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Anno X —N. 24. II SERIE 31 Dicembre 18C1
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GIOENALE DELLA EVANGELIZZAZIONE ITALIANA
'^/vxAA^^XAaaz^
Seguendo la veritii nella carità. — Efes. VI. 15.
PREZZO DI ASSOCIAZIONE ^ LE ASSOCIAZIONI SI RICEVONO
Per lo Stato [franco a destinazione].... £. 3 00 ; In Torino all’UiEzio del Giornale, vìa del Principe
J*T5r la Svizzera e Fi-accia, ìd........... „ 4 25 ’ Tommaso dietro il Tempio Valdese.
Per r Inghilterra, id................... „ 5 50 > Nelle Peovixcie per mezzo di francoA>olli p0‘
Per la Germania id................... „ 6 50 : stali, che dorranno essere inviati franco al Di
Noii 8i ricevono associazioni per meno di un anno. ^ rettore della Btona Noveli^.
All’estero, a’seguenti indirizzi : Parigi, dalla libreria C. Meyrueis, rue Rivoli,
Ginevra, dal signor E. Beroud libraio ; Inghilterra, dal signor G. F. Muller ;
General Merchant, ' adenhall Street. E. C.
SOMMARIO
Arriso importantissimo- Buona ICovella in Toscana — Arriso — Meditazione bulica: L’ofBcìo
dello Spirito — Polemio '’olatrla ¡^apistica— Lettera al sig. I). Sina rice-curato d’Alba —Notizie
religiose : Torino, Qincrra.
AVVISO IMPORTANTISSIMO
Caldamente preghiamo quei sigg. Associati, sì esteri che
nazionali, i quali tuttora hanno da pagare la loro quota di
abbuonamento, a voler, senza ritardo, soddisfare ai loro
obblighi ; ed invitiamo coloro che si propongono di continuare la loro associazione alla Buona Novella per l’anno
venturo, ad informarne immediatamente la Direzione. Queste due domande le porgiamo tanto più vive e premurose
che, coll’entrante gennaio, come già fu detto, il nostro Giornale muterà sede e si trasferirà in Toscana. A scanso adunque di ritardi e d’imbrogli, supplichiamo il nostro pubblico
a voler rispondere immantinente al nostro appello.
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LA BUONA NOVELLA IN TOSCANA
Siccome già ebbimo ad annunziarlo, la Buona Novella sta per
lasciare Torino onde trasferire la sua sede in Toscana.
Nato nello stesso anno e mese in cui venne posta la pietra angolare del Tempio Valdese di Torino — questo primo ma cospicuo
monumentodellacquistatalibertà religiosa—il nostro umile periodico
ha così raggiunto un’età cui non è dato a molti giornali di raggiungere, in questi tempi di rapido sorgere e di ancora piii rapido scomjiarire.
Quali ser^agi egli abbia reso alla santa causa, cui si era dedicato,
quella cioè deU’evangelizzazione italiana e della libertà di coscienza,
non spetta a noi il giudicarne, e difficilmente si potrebbe dire in
un modo preciso; ma forse quelli che sanno come si formi, in un
paese, la pubblica opinione, sopra argomenti di questa fatta, sentenzieranno che, se il nostro periodico non esercitò tutta quella buona
influenza che — scritto con più talento e brio — egli avrebbe potuto esercitare, tuttavia non fu inutile la sua esistenza allo scopo
per cui era stato fondato.
E per noi il non essere stato disutile è il punto estremo della
nostra ambizione, persuasi quali siamo di questo doppio vero ;
1° Che chi fa del bene, fa sempre più bene di quello ch’egli crede
o che pare ;
2° Che trattandosi della parola, così parlata che scritta, è già fare
bene il non fare male, tanti e così svariati essendo i pericoli di fuorvitare per via della lingua.
Il nostro giornale non avrà conquistato all’Evangelo tutte quelle
simpatie che taluno, e noi con essi, avremmo bramato; ma abbiamo
questa persuasione, che almeno egli non avrà nè pervertita, nè
adulterata quella verità che si era tolto l’incarico di bandire, e non
disperiamo d’imbatterci, nel giorno di Cristo, in qualche anima, per
la quale egli sarà stato la prima chiamata che le sia giunta a salute.
Egli non avrà raccomandato al di fuori l’opera nostra con quel
fi-agore, che da più d’uno si sarebbe desiderato; ma ci è di vera consolazione il pensare, che la veracità non avrà neppure, per quanto è
dipeso da noi, patito, dal nostro foglio, quelle offese che tuttodì le
vengono recate da numerosi periodici, fra cui parecchi che chiaraansi religiosi.
