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tCnSCA VAIDB«S
PBLLICE
loo)
DELLE VALLI VALDESI
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno XCI — Nnm. 31 ABBONAMENTI f Eco: L. 1.300 per I’intemo Ero e La Luce: L. 2.000 per I’intemo Spedi*. abb. poiule - 1 Gmppo TORRE PELLICE — 4 Agosto 1961
■ li n * rapii lira 30 i L. 1.800 per l’eitero !.. 2.800 per Testers Cambio d’indirizzo Lira SO Ammin. Claudiana Torre Pellice - C.C.P. 2-1755’’
Alla ricerca di nuove vie
Affiora
sità di
oggi, in tutti i settori della nostra Chiesa, la necesun rinnovamento della nostra opera di testimonianza
I laveri del nostro Sinodo seguono
tradizionalmente la guida della Relazione che la Tavola presenta, stendendo una relazione del suo operato
e raccogliendo le relazioni delle Conferenze distrettuali, delle commissioni distrettuali e delle comunità. Questo rapporto sin d’ora in possesso dei
membri del Sinodo, pastori e laici, si
presenta come un vero e proprio volume di circa duecento pagine, veramente molto, troppo denso per offrire ragionevole base per una discussione
d’assemblea come è quella del Sinodo.
Da questo ampio materiale che offre una visione approfondita di tutta
l’opera della nostra Chiesa attraverso
il lavoro di testimonianza delle comunità e dei pastori, degli Istituti, della
Pacoità di Teologia emergono una serie di problemi che forse, se il Sinodo
lo ritiene opportuno, faranno l’oggetto ds! nostro e.same. Molti problemi
ritornano dopo essere stati discussi,
esaminati, parzialmente risolti nelle
passate assemblee sinodali o distrettuali. Sono questioni di fondo, che
impegnano tutta la Chiesa e che vanno maturando lentamente, troppo lentamente secondo alcuni. Ritroviamo
il problema del denaro come è stato
impostato neU’ultimo Sinodo e nelle
Conferenze sotto il profilo del servizio del denaro nella vita della Chiesa. Malgrado gli sforzi e le decisioni
la situazione della nostra Chiesa permane sotto questo astretto diffìcile e
seria, la Tavola potrà nella persona
del cassiere fornire durante la discussione materiale di esame e documentazione ma i dati sono già nella relazione eloquenti di per sè: la somma
raccolta dalle comunità per l’opera
della Chiesa non è stata che di 82
milioni segnando soltanto un autnento di tre milioni sulla contribuzione
dell’anno passato. La seduta in cui si
affronterà ancora una volta il problema sarà certo impegnativa e seria e
ciascuno dei partecipanti come ciascuno dei membri della Chiesa sentirà, ce lo auguriamo, che il problema
alla base non è unicamente di una
raccolta oculata di fondi ma di fede.
Serviti
servitori ?
« Non si è trovato alcuno che sia tornato per dar
gloria a Dio fuor che questo straniero? »
(Luca 17: 11-19).
Il miracolo ohe il nostro passo ci narra è ben noto ; Gesù risponde
ai grido angoscioso dei dieci lebbrosi ponendo dinanzi a loro una possibilità nuova: la possibilità della fede fiduciosa nel Figliolo di Dio. Bd
eoco che, con stupore, quegli uomini senza sp^anza si avviano verso il
lempio con la illogica certezza che i sacerdoti potranno constatare che
la loro immonda malattia è scomiparsa. Quale potenza dev’esserci stata
nelle parole e nello sguardo di Gesù se i dieci compagni di sventura non
hanno neppure atteso il verificarsi di qualche sintomo favorevole, prima
di incamminarsi verso la vita! Come chiamare vita, infatti, quella che
avevano fin’allora trascorso al bando della società dei « sani »?
Ma già questa completa e inspiegabile fiducia in Gesù lascia il posto
al sentimento ben altrimenti esaltante che, effettivamente, ogni traccia
del male sta scomparendo! E’ così ohe un piccolo gruppo di nove persone se ne va, guarito. Gratitudine? Forse ve ne e, malgrado le apparenze
che lasciano pensare il contrario. Il fatto e comunque che uno solo, il decimo che si stacca dal gruppo, realizza che il Signore a gli ha fatto vedere la salvezza ». Questa è la misericordia di Dio nei nostri ranfronti.
Egli si è fatto in Cristo « colui che serve », non soltanto perchè, come i
lebbrosi, conosciamo la guarigione e la liberazione dall angoscia, ma perchè, nel senso più pieno, noi possiamo vedere la sctlvczza che ci è preparata ed offerta.
Forse non sappiamo mai chiedere abbastanza al nostro Dio. Ci
accontentiamo di veder sparire le macchie di lebbra o aneliamo a vederle
sparire. Ma siamo così assorbiti da questa occupazione che ci sfuggono
le parole di Gesù : « la tua fede ti ha salvato ».
Un’accusa per Israele, ecco cos’è quel forestiero che, a differenza
dei suoi compagni, torna verso il suo Salvatore. Ma un’accusa anche per
chiunque ieri ed oggi si lascia servire dal suo Signore senza per questo
divenire a sua volta servitore gioioso, testimone fedele, di quello stesso
Signore. Ohe ne è dei nostro popolo valdese, che ne è di lui in questo
periodo pre-sinodale, offuscato dal lutto, che lascia intravedere molti e
gravi problemi che vanno risolti al più presto se vogliamo che la nostra
Chiesa possa ancora servire? Voi che parteciperete attivamente al Sinodo
e voi che lo seguirete forse soltanto attraverso i resoconti dei giornali vi
rendete conto della posta che è in gioco? Per ogni cosa chiederemo Faiuto
di Dio. Cercheremo di far sì che le decisioni sinodali siano da Lui guidate, ci renderemo ancora una volta cónto che fino ad ora la mano dell’Eterno ci ha soccorso. Ma se ci limiteremo a far questo il nostro sforzo
sarà vano. E’ tempo che ci rendiamo conto che il Signore continua a chiederci di servirLo a nostra volta e che non ha ancora ottenuto risposta
in modo convincente. --ut
Una Chiesa che mette avanti la scarsità di vocazioni ma che non fa
tutto quello che può per suscitarle e una Chiesa che accetta unicamente
di essere servita.
Una Chiesa che mette avanti la sua povertà che paralizza tanti slanci, ma che non fa tutto il possibile ,per scoprire fin dove conduce il cammino del dono gioioso è ancora una Chiesa che è ripiegata su se stessa
e che si gode in pace i doni del suo Dio, senza portare frutto come pure
sarebbe giusto. . . , . . ,
Certo, resta sempre la libera azione di Cristo che può condurci sul
cammino di chi torna e ringrazia, come il Samaritano.
Intanto, ¡però, il grande interrogativo rimane per la nostra Chiesa
tutta e per ognuno di noi : volete essere serviti o servitori? Dalla risposta dipende la validità o meno di tutto il nostro ^teggiameiffo di credenti.
Giovanni Conte
Altro problema i ormai tradizionalmente all’ordine del giorno da parecchi anni è quello dflla stampa che ha
avuto soluzioni parziali, provvisorie e
si treva riproposto in tutta la sua serietà : « particolare attenzione merita
il problema di «Piosenza Cristiana» la
cui riduzione a sWtplice foglio contenente il culto evangelico alla radio
ha suscitato non poche critiche» com
la relazàcne della Tavola. Ogmmo
comprende facilmente queste critiche !
Ma anche «La Luce» costituisce un
problema. « Il pro^tto di unificazione dei due organi « La Luce » e « Voce
Metodista » di cui all’art. 27 degli atti
sinodali 1960 non ha potuto essere attuato per ragioni ohe i rispettivi organi direttivi hanno potuto constatare ». Constatazione non priva di una
certa amarezza in molti.
Ritroveremo ancora la questione
dei rapporti con la Chiesa Metodista.
« Per la prima volta quest'anno .si è
realizzata l’integrazione del ministerio pastorale valdese-metodista. A Genova Sestri ed a Udine i pastori vaidesi Roberto Nisbet ed Alessandro
Vetta hanno curato le comunità metodiste locali mentre i gruppi valdesi
di Monfalcone ed Albenga sono stati
assistiti dai pastori metodisti Aurelio
Cappello e Francesco Cacciapuoti ».
Questo primo esperimento di collaborazione concreta, lìMchè si può parlare soltanto di col hi ¡»razione e non integrazione a questq.; riguardo, sarà indice di rma situazione in evoluzione?
Sarà un segno di una nuova visione
dei problemi? La seduta Sinodale Ib
dirà. ...
