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Anno VII
numero 21
del 21 maggio 1999
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«Io sarò loro Dio ed essi saranno mio
popolo»
Geremia 31,33
Quando ho conosciuto Fathema,
ho incontrato una donna bosniaca musulmana. Ricordo il primo Natale trascorso con lei, il mio stupore nel
vedere l’albero di Natale in casa sua, la
sua domanda: «Perché non mi hai invitata al culto per sentire la tua predicazione?». Io non volevo imporre il
mio Gesù. Quando ho conosciuto Dragan, ho incontrato un uomo croato
che avrebbe dovuto essere cattolico,
ma era stato fin da piccolo tenuto lontano dal cristianesimo, che per la sua
famiglia significava un conflitto tra la
parte ortodossa e la parte cattolica. Ricordo il suo sguardo stupito quando in
questura volevano che si dichiarasse
cattolico. Quando ho conosciuto Helena, ho incontrato una donna ortodossa che vorrebbe ancora essere semplicemente jugoslava. Lei mi ha raccontato di come, nella sua città, gli amici
partecipassero alle feste religiose di
tutti, rallegrandosi insieme.
CON Fathema, Dragan e Helena, in
momenti diversi della mia vita, ho
ito la Bibbia, ho pregato, con due di
ro ho spezzato il pane e bevuto il vi. Con tutti e tre abbiamo parlato di
esta promessa, oltre le frontiere e i
-¡Razionalismi religiosi, contenuta nel
versetto di Geremia. E forti di questa
promessa, abbiamo cercato di ridare
dignità alla nostra fede buttata a terra
e calpestata dal nazionalismo. Forse
ha ragione il teologo ortodosso Olivier
Clément quando scrive che «il nazionalismo in panni religiosi è in realtà la
forma balcanica della secolarizzazione». Quando cerca di esporre l'uso
strumentale della chiesa e della religione nella guerra dei Balcani, quando
illustra il distacco dell’episcopato ortodosso da Milosevic. Può darsi che si
possa, dopo questa crisi nei Balcani, a
partire da altre denimcie dell’uso strumentale della religione, recuperare
una genuinità di fede. Ho qualche
dubbio che questa crisi abbia una funzione catartica così generalizzata.
ORA però Dragan, Helena e io non
abbiamo voglia di sentire che cosa pensa l’episcopato, o vedere il papa
e il patriarca ortodosso celebrare insieme (questi possono essere fatti utili che
tutelano in qualche modo le chiese).
Noi ora non vogliamo farci arrestare
sul cammino della nostra fede riscoperta o ritrovata a partire dalla promessa: «Io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo». Solo ripercorrendo le promesse nella Scrittura, stiamo scoprendo insieme la fede. Abbiamo bisogno di conversione a Dio, di
Superare lo scandalo che spesso le
chiese hanno rappresentato nella nostra vita. Questo non è tuttavia un
cammino isolato e solitario, non può
testare un percorso intimo. Il Signore
convoca il suo popolo in Gesù Cristo,
raccolta di tutti i popoli, tessuto multicolore delle diversità.
\JOI invochiamo la presenza del SiX V gnore su questa chiesa dell’ascolto
reciproco, della condivisione, poco
preoccupata di salvaguardare se stessa, ma proiettata verso gli altri. Noi
chiediamo al Signore che ci permetta
di esistere a sua gloria, che il suo regno
di pace e giustizia venga, che ci provveda ogni giorno di amore e tenerezza,
che ci insegni le strade del perdono,
che non ci faccia cadere nella tentazione dell’arroganza, che ci liberi dal madel giudizio sommario e delle ideohìgie del nemico. Chiediamo anche a
voi di pregare per noi e di pregare per
chiese cristiane affinché il Signore
nbbia misericordia del loro narcisismo
e della loro complicità con il potere.
Erika Tomassone
SETTIMANALE DEI.LE CHIESE EX^XNGELICHE BATTISTE, METODISTE, VALDESI
La guerra balcanica al centro dell'incontro della Commissione europea chiesa e società
L^Europa in una società multipolare
Le chiese protestanti, angiicane e ortodosse s'interrogano su come si possa realizzare una «casa
comune europea» in cui siano rispettati sia i diritti umani sia ia pacifica convivenza tra i popoii
LUCA MARIA NEGRO
Lì EUROPA in una società multiI polare: era questo il tema della
riunione plenaria della Commissione chiesa e società (Csc) della
Conferenza delle chiese europee
(Kek), la prima dopo la piena integrazione della Commissione ecumenica europea per chiesa e società (Eeccs, un organismo promosso dalle chiese protestanti e
anglicane dei paesi membro dell’Unione europea) aH’interno della
Kek. Una integrazione che rafforza
la stessa Kek, che può ora contare
su tre sedi operative (quella centrale di Ginevra e gli uffici della ex
Eeccs a Bruxelles e Strasburgo), e
che fa della nuova Commissione
un organismo pienamente rappresentativo delle chiese protestanti, anglicane e ora anche ortodosse
deH’intero continente, con il compito di «monitorare» la costruzione
della «casa comune europea» dall’Atlantico agli Urali così come dal
Baltico al Mediterraneo, e di farsi
portavoce delle preoccupazioni
delle chiese in campo sociale.
II tema della riunione, svoltasi a
Jarvenpaa in Finlandia dall’8 al 10
maggio, era stato scelto prima della
guerra nei Balcani e l’ombra del
conflitto, come era prevedibile, ha
fortemente pesato sull’intero incontro, al termine del quale è stato approvato un documento, che parte
proprio da una analisi della crisi del
Kosovo, che dovrà orientare il lavoro della Commissione e dei suoi
gruppi di lavoro. Il documento
prende atto dello sviluppo avvenuto
nel sistema internazionale, per cui il
principio della sovranità nazionale
degli stati non ha più la precedenza
sulla protezione dei diritti umani,
particolarmente nel caso di violazioni su larga scala come per genocidio e la pulizia etnica. Tale sviluppo è stato sanzionato sia dalle Nazioni Unite sia dall’Organizzazione
per la sicurezza e la cooperazione in
Europa (Osce, un tempo Csce).
Nel caso del Kosovo molti, anche
nelle chiese, sono convinti che le
massicce violazioni dei diritti uma
Distribuzione di viveri ai profughi kossovari a Kukes, in Aibania
(foto P. E. Landi)
ni e la crescente violenza militare
da entrambe le parti richiedessero
una reazione internazionale, che
probabilmente sarebbe rimasta
inefficace senza l’uso della forza
militare. Al tempo stesso, molti sottolineano l’importanza di una approvazione internazionale legittima
di qualunque operazione militare
contro un paese sovrano. In effetti,
le chiese europee hanno assunto
posizioni molto diverse sull’intervento Nato, che vanno dalla netta
condanna alla critica al tipo di intervento scelto (il bombardamento,
piuttosto che una forza di interposizione) e alle modalità con cui è
stato deciso, fino a una sua sia pur
riluttante accettazione.
Si pone dunque una serie di interrogativi per le chiese: quali sono
i rischi insiti nell’affermazione del
diritto di intervento della comunità
internazionale? Come possono le
chiese contribuire all’attuale dibattito sulla base legale, a livello del
diritto internazionale, del cosiddetto «intervento umanitario» (termine che, a detta di molti, è estremamente ambiguo e andrebbe evitato)? Come affrontare l’eventuale
tensione fra la possibilità legale di
intervenire e l’opportunità morale
di farlo? Quando la forza militare
sembra essere l’ultima risorsa, come si può contribuire a far sì che si
esamini seriamente se gli altri mezzi sono stati esplorati a sufficienza?
Ancora, i mezzi usati sono proporzionati ai fini? Siamo coscienti degli altri eventuali interessi che soggiacciono all’intervento?
Dopo questo elenco di questioni
aperte, il documento prende atto
del fatto che i diversi contesti nazionali continuano a pesare fortemente sulle prese di posizione delle chiese (per esempio è particolar
mente forte, nonostante il crollo
dei muri, il fossato tra Est e Ovest)
e mette l’accento su una serie di
carenze che riguardano anche
l’azione delle chiese: è stata data
insufficiente attenzione al rafforzamento dell’Onu, così come al molo
della società civile e alle attività di
costruzione della pace e alle organizzazioni che si occupano della risoluzione pacifica dei conflitti. La
Commissione ha quindi accolto
positivamente la proposta avanzata dal Consiglio ecumenico delle
chiese (e dalla stessa Kek) di convocare al più presto una conferenza internazionale a cui partecipino
rappresentanti delle chiese e delle
associazioni per la pace di tutti i
paesi coinvolti nel conflitto, allo
scopo di chiarire i rispettivi punti
di vista e di individuare iniziative
per la ricostruzione di una convivenza pacifica nei Balcani.
Eletto al primo scrutinio il decimo presidente della Repubblica
Ciampi, un «italiano-europeo» di grande equilibrio
MEDITAZIONE
Dio riconcilia i popoli
di EMANUELE FIUME
A PAI
EUGENIO BERNARDINI
Q ¡GNOR Presidente,
;
apprendiamo con
vivo piacere la notizia
della sua elezione a Presidente della Repubblica. A nome delle chiese
evangeliche italiane mi
permetto di comunicarle
1 sensi della nostra più viva felicitazione, augurando che il suo mandato sia
ricco di benedizioni e lei
possa fare fronte alle diverse circostanze con l’equilibrio e le capacità che
La hanno caratterizzata
finora», è il testo del messaggio di auguri Inviato a
Carlo Azeglio Ciampi dal
presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, pastore Domenico Tomasetto.
Il 13 maggio è successo
il miracolo della politica
italiana: sono bastate
quattro ore e mezza e un
solo scrutinio (707 voti,
33 in più del quorum necessario dei due terzi)
per eleggere il candidato
della maggioranza, gradito e sostenuto anche dall’opposizione di centrodestra (Lega e Rifondazione hanno votato per
loro candidati di bandiera), pur in presenza di
185 «franchi tiratori»,
«specie stagionale» particolarmente attiva e gaudente proprio nelle elezioni del presidente della
Repubblica. Alla fine ap:
plausi un po’ da tutti, anche da Fausto Bertinotti,
che però denuncia il
«patto consociativo» che
secondo lui avrebbe portato non solo a questa
elezione ma anche alla
sostituzione al ministero
del Tesoro di Ciampi con
Giuliano Amato.
Applausi anche dall’opinione pubblica internazionale, europea in particolare. Ciampi viene definito equilibrato, credibile,
degno di fiducia, indipendente, fermo, onesto, di
grande capacità ed esperienza internazionale. Insomma, insieme a Romano Prodi, neopresldente
della Commissione europea cioè capo del «governo» dell’Unione europea,
un altro uomo simbolo
del nuovo tipo di italiano
che potremmo definire
«italiano-europeo».
Carlo Azeglio Ciampi
(antifascista dell’ala azionista, cattolico ma laico,
di formazione umanistica
ma grande tecnico economico, non-politico che
però rispetta il ruolo della
politica) inizia a svolgere
il suo ruolo «di garanzia
costituzionale» con una
rara quanto ampia apertura di credito nazionale
e internazionale. Ha davanti a sé molti compiti:
da quello più urgente di
sostenere uno sbocco negoziato alla guerra balcanica a quello di sostenere
il compimento del processo di trasformazione
politico istituzionale ed
economico del nostro
paese perché responsabilità e solidarietà sociale,
libertà e laicità diventino
valori condivisi da tutti.
Europa latina e diaconia
di ANITA TRON ^
EDITORIALE«
Crocifìssi e laicità
di PIERA EGIDI
4A O
La perla di gran prezzo
di PIETRO VALDO PÀNASCIA ^
A PAGINA O
^•TORRE PELLICEi
Visita del card. Cassidy
di FEDERICA TOURN
L
2
PAG. 2 RIFORMA
All’Ascolto Della Parola
venerdì 21 MAGGIO 1
«Quando il
giorno della
Pentecoste
giunse, tutti
erano insieme
nello stesso
luogo.
Improvvisamente si fece dal
cielo un suono
come di vento
impetuoso che
soffia, e riempì
tutta la casa
dov’essi erano
seduti.
Apparvero loro
delle lingue
come di fuoco
che si
dividevano e se
ne posò una su
ciascuno di
loro. Tutti
furono riempiti
di Spirito Santo
e cominciarono
a parlare in
altre lingue,
come lo Spirito
dava loro di
esprimersi.
Ora a
Gerusalemme
soggiornavano
dei Giudei,
uomini religiosi
di ogni nazione
che è sotto il
cielo. Quando
avvenne quel
suono, la folla si
raccolse e fu
confusa, perché
ciascuno li
udiva parlare
nella propria
lingua. E tutti
stupivano e si
meravigliavano,
dicendo: “Tutti
questi che
parlano non
sono Galilei?
Come mai li
udiamo parlare
ciascuno nella
nostra propria
lingua natia?”»
(Atti 2, 1-8)
DIO RICONCILIA I POPOLI
/4 Pentecoste, a Gerusalemme, Dio ha parlato a tutti i popoli della terra e ha detto
che se prima erano divisi, ora li ha riconciliati con sé per il sacrificio di Gesù
EMANUELE FIUME
Tra la folla di quelli che stupivano e si meravigliavano
vi erano anche due bimbi, arrivati a Gerusalemme da pochi
giorni. Uno si chiamava Matteo,
era nato e viveva ad Alessandria
in Egitto, una città ricca e colta,
popolata per quasi della metà
da ebrei. Suo padre era un commerciante di vini e conosceva
molto bene la Bibbia, in greco
però, non in ebraico. Già, soltanto il suo vecchio nonno si ricordava un po’ della lingua della
Palestina, ora in casa si parlava
in greco, che era la lingua più
bella e più nobile che l’antichità
avesse conosciuto. L’altro bimbo si chiamava Filippo, non era
ebreo come Matteo, ma veniva
dalla Nubia ed era scuro di carnagione. Da tempo la sua famiglia aveva una grande simpatia
per la religione degli ebrei, così
coinvolgente in tutti gli aspetti
della vita: la lettura della Bibbia,
la preghiera, il canto, e soprattutto le feste così ricche di passione e di significato. I due erano grandi amici e giocavano
spesso insieme. Anzi, erano proprio inseparabili.
«Matteo, andiamo a Gerusalemme per la festa di Pentecoste!», disse un giorno il padre,
mentre i due bimbi giocavano
assieme nel cortile. Matteo balzò
in piedi per la gioia; finalmente
avrebbe visto la città santa, la
città dove il Signore è presente e
dove accetta i sacrifici del suo
popolo. Saltò al collo del suo
papà, poi si voltò subito verso Filippo, il suo compagno di giochi.
«Papà, perché non portiamo anche Filippo a Gerusalemme?»,
domandò Matteo. Il papà si fece
serio, corrugò la fronte e rimase
un attimo in silenzio, Matteo sapeva che quando il papà faceva
così, voleva dire che stava cercando nei suoi pensieri un passo
della Bibbia. «Nel libro delle “Parole”, che noi in greco chiamiamo Deuteronomio, è scritto: “Ti
rallegrerai in presenza del Signore tuo Dio, tu, tuo figlio, tua figlia, il tuo servo, la tua serva, il
Levita che sarà nelle vostre città,
lo straniero, l’orfano e la vedova
che saranno in mezzo a te, nel
luogo che il Signore, il tuo Dio,
avrà scelto come dimora del suo
nome”». Certo, la Pentecoste è la
festa in cui tutti, proprio tutti sono invitati, allora anche Filippo
poteva venire con loro a festeggiarla a Gerusalemme.
che vociava e che si accalcava
per entrare e portare ai sacerdoti
gli animali da offrire in sacrificio.
Il p^à di Matteo andò prima di
:tó a
tutto a cambiare le sue monete.
Infatti le monete correnti, che
avevano l’effigie dell’imperatore
romano, non erano accettate come elemosina al tempio, e bisognava cambiarle in monete ebraiche, senza immagini vietate
dalla Bibbia. I banchi dei cambiavalute erano affollati di gente
proveniente da tutto l’Impero,
allora il papà di Matteo disse ai
due bimbi: «Restate in quest’angolo del cortile, tenetevi per mano e non muovetevi finché io
sarò di ritorno». Avviandosi al
banco, il papà di Matteo era tormentato da un pensiero. Filippo
non è ebreo, non gli è permesso
entrare nel tempio, e lui non sa
come dirglielo.
A Gerusalemme
D
OPO un lungo viaggio, la
ilToriz
Preghiamo
Credo in un Dio daltonico
creatore di una umanità multicolore.
Egli ha creato il cosmo facendo attenzione
che ci fossero abbastanza materie prime,
perché fossero equamente ripartite
fra tutti gli uomini.
Credo in Gesù Cristo, nato da semplice donna.
È stato preso in giro, è stato sfigurato,
è stato fatto fuori. Ma il terzo giorno
è risuscitato ed ha ripreso il combattimento.
Va all’assalto del Gran Consiglio degli uomini
di cui rovescia l’ingiustizia implacabile.
D'ora innanzi non cesserà più di giudicare
l’odio e l’arroganza degli uomini.
Credo nello Spirito di riconciliazione,
la comunità dei diseredati,
la comunione di coloro che soffrono,
la potenza che trionfa delia forza degli uomini,
la risurrezione deirumatrità,
della giustizia e dell ’uguaglianza,
il trionfo della fraternità.
Canaan Banana
ex presidente dello Zimbabwe
(tratto da Quando è giomofdella Cevaa, 1994)
città santa apparve alTorizzonte. Com’era bella! Bianca come la neve, posta in cima a un
monte. Ma una volta entrati, notarono subito che l’aria era molto tesa. La gente, vestita di bianco, brulicava nelle strette viuzze,
mentre nei punti più importanti
i mantelli rossi dei soldati romani si stagliavano come una traccia di sangue sulla neve. Neppure Alessandria, neppure Roma
stessa erano così ben sorvegliate. Trovato un albergo, il papà di
Matteo parlò con l’albergatore e
venne a sapere che era stato un
tempo di tumulti. Il governatore
Ponzio Pilato aveva condannato
a morte tre dissidenti quasi due
mesi prima, e di questi tre uno,
Gesù di Nazareth, aveva avuto
un grande seguito tra il popolo.
Dopo due giorni il suo corpo era
sparito dal sepolcro. Alcuni dicevano che Dio l’aveva resuscitato,
altri sostenevano che i suoi discepoli avevano trafugato il suo
corpo e poi seppellito da un’altra parte. La guarnigione romana stava in guardia perché temeva che si verificassero dei tumulti in occasione della festa, ed era
pronta a reprimere con durezza
ogni tentativo di sommossa.
Arrivati nell’ampio cortile del
tempio, vi era lì una grande folla
Dio ha fatto cose grandi
IL papà di Matteo cambiò il denaro e tornò dai due bambini
con il piombo nelle scarpe. I due
si tenevano per mano. «Filippo gli disse - io so che tu e la tua famiglia credete nel Dio di Àbramo, di Isacco e di Giacobbe, che
conoscete le Scritture e frequentate la sinagoga, che fate il bene e
vi astenete dal male, ma tu non
puoi entrare nel tempio. Solo i
veri ebrei possono entrare». Lentamente e tristemente, la mano
bianca di Matteo si stava staccando da quella nera di Filippo.
In quel momento però dalla folla
vociante si udirono delle grida
più forti. Tutti tacquero, solo alcuni parlavano ad alta voce. Un
uomo vestito dimessamente si
avvicinò a loro di corsa. Sembrava un pescatore della Galilea, un
uomo umile, senza istruzione.
Gridò loro: «Dio ha fatto cose
grandi per tutti i popoli! Gesù, il
nazareno, è risorto, è vivente, e
ha pienamente pagato il prezzo
di tutti i peccati per tutti i popoli
della terra!», e disse questo in
perfetto greco.
Filippo, Matteo e il suo papà
rimasero in silenzio, pieni di
stupore. Accanto a loro altri
ebrei, provenienti da altre parti
del mondo, erano rimasti in silenzio. Dai loro volti si vedeva
che avevano ascoltato le stesse
parole, nella lóro lingua materna. «Hai sentito? - disse Filippo
- quell’uomo ha detto “per tutti
i popoli della terra”, allora anche per me! Allora Dio ha fatto
cose grandi anche per me!».
Le mani dei due bimbi non si
erano staccate. Il papà di Matteo
accarezzò tutti e due, li prese in
braccio e si allontanò dal cortile
del tempio. Il denaro del sacrificio lo diede a una vedova che
abitava nella stessa strada dove
avevano l’albergo. Alla sera, dopo la preghiera, Matteo domandò al suo papà: «Perché non
siamo entrati nel tempio?». Il
papà rispose: «Vedete, il tempio
è il luogo dove si fanno i sacrifici
a Dio per i propri peccati. Ora,
questo Gesù che è risorto, ha
pagato il prezzo per tutti i peccati, perciò il mondo intero è diventato il tempio del Signore;
tutti i popoli della terra sono davanti al Signore, e il Signore li ha
benedetti tutti, come aveva promesso ad Abramo, quando lo
chiamò fuori dal suo paese».
Matteo domandò: «Ma allora
Gerusalemme non è più importante?»; il papà rispose: «Gerusalemme è importante perché è
solo qui che si possono fare i sacrifici, difatti è qui che Gesù è
stato sacrificato. Ora, nel libro
dei Salmi è scritto: “Il Signore è
misericordioso verso tutti quelli
che lo invocano”, verso tutti,
proprio tutti». Il papà di Matteo
proseguì: «Oggi voi avete toccato con mano, con le vostre mani
unite, che Dio è fedele e mantiene sempre le sue promesse. Oggi tutti i popoli della terra sono
stati benedetti e voi due siete
uguali davanti a lui, siete tutti e
due figli di Dio, e Dio vi ama allo
stesso modo!».
Il messaggio della Pentecoste
IL papà di Matteo tornò a farsi
pensoso. Pensava a una parola della Scrittura. Disse ancora:
«Nel libro del Levitico, parlando della Pentecoste, Dio dice
“Quando mieterete la raccolta
della vostra terra, non mieterai
fino ai margini il tuo campo e
non raccoglierai ciò che resta da
spigolare della tua raccolta; lo
lascerai per il povero e per lo
straniero. Io sono il Signore vostro Dio”; e oggi Dio ha dato il
nutrimento della sua parola e
del suo Spirito santo a tutti i poveri e a tutti gli stranieri. Oggi
Dio ha parlato a tutti i popoli, e
ha detto che se prima erano divisi, ora li ha riconciliati con sé
per il sacrificio di Gesù. Il Dio
che ha salvato il suo popolo nel
Mar rosso, ora ha salvato tutti i
popoli in Gesù. Questo è il messaggio vero della Pentecoste».
