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ANNO LXXVI
TORRE PELLICE
<AWTÓ SACRO
F 'E S T £ DI CANTO ^Corali)
Domenica 5 maggio ; Festa di Caatò per le Corali della ya! S. Martino. Ore 15. Tempio di
Pinerolo. L'e Corali sono pregate di trovarsi
alle ore 14 nelTaula adiacente al Tempio per
la prova d’insieme.
Domenica 12 maggio : Festa di Canto per le Corali della- Val PelHce. Ore 16. Tempio di:Torre
Pellioé. Le Corali sono pregate di trovarsi alle
ore 14 nella Casa Valdese (sala del Sinodo) per
la prova d’insieme,#
Onde evitare una perdita di tempo prezioso,
dato che le singole Corali sono ora impegnate a
fondo nella preparazione dei cori per, la Confermazione dei Catecumeni e per Pasqua, precisiamo sin da ora le strofe degli inni a suo tempo indicati. che verranno cantate dalle Corali riunite.
In tal modo la preparazione degli inni cantati m
comune ne risulterà più accurata.".
Innario Italiano ■. Inno 5 (1-2-3); Inno 184 11-2);
Inno 110 (1-2).
Psaumes et Cantiques : Inno 9 (1-2) ; Inno 175
(1-2-3); inno 228 (1-2).
Della <( Cévenofe » verranno cantate le quattro
strofe, di cui la prima all’unisono.
* * *
FESTE DI CANTO (Scuole Domenicali)
A'
'I ■
Domenica 19 maggio : Fèsta di Canto delle Scuole
Domenicali della Val S. Martino - ore 15 Tempio di San Germano..
Domenica 19 maggio - Festa di Canto delle Scuole Domenicali della Vai Pellice - ore 15 - Tempio'di Torre Pellice.
La Contraissione prega i Signori Pastori di voler annunziare dal pulpito le date delle Feste di
Canto e, data l’esiguità dei suoi fondi, osa sperare ohe le collette fatte, alla fine di queste singole manifestazioni le saratmo devolute.
Data la attuale situazione tóatecWe ed econo
--4<g—Qdiì«1ì wopitniitS'. 'pcn#
nerate dall’offrire il pur cosi simpatico e tradi
it
■ tous les hommes. Son regard plongeait dans
le mysteffr à jamais insondable de 1st Rédemption. Il connaissait la puissance de Satan. L’aurait-il renversée?
— Jésus par amour se solidarisait devant
Dieu .avec le monde coupable; il s’offrait en
victime afin de détourner le châtiment qui
allait fondre sur les pécheurs. %
Ce qui rendait son angoisse si poigante
c’était la vision dés douleurs sans nom que
les hommes avaient déjà souffertes -à.cause
de leurs péchés. C’était la vision dà jugements divins qui devaient se manifester à
l'avenir: c’était la vision du péché que, ses
compatriotes allaient commettre. IJ'àurait
voulu éviter la .nécessité d’une expiatioi) qui
chargerait Tâme de son peuple du plus noir
de tous les crimes. Abandonné des hommes
Jésus souffre de la part des hommes en tant
qu’il* est le Christ; abandonné de Dieu, Jésus souffre de la part de Dieu en tant qu’il
est hommes, à notre place .
Rejeté de la part de la terre et rejeté du ciel
Jésus n’a plus un lieu où reposer Sa tête. Il
porte en lui tout ce que nous faisons subir
à Dieu et tout ce que Dieu doit nous faire
subir,,
Jésus souffre à la fois l’injustice del’homme et la justice de Dieu. En présénce d’une
telle souffrance, l’âme ne demande qu’une
1 chose: adorer! Adorer le mystère de l’agol
i
nie dé Jésus dans (( un jardin non de délices
comme le premier Adam, où il se perdit et
tout le genre humain ; mais dans un de supUces, où il s’ést sauvé et tout le genre humain ». R.
X
O RIS-VEGlÿATï... O NULLA
V -ïnm .^P.PllÎttTl 4^.ntlr 1rnt^r^CC<n rylt or*fi/s^1í J! O I rAaffô iacci:kn7Ìa1e» . il
gior
zionale ricevimento ohe di solito chiudeva
nata della festa di canto.
La Commissione Canto Sacro.
LE JARDIN
Père... détourne de moi cette
<< Abba,
coupe I».
— Pourquoi ce cri?
— Exprime-t-il le regret d’une décision inconsidérée ?
—f Non! (I Ils étaient en chemin, pour
monter à jéru.salem. et Jésus marchait en
avant, les disciples étaient saisis d’effroi, et
la crainte s’était emparée de ceux qui le suivaient. .
Prenant encore avec lui les douze, il se
mit à leur dire ce qui devait lui arriver: .voici nous montons à Jérusalem, et le Fils de
l’homme sera livre aux principaux sacrificateurs et aux scribes dt Us le condamneront
à mort.... » J
— Exprime-t-il la crainte de la mort?
— Nan! La mort ne surprend pas Jésus;
eüè s'était présentée à Itli comme possibilité
au débout de son ministère .comme nécessité
plus tard. 11 fallait qu’il meuré!
— Exprime-t-clle la frayeur des souffrances physiques? ’^î
— Non iLa mort sur la croix était affreu
. . <
sfi : sa V'sinn angoissante :‘nul doute. Mais
que Jésus ait été plus faibl^ que le brigant
oui, sur la croix même, plafentait, c’est inconcevable, cette faiblesse s|rait un démenti
9 toute sa vie. ï
•'1^. seguito con interesse gli articoli di G.
M. Giràrdet riguardanti il nostro dovere di
s evangelizzare sempre, dovunque e con ogni
mezzo la nostra Patria. D’accordo con lui ;
0 evangelizziamo e illuminiamo le tenebre
che ci circondano - e non solo un angolino
della notra Patria- - uscendo fuòri dalle torri d avorio in cui ci siamo chiusi, oppure
non abbiamo ragione d’esistere; o continuiamo ad essere protestanti (participio presente
del verbo protestare) contRO..ogni errore, ogni éVesia, ogni superstizione, ogni mammonismo ed ogni forma di paganesimo, oppure
saremo piano piano' riassorbiti dalla gran
massa di scettici,, agnostici, indifferenti biaTei cìfe ¡rrrfrgshdà.’Diò
— Exprime-t-il l’effroi d’une catastrophe
qtt' devait anéantir son œuvre.?
Mon! Un voile, pour un,,istant, peu lui
cacher la volonté du Père, mais fésus ne doute nP^ .son œuvre ni de l’avenir ; royamme de Dlèii^n’cst pas une chimère.
■— Fxpr’me-t-j! «l’ignominie de la icroix»
dont.parle réoltre tjux Hébreux? ,
Non! La croix“é^it, il est vrai,.scandale pour les Tuifs, folm»,çour les gentils; la
crucifixion était une peirïb^^ infamante, une
exposition au pilori, une Exhibition pour
l'exemple, un avertissement public aux passants. Mais, après tout, Ce qu’il fallait c’était la mortj,de .Jésus, qqfimportait la forme
dî cette mort? f
— Et alors? |
— Jésus savait que dés cette coupe qu’il
devait boire il y avait le ^ché de l’humanité
dont sa mort devait êtreTexpiation, Ce moment aurait été unique''dans l’histoire; il
sentait sur lui. auteur de lui les péchés de
il quale è sempre fedele alla Sua Paróla',
rimuove dal lor posto i candelabri spenti e li
mette da parte come cosa inutile.
Spero che tutti i credenti evangelici siano d accordo sul bisogno d’una intensa, larga e perseverante campagna evangelistica
della nostra patria, che in fondo non conosce
ancora il contenuto integrale dell’Evangelo
puro del Cristo.
Ma come giungere a questo lavoro evangeUstico 0 missionario della nostra Chiesa?
E da molti anni che battiamo il passo e che
stiamo sulla difensiva, quasi trincerati nelle
nostre chiesuole come tanti monaci laici. Lasciamo stare le cause di questo stato di fatto ,ma una cosa debbo dire però ; che da profeti ci siamo trasformati in sacerdoti o meglio in parroci (non tutti, grazie a Dio, però),
e come tali continuiamo a vivere malgrado la
libertà di cui godiamo, ' malgrado la nostra
stessa vocazione e malgrado gli appelli reiterati di tanti « Macedoni » che ci gridano ;
Venite e soccorreteci!
E’ la Chiesa tutta che deve evangelizzare
e non solo alcuni pastóri. E’ nella Chiesa
tutta quanta che bisogna risvegliare lo spirito evangelistieo. Ma questo s’innesta solo
sulla fede profonda e sulla vera consacrazione. Ed è perciò un risveglio di fede e di
zelo ardente che ci vuole nella nostra Chiesa.
Starno sempre lì ; ovunque è la stessa ne cessità : risvegliare la Chiesa di Cristo, far
sii eh’essa sorga in piedi, stia salda nella sua
fede veramente evangelica, sia coerente. Allora essa parlerà, evangelizzerà vicino e lontano, con metodi vecchi e nuovi, avrà le sue
opere di carità e porterà il .suo contributo alla soluzione delle piaghe sociali. Le vocazioni e i mezzi per tutto questo non mancheranno.
realtà essenziale ; il Risveglio (quello vero,
quello che fa fremere uri popolo o una Chiesa, quello che comporta il ridestarsi della
coscienza morale è della sana pietà) lo produce Iddio, mediante il Suo Santo Spirito.
