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ProEKO liif'O 12
ÎAuiio LXXVIII - N. 18
TORRE PELLICE. 30 Aprile 1948
Spedictone inlabbonamento postale - I Grappo
ÈLLE
SETTIMANALE DELLA
i Venite a me
8i ¡wtrebber'o prtìtuinsàure sette .serp numi sopra questo testo; ” Venite, a
^ lite, voi tutti che siete travagliati ed
^ nggraioiti, et io vi darò ri/vmo ”.
Trocaceiate pace con tutti'..
PAOLOIt^f
CHIESA VALDESE
Venite
E' dunque sottinteso che qimtUi sor
no travagliati ed aggravati risentano
in rntado opprinumte U peso del |/ar(hd&) ed il dolore del travaglio', siamt
perplessi e gementi, cercando l’uno
da <}^ni parte, uno scampo, attardandosi l’altro Ilei pensiero tMlla perdita
subita, incapaci l’uno e l’altro di
scingere consailaeiorte“ alcuna], puì
ceramelo e^uialcosa. Per queslp Egli
ilice: VENITE; ma non invita chi ha
cessato di cercare.
Veniie
E’ dunque sottintexso. che quanti sono travagliati ed aggravati sono talimente stanchi d’ogni sfor'^' da essere,
in un certo qual modo, come intorpiditi,; sembra che essi abbiano’ dimenticato perfino che esiste una consolai' ziitne, se ancora essi desidìerano' socanso: sono in una sorta di letargo'
spirituale. Per qpesio occorre ch’Egti
li chiarii e ricordi loro che c’è una
consolazione.
I
1 Veniie
rtì Ogni organizzazione ha un sua
tL simbolo o un suo distintivia. Si rico
nosce dalla ” toilette ” che una giovane va al bado. Nc\llo stesso modo,
qui, il segno, il distintivoì è l’essere
travagliato ed aggravato.
Venite
Anche se non portate iMstìntivoì all’ottìchiello, venite, purché lo portiate
nel vostro cuore. Vieni, unta la testa,
lavato il voltò; purché in te. stesso tu%ia travagliato ed aggravato, tu sei
'in<ilal>.i>.
Jfoia bene
E’ Cristo' che pronunzia queste parole. Non il Cristo quale se lo n^presenta troppo, s/jiessp in modo artefatto \ìa stììcietà cristiana, ma il Cristo
^CET ÌN TE'^
uomo, pcrsegM*f«toj ùmdtato, accur0aniente sfuggimpun uomo di cui
bisogna dire: Eom homo! In queste
condizioni nessun uomo vuole ascolr
tare queste parole: VENITE A ME;
la gente ha paura di colui che à|e pronunzia e pensai; E’ lui che vuol consolare? Ma è un pagzo ~ non ascoltar
teilo. Fm’se egli vuole che l’uditore
diéenrì miserabile come bd, prima
che arrivi la ihinsolazione”.
(Dal diiario di Kierkegaai d).
I DOMENICA
MAGGIO
Convegno a Prati
Domenica 2 Maggio vi sarà a Prati un Convegno
Giovanile delia FUV per le Unioni delle Valli. — La
ripresa dei lavori sarà sosfenula cosi, spirilualmenfe, da (ulta la gioventù delle Chiese delle Velli.
AL MATTINO: Discussione su ".Agape oggi,, -* Culto in
Chiesa - Pranzo al sacco. ^
AL POMERIGGIO : Visita ai lavori e discussione su "Agape domani,, - Traiienimenio con recite - Canti.
Cercare di arrivare al maliino al più presto
F
Cristiani nel mondo
volere la libertà del cástáaino : ed ogpi
crisiiano è giaidicé di questa fedeltà. In
Italia non si può essere per la libertà
cristiana e dare appoggio al partiito od ai
partiti che hanno voluto introdurre o che
vogliono mantenere nella CostitaJKme
Italiana il Concordato tra il potere civile
e la Chiesa di Stato. .
Anche se vi fossero deii mobiivi che
potessero poritere a dare un tale appoggio a quei partiti, quell’appoggio è con"
trario alla libertà cristiana. Per ognii cristiano consapevole, la libertà della testiimoniianza cristòiana, senza ìmposazioni
le!g{ali o rninorazionii costituzionali ed
anche senza aiuti statali, è un bene dinnanzi al quale ogni altra considerazione
cade.
Ma c’è per il cristiano un’ailtra necessaria libertà che proviene dal primo
comandamento: « non avere altri Dii
al mio cospetto ».
