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Anno 122 - n. 20
16 maggio 1986
L. 600
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Gruppo 1 bis/70
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a: casella postale - 10066 Torre Pellice
delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
L’OPERA DELLO SPIRITO SANTO NELLA COMPRENSIONE DELL’ORTODOSSIA
Attualità della Pentecoste
Sotto la nube radioattiva e a
contatto non solo con i radionuclidi ma anche con il balletto
dell© cifre, del detto e non detto, delle soglie di pericolosità
inesistenti, l’Italia si sta dividendo in varie fasce rispetto al nucleare. C’è chi non si lascia impressionare dall’incidente di
Cemobyl e ammonisce che il
Piano energetico nazionale deciso
dal governo deve andare avanti
senza intralci. Altri, pur favorevoli al Pen, ritengono che esso
vada provvisoriamente sospeso
e subordinato a maggiori garanzie di sicurezza. Altri ancora
affermano che l’unico modo per
combattere l’intollerabile incubo nucleare consista in un abbandono della scelta nucleare da
raggiungere attraverso un accordo e relativo controllo sul piano
internazionale. C’è infine chi si
batte per un no incondizionato
al nucleare e alla schiavitù della
paura eh© esso comporta non
solo per la guerra ma anche per
la pace.
Se confrontate con il dibattito sul nucleare per scopi militari, queste posizioni delineano
una situazione ancor più complessa. A parli' quanti ritengono
utile o inevitabile convivere tanto col deterrente müitare quanto col rischio nucleare pacifico,
c’è chi è contrario all’armamento nucleare e favorevole all’uso
pacifico dell’atomo e chi si batte
per contrastare una scelta nucleare che nei suoi vari aspetti
non è mai « pacifica ». Una certa
analogia esiste tuttavia tra l’aspetto militare e quelio civile
della questione. Come esiste una
opzione per un disarmo controllato, così esiste una scelta antinucleare subordinata al raggiungimento di un piano intemazionale di abbandono concordato
e controllato del nucleare. E come esiste una posizione favorevole al disarmo unilaterale, così
esiste una spinta verso la rinuncia imilaterale, decisa da un solo paese, della scelta energetica
nucleare. Ma mentre il disarmo
controllato è giudicato cosa saggia e realistica da molti, la denuclearizzazione internazionale
concordata si colloca già nell’amhito dell’utopia, delle cose
belle e desiderabili ma del tutto irrealizzabili. Simile invece
è il fascino profetico che promana daH’unilateralità del rifiuto
nucleare, sia per scopi militari
che per quelli civili, e simile è
ugualmente l’accusa di irresponsabilità lanciata a chi vorrebbe
abbandonare il paese in balìa di
invasioni straniere, siano esse di
missili pilotati o di nubi vaganti.
Dove ci collochiamo, come evangelici, in questa geografia del
nucleare? Quale significato hanno oggi le decisioni di dichiarare denuclearizzati gli edifici ecclesiastici prese da diverse chiese negli ultimi anni? Sarebbe
auspicabile un rifiuto unilaterale
del nucleare che faccia da pendant all’opzione per il disarmo
unilaterale del Sinodo 1982? Sono domande a cui le nostre chiese dovranno rispondere. Per
questo sarà forse utile (vedi documentazione pubblicata in questo numero) ricordare cose dette, e forse dimenticate, nel passato.
Franco Giampiccoli
Nella verità illuminatrice dello Spirito Santo l’anima e la mente sono purificate e ottengono il
coraggio e la prontezza che consentono di andare e comunicare la buona novella della salvezza
Per essere arricchiti dalla particolare sensibilità che ha la Chiesa ortodossa riguardo allo Spirito Santo, abbiamo chiesto al
P. Gheorghe Vasilescu, parroco dei romeni ortodossi a Torino, di
presentarci il messaggio della Pentecoste. Lo ha fatto condensandolo nell articolo che qui di seguito pubblichiamo ringraziandolo.
Prima della Sua ascensione, il
Signore Gesù ha promesso ai
Suoi discepoli lo Spirito Santo,
il Consolatore che insegnerà loro tutta la verità.
Il giorno di Pentecoste (cinquanta giorni dopo Pasqua) è la
festa del compimento reale di
questa promessa. La festa di Pentecoste evoca, o meglio, riattualizza il momento nel quale gli
Apostoli, raccolti insieme nella
preghiera, ricevono in modo visibile il dono invisibile dello Spirito Santo, la terza persona della
Trinità consustanziale ed indivisibile.
L’insegnamento pneumatologico (sulla persona dello Spirito
Santo) ci viene dato nella rivelazione delTAntico e Nuovo Testamento. La Chiesa dei primi secoli, sotto la spinta di circostanze
che minacciavano la purezza della verità riguardo alla persona
divina dello Spirito Santo, ha
dovuto fissare l’insegnamento in
una definizione dogmatica, chiara, densa e concentrata, contenuta nel Credo, o Simbolo di fede,
NicenoCostantinopolitano, usato
anche oggi come professione di
fede, riconosciuto da tutti i cristiani del mondo che credono:
« nello Spirito Santo, Signore, vivificante, che procede dal Padre,
che insieme con il Padre ed il Fi
glio è adorato e glorificato; che
parlò per bocca dei profeti... ».
Il nome e gli attributi che lo
Spirito Santo riceve nel Simbolo
di fede citato, ci fanno capire il
carattere personale che lo distingue nella vita trinitaria, ma nello
stesso tempo ci indicano il senso
della partecipazione dello Spirito Santo all’opera della creazione, della salvezza, della fondazione visibile della Chiesa e nell’opera di divinizzazione dell’uomo e della trasfigurazione cosmica.
L’opera dello Spìrito
Tornando al momento tempo-rale della Pentecoste riconosciamo questa trasfigurazione nella
persona degli Apostoli che riempiti, nella loro attesa, di Spirito
Santo, ricevono la capacità di
eseguire l’opera a loro affidata
da parte di Gesù, Maestro loro e
nostro. Nella verità illuminatrice dello Spirito Santo, l'anima e
la mente sono purificate e ottengono il coraggio e la prontezza
che consentono di andare per comunicare la buona novella della
salvezza. Si realizza così ciò che
Gesù diceva prima della passione, risurrezione e ascensione:
« Quando verrà il Consolatore
Congresso EGEI
Un momento di canto durante il Congresso della Federazione
giovanile evangelica a cui è dedicato V« obiettivo aperto » di
questo numero.
che manderò a voi dal Padre
mio, lo Spirito della verità che
procede dal Padre, egli sarà il
mio testimone... » (Giovanni 15:
26)... « Lo Spirito di verità vi guiderà verso tutta la verità... perché riprenderà quel che io ho insegnato, e ve lo farà capire meglio » (Giov. 16: 13-15).
MESSAGGIO DEI PRESIDENTI DEL CEC
Unità dello Spirito nella pace
Sorelle e fratelli in Cristo del
mondo intero,
in questo tempo di Pentecoste
desideriamo rivolgere un saluto
molto cordiale a voi e alle vostre comunità.
Quest’anno per il nostro messaggio abbiamo attinto dalla ricca testimonianza biblica questa
esortazione dell’ apostolo Paolo
alla comunità di Efeso:
« Studiandovi di conservare
l’unità dello Spirito col vincolo
della pace. V’è un corpo unico
ed un unico Spirito... » (Ef. 4:
3 ss.).
Viviamo in un’epoca in cui,
ovunque nel mondo, i limiti dello spirito umano non cessano di
indietreggiare. Ma se i risultati
della scienza e della tecnica sono
impressionanti, riteniamo odioso
l’abuso mostruoso che se ne è
fatto al servizio della guerra e
della distruzione. L’umanità —
di cui siamo parte, noi cristiani
— non ha saputo operare il vero
cambiamento che la porterà ad
una più grande giustizia nel mondo, a minore oppressione, ad una
pace più sicura e duratura. In
un mondo che qui è altamente
sviluppato ma là è terribilmente povero, ricco in molteplici
doni ma pervaso da un’angoscia
profonda, aspiriamo ardentemente ad uno Spirito nuovo, capace di trasformare e di rinnovare profondamente la nostra
umanità e le nostre relazioni
con gli altri.
Il nostro mondo super-armato, inseguito dalla violenza, corre oggi il rischio dell’autodistruzione. In quest’« Anno della pace » è nostro compito più che
mai, in quanto cristiani, sostenere tutti gli « spiriti » che lottano per preservare la pace, questo dono inestimabile che è oggi minacciato. La comunità ecumenica di cui siamo parte s’è
messa in cammino per un lungo viaggio che deve portarla a
rendere testimonianza nel mondo intero della giustizia, della
pace e deH’integrità del creato.
Invitiamo tutti i cristiani ad
unirsi a noi nell’unità dello Spirito per saldare i legami della
pace.
A Pentecoste noi celebriamo
la venuta dello Spirito di Dio
promesso « ad ogni carne ». Ne
rendiamo testimonianza a partire dalla nostra esperienza. Ci
è stato dato, nel movimento
ecumenico, di conoscere la potenza dello Spirito che vivifica
e che ispira. Confessiamo insieme che lo Spirito ha parlato e
continua a parlarci attraverso i
profeti. Adoriamo e glorifichiamo lo Spirito, con il Padre e il
Figlio, nelle nostre preghiere,
nelle nostre parole, nei nostri
canti e nelle nostre azioni.
Ci è stato dato anche, nel movimento ecumenico, di cogliere
nella sua dimensione universale
la realtà del corpo unico di Cristo, non foss’altro che come anticipazione dell’unità che deve
venire. Nella moltitudine di voci del coro ecumenico non sentiamo la confusione di Babele
ma un solo e stesso Spirito
« nella pienezza della sua diversità » (Vancouver 1983). Per questo vi esortiamo, come nell’epistola agli Efesini, a « conservare l’unità dello Spirito » e, a ristabilirla ovunque è stata rotta.
(continua a pag. 8)
Da questo momento gli Apostoli sentono pienamente l’esigenza delTannuncio evangelico
che ha al suo centro Cristo Gesù,
Signore crocifisso e risorto. Sentono il dovere di spiegare al
mondo la verità salvifica e di
conservare nell’annuncio la memoria di tutto quello che Egli
ha comandato. Ma tutto questo
solo nello Spirito Santo, Spirito
di verità che resterà con loro e
in coloro che crederanno, cioè
nella Chiesa, per guidarla e sorvegliarla sempre. « Io pregherò il
Padre ed egli vi darà un altro
Consolatore che starà sempre
con voi, lo Spirito della verità »
(Giovanni 14: 16-17).
La Chiesa, fondata visibilmente alla Pentecoste, intesa come
corpo mistico di Cristo, oppure
come realtà teandrica (di unione
del divino e dell’umano), prolunga l’incarnazione di Cristo, sempre presente dentro alla Chiesa,
come capo e fondamento, nelle
sue membra, i fedeli. Colui che
vivifica la Chiesa nelle sue membra è sempre lo Spirito Santo in
quanto «datore di vita », continuando l’opera del sesto giorno
della creazione, quando l’uomo,
plasmato dalla terra, ricevette la
vita con il « soffio d’alito vitale...
e l’uomo diventò una creatura vivente » (Gen. 2: 7).
Lo Spirito Santo porta alla perfezione l’opera di salvezza. Egli è
Colui che apre gli occhi della coscienza per iniziare e continuare il cammino di crescita « fino
alla misura di Gesù », Dio-uomo.
Sempre Lui (lo Spirito Santo)
apre il nostro cuore affinché riceviamo Cristo nella Sua realtà
divino-umana che ha compiuto il
sacrificio supremo di riconciliazione nella Sua morte e risurrezione per dare la purezza, perfeGheorghe VasUescu
(continua a pag. 2)
2
2 fede e cultura
16 maggio 1986
Attualità della Pentecoste
(segue da pag. 1)
zione ed immortalità anche alla
nostra natura umana.
A causa del nostro limite nel
comprendere il mistero, si fa distinzione tra la persona dello Spirito Santo, e l’opera o l'agire. Ma
dove c’è l’energia è presente anche la persona come autore.
L’energia si chiama di solito
« grazia » e siccome lo Spirito
Santo è Colui che dà la grazia, la
chiamiamo la grazia dello Spirito Santo senza la quale la salvezza non può compiersi.
L’inizio della salvezza come atto personale avviene nel lavacro
del Battesimo, nel quale lo Spirito Santo cancella i peccati personali e anche il peccato originale
adamico. Nello Spirito Santo che
a soffia dove vuole » rinasciamo
alla vita nuova in Cristo e diventiamo membra del corpo
mistico di Cristo che è la
Sua Chiesa, riscattata col Suo
sangue prezioso, resa « colonna
e fondamento della verità » (Timoteo 3:15) dallo Spirito vivMìcante, guida e Consolatore nel
cammino della storia che si trasforma in storia di salvezza.
Lo Spirito Santo rimane dentro di noi come germe (o seme)
che ha dà svilupparsi nell’amore
fraterno e neU’umiltà, o come
strada infallibile alla santità personale e comimitaria in rapporto
col prossimo nel quale è presente Gesù Signore nel suo abbassamento.
1 doni dello Spirito
Essendo onnipotente, lo Spirito Santo opera nei credenti una
moltitudine di doni, segni di riconciliazione col Padre in Gesù
Cristo. Il profeta Isaia parlando
di questi doni dello Spirito Santo elenca lo spirito di saggezza,
intelligenza, consiglio, forza, co
noscenza e timore di Dio (Isaia
11: 2).
Gli effetti di questi doni nelr anima credente si chiamano
frutti dello Spirito Santo. Sono:
« amore, gioia, pace, comprensione, cordialità, bontà, fedeltà,
mansuetudine, dominio di sé »
(Galati 5: 22-23). Ci sono tanti altri doni, ma tutti sorgono dalla
stessa grazia, ce lo dice S. Paolo
sottolineandone alcuni, tra i quali mette in rilievo il carisma (dono) della profezia: « Se abbiamo
ricevuto il dono di essere profeti,
annunziamo la parola di Dio secondo la fede ricevuta. Se abbiamo ricevuto il dono di aiutare gli
altri, aiutiamoli. Chi ha avuto il
dono dell’insegnamento, insegni.
Chi il dono di esortare, esorti...
Ohi aiuta i poveri, lo faccia con
gioia » (Rom. 12: 6-9).
I doni che portano frutto nello
Spirito sono valori fondamentali per la vita spirituale dei cristiani. Il dono delle lingue (glossolalia) non si identifica con un
« balbettio » senza senso, che non
è mai esistito nella Chiesa. Alla
Pentecoste gli Apostoli hanno ricevuto il dono di parlare in lingue a loro sconosciute fino a quel
momento, ma con im certo e preciso scopo, cioè la conversione a
Cristo di tutte le genti presenti a
Gerusalemme in quel momento.
Ognuno ha il diritto di usufruire
della parola divina nella propria
lingua e di ricevere la salvezza,
ciò vale ancor di più per coloro
che erano nel dubbio, o erano
avversari del messaggio evangelico, come si esprime S. Paolo:
« Così, la capacità di parlare in
lingue sconosciute è tm segno
non per i credenti, ma per gli
increduli » (I Cor. 14: 22).
II dono della glossolalia non è
stato un dono permanente neanche per gli Apostoli. Essi hanno
predicato usando il dono glossolalico una sola volta, a Gerusa
lemme alla Pentecoste, con lo
scopo detto sopra. Sostenere che
ogni cristiano deve avere questo
dono, perché diversamente non
dimostrerebbe la presenza dello
Spirito Santo, è un’esagerazione
se non un errore. La domanda
che ogni cristiano deve fare allo
Spirito Santo è quella indicata
da S. Paolo quando insegna « la
via migliore » nella lettera ai Corinzi, capitolo tredicesimo.
Ma in Lui...
Questo è, in essenza, l’dnsegnamento .sempre rinnovato nella
Pentecoste. Lo Spirito Santo è
disceso sotto la forma visibile di
lingue di fuoco sugli Apostoli e
attraverso la loro meravigliosa
predicazione, lo stesso Spirito
Santo fondò la Chiesa visibile, e
rimane in essa per un continuo
rinnovamento e per la trasfiigurazione del creato, perché:
« Senza lo Spirito Santo Dio
è lontano. Cristo è nel passato,
il Vangelo è lettera morta, la
Chiesa è una semplice organizzazione, l’Autorità è una dominazione, la missione è propaganda,
il culto è evocazione, l’acre cristiano ima morale di schiavi.
Ma in Lui... Gesù Cristo, Signore Risorto, è presente, il Vangelo è potenza di vita, la Chiesa
significa la comunione trinitaria,
l’Autorità è un servizio liberatore, la missione è una Pentecoste,
la liturgia è memoriale e anticipazione, l’agire umano è deificato » (Parole pronunciate nell’Assemblea di Uppsala del 1960 dal
Metropolita di Laodicea Ignazios
Hazim). Ma perché lo Spirito
Santo rimanga con noi, dobbiamo sempre pregare e sempre
purificarci affinché Egli trovi
dentro al nostro cuore il Suo
tempio. Amen!
Gheorghe Vasilescu
FONDAMENTALISMO
Caro Direttore,
ho trovato stimolante la « fraterna «
provocazione di G. Cirino sulla questione del fondamentalismo {• La Luce », 17.1.86) e, poiché finora nessuno ha interloquito, ti chiedo un po’
di spazio, data l'attualità delle domande.
Certo, il termine fondamentalista
può anche avere una qualificazione negativa, ma solo — mi pare — al livello dell'informazione spicciola. Sarebbe davvero una Iattura se le nostre comunità fossero spaccate proprio tra fondamentalisti e non. L'equivalenza. che spesso si fa, tra fondamentalismo — pietismo — letterallsmo
biblico — e pietismo — conservatorismo — settarismo, eoe., non va sottovalutata. Si può dire che fin dalle origini il cristianesimo ha avuto due anime; una tendenzialmente a-teologlca,
l'altra più critica e larvatamente modernista. Ma è bene che si compenetrlno a vicenda. Se per motivi strettamente storico-didascalici si può accettare la distinzione degli evangelici
in Italia tra. da una parte, quelli che
aderiscono a comunità sorte sotto il
segno della Riforma cinquecentesca, e
quelli, dall'altra, che si raggruppano
sotto il segno del Risveglio [come
fanno G. Bouchard e R. Turinetto.
L'« altra chiesa » in Italia: gli evangelici, Torino, Claudiana, 1976, p. 8),
oppure tra chiese storiche e chiese
popolari (come fanno A. Penna e S.
Ronchi, Il protestantesimo. La sfida
degli evangelici in Italia e nel mondo, Milano, Universale Economica Feltrinelli, 1981, pp. 213-214), per altro
si deve pur ammettere che oggi, nell'Italia concordataria, è sempre più desiderabile un fronte comune evangelico più largo di quello rappresentato dalla FCEI, in cui, insieme coi
principi da tutti accettati del primato
delle Sacre Scritture, della centralità di
Gesù Cristo, della chiesa come comunità di fratelli e sorelle e del sacerdozio universale, siano sempre più
valorizzati certi punti più stringenti, come la giustificazione per la sola fede,
la conversione individuale, I doni dello
Spirito Santo, nonché — dobbiamo ripeterlo? — l'impegno politico contro
la guerra, la violenza, l'alcoolismo, il
fumo, la fame nel mondo, qualsiasi
emarginazione di razza o di religione,
per una maggiore giustizia e libertà tra
I nostri simili. ^ ''
Gliovanni Gönnet, Roma
P.S. Noto, . en passant », due piccoli nei nel volume più sopra citato
di Peana-Ronchi: 1) . perché preferire,
. secondo una più seguita tradizione »
(p. 197), l'Ibrido Pietro Valdo piuttosto
che l'autentico Valdesio?; 2) perché,
citando Matt. 16: 18, si è privilegiata
l'aberrante traduzione offerta dalla
TILC? (p. 41).
UNA TERRA PER
I PALESTINESI
Caro Direttore,
sono abbonato al settimanale « La
Luce », ho seguito diversi articoli che
riguardano la Chiesa Valdese, come
tale, impegnata a superare tanti problemi interni, di carattere spirituale,
per portare avanti il vangelo di Cristo.
Ma si è visto anche che, come chiesa, è stata costretta ad uscire fuori dal
guscio tutto spirito, per interessarsi di
problemi materiali, che travagliano la
vita di interi popoli, per la sopravvivenza, per la libertà della terra cui
appartengono, per l'oppressione della
dignità come uomo.
In un suo articolo del 21 febbraio
n. 8 su . punti di vista » si parla appunto di questo scenario, come un ventaglio del malessere, in cui ogni freccia va a colpire un popolo nella terra
cui appartiene.
Ma, fra questi, uno porta l'appellativo « popolo senza terra » chiamato palestinese. Come può essere concepito un popolo senza terra? ed essere forestieri in casa propria?
Perché l'opinione pubblica attraverso i mass media non si adopera a
sensibilizzare chi di competenza per
scrollarsi un po' d'orgoglio ed assegnare anche a quel propolo un rifugio
chiamato patria, come lo è stato per
Israele?
Già questa epidemia del secolo iniziò a portare funesti esempi di crollo
morale ed economico con l'immigrazione in massa di profughi, scampati
e rifugiati in tutte le regioni dello
Stato: incremento di mercato nero,
materiale sofisticato e velenoso, disoccupazione in continuo aumento, molte fonti produttive in via di eliminazione. A completare l'opera sono state le azioni incontrollate e criminose
degli ultimi avvenimenti, creando la
tensione del « botta e risposta ».
Non pensa che l'origine, la causa
principale, del malessere che oggi
serpeggia in tutto il Mediterraneo (con
grave pericolo che incombe per la sicurezza fisica e psichica delle popolazioni) sia appunto dovuta all'animo
sconvolto di quel popolo, privato di
una dimora e di una patria?
Si riuscirà a fermare questa sanguinosa guerra in Medio Oriente? O
la follìa degli uomini di governo è più
grande della paura della morte e dell'annientamento umano?
