1
Anno 121 - n. 1
4 gennaio 1985
L. 500
Sped. abbonamento postale
Gruppo 1 bis/70
In caso di mancato recapito rispedire
a: casella postale - 10066 Torre PeUice
delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGEUCHE VALDESI E METODISTE
Punti
di vista
NEL TERZO CENTENARiO DELLA REVOCA DELL’EDiTTO Di NANTES
Resistere...
Nulla riesce a cancellare Timmagine di morte e di dolore che
ha chiuso il 1984. E’ vivo e lo
resterà per molto tempo U ricordo di questo Natale insanguinato. Ripercorrendo con la mente
questa ennesima strage degli innocenti soprattutto tre cose s’impongono alla nostra attenzione.
Per primo il suicidio di uno
dei soccorritori delle vittime delr-attentato. A 29 anni, Filippo
Alberghina, vice ispettore »li polizia lascia a chi rimane un testamento che non si potrà facilmente archiviare: « Non sono
in grado di vivere in questo
mondo assurdo. (|uesta è una
società , maledetta. So benissimo che il dolore che vi do è
molto grande, ma mi mancano
le forze per confinuare a vivere. Vogiio che tutti voi continuiate a vivere la vita, che in fondo
è molto bella ». Questo giovane,
che tutti descrivevarìo molto valido e sensibile, si è caricato
dell’angoscia e deU’improvvisa
infelicità di tutto un popolo, e
ne è rimasto schiacciato.
Un successivo aspetto su cui
occorre riflettere è stato lo
svolgimento dei funerali di Stato senza bare. Inoltre la presenza di Craxi a Napoli e di
Pertini a Bologna ha sancito una
divisione emblematica che ha il
suo triste seguito nelle polemiche politiche di questi giorni.
Una divisione che passa ormai
tra il popolo e le cerimonie ufflciali che (salvo alcune eccezioni come il discorso del sindaco di Bologna o la feroce indignazione del Presidente della
Repubblica) sono intrise di buone intenzioni puntualmente
smentite dai fatti. Ma se le liturgie di Stato e i personaggi
del potere non cambiano malgrado la grande sete di cambiamento che si avverte nella piazza è anche vero che all’eversione criminale, che spara nel mucchio, non ci si può abituare.
L’attacco aU’inerme gruppo di
viaggiatori che hanno avuto l’unica colpa (!) di trovarsi nel
mezzo di un’avventura di morte
che altri avevano organizzato
con nazista meticolosità, è stato un attacco a tutte le famiglie
e a tutte le coscienze del nostro
Paese. Un aggelato insomma a
cui non si può rispondere né
coprendo le responsabilità degli
attentatori né facendosi prendere dalla rassegnazione o peggio da manìe autoritarie o sensi di vendetta.
Bisogna porsi su di un altro
piano. Quello che ci ha indicato,
con grande freschezza, la piccola Federica di 12 anni uccisa anche lei con le altre 15 persone
nella galleria del treno. « Secondo me — scriveva Federica
qualche giorno prima di morire
— per eliminare la violenza bisogna far mettere da parte a tutti i giovani un graneilino di buona volontà... ». I granellini messi insieme fanno le montagne.
Non il protagonismo, non Io
smarrimento ma una democrazia
e una solidarietà capillari possono arginare e isolare la violenza terroristica. Su questa strada, anche per noi che intendìa>110 seguire il Cristo disarmato,
occorre continuare a lottare nella difesa per il diritto alla vita
e alla sicurezza. La nostra solidarietà e la sete di pace non
si lascino sconfiggere dai nemiei invisìbili di questa ’’maledetta società”. Giuseppe Platone
Come vivere contro corrente in un’epoca che brulica (di analisi senza mai sfociare in alcun
comandamento, sentito come più frustrante dell’analisi? - La grazia è liberatrice e vincolante
Per l’inizio dell’anno proponiamo ai nostri lettori questa tneditazicme del pastore svizzero Henri Mottu preparata per le trasmissioni di Radio Réveil sull’emittente Radio Luxembourg 1.
Resistere
al nichilismo
Non è mio intendimento analizzare qui il nichilismo contemporaneo in genere, ma piuttosto
individuarne l’influenza su noi
credenti quando ci proponiamo
un’azione all’interno delle nostre
famiglie, delle nostre chiese locali, dei nostri partiti politici...
Come ritrovare il coraggio di essere e di fare? Infatti è innegabile che oggi lo scoraggiamento
ci prende spesso prima ancora di
aver iniziato ad agire. Così questa specie di morte dell’azione
si presenta nel suo aspetto più
insidioso: « a che serve agire? ».
Infatti se Talberc inaridisce non
è forse perché la linfa non passa più attraverso le sue radici?
E la morte delTiniziativa non
proviene forse dalla morte dell’anima — anzi dalla « morte nel
l’anima » — assai più che dalle
avverse circostanze?
Penso al lamento dei contemporanei di Ezechiele durante l’esilio: « le nostre ossa sono secche, la nostra speranza è perita,
noi siamo perduti! ».
La vera morte, la morte per
eccellenza non è forse in definitiva la morte della speranza?
Per il « nichilismo » quale lo
intendiamo qui, non esistono né
verità morale, né igerarchia di
valori. Tutto è uguale, letteralmente. Ne deriva che se tutto è
uguale, tutto è permesso e, se
tutto è permesso, tutto si equivale.
A questo punto niente m’importa. Non vi è differenza tra
le cose, tra le azioni. Che rilevanza ha che io faccia questo
o quello?
Ma se — appunto — non '’siste più alcuna differenza tra andare o non andare in chiesa.
dare o non dare una buona (veloce) sculacciata al proprio bambino, essere un marito autoritario o affettuoso, se non vi è
più differenza tra questi comportamenti, allora gli esseri umani vanno difilato verso Tlndifferenza che li ucciderà sicuramente più della bomba A, paralizzandoli.
L’uomo di oggi si considera
liberato. Ma libero da che cosa?
Per quale impegno? Per quali
lotte? Credo che battersi sia resistere e tenterò di dire a che
cosa io resisto alTintemo della
mia cultura e in che cosa spero.
Resistere
ai falsi poteri
Dietro lo scoraggiamento morale, mi sembra di vedere una
specie di scoraggiamento della
ragione. « Non si può far dire
alla Bibbia qualunque cosa! ».
Questo senso dell’assurdo che
talvolta coglie anche me, può
condurre al nichilismo; infatti
L’URUGUAY VERSO LA DEMOCRAZIA
Una porta aperta
A distanza di alcune settimane ritorniamo sulle elezioni che si
D svolte ir ......... —......----------------'--
rio Bertinat.
ui OC.L Lununti. ruutnt-urnu òuut^ t-rit: ò
sono svolte in Uruguay con questa corrispondenza del pastore Ma
La domenica 25 novembre 1984
passerà alla storia dell’Uruguay
come una data molto importante: in quel giorno si è realizzata, dopo tredici anni (e undici
di duro governo dittatoriale) una
apertura alla democrazia che si
va lentamente aprendo il passo
nel cono meridionale dell’America latina.
Con un clima quasi estivo,
sotto un cielo intensamente azzurro e con un sole splendente,
quasi un presagio di tempi nuovi, i cittadini uruguavani hanno
avuto la possibilità di andare alle urne per votare un governo
democratico. La dittatura si è
lentamente avviata a lasciare
uno spazio di libertà: attraverso un dialogo abbastanza laborioso, nella prima metà di quest’anno si è realizzato un patto
(detto del Club Navale dal luogo in cui fu concIu.so) fra il governo militare e la maggioranza
dei partiti politici. Poi è cominciata la campagna elettorale, intensa, appassionata, in cui ogni
candidato ai vari incarichi pubblici ha potuto dire quel che voleva, anche criticando duramente il governo terribilmente repressivo degli anni scorsi. Le
elezioni nazionali si sono svolte
con una delle principali personalità politiche, il signor Wilson
Ferreira Aldunate, del Partito
Nazionale (Bianco), imprigionato per il .solo fatto di pensare
diversamente, e con molti uomini e donne esiliati o imprigionati. Fra i proscritti figurava il
capo di una forza politica di sinistra (il « Frente Amplio ») già
attiva nelle elezioni del 1971, il
generale Libero Seregni, che ha
riacquistato la libertà solo quest’anno, dopo undici anni di prigione.
I risultati
Il 25 novembre, come dicevamo, migliaia di persone si sono
mosse per aprire le porte alla
democrazia. E’ stata una giornata di festa a prescindere dalle difficoltà. E’ stata una giornata di manifestazioni rumorose, gioiose, popolari. Del resto
molte riunioni del genere, più
limitate, si son potute tenere in
varie località del paese nelle settimane precedenti le elezioni.
Quali sono stati i risultati delle elezioni in questo paese in cui
vive un numero rilevante di Vaidesi? Erano in gara tre grandi
partiti, due tradizionali: il « Colorado » e il « Nazionale » o
« Bianco », ed un terzo, il già citato « Frente Amplio », che in
realtà è una coalizione di partiti di sinistra, partito che ha
sofferto molto negli anni della
dittatura e che è stato clandestino per undici anni. Entrato in
lizza da soli tre mesi sotto la
guida del generale Seregni, e
con non poche limitazioni, è riuscito a mobilitare molta gente,
soprattutto giovani, ottenendo
circa 400.000 voti su un totale
di 1.928.316..
Il partito vincitore è stato il
« Colorado », il più conservatore, che molti accusano di imrnobilismo, ma che lascia presagire aria di rinnovamento, specialmente se si tien conto della
L’indebitamento
dell’America
Centro-meridionale
^ MESSICO 1 I VENEZUELA
86 rniliardi ] 1 35 miliardi
-ri //
composizione del prossimo parlamento. Contrariamente a quanto avveniva nelle preceden d elezioni, in questa occasione hanno avuto diritto di voto l’esercito e la polizia.
In ogni caso è stata una gioia
per tutti iniziare un periodo che
speriamo ardentemente sia di
pace, libertà e giustizia.
La seconda forza politica nazionale, il Partito Nazionale o
« Bianco », che sperava in un
trionfo, ha accettato il verdetto
delle urne ed il suo candidato
alla presidenza ha abbracciato
il vincitore, il dottor Giulio MaMario Bertinat
chi dice « qualunque cosa » espone l’interpretazione e le interpretazioni della Bibbia all’arbitrio dei singoli: « si può far
dire alla Bibbia ciò che si vuole ». Ecco un nichilismo del significato che può condurre ad un
cinismo nascosto. Si tratterebbe
in definitiva di una questione
di potere e non più di verità.
La verità non avrebbe più forza di legge contro le manipolazioni dello stesso potere cristiano, nel corso dei secoli.
Penso che abbandonando il dibattito pubblico sulla verità, i
cristiani rinnegherebbero la loro
speranza. Credo al « Fides quaerens intellectum » di Anseimo
di Canterbury: la fede alla ricerca delTintelligenza che essa può
avere di se stessa, in cammino
verso la sua comprensione.
Occorre dunque lottare per
« ritrovare » il testo. Il testo rimane infatti l’arbitro in seno al
conflitto sulle interpretazioni.
Anche se alterato, manipolato,
maltrattato, rimane tra noi; pomo di discordia ma altresì seme di speranza. Pur se oscuro,
il testo non scompare, permane
la necessità di capirlo. Ora, se è
vero che sapere e potere sono
collegati, non dimenticheremo
che tutti indistintamente hanno
il diritto di capire. Non baratterò mai questo ideale democratico nella chiesa. Rispettare gli
altri non significa necessariamente semplificare, volgarizzare, vuol
dire piuttosto proporre un significato a cui essi hanno diritto. I
cosiddetti « semplici » sono ben
consci che la vita non è semplice. Lottando per il significato,
credo che si lotti per la « vita »
delle persone che Dio ci ha affidate. Forse che si può giocare
con la vita, con la morte? E’
senz’altro anche troppo vero che
si è fatto dire alla Bibbia ciò
che si è voluto, cioè qualunque
cosa. Ma è forse questo un motivo per continuare così? Non è
forse evidente che combattere
per I’intelligenza significa in realtà combattere contro tutti i falsi
poteri? La teologia è lotta contro
gli idoli. E’ libertà. Se essa degenerasse in gnosi, intellettualismo,
o scadesse ad argomento salottiero non me ne importerebbe
Henri Mottu
(continua a pag. 5)
(continua a pag. 8)
SOMMARIO
Q Fortificati nella dispersione, di F. Carri
- p. 3
□ Nuova Caledonia: una
chiesa di fronte alla
crisi - p.4
□ Insegnare il francese
alle Valli, di O. Caisson - p. 7
□ Il dramma dell’Etiopia, di U. Sarnefalt
p. 8
□ Indice 1984 - pp. I-IV
2
2 vita delle chiese
4 gennaio 1985
CRONACA DELLE CHIESE DELLE VALLI
Il forestiero dentro le tue porte
PINEROLO — Il 23 dicembre,
il culto è stato tenuto interamente dai bambini che nelle domeniche precedenti avevano riflettuto sul tema : « Il forestiero
che è dentro le tue porte».
Tutti i gruppi della Scuola domenicale hanno partecipato con
impegno e interesse, stendendo
le preghiere, leggendo i testi biblici, cantando e esponendo le
riflessioni risultanti dalle discussioni guidate nei singoli
gruppi.
I bambini hanno così portato
la loro esperienza, realizzando
tra l’altro i seguenti dialoghi.
Pinerolo, 1960. Un siciliano suona
alla porta di un piemontese... è lei
che ha suonato?... Un alloggio da affittare? ...sì, ho letto sugli annunci
economici che c'è un alloggio da affittare... ho trovato lavoro, ma non
trovo casa... spiacente, l'ho affittato
proprio ieri...
Svizzera, 1970. Un piemontese suona
alla porta di uno svizzero... è lei che
ha suonato? Un alloggio da affittare?,,,
sì, ho letto sul giornale... cerco casa...
voglio portare qui la mia famiglia, ho
tanta nostalgia... ma guarda questi qui!