Verità lapalissiana certo. Ma quante resistenze trova io Spirito di Dio per lavorare in
noi e attorno a noi! Ora lo Spirito spende là
ov’è invocatp,; u Veni, Creator Spiritus!»
Perciò il ^ezzdf'più adatto per questo è la
pregierà, laf preghiera che rispetta le condizioni che Dio fe ha poste nella Sua Parola.
Molti di noi in questi ultimi dieci anni hamno coinpréso ‘èfò ; il Signore stesso ce lo fa
comprendere setripre rri^Ho.*'Si tratta ora di
eorninciare anche da nbi quel lavoro lento,
nascosto, fatto in profondità (non avremmo
dovuto far questo in questi ultimi anni?) mediante la preghiera individuale o a gruppi, istituendo in ogni Chiesa nostra, grande o
piccola, una riunione di preghiera p>eriodica.
In questa lotta nascosta, in questo combattimento in ginocchio c’è posto per tutti, per
grandi e per piccoli, per colti o per ignoranti,
per giovani e per vecchi, per sani o malati,
per membri di una Chiesa numerosa o per
isolali.
Tutte queste preghiere dettate dalla fede
e per una causa santa giungeranno al Trtmo
di Dio e il Signore non lascerà inascoltato il
grido dei Suoi figli che giorno e notte gridano a Lui.
, La .storia dei risvegli religiosi ce lo dice :
^ dove si è pregato con fede e perseveranza 1
risvegli religiosi sono nati; lo spirito di preghiera è stato come l’incubatrice che ha
dato al risveglio il modo di manifestarsi. Abbiamo conosciuto Chiese e Unioni giovanili
. in cui si te,nevano riunioni di preghiera set^’timanali; erano in esse zelo, amor fraterno,
entusiasmo evangelistieo, alta moralità, aiuto
P'^J'dono reciproco, amore vivo per la Pa^'rola; la testimonianza della Chiesa presso
« quei di fuori » era efficace. Mentre in altre dove non si tenevano riunioni di preghiera (eccetto che una volta all’anno quelle di
prammatica indette a novembre per la gio|ventù c in gennaio per la Chiesa) c’era tie■|pidezza, impurità nascosta e palese, maldi^-cenza, egoismo, infedeltà, e quindi una te^’stimonianza debole e incoerente.
La morta
ì'gora ove lo Spirito non è più ascoltato.
ÌCosa stiamo a fare allora noi operai del
Sii ■
Ma come risvegliar la Chiesa? Con quali
mezzi e metodi? Chi vuole accentuarè l’ortodoSsia riformata, tornando alle dottrine dei
grandi riformatori; chi vuole un ritorno alla
liturgia evangelica delle grandi Chiese rifortnate come la luterana o ranglicana; chi parla di risvegliare la coscienza morale prima di
ogni altra cosa; chi combatte strenuamente
per istituire in ogni casa Ì culti di famiglia
cerne nel buon tempo antico; chi vuole aumentare gli anni di catechismo; chi propugna Tincremento delle visite pastorali e chi
vuole lanciare campagne d’appello o « revivalistiche... » Tutto questo per risvegliar la
Chiesa, e ciò ci rivela che li problema del
risveglio religioso è di primaria importanza,
ma quei mezzi sono per lo più inefficaci, perchè molti di essi dovrebbero essere frutti del
'•’«veglio e anche perchè si dimentica una
|Signore? Cacciamo via ogni spiritp parrocichiale. ogni amor del quieto vivere e non dia, moci pace finché non sfidiamo il mondo e i
fniziamo
questa lotta in ginocchio. E come i
j|genitori o i buoni educatori cristiani ogni
mattina e ogni sera insegnano ai bimbi la
Fpreghiera, finché questi sanno dirla da sè,
posi noi continuiamo a lavorare presso le anime singole finché le portiamo alla maturità spirituale, quella di saper esprimere al
fPadrc la loro personale preghiera sincera e
^spontanea. Se nella nostra Chiesa abbiamo
•Inon fosse altro che una o due di tale persone, che hanno veramente imparato a pregare (non a recitar formule di preghiera, |mphe se belle), allora è possibile tener delle
periodiche riunioni dì preghiera. Vegliando
e perseverando in questo (Efesini 6 : 18-20),
i prima o poi riceveremo la grazia di un riave^glio reIigios(o. Allora, evangelizzeremo tutti
'e non colle nostre forze, ma con quella « po^.tenza » che viene dalTAlto. L. N.
Une lettre de Madame. Adolphe Jalla (née
Elizabeth Burger) aux parents des Vallées
Vaudoises, donne quelques détails sur les
derniers jours de notre frère et sur ses obsèques, qui peuvent intéresser les amis des
missions, qui sont également les amis de nûtre missionnaire M. Jalla‘. Les obsèques eurent lieu sur les deux stations de Mabumbu
et de Sefula, éloignées l’une de l’autre d’une
vingtaine de kilomètres.
jusqu’au bout Adolphe Jalla a gardé toutes ses facultés. H aimait à avoir près de lui
quelques collègues et à les entretenir des bèso'.ns de'la Mission. A sa femme qui chatitait à dem|^voix quelques-uns des cantiques
qu’il avait'"composé lui-même dans la langue indigène, il disait; «Que c’est beau».
Il était reconnaissant pour le moindre service qui lui était rendu et en particulier à ceux
qui l’avaient veillé pendant la nuit il recommandait d’allait se reposer. A M.r Seguin,
le missionnaire de Léalui, son plus proche
voisin, qui I avait remplacé souvent pour la
prédication et pour des baptêmes ainsi qu’à
son beau-frère, le missionnaire J. P. Burger, il donna sa bénédiction leur recommandant de veiller sur la mission du Zambèze
et de continuer l’œuvre des pionniers. C’est
ainsi qu’il partit, ne pensant jamais à lui-même mais priant jusqu’au bout pour l’œuvre
qu ,1 avait aimee et servie avec tant de fidélité. Il un géant de la foi et de J’amour.
•Le 18 janVer I. 9 heufeS'|'a''dépouille
mortelle fui portée dans l’église de Mabumbu. Une foule nombreuse s’y était rassemblée dès 5 heures du matin. Le missionnaire S. Seguin parla à cet auditoire ému et
on se disposa au départ pour la station de
Sefula. où devait avoir lieu l’inhumation. Le
cercueil fut placé sur une camionette où
pnrent aussi place M.me Jalla et M.lle Graziella lalla, tandis qu’uné seconde camionétte était à là disposition des autres missionnaires. « Voyage bien bien douloureux, dit Madame Jalla, après tant d’années où Tious
avions fait cette route ensemble pour l’œuvre de Dieu ». A Sefula la bière fut mise à
l egl.se. Il était midi. Des évangélistes
étaient là pour veiller. « A midi et demi j’allai aussi veiller jusqu’à deux heures où le
service commença ». Tous les blancs qui vinrent de Mongu, la station administrative apportèrent des fleurs en bouquets, en ’couronnes et en croix, et prirent part au service funèbre ainsi que les autorités indigènes. M. Seguin présida la cérémonie et
après quelques exhortations adressées à l’as^mblee, le Ngambela, premier ministre du
Gouvernement indigène, parla à son tour II
appela Adolphe Jalla lé «père de la nation »
qui, par sa longue vie et sa mort, pour le
peuple des Malozi « avait moulé la nation
sur un nouveau moule )>, puis s’adressant à
Madame Jalla et à M.lle Jalla :•« Soyez assurées, ditjl, que nous ne vous oublierons
pas. Vous n’êtes pas seules dans les larmes,
toute la nation pleure avec vous. Vous allez retourner dans votre village abandonné,
que Dieu vous donne la force de continuer
à vivre en suivant ies traces de notre père
qui nous a quittés».
Le cortège s’achemina vers le cimetière, à
quelque trois ou quatre cents mètres de l’église, et ce fut le moment déchirant du cercueil qui descend dans la tombe. La foule
des noirs tristes et silencieux écouta encore
avec émotion la lecture de l’évangile, on mit
sur le cercueil la couronne de fleurs préparée à Mabumbu, la station d’Adolphe Jalla,
puis les chrétiens placés sur les deux côtés
de la fosse commencèrent à faire glisser le
sable dans la tombe sans bruit. Ils étaient si
nombreux que bientôt le tertre émergea, bien
arrangé avec les mains seulement ,par respect, sans un outil. On y plaça les croix, les
couronnes et les bouquets, et on dit encore
un dernier adieu en chantant le cantique de
la séparation et du revoir aux pieds du Sauveur. La foule indigène pn silence reprit le
chemin des villages environnants émue de
tout ce qu’elle avait entendu et vu, et surtout du souvenir de celui' qui l’avait tant aî
7
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L'ECO-delle VALDES!
3»
^ -mée et qui lui avait consacré une vie de 56
■ans de travail immense pour l’amener à la
^ connaissance de Christ le Sauveur du monde.