(Prima di una serie
di tre meditazioni)
Note
omiletiche
Cares
lagra
di
La predicazione vuoi
adattarsi anche nella fo
ma al messaggio dell
Pentecoste: l'Evangelod
venta comprensibile a tu
ti, anche ai bambini, pj „
landò loro nel linguaggi fieSùCr
del racconto e della sp ^
perta delle meraviglie*
Dio attraverso gli occhi
due bambini contemporì
nei ai fatti. Naturalmeni
è necessario che il serim
ne narrativo non distrai
ga, neppure formalmenti
dall'Evangelo annunciai
e che mantenga dei solL
punti di contatto con ilt(
sto biblico. Perciò il sei
mone narrativo richiedi
una chiarezza esegetica
dogmatica ancora mag polarea
giore del sermone tradì Quesi
zionale, pena la trasmls tutti col
sione di un «similevange fennio (
lo» che in realtà distogli n di
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Lo scopo di questa nai
razione è di contestuali .
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Pentecoste dello Spirito
modo da trasmettere qualche informazione sull'ara.
biente vitale e sulla temperie religiosa e culturale
del tempo (condizioni essenziali per una retta comprensione della Pentecoste), nonché di sottolineare il fatto che la Pentecoste può essere letta,
una logica intrabiblica, come il compimento delle
promesse di benedizione
di tutti i popoli della terra
fatte da Dio ad Abramo al
momento della sua vocazione. Non va cercata, nel
secondo capitolo degli At
ti, un'atmosfera di rottura
con l'ebraismo (rottura
che storicamente avverrà
alcuni anni più tardi),
piuttosto quella di compimento in Gesù Cristoeii
sigillo nello Spirito Santo
delle promesse fattaa/
popolo d'Israele.
Resta comunque lOT
to garbatamente cv’rtìBf
lo Spirito di Dio unisceciò
che la religione divide, ™.
questo non vale soltantojWPPlc)
per la religione ebraica,^SÌnod
ma anche per quella rlfor-Bsd), e
mata, luterana, cattolico-fcirEnt
romana ecc. Lo Spirito re-ltacese.
lativizza il compimento re-jiadiacc
ligioso umano, pur senza feazioi
annullarlo, e agisce corna fintem
compimento e come sigii- uidg^j
lo di Dio sulle speranze
dei credenti. Lo Spirito 1.11 p _
Santo dimostra la sua for- , I
■ una predicazione fazioni
D
AL 2
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ìeffilLf
; c
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parte, ma Dio stesso dj* ^ecific
ricrea la presenza di Crisi
in mezzo a noi median«
la predicazione dell'Eoa^
gelo e che ci fa condiyid
re nella comunione 1
nefici dei figli di Dio.
Per
approfondir!
- Michael
Spinto di Dio, Querinian«
Brescia, 1996. „
-Ioannis Calvini,/nf'"
Apostolorum tomrneP
rii, Eichler, Berlino,
- aA.VV., Il Nuovo
stamento annotato, vo Claudiana, Torino (s-d
- Bruno Corsani,^
degli Apostoli e Letten
Claudiana, Torino, .,
- Johann Albert Be'
gel, Gnomon Novi Tei
menti, Schlawitz, Berhr«'
1860. . . *il
- Giovanni Oiode '
commentari alla 5acr'3
bla, voi. Il, Barbera, ri
ze, 1880.
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che diventa convincente,
trascinante e irresistibile,^tand 1
e che rigenera e ricrea»
popolo di Dio con voce
nuova e con membri |
vivi. Gli effetti dello Spire
to Santo si manifestanoi» rioche ì
una comunione rinnovata
e salda, basata non sul
semplice trasporto emotivo o sull'affinità umana,
ma sulla fede nell'Evange
lo creduto e vissuto.
I frutti dello Spirito (Gelati 5) indicano la concretezza e la verità deH'azire
ne dello Spirito, che non*
un misterioso ageinte se
greto di Dio che si trova
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Messaggio di Pentecoste
dei presidenti del Consiglio ecumenico delle chiese
Care sorelle e cari fratelli in Cristo,
la grazia e la pace vi siano date da
di Dio nostro Padre e dal Signore
Ovunque nel mondo la gente si pre¡ara a varcare la soglia di un nuovo mil^io. Molti sono pieni di apprensione,
jltri sono mossi da una grande speran: per noi, cristiani, questo evento segnerà il 2000° anniversario della venuta
'on distraci nostro Signore Gesù Cristo, ed è per
irmalmentr^ .............. ' ’
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esegetica
ìcora mag
(mesto che dobbiamo prepararci a celenella gioia. Le parole dell’angelo
yilon temete, perché io vi porto la buona notizia di una grande gioia che tutto
J popolo avrà» (Luca 2, 10) si applicano
anche alla celebrazione di questo partipolare anniversario,
none tradì' Questo messaggio lo annunciamo a
la trasmis tatti coloro che affrontano il nuovo mililennio con un sentimento di insicurez" za 0 di paura. È un tempo propizio al
moltiplicarsi di idee apocalittiche e settàrie. Nello stesso tempo, molti sono
aperti a prospettive nuove e chiedono
ima via da seguire e delle certezze. A coJoro che hanno paura, a coloro che si
hterrogano, diciamo che questo nuovo
amo sarà un «anno del Signore».
- Un anno che ci è dato da colui che
tiene il tempo e lo spazio nelle sue mani, così come ci dà la terra e i frutti che
essa produce.
-Un anno di cui dovremo rendergli
mnto. Dobbiamo essere attenti alle critiche che ci vengono rivolte e ravvederci.
imilevani__
Ità distoglii
'ero.
questa nai.
ontestualiz.
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lo Spirito in
ettere qual>ne sull'anv
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a retta conia Pentecosottolineala Pentecoe letta,
abiblica, colento delle
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a di rottura
IO (rottura
nte avverrà
oiù tardi),
a di compìCristo e i
ìirito Santi)
se fattaa/
e.
Il fuoco dello Spirito (Cdnberra 1991)
È vero, non abbiamo fatto abbastanza
per superare le nostre divisioni. Non abbiamo manifestato abbastanza chiaramente al mondo la pace che dà il Cristo.
- «Un anno del Signore»; questo significa che il Dio della Bibbia è l’unico vero
Dio. Tutte le altre autorità e potenze che
vogliono assoggettarci, si devono piegare davanti a lui. Perché egli è il Signore,
le nazioni e le razze, il denaro e le ideologie non domineranno mai su di noi.
Sei mesi fa, i delegati delle nostre
chiese si sono riuniti ad Harare per la
Vili Assemblea del Cec, sul tema: «Volgiamoci a Dio nella gioia della speranza». Dopo 50 anni, essi hanno riaffermato a nome delle nostre chiese l’impegno preso in occasione della prima Assemblea ad Amsterdam, nel 1948: «Vogliamo rimanere insieme».
Insieme vogliamo entrare in questo
nuovo millennio, fiduciosi nello Spirito
di Dio, lo Spirito della Pentecoste. Esso
ci guiderà, affinché riusciamo a comprenderci meglio nonostante le nostre
tradizioni e le nostre culture differenti.
Esso ci guiderà affinché insieme parliamo al mondo «delle grandi cose di Dio»
(Atti 2, 11) e annunciamo a tutti la promessa del Cristo: «Ed ecco, io sono con
voi tutti i giorni, sino alla fine dell’età
presente» (Matteo 28,20).
sig.ra Agnes Abuom, Nairobi, Kenia
pastore Kathryn Bannister,
Bison, Stati Uniti
vescovo Jabez Bryce, Suva, Fidji
metropolita Chrysostomos di Efeso,
Atene, Grecia
sua santità Mar Ignatios Zakka I Iwas,
Damasco, Siria
sig. Moon-Kyu Kang, Seul, Corea
vescovo Federico J. Pagura,
Rosario, Argentina
vescovo Eberhardt Rem,
Stoccarda, Germania
llr Torre Pellice: 2° incontro della diaconia protestante dei paesi latini
La specificità della diaconia latina nel contesto europeo
ANITA TRON
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0 unisceciò
! divide; ma
ile soltanto
ie ebraica,
Dal 29 aprile al 2 maggio
ha avuto luogo a Torre
M^il 2° incontro della
Dìicem latina protestante,
®p6zato dalla «ConferentaÉile chiese protestanti dei
dell’Europa latina»
(O^ple), dalla Commissiolesinodale per la diaconia
quella rifor- Isd), e dalla Federazione
I, cattolico- ell’Entraide protestante
) Spirito re- incese. Il tema generale era:
pimento re- La diaconia nel 2000: orga, pur senza zzazione e contestazione»,
gisce come l’interno di questo quadro,
^comesigii- uigjatj ¿^i past. Bernard
- Btérion, segretario generale
I la sua for- Cepple, e con l’aiuto di
'dicazione *I®zioni specifiche sulla siónvincente, IBzione italiana, i/le rapprerresistibile, ®itanti di Portogallo, Belgio,
^cia e Italia (assenti motii i rappresentanti di SpaJ e Svizzera romanda) si
confrontati sull’approc
I e ricrea
) con voce!
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dello Spiri
lifestanoin pio che i diversi stati e le di
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) la concre:à dell'azioI, che noni
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Velker, W
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D iodati;
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^rse chiese hanno nei confenti delle problematiche
®dali di oggi.
L’obiettivo di questi inconjd è infatti quello di capire se
® diaconia protestante dei
Piesi latini, oltre a quella da^dal comune denominatore
’‘¡essere l’espressione di
'®ese minoritarie, estrema’Pente minoritarie nella mag9ot parte dei casi, ha una sua
’Pecificità da condividere,
anche da far conoscere e
far valere, nel contesto
j;«la diaconia europea e delhnione europea.
Le caratteristiche
•Iella diaconia latina
lo'* ’^'¡^3ttito che ha seguito
w^arie relazioni, la visita al
Useo valdese, all’Ospedale
torre Pellice, aH’Asilo di
aatna San Giovanni e l’inu^^Fo con i responsabili delte istituzioni, ha evidenziato che:
dimensioni della diaj-jl'a latina rispetto all’enorstan esigenze che le
^tio di fronte, le impedi
tion a ' ziadere nella tentadell’onnipotenza e la
suo consapevole del
molo nella società: una
in mezzo al mare, ceriate significativa, ma pur
zzna goccia, costretta
con tutte le sue forze
per mantenere la sua specificità, l’autenticità del messaggio di cui è portatrice;
2) la consapevolezza del
proprio ruolo produce una
particolare prossimità fra la
diaconia latina, il reale e la
predicazione. La diaconia latina è ben radicata nella realtà
in cui è inserita, la conosce
nei suoi dettagli ed è impegnata nel cambiarla e d’altra
parte osa affermare, esplicitare i suoi principi, senza imporli. I versetti biblici sulle
pareti, l’orario dei culti sui
programmi invitano, ma non
obbligano, non sottintendono
obiettivi di proselitismo. In
qualche modo costituiscono
una liturgia che parla di annuncio, di servizio, qualche
volta anche di profezia:
3) la centralità della diaconia latina è senza dubbio la
persona, intesa nella sua globalità, ma anche nella sua
unicità. La tensione fra il sociale e le esigenze della persona specifica è ben presente nelle parole e nei gesti degli amministratori e degli
operatori. Nelle scelte politiche e organizzative che vengono operate c’è attenzione
sia nei confronti dei «curati»
che dei «curanti» (ricerca
della qualità del servizio, formazione del personale e dei
volontari, e altro);
4) la diaconia latina è caratterizzata da una continua
tensione fra «leggerezza» e
«pesantezza». Forse è giunto
il momento di riconoscere
che è una tensione che non
va risolta ma anzi mantenu
ta, in quanto può essere molto stimolante se non si mettono in opposizione i due diversi modi di operare;
5) all’interno della diaconia
latina c’è un’altra «tensione»
interessante e vivificante:
quella fra servizio e cultura.
Da un lato, la diaconia ha bisogno della cultura per descriversi, per annunciarsi e
per esprimersi. Dall’altro lato, la cultura ha bisogno della
diaconia per formarsi, per
crescere, per operare cambiamenti nei modi di pensare
e di vivere;
6) la diaconia latina, fin dalle sue origini, nasce come risposta mobilizzatrice, vale a
dire come risposta in grado di
mobilitare diverse forze intorno a sé (persone singole, la
chiesa) e in grado di trasformarsi a seconda delle esigenze che cambiano nel tempo. A
volte può anche essere una risposta fantasiosa o provvisoria. Non è un difetto, il mondo
ha bisogno anche di queste risposte, di risposte veloci. E
sono tutte queste risposte che
rendono immediatamente visibile l’azione della chiesa nel
mondo e possono mobilitare
forze sociali, singoli e singole,
intorno ad essa;
7) i responsabili, operatori
e operatrici della diaconia latina hanno bisogno di incontrarsi per confrontarsi, per
condividere e per informarsi.
Osano correre il rischio di lasciarsi trasformare nelle proprie abitudini e nella propria
pratica dall’incontro con gli
altri e le altre.
I partecipanti in visita all’Asilo di Luserna San Giovanni
Un'azione di frontiera
e di testimonianza
Situando i punti precedenti
all’interno del quadro definito dal tema dell’incontro si
può affermare che nell’ambito dei paesi latini:
- la diaconia è un’azione di
frontiera, che costituisce il legame fra l’esterno e l’interno
della chiesa;
- le costrizioni, i problemi
di ordine burocratico, amministrativo e organizzativo con
cui la diaconia deve fare i
conti, sono importanti luoghi
di testimonianza, vale a dire
luoghi in cui la chiesa, difendendo l’organizzazione che si
dà per lo svolgimento della
sua azione diaconale, esprime le sue motivazioni, porta
l’annuncio dell’Evangelo;
- l’azione diaconale delle
chiese protestanti può anche
essere un’azione di denuncia
e di contestazione, ma oggi è
soprattutto un’azione di resistenza nel nome dell’Evangelo. Le opere e istituti svolgono la loro attività nel rispetto
delle norme stabilite dai vari
stati, si adeguano agli standard organizzativi richiesti,
ma hanno saputo nel passato
e sanno oggi opporre resistenza quando tali norme entrano in conflitto con il messaggio di salvezza di cui sono
portatrici.
Costruire
una cultura comune
L’incontro di quest’anno è
stato molto interessante,
non ha lasciato indifferente
nessuno del partecipanti. Al
momento delle conclusioni,
qualcuno ha osservato che
da questo secondo incontro
si aspettava qualcosa di più
concreto, tipo l’avvio di progetti comuni nei vari settori
dell’attività diaconale. Personalmente, io credo che sarebbe stato prematuro. Prima di passare al «fare» ritengo sia bene dare del tempo al
«pensare», al «confrontarsi»,
per dirla in poche parole al
«costruire una cultura comune», in grado di esprimere il
contenuto delle nostre azioni
comuni, condizione fondamentale per chi agisce e per
chi viene investito, a vario titolo, da tale azione.
I Regno Unito: le chiese metodiste
hanno adottato una «Nuova liturgia»
LONDRA — Per la prima volta a Pasqua, nelle chiese metodiste del Regno Unito, è stata usata la Nuova liturgia, «Methodist Worship», recentemente pubblicata dalla casa editrice
metodista, «The Methodist Publishing House» (Mph). Questo
libro (che come le liturgie precedenti, viene regolarmente seguito durante i culti nelle chiese metodiste britanniche, ndr) è
frutto del lavoro di una commissione di quindici persone e ha
richiesto 8 anni per la sua compilazione. Nel 1990, infatti, la
Conferenza britannica ha dato mandato al «Comitato per la fede e la disciplina» («Faith and order Committee») di iniziare il
lavoro per una raccolta di liturgie in sostituzione di quella
pubblicata nel 1975. Il Mph ha avuto più di 163.000 ordinazioni per il libro che segna, secondo quanto affermato da Neil
Dixon, segretario del Comitato, al momento della sua presentazione alla stampa, «un nuovo inizio per il culto metodista».
«Il libro - ha aggiunto - è il risultato di una lunga consultazione anche con le comunità metodiste, che lo rende attuale». Significativo è il linguaggio inclusivo usato per rivolgersi a Dio e
per l’assemblea in generale. «Per molte persone sarà difficile
accettare subito questo linguaggio - ha detto il pastore Dixon ma ne va di un principio teologico: anche se Dio stesso è senza
genere, maschio e femmina devono aiutarci a capire la sua natura». Altre novità sono quattro liturgie diverse per il battesimo, una per la cremazione, e per invocare la guarigione dei
malati e anche nuovi suggerimenti per la cena del Signore nei
vari momenti dell’anno liturgico. (The Methodist Recorder)
I Brasile: un «tribunale ecumenico» per
discutere il problema del debito estero
RIO DE JANEIRO — A Rio de Janeiro (Brasile) si è svolta
(26-29 aprile) una interessante seduta di un «tribunale ecumenico» che vede riuniti leader cattolici, protestanti e sindacali per discutere sul debito estero dei paesi latinoamericani.
Nella linea del movimento «Jubilee 2000», che per il giubileo
chiede ai paesi ricchi di annullare il debito internazionale dei
paesi più poveri del mondo, si alternano interventi tra i quali
particolarmente significativi quelli del cardinale Evaristo
Ams e del pastore Walter Altmann, presidente del Consiglio
delle chiese latinoamericane (Clai). (nev)
I Spagna: gli evangelici lamentano una
insufficiente tutela della libertà religiosa
MADRID — Secondo gli evangelici spagnoli nel loro paese
non è ancora completa la transizione da un regime totalitario
a una vera democrazia per quanto riguarda la tutela della libertà religiosa. È quanto appare da un documento diffuso
dalla Federazione delle entità religiose evangeliche spagnole
(Ferede) che, dal 1992, rappresenta le chiese evangeliche nei
loro rapporti con Io stato. Tra gli elementi discriminatori:
l’impossibilità di avere cappellani nell’esercito, la scarsa visibilità che viene data a eventi anche importanti del mondo
evangelico, la mancata pensione per i pastori emeriti, l’esenzione delle tasse per alcune opere di assistenza; tutte cose di
cui gode invece la chiesa cattolica. (nev/alc)
I Repubblica ceca: una donna consacrata
vescovo della Chiesa bussita
PRAGA — «Un passo inevitabile giacché metà dei pastori
della nostra chiesa è costituita da donne»; così ha commentato al termine della cerimonia della sua consacrazione come
vescovo della Chiesa hussita della Cechia, lana Silerova, prima donna di un paese dell’Europa dell’Est a ricoprire tale carica. 49 anni, divorziata, con una figlia adulta, Silerova è stata
eletta alla carica per il prossimo settennio. Fondata negli Anni 20 come Chiesa nazionale cecoslovacca, la Chiesa hussita
raccoglie oggi oltre 180.000 fedeli, si rifà alla dottrina del
riformatore martire Jan Hus pur mantenendo una liturgia simile a quella cattolico-romana. (nev/eni)
I Brasile: fondata una sezione di «Azione
dei cristiani per Tabolizione della tortura»
SAN PAOLO — A San Paolo (Brasile), sotto la spinta di alcuni
pastori evangelici è stata fondata la sezione brasiliana dell’Acat
(«Azione dei cristiani per l’abolizione della tortura»). Secondo
il portavoce della nuova organizzazione, pastore Olimpio
Sant’Ana, Acat-Brasile si impegnerà in particolare «per porre
fine all’impunità che viene garantita à quanti si oppongono
anche con la violenza alla concessione dei diritti umani elementari ad alcune minoranze autoctone del paese», (nev/alc)
! America Latina: luterani «uniti e solidali»
CARACAS — Riuniti a Caracas (Venezuela) dal 12 al 16 aprile
scorso, i presidenti e i vescovi delle chiese luterane dell’America Latina hanno lanciato un forte appello per la promozione
di una chiesa luterana «unita e significativamente caratterizzata dalla solidarietà». «I doni di ciascuno di noi devono essere
posti al servizio della comunità in ogni occasione - dice il documento diffuso al termine dei lavori - così come abbiamo dimostrato durante il terremoto in Colombia e dopo l’uragano
Mitch che ha sconvolto il Centroamerica». (nev/alc)
I India: chiesa luterana guidata
da una ex sacerdotessa animista
ISOLE INDIANE — La pastora Esther Rani, di 54 anni, è la
nuova presidente della Chiesa del Buon Samaritano nelle isole indiane. La Chiesa, che appartiene alla Federazione luterana mondiale, conta circa 40.000 membri, battezzati da adulti,
l’80% dei quali appartengono alla etnia dei Koya, di religione
animista. La stessa pastora Rani, che succede come presidente della chiesa a un’altra pastora, Kataksamma Paul Raj, da
giovane era una sacerdotessa animista. (epd)
4
PAG. 4 RIFORMA
Vita Delle Chiese
La Chiesa metodista di Savona fra la vita interna e le aperture alla città
Forze nuove per il futuro della comunità
L aumento degli alunni della scuola domenicale è segno di incoraggiamento
L'aiuto pastorale vedrà Susy De Angelis succedere a Roland Jourdan
SAURO GOTTARDI
IN quest’anno ecclesiastico
la Chiesa evangelica metodista di Savona può rilevare
alcuni segnali di novità che
possono preludere, Dio volendo, a qualche sbocco di
sviluppo positivo nei prossimi
anni, sia nel ricambio generazionale che nel modo di aggregarsi e di muoversi. Mi riferisco anzitutto al fatto che
almeno quattro famiglie di
estrazione cattolica si sono
avvicinate alla comunità con
la dichiarata intenzione di
condividere la nostra fede e di
partecipare in vari modi alle
nostre attività.
La scuola domenicale è
quindi cresciuta di alunni,
tanto che nell’ultima agape di
aprile ci si è trovati a gestire
improvvisamente una decina
di bambini, con grande divertimento di tutti. I monitori
avevano già colto i primi segnali di ciò e avevano preparato sia lezioni domenicali
che infrasettimanali, convogliandole di recente in una
sola di due ore la domenica
prima del culto, secondo la richiesta delle famiglie, offrendo accanto alle lezioni bibliche anche momenti di aggregazione e insegnando lavoretti manuali di artigianato. A se
Giubileo significa anche corretto rapporto con la terra
^ito di tutto ciò si sono potuti organizzare e iniziare una
serie di incontri infrasettimanali, nelle case, di piccoli
gruppi, diremmo quartierali,
guidati dal pastore e adattati
orari e calendari indicati di
volta in volta dalle famiglie.
Non ci sarà interruzione
nell’aiuto pastorale perché già
a maggio, dopo la partenza di
Roland Jourdan, viene a sostituirlo la candidata al pastorato Susy De Angelis, che rimarrà con noi per i prossimi
due anni. Questo ha procurato due belle agapi fraterne dopo i culti domenicali, che
hanno aggregato anche le
nuove famiglie di simpatizzanti: per la prima volta si so
no iniziati i pasti con la condivisione del pane e del vino
della cena del Signore. Una
per dare il benvenuto a Susy
rii aprile, allietata dalla corale di Prarostino, in gita primaverile; l’altra per il saluto a
Roland il 18 aprile, allietata da
una recita della scuola domenicale sul tema della parabola
del «Padre misericordioso». Si
è pranzato insieme dopo il
culto anche a ottobre per l’assemblea di chiesa e poi per la
visita del Circolo femminile di
Torre Pellice.