Sarei grato se potessi leggere un
suo parere in un angolo di • punti di
vista », in uno dei numeri seguenti,
e se l'opera di sensibilizzazione si potesse allargare in tutte le conferenze
mondiali delle Chiese ed ambienti politici.
Proprio com'è avvenuto per la pace
nel mondo.
Grazie.
Giuseppe Bellavia, Riesi
PROTESTANTESIMO IN TV
Il « mensile di attualità, cultura e vita evangelica» del 5
maggio si è aperto con un
servizio sulle reazioni in USA
al recente intervento americano in Libia. Gli eventi drammatici si susseguono con tale incalzante rapidità che le
informazioni e la valutazione
seria degli stessi rischiano di
annullarsi vicendevolmente
anziché sommarsi. Così l’incidente pur grave di Cernobyl
non deve farci dimenticare la
persistente pericolosità del
focolaio di tensione sempre
acceso nel Mediterraneo. Il
Moderatore Bouchard, presente in studio, si trovava negli USA quando il Presidente
diede alla nazione l'annuncio
dell’attacco, appellandosi alla
fia. Egli si è augurato che i
cristiani americani, sollecitati
ed aiutati dalle chiese, giungeranno a comprenderne la
« pericolosa stupidità » come
avvenne, anche se con ritardo, per il fenomeno del maccartismo. Il messaggio di solidarietà inviato dalla FCEI
al Consiglio delle Chiese per
la dissociazione espressa a
proposito dell'“impresa” reaganiana, è stato molto apprezzato dal Consiglio stesso.
Il Moderatore ha esortato
a tenere d’occhio il pericolo
che tutti corriamo di stringerci intorno a bandiere che
sono espressione dei nostri
egoismi e delle nostre prevaricazioni. Nelle « guerre e rumori di guerre » in cui siamo
Uanima USA
fedeltà alla bandiera americana. Una questione di onore
nazionale, insomma, definita
da un giornalista del New
York Times «sindrome del
generale Custer ».
Purtròppo questi proclami
di tipo patriottico-demagogico
sembrano avere una forte presa sulla popolazione, tanto
che Arie Brouwer, segretario
del Consiglio Nazionale delle
Chiese USA (cui aderiscono
trentuno chiese e quaranta
milioni di cristiani), intervistato da R. Malocchi, ha rilevato che quattro americani
su cinque hanno condiviso ed
appoggiato l’intervento.
Il Consiglio l'ha invece giudicato un grave errore, contraddicente V immagine che
l’America ha dato e vorrebbe
dare di sé al mondo. L’anima stessa della nazione esce
corrotta da queste azioni e
dalle giustificazioni che ne
vengono date. A. Brouwer non
ha usato mezzi termini nel definire « l’era di Reagan » e la
sua — si fa per dire — filoso
immersi ricordiamo che la
pace presume « una lunga pazienza ».
La rubrica ha poi presentato un’intervista al Segretario del CEC e un servizio sul
Convegno dedicato alla figura
di P. Guicciardini.
Un accenno merita ancora
l’esortazione di Franca Long
ad approfondire le nostre
scarse conoscenze del mondo
arabo e musulmano. Pur condizionati come siamo da secoli di propaganda ostile a
queste popolazioni, non possiamo ignorare le radici ed
esperienze che a loro ci legano. Come radici, il comune padre Abramo, simbolo dell’ubbidienza all’unico Dio e, come esperienze, le interazioni
tra cultura araba ed europea
(visivamente espresse ad es.
nell’arte arabo-normanna in
Sicilia). Occorre dunque creare una «cultura dell’accoglienza » che può costituire un importante contributo alla costruzione della pace.
Mirella Argentieri Bein
A chi sottoscrive ora
un abbonamento Eco-Luce per il 2° semestre ^86
il giornale sarà inviato subito,
gratis fino a fine giugno
CLAUDIANA EDITRICE — TORINO
NOVITÀ’
Nella collana « Riforma Protestante nei secoli » è uscito il
n. 4:
PHILIPP JACOB SPENER
Pia desideria
IL «MANIFESTO» DEL PIETISMO TEDESCO (1675)
a cura di Roberto Osculati
postfazione di Paolo Ricca
pp. 148, L. 12.500, con 8 ill.ni f.t.
Il testo fondamentale o « manifesto » del pietismo tedesco,
uno dei principali movimenti cristiani, che ha esercitato un’enorme influenza sulla cultura europea.
I temi dell’opera sono la necessità della costruzione dell’uomo interiore, la coerenza morale con i princìpi evangelici, il primato dell’amore rispetto alle dispute confessionali, la diffidenza
verso le dottrine astratte, l’atteggiamento irenico ed ecumenico
pur nella critica dei difetti gravissimi delle chiese, l’acuta sensibilità sociale.
II pietismo è dunque il secondo atto della grande Riforma
della chiesa: dopo la riforma della fede, ecco la riforma della
vita. L’influsso della religiosità pietista è riconoscibile in Leibni^
Bach, Kant, ecc. Molto stretti sono i collegamenti con il puritanesimo inglese, con il pietismo olandese e con i movimenti di risveglio religioso.
CLAUDIANA EDITRICE — Via Pr. Tommaso 1 — 10125 TORINO
c.c.p. 20780102
3
16 maggio 1986
fede e cultura 3
DIBATTITO AL SINODO ED ALLA CONFERENZA DEL 1978
Valdesi e metodisti
sull'energia nucleare
Il sinodo valdese e la conferenza metodista del 1977, mentre
era viva la discussione sul primo
piano energetico nazionale (Pen)
all’indomani della crisi petrolifera originata dalla guerra del
Kippur, nominavano una commissione ad referendum che informasse il sinodo e la conferenza sulla questione energetica.
I membri di questa commissione (Gino Conte, Franco Dupré,
Pier Luigi Jalla, Luciano Rivoira, Mario Alberto Rollier, Danilo Venturi, Roberto Peyrot coordinatore) svolgevano un importante lavoro di documentazione
i cui risultati sono stati pubblicati nei numeri 15, 17, 19, 21 (anno 1978) del nostro giornale e
presentavano una relazione al
sinodo e alla conferenza del ’78.
La relazione, di fronte al dilemma di quegli anni « o energia nucleare 0 razionamento nel 1983 »
(un dilemma che alla luce del
senno di poi si è dimostrato
falso) presentava pacatamente
alcune informazioni di base per
conoscere il problema ed osservava:
« Il problema energetico si presenta
a noi di una complessità incredibile,
sia per la vastità delle sue implicazioni che per l'urgenza delle decisioni che richiede. I lunghi tempi di realizzazione degli impianti ed il contemporaneo pericolo "che le luci si spengano" premono sui governanti perché
ie scelte non vengano troppo procrastinate: la nuova coscienza della irreversibilità di queste stesse scelte e
delle loro conseguenze spinge sempre più uomini, incerti sul reale da
farsi, a frenare questi sviluppi.
In questa situazione è certo dovere
dei politici e di tutti coloro che sono
responsabili del governo della società
umana di spingere verso una soluzione. evitando che il dibattito si allarghi troppo oltre i limiti ragionevoli.
Purtroppo in questo caso non è però
ben chiaro quali siano i limiti, dato che
il problema sembra investire la sopravvivenza stessa del genere umano. Per questo altre componenti della
società, attraverso gli strumenti di
analisi di cui dispongono, e le chiese,
per il loro mandato profetico, hanno
invece il dovere di mantenere aperto il
dibattito,’ alla ricerca di ulteriori vie
che possibilmente evitino alcuni dei
maggiori rischi che ci si prospettano ».
La commissione prendeva poi
posizione circa il risparmio energetico dicendo:
« Anche accettando la necessità di
mantenere un certo tasso di sviluppo
ed espansione della economia, appare
necessario mantenere un occhio critico e vigile su tutte le previsioni fatte,
a causa del rapidissimo sviluppo della situazione generale, come anche
della ricerca scientifica e tecnologica
in atto in tutto il mondo.
Guanto le prognosi richiedano un
continuo processo di revisione lo dimostra anche il Piano Energetico Nazionale (PEN), che nella versione del
'77 ha ridotto del 20% la previsione
delle necessità per il 1985 rispetto
a quella contenuta nella precedente
versione del '75; questa notevole correzione è stata fatta non tanto postulando una minore crescita del paese
quanto prendendo in considerazione
altri fattori sinora trascurati, o non
sottoposti a sufficiente critica.
In questo campo l'Italia ha ancora, a
detta di molti, notevoli possibilità di ricupero rispetto agli altri paesi industrializzati, ciò significa che potrà e
dovrà battere vie in parte diverse dagli
altri per risolvere il proprio problema
energetico. Premesso naturalmente che
il dibattito nazionale individui e segnali queste possibilità.
(...) A ciò richiama anche un rapporto del '76 della Organizzazione per
la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), il quale sottolinea che
"è evidente che la maggior parte del
paesi non affronta il risparmio energeti
co con lo stesso impegno che pone
nella espansione dei rifornimenti di
energia, pur non essendovi alcuna differenza fondamentale fra i due approcci al problema".
Ad incoraggiare il risparmio energetico si è anche mosso, con un appello alle chiese, il Consiglio Ecumenico, affermando che la prima tappa per la conservazione della energia
è quella della riduzione volontaria dei
consumi nei tre settori principali del
loro utilizzo: industriale, residenziale
e dei trasporti ».
Sull’energia nucleare in particolare la
« commissione, esaminati i recenti
sviluppi della questione energetica e
nucleare nei paesi industrialmente sviluppati, ne rileva gli aspetti a volte
contraddittori e conclude che le è impossibile elaborare un'opinione definitiva da offrire alle istanze sinodali. Sottolinea invece che il dibattito su questi problemi va mantenuto vivo nelle
chiese, diffondendo le informazioni le
più aggiornate, e non trascurando i
riflessi etici e teologici che essi sollevano.
Una recente dichiarazione del Consiglio Ecumenico si rivolge a tutte le
genti "perché gli uomini riconoscano
che l’uomo non è Dio, che il suo potere ha dei limiti, che non tutti i
problemi sono risolubili dalla tecnologia, che l’umanità deve imparare a vivere con la natura e non solo ad imbrigliarne le risorse".
Il teologo americano Roger Shinn afferma (maggio 1978) che in questa
posizione teologica vi è il riconosci
mento, non sempre presente nelle
Chiese, che gli esseri umani debbono
oggi affrontare problemi etici che la
sola fede "ereditata” non risolve. I
cristiani hanno bisogno di conoscenze,
di esperienze, di introspezioni provenienti da molte fonti; la fede acuisce
in loro la sensibilità aH’ingiustizia e
alla situazione delle vittime dell’ingiustizia. Questa fede li avverte della
presenza di idolatrie, fra le quali è
la "mania della tecnologia” come soluzione ai problemi interiori dell’uomo. Questa fede unisce alla preoccupazione per l’umano benessere l'ammonimento a non fidare nei tesori terreni. Essa chiama a conservare e spartire le risorse, essa ci guida e rassicura nel nostro vivere col rischio ».
Il sinodo e la conferenza discutevano la questione nel pomeriggio del 2' agosto '78 e venivano presentati due ordini del
giorno. Dopo una intensa
discussione veniva deciso di
riformulare un solo ordine del
giorno, che veniva presentato ed
approvato il 4 agosto.
Il Sinodo valdese e la Conferenza
naetodista, udita la Relazione della
Commissione per la questione energetica e nucleare, rilevato che le scelte di fondo anche nel settore dell'energia — struttura portante dell’attuale civiltà industriale — rispondono ad
una logica di delega del potere decisionale e non ad una responsabile
volontà collettiva di crescita democratica; nella convinzione che il dibattito
sul problema energetico dovrebbe avvenire sulla base di una informazione
approfondita e non può essere inqui
nato da visioni preconcette ed errate;
raccomandano alle chiese ed ai singoli
credenti di rispondere al loro dovere
di testimonianza cristiana con umiltà e
chiarezza adoprandosi per;
a) la massima diffusione dell’Informazione scientifica e tecnologica,
con verifica delle relative fonti, e della conoscenza delle attuali richieste
energetiche e delle disponibilità relative;
b) un confronto approfondito, anche
in sedi pubbliche, fra le diverse opinioni in 'merito alla necessità di ricorrere alla fissione nucleare per produrre energia elettrica, superando le
attuale esasperata polarizzazione fra
chi è pro e chi è contro lo sviluppo
della costruzione di centrali di produzione elettronucleare, che non facilita una reale partecipazione alla
formazione delle decisioni e ad un
responsabile controllo democratico, ma
rischia di mettere ai .margini i contributi delle voci minoritarie;
c) la messa in guardia contro il
dirottamento di materiali fissili allo
scopo di trasformarli in esplosivi, in
concreto questo esige il rafforzamento
del sistema di salvaguardie organizzate internazionalmente;
d) un'analisi realistica delle potenzialità energetiche di origine diversa
dalla fissione nucleare e delle loro possibilità di sviluppo anche in relazione
a una politica dell’ambiente;
e) una valutazione delle implicazioni politiche del controllo sulle fonti
energetiche;
f) la sensibilizzazione dell’opinione
pubblica sulla indifferibile necessità
di risparmio e di una distribuzione responsabile ed equa deH’energia come
strumento a dimensione deU’uomo.
Questa complessa problematica deve
essere affrontata nel quadro della vocazione e del mandato divino (Genesi
1) di esercitare sulla natura un dominio che sia a favore e non contro
la vita dell’uomo e l’integrità della
natura, e che riconosca i limiti posti
all’agire umano.
a cura di Giorgio Gardiol
PER SAPERNE
DI PIU’
Un libro da
(ri)leggere
« Anche se la ricerca di una
informazione corretta è faticosa, essa va fatta: la posta
in gioco, il nostro futuro, è
troppo grossa per lasciarla in
mano agli interessi economici e alle frazioni politiche»;
così scriveva Franco Dupré,
fìsico protestante di Roma,
nella prefazione del libro curato da J. Francis e P.
Abrecht « L’energia nucleare :
un dilemma che coinvolge
tutti », Claudiana editrice, Torino 1979, lire 4.900.
Un libro che torna di attualità dopo il disastro di Cernobyl.
■Vorremmo segnalare questo volume alla attenzione dei
nostri lettori ed in particolare ai gruppi per una lettura
e discussione collettiva.
Infatti tra i molti Ubri e
articoli pubblicati sulla questione nucleare il volume della Claudiana, curato dal direttore del Dipartimento
Chiesa e Società del Consiglio Ecumenico delle Chiese,
ha il pregio di una informazione molto accurata e che
tiene conto di tutte le posizioni ed inoltre introduce la
riflessione sulla responsabilità etica delle scelte energetiche. Responsabilità etica
che non sempre è stata tenuta in debito conto.
FINANZIAMENTI ECCLESIASTICI - 1
Opinioni e prime delibere
Riporteremo periodicamente
le prese di posizione delle chiese sul finanziamento ecclesiastico, e specificatamente sulle tre
questioni dell’ esenzione dalriNVIM, della deducibilità delle
offerte dall’imponibile IRPEF e
dell’8 per mille.
Non staremo a spiegare in
dettaglio di che cosa si tratta,
perché ne abbiamo parlato più
volte sul giornale. Ma per prendere la rincorsa un po’ da lontano, ricordiamo che il giornale, fin dall’inizio dell’anno, ha
ospitato pareri personali sull’argomento (nelle lettere), di gruppi (il parere della TEV formulato nell’Assemblea del 9 febbraio), e fornito al lettore articoli, tavole rotonde, cronache dì
convegni, sia di valutazione che
di informazione.
La redazione aveva chiesto
due articoli di inquadramento
generale del problema, uno più
orientato verso il « no », uno più
orientato verso il « sì », ma questo secondo non è ancora pervenuto.
Una serie di articoli che può
fare da sfondo alla questione è
apparsa, a firma Giorgio Peyrot,
sulla situazione del « dopo Intesa », nei numeri da 8 a 11 del
giornale, tra febbraio e marzo.
Negli ultimi numeri, soprattutto nella cronaca delle chiese
delle Valli, incominciano ad
emergere le prese di posizione
delle chiese ; pareri evidentemente che hanno un peso diverso da quelli dei privati.
Le chiese
Dai titoli e articoli già emersi
sul giornale, riassumo.
Pomaretto; 8 per mille e defi
scalizzazione: a favore.
Prarostino : continuerà la riflessione prima di esprimere il
suo parere o la sua scelta.
Villasecca; nessuna decisione,
per le implicazioni di vasta portata connesse sia con l’accettazione che col rifiuto, sulla base
non di una legge ma di una
ipotesi di legge.
San Secondo: a larga maggioranza l’Assemblea si è pronunciata a favore della accettazione
di una eventuale estensione alle
nostre chiese dell’S per mille.
San Germano: in vari dibattiti sono emersi i sì, i no, i ni;
e una tendenza a « decidere di
non decidere ».
Vìllar Perosa: l’assemblea ha
approvato un documento in cui
la possibilità di estendere alla
Chiesa Valdese le tre forme di
finanziamento (8 per mille,
IRPEF e INVIM) viene rifiutata, pur prendendo atto della posizione favorevole presente in
parte dei membri di chiesa.
E giungiamo infine agli ordini
del giorno votati dalle chiese,
che ci sono fin qui pervenuti.
Nel documento di Pomaretto,
di cui si era già dato sintetica
notizia, il « sì » alle tre questioni è netto, e tuttavia molto articolato : « occorrerà essere vigilanti » che la quota IRPEF
« sia destinata esclusivamente
a sostegno dell’impegno sociale »,
con le condizioni che 1) sìa
esclusa la « ripartizione automatica », 2) vi sia una indicazione
nreventiva della destinazione dei
fondi e 3) un controllo pubblico
dell’utilizzo. La defìscalizzazione
■viene accettata come principio,
purché lo stesso regime « sia
esteso a tutte le istituzioni che
operano nel qampo culturale e
sociale ».
Foggia, aH’unanimità, propone
che si accolga soltanto la possibilità della « deducibilità fiscale», in quanto non tipica di un
metodo concordatario ed applicabile ad enti, istituti e associazioni non solo di culto, non &■
venti fini di lucro.
Analogamente si pronuncia
Orsara, con un o.d.g. approvato
da 17 persone, con l’astensione
di 5 e nessun voto contrario.
Curiosamente Orsara vota anche un altro ordine del giorno,
non in contraddizione con il primo (che infatti ha raccolto una
ampia maggioranza), ma che allarga le possibilità ; ritenendo
che si debbano sfidare i cattolici anche su questo terreno, pur
nell’accordo teorico sulla bontà
della deducibilità e sul valore
problematico delle altre due
proposte, si ritiene di poter « accogliere tutte le possibilità offerte dalle proposte di legge del
Parlamento ».
Questa proposta, messa ai voti, raccoglie la metà esatta dei
voti, 11 a favore e 11 contrari
(nessun astenuto).
Verona è favorevole ad una
trattativa su INVIM e defìscalizzazione, in quanto queste facilitazioni sarebbero estensibili
ad altri settori della società,
mentre reputa prematuro avviare una trattativa sulla destinazione di una parte deH’IBPEF
ad opere o istituti in relazione
con la Tavola Valdese, considerando questa scadenza esterna
al divenire delle nostre assemblee di credenti.
Molto articolata anche la posizione espressa da Genova. I risultati finali dicono; 24 no per
lo sgravio INVIM (ma la legge
è stata criticata a fondo); 24 no
per la defiscalizzazione delle of
ferte alla chiesa; 12 sì per l’accettazione di una offerta ad entrare nel meccanismo dello
0,8'’/o, 10 no e 2 astenuti. Ma la
ricchezza del dibattito e le sfumature delle posizioni, ascoltate nel rispetto reciproco, non
possono essere rese dai semplici numeri.
Prima impressione
Una osservazione generale mi
sembra possa già essere evidenziata. I pareri sono ben divisi,
sia tra chiesa e chiesa, sia all’interno delle chiese, ma le risposte che giungono sono risposte articolate e ragionate. Mi
sembra che tutte le Assemblee
di chiesa che fin qui si sono pronunciate hanno ben compreso
che non si tratta semplicemente
di decidere se ricevere o non ricevere finanziamenti dallo Stato,
ma che dalle decisioni che si
prenderanno (o si solleciteranno) si renderà evidente il nostro
rapporto con lo Stato, che, ovviamente, non tutti intendono
allo stesso modo! Tuttavia, nessuna Assemblea demonizza lo
Stato 0 lo idolatra e di riflesso
siamo ben lontani sia da un rigido separatismo, di stampo ottocentesco, sia dalla confusione
degli specifici ruoli della Chiesa da un lato e dello Stato dall’altro. Questo dimostra, a mio
avviso, che la discussione, a differenza di quel che temevano i
pessimisti, non è stata e non è
inutile: al di là delle valutazioni contingenti, assai diverse, che
si vanno esprimendo, si sta formando una notevole convergenza di punti di vista su quel che
debbono essere i rapporti Stato-Chiesa.
Sergio Ribet
4
4 vita delle chiese
16 maggio 1986
BORA' Incontro di
La voce delle donne
Un poco suggerito da un momento di « stanca » deU’Unione
femminile, un pòco daH’occasione del camibiamento. pastorale
che avrà luogo nell’estate, rm
« questionario », rivolto alle donne di iRorà, è stato distribuito
e lo si sta, al momento, valutando.
I questionari distribuiti sono
stati xm’ottantina, ne sono "ritornati" oltre vénti, con risposte di
persone di un arco di età che va
dalla ventina alla novantina.
Una dozzina di risposte indicano un interesse ad im incontro
periodico di sole donne in Rorà.
Sette trovano importante che vi
sia im incontro, ma personalmente non possono partecipare per
motivi di lavoro (4), di famiglia
(1), o per motivi di età (2).
