1
ECO
DELLE VALU VALDESI
Prëf.
ABMâXD HtJGOH AUGUSTO
Caare Vncte
TORRE PELLICS
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno XCII - Num. 25 AURONAAtFAITT f Eco; L. 1.300 per l’inierno (( Eco » e « Presenza Evangelica s | Spediz. abb. postale - I Gruppo 1 TORRE PELLICE — 22 Giugno 1962
lina copia Lire 30 L. 1.800 per Testerò intern« L. 2.000 • «^íero L. 2.800 | Cambio d’indirizzo Lire 50 1 Amniin. Claudiana Torre Pellice - C.C.P. 2-17557
:o
TERRA BRUCIATA „ DIETRO LE SPALLE
Sul ’’Ville del Murseille” rifugiali francesi di
Algeria si preparano a
sbarcare: a Marsiglia ne
giungono olire 8.000 al
giorno. Hanno lasciato tutto; per colpa loro o, più
spesso, altrui i ponti sono tagliati alle loro spalle, e sono di fronte al
dramma di ricominciare
da capo.
Foto Keystone
(la « Réfornie »
I
drammatico in questo momento cosi
difficile che la Francia attraversa, piena d: disordine, d’incertezze, di faziosità; non mancano i francesi che
storcono il naso di fronte a questi intrusi ohe almeno in un primo tempo
vengono a pesare sulla popolazione
metropolitana.
E ancora si può individuare il parallelo fascista : come allora, anche
oggi si è detto al popolo, alla piccola
gente ohe sarebbero stati difesi e sostenuti; ma dietro quest’aspetto demagogico del fascismo, è stato' ed è
abbastanza chiaro quali forze abbiano
saputo servirsene, ünc ad un certo
punto; e la piccola gente e stata fanatizzata, si è soffiato sui suoi istinti
peggiori, si è cercato di dar loro una
dignità di cartapesta, una forza effi
« T’ruUate i criminali come cani arrabbiali », cosi il ministro francese per
le forze armate ha telegrafato al comandante supremo in Algeria. In elfetti,
la rabbia distruttrice dell’OAS non conosce più limiti: comprendendo di non
avere più un futuro, ha deciso di consegnare agli Algerini - agli Algerini veri,
arabi o bianchi che siano — una « terra bruciata ». Con una sintomatica ricorrenza dei fenomeni nazi-fascisti, al momento orgo^ioso subentra il momento
disperato, quando, rivelatisi menzogneri e fasulli gli idoli della Patria (astratta
0 intesa a proprio comodo), della superiorità di Razza, del Potere e della Civiltà, ci si immola e soprattutto si immola al moloch della Terra Bruciata:
non sono più attentati singoli, anche ^__________________________________
se spettacolari, è una sistematica volontà di distruzione che infuria nelle
città algerine e in particolare nella
capitale: il municipio, l’università, la
ricchissima biblioteca sono stati fatti
saltare al plastico; soprattutto, è stata
distrutta una delle opere più belle,
che i francesi avrebbero potuto lasciare come un segno duraturo e magnitico della loro azione civilizzatrice,
uno di quei segni intorno a cui, passata l’ora della follia, ci si sarebbe
potuti raccogliere in fraternità di intenti, nei rispetto reciproco; l'ospeaale Musiafà, che era unammemente riconosciuto come il migliore di tutta
rAirica setientrionaie, dotato di moaernissinie attrezzature e in grado ai
compiere operazioni cmrurgiche delia massima aeiicatezza e specializzazione. ivio'iti poi di quelli cne si rifugiano m arancia, custruggono tutto
quello cne aevono lasciare in Algeria.
ili (/auto, sono pure continuati gn at
tentati a persone, aa urano e stato
graverriente lerito il gen. umestet e
UCCISO un coiormeiio meaico te quesiattentato cne avreooe motivato la
surriponata irase del mimscro). m
n ancia si succedono a catena gn
attentati a De Ciaulle — lorse un po'
gorinati.'' non si può comunque mettere ni questione ii sereno coraggio
ael generale —, si ueciae or ceieoianj
Un seconao processo contro tìaian, si
inizia ima proceaura penale per compiiciia con l'OAb ancne contro l'expresiuente del uonsigiio Georges aiuauit. Questa è la facciata, inauobiamente appariscente, ma il vero, angoscioso proDiema, e quello del massiccio esoao dei francesi d’Algeria; ubbidendo agli omini aeil’OAS, e soprattutto alia paura, alla rabbia, alia
aisperazione icm può immagmare
tutti grinnniti arainmi personali e
familiari? 1, essi si ammassano sulle
bancnine ai Algeri o aii'aeropKjrto per
imbajcarsi, per terra o i>er mare, alla
volta della Francia
A Marsiglia giungono giornalmente
S.uuO profughi, e pochi ai essi sono i
riccni coloni con i capitali al sicuro,
cne non hanno nulla aa temere; i pin
sono piccola gente, che ha lasciato
tutto e si è buttata allo sbaraglio, e
verso cui la Patria tanto idoleggiata rischia — con la migliore volontà
■— di presentarsi ben presto come una
burocratica matrigna. E invero, il riassorbimento di questa mossa considerevole di profughi, che già sarebbe
arduo nel quadro di una vita nazda
naie normale, si rivela ancora più
mera basata sulla violenza. E quando
lo sfacelo è venuto e viene, quando
tocca pagare i conti e le menzc^e si
rivelano per quel che sono, chi paga
di più è il piccolo, che quando perde
non perde soltanto una gallina dalle
uova d’oro che si riavrà presto altrove, ma perde tutto quello per cui ha
lavorato e che ha costruito. Colpevoli (in parte) d’accecamento, soprattutto vittime, i i< repliés » d’Algeria, a
molti dei quali, senza loro colpa, è
stato reso impossibile rimanere in ima
terra arroventata. Cani arrabbiati, i
fanatici dell’OAS, gli attentatori, i
militari estremisti; e anche per loro
viene il redde rationem, se non in un
processo, nella sfacelo della disperazione. Ma chi chiederà conto a chi si
è servito degli uni e degli altri? a chi
sfmtta così vergognosamente per i
propri fini le passioni umane di giovani e di vecchi?
Tutte le Chiese, in Algeria ed in
Francia, sono impegnate a fondo nell’aiuto a francesi ed arabi. In particolare menzioniamo l’opera della CIMADE, l’organizzazione assistenziale
ecumenica che agi.sce per conto delle
chiese protestanti e ortodosse di Francia. Ma si tratta pur sempre di gocce
in una mare, sia nella metropoli, di
fronte alle centinaia di migliaia di rifugiati, sia in Algeria, dove si può
difficilmente immaginare la situazione di tanti arabi, adulti e ragazzi, già
prima cosi dipendenti dall’aiuto europeo. Dire che si tratta di gocce in un
mare non significa naturalmente togliere valore al bicchier d’acqua (e
anche molto di più) che viene dato a
tanti; ma non si può d’altra parte
chiudere gli occhi di fronte alla massiccia entità del fenomeno e ignorare
quanto grande sia il bisogno.
Una volta di più ci chiediamo; che
cosa facciamo, di fronte a questo? noi
sempre così preoccui,|Ky„( nella migliore e non comunissin»,ipotesi) dei nostri templi, dei nòstri stabili, delle nostre opere, noi troppo abituati a
essere aiutati da destra e da sinistra,
noi siamo capaci di rendere vera, onesta, la preghiera che dovremmo leva
re per questi fratelli, con un atto concreto, che ci costi qualcosa? La Fédération Protestante de France ha lan
ciato un appello (1); a Marsiglia l’arcivescovo cattolico-romano Lallier, il
past. J. Marchand e il gran rabbino
I Salzer hanno pubblicato un messaggio comune in cui affermano « l’Unità
di vedute di fronte al dovere presente », nei confronti delle migliaia di
rimpatriati daU’Algeria, e chiedono
uno sforzo di servizio e di comprensione verso coloro che Marsiglia sta ricevendo, sforzo a cui « tutti coloro
che si richiamano a un Dio d’amore
non possono sottrarsi ». Sono cose ohe
non ci riguardano? Non rispondiamo
cerne Caino. g. c.
(Ij Offerte possono essere inviate all»
Coniinissioii (rEnlraide de la Fédération
l’roleslante, c.c.p. Paris 14.114.31.
Lausanne 1-2 giugno 1962
Popolo,
cammina nella luce
Echi del “ Rassemblement
Protestant Romand,,
Il « Palais de Beaulieu » e lo stadio di Losanna, che già nel ’60 avevano visto
svolgersi le intense giornate deH’Assomblea ecumenica della gioventù europea,
hanno quest’anno ospitato ancora una volta le principali manifestazioni di im
importante raduno ecclesiastico : il « Rassemblement Protestant Romand ».
Si è trattato certo di un avvenimento di carattere più locale ma non per questo meno significativo, impegnando come ha impegnato per parecchi mesi le
singole comunità delle varie chiese riformate svizzere di lingua francese in im
intenso lavoro di preparazione e di meditazione alla luce della Sacra Scrittura.
PER UN CRISTIANESIMO
« IN AZIONE E IN VERITÀ’ »
Il « Rassemblement » era stato deciso molti mesi fa dalla Conferenza
delle Chiese della Svizzera romanda.
Ha voluto cioè essere l’espressione di
un protestantesimo che rompe le barriere cantonali e combatte consapevolmente qualsiasi dannoso particolarismo, per riscoprire la dimensione
vera di una Chiesa che, se opera in
concreto sul piano locale, lo fa sempre
e soltanto nel quadro vastissimo del
piano di salvezza di Dio. Come ha ben
fatto notare il prof. H. D’Esplne, Presidente della Federazione delle (Jhiese
Protestanti Svizzere, nel corso del suo
messaggio domenicale.
Perchè proporre proprio la Prima
Epistola di Giovanni aU’attenzione
delle comunità, prima ancora che a
quella degli oltre duemila delegati ufficiali che le hanno rappresentate a
Losanna? Nell’introduzione che accompagnava i cinque ottimi studi
biblici appositamente preparati in vista del grande raduno si spiegava cosi, questa scelta;
« Innanzitutto abbiamo voluto
stabilire un collegamento (...) tra
il tema della terza Assemblea Ecumenica (tema che, come si ricorda
era «Gesù Cristo, luce del mondo»!
e il «Rassemblement» (...) Chiamando i cristiani della Svizzera
romancia a camminare nella luce
di Cristo, come insegna la Prima
Epistola di Giovanni, il « Rassemblement » si unisce dunque al movimento ecumenico per l’unità della Chiesa nel mondo. Ma c’è un’altra ragione per la scelta di questa
epistola. Scritta verso la fine del
primo secolo, a delle chiese già infettate dalla religiosità sentimentale, intellettualistica ed egoista
del mondo pagano d’allora, questa
lettera vuole ricondurle al temibile realismo della fede evangelica.
(...) Camminare nella luce, secondo l’epistola, significa due cose:
1. - Riconoscere che, attraverso
la vita di Gesù, Dio ha smascherato il nostro egoismo, particolarmente il nostro egoismo religioso,
'la fatto luce sulla nostra condizione umana.
2. - Riconoscere che la nostra fede è menzogna (I Giov. 1; 6) finché non si esprime attraverso
l’amore e il servizio degli uomini ».
Questa citazione fa capire con quale spirito ci si sia preparati al grande
raduno dei giorni scorsi.
INSIEME
DINANZI ALLA PAROLA DI DIO
Nel corso di sabato 2 giugno i delegati di ogni comunità hanno messo
in comune il risultato deH’assiduo lavoro di ben cinquecento gruppi biblici locali.
Dopo che il prof. Pierre Bonnard
ebbe messo a fuoco il passo centrale
della prima epistola di Giovanni
(4: 7-21), che doveva poi dimostrarsi
di un sapore assai « contemporaneo »
nel corso delle discussioni, i vari partecipanti, divisi in cinquantun gruppi, hanno occupato i numerosissimi
angoli del « Palais de Beaulieu » e parecchie aule della Scuola di Commercio. Per quattro ore hanno cercato di
ascoltare quello che Dio aveva da dir
loro attraverso la sua Parola. Pierre
Oguey, Presidente del « Rassemble(continua in 3“ pagina)
Ricordando il Prof. A. Jalla
Vetuirdi 15 giugno, in un incidente automobilistico periva il prof.
Attilio Jalla. Il servizio funebre, si
è svolto domenica 17 a Torre Pellice. Nel Tempio valdese, compietamente riempito da una folla commossa, il past. Franco Sommani ha
annunciato la Parola della vita, in
cui il prof. Jalla durante la sua esistenza terrena ha confidato. Hanno
poi recato il loro omaggio di gratitudine e di affetto il moderatore Ermanno Rostan per la Tavola e la
Chiesa Valdese; il sindaco di Torre
Pellice, avv. Bert per l’Amministrazione comunale e la popolazione di
Torre, nonché a nome dei Comuni
vicini; il sig. Italo Hugon per TAss.
’’Pro Torre Pellice”; il dott. Enrico
Cardici per TAss. ’’Amici del Collegio”; l’amico avv. Arnaldo Pittavino; il prof. Cesare Rotta per il
Partito Liberale. Da ciascuno di questi messaggi è risultata ben viva la
stima affettuosa da cui era circondalo il prof. Jalla, anche da parte di
quanti non ne condividevano tutte le
vedute. La Corale valdese, ricordando colui che era stato il suo primo
presidente, ha cantato un nuovo inno di circostanza (testo a pag. 6).
Altri dirà meglio, la settimana
prossima, tutto ciò che il prof. Attilio .lalla e stata e ha fatto nel corso
(Iella sua lunga ed operosa esistenza,
¡iroprio fino all’ultimo. Voglio sollanto notare (jui quanto da molti è
.-tato detto, .senza indulgere minimamente airencomio retorico.
Attilio .lalla non ha lesinato le sue
lorze, non ha risparmiato i suoi doni, il suo tempo, le sue molte capa(ità; non ha avaramente capitaliz
zato ciò che era suo, ma l’ha messo
a frutto, l’ha offerto al servizio de
gli altri. Prima che si parlasse tanto
di servizio e di servizio cristiano, lietamente ha servito, sempre a disposizione di quanti avessero bisogno di
lui. Per questo tanti gli volevano
h>;ne.
Attilio Jalla ha vissuto da ottimisla — e non ha sempre avuto una
\ila facile. Si può dire che questo
era il suo carattere, ma si può dire
pnire che c’era in lui una serena speranza, una fiducia nell’uomo, e nel
suo Signore, frutto d’una vita interiore. Nel nostro tempo e per la nostra generazione ammalata di comjdicazione, talvolta il suo ottimismo
risultava (piasi irritante, e superfi
ciale la sua capacità di semplificare
i problemi. Tanto per fare due esempi, la sua convinzione di vecchio liberale gli faceva schermo, a mio avviso, impedendogli di vedere ben
chiaro che cosa il Partito Liberale
.“■ia. oggi, nel suo complesso, e quanto diverso da quello della fine del secolo scorso; o ancora, la sua passione
di aiutare sembrava a volte renderlo pago di tirare avanti in una società la cui norma è quella della raccomandazione, della spinta: una società paternalistica, cioè, la società
del « buon padrone », e non si preoccupava, tutto preso dai (molti!)
casi singoli, di discutere tale società, di attaccarla. Vedeva Tuomo, l’individuo che aveva di fronte, e non
pensava che ad aiutarlo. Evidentemente, non sono questi gli uomini
che mutano il volto del mondo, ma
creano attorno a sè la fiducia e il
calore umano, la riconoscenza di
tiuiti; la stima anche degli avversari, perchè pagano di persona. E come cristiani, penso che un uomo come Attilio Jalla ci ricordi il valore dell’uomo, di ogni singolo uomo: nella nostra società che « va a
sinistra », cioè scopre la dimensione
foto R. J.
sociale, il
un richiamo valido a non dimenti
care, nella massa che giustamente
viene alla ribalta e vuol prendere in
mano la propria esistenza, il volto
unico di ogni individuo. Non importa che si scelga questa o quella via
per seguire tale richiamo : esso resta, invito a fare e non dire soltanto.
E infine, per la giovane generazione talvolta stanca a trenta, a vent’anni, quale esempio in quest’uomo che a ottantanni era sempre per
le strade, al servizio degli altri!
Gino Conte
2
pag. 2
22 ^ugno 1962 — N. 25
IL REGNO
pietra ili jiài'tigone
DI DIO
delle civiltà
"Tu, o Re, stavi guardando quand’ecco ulta pietra si staccò,
senz’opera di mano, e colpì i piedi di ferro e d’argilla della
statua e la frantumò... ma la pietra che avea colpito la statua
diventò un gran monte che riempì tutta la terrà’.
Daniele 2: 34, 35.
E* stato detto di Daniele ch’egli è,
di tutti i profeti antichi, quello
che più chiaramente ha rivelato il
Cristo. Per questo egli è sempre
straordinariamente attuale. Quel remotissimo re di Babilonia, nel suo angoscioso lamento, ci è estremamente
prossimo : « Ho fatto un sogno e il
mio spirito è turbato perchè vorrei
comprendere il sogno ». E la lontana
esperienza del re Nebucadnezar è esattamente la nostra esperienza di oggi:
nessuno può venirci in aiuto, tutti sono altrettanto perplessi davanti alle
paurose visioni d’avvenire che assillano e turbano il nostro spirito.