Altri problemi sono menzionati nel
rapporto che ì lettori possono tenere
presente perchè si tratta di problemi
relativamente recenti ma ohe concernono in un modo o neH’altro la nostra attività. Quelli che hanno fatto
oggetto di esame da parte di apposite commissioni anzitutto: il lavoro sinodale ed una loro eventuale modifica, i pastori in campo di missione, i
fanciulli battezzati cattolicamente ed
altri. Fra questi primeggiano due problemi organizzativi: I Distretti, e la
Costituzione Unitaria.
Quest’anno è stato segnato da un
esperimento di tipo particolare di cui
forse molti membri di chiesa non
hanno avvertito rimportanza e la portata. Si è dato l’avvio alla costituzione di Commissioni Distrettuali elette
dalle Conferenze in vista di un potenziamento della attività distrettuale. I presidenti delle Commissioni Distrettuali non sono stati come per il
passato membri della Tavola ma pastori del Distretto stesso. Questa trasformazione, questo decentramento è
stato efficace? Ha dato i frutti ohe
aspettavano i suoi sostenitori? Anche
questo dibattito sarà oggetto di esame.
La Costituzione Unitaria è il titolo
estremamente severo e tecnico di una
realtà molto più semplice e vicina a
noi. Si tratta di trovare un modo concreto di mantenere i contatti tra le
nostre comunità e quelle del Distretto Sud Americano. I valdesi del Distretto Rionlatense costituiscono ormai una realtà vivente ed operante
con suoi problemi e caratteristiche
proprie può quel Distretto mantenere
le stesse norme regolamentari dei nostri distretti? se ne può allontanare?
fino a che punto? Ce lo dirà ima Commissione e la deputazione del VI Distretto quest’anno particolarmente
numerosa e qualificata; il past. Wllfrido Artus, presidente della Comm.
Esecutiva, i Dr. Héctor Berger e Ronchi Lanoir,
SINODO VALDESE
1961
Il Sinodo della Chiesa Valdese si aprirà Domenica 6 Agosto nel
Tempio di Torre Pellice, alle ore 15,30, col culto presieduto dal Past.
Carlo Gay e con la consacrazione del Candidato Pier Luigi dalla al ministero pastorale. Tutti i membri del Sinodo ed i delegati delle Chiese sorelle sono pregati di trovarsi nell'Aula sinodale (Casa Valdese) alle
ore 15.
Si prega di tener conto dei seguenti annunzi :
1 ) L'ingresso nella Sala sinodale è concesso alle persone munite di
biglietto con la firma di un Pastore.
2) Lunedì 7 Agosto, alle ore 9: Relazione della Commissione d'Esame
sull'operato della Tavola (Past. Tullio Vinay).
3) Lunedì, alle ore 21, il Pastore Paul Conord, già Segretario Generale
della Chiesa Riformata di Francia, terrà una conferenza pubblica sul
tema : « La strategìe de l'Eglise Réformée de France ».
4) Martedì, 8 Agosto, alle ore 15: Ricevimento ufficiale dei delegati
del mondo ecumenico.
5) Mercoledì, 9 Agosto, alle ore 15: Relazione sul tema; «Il denaro
al servizio della fede» (Past. Giov. Peyrot).
6) Giovedì, 10 Agosto, alle ore 9: Relazione della Commissione d'Esame sull'operato della Facoltà di Teologia (Past. Alberto Taccia).
7) Giovedì, 10 Agosto, alle ore 17,15: Relazione della Commissione
d'Esame sull'operato della CIOV (Past. Giovanni Peyrot).
8) Venerdì, 11 Agosto, alle ore 14: Elezioni dei membri della Tavola e
delle Commissioni. - Lettura degli Atti del Sinodo. Dopo di che il
Sinodo si concluderà con la celebrazione del culto di Santa Cena
nel tempio
La sistemazione logistica dei membri del Sinodo è stata quest'anno
assai complessa. Malgrado una certa dispersione, si fa appello alla collaborazione di tutti affinchè gli orari siano rispettati e si possa ogni mattina iniziare il culto alle ore 8,30.
Past. Ermanno Rostan
Moderatore
Mantenere in vita ciò che rimane
0 affrontare il problema di fondo
Dalla lettura delle relazioni si vede
però affiorare da parte delle comunità come da parte delle autorità della
Chiesa una esigenza di rinnevamento, una necessità di qualcosa di diverso. E’ un sentimento diffuso di ricerca, di inquietudine verso una nuova
apertura, una nuova impostazione di
tutti i problemi della Chiesa. Una parola, una espressione raccolta a caso
nella relazione pur cosi, monotona delle nostre attività cotidiane rivela a
volte questo inatteso desiderio di novità. « L’ora presente non è senza difficoltà per la nostra Chiesa; talvolta
si notano anche segni di stanchezza e
di sfiducia. Molti ne soffrono; altri
cercano nuove vie per manifestare
nel mondo là realtà dell’Evangelo. In
alcuni settori si ha la sensaàone di
non poter far nulla di più che mantenere in vita ciò che è rimasto, in
altri settori però c’è qualcosa che si
muove...». Così si esprime la Tavola
nella sua relazione. Sarebbe difficile
dire che cosa i consigli di chiesa, pastori e credenti pensano di questa necessità di rinnovamento e come ne vedono le linee direttive e forse la funzione del Sinodo è proprio in questo
scambio di opinioni diverse e di pareri diversi, in questa ricerca comune
di una nuova soluzione. Forse la funzione di queste Sinodo, che si inizia
la settimana prossima, consiste essen
zialmente nel saper formulare in mode più chiaro questa comune inquietudine.
Sarà certo essenziale a questo riguardo l’esame della relazione presentata dalla Commissione per i Ministeri. Per la prima volta questa
Commissione che lavora già da parecchio tempo, esprimerà un suo pensiero ; la Commissione projxme per
esempio che sia riconosciuto il pastorato femminile, auspica la formazione di un centro per la preparazione
dei laici, queste due proposte bastano
a fornire ampio materiale ad una di
scussione. H problema del ministero
pastorale è da molti anni dibattuto
non solo da noi ma presso tutte le
Chiese riformate, si avverte la necessità di una nuova impostazione di tutto il problema dei ministeri nella
Chiesa, l’aiuto ohe può venire da un
impegno da parte di alcuni laici volenterosi non risolve la crisi profonda, il pastorato nella sua forma attuale non corrisponde pienamente all’insegnamento evangelico e si vanno
accumulando i suoi aspetti problematici. In che modo il compito, la re
sponsabilità, l’azione dei pastori può
essere ridistribuita alla Chiesa tutta?
In che modo si può e deve rompere
l’isolamento ed il concentramento di
doni nella figura del pastore? Come
ridiventerà la Chiesa ima comunità
nùssionaria vivente? A questi quesiti
cercherà di rispondere il Sinodo.
Non si tratta però soltanto del problema dei ministeri, dei pastori e dei
laici, non si tratta soltanto di modificare in qualche settore la nostra
tradizionale visione delle cose, la crisi è più profonda. E’ la chiesa come
tale, come organismo di uomini in
questo mondo che è oggi in crisi ; perchè esiste una chiesa cristiana? quale
è la sua funzione, la sua ragion d’essere? Questo è discusso in tutti i paesi della nostra Europa, giunge l’ora
anche per noi di affrontare il problema.
Basterà mantenere in piedi bene o
male le cose esistenti con qualche ritocco 0 sapremo rinnovarci alla base
come seppero fare i nostri padri alla Riforma?
Certamente la Commissione d’esa
me che ha avuto modo di soffermarsi
su questi prcblemi vagliando l’operato della Tavola sarà di valido aiuto in
questa ricerca.
La preghiera di tutta la Chiesa sia
in quella settimana l’invocazione dello
Spirito che guidi ed ispiri i pensieri
dei delegati. G. T.
V AGOSTO
San Secondo
La festa del XV Agosto avrà luogo quest'anno
nella parrocchia di S. Secondo di Pinerolo. L'incontro sarà unico per le comunità delle due valli, li
programma e le indicazioni per raggiungere il luogo
dei convegno saranno pubblicati nel prossimo numero dell'Eco.
Il culto sarà presieduto dal Moderatore Past. Ermanno Rostan ; il Past. Giorgio Bouchard parlerà delle prospettive che si aprono alla nostra opera.
2
pai. S
L’ECO DELLE VALU VALI»SI
N. 31 — 4 agosto 1961
a23.4S^?AV€-’fiRITTO NELLA CHIESA VALDESE
■ aot.uaq aasor----------------------------
La dipartità'''dël Professore Giovanni Miegge
Nato a Savona il 30 maggio 1900,
Giovanni Miegge compie i suoi studi
classici in quella città ed a Torre Pellice; avviandosi al ministero pastorale compie gli studi teologici a Firenze presso la Facoltà valdese di Teologia sita allora in quella città.