Oltre che dagli idoli questa, libertà è
minacciala dalla pretesa di coloro che
vomebbero per sè un potere iillimitato che
abbraccerebbe la vita dell’uomo in tut^
te le manifestazioni', dalle più ester.iiO'ii
fino alle più intime della coscienza individuale. La pretesa del totalitarismo.
Anch’essa pura idolatria. Di essa si tendono colpe voli in uguale misura tanto là
Chiesa che vuole conferire alla propria
umeuna ger2uichia T autorità di Dio in
terra, quanto lo Stato o il sistema che
per se pretende im’autorità assòluta. 1
due totàlitarismii opposti sono ugualmente offensivi deill’Aiutorità di Cristo solo
Signore della vita cristiana.
In Italia queste due forme uguali ma
-contrarie, si sono accordate, per molivi
opposti, per asservire la persona umiina
quando hanno introdotito il Concordato
nella Costituzione.
Nessun cristiiano che sente il valore
conferito da Dio alla personalità umana, può accettare un tale asservimento
da parte di nessuno dei due totalitarismi
in lizza fra di loro. Cristiano vuol dunque
dire bbero dal totalitarismo.
3nstitttt ScmiMiiiqat
Château de Boxsey (Vaudl par Céligny
^ Espressione breve -ma completa del
problema al quale deve rispondere la te■1 stimonianza crisluana nella vita terrena,
s Espressione anche della difiiicoltà di vi^
vere la vita -con coerenza cristiana te^ nendo in ogni -circostanza presente la n-eì cessità di obbedire a Dio piuttosto che
- agli uomini.
^ Essere nel m-ondo, vuol dire esserci
^ dentro, non lontani, fuori o sopra, non
r separarsi nel proprio pacifico egoismo
^ nè chiudersi in un romitaggoi tranquillo,
ilhidendosi di fare il proprio dovere verso Dio mediante la fuga dal prossimo,
segretamente giusriificata come un saciif flcio. Eissere nel mondo, vuol' dire partecipare e collaborare alle artività dei
t. propri simili in tutti i campi -nei quali o
Èi godiamo dei benefici o soffriamo dei
mali che derivano dal vivere associati.
(( Homo stm : nihil immani a me alìenum
palo )), neppure le pene altrui ed 1 vizi
di tuittii incominciando dai, nostri.
o del mondo?
m
Del pari non è a noi estranea la responsabilità di -ognuno per quantò, stiamo
facendo collettivamente. Vista in questo suo quadro completo, la nostira responsabilità cristiana è enorme. (Nessuna fatica della mente, del cuore e delle
braiccia può bastare a rispondere adeguatamente alila nostra missione di- uomini cristiiani lin -mezzo ad altri uomini
nostri fratelli.
iMa se nulla di umano ci è estraneo,
nulla di umano deve sfuggire al nostro
giudiizao di cristiani. Questo che cosa
vuol dire ? Vuol dire che tutte le cose
del mondo in mezzo al quale viviamo,
le dobbiamo apprezzare e promuovere o
deprecare e combattere. E dobbiamo
farlo con mezzi cristiani, perchè anche
il ifin-e buono si coirompe con l’uso dei
mezzi cattivi per raggiungerlo.
Ma -non basila: è indispensabile la
completa nostra lautonomi-a dii cristiani
di fronte a tutte le cose della vita terrena. Non vi è giudizio s-e -il giudice
non è -libero. Perciò è indispensabile
non essere « del » mondo, -cioè non appartenere al mondo, non essere posseduti dal mondo.
iNbn essere del mondo però non
vuol dire essere fuori, lontano, Staccati,
vuol dire viv-ere ed agire nel mondo
ma con libertà sovrana di giudizio e di
decisione. Vuol dire non -essere schiavi
di nessuna cosa e di nessuno, liiberii di
fronte alle passioni;, proprie ed altrui,
cioè conservare la freddezza del giudizio
per pesare ogni cosa sulla bilancia del
bene -e del malie che è la parola di Dio.
Vuol anche dire avere -coraggio, perchè
la paura è una schiavitù -come le altre,
sopratutto quando si concreta in paura
di perdere i propri denari o i propri privilegi o la buona opinione del mondioi
che odia i profeti.
