sera, Gesù dis.se :
— Passiamo all’altra riva — »
Marco IV : ;15
Redauore: Ermanno Rostan
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