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LOÌJG'O SFiyA
Casa Valiese
*íOHHS PEÎ/LICE
Settimanale
della Chiesa Valdese
DELLE TALLI VALDESI
Getta, e lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quali avete peccato, e iatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo
/^nno LXXXVIII - N. 33
Una copia IL. 30
ABBONAMENTI l L- 1-200 per l’interno | Eco e La Luce: L. 1.800 per Tiiitemo | Spedi*, abb. posule - il Cmppo
j L. 1.600 per l'estero j L. 2.500 per l'estero j Cambio d’iadiriszo Lire 40«—
TORRE PELLICE — 22 Agosto 1958
Amniin. Clandiana Torre Pellice • C.C.P. 2-17557
AvviciDandofii
al Sinodo
Uno degli atti preliminari al Sinodo
è la presentazione e l'esame di fede
dei Candidati al ministero che domandano di entrare a far parte del Corpo
Pastorale della Chiesa Valdese e che,
se accettati, verranno consacrati al ministero della Parola nel corso del culto inaugurale della sessione sinodale.
Quest'anno sono due i Candidati
die si sono presentati, martedì 12
aprile, dinanzi ad una discreta rappresentanza del Corpo Pastorale, nell'aula sinodale della Casa Valdese in
lorre Pellice: Aldo Rutigliano e Giorgio Bouchard.
Dopo il culto iniziale presieduto dal
Moderatore, il Corpo Pastorale ha stabilito i punti su cui i Candidati avrebbero esposto la loro fede; e mentre
essi si ritiravano per raccogliere un
momento le proprie idee, il Corpo
Pastorale udiva la presentazione della Facoltà di Teologia e dei Capi-distretto e dei Pastori sotto la cui giurisdizione i Candidati avevano fatto il
loro periodo di prova, al termine degli studi teologici.
Rientrati i Candidati — e il pubblico — essi hanno esposto, con accentuazioni diverse, ma in modo
ugualmente sentito e convincente ciò
che avevano da dire, nel breve spazio
di tempo concesso, a proposito dei
seguenti temi : La rivelazione di Dio
— La nuova nascita — La signoria di
Cilsto nella Chiesa e nella società —
Il mio impegno nel ministero pastorale.
L'ultimo tema, di carattere più personale (per quanto anche i precedenti punti di dottrina, come si addice
ad un esame di fede, siano stati esposti con un vivo accento di fede personale) ha dato modo ai presenti di conoscere un po' meglio i due candidati. I quali sono giunti al comune impegno al servizio dell'Evangelo da
origini e per vie così diverse. Avevamo dinanzi a noi, veramente, i rappresentanti dei due elementi costitutivi della nostra Chiesa; le Valli e l'Evangelizzazione; meridionale, di Foggia, Aldo Rutigliano, di origine cattolica ; membro di una vecchia famiglia
valdese, che ha già dato altro contributo al pastorato valdese, Giorgio
Bouchard. Il primo è un autodidatta
che con impegno ammirevole, una
volta raggiunto dall'Evangelo di Cristo e sentendo profondamente l'imperativo di diffonderlo con tutte le
proprie forze, ha risalito la scala degli studi classici, ha seguito gli studi
teologici a Roma e a Edimburgo ed
ha iniziato il ministero pastorale con
un periodo di prova nella vasta e impegnativa diaspora abruzzese. Il secondo, studente del Collegio di Torre
Pellice, ha sinceramente riconosciuto
di avere, più o meno inconsciamente,
resistito alla vocazione che si era fatta sentire in lui in modo ancora indistinto; iscrittosi alla Facoltà di Lettere
deH'Università di Torino, giunto all'ultimo anno, ha sentito di non aver
scelto la strada giusta, e dopo qualche mese di riflessione si è iscritto
alla Facoltà di Teologia. Terminati gli
studi teologici a Basilea, dopo un anno di candidatura a Frali, ha compiuto il suo anno di prova nella comunità di S. Giovanni.
Con voto unanime il Corpo Pastorale ha accettato le domande dei due
candidati, assegnando quindi loro i
testi per la predicazione di prova
(Gesù e Zaccheo, Le. 19 e la parabo- ’
la del convito. Le. 14), che ha avuto
luogo nel Tempio del Ciabas, mart.
19 u. s., con esito positivo, seguita
con vivo interesse da una numerosa
assemblea.
COMUNICATO
La prossima Sessione Sinodale della Chiesa Valdes^ si aprirà, piacendo al Signore
Domenica 31 Agosto alle ore 15,30
nel Tempio Valdese di Torre Pellice, con un culto presieduto dal Past.
Enrico Tron e la consacrazione al Santo Ministero dei Candidati Signori
Aldo Rutigliano e Giorgio Bouchard.
I Membri del Sinodo, Ministri di Culto e Delegati, sono convocati
per le ore 15 nell Aula Sinodale della Casa Valdese, per presenziare alla
apposizione della firma dei Candidati all'atto di accettazione della Confessione di Fede della Chiesa Valdese.
Immediatamente dopo il culto, i Membri del Sinodo si recheranno
nell Aula Sinodale per costituirsi in Assemblea sotto la presidenza del
più anziano di età tra i Ministri di Culto in attività di servizio presenti,
e procedere alla nomina del Seggio definitivo del Sinodo.
Achille Deodato
Moderatore della Tavola Valdese
FACOLTÀ TEOLOGICA VALDESE
Visita di Docenti esteri
Da numerosi anni ormai vige presso la nostra Facoltà la felice consuetudine che l’insegnamento dei professori valdesi sia arricchito e completato da quello di valorosi docenti
stranieri. Anche quest’amio le nostre
aule hanno accolto amici vecclii e
nuovi, che hanno portato, a chi ha
saputo discernerne l’importanza, un
contributo stimolante a una migliore
e più viva intelligenza evangelica.
Al principio di novèmbre il prof,
dr. 11. Meylan, ordinario di Storia
del Cristianesimo all’Università di
Losanna, ha tenuto una serie di originali lezioni su: « Le problème
théologique des Confessions de St.
Augustin »; « Les martyrs du diable » (definizione degli Anabattisti
secondo 'leodoro di Beza); « Les hésitations d’un humaniste: la conversion de Théodore de Bèze ».
Nella seconda metà di febbraio e
nel principio di marzo il Vescovo S.
C BttoUcGSBÈno tÈ^oygi
Vi presentiamo queste due, note, così contrastanti, non già per
il piacere dei contrasti nè. come dice, per dare ’’ un colpir ai cerchio
ed uno alla botte ”. Di fronte a queste, contraddizioni che scorgiamo
nella compagine del Cattolicesimo romano, chela situazione reale con cui abbiamo continuamente a che fare, si possono
prendere atteggiamenti diversi. Si può pensare che il vero Cattolicesimo sia quello della nota vaticana; si può dire che di fronte alla
mussa di opinione pubblica, di mentalità italiana, di atteggiamento
spirituale rappresentato da// Osservatore Romano, che avrà una tiratura quotidiana di centinaia di migliaia di copie, poca, insignificante cosa è la piccola rivista cattolica laica di Genova, sparuto gruppetto è il movimento di cui essa è uno dei portavoce. Ma è questo
un giudizio umano, secondo la carne ”, Noi crediamo invece, cerchiamo di credere, anche a questo proposito, che ” queste tre cose
durano: fede, speranza, carità che perciò non c’è comune misura
fra la gloria e la potenza vaticana e l’umile, ardente fede del più
isolato cristiano cuttolico, l’attesa di speranza cui siamo tutti chiamati, la carità che sgorga dalla Carità di cui tutti viviamo e che insieme confessiamo.
NEGATIVO
Comprensione ?
Riiporlianio, come esempio .lipico della
mentalità di certi ambienti vaticani, di cui
è l’organo ufficioso, questa nota dell’« Osservatore romano » del 15 u. s. :
L’Unità, sotto il titolo « Beghine, preti
e carabinieri in corteo fanno chiudere una
’’.sala pentecostale” a, pubblica da lielmonte Mezzagno, in quel di Palermo: « 11
gruppo {dei dimostranti) saggiamente i.slruilo dai ’notabili’, si avvicinò alla sala delle
preghiere, ondeggiò, fu respinto con calma
ma con fermezza; si sentì volare anche « A
morte i pentecostali » e via dicendo. Era
quanto bastava perchè il brigadiere dei
carabinieri intimasse al Pastore protestante di fare sgomberare la sala. Vuota che
fu, essa venne chiusa e la chiave sequestrata dal graduato ».
Dove si vede che i carabinieri non erano
nel corteo, ma sopraggiunsero, come il Re
a Teano (sic!), .se non per una stretta di
mano, perchè non si venisse alle mani.
Prescindiamo dal merito dei fatti. Non
si tratta che di una sola campana. Bisogna
sentire qaell’altru. E poi quella dei carabinieri. (...)
Riunione del Colle
delle Fontane
li 24' Agosto alle ore 15, D. v., avrà
luogo la riunione del Colle delle Fontane.
In caso di cattivo tempo la riunione si terrà nella scuola delle Fontane.
Aggiungiamo, tanto per prendere i classici due piccioni con una fava commentarla, che il Paese sera dedica una pagina
ad un altro evento religioso : « Si allarga la
’apostasia’ nel Basso Lazio — Battesimo
collettivo a Fondi di cattolici diventati evangelisti — La suggestiva cerimonia organizzata dal pastore U. Righetti, lo stesso che
fu murato per quattro giorni nella sua
casa ».