Ma ciò che è nascosto alla sapienza e aU’intelligenza umana Dio lo rivela ai piccoli fanciulli, a coloro cioè
che si rivolgono a Lui, con assoluta
fiducia e semplicità di cuore.
Dio dà a Daniele la spiegazione del
sogno che ha turbato il re e la spiegazione può applicarsi esattamente
alle paurose visioni d’avvenire che
turbano il nostro spirito oggi.
Nebucadnezar ha avuto in sogno
una strana e paurosa apparizione:
una statua immensa di uno splendore
straordinario e di un aspetto terribile,
dalla testa di oro fino, dal petto e le
braccia d’argento, dai fianchi di rame
e le gambe di ferro, ma di cui i piedi
curiosamente di argilla non han potuto reggere all’urto improvviso di
una misteriosa pietra che, colpendoli
in pieno, ha mandato tutta la statua
in frantumi che il vento ha disperso
come pula. La pietra stessa, che ha
colpito la statua, diventa un grande
monte che riempie tutta la terra.
Che cosa esattamente rappresenti
la pietra che manda in frantumi la
orgogliosa statua Daniele non dice,
ma è chiaro al re che si tratta del Regno di Dio, del Dio che Daniele adora e serve con incorruttibile fedeltà.
Chi avrebbe immaginato ai dì di
Nebucadnezar o ai dì del re romano Tiberio che dal seno dell’inerme, sprezzato ed oppresso popolo
giudeo sarebbe sorto il seme del Regno destinato a trionfare di tutti i
potenti regni di questo mondo?
Perchè crollano e spariscono i grandi regni del mondo, mentre permangono e trionfano il Regno di Dio, la
Chiesa di Cristo?
Il pericolo che minaccia la statua
di Babilonia e tutti i regni di questo
mondo non sta nel loro splendore o
nella loro ricchezza o nella loro potenza, ma nelle fragili fondamenta su
cui orgogliosamente essi si ergono.
In linguaggio di oggi diremmo che
Dio non pone dei limiti o dei veti alla ricerca della conoscenza e della
potenza, alla scoperta di nuove strutture atomiche e di tutte le possibilità
nucleari come a qualsiasi altra scoperta; ma se non vi son limiti posti
alla ricerca e alla conoscenza vi è
però una nuova e crescente responsabilità dell’uomo, dello scienziato come dello Stato di fronte a Dio e di
fronte al prossimo.
Ciò che la Bibbia ci dice dell’uomo
non è che il suo potere dev’essere limitato ma che questo potere illimitato per destinazione non deve corrompersi in ribellione a Dio e diventare fratricida ma entrare nei piani
stessi di Dio rivelati in Cristo.
11 più potente regno, la più progredita civiltà non possono reggere
più che non reggano le fondamenta
sulle quali essi poggiano.
I piedi di argilla dei grandi regni
e delle splendide civiltà del mondo di
ieri come di oggi sono l’ignoranza o
la dimenticanza o il disprezzo della
sacra dignità della personalità umana, dell’uomo in quanto uomo, in
quanto figliuolo e immagine e tempio
di Dio.
Le pur sorprendenti progredite civiltà del passato erigevano le loro
splendide e colossali sovrastrutture
sull’oppressione e la schiavitù umana
celebrata dai grandi filosofi stessi del
tempo.
E in quel mondo inumano scese il
Cristo Figliuol dell’uomo e Figliuol
di Dio a rivelare alla minima delle
creature la sua figliuolanza divina.
Questo solo e semplice messaggio
del Cristo è la pietra che ha mandato
e manderà in frantumi in ogni tempo
i grandi regni e le orgogliose civiltà
del mondo.
Ciò che fa la forza inesauribile
del Regno instaurato dal Cristo o della sua Chiesa fedele, ciò contro a cui
si infrangeranno sempre tutte le potenze infernali del mondo, è precisamente la rivelazione della latente sacra dignità di ogni uomo in quanto
uomo.
Poiché nessun regno o ordine sociale o civiltà può sussistere che poggi su altro fondamento che quello
che Dio ha posto : il sacro inviolabile
valore fin della minima creatura di
Dio che ogni regno o civiltà, che ogni
chiesa che pxjrta il nome di Cristo,
sono chiamati non a dominare od opprimere ma unicamente ad amare ed
a servire, sulle orme di Colui che ha
detto di sè stesso : « Non sono venuto
per essere servito ina per servire! ».
r. j.
COMUNICATO
Culto Evangelico
alla Radio
La Direzione della R.A.I. ha ultimamente modificato l'orario della
trasmissione del Culto Evangelico per
esigenze di programmazione. Tale
modifica, in realtà, è risultata una riduzione del già breve tempo finora
concesso.
La Giunta del Consiglio Federale
delle Chiese Evangeliche è intervenuta presso la R.A.I. per manifestare
il proprio disappunto per la riduzione apportata ed ha formulato la richiesta che i 15 minuti di tempo
vengano nuovamente concessi nella
loro totalità.
La Direzione della R.A.I. ha preso
in considerazione la richiesta del
Consiglio Federale. La durata di 15
minuti verrà ristabilita ; tuttavia,
sempre per esigenze di programmazione, l'orario dovrà essere ancora
modificato. Le trattative sono adesso
in atto tra il Consiglio Federale e la
R.A.I.; con tutta probabilità la trasmissione avverrà prossimamente dalle 7,30 alle 7,45 del mattino. Si spera
di poter ottenere un orario più conveniente nella stagione invernale ; a
questo scopo la richiesta è già stata
inoltrata.
Ermanno Rostan
Presidente Consiglio Federale
Chiese Evangeliche d'Italia.
Benedetto il paese che ci hai dato
Deuteronomio 26 : 15
Il patriottismo
cristiano
Nel numero del 3 maggio del « Christianisme au XX siècle» è stato commentato questo testo con l’assunto :
l’amore per la patria. Il commento
dell’articolista si inserisce felicemente nel clima della situa2àone francese, dove si raccolgono amari frutti di
una certa mentalità patriottica che
ha portato la Francia ed altre nazion: sull’orlo della « débàcle ». Tali riflessioni non sono anacronistiche neppure per noi, in un tempo in cui i raduni di ex militari si moltiplicano e
certe nostalgie non sembrano sfumate...!
« Il patriottismo per molti ha come
base l’oTgoglio: difatti col pretesto di
amare la patria si pensa unloamente
alla sua grande^sa, alla sua gloria,
ai suoi successi politici ed economici,
ai suoi interessi particolaristici ed alle sue vittorie: si innalza così la propria nazione abbassando le altre, dando sempre ragione alla propria, allo
scopo di affermarne la supremazia.
Tale mentalità e tale visione delle cose può comportare nobili sforzi, atti
di eroismo, sacrifìci innumerevoli ma
quando l’obbiettivo è l’esaltazione eccessiva si giunge all’idolatria. La Patria non è al disopra di tutto; Dio
soltanto regna su tutto e su tutti. Sappiamo dove si giunge quando si met
te la patria al disopra di tutto. La
storia recente e presente lo insegna».
miiiHiiiiiiiMimiNuiiiiniimmiiimiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiimmiiiiiiii
OARUNOHiO, 2-3 GIUGNO 1962
Conferenza del Quinto Distretto
La scelta della sede della Conferenza era stata determinata nel giugno
scorso dal desiderio di essere presenti là dove il lavoro è p>articolarments
difficile e la solitudine è più penosa.
La relazione così si esprime : « La nostra presenza qui vuole essere un atto di omaggio a coloro che nel passato hanno lottato e sofferto per l’Evangelo in questa regione, ed insàeme
un segno di solidarietà verso coloro
che ne hanno raccolta e si sforzano
di custodirne l’eredità. Anche il lavoro per il Regno di Dio ha le sue
stagioni; oggi, a viste umane, è tempo di inverno per la nostra opera in
questa terra, tempo di arresto e di attesa; ma i segni annunziatori della
primavera, per grazia di Dio non
mancano: sappiamoli vedere e sappiamo guardare ad essi per alimentare la nostra speranza».
Animati da questi sentimenti sono
convenuti nella terra abruzzo-molisana 18 rappresentanti delle comunità
del V» Distretto. Graditissima la presenza del Sovrintendente P. V. Panasela.
Dopo la lettura della relazione le
discussioni si puntualizzano sugli argomenti di maggior interesse, che la
Commissione ha messo ben in rilievo,
La suddivisione dei campo di lavoro è rimasta ancora molto' precaria in
alcune zone del nostro distretto ohe
sembra essere caratterizzato da ampie diaspore. Non si può non tenere
conto che una ampia diaspora composta anche di famiglie disseminate
non può ricevere ohe una cura pastorale sommaria. E’ un problema annoso e si sarebbe tentati di non ripor
tarlo all’attenzione sapendo che per
il momento non ci sono altri operai
disponibili ma è bene che questa si
Presentl là Uovb il lavoro è partlcolarmento difflollo o la soliiudlno è più, ponasa
tuazione rimanga presente alla co
scienza di tutti noi.
La situazione delle comunità nel
distretto in generale ha dato spunto
a due ordini del giorno. Il primo riguarda la comunità di Napoli, Via dei
Cimbri: La Conferenza prende atto
della richiesta dell’autonomia della
chiesa di Napoli, Via dei Cimbri, e
rallegrandosi deli^ migliorata situazione interna, fa voti che detta richiesta venga accolta dal Sinodo. L’altro
o. d. g. invece è scaturito dalla constatazione del nuovo indirizzo che div erse comunità hanno preso nel Distretto. Corato rimane la veterana in
questa esperienza. Il Centro sociale
va sempre di più consolidandosi ed i
primi frutti di questo lavoro si vanno scorgendo. Nuove in questa esperienza sono invece le comunità di Orsara (che da due anni ha il dopo-scuola e quest’anno ha aperto un ricreatorio per bambini dai 3 ai 6 anni) e di
Cerigncla (con il suo ricreatorio, do^
po-scuola e laboratorio per maglieriste che hanno visto la luce solo quest’anno). Questa apertura nel campo
sociale è stata riconoisciuta in questi
ultimi anni come una delle vie p>ossibili per essere ascoltati dal mondo
di fuori, un modo per rendere attualizzata la predicazione; queste iniziative locali quindi richiedono una presa di coscienza colleggiale, una responsabilità da portare insieme. La
Conferenza così si esprime: La Conferenza Distrettuale rallegrandosi delle opere sociali felicemente sorte sul
terreno del servizio e della testimo
INVITO
X ;^DELFIJ!l
Il oeinliro giovanile interdenominazionale (li .tdelfia continua la sua opera nelrainibilo della gioventù evangelica italiana. Su di una meravigliosa spiaggia siciliana i campi si suseegtuono anno dopo
anno ed accolgono quanti desiderano
trascorreire un periodo di fraterna (-oniuiiione e di ri'poso niella meditazione e
nella rieenca di una risposta ai vari proItlemi elle sono posti giorno do-po giorno
ai credenti. Miglioramenti logistici assi('iiraiio un sogigiorno confortevole. Questa estate i campi in programma sono i
seguenti: 9-19 luglio: Campo di studio
per monitori : Direttori : Pastori Samuele
Gianibarresi e Sergio Rostagno. Tema:
I.a cura d’anime nella Scuola Domenicale. Sarà tenuto anche un co'rso di intraduzione all’Antico Testamento. Esercitazioni pratiche renderanno maggiormente interessante il campo.
20 luglio 3 agosto: Campo di studio
per giovani (evangelici. Il tema di questo
decimo campo ad Ad-elfia è il seguente:
Beumenismo, esigenza di dialogo, a) il
dialogo con i cattolici; b) il dialogo enn
i noiq credenti. Direttore del ca;tnpo :
Pastore Salvatore Briante.
10-19 agosto: Campo Italo-Francese.
(piesto campo, organizzato in coUaborazio-ne con il Pastore J. M. Lambert di
Lioine, ed a cui parteciperanno 40 giovani francesi, il tema di studio è: TEvan
gelo pratica-mente vissuto, secondo l’Epii.stola di San Giacomo. Serate varie ri-oreative e di informazione contriliai iranno a rendere veramente ecumenico questo campo.
Norme di partecipazione per tutti i
campi. A tutti i canipi possono partecipare tutti i giovani evangelici di ogni
denominazione purcliè presentati da un
Pa,siore. Le iscrizioni possono essere fatte pe-r lettera o per mezzo di mod-uli ebe
saranno forniti a quanti ne faranno ri(-iliiesta indiiri'zzando a: Pa'St. Giovanni
S(-uderi, via Garibaldi 60 Vittoria (Ragusa). Allo stesso indirizzo vanno rii-hiesti
i programmi dettagliati dei campi, ed
eventuali informazioni circa borse campo. La retta giornaliera di Oigni campo è
di lire 6.S0; per i campi interi invece la
retta è: Campo Monitori L. 6.000, Campo
Studi L. 8.000, Campo italo-francese L.
6.000.
Le iscrizioni devono pervenire non oltre .5 giorni prima delTInizio del campo
e devono essere accompagnate dalla capai-ra di L. 700 versata sul c.c.-p. 16/3487
intestato a Pastore Giovanni Seuderi,
Vittoria (uff. dei conti di Catania). E’
necessario essere iscritti al campo per
parteciparvi.
Il luogo di incontro è presso la Chiesa Valdese di Vittoria, all’indirizzo del
Pa st o re Scud er i.
nianza cristiana nel V<> Distretto, invita il Sinodo a dare mandato alla
Tavola di voler coordinare ed inquadrale dette opere ai fini di un sempre più efficace loro potenziamento.
Altro argomento obbligato è il Pastorato femminile. Udite le relazioni
delle diverse comunità la discussione
si la appassionata. Si nota il conti
nuo ripetersi delTespressione : Dal
punto di vista biblico (le assemblee
hanno seguito generalmente lo schema di discussione! proposto dalla
Commissione ministeri nel suo opuscolo sulTargomento) non ci sono difficoltà, le difficoltà sorgono dal lato
pratico a causa specialmente del matrimonio. Questa continua contrapposizione tra l’aspetto biblico e quello pratico mette in allarme alcuni'
qualcuno sprovveduto potrebbe credere che la Bibbia sia un libro teorico che anche nelle chiese riformate
in cui la massima autorità è data alla Parola, non trova applicazione nella vita pratica. Si viene allora a notare che il pastorato attuale non corrisponde più al pastorato carismatico della chiesa primitiva, esso è costretto in un clichet .sbagliato in cui
non è facile inquadrare il pastorato
femminile. La discussione si conclude con la votazione (13 voti positivi,
2 negativi, 3 astenuti) del seguente
o. d. g.: La Conferenza Distrettuale,
dopo avere udito la relazione dei delegati delle varie chiese e dopo ampia discussione, si pronuncia favorevolmente al pastorato femminile, pur
esprimendo alcune riserve di carattere pratico.
Sembra si vada facendo sempre più
strada, nei nostri ambienti, la capacità di puntualizzare gli argomenti
di maggiore interesse tralasciando
quelli che di solito occupavano del
tempo prezioso. La Conferenza di Carunchio pare abbia raggiunto ima
buona quota in questo senso e ne siamo vivamente grati al seggio. I lavori così preficui non hanno stancato
ma hanno tenuta continuamente viva la partecipazione dei delegati.
Nel corso della Conferenza abbiamo a’vuto tre culti: D primo di apertura tenuto dal Past. Ernesto Naso
che ha scelto molto oculatamente il
testo della sua predica in Luca 5; La
pesca miracolosa, richiamando l’attenzione sulla nostra vocazione in un
tempo in cui sembra di stare seduti
lungo la riva, stanchi e scoraggiati in
attesa della buona occasione. Il Sovr.
Panasela ha presieduto il culto della
domenica mattina in cui i convenuti
alla Conferenza si sono uniti alla comunità locale, mentre nel pomeriggio una buona parte della comunità
di S. Giovanni Lipioni è venuta a Carunchio dove il Past. Cielo ha spezzato la Parola di Dio. L’incontro è
stato molto vivo e quasi tutte le comunità rappresentate hanno rivolto
nelle persone dei loro rappresentanti,
una parola di incoraggiamento a questa comunità che è la più giovane
del Distretto. Tutta la Conferenza ha
sperimentato la gioia dell’incontro
tra fratelli ed ha apprezzato lo slancio con cui è stata offerta a tutti
ospitalità in un paese dove non era
molto facile farlo. Carmen Trobia
L’esempio di Eichmann e recente
mente delTAlgeria, nonché il comportamento di certi uomini di stato, nostalgici della « grandeur » della loro
patria e « dell'Europa delle patrie »
indicano quanto sia ancora radicata
una certa mentalità. Anche certe
scritte nei nostri parchi della rimem
Pranza esprimono questa mentalità.
Concordo con l’articolista quando
spiega il senso del patriottismo cristiano; il cristiano ha coscienza della
sclidarietà che lo unisce al popolo della sua terra e realizza quella solida
rietà nello spirito di Gesù Cristo. Dilatti il credente ama il suo popolo,
come un membro d’una famiglia ama
in modo particolare i componenti della casa; ma si tratta d’un amore che
non esclude altri, che non sfocia nell’idolatria; si tratta d’una precedenza : « prima quei di casa sua ». Inoltre il credente soffre col suo popolo
quando la libertà è conculcata, quando la giustizia non regna, quando l’onore di Dio, la pace sono in pericolo.
