1
Anno 123 - n. 23
12 giugno 1987
L. 700
Sped, abbonamento postale
Gruppo 1 bis/70
In caso di mancato recapito rispedire
a: casella postale - 10066 Torre Pellice
delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
NOSTRA INTERVISTA AL SEGRETARIO DEL CONSIGLIO DELLE CHIESE SUDAFRICANE (SACC): BEYERS NAUDE’
La rabbia crescente del popolo nero
Dietro la calma apparente sale la tensione in Sud Africa - Il governo continua ad esercitare una repressione durissima, indice di paura - La malvagità dell’apartheid ha prodotto privilegi enormi che la minoranza bianca non intende cedere
%
— Qual è la situazione in Sud
Africa nel momento presente?
— La situazione è molto grave,
benché, in superficie, sembra che
ci sia la calma e il governo affermi di aver ristabilito Lordine e
la legge. Sotto questa superficie
la tensione, soprattutto nella comunità dei neri, è veramente
molto profonda ed è molto forte. La rabbia della gente è cresciuta a causa delle azioni che il
governo compie contro i sindacati e contro la gente che rifiuta di pagare le tasse di locazione
nelle grandi township e nei grandi ghetti neri; le autorità hanno
cominciato a sfrattare la gente
che non paga. C'è una vasta azione concertata, portata avanti nei
grandi ghetti semiurbani, come
quello di Soweto, dove la gente
rifiuta di pagare le tasse di locazione, fin tanto che il sistema
dell’apartheid non sia abbattuto
o non cambi. Attualmente il danno per questo mancato pagamento armuonta a qualche cosa
come 82 milioni di rands (1 rand
— 1.000 lire). Proprio nel corso
degli ultimi giorni le autorità
hanno cominciato a tagliare i fili
deirelettricità in un certo numero di case. Il past. Frank Chikane (il successore di Naudé al segretariato del SACC, a partire dai
primi di luglio di quest'anno,
n.d.r.) è uno dei casi; nella sua
abitazione è stata tolta l’elettricità due settimane fa. Lo stesso' è
avvenuto nella casa del vescovo
Tutu, a Soweto. Potrei citare i
nomi di altre persone che lavorano nel SACC e alle quali è capitata la stessa cosa. E’ questo il
modo che le autorità hanno scelto per costringere la gente a pagare la tassa di locazione. La rabbia della gente, a causa di questo
genere di azioni intraprese dal
governo, è veramente molto seria, molto forte. Per quanto concerne, poi, i giovani, non ho veduto nel frattempo nessun miglioramento e nessun problema è
stato risolto. Fino a questo momento il governo è riuscito, usando mezzi durissimi di repressione e di oppressione, mediante l’uso delle forze armate, a dare una parvenza di convivenza
pacifica nell’ordine e nella legge.
Ma sotto questa apparenza, sotto questo velo, la tensione è veramente grande.
— Può illustrarci l'opera del
SACC in questa situazione? Come potete procedere nel vostro
lavoro, quali sono le difficoltà
che dovete superare?
— A causa delle leggi di emergenza, ancora in vigore, il governo ha tolto l’autorizzazione a un
gran numero di organizzazioni e
ha messo in carcere i loro leader. Molti sono costretti a imboscarsi, le riunioni sono state
messe al bando, quindi sono contrarie alla legge, perciò un gran
numero di organizzazioni non
è più in grado di funzionare.
Questa situazione ha aggravato
enormemente le responsabilità
del SACC ed ha aumentato in misura molto grande il suo lavoro,
perché centinaia, e dovremmo dire, migliaia di persone che in al
tre circostanze erano in grado di
bussare alla porta di queste organizzazioni, si rivolgono ora al
SACC e alla Conferenza dei vescovi del Sud Africa, dicendo;
« Per favore, aiutateci! ». Troviamo una vera e grande, enorme
difficoltà a far fronte a tutte le
richieste. Il numero dei processi
per ragioni politiche, e la difesa,
quindi la cura che noi ne prendiamo, sono aumentati enormemente. Le somme neoesseirie per
far fronte alle spese per la difesa sono cresciute in una misura
drammatica. Sicimo inoltre coinvolti nelTassistenza alle vittime
deirapartheid, là dove le case
sono state bombardate o date alle fiamme dalle squadre di quelli che sono chiamati i « vigilantes ». I vigilantes sono dei gruppi di neri, gran parte dei quali,
sulla base delle prove che noi abbiamo raccolto, sono stati ingaggiati ed addestrati dalTesercito
del Sud Africa. Vengono usati
per delle azioni contro tutti coloro che in qualche modo sono
impegnati nella propaganda, o
semplicemente hanno una posizione contraria alla politica del
governo. A causa dell'azione deg:li squadroni dei vigilantes molti hanno sofferto nella propria
persona o nei propri beni in modo grave. Noi cerchiamo di fare
qualcosa per assistere questa
gente.
In questo momento la nostra
opera ha tre aspetti fondamentali; prima di tutto l’assistenza legale, in secondo luogo l’assistenza generale a quelli che sono le
vittime dello stato d'emergenza
e di crisi nel quale ci troviamo,
in terzo luogo la grande prepc^%
pazione, la nostra tensione per
la pace, verso la pace. Come è
possibile raggiungere una condizione di pace, di riconciliazione,
in queste circostanze? I bianchi
10 dicono’; dicono a gran voce;
« Noi vogliamo che ci sia riconciliazione »; i neri dicono a gran voce; « Vogliamo giustizia e liberazione ». Come possiamo mettere
insieme, come possiamo sposare
queste due ansie, queste due preoccupazioni della gente? E’ possibile metterle insieme, in una
società che è ingiusta?
— Avete qualche prova, qualche dimostrazione che la consapevolezza dei bianchi stia crescendo?
— Sì e no. Devo cominciare
con il no.
Vorrei cominciare prima con
11 sì, in qutmto sono un cristiano
e un credente che sa che il Signore sta operando nel cuore
1
In Italia, dove ha partecipato alla manifestazione di Verona sul Sud
Africa, il past. Naudé ci ha rilasciato l’intervista che qui pubblichiamo.
della gente; ma in questo momento è più chiaro e più esplicativo che io cominci con il no. E
questo perché devo sottolineare
il fatto che il risultalo delle recenti elezioni i>er soli bianchi ha
dato una prova evidente, chiara.
ATTI 2: 1-13
Vieni, Spirito creatore!
r
« ...li udiamo pariare delle, cose grandi di Dio nelle nostre lingue» (Atti 2; 11).
Mentre scriviamo, i sacerdoti
dell’economia occidentale stanno dialogando nel salone della
seicentesca biblioteca della Fondazione Cini nell’isola San Giorgio a Venezia. Al posto degli antichi libri, arazzi e arredi vari,
sono state installate moderne
cabine per la traduzione simultanea e consolle elettroniche per
collegarsi, in tempo reale, con i
vari staff di esperti che assistono i « sette grandi » nel loro incontro. Sicché la diversità delle
lingue, indice eloquente del disordine del creato, è un problema oggi superabile in modo rapidissimo. Non c’è bisogno del
miracolo della Pentecoste per
farsi capire « nel proprio natio
linguaggio », mentre tu parli arriva all’altro, in cuffia, direttaniente la traduzione. E si può
andare avanti per ore approfondendo, chiarendo, magari litigando.
Quell’ostacolo, costituito dalla
diversità delle lingue, fonte di
tante chiusure culturali e mentali o molla di tante aggressività (vedi la questione del Sud Tiralo in questa vigilia elettorale),
pregiudizi e razzismi vari, non
è più un problema. Lo « straordinario » della Pentecoste lo realizzano la tecnica e la professio
nalità moderne.
Ma lo « straordinario » di Pentecoste non è soltanto nel superamento della babelica divisione dei linguaggi, quanto nel riuscire a concentrare tutte le diversità sull’unico punto importante costituito dalle « cose
grandi di Dio ». In sostanza: non
basta capirsi e comunicare in
modo esauriente, è necessario
muoversi nella direzione delle
« grandi cose di Dio » che potremmo tradurre con: pace, fraternità, giustizia, partecipazione.
Per muoversi in questa direzione occorre la spinta dello Spirito di Dio. Esso non è monopolio delle chiese, non è neppure
una conquista della fede, è come Dio stesso: sovranamente libero, inafferrabile, soffia dove
vuole. Perciò mi auguro che
esso abbia soffiato anche in
queiraustera sala veneziana tra
chi ha oggi in mano le nostre
vite e quella dell’intera società.
Se lo Spirito di Dio è presente, c’è speranza (e non solo per
il vertice di Venezia) che la mentalità che produce oppressione,
equilibrio di armi, scandalosa
ricchezza sulle spalle di chi affonda sempre di più nella miseria quotidiana possa cambiare. Lo Spirito di Dio, per un lun
go attimo, ha prodotto, nell’antica vicenda di Gerusalemme,
comprensione là dove c’era divisione, distanza e ignoranza reciproca. Questo accadimento può
ripetersi dentro e -fuori la chiesa. In fondo lo Spirito di Dio
non ha sposato nessuna istituzione, non si lascia amministrare da nessuno, può soltanto essere invocato: veni, creator Spiritus!
L’insicurezza ( ma Gesù sarà
veramente risorto?), la chiusura
geografica (soltanto in Gerusalemme), la miopia teologica (una chiesa di J20 maschi adulti)
del primo nucleo storico del cristianesimo si trasformano improvvisamente in sicurezza, in apertura internazionalista, in profondità teologica (d’ora in poi ci
sarà sjMzio per le donne e per
tutti) solo quando è presente lo
Spirito di Dio. E’ lui che cambia le situazioni.
Anche noi siamo in bilico tra
il prima e il dopo Pentecoste,
tra il vivere con l’angoscia e nelle nevrosi e il vivere nella serenità e nell’equilibrio mentale.
Ma se invochiamo lo Spirito di
Dio per noi, per le chiese, perché non invocarlo su ogni realtà politica e sociale affinché non
solo noi, ma ognuno, impari a
conoscere le « grandi cose di
Dio » e a viverle?
Giuseppe Piatone
che nel suo insieme la comunità
bianca non è assolutamente disposta a dare una risposta positiva alle giuste rivendicazioni
politiche che la grande maggioranza del iponolo nero sta chiedendo. Bisogna dire che la comunità bianca, nel suo insieme, non
ha ancora trovato la capacità di
mettersi sulla via di un cambiamento. Ci sono tuttavia dei grunpi individuali, gruppi di nersone
all’interno della comunità dei
bianchi (in questo momento sto
pensando al corpo accademico
di una università bianca; nella
città di Pretoria ad un’altra università; Denso anche a un piccolo
gruppo di nastori e di preti, anche della Chiesa riformata olandese; penso inoltre a un piccolo
gruppo di studenti di una tmiversità che stanno manifestando)
che stanno cominciando adesso
a rendersi conto che la politica
dell’apartheid è perdente ed è
di per sé un suicidio, ed è inoltre totalmente immorale. Tuttavia anch’essi sono molto esitanti, perché non sanno come fare.
Però riconosciamo che ci sono
questi aspetti, per i quali siamo
profondamente grati. Ma d’altra
parte, dal capo opposto, c’è Taltro aspetto, quello della grande
d'i’-ezza della comunità bianca
che ha paura. Hanno paura di
perdere molti dei privilegi sui
quali hanno vissuto finora, grazie alla malvagità dell’apartheid.
— Che cosa può dirci, circa
l’informazione all’interno della
società bianca?
— L’informazione è una vera
tragedia. Il governo controlla la
radio, la televisione, e quasi tutta la stampa. Non soltanto la
stampa boera, afrikaans, ma quasi totalmente anche la stampa
britannica. A causa della censura, imposta con le nuove leggi
di emergenza, c’è ima vastissima
area d’informazioni, di notizie.
Intervista e traduzione a cura
di Fehe Rossi Cavazzutti
(continua a pag. 10)
2
2 commenti e dibattiti
12 giugno 1987
1
I
iiie s
p:-.
I
; Í,
■Í.
PADOVA: LA VICENDA DI UN MARGINALE
Poldo è il nome di un personaggio dei fumetti che mangia
molto spesso. Il Poldo di cui
racconto qui non ha nulla da
spartire con lui. Tutt'al più si
può fare im paragone per contrasto: il « mio » Poldo aveva
quasi sempre sete!
L’ho conosciuto appena giunto qui; stavo ancora sistemando
i mobili. Il campanello suonava
spesso. « Ho urgentemente bisogno di parlare con il Padre », mi
veniva detto talvolta al citofono. Erano accattoni, mendicanti,
poveretti del sottobosco urbano: chiedono sempre aiuto, soprattutto in denaro.
L’
« amico »
L’ammalato
ERRATA CORRIGE
Sul n. 22 del 5 giugno scorso, nella conclusione dell'intervento di Valdo Beneccbi (Scegliere con responsabilità e discernimento), sono stati commessi due refusi: nella H col., VII riga
dal basso, invece di « comunità • leggasi « unità politica », e, poche righe
sotto, invece di « decisioni » va letto:
« divisioni ».
L’eredità di Poido
Poldo era uno di loro. Non aveva ancora trent’anni, ma a
me pareva averne molti di più!
Forse pterché portava molta roba su di lui: maglie, magliette,
maglioni e una specie di ampio
rnantello che probabilmente
qualche volta gli serviva per
passare la notte all'aperto. Sembrava avere un certo qual ascendente sugli- altri, ahche quelli
più anziani di lui. Mi diede subito del tu chiamandomi suo
« amico ». In un certo senso ci
capimmo subito. Intuì infatti,
fiutò direi, immediatamente che
da me nè per amicizia, nè nella
mia veste di pastore poteva aspettarsi ^ande aiuto. Ogni tanto, dopo insistenze, gli sganciavo mille lire: poco più del biglietto dell’autobus, l’equivalente di un tfamezzino o di un
mezzo litro, di quello non troppo buono! Afferrò la situazione e non insisteva. Mi si dimostrò solidale (e doveva essere
sincero) quando una mattina mi
trovò sconvolto e indignato contro l’anonimo scassinatore che,
probabilmente venuto con lui
o con qualche altro a mendicare,
non convinto però come lui della mia poco florida situazione
finanziaria e delle ristrettezze
economiche della comunità metodista di Padova, aveva rovinato due porte forzandone le serrature per penetrare nel mio
studio in cerca di soldi che naturalmente non trovò. Saltò addirittura fuori il nome di un probabile ladruncolo... comimque il
meglio in arnese fra di loro.
Poldo capì che non era il caso di venire con troppi amici
suoi, anche se più malandati di
lui, perché la... torta da spartire era quasi nulla. Continuò allora a venire da solo, sicuramente anche per fare una chiacchierata, quando non dovevo spedirlo via perché indaffarato o
perché stavo uscendo.
Una volta si intrattenne un’oretta con me: quel giorno fui
con lui particolarmente gentile
(o completamente scemo, come
mi fecero cortesemente notare
altri in seguito). Avevo un po’
di tempo a disposizione. Gli offrii un bicchierino di genepì che
avevo portato dalle Valli e gli
diedi ascolto.
Mi diceva di essere ammalato,
ma di non volersi fare ricoverare perché se fosse entrato in
ospedale non ne sarebbe uscito
che morto. Mi parlò dei difficili
rapporti con la famiglia e soprattutto con l’unica sorella rimastagli... alcoolista come lui.
Un giorno venne a salutarmi,
affannato e trafelato. Stava andandosene, a suo dire per sempre, da Padova, perché la polizia gli aveva fatto capire che
era meglio si allontanasse dalla
città; non tirava aria buona per
lui! Non mi comportai da pastore in quel momento citandogli 1 Cor. 15: 33 dove l’apostolo
Paolo parla delle cattive compagnie che corrompono i buoni
costumi; conoscendo il mio pollo la buttai sul ridere e gli dissi
divertito: « Non fare lo sbruffone! Tra due mesi sarai di nuovo qui a rompermi le scatole e a
chiedere un aiuto che... non ti potrò dare! ». Continuò a parlarmi
delle difficoltà che avreljbe avuto dove stava per recarsi: « Non
so come farò a vivere. Questa
estate andrò a raccogliere stelle alpine per venderle ai turisti ». « Sono protette e non puoi
prenderne che una piccola quantità! », obiettai. Rispose: « Lo v
so, ma tu mi capisci... », come
per dirmi: quando si è poveri
e miseri si vive spesso ai margini, se non completamente fuori, della legalità! Naturalmente
mi chiese un po’ di aiuto per il
biglietto ferroviario. Non avevo
spiccioli in quel momento, neanche le solite mille lire. « Succede » — mi disse comprensivo
Poldo —. « Chiederò a qualcun
altro mentre vado alla stazione ». Tre mesi dopo al massimo
udii la ormai ben nota voce profonda rispondere al citofono:
« Poldo! ».