E il commento a duplice uso è questo
ed ovvio: anzitutto l'intolleranza religiosa
eretta a sistema da L’Unità sull’episodio
imprecisulo (?) di Belmonle Mezzagno è
■smentita (comodo!) (...) In secondo luogo
non negheremo nè l'abiiilà missionaria del
Tauiomurato e autonatante pastore di Fon
di, nè le attenuanti ai suoi neofiti: un ba
gno collettivo con questa canicola non po
leva non costituire una tentazione tremen
da, "coûte que coûte”. Non per nulla ogn
dì, non solo nel Basso Lazio, un atto si
mile di apostasia si allarga quanto è lungo
il litorale.
L’ironia del corsivista vaticano, sinceramente, ci pare di lega veramente, bassa, indegna di un giornale che pretende di dire
la verità di Cristo sull’ora che volge. E se
siamo sempre guardinghi neH’accettare le
« difese » della libertà religiosa che ci
vengono dalla sinistra e dall’estrema sinistra .spesso — ahimè — per ragioni di propaganda politica, non può nón rattristarci
una posizione cosi gretta e volgare là dove si pretende sia il centro spirituale del
Cristianesimo cattolico. E’ possibile che
non ci si sia accorti non solo dell’assurdità
ma della malafede della conclusione della
su(-itata nota:
« O gratta il ¡mstore, sia in Sicilia, sia
nel Basso Lazio, e ci trovi l'ausiliare comunista magari a soldo occidentalissimo »?
POSITIVO
Ü canto del gallo
Nel n. 3/1958 della rivista Protestantesimo il Redattore presenta una rassegna in
cui viene tentato un dialogo con un movimento che è certo fra i più vivi e seri
del Cattolicesimo italiano: quello che fa
capo alla rivista II Gallo (i lettori ricorderanno che l’abbiamo già citata) e a quelle,
vicine: La Locusta e Adesso. Su richiesta
della redazione della nostra rivista, vinti
alcuni comprensibili scrupoli, due cattoiici hanno accettato di scrivere su quelle
colonne: si tratta di una presentazione del
senso e degli intenti del movimento de
Il Gallo, fatta con viva passione da Vincenzo Mazzetti, a cui segue, riportata in
parte, una lettera del Direttore della rivista cattolica, rallegrante « per il suo alto
e libero afflato cristiano » (p. 185).
Non possiamo, purtroppo, riportare tutte
queste pagine: ci dovremo limitare a citarne alcuni periodi, quale invito al lettore ad una lettura più completa.
Uopo aver affermato, onestamente, che
il gruppo de II Gallo non vuole essere settario, ma si vuole fedele alla Chiesa Romana, il Mazzetti scrive però:
« Do cercato di rendermi conto dei fatti
che stanno alla base della loro libertà cattolica, in mezzo ad un mondo che accetta
la religione di staio per conformismo o
per tormiconto. E credo di non errare dicemlo che i "galli " si distinguono dagli
altri cattolici sotto questi due aspetti: 1)
accettano integralmente la Religione Cattolica, senza rinunciare a muoversi liberamente in quel vasto campo che costituisce
Topinabile". 2) Sentono intensamente la
"vocazione ’ a vivere da cristiani, servendosi dei riti e dei mezzi di grazia come
strumenti di santificazione, che non devono esaurirsi, perciò, con il compimento del
precetto e dell’ordine, ma devono dar vita
a quelle opere che sono la manifestazione
visibile della fede” (...) "Quanti errori,
colpe ed orrori vengono imputati alla Chiesa solo perchè i cattolici non hanno coscienza di questo regno dell’opinabUel E
quanto è grande la responsabilità, anche di
fronte al Cattolicesimo, di quelle Gerarchie Ecclesiastiche che non hanno cura di
distinguere l’aspetto umano e personale del
del loro insegnamento da quello eterno ed
universale dello Chiesa! Quelli de II Callo
non si accontentano di riconoscere i danni
che tale confusione provocò per il passato
(qualsiasi libro cattolico, onestamente cattolico, non esita a condannare gli errori
dei secoli scorsi) ma vogliono servirsi del(segue in 4» pagina)
ij. Barbieri di Buenos Aires, uno dei
sei presidenti del (Jòusiglio Keumenico, ila tenuto un corso sulla storia
dei iVletOdismo, concluso l’8 marzo
con una lezione pubblica su: « L’evaiigeJizzazidne dell’America Latina ».
11 nostro fedele amico, il prof. dr.
O, Cuilinunn, delle Università di Basilea e Rarigi, il 18 e 20 marzo ha
tenuto nella Facoltà di Lettere uel
I università di Roma due lezioni su:
c. Le scoperte recenti e l’enigma del
Vangelo ui b. Giovanni: 1. Dal giudaismo esoterico al cristianesimo giovanneo: (jumran - Giovanni Battista
- Samaria - Lllenisti degli Atti; li.
L’opposizione al 'Tempio, motivo comune della teologia giovannea e dell'ambiente circostante ». li pubblico, convocato ueRa grande Aula VI
na dovuto, per mancanza di spazio,
trasferirsi nelTAula Magna.
Le due lezioni, che saranno pubblicate su « Studi e materiali di Storia delle religioni », organo deB’istituto di Studi storico-religiosi della
Università di Roma, hanno dimostrato quale importanza di prim’ordiue
abbiano le recenti scoperte di antichi manoscritti sulle rive del Mar
Morto per risolvere vari enigmi del
Cristianesimo primitivo, ma soprattutto per spiegare il problema della
provenienza, spirituale ,e chiarie
motivi fondamentali del IV Vangelo.
Il 22 marzo neH’Aula Magna della
Facoltà Valdese, R prof. Cullmann
Ila tenuto una lezione su altre recentissime scoperte avvenute in Egitto.
Queste aiutano, talvolta in modo impensato, a chiarire ceni aspetti delTinsegnameuto di Gesù, che sin’ora
erano di difficile o dubbia comprensione. Alla lezione, che sarà pubblicata nella Rivista Protestantesimo,
ha fatto seguito una esercitazione dimostrativa che ha permesso a coloro
che l’hanno seguita di valutare meglio l’apporto di questi studi.
II 24, 25, 26, 27 marzo nell’Aula
A, lo stesso prof. Cullmaim, senza
risparmiarsi, iia svolto im corso su
« La notion christologique de Fils de
Dieu dang le Nouveau Testament ».
Per quelle quattro sere consecutive
gli austeri personaggi che sono solennemente inquadrati suUe pareti
dell’Aula non saranno riusciti a rendersi conto a quale sorta di rivoluzione storica e religiosa stavano assistendo, nel vedere le sedie allineale
sotto i loro occhi occupate solo in
minima parte dai pacifici studenti e
colme invece, fin negli angoli disponibili da uditori la cui presenza sarebbe stata, al loro tempo, impen
sabile.
L’anno pro.ssimo il prof. Cullmann
dovrà dedicare vari mesi della sua
attività ad alcune grandi Università
americane e jjerciò non potrà concederci il suo annuale prezioso soggiorno in mezzo a noi e fin da ora ne
presentiamo la mancanza.
A conclusione di questo felice ciclo primaverile, il 9 e il 10 aprile il
Pastore M.arc Boegner, Dr. Th., Presidente della Federazione Protestante di Francia, ha tenuto nell’Aula A
due conversazioni su « Saint Paul
chrétien » e « Saint Paul pasteur »,
in cui ha profuso i tesori della sua
alta spiritualità. L’il aprile al Centro culturale dell’Ambasciata di
Francia dimostrava ancora una volta
la sua capacità inimitabile di parlare
ad un pubblico non ecclesiastico,
presentando con autorità l’Evangelo
della elezione in una conferenza su
« La responsabilité des élites ». Erano presenti gli Ambasciatori di Francia al Quirinale e al Vaticano.
2
I
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
RICORDANDO
Giovanni Enrico lieiiie
Altri parlerà di lui, come pastore
e come scrittore. Io intendo solo rievocare alcuni aspetti della sua personalità che fu inconfondibile. Ci
conoscemmo adolescenti al Collegio
di Torre Pellice ove non frequentavamo la stessa classe, ma ove la nostra amicizia assimse presto im carattere antagonistico: per nn tempo
furono famose le nostre discussioni
non sempre serene nelle associazioni
studentesche. Non conformisti entrambi, eravamo irriducibilmente agli antipodi in politica, in filosofia,
in letteratura; generalmente restavo
sconfitto dalla sua maggiore potenza
dialettica.
Per qualche tempo alloggiammo
sotto lo stesso tetto,,le nostre camere erano contigue ed usavamo intrattenerci in amichevoli colloqui fino a
notte avanzata, provocando le proteste dei padroni di casa per lo spreco
di luce elettrica. Allora ogni antagonismo cadeva e ci confidavamo
l'un Paltro con tutto l’abbandono
della prima giovinezza nella semplicità delle nostre anime candide, deponencio la maschera che ostentavamo in pubblico, maschera del resto
abbastanza trasparente e che non ingannava nessuno salvo noi stessi.