Anche Cristo ha pianto su Gerusalemme perchè la città delia sua nazione
terrena non lo aveva accolto come
salvatore; anche i profeti, soprattutto Geremia hanno pagato di persona
nel ricordare al popolo ed alle autorità i loro doveri di cittadini duna
nazione il cui vero capo era Dio.
Il credente serve il suo popolo, la
sua patria nell’assumere responsabilità pK>litiche e civili, per allontanare
la piaga della miseria, per far trion
fare la giustizia: difatti Cristo non
ha trionfato con la spada nè col san
gue ma con Tamore, con la dedizione,
con Tolocausto di sè stesso. Il cristiano prega per il suo popolo come per
tutti i popoli perchè ritrovino in Dio
la soluzione dei loro problemi; Lui
solo in Cristo ha spazzato via la causa delTingiustizia, vale a dire il peccato, la rivolta dell’uomo contro il
suo Creatore.
La nostra patria è provvisoria: qui
siamo pellegrini e viandanti in marcia verso la Patria celeste; siamo cittadini dei cieli per la fede in Colui
che ci ha amati. Per questo ci soccorriamo gli uni gli altri per poter giungere assieme nella vera Patria, il cui
architetto e costruttore è Dio.
Dio soltanto ci consente di essere
autentici patrioti, capaci di rinnovare radicalmente la vita spirituale e
perciò sociale della nostra e delle altre nazioni; i problemi non mancano: qui in Italia e in altri Stati. Se
qui da noi si è sazi, interessiamoci
degli affamati del Sud d’Italia o dell’India o di altri paesi. Se qui abbiamo una casa altrove manca. Credo
che gli incontri degli alpini o di altre
armi potrebbero avere questa nobile
funzione: studiare il modo migliore
oi onorare i morti, occupandosi dei
vivi. La lapide più preziosa e la corona più bella che Dio gradisce è di
iscrivere nel ruolino di marcia dei
prossimi incontri lo studio di qualche
problema, atto a risanare le piaghe
morali e materiali della patria per la
quale milioni di creature sono morte;
così facendo si risparmieranno forse
altri lutti e comunque si darà un
bicchier d’acqua ad uno dei minimi
che stanno male: ed è come si fosse
fatto al Signore.
Queste cose le scrivo per tutti i lettori, soprattutto per i convenuti all’Inverso Pinasca di domenica 3 giugno; m’avevano pregato di celebrare
un culto e di dare un messaggio alle
9,30 nella cappella del dot ed i manifesti lo avevano anunziato; ma all’appuntamento gli alpini evangelici
non c’erano, tranne pochi Peccato!
Il viandante
A Tramonfi (Udine)
Oampo-iicuoia monitori
e collaboratori
Il 3 luglio si aprirà a Tramonti di Sopra (Udine) l’edizione 1962 del CampoScuola Monitori e Collaboratori (Anziani,
Diaconi, Predicatori, Colportori, Responsabili di attività di Chiesa). Vi saranno
corsi diversi, ed uno comune a lutti di
l'idlura biblica. ]1 (-ampo durerà fino al 13
luglio, ma ehi vorrà potrà fermarsi ancora
nella Colonia evangelica per famiglie.
IjH quota giornaliera, per coloro che dormiranno nella Capanna « Luciano Menegon » sarà di L. 609, lutto compreso. Chi
vorrà dormire in case private o in albergo,
scriva al più presto per le prenotazioni
iiirAnzjano Emanuede Flacchin, di Tramonti.
Si consiglia vivamente di portare: una
o due coperte, lenzuola, federa, lampadina tascabile, scarpe robuste e maglione.
Valuralmente, la Bibbia e l’Innario Cristiano.
Per informazioni e iscrizioni rivolgersi
al Past. Liborio Na.so, Castello 5170, Venezia.
3
22 giugno 1962 — N. 25
pag. 3
[’Assemblea fienei'ale della l'hiesa di Scozia Popolo, cammina nella luce
contro l’armamento nucleare britannico
Si sa che il movimento contro rarmainento nucleare è assai vasto, in
Gran Bretagna; la nostra corrispoiifleiite da Londra, Liliana Munzi, ce ne
dà spesso notizia. Ma a nostra conoscenza è la prima volta che un organismo
ecclesiastico dell’importanza della Church of Scotland, tramite la sua Assemblea generale (sinodo) si pronuncia recisamente in tal senso. Di fatto,
riunita a Edimbnrg, l’Assemblea si è, fra l’altro, pronunciata in favore del1 abbandono, da patte della Gran Bretagna, del suo •leierrent nucleare autonomo, in cooperazione con la NATO. Ha chiesto con insistenza che siano
prese misure per distruggere ogni arma di distruzione in massa e che si rinunci ad ogni esperimento atomico
j'.ell’atmosfera. Ha espresso l’avviso
che la Gran Bretagna dovrebbe accettare, unilateralmente, un control
b internazionale in questo campo.
Notare che due anni fa l'Assemblea
generalo della Chiesa di Scozia aveva
stimato che la Gran Bretagna dovesse avere le proprie armi atomiche,
fino al momento di un eventuale disarmo
internazionale: lo sviluppo della situazione e i dibattiti hanno evidentemente maturato una nuova posizione nella maggioranza almeno di questa Chiesa sorella.
Altri temi centrali dei lavori deirAsseiul)la sono stati:
— h'osserviinzu domenicale: airunanimità è stato deciso di addolcire le norme —
ri.salenti alla Confessione di fede di Westminster del XVll sec. — che guidano il
comportamento dei fedeli, la domenica.
Nel I960 rAssemblea si era rifiutata di considerare una revisione. Il Past. J. Cray, di
Gla.-igow, presidente del lomitato « Chiesa
e nazione » elle aveva preparato questo progello, ha raccomandato che « la Chiesa non
parli più della domenica in termini negativi. di divieti, ma positivamente, insistendo sul mo valore e sulla sua ragion d’es
COMUNICATO
Il Corpo Pastorale della Chiesa Valdese è convocato in seduta a Torre Pellice giovedì
19 luglio alle ore 9 del mattino, presso la Casa Valdese.
L'ordine del giorno verrà
pubblicato a suo tempo.
Il Moderatore
Ermanno Rostan
Federazione dell’Africa centrale: l’.Assemblea ha riconosciuto che la Federazione
dell’Africa centrale (Rhodesia del Nord,
del Sud e Nyassalandj non potrà probabilmente sussistere nella sua forma attuale e
che occorrerà costituire una nuova associazione con l’accordo di tutti i cittadini di
questi territori.
— Rapporti con la Chiesa cattolico-rornaiui: sono stati approvali gli incontri recenti fra rappresentanti della Chiesa i-attolico-romana e della Chiesa di Scozia. 11 moderatore uscente, A. C. Craig, Ita tratto le
conclusioni della sua recente visita a papa
Giovanni XXIll. A sostituirlo è stato nominato il dr. Nevile Davidson. Secondo le
Infornmtions Cathoiiques Internattionales
(1-6) egli ha fatto delle dichiarazioni commentando il viaggio romano del dr. Craig:
« Tutti i cristiani dovrebbero rallegrarsi,
j erchè c’è attualmente a capo della grande
comunione cattolico-romana un papa che,
con tutti i segni possibili, ha mostrato di
desiderare che l’amore cristiano sia la nota
ilominante (...) E’ da parte sua che sono
venuti i gesti d'amicizia ecclesiastica e dovunque i cristiani debono rallegrarsi in
questo nuovo clima di carità ». Anche se
le differenze dottrinali fra Roma e la Chiesa della Riforma rimangono ben nette,
u finalmente, dopo oltre quattro secoli,
il solido muro del sospetto, della sfiducia
e deiroslilit'i comincia a crollare ». Anche
se c’è e ci deve essere in tutti un senso
d'cllcgiczza per questo « crollc », sappiamo
(Ile l’opinione pubblica della Chiesa di
Scozia è stata tutt’altro che unanime nel
condividere questa valutazione della visita
del moderatore Craig in Vaticano: sarebbe
stato, ci pare, più rispondente a verità di
dirlo esplicitaiiienle. Recentemente ha avuto luogo a Gla.sgow una riunione fra pastori e anziani di quel presbiterio c membri
del l'iero dcH’arcidiocsi roioana di Glasgow, per iniziativa delTahate di Ntinraw,
un'abbazia cistercense nelTEst della Scozia.
C\CCi\
P ESCJÏk
Tonache sugli attaccapanni ?
Secondo Franca Soir, il 20 giugno i sacerdoti francesi verrebbero autorizzati ad
abbandonare TuiSo della tonaca all’esterno
delle chiese: il card. Fellin farà il suo
raipporlo di fronte alla Commissione dei
cardinali e degb arcivescovi di Francia,
sostenendo che la sottana è un abito da
chiesa e ohe il diritto camonico non stabilisce in nessun articolo Tobbligo di
portarla alTesterno. Essa verrebbe sostituita da un abito grigio scuro. Ma i sacerdoti sarebbero preoocupati dal prezzo
di quest’abito, superiore a quello della
tonaca, e di durata minore...
L’alibi della
lliirte Ijnstituzinnale
Il 14 giugno la Corle Costilu^ilonale
avrebbe doviuto pronuneiarisi sul caso di
Fran’cei.sico Paolo Niosi, un ex-pre.te eletto
sindaco di Uoria (Meissina). Come si sa^
una disposizione dei Patti Lateranensi
(cDiiinia 3 deipari. 5) staibilisoe il divieto
per i sacerdoti aiposlati o comunque irretiti da censura, di ricoprire cariciie pubbl ielle o uffici elettivi, nei quali possano
trovarsi a diretto contatto con il publ>lico. Questa norma, « costituzionalizzala » dalPinfausto art. 7 della Costituzione
i ma su La Stampa del 15 giugno A. Galante Garrone, trattando del divorzio, contesta questa massiccia « coslituzio’ualizzazione »), è in aperto contrasto con il principio delPugnaglianza di tulli i cittadini,
espressamenie sancito dalla carta costituzionale. Su tale problema (ohe non si presenla per la prima volta!) avrebbe dovuto
pronunciarsi la Caritè Costituzionale. Ma
< on un cavillo giuridico formalmente ineccepibile, ha evitalo la res^ponisabilità di
tirare le castagne dal fuoco. « Senza addeiitrarisi neppure nelPesame di merito
della sollevata questione — così il corrispondente de La Stampa — Plia didiiarata
inaimimissibile perediè iiTitualmenle proiposta. Rilevato die la questione di legiitimiià costituzionale, in via iniddenlale,
non può esser sollevata se non nel corso
di un g^iudizio avanti ad una autorità giurisdizionale, la Corte ha affermato ohe gli
organi elettivi degli enti autardiici come
j1 consiglio coinfunale non sono istituzìoiiabnente organi giurisdizionali»: invalida, quindi, la deliberazione del consiglio
comunale di Ucria circa la iposizione del
consigliere Francesco Paolo Niosi poi eletto sindaco. 11 ragionamento non la una
grinza; ma i giudici costitiuzionali non si
illudono, probabilmente, di aocrescere il
loro prestigio e la stima dei cittadini verso di loro, con ragionamenti simili: ma
quel che ci preoocupa non è la loro figura personale, è il fatto die neUa coscienza dei cittadini viene incrinata la fiducia
in un organo così delicato ed essenziale
<luaPè la Corte Costituzionale, die dovrebbe essere custode gelosa della nostra
<arla fondamentale; sappiamo bene che
nella Costituzione stessa vi sono con,lrasti
non appianali, ma dii se non la Corte
Costituzionale dovrebbe gridarlo alto e
forte? Non sarà certo il cardinale arcivescovo Ruffini di Palermo, vero?
La prui/a di scalata
Il Journal Officiel del 14 giugno ha
pubblicato un decreto ohe potrà avere molte conseguenze sulle paissioni atletiche dei
futuri funzionari del regime gollista (ammesso che duri): coloro che sapranno fare
una scalata avranno infatti diritto ad un
punteggio supplementare nei concorsi di
aiimniissione alla scuola nazionale di ainminietrazione. La « prova di scalata » è
e rimarrà facoltativa, ma i candidati che
si sentiranno in grado di superarla potranno beneficiare di un maggiore punteggio da 0 a 20, che potrà essere aggiunto
a quello ottennio con le prove classiche di
francese, matematica, scienze, ecc. Ma die
gli faranno fare, a questi funzionari: arrampicarsi sui vetri?
La polizia armata
<( In uno Stato ideale la polizia non deve portare armi da fuoco. Purtroppo questa condizione ideale non è ancora quella
del nostro Paese. Auiguriamoci che ci si
possa arrivare presto », così il ministro
deirintemo, Taviani, ha risposto alla Camera alle interpellanze di alcuni parlamentari che, in seguito ai recenti (e non
primi) tristi fatti di Samico e di Ceccano,
avevano (ihiesto die la polizia non avesse
armi da fuoco (come avviene in altri paesi). L’o'norevode ministro ci permetterà di
dissentire recisamente; è seiitpre la vecdiia questione del paternalismo: «aspetta
di esser cresciuto ». Ma non pensa, l’onorevole ministro, die findiè i dimostranti
italiani si vedranno davanti la polizia con
i mitra imbracciati e sapranno che può sempre capitare ohe a qualcuno pmda il dito
e qualcun altro resti i>er terra, non potrà
(3-escere in lo.ro altro c.he l’ostilità e la
sfidnda, già fin troppo diffuse nel nostro
paese e di cui possono finire per essere
vittime anche coloro ohe non soltanto fanno il proprio mestiere ma svolgono una
importante missione d’ordine nel paese?
Noi rivoltiamo il ragionamento, e affermiamo che finché la polizia sarà armata
a fuoco, e agirà come spesso agisce, il cittadino vedrà difficilmente in essa un proprio servizio ma piuttosto lo strumento
di dominio dei padroni del vapore. E’ la
dignità stessa di questo servizio civile che
vogliamo sia preservata: che cioè anche da noi il policeman sia rainico del
cittadino.
(segue da pag. 1)
meni » nonché Consigliere di Stato,
riferendosi il giorno dcq>o al lavoro
compiuto, ha affermato;
« Da tutto ciò non nasceranno
delle affermazioni dogmatiche, e
nemmeno delle formule di compromesso destinate a soddisfare la
maggioranza; questi studi e questi
incontri avevano un altro scopo
La ricerca della verità evangelica
non è compito esclusivo dei teologi, dei sapienti esteti, ma di tutti,
poiché, al di là delle interpretazioni diverse dei testi, v’é una verità
profonda ohe ognuno deve cercare,
sentire veramente, per riceverne la
pace interiore e trame una linea
di vita ».
L’epistola ha così portato a molti
quella luce che squalifica l’atteggiamento di quanti « hanno la nostalgia
di un Dio vago, anonimo, un po’ assente dal mondo, verso il quale «elevano la loro anima» senza che nulla
della sua presenza si incarni in loro »
(Semeur Vaudois). Ed ha stigmatizzato Terrore di chi, riempiendosi la
bocca dell’« amore di Dio », lascia che
questa certezza si liquefaccia in una
clottrina scipita e inefificace. Agli uni
ed agli altri l’amore di Dio viene presentato alla luce del doloroso servizio
di Cristo, sfociato nella croce. Servizio che ci chiama ad amare a nostra
volta, assumendo le pene e le gioie
dei nostri contemporanei. Così, per
dirla con J. M. Chappuis, «la Parola
di Dio fa la sua strada nel nostro spirito, e si scopre poco a poco di essere
tutti insieme in cammino, marciando
nella luce misteriosa di Gesù Cristo ».
HAENDEL
E «ISRAELE IN EGITTO»
E’ stato come se questo discorso si
prolungasse, la sera dello stesso sabato, quando un folto gruppo di coristi e i solisti e Torohestra della Svizzera romanda, sotto la direzione di
André Charlet, hanno «attaccato» le
prime note delToratorio di Haendei
« Israele in Egitto ». Al di sopra del
secco scandire delle piaghe inviate da
Dio agli Egiziani i cantori, e con essi
il pubblico hanno lasciato òhe una
melodia piena della Luce soprannaturale alla quale marciavano i figli
d’Israele ricordasse loro l’amore del
Padre, che è quello di un pastore òhe
guida il suo gregge. « Ma tutti i figlioli d’Israele avevano della luce nelle
loro dimore» (Esodo 10: 23).
Nel pomeriggio avevano avuto luo
go contemporaneamente in varie sale
quattro conferenze dal titolo : « Psicologia e fede cristiana » ( Georges
Crespy), «Scienza e fede cristiana»
(Dominique Rivier), «Religioni e fede cristiana» (W. A. Visser’t Hooft),
« Cultura contemporanea e fede cristiana» (Jean Cabriès e Marcel Gosselin) Come si vede c’era il lusso di
poter scegliere tra parecchie possibilità e... il sentimento di perdere comunque tre buone occasioni!
Il giorno dopo, domenica, circa venticinquemila persone si sono radunate nello stadio della Porxtaise, adorno
delle numerose bandiere recanti il
simbolo del « Rassemblement » che
rallegravano con i loro sonori schiocchi gli intervenuti, invero piuttosto
infreddoliti dalla « bise » ohe non aveva voluto mancare alTappuntamento.
