1
ilzione in abb. postale/50
ino
jjgo di mancato recapito
prega restituire a:
laPioV, 15-10125 Torino
Editore si impegna a
«ispondere il diritto di resa.
'alisti irli
tutte le ;
;azione
SKiTIMANAl.K DKU.K CHÏKSK lA
ANNO 2 - NUMERO 37
prima ^DÌ 30 SETTEMBRE 1994
suo SCO
> il suo I
orogazic
asformò
?overnoj
ida. Tem
0 autonc
Rule) sij
>vernati
le), i pr(
irano pn
sioni di
Parlarne
un proj
o nel ni
nelle ne
ìli dell
0 avuto
ttolica,
INTERMINABILE VILLA LITERNO
È L'ORA
DEL RISCATTO
ALFONSO MANOCCHIO
beni an
inserii
anno Villa Litèrno si
....risce, nella stagione
el pomodoro, nel catalogo'
Ielle malefatte contro gli imnigrati. Quest’anno sono anlati in fiamme, sabato 17 setembre, baracche, misere coivedeve ^ ^ qualche caso i pochi
arlame nascosti nel mate
asso. Uno scempio che nauendioi mentalità egoista
alimentata da una cultura
fredda e autoritaria annidata
m responsabili locali capaci
hh ^ I captare soltanto parole co
ParLmer g^'-a'-chia e ordine e in
ranamer ^gj-^anti nazionali impre
wati e «spocchiosi».
' Vi sono tante Villa Literno
a magg» j nostro paese, che asse^t*%“ano agli immigrati l’ulti, l'Llmo posto, quello di esseri
senza diritti: la quali
icola. Nr
h ulterii
con Lust
;1 Sud di
tannico.
mento
nte in •„
rivf
um- '
dei prcl
dei cat
Î cattoliij
mentf
0 a li
;a nel
igli ct
lercatc'
ica abit,
degli a*
olenza
1 deH’b
ti del
Party,
y, capo
«Prêt
' l’a'ani senza diritti: la quali
' Ica di persona umana sem
adi.
bra scomparsa dalPorizzonte
di tanta parte degli italiani e
H compaiono sempre più
calta che 'corrispondono
ilFordine, all’efficienza e
¡aH’economia. Queste gran[ezze stanno diventando maigni enormi, che non permettono di vedere oltre.
Quando i ministri di questo
Stato, di fronte a un fenome!no che interessa circa mezzo
¡milione di immigrati costretti
la vivere nel ricatto della
clandestinità, non sanno dire
¡altro che «vedremo» oppure
¡«bisogna rispettare la legge»,
[ciò sta a dimostrare il poco
'valore che si assegna alla famiglia, all’uomo e alla vita.
Credo che per noi sia terminato il tempo della pazienza: abbiamo detto cose esatte
e giuste negli ordini del giorno del Sinodo di quest’anno;
^elle parole devono ora
.„¡‘-'ndere corpo nel mezzo
TORI; SitPPSti'u società. Ci siamo
"lo,Luci,''«proporci come luogo
^mocrazia»: certamente
notrparliamo soltanto di deLmocrazia interna ma soprat^ io di quella da difendere e
[«il : ¡kiffermare nel processo di
Cambiamento di questo nostro paese, nelle istituzioni e
nei luoghi dove ognuno ha
ìtto di poter contare su
cipi basilari di civiltà.
a'Vredo che dobbiamo sentirci
|i^sponsabili di queste fonda' menta della vita sociale e siamo tenuti pertanto a organizzare idee, strumenti e persone
per arginare i tratti illiberali
della «nuova» società, ma
prima di tutto dobbiamo avere risposte giuste per liberare
dal bisogno e dalle injgiustiZie i nostri fratelli immigrati.
A qualcuno questa chiamala alla mobilitazione potrebbe
Sembrare esagerata ma per
chi lavora a stretto contatto
con gli immigrati, e viene tirato per la giacca quotidianamente dai loro problemi, per
chi deve constatare che per
questi «minimi» non c’è certezza di diritto, per chi viene
umiliato o richiamato all’os
servanza della legge da chi
detta legge solo perché è dietro a un tavolo, per chi è costretto a «limosinare» lavoro
e anche nero (è una fortuna
nella sfortuna!) forzando i
propri principi e la propria
coscienza, per chi è chiamato
ad implorare una casa comunque e molto spesso a dare garanzie, alla fine l’idea
che ti fai è che hai di fronte
un governo nazionale che
non vuole o è incapace di risolvere i problemi degli immigrati e tutto quello che sa
fare è accrescere il loro disagio e cacciarli quanto più è
possibile nella clandestinità.
Un cumulo quindi di ineguaglianze, di ingiustizie e di
inciviltà, che ti pongono, nei
momenti cruciali, in una condizione sospesa tra voglia dirompente di cambiamento e
constatazione nauseante di
impotenza: una schizofrenia
dolorosa ti lievita dentro! Allora è esagerato dire basta?
chiedere ai fratelli che vivono lo stesso disagio, che
amano la giustizia e che vogliono la felicità dell’uomo
di unirsi per gridare ancora
più forte che è giunta la stagione del riscatto e della democrazia reale?
al nostro cuore
Impariamo a riascoltare le storie della Bibbia che parlano
Le parabole sono l'arma dei senza potere
_____________ANHAMAFFEI_______________
«Io aprirò la mia bocca per proferir
parabole, esporrò i misteri dei tempi
antichi»
(Salmo 78, 2)
Il racconto di una parabola come il cavallo di Troia! Ci avevate mai pensato? Eppure in qualche caso, e non in pochi, la forza dirompente di una parabola,
che annulla ogni possibile resistenza in
chi ascolta e costringe alla resa, diviene
dato di cristallina evidenza.
Prendiamo il caso della difficile situazione che il profeta Nathan deve affrontare allorché si trova faccia a faccia col re
Davide che si era reso colpevole di adulterio e omicidio. La storia viene narrata
nel secondo libro di Samuele ai capitoli
11 e 12; era stata l’irrefrenabile passione
per la bellissima Bath-Sheba a portare
Davide a commettere l’adulterio poi, nel
tentativo di coprire la prima trasgressione, egli giunge fino al punto di perpetrare
anche il secondo più grave crimine, uccidendo Uria, marito della donna. Ebbene,
compito non facile del profeta era denunciare il peccato del re; come fare a dire,
senza timore, una verità tanto dura a un
uomo potente come Davide? Come fare
ad affrontare il re e costringerlo ad ascoltarlo fino alla fine? Come fare a impedire
che l’altro l’interrompesse cominciando
con l’accampare giustificazioni razionali
e autodifese o a imporre la sua insindacabile autorità reale?
Nathan semplicemente gli racconta
una storia; «V’erano due uomini nella
stessa città, uno ricco, l’altro povero; il
ricco aveva pecore e buoi in grandissimo
numero ma il povero non aveva nulla,
fuorché un’agnellina che egli aveva
comprata e allevata; essa gli era cresciuta in casa insieme ai figlioli, mangiando
il pane di lui, bevendo alla sua coppa e
dormendo sul suo seno, ed era per lui come una figliola. Ora, essendo arrivato un
viaggiatore a casa dell’uomo ricco questi, risparmiando le sue pecore e i suoi
buoi, non ne prese per preparare un pasto
al viaggiatore che era capitato da lui, ma
pigliò r ugnella di quel pover uomo e ne
fece delle vivande per colui che gli era
venuto in casa».
La reazione di Davide fu immediata e ,
viscerale: «Com’è vero che l’Eterno vive, colui che ha fatto questo merita la
morte». Senza alcun bisogno di aggiungere alcunché o dare alcuna spiegazione,
Nathan affermò lapidario; «Tu sei quell’uomo!». La forza della parabola è dunque la sua capacità di entrare attraverso
le mura alte della nostra abilità di autoassoluzione e metterci davanti alla nostra
stessa coscienza; è abbassare le nostre
difese e rendere mute le nostre vane parole di scusa; è permettere a Dio di parlarci mentre noi siamo silenziosi
all’ascolto di una storia che sembra non
riguardarci ma che poi scopriamo parlava proprio di noi.
La parabola è anche l’arma dei senza
potere: invertendo per un momento i rispettivi ruoli, per esempio, ci è difficile
immaginare Davide che affronta Nathan
in maniera così, indiretta. Come persona
abituata ad avere a che fare con persone
e situazioni da una posizione di potere,
Davide avrebbe piuttosto dichiarato direttamente e duramente a Nathan il suo
peccato, come esattamente Nathan fa ma
dopo, solo dopo aver costretto col suo
racconto Davide alla resa.
La parabola livella le persone perché
rovescia le prospettive: non Davide è re
ma Dio, quel re che pretende obbedienza
e fedeltà e davanti al quale Davide è solo uomo, e uomo peccatore che ha bisogno di pentirsi. È un fatto che Gesù abbia spesso preferito questa forma di comunicazione per parlare con la gente
che ha incontrato. Anche in questo ha
scelto, lui re. Tarma indiretta dei senp
potere; ha indirizzato a tutti delle storie
che parlavano di vigne, di figlioli scapestrati, di donne che perdono monetine e
poi le ritrovano, di giudici di dubbia moralità, di preti che non si fermano a prestare soccorso a malcapitati e dentro ciascuna di queste storie ci ha invitato ad
entrare, ci ha costretto a prendere posi•zione, ci ha fatto capire che c’eravamo
anche noi.
Quelle storie stanno ancora là: non sono vecchie e mai diventeranno mute, anche se hanno per una nostra lettura pigra
e abitudinaria perso in parte Teleniento
della sorpresa che è stato tanto efficace
nel caso di Davide. Se abbiamo orecchie
da udire possiamo riascoltarle come se
fosse la prima volta; ci sembreranno
nuove perché parleranno al nostro cuore,
e non solo alla nostra razionalità.
Presbiteriani
Appello agli
irlandesi
Disarmatevi!
Un responsabile della più
grande chiesa protestante
deirirlanda del Nord ha
espresso un ottimismo prudente circa le prospettive di
pace, pur mettendo in guardia
contro «l’euforia» e precisando che occorrerà molto tempo
prima di giungere a una soluzione pacifica del conflitto. Il
9 settembre, a Belfast, Sam
Hutchinson, dell’Assemblea
generale della Chiesa presbiteriana d’Irlanda, ha riconosciuto che, anche se era «imprudente» fare previsioni, era
ovvio che i gruppi paramilitari protestanti pensassero alla possibilità di un cessate il
fuoco. Secondo Hutchinson,
il sentimento dominante
all’interno della Chiesa presbiteriana, che conta 330.000
membri, è «il sollievo». «Sono molto più ottimista di
quanto non lo sono mai stato
per 25 anni - ha detto -. Tuttavia è più prudente, in questa fase, evitare sia le reazioni allarmistiche sia l’euforia.
Ci sono voluti 25 anni per
arrivare a questo punto, ce ne
vorranno forse altri venticinque per uscirne».
Per Hutchinson, è difficile
immaginare che T Irlanda del
Nord possa cessare di far parte del Regno Unito. «Se si
dovesse votare domani, credo
che ci sarebbe una maggioranza schiacciante a favore
della continuazione dell’unione col Regno Unito», ha precisato. Secondo Hutchinson,
«il ruolo delle chiese è di
creare le condizioni che permettano ai politici di agire
per giungere a una soluzione
pacifica del conflitto. Il nostro ruolo è di instaurare la
calma e la fiducia».
La Chiesa presbiteriana
d’Irlanda è membro dell’Alleanza riformata mondiale.
Nel 1980 si era ritirata dal
Consiglio ecumenico.
Nell’amore
non c’è paura
pagina 6
Cultura
Esegesi e teologia
pagina 8
Villaggio
Globale
Haiti in cerca
di democrazia
pagina 12
2
PAG. 2 RIFORMA
VENERDÌ 30 SETTEMRRc
Il Comitato esecutivo dell'Alleanza riformata mondiale si è riunito a Pittsburgh a luglio
La questione centrale è quella della giustizia
SALVATORE RICCIARDI
L9 intero staff del Pittsburgh Theological Seminary, benché indaffarato
nella preparazione dei festeggiamenti per il 2° centenario
dell’Istituto, si è impegnato
come più e meglio non avrebbe potuto per rendere piacevole il soggiorno e il lavoro al
Comitato esecutivo dell’Alleanza riformata mondiale
(Arm), che vi ha tenuto la sua
seduta dal 18 al 30 luglio.
L’accoglienza riservataci
dalle chiese del distretto di
Pittsburgh (che si chiama Kiskiminetas) della «Presbyterian Church» degli Stati Uniti, è stata del pari eccellente,
non solo per i contatti che ha
facilitato con le persone e con
le comunità, ma anche per
averci messo a parte dei problemi della chiesa (reduce da
un Sinodo molto sofferto e
giunto sul limite della spaccatura sul «come parliamo di
Dio, come lo [la?] ri-immaginiamo?»), e dei problemi del
paese (che fra gli altri primati
detiene purtroppo quelli della
violenza minorile, della disoccupazione e via dicendo).
Il Seminary ci dava quasi la
sensazione di vivere al confine fra due mondi: camminando verso lo Highland Park si
fiancheggiavano le tipiche
villette con giardino dei vecchi, classici film americani
mentre andando per .lo stesso
viale nella direzione opposta
(East Liberty), ci si avventurava fra negozi abbandonati,
case misere, angoli sporchi,
camminando a stretto contatto di gomito con gente prevalentemente nera e miserabile.
Lascio questa parte cronachistica per dire qualcosa sui
lavori; ne riferisco in modo
forse disordinato, ma spero di
rendere qualche idea. Il problema sul quale lungamente
si è discusso concerne la preparazione e la realizzazione
della prossima Assemblea generale, che si svolgerà a Debrecen (Ungheria) nell’estate
del 1977. Non siamo riusciti
a decidere se il suo motto
debba essere «Si spezzino le
catene della malvagità» (Isaia
58, 6), oppure «La giustizia e
la pace si sono baciate» (Salmo 85, IO), e che si debba ricorrere a un voto postale per
scegliere, è forse una questione di dettaglio. Si capisce
che, da una prospettiva di impegno (velleitaria?) o da una
pro.spettiva di speranza (dere■sponsabilizzante?), il problema centrale dell’Assemblea
sarà quello della giustizia.
Non può, del resto, essere
diversamente. Le condizioni
in cui vive (si fa per dire) il
mondo, esigono che .si parli di
questo. Che si parli specificamente deH’economia mondiale e degli abissi sempre più
profondi e meno colmabili
che si scavano fra paesi ricchi
e paesi poveri, tanto da costringerci a porre la domanda
se, come chiese, possiamo ancora affermare di vivere in
Cristo senza denunciare il
dramma dell’ingiustizia in
maniera decisa, significativa e
possibilmente efficace.
In altre parole, è possibile
che l’Arm inviti le chiese
membro a domandarsi se l’ingiustizia che costringe milioni di persone a vivere in condizioni subumane e che ne
uccide milioni ogni anno per
fame, non ponga in questione
la stessa confessione della fede. Vale a dire che l’ingiustizia che domina il pianeta va
considerata alla luce della fede, e che il nostro agire o il
nostro rimanere spettatori
mettono in gioco la nostra testimonianza e la credibilità
Campo di profughi ruandesi in Tanzania: ia iotta per ia giustizia è l’impegno prioritario dell’Arm
stessa dell’Evangelo. E quel
che in termini tecnici si dice
proclamare uno «status confessionis». Se questo accadesse, sarebbe la seconda
volta che l’Arm fa una dichiarazione di tale peso. La
prima fu a Ottawa, quando la
2U Assemblea generale proclamò lo «status confessionis» a proposito dell’apartheid in Sud Africa, sospendendo dall’Alleanza le chiese
che lo sostenevano teologicamente. Quell’Assemblea definì l’apartheid un peccato e
il suo supporto teologico
un’eresia. L’Assemblea di
Seoul (1989) confermò quel
giudizio e la sospensione.
Con gioia possiamo ora segnalare un cambiamento nella
situazione: non mi riferisco
tanto alle elezioni che hanno
portato al potere Mandela,
cosa che tutti sanno, ma al
fatto che la Chiesa riformata
in Sud Africa (nera) e la
Chiesa missionaria riformata
olandese («colored») si sono
fuse nella Chiesa riformata
unita in Sud Africa (Cru); e la
Chiesa riformata olandese
(bianca) affronterà nel suo
prossimo Sinodo (ottobre)
l’ipotesi di confluire nella
Cru, secondo il suggerimento
del suo Comitato esecutivo.
L’Arm segue da vicino, con
spirito di fiducia e di preghiera, questo proces.so; e ne benedice Dio, nel quale diventa
concreta la speranza. Non
faccio, per brevità, l’elenco
delle molte (purtroppo!) situazioni di sofferenza di molti paesi e di molte chiese. Che
queste siano oggetto di viste,
di sostegno anche economico,
di preghiere va quasi da sé,
ma che altro possiamo fare?
E d’altro canto, quello che
facciamo è poco? È poco, voglio dire, se lo mettiamo nelle
mani di Dio?
La situazione mándese ci
ha fatto lungamente riflettere;
e lungamente mi ha fatto riflettere la lettera informativa
che abbiamo ricevuto dal
presidente di quella Chiesa
presbiteriana: la pelle mi si è
accapponata quando sono arrivato alla firma: era quella
del mio compagno di camera
della lontana Assemblea di
Seoul! Dalle Filippine abbiamo ricevuto un appello: quello di denunciare la condotta
del presidente Ramos il quale,
in spregio alle leggi, ha trasformato il paese in una bisca
computerizzata: si può giocare d’azzardo su tutto e dovunque, possono farlo tutti. Qualsiasi attività del paese è collegato con una lotteria e poiché
le probabilità di vincita sono
mediamente di I su 2 milioni,
non ci vuole molta immaginazione per calcolare quanto denaro venga drenato, soprattutto dalle tasche dei poveri, che
sono i più affamati di speran
za. Non ne abbiamo fatto nulla, per il momento, sia perché
volevamo informazioni più
precise, sia perché la gran
parte di noi vive in paesi che
ci forniscono una vistosa coda
di paglia su questo tema!
Il Dipartimento di teologia,
occupato nei dialoghi con gli
ortodossi (calcedonesi e non),
con i cattolici e con i musulmani, ha ritenuto di dare un
colpo di freno ai dialoghi
stessi, per concentrarsi sul tema dell’identità protestante e
delle inculturazioni diverse
del messaggio evangelico,
nonché sul tema del fondamentalismo. Questi ci sembrano al momento più pressanti, anche se non mettiamo
da parte i lavori già avviati.
Il potenziamento delle aree
geografiche in cui l’Arm si
articola, le strategie per ricuperare alcune chiese latitanti
nella collaborazione e nella
contribuzione, un nuovo impulso al lavoro giovanile nelle chiese membro (abbiamo a
disposizione una.giovane pastora svedese per tre anni a
partire dal 1° gennaio), sono
altri punti su cui abbiamo dibattuto. La prossima seduta è
prevista per il prossimo luglio-agosto a Yaoundé (Camerún). Non saremo lontani
dall equatore, e quindi si può
prevedere un clima faticoso.
Pittsburgh è stato un ottimo
allenamento. •
Organizzata a Courneuve dal Partito comunista francese
Una mostra sul protestantesimo
Il 9 e 10 settembre scorsi, a
la Coumeuve (Parigi), la Festa deirUmanità (festa annuale del Partito comunista
francese) ha presentato una
mostra intitolata: «Il protestantesimo, l’uomo, il cittadino, la società». La mostra è
stata organizzata dal Dipartimento del Gard, una delle regioni chiave del protestantesimo in Francia. Le mostre
degli anni precedenti erano
dedicate al cattolicesimo,
all’IsIam e alFebraismo.
Scopo dell’iniziativa è di avviare un dialogo tra credenti
e non credenti.
Henri Levart, responsabile
del Servizio «rapporti con i
credenti» del partito comunista francese, ha concepito la
mostra dopo aver incontrato,
per un anno, moltissimi protestanti responsabili di chiese
e di associazioni, teologi,
storici, ecc. In 50 pannelli di
grande qualità è stata rievocata tutta la storia del prote
stantesimo: Lutero, Calvino,
la fede protestante, le lotte
dei protestanti (Camisards,
Désert, Tour de Constance,
Chambon-sur-Lignon,
apartheid...), le associazioni
protestanti (Défap, Cimade,
Entraide protestante e altre),
le donne protestanti, la laicità, l’Europa protestante,
scrittori e poeti protestanti.
I tèsti sono stati redatti tra
l’altro da: France Quéré, Olivier Abel, André Dumas,
Laurent Gagnebin, André
Encrevé, Roger Mehl, Madeleine Barot, Geneviève Jacques, Jean-Paul Willaime,
Etienne Troemé.
II giorno dell’inaugurazione, il pastore André Dumas
ha ringraziato «per l’opportunità data ad una comunità di
convinzione di trovarsi in
piazza»; ha poi ricordato che
«credere in Dio è la possibilità di credere senza cadere
neH’idolatria. Bisogna aiutare
l’uomo, ma è proprio neces
sario credere in lui? Credere
in Dio dà la libertà, la fraternità al di là delle classi».
Due dibattiti pubblici hanno permesso ai visitatori di
interpellare alcuni protestanti
francesi: la teologa France
Quéré; il pastore Michel Replay, direttore del settimanale
«Réforme»; il pastore Louis
Schweitzer, segretario del
Consiglio nazionale della
Chiesa riformata di Francia;
il pastore André Dumas, già
professore alla Facoltà di teologia di Parigi. Sono stati affrontati i temi dell’etica protestante, della fede, della specificità protestante. Fra le osservazioni raccolte nel Libro
d’oro dello stand si può leggere: «Grazie di avermi fatto
scoprire il protestantesimo
che non conoscevo», «Avrei
voluto sapere quali differenze
ci sono tra luterani e calvinisti», ecc. La mostra sul protestantesimo sarà presentata in
varie regioni della Francia.
Mondo Cristiano]
..
Francia: ventimila persone ali
raduno del Musée du Désert
MAS SOUBEYRAN — La tradizionale «Assemblée
sert» ha radunato domenica 4 settembre circa 20 000 nrm
ti francesi. Il tema dell’assemblea era «Come’trasmetti
messaggio ^angelico da una generazione all’altra comp
dere accessibile ai bambini la buona novella'^» Il nastnrp
rard Delteil, professore alla Facoltà di teologia protesi!
Montpellier, ha presieduto il culto del mattinn MpI __
lai 2 3I '
Ito in
A:
vari interventi hanno affrontato il tema: il professore Qr®Avignone, la signora Anne d’Hàlfe^
ville, dell’Università di Montpellier e il pastore Jean AW?"
dre, segretario generale del Défap.
Francia: raduno della
il quinto
male de
(Icyc)
àglio ni<
gitalo d
lentù del
init3 in
ivatii dai
Missione evangelica zigana
rìAii/rt»T A ¥VT _• ^
|j «missioni
jjscaha for
pullma
iene ogni
anne
DAMBLAIN — Organizzato ogni anno dalla Mission^fe«*
evangelica zigana di Francia (Vita e luce), il grande raduno
gli zigani ha riunito, dal 20 al 28 agosto scorso, circa 40 OO)
persone a Damblain, nei Vosgi; circa 8.000 carovane hanno
cupato i 300 ettari dell’ex base militare di Damblain
oc
Ile 48 nazi
che era
enti; il gt
200
stata rnessa a disposizione della Missione zigana. Erano nre- v
senti zigani protestanti evangelici e pentecostali, appartenenti
Unità I
alle varie tribù (gitani, manouebe, rom) residenti in Francia e in
Europa. Membro della Federazione protestante di Francia la
Missione evangelica zigana conta circa 80.000 membri battezzati e 850 pastori, predicatori e evangelisti. ¡subito cl
uno suffi
Burkina Faso: riunione
toburgo
interafricana dell'Acat
OUAGADOUGOU — La seconda riunione interafricana fcoscen
dell’Acat (Azione dei cristiani per l’abolizione della tortura) g ite la I
è svolta dal 9 al 16 agosto scorso a Ouagadougou, nel Burkina N«
Faso. Otto giorni dedicati alla situazione dei diritti umani ij ptin dir
w ------— V4V.1 UlXllLl Ulliaui m
Atnca, con 1 obiettivo di fare indietreggiare la violenza in Africa e di costruire la democrazia. L’incontro è stato aperto dal Rlia fatti
ministro per l’integrazione e la solidarietà del Burkina Faso,
Hermann Yameogo, e dal presidente della Fiacat (Federazione
intemazionale delle Acat), Guy Aurenche. Durante rincontro 1
membri delle Acat africane hanno esaminato il ruolo delle
chiese nella lotta contro la violenza; il ruolo delle donne nella j
promozione della democrazia; le responsabilità della società civile e le condizioni per la costruzione di uno stato di diritto, b
futuro, i militanti cristiani dell’Acat intendono diffondere ¡1
Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, portare avantila
riflessione sulle radici della violenza e la ricerca di altemativeil
nonviolente e hanno posto l’accento sull’«urgenza di formarsie ■
di educare gli altri in una prospettiva cristiana».
.cosa».
àtì a con
insazioni
Ortodossia: verso una riforma
della formazione teologica
CHAI.KI ■ — I .3 r\rÌT\rÌr\cco vto «imo 1
CHALKI — La Chiesa ortodossa sta preparando una riforma
della sua formazione teologica. Oltre 80 teologi ortodossi di alto
livello, professori di seminari e vescovi, si sono riuniti nell’isola
turca di Chalki, sul Mar di Marmara, per le «V Consultazioni
intemazionali delle scuole superiori di teologia ortodosse». Ih"
vori erano centrati sulla «formazione teologica ortodossa nel
mondo moderno». Gli sconvolgimenti politici nell’Europa
dell Est pongono le facoltà di teologia ortodosse di fronte a
nuovi compiti circa il contenuto e l’organizzazione della formazione teologica; l’assemblea, ospitata dal patriarcato ecumenico
di Costantinopoli, è stata aperta dal patriarca Bartolomeo I.
lovani
Wevi c
ma vacE
mmoti
Regno Unito: un socialista
cristiano a capo dei laburisti
|oi?» C
Mtume
» ad,
store su
con pass
sua pre*
verso 1e
lientre
Dio, ci I
te di dii
do è ne
LONDRA — Il nuovo segretario del Partito laburista britam
nico, Tony Blair, 41 anni, anglicano, ha dichiarato di ispirarsi
al Movimento socialista cristiano, movimento che avqto tenta
to Hi rimnriliiìrp prictiomocìrMi^ «a t dì
to di riconciliare cristianesimo e socialismo. L’ispiratore questo movimento, morto nel 1962, affermava: «Essere cristiani non vuol dire solo andare in chièsa ma implica anche di costruire la società promessa da Dio». Tony Blair, da parte sua,
non esita a dichiarare che «il cristianesimo è l’unione ti'a l’indi'
viduq e la comunità, il credere che non siamo soli irta che di;
pendiamo gli uni dagli altri per riuscire». Tony Blair è quind'
1 erede spirituale di John Smith, capo del partito laburista-’JPji
to nell’aprile scorso e membro molto impegnato della Chieiì ®Scozia. Óltre a Tony Blair, metà del «governo ombra» laburista
è membro del Movimento socialista cristiano.
iscritti
ria. U;
Lagos
pesso
Argentina: condanna per
l'attentato antisemita
BUENOS AIRES — La Federazione delle chiese evangeh'
che e il Movimento ecumenico dei diritti umani dell'Argentina
hanno protestato contro l’attentato dinamitardo perpetrato a,
Aires contro la sede di varie organizzazioni ebraiche-1
che ha causato la morte di una quarantina di persone e il fnf''
mento di altre 150. Il comunicato esprime la sólidarietà del iiic>'
vimento ecumenico con la comunità ebraica, che è la più
portante deH’ Airterica Latina, con circa 500.000 membri. 1 rap'
porti tra ebrei cristiani in Argentina sono molto buoni: avvengono scambi tra docenti e studenti di vari seminari: ciò che
preoccupa le organizzazioni ecumeniche è che quest’attentato ^
avvenuto due anni dopo l’attentato contro l’ambasciata d’Isra®
le in Argentina, che aveva fatto 29 morti e 250 feriti.