Ne! 1924 è pastore a Massello, una
delle più alte ed in quei tempi isolate
comunità delle Valli. Il contatto tra il
giovane e brillante studente e la comunità contadina è immediato; la
sua predicazione diversa dalla predicazione passata, il suo insegnamento
catechetico seriamente impostato anche se a volte difììcile incidono profondamente nella vita spirituale dei
suoi parrocchiani. I membri di quella
comunità rurale seguono con attenzione il ministero del giovane studioso
dalla parola precisa che pur essendo
pienamente inserito nel loro vivere
quotidiano sembra guardare più lontano, sembra vedere oltre i confini
della sua parrocchia.
Gli è che il loro pastore è fra i primi in Italia a scoprire il rivolgimento
del pensiero teologico d’oltre Alpe,
con intuizione infallibile si era portato nel centro della teologia moderna,
con lo studio di Karl Barth.
Lasciando Massello fu pastore successivamente ad Aosta dal 1930 al ’35
ed a Como dal ’35 al ’37. Sono quelli
gli anni che si possono caratterizzare
con un solo nome: « Gioventù Cristiana », la rivista che egli diresse fino
alla sua soppressione nei giugno del
1940 per ordine delle autorità fasciste.
Insieme al gruppo di giovani collaboratori laici e pastori egli guidò quella rivista che fu certo la più viva ©d
originale che abbia avuto il nostro
protestantesimo italiano. La diresse
facendone uno strumento di ripensamento culturale e teologico unico.
Una generazione di pastori deve la
sua foimazione teologica, la sua coscienza vocazionale alle letture mediate dalla rivista. E negli anni del
conformismo fascista fu certo cosa
sorprendente il fatto che una delle
pubblicazioni più ascoltate ed attese
fosse proprio questa rivista teologica
cora^iosa ©d impegnata. Una indubbia coscienza politica stava alla base
del gruppo di Gioventù Cristiana, una
coscienza politica di libertà e di opposizione al regime nutrita però di
fermenti spirituali inconfondibili.
La notizia della dipartenza del
Prof. Giovanni Miegge ha colto di
sorpresa, ha trovato impreparata
la nostra chiesa. Nulla lasciava
prevedere questo improvviso peggioramento delle sue condizioni di
salute, e coloro che lo avevano incontrato al termine del suo anno
di lavoro a Roma o al suo arrivo
alle Valli si erano forse giustamente preoccupati della sua stanchezza, ma era viva nel pensiero di tutti la certezza che un periodo di riposo adeguato gli avrebbe restituito energia e forza. Questo augurio,
questa certezza sono stati purtrop
po frustrati. Nella giornata di domenica è numcato all’affetto dei
suoi cari e dei suoi amici, della sua
chiesa, della sua Facoltà. La sua
presenza nelle nostre comunità, sui
nostri giornali, nei nostri incontri,
nella Facoltà era ormai così profonda, così essenziale che nessuno
poteva pensare, nessuno sapeva
pensare all’eventualità di una diversa situazione: egli era così presente, così vivente in tutti i settori
detta nostra opera che nessuno
avrebbe potuto considerare l’eventualità detta sua assenza. Impossibile pareva a tutti noi l’eventualità
di una Facoltà di Teologia, di una
Chiesa Vcddese, di un Sinodo, di
una seduta del corpo pastorale senza Giovarmi Miegge.
Tanto più smarrito ed interrogativo sarà predò lo sguardo di
rutti noi in questo tempo di Sinodo
atta ricerca della sua figura, di quei
suo inconfondibile sguardo vivo,
presente, ironico, di quella sua parola precisa ed incalzante.
NeU’attesa di poter rievocare la
sua figura in un prossimo numera
del giornae, ricorderemo brevemente le tappe della sua esistenza
in mezzo a noi.
“ E’ bello, fratelli miei impostare la nostra vita intera sopra un
atto di fede; arrischiare, direi, il nostro avvenire, tutto il nostro
avvenire, sopra una convinzione a cui soltanto una visione ultraterrena potrà dare pienamente ragione. In fondo, non c’è gusto
nella vita, se non la si arrischia così, lanciandola verso un avvenire, che è oltre tutti i confini delia nostra vita presente ! „
Nel 1937 veniva nominato professore alla Facoltà di Teologia di Roma con l’incarico della cattedra di storia del Cristianesimo ; si apriva così
sto volume è fra i più significativi, ed
è a questo che si deve ricorrere per
comprendere la sua ricerca di quegli
anni; a questo testamento spirituale
scritto non solo con intelligenza e
maestria ma vissuto in ogni sua pagina. Nella vicenda deH’uomo Lutero e del teologo inquieto in cerca di
Dio Giovanni Miegge ritrovò un fratello ed una guida nella sua ricerca di
una vocazione sicura.
Non sarà più il maestro di una élite dinamica ed entusiasta, la guida di
un pugno di intellettuali impegnati
ma diventerà lentamente il maestro
di vita e di pensiero di una Chiesa.
L’esperienza della solitudine e del
dolore varranno ad inserirlo come non
mai nel tessuto vivo della comunità
valdese. Egli diventerà il maestro della chiesa nel senso che l’antica cristianità definiva con il titolo di «padre».
Padre di una piccola comunità ecclesiastica come la nostra comunità valdese ed evangelica italiana, ma «padre della chiesa» nel senso pieno.
Ne sono prova le sue lezioni di
esegesi ai colleghi delle Valli, le sue
pubblicazioni catechetiche e storiche,
i suoi interventi e le sue relazioni documentate e sicure alle giornate teologiche del Ciabas; ne è mirabile prova la « Vergine Maria » (1950) il volume più equilibrato e maturo che il
protestantesimo europeo abbia dato
sul tema della teologia mariana.
Gli è preziosa in quegli anni l’amicizia di alcuni compagni d’opera ed
// Prof. Miegge durante un campo ad Agape.
dinnanzi a lui una carriera universitaria ricca di scoperte e di ricerche in
cui avrebbe potuto dare pienamente
se stesso.
Il soggiorno romano dovette purtroppo essere interrotto dopo un solo
anno di attività. II dinamico direttore di Gioventù Cristiana iniziava un
nuovo capitolo della sua vita: il doloroso e solitario cammino della sofferenza. Ma proprio in questa battuta
di arresto, in questa inevitabile meditazione sulla vita e sulla morte egli
trasse una rinnovata vitalità. In quegli anni insensibilmente ed in modo
forse inconscio iil professore di storia
Giovanni Miegge si avvicina a Lutero, al Lutero della crisi, il tormentato
teologo di Wittemberg. Da questa documentata e seria ricerca e forse più
ancora da una meditazione profonda
nasce il Lutero I (1946). In tutta la
produzione di Giovanni Miegge que
insostituibile l’affetto e le cure della
compagna e del figlio. E’ certo a loro,
alla loro presenza al suo fianco che
dobbiamo di aver avuto per lunghi
anni fra noi il padre ed il professore
che oggi rimpiangiamo.
Nel 1953 accettando la nomina a
professore di esegesi deH’Antico e del
Nuovo Testamento presso la nostra
Facoltà di Roma Giovanni Miegge
rientra, ormai cinquantenne, nel vivo
della ricerca teologica della sua generazione ed inizia l’ultimo periodo della sua esistenza. Soltanto la sua eccezionale capacità di rinnovamento intellettuale ed un vivo senso delle sue
responsabilità gli permisero di compiere un decennio di insegnamento in
due diversi rami della teologia redigendo corsi di esegesi sia nel campo
del Nuovo che dell’Antico Testamento a lui quasi del tutto nuovo. Questi
suoi corsi hanno ampiamente dimostrato le sue doti di esegeta acquistando via via quella lineare semplicità di pensiero che si riscontra nei
maestri in pieno possesso della materia insegnata; basterebbero a provarlo le pagine del suo commento all’evangelo di Giovanni e quelle sul
sermone sul monte di cui diede nell’incontro pastorale dello scorso anno
ad Agape una indimenticabile analisi. Frutto di questa attività esegetica è stato pure la pubblicazione del
Dizionario Biblico cui ha consacrato
tanta parte delle sue vacanze estive.