Rividi G. E. Meille nella tenuta
di accademista navale e di ufficiale
di Marina poi; egli aveva abbracciato quella carriera con l’abituale entusiasmo che poneva in tutte le sue
cose, meravigliando non poco chi lo
conosceva, tanto l’ambiente di allora della marina militare italiana era
in contrasto con le sue opinioni morali e sociali. Mi parve di riscontrare qualcosa di stonato in queUa
ostentazione di uno spirito di corpo
che egli non poteva sentire. E ben
presto egli se ne accorse e abbracciò
una carriera molto più consona al
suo spirito ed alle sue tradizioni familiari; onde non fui affatto sorpreso di saperlo alla Facoltà teologica
di Palazzo Salviati. Anche nella sua
nuova attività egli portò il suo spirito anticonformista e la sua originalità; sempre rimaneva in lui un fondamentale candore che forse non a
tutti apparve. Andammo in seguito
ognune per suo conto per le vie del
mondo e ci perdemmo di vista per
molti anni.
Fu durante la guerra, quando già
stavamo veleggiando verso la vecchiaia che c’incontrammo di nuovo.
Lo vidi giungere una bella sera in
questa mia residenza deU’Umbria.
Compiva un raid in bicicletta nell'Italia Centrale, impresa non comune in un uomo di quell’età, considerando la natura tutt’altro che agevole di queste strade. Riprendemmo
allora a distanza di quasi mezzo secolo i nostri colloqui dell’adolescenza. L’antico antagonismo ideologico
aveva ormai pèrduto ogni asprezza e
più che le divergenze potevano ormai la comune fede e l’amore per
la nostra gente che ci univano; nessuno questa volta ci rimproverò di
consumare luce elettrica. Ambeiluc,
al tramonto di una vita movimentala, potevamo valutare la vanità di
tante questioni che appassionavano
la nostra lontana adolescenza; ci restava il conforto di una vecchia e
fedele amicizia. Rividi ancora G. E
Mei Ih; nel suo eremo di Piampra,
apprezzando i suoi esperimenti <ii
coltura. E riconobbi che in lui per.
sisteva, malgrado le vicissitudini di
una vita non sempre agevole e le
ostilità incontrate, l’antico candore,
li candore dell’uomo superiore che,
attrav^erso l’esperienza del bene e del
male, attraverso la conquista della
saggezza, ha saputo conservare la
fondamentale onestà spirituale, l’a
more verso il prossimo, anche se
questo ha spesso tradito e offeso, la
fiducia in un migliore avvenire per
l’umanità anche se questa sembra
non meritarlo. Lasciamo che gli scettici ne ridano ! ! !
Ora egli se ne è andato, dopo le
amarezze degli ultimi anni che pure
contribuirono ad affinare il suo spirito di carità e di comprensione che
continuò ad ispirargli i significativi
e consolanti apologhi che egli affidava a queste colonne. Ma non è addio per sempre che dico al mio vecchio amico, bensì arrivederci.
M. Eynard.
La Svizzera Protestante unita
per servire meglio il Signore
Ecco un’ottimapooasione che ci viene offerta per conoscere più a fondo
la vita del prot^antesimo svizzero
col quale, per sviati motivi, abbiamo tanti contatthe dal quale siamo
così spesso sostenuti nella nostra vita
di Chiesa minoritaria. L’occasione è
offerta da im volumetto pubblicato
verso la fine dell’anno scorso (Emile
Marion : La Suisse Protestante, Genève, Labor et Fides, 1957), in cui l’autore tende a sottolineare il carattere
unitario dell’opera delle varie Chiese
protestanti elvetiche. Chè infatti si
potrebbe essere portati a lamentare
l’eccessiva frammentarietà del protestantesimo in questione, composto com’è da tante Chic» quanti sono i cantoni. Certo non si tratta di divisioni,
paragonabili a qrülle che travagliano
il cristianesimo ilei suo insieme, ma
l’accusa di un eecessivo individualismo sembrerebb®fefondamentalmente
esatta. In realtà però la cosa va vista alla luce dell^jcaratteristiche particolari della federazione svizzera. Ognimo degli stati che, nel corso dei
secoli, hanno accettato il patto federale, è entrato a far parte della comunità elvetica con la sua storia particolare, alla quale le istituzioni ecclesiastiche sono strettamente legate,
tanto che non è possibile dissociare
la vita nazionale di uno dei cantoni
dalla sua vita religiosa. Questo, afferma l’autore, spiega e giustifica la
mancata formazione di ima Chiesa
Federale Svizzera. Si potrebbe forse
notare cne le Chiese svizzere hanno
comunque un certo carattere « locale », col pericolo evidente di perdere
di vista la Chiesa Universale nel suo
insieme e di mancare di un cristianesimc di ampio respiro. E’ indubbio comunque che si è cercato con successo
di evitare questo pericolo tenendo in
stretto contatto le varie Chiese auto
nome ed agendo quanto più possibile
in comune.
Questo scopo è stato ottenuto in
modo soddisfacente colla creazione,
sin dal 1920, della Federazione delle
Chiese Protestanti Svizzere. Gli scopi generali di questo organismo: salvaguardare e prcpagare la fede evan
gelica, concentrando gli sforzi delie
Chiese del paese, fondando opere pro
testanti e sostenendo le Chiese elve
tiche aH’esterc. Inoltre la Federazio
ne ha rincarlco di rappresentare l’insieme dei suoi membri nei rapporti
con terzi ed in particolare col Consiglio Ecumenico e con le altre Chiesa.
Le sue realizzazioni sono molte e nei
campi più svariati e vanno, per citarne alcune soltanto, daU’azione in carn
po sociale, all’utilizzazione di cinema,
radio e televisione per la diffusione
dell’Evangelo, alla creazione di una
Missione interna e di un Consiglio
Svizzero delle Missioni, per non parlare del Servizio Stampa Protestante,
di grande utilità per tenere informata l’opinione pubblica sulla vita delle Chiese (a quando il nostro servizio^
stampa?).
Ma non ba.sta: la nostra Chiesa
continua a beneficiare a tutt’oggi della multiforme attività assistenziale
che fa capo alla Federazione Svizzera, specialmente ad opera dell’E. P.
E, R. (Entraide Pro'testante pour les
Eglises et les Réfugiés) e non è certo
l’unica! Di un protestantesimo capace di dare corpo a delle realizzazioni
del genere ,si potrà diffìcilmente dire
che è incapace di perseguire i suoi
scopi in modo unitario. Certo non tutto avviene senza scosse e senza che si
debba fare da tutti un continuo sforzo di comprensione e di collaborazione reciproca. Ma questo è uno sforzo
che dobbiamo fare anche nei per evitare che ci siano fratture in seno alla
nostra Chiesa che lavora in ambienti
tanto diversi e ia cui formazione è
cosi composita, pur neiia fondamentale unità e coesione che la caratterizza. Quanto al nostro Consiglio Federale, non dovremmo forse aumentarne l’importanza e metterlo (anche finanziariamente) in grado di allargare il suo camp» d’azione? Non dimen
tichiamo certo la grande diversità di
situazione rispietto alla Svizzera, ma
i risultati che colà si sono raggiunti
dovrebbero spingerci a dare anche al
nostro organismo un carattere menn
« amministrativo » ed una autorità
maggiore. Ad ogni modo è bello di
sentire che le Chiese svizzere lavorano accanto a noi e partecipano alle
nostre difficoltà con profonda simpatia cristiana. A noi di ricercare un i
più stretta comunione con esse.
Giovarmi Conte
EMILE MARION : La Suisse protestante, Labor et Fides, Genève 1957.
Anche presso la Claudiana.
“ Ascoltate la voce deWEterno
GEREMIA ED IL NOSTRO TEMPO
Questo è rargomento posto al ceotro deiratteoziooe e dello sludle dei partecìpaotl al 'TCaoipe loteroaziooaie di Agape”
________________t_____________________________
Non è nostra intenzione di parlare del campo in sè che raccoglieva
circa 130 partecipanti daH'Europa, America ed Africa, nè dettagliatamente dei vari studi presentati neU’ordine da: Franco Sommani (Introduzione storica); Bruno Rostagno (L.i libertà di Dio nei confronti
del suo popolo: sul piano religioso e su quello politico); Ekke Lindemann
(, Il giudizio di Dio ) ; Sergio Rostagno ( Sì al giudizio di Dio, no alla politica delle alleanze o della rivoluzione); Thomas Soggin (La predicazione del ritorno dell esilio: il nuovo patto); Franco Davite (Messaggio
conclusivo), ^
Desideriamo piuttosto presentare ai lettori dell’Ecp là sostanza della meditazione e dello studio del Campo, anche come si è delineata nel
lavoro di famiglie e nelle discussioni generali.
11 tempo di Geremia
ed il nostro tempo
Non ostante la differenza di molti
secoli (il profeta ha predicato fra il
626 ed il 585 av. Cristo) vi sono delle
indubbie analogie fra i due momenti
storici.
Anche il profeta ha vissuto in un
tempo di crisi di civiltà e di imperi,
in cui l’equilibrio politico e militare
delle grandi potenze (Babilonia ed
Egitto, Oriente ed Occidente di quel
tempo) era sconvolto, senza ancora
pendere decisamente a favore deU’uno o dell’altro dei pretendenti al dominio del mondo.