Kera
Scovo
Chies
3
BRE 30 SETTEMBRE 1994
PAG. 3 RIFORMA
CUM[ENE
.[jurgo, dal 2 al 9 agosto: V Convegno internazionale della gioventù cristiana
e al údete, ¡0 faccio ogni cosa nuova
ieri ly^ANNE MULLER
'lée du
protes
¡mettere^
come
astore
testante!
lomerigÿ
>re Oliviil
la
La al 9 agosto si è tenuto in Amburgo, Germa¡1 quinto Convegno internale della gioventù crila (Icyc), organizzato dal
¡¡elio mondiale metodista
¿tato dal Dipartimento
> - -■n«ÉHitù della Chiesa metodi^l^®'‘&ita in Germania. 750
n Alexaittni dai 16 ai 30 anni si
® e incontrati sui campi
'ippodromo di Amburgo;
il^ssione delle tende» teLaha fornito tre padiglioni
.an pullman. 11 convegno si
¡jne ogni tre o quattro anni.
Missim lest’anno il tema è stato:
:a 40 A rappresen
lanno? ^ nazioni di tutti i conti
I che
rano 11““*'
lartenenti
anciaeiii [jnità nella diversità
rikap? Ipartecipanti hanno scoperisubito che le mani e i piedi
lano sufficienti per comuniire: senza parole si sono racatati come erano arrivati ad
Inburgo e sono persino riniti a comunicare le proprie
esazioni. La prima sera la
rafricanj lioscenza è stata fatta traortura)sii W la pantomima che ha
Burkina ^1° nn vero divertimento
■ • clima di buona allegria,
ipo eccezionalmente caliga fatto la sua parte. (Amtgo ha sperimentato l’estaliù rovente degli ultimi
[anni).
mani in
i in Afrireno dal
na Faso,,
eraziont.-:
icontro
ilo dellé
me nella
icietà ci-_
liritto, lèi
ndere ft'
avanti lat
temative
irmarsie
Movimento femminile battista
Condìvisìone come
stile di vita
ma
riforma
i di alto
ill’isola
Itazioni
;». Ilaissa nel
Europa
ronte a
formar
menico
britam
pirará
tenta;
ore tii
¡ristiadi cote sua,
l’indi;he di;
quiñi'
|Up mondo nei guai
lon hanno mai partecipaisì tante nazioni» ha detto
jstampa tedesca il dott.
^lieFox, rallegrandosi par«lannente per la presenza,
la prima volta, della gente
l’Europa dell’Est. «Dio,
iTché hai voluto che questi
iovani si radunassero qui?
felevi che avessero soltanto
ma vacanza? O Signore, c’è
MI motivo speciale perché
jaesti giovani si trovino
ni?» Così si domandava
Ivume Dandala appena arrivato ad Amburgo. Questo pastore sudafricano ha chiesto
passione ai giovani nella
saa predicazione di andare
v»so la gente nel bisogno;
poltre noi siamo seduti qui
Hiisapevoli della bontà di
®o, ci può capitare facilmen'aii dimenticare che il mon^ènei guai». Queste diffi•^oltil si sono verificate fino
aprirne giorno del convento: sono arrivati tutti gli
®titti salvo uno del Ruanda
delegazione della NigeL’ambasciata tedesca al
^ tSos aveva rifiutato Pinoso in Germania ai tredici
%riani. In una conversaziotelefonica con l’ambasciaera stato comunicato al vedovo Walter Klaiber, della
vhiesa metodista unita in
j^ania, che si temeva che
Slegati nigeriani avrebbero
Giovani di tutto ii mondo piantano i’aibero deila pace a Amburgo
igeli
fenmo1 iiTirap'venI che
ato è
srae
cercato asilo in Germania. In
una lettera indirizzata al ministro degli Esteri tedesco,
Klaus Kinkel, 360 partecipanti al convegno Icyc hanno
protestato per il trattamento
riservato alla delegazione nigeriana.
Bandiere dal mondo intero
Nonostante questo rifiuto,
la Nigeria è stata presente
nella parata delle bandiere:
due tedeschi hanno' portato la
sua bandiera e l’hanno innalzata insieme alle altre nei padiglioni dove è rimasta tutta
la durata del convegno: molti
portatori di bandiere indossavano i costumi nazionali.
Nella solenne parata sono state portate la candela del Icyc
e la Bibbia. Claudia Aqualai
ha passato la candela dello
scorso convegno Icyc, tenutosi in Messico, a Sandra Poppe
della Germania. Il dott. H.
Eddie Fox ha ricevuto la Bibbia da Dennis dare dell’Australia. Dal Messico è venuto
questo commento: «Mi piace
particolarmente il modo in
cui la gente è vestita. Il momento più espressivo è stato
quando hanno portato la luce». Un tedesco invece ha
commentato: «Il portare la
Bibbia mi è sembrato troppo
patetico. Ho sentito un certo
disagio».
La «bolla cristiana»
Quando i cristiani vengono
a radunarsi da tutte le parti
della terra, vi sono diverse
aspettative dall’incontro e diverse manifestazioni di fede
e di spiritualità. Lo staff
tedesco del giornale Icyc,
«Brandnews», ha commentato così il culto preparato dal
gruppo americano: «L’America, che continente! Il Nord
ricco, il Sud povero; bellezza
e miseria; barriere e possibilità illimitate; chiese prese tra
tradizione e innovazione.
Quale ampiezza di esperien
FACOLTÀ VALDESE DI TEOLOGIA
Inaugurazione del
140® Anno accademico
Sabato 15 ottobre 1994 ore 17,30
Aula Magna
via Pietro Coesa, 40
Prolusi
none
prof. YANN REDALIE
«SII D'ESEMPIO Al CREDENTI» (I Tim. 4, 12):
COME «FARE» UN BUON RESPONSABILE DI COMUNITÀ
Culto d’apertura
^omenicalOottobre, orelO '
Chiesa luterana - via Toscana, 7 - Roma
Presiede il past. H. G. Philippi
Pfedicazione del prof. S. Rostagno
^ S.V. è cordialmente invitata h Decano prof,
«orna 14 settembre Paolo Ricca
ze, impulsi, possibilità! E poi
la delusione. Canti di lode,
Gesù ed io, io e Gesù, Gesù
l’eroe, “Dio è così buono”,
ma non sono stati posti i miei
interrogativi: come posso lodare Dio in un mondo in difficoltà? Come posso seguire
Gesù nelle contraddizioni del
nostro temp/)? Come opera lo
Spirito Santo nella nostra società senza santità e in una
chiesa soddisfatta di sé? Rosslyn, dell’Australia, ha detto
che néllTcyc c’era una «bolla
cristiana» che avvolgeva il
gruppo; per lei l’effetto era
positivo. Alison, inglese, in
una lettera a «Brandnews» ha
scritto; «Io ringrazio Mvume
Dandala (Sud Africa), Grace
Imathu (Kenya) e Carolyn
Kitto (Australia) che, ad
esempio, con le loro predicazioni, ci hanno fatto toccare
la realtà e fatto scoppiare la
«bolla cristiana».
Altri paesi, altre usanze
L’ultima sera il convegno
ha ringraziato l’équipe della
cucina: cucinare in modo da
accontentare la maggior parte
degli ospiti è stata un’impresa
ma ciononostante Isa Regina,
del Brasile, era convinta di
aver perso 10 chili in otto
giorni perché non c’era alcun
cibo brasiliano. Alcuni hanno
mangiato le brioche con l’insalata come se andassero bene insieme, dei partecipanti
statunitensi hanno fatto parlare di sé quando hanno lasciato la loro sistemazione in una
scuola per alloggiare in albergo; erano stati loro promessi dei letti in un dormitorio invece hanno trovato dei
materassi sul pavimento di
una scuola. Il differente voltaggio di corrente elettrica in
Germania ha fatto bruciare
un asciugacapelli americano
e ha acceso una discussione
sul giornale deH’Icyc sullo
«shock culturale» degli ospiti
americani.
La musica è intemazionale
La musica unisce genti diverse per lingua e cultura. La
cantante australiana Trish
Watts ha affascinato i 750
giovani con le sue canzoni
coinvolgendoli con musiche
ritmate poi, quando è stato il
momento di un cambiamento
di stato d’animo, ha guidato
la folla alla devozione e alla
riflessione. I culti del mattino
sono stati avvenimenti musicali di altissima qualità; soprattutto i gruppi africani
hanno fatto muovere i piedi ai
partecipanti ai culti. La formazione strumentale dell’
Icyc ha fatto tremare il padiglione con la sua musica.
Sette gruppi di comunità e
circoli familiari hanno tenuto
culti e studi biblici. Partico
larmente nei gruppi più ristretti i partecipanti sono stati '
in grado di scambiarsi esperienze personali di fede. Le
attività del mattino erano preparate dai delegati dei diversi
continenti e nei pomeriggi si
poteva studiare sul lavoro
giovanile, l’evangelizzazione,
i diritti umani e il culto. Le
visite alla città e i giri nel
porto sono stati i modi con
cui gli ospiti hanno presentato la loro città; una donna australiana si è sorpresa del fatto che l’autobus viaggiasse
sul lato sbagliato della strada.
Successivamente le chiese
metodiste di Amburgo hanno
invitato tutti a una grande festa sulla nave Cap San Diego’,
mille metodisti hanno riempito i cinque ponti della nave:
musica rovente e rovente
temperatura!
Un albero per la pace
Al centro della città di Amburgo si è svolto un avvenimento speciale: sei giovani
metodisti, provenienti da ogni
continente, hanno piantato un
albero della pace alla presenza del sindaco, Erhard Rittershaus. In memoria del convegno è stata posta una pietra
davanti all’albero per la «giustizia, pace e salvaguardia del
creato». Sono state elevate
delle preghiere per il mondo e
per la città dai membri della
comunità ecumenica tra i
quali il sovrintendente metodista di Amburgo dott. Siegfried Lodewigs. Successivamente il sindaco ha ricevuto
tutti al municipio nella sala
imperiale dove (il salone è
privo di sedie) gli ospiti
deiricyc si sono seduti sul
pavimento.
Una mano per tutti
All’inizio del convegno tutti i delegati avevano ritagliato
su un foglio di carta colorata
la forma della loro mano e
avevano scritto sopra il proprio nome e indirizzo: alla fine del convegno ciascuno ha
preso uif altra mano di carta
tra quelle appuntate sul grande telone teso davanti al padiglione. Questo atto ha offerto
a ciascun delegato la possibilità di rimanere in contatto
con almeno un altro giovane
dell’Icyc al di fuori dei confini della sua patria: così la benedizione di Dio accompagna
ognuno. L’ultima sera sono
stati in tanti a benedirsi reciprocamente nell’amore e a
pregare gli uni per gli altri.
Tutti hanno acceso le loro
candele dalla fiamma della
candela dell’Icyc per portare
simbolicamente la luce nel
mondo.
(traduzione di
R. Schooler e M. Trotta)
Dai 13 al 16 ottobre, presso
il Centro evangelico battista
di Rocca di Papa, si svolgerà
l’Assemblea nazionale del
Movimento femminile evangelico battista (Mfeb). 11 movimento, che tenne il suo primo congresso a Firenze nel
1947, ha come fine l’incoraggiamento reciproco fra
donne «a una maggiore consapevolezza delle proprie capacità nell’uso dei doni offerti loro dal Signore, per la
crescita delle chiese e per
l’annuncio deH’Evangelo». Il
tema scelto per quest’assemblea, preparato attravèrso
studi a cura della pastora Elizabeth Green, è stato «Condivisione come stile di vita».
Fra le attività coordinate
annualmente dal Comitato
nazionale del Mfeb, presieduto dalla sorella Helene Ramirez, c’è la preparazione
della Giornata mondiale di
preghiera delle donne battiste, che quest’anno è programmata per il 7 novembre,
il programma per l’Offerta
d’amore, che raccoglie a fine
anno in tutte le chiese battiste
italiane un contributo per la
Missione battista europea
(per il 1993 è stato di circa
49 milioni) e la pubblicazione periodica del bollettino di
collegamento fra le Unioni
femminili battiste.
Il comitato nazionale inoltre gestisce le numerose attività del Centro di Rocca di
Papa. Quest’ultimo, sorto in
torno agli anni ’50 con lo
scopo specifico di offrire uno
.spazio di vacanza e di istruzione biblica ai ragazzi e alle
ragazze delle chiese battiste,
e nel tempo qualificatosi anche come luogo di studi, convegni e altre attività inerenti
la testimonianza evangelica,
è stato nel corso di questi ultimi due anni ampiamente ristrutturato.
Al posto delle due camerate preesistenti sono state ricavate 6 stanze indipendenti
con bagno interno, sono state
abolite le residue barriere architettoniche e una delle altre
tre stanze con servizi create
al pianterreno è stata attrezzata per ospitare disabili. La
partecipazione ai campi è
molto soddisfacente, con una
presenza media nei tre periodi di circa 120 -130 bambini
e ragazzi a stagione.
Air Assemblea, , che quest’
anno dovrà rinnovare ben
quattro responsabili non più
rieleggibili, ogni Unione
femminile o gruppo sarà rappresentato in misura di una
delegata per ogni dieci sorelle o frazione di dieci. Molto benvenute saranno eventuali osservatrici. Le schede per lai partecipazione
vanno inviate a Elena Girolami (via Rosa Raimondi Garibaldi 30, 00145 Roma, tei.
06-5123775). Per ulteriori
informazioni telefonare al
Centro di Rocca di Papa (069499014 o 06-5780412).
Iniziativa di metodisti americani
Milioni di credenti
a Betlemme nel 2000
I metodisti americani si
stanno già preparando per
l’anno Duemila, per celebrare
il bimillenario della nascita di
Gesù. Sono previsti grandi festeggiamenti che raggiungeranno il momento culminante
nella notte di Natale del 1999
e si protrarranno per tutto
l’anno successivo. Sotto la
guida del patriarca latino di
Gerusalemme, Michael Sabbah, si stanno cominciando i
preparativi per accogliere milioni di persone interessate a
visitare la Terra Santa per
l’inizio del terzo millennio.
I metodisti americani si
stanno attrezzando per tempo,
per non rischiare di essere tagliati fuori dalla possibilità di
trovarsi a Betlemme per l’occasione perché i posti sono limitati. Nella primavera scorsa hanno dunque lanciato
l’operazione «Preparategli un
posto!» e pubblicato un libretto con il programma dei
festeggiamenti, i modi per
raggiungere Israele, gli itinerari guidati ai diversi luoghi
«santi», le possibilità di al
loggio, i prezzi ecc. Sono previsti contatti e incontri con i
cristiani locali per «udire le
voci e vedere la faccia della
chiesa indigena, proprio nel
luogo dove la Parola fu fatta
carne», come riporta l’organo
del Consiglio mondiale metodista, e ci sarà la possibilità di
pranzare per un giprno nelle
case delle famiglie che abitano nella zona circostante Betlemme nota con il nome di
«Campi dei pastori».
L’iniziativa ha riscosso
grande successo e i posti disponibili per i metodisti americani sono ormai quasi completamente esauriti.
TRASLOCHI
preventivi a richiesta
trasporti per
qualsiasi destinazione
attrezzatura con autoscala
operante all’esterno fino a 43 mt
SALA GIULIO
Via Belfiore 83 - Nichelino (TO)
Telefono 011/62.70.463
Commissione permanente studi
dette chiese valdesi e metodiste
sessione dì esami per i candidati predicatori locali
La sessione avrà luogo a Milano
sabato 19 novembre alle ore 9,30
presso la chiesa metodista, via Porro Lambertenghi, 28
per iscrizioni e informazioni
rivolgersi al past. Antonio Adamo,
via della Signora, 6-20122 Milano tei. 02-76021069
4
PAG. 4 RIFORMA
Vita
gli—
VENERDÌ 30 SETTF.lVmt^p.
5Ì3(
Il futuro deH'ex Istituto Villa Olanda non è ancora deciso
La Casa serve agli anziani
ROBERTO PEYROT*
Il Sinodo 1993, dopo la
chiusura di Villa Olanda,
votò un ordine del giorno affermando che questa casa può
avere un futuro nel settore degli anziani, settore nel quale
aveva già svolto la sua apprezzata funzione prima nei
confronti dei profughi russi e
poi di tante persone anziane.
Di conseguenza Fassemblea
chiedeva alla Tavola valdese
di studiare tutte le misure idonee a raggiungere tale scopo
coinvolgendo, oltre ai sostenitori, anche altre chiese
evangeliche.
Durante l’anno trascorso la
Tavola ha tenuto i contatti in
modo particolare con l’Unione delle chiese avventiste,
senza peraltro poter giungere
a una conclusione per motivi
preminentemente finanziari.
Di questo è stato fatto cenno,
in occasione del Sinodo ’94,
sia nella relazione della Tavola che in quella della Commissione d’esame sull’operato della Tavola stessa. In più
la Commissione d’esame ha
giustamente rilevato che l’ordine del giorno votato lo
scorso anno è tuttora valido,
non avendo esso posto determinati limiti di tempo, e autorizzando nel contempo la Tavola a operare le scelte più
opportune. La nota della
Commissione d’esame concludeva pertanto invitando
l’esecutivo a procedere «se
Luterani
A Roma
da 175 anni
La comunità evangelica luterana di Roma festeggerà
prossimamente i suoi 175 anni di vita: quando nel 1817 i
luterani presenti a Roma vollero ricordare il 300° anniversario della Riforma, ciò fu
possibile solo all’interno
dell’ambasciata di Prussia
perché allora, e non solo a
Roma, ma in tutta Italia, ogni
manifestazione religiosa diversa dalla cattolica era proibita. Solo nel 1819, per l’interessamento e le pressioni degli ambasciatori prussiani a
Roma Niebuhr e Bunsen e
con l’appoggio della casa reale di Prussia, il primo pastore
luterano, che proveniva dal
seminario di Wittenberg, ebbe il permesso di stabilirsi
nella capitale dello stato pontificio. Questa data segna
quindi la nascita della comunità che da allora esiste, senza interruzione. La Chiesa luterana di Roma è stata fra le
fondatrici, nel 1949, della
Chiesa evangelica luterana in
Italia (Celi).
Lo storico anniversario sarà
festeggiato il 30 ottobre, domenica della Riforma, con un
culto solenne alle ore 10 nella
Chiesa di Cristo, via Toscana
70. Seguirà un ricevimento
per i membri della chiesa, gli
amici e gli invitati. Il prof.
Arnold Esch, direttore dell’
Istituto storico tedesco di Roma, terrà quindi una conferenza sul tema: «Gli inizi e i
primi anni della comunità
evangelica tedesca di Roma».
Alle 18, sempre nella Chiesa di Cristo, in collaborazione
con il Goethe Institut, vi sarà
un concerto d’organo, con
l'organista Ursula Philipp! di
Hermannstadl in Transilvania. Per l’occasione è stato
pubblicato un fascicolo di circa 100 pagine.
(Celi info}
Un itinerario di fede e di impegno al servizio della chiesa
Correre «l'arrìngo» della fede
GIOVANNI GHELLI*
Villa Olanda oggi
condo le possibilità concrete
che si presentassero».
Da parte sua il comitato
spontaneo «Pro Villa Olanda», sorto a suo tempo dopo
la progettata vendita dell’immobile, nel rinnovare la propria disponibilità (sotto l’aspetto finanziario e successivamente sotto quello gestionale) ha indirizzato ai membri del Sinodo ’94 una lettera
in cui viene sottolineata la
sempre maggior incidenza sociale del problema «anziani»
ricordando che alle Valli la
popolazione ultrasessantacinquenne raggiunge ormai il
22% circa dei cittadini: le liste di attesa giacenti presso i
nostri e altri istituti per anziani ne solo un’ulteriore riprova. Anche la vicina Liguria,
priva di case evangeliche di
riposo, è assai interessata alla
questione e conta diversi sostenitori di Villa Olanda.
Il comitato spontaneo ha
anche fatto notare come la
prospettiva del servizio pubblico, con le previste riforme
sanitarie, non contribuisca
certo a alleggerire questo
problema: le chiese avranno
un sempre più importante
ruolo diaconale da svolgere
in questo settore, oltretutto
anche con positive ricadute
nel campo occupazionale.
Per ora non rimane che esprimere l’augurio che, entro
tempi ragionevoli, e sia pure
fra non poche difficoltà. Villa
Olanda possa riprendere la
sua funzione nei confronti
degli anziani, funzione che
per il futuro potrà essere ancora più determinante pensando anche a un collegamento con le organizzazioni
diaconali delle chiese protestanti europee.
*Comitato spontaneo
per Villa Olanda
Credo che nel corso della
vita di qualunque persona dotata di una sia pur minima capacità di intendere accada, con frequenza più o
meno variabile a seconda della personale disposizione, di
soffermarsi a riflettere sulle
cose fatte; si cerca conferma
al riguardo della validità o
meno del senso che si è inteso dare alle proprie azioni e si
valuta, con questo metro di
misura, se e con quale intensità si sia rimasti soddisfatti
di quello che è stato svolto.
Tali ripensamenti vanno in
generale sotto il titolo di pause di riflessione; sono validi
per l’appunto in generale e
quindi anche, nel particolare,
per le attività che si svolgono
nell’ambito ecclesiastico e ritengo che acquistino particolare valore e significato quando servono anche a orientare,
sulla base delle esperienze
pregresse, le attività future.
Così può capitare che una
certa persona sia stata nel
passato coinvolta in un saltuario impegno di indagine
sull’attività della Commissione istituti ospitalieri valdesi,
quale componente della Commissione d’esapie; sia poi
passato, con impegno e frequenza sempre maggiori, a
far parte della stessa e poi ancora sia stato di seguito, con
libera decisione e con i dovuti
aggiustamenti della propria
vita privata, coinvolto nella
piena responsabilità dell’ufficio di presidenza dell’ente
ospedaliero plurisede di Torre
Pellice e Pomaretto, che ha
riassunto in pieno dallo scorso anno le funzioni e l’antica
(ormai centenaria) denominazione di Commissione istituto
ospitalieri valdesi.
In questo itinerario è successo che questa persona abbia dovuto effettuare delle
scelte e, per esempio, progressivamente abbandonare,
per comprovata mancanza di
tempo per pensare, l’attività
che qui definiremo meramente ecclesiastica di predicatore
locale; si può dire che egli ha.
forse esemplificando troppo
ma in estrema sintesi, privilegiato l’azione alla parola, ovvero l’opera al sermone.
Adesso una di quelle pause
di riflessionè è avvenuta
all’atto della compilazione
della relazione sull’attività
della Ciov da sottoporre, prima del Sinodo, all’esame degli organismi ecclesiastici a
questo delegati. Nella parte
cosiddetta morale si è voluto
mettere in particolare rilievo
l’estrema continuità dell’azione diaconale della stessa. Infatti la prima commissione per
l’Ospedale delle valli valdesi
fu istituita nel Sinodo di San
Germano del 1823; se le fonti
continuano poi a essere precise, l’esatta denominazione di
Commissione istituti ospitalieri valdesi risale al 1893:
siamo di fronte quindi a periodi di attività diaconale istituzionalizzata della chiesa
nell’ambito sanitario che si
misurano ormai in termini
continuativi di cent’anni.
La riflessione immediata
che è venuta fuori in questa
pausa di ripensamento è stata
quella di valutare se sia corretta la possibilità di sentirsi
oggi spiritualmente circondati
da tutti coloro che hanno operato, a qualsiasi titolo, nell’
ambito di questa sezione della diaconia della chiesa; inoltre se non sia troppo presuntuoso sentirci operativamente
inseriti, a pieno titolo, in
quello che l’Epistola agli
Ebrei chiama in un bel italiano antico «un così gran nuvolo di testimoni»; con la stessa
disposizione e la stessa fiducia nell’aiuto di Dio che questi testimoni ebbero nel passato e non solo, ma anche con
la stessa volontà «di correre
con uguale perseveranza l’arringo che ci sta dinanzi».
La ripresa dei termini usati
nell’Epistola agli Ebrei (gran
nuvolo di testimoni, perseveranza nel correre l’arringo)
non sia considerata inopportuna, fuori luogo o troppo audace; là ci si riferisce a esempi di fede, qui a esempi di testimonianza pratica, ma la
cornice dentro la quale si tes
Intervista a Arlette Ricca, direttrice della Casa delle diaconesse a Torre Pellice
Una comunità aperta e accogliente
ADRIANO LONGO
Una delle caratteristiche
interessanti legata al rilancio dei nostri istituti per
anziani effettuato negli ultimi
20 anni è la volontà di aprirsi
all’esterno. Un soffio di aria
fresca che fa bene all’interno,
ma anche un portare fuori e
far conoscere aspettative,
gioie, ansie di chi ha dovuto
decidere di proseguire la propria vita in una dimensione
comunitaria.
Anche la Casa delle diaconesse, che è una fra le piccole
case di accoglienza per anziani, sta sperimentando questa apertura. Il suo comitato
ha accettato di ospitare all’interno della casa un corso regionale organizzato dall’Ussl
43, per cui una trentina di futuri operatori al servizio dell’
anziano sono stati presenti
ogni .settimana, mentre una
ventina di docenti si sono alternati nella presentazione
dei vari temi. Come hanno
reagito gli ospiti a questa
simpatica invasione? Risponde Arlette Ricca, responsabile dal 1992 della conduzione
della casa: «Bene; gli ospiti
hanno concesso volentieri
l’uso del salone e ora guardano con interesse e con fiducia
a questa nuova generazione
di operatori che si impegnano
seriamente per la propria preparazione».
- Quali altre iniziative avete intrapreso per facilitare
questo interscambio con
r esterno?
«Durante l’anno appena
trascorso si è fatto il possibile
per allargare il numero degli
amici della Casa e il risultato
è decisamente interessante.