Ma Giovanni Miegge non limitò la
sua attività al settore deH’insegnamento esegetico; raccogliendo e mettendo a punto ricerche precedenti
pubblicò in quegli anni due volumi di
singolare interesse: « Per una fede »
nel ’52, « L’evangelo e il Mito » nel
’56. Entrambi editi da Comunità, casa
editrice non evangelica, essi rappresentano nella sua produzione un particolare momento: il suo iinserimento
nella cultura italiana in modo diretto
e fecondo. Quelle pagine presentano
per la prima volta al pubblico italiano il frutto di un secolo di teologia
protestante. Senza carattere di apologia ma vagliato da una critica pienamente matura il protestantesimo incontra il pubblico italiano in un linguaggio culturalmente efficacissimo come è accaduto di rado nella storia
della nostra evangelizzazione. Quale
italiano colto può sottrarsi al fascino
di quel lento pellegrinaggio verso la
fede or sofferto or sereno ma sempre
profondamente umano delle pagine
di « Per una fede »? La presentazione
di Bultmann il pensatore difficile e
rischioso della teologia tedesca non è
forse il più beiresemipio di fede critica percorso da queirinconfondibile
umanesimo della tradizione latina?
II dialogo di Giovanni Miegge con
la cultura italiana ebbe però uno dei
suoi momenti più vivi nei campi, negli studi, nelle discussioni ad Agape.
Egli seppe trovare sempre il linguaggio adatto al suo pubblico colto o
giovanile, nelle settimane teologiche
maestro di equilibrio e di cultura, lineare e semplice pastore negli studi ai
più giovani. Di lui rimarrà l’esemplare studio tenuto al campo del Movimento Studenti lo scorso anno, sul
primo articolo del Credo; nella già
incipiente stanchezza ritrovò un giovanile slancio intellettuale che stupì
tutti i partecipanti
Negli ultimi anni ebbero inizio le
traduzioni delle sue opere in inglese
e francese che lo inserirono così nel
dialogo teologico europeo e ne fecero
nel volgere di pochi anni una delle
figure di primo piano. Prova eloquente della sua autorità furono i dottorati conferitigli dalla Università di
Aberdeen, di Lipsia, dalla facoltà di
Teologia di Montpellier; rultima facoltà che ebbe il privilegio di riceverlo per una retraite.
Sul suo tavolo di lavoro giace incompiuta la revisione di una traduzione del Ròmerbrief di K. Barth, il
libro che aveva tradotto molti anni
or sono e che soltanto ora sembrava
destinato alla pubblicazione.
G. Tourn
I funerali del prof. Giovanni Miegge
lianno avuto luogo martedì mattina a Massello: erano presenti numerosi colleglli e
membri delle comunità delle Valli e dell'evangelizzazione che hanno voluto dimostrare con la loro presenza Tadetto della
chiesa tutta e la simpatia ai familiari in
questa circostanza. Dopo la lettura del salmo 116 ed una breve preghiera davanti
alla casa ove il pastore Miegge trascorreva
le sue vacanze, nella borgata del Robersj
il corteo si avviava al cimitero. La bara
portata per un tratto di strada dagli ex catecumeni e poi dai colleghi del past. Miegge prima di essere deposta nel piccolo cimitera, ha sostato nel tempio dove sono
stati pronunciati alcuni messaggi. 11 pastore G. Tourn prendendo come testo della
meditazione i vv. 3 e 4 del cap. 1 della
lettera di Pietro ha ricordato come il fondamento della nostra fede evangelica sia
la speranza in Cristo Gesù e questa soltanto. Egli ha ricordato il past. Miegge
sotto il suo profilo di credente, di uomo
in marcia con tutto il popolo della chiesa
verso la speranza del Regno.
II moderatore past. E. Rostan a nome
della chiesa valdese ha espresso il profondo rimpianto di tutti i presenti per la scomparsa del prof. Miegge ricordando le tappe essenziali del suo servizio nella nostri
chiesa.
A nome della Facoltà di Teologia il Prof.
Mario Rollier ha rivolto fraterne parole di
simpatia alla compagna ed al figlio del
pastore Miegge ricordando il profondo
vincolo di affetto che li univa allo srompaiso di cui ha illustrato il profondo impegno di servizio e l’eccezionale udienza
nel campo della cultura.
11 past. Roberto Comba terminava rievocando con commozione la figura di credente del prof. Miegge, fedele e semplice
membro della comunità di Piazza Cavour
a Roma ricordando la sua presenza partecipe e viva nelle assemblee domenicali.
Sulla fossa il past. Gustavo Bouchard
cliiudeva il servizio con la preghiera.
Iln M de la Croix
Les fidèles fréquentateurs de la Rencontre (qui eut sa première édition
en 1934) ont souvent eu à se plaindre
des petites méchancetés du temps à
leur égard. Mais, cette fois, rien
à murmurer : une magnifique journée a accompagné les grimpeurs,
qui étaient bien nombreux des deux
versants des Alpes (nous n’osons pas
lancer un chiffre). Ce qui est réjouissant, c’est qu’il y avait aussi bien des
jeunes au sens propre du mot, et avec
d’autant plus de plaisir nous remarquons que plusieurs septuagénaires
n’ont pas voulu renoncer. On n’avait
jamais vu un névé si vaste sur remplacement, et jamais si peu de pasteurs (trois français et un italien).
Le culte (11 h.) a été présidé par M.
Robert Kriegk, pasteur de l’église réformée de Nancy, et la prédication a
été donnée par M. Edoardo Aime, pasteur à Bobi. Après la lecture de Rom.
8. 31-39 et Jean 21, 1-14, l’orateur a fait
remarquer que si nous ne trouvons
pas que la résurrection de JésusChrist nous regarde personnellement,
et si nous ne pensons pas que cet
événement nous touche de très près,
toute vocation devient impossible. M.
Aime a su faire vibrer des notes d’ac
tualité poignante, pour ce qui a trait
aux grands problèmes qui harassent
les deux nations et le monde entier;
et c’est ce que bien des prédicateurs
préfèrent éviter ou se gardent de faire par prudence malentendue. Le culte a été suivi de la Sainte-Cène; si le
public avait été moins clairsemé, on
aurait sans doute mieux chanté.
Le programme de l’après-midi...
n’existait pas, et c’est bien à cause
de cela qu’il a si bien réussi! Joli paradoxe, n’est-ce pas? On a pris des
accords sur-le-champ ( qui était un
pré), et après une brève introduction
de M. Kriegk la parole a été prise par
M. Henri Sabatier, pasteur à Gap et
fidèle de la Rencontre, qui a tracé
une biographie de Guillaume Parel,
gapençais qui prit part au Synode de
Chanforan en 1532. L’église réformée
de Gap va l’honorer dans quelques
jours en célébrant son IV« centenaire,
et M. Sabatier a cordialement invité
tous les présents à Gap: dommage
que cela ne soit pas si facile pour la
plupart I
Un des fondateurs de la Rencontre, M. Emanuele Tron, professeur à
Gênes, après quelques traits badins
en dialogue avec M. Aime, et après
avoir expliqué aux Français ce que
signifie la locution argotique méridionale « Chi te lo fa fare? » l’a appliquée aux groupes qui viennent régulièrement déranger ces réunions (comme aux XV Août), et en un sens bien
différent à ceux qui gravissent la
montagne pour recevoir et pour donner quelque chose. Ensuite, l’orateur
a présenté Frau Gertrud Hurst, de
Zurich, qui a été prise d’une vive passion pour l’histoire vaudoise et qui
est en train de parcourir, autant que
possible à pied, les lieux qui ont été
le théâtre de cette histoire, notamment l’itinéraire de la Glorieuse Ren
trée. C’est Madame Hurst elle-même
qui a expliqué cela en excellent français, et les apiplaudissements des présents ont exprimé avec chaleur la reconnaissance des descendants des
braves dont elle admire les exploits.
Un message de Mr. Charles Monod,
pasteur à Cannes, et le rondeau de
l’au-revoir ont terminé la sympathique rencontre. Praesens
IV Convegno di Studi sulla Rifoima
ed i Movimenti Religiosi in Italia
Torre Pellice 25-26 agosto
VENERDÌ’ 25 AGOSTO
Ore 15: Apertura del Convegno - Nomina della presidenza - Relazione
introduttiva.
Ore 15.30: Comunicazioni.
Eugenio Duprè-Theseider : Comuni italiani ed eretici.
Giovanni Gönnet: I Valdesi d’Austria nella seconda metà del XIV secolo.
Raoul Manselli: Praticelli italiani del ’400.
Luigi Santini: Lo studio dell’Antico Testamento ed i maestri ebrei in
Italia tra umanesimo e rinascimento.
Lino Marini: I primi tempi della Riforma e le forze conservatrici nello
stato sabaudo.
Luigi Firpo: Il ritrovamento della «Informazione della religione Cristiana» di P. Pucci, stampata in Inghilterra nel 1580.