■Perciò libeni anche diiifronte alle idee
ricevute dall’ambiente ed accettate sen
za -pesarle o giudicarle, liberi daille famose idee -che non si discutono. Liiberi
di giudicare se e fino a qual punto gli
usi, i -costumi, l’ordine soci-ale, l’ordine
economico, e quello intemaziionale cosi
come esisiCono sono contrari all’insegnamento ed aU’amore di Dio, se cioè per
avventura questo nostro ordine esistente
non sia un diisordine.
Liberi sopratutto dagli idoli che nell’animo nostro usurpano lil posto di Dio
come se a quel posto o accanto ad esso
ci fosse posto per altro, per la patria,
la nazione, la razza, lo stato, ecc. Liberi
davanti ad ogni ideologia politica o morale passata, presente o futura, perchè
tutto passa e Dio solo dimiora in eterno
ed ogni cosa gli è sotitopost'a. Fuitavia
■non per questo assenti ed iignoranti di
tutte queste cose fra le quali inevitabilimente dobbiamo scegliere quelle che,
nella loro relatività passeggera ed uniana, sono meno lontane dalla sola, necessaria e ior.pletà obbedienza a Dio.
Questa libertà di giudizio cristiano
nlon esiste se non c’è libertà di praisiero
e di parola da tutti riconosciuta, se non
c’è libertà di testimonianza cristiana.
Perchè neandie dai cristiani si può pretendere che rimangano tali se ciò comporta un eroismo continuo. Ora- chi; ha
voluto, uomini o pairtiti, o chi ancora
vuole incaiienaTe la libertà religiosa più
completa, comptesa quella- di cambiai
religione o oon'fessione, quella di essere
cittadini al 100 per cento, qua-luniqpe
sia la religione professata, è nemico della libertà cristiana. Crtistiaini si può essere solo col cuore per libera decisione
della coscienza, non per obbedienza,
neppure per obbedienza a quegli organi
visibili ed umani che si si chiamano
(( Chiesa » o gerarchia eoclesiasrica.
Chiesa è veramente chiesa soltanto
Se e quando è fedele a Dio, anche nel
iMa per finire vorrà il cristiano ignorare la parol a del Siignoxe quando smaschera il nozionialismo ed il settarismo
farisaico e 'sacerdot-aile additando come
esempio a tutti l’odiato samaritano ? Oppure vorremo noi dimenrioare il richiamo -di Gesù -al giovane rioco che tutti-1
comandamenti di Dio aveva osservati,
salvo qpello di fare dono ai poveri della propria ricchezza. ? Che cosa ci dice
questo richiamo nel tempo presente se
non che quella libertà del cristiano e
quella sua personalità che devono essere prot e t te da ogni menomazione de vono
altresì trovare il loro limite ed il loro
temperamento nell’amore del {fossimo
e nella necessità che anche per il prossimo la persona umanai non sia menomata da cause economiche o sociali ?
E quel richiamo non ci dice forse anche che quanto più -la nostra- vita diventa
associata (per la semplice ragione del
sempre crescente -numero di uomini che
convivono su questa terra) tanto più questa convivenza imponè delle limitazioni
alle nostre decisioni di carattere ecooomicoi e sociale ?
Ecco perchè dicevamo incominciando
quanto sia diffìcile per ili cristiano di
tener conto dei due fattori essenziialii:
Essere nel mondo ma non d^l mondo:
rimanere criìstiani anche nelle decisioni
)politiiche.
Tutte queste difiicoltà è nostro compito affront-arle con chimezza e decisione.
Tale è la nostra responsabilità cristiana
oggi stesso e sempre.
X X
PROGRAMME 1948
- J
23-30 imai : 'Comité executif de l'AIMance
UndverseLle des Unions Chrétieainies de
jeuines FSies.
2-5 juin : Seconde Conférence de pereonnSités engagées dians k (paliiit|que. Sujet :
Christianisme et prohlàmies natioinaux et
intemnatioiiaux.
8-30 j-uin (3 semaines) : Ctìiurs pour Pasteurs. Thème général ; ’ (Assembiée de
Aimsterdam). Le désordre de l’homme et
I© dessein d® -Dieu : 1) i’ Eglise Uni verseile dans ,1e dessein do Dieu. 2) Le témoignage de i’Eg-lise dans le dessein de
Dieu,. 3) il’Eglise et le désordre de la sOr
ciété. 4) l’Eglise et les aliaires intemationalles. Ces sujets seront introduits
ipar des membres des quatre commissions
d’études préparant il’Assemblée d’Amsterdam. Etude biiMique. Etude des courants théoioglqiues et de la vie die l’Eglise en divers pays. (Inscriptions jusqu’au
1er mai). '
5-23 juiliet (3 semaines) : Seminiaire pour
Etudiants en Théologiie, dont les études
iporteront aussi sur les sujets pr^iarés
par les Commissions d’études pour
l’Assemblée d’Amstendam, ainsii que
sur l'autoiité de la Bibile et son ^^heation dans le domaine social et politique.