Molti si sono offerti di intrattenere gli ospiti, di organizzare mostre o iniziative per le
quali la gente viene a trovarci. Anzi, sta emergendo un’
esigenza alla quale contiamo
di poter dare una risposta anche tramite la collaborazione
di questi amici: pensiamo
cioè di ospitare degli anziani
della zona durante la giornata. Stiamo quindi pensando di
proporre delle attività di animazione; abbiamo già due
macchine per maglieria con
le quali iniziare.
Con queste prime proposte
contiamo di poter iniziare
quanto prima. Comunque è
da tempo che puntiamo alla
possibilità di rendere più gra
devole il soggiorno degli
ospiti; attualmente ogni ospite ha la propria camera, che
può personalizzare a suo gusto, utilizzando anche le cose
di sua proprietà a cui è più
affezionato. In questo modo
stiamo assistendo a una precisa volontà degli stessi ospiti di invitarsi fra loro, per
esempio per il tè. Speriamo
quindi di raggiungere un più
giusto equilibrio nell’utilizzazione del tempo della giornata che possa soddisfare le
esigenze differenziate di ciascuno. Ancora una cosa importante: abbiamo da pochi
giorni ricevuto l’offerta di un
volontariato quanto mai apprezzato dal personale e dagli
ospiti: si tratta di una infermiera che ci dedicherà alcune
ore della sua giornata».
- Quanti sono oggi gli
ospiti della casa?
«La Casa delle diaconesse
ospita oggi 24 persone anziane; è quindi una piccola casa
dove è possibile vivere un’atmosfera di tipo familiare.
Delle tre diaconesse attualmente a Torre Pellice una vive nella Casa e due a pochi
passi da noi, in un alloggio
indipendente».
- Quali problemi vi danno
dei pensieri per ilfutii
«Abbiamo l’esigenza urgente di rifare l’impianto
elettrico per adeguarlo alle
norme di legge e di sistemare
meglio quello idraulico. Infine dovremmo sostituire
1 ascensore che non permette
attualmente di utilizzare le
carrozzelle. Sono problemi
non piccoli se pensati in una
casa che deve comunque
continuare a funzionare, senza contare i costi che sono
elevatissimi a fronte di rette
che sono fra le più basse fra
le case di riposo. Certo sarebbe importante che una qualsiasi comunità si assumesse
I incarico di farci da madrina.
Potremmo così avere un confronto più allargato e, chissà,
anche qualche aiuto sostanzioso per procedere nelle nostre iniziative».
Mentre la chiacchierata
prosegue sentiamo qualcuno
che scendendo le scale canticchia contento: è suor Ermellina che sempre fiduciosa
e sorridente fa il suo giro e,
anche se ormai le diaconesse
sono a riposo, va a salutare
gli ospiti che non ha ancora
incontrato nella giornata.
ilm
sono tele diverse è semi
stessa. Allora, come si
quella persona della qu
scorriamo ha dovuto d
sposta a una serie di do,„
che gli venivano dal di d!
e tutte quante sempre
munque riconducibili a
valutazione della validità
senso che ha inteso dare
propria attività per la chi
se ha trovato in questo la»
disfazione che naturalma
ciascuno cerca nello svoli
mento delle proprie azioni
La risposta che ne è ve«
fuori è stata a un certo p«
talmente ovvia che eglis—
quasi sorpreso delle dom, lUpO
de. L’inserimento nel «nuy '
lo di testimoni» è, si può di
quasi automatico, spetta dii
ritto; diventa quasi irrilevai
la volontà personale e
«perseveranza nel corre
l’arringo» è altrettanto nat
rale; infatti egli ha scoperto
poi toccato con mano) eh
suoi antichi e recenti predai car
cessoti nel lavoro della Cioi ^ del
a qualsiasi titolo esso sia stai ma de
svolto, certificavano coni |2al
loro azione, descritta negli# gv:
mai polverosi libri degli atlii «diP
dei verbali, che la spinta ali „oriti
perseveranza non stava, eoa jizioni
dice il Deuteronomio, nel de [yenti
lo o di là dal mare, ma molilo e i
vicina a loro, nei loro cuori
poiché la mettessero in ^
ca; così come oggi sta nei ni
stri cuori, a legittimare la ci
munione spirituale con loro,
A questo punto allora ilm-!
stro personaggio si è seni
sicuro (e legittimato) del se»
so che ha inteso dare all
hiar
nist
Ino po
|cuo la
;a. Ne
t di t
i?o) il
» svilu]
propria azione e pur consap»
vole della limitatezza
propria natura umana, si il
anche sentito soddisfatto di
quello che ha compiuto. Di
tutto questo egli vuol dare
qui testimonianza pubblicai
lode del nostro Signore e, in
maniera un po’ laica e informa un po’ popolaresca, . „
rare, con frase abusata ma efficace, una lunga vita all
azione della Ciov; inoltre, i
maniera forse un po’ impet
nente ma sincera, dire che*
la Commissione sinodale p
la diaconia è lo scorso amo
felicemente nata, la Commissione istituti ospitalieri valde
si non è tristemente mortao
quindi di nuovo e ancorai«*
lunga vita all’azione diacoM;
le di entrambe; azione cl|
per quanto riguarda la Ciolf
stata svolta per più di 170®'
Maqi
ibiè p
ione ani
ni con perseveranza
del ««■
tip
volo di testimoni e viene p®'
tata avanti oggi da noi, *^'
condo l’esortazione biblici
senza stancarci e perdete!
d’animo.
(*) presidente
«Voic
so i SUI
loiir.p,
Librerie
Claudiana
MILANO
via Francesco Sforza, 12/^'
tei. 02/76021518
TORINO
via Principe Tommaso, 1;
tei. 011/6692458
TORRE PELLICE
piazza della Libertà, 7;
tel.0121/91422
lei
ROMA
Libreria di cultura religiosi
piazza Cavour, 32;
tei. 06/3225493
»eluso.
Sorto sol
™Ppoha
etevole p'
eie
«ique VOI
tóttroan
Jeano (\
7^ tenore
iteli Log;
»teion, te
aitonò; !
%0). Ac
Un COI
te Voci
■annini,
Letizi
ivali), L
Usicaie
te.(pere
»Vide Pi
T,VAnd
sa), Pai
Ittico, 1
Jodiu:
%
Vuole
nel- mo
5
-^0 SETTEMBRE 1994
maestro Calzi dirige la corale evangelica di Venaria
e semi
3me si
'Ila qui
vuto d;
! di doi
dal di
smpre
'Cibili
' validità
5SO dare
'!■ la chi(
uesto
laturalmei
•pilo svoi
le azioni,
ne è ’
certo
he egli
elle doi
) nel «nui
, si può
spetta di
si irrilev;
lonale
nel correi
dtanto nati
a scopertoi 'l Marnata, carismi, mimano) che ^ nisteri» è stato il tecenti pred ¡jj campo teologico che,
> della Ciò ira del Dipartimento di
isso sia stai jgiadeirUcebi, si è tenupano coni al2 al 14 agosto presso il
ittanegloi irg evangelico battista di
■i degli atti a:a di Papa (Roma),
a spinta ali ponti anche dalle ottime
stava, con Moni climatiche del luomio, nel di f^nti partecipanti di quee, ma moli jao e i tre relatori-animai loro cuori ^feabeth Green, Salvaero in prati ¡^apisarda, Martin Ibarra)
tistaneino io potuto svolgere un
imare la co ¡¡uq lavoro di studio e di
e con loro, ; ^ j^gl corso delle lezio
Vita Delle Chiese
Rio Marina
Chiesa da
ristrutturare
MARIO CIGNONI_
PAG. 5 RIFORMA
Dipartimento battista di teologia
Corso per pastori
del Dipartimento di teologia a Rocca di Papa
iamata^ carismi e ministeri
MLVESTBO CONSOLI
di tipo frontale che di
) il tema del campo è
sviluppato sulla base di
sequenza fondamentalonciliazione, carismi,
ministeri,
rana di queste sequenze
conteneva al suo interno
[articolazione più fine, in
lera da consentire un vaapprofondimento sia dal
Ito di vista dei contenuti
da quello didattico. Persi è parlato di riconciliaanalizzando in primo
¡0 l’essere separati da Dio
successivamente la riiazione in Cristo, il redi Dio, il ministero della
iciliazione, gli strumenti
Bone
‘ di appuntamenti spirituali nella Chiesa valdese di Roma
[ijf, n
! Riprendono le «Voices of Glory»
l^yoices of Glory» ha ripre“i suoi appuntamenti ro
alloraila»
si è senlii
Ito) del sei
0 dare
)ur consai
itezza iWti
imana, si
ddisfatto
impiuto. Dij
1 vuol dare
i pubblica
ignore e, in,
rea e in forresca, augu-|
usata ma ef-i
yà vita all'l
inoltre, ¡i|
po’ impettiti
dire che ss
iinodale pei;
scorso ani»
la Comniis-!
alieri valilinte mortai;
ancora uM
me diacoBI
azione cl
Ja la Gioii
ù di 170®
nza del noe viene poi'
da noi, si'
>ne biblii ^domenica 18 settembre
e perder le ]8^3q j concerti di go. ® spiritual, ospitati dalla
esidente i Stesa valdese di piazza Ca“'‘f; proseguiranno ogni do®Dica fino al 18 dicembre
“icluso.
Jorto soltanto un anno fa, il
V ^ S'à conquistato un
31|3 pubblico fra persone
ratte le età; a cantare sono
jue voci maschili soliste,
tiro americani e un suda^oano (Masa Mbatha-Opal2/fr<! lirico; Shawn Har
¡"Logan, tenore; Charlie
"on, tenore; Jho Jhenkins,
°ao; Harold Bradley Jr.,
)• Accanto agli artisti vi
an coro composto da cin. .''pei femminili (Gioia
Orni, Paoig Fortini, Majv ®^'a Gorga, Susanna
Ili- ; L’accompagnamento
Jfle sarà di Berg CamVP^'^possioni, Brasile),
al ì ^'stoni (tastiere, Itaaliat E Ruta (batteria,
Rabiola Torresi (basso
r“^co, Italia).
in,Q^PPo si propone all’ink Vi 1^" discorso spirituale
n i collaborare alla pantondo. I canti saranno
della ricerca teologica, la riconciliazione come missione,
carismi e ministero; si sono
poi analizzati i carismi nell’Antico e nel Nuovo Testamento; infine si sono analizzati i ministeri nella scritture,
nella storia, nella chiesa oggi,
nella società.
Oltre ai citati relatori si sono avuti incontri di approfondimento e di pratica pastorale
e cura d’anime con i pastori
Gioele Fuligno («Annuncio
della Parola nella società attuale»), Saverio Guama («Discernimento del nostro ministero»), Mario. Berutti («Cura
d’anime per i sofferenti»).
Questo ampio elenco di argomenti può forse far pensare
che il campo teologico sia stato anche un campo di sopravvivenza: certo si è lavorato
sodo ma, vuoi per la bravura e
la competenza dei relatori e
animatori, vuoi per la motivazione e la serietà mostrata dai
partecipanti e vuoi per la fresca temperatura del luogo (si
consideri che in quei giorni le
città italiane erano in preda
all’afa e alle torride temperature) tutti i frequentatori hanno potuto sostenere senza alcuna fatica le 4/6 ore di studio
giornaliero concordate all’inizio con il direttore del campo
e il suo team.
I culti, tenuti a turno ogni
mattina dai frequentatori o
dai pastori, hanno tenuto alta
l’atmosfera spirituale del
campo permettendo anche un
utile interscambio di esperienze liturgiche, modalità di
predicazione, animazione,
uso di nuovi inni. Certamente
non sono mancati i momenti
di relax, sia attraverso serate
•ricreative presso il Centro sia
attraverso escursioni collettive o singole presso gli incantevoli scenari dei' colli Albani
e dei rispettivi laghi di Albano e Nemi.
Molti dei partecipanti provenivano da chiese battiste
dell’Italia meridionale e insulare, cioè da luoghi dove più
si manifesta l’assenza di pastori e dove più si rende necessario il supporto dei laici
nella predicazione: in questo
senso il campo teologico ha
rappresentato anche una forma di investimento in risorse
umane da indirizzare e perfezionare ih vista dell’opera del
Signore. Anche se la partecipazione è stata numericamente accettabile, poteva indubbiamente essere superiore
considerando le attuali possibilità ricettive del Centro;
inoltre è apparsa forse un poco alta (circa 40 anni) l’età
media dei partecipanti.
rie
irza,
naso, 1;
tà, 7;
religiosa
intervallati dalla lettura di
brevi poesie di Masa MbathaOpasha, che convergono su
questo tema; a leggerle sarà
la bravissima attrice Maria
Letizia Gorga. «Volces of
Glory» ha attirato l’attenzione dei media; prima «Protestantesimo» (Rai 2) e poi
«Raiuno mattino» li hanno
recentemente presentati al
grande pubblico.
Gospel e spiritual sono canti degli schiavi africani in
America ed esprimono il sogno e la speranza in relazione
alla sofferenza; cantarli allora
serviva a sollevare e tranquillizzare lo spirito, mentre
cantarli oggi è utile a ricordare un passato che può ancora
essere di insegnamento per il
futuro. Più propriamente, gli
«spiritual» erano inni che accompagnavano i culti; i «gospel» esprimevano la gioia
della libertà nello spirito.
11 gruppo ha arrangiato i
pezzi tradizionali all’interno
di un ideale discorso di continuità tra passato e presente.
Il risultato è che i canti di
immediata comprensione
musicale per l’ascoltatore
odierno senza peraltro aver
perso nulla dell’essenza spi
rituale che li ha originati. Nel
repertorio si inserisce la tematica musicale sudafricana
grazie alle canzoni composte
e musicate dal tenore Masa
Mbatha-Opasha. L’arrangiamento lo si deve all’esperienza di Charlie Cannon,
Shawn Harrison Logan, Davide Pistoni e Masa MbathaOpasha.
L’ingresso ai singoli concerti costa 12.000 lire; l’organizzazione è però libera di
stipulare convenzioni particolari con enti o associazioni
e ci sono delle novità; la tessera «Simpatia», che dà la
possibilità di accedere a cinque concerti a 50.000 lire anziché a 60; la tessera «Fedeltà», che richiede un contributo di 200.000 e dà al titolare il diritto di partecipare a
tutti i concerti della stagione
’94-95 in qualsiasi città d’Italia (nel caso in cui i «Voices
of Glory» dovessero essere
inseriti in concerti programmati da altre organizzazioni,
si potranno avere sconti privilegiati; in più, la tessera dà
diritto a uno sconto del 10%
sulla produzione editoriale).
Infine, il contributo «sostenitore» di 4(X).000 lire.
predicatori
Durante una fresca giornata autunnale ha avuto
luogo all’isola d’Elba (17-18
settembre) la riunione del Comitato della Casa valdese di
Rio Marina, presieduto da
Marco Ricca. Dopo i consueti
controlli amministrativi è stato apprezzato il lavoro della
direttrice, Ornella Rovelli, sia
per la conduzione della Casa
sia per le iniziative di carattere evangelistico e culturale
come la Mostra della Bibbia e
varie conferenze (a quella su
«I padroni marittimi e la vena
del ferro» sono intervenute
250 persone).
La riunione ha preso poi un
tono pastorale che ha appassionato i vari membri: a tutti
sta a cuore il rilancio della
presenza evangelica all’isola
(che risale all’epoca granducale) e di questo ha parlato
anche il moderatore nell’incontro con la piccola e «vivace» comunità. Oggi la comunità è numericamente esigua,
molti sono partiti per il continente e per l’estero, ma un
tempo c’era tanta gente e a
volte non si entrava tutti nel
tempio, racconta un anziano.
La Chiesa valdese di Rio
Marina è importante, si trova
centro del paese e potrebbe
trovare nuova linfa ampliando
i propri orizzonti e diventando
il centro di una chiesa evangelica dell’isola intera (circa
30.000 abitanti): vi sono molti
residenti stranieri di fede
riformata e non è da escludere
una ripresa dell’attività evangelistica. Alcune Bibbie sono
già state acquistate dalla comunità e si ventila la possibilità di avere un pastore a tempo pieno, magari ilei mesi invernali. In questa stessa prospettiva inoltre il Comitato ha
espresso, con un mandato preciso, la volontà di costituire a
Rio Marina un Centro culturale protestante.
Anche il complesso immobiliare e il cimitero evangelico, che risale al 1865, costituiscono un bene culturale da
conservare e valorizzare.
Torino
La fede
di chi dubita
Seguendo il testo La fede
cristiana per chi dubita pubblicato dalla Claudiana, la
Chiesa valdese di Torino e il
Centro evangelico di cultura
«Arturo Pascal» propongono
un corso di formazione teologica per adulti sul tema «La
fede e il dubbio». I due poli
del titolo saranno considerati
in un confronto serrato e in
dialogo, evitando per l’uno e
per l’altro dogmatismi.
Gli incontri si svolgeranno
al giovedì, con due fasce di
orario ore 16 e ore 20,45,
sempre nella sala di via Pio V
15, primo piano) e saranno
condotti dal pastore Alberto
Taccia secondo questo calendario: Fede cristiana e tradizioni religiose (13 ottobre);
Che cosa possiamo sapere di
Dio? (20 ottobre); Gesù detto
il Cristo: realtà o montatura?
(27 ottobre); La chiesa, «somma di tutte le frustrazioni» (3
novembre); Quale futuro?
Quale aldilà? (10 novembre);
La preghiera: parlare a chi e
perché? (17 novembre); L’etica; volontà di Dio o morale
umana? (24 novembre); La
Bibbia, come leggerla, come
spiegarla? ( 1 ° dicembre).
Il dipartimento di teologia
deirUcebi organizza un Corso per predicatori e pastori
locali che si terrà a Siracusa,
presso la locale chiesa battista in via Agatocle 50. Gli incontri avverranno di domenica dalle 9 alle 13, i giorni 9 e
23 ottobre, 6 e 20 novembre,
4 e 18 dicembre. Nell’arco
delle quattro ore saranno ricavate quattro lezioni con appropriati intervalli.
Lo scopo del corso è di fornire gli strumenti essenziali
per Eesegesi di brani scelti
deir Antico e del Nuovo Testamento; sarà curata la messa a fuoco dei temi centrali
della teologia protestante e
saranno svolte esercitazioni
omiletiche.
Per informazioni e iscrizioni rivolgersi al responsabile
locale: Enrico Maltese, via
Piemonte 6, 96100 Siracusa,
tei. 0931-30027 o al dipartimento di teologia, viale della
Bella Villa 31, 00172 Roma,
tei. 06-2305781.
SAN GERMANO — Al culto e ai festeggiamenti vari di domenica 11 settembre, organizzati per ricordare i cento anni
dell’Asilo, abbiamo rivisto con molto piacere il pastore
Thomas Josi con Gabi e la piccola Pascale, che sono venuti dalla Svizzera per condividere con noi la gioia della grande festa. Riconoscenti per questa loro dimostrazione di profondo affetto, esprimiamo ancora un grazie sincero per essere venuti a San Germano in quel giorno così importante per'
la nostra comunità, rinnovando il nostro fraterno augurio di
tanta gioia nel Signore a Friitigen, loro nuova comunità.
LUSERNA SAN GIOVANNI — Con un forte e convincente
messaggio di fede, il pastore Bruno Bellion al culto di domenica 25 settembre ha preso commiato dalla nostra comunità, che lo ha avuto per 14 anni suo conduttore spirituale.
La sera, un’agape fraterna organizzata dal Concistoro ha
avuto luogo nei locali della Sala Albarin, con un numeroso
gruppo di partecipanti che ha voluto dare il suo saluto affettuoso al pastore Bellion e alla sua famiglia. Mentre lo ringraziamo per l’attività svolta in questi anni, formuliamo i
nostri migliori auguri per un lavoro benedetto dal Signore
nel suo nuovo servizio pastorale a Rorà.
VILLASECCA — L’estate a Villasecca è iniziata con le intense giornate della Conferenza distrettuale dell’11 è 12
giugno, in cui la comunità e il gruppo di lavoro sono stati
molto impegnati per il servizio dell’ospitalità, ma hanno
avuto anche il grande piacere di vedere i partecipanti dare
un momento di vita molto gradito alla nostra chiesa. Oltre a
Florence Vinti, che ha presieduto il culto della Conferenza
distrettuale, abbiamo avuto il piacere di ascoltare Ludwig
Schneider, Sergio Ribet, Gregorio Plescan, Donato Mazzarella, Bruno, Giaccone e Alfredo Janavel che hanno annunziato l’Evarigelo nel corso dei nostri culti domenicali. Li
ringraziamo per la loro collaborazione, unitamente a Gustavo Bouchard che ha presieduto il culto 1’ 11 settembre. Voci
vecchie e nuove, ex pastori della comunità e un pastore
consacrando: il loro insieme ci fa sentire la coralità della testimonianza cristiana a cui è chiamata la chiesa tutta.
• Momenti festosi sono stati quelli delle agapi fraterne della
comunità, della corale e dell’Unione femminile tenute ai
Chiotti, alla Selletta in occasione della riunione estiva
all’aperto, a Mentoulles e alla Balsiglia di Massello. Altrettanto festose le riunioni estive, generalmente molto ben frequentate, a Bovile, alla Selletta, a Villasecca e a Combagarino. In diverse di queste si è parlato della storia della comunità in questi ultimi cinquant’anni, in vista di una ripubblicazione dell’opuscolo del pastore Luigi Marauda su «La
parrocchia valdese di Villasecca e il suo tempio attraverso i
secoli» con un’appendice di aggiornamento. Tale pubblicazione si inserisce in un programma generale di valorizzazione dei luoghi storici della comunità in parte in via di attuazione e in parte in programma per i prossimi anni.
• Momenti di festa per due famiglie della nostra comunità
sono stati anche i matrimoni di Dario Guglielmet con Valentina Ghigo e di Ivano Bertalot con Marina Plavan.
Agli sposi, che si sono stabiliti a Pomaretto, vivissimi auguri di ogni bene.
• La scuola domenicale ha tenuto in luglio il suo ormai tradizionale campo a Massello, insieme agli amici di Perrero e
Maniglia, concluso col culto e con la riunione alle Porte domenica 17. Come sempre l’atmosfera gioiosa, i giochi e i
canti hanno lasciato un bel ricordo ai partecipanti.
• A Cà nostra, a Combagarino, un campo di bambini extracomunitari, organizzato da Claudio Canal e uno di giovani
e adulti organizzato dal gruppo «Il Carcafucio» (organizzazione di valorizzazione delle culture minoritarie e nonviolente), hanno avuto modo di incontrare alcuni di noi e di
farsi cosi un’idea della comunità valdese.
• Il lutto ha colpito ancora due famiglie della comunità con
la dipartenza di Ester Clot vedova Giacomino e di Bartolomeo Massel, deceduti entrambi dopo lunga malattia, rispettivamente all’età di 84 e 79 anni. Rinnoviamo alle famiglie colpite l’espressione della solidarietà della chiesa nella
certezza che in Cristo possiamo «non temere, perché Iddio
è con noi» (Isaia 41, 10).
MILANO — Domenica 18 settembre si sono uniti in matrimonio, durante il culto presso il tempio valdese, Giorgio
Guelmani e Tiziana Colasanti. In occasione della cerimonia gli sposi sono stati contornati da un gran numero di parenti, amici e dai membri della chiesa. A loro i più sentiti
auguri di tanta serenità e gioia da parte della comunità, che
chiede in preghiera al Signore le sue continue benedizioni a
Tiziana e Giorgio.
6
PAG. 6 RIFORMA
NELL'AMORE
NON CE PAURA
FLORENCE VINTI
osi è per Gesù, e così
è per noi in questo
mondo: se l'amore di Dio è
perfetto in noi, ci sentiamo sicuri per il giorno del giudizio. Perché chi vive nell 'amore di Dio non ha paura. Anzi,
l'amore di Dio è veramente
perfetto in noi, caccia via la
paura. Chi ha paura si aspetta un castigo, e non vive
nell'amore di Dio in maniera
perfetta» (Tilc)
Le nostre paure
La paura è uno degli impulsi più forti che muove
gli uomini e le donne. È come un grande motore che
condiziona i loro pensieri, le
loro azioni, la loro vita sia
personale che collettiva. Tuttavia non possiamo dire che
l’influenza della paura sia
sempre negativa: possiamo
pensare a molte circostanze
della vita in cui la paura è salutare, necessaria alla nostra
stessa sopravvivenza. Ad
esempio la gente che vive in
zone particolarmente sismiche, per paura dei terremoti è
indotta a costruire case ed
edifici con criteri antisismici.
Quando il semaforo è rosso
non attraversiamo la strada
per il timore di essere investiti; noi più anziani non superiamo i limiti di velocità imposti dal codice della strada e
anche i più giovani dovreb
luogo troviamo nella Bibbia
il timore che gli esseri umani
avevano dei loro simili; inoltre nell’Antico Testamento è
molto forte la paura di un
Dio, in fondo poco conosciuto, di cui si temeva il castigo
su chi ne trasgrediva la legge;
e nei popoli pagani che circondavano Israele paura mista a superstizione per le divinità a cui essi rendevano il
loro culto.
Poiché il nostro testo oggi
ci parla chiaramente di quest’ultima paura, vogliamo
cercare di comprenderlo insieme, di chiarire il suo significato: a prima vista può sembrare che questa paura di
Dio, che troviamo nella Bibbia, sia estranea alla nostra
mentalità. Infatti noi oggi
non pensiamo molto a un Dio
giudice e ci può apparire contraddittorio parlarne proprio
in riferimento a un testo che
si trova in una lettera che ci
presenta quasi esclusivamente un Dio d’amore.
Lutero traduce in questo
modo una parte del versetto
18 del nostro testo: «...il timore porta con sé il suo castigo» e sappiamo che l’angoscia di Lutero giovane era
appunto quella di sentirsi irrimediabilmente peccatore e
colpevole davanti a un Dio
santo, davanti a un Dio che
gli appariva prima di tutto
«Per questo l’amore è reso perfetto in
noi, affinché abbiamo fiducia nel giorno
del giudizio: che qual egli è, tali siamo
anche noi in questo mondo. Nell’amore
non c’è paura; anzi, l’amore perfetto
caccia via la paura, perché chi ha paura
teme un castigo. Quindi chi ha paura
non è perfetto nell’amore»
(I Giovanni 4, 17-18)
bero in questo seguire il buon
senso. Abbiamo un «timore»
rispettoso della montagna e
del mare...
Pensiamo poi anche alle
paure «naturali» della nostra
infanzia. Chi non ricorda la
paura del buio, dei «fantasmi», paure che, man mano
che crescevamo in statura e
nella conoscenza della realtà
della vita, venivano sostituite
da altri timori: quello di non
farcela a scuola, di essere
considerati diversi dai nostri
compagni/e, e le paure tremende che ci assalivano prima degli esami, e più tardi di
non essere all'altezza del nostro primo lavoro (oggi i ragazzi e le ragazze hanno paura di non trovare il primo lavoro!); paura della malattia e
della morte... Tutte paure che
comunque nelle persone con
un equilibrio «normale» .sono
controllate e superate. Quando invece esse rimangono
possono diventare fobie e,
non controllate, possono distruggere resistenza.