Chers amis, approchons-nous de cette foule émUe et avec elle par la pensée, apportons
sur la tombe lointaine de notre vénéré missionnaire l’hommage de notre souvenir et de
notre reconnaissance.
A ces nouvelles qui nous airrivent du Zambèze, pennettez-moi, chers amis des mis„sions d’Italie, de vous signaler que les Directeurs de la Société des Missions Evangéliques de Paris, ont repris la publication du
Journal des Missions et du Petit Messager.
Les prix d’abonnement pour l’Italie ont été
fixés comme suit :
Journal des: Missions L. 70 - réduit pour les
pasteurs à L. 50.
Petit Messager des Miss. L. 30.
Les abonnements peuvent m’être adressés
directement à; 15, Via Umberto I - Torre
Pellice - et aussi à MM. Pellegrini & C. Torino. .
Je remercie dès à present . les anciens
abonnés, amis de la Mission, qui reprendront.
ainsi contact avec cette belle œuvre de la So-.
oiété des Missions, avec l’espoir d’en voir
augmenter le nombre.
i A, COÏSSON,
■ missionnaire en retraite.
Scuola’^^ latina
v^Siamo certi di fare cosa grata agli amici
della Scuola Latina di Pomaretto dando qualche notizia intorno al suo funzionamento in
questi primi mesi di vita e pubblicando un
primo elenco di contributi versati a favore di
questo benemerito istituto.
Come abbiamo a suo tempo comunicato
essa ha aperto i battenti di due classi a 29
alunni provenienti in gran parte dalla parrocchia. di Pomaretto e in parte da quelle di Villasecca, Perrero e San Germano. Un corpo insegnante composto
di 7 professori, dì cui alcuni con
prestazione gratuita, tengono regolarmente i
• ..'.n
corsi delle varie materie con tutta la serietà
e con tutto l’impegno che ci eravamo augurato dando’inizio alla ripresa di questa attività. L’orario seguito qi^otidianaroente consente, secondo la tradizione, la vacanza del
sabato permettendo agli alunni più distanti di
riprendere contatto con le proprie famiglie.
A Natale una ben riuscita festicciola preparata con amore dagli insegnanti ha riunito Alunini e genitori in una simpatica atmosfera di
gioia cristiana che ha dato una piova di quello ohe è lo spirito che anima quwiti sì dedicano aH’insegnamento in questa scuola. Fu
una grande 'soddisfazióne il vedere ripreso
dalla Scuola Latina il posto ohe aveva sempre occupato ne! passato nel programma della celebraziiffie del 17 febbraio. L'edific’o
stesso imbandierato in quella occasione espresse la sua nota di gaio compiacimento!''
Tutto ci permette di guardare con fiducia
all’avvenire di questa scuola cui auguriamo,
insieme con quanti si interessano a lei. crescente prosperità.
Diamo qui appresso un primo, elenco dì
i< Amici della Scuola Latina » ohe in modo
tangìbile e generoso hanno, dunostrato un
particolare interesse per questa risorta attività'della Chiesa e ohe ringraziamo sentitamente.
li
fi*
Gi»lera Valdo e Evelina (Petosa) t, loOO - Bounou*
r^erto (S. Germano), 1000 - Gay ClotìWe (Perosa), in
memoria Baldl-Garrou Alice, 500 - Gay TUdlna (Id.) id.
500 - Gay Giovanni (id.) id., .500 - Comando Battaglione E. Gay, distacemj^^^Q, Peroaa^, in memorie di
E. Gay, 3000 - Amici delia Svizzera a mezzo del Pastore Levy Tron, 2000 - Tj-on Vitale, Massello, 100 U .G. V. di Pomaretto, im^so serata, 5100 - Ferro
. Alterto, Viiilsecca, 10» - Alberto, td 100
Pons Alessandro, Id„ 100 - U. di Finerolo, 1000
- Prsndini Giovanni, Pomaiettoi tÌ8t - Grill Cario, Id-,
hi memoria E. Gay, 500 - Direzio^ Cofonihuo Valle
di Susa, 21.000 - Tron Giovanni. Peréij, in memoria
della moglie, tOOO - Baret Letizia e Guidò. Pomaretto,
il) memoria della mamma, 500 - Betix Armando, San
Gémano, 200 - Mtthieu Ersilia. Id.. 200 - Genre Elvira, Pomaretto, 50 - Balda Guiseppe', San Secondoi, 50
- Gay aotllde, Perosai, 1000 - Gay Anita, Id., tOOO Gay Giovanni, Id., 1000 - Avondetto Férrucclo e Eie.
sabetta,, Como, 1000. — Totale L. 42.600.
NB. 1 doni « Pro Scuola Latina » sòtio ricevuti con
riconoscenza oltreché della Ammlnlstrazloiie della Chiesa, da tutti i Pastori deUe- Valli e dal professori della
Scuola Latina stessa.
m.
L’incaricato :
Pastore G. Mathieu - Pomaretto.
LA PAGINA DELLA GIOVENTÙ
Gioventù valdese
Mentre da ogni parte si sentono esaltare il
godimento, la gioia, la spensieratezza caratteristiche dell'età giovanile. Fautóre di Gioventù Valdese si sforza invece di richiamare
i giovani al senso della responsabilità che incombe loro come eredi di una tradizione di
rettitudine e di fede. Sono vari episodi, direi quasi vari quadri, ohe si susseguono, esposti talvolta con brio e con una fine conoscenza della psicologia giovanile con le sue a»
spirazioni, il suo desiderio di azione e di
conquista, il suo liberei volo verso l’ideale :
episodi colti dai vero che mostrano tutte le
tappe talvolta faticose del cammino di coloro
che non hanno ancora la saldezza dell’età
matura, ma la sensibilità vibrante e pronta,
che non sono più bambini ma conservano ancora della fanciullezza l’ingenuità e la fede
sincera. ,
L’autore segue la gioventù nei suoi problemi più gravi ; quello di essere scrupolo
samente veritieri, di essere pura, di non piegare alle tentazioni più allettanti ohe possono
anche essere presentate sotto aspetto di cose
comuni come l’osteria, il cinema, i romanzi,
il ballo, che all’apparenza paiono insignificanti e che talvolta portano assai più danno
di quanto si creda per il poco scrupolo morale e i discorsi pieni di doppi sensi che li animano .
E con molto tatto ancora è presentato uno
degli argomenti più discussi al giorno d’oggi : il flirt.
Ogni giovane deve prendere delle decisioni nella vita.
Tutte queste decisioni hanno però bisogno
di una forza interiore che le promuova, altrimenti è difficile prenderle da soli e mantenerle. E questa forza è Cristo vivente nella
vita di ognuno, è la preghiera continua, è
la comunione che rende bella la vita e facile
la morte, che dirige^na esistenza verso l’altoinvece che alle bassezze del mondo.
Ai giovani che si affacciano alla vita, la
lettura di Gioventù Valdese riuscirà di aiuto
e di benefìcio spirituale.
Dopo la visita del pastore
A. GIRARDET
Vorrei fare il bilancio morale dell’opera
svolta in mezzo a noi dal Cappellano della
gioventù della Chiesa Nazionale del Cantone di Vaud.
£’ la prima volta nella storia della Chiesa
Valdese che un forestiero, animatore della
gioventù di chiesa visita ad una ad una le
Unioni giovanili di chiesa e parla ad imponenti assemblee di giovani nelle due valli.
Questo forestiero è cittadino di un paese
che da secoli è il nostro naturale sostegno e
rifugio, e che ora. primo fra tutti, ha inviato ai nostri sinistrati e bisognosi, segni tangibili di vera simpatìa cristiana.
Nell'accogli&re il Pastore Alberto Girardet con gioia e con gratitudine abbiamo voluto prima di tutto salutare e ringraziare tutti gli Svizzeri che hanno inviato alle Valli
generosi soccorsi e ci hanno sostenuti colle
loro intercessioni negli anni della prova.
Questo svizzero è inoltre un pastore scelto dalle autorità della sua Chiesa per essere
il cappellano di tutta la gioventù, in conformità di una deliberazione di un Sinodo che aveva, dopo matura riflessione, istituita tale
carica. Un pastore scelto fra i tanti per le sue
particolari doti di ((entraîneur» della gioventù. E’ dunque un pastore d\< élite » che
è venuto a trovarci.
Un pastore convinto della responsabilità
della chiesa verso la sua gioventù e del dovere della gioventù di operare e di prosperare
nella chiesa, prima che nel mondo. In questo
convincimento e in questa missione egli ha
l'appoggio delle Autorità della Chiesa Nazionale del Cantone di Vaud e la simpatia ognor
crescente della massa della gioventù del suo
paese.
Nella giornata dei Responsabili a Pinerolo — la più riuscita, la più utile e la più
nuova di tutte le manifestazioni unionisfiche
collettive — il pastore Girardet ha dimostrato in termini probanti il principio su! quale è
fondata la costituzione della «Jeunesse Paroissiale n del suo Cantone di Vaud. che è
lo stesso delle Jeune Eglise di Neuchâtel.
della Jeune Carde di Ginevra, della Junge
Kirche della Svizzera tedesca, di molti altri
movimenti similari in tanti altri paesi e identico al nostro movimento.