Etudes bibliques.
■'pu,.
27 juilet - 2 a0(ût : Coinference de Professeurs d’Université sous les ansfuces de
la Fédération UnlVerseie des Associations Chrétiennes d’Etudiants.
5-13 août : Seconde Session pour
Educateurs. Thème général : Christianisme et Humanism« : a) Distinctions
-essentielles, b) Problèmes décdisiif que
ia ctiise actuele de la culture pose au
christianisme et à l’humanisme, c) Piobilènie d’un humanisme chrétien,. La
conception biblique de l’homme (études
bi'bliques). Une partie importante du
travaM se fera en commissions et portera sur -les probilèmes pratiques et actuels des éducateurs en divers pays.
23-29 août : Deuxième Session pour
-Membres de la Profession medicale (Dr.
Tournier avec la oollaboration de l’Institut).
12-19 septembre : Rencontre de -Didigeants
des Jeunes et des Andeinnes Eglises sur
lia -portée de l’Assemblée d’Amsteirdam,
sur la tâche missilonnadre et oecuménique dolmmune. ;
15 octobre-milieu décembre : Cours pour
Laïcs.
Le evenituali' domande -dii ammissione
devono essere indiilzzate al Proi. Giovanni Miegge - Viale delia -Rimembranza, 7 Torre Pellioe (Torino).
Domenica 2 maggio / ore 15 :
Festa di Canto
delle Corali della Val Pellics
nel Tempio di Torre Psilice
Prova delle Corali: ore 14 alla
Casa Valdese
Domenica 9 maggio ore 13 ;
Festa di Canto
delle Corali della Val S. Martino
nel tempio di San Germano
Prova delle Corali : ore 14
2
j.M.j
-ìs
Ora eh« U gran tumiilto si è placa■ ; to, «ah© l’attesa quasi messianica che
aveva pFeoedluto il 18 aprile è svapo
rata, limane la realtà della vita quotidfiana, co» tutti % suoi probteóù
sociali, economici, politioi e religioeili
la vita di tutti i gliomi con tutte le ene
^difficoltà. La bacchetta' magica non
ha giocato. ¡.Tutti sapevano ohe non
\poteva giocare; ma tutti speraivauo.
ohi Sa come, che essa avrebbe pointo,
ohi sa come, giooare. Poteva? avrebbe pptuto? '
Se il .^18 aprile dovesse considjBrarsi come una data foudamientale nella
storia del Ccistianeaimo in Italia; se
il 18 apiile dovesse oonsiderausì come
ima Attaglia in «a» la Chiesa valdese lottaàBe ^ rionguiistre jalTieivatar
geh» la paitiia terrma; allora comprendermuuo lo scandalo. Ma il Cristianesimo e TEvangeJo notfecaino in
gioco, il 18 aprile; era una batta^ia
di uomini d|el mondo, nel mondo, secondo i metodi e con lo spjirìto dei
n»ond|o. Cnstianesimo e religione sono armi che servono nel mondo,
quando sono in g^oco grandi interessi
naizIonaU, economici, sociali. Ove
questo accada anche nelle Valli Valdesi, non ci pare cosa strana. I coulùq
tra Chiesa Valdese e popolazione Valdese sono ancora mollo imprecisi. Bisognerebbe parlare di credenti e non
credfEaitì, ma è un linguaiggio pericoloso! Bisogna quindi xassegnaisi a vedere la « testimonianza » valdese
(quella cioè esemplare dei Valdjtsi
che frequentano i culti ed affollano le
conferenze religiose) trasformarsi nell’azioue Valdese in tempo di eleadoni. Ed| il candido lettore è pregato di
non vederci dell’ironia. Non si fa dell’uoma sulle dieformità fisiche e spilìftoaU dlegU individui, ancorché qualche genere letterario deteriore, come il vaudleiville per esempio, lo oonsdideri come ricco campo di sfruttamento.
Era al centro di tutta la propaganda politica, d| tutte le discussioni la
difesa dèlia civiltà occidentale, cioè
della civiltà cristiana. E1 questo può
ben essere. Ma questa civiltà occidentale è ancora una civiltà oristianai?