Noi diamo loro il lavoro e questi qui
si vogliono portare tutta la famiglia!
No, no, qui non c'è nessun alloggio
da affittarel
Sicilia, 1984. Un tunisino suona alla
porta di un siciliano... è lei che ha
suonato? Un alloggio da affittare??
...sì, ho saputo da un amico che lei
ha un palazzo intero vuoto! lo dormo
al porto, non ho casa! Tra poco verrà l'inverno e io non so dove andare...
...basta, basta con questi lamenti,
l'hanno male informata, io non ho
niente, solo la casa in cui vivo... e
poi non lo sapete che qui in Italia
non c'è lavoro neppure per noi? Ascolti me, se ne torni al suo paese...
Ma Gesù ha detto: ...Ebbi fame e
non mi deste da mangiare. Ebbi sete
e non mi deste da bere. Fui forestie
ro e non mi accogiieste... (Matteo 25:
42-43).
Agosto 1984. Su u:ia spiaggia alla
moda, i turisti prendono il sole, mentre un marocchino, stracarico di oggetti cerca dì vendere.
...compra, compra! Statuette, orologi, cinture, coperte, collane, cappelli...
...ah, questi marocchini, li trovi dappertutto! Che se ne stiano a casa loro!
Ma Gesù ha detto: « Ama il tuo prossimo come te stesso ». (Matt. 22: 39).
Pinerolo 1984. Una scuola elementare. Da poco tempo una bimba nomade sta cercando di inserirsi in una
classe, ma i bambini crudelmente la
evitano,
...lascia stare la mia gomma, brutta
zingara! Non ti voglio più nel mio
banco!
...in questa scuola non vengo più,
anzi non andrò mai più a scuola, tanto non ho amici, mi odiate tutti!
Ma nella Bibbia, nei Levitico, al capitolo 19, versetti 33, 34, c'è scritto:
Quando qualche forestiero soggiornerà
con voi nel vostro paese non gli fate
torto. li forestiero che soggiorna fra
voi, lo tratterete come colui che è
nato fra voi; tu l'amerai come te stesso; poiché anche voi foste forestieri
nel paese d'Egitto, io sono l'Eterno
l'Iddio vostro.
La giornata è proseguita nel
pomeriggio con la visione di alcune diapositive sull’India, gentilmente proiettate e illustrate
dal dott. Ermanno Silecchia.
I giochi e una merenda comune hanno terminato la piacevole giornata.
Benvenuto al pastore
Ulrich Wolf
LUSERNA SAN GIOVANNI
— Il pastore Ulrich 'Wolf ' di
Francoforte, inviato a collaborare con il pastore Bellion a
San Giovanni, ha iniziato a di
AL COLLEGIO VALDESE
Lezione di ebraismo
In Italia gli ebrei sono oggi circa 30-35.000 e in tutto il mondo
sono attualmente ridotti a 13-14
milioni.
La prof.ssa Giorgina Arian
Levi, che attualmente dirige
un periodico ebraico piemontese, « Ha Keilah », ha dato un
profilo della loro storia agli allievi del Collegio Valdese ricordando che il movimento ebraico ottenne, come i valdesi, il riconoscimento dei diritti civili e religiosi
del 1848 con lo Statuto Albertino.
Nei secoli precedenti, soprattutto
COLLEGIO VALDESE
Torre Pellica
Sono aperte le iscrizioni
per l’anno scolastico '85-86
al
Liceo Pareggiato
indirizzo
classico e linguistico
• Miniconvitto per
studenti
• Trasporto da Pinerolo
in scuolabus riservato
Un certo numero di borse di
studio è messo a disposizione
ogni anno da amici del Collegio italiani ed esteri.
Per informazioni e iscrizioni
rivolgersi a:
COLLEGIO VALDESE
Via Beckwith, 1
10066 TORRE PELLICE (To)
Tel. (0121) 91.260
orario segreteria: 9.00-12.00
durante il JVIedioevo, gli ebrei furono sempre oggetto di persecuzioni e sfruttamento. Ufficialmente li si accusava di essere i
responsabili della morte di Cristo, e con questo li si obbligava
a vivere in ghetti, con la proibizione di frequentare le scuole,
possedere terre e iscriversi alle
corporazioni di arti e mestieri.
Praticamente l’unica cosa dhe
era loro permesso di fare era la
rivendita di stracci usati e l'esercizio dell’usura, ed ecco spiegato
il perché della loro definizione
spregiativa di usurai: intanto nero questo mestiere era necessario in quanto i cristiani non lo
potevano esercitare.
Durante la rivoluzione francese vi fu un breve periodo in cui
i loro diritti furono riconosciuti,
ma più tardi tutte le discriminazioni furono ripristinate tranne
l’uso della stella gialla, distintivo ripreso in epoca più moderna
da Hitler. Prima della rivoluzione francese era possibile per essi
scampare alle persecuzioni facendosi battezzare, al contrario
sotto il regime nazista erano perseguitati tutti coloro che registravano net proprio albero genealogico qualche parente ebreo.
Ma, ritornando all’oggi, vivere
in una struttura moderna per un
ebreo presenta ancora difficoltà:
per esempio può essere problematico osservare il riposo del sabato, che è considerato in modo
molto più rigido di quanto noi
consideriamo la domenica. Vi sono tuttavia ebrei che evitano di
compiere tutte le azioni che hanno come conseguenza di costruire qualche cosa in quel giorno.
Luisa Rivoira
cembre il suo ministerio con un
culto in italiano che è stato molto apprezzato sia per il convincente messaggio di fede, sia per
la padronanza della nostra lingua che il giovane pastore è riuscito in pochi mesi ad acquisire.
Lo ringraziamo per la sua collaborazione con la certezza che
la sua disponibilità ed il suo
spirito di servizio saranno preziosi per la nostra comunità.
• La Domenica del Predicatore Locale il culto è stato presieduto dall’anziano Dino Gardiol con un messaggio di Avvento sulla vocazione cristiana, una
vocazione che chiede anche a
noi, come l’Angelo ha chiesto a
Maria, di essere disponibili per
il divino programma di salvezza.
Siamo riconoscenti al Signore per l’opera dei Predicatori
locali nelle nostre chiese.
• L’Asilo Valdese ha festeggiato il Natale sabato pomeriggio 22 dicembre alla presenza
degli ospiti e di un pubblico numeroso che ha molto applaudito i vari numeri in programma,
dai canti del Coretto alle esibizioni musicali con flauti, pianoforte e fisarmonica, dagli inni
d’insieme alle poesie recitate da
alcuni ospiti.
Dopo una breve meditazione
fatta dal pastore Bellion, il Direttore Livio Gobello ha parlato sulle attività specifiche dell’Asilo ed ha sottolineato l’importanza dell’amore cristiano
che è il segreto per il buon funzionamento dell’Istituto.
Come ogni anno, è stato offerto un dono natalizio al personale ed a tutti i presenti una
tazza di té guarnita con quella
liberalità e quella gentilezza che
tutti conosciamo e che sono
uno dei tanti pregi che fanno
onore all’Asilo.
Prossime assemblee
SAN GERMANO — Nell'ultima assemblea di chiesa dedicata alla relazione dei deputati al
Sinodo e dei delegati alla Conferenza Distrettuale è stata proposta una riorganizzazione del
Concistoro in modo più funzionale ai doni di ciascuno. Successivamente il Concistoro ha
stabilito un calendario di assemblee per esaminare meglio i vari problemi già discussi dal Sinodo. Il 13 gennaio si affronterà il tema della « dissociazione
dal terrorismo e le responsabilità dei credenti ». Il 17 febbraio
dopo l’agape fraterna si affronterà il tema del « nostro essere
chiesa ». Per venerdì 13 marzo
è previsto il dibattito sul tema
della « sessualità », mentre il 28
aprile o il 5 maggio si affronterà il tema della pace. Per preparare queste assemblee il Concistoro ha formato una commissione ad hoc.
• L’allestimento del museo
procede a grandi passi e si prevede che la sua inaugurazione
possa avere luogo in primavera, nel frattempo sarà pubblicata una guida al museo.
doni e prestato la loro collaborazione.
• Ringraziamo il predicatore
locale Flavio Micci che ha presieduto il culto del 16 dicembre
scorso.
Pomeriggio all’Unione
Femminile
TORRE PELLICE — L’Unione
Femminile, nella sua riunione
mensile, ha accolto, come è ormai tradizione, le ospiti del padiglione psico-geriatrico, ora trasferite a Villa Olanda. Il bel pomeriggio è stato anche l’occasione della estrazione della lotteria
che le sorelle hanno organizzato
per raccogliere una somma da
devolvere all’Ospedale di Torre
Penice (L. 500.000).
Benvenuto ad Andrea
POMARETTO — Il 26 dicembre il piccolo Andrea è venuto
a dare gioia ai genitori Bario
Alcalino e Sandra Griglio ed al
fratellino Luca. Anche tutta la
comunità partecipa alla gioia
dei genitori e dei nonni.
Primogenito
PERRERO — Ci rallegriamo
con le famiglie di Rinaldo Genre e Giorgetta Micci per la nascita del loro primogenito Cristian.
Evangelici
per la pace
questa pazzia, ricordando che
solo Dio è padrone supremo delle nostre vite. Dio ci ha creati
affinché noi con l’amore conquistassimo i popoli: AMORE, non
morte e distruzione. L’intelligenza deve essere posta al servizio
di tutta l’umanità per costruire,
non per distruggere, il futuro degli uomini deve essere di pace,
amore, comprensione, aiuto a chi
ne chiede, non rifiuto alla vita.
Insieme dunque costruiamo la
pace.
Comunicato TEV
In risposta all’invito del Seggio del Sinodo, l’Assemblea di
Testimonianza Evangelica Valdese ha approvato due testi sul
problema della sessualità.
Chi desidera riceverli in vista
della discussione nelle Assemblee di chiesa non ha che da
richiederli indirizzando a; T.E.V.
- Casella postale - 10066 Terre
Penice.
Prosegue, a ritmo sostenuto,
il lavoro del progetto « Cultura
della pace e protestanti nel Pinerolese ». I prossimi appuntamenti sono :
— Gruppo documentazione : giovedì 3.1.’85 a Torre Pellice.
— Gruppo di coordinamento:
lunedì 7.1.’85, ore 21, a Pinerolo, via dei Mille, 1.
— Gruppo informazione alle comunità : mercoledì 9.1.’85, ore
21, a Pinerolo, via dei Mille, 1.
— Gruppo cultura protestante/
cultura della disubbidienza
civile: mercoledì 16.1.’85, ore
20.30 a Pomaretto, Convitto
valdese.
— Gruppo sostegno volontaria:
lunedì 21.1.’85, ore 21, a Pinerolo, via dei Mille, 1.
— Gruppo di riflessione teologica: martedì 22.1.'85, ore 15,
a Villar Perosa.
Battesimo
PRAMOLLO — Durante il
culto di domenica 16 dicembre
sono stati battezzati Patrik e
Micaela Martinat. Chiediamo a
Dio di benedirli e di guidarli
sempre.
Bazar straordinario
VILLAR PEROSA — Domenica 16 dicembre si è svolte il
pomeriggio comunitario con un
bazar in favore della ristrutturazione dell’Asilo per Vecchi di
San Germano. Il bazar straordinario ha fruttato più di un milione, arrotondato dalTUnione Femminile a 1.500.000. Ringraziamo
tutti coloro che hanno offerto
Profezia
VILLASEC'CA — Pino a che
punto l’uomo può arrogarsi il diritto di vita e di morte su tutto
il genere umano?
Il 23 novembre nella, riunione
quartierale tenuta a Villasecca è
stato proiettato il documentario « Profezia » in cui si vedono
crudamente gli effetti delle due
esplosioni nucleari avvenute su
Hiroshima e Nagasaki nel 1945.
Tutti hanno sentito parlare di
questo luttuoso avvenimento (o
esperimento? perché lo è stato:
come distruggere in pochi attimi ogni forma di vita).
Ne hanno parlato per molto
tempo, ma fino a che punto gli
uomini hanno riflettuto su questa calamità?
Decisamente non molto, anche se pur ogni giorno i mezzi
di informazione riferiscono di
esperimenti nucleari e basi missilistiche che divengono operative in tutto il mondo. Solo pochi hanno avuto il coraggio di
opporsi esprimendo condanna
verso coloro che ner sete di potere giocano con la vita di tutta
l’umanità.
Il popolo giapponese sa quanto gli è costata l’esplosione atomica di 39 anni fa, ancora ne
porta i segni evidenti, e tutti i
popoli devono ricordarlo. Non
si può dimenticare, e questo serva di monito a ogmmo di noi.
Ognuno -di noi si schieri contro
In questa rubrica pubblichiamo le
scadenze che interessano più chiese
valdesi delle valli. Gli avvisi vanno fatti
pervenire entro le ore 9 del lunedì
precedente la data di pubblicazione
del giornale
Domenica 6 gennaio
□ FORUM TEOLOGICO
VILLAR PEROSA — Alle ore 14.30
presso la Foresteria Valdese si tiene
la riunione del Forum teologico dedicata al problema della « ritualità ». Per
esigenze organizzative si comincerà
con gli aspetti psicologici della ritualità, rinviando gli aspetti antropologici alla riunione di febbraio.
Introduce il dr. Claudio Foti, psicoanalista: I' I bisogni psicologici di ritualità ».
Dopo la pausa, dibattito: La crisi
e il riemergere di ritualità nell'attuale
crisi di identità ».
Giovedì 10 gennaio
□ INCONTRO
COLLABORATORI
ECO DELLE VALLI
PINEROLO — Alle ore 17 presso la
Chiesa Valdese incontro di collaboratori dell'Eco delle Valli.
Lunedì 14 gennaio
□INCONTRO PASTORALE
TORRE PELLICE — Alle ore 9.15
presso la Casa Unionista si tiene l'incontro pastorale del 1” distretto.
Il programma è ¡I seguente:
— riflessione biblica;
— tema della giornata: ■■ La crisi del
lavoro alle valli », introducono Paolo Ferrerò e Giorgio Gardìol;
— questioni organizzative.