Protestantesimo
in TV
LUNEDI’ 19 MAGGIO 1986
Ore 23 circa — RAI 2
Sessant’anni di storia
del Battismo italiano
attraverso la vita di
Paolo Sanfilippo.
Nessuna delle donne che ha
risposto trova inutile o non
interessante che vi sia un gruppo
femminile.
Alla domanda su chi dovrebbe
organizzarlo, dieci rispondono:
la chiesa, dieci sono favorevoli
aH’autogestione (altre possibilità
non vengono prese in considerazione).
Il gruppo (per 17 persone), dovrebbe essere aperto a tutte le
donne (nessuno, di riflesso, ripropone quello che una volta era
l’incontro “delle madri”), per
rendere servizi concreti (14), sociali (13), per attività pratiche
(13), per dibattere problemi specifici delle donne (10), per formazione culturale (10), per formazione biblica (9), per incontro non impegnativo (2); erano
possibili più risposte.
La formazione culturale, biblica, le attività pratiche, sociali,
concrete e gli incontri non impegnativi potrebbero, ad avviso di
molte, essere svolti anche da
gruppi misti (ma una risposta
dice: «è già difficile incontrarsi
tra donne! »), mentre ovviamente alcune pensano che gruppi di
sole donne potrebbero dibattere
meglio problemi specifici delle
donne (qualche preferenza anche
ad attività pratiche e sociali
« per sole donne»).
La maggioranza preferisce incontri "tutte insieme" (16), per
zone 3 (più uno "ogni tanto”),
per interessi 2, per gruppi di
età 1.
Due sole risposte accennano
ad iniziative "nuove” (incontro
tra giovani ed anziani sui problemi del paese).
Agapi, bazars, visite al Rifugio
(le attività principali fin qui svolte prevalentemente dalle donne)
dovrebbero essere organizzati da
volontari che si impegnano di
volta in volta (12), da un gruppo
fisso di volontari (maschi e femmine) (6), da una commissione
nominata dal Concistoro o Assemblea (3), da im gruppo fisso
di volontarie (2), dalî’Unione
Femminile (1), dai giovani (1).
Un collegamento con altri
gruppi è reputato utile da tutte:
a livello di informazione (13),
per un lavoro comune (8). Per
un collegamento con altri gruppi, 8 indicano le unioni e gruppi
femminili della Val Pellice, 7 la
FDEI, 3 la FFVM, 2 la FDEI e la
FFVM, 2 altro (a seconda delle
esigenze), 3 rispondono di non
saperlo. Una risposta chiede vi
sia un collegamento anche con
cattoliche e salutiste.
E’ interessante che circa un
quarto delle risposte siano venute da persone anagraficamente
cattoliche (in paese i cattolici sono circa una quarantina su 250
abitanti).
M. H.
Pentecoste
Quante sono le paure dell’uomo? Le paure dei giovani, la
paura del diverso, dello straniero, la paura del' nucleare.
Cosa ci fa liberi dalla paura?
E’ questo il tema deH’incontro
ecumenico che si svolgerà la domenica di Pentecoste presso il
Convento dei padri Cappuccini
di Pinerolo a San Maurizio.
L’incontro di Pentecoste è ormai il tradizionale appuntamento che cattolici e valdesi (ma
anche battisti e pentecostali) si
danno per mettere in comune
la loro ricerca ecumenica di fedeltà al messaggio di Cristo.
Un incontro annuale che è preceduto dal lavoro di ricerca biblica e teologica durante l’anno nei
collettivi biblici ecumenici.
Una esperienza quella dei collettivi biblici che conosce momenti alti e bassi, dovuti a sensibilità e contingenze diverse, a
priorità di riflessione delle singole confessioni, ma che nel
complesso è stata determinante
per iniziative ecumeniche larghe quali le azioni per la pace,
per i disoccupati, per la giustizia sociale. Senza l’attività dei
collettivi biblici ecumenici queste azioni sarebbero rimaste nella sfera del privato di coloro
che le hanno promosse. Certo
le differenze teologiche rimangono, ma oggi sono meglio conosciute ed alcime diffidenze e
pregiudizi sono caduti.
G. G.
Sabato 17 maggio
CRONACA DELLE CHIESE DELLE VALLI
Giornate da non dimenticare
Una giornata
a Coazze...
Una splendida giornata di sole, perla rara in mezzo ad un
mese di piogge torrenziali e di
freddo, ha accompagnato la gita
delle scuole domenicali del terzo
circuito a Coazze il 20 aprile
scorso. Ottanta e più bambini,
monitori e genitori hanno presieduto il culto preparato da loro, hanno consumato il loro
pranzo al sacco nel parco non
lontano dal tempio e, dopo una
passeggiata e qualche gioco, sono ritornati davanti al tempio
per una buona tazza di thè con
biscotti preparata dalla comunità locale, alla quale va la nostra gratitudine per l’accoglienza
riservataci.
Una giornata
a Inverso Rinasca...
Domenica 27 aprile abbiamo
avuto una riuscita giornata comunitaria a Inverso Clot. Al
mattino un buon numero di persone ha seguito con attenzione
il culto preparato dai bambini
e dai monitori della scuola domenicale; dopo il culto più di
quaranta persone si sono poi ritrovate attorno ad uno stesso
tavolo per il pranzo comunita
Hòtel Pens. Primula
Viale Trento, 12
Marina Centro - RIMINI
Tel. 0541/23712
A m. 150 dal mare e dalla chiesa valdese — Prop. Frat. Magnanelli
con gestione propria.
Menu a scelta — Grandi spazi interni — Tutte le camere con bagno.
A tutto il 13 giugno PER CONOSCERCI e diventare amici prezzo
particolare L. 20.000.
rio preparato dalle signore dell’unione femminile. Nel pomeriggio, dopo una breve pausa digestiva, un gruppo di giovani e
giovanissimi ha presentato un
programma di canti imparati
durante gli ultimi mesi, accompagnati anche dal suono di alcuni strumenti musicali, ed ha poi
invitato i presenti ad alcuni
canti d’insieme; al termine della
giornata vi è poi stata la lotteria preparata ancora dalle signore ed una buona tazza di thè.
Il tutto è stato condito con
un’ottima partecipazione e con
molta gioia. A tutti un grazie
per il lavoro svolto ed un arrivederci alla prossima occasione.
...e una gita
in Germania
Un gruppetto di giovani e
meno giovani della comunità di
Pomaretto si è recato a Ruppertshofen dairi al 4 maggio, a
far visita al pastore Thomas Elser ed alla sua famiglia.
Quattro giorni di sole hanno
accompagnato il nostro soggiorno tedesco ed un gruppo di giovani della comunità locale ha
guidato le nostre giornate. A
loro, a Thomas ed alla sua famiglia va il nostro grazie per
ciò che hanno saputo offrirci;
speriamo di rivederci presto.
Professione di fede
LUSERNA SAN GIOVANNI
— Domenica prossima, 18 maggio, festa di Pentecoste, durante il culto avremo la gioia di accogliere la confessione di fede
di Antonella Odin del quartiere
di Luserna Alta. In un incontro
con il concistoro essa ha spiegato le ragioni che la spingono
a diventare membro comunicante della nostra chiesa, dopo che
qualche anno fa aveva interrotto la sua preparazione catechetica.
Prima della confermazione essa stessa leggerà all’Assemblea
questa sua confessione di fede
che il concistoro ha molto apprezzato.
Vogliamo circondare con il
nostro affetto e la nostra preghiera questa sorella che desidera inserirsi nel numero dei
testimoni del nostro Salvatore
Gesù Cristo.
Verrà celebrata, per l’occasione, la Santa Cena, come invocazione e annuncio della comunione del Signore, dono dello Spirito Santo.
Battesimi
POMARETTO — Domenica
11 maggio sono stati presentati
al battesimo Ferdinando Costantino di Franco e Emanuela
Ribet di Inverso Pinasca e Ramona Giaichecco di Italo e Luciana Barrai.
Che lo Spirito del Signore sia
costantemente la loro protezione e li aiuti a crescere nelle sue
vie e ad essere un raggio di luce
fra gli uomini. Aiuti altresì i
rispettivi genitori a mantenere
fede alla promessa fatta davanti
alla Chiesa ma soprattutto darvanti a Dio.
Culti
ANGROGNA — Domenica 18,
Pentecoste, alle 10.30, culto al
Capoluogo con gli amici di ieri
e di oggi della Foresteria « La
Rocciaglia» di Pradeltorno. Per
l’occasione sarà con noi un gruppo di ’giovani volontari’ che in
questi giorni stanno compiendo
le necessarie riparazioni prima
di aprire la struttura ai gruppi
che la richiederanno.
• Domenica 11, durante il culto al Serre, è stato battezzato
il piccolo Luca Giachero di
Franco e Ivana. Alla giovane famiglia e al piccolo l’augurio di
una vita illuminata dalla Parola
di Dio.
Assemblea di chiesa
VILLAR PELLICE — Domenica 11 corr. m., durante il culto, si è svolta l’assemblea di
chiesa, la quale, dopo la lettura
della relazione morale e finanziaria del Concistoro, ha proceduto alla elezione dei deputati
alla Conferenza Distrettuale nelle persone di: Albertengo Mauro, Dalmas Remo, Geymonat
Roberto e supplente : Bonjour
Lino. Quali deputati al Sinodo
sono state nominate : Ayassot
Desi in Catalin e Geymet Silvia
in Barolin ; supplente : Caìrus
Ada.
• E’ stato battezzato Michelm
Salomon Cristian di Silvano e
di Danna Milva. Auguri a questo bambino ed ai suoi genitori
di una vita benedetta dal Signore.
Confermazioni
PINEROLO — Domenica 18
maggio (Pentecoste) verranno
confermati o battezzati 16 catecumeni che hanno chiesto con
una dichiarazione di essere ammessi in chiesa. Del gruppo originario di 21 catecumeni solo 16
pronunceranno la loro professione di fede e la comunità si
interroga su questo nella ricerca di vie di evangelizzazione e
nella preghiera.
« Domenica 25 maggio si terrà l’assemblea di chiesa che esaminerà la relazione annua ’85-86
e l’impegno finanziario con la
Tavola per l’87.
□ CONCERTO
LUSERNA — Presso il Tempio valdese alle ore 20.45 si tiene un concerto d'organo dei maestri Ferruccio
Rivoir e Renzo Chialvo con esecuzione di brani ispirati alla Pentecoste.
Domenica 18 maggio
a INCONTRO ECUMENICO
DI PENTECOSTE 1986
PINEROLO — Presso il Convento
dei Padri Cappuccini (via De Amicis 2)
si tiene l’annuale incontro ecumenico di
Pentecoste. Il tema di quest’anno è il
seguente: « Lo Spirito fa di noi dei
liberi figli di Dio: non viviamo più
nella paura ».
L’incontro si svolge col seguente programma: ore 15: Momento di lode e di
preghiera. Meditazione su Romani 8:
1-17: ore 15.30: Testimonianza e documentazione a più voci: alcuni testi sulla paura - le paure dei giovani
- la paura del « diverso », dello straniero - la paura del nucleare - esistono
uomini liberi dalla paura?; ore 16.30:
Pausa (con la possibilità di vedere una
mostra della FCEI sugli stranieri in
Italia): ore 17: Discussione in assemblea. Canto e preghiera.
Mercoledì 21 maggio
□ ASSEMBLEA
DELLE CORALI
PINEROLO — Si tiene alle ore 20.30
presso i locali delia Chiesa valdese,
via dei Miiie, con il seguente o.d.g.:
1) Valutazioni deila Festa di canto:
2) Proposte per il prossimo anno;
3) Relazione alla Conferenza Distrettuale.
□ CULTO
ITALO-TEDESCO
TORRE PELLICE — Presso la Foresteria alle ore 20 si tiene un culto
bilingue itaio-tedesco con la partecipazione della associazione Henri Arnaud di Schonenberg. Tutti sono invitati.
Venerdì 23 maggio
□ ASSEMBLEA
II CIRCUITO
PINEROLO — Nella sala valdese
alle ore 20.15 si tiene l’assemblea dei
Il Circuito col seguente ordine del
giorno: 1) lettura biblica, preghiera,
inno; 2) lettura delle relazioni; 3) la
situazione giovanile nelle chiese; 4) il
centenario dall’esilio al glorioso rimpatrio; 5) varie ed eventuali; 6) elezioni.
n BIBLIOTECHINCONTRI
TORRE PELLICE — Alle ore 17,
presso la Biblioteca Valdese, via Beckwith 2. incontro con Maddalena Masutti, autrice del libro « Ritornerò tra
la gente », recentemente edito dalla
Claudiana: testimonianza di una exsuora che abbandona il convento.
Sabato 24 maggio
n ASSEMBLEA
III CIRCUITO
PRALI — Alle ore 20.30 nella sala
delle attività della Chiesa valdese si
tiene l’assemblea di chiusura dell'anno
ecclesiastico '85-86 del IH Circuito.
Domenica 8 giugno
□ ASSEMBLEA TEV
TORRE PELLfCE — Nella Casa Unionista alle ore 15 si tiene l’assemblea
mensile del movimento di Testimonianza evangelica valdese.
1-4.7045
MIRAMARE
DI RIMINI
VI» S»BSIX».''S
TtUEF (osai)
(9
32548
A 50 metri dalla spiaggia — ambiente famitìare — ottimi i
servizi e il trattamento.
5
16 maggio 1986
vita delle chiese ^
I 25 ANNI DELLA CASA DI RIPOSO BATTISTA DI AVIGLIANA
Argento per Villa Grazialma
Quando la vedo, entrando dal
cancello, dà l’idea di essere una
villa normale, senza troppe pretese, come tante. Un aspetto pulito, un giardino graziosissimo,
pieno di piante e fiori appena
sbocciati, forse un po’ in ritardo
quest’anno.
Questa è. Villa Grazialma, casa
di riposo per gli anziani situata
poco distante dai laghi di Avigliana. Ma giovedì 1° maggio, una
strana aria, quasi elettrica, si aggirava tra quelle mura, come se
da un momento all’altro dovesse
accadere qualcosa.
Cosa sta accadendo? Perché
tanto via vai?
Esattamente 25 anni fa, nel
1961, in questo posto, dove ora
ci sono grandi preparativi, si
svolse l’inaugurazione della villa
che fu acquistata, con l’intenzione di trasformarla in una casa
di riposo per gli anziani, dall’industriale Cesare Geuna, e che
ora porta il nome, della figlia.
Fu il sostenitore principale, ma
anche molte Chiese Battiste contribuirono alla riuscita deH’inF
ziativa. Ma perché festeggiare
« r anniversario d’argento » di
Villa Grazialma?
« L’anno scorso — ha detto
Maria Luisa Vaula, coordinatrice del gruppo volontari della
stessa villa — preparando il servizio per questa casa di riposo
insieme a Roberto Mollica, alla
ricerca di fondi, ho scoperto
che il 1” maggio di 25 anni fa
la villa era stata inaugurata. Allora mi sono domandata: e se
facessimo qualcosa per ricordare questi 25 anni di vita? Ne ho
parlato con Nella Righetti, l’attuale direttrice, che mi ha dato
il nulla osta. Non rimaneva che
mettere a fuoco l’idea e trasformarla in qualcosa di concreto ».
Un’idea maturata, quindi, in
un anno intero e culminata pochi giorni fa, in una bellissima
giornata di primavera. E’ stata
una delle cosiddette giornate
"piene”, alla cui riuscita ha contribuito la buona volontà del
gruppo volontari di Villa Grazialma; piena di cose da fare e da
ascoltare, come i canti d’insieme
e quelli della Corale Evangelica
di Torino, e soprattutto piena di
persone, più di 250, provenienti
dalle varie Chiese Battiste del
Piemonte e della Lombardia.
La mattina è venuto anche il
vicesindaco di Avigliana, anche
se si è trattenuto poco per motivi d’ufficio.
E gli anziani, che ruolo hanno avuto in questa giornata?
« Avrebbero dovuto preparare
delle recite, ha detto Maria Luisa Vaula, ma la coordinatrice ha
avuto un contrattempo, e Tiniziativa è sfumata nel nulla. Hanno trascorso la giornata insieme
con noi e con i parenti che li
sono venuti a trovare ».
Nel pomeriggio, dopo una carrellata storica del pastore Eldo
Mattone, Paolo Spanu, attuale
presidente delle Chiese Evangeliche Battiste in Italia, citando
Romani 12: 9, ha sottolineato
l’importanza dell’amore senza
ipocrisia.
« Occorre che i credenti — ha
detto Paolo Spanu — siano umili. Che non si antepongano e si
sentano validi più degli altri. Occorre che si diano agli altri con
amore ma senza ipocrisia, compiendo azioni in cui Timpegno
sia palese e duraturo*.
In questo contesto ha collocato Villa Grazialma e quello che
rappresenta. « Anche questa ca
sa e questa opera sono il segno
dell’amore senza ipocrisia. E’ un
momento che fa ricordare a tutti e a chi lavora con sacrificio
ogni giorno in questa casa di riposo, il fatto importante e indispensabile d’essere uniti nella
fede. Non si tratta tanto di compiacerci del passato e delle nostre opere, quanto di rinnovare
un impegno più solido che mai
nel futurojL’unico metro per misurare l’amore rimane Gesù Cristo, colui che si è dato senza ipocrisia in un servizio di totale dedizione ».
Forse non c’è mai stata tanta
gente in una volta sola a Villa
Grazialma ohe ha portato una
ventata di festosità e di amore
fraterno.
« Fa piacere di tanto in tanto
vedere un po’ di gente, — ha detto
un anziano che si trovava sotto
la veranda ad osservare cosa gli
capitava attorno — magari non
così tanta tutta in una volta. La
tranquillità ci piace, ma la solitudine, sa, non è rma bella
cosa ».
Noemi Romeo
Il prof. Giorgio Spini parla su « Cristianesimo e laicismo oggi in
Italia » nel salone del Municipio di Sestri.
25 aprile a Sestri
L’ORA
DI RBJGIONE
NON E PIU’
OBBLIGATORIA
m
Scegliamo
liberarngP^^
n al lavoro di una commissione che
^ rappresenta le istanze della Federazione Chiese evangeliche, delle Comunità di base e di Com Nuovi Tempi,
è uscito un pieghevole dedicato alla
scelta che entro il 7 luglio genitori o
studenti dovranno compiere in merito
aH'insegnamento religioso cattolico nelle scuole pubbliche.
in sintesi vengono presentate la
normativa concordataria, le norme di
attuazione dello scorso dicembre (intesa Falcucci-Poletti) e l'opzione di
fondo che orienta verso il no.
Per parte sdà l’Eco-Luce si propone
di pubblicare a fine mese un supplemento di 8 mezze pagina di documentazione con I vari testi normativi, una
breve storia del problema, dati e informazioni anche relative alle 4 nuove
circolari recentemente emanate dal
ministro Faicuoci. Il supplemento sarà
parte di un numero del giornale e arriverà perciò a tutti gli abbonati.
Pieghevole e supplemento sono strumenti per un'azione non solo individuale ed episodica. L'uno è adatto a
fornire Tinformazione di base sul problema, l'altro ad essere lasciato nelle
mani di chi sia stato sensibilizzato
da un contatto personale. Ordinare;
il pieghevole, L. 50 la copia, a CNT,
via Firenze 38, 00184 Roma;
il supplemento, L. 500 la copia, a
Eco-Luce, via Pio V 15, 10125 Torino.
« Mamma, quella signora ha
rifiutato il volantino e si è fatta
il segno della croce! ». E’ successo anche questo, siamo — a voltq — considerati ancora come
dannati dai quali solo il segno
della croce pub salvaguardare.
Questa scenetta ha dato l’avvio
alla mostra storico-fotografica
allestita nei locali della Chiesa
Metodista di Sestri Ponente —
aperta per un’intera settimana
— con l'intento di far conoscere
alla realtà sestrese una dimensione di vita, diversa, una vita vissuta alla luce dell’evangelo, nell'arco di un secolo, dalla comunità locale.
La mostra è stata inaugurata,
alla presenza di un gruppo di
fratelli delle due comunità di
Sestri e Sampierdarena, dal past.
G. Bouchard il quale ha ricordato ai presenti quanto sia importante « non chiudersi », quanto sia importante affermare ; « Il
mio Salvatore è Cristo (jlesù ».
I visitatori sono stati superiori ad ogni aspettativa: alcuni hanno palesato curiosità per il
fatto religioso, altri per la struttura edilizia, alcuni hanno posto quesiti circa la conduzione
e la vita della comunità, altri infine ricercavano nelle fotografie
esposte volti amici.
Sono stati distribuiti opuscoli informativi sulla storia del Movimento e della Chiesa Metodista d’Italia, oltre ad altro materiale di evangelizzazione.
La mostra ha preceduto a Sestri la Giornata di evangelizzazione, indetta il 25 aprile dalla
Federazione delle Chiese Liguri
e dal V Circuito.
CORRISPONDENZE
Un culto in francese a Roma
ROMA VIA IV NOVEMBRE
— Il concistoro, pur dovendo occuparsi ancora .spesso di questioni edilizie data l’estrema necessità di rinnovamento dei nostri locali, ha cercato di seguire
l’andamento spirituale della comunità. Vari predicatori hanno arricchito la comunità e ne
siamo loro sinceramente grati.
I culti, sempre discretamente
frequentati, dati i tempi calamitosi e l’insanabile malattia di
manifestazioni di Roma (che
spesso fa sì che... non si possa
arrivare al tempio!) hanno visto
una migliore partecipazione attiva dell’assemblea (letture bibliche e preghiere spontanee).
Abbiamo avuto tre culti speciali nel corso della settimana di
Avvento, di Passione, e per l’Ascensione.
A Latina, oltre ai editi abbiamo avuto la possibilità di intervenire ad una tavola rotonda
sulla religione a scuola, presentando la posizione della nostra
chiesa. La cosa è stata particolarmente efficace-dato che si è
realizzata proprio immediatamente dopo il « blitz Falcucci »,
non mai abbastanza deprecato.