Il timore di Dio
La Bibbia ci parla spesso
di uomini e di donne che
conoscevano la paura, paure
molto simili alle nostre, ma
ci parla anche di due timori
non ancora menzionati in
questa premessa. In primo
come giudice; e sappiamo
come Lutero, con tutta la sua
religiosità, non riuscisse a liberarsi dal sentimento della
sua condanna davanti a questo Dio onnipotente. Per lui,
prima della scoperta della
salvezza per grazia, la paura
stessa era certamente il suo
Vivere nella libertà
Noi facciamo parte di una
chiesa che da 500 anni
vive nella libertà di Cristo;
una chiesa che vive della fede nella salvezza per grazia.
Possiamo dire che la nostra
paura di Dio è già stata assorbita dal suo amore che
Cristo Gesù ci ha rivelato.
Davanti a questo testo di
Giovanni potremmo anche
chiederci se, fuori dalla chiesa di Gesù Cristo, esista oggi
una qualche forma di paura
di Dio.
Nel mondo di Giovanni esisteva il timore di Dio, nel popolo ebraico, e anche il timore delle divinità pagane: gli
dei dovevano essere propiziati proprio perché si aveva timore di loro ma nel nostro
mondo, nel mondo moderno e
tecnologico, dove non sembra
che ci siano limiti alle possibilità umane, dove è il timore
deH’Eterno o la paura di essere giudicati per tutto il male
che siamo capaci di fare ai
nostri simili e al mondo che
ci è stato affidato? Se questo
timore fosse presente il nostro mondo sarebbe certamente un luogo più giusto e
più felice per tutti!
Queste parole sono indirizzate alla chiesa: che cosa
vuol dire per noi oggi, credenti, vivere senza paura? se
l’esperienza di Lutero non è
la nostra esperienza e non temiamo il giudizio di Dio sulla nostra vita, che significato
può avere questo testo per
noi? non è forse vero anche
per noi che temiamo più il
giudizio degli altri che quello
di Dio?
Quando abbiamo discusso
recentemente questo testo insieme ad un gruppo, di aspiranti predicatori del nostro
circuito, la prima reazione è
stata appunto quella di rifiuto
di considerare Dio come giudice. Riflettendo poi insieme,
un giovane ha detto: «E vero
che non abbiamo paura di un
Dio giudice, eppure quando
ci presentiamo davanti a lui e
alla sua Parola, non è forse
il senso profondo che abbiamo dei nostri limiti un modo
di sentirci giudicati?». Poi il
giovane ha aggiunto: «Forse
questo è un giudizio positivo
perché ci conduce al pentimento e alla scoperta sempre
nuova che Dio è amore».
Sperimentare l'amore
di Dio
Penso che si possa dire
che noi sperimentiamo
l’amore perfetto di Dio che
toglie da noi ogni paura del
suo giudizio sulla nostra vita
ogni volta che confessiamo
davanti a lui le nostre mancanze, il nostro peccato, sia
nel silenzio della nostra casa,
sia nella liturgia della confessione insieme ai fratelli e le
sorelle della nostra comunità.
Quando io mi rendo conto,
come sono costretta a fare,
davanti alla sua presenza, di
non essere mai all’altezza di
quello che Dio chiede da me;
quando riconosco la mia incapacità a liberarmi dalle incoerenze della mia vita di
credente; quando riconosco il
modo così poco costante di
tradurre in azione pratica le
mie aspirazioni e le mie preghiere; quando riconosco la
povertà del mio amore per il
mio prossimo, anche quello
più vicino a me; quando riconosco quanto sia scarso il
mio coraggio nell’annunciare
come parte della chiesa di
Cristo l’Evangelo della salvezza e della liberazione allora sperimento in modo miracoloso l’amore perfetto di
Dio che toglie ogni senso di
colpa, che sostiene le mie debolezze, che mi dà gioia e il
sentimento di appartenere a
quel regno di amore che Gesù Cristo ha instaurato. Allora mi rendo conto che non
sono io che sono capace di
amore ma è lo Spirito di Dio
in me, e non ho paura del
giudizio di Dio e neppure di
quello degli altri.
L'amore perfetto
Forziamo il nostro testo se
diciamo che l’amore perfetto (quello di Dio in noi) è
il solo rimedio alle paure che
potrebbero altrimenti distruggere il nostro rapporto con
Dio, è anche il solo rimedio
per le paure che distruggono i
rapporti umani?
Non è un caso che Giovan
ni prosegua il suo discorso
sull’amore di Dio parlando
dell’amore per i fratelli e le
sorelle. Chi vive il rapporto
d’amore, e l’assenza totale
della paura, con Dio che non
vede, deve di conseguenza vivere lo stesso rapporto con il
suo prossimo. Un messaggio
vecchio, ma sempre nuovo,
per la chiesa ma anche un
messaggio da predicare a chi
non crede: l’annunzio di liberazione e salvezza per un’
umanità assillata da vecchie e
nuove paure.
Abbiamo detto che gli esseri umani da sempre vivono
con la paurà dei loro simili.
Non è necessaria una grande
ricerca per trovare conferma a
questa realtà: il Ruanda, l’ex
Jugoslavia (di cui non parliamo più perché non sappiamo
che dire o fare), il fatto che in
un paese moderno come gli
Usa la pena di morte continua
ad essere vista come una necessità, i paesi più poveri che
spendono una larga fetta dei
loro bilanci nazionali per la
cosiddetta «difesa», le enormi
spese per missili, armamenti
sofisticati, gli eserciti ben addestrati che sono anch’essi
una «necessità» anche per i
paesi cosiddetti «cristiani» e
così via.
La paura, l’insicurezza e la
violenza si susseguono in un
cerchio senza via d’uscita.
Più vicino a noi, paure che
non sembrano portare a conseguenze così estreme ma
che tuttavia condizionano la
vita delle persone e delle nazioni, anche della nostra.
Paura di perdere i risparmi
ben chiusi in casseforti, buoni del tesoro, azioni; interessi
economici che hanno paura
di condividere lavoro, casa,
denaro con chi non ha nulla.
Non sono queste le paure della società competitiva in cui
viviamo e che impediscono
la nascita di un vivere migliore, più equo per tutti?
Paure che ci inducono ad opporci all’invasione dei più
poveri e disperati?
Non è forse il messaggio
dell’amore di Dio per
l’umanità che può invadere la
vita delle sue creature, scacciando ogni paura e ogni
egoismo, il messaggio più importante affidato all’annunzio
della chiesa ancora oggi?
Il Cristo che seguiamo non
aveva paura di parlare, di soffrire per l’annunzio del Regno dell’amore; non conosceva la paura per se stesso,
quella paura che ci lega, che
molto spesso rende schiavi
della depressione perché ci
costringe a pensare sempre e
prima di tutto a noi stessi e ci
impedisce di amare, di lasciarci trascinare dall’amore
di Dio verso gli altri.
Scriveva Martin Luther
King: «La specie di amore
che portò Cristo .suda cr,fvei
conservò Paolo serem ili
mezzo agli irosi flutti
persecuzione, non è tenero,!
anemico, sentimentale; untifatto amore affronta la pmtt
senza arretrare e mostra, fti
dirla in linguaggio popoliti
“le spalle larghe", un'inßnili
capacità di .sopportazione, ffl
tale amore vince il mondo in
che da una croce rozzßo^
stagliata contro l'orizzonte».
«Padre giusto, il monè
non ti ha conosciuto, ma io li
ho conosciuto; e questi ho0
conosciuto che tu mi
mandato; e io ho fatto lor>
conoscere il tuo nome, eh
farò conoscere affinché l’umore del quale tu mi
amato sia in loro, e io in hro» (Giovanni 17 , 25-26).
(Predicazione tenuta^
Conferenza del I distrei
giugno SCOI
itsil
Preghiera
Padre nostro che sei nel ghetto,
il tuo nome è disprezzato,
la tua schiavitù è grande,
la tua volontà è beffeggiata.
Insegnaci a richiedere
la nostra fetta di torta.
Perdonaci la nostra docilità,
quando rivendichiamo
la nostra parte di giustizia.
Non indurci alla complicità,
liberaci dalle nostre paure.
Perché è a noi che appartengono
la sovranità, il potere
e la liberazione,
nei secoli dei secoli.
Amen
Canaan Banan®
(Zimbabwe)
(Tratto da Quando è giorno? della Cevaa, 199'^^
D nu
entrate
scorsa
solare
vità, e
viaggi
con.rif
resto d(
Sono
vogli i
mento
nerolo:
presto
nuovo
per To:
re fife
sostitu
nerolo
alle 8,
gotto
Penici
data di
.8,16 di
L’or
cune ;
giorni
mattin
lé 10,
conar
10,28
16,16
16,25
liceali
parten
15,37
vando
Nei g
Pellici
posto
a Pine
.Que
rio va
gio: d
«lenti
in più
rino V
«lezzi
piatti
Senapi
su roi
C’è
Positi
zo de:
«lenti
meno
ri do
più a:
alleF
7
VIBRE
jjjione in abb. postale/50 - Torino
»sodi mancato recapito rispedire a:
1 postale 10066 - Torre Penice
r .editore si impegna a corrispondere
itto di resa
Fondato nel 1848
Maltempo e torrenti
Difficile curare
l'ordinaria amministrazione
ipopo un primo accenno di autunno che aveva visto care la neve fino ai 1.800 metri la scorsa settimana, correnti
leridionali hanno aumentato la temperatura e portato sul
lerolese una pesante cappa di nubi. Le precipitazioni hanìo assunto carattere di forte intensità, in particolare venerdì
iuando i torrenti si sono rapidamente ingrossati mostrando
icora una volta i limiti di un intervento di pulizia dei corsi
4’acqua e delle rive che sovente pare insufficiente. Non si' rovano i soldi per gli interventi ordinari ma dopo i disastri
»rodotti dalle inondazioni si trovano sempre quelli per la riistruzione. Esemplare il caso di un’abitazione poco a valle
ponte sull’Angrogna a Torre Pelllce che, secondo i vigii del fuoco intervenuti anche questa volta, deve essere
vacuata in tutti i casi di forti precipitazione trovandosi
ippo a ridosso del letto del torrente. Il caso è sul tavolo
Magistrato del Po, competente in quel tratto, ma l’atteso
itervento continua ad essere rinviato.
fdel
f 1 T
venerdì 30 SETTEMBRE 1994
ANNO 130 - N. 37
Pierangelo Bertoli, quando
salirà sul palco del tempio valdese di Torre Pelllce
venerdì prossimo, troverà
una rampa di accesso in grado di far passare la sua
■carrozzella; troverà anche,
non lontano, un bagno per disabili. Tuttavia, al di fuori
della straordinarietà dell’arrivo di un personaggio notissimo e portatore di un handicap fisico grave, in quante
strutture, uffici e servizi pubblici i disabili possono accedere con facilità?
Certo, le nuove costruzioni
hanno ormai sempre un
ascensore e la giusta dimensione di porte e servizi, rampe di accesso, ma sul vecchio
la situazione è ben diversa.
Le difficoltà tecniche in talu
BARRIERE ARCHITETTONICHE
LO SCALINO
LIRE 1300
PIERVALDO ROSTAN
ni casi sono veramente grandi ma in altri... Si assiste così
a lunghissime attese per installare un ascensore in un
municipio, si allargano le
porte dei corridoi senza spiegare come, magari al terzo
piano, potrà mai arrivare una
carrozzella.
Le leggi ci sono, da tempo,
eppure per prendere coscienza del problema occorre sovente l’impatto drammatico
di una situazione concreta. Si
sente anche dire: «Per l’accesso ai servizi pubblici va
bene, ma è proprio necessario che il portatore di handicap debba accedere ovunque?», magari riferendosi a
spettacoli sportivi, musicali o
cinematografici. La Costituzione italiana non dovrebbe
garantire uguali diritti a tutti i
cittadini?
Eppure quanti marciapiedi
sono oggi inutilizzabili perché sprovvisti di scivolo
all’inizio e alla fine o peggio
ancora perché ingombri di
merci esposte per la vendita?
Anche in questo caso esistono norme dettate dal codice
della strada, per lo più disattese dai Comuni che le dovrebbero far applicare.
Anche questo è un segnale
di scarsa attenzione: frà vecchie e consolidate abitudini e
i giusti diritti di cittadini in
difficoltà (non solo portatori
di handicap stabili, ma anche
semplicemente giovani sciatori con una gamba rotta,
mamme con carrozzine di
bambini, anziani) non si riesce a fare un passo in avanti.
Ed è quasi sempre un passo
culturale.
errovia
sulla
) sereno iñ
' flutti
'jn è tenero,
ntale; unsijnta la putire f
■ mostra, per]
^io popokt
”, un’infiiùie
rrt azione, «
il mondo arr
’ rozzameiM
' orizzonte»,
3, il monili
'Uto, ma io li
questi ha0]
’ tu mi hoi
o fatto lori
> nome, eji
iffinché l’O'
? tu mi ì '
), e io in
, 25-26).
ane tenuta
tiugno scoi
n Banana
mbabwe)
aa, 1994)
e novità
eirorario
vernale
H nuovo orario ferroviario
entrato in vigore domenica
scorsa con il ritorno all’ora
solare ha portato alcune novità, essenzialmente per i
viaggiatori di Pinerolo ma
con,riflessi positivi anche sul
testo della linea.
Sono stati istituiti due convogli in più per il collegamento con il capoluogo da Pilierolo; da Torino al mattino
presto partirà, alle 5,32, un
nuovo treno e i viaggiatori
per Torre Pellice potranno falle riferimento alTautocorsa
i,Ì sostituti va delle 6,35. Da Piffinerolo partirà un convoglio
..nlle 8,51, con arrivo al Lingotto alle 9,25 e per la vai
a Pellice la coincidenza sarà
data dal treno in partenza alle
.8,16 da Torre Pellice.
L’orario segnala anche alcune altre modifiche. Nei
giorni feriali il treno di metà
®attina da Pinerolo partirà alic 10,05 anziché alle 9,55,
con arrivo a Torre Pellice alle
r 10,28 mentre il treno delle
ì6,16 è stato spostato alle
i.6,25 con arrivo a Torre Peliicealle 16,48. Il convoglio in
partenza da Torre Pellice alle
i5,37 partirà alle 15,45, arriJ(ando a Pinerolo alle 16,08.
giorni festivi da Torre
Pellice si partirà alle 10,35 (al
posto delle 10,25) con arrivo
® Pinerolo alle 10,58.
, Queste le modifiche di oraho valevoli fino al 27 maggio: dunque pochi stravolgipienti e qualche opportunità
IO più. Sul tratto Pinerolo-ToUno verranno anche utilizzati
Olezzi più confortevoli e soprattutto capaci, visto l’uso
Sempre in aumento del mezzo
so rotaia.
C’è anche una novità meno
positiva: l’aumento dèi prez^ Itegli abbonamenti, mediaoiente dell’11,5%, «sempre
JOeno che in molti paesi esteI dove la ferrovia è molto
pio affermata», commentano
Olle Ferrovie.
La produzione di uve specifiche di qualità è la via migliore per un prodotto competitivo
Una buona annata nonostante il maltempo?
DAVIDE ROSSO
Si preannuncia un’annata
di gran vino, ,0 almeno
così sembrava prima delle intense piogge della scorsa
settimana; i danni della precipitazione, soprattutto perché
preceduta da un forte vento,
potrebbero portare a fenomeni di marcescenza degli
acini. L’estate calda e seccaaveva favorito una buona
maturazione dei grappoli.
Il Pinerotese è indubbiamente terra da vigneto e, an^
che sotto la spinta del mai dimenticato professor Italo Ey- ■
nard, un’area geografica che
ha saputo riscoprire vecchie
varietà, apportandovi miglioramenti colturali tali da facilitarne la maturazione e di
conseguenza la gradazione, e
creandosi quelle «nicchie di
mercato» oggi più che mai
indispensabili in un contesto
che altrimenti vede trionfare
solo i produttori più rinomati.
Su questa linea si sono mossi
in vai Germanasca (in specifico fra Perosa Argentina e
Pomaretto) con il rilancio del
ramìe o sulla collina di San
Secondo e Prarostino col
La produzione vinicola deve puntare alla specializzazione
doux d’Henry. Anche la cantina sociale di Bricherasio,
verso cui si orienta la maggior parte della produzione
viticola della zona, oltre 200
soci e quasi 10.000 quintali
di uva conferita lo scorso anno, ha scelto di diversificare
e tipizzare le sue produzioni
vinicole; non senza successo
visto che recentemente il suo
dolcetto è stato premiato in
un concorso internazionale
dei vini di montagna che si è
svolto ad Aosta.
La dimensione dei vigneti
nella collina di Prarostino è
invece andata diminuendo
col tempo: un pesante colpo
venne dato dagli incendi
dell’89, i cui danni devono
ancora essere risarciti; sta di
fatto che oggi sono 30 i produttori che hanno una superficie superiore a mille metri
quadri coltivata a vigneto.
Quali strade prende il vino
della nostra zona? Da Bricherasio si è registrato negli ultimi anni una vendita totale del
prodotto; non sempre così è
andata ai piccoli produttori.
In alcuni casi gli agricoltori si
sono trovati con le botti piene
per lunghi periodi senza apparenti vie di sbocco e del resto non sempre l’uva spunta
prezzi favolosi (si può andare
anche a 700 lire al kg). «Una
strada che conviene intraprendere - spiega Mauro
Gardiol, agricoltore di San
Secondo - può essere quella
di riuscire a produrre uve di
specifiche qualità; oggi si
spunta un prezzo che è circa
il doppio di quello ottenuto
per un’uva mista che per altro
è il prodotto della maggioranza dei nostri viticoltori. Ciò è
soprattutto dovuto al fatto che
i consumi sono cambiati: è
sempre più difficile vendere
un’intera damigiana di vino
mentre sovente ci vengono
chieste bottiglie dei diversi
vini presenti sul territorio». E
così, oltre a riscoprire le vecchie varietà, si sono piantati
nuovi vigneti, per esempio di
chardonnay, senza dimenticare che, precisa Claudio Rivoira, agricoltore e rappresentante di categoria, «la Cee fornisce contributi di 1 milione e
200 mila lire per ettaro, per
cinque anni, a quanti si impegnano a coltivare la vite con
determinati criteri».
A volte sfogliare i vecchi giornali è veramente istruttivo e interessante. Mi
è capitato fra le mani un numero del mese di luglio del 1949 de La luce, con un
titoletto Corsi estivi di lingua e di cultura
italiana per forestieri. Come si vede,
niente di nuovo sotto il sole, se pensiamo
ai recenti corsi di lingue attivati con successo dal Collegio valdese di Torre Pellice. Ma leggiamo insieme alcuni brani:
«Sotto gli auspici del Collegio Valdese
di Torre Pellice, l’antico e noto istituto
di cultura delle Valli Valdesi, sarà organizzata in Torre Pellice, durante il prossimo mese di agosto, una serie di Corsi
Estivi di Lingua e di Cultura Italiana per
Forestieri che intendono impratichirsi
nella lingua e nella cultura italiana ed
approfondirne la conoscenza. I Corsi acquisteranno naturalmente un carattere
particolare dall’ambiente delle Valli
Valdesi, Túnico ad essere nello stesso
tempo italiano e protestante, armonizzando elementi della civiltà italiana ed
IL FILO DEI GIORNI
ESTATE'49
AL COLLEGIO
MARCO ROSTAN
ispirazioni e tradizioni evangeliche formate e radicate attraverso otto .secoli di
storia gloriosa».
I corsi previsti riguardavano: lingua
italiana, cultura letteraria, cultura geografica e storica, artistica, musicale, cultura religiosa-storico-filosofica. Le lezioni erano tenute da professori del Collegio e universitari: inaugurazione il 31 luglio e durata di 4 settimane. Nelle serate:
al lunedì audizioni musicali commentate.
al martedì letture letterarie, al giovedì
meditazioni religiose, al venerdì proiezioni luminose di opere d’arte; il mercoledì era inoltre riservato a escursioni nelle Valli, a piedi 0 in pullman. Erano inoltre previste visite guidate a Genova, Firenze, Milano e Venezia. A disposizione
dei corsisti la biblioteca, per lo sport il
campo del Collegio.
I corsi venivano offerti soprattutto ai
forestieri «ma possono naturalmente
iscriversi anche concittadini italiani». 1
villeggianti e gli abitanti locali potevano
partecipare a singole lezioni, serate,
escursioni. Non c’è che dire: abbiamo
solo da imparare e darci una mossa, invece di ciondolare nei bar, mugugnando
sul fatto che «a Torre non c’è niente di
interessante». Interessanti erano anche le
tariffe di iscrizione: per 4 settimane
5.000 lire, per una settimana 1.500 lire,
la pensione completa in stanza a due letti
1.500 lire (l’abbonamento alla Luce costava 500 lire).
In Questo
Numero
Contro la mafia
Il procuratore di Palermo Giancarlo Caselli e
don Luigi Ciotti, fondatore
del Gruppo Abele, hanno
parlato a Pinerolo, in occasione della «Festa dei giovani», delle strategie necessarie a sconfiggere il
fenomeno mafioso: sono
coinvolti i livelli istituzionale, investigativo, economico e, non ultimo, il livello della responsabilità
di ciascuno di noi.
Pagina II
Musica PROTESTANTE
Si sono ritrovati a Torre
Pellice esponenti del mondo musicale europeo legati
alla pratica della musica
sacra in ambito protestante: sono state discusse le
strategie che nei prossimi
anni orienteranno la pratica e l’educazione musicale
nelle chiese dei paesi partecipanti.
Pagina II
Parco ornitologico
A San Pietro Val Lemina si trova il parco privato
creato da Sergio Martinat
cheospita 2.000 uccelli di
300 diverse specie, oltre a
altri animali che possono
vivere in un’area protetta.
Pagina III
Rorà e la liberazione
In una giornata commovente Rorà ha ricordato gli
anni della Resistenza, della
Liberazione e dell’aiuto
fornito a 20 ebrei che vi si
nascosero per sfuggire alla
persecuzione fascista.
Pagina III
Cotonificio
Un libro pubblicato a
cura del Museo valdese ricostruisce gli anni duri del
cotonificio di San Germano Chisone attraverso documenti e testimonianze.
Pagina III
8
PAG. Il
L* Eco Delle Aàlli Aàldssi
Casa sulla roccia nel vallone del Cruel a Bobbio Pellice
VENERDÌ 30 SETTEMBRF
IL. PDS DI PINEROLO INCONTRA GLI ALTRI PARTITI — Il coordinamento politico e il gruppo consiliare del
Pds stanno discutendo della situazione politico-amministrativa della città in relazione sia all’attuazione del programma
dell’attuale maggioranza sia alle prospettive future. Per approfondire tali tematiche il Pds ha deciso di avviare una serie di incontri con associazioni di categoria, partiti, cittadini. Il giro di orizzonte comincerà con Ppi, Psi, Lega Nord,
Alternativa, Pri, Rifondazione comunista.
LADRI DAL PARROCO DI LUSERNA — Due giovani si
sono introdotti sabato mattina, utilizzando una scala che si
trovava neH’orto, nell’abitazione di don Michele Mainerò
derubandolo di quasi un milione di lire dopo averlo gettato
a terra. Non è la prima volta che episodi del genera accadono alle Valli; già in estate un atto analogo era accaduto ancora a Lusema, mentre un paio di anni fa le abitazioni di
numerosi sacerdoti e pastori della vai Germanasca erano
state visitate dai ladri.
GLI ASTROFILI HANNO UNA NUOVA SEDE — Una
conferenza del prof. Alberto Carano sui buchi neri ha inaugurato la nuova sede che l’associazione astrofili «Urania»
di Lusema San Giovanni ha risistemato nell’ex scuola dei
Gonin. Molto il materiale tecnico presente nella nuova sede
dotata anche di una sala adatta ad incontri pubblici. Ancora
fermo, in attesa che la Regione approvi le modifiche del
piano regolatore di Lucerna, il progetto dell’osservatorio
astronomico.
DA DIPENDENTI A SOCI DI COOPERATIVA? — Un di
pendente costa più del doppio che un servizio reso tramite
una cooperativa; è questa la considerazione alla base della
proposta dei titolari dell’impresa Merlo e Tebaldini di invitare i propri dipendenti a diventare soci di una cooperativa,
la Cobra Eco Service in grado di svolgere gli stessi servizi.
La cosa non è così semplice, ribattono i sindacati, poiché
viene ridotta di molto la tutela del lavoratore; c’è poi una
ulteriore riflessione sul ruolo delle cooperative: fiate come
momento di mutua solidarietà sembrano ridursi spesso a
mezzo per ridurre i costi del lavoro. Per un ente che decida
di avvalersi di una cooperativa anziché di avere un dipendente c’è un altro vantaggio: nessun costo aggiuntivo in caso di malattia poiché la coop stessa fornisce il personale in
sostituzione...
EXPOVAL A VILLAR PEROSA — Sabato e domenica si
svolgerà a Villar Perosa, presso il bocciodromo della società operaia, la quarta edizione di Expovai, mostra-mercato
dell’artigianato delle valli Chisone e Germanasca. In programma sabato alle 21, «Piemont», canti, danze e teatro popolare del gruppo folk corale Rododendro di Lanzo, diretto
da Giulio Giacchero. Domenica, alle 15, presentazione del
gruppo di protezione civile istituito dalla Comunità montana e, a seguire, lancio di paracadutisti del Free sky club di
Cumiana ed esibizione di veicoli ultraleggeri con possibilità
di voli turistici su Villar Perosa. La mostra resterà aperta sabato dalle 18 alle 23 e domenica dalle 10 alle 23.
LAVORI TRADIZIONALI AL GRAN DUBBIONE — A
cura della Comunità montana valli Chisone e Germanasca è
stato pubblicato un interessante quaderno in cui Elena Bertocchio illustra, sulla base di testimonianze, i fondamentali
procedimenti lavorativi tradizionali: dalla presa delle acque
alla produzione di carbone a legna, all’agricoltura e allevamento. Una particolare ricerca è svolta sul ciclo del latte,
dalla fienagione al bestiame, alla produzione del caglio, del
burro e del formaggio. Il quaderno appare assai utile per
scuole, musei e biblioteche.
AGGIORNAMENTO INSEGNANTI ELEMENTARI — A
cura del Centro culturale valdese si svolgerà il secondo corso di storia locale, dal 1300 al 1800, per insegnanti elementari. Questi gli appuntamenti: 7 ottobre: «11 Trecento» (Grado Merlo); 13/10: «Il Cinquecento» (Giorgio Peyrot) e «Il
Seicento» (Claudio Pasquet); 22/10: visita al forte di Fenestrelle: 24/10: «Il Settecento» (Daniele Tron); 28/10:
«L’Ottocento» (G. Paolo Romagnani); 7/11: «Itinerario didattico» (Lorenzo Tibaldo). Gli incontri si svolgeranno
presso la direzione didattica di Villar Perosa, dalle 16,45 alle 19,15; le iscrizioni si ricevono pres.so le direzioni di Villar e Perosa Argentina; quota individuale £ 50.000.