PATRON
s.n.c.
di PATRON A. & C.
Installazione
T rasformazione
Manutenzione
impianti termici ed
idro-sanitari
civili ed industriali
Realizzazione impianti
per
risparmio energetico
con pannelli solari
omologati E.N.E.L.
10064 PINEROLO (To)
Corso Piave, 25
® (0121) O 77530
3
4 gennaio 1985
Vita delle chiese 3
INAUGURATO IL NUOVO LOCALE DI CULTO A FOGGIA
PADOVA
Fortificati neiia dispersione Sceigo ii carcere
Un nuovo strumento di testimonianza e un giorno di intensa comunione fraterna rincuorano chi vive nella disseminazione del Sud
La comunità valdese di Poggia finalmente è ritornata ad
avere un proprio locale di culto.
Il giorno della inaugurazione,
avvenuta il 16 dicembre, è stato
una felice opportunità di incontro fraterno : numerosi vaidesi e metodisti sono giunti dalla Puglia e dalla Basilicata Per
tutti è stata chiara la sensazione di far parte di un popolochiesa che in Italia è presente
e non viene meno alla vocazione che ii Signore ha rivolto.
Nel corso della riflessione biblica, centrata sul capitolo 33
del libro dell’Esodo, il pastore
Giulio Vicentini, che ha presieduto il culto insieme al predicatore laico Armando Russo, ha
colto efficacemente il messaggio
dell’antica ed attuale testimonianza biblica.
Per i presenti convenuti nel
nuovo locale sito in un quartiere in espansione, l’armuncio è
stato recepito come un chiaro
appello per un rilancio ài una
presenza e testimonianza sul
territorio.
Situazioni di « desertica desolazione » sono presenti ancora
oggi, tanto che impongono profonde trasformazioni e la costruzione di un futuro migliore.
Questo divenire, inteso come una
lunga marcia verso una attuale
terra promessa, è segnato dal
fatto che neppure il Signore dell’Antico Testamento si lascia
racchiudere, limitare, possedere
entro mura ecclesiastiche. Egli
stesso è un eterno divenire che
si colloca e colloca in situazioni di passaggio dalla schiavitù
alla libertà; dalla morte alla vita. Qui trovano spazio sia una
sentita confessione di peccato,
di ritardi, di infedeltà, di idolatrie, sia l’abbandono fiducioso
nell’azione liberatrice del Signore cui la Bibbia rende testimonianza. Un nuovo locale di culto — ha proseguito il pastore
Vicentini — deve essere capito
come un luogo di convegno, in
Chiesa Evangelica
Valdese t ’
cui si ha la possibilità e la libertà di incontrare e dialogare
con una progettualità di Dio che
è grazia, salvezza in vista di
nuovi rapporti tra gli uomini
fondati su pace e giustizia.
Nel corso del culto lo spazio
dedicato a preghiere spontanee,
a saluti e messaggi, ha evidenziato una sentita riconoscenza e
lode al Signore unitamente a
quella diretta a fratelli e sorelle
che in diverse maniere hanno
pazientemente contribuito alla
ricerca della nuova sede.
Significativi sono stati gli interventi del locale gruppo cattolico del SAE ( Segretariato Attività Ecumeniche), del sacerdote della parrocchia cattolica ubicata nello stesso quartiere. Particolarmente sentito è stato il
saluto rivolto dall’anziano della
locale Chiesa Apostolica italiana, nei cui locali per anni è stata ospitata la comunità valdese.
Si sono condivisi i disagi per
le rispettive esigenze di culto e
di testimonianza, ma anche una
fraterna ed ecumenica collaborazione.
I saluti del delegato della Tavola Valdese, del sovrintendente di circuito, sono stati gli ultimi interventi di una giornata
durante la quale sono emerse
numerose possibilità di impegno ecumenico e di riscoperta
di una presenza e testimonianza
protestanti per un ampio confronto di idee e di forze.
II pranzo, gentilmente offerto
dalla comunità di Foggia, è stato per i 110 presenti un ulteriore spazio di fraterno incontro.
Al termine della giornata, il
ritorno nelle rispettive località
della Puglia e della Basilicata
è stato per tutti come quello
di chi fortificato e rincorato si
prepara nella dispersione a non
venir meno alla chiamata che
il Signore ha rivolto sia in una
grande città come Poggia sia
in un piccolo paesino arroccato
su una rupe di tufo in Basilicata.
Francesco Carri
« Cristiano, valdese dalla nascita, fortemente critico verso i
miei fratelli in fede che credono alla soluzione armata dei conflitti, non posso far parte di una
istituzione addirittura finalizzata al combattimento ed alla eliminazione di un proprio simile (...). Non è possibile considerare la guerra come la soluzione dei conflitti. Quest’ultima si
realizza solo nell’accettazione
cristiana degli altri, delle loro
ragioni, anche se differiscono
dalle nostre.
(...) Dunque è sbagliato battersi, così come è sbagliato —
per me anche inconcepibile, contraddittorio, incoerente — indossare una divisa e far parte di
un esercito la cui sola funzione
è quella di combattere ed ammazzare. Nessuna guerra e giusta e considero i morti in guerra come esseri assassinati, omicidi coloro che li hanno uccisi,
criminali quelli che si sono adoperati per dichiarare e condurre ogni guerra. Inoltre sfido
chiunque ad indicarmi una guerra che sia stata « giusta », anche se è stata fatta per difendersi. Ogni guerra è e sarà una
sconfìtta perché nega il dialogo, nega l’uomo, nega l’amore ».
Con queste parole Andrea
Passini, membro della Chiesa
Metodista di Padova, motiva il
suo rifiuto a prestare il servizio militare, optando invece per
il servizio civile alternativo Sono parole scritte da Peschiera,
dove A. Passini è stato incarcerato dopo essersi presentato e
’consegnato’ in una caserma dei
carabinieri perché, avendo ricevuto la cartolina di precetto, ha
oreferito rinunciare alla propria
libertà piuttosto che venire meno alle proprie scelte.
Tutto è iniziato nel gennaio
del 1982, quando A. Passini ha
presentato al Ministero della Difesa la domanda per fare il servizio civile alternativo. Nell’ottobre de) 1983 il Ministero reSDinse quella richiesta noiché
risultò che Passini, avendo frequentato per circa un anno una
palestra di karaté a scopo spor
CORRISPONDENZE
Bologna: Natale di dolore e di speranza
Al centro del culto di Natale
nella chiesa metodista di Bologna è stato l’annuncio dell’evangelo nel contesto tragico della
strage del treno 904. La comunità ha espresso la sua partecipazione e la sua fede con la
seguente dichiarazione che il
giorno dopo è stata consegnata
al sindaco di Bologna :
« La Chiesa evangelica metodista di Bologna riunita per il
culto del giorno di Natale, partecipa al dolore e all’indignazione del popolo italiano per la
strage del rapido Napoli-Milano ;
ribadisce la propria volontà a
non cedere di fronte alle intimidazioni che vogliono mortificare la ricerca della libertà e della democrazia nel nostro paese : riafferma la propria fede
nell’uomo nuovo che è Gesù Cristo il quale, anche in questo
Natale di sangue, si ripropone
come speranza del mondo, come progetto di vera solidarietà
e chiama gli uomini al ravvedimento e a una via nuova nella
giustizia e nella pace ».
Al culto ha partecipato anche
la famiglia di una delle vittime
della strage del treno. Alla fine
del culto c’è stato un momento
di vera partecipazione al dolore
di questa famiglia e c’è stata
anche un’affermazione da parte
della chiesa di essere presenti
all’indomani al funerale in P.za
Maggiore.
Nuovo consiglio
FELONICA PO — L’Assemblea
di chiesa ha eletto due nuovi
membri del Consiglio, per sostituire Ario Longhi e Fermo Greghi scaduti a norma di regolamento. Sono subentrati Dies IWalagò e Danilo IWarchini. Nella
sua prima seduta il Consiglio
ha dato il benvenuto ai nuovi
membri augurando loro un profìcuo lavoro. Anche le cariche
nel Consiglio sono state ridistribuite: Franca Barlera è stata
chiamata alla presidenza e Fabrizio Zerbini alla vice presidenza. Immutata la carica del cassiere affidata ad Elvio Negri.
Il pastore per sei settimane
ha fatto parte dell’« équipe
CEvAA » compiendo un giro di
contatti e visite nella Svizzera
di lingua tedesca. Grazie anche
alla sostenuta collaborazione
della Chiesa Battista di Ferrara, con la quale la nostra comunità ha sempre avuto ottime
relazioni, le attività hanno comunque avuto regolarmente luogo anche nel mese e mezzo di
assenza del pastore da Felonica
Il pastore battista di Ferrara
Carmine Bianchi, ha tenuto re
gclarmente i corsi di catechismo
uno studio biblico e una predi
cazione. Hanno inoltre predicato
provenienti da Ferrara, L. Za
rotti e il pastore D. Tomasetto,
Da Rimini è venuta una volta il
pastore IWirella Abate, che si è
anche intrattenuta con l’Unione
Femminile. Ma anche la Chiesa
di Felonica ha fatto la sua parte con le predicazioni dì Dies
IVIalagò, Franca Barlera e ¡Maddalena Costabel, che ha anche
tenuto alcuni studi, in settimana, sul problema dell’omosessualità.
Contemporaneamente la saletta delle attività è stata imbiancata a nuovo da Benito e Giuliana Trazzi.
— Oltre alle visite summenzionate per sostituire il pastore,
la comunità ricorda con particolare piacere quella fattale da
un gruppo di svizzeri di Basilea
e dintorni guidati dalla sig.a
Hanny Wartenweiler e dai pastori Achille Deodato e Liborio Naso. L’àgape fraterna che ha
permesso a svizzeri e felonichesi di fraternizzare per un’intera
serata, malgrado la differenza
linguistica, rimarrà a lungo un
buon ricordo per la nostra chiesa che ha apprezzato il fatto che
questi amici siano venuti apposta per lei a Felonica, lontana
dalle grandi vie di comunicazione e quindi non raggiungibile se
non da chi veramente la vuole
conoscere.
Com-Nuovi Tempi
Il 18-19 gennaio prossimi, ad
Ecumene, si svolgerà il conve
gno organizzato da COM-Nuovi
Tempi su: Frontiere della testimonianza cristiana in Italia. La
quota di partecipazione è di
L. 28.000.
Per informazioni e prenotazioni: Redazione di COM-Nuovi
Tempi - Via Firenze 38 - 00184
Roma - tei. 06/465209 - 4743619.
tivG e terapeutico, « non è contrario in ogni circostanza all’uso della violenza come richiede la legge ». Infatti chiunque
pratica il karaté, sport qualificato come arte marziale, è ritenuto una persona « non corrispondente ai principi di nonviolenza cui la legge si ispira ».
Alla richiesta di riprendere in
considerazione il caso, dopo un
anno, il Ministero risponde confermando il giudizio precedente.
Senza alcuna spiegazione o motivazione A. Passini si trova assegnato ad una caserma di fanteria a partire dal 14 dicembre
scorso. Invece egli decide di
’disubbidire’ consegnandosi il
giorno dopo ai carabimeri. In
carcere presenta una seconda
domanda per ottenere il riconoscimento del proprio diritto
ad obiettare. Il 19 dicembre
scorso il Tribunale militare di
Padova, dove si è svolta la prima udienza del processo, sulla
base della lettura di questa seconda domanda e dei numerosi
attestati presentati al tribunale
stesso da associazioni pacifìste,
da compagni di scuola, dalla
Chiesa Metodista — nei quali è
confermata la buona fede di A.
Passini — gli ha concesso la libertà provvisoria in attesa dell’esito della seconda domanda
presentata. Se tale domanda
verrà accolta positivamente, A
Passini potrà prestare il servizio civile, in caso contrario il
processo riprenderà ed egli verrà condannato ad almeno un
anno di carcere.
La mobilitazione e la partecipazione alle vicende di A. Passini è stata massiccia. Tra le altre ha avuto un particolare peso quella della Chiesa Metodista di Padova, che in un suo comunicato, dopo aver riconosciuto la serietà e la profondità della scelta nonviolenta di Andrea,
ricorda che « si tratta di una posizione che nel mondo cristiano
ha sostenitori celebri ed autorevoli, come Martin Luther King.
Ricordiamo anche le scelte esplìcite dei Sinodi delle Chiese Vaidesi e Metodiste e quelle dell’Assemblea Generale del Consiglio Ecumenico delle Chiese a
favore della pace e del disarmo ».
M. P.
Chiunque a titolo personale,
o a nome di qualche associazione, gruppo o comunità, desidera testimoniare la propria solidarietà ad Andrea Passini, può
scrivere a via Berchet 16, 35100
Padova.
PERSONALIA
Auguri vivissimi al nostro neo redattore e pastore Mauro Pons ed a sua
moglie Olimpia per la nascita della
piccola Eleonora.
NOVITÀ
TULLIO VINAY
L'utopia del mondo nuovo
Scritti e discorsi al Senato
Prefazione di Luigi Anderlini e di C. Galante Garrone
pp. 360, 4 ill.ni, L. 16.000 («Nostro tempo»)
La testimonianza della battaglia di un’intera vita spesa
al servizio dell’agàpe. L’amore che si dona rivelato in Cristo
non è un concetto vago, buono solo dal pulpito, ma può e deve essere incarnato e diventare prassi concreta in politica
come in economia e nella vita associata.
« Additare il regno con una perfetta teologia non basta —
scrive Vinay —. La testimonianza non può essere solo di parole, ma di parole e fatti ».
Il volume raccoglie i migliori editoriali del «Bollettino
del Centro servìzio cristiano di Riesi» (dal 1961 in avanti)
e il testo integrale dei discorsi pronunciati in Senato negli
anni in cui Vinay fu Senatore della Sinistra indipendente.
« Parole come pietre » che il tempo non scalfisce, anzi
rende sempre più attuali ed urgenti. Una « forza d’amare »
di un « profeta » del nostro tempo. Un libro da meditare.