Nmi è, caro lettore, la nostra una domand[a retorica, un dubbio di teologica (?) ispiirazione. Vuol essere qualcosa d| più profondo, ebe oltrepassa
X limiti angusti della lotta politica
nel piccolo mondo valdjese.
IMPORTANTE
La
Ricordiamo ai nostri
collaboratori che il proa^
aimo numero del giomai>
le conterrà
Voce delle Comunità
Preghiera di far perve>>
nire le corrispondente
entro Lunedì 3 maggio»
« Non di parole come « crfsiùmesimo e civiltà occidentaleìi iS popoìoi fédesco e in particolar modo i cristiani
hanno bisogno oggi. Ciò di cui abbiamo bisogno è im ritorno a ©ilo e
al servizio deli nostra pr&ssimov. CoserBeva recentemenie il Consiglio
fraterno della-CSuesa Evangelica di
Germania, rifiutando di ripietere l’errore degli anni passati quando (noi
tedeschi) h oi siamo smarriti quando
abbiamo pensato di dover iformare
nóMa vita pdHrìca un fr<mtè> del bene
contro il nude... lieòri^ndo ai metodi
della poUtica-a. ;
- CristianesUmlo e civiltà deddentede
sonp (Halle parole, scltaitto delle parole, se il moefemo cdiedauo oontinua
a parlare tranquillamente di ung po-,
litica giusta e di una politica ingiusta,
senza sentire l’obbliigo di porre (jnesta gimtizia in razione non solo interiore'oan Dio, senza; cioè, in ultima
analisi, sentire la dirina (Xistrizione
deirobbligatorietà dell’amore (Jel
prossimo, fuori dell’ambito della vita ecclesiastica, (Selle ^^gomunità, nella
vita di tutti i giorni; nell’azione so
a.
ciale.
P<>obi.^avevaim il coraggio d|i porsi
il probleiaia più sùu^ameute. Nessuna bao(ìhetta' magica doveva fare il
gran gioco: , togliere le difficoltà, dar
re vita « corpo al mito risorgente del
ventesimo secolo, perchè ne^una bacchetta magica può fare della bestia
un angelo, dèll’uomo l’uguale a Dio.
iE4 è bene che cori sia; che ruomo
sia sempré- più inchiodato alla sua
pers(xoiale resppnSabibtà ; che egli
senta sempre più che il partito, l’cwr
ganìzzazioue non sono — tutto —
che l’appàrtenen^ ad un partito, ad
una organizzazione non lo libera dalla sua personale r^ponaabilità.
G e della gente che si è «nandali^.yia
ta del tono vivace della lotta politica
nel nostro pi<xx>lo mondo Valdese. I
partiti avevano degb slogans 'e i nostri
uoniini li hanno agitati senza scrupolo. Molte anime pie sono rimaste
scandalizzate da questa lotta senza e
scli^ione di colpi, in <jui il passato di
ogni avversario è stato accuratamente
frugato, per trame un po’ di fango
oncie chiazzare l’avversario. Tutte he
-vostre cose ja/ccugisi con carità, hja
scritto l’apostolo: con amare! Ed amore del prossimo se n’è visto poco,
in questa lotta elettorale, anche nel
piccolo mondo Valdese! Ma ci sembra
che le anime pie abbiano torto.
EN PROVE
La Cote d’Azur commence à (Menton et va jusqu’à Saint-Rlaphaël. Une
flore exotique lui donne un aspect colonial : oa-angers, oilivieirs, eucalyptus,
I»lmiers, agavès, cactus, poussent à
1 envi dans ces beaux jard'ins où les
fleurs en toute saiison, léjouiissent les
yeux et en ces lieux privilégiés où les
oiisifs, et les malades, les heureux et les
victimes du sort viennent se iréjouiir ou se
reposer ou chercher la santé perdue. Us
ont, pour leur repos ou leur plaisir, fait
aménager partout des hôtels, dès villas,
des parcs, des promenades. ¡Rien n a
été éparginé pour ifake de cette côte,
particulièrement favorisée par la nature, me des plus belles côtes d’Eiurope.
Ues Vaudois aussi s’y sont établis,
non pour se reposer ou se soigner, mais
pour permettre à d’autres de le faire.
Ils s’y sont établi pour travailler et par
fois très durement.