A queste novità interne si
sono aggiunte alcune esterne,
che hanno arricchito quelle
già programmate per gli incontri con la città e l’area cat
tolica. A metà gennaio c’è stato un invito dell’associcizione
delle religiose della diocesi
per un incontro ecumenico,
che è stato realizzato nella
nostra sala in modo festoso,
non liturgico, con canti, letture, messaggi, preghiere. A
metà aprile, assieme alla Comunità di Sant’Egidio, è stato
presentato il loro libro Non
uccidere per una moratoria
della pena di morte, al ridotto
del teatro Chiabrera; ha parlato il nostro pastore sul tema
biblico del ricupero e della
salvezza dell’individuo. In
ambedue le occasioni le sale
si sono riempite di gente.
Tra le altre manifestazioni
programmate sono da segnalare l’incontro per l’unità dei
cristiani con la parrocchia del
centro della città; la conferenza su «2000 quale giubileo?»
per la settimana della libertà;
la presentazione, assieme alla
libreria delle Paoline, del libro
Matteo, il Vangelo del regno,
del pastore Bruno Corsani. È
doveroso infine ripetere il nostro ringraziamento a Roland
Jourdan, che ritorna in Germania, per il suo fedele e
gioioso servizio pastorale di
un anno e mezzo, che ci ha
collegati felicemente con luoghi e persone degli antichi insediamenti valdesi dell’Assia.
i*
wamÈmmmmm,
■s Un'iniziativa del Dipartimento di evangelizzazione dell'Ucebi a Napoli
I battesimi di fratelli e sorelle della comunità di Barra
MARTA ITAURIA
Circa un anno fa è giunto
a Barra il missionario irlandese Gerard O’Flaherty
con la moglie Ulrike e i suoi
tre bambini. In questa difficile zona di frontiera dell’area
napoletana Gerard, che collabora con il Dipartimento di
evangelizzazione dell’Ucebi,
ha iniziato un progetto di
«Church planting». Tale progetto, fortemente anabattista
nella sua percezione della vita comunitaria, raccoglie la
sfida di far sorgere nell’arco
di tempo di quattro anni due
nuove chiese a partire dall’
opera di evangelizzazione.
Contando su una buona comunicativa impreziosita dal
suo simpatico italiano dall’
accento anglosassone Gerard,
con l’aiuto di Gianni Perella,
responsabile della pastorale,
coordina le riunioni della nascente comunità di Barra. Attualmente il gruppo è composto da una quarantina di
persone che si incontrano, oltre al culto domenicale, divisi
per gruppi-cellule, nelle case
per studi biblici e riunioni di
preghiera. Inoltre la comunità è impegnata attivamente
in un lavoro sociale con le
persone di strada. Due sere la
settimana parte della comunità si reca alla stazione centrale di Napoli dove vengono
distribuiti pasti e bevande per
i numerosi emarginati che vivono in quella zona. In alcuni
casi ci sono persone che accettano di farsi un bagno caldo presso le abitazioni dei
membri della comunità.
La domenica di Pasqua, la
comunità battista di via Foria
Il gruppo di Barra con il responsabile Gerard o’ Flaherty
ha avuto la gioia di celebrare
i battesimi di 8 fratelli e sorelle della comunità di Barra.
Scendendo nelle acque battesimali Lucio Pauciullo con
la moglie Antonietta, Enzo
Abbangiano, Armando Pri
mavera, Ciro De Luca con la
moglie Luisa e la figlia Olimpia e Umberto Bifolchetti
hanno rinnovato pubblicamente il loro impegno per la
vita a essere discepoli e discepole di Gesù Cristo.
Per essere giovani a una certa età
‘Vivere bene la vita
fa stare meglio”
Quando i miei pazienti mi chiedono consigli
per vivere la loro terza età in modo indipendente io
suggerisco sempre una soluzione residenziale.
Una villa in una località tranquilla con un
ampio parco dove fare belle passeggiate.^
Una residenza dove si mantengono le proprie
abitudini ma si può contare su assistenza e servizi;
dove ci sono spazi per la vita in comune, _
e dove si possono ricevere visite con la massima libertà.T
Quando i miei pazienti mi chiedono un
indirizzo io non ho dubbi: La Residenza di Malnate perchè so per
esperienza che è la scelta giusta.^
enza
Via P. Lazzari. 25
21046 Malnate (Va)
Fax 0:ì32 X6 10 72
cortesia
Tel. 0.3.32 42 61 01
la serenità è di ca.sa
VENERDÌ 21 MAGGIO lo
Incontri ecumenici di preghiera
I cristiani di Roma
per la pace nei Balcani
Una giornata internazionale di preghiera per la pace
e la riconciliazione nei Bdcani: il Consiglio ecumenico
delle chiese, la Conferenza
delle chiese europee e la Federazione luterana mondiale
hanno invitato le chiese cristiane a condividere questa
iniziativa per la scorsa domenica 16 maggio.
In sintonia con queste indicazioni, le chiese evangeliche
romane hanno dato avvio il
10 maggio a una iniziativa per
la pace nei Balcani: ogni giorno, dalle 18,30 alle 19,30, la
chiesa metodista di via XX
Settembre ospita un incontro
di preghiera ecumenica, aperto alle chiese evangeliche, alle
organizzazioni per la pace, alle comunità cattoliche. Ciascun incontro è animato da
una diversa comunità romana, attraverso la condivisione
di momenti di canto, preghiera, musica, letture. Una volta
la settimana c’è un momento
specifico di riflessione sulla
guerra, in cui si dà spazio a testimonianze di persone che
hanno visitato le zone coinvolte nel conflitto.
«Questa guerra, come ti
le guerre, pone ai cristiani
cuni gravi interrogativi
fondo - ha dichiarato Va
Benecchi, presidente d ’
Opera per le chiese metod
in Italia e pastore della chi
metodista che ospita l’inij
riva per le prossime due se
mane -. Come cristiani siai
persuasi che la preghiera p
essere uno strumento per
conversione: tutti sperinu
riamo la necessità di muti
la nostra mentalità e convj
tirci all’Evangelo. Intendiai
appoggiare ogni iniziativa!
plomatica tendente a rila
ciare il dialogo; riteniai
inoltre che sia necessaria u
conversione di fondo deli
stro essere uomini e doni
Preghiamo Dio perché coi
verta le nostre menti eia
stri cuori. In molte guerre
religione è diventata stri
mento di separazione e ca
flitto. Attraverso la preglìia |
noi vorremmo recuperate «
dimensione autentica del
fede, che è elemento di uni k
e non di separazione, stri
mento di amore e di riconc
nazione». fnj
^dizi
art. 2«
incase
al mitt*
C’gditoi
Scuola latina di Pomaretto
Un edificio da far rivivere
ORIANA BERT
Lf INCONTRO periodico fra
( ex alunni e insegnanti
della Scuola latina di Pomaretto ha avuto luogo sabato 5
maggio all’azienda agrituristica di Pomaretto. Ci siamo
incontrati per la seconda volta, abbinando convivialità e
problemi attuali del nostro ex
edificio scolastico. Nel pomeriggio abbiamo infatti partecipato aH’iniziativa «Storie di
vita» del Centro culturale valdese di Torre Pellice, ascoltando il prof. Tullio Telmon
che ha parlato sul tema;
«Dalla linguistica alla sociolinguistica», nell’ambito del
progetto di rivalutazione e
salvaguardia del patuà nelle
valli valdesi.
Ma il problema che ci coinvolge è di appoggiare il Centro culturale in un progetto di
nuova e attuale fruibilità
dell’edificio che è stato simbolo dell’impegno di formazione e di scolarizzazione attuato in un passato più che
secolare. Lo testimonia la lettera inviata al gruppo dall’ex
allievo Leonardo Casorio, che
rimpiange di non poter tornare alla «roccia donde fui ta
P(
CIP
delli
liani
coni
com
torti
muti
nuo’
gura
zion
près
torit
Reg
Pii
lei
f
Rer
1/eessi'
dagli
piesi
àone
gliato» (Isaia 51, 1), riconoscente per l’impegno educativo di cui ha beneficiato.
Il progetto di rivitalizzaaone sarà presentato a Pomaretto il 19 giugno, neU’aiilo
della «Festa del borgo», chù
un’iniziativa della Pro Lodi
alla sua seconda ediziongtinuahe. Si vedranno gli anfelii
mestieri, il ciabattino,
tura, la lavorazione del legno
ci saranno mostre, musica
pasto occitano. ______
È sorto un comitato di al regoli
cuni ex alunni di genèrazioH (I,
diverse, che lavora per trova •' •
re idee per far rivivere lo sto
rico edificio, che sarà riaperto nella giornata del 19
gno, con uno spazio allestilo
per una piccola mostra sulla
sua storia e sulla sua vitali
conferenza pubblica del Centro culturale esporrà i progetti di idee e di architetti peti
recupero. Perciò si fa appella
agli ex alunni perché intervengano numerosi, per condividere la scelta di nonno
contentarci di rivivere aspe«
e momenti del passato, nia<i
voler far vivere nuove iniziative che non disperdano»
bagaglio culturale realizzata
dai «padri lontani».
WM Chiesa valdese di Aosta
Iniziative ecumeniche
LILIA DURANO
Anche quest’anno, per il
culto della prima domenica di marzo curato dalle
donne e ispirato alla liturgia
della giornata mondiale di
preghiera, abbiamo avuto la
partecipazione di sorelle cattoliche e, per la prima volta,
anche di sorelle della Chiesa
awentista del settimo giorno.
Sabato 17 aprile il pastore
Gianni Genre ha tenuto nel
tempio una interessantissima
conferenza, seguita da dibattito, intitolata «La sfida del
New Age». La domenica mattina ha presieduto il culto,
particolarmente affollato. Siamo grati al pastore Genre per
la sua visita e ci auguriamo di
riaverlo presto fra noi. Più
volte durante l’anno la scuola
domenicale, composta di do
dici allievi, ha partecipato?'
tivamente al culto; desideri*
mo qui ricordare il culto od
Domenica delle Palme, fflol
piacevolmente animato daß
gazze e bambini con can '
letture e scenette. L ottivi
della scuola domenicale
poi vissuto un momento !
portante con la tanto desi
rata gita alla valli valdesi, u
maggio. In questo tempo'
cui tutti i rapporti con il i^o
do cattolico sono travaglia'un forte segno ecumenie
stato dato in Aosta con il PP
tersi dello «scambio di po'P
to» tra il pastore
Marchetti e il parroco
parrocchia di Santo jj!
don Ferruccio Brunod. U
deriamo sottolineare cno
tutte e due le occasioni la P
dicazione ha avuto una to
connotazione evangelica.
giunti
gio, i
a Tor
" recen
^ maici
,5 menù
sore ;
flotta
^zione
t a disi
non I
venti
aggiu
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grt. 2 comma 20/B legge 662/96 - Filiale dlTorino
In caso di mancato recapito si prega restituire
al mittente presso i’Ufficio PT Torino CMP Nord.
L’Editore si impegna a corrispondere il diritto di resa.
Fondato nel 1848
PORTE: SABATO SI INAUGURA IL NUOVO MUNICIPIO — È una villa di metà ’800 di proprietà, fino al 1996,
della famiglia Giuliano, discendente di quell’ingegner Giuliano che la progettò e fece costraire. Negli anni del secondo
conflitto mondiale i tedeschi vi insediarono un loro posto di
comando e utilizzarono le cantine come prigioni e luoghi di
tortura. Da 3 anni la villa col suo parco è proprietà del Comune di Porte che l’ha ristmtturata destinandola a ospitare il
nuovo municipio. Sabato 22 maggio, alle 15, ci sarà l’inaugurazione ufficiale, con la banda di San Germano e l’intitolazione del parco al partigiano Angelo Giai, con interventi del
presidente dell’Anpi di Pinerolo, Eugenio Morero, delle autorità locali e dei bambini della scuola elementare.
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-J.
VENERDÌ 21 MAGGIO 1999 ANNO 135-N. 21 LIRE 2.000-EURO 1,03
Nel mese del libro, particolarmente sentito nel
territorio pinerolese grazie alle molteplici iniziative promosse a favore della lettura,
nonché grazie all’appuntamento nazionale della Fiera
del Libro appena conclusasi
con successo a Torino, si possono proporre alcune riflessioni sul tema.
Dacia Majaini in una recente intervista televisiva ha
sostenuto che non è vero che
i ragazzi e i bambini leggono
così poco come si pensa; anzi, ha aggiunto, nel nostro
paese sembrano essere proprio loro i principali fruitori
di libri, con in testa soprattutto bambine e ragazze. Questo
sembra essere proprio vero se
si pensa che le case editrici
I LIBRI EI PIU GIOVANI
ALLA FIERA
CARMELINA MAURIZIO
che pubblicano per l’infanzia
e i giovanissimi godono certamente miglior salute di altre e se si considera che altri
editori tradizionalmente non
specializzati per bambini
hanno dato vita a nuove collane proprio per i lettori più
giovani (l’editrice Feltrinelli
è l’ultimo celebre esempio di
questa tendenza).
Se questo non basta a gettare un po’ più di ottimismo sul
settore vale la pena aggiungere che sono davvero molti gli
scrittori e le scrittrici che si
cimentano (o si sono cimentati nel passato e ora vengono
pubblicati) in opere per la fascia più giovanile. In questo
caso gli esempi si sprecano;
uno tra tutti è il sudamericano
Sepulveda, fino a pochi anni
fa noto soprattutto per le sue
brillanti cronache di viaggi, il
quale da un anno a questa
parte, grazie anche alla riduzione cinematografica in cartoon del suo «La gabbianella», è in testa alle classifiche
di vendita (e non solo per
bambini e ragazzi).
È dunque dei bambini e di
tutti i lettori più giovani il
compito di insegnare o far riscoprire agli adulti, capovolgendo il tradizionale ruolo
educativo, l’amore per la lettura? Sembrerebbe proprio di
sì, ma può certamente essere
di tutti l’impegno dì favorire
la lettura, come momento per
riflettere insieme, per apprendere un’abitudine che si spera durerà per tutta la vita.
«Leggere - ha scritto il romanziere inglese Roal Dahl,
assai amato dai giovani italiani - porta lontano».
1), ricoiiogno educaficiato.
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Rendere più veloci le con-cessioni edilizie riducendo
dagli attuali 12-18 mesi a 6
mesi i tempi per l’approvaàone di una variante al piano
regolatore di un Comune: sono queste le intenzioni della
giunta regionale che il 7 maggio, in un convegno tenutosi
a Torino, ha presentato la sua
if«recente proposta di legge in
^'materia. «11 nuovo provvediI' mento - ha precisato l’assesì'sore all’Urbanistica, Franco
i^Botta - nasce dalla constatai izione che l’attuale normativa
i, a distanza di più di 20 anni
'' non può reggere altri inter’ venti di aggiornamento. Si
^ aggiunga che la recente legge
Bassanini impone una sostanziale revisione dei ruoli esercitati dagli enti preposti alla
pianificazione e gestione del
territorio spingendo nella direzione in cui ogni ente approva gli strumenti di pianificazione coerenti con il proprio livello decisionale».
La Regione si riserva il ruolo di programmazione e coordinamento dei piani di settore
c dei progetti con la pianificazione territoriale e urbanistica, e approva un piano territoriale che disciplina la tutela
delle risorse di interesse reItonale, mentre le Province
^provano un piano strutturale che presenta l’assetto del
territorio nelle sue grandi li**ee, tenendo presente la compatibilità tra sviluppo e tutela
delle risorse. Le Province poi
dovrebbero fornire indirizzi
dt metodo e definire gli elementi da usare nella formazione dei piani di livello comunale. Con questa soluzione
^Regione non eserciterebbe
P’u il tradizionale controllo
m piani comunali ma intereiTebbe solo nel caso in cui
^ sia contenzioso tra Comue e Provincia o il Comune
i^ia parte di un’area in cui
^*^*sformazioni del suolo
no di rilevanza regionale.
A Torre Peilice il professor Paolo Ricca e il cardinale Cassidy
Cattolici e valdesi in dialogo
FEDERICA TOURN
Vedere l’aula sinodale gremita di cattolici, tra cui
molti sacerdoti, non è certamente uno spettacolo usuale.
È accaduto il 17 maggio, in
occasione dell’incontro con il
cardinale australiano Edward
Idris Cassidy, presidente del
Pontificio Consiglio per la
promozione dell’unità dei cristiani che, con il prof. Paolo
Ricca, docente di Storia del
cristianesimo alla Facoltà valdese di teologia, ha partecipato al convegno «Il cammino
ecumenico delle chiese. Cattolici e valdesi in dialogo»
promosso dalla Commissione
distrettuale della Chiesa valdese del I distretto (Ced) in
collaborazione con la diocesi
di Pinerolo e il Centro culturale valdese.
Dopo i saluti del pastore
Deodato, presidente della
Ced, e del vescovo di Pinerolo mons. Debernardi, il prof.
Ricca è entrato nel cuore
dell’argomento parlando del
dialogo fra cattolici e valdesi.
«Questo dialogo si è rivelato
possibile - ha spiegato - perché ha già prodotto un frutto.
il “Testo comune” sui matrimoni interconfessionali, nato
dalla collaborazione reale tra
la Cei e il Sinodo».
II dialogo con la Chiesa cattolica è però diverso da tutti
gli altri, perché i valdesi sono
la più antica dissidenza cristiana all’interno dell’Occidente sopravvissuta fino ad
oggi: «I valdesi - ha ricordato
Ricca - sono nati con la pretesa, come laici, di predicare liberamente. Se siamo qualcosa, siamo proprio questo: una
comunità al servizio della libera predicazione della Parola». La separazione fra le due
chiese è antica e profonda, e si
porta dietro l’eredità storica
della «pulizia religiosa» subita
dai valdesi; in più c’è il problema della sproporzione numerica, che intralcia la realizzazione di un dialogo equilibrato fra le parti. «Siamo consapevoli delle difficoltà e delle differenze fra noi - ha continuato Ricca -; umanamente
parlando la prospettiva di unire le nostre chiese è irreale.
Ma l’ecumenismo è credere
l’impossibile, senza arrendersi
alle evidenze e vivendo invece
nella promessa».
Mons. Cassidy, dopo aver
ribadito a sua volta la necessità dell’unità dei cristiani attraverso la pratica di un dialogo sincero, ha analizzato alcuni punti di convergenza e di
divergenza tra l’enciclica cattolica del 1995 Ut unum sint e
il documento del Sinodo 1998
sull’ecumenismo e il dialogo.
Innanzitutto il battesimo. Chi
ha ricevuto il battesimo, ha
detto il cardinale, è considerato fratello nel Signore e quindi
non conta più la consistenza
numerica della chiesa in cui si
riconosce: cattolici e valdesi
sono degni dello stesso rispetto in quanto battezzati e parte
del corpo di Cristo. Cassidy
ha poi ribadito che anche per
la Chiesa cattolica la Sacra
Scrittura è la più alta autorità
a cui fare riferimento, e che è
forte il consenso ormai raggiunto con tanta parte del protestantesimo sulla giustificazione per sola grazia. A proposito della devozione per
Maria e i santi, il cardinale ha
sottolineato come i cattolici riconoscano comunque in Cristo il solo Salvatore. Sul percorso ecumenico, mons. Cassidy ha esortato a lavorare
Il cardinale Edward I. Cassidy
nelle rispettive comunità per
cambiare la mentalità dei fedeli (e dei ministri), in gran
parte ancora chiusa al dialogo:
«Non basta la ricerca teologica - ha ribadito - ci vuole collaborazione pratica, culturale
e sociale, nella testimonianza
dell’Evangelo».
Molte le questioni emerse
nel dibattito. Il pastore Giuseppe Platone ha messo in
evidenza il senso di disagio
che i valdesi avvertono di
fronte al mondo del miracolismo e della religiosità folcloristica che esula dal confronto
con la Scrittura. Il prof. Ricca
I circa 3.000 esuli valdesi partiti ai primi
di settembre del 1698, giunti a Ginevra, ottennero di poter restare nei cantoni
svizzeri fino a primavera: non oltre perché quelle regioni erano già sature di profughi ugonotti e inoltre quell’anno il raccolto era stato particolarmente scarso. Si
decise perciò di cercare un rifugio definitivo in quella parte della Germania che
già dieci anni prima si era dimostrata
ospitale verso i valdesi: il Württemberg,
l’Assia-Darmstadt, l’Assia-Homburg. Il
lavoro non era semplice e di nuovo Enrico Arnaud ne fu l’instancabile organizzatore, come documentano le sue lettere e
molte testimonianze. Oltre agli incontri
con i principi, si trattava anche di vincere
una certa resistenza del clero luterano che
non voleva turbare l’unità dello stato confessionale con l’immissione di elementi
calvinisti, come erano i valdesi (anche qui
valeva il principo per cui la popolazione
di un certo territorio doveva seguire la religione del suo principe). Vi era poi la dif
IL FILO DEI GIORNI
PROFUGHI
a cura <11 MARCO ROSTAN
ficoltà di far accettare alla popolazione
questa «invasione» di valdesi per coltivare delle terre che i locali consideravano a
loro disposizione. Non c’è che da pensare
ai profughi di oggi, dagli albanesi ai curdi, per rendersi conto del problema. E infine, come sempre, la necessità di soldi,
almeno per iniziare. Per questo Arnaud si
recò dai grandi protettori dei valdesi inglesi e olandesi: fu ricevuto da Guglielmo
d’Orange, l’ambasciatore dei Paesi Bassi
in Svizzera, Peter Valkenier, fu nominato
commissario straordinario per la sistemazione dei valdesi in Germania, furono collcttate forti somme di denaro e assicurati
—1^——ii——
contributi regolari per il futuro. Il trasferimento dei profughi verso l’Assia avvenne
per nave, sul Reno: furono provvisoriamente divisi in tre gruppi: Arheiligen,
Mörfelden, Raumheim. Il primo si trasferì
successivamente nel Württemberg, così
come la maggioranza di quelli di Mörfelden, dove rimasero una sessantina di persone che fondarono la colonia di Walldorf. Il terzo gruppo fu cacciato dall’arcivescovo di Magonza che non tollerava
valdesi ai suoi confini e trovò poi sistemazione nell’Odenwald, a Roure, oggi
detta Rohrbach, con le frazioni di Wembach e Hann. Non c’era spazio sufficiente, la terra era sabbiosa: ogni famiglia ricevette 5 o 6 giornate invece delle 30 promesse per le quali si sarebbero dovuti pagare 10 fiorini allo scadere degli anni di
esenzione.