PREMI DELL’ASILO DI SAN GERMANO — Ci sono ancora dei premi della sottoscrizione dell’Asilo dei Vecchi di
San Germano; i numeri sono 8780 (Sonia Toum), 8700 (Elmis Sapei), 7747 (Franca Richard), 2113 (Giorgio Pistone),
2178 (Elvina Avondet), 624 (Gildo Charrier), 7524 (Olga
Maccagno).
Pinerolo: il procuratore di Palermo, Caselli, e don Ciotti alla «Festa dei giovani»
Una società più equa per vincere la mafia
Alla presenza di numerose
persone, nel corso della Festa
dei giovani da poco conclu.sasi a Pinerolo, il procuratore di
Palermo Giancarlo Caselli e
il fondatore del Gruppo Abele, Luigi Ciotti, hanno parlato
di mafia, droga e impegno civile e dello stato. Il primo a
catturare l’attenzione dei convenuti è stato il magistrato
che ha fatto un’analisi chiara
e lucida dei vari modi in cui
si può affrontare il fenomeno
mafià nel suo insieme. «Esistono tre strade per combattere la mafia - ha detto Caselli - ovvero l’antimafia delle istituzioni con il potenziamento degli apparati investigativi, l’antimafia della cultura, per cui occorre creare
ovunque e non solo in Sicilia
una controcultura perché tutti si rendano conto che la mafia è un sistema che mette a
rischio la libertà e la possibilità di fare delle scelte per
ciascuno di noi, e infime occorre aggredire dal profondo
le cause di quel sistema,
creando una società più
equa, contro la mafia dell’
economia, del sociale».
Il magistrato di Palermo ha
posto poi l’attenzione sul fatto che secondo studi recenti
di chi si occupa da tempo e
seriamente di mafia l’attenzione dello stato nei confronti di questo fenomeno devastante e inquinante tende a
calare dopo due anni dall’emergenza creata da morti eccellenti. «Siamo a due anni
dalla strage di Capaci - dice
con fervore Caselli - e proprio adesso sembrano manifestarsi dei segnali di disinteresse. Eppure è proprio dalla
solidarietà di tutti e in particolare delle istituzioni e della
Chiesa che i magistrati e le
forze dell’ordine traggono la
forza per combattere davvero
la mafia. Occorre proprio
non sottovalutare mai la mafia e questo si può fare sostenendo in molti modi la denunzia di chi ha coraggio di
esporsi, eliminando dalla nostra cultura tutto ciò che può
favorire la mafia, facendo sì
che i nostri figli e i giovani
non crescano nella cultura
della raccomandazione, per
esempio, che ci sia dunque
una società più giusta».
Caselli ha ribadito inoltre
la necessità di muoversi uniti
contro il nemico comune organizzandosi non soltanto in
presenza dell’emergenza, infatti la mafia entra proprio
dove ci sono delle spaccature. Bisogna poi avere il coraggio di capire quando si
fanno degli errori, avere il
coraggio dell’autocritica proprio nel momento in cui, soprattutto in alcune regioni
d’Italia, il fenomeno mafioso
diventa cultura dominante.
«Nonostante i ritardi e le assenze istituzionali - ha detto
poi il procuratore di Palermo
- in Sicilia, dopo le stragi di
Capaci e di via D’Amelio e il
sacrificio di don Puglisi
qualcosa di nuovo è accaduto e si sente nell’aria più coraggio, si respira finalmente
quella controcultura di cui
c ’è molto bisogno.
Questo fa nascere la speranza del domani eppure non
bisogna dimenticare quanti
hanno perso la vita a causa
della mafia, riflettendo sul
fatto che né lo stato né nessuno dei cittadini ha fatto fino
in fondo il suo dovere. Non
siamo fiati abbastanza vigili,
non ci siamo scandalizzati
Torre Pellice: dopo la ristrutturazione
Inaugurata la nuova
Casa San Giuseppe
Il «San Giuseppe» ristrutturato
Le opere di ampliamento e
ristrutturazione della casa di
riposo San Giuseppe sono .state completate e domenica
scorsa è avvenuta l’inaugurazione alla presenza del vescovo di Pinerolo, Pietro Giachetti, e di autorità civili locali quali il presidente della Comunità montana. Cotta Morandini, e l’amministratore
deirUssI 43, Serra Guermani.
L’opera, iniziata nel 1919
con l’acquisto di uno stabile
da adibire a casa per anziani
secondo le indicazioni di don
Heritier, prosegue così con
questo decisivo passo in avanti: «Circa sei anni fa - ricorda
don Armando, titolare della
parrocchia cattolica di Torre
Pellice e presidente della Casa
per anziani - ci siamo trovati
davanti a un bivio: o ristrutturare decisamente la casa
adeguandola alle normative
previste dalle leggi o chiude
abbastanza». Caselli ha poi
invitato tutti a non rassegnarsi per non mortificare il sacrificio di quanti hanno dato la
vita perché hanno visto e capito quello che la mafia era
ed è per andare uniti verso il
futuro.
Il primo tema affrontato
dall’intervento di Luigi Ciotti
è stata la solidarietà sbagliata, quella proposta e celebrata
da tutti. «Quella solidarietà
che noi proponiamo è diversa, non è imbroglio — ha
detto -. Dobbiamo dire “no
grazie alla solidarietà ’’ sbandierata, quella che ha permesso ai fenomeni inquinanti
di proliferare, quella che fa
mimica sociale, quella che
troppo spesso coincide col
pietismo e l’elemosina e che
finisce con il produrre indipendenza anziché favorire
autonomia. Proponiamo una
solidarietà che guarda in
faccia tutti, che chiama tutti
con il proprio nome».
Il fondatore del gruppo
Abele ha richiamato poi ì’attenzione dei presenti sui diritti negati e in particolare ha
parlato del problema della sanità ribadendo il fatto che il
diritto alla salute è inalienabile e non può essere svilito o
annullato da scelte economiche e finanziarie di questo o
quel governo. Ciotti ha ribadito la necessità dell’impegno per andare insieme, preparati, incontro al futuro e in
questo senso ha voluto ricordare, partendo dalla sua esperienza e dall’intervento del
procuratore Caselli, i segnali
positivi che danno speranza:
«Il futuro non è lontano e
chiunque, soprattutto in questo momento non facile, deve
trovare il tempo di riflettere
per fare delle proposte i
toma con i percorsi altrui''
nemmeno - dice ancora Lui^i
Ciotti - dobbiamo lascia^^ni e <■
disorientare, anzi dobhial o, vive'"
tirar fuori le unghie in posH ¡uno che
vo, mettendoci in gioco ai "
vore della speranza, contri ^
l’oscuramento del senso I ito- ¡c, <■
futuro che c’è dentro la ni orno da
stra società, soprattutto pergu
negare l’appiattimento chi '¡0
c’è oggi, perché i giovani
non si perdano». ¡il vece!
In questo senso allora, prò, flverm
prio partendo da una rifles,
sione propositiva, secondò
Ciotti possiamo scoprire chi
c’è del nuovo, soprattutto clic àe
la verità che non abbiamo an-L
cora scoperto è nuova, leg ir
gendo i problemi vecchi inf"'
modo nuovo, con iin’aitr,fc|)assion(
prospettiva. «Insieme stiene don Ciotti - è/rognafettinat. 5
recuperare la strada dcHapcia ma h
possibilità concreta, impa- fceilfarr
randa ad essere realisti;] istrada. «
uscendo dall ’immagine del- Uccelli,
l’onnipotenza per passare
appunto. alla possibilità,, Jitaildo
prendendo coscienza,dei no- involuto
stri limiti. Dobbiamo favorirei fevon gli
ciò che possiamo fare, sfati-'- pilcosai
tondo le potenzialità che ah- tese fa
biamo, mettendo l’accento, «omitolo
sul positivo e dobbiamo an- li|uadrati
che abbandonare come grup-\ Sii dei Co
pi sia il piangersi addosso San Pieti
sia la routine. Dobbiamo^coWez
reintrodurre la normalità nelìf^^ una (
nostro lavoro».
Il fondatore del gruppo!'
Abele propone infine alcuni
interrogativi a tutti; comeri-l
tornare alla strada in senso i
concreto, come luogo del I
voro e della sofferenza, come j
stare-nel presente e come)
uscire dal proprio «recinto»
per parlare agli indifferenti, ai
passivi?
La Conferenza europea a Torre Pellice
Musica sacra in
ambito protestante
CRISTINA RICCA
re. Abbiamo deciso per la prima strada, contando sul coinvolgimento delle gente e questo aiuto c’è effettivamente
stato; in questi anni si sono
organizzate numerosissime
manifestazioni a favore del
San Giuseppe e questa giornata è un po’ il suggello alle
molte iniziative. Tuttavia ora
ci troviamo davanti al lavoro
più difficile e impegnativo;
dobbiamo dare alla casa un’
anima, uno spirito, una prospettiva .spirituale».
Due nuove ali, e la ristrutturazione del corpo centrale,
daranno più comfort ai circa
sessanta o.spiti per lo più, come spesso accade per le case
di riposo, non autosufficienti.
L’opera è ben inserita nel tessuto sociale della valle e di
Torre Pellice in particolare; la
recente convenzione con
russi per 10 posti né è la
conferma evidente.
Dal 22 al 25 settembre si è
svolta a Torre Pellice la
«Conférence européenne pour
la musique d’église protestante». Nel corso dei colloqui, i rappresentanti di diverse
nazioni hanno dibattuto su necessità e modalità di partecipazione dei bambini e dei giovani ad attività musicali
aH’interno delle comunità, in
forma di gruppi strumentali o
cori. A confronto paesi dalla
radicata tradizione musicale,
come la Germania, e paesi in
cui nuovi sviluppi a livello
socio-politico hanno aperto
nuove prospettive di lavoro.
Partendo dalle diverse realtà in cui si trova ad operare
chi si occupa di musica sacra
in ambito ecclesiastico, i delegati hanno illustrato esperienze pratiche e soluzioni al
problema intercalandole con
esempi musicali. È stata ribadita l’importanza di non limitarsi al repertorio dei canti infantili ma di cercare nuove
strade e sperimentare musi
che nuove, prese non
solo
iiiando la
tra nece
entri
Oiificio d
ione, alti
salate,
ritardo er
tenuta eqi
teione di
Ilo
della
dall’ampio repertorio
musica sacra ma anche
repertorio internazionale da
canti popolari fino ad arriva;
re a spunti contemporanei a
rielaborazioni di corali famosi o di utilizzo di spirituale e
ritmi presi a prestito dalj®*
edalsoul.
«Sound» è stata una delle
parole chiave degli incontn*
.sound è stato offerto a partecipanti e pubblico nel corse
del concerto per coro e otWOi
di sabato 24, del corso di W'
mazione diretto dal maestt
Sebastian Korn e dall ensemble di ottoni diretto
Ludwig Pfatteicher.
bica ha inoltre registrato '
mancanza di coinvolgi^?'’
dei membri di molte ehm
nel canto degli inni
culto, riaffermando che^,
canto è uno strumento ^
espressione che ci pen"®.' ^,
avvicinarci a Dio. Espenem
incoraggianti e difficolta c ^
crete sono state
vagliate in spirito di colla
razione fraterna
Í Wot,
llegar
CUUI
Urica f
listi e (
tmoscc
inque^
ne», il
nidi
tai dii
nia eh
luni
Bi
ùm
'erse (
lesto è
1 libre
iti e
Iptes
¡ione
del!
ftiine
VISUS
di Luca Regoli &C, snc.
OTTK'A - via Arnaud .5
À
lOílMv TORRE PHLUŒ (TO)
■'-'IMM. r I..I..UIV r. r f t ^
MW
L’OTTICO DI LUSERNA
di Federico Regoli & C. snt
via Roma. 42
C 10062 LUSERNA S. (ilOVANNI (TO)
9
icin SETTEMBRE 1994
E Eco Delle Yallì \ìildesi
PAG. Ili
^fiserva naturale che a San Pietro Val Lemina ospita 300 specie protette
fìa leinila uccelli nel parco dì Sergio Martinat
S'i’
altrui'Á
‘Cora Lui J
> lasciarcg
dobbiatt,
‘^Jnposìd
ì‘oco a/J
za, contri
I senso t
'tro la
tttutto pfi
nento,
i giovaiij¡\
illora, prc
ana rifles,
' secondoi
oprire ck
attutto che;
)biamo au
uova, leg.
vecchi ìd
a un’altra!
eme ~ so.
bisogna
ÌjèNAMARTIII^
andò avevo quattro
¡i e abitavo a San
viveva vicino a noi
mo che aveva dei li.gsa nostra invece
luanto la Bibbia e un
L Io, quindi, andavo
vno da quel vecchietoter guardare il libro
hto degli animali di
(Ogni giorno andavo lì
¡il vecchietto forse si
I avermi fra i piedi e
Islò quel libro. Ero
¡(ontento e su quel liItitnparai a leggere;
Iheanno dopo facevo
li con gli animali
Mere in un giardino
passione innata per gli
li quella del dottor Ser„„—athnat. Si è laureato in
ida delle ®a ha capito presto
ta, impa. f« il farmacista non era
realisti «Strada. «Ho sempre algine dei tntccedi, la gente pensa' passare kfossi un po matto —
isibilità, iitad dottor Martinat \adeim- involuto dimostrare che
0favorire^ ¡neon gli uccelli si può
me, sfmi-i 'folcosa di bello»,
à che ah-' i®se fa ha aperto il suo
'’accentol to iwutologico di 80.000
'iamo an-ì ¿quadrati sulla collina ai
rme grup-1 Sii dei Comuni di Pineroaddossol iSan Pietro Val Lemina.
abbiamo Sia collezione di uccelli
■M/iifl nel #i è una delle più grandi
1 gruppo;
ne alcuni
come ri-i
Una coppia di èsempiari del parco
del mondo: ci sono 2.000 uccelli di circa 300 specie. Sono
state costruite duecento voliere di cui una, di 13.000 metri
quadrati, è la più grande del
mondo. Costruita in rete di
poliammide e tesa molto in
alto, contiene alberi e sette laghetti e ci vivono cicogne,
ibis, fenicotteri, gru, oche.
C’è un migliaio di pappagalli che vive e vola in voliere speciali e molto robuste.
«Attualmente sono uccelli
molto cari; anni fa lo erano
meno, mentre oggi alcuni
possono toccare anche i 50
milioni. Il più bello? Credo
l’Ara giacinto, pappagallo .
intelligente e simpatico; ne
possiedo tredici e sono l’uni
co in Italia che sia riuscito a
farli riprodurre - spiega Sergio Martinat - perché stanno
bene e io integro la loro alimentazione con complessi vitaminici minerali. Il più raro
è l’Ara caninde; ne ho quattro e alcune ricerche dicono
che al mondo ne sono sopravvissuti soltanto 38 esemplari
in una riserva del Paraguay».
Proteggere gli animali: che
cosa ne pensa il dottor Martinat? «Oggi ci sono molte idee
distorte sulla salvaguardia afferma molte specie si sono salvate grazie ai parchi.
Lo stesso Peter Scott, fondatore del Wwf, era un allevatore di anatre e ne aveva la più
grande raccolta del mondo.
Nella lista rossa dello Yunc vi
sono 2.000 .specie animali superiori che si stanno estinguendo; se non li si fa riprodurre in cattività, si perderanno le loro tracce: lo stesso
World Watching Institute
parla di allevarli. Molti degli
uccelli che ho sono in quella
lista rossa».
Ospiti del parco sono anche
dei tartarugoni delle Seichelles: «Ginota» pesa 160 chili
ed è nata intorno al 1860; poi
struzzi, due canguri che si nascondono sempre dietro i cespugli, orsetti lavatori e un lama, Luciano, che non ha una
compagna e cerca sempre
l’affetto dei visitatori. Ha un
sogno per questo parco? «Acquistare altri uccelli per fare
in modo che la gente possa
rendersi conto della bellezza
e dell’importanza di quanto si
sta sconsideratamente distruggendo nelle foreste tropicali - dice Martinat - vorrei
poi costruire una serra tropicale di 2.500 metri quadrati
con tante piante dove far vivere farfalle, fangare (uccelli
coloratissimi), colibrì».
Tanti uccelli: camminare
dentro la grande voliera fra
fenicotteri, oche della Siberia
e spatole è una sensazione
molto particolare che rende
curiosi, consente di meravigliarsi tornando un po’
bambini.
Rorà ricorda persecuzioni e Liberazione
Il silenzio che salvò
gli ebrei dalla morte
in senso
go del laiza, come
e e come
«recinto»'
ferenti, ai
ilibro sulla storia del cotonificio
mpì duri della
rena dì S. Germano
CUUDIO TRON
jiiando la sirena suonava
.era necessario affrettarsi
f»n entrare in ritardo al
taificio di San Germano
isone, altrimenti le multe
®o salate. Un solo minuto
¿tardo era punito con la
tanta equivalente alla resone di mezzora di lavolon solo f Cosìera disciplinata la virio della ; %rsone che, come Ester
La tradizionale rassegna in vai d'Angrogna
Un «Autunno» ricco
fiche da|
male dei
d arriva;
oranei di
ali fanioirituale
dal ja®
ma delle
ncontri e
I a parte'
lei corso
, e ottoni
io di W'
maestre
dall’e"
¡retto da
L’assemstrato
^ v,L/iiiv^ ledivi
Wot Avondet, potevano
liegare anche due ore e
¡^«complessive giornalie■®catnmino per recarsi in
rea e tornare a casa.
®pi duri e padroni paterni e di grande rigidezza,
«ttoscenza per chi ha, codine, «dato un pezzo di
“e*, insieme a ricordi pe'*1 di intensificazione dei
^ di produzione: tutta una
®ache si modella su modi
hall
iOtSo
urantn|
'rri a tutte le fabbriche
della fine del secolo
e del nostro secolo;
è quello che leggiamo
“ Alessandro Bot
traioi* Clara Bounous* che
riineiitn r^^senta l’ultima pubblichiesf ^.«"6 dell’ormai nutrita se
ideijq
luseo valdese di San
a"“'. ‘“»co vaiaesi
che ^anoePramollo.
I —.V, vuole rievocare
'**0 secolo di storia del
ÌRMAGIOVANI
VALPELLICE
. Via Roma 45
S, Giovanni
0121/900245
. ^'^lorntrazioni su
scuola, lavoro,
•rtiusica, viaggi,
t f®tnpo libero
Lun»rt>
cotonificio in seguito alla sua
riattivazione del 1894 successiva a un incendio terribile che lo aveva distrutto quasi
completamente. Gli autori
hanno esaminato i documenti
rimasti con molta pazienza,
anche se la cosa non è del
tutto entusiasmante trattandosi spesso di aridi elenchi di
commesse e stipendi; ma attraverso questo esame, integrato con la raccolta di interviste a dipendenti dell’azienda, sono riusciti a costruire una presentazione
molto interessante non solo
della vita di fabbrica ma anche del quadro strutturale in
cui si svolgeva.
Gli operai provenivano per
poco più di un terzo dal Pinerolese; molti giungevano dalla provincia di Cuneo e dal
Veneto. A distanza di pochi
decenni sembra incredibile
che fosse necessario importare manodopera e che le fabbriche di San Germano e Villar Porosa si disputassero gli
operai. Eppure questa concorrenza veniva invocata come argomento per agevolazioni fiscali nel senso che
provocava un livello di salari
molto più alto di quello di
fabbriche analoghe situate in
altre località.
Un ruolo importante pare
essere stato ricoperto dalla
Chiesa valdese e in particolare dal suo pastore, Pierluigi
Jalla, nel tentativo di aiutare
a trovare una soluzione in occasione della crisi che ha portato poi, di fatto, alla chiusura dello stabilimento nel
1978.
(*) A. Bottazzi - C. BouNous: Quando la sirena suonava... Il cotonificio di San
Germano Chisone in un secolo
di storia, Museo valdese di San
Germano e Pramollo, 1994, pp
151. £ 15.000.
CARMELINA MAURIZIO
La XVI edizione dell’Autunno in vai d’Angrogna, che si inaugurerà il 2 ottobre prossimo per terminare
il 30 dello stesso mese, si annuncia quest’anno molto ricca e significativa. «Quest’anno i temi non mancano - dice
Franca Coisson, sindaco del
piccolo comune - la storia infatti ci offre avvenimenti fondamentali da trattare e le novità sono tante. In occasione
del cinquantenario della Resistenza, per continuare le
manifestazioni iniziate con
l’incontro dell’8 settembre al
Bagnoou, vogliamo dedicarle
un’intera giornata il 16 ottobre con la ricollocazione della lapide in memoria del partigiano Poèt, caduto nel luglio del 1944 al Baussan;
continueremo poi con un giro
in autobus ai luoghi che richiamano episodi della Resistenza, soprattutto per coinvolgere giovani e bambini
con le loro famiglie».
Altro tema di attualità che
sarà preso in esame durante le
manifestazioni angrognine
sarà quello della soppressione
della Ussl; «Per sapere meglio
cosa succederà d’ora in poi spiega il sindaco di Angrogna
- il 12 ottobre abbiamo invitato l’assessore regionale alla
Programmazione sanitaria,
Enzo Cucco,-al quale amministratori, operatori, responsabili degli ospedali e tutta la popolazione interessata potranno
porre delle domande».
Si parlerà poi della nuova
legge nazionale sulla montagna, varata all’inizio di quest’anno, e a questo proposito
il 19 ottobre sarà presente in
vai d’Angrogna Franco Bertoglio, funzionario della Provincia di Torino e segretario
d'ell’Uncem (Unione nazionale Comuni ed enti montani) che ha seguito questa legge sin dal suo nascere e che
potrà illustrare quali vantaggi
potrebbe trame la popolazione locale, tanto più che proprio ad Angrogna da qualche
tempo si sta verificando un’
inversione di tendenza per
cui sono sempre più numerose le famiglie di giovani
che tornano o desiderano restare e le scuole si stanno ripopolando.
Di montagna si parlerà anche il 22 ottobre, giornata alla
quale parteciperà il sindaco di
Freissinières dalla Francia che
parlerà delle iniziative del suo
Comune per valorizzare il
territorio montano e dal quale
potranno essere tratti suggerimenti e idee. «Per ragionare
ancora sulla valorizzazione
delle nostre risorse - dice ancora Franca Coisson - il 26
ottobre verrà ad Angrogna il
gruppo della Comunità montana che nei mei scorsi ha redatto un programma di ecosviluppo; già il 7 ottobre per
introdurre questo tema sarà
presentata la “Guida della Val
Pellice’’ presso il Salone opera della Gioventù di Torre
Pellice». Un altro appuntamento importante è per il 30
ottobre, con l’inaugurazione
dell’Archivio storico comunale alla presenza di numerose
autorità e di quanti hanno
contribuito alla sua realizzazione. Va ancora segnalata la
presentazione del 14° Quaderno del Centro di documentazione a cura di Osvaldo Coi'sson, che avverrà nella serata
del 15 ottobre.
Come al solito poi non
mancheranno i cori, le mostre
(funghi, artigianato e prodotti
locali), i pranzi comunitari e
la cavalcata della vai d’Angrogna, organizzata dallo
Sport Club. Quest’anno saranno finalmente a disposizione i locali del rinnovato ristorante di Pradeltorno «La
tacula», che ospiterà diverse
iniziative, mentre il 9 ottobre
verrà inaugurato il nuovo posto tappa a Serre Malan con
una polentata.
ELENA RAVAZZINI CORSAMI
In una Rorà ridente nei suoi
colori autunnali, punteggiata di numerose bandiere e
gonfaloni, si è svolta domenica 25 settembre la «Manifestazione celebrativa del 50°
anniversario della guerra di
Liberazione nazionale». La
giornata iniziava con la deposizione al monumento ai Caduti di tutte le guerre di una
corona della Comunità ebraica di Torino, accanto al mazzo del Comune. Successivamente, nella sala comunitaria,
presente la presidente della
Comunità ebraica di Torino,
Lia Montel Tagliacozzo, sono
stati pronunciati messaggi dal
sindaco di Rorà, Giorgio Odetto, dal presidente della Comunità montana e dell’Anpi,
Cotta Morandini, e dal rappresentante della comunità
israelita, Ugo Sacerdote.
Fra gli altri interventi particolarmente toccante quello
di Marina Diena, che si è soffermata sul ricordo dei primi
partigiani ebrei caduti nella
valle, tra i quali suo fratello
Franco. Presenziavano alla
cerimonia alcuni altri sindaci
della valle in veste ufficiale;
la banda musicale di Torre
Pellice ha dato il suo valido
contributo, mentre i bambini
delle scuole elementari di
Rorà hanno concluso la mattinata con recite e canti
preparati con cura dalle loro
maestre.
Dopo il pranzo presso 1’
agriturismo, la sala comunitaria ospitava un numeroso
pubblico convenuto per udire
le «testimonianze dei protagonisti dell’epoca». Quell’atmosfera di tensione emotiva
che i ricordi più lontani e intensi facevano vivere già durante la mattinata, si accentuavano maggiormente. Unanime la gratitudine di 21
ebrei che vissero clandestinamente per quasi due anni in
un paese di 200 persone, che
ebbe come caratteristica saliente e comune nei loro confronti l’aver mantenuto «quel
silenzio che ci ha salvati», come è stato detto. Via via che
si ascoltavano le testimonianze, parevano riaffiorare la
paura e i soprusi degli anni
delle persecuzioni nazifasciste
e ogni intervento era un «grazie» ai rorenghi, schivi e taci-,
turni «con la riservatezza tipica ma sostanziale dei piemontesi», come dice Terracini.
A sua volta una rorenga ha
ringraziato gli ebrei; «Se non
fosse stato per alcune insegnanti ebree qui rifugiate, io
e altri non avremmo potuto
fare il nostro esame di terza
media». Così le testimonianze si alternavano: ora i ricordi
autorevoli del comandante
Petralia e di intellettuali
ebrei, ora le brevi frasi di persone del luogo, che in tutta
semplicità e naturalezza riconoscevano d’aver rischiato la
propria vita per salvarne altre.
«Rorà ha salvato tanti ebrei
non solo dalla camera a gas
ma dal dramma quotidiano
del lager, da quel susseguirsi
di violenze e crudeltà fisiche
e morali che distruggono l’individuo ancor prima del forno
crematorio»; questo l’agghiacciante messaggio di un
reduce dalla deportazione.
Conclusive e riassuntive di
tutta la giornata le parole di
Franca De Benedetti; «Io e i
miei familiari, tutti, siamo
sempre tornati fra i nostri
amici rorenghi proprio per dimostrare in modo tangibile la
nostra riconoscenza e gratitudine per quello che avevano
fatto per noi, soprattutto per
non averci traditi e non averci
consegnati nelle mani dei nostri aguzzini».