Tempo quindi di tensioni e di guerre; Israele, con una serie di piccole
nazioni del Medio Oriente, si trova
sulla strada dei due grandi contendenti, senza avere nè un esercito nè
una politica da poter contrapporre
come terza forza efficace fra i due
blocchi.
I" Congresso Femminile Valdese
Torre Pellice - 29 agosto 1958
Ricordiamo a tutte le donne valdesi che, il 29 Agosto alle ore 9,
nella Sala Unionista di Torre Pellice avrà luogo il
F CONGRESSO FEMMINILE VALDESE
indetto dal comitato provvisorio della costituenda federazione.
Ci rallegriamo dell'opportunità che ci è offerta di incontrarci fra
sorelle di varie comunità d'Italia, e rivolgiamo un caldo invito anche a
quelle che, pur non essendo ufficialmente delegate, si interessano ai problemi inerenti al lavoro della donna nella chiesa.
Ore 9 - Culto di apertura presieduto dal Moderatore della Chiesa
Valdese past. A. Deodato.
Ore 10 - Nomina del Seggio.
Relazione del Comitato provvisorio (D. Bert).
Presentazione dello Statuto (L. Santini).
Discussione e mozione conclusiva.
Ore 12,30 - Pranzo in comune.
Ore 14,30 - Nomina del Comitato Nazionale.
Ore 15 - Impressioni sul lavoro della donna nelle chiese degli Stati
Uniti d'America (L. Deodato).
Ore 16 - Chiusura del Congresso.
Alcxmi re avevano, qualche decennio prima, condotto una politica rimarchevole ed indicativa quando,
specialmente Ezechia e Giosia, sotto
la pressione della predicaz.one profetica, si erano condotti con totale inaipendenza da Babilonia e dall’Egitto ritenedo che il popolo di Dio non
ha da conndare in cavalli e cavalieri,
ma unicamente nelle liberazioni deij'Eterno.
Questo è il Tempio
dell’Eterno
Ma non cosi vivono gii ultimi re di
Giuda: Jolakim, Joiakin e Sedekia, i
re del tempo ai Geremia. Essi sono
vassalli ora dell’Egitto ed ora di Babilonia, ma vassalli intriganti che
conducono la politica degli uomini e
balera il doppio gioco, con tutte le
loro speranze rivolte a questa od a
quella potenza militale, tìtoria triste
che termina con la distruzione di Ge
msalemme (586) e la deportazione in
massa del popolo a Babilonia.
Ma non ostante la politica folle dei
suoi governanti, non ostante le ingiustizie sociali che son diventate moneta corrente nel popolo, non ostante
il fascino subito delie tradizioni religiose dei popoli vicini, pagani, non
ostante la fondainentale infedeltà a
Dio di cui questi peccati sono un segno, il popolo di Gerusalemme si adagia in una sicurezza comoda quanto illusoria : « Questo è il tempio dell’Eterno, questo 'è il tempio dell’Eterno». (Ger. 7: 4) esclamano compiaciuti i cittadini ammirando la mo
le dcrata, del tempio di Salomone sull'alto della città; l’unico tempio in
butto il mondo in cui si adori il vero
e solo Iddio, nel mezzo dell’unica città che si prostri dinnanzi al Nome
Santo deH'Eterno, abitata dall unico
popolo che Dio si è scelto. Dio difenaerà la sua casa e la sua città, non
vorrà rimanere senza popolo e sarà
in certo modo costretto a salvare gli
abitanti di Gerusalemme e di Giuda,
anche se avrà molte cose da rimproverar loro, anche se il popiolo approfitta di questa situazione privilegiata
per fare i suoi affari che non sono
sempre puliti.
Contro questa sicurezza colpevole e
blasfema Geremia parla nel nome di
Dio con quegli insegnamenti che dal
cap. 7 culminano con la parabola del
vasaio: se un vaso riesce male sulla
ruota dell’artigiano non ha egli la libertà di disfarlo^ per farne uno migliore? E così Iddio, se il popolo che
Egli ha chiamato non adempie la vocazione per la quale è stato scelto.
Iddio non ha forse la libertà e l’autorità di metterlo da parte per sceglierne un altro?
i partecipanti al Campo hanno
messo in luce in vari modi come quesva situazione rischi di essere e sìa
già in gran parte ratteggiamento
spirituale dei nostro « uccìaente Crisbiano » che dietro ai valori spirituali
ed alla religiosità esteriore nasconde
i suoi interessi spesso meonfessabiii ;
l’atteggiamento delle Chiese le quali
si riposano sulla sicurezza di essere
« la cniesa ai Gesù Cristo » preten
dendo, per questo fatto, di signoreggiare su Dio stesso e di piegarlo ai
propri calcoli ed interessi, dimenticando invece di « temerlo ».
ivia Dio rimane libero di fronte al
roccidente Cristiano come ai fronte
alle Chiese, come di fronte a tutti.
«e la nostra « leligiosità » nella
quale liponiamo la nostra fiducia u
smentita dai fatti, se è una « forma
non riuscita », pierchè Dio non ne potrà tare un altra e metter la nostra
„.a parte?
Il giudizio incombe !
Questo è il centro- e la nota di ur
genza a^l messaggio di Geremia. ìj
« giorno dell'Eterno » è ormai alle por
te, Dio prepara il suo giudizio sul po
polo infedele.
1 segni di questa imminenza soiu
visibili a tutti coloro che non vogliono chiudere gli occhi per ignorarli di
proposito.
Dio sta chiamando da Babilonia i
cavalieri dali’elmo a panino cne Ne
uuKadnczar, servitore di Dio (z7: 6)
condurrà sotto alle mura di Gerusalemme ed in balia dei quali Dio dara
la città e i suoi abitanti e il tempio
stesso.
Israele potrà scampare solo se si
1 avvede, se « emenda ie sue vie », cioè
tutta la vita privata ed associata dei
SUOI cittadini, se i suoi capi abtaanaonano la loro politica pazza di astuzia e di comproniessi per seguire la
volontà di Dio, che sarà dura, ma che
porterà ancora la pace e la salvezza
p.r il popolo (cap. 27).
Altrimenti sarà la hne di tutte lo
sicurezze, ai tutti gli orgogli, sarà la
fine del popolo stesso- e con esso del
profeta, poiché Iddio hon riserva un
posto privilegiato ai suoi servitori, a
Geremia come alla Chiesa di oggi,
coihvolti belle vicende che non riescono ad evitare con la loro predicazione ed il loro esempio.
Abbiamo trovato molti segni dell’incombente giudizio di Dio sulla nostra
civiltà e sulle nostre Chiese. Le discussioni a famiglia e generali hanno
fornito un’ampia messe di esempi da
tutte ie parti del mondo. Americani
e tedeschi, europei ed africani hanno
riconosciuto in molti avvenimenti del
nostro tempo il segno estremamente
grave di questo avvertimento e di
questa imminenza di un giudizio che
non si è ancora manifestato in tutta
la sua gravità, ma che pure è sospese- sul capo della nostra generazione.
Occorre tuttavia non cedere alla
tentazione di considerare questi se
gni di avvertimento come il giudizio
definitivo e cullarci di conseguenza in
una tranquillità illusoria: il mondo
va tutt’altro che bene, delle nazioni
sono divise, delle razze lottano le une
contro le altre, la Parola di Dio non
è più ascoltata ; questo è già il giudizio di Dio. Il che, in pratica, significa; Dio ha già fatto quel che aveva
da fare, le cose sono ritornate in ordine poiché il mondo è stato punito ;
io non sono stato toccato e quindi,
per quel che mi riguarda, le cose an
dranno come prima, meglio di prima !
Emendate le nostre vie
No, Dio non ha ancora giudicato!
Nella sua misericordia e nella sua
pazienza ci dà ancora questo momento di grazia di cui bisogna che approfittiamo poiché anche il crollo delle
strutture umane ed il disastro delle
sicurezze degli uomini sono, nella voloiibà di Dio, il mezzo estremo pei
licniamare gii uomini a Sè ed alla
salvezza.
Ciò è evidente nella predicazione
del profeta a Rama (cap. 32). Egli aveva predicato il giudizio di liio sulla
cniesa finché essa continuava a pajcersi di speranze e di ottimismi umani e di false fiducie fondate sulle
capacità e sulle forze religiose, morali, politiche, militari delTuomo etc.
Ma ora, a Rama che rimaneva, di tutta questa speranza in un popolo incatenato? Solo una delusione mortale.
Perciò in quel momento il profeta
annunzia ramore di Dio che è più
forte delle armi di Babilonia e che
ricondurrà in patria i deportati dopo
aver creato in loro una nuova vita ed
una nuova speranza.
L’annunzio di questa misericordia
e di questo amore, quanto più deve
suonare forte e convincente per noi,
che viviamo ancora nel momento della pazienza e della grazia, e sui quali
non è ancora scesa la mano pesante
e tremenda del giudizio di Dio!
Di tutti gli esempi fatti vorrei ci.
tame uno solo; è stato notato come
la divisione della Germania può esse
re considerata un giudizio di Dio su
di un popolo che è stato causa di divisioni e di ^erra; ma proprio in
questo giudizio Dio ha aperto a quei
popolo ima nuova possibilità; la Germania divisa, come popolo, e la Chiesa in esso, hanno la possibilità di essere un ponte in un mondo anch’esso tragicamente diviso.