(da A. Jalla, Le colonie valdesi in Germania nel 250" della loro fondazione. Società
di studi valdesi, 1949 e da T. Kiefner, in /
valdesi e l'Europa, Ssv, 1982)
ha ribadito che nel caso dei fenomeni come quello di padre
Pio il confine fra fede e superstizione è molto labile e un
avvertimento ai fedeli in questo senso sarebbe un gesto
ecumenicamente salutare da
parte della Chiesa cattolica. A
proposito della pace, si è ribadito la necessità di raccogliere
il filo della tradizione del pacifismo cristiano.
La pastora Anne Zeli ha poi
ricordato l’importanza del riconoscimento del ministero
femminile: «Non si può porre
questa domanda perché significa chiederci di cambiare
la nostra fede», ha risposto
mons. Cassidy, generando un
po’ di sconcerto. «Riconoscere non significa necessariamente accettare - ha puntualizzato allora Ricca - non si
chiede che la Chiesa cattolica
adotti il ministero delle donne,
ma che lo riconosca come una
possibilità legittima del ministero cristiano contenuta nel
battesimo».
Sullo scarto fra la tensione
verso la promessa dell’unità e
la fedeltà alla propria chiesa,
mons. Cassidy ha infine ribadito che non bisogna temere
l’ecumenismo ma viverlo proprio a partire dalla propria
identità. «È necessario acquistare un’altra fedeltà - ha aggiunto il prof. Ricca -: essere
fedeli non soltanto a ciò che
siamo ma anche a ciò che saremo, senza perdere il senso
della provvisorietà delle chiese di fronte al Regno di Dio».
6
PAG. Il
E Eco Delle Yaui Iäldesi
VENERDÌ 21 MAGGIO 0£BD
Lavori di ampiiamento ail’Ospedaie vaidese di Torre Peiiice
LES HARMONIES: IN CONCERTO CON UNA NUOVA
CASSETTA — Il coro «Les harmonies», diretto da Enrico
Charbonnier, offrirà un concerto sabato 22 maggio, alle 21,
nel tempio dei Coppieri di Torre Pellice. Sarà questa anche
l’occasione per presentare il cd-musicassetta realizzato dal
coro e uscito da poche settimane. Les harmonies è un gruppo vocale che opera dal 1995 e propone brani in italiano,
francese, occitano e piemontese raccolti sia nelle valli vaidesi che nella vicina pianura; oggi il coro è composto da
una trentina di persone e ha al suo attivo numerosi concerti,
il cd e la cassetta possono essere acquistati durante le esibizioni del gruppo oppure dai responsabili presso la sede del
coro in via Beckwith 1 a Torre Pellice.
FESTA DEL PIEMONTE — Verranno esposte su tutti i palazzi della Regione, il 22 maggio, le bandiere italiana e del
Piemonte per celebrare i 28 anni dalla ratifica da parte dello
stato dello Statuto regionale. Per favorire la conoscenza della storia del Piemonte e far conoscere lo Statuto del ’90
l’ente regionale ha istituito la «Festa del Piemonte» che
quest’anno è fatta coincidere con l’anniversario dello Statuto; «E il primo documento ufficiale che la Regione ha emanato nell’ambito delle attività definibili di alta amministrazione - ha detto il presidente del Consiglio regionale, Sergio Deorsola - che, in armonia con la Costituzione stabilisce le norme relative ai compiti, al funzionamento e all’organizzazione della Regione».
INCENDIO NOTTURNO — Un incendio ha semidistrutto un
vecchio fienile in località Albertenga a Torre Pellice nella
serata di domenica 16 maggio. L’edificio, di proprietà del
sindaco di Bobbio, Aldo Charbonnier, ma utilizzato da un
agricoltore della zona è utilizzato per il ricovero di fieno e
non è abitato; dunque il fuoco ha inevitabilmente origini
dolose; pronto comunque l’intervento dei vigili del fuoco.
POMARETTO: È L’ORA DEL GEMELLAGGIO — Il
prossimo fine settimana di Pomaretto sarà contrassegnato
dalla cerimonia ufficiale di gemellaggio con Mirabel-etBlacon, paesi francesi con cui da anni c’è un rapporto di
scambi e di amicizia. La delegazione francese sarà ospite di
Pomaretto con vari momenti di incontri ufficiali.
«MAGGIO FORMAGGIO» — Ritorna dal 28 al 30 maggio il
tradizionale appuntamento con le varietà regionali di formaggio che da qualche anno si svolge a Moretta, il piccolo
Comune del Saluzzese che ospita la rassegna «Maggio Formaggio». Si comincia venerdì 28 nella zona della Fiera, nel
Parco del Santuario, con l’inaugurazione alle 18,30, si proseguirà poi sia sabato che domenica con l’esposizione e la
degustazione dei formaggi, oltre che con numerose iniziative collaterali, tra cui i festeggiamenti (e l’annullo postale)
per i 900 anni del Comune di Moretta. Si esibiranno come
ospiti alcuni gruppi folcloristici siciliani e sabato 29, alle 21,
è atteso il concerto di Fiorella Mannoia in piazza Castello.
«A PASSO D’UOMO» SUL MONTE SAN GIORGIO — In
occasione delle giornate intemazionali per l’ambiente il 29,
30 e 31 maggio la sezione pinerolese del Wwf e le associazioni locali di Cumiana e Piossasco organizzano «A passo
d’uomo», una camminata ricreativa attraverso il futuro Parco provinciale del Monte San Giorgio a Piossasco, il Parco
provinciale dei Tre Denti del Freidour di Cumiana e le
montagne della Comunità pedemontana. Lo scopo dell’iniziativa è sensibilizzare l’opinione pubblica sulle tematiche
ambientali e ricordare il sacrificio di David Bertrand, il giovane volontario dell’Aib morto nell’incendio del 6 febbraio
scorso proprio nell’area del Monte San Giorgio. La manifestazione «A passo d’uomo» prevede inoltre concerti, presentazioni di libri, proiezione di diapositive al rifugio Melano e una mostra allestita a Palazzo Vittone a Pinerolo.
ASSOCIAZIONE AMICI
OSPEDALE VALDESE DI TORRE PELLICE
CHIEDIAMO IL VOSTRO AIUTO!!
Viste le attuali priorità economiche mancano i fondi per ottimizzare l’attività cardiologica dell'Ospedale valdese di Torre
Pellice per l’acquisto di un
Ecocardiografo portatile «Caris»
Per raggiungere l’obiettivo ci mancano £ 57 milioni.
Le offerte intestate all’Associazione Amici dell’Ospedale valdese di Torre Pellice possono essere versate su:
• conto corrente bancario n. 25733 Cariplo di Torre Pellice;
• conto corrente postale n. 18777102;
• direttamente in Ospedale rivolgendosi ai signori Mensi o
Paolucci.
La quota associativa anno 1999 è di £ 50.000.
Il sig. Paolucci, re.sponsabile deH’Ufficio spedalità, su delega
dell’Associazione è disponibile ad illustrarne l’attività.
Il presidente: dr. G. Mourglia.
Raduno alla Foresteria di Torre Pellice dei riformati ungheresi
Una diaspora calvinista all^Est
Sono venuti a decine, da
molte nazioni d’Europa; sono
i rappresentanti di ungheresi
emigrati nell’Occidente del
continente nel 1948 e nel
1956. Il protestantesimo è approdato nell’Est, e in particolare in Ungheria, grazie ai numerosi scambi sia commerciali che culturali con la Germania e l’Italia; il luteranesimo si
è diffuso fra quelli che parlavano tedesco; contemporaneamente è stato «adottato» anche il calvinismo. Trent’anni
fa è nata una vera e propria
organizzazione e dal 1989 si
sono unite anche persone
dell’Est. «Abbiamo scelto
Torre Pellice - racconta Istvan Kotai - non a caso: la nostra organizzazione è stata
fondata a Trento e siamo così
tornati in Italia; abbiamo voluto vedere come i valdesi affrontano problemi molto simili ai nostri, a partire dall’essere minoranza».
«Un altro tema che ha animato rincontro - aggiunge il
prof. Balla Bàlint, che vive a
Berlino - è quello del “ritorno
a casa’’, confrontandolo col
“glorioso rimpatrio’’». «Si è
trattato per noi di una emigrazione per ragioni politiche ed
econorniche; - spiega la pastora Agnes Vàlyi Nagy quelli che sono emigrati da 40
anni difficilmente tornano in
Ungheria. La seconda generazione a un certo punto ha sentito una sorta di impegno di
coscienza per tornare e contribuire a ricostruire l’Ungheria
secondo le proprie capacità.
Chi è tornato non è stato per
altro troppo ben accolto».
Ci sono comunità ungheresi
riformate nei vari paesi europei oppure avete aderito alle
chiese che di volta in volta
avete trovato? «In alcune
realtà ci siamo inseriti nelle
comunità riformate locali partecipando anche ai Consigli
di chiesa e ad altri gruppi racconta Vàlyi Nagy Àgnes,
pastora a Basilea -; in altri
casi sono nate anche delle comunità ungheresi». Qual è la
situazione del protestantesimo in Ungheria? «In Transilvania e in altri paesi dell’Est
non c’è stata, per molti anni
la libertà di praticare la pro
li llbrO presentato a Torre Pellice
«100 anni di Fiat»
LUCIANO PANERO
Nell’ambito dei programmi culturali della biblioteca e in collaborazione con il
Comune di Torre Pellice, la
cooperativa «La tarta volante» ha presentato, nella serata
del 14 maggio, il libro di Lorenzo Gianotti sulla storia
centenaria degli operai della
Fiat «Gli operai della Fiat
hanno cento anni»*. Dopo i
saluti del sindaco. Marco Armand Hugon, e dell’assessore
alla Cultura, Claudio Bertalot, Giuseppe Berta ha ripercorso un secolo di lotte sociali alla Fiat, mostrando come
attraverso alti e bassi, conquiste e sconfitte, scioperi riusciti e falliti, momenti di partecipazione e di riflusso, di paternalismo e di repressione si
sia comunque verificata una
crescita complessiva del movimento operaio.
Secondo Berta un dato costante, che unifica i diversi
episodi, è il fatto che nelle
lotte operaie non si è mai perso di vista il problema della
crescita e dello sviluppo dell’azienda. Anche nel dopoguerra, nel momento della
contrapposizione fra i blocchi,
le ricerche svolte a suo tempo
nell’ambito del Partito comunista mostrano che gli operai
Fiat, quando pensavano a una
condizione ottimale, non guardavano tanto all’Unione Sovietica quanto ai modelli tede
schi 0 scandinavi. E dunque la
svolta verificatasi negli Anni
80, prima ancora della caduta
del muro di Berlino, non va
vista come rifiuto della lotta
di classe tradizionalmente intesa, ma come un porre maggiore attenzione alle esigenze
dell’azienda, alla difesa del
suo valore sociale. Ci si dovrebbe domandare, ha concluso Berta, come mai questa trasformazione in senso socialdemocratico, che è avvenuta
nella base operaia, sia stata recepita soltanto assai più tardi
dai dirigenti politici e sindacali. Per Pietro Marcenaro le lotte operaie del secondo dopoguerra hanno abbattuto il muro che prima divideva i consumi di massa da quelli delle élite dirigenti, favorendo in tal
modo la crescita della produzione in modo simile a quanto
già avvenuto negli Stati Uniti
fin dal primo dopoguerra.
L’incontro ha messo in evidenza come, nel momento
particolare che attraversiamo,
da un lato il movimento operaio tramanda la memoria storica delle sue vicende, dall’altra si interroga criticamente su
di esse, senza rinunciare ad
aprirsi a tutti quei contributi di
fatti e di pensiero che possono
oggi accompagnare positivamente il processo di integrazione in Europa.
(*) Lorenzo Gianotti: Gli operai della Fiat hanno cento
anni. Editori riuniti.
ESpOSiziONE E IaBoRATORÌO:
vìa S. StcoNdo, ÎÔ ' « 0121/201712 Fax 012l/?0?042
E"MAÌ1: CtRtVA@qRÌVA.ÌT lmp://WHAIV.qRÌVA.ÌT
ABBADIA ALPINA ^ PINEROLO (To)
(di ÌRONTE aIU caserma AlpiNI «BéRARcÌÌ»)
VetRÌMA NOviìÀ “ vicob CÌRAud/pORTIci VÌA ChtAppERO
pria religione - aggiunge ancora la pastora Vàlyi Nagy -;
le cose sono cambiate dopo
l’89 quando è arrivata una
ventata di libertà».
A proposito della guerra nei
Balcani; qual è il vostro stato
d’animo? «Nella Vojvodina,
nella parte nord della Jugoslavia, dove l’autonomia è stata
tolta come in Kosovo vivono
alcune centinaia di migliaia di
ungheresi e dunque in quanto
tali temiamo un allargamento
a nord del conflitto - ammette
il prof. Bàlint -; da solo due
mesi l’Ungheria è entrata nella Nato e siamo l’unico paese
direttamente confinante con
la Serbia: dobbiamo perciò
essere molto cauti. Come cristiani dobbiamo registrare una
incapacità di intervenire come
mediatori fra le due parti».
«Se partiamo da basi bibliche
dobbiamo cercare una pace
giusta - aggiunge la pastora
Vàlyi Nagy -; il nostro pensiero va soprattutto alla parte
kosovara ma, anche se consideriamo i bombardamenti il
male minore, auspichiamo finiscano presto».
Firme contro
la guerra
Nei giorni scorsi un gruppo
delle Valli, preoccupato per la situazione di guerra, ha proposto il
seguente documento. Chi vuole
aderire può farlo scrivendo a
L’eco delle valli.
«Beati quelli che costruiscono
la pace, perché saranno chiamati figli di Dio» (Mt. 5, 9).
Siamo tristi e umiliati perché nessuno, in questi ultimi
anni, è riuscito a essere costruttrice/ore di pace nel Kosovo, nel Kurdistan, in Tibet e
in tutte le altre parti del mondo in cui sono presenti conflitti di cui non siamo neanche
informati. Non crediamo che
il rimedio a questa impotenza
si trovi ricorrendo alla guerra.
Non crediamo che si possa legittimare nessuna guerra dal
punto di vista della fede cristiana e quindi neppure in
questo caso. Non crediamo
che gli obiettivi veri dell’intervento Nato contro la Federazione Jugoslava siano stati
chiariti. Nessuno infatti è
informato sui costi reali dell’operazione, né sugli indubbi
vantaggi che qualcuno ne trae.
Crediamo che l’unica via
d’uscita per il perseguimento
dei diritti umani sia l’immediata cessazione di qualsiasi
attività militare e la ripresa
delle trattative con il coinvolgimento di tutte le popolazioni interessate.
Chiediamo al governo italiano di adoperarsi: a) affinché la Nato si ritiri e lasci
spazio airOnu, che intervenga con tutto il peso politico
che le compete, l’autorità, la
libertà e i mezzi necessari per
agire; b) a creare, sempre attraverso rOnu, organismi che
siano portavoce del pensiero
e della volontà delle popolazioni vittime del presente
conflitto; c) a sostenere e promuovere associazioni e gruppi che collaborino alla ricostruzione e per la riappacificazione delle parti.
Claudio Tron, Miguel Angel
Cabrerà, Davide Dalmas, Loretta Costantino, Giorgina Giocane, Graziella Tron, Gianni
Pons, Guglielmo Crucitti, Luciano Deodalo, Nora Balmas,
Anne Zeli, Paola Geymonat,
Paolo Rihet, Vanda Peyronel,
Paola Maurino, Ileana Lanfranco, Franco Fornerone, Nella Meynier, Anna Lami.
Ospedali valdesi
Analisi senza
problemi
lofio si
tóp
Nei giorni scorsi è circ
la notizia che, a seguito la lii
una riorganizzazione nei sei jontanar
Aprali
Ijco asce
vizi di laboratorio degli ospe «ersario
dali valdesi di Torre Pellice, »getto
Pomaretto, un solo laborato ^ Breuzi
rio di analisi sarebbe rimasi Lieo ca
in funzione (a Pomaretto) co, jgerolo i
possibili ricadute sull’utenzi ^rSalzt
della vai Pellice. «I cittadij j,
possono continuare a rivol ^zione
gersi all’Ospedale valdese i gRiccari
Torre Pellice per esami di 1^
boratorio con orario 7-9 d
per
jçpresen:
lunedì al venerdì, senza biso, (jzione»
la Licata:
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gno di prenotazione» precisa
la presidente CiOv Franca
Co'isson che aggiunge: «La [e con ur
Ciov sta impostando progetti Torino. A
di riorganizzazione interna i ~ ’
che possano coniugare servizi
qualitativamente validi coni
rispetto dei vincoli economici
imposti dalla Regione: pa.
quanto riguarda il servizio di
laboratorio, già unificato sulle due sedi di Torre Pellicce
Pomaretto, si prevede di riorganizzare l’attività eseguendo
su una sede la maggior parte
degli esami provenienti da
entrambi gli ospedali e assicurando sull’altra l’effettuazione degli esami urgenti».
La riorganizzazione avvenì
in autunno, con l’entrata in
funzione del nuovo sistema
informatico sanitario e eoa
l’acquisizione di nuove attrezzature più avanzate. Ma peri
cittadino, assicura Coisson,
«non cambierà nulla: i prelievi e le consegne dei referti
continueranno a essere effettuati con le stesse modalità attuali, in entrambe le sedi».
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Insegnanti
struttura di
collegamento
Proseguono le riunioni io
vista di un collegamento nazionale fra insegnanti e operatori della scuola evangelici.
L’incarico di lavorare in vista
di questo obiettivo è stato dato al Consiglio della Federazione delle chiese evangeliche sia dall’ultima assemblea
Fcei che dal Sinodo- Dopo
due seminari svoltisi l’anno
scorso a Torino e Napoli, si è
ritenuto necessario procedere
a convegni nelle varie regioni
per verificare direttamente
con gli interessati l’utilità.i
contenuti, il possibile funzio
namento di una associazione;
Molti sarebbero i campi di
impegno: dalle battaglie pd
la laicità, alla formazione e
all’aggiornamento, alle pfO'
poste per affrontare i fatti religiosi in una prospettiva storica e culturale e non confeS"
sionale, ai progetti resi possi"
bili con l’autonomia delle varie scuole. Di (queste cose,
con particolare riferimento^
nostro territorio, si discuterà a
Pinerolo, venerdì 28 magg'j’’
alle ore 16, nella sala del
chiesa valdese in via dei Mi
le 1, in una riunione cui son
invitati tutti gli evangelici oli
lavorano nella scuola. Sarà)
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lustrata anche una possi
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bozza di statuto della cos
tuenda associazione e si des
gneranno alcuni rapprese
tanti al convegno nazionale
fine ottobre, a Roma,
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confluiranno appunto i dek.
gati dalle varie consultai
locali. La prima parte dell
contro di Pinerolo sarà de ■
cata alla presentazione di
libro particolarmente u
nella scuola: l’autore, Giorg
Bouchard, parlerà del suo
cente testo Cristianesm '
pubblicato da Idea-Libri.
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jono state presentate le candidature per le amministrative del prossimo 13 giugno
/ispiranti sindaci nelle Valli e nel Pinerolese
^ Frali si ripresenta il sin^ circolaljn uscente Franco Grill
eguitoj la lista «Concretezza
e nei sej Lntanara» che avrà come
legli ospe i^ersario Nando Breuza di
“ Pellicei fiogetto e sviluppo»; un allaborato j« Breuza, Bruno Enrico, è
rimasi >^co candidato a Salza di
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ull’utenzi Salza»; a Ferrerò la priI cittadiii 0 sorpresa: di fronte alla
e a rivo! jiàlizione del sindaco uscenvaldese i ^ccardo Legger (Insieme
ami di Ij 0 collaborare) ci sarà una
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'nge: «Liijcon una lista costruita a
forino. A Pomaretto GiorBonis ce l’ha fatta: dopo
jver rischiato di non presenlare alcuna lista il sindaco
economicij jicente ha raccolto intorno a
' ^12 candidati, fra i quali an
eto il vicesindaco uscente
^no Togliatto; insieme a
iin solo altro consigliere garantiranno la continuità rispetto alla passata amminiSazione. Per il resto tanti
Rovani e un buon numero di
tate.
Ipaccatura a sinistra a Perosa Argentina: Patrizia
Santoro, assessore uscente,
guida una coalizione più
mentata a sinistra (Progetto
Mfidarietà), mentre il Ds Giovanni Laurenti guida la coalizione di centro-sinistra «Perosa unita vola oltre il 2.000»;
c’è anche il centro con l’ex
cwigliere provinciale leghista ora Cdu Alberto Trazzi
«Per ricominciare»,
occitana, nel nome al
meno (Pradzala per sa dzent),
a Pragelato con candidato a
sindaco Walter Giuseppe
Marin; gli si oppone Alberto
Ponsat di «Insieme per Pragelato»; ad Usseaux si confrontano Luciano Fornero a
capo di una lista civica e
Adriano Sgarbanti (Insieme
per Usseaux). Novità a Inverso Pinasca: Andrea Coucourde guida «Lavoro e progresso» mentre Silvia Vaccaneo è la candidata a sindaco
della lista «Futuro insieme»;
anche San Germano va verso il cambio della guardia:
dopo l’era Bergeretti si candidano il capogruppo della minoranza uscente Renato Ribet (Lavorare per San Germano) e Clara Bounous (San
Germano 2.000). Confronto
interessante e senza pronostico a Pramollo dove all’interno della stessa area politica si
confrontano Gino Long e il
sindaco uscente Renato Ribet entrambi alla guida di liste civiche di centro-sinistra.
A Villar Perosa si ripropone
il sindaco uscente Roberto
Prinzio (lista di centro-sinistra) che potrebbe anche essere il futuro presidente della
Comunità montana e di fronte
avrà il rappresentante della
Lega Nord Ettore Micol; a
Porte finisce, dopo quasi 30
anni, la storia di Giancarlo
Griot sindaco: c’è una sola lista in gara e dunque ci sarà
un sindaco donna. Laura
Zoggia. Non altrettanto semplice la situazione di Pinasca
dove il confronto è serrato e
nasce all’interno della mag
gioranza uscente: si confronteranno il sindaco uscente
Sergio Pera (Indipendenti) e
Marco Bourlot (Progetto democratico).
Confronto un po’ acido a
San Secondo dove alla lista
guidata dal sindaco uscente
Luciano Martinat (Insieme
per San Secondo) si oppone
l’ex sindaco di Prarostino
Mario Mauro allontanatosi
dalla politica dopo i casi di
tangentopoli all’interno dell’allora Ussl 44; a Prarostino
abbandona Costantino e nella
sua scia si colloca il presidente della Comunità montana
Pedemontana Luca Veltri;
dovrà vedersela con Valdo
Plavan, da anni in amministrazione: entrambi guidano
liste civiche. A Bricherasio si
ripresenta il sindaco uscente
Emilio Bolla, a capo di una
lista civica di centro e di fronte avrà il centro-sinistra di
«Uniti per Bricherasio» che
propone a sindaco Luigi Bosio. Stesso confronto di quattro anni fa a Bibiana: Osvaldo Fornero deve vedersela
con Marcello Rossetto: due
liste civiche. Luserna San
Giovanni è il Comune più
grande del Pinerolese in cui si
vota; si è trovato l’accordo
nel centro-sinistra sulla figura
di Piergiorgio Ghibò (Continuità e progresso), e nel centro-destra che propone il Ccd
Danilo Colomba; ci sarà qui
la seconda lista della Lega
Nord in zona: a guidarla Giovanni Corda. Si era a lungo
parlato di altre liste ma se ne
è perso traccia strada facendo.