CLAUDIANA - Via Pr. Tommaso 1 - 10125 Torino
c.c.p. 20780102.
4
4 ecumenismo
4 gennaio 1985
6 GENNAIO - DOMENICA DELLA COMUNITÀ’ EVANGELICA DI AZIONE APOSTOLICA
Nuova Caledonia: una chiesa
di fronte alia crisi
Le chiese valdesi-metodiste celebrano la prima
domenica di gennaio' la giornata della CEvAA, Comunità Evangelica di Azione Apostolica.
Il Gomitato Italiano per la CEvAA, nominato
dalla Tavola Valdese, raccomanda a tutte le chiese
una particolare attenzione per l’opera di questo
organismo internazionale, che, nello spirito della
condivisione e dello scambio, svolge un importante compito di sostegno delle chiese membro, attraverso l’invio di persone e di fondi, destinati a
finanziare progetti di sviluppo, borse di studio. Il
Consiglio della CEvAA nella sua ultima riunione
si è trovato costretto a ridurre sia il bilancio del
1984 che quello del 1985 perché si è avuta ima
diminuzione delle offerte dalla Svizzera.
E’ stato molto grave dover arrivare a questo
provvedimento perché la situazione economica dei
paesi del Terzo Mondo sta peggiorando sempre
più. Le chiese del Mozambico, del Togo e del Benin si trovano in paesi toccati dalla siccità e vivono U problema della fame.
Appelli urgenti sono stati lanciati dalla CEvAA
a favore del Mozambico e del Madagascar (vedi
Eco/Luce n. 47 del 7 dicembre 1984 e n. 37 del 28
settembre 1984 ).
Per ulteriori informazioni suUa CEvAA rivoigersi al past. Renato Coìsson, 10060 Pomaretto
(Torino). Per saperne di più ci si può abbonare
al «Journal des Mlssions Evangéllques», per il
tramite di Roberto Coisson, via Matteotti 13, 10066
Torre Pellice (Torino).
Le offerte possono essere inviate tramite il presidente del Comitato Itaiiano CEvAA, past. Renato
Coisson a Pomaretto, oppure direttamente alla
Tavola Valdese, specificando bene la destinazione.
La situazione nel paese
La chiesa evangelica
Quello della Nuova Caledonia e delle isole della Lealtà è
un arcipelago della Melanesia,
situato nell’Oceano Pacifico a
1500 Km. a nord-est dell’Australia. Queste isole costituiscono
un « Territorio d’Oltremare »
della Repubblica Francese e sono
amministrate da un Alto Commissariato che dipende dal Ministero Francese dei Dipartimenti e dei Territori d’Oltremare. Una Assemblea, eletta localmente, ha un compito consultivo e vota il bilancio del territorio.
Gli abitanti della Nuova Caledonia sono dunque cittadini francesi, eleggono (insieme a quelli
delle Nuove Ebridi) un senatore e un deputato alla Assemblea Nazionale di Parigi.
Il governo francese ha messo
a punto un piano che dovrebbe
portare il paese alla indipendenza, nel 1989. La tensione tuttavia
sta aumentando: lo schieramento politico locale è nettamente
diviso tra partiti tradizionalmente autonomisti (che raccolgono
i favori della popolazione melanesiana, i canachi) e anti-autonomisti (filo-governativi, sostenuti dalla popolazione di origine
europea e asiatica).
I due terzi del bilancio della
Nuova Caledonia sono coperti
dal governo francese. L’allevamento e l’agricoltura costituiscono solo il 3% della produzione;
le miniere di nichelio hanno arricchito in passato il paese, poiché sono tra le più importanti
del mondo; ma la produzione
oggi è in grave crisi e il minerale è venduto ormai in perdita (la
Russia mette sul mercato nichelio a prezzo molto inferiore).
La recessione ha provocato disoccupazione e le prime vittime
ne sono i melanesiani.
La colonizzazione francese dell’arcipelago è iniziata nel 1853:
allora la popolazione locale contava 200.000 abitanti. Nel 1878 e
nel 1917 i «canachi» (termine
polinesiano — kanak — che significa uomo ed è usato, anche
nei documenti ufficiali, per indicare gli abitanti melanesiani della Nuova Caledonia) si sono ribellati, ma le rivolte si sono
spente nel sangue. La lebbra e
l’alcoolismo, oltre ad una tendenza al suicidio collettivo, hanno provocato, e provocano tuttora, un numero elevatissimo di
vittime, tanto che all’inizio del
secolo i missionari della Società
delle Missioni di Parigi hanno
trovato una popolazione di soli
27.000 melanesiani. La colonizzazione francese ha sempre marginalizzato gli indigeni e ancora
40 anni fa questi vivevano in riserve dalle quali non potevano
uscire senza autorizzazione.
Oggi le riserve (25% delle terre coltivate) esistono ancora, ma
i canachi sono liberi di uscirne.
Solamente da 30 anni a questa
parte gli studi superiori sono
aperti ai melanesiani, e questo
spiega come soltanto 20 di loro
abbiano una formazione univer
sitaria. Oggi 80 studenti frequentano le università francesi.
Il 18 novembre 1984 si sono
tenute in Nuova Caledonia le
elezioni per il rinnovo della Assemblea Territoriale che affianca l’Alto Commissario. I risultati sono stati nettamente favorevoli agli europei (36 seggi su 42),
che in questo modo si sentono
ancor più autorizzati a rifiutare
lo stesso progetto governativo
francese che prevede la concessione deH’indipendenza, dopo referendum, nel 1989. La situazione si è dunque fatta esplosiva.
Secondo « Le Monde » del 29
novembre, la sorte del territorio
oggi dipende da due uomini: J.
M. Tjibaou, principale animatore del Fronte di Liberazione nazionale canaco socialista (FLNKS), il quale dopo aver predicato l’avvento di una società multirazziale si è ora avviato verso
un messianesimo canaco che
sembra dover escludere gli europei, e J. Lafieur il quale detiene una parte non indifferente
degli interessi economici dell’isola ed è solidamente appoggiato
dai partiti maggioritari.
In breve dalla CEvAA
• Nuova Caledonia — La tensione nel paese sta aumentando
(vedi articolo a fianco). La Chiesa Evangelica è profondamente
impegnata da una parte ad evitare azioni di violenza, contrarie all’animo dei canachi, e dall’altra alla formazione dei quadri. Tutto lo sforzo economico
è ora puntato sulla costruzione
del liceo di Do Kamc (nel disegno in questa pagina), progetto
sostenuto dalla CEvAA, dalla
Cimade e dal CBC.
Qualche cifra
Abitanti: Melanesiani 62.000 (44“/o); Europei 54.000 (38%);
altri 24.000 (18%). Totale 140.000.
Reiìgionl; Cattolici 92.000 ( 50.000 europei, 30.000 melanesiani) = 66%; Protestanti 36.000 (1.000 europei, 31.000 melane
siani) = 26%; Musulmani 4.000; altre religioni 8.000.
Chiesa Evangelica (EENC) - Membro della CEvAA: 25.000
membri quasi tutti melanesiani; 120 parrocchie; 70 pastori
tutti melanesiani; 150 diaconi; 20 scuole inferiori; 5 scuole
superiori; 75 maestri, tutti melanesiani; 66 professori, di cui
10 melanesiani ; 3.CKX) studenti.
Terre: 1.000 attivi europei sfruttano 500.000 ettari; 40.000
melanesiani vivono su 375.()00 ettari.
Quadri: Amministrativi; 754 melanesiani su 5.064 cioè
14%; Insegnanti nel settore pubblico: 3 melanesiani su 666
(0,5%).
• Rio de la Piata — La Chiesa Valdese del Rio de la Piata
ha fatto domanda di ammissione
alla CEvAA; una decisione dovrebbe essere presa nel giugno
1985. L’entrata dei valdesi sudamericani nella CEvAA viene vista con molto favore per l’arricchimento che deriverebbe dal
contatto con tutta la problematica latinoamericana e riporrebbe in termini diversi il rapporto
bianchi-neri e terzo mondo —
mondo sviluppato nell’ambito
della CEvAA stessa.
• Lesotho — Continua il dramma della Chiesa Evangelica del
Lesotho, una delle poche forze
di opposizione al governo del
dittatore Leabua Jonathan. Il
24 aprile 1984 era morto nei locali della polizia di Maseru il direttore della corale della chiesa
locale, mentre altri membri della
chiesa erano stati liberati grazie anche alle numerose lettere
spedite in loro favore da tutte
le chiese della CEvAA.
Giunge ora notizia che un altro membro della chiesa evangelica è stato assassinato. Ricordiamo che in Lesotho la Chiesa
Valdese ha inviato Laura Nisbet, che insegna presso un istituto della Chiesa Evangelica a
Morija.
• Madagascar — Il rovinoso
ciclone Kemisy, della primavera
scorsa, ha lasciato danni per
miliardi di lire. La chiesa evangelica ha avuto un centinaio di
locali distrutti al 70%.
Venerdì 30 novembre 1984 la
Federazione Protestante francese
e il DEFAP (servizio protestante di Missione e di Relazioni internazionali) hanno tenuto una
conferenza stampa sulla situazione creatasi in Nuova Claledonia, in quei giorni di tensione e
di allarme. Quello che segue è
parte delTintervento del pastore
F. Trautman, segretario generale del DEFAP.
La chiesa evangelica in Nuova
Caledonia e le chiese protestanti francesi sono strettamente legate per motivi storici innanzitutto, ma anche per la collaborazione attuale neiranibito della Comunità Evangelica di Azione Apostolica (CEvAA).
Stranieri in casa loro
La storia dei protestanti della
Nuova Caledonia si identifica
con quella dei canachi, poiché
prima i missionari e pei la chiesa evangelica, divenuta autonoma nel 1960, hanno sempre sostenuto la causa delle popolazioni
melanesiane, che consiste nel
resistere contro la espropriazione delle terre, nella volontà di
salvaguardare la loro identità
culturale e la loro lingua, nella
lotta contro l’alcoolismo, nello
sforzo nel campo scolastico.
Si tratta di una solidarietà non
fortuita, poiché i primi missionari protestanti non erano europei, bensì polinesiani.
Essi arrivarono prima della
colonizzazione e furono accolti
anzitutto nell’isola di Marè; lì
appresero la lingua e formarono
degli evangelisti canachi che poi,
di isola in isola, portarono l’Evangelo in tutto l’arcipelago. I
missionari vennero poi in un secondo tempo.
Più recentemente l’EENC
(Chiesa Ev. di Nuova Caledonia)
ha cercato a più riprese di avvertire le autorità territoriali e
nazionali oltreché gli europei,
dei rischi gravissimi che si sarebbero corsi nelTignorare ancora le aspirazioni, via via più
chiaramente espresse, dei Melanesiani. (¡Jueste aspirazioni sono
conseguenti a sofferenze antiche
e profonde dei canachi, che si
trovano oggi al centro della situazione di tensione.
I canachi sono minoritari demograficamente dopo aver corso
il rischio di scomparire. E’ per
questo che si sentono stranieri
nel loro proprio paese.
Essi temono di perdere la loro identità culturale e di essere
condannati a vivere al margine
di una società costruita per gli
europei. Quando questi hanno
preso le terre si sono impossessati anche di un pezzo del cuore, della storia, della libertà dei
canachi, i quali oggi vogliono
che tutto ciò venga loro restituito; è per questo che rivendicano l’indipendenza.
I canachi patiscono una ineguaglianza sociale e economica
evidente, che dà loro l’impressione di essere dominati, non
nelle leggi ma nei fatti, dal potere dei bianchi. E’ per questo
che rivendicano una maggiore
giustizia e chiedono la fine dei
privilegi. ,
E’ tutto questo che l’EENC ha
cercato di far capire al potere
pubblico e agli europei, invero
senza successo. La chiesa ha
quindi lanciato in tutte le comunità, nei gruppi femminili e gio^
vanili, presso gli insegnanti, i
pastori, i diaconi, un vasto lavoro di riflessione biblica e teologica per tre anni. Uno dei frutti
di questo enorme lavoro è stato nel 1979 la votazione unanime al sinodo generale di una
risoluzione in favore della indipendenza. Per la chiesa non si
trattava di un gesto politico, ma
del solo mezzo per dire, con qualche speranza di essere ascoltati: « Noi Melanesiani vogliamo
esistere, non ne possiamo più di
essere trattati ingiustamente, di
vivere da stranieri in casa nostra. La chiesa deve essere al
fianco di chi soffre e dei più poveri ».
Situazione bloccata
Oggi più che mai l’EENC ritiene che l’indipendenza della
Nuova Caledonia sia l’unica soluzione giusta e ancora possibile. Ma auspica una indipendenza nella quale tutte le comunità etniche abbiano il loro posto,
una indipendenza senza violenza
e con la Francia, non contro di
essa.
E’ per questo che la chiesa
evangelica ha sempre voluto
mantenere una totale libertà di
azione nei confronti di ogni partito politico, cercando di essere
un luogo di dialogo, di incontro
e di riconciliazione. In questo
spirito, prima delle elezioni del
18 novembre scorso, per il rinnovo dell’Assemblea territoriale,
ha lanciato vari appelli contro
la violenza e la divisione, organizzando anche una settimana
ecumenica di preghiera per la
giustizia e per la pace. Questo
ha contribuito certamente a far
sì che le elezioni si siano svolte
senza quelle esplosioni di violenza che si potevano temere alla
vigilia.
Oggi, dopo le elezioni, quando
la situazione sembra bloccata e
le posizioni irrigidirsi, l’EENC
continua i suoi sforzi per il dialogo, e cerca di avere un ruolo
attivo e costruttivo per la riapertura dei negoziati tra i partiti europei e quelli melanesiani.
Uno scontro diretto e violento
sarebbe un suicidio per tutti: è
auspicabile dunque che il governo francese si faccia promotore
di nuove iniziative, tali da sbloccare la situazione e avviare le
trattative nel senso di un giusto
riconoscimento dei diritti delle
popolazioni più povere.