L’identità dei principi e delle rivendicazioni fra i due movimenti, quello italiano e
quello svizzero, colpisce infatti e invita alla
riflessione. Noi siamo sorti prima ancora della (( Jeunesse paroissiale » svizzera. Le cause sono state !e stesse; le possibilità diverse e diverse le condizioni di vita e d’ambiente.
Oggi però il movimento della Federazione delle Unioni Valdesi, anteriore a quello
svizzero, associandosi spiritualmente e fattivamente al potente movimento J. P. svizzero, trae novello ardire per la ripresa energica della sua opera dopo gli anni di guerra
e trova nella gioventù di chiesa del vicino
paese quell’aiuto fraterno, quella comprensione, quell’incoraggiamento, quelle possibilità di comunione e di scambi che gli saranno di grande utilità.
Ormai non siamo più soli. Sappiamo che
altri organismi di Chiese più potenti sono con
noi. L’isolamento nel quale siamo vissuti per
molti anni ha pesato sul nostro spirito e jui
nostri metodi. Ora. senza fissare dei limiti
al nostro ecumenismo, siamo in piena comilnione coi nostri fratelli svizzeri, e ne ringraziamo il Signore.
Il Pastore Giradet ha trovate alle Valli, in
tutte le parrocchie, delle Unioni Giovanili
Valdesi fortemente costituite e in tre parrocchie. accanto ad esse, delle Associazioni Cristiane dei Giovani e delle Giovani, le quali
in occasione della visita eccezionale si sono
unite alla gioventù FUV in esemplare spirito
di intesa valdese e in fraterno gaudio.
Egli ha altresì trovato un Comitato di
Gruppo che ha dimostrato la sua efficienza.
Partendo dal nulla ha annodato rapporti colla
Svizzera e organizzato la rivista del pastore
Giradet. I vari membri l’hanno accompagnato a turno, recando alle Unioni il messaggio
del Comitato stesso, e hanno preso parte attiva alla Giornata dei Responsabili e ai Convegni generali.
Coloro che credono nella necessità di Unioni Giovanili di Chiesa ma son contrari a
un Ente che ne faccia il collegamento, ne organizzi le attività collettive e fornisca 'alle Unioni stesse materiale di lavoro, debbono ricredersi. Senza parlare dell’anteguerra, tutto
ciò che s’è fatto nel dopo guerra per la gioventù delle Valli compresa la venuta del pastore Girardet non sarebbe stato possibile se
non pL'Sse esistito un Comitato di Gruppo.
E i vamaggi morali e material' che la gioventù e le Unioni riceveranno da contatti colla Svizze,-a sono possibili peichè c’è stato e
ci sarà un Ente che parla e scrive come rappresentante di tutta la gioventù valdese delle
Valli.
Da una attivTà sempre maggiore del CojiHttatc di Gruppo -risulterà un maggior affra- ,
tedamento per tutte le Unioni e tutta la gioventù. una migliore preparazione dei giovani
Responsabili che devono subentrare ai pastori. in breve volgere d’anni ,nei vari rami di
attività nelle vane cauche, e un aggiorr,.a
mento continuo rei metodi di lavoro rer il
bene della gioventù.
Quando si pensa che il lavoro svolto dal
Comitato implica grande dispendio di tempo
e di ene-gia, il soste.ier la sua opera rispoo
dendo sollecitamente alle circolari, appoggiandolo in ogni modo con la collaboraziooe
più varia e se necessario con suggerimenti
e critiche benevoli è dovere che tutti i Concistori c Pomitati direttivi delle Unioni debbono sentire.
** •
Ed ora se interroghiamo i giovani stessi e
chiediamo loro ; (( che cosa avete ricevuto da
Dio durante il soggiorno alle Valli del nostro
fratello d'oltr'Alpe ? » Vi diranno ciò che hanno detto a me ;
un risveglio dell’amore e delFinteresse per
la nostra Unione e per la nostra Chiesa, il
desiderio di lavorare seriamente e di prendere la nostra parte di responsabilità ;
un risveglio dell’aspirazione, naturale nei
giovani ma soffocata da tante forze demoniache, di diventare un carattere, di formarsi una coscienza, d’essere un cristiano completo,
con una fede ben fondata, con idee chiare
ed una vita onesta e pulita.
E ci diranno ancora che un’ondata di sana
allegrezza è passata su tuttf ed ha contribuito
a spazzar via tristi ricordi che ancora opprimevano gli animi. Ne avevamo gran bisogno! I! tipo del credente che spira gioia realizzato in Girardet, risponde all’ideale della
gioventù sana ed io son certo che i.n non poche coscienze è sorta la volontà di credere,
di vivere, di gioire come Girardet, e forse in
qualche cuore di giovane studMite è maturata la vocazione a diventare servitore del
Signore per impiegare la propria esistenza
a spandere certezza, nobiltà morale, vera
contentezza, in una concezione del pastorato,
forse nuova, senza tradizionale posatezza e
solennità, ma più adeguata alle esigenze delle nuove generazioni.
• • »
Facendosi interprete di questi sentimenti;
il Comitato* di gruppo nella sua seduta del
27 u. s. ha redatto il seguente Ordine del
giorno inviato alla Commissione Sinodale
(Tavola) della Chiesa Nazionale de! Cantone
di Vaud, che ha di buon animo acconsentito
I giovani
nelia chiesa
a che il Cappellano della sua gioventù, venisse a visitarci :
«Al termine di una lunga e bella seduta,
il Comitato del Gruppo Valli della Federazione delle Unioni Valdesi, dopo aver , fatto il
bilancio morale della visita del Cappellano sH
gnor Pastore A. Girardet, desidera ;
1 - ringraziare la gioventù del Cantone di
Vaud e ,i suoi dirigenti per tutto ciò ch’essi
hanno fatto e faranno per la nostra gioventùprovata materialmente e moralmente dalla
guerra ;
2 - esprimere la sua gratitudine per il dona più benefico e ohe maggiormente ci ha
commossi, il ministerio esercitato nelle nostre Valli dal Vostro Cappellano, il quale,
senza misurare le sue forze e senza riguardo
alla fatica di un programma molto carico, si
è speso giorno e notte, col buono e col cattivo tempo, per edificare, insegnare, divertire,
PfX X*sP9pdXí?, .ip ung , narola_, agli, appelli e
ai bisógni complessi della nostra gioventù e
delle nostre parrocchie;
3 - chiedere inoltre, vista l’assoluta identità delle origini, della natura, delle finalità
dei nostri due movimenti, di stringere sempre più i legami che uniscono le nostre due
Gioventù di chiesa ».
Riceveremo certamente in avvenire visite
di altri animatori della gioventù ; ma il pastore Girardet occuperà sempre un posto speciale nel nostro cuore, perchè accogliendo
egli con entusiasmo il nostro invito, è stato
il primo a portare alla nostra gioventù di viva voce e col tributo della sua persona, il
messaggio che rialza e che affratella.
Dio voglia che alla sua seconda visita la
Gioventù Valdese gli offra non più lo spettacolo di una primavera, rigogliosa, dopo il lungo inverno della guerra, ma lo spettacolo di
piena estate, quando già son ben visibili i
frutti del vicino raccolto.
Gustavo Bertin.
Il pericolo che il giovane si allontanasse
dalla Chiesa è stato più volte sentito e denunciato nel pa.ssato.
Non voglio qui ripetere le accuse reciproche che abbiamo sentito più volte lanciarsi 'e
due parti in conflitto : dihidenza, incomprensione, difesa di posizioni conquistate, purtroppo molto terrene, ed altre poco edificanti espressioni della nostra peccaminosità.
Non intendo col mio scritto lanciare dei
capi di accusa o istruire un processo : ma
vorrei piuttosto cercare, con l’aiuto fraterno'
di quanti vorranno seguirmi, di pofre''di
fronte ai miei giovani amici le responsabilità ed i doveri che incombono, particolarmente ad essi, nella vita di dna. comunità
cristiana. L’esigenza, che aittìie i più giovani
membri di una comuniUi prendano parte attiva alla sua vita, è^,-da alcuni anni, più fortemente sentita, e hón solo nella Chiesa Valdese ma in tutta quella parte del Protestantesimo che ha ritrovato, nella prova e nel
dolore, l’unità della Chiesa ed ha sentito rinascere come realtà, vivente ed operante m
sè, il mistico corpo del Cristo crocifisso e risorto.
La Chiesa non è una associazione di uomini, ma una comunità di peccatori che vogliono redimersi e redimere il mondo nel
quale sono stati mandati da Dio, la cui uni-
3
■
L’ECO DELLE VALLI VALÙtii
:f lì
'4'L''feì'
.....InLiL
La gioveniù Valdese all’uscita del Tempio di Torre Peilice
la
ca speranza sta nella grazia di Dio, che sola
li può giustificare.
Ho detto comunità, nella parola è insita l’iIdea di comunione; cioè che fra i membri vi
i’ è qualcosa di comune e questo è il peccato
I da una parte e la promessa dall’altra; noi porf tiamo il peccato nostro e quello dei nostri
¿fratelli, ma la promessa è rivolta a noi ed ai
^ nostri fratelli, come il Cristo ha portato la
I nostra croce e noi siamo salvati in Lui.