Ricominciò a farsi vivo, ma
ansava e sbuffava nel salire le
scale: era evidente che non stava bene. Così presi l’abitudine
di scendere metà delle rampe e
se avevo fretta ci scambiavamo
il solito salutino sul pianerottolo. Poi per qualche temjjo non
seppi più ntdla di lui. Ma a Natale si fece vivo, quando la gente entrava in chiesa, prima che
io arrivassi di corsa da Vicenza
per il culto. « Mi ha detto di
essere ora ricoverato in ospedale e di avere avuto il permesso
di uscita per mezza giornata —
mi riferì mia moglie —. E’ veramente ridotto male! Si trascinava letteralmente per strada.
Visto che è Natale questa volta
gli ho dato 5 mila lire! ». Il pomeriggio, dato che dovevo recarmi alTospedale per una visita, ne approfittai anche per salutare Poldo. Era semincosciente nel letto, ma così, tutto ben
lavato, con biancheria pulita, tra
candide lenzuola dimostrava finalmente l’età che aveva. Ci
scambiammo un saluto e gli auguri di rito. « Qui sei almeno al
caldo, nutrito e curato », gli dissi cercando dì consolarlo. « E’
vero! », rispose. « Purtroppo non
è la prima volta che passo il
Natale all'ospedale. Quando si è
soli... ». Ringraziando mentalmente le istituzioni pubbliche
che malgrado tutto oggi danno
decorosa ospitalità anche ai poveracci, me ne andai. Passarono
alcune settimane e Poldo non si
faceva vivo! Chiesi sue notizie
ad un mendicante di passaggio
che mi sembrava dovesse essere un suo conoscente e mi disse
che era morto. E invece quindici giorni dono lo ritrovai vivo in
ospedale, ma sempre più malandato. Scambiammo quattro
chiacchiere anche con un accattone che era venuto a fargli visita.
Oggi però so con sicurezza che
Poldo non c’è più.
L’eredità
Ho saputo della sua morte prima che trovassi il tempo di ripassare un’altra volta all’ospedale. E con questa triste notizia
ne ho avuta un’altra altrettanto
poco piacevole: Poldo mi ha lasciato un’eredità!
Una persona capita a casa
chiedendo del « Padre », in cerca di aiuto. Per un viaggio che
deve compiere... promettendo
naturalmente che poi rimborserà la somma prestata. Dicono
tutti così, e poi l’unica cosa
che fanno è dare a qualche
altro accattone il mio indirizzo.
Chi l’ha dato a quello che mi
sta davanti? Alla mia insistente
richiesta oppone un rifiuto categorico: non me lo dirà mai! Mi
viene un sospetto che a furia di
domande indirette mi viene confermato essere vero: è Poldo,
qualche tempKj prima di morire.
Malgrado molti mesi di cure ospedaliere e la sua giovane età
è deceduto minato dalTalcool.
Improvvisamente si attenua in
me la rabbia contro colui che
pensavo sarebbe sempre rimasto per me im ignoto... delatore.
Povero Poldo! Malgrado tutto
c’era im legame che mi univa
a lui, rappresentante di tutto un
mondo di poveri, derelitti, piccoli intrallazzatori, lavoratori
saltuari e precari... magari tollerati più che richiesti come bassa manovalanza dai giostrai
che ogni tanto si accEimpano
con i loro carrozzoni alla periferia o nelle grandi piazze della
città. Q)me quel tale che im
giorno partì felice non certo per il
misero aiuto Che gli avevo dato,
ma perché mi ero dimostrato
interessato (e in effetti lo ero!)
per quel che mi raccontava della sua vita e avevo sinceramente ammirato alcune foto a colori, tanto preziosamente e accuratamente custodite quanto
prontamente e gioiosamente esibite, nelle quali Io si vedeva
vestito da Pinocchio, con un lunghissimo naso di cartapesta, per
una parata di carnevale alla quale aveva gratuitamente dato il
suo contributo di... artista. Penso a Poldo che. Tunica volta in
cui gli ho offerto da bere nel
mio studio, aveva tanto ammirato un grande calendario raffigurante un bel clown, che avevo finito per regalargli, ricevendone in cambio molti ringraziamenti. Cosa che non accade
quasi mai peixhé tutti in genere
si allontanano sdegnati per il
misero aiuto che ricevono.
Perché ricordare?
Ma perché racconto queste
cose?
Forse perché trovo giusto tentare di spiegare a chi mi aiuta
nell’espletamento di questa...
« diaconia spicciola » ( = piccoli
aiuti agli accattoni) come vengono spese le somme messe a
disposizione.
Forse perché è giusto che ogni membro di chiesa, a qualsiasi comunità appartenga, sappia
che i (suoi) pastori debbono talvolta perdere del tempo per gente come Poldo e compagni, che
alla chiesa non danno nulla, ma
... molto chiedono anche se ricevono pK)CO.
Forse perché, da quando lavoro in una chiesa metodista, penso più spesso al detto di Wesley;
« la mia parrocchia è il mondo »
e non mi sento di cacciare in
malo modo chi dopo tut'o, in
fondo, certo molto in fondo,
chiede anche un ipo’ di cura d’anime o « pastorale spicciola »
che dir si voglia.
Forse perché vorrei veramente mi si dicesse se devo mettere
alla porta un cartello che vieti
persino di suonare il campanello ai compagni e successori di
Poldo: accattoni, mendicanti,
sfruttatori della buona fede altrui, ma anche desiderosi di un
po’ di dialogo.
« Certo — mi dice l'erede di
Poldo — i soldi che si davano
a lui andavano probabilmente
tutti in alcool ». Me ne rendevo
conto anch’io, gli ultimi tempi,
anche se da me, a differenza di
altri, non si è mai presentato
ubriaco. Ma mi veniva in menté quella mia vecchia auto dal
motore ormai sfasciato che consumava molto, troppo olio...
Non dargliene sarebbe stato peggio, ne avrei solo affrettato di
qualche mese la rovina completa. « Certo se Poldo è morto prematuramente è solo colpa sua!
Anche neU’aldilà non potrà che
recitare il ”mea culpa” », continua a dire l'erede di Poldo. Questo strano e cinico... elogio funebre mi lascia perplesso e anche sbalordito: forse per la mancanza di solidarietà, o comunque di tatto, di un compagno di
miseria dinanzi alla morte di un
altro compagno; forse perché in
me vi è una certa angoscia nel
pormi la domanda: che cos’è
che fa sì che vi siano dei Poldo nel mondo? Solo la loro cattiva volontà? La loro debolezza
essenziale? Vi è in essi solo malvagità e cattiveria congenita? Un
Dostoevskij saprebbe certamente parlare in modo evangelico di
essi, senza cadere nel sentimentalismo o nella poesia.
Mai come in questi casi mi
suona come parola liberatrice,
anziché come ordine o difficile
precetto etico, l’invito evangelico a non giudicare e l’annuncio
che la misericordia di Dio è più
grande e più vasta di quanto
possiamo immaginare.
Ma ancora mi chiedo: perché
ho sentito il dovere di ricordare
Marhiol Leopoldo, per gli amici
o in arte Poldo?
Le ragioni su esposte sono
troppo razionali per essere sufficienti. Mi viene in mente un
pensiero di Jurij Trifonov che
mi soddisfa maggiormente: « E’
necessario ricordare? Dio mio,
è altrettanto sciocco come dire:
è necessario vivere? Ricordare
e vivere è tutt’uno, così legato
che non si può distruggere l’uno
senza distruggere l’altro, e tutto insieme compone un certo
qual verbo, che non ha definizione » (*).
Bruno Costabel
(*) Jurij Trifonov: Il tempo e il
luogo. Editori Riuniti, Roma 1983, p.
13.
A colloquio con i lettori
UNA DECISIONE
DI ROTTURA?
Il vostro resoconto sul n. 3 del
giornale, intitolato « Una decisione di
rottura », mi fa riflettere e iper prima
cosa domando: « rottura? ». Di cosa? lo
definirei decisione scandalosa e fuori
da ogni insegnamento biblico e etico
il chiedere addirittura la benedizione del Signore su una coppia di sposi uomini; mi sembra voler prendere
in giro il Signore ed i lettori: non
vorrei spendere una parola sullo scopo di Dio, creando l’uomo e la donna,
perché tutti lo sanno benissimo; e non
solo cose di sesso, ma tutto l’insieme che lega un uomo e una donna
fino alla morte.
Ripeto, se due uomini vogliono vivere insieme è un loro affare, ma voler far condividere queste cose alla
chiesa è veramente oltraggioso per
l’evangelo. Matrimonio tra omosessuali; credevo che queste cose fossero successe solo in America (terra
di evangelici), ma da dove sono partite
le più strane ed indecenti storture della Bibbia.
Ora sappiamo che in Olanda si
incomincia! A quando in Italia? Quale
sarà la chiesa che avrà questa decisione di rottura? Stia attenta, potrebbe
essere la goccia che fa traboccare il
vaso. Intendiamoci, non in senso di
minaccia o scomuniche varie, ma la
pazienza di Dio ha un limite e quando si oltraggia il suo nome si incorre
nella sua riprovazione. Dissociandoti
da queste umane decisioni lascia a
Dio il giudicare quella chiesa.
Un saluto.
Mario Goletti, Nichelino
il commercio con l’estero, facciamo
presente che perdurando l’attuale situazione e le conseguenti difficoltà,
non pensiamo di dover effettuare operazioni creditizie di natura finanziaria
nella RSA.
Affinché si comprenda la nostra linea
ed il nostro consolidato indirizzo, vogliamo infine ricordarvi, con l’occasione, l’attività dispiegata sin dai 1968 a
favore dei paesi in via di sviluppo,
specie africani. Questa attività è stata in questi ultimi anni particolarmente intensa ed ha portato, tra l’altro,
alla creazione di una Fondazione denominata « Finafrica » che, con rilevante sforzo finanziario, provvede all’assistenza tecnica e alla formazione di
personale qualificato proveniente da
numerosi paesi africani e di altri continenti, raccogliendo, per tale sua attività, unanimi e generali apprezzamenti.
Distinti saluti.
Rapporti Stampa e Relazioni
Esterne Cariplo, Milano
SUD AFRICA E
BANCHE ITALIANE
La Direzione della Cariplo ci ha
t.asmesso la Vostra comunicazione in
cui, con riferimento ai gravi problemi
che affliggono le popolazioni del Sud
Africa, il nostro Istituto viene chiamato direttamente in causa per alcuni
rapporti di natura finanziaria intrattenuti con enti di quel paese.
In proposito, ad integrazione di quanto già noto, riteniamo doveroso richiamare ulteriormente la Vostra attenzione sull’allegato comunicato ispirato da
ambienti bancari e divulgato tramite
agenzia stampa.
Il ruolo svolto da Cariplo nel contesto dei rapporti finanziari in questione è estremamente marginale e limitato ad una percentuale insignificante,
con erogazioni risalenti al passato
(anni 1983/1984), quando i contrasti
nella RSA non avevano ancora assunto l’attuale asprezza.
Per quanto riguarda il presente ed
il futuro, premesso che non ci è possibile eludere gli obblighi derivanti dalla nostra qualifica di banca agente per
BANCHE ITALIANE
IN SUD AFRICA:
SOLO ASSISTENZA ALL’EXPORT
(ASCA) - Roma, 30 luglio — Nessuna banca italiana è ufficialmente presente in Sud Africa e la stragrande
maggioranza delle operazioni con quel
paese è stata fatta in qualità di assistenza a nostri flussi esportativi o per
la realizzazione di commesse ad azienr
de italiane che lavorano in Sud Africa.
E’ quanto si precisa negli ambienti
bancari in seguito alle nuove accuse
lanciate, ora da parte dei missionari,
ai nostri istituti di eredito. « Non è un
mistero — si afferma negli ambienti
bancari — che grosse imprese italiane,
come Alfa Romeo ed Olivetti, fanno
importanti affari in Sud Africa. I) compito delle banche è quello di assistere
finanziariamente queste imprese, considerando soprattutto che ciò significa
lavoro per molti nostri connazionali ».
(ASCA) - Roma, 30 luglio — Le
banche italiane inoltre rifiutano l’accusa di aver finanzialo direttamente il
Governo sudafricano : « Abbiamo partecipato — ammettono — a qualche
prestito sindacato, come quello sidla
piazza di Londra per l'Ente Elettrico
Sudafricano, ma sempre al fine di poter
favorire Tingresso di ditte italiane negli appalti che sarebbero scaturiti dall'impiego di questi prestiti ».
D'altro canto, si fa ancora osservare,
l’attività delle banche italiane verso il
Sud Africa è cresciuta in linea con la
crescita del nostro export verso quel
paese che, nel periodo 1980-85, è aumentato ad un tasso annuo medio del
7,5%, tasso che nel periodo è stato
secondo solo a quello dell’Olanda
(-+-11%). Per le grandi nazioni industrializzate (USA, Giappone, Germania, ecc.) il proprio export in questo
periodo ha segnato regressi.
j
3
12 giugno 1987
ecumenismo
3
to*
EDIMBURGO: 16-22 MAGGIO SEMINARIO DI FORMAZIONE DELLA FGEI
Una chiesa
nelle contraddizioni
della società
L Assemblea generale della Chiesa di Scozia ha discusso anche di gestione delle opere, missione nel mondo e rapporti con le istituzioni
L’Assemblea generale della
Chiesa di Scozia colpisce per i
suoi contrasti, specialmente per
un valdese abituato ad una situazione storico-economico-politica molto diversa. La nostra
chiesa e quella di Scozia sono
nate tutte e due dalla Riforma
ginevrina, ma la loro storia ha
voluto che quella chiesa diventasse chiesa di stato e chiesa
di massa. Così troviamo all’assemblea il rappresentante di sua
Maestà, «thè Lord High Commissioner », che partecipa con
grande formalità aH’inizio e alla conclusione dell’assemblea, e
che segue di tanto in tanto le
discussioni.
Il moderatore viene eletto ogni
anno, presiede l’assemblea ed
in questo periodo è il rappresentante « diplomatico » della chiesa. Una commissione indica già
sei mesi prima il moderatore
per la prossima sessione, che
viene poi nominalmente eletto
all’inizio dell’assemblea. In segno
di rispetto, all’inizio di ogni seduta, tutta l’assemblea si alza
in piedi e si inchina quando entra il moderatore e lo stesso
avviene quando entra « thè Lord
High Commissionar ». Il moderatore quest’anno è il Rev. Duncan Shaw, che ha già causato
molte discussioni perché ha deciso di non indossare il tradizionale costume di moderatore,
ma una toga non dissimile dalla
nostra.
Gli inviati dall’estero erano
tanti, come sempre; quest’anno
provenienti da 29 paesi di tutto
il mondo. Durante il secolo scorso abbiamo avuto dei contatti
preziosi, ma oggi in Italia esiste soltanto la Chiesa di Scozia a Roma.
L’assemblea era composta di
1.360 membri, dei quali circa
1.250 con voce deliberativa. E’
sorprendente la rapidità del conteggio dei voti, meno di cinque
minuti. Per la prima votazione
ci si alza in piedi o semplicemente si battono « gentilmente »
i piedi. Soltanto nel caso di pareri contrari, o di voto contestato, si procedeva alle votazioni
per scrutinio. Durante l’assem
blea sono stati più di 200 gli
o.d.g. presentati dalle varie commissioni o comitati.
Malgrado tutte le formalità e
l’ordine, la Chiesa di Scozia deve affrontare i grossi problemi
del mondo moderno, problemi
interni di una chiesa in movimento, i grandi temi che travagliano le nostre società. Ne
presentiamo solo alcuni, cercando di dare, attraverso il resoconto, un quadro di questa chiesa.
1) Amministrazione e finanze
— La chiesa gestisce 40 asili e
25 case per bisognosi. Le risorse materiali non sono mai sufficienti e perciò è indispensabile che la chiesa sappia fare l’uso giusto di quello che ha per
affrontare la situazione, (^esto
problema non deve rappresentare una sconfìtta, ma piuttosto
una sfida per le chiese.
2) L’Unione femminile ha
compiuto quest’anno cento anni,
e in assemblea è stato ricordato
che sono passati solo 150 anni
dalla prima volta che una donna
è stata coinvolta nella missione
nel mondo. L’attività femminile
si basa su tre momenti importanti: culto, solidarietà fraterna
e servizio. Questa attività è stata ricordata come il braccio forte della chiesa.
3) Missione nel mondo e unità — L’aspetto ecumenico della
chiesa è molto sentito e rapporti a vari livelli sono in corso da
anni con altre chiese cristiane.