J ’-xi eu le plaisir de visit.n, daios la
preroi'ère quinzaine d’avril, íes groupes
Vaudois de Nice, d’Antibes et de
Cannes. A Cannes j’ai prêché dans le
beau temple de l’Eglise ¡Reformée de
France et donné une costerence à un
très vaste auditoire dans !a Sale des
TThemies. Le pastleur Charles iMfonod se
ocoiqie avec amour de nos Vaudois qui
sont d’ailleurs parmi les bons mendires
de son 'Eglise. Tous...
A Ajilabes le groupe vaudois est
restreint, mais j’ai' quand m^e pu leur
atlresser la parole dans le Ten^le de
l’Eglise Réformée.
A Nice 'nous avions une Eglise v>audoise iflrwissae'te, fréq|uentée non seulement par les Vaudoas mais aussi par
un bon nombre d’étrangers, notamment
de Suisses.
Très malheureusement ce temple
a dû être fermé en 1939. Tortt le monde, à NiiCe, regrette cette déoisoon y
conqiris les pasteurs français. Il y en a
deux, mais un seul temple et une popula|t'ion évangélique d'au imui<qs qUatre
milles âmes. Ce seul fait indique que
la présence de notre Eglise étaiit plus
que justifiée en cette ville
La piupcitt de nos Vaudois sont
maintenant rattariiés à l’Eglise Refor
mée, et c’est là que j’ai eu le plaisir
de les rencontrer et de leur adresser
un message.
Mais le but principal de ma visite
éttiit iMarseUle.
Marseille; la plius ancienne ville de
France «t qui pourtant ne conserve aucun monument de l’antiquité "gjréco-iaitine. Marseille; ville commerçante,
port méditerranéen towné vers l’Afrique et ¡[’Asie, mal bâtie en son ensemble, bruyante, désordonnée, pas toujours propre et pouniant accueillante,
au point que dés milliers de Vaudois
s’y sont établis, ce qui fait <jue Mar
“'■seilie est la oille du monde où il y a
le plus grand nombre de nos frètes!
Nulle part, m en Italie ni en Amérique
du Sud, il existe une ville avec une p<r
pulation vaudoise de quatr-r à cinq mille âmes. Cette populatioo se trouve à
•Marseille. Et toutefois nous n’avons
jamais eU' d’Eglisé vaudoiae en cette
Ville. Aujaurd'’huî les Vaudois qui ne
sont pas perdus religieusement, se ratlachent au sept ou huit Eglises évangéliques de la viUe. Chacun est membre
de l’Eglise de son quartier. Le l'en de
la foi est nul doute plus important que
celui du sang, mais ce dernier a son importance aussi. C’es® pourquoi il a été
fondé vers la fin dù siècle dsrnier, TUnion Vaudoise qui eut d’abord un caratère de secours mutu^, et qui a maintenant une physionomie pbis religieuse.
L’ünion loue un local où des réunions ont lieu périodiquement. Les
cùkes sont présidés généralement par
les pasteurs de la ville. Des entretiens
familiers sont organisés, des rencontres
fréquentes permettent aux Vaudois de
la ville de se connaïtie et de fraterniser.
Depuis de longues années l’âme de
l'Union Vau'doise est Monsieur D. Rivoiire. Avec la précieuse collaboration
de Madame 'Rivoire, iil a donné à l’Union une impulsion nouvelle. Il lui consacre la plus grande partie de son
temps et 'nous ne pouvons que lui ex'primer notre très vive reocmnaissance pour
son teavaiil intelligent', j persévérant et
dévoué.
ij’ai présidé un culte,et tenu une série de conférences à .Mârse'iUe et à Aixen-Provence, où il y à laussi quelques
Vaudois.
P'as !
A la Mémoire de l’Officier de marine
MARTIN-HENRI ST. LEGER NOTT
et de sa femme et son enfant
Il était fils de notre chère et griande amie
Et comme'elle, il aimait beaucoup les Vaudois,
Et servait Je Seigneur et sa noble palllrie
Avec fidélité et remarquables exploits.
Uh,' avenir brillant, une vie bénie
Semblaient lui sourire plus que jamais,
Tandis qu’avec son fils et sa Rosemarie,
Des Indes loiintaines, il s’en revenait.
[I était presque à la fin de son long voyage
Et allait bientôt revoir son pays aimé,
Eit la maiison où sa mère avancée en âge,
L,’'attendak avec 'joie et l’aurait em'brassé.
Hâas ! un, accident imattendu et tragique
'Devait détruire son bonheur en un instant !
Et briser son existence si magnifique.
Et celle de sa corn,pagne et de son enfant !