Vorremmo che questa
giornata non fosse una bella
manifestazione presto dimenticata e che coloro che non
hanno vissuto quelle sofferenze non le ignorassero, per
poter essere in grado di adoperarsi affinché non si possano più ripetere. Non è un
auspicio dettato dalla retorica, visti i tempi favorevoli al
revisionismo storico e alla
scomparsa della memoria.
Una ricerca su alcuni episodi poco noti
Incìdenti aerei
ERICA BONASEA
\Jel corso degli anni più
1 \ volte è capitato di leggere sulle cronache dei giornali
della caduta di un aereo in
vai Pellice; quanti .sono questi incidenti? Quali le cause e
quali le conseguenze? E possibile ricostruire le dinamiche di quegli incidenti partendo proprio da quanto
scrissero i giornali di volta in
volta sull’accaduto, sui resoconti dell’aeronautica e sui
racconti di eventuali testimoni. Ferruccio Malanot, di
Torre Pellice, lo sta facendo
nell’intento di .scrivere un libro; lo abbiamo intervistato
sulle sue ricerche e da questa
settimana pubblicheremo in
anteprima brevi racconti dei
quattro incidenti accaduti
nell’alta vai Pellice; gli ultimi due ebbero conseguenze
molto gravi per le persone a
bordo degli aerei.
11 primo incidente aereo è
avvenuto il 26 giugno del
lontano 1925 nei pressi di Luserna San Giovanni, in località Fontebella. 11 velivolo
era un caccia militare model
lo A 300-4 della 3U squadriglia stanziata presso l’aeroporto Mirafiori di Torino.
Fortunatamente l’aereo non
esplose e il pilota si salvò. Si
trattava di un giovane di 21
anni, Mario Porro, anche se i
documenti dell’aeronautica
militare lo qualificavano come Mario Porru. «Venne portato quasi illeso proprio a casa dei miei genitori - rievoca
Ferruccio Malanot -; io naturalmente non ricordo nulla
perché ero piccolissimo, ma
mi .sembra di aver sentito raccontare che il primo soccorso
sia consistito nel dargli da bere un bicchiere di cognac perché si riprendesse dallo spavento».
Verranno poi i carabinieri
con un camion a portare via i
resti del velivolo; è solo «11
Pellice», giornale locale, a riportare la notizia dato che
non vi furono né morti né feriti gravi; nei documenti
dell’aeronautica militare venne specificato che l’aereo stava compiendo un giro di esercitazione di volo e la causa
dell’incidente fu individuata
in un’avaria del mezzo.
10
PAG. IV
L* Eco Delle ¥vlli \àldesi
VENERDÌ 30 SETTEMRr^^ J ¡ 30 :
Alimentazione e mangiare sano
La ciotola
d^argilla
VALERIA FUSETTI
Cavolo e tofu con riso
Questo gustoso piatto
unico è la versione vegetariana di un piatto tradizionale finlandese. Sia in Finlandia che negli Stati Uniti
tra gli americani di origine
finlandese è tradizione invitare gli amici, al venerdì o
al sabato sera, per il saunaparty. Nella versione tradizionale al posto del tofu c’è
o formaggio o carne trita;
qualsiasi versione proviate
vi assicuro che è buona.
Ingredienti per la marinata del tofu: gr. 330-350 di
tofu, 1 cucchiaio da tavola
di olio d’oliva o mais, 2
cucchiai e mezzo di salsa di
soia, 2 cucchiai e mezzo di
acqua, 1 cucchiaio di salsa
Worcestershire, pepe. Verdure: 1 cipolla media tritata
finemente, mezzo cavolo
medio tagliato a striscioline
sottili, 2 cucchiai d’olio.
Salsa: 2 cucchiai di pasta di
pomodoro in tubetto, 1 cucchiaio di aceto di mele, 1
cucchiaio di aneto essiccato
(o 1 cucchiaio fresco tritato), 1 cucchiaino di sale fine, mezzo cucchiaino di paprica dolce, mezzo di acqua, pepe quanto basta. Riso cotto al vapore oppure
orzo o patate cotte e tritate
grossolanamente con una
forchetta, in quantità sufficiente per quattro persone.
Tagliate il tofu a cubetti e
mettetelo nella marinata
preparata con gli ingredienti
indicati. Lasciate 45’ mescolando 2-3 volte; fate appassire la cipolla con l’olio
in una padella antiaderente
e poi aggiungete il cavolo.
Fate cuocere 5’ a fuoco vivace e coperto. Disponete le
verdure in una teglia da forno, aggiungete il tofu scolato dalla marinata e irrorate
il tutto con la salsa preparata con gli ingredienti indicati sopra. Coprite con un
foglio di alluminio e,-mettete nel forno preriscaldato a
190° per 30’. Servite con i
cereali o con le patate.
Salsa di cetriolo e yogurt
Sempre proveniente dalla
Finlandia, deliziosa e appetitosa, è adatta per il periodo estivo; è un piatto a basso contenuto calorico consigliato per condire verdure
al vapore, soprattutto carote, zucchine, cime di cavolfiore, patate.
Ingredienti: 1 cetriolo medio-grande pelato e a cui si
siano levati i semi e tagliato
a cubetti, 1 vasetto di yogurt
intero o magro (a piacere), 2
cucchiai di cipollotto tritato
finemente, 1 cucchiaio di
olio extravergine d’oliva, 2
cucchiai di aceto bianco
(chi vuole un sapore più delicato può usare l’aceto di
mele), 1-2 cucchiai di aneto
fresco tritato finemente (se
non lo trovate fresco mettetene un cucchiaino secco), a
piacere sale e pepe (questo
tipo di salsa, se preparata
senza sale, è l’ideale per
diete iposodiche).
Mettete tutti gli ingredienti nel mixer e riducete
tutto a crema vellutata; mettete in un contenitore, prèferibilmente di vetro, e che
si possa chiudere e tenere in
frigorifeto. La salsa si può
mantenere per una settimana senza problemi. Per chi
non segue diete prevalentemente vegetariane consiglio
questa salsa con il pollo le,ssato: in questo caso anziché
ridurre gii ingredienti a crema potete mescolarli delicatamente in una terrina di ceramica (o vetro) a cui potete
aggiungere gr. 200-300 di
pollo tagliato a cubetti.
Servizio bibliotecario territoriale
Un centro rete per
diffondere la lettura
Il Servizio bibliotecario territoriale di Pinerolo ha un suo
presidente: è il responsabile
della biblioteca di Cumiana,
Piergallini, mentre il vicepresidente sarà l’assessore alla
Cultura e Istruzione di Pinerolo, Alberto Barbero. Questo
atto formale è stato siglato sabato scorso dai rappresentanti
dei Comuni aderenti al servizio. Solo 22 i presenti per un
organismo al servizio di
un’area estremamente vasta,
comprendendo anche città
molto più vicine alla realtà
metropolitana di Torino.
«Su 94 Comuni che potenzialmente potevano far parte
del Servizio bibliotecario - ha
spiegato la responsabile, Isa
De Maria - ci sono pervenute
le adesioni di 77 biblioteche,
altre dovrebbero ancora arrivare». La realtà delle biblioteche nel comprensorio è quanto mai varia; si va dai semplici posti prestito a situazioni
ben più consolidate. Con il rilancio in atto di questo servizio, il Centro rete Riesce a
garantire due cambi della dotazione in prestito per ogni bi
blioteca; non la consegna a
domicilio, è stato spiegato, vista la riduzione del personale,
oggi di sette unità. Il Servizio
bibliotecario può contare su
entrate di 370 milioni dalla
Regione (circa 300 vanno per
il personale) e di una trentina
derivante dalle.somme versate
dai Comuni. Per l’anno in
corso si dovrebbe arrivare ad
un acquisto globale di libri
per 50 milioni.
Sul piano dei servizi il Centro si sta attrezzando per offrire la possibilità di accedere
alla banca dati di tutte le biblioteche nazionali mediante
computer individuare la sede
dove si possa reperire un determinato volume. Oltre a ciò
viene svolta un’attività di
supportò alle biblioteche locali come consulenza, attività
di catalogazione, incremento
delle dotazioni librarie con
fondi lasciati in deposito permanente. Esiste poi un patrimonio di interessanti mostre
che vengono fatte circolare
fra i Comuni aderenti, di materiali audiovisivi utili per serate di animazione culturale.
»PORT
SKI ROLL: ANGROGNA VINCE A CASTELDELFI
NO — Domenica 25 settembre si è svolto in vai Varaita il
carnpionato italiano gran fondo di ski roll riservato alle categorie juniores, seniores e master, con distanze di 31 e 27 km,
mentre per le categorie giovanili si è disputato il primo trofeo
nazionale giovanile gran fondo intitolato memorial «Emiliano
Stella», per ricordare un giovane campione scomparso recentemente in un incidente stradale. Ottimi risultati per lo S.C. Angrogna con la vittoria di Silvia Della Mea, campionessa italiana gran fondo juniores, che pure è risultata terza assoluta nella
classifica generale.
Negli Juniores maschili Davide Coucourde è giunto 4°. Nelle
seniores femminili, Miriam Avondet ha conquistato il nono posto. Nei seniores maschili ottimo ottavo posto per Willer Bonnet, 10° per Danilo Negrin, mentre Andrea Bertin è giunto 15°,
Paimero 20°, Nettini 27°, Sobrero 29°, Daniele Coucourde 35°.
Nei master 1, eccellente 4° posto per Enrico Coucourde, 9°
per Alfredo Chiavia e 14° per Riccardo Ribotta.
Nella classifica per società Angrogna è giunta terza, mentre
nelle categorie giovanili i valligiani si sono aggiudicati il trofeo
«Stella» grazie alle buonissime prestazioni ottenute: Federica
Breuza prima ed Eléna Volpe seconda nelle giovani; Luca Montanari 1°, Andrea Montanari 2°, Manuel Monnet 3° nei giovani;
Elisa Codino seconda fra le esordienti; Antonella Chiavia seconda fra le cadette. Luca Gay secondo fra i cadetti, Helen Coucourde quinta fra le allieve e Andrea Bouquet 8° fra gli allievi.
PALLAVOLO: AL VIA LA NUOVA STAGIONE — Il
3S Nova Siria di Lusema parteciperà anche nella prossima stagione agonistica al campionato provinciale di seconda divisione femminile che comincerà il prossimo primo novembre. Av- '
versari delle ragazze lusernesi saranno il Chieri, La Loggia,
Mappano, Fioridea Trisfera, Grugliasco, Lassalle Giaveno,
Guaito Giaveno e le torinesi Nel, Meneghetti, Ars volley, Kennedy. L’organico resta quello dell’anno scorso con due importanti novità: il passaggio di Jessica Orticola all’Antares di Pinerolo dove disputerà il campionato di CI e l’approdo sulla panchina come allenatore di Andrea Ricca. Marco Gardiol passa
così alla formazione femminile giovanile, impegnata a sua volta nel campionato provinciale.
Guidata da Andrea Lusema il 3S presenta anche una formazione allievi maschile in collaborazione con la Nuova volley di
Pinerolo.
Prenderà infine il via il 5 ottobre l’attività di minivolley per
giovani fino ai 13 anni; per le scuole, in collaborazione con il
Comune, inizieranno anche corsi di ginnastica artistica, atletica
leggera e attività ludico-motorie per la scuola materna.
TENNIS TAVOLO — Si è svolta sabato scorso la seconda
giornata dei tornei di tennis tavolo. La polisportiva Valpellice
ha battuto in CI il «5 Torri» di Vallecrosia per 5 a 3 con bella
prestazione di Davide Gay, autore di tre punti; di Rosso gli altri
due. Sabato prossimo, 1° ottobre, trasferta a Bordighera.
In C2 la Valpellice ha subito una sconfitta ad opera del Moncalieri per 5 a 2 (di Piras e Sergio Ghiri i due punti); Giuliano
Ghiri, che stava conducendo la prima partita si è infortunato a
un piede compromettendo così il risultato; per la C2 il prossimo impegno sarà la trasferta di Alpignano.
CALCIO: PAREGGI IN TRASFERTA PER PINEROLO E LUSERNA — E stato un Pinerolo sfortunato quello che
sabato scorso ha giocato in trasferta a Borgosesia con la capolista. La partita si è disputata sotto un forte acquazzone che ha
condizionato campo e giocatori, ma sono stati proprio i biancoblù ad andare in vantaggio grazie a Ceddia, che rubata palla a
centrocampo ha tirato sul palo interno e di qui in rete alla
mezz’ora del primo tempo. Nella ripresa i ragazzi di Bortolas
sembrano ben controllare gli avversari ma al 30° un tiro di
Scienza tocca il difensore pinerolese Lucca per la più classica
delle autoreti. Il pareggio porta comunque classifica; sabato
inizio ore 15, al Barbieri di Pinerolo salirà la Valenzana.
In promozione, girone C, il Lusema ha sfiorato ìa vittoria a
Mondovì ma alla fine arriva il pareggio per 0 a 0. Per i lusemesi da segnalare anche un accordo tecnico con il Torino calcio- a
livello giovanile saranno i valligiani a effettuare provini per ragazzi del compensorio; arriveranno tecnici della società granata
che si riserva un diritto di prelazione per i migliori giocatori del
vivaio e verrà allestita una scuola «Primi calci».
COLLEGIO VALDESE
Via Beckwith, 1 -10066 Torre Pellice (To)
tei., segr. tei. e fax 0121-91260
CORSI POMERIDIANI 1994/95
Lingua INGLESE
Corsi porr^eridiani e serali (4-10 persone) tutti i livelli con inizio ogni tre
mesi (30 ore a trimestre).
Lezioni individuali anche di livello avanzato o di mantenimento
Lezioni presso aziende o enti.
Inizio corsi da lunedì 17 ottobre 1994.
Lingua TEDESCA
Corsi aperti a studenti e adulti.
’ Le lezioni setttnanali di 1 ora, più un'ora di lettorato a settimane alterne SI terranno il mercoledì, dalle 16,30 in poi a partire dal 19 ottobre
1994 per un totale di 45 ore.
I corsi saranno per principianti, 1“ o 2“ livello e livello avanzato.
Lingua SPAGNOLA
Corsi aperti a studenti e adulti. Totale di 45 ore annue.
Lezioni settimanali di 1 ora e mezzo ciascuna, saranno tenute da
21 ottobrTl'ggr^'^^^''"^“^ '' P°'' a dal
Greco NEOTEST AMENT ARIO
Docente prof. Paola Coisson Cignoni (già docente alla Facoltà di teo1°7^30 ^ P'^evisto per mercoledì 19 ottobre alle ore
Il corso è della durata di 60 ore. minimo 4 studenti
Il libro utilizzato sarà:
^ Guida allo studio del greco del Nuovo Testamento
di Bruno Corsani, ed. Libreria Sacre Scritture, Roma.
Per inforrrìazioni telefonare in segreteria o lasciare un messaggio in segreteria telefonica, oppure scrivere via fax. Tel., seg. tei. e fax 0121-912%
29 settembre, giovedì —
BOBBIO PELLICE: Nel tempio valdese, alle 21, il coro della
Universitad nacional del Litoral
de Santa Fe (Argentina) presenterà un concerto su invito del coro alpino Valpellice.
29 settembre, giovedì —
TORRE PELLICE: Presso la
.sede della Bottega del possibile
in viale Trento, alle 21, si svolgerà una serata sul tema «Troppi,
troppo ricchi, troppo poveri», dedicato alla recente conferenza del
Cairo sulla popolazione e sullo
sviluppo. Intervengono l’economista Enrico Luzzati, il giornalista Enrico Peyretti e Antonella
Visintin dell’associazione culturale «Lidia Laverani Donini.
30 settembre, venerdì —
TORRE PELLICE: Nel tempio
valdese, alle 21, organizzato da
Radio Beckwith e dall’Anffas
(Associazione nazionale famiglie
fanciulli adulti subnormali), si
svolgerà un concerto del cantauore Pierangelo Bertoli. Prevendite presso Sibille hifì di Torre Pellice, Bonetto di.schi, Magic
Bus e Rogirò di Pinerolo. Top
Sound Saluzzo e Birreria L’Erbi
di Villar Perosa.
30 settembre, venerdì —
TORINO: Al Lingotto si inaugura, e resterà aperta fino al 3 ottobre, la mostra mercato di arte
moderna e contemporanea «Artissima», che attraverso 120
espositori presenterà il meglio
delle gallerie italiane e straniere.
Presente anche una sezione per
le opere dei giovani artisti, case
editrici specializzate, istituzioni
museali e fondazioni per l’arte
contemporanea.
1° ottobre, sabato — CUMIANA: Presso la sala incontri
delle scuole medie, alle 21, il
Gruppo teatro Pieve organizza
una serata col Gruppo teatro Angrogna che presenterà lo spettacolo «E mi chanto» canti e azioni
sceniche che mettono in sequenza quattro temi: il lavoro, l'amore, l’emigrazione e la guerra.
2 ottobre, domenica —
TORRE PELLICE: Presso la
sede deH’Esercito della .Salvezza,
in via Cavour 9. il commissario
F. Cachelin, ex responsabile
dell’Esercito della Salvezza in
Germania e in Gran Bretagna,
parlerà sul tema «Conosci veramente Gesù?». Gli incontri proseguono fino aH’8 ottobre alle
20,30. Dal 3 all’S ottobre, alle
16, Cachelin terrà anche uno studio biblico sull’Evangelo di Luca
2 ottobre, domenica — SALUZZO: Presso la Caserma
Musso si svolge una mostra di
francobolli e monete. Orario:
dalle 15 alle 20, sabato dalle 10
alle 12,30 e dalle 14 alle 23, domenica dalle 10 alle 12,30 e dalle 14,30 alle 20. Informazioni :
tei. 0175-43527.
5 ottobre, mercoledì —
TORRE PELLICE: Alle 20,30.
presso il Centro d’incontro, si
svolge la riunione mensile del
gruppo sul disagio psichico Diapsigra.
9 ottobre, domenica —
TORRE PELLICE: Alle 17,
presso la sala Paschetto del Centro culturale valdese, in via
Beckwith 3, si inaugura la mostra della scultrice Clotilde Ceriana Mayneri, dal titolo «Per
una notte che appare». Saranno
esposti «colages e libri d’artista
(feriali e festivi orario 15-18).
PRIVATO acquista mobili
vecchi-antichi e oggetti vari
Tel 0121-40181.
L'Eco Delle Valli Valdesi
Via Pio V, 15-10125 Torino
Tel. 011/655278
Via Repubbiica, 6 -10066
Torre Peiiice (TO)
tei/fax 0121/932166
Sped. in abb. post./50
Pubblicazione unitaria con Riforma
non può essere venduto separatamente
Reg. Tribunale di Pinerolo n. t75/60
Resp. Franco Giampiccoli
Stampa: La Ghisleriana Mondovì
Una copia L 1.300
nntro CI
USSL 42
CHISONE - GERMANA?
Guardia medica:
notturna, prefestiva, fesuv,,
Ospedale valdese, Pomar«. 1
tei. 81154
anmaJ
Guardia farmaceutica;
DOMENiCA 2 OTTOBRE
Ferrerò: Farmacia Vallettij
Via Monte Nero 27
848827
Viilar Perosa: Farmacia
Paoli - Via Nazionale 29 i
51017
Ambulanze:
Croce verde, Perosa: tei. 81ooo
Croce verde, Porte : tei. 201454
nc
'biie! Av
i soldi
¿nprato i
jie altra c
6ii)i- Era tu
tetto; dov
Iprossimo
%nte»- CI
provenien
lino dei
ioni di 1
iti, per dir
10, al ghf
Ìiytemo,
È qui
iinagg
del «g
ilio, avev
fare in 1
DOMENICA 2 OTTOBRE
Lusema San Giovanni: Far- teiecondÌ2
macia Vasario - Via Roma 19 ¡me al sole
(Airali),.tei. 909031 [arequalcoi
Ambulanze; ¡con quale
CRI - Torre Pellice, tei. 91996 | sopravv
Croce Verde - Bricherasio, tei, ¡fceperi
598790 ’ ' ìamo stati
fsiper
USSL 43-VALPELLICE'
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva;
telefono 932433
Guardia farmaceutica;
USSL 44 - PINEROLESE
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva;
Ospedale civile, Pinerolo tei
2331
Ambulanza:
Croce Verde, Pinerolo, tei
22664
SERVIZIO INFERMIERIS
dalle ore 8 alle 17, presso idistretti.
ona della
¡grati aft
così
iarazion
alla sti
preposte,
ie, Il cor
¡cante, h
lente in
com
ido fra
foco, a
SERVIZIO ELtAMBUI
telefono 118
Cinema
TORRE PELLICE cinema Trento propone, sabato, ore 20 e 22,10, domenica, ore 20 e 22,10, lunedì, ore
21,15,11 cliente.
BARGE — Il cinema Comunale ha in programma, venerdì, Troppo sole; sabato,
Mister Wonderfull; da domenica (ore 15, 17, 19, 21) a
'giovedì. Ace Ventura. Inizio
feriali, ore 21.
ftopo gli i
Uenon vi
non VI
iaveinbre ’Ç
e ne
PINEROLO — Il cinetna
Italia, da giovedì a mercoledì, propone, alla sala «Scento», Beverly Hills, coop 3 feriali 20,15 e 22,20; sabato
20,15 e 22,30; domenica
14.30, 16,15, 18,10, 20,15,
22,20. Alla sala «icento» è ii>
visione True lies, con Arnold
Swarzenegger; feriali ore
19,45 e 22,20, sabato 19,45 e
22.30, domenica 14,30,
17,10, 19,45, e 22,20.
PINEROLO — Dome
nica 2 ottobre, giornata co;
munitaria per l’inizio di
tutte le attività.
LUSERNA SAN GIOVANNI — Nel corso del
culto di domenica 2 ottobre, a cura del circuito,
verrà insediato il nuovo
pastore Claudio Pasqua»'
Sarà anche il culto di iu>'
zio delle attività e i catecumeni dei quattro ann'
sono invitati a trovarsi g|®
alle 9,30 alla sala Albani
per concordare gli
Per r occasione non vi sar
il culto agli Airali.
NINOf
11
IRE igXnì SETTEMBRE 1994
PAG. 7 RIFORMA
H.
'■ festiva;
’ornaretta;
Uro con gli immigrati di Villa Literno nel posto dove vivevano fino a ieri
Ghetto non c'è più: restano gli uomini
àllMA MAFFEI
ica;
FOBRe
Valletti;
27,
■nada Dt
'® 29, t^¡
!l- 81000
■ 201454
jjtire non è piu possibile! Avevo messo da
'tó soldi e avevo anche
iprato delle scarpe e
altra cosa per i miei
Era tutto lì, vicino al
letto; dovevo partire il
Lossimo ma ora non ho
Ènte». Chi parla è GilLveniente dal Burkina
uno dei tantissimi che
ioni di lavoro erano al,ti, per dirla con un eufejo, al ghetto grande di
[lùtemo, in provincia di
«a È qui da due anni e
«la maggior parte delle
festiva. «ghetto», quando
io, aveva intenzione di
lare in Italia solo per
Jdie stagione, pur sapendo
OBRE ijver affrontare grandi saini: Far- ¡decondizioni di vita du^oma 19 Ine al solo scopo di raciIjte qualcosa per tornare a
jcon qualche speranza in
11996 ili sopravvivenza per sua
rasio, tei.
Presentato dal governo il disegno di legge
L'Intesa battista inizia
l'iter parlamentare
festiva:
rolo, teli
olo, tel.1
ISSO I dM
jieeperi suoi sei figli.
Samo stati là nei giorni
(isi per renderci conto di
¡ina della situazione degli
¡grati africani dopo l’inlio, così da accostare le
Jarazioni ufficiali, rilate alla stampa dalle autopieposte, alla realtà delle
se, Il confronto è stato
:cante, lo scenario assolente impressionante: è
lo completamente tutto,
ido fra i resti anneriti
loco, accompagnati da
mesti abitanti del
Dopo l’incendio, i’interno dei campo di Viiia Literno
la comunità africana che
quella mattina non avevano
trovato lavoro nelle campagne circostanti, ci siamo resi
conto che in uno stanzone di
quella che una volta doveva
essere un cascinale abbandonato c’erano i ferri contorti di
quasi duecento reti, accostate
runa all’altra senza soluzione
di continuità, la maggior parte delle quali a castello.
Così via via anche per le ex
stalle e per la parte occupata
da roulotte, auto e rifugi di
fortuna. Il tutto circondato da
un fossato riempito a metà da
rifiuti (sui giornali avevano
detto che avevano mandato le
ruspe in agosto a pulire, e
poi?) dal quale fossato si po
E-n
me, salomeniedì, ore
na Coma, vesabato,
da do), 21) a
. Inizio
cinema
merco«5cenip 3 fe
sabato
nenica
20,15,
;0» è io
Arnold
di ore
19,456
14,30,
liimento cJella riconciliazione
bizìoni a scuola
iroblema aperto
iCO;
n di
del
itto
im
nni
NINO GULLOTTA
l^opo gli incontri su «Pace
Izenon violenza a scuola»
novembre ’93) e «Il conflitto
•Mola e nella società» (giu^o’94), alcune realtà del
^■•siciliano (Palermo, Riesi,
bellino) hanno organizzato
••terzo incontro a Riesi (9'•settembre ’94) sul tema
^punizione».
Icorso, diretto da Simonpetro Marchese, ha affronta®'6ol metodo dell’animazio®,6lie coinvolge tutti, parec™ problemi e ha messo in
'••'la coscienza di diversi
•tenti presenti. Si è constajo infatti come spesso la pu^one(che va dalla .semplice
Wata minacciosa alla scu•teiata) non è provocata dal
" "lo (anche se lui stesso
personalità da non sotmilitare, che non accetta
jjjf®'eri dei limiti), ma il più
^ Volte la punizione è pronta dall’adulto: o per una
.Concezione di disciplina
.tea 0 per alcuni suoi pretefclìé' ° stanchezza o
•on
»Pbl,
lo
vuole imporre regole
comprese né discusse, per
. cmi familiari che rendopver . hlno insicuro, per
le cause di un
"portamento negativo in
era superficiale, per pauP®‘'c^ere prestigio, per un
•sagion"’^^” affrontare il
dogli alunni, ecc.
punizione cioè non può
sentore la o una solupizi (spesso
•a fair configurare come
■ 'b)ento dell’azione edu
tedi
tepp
!'on
tezi
•o
»odi
ef:’quanto questi van
ammali e risniti in «Urr,
teiOi
I de risolti in altro
*"?n altri metodi. Cer
•onte
una situazione di
classe numerosa è ancor più
difficile operare sempre con
estrema lucidità e nella continua ricerca di strategie idonee
(i conflitti sono lì pressanti e
richiedono un intervento non
prorogabile!); tale consapevolezza non deve giustificare un
atteggiamento statico e sufficiente, ma deve porre in questione sia noi stessi come educatori (che siamo chiamati a
migliorare sempre più) sia come struttura e organizzazione
scolastica, che sovente non
aiuta l’insegnante a rapportarsi in maniera del tutto diversa.
