1
05.*
Asm LXXYII
Torre Pellice, 7 Ff^bmio 1847
N. S
s.
a
2
o
A
au
'~,ìs
*■ i -i
V.:
Nulla sia più forte della vostra fede I
(Gianavello)
SiTTIN AITALE DELLA
ABBONAMENTO ANNUALE E SEMESTRALE
Lire 250 150 Francia . FrancLi 250 150*
. Franchi 4 3 Stati Uniti Ì Dollari 2 1,25
Ogni camliiainento d'iniiirÌEzo coita Lire CINQUE - La copia Lire CINQUE
Italia .
Svizzera
CHIESA VALDESE
Riguardate alla roccia onde foste tagliati
Isaia LI: 1.
Dalle
oscure valli
Nella valle
della rinunzia inevitabile
Il profeta Isaia così domandava ai suoi
contemporanei ; k Che farete nel giorno
che la rovina verrà?.»- (Lsa*'» 10 ; 3). E Gesù
cosi preannunziò a Pietrofj -uzaando sarai
vecchio, stenderai le tue mani fd un altro ti
cingerà e ti condurrà là dove non vorresti»
(Giov. 21 ; 18). E' un fatto che nell’andare
della nostra vita, noi ci imbattiamo in situazioni che c’impongono rinunzie, che non sono di nostro libero arbitrio.
Son ben pochi che, in mezzo al rovinìo di
questi ultimi anni, non abbiano dovuto assoggettarsi a rinunzie, che da per sè non avrebbero mai deliberato.
Le rinunzie che ci sono imposte, comunemente ci derivano dal corso del nostro vivere, simile ad un fiume che tende inevitabilmente a scendere verso il mare, e ohe
subisce le conseguenze di tutti i dislivelli del
terreno, ora precipitando in cascata, ora rista,
gnando nelle piane. Ma come la mano deH’uomo valorizza l’inevitabile andare del fiume e
ne devia le acque per tradurle in forza motrice, e per condurle verso plaghe che han
bisogno di essere irrigate, così la mano di
Dio può crearci distacchi che ci sorprendono,
deviazioni impensate- Nè sempre è facile
per noi di potere in un primo tempo
distinguere quel che ci avvenga per semplice
fatto naturale, e quel che corrisponda ad una
precisa volontà di Dio,
Comunque sia, il credente fa bene, quando si trova in situazioni che grimpongono
Io non offrirò aH'Eterno, al mio Dio,
olocaristi cte non mi costino nulla.
(2 Samuele 24; 24)
rinunzie penose, di ricotdare quanto si trova scritto in Ecclesiaste 7 ; H uNel giorno
dell’avversità, rifletti» ; ed in quella riflessione, anziché inacerbirsi, accettare con animo saldo e fiducioso, quei che Dio vuole
0 permette.
Si, anche fiducioso, perchè non v’è aincero cristiano che, prim.a o poi, non abbia fatto l esperienza del come contrasti e prove,
che gli erano apparsi un danno, non fossero se non l’inizio di un cammino di benedizione, preparato dal Signore. Evidentemente
cwe realtà non vanno mai ctmaiderat« nel
piocolo orizzonte nè dei nostri giorni, neppure degli anni della nostra vita terrena : bi
alle fulgenti cime della rinunzia
Dostoiewsky, nel suo libro : (c II Diario
di uno .scrittore », afferma che la rinunzia
cd il sacrifìcio compiuti in modo volontario,
in piena coscienza, liberi da ogni sforzo, sosono rindice di un possesso compiuto di sè
stesso, di un maggior sviluppo della propria
personalità
Feuerbach asseriva : « Non può nascere,
nè crescere alcun ideale, là dove non sussista uno spirito di rinunria e di sacrifìcio ».
E la Bruyère scriveva : « Il valore intrinseco di ogni azione umana sta tutto nei moventi che l'animano e nel disinteresse che la
rende perfetta ».
Questfi pensieri, permeati di concetti cristiani, suonano per noi come uni richiamo utilc a farci sentire guanto, anche al di fuori
della cerchia di una vita religiosa, le anime
sincere intuiscano come sia necessario che
' sentimenti più buoni si traducano in realtà
di azione, ed altresì come il vero valore di
un’azione non possa misurarsi dalla sua apparenza tangibile, bensì dai moventi che lo
nanno determinato ed animato.
Se questo è vero in genere, lo è anche in
riferimento alla nostra Settimana di Rinunzia, che vorremmo potesse tramutarsi da organizzata in spontanea adesione volenterosa :
tutta animata da quell’amore del Signore, vita nostra, che può renderci capaci di risalire
dalle oscure valli di un dovere che pesa, alle
fulgide cime di una rinunzia spontanea e gioiosa.
sogna portarle nel piano degli orizzonti di
Dio.