Recentemente, la visita della
Corale e di una parte della chiesa di San Germano Chisone, ci
ha permesso di avere un contatto con la realtà della nostra
chiesa alle Valli. Molto apprezzato il concerto dato dai coralisti e rallegrante il segno di concreta solidarietà che abbiamo
potuto dare a questi fratelli in
vista della ricostruzione della
Casa di Riposo di S. Germano.
Siamo anche assai grati al pastore Paolo Ribet per la sua predicazione al culto domenicale
del 27 aprile.
I giovani hanno preparato e
presieduto un culto, domenica 11
maggio. Abbiamo apprezzato
l’impegno e la vivacità del loro
contributo.
Assai importante è stato il
concreto inizio, ormai da alcuni
mesi, dell'attività della comunità
di lingua francese. Il pastore Boniface Edzavè si è messo al lavoro con grande entusiasmo ed
è stato così possibile, tra l’altro,
iniziare un culto regolare in lingua francese, nel nostro tempio,
subito prima di quello in italiano. Lucilla Tron collabora validamente a questa importante
« azione Cevaa » a Roma.
In questo periodo abbiamo
purtroppo dovuto registrare alcuni lutti particolarmente dolorosi. A Latina, ci ha lasciato Pasquale Cimmino, una delle « colonne» della piccola comunità.
A Roma ci hanno lasciati Guido Trincherà Salvadori e Virginia Panascia ved. Scimene, sorella del pastore P.V. Panasela.
Pensiamo con affetto alle famiglie che hanno così conosciuto
l’ora del lutto.
misterioso, del quale tutta la città parla, con giudizi contrastanti. Si tratta di un maestro proveniente da Nazareth, che frequenta tanto il tempio quanto
le più misere case, che discute
col dotti e con i pescatori, che
aduna le folle e... fa miracoli.
Questa scena è stata immaginata e rappresentata dai bambini della scuola domenicale, che
hanno in tal modo tenuto la predicazione di domenica 20 aprile.
Ma torniamo ai giornalisti del
«Giornale di Gerusalemme»:
sguinzagliati dal direttore a cercar notizie in città e nei dintorni, tornano più tardi a riferire
gli episodi salienti di cui son
stati testimoni; ma nessimo di
loro riesce a definire la vera identità dell’uomo misterioso.
Chi è questo Gesù? Chi è per te
Gesù?
Bimbi giornalisti
NAPOLI — Intorno all’anno
30 dell’Era Volgare, il direttore
del « Giornale dì Gerusalemme »
convoca al completo la sua redazione; vuole informazióni precise su un personaggio strano e
I bambini-giornalisti, muniti di
microfono e registratore, hanno rivolto questa domanda a
diversi membri della comunità,
che, da semplici uditori di questa singolare predicazione, han
dovuto trasformarsi essi stessi
ip predicatori, rendendo ad alta
voce, con'trepidaziane è sincerità, la loro professione di fede.
Nonostante la pioggia battente
il programma non ha subito variazioni, infatti le comunità presenti (Imperia, Albisola, Savona, Genova, Chiavari, Spezia,
Canelli, S. Marzano^.^essandria
e Bassignana) hanno pelebrato
il culto in piazza dei'"' Nattino
condotti dai past. GfRouchard
e L. Tomassone e con il contributo di alcuni fratelli. Immediatamente dopo il culto, un po’
fradici, abbiamo trovato riparo
nei locali della chiesa dove la
Corale Battista di Genova ci ha
fatto ascoltare vari inni in attesa del pranzo preparato dalla
comunità ospitante.
Nonostante le paure, le ansie
pareva che lo spazio si fosse
moltiplicato; ben 150 persone
hanno trovato posto a sedere per
l’agape fraterna che ci ha anche dato occasione di stare insieme a fratelli che mancano da
Sestri da tanti anni ma con 1
quali perdura un Costante affetto.
Al pomeriggio ci siamo trasferiti tutti nel salone del Municipio di Sestri per la conferenza
del prof. Giorgio Spini su « Cristianesimo e laicismo oggi in .
Italia ». Grazie al patrocinio della Circoscrizione erano stati affissi vari manifesti per le vie
cittadine e un numerosissimo
pubblico ha ascoltato la conferenza con interesse, molti sono
stati gli interventi da parte dell’uditorio. Una giornata estremamente positiva quindi, sia per
coloro che arrivavano da lontano, sia per coloro che si erano
adoperati per l’organizzazione
della stessa.
A volte pare che una comunità
sia addormentata o, peggio, che
stia morendo... basta poco però
per richiamare tutti (è poco dire una giornata di evangelizzazione?). Per noi è stato così, ci
si vedeva solo per il culto o in
occasioni sporadiche: abbiamo
invece riscoperto la gioia di stare e di lavorare insieme.
E’ utile ricordare che la comunità di Sestri, non disponendo di tutto il materiale atto all’organizzazione, ha dovuto ricorrere alle associazioni esistenti sul territorio. Ovunque abbiamo trovato disponibilità e « desiderio di aiutarci ». Ci siamo
sentiti dire : « Vi aiutiamo volentieri perché siete uomini di pace»... Il Signore ci aiuti a diventare veramente artefici della sua
pace.
Marco e Sandra
Facoltà
Valdese
di Teologia
La sessione di esami per il corso
di diploma di cultura teologica avrà luogo sabato 7 giugno. Gli studenti che intendono sostenere esami sono pregati
di iscriversi presso il professore della
materia o presso il Segretario.
Prof. Giorgio Girardet,
Segretario
L
6
6 prospettive bìbliche
16 maggio 1986
ALL’ASCOLTO DELLA PAROLA
Crisi e rinascita deli’identità di fede
GIUD. 6: 1-16, 25-31
Ci ritroviamo in questo ottavo
congresso della nostra Federazione
ed il tema che ci siamo dati potrebbe (comparato con altri del passato) apparire un tema di ripiegamento e di riflessione esclusivamente interna confortato da una generica attesa escatologica. Riorganizziamoci,
contiamoci, nell’attesa del Regno di
Dio.
Eppure al di là delle apparenze in
nessuno di noi vi è un desiderio così minimalista. E’ vero, ma non è
la prima volta, che arriviamo ad un
congresso consapevoli dei limiti e
delle stanchezze della nostra Federazione giovanile: gruppi emergenti
che spariscono, realtà forti che improvvisamente non lo sono più, difficoltà nell'intravedere e nel definire
una linea di lavoro e di aggregazione. Ma questa realtà che viviamo e
soffriamo spesso corrisponde a quella delle chiese evangeliche nelle quali siamo impegnati e militiamo a vari livelli.
Viviamo una realtà di fede spezzettata, una militanza che non si
ispira più, come in passato, a grandi ideali di trasformazione della società.
Il nostro bisogno di identità si
scontra con la realtà che abbiamo
davanti agli occhi, con la frammentazione delle nostre identità.
Ora, pur nel pericolo insito nel
fare dei parallelismi tra realtà passate e realtà presente, vediamo che
anche Israele è nella sua storia costantemente toccato dal rischio di
annullare la sua identità di fede, di
perdersi nel paganesimo che lo circonda, paganesimo che simboleggia
quella normalità a cui è facile conformarsi.
Idoli di ieri e di oggi
Nel Libro dei Giudici ed in particolare in questo passo credo che
emerga in modo drammatico come
questa realtà di conformazione, di
annullamento dell’identità, sia stata un grande rischio per il popolo
di Dio.
Tutto parte dalle necessità, spesso dure, dettate dalla vita quotidiana: al popolo che sta lentamente penetrando nella terra di Canaan si
impone un periodo di coabitazione
con le popolazioni cananee del luo
Or i figliuoli d’Israele fecero ciò ch’è
male agli occhi dell’Eterno, e l’Etemo li
diede nelle mani di Madian per sette anni. La mano di Madian fu potente contro Israele; e, per paura dei Madianiti,
i figliuoli d’Israele si fecero quelle caverne che son nei monti e delle spelonche
e dei forti. Quando Israele aveva seminato, i Madianiti con gli Amalechlti e coi
figliuoli dell’oriente salivano contro di
lui, s’accampavano contro gli Israeliti,
distruggevano tutti i prodotti del paese
fin verso Gaza, e non lasciavano in Israele né viveri, né pecore, né buoi, né asini.
Poiché salivano coi loro greggi e. con le
loro tende, e arrivavano come una moltitudine di locuste; essi e i loro cammelli
erano innumerevoli, e venivano nel paese per devastarlo. Israele dunque fu ridotto in gran miseria a motivo di Madian, e i figliuoli di Israele gridarono ali’Eterno.
E avvenne che, quando i figliuoli di
Israele ebbero gridato all’Eterno a motivo di Madian, l’Etemo mandò ai figliuoli d’Israele un profeta, che disse loro: ’Così dice l’Eterno, l’Iddio d’Israele:
Io vi feci salire dall’Egitto e vi trassi dalla casa di schiavitù; vi liberai dalla mano degù Egiziani e daUa mano di tutti
queUi che vi opprimevano; li cacciai d’innanzi a voi, vi detti il loro paese, e vi
dissi; Io sono l’Eterno, il vostro Dio;
non adorate gU dèi degli Amorei nel paese dei quaU abitate; ma voi non avete
dato ascolto alla mia voce’.
Poi venne l’angelo deU’Eterno e si assise sotto U terebinto d’Ofra, che apparteneva a Joas, Abiezerita; e Gedeone, figliuolo di Joas, batteva il grano neUo
strettoio, per metterlo al sicuro dai Madianiti. L’angelo deU’Etemo gU apparve
e gli disse: ’L’Eterno è teco, o uomo forte e valoroso!’. E Gedeone gU rispose:
’Ahimè, Signor mio, se l’Eterno è con
noi, perché ci è avvenuto tutto questo?
e dove sono tutte queUe meravigUe che
i nostri padri ci hanno narrato dicendo:
— L’Eterno non ci trasse egU daU’Egitto? — Ma ora l’Eterno ci ha abbandonato e ci ha dato nelle mani di Madian’. Allora l’Etemo si volse a lui, e gli disse:
’Va’ con cotesta tua forza, e salva Israele
daUa mano di Madian; non son io che
ti mando?’. Ed egU a lui : ’Ah, Signor mio,
con che salverò io Israele? Ecco, il mio
migliaio è il più povero di Manasse, e io
sono il più piccolo nella casa di mio padre’. L’Etemo gU disse: ’Perché io sarò
teco, tu sconfiggerai i Madianiti come
se fossero un uomo solo’.
In queUa stessa notte l’Eterno gli disse: ’Prendi U giovenco di tuo padre e il
secondo toro di sette anni, demolisci l’al
La comprensione del dibattito che si è svolto al Congresso FGEI e
che caratterizza il momento attuale della Federazione giovanile è resa
molto più chiara dalla predicazione che ha aperto il Congresso - Ringraziamo il direttore di « Gioventù Evangelica » per avercene concesso la
pubblicazione in anteprima !
a cura di GINO CONTE
go, da queste popolazioni bisogna
imparare molte cose, fra l’altro l’arte ed il mestiere del contadino.
Gli israeliti, nomadi del deserto,
apprendono così dalle popolazioni
locali che per sopravvivere, perché
i terreni diano il loro raccolto, è importante che questi campi siano protetti dai vari Baal, dai vari dei connessi al culto della fertilità della natura. E Israele si adegua semplicemente al politeismo della culturache lo circonda. Certo Dio, Jahvé,
resta importante, ma non è tutto...
c’è tanto spazio in fondo!
E Israele, a causa di questo suo
inconsapevole ripiombare nell’idolatria, si ritrova nuovamente schiavo,
torna a lavorare perché altri (proprio i popoli che gli hanno insegnato l’idolatria!) godano dei frutti del
suo lavoro. Israele è nuovamente
schiavo proprio a causa di quegli
idoli che avrebbero dovuto aiutarlo! Fratelli e sorelle, non giudichiamo troppo severamente questo popolo, non affrettiamoci a chiamarlo
stupido ed ingrato. Anche nei secoli
« cristiani » vedremo che l’idolatria
è in fondo l’unica vera costante che
accompagni i credenti di ogni generazione. Quanti nostri padri e nostre madri negli anni del « boom »
si sono votati anima e corpo a servire il paganesimo economico, il profitto, l’accumulazione, quanti di essi hanno relegato Dio in un angolo
di vita stretto ed angusto. Quanti ancora adesso inseguono questi dei che
si dimostrano sempre più esigenti,
sempre più duri. Questi dei che impongono (sempre nel nome delle loro sacre leggi del profitto) meno posti di lavoro, che rivelano il loro vero volto dicendo a chi ha loro sacrificato una vita: « Sei stato bravo,
ma per tuo figlio il lavoro non c’è ».
E quanti ancora, nell’illusione del
benessere e del progresso illimitato,
continuano ad adorare un dio che
li riduce in schiavitù.
E’ in questo drammatico momento della storia di Israele che si pone
l’incontro di Gedeone con l’angelo
di Dio.
Già dalla risposta di Gedeone al
saluto dell’angelo vediamo come sta
la, realtà delle cose: «Il Signore?...
ahP'sì’ ma dove è andato a finire? Dove sono le cose meravigliose di cui
ci hanno parlato i nostri padri? ».
Gedeone trasmette con poche parole una fede debole che è soprattutto fatta di frammenti del passato che non sono più collocabili nel
mosaico del presente. « Dove è Dio
nelle cose che soffriamo, che diciamo e che facciamo? », si chiede Gedeone. Ma questa domanda potrebbe riassumere centinaia di nostri
interrogativi presenti. Dove è il meraviglioso Dio del passato, nella durezza del presente, fra gli inquinamenti nucleari, il terzo mondo affamato e i continui rumori di guerra?
L’angelo non risponde alle provocatorie domande di Gedeone né si
ferma a fargli un corso di catechismo. La risposta è invece un invito
all’azione, a distruggere gli altari di
Baal. Nel tuo impegno e nella tua
lotta scoprirai che Dio è al tuo fianco e non ti ha abbandonato. La tua
identità, la tua fede possono rinsaldarsi in un impegno profetico, in
una lotta apparentemente assurda
contro gli idoli pagani.
Gedeone non ha bisogno di altro,
va e agisce. Nei momenti più difficili, apparentemente perdenti, la nostra identità di credenti è rinsaldata dalle lotte che il Signore ci porta
a fare. Nelle lotte per la pace, in favore degli stranieri nella nostra terra noi abbiamo riscoperto quel terreno di unione e di rivitalizzazione
della fede che il Signore, per sua
grazia, ancora oggi ci dona. Ed ancora molte altre falsità, molti altri
idoli, ci vengono posti di fronte:
dalla sicurezza delle centrali nucleari alla certezza del pieno impiego,
al benessere generalizzato che sarebbe li appena dietro l’angolo. E’ contro questi idoli che il Signore ci
chiama a scagliarci.
Magari con le riserve che vengono dalle nostre paure — Gedeone
tare di Baal cbe è di tuo padre, abbatti
l’idolo che gli sta vicino, e costruisci un
altare all’Etemo, al tuo Dìo, in cima a
questa roccia, disponendo ogni cosa con
ordine; poi prendi il secondo toro, e offrilo in olocausto sulle legna deÙ’idolo
che avrai abbattuto’. Allora Gedeone prese dieci uomini tra i suoi servitori e fece
come l’Eterno gli aveva detto; ma, non
osando farlo di giorno per paura della
casa di suo padre e della gente della città, lo fece di notte. E quando la gente
della città l’indomani mattina si levò,
ecco che l’altare di Baai era stato demolito, che l’idolo postovi accanto era abbattuto, e che il secondo toro era offerto in olocausto sull’altare che era stato
costruito. E dissero l’uno all’altro: ’Chi
ha fatto questo?’. Ed essendosi informati
e avendo fatto delle ricerche, fu loro detto; ’Gedeone, figliuolo di Joas ha fatto
questo’. Allora la gente della città disse
a Joas: ’Mena fuori il tuo figliuolo, e sia
messo a morte, perché ha demolito l’altare dì Baai ed ha abbattuto l’idolo che
gli stava vicino’. E Joas rispose a tutti
quelli che insorgevano contro a lui: ’Volete voi difendere la causa di Baal? volete venirgli in soccorso? Chi vorrà difendere la sua causa sarà messo a morte
prima dì domattina ; s’esso è dio, difenda da sé la sua causa, giacché hanno
demolito il suo altare’.
prima si schermisce dicendo di essere troppo debole e poi agisce di notte — ma consapevoli che in queste
lotte Gedeone e noi riscopriamo poco a poco la nostra identità di fede.
Camminando con Dio scopri chi
sei, lottando con Dio ritrovi la tua
fede. Nel tentativo di essere profetico sicuramente ritrovi te stesso,
I figli e i padri
Ed infine una nota curiosa: Gedeone ha abbattuto l’idolo che suo
padre Joas aveva innalzato. Gedeone è andato contro i miti dei suoi
vicini, che pure sono ebrei come lui.
e quando questi vogliono metterlo a
morte suo padre inaspettatamente
lo difende e scopre quanto il suo paganesimo sia stupido e gretto: « Se
Baal è dio... si difenda da solo... ».
L’azione profetica, provocatoria e
disperata del giovane Gedeone ha
aperto gli occhi alla generazione di
credenti che lo precede.
Siamo una Federazione giovanile,
ma non abbiamo mai voluto che ci
si considerasse semplicemente « piccoli apprendisti evangelici ». Se abbiamo parlato di riforma della chiesa, se pretendiamo di lavorare nelle
chiese con occhio critico è proprio
per riservarci la possibilità di dire
alle generazioni che ci hanno preceduto: « Lasciateci commettere i nostri errori, non obbligateci a ripetere quelli del passato ». Joas non
avrebbe mai abbattuto il suo idolo,
Gedeone lo ha fatto ed in quel gesto
anche Joas può scoprire che questo
è un bene! Se devo concludere parlando del nostro congresso, alla luce di questo passo, vorrei dire:
— Il Signore ci chiama a lottare
per la sua giustizia contro ogni idolo che il nostro mondo vuole farci
adorare.
— La nostra debolezza è grande,
ma la debolezza di Cristo è la potenza più grande.
— In questa nostra santificazione
di vita possiamo riscoprire noi stessi e la nostra fede.
Questa è la mia speranza; ogni volta che, nascosti in un fossato, cerchiamo di salvare il salvabile, l’angelo del Signore ci chiama alla lotta
e all’impegno e lì scopriamo noi
stessi, la nostra vita, il nostro Dio.
Claudio Pasquet
7
16 maggio 1986
obiettivo aperto 7
CONGRESSO DELLA FEDERAZIONE GIOVANILE EVANGELICA ITALIANA - AGAPE 1-4 MAGGIO 1986
FGEI; il congresso dello soggettività
Sarà probabilmente ricordato
come il Congresso della « soggettività », rvill Congresso della
FGEI, e la definizione non sarebbe priva di verità. Ma un’altra
parola dovrebbe essere anche
usata, per esprimere quel che è
stato l’incontro di Agape, ed è
« diversità ». Non che le diversità, aH’interno della FGEI, siann
comparse oggi, ma è stato questo il Congresso nel quale, pur
nella tensione verso l’unità, esse
sono state più che i3* passato riconosciute e valorizzate.
Il punto di partenza è stato
TammissiOne che oggi son venute meno le idee-forza, che in
passato han caratterizzato l’impegno della FGEI sia verso le
chiese che verso il mondo. Certe. il quadro dell’attività dei
gruppi FGEI è ricco e multiforme: anzi, multiforme al punto di
apparire frammentario, di non
essere facilmente riconducibile a
una sintesi. E questo è alla base
di una certa crisi di identità
ammessa dallo stesso Consiglio
Nazionale nella sua relazione. La
risposta data dal Congresso a
questi problemi costituisce un
fatto nuovo: nella mozione conclusiva l’identità viene cercata
non più in quel che si fa, ma in
ciò che si è, in primo luogo come persone che hanno ricevuto
una chiamata da Dio, che mette in discussione ogni identità
precedente. Significativi, a questo proposito, i riferimenti biblici posti alla base della definizione che la FGEI dà di se
stessa. Si tratta di Romani 7:
18: « So che in me non si trova
niente di buono; ben trovasi in
me il volere, ma il modo di compiere il bene, no » e 8: 3-4:
«Quel che era impossibile alla
legge, Dio l’ha fatto; mandando
suo Figlio in carne simile a car
Paolo Ferrerò, il nuovo segretario della FGEI.
ne di peccato e a motivo del peccato, ha condannato il peccato
nella carne, affinché il comandamento della legge fosse adempiuto in noi, che camminiamo non
secondo la carne ma secondo
lo spirito ». Questo « camminare
secondo lo spirito » che accomuna i credenti non cancella
però le esperienze, le sofferenze e le speranze che sono proprie di ognuno; riconoscendo
questo, in un certo senso, la
FGEI « scopre la storia ».
L'VIII Congresso ha preso
cioè atto che la fede non si esaurisce nel rapporto personale con
Dio, ma vive nella storia: come
partecipazione alle vicende sociali, naturalmente, ma anche
nel senso di legame con la storia
delle nostre chiese. E quest’ultima sottolineatura ha avuto un
ruolo importante nell’evitare
che la riscoperta del significato
delle appartenenze denominazionali, in atto da più parti, finisse per avere un significato
disgregante : si è infatti messo
l’accento sul fatto che l’identità
dei giovani evangelici dipende
non solo dall’età, dall’estrazione
sociale, dalle forme di impegno
politico, ma anche dalle realtà
e tradizioni delle diverse chiese;
ma si è anche ripetuto che queste differenze — come le altre —
possono essere, alla luce della
comune vocazione, una ricchezza
e non un intralcio a condizione
che vengano conosciute e comprese anche da chi non ne è direttamente partecipe.