D’altra parte, il compito
primario dell’insegnante è
quello di operare in maniera
educativa, cioè senza lasciar
fare e con fermezza quando le
situazioni la richiedono. Bisogna allora educare con fermezza, ma anche pel dialogo
ed evitando imposizioni recepite come immotivate.
Durante il corso si sono fatti esempi concreti, si è cercato di trovare qualche temporanea soluzione, ci sono stati
anche amichevoli e inevitabili
contrasti di valutazione, ma
sicuramente non si poteva assolutamente apporre un punto
fermo, perché il problema
delle punizioni rimane con la
sua realtà quotidiana e molte
questioni restano aperte.
Per questo si è deciso di rivederci ancora (forse in primavera) per un ulteriore confronto e per un maggior approccio al metodo nonviolento applicato a scuola (e si spera non solo lì!) affinché essa
non venga vissuta come una
realtà di imposizione, demotivante, ma un luogo di vita
piacevole socialmente e culturalmente costruttivo.
leva chiaramente vedere che il
ripiano occupato dal ghetto
non era in terra battuta, ma
esso stesso costituito da strati
di rifiuti ammassati. Un solo
rubinetto all’entrata del campo, ottenuto due settimane fa
dopo la visita della delegazione parlamentare dopo anni di
richieste cadute nel vuoto.
Niente acqua e elettricità,
d’altra parte anche nel piccolo
ghetto, un altro casolare abbandonato a un centinaio di
metri da quello dato alle fiamme, occupato attualmente da
2-300 persone (difficile dare
il numero esatto perfino da
parte degli occupanti stessi).
Ci si domanda, còme è ovvio, come sia possibile che
Campagna antimine
Non fermare
il girotondo
Pacifisti di tutta Italia si sono riuniti a Brescia il 23 e 25
settembre per «non fermare il
girotondo» delle manifestazioni contro la costruzione
delle mine antiuomo.
Nel mondo ogni giorno
muoiono 800 civili a causa
dello scoppio di una mina antiuomo. Gran parte di queste
mine sono «made in Italy» e
molte di esse arrivano da Castelnedolo (Bs), dove ha sede
la più importante fabbrica italiane di mine, la Valsella. 11
costo di una mina è estremamente basso, ma lo sminamento è cento volte più costoso. Si capisce così perché dopo le guerre le mine inesplose
rimangono al loro posto con
la loro carica di morte.
Dal 1980 è stata redatta
una convenzione internazionale sulle «armi indiscriminate» che però non è stata ratificata dal nostro paese. Su
iniziativa del senatore verde
Edo Ronchi, il 2 agosto è stato approvato dal Senato un
ordine del giorno che chiede
la moratoria della produzione
di mine. «Non è stato facile ha osservato Ronchi -; c’è
stato chi si è preoccupato
dell’indebolimento dell’industria nazionale nel commercio estero».
«La moratoria - ha aggiunto il sen. Francesco Notaris non intacca il nuovo modello
di difesa e la ricerca di nuovi
prototipi di mine continuerà
e la produzione verrà spostata all’estero». Di qui la necessità di continuare l’impegno pacifista per la riconversione dell’industria delle armi e per lo sminamento delle
aree in cui sono state collocate le mine. Un impegno
che prevede la continuazione
del girotondo pacifista intorno al mondo.
nel nostro paese si abbandoni
con tanta disinvoltura una comunità umana all’incuria e al
degrado. Come sia stato possibile dopo anni dall’assassinio di Jerry Masslo, avvenuto
nel 1989, che nessuno si sia
presa la briga di dare una sistemazione umana, se non dignitosa a giovani che hanno il
solo torto di esser venuti a lavorare per noi. Sono clandestini, perciò per la legge non
esistono, eppure esistono e
sono tollerati dalle autorità
perché fanno comodo a molti;
in primo luogo ai proprietari
terrieri che se ne servono impiegando la loro mano d’opera a basso costo (nelle campagne del Casertano e del Foggiano raccolgono pomodori e
mele mentre in Calabria, vicino a Rosamo, nei mesi invernali sono impiegati nella raccolta degli agrumi), in secondo luogo alla criminalità che
sul loro lavoro prende congrue tangenti e alla collettività
che vede sulle proprie tavole i
prodotti del loro lavoro.
Esistono per i doveri che
hanno, per il lavoro faticoso
che svolgono, ma non hanno
diritti, vivono nell’assoluta
precarietà sotto ricatto di essere espulsi quando non più
utili agli interessi dei loro vari «padroni». E in più vengono continuamente calunniati
dalla gente: «Sono tutti spacciatori». Simon mi ha detto:
«Qui nel ghetto di spacciatori
non ce ne sono; quando se ne
vede qualcuno, vengono da
fuori. Uno spacciatore non
può vivere qui, lui ha i soldi,
se viene qui noi lo riconosciamo subito, ma poi va via con
la sua macchina».
Ora il ghetto non c’è più: i
letti accalcati fino all’inverosimile, quei risparmi che non
potevano essere messi in banca perché ufficialmente i loro
possessori erano «non esistenti», le loro povere cose, le
coperte, gli indumenti, i loro
fornellini a gas e le loro lampade, tutto è irrimediabilmente perduto. Molto probabilmente qualcuno li voleva
cancellare del tutto da quella
terra inospitale, e forse ci è
riuscito; giovedì 22 settembre,
con nostra sorpresa, a parte
una camionetta piena di poliziotti, non c’era nessun altro.
Persa la ribalta dei riflettori di
questi giorni, è probabile che
la volubile indignazione dei
mass media di questi giorni si
volga da qualche altra parte e
come sempre, ancora una volta, gli africani di Villa Literno saranno abbandonati a se
stessi. A meno che..., a meno
che le parole giustizia e solidarietà per una volta non
prendano corpo in una realtà
concreta e la lotta per la dignità di ciascuno non divenga
costante impegno quotidiano.
Non c’è bisogno di essere in
molti, c’è bisogno però di essere molto caparbi. Vedremo.
L’Intesa tra la Repubblica
italiana e l’Unione cristiana
evangelica battista d’Italia
(Ucebi) riprende il suo iter
parlamentare. Il governo
Berlusconi, il 23 settembre
scorso, ha presentato alle Camere il «disegno di legge di
approvazione» del testo
dell’Intesa raggiunta. Come
si ricorderà l’Intesa battista
era stata firmata dal pastore
Franco Scaramuccia, allora
presidente dell’Ucebi e da
Giuliano Amato, allora presidente del Consiglio, il 29
marzo 1993. Successivamente il governo, il 23 aprile
1993, aveva presentato il relativo disegno di legge di approvazione. La conclusione
anticipata della legislatura
impediva poi alle Camere di
approvare l’Intesa.
Il nuovo governo non riteneva di ripresentare, come da
prassi consolidata, un identico disegno di legge all’inizio
della legislatura preferendo
esaminare attentamente il testo. Alcuni parlamentari sollecitavano poi il governo
all’adempimento costituzionale. La cosa è avvenuta il 23
settembre scorso. Il disegno
di legge passa perciò all’esame delle Camere che hanno
la possibilità di approvare o
non approvare, ma non di
modificare l’Intesa trattandosi di un accordo bilaterale.
Dopo l’approvazione dei due
rami del Parlamento e la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale, l’Intesa diverrà legge
dello stato.
Dopo la formalizzazione in
disegno di legge da parte del
Consiglio dei ministri dell’Intesa tra la Repubblica italiana
e rUcebi il vicepresidente
deirUcebi, il pastore Domenico Tomasetto, commentando il fatto ha detto: «I battisti
italiani apprendono con soddisfazione la notizia della
predisposizione e della presentazione al Parlamento da
parte del governo italiano del
disegno di legge relativo
all'approvazione dell’Intesa
firmata il 29 marzo 1993
dall’allora presidente del
Consiglio Giuliano Amato e
dal presidente dell’Ucebi,
Franco Scaramuccia. I battisti si augurano che il Parlamento, in considerazione anche del tempo trascorso dopo
la firma, trovi il modo di affrontare al più presto la discussione di tale disegno di
legge che, una volta approvato, consentirà di garantire la
loro identità di confessione
nei rapporti con lo stato italiano ai sensi dell’articolo 8, 3°
comma, della Costituzione».
CONTRAPPUNTO
IDOLATRIA
SALVATORE RAPISARDA
I giornali della metà di
settembre ci hanno comunicato la terribile notizia della morte della piccola Maria Ilenia, di due mesi, morta a Polistena nel
corso di una seduta esoreistica; ci hanno mostrato
immagini di croci, di madonne di Lourdes, di acque
benedette, di Padre Pio, di
San Francesco, assieme ad
altre immagini e segni
esoreistici; ci hanno anche
trascritto alcune preghiere
e formule esoreistiche con
citazioni del Nuovo Testamento. I giornali però hanno preferito parlare di rito
satanico.
I giudici di Palmi dovranno chiarire se nell’episodio di Polistena si sia
trattato di un rito satanico
col deliberato proposito di
uccidere una creatura indifesa, o se si sia trattato di
una riunione esoreistica finita male per imperizia ed
eccesso di zelo. Episodi di
questo genere, si è detto,
evidenziano ignoranza e
superstizione, ma sarebbe
anche il caso di ricordare il
ruolo di certi servizi televisivi miracolistici e l’influenza della cultura cattolica popolare. Dalla Calabria, ma non solo, ci sono
giunti servizi televisivi che
osannavano i miracoli di
santoni e santone. La tv ci
ha anche mostrato, con dovizie di particolari, numerosi episodi paranormali di
invasati, visionari ecc.
Si sa che la tv amplifica,
fa diventare reale tutto ciò
che passa attraverso gli
schermi; non ci meravigliamo, quindi, se certi fenomeni insoliti finiscono col
diventare estremamente comuni. C’è poi anche la cul
tura cattolica popolare che
ha giocato un ruolo a Polistena: chi, se non tale cultura, ha attribuito valore
miracolistico all’acqua di
Lourdes? E chi specula dal
punto di vista del prestigio,
dal punto di vista turistico
ed economico sui fenomeni
miracolistici, sui santuari,
sul feticismo dei souvenir
religiosi? Qui voglio dire
che la Chiesa cattolica ha
adottato sempre un atteggiamento ambiguo su tali
fenomeni in attesa, dice, di
constatarne la veridicità. E
così che si lascia libero
spazio alle sperimentazioni, alle fantasie, alle illusioni; poi però i fenomeni
montano e si consolidano
aspettative spirituali, (sic!)
e interessi economici. Questo atteggiamento è pericoloso e va denunciato al pari
dell’idolatria denunciata da
Paolo a Efeso (atti 19).
A quanti sono vittime
dell’occultp, a quanti hanno bisogno di certezze e
assicurazioni, vogliamo ricordare l’amore che Dio
ha mostrato nei nostri confronti. Il Signore non ci ha
lasciati in balia della paura, perché Cristo ha «spogliato i principati e le potestà» (Col. 2, 15), e nella
croce ha trionfato su tutte
le potenze del male che
pretendono di avere il controllo sui figli di Dio. Ora
ci è possibile dire con Paolo: «Io sono persuaso che
né morte, né vita, né angeli, né principati, né cose
presenti, né cose future, né
potestà, né altezze, né
profondità, né alcun’altra
creatura potranno separarci
dall’amore di Dio che è in
Cristo Gesù, nostro Signore» (Rom. 8, 38).
12
PAG. 8 RIFORMA
«PROTESTANTESIMO):
ESEGESI
E TEOLOGIA
ROSANNA CIARPA
L9 ultimo numero della
rivista Protestantesimo (49-1994), uscito in occasione dell’emeritazione
del prof. Bruno Corsani
dopo 32 anni di insegna• mento alla Facoltà di teologia,è dedicato quasi per
intero a / metodi dell’indagine sul Nuovo Testamento. Mi permetto di segnalarlo con particolare calore
(e di suggerirne la lettura),
per almeno due ragioni; in
primo luogo, per essere
questo volume un prezioso
contributo, complessivamente accessibile a esperti
e profani, su un tema giudicato in genere specialistico; in secondo luogo per il
taglio, in particolare di alcuni contributi, non soltanto descrittivo-metodologico ma problematico; in altre parole, perché mi sembra un tentativo ricco di
stimoli per capire non solo
il come dell’esegesi (strumenti e metodi), ma anche
il perché e il che cosa è
questa disciplina.
Il volume contiene, insieme a un’ampia panoramica
dei moderni metodi di lettura (narratologia, antropologia culturale, critica retorica), opera di autorevoli
studiosi, italiani e-stranieri,
alcuni contributi su temi
nodali, ai quali fatalmente
ogni indagine sul metodo
rimanda: il problema del
canone, il rapporto con 1’
ebraismo, le prospettive
aperte all’esegesi dai testi
gnostici di Nag Hammadi,
un esempio autorevole costituito da «Calvino esegeta
degli Atti degli apostoli».
Per non limitarmi a una
semplice segnalazione, né
potendo fermarmi qui in
una esposizione analitica,
mi sembra più utile sollevare due questioni. Una
prima osservazione riguarda lo straordinario progresso dell’esegesi biblica che
in questi ultimi decenni ha
spezzato il monopolio del
metodo storico-critico aprendosi a una varietà di
approcci che senza dubbio
arricchiscono di nuovi, a
volte impensati, punti di
vista, la comprensione del
testo; e il volume ne offre
una ricca esemplificazione.
Con questo tuttavia non si
vuole dire (né si dice) che
il metodo storico-critico
sia superato; al contrario,
esso resta lo strumento
scientifico primario per la
comprensione del testo in
quanto tale. Sono piuttosto
le nuove metodologie che
nascono ad integrare, arricchire, talvolta correggere il
tiro di un sistema di comprensione troppo schiacciato s\i\Yallora, sulle condizioni di produzione del
testo, più sensibile al mittente che al destinatario,
ovvero alla dialettica tra
l'uno e l’altro, tra Vantare
e il lettore.
E poi naturalmente vero
che anche il metodo storico-critico, come i nuovi
metodi, corre il rischio, per
così dire, di innamorarsi di
se stesso e delle proprie
tecniche, di «danzare intorno al testo» (D. Marguerat), dimenticandone l’oggetto più proprio, come coloro che «continuano ad
affilare il coltello senza
mai tagliare», per dirla con
Barth.
Giungiamo così al secondo problema: c’è dunque, al di là del metodo, un
oggetto, uno scopo dell’
esegesi, che non è pura tecnica. Che cosa cerca nel testo l’esegeta? Più precisamente, è l’esegesi una disciplina teologica? Ovvero, in che rapporto sta con
la teologia? Mi pare che il
nodo consista proprio nella
possibilità di tenere ferma
una qualità teologica dell’esegesi, quantomeno una
sua disponibilità ad affacciarsi sull’orizzonte della
teologia, da una parte, senza compromettere il carattere scientifico di una disciplina legata all’evidenza
storica, che in quanto tale
espunge ogni prospettiva
non connaturata al testo
(«ivi compresa la fede
dell’esegeta»... che si situa
«al livello di una indisponibile qualità personale»
[Strecker] ed è pertanto
inaccettabile); d’altra parte,
evitando di introdurvi forzature o pregiudiziali di carattere confessionale, legate cioè ad una o più confessioni religiose che ne stabiliscano autoritativamente
la conformità ad una tradizione autentica'.
Credo che una tale possibilità esista; io credo cioè
che tra l’esegesi dichiaratamente confessionale e l’esegesi puramente scientifica esista una valenza teologica dell’esegesi, che ne
coglie l’oggetto più proprio
e più specifico, la sostanza
di fede che il testo esprime;
ma questo è ancora insufficiente. Dire che un libro di
fede va letto calandosi nelle sue forme specifiche è
come dire che un libro di
economia va letto alla luce
e con la cognizione delle
teorie economiche che vi si
suppongono. Invece l’esegesi teologica mette in luce
l’intenzione profonda, la
sollecitazione teologica testimoniata e raccontata da
antichi credenti che ne hanno fatto l’esperienza; ancora oggi toma a interrogare,
sollecita, inquieta come
l’intramontabile quesito di
ogni esistenza intorno al
quale si può decidere.
Questo coinvolgimento,
questo legame costitutivo
tra testo e interprete comprometterà davvero la
scientificità dell’interpretazione? o non ne scoprirà
più profondi e complessi
livelli di significato, e non
meno corretti scientificamente? e in che rapportò si
troverà l’esegesi cosiddetta
scientifica con quella teologica, 0 con quella confessionale? Il rimando a
sempre nuovi quesiti esprime soltanto il mio imbarazzo a rispondervi.
venerdì 30 SETTFì^iar.
(I) A questo proposito può
risultare interessante la lettura
del documento della pontificia Commissione biblica su
«L’interpretazione della Bibbia nella Chiesa», uscito nell'
aprile del 1993 in occasione
del centenario dell’enciclica
«Providentissimus Deus» e del
cinquantenario della «Divino
afflante Spirito», dedicate
all’esegesi biblica.
V
E scomparso un mese fa lo scrittore e saggista che ottenne il Premio Nobel nel
Elias Canetti, ebreo e cittadino del mondo
libro d
GIOACHINO PISTONE
el mese di agosto, all’età
di 91 anni, si è spento
Elias Canotti. Benché il suo
nome non fosse molto noto al
grande pubblico letterario,
egli è sicuramente stato un
testimone straordinario del
nostro secolo. Ebbe un momento di notorietà quando gli
fu assegnato il Premio Nobel
per la letteratura nel 1981,
poi ritornò nell’ombra: scriveva molto, ma pubblicava
poco, non amava le luci dei
riflettori, le telecamere. Del
resto era, ed è, difficile persino definirlo: un romanziere
con la passione della filosofia? un saggista con una notevole capacità narrativa? un^
sociologo con il talento del
moralista? Canotti è stato
questo, ma è stato soprattutto
uno scrittore che ha messo al
centro della sua òpera la memoria e la parola.
Era nato nel 1905 a Rustschuk in Bulgaria, una piccola città sul basso Danubio,
dove «in un solo giorno si
potevano sentire sette o otto
lingue», da una famiglia
ebrea di origine spagnola.
Presto i Canotti emigrarono a
Londra poi, in seguito alla
morte del capofamiglia, si
trasferirono a Vienna e poi a
Zurigo. Elias completò gli
studi ancora a Vienna.
Questi anni sono narrati nei
due straordinari volumi della
sua autobiografia. La lingua
salvata e II frutto del fuoco.
«Con la sua prosa limpida,
tesa, vibrante in tutti i particolari, Canetti è qui risalito
ai suoi ricordi più remoti,
cercando di ritrovare nella
propria vita quella difficile
verità che solo il racconto
può dare» scriveva l’editore
italiano Adelphi presentando
il primo dei volumi.
Nel racconto della sua infanzia e adolescenza la memoria diventa scrittura, il ricordo si ferma su cene, personaggi, apparizioni che
mantengono intatta la loro vivezza. Il lettore sente, come
se fosse sua, l’emozione sospesa e irripetibile di ciò che
succede per la prima volta.
Leitmotiv di questo racconto,
ora palese ora quasi nascosto,
è il susseguirsi, l’accavallarsi, quasi il rincorrersi delle
diverse lingue che il piccolo
Canetti ascolta, e che diventano, in un certo senso, «pezzi» della sua identità; il ladino (dialetto ebraico-spagnolo
di origine medievale che è
lingua quotidiana, ma anche
tesoro custodito e trasmesso
nei secoli), l’ebraico delle liturgie festive, il turco e il
bulgaro ascoltati per strada,
l’inglese e infine il tedesco,
la lingua che Canetti userà
per scrivere le sue opere.
Il secondo volume è percorso da una sorta di fremito
di orrore di fronte allo scandalo del finire, dello scomparire inghiottiti dal tempo e
dalla morte. Le numerose figure che appaiono (da Kraus
a Brecht, dalla madre all’
amata Veza, da Grosz a Ba
bel) sono tratteggiate con indimenticabile intensità, quasi
volessero incidersi nella memoria e nella prosa con segno
profondo e indelebile. L’immensa forza del ricordo salva
queste voci; resistenza fisica
delle persone può finire, ma
le voci, diventate concrete, di
una durezza quasi marmorea
perché fissate nella scrittura,
sfuggono in qualche modo al
loro destino di morte. Questa
rivolta senza fine contro la
morte è la chiave di lettura, il
segreto della giovinezza di
Canetti.
Altro suo grande testo, frutto del lavoro di quasi quattro
decenni, è il voluminoso (circa 600 pagine) saggio Massa
e potere (il cui traduttore italiano fu non a caso Furio Jesi). Canetti non si propose di
offrire una nuova teoria da
aggiungere alle molte già esistenti su queste due parole
chiave del nostro tempo, non
amava la sistematicità teorica, che riteneva una sorta di
coazione a spiegare.
L’origine di questo saggio
è da ricercarsi nella partecipazione del giovane Canetti a
una manifestazione di protesta dopo l’assassinio di W.
Rathenau nel 1922 e nell’attrazione enigmatica, quasi
gravitazionale, che esercitò
su di lui la presenza della
«massa». L’elaborazione sui
due temi, opposti eppure inscindibili e continuamente richiamantisi, si concluse solo
nel 1960. Ciononostante Canetti ebbe a scrivere, a propo
sito della massa: «£
--. Ufip.
ma che mi ha perse^h
per tutta la parte mLk
della mia vita e, sepp^ ]
arrivato a qualcosa, K
mn nondimeno è Vejf
jries
occ
tale». La lettura di queste^
gine risulta affascinante* Savvisagli
o—--------- “‘‘“svinante,
temi svolti nulla hanno oe i<>" ^
di attualità e significato c
si conclude l’ultimo capii
«Non si potrà quindi L itisa®“®''
gere il sospetto che dietro insali’'"*;
ogni paranoia così conte liwlversi
ogni potere si annidi kt 1«1
desima profonda tendenti olini^"“’
desiderio di sopprimere 1^^^
altri per essere l’unico, »icaffl^nt
pure, nella sua forma più, |i>erale c
tigata e frequente, il ¿yX» è un ]
rio di servirsi degli altri%K'‘^‘
divenire l’unico con iVno#^ ì
aiuto». jnKZU»
Quella di Canetti è stj
anche attraverso le altre s
opere (basti ricordare que
che è forse il più celebrai °
suoi libri, il romanzo
CARLO I
dafé) una voce non gridai
talora sommessa, ma fermi
sicura, nel panorama cultui
le del ’900 europeo: il si
esercizio della memorial '
avuto un alto valore di tési
monianza nelle tormenta
vicende di questo nostro»
colò. La pacatezza dei sai
toni si è sempre accompa.
ta a un grande rigore morali
l’amore per la propria ii
tità particolare si *èsem|j
coniugato a una grande K ivo rifili
scienza cosmopolita; Canel : Sarfati
è stato, sempre e insieni P
l’ebreo di Rustschuk e ile scentre
ladino del mondo. 1 * oblici
ec) di b
ilitka di.
'iuta poli
danno
il sentii
ione,
imità.
a e non el
Duernila chilometri in Romania: elementi popolareschi negli affreschi dei monasteti
Gli strumenti dei profeti e i colori dei demoni
totroduzi
ibel libi
I le rig
netodolog
blteriori ri
pagnano
pe'è pren
i'attenzione
FEDERICA TOURN
Un detto popolare insegna
che non ci può essere un
monastero in un luogo brutto.
E infatti nessuno dei monasteri della Bucovina, nascosti
nelle montagne dei Carpazi o
nei pressi di Suceava, antica
capitale della Moldavia, fa
eccezione. Sono talmente
belli che quasi fa impressione
trovarseli davanti, magari alla fine di una strada più malmessa delle altre, o all’improvviso dietro una curva,
dopo aver seguito a passo
d’uomo pericolanti carri pieni di fieno, guidati da minuscoli bambini.
Costruiti nel XVI secolo, i
monasteri sono l’esempio più
imponente dell’architettura
moldava: le chiese conservate al loro centro hanno tutte il
medesimo impianto a pianta
tricora: il nàos, la stanza più
interna che cu.stodisce di solito l’altare, il prònao trasformato in camera sepolcrale e
il nartece, che funge da vestibolo, preceduto da un portico
esterno ad arcate. Neanche a
dirlo, le chiese sono in fase di
restauro, tardivamente forse,
perché dei bellissimi affreschi interni in genere non si è
conservato nulla, offuscati
come sono da una patina nerastra che la scarsa luce delle
finestre non permette certo di
diradare.
La caratteristica particolare
dell’arte moldava è la presenza di cicli di affreschi esterni,
eseguiti sempre nei XVI secolo sui muri di chiese coeve
o precedenti. Sono cicli di
pitture popolaresche, composizioni fantasiose che prediligono i colori accesi: oro, rosso, blu (e soprattutto il celebre azzurro della chiesa di
Voronet, unico al mondo) per
Il monastero sucevita
! «rifiuto I
de una risata, mostrando®reiai/ve;
denti irregolari. Da qualcMìrismo»,
anno gli ordini religiosi sojolw» e il luo;
rientrati in possesso dei brava ,
nasten e cercano in ogni
do delle sovvenzioni pei
inevitabili lavori di riatta
to; non è raro scorgere mol»j
che agli angoli della stri'
che chiedono soldi: i cotnifflil
sti avevano abolito gli on
contemplativi e trasformatoj
monasteri in musei,
nandoli all’incuria e ai p«®
visitatori.
Al Manastirea Moldovit^
™ «veri <
Vnnanti d.
<i delle cos
apri*
listicame
Igiudizial
Snto, di g
una monaca giovane,
do«
presentare alla fantasia dei fedeli demoni tentatori con facce caricaturali e profeti e apostoli che dovevano apparire
familiari al credente, perché
al posto dell’arpa e delle
trombe bibliche suonano la
cobza e il bucium, strumenti
popolari.
È mattina quando dalla
Transilvania passiamo in
Moldavia: intorno si vedono
campi coltivati, donne e uomini si allontanano dal centro
abitato, forse verso poderi
più lontani. Nel paese sono
rimaste delle vecchie, l’immancabile fazzoletto in testa,
sedute sulle panche davanti a
casa a guardare qualche bambino che gioca nei pressi.
Gruppi di oche attraversano
incuranti la strada; corpi buttati sotto un albero dormono
al riparo dal sole, magari in
una pausa di lavoro; il cavallo è legato al tronco e mastica tranquillo grossi ciuffi
d’erba. La povertà qui è meno appariscente rispetto alle
città, assume i toni morbidi
delle case bas.se ma dipinte a
colori vivaci (una sola lunga
fila ininterrotta che costeggia
la strada) tutte con un pezzetto di prato davanti o uno
stretto cortile che spesso serve anche da stalla.
Così arriviamo al Manastirea Dragomirna, il più recente dei monasteri, edificato nel
1609: infatti cresce lo slancio
verticale della chiesa a scapito della larghezza, come nei
templi armeno-georgiani.
Compare il brau, cordone in
pietra che circonda la chiesa a
rnetà altezza, tipico degli edifici locali del XVII secolo,
simbolo religioso e civile allo
stesso tempo, perché rappresenta la trinità e l’unione dei
tre voivodati romeni, Moldavia, Valacchia e Transilvania,
a quell’epoca insidiati e poi
conquistati dai turchi.