Pagina a cura di
Franco Taglierò
5
4 gennaio 1985
oMdttívo aperto 5
NEL TERZO CENTENARIO DELLA REVOCA DELL’EDITTO DI NANTES
Resistere...
(segue da pag. 1)
molto. E’ necessario saper distinguere l’intelligenza della fede da un intelletto arido, inumano e fuori dalla realtà.
Resistere al nichilismo contemporaneo è dunque anzitutto
fare una scommessa sul significato e forse, appunto, sull’assoluto. Il significato, se non vince
la morte, la fa almeno indietreggiare. C’è qualcosa di autodistruttivo nell’anti-intellettualismo
del nostro tempo e c’è in fendo
del disprezzo per l’uomo in questa specie di ricatto che viene
posto all’emotività e all’irrazionalità. Ci tengo — a qualunque
costo — a non separare preghiera ed azione, mistica e politica,
teologia del sentimento e teologia
in senso stretto. Il male sta nell’esclusivismo, nelle alternative
semplicistiche, come se potesse
esistere un impegno non basato
su una riflessione, come se una
fede non preparata potesse durare, come se la preghiera fosse
il contrario del lavoro.
La tecnica non è nulla senza
un soffio vitale ma immaginare
una Chiesa senza teologia significa esporsi ad ogni rinuncia, ad
ogni scemenza. I poteri del nostro tempo sono evidentemente
interessati a che i cristiani navighino nell’irrazionale. Diventiamo invece dei cristiani « pericolosi » che sanno cioè per che cosa e contro che cosa sono cristiani.
è che occorre resistere a tutto
questo e sostituire la parola « fine » con la parola « svolta ».
Centro questa pedagogia della
catastrofe e della paura, abbip
mo bisogno di una pedagogia
della conversione, del pentimento. Lo scopo dei cristiani non
dovrebbe essere quello di incutere timore, per minacciare, ma
quello di avvertire, per far prendere coscienza alla nostra società della portata delle sue scelte.
Oltre a ciò, questo catastrofismo assume anche degli aspetti personali, soprattutto di fronte alle sconfitte. La nostra educazione ci ha preparati a « brillare », a essere competitivi, a
guadagnare; ma ci ha preparati
a perdere, a sopportare la malattia, a superare i nostri fallimenti?
Resistiamo dunque al catastrofismo (personale e collettivo) e
al suo contrario, il trionfalismo:
« Nulla è mai compromesso, nulla è mai perduto » (Marcel Raymond).
O qui o là: resistere
all’alternativa
In secondo luogo, l’azione cristiana oggi mi sembra bloccata
da un’alternativa mortale, una
specie di ricatto nichilista. Ci
troviamo come presi, attanagliati, dal dilemma: o il gruppo assistenziale della comunità, o
rore nominandolo.
Al polo opposto il problema
delle attività locali è di fare emergere dalla quotidianità stessa la coscienza delle realtà lontane. Ciò che occorre cercare è
il gruppo-raccordo tra l’arida conoscenza delle cifre e delle statistiche e la molle indifferenza
delle comunità prive di sbocco
alla loro piccola vita interna.
Ora, questi gruppi esistono. In
essi si verifica il collegamento
tra l’infinitamente grande e l’inflnitamente piccolo che permette
di non precipitare nello scoraggiamento assoluto di fronte ai
compiti del nostro tempo, grazie alla politica dei piccoli passi, grazie anche ad una minima
cosa che sia possibile fare.
In tali situazioni facciamo in
modo di affidare qualcosa di preciso da fare ai « minimi » tra
noi.
Cominciare dai
minimi
In effetti penso che non ci sia
miglior test nella vita cristiana
che misurare ciò che facciamo
e pensiamo sul metro di coloro
che Gesù chiamava « i minimi
tra i miei fratelli» (e sorelle...).
Mi rendo conto che questo vocabolo può essere in qualche
modo discutibile. Ma se Matteo
lo adoperò, e in momenti decisivi, significa che ha compreso
la scena di un film sui diritti
civili: a un certo punto della lotta a Birmingham si vede un
gruppetto di donne nere, probabilmente appartenenti ad ima
chiesa della città che innalzano
cartelli e vengono portate via nei
furgoni dai poliziotti che si burlano di loro; esse cantano con
le loro voci roche, appena udibili, il «We shall overeóme»
nell’indifferenza generale dei clacson delle macchine. Ecco un episodio trascurabile, il contrario
dell’eroica lotta che ci prospetterebbe la nostra immaginazione
malata, un dettaglio, un fatto diverso ma incluso — questo è il
punto — in un movimento generale. Qualcosa di irrisorio ma
un irrisorio significativo. La nostra speranza consiste nel tentativo di integrare ogni piccolo
atto in un movimento d’insieme
Resistenza
al catastrofismo
Un'imocrtante linea di resistenza si situa a livello di un
sentimento diffuso, molto presente nella nostra cultura, che è
il catastrofismo. Gli storici (con
Georges Duby in testa) hanno
dato gran risalto ai pretesi « terrori dell’anno mille ». Si potrà
dire altrettanto della nostra epoca e della svolta dell’anno
2000? Le curve esponenziali del
Club di Rema sono presenti a
tutti (demografia, risorse energetiche, prodotti alimentari ecc.)
e la nostra generazione deve vivere sotto la minaccia della guerra nucleare. Tutte queste angosce diffuse incidono molto profondamente sulla psiche dei nostri contemporanei, particolarmente dei bambini e dei giovani:
represse, ricompaiono come paralisi interiore. Esse diventano
un pretesto psicologico e spirituale per non agire e per rifugiarsi in una specie di sopravvalutazione del nulla, del « tutto o
niente ». Ovunque si avverte la
vaga sensazione di trovarsi alla
fine di qualcosa: fine dell’era industriale, fine dell’occidente, fine del « macchinismo », fine del
cristianesimo. La mia opinione
Con la revoca dell’Editto di Nantes, di
cui ricorre quest’anno il 3° centenario, i protestanti hanno imparato la parola « resistere ». Al tentativo di « riunire » alla Chiesa cattolica i « ribelli », gli ugonotti francesi hanno risposto con un secolo di sofferenze nella clandestinità, nelle galere, nelle
prigioni. Simbolo di questa resistenza è
stata Marie Durand, rinchiusa per 38 anni
a cui la tradizione attribuisce la scritta
RESISTER incisa sulla pietra della prigione di Aigues Mortes, la torre di Costanza.
E oggi? Vogliamo aprire l’anno del 3°
centenario della « resistenza protestante »
con una meditazione di Henri Motta che
ci aiuta a vedere che se i nemici a cui opporsi sono molto diversi e molto meno evidenti, non per questo è minore la necessità di resistere...
l’aiuto al Terzo Mondo; c la
beneficenza locale o la solidarietà internazionale (che, a forza
di voler comprendere tutto, non
incide più sulla realtà); o rapporti vicini, pieni di calore e
gratificanti o rapporti lontani,
anonimi e scoraggianti.
Come ritrovare il collegamento tra queste due preoccupazioni complementari? Penso che si
potrebbe arrivarci lottando sui
due fronti. Innanzitutto, si tratta di lottare contro l’esagitazione, la dispersione delle energie,
l’accavallarsi delle direzioni dell’impegno. Se per esempio leggete il libro di Susan George:
« Come muore l’altra metà del
mondo » (Laffont 1978) siete presi da vertigine e questa vertigine, benché salutare, si muta in
pratica in strumento di smobilitazione. Più cose veniamo a sapere sull’Africa e più siamo tentati di ritirarci nel nostro angolino. Questa consapevolezza dell’orrendo, questa coscienza dello
smisurato, questa eco di fatti
lontani ci afferra a tal punto da
non poterla conoscere senza doversene allontanare. In tali condizioni la sola salvezza consiste
nel tentativo di mettere ordine
in questa crudele conoscenza. In
che modo? Con l’intercessione,
con la meditazione che analizza
i fatti esposti davanti a Dio, con
la preghiera che neutralizza Tor
l’importanza di questo richiamo.
Chi sono quelli che lasciamo al
loro destino dopo aver fatto
grandi discorsi? Chi ci segue?
Chi si scoraggia? Chi si ritrova
ancora più smarrito di prima?
Gesù ha messo l’accento su di
un criterio che non dobbiamo
mai perdere di vista: l’Evangelo predicato ai piccoli, ai semplici, senza dubbio per ricordare a noialtri « super cristiani »,
la nostra propria « imbecillità »
come diceva Calvino!
Martin Luther King ha detto
un giorno: « Ogni essere umano
può dare la sua vita — anche
colui che non ha denaro, anche
colui che non ha cultura, anche
colui che non sa leggere né scrivere ». Il movimento per i diritti
civili in America in vista della
liberazione dei negri, non è cominciato con Martin Luther
King: è cominciato con un gesto di vita quotidiana compiuto
dalla signora Rosa Parks la quale essendo seduta in un autobus
di Montgomery, nella parte anteriore, rifiutò tranquillamente
di cedere il suo posto a un viaggiatore bianco che le ingiungeva
di spostarsi sul fondo riservato
alla « gente di colore ». Questo
fatto diverso del 1° dicembre
1955 sarà la scintilla che darà
origine alla battaglia. Ma, appunto, la signora Rosa Parks non
era sola. Mi ritorna alla mente
dove il più umile trova il suo
posto, dove il più piccolo può
portare la sua modesta pietra.
Resistere al ricatto
del condizionamento
Infine l’ultima tentazione, e
non la minore, a cui dobbiamo
resistere, mi sembra essere il ricatto del condizionamento. La
nostra epoca brulica di analisi
più o meno erudite sull’essere
umano condizionato. Condizionato dal suo inconscio, dalla sua
classe sociale, dalla sua lingua,
dai suoi desideri, dal suo sesso.
Ancora prima di parlare eccoci
catalogati. Ancor prima di avere
il coraggio di dire qualcosa, questo qualcosa non perviene alla
parola perché lo si considera
come necessariamente, immancabilmente « condizionato ». E’
il termine di moda. Ma se tutto
è condizionato a che serve parlare? E soprattutto: a che serve agire? Sappiamo tutto o quasi delle nostre predeterminazioni, ma
questa consapevolezza che Marx,
Freud, Nietzsche mettevano
a fuoco per renderci più lucidi,
genera invece l’immobilismo più
che la generosità, il sospetto più
che l’impegno, la sterilità più che
la lucidità. Ma se tutti i giochi
sono già latti, se, indipendente
mente da noi, il copione — il
nostro — è già scritto, a che
prò darsi da fare? Sappiamo ormai che cosa è stato fatto di
noi, ma non sappiamo più cosa
farne. Ci sentiamo tutti più o
meno colpevoli. Questo sentimento di autoaccusa collettiva e
personale ci penetra fino al midollo.
« Le nostre trasgressioni e i
nostri peccati sono su di noi e
a motivo di essi noi languiamo;
come potremmo noi vivere? »
(Ezechiele 33: 10).
Le scienze esatte ci dicono
come siamo fatti; le scienze limane ci dicono che cosa si è
fatto di noi. Come siamo ben
circondati! L’uomo moderno è
Un alunno, un po’ ribelle, vagamente spaventato, a cui si ripete
la grammatica in riferimento
alle sue strutture e alla sua lingua, senza che — a sua volta —
egli possa scrivere il suo personale poema. Si « educa » a tutta
forza, anche nelle chiese, ma per
che fare? Infatti per diventare
« autori » occorre cominciare ad
osare. Il punto è questo. Osare
dipingere come Klee ima Notte
azzurra, osare descrivere, come
Rimbaud, il colore delle vocali...
« Di’ loro: Come è vero che io
vivo, dice il Signore, l’Eterno, io
non mi compiaccio della morte
dell’empio ma che l’empio si
converta dalla sua via e che viva; convertitevi, convertitevi dalle vostre vie malvage! E perché
morreste voi, o casa d’Israele? »
(Ezechiele 33: 11).
« L’essenziale non è ciò che si
fa dell’uomo, ma ciò che egli fa
di ciò che si è fatto di lui ». Questa enunciazione di Sartre mi è
sempre sembrata il più bel commento a Ezechiele 18. Il vero
problema non è dunque più
quello dei nostri condizionamenti: è quello della libertà.
La grazia supera
l’inerzia umana
Ma io posso essere libero solo
nella misura in cui la grazia mi
libera da ciò che mi condiziona.
In ultima istanza dunque ciò
che mi vincola è la grazia e non
i miei condizionamenti. Senza
questa parola di libertà che sola
ci spinge all’iniziativa, non vedo
come far uscire oggi l’azione
cristiana dalla sua inerzia.
Si tratta dunque per noi di essere nuovamente vincolati dalla
grazia in senso assoluto; in
mezze alle difficoltà nelle quali
ci troviamo, di fronte alle dimissioni dall’intelligenza da parte
della fede, al catastrofismo, alle
pressioni dell’azione collettiva,
al disprezzo dei più sprovveduti
e al ricatto del condizionamento.
Infatti ciò che oggi ci blocca non
è più il legalismo ma il vuoto.
Perciò non saprei trovare migliore conclusione della seguente
domanda di André Dumas: « Come vivere contro corrente in um
epoca che brulica di analisi senza mai sfociare in alcun comandamento, come se il comandamento fosse più frustrante e repressivo dell’analisi interminabile? La grazia è liberatrice e vincolante ».
Henri Motta
(Traduzione di Mirella Bein)
6
6 cronaca delle Valli
4 gennaio 1985
SERVIZIO Al MINORI
LUSERNA SAN GIOVANNI
Affidamenti famiiiari Contributi e asfaltature
Non c’è
posto
per loro
Da una ventina di giorni i "marocchini" non frequentano più il
mercato di Torre Pellice. Possibile, ci siamo chiesti, che abbiano lasciato il mercato proprio
sotto Natale quando potevano
pensare a fare gli affari migliori?
Forse hanno trovato mercati più
favorevoli, ci siamo detti in un
primo momento. Poi, siamo andati a fondo ed abbiamo scoperto che i "marocchini" hanno abbandonato il mercato di Torre
Pellice perché cacciati dalle autorità di polizia. Non erano in
regola con i permessi di soggiorno, con la normativa sul commercio, perciò per loro a Torre
non c’è posto. Dura lex, sed lex.