Infelici co'oro che nei giorni, nei mesi,
forse negli anni delle rinunzie imposte e inevitabili, non sanno che lamentarsene in
uno sconforto senza palpiti di fede e di speranza. Beati coloro che san ripetere col Salmista ; tiPerchè ti abbatti, anima mia? Perchè ti commuovi in me? Spera in Dio. perchè io lo celebrerò ancora; Egli è la mia salvezza, il mio Dio». (Salmo 42: 5-11).
Nella via
delle rinunzie necessarie
Perchè-il campo biondeggi di messe, è necessario che l’agricoltore rinunzi a parte del
frumento che aveva raccolto, e lo getti nei
solchi che l’aratro ha aperto nella nuda terra.
Perchè io abbia la trave che sostiene il tetto, bisogna che sia atterrato un albero nel
bosco. Perchè il giovane si faccia uomo capace ed attivo, bisogna ohe rinunzi alle sue
ore inconclusive e si applichi con buona e
costante volontà, a tutto ciò che può concorrere alla sua migliore formazione.
Se questo è nell’ordine normale delle cose,
perché meravigliarci se vi sono rinunzie che
Dio ci chiede a fin di bene?
E’ significativo dhe nella storia biblica dei
primordi dell’umanità, il Creatore, in mezzo a tante provvide elargizioni fatte all’uomo nell’Eden, gli domandi una rinunzia.a Del frutto dell’albero della conoscenza dei
bene e del male non ne mungerai». Adamo ed
Èva, lasciandosi ingannare dai sofistici ragio.
nari del tentatore, mangiarono il frutto di
quella vitalità che frammischiando il bene col
male disorienta il pensiero, sovverte la coscienza e fa ribèlle la volontà. Quel che ne
derivasse, voi lo sapete.
Percorri la storia umana, volgiti attorno,
fai di più ; indaga in te stesso e dimmi se
quel che alcuni considerano leggenda, non
sia storia del mondo, storia d’oggi, storia
della nostra vita. Non è forse perchè soflsti
Dia ciascuno secondo che ha deliberato in cuor suo ; non di mala voglia,
nè per forza, perchè Iddio ama un
donatore allegro. (2 Cor. 8: 7)
camente allettati dalle momentanee utilità,
dalle illusorie bellezze e bontà di berte cose,
alle quali sarebbe necessario saper rinunziare, che noi disubbidiamo al volere di Dio,
determinando le sorti di tutto ciò che genera
tormento in noi e nel mondo? Non sappiamo
rinunziare ai .nostri orgogli, ai nostri egoismi;
rinunziare, sopra a tutto in sostanza, a quel
se stesso, primo e grande ostacolo a seguire
ad animo aperto ed in modo completo Colui
che ci ha detto : «Seguimi».
E così bella la narrazione che gii Evangeli ci danno, del come i primi discepoli non
esitassero a rinunziare con prontezza a molte
cose, quando i! Signore li chiamò. Di Simone,
Giacomo e Giovanni è detto : «Essi, tratte tè
barche a terra, lasciarono ogni cosa e lo seguirono». E di Levi : ((lasciata ogni cosa si
levò e si mise a seguirlo» (Luca 5: 11).
Al critico che guardando per il sottile ci
volesse dire che la rinunzia alle barche fatta
da Simone e soci fu di ben poca consistenza, perchè gli Evangeli ce li presentano più
oltre in possesso ed i,n uso di quelle barche,
diremmo che proprio per questo, il fatto è
significativo ; poiché, in ultima analisi le rinunzie necessarie alle quali il Signore ci
chiama, quando non contemplino quel che
non è compatibile con una vitg cristiana, sono spesso rinunzie temporanee e sovente rinunzie per maggiore valorizzazione. Infatti
non ci risulta che Levi tornasse «al banco della gabella»; ma se le barche che i discepoli abbandonarono tornarono a provvedere
ai mezzi della loro sussistenza, nel c-ontem
(segrue In 2* pagina)
REDAZIONE: Via dei Millo, 1 - Pinorolo
■AMMINISTRAZIONE: Via Carlo Alberto," 1 hi» - Torre Pellice
B O N I FI care
I QUOTIDIANI
Apriamo un giornale quotidiano: in prima
pagina troviamo l'&co delle insidie che i vari partiti politici —> unitisi per governare e
ridare al paese, sollecitamente, la prosperità, — adoperano per silurarsi a vicenda, sen,
za curarsi eccessimamente del paese, mentre
il popctlo soffre e tribola. —- Se il Parlamento è aperto, troviamo inoltre una serie
sempre rinnovata di epiteti.*, parlamentari
coi quali gli onorevoli sogliono qualificarsi a
vicenda senza economia — sempre per il
bene e l'educazione dei loro elettori.
Ancora in prima pagina troviamo le solite
fantasie sui prossimi rifornimenti di generi
COmiUNICJ^TO
Comunichiamo a tutti i Membri
ed a tutti gii Amici della Chiesa Valdese e delle sue Opere, che l’annuale SETTIMANA DI RINUNZIA quest’anno decorrerà dal 10 al 17 Febbraio.