Pertanto in una comunità, se veramente
[ vuol essere comunione, non vi possono esI sere distinzioni fra giovani e vecchi, fra uo1 mini e donne, più che ve ne siano fra alti e
y bassi 0 fra biondi e bruni. Se può essere opjj, portuno che alcune attività della comunità
■ trovino esplicazione, a volte, separatamente,
‘ non è ammissibile che la vita di essa si mai nifesti in compartimenti stagno, anzi nego
I che tali manifestazioni _ particolari possano
l’ essere indice di vera vita della Chiesa. Se
I questa considerazione si può rivolgere a tutti
I i membri di chiesa, ritengo non sia inoppori tuno che, attraverso questa pagina dedicata
I’alla gioventù, vengano ricordati ai giovani
la possibilità ed il dovere loro incombenti
per la vita della chiesa tutta e della comunità particolare a cui appartengono. Il giovane
che frequenta regolarmente l’unione giovanltet-Tetteprende parté àttivà'"al canto,
alla preghiera, agli studi ed ai giochi è certamente encomiabile e dimostra uh interesse
alla vita di queU'organismo che è ^tato crea'
to per lui, ma questo organismo non è h
Chiesa. Se questo medesimo giovane diser
I ta i culti, le riunioni di preghiera, le assemI blee di chiesa, si rende colpevole di fronte a
; tutti i suoi fratelli, non sente la comunione
t che ad essi lo lega la promessa ohe ha fatta
nel giorno della sua confermazione. La Chiesa lo ha circondato in quel giorno del suo affetto, della sua fervida preghiera, affinchè
la grazia di Dio scendesse su di lui, ed oggi
il giovane dimentica la Chiesa che lo ha accolto nelle sue braccia. La Chiesa ha posto
nel giovane una speranza, gli ha chiesto che
unisse le sue forze a quelle dei suoi fratelli
per 1 avanzamento del Regno, ed oggi atten; de una risposta alla chiamata, che è vocazione di Dio. Ai culti, alle riunioni di preghiera, che sono assemblee di credenti, si
medita la parola di Dio, ci si umilia di fronte
- a Lui, si invoca da Lui la grazia redentrice,
Í si elevano i nostri cuori a Lui, a Lui si rende gloria ; nelle assemblee di Chiesa, che
sono ancora delle assemblee di credenti, si
cerca, con l’aiuto di Dio, consci della nostra
incapacità, un ordine per la Chiesa che vuol
essere Chiesa di Cristo, in tutte le sue implicazioni e responsabilità di fronte a Dio ed
al mondo.
In tutte queste assemblee deve manifestarsi l’apporto generoso e fattivo dei giovani, che solo in questo modo potranno essere
di esempio ai più anziani, ai più stanchi, ai
delusi ed agli scoraggiati od anche a quelli
più incalliti ^nel peccato. Non è col vantare
diritti 0 con l'accusare altri di incomprensione che si matura lo spirito di comunione,
che è alla base della Chiesa, ma sentendo
fortemente qual’è il nostro dovere e facendo
si che questo dovere si estrinsechi in manifestazioni visibili, Dio ci ha mandati sù questa terra, in questo preciso momento nel
tempo, con un compito stabilito; quindi noi
qui ed ora. dobbiamo agire, che vuoi dire testimoniare ; Dio non ha bisogno di manifestazioni visibili, ma il nostro prossimo sì ed
è nel trovare il nostro prossimo, nello scoprirlo, che sta la ragione della nostra vita
quaggiù; è nella simpatia col tuo fratello
(cioè nel soffrire con lui) che scopri la tua
vocazione, è nel costruire con lui. conscio
della tua incapacità, della tua peccaminosità,
fidando unicamente in Dio, che trovi la giustificazio.ne del tuo essere, del tuo vìvere,
del tuo operare. L. B.
La giornata dei
KÉSPONSABiLI
Abbiamo vissuto una giornata bella e proficua a Pinerolo, il 19 marzo, in occasione
della adunata dei responsabili nel seno delle
nostre Unioni giovanili Valdesi.
Immaginate una folta .schiera di giovani
aventi un qualche incarico nelle Unioni, uno
spirito sereno e fraterno, il concorso attivo
e prezioso del pastore svizzero Girardet,
una sana impostazione del problema dei rapporti tra la gioventù e. la Chiesa oltre che
della figura del a responsabile unionista n, e
avrete motivo di credere che la giornata trascorsa a Pinerolo non è stata senza risultati.
Il pastore L. Marauda apre il convegno con
un culto di circostanza. Dopo la lettura dei
messaggi del Moderatore e del pastore Tullio
Vinay, il primo relatore, il pastore E. Rostan,
tratta l’argoniento seguente : La funzione dell'Unione Giovanile nella Chiesa.
Il problema della organizzazione dell’attività giovanile, egli dice, e della formazione
.della personalità spirituale dei giovani si è
posto nel passato e si riprèsenta oggi alla nostra coscienza. Nella nostra Chiesa, come in
altre chiese all’estero, c’è stata una evoluzio-ne-nelte storia dei movimenti giovanili dalla
periferia al centro. Da una impostazione del1 organizzazione giovanile in senso extra ecclesiastico o super ecclesiastico si è passati al
riconoscimento che la Chiesa, prima d'ogni altra istituzione, ha il diritto e il dovere di curare Io sviluppo della personalità cristiana dei
giovani che le sono affidati. Questo processo di evoluzione^ non si è attuato senza ammettere, da un lato, la legittimità dei movimenti giovanili extra ecclesiastici nella loro
specifica sfera d’azione e, dall’altro lato,
senza ribadire il concetto che “la Chiesa!
corpo di Gesù Cristo sulla terra, ha la precisa, inalienabile responsabilità di condurre
al Salvatore cosi i giovani come i vecchi.
Da una nuova nozione della natura e
della missione della Chiesa cristiana nel
mondo, non più abbassata al livello d’una
qualsiasi istituzione cristiana, e da un rinnovato, intoresse della Chiesa per le membra più giovani del suo corpo, è nata l’esigenza di veder crescere e spiritualmente
.prosperare la gioventù nella sana atmosfera
della comunità che possiede il messaggio di
Gesù Cristo e tale messaggio annunzia per
la redenzione dei peccatori.
Questa concezione della vita e dell’attività dei giovani cristiani non è incompleta
come potrebbe sembrare. Nessun problema
d: nessun gener.e è estraneo alla vita della
oomumtà crisHana, perciò anche alla vita
dell Unione giovanile che è parte della comunità. Anche il problema ecumenico nrima ci! essere peculiare^ di altre organizzazioni religiose, è problema delle chiese II pencóle da .evitare è che l’Unione giovanile
diventi un organismo appartato nella Chiesa
0 addirittura un surrogato della Chiesa L’Unione non deve essere scopo a sè stessa, ma
deve affondare le sue radici nella comunità •
essa ha il compito di fornire alla comunità
preziosi elementi di servizio e di testimomanza.
* « •
Dopo un breve intervallo prende la parola
Il pastore Girardet. di Losanna, a Amate voi
Gesù Cristo?», domanda egli ai giovani; se
voi lo amate, non potete non amare la Chiesa che è il corpo di Cristo, vivente ed operante. Egli^illustra la situazione giovanile come si è venuta evolvendo in questi ultimi
unni ne! cantone di Vaud e la creazione della
gioventù di parrocchia, senza ohe questo termine abbia alcun che di restrittivo o dì offensivo per i giovani. La Chiesa ha il dovere
di seguire coloro che da essa sono stati condotti fino alla confermazione,- d’altra parte i
giovani non possono venir'meno al dovere di
amare la Chiesa e la prima forma di quell’amo’e è la presenza al culto domenicale, dove
Iddio di chiama come ad un appuntamento.
Qualé^deve essere il nostro, atteggiamento
verso i giovani che non frequentano la Chiesa? Dobbiamo andarli a cercare dove sono.
La Chiesa deve nuovamente far sua l’organizzazione delle ( cellule », che già fu sua e
poi fu adottata dal comuniSmo nella sua espansione, per condurre a Cristo coloro che vivono lontani da Lui.
« 4* * '
Nei pomeriggio, segue uno studio della signo-ina Evelina Pons sulla a formazione del
giovane unionista responsabile ».
I responsabili non sono dei piccoli o dei
grandi gerarchi nell’Unione, ma dei giovani
credenti i quali sentono il dovere di rispondere alla chiamata di Dio mettendo al servizio i^lla comunità e in modo particolàre dei
giovani i doni che hanno ricevuto. Sbaglia il
giovane responsabile se vuc._ ' la
'ria personalità in senso autonomo, cl .
se l’incarico costituito dovesse costituire'un
motivo di orgoglio e di affermazione personale. Per contribuire alla formazione di giovani respxmsabili nelle Unioni è necessaria
prima di tutto una preparazione spirituale e
culturale, poi una preparazione tecnica e pratica. ~
II giovane Sandro Sarti, dell’Unione di Torino, parla in seguito dei compiti del responsabile unionista. La gioventù 'Valdese deve
esprimere dal suo seno gli elementi che la
rappresentino i suoi responsabili. Essere responsabile significa essere al centro dell’organismo che deve vivere, non vegetare. I
giovali' non possono essere semplici esecutori degli ordini del Pastore; se vogliamo avere dei responsatùli, diamo loro delle responsabilità. ■*<:
Infine, il pastore Girardet conclude .con
un messaggio denso di fede e di spirito di
consacrazione, in cui assimila la missione del
gióvane responsabile di fronte al mondo allamissione di un ambasciatore : il giovane responsabile deve avere l’umiltà di chi rappresenta la Chiesa, deve appartenere alla Chiesa e conoscerne il mes,saggio, deve operare
per la causa della Chiesa e di Colui che ne
è jl Capo, deve anche soffrire nella fedeltà /
afeompito che gli è stato affidato.