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Come pure il nostro periodico non avr?i recato grave disturbo a
coloro clie da noi differiscono in quanto a principii ecclesiastici ; ma
ci gode l’animo il non doverci rimproverare di avere dato esca a
quelle aspre lotte tra fratelli e fratelli, che sì grave incaglio arrecano
alla diffusione ed allo stabilimento dell’Evangelo.
Ed ora, coll’aiuto di Dio, altri più capaci di noi, e più pii, non
paghi di non far male, si varranno di quest’umile stromento, diretto
da loro, per fare parte di quel molto bene che, pur troppo, in tutti i
rami, ma più che negli altri, nell’arringo religioso, rimane da compiersi nella pa'tria nostra. Li sorregga nell’ardua impresa l’aiuto di
Colui senza il quale inútil cosa è l’alzarsi mattina ed il coricarsi
tardi, ed il travagliarsi gravemente; questa è la preghiera chc dal
fondo del cuore innalziamo cd innalzeremo tutti i giorni al Signore
a pro di loro ! Meglio di chiunque e di loro medesimi, sappiamo
quanto sia grave il carico cui, per amore dell’Evangelo, si dispongono a sobbarcarsi; l’avcrlo tolto sulle loro spalle, il non averlo lasciato cadere al suolo, quaudo le nostre ognor crescenti occupazioni
non ci consentivano più di portarlo, è tale atto che li fa meritevoli
di tutta la nostra gratitudine, e ci è soave cosa il testimoniarla loro,
nell’atto che prendiamo commiato dai nostri lettori. Si abbiano
questi altresì l’espressione della nostra più sentita riconoscenza per
quella loro indulgenza veramente cristiana, che, pel iicriodo di
10 anni, non ci venne mai meno; se l’abbiano pure i nostri cooperatori, ai quali assai più che a noi va debitore il nostro foglio di quel
poco di buono che si sarà iu esso l invenuto, e tutti uniscano alle
nostre le loro preghiere, perchè la Buona Novella traslocata in Toscana, in quella Toscana, da cui non fanno che tre anni, l’accesso
le era assolutamente vietato, diventi, non che per quella eletta provincia, per l’Italia tutta, un focolare di luce ed il mezzo di cui si
varrà Iddio onde abbattere molti pregiudizii, diffondere molte verità, e addurre anime in gran numero a qaell’Unico Nome che sia
stato dato agli uomini, e col quale ci convenga di essere salvati! Un
eletto membro del clero romano diceva, non ha guari, che un gran
bisogno ha l’Italia di ridiventare cristiana. Questa è pure la nostra
convinzione. Possa l’umile nostro foglio essere stromento non affatto
disutile nell’adempimento di un’opera come questa, la più grande e
ad un tempo la più santa e la più patriottica cui, chi ha mente e
cuore italiano, possa dedicarsi.
Toriuo, addì 27 dicembre 18GL
U. F. M.
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... 376 ...
AVVISO
Il modo di puhhlicazione, nonché le condizioni d'associazione alla Buona Nofella rimangono quali erano per Taddietro. Il primo numero che mrrà fuori, a Dio piacendo, U
febbraio 1862, (il trasìocamento della nostra Tipografia è
cagione di questo ritardo) e che sarà mandato a tutti gli antichi Associati, esporrà gl’intendimenti dei nuovi redattori
intorno oUVindirizzo che si propongono di dare al giornale.
In quel medesimo numero si darà l'indirizzo dd nuovo Ufficio,
come pure, delle Librerie presso le quali saranno ricevute le
associazioni, ndle varie città d’Italia. A Torino seguiteranno
ad essere ricevute al Deposito di libri religiosi, via Principe
Tommaso, dove si ricevono pure associazioni a tutti i giornali
religiosi, sì Francesi, che Svizzeri ed Inglesi.
MEDITAZIONE BIBLICA
L OFFICIO DELLO SPIRITO
Egli mi glorificlierà, perciocché prenderà del mio, c ve Io annuncierà
GrIOV. XVI, 14.