Il Moderatore
Virgilio Somniani
alime<ntari e sulle vere cause della mancanza di luce e gas; il tatto per uso dei semplicioni.
Il resto del giornale è dedicato alla cronaca nera - furti con scasso, borseggiamenti,
omicidi a base dì paletti di ferro, di mitra e
di pugnali - poi suicidi a bizzeffe, qualche
episodio boccaccesco, disgrazie, avventure,
pugilati di negri alcooUzzati. Come contentino, anche un pizzico di rapine di delinquenti esteri piovuti da tutte le parti nel nostro bel paese.
Con questa lettura la massa del popolo incomincia la sua giornata
Durante il giorno, poi, in ufficio o
in fabbrica o mentre si fa la spesa o si conversa con gli amici, tutto questo bel materiale verrà rimasticaio, commentato e discusso.
Non c'è davvero da stupirsi che un velo di
pessimismo scettico gravi come nebbia sulla
vita del popolo e che continuamente si sentano ripetere frasi come questa.- Il mondo
sembra impmtito; tatti sono diventati de.
ìinquenti, ladri, mentitori, assassini. Dove andiamo di questo passo? Non riusciremo mai a
risalire dall'abisso nel quale siamo precipitati...
La vera causa
Forse la scarsità della carta è, almeno in
parte, corresponsabile della dmdezza della
stampa quotidiana. Lo spazio limitato spinge
i redattori a lasciare in disparte gli articoli di
fondo, le notizie più serie e più rallegranti,
le riflessioni più umane, per far posto ai fat
toi conoscete la carità del Signor
nostro Gesù Cristo il quale, essendo
ricco, s’è fatto povero per amor
vostro, onde, mediante la sua povertà, voi poteste diventar ricchi.
(2 Cor. 8: 9)
tacci di cronaca, alle attualità, ai paragrafi
più adatti per far colpo.
Ma noi temiamo che il carattere della stampa quotidiana dipende essenzialmente dal con.
cotto che di essa hanno i redattori. Essi non
sono preoccupati di fare un giornale che educhi i lettori e che cerchi di renderli migliori
neppure di convincerli della bontà di certe
idee politiche o sociali: e neppure di mettere
in luce ciò che v’è di hello e di haono> nella
vita quotidiana. No! le preoccupazioni dei
redattori sono di ordine diverso- Prima di
tutto fare un giornale che la t^nte com
pri; per ciò^ accarezzare le sue passioni e darle aa òibo che solletichi il suo palato spesso
corrotto.*Poi colpire gli avversari^ con qualunque arnia, anche con le armi della velata
calunnia e della insinuazione menzognera: il
fine giustifica i mezzi! 1 cronisti vanno in
cerca dei fatti di cronaca più orrendi per
comporre pezzi coloriti e di'sicuro effetto.
Non si preoccupano del male che possono fa.
re colle loro descrizioni, delle suggestioni
che seminano nei lettori più deboli. Hanno
una sola preoccupazione; quella di saper cogliere nella vita sociale tutti gli episodi atti
a colpire la fantasia, per riempire le loro colonne nel modo più brillante possibile
Raggi di luca
nella buia natte
Attraverso la stampa quotidiana, il popolo
si fa, della vita nazionale, una idea essenzialmente pessimista Cì scodpggiante. Vede
solo le piaghe di essa e ne ignora gli aspetti
più consolanti e incoraggianti. Ogni tanto,
in mezzo ai delitti, ecco che compare un articoletto che viene letto con avidità e che dissipa per un istante l'incubo della cronaca nera.
Narra di un giovane che ha afferrato a volo
un bimbo precipitato dal sesto piano ed a
costo di un braccio slogato, lo ha salvato.- ovvero narra di quell'uomo che si è preciptiato
nell'acqua gelida del fiume per salvare una
poveretta; ovvero menziona quell'infermiere
che ha donato il suo sangue in 110 casi per
salvare dei malati: e quel giovane che ha
raccolto sulla via un uomo che era stato investito e lo ha portato sulle sue braccia all'Ospedale, rovinando il suo unico vestito,
con commovente generosità. Quanti fettori
hanno letto con Commozione l'episodio dell'incendio dell’albergo di Atalanta -Stati U.
nili - con tante vittime, e del ritrovamento
in una stanza, di una madre con i suoi tre
bimbi, inginocchiati accanto a lei, in atteggiamento di preghiera...
Ma questi episodi li trovate raramente ne'i
quotidiani: eppure il mondo è pieno di fatti
quG{'id?nni di qwesto genere. I delitti non
sono la regola; non sono la caratteristica del
nostro popolo come uno potrebbe pensare
leggendo i quotidiani.