Ore 21: Pubblica conferenza del prof. George Williams (Harward University, U.S.A.) .su: «L’eretico Camillo Renato».
SABATO 26 AGOSTO
Ore 9 : Ripresa dei lavori.
Giorgio Peyrot: I fondamenti dei rapporti tra Chiesa e Stato nei Patti
d’Unione della seconda metà del ’500.
Alain Dufour (Ginevra): Quand Garibaldi a-t-il adéré à la Réforme?
Une lettre inconnue de P. Virct.
Henri Meylan (Losanna): Un « mandement sur les moeurs» pour les
sujets réformés du Chablais, 1570.
Andrzey Novicki (Varsavia) : Casimiro Lyszczynski giustiziato a Varsavia nel 1689 per il suo libro « De non existentia Dei ».
Salvatore Caponetto: Il marchese Carlo Mosca (1720-94) e le sue «Lettere... in proposito della limosina».
Arnaldo Cicchitti-Suriani: Lo scisma di Grotte del 187? (e l’origine del
locale culto valdese).
Attilio Agnoletto : Le « Memorie » inedite di Salvatore Minocohi : contributo alla storia del Modernismo italiano.
N. B. - Le comunicazioni saranno contenute nel limite massimo di 20
minuti.
Ore 14: Interventi e discussione sulle comunicazioni. Programma del
prossimo Convegno Chiusura dei lavori.
Ore 15: Gita facoltativa a Cavour, e rievocazione della pace di Cavour
(5 giugno 1561) tra Emanuele Filiberto e i Valdesi.
3
4. agoelo 1961 — N. 31
L’ECO DELLE- VALLI VALDESI
VM. 3
Questa nostra Italia
Santa innocenza!
Nel corso del dibattito parlamentare sulla situazione delle trasmissioni radio-televisive si sono avuti
interventi non privi di interesse'; la
opposizione di destra e di sinistra
ha accusato il governo di servirsi
delle radio trasmissioni come di uno
strumento al servizio diretto ed
esclusivo del governo stesso e del
]>artito democristiano. La Rai è stala definita un a feudo » democristiano, sotto il controllo del Vaticano
da un oratore di sinistra : accusa
sdegnosamente respinta dal ministro
Spallino che Ita rivendicato al suo
attivo la difesa della più assoluta
obiettività dei servizi di informazio
ne ilei pubblico italiano.
Poiché i radio-tele ascoltatori pos
sono giudicare ex informata conscientia non è necessario il nostro mode
sto parere. Ci piace sohanto sottolineare un’afl'emiazione del ministro
on. Spallino, il quale, rispondendo
ad una « beccata » del deputato comunista on. Valenzi, arerebbe esclamato (vedi resoconto pubbicato sulla Stampa): « On. Valenzi, il governo ignora a quali tendenze politiche
appartengono i dirigenti della Rai!».
Santa ignoranza dei puri di cnore!
Il re d’Inghilterra
non paga
L’anno 1936, come forse qualcuno
ricorda, segnò nella vita italiana un
anno cruciale »: il trionfo apparente della politica mussoliniana : la
proclainazione deiriiimpero» (maggio 1936); la campagna d’Etiopia, la
minaccia (senza seguito) di una mobilitazione della flotta inglese; le
« sanzioni » (mai seriamente applicate da cinquantadue Stati della Società delle Nazioni): il Duce: maresciallo deirimpero; fatto molto più
grave : Mussolini inelle braccia di
Hitler: l’asse Roma-Beriino: l’inizio
deH’ultimo atto della tragedia.
rutto in quell’anno fatale, fu
sfruttato per creare un’atmosfera
ostile all’Inghilterra: « la perfida AlLione »; si fabbricarono dei distintivi con il motto : « Dio stramaledica
rInghilterra »; un noto drammaturgo e regista scrisse addirittura una
commedia, oggi dimenticata: Il re
d’Inghilterra non paga, in cui sceneggiava un episodio della storia rinascimentale: il re inglese che non
può o non vuole restituire ai banchieri fiorentini il danaro ricevuto
in prestito.
■ Di questi giorni mi è toccato in
sorte il privilegio di ammirare i bilanci scientificamente redatti di una
Opera Pia Borsa dei Poveri Valdesi;
tutto un cartaceo e lussureggiante incartamento: formulari, moduli, ecc.
un migliaio di lire spese per distribuirne qualche centinaio. La somma
da distribuire in beneficenza è alquanto inferiore, quest’anno; accanto ad alcuni titoli nominativi sta
scritto: non si possono incassare gli
interessi.
Già il... re d’Italia non paga gli
interessi di certi titoli, come tutti
sanno. Però fa una certa impressione vedere queU’annotazione nel bilancio di un’Opera Pia.
Forzano scrisse una commedia;
<pii ci vorrebbe una farsa !
Il miracolo italiaoo
Gome è noto, tutto il mondo amniira il «miracolo italiano«: una
industria fiorente, una economia sana, prospettive di avvenire favorevole per gli eventuali finanziatori stranieri ecc. ecc.
Recentemente, a Tot ino, ha avuto
luogo un Convegno nazionale della
finanza locale. Vi hanno partecipato
gli assessori alle finanze delle principali città d’Italia.
Trattandosi di tecnici sono venuti
fuori dati non privi di interesse; in
riferimento alla situazione debitoria
dei maggiori centri : Roma 260 miliardi, Napoli 202 miliardi, Milano
139 miliardi, Torino 123 miliardi,
Genova 60 miliardi, Firenze 46 miliardi, ecc.
Trattandosi di tecnici si è fatta una
tecnica distinzione. I miliardi di Ro
ma e Napoli sono miliardi di bilancio in deficit; i miliardi di Milano,
Torino, Genova, Firenze ecc. non sono debiti veri e propri, ma sono coi stituiti da mutui contratti con lo Stato ecc. per c:ostruzioni straordinarie.
E qualcuno pagherà, se il miracolo italiano non sarà completo.
Educazione civica
In treno; stazione di ***; siamo
in perfetto orario; una ventina di
bambini si accingono alla ginnastica
tradizionale della discesa dei due antidiluviani gradini delle carrozze eli
II classe che fanno servizio sulla linea Torino ***. 1 bambini sono piccoli; i gradini sono scomodi; le ealigie sono pesanti (i bambini vanno
in colonia). La « monitrice « ha da
fare; i ferrovieri si prodigano; alcuni giovani guardano, semi-saraiati ;
la testa fuori dello sportello, sbraitano: « Bastard dAin cap, partouma?... ».
Sarebbe così facile partire più presto; basterebbe aprire un’altra porta, (ma bisognerebbe disturbarsi);
aiutare i ragazzini a prender le valige (ma chi me lo fa fare?).
Educazione civica: materia d’insegnaniento scolastico! Mah!
L. .4. Vaimal
Unitì nella fede i credenti di Germania
riaffermano
Vanità della chiesa
I resti della Cattedrale ne! cuore di Berlino: sìmbolo
della tragica fine dei nostri sogni di grandezza e della
neces.sirà dì una riconciliazione europea nella umiltà
e nel ravvedimento.
Il 10“ « Kirchentag », la grande assemblea annuale della Chiesa evangelica di Germania a cui partecipano decine
di migliaia di fedeli, ha avuto luogo quesfanno a Berlino
e si è chiuso il 23 luglio con una cerimonia allo stadio olimpico di Berlino alla presen2a di più di ottanta mUa persone convenute dalle due parti della Germania e dalTestero.
Alludendo alla grande partecipazione di tedeschi della
Repubblica Democratica il pastore Kurt Hang, presidente
del consiglio della Chiesa Evangelica di Germania, ha dichiarato : « Questo Kirchentag è stato una assemblea di
tutta la Germania » sottolineando che i fratelli delTEst erano venuti al raduno come credenti, con il solo desiderio
(ÌT udire la parola di Dio e vivere in comunione con altri
evangelici quelle giornate di studio e di meditazione.
Il presidente del Kirchentag von Thadden-Trieglaff ha
sottolineato che purtroppo il popolo tedesco ha troppo
spesso nel corso della sua storia fatto uso dell’espressione
« Gott mit uns » : Dio con noi, senza riflettere alla verità
di quella parola. Invocando così l’aiuto di Dio in modo
abusivo perchè la vita cotidiana poi non si dimostrava fedele a questa invocazione.
« La divisione della Germania è il giudizio di Dio su
noi » così ha egli concluso, « di cui siamo tutti responsabili ».
Autonomia
è responsabilità
Non so se sia possibile aggiungere
molto a quello che, con tanto spirito
di carità, è stato scritto sull’argomento dai Pastori Geymet e Berti nati i, ma,
forse, si possono fare ancora alcune
osservazioni di principio.