Poi, in un silenzio impressionante,
ha avuto inizio il culto. Quest’ultimo
non era stato per nulla « gonfiato »
nelle sue varie parti eppure ha avuto
un’efficacia tutta particolare, arricchito com’era dal canto di una simile as
semplea e dalla predicazione del past.
Vivien di Neuchâtel. Egli ha parlato
della Chiesa
« che si scopre d’un tratto cotì com’é : piccola e povera, senza potenza e senza alleati, nello stesso tempo lontana dal mondo e da esso
accerchiata. Se non avete paura,
fratelli, non é, purtroppo, per eccesso di fiducia in Elio, ma per incoscienza o per ignoranza della reale situazione della Chiesa. Non dico che avreste ragione di aver paura, ma che abbiamo, come i discepoli (sul lago in tempesta), tutte
le ragioni — le stesse — di aver
paura. Una di meno, tuttavia,
quando pensiamo che tra gli assalti del Diavolo e il silenzio del Pa
dre, Gesù ha per sempre, la notte
del Venerdì santo, preso su di sé
tutte le nostre paure».
Al termine del culto, lettura del
messaggio del «Rassemblement» e
messaggio del Presidente della Federazione Protestante, prof. D'Espine,
cui abbiamo già accenato.
POPOLO
CAMMINA nella LUCE
Era il tema di tutto il raduno, era
anche il titolo scelto per «l’azione
drammatica » che, sempre allo stadio,
si é .svolta nel pomeriggio della domenica. Prima che i trecento giovani,
sostenuti nel corso dell’azione dal
canto delTassemblea, dessero inizio al
programma, Paul Chaudet, Presidente della Confederazione, pronunciò
un discorso assai notevole, anche se
in parte discutibile, dicendo tra l’altro ;
« la missione di una Chiesa implica, nell’evoluzione attuale della
maggior parte dei popoli, il compimento di un compito difficile. Questi artigiani devono far fronte alle
esigenze create dalTaccelerazione
degli avvenimenti in tutti i campi
del pensiero e dell’azione (...) il
sentimento di essere travolti, che
schiaccia o scolora tante esisten^,
provoca in molti dei nostri simili
il bisogno (...) di manifestare le loro energie nella dispersione o nelTincoerenza. Queste forze agiscono
alla cieca quando non sono dominate e condotte dalle luci dello spirito (...)
Il « Rassemblement Protestant
Romand » permette di porre in modo nuovo tutti i re^xmsabili del
paese, che si tratti dello Stato o
della Chiesa, dinanzi al dovere di
contribuire a dissipare le confusioni e le tenebre che pesano sulle nostre vita individuali e su quelle
delle nostre comunità (...) Vigilanti nelTordine delle cose spàrituali,
impareremo ad esserlo sul piano
temporale, perché le realizzazioni
della vita terrena si illiunineranno
allora della sola e vera luce che
possa condurci nelTadempimento
dello scopo della nostra vita».
Poi sono entrati in campo Faraone
ed i suoi seguaci, il popolo di Israele,
l’apostolo Paolo, i discepoli. Già, perché si trattava di una rievocazione di
vari aspetti della marcia nel deserto
e della periodica disubbidienza di
Israele nei confronti del suo Dio, con
continue applicazioni alla nostra situazione e con tm continuo sforzo di
presentare i fatti dell’Antico Testa
mento alla luce del Nuovo, alla luce
della parola stessa di Cristo e di quella di Paolo. Di fronte agli occhi dei
presenti si ergeva il trono di Faraone,
simbolo di tutto quello che vi jmò essere di potente tra gli uomini. Dall’altra il monte del Sinai segno della
potenza e delTamore di Dio che invita
i suoi come si invita un popolo ohe si
è scelto ; « Popolo, cammina nella luce ! ». La musica (era presente anche
il College des Cuivres de St. Laurent,
che abbiamo potuto tanto apprezzare
in occasione della sua « tournée » tra
cT' noi), i costumi, il movimento degli
attori hanno efficacemente sottolineato questi concetti ed hanno voluto
sottolineare il lato gioioso della vita
del credente. Chissà, forse Tha voluto
fare anche un merlo che, per nulla
intimidito dai venticinquemila dello
stadio, si è posato al termine del culto del mattino sul pulpito improvvisato, .'anelando verso il cielo alcuni
gioiosi e limpidi fischi di gioia. «Uno
stadio olimpico vibrante di ”bise” e
di fervore» ha detto più tardi alla
iodio il past. Zeissig. La parola ora
a quanti devono portare questo fervore nella vita di tutti i giorni. Ci
sentiamo uniti a loro in questa ricerca. Giovanni Conte
lettera dairinihillerra
Londra, lunedi di Pasqua 1962: a Whilehall, sede dei principali uffici governativi, in occasione deH’arrivo della marcia
anti-nucleare proveniente da Aldermaston
(centro per la fabbricazione delle armi
atomiche del Regno Unito) si potevano leggere le seguenti scritte.
« L’antifascismo tedesco dice ’NO’ alle
basi atomiche nel suo territorio », « Tecnologia al servizio della Pace », « 107 Nazioni non possiedono la bomba atomica: perchè l’Inghilterra deve fare eccezione? »,
« Non potete vaccinare i bambini contro la
radio-attività », « Vogliamo vivere », « Vivere e lasciar vivere », « 1 Metodisti dicono ’NO’ alla guerra », « Latte pastorizzato
ma radio-attivo », « 1 Socialisti dicono
’NO’ alla guerra », « Più autobus e meno
bombe », « Diciamo ’SI’ alle Nazioni Unite, ’NO’ alla NATO », « Le esplosioni nucleari provocano la paura, la paura provoca la guerra», «Svegliatevi ora o non vi sveglierete più », « 1 Cittadini di Readlng
marciano per la Pace ».
Vi erano, inoltre, rappresentati i seguen
Trombe alla gloria di Dio
Il « Collèga des Ouivres » della Oliiesa
di St. Lauren-t di Losanna (Svizzera), accompagnato da una ventina di membri
della comunità e dal proprio pastore «ig.
Jean Mélraux ha fatto una corsa alle valli
presiedendo il culto di Pentecoisite a Villar
Pellice ed offrentio culti e concerti musicali alle chiese di Pinerolo, Frali, Torino
e Torre Pellice.
11 « Collège » a dire il vero era poco
numeroso ipoichè non comprendeva die
sei trombettieri, ivi conipreso il M.o Gorgerat valente direttore e compositore di
musica. In compenso però offriva una
tecnica perfetta e un volume dì suono pari
a quello di un complesso tre volle più numeroso.
-Slraordinariainenle sonore quelle iroanl>e di fabbricazione americana ed amebe
molto costose, poiché una semplice Cornelia simile a quelle che da noi si smerciano per ventimila lire, ne aveva costato
duecentomila !
11 « Collège » di S. Laurent è stato fondato dieci anni or sono dal M.o Gorgerat
stesso per riipristi.nare nella diiesa l’uso
delle trombe in vista della lode del Signore. Il suo scopo è -unicamente religioso ed è Punico del genere in Isvizzera.
A Villar Pellice una sorpresa aspettava
gli ospiti di Losanna : 1 trombettieri del
Villar e alcuni loro amici delle fanfare
del Baden, venuti apposta da Heidelberg,
da Karlsrulie e da altre località per passare Pentecoste con i loro amici Valdesi:
erano lutti quanti animati dalla medesima
passione di lodare Iddio col suono della
tromba ma n©i)pure sapevano dell’esistenza gli uni degli altri. Bastò un istante e
divennero tutti amici : il loro primo appuntamento venne fissalo seduta stante per
il 1» luglio al raduno delle 3(H)() trombe
evangeliche di Karlsrulie; il secondo, alle
Valli Valdesi per il 15 agosto...
Tutti quanti parteciparono alla S. Cena
nel tempio del Villar e lutti, con le y>roprie trombe, accompagnarono l’as-semblea
nel canto deH’inno: «Mio Signore amar
le solo... ».
Non é lutto. Gli ospiti Svizzeri informali che a Pomaretio alcuni giovani desiderano organizzare una seconda fanfara
evanrgelica, con.sent irono con entusiasmo a
dedicar loro le collette che sarebbero falle
al termine dei loro concerti, e promisero
di arri<'chirne il corredo inviando una
tromba propria in regalo dalla Svizzera!
Le varie collette effettuale fruttarono
complessivamente L. 65.(MH) circa, somma
non enorme ma, tuttavia, prima pietra
incoraggiante per i giovani amici di Pomaretto.
Un altro servizio ancora ri hanno reso i
nostri Ospiti: era comune tra noi l’iiupressiune che una fanfara -per offrire un
rendimento apprezzabile dovesse necessariamente esser composta da anolli elementi. II Collège di -Losanna ci ha dimostrato
che anche sole quattro o sei troimbe possono dare un rendimento ottimo. Dimostrazione utile per le nostre comunità delle Valli dove sarà spes-so più agevole
reclutare 5 o 6 trombettieri anziché 20 o 30.
Conserviamo grati neH’orecChio il ricordo degli ottoni di Losanna e li aasicurianio ohe saremo felici di dar loro il
« hen-lornato » il più presto pos-sibile.
Enrico Geymet.
ti organismi: « Amalgameted Engineering
Union », i Sindacati dei Tipografi, il Gruppo Cattolico della Campagna per il Disarmo Nucleare, la Confederazione del Lavoro della città di Southampton, il Gruppo
Giovanile del Partito Comunista del Galles,
il Gruppo Cristiano della Campagna per il
Disarmo Nucleare, la Sezione Giovanile
della città di Birmingham, il Consiglio Pacifista ed i Sindacati di Coventry, la Sezione del Comitato dei 100 -della città di
Dundee, la Lega Femminile Internazionale per la Pace e la Libertà (Women’s International League l'or Peace and Freedom),
il Gruppo dei Portuali del Comitato dei
lofi, il Comitato della Pace della Società
degli Amici (Quaker®), il Movimento Cristiano Sociale (Gruppo della regione al
sud di Londra), il Comitato del Partito
Comunista del Galles, i Sindacati delle
Peste o dei Telegrafi, l’Unione dei Bibliotecari c 'degli Insegnanti, il Gruppo Cristiano dell’Università di Exeter, il Collegio Birkbeck, la Scuola di Scienze Econoinitdie. Politiche e Sociali (Università di
Londra), le Università di Leeds e di Leicester, Oxford e Cambridge.
Rappresentati erano, inoltre: la Svezia,
1:^ Rhodesia del Sud, la Spagna, gli Stati
Uniti d’.Ainerioa, il Sud Africa, la Germania Occidentale, l’Italia, il PortogaUo,
l’Olanda, il Canada, la Francia, l’Australia, TUniversilà di Sydney, la Nuova Zelanda, Pisola di Kiws, le Isole Fiji, la
Grecia, la Repubblica di Cipro, il Giappone, Tlrak, l’Isola di Malta, la Repubblica
di Ceylon, le Indie Occidentali, il Tanganyika, la Guiana Inglese, l’Unione degli
Studenti Arabi, il Movimento Giovanile
Sionista contro la Bomba Atomica, e la
Sezione Giovanile del Partito Comunista di
Croydon (un sobborgo di Londra).
La stiddella marcia, in Inghilterra conosciuta come « The Aldermaston Marcii »,
è ormai tradizionale, e ogni Venerdì Santo .si forma o alla capitale, con arrivo nella contea del Berkshire, o viceversa; sin
dal 1958 è organizzala dalla Campagna per
il Disarmo Nucleare, (« Campaign for Nuclear Disarmement »j il cui indirizzo è:
2 Carthusian Street, London E.C. 1. Si
conta che quest’anno i partecipanti a tale
marcia siano .stati 6().()00. Per chi volesse
più dettagli in merito: nel 19.58 il numero
dei dimostranti andò dai 700 ai 1.000; nei
1959 essi furono 3.5(M); nel 1960, 10.000, e
nel 1961, 50.000.
Come gesto simbolico, quest’anno, per
la prima volta, dei rappresentanti della
Campagna per il Disarmo Nucleare sono
stati inviali a Ginevra, a Mosca, a Washington. nonché alla sede delle Nazioni Unite,
i. New York. Scopo di tali delegazioni è
quello di portare dinnanzi all’opinione
mondiale la voce del singolo individuo che
è stato partecipe della suddetta marcia. Esso condanna le esplosioni nuclerari nonché
ogni preparazione in vista di una guerra atomica in quanto sono una minaccia di genocidio. Liliana Munzi
4
pag. 4
22 giugno 1962 — N. 25
TESTIMONI DELLA PA CE
Giovani cristiani impegnati in un servizio comune
Si era nel 1923. NeUa regione della Rofar,
in Germania, il giorno di Venerdì Santo,
un ufficiale francese protestante, Etienne
Ba(;h, appartenente alle truppe di occupazione, si recò in una chiesa tedesca, per il
culto. La comunità locale rimase di stucco,
vedendo questo nemico sedersi con lei ed
ascoltare con lei ¡1 messaggio dell’amore
della croce. Tanto più grande fu lo stupore quando questo ufficiale francese prese
parte con i tedeschi alla Santa Cena. Cosa
significa quel gesto, se non mettersi insieme sotto la croce? Sotto lo sguardo di Colui (Jie, essendo cosi diverso da noi, ci
giudica nelle nostre differenze, ci perdona
i! nostro odio e unisce tedeschi e francesi
al di sopra e attraverso le nostre barriere.
Si trattava di far valere la croce. Etienne
Bach, partecipando alla Cena con i suoi
nemici e i suoi nemici partecipando alla
Cena con lui, fecero valere la croce. Essere testimoni della pace significa far valere
la croce. E’ questo che si propone il Movimento Cristiano per la Pace. E’ sorto appunto in quel tempo ed è, in sostanza, un
movimento di pentimento, perchè la guerra non è Un destino, un fato, ma è una
colpa. Oltreché di pentimento, è anche un
movimento di testimonianza per Colui che
«è la nostra pace». Anche oggi si chiede.
Che cosa possiam fare per la pace? e per
fortuna questa domanda non è mai scomparsa del tutto nella Chiesa. Ora la pace è
fatta, essa esiste nel nostro mondo lacerato. EUsa è entrata nel nostro mondo con
Cristo e l’unica cosa che possiamo fare è
essere testimoni della Sua pace in tutte le
situazioni in cui ci troviamo.
Cosi in Svizzera, fin dal 1938, il Movimento si preoccupa dei profughi, soprattutto bambini, provenienti dall’Africa del
Nord.
Nell’Africa del Sud, del giovani cristiani stati combattendo in modo non violento
la politica della segregazione razziale dimostrando che la collaborazione e l’aiuto
reciproco tra bianchi e neri è l’unica via
degna di un cristiano.
In Gr.icia settentrionale, un campo di lavoro si è oocupato di piantare degli ulivi,
ma anche di curare i fanciulli e di insegnare alle loro madri come li devono culare. Attualmente, un gruppo stabile di
giovani, composto da due contadini qualificati, un’assistente sociale c una professores,sii di economia domestica sta svolgendo
un lavorcp a lunga scadenza nell’isola di
l.evkas, tuttora devastata da guerre e terremoti. Questo gruppo intende aiutare la
popolazione locale ad aiutare se stessa.
Un’oi>era particolare stiamo svolgendo in
Israele. Aiutando i contadini dei Kibbuzim
che stanno coltivando un paese mezzo deserto, dei giovani volontari — ogni anno
ne partono diversi groppi —• cdie si impegnano per tre mesi, possono conoscere il
jMjpolo ebraico vivendo in Palestina ed erigere un piccolo segno di amore cristiano
verso il popolo che ha tanto sperimentato
l’odio dei cristiani.
I casi citati avvengono dovunque i cristiani prendono sul serio resistenza della
comunità di Cristo che supera le frontiere
e l’offerta di pace fatta in Cristo a tutti
gli uomini. Una bellissima possibilità per
questo è anche offerta dai nostri campi internazionali di lavoro che si fanno ogni
estate in Europa e in Africa del Nord e
che permettono un impegno anche a coloro
che sono liberi solo per tre settimane, il
servizio ^^he si rende in questi campi consiste in primo luogo in un lavoro manuale
per un’opera di ricostruzione o per qualsiasi forma dì aiuto. Intanto vogliamo che
il campo diventi una comunità cristiana,
sia sul lavoro, sia nelle conversazioni della
sera, sia nei rapporti con coloro per i quali lavoriamo. Cosi va provato che il nome
di cristiani che portiamo non è solo un
termine vuoto. Allora i brevi cantieri non
terminano con la partenza dei partecipan
ti ma qua e là nel mondo diviso sarà sentita e vissuta la pace, perchè essa è stata
testimoniata.
A chi si dedica al servizio della pace si
offrono sempre nuove prospettive e nuovi
impegni. Perciò, questa breve presentazio
ne del nostro lavoro vuol essere un invito
a chiunque lo legge, soprattutto ai giovani: Venite ad aiutarci! Vorremmo conoscervi in un comune servizio per la pace.
Ecco alcuni dei nostri cantieri ;
FRANC1.4
Camp St. Jean par Pont St. Esprit (Gard)
13 partecipanti. Lavoro: partecipazione ai
lavori della comunità di Chartreuse de Valhonne ; ragazze raccolta di frutti ; ragazzi
lavori di costruzione; dal 14-7 al 3-8.