Questa FGEI ohe ritrova la
sua identità oltre e più che in
una linea nelle memorie, nelle
esperienze e nelle culture di coloro che la compongono, unificate ma non assimilate dal comune riferimento alla Parola,
compie con l’VIII Congresso un
notevole sforzo di proiezione
verso la realtà giovanile evangelica non-federata. E forse potrà
farlo ora con buon successo, se,
com’è probabile, quest’immagine
meno « compatta » aiuterà a vincere vecchie diffidenze.
Ma anche molto importante è
l’impegno contenuto nella mozione conclusiva « a proporre un
lavoro comune in cui la maggior parte dei giovani evangelici
possa riconoscersi ». E’ la prima
volta, se non andiamo errati, che
in un congresso la FGEI afferma
di voler essere il movimento dei
giovani evangelici e non solo
un’avanguardia, per quanto aperta al dialogo. Merita infine di
esser segnalata la presenza ad
Agape, rilevante per qualità e
quantità, di giovani « convertiti », vale a dire persone di ¡famiglia non evangelica, che hanno
portato al Congresso im contributo al di fuori degli schemi tradizionali. Anche questa realtà,
che forse nella FGEI non è nuova, ma solo oggi si è imposta
con tanta forza all’attenzione,
ha trovato espressione nella mozione: « ...vogliamo lavorare e
pregare perché i gruppi FGEI
diventino sempre di più strumenti di evangelizzazione ».
Maria Bonafede parla al tavolo del Seggio composto da Sam Bernardini, Elisa Baglieri e Bianca Maria Becchino.
La nostra identità
nella fede
Dalla mozione su; <i La nostra identità nella fede »;
« La ricerca sulla soggettività degli ultimi anni ha posto in termini nuovi la
domanda sulla nostra fede: e non possiamo capire l'identità della FOEI senza
scavare nella nostra identità personale (...) ».
« Tutto questo ci mostra che la nostra identità culturale non nasce solo
all’interno della FGH; ognuno di noi porta nella FGEI le esperienze, le sofferenze e le speranze della sua cultura.
E’ stato detto ohe noi troviamo noi stessi e la nostra identità nelle lotte e
nei confronto con il nostro agire; eppure quando siamo interpellati da Dio non
10 siamo su questa base, che anzi è posta sotto il Suo giudizio, ma lo siamo
per la Sua decisione di amore nei confronti del creato. Proprio questo ci sembra
essere il centro dei capitoli 7 e 8 della lettera di Paolo ai iRomani. Si pensi a
7: 18 e 8: 3-4, che ci pare possano illuminare il percorso della nostra ricerca di
identità. Da una parte il volontarismo è sconfitto, nell'esperienza di Paolo e
nella nostra, quando constatiamo lo scollamento tra la "visione" che ci guida e
11 nostro agire quotidiano. Dall'altra parte la nostra azione viene ricollocata su
una nuova base dall’intervento dello spirito di Dio (...) ».
« AH'interno di questi percorsi vanno riconosciuti i punti di partenza e individuate le prospettive verso cui indirizzare la ricerca disi nostri gruppi:
1) Riconosciamo che l’attività e la riflessiotm della Federazione sono caratterizzate dalla frammentarietà; nonostairte questo ci impegniamo a proporre anche ai giovani evangelici non-federati le caratteristiche distintive del nostro modo di essere: a) seria ricerca biblica e teologica; b) radicamento nel contesto
sociale e politico e attenzione alla storia non solo come riferimento al passato,
ma come terreno di ricerca di identità e di trasformazione della società; c) espressione di una ’’visione” basata sulla pace e sulla giustizia nella speranza
del tempo di Dio, un tempo che è presente e che siamo chiamati a annunciare
e indicare.
2) Riconosciamo il fatto che noi siamo solo una parte della realtà giovanile
evangelica, italiana; e nello stesso tempo vogliamo impegnarci a proporre un lavoro comune in cui la maggior parte dei giovani evangelici possa riconoscersi (...)».
« 5) Riconosciamo l’esistenza di specificità denominazionali che non possono essere negate ma non vogliamo che queste diventino un ostacolo al pensare
e al vivere in termini interdenominazionali, sia nel modo di considerare la nostra storia ohe nell’organizzazione dell’attività dei nostri gruppi (...) ».
« 7) Riconosciamo infine come una benedizione, per la quale rendiamo
grazie, la presenza tra noi di numerosi fratelli e sorelle che non provengono da una trtrdizione familiare evangelica; e riteniamo che questo sia anche
frutto del fatto che non abbiamo rivolto e non vogliamo rivolgere la nostra predicazione solo all’Interno delle nostre chiese ma nella partecipazione alla vita della città, alle sue tensioni, alle sue speranze, alla sua quotidianità. In questo senso vogliamo lavorare e pregare perché i gruppi FGEI
diventino sempre più strumenti di evangelizzazione (...) ».
Varietà di partecipazione
Uno degli aspetti salienti dell’VIII Congresso della FGEI è
stato l’eterogeneità dei partecipanti. Ad Agape si sono incontrate persone quanto mai diverse: diverse per l’età, la provenienza geografica, l’appartenenza a chiese di diverse denominazioni, grandi e piccole, metropolitane e periferiche, per l’estrazione sociale... Il Congresso
è stato quindi, non solo durante i suoi lavori, ma anche durante il tempo libero, un’occasione preziosa di confronto fra
esigenze e sensibilità diverse.
Ad alcuni congressisti abbiamo
chiesto di raccontare la loro
esperienza.
Francesca De Luca, 15 anni.
metodista, di Napoli : « Per me
è stato il primo Congresso della
FGEI al quale ho partecipato,
ed è stato un po’ difficile. Forse
c’erano troppi ’vecchi’ e troppo
poche persone della mia generazione, e in alcuni interventi si
parlava un linguaggio che era
chiaro solo per chi aveva già
partecipato ad altri Congressi,
ma non per i ’nuovi’ come me.
Ma quello che mi è piaciuto
di più è stata la sensazione di
essere , in mezzo a persone che
in graà parte non conoscevo,
ma . con le quali avevo in comune qualcosa di veramente importante ».
Michele Campione, 23 amii,
battista, di Pordenone : « Secon
Ospiti stranieri
Il Congresso visto dagli altri: queste le telegrafiche impressioni degli
ospiti stranieri, registrate in una pausa dell'interminabile seduta conclusiva.
Giselher Hickel (RDT): «Qui si discute tre volte di più che da noi! Mi
ha sorpreso piacevolmente il clima di
pazienza reciproca e di mancanza di
aggressività, anche quando le opinioni
divergono ».
Manuel Ouintero (Cuba): « I problemi della FGEI, soprattutto quelli relativi aH'identità e ai rapporti con le
chiese, sono molto sentiti anche a
livello internazionale. E’ importante II
recupero dell'evangelizzazione, della dimensione missionaria. La discussione
è molto viva, ma forse alcuni problemi, soprattutto generazionali e teologici, non sono stati abbastanza espressi ».
Eileen Bagdoian (USA): « Da noi I
movimenti sono del tutto frammentari, e mi ha fatto molto piacere vedere che invece nella FGEI c'è la coscienza del legame che unisce i diversi
problemi. Mi ha stupito la varietà delle opinioni presenti al Congresso ».
Irène Schaerer (Francia): « Il movimento giovanile evangelico francese
sta nascendo solo ora, ma molti problemi discussi dalla FGEI sono anche
nostri, soprattutto quelli relativi àll'identità. A me sembra che la FGEI
sia molto ben organizzata ».
Hugo Armand Pilon (Uruguay): « Il
Congresso è stato un incontro dove
c’è stato spazio per le diversità, il dialogo e la comunicazione diretta, personale, edificante per il crescere della
fede. Mi son sembrate molto significative le prese di posizione della FGEI di
fronte all'ingiustizia, per esempio in
Sud Africa e in America Centrale ».
do me il Congresso ha segnato
una svolta, tanto per quel che
riguarda la segreteria, quanto
per quel che riguarda lo stile
di lavoro : la FGEI è sempre
più un insieme di gruppi con
interessi diversi, che non possono essere identificati in una
unica idea-forza. E’ stata anche
in parte ridefinita l’identità della Federazione, creando un legame più solido che in passato
fra l’aggregazione dei giovani
aH’interno delle comimità e l’impegno politico. Questo è stato
possibile per la maggiore presenza dei gruppi giovanili, specialmente di quelli composti da
persone più giovani, nella vita
delle rispettive comunità ».
Valeria IFusettl, 38 anni, di
Ferrara : « Mi ha colpito il desiderio di superare le divisioni
denominazionali per tendere a
ciò che ci unisce come evangelici. Ho apprezzato lo spirito di
comunione fraterna presente
fra i partecipanti al Congresso:
un’atmosfera serena e libera —
nel senso cristiano della parola
— che si è stabilita fra persone
spesso piuttosto diverse fra di
loro. Io, che mi sono formata
nel movimento femminista e nella militanza politica, e mi sono
convertita da poco, ero abituata a discutere in gruppi molto
omogenei; e, se questa omogeneità veniva meno, si arrivava
facilmente allo scontro.
Al Congresso, invece, abbiamo discusso, litigato anche, ma
questo non ci ha impedito di
sentirci fratelli, di avvertire un
legame che non dipende solo da
quel che facciamo, ma soprattutto dalla nostra identità di
credenti ».
Francesca Spano, 36 anni, di
Pinerolo (anche lei, come Valeria, non si riconosce in alcuna
denominazione) : « Per me non
era certo il primo incontro con
la FGEI, anzi sono una delle
poche persone che hanno partecipato a tutti e otto i Congressi.
Di questa FGEI dell’86 mi ha
molto colpito l’incredibile disciplina dimostrata dai congressisti, anche dai più giovani, nel
discutere fino alle tre di notte
i documenti conclusivi del Congresso. Nulla è stato approvato
all’unanimità, segno che fino all’ultimo, nonostante la stanchezza, la gente rifletteva seriamente su quel che stava facendo.
Sembrava quasi di essere al Sinodo!
E’ anche importante il peso
che ha assunto nella FGEI la
tematica della ’soggettività', attraverso la quale è possibile ricuperare in modo diverso dal
solito la storia di ogmmo (per
quel che riguarda l’identità denominazionale, o l’appartenenza
a aree geografiche particolari,
come il Sud o le Valli valdesi).
Tutto questo è avvenuto in un
Congresso di buon livello culturale, i cui partecipanti erano più
informati e dove han preso la
parola più persone rispetto a
occasioni precedenti ».
Lorenzo Scornaienchi, 18 anni,
valdese, di Dipignano (CS): « Sono rimasto molto interessato dalla ricerca di una nuova identità
della FGEI, che la porti ad essere non più un circolo chiuso,
ma l’organizzazione di tutti i giovani evangelici italiani. Il gruppo
giovanile della mia chiesa ha recentemente deciso di aderire alla FGEI: spero che questo possa aiutarci ad avere anche in futuro le occasioni di incontro con
altre realtà che abbiamo avuto
in questi giorni ad Agape».
Servizio a cura di
Paolo Elorio,
foto di Anna Maria Giachino
8
8
lâiismo
16 maggio 1986
I DOCUMENTI DEL GRUPPO DI DOMBES ASSEMBLEA DELLA CEPPLE IN FRANCIA
Struttura aggettante
« Aggetto »; si dice di cornici,
bozze o simili, che sporgono in
fuori, della parte sporgente di
una costruzione; e possono venire in mente, come esempio di
strutture « aggettanti », quelle
costruzioni nelle quali’ i piani
superiori si allargano rispetto
agli inferiori, gixadagnando spazio a mano a mano che si sale.
L’importante è che il baricentro
dello strato superiore non sia eccessivamente decentrato rispetto a quello sottostante, se no,
ovviamente, casca tutto.
Un interessante esempio di
« struttura aggettante », ecumenica questa volta, è costituito
dai documenti del «Gruppo di
Dombes », composto da una
trentina di teologi protestanti e
cattolici (per la precisione, diciannove preti, otto pastori e il
fratello Max Thurian, di Taizé),
che hanno fin qui affrontato i
temi deH'eucarestia (1972), dei
ministeri (1973), del ministero
episcopale (1975), dello Spirito
Santo, la chiesa e i sacramenti
(1979), giungendo ora al documento « Il ministero della comunione nella Chiesa xmiversale»
(5 settembre 1985; reso pubblico
nel gennaio 1986, tradotto in italiano ne «Il Reggio» n. 546, del
1° marzo; cfr. anche la presentazione nel n. 545, del 15 febbraio).
Di che cosa si tratta? Alain
Blancy, co-presidente protestante del gruppo (con il cattolico
p. Maurice Jourjon) presenta il
documento (« Le christianisme
au XX' siècle», 17.2.86) sotto il
titolo « Et pourquoi pas un pape?» («E perché non un papa?»); uno dei sottotitoli rincara la dose; « Il faut bien un premier» («Un primo ci deve pur
essere »).
E così la struttura aggettante
pare compiuta: l’ultimc piano è
veramente im superattico favoloso, anche se — ci informa
Blancy — non tutti i protestanti
del gruppo hanno sottoscritto
il testo, alla cui elaborazione
hanno tuttavia attivamente lavorato, e che raccomandano allo studio e alla riflessione.
Il contenuto
Qual è il contenuto del documento? «La metà del testo non
è che storia », dalla chiesa « indivisa » dei primi secoli ai giorni
nostri. E’ im inventario sintetico, ma complessivo, dell’esistente, sistematicamente giustificato
in quanto tale, e dove la storia
è costantemente letta dal pimto
di vista di chi ha vinto, o per Io
meno è riuscito a sopravvivere.
Questo procedimento è evidente se si fa attenzione alle « note », dove sópo scivolati ^ìcuni
granelli di polvere. Ad esempio,
il testo afferma che « i dati (del)
primo millennio... riguardano
tutti noi in uguale misura, poiché le grandi rotture relative a
questo ministero non avevano
ancora avuto luogo »; la nota
precisa : « Comunque, il primo
millennio ha conosciuto, oltre
ad alcimi scismi di breve durata, delle rotture permanenti »,
che hanno dato origine alla chiesa siro-orientale e alle chiese
« monoflsite ».
Valdo si salva dall’essere messo in nota perché protetto dallo
scudo di Francesco d’Assisi (e
forse per essere lionese come i
due presidenti, del gruppo di
Dombes): «Il successo (del tentativo di Francesco) non consente di dimenticare che il lionese Pietro Valdo (Vaudès), di
poco più anziano di Francesco e
i cui scopi erano analoghi, si era
scontrato con un rifiuto».
Una seconda parte del documento riguarda « La testimonianza della Scrittura ». Potrebbe essere messa in discussione la metodologia (im esame delle interpretazioni storiche di Matteo
16: 17-19, e una analisi delle diverse dimensioni dell’unità nel
Nuovo Testamento, viste come
complementari tra di loro), ma
indubbiamente questa parte dello studio è più fresca della precedente, rinvia ad una lettura
biblica non dogmatica ,e non
semplicistica, dà conto delle difficoltà esistenti e fa proposte
interessanti per una lettura teologica e non soltanto esegetica.
La premessa afferma che: « La
riconciliazione delle nostre chiese passa attraverso la riconciliazione delle nostre interpretazioni della Scrittma».
La terza ed ultima parte del
documento è intitolata « Proposte per la conversione (metanoia) confessionale », e si suddivide in proposte per la chiesa
cattolica, che sostanzialmente
chiedono un maggiore decentramento verso « grandi chiese »
continentali, e una riqualificazione del papato come ministero di
comimione anziché di uniformità e di centralizzazione, e in
proposte alle chiese nate dalla
Riforma cui viene chiesto di
riscoprire il valore del ministero episcopale.
In un « auspicio finale » si
chiede al vescovo di Roma di
convocare, con il Consiglio ecumenico delle chiese, ima assemblea conciliare, che senza essere ancora un concilio, potrebbe
essere una ’’istanza privilegiata
del ministero di comunione”.
Sergio Ribet
Interrogativi
per il popolo di Dio
in diaspora
Dal 22 al 25 maggio si terrà
a Bivier (Grenoble), l’assemblea generale della conferenza
delle chiese protestanti dei paesi latini d’Europa (CEPPLE). Il
tema dell’assemblea è : « Il popolo di Dio in diaspora. Quali
comunità? Quali ministeri? Quali cambiamenti? ».
Viene ripreso il tema della
diaspora che era stato studiato
nella precedente assemblea generale dell’82 a Torre Pellice
(cfr. i numeri de La Luce del 30
aprile e del 7 maggio ’82). Dall’analisi svolta in quell’occasione si erano già evidenziati i due
tipi di diaspora esistenti : da una
, parte IT’pre.cesso di dispersione
e di spopolamento éhè si manifesta nelle comunità poste in
una società sempre più secolarizzata, dall’altra la comprensione teologica della Chiesa che
per essere tale deve essere diaspora per poter annunciare oggi il Regno di Dio. Nella diaspora « per necessità » spesso
prevalgono aspetti negativi di
ghettizzazione, ripiegamento su
se stessi ; nella diaspora « per
vocazione » invece, sono presenti tutte le risorse e la dinamicità dell’Evangelo.
Questi due aspetti coesistono
nella vita della Chiesa e attraverso la presentazione di esperienze ed esempi vissuti, l’assemblea dei prossimi giorni vuole
continuare ima riflessione teologica su questo argomento articolandolo e proponendolo in
cinque « ateliers » di discussione ;
DALLA STAMPA ITALIANA
Consenso sulla giustificazione
Ancora un capitolo dedicato
alTinsegnamento della religione
nella scuola è offerto dall’interessante sondaggio effettuato dal
Centro Pannunzio di Torino. Ne
dà notizia Stampa Sera, il 14
aprile, con un articolo e interviste di Alberto Gaino. «Uno studente su tre e un adulto su due
sono favorevoli all’insegnamento
della religione cattolica a scuola; ma ad auspicarne l’inserimento in orario di lezione (...)
è il 23 per cento (...). I giovani
rivelano Un forte senso dell’autonomia di scelta: per il 58 per
cento spetta loro decidere se avvalersi o no di questo insegnamento sin dai 14 anni». Lascia
perplessi un altro passaggio ;
« L’indagine rivela un alto profilo del senso di tolleranza dei torinesi. Appena il 6 per cento degli studenti e il 19 degli adulti
rispondono con un no alla domanda "Crede che le minoranze
religiose debbano poter fruire
di un analogo insegnamento nell’ambito della scuola di stato?” ».
Quanto poi all’ora cosiddetta
alternativa « si forma una maggioranza assoluta che non sente
o non riesce a vedere uno spazio culturale qualsiasi ». Commenta il prof. Carlo Ottino, presidente del Comitato torinese
per la laicità della scuola, sottolineando la « grande difficoltà
di esprimersi in questo senso,
considerati i rischi di discriminazione che un’alternativa qualsiasi comporta, dal momento
che si è imposta una scelta confessionale come materia di piena dignità curricolare ».
Ecumenismo. Incontri ufficiali tra chiesa di Roma e altre
confessioni. Sulla Gazzetta del
mezzogiorno, alcuni giorni dopo
la visita del presidente Oossiga
alla Facoltà di teologia, viene
chiesto al pastore Paolo Ricca:
« Attraverso quali momenti «
quali procedure va avanti il dialogo ufficiale e no tra le chiese? ». E la risposta è che « soprattutto procede attraverso la
stesura di documenti comuni,
ma la cosa più interessante sono i dialoghi bilaterali, cioè
quelli che impegnano direttamente le chiese. I risultati raggiunti ”a tavolino”, attraverso
questi dialoghi, sono sorprendenti, perché sembrano documentare il latto che quelle che erano
differenze favorenti la divisione,
oggi invece distinguono senza
più dividere ».
E venendo ad alcuni di questi
incontri, di rilevante importanza, l’Avvenire (30/3) riferisce del
dialogo promosso dalla Federazione Luterana Mondiale e dal
Segretariato Vaticano per l'Unione dei Cristiani. Ai microfoni
del programma inglese della Radio Vaticana, padre John Radano, segretario per la parte cattolica della Commissione congiunta luterana-romano cattolica, ha dichiarato : « Sul tema
della giustificazione (...) mi sembra che nel corso di questi ultimi anni si sia manifestato un
certo consenso. Infatti la giustificazione, la salvezza, viene considerata come opera esclusiva
di Dio, come dono di Dio all’uomo. La riceviamo attraverso
la fede e non possiamo meritarcela. Naturalmente la giustificazione non può esistere al di fuori della fede e si manifesta at
traverso le buone opere ».
Altro incontro di cui dà notizia l’Avvenire (16/4) è quello
del segretario generale del Consiglio Ecumenico delle Chiese,
Emilio Castro, con la Santa Sede. « Nel comunicato della visita
(...) viene messa in luce la comune ricerca deH’unltà, espressa tra l’altro dalla piena partecipazione della Chiesa cattolica
ad alcune importanti iniziative
di fede e ordine, come lo studio
’’Verso la comune espressione
della fede apostolica oggi” e
”L’ insegnamento dell’ autorità
della Chiesa oggi”». E ancora:
« Una seria opera teologica congiunta (...) sta facendo molto per
affrontare problemi che ancora
separano i cristiani e che impediscono loro di professare la fede insieme. Vi è una crescente
consapevolezza della sempre
maggiore comunione tra i cristiani, basata sulla fede in Cristo e sul Battesimo, e che rende possibile in una qualche misura reale una comune testimonianza del Vangelo ».
Di tono ben diverso l’intervento del teologo svizzero Thurian, della comunità ecumenica
di Taizè al Centro prò unione
di Roma. Ne dà notizia ancora l’Avvenire (17/4), con un titolo di per sé chiarificatore :
Unità con ii Papa. Ha tra l’altro
affermato il teologo (apertura
dell’articolo); «Diventa sempre
più chiaro che l’unità dei cristiani non potrà farsi né mantenersi se non grazie a un ministero universale dell’unità. Per secoli noi tutti siamo appartenuti
alla Chiesa cattolica che riconosceva nel vescovo di Roma il
primo patriarca, il cui ministero
essenziale era di suscitare l’unità di tutte le Chiese. Perché non
poter ritrovare insieme questa
unità simbolizzata e protetta dal
ministero del vescovo di Roma?