Perchè dedicare tanto spazio alla descrizione
di poveri mostri, di belve umane, di esseri
posseduti da spiriti del male, e trascurare i
mille atti che varrebbe la pena di far conoscere perchè consolerebbero i lettori, li stimolerebbero alla virtù e ridarebbero a tutti
la fiducia e l’ottimismo?
Noi s ognamo un quotidiano scritto da
uomini consci della loro responsabilità verso
il prossimo; e decisi a sostenere i loro convincimenti con rettitudine. Sognamo un quotidiano che metta in un cantuccio la cronaca
nera e ponga al posto d'o'nore tutto ciò che è
degno d’esser conosciuto.- così come ne esistono nei paesi più progrediti.
In attesa che sorga un giornale ispirato a
simili principi, incoraggiamo i redattori dei
qu&tidiamì a imposliare il ^ro giornale in
modo più degno, scrivendo loro cortesemente
per lodare i tentativi di elevare il tono del
giornale, o per deplorare gli scrìiti più nocivi.
Le lettere sincere, anche se scritte da persone umili, sono lette e meditate nelle redazioni dei giornali, più di quanto non si creda e rappresentano .un utile contributo che ognimo può dare ad una causa di bene.
P. B.
Portate tutte le decime alla casa del
tesoro, perchè vi sia del cibo nella
mia casa, e mettetevi alla prova in
questo, dice TEtemo; e vedrete s'io
non V apro le cateratte del cielo e
non riverso su voi tanta benedizione
ebe non vi sia più dove riporla.
(Malachia 3i 10)
2
L'ECO DEaE VALLI VALDESI
Par la s«ltiniaiia di
riavalla
(Contintiazione).
po divennero le berche delle quali il Signore si servì come di un pulpito per annunzia•e il divino messaggio deH’Evangelo alle folte assiejiate sulla rivk; fivromb ;le barche
delle quali si servi per insegnare ai suoi che
'può sorgere sempre e per tutti l’ora della
tempesta, ma che il Signore è Colui che non
ci lascia e che non ci abbandona.
Sulle cime
della rinunzia spontanea
Non mancano coloro che considerano il
cristianesimo come cosa che interessi
soltanto le persone che credono e si preoccupano di una vita neU ’al di là ; e non sanno
qual tesoro di sapienza e di energie essa
contenga, per bejnej imposltare quella vite
individuale e sociaie delia quale tutti, avremmo tanto bisogno.
La mancanza di allacciamento ai valori eterni della vita, ci fa aggrappare a quelli
temporanei, rendendo gli uomini scontenti, avidi, invidiosi, litigiosi fino a scagliarsi gli
uni contro gli altri, per contendersi un pezzo di terra, un affermato diritto di dominio
e di sfruttamento e suscitare guerre sempre
più vaste e tremende.
In tale spirito, difficilmente può essere
compreso il valore della rinunzia, ed ogni
rinunzia giudicata impoverimento, debolezza,
viltà, sia dagli individui come dai popoli.
Beato invece colui che per un allacciamento ai valori eterni sa, secondo un detto orientale, udisfarii del mondo (di ciò che terrenamente c’incatena) avaniì che il mondo si
disfaccia di lui». Nella serena accettazione
delle rinunzie imposte dalle circostanze; nel
provvedere a quelle necessarie per essere
«ricchi in Dio», egli non conosce delusioni
ed asseconda quelle possibilità, che facevano dire all’apostolo Paolo: «Quantunque il
nostro uomo esterno si disfaccia, pure il nostro uomo interno si rinnova di giorno in
giorno» (2 Corinzi 4: 16).
Sono costoro ohe sanno, per la grazia di
Dio, disgregarsi dai naturali egoismi, ed agire ocnne il <(Buon Samaritano)) che dinanzi
alla necessità di porgere un soccorso, con
spontaneità d’amore rinunzia alle gretterie di
stampo nazionalistico e d’intolleranza religiosa ; rinunzia alle proprie preoccupazioni
attardandosi in un luogo pericoloso ; rinunzia
alla comodità della propria cavalcatura; rinunzia a farsi promettere un qualsiasi compenso; rinunzia a limitare il soccorso, facendosi garante, presso l’albergatore, di quanto
scenderà il ferito che gli affida.
E del resto, come credenti in Cristo, non
abbiamo in Lui l’esempio sublime della rinunzia per virtù d’amore? Il dono della sua
vita per noi, non s’identifióa soltanto nel
momento culminante del suo spirare sulla croce, ma da quello in cui lasciò : «Valta gloria
che aveva nel cielo», per protrarsi nei secoii.lar gitore di nuova vita a tutti coloro che
confidano in Lui !
• • *
Una poetessa, nel descrivere un uccellino
che in piena primavera canta gioiosamente,
si domanda : «Perchè canta?». A tale domanda si potrebbe rispondere in molteplici
modi, ma la poetessa risponde in maniera che
in un primo aspetto ci sorprende : — Canta,
perchè vive. Sintetizza nel fatto de! vivere,
tutte le emotività che possono condurre l’esserino alato al suo gioioso canto.