Bievres (S. O.) Près Paris, 15 partecipanti. Lavori di giardinaggio, di sterro, di pittura, dal 29-7 al 18-8.
Oublaisse (Indre). 20 volontari. Lavori
di costruzione per un centro che O'Spita dei
mutilati, antichi legionari, rifugiati .politici. Si esigono dei giovani già moralmente
formati, degli studenti in psicologia, sociologia, eoe.
Partendo da Nizza:
HiiaiHaiHHiwmmiHMiliiiiiHiiimiMmHnMiiHi
L’obiezione di coscienza
in itaiia
Il Consiglio di presidenza dell’Associazione italiana per la libertà della cultura, riunito nella propria sede
il 16 maggio 1962, ha esaminato i nuovi penosi casi di condanne inflitte recentemente agli obiettori di coscienza:
Giovanni Battista Luiselli, condannato dal Tribunale Militare di Torino in data 20 dioembre 1961 a 6 mesi
di. prigione: seconda condanna; condanna precedente: 5 mesi ultimati ad
agosto 1961. - Benito Ardito, condannato dal Tribimale Militare di Bari
in data 12 gennaio 1962 a 1 anno di
prigione; terza condanna; due condanne precedenti di 11 mesi la prima
e di 4 mesi la seconda ■ Pietro Metta,
condannato dal Tribimale Militare di
Torino in data 4 aprile 1962 a 6 mesi ;
seconda condanna ; prima condanna: 4 mesi dal Tribunale di Roma. Donato Erricone, condannato dal Tribunale Militare di Bari in data 12
apcrile 1962 a 4 mesi, con sospensione
della pena per ripensamento. - Gino
Tosetti, condannato dal Tribunale
Militare di Firenze in data 27 aprile
1962 a 3 anni, contro la richiesta del
Pubblico Ministero di condanna a 1
anno e 2 mesi; terza condanna; precedenti. di 5 mesi la prima e di 11
mesi la seconda. - Gianfranco Ciabat
ti, attualmente segregato in camera
di punizione a Treviso, in attesa di
giudizio per aver posto la propria
obiezione di coscienza dopo 7 mesi di
servizio militare; ha iniziato in cella
lo sciop»ero della fame in segno di
protesta contro i provvedimenti disciplinari adottati nei suoi confronti.
Il Consiglio di presidenza ha rilevato ohe, nella loro gravità, questi
nuovi episodi si son venuti ad aggiungere a quelli che già testimoniavano
della duplice esigenza di suscitare
l interesse dell’opinione pubblica e la
iniziativa legislatiiva dei parlamentari a proposito del riconoscimento
giuridico dell’obiezione di coscienza.
NelTattuale situazione di vuoto giuridico accade, infatti, ¿he l’obiettore di
coscienza è considerato alla stregua
di un deliquente comune e viene a
trovarsi in una condizione di reato
che sempre si rinnova, dall’età delia
leva, e reiteratamente viene punito,
fino alla data del congedo assoluto
(55 anni). Anche ohi riconosce allo
Stato il diritto di esigere da ogni cittadino radempimento del servizio militare, non può non rendersi conto
della necessità di disciplinare il caso
dell’obiszione di coscienza con norme precise ed appropriate.
Ricordiamo che nella collana « Problein
del nostro tempo », pubblicata a cura del
l’ALRI, è recentemente uscito un opuBco
lo di Giorgio PEYROT: Il problema degl
obiettori di coscienza, di cui ecco il som
mario: Obiezione e coscienza . Vari tipi
di obiezione agli obblighi militari - Attua
le sorte degli obiettori di coscienza in Ita
lia - Soluzione adottata in altri paesi - Pos
sibilità di riconoscimento dell’o. di c. nel
nostro paese - Argomenti contrari e a fa
vore - Il pensiero delle chiese - in Appen
dice: proposte di legge e prospetto dei prò
cessi a carico di o. di c.; indicazioni hi
bliograficlie. 68 pp. L. 20(), anche presso
la Claudiana.
Le Mas (Alpi Marittime) vicino la costa
azzurra dal 1-8 al 21-8; 20 part. Lavoro
Ira le antiche rovine del villaggio.
Tenda (Alpi Marittime) 1.500 m. di altezza nella «Vallèe des Merveilles ». (Quattro ore di lavoro per giorno ron gli operai
della « Règie Renault ». Riparazione di un
reccliio edificio. Vacanze culturali. 20 partecipanti che doviaiiiio pagare la somma di
3ti F. x\. a settimana per contribuire alle
spese di vitto eri alloggio.
(aintiere in Alsazia dal 14-8 ai 4-9:
Bouxwiller (iBas Rhin). 15 partecipanti.
Lavori di pittura e di costruzione che permetteranno dei contatti sociali interessanti.
Tipico borgo alraziano.
SVIZZERA
Samednn (Engadine-Grison). Dal 14-7 al
3-8. 20 partecipanti. Lavori di sterro su dei
pascoli a 1700 m. di h. dopo delle inondazioni.
r;/ (St. Galle). Dal 28-7 al 18-8. 15 partecipanti. Lavoro in un istituto psichiatrico: lavori in giardino e nelle sale. Sul lago di Costanza.
Seminaire de ”Paix” a Vinelz dal 9 al
22 settembre. In un luogo incantevole sulle rive di un lago svizzero. Si tratta di un
Seminario di formazione. 11 lavoro manuale sarà solo d! 4 ore giornaliere. 15 partecipanti.
GERMANIA
IS culi ungeteli-Otiembronn (Foresta Nera)
dal 21-7 all’8-8. Cantiere di Juniors (16-18
anni) 15 volontari. Aiuto a un villaggio di
antichi rifugiati valdesi.
Ilpidehaus près de Bielefeld (Westphaliej dal 18-8 al 2-9. 20 partecipanti. Terrazzamenti e costruzioni in un villaggio dì
giovani profughi dell’Est.
Torum des Burgs de Liebenzell et Hornherg nella Foresta Nera : si tratta di due
l entri europei die organizzano dei corsi d
informazione su problemi europei. Riunio
ni internazionali molto interessanti. (Jual
tro ore di lavoro manuale e un programma
cultut;ale mollo vasto. 20 partecipanti ai
quali .sarà chiesto un contriputo di 30 NF
francesi. Dal 22-8 al 2-9.
1NGHILTBRRA
Birmingham- dal 20-8 al 6-9. 12 partecipanti. Lavoro in uii quartiere di immigrati Pittura, lolla contro i tuguri.
BELGIO
Dans les Ardennes, dal 15 al 29 giugno
15 partecipanti. Lavoro per una opera sociale di Bruxelles; rimettere in sesto un
castello che servirà da casa di vacanze.
Liegi-, dal 31-8 al 15-9. 20 partecipanti
Raccolta e spedizione di latte per le regioni dell’Africa, Asia, America del Sud.
Altri campi di lavoro sono organizzati in
Corsica, Grecia, Marocco, Algeria, Israele,
Africa Nera.
Per tutti i cainpi, vitto e alloggio gratuito, salvo una lassa di aBsicurazione di L.
1.500. Il viaggio è a carico del partecipante. Per le iscrizioni e altre eventuali informazioni, rivolgersi a Carlo Salvagni, Via
Slevenson 17, Roma.
Marco Guidon
Novità ;
Claudiana
.\ qualdie mese di distanza dal primo
opuscolo edito dalla Claudiana a cura del
la Couunissione per i ministeri (A. Comha - F. Giampiceoli: Complesso d'inferiorità dei laici?), ecco uscire ora il secondo,
preparato da Giorgio Tourn.
Prei'isiamu subito che non si tratta anzitutto e soltanto di un manualetto per Anziani, ma piuttosto di uno studio olle, centrandosi su questo aspetto della vita della
Chiesa, si allarga ad un dibattito suUa vita
della Chiesa stessa nel suo insieme. Con
grande chiarezza e concisione G. Tourn
analizza i dati del Nuovo Testamento, considera rapidamente l’evolversi del concetto
c della realtà deU’anzianato, soffermandosi,
com’è logico, in modo particolare al momento della Riforma; per giungere infine
alla quanto mai incerta e decadente situazione dei giorni nostri: non vogliamo certamente dire con questo che non ci siano,
oggi, anziani veramente degni di questo no
A. COnBA - C. OlAnClCCULI
conPLiiSNO ni inferiorità
DEI EAICl?
LIBRKKIA BUITHIt'K Cl.ACDIANA - l»S3
me e della vocazione loro rivolta e riconosciuta I Constatiamo soltanto che in larga misura l’anzìanato è oggi diventalo una
« funzione amministrativa », sia neU’aulolosiienza degli anziani, sia nel sentimenlo
delle comunità; il che si accompagna con
quello che potremmo chiamare il « p:isloMilo monarchico », la responsabilità del i-iii
affermarsi si dividono equamente pastori c
consigli c inemhri di chiesa.
Per questo, lo studio di Giorgio Tourn
ci semhra estremamente fecondo (e nella
ma concisione eccezionalmente ricco di
spunti di meditazione e discussione, anche
c soprattutto comunitaria); e pur essendo
ben radicato nel Nuovo Testamento e nella storia della Chiesa, tiene conto con molto realisuio della situazione attuale (santi
Regolamenti compresi) e prospetta (incredibile ma vero) concrete proposte.
Lo Lacconiandiamo di tutto cuore, certi
die rinleresse della sua lettura non sarii
sminuito dagl: errori di stampa che spiacevolmente si sono infilati...
Giorgio TOURN : Gli Anziani.
Collana della Commissione
per i ministeri. Claudiana
1962, pp. 23. L. 100.
Sul pastorato
femminile
Un lettore, da Torino:
Vorrei poter dire la mia parola
a proposito del pastorato femminile.
Sono stupito di notare il poco interesse destato nei membri di chiesa da un problema cosi importante
(per lo meno giudicando dalla « Luce », non una parola o pochissime
die non sian di cronaca, decisioni di
conferenze distrettuali o il pensiero di un pastore! e pure sono sicuro
che sono parecdii i membri di chiesa contrari al pastorato femminile.
11 laico pur non essendo approfondito in teologia ha però sempre
contxscenza più o meno vasta o superficiale della Bibbia; in ogni caso
ha la -sua convinzione personale nata dall’insegnamento del Vangelo
(Scuola Dourenicale, 'Cate;'hÌRmo,
Culti e lettura della Bibbia). Pertanto non deve e non può aMicare
al pastore lasciando a lui solo il
compito di decidere su problemi ohe
riguardano tutta la Chiesa ma deve,
almeno penso, e.spriinere il suo pensiero aiutando ¡n tal modo i pastori nella decisione.
Perchè sono contrario? Penso che
non sia conforme ad una donna predicare dal pulpito, accompagnare un
funerale: forse è questione di farci
Fabitudine, ma il dover fare l’abitudine in fatto di religione mi sembra che non vada; tanto più che
non siamo abituati non perchè è
lina cosa che si poteva fare e non si
è mai fatta, ma perchè tutto l’Evangelo non ci fa pensare ad una simile possibilità. Gesù stesso non ha
avuto donne tra i suoi discepoli, la
Chiesa primitiva non ha avuto pasloresse e la nostra chiesa al tempo
della Riforma non ha sentito il bi
sogno di riformarsi in quel senso.
Percliè proprio ora se ne sente il
bisogno?
Mi preo<x:upa la tendenza conforrni.slicii di certe Chiese protestanti,
alcune delle quali hanno già accettato il pastorato femminile. L’Evaiigolo essendo la parola di Dio non
si evolve, era, è e sarà: era duemila anni fa e sarà uguale per la
eternità. Non è pensabile un Evangelo che si evolve secondo i tempi del mondo, ohe segue l’emanoipazione degli uomini e delle donne;
s! sente dire ohe in certe cose la
Bibbia non è più attuale perchè alla
luce delle conoscenze umane, tecniche e scientifiche certi argomenti che
duemila anni fa sembravano inspiegabili sono oggi spiegabilissimi. Vorrei .sapere qual’è lo scienziato capace di trasformare l’acqua in vino, moltiplicare i pani o risuscitare
uu morto già sepolto; tanto per citare alcuni esempi tra i più banali,
se posso usare il termine. Non è invece l’umanità die nella sua presunzione crede luce quel che non è altro che tenebra e in tal mòdo si allontana sempre più dalla parola di
Dio?
Mi auguro che la nostra Chiesa
nella sua qualità di prima chiesa riformala dia un No vigoroso e deriso al pastorato femminile tale da
troncare ogni discussione e incertezza al proposito. La Chiesa Valdese ha il candelabro nello stemma
pei ricordare la sua missione, quella di diffondere la parola di Dio ed
illuminare con essa il mondo. (Quando vi sono problemi come l’attuale
i fedeli guardano alla Chiesa pet
esserne illuminati, ma come possono avo- fiducia in essa notandone le
incertezze e i dubbi, ricevendo la
netta impressione che la nostra Chiesa sta conformandosi e seguendo i
tempi ? L’emancipazione femminile
è un fenomeno puramente terreno
che non Ila nulla a che vedere colFinsegnamento dell’Evangelo. Anzi
è contrario ad esso in quanto la
donna è stata -creata per essere compagna dell’uomo e non la brutta
copia; secondo me è un segno che
¡ umanità si allontana sempre più
da Dio,
Questo vuol essere un grido d’ali’arme per la Chiesa e non una presa di posizione antifemminile.
Le donne, mogli di pastore o no
possono svolgere diversi e svariati
coinpili nella chiesa, che si addicano loro perfettamente. L’Evangelo è pieno di esempi al riguardo,
anche ai tempi di Gesù c’erano le
pie donne che, però, non si sognavano di essere pastori o di arringare il pubblico.
Le donne die sentono di avere
una missione o vocazione possono
visitare gli ammalati, i membri di
(.illesa, assistere i poveri, fondare
nidi per accogliere i bambini delle
famiglie che per un motivo o per
l’altro non sanno a chi affidarli e
non possono portarseli appresso,
diaconesse di cui si sente .sempre
più la mancanza.
■Aiutando e sollevando in tal modo il pastore nei suo! compili col
laterali, servendo la Chiesa e Dio,
aiutando il prossimo moralmente e
fisicamente, svolgendo la loro mis
sione con vero spirito cristiano.
Enzo Decker
Non mi pare che si ascolti a cuore libero l’altra parte, quando la si
accusa di conformismo alVandazzo
del mondo; e, tra Taltro, l’emancipazione della donna non è affatto
un aspetto contingente della mutevole società umana: con tutte le ombre di ogni nostra realizzazione, è
una conquista, e alla sua radice (come a quella dell’emancipazione degli
schiavi) c’è indubbiamente, anche
se non unicamente, un movente cristiano di dignità e fraternità umana,
li problema — è già stato ripetuto
— - è che la donna, che assume sempre più a fondo più ampie responsabilità nel mondo e all’interno della chiesa, lo faccia non come una
copia (brutta o bella, secondo i casi!) dell’uomo, ma secondo una sua
vocazione particolare, poiché essa è
pari ma non identico all’uomo. Se
conoscere il pastorato femmininile.
personalmente, penso si debba riè perchè vedo questo riconoscimen
lo da inserire nel quadto di una revisione abbastanza profonda della nostra nella quale nuche il pastorato
ma.schile .si va diservificando paree
che. Ed è ciò che propone la Commissione per i ministeri.
Gino Conte
DOMENICA 29 LUGLIO
Inaugurazione
del nuovo Tempio di Frali
Il Culto d'inaugurazione avrà luogo alle ore 10.30;
l'atto celebrativo si terrà nel pomeriggio. Il programma
dettagliato sarà comunicato prossimamente.
Parallelismo
vocazionale
Caro Direttore,
leggendo la lettera della Signorina
Evelina Pons sull’ultimo numero del
giornale, riguardante gli insegnanti
e gli scioperi, mi è venuto in mente
un parallelismo fra insegnanti e pastori, dovuto al fatto che la 5ig.ua
Pons parla dell’insegnamento come
di una vocazione (e sono d’accordo
con lei ohe così dovrebbe essere).
Da questo parallelismo pòi sorgono
alcuni interrogativi che vorrei porre ai lettori del giornale ed in partii-olare alla Sig.na Pons.
Ecco il parallelismo: vocazione
da una parte e vocazione dall’altra;
inadeguatezza degli stipendi da una
parte come dall’altra; diritti di farsi
una famiglia e di dare un avvenire
ai figli da una parte come dalla’ltra:
mancanza di vocazioni all’insegnamento e mancanza di vocazioni al
pastorato (in specie alle Valli Vaidesi)... questo parallelismo può e
lieve e.ssere coiutinuato? (ecco iii
interrogativi!) cioè: se è «ingenuo,
poco realistico e fraterno considerare valido il cliché dell’insegnanteirtlssionario-che-non-ideve-eciopeTare »
è allora anche ingenuo, poco realistico e fraterno considerare valido
il clichè del pastore-missionario-chenon-deve-scioperare? E se invece
sembra ancora valido (dato che i
pastori non hanno scioiperato) per
quali ragioni questo è valido e quello no se si fondano ambedue su un
valore vocazionale?