(...). Il Papa è un vescovo locale
(...). Quanto potrà sviluppare il
suo ministero locale favorirà la
comprensione dei non cattolici
verso la funzione universale del
Papa ».
Nella stessa direzione va una
risposta di Bruno Porte, su Famiglia cristiana del 23 aprile, a
un lettore che domanda come
conciliare il credo (Credo la
Chiesa una, santa, cattolica e
apostolica), con le iniziative ecumeniche. Egli dice: « La convinzione che nella Chiesa cattolica si realizzino tutte le caratteristiche fondamentali e necessarie in ordine alla salvezza (...)
appartiene in modo irrinuncia-'
bile alla coscienza di verità del
credente cattolico. Lo ha ribadito con estrema chiarezza lo stesso Concilio Vaticano II: ’’Questa è l’unica Chiesa di Cristo,
che nel Simbolo professiamo
una, santa, cattolica e apostolica,
e che il Salvatore nostro, dopo
la sua risurrezione, diede da pascere a Pietro (...) e costituì per
sempre colonna e sostegno dèlia
verità” (Lumen gentium 8)».
Va rilevato che domanda e risposta venivano scritte nei giorni successivi alla visita del Papa
alla sinagoga romana, e infatti,
afferma Forte, « la Chiesa riscopre l’esigenza del dialogo con i
non cristiani, a cominciare da
quello con Israele, col quale sa
di avere un rapporto privilegiato
ed esclusivo, perché esso è —
come dice l’apostolo Paolo — la
’’primizia”, la ’’santa radice” su
cui il buon olivo del cristianesimo è innestato ».
Alberto Corsani
1. Riunioni quartierali (Eglise
de Maison) in cui verranno illustrati tre tipi e forme di diaspora in Italia : la diaspora e
l’esperienza negli Abruzzi ; le
riunioni di zona delle chiese valdese e metodista di Milano e
nuove forme realizzate: Cinisel
10 - Centro Culturale J. Lombardini.
2. Una nuova forma di comunità - L’esempio del gruppo Gospel a Neuchâtel, gruppo ecumenico che cerca di essere aperto e solidale con coloro che lottano per una maggiore giustizia
economica e politica.
3. Servizio diaconale - Il centro REMAR in Spagna è aperto
a tutti coloro che hanno bisogno
di aiuto per essere liberati da
pesanti schia'vitù tipo droga, delinquenza; ed è vicino a coloro
che sono in ricerca e vogliono
dare un senso alla propria vita.
11 centrò è riconosciuto dal Ministero degli Interni e lavora in
stretto rapporto con altri centri
simili in Spagna.
4. Ministeri itineranti - Il lavoro svolto in Francia da un
piccolo nucleo che studia le comunità di base, le riunioni quartierali che sorgono in un ambiente culturale sociale economico e religioso particolare;
prepara materiale e documentazione di aggiornamento biblico
e teologico per persone isolate.
5. Nuo'vi ministeri - Partendo
dal presupposto che ogni credente deve prepararsi biblicamente e teologicamente per testimoniare, questo « atelier » illustrerà il lavoro svolto in Italia per la formazione dei laici
nelle sue varie forme:
— corsi per predicatori laici;
— preparazione ad un diploma
di teologia;
— candidati al ministerio in servizio straordinario ;
— collettivi teologici;
— servizio diaconale.
Queste iniziative della CEPPLE
ci sembrano importanti perché
anche da noi in Italia viviamo
processi di cambiamento delle
strutture ecclesiastiche che devono essere oggetto di profonda
riflessione.
Marcella Giampicooli Bcgo
Unità
(segue da pag. 1)
In questo tempo di Pentecoste, rendiamo ancora lode a Dio
per l’unico Corpo e per l’unico
Spirito che sono per noi dono
e promessa. Cogliamo tutte le
occasioni che ci saranno offerte di vivere l’unità nello Spirito; che questa sia la nostra umile offerta al vincolo della pace
nel mondo. Dal profondo del
nostro cuore preghiamo senza
stancarci.
Veni Creator Spiritus — Vieni
Spirito creatore.
Uniti a voi in questa preghiera vi salutiamo nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito
Santo, solo vero Dio.
Il collegio presidenziale del
Consiglio Ècumenico delle Chiese: Sig.a R. Nita Barrow, Cavettill, Barbados; Sig.a Marga
Bührig, Binningen, Svizzera;
Metropolita Paulos Mar Gragorius, Delhi, India; Vescovo Johannes W. Hempel, Dresda, RFT;
Patriarca Ignatios IV d'Antiochia e di tutto l’Oriente, Damasco, Siria; Arcivescovo W. P.
Khotso Makhulu,- Gaberones,
Botswana; Pastore Lois M. Wilson, Toronto, Canada.
9
16 maggio 1986
cronaca delle Valli 9
LUSERNA SAN GIOVANNI
La sindrome
Il popolo del dopo Cemobyl
della vita
Iniziativa della USSL 43 per informare i cittadini sui rischi e sulle conseguenze della radioattività - Sotto controllo un campione di bambini
deva l’Arch. Longo, «ma il problema non viene preso sufiacientemente sul serio né dalla popolazione, né dai vari responsabili di attività produttive che
hanno scarichi inquinanti; un
giorno il vaso traboccherà e pagheremo pesantemente questa
leggerezza per la quale si pretenderebbe di spostare al domani ciò che è urgente tare oggi.
Faccio quindi un appello afilnché si dedichi del tempo per ima
azione educativa in collaborazione coi servizi dellUSSl, preposti a questo».
Adriano Longo
Alcune centinaia di pinerolesi
e valligiani hanno risposto all’appello del Comitato per il controllo delle scelte energetiche di
Torino e si sono recati domenica
scorsa a Casale per prendere
parte alla marcia contro l’installazione della centrale nucleare di
Trino Vercellese. Una marcia di
J5 Km. sotto un sole cocente per
dire no alla costruzione di una
centrale nucleare la cui attività
può diventare un rischio incalcolato per la popolazione.
C’erano tra questi esponenti di
gruppi politici, di associazioni
ecologiste, ma la gran parte era
costituita da famiglie con bambini, giovani e donne senza parlili, che di fronte alla mancanza
dì democrazia che è contenuta
nella scelta (italiana) dei siti dove collocare le centrali nucleari e
alla mancanza di informazione
relativa alla sicurezza della centrale, affermavano una volontà di
contare di più.
Erano una parte del cosiddetto
«popolo della vita» che a Trino
manifestava per un futuro più
democratico e partecipato. Tra
di essi molti erano i credenti.
Il popolo della vita pone, credo. a noi tutti ed alle chiese locali un problema che non andrebbe sottovalutato: quello di
affrontare a fondo il problema
teologico della scienza. Non
che questo non sia oggetto di riflessione. delle facoltà di teologia o di gruppi specializzati, ma certamente questo non
è un problema oggetto della
riflessione diffusa dei gruppi e
delle comunità, almeno qui alle
Valli.
Eppure la scienza e la tecnologia sono oggi una dimensione
della nostra storia. Con loro facciamo i conti tutti i giorni e la
stessa nostra organizzazione ecclesiastica è stata sconvolta dalle innovazioni scientifiche e tecnologiche: una per tutte, pensiamo a quanto incida la televisione
sui modelli di partecipazione alla vita delle chiese.
Scienza, tecnologia, futuro sono termini che richiedono uno
sforzo collettivo di riflessione e
meritano una attenzione maggiore di quella che finora abbiamo
loro dedicato.
Bisogna che impariamo a conoscere le scienze, le visioni del
mondo che sottendono, a conoscere le tecnologie, a controllare
i loro effetti, ed anche ad essere
capaci di rivedere i nostri moduli
di lettura e di riflessione biblica.
Chiamati ad essere il sale della
terra e a testimoniare i « nuovi
cieli e la nuova terra », per essere fedeli alla nostra missione
dobbiamo saper prestare attenztoite alle ricerche della scienza,
essere capaci di un atteggiamento critico e nella testimonianza e
nella predicazione dobbiamo saper indicare i percorsi da seguire.
L'uomo ha mangiato il fruito
dell'albero della scienza e della
tecnica e sarebbe illusorio credere di poter tornare indietro
nell’eden di un mondo senza tecnica e scienza, ma la ricerca evidenzia oggi limiti etici e teologici. Ci sono immense risorse disponibili per migliorare la qualità della vita di tutti gli uomini,
la scienza ce le fornisce; la riflessione teologica, almeno per i
credenti, ci indica i limiti di quest'uso.
Giorgio Gardiol
Sull’onda del dibattito provocato dal disastro di Cernobyl,
anche l’USSL 43 - Val Pellice
ha organizzato pubblici dibattiti
nei comuni della vallata. A Luserna rincontro è stato introdotto dal Presidente della Com.
Montana arch. Longo, coadiuvato dal responsabile dell’USSL
per l’igiene pubblica Dr. Caruso e dal veterinario Dr. Surigo.
Un documento distribuito ai
partecipanti era la traccia per
fare il punto aggiornato al giorno 8 maggio.
« Di informazione corretta c’è
bisogno — ha affermato il Dr.
Caruso — in quanto in proporzione all’evolversi della situazione si devono dare consigli proporzionati. La situazione non
desta allarme, ma deve essere
seguita poiché non è la quantità di radiazioni che sono giunte a destare preoccupazione ma
è la durata nel tempo dell’esposizione che deve essere tenuta
sotto controllo. In questa prospettiva dobbiamo guardare più
in là di ciò che adesso sta succedendo. L’USSL realizzerà in
collaborazione coi servizi ambulatoriali del Mauriziano un controllo sul livello di iodio assun
to in vallata da 50 bambini in
età di scuola materna, tirati a
sorte e provenienti da tutti i comuni della vallata».
Un incalzante gettito di domande, soprattutto da parte di
genitori, ha dato la percezione
di quanto il problema sia sentito. Mentre tralasciamo l’indicazione dei divieti principali
comparsi su tutti gli organi di
informazione, elenchiamo le cose che sono permesse ed i consigli che ricaviamo sia dal documento che dal dibattito:
— n latte fresco non è vietato
agli adulti ad esclusione delle
gestanti è delle nutrici.
— Il latte fresco, prodotto dopo il 2 maggio, può essere utilizzato per produrre latticini,
yoghurt, formaggi freschi che però non devono essere somministrati ai bambini inferiori ai 10
anni, alle donne in stato di gravidanza e a quelle che allattano.
— Si sconsiglia di consumare
uova fresche (a meno che siano
di allevamenti alimentati con
mangimi che chiaramente sono
stati preparati prima del 2 maggio).
— Tra le verdure da non consumare vanno incluse cipolle.
aglio e similari se di nuova produzione.
— Ed infine, non serve distruggere la verdura negli orti, le
piante e gli ortaggi possono essere lasciati crescere, raccolti e
consumati dopo il 17 maggio
p. V.
.— Si consiglia agli allevatori
di alimentare gli animali con foraggio secco.
Per ulteriori informazioni e
spiegazioni si possono raggiungere telefonicamente gli operatori di igiene pubblica e veterinaria ai seguenti numeri ; 932440,
932654.
Chiudendo il dibattito il Presidente P.C. Longo sottolineava
che da un lato gli amministratori pubblici da questo evento
devono trarre un monito, poiché
ormai è provato che simili casi
possono succedere e quindi vedere i problemi non solo nell’ottica dell’emergenza ma della
continuità della lotta in difesa
della salute ; dall’altra, richiamare la popolazione a sensibilizzarsi maggiormente sul problema dell’inquinamento e della
qualità della vita in generale.
« I nostri comuni, i nostri corsi
d’acqua sono inquinati» conclu
Quale turismo?
TORRE PELLICE — L’Union Piemontèisa - Crup d’Assion Piemontèisa Val
Polis hanno indetto per venerdì 16
maggio alle ore 21 presso l'Hôtel du
Parc di viale Dante, Torre Pellice, un
incontro con gli operatori turistici della valle, nonché con tutti i cittadini
interessati, per discutere la nuova proposta di legge regionale di ristrutturazione degli enti di promozione turistica.
Secondo quanto previsto dalla nuova legge, presentata dall'assessore Moretti, in base ad una assurda discriminazione e ad una arbitraria classificazione, il Pinerolese — e di conseguenza la Val Pellice — unitamente ad
altre sette zone piemontesi verrebbe
giudicato ■■ indegno » di avere la propria » Azienda di promozione turistica ». La conseguenza diretta sarebbe
quella di essere collocati ultimi in graduatoria, se non esclusi del tutto, nell'assegnazione dei contributi regionali per l'incremento del turismo.
Alla riunione Interverrà il consigliere
provinciale della lista « Piémont » prof.
Roberto Gremmo.
USSL 43 - VAL PELLICE
Alcuni consigli igienici dopo le radiazioni
A seguito della continua comparsa sugli organi di informazione di contrastanti notizie sulr inquinamento ambientale da
radiazioni ionizzanti e conseguenti consigli di comportamento altrettanto contrastanti, desideriamo con questa nota fornire
alcuni elementi di valutazione su
quanto sta accadendo.
Che rischio
stiamo vivendo
Le radiazioni ionizzanti a qualunque livello esse siano, interferiscono con l'organismo dell’uomo. Non c’è rischio da radiazione ionizzante quando non c’è radiazione ionizzante.
In una situazione "normale”
l’ambiente nel quale viviamo ha
un livello di radiazioni ionizzanti derivanti dal cosmo, dai componenti minerali di cui è costituita la crosta terrestre, dagli
esperimenti nucleari: quindi
"normalmente" viviamo a contatto con radiazioni ionizzanti.
Il livello "naturale" è stato elevato secondo i tecnici del Comitato Scientifico Interministeriale
di 34 volte con Finquinamento
prodotto dallo scoppio della centrale russa di Cernobyl.
I rischi provocati da questo livello di inquinamento sono rischi di tipo « probabilistico » nel
senso che (sapendo che la radiazione ionizzante interferisce comunque con l'organismo umano)
un aumento delle radiazioni assorbite, un aumento della quantità del tessuto organico irradiato aumenta la « probabilità » che
si evidenzino gli effetti di tale
interferenza a più o meno breve
scadenza.
I ricercatori indicano per i diversi ambienti ed elementi, aria verdura - latte - acqua - ecc. la
soglia di pericolo per le radia
zioni ionizzanti: a questo livello
(per i dati pubblicati) non siamo
giunti.
Le radiazioni ionizzanti emesse
da specifici elementi come lo
iodio 131, il rentenio, il cesio durano per un tempo specifico: le
radiazioni ionizzanti emesse dallo iodio 131 si riducono della
metà in 8 giorni.
Pertanto il livello di inquinamento tende man mano che il
tempo passa ad esaurirsi.
Le caratteristiche di
questo inquinamento
E’ un inquinamento che nell’ambiente nel quale viviamo ha
interessato prima l’aria, poi depositandosi (favorito in questo
dalla pioggia) il terreno e i vegetali, poi attraverso le mucche
il latte e per gli acquedotti che
captano acque superficiali (fiumi, laghi) anche l’acqua potabile.
Naturalmente nei diversi passaggi il livello di inquinamento
è diverso poiché è influenzato da
molteplici aspetti: le condizioni
atmosferiche, caratteristiche specifiche dei vegetali, l’alimentazione degli animali, la diluizione
neH’acqua, nonché dal tempo di
passaggio da un ambiente ad un
altro.
L’ordinanza del
Ministro della Sanità
Il ministro della Sanità in data 2 maggio ha emesso un’ordinanza per la quale:
— è vietata la vendita al pubblico e la somministrazione di
verdure fresche a foglie (insalate
varie, cime di rapa, bietole, spinaci, cicoria, scarola, indivia,
broccoli, cavoli, cavolfiore, verza,
agretti, asparagi, varietà verdi,
carciofi e similari);
— è vietata la somministrazione di latte fresco ai bambini di
età inferiore a 10 anni e a donne
in gravidanza.
Tali 2 divieti durano sino al
17 maggio 1986.
Ulteriori indicazioni del Ministero della sanità sono:
— le verdure soggette al divieto se conservabili possono essere
riammesse sul mercato e quindi
consumate alla scadenza del
17.5.1986;
— le verdure deperibili e non
conservabili saranno smaltite
tra i rifiuti urbani, ovviamente
non possono essere date come
alimentazione animale;
— il latte fresco non è vietato
agli adulti;
— i latti a lunga conservazione (UHT - sterilizzati), in polvere, condensati, prodotti e confezionati prima del 2.5.1986 non
sono soggetti al divieto;
— il latte fresco in questo periodo può essere utilizzato per
produrre derivati dal latte o latte a più lunga conservazione che
però non potrà essere somministrato a bambini inferiori a 10
anni e a donne gravide.
Consigli ulteriori
Sulla base degli elementi sinora forniti e sulla base degli attuali livelli di inquinamento indicati dagli organi istituzionali
si ritiene opportuno fornire consigli di comportamento in questa fase:
— latticini, yoghurt, formaggi
freschi per i quali nella produzione degli stessi possa essere
stato utilizzato latte fresco dopo
il 2.5.1986 non debbono essere
somministrati a bambini inferiori a 10 anni o donne gravide;
— è sconsigliato il consumo di
uova fresche non derivanti da
centri di raccolta o da alleva
menti nei quali l’alimentazione
sia effettuata con mangimi non
contaminati;
— tra le verdure da non consumare vanno incluse cipolle,
aglio e similari;
— si consiglia agli allevatori
l’alimentazione degli animali con
foraggio secco.
Cosa non serve e
può essere pericoloso
Non serve distruggere la verdura o le piante negli orti; è solo
un danno economico: le piante,
gli ortaggi possono essere lasciati crescere, raccolti dopo il
17.5.1986 e consumati.
L’assunzione di iodio, oltre a
non servire, in questo periodo
può risultare anche pericolosa:
seguite i consigli che vi sono forniti dal vostro medico e dal farmacista.
Gli elerfienti che abbiamo fornito certamente non esauriscono
tutte le domande che il singolo
si pone sul problema che stiamo
vivendo: gli operatori del Servizio di Igiene Pubblica e Veterinario sono disponibili a fornire
ulteriori spiegazioni (Telefono
932440 o 932654).
Le considerazioni che abbiamo
svolto sono legate al livello di informazioni dell’8.5.1986; potranno
evidentemente essere corrette
avendo ulteriori dati.
Ci preme infine fare una ultimissima considerazione, riteniamo che Tatteggiamento o l’assunzione di comportamenti tipo:
non stendere i panni, non fare
uscire all’aria i bambini, non bere acqua delTacquedotto non siano confacenti al livello di inquinamento attualmente in atto;
Tatteggiamento contrario di non
osservanza di alcime norme non
è altrettanto giustificabile.
10
10 cronaca ddleValli
16 maggio 1986
INIZIATIVA DEL PCI
CORALE VALDESE DI TORRE
Una superstrada subito
Venerdì 23 maggio presso il Comprensorio di Pinerolo si terrà una conferenza sulla viabilità e I trasporti
deH’area pinerolese, che vedrà la partecipazione di tutte le forze politiche
e sindacali e degli enti locali.
Il PCI ha intanto tenuto la sua conferenza di zona nella quale è stato
diffuso un documento circa la costituzione di un comitato di iniziativa
per la superstrada Torino-Pinerolo. Pubblichiamo qui di seguito parte del documento;
• Tre questioni riguardanti le comunicazioni e quindi la mobilità di persone e merci stanno pesantemente
condizionando vita e sviluppo della
nostra area:
1) Il collegamento viario Torino-Pinerolo:
2) Il ventilato taglio della linea ferroviaria Pinerolo-Torre Pellice:
3) Le strozzature della SS 23 in
Val Chisone rispetto alla necessità di
collegamento con l'alta Valle e le zone turistiche.
Si tratta di tre problemi che, pur
nella loro specificità, vanno tenuti assieme in una visione moderna ed integrata dello sviluppo della zona e
delle sue vocazioni industriali, commerciali e turistiche: non possono che
essere aspetti convergenti di una strategia di programmazione che tenda ad
un elevamento di qualità delle relazioni e delle opportunità deH'intero
Comprensorio. (...)
Sul collegamento stradale Torino-Pinerolo; è sorprendente e francamente assurdo che si torni a rilanciare,
magari per il gusto compiaciuto della
polemica retrospettiva, l’ipotesi di autostrada quando non risulta da alcun
documento ufficiale né dell'ANAS, né
della Regione, né di altri enti la previsione di un simile intervento. Questo punto, cioè la non realtà delle
ipotesi, viene persino prima delle riserve di merito che pure continuiamo
ad esprimere e che riguardano fattori economici (occupazione di suoli agricoli), tecnici (le autostrade vogliono
dire pedaggio e non risolvono i problemi delle relazioni interne di un bacino economico limitato).
Esistono ormai studi, progetti di
massima, decisioni istituzionali che individuano nella realizzazione contestuale di interventi migliorativi della
Statale 23 e nel collegamento DrossoProvinclale di Piossasco-Strada Pedemontana 589 attraverso un’arteria a
standard continuo a quattro corsie la
via possibile e praticabile per rispondere ai due problemi di fondo che
sottostanno alle insoddisfatte esigenze di comunicazione del Pinerolese con
Torino ed il resto dell’area metropolitana: un inserimento nel sistema delle
comunicazioni internazionali e regionali
(Traforo Frejus ed Autostrada della
Val di Susa, interporto di Orbassano
ormai avviato con il finanziamento di
35 miliardi da parte del FIO, collegamenti con il Cuneese) ed utilizzazione
dell’attuale 23 opportunamente migliorata come asse complementare e tradizionale di collegamento con Torino. (...)