Tre liste anche a Rorà:
«maretta» nell’area del centro-sinistra ed ecco uscire una
terza lista prevalentemente di
giovani; a confronto dunque
il sindaco uscente Giorgio
Odetto (lista Quadrifoglio),
Rinaldo Tourn (Testa di camoscio) e Doreria Zanella
(Rorà futura, tre bambini che
tenendosi per mano camminano fra i monti). Confronto
interessante anche a Lusernetta dove al sindaco uscente
Giorgino Cesano (Il pino) si
oppone Marino Giovo (Progetto Lusernetta): nulla è
scontato: giocherà un suo
ruolo anche il progetto di
aprire una cava sotto il monte
Moncucco. Conferma a Torre Pellice per Marco Armand Hugon che guida un
centro-sinistra (Spiga fra i
monti); gli si opporrà, scongiurato il rischio di assenza di
una seconda lista dopo l’abbandono di alcuni leader delle passate opposizioni, un
centro-destra guidato da Matteo Stefanetto Prochet (Alternativa per Torre Pellice). A
Villar Pellice dopo la rinuncia del sindaco uscente Sergio Davit si propone il confronto indolore fra Bruna
Frache e Gianni Catalin;
entrambi guidano coalizioni
di centro-sinistra. A Bobbio
Pellice si confronteranno la
lista del sindaco uscente Aldo
Charbonnier, radicalmente
rinnovata, e quella civica delle «Foglie di rovo con spine»
guidata da Davide Baridon
con il consigliere di maggioranza uscente Luca Bandiera.
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(//Jiniziativa di cacciatori e allevatori che interessa alcune borgate di Maniglia
le pecore sono utili per tutelare il territorio
LILIANA VIGLIELMO
aniglia è un tranquillo
iVA angolo della vai GermaMsca, per molto tempo Comune autonomo, accorpato
i a Ferrerò nel 1928 con altri 6 Comuni limitrofi. 1 villi si trovano nella parte
del versante, in pieno
; al di sopra, fino a 2.200
®tri, si succedono boschi di
ggi, conifere e vasti pascoli.
Come in altre zone vicine,
l’economia era fino a 30 anni
fa solo parzialmente agricola.
Perché il reddito familiare veaiva integrato con il salario
del lavoro nelle miniere di talco del vallone. La chiusura
delle miniere e la distanza dai
centri di fondo valle, dove
c’erano le industrie, hanno
frisato un lento spopolamen’■ dei villaggi e un progressiiro invecchiamento della popolazione. I campi e i prati
abbandonati diventavano pervaste aree cespugliose e
®colte, quasi impraticabili e
Jschiose in case di incendi. A
una mano agli abitanti di
“figlia nella lotta contro le
“diche e i rovi sono interve“oti a un certo punto, a vario
foto, cacciatori e pecorai e la
polizia delle borgate è ora ben
'''’lata. Raimondo Genre, che
? avuto un ruolo di responsa^uità nel condurre le trattati0. ci racconta come sono ar''ate le pecore a Maniglia,
«un’iniziativa di questo geera già stata sperimentadon successo al Murèt, un
“co alpeggio che si trova
Ila parte alta di Maniglia,
u^chi anni fa si è costituito
consorzio mettendo insiepr ! pascoli comunali con i
' di montagna dei privati
j 1 era affittato questo granPascolo a 3 allevatori.
Questo pascolamento così cospicuo aveva consentito di
usufruire di finanziamenti regionali per costruire la stalla
per 100 capi, abitazione, cantina, latteria, acquedotto e tutto ciò che poteva essere utile.
Sulla falsariga di quello che
era successo all’alpeggio, si è
cominciato a chiedere agli allevatori che abitualmente frequentano la valle di fermarsi
nei prati più a valle, all’andata o al ritorno, per pascolare il
bestiame e tenere un po’ puliti i terreni, ma all’inizio senza
successo. Finalmente, un allevatore, un certo Gönnet che
sale tutti gli anni a Rodoretto,
all’alpe della Balma, si è detto interessato alla proposta.
Dopo una serie di colloqui,
nel mese di aprile dell’anno
scorso, siamo riusciti a organizzare un’assemblea di tutti i
proprietari dei terreni intorno
ai villaggi, una sessantina di
famiglie, che hanno dato il
loro assenso per lasciare pascolare 200 pecore per un
mese circa».
— In primavera o autunno?
«In primavera, nel mese di
maggio, Gönnet è arrivato
con le sue pecore, dopo un
mese è salito alla Balma. Durante l’estate abbiamo saputo,
anche tramite L’eco delle valli valdesi, che si poteva far
domanda al Cato 1, l’associazione di cacciatori, per ottenere un contributo per la pulizia di terreni abbandonati. Io
ho inoltrato 2 domande, una
come presidente del consorzio Alpe Murèt e una come
delegato delle famiglie di
Maniglia, proprietari dei terreni: si tratta di 600 ettari in
alto e 60 in basso. La domanda è stata accolta e anche
Gönnet è tornato con 300 pecore, mentre noi ricevevamo
un finanziamento immediato
del 50% sui 15 milioni promessi. Siccome sono stati tutti d’accordo di non spartirsi il
contributo, abbiamo cercato
una ditta che facesse tutto il
lavoro. La più conveniente è
risultata un’impresa di Pragelato, che è intervenuta con
una Terratrak, una specie di
trattore che taglia e sbriciola
tutta la vegetazione, alberelli
sottili compresi. Per le piante
più grosse e per gli angoli
difficili, un cospicuo gruppo
di volontari ha prestato più di
400 ore di lavoro. Alla fine di
dicembre lo sfalcio era terminato, le pecore avevano pascolato e concimato e la ditta
è stata interamente pagata. La
soddisfazione è stata generale, anche chi aveva qualche
perplessità si è ricreduto, ma
ciò che è più importante è la
riscoperta dello spirito comunitario del villaggio».
- Che cosa prevedete per
quest'anno?
«Quest’anno ai 60 ettari ripuliti l’anno scorso aggiungiamo altri 40 ettari: ritorna
Gönnet con 400 pecore che
cimeranno i rovi, ma non ci
ha assicurato un altro passaggio in autunno. Parallelamen
te stiamo sperimentando un
secondo intervento con 3
grandi recinti elettrificati dove pascoleranno 60 pecore
per tutta l’estate, in 2 altre zone sotto la' strada provinciale.
Spostando le pecore da un recinto all’altro si ottiene un
pascolo continuo. Se non tornerà Gönnet, cercheremo di
costruire degli stazzi intorno
ai villaggi, spostando le pecore più di frequente».
- E i cacciatori?
«Siccome i soldi provengono da loro, abbiamo verificato che la selvaggina non si è
diradata, anzi, camosci e caprioli si vedono dappertutto.
Adesso prepariamo la documentazione per chiedere un
altro contributo: se ce lo daranno, cercheremo di ripulire
altri punti inselvatichiti».
- Avete chiesto un affitto
agli allevatori?
«A Gönnet sicuramente no,
era già tanto che portasse le
pecore nei prati. Quest’ultimo
pecoraio ha speso parecchio
per l’acquisto dei recinti, perciò per quest’anno non gli
chiediamo niente; se continuerà il nostro rapporto, forse
gli chiederemo di darci un
corrispettivo».
Nelle
Chiese Valdesi
MONITORI DEL 1“ CIRCUITO — Si svolgerà venerdì 21
maggio, alle 19,30, ad Angrogna l'incontro dei monitori/trici del 1° circuito.
3° CIRCUITO — L'assemblea di circuito si svolgerà a Frali
il 21 maggio, alle 20,30.
ANGROGNA — Domenica 23 maggio, alle 10, culto con
assemblea di chiesa dedicata alla discussione della relazione annua e elezione di 3 anziani/e. Il bazar organizzato
dall'Unione femminile a favore della ristrutturazione della
sala unionista si svolgerà domenica 23 maggio, con inizio
alle 14,30, nella scuola grande e nel presbiterio.
BOBBIO PELLICE — Domenica 23 maggio, alle 10, culto
con Santa Cena e partecipazione della corale; alle 21, nel
tempio, concerto dei coretti di Villar e Torre Pellice con colletta per il rifacimento del tetto della scuola di via Molino.
LUSERNA SAN GIOVANNI — Domenica 23 maggio, Pentecoste, giornata comunitaria: alle 10 culto unico nel tempio
di San Giovanni con Santa Cena; a partire dalle 11,30, nella
sala Beckwith, bazar organizzato dal cucito e stand espositivi
nel cortile dell'Asilo (chi avesse materiale a offerta libera
può consegnarlo entro sabato 22 dalle 15 alle 17 alla sala Albarin); alle 12,30, nella sala, pranzò comunitario self-service
(lire 20.000) prenotazioni presso i pastori (tei. 0121-900271 o
954478) o all'Asilo (tei. 0121-900285) o presso gli anziani. A
seguire musica; visita al bazar e agli stand. Alle 16 tè e torte
(lire 2.000), alle 16,30, nel tempio, incontro su «Noi e l'eutanasia» con il dori. Fabrizio Malan, chirurgo plastico al Cto, Libero Ciuffreda, oncologo alle Molinette, Mario Berutti, pastore incaricato delle visite all'ospedale di Torre Pellice.
PERRERO-MANIGLIA — Incontro dell'Unione femminile
martedì 25 maggio alle 14,30.
PINEROLO — Sabato 22 maggio, alle 20,30, nel tempio
valdese, veglia di Pentecoste. Domenica 23, alle 10, culto
con celebrazione della cena del Signore.
PRAROSTINO — Domenica 23 maggio, alle 10, culto nel
tempio di Roccapiatta con Santa Cena.
SAN SECONDO — Domenica 23 maggio, alle 10, culto
con assemblea di chiesa con all'odg. elezione deputatì/e alla Conferenza distrettuale e al Sinodo, di un cassiere e degli anziani dei quartieri di Cavoretto e Rivoìra-Prese.
TORRE PELLICE — Domenica 23 maggio, alle 10, culto
con Santa Cena.
VILLAR PELLICE — Domenica 23 maggio, alle 10, culto
di Pentecoste con cena del Signore e con la partecipazione
dei diversi gruppi di attività della chiesa; seguirà agape fraterna e pomeriggio dì festa.
Documento dei Democratici di sinistra
«Fermare la guerra
»
Il seguente documento viene inviato dai Democratici di
Sinistra-Unione intercomunale del Pinerolese al presidente della Repubblica, Ciampi,
al presidente del Consiglio,
D’Alema, e al segretario Ds,
Veltroni.
Pur riconoscendo che si è
giunti all’intervento militare a
causa della politica di «pulizia
etnica» perseguita da Milosevic, ma anche per il fallimento dei negoziati di Rambouillet, delle pressioni economiche, delia missione di osservatori Osce, per l’impotenza
dell’Gnu, le debolezze e i ritardi dell’Unione europea, per
il sostegno dato dagli Usa
all’Uck anziché al metodo
nonviolento di Rugova, riteniamo che la guerra non possa
essere il principale mezzo a
disposizione per ottenere
obiettivi di pace e/o umanitari; che non possa essere considerata risolutiva rispetto alle
cause (...) che hanno innescato il conflitto. La guerra, per
le distruzioni e sofferenze che
provoca, per gli strascichi di
rancore e incomunicabilità
che l’accompagnano e che rischiano di durare a guerra finita, non può mai essere giusta, anche quando giusto sia
l’obiettivo che ne muove i
promotori. Riteniamo inoltre
che, a fronte del notevole indebolimento dell’apparato militare serbo, si possa ora considerare da parte Nato la possibilità di riavviare un processo politico-diplomatico, assumendosi la responsabilità di
gesti di buona volontà (...).
Riconosciamo al governo
italiano di avere svolto tentativi importanti di rimettere in
moto la politica e la diplomazia, mantenendo aperta l’ambasciata, sostenendo le «esplorazioni diplomatiche» del
Vaticano e della Russia, attivando un rapporto di concertazione con Germania e Francia (piano Fischer), opponendosi in sede Nato all’intervento di terra, contribuendo a definire la proposta del «G8»,
adoperandosi per Rugova,
stando in prima linea negli interventi umanitari.
Ora (...) invitiamo il governo a promuovere iniziative di
pace, nel rispetto degli impegni con gli alleati ma anche
nel pieno diritto che spetta a
un alleato affidabile e credibile. Il governo si dovrebbe
impegnare a promuovere una
tregua, una cessazione dei
bombardamenti, a fronte di
necessari e concreti segnali,
anche minimi, da parte serba,
di prendere in considerazione
le proposte internazionali
(cessazione delle operazioni
di pulizia etnica, ritiro anche
parziale delle proprie forze
dal Kosovo); attivare il negoziato sulla base della proposta
«G8»; dichiararsi disponibili
per un piano di ricostruzione
del Kosovo e della Serbia, in
presenza di garanzie per la
pace e la democrazia da parte
serba; potenziare l’intervento
umanitario finché necessario.
Da parte nostra intendiamo
impegnarci come cittadini e
militanti a partecipare a raccolte di fondi per la missione
Arcobaleno; all’attivazione di
adozioni a distanza di bambini di famiglie sia kosovare sia
serbe; a promuovere presso le
amministrazioni locali progetti di aiuto e cooperazione con
Comuni kosovari e serbi; organizzare sedi e momenti di
riflessione e dibattito. Invitiamo tutti i cittadini del Pinerolese a partecipare a queste iniziative come anche a quelle
fin qui promosse e attivate dal
mondo del volontariato in Italia e nelle zone del conflitto.
8
PAG. IV
E Eco Delle ^lli ^ldesi
VENERDÌ 21 MAGGIO 199g
La scuola elementare di Pomaretto intitolata all'ex moderatore della Tavola valdese
Virgilio Sommani; pastore e educatore
Lunedì 24 maggio si svolge
la festa di intitolazione a Virgilio Sommani della scuola
elementare di Pomaretto. La
manifestazione comincia alle
ore 9 alla scuola, che fa parte
dell’Istituto comprensivo
Gouthier, con i saluti delle
autorità e prosegue alle 9,45
con lo scoprimento della targa con il nome della scuola;
alle 10 è prevista la presentazione dei murales dipinti dagli alunni e alle 10,30 la firma dei partecipanti nel Libro
d’oro della scuola. Tutti sono
cordialmente invitati.
Lettera aperta dell'ex
direttore della scuola
elementare di Pomaretto
Franco Calvetti ai bambini
Cari scolari della scuola
elementare di Pomaretto,
il 24 maggio prossimo sarete in festa e in quel giorno ci
sarà un momento importante
per voi: l’intitolazione del vostro edificio scolastico a Virgilio Sommani. Sono spiacente di non essere in mezzo
a voi perché in quei giorni
sarò in Germania. Se fossi
stato lì con voi vi avrei certamente parlato di Virgilio
Sommani che ho conosciuto
quando ero giovane. Che cosa
ricordo di lui? Ricordo un signore di città che si distingueva da tutti per i vestiti
scuri e eleganti che indossava, il cappello di foggia antica, per la camminata diritta e
fiera, per il fatto che portava
sempre con sé una cartella
scura. Il suo aspetto era severo e incuteva un po’ di timore, ma quando si avvicinava a
noi ragazzi ci scrutava ben
bene come se volesse fare un
controllo su di noi e poi ci
gratificava con un sorriso largo, buono, gioioso. Il suo forte «buongiorno figliuolo, figliuola!» ci sorprendeva: ci
salutava togliendosi il cappello come se fossimo persone
importanti. Lo potevi incontrare tutti i giorni sulla strada
che va da Pomaretto a Perosa.
Si recava all’ufficio postale
oppure prendeva il trenino
che lo avrebbe portato a Pinerolo o Torino. Ogni tanto lo si
vedeva salire sul pulpito del
tempio di Pomaretto, alto e
stretto nella sua austera toga
di pastore. Parlava tanto bene, pronunciava le parole
scandendo bene i suoni, il suo
accento sembrava per noi pomarini quello di uno straniero
perché aveva conservata la
pronuncia toscana, della sua
terra natale. Io mi incantavo
ad ascoltarlo mentre ci parlava della bontà dell’Iddio misericordioso, della sua mano
che si sarebbe posata sulla
nostra e ci avrebbe accompagnato nelle prove e nelle tribolazioni presenti e future. E
cantava alto e forte con aria
ispirata. Adorava assistere alle recite che per Natale, il 17
febbraio, la festa della mamma ci vedevano attori sprovveduti: era lì in prima fila con
la bocca aperta come un bambino e con gli occhi che mandavano bagliori di felicità.
Ecco che cosa mi ricordo se
chiudo gli occhi e pronuncio
il nome di Virgilio Sommani.
Ma chi era costui per il quale
si intitola oggi la vostra scuola? L’ho imparato leggendo e
scartabellando dei documenti.
Virgilio Sommani nacque a
TENNIS TAVOLO
Si sono svolti lo scorso fine
settimana a Lusema San Giovanni i campionati pinerolesi
di tennis tavolo. A conferma
del buon lavoro svolto con le
scuole si sono registrati ben 34
iscritti nel torneo under 14; in
tutto si sono alternati ai tavoli
un’ottantina di pongisti. Nel
torneo under 14 femminile ha
vinto Marianna Passio che ha
superato Michela Pranza e
Adriana Cavallaro; nell’under
14 maschile vittoria di Samuele Canale su Samir Penoglio.
Primo Mauro Cesano nell’under 18 davanti a Oscar Vicentini. Vittoria di Richiardoni
negli amatori. Pra gli assoluti
hanno vinto Davide Gay davanti a Marco Malano e nel
doppio Gay e Battaglio hanno
superato Malano e Sergio Chiri. Sabato 15 si è anche svolta
a Torre Pellice la prima partita
di spareggio per il passaggio
in B2; il Ciriè ha battuto la
Valpellice per 5-1 con un solo
punto di Davide Gay: rivincita
sabato 22 a Ciriè.
visione maschile junior B il
3S Pinerolo ha superato il
Con voi volley per 3-0.
PALLAVOLO
L’ultimo week-end ha visto
ad Aosta un quadrangolare under 16 a cui ha partecipato anche il 3S guidato da Marco
Gardiol. Primi a scendere in
campo i vicecampioni piemontesi dell’Atlante Savigliano,
che hanno a superato i pinerolesi per 2-0. 11 3S ha poi perso
con uguale punteggio dall'Olimpia Aosta mentre, battendo il Cus Torino per 2-0, si
è classificato al terzo posto.
Nel campionato di terza di
ATLETICA LEGGERA
Si sono disputati a Sanfront
i campionati piemontesi di
staffetta di corsa in montagna. Il miglior risultato per i
giovani pinerolesi è venuto
dai cadetti Roñal Mirabile e
Fabio Piscitello (3S Sangermanese). Quarto posto, invece, per le ragazze Elisa Reynaud e Sabrina Piangerò.
Nella categoria maschile nono posto per Marchisone e
Restagno sempre dell’associazione 3S. Nelle gare di
contorno individuali buoni
piazzamenti per gli esordienti
Federico Reynaud, Xavier
Turaglio e Giuliano Girard,
giunti terzo, quarto e settimo.
LA FESTA DELLO SPORT
HA 18 ANNI
I prossimi fine settimana saranno contrassegnati dalla 18“
Festa dello sport; organizzata
dal 3S, l’edizione di quest’anno vedrà impegnati oltre
2.000 atleti fra atletica, pallavolo, pallamano, ginnastica,
nuoto, pallacanestro, danza
sportiva. Sarà ancora una volta un’edizione internazionale;
quest’anno, accanto ai «soliti»
ospiti della cittadina slovacca
gemellata con Luserna, Prievidza e Zvolen, ci saranno
atleti dal Montenegro e dalla
Croazia. È ovvio che il senso
di queste presenze, oltre che
sportivo, vuole essere di amicizia; il desiderio di pace sarà
portato a Luserna da due delegazioni di giovani dai Balcani.
Per la pubblicità su
tei. 0121-323422, fax 0121- 323831
Firenze nel 1881 e morì a Pomaretto nel 1968. Trascorse
la sua infanzia in un collegio
il cui direttore si chiamava
Giuseppe Comandi, un grande educatore di Firenze. Divenne maestro elementare,
andò ad insegnare in un paesino vicino a Firenze, sulle
colline della Toscana. Lì
Sommani capì che la cosa che
lo interessava di più nella vita
era insegnare ai giovani. Si
appassionò a spiegare la botanica, insegnò a cantare, a suonare uno strumento, dipinse e
insegnò a disegnare e a colorare. Divenne così bravo che
fu chiamato quale direttore di
un istituto, il Gould di Firenze, che accoglieva allora tanti
ragazzi per lo più orfani o di
famiglie povere. Quanto si divertì e divertì i ragazzi durante quei 14 anni! Venne chiamato a esercitare il pastorato,
a evangelizzare, a confortare
poveri e ammalati. Fu anche
moderatore della Tavola valdese, cioè fu il coordinatore
per anni dell’opera della
Chiesa valdese in Italia. Ma il
suo cuore batteva più forte
Virgilio Sommani
quando incontrava i giovani e
il ricordo dell’Istituto Gould
nel quale i suoi ragazzi lo
chiamavano «zio» non lo abbandonò mai. Ai giovani dedicò gli anni più intensi della
sua vita componendo poesie,
recite, canti e scrivendo un
bellissimo libro per ragazzi.
Buccino, che spero continuerete a leggere. Ricordate queste cose quando direte «la
mia scuola si chiama Virgilio
Sommani». Un affettuoso saluto, Franco Calvetti.
Lo sciopero
è un diritto
Sono tanti i lavoratori degli
ospedali valdesi di Pomaretto
e Torre Pellice che stanno
aderendo all’iniziativa delle
Rsu di devolvere almeno il
corrispettivo di un ’ora di lavoro per i profughi del Kosovo.
Tanti avrebbero però voluto
partecipare alla giornata di
mobilitazione del 13 maggio; il
dissenso rispetto alla guerra in
corso non è però stato visibile
negli ospedali a causa, ci .scrivono una trentina di lavoratori. di un vero e proprio boicottaggio dello sciopero.
«I lavoratori dell’Ospedale
di Pomaretto che ritengono
giusto lottare contro la guerra
in Jugoslavia avevano diritto
di partecipare alla giornata di
lotta indetta per il 13 maggio
1999; aderire allo sciopero è
un diritto di ogni lavoratore.
Lo sciopero contro la guerra è
una pacifica risposta che
ognuno può scegliere quale
espressione delle sue convinzioni etiche e/o politiche, indipendentemente da chi ha organizzato la giornata di lotta.