La nostra vocazione
La situazione attuale è grave. Lo
hanno ammesso anche i più ottimisti
tra di noi.
Nella discussione qualcuno ha detto: La catastrofe c’è già. In un senso
questo è profondamente vero, come è
vero che essa era già presente quando Geremia parlava al suo popolo.
C’erano allora, e ci sono oggi, tutte
le premesse per il disastro che si preparava per Israele, per il giudizio che
sembriamo andarci a cercare oggi.
(segue in 4^ pagina)
3
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
- S
Ona tappa importante nella storia del movimento ecHmenico
ì
Il contributo
della Chiesa Ortodossa Russa
all’unità cristiana
Il Dipartimento d’informazione del
Consiglio ecumenico ha diffuso un
condensato di un articolo del prof.
E. Schlink, dellTTniversità di Heidelberg, comparso su di una rivista tede
sca; questo, basato sulle osservazion'
fatte nel corso di una visita alle Ghie
se deirURSS intorno alla Pasqua, è
servito come documento ai lavoro in
vista dell’incontro di Utieoht. Lo riportiamo in parte, adattandolo, pej
mancanza di spazio.
Dopo aver notato lo sviluppo della
situazione ecclesiastica e di quella internazionale negli ultimi anni, lo
bciiliiiK alleima che le impressioni
racco iie nel corso della sua visita di
tre settimane in granai ce.rtri conio
Mo'jca, Kiev, Leningrado e R'ga sono
al tempo stesso positive e negative.
Concordando coir quanti hanno vi
sitato ta Russia egli ha potuto con
statare che nelle chiese si raccolgono,
la domenica, folle dì fedeli: chiesa di
popolo, chiesa nazionale, strano paia dosso in uno Stato che si vuole
ateo. Notevole la qualità del clero, la
sua spiritualità; promettente, anche
se non sufficiente, il numero degli Srudenti in teologia. E’ evidente che la
Liaesa cresce e si fortitìca, anche se
li campo in cui può agire è assai ristretto.
Tuttavia, non bisog'na sotiovaluta
re la gravità dei limiti imposti alla
vita della Chiesa. Molte chiese sono
ancora in rovina, o sono state trasformate in musei o depositi; è vietata
qualsiasi istruzione religiosa nelle
cinese e nelle scuole: la famiglia e la
liturgia perpetuano però rinsegnamenLo della (Jniesa in seno- alla comunità
aei credenti; tuttavia la gioventù che
c luori ai questa comunità è assai
male informata in latto di religione
e VI e del tutto estranea. Le opere sociali e gii ospedali sono chiusi alia
Chiesa, e tutto ciò che essa può lare
ai questo campo è di chiamare i suoi
iiieiiiuri all'esercizio personale nella
carità. Le pubblicazioni ecciesiasticnc
sono strettamente controllate; e non
e stata acooraata l’autorizzazione a
suampare opere teologicne; e poiché
li mercato aei libro e inonüato ai opere scìentincne e antireligiose, l’equiiiorio e completamente lotto a dei,nmento delia- Chiesa.
La Chiesa ha il diruto di prendere
l atteggiamento che vuole ai fronte
alla questioni sociali e poiiticne, purché non critichi pubbiicaraente ciò
che la lo Stato e non si opponga alie
sue concezioni. Questo non significa
che la Chiesa di Russia non sia che
«l’organo della propaganda e della
politica dei Sovietl », nelle sue dichiarazioni per la pace. La Chiesa
parla di pace a moao suo; i termini
delle aicniarazìoni possono essere si
mili a quelli che usa lo Stato, ma i
moventi sono diversi. Bisogna pure
pensare che la Chiesa di Russia non
possiede fonti veramente obiettive
.-.un’Occidente.
« Tutto ciò significa che la vita della Chiesa è interamente confinata alla sfera cultuale. Qualsiasi attività
al di fuori ai questa sfera sarebbe bollata come ” propaganda religiosa ”, la
quale è rigorosamente vietata. Sicché
la Chiesa ortodossa non ha alcima
possibilità di esprimere il suo fermo
rigetto' del materialismo marxista mediante pubblici dibattiti o campagne
di evangelizzazione ».
Tuttavia, ora la Chiesa vive in pace accanto allo Stato. Com’è possibile? Anzitutto, lo Stato si è visto costretto ad adattare il dogma comunista alle « esigenze concrete della situazione ». Durante la guerra l’appoggio dei cristiani era necessario sia
per cementare l’unità nazionale contro l’offensiva nazista, sia per con
servare la hducia delle nazioni occidentali dette « cristiane », allora alleate. Inoltre la stabilizzazione delia
rivoluzione russa ha condotto ad atteggiamenti più conservatori in fatto
di costumi e di vita della famiglia, e
questo può aver jiortato a considerare
la Chiesa come un « fattore positivo ».
Da parte ecclesiastica, l’atteggiamento nei confronti dello Stato è
guidato dagli insegnamenti di Romani 13: dal momento che lo> Stato sovietico assicura l’ordine e la sicurezza
dei cittadini, la Chiesa deve sottomettersi all’autorità civile; questo atteggiamento di rispetto e collaborazione
ha appunto guadagnato terreno, nella Chiesa, nel corso della resistenza
aU’invasore. Del resto va pure riconosciuto che la Chiesa ortodossa, dai
tempi dell’impero di Bisanzio come
del cesaropapismo degli zar, ha preso
1’«abitudine del consentimento»; ne
la Chiesa russa ha idee chiare in fatto di etica sociale.
Ma una considerazione domina tutte le altre: la vita d’adorazione della
Chiesa, perpetuamente immutabile.
La liturgia della Chiesa ortodossa
russa dà ai fedeli un senso acuto della gloria di Dio, della sua presenza,
della sua vittoria. « Il significato della vittoria cosmica di Cristo, nella
sua risurrezione, è così grande, cosi
onnipotente da trasformare completamente i rapporti dei cristiani eoi
oppressori».
Ecco perchè non si sentono, nella
Chiesa, lamentele riguardo alle perse
cuzioni passate. La certezza delia vittoria di Cristo aiuta i fedeli «ad a
luaie, a benedire, a pregare, ad attenaere con fiducia la sconntta spirituale e la trasformazione dei loro nemici ».
««guanto ai rapporti fra la Chiesa ortoaossa e le aure Chiese aeu'uRoS,
Si sono fatti sempre più stretti e coraiali con la Chiesa luterana, in particolare nei paesi baltici, sormontando
il tradizionale antagonismo. Meno vicini SI sentono, gii ortuaussi, ai oauisli, che hanno m uKatt cmese numerose e borenti. Una comuiiionc
sempre piu proionda si stabilisce, invece, con la cniesa anglicana tvi ncoraiamo l'incontro fra ortodossi e
anglicani, alia conferenza di Lambetn aeiio scorso lugno. riar.).
Quali sono le possibilità di collaborazione ira ii Patriarcato di Mosca e
n coitsiglio ecumenico?
in primo luogo, la volontà di Cristo, ugualmente avvertita ualle Cine
se aei consiglio e da quelle ortodos
se, è che tutti coloro cne credono in
noi siano uno.
in seconao lUogo la presenza della
Chiesa russa rattorzereoDe la rappresentanza ortodossa nel Consiglio ecumenico. tìe l’ortodossia è molto rigiaa
su cera aspetti del dogma, lo è molto
meno su altri, ad esempio sulla natura dell’uomo e sulla natura deila
grazia. H pensiero ortodosso potrebbe ampliare le visioni delie altre Chiese. L'accento posto sulla glO'ria di Dio
e sulla sua loae nei culto e nella p^e
aicazione ortodossi potrebbe aprire
nuove prospettive alia teologia. Per
quanto i'orcodossia sia fortemente attaccata alla gerarchia e aila successione apostolica, comprende, assai
più di Roma, i « limiti aella Cniesa ».
Aumentanao rirmuenza ortodossa iri
seno al Consiglio ecumemco, dimmuira aitrettanto ia tensione fra la Chiesa cattolica romana e le cniese sorte
uana Riiorina... uìrazie agii ortoctosSI, 1 protestanti scopriranno nei cattolici romani certi tratti della Chiesa
primitiva, malgrado le aggiunte posteriori. E la cniesa ai Roma vedrà
per parte sua più chiaramente che la
Kiiorma è fondata sulla Chiesa primitiva e che non e partita aal nuila.
iriiine, il conironto con la cniesa ai
Oriente mostrerà quanto il protestantesimo ha subito l'iniiuenza di Roma.
In terzo luogo la presenza ortodossa in seno al Consiglio ecumemco potrebbe renderlo assai meglio informato degli effettivi problemi deile
oniese d oltre cortina, che non sono
affatto, «malgrado l’oppressione e le
restrizioni — delle Chiese degenerate,
ma al contrarlo delle Chiese nel pieno
senso che il in uovo Testamento da a
questo termine».
In quarto luogo anche l’ortodossia
potrebbe rivedere profondamente ii
suo atteggiamento verso il protestantesimo cne ha conosciuto ii rinnova
mento biblico degli ultimi decenni;
comprendere meglio la sensibilità della Chiesa occidentale a tutti i problemi sociali, politici ed economici, a imparare a condividerla.