Forte è stato l’appello per la
missione, in particolare la necessità di trovare persone pronte a servire in altri paesi. L’accento è stato pesto sui paesi
del Terzo Mondo e l’assemblea
ha invitato il Governo e la CEE
a fare tutto il possibile per intervenire in aiuto delle zone più
colpite dalla fame e dall’ingiustizia.
4) Chiesa e nazione — Nella
risposta alla lettera di sua Maestà l’assemblea ha espresso la
sua gratitudine per l’impegno
rinnovato di garantire i diritti
e i privilegi della Chiesa di Scozia. Questa commissione ha studiato le implicazioni teologiche
Sopra il seggio
il banco del rappresentante
della Regina.
della minaccia nucleare alla vita ponendo fra l’altro due interrogativi: è possibile che una
teologia nata e cresciuta nell’età
pre-nucleare possa rispondere alle necessità dell’età nucleare?
La situazione radicalmente nuova richiede un ripensamento su
Dio e il suo rapporto con il mondo e l’esperienza umana?
Questa commissione non ha
dimenticato di denunciare problemi sociali quali la disoccupazione, l’assistenza sociale e i
problemi ecologici o della proprietà privata.
Tutti questi temi, come molti altri, meriterebbero un approfondimento che lo spazio non
permette. Come conclusione vorrei sottolineare soltanto Timpcrtanza di mantenere questi
contatti con le chiese sorelle affinché si possa camminare sempre di più insieme nella fede
comune, nonostante le culture
diverse. Ricordiamoci di questo
anche quando abbiamo il privilegio di ospitare delegati di altre chiese al nostro Sinodo.
Tom Noflke
La predicazione
nel Meridione
Dairi al 3 maggio si è svolto
nel centro di incontri calabrese
di Bethel (Cosenza) il seminario di formazione FGEI per i
giovani della Campania, Calabria, Puglia e Sicilia. Il seminario, organizzato dal Consiglio nazionale, si è rivolto in modo
particolare ai segretari regionali e ai responsabili dei gruppi
giovanili di quelle regioni; oltre a loro erano comunque presenti alcuni giovanissimi e alcuni meno giovani; a questi ultimi il Consiglio aveva chiesto di
portare un contributo a partire
dal lavoro concreto che svolgono o hanno svolto nel Mezzogiorno. In tutto trentadue giovani
che hanno condiviso problemi e
pensieri, oltre che momenti di
gioco e di conversazione, di allegria e di conoscenza.
Dunque un incontro di giovani meridionali: e per tre giorni
si è discusso di Meridione e di
predicazione provando a comprendere e a decifrare l’uno e
l’altra nel loro intreccio, senza
evitare i passaggi complessi dell’analisi delle situazioni locali e
di un’analisi politica del Mezzogiorno come luogo in cui appaiono esasperati ed esplosivi i
meccanismi, le strategie politiche, le contraddizioni e le linee
di tendenza in atto sul territorio nazionale.
In questo senso è stato fecondo e complementare rincontro
tra i problemi segnalati dalle relazioni delle segreterie regionali
(che costituivano il fulcro del
seminario) ed il contributo di analisi fornito daH'intervento di
Paolo Naso: i problemi della disoccupazione, deH’emigrazione
dei giovani nei grandi centri urbani alla ricerca dell’Università
e del lavoro, spesso, nelPordine,
di tutt’e due, sono emersi, più
che come tragiche necessità, come il frutto di chiare scelte politiche in cui la fuga di
cervelli si sposa con l’importazione di modelli di sviluppo funzionali al mantenimento di una situazione di subalternità, in cui
l’elevato livello dei consumi fa
da contraltare ad una degradata
qualità della vita.
Così, da Catanzaro a Dipignano, a Foggia, a Riesi, a Catania,
a Napoli, sono emersi in concreto i problemi del collegamento
e della continuità del lavoro e
della riflessione in situazioni in
cui le distanze geografiche costituiscono un impedimento reale e l’impegno di formazione dei
più giovani si scontra spesso
con l’esodo dei più formati.
E, d’altra parte, la stessa presenza di questi interrogativi vissuti in una riflessione comune
e comunque la vitalità delle
AL TAR DEL VENETO
Fermata l'intolleranza religiosa
Alcuni giorni fa i giornali italiani hanno riportato l’iniziativa
di molti parroci che invitavano
i propri fedeli ad attaccare degli adesivi su campanelli, citofoni, buche delle lettere, ecc.,
con i quali si invitavano i Testimoni di Geova a non entrare in
quelle case.
Sempre nello stesso periodo
si riportava la notizia che il sindaco di Treviso aveva fatto sospendere i lavori di costruzione
di una sala della congregazione
dei Testimoni di Geova perché
erano un corpo estraneo alla
cultura della società.
L’Associazione Internazionale
per la Difesa della Libertà Religiosa, tramite un comunicato
stampa, aveva invitato le com
ponenti religiose presenti nel nostro Paese a im maggiore spirito di dialogo e comprensione
utilizzando non adesivi, ma le
indicazioni delTEvangelo.
Il TAR del Veneto, poi, ha permesso la costruzione della sala
di culto dei Testimoni di Geova. Per il giudice essi non sono
« un corpo estraneo alla cultura della società », ma cittadini di
pari dignità e uguaglianza come
tutti gli altri italiani.
Ci auguriamo che atti di questo genere non si ripetano nel
nostro Paese, ma venga osservato il dettato costituzionale che
prevede l’uguaglianza e la piena libertà di manifestare il proprio pensiero e il proprio credo.
Ignazio Barbuscia
iniziative, dalle attività di studio biblico' alla richiesta di formazione teologica, alle iniziative
di solidarietà intemazionale, alla riflessione sulla chiesa e sulla possibilità di una testimonianza fedele, costituiscono una vivace e concreta verifica della
possibilità di lavoro e della
presenza di una vita spirituale
viva e profonda.
La chiesa è stata infatti l’altro polo della riflessione del seminario: sia il rapporto dei
gmppi FGEI con le chiese di appartenenza, che si è rivelato nella maggior parte dei casi un
rapporto non soltanto esistente
ma vivo e partecipato, sia la visione della chiesa e del suo modo di essere presente nella realtà.
Ci siamo chiesti se quest’ultima non sia ancora troppo caratterizzata da un'organizzazione di tipo parrocchiale che, unitamente alla presenza di corpose opere diaconali, non consente di provare nuove forme di
esistenza evangelica e di predicazione. In questo senso ci è
parso di estrema importanza avere uno sguardo insieme solidale e critico nei confronti delle scelte che andiamo compiendo: così, se non si può che rallegrarsi per la nascita di nuovi
locali di culto e condividere la
richiesta pressante che proviene dalle comunità (e che ha trovato voce anche nel corso del
seminario), di un maggior investimento dì forze pastorali al
Sud, ci pareva non sì potesse
evitare l’interrogativo su] senso
e sulle prospettive da assurnere
in questo lavoro. Non sarebbe
utile oggi riprendere a discutere di predicazione e di chiesa
provando a riflettere anr'^rp un-a
volta sul concetto d> diaspora
come concetta teologico meglio
rispondente alla nostra comprensione elei messaggio evangelico
oltre che della nostra realtà? Ciò
non significa, è quasi superfluo
accennarne, che non ci sia bisogno di pastori o che le onere
siano superflue, anzi; può significare però un tentativri di riflessione aperta a soluzioni diversificate, che sappia interrogarsi
più sul tipo di presenza e di predicazione da attuare in questa o
quella realtà che non sull’idea
rassicurante che il pastore ed il
locale costituiscono quasi di per
sè la garanzia e la possibilità
di una predicazione efficace. Significa forse acquisire o recuperare una maggiore fraternità ed
elasticità interdenominazionale,
per cui sia possibile concepire
l’idea che in una realtà battisti
e valdesi lavorino insieme.
Solo di sfuggita è stato affrontato il nodo predicazione-diaconia e anche nui si è avvertita
la necessità di approfondire la
riflessione e dì riuscire a valutare in prospettiva il ruolo della diaconia « pesante » in un contesto di alta disoccupazione e
nella acquisita consapevolezza
di far parte, anche come evangelismo meridionale, del « primo » e non dei « terzo » mondo.
Senza voler lanciare progetti
a lunga scadenza, ci si è lasciati
con alcuni impegni: la costruzione di ur più attento collegamento fra i nruppi e la prospettiva di un maggior numero di
incontri regionali ed interregionali come primo strumento per
vincere le distanze; la voglia di
riempire questi incontri e di
mettere fra le priorità una riflessione biblica e teologica sulla chiesa; la richiesta veramente corale di una conoscenza ed
appropriazione della riflessione
e della storia che hanno caratterizzato la federazione giovanile fin qui.
Maria Bonafede
4
4 prospettive bibliche
12 giugno 1987
ALL’ASCOLTO DELLA PAROLA
ABRAMO:
FEDE O GIUSTIZIA? i
GENESI 15: 1-21
Genesi 15 svolge una funzione importante non solo nel quadro della storia di
Abramo o dei patriarchi, ma anche aH’interno del Pentateuco. La sua "densità
teologica” e la varietà e ricchezza delle
linee che da esso si dipartono ne fanno
uno dei testi chiave per la comprensione
della Bibbia ebraica nel suo complesso.
Anche per questo la bibliografia su Gen.
15 è sconfinata. In queste brevi note mi
limiterò a segnalare in estrema sintesi
quale lettura (quali letture) vengono oggi
date nel campo dell’esegesi storico-critica
in ambito cristiano e ad evidenziare i nodi
interpretativi più complessi.
Aspetti formali e letterari:
testo e contesto
Varie considerazioni hanno oggi portato a lasciare da parte ogni tentativo di
suddividere Gen. 15 fra le fonti che la critica letteraria ha postulato per il Pentateuco.
Il nostro testo è oggi considerato come
abbastanza recente: esso è teologicamente
e linguisticamente apparentato agli scritti
della scuola del Deuteronomio; riprende e
usa generi letterari o formulazioni stereotipe ed ha riferimenti "teologici” che
presuppongono la profezia o la scuola
deuteronomistica; si rivela apparentato
con altri testi importanti nella rielaborazione delle tradizioni dei patriarchi, come
ad esempio Gen. 26: 3-5 e 22: 15-18 (qui si
può addirittura parlare di un vero e proprio strato deuteronomistico di rielaborazione delle tradizioni dei patriarchi:
Gen. 15 fornisce ora una solenne ed enfatica chiave di lettura per la vicenda dei
patriarchi, in seguito ripresa); da Gen. 15
si dipartono collegamenti con il resto
del Pentateuco (ad es. nei vv. 13-16)
ed in seguito Gen. 15 viene spesso
richiamato (ad es. il v. 18) nella letteratura deuteronomistica; lo stesso uso
della categoria di berit al v. 18 punta ad una origine non antica del testo;
il rito esposto nella seconda parte del capitolo non è attestato prima di Geremia
ed è dunque errato postulare che abbiamo
qui le vestigia di pratiche antichissime
ecc.
11 confronto fra ebrei e cristiani, proprio nello studio comune dei testi
biblici, è una primizia e un dono di cui gode la nostra generazione: lo
ricordava ultimamente il pastore Daniele Garrone in un incontro ecumenico, a Genova, con il rabbino Giuseppe Momig(liano intorno a un testo
capitale della Bibbia ebraica. Genesi 15. Già in precedenza il past. Garrone aveva affrontato lo studio e il confronto, a Milano, nel quadro di un
corso biblico su « Noè, Abramo, Mosé ». Siamo lieti di poter pubblicare,
in questo numero e nel prossimo, l’intervento del past. Garrone. A titClo
di esemplificazione di una lettura ebraica, pubblichiamo un testo rabbinico, una pagina del comimento alla Genesi di Rashi di Troyes. Rashi,
abbreviazione di Rabbi Shelomo Jizchaki (1040-1105), fu uno dei più
importanti commentatori ebrei della Bibbia e del Talmud; i suoi commenti, in particolare al Pentateuco, sono tuttora pubblicati, in innumerevoli edizioni e traduzioni.
a cura di GINO CONTE
Un ’’racconto imitato”
Anche la natura del testo va tenuta in
considerazione. Non si tratta di un racconto vero e proprio, ma di un "racconto
imitato”. Il centro del testo è costituito
dalle promesse divine (di un figlio; di numerosa discendenza; di possesso della terra) ed appare evidente che il testo attuale
vuole fornire un quadro narrativo a queste promesse, ma non riferisce nessuna
"azione” completa (nel senso narrativo del
termine).
Le considerazioni sopra esposte per sommi capi, portano oggi a considerare Gen.
15 come un testo recente (dalla tarda epoca monarchica all’epoca post-esilica), evoluto letterariamente e teologicamente, inteso a fornire una rilettura (con forti
preoccupazioni di riferirsi alla situazione
dei lettori/uditori) della figura di Abramo
e del suo rapporto con Dio e al tempo
stesso a completare la rielaborazione letteraria della Genesi.
Il testo non offre ragioni per non ritenerlo unitario. Si lascia spontaneamente
dividere in due sezioni, ohe corrispondono
a due aspetti diversi; 1-6 promessa di numerosa discendenza; 7-21 promessa della
terra in forma di berit. Le due sezioni
sono parallele: R. Rendtorff ha mostrato
che le unisce la tematica dello "ereditare”,
ebr. yarash (w. 3, 4, 7, 8) e le due sezioni
potrebbero rispondere a due livelli alla
domanda: « Chi possederà la terra? ». An
che giocando sull’ampiezza semantica del
verbo yarash (essere erede / possedere),
Gen. 15 risponde: i tuoi eredi (1-6) / possederanno la terra (7-21).
La fede nella promessa
si fa problematica
Se si considera lo spazio che hanno nell’economia del testo le domande (dubbiose?) di Abramo e la richiesta di un segno,
l’indicazione della giusta relazione da avere con la promessa di Dio e la solennità
della promessa {berit), vien fatto di pensare che il nostro testo venga formulato
in un’epoca in cui la fede nella promessa
non era affatto ovvia, anzi era il problema. Anche per questo Rendtorff e altri
situano il testo in epoca esilica.
* * *
Un discorso a sé richiedono i w. 13-16.
Essi vengono volentieri considerati una
interpolazione o comunque uno sviluppo
successivo del testo. In effetti essi sembrano interrompere il progredire della scena.
Ma ciò che interessa non sono tanto queste considerazioni di critica letteraria,
quanto il cogliere la "punta” di questa
parte, sia che essa nasca col resto, sia che
ne sia uno sviluppo (come è probabile).
Il discorso divino anticipa eventi futuri
e va certamente messo in parallelo ad altri
discorsi simili di anticipazione del futuro
o di richiamo del passato che hanno una
importante funzione teologica e redazionale all’interno del Pentateuco e dell’opera
storica deuteronomistica.
Anticipando il futuro
e richiamando il passato
Chiaramente qui si allude all’esodo dall’Egitto, a volte con allusioni dirette (cfr.
la fine del v. 14 e Es. 12: 35 ss. e 3: 22). 11
V. 15 anticipa la conclusione della storia
di Àbramo. Sembra evidente che questo
anticipare l’esodo abbia due funzioni: a)
collegare cicli di tradizioni, connettere la
storia dei patriarchi all’esodo (cfr. anche ad es. 46: 2 ss. e 50: 24) ma anche
b) motivare al lettore che Dio conosce in
anticipo il ritardo cui sarà sottoposta la
piena realizzazione delle promesse, e
preavvisa il destinatario della promessa.
In questa prospettiva il ritardo, il cammino tortuoso della promessa non suona a
scandalo per la fede. Quel che è detto qui
per Abramo può avere per le generazioni
future un valore parabolico, esemplare.
Anche per la generazione che vivrà al massimo questa problematicità deU’agire divino nella storia, la generazione deH’esilio.
(La formulazione dei vv. 13-16 meriterebbe un esame più approfondito, che non è
qui possibile svolgere). Daniele Garrone
(Queste brevi note sono debitrici soprattutto ai
seguenti testi:
— H.H. Schmid, Gerechtigkeit und Glaube. Genesis 15 und sein bihlischtheologischer Kontext, Evangelische Theologie 40/1980, 396420.
— E. Blum, Die Komposition der Vätergeschichte, Neukirchen 1984, WMANT 57, 362-383.
— G. VON Rad, Genesi 12: 10, 25: 18, Paideia,
Brescia 1971, 242-255.
— C. Westermann, Genesis 12-25, BKAT I, 2,
247-275.
— J.A. SoGCiN. Esegesi delle tradizioni patriarcali (Genesi cap. 12 sgg.)» dispense Pontificio
Istituto Biblico, ad usum privatum auditorum, Roma 1985.
— R. Rendtorff, Genesis 15 im Rahmen der
theologischen Bearbeitung der Vätergeschichten, in Werden und Wirken des A.T., Fes^
Schrift C. Westermann, Göttingen - Neukirchen Vluyn 1980, 74-81.