Lo Spirito Santo glorifica Gesù nella sua persona, nel suo carattere, nell’amor suo, ed al cospetto del popolo. Egli è in un certo
modo il vincolo che imisce il capo glorioso nel cielo, e la sua Chiesa
quaggiù; egli presenta al grande Intercessore seduto sul trono ì bisogni e le incessanti preghiere, le miserie ed i peccati dei fedeli, e
s’incarica di riportare a questi i tesori deila consolazione nelle loro
prove, le forze per vincere le tentazioni, una simpatia per le loro lagrime, e ricchezze immensurabili onde far fronte alle loro miserie ;
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LA
BUONA NOVELLA
GIORNALE
DELL’EVANGELIZZAZIONE ITALIANA
ANNO X, MDCCOLXT
SECONDA SERIE
TORINO
TIP. CLAUDIANA, DIRETTA DA RAFFAELE TROMBETTA
1861
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e (juest’Officio dello Spinto Santo ci è manifestato da queste paiole:
“ Egli mi glorificherà. ”
Sì, lo Spirito glorifica Gesù; egli non parla da se stesso, ma dice
tutto ciò che ha inteso; egli rammenta al credente l’onnipossente
intercessione del Salvatore, le sue parole di simpatia, i messaggi
pieni di tenerezza d’tm cuore che, quantunque umano, non potrebbe
essere soggetto ad alcun’ombra di cangiamento; “ Egli non vi par“ lerà, disse un vecchio teologo su questo passo (Goodwin), che del“ l’amor mio, e rinverrà le sue delizie ineffabili nel glorificarmi nella
“ Chiesa, e rendendomi sempreppiù caro ai cuori de’ miei redenti :
“ egli è degno di fede, giacche è lo Spirito di verità. ”
Ed infatti, quanta non si fu la fedeltà dello Spirito nel glorificare
in ogni secolo Gesù ! Osservate la prima manifestazione della sua
potenza nella Chiesa cristiana il giorno della Pentecoste; quale si
fn mai in ^uel memorando giorno la grande verità su cui conccntrossi l’interesse dei mille peccatori chc si sono genuflessi dinanzi a
Dio ? Fu l’opera di Gesù; ma lo Spirito di verità pose quest'opera
in piena luce glorificando così il Salvatore dinanzi a quegli uomini
che sino a quel punto non aveano scorto in lui cosa alcuna che Io
rendesse desiderabile ad essi. Udite la dichiarazione che lo Spirito
Santo ispirò all’apostolo Pietro — dichiarazione che fu un compendio di quella meravigliosa predicazione la quale fn accompagnata
da una dimostrazione di spirito e di potenza clic tutta la casa di
Israele sappia con piena certezza che Dio fece. Signore e Cristo
questo Gesù che voi avete crocifisso.
E si è sempre questa sublime verità che lo Spirito Santo presenta
al peccatore abbattuto, verità che sola può infondergli la forza per
rovesciare gli assalti di Satana. Tutte le intime e gloriose bellezze
dell’opera e del carattere di Cristo sono invisibili all’occhio naturale. E’ lo Spirilo che vivifica. Niuno può chiamar Gesù il Signore,
ad eccezione dello Spirito Santo. Egli è il grande Precursore, Precursore più potente che Giovanni Battista, e si è lui solo che grida
alle auime desolate; Ecco VAgnello di Dio!
Lettore, se la santità, la gloria e l’amor di Gesù Cristo vennero
svelati all’anima vostra, credetelo, si è allo Spirito Santo che voi ne
siete debitore. Se nell’ora della prova voi attingeste grandi consolazioni dal pensiero della profonda simpatia del vostro Redentore, e
dal suo sempre vivo amore, oppure, se aH’avvicinarsi della morte
voi esperimentate la potenza delle sue magnifiche promesse, chi è
mai l’autore di tutto ciò nel vostro animo, se non lo Spirito Santo ?
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Oh sì, gli è lo Spirito Santo, il quale — fedele alla sua missione di
pace — prende di ciò che è di Cristo per darlo a voi, rendendovi di
tal guisa atto a benedirlo in vita non men che in morte. Possa dunque essere sempre questa la vostra divisa: Nuli altro che Cristo ;
ma per crescere nella cognizione e nella grazia di Cristo, non trascurate di chiedere le comunicazioni di Colui che solo può rivelarvi
Veccdleìiza di questa cognizione.
Lo Spirito di verità che procede dal Padre, è colui che renderà
testimonianza di me.