Infine, questa collaborazione non
sarà bloccata da alcuna difficoltà, se
la si affronterà da entrambe le parti;
si tratterà di imo sforzo perseverante
per sfuggire alle affrettate semplificazioni di giudizio e alle prese di posizione superficiali, per non spezzare
« la fraternità spirituale esistente fra
le Chiese dell’Est e dell’Ovest, nella
fede, nella speranza, nell’amore del
prossimo, come nella preghiera » : « la
esistenza stessa di questa fraternità
è un fattore di primaria importanza
nella politica internazionale ».
Jazz e liturgia
Nella parrocchia di un pastore anglicano,
in un quartiere meridionale di Londra,
c’erano numerosi giovani amatori di jazz.
Il pastore preparò nella sua chiesa il posto
per un’orchestra jazz di nove esecutori,
accompagnata da un coro giovanile.
« Christian Century » scrive che non si
tratta di una fantasia di questo pastore,
ma di un serio tentativo di integrare la
musica jazz nella liturgia anglicana. G.
Beaumont, musicista di talento, compone
delle arie di jazz per le parole di inni conosciuti. Ha pure composto la « Messa popolare del XX secolo », che fu anche trasmessa alla televisione, e molto discussa.
Un gruppo di visitatori occidentali partecipano\ al culto in una chiesa ortodossa
Incontro fra i rappresentanti del Patriarcato di Mosca
e del Consiglio Ecumenico
Si usa dire che il Consiglio Ecumenico raccoglie la quasi totalità
delle Chiese non romane; in realtà,
quando nel 1948, aU’Assemblea di
Amsterdam, fu decisa la costituzione del Consiglio Ecumenico delle
Chiese (ne ricorre quest’anno il decennale), non soltanto alcune Ciiie
SI' « libere » occidentali, ma alcune
delle più importanti Chiese Ortodosse orientali non entrarono a farne
parte. La «cortina di ferro» era più
impermeabile di quanto lo sia ora, e
alcune delie Chiese Ortodosse « autocefale » (indipendenti) di quei paesi, guidate da quella russa ■— che
soltanto nel 1943 era riuscita ad ottenere una specie di concordato con
lo ¡3tato sovietico — planeando di
un’informazione diretta e obiettiva
sul movimento ecumenifco e temendone una colorazione troppo « occidentale » che avrebbe reso più difficile i loro rapporti con i rispettivi
regimi, avevano deciso di tenersene
lontane.
In questo frattempo, però, una
certa distensione si è fatta sentire;
lo Stato sovietico si è accorto cne
non avrebbe affatto potuto iaciimente far « piazza pulita » della Chiesa
e si è quindi fatto più conciliante, a
patto che ia Chiesa limitasse la sua
vita ai piano strettamente spirituide;
sono stati resi possibili, e si sono via
via moltiplicati gli incontri ira lesponsabili ecclesiastici d’Oriente e di
Occidente, di là conte di qua della
« cortina »; è proseguito, paziente e
perseverante, uno scambio di corrispondenza e di rapporti, anche se
gli alti e bassi della guerra fredda c
della distensione hanno spesso infinito più dei ilesiderabile; le dichiarazioni e l’attività del Consiglio ecumenico lianno dissipato il timore di
un suo asservimento politico ed economico alle « potenze » occidentali.
E ad Utrecht (Olanda), dal 7 al 9
agosto, si sono raccolti i primi rallegranti frutti: infatti vi si sono riuniti, in tutta semplicità e in forma modesta e privata, tre rappresentanti
del Patriarcato di Mosca e tre del
Consiglio Ecumenico. Si è trattato
di una consultazione preliminare, di
una presa di contatto'senza carattere
ufficiale e senza intenti deliberativi;
ina è stato un incontro fraterno sincero, positivo, ricco di promesse.
Una stimolante premessa al lavoro
del Comitato centrale del Consiglio
Ecumenico che dal 22 al 29 agosto
si riunirà a Nyborg (Danimarca) per
la sua seduta annuale.
Al termine dell’incontro di Utrecht
è stata pubblicata una dichiarazione
di cui riportiamo il testo qui a fianco.
è uscito
Prof. Teofilo Pons
Piccola guida delle Valli Valdesi
MASSELLO
L. 250
Ordinazioni alla Libreria Claudiana
1) Siamo riconoscenti a Dio perchè, dopo un lungo periodo di preparazione,
ha potuto aver luogo un incontro fra delegati della santa Chiesa ortodossa di
Russia e del Consiglio Ecumenico delle Chiese.
Questo primo incontro aveva lo scopo di permettere ai partecipanti di conoscersi meglio. Questo scopo è stato raggiunto, poiché abbiamo scambiato informazioni, spiegato le nostre rispettive posizioni, e siamo giunti ad una comprensione reciproca più completa.
2) E’ la nostra fraternità in Cristo che ci ha permesso queste conversazioni:
abbiamo cosi potuto parlare francamente della natura e degli scopi degli orgauismi ecclesiastici che rappresentiamo.
3) Abbiamo constatato che condividiamo la preoccupazione cristiana per l’unità dei cristiani e per la manifestazione di questa unità nella vita delle Chiese. I delegati della santa Chiesa ortodossa di Russia hanno esposto come la loro Chiesa
prega e lavora per la riunione di tutti i cristiani, f delegati del Consiglio ecumenico hanno illustrato come questo cerchi di promuovere l’unità delle Chiese, mediante il lavoro teologico della Commissione di « Fede e Costituzione », come per
mezzo di altre attività che impegnano i cristiani in tutti gli «spetti della vita della
Chiesa.
4) Condividiamo una profonda preoccupazione per la pace del mondo nella
giustizia c nella libertà. Le due delegazioni hanno espresso la loro risoluzione ad
operare in questo senso. Sono coscienti della grave responsabilità che incombe
sulle Chiese di tutto il mondo, che devono chiedere ai loro governi ed ai loro
popoli di fare tutto ciò che è loro possibile per prevenire la guerra. Durante questi ultimi anni il Consiglio ecumenico delle Chiese e il Patriarcato di Mosca hanno scambiato i loro punti di vista sui grandi problemi mondiali del nostro tempo, quali il disarmo, la guerra atomica e gli esperimenti nucleari. Nel corso di
quest’incontro abbiamo proseguito questo scambio di vedute sulle nostre rispettive posizioni. Saranno necessari dei contatti ulteriori per giungere ad un accordo
sui nostri diversi modi di operare in favore della pace che ognuno desidera.
5) L’importanza fondamentale di questa libertà, mediante la quale il Cristo
ha liberato gli uomini, ci si è imposta, e ognuna delle delegazioni ha espresso la
l’.ropria opinione sul modo con cui la libertà religiosa dovrebbe tradursi nelle
strutture sociali. Abbiamo considerato un certo numero di problemi particolari
che le Chiese incontrano nel tentativo di manifestare la loro fede nella loro esistenza come nel loro lavoro. La nostra discussione lia contribuilo ad una migliore
comprensione di questi problemi.
6) Per ciò che concerne Tawenire, i delegati della santa Chiesa ortodossa di
Russia hanno dichiarato che sottoporranno un rapporto al Patriarca ed al santo
Sinodo della loro Chiesa, e che lo faranno in uno spirito di assoluta simpatia verso i principi del movimento ecumenico. Invieranno un rapporto simile alle Chiese
ortodosse sorelle che parteciparono alla Conferenza di Mosca del 1948 (nella quale
fu decisa Vastensione dall’Assemblea di Amsterdam - n. d, r.).
I delegati del Consiglio Ecumenico hanno dichiarato che riferiranno al Comllalo centrale del Consiglio Eicumenico e che proporranno — se la cosa è gradila
dalla santa Chiesa ortodossa di Russia — che questa invìi degli osservatori per
seguire i lavori del Comitato centrale.
1 delegali hanno espresso la propria riconoscenza a Dio per il privilegio costituito da un incontro come questo ispirato dall’amore di Cristo.
NOTIZIE IN BREVE
Una documentazione recentemente
apparsa in Germania rende noto che
il numero delle scuole cattoliche nei
mondo è salito a oltre 150.000, con 21
milioni 700.000 alunni, il che rappresenta il 4,7% della popolazione infantile mondiale. Al primo posto stanno
gli Stati Uniti.
La Groenlandia vedrà giungere fra
poco dei religiosi cattolici di un ordine mariano; essa fu, fino al 1700
circa, abitata unicamente da cattolici; nel 18o secolo il re di Danimarca
inviò un missionario luterano, e fimo
alla seconda guerra mondiale la popolazione fu totalmente protestante.
Il cattolicesimo è stato riportato ultimamente nell’isola al seguito delle
truppe americane di stanza là.
L’ospedale del Dr. Schweitzer, e
Lambaréné, sta per arricchirsi di una
clinica dentaria; la dirigerà un note
dentista americano, e sarà fornita di
medicamenti e materiale sanitario da
ditte americane.
Imre Nagy, il presidente ungherese
giustiziato a Budapest, era protestante. Il genero è pastore della Chiesa
riformata.
I vescovi protestanti imgheresi
Lajos Veto c Albert Bereczky sono stati eletti alla presidenza del Consiglio
ungherese per la pace.