— N. Lohfink, La promessa della terra come
giuramento, Paideia, Brescia 1975, Studi biblici 30).
UN TESTO RABBINICO: COMMENTO A GENESI 15: 3-6, 10
Egli credette al Signore
3. Soggiunse Abram; « Ecco a me non hai dato discendenza, ed ecco, un mio domestico sarà mio erede! ».
Ecco a me non hai dato discendenza — E a che mi serve allora
tutto quello che mi hai dato?
4. Ed ecco gli fu rivolta la
parola del Signore: « Non
costui sarà il tuo erede, ma
colui che uscirà dalle tue viscere, lui sarà il tuo erede! ».
5. Poi lo fece uscire fuori e
gli disse: « Guarda in cielo e
conta le stelle, se le puoi contare ». Poi gli disse: « Tale
sarà la tua discendenza! ».
Lo fece uscire fuori e gli disse:
«Guarda (habet) in cielo e conta
le stelle » — Secondo il senso letterale, Dio fece uscire Abram
fuori dalla sua tenda a vedere le
stelle. Secondo invece il midrash \ Dio gli disse; « Esci dal
tuo destino, quale è fissato dalle
stelle! Riguardo ad esso, tu hai
visto, negli astri, che non potrai
avere un figlio. In effetti,
"Abram” non può avere un figlio,
ma "Àbramo” potrà avere un figlio; "Sarai” non può partorire,
ma "Sara” potrà partorirei Io vi
do un nome diverso “ per cambiare il vostro destino ». Altra interpretazione: Dio fece uscire
Abram fuori dalla sfera del mondo e lo portò più in alto delle
stelle. Per questo motivo il testo
usa il verbo hibbit, che significa
« guardare dall’alto in basso »
6. Egli credette al Signore,
che glielo accreditò come giustizia.
Egli credette al Signore —
Abram non chiese a Dio un segno
riguardo a questa promessa.
Quando però Dio gli promise che
avrebbe posseduto la terra di
Israele, Abram gli chiese un segno, dicendo: Come potrò conoscere che ne avrò il possesso? K
Glielo accreditò come giustizia
— Il Santo, benedetto Egli sia,
accreditò ad Abram come un me
rito e come giustizia la fede che
egli aveva avuto in Lui. Altra interpretazione: le parole come potrò conoscere che ne avrò il possesso non significano che Abram
chiese per sé un segno; egli, invece, disse davanti a Dio; « Fammi sapere per quale merito i
miei discendenti potranno mantenere il possesso della terra di
Israele! ». E il Santo, benedetto
Egli sia, gli rispose: « Per il merito dei sacrifici » \
10. Egli prese tutti questi
animali, li spaccò nel mezzo
e ne pose ciascun pezzo dinanzi all'altro; non spaccò
però gli uccelli.
Li spaccò nel mezzo — Divise
ciascuno di essi in due parti. .Nessun testo è mai privo del suo
senso letterale Dio contrasse un
patto con Abram, promettendo
di dare in eredità ai suoi figli la
terra di Israele. Sta scritto infatti: In quel giorno il Signore contrasse un patto con Abram, dicendo: ’’Alla tua discendenza io
do questo paese” Qra, era costume, quando si contraeva un
patto, di dividere degli animali e
di passare attraverso le loro metà, come sta scritto più avanti:
Coloro che passarono tra le metà
del vitello *. Perciò, anche qui, il
forno fumante e la fiaccola infuocata” che passarono tra le parti
sono una raffigurazione della
Shekinah, che si manifesta come
fuoco.
Non spaccò però gli uccelli —
Agì così perché le nazioni sono
paragonate a tori, montoni e capri. Sta scritto infatti: Mi circondano molti tori^^\ e la Scrittura
dice anche: Il montone con due
corna, che tu hai visto, significa
il re di Media e di Persia e
prosegue dicendo: E il capro è
il re della Grecia ’L Israele, invece, è paragonato a piccoli di colomba, come sta scritto: O mia
colomba che stai nelle fenditure
della roccia Per questo motivo
Abram spaccò gli animali, alludendo al fatto che le nazioni periranno e scompariranno. Non
spaccò però gli uccelli, alludendo
al fatto che Israele sussisterà in
eterno“. Rashi di Troyes
^ Genesi Rabbellì XLIV, 12; Shabbat 156a; Nedarim 32a.
2 Cfr. Gn. 17: 5, 15.
^ Genesi Rabbah XLIV, 12.
‘ V. 8.
° Genesi Rabbah XLIV, 14; Ta’anit
27b; Megillah 31b: «Disse Abramo
davanti al Santo, benedetto Egli sia :
Sovrano del mondo! Forse — Dio ce
ne liberi! — Israele peccherà davanti
a te e tu lo tratterai come hai trattato la generazione del diluvio e la generazione della dispersione! Ma Egli
gli rispose: No! Allora Abramo disse
davanti a Lui : Sovrano del mondo! Game potrò conoscere ciò? Gli rispose:
Prendimi una giovenca di tre anni (v.
9) ». Gli animali che Abramo offre in
questo testo sono infatti interpretati
come una prefigurazione dei futuri sar
orifici offerti da Israele.
•’ Shabbal 63a.
; V. 18.
" Ger 34 : 19; cfr. anche Dt. 29 : 11 :
Così che tu possa entrare nell’alleanza del Signore tuo Dio.
» V. 17.
“ Sai. 22: 13.
“ Dn. 9: 20.
Dn. 9: 21.
‘3 Ct. 2: 14.
Pirqe de R. ’Eli’ezer XXVIII.
5
12 giugno 1987
la fede vissuta 5
UN MESSAGGIO NON SOLO PER I GIOVANI
CONSACRATI ALL’UMANITÀ
Il pastore Georges Casalis è scomparso per
crisi cardiaca il 16 gennaio scorso. Si trovava a
Managua (Nicaragua) per tenere una serie di lezioni-conferenze, destinate ai cristiani impegnati
nella rivoluzione. Il testo che segue, pubblicato
dal periodico Actualité religieuse dans le monde, è
quello di una testimonianza personale di Casalis,
teologo atipico e contestatore, da noi conosciuto
per le numerose collaborazioni avute con Agape.
Si tratta di un intervento tenuto il 16 ottobre
1985 a Séte, in occasione della XVII assemblea
generale del Consiglio ecumenico della gioventù
in Europa (C.O.I.E.), che vedeva la partecipazione di giovani di paesi dell'Est e dell’Ovest. Tema
dell’incontro era: « Liberi di vivere », e Casalis,
invitato a rievocare la propria esperienza, aveva
tracciato lo svilupparsi in lui del senso della libertà.
Alcuni momenti drammatici e importanti
della storia sono visti nell’ottica di chi, alla luce
del messaggio evangelico, trova il senso da dare
al proprio impegno, volto al servizio di tutta l’umanità. Nella convinzione di questo impegno, e
nel tentativo di fare di ogni esistenza una vita,
Georges Casalis poteva affermare di essere un
uomo felice.
F/ :
Sono nato nel 1917. L’anno era iniziato legrassero e fossero felici. Quindi, il secón la mia nascita, per poi terminare con condo punto è questo; la libertà di vita
la Rivoluzione d’Ottotare. di ciascuno è inseparabile dall’orizzonte
e dalla volontà della felicità di tutti.
Terzo: ho studiato teologia a Parigi, poi
a Basilea, e, naturalmente, sono stato
formato da quell’immenso e meraviglioso
teologo che si chiamava Karl Barth. Ero
uno dei suoi studenti più appassionati.
Un giorno eravamo riuniti da lui, tra
gli altri c’erano parecchi studenti tedeschi che avevano passato clandestinamente il confine per venire ad ascoltarlo, e che furono puniti, a partire dal 1941,
venendo spediti in prima linea sul fronte
sovietico; di loro pochissimi sono ritornati (quasi tutti sono morti proprio per
aver avuto Taudacia di andare a formarsi
ai piedi di quello che era il teologo della
resistenza incondizionata al nazionalsocialismo); ora, Barth fece entrare nel
nostro giro un giovane pastore arrivato
da Berlino, Helmut Gollwitzer, che aveva
appena preso il posto di Martin Niemdller, arrestato nel 1937 e che sarebbe
uscito dal campo di concentramentc solo
nel ’45. Helmut Gollwitzer era venuto a
dirci: « Non sono qui per riferirvi delle
vicende di lotta della Chiesa confessante, ma sono venuto per dirvi che se non
avrete costantemente sotto gli occhi il
versetto 3 del Salmo 63 (”La tua bontà
vale più della vita”), non varrà la pena
di fare degli studi di teologia. Quindi
studiate pure tutto ciò che volete, ma
cercate di non perdere mai questo punto di riferimento ».
Il destino di tutti
riguarda anche me
Il 30 gennaio 1933 avveniva l’ascesa di
Adolf Hitler al potere. Avevo 16 anni; è
in quel giorno che sono entrato nella resistenza, per poi non uscirne più. Mi ero
reso conto che Hitler concerneva anche
me, in quanto sono un « animale politico ». E’ questa, che fu espressa da Aristotele, la migliore definizione dell’essere
umano. Il destino collettivo dell’umanità
riguarda anche me; esso mi ha preceduto
e mi sopravviverà. Sono un essere sociale prima ancora di essere una persona.
Soltanto riconoscendo ed accettando
questa priorità del sociale nella mia vita posso diventare una persona, e aggiungo subito che, per il fatto che rifletto sull’Evangelo, non posso considerare
il sociale come una fatalità, o come uno
sfortunato destino, ma piuttosto come
una responsabilità, una vocazione. Credo
che si possa esprimere una formula volontariamente liturgica; « consacrarsi all’umanità », e sono pronto a dire; « Il
battesimo mi consacra alTumanità ». E’
la mia consacrazione al servizio della
collettività umana.
Credo che questa scoperta delTumanità, per chi rifletta sull’Evangelo, sia anche la scoperta meravigliosa della paternità di Dio, e questa paternità di Dio
significa che nessuna distinzione etnica,
religiosa, di sesso, o sociale può avere
valore assoluto. La paternità di Dio ci
rende figli suoi, che noi lo conosciamo o
meno. E se io accetto questa priorità del
sociale come una vocazione, tramite la
fede nella paternità di Dio, posso rispondere al doppio interrogativo che costituisce l’essere umano: chi sono? E che
cosa faccio qui sulla terra?
Pertanto, il primo passo verso la libertà consiste nel riconoscermi e nell’accettare me stesso.
In secondo luogo: ho studiato medicina, ed ho come un temperamento da chirurgo, perché quando si taglia o si ripara una cosa, essa viene alla luce! E forse ciò che per me è tragico è di essere
un teologo che spesso non vede il risultato della propria azione. Ho come una
vocazione « bloccata » di chirurgo.
Un giorno, in sala operatoria, al termine di un intervento molto delicato, un
chirurgo cattolico, togliendosi la mascherina, il berretto e i guanti, disse queste
parole: « E’ salvo, ma dato ciò a cui
andrà incontro, sarebbe stato meglio se
fosse morto durante l’operazione ». Quel
giorno ho cambiato facoltà, e sono diventato teologo a causa di ciò che aveva
detto quel chirurgo: egli non ha mai saputo di aver operato in me un cambiamento più grosso che se mi avesse spostato il cuore a destra.
La felicità è una
e indivisibile
Allora, a questo punto, vorrei dire —
e, spero, senza nessuna vergogna —: lo
scopo della vita umana è la felicità, ma,
come la democrazia in Francia, la felicità è una e indivisibile. Vale a dire che
io non posso perseguire la mia felicità
senza volere quella della totalità della
specie umana, senza avere una mira planetaria della felicità. Dio non ha volute
la sofferenza, non ha voluto il dolore,
né il male, la creazione di Dio è stata
buona perché le sue creature se ne ral
Contro la logica
dell’avere
Questo episodio entrò nella mia vita
per poi non uscirne più, e dato che,
poco tempo dopo, avremmo conosciuto
l’occupazione della nostra nazione e la
resistenza, compresa quella armata, posso ben dire che questa parola è stata la
guida,, per tutti coloro per i quali la dichiarazione teologica di Barmen, nel
1934, era diventata la regola dell’azione
politica per la liberazione della nazione,
ma anche per la liberazione del popolo
tedesco. C’è quindi qualcosa che è più
importante della vita stessa, ed è il suo
senso. Molto banalmente si può dire che
la qualità della vita è più importante rispetto alla sua durata, o, se si preferisce,
che la scelta fondamentale, per ogni essere umano, è quella tra avere ed essere. « La tua bontà vale più della vita »:
questa è l’irruzione dell’essere nella persona umana, prigioniera del peccato di
« voler avere », della logica dell’avere e
della potenza. Infatti, il peccato, l’orgoglio, consistono nel costituirsi e nel volersi diversi, senza gli altri, in una specie di isolamento considerato necessario
e felice, nel voler essere in fin dei conti
sempre contro gli altri.
La logica deU’avere è alla base di tutte le discriminazioni che conosciamo nel
mondo, che si tratti di razzismo, di discriminazione tra i sessi, di nazionalismo, forse di « classismo »! Invece, la logica dell’essere, in rottura radicale con
quella dell’avere, prevede di accettare di
essere come gli altri, per niente diversi,
per niente superiori; soprattutto non superiori, se si è cristiani. E’ questa la
logica dell’« essere con gli altri »; rifiutare di separarsi anche per un solo istante da essi, ed è anche, naturalmente, la
logica dell’« essere per gli altri ». Ma bisogna fare attenzione a questo imperativo; ho detto: « come, con e per »! Se
si comincia dal « per », si cade nel paternalismo; occorre guardarsene, perché
sarebbe un’altra forma di discriminazione.
C’è una vita
dopo la nascita?
Un giorno, a San Francisco, alcuni hippies mi avevano dato un distintivo che
mi colpi. C’era scritto: « Is there a fife
after birth? » (C’è una vita dopo la nascita?). E allora « La tua bontà vale più
della vita » è anche la risposta di quella
liturgia tradizionale del battesimo in cui
si trova questa frase sorprendente: « Non
basta essere nato per vivere ». Per vivere
occorre rinascere all’interno della propria esistenza. E’ la logica del passaggio
attraverso la morte e la resurrezione.
A conclusione di questo terzo punto
vorrei dire: la libertà è la lieta irruzione della vita nell’esistenza. Perciò, come
si potrà vedere, faccio una distinzione
molto chiara tra vita ed esistenza. E il
dramma del mondo nel quale viviamo è
che ci sono milioni di persone che esistono, ma a cui si impedisce di vivere.
Da qui viene la mia affermazione di partenza: noi siamo consacrati all’umanità.
Quarto ed ultimo punto. Nicaragua,
1982: il mio amico Uriel Molina Oliù,
francescano della parrocchia di Santa
Maria a Los Angeles, mi racconta ancora una volta quello che avvenne nella
sua parrocchia tra il 1977 e il 1979, e come più di 250 « muchachos » e « muchachas » siano morti nella guerra contro
Somoza. In totale 50.000 su una nazione
che conta appena tre milioni di abitanti. Emozionatosi al pensiero di tutti questi giovani di cui era il pastore e che
rappresentavano per lui la speranza dell’avvenire della nazione, esclama: « Se non
fosse stato per resuscitare, non sarebbero morti in questo modo ». Se capisco
bene, questo vuol dire che la vita eterna non è un futuro lontano. La vita eterna è adesso, almeno secondo la prospettiva del quarto vangelo e dell’essere
che la riflette. E per me, in questo momento, c’è un versetto che è assolutamente centrale in questo testo, suona come un campanello felice nella mia vita,
il versetto 14 del cap. 3 della prima lettera di Giovanni: « Sappiamo che siamo
passati dalla morte alla vita perché amiamo i nostri fratelli » (e le nostre sorelle, naturalmente). Ciò significa che
ogni gesto, ogni pensiero, ogni sentimento di amore sono resurrezione. Nella logica dell’avere, quando irrompe la dinamica deH’amore, irrompe anche la presenza del Regno, non solo nella mia vita, ma nella storia, è una « Pasqua oggi », è la resurrezione come pane quotidiano.
Allora, si può spiegare questa frase
stupefacente di Uriel Molina Oliù: è vero che la vita data, la vita abbandonata,
sono la vita risuscitata. La solidarietà
porta sempre con sé un certo numero di
opzioni temibili per ciascuno, e può portare alla fine di Dietrich Bonhoeffer, di
Martin Luther King, di Oscar Arnulfo
Romero, e di molti altri, magari sconosciuti. Avrei volute leggere un « brano
di evangelo » di una donna assolutamente straordinaria, eccezionale, ma questa
notte in treno mi hanno rubato i fogli.