In particolare, mi pare che il problema della autonomia debba venire
inizialmente separato da quello del
diritto, ammesso che questo termine
possa usarsi, di eleggere il proprio
Pastore. L’elezione del Pastore può
essere una conseguenza della autonomia, che però è un fatto a sè stante;
secondo l'insegnamento neotestamentario e lo spirito dei nostri regolamenti, essa è la condizione della Chiesa
adulta, di quella che è veramente Chiesa, cioè « congregazione di santi »; ma
questa condizione è opera esclusiva
dello Spirito Santo, ohe, appunto, chiama i membri di Chiesa ad essere santi
e quindi costituisce la Chiesa, sia sul
piano locale che su quello universale.
Questa Chiesa è per sua stessa natura autonoma nel senso e nei limiti in
CUI fa iparte'del Corpo di Cristo; secondo il noto esempio di Paolo, è autonoma cOime è autonoma la mano
nei riguardi del piede, autonoma cioè
nei suoi compiti particolari c a condizione esclusiva di fare parte del Corpo e di ricevere quindi vita ed autonomia dal Capo del Corpo, che è Cristo.
L’autonomia è, dunque, in primo
luogo un problema di Spirito Santo,
e isoliamo in secondo luogo un problema di regolamenti; gli articoli legali debbono allora essere visti come
un tentativo umano di riconoscere l'opera dello Spirito Santo e come una
guida a questo riconoscimento, e quindi ancora interpretati in funzione della situazione locale
In ¡aarticolare, la questione del numero dei membri ha il suo vero significato nella evangelizzazione: se cioè
una Chiesa non riesce ad aumentare
in tempo ragionevole il numero dei
.suoi membri, significa, in linea generale, che non evangelizza e quindi non
vive per oipera dello Spirilo. Ma una
Chiesa può essere, come accade talvolta alle Chiese di città che assorbono annualmente decine di emigranti
dalla campagna, in continuo aumento, senza per questo dimostrare alcuna attività propria; inversamente una
Chiesa di campagna, che vede partire
annualmente numerose persone, può
conservare soltanto il numero iniziale
dei membri, ma, per far questo, deve
sostituire i partenti con continue nuo
ve conversioni, deve cioè essere una
Chiesa che evangelizza e quindi vive.
Così, nel canrpo finanziario, può darsi che una Chiesà, per l'apporto di
pochi ricchi conìribuenli, versi delle
somme molto alte, senza che questo
significhi che la maggioranza dei suoi
membri partecipi alla vita della Chiesa stessa; inversamente una Chiesa
povera potrà versare in comiplesso una
somma minore, ma che è il risultato
di molti « oboli della vedova » e che
ha un valore spirituale e pratico molto più elevato.
Numero dei membri e contribuzioni non sono dunque la causa, ma la
conseguenza della autonomia, che è
opera esclusivamente dello Spinto;
possono essere il mezzo attraverso il
quale noi riconosciamo quest’opera,
ma un mezzo che sarà allora impiegato in relazione alla situazione locale, perchè lo Spirito opera come vuole
e non dipende dalla meccanica dei numeri.
Anche per ciò che riguarda la elezione del Pastore,,‘si potrebbe dire che
essa non è un diritto, come non è un
diritto venire chiamati ad essere santi, ma semmai un dovere, che nasce
in conseguenza della autonomia. E
poiché questa autonomia è neU’ambito del Corpo di Cristo, essa non può
significare disinteresse per le altre
membra del Corpo stesso, ma collaborazione libera e volontaria, sotto la
guida del Signore. Si potrebbe allora
chiedere che i nostri regolamenti sottolineassero in modo più evidente questi principi, in modo da evitare gli inconvenienti lamentati da molte parti.
Per esempio, si potrebbe proporre
che le Conferenze Distrettuali, fermi
restando gli articoli che regolano attualmente l'autonomia, avessero il diritto di presentare delle richieste di
autonomia in eccezione agii articoli
stessi, quando vi fosse una dimostrata situazione particolare, del tipo di
quelle soipracitate; così si ipotrebbe
proporre che le elezioni dei Pastori
avvenissero soltanto sulla base di un
elenco di Pastori « disponibili » redatto annualmente dalla Tavola e nel
quale fossero inclusi i Pastori che hanno terminato il loro servizio presso
una Chiesa autonoma, o quelli di
Chiese non autonome il cui trasferimento non danneggi lo sviluppo generale deH’opera.
Comunque mi pare che la questione sia abbastanza importante da dover
essere esaminata più a fondo.
Pierluigi dalla
La missione del laicato
oggi nelle nostre chiese
E’ diffiii'ile parlare un momiento di collaborazione laica nella Chiesa senza ohe
qualche voce non salii su a ridiiainrare in
causa un argomento che sembra stare particolarmente a cuore a molli:
— Perchè i Pastori insistono nel voler
portare loro tante responsabilità che potrebbero esser molto meglio ricoperte da
laici specialisti in materia e più qualificali dei Pastori ? Perchè la direzione di
questo o quel coillegio, di quell’altro istituto iinaor ante, della CIOV, o la funzione di Cassiere della Tavola, non sono aflSdate a laici onesti e qualificati? Ve ne sono tanti nelle nostre chiese!
Questa domanda ritorna eonlinuawiente
nei ragionamenti nostri e molli si lamentano che non riceva una risposta soddisfacente. Ma la risposta non è difficile da trovare!
— E’ più che vero die le capacità tecniclie abbondano nella nostra chiesa e son
tali che se fossimo ad un tratto relegati
suirisola di Robinson Crusoè potremmo
da .soli bastare a tutte le nostre necessità.
Ma la rapacità tecnica non basta per compiere um ministero nella chiesa. Ci vuole
oltre a quella e prima di quella una « vocazione », voglio dire un dono totale di
sè slessi a Dio. Facciamo un esempio e scegliamo pure quello più delicato fra tutti,
del Cassiere della Tavola. I suoi registri
sono pieni zeppi di una contabilità non
certo elementare, ma per la quale, molti
ra.gionieri di questa o quella nostra comunità sarebbero più che comipetenli e sufficienti. D’altra parte non basta il diploma di Ragioniere per portare quella responsabili là, ci vuole in più il massimo
di certezza possibile che l’uomo che la
porla ha veramente impegnalo sè stesso
con il Signore e la sua Chiesa. E di solito
fi sceglie un Pastore. Questi un impegno,,
di certo, lo ha preso. Avrebbe potuto anch’egli seguire un’altra via, la « sua » via,
ed invece si è legalo qui, alla Chiesa Valdese. Non è detto con ciò che non possa
.auch’egli sbagliare in avvenire, ma almeno c’è una prova concreta della sua dedizione. E non è detto neppure che delle
prove concrete diverse da quella non si
possano dare. C’è stato nel .secolo scor.so
no’la Chiesa Valdese un banchiere ri.spondenie al nome di C. Malan, un vero uomo
li Dio che gran parte delle sue sostanze
-pendeva man mano per la sua chiesa per
.soddisfarne le più urgenti necessità...
iG riamente ne.ssuna Tavola e nessun
•Sinodo avrebbero conle,slato in lui i tit-oli
per e.ssere cassiere della Chiesa ed Oiggi
ancora, se tra i nostri fratelli laici qualcuno si pre-senlerà col cuore e con lo spirilo di quel fratello, tutta la Chiesa sarà
d accordo nell affidargli anche gli incarichi amministrativi più delicati.
Debbono esserne ben convinti tutti i no
stri cari fratelli laici; non è la qualifica
di « Pastore » che imporli a cl'.lccliesaia
per affidare a questo o quello un compito
di responsabilità, ma è soltanto la necessità di sapere che egli è un uomo che si
impegna, che si dà, che paga di persona.
Ricordo a questo proposito una delle
sessioni sinodali più belle a cui abbia mai
as.sistito. C’era urgente bisogno di trovare
un professore per la nostra Facoltà di
Teologia ma il corpo dei Pa.»lori in quegli anni di dopo-guerra, tsi era nel 1923)
non otfriva candidature disponibili. Qualcuno fece allora tl nome di un laico, di
un professore insegnante lingue moderne
a Genova in un istituto statale. Possedeva
una forte cultura teologica, aveva co-nseguilo a tilob. privato la Licenza Teologica ed aveva publdicato già varie opere di
notevole valore; spendeva così la sua vita
per servire la Chiesa con la sua cultura.