POKiEMICA
IDOLATRIA PAPISTICA
Altre volte ebbimo occasione di notare alcuni fra quei madornali spropositi cui trascina l’umana idolatria, sia che segua la corrente della comune
superstizione, ovver che trascenda in nuove invenzioni ed iscelga per divinizzarli oggetti e persone di nuovo conio. Non ha guari, colla debita indegnazione, riprovammo quella scandalosa parodia che non so se più mi
dica ad onore od a disonore di Napoleone e di Vittorio Emanuele, fecesi
delle preghiere domenicali ed apostoliche. Oggi ci cadono fra le mani due
documenti che dir si possono monumenti della cattolica idolatria, e meritano
tanto per la loro originalità, quanto per la loro sfacciataggine d’essere fatti
noti a’ nostri lettori. Il primo è un: Divoto esercizio in onore del S. Patriarca Noè onde esso ci ottenga la cessazione della malattia delle uve.
Firenze, nella tipografia Brazzini, in Condotta, 1855. Ei porta neH’interno
della copertina la seguente nota; Concediamo Vindalgenza di 40 giorni a
chiunque reciterà il seguente divoto Esercizio. Dal Palazzo Arcivescovile, il
1° agosto 1855.
Ferdinando Arcivescovo di Firenze.
In quel libretto son contenute sette preghiere tutte dirette al patriarca
Noè, onde impetri ed ottenga da Dio diverse grazie, ma precipuamente
quella che cessi la malattia delle uve. A Noè viene attribuito il potere di
ottenere dal Signore per i suoi discendenti il preziosissimo dono della fede.
Ciò apparisce dalla prima preghiera che qui trascriviamo : « Santissimo
Patriarca Noè, che in mezzo alla generai corruzione degli uomini vi manteneste sì giusto nel cospetto del Signore, da meritarvi la bella grazia di esser
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preservato immune colla vostra famiglia daU’unlversale diluvio che distrusse
il genere umano, noi che per l’infinita misericordia del nostro Signor G. C.
siamo figli di quella Chiesa adombrata in figura da quell’arca prodigiosa da
voi per comando di Dio fabbricata, a voi umilmente ricorriamo con quella
fiducia che c’inspira il saperci vostri figli e discendenti secondo la carne,
acciocché ci ottenghiate da Dio il dono santissimo di quella fede da voi
posseduta in sommo ed eminente grado, onde perseverando in essa fino
alla morte siamo fatti degni di scampare da tutti i pericoli e disgrazie di
questo mondo, e giungere sani e salvi al porto dell'eterna salute per i meriti del medesimo nostro Signor G. C. a cui sia gloria cd onore per tutti i
secoli dei secoli, s
A Noè pure si ricorre per ottener da Dio la grazia della finale perseveranza, come vedesi nella settima •preghiera che così si esprime; Santissimo
Patriarca Noè, che benedicendo Jafet vostro figlio e la sua discendenza,
prorompeste in quelle profetiche parole; — « Dilatet Deus Japhet et hahitet in tabernaculis Sem; » — rivolgete dal cielo i vostri sguardi appunto
sopra di noi progenie di Jafet e vedendoci sotto le tende di Sem, cioè nel
gregge eletto di G. 0., nella sua Chiesa delle nazioni subentrata nel luogo
della ebraica sinagoga ribelle; otteneteci dal Signore la grazia della santa
perseveranza nel suo divino servizio, affinchè dopo questo breve pellegrinaggio qui in terra passiamo a far parte della Chiesa trionfante e cantare
ad eterno le divine misericordie in Paradiso. »
Ma lo scopo più prossimo del Divoto esercizio è come dissi, attuale e di
materiale utilità. La intercessione di Noè più che per altro è impetrata
perchè fu lui quello che piantò la ^igna. Il titolo sovra descritto lo dice, e
l’ultima parte della sesta preghiera così amplifica detto pensiero : « Sieno
intanto accette le vostre preghiere nel cospetto divino e la mano onnipotente di Lui che col semplice fiat creava l’universo, benedica le nostre
campagne e si dilegui come la nebbia al vento, il tristo malore che ora
minaccia e distrugge i nostri belli vigneti. »
Poi come se non bastasse l’idolatria vi si aggiunge la mariolatria, la
quale persino in questo convien che abbia suo luogo. L’Esercizio si chiude
con uvLorazione a Maria SS. onde ricaviamo il seguente brano. « Se tanta
grazia può essere utile alla nostra eterna salute, volgete o Maria una vostra
parola al diletto Gesù,, ripetendogli come al convito nuziale di Cana :
« Non iianso più’ vino. » — « Vinum non hahent; » ed egli che a vostra
intercessione operò lo stupendo prodigio di cangiar l’acqua in vino il più generoso, rinnoverà a favor nostro un tanto miracolo togliendo dalle uve dei
nostri campi il morbo micidiale che le distrugge, e renderà alla terra quella
fecondità che ha promessa ai suoi figli fedeli alla sua legge, che tali promettiamo di voler essere per la divina grazia fino alla morte. »
Che miscuglio di materialismo e di rcligio.'iità, di superstizione e di Van-
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gelo! E che alterazione non che dello spirito, della lettera della Parola di
Dio ! Cade qui in acconcio il rilevare ehe nelle Storie Sacre in ubo nello
scuole del Regno, il fatto di Cana viene esposto nella stessa maniera che
ucl sovra citato Esercizio... e con pari silenzio intorno alle parole di Gesù.—
« Che v’è fra te, e me, o donna? — le quali sono la più espressa condanna
della romana idolatria. Che v’è fra Dio e Noè, riguardo alle recenti dispensazioni della provvidenza? e ehe v’è tra Cristo e noi nella preghiera ?