Si chiamava Marianella Garcia Villas. E’
stata assassinata nel Salvador, dove era
presidente della Commissione per i diritti umani, il 13 marzo 1983. Marianella
scrive; « So perfettamente che vivo nella
solidarietà con tutti gli sfruttati, che
scelgo un’opzione a favore dei poveri che
è quella decisiva, fondamentale e definitiva di Dio, e che, a causa di ciò, la mia
vita mi sarà ripresa: amo la vita e combatterò fino in fondo perché i deboli siano liberati dall’oppressione che pesa su
di loro ». Questa donna entra nella morte consapevole di essere una persona
viva. In altre parole: la libertà inizia là
dove io cerco di vivere ciò che è chiaramente il cuore del Vangelo. Il centro di
gravità della mia vita è l’altro.
Militanza e
silenzio di fronte a Dio
In conclusione; la libertà di vivere è
sempre, allo stesso tempo, lotta e preghiera, militanza politica e silenzio di
fronte a Dio, presa di posizione fino in
fondo, e ascolto di una parola che rimette sempre in questione chi sono e che
cosa faccio, mai per distogliermi dalla
mia vocazione di essere umano consacrato alla felicità deH’umanità, ma, al
contrario, per orientarla sempre meglio,
in rottura con i conformismi sociali, per
entrare sempre di più in conformità con
il « sovversivo di Nazareth », crocifisso
e risorto. Ed è per questo che le due dimensioni di questa libertà sono indissolubilmente e sempre una privazione (una
privazione crescente, e che riguarda molte cose di cui si vorrebbe non privarsi,
ma una privazione indispensabile) e una
lode a Dio. Perché allora, veramente, il
Vangelo è Verità; scopriamo nell’Evangelo la verità del mondo e la nostra vita
in questo mondo.
Allora, se non l’aveste capito, vi posso
dire che sono un uomo felice.
Georges Casalis
6
6 vita delle chiese
12 giugno 1987
Ir,
AOSTA - ASSEMBLEA DEL IV CIRCUITO
FINANZIAMENTI ECCLESIASTICI CORRISPONDENZE
Riaprire la chiesa Salerno: sì un nuovo
di Courmayeur » 'a diaconia
L’assemblea di primavera si
è tenuta ad Aosta il 16 maggio,
rilevando tre argomenti in particolare sui quali si è espressa
con appositi ordini del giorno;
— Courmayeur: qui la predicazione è al momento sospesa
perché la centralissima chiesetta non è agibile a causa dei lavori da farsi nei locali che a suo
tempo la Tavola ha ceduto, lavori che il nuovo proprietario
non ha ancora avviato.
L’assemblea chiede alla Tavola di sollecitare chi di dovere
afftnché la ristrutturazione delle parti vendute consenta di riaprire al culto il nostro locale.
— Progetto Torino: la Giunta
ha presentato le linee di sviluppo dall’àmbito circuitale a
quello più vasto regionale. L’assemblea si è molto rallegrata
dell’espansione ma ha anche avanzato due raccomandazioni:
chiede ai gruppi giovanili delle
singole comimità di coltivare
rapporti più stretti con le comunità di appartenenza; impegna a loro volta le comunità a
collaborare e sostenere in ogni
senso l’estensione del lavoro.
collegandosi con Angelo Arca di
Ivrea, che la Giunta del Progetto Torino ha designato quale
coordinatore. In relazione ai
convegni giovanili passati e futuri, un membro dell’assemblea
ha poi esortato le chiese a facilitare la partecipazione dei giovani, ma soprattutto ha esortato i genitori a farlo, non penalizzando i convegni con argomenti del tipo: « Non andare perché lunedì hai un’importante
interrogazione a scuola ».
— Predicatori locali: tre di
essi sono al secondo anno di
corso e altri due iscritti al primo: un vivo grazie a questi fratelli e sorelle e molta riconoscenza al Signore che suscita
doni e disponibilità.
A fine giornata l’assemblea ha
ringraziato il past. Laura Leone, Sovrintendente uscente, augurandole buona fortuna nel ministerio in Sicilia; la ricorderemo anche per l’appassionata focosità di qualche intervento!
Nuovo Sovrintendente è il past.
Eugenio Rivoir. Assemblea autunnale in ottobre a Chivasso.
R. T.
La chiesa metodista di Salerno, riunita durante il culto di
domenica 24 maggio 1987, dopo
aver esaminato la documentazione a suo tempo ricevuta dalla
Tavola Valdese riguardo al problema della defiscalizzazione,
0,8% e INVIM, con voto unanime
ribadisce che il sostentamento
finanziario per l’opera di predicazione delTEvangelo è un preciso dovere-diritto della comunità cristiana,
è del parere che la problematica riguardante la defiscalizzazione, 0,8% e INVIM costituisce
una novità per il modo di amministrare il denaro nella chiesa.
FANO — Il past. Eugenio Rivoir e il prof. Saverio Merlo so
ritiene che, p>er finalità diaconali e per imoegni verso il Terzo
Mondo, sia opportuno e auspicabile intraprendere intese con
il governo italiano per raggiungere un accordo su detto problema.
no intervenuti domenica 3 maggio ad un convegno, organizzato
dalla PGEI regionale e dal Consiglio di circuito, sul tema :
« Obiezione di Coscienza e obiezione fiscale ». Nello stesso giorno il culto si è tenuto per la prima volta nei nuovi locali di via
Fanella. Dopo l’attuale fase sperimentale, se la rispondenza sarà
buona, il gruppo evangelico ne
renderà definitiva la periodicità.
Auguri
Diaspora casertana: sì ai
fondi per la cooperazione
internazionale
BARI - ASSEMBLEA DEL XIV CIRCUITO
Una realtà impegnata
anche nel “sociale
II
Le comunità e gruppi della
Diaspora casertana, riuniti in
assemblea di culto la domenica
24 maggio 1987, hanno espresso
con voto unanime il seguente
parere:
dopo aver esaminato la documentazione ricevuta dalla Tavola Valdese riguardo al problema della defiscalizzazione, 0,8%
e INVIM,
si vuole ribadire che il sostentamento finanziario per l’opera di
predicazione deU’Evangelo è un
preciso dovere-diritto di tutti i
membri della comunità cristia
Si vuole sottolineare che la problematica relativa alla defiscalizzazione, 0,8% e INVIM costituisce una novità per il modo
di amministrare il denaro nelle
nostre chiese, ma si ritiene che,
per finalità diaconali e per l’impegno verso i paesi in via di
sviluppo, sia opportuno e auspicabile intraprendere intese con
il governo italiano per raggiungere un accordo su detto problema.
OMEGNA — Durante il culto
di domenica 17 maggio, con una
buona partecipazione di fratelli, abbiamo avuto la gioia di
ammettere, quale membro della
nostra comunità, il giovane Giuseppe. Aprile di Arena, che al
termine del corso di catechismo
ne aveva espresso il desiderio.
La meditazione tenuta dal pastore A. Garufi (Luca cap. 9) ha
posto in evidenza le risposte che
Gesù dà a coloro che vogliono
seguirlo, risposte ancora valide
oggi anche per noi.
Al termine del culto, la comunità ha voluto offrire, nei locali
sociali, un modesto rinfresco e
trascorrere qualche momento
fraterno con Giuseppe e la sua
famiglia, esprimendo a questo
giovane la gioia di averlo con
noi, con l’augurio che l’impegno
preso lo aiuti a partecipare attivamente alla vita della nostra
chiesa, al servizio del Signore.
Lutto
L’assemblea del XIV Circuito,
svoltasi a Bari domenica 24 maggio, ha esaminato la vita delle
chiese valdesi e metodiste di Puglia e Basilicata in un dibattito
particolarmente ricco che ha evidenziato una realtà dinamica e
presente nel tessuto socio-economico dell’intera diaspora apulolucana.
In mattinata il problema del
campo di lavoro all’intemo delle
comunità e del Circuito ha occupato molto spazio; l’importanza
di evitare la delega ad altri, anche semplicemente per timore
di invadere campi altrui, è stata
a lungo discrissa, pur se non è
stato possibile arrivare a precise conclusioni, anche per mancanza di tempo.
pre più crescente partecipazione
da parte di tutti {...). Di indirizzare responsabile attenzione a
quei settori di attività ecclesiastica che concernono l’educazione alla fede come trasmissione
non solo di dati biblici e storia
ecclesiastica, ma di scelte di vita e di testimonianza sulle vie
del mondo. Di non sottovalutare
l’importanza di essere presenti
nel tessuto socio-culturale-politico della vasta diaspora in cui
le chiese sono da tempo dislocate ».
VITTORIA: CASA DI RIPOSO
Ristrutturazione
Progetti per un servizio sempre più funzionale
NEW YORK — Con ritardo dovuto a disguido postale, dalla
chiesa valdese di New York giunge notizia della scomparsa di
Lamy Bertin, originario del Passel di Angrogna, classe 1895. «Nel
passato — scrive il pastore Janavel — Angrogna era ben rappresentata nella nostra chiesa;
ora con la dipartenza di questo nostro fratello se ne è andato l’ultimo angrognino ».
Nel pomeriggio, dopo l’agape
organizzata dalla comimità ospitante, l’assemblea ha preso in
esame la situazione di Orsara
e di Foggia: il sostegno del Consiglio di Circuito e l’invio temporaneo da parte della Tavola
del pastore M. Berutti hanno
notevolmente abbassato la sensazione di abbandono che poteva essersi creata, anzi hanno
rilanciato la testimonianza e la
presenza evangelica.
Una parte del dibattito pomeridiano è stata dedicata alla situazione giovanile: una serie di
incontri fra gruppi giovanili di
Foggia, Cerignola, Corato ha rappresentato un’occasione di collegamento fra chiese vicine; è
stato anche approvato un o.d.g.
sull’attività giovanile in cui fra
l’altro si auspica che l’attività
dei gruppi, oltre che sul sociale,
si esprima su momenti portanti
della vita comunitaria quali predicazione, catechesi, scuole domenicali.
Questo o.d.g. si chiude esprimendo « un sentito apprezzamento per quello che il Consiglio di Circuito e la Tavola hanno fatto per sopperire alla vacanza pastorale nelle chiese di
Orsara e di Foggia».
Infine le elezioni per il Consiglio di Circuito hanno confermato gli incarichi precedenti: sovrintendente Giovanni Magnifico, membri Anna Marinelli, Aldo Varese.
F. C.
Una serie di lavori di ristrutturazione è stata svolta in questi
ultimi tempi alla Casa di riposo
di Vittoria. Sono stati controsofBttati numerosi locali, al fine
di ridurre i consumi relativi al
riscaldamento, è stata rifatta
la facciata alla Casa e sono stati risistemati servizi sanitari e
pavimentazione. Altri lavori sono in progetto; si prevede, se
sarà possibile, di dotare pressoché tutte le camere dì servizi interni, di completare la
sistemazione della mansarda
(che permetterebbe di utilizzare
altre due camere con cucina,
ripostigli e bagno) e realizzare
un passamano nel corridoio per
L’assemblea di Circuito ha anche espresso l’esigenza dì rilanciare i collettivi teologici e continuare sulla linea iniziata di
incontri tra pastori e predicatori locali dislocati nella diaspora, oltre che approvato un altro
o.d.g. in cui fra l’altro si raccomanda « di rendere il culto avvenimento e segno di una sem
Nella collana « Quaderni
SAVERIO MERLO
di formazione » è uscito il n. 5:
- CLAUDIO PASQUET
Catechesi e animazione
Proposte per un rinnovamento della catechesi
pp. 82, Lire 6.500
Metodi, proposte, suggerimenti nati dalla viva esperienza pluriennale, per un rinnovamento della catechesi anche
sul piano pratico mediante varie tecniche, animazione soprattutto.
Si consiglia di utilizzare questo libro insieme alle nuove
schede « Crescere nella fede », edite dal Serv. Istruzione e
Educazione della F.C.E.I. Molto utile sia per il monitore,
sia per il catechista, sia per l’animatore di gruppi di studio
biblico, teologico ecc.
CLAUDIANA EDITRICE — Via Principe Tommaso, 1
10125 TORINO
favorire gli spostamenti di quanti hanno bisogno di un appoggio. Sarà naturalmente necessario, prima di dare il via ai lavori, attendere che ne sia garantita la copertura finanziaria.
A questo proposito va detto
che i doni ricevuti neU’inverno
hanno fatto ben sperare, ma è
necessaria una continua attenzione da parte dei sostenitori e
degli amici della Casa.
La Casa, da parte sua, cerca
di rispondere sempre alle esigenze espresse dagli ospiti, e in
alcuni casi non si può limitare
a questo: spesso infatti non si
tratta semplicemente di accogliere un nuovo ospite, ma si
tratta anche di gestire i rapporti tra l’anziano, la famiglia, e
la collettività in cui l’anziano
viene ad inserirsi.
La situazione attuale della Casa di riposo vede una presenza piuttosto stabile di 37 ospiti.
COMUNICATO
PROTESTANTESIMO
IN TV
Causa scioperi dei lavora^
tori RAI per il rinnovo contrattuale la rubrica non è
andata in onda per due volte.
Lo spostamento al 7 giugno ottenuto dalla RAI ed
annunciato al culto radio
non è servito a nulla per il
prolungarsi dello sciopero del
centro di Roma.
Mentre ce ne scusiamo con
coloro che seguono la rubrica, speriamo di andare in
onda domenica 14 giugno
alle ore 23 su RAI II con la
trasmissione: « Un esercito
senza fucili », dedicata all’Esercito della Salvezza.
Collaboratori cercansi
Presso il Centro Giovanile Protestante (Gould) sono disponibili 2 posti per il seguente incarico a partire dal prossimo
settembre: educatore/educatrice con conoscenze, eventualmente anche solo teoriche, nel settore educativo. Si richiede
la massima disponibilità al lavoro che presuppone una capacità di adattamento al lavoro di gruppo ed un grosso impegno personale.
Si ritengono opportuni contatti e soggiorni preliminari
orientativi presso la comunità.
Le assunzioni si effettuano in base alle normative in vigore e contemplano la possibilità di vitto ed alloggio.
RIVOLGERSI al C.G.P.-Gould, Via Serragli 49, 50124 Firenze
Tel. 055/212576
J
7
r
12 giugno 1987
vita delle chiese 7
CORETTO VALDESE DI TORRE PELLICE
CRONACA DELLE CHIESE DELLE VALLI
10 anni di canto
Si presentano le relazioni
Importante occasione di aggregazione giovanile - Gli incontri con
altre realtà evangeliche - Verso impegni responsabili nella comunità
Recentemente, quasi al termine deH'anno ecclesiastico, si sono Svolti due concerti del Coretto di Torre Pellice, avvenimenti
in sé abbastanza normali, ma
proprio quest'anno questo gruppo di canto giovanile compie 10
anni di attività. E’ stato così che
con il suo direttore Franco Taglierò abbiamo tentato di fare
un bilancio dell’attività fin qui
svolta.
« Del "compleanno” ce ne siamo accorti quasi per caso in
questi mesi; bisogna però aggiungere che l’origine di questo
gmppo risale ad alcuni anni prima, per iniziativa del Collegio
Valdese di Torre quando, fra le
attività para-scolastiche, venne
proposto il canto sotto la direzione di Carlo Amoulet. Il gruppo, proprio come portavoce dell’attività del Collegio aveva partecipato ad alcune uscite in Germania ed in Svizzera; seguì, dopo tre anni, un periodo di difficoltà anche per i problemi di
trovare un nuovo direttore ed a
quel punto mi fu chiesto di riprendere il lavoro ma senza più
essere legati al Collegio ».
A quel punto partì l’attività
del iiuovo Coretto legato alla comunità di Torre Pellice...
« Pur continuando ad effettuare viaggi, soprattutto all’estero,
ma ricordiamo anche significativi incontri con le comunità di
Trieste e Savona, ha svolto un
lavoro di ricerca di canti liturgici spirituali moderni con l’intendimento di proporre alla chiesa questi canti nuovi, tentando
cioè un rinnovamento del canto
nella chiesa anche se le cose
non sono procedute fin qui troppo celermente ».
Recentemente abbiamo assistito ad un notevole rinnovamento fra i componenti il gruppo:
questo ha prodotto particolari
problemi?
« In effetti in questi anni sono passati dal Coretto molti giovani; una specie di censimento,
basato essenzialmente sul ricordo, ci fa dire che circa 90 giovani hanno cantato nel Coretto,
E’ evidente che i frequenti cambi portano a momenti di studio
più difficoltoso, peraltro superabili; piuttosto, per esperienze
passate, si è visto quanto sia difficile tenere legato un gruppo
che presenti al suo interno notevoli salti generazionali, per cui
dopo il tentativo di alcuni anni
fa, oggi siamo arrivati alla costituzione di due Coretti, con divisione per fasce di età, in particolare per quanto riguarda le
prove: in occasione di serate i
due gruppi vengono fusi insieme a formare un insieme che
supera le 40 unità. Si può aggiungere che il ’’Coretto dei piccoli” ha in questi ultimi anni
registrato una cassetta di canti
per le scuole domenicali su proposta del SIE (Servizio Istruzione ed Educazione) e ne sta preparando un’altra ».