•**
Settimana di rinunzia,^ Perchè rinunzierò io? — Perchè la Chiesa e le sue Opere
lo domandano? — Perchè effettivamente la
Chiesa e le sue Opere si trovano davanti
a gravi molteplici necessità? —■ Perchè è
bene che io mi educhi a saper dare, e dare
non soltanto il superilo? — Perchè sussiste
come una legge di compensazione che ha
fa'to dire : «Chi dona al povero presta al
Signore» (Proverbi 28<* 27); «Date e vi sa.
rà dato» (Luca 6: 38); «Getta il tuo pane
sulle acque, perchè dopo molto tempo lo ritroverai (Ecclesiaste 11: 1). Perchè devo
coltivare il senso della solidarietà nella fracennità cristiana? — Perchè devo esser lieto
di una occasione che mi si porge pe/ far del
bene? — Perchè è una opportunità che mi
vien data per esprimere la mia gratitudine a
Dio?
Certamente tutte queste cause possono avere più o meno la loro ragion d’essere; eppure la nostra Settimana di Rinunzia s’illuminerebbe di una luce ancora più pura e bella, se facessimo veramente nostre le parole
che l’Apostolo Paolo ebbe a dire, sia pure in
altra occasione : «A gloria di Dio... poiché
l'amore di Cristo ci costringe» (2 Corinzi
5: 14). L’amore di «Cristo vita nostra» (Colossesi 3: 4). Rinunzia, frutto spontaneo di
vitalità interiore, gioiosa e fattiva, cosi come
nel piccolo essere alato che canta... perchè
vive.
Virgrlllo Sommani
CRONACA VALDiSE
POMARETTO
Lunedì 13 gennaio, verso mezzogiorno, lo scoppio provocato di un bidone di benzina vuoto investiva il nostro giovane fratello PONS BRUNO
di Attilio togliendolo in pochi istanti airaffetto
dei suoi cari e della nostra famiglia parrocchiale.
Egli aveva da pochi giorni compiuto 15 anni era
studente del primo anno all’Istituto Tecnico di
Pinerolo e frequentava la nostra Scuola Domenicale dove gli era stato affidato un grupop che
seguiva «>n interesse e ’assiduità- Durante la
lotta partigiana, benché giovanissimo, compì localmente non poche rischiose azioni in. cui dimostrò un coraggio quasi temerario.
1 suoi funerali furono una testimonianza di commovente simpatia' resa alla desolata famiglia da una folla di parenti, amiti e conoscenti convenuti
anche da lontano.
Dopo il servizio religioso nel tempio la salma
è stata portata alla tomba di famiglia nei cimitero
di Vivlan di Inverso Pinasca.
Alla famiglia già duramente provata in una dolorosa circostanza di altra natura rinnoviamo l’espressione della nostra viva simpatia Invocando
su di lei le consolazioni daU’Alto.
— Il giorno seguente abbiamo ripreso la via
dei cimitero di Vivian per accompagnarvi la spoglia mortale della nostra sorella LONG MARIA
nata Jahier, deceduta alla Paiola di Inverso Pinasca, dopo una lunga e penosa malattia in età dì
a,ini 40. Essa lascia nel lutto il marito, due flgiiolettì in giovane età e i venerati genitori già
avanzati negli armi che ebbero a conoscere altri
dolorosi distacchi.
Porgiamo pure la nostra viva simpatia al
nostro fratello sig. CARLO BOSSHARD, direttore del Cotonificio Valle di Susa in Perosa Argentira per la dipartenza per la Patria celeste della
diletta Mamma, deceduta in Isvizzera.
PRAMOLLO
Il Signore ha richiamato a Sè la nostra sorella REYNAUD GIACOMINA ved. Plavan e ved.
Bounous, di anni 88 (quartiere di’ Pomeano). Nei
lungo periodo di prova fisica che ha preceduto la
sua dipartenza da questa terra, essa ha saputo
trarre consolazione e valido aiuto dalla sua fede
nel Salvatore.
Esprimiamo ai familiari le nostre sincere condoglianze.
— La Comunità ringrazia vivamente l’anziano
sig. Alessio Sappè ed il prof. Ernesto Tron per i
buoni messaggi cristiani ch’essi hanno recato in
culti domenicali
RORA’
La chiusura delle celebrazioni del ceiUenario.
II Signore ci ha esauditi e ci ha permesso di
chiudere con la celebrazione del centenario del
nostro tempio anche il grave deficit che avevamo
contratto per ristaurarlo. Il merito non è nostro.