Eppure questi "marocchini”
non davano fastidio apparentemente a nessuno. Vendevano
le loro poche cose e, secondo
il loro costume culturale, amavano contrattare e discutere il
prezzo con la gente e non erano
soddisfatti se questa contrattazione non c’era, anche se riuscivano a vendere a prezzi maggiori.
Così tra una parola e l’altra,
contrattando, si veniva a conoscere la loro storia di emigrati
clandestini in Italia. Venuti dai
paesi del nord Africa, Marocco
o Tunisia, da zone in cui la sopravvivenza della loro famiglia è
legata alle rimesse dall’estero,
perché la terra non dà da vivere,
erano arrivati dopo varie peripezie a Torino. Qui avevano trovato alloggio nelle pensioni e nei
sottotetti di quel ghetto diffuso
che è la zona intorno alla stazione di Porta Nuova. Vivevano
in 6/8 per stanza, stanza che doveva rimaner chiusa perché i
proprietari l’affittavano senza rispettare le norme in materia e
quindi non dovevano farsi vedere.
Alla mattina prendevano la
merce fornita loro da qualche intermediario, spesso anche italiano, e alla sera la riportavano
pagandola. Mediamente guadagnavano ogni giorno dalle 10 alle
20 mila lire, ma il 50-10% lo mandavano a casa per la famiglia.
Per loro non c’era festa: ogni
giorno era buono per vendere.
Erano dappertutto, « come le cavallette » — come dicono molti
benpensanti nostrani.
Spesso, per la malnutrizione,
dovevano ricorrere all’ospedale,
ma era l’ultima risorsa perché
sapevano che, se vi si recavano,
sarebbero stati espulsi dall’Italia
per mancanza del nermesso di
soggiorno. Quindi preferivano
soffrire e non curarsi.
Erano anche oggetto di razzismo. « Basta: devono mandarli a
casa. Abbiamo sufficienti guai
per nostro conto. Possibile che
non ci sia mezzo di rinviarli a
casa? », dicevano in molli ed alcuni commercianti, invocavano
l’autorità di polizia per non dover patire una concorrenza .sleale. E loro, i marocchini, soffrivano in silenzio; contro chi li insultava non reagivano, prendevano
le loro cose e si allontanavano.
Dovevano pensare alla famiglia
lontana.
Ora questo incontro non si può
più fare. Dal Natale ’84 le discussioni con quest’umanità che soffre sono impedite. L’ordine regna
a Torre. Peccato però che la droga continui ad essere diffusa e
gli scippi continuino.
Giorgio Cardio!
Pino alla metà degli anni 70
gli affidamenti familiari erano
una realtà piccola e praticamente sconosciuta all’interno delle
nostre vallate, poi gradualmente
hanno preso piede ed ora, coordinato dal Servizio Sociale della
Comunità Montana Valli Chisone e Germanasca, un gruppo di
famiglie affidatarie da alcuni
anni si ritrova periodicamente
e fa il punto della situazione.
Vengono confrontati i problemi
sorti, si discutono le prospettive e si ha così un panorama del
procedere di questa forma alternativa di servizio sociale per
i minori.
Finita una prima fase di conoscenza reciproca, il gruppo ha
pensato di fare un ulteriore passo, quello cioè di interpellare alcune figure di operatori per
avere un dialogo più diretto con
chi ha delle responsabilità nel
settore minorile. Il primo di
questi incontri è stato con il
giudice Piercarlo Pazé che opera presso il Tribunale dei Minori di Torino. L’occasione è stata data da una recente legge sull’affidamento familiare, argomento che valeva la pena di esaminare in profondità; e così è
stato.
Il giudice ha così fatto una
breve storia di come il problema si è posto nel tempo con gli
istituti dell’affiliazione, dell’ado
Comitato
per la pace
PINEROLO — La prossima
riunione del comitato per la pace avrà luogo venerdì 11 gennaio alle ore 21 presso la CGIL,
via Demo 8. In discussione la
preparazione di incontri pubblici sull’obiezione fiscale e sul sottosviluppo nel mondo.
zione ordinaria e speciale ed
infine l’affidamento. Tutti questi stadi sussistono tuttora : i
primi vengono meno applicati
mentre sono gli ultimi due ad
essere maggiormente utilizzati.
Sentendo quella rievocazione,
dalla battaglia per l’approvazione della Legge sull’adozione speciale (1967) su, su, fino alle tematiche della Legge sull’affidamento (1983), si ha l’impressione di trovarsi in due mondi totalmente diversi. Eppure non
sono ancora trascorsi venti anni da quel momento, ma gli avvenimenti che si sono succeduti sono stati tali e tanti da far
apparire incredibile che il tutto
si sia svolto in un ambito di
tempo in fondo cosi modesto.
Non c’è quindi che da rallegrarsi, pensando che attraverso
questa riflessione si siano fatti
molti passi in avanti nel rispondere a delle esigenze reali, andando così più in profondità
nei problemi. Vi sono ora degli
strumenti nuovi, soprattutto a
livello di tribunale per cui si
stanno sensibilmente raccorciando i tempi di risposta per le
adozioni e gli afiìdamenti. In alcuni casi di affidamento i tempi sono brevissimi. Nonostante
queste ed altre novità i problemi non mancano e se ne aprono sempre di nuovi, forse di
minor portata dei precedenti ma
ugualmente importanti per le
famiglie affidatarie. Di tutto questo il gruppo ha ampiamente dibattuto. La riunione è terminata con un invito del giudice a
ricercare una famiglia affi dataria per due sorelline; è un caso
urgente. Chi intendesse approfondire questo argomento e le
tematiche relative agli affidamenti, alle adozioni, anche internazionali, può rivolgersi ai
servizi sociali delle nostre due
Comunità Montane.
Adriano Longo
PINEROLO
Giudizi suiia strage di Natale
PINEROLO — Già nella mattinata seguente alla strage sul
treno Napoli-Milano, i sindacati,
l’ANPI e i partiti politici della
città hanno diffuso comunicati,
manifesti e volantini di commento al gravissimo episodio di
criminalità. Per CGIL, CISL,
UIL è necessaria una mobilitazione e una vigilanza democratica fino a che sia fatta piena
luce su questo atto.
Per l’ANPI si tratta di una
« bestiale e assurda strage di
marca fascista » che richiede
« una unità di tutti gli uomini
onesti ». Il PSI, in un manifesto
nella sua bacheca, chiede che
venga fatta piena luce rapidamente sui mandanti e gli esecutori della strage. Il PCI parla
di « un’altra strage contro i) popolo e la democrazia » e dice che
l’obiettivo degli assassini è chiaro: « seminare paura e... sconvolgere la vita del paese (...1. La
strategia della tensione non deve passare e ad essa si deve opporre la mobilitazione più am
pia ed unitaria di tutti i cittadini... ».
DP infine parla di « strage di
stato » perché lo stato non ha
contrastato la riorganizzazione
del terrorismo nero ed indica
quali responsabili « l’intreccio
tra grande finanza, P2 e servizi
segreti » ed esprime « cordoglio
e solidarietà alle famiglie delle
vittime ».
La Giunta comunale, riunitasi nel pomeriggio di lunedì con
tutte le forze politiche del comune, « condanna l’attentato terroristico » ed il fatto che gli
« esecutori e i mandanti delle
stragi iniziatesi nel 1969 a Milano e proseguite a Brescia, col
treno Italicus e colla strage della stazione di Bologna siano ancora impuniti » e chiede « a tutti i cittadini democratici di essere all’altezza della sfida e contribuire al dissolvimento delle
trame che attentano ai principi
fondamentali del vivere civile »,
e partecipa « al dolore delle famiglie delle vittime ».
G. L.
Orsello
Elmo
TECNICO RISCALDAMENTO
AUTOMATISMI CANCELLI
SERRANDE NEGOZI
Via Moffa di Lisio, 17 - PINEROLO - Tel. 0121/78377
Due mozioni, espressione di
solidarietà verso le famiglie delle
vittime dell’attentato al treno Napoli-<Milano, hanno caratterizzato,
venerdì 28 dicembre, l’apertura
del Consiglio Comunale di Luserna San Giovanni.
Suggellata con un minuto di silenzio la ferma volontà di reagire
di fronte a ogni attentato alla
democrazia, i consiglieri hanno,
poi, esaminato i 28 punti all’ordine del giorno.
Vivacemente dibattuta è stata
l’opportunità di dare corso alla
richiesta, avanzata dall’I.P.A.B.
« Asilo Infantile » di Luserna, per
ricevere un contributo. Questa
sovvenzione verrebbe impiegata
nel rinnovamento dei locali, di
proprietà dell’Ordine Mauriziano, fino a un anno fa adibiti alla
ricezione di bambini in età prescolare. Otto i voti contrari alla
proposta di delibera della Giunta (11 i favorevoli) in virtù della quale il Comune si impegna a
versare una imprecisata somma
all’« Asilo Infantile ». Perplessità sono state sollevate sull’impiego di denaro pubblico in un’opera di adeguamento alle norme
sulla sicurezza di vani che appartengono a un immobile la cui
proprietà è privata (dell’Ordine
Mauriziano, appunto). L’assessorato ai servizi sociali, da parte
sua, si è impegnato a verificare
la necessità di un’eventual..- riapertura della struttura a sec .-nda
del numero di ragazzini suoi possibili frequentatori.
L’Assemblea ha, sempre a maggioranza, stanziato un contributo
di 8 milioni per l’Asilo « Sacro
Cuore ».
Altro problema all’ attenzione
dei consiglieri: la vendila del
terreno comunale, situato in
C.so Matteotti, alla ditta Plastifloat. Su domanda del titolare
della Plastifloat, il Comune e stato invitato a sanare una situazione anomala. Infatti sulla base di
una licenza edilizia regolarme:ite
concessa nel 1962 dal competente
organo, la Plastifloat occupò, oltre
al suolo di sua proprietà, anche
un’area di 100 metri quadri appartenente al Comune. Per 22
anni LAmministrazione di Luserna S. Giovanni non s’è accorta
dell’irregolarità. Ora, sollecitata,
rimedierà alla svista cedendo,
con una trattativa privata, ii terreno in questione.
Venerdì, il Consiglio ha i:tultre approvato un progetto per
l’asfaltatura di vie comunali
(spesa: 172 milioni) e deciso la
risistemazione delle panciiinc
pubbliche (la strada Panoramica,
sulla collina di S. Giovanni saia
dotata di panchine in pietra di
Luserna).
Marco Borno
OSPEDALE CIVILE
Difficoltà per le urgenze
PINEROLO — Difficoltà per
l’USSL. Il comitato di gestione
è stato posto sotto inchiesta
per un appalto di forniture che
ha visto l’approvazione di due
delibere contraddittorie. Luna
con 9 ditte concorrenti, l’altra
con solo 5.
Si aggiunge oggi la protesta
di 66 medici dell’ospedale civile
che chiedono il rafforzamento
degli organici del DEA (Dipartimento di emergenza e accettazione ) senza il quale non si
sentono di garantire un adeguato servizio di rianimazione e
pronto soccorso.
CORREDO MARKET
TUTTO IL CORREDO
PER LA TUA CASA
PIUMONI - COPERTE - LENZUOLA
TENDAGGI - ASCIUGAMANI
VASTO ASSORTIMENTO TAPPETI
e tanti altri articoli
Per NATALE
vantaggiosissime
offerte, e.
SPLENDIDI REGALI
a tutti i clienti
Corredo Market
Via Des Geneys, 4 - Telefono (0121) 73.942
PINEROLO (To)
VENDITE ANCHE RATEALI
VENITE A VISITARCI
7
4 gennaio 1985
cronaca dette Valli 7
PER L’APPLICAZIONE DELL’ART. 6 DELLA COSTITUZIONE
POMARETTO
Insegnare il francese alle Valli ' 1°° a"™ di Magno Udio
' ì.a Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche », così suona Tari. 6
della Costituzione, ma « le apposite norme » attendono ancora
di essere emanate (non c’è da
stupirsi, sappiamo i! tempo che
c'e roluto per realizzare le Intese). Le minoranze linguistiche
cui questo art. 6 si riferisce sono: gli Albanesi (circa 100.000
in sette regioni del Mezzogiorno i: i Catalani (circa 15.000 in
Sai'clegna, nel comune di Algher(ji; i Croati (circa 4.000 in tre
coìinmi del Molise); i Francopro\ cn/.ali (circa 90.000 in Valle
d'Aosta, Val Locana, Valli di
Lan/o, Bassa Val Susa e Faeto
e Celle S. Vito in Puglia); i Friulani (circa 700.000 in Friuli Vene/.:a-Giulia); i Greci (circa 20.000
nelle provincie di Lecce e Reggio Calabria); i Ladini (circa
30.000 nelle provincie di Belluno. Bolzano e Trento); gli Occitani (circa 200.000 nelle provincic di Torino, Cuneo e Imperia
e a Guardia iPiemontese); i Sardi (circa 1.200.000 in Sardegna
e con forti grrrppi specie a Torino e Roma); gli Sloveni (circa
100.000 lungo il confine con la
Jugoslavia); i Tedeschi (circa
29Ò.OOO di cui la maggior parte
in provincia di Bolzano); gli Zingari (circa 100.000 sparsi su tutto il territorio).
Alcune di queste minoranze,
sia a causa di trattati internazionali (come gli Sloveni della
prorincia di Trieste), o per accordi particolari (i Tedeschi dell'Alto Adige) o per paura di annessionismo alla Francia (i Franco-provenzali della Val d’Aosta)
o per la loro particolare posizione geografica (la Sardegna),
averano ottenuto un certo riconoscimento della loro lingua e
cultura (regioni a statuto specitilc), mentre gli altri gruppi si
suro trovati inclusi nelle regioni a statuto ordinario.