Altro interrogativo: se lo sidopero è un mezzo educativo (educazione civica) quando usato opportunamente (ragion di giustizia ben spiegata) perchè i pastori non dovrebbero usare questo metodo educativo nei
rispetti dei loro membri di chies:i
(sciopero dalle Scuole domenicali c
dai catechismi? Astensione pastorale
dal Sinodo?) Oppure si pensa che i
ragazzi debbono sapere che in questo mondo si deve tendere ai principi di giustizia con tutti i mezzi,
nella cliiesa invece questi principi
non valgcno? Oppure i mezzi che
per il cristi-.ilo valgono nel mondo,
non valgono nella chiesa? Sono buoni, anche per il credente insegnante per vocazione, nelle cose del mondo, ma sono mezzi cattivi in seno
alla Chiesa? C’è allora un cristianesimo della domenica ed uno del hiiiedì ?
Avrei piacere di conoscere come
questi problemi sono visti e risolti
da persone sensibili eil aperte come
la Sig Ila Pons.
(.aro Direttore, se non sono troppe lungo vorrei porre altre due domande di altro genere, pur rimanendo nello stesso argonienlo:
1) Perchè quando ai chiedono gli
aumenti si chiedono seinpre con una
-Siala per cui chi più lia più riceve?
Mi spiego: chi, già avanzato nella
carriera, ha uno stipendio di 120 mila lire avrà un aumento di 20-30 mila lire, mentre chi ha uno stipendio
di 50 mila lire avrà un aumento di
5-6 mila Mre rimanendo ancora nei
guai. Non sarebbe più giusto chiedere gli alimenti più grossi per chi
Ili! meno?
2) Perchè gli insegnanti .saioperano sempre per il loro stipendio c
mai per la Scuola che sta loro a
cuore? (per eseonpio per chiedere
aule, attrezzature adeguate, materiale adatto ecc.).
Ringrazio molto per l’ospitalità.
Franco Sommani
5
j3 giugno 1962 — N. 25
pag. b
LA SICILIA
NOTE DI UN LAICO
I
visita a DANILO DOLCI
Lascio « Cortile Cascino » e m’inoltro nelle terre aride e brulle di Montelepre, Partinico: una brevissima sosta ed un saluto a Eianilo Dolci, acquartierato in un grosso, vecchio ca^
sene dove lavora con vari collaboratori per la rinascita sociale della zona. Partinico, tipico boi^o del Sud,
paese di contadini poveri che a sera
ed anche durante il giorno vagano
nella grande strada che s’allarga a
mo’ di piazzo nella parte centrale; anche qui si ha fame, anche qui si cerca
lavoro in una terra che langue senza
acque ; e quando si ha fame si diventa
« banditi a Partinico » ed altrove.
L’apostolo triestino è impegnato per
ridare dignità umana al contadino,
almeno sotto il profilo sociale; egli
sperimenta metodi moderni per l’irrigazione, per le culture varie, non dimentica il fattore educativo, a mezzo
di doposcuola ed asili. Certo, il messaggio dell’Evangelo accanto all’opera
sociale è una medicina che trasforma
radicalmente la mentalità, il modo di
vedere i problemi; questo messaggio
sarebbe prezioso per la missione sociale in Partinico, come è prezic^ e
determinante nell’opera di Cortile
Cascino, iniziata del resto un giorno
dallo stesso Dolci. A questi il gran merito di aver posto il dito sulla piaga
della Sicilia e di aver operato e di
operare con giovanile entusiasmo, a
prezzo di sacrifloi e di rinunce per la
rinascita sociale dell’isola.
PICCOLE LUCI
Baggiimgo Trapani, dove mi attende il caro collega Garufl al quale è
affidato da tempo il pentagono di ’Tra
pani, Marsala, Mazara del Vallo,
Campobello di Mazara, Castelvetrano; questi gruppi sono sorti su ceppo
pentecostale e per l’oi>era d’un fratello di quella chiesa; questi ha invitato
la Chiesa Valdese a continuare l’opera ed in un secondo tempo anche i
Salutisti che svolgono la loro missione nelle tre prime città menzionate
L’Evangelo è predicato ogni domenica nelle cinque comunità da parte
del Pastore nostro, consentendo ai
vari gruppi di fruire del messaggio
della Parola di Dio. A Marsala collabora il colportore De Caro, egli è l’uni
co evangelista itinerante, assunto in
via provvisoria dalla Comm. dei Ministeri, che continua la tradizione mediioevale e del secolo scorso con un
incarico speclflco; in verità è poca
cosa in confronto dei 50 colportori
avventisti e di altre denominazioni
regolarmente assunti; speriamo che
questo nostro fratello possa continuare la sua missione e che altri colportori, oltre a quelli volontari, possano
compiere in modo regolare una missione di rottura e di conquista delle
anime a Cristo. Anche nella lontana
isola di Pantelleria c’è xm gruppo pentecostale ohe è visitato pure dal Pastore Garufl, a mezzo d'xm battello
che stenta a coprire la distanza dalla
Sicilia in otto ore: piccole luci che
si accendono qua e là per la grazia
del Signore ed il miracolo dello Spirito Santo.
L’AGNOSTICO
Sul treno che mi porta ad Agrigento m’è compagno di viaggio un giovane archeologo : egli è appassionato di
antichità greche e romane; ogni pie
tra ed ogni coccio lo appassicmano; si
parla di ruderi, di monumenti, di templi, di necropoli, di città tornate in
luce; accenno ai dipìnti ed ai mosaici stupendi d^U appartamenti dei
« nobili » e in pari tempo gli ricordo
i tuguri degli schiavi, la loro fatica,
pagata con la vita spesso per erigere
monumenti alla divinità, cioè all’orgoglio spietato dell’uomo...; dal fatto
sociale si scivola presto nei problemi
religiosi; l’archeologo non conosce la
Bibbia, non conosce problemi troppo
difficili: la salvezza, l’Amor di Dio;
dichiara la sua incompetenza e si proclama agnostico... Preferisce il mondo
antico, la religiosità dei Greci; quando poi accenno a certi riti moderni
non dissimili da quelli antichi, ai miracoli come quello di San Gennaro
l’archeologo ha un sussulto e con violenza verbale domanda; «E lei non
crede a queste cose? non crede al miracolo di San Gennaro? ». Anche per
lui come per il bersagliere palermitano il santo — divinità del villaggio e
antico nume tutelare — è il vero Dio:
per tutto il resto è agnostico, è incompetente. E’ vero: anche noi abbiamo
il nostro Dio-Santo che protegge, che
può guarire, che ci è vicino nella prova; ci consola nel tempo del lutto, ci
copre bene con le sue aiucce ; ma
quanto ai grossi problemi; fame nel
mondo, il basso salario d’un minatore, la sofferenza deH’emigrante, Dio
non c’entra; meglio essere agnostici e
tapparci in casa col nostro Dio-Santo.
(contìnua) un mereiaio
In tema di revisioni liturgiche
I.a « Commissione per la iitnrgia » nominala nel 1960 ha, nel eorM di questi due
anni, espresso due faseieoli di Saggi eomprendenti la liturgia per il culto pubblico
domenicale e per le festività criMiane.
In attesa che il Corpo pastorale e^ma
il suo avviso sull’operato deila ConuniesioI.e e che il Sinodo eventualmente lo approvi, non è forse utile preseartare qualche
considerazione sulla impostazione della revisione in alto. A ciò mi ha stimolato
rinleressante studio del prof. Vinay contenente « considerazioni sulla tradizicme liturgica valdese da! secolo XVIII ai nostri
giorni », die ho letto con molto interesse
e vantaggio personale.
Non gono nè un teologo, nè tanto meno
Convitto Maschile Valdese
Torre Pellico
Dal 15 luglio al 20 settembre si ^cettano ragazzi dagli 8 ai 15 ^ni sia
per le vocanze sia per le ripetizioni in
vista degli esami di riparazione (durata minima del soggiorno: 20 giorni).
Sono aperte le iscrizioni anche per
il prossimo anno scolastico. Vi saranno subito inviati prospetti illustrati
con ogni dettaglio, anche sugli impianti sportivi in fase di realizzazione, dietro semplice richiesta indirizzata a: Convitto Valdese ■ Torre Pellice (Torino). »
un liturgista; ho tuttavia cercato di affinare in me una certa sensibilità ecclesiastica nata dall’osservazione delle cose nel
quadro e negli schemi propri del diriUo,
che è '-ssenzialmente chiarezza, precisione,
ordine. Mirando al certo ed al proprio, il
diritto partecipa vivamente al mondo del
reale e dell’oggettivo, senza escludere tuttavia l’apporto teorico e soggettivo.
Da questi presupposti di ossei-vazione
nasce in me una certa attenzione i»er ciò
che, nel quadro del nostro ordinamento
ecclesiastico, mi permetto di denominare
il « diritto liturgico », nel quale — penso
.— il modo con cui si svolgono le cose e la
forma del dire sono intrinseci alla chiarezza dell’agire; in esso, in particolare, il
contenuto e la veste delle cose si presentano veramente in una sintesi unitaria.
1 nuovi saggi liturgici, se nel complesso
costituiscono un apporto degno della migliore considerazione, a parte quelle osservazioni di dettaglio che ciascun interessato avrà fatte note alla Commissioue,
las<-iano in parte perplessi sotto il profilo deirimpostazione; che, in fatti, da un
esame di essi traspare la ricerca di un aggiornamento non compensato da un attento
riesame storico del liturgismo valdese.
A questa inderogabile esigenza di un
riesame storico dei precedenti liturgici dell.t nostra Qiiesa ha dato un apporto considerevole lo studio del Vinay die fornisce
ampio materiale di riferimenti interessante ed attuale.
Nell’indagine storica — che è sempre
indispensabile operare in ogni questione
MEGLIO TARDI CHE MA
Si presenta il C. I. E. di Torino
Guneraliueiile uiiMniziativa vien« iiffil’Ialnieiile presentala, resa nota, dìttuisa,
airinizio deiranno eeolesia'Slicn e non
mai alla fine. Non per volere essere eevezione alla regola, ma forse per un’errata
valutazione iniziale del problema, il Centro di Iniziative Evangelìebe torinese, si
presenta ai lettori della « Luce » solo ora,
(punulo la maggior parte delle attività di
lina (óiminiià sono finite o volgono al
I ermi ne.
Un gruppo di giovani (ballisti e vabb'si)
neiro-llobre ’61 ^lecideva di iniziare una
a 11 i v i I à di se ni z io u man i l a r i o ^so (d al e,
rial! aiM'iandosi e avvalendo»! dì precedenti espcrienize di lavoro eo-munìtario, e(*uluenieo, «-ocíale nella s-let.sisa ell-là ed altrove.
Il pereibè, i motivi, i fini, gli scopi, di
tale « iniziativa w, sono mollo. Ci soffermiamo sui principali.
Poiché cristiani, lo scopo della nostra vita è Cristo, e comseguen-temeiite
l’essere suoi siirumenli, servitori ed imi
latori (« Sono veniilo in mezzo a voi per
essere servitore »).
— Se Cristo vìve in noi la nostra vita
non deve tendere alla rioerca di come
niìigliorare le attività della (diiesa, ma di
come easere struimenti di Cristo per la
Sua opera, nella nov«iira vita.
— L’impegno « personale » per tale iniziativa non è per servire Cristo come un
« extra » dopo la giornata lavorativa, ma
peridiè ciascuno possa scoprire, approfondire, vivere, il conipiio che Dio gli ha
personalmente affidalo,
— Creare e stabilire un vero eiume
nismo idi fatto, e non teorico) tra x giovani delle comunità evaiiigeliiobe della città, ira i col lavorai ori, i sostenitori, affinchè l'opera non sia sorretta, sostenuta,
aiutata, seguila, sentita, da una chiesa sola (ballistta, valdese, metodista, eoe.) e
per una chiesa, ma sia un’opera al servizio dì tutta la Chiesa, e possa essere
aiutata e condivisa da tutte le CJxie«e cittadine e nazionali.
— .Avere un’azione praliea verso il prossimo più bisognoso ihe si esplichi, nel
I aso generico, su alcune grandi linee, axl
esempio:
— ricerca della famiglia sottoisviluppata o
depressa ;
— studio delle pofisihili^ di creare un
« incontro », un « dialogo », con la famiglia, attraverso visite frequenti, richieste dalla famiglia sletssa e non imposte ;
— « diagnosi » il più poisisibile completa e
profonda dei prohleimi, e delle esigenze ui^genti ed immediate ;
— azione diretta conseguente alle necessità diagnoslioale (comiprensìone, amicizia, aiuto, consiglio spirituale, morale, materiale, econoimico).
Dopo circa 6 o 7 mesi di attività è stato
possibile realizzare qualcosa dì positivo.
An-che se molte sono state le difficoltà, i
problemi, le insufficienze, in particolare
crediamo utile segnalare comunque alcuni punti:
Il lavoro presente è aiccenlrato nella
visita e nell’incontro con famiglie dalle
svariale esigenze e necessità. Con piu
persone, con più collaboratori, rìuiscirem
nimimmiiiimiiimi
L’insegnamento: problema mondiale
A proposito di tre grandi riunioni : a Santiago, Parigi, Tokio
Nel marzo e neH’aprile scorsi hanno avuto
luogo, sotto gli auspici (lell’UNESCO, ire
conferenze internazionali alquanto strane.
Strane perché, in apparenza, non traltavano problemi inilernazionali: trattavano dell’insegnamento e dei mezzi per farlo progredire in ognuno di 76 paesi narteoipauli, paesi detti « in via dii sviluppo » in
quanto cercano di rifarsi del loro ritardo
economico e di modificare, nel minor numero possibile di anni, millenarie strutture sociali.
Nell’Aimerica lailina, in Africa, in Asia
quei paesi soffrono, a livello diverso, di
Un male di cui da poco tempo gli economisiij e i politici riconoscono la gravità:
tutta una parte della popolazione di quei
paesi maina deH’islruzione da cui dipende
oggi lo sviluppo deld’induBtria e il progresso sociale.
C'è .stato un tempo in cui le fabbriche,
il commercio, i lavori pubblici potevano
benissimo utilizzare gli infiniti servizi di
Un proletariato imcollo. Al principio del
XIX secolo, i primi paesi ind.ustirializzali
del mondo, Inghiliterra e Francia, non
contavano più persone istruite di quante
ne coulassero le nazioni ohe restavano nnicamente rurali e tradizionali. Ma poi da
Un lato si è visto che il progresso economico andava rapidamente diffondendosi in
Eiiroijw» e neirAmerica del Nord nella misura in cui si diffondeva raipidamenle la
istruzione. E da un altro lato nè le relazioni nmane nè lo stalo della tecnica si
accordano più oggi con rignoranza delle
masse: la vita politica esige ora ebe i cittadini vivano lutti veramente in una stessa
epoca e con uno stesso ritmo, le macchine
moderne esigono operai e tecnici di qualità die abbiano una comprensione e una
intuizione quali solo una istruzione spinta
al masisiimo può conferire loro.
Coesistenza
senza uguaglianza
Se si pensa che il nostro mondo permette la coesistenza, l’uno accanto all’altro, di
paesi super-industrializzati in cui i giovani
lianno fatto un minimo di 10 anni di studio e di paesi solo all’inizio di un processo cominciato in Euro,pa un secolo e
mezzo fa, nei quali soltanto un ragazzo
su due ha diritto aU’istruzione elementare, oi si accorge die i problemi nazionali
dell’insegnamento superano i limiti delle
frontiere: Favvenire dcH’educazione diventa una preoccuipazione intemazionale.
Nell’America latina, dove 12 milioni di
ragazzi crescono ancora senza scuola, i
progressi, che da sei-sette anni sono abl>a.stanza rapidi, devono ancora accelerarsi.
A Santiago del Cile, i rappre-sentanti dei
24 paesi presenti alla Conferenza Iranno
consideralo lo svilppo dell’insegnamento
nel quadro dei loro piani di sviluppo economico e sociale. Saranno necessarie somme enormi, non solo per istituire l’istruzione là dove non esiste, ma sopralutto per
migliorarla e completarla dove esiste già:
l’83% degli alunni interrompono le scuole
prima di aver finito il ciclo elementare.
Volontà di istruirsi
La Conferenza dei 34 ministri dell’edu(•azione che si è tenuta per l’Africa a Parigi, ha insistito sulla creazione di organismi di pianificazione per rimsegnamento.
Ha preso in considerazione misure per ini.
gliorare la formazione dei maestri, per intensificare Finsegnaimento rurale e per
Fistruzione degli adulti. Quegli Stali africani avevano mirato già Fanno scorso a
un piano di istruzione di tulli i bambini
e gli adolescenti. Esso ha rilevato grandi
deficit e rimane indispensabile Faiulo
esterno non solo in campo finanziario, ma
per (pianto riguarda il recluta-mento di
maestri e per Fequipaggiamento scolastico.