Per l’esperienza passata, cosa
si può dire dal punto di vista
della funzione di stimolo all’in
Vn momento di una « tournée » in Germania nel 1983.
serimento nella comunità dei
giovani entrati nel Coretto?
« In tutte le attività ci sono
sempre le persone profondamente motivate che si impegnano a
fondo e credono in quello che
fanno ed allora nel momento in
cui lasciano un’attività il loro
impegno si esprime in un altro
settore; altrettanto vero è che
molti altri non si erano molto
inseriti nella chiesa in generale
e si sono un po' persi di vista.
Percentualmente parecchi giovani si sono inseriti in altri ambiti di lavoro ».
Aggiungiamo che questa sensazione è condivisa da chi, e si
tratta ormai soltanto di due persone, avendo partecipato al gruppo fin dal suo inizio, ancora oggi ne fa parte, con la sottolineatura che a spiegare certe assenze oggi dalla vita comunitaria in generale concorrono anche altri fenomeni od impegni
quali lo studio che spesso porta i nostri giovani a dover risiedere durante la settimana
fuori dalla valle.
Piervaldo Rostan
EVANGELIZZAZIONE A TORRE PELLICE
Verso il “tempio aperto
II
Molto il lavoro svolto, dentro e fuori delle valli: intanto si preparano nuove iniziative estive
La commissione evangelizzazione della chiesa valdese di Torre Pellice, nominata secondo una
nuova formula che prevede tre
soli membri con facoltà di coinvolgimento di altri, al termine di
un anno ecclesiastico che ha visto un’attività particolarmente
intensa (visite nei quartieri, tavole rotonde, interventi nelle
scuole, manifestazioni fuori dalle Valli) si appresta a rilanciare un programma estivo che già
in passato si è dimostrato assai
valido.
L’iniziativa del « tempio aperto » da alcuni anni permette interessanti contatti con visitatori
esterni (circa 120 l’anno scorso,
con punte di notevole e costante interessamento), vendita di libri e distribuzione di volantini e
dépliants informativi.
La commissione si appresta
dunque a rilanciare l’iniziativa
sulle linee già tracciate in passato; il tempio di Torre sarà
così « aperto » a partire da sabato 4 luglio nel pomeriggio e
domenica 5. Alla presenza di
membri della commissione o più
in generale della comunità di
Torre Pellice, l’iniziativa andrà
avanti nei fine settimana di luglio ed agosto fino al 16, domenica precedente l’apertura del
Sinodo.
Parallelamente, nei pomeriggi della domenica, verranno proposti i consueti messaggi a tema, che pur non essendo attualmente ancora completamente definiti, dovrebbero riguardare tra l’altro il rapporto artefede, lo Spirito Santo nella chiesa, la predicazione dell’Evangelo nel Sud.
Si stanno organizzando inoltre due tavole rotonde serali.
S. GERMANO ■— Settimane
dense di appuntamenti e di momenti importanti, le ultime vissute dalla comunità.
Ad iniziare dall’Assemblea
di Chiesa, chiamata ad esprimersi sulla relazione predisposta
dal Concistoro sulle attività dell’anno. Non si è avuto un dibattito molto acceso, questo va
detto subito, ma l’apprezzamentc espresso nei confronti del
Concistoro è un elemento di
sprone per proseguire nella strada intrapresa. La relazione annua non si limitava infatti a fare l’elenco delle attività svolte,
poneva anche dei traguardi, delle prospettive di lavoro per il
futuro: prima fra queste l’evangelizzazione, rivolta sia all’esterno della comunità, sia al
suo interno.
Il secondo adempimento che
l’Assemblea doveva compiere
era l’approvazione del preventivo per la Cassa Culto 1988. La
somma richiesta era di 55 milioni di lire, 4 in più di quelli richiesti per l’anno in corso, 17 in più
di quelli versati nel 1985. Non si
tratta di un impegno trascurabile e non poche persone hanno
sollevato delle perplessità. L’Assemblea ha risposto innanzitutto accettando l’impegno non
solo a raccogliere la somma richiesta, ma anche a coinvolgere più profondamente la comunità intera; in secondo luogo è
stato approvato un ordine del
giorno in cui si chiede alla Tavola ed al Sinodo una maggiore cautela nel lanciare dei progetti dal notevole impegno finanziario.
L’Assemblea ha nominato quali deputati al Sinodo: Franca
Beux e Rosanna Pireddu Fornerone.
'• Nel corso dell’ultima domenica di maggio è stata celebrata
la festa della famiglia e il culto
è stato curato dalla Scuola Domenicale. L’argomento proposto
era quello della pace e su di
esso hanno ruotato la meditazione, gli inni cantati dai bambini ed un « murale » enorme
dipinto dai bambini stessi e che
è stato illustrato durante il culto. Alla fine è stata donata ai
partecipanti al culto una stella
su cui era stato scritto un versetto, sempre inerente al tema
della pace. Al pomeriggio una
bella festa ha sanzionato la
chiusura di questo anno di attività della Scuola Domenicale.
® Un’altra festa ha concluso
l’attività della Corale: è stata
anche l’occasione per presentare le diapositive scattate durante la recente gita in Germania
presso la comunità di Treuchtlingen.
'• L’Unione femminile si è recata a far visita a sorelle ed amici che vivono al Rifugio Carlo
Alberto ed all’Asilo di S. Giovanni: il fatto che queste persone vivano lontano non significa
che siano dimenticate.
• Purtroppo, queste settimane
non hanno riservato soltanto
delle note liete: è infatti mancato, all’età di 74 anni, Alfredo
Long. Alla famiglia giunga un
pensiero affettuoso e l’esortazione a vivere questi momenti
nella certezza della resurrezione
in Cristo.
Pranzi comunitari
In un mare di verde, in un'oasi di pace
Hôtel du Parc
RESTAURANT
Casa tranquilla aperta tutto l’anno
Facilitazioni per lunghi periodi di permanenza
Saloni per banchetti nozze
L- Viale Dante, 58 - Tel. (0121) 91367
' TORRE PELLICE
POMARETTO — Il culto di
fine maggio, tenuto al Clot di
Inverso Pinasca, è stato preparato dalle Scuole domenicali di
Pomaretto ed Inverso Pinasca
sotto la guida di Dario Tron cui
la comunità esprime il suo ringraziamento; ha fatto seguito
un pranzo comunitario e nel
pomeriggio si sono svolti momenti ricreativi che hanno riunito giovani ed adulti. Un grazie va ancora a chi ha collaborato alla giornata.
Il ricavato della festa (696.(XK)
lire) è stato destinato alle ne
cessità degli stabili della chiesa; la colletta del culto mattutino, a favore delle chiese del Rio
de La Piata.
• Domenica 21, dopo il culto,
avrà luogo im pranzo comunitario per salutare e ringraziare il
pastore Martin Hanauer per il
servizio svolto nella comunità.
Gli interessati sono invitati a
prenotarsi entro il 18 giugno
presso Marie-France Coïsson.
Culto di Pentecoste
VILLAR PELLICE — Durante
il culto di Pentecoste abbiamo
avuto l’opportunità di salutare
un gruppo di fratelli e sorelle
della chiesa di Palmbach (Baden) in vacanza al Castagneto.
• Giovedì 4 giugno si sono
svolti i funerali di Aldo Ayassot,
deceduto in ospedale dopo lunghe sofferenze; esprimiamo ancora alla famiglia la simpatia
cristiana della comunità.
Assemblea
PRALI — E’ convocata una
assemblea di chiesa per il 21
giugno: in discussione la sostituzione del pastore, prevista per
il settembre 1988. Il culto avrà
inizio alle ore 10.
• La comunità esprime i suoi
auguri a Giuliana Ghigo e Luigi Martin che si sono uniti in
matrimonio sabato 6 giugno.
• Nel corso dell’assemblea del
3 maggio scorso è stato nominato nel Concistoro Riccardo Ghigo; mentre si rinnova il benvenuto al neo eletto, la comunità esprime anche il suo ringraziamento a Silvio Richard per il
servizio svolto in questi anni;
a lui vanno anche gli auguri
per una completa guarigione
dopo l’incidente accadutogli in
campagna.
Bazar
PRAMOLLO — Ringraziamo i fratelli A. Garrone e U.
Rovara che hanno presieduto i
culti del 17 e 24 maggio, essendo il nostro pastore impegnato
all’estero.
• Domenica 31 maggio si è
svolto il bazar organizzato dall’Unione femminile; l’esito è stato discreto e ringraziamo tutti
coloro che hanno collaborato in
qualunque modo, tra questi il
panificio Blanc che ha di nuovo
messo a disposizione tutta l’attrezzatura per la preparazione
e cottura dei dolci.
Venerdì 12 giugno
□ AVVENTISTI IN FESTA
TORRE PELLICE — Presso la Chiesa cristiana awentista in via Giolitti 6, alle ore 16, si svolge la celebrazione del centenario del prof. Alfred
Félix Vaucher. Sabato 13 giugno alle
ore 16, presso il tempio valdese di
Torre Pellice, viene offerto un concerto per flauto, viola e chitarra.
Domenica 21 giugno
□ ASSEMBLEA TEV
TOiRRE PELLICE — Alle ore 15, presso la Casa Unionista, incontro con la
missionaria nel Lesotho, Laura Nisbet.
□ GIORNATA
DELL’ULIVETO
LUSERNA S. GIOVANNI — L’Uliveto invita tutti gli amici a passare qualche ora piacevole insieme ai ragazzi
ed a tutti coloro che vi lavorano, nel
pomeriggio, a partire dalle ore 15.
i
8
8 valli valdesi
12 giugno 1987
COMUNITÀ’ MONTANA VAL PELLICE
Dove le
buttiamo?
Cantieri di lavoro:
occupazione
e tuteia ambientale
In varie occasioni il nostro
settimanale si è occupato — sia
a livello più generalizzato e sia
a livello locale — dei temi^ ecologici e certamente lo farà ancora in futuro. Indubbiamente,
la questione degli inquinamenti,
delle quotidiane dosi di veleno
sotto forma liquida, gassosa o
solida che siamo costretti a sorbirci diventa, giorno dopo giorno, sempre più drammatica e
anche densa di incognite in relazione alle conseguenze nei confronti delle generazioni che seguiranno.
La CEE — come suo contributo all’« anno dell’ambiente » europeo — sta per pubblicare una
lista delle sostanze chimiche in
uso nella Comunità europea e
si sa già che questo elenco comprenderà ben 164.000 prodotti!
Già dall’imponenza di questa cifra è facile immaginare quale
incidenza vi abbiano gli ingredienti velenosi.
Passando a livelli più locali,
e precisamente comunali, sono
ben noti i problemi relativi alle discariche, agli inquinamenti
di fiumi e torrenti, a quelli delle falde acquifere, ecc.
Di un particolare tipo di inquinamento peraltro si parla ancora poco: quello relativo alle
pile usate. Al riguardo, penso
che le nostre amministrazioni comunali, proseguendo sulla via.
iniziata della raccolta differenziata dei rifiuti (carta, vetro, materiali ferrosi), potrebbero utilmente intervenire. Come si sa,
il consumo di queste piccole fonti di energia si va sempre più
estendendo. Si calcola che annualmente in Italia ogni individuo consumi in media 300 grammi di pile, che nella quasi totalità vanno a finire fra i rifiuti.
Eppure, quei piccoli aggeggi
hanno delle proprietà altamente
inquinanti. Il mercurio contenuto nei suddetti 300 grammi di
pile usate è infatti sufficiente
ad inquinare — secondo un servizio apparso su « Panorama »
del 7 giugno scorso — 200 quintali di alimenti e 1.000 metri cubi d’acqua. Particolarmente pericolose le pile dette « a bottone », usate per macchine fotografiche, orologi, apparecchi acustici che contengono una quantità di mercurio pari al 33 per
cento del loro peso. Ma vi sono
anche altre sostanze velenose
nei vari tipi di pila: il cadmio,
il manganese, lo zinco, il piombo.
Nel 1982 è stata emessa una
legge — la 915 — che ha definito le pile « rifiuti urbani pericolosi » ed ha affidato ai Comuni la responsabilità di stabilirne le norme per lo smaltimento, finalizzato al loro riciclaggio,
specie ai fini del recupero e della riutilizzazione del mercurio.
In vari Comuni dell’Emilia
Romagna, della Lombardia, de!
Veneto si sono presi provvedimenti per la raccolta delle pile
usate, ed accanto alle campane
per il vetro si notano dei contenitori gialli a tale scopo. C’è
da augurarsi vivamente che anche nelle nostre vallate vengano
al più presto prese analoghe misure che, affiancate da un’opera
di sensibilizzazione della gente,
portino a dei risultati concreti.
Roberto Peyrot
Nel corso deU’ultima seduta il
Consiglio della Comunità Montana Val Penice ha esaminato ed
approvato un progetto di istituzione di cantieri di lavoro nel settore della tutela ambientale e
del miglioramento boschivo; ne
illustriamo qui i punti più significativi.
Situazione del
mercato del lavoro
Confrontando i dati dei disoccupati in valle negli ultimi anni
si evidenzia subito un aumento
nella richiesta di occupazione.
Rispetto ad esempio al 1981 (data
dell’ultimo censimento) le persone in cerca di lavoro sono salite
da 758 a 1065, ciò che in termini percentuali, sia pur tenendo
conto dell’aumento della popolazione, porta i disoccupati da un
8,5% della popolazione attiva ad
oltre il 12% di oggi. Sono dati
preoccupanti su cui si discute
non da oggi e non saranno certo
questi cantieri di lavoro a risolvere in modo radicale il problema, sono però cifre reali su cui
partire.
Difesa del suolo
e miglioramento
produttivo
Il piano di intervento parte da
alcune considerazioni che evidenziano come il patrimonio boschivo abbia rappresentato e rappresenti ancora una notevole risorsa
per la vita dei valligiani, sia da
un punto di vista economico (legna da lavoro e da ardere) che
sotto il profilo della tutela e salvaguardia dell’ambiente e territorio montano.
Per altro, affinché queste funzioni siano reali e complete, occorre che il bosco sia mantenuto
in condizioni decenti; ciò riguarda sia le proprietà private che
comunali, queste ultime presenti
in tutti i comuni di alta valle.
L’intervento previsto in questo
caso va proprio in questa direzione, con un’area di circa 20 ettari
nei comuni di Angrogna, Bobbio
e Torre Pellice, dove sono necessari lavori di tagli di diradamento, potature, decespugliamenti, opere di conversione del bosco (da ceduo in fustaia) ; in particolare le zone di intervento sono quelle di Pra la Stella (Angrogna e Torre), Sea (Torre),
Cruello e Garin (Bobbio).
Sul piano occupazionale, in questo settore di intervento dovrebbero trovare impiego 10 disoccupati, di cui 2 con precedenti esperienze di lavoro nel campo forestale e gli altri con qualifica
generica. Per l’esecuzione dei lavori è prevista la necessità di 700
giornate lavorative, corrispondenti ad un periodo di circa tre
mesi. Costo dell’operazione (che
dovrebbe essere finanziata anche
dalla Regione): 60 milioni.
Anche in questo caso si prevede l’impiego di 10 persone per
tre mesi, con una spesa di 42
milioni.
Per raggiungere lo scopo previsto dalla deliberazione che istituisce questo cantiere di lavoro,
gli operatori dovranno provvedere ad una indagine limgo le sponde dei torrenti e canali per l’individuazione di scarichi inquinanti e censimento degli scarichi
non afferenti alle pubbliche fognature, stante una situazione in
cui oltre il 40% della popolazione non usufruisce del servizio di
fognatura e le acque dei torrenti,
a fronte di una analisi sulla balneabilità delle acque, sono risultate inquinate.
Inoltre il cantiere di lavoro dovrà verificare le necessità di approvvigionamento idrico di nu
clei abitativi non serviti da acquedotto ed effettuare un censimento degli impianti di approvvigionamento idrico : è evidente su
questo punto che la situazione è
molto particolare rispetto alle
moltissime fonti di approvvigionamento delle nostre borgate.
Infine l’ultimo settore su cui
si prevede di intervenire con i
disoccupati del « cantiere » è nell’informazione nelle scuole sulla
raccolta differenziata dei rifiuti,
con supporto nella successiva fase operativa che dovrebbe prevedere l’installazione presso gli
istituti di contenitori per la carta e le lattine.