\’el corso di varie legislature
sono state nresentate ben 11
proposte di legge per la tutela
delle minoranze linguistiche. Finalmente le 11 proposte sono
state riassunte e fuse in un solo
testo elaborato da un Comitato
Ristretto e attualmente all’esame delle Commissioni Permanenti (Affari Costituzionali) della Camera e del Senato.
Il testo è composto di 18 articoli, diviso in due « Titoli » di
cui il 1": « Ambito della Legge »,
comprende gli art. 1 e 2, mentre
il 2“ « Norme Statali » comprende gli altri 16.
Il testo attuale proposto per
l’art. 1 è il seguente: La Repubblica tutela la cultura e le lingue delle popolazioni che, nell’ambito del suo territorio, presentano peculiari caratteristiche
testimonianti le loro origini albanese, catalana, occitana, franco-provenz.ale, greca, serbo-croata, germanica, zingara.
La Repubblica tutela altresì la
cultura e le lingue delle popolazioni sarde e friulane.
Per gli Occitani, che è quanto
ci interessa più direttamente,
viene tutelata la lingua e la cultura, ma sembra che si ignori
che in certe valli della zona occitana, e in particolare le Valli
Valdesi, le alte valli del Chisone, della Dora e della Varaita
(che in passato hanno fatto parte del Delfinato), accanto al « patouà » occitano è sempre stato
in uso il francese come seconda
lingua (come lo è stato in Val
d’Aosta dove questa lingua è ufficialmente riconosciuta).
Da qui l’iniziativa dell’Associazione Culturale Soulestrelh editrice della rivista Novel Temp,
di interessare le autorità politiche delle Valli e dei comuni dove la lingua francese è ancora
parlata, onde far pressione sulle Commissioni Permanenti competenti per una modifica all’art.
1 di questa proposta di legge
perché sia inclusa anche la tutela del francese lì dove questa
lingua è in uso. Si tratterebbe di
aggiungere, in calce al 1” capoverso dell’art. 1, dopo la parola
« zingari »: « inoltre per le popolazioni Decitane e franco-provenzali tutela contestualmente
la cultura e la lingua francese ».
All’iniziativa hanno aderito,
primo fra tutti il Comune di
Torre Pellice, già dal 25 settembre scorso, con una propria delibera, la Comunità Montana Val
Pellice, la Provincia di Torino
(per iniziativa dell’Arch. Piercarlo Longo) e sono stati invitati la
Comunità Montana Val Chisone
Germanasca e quella Alta Dora,
i comuni dell’Alta Val Varaita
ad esprimere il loro parere.
Fra le associazioni occitane,
oltre a Lou Soulestrelh che ha
preso l’iniziativa, il gruppo de
La Valaddo di Val Chisone si è
dichiarato favorevole, mentre
Coumboscuro di Val Maira e il
M.A.O. (Movimento Autonomista
Occitano) la cui azione si svolge
maggiormente nelle vallate del
Cuneese, sembrano meno interessati al problema, perché in
quelle valli il francese non è
parlato dalla maggioranza della
popolazione.
La promulgazione di questa
legge quadro non sarà la soluzione immediata dei problemi
delle minoranze etnico-linguistiche perché alle Regioni è demandato di determinare il territorio cui applicare la tutela
prevista da questa legge e di disciplinarne il procedimento (articolo 2).
Saranno le popolazioni interessate a far pressione sui governi regionali per l’applicazione di queste norme e di qui la
necessità che le nostre popolazioni siano informate dei diritti che questa legge riconoscerà
loro:
Insegnamento della lingua locale nelle scuole materne, elementari e medie (art. 3 e 4).
Uso della lingua locale negli organi collegiali elettivi dei comuni ammessi a tutela (art. 7 e 8).
Uso orale della lingua ammepa
a tutela negli uffici dell’Amministrazione pubblica, nelle sedi e
negli Uffici giudiziari (art. 8). La
toponomastica ufficiale, stradale, ferroviaria e turistica e le insegne degli uffici pubblici vengono redatti anche nella lingua
ammessa a tutela (art. 10). Inclusione nei programmi radiofonici
e televisivi regionali della RAITV di trasmissioni destinate alle popolazioni di cui alTart. 1
(art. 12). Creazione, da parte
delle Regioni interessate, di autonomi Istituti per la difesa delle tradizioni linguistiche e culturali dei gruppi di cui alTart. 1
(art. 16). ■
Auguriamoci che la legge, con
la modifica richiesta per gli abitanti delle valli francofone, possa arrivare presto in Parlamento e in Senato, per diventare
esecutiva.
Osvaldo Coisson
8 DICEMBRE
Leggo sul n. 49 dell’Eco delle Valli
Valdesi che anche la Claudiana è caduta sotto gli strali dei nuovi « ayatollah » della fede. La colpa sarebbe
di avere chiuso il negozio l'8 dicembre, quasi fosse stato un osannare alla
Madonna.
A perlustrare Torre Pellice per controllare se le cose funzionano come
nella Ginevra di Calvino i firmatari dell’articolo potrebbero imbattersi in dolorose sorprese: ad esempio negozianti valdesi che in queste festività tengono aperto il negozio di domenica
mattina (anziché andare al cultol).
Perché invece di polemizzare in
senso distruttivo i nostri amici non si
guardano più spesso allo specchio?
□
□
□
composizione
timbri in gomma
¡I timbro
timbri in gomma
timbri speciali
consegne pronte
e sollecite
10064 PINEROLO
Via des Geneys, 30 - Tel. (0121) 78196
Domenica 23 dicembre la nostra sorella Lidia Bertolino vedova Baret del Serre di Inverso rinasca ha compiuto 100 anni e tutta la comunità si è rallegrata con lei e con il figlio Enrico per questo avvenimento cosi raro (Magno Lidio non ricorda di aver mai saputo di nessun
altro centenario nella storia di
Inverso Rinasca di cui è stata
testimone).
Purtroppo da alcuni anni Magno Lidio è costretta a letto ed
è molto provata sia nell’udito
che nella vista, ma conserva una
notevole lucidità di spirito ed
affronta il suo stato con grande coraggio e pazienza assistita
con amore e cura dal figlie.
Abbiamo ringraziato il Signore
con lei per averla accompagnata
come « il suo buon pastore » in
questo lungo cammino e la Scuola Domenicale di Inverso Rinasca ha portato con il canto il
suo messaggio di solidarietà e
di gioia a nome di tutta la comunità. Erano presenti anche il
presidente della Pro Loco acj
compagnato da diversi membri
del direttivo, mentre il Sindaco
e l’Amministrazione comunale
avevano portato i giorni precedenti il saluto di tutti gli inversini.
Abbiamo portato a Magno Lidio una copia del libro della
Claudiana « Come vivevano - Pinerolo - Val Chisone e Germanasca - 1880-1920 » che presenta la
documentazione fotografica del
quadro in cui la nostra sorella
ha vissuto e di cui è stata testimone oculare !
Magno Lidio ha vissuto tutta
la sua vita a Inverso Rinasca.
Originaria della Paiola, a 18 anni si trasferisce a Combavilla
sposa di Baret Paolo di 21 anni
più anziano di lei. Il marito lavora al cotonificio di Perosa
Argentina, una delle prime fabbriche della zona. Sono ancora
gli anni delle grandi conquiste
sindacali. Il lavoro è duro: dodici ore al giorno per un salario
di 4 soldi all’ora che danno 48
soldi al giorno! Magno Lidio si
occupa della casa e della cam
Credo ne avrebbero motivo di riflessione e prudenza prima di scagliarsi
in pesanti giudizi.
Diciamocelo francamente: da che
pulpito viene la predica circa la « coerenza evangelica e la testimonianza »?
Mi auguro che nella Chiesa Valdese
si sappia ancora distinguere ciò che è
libertà e spirito costruttivo da ciò che
è spirito d'imposizione e veleno corrosivo. Con le polemiche acide non si
migliora la Libreria Claudiana né nessuna altra opera della chiesa. Solo nel
dialogo fraterno e costruttivo è possibile riconoscere I propri errori e quindi migliorare.
Infine una domanda: come comportarci il 15 agosto, assunzione di Maria Vergine? Aperti o chiusi?
Lidia Olsen, Torre Pellice
STRUMENTI MUSICALI
da RINALDO
Via Vigone, 59 - Tel. 22.613 - PINEROLO
SOLO STRUMENTI MUSICALI
Spartiti e Metodi - Noleggio Pianoforti
Scuola di Musica
CALZATURE
«PANTHEA»
Augura un FELICE ANNO NUOVO
Via Roma, 3 - Tel. 932393 - TORRE PELLICE
ERNESTO sconto onesto
CASALINGHI - FERRAMENTA - PLASTICA
MATERIALE ELETTRICO - ELETTRODOMESTICI
LISTE SPOSI ■ ARTICOLI REGALO
TUTTO PER IL PIC-NIC
Viale De Amicis, 3 - ex Palazzo Vittoria - Luserna S. G.
pagna su per i « bari » di Cornbavilla. Il marito passa la settimana a Perosa e la moglie gli
porta regolarmente la legna per
riscaldarsi e risale a casa con
le provviste per la famiglia che
si è man mano ingrandita con
la nascita di una figlia e tre figli. La vita è dura ma viene affrontata con coraggio. Non mancano molte tristi prove: nel 1924
la primogenita Adelina muore a
21 anni, nel 1932 rimane vedova
a 48 anni; dopo aver visto la
prima guerra mondiale ecco che
arriva anche la seconda; i figli
lontani, la guerra partigiana ;
nel dopoguerra la rapida trasformazione sociale ed ancora
la morte di altri due figli.
Da circa dieci anni è scesa al
Serre con il figlio che le rimane. Auguriamo a tutti e d.ue ancora molti anni di serenità.
________________________ R. C.
RINGRAZIAMENTO
I familiari della com<pianta
Alina Baridon
ved. Charbonnier
commossi e riconoscenti per la grande dimostrazione di affetto e di stima
tributala alla loro cara, ringraziano
tutti coloro che sono stati vicini in
questa triste circostanza. Un ringraziamento particolare al doti. Scaro■gnina, ai pastori Bellion e Pasquet, al
signor Livio Go'bello e Fausta Gaydou
ed ai vicini di casa.
Luserna S. Giovanni, 31 dicembre ’84
RINGRAZIAMENTO
I familiari del compianto
Livio Pascal
ringraziano vivamente tutti coloro che
hanno partecipato al loro dolore.
Un particolare ringraziamento ai
medici e a tutto 11 personale dell’ospedale di Pomaretto e alla Sezione AVIS
di Pomaretto e Val Germanasca.
RINGRAZIAMENTO
a Io ho combattuto il buon combattimento, ho finÀto la corsa,
ho serbata la fede »
(II Timoteo 3: i)
I familiari di
Rinaldo Gay
profondamente commossi per la grande dimostrazione di affetto e stima dimostrati al loro caro, neirimpossibilità
di farlo singolarmente, ringraziano
sentitamente tutti coloro che con la loro presenza al funerale, fiori, scritti e
parale di conforto hanno partecipato al
loro dolore. In particolare ringraziano
i medici e personale infermieristico
dell’Ospedale Valdese di Pomaretto pelle amorevoli cure prestate, tutte le persone che si sono prestate durante la
lunga degenza, il pastore Tourn e Si'gnora. U.S. di S. Secondo, il gruppo
A.N.A. San Secondo, tutti i vicini di
casa.
Prarostino, 31 dicemhre 1984
AVVISI ECONOMICI
TRASLOCHI e trasporti per qualsiasi
destinazione, preventivi a richiesta:
Sala Giulio, via Belfiore 83 - Nichelino - tei (011) 6270463 - 6272322.
La DOTI.
PISANI MIRIAM
Via XXV Aprile, 1
Torre Pellice - Tel. 90.13.22
comunica che dal 2 gennaio ’85
l’ambulatorio avrà il seguente
ORARIO:
Lunedì dalle 18,00 alle 19,00
Martedì dalle 14,00 alle 16,00
Mercoledì dalle 9,30 alle 11,00
Giovedì dalle 14,00 alle 16,00
Venerdì dalle 9,30 alle 11,00
8
8 itoino e società
4 gennaio 1985
LA FAME MINACCIA UN’INTERA POPOLAZIONE
Il dramma deirEtiopia
Un appsllo alla tragua lanciato dalla organizzazioni umanitaria auropaa riunita in Olanda par pradisporra intarvanti arganti di soccorso
_ Da tempo attraverso le pagine del nostro giornale abbiamo avviato uiw campagna per la raccolta di fondi a favore deUe popolazioni dell’Eritrea colpite dada carestia. Trentuno miUoni sono già
stati mandati tramite la Missione EvangeUca Svedese. In attesa di
un rapporto diretto da coloro cbe operano nella zona, pubblicbiamo
un articolo apparso sul numero 46 del settimanale Budbàraren, organo d informazione della Missione svedese.
j ,,*^«ordiamo cbe, come annunciato sul n. 48/84, la Federazione
deUe Chiese evangeiiche in Italia ha diffuso l’appello urgente del
Consiglio Ecumenico delle Chiese per raccogiiere 100.000 dollari
per UH aiuto immediato all’Etiopia. Le offerte dei singoli e delle
CMese vanno versate sul c.c.p. 38016002 intestato alla Federazione
via Firenze 38, 00184 Roma, entro il 31 gennaio p.v.
Un appello alle parti in conflitto affinché accettino una tregua dei combattimenti ed un
pressante invito alle Nazioni Unite, ai governi e alle chiese perché si impegnino per ottenere
il libero trasporto dei soccorsi
in tutto il territorio etiopico.
Questo è il contenuto principale della risoluzione formulata
dai rappresentanti di alcune organizzazioni umanitarie europee, riuniti a Woudshoten in Olanda per discutere dell’assistenza alle popolazioni dell’Etiopia
colpite dalla fame.
Armistizio,
condizione essenziale
Sture Normark (segretario
della Missione Evangelica Svedese, n.d.t.) al suo ritorno dalla
riunione di Woudshoten ha dichiarato che un armistizio è la
condizione essenziale per un’azione efficace di aiuto alle popolazioni affamate.