È deplorevole che di fronte
a tali problematiche siano state diffuse “voci” tra i lavoratori secondo le quali questo
sciopero fosse un diritto limitato agli iscritti delle organizzazioni sindacali di base firmatarie dell’appello.
E altrettanto deplorevole
che le direzioni, pur a conoscenza dell’iniziativa, non abbiano predisposto gli ordini
di servizio per la copertura
delle attività essenziali. Pertanto il personale condanna
l’atteggiamento antisindacale
delle direzioni».
seguono 29 firme
Comunità
montana e ospedali
per la popolazione che sul
piano occupazionale. Per
questi motivi il 28 aprile la
giunta ha assunto una deliberazione (documento agli atti
consultabile da qualsiasi cittadino) che chiede alla Ciov e
all’Asl di «pianificare congrue risposte ai problemi sanitari delle zone montane»,
mentre invita la Regione Piemonte a rendere compatibili
le esigenze di riconversione
dell’offerta di servizi e della
spesa relativa con le peculiarità di zone montane già depresse e necessitanti di specifiche progettazioni, quali il
«Distretto montano potenziato». In precedenza, questo assessorato aveva ripetutamente
cercato il confronto fra la direzione dell’Asl 10 e quella
della Ciov, confronto che entrambe le suddette parti ritenevano necessario se mediato
direttamente dalla Regione.
Il ruolo di indirizzo e vigilanza proprio della Comunità
montana, ai sensi della legge
regionale 10/95, si è sostanziato sia nel momento della
stesura delle «Intese di programma» che della progettazione per il «Distretto montano potenziato» che, in ultimo,
neli’affrontare questo grave
problema della riduzione dei
ricoveri presso gli ospedali
valdesi: in tutti questi ambiti
si è fortemente difeso il mantenimento e il potenziamento
della qualità della vita nella
nostra zona montana.
Elda Bricco
assessore ai Servizi sociali
Comunità montana vai Pellice
In relazione all’articolo del
vostro giornale datato 7 maggio avente per titolo «Preoccupazione per gli ospedali vaidesi» e sottotitolo «I sindaci
interpellano la Regione» faccio presente quanto segue.
La Comunità montana vai
Pellice si è fatta carico negli
ultimi mesi della problematica degli ospedali valdesi sul
territorio, per la sua forte rilevanza sia in termini di salute
croci ugonotte in
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Pinerolo (To)
Appuntamenti
21 maggio, venerdì
PINEROLO: Alle 17,30, al
Museo della diocesi, presentazione della tesi di laurea di Nicola Rossetto su «Charvaz e
l’istruzione popolare nella diocesi di Pinerolo 1834-1847».
PINEROLO: NeH’auditorium «Vittime della mafia», alle 20,45, incontro su «Politica
e valori, oggi, destra e sinistra», interventi di Domenico
Fisichella, vicepresidente del
Senato, e dell’on. Walter Veltroni; modera Vittorio Morero.
TORRE PELLICE: Nella
sede dell’associazione «Metamorfosi nell’era dell’Acquario», via Bouissa 13/3, alle 21,
presentazione dello «Shiatsu»
con Daniele Bellora. Ingresso
gratuito.
PINEROLO: AI teatro Incontro di via Caprini, alle 21,
va in scena «La traviata» di
Giuseppe Verdi, libera riduzione realizzata dagli allievi del
corso A della scuola media di
San Secondo.
ANGROGNA: Alle 21, nella biblioteca comunale, incontro sul tema: «Per una cultura
di salute e di solidarietà» in
collaborazione con l’Acat e
l’associazione Arcobaleno.
22 maggio, sabato
VILLAR PELLICE: Alle
21, nel tempio valdese, serata
musicale a favore dei bambini
di Cemobil con la partecipazione del coro di voci bianche, del
coro polifonico e dell’ensemble di fiati dell’Istituto musicale Corelli di Pinerolo.
LUSERNA SAN GIOVANNI: Nella chiesa del Sacro
Cuore, alle 21, concerto del coro piemontese «La Rocca» a
cura dell’Avis, a favore dall’Admo per la donazione del
midollo osseo, con un intervento del presidente dell’associazione, Mario Bella.
SAN SECONDO: Alle 21,
nel tempio valdese, concerto
delle corali di San Secondo e di
Angrogna a favore dei profughi.
TORRE PELLICE: Al teatro del Forte per la rassegna
«Amatoriale», alle 21,15, va in
scena «La presidentessa» della
compagnia Vecchio Teatro. Ingresso lire 10.000.
POMARETTO: Alle 15, alla scuola latina, incontro su
«Lavorare su diari e biografie»
con Clara Bounous.
BRICHERASIO: Nella
chiesa di San Bernardino, alle
21, concerto de «1 music piemunteis» di Ciriè.
)ERVIZI
VALU
CHISONE • GERNIANASCA
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:
telefono 167-233111
Guardia farmaceutica;
(turni festivi con orario 8-22)
DOMENICA 23 MAGGIO
Perosa Argentina: Bagliani Piazza Marconi 6, tei. 81261
Ambulanze:
Croce Verde, Perosa: tei. 81000
Croce Verde, Porle : tei. 201454
VAL PELLICE
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:
telefono 167-233111
Guardia farmaceutica:
(turni festivi con orario 8-22)
DOMENICA 23 MAGGIO
Bricherasio: Ferraris - via Viti.
Emanuele 83/4, tei. 59774
Ambulanze:
CRI - Torre Pellice, tei. 953355
Croce V. - Bricherasio, tei. 598790
PINEROLO
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:
Ospedale civile, tei. 167-233111
Ambulanza:
Croce Verde, tei. 322664
SERVmO INI^RMlEAmiCO
dalle ore 8 alle 17, presso le
sedi dei distretti.
23 maggio, domenica
PINEROLO: Nella chiesa
di San Maurizio, alle 14,30
giornata ecumenica dei giovani; alle 21 serata musicale.
25 maggio, martedì
TORRE PELLICE: Alle
16,30, nella biblioteca comunale, Carina Favaccio e Gabriella Gagliardino del Cisv
propongono fiabe e favole da
tutto il mondo per bambini dai
6 ai 10 anni.
FERRERÒ: Nella sala delle
attività della chiesa valdese, alle 20,30, Claudio Tron parlerà
su «Dall’800 a oggi» per il corso di storia valdese.
26 maggio, mercoledì
PINEROLO: Alle 20,45,
nel Museo di scienze naturali,
incontro sul riconoscimento
degli alberi su «Frutto e seme,
boschi di montagna».
27 maggio, giovedì
TORRE PELLICE: Nell’
aula sinodale della Casa valdese, alle 21, incontro su «Dove
morire, morire in ospedale,
l’hospice, morire in casa», a
cura dell’associazione Rafael;
intervengono Silvio Falco, direttore sanitario dell’ospedale
valdese, e Fabio Bassetti, infermiere professionale. Moderatore dell’incontro il pastore Alberto Taccia.
TORRE PELLICE: Nella
biblioteca della Casa valdese,
alle 15,30, per l’Unitrè, concerto dell’Art Ensemble con Fabrizio Fantino al clarinetto
Paolo Fantino al violino. Ma
riangela Arnaboldi, al pia
noforte, musiche di Ponchielli
Joun, Milhaud, Strawinski.
28 maggio, venerdì
PINASCA: Nel salone della
Pro Loco gli alunni della scuola elementare «Hurbineck»
presentano «Il mestiere carbonaio a Gran Dubbione», dal li
bro al palcoscenico.
Cinema
TORRE PELLICE — 11 cinema Trento ha in programma,
giovedì 20 ore 21,15, Beaumarchais l’insolent di Eduard
Molinaro, in lingua originale;
venerdì 21, ore 21,15, Truman
show di Peter Weir. Sabato 22
maggio, ore 20,10 e 22,20, Biglietti... d’amore; domenica
23, ore 18 e 21,15, lunedì e
martedì, ore 21,15 La sottile linea rossa (drammatico. Usa).
BARGE — Il cinema Comunale propone, venerdì 21,
ore 21,15, La formula; .sabato
22 maggio, ore 21,15, Obsession ; domenica, ore 15,15,
17.15, 19,15 e 21,15, lunedì,
martedì, e giovedì, ore 21,15,
La vita è bella.
PINEROLO — La multisala
Italia ha in programma alla sala «5cento», da giovedì, A prima vista; feriali 20 e 22,20, sabato 20 e 22,30, domenica
15.15, 17,40, 20, 22.20; alla sala «2cento», Matrix: feriali,
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Sped. in abb. post./50
Pubblicazione unitaria con Riforma
non può essere venduto separatamente
Reg. Tribunale di Pinerolo n. 175/60
Resp. ai sensi di legge Piera Egidi
Stampa: La Ghisleriana Mondovì
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Un'originale cerimonia sulle acque della Liguria
Matrimonio in mezzo al mare
Un marittimo e la sua futura sposa, membri della Chiesa
battista di Rapallo, hanno dato così la loro testimonianza
Della splendida cornice del
golfo Paradiso si è celebrato il
7 aprile il matrimonio fra LuijiaProtej e Francesco (meglio
fonosciuto come Franco)
gozzo, ambedue membri della Chiesa evangelica di Rapallo, dove Franco aveva dato la
sua testimonianza battesimale ippena tre giorni prima,
jion metterebbe conto di date a questo matrimonio maggior risalto rispetto a circostanze analoghe, se esso non
si fosse svolto a bordo di un
natante ormeggiato al largo
del golfo Paradiso. In realtà
l'Idea della barca in mezzo al
mare si presta bene come paSbola della vita e proprio in
Ijjuesto modo Luigia e Franco
^0 pensato di dare inizio
jlforo matrimonio. La nostra
Utenza assomiglia un po’ a
una barca in mezzo alle onde:
ci sono momenti di calmàùna
jiiche di tempesta ed è importante riuscire a rimanere
ipffedi nonostante le ondate
e ^scossoni.
, Nella mattina alcuni membri della chiesa di Rapallo e
¿invitati sono saliti con gli
sposi a Camogli sulla moto
«Paradiso», che dopo un
teve giro del Golfo è andata
abnneggiarsi al riparo dalle
bàé sotto punta Chiappa. Lì
il pastore Franco Scaramucciahd raccolto le dichiarazionidei nubendi e li ha dichiaratfsposati secondo gli usi
dellé chiese aventi parte
deffUcebi, attestando poi che
tal^atrimonio, a norma
d^ncolo 10 della legge n.
USm'ha efficacia e validità
''nell’ordinamento itaSuccessivamente è sta
li pastore Scaramuccia celebra il matrimonio a bordo della motonave «Paradiso»
ta predicata la parola del Signore per gli sposi ed è stata
invocata la benedizione del
Signore su di loro. Nonostante le avverse condizioni del
tempo e il mare abbastanza
mosso, tutto si è svolto nel
migliore dei modi. Il pastore è
riuscito a mantenersi in piedi
nonostante il movimento della barca e a guidare la riunione senza troppa difficoltà.
In questo modo Franco,
che è marittimo di professione, ha voluto legare al mare
anche un momento così importante per la sua esistenza
come il suo matrimonio. D’
altra parte i due sposi hanno,
come tutti i credenti, la convinzione che il Signore è con i
suoi non tanto nei luoghi tradizionalmente destinati al sacro ma là dove è invocato
con fede. E sulla barca è risuonata la sua Parola, con le
sue promesse e le sue esortazioni, dando a tutti i presenti
motivo di riflessione e di meditazione.
In particolare coloro che
non conoscevano le nostre
chiese evangeliche sono rimasti molto interessati e impressionati da quanto hanno
ascoltato. Terminato il culto,
il battello ha attraccato nella
caletta, nota come «porto pidocchio», da dove i partecipanti hanno raggiunto un
noto ristorante della costa
camoglina per il pranzo di
nozze; nel tardo pomeriggio
la motonave è venuta a riprendere i convenuti per riportarli al porto di partenza,
concludendo così allegramente una gioiosa giornata.
i A Bethel la giornata comunitaria del 15° circuito
Bibbia e attualità per l'anno giubilare
FURIO CRUCITTI
A NCHE quest’anno, come
fiormai avviene da diversi
®ni, per il 1° maggio il Cenilo evangelico «Bethel» ha
fepitato la giornata comuni¿a organizzata dal 15° cir®to delle chiese valdesi e
metodiste in collaborazione
i^on il comitato di Bethel. La
manifestazione si prefigge lo
®opo di riunire insieme non
loltanto i membri delle chiede valdesi della Calabria e di
Messina ma tutti coloro, ei^gelici e non, che sentono
a desiderio di trascorrere una
fornata di comunione fraterna. Buono è stato il numeio dei partecipanti anche se
ton ha raggiunto le aspettatine degli organizzatori.
Dpastore Salvatore Rapisar"eha tenuto la conferenza sul
tenia «Paesi poveri, paesi ricJoie ruolo delle chiese all’aledel terzo millennio». Am
pia e interessante è stata l’esposizione del pastore Rapisarda che ha suddiviso il discorso in due parti; uno di carattere biblico e uno di attualità. La prima parte di carattere biblico è stata ancora suddivisa in tre punti: il sabato,
l’anno sabatico, il giubileo.
Nella seconda parte, invece, il
relatore ha preso in esame le
motivazioni e i meccanismi
che hanno portato all’indebitamento dei paesi poveri e il
loro sfruttamento a totale
vantaggio dei paesi ricchi.
11 pastore Rapisarda ha
quindi illustrato l’iniziativa
«Jubilee 2000» a cui ha aderito anche la Federazione delle
chiese evangeliche (Fcei),
tendente alla cancellazione
del debito internazionale e alla giustizia eco.nomica. La
partecipazione alla discussione è stata buona. La manifestazione, che si è svolta in
una giornata calda e di bel
Lunione cristiana
evangelica battista d'Italia
L’Ente patrimoniale dell’UCEBl (Unione cristiana evan8®lica battista d’Italia) con sede in Roma, piazza San Lof®nzo in Lucina 35 ricerca
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collocare presso la Casa di riposo e la comunità eduper minori dell’Istituto G. B. Taylor in Roma, via del
Spighe, 8,
1,?* prega di inviare domanda con curriculum dettagliato
p Ente patrimoniale dell’UCEBl - piazza San Lorenzo in
35 - 00186 Roma, entro il 20 giugno 1999.
informazioni rivolgersi all’Ente patrimoniale
.^UCEBI. tei. 06-6876124 e 6872261 fax 06-6876185.
PAG. 5 RIFORMA
... Primo distretto
Gita delle
Unioni
femminili
VERA LONG
tempo, si è conclusa con una
agape fraterna.
Accanto alle note liete della
giornata, vi è purtroppo da
annotare un episodio sconcertante. Negli ultimi tempi, il
Centro è stato oggetto di diversi furti con scasso. Grande,
però, è stata la sorpresa del
gruppo di lavoro che venerdì
30 aprile si è recato al Centro
per predisporre i locali per
ospitare la giornata comunitaria, nel constatare che era
stata data alle fiamme la fascia di sottobosco per quasi
tutto il perimetro dei locali.
Ancora più grave è stato il fatto che l’episodio si è ripetuto
nella serata, con tre diversi focolai, mettendo in apprensione il gruppo. Sono fatti sconcertanti non meglio definiti
che creano molte difficoltà,
ma che danno anche lo sprone a continuare l’opera di testimonianza evangelica che è
la finalità di «Bethel».
OGNI due anni le Unioni
femminili del I distretto
hanno l’abitudine di fare vìsita a una piccola comunità
valdese, metodista o battista
del Piemonte e della Liguria.
Fino all’anno scorso l’occasione era di trovarsi insieme
per la giornata mondiale di
preghiera; quest’anno in altra
data è stato incontrato il
gruppo di Vercelli.
La scelta non poteva essere
più azzeccata. Il centinaio di
sorelle delle Valli è stato accolto calorosamente dai vercellesi che avevano preparato
in modo ammirevole l’accoglienza nel centro «Ca del
Mariu bel». Il culto preparato
da sorelle delle Valli, con la
forte predicazione della pastora Anne Zeli sul testo di
Giovanni 15, 1-8, e la Santa
Cena presieduta dalla responsabile del gruppo di Vercelli, Gabriella Coucourde,
sono stati seguiti con raccoglimento da tutti i presenti:
dagli ospiti che portavano un
contributo di presenza e dagli ospitanti che, come ha ricordato una anziana sorella,
si sentivano forti in mezzo a
tante sorelle e fratelli in fede.
Vercelli e le sue risaie, le
più vaste d’Europa, erano
state conosciute alle fine del
’600 da migliaia di valdesi
che, dopo la revoca dell’Editto di Nantes e la cacciata dalle Valli, avevano soggiornato
prima nelle prigioni del Piemonte e poi si erano avviati
verso la Svizzera. Nel Vercellese si erano fermati e centinaia erano morti a causa
dell’orribile clima. Al principio di questo secolo gruppi
di evangelici si sono fermati
in questa zona e col passare
del tempo si sono organizzati: ora la comunità metodista
ha un tempio e un pastore, il
giovane Jonathan Ferino,
che divide con i gruppi di
Biella e Vintebbio.
La zona è quasi interamente coltivata a riso e le risaie si
estendono a vista d’occhio
per chilometri: era naturale
che il pranzo fosse a base di
riso, il locale piatto contadino, la panissa (riso condito
con fagioli e brodo di salame). Riso fatto ben conoscere
nelle sue specialità dal presidente del Consiglio di chiesa,
molto esperto sull’argomento. Nel pomeriggio, una breve visita alla città sotto la guida di Gabriella, terminata nel
locale di culto di via Bodo.
Qui saluti, ringraziamenti e
un arrivederci alle Valli. La
giornata, iniziata un po’ grigia alla vista della nebbia, è
terminata nella riconoscenza
e nella gioia per l’incontro
con tanti evangelici. Sarebbe
necessario programmare più
sovente questi incontri.
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via Principe Tomaso, 1 ■ Torino
011 -6689804 - fax 011 -6504394
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dettagliato all’Ente patrimoniale dell’UCEBI - piazza San Lorenzo in Lucina, 35 - 00186 Roma, entro il 20 giugno 1999.
La graduatoria dei candidati verrà fissata da una commissione esaminatrice e resterà aperta fino al 31-12-99 per
eventuali e ulteriori assunzioni.
Per informazioni rivolgersi all’Ente patrimoniale
dell’UCEBI, tei. 06-6876124 e 6872261 fax 06-6876185.
Agenda
SONDRIO — Alle ore 21, al Centro evangelico di cultura
(via Malta 16), la pastora Milena Beux del Centro studi
ebraico-cristiani di Lugano, parla sul tema: «Protestantesimo, ebraismo e antisemitismo».
TORINO — Alle ore 20,45, nel Salone valdese di corso Vittorio Emanuele, il saggista Giulio Girardi parla sul tema;
«Segni di speranza in America Latina» per il Centro evangelico di cultura «A. Pascal». Presiede il past. Bernardini.
J
FIRENZE — Alle ore 17, al Centro culturale protestante «P.
M. Vermigli» (via Manzoni 21), il past. Piero Bensì tiene
una conferenza sul tema: «Miracolo e santità».
TORINO — A partire dalle 16, in piazza Vittorio Veneto ang.
via Po, le chiese cristiane della città (cattolica, evangeliche,
ortodossa) invitano a una «Festa ecumenica di Pentecoste»,
che prevede canti e danze, preghiera ecumenica, e alle 21
una veglia ecumenica. Sarà allestita una mostra su: «Debito
internazionale, schiavitù e sfruttamento della terra».
PACHINO — Alle ore 19, nella chiesa valdese (via Torino
14), il prof. Daniele Garrone parla sul tema: «L’utopia di Dio;
le sfide del giubileo biblico».
I
23 maaaio
SANT’ANTONINO DI SUSA (To) — Alle 15,30, nella chiesa
battista, si tiene un culto speciale per ricordare il 95° anniversario della predicazione dell’Evangelo nel paese, con
predicazione del past. Adriano Dorma. Segue un concerto
di canti della Riforma del «Sestetto evangelico» del Centro
di cultura «P. e L. Paschetto» di Torino.
TORINO — Alle 17,30, nel tempio valdese di corso Vittorio,
l’organizsta Paolo Guardiani esegue per «Musica e preghiera» brani di Bach, Buxtehude, Marchand, Frescobaldi.
24 magi
PACHINO — Alle ore 19, al Cinema Politeama, il prof. Corrado Rinaldi parla sul tema: «Perché la guerra?», su iniziativa di vari enti e della Chiesa valdese.
■
MILANO — Alle ore 18, in via Sforza 12/a, per il ciclo dedicato ai Salmi tra fede, storia e poesia, il past. Fulvio Ferrario parla sul tema; «“Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” (Salmi 22,1). 1 Salmi nel Nuovo Testamento».
MANTOVA — Alle ore 21, nella chiesa valdese (via I. D’Este
13), la pastora Letizia Tomassone tiene il primo di tre studi
biblici sul profeta Osea per organizzazione del Sae. L’incontro è dedicato all’introduzione e al contesto («Amore
patriarcale contro le religioni femminili?»).
CASIER (Treviso) — Al Seminario eucaristico S. Pio X (via
Corte d’Assise 20), con inizio alle 15,30 del 28 maggio, si
svolge la conferenza «Reach thè Unreached (Raggiungi i
lontani) Conference ’99» organizzato dal Dipartimento di
evangelizzazione dell’Ucebi insieme ad altre chiese evangeliche italiane ed estere. Tra i relatori Abraham K. Essien
(Torino), «Le iniziative degli immigrati nel contesto delle
comunità cristiane italiane»; Litio Barrameda (Chiesa filippina di Roma), «Perché il cristianesimo deve cambiare per
non rischiare di morire»; Bruno Tron, «150.000 evangelici
stranieri in Italia; un’opportunità per crescere insieme alle
chiese italiane»; Annemarie Dupré, «La legge sull’immigrazione: problemi, prospettive e come farsi assistere in caso
di ricorso». Quota di partecipazione £ 50.000. Per informazioni: pastore Carmine Bianchi, tei. 0532-904308.
VENARIA (To) — Il pastore Raffaele Volpe di Firenze predica nei locali della chiesa battista (via Zanellato 53) in due
serate di evangelizzazione, alle 20,30, nel culto di adorazione (domenica ore 10) e in un culto battesimale (ore 16).
30 maggio
CASORZO D’ASTI — Alle ore 16, presso la Casa di riposo,
per il Centro culturale «L. e P. Paschetto», si tiene un concerto del «Sestetto evangelico».
MILANO — Alle 18, nella sede del Sae (piazza S. Fedele 4), il
prof. Paolo Ricca parla su: «Dopo l’Assemblea di Harare».