La rivista americana Time afferma
che dopo la « consacrazione » e il battesimo, ha fatto la sua apparizione
nella Germania Orientale il matrimonio socialista. Se ne è svolto uno a
Lipsia, dinanzi all’ufficiale di stato
civile, con la partecipazione di delegati operai e dell’orchestra della fabbrica. Dopo il discorso ufficiale e la
recita, da parte di bambini, di alcune
poesie socialiste, gli sposi si impegna^
rono a « servire lealmente la causa
degli operai e dei contadini».
4
14 ricco • Il povero s'incontra* no; l'Eterno li ha fatti tutti e ■' duo. Dai Proverbi L'Eco delle Valli Valdesi Come nell'acqua il viso ri- sponde al viso, così il cuor del- l'uomo risponde al cuore del- l'uome.
Dai Proverbi
(leremia
ed il nostro tempo
(continua dalla 2« pagina)
Anche ii profeta diceva: «il vero
disastra per Israele è che abbiamo abbandonato il nostro Dio, che opprimiamo gli orfani e le vedove, che ci
nascondiamo dietro alla religione ed
alla morale per fare i nostri comodi
ed i nostri sudici affari».
Anche allora Israele era territorialmente diviso ed una parte di esso era
già caduta sotto il dominio di Babi
Ionia.
Anche allora la Parola di Dio non
era ascoltata perchè sembrava trop
po dura e severa.
Anche allora il popolo poteva pensare di essere già sufficientemente punito, per non dover aspettare un giudizio più grave e radicale.
Ma tutto questo non era che un avvertimento, al quale Israele non ha
prestato orecchio, come il nostro mondo e le nostre chiese non prestano
orecchio oggi. Un avvertimento, pe
rò, al quale Geremia ci richiama con
autorità e con forza.
Geremia non ha amato essere profeta di sciagure. Io neppure, poichc
so che io, mia-moglie ed i miei tigli
voi, possiamo essere coinvolti e distrutti.
Ed ho paura di dire questo.
Ma è necessario che lo facciamo, io
e voi. £’ inutile cullarci nelle iliusio
ni, chiudere occhi e orecchi per non
vedere e per non sentire. E’ inutile
che ci facciano discepoli del falsi profeti annunziando una sicurezza ed
una tranquillità che non esistono.
Tutto ciò non ritarda di un istante
solo « il giorno deU’Etemo » che viene.
Occorre invece che sappiamo ascoltare la voce che ci parla ed accettare
la vocazione alla quale ci chiama. Oggi non vi sono persone speciali, come
Geremia, che devono profetizzare.
Tutta la Chiesa lo deve fare e ciar
scuno di noi per conto proprio. E’ necessario che riprendiamo la parola di
Geremia 18; 7-10, ricordando che tutte le occasioni sono buone per ripeterla.
Quando una casa brucia non si sta
a guardare se non siamo pompieri e
se non è l’ora conveniente per entra
re in quella casa: si prende un secchio e si corre.
Oggi la casa brucia.
Vorrei trasfondere in voi la convinzione di questa urgenza, della gravità del momento in cui viviamo.
E passare per fanatici, se occorre;
lasciare che, per un momento, i fatti
sembrino smentirci; essere guardati
di traverso dalla gente che sa « ra
gìonare ».
Sì, oggi non è più il momento di
« ragionare », di « fare i nostri calcoli»; occorre che sappiamo sragionar»
e buttare a mare i calcoli fatti, per
seguire quelli di Dio che sono «scan
dalo e pazzia » per il nostro mondo.
Occorre che facciamo questo perçu;'
questa è oggi la vocazione della Ghie
sa, la vostra vocazione.
11 tempo della pazienza di Dio non
è ancora finito. Occorre che non pen
diamo un minuto, perchè di ogni mi
liuto perduto Dio ci chiederà conto
ed ugni minuto guadagnato può diventare, nelle mani di Dio, l’ora della misericordia e della salvezza.
Franco Davile.
Notizie dalle Comunità
AlVfiROIifllAl (Capoluogo)
Ringraziamo sentitamente il Pasto
re sig. Rodolfo Hardmeier per la gradita vi.sita effettuata alla nostra Comunità la domenica 10 agosto. Egli ha
presieduto il nostro culto la mattina
nel Tempio ove buon numero di fedeli era convenuto per salutarlo ed il
pomeriggio, nel corso di ima riunione
au aperto ben frequentata nella zona
ciel Martel egli ci ha descritto il viaggio della Corale Svizzera in Sicilia,
in attesa di rivederlo domandiamo al
Signore di benedire il suo lavoro nella Comunità di Augst,
Sabato 16 agosto nel pomeriggio haavuto luogo il servizio funebre' del nostro fratello Rivoira Dino deceduto
improvvisamente alla frazione Chiot
d’gagn alla età di anni 16. Ai genitori,
ai familiari ed ai parenti tutti esprimiamo la nostra viva, fraterna simpatia ricordando loro le parole del Signore: «Il vostro cuore non sia turbato ».
Rivolgiamo un saluto cordiale ai
villeggianti evangelici che soggiornano in questo periodo' nella nostra vallata e siamo lieti di notare come, tra
loro, un nucleo fedele partecipa regolarmente ai nostri culti, danno in tal
modo, a coloro che sono soliti disertare i culti, la sua fedele testimonianza
cristiEUia. e- a
PMROSTliyU
I nostri culti sono frequentati in
questa stagione, oltre che naturalmente dai Prarostinesi, da numerosi
amici e villeggianti che sono venuti a
passare qualche settimana tra di noi
Alcuni sono prarostinesi residenti in
città o all’estero, altri sono forestieri,
generalmente evangelici. E’ con piacere che li vediamo la domenica unirsi a noi per l’ora del culto; la chiesa
di Prarostino rivolge a tutti un fraterno saluto e l’augurio di buona permanenza in mezzo a noi.
Nel corso del culto domenicale, sono stati battezzati Cardon Jean Pierre di Garibaldi e di Gantner Giara
(Réconvillier, Svizzera); Griglio Ivana di Oscar e di Griglio Wilma (Ciarvet di Roccapiatta) domenica 3 agosto; Odino Alessandro di Vieti e di
uay Lulgma (Bernardi) domenica lo
agosto. Possano essi crescere nella
grazia del Signore e nella comunione
cella Chiesa.
Lunedì 18 agosto si sono svolti iin
ponenti i fimerali della nostra sorella Kosiagno Amalia ved. Griset, del
Ciabot Barina, deceduta dopo breve
ma penosa malattia, all’età al 67 anni. Al familiari, ai parenti tutti l’espressione della nostra simpatia in
cristo.
Domenica prossima, 24 agosto, alle
ore 8, con un culto di rendimento di
grazie, piacendo al Signore inaugure
remo la cappella del Roc restaurata
in questi giorni a cura del quartiere e
con la collabo-razione del Concistoro,
Rivolgiamo un caldo invito a intervenire numerosi.
MÂSSËL
Il nous faut remercier en premier
lieu, quoiqu’avec un deplorable re
tard, Mr. S. Sarti et A. Bertolino qui
ont accepté de remplacer le pasteur
Convegno di studi storici
a Torre Pellice
Per iniziativa della Società di Studi Valdesi, nei giorni di venerdì e sabato 29 e 30 corr. nell’aula della Casa
Valdese in Torre Pellice, avrà luogo il
Secondo Convegno su Eresia e Rifor;
ma in Italia. E’ inutile ricordare l’esito veramente lusinghiero del primo
Convegno analogo, convocato nell’agosto scorso, con la partecipazione di
un notevole nucleo di illustri storici e
pensatori italiani e d’un numeroso e
competente uditorio. Era quindi giu
sta ed opportuna rorganizzazione di
un secondo Convegno, che, estendendosi a aue giornate di lavoro, approfondisse ed allargasse gli studi sui movimenti religiosi dell’eresia e della riforma in Italia. Ne vada un’espressione di plauso alla speciale Commissione organizzatrice composta dai
proff. Delio Cantimori, Eugenio Duprè, Giorgio Spini, Auguito Armand
Hugon, per aver procurato all’ambiente di Torre Pellice questo secondo
Convegno. Ne pubblichiamo il nutrito
programma, con un cordiale invito al
pubblico ad intervenirvi.
Venerdì 29 agosto : Ore 9 : Apertura
del Convegno. Eugenio Dupré-Theseider: Gli eretici dolciniani a Bologna.
— Giovarmi Gönnet : Caratteri e limiti deU’episcopato Valdese nel Medio
Evo. — Luigi Firpo: Il vero autore dì
un celebre scritto anti-trinìtario:
Christian Francken, non Lelio Socino. — Salvatore Caponetto: Significa
to del Beneficio di Cristo di don Benedetto da Mantova alla luce di recenti interpretazioni. — Luigi Santini : La ecelesiosologia di Pier Martire
Vermigli e la edificazione della Chiesa. — Interventi e discussione su questi due gruppi di relazioni. — Ore 15:
Ripresa dei lavori. Lino Marini: Gi
nevra e i Savoia prima e dopo l’Escalade — Giorgio Spini: Rapporti con
la Riforma italiana e mediazioni ginevrine nel puritanesimo americano.
— Umberto Marcelli : Alcuni rapporti
tra Cavour e i Valdesi. — -Arnaldo
Cicchitti-Suriani : La elezione « popolare » dei parroci in Italia (1864-1892).
— Interventi e discussione sulle relazioni.