Il secondo documento chc vogliamo citare ò La copia di uh’okazione
che si pretende Ritrovata nel Sepolcro di N. S. Q. C. in Gerusalemme, la
quale si conservò da Sua Santità e da Carlo V, ite loro oratorii in Cassa
d’argento; e fu stampata in Roma con stiperiore permesso.
Trascriviamo per intiero quella strana pagina, senza mutarvi neppur
l'ortografia.
« Desiderosa Santa Elisabetta regina di Ungheria, S. Matilde e S. Brigida di sapere alcune cose della Passione (¡li G. Cristo, fecero particolari
orazioni, alle quali apparve Gesù Cristo favellando con esse così : « Serve
mie dilette, sappiate che i soldati armati furono 125. Quelli cho mi conduascro legato furono 23. Gli esecutori di giustizia furono 33. I pugni che
jni diedero nella testa 30. Preso nell’orto per levarmi da terra mi diedero
calci 105. Colpi di mano nella testa e nel petto furono 168. Colpi nelle
spalle 80. Fui trascinato con corda e pei capelli 23 volte. Battiture 6666.
Nel corpo 100 piaghe. Nella testa 100 buchi. Mi diedero un’nrtone mortale.
Nella Croco stetti in alto per i capelli due ore. Ad un tempo mandai 129
sospiri. Fui trascinato e tirato per la barba 23 volte. Punture di spine nella
testa 100. Spine mortali nel fronte 3. Sputi nella faccia 150. Piaghe che
mi furon fatte da mille soldati che mi condussero furono 508. Quelli che
mi guidarono furono tre. Le goccie di sangue che sparsi furono 3,008,430.
« Chi ogni giorno reciterà 7 Pater e 7 Ave per lo spazio di 12 anni continui per compiere il numero delle goccio di sangue che sparsi, e che viva
da buon cristiano gli concedo cinque grazie :
1° Indulgenza plenaria e remissione di tutti i peccati.
2° Sarà libero dalle pene del Purgatorio.
3° Se morisse prima di compiere il2anni sarà comese gli avesse compiti.
4° Sarà come se fosse martire o spargesse il sangue per la fede.
5^ Verrò io dal Cielo in terra per l’anima sua e per quella dei suoi
parenti sino alla quarta generazione.
« Chi porterà seco questa Orazione non morirà annegato nè di mala
morte, nè di morto improvvisa, sarà libero dal contagio, dalla peste, dalle
saette, e non morirà senza confessione, sarà libero dai suoi nomici, dal potere della giustizia, e da tutti i malevoli c falsi testimonii.
Le donne che in parto non potessero partorire, tenendola addosso
partoriranno subito, ed usciranno di pericolo.
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INDICE DELLE MATERIE
ATTOAUTA
Un passo avanti..................................................1
Del matrimonio ci\Hile............. 33, 50
Italia e CMesa.......................82, 102
La morte del conte di Cavour................165
Il nostro santo padre il papa..................181
Cosa occorre all’Italia....................................261
L’Alleanza evangelica in Ginevra 277,204
Ciò che occorre alla Francia.....281, 298
Mons. Liverani ed il P. Passaglia ... 309
Separazione (fella Chiesa e dello Stato 825
Dell’uso della lingua francese fra i
Valdesi......................................................................342
La Buona Novella in Toscana..................374
vakieta’
Alleanza evangelica..................... 90
Comitato clerico-liberale............... 128
Ai preti liberali nostri compatriotti. 133
Una lettera di Chiesa a.Chiesa...... 102
Inondati di Olanda.................47, 177
Consecrazione di una Cappella evangelica nei monti della Liguria .... 187
Un uomo convertito dai ladri........ 208
Kisposta ad un buon prete ........... 223
Traffico delle messe .................... 273
L'Alleanza evangelica od il giornale
VArmonia ............................... 331
Frederika Bremer al convento del
Sacro Cuore in Roma ............... 335
Giuseppe Lancaster..................... 358
Una scuola in Russia ................ 360
HKDIIAZJONE BIBLICA
Una dolce schiavitù.................... 54
L’amor di Dio....................... ..... 71
La risurrezione e la vita .............. 137
Il compendio dell’Evangelo .......... 167
La vera pace.............................. 221
Un legato.................................. 208
11 supremo potere........................ 364
L’officio dello Spirito................... 376
BIOGRAFIA
Savonarola... 66. 104, 121, 149, 197, 214,
229.