Oltre a tutto ciò, ci sono stati dei canti,
dei giuochi, delle discussioni ; ci sono stati
dei brevi messaggi del Vice-^Moderatore e del
sig. Teo Bert. Concludendo, c’è stata una
calda, fraterna accoglienza da parte dell’Unione giovanile di Pinerolo, che ha contribuito
validamente alla buona riuscita della giornata.
E. Rostan.
F. U. V. - Gruppo Valli
LUNEDÌ DI PASQUA
[ineiDO Gmali a S. iNHOLOlEII
I DUE CONVEGNI
forre Peilice
Un ricordo veramente bened'etto quello del
Convegno di Torre Peilice, domenica 24 marzo. Alle 14, la gioventù ha cominciato ad affluire nel tempio, numerosa, compatta. Quando il pastore Girardet è entrato nel tempio
gremito di gente, le note possenti dell’organo lo hanno accompagnato coll’inno della
« Jeunesse Paroissiale » • a Nous n’avons
qu’un honneur au monde : c’est de servir notre Seigneur ! ».
C’era una calda atmòsfera di gioia e di
raccoglimento nella casa di Dio. In questo
ambiente di attesa il pastore G. Bertin ha
proposto l’argomento ài studio del Convegno f (( La foi de la feìmesSe réformée ». '
Ettore Serafino, delPUnione di Pinerolo,
si è allora alzato a parlarci della fede. Quaggiù, per fede, si intende assai spesso una
manifestazione attiva dell’uonio verso una determinata idea, verso un determinato oggetto. verso una determinata creazione della storia, dell’arte, della scienza, del pensiero; una
dedizione delle energie fisiche, intellettuali,
spirituali dell individuo per il trionfo di quell’iqea, per Taffermazicne di quell’oggetto.
Una fede che si limita a queste forme terrene, che si spegne col chiudersi della vita
umana, che si esaurisce nel mondo, si dissolve con l’inevitabile sfacelo del nostro organismo.
E questa la nostra fede? No, di certo.
L’attitudine a credere, a riporre la propria
fiducia in qualcosa, si è manifestata per gli
uomini nell adesione a determinati programmi d’azione e a determinati sistemi politicosociali. Noi dobbiamo entrare nella vita sociale 3 politica, ma come testimoni di un’altra fede, cioè di una fede in Gesù Cristo, il
quale devp essere Tispiratore di tutta la nostra vita. Solo nella impostazione cristiana
della fede e della vita possiamo operare per
l’avvento delia vera libertà, della vera giustizia, della vera pace.
Nel canto possente delle parole.’ <( E fino
a che un alito di vita m'avrò, l’eterna tua gloria ovunque dirò», la gioventù ha mostrato
di aver compreso il messaggio di un soldato
ad altri soldati di Cristo.
Dell’ogget/o della fede tratta il pastore Girardet. notando che la gioventù tutta e dovunque ha sempre una fede, ma, ciò che
conta più della fede stessa, è il suo oggetto ;
poiché, se l’oggetto della fede non è saldo,
essa conduce a delusioni ed a smarrimenti.
Noi crediamo nel Dio .rivelato in Gesù Cristo e in tutta la Sacra Scrittura. Non possiamo conoscere Dio se non studiamo a fondo la Bibbia che è il documento della Rivelazione. Inoltre, la gioventù riformata conosce Dio attraverso i sacramenti ; nel pane e
nel v;no della S. Cena, Dio è spiritualmenre presente in mezzo a noi in Cristo Gesù.
Quando la nostra conoscenza di Dio è cosi
sana e sicura, allora noi ci affidiamo a Lui
e. nella morte, andiamo verso là vita vera
ed eterna.
Un caldo appello ai giovani è sgorgato
da! cuore del pastore Bertin, perchè essi riprendano la loro Bibbia e la studino, perchè
amino la Chiesa e custodiscano la loro personalità cristiana in mezzo al mo.ndo.
Con grande umiltà il pastore T. Vinay ha
confessato che la nostra vita di giovani non
è quale dovrebbe essere; occorre purificare
il proprio cuore e mettere nel fondo di esso,
invece dei sentimenti incerti e vani, l’amore traboccante per Cristo e per i fratelli. E
il Vice-Moderatore, pastore R. Nisbet, con
il saluto della Tavola Valdese, ha rivolto
Tincoraggiamento a . stringere legami veri e
cristiani con la gioventù evangelica di altri
paesi.
La solenne benedizione finale pronunziata dal pastore Girardet ha trovato dei cuori
commossi e riconoscenti. A. Bosio.
\
Pomaretto
Domenica I7 marzo, alle ore 15, nel Tempio di Pomaretto, si è tenuto il primo Convegno generale della Gioventù Valdese in
occasione della visita alle Unioni del Gruppo-Valle del pastore A. Girardet. Presenziavano al Convegno circa 350 giovani* rappresentanti tutte le Unioni della Valle GermanaS'Ca-Chisone. Dopo la lettura della Parola
di D’o e la preghiera del pastore sig. Mathieu. il Capo-Gruppo presenta alla Gioven
Nel corin. del Collegio V,l.l ,e il P.„, air.rd.l è l■.„,„,„„„ dei glooclii ,,a le gl.,verni.
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tù Valdese U pastore svizzero sig. Girardet,
'animatore délia gioventù^della Chiesa Nazionale del Cantone di Vaiid. Successivamente
prendono 'la parola due unionisti : il dottor
C-aA» Theiler, presidente- deirUnióne-t di
Pinerolo, e la signorina N. Rostan,#.vicepresidente deU’Unione di S. Germano ChiSone. L’argomento'di studio è : Le témoignage de la jeunesse'».
Il sig. Theiler, citando l'allacciamento spirituale che semfre ha legato e lega le nostre Valli ai cari-fratelli in fede della Svizzera, dice che dopo la bufera, ora che al
mondo è stata ridata la pace, sia pure politica,, deve'^ regnare l’unità dello spirito. Alla
realizzazione di questa unità spirituale è chiamata la giovfentù valdese che deve uscire dal
suo isolamento nella Chiesa, nella Patria,
nel mondo, per camminare aH’avanguardia,
testimone della vera vita e della vera fede
cristiana. La sig.na N. Rostan traccia un sensibilissimo quadro delle nostre debolezze e
miserie morali e spirituali ; noi unionisti e
unioniste dobbiamo portare uria testimonianza vivificante di vita cristiana vissuta per il
trionfo del regno di Crbto.
Prende quindi la parola il pastore Girardet.
Volete voi sapere quäle combattimento, —
domanda il sig. Girardet — stiamo noi combattendo in Svizzera? Il combattimento contro « Les Chrêtiéns de Pâques et de Noël »
(penso alla parallela e purtroppo dolorosa
realtà che si verifica nelle nostre Valli) ; ebbene noi giovani dobbiamo essere dei testimoni e Gesù stesso l’ha affermato. Non si
va in Chiesa, nella casa di Dio, per questo o
per quel Pastore, per questo o per quest’altro motivo, in questa od in quell’altra occasione : se noi frequenteremo compatti, convinti, credenti, il culto domenicale e le altre
attività della nostra Chiesa, noi testimonieremo.
Prendendo, lo spunto da un processo che si
.sta svolgendo a Torino e descrivendoci la figura'del- giudice che interroga i testimoni
chiedendo loro ; ^ Siete voi a favore o a sfavore deH’intputato? siete voi pro o contro
rirtiputato? — egli ci addita il più orribile
processo che siasi mai consumato su questa
tetra, il «processe del.nostro Gesù», e aggiunge ■« Accuserei io il mio Cristo. Signore_del mondo, che non ha fatto nulla di male, '
che è venuto nel mcmdo per difenderci e redimerci dai nostri peccati? L’accuserete voi?
Sarete voi prò ò contro Gesù? ».
Si è constatato che i giovani mancano di
coraggio : perchè questa affermazione? Interrogate dei giovani e molti di essi vi risponderanno che nem sanno cosa sia la fede, che
non sanno con precisione in che cosa credono 0, se credono, non sanno ugualmente cosa dire in materia di fede religiosa. Perchè?
Perchè niancano in Svizzera (e non solo in
Svizzera) le armi per il combattimento.