SIRACUSA — Con inizio alle 17, nel salone della Provincia
(via Malta 106), si tiene un convegno organizzato dall’ente
con la Chiesa battista sul tema: «Le chiese evangeliche quali
voci di minoranza e la comunicazione di massa». Relazioni
e interventi di Bruno Marziano, Agata Ruscica, Salvatore
Rapisarda, Giorgio Girardet, Giuseppe Vecchio, Bent Parodi, Piera Egidi, Giorgio Gardiol. A conclusione, concerto di
negro spiritual dell’Ensemble «Freedom Sounds».
Radio e televisiona
CULTO EVANGELICO: ogni domenica mattina alle 7,27 sul
primo programma radiofonico della Rai, predicazione e
notizie dal mondo evangelico italiano ed estero, appuntamenti e commenti di attualità.
PROTESTANTESIMO: rubrica televisiva di Raidue a cura
della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, trasmessa a domeniche alterne alle 23,40 circa e, in replica, il
lunedì della settimana seguente alle ore 9,45 circa. Domenica 30 maggio (replica lunedì 7 giugno) andrà in onda:
«Un incontro ecumenico a Torre Pellice; Le chiese evangeliche e l’otto per mille; La Claudiana, una presenza
evangelica alla Fiera del libro di Torino».
10
PAG. 6 RIFORMA
Commenti
Riforma
Crocifìssi e laicità
Piera Egidi
Ma 1 avete visto, in una rapida apparizione televisiva,
questo silenzioso, introverso, quasi dimesso professore in
I pensione, Marcello Montagnana, reo di aver «contestato il
I crocifisso» nei luoghi pubblici, nel caso specifico in un seggio elettorale? La corte che lo ha condannato era sovrastata a sua volta da un gigantesco crocifisso. Lui si è lievemente inclùnato ai giudici, da gentiluomo d’altri tempi, e
ha chiesto U permesso di andarsene. Permesso accordato,
e condanna ribadita. Il discorso giuridico non tocca a me
I qui farlo; quello che continua a sbalordirmi, invece, è il
perdurare della mancanza di una sana laicità nel nostro
paese, che permetta a qualsiasi cittadino, uomo o donna,
di qualsiasi razza, etnia o confessione religiosa o appartenenza cinturale di riconoscersi a proprio agio nella Repubblica italiana come «casa comune» di tutti.
Domada marziana: perché mai un simbolo del cristianesimo, e in particolar modo di una specifica confessione cristiana, seppure qui da noi di maggioranza, deve campeggiare nei luoghi pubblici dappertutto? Abbiamo così bisogno,
come credenti, di segnare col nostro segno ciò che è comune? Non abbiamo abbastanza chiese, opere d’arte, quadri e
affreschi stupendi in giro per l’Italia? Abbiamo paura forse
che non sia visibile la nostra fede? Marcello Montagnana è
un laico, ma è anche appartenente a una grande famiglia
ebrea che ha dato al nostro paese donne e uomini che si sono battuti nelle persecuzioni nazifasciste per la libertà, e
hanno pagato di persona: donne e uomini che sono diventati poi deputati, senatori e persino costituenti. Non ha diritto Marcello Montagnana di non ritrovarsi la croce del
simbolo cristiano in tutti i luoghi pubblici dello stato? Ci sono alcune cose vetuste e arcaiche che vanno superate: così il
pasticcio dell’insegnamento confessionale nella scuola di
I stato, così, ahimè, l’uso sempre più invalso della presenza
[ delle nostre autorità civili in funzione ufficiale alle celebrazioni e santificazioni di una sola confessione religiosa. Questo crea scompiglio, sia dal punto di vista della cittadinanza,
sia dal punto di vista delle diverse fedi.
Il nostro è un paese che nella sua storia difficile ha visto,
nel bene e nel male, una preponderanza della Chiesa cattolica fino a costituirsi in stato temporale e ad imporre nei secoli una ferrea alleanza trono-altare. La Controriforma ha
quasi az^rato ogni alterità religiosa, e oggi ci troviamo, involontari eredi di tutto ciò, a gestire U problema della pluralità senza strumenti, soprattutto culturali e direi persino
psicologici. C’è un riflesso condizionato, nel nostro paese,
indotto da secoli di occhiuto dominio ecclesiastico, ed è la
genuflessione. Salvo poi trovare spazi di autonomia di fatto
nell’uso spregiudicato e cinico, talora persino superstizioso,
dell’apparato ecclesiastico per i momenti di feste e cerimoI nie. E una benedizione, del resto, non si nega a nessuno!
Il Concilio Vaticano II aveva aperto delle vie alle coscienze, che sembrano ormai essersi perse, nell’uso spropositato che i media vanno facendo del fenomeno religioso. Nelle mutazioni della storia recente, dal crollo del muro di
Berlino a Tangentopoli, si è dissolto quel «braccio secolare» della Chiesa cattolica che è stato per cinquant’anni la
Democrazia cristiana, talora più «secolare», ahinoi,
dell’attuale classe politica. Eppure la necesseula convivenza tra fedi ed etnie, il patto di reciproco riconoscimento
I che andiamo predicando a suon di bombe nella vicina Jugoslavia non dovrebbero insegnarci qualcosa?
La modernità, e con essa la necessaria «separazione»
del momento civile da quello religioso è stata sperimentata, nell’ecumene cristiana, soltanto dalle chiese della
Riforma. Il percorso delle due altre grandi confessioni
storiche del cristianesimo non ha attraversato questo
passaggio cruciale e vede, soprattutto dal punto di vista
dello stato, ad ogni crisi e svolta della storia un pericolo
di regressione al premodemo. Non vorremmo che a questo si assommasse il disinvolto uso del postmoderno mediático, in un inestricabile groviglio di sacro e profano, di
turismo e spettacolo, che può essere soltanto un boomerang, afia fine, per la testimonianza di fede dei credenti e
per la libera convivenza di tutti i cittadini.
Ritoema
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Tourn. COLLABORANO: Luca Benecchi, Alberto Bragaglia, Avernino Di Croce,
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Maurizio Girolami, Pasquale lacobino, Milena Martinat, Carmelina Maurizio, Luca
Negro, Luisa Nitti, Nicola Pantaleo, Emmanuele Paschetto.Gian Paolo Ricco, Fulvio Rocco, Marco Rostan, Mirella Scorsonelli, Florence Vinti, Raffaele Volpe
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Riforma è il nuovo titolo della testata La Luce registrata dal Tribunale di Pinerolo con il n. 176 del 1® gennaio 1951. Le modifiche
sono state registrate il 5 marzo 1993.
Il numero 20 del 14 maggio 1999 è stato spedrto daH'Ufficio CMP
Nord di Torino, via Cebrosa 5, mercoledì 12 magglo1999.
1998
Associato alla
Union« stamps
periodica Italiana
Palermo, l'esperienza del Centro diaconale La Noce
La perla di gran prezzo
Le nostre opere sociali hanno bisogno di professionalità
diaconale ma anche di una forte testimonianza evangelica
PIETRO VALDO PANASCIA
PARLARE di diaconia evangelica vuol dire che
può accadere che la diaconia
possa perdere i suoi connotati e corra il rischio di non essere più evangelica e di conseguenza di non essere più
neppure diaconia. La diaconia infatti ha caratteristiche
inequivocabili: nasce dalla
predicazione e rende credibile la predicazione; è manifestazione dell’amore di Dio e
segno di coerenza cristiana.
La diaconia non si può
confondere con un’opera sociale; non è filantropia, né
semplicemente benefica opera assistenziale. Non è solo
sostegno ai deboli, aiuto ai
bisognosi, consolazione ai
sofferenti, ma è anche annunzio del nuovo mondo di
Cristo. Ricordo che Tullio Vinay giustamente si inquietava quando qualcuno parlava
del Servizio cristiano di Riesi
come di un’opera sociale.
Egli ne rivendicava il valore e
il significato di testimonianza dell’amore di Cristo. Infatti predicazione e diaconia
sono due aspetti di ima stessa realtà, due facce di una
stessa medaglia. Non ci può
essere dunque separazione,
divisione, tanto meno conflitto, ostilità fra predicazione e diaconia: sono tutte e
due rivolte Luna verso l’altra,
si incontrano, stanno insieme, sono inseparabili.
L’opera del Centro diaconale La Noce di Palermo di
cui quest’anno, con tanta allegrezza e riconoscenza al Signore, abbiamo ricordato il
40“ anniversario della sua
fondazione ha, sin dalla sua
origine, due caratteristiche
che la contraddistinguono.
Per quasi un quarto di secolo, pastorato e diaconato sono stati esercitati dalla stessa
persona, sia pure con tutti i
limiti possibili e immaginabili. Nondimeno, a distanza
di tanti anni, guardando al
passato, e considerando la
mia umana debolezza, ho
motivo di rendere grazie a
Dio per la bella esperienza
che mi è stato dato di fare e
per il privilegio accordatomi.
L’altra caratteristica è che alla Noce diaconia e predicazione dell’Evangelo abitano
nella stessa via, si trovano allo stesso numero civico, hanno locali in comune quindi,
almeno apparentemente,
nelle migliori condizioni per
la loro collaborazione, per la
loro crescita, per il loro sviluppo. Ma si sa che può accadere che i più preziosi doni
del Signore nelle nostre mani
«
Attività creative per i più piccoli al Centro diaconale La Noca
perdano il loro valore. Probabilmente, come a Riesi per il
Servizio cristiano, anche alla
Noce l’anno prossimo cambierà la direzione.
Nella ricerca di un nuovo/a
direttore apparsa su Riforma
mi sono stupito che, nel caso
di una successione laica, fra i
requisiti non ci sia anche
quello di una seria preparazione teologica. Infatti può
accadere che diaconia e predicazione non si incontrino
più, anche se entrano per la
stessa porta, non abbiano un
dialogo, come avviene nel
mio condominio o, come avviene in certe famiglie, che i
coniugi vivano separati in casa. Può accadere quindi che
gli operatori diaconali, anche
se hanno una elevata professionalità, ignorino 1’esistenza
di una comunità evangelica
adiacente al loro luogo di lavoro. Può anche accadere
che la comunità ignori Resistenza della diaconia, ignori
che oltre al sacerdozio c’è anche il diaconato universale,
che essa stessa, oltre quella di
Firenze, può essere un centro
di formazione diaconale.
Può accadere che i genitori,
che accompagnano ogni giorno i loro figli a scuola, non
sappiano che, oltre all’Istituto
valdese c’è anche una Chiesa
valdese e, dopo tanti anni, rimanga nella loro mente un
incolmabile vuoto culturale.
Naturalmente può accadere
lo stesso per i loro figli, che
dopo avere avuto fra le mani
tanti libri non sappiano alle
fine che ce n’è uno che è non
solo prezioso patrimonio di
tutte le confessioni cristiane,
ma dell’umanità di tutti i tempi e di tutti i luoghi della terra.
Ben venga dunque il discorso
suUa diaconia evangelica perché è più che mai necessario
che si dia alla diaconia più
forte rilievo evangelico. E anche se è vero che la diaconia
non riempie i nostri templi
durante il culto domenicale,
non per questo dobbiamo avversarla perché essa rappresenta per le nostre chiese un
inestimabile patrimonio di testimonianza. Neppure la cultura riempie i nostri templi,
ma chi oserebbe proporre la
chiusura della Claudiana o
della Facoltà di teologia?
Ritengo infine che il compito della diaconia dovrebbe
essere come quello dell’antico colportore valdese che si
travestiva da mercante di
perle. Infatti, come lui, dopo
aver mostrato ai nostri interlocutori ogni tipo di preziosi,
di oggetti di valore, come per
esempio la nostra professionalità, la nostra onestà, il disinteresse del nostro servizio
cristiano, alla fine dobbiamo
trovare il modo e la maniera
di mostrare e di far conoscere, attraverso la diaconia
evangelica, anche la perla di
gran prezzo.
Ogni settimana...
RIFORMA ti fa conoscere un mondo evangelico più grande
di quello che puoi conoscere con la tua esperienza diretta.
L’abbonamento ordinario costa 105.000 lire (invariato dal
1997); se il tuo reddito familiare non te lo consente, puoi
utilizzare liberamente l’abbonamento ridotto di 55.000 lire,
oppure puoi fare un abbonamento semestrale che costa
55.000 lire; se, invece, hai qualche risorsa in più, aiutaci con
l’abbonamento sostenitore di 200.000 lire o inviandoci una
qualsiasi cifra in dono: aiuterai chi non se lo può permettere.
Accade talvolta, nei colloqui ecumenici, che a noi
protestanti venga rimproverato un eccessivo pessimismo
antropologico. In parole semplici; dimostriamo di non avere fiducia nella bontà dell’uomo, né nelle capacità di miglioramento morale dell’umanità, nel suo insieme.
Un settimanale toscano ha
pubblicato questa settimana
una mappa delle tragedie
belliche di questo secolo.
Poiché non credo che il settimanale abbia diffusione fuori
dalla regione, ho ritenuto utile riportare qui alcune cifre
che possono interessare tutti.
In questo secolo di progresso
tecnologico si sono svolti nel
mondo 250 conflitti armati,
fra cui le due guerre mondiali, con un corredo complessivo di 110 milioni di morti, il
doppio dell’intera popolazione italiana. Ben 200 di questi
conflitti, alcuni ad alta inten
■liliti) -/<:
inw
Un mondo senza pace
PIERO BENSÌ
sità, altri a bassa intensità, si
sono svolti (e oltre 20 continuano ad aver luogo) in questi ultimi 50 anni spesso celebrati come il più lungo periodo di pace.
Nel Sud-Est asiatico e in
Africa centrale i conflitti etnici hanno provocato milioni di morti e un numero almeno doppio di deportati e
profughi rispetto ai disperati
800.000 del Kosovo che ci
vengono mostrati ogni giorno. La persecuzione contro i
curdi e i massacri perpetrati
in Algeria dai fondamentalisti islamici provocano tragedie e dolori senza fine. Vere
guerre civili continuano in
Uganda, nel Congo, nel Sudan: in Ruanda, in Cambogia, nello Sri Lanka, in Colombia. 1 cristiani sono spesso vittime in Pakistan. In
quest’ultimo decennio, lo
smantellamento del blocco
militare sovietico ha messo
sul mercato grandi quantità
di armi, che vengono acquistate sovente con i fondi destinati al miglioramento del
AAenire
Padre Pio
ideile nc
quelli cl
■ lere si
¡sizioni 1
lofanza,
jziare te
’ptma pe
jimio SCI
^pacifist
Ito è una
Uno degli editoriali del ja che ver
maggio sulla beatificazioi^ttinian
di Padre Pio è affidato a Gii
liano Ferrara, laico e direti
re del Foglio, il quale sos„
ne: «Rispettare la devozioi,
per il frate delle stimmate-,^_______
un dovere laico (...). Parlai^ scrive
male di lui è una forma ij iviluppc
tollerabile di superstizioni firopom
Il frate è un’alternativa al Jine del
società della trasparenza ai iresse ii
soluta, della vita fresca, aetj ego pei
ta, profumata e imbellettaq isibilità
Le alternative sono sempn Iseguen
un impreziosimento della vi{l) Quan
ta in un paese di libertà e
tolleranza». E motiva la si
posizione con la modernii,
del frate di Petrelcina: «Il fra,
te era in rete da molto primi _
che esistesse il world wmSiformt
web. La sua "bilocazionelÌo-serba
miracolosa era forse un’antsjoscere i
cipazione della chiacchiedfeessiv
(...) sul moderno “mond^oniar
iim mese
Ìtanto il
wma d
■razion
rio parei
virtuale”». Esortazione finale
per i laici: «Con tanti proces,
si blasfemi, che irridono ai
diritti dell’uomo, e una guerra che li calpesta, consentite
senza pena né superbia intellettuale che si compiai
processo ecclesiale sommo,
quello che stabilisce nei decenni, ponte tra generazioni
di cristiani e di uomini di
Chiesa, la tortuosa via eie
porta alla santità».
ione
dèlttartiri
Solo k(
mane.
2) Quelli
il5 gior
lamba rd
CORBIEBE DELLA SDÌ
Ancora Padre Pio
a
Hta
Lo stesso giorno un altro]
intellettuale, questa volta un
credente, riflette sulla prima
pagina sul «Supermercato
della santità». «Nessun dubbio - scrive il critico Carlo Bo
- sulla santità, ma moltij
dubbi sull’uso che è stato]
fatto dell’evento e che in certi casi ha sfiorato l’idolatria(
la superstizione. La preparazione della festa si è trasformata in una fiera, se non in
in le
ivivei
la Na
li dici
see di :
lell’ecf
iole,
^olem
10 mess
:e i SUI
iche
lati, g
^prattu
i, alle
una speculazione o più bru-pticos
talmente in un robusto giro
di miliardi». E più avanti,»
proposito di quello che del
nisce «mercato dello spettacolo», in riferimento allo
espressioni televisive dell’evento: «...qui l’oltraggiopuna
fatto alla memoria del Beato su
è molto più grave e non sop- pee fo
ili Cor
ista
ilazioi
illa «p
^igail
oiàelle 1
porta attenuanti di nessun |
:. Lasciavano già per
genere ___________ „ . ,
plessi i testimoni della grazia ^
ricevuta e dei miracoli. A P
proposito, proprio Padre Pio
aveva detto; nessuno può fare miracoli qui in terra».
le condizioni della popolazione del Terzo Mondo.
Non entro in altri detta^
che sono troppo macabriNon c’è bisogno di commento. Non si tratta di essere
pessimisti o ottimisti. Si tratta di accettare la rivelazion®
biblica sull’insanabile malignità del cuore umano. Non
noi stabiliremo il Regno
Dio: ci verrà dato come dono
dal Signore. La Croce, la B>;
surrezione e l’Ascensione
Cristo ne sono la garanzia«Questo Gesù che vi è stato
tolto, ritornerà», dice l’Evangelo dell’Ascensione che celebriamo oggi. La chiesa
chiamata a essere l’avampO'
sto del Regno di Dio in un
mondo senza pace.
(Rubrica «Un fatto, un co^
mento» della trasmissione di “O
diouno «Culto evangelico» cura
dalla Federazione delle chi^^
evangeliche in Italia andata >
onda domenica 16 maggio)
11
Pagina Dei Lettori
PAG. 7 RIFORMA
IO
0 direttore,
lidero innanzitutto rin(jxiare te e la redazione di
prtna per la pubblicazione
Il mio scritto «Il cuore duro
{¡pacifisti». L’averlo pubbliito è una piacevole confer'riali deli lache veramente Rr/orma è
tificazio] ^manale di tutti i memdato a Giifclelle nostre chiese, anche
3 e direttiqtielli che si trovano a elale sosiiroere su determinati temi
devozioidzioni probabilmente di
itimmateporanza.
••). ParlaJri scrivo di nuovo perché
forma iiltóuppo degli avvenimenti
erstizion^impone di correggere ora
nativa amune delle opinioni da me
'Utenza awtesse in quello scritto, e ti
igo pertanto di darmi la
iibilità di distanziarmene
seguenti due punti:
1) Quando lo formulai, più
fUn mese fa, avevo ricevuto
[tanto il primo numero di
moderni&r/na dopo l’inizio delle
ina: «Ilfcfeazioni belliche, e a legolto prÌB«lo pareva che la redazione
orld \iim$forma fosse decisamente
3cazionefÌ)-serba: devo invece ricose un’antfiscere che tutti i numeri
liacchierÉfeessivi hanno saputo teI “mond®Éoniare con molta parteione e obiettività anche
[artirio di cui è oggetto il
olo kosovaro in queste
Pmane.
2) Quello scritto lo composi
il5 giorni dall’inizio dei
lombardamenti, e a quel
esca, aei
ibellettai
IO sempi
to della
ibertà e
tiva la SI
ione fini
Iti proces'
rridono ai
una guet
consentitt
perbia à
compiai
e sommo,
ce nei demerazioij
lominidi
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;a sai
I Pio
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ì volta un
dia prima
rmercato
!sun dub) Carlo Bo
na molti]
e è stato
he in cerdolatriai
preparaè trasforse nonio
I più bru'usto giro
avanti,!
che defilo spetta;nto allo
si ve del
tempo facevo ancora affidamento sulle dichiarazioni
della Nato di voler realmente
impedire il compiersi del genocidio dei kosovari da parte
delle soldataglie serbe.
Oggi, dopo 50 giorni di
bombardamenti, devo prendere atto che per la Nato e i
paesi occidentali in generale
la vita di un solo loro soldato,
un «superuomo» occidentale,
vale di più della vita di un milione di «sottouomini» kosovari: laddove la Nato avrebbe
dovuto intervenire per togliere materialmente di mano le
armi ai soldati serbi, e cioè
direttamente in Kosovo, e il
più in fretta possibOe, prima
che questi potessero continuare a usarle, ha invece preferito nella sostanza lasciar
fare e rispondere con dei
bombardamenti che, se all’inizio potevano essere comprensibili per i loro obiettivi
in Jugoslavia strettamente
militari, ora invece sono diventati soltanto più una rappresaglia sulla popolazione
civile da parte di chi ha bisogno di continuare a fingere,
nei confronti della propria
opinione pubblica, che «sta
difendendo» i kosovari.
Stando così le cose, non
posso che unire anch’io la
mia voce alle altre del nostro
settimanale che dichiarano
giustamente che alla morte
di civili innocenti non si risponde con la morte di altri
civili innocenti a 2-300 km. di
distanza.
Alberto Romussi
Amburgo
del Beato
non sopi nessun
I già perilla grazia j
racoli- AI
’adre Pio |
o può!
rra».
IllComitato esecutivo dell'Ucebi
sulla guerra nei Balcani
ita con lo scopo di rimuovere l’odio e interrompere la
piiHa etnica, la guerra in corso nei Balcani, li ha entrambi
licati.
ih lo scopo di ristabilire i diritti umani e le regole della
vivenza ha calpestato ogni regola: delle Nazioni unite,
a Nato, della Costituzione italiana,
li dichiara di voler colpire solo obiettivi militari ma si file di fatto per distruggere strumenti vitali della vita civile
lell’economia: strade, ponti, fabbriche, ospedali, mercati,
ole.
’olendo neutralizzare un dittatore i raid della Nato han
10 messo in crisi i suoi oppositori moderati; volendo bloce i suoi orrori ne ha provocati di nuovi.
che questa guerra nuoce soprattutto agli innocenti: i
lati, gli anziani, i bambini, i giovani, i lavoratori e giova
irattutto ai produttori di armi, ai potenti, politici e mili_, alle multinazionali dei G8 che pregustano i profitti dellaiicostruzione.
11 Comitato esecutivo deH’Unione cristiana evangelica
tasta d’Italia, costernata e partecipe del dolore delle poÌazioni del Kosovo e della Federazione jugoslava, vittime
ìUa «pulizia etnica» e dei bombardamenti «intelligenti»,
_ega il Signore affinché susciti nei governi della Jugoslavia
snelle 19 nazioni della Nato il miracolo del ravvedimento e
una vera e concreta volontà di pace, capace di interrome subito le operazioni militari e di avviare un processo di
|ce fondato non sulla vendetta ma sulla riconciliazione».