L’idea piacque, ma cozzava contro un grave oislacoio. Un professore in teologia deve provenire dal pastorato e quel fratello
laico non era pastore. Il Sinodo in una
atmosfera di vero entusiasmo superò ogni
ostacolo. Interruppe una seduta e, nella
casa valdese stessa, consacrò Teodoro Longo pastore, poi lo nominò professore in
teologia. Il laico prof. Teodoro Longo
aveva rinunziato alla sua cattedra in un
istituto statale a Genova, si era precluso
agni possibilità di pensione per darsi aRa
sua Chiesa e la sua Chiesa, di punito in
bianco gli aveva affidato nel suo seno una
delle più alte responsabilità... E mi sembra di vederlo ancora mentre scende daUa
Casa Valdese verso il centro di Torre e la
gente lo ferma di qua e di là per stringergli la mano e felicitarsi col nuovo Pastore e Professore. Ero poco più ohe un
ragazzo in quel momento, ma quelle scene si stampavano a caratteri indelebili nella mia iimmaginazio'ne. E’ sempre sublime
lo spettacolo di un uomo che si impegna
per servire il suo Signore!
La vocazione del Signore della chiesa è
sempre stata la stessa per tutti i credenti;
« La.scia le cose tue eppoi vieni e seguimi ».
E forse la chiave del problema è tutta
qui. E. Geymet
{Il .seguito al prossimo numero)
SEGNALIAMO
— Il Bollettino della Società di Studi
Valdesi ■ N. 109 - giugno 1961 - contiene
due studi storici di notevole interesse: La
continuazione dello studio del prof. A. Pascal sudila situazione delle Valli « Negli
anni del martirio e della gloria (16851690) » ed una ricerca del prof. V. Vinay
« Friedrich Reiser e la diaspora valdese
di lingua tedesca nel XV secolo ». Questo
studio illumina mt settore partieolarmente
interessante della nostra storia valdese: il
periodo 'medievale ed i rapporti tra la nostra comunità vialdese e quella boema.
Segue a cura del pastore R. Raima un
utilissimo indice dei volumi 57 a 108 del
Bollettino deUa Società di Studi Valdesi
per materie e per autori, che viene cosi
a completare Pindicc dei primi 56 numeri della rivista. Seguono recensione e segnalazioni.
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4
p^
L’ECO OraXE VALU VALDiSl
31 — 4 agosto 1961
DALLE NOSTRE ^COMUNITÀ
SAN SECONDO
— Due sorelle della nostra comunità hanno lasciato questa esislenaa terrena per una
' Gpnin Maria ImUu ved. Ri
y<*Ìc^Ìita illa. Rivairà ignito a
collasso cardiaco all’età di anni 69 e Fanny Borno nata Gardiol, spirata all’età di
anni 64 nella sua abitazione alle Prese in
I.^seguito-,ad una ^malattia lunga e dolorosa.
I funerali, presieduti ambedue dal pastore éiñerite Luigi Marauda, si sono svol
,,, ti rispettivamente nei giorni di domenica
2'Ì e martedì 25 luglio con larga partecipali ziòne' di folla accorsa a portare l’estremo
tributo di simpatia e di affetto, alle spoglie
mortali delle due sorelle in fede.
-4lÌ parenti^ in lutto diciamo la nostra solidarietà nel dolore e chiediamo a Dio di
asciugare le loro lascrime con il conforto
' della fede in Colui che ha detto: «lo sono
h' .Resurrezione ; e la Vita ».
— Fervono i preparativi per la Festa del
' XV Agosto, che, come già è stato reso noI to„ avrà luogo nella nostra circoscrizione
parrocchiale. Il Comitato organizzatore è
' coadiuvato da attivi elementi dell’Unione
• femminile e dei Giovani e lavora a pieno
ritmo, da circa un mese, con molta serietà
e senso di responsabilità onde garantire
I pieno successo a questa nostra Festa che
quest’anno sarà più impegnativa perchè
concentrata in una unica località per le
due valli.
II culto di domenica 23 luglio è stato
presieduto dal diacono Dino Gardiol e gli
inni sono stati accompagnati al microrgano
dalla signora Marauda.
Prendiamo ¡’occasione per ringraziare
sentitammte da queste colonne i signori
Marauda per il lavoro da essi svolto nella
nostra parrocchia durante l’assenza del pastore titolare. d. g.
1? ^ L’insegnante Claudio Tron ha presiedu' t» il Culto della domenica 23 luglio, rivolgendo un vibrante messaggio alla comunità. Lo ringraziamo di cuore per la
, ; sua collaborazione.
Nel corso del mese di luglio abbiamo
avuto la visita del iPastore Mordant e Signora con la sua corale: essi hanno consacrato a Pomaretto una serata con cori e
spiegazione dei cori prevalentemente tratti
dai salmi. La comunità ha molto apprezzato la predicazione cantata con il commento del Pastore; ringraziamo i nostri amici
di Marsiglia per la loro visita che è stata
per lutti noi un arricchimento spirituale
ed inviamo al Pastore Mordant e Signora
nonché ai suoi coralisii il nostro saluto affettuoso.
Domenica pomeriggio abbiamo avuto una
simpatica riunione a Combavilla con la
pàrtecipzione di un buon gruppo di persone anche provenienti da Pomaretto.
Prima della riunione è stato celebrato il
servizio funebre di Augufito Bouchard originario di San Germano Chisone; un folto
gruppo di amici e parenti ha preso parte
al servizio religioso; che il Signore dia la
Sua Consolazione a quanti lo ricordano ed
alla famiglia in modo speciale.
Lunedì sera 7 agosto avremo il grande
piacere di avere come ospiti a Pomaretto
una trentina di fratelli e sorelle di Forano
Sabino (Roma) con il loro Pastore Pier
Luigi dalla e la Signora. Siamo lieti di dare loro sin d’ora un affettuoso benvenuto
ih mezzo a noi; siamo fiduciosi che la comunità accorrerà in massa per essere vicini
a questi fratelli che vivono in prima linea
nell’opera di testimonianza evangelica.
Ascolteremo con gioia le notizie dell’opera
che si compie a Forano per grazia del Signore e per l’avanzamento del Suo regno.
LUSERNA S. GIOVANNI
Il ciulito, Domenica niaMina alle 10.30,
in lingua francese, sarà presieduto dal Pastore Alfonso Peyronel di Le Creuzot.
CASA VALDESE - TORRE PELLICE
COHCERTO
di
canto corale
Sabato 5 agosto 1961
ore 21
Ingresso libero
Offerte volontarie
MASSEL
Nous avons eu dimanche la joie d’avoir
parmi nous un pasteur africain, M.' Bahyga
qui se trouvait à Agape au camp et qui a
accepté avec beaucoup de plaisir d’établir ce
contact avec nous. Ce même jour les catéchumènes des paroisses d’Angrogne ont effectué leur visite à la Balcille, ils ont parcouru tout notre vallon jusqu’au Pis et
i’après-midi Mr Claudio Tron leur a présenté « de visu „ les lieux historiques de la
Balcille ainsi que la sale du musée. Nous
avons vu ces jeunes avec beaucoup de plaisir et nous souhaitons que cette visite ait
non seulement complété leur connaissance
géographique de nos vallées mai leur ait
aussi donné un témoignage, de la foi; nous
remercions le pasteur Mr Taccia qui a
aimablement accepté de remplacer le pasleur à la réunion. Ce même jour a malheureusement marqué notre souvenir d’une
profonde tristesse: le prof. Miegge décédait à la fin de la matinée dans sa maison
au Robers. Nous avions suivi sa maladie
avec sympathie mais nous espérions et souhaitions que la volonté de Dieu à son égard
fût une volonté de guérison. Le Consistoire exprime au nom de toute notre paroisse la sympathie et la pensée fraternelle de
tous à sa famille, particulièrement à M.nie
Lina Miegge et à Mario. Nous avions pensé manifester notre présence et notre reconnaissance pour le ministère que le pasteur
Miegge a exercé parmi nous en offrant une
couronne le jour de son ensevelissement,
beaucoup d’entre ses anciens catliécumè
lies auraient certainement contribué pour
un geste de cette nature; nous avons au
lieu décidé, d'un commun accord avec sa
famille, de consacrer celte somme à l’hôpilal du Pomarel, une souscription est don,ouverte, ceux qui ont intention d’y participer sont priés de confier leurs dons soit
au pasteur soit aux anciens.
RORÀ
Venerdì, 28 luglio, alle ore 20,30 ha avuto luogo l’annunciato culto di Santa Cena
al quale parecchi roreiighi hanno voluto
partecipare insieme ai giovani francesi di
Perpignan.
Domenica 30 luglio, il culto è stato presieduto dal pastore locale mentre la predicazione è stata tenuta in francese dal
past. Bonnet, che ringraziamo assai per il
suo messaggio.