Siamo stati aiutati provvidenzialmente da molti
amici conosciuti e sconosciuti accorsi come obbedendo ad una parola d’ordine venuta chissà di
dove, tutti puntuali, numerosi, premurosi Mentre
a Bobbio, Villar, Torre, S- Giovanni, Tot-ino e PoiMretto dei cari amici si adoperavano per il tempio di Rorà, da Milano un amico che non conoscevamo ci scrive :
« Eccovi un trave per il vostro tempio)) e
nella busta c’era un assegno di mille lire. E dopo
pochi giorni : « Eccovi un altro travicello » e
nella busta c’è un altro assegno... Eppoi c'è un
figlio che non vuole essere da meno del padre.-.
Eppoi un amico che fa la stessa cosa senza sapere
che essi lo hanno fatto pure, eppoi altri ed altri
ancora e passo passo, la ingrrivabile cifra per le
possibilità Rorenghe è stata raggiunta e superata.
Vero è che resta ancora da pagare una riparazione al campanile, ma a quella provvederà il comune e noi ringraziamo Dio perchè ci ha concesso quello che pur domandandoglielo speravamo
poco di ottenere.
Abbiamo celebrato la chiusura dell’anno del
centenario con un culto solenne il 5 gennaio al
quale ha partecipato con profondo raccoglimento
una numerosa assemblea ed abbiamo consegnato
al .passato ciò che ha formato oggetto della nostra
passione per un anno intero. Alla gloria di Dio
dedichiamo il nostro tempio che i lavori effettuati
hanno trasformato in un vero e proprio gioiello nel
suo genere ed agli Amici tutti che ci hanno soccorsi esprimiamo la nostra commossa riconoscenza.
Visita. Il 12 gennaio abbiamo avuto la gioia
d; v^ere il nostro pulpito occupato dal cand. Teol.
Cipriano Toum che durante una visita frettolosa
fra noi. ha voluto presiedere riunioni e culti benefici e benedetti.
•— Dipartenza- Nel pomeriggio del 19 gemuiio,
Un lungo corteo di fratelli ed amici ha accompagnato all’estrema dimora le spoglie di ODIN GIOVANNI DANIELE di 89 anni da Barbos ove da
sette anni era ospite di Letizia Benecchio sua nipotina che con filiale devozione Io assistette nella
sua faticosa vecchiaia, li funerale, in assenza del
Pastore chiamato altrove per i doveri del suo ministero, venne presieduto dall’anziano Tourn Aido.
SAN GERMANO CHISONE
Sono deceduti : il 9 gennaio UNIA CATERINA ved. FEDERICI, dell’Asilo dei Vecchi — il
12 c. m. BOUCHARD GIOVANNI GIACOÌflO,
di anni 74, dei Dormigliosi.
Gesù ha detto : « Io sono la risurrezione e la
vita )).
L’Unione Giov. ha offerto all’Asilo de! Vecchi la
tradizionale festa di Capodanno. Recita esillrainti,
abbondanti tazze di cioccolato con biscotti e caramelle. e molti cori.
La Direttrice e tutti i vecchi dell’Asilo ringraziano i giovani, la Corale e tutti coloro che con
doni dì latte e altri generi hanno contribuito alla
gioia di quel pomeriggio.
TORRE PELLICE
Il XVII FEBBRAIO sarà celebrato in Torre Pellice col programma tradizionale. E’ stato deciso
di organizzare una parte essenziale della celebrazione la domenica 16 corr., in considerazione della possibilità delia piasse lavoratrice.
DOMENICA 16 corr, alle ore 10,30 solenne
celebrazione anniversaria nel Tempio ValdeseAlle ore 12.30, pranzo commemorativo alla Pensione Malan (quota lire 210). 1 biglietti pel pranzo
possono ritirarsi fin d’ora alle Librerie Hugon,
Claudiana e Bottega della Carta e presso ì componenti il Comitato. Essendo limitato ìL numero
dei posti, coloro che intendono parteciparvi, sono
invitati a ritirare sollecitamente i biglietti.
Alle ore 15 Adunata della Gioventù della Parrocchia (nella Aula Magna).
Alle ore 20.30, Serata ricreativa all’Aula Magna, con intervento delia Corale.
LUNEDI’ 17 corr. per disposizione del Provveditore agli Studi, tutte le scuole elementari faranno
vacanza.
Alle ore 10,30. nei tempio Valdese, Peata commemorativa pei giovani, preceduta da un corteo
per le vie cittadine.
Alle ore 20,30. ripetizione delia Serata Ricreativa.
Nella serata di domenica 16, secondo la tradizione, saranno accesi fuochi di gioia in montagna. La gioventù è invitata a prepararli- — Nelle
giornate del 16 e del 17 la popolazione tutta è
invitata a esporre le bandiere nazionali, considerando che la celebrazione riguarda la libertà che
deve essere la più cara per ogni cittadino.