Sabato 30 agosto; Ore 9; Impostazione dei lavori del prossimo conve
gno. Discussione sul «Corpus Reformatorum Italicocrum ». Visita al Museo Valdese. Chiusura del Convegno.
Direttore: Prof. Gino Costabel
Pubblicaz autorizzata dal Tribunale
di Pinerolo con decreto del 1-1-1955
lors de son voyage en Belgique. Leurs
messages et leurs, présences naturellement, nous ont permi non seulement d’entendre une prédication différente de l’habitude mais ont marqué la présence d’Agape dans nos vallées, présence que nous souhaitons
puisse se manifester toujours plus vivante et efficace.
C’est avec beaucoup de plaisir que
nous avons revu parmi nous ces nombreux amis de la saison d’été qui choisissent la tranquillité de Massel pour
y passer quelques jours ou quelques
semaines de vacance.
Dimanche 10 a eu lieu le baptême
de 'Tron Norberto des Portes. Cette
prédication concrète des sacrements
qm nous annoncent la miséricorde de
Di™ et son salut de façon directe et
claire, est toujours une consolation et
un encouragement ou du moins elle
devrait l’être. Il semble malheureusement que l’église ait encore beaucoup
à apprendre à ce sujet: elle ne considère souvent ses baptêmes que comme
de belles fêtes de famille, de la famille X ou Y comme ime noce ou un festin qui ne concerne que cette famille.
Un baptême est bien autre chose,
c’est un témoignage rendu au Sei.
gneur, c’est une consolation accordée
à l’église, c’est la ferme espérance que
malgré tout Dieu nous aime. Ils sont
si rares les baptêmes chez nous qu’ils
doivent avoir une signification d’autant plus profonde.
Lundi matin nous nous sommes à
nouveau réuni au temple pour l’ensevelissement du petit Luciano Peyran.
Si le problème de la mort demeure
toujours angoissant il devient particulièrement cruel en certains cas soit
à cause des circonstances extérieures
soit à cause de la façon imprévue
dont la mort elle même survient. Il
paraît difficile, presque impossible de
pouvoir communiquer en ces cas une
sympathie et une consolation valables
et seule demeure la parole etemelle
de l’évangile, cette parole che nous
avons cherché de comprendre ensemble.
Que ,son message puisse réconforter
ceux qui sont dans le deuil et instruire chacun de nous.
Asiumiisne Insegpaiili Irisiiaai Evaugeliei
COMUNICATO
Invitiamo tutti i soci e gli amici a
partecipare al Congresso annuale che
avrà luogo D. v. il 28 agosto a Torre
Pellice, nella Sala unionista, gentil.iiente concessa.
Esso avrà inizio alle ore 9 con un
breve culto d’apertura; seguirà la relazione del Seggio, la discussione generale, le elezioni. Pranzo in comune.
Eventuale prosecuzione dei lavori nel
pomeriggio. Il Seggio
Elenco offerte prò borse di studio
pervenute fino al 31 luglio 1958: Ins
Vittorina Ugolini, Rorà L. l.(K)0; Sig.
Davide Bouchard, Torino 2.000; Prof.
Frida Gardiol, Trieste 1.000.
Il Cassiere; T. Dosio
Cattolicesimo d'oggi
(continua dalla 1= pagina)
In libertà inUolica per collaborare alla
creazione di un inondo cristiano qui ed
oggit evitando quegli atteggiamenti che
non giovano alla Chiesa, in quanto ha una
missione spirituale, e che perciò sono un
intoppo sulla via che deve condurre le anime a Cristo ».
11 Mazzetli ricoriife quindi come II Gallo
si sia .ipertamente opposto airOssereatore
Romano, per la posizione che questo aveva preso a proposito del processo contro
rimmobiliare; come abbia difeso l’autonomia del Cattolicesimo cinese; come esso
sia « per la libertà, contro ogni dittatura
politica », non accettando che « la ■ libertà
venga conculcata nemmeno da dittatori clericali » per cui « Franco e Mussolini vengono posti sullo stesso piano di Hitler e
di Stalin, evitando così quel malinteso ossequio alla forza dello stato anche quando
può tornare a vantaggio della Chiesa, e
quella stolta paura di ogni libertà che si
vorrebbe da troppe parti far credere tiociva alla integrità morale e spirituale dei popoli ». Quelli de 11 Gallo « accettano la
comlannu delle teorie comuniste, in quanto atee, ma sarebbero lieti che fosse altrettanto energica e costante, sulla stampa e
dai pulpiti, la condanna di quanti vivono
nell abbondanza accanto a coloro che
muoiono di fame. Sono contro il clericalesimo, perche non fanno alcuna confusione
fra il sacro ed il profano, fra l’effimero e
l’eterno, convinti che i membri della Chiesa debbono essere i primi a volerla lontana da ogni compromesso che ne diminuisca la vitalità spirituale. Obbedendo a questo impulso interiore che li spinge ad essere fedeli alla loro vocazione si sentono liberi ».
E’ così, ancora, che è stata denunciata la
ipocrisia del pudore siii>eriiciale, della morigeralezza formale in fatto di abbigliamento che, se prende forme particolarmente
idamorose in certe dicliiarazioni ecclesiastiche, è però diventala bene (o male) della nostra società latina. E’ per questo, ancora, che pur senza rifiutare l’Indice, « sono convinti che la migliore salvaguardia
della verità consiste in una vita interiormente sana, e nella loro biblioteca troviamo accanto ai teologi cattolici quelli protestanti », talvolta citati nella rivista .
In questo spirito di libertà, pur rifuggendo da superficiali « embrassons-nous », sono fraternamente aperti a quanti come loro cercano la verità e l’amore di Cristo. E
rimangono vigili : hanno posto sulla testata della loro rivista un gallo, ed un versetto, Marco 12: 72: « E subito per la seconda volta il gallo cantò ». « Quel gallo che
cantò per richiamare Pietro albi coscienza
del suo triplice tradimento vuole ricordarci la possibilità, sempre presente, di nuovi tradimenti ».
E nella lettera del Direttore del Gallo,
sinceramente e realisticamente ecumenica,
leggiamo queste frasi: « Che di qua e di là
del filo di separazione ci siano degli integristi di tutt’altro parere, non ci stupisce
affatto (non c erano integristi anche ad Antiochia e cercarono di ingabbiare Pietro
stesso? e la Chiesa era appena nata, si può
dire); anzi, ci convince a proseguire sempre più cordialmente e con alacrità il nostro lavoro. Perciò non solleciteremo mai
un fratello separato a convertirsi alla Chiesa Cattolica; ma solleciteremo sempre noi
e lui a vivere sempre più intensamente, e
nella sua essenza, la fede che ciascuno dice
di professare. Pensiamo che Dio chieda all’uomo questa coerenza e questo reciproco
rispetto piuttosto che la gara del proselitismo e il cambio delle etichette chiesastiche nella incoerenza e nel disamore ».
Società ili Studi ïaldesi
Assemblea annua
L’Assemblea annua della Società di
Studi Valdesi avrà luogo nell’aula della Casa Valdese la sera di domenic i
31 corr. alle ore 21. Dopo aver udito
la relazione morale e finanziaria della Società, l’assemblea sarà particolarmente consacrata alla celebrazione del primo centenario di Colonia
Vaidense, la prima e la più importante fra le colonie valdesi dell’America
del Sud. Il pastore sig. Emilio Ganz,'
che da molti anni è residente in quelle colonie e che attualmente si trova
in visita a Torre Pellice, svolgerà per
l’occasione un’esposizione assai interessante su un secolo di storia delle
colonie valdesi deirAmerica del Sud.
LOCANDA
RISTORANTE
“Mirtei,, = Angrogna
\ A V ViSI ECONOMICI \
CERCASI per fine settembre circa,
per famiglia delle Valli composta di
due persone, un domestico finito,
possibilmente anche autista — una
cuoca finita e una guardarobiera finita, tutti di media età. Si prendono in considerazione anche una
coppia di coniugi senza figli, di cut
lui domestico finito e possibilmente
autista e lei, cuoca o guardarobiera, finite.
Le domande saranno prese in esame a Agosto. Trattamento morale e
materiale ottimo. Si richiedono se
rie referenze. Rivolgersi al giornale.
CASA di reddito vendesi nel centro
di Torre Pellice. Rivolgersi per informazioni al sig. Jouve, Tipografia
Subalpina.
CONIUGI anziani residenti Riviera
cercano persoina mezza età per assistenza intero servizio. Scrivere:
Ronco, Via Sara, Sestri Levante.
Redattore: Ermanno Rostan
Via dei Mille, 1 - Pinerolo
Tel. 2009
Sede e Amministrazione
Editrice Claudiana
Torre Pellice - c.c.p. 2/17557
Tipografia Subalpina - s. p. a
Torre Pellice (Torino)
Prof. Dr. A. Bonìscontrii
Libero docente
in Clinica Odontoiatrica all'Università
MALATTIE
DELLA BOCCA E DEI DENTI
Pinerolo - Via Palestro, 7 - Tel. 24-98
Tutta la settimana tranne domenica
e lunedì
Dott. E. Pascal
Specialista
in malattie nervose
Svolge servizio di consulenza presso
l'Ospedale Valdese di Torre Pellice.
il secondo e il quarto venerdì del
mese, dalle ore 10 alle 12
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