tlBEKTA’ RELIGIOSA
Un documento da conservarsi ....... 7
Unaltro atto di schifosa intolleranza 17
La questione delle sepolture ......... Ili
Eoma e l’Alleanza evangelica........ 314
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QUESTIONI ECCLSSIASTICHE ET)
EVA!TGElIZZAKIOXE
Pel matrimomo religioso............. 156
Della elezione dei vescovi............. 184
Circolale dell’AUeanzaevang....333, 346
Il motivo per cui ho lasciato la Chiesa
di Boma..............................19, 40
Come i clericali intendano la libertà 117
Lettera ai preti di Livorno ........... 139
Risposta ad un articolo della Stella
d'Etruria.............. 169, 202, 252, 302
Lettera d’un corrispondente della
B. Novella al redattore dì Religione
e Patria...................... 240, 270, 28S
Lettera intorno alla Polemica del
sig. Sunseri............................. 317
Idolatria papistica........................... 378
CORBHPONDENZA
Corrispondenza della Buona Novella:
Firenze.................................. 94
Milano................................... 173
Lucca........................................................................27
Napoli ..............................43, 70
ToiTe-Pellice......................................................00
Genova ............................................78
Palermo..........................112, 192
Pavia........................................................................210
Novi..................................... 318
Trapani................................................................319
Torino ... ............................... 368
Corrispondenza Fiorentina :
IX..............................................................................22
X..........................................................................56
XI..............................................................................72
XII......................................................................................35
BIBLIOGRAFIA
Laquestime dialoghi raccolti
e pubblicati dal prof. G. M. Bertini 246
Bollettino bibliografico ................ 321
Notìzie... 12, 30, 63, 79, 95, 115, 130, 146,
164,178, 212, 226, 244, 259, 275, 289,
308, 323, 338, 853, 369, 383.
KECROIOGIA
II barone de Bunsen.................... 9
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« Nelle case ove sarà questa Orazione non vi saranno tradimenti nò
altre cose cattive; e quaranta giorni avanti la sna morte vedrà la B. V. M.
« Un certo Capitano viaggiando vide una testa recisa dal corpo. Parlò
quel capo reciso e disse: Giacché vi portate, o passeggiero, in Barcellona,
conducetemi nn Confessore acciò possa confessarmi, essendo da tre giorni
che dai ladri ed assassini sono stato ucciso, nè posso morire se non mi confesso. Condotto al detto luogo dal capitano un Confessore, la tosta vivente
si confessò, ed indi a poco spirò, trovandogli addosso questa Orazione.
« Si recitarono adunque sette Pater e sette A ve per le Anime benedette,
e si possono applicare per quell’Anima gli sia più a cuore. »
Notisi che tutta questa parlata è posta in bocca di G. Cristo che vien
fatto in tal modo responsabile persino degli strafalcioni di stile e di grammatica.
Si calcoli poi qual debba essere l’influenza d’una religione chc nei suoi
popolari insegnamenti procede con siffatti mezzi. Dicasi infine se il popolo
siffattamente educato non diventa e non è idolatro ?
Basta esprimere tale questiono per risolverla.