Questo progetto riguarda le
22 scuole della valle, di cui 16
elementari, 4 medie inferiori e 2
medie superiori.
Piervaldo Rostan
I sindacati contro
i licenziamenti...
Mentre si annuncia il positivo
avvio di trattative per la vendita della Indesit, i sindacati CGILCISL-UIL affermano in un comunicato che per altro ciò non
risolverà la grave situazione dei
lavoratori oggi in cassa integrazione eccedenti le necessità
operative.
Tale situazione si somma, oltre che ai problemi Filseta e di
altre aziende minori, alla situazione dei 317 lavoratori Seleco
(ex Indesit Elettronica) che
a fine anno rischiano il licenziamento.
Infatti per questi lavoratori
(impiegati ed operai), esiste un
impegno del CIPI per creare attività sostitutive nell’area nonese, impegno mai attuato.
Oltre un anno fa, la Regione
Piemonte, tramite l’assessore al
Lavoro, si era assunta impegni
di coordinamento e di costruzione di un piano straordinario
che contenesse indicazioni di
lavori alternativi ed il coordinamsntc di finanziamenti per
la promozione ed il sostegno di
attività sostitutive. Ad un anno
di tempo non si sono ancora visti neppure i progetti di tali
impegni.
DENUNCIA DI GUARDIE ECOLOGICHE g s„| problema
Inquinamento a Luserna?
Alcune guardie ecologiche volontarie della Comunità Montana
Val Pellice, sottozona di Luserna
S. Giovanni e Lusernetta, hanno
presentato una denuncia al Pretore di Saluzzo, alla USSL di Saluzzo, al Sindaco di Bagnolo ed
agli assessorati competenti della
provincia di Cuneo e della Regione Piemonte in merito ad un presunto inquinamento della fontana Clot in loc. Combe-Casulè di
Montoso.
Su segnalazione di alcuni cittadini della zona, nella località sopra citata si è accertata la presenza di un impianto di depurazione, presumibilmente collegato
agli insediamenti abitativi sul
versante nord di Montoso. Le ac
S. Secondo
denuclearizzato
Anche il Comune di S. Secondo, come molti altri della zona,
ha assunto una delibera, votata
aH’unanimità, per la denuclearizzazione del territorio comunale.
Nella stessa seduta del Consiglio comunale in cui è stato
assunto questo importante atto,
si è discusso anche deH’eliminazione dei sacchetti di plastica;
su questo argomento è stato invitato il Sindaco ad emettere entro un anno un’ordinanza di divieto per la vendita e l’uso,
estendibile anche alle bottiglie
di plastica.
Queste decisioni sono state
assunte dopo un significativo dibattito nel Consiglio comunale
aperto alla popolazione.
que di scarico si riversano in un
corso d’acqua che successivamente defluisce nel torrente Traverserò il quale scorre nel territorio del comune di Luserna; tale impianto, in data 3 maggio ’87,
risultava inattivato nel sistema
indispensabile per il funzionamento di tutto rimpianto di depurazione.
Sia l’odore nauseabondo sia altri elementi erano chiaro segno
di cattivo funzionamento dello
stesso impianto. Nella parte bassa sono ubicate due saracinesche
per lo svuotamento dei fanghi
prodotti.
Mentre la denuncia, segnalando altri motivi di disfunzione, lascia aperti altri dubbi, viene
inoltre segnalato che gli impianti
di depurazione per seconde case
hanno in genere estrema difficoltà ad operare in quanto la scarsa
alimentazione, durante la settimana, produce una conseguente
distruzione della flora batterica
necessaria al funzionamento per
il risanamento delle acque.
scuoia
I sindacati scuola CGIL-CISL
del comprensorio di Pinerolo,
in relazione alle agitazioni tuttora in atto in diverse scuole
italiane, hanno emesso un comunicato nel quale valutano con
estrema preoccupazione la possibilità del concretizzarsi di interventi repressivi volti a ledere
il diritto alla lotta ed all’autoorganizzazione dei lavoratori,
creando anche un pericoloso precedente per un intervento generalizzato nei rapporti conflittuali tra le parti sociali.
Nel ribadire che i conflitti sociali non possono essere risolti
sul piano giuridico penale, i
sindacati chiedono alle segreterie nazionali di:
aprire immediatamente una
trattativa col governo per ottenere la soluzione dei problemi
più urgenti (precariato e alunni
per classe);
aprire nella categoria il dibattito e la consultazione vincolante sui punti di accordo ancora
da definire (fondo di incentivazione);
aprire la fase di discussione ed
elaborazione, a partire dalle
realtà di base, della nuova piattaforma contrattuale.
ti
ASSICURAZIONI
AGENTE GENERALE DI TORRE PELLICE
Arnaldo Prochet
TUTTI I RAMI DI ASSICURAZIONE
Via della Repubblica, 14 Telefono (0121 ) 91820
Tutela ambientale e Firme contro la caccia
informazione
nelle scuole
E’ il secondo settore dove la
Comunità Montana intende intervenire, avvalendosi del lavoro
di disoccupati della valle (questa
volta con preferenza per le persone in possesso di un titolo di
scuola superiore, quello di geometra, per la maggioranza dei
posti necessari allo sviluppo del
piano).
E' stata presentata una proposta di
referendum regionale abrogativo della
Legge Reg. n. 60 del 79, modificata
nell'85, che definisce ie norme per
la tutela della fauna e la disciplina
della caccia. La raccolta delle 50.000
firme necessarie per sottoporre la
questione al voto popolare è iniziata
da circa un mese; a Torre Pellice è
possibile per i residenti sottoscrivere
questa richiesta presso la segreteria
comunale il martedì, mercoledì, giovedì e venerdì fra le ore 10 e le 12.30.
ATLAS
ISTITUTO CHIROPRATICO ITALIANO
Emanuela e Stefania Capitanio
Doctors of Chiropractic - C.M.C.C. TORONTO - CANADA
TRATTAMENTI CHIROPRATICI
Luserna S. Giovanni (Vai Peilice) «Asilo Valdese»
Via Malan, 43 - Tel. 0121/90.02.85
Saluzzo: Via Torino, 48 ■ Tel. 0175/4.22.61
Torino: Via Bogino, 23 ■ Tel. 011/83.01.00 - 83.01.36
Telefonare per appuntamento
9
Wr
12 giugno 1987
valli valdesi 9
i %
/ Í.
VAL PELLICE
Proposte
RINGRAZIAMENTO
di raccolta differenziata
Concerti
« L’Eterno è il mio pastore,
nulla mi mancherà »
(Salmo 23: 1)
« Dolce è il sonno del lavoratore »
(Ecclesiaste 5: 12)
I familiari di
TORRE PELLICE — Venerdì 12 glu
A If redo Long
Documento presentato dalla Comunità Montana - Gli interventi più
importanti: farmaci scaduti e pile - Carta riciclata negli Enti pubblici?
I! Servizio di Igiene pubblica
ed i Servizi tecnici della Comunità Montana Val Pellice-USSL
43 hanno predisposto un programma di intervento in materia di raccolta differenziata dei
rifiuti ed eliminazione dei sacchetti di plastica ohe è stato approvato nell’ultima riunione del
Consiglio,
Dopo una valutazione globalmente positiva suH’avviamento
della raccolta differenziata del
vetro nei Comuni della valle, si
punta ora sull’informazione e
sull’educazione ambientale attraverso manifesti e dépliants illustrativi deirimportanza della raccolta differenziata dei rifiuti.
Della raccolta negli istituti
scolastici si parla già in altra
parte del giornale, resta da segnalare un piano di incentivazione rispetto agli alunni, istituendo premi, a fronte di un minimo di raccolta a persona, sotto
forma di materiale didattico o
viaggi organizzati ad oasi naturali istruttive.
Il programma di raccolta differenziata dovrà coinvolgere direttamente gli Enti pubblici anche attraverso gli uffici che, fatti salvi i problemi legati ai segreti d’ufficio, sono notoriamente grossi produttori di carta di
scarto.
Gli stessi uffici -ptotrebbero iniziare con l’uso sperimentale, per
le loro necessità, di carta riciclata aprendo anche spiragli economici in un settore che va avanti con molta difficoltà.
Un settore molto particolare
ed estremamente importante riguarda la raccolta di rifiuti domestici tossici e nocivi, oltre ai
residui antiparas-sitari.
Per quanto riguarda i farmaci
scaduti, si prevede una campagna di sensibilizzazione nei confronti della popolazione perché
non smaltisca i farmaci con gli
altri rifiuti domestici, indicando
di recuperarli in sacchetti e di
portarli alle strutture socio-sanitai ie periferiche che sono ubicate a Bricherasio (Distretto socio-sanitario), iLusema San Giovanni (Distretto socio-sanitario).
USSL 42 - VALLI
CHISONE - GERMANASCA
Guardia medica ;
Notturna, prefestiva, festiva; presso Ospedale Valdese di Pomaretto - Tel. 81154.
Guardia farmaceutica :
DOMENICA 14 GIUGNO 1987
Villar Perosa: FARMACIA DE PAOLI
- Vìa Nazionale, 22 - Tel. 840707.
Ambulanza ;
Croce Verde Perosa: Tel. 81.000.
Croce Verde Porte: Tel. 201454.
USSL 44 - PINEROLESE
(Distretto di Pinerolo)
Guardia medica :
Notturna, prefestiva, festiva; Telefono 74464 (Ospedale Civile).
Ambulanza ;
Croce Verde Pinerolo: Tel. 22664.
USSL 43 - VAL PELLICE
Guardia medica :
Notturna, prefestiva e festiva: Telefono 932433 (Ospedale Valdese),
Guardia farmaceutica :
DOMENICA 14 GIUGNO 1987
Luserna San Giovanni: FARMACIA
SAVELLONI - Via F. Blando 4 - Luserna Alta - Telef. 90223.
Ambulanza ;
Croce Rossa Torre PeMice: Telefono 91.996.
Bibiana (centro di recapito per
i servizi). Torre Pellice (Distretto socio-sanitario), mentre per i
Comuni di Villar Pellice e Bobbio Pellice il centro di recapito
potrebbe essere individuato nell’ambulatorio di medicina legale, e per i Comuni di Rorà, Lusemetta e Angrogna la sede comunale è l'unica ipotesi individuata.
Ogni centro verrebbe attrezzato con un armadio o altro contenitore che si possano chiudere
e periodicamente si organizzerebbe la raccolta, con smaltimento finale presso Tinceneritore
dello stabilimento ospedaliero
dell’U.S.S.L. 44.
Sulle pile, l’ipotesi di lavoro
che, anche con contrasti all’interno del gruppo di operatori che ha
affrontato in questi mesi questa
problematica, è emersa, è quella deiradozione di un provvedimento amministrativo, a livello
comunale, che imponga alla popolazione di portare le pile scariche al rivenditore per poter
avere in cambio quelle nuove.
Questa ipotesi si basa sulla valutazione che l’unica possibilità
gn'o, presso II tempio valdese, alle
ore 21, l’Università della terza età e
la Pro Loco presentano un concerto
con le allieve della scuola pianistica
” Laura Richaud »; offerte a favore
della ristrutturazione dell’Ospedale
valdese di Torre Pellice.
di intervento è incidere sul meccanismo di vendita delle pile,
pur non nascondendo i problemi che tale imposizione può
creare.
Il problema dei contenitori e
dei residui di fitofarmaci riguarda, per motivi agronomici, in particolare la bassa valle e Tipotesi individuata prevede il convogliamento di tali rifiuti in cassoni aprpositi presso i rivenditori onnure nresso i palazzi comunali.
L’ultimo aspetto affrontato in
questo programma di intervento riguarda i sacchetti di plastica.
A parte la possibilità di assumere provvedimenti amministrativi nei singoli Comuni, resta aperto il problema di una reale
informazione e del coinvolgimento della popolazione sul tema,
a partire dai commercianti; si
prospettano incontri a vari livelli e nel frattempo una prima opera di informazione è
stata effettuata con la diffusione di un elenco di ditte rintracciate quali produttrici o distributrici di sacchetti di carta.
P. R.
TORRE PELL'fCE — La Corale della
Christus Kirche di Monaco dì Baviera, sotto la direzione del noto prof.
Kreile, tiene un concerto presso il
tempio valdese con Inizio alle ore 21
di martedì 16 giugno.
Vengono eseguiti brani di J. S. Bach,
G. Verdi, H. Schütz.
Segnalazioni
TORRE PELLICE
Il Circolo ha
un nuovo presidente
Nel Consiglio del Circolo didattico di Torre Pellice c’è stata
frattura, pur tuttavia questo organismo deve funzionare: questo il pensiero generale ribadito da alcuni interventi dei presenti alla seduta di lunedì scorso che aveva come unico punto alTordine del giorno l’elezione del nuovo presidente in sostituzione del dimissionario
Marcello Guido, sul quale era
stata in qualche modo espressa
la sfiducia del Consiglio stesso
in merito alle vicende legate
alTorganizzazione del convegno
sull’« ora di religione », svoltosi
a Torre alla fine di aprile.
Pur senza raggiungere l’unanimità dei consensi è stata così eletta, al termine di due votazioni, quale nuovo presidente
la signora Paola Bertolè.
RIEVOCAZIONE
Concerto
di Attilio Sibille
nuova seiJe in
Via Arnaud, 28
(Piazza Gianavello)
Tel. (0121) 932919
10066 TORRE PELLICE
Ampia scelta dischi,
compact disc,
musicassette
Tutti i generi
musicali
HI-FI
Radioregistratorì
Autoradio
e accessori
Mercoledì 13 maggio scorso (una
splendida giornata), ho avuto II piacere di accompagnare un folto gruppo (circa un centinaio) di allievi della
terza media di Villar Perosa in località Ticiun di Pramollo, dove una lapide ricorda 5 partigiani barbaramente
trucidati dai nazifascisti: Gino Bounous,
Carlo Gallian, Pierino Mensa, Primo
Laurenti e A.Ifonso Zacco.
Non una gita turistica, come giustamente fece osservare il preside, non
un discorso, ma semplice rievocazione
dei fatti, dalla voce dì protagonisti,
che questi simpatici giovani hanno
ascoltato con particolare interesse.
Nella certezza che questi, assieme
ai giovani di tutto il mondo, sapranno
continuare l’opera di pace, di giustizia
e di libertà che fu il sogno dei nostri
caduti; non più con le armi da guerra ma con quelle della democrazia.
Colgo l'occasione per ringraziare
ancora gli insegnanti, anche a nome
dell’A.N.P.I. provinciale, per aver risposto all'invito e aver organizzato
l'incontro.
Ringrazio il sindaco che ci ha permesso di visitare il museo dei Pellen
chi e coloro che si sono prestati al
fine di rendere praticabile l’aspro sentiero che porta a quella baita.
E. Travers, Pramollo
PER LIDIA PERROU
Il pastore Deodato, ricordando suor
Lidia Perrou, ha scritto che numerose
sono le persone le quali, dall'incontro
con la cara diaconessa scomparsa di
recente, molto hanno ricevuto. Ebbene,
poiché facciamo parte della lunga
schiera dì coloro che pensano con
profonda gratitudine al bene arrecato
loro da suor Lidia, desideriamo anche
noi dire quanto il suo sorriso ci sia
stato prezioso nei penosi momenti
della malattia, sorriso luminoso che
infondeva coraggio, serenità, speranza
attenuando solitudine e tristezza.
Era dunque il sorrìso che evidenziava la profonda gioia che viene solo dalla fede e che vuol comunicare
agli altri la bellezza del servizio a
favore del prossimo.
Rosalia Forneron
e Giorgina Giacone, S. Germano
I
I
VILLAR PELLICE
«VILLA GINA»
IN SIGNORILE PALAZZINA FINE ’800
ACCURATAMENTE RISTRUTTURATA A NUOVO
ALLOGGI LIBERI
I
dì
I
Salone con angolo cottura arredato, 1-2 camere, bagno, cantina
da L. 54.000.000
ACQUISTO IVA 2% ANCHE NON 1* CASA
TERMO SEMI-AUTONOMO
GIARDINO E SALE RITROVO CONDOMINIALI
MUTUO - DILAZIONI - PERMUTE
PER INFORMAZIONI:
I
I
VALPELLICE IMMOBILIARE
di Ferrando Mauro
Luserna S. G. - Viale De Amicis, 3/1
Tel. (0121) 901.554
I
I
I
I
I
I
I
I
I
I
I
commossi e riconoscenti per la grande
dimostrazione di stima e di affetto tributata al loro caro, ringraziano tutti
coloro che hanno preso parte al loro
dolore.