‘Oh ! que Dieu accorde à cette mère affligée,
ToUllès Ses riches et précieuses consola tions f
Eit que la sympathie dont elle est entourée
Lui soit de réconlfort dans la grande af fliction !
PAUUm BERT
pefle^GuoleDooiEDicali
Lezione del 9 Alaggio 1948
1 due discepoli di Emmaus
13-33. Impara
con loro, li initietiroga abilmente sui motivi della loro tristezza. lEia Gesù in persona. 'Ma non lo Riconobbero, perchè »i
loro cuori erano impediti ». Impediti dal
dubbio, e dal dolore troppo grande. E
anche non lo riconobbero perichè, e vi
dentemente, era avvenuto » oambia
Lettura: S. Luca 24:
re 24: 20-32.
ERANO SCONSOLATI.
li giorno stesso dèlia risurrezione di
Qiisto, questi due disci^ioili, con i’ianima
piena della tragica fine dell’aniatoi Maestro, se ne andavano da Gerusalemme
verso il villaggio di' Esnra'aus, disitatìtte
circa dodici dbilomebtii. Avevano sperato sino all’ultimo che un intervento divino avrebbe salvato Gtesù dalla morte ;
ma già erano passatii tre giorni dàlia ero
cifissiione, e nulla era accaduto. Njè ii
racconto delle donne, cui degli angeli
avrebbero lannunziatio la sua risurrezione,
li aveva risollevati, poiché, dicevano,
Lui, nessuno l’ha veduto ! Ogni speranza era morta nei 'loro cuori, e discorrevano mestamente di tutte queste cose.
mento nelle sembianze del risuscitato,
già 'in via di glorificazione. Neppure
Maria di Miagdala-, cui era af^rso, nè
gli undici discepoli l’avevano, a prima
vista,, riconosciuto.
E come ebbero sfogato il loro cuore
esacerbato, Gesù disse l'oro; O insensati e tardi di cuore a credere tutte le
cose che i profeti hianno dette 1 E incominciando da iMbsè e da tutti i profeti,
spiegò loco in tutte le Scritture le cose
Àe lo concemevano' e che preannunziavano la sua glorificazione. Quante cose
dell’anima e della rivelazione divenlelebbero chiare anche per noi se volessimo cercarne la spiegaziione nello studio accuia'to della Parola, di Dio !
GESÙ’ RlCONOSCliUTO.
arrima GEiSD’.
Ma ecco, lun viandante li raggiunge,
s’interessa dei l'oro discorsi, simpatizza
Già le parole dell’ignoto' viandante
han fatto breccia nel cuore dei due discepoli, e vi hanno destato una viva
emozione, foriera di speranza. E quando, giunti al villai^io, Gesù fece come
se volesse liasciarM e andare più oltre,
essi lo supplicano, lo sforzano a restare.
\
L’émigration Vaudodse en Provence
et en particuli'er à iMarseille commenr
ça lau début dû siècle derni er .
On pmt regretter que cette émigration n’aît îpas été organisée et canalisée. Peut-être awatthon pu fondèr des
colonies agni'Coiles où la cionununaUté
vaudoise aurait, plus facilement qu’en
ville, gardé ses caractéristiques religieuses et morales. La dispersion dans
un miliieu non évangélique est souvent
fatalè à la foi de nos frères. Dàns lé
'Midi de la France il y a heureusement
un bon nombre d’EgJises Evangéliques. Seu'ltemenÆ ¡il y a des Vaudoi's
qui se cachent dans là masse. Il faut
les repérer et signaler ensuite leur présence aux pasteurs.
iDàns le but de faire un recensement
aussi oomplét que possible des Vaudois
du Midi de la France et en particùlier
de Marseille, je prie tous ceux qui ont
des parents, des 'amis, des Connaiss'ances établis dans ces régions d eme communiquer directement ou de commiuniiquer à leur pasteur, leur aidlresse exacte.
iSi nous nuos comptions bien, nous ferl'dji îîaj découverte que nous isommes
plus nembreux qu’on ne pense dam® le
monde. Si nous pouvi'ons suivre nos
Vaudois sur les routes des différents
pays, que de choses n’apprendioins-'nouis
ab
Rmani con noi ! Sentono che se li
bandiona, Ricadranno 'nella loro angoscia.
« Rimani con noi perchè si fa sera, e il
giorno è già deciiinatou). Nion era la
nifttte una vivente immagine della or
scurità e della tRstezza dei loro cuori ?