A Tokyo i ministri e gli alti funzionari
dell’Educazione e dell’Economia di 18 paesi hanno reso conto del piano che avevano
adottato nel 1960 per lo sviluppo dell’istruzione elementare in Asia. Potrà effettuarsi
in quei paesi entro il 1980 l’insegnamento
elementare gratuito e obbligatorio? Si crede di poter rispondere affermativamente
anche per i paesi più popolati in cui le
difficoltà sembrano ancora insormontabili:
Indonesia, India, Pakistan. I progressi che
VI .si fanno sono straordinari. I paesi più
vasti dell’Asia hanno una popolazione in
maggioranza rurale e con basso reddito annuo. ma hanno deciso di aumentare progrcssivanienle il loro contributo alFistruzione fino a ragjgiungere nel 1980 il 4%
del loro reddito nazionale. I paesi delFA;merica latina intendono raggiungere la
stessa percentuale nel 1965, i paesi africani .sperano raggiungere il 5‘ì„ nel 1970 e il
6 ’o nel 1980.
In pieno sviluppo ancli’essi, da più di
un secolo, i paesi dell’Europa occidentale
hanno impiegato 50 anni a creare la istruzione gratuita e obbligatoria e 50 anni a
generalizzare l’inseguamento secondario.
L’URSS che nel 1920 contava la più forte
proporzione di analfabeti, ha impiegato
trent’anni a superare l’ostacolo. Le nazioni dell’Africa, dell’America latina, dell’Asia hanno deciso di percorrere quella
-strada in meno di vent’anni. Se, grazie
all’aiuto internazionale, ma sopralutlo per
i loro sacrifici e per la volontà dei loro
popoli ci riusciranno, sarà uno dei più bei
successi della storia umana.
Georges Fraoier
(Inlormazioni UNESCO, trad. B. S.)
ino a stabilire incontri e risile più fre(luent! e quindi più in profondità. Siamo
molto pochi numericamente (non lasciatevi ingannare dalla parola «Centro»).
* La racs-olta di vestiario, scarpe, alimenti, per adulti e neonati, giocattoli,
mobili, oggetti vari e carta da rivendere,
si effettua attraverso conoscenze, amicizie, fratelli di civieea ecc. Si ra('coglie, si
sistema, si divide in un magazzino da dove vtsrrà poi simislata. Fin ora la maggior
distribuzione è stata di indumenti. 11
Centro non possiede alcun mezzo di trasporlo, se non alcuni mezzi di fortuna
offerii da amici e simpatizzanti dell’iniziativa di volta in volta.
* Per incrementare la cassa siamo ricorsi alla proiezione della pellicola « M.
Lutero », alla raccolta di volontari sostenitori (con L. 100 settimanali - « I centini ») ed offerte di fratelli di chiesa, amici, vendila di carta ed oggetti vari, vendita di biglietti pasquali preparati dai
giovani stesisi ecc.
* Attività di diffuBione nella città ed
altrove, attraverso un bollettino bimestrale di informazio-ne («ELPIS») incontri con altri giovani, con il Centro di formazione laici di Agape, corrispondenza
con altri gruppi di lavoro sul tipo del
nostro.
* Alcuni dei problemi nostri e cittadini più preoccupanti sono la disoccupazione e Fallogigiamento. Vorremmo ampliare il nostro elenco di datori di lavoro
evangelici a cui poterci rivolgere per sistemare disoccupali di cui possiamo garantire la serietà e potere essere in contatto (un persone che hanno possibilità
di dare alloggi in affitto.
Premesso ohe questi sono so-lo alcuni
aspetti del lavoro, vorremmo poterli ampliare in colloqui, scambi di idee, di.scussioni aperte con tutti coloro che desiderana chiarire, criticare, cornimentare, pròporre, consigliare, aiutare, tale iniziativa,
che continua il suo lavoro; so-prattutto
per coloro che sentono tale iniziativa come loro e di tutta la Chiesa. Scriveteci,
telefonateci.
Giovanni Papa - Segreteria del C.I.E. Via G. Casalis 23 • tei. 75.49.78 - Torino.
«Protestantesimo»
Si>mmario ilei n. 2-1962
0. Cnllmann: // problema del **ritardo*'
del Regno di Dio.
R. Kasser: l/autore della epistola agli
Efesini.
Studi critici
J. A. Saggili: Regalità divina in Vgarit e
in Israele.
M. Fuersl-Wu'lle : Ija musica e il culto.
Rassegne
G. Bo’Uchard: Il problema cinese.
R. Bertalot: Paul Tillich: America eri Europa, — Per il 75" compleanno di Paul
Tillich.
R. Bertalot : Corrispondenza a proposito del
Protestantesimo americano.
Recensioni.
« Diakonìa
»
Sommario del n. di maggio 1962
F. Giampiccoli: Ministero pastorale e
sacerdozio di tutti i credenti.
C. W. Webber: Il culto in Ensi Harlem.
A Comba: Il culto, espressione dello vita
della comunità.
G. Tourn: Note in margine (dia presidenza del culto.
N.Giampiccoli : « Strategia » della Chiesa
oggi.
Notizie sul corso sulla predicazione evangelica, a Como, e sul Centro Iniziative
Evangeliche di Torino.
che attiene al mondo ecclesiastico per poter avvertire il senso del suo presentarsi
iti termini di attualità — potrebbe giovare
però anche un approfondimento dei vari
elementi furniativì di un ordine liturgico
per poter valutare di ciascuno il carattere
di atto di culto nell’aspetto tipico di « funzione » o di « cerimonia », cioè di essenziale e di complementare. Ogni qualvolta
infatti rivolgo il pensiero alla liturgia, mi
domanda sino a qual punto noi riformali
ricercando un culto in spirito e verità —
si debba indulgere ai meri valori formali
delle « cerimonie » e non piuttosto costringere il rituale a quei soli atti clic, per esser « funzioni » intelailo Punità e l’essenza dell’evento, adojH-andoci a temperare rigidameaite la loro forma estrinseca.
Coloro che per esempio sono propensi a
respingere l’elemento musicMe nel culto
se non richiama alla comunità le parole
di un « testo », possono valutare a pieno
la suesposta distinzione, al pari di coloro
— eil io sono tra questi — che non consentono alla rappresentazione simbolica dei
valori spirituali.
Da una indagine storica e concettuale
sul valore di atto liturgico inteso come inderogabile elemento dell’ordine e del decoro da cui la liturgia, più di ogni altra
allivilà eeclesliastica, non può discostarsi,
devono trarsi gli elementi per stabilire cosa debba essere preordinato e cosa lasciato all’ispirazione occasionale; cosa è mutevole e cosa debba invece ricorrere al ripetersi della stessa evenienza. Dai saggi in
esperimento non traspare che tale indagine storica e tale ricerca di chiarezza siano
state condotte o quanto meno che da esse
sia stalo tratto valido profitto. Sembra alFoppesto che la revisione abbia avuto per
limite e fondamento ad un tempo quei soli testi da cui la necessità della revisione
era partita.
Un altro lato dc-lla questione che una
valutazione giuridica pone in risalto e
((nello relativo al carattere «normativo»
C(1 « indicativo » di tuia liturgia; lid anche sotto questo aspetto un’indagine etti
(irecedenti storici torna assai opportuna.
E’ indubbio che in linea con il princi|)io di cui a 1. Cor. .XIV, 40 i termini
« normativo » e « indicativo » appaiono
((iielli propri (u-r prisentare una liturgia,
iu modo da inquadrarla nelle linee del sifleina in uso nelle nostre Chiese, per meglio fame coiiqirendere il significato (m1 il
valore. Riferendosi il primo termine (normativo) alla natura, all’ordine degli elementi del cidlo ed ai tipi dei riti in uso
nella Chiesa, che son quelli e solo quelli
stabiliti nelle due parti della liturgia;
mentre il secondo (indicativo) è proprio
del conlenuto di ogni singolo elemento lili-rgico, ed in specie alle preghiere ed ai
canti. Ed è chiaro che sia cosi, perchè nel
nostro ordinamento la liturgia non è, per
principio, di per .sè operante; e perchè
iiell’ordillamento liturgico, che è ssenzialmente « ordine », hanno maggior rilievo
gli elementi formali che non il contenuto
die si suppone ancorato alle basi tassative
della Scrittura e della Confessione di fede.
Circa poi le espressioni ricevute nei lesti liturgici, taluno troverà forse esagerato
il seguente parametro di valore, ma a me
sembra che non vi dovrebbero figurare
ma! nè locuzioni che, per esprimere un effettivo valore spirituale, necessitano di una
particolare cap.-icilà di dizione, nè parole
od esprc.ssioni che non verrebbe fatto di
adoperaru nei linguaggio corrente di un
colloquio sul piano umano. Una lettura a
freddo di un testo liturgico, fuori dà ogni
(sresupposto chiesastico, è a mio avviso il
miglior metro di valutazione della rispondenza del discorso umano anche quando
tratta dei rapimrti Dio-uomo. Così operan(i(. mi pare cadrebbero quasi tutti gli aggettivi, ad ogni modo quelli enfatici ed i
superlativi, gli arcaismi di linguaggio, gli
avverbi che dicono sempre poco ed in modo impreciso, le invocazioni, le iterazioni,
gli errori di grammatica e di sintassi, le
frasi sature di biblicismo formale che non
llano ri-scontr-j nella realtà oggettiva del1 oggi. Reputo infatti che è questo bagaglio che ha contribuito a rendere le nostre
liturgie extradomesiiche alla vita delle nostre case ed inservibili al culto di famiglia.
Adoperarle a tal fine dà l’impressione di
-alire in cattedra e guasta l’atmosfera delFintini:) colloquio con Dio. L’accentuazione culturale, il carattere pastorale della liturgia sviluppatosi col passar del tempo
cd il susseguirsi de¡ testi — come pone in
giusto rilievo il Vinay — ha determinalo
[ler riflesso la laicizzazione della vita settimanale e domestica della famìglia, private di nn valido strumento di base. E
questa è forse una conseguenza dell’antiI ictismo.
La liturgia in sintesi non è propriamente un manuale, ina un « regolamento » nel
senso teenórp del termine; una regola cioè
per prepararsi al beneficium Dei ; non per
as.sislervi soltanto, ma per prendervi parte con gli altri secondo il modo dovuto
perchè sentito e pensato dalla comunità.
Tanto meno quindi la liturgia può esser
ricevuta come un ricettario già pronto per
evitare di prepararsi al beneficium Dei e
(loler tuttavia recitare ima parte!
Un esame degli elementi formativi e della successione dei momenti liturgici si presenta ancor più necessaria a ™io avviso
anche sotto l’aspetto giuridico come esigenza preliminare di impostazione, allorché
dalla liturgia ordinaria si passi ad una valutazione degli atti relativi alla liturgia
del matrimonio, del battesimo, della S.
Cena, della recezione in Chiesa, della confermazione, della assunzione di cariche eeclesiastiche.
Giorgio Pf.yrot
6
pag. 6
22 giugno 1962 — N. 25
DALLE NOSTRE ^COMUNITÀ
POMARETTO
— In quelito periodo sono terminati i
(■orisi di religione, tenuti nelle varie scuole dalle insegnaniti valdesi o da soreEe di
chiesa: inriaimo un pensiero di riconoscenza alle nostre collaboratrici : Insegnanti: Sommaini Lina, Costanlm Germana per Pomaretto ; Milionaria Anita Gay
per Porosa; Insegnante Sig.na Coissoin
per l’inverso (Fleccia) e Wanda Collet
per l’Inverso (Clot). A nome della chiesa
diciamo loro un grazie di tutto cuore.
— Domenica 10 Giugno abbiamo celeIjrato il battesimo di Giorgio Volpi di
Elio e Massel Alma. Invochiamo sulla
crealnra la grazia del Signore ed un augurio rinnovato perchè sia guidato con
resempio e la pregliiera dei genitori.
VILLASECCA
Domenica 27 maggio il bazar annuo della nostra Chiesa ha riaperto i suoi battenti
ai Chiotti, con un tempo minaccioso, ma
che non ha impedito ai membri della Comunità e di altre parrocchie di partecipare
e di sostenere questa manifestazione che
ancora una volta è stata una festosa occasione di incontro i>er tutti i partecipanti
i quali hanno pure dato una fattiva collaborazione alla buona riuscita della manifestazione acquistando con abbondanza di
quanto era stato preparato. Un ringraziairento particolare desideriamo rivolgere alle Sorelle ed alle famiglie che hanno permesso la realizzazione del bazar offrendo
il loro lavoro per la preparazione dei banchi di vendita, il materiale occorrente per
allestirli ,i doni in natura per la confezione dei dolci. Non vogliamo dimenticare la
famiglia Francesco Massel, che anche quest’aiino ci ha facilitato il lavoro permettendoci di approfittare della necessaria attreziatura, e quanti si sono assunti, in quel
giorno, la responsabilità del buon andamento dei vari settori che compongono il
nostro bazar .Tutto questo lavoro e questo
impegno è stato coronato da un ottimo successo facendo registrare il maggior incasso
realizzato finora e che è destinato ai prossimi restauri del tempio di Qiiotti.
M culto del mattino è stato presieduto,
in francese, dal M.o Claudio Troll ohe abbiamo rivisto con gioia in mezzo a noi c
clic ringraziamo di cuore.
Nel corso del culto deH’Ascensione è staio ainmnislralo il battesimo a Danilo Massai di Amedeo e Laura Bernard (Chiotti)
Vogliamo ancora chiedere al Sigtiore di benedire questo bambino e la sua famiglia.
L'Anziano di Albarea, indicato a suo
tempo dal quartiere ed eletto dalla Assemblea del 13 maggio, è stato insediato durante il culto di Pentecoste. Il Concistoro
e tutta la Comunità gli rivolgono l’augurio
aflètiuoso 4Ü un lungo e benedetto ministerio in mezzo a noi.
Guglìonesi
In Larino, il 3 giugno Noemi Ester
ha recata una grande gioia a babbo
e mamma; GiO'Vanni e Ines Petti.
Alla cara neonata ed ai suoi felici
genitori, gli auguri di ogni grazia dall’Alto.
— Una rappresentanza dell’animinislrazione comunale e della comunità rorenga
ha presenziato al servizio funebre del
prof. Attilio Jalla con un eentimento di
riconoscenza a Dio per quello che egli è
stato per molti di noi e nel desiderio di
unirsi ai familiari in una confessione di
fede nel Signore che salva e ebe chiama
al servizio dei fratelli.
— Abbiamo saputo con piacere che del
terreno che era in vendita in quel di
Piamprà è passato in mani evangeliclie
grazie all’intere^mento del dott. Meynet,
ed alla buona volontà del proprietario. Indichiamo questo fallo come un esempio da
seguire.
— In una pagina del mensile (( L’Illustré
Protestmu » (numero di giugno), pagina
contenente tutta ima lista di campi giovanili estivi organizzati dalla « Alliance des
équipes unionistes » di Parigi, abbiamo
letto con piacere anche l’indicazione del
campo che avrà luogo a Rorà, a metà
luglio, sotto la direzione del past. Borei
di Pontarlier. L’esistenza del nostro centro d’incontro è ormai nota a molti. Speriamo che il camoscio dipinto sulla porta
non... si gonfi d’orgoiglio, ma soiprattutto
ci auguriamo che -tutti comprendano la
necessità di rendere sempre più efficiente
questo utile strumento della Chiesa e collaborino attivamente a questo scopo. Attualmente i lavori di miglioria allo stabile sono in pieno corso e si avviano al
compimento, anche se, soldi e uomini
permettendo, sarebbe facile fare di più!
— Alcuni visitatori domenicali, addentratisi su per la strada di Rorà, si sono ad
un dato punto chiesto se una simile strada portasse in un posto qualsiasi. Il pastore, interpellato, ha potuto per fortuna assicurare ohe valeva senz’altro la pena di
continuare ma ha provato ancora una volta un sentimento di tristezza pensando a
tutto quello die si potrebbe fare e che
non si può fare finché la strada è nello
stato attuale. Ci auguriamo che sia questa
l’ultima estate che dobbiamo affrontare
con una via di coimunicazione che tarpa le
ali al turismo e die allontana molti dal
nostro bel vallone.
— I primi villeggianti hanno fatto la
loro apparizione e molti si sono già annunciati. Ci ralleigria-mo di vederli o rivederli in mezzo a noi. Chi desiderasse trascorrere alcuni giorni otl anche tutti i
mesi estivi nello quiete del nostro villaggio si rivolga al ¡tastare locale che si farà
¡tremura di indicare alcune buone ¡lossibilità di alloggio.
— Abliianio rivisto Arturo Morel in
’licenza per frattura’, convalescente di
una frattura alla gainba. Gli auguriamo
un pronto e completo ristabilimento.
— Adolfo Rivoira si è trarferilo (per
volontà dei euperiori) a Cesana Torinese,
per il campo estivo e lo immaginiamo intento a ’scarpinare’ .su per i pendìi dei
dintorni. Gli inviamo un saluto affettuoso.
— I fieni hanno, finalmeiiite, potuto
aver inizio e il sole e il lavoro di domenica 17 giugno hanno permesso di rientrare molti fasci di fieno odoroso, carpito
così alTinsidia della pioggia. Alcuni hanno però saputo e voluto dedicare il tempo necessario ali’as(M)lto della Parola di
Dio. E il Signore vede. Vede la fatica di
tutti e vuole offrire a tutti quel .sostegno
che Egli solo sa dare.
DALLA COMUNITÀ VALDESE DI VENEZIA
Uno sguardo all'aDDO passato
Quest’anno ecclesiastiim è stato un anno
particolare per il fatto che per due mesi —
da metà gennaio a metà marzo — il nostro
pastore è stalo inviato dalla Tavola nel Baden per una missione evangelistica tra gli
operai italiani, evangelici e simpatizzanti,
che lavorano co'là. Ciò spiega una certa stasi in alcune attività.