« Conoscere la Bibbia. Aprire la Bibbia » :
ecco l’arma che noi giovani dobbiamo impugnare. E questa conoscenza, questo studio sia fatto neirUnione coll’ausilio e l’aiu-*
to del nostro Pastore... Credo non sia fuor
ri luogo accennare a due citazioni fatte dal
sig. Girardet. a proposito della Bibbia, in
due diverse ispirate predicazioni durante il
suo soggiorno alle Valli : l’una parago,np la
Bibbia ad una lettera vivente scritta in modo meraviglioso e incomparabile dal nostro
grande Padre Dio a tutti i suoi figli disseminati nell’universo; essa è là, messaggio
di fede, di conforto, di speranza, d'inconfondibile ed infinito amore; dobbiamo aprirla ! L’altra è che il solo pensiero di essere
i figli dei grandi riformatori, di quegli urm'ni che lottarono co-n tutte le loro forze rer
far saltare i chiavistelli che altri opponevano
al sacro lihjjo della Bibbia, ci induce a non
frapporre indugi di sosta, ma, sulPesempio
luminoso dei nostri padri (monito per noi
valdesi), a ritornare alla lettura e alla meditazione del Sacro Libro del Signore.,.
Questo compito è essenzialmente demandato a noi giovani, assolto il quale, molto facile sarà testimoniare. La testimonianza si
fa prima di tutto nel nucleo famigliare, nell’ambito della nostra Chiesa, nella sfera delle nostre amicizie e conoscenze. Sui campi
dello sport, nelle fabbriche, sui banchi della
scuola, nella società in genere, non mancano le buone occasioni per una testimonianza
che da molti è attesa, sentita, desiderata. Il
pastore Girardet accenna molto rapidamente, al doloroso fatto, alla triste constatazione eseguita dalla Chiesa che si vede annualmente sfuggire centinaia di giovani dopo il
loro solenne iñgresso nel corpo dei membri
di Chiesa..., giovani che vivranno alla periT.
feria delle attività religiose, quando non si
verifichi il caso, non infrequente, ch’essi taglino i ponti con la loro propria chiesa.
Ma attenzione al pericolo che sovente accompagna molte unioni; unioni che si restringono nella piccola saletta, vivono del
loro magnifioo^egois'mo, non curandosi di altri giovani il più delle volte appartenenti alla
stessa Parrocchia, che vivono isolati, sovente per eccessiva timidezza, attributo del loro
carattere, o perchè delusi, sfiduciati. Biso
portare a costoro e'a qtwnti attendona,
ii messaggio di Gesù Cristo; ma il messag-;A.
gio è uno e come tale non deve essere mo«'\
di'ficato; si tratta piuttosto di trovare comé^'
e in qual modo il divino messaggio pos^'”
sa penetrare nell’animo umano e giungere ?
direttamente al cuore déU’uomo.
A questo punto ih sig. Girardet si sof-'/
ferma per illustrare alcuntì personali espe-'^^
rienze contratte .nelle scuole domenicali el"
fra i catecumeni. L’appassionata rievocazio-^
ne delle sue esperienze in seno alla prima^^ '
gioventù, i miilabili risultati conseguiti in^g
tale campo,: il grande amore e la ferma spe-' '
ranza che ripone nella gioventù; l’infaticabile sua opera per il trionfo della Parola
di Dio e de! suo regno, convincono, affasci- $
nano la totalità dei partecipanti al convegno.
Egli conclude affermando uvoi sarete dei
testimoni dell'amore di Cristo» quando ^
« credenti con tatto il cuore, avrete imparato ‘f
ad amare Gesù e a conoscerne l'inflnito amo- "
re; quando la vostra testimonianza sarà improntata e permeata dall’amore divino».
Si augura che tutta la gioventù Cristiana
mostri 1 anelito a ma vita spirituale, soffusa
e alimentata da 'a fiaccola di un grande ed im pe'ituro amore m Dip s nel suo Figlio Gesù *
Cristo.
Il Capo Gruppo ringrazia sentitamente e
con viva commozione a nome di tutti i gio- *.
vani valdesi il signor pastore Girardet per A
l’edificante messaggio. {
Un messaggio del quale avevamo tanto bisogno e che ci ha fatto del bene. Cantici italiani e francesi, canti giovanili sono stati intercalati fra gli studi in programma.
All’uscita dal Tempio si sono fatte alcune
fotografie dopo di che la gioventù si è affollata intorno al Pastore Girardet che ci ha
fornito un’inaspettata quanto nuova per noi,
dimostrazione del suo entusiasmo per la gioventù, trasformandosi in direttore instancabile e organizzatore perfetto di giochi collettivi e di canti ricreativi.
V.
( Questa la nuda e scialba cronaca del convegno di Pomaretto. Altri tenterà di comunicare al lettore lo spirito animatore dei lavori
di questo e dei successivi convegni; altri
tenterà trasfondere un po’ del -benefico contagio che emana dalla « bella malattia » del
sig. Girardet; l’amore e la fede nella gioventù; altri tenterà in un modo o nell’altro
di dimostrarne l’alta coscienza religiosa. Riusciranno? E’ difficile^ ma me lo auguro.
11 ricordo della sua personalità, della sua
affabilità, del suo potere comunicativo, della forza penetrativa dei suoi ispirati messaggi, resterà vivo in noi... e la sua visita non
sarà stata effettuata invano. Già ho constatato « de viso » un incipiente desiderio di risveglio, e Gualche unione ha'compreso l’appello. Che Iddio fortifichi e guidi la vita spirituale delle nostre unioni!
C. C.
CRONACA VALDESE
Domenica 24 marzo nel Tempio di Pradeltorno è stata presentata al S. Battesimo la bambina
Long Emilia Carmelina di Giacomo ed Ina (Adrech). II Signore benedica la bambina ed i suoi
genitori neiradempimento fedele delle promesse
fatte.
— Martedì 26 marzo abbiamo deposto nel cimitero di Pradeltorno la spoglia mortale del nostro fratello Chiavia Bartolomeo, deceduto alrEissart la notte del 24 dopo breve malattia alla
età di anni 72. Sui figli, sui parenti iti lutto invochiamo le consolazioni dei Padre.
— Martedì 2 corrente, nel corso della riunione quartierale di Cacet è stata presentata al Santo
Battesimo la bambina Benech Chiarina Luigia, di
Adelmo e Alina. Il Signore benedica la bambina
ed i suoi genitori dando loro di adempiere fedelmente le promesse fatte.
— Domenica 7 correutj i nostri culti a Pradeltorno ed al Serre sono stati presieduti rispettivamente dall’Anziano sig. Buffa Emilio e dal
pastore sig. A. Gomba. Li ringraziamo per la loro
collaborazione.
— I rappresentanti delle Unioni Giovanili di
Angrogna che si sono recati a Rorà domenica
7 corrente ringraziano vivamente la Comunità
di Rorà ed il suo Pastore per la fraterna accogliettza ricevuta. e. a.
Lu
isevnj
S. CSi«»'va
Sabato 6 aprile ha avuto luogo il funerale del
si^Enrico Tron, spentosi serenamente all’età
di 85 anni a Vallombrosa. Egli lascia il ricordo
del suo grande affetto per la ohieSa e le sue opere. Alia vedova ed al cognato rinnoviamo l’esspressione della nostra profonda simpatia.
— Domenica 7 aprile abbiamo reso gli ultimi
doveri alla spoglia mortale della Signora Maria
Ayassot ved. Enrieu, richiamata dal Signore in modo repentino all’età di 86 anni. Alle figlie, ed in
particolare a colei che sempre fu di aiuto alla sua
venerata madre, ai parenti tutti diciamo ancora
le nostre sentite condogljanze,
Il 27 marzo, un lungo corteo ha accompagnato
all’estremo riposo le spoglie mortali di Pascal Giovanni Abramo, dei Ribetti. deceduto all’età di 82
anni, dopo pochi giorni di malattia. Quantunque
umile era ntoito conosciuto e Stimato^ nella valle,
avendo dedicatci gran parte della sua vita ali’insegn^tne^nto nelle scuole Quartieralì. Ê’ stato per
molti anni « maìtre-chantre » della chiesa di Ferrerò, e era in grado di sostituire il pastore nella
direzione della scuola domenicale e nel culto Ancora attualmente era cassiere della diaconia dÌ Maniglia. La sua dipartenza lascia un grande vuoto
nella sua famiglia e nella chiesa. Voglia il Si-'
gnore suscitare altri fedeli servitori e spandere
le Sue consolazioni sopra i diletti afflitti !
— L’assemblea di chiesa presieduta dal Segretario delia Commissione distrettuale ha proceduto, domenica 31 marzo, affa nomina del nuovo
conduttore della parrocchia. E’ stato eletto con
una magnifica votazione il pastore dott. Carlo
Gay, di Fiume.
— Sabato 30 marzo è stato celebrato' il matrimonio di Poët Elleon (Roccia) con Po'èt Lina Siena (Clutes). Dio benedica questo nuovo focolare
e dia agli sposi di vivere sotto lo sguardp di Dio.
ella
Il 6 marzo decedeva ai Bosi, dopo breve infermità, il nostro fratello Enrico Beux, di 68 anni.
Rinnoviamo alla famìglia in lutto l’espressione
delia nostra sincera simpatia.