(( E Gesù entrò per rim'anere con lev
ro». E còme si fu messo a tavola con
loro, ed ebbe benedetto e rotto il pane,
gli occhi loro furono'aperti, e lo riconobbero. Nessun altro che fai ■aveva il str
greto di (quel gesto solenne e a lk»o tanto famili.aie: Era Lui !, Ma subito ejili
sparì dinanzi a loro.
ÍR1TORNANO
A GERUSALEMME
Lungi dal lamentare quella sparizioni;,
il loro cuore arde di amore, di fede e di
iincontenibi'le gioia. Hanno ritrovato d M'aestro, sanno ch’egli è 'vivente, e lo
posseggono in tutto il suo amore e fa
sua potenza nella comunione spirituale
che mai verrà loro meno. E, levatisi in
quella stessa ora, tornarono a Gerusalemme per raccontare ai discepolii riuniti la meravigliosa apparizione, e per
riprendere il posto del dovere e delia
fedeltà, quali testimoni del Maeslro
risorto.
OCCHI IMPEDITI
■OCCHI APERH
Et nous 'ferions des expériences parfois
décevantes, mais souvent aussi encourageainllies. Les Vaudois n’ont pas oubliés, en général, ce qui implique de
responsabilité ce beau nom.
Alb. Ricca
Che cosa impedisce gli occhi deiriv
nima e le vieta di conoscere la verità
di avvertire la presenza di Cristo? f;.’
la mancanza di fede, lè l’abbandiaio
della Parola di Dio, è l’imjxiri'tà dii
cuore,' è il dolore che non si affida al
Consolatore. Vegliamo! E 'chiediamo
di illiuminare gli occhi del nostro cuore, di tenerceli sempre aperti affinchè v ediamo la presenza di Cristo in ogni' o ta
della vita, e diventiamo i fedeli testini c ni della sua grazia e della sua vittoria.
G. Bon'NEt
1 Maggio alla Sea
Riteorddaimo ancora ohe sabato l.o Maggio avrà luogo, tempo permettendo, -la tradizionaile festa cori iil programma che già è
stato pubblicato sui giornali.
Invito a tutti di parteciparvi.
Mostra di Pittura
Una piccola Mostra personale di pittu-a
è stata presentata nel locate di Piazza dei la
Libertà di Torre PeUice dai pllttore Jes n
Hiirzeter, membro della Chiesa Valdese di
Aosta, che abituall-mente passa fra noi l’i iverno. Sono 24 quadri rappresentanti paesaiggi dell’alta Val d’Aosta e detta Valle
del Pelilice ; paesaggi (invernali', pniimaveri i-,
autunnallfi, soffusi détta iuce' attenuata drll’aurora o dei traimonto, in oui ad una sipiente., detoata tecnica dei colori s’imiisie
un vivo senso dello spazio, una profanila
comprensiione detta prwsia della montagna.
.'La Mostra rimane aperta fino art 4 raaigg 'ò
prossilmo, otgni giorno' daJle 17 alte I9i,3').
ConsiigHamo .caldamente ili pubblico di visitarla, procurandosi così un vivo piaceie
artistico.
£>tr. Resp. ERMANNO ROSTAN
Arti Grafiche "L’ALPINA,. Torre Pellifc
Le famigl'e Peyronel, Balmas e cóngiu rti, profondamente commosse per le dimostrazioni di affetto ricevute in occasiona
della dipartenza del loro caro
CSiovanni Peyromel
ringraziano tuffi coloro che si unirono con
la presenza, con fiori e scritti al loro dolore.
E i particolar modo il sig. Pastore e sig.ia,
l’Anziano del quartiere^ la slg.na Som ma ni
e li dr. Coucourde.
Ruata di Pramotto, 22 Ap'rile 1948.
OlEilili-NlliO-iìOlll
Il dr. DHIilEllS ^OCHAT
visita a TORRE PELLICE
tutti i venerdì dalle
10 alle 12 presso il
dr. Gardiol Tel. 77
a TORINO gli‘altri giorni
dalle 14,30 alle 16,30,
presso l'ospedale valdese - via Berihollet 36
CASA BALNEARE VALDElSE DI BOliGIO VEREZZI. — Si comunica ohe tulia
la oonnispondenza per la Pensiona (iliformazioni, rette, soggiorno) deve esseie
inviaita impersonalmente a :
Direzione Casa Balneare Valdere
'(Savem) BORGIO VEREZ’/.l
Non 'verrà dato corso alle richieste inultrate atta Chiesa Valdese dì Torino.
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