NECROLOGIO — Giunge notizia che a Neuchâtel, all’età di 75 anni, dopo lunga © penosa malattia, è serenamente spirato il prof. LUIGI MONASTIER, figlio del pastore valdese Luigi Monastier che una settantina di anni fa resse le parrocchie di Massello e di Perrero e nipotino del
prof. Antonio Monastier, che più di 100'anni fa
fu professor© e primo -ettore del Collegio Valdese
di Torre Pellice. — Il prof. Luigi Monastier si
sentiva affettuosamente legato alle Valli Valdesi,
che aveva visitato alcune volte.
Vada l’espressione della nostra viva simpatia
alla famiglia in lutto, e particolarmente alla sorella signorina Julie Monastier e signora Augusta
Jàlla-Monastier.
VILLAR PELLICE
DIPARTENZE. — Il 4 scorso dicembre è deceduta a Subiasc, in età di 85 anni, la nostra sorella MARIA PONTET vedova deli’Anziano Davide
Giraudin- Essa lascia nella comunità un grato ricordo ed un luminoso esempio. Aj familiari rinnoviamo l’espressione della nostra simpatia fraterna. ¡ [
— ■ La comunità è stata profondamente colpita
dalla notizia dell’improvvisa dipartenza, avvenuta
a Torino, il giorno di Natale, del pastore BARTOLOMEO SOULIER che fu l’amato conduttore
delia nostra parrocchia fino al termine del suo
fruttuoso ministero attivo. Nella materiale impossibilità di partecipare alle esequiei il Concistoro
ha inviato alia fedele compagna del pastore Soulier
ed alla sua famiglia l’espressione della profonda
riconoscenza e delia cristiana simpatia di tutta la
Chiesa del Villar
PRO VALII
— Dei pastori della zona alpina francese ci scrivono offrendoci possibilità di sistemazione nelle
loro parrocchie per alcune famiglie valdesi. In
una località tre famiglie potrebbero avere sistemazioni indipendenti in fattorie da riparare ed un’altra famiglia potrebbe essere assunta come « fattore d da correligionari francesi.
Coloro a cui queste possibilità interessano sono pregati di mettersi in relazione diretta col
Presidente Pro Valli.
Sono pur© pregati di rimettersi in relazione col
Presidente Pro Valli coloro ohe si interessano
alia possibilità di sistemazione nel Val Queyras.
— L’Ufficio ,« Pro Valli » presso alfa Casa Valdese di Torre Pellice è aperto ogni lunedi dalie
ore 9 alle 12 e dalle 14 alle 16. Non gli altri
giorni della settimana,
— Cerchiamo un giardiniere molto competente
e una cameriera pure capacissima per Vaumarcus- Raccomandiamo l’urgenza.
Correligionari svizzeri offrono lavoro a meccanici Valdesi specializzati fonditori, tornitori parallelo, fresatori, aggiustatori, manovali telefonisti, ecc. Presentare 1© eventuali- domande corredate dai documenti consueti.
NOTIZIE SVIZZERE
Nel numero di ottobre della Junge Kirche rivista del movimento delia Gioventù di Chiesa
Svizzera di lingua tedesca, è apparso un articolo
di tre pagine scritto da un pastore delle Valli,
recante il titolo ; » Von der Jungen Kirche Italiens I). sulla storia della Chiesa Valdese, l’attuale situazione in Italia e la Federazione delie Unioni Valdesi. Due grandi fotografie di convegni
giovanili corredano i’articolo .
La rivista Lehen und Olauben (Vita e Fede),
settimanale evangelico popolare che conta 20 mila abbonati, nel suo numero dei 30 novembre,
ha pubblicato un’articolo del suo collaboratore,
il Pastore Mannweiler, uno dei capi del movimento della Junge Kirche e redattore del Leiterbrief_ giornale dei responsabili della gioventù
di Chiesa. Esso reca come titolo il motto « Lux
lucet in tenebria » ed è il frutto di un’intervista
da lui avuta con un pastore delie Valli incontrato
al campo di Gwatt nello scorso agosto.
Questi articoli che raggiungono pubblici molto
vasti della parte più vivente dèlie comunità svizzere, contribuiscono a far conoscere ed amare la
nostra piccola Chiesa alla quale oggi si guarda
con gran simpatia, ©d a stringere legami fraterni
fra gli evangelici e specialmente fra la (^oventù
di chiesa del due pasti confinanti.
g. b
Jean Stalé, pasteur à Motier-Boveresse (Val de
Travers) Canton de Neuchâtel n’est plus avec
nous car Dieu l’a rappelé. Il avait 40 ans. Grande a été sa joie de pouvoir participer au dernier
Synode en représentant avec Mr. le pasteur Dumont l’Eglise Reformée de son canton. Originaire d© St- Jean il a Joui des quelques Jours qu’il a
pu passer dans le pays de ses ancêtres.