Ciò che proponiamo di fare dunque
è semplice: si verifichi entro il mese
di maggio con la Regione e l’ANAS la
fattibilità del progetto di intervento
propoéto ultimamente dall’Assessore
Cerutti e reso noto da un giornale
cittadino, se ne chieda l’inserimento
nel Piano stralcio triennale, lo si finanzi subito in modo da partire con
i lavori a tempi reali. (...)
Si propone al riguardo di costruire
una iniziativa di carattere straordinario
volta a coinvolgere tutti i soggetti che
nella zona sono seriamente interessati a dare un contributo alla soluzione
del problema. Potrebbe trattarsi della
costituzione di un « Comitato di iniziativa per ia reaiizzazione deila Strada
Torino-Pinerolo » che dovrebbe essere
promosso dal Comune di Pinerolo, dalle Comunità Montane, dal Commissario Comprensoriale ed a cui dovrebbero essere chiamati a far parte Organizzazioni Sindacali di categoria, organi di informazione, cittadini interessati. Tale Comitato dovrebbe funzionare
come strumento di stimolo e di verifica nei confronti di Regione ed ANAS
ed essere momento di informazione e
partecipazione rispetto a tutta la comunità.
Primo atto di taie Comitato potrebbe
essere costituito dalla convocazione a
Pinerolo di una riunione con l’Assessore Regionale ai Trasporti, l’ANAS
e la Provincia per fare il punto tecnicooperativo degli atti fin qui assunti (progetti, decisioni amministrative) e per
definire tempi di finanziamento e di
realizzazione.
Per quanto riguarda gli altri due
problemi:
a) lo slittamento alla fine di settembre deila decisione ministeriale sui
tagli ai rami secchi permetterà alla Regione, secondo gii impegni assunti
dall’Assessore di mettere a punto la
proposta alternativa di modernizzazione ed automazione della Jinea PineroloTorre Pellice.
Si tratta di una piattaforma sensata
e ragionevole su cui però occorre proseguire l’iniziativa e la lotta facendo
della questione un problema delia zona
intera e non della sola comunità Val
Pellice. Su tale priorità va organizzato
gn atteggiamento comune delle forze
istituzionali e sociali sapendo che
l’esperienza fatta laddove si è già proceduto ai tagli è disastrosa tanto per
gli utenti che per le cortiùnità interessate: il caso Airasca-Saluzzo va rimesso in discussione e dimostra l’assurdità ed antieconomicità della strada
dei tagli.
Aitre rilevanti questioni riguardanti
la Val Pellice come il Traforo del Colle della Croce e l’eventuale asse viario
di Valle sono certamente degne di interesse ma si devono porre nel contesto giusto: non in alternativa alla
Ferrovia che va comunque salvata
ed in ogni caso sulla base dì un realistico approccio che deve partire da
precisi accordi internazionali.
b) La strozzatura di Perosa Argentina costituisce il principale ostacolo allo sviluppo delle comunicazioni dell’area torinese con l’alta Val Chisone
e le sue varie opportunità. Occorre riproporre la questione della Circonvallazione dell’inverso a Perosa come la
seconda priorità viaria del Comprensorio e di conseguenza richiedere la
predisposizione del progetto e l’inserimento deH’intervento relativo nella
prima fascia del Piano ANAS ».
Alla scoperta degli evangelici
nel meridione d’Italia
Continuando sulla linea impostata ormai da alcuni anni,
la comunità di Pomaretto ha
accolto ancora una volta con vivo entusiasmo la proposta di-incontro con una chiesa sorella
del Sud.
Per il lungo ponte dal 1” al 4
maggio ima quarantina di po
marini ha reso visita ai fra
telli di Dipignano (Cosenza) rispondendo così all’invito rivolto
loro in occasione del 17 febbraio
di quest’anno da ima ventina di
loro che, con il pastore Gianni
Genre, avevano trascorso quella giornata a Pomaretto.
Alle due del mattino del 1°
maggio, in autobus, carte geografiche alla mano, ci siamo messi
in moto verso quelle regioni che
per molti paiono quasi all’altro
capo del mondo. Chilometro dopo chilometro con esemplare regolarità gli autisti ci hanno fatto attraversare l’Italia lungo la
dorsale appenninica seguendo le
autostrade che da Torino portano a Piacenza - Bologna - Firenze - Roma - Napoli ed infine
Cosenza. All’uscita dell’autostrada il past. Genre ed alcuni fratelli di Dipignano ci aspettavano per guidarci limgo la stradina che sale fino al paese.
Le emozioni non sono mancate: la gioia di rivedere volti conosciuti, il sentimento di sen
tirci a casa nostra, il constatare
di essere oggetto di una accoglienza meravigliosa da parte di
ogni membro di quella comunità
ed infine la riconoscenza di poter visitare quei luogtil dove fu
scritta una pagina drammatica
della nostra storia.
Il nostro gruppo ha portato
nel paese un certo scompiglio e
la nostra chiassosa allegria ha
contagiato i locali.
Un momento significativo del
nostro viaggio ci ha portati a
visitare il Centro di Cultura Evangelico « G. L. Pascale » di
Guardia Piemontese e il centro
storico del villaggio dove strade, nomi, lapidi e parlata locale
sono a tutt’oggi testimoni della
presenza valdese prima del 1561,
anno in cui l’Inquisizione cancellò totalmente dalla zona la
presenza inquietante degli «eretici ». A Montalto Uffugo siamo
stati colpiti dal fatto che sulla
piazza della chiesa, sotto la scalinata, sono verosimilmente sepolte le ossa dei valdesi quivi
portati e trucidati. A San, Sisto
dei Afaldesi ci aspettava un assessore comunale che molto opportimamente ci ha fatto da cicerone per le vie del paese segnalate ancora come « rue » accompagnate con nomi in francese
quali « morts », « Jean »... L’accoglienza e la spontaneità di
questa gente sono state vera
In visita
agii evangelici
dei napoietano
Parlare di una gita fatta assieme a conoscenti, parenti o
amici non è cosa semplice: si
rischia sempre di cadere nella
descrizione cronologica di fatti
che si susseguono a ritmo a volte stressante e non interessano
nessuno se non coloro che li
hanno vissuti direttamente. Mi
sembra tuttavia importante sottolineare alcuni aspetti interessanti e significativi dei momenti
vissuti dalla Corale Valdese di
Torre Pellice durante la sua visita ad alcune comunità evangeliche napoletane nei giorni dal 1°
al 4 maggio.
Vorrei innanzitutto ricordare l’aspetto umano di questo nostro viaggio. Siamo stati
ospiti di Casa Materna, un istituto per bambini con problemi
familiari, fondato nel 1905 da
Riccardo Santi, dove siamo venuti in contatto con la dura e
cruda realtà del comune di Portici, uno dei più poveri del napoletano. Ad un centinaio di ragazzi vengono dati ospitalità,
istruzione e, perché no?, un po’
di affetto e tranquillità; un grande imptegno, quindi, di importante e profonda validità sociale. La stessa cosa che si riscontra visitando il villaggio per i
terremotati costruito dalla FCEI
a Monteforte presso Avellino: 30
case prefabbricate, una scuola
materna, una « Foresteria » e
una sala per attività. La diaconia concreta insomma, impegnata a fondo in una lotta coi problemi di tutti i giorni.
POMARETTO
Vorrei evidenziare inoltre i!
lato evangelico della nostra visita, quello che ci riguarda come credenti e distingue le gite
delle nostre corali dai « viaggi
organizzati » di qualsiasi agenzia turistica. Se il nostro principale compito, come cristiani,
è la testimonianza della nostra
fede, la predicazione della parola di Dio, l’evangelizzazione, per
usare un termine impiegato forse troppo spesso, ebbene io credo che la Corale, con l’esibizione
pubblica nella sala del museo
comunale di Avellino, davanti
ad un pubblico solo in parte
evangelico, abbia portato un
messaggio ed una testimonianza di fede. La presentazione teologica e storica dei brani, fatta
dal Maestro Corsani, direttore
della Corale, le numerose domande rivolteci dal pubblico al
termine della serata e le stesse
esecuzioni hanno creato un’atmosfera di fraternità e cordialità in cui si è trasmesso spontaneamente senza troppa presunzione il messaggio cristiano
che caratterizza la maggior parte dei nostri « pezzi ». Quindi non
una testimonianza violenta e imposta, ma fatta con spirito cristiano di rispetto e fratellanza
nei confronti del prossimo. Infine non bisogna sottovalutare
il lato turistico e culturale della gita: sono nel ricordo di tutti
le viuzze e le abitazioni di Ercolano così come l’acqua limpida ed i faraglioni di Capri.
Marco Fraschia
VAL PELLICE
Musica barocca
mente toccanti: è gente che cerca di immaginare le sue origini
e che si sta interessando vivamente alla nostra identità di popolo-chiesa. La loro proverbiale
ospitalità è stata da noi ricambiata col canto di inni.
Il giorno seguente la nostra
« scoperta » della Calabria ci ha
visti turisti sulla Grande Sila per
ammirare i suoi bellissimi laghi
e sulla Piccola Sila, luogo ideale
per la coltivazione delle patate.
Una sosta al Centro Evangelico
di Bethel, luogo offerto ai gruppi di fratelli che desiderano incontrarsi su temi di fede e attualità.
Una cena comunitaria ha concluso il nostro soggiorno a Dipignano prima di riprendere la
strada del ritorno.
Strette di mano, abbracci e
fraterni sorrisi sono stati le nostre manifestazioni veramente
calorose, tutti riconoscenti perché ancora una volta abbiamo
sperimentato « quanto è bello
che fratelli dimorino insieme ».
Sull’autobus del ritorno un
culto ha voluto sottolineare la
nostra gioia perché sotto lo
sguardo di Dio il Sud e il Nord
ci sono apparsi, nonostante i
chilometri, più vicini che per il
passato e bene intenzionati a capirsi da fratelli in Cristo.
G.P.C.
L'impiego di strumenti originali o costruiti sui disegni di
quelli d’epoca, ed una lettura
estremamente « filologica » dei
testi musicali barocchi sono le
linee sulle quali si muove la ricerca, scientifica oltreché artistica, dei principali gruppi di musica antica ojoeranti da alcuni anni
a questa parte.
E’ stato il caso, ad esempio,
del concerto del gruppo « Musica strumentale Londra », svoltosi nel tempio di Torre Pellice
mercoledì 7 scorso. Il gruppo,
che collabora alla celebre Academy of Anoient Music diretta
da Christopher Hogwood, nasce
nel 1981 e, diretto dal cembalista
David Wray, si compone di una
sezione portante di violini, viola
e violoncello, a cui si affiancano,
di volta in volta, i solisti (flauti
diritti, oboe, cantanti) a seconda dei programmi.
E' toccato a Ubaldo Rosso di
esibirsi come elemento solista al
flauto traversiere. Brani da affrontare (mentre in precedenza
il gruppo aveva eseguilo la Suite
dal Don Chisciolte di Telemann,
autore coevo a Bach, e padrino
di uno dei suoi figli) la Dance of
thè blessed spirits di Gluck, il
Concert comique "les savages",
di M. Corrette, e, soprattutto, la
Suite n. 2 in si min. per flauto e
orchestra di Bach. E' in questa
complessa opera, raccolta insieme ad altre tre suites per orchestra, che sono risaltati in modo
particolari i canoni interpretativi del gruppo, a cui si è fatto cenno, ed in particolare vorremmo
segnalare, da parte del solista,
l'impiego del flauto traversieie.
Nei concerti di musica anti-a
e barocca siamo abituati a vedere il flauto diritto, o, per i brani
che richiedano una maggiore
estensione, il flauto traverso in
metallo, dotato di chiavi per facilitare l’opera delle dita nella
chiusura dei fori. Il flauto traversiere è invece sì traverso, ma
costruito in bosso: il suono è
dunque più dolce, e, quel che più
importa, è il suono per il quale i
brani vennero alTepoca composti.
Un’interessante proposta, dunque, questa che ha chiuso la stagione 1986 dell’Associazione Musicale Riky Haertelt (in collaborazione con Comunità Montana,
comuni e Pro Loco di Torre e
Luserna), stagione sfortunata per
gli impedimenti che hanno compromesso due concerti (ruUimo,
previsto per la fine del mese, è
saltato per, un incidente alla soprano) ma di alto valore artistico e, come hanno dimostralo il
clima teso e partecipato alle audizioni, di pieno gradimenlo da
parte del pubblico.
A.C.
Hanno collaborato a questo
numero: Giovanni Coiite, Alberto Corsani, Dino Gardiol,
Marianne HintermiÀller, Vera Long, Luigi Marchetti,
Grado Merlo, Anna Nitti,
Teofilo Pons, Giovanna Purpura Calvetti, Dario Tron.
11
16 maggio 1986
cronaca delle Valli 11
PINEROLO
TOURNEE ALLE VALLI
Parlar di storia...
Anche quest’anno il gruppo
« Parlar di storia » intende proporre alla cittadinanza pinerolese delle occasioni per entrare
in contatto con alcuni settori
qualificati della storiografia italiana di oggi.
Il 16 maggio 1986 alle ore 21
presso la Sala riunioni del Comprensorio in via Convento di
San Francesco n. 1, Giovanni Piloramo, professore di Storia delle Religioni airuniversità di
Torino, presenterà il volume Religione e ragione tra Ottocento
e Novecento (ed. Interza, 1985),
,^che costituisce il risultato dei
suoi più recenti interessi di ricerca.
Il 30 maggio alle 21 nella stessa sede Aurelio Bernardi e Claudio Canal introdurranno il dibattito Su II cattolicesimo pinerolese degli anni cinquanta e
sessanta, in occasione della re
cente pubblicazione della raccolta di scritti curata da Pier
Carlo Pazé I giorni di Don Barra, interessante biografia che
analizza ampiamente il contesto
storico-culturale in cui operò
questa significativa figura di uomo di fede.
n 16 giugno, alle ore 16, la
cornice suggestiva del castello
di Macello ospiterà due medievisti dell’Università di Torino
già noti al pubblico pinerolese,
Rinaldo Comba e Aldo Settia,
che affronteranno i problemi
metodologici connessi allo studio dei castelli, sulla base dello
studio del prof. Settia Castelli
e villaggi nell’Italia padana (ed.
Liguori, 1984). Tutti gli interessati — e ci auguriamo siano numerosi — sono invitati ad intervenire.
G. M.
Concerti
di musica protestante
Dal 25 al 30 maggio verrà in
visita alle Valli Valdesi una famosa corale di Monaco di Baviera, la St. Johannis - Kantorei,
specializzata nell’esecuzione di
musica ecclesiastica del periodo
riformato e moderno. Oltre la
partecipazione al culto a Prà del
Torno, domenica 25 maggio, la
corale terrà tre concerti nelle
Valli:
— Domenica 25 maggio alle
ore 20,45 presso il Tempio Valdese di Pinerolo. La corale vuole
dedicare questa serata alle iniziative per la pace.
— Mercoledì 28.5 alle ore 20,45,
la corale canterà nel Tempio Valdese di Luserna San Giovanni a
favore della CIOV. Questo concerto conterrà alcuni brani per
Lettere all'Eco delle Valli
EMERGENZA
NUCLEARE
: dati, pochi, confusi, contraddittori,
ohe abbiamo ricevuto sul più grave incidente dell’era delle centrali nucleari,
soltolineano che la nube radioattiva
emessa dal reattore di Cernobyl ha
coinv'olto e sta coinvolgendo decine e
decine di milioni di persone.
Milioni di persone che a tutt'oggi,
ad oltre 10 giorni dall'esplosione del
retittore, sono tenute nella più completa disinformazione.
Come giudicare l’irresponsabilità del
silenzio in URSS dove le autorità non
dicono nulla, non informano i cittadini? E’ della massima importanza che
le ^formazioni della modalità e l’entità dell’incidente siano rese disponible e trasparenti di fronte a tutta l’opinione pubblica mondiale.
Ma come giudicare l’irresponsabilità
della classe politica italiana che a
tutt oggi non ha comunicato le vere
cifre sulla radioattività in Italia, la
vergognosa carenza di informazione,
ritardo e forma incerta nel prendere
misure preventive, l’approssimazione,
la minimizzazione, le omissioni che
hanno caratterizzato l’operato delle
autorità competenti?
Dal canto nostro, ad un certo punto. ci siamo trovati tutti a sperare che
USSL 42 - VALLI
CHISONE - GERMANASCA
Guardia Medica :
Notturna, prefestiva, festiva; presso Ospedale Valdese di Pomaretto - Tel. 81154.
Guardia Farmaceutica :
DOMENICA 18 MAGOIO 1986
Ferrerò: FARMACIA VALLETTI - Via
Monte Nero, 27 - Tel. 848827.
San Germano Chisone: FARMACIA
TRON - Telef. 58766.
Ambulanza :
Croce Verde Perosa: Tel. 81.000.
Croce Verde Porte: Tel. 201454.
USSL 44 - PINEROLESE
( Distretto di Pinerolo )
Guardia Medica :
Notturna, prefestiva, festiva: Telefono 74464 (Ospedale Civile).
Ambulanza :
Croce Verde Pinerolo: Tel. 22664.
USSL 43 - VAL PELLICE
Guardia Medica :
Notturna, prefestiva e festiva: Telefono 932433 (Ospedale Valdese).
Guardia Farmaceutica :
DOMENICA 18 MAGGIO 1986
Torre Pellice: FARMACIA INTERNAZIONALE - Via Arnaud 8 - Telefono
91.374.
Ambulanza :
Croce Rossa Torre Pellice; Telefono 91.996.
i venti spingessero aitrove, su altri
paesi, la nube radioattiva: è questo
il piano di intervento itaiiano in caso
di catastrofe nucleare? Ci siamo ritrovati tutti a non saper cosa fare.
Un tragico senso di impotenza!!
Ci hanno detto che in quindici giorni la situazione tornava alla normalità,
ma, in coscienza, chi ci crede? Se,
come sostenuto, !a situazione non è
assoiutamente preoccupante, come interpretare quanto ha dichiarato ii prof.
BonàZzota, ordinarlo del laboratorio di
Fisica deil’Università di Torino, quando
sostiene che « per tornare alla situazione di una settimana fa sono necessari dai 5 ai 10 anni » (Stampa 5.5.86)?
Chi può credere che « in Italia certe
cose non possono succedere « quando
scopriamo che la centrale di Latina
simile a quella di Cernobyl è vicina
addirittura ad un poligono di tiro?
L’immediata fermata delle centrali
nucleari, la revisione della normativa di
controllo dei piani di emergenza e
di evacuazione, l’affidamento dei controlli ad Enti autonomi come l’Istituto
Superiore della Sanità togliendoli all'Enea ed all’Enel, la revisione del Piano
Energetico Nazionale (PEN) sono obiettivi su cui è importante mobilitarsi da subito. Allo stesso modo è importante chiedere la verifica dei dati
sulla radioattività nel Pinerolese e
l’Installazione di punti di rilevazione
permanenti.
Siamo convinti che tra qualche giorno i giornali cominceranno a dirci che
l’emergenza è finita. Noi riteniamo
che l’emergenza debba continuare e
che solo un rigido controllo della gente possa impedire che Cernobyl e le
sue conseguenze non facciano più notizia e passino nel dimenticatoio (come l’acqua inquinata di Casale, il vino
al metanolo, la Libia di Gheddafi ecc.).
Lega Ambiente ARCI, Pinerolo
UN VIAGGrO
A PORTICI
Una stanza, aperta sulla strada principale, con la muffa sul soffitto, per
l’umidità invernale, con l’intonaco ohe
si stacca a pezzi, i muri di color blu
elettrico, un armadio che separa un
vano dall’altro, un lavandino di ceramica Incassato in una parete, un tavolo, quattro sedie, un televisore acceso, una moto coperta da uno straccioi.. niente altro.
Ma io, che cammino sul marciapiede, in passeggiata, rischio di passarci
dentro, perché è tutto lì, sulla strada;
con uno sguardo affrettato vedo e con
le narici sento l’odore dei muri e
l’aria impregnata del condimento della
cena appena consumata.
Non è l'inìzio di un romanzo di fin
de siècie e neanche il quadro di un
ambiente alla fine della guerra, è
quanto è capitato di vedere, a me e
ai miei compagni, a Portici, e a questo proposito ricordo che Portici è,
dopo Tokyo, la località con la maggiore densità di abitanti, non vor
rei sbagliare, ma se anche così fosse
non sbaglierei di molto. Potrei ancora dire che lì i bambini hanno i vestiti sporchi, sono trasandati e il
luogo dove vengono educati è la strada, il cortile di casa, ma non è questo il problema che mi dà da pensare, bensì la reazione della gente
di fronte a tutto questo.
La gente si ammanta di pietismo,
osserva, storce il naso infastidita,
rifiuta e poj sfocia in movimenti pietistici, mà attenzione, una pietà ohe
è molto simile, concettualmente, alla
pietà cattolica, « poveri disgraziati »;
l’exploit finale sono le crociate missionarie che partono con lo stendardo
della nostra cultura. Ma siamo sicuri
che abbiano bisogno di un’imposizione
culturale così categorica ed esclusivista? lo credo di no. Non sono disgraziati, vivono una condizione di
rassegnazione, da tempo, hanno solo
un sistema di vita diverso dal nostro,
diverso, non inferiore o sbagliato. Ma
già noi cresciamo con questa mentalità
da colonialismo, l’ho notato quando
mia figlia, tutta educatina, tutta per
benino (I) provava un senso di paura
di fronte a bambini che sfacciatamente
si fanno beffe della quotidianità, senz’altro lei crescerà convinta di essere culturalmente e socialmente superiore, per cui, con pinze e guanti
bianchì, li aiuterà, a debita distanza,
credendo di portare loro la verità.