Pregati, inseriamo la seguente lettera :
« Rev. signor D. Sina, vice-curato a Baldissero d’Alba,
« In una pubblica conclone l’oratore deve tener calcolo delle facoltà in« tellettive degli uditori; adattarvi lo svolgimento delle idee con termini
« pure consoni. Lei Rev., credo abljia fatte queste riflessioni prima di
« esporre la sua conclone delli 15 e continuata alli 22 del volgente, nella
« Chiesa parrocchiale di Baldissero; e credo sia conseguentemente a queste
« riflessioni che V. S. siasi permesso di spifferare tali smargiassate, degne
« piuttosto di una scuderia che della casa di orazione; ma nelle Chiese
« cattoliche le licenze sono molto più che altrove. Se fosse argomento pos« sibUe a trattarsi in una lettera vorrei provarle, che il suo procedere è
« contro le leggi, naturale, civile, e cristiana; ma a questa mia mancanza
« supplirà la semplice esposizione delle di lei scempiaggini; non già tutte,
li ma solo queste che maggiormente ferirono le orecchie degli uditori :
« 1° Lei diceva che il solo trattenersi coi Protestanti è causa sufficiente
« per far incorrere nella scomunica, e per conseguenza tal gente bisogna
« fare ogni possibile per schivare, non frequentare le case loro, e non perei mettere che frequentino le vostre, esser ciò peccato. 2° Raccontava che
« nel 1804, in Lione(!), si costituì una Società ricca in rfenari la quale preso a
« far stampare la Bibbia in non so quante lingue e dialetti; ebbene tutto
« le traduzioni di questa società, chc si volle chiamare Biblica , sono tutte
13
« false, di maniera che il suo Vangelo è il Vangelo del demonio. Sappia,
« signor vice curato, che la Bibbia di cui faccio uso, come pure quelle che
« ho sparse per Baldissero, non sono sortite daH’oifieina del demonio, come
« lei dice, di Lione, ma bensì da Londra. Lei dirà tanto peggio; ma io le
« dirò che^sono migliori di quelle pubblicate dal Vaticano, cioè la Volgata,
« nella prefazione della quale si vede al sommo grado la mala fede di chi
« la ordinò, e di chi la eseguì ; la traduzione di cui mi servo è del Diodati,
« traduzione la più fedele che si conosca, come lo testificano pure dotti
« cattolici; tutto questo ha poca importanza a fronte delle proposte di
« N. Roussel, che si proiFerse di far le spese per la pubblica*ione in lingua
« volgare di una traslazione approvata da Roma, se Roma volesse altro
« Evangelo ehe il suo interesse. 8“^ Lei disse che Enrico Vili fu la
« rovina deiringhilterra. Avrebbe su questo riguardo dovuto spiegarsi
« meglio, e specificare se sia stata rovinata nella fede, della quale, le pro« verei con non dubbie statistiche , i frutti essere molto più abbondanti che
« nou lo sia in Roma, ove sanguinosamenta regna il sommo pontefice
« Pio IX, re odiosamente imposto ai poveri Romani; oppure se sia stata
« rovinata qual potenza terrestre; allora le dirci che la rovina di quella
« nazione la desidererei alla povera Italia, la quale fiorirebbe come fioriscono
« tutte le nazioni che respingono le papali benedizioni, cho tanto costano
«. a chi le riceve. 4° Non sapendo come meglio far capù'e ai suoi uditori,
« dei quali neppure uno percorse i primi siudii elementari, come l’ira cle« ricale sia inestinguibile. Spifferò che : qualora uu protestante venisse a
« morh-e, sarebbe scomunicato quegli che desse, alle sue spoglie, ricovero
« in una comune metropoli ; non era necessaria questa dichiarazione per far
« conoscere la carità pretina. 5° Non vjileva poi la pena che raccomandasse
« ai suoi uditori di non venire a discussioni religiose coi Protestanti, le ritt peto che non valeva la pena di raccomandare che qualora venisse innol
« trata una qualche obbiezione, o dimanda, non si desse risposta veruna a
« questi protestanti, i quali si dovrebbero mandare o dal parroco o dal
« vice-curato, perchè Lei sa come ci lasciammo la sera delli 3 novembre
« ultimo passato, circa quel mio articolo del Campidoglio (1), e credo che
« allora siasi potuto avvodere che le sue verità sono solo incontestabili,
« quando le si spacciano dal pulpito; perchè se taluno in simile circostanza
« cercasse di contestare, il Codice penale provvederebbe a modo inquisito« riale : un tal procedere è degno ed indispensabile difensore delle clericali
« novità. Lei facendo la severa proibizione alle suo pecore di non assolu« tamente difendere la loro fede qualora venisse intaccata, fa vedere che
« le falsità dei Protestanti sono più facili a sostenersi che le verità cattoli« che; ossia che i Protestanti sono più istrutti che non lo sieno i cattolici;
<1) N. 62 del
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« ciò non può ridondare chc a disdoro del clero cattolico, chc .'il dir del
« vescovo di BicUa, nella sua lettera delli 20 novembre 1847, al marchese
« d’Azeglio, 6 meno istrutto che il clero protestante. Ecco qui la chiave
(i deU’enigma, che i preti cattolici solo gracchiano dal pulpito, ed impongono
IL ai loro adepti di astenersi affatto dalle conversazioni religiosi cosi dissi« denti. Mi riservo di scendere su certe particolarità quando alla S.V. Rev.