— E’ stato celebrato il matrimonio di Silvio
Soulier. della parrocchia di S. Germano, con Ilda
Long, dd quartiere dei Ciotti. Vivissimi auguri,
— Ringraziamo il sig. Franco Sommani, studente di teologia, che ha presieduto il culto della domenica 10 marzo. Siamo pure grati al sig. G. E.
Melile che, oltre a predicare nel nostro tempio,
ha tenuto riunioni quartierali co'n interessanti
proiezioni luminose.
— Tutti serbano un ottimo e benefico/'ricordo
della visita del pastore svizzero sig. A. Girardet,
il 18 marzo u.s. Dopo un solenne culto nel tempio con la partecipazione della Corale, aveva luogo una simpatica e numerosa riunione della gioventù nella sala delle attività. Ci auguriamo che
tutti facciano tesoro delle esortazioni contenute nei
vibranti messaggi del pastore Girardet e del Capogruppo pastore G. Bertin, che lo accompagnava.
—- Con immenso piacere abbiam visto riunirsi
alla Ruata, nel pomeriggio di domenica 31 marzo,
la gioventù della nostra Parrocchia, con larga partecipazione di ex-partigiani ed ex-internati. Dopo
il culto d’introduzione presieduto dal Pastore, hanno parlato tre nòstri fratelli che oltre ad interessare vivamente' l’uditorio^ lo hanno pure edificato
con io spirito cristiano di amore e di concordia che
animava i loro discorsi. Sono stati rievocati i patimenti di tanti nostri giovani nei campi di prigionia. l’eroica resistenza opposta aH’mvasare da parecchi altri giovani che abbiamo avuto il privilegio
di avere più vicino a noi in quei mesi di travaglio ;
ed è stato infine rivolto a. Dio un sentimento di
lode per aver esaudito, al di là di quànto si sarebbe oofuto sperare, le preghiere innalzateGli dai
giovani dell’Unione e dalla Comunità in favore derii Rimici esposti, allora, a tanti pericoli.
Un cantico ed una preghiera hanno degnamente concluso- questa bella riunione in cui è
regnata oueU’atmosfera dii simpatia ffatema e
Quei desiderio di nace che ci auguriamo siano durevoli.
s. c.
■o Chi]
Funerali. 11 16 marzo : Peyronel Margherita
in Blanc, di anni 52, della Marchisa, deceduta
all’Ospedale Civile di Pinerolo.
I! 25 marzo : Mazzilli Vincenzo, deirAsilo dei
Vecchi.
II 27,marzo: Leontina Balmas in Gallian, di
anni 49, dei Ronchi superiori, deceduta a Torino,'
dove risiedeva.
- Alle famiglie nella prova e specialmente a quelle che hanno perso la Mamma in ancor giovane
età, esprimiamo la nostra profonda simpatia cristiana.
— Hanno presieduto dei culti domenicali edificando i fedeli, il dótt. G. E. Metile, e il pastore
Paolo Marauda. Ad essi va ii nostro vivo ringraziamento.
— Privilegiata fra tutte a causa delie forti nevicate che hanno provocato cambiamenti nel programma delle visite alle Unioni Giovanili, .la nostra parrocchia ha avuto la gioia di udire parecchie volte i messaggi pieni di fuoco sacro del
pastore svizzero A. Girardet.
L’Asilo dei Vecchi e l’Unione Giovanile il mercoledì lo, la Società di Cucito e il quartiere' del^ Chenevières giovedì 14. i quartieri d’inverso
Porte, alla Combina e i fedeli del centro, in una
grande assemblea del tempio il venerdì li. E’ stata una festa delio spirito che ha lasciato traccie
benedette e profonde.
— Stante le forti spese della stampa, non uscirà quest àrtflt) la Lettera Pastorale di Pasqua, Tutti i fedeli prendano nota del programma dei culti
delia Settimana Santa.
Domenica delle Palme - ore 10 ; Confermazione
dei catecumeni - coro. ,
Ore 15.30 : Convegno giovanile interquartieraie
per accogliere i nuovi membri nelle file del1 Unione « Capitano Robert ».
Gioved'r Santo - ore 20.45 : Culto di Santa Cena.
Venerdì Santo - ore 10.30 : Culto di Passione
Domenica di Pasqua - ore 10 : La Risurrezione
del Signore - Coro - Comunione
Filodrammatica. Domenica scorsa ho avuto il
privilegio di assistere alla recita fatta dall'Unione
de! Serre di Angrogna nella Sala della Gioventù
di Rorà. La bellissima commedia : I Rantzau,
educatrice ed a fondo morale al cento per cento,
ma non per questo noiosa o pesante, anzi..., è
stata magistralmente interpretata dagli attori an^grogmni. Altri diranno su queste colonne, nella
corris}iondenza di Rorà, della commedia e degli
attori ; per conto mio vorrei pregare — ed è questo i! motivo della presente comunicazione — il
Presidente, o chi per esso, deii’A.C.D.G. di Torre Penice, di invitare la consorella del Serre a
voler ripetere detta recita nell’Aula Magna dei
Collegio. Sono sicuro che gli attori angrognini risponderanno affermativamente-all’invito, tanto più
che e,ssi non dovranno più, per venire a Torre,
valicare come domenica, jl » Eric des Bandits »...
ed i Tortesi, che saranno certamente numerosi
alla recita, serberanno di essa un buonissimo ricordo. Un vecchio unionista.
Vili«.» |»«alli«;«»
Dipartenza. AH’alba di domenica 7 aprile il
Signore ha richiamato a Sè, dopo lunga e dolorosa malattia, la nostra sorella Silvia Bertin-Maghit
vedova Riboldazzi, delie Vigne (Teynaud), in età
di 62 anni.
Alla figliuola, che ha potuto accorrere dalla s
Francia ad allietare gli ultimi giorni della cara di- J
partita, ai famigliari tutti, la nostra fraterna sim- S
patta. *1
— Elezione del Concistoro. Nella sua .seduta ^
del 7 aprile l’Assemblea elettorale di Chiesa ha
confermato nella loro carica, con votazione quasi |ì
unanime; gli anziani signori Stefano Bouìssa. Gio
^ vanni Berton, Paolo Vigne, Pietro Fracher Davide 1
Garniel' e i diaconi signori Stefano Michelin-Salo.
;.,, mon e Paolo Frache„ ■ .
'àr'-'Eà ha eletto ua nuovo anziano, il sig. Enrico
Bouìssa per il quartiere del Ciarmis, ed un nuoVQ. fiigeono, il sig. Stefano Qaìrus, per il quartiere del Serre.
Mentre ridiciamo la profonda riconoscenza della Comunità ai diacono sig. Umberto Pascal, del ■«
Serre, che lascia il Concistoro dopo quindici anni
di preziosa fraterna collaborazione, e mentre ri--.;*
volgiamo un commosso pensiero alla memoria del'"'
• caro anziano sig. Giovanni Geymonat, del Ciar-3';
mis, recentemente ritornato a Dio. chiediamo sii-.,
Si.enore di voler essere la luce e la forza di coloro.^
ch’EsIi chiama, ! in t©mpi cosi oscuri, ad essere
Suoi testimoni, v i. ^ g
L’installazione dì ouesti due membri del Concistoro avrà luogo, J)io permettendolo, al culto
della Domenica delle Palme, 14 aprile. ■
— Ammissione dei Catecumeni. Il ricevimen- 1
to nella Chiesa dei catecumeni avrà luogo, Dio .
permettendolo, secondo l’antica tradizione della
nostra Comunità, al Cuito di Venerdì Santo.
■. f •
9
F.Q.V. QRUPPO VALLI
Coloro che avessero fatto riuscite fotografie in'"''
occasione della visita del pastora svizzero Girar- Si
det, sono pregati di inviarne subito una copia al
pastore G. Bertin, S. Germano Chisone. Le foto- .^
saranno restituite o pagate. Grazie. '‘I
COMUNICATO
Tutti gli Insegnanti delle Scuole di francese
organizzate dalla Pro Valli, per incarico dell’Amministarzione della Chiesa Valdese, sono pregati
di comunicare al più presto il numero dei loro
alunni e delle ore settimali d ilezione insieme con
la data d’inizio delle lezioni. Qualora non avessero già comunicati questi dati al cav. Enrico
Balma di Pinerolo, sono pregati di mandarli tem-c
pestivamente ai seguente indirizzo :
PRO VALLI - CASA VALDESE
TÓRRE PELLICE
Il presidente della Commissione Pro Valli
Sta
per uscire
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SOTTO IL^PESO
DELL'OPPRESSIONE
NAZI-FASCISTA
(8 settembre 1943 - 27 aprile 1945) ..^
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Le famiglie PASCAL e BERT ringraziano sentitamente tutte le persone che hanno testimoniato
iti un modo o nell’altro la loro simpatia in occasione della dipartenza del loro caro Estinto
Chiabrano, 27 marzo 1946.
La famiglia RAYMONDO, vivamente commossa per le dimostrazioni di affetto e di stima tributato al Compianto
FILIPPO RAYMONDO
ringrazia' di cuore quanti con presenza, scritti e
fiori si associarono al laro dolore.
In particolar modo i vicini di casa, il Pastore e
la U.G.V., e l’Associazione Combattenti.
S. Secondo di Pinerolo, 29 marzo 1946.