Se avessimo chiesto un bicchier
d'acqua, agli occupanti di quella stanza, ci avrebbero offerto cena, ma avremmo avuto modo così di mescolarci a loro, di vivere con loro. La gente
ha paura di mescolarsi pari pari con
gli altri, di indossare i panni degli
altri per un moménto, ha paura di
comprendere, di vivere a piene mani
le sofferenze, I problemi, le gioie degli altri, e spreca giudizi "sentendosi
Gesù nel Tempio", ha detto qualcuno,
ma Gesù non ha mal spalmato la sua
cultura (meno ce n'è e meglio si
spalma!) con la pretesa di redìmere
gli idioti, e Lui era proprio l’unico
che la verità ce l’aveva in tasca. Essere discepoli di Cristo non vuol dire
usarlo come abito da parata, strumentalizzarlo per fondare associazioni culturali dei più furbi per i più
mentecatti, vuol dire piuttosto imparare a vivere gli altri, come ha fatto
Lui, vuol dire trovare una mediazione
in ogni situazione senza rompere gli
equilibri che la compongono, lasciarsi
coinvolgere per capire.
A questo proposito è stato simpatico
il culto a cui abbiamo assistito alla
Casa Materna di Portici, in cui si mescolavano teologia protestante e liturgia cattolica, anche se molti di noi
sono rimasti stupiti. E' stato interessante, più che altro, perché ci si è
potuti rendere conto di come è assurdo e difficile voler sradicare completamente e nel giro di poco tempo,
tradizioni e mentalità vecchie di secoli, radicate ed Inculcate con la forza
(imprimate!) da Secoli di dominazione politica e religiosa.
INCREDIBILE
MA VERO
E’ incredibile... ma è vero! E’ stato
rifiutato un contratto d'affitto ad una
educatrice dell’Uliveto, la motivazione
addotta è stata che avrebbe potuto
invitare a casa propria gli ospiti dell'Istituto suddetto. I padroni di casa
hanno sostenuto che i ragazzi; « potrebbero sporcare ì muri », « potrebbero far rumore disturbando i vicini ».
E’ veramente impensabile che possano succedere cose dì questo genere e che possano ancora esistere persone nell’ambito delle nostre Comunità che siano così arretrate da non
poter accettare che in una casa di
loro proprietà entrino dei ragazzi handicappati.
Si parla di integrazione sociale per
i portatori di handicap, di abbattimento
dì barrieré architettoniche,.di abolizione dì ghetti, ma è ben difficile poter
raggiungere questi fini se non si riescono ad eliminare questi terribili pregiudizi di base.
Tutti i lavoratori dell’Uliveto ed 11
Comitato vogliono con questa lettera
protestare vivamente nei confronti di
situazioni di questo genere.
Comitato e Lavoratori dell'Uliveto,
Luserna San Giovanni
tratti daU’Israelsbriinnlein ("la
fontana d’Israele”). In questi
mottetti Schein ha messo in musica testi dei salmi e dei profeti,
soprattutto del profeta Isaia.
Tutti sono calorosamente in\dtati ad intervenire a questi concerti, che faranno sentire Tarco
della musica "ecclesiastica’’ protestante dal '600 ad oggi.
Susanne Labscb
cori doppi e trombettieri, con
musiche di Heinrich Schiitz
(1585 -1672), noto compositore di
musica sacrale riformata, per la
quale il tempio di S. Giovanni si
presta molto bene.
— Giovedì 29 maggio, la corale
eseguirà un programma di musica “da cappella” (voci senza accompagnamento strumentale) al
Tempio 'Valdese di San Germano, a favore della ristrutturazione delTAsilo dei Vecchi.
Quest’anno la St. Johannis Kantorei ha in programma soprattutto musiche di Johann Hermann Schein (1586-1630),
cantore alla Thomaskirche di
Lipsia.
Per il centenario di Schein, la
corale presenta alcuni mottetti
Una delle cose più interessanti del
viaggio è proprio stato l’incontro con
la Sig.ra Ioti Bouohard che ci ha esposto il problema della convivenza
con questa gente, presentandoci le
difficoltà incontrate e da incontrare, e
ciò che mi ha colpito è stata la naturalezza del suo tono e delle sue
espressioni, naturalezza generata,
probabilmente, dalla convivenza gomito
a gomito, con le difficoltà, con gli
ostacoli, con l’amore e la mutua comprensione. ,
Il centro di Avellino è tra l’altro
esteticamente molto grazioso (bello
è un aggettivo pomposo che, all’occasione, non significherebbe niente), purtroppo non ho potuto-visitarlo interamente, ma ì miei compagni me l’han-.
no descritto come ben organizzato e
funzionale, mi sono solo chiesta come mai non ci fosse un pastore lì,
un giovane pastore che seguisse il
catechismo e la scuola domenicale,
che aiutasse a fare il minestrone
(stupendo!) e a inchiodare assi, ma
soprattutto che imparasse tutto ciò
che sui libri non si trova. Credo che
un ministerio trascorso lì sarebbe tanto
di guadagnato, sarebbe un simpatico
periodo di crescita, e mi domando: « è
poi così facile essere protestanti fuori casa? ».
Certo la sicurezza del proprio essere è una garanzia, pèccato però che
gli altri non sempre la notino e che
prima o poi debba creparsi e crollare. Non è detto ohe a Portici, come
a Napoli, come in chissà quanti altri
posti, non sia proprio il nostro pietismo a buon mercato a mantenere
vivo un certo modus vivendi, una
certa forma mentale, mentre, ribadisco, dovremmo seguire l’esempio d
Gesù e infilarci I pantaloni degli al
tri, diventerebbero i nostri e li amerem
mo come amiamo i nostri pantaloni
Milena Beux, Torre Pellice
Segnalazioni
Sabato 17 maggio Renzo MHaneslo,
autore del libro « Gli ultimi Shuar »
verrà a Bibiana: alle ore 8.30 nella
sala del Cinema Parrocchiale proietterà le diapositive scattate nella Foresta Ecuadoriana e parlerà delle sue
esperienze tra gli Indìos agli studenti
delle Scuole Medie Inferiori di Bricherasio e Bibiana, rispondendo in seguito alle loro domande. Alle 10.30 sarà
a Torre Pellice, nell’Aula Sinodale, dove si rivolgerà agli alunni delle medie
inferiori e superiori di Luserna e Torre Pellice.
La sera stessa, alle ore 21, è in
programma una serata per gli adulti
(sempre neH'Aula Sinodale), con proiezioni e dibattito. La popolazione è
invitata a partecipare numerosa.
TORRE PELLICE — La prossima riunione del Comitato Difesa Ferrovia avrà luogo martedì 20 maggio alle ore
21 presso la Sala Consiliare del Comune di Torre Pellice.
All’o.d.g.: 1) le risultanze dell’incontro che avverrà a Torre Pellice il 14
maggio tra Regione, Provincia, Comuni
e Sindacéti per la formulazione finale
dell'Ipotesi di razionalizzazione del servizio Pinerolo-Torre Pellice da presentare al Ministero del Trasporti; 2) esiti
della Conferenza orafi ferroviari 1986
che si terrà a Torino il 16 maggio, organizzata dalla Camera di Commercio,
e alla quale parteciperà una buona rappresentanza della Valle.
Amnesty International
TORRE PELLICE — Giovedì 15 maggio, ore 17, avrà luogo una riunione
al Centro d’incontro con il seguente
o.d.g.: a) proseguimento della campagna per il Sud Africa; b) nuova A.U.
per gli studenti del Mali (Africa); c)
esame delle mozioni presentate alla
Assemblea di Rimìni; d) promozione
e sviluppo nella Val Pellice.
Dibattiti
PINEROLO — Mercoledì 21 maggio
ore 20.45 presso il Centro Sociale di
vìa C. Lequio il Comitato di Solidarietà col Nicaragua organizza un dibattito sul tema; Costituzione, leggi, democrazia nel Nicaragua oggi. Introdurranno; Amos Pignatelll e Pier Luigi
Zanchetta.
Concerti
POMARETTO — IL Gruppo Giovani
della chiesa valdese organizza per sabato 17 maggio ore 21 nella chiesa
valdese un concerto sul tema: « La
musica d'assieme nel barocco ». Ingresso libero.
LUSERNA — Il Concerto dell’Associazione Riky Haertelt previsto per il
17 maggio non avrà luogo per un incidente occorso ad uno degli artisti.
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12
12 uomo e società
16 maggio 1986
PACE E OBIEZIONE DI COSCIENZA ALLE SPESE MILITARI
SERATA SUL SUD AFRICA AD AGAPE
La crescita
deH'imprudenza
Solidarietà
col popolo nero
Si ritorna a parlare con più
insistenza, ed anche con maggior
cognizione di causa, di obiezione
di coscienza alle spese militari.
Dopo alcuni anni, durante i quali il problema era conosciuto e
vissuto da una piccola, seppur
significativa, pattuglia di obiettori, la questione diventa di pubblico dominio per almeno tre
cause: i primi pignoramenti nei
confronti di chi ha obiettato nel
1981, l’appello dei vescovi veneti « Beati i costruttori di pace »
seguito da analoghe prese di
posizione di vescovi e religiosi
di altre regioni, la recente pubblicazione della sentenza della Cassazione che dichiara fuorilegge
l’obiezione fiscale e prevede la
Condanna da 6 mesi a 5 anni i>er
chi la propaganda.
Gli evangelici italiani, pur attenti al problema, che l’anno
scorso è stato discusso in tre
Conferenze distrettuali, hanno
finora dimostrato prudenza nei
confronti dell’obiezione fiscale
alle spese militari. Perché?
Tensione dialettica
Credo innanzitutto perché l’obiezione fiscale è un atto esplicito di disobbedienza civile e
quindi mette in discussione i
nostri rapporti con lo Stato;
mette in discussione cioè alcune
delle radici stesse dell’essere protestante.
Il protestante vuole vivere nella « società degli uomird », alla
pari con gli altri cittadini, con
senso di responsabilità e di servizio; aU’interno di questa « vita
• L'Eco delle Valli Valdesi »: Rea.
Tribunale di Pinerolo n. 175.
Redattori: Giorgio GardioI, Paolo
Fiorio, Roberto Giacone, Adriano
Longo, Giuseppe Platone, Sergio
Ribet. Comitato di redazione; i redattori e; Mireiia Bein Argentieri,
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FRANCO GIAMPICCOLI
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Subalpina - 10066 Torre Pellice (To)
sociale » egli porta la sua testimonianza di credente, testimonianza individuale e collettiva.
Il protestante non ha un’altra
società da proporre come chiesa (non è integralista), ma all’interno di questa società egli
vuole portare il suo contributo
per l’afCermazione di valori che
sono di tutti gli uomini: libertà,
giustizia, eguaglianza, pace; valori che se affermati e vissuti collettivamente non lEisciano la società così com’è, ma producono
trasformazioni profonde. Il suo
pulpito, l’imico pulpito dal quale vuole parlare è quello della
vita: vivere con coerenza e responsabilità.
L’« altro » è il Regno di Dio,
ma non siamo noi a costruirlo.
Ci sarà dato (è la nostra fede).
Ne abbiamo avuto un’anticipazione in Gesù Cristo, il véro uomo;
« un Dio fatto uomo, per cui
Dio sa essere uomo meglio degli
uomini, e gli uomini devono imparare da Dio che cosa significhi
essere umani », come ci ha recentemente ricordato Paolo Ricca.
Il protestante, quindi, nei suoi
rapporti con lo Stato è continuamente sospeso tra due poli:
— da una parte si riferisce
alle parole di Gesù, in Matteo
22, « Rendete a Cesare quello
che è di Cesare » ed alle parole
dell’apostolo Paolo, in Romani
13, « Ogni persona sia sottoposta alle autorità superiori»;
— dall’altra non può ignorare
le parole di Pietro (Àtti 5: 29)
« Bisogna ubbidire a Dio anziché
agli uomini».
E’ una tensione dialettica che
non permette al protestante cM
disubbidire alle leggi con facilità e superficialità. Questa posizione ha fatto sì che, salvo rare
eccezioni, i protestanti italiani
non praticassero l’obiezione di
coscienza al servizio militare,
quando questa era fuorilegge. In
seguito, invece, fu assunto e valorizzato l’impegno per il servizio civile alternativo, che coinvolge oggi molti giovani evangelici e nìOlte opere e chiese evangeliche.
Naturalmente le riflessioni sin
qui fatte, forse anche un po’ approssimative, si riferiscono ad
un protestante teorico. Nelia
realtà non tutto è così conseguente e trasparente; mi pare
però che im nocciolo di questo
tipo, a volte profondo e nascosto, a volte più affiorante, esista.
La « prudenza » protestante
non ha però impedito che nelle
lotte per la pace in Italia, nate
dopo la decisione dell’installazione dei missili a Comiso, gli evangelici italiani si ritrovassero in
prima linea. Mi ricordo una
manifestazione a Riesi dei giovani della EGEI provenienti da
tutta Italia per l’imminente congresso nazionale, organizzata con
la comunità locale, pochissimi
giorni dopo la comunicazione
della scelta, di Comiso (7 agosto
1981). In seguito, l’ordine del
giorno del Sinodo 1982, la presenza attiva ai blocchi della costruenda base missilistica, nell’estate del 1983 (vere e proprie
azioni di disubbidienza civile), la
massiccia partecipazione alla
manifestazione di Roma del 23
ottobre '83, — per fare solo qualche esempio — hanno dimostrato quanta « sensibilità imprudente » sia cresciuta nelle nostre
chiese. E’ stato un atteggiamento convinto di una parte consistente, ma pur sempre minoritaria, dei credenti evangelici italiani, oppure una presa di coscienza diffusa e radicata nel
corpo delle comunità protestanti
del nostro paese? E’ una domanda a cui è ancora diffìcile ri
spondere, soprattutto in ima fase di indubbio calo di interesse generale su questi problemi.
Motivazioni più alte
Ma torniamo alla questione
dell’ubbidire a Dio piuttosto che
agli uomini; un non credente
forse parlerebbe di ubbidire alla
propria coscienza. Un giorno
M. L. King disse: «Se le leggi
degli uomini non sono giuste, siamo pronti a soffrire lealmente a
motivo di queste leggi, in nome
di leggi più alte »; è quanto ha
ricordato anche il Moderatore
della Tavola valdese nel recente
incontro con il presidente della
repubblica Cossiga alla Facoltà
valdese di teologia, riferendosi
al problema degli stranieri in
Italia.
Quando scattano queste motivazioni più alte? Questo mi pare
il nodo centrale e questa è la
risposta della teologa tedesca
Dorothee Scelle: « Quando è in
gioco la vita, che non è nostra,
che è un dono di Dio »; naturalmente non si riferisce alla sopravvivenza, ma alla vita nel
senso più pieno del termine. La
vita mi sembra in gioco:
— quando degli uomini sono
costretti ad uccidere, contro la
loro volontà, altri uòmini, pena
la loro stessa vita. E’ il caso
della guerra;
— ancor più quando la guerra
diventa genocidio, sterminio (in
presenza di armi nucleari, chimiche e batteriologiche);
— quando un paese si prepara
alla guerra nei confronti di altri paesi: si prepara a sopprimere la vita con le armi;
— quando viene perpetrata
l’ingiustizia sociale ed economica verso il popolo del proprio
paese o verso altri paesi, come
nella situazione attuale di sopraffazione e rapina sistematica
del Nord verso il Sud del mondo.
Credo, allora, si possa dire
che tutte le volte che le lèggi Od
il comportamento dei governanti minacciano la vita di un essere umano è giusto — in nome
della legge superiore — disubbidire, perché compito fondamentale dei governanti è quello
di « servire » il popolo, costruire il bene degli uomini e delle
donne in ogni parte del mondo.
Mi si obietterà: ma in uno
stato democratico esistono i metodi democratici, in primo luogo le elezioni, per cambiare le
leggi ingiuste; le leggi sono espressione della volontà popolare attraverso i suoi eletti, ecc.
Costituzione violata
Ma quando lo Stato stesso (il
governo in particolare) viola e
disattende la legge più alta che
il popolo si è dato, la Costituzione? L’art. 11 dice: ’« L’Italia ripudia, la guerra corne strumento di
offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali... ». Belle parole, sempre
citate nei discorsi ufficiali, ma
violate e disattese:
— con l’installazione dei missili nucleari a Comiso (la cui decisione di lancio è totalmente in
mano ad uno stato straniero),
con la quale l’Italia ha rinunciato alla sovranità nazionale
ed ha aperto la possibilità di
diventare un paese aggressore
su decisione del governo di un
altro stato;
— con la costruzione di sistemi d’arma quali la portaerei Garibaldi (quando mai una portaerei è difensiva?) o gli aerei Tornado;
Un momento « forte » dell’VIII
Congresso della Fgei è stato
senza dubbio la serata del 2 maggio, dedicata alla solidarietà con
il popolo nero del Sudafrica. A
portare il saluto dell’African National Congress, il principale movimento di opposizione al regime deH’apaftheid, è venuto Benny Nato, rappresentante ufficiale
deirANC in Italia. Si è trattato
di un saluto tutt’altro che formale: Nato ha rivolto ai congressisti un discorso coinvolgente e vigoroso, che ha rappresentato anche una significativa
testimonianza di fede nel Signore.
In un breve ed efficace excursus storico sono state infatti
tratteggiate le vicende della dominazione bianca e della resistenza nera in Sudafrica, a partire dallo sbarco dei naufraghi
olandesi sulle coste del Natal
(1652), fino ai massacri di Sharpeville 0960) e Soweto (1976),
e allo stillicidio di sanguinose repressioni di quest’ultimo anno.
Benny ha fatto notare più volte la duplice veste delta sua presenza al Congresso: rappresentante di un popolo oppresso (oltretutto cristiano, e protestante all’80%), e al tempo stesso
giovane evangelico in mezzo ad
altri 250 provenienti da tutt’Italia.
Il discorso di Nato, che ha
avuto momenti di eccezionale
commozione e partecipazione, ha
fatto toccare con mano cosa significa, e quale impegno implichi, la solidarietà con i fratelli
e le sorelle che in altre parti del
mondo lottano per la giustizia.
E il ringraziamento che egli ha
rivolto al Congresso per il nostro impegno contro l’apartheid
è stato talmente caloroso, convinto ed affettuoso, da far riflettere per contrasto a quanto ancora frammentario, episodico, delegato a pochi sia questo, a quanto grande sia la nostra responsabilità di cittadini di un paese
che, di fatto, ancora sostiene il
resime razzista di Pretoria.
Al termine dell’intervento di
Benny Nato, l’assemblea in piedi,
tenendosi per mano, ha intonato
« We shall overcome ». Anche
Benny Nato
questo è stato un forte momento
collettivo di confessione di fede,
e di « sp>eranza nel tempo di
Dio », tanto per citare il motto
del Congresso: speranza nel tempo di Dio che viene e che afferma la Sua signoria nel mondo,
contro i regni deiringiustizia,
della guerra e del razzismo.
La serata si è conclusa con 4
brevi messaggi di solidarietà con
la lotta del popolo sudafricano,
rivolti da Eileen Bagdoian (della
chiesa presbiteriana degli USA),
da Hugo Armand Pilón {della
chiesa valdese del Rio de la Piata), da Giselher Hickel (segretario del Servizio Ecumenico Giovanile della chiesa evangelica
della RDT), e da Manuel Quintero (segretario mondiale dell’MCS).
Il banjo di Claudio Dina, veterano dei <t campi cadetti » di
Agape e cultore di folk americano, ha allietato la serata tra un
intervento e l’altro offrendoci
esempi di musica blues e gospel,
legata alla vita e alla fede del
popolo nero americano.
Giorgio Guelmani
— con la missione in Libano,
nella quale senza decisioni del
Parlamento ma soltanto mediante lo scambio di lettere d’intenti tra ambasciatori, ci siamo
schierati militarmente, fuori dai
nostri confini, a fianco di una
delle fazioni in lotta;
— con la vendita di armi a vari paesi, i cui meccanismi sono
nascosti anche al Parlamento dal
segreto militare;
— con l’adesione alla nuova
strategia della NATO (dicembre ’82), secondo la quale anche l’Italia si impegna ad « intervenire in tutte le zone del
mondo nelle quali siano- minacciati gli interessi vitali dei paesi dell’Alleanza atlantica ».
L’elenco potrebbe continuare,
ma credo sia sufficiente a far sì
che un orecchio anche molto
ragionevole e prudente recepisca che occorre fare qualcosa,
occorre opporsi in qualche modo. La mia impressione è che,
in una democrazia articolata
come la nostra e le cui forme
tradizionali di rappresentanza
sono piuttosto in crisi, delle forme di protesta e di opposizione
concreta, quale Tobiezione fiscale alle spese militari, siano un
elemento importante e significativo proprio di salvaguardia e
di avanzamento della democrazia.
Si tratta', oltfetutto, a differenza di altre forme di obiezione,
di un’azione che ogni cittadino
può intraprendere, naturalmente correndo qualche rischio.
Senza farla diventare un’ideologia o una strategia comunque e
sempre valida, ma molto più sobriamente considerandola un
mezzo limitato e provvisorio per
tenere aperti gli occhi e la discussione sui problemi della corsa agli armamenti, dell’utilizzo
delle risorse economiche, del
concetto di difesa, in una fase
storica nella quale la ragione
delle armi sembra nuovamente
prendere il sopravvento sulle
armi della ragione.
Aldo Ferrerò
NOVARA E VERCELLI —
« Spettatori o costruttori di pace? ». si chiede un manifesto diffuso nelle Provincie di Novara
e di Vercelli, che si conclude con
un invito alla obiezione fiscale.
Accanto alle firme di preti,
casalinghe, lavoratori, disoccupati, sindacalisti, politici, pensionati, di gruppi come LUDI, la
FOCI, collettivi femministi e comitati per la pace, troviamo le
firme di Paola Di Lorenzo, Renato Di Lorenzo, pastore evangelico in Vercelli, Agostino Garufi, pastore evangelico in Intra
e Verbania, e l’adesione della
chiesa evangelica di Omegna.