» venga il ticchio di snocciolare un qualche caso di simile ; frattanto mi
<i permetto di richiamare la sua attenzione sul 1° capitolo della lettera ai
« Galati, ove vedrà le minaccie di anatema a chi predica un Evangelo chc
« non sia quello di Cristo.
« Mi creda
« Ohi. Maggioiii3 Spirito. »
Ecco rarticolo di cui è fatta parola più sopra :
« Baldissero d’Alba, 21.
« Si è sparsa da qualche giorno l’insussistente diceria ch’io abbia offerta
« la mia abiura al Vicario capitolare della Diocesi d’Alba, onde mi si con« cedesse di impalmare una non so quale zitella cattolica. S’abbia per ri« sposta quel gratuito ciarlone inventore di un sì madornale sproposito :
« 1° Ch’io mai imiterò Giuda, che ha lasciato Cristo per abbandonarsi
« nelle braccia di Mammona ;
« 2° Che sino a tanto che il clero Romano col suo capo farà guerra
li al santo Vangelo, mal ini loseicrò trarrò tra le insidiose sue spire ;
« 3^ Che sempre terrò per unica mia gloria, potermi dichiarare crifi stiano evangelico per la grazia di Dio.
« Mìgqiorb Spirito geometra. »
NOTIZIE RELIGIOSE
Torino — La tipografia Claudiana. — Unitamente alla Buona Novella
sarà trasferita a Firenze ed impiantata nel palazzo Salviati, divent.ato per
opera di generosi amici, proprietà della Chiesa Valdese, la tipografia Claudiana, la quale, mediante l’accrescimento che sta per prendere, renderà,
lo speriamo, servigi sempre maggiori alla causa dcU’evangelizzazione italiana.
— Settimana di preghiera. — Come neU’anno che termina, così in
quello ehe sta per cominciare, i Cristiani di molti paesi e chiese ai quali si
uniranno, ci gode sperarla, i Cristiani evangelici di Torino, hanno stabilito
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di consacrare la seconda settimana di Gennaio ad un pio concento di preghiere aventi per iscopo i bisogni speciali della Chiesa di Gesù Cristo nei
tempi così solenni e gravidi d’importanti avvenimenti in cui versiamo. —
Gli argomenti proposti sono i seguenti :
Bomenica 5 gennaio: Predicazioni intorno allo Spirito Santo, e preghiere
implorandone sulla Chiesa àUbondante effusione.
Lunedì 6 : Preghiere di umiliazione e di confessione dei peccati.
Martedì 7 : Preghiere aventi per iscopo il progresso dell'Evangelo nella
patria.
Mercoledì 8; Preghiere aventi per iscopo il progresso dell’Evangelo fmri
della patria.
Giovedì 9 ; Preghiere a pro della Chiesa di Dio, del ministero e delle Scuole
di Teologia.
Venerdì 10: Preghiere destinate ad impetrare da Dio una rapida diffusione
della sua Parola in tutto il mondo.
Sabato 11: Preghiere onde implorare da Dio l’osservazione ognor piùfed^ele
del giorno del riposo.
Domenica 12 : Predicazione std segni, sui pericoli dei tempi attuali, e sui
doveri che impongono ai Cristiani.
Tali riunioni avranno luogo, per Torino, ogni sera dei giorni accennati,
alle ore 8, nella Cappella attigua al Tempio Valdese; e gono caldamente
invitati ad intcrrenirvi tutti coloro ai ijuali sta a cuoro il progresso dolla
vita cristiana nella Chiesa e del regno di Dio nel mondo.
Ginevra — Conferenze dellAlleanza evangelica. — Son venute alla luce
le due prime dispense dell’opera intitolata: Conférences de Gèneve 1861.
Itapports et discovrs p>uhliés au nom du Comité de l’Alliance évangélique
par D. Tissot, ehe formerà due volumi grandi in-8° di 40 fogli caduno,
per la tenue spesa di 8 franchi per i sottoscrittori. Le sottoscrizioni a questa
interessante pubblicazione ricevonsi per Torino: al Deposito di libri religiosi, via Priììcipe Tommaso.
Woigt Giovanni gerente
TORINO —Tipografia CLABDIANA, ilircttaila R. Trombetta.