Nous l’avons vu la dernière fois lors d’une rencontre entre amis de l’Eglise Vaudoise à Berne
et il nous disait toute sa Jode de pouvoir travailler
dans notre Comité de secours. C’est grâce a lui
que plusieurs agriculteurs sipécialement d«
Rorà ont trouvé du travail en Suisse. C’est avec
reconaissance que nous pensons à lui. A Madame
Stalé nos condoléances et notre fraternelle sympatie dans sa douleur.
Ouldô'RIvolr
POLEIVIICA
IL PASTORE VALDESE
ALBERTO RIBET
E IL GESUITA LOMBARDI
Da La Gazzetta di Livorno del 27 dicembre
pubblichiamo la seguente relazione su una conferenza pubblica tenuta a Pisa dal Pastore Valdese
Alberto Ribet in risposta ai discorsi pronunciati
in quella medesima città dal gesuita LombardiLa conferenza ha avuto un notevole successo
tanto ohe il Pastore Ribet è stato richiesto subito
dopo di ripeterla a Viare^io.
Il numeroso pubblico che gremiva il Salone
della Camera del Lavoro e che ha sostato per ben
tre ore sotto l'altoparlante posto in piazza Garibaldi per ascoltare la conferenza del dott^ Ribet,
non è stato certamente deluso nella sua aspettativa.
L'argomento, come in precedenza era stato trattato da P. Lombardi, aveva suscitato la reazione
degli evangelici pisani a causa di alcune affermazioni equivoche o addirittura inesatte. Per un’ora
e un quarto, il Pastore evangelico si è impegnato
a dimostrare con la Bibbia alla mano, che la
concezione Cattolica della Chiesa è in contrasto
con l'insegnamento di Cristo e degli Apostoli, perchè non è possibile trovare nulla che possa giustificare nè il Papato con le sue prerogative nè
la^ funzione della Chiesa Romana quale depositaria della verità, nè il sacerdozio inteso come l'intermediario fra Dio e gli uomini, ecc.
Il doti. Ribet fn interrotto da frequenti e vivaci
applausi da parte del pubblico, applausi ai quali
si sono associati più volte anche gli avversari.
Il contradiiiorio che segui fu interessante, non
tanto per l’intervento molto fuori luogo e alquanto superficiale della prof, ssa Picotti, nè per le affermazioni un po’ più sostanziose del prof- Picotti, ma piuttosto per le pronte e documentate risposte del Pastore evangelico.
Anche il prof_ Isnardi in mancanza di un sacerdote, tentò di prendere parte al contraddittorio,
ma naufragò non appena gli fu rimproverato da
parte degli evangelici presenti di sostenere un
punto di vista circa una dottrina della sua Chiesa
che aveva negata non più di un anno fa in occasione di altra conferenza del Pastore Valdese su
La libertà religiosa in Italia.
Particolare fu la reazione del pubblico all’affermazione del prof. Picotti, secondo il quale
il nazismo sarebbe un'opera del protestantesimo.
Alla risposta del dott. Ribet che Hitler era cattolico, il pubblico non potè fare a meno di aggiungere che anche Mussolini lo era e che Franco lo
è tuttora. In sostanza il coniradittorio fu una
vittoria della parte evangelica, ma i cattolici hanno promesso di ritornare sull’argomento a mezzo
di un dotto teologo, particolarmente per il problema della permanenza di Pietro a Roma; problema
al quale i cattolici attribuiscono un'importanza
decisiva mentre per gli evangelici la questione è
dubbia e per nulla decisiva.
Il Pastore si mostrò lieto della propostaMolto applaudita fu l’affermazione del prof. Picotti circa la scarsa conoscenza dell'Evangelo da
parte dei cattolici in genere, e che egli non esitò
a definire una vera profonda e dolorosa vergogna
del mondo cattolico, come fu applaudito quando rilevò che il culto dei santi ha nella pratica quotidiana dei cattolici un’importanza eccessiva fino
a lasciare da parie la figura del Cristo.
(Da La Luce).
ERMANNO ROSTAN, Direttore
Autorizzazione N. P. 356 dell’A, P. BArti Grafche « L’ALPINA „ - Torre Pellice
In occasione della dipartenza di
Margharila Pornaren
la famiglia colpita dal lutto ringrazia quanti vollero
darle una prova di simpatia cristiana.
Cardouna, S. Secondo di Pinerolo, gennaio 1947
La vedova del compianto
Oraxilni Qlne
esprime il suo sincero sentimento di riconoscenza
a quanti le dimostrarono conforto e le offrirono
aiuto nella luttuosa crcostanza attraversata.
Ser di Prarostino, 19 gennaio 1947.
ORFCCHI - NASO - GOLA
Il dr. Daniale Rochat assistante del
prof. Arnaldo Malan visita tutti I
ViNEROl dall« IO alle 12
presso il Dott. QardioI • viale
Fuhrmann, 1 - Telefono 77
Torre Pellice