Un ringraziamento particolare ai prò.
fessori Gu'glielmini e Bruzzone, a tutto
il reparto di Chirurgia dell’Ospedale
Evangelico Valdese di Torino, ai medici ed al personale deU’Ospedale di
Torre Pellice, al pastore Paolo Ribet,
alla Sezione di Pinerolo dei Genieri e
Trasmettitori d’Italia in congedo, alle
famiglie Turin, Passone e Costantino.
Porte, 4 giugno 1987
VILLAR PELLICE — Il Gruppo Polifonico diretto dal sig. Dino Ciesch
tiene un concerto nel tempio valdese
alle ore 21 di venerdì 19 giugno; tutti sono invitati.
LUSERNA S. GIOVANNI — L’assessorato alla cultura organizza per venerdì 12 giugno, ore 21, presso il
bocciodromo, una serata sul tema
« mestieri tradizionali ». Relazione della doti. M. Campra: l’alpeggio in vai
Pellice, dalla lavorazione del latte
al calzolaio, continuando la tradizione
con l’hobby.
RINGRAZIAMENTO
« L’uomo è simile a un
i suoi giorni son come l’ombra
che passa »
(Salmo 144: 4)
La famiglia ed i parenti di
Eli Coucourde
PORTE — Domenica 28 giugno la
locale Croce Verde organizza una manifestazione in occasione del 40” anniversario della fondazione e dell'inaugurazione della nuova sede; inizio
ore 9.
commossi e riconoscenti per il’affetto
dimostrato in questa triste circostanza,
ringraziano di cuore tutti coloro che
hanno preso parte al loro dolore.
Un ringraziamento particolare al
personale medico e paramedico del reparto Chirurgia dell’Ospedale Civile
di Pinerolo e dell’Ospedale Vald^e di
Pomaretto.
Pomaretto, 1° giugno 1987
RINGRAZIAMENTO
« Quando ti ho invocato ti sei
avvicinato e mi hai detto: ^^Non
aver paura »
(Lamentazioni 3: 57)
Il Signore ha chiamato a Sé
Albina Pellenco nata Ciordan
di anni 78
I familiari dèlia cara Albina sentitamente ringraziano tutti coloro che
hanno partecipato al loro grande dolore. Si ringrazia con particolare riconoscenza i pastori Tourn e Zolla; il
direttore, la sig.ra Barbiani, la dottoressa Pons e il personale tutto dell’Asilo Valdese di Luserna S. Giovanni.
Si vuole ancora dire un sentito grazie
alle Sig.re Annina e Franca che hanno
seguito con affettuosa cura la cara
compianta mamma.
Luserna S. Giovanni, 11 giugno 1987
RINGRAZIAMENTO
I familiari del compianto
Ernesto Simond
nell’impossibilità di farlo singolarmente, ringraziano tutti coloro che hanno
partecipato al loro grande dolore.
Un grazie particolare ai pastori Zolla e Platone, al doti. Avanzi, alle infermiere della Comunità Montana, ai
vicini di casa e ai dipendenti della
ditta Caffarel.
Torre Pellice, 11 giugno 1987
In loving memory of
Lamy Berlin
du Passe), bom April 26, 1895 in Angrogna, died April 3,1987 in Woodjide,
New York.
From his wife Linette Bastia, his
son Claude and his wife Julie and
children Suzanne, Robert and David.
And Lillian Berlin.
New York, Spring 1987
VENDO
IN TORRE PELLICE
P.zza Guardia Piemontese
— Alloggio mq. 78
— Monocamera mq. 48
— Negozio mq. 65
L. 600.000 al mq. Nuovi.
Riscaldamento autonomo.
Garages varie metrature
8-9 milioni. Possibilità dilazioni - Mutuo. Telefonare ore pasti 011/93993S9.
10
10 fatti e problemi
12 giugno 1987
UN’ANALISI DELL'ESERCITO ITALIANO |_g CreSCGllte
Morire di leva
del popolo nero
Suicidi, infortuni, scarsa motivazione, strutture a volte antiquate;
cosa va cambiato - Adeguare il rapporto fra giovani e istituzioni
(segue da pag. 1)
Inadeguatezza delle strutture,
manutenzione a volte insufficiente dei mezzi in dotazione,
diffusione del « nonnismo », sono fra le cause che hanno portato in questi ultimi anni ad un
numero elevato di incidenti, a
volte anche mortali e, nel caso
più drammatico, di suicidi nelle caserme italiane.
Un’analisi, puntuale, documentata e problematica dell’argomento è svolta da Aldo D’Alessio, responsabile per il settore
Forze armate e sicurezza interna della direzione del PCI in un
recente libro (1).
Fondando il proprio discorso
anche sulla base di resoconti
dì interrogazioni parlamentari,
D’Alessio mette in luce alarne
incongruenze interne al sistema
militare italiano.
Dal caso (del 1983) della morte di 34 marinai, dovuta all’uscita di strada del ipullman di servizio diretto a Genova, a quello recente del suicidio del colonnello Mesta, a casi meno gravi (la mancata dotazione di un
paio di stampelle ad un soldato
in servizio a Bolzano, infortunatosi ad un oiede) un dato complessivo scaturisce progressivamente attraverso le cronache: ed
è un certo senso di isolamento
e di impermeabilità che sembra
essersi stabilito tra caserme e
mondo esterno.
Se a volte lo stesso parlamento e, di conseguenza, l’opinione
pubblica, non arrivano ad ottenere spiegazioni sufficienti o
consone alla gravità degli eventi, d’altra parte il ministro della
difesa lamenta scorrette interpretazioni di alcuni episodi:
« ...si devono purtroppo rilevare
continui tentativi di strumentalizzazione posti in atto da organi di stampa e di informazione
i quali — attraverso la diffusione di notizie incontrollate in ordine a rischi di incidenti e di
mortalità connessi con il servizio militare — mirano ad accreditare presso l’opinione pubblica un erroneo concetto dell’organizzazione ed a compromettere il morale del contingente di
leva in seno alle Forze armate »
(relaz. alle Camere, 1984, cit. da
D'Alessio a pag. 32).
E’ troppo semplicistico, tuttavìa, cercare di far credere che
i suicidi rispecchino il disagio
giovanile diffuso in tutti i più
vari strati della società: un maggiore e più approfondito esame
andrebbe fatto delle condizioni
di vita e dei rapporti fra truppa, sottufficiali e ufficiali. Non
va dimenticato, ad esempio, che
il nuovo regolamento di disciplina, la cui emanazione è durata sette anni, non rispecchia, come invece dovrebbe, la cosiddetta « legge dei pnincipi », risalente al 1978. D’Alessio rileva: « Tra
la disciplina consapevole, della
quale avrebbe dovuto descrivere i contenuti, fissare gli istituti, definire le modalità, e la disciplina autoritaria, il regola^
mento sceglie quest’ultima. Di
Il crescente
numero di suicidi
ha posto
d rammaticamen te
all'attenzione il
problema delle
condizioni
dei militari
di leva.
conseguenza perdono ogni rilievo i compiti assegnati alle Forze armate e pertanto la finalizzazione della disciplina stessa
alla loro realizzazione (...); scemano di significato i valori che
rendono plausibile e necessaria
la conformazione attuale della
forza armata (professionisti, volontari, coscritti) e del tutto
marginalizzati risultano i doveri
di chi, esercitando il comando,
e di chi, essendo chiamato a
partecipare, e non solo a obbedire, deve elevare il livello della
collettiva consapevolezza e di
questi e di quelli » (pag. 68).
E’ il Giornale dei militari a rilevare alcuni casi di mancata applicazione della legge dei principi: dignità dpgli inferiori (l’uso deÌFappéllatiyó, Signor è tuttora in vigore nei confronti di
sottufficiali e ufficiali), tutela
dei militari malati (nei nosocomi militari è possibile ricevere
visite solo due volte alla settimana, e spesso i parenti devono percorrere centinaia di chilometri allo scopo; non mancano ripetuti casi di contrazione di gravi malattie contagiose,
prima fra tutte la meningite),
tutela dei credi religiosi ( « Il regolamento non fornisce indicazioni sulla tutela dei singoli credi religiosi. La partecipazione a
funzioni religiose col rito cattolico può infatti diventare obbligatoria. Vedi il caso di cerimonie come il giuramento »).
La Rivista militare, poi, mette
in luce le carenze relative alle
strutture: « Gran parte delle nostre caserme sono vecchie, ma,
soprattutto, non sono adatte all’uso che se ne deve fare » (cit.
a pag. 77). Formalmente, poi, è
ancora in vigore il regolamento
del 1935, e va quindi compreso
anche il risentimento di dii, da
parte militare, si sente trascurato dall’autorità politica e ingiustamente vilipeso. I giornali
dell’estate scorsa ne hanno dato più di un esempio, proprio in
relazione al suicidio di Wladimiro Mesta.
Quali sono, allora, le proposte
che, in un discorso estremamente realista, si possono fare per
migliorare la situazione? Intanto, da parte del PCI, il rifiuto
dell’eventualità di disporre di
un esercito di volontari, da affiancare alle truppe di leva; poi
lo sviluppo di un esercito finalmente regionalizzato. p,,
E ancora: oltre al ripensamento dei programmi di addestramento (più lavoro operativo, e
meno lavoro d’ufficio per i militari di leva) e la definizione
della carta dei diritti del militare, è particolarmente interessante, fra le proposte che D’Alessio fa a nome del PCI, quella di « adeguare il rapporto giovani-istituzioni dello stato. Generalizzare l’applicazione del
principio della solidarietà civile con misure che diano sviluppo alle più recenti indicazioni
della Corte Costituzionale in materia di concetto di difesa. Elemento centrale, la istituzione del
servizio civile volontario, aperto
anche alle ragazze, con gli obiettivi di proteggere le popolazioni dalle calamità, di concorrere alla cooperazione territoriale
e di tutelare il territorio » (pag.
113). Alberto Corsani
ed anche di notizie fondamentali, che non arriva mai né agli occhi, né alle orecchie della comunità dei bianchi. Noi siamo in
grado di giudicare molto bene la
situazione, all'interno del SACC.
Operiamo attraverso 36 consigli
regionali e riceviamo rapporti
costanti dai nostri operatori sul
campo, « teamworkers », sparsi
in tutto il paese. Noi sappiamo
che cosa avviene dettagliatamente nelle loro aree di lavoro. Perciò siamo in grado di fare dei
confronti fra le notizie che riceviamo in modo diretto, e tutto
ciò che non viene detto, che non
viene pubblicato. Perciò siamo
in grado di valutare la gravità
degli effetti della censura sul
paese. Il risultato del silenzio dei
mass media è che gran parte dei
bianchi del Sud Africa semplicemente non crede a quanto noi
diciamo. Non si lasciano convincere. Credono che noi diamo delle versioni distorte della realtà.
Tutte le volte che noi cerchiamo
di informarli e renderli consapevoli della gravità della situazione semplicemente reagiscono non
credendo.
Una domanda molto importante che ci viene posta costantemente è sulla condizione attuale
dei fanciulli; qual è lo stato generale della carcerazione dei fanciulli. La situazione adesso è leggermente migliorata, e questo a
causa della vasta pressione internazionale fatta sul governo pella liberazione dei Rovani, dei
ragazzi e dei bambini; è stata
resa nota infatti in tutto il mondo la vergogitó della carcerazione di bambini e di ragazzi al dì
sotto dei 18 anni.
Come sapete, dal giugno dell’anno scorso una massa di persone, dalle 20 alle 25 mila, sono
state incarcerate. Di queste circa la metà, probabilmente anche
più della metà, erario giovani al
di sotto dei 18 anni.
Il numero dei detenuti adesso
è diminuito, ma noi abbiamo
lanciato degli appelli e dichiarato che finché ci sarà anche solo
un giovane, in un carcere, al di
sotto dei 18 anni, non potremo
avere pace e non fermeremo la
nostra azione. Nessupo in età
così giovane dovrebbe essere detenuto in carcere.
— Una domanda che gente proveniente dal Sud Africa pone e
che spesso compare sui nostri
giornali: concerne quel numero
di neri che, come si dice pubblicamente ( e ci sono anche delle
fotografìe), sono ricchi e vivono
in case molto confortevoli. A queste notizie si è aggiunta di recente quella di una villa costruita
per la moglie di Mandela, Winnie Mandela. Fino a che punto
queste cose sono vere?
America: Bouchard
fra i presbiteriani
— Il numero dei neri ricchi in
Sud Africa? Assolutamente minimo, irrilevante, se confrontato
con i milioni che vivono nella miseria, in condizioni di disoccupazione, nell’angoscia e nelle ristrettezze più totali. Il governo
impiega tutti i mezzi possibili iri
modo da stimolare la crescita di
un « bourgeois » nero. Questo
particolarmente nelle zone semiurbane. Fanno largo uso di fotografie con case localizzate in
un paio di ghetti neri, vicino a
Johannesburg, per dimostrare
che le cose migliorano. Io posso
dire che questo è un caso, la
grande eccezione che conferma
la regola.
Per quanto concerne la casa di
Winnie Mandela, posso dire con
assoluta franchezza che psa
non è stata costruita per lei. E’
un centro costruito con l’intenzione di farlo diventare un punto
di riferimento della lotta di liberazione. Purtroppo la cosa è
stata presentata in modo sbagliato, come se si trattasse di
qualcosa costruito per lei.
Intervista e traduzione a cura
di Febe Rossi Cavazzutti
1 Aldo D’Alessio: Morire di leva.
Ed. Riuniti. Roma 1987.
Val Germanasca
FRALI
m.1500
Tel. 0121/807537
807615
CAMERE
in accogliente stile alpino
RISTORANTE TIPICO
BAR - SA LETT A TV
Hôtel
Elite
A 50 metri dalla spiaggia
ambiente familiare
ottimi i servizi
e il trattamento
Dir. propr.: farri. Careni
I - 47045
MIRAMARE DI RIMINI
Via Sarsina, 19 © (0541)
372569 - priv. 372548
. L'Eco delle Valli Valdesi »: Rea
Tribunale di Pinerolo n. 17b
Domenica 14 giugno il pastore valdese Giorgio Bouchard è stato invitato
a tenere la predicazione d’apertura
deH’assemblea annuale delle chiese
presbiteriane in Nord America. « SI
tratta di un grande onore e di una
grande possibilità — commenta Frank
Gibson, executive director della Waldensian Society di New York — offerta alla chiesa valdese e metodista Italiana di far sentire la propria voce,
ovvero la propria riflessione teologica,
nel quadro di un appuntamento importante di una chiesa che conta milioni
di membri e che è impegnata, in molti suoi settori, sui temi della pace e
della giustizia. In questo senso il messaggio di Bouchard, ex Moderatore della Tavola Valdese, è molto atteso anche
per i collegamenti oggettivi con la storia valdese ».
Redattori: Alberto Corsani, Luciano Deodato, Giorgio Gardiol (direttore), Paolo Fiorio, Roberto Giacone, Adriano Longo, Giuseppe Platone (vice direttore). Comitato di
redazione: i redattori e: Mirella
Bein Argentieri, Valdo Benecchi,
Franco Carri, Rosanna Clappa Nitti, Piera Egidi, Claudio H. Martelli,
Roberto Psyrot, Sergio Ribet, Massimo Romeo, Cesare Milaneschi,
Marco Rostan, Mirella Scorsonelli,
Liliana Vigllelmo.
Redazione e Amministrazione; Via
Pio V, 15 - 10125 Torino - Tel. 011/
655.278.
Redazione l'Eco delle Valli Valdesi:
Via Arnaud, 23 - 10066 Torre Pellice.
Editore; AlP, Associazione Informazione Protestante - Via Pio V. 15
- 10125 Torino.
Registro nazionale della Stampa n.
00961 voi. 10 foglio 481.
Abbonamenti 1987: Annuo L. 31.000;
Semestrale 16.000; Estero 55.000 (posta aerea 84.000); Sostenlt. 70.000;
Costo reale 50.000.
Decorrenza 1° genn. e 1“ luglio (semestrale) da versare esclusivamente sul c.c.p. 327106 intestato • L'Eco
delle Valli - La Luce • - Casella postale - 10066 Torre Pellice.
TARIFFE INSERZIONI
Pubblicità: L. 18.000 per modulo
(mm. 49 x 53).
Economici: L. 350 ogni parola.
Partecipazioni personali: L. 450
per parola.
Mortuari: L. 400 per mm. di altezza. larghezza 1 colonna.
Ricerche lavoro: gratuite (massimo 25 parole).
I prezzi si intendono oltre IVA:
18 per cento.
Fondo di solidarietà c.c.p. 11234101
intestato a » La Luce: fondo di solidarietà », Via Pio V, 15 ■ Torino
Stampa: Cooperativa Tipografica
Subalpina - 10066 Torre Pellice (To)
Responsabile ai sensi di legge;
Franco Glampiccoll