Rocca di Papa, domenica 9 maggio 1999
Nella collana «Nostro tempo» è uscito il n. 64
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chiesa e
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io in i»
Le donne
delle minoranze
Le ebree e le protestanti in Italia
a cura di Claire E. Honess e Verina R. Jones,
336 pp., L. 34.000, Euro 17,56, Cod. 308
Isaggi di questo volume nascono dal convegno «Donne delminoranze», Reading, UK, 1998, dove per la prima volta
.si sono confrontate al femminile le
iOmunità ebraica e protestante
d’Italia. Come sono vissute le
'tee e le protestanti d’Italia? Codie si è formata la loro identità,
«li modelli, linguaggi, simboli sodo stati loro proposti? Quali i rapi?orti con l’altra metà delle rispettive comunità e con la comunità cat]felica? Tra le autrici si segnalano
^na Eoa, Susanna Peyronel Ram«aidi, Bruna Peyrot, Ariel Toaff,
Tullia Zevi
m mmeditrice
Claudiana
VIA PRINCIPE TOMMASO, 1 -10125 TORINO
TEL. 011/668.98.04 - FAX 011/650.43.94 - C.C.P. 20780102
http:/Amww.arpnet.lt/-valdeM/claudian.Mm
e Riflettiamo
sul Regno
Senza troppi discorsi e
tentativi di spiegazione, gradirei capire cosa pensiamo e,
soprattutto, cosa crediamo
riguardo al regno di Dio. Più
vado avanti e più crescono le
mie preoccupazioni a proposito di questo tema, perché
riguarda la fede che ho ricevuto e che, con fatica, cerco
disperatamente di comprendere. La questione del Regno
si presenta come un tema
centrale della fede che ho ricevuto, quindi, anche della
mia predicazione dell’Evangelo nella testimonianza alla
quale sono chiamato come
credente, prima, e come pastore, dopo.
La questione radicale è la
seguente: il regno di Dio è
presente oppure lo dobbiamo ancora attendere? Diventa necessario chiarire questo
elemento, perché ne va della
nostra predicazione. Non
possiamo continuare a predicare due Evangeli diversi senza mai prendere il coraggio di
confrontarci apertamente su
questo argomento. Da una
parte vi è chi predica che il
Regno è presente fra noi, perché il Signore risorto è presente fra noi; dall’altra abbiamo chi predica che il Regno
deve venire e noi l’attendiamo con pazienza. Le nostre
chiese legittimamente sono
nella confusione perché non
riescono a capire. Come pastori, ritengo, abbiamo la responsabilità di predicare con
chiarezza e di non sbandare
coloro ebe ci ascoltano.
È indubbio che nel Nuovo
Testamento ci sia una dialettica aperta sul Regno, per
tanto la dimensione teologica sul Regno è contemporaneamente di presenza e di
attesa, ma la questione che
deve essere chiarita è proprio
riguardo all’attesa del Regno.
Spero vivamente che si trovi
l’occasione per arrivare almeno a un confronto su questo tema al fine di rendere
evidente la dialettica e, soprattutto, per rendere chiaro
alle chiese, verso le quali rivolgiamo la predicazione, in
quale orizzonte si sviluppa la
discussione.
Dario Saccomani
Campobasso
Gli scenari strategici che stanno dietro alla crisi attuale
Le «ragioni» della guerra per il Kosovo
GINO LUSSO
PER meglio capire gli eventi che stanno
sconvolgendo parte dei Balcani, alle giuste valutazioni etico-morali sulla vergogna
della «pulizia etnica» e sull’immoralità implicita della guerra, è utile aggiungere quache riflessione su alcuni scenari strategici
non pienamente valutati. Iniziamo dalle
motivazioni dichiarate dagli attori principali
che agiscono nella guerra del Kosovo: la Repubblica federale di Jugoslavia (Rfj), la Nato,
l’Esercito di liberazione del Kosovo (Uck) e
gli albanesi del Kosovo.
La prima sostiene di difendere l’integrità
del proprio paese dall’aggressione delle
principali potenze mondiali, la seconda ritiene indispensabile l’intervento a difesa dei
principi generali dei diritti umani, la guerriglia albanese, a sua volta, tenta di forzare la
mano ai primi due contendenti, puntando al
controllo militare del Kosovo, e infine i kosovari, i più deboli, cacciati attraverso il
mondo, in balia di eventi che non riescono a
controllare. Ma sono veramente queste le
motivazioni reali che muovono i contendenti? Proviamo a esaminarle nei dettagli.
Per i guerriglieri delTUck il controllo del
Kosovo è solo il primo passo nella direzione
della creazione della grande Albania alla
quale, in un secondo tempo, si aggiungerebbero gli albanesi di Macedonia e Montenegro
con la conseguente, immediata, esplosione
della Macedonia, già oggi in precario equilibrio a causa dei contrasti interni tra albanesi,
serbi, macedoni, romeni, valacchi e turchi.
Identica sorte toccherebbe al Montenegro,
già oggi dilaniato tra montenegrini, serbi e
albanesi. La Serbia, a sua volta, registrerebbe
il temuto accerchiamento e la perdita dello
sbocco al mare e non avrebbe altra alternativa che puntare verso la grande Serbia, in un
susseguirsi di tensioni che destabilizzerebbe
ro, via via, la Croazia, la Bosnia, TLlngheria,
con le sue minoranze in Serbia, la Romania,
la Bulgaria, la Grecia, che punterebbe ad annettersi parte della Macedonia, e la Turchia,
in perenne conflitto con la Grecia. L’intero
scàcchiere balcanico entrerebbe in una fase
di turbolenza, con gravi rischi per l’intera politica mondiale e con una forte ripresa di potere della Russia in questo settore.
Probabilmente è questo lo scenario più
realistico di fronte al quale si sono trovati gli
Usa, al quale hanno reagito con una strategia a tre obiettivi: creare una testa di ponte
militare in zona, ridurre drasticamente il
ruolo di potenza regionale della Serbia, salvaguardare le buone relazioni con la Russia,
esplicitandone però il minor livello. Restava
aperto il dilemma dell’identificazione dello
strumento operativo che avrebbe messo in
atto un simile piano. La soluzione migliore
non poteva che essere l’utilizzo dell’arma
Nato, usando la quale si potevano raggiungere altri vantaggi, quali Levitare lo sfrangiamento delle ali orientali (Grecia e Turchia) e
un rìnserramento dei paesi di nuova immissione (Polonia, Cechia e Ungheria).
Se questa analisi è vera allora possiamo affermare che gli obiettivi sono stati pienamente raggiunti. L’intera zona è stata, militarizzata, la Serbia ha subito distruzioni tali da
ridurne drasticamente la sua funzione di potenza regionale, i rapporti con la Russia sono
ottimali, con l’evidenziazione di una sua posizione non più egemone, e infine la Nato si
è dimostrata un docile strumento nelle mani
del potere americano. Si tratta ora di uscire
dalla fase critica dell’evento militare, ma
l’urgenza non è poi così forte. Certo siamo in
presenza di migliaia di vittime, di centinaia
di migliaia di persone lanciate come foglie
nel vento, di danni enormi; questo è però un
altro aspetto del problema che va affrontato
con metodologie differenti.
^ Il buon lavoro
de «La Noce»
Il 24 e il 25 aprile il consueto convegno regionale delle
chiese bmv siciliane si è trasformato in una grande festa,
che ricordava il 40° anniversario del Centro diaconale La
Noce di Palermo.
Come mia riflessione personale, constato che il lavoro
di tante donne e tanti uomini
ha dato i suoi frutti ben visibili e gustosi. Per 40 anni
l’impegno costante, i sacrifici, la grande abnegazione da
parte di chi ha seminato questo albero (il past. Pietro Valdo Panasela e la moglie Pina)
Culto di Pentecoste in Eurovisione
23 maggio 1999 - Ore 10,05-10,50 - Raidue
«I segni della presenza dello Spirito»
La spiritualità della Pentecoste
trasmesso dalla Chiesa evangelica riformata di Lugano.
Presiedono i pastori Otto Ranch e Daniele Campoli con la
partecipazione dell’organista Livio Vanoni, del coro ecumenico dei bambini di Agra e di membri della Comunità evangelica riformata del Sottoceneri.
confixxtìi
MAGGIO f999
Balcani
La voce dei kosovari e quella dei serbi
Religioni
Il futuro sarà «evangelica!»?
Disarmo
Se ogni venti minuti scoppia una mina
Chiesa cattolica
«Duello» cardinalizio sul pluralismo
Polemiche
Moralità e democrazia dell’antifascismo
Confronti-, una copia lire 8.000; abbonamento annuo lire 65.000;
(sostenitore lire 120.000 con libro in omaggio). Versamento sul ccp 61288007
intestato a coop. Com Nuovi Tempi, via Firenze 38, 00184 Roma.
Chiedete una copia omaggio telefonando allo 06-4820503, fax 4827901,
(indirizzo Internet: Http://hella.stm.it/market/sct/home.htm)
e di tutti coloro che l’hanno
innaffiato non hanno ceduto
di fronte agli ostacoli più difficili, superandoli e migliorando sempre. Oggi La Noce
offre dei servizi di alta qualità
e ciò viene riconosciuto anche dalla città in cui più impensabile poteva sembrare la
realizzazione di simile progetto. Palermo, città di mafia,
città di violenza e di tanto altro ancora, si è accorta della
presenza significativa delle
chiese evangeliche.
La vera diaconia è il servizio concreto delle teorie prima studiate e poi realizzate.
Non soltanto parole, ma fatti
concreti.
Elena Chines - Catania
RINGRAZIAMENTO
«lo mi confido in te, o Eterno,
tu sei l’Iddio mio. I miei giorni
sono nelle tue mani»
Salmo 31,15
Dopo una lunga vita consacrata al servizio del Signore nella
chiesa e alla famiglia, è entrata
nel riposo del Signore, a 96 anni,
Eugenia Gabella
ved. Geymet
Fidenti nel celeste ritrovo, ne
danno l’annuncio la figlia Amalia
con il marito Luciano Panerò e Andrea, al quale ha voluto tanto bene. Eventuali offerte in memoria a
favore della Facoltà di teologia,
Torre Pellice, 12 maggio 1999
Q Chiesa di Genova in Internet
Da qualche giorno, anche se ancora con pagine in costruzione, la Chiesa valdese di Genova Sampierdarena e la Chiesa
metodista di Genova Sestri sono in Internet con una loro pagina. L’indirizzo è: http://members.it.tripod.de/prebuggiun.
■ Nuovi indirizzi
Il past. Giuseppe Ficara comunica il suo nuovo numero civico; via Orlandini 21 (e non più 14), 91100 Trapani.
La Chiesa valdese di piazza Cavour a Roma ha aperto un sito
web con due indirizzi: Valdesi.freeweb.org oppure www.free
web.org/freeweb/Valdesi.
■ Foresteria di Venezia
La Foresteria valdese di Venezia comunica il nuovo orario
della reception-.: lunedì-sabato: 9-13; 18-20; domenica: 9-13.
I numeri di telefono sono: 041-5286797; fax 041-2416238;
cellulare: 0347-8537681. E-mail: valdesi@doge.it; sito web:
http://www.doge.it/valdesi.
II Centro culturale Palazzo Cavagnis ha per telefono il n.
041-5286797 oppure 041-5239745; fax 041-2416238; celi.: 03389727248. E-mail: valdesi@doge.it oppure: grill.riz@flashnet.it;
sito web; http://www.doge.it/valdesi.
■ Italiani all'estero
Il Comitato italiani all’estero. Circoscrizione consolare di
Amburgo, informa che Alberto Romussi, direttore del Circolo
valdese di Amburgo, è stato eletto presidente del Comitato
(Coisi) che riunisce presso il Consolato della stessa città le rappresentanze delle comunità regionali e delle associazioni italiane culturali italiane del Nord della Germania.
L’elezione del dottor Romussi ci è tanto più gradita non solo
per via delle sue doti di impegno e onestà, ma perché con questo gesto la comunità italiana affida la sua rappresentanza proprio al Circolo valdese di Amburgo, e ci pare questa la migliore
risposta democratica ai tentativi di discriminazione religiosa
verificatisi appena l’anno scorso da parte di alcuni ambienti
retrivi della nostra comunità, volti a impedire addirittura la
partecipazione dei valdesi al suddetto comitato.
per il Comites, Emanuele Radula - Amburgo
12
PAG. 8 RIFORMA
Reagendo alle critiche emerse prima e dopo il viaggio
La delegazione guidata da Jesse Jackson
non ritiene di essere stata strumentalizzata
I membri della delegazione
interreligiosa che hanno ottenuto la liberazione dei tre soldati americani prigionieri a
Belgrado sono del parere che
la loro visita abbia forse aperto la via alla fine del conflitto
tra il governo jugoslavo e le
forze della Nato. Parlando
della loro visita, svoltasi dal
28 aprile al 1“ maggio, Joan
Brown Campbell, segretaria
generale del Consiglio nazionale delle chiese Usa, ha rilevato che, nonostante critiche
emerse prima e dopo il viaggio, i 19 membri della delegazione (musulmani, ebrei e
cristiani) non pensavano di
essere stati strumentalizzati
per fini propagandistici dal
presidente Milosevic. Anche
la Casa Bianca all’inizio si era
opposta a quel progetto, temendo che Milosevic traesse
profitto da quella visita.
«Sapete bene che in tempo
di guerra c’è sempre un balletto di interventi da ogni
parte - ha obiettato Joan
Campbell, che guidava la delegazione insieme al pastore nero Jesse Jackson -. Dire
che siamo stati strumentilazzati vuol dire non avere capito nulla. Del resto, andate
a porre questa domanda alle famiglie dei tre soldati. Per
i credenti, essere strumentalizzati per la pace vai bene questo prezzo». Un altro
membro della delegazione, il
prete Leonld Kishkovsky, incaricato delle relazioni ecumeniche della Chiesa ortodossa d’America, si è dichiarato shoccato di apprendere
che qualcuno aveva criticato
l’immagine di Jesse Jackson e
Slobodan Milosevic mentre
pregavano, mano nella mano: «Questa preghiera aveva
la sua propria integrità, e infatti ci sono state preghiere
più volte nel corso del viaggio. Quando Oackson) ha fatto questo, ritengo che era la
cosa giusta da fare. Questo
rnostrava che stavamo compiendo una missione umanitaria e religiosa... e penso che
fu un momento sorprendente per Milosevic».
Joan Campbell e Leonid Kishkovsky hanno sottolineato
che la delegazione era determinata a compiere la sua
missione nonostante gli ammonimenti dell’amministrazione Clinton che consigliava
loro di non fare il viaggio, e
nonostante le negazioni del
governo serbo circa le atrocità commesse in Kosovo.
Joan Campbell ha ricordato
che il governo americano li
aveva informati di non poter
garantire la sicurezza della
delegazione e che questa visita non avrebbe dissuaso la
Nato dal continuare i bombardamenti. Leonid Kishkovsky ha precisato che la delegazione non ha usato mezze
parole e ha avvertito Milosevic e i suoi collaboratori di
quello che possono aspettarsi
da un rafforzamento dei raid.
«Abbiamo lanciato im appello per una fine pacifica del
conflitto, ma siamo stati onesti e abbiamo detto con franchezza come vedevamo e capivamo la situazione».
Pur congratulandosi del
ruolo di Jesse Jackson in
quanto leader della delegazione, Joan Campbell ha emesso
alcune riserve nei confronti
dei media che, ha detto, han
no focalizzato la loro attenzione sul pastore Jackson e
ignorato il carattere ecumenico della delegazione. «Era frustrante» vedere come funzionano i media «che abbassavano le cineprese quando qualcun’altro interveniva».
La liberazione dei tre soldati americani ha ricevuto
un'attenzione quasi unanime
da parte dei media. Vedere i
tre uomini liberati somigliava a un’esperienza di conversione, ha detto la Campbell.
«Era come un miracolo». Ma,
ha aggiunto, «un aspetto importante del viaggio della delegazione, le visite alla comunità religiosa in Jugoslavia, è
stato praticamente taciuto
dai media. C’è stato anche un
incontro con il patriarca Pavle, primate della Chiesa ortodossa serba, il quale ha chiesto iniziative di pace e ha criticato la politica del governo
serbo in Kosovo».
All’inizio di maggio, il patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo, ha inviato un telegramma al patriarca Pavle per esprimere
«il suo profondo dolore» di
fronte alla «tragedia dell’
umanità che, a nome dell’
umanesimo e dei diritti umani e di altri valori di civiltà rispettabili da tutti i punti di
vista, agisce in un modo che
porta alla negazione stessa di
questi valori per i quali essa
dichiara di lottare». (eni)
Campagna sostenuta da 200 organizzazioni cristiane
India: dieci milioni di firme per porre fine
all'oppressione dei 240 milioni di «Dalit»
Rappresentanti dei 240 milioni di Dalit esistenti in India
cercano di raccogliere 10 milioni di firme per porre fine
alla loro oppressione. «Nel
contesto indiano, il potere è
detenuto dalle caste superiori, in particolare nei campi
dell’istruzione e del lavoro»
ha affermato la signora Jyothi
Raj, intervistata dall’agenzia
Eni, il 20 aprile scorso, a Ginevra. Jyothi Raj, una Dalit di
origine cristiana che milita
per i diritti della persona, e
Mahanedra Pratap Rana, un
Dalit buddista, membro dell’Istituto sociale indiano di
Nuova Delhi, hanno visitato
il Consiglio ecumenico delle
chiese (Cec) e altri organismi
a Ginevra, nel quadro della
Campagna per i diritti dei
Dalit, sostenuta da oltre 200
organizzazioni cristiane. Uno
degli scopi della campagna è
di sensibilizzare la comunità
internazionale sulla condizione dei Dalit, prima noti
come «intoccabili».
Jyothi Raj e Mahanedra
Pratap Rana hanno parlato
delle atrocità e della discriminazione esercitate contro i
Dalit, degli omicidi, della
umiliazione quotidiana. Hanno sottolineato che il sistema
delle caste in India è una forma di razzismo diretto contro un quarto della popolazione. «Due anni fa, una ragazzina [Dalit] di sei anni ha
toccato una brocca d’acqua.
m mmeditrìce
Claudiana
VIA PRINCIPE TOMMASO, 1-10125 TORINO
TEL. 011/668.98.04 - FAX 011/650.43.94 - C.C.P. 20780102
http://www.arpnet.it/-valdese/claudian.htm
Il sogno di una casa, di cibo
a sufficienza, di una buona
istruzione, di un lavoro.
Per un bambino del Terzo
Mondo questi sogni si
avverano molto più
difficilmente che per un suo
coetaneo del Primo Mondo.
Per colpa delle guerre, delle
carestie, dell’alterazione del
clima, del sottosviluppo di
questo grande continente.
Per questo le chiese valdesi
e metodiste hanno deciso di
investire una quota deH’8 per
mille, a loro esplicitamente
destinato dai contribuenti,
per sostenere progetti di
cooperazione allo sviluppo
nel Terzo Mondo realizzati in
collaborazione con
organismi ecumenici,
istituzioni locali,
associazioni di volontariato.
0
□
Un dettagliato rapporto dell’utilizzo
dei fondi ricevuti è stato pubbiicato
sui maggiori organi di stampa
e su Riforma de\ 14 maggio 1999
[in un villaggio] nello Stato
del Tamil Nadu - ha raccontato Jyothi Raj, spiegando che
la brocca d’acqua era destinata solo ai membri delle
quattro caste da cui sono
esclusi i Dalit -. La bambina
non sapeva ciò che stava facendo, aveva sete. E per aver
fatto questo, ha avuto gli occhi strappati dagli adulti».
Il sistema delle caste è basato su nozioni di pulizia, ha
precisato Jyothi Raj, e i Dalit
devono essere i servitori dei
membri delle altre caste. «Ai
Dalit viene detto: “Voi siete
nati per fare questo, tocca a
voi servire le caste superiori”.
Questa è la filosofia del sistema delle caste». D’altra parte,
ha aggiunto, «in alcune regioni dell’India, i Dalit compiono tutti i compiti manuali di
raccolta delle immondizie:
sono loro che tolgono gli
escrementi, seppelliscono i
morti e trasportano i cadaveri di animali».
«La vita in India è piena di
simboli di sottomissione», ha
continuato la Raj, riferendosi
ai rituali complessi che devono compiere i Dalit quando
incontrano una persona della
casta superiore, come togliersi il turbante e avvolgerselo
intorno alla vita in segno di
umilità. «Il sistema delle caste
è dappertutto», lamenta Mahanedra Pratap Rana. Nei villaggi indiani, i Dalit sono costretti a vivere lontano dal
centro, di solito senza servizi
di base come l’elettricità e
l’acqua corrente. Restrizioni
vengono loro imposte quando vengono nei villaggi. Non
possono entrare liberamente
nei templi. «I cani e i gatti
i '
possono, ma se un Dalit vi pe.
netra, il tempio deve essere
pulito - racconta la Raj -,]
membri delle caste superiori
non vogliono riconoscere che
la condizione di intoccabili
esiste tuttora; quando parlia.
mo di questo, essi affermano
che non è un problema.
nei villaggi in cui vive il 90^,
dei Dalit, l’intoccabilità esiste». In realtà, ha aggiunto, le
atrocità contro i Dalit si stanno moltiplicando da quando
hanno cominciato a fare campagna per i loro diritti. Nello
stato del Bihar, 400 Dalit che
tentavano di lottare per i loro
diritti sono stati uccisi nei
corso di questi ultimi 12 mesi,
«Crediamo - ha detto Mahanedra Patrap Rana - che il
governo indiano non voglia
trovare una soluzione. Per
cui il problema dovrebbe essere portato a conoscenza
della comunità internazionale perché il governo indiano
si muova». La Campagna per
i diritti dei Dalit mira a raccogliere 10 milioni di firme
per protestare contro la persistenza di tutte le forme di
discriminazione. Le petizioni
sararmo presentate al governo federale e ai governi degli
stati in India, nonché all’
Gnu. Nei prossimi 12 mesi,i
mfiitanti presenteranno il loro caso davanti alla Commissone dei diritti umani dell’Onu a Ginevra. Jyothi Raj e
Mahanedra Pratap Rana erano a Ginevra per stabilire
una strategia con l’aiuto del
Consiglio ecumenico delle
chiese e di altri organisi
che li sostengono. Seconii
loro, circa 20 milioni di DalL
sono cristiani. Ceni)
Tutti i fondi
deii’8 per milie
destinati aile
chiese valdesi e
metodiste sono
stati investiti
esclusivamente
in progetti
sociali e
umanitari in
Italia e
all'estero.
E sarà così
anche in futuro
Chiesa evangelica valdese (Unione delle Chiese metodiste e valdesi)
via Firenze 38 - 00184 Roma - tei. 06-4745537; fax 06-47885308; E-mail: TVmode@tin.it
sito Web: http;//chiesavaldese.org
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