Nel pomeriggio si è svolto l’annunciato
bazar con buoni risultati. Ringraziamo
quanti vi hanno preso parte, in quanto visitatori o in quanto addetti ai vari banchi.
Si ricorda che la lotteria verrà estratta
entro il 15 agosto.
La sera dello stesso giorno i giovani dell’Unione hanno recitato la commedia in tre
alti « Terra lontana », riscuotendo un ottimo successo. Ci rallegriamo per il fatto che
i pochi che hanno saputo perseverare in
questa bella fatica cominciano ora a vedere
dei risultati quanto mai incoraggianti.
Si ricorda che i delegati al Sinodo della
nostra comunità sono: Aldo Tourn (Assemblea di Chiesa) e Ida Benecchio (Conferenza Distrettuale).
Siamo nel pieno fervore delle altivilà
estive. Tutte le possibilità logìstiche del
luogo sono esaurite e si stanno organizzando locali di emergenza per ospitare una
trentina di delegati del prossimo Sinodo
ed altri ospiti deirultima ora. Al Castagneto è di stanza un campo di studenti universitari di Neuendellelshaux in Baviera
ed accanto alla Miramonti sorge una piccola tendopoli da Heidelberg. E’ presente
anche una roulotlc di Frère Jaiocod del
•movimento zigano evangelico francese.
Numerosi pastori italiani e stranieri sono presenti in paese: Past. G. Castiglione
da Bari, Hia Lihonati da Canipobasso,
Schofer dallo Schuvazzwald, Scliiinweiss
dalla Baviera, ^ilka da Colonia, Lange
da Berlino ed altri ancora.
Sul pulpito, alla domenica si pre-seniano
volta a volta alcuni degli ospiti.
Domenica 13 prediAerà il Dr. Bender
Landesbishof del Baden.
Ogni donieniia .sera hanno luogo folte
adunale dei gruppi in piazza con canti e
mesisaggi occasionai i.
Il giovedì .sera è consacralo alla comunione fraterna, nella Miramonli od al Castaglielo.
Frequenti gite agli alpeggi si organizzano nel corso della settimana in armonia con le comlizioni del tempo...
delFUtu^iiay
in visita alle Valli Valdesi
Conferm-ando la visita deU’Ambasciatore
dell’Uruguay Avv. Julio B. Pons alle Valli nei giorni 9 e 10 ag-asto, secondo il programma già pubblicato nell’« Eco delle
Valli i), si .segnalano particolarmente le tre
riunioni pubbliche:
11 9 agosto, alle ore 16,30, a Torre Pellice, nei locali della Casa Unionista.
Il 9 agosto, alle ore 21, a S. Germano
Chisone nella Sala delle attività.
Il 10 agosto, alle ore 15,30, a Frali, nel1.1 Sala delle Attività.
Il pubblico delle Comunità prossime a
quelle della riunione vi è cordialmente invitato, e particolarmente tutti coloro che
s’interessano alle Colonie Valdesi nell’Uruguay ed hanno relazioni di parentela e di
amicizia con convalligiani colà emigrati.
PERSONALIA
Rinnoviamo al prof. Giorgio Peyrot la
nostra simpatia fraterna per il lutto che
lo ha colpito nella dipartenza del babbo.
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BRUCIATORI DI NAFTA
MP
A. I. C. E.
Bando di concorso
E’ bandito per Tanno scolastico
1960-61 un concorso per numero tre
Borse di Studio da L. 30.000 caduna.
per studenti e studentesse evangelici
di Istituto Magistrale o di Scuola Media, che s’impegnino ad insegnare alle Valli per almeno cinque anni.
I candidati dovranno presentare
entro il 31 agosto p. v. alla segretaria
delTA.I.C.E. (M» Ethel Bonnet, ai
Monnet di Luserna San Giovanni) 1
seguenti documenti:
1) pagella dell’ultimo anno scolastico
o documento equipollente;
2) certificato in carta libera dell’Agente delle Imposte;
3) stato di famiglia in carta libera;
4) dichiarazione del padre che gli altri membri della famiglia non possiedono altri redditi;
5) domanda scritta dal candidato e
firmata dal padre o da chi ne fa
le veci;
6) presentazione di un Pastore o di
un insegnante evangelico.
Il Comitato Nazionale A.I.C.E.
Olìpiio Pro Borse ili Stiiiio
Bein Mirella (Torre Pellire) 2.C00; Gardiol Elda Frida (Trieste) 2.000; Tron Claudio (Massello) 1.000; Gino Conte (Torre
Pellire) 1.000; Ribet Liliana (Torino) 800;
Jervis Lucilla (Firenze) 500; Beux Maria
(Torre Pellire) 2.000; falla Ada (Ivrea'
1.000: Tourn Flora (Bordigbera) 500; Revel Ilda (S. Germano) 2.000: Giarone Giorgina (Torino) 2.000; Balma Elsa (Pomaretto) 1.000; Gay Marcella (Pinerolo) 2.003;
.Armand Bosr Emma (.Angrogna) 5(0; Pascal Elena (Torino) 5(H); Platzer Elide (Milano) 2.500; Borsalino Angela (Como',
5.000; Ribet Anna (S. Germano' 500; Rivoiro Pellegrini Cléaiitbe (Torino) 10.000:
Gardiol Jvonne (U.S..A.) 15.360; Ugo Rivoiro Pellegrini (Torino) 40.000; Botturi
Guido (Torino) lO.OOfi.
Le offerte si ricevono sul c. c. postale
n. 2/40715 intestato al M" Dosio L. Trento,
S Secondo di Pinerolo (Torino).
A Maina (Samoa) si è riunita la prima conferenza delle Chiese e delle Missio
ni del Pacifico. Si è progettato uno scambic di pastori e una collaborazione nel
campo dell’insegnamento secondario e teologico, raccomandando soprattutto la co.sliluzione di un collegio teologico centrale
de! Pacifico. Un comitato di sei persone
continuerà il lavoro avviato nella conferenza.
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Sedè e Amministrazione
Editrice Clau^ana
Torre Pellice . c.c.p. 2/17557
Reg. al Tribunale di Pinerolo
________n, 175, 8-7-1960_______
Tipografia Subalpina - s. p. a.
Torre Pellice (Torino)
II papà e la mamma di
Ezio Martinat
prefondamente cemmossì dalla grande manifestazione di affetto e di simpatia ricevuta in occasione della tragica dipartenza del loro Caro e nella
impossibilità di farlo singolarmente,
ringraziano tutti coloro che furono
larghi di aiuto e di conforto nel momento della loro grande prova.
Ringraziano in modo particolare :
il primario prof. Mario Ferrando; i
dottori, le rev.de suore e gli infermie
ri delTOspedale Civile di Pinerolo ; i
pastori sigg.ri Deodato e Beri; il sin
daco di S. Germano Chisone; il rev.
parroco di Porte; i compagni di scuola guidati dalla maestra sig.ra Irma
Irftsano; la famiglia Malan e tutti i
vicini di casa.
« Lasciate i fanciulli venire a
me, dice Gesù, perchè di tali
è il Regno dei Cieli»
(S. Marco 10; 14)
S Germano Chisone (Ponte Balestro)
31-7-1961
I figli e parenti tutti di
Gardiol Francesco
Bartolomeo
deceduto il 22 Luglio 1961 ringraziano tutte le persone che colla parola,
con scritti e colla loro presenza hanno preso parte al loro lutto.
Torre Pellice, 23 Luglio 1961
La famiglia Borno e parenti tutti,
riconoscenti da tante dimostrazioni
di affetto, nelTimixissibilità di farlo
personalmente, ringraziano tutte le
persone che furono loro vicine, anche
ccl pensiero, in occasione della dipartenza della loro cara
Fanny Gardiol
in Borno
Un particolare ringraziamento ai
Sigg. Pastori Genre e Marauda e a
tutti coloro che, con la loro presenza,
con scritti e dori parteciparono al loro dolore.
« Cristo ha patito per voi, lasciandovi un esempio, onde
seguiate le sue orme »
(I Pietro 2: 12)
S. Secondo, 23 luglio 1961.
Il 26 luglio, in Roma, è serenamente passato alle dimore del Padre
Edgardo Peyrot
di anni 79
Nel darne l’annuncio, ad esequie
avvenute, la moglie Bice Filippini, i
figli Arturo e Giorgio, le nuore Carmela Marcos ed Elisa Decker ed i
nipoti, rinnovano la loro riconoscenza in particolare al Pastore Guido
Mathieu. agli amici ed ai parenti che
li hanno circondati con il loro affetto. La presente serve come partecipazione.
« Io so in Chi ho creduto »
(2 Tim. 1: 12)
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