Vogliamo anzitutto ringraziare lutti coloro che hanno predicato in essenza del
pastore: il pastore Emilio Corsani, l’evangelista Felice Bertinat, il pastore Giovanni Berlinalli, l’anziano Bruno Grilli, il pastore Arlus, e i frateBi Arturo Bogo, Ca-sonalo e .M. Vezzosi. Rngraziamo anidra il sig. Moderatore E. Rostan della visita e del messaggio alla nostra Comunità.
I culti .sono stati tenuti regolarmente
ogni domenica mattina alle ore 11, per dar
modo al nostro pastore di tener il culto do
menic.alc al Gruppo Valdese di Mestre, alle
ore 9, nel locule affinatoci falla Tavola
I«» Scuola domenicale si è tenuta quest’anno a Venezia nella stessa ora del cullo ,e a Mestre il giovedì pomeriggio. Le
monitrici -- che vivamente ringraziamo —
ed il pastore hanno curato una quindicina
di Itambini, compresi due ragazzi del corso
pre-catech ialico.
1 corsi di cutecln,smo sono stati due: a
Venezia il sabato pomeriggio e a Mestre il
giovedì pomeriggio. Dio volendo, avremo
a fine anno, raniini.ssione di alcune catecumene.
L’Unione fetnminile ha continuato fedelineiile il suo lavoro e ci ha dato due Bazar
che lianno fruttalo alla Comunità una buona somma.
Per contingenze varie abbiamo dovuto
sospendere nel corso dell’anno due attività: quella giovanile in primavera e lo studio biblico nel Gruppo del Vangelo durante l’inverno. Si propone di abbinare
possibilmente le due attività in futuro. Il
Prof. Araldi ogni sabato ha tenuto dei colloqui con studenti, nell’U. G.
Due altre attività, tenute in passato, quest’anno non hanno avuto luogo: la Corale
e le Conferenze evangelisticlie
Sospeso il Convegno di Pordenone, abbiamo avuto però altri raduni : a Padova all’inaugurazione della nuova Chiesa metodista, a Verona al Convegno Giovanile e a
Padova a quello degli insegnanti (AICE).
1 rapporti con la Chiesa metodista sono
rimasti come prima. Si è cercato di avere
r Unione giovanile in comune, ma è stata
sospesa. Nessun rapporto con altre denominazioni cristiane.
Nell’ambiente veneto continuiamo ad essere ignorati: segno olle la nostra testimonianza evangelica non incide per nulla.
Alti liturgici : oltre ai culti liturgici con
o senza S. Cena, tenuti in occasioni di feste
o di assemblee di Chiesa, abbiamo avuto
un matrimonio (Ada Bogo e Domenico Fara), due l>allesimi (Franco Giovanni Bogo
e Cristiana Csermely) e due funerali (Pompeo Viale e Valdo Wiltsch).
Finanze: questo anno, se non abbiamo
raggiunto l’aumento massimo proposto dal
Sinodo a tutte le nostre Chiese, cioè il 20%
in più, ci siamo però avvicinali alla mèta,
aumentando del 15% quello cli’era stato dato l’anno scorso, oltre alla somma versala
per il deficit e alle offerte varie che la nostra Comunità versa per le istituzioni sociali della nostra Chiesa.
In complesso abbiamo cercalo di conservare le posizioni (solo progresso è stato
registrato nelle finanze e nell’agape fraterna che ha battuto il record di frequenza:
oltre 70 partecipanti!). Ma ringraziamo Dio
perchè anche questo è un dono Suo. Non
per la nostra forza facciamo alcunché ma
per la Sua potenza. Chiediamo di avere
piena questa Potenza da Alto, pregando
istantemente il Signore. Solo allora potremo da Lui esser adoperati là ov’Egli
vuole, come Egli vuole, alla Sua sola gloria.
Liborio Naso
ANGROGNA IS»rrel
Sabato 16 c. m., nel Tempio del Serre
hanno avuto luogo le nozze di Buffa Aurelio e Plavan Vilma. Agli sposi, ambedue
membri di Chiesa della nostra comunità,
che hanno fissato la loro dimora nel quartiere degli Odin rivolgono un augurio e
un pensiero particolare tutti quelli die
con igioia vedono poco a poco rifiorire di
nuovi focolari la parte alta deUa nostra
valle! Come il ricevimento nuziale è stata
un’ottima occasione per raccogliere al Serre molti Angrognini oramai non più residenti in valle cosi speriamo che questo
nuovo focolare possa essere non soltanto
una meta di visite di aimici e conoscenti,
ma andie un centro di irraggiamento per
"ina buona testimonianza di fede cristiana.
Conlrariamenle a quanto annunziato snll’Eco dell’8 Giuguo, domenica 24 il cullo
al Serre avrà luogo alle ore 9, anziché alle lo (e rimarrà fissato per tutto il periodo estivo alle 9) e nel pomeriggio non
avrà luogo al Bagnau il culto all’aperto,
essendo invece fissalo alle 14,30 circa di
quello stesso giorno un culto-'incontro con
gli Ortodossi di Montaldo Dora, alla Glnesa d’ia Tana.
Per il mese di luglio i culti nella noistra
comunità avranno luogo secondo il seguente proigramma:
Domenica 1«: Sap, ore 10 - Ponte Barfè, ore 14.30 — Domenica 8: Serre, ore 9
- Bagnau, ore 14.30 — Domenica 15: Pradeliorno, ore lO - Barfè, ore 14.30 — Domenica 22: Serre, ore 9 - Bagnau, ore
14.30 — Domenica 29: Pradeltorno, ore 10
- Ponte Barfè, ore 14.30.
ANGROGNA (CsvOiRQSff)
Il 7 Giugno, nel tempio del Ciabas, si
sono uniti in imatriimonio William Patrik
Kitchen, irlandese, e Geymonat Ada Maria, originaria di Bobbio Pellice, ma do
alcuni anni membro di Chiesa di Angrogna Capoluogo. La cerimonia nuziale è
stata Jiresìeduta dal Cand. Tlieol. Paolo
Ricca. Agli sposi die fisseranno la loro
dimora a Dublino auguriamo di potere
portare nd freddo nord un po’ del calore
'»aliano e die possano tornare spesso alle
la vita dell'agricoltore
Federazione Provinciale Coltivatori Diretti
Valli per rivedere
parenti e gli amici.
B. C.
Scuola Latina
di Pomaretto
Doni ricevuti fino al 15-5-’62 dalla Direzione che, sentitamente, ringrazia:
Daniela Romano in mem. zìi Zaira e
Mario Vicino, L. 10.000 — Coucourde Andrea (Inverso Pinaaca) 5.000 — Rostagno
Arturo e Irma (Pomaretto) 5.000 — Poms
Guglielmo (Pomaretto) 5.000 — Laeeldi
Giovanni e Margherita (Pomaretto) 2.000
— Revel Paimire (Pomaretto) in mem.
marito 1.000 — Chiesa di Poimarelto 50.000
— Paolo, Alfonso e Elsa Lageard in mem.
del nonno 5.000 — Léger Franco (Chiotti)
5.000 — Genre Anna (Pomaretto) 1.000 —
Costantino Ezio (Chiotti) 2.000.
Gli Amici in risposta alTaippello della
u Campana » ( l» elenco) :
Ilda Revel (S. Germano Chisone) 5.000
— G. Beri (Bovile) 5.000 — G. Balma
(Parma) 3.500 — Cav. Ugo Rivoiro Pellegrini (Torino) 50.000 — Clelia Vigliano
Banchetli (Bari) 1.000 — C. Rivoiro Pellegiriiii (Torino) 20.000 — Pascal Anita
(Manìglia) 3.000 — Gardiol Ada (Abbadia Alpina) 5.000 — Pons Costanza (San
Bartolomeo) 3.000 — Clapier Adriana
(Perrero) —• 1.000 — Pons Amalia (Massello) 1.000 — Ohaimbon Angela (Porosa)
1.000 — Ohaimbon Ernesto (Perosa) 1.000
— Arturo Gay (Roma) 1.000 — Tron Rolando (Gianna) 2.000 —■ Speranza Grill
(Pomaretto) 2.000 ■— Ing. Dino Olivetti
(Ivrea) 50.000 — Baret Ida e Guido (Perosa) in mem. Paolo Rostan 5.000 •— Rostan Bruno (Trossieri) 1.000 — Viglielmo
Elena (Chiotti) 2.000 — Viglidimo Amandina (Chiotti) 2.000 — Venturini Rina
(Chiotti) l.OOO — Grill Vera (Frali) 1.000
— Richard Nadìna (Frali) 5.000 — Fam.
Bernard (Pomaretto) 5.000 — Turino P.
Mario (Torino) 500 — Beux Nadina (Ghianavasso) l.OOO — Luciana Mathieu (Torre
Pellice) 2.000 —■ Vinçon Florelisa (Pinerolo) 5.000 — Balma Enrico (Pomaretto)
in mem. Giovanni Miegge 2.500 — Balma
Claudio (Pomaretto) id. 2.500 — Lageard
Alfonso (Pomaretto) 2.500 — Pons Claudio (Beinasco) 500 — Mathieu Mimi (Pomaretlo) 2.000 ^ Peyronel Silvio (Perrero) 2.500 — Micol Bruno (Chiabrano)
1.000 — Bertalot Dino (S. Germano Chiisone) 50o — Pons Giuliano (Perosa) 2.000
Mardielli Luigi (Pomaretto) 2.000 — Maissei Pierino (Chiotti) 2.000 — Marta e Italo Baret (Pomaretto) 2.000 — Villielm Roberto (Pomaretto) 1.000 — Tron Elena
(Maisisello) 1.000 — Tron Graziella (Aiaisse
di Massello) 1.000 — Tron Daniele, Annamaria, Emanuele (Perosa) 6.000 — Alba
e Elena Garrou Ribet (Torino) 5.000 —
Adele Tron-Rìbet in ricordo Carlo Vinçon
3.000 — Clot Désirée (Perrero) 2.000.
iiKMiiimmummmiiiimuiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimmiiimiiiii
“Voce della Bibbia,,
Avvertiamo tutti i nostri gentili ascoltatori che con il mese di Giugno le nostre
trasmissioni verranno irradiate su onde
corte mt. 49 anzidiè mt. 42.
Ogni sabato ore 13,15 (per tutti).
Ogni domenica ore 13,30 (per bambini).
Ascoltate queste trasmissioni e fatele
ascoltare, a Voce della Bibbia tt - Casella
Postale 105 - Modena.
MPEBAHe E PREZZI
DEI lAHE
In questi giorni gli agricoltori stanno
assistendo a dei ribassi piuttosto notevoli
nel prezzo del latte quando invece aumentano alimenti di importanza molto inferiore come pure il costo della vita in
generale. Le O'rganizzazio-ni Sindacali all’uopo sollecitate dai coltivatori hanno
svolto dei passi presso la Prefettura e le
autorità competenti onde esaminare i termini per dare una soluzione radicale al
problema. Queste itrallative hanno però
messo in luce una esigenza di nrimaria
importanza che riguarda la organizzazione dei produttori stessi.
Difatti è inutile pensare che gli industriali, la FILAT, i raccoglitori ecc. eoe.
siano proipensi di loro iniziativa ad aumentare il prezzo quando si trovano davanti a individui isolati e indifesi. Oiccorre quindi ohe ogni coltivatore esamini in
sè Fassoluta necessità di coUaborare nel
suo stesso interesse con gli altri produttori aippunto perchè esiste un interesse
singolo olle coincide con gli interessi di
tutti. Come dice il proverbio : « L’unione
fa la forza » e in questo caiso le cooperative sono l’unico toccasana per la risoluzione di questi problemi e l’unico mezzo
unitario da contrapporre all’industriale in
modo da ristabilire requilibrio del prezzo.
Infatti nelle regioni in cui la cooperativa si è già sviluppata assumendo una sua
caratteristica autonoma i risultati sono estremámente notevoli e il menato deve seguire un logico equilibrio tra la domanda e
l’offerta da parte di forze elle si equivalgono.
L’unica strada da imboccare per uscire
dal vicolo cieco è dunque quella delle
cooperative e su di essi i coltivatori devono assolutainente avviarsi senza perdersi ulteriorinente in troppe e vane discussioni alla ricerca di rimedi momentanei
La Federazione Coltivatori Diretti è al
servizio di tutti coloro ohe intendono finalmente affrontare razionalmente il problema diimoistrando non solo delle buone
intenzioni ma una effettiva capacità di
realizzazione.
Un nuovo inno
per servizi funebri
1) I nostri dì terreni
di’affauiio e duol soli pieni,
qui tutto è vanità;
fuggevole passaggio
è il nostro breve viaggio
che s’aipre sull’etemilii.
2) Clii muore in Te, Signore,
riposo nei tuo amore
e pace troverà;
e, nel Tuo regno accollo,
la luce diel Tuo volto
bealo ognor contemplerà.
3) I cuori che nel duolo
or piangon puoi Tu solo,
0 Paidre, consolar;
conlorla il loro pianto
e il Tuo volere santo
li rendi pronti ad aicceWar.
4) Dei nostri umani affetti
1 vincoli si stretti
la morte può spezzar.
Ma ichi con vera fede
in Te sol spera e crede
conforto in Te saprà trovar.
Eseguito a Torre Pellice il 17-V1-1962,
in occasione del funerale del Prof. A. Jalla.
Da cantare sulla melodia delTIntut 33.5
(Inni Nuovi).
Direttore resp.: Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n. 175, 8-7-1960
Tip. Subalpina s.p.a. - Torre Pellice (Tot
CERCASI direttrice per pensionato femminile. Scrivere Gay, via Torricelli 60,
TORINO.
CERCASI per famiglia di 2 persone in
villa signorile a Ginevra persona capace
in tutti i lavori domestici, età 30-55 circa.
Posto stabile. Entrata il 1« luglio o da
convenirsi. Rivolgersi al Past. Cipriano
Tourn, Luserna S. Giovanni (To).
eiOVASII (OlTIVAIOfil
DIDNIII A PIIROIO
Domenica 10 Giugno lia avuto luogo
una assemblea di Giovani Coltivatori di
Pinerolo o-ltre ai Capi Gruppi dei paesi
viciniori.
Erano presenti numerosi giovani di
tutti i Comuni del Circondario e la Federazione era rappresentala dal Delegalo
Provinciale Giovani Sig. Arbrum Mario e
dal Segretario Provinciale Per. Agr. Bel
Ione Giuseppe nonché dal Segretario di
Zona.
I Giovani hanno dimostrato un vivo interessamento ai più recenti problemi spe.
cifici del Coltivatori Diretti in cainpo sociale ed economico, quali l’abolizione dell’imposta di successione sino ai 12.000.ODO
di valore, l’aumento della pensione, scuole e corsi di istruzioni professionale, cooperazione agricola e la imminente isiitu.
zione degli assegni familiari a favore delle persone a carico.
L’assemblea ha pei preso in esame la
necessità e la possibilità di promuovere
una due giorni per i giovani al fine di
studiare i particolare problemi della montagna e dell’agiricoltura in generale nonchè i mezzi per affrontarli e risolverli.
E. Casalis.
UFFICIO ZONA
or PINEROLO
Con il 1« luglio gli Uffici di Zona della
Federazione Provinciale Coltivatori Diretti vengono trasferiti in via Bnnìva 85 Icasa
Ing. Annovati).
La sorella Aimée, il fratello generale Luigi e Consorte, la cognata Renata, i nipoti e parenti tutti ringra
ziano commossi per la indimenticabile manifestazione di affetto tribù
tata al loro caro
Prof. Attilio Jalla
La presente serve come partecipa
zione personale.
« Noi sappiamo che siam passati dalla morte alla vita »
(Io Giovanni 3:4)
Il Signore ha chiamato a sè, martedì 5 giugno
l’ING.
Carlo Enrico Gay
Col cuore angosciato, ma sorretti
dalla fede, ne annunciano la dipartita, a funerali avvenuti, la moglie Lisetta col figlio Dott. Lionello, le sorelle Lidia e Mira ed i fratelli Paolo con
la moglie Elvira Bouchard e "Valdo e
parenti tutti. La cara salma è stata
accompagnata da Torino al cimitero
di Gonova-Prà.
La famiglia profondamente riconoscente, ringrazia quanti hanno partecipato al suo dolore.
Torino, 11 giugno 1962
RINIINI
Soggiorno ideale per le vacanze,
incantevole spiaggia con facilità per
sabbiature, gite interessanti.
La Pensione T. V. in Rivazzurra di
Rìmini offre pensione completa a
L. 1.400 nella bassa stagione e
L. 1.800 nell’alta, comprese cabine,
tende sulla spiaggia, servizio e tasse.
Cucina eccellente. Ambiente sereno.
Per prenotazioni rivolgersi a:
ELDA MALAN
— LA COMBA —
Luserna S. Giovanni (Torino)
APTIVALLI
• TORRE PELLICE
visitate
TArtivalli
TESSITURA A MANO DI
TAPPETI
SCIARPE
TESSUTI MODA
TESSUTI ARREDAMENTO
vi troverete certamente qualche oggetto interessante
TORRE PELLICE - Corso Fiume 6