Ecco altre sue dichiarazioni.
— Una tregua è l’unica alternativa realistica per poter raggiungere la gente che si trova
nelle campagne dell’Etiopia settentrionale. Nel Tigrai le vitti
« L'Eco delle Valli Valdesi »: Rea.
Tribunale di Pinerolo N. 175.
Redattori; Giorgio GardioI, Roberto Giacone, Adriano bongo, Giuseppe Piatone, Sergio Ribet. Comitato
di redazione; i redattori e: Mirelia
Bein Argentieri, Valdo Benecchi,
Mario F. Berutti, Franco Carri, Paolo Fiorio, Bruno Gabrielli, Marcella
Gay, Claudio H. Martelli, Roberto
Peyrot, Massimo Romeo, Marco
Rostan, Mirella Scorsonelli, Liliana
Viglielmo.
Direttore Responsabile;
FRANCO GIAMPICCOLI
Redazione e Amministrazione; Via
Pio V, 15 - 10125 Torino - tei. 011/
655.278.
Redazione l'Eco delle Valli Valdesi:
Via Arnaud, 23 . 10066 Torre Pellice.
Editore: AiP, Associazione Informazione Protestante - Via Pio V. 15
- 10125 Torino.
Rcgist'-o nazionale della Stampa n.
00961 voi. 10 foglio 481.
Abbonamenti 1985; Annuo L. 24.000:
Semestrale 13.000; Estero 50.000 (posta aerea 74.000); Sostenit. 50.000.
Decorrenza 1° genn. e 1° luglio (semestrale) da versare esclusivamente sul c.c.p. 327106 intestato « L’Eco
delle Valli - La Luce » - Casella postale- 10066 Torre Pellice.
Pubblicità: prezzo a modulo (mm.
49x53) L. 12.000 (oltre IVA).
Inserzioni; prezzi per mm. di altezza, larghezza 1 colonna: mortuari
350 - sottoscrizioni 220.
Ogni parola: economici 250, partecipazioni personali 350 (oltre
IVA). Ricerche lavoro: gratuite.
Fondo di solidarietà c.c.p. 11234101
Intestato a • Lj Luce: fondo di solidarietà >, Via Pio V. 15 - Torino.
Stampa; Cooperativa Tipografica
Subalpina - Torre Pellice (Torino)
me della carestia sono 1.300.000,
ma solo una frazione di queste
arriva ai centri ufficiali di distribuzione degli aiuti. La maggior parte si trova in aree remote, dove — a causa del conflitto — non può giungere nessun
aiuto.
— La parte settentrionale dell’Etiopia (Tigrai e Eritrea) è la
più colpita, perché gli aiuti che
vengono distribuiti tramite il governo di Addis Abeba non raggiungono le zone controllate dai
fronti di liberazione (dal 70 alT80% del territorio).
— Non intendiamo appoggiare i fronti di liberazione, però
sappiamo che nelle zone sotto
il loro controllo, la gente muore
di fame. Per raggiungerle ci serviamo delle organizzazioni all’opera in quei territori (l’Associazione eritrea di soccorso e la
Società di soccorso del Tigrai).
Queste organizzazioni hanno la
vita difficile; possono effettuare
piccoli trasporti solo nottetempo per timore di incursioni aeree da parte dell’aviazione etiopica.
Ora per noi è molto incoraggiante aver appreso che uno dei
fronti di liberazione ha già
espresso parere favorevole riguardo alla nostra risoluzione di
Woudshoten.
— La guerra costa al governo
etiopico quasi mezzo milione di
dollari USA al giorno. Questi
soldi possono essere usati meglio. E’ vero che l’Etiopia è un
paese poverissimo in situazione
di totale dipendenza dal gioco
delle superpotenze. Credo però
che una pressione intemazionale dei paesi europei possa convincere le parti in guerra a raggiungere un armistizio.
— Per raggiungere le popolazioni affamate delle campagne
dobbiamo poter viaggiare liberamente con gli autocarri e le carovane.
Si è parlato di trasporti aerei,
ma con questo mezzo si possono raggiungere effettivamente
solo poche zone e perciò questa
BUON ANNOI
A voi l’augurio di un anno
sereno, a noi l’augurio di
ricevere presto il vostro rinnovo Se ancora non ci avete pensato...
Prendete contatto con il
responsabile delia locale chiesa valdese o metodista o servitevi del c.c.p. 327106.
Una porta aperta
non costituisce la vera soluzione dei problema.
— E’ anche necessario un coordinamento efficace dell’attività
di soccorso. In alcune zone dell’Etiopia meridionale facilmente
raggiungibili, operano fino a venti organizzazioni assistenziali,
rnentre in altre parti del paese
più difficilmente accessibili, non
opera alcuna organizzazione.
Dell’Etiopia
si parlerà ancora
Normark racconta anche che
attualmente ci sono 300 mila profughi in cammino dall’Etiopia
verso il Sudan. Di questi solo i
più forti arriveranno nei campi
di raccolta nel Sudan, gli altri
muoiono per strada. E’ importante che questa gente venga
aiutata nel loro paese, onde evitare di aggravare il problema
dei profughi nel Sudan. E’ molto più difficile e più costoso aiutare i profughi.
— L’aiuto urgente all’Etiopia
ha senso solo se viene inserito
in un programma di contributi
alla ricostruzione dell’economia
del paese e tenendo comunque
conto in ambedue i casi dei veri
bisogni delle popolazioni etiopiche.
— Per mobilitare l’opinione
pubblica dei nostri paesi occidentali non possiamo appoggiarci unicamente sui mass media,
perché questi seguono le tendenze del momento; l’ultima
notizia soppianta la precedente.
Però dell’Etiopia si parlerà
ancora. La tragedia della fame
è un fatto, ed è anche un fatto
che nel nostro mondo c’è un
surplus di granaglie. Si impone
dunque una politica di ridistribuzione delle risorse e perché
questo avvenga dobbiamo continuare a fare pressione su chi
detiene il potere nei nostri paesi.
Ulf Sàrnefàlt
(segue da pag. 1)
ria Sanguinetti. Tutto ciò dopo
una lunga e nervosa attesa per
conoscere i risultati, che tardarono molto ad apparire, nonostante i progressi della tecnica.
Questa seconda forza politica
tradizionale in questa campagna
ha compiuto un passo abbastanza deciso, con i suoi discorsi
preelettorali, verso un programma che potremmo considerare
piuttosto avanzato.
La situazione
economida
In un programma di varietà
uno dei partecipanti ha chiesto:
« Quale sarà il primo gesto del
nuovo presidente eletto della repubblica? » e qualcuno gli ha risposto: « Mettersi le mani nei
capelli »!
In questi undici anni di dittatura l’Uruguay ha mantenuto
l’ordiiie con il terrore, ma la
situazione sociale ed economica
è disastrosa. Il debito estero,
verso il famoso Fondo Monetario Intemazionale, ammonta a
4.500 milioni di dollari e sappiamo che sarà molto difficile pagare questo debito. Richiederebbe uno sforzo di molti anni e
non permetterebbe di superare
lo stato di prostrazione in cui
si trovano l’agricoltura e l’industria nazionale. Corre voce che
in questo paese di soli tre milioni di abitanti ci siano 240.()00
bambini che non hanno abbastanza da mangiare, e 140.000 disoccupati, una percentuale eccessiva rispetto alla popolazione. La paga minima della maggior parte dei lavoratori è poco
più di 50 dollari al mese. La
grande maggioranza dei pensionati non arriva ai 50 dollari,
mentre i militari godono di stipendi principeschi, benché pochi conoscano queste cifre. Quindi la maggioranza dei lavoratori e dei pensionati hanno redditi da fame e gli agricoltori,
salvo eccezioni, sono coperti di
debiti.
Per ragioni politiche o di lavoro migliaia di uruguayani, anche valdesi, sono emigrati nei
paesi vicini o in terre lontane,
come Australia, Canada, Svezia
e così via.
Le possibilità per uscire da
questa crisi economica esisterebbero in questo paese di 187
mila chilometri quadrati con un
buon clima, terre fertili e una
popolazione cosi scarsa. L problema è di sapere fino a quando saremo diretti e sfruttati dalle multinazionali e dal Fondo
Monetario Internazionale.
La Chiesa valdese
La situazione economica così
sfavorevole si ripercuote anche,
in una forma o nell’altra, sulla
vita della nostra chiesa. In ge
nerale, i suoi membri soffrono
in vari modi della crisi che ci
colpisce tutti. Anche fra di noi
ci sono molti disoccupati, ma,
da quel che ci risulta, non ci sono bambini denutriti.
La Chiesa valdese nella zona
del Rio de la Piata gode di buona salute ed ha buone possibilità di essere una minoranza significativa. Ma siamo caduti nel
male che colpisce le chiese storiche di tutto il mondo. La nostra vocazione evangelistica e il
nostro amore per la Bibbia hanno generalmente smesso di essere una passione, una caratteristica essenziale. Ma preghiamo
e speriamo che il periodo di
rinnovamento sociale e politico
che si sviluppa in Argentina e
sta iniziando in Uruguay ci spinga a rafforzare tutti la nostra
vita di fede e di impegno.
Bisogna aggiungere che in generale i Valdesi sono piuttosto
conservatori e che la maggioranza è stata senza dubbio favorevole al candidato eletto.
In questo paese molto secolarizzato, in cui la Chiesa cattolica è separata dallo Stato, sono
sorti molti movimenti religiosi
con fini di proselitismo, e alcuni,
o per lo meno uno, con firi economici. Per esempio, i canali televisivi, il cui costo è per noi
proibitivo, sono usati da movimenti evangelistici che àriivano
a trasmettere programmi settimanali di un’ora su vari canali
con il più puro stile alla Billy
Graham. La setta di Moon, benché non abbia qui, credo, neppure un seguace, si è fatta, a quel
che si sa, enormi capitali in dollari, con il beneplacito del regime oggi in crisi. Altri poteri economici, non religiosi, sembrano
aver trovato rifugio da queste
parti. Mentre loro ingrassano, la
maggior parte della popolazione
dimagrisce.
In Argentina
Due parole sulla Repubblica
Argentina, dove pure vive qualche migliaio di Valdesi. Il 25 novembre è una data storica anche per il governo democratico
del Presidente Raúl Alfonsin,
che ha chiamato il popolo a votare sulla conclusione definitiva
della secolare discordia con il
Cile per il canale di Beagle. Una
schiacciante maggioranza ha detto sì. Il popolo latinoamericano si avvia, benché troppo lentamente, verso un’integrazione
di cui il trattato fra Cile ed Argentina sarà un segno.
Ci aspettiamo tutti molte dal
futuro. Speriamo nella capacità
degli uomini, ma speriamo soprattutto nell’azione di Dio, presente nel mondo, che ama.
Che « il Signore Gesù Cristo,
nostra speranza» (I Tim. 1: 1)
ci guidi tutti in questo momento storico che si apre per il nostro Uruguay!
Mario Bertiiiat
UNA LETTERA DELLA CONVENZIONE BATTISTA DEL NICARAGUA AL PRESIDENTE REAGAN
Signor Presidente,
Le mandiamo questa lettera
con profonda costernazione a
causa dell’afflizione, della sofferenza e dell’angoscia che la Sua
politica nei confronti del Nicaragua procura al nostro popolo.
Signor Presidente, Lei ha pubblicamente dichiarato di essere
un cristiano. La scongiuriamo
allora di considerare i principi
cristiani e di valutare l’ondata
di terrore scatenata contro il Nicaragua. Vogliamo che Lei consideri i 7.000 morti che la Sua
politica ha già causato al Nicaragua, la distruzione di villaggi,
scuole, centri sanitari, granai,
ecc., la disperazione di madri,
mogli, bambini e il panico che
i vostri aerei spia e le pallottole
da assassini dei vostri « combattenti della libertà » stanno causando al nostro popolo.
Signor Presidente, la vostra
amministrazione sta per eseguire
Signor Presidente
un massiccio intervento militare
contro il nostre paese, lo hanno dichiarato alcuni vostri alti
ufficiali.
Vi supplichiamo di capire che
se avviene un’invasione migliaia
e migliaia di bambini moriranno
in Nicaragua, così come migliaia
e migliaia di giovani, donne e
anziani. La devastazione sarà incalcolabile. La vita sparirà dal
Nicaragua. E anche molti cittadini americani moriranno. Pensa forse che sia la volontà di
Dio che questo accada? Come
cristiano pensa che sia giusto
scatenare un tale evento distruttivo?
La invitiamo ad analizzare
seriamente questa situazione. Il
Nicaragua è un paese molto povero che è stato spazzato da tre
mende calamità come terremoti,
siccità, inondazioni e crudeli dittature.
Siamo un popolo devastato. E
in aggiunta a tutto questo, la vostra politica ha portato un’indescrivibile afflizione e sofferenza.
La invitiamo a venire in Nicaragua a vedere la nostra situazione. Si renderà conto che noi
non rappresentiamo alcuna minaccia per la sua nazione, che
siamo un popolo che vuol vivere con dignità e lavorare alla
propria ricostruzione, che siamo
amici del popolo degli Stati Uniti e che vogliamo emergere dalla
nostra povertà e miseria e vivere
come esseri fatti ad immagine
di Dio.
La scongiuriamo di non ordi
nare l’invasione militare del Nicaragua. Né Dio né la sua coscienza la perdonerebbero mai.
Siamo sicuri che Gesù Cristo
vuole che lei promuova la vita
in Nicaragua. Le chiediamo di
riflettere e di adottare una politica di pace e di vita verso il
nostro povero e debole popolo.
« Beati coloro che si adoperano per la pace perché saranno
chiamati figli di Dio » (Matteo
5: 9).
Tomas Tellez Ruiz
Segretario esecutivo
Gonzalo Maiena Sandino
Presidente
Questa lettera della Convenzione Battista del Nicaragua è
apparsa su El Nuevo Diario (Managua) il JO novembre ed è stata diffusa in Europa nella traduzione inglese di James e Margaret Goff del Centro ecumenico
Antonio Valdivieso di Managua.