All’entrata ci accoglie una
monaca: non dice nulla, ci dà
il biglietto d’ingresso e intanto ci squadra per bene. Decide che così, in pantaloni corti,
siamo indecenti e ci consegna
due pesanti drappi neri da legarci ai fianchi. Dopo esserci
sistemati ci avviamo a piccoli
passi, come goffi pinguini,
verso la chiesa; lei continua a
guardarci e alla fine si conce
averci sentito parlare, si a'
cina dandoci un quaderni
in italiano «lasciato qui,
una sorella che adesso sto®
a Firenze». Dopo alcune p*
gine di grammatica un W
tema: la storia del monastéU
che noi ripercorriamo
passo sotto il suo sguardo« ‘‘^P''oble,
tento. Nel renderglielo,« r,,^?®^it)r
l’uscita, cerchiamo di ij”
qualcosa: lei parla un po Urtanti
italiano, per il resto ci art« del
giamo in francese. Le chtf ^Purso c
diamo della sorella che stu® ¡^Pre un
W '«eutibile (
®®ples
»idi
mai sta'
in Italia, e se lei _ ,
all’estero. Ci risponde di W j^ .Pl^ssit
sorridendo come si soiri® 7>cazioi
un’evidenza: non è mai sta«|^ tettuale
da nessuna parte.
Slei
(2 - contini^} anche
a poche
■^todeliT'
protestantesimo j^ia e dell
Italia suj
IN TV
Domenica 25 setfembra
tila
La
non lir
------- Pc
ore 23,30 circa - Raidu® 1 gh c
Replica: lunedì 3 olfobrél d®
ore 9>50 circa ■ Raidue d pi
Inttc
Dibattito in studio sul teaiL mbuito r
Quali spazi di
domani.
prop
loro
^Untolo
13
SETTEMBRE 1994
Cultura
PAG. 9 RIFORMA
«Eune^
seppur
osa,
'■^«1
li queste
scinante
ficato, (
no capit(
indi rejj
le dietro
sì Come
tenderli,
’>nimere
’unico,
‘'ma più
’’ il des,
ìli alili
on il noi
-Iti è sta
libro di Michele Sarfatti documenta e interpreta quei provvedimenti nefandi
riesame delle leggi fasciste contro gli ebrei
occasione di testimonianza e di monito
rtBLOOTTIKO
...uante eawisaglie di vario tipo,
lanno! ,„n escluse le esplicite
X- "WKjstazioni e pressioni
jali razziste o di specifiisemitismo, c’erano stadaU’inizio nel farragi.. co^-Wolversi del movimennidiki ripartito e del regime
■ miniano; e per lo meno
923 il «duce» aveva
'’^Miicamente affermato in
’’ siierale contesto: «Il fa0 è un fenomeno reli,a^i vaste proporzioni
¿che ed è il prodotto di
)ozza». Ma nell’euforia
’fflpena consumata con^altre^deirimpero, con le relarp nn re norme avverse al mecdebr Ao,so\o «il 1938 segnò
inzo A, ^“SSio da una complesin srida discriminatoria a
na ferm politica persecuto
nacull T"'’
leo-il mrantasettemila ebrei
emoria quinti italiani)»
reniti livivevano più o meno
orment mid<^^^tite» fiduciosi
noW lé tradizione della penisi dei sai ^ sentimento della po:ompam
tremoS f''«
,pna;j~lffl'e«mi ebrei».
PKOVVEßlMKim PER lai DIFESA DEtL.A RAJátA ItÌAÌIAKA
ik e ild
DsrvircjA
dille ulMdi di mi (Mi MMt c) daUIrl. U «il B.
17 ■mit» 1N»-S«n. •• un (11.
.. (juusnot tnaafrauu o comaoKuat
GänttfaUUt BOUililölw («toiomei nofltit putmiit«, * dato di noooit^} del It
Kdow, (»Hm » mio « HHiiooHdiiUto IDmltoto , . »........................ ....
qnorold« ooiooliio (ocuno «np»l dal deetmdiiB» oho piamito la dcoada»
lijal»*H>p«i«»ao<« ai InaotiaM ........................
«idìoUia »y»iiliaair.mto oMto ..................................
.J. «.it ìImU mA <il a n* Jtaà
tSoinlcUlo «
l«a doniuiDM eora|Mvu !• n« . . « # >
I n I jwih» .iKW'Cvu.i 1
ntUnei nicuoidt dello oalanda d
a Aldi ««Mll
.JoIinndivslKC
Ha la domai» «4 ffiu d
L'intestazione di un provvedimento razziaie
esempi àfinquadramento comrande a “''O t^ol misfatto, che Mia-Cane! e Sarfatti, assiduamente
insiemi ®nato presso la Fonda
e centro di documentat ebraica contemporanea
di Milano, delinea
itroduzione del suo rebel libro", anticipando
le rigorose avvertenletodologiche e le istanze
( ilteriori ricerche che ac
Ipgnano l’intera trattaiie'é premettendo altresì
intenzione critica del lettoli «ri/ÌMto di tre ipotesi in’neiative» - lo «Shoah$rismo», il «nazicentri)»eil luogo comune «itaii brava gente» - costi«veri e propri specchi
■ Aanti della realtà ejfet
iattan» 'nàlle cose» soprattutto se
Temo» ismte aprioristicamente o
la stralli ttlisticamente quali metri
conni»; Sgiudiziali di indagine e,
gli ordii tfpmto, di giudizio.
Formato i
strandoi 51
;iosi so»
) dei ffiOogniw
Abbiamo subito, pertanto,
e durante tutta la lettura motivi di ampia riflessione, non
scordando però mai anche a
proposito di questo tema tan-'
to áenso e pesantemente ammonitore, il compresente
rilievo dello stesso autore:
«Per un quinquennio la dittaturafascista condusse una vigorosa battaglia contro i diritti degli ebrei, abolendone
molti nella fase iniziale e alternando poi momenti di relativa pausa e nuove fasi di
indurimento. Successivamen-'
te, trascorsa la brevissima
estate a-mussoliniana del
1943 (...), dapprima gli occupanti tedeschi e poi anche la
fascista Repubblica sociale
italiana allargarono la battaglia alle vite stesse degli
ebrei» (pp 108 e 6-8).
Il volume è articolato in
due parti principali a dettagliato carattere analitico-documentario («Le prese di posizione di Mussolini» e «L’
impostazione della persecuzione»), seguite dalla rielaborazione di un precedente studio sul censimento degli
ebrei del 22 agosto 1938 capillare e tuttavia contraddittoria tappa, foriera di ben
più tragiche vicende e utilizzazioni, nell’avvlo del progetto antiebraico - e da un’
appendice riportante integralmente i testi ufficiali dei cinque più importanti documenti
normativi emanati nello stesso anno: per l’esattezza, quattro regi decreti rispettivamente «nei confronti degli ebrei
stranieri» (7-9-1938), per
l’arianizzazione della scuola
fascista (5-9 e 15-11), «per la
difesa della razza italiana»
(17-11); nonché la Dichiarazione sulla razza approvata
(non senza tortuosi itinerari,
come del resto altri provvedimenti) il 6 ottobre dal Gran
Consiglio del fascismo.
Ne scaturisce, sul ristretto
periodo dal 16 febbraio (data
della sibillina Informazione
diplomatica n. 14, configurante appena «uno schema
persecutorio dai contorni ancora non precisati»', cfr. p.
90 e per il testo pp 17-18) al
novembre successivo, un esame problematico che va di
certo al di là della semplice e
pur perspicua cronaca dei fatti, non trascurando per cenni
le opportune dilatazioni temporali e gli essenziali richiami alla coeva «travolgente
spirale» di differenziate misure persecutorie in ambito
continentale generanti «per
loro stessa opera», malgrado
le tuttora parziali e sovente
solo indirette influenze naziste, le crescenti fluttuazioni
dell’ebraismo europeo (pp
81-87): esame che, peraltro,
vuol mantenere centrale l’intento propositivo di argomentare «una prima ricostruzione
fattuale dell’elaborazione da
parte di Mussolini nel corso
del 1938 dell’impostazione
da dare alla legislazione antiebraica in Italia» (p. 81) e
di denunciare parimenti senza mezzi termini, unitamente
ai diffusi fenomeni di complicità (si pensi a Bottai per
l’epurazione nelle istituzioni
scolastiche, o ai coestensori
del «Manifesto degli scienziati razzisti», o agli antisemiti di sempre come Preziosi
o Interlandi), al «meccanismo
di emulazione dal basso» (p.
148) ingranato nell’amministrazione, al silenzio e all’acquiescenza in tanti comuni
cittadini, la centralità del ruolo personale del dittatore
«nella decisione di rendere
l’Italia antisemita e nella direzione generale della politica persecutoria» (p. 6).
La ricca trattazione, illustrando tra l’altro il processo
a dir poco non lineare di quei
mesi minacciosi, ne esplora
abbondantemente le contraddizioni e le sintomatiche modificazioni di criteri e di fini
passate attraverso tre successivi modelli legislativi. I meriti della ricerca di Sarfatti,
certo da continuare, come altre indagini di analogo respiro
quale per esempio, nella me(iesima collana editoriale, il
volume L’ebreo in oggetto
curato da Fabio Levi per
l’ambiente torinese dal 1938
al 1943, non si limitano all’
informazione, così importante
tanto più oggi, e alla documentazione ma si inserisce
egregiamente tra gli apporti di
studio e di testimonianza apparsi in particolare nel cinquantenario delle leggi antiebraiche in Italia e proseguiti
negli anni seguenti; e soprattutto risponde anch’esso a
quell’imperativo della memoria (Zakhòr!) che la Bibbia e
la cultura dell’ebraismo hanno trasmesso all’umanità.
(*) Michele Sarfatti, Mussolini contro gli ebrei. Cronaca
dell’elaborazione delle leggi del
1938. Torino, Silvio Zamorani
editore, 1994, pp 199, £ 30.000.
¡scomparso due settimane fa il grande filosofo della scienza del nostro secolo
(ari Popper e la verificabilità della scienza
benè una delle
Jì-berto bragaclia
&/Vsiamo studiosi
j r- 1 A,* di certe materie
problemi»: è una______
sio, ^^^azioni più tipiche di
di dtf R. Popper, uno dei più
ipo’® Tonanti filosofi della
i artf del nostro secolo,
e chj? *®Parso di recente. Certo,
e stii® *nipre un’operazione assai
ai sW® outibiie quella di ridurre
: di"''''^.P^ossità, sottigliezze,
,rridei Wicazioni di un percorso
ai durato un’intera
, .epoche formule a effetto
mtiid^ ̣h poche
_____ ® quasi impossibile dar
kif\ ricchezza dell’au
® della spregiudicatez.Il ® ^ suggestione e anche
: linearità,
ibt® polemica originaria
idu® i .’’o gli empiristi e eoìbre P^sti del Circolo di Viendue ' b il predominio (in fonHffl# ttriR teorico) da loro
spiegazione
^ Iti Otn^^n^ ? ^ enunciati
Sfg fece molto scal* ^ portata innovativa
^1 P'^°P9ste popperiane,
sti 'udubbia funzione
utiolo e svecchiamento.
A partire dalla sua prima opera, che rimane una delle più
importanti se non la più importante, La logica della scoperta scientifica (pubblicata
nel 1934 in tedesco e rivista
varie volte in successive edizioni inglesi fino al 1972),
Popper si interessa di come la
scienza possa avanzare, di come le teorie scientifiche possano essere sempre migliorate, di come si possa distinguere con sempre maggiore
chiarezza la scienza da ciò
che scienza non è.
Popper non si dà un punto
di partenza privilegiato, non
formule prefissate, non esiste
un predominio dei fatti sulla
teoria. Il cosiddetto «razionalismo critico» da lui invocato
deve mettere alla prova congetture, proposte, teorie nel
modo più rigoroso possibile,
escogitando sempre nuove
tecniche di indagine. Le teorie vengono confrontate, e a
volte fatte scontrare tra loro,
affinché quella al momento
più «forte» (più ricca di fatti
da verificare, più coerente,
più stimolante, più controversa) possa infine prevalere: in
qualche modo si tratta di applicare anche alla scelta delle
teorie scientifiche una sorta
di selezione darwiniana.
La contraddizione (all’intemo di una stessa teoria o tra
teorie diverse) è utile se spinge al suo superamento, ulteriore passo avanti verso una
maggiore conoscenza del
mondo. Conoscenza che è aumentabile ma mai in modo
definitivo: tuttavia, che la verità non si possa raggiungere
una volta per tutte non significa che non sia avvicinabile
coscientemente e razionalmente, che non si possano
escogitare dei sistemi per valutare il contenuto di verità
delle teorie scientifiche (il riferimento primo è alla teoria
corrispondentista tarskiana) e
quindi per proporne una sorta
di graduatoria.
La ricerca di ipotesi sempre
nuove, spregiuclicate eppure
controllabili, la necessità di
una costante proliferazione di
teorie rivali che forniscano
nuovi problemi all’indagine
degli scienziati: tutto questo
serve soprattutto a liberarsi
dalle pretese dogmatiche e
pseudoscientifiche dei grandi
sistemi filosofici complessivi (platonismo, hegelismo,
marxismo) e dagli elementi
paralizzanti e fuorvianti dei
vari empirismi (l’induttivismo in primo luogo, nelle sue
varie forme). Tuttavia un simile liberalismo teorico ha finito per trasformarsi in Popper in una sorta di rigidità e
quasi di dogmatismo, di autoritarismo paternalista, riscontrabili, a mio parere, soprattutto quando si sono dovute
lasciare le enunciazioni teoriche per fare i conti con esemplificazioni e applicazioni
pratiche. Curioso destino per
un pensatore che ha contribuito a svecchiare e a rendere
maggiormente interessante e
fecondo il dibattito filosofico
nel nostro tempo.
In coincidenza con la
scomparsa del filosofo è apparso in Italia un suo testo
(pubblicato nella rivista «Reset» di settembre) di denuncia
della violenza veicolata dalla
televisione a danno dei bambini: Popper era stato infatti
anche psicologo nella prima
fase della carriera.
CENTRO CULTURALE VALDESE
La scuola
e la laicità
MARCO ROSTAN
Uno stimolo alla riflessione e all’impegno
sui temi della laicità, con
particolare attenzione alla
scuola, viene lanciato dal
Centro culturale valdese in
una lettera inviata agli altri
Centri, agli esecutivi delle
chiese valdesi, metodiste e
battiste^ alla Facoltà di teologia. E una conseguenza
del convegno che il Centro
stesso ha organizzato in
agosto a Torre Pellice, nel
corso del quale Giorgio
Tourn ha proposto una rilettura delle famose «tesi»
elaborate nelle Giornate
teologiche del Ciabas del
2-3 settembre 1943 sui rapporti fra chiese e stato; nel
dibattito che è seguito ci si
è poi soffermati ampiamente sulle recenti proposte riguardanti la scuola
pubblica e la scuola privata
(v. Riforma n. 35).
La lettera del Centro culturale sottolinea la necessità che nel corso dell’anno, all’interno del mondo
protestante, resti viva l’attenzione su questo téma
per fornire contributi e proposte; come è noto la prima provocazione è stata
fatta con il documento proveniente da area Pds e sottoscritto da vari intellettuali, che il nostro settimanale
ha pubblicato sul n. 31, sul
quale si è aperto anche sul
giornale un dibattito: nei
confronti del documento il
giudizio è piuttosto critico,
si riconosce che i problemi
sollevati sono reali ma si
ha l’impressione che esso
si muova più in una logica
di possibili alleanze (da
parte del Pds) con il mondo
cattolico che non a partire
da una seria valutazione
della scuola pubblica. La
lettera del Centro segnala,
al riguardo, anche il materiale elaborato dal seminario tenutosi a Agape a cura
della Cgil-scuola di Pinerolo ai primi di settembre
(vedi Riforma n. 35).
L’altro punto su cui si
sollecita una riflessione
all’interno del mondo protestante riguarda la questione dell’insegnamento
religioso nelle scuole. Si
avverte infatti l’esigenza di
passare da quella che è stata la dura e indispensabile
battaglia contro l’invadenza deirirc (insegnamento
religioso cattolico) nella
scuola a proposte in positivo. Non è infatti pensabile
di rimanere indifferenti di
fronte all’ignoranza e alla
disinformazione che dominano nella scuola al riguardo dei fatti religiosi; e poiché sembra assai difficile
che l’insegnamento cattolico venga, a un certo punto,
collocato in orario aggiuntivo, sarebbe necessario
pensare a proporre un modo diverso di affrontare le
religioni, nella loro storia e
nel loro dato attuale, fruibile da tutti gli alunni e non
solo da quelli che non si
avvalgono dell’Ire.
Si tratta di un questione
certamente enorme, ma essenziale per la comprensione della storia umana, rispetto alla quale è difficile
che i cosiddetti «laici» si
muovano: che cosa vogliono fare i protestanti? Assistere passivamente o aprire
un nuovo fronte culturale,
proprio in nome della laicità e del pluralismo nella
scuola pubblica, la cui qualità va oggi difesa e potenziata?
La lettera del Centro culturale valdese invita quanti,
nel corso dell’anno, lavoreranno su questi temi, a inviare eventuali materiali al
Centro stesso o alla Commissione per i rapporti fra
chiese e stato (presso la
Tavola valdese), nella quale si è costituito un apposito «gruppo scuola».
Musica
Debutto di una voce nuova
Un grande successo ha ottenuto 1’ 11 settembre al teatro «Caio
Melisso» di Spoleto il soprano Anais Lee Chiesa, una sorella
della Chiesa metodista di Roma, nel ruolo di protagonista in due
opere contemporanee in prima esecuzione mondiale, Ligeia di
Augusta Read Thomas e Anacleto Morones di Viktor Rasgado,
vincitrici del concorso internazionale «Orpheus 1994». Anais
Lee Chiesa, vincitrice del concorso «Voci nuove» di quest’anno, ha cosi debuttato in Italia in due lavori di grande difficoltà,
sotto la regia di Luca Ronconi, che ha scavato nei testi con genialità. 11 soprano è stato Ligeia nell’omonima opera, mostrando
grande versatilità sia vocale che scenica nella ricostruzione di
un momento cruciale della tormentata esistenza dello scrittore
Edgar Allan Poe: Ligeia è un suo personaggio simbolico, una
specie di presenza spirituale mandata dal cielo a soccorrere il
poeta nel momento di massima crisi, per ridargli l’ispirazione.
La seconda opera è ambientata in un Messico atemporale, ed è
tutta giocata tra sensualismo e fanatismo religioso attorno alla
doppia figura del santone. La cantante impersonava Huerfena,
con straordinaria delicatezza di canto e introspezione psicologica. Le due opere, a cui hanno preso parte un ottimo cast di voci
e due formazioni corale e orchestrale inglesi, sono state dirette
rispettivamente da Giampiero Taverna, grande interprete della
musica contemporanea italiana, e da Mark Litz-Gerald.
Appuntamenti
Venerdì 30 settembre — CASERTA: Alle ore 19, nella sala consiliare della Provincia, il past. Giorgio Bouchard parla
sul tema: «Alle radici della società americana. Puritanesimo e
democrazia in America».
14
PAG. 10 RIFORMA
Argomenti
VENERDÌ 30 SETT^pj Li 30 SE
Conferenza sulla psicologia a Treviso
Il senso della vita
e cura pastorale
SERGIO COZZI
E abbastanza frequente
sentir parlare nella nostra società di crollo di valori
e di mancanza di significato
della vita con riferimento, soprattutto, alle giovani generazioni. Molto meno frequente
è invece, perfino nel nostro
ambiente evangelico, avere
l’occasione di un approfondimento di questi problemi tanto importanti: nel Triveneto,
tuttavia, questa opportunità si
è presentata grazie all’iniziativa della Chiesa evangelica
valdese e metodista di Venezia-Mestre, sotto gli auspici
della Federazione regionale
delle chiese evangeliche, che
ha promosso un’interessante
conferenza il 17 settembre in
una sala comunale di Treviso. Relatrice è stata la pastora
battista e psicoioga Adriana
Gavina di Roma, che ha saputo trattare il tema oltre che
con competenza anche con
taglio di testimonianza spirituale, senza tuttavia scivolare
nel confessionalismo.
Da Freud a Franici; da Capra a Fromm, la dottoressa
Gavina ha guidato un pubblico attento e numeroso attraverso le linee fondamentali di
una scienza sempre in forte
evoluzione, e per questo sempre affascinante, come è la
psicologia, soprattutto nelle
sue applicazioni psichiatrica e
sociologica. Al di là dell’inte
resse generale del tema.
il
merito della relatrice è stato
quello di aver saputo dare ai
presenti non solo delle nozioni teoriche, ma delle indicazioni pratiche, anche a livello
di cura pastorale, per aiutarci
a superare quel senso di frammentazione così presente e
deleterio nella nostra mentalità occidentale di impronta
cartesiana, matrice di tante
nevrosi e del disorientamento
che affliggono la nostra umanità, per spingerci gradatamente a una concezione «olistica» (unitaria) dell’essere
umano e della sua esistenza,
l’unica che possa contribuire
a far sì che la vita umana torni a arricchirsi di tutti quei
valori autentici di cui questa
nostra civiltà l’ha svuotata,
condannando le nuove generazioni a un’esistenza improntata all’insignificanza.
Da parte nostra vogliamo
sperare che altre comunità e
Centri culturali evangelici
sentano l’urgenza e l’impegno di una riflessione su questi problemi così brucianti
nel nostro tempo (i baby killer sono alle porte!) e vogliamo altresì sperare che si trovino degli organizzatori eapafci di preparare questi incontri per un pubblico più
vasto ancora di quello delle
nostre comunità, come molto
bene hanno saputo fare quelli
di Treviso (in particolare il
dottor Morpurgo, al quale si
deve buona parte della riuscita dell’iniziativa).
Centro culturale protestante di Bergamo
La modernità
di Giovanni Calvino
Il Centro culturale protestante di Bergamo inizia la
sua attività per l’anno 199495 eon úna prolusione che
sarà tenuta sabato 15 ottobre,
alle ore 16, presso l’ex sala
consiliare (via Tasso 4) da
Aldo Comba, pastore valdese
emerito, fino a quest’anno titolare della Comunità riformata italiana di Ginevra. Argomento della conferenza
sarà «Modernità di Giovanni
Calvino».
Parlare del riformatore oggi
in Italia richiede di sfatare
preliminarmente alcune radicatissime leggende; Calvino
dogmatico. In realtà Calvino
era essenzialmente un esegeta, un interprete della Scrittura, talvolta persino ineoerente
sul piano teorico pur di seguire da vieino la Scrittura; Calvino «dittatore». Fino a meno
di cinque anni dalla morte
Calvino non aveva neppure la
cittadinanza ginevrina: non
aveva né l’elettorato attivo né
quello passivo, formalmente
era uno straniero al servizio
della Repubblica e la sua autorità dipendeva solo dal consenso della maggioranza.
Si tende poi a considerare
Calvino responsabile del rogo
di Serveto. Una frase di Benedetto Croce dice: «Calvino
è un uomo del suo secolo: diviso tra il mondo moderno e
il Medioevo. Al mondo moderno ha dato alcuni apporti
importanti ed estremamente
positivi». La Scrittura:
Giovanni Calvino
non
più un centone di «dieta probantia», ma un testo da leggere per quel ehe vuol dire; una
percezione dell’uguaglianza
di uomo e donna che, pur
temperata dai eostumi del
tempo, si afferma nel riconoscere per lo meno parità nel
campo dell’adulterio e del divorzio; soprattutto un’etica
che, attraverso il concetto del
«tertius usus legis», invita il
credente a non ritirarsi dal
mondo, né nel convento, né
nell’interiorità, ma a agire responsabilmente nella società.
Nell’attuale situazione socio-politica dell’Italia e dell’Occidente quest’ultimo
concetto è di sconcertante attualità, ma soprattutto di necessaria immediata applicazione per evitare pericolose
regressioni.
INIZIATIVA PER I LEHORI DI RIFORMA
Il 31 ottobre di ogni anno le chiese protestanti di tutto il mondo ricordano l’anniversario della Riforma iniziata nel 1517.
La redazióne di Riforma offre a quanti sono interessati a conoscere meglio la figura di Martin Lutero ,e la
storia deH’anabattismo, l’esperienza più radicale del movimento riformatore, la possibilità di acquistare a prezzo
fortemente scontato questi volumi fondamentali:
James Atkinson, Lutero - la parola scatenata.
L’uomo e il pensiero, pp 490, L. 48.000, scontato
L. 24.000.
La migliore biografia di Lutero esistente in Italia che,
con linguaggio comprensibile per chiunque, spiega le
ragioni che diedero inizio, e rendono ancora attuale, la
Riforma.
Umberto Stagnaro, L’uomo di Wittenberg. Lutero
e la nascita della Riforma protestante, pp 160 in formato 24x34, L. 30.000, scontato L. 15.000.
Fumetti artistici con la consulenza di Paolo Ricca e
Giorgio Tourn. Un’attenta ricerca iconografica che può
avvicinare il grande pubblico, e in particolare insegnanti e studenti, alle origini della Riforma. Il libro contiene
una litografia firmata dall’autore.
Ugo Gastaldi, Storia dell'anabattismo/1: dalle origini a Münster (1525-1535), pp 654 -t- 44 tavole, 24
illustrazioni, 11 cartine, L. 76.000, scontato L.
38.000.
Ugo Gastaldi, Storia dell’anabattismo/2: da Münster (1535) ai giorni nostri, pp IX -f- 856 -i- 32 tavole
con 52 illustrazioni e 19 cartine. L. 80.000, scontato
L. 40.000.
E la prima storia universale, completa e organica, del
grande movimento di dissenso espresso dall’ala più radicale della Riforma e dei movimenti che ne derivano
in tutti i paesi europei, Italia compresa, fino ai giorni
nostri. I volumi sono acquistabili separatamente.
A chi acquista* tutti e quattro i volumi verrà applicato
un ulteriore sconto: L. 115.000 anziché 117.000.
Tutti i libri verranno recapitati a domicilio con contrassegno senza alcun aggravio di spese postali.
L offerta è valida solo fino al 1® novembre
1994 e per invii in Italia.
I volumi devono essere ordinati esclusivamente alla nostra redazione con lettera (via Pio
V, 15 - 10125 Torino - Fax 011-657542) o
per telefono 011-655278.
Dibattito su «una nuova i(Jea ó\ scuola]
Scuola pubblica?
Purché statale
¡segni
(orali
al past
Pubblichiamo qui la pre.sa di posizione di alcuni den
opposizione in merito al documento «Una nuova idea
.scuola» (cfr. Riforma n. 31 pag. 10). 1 deputati che hanL
toscritto .sono Adriano Vignali (Rifondazione comunisti
Rita Commisso (Re), Famiano Crucianelli (Re), gJ
Nappi (Re), Valerio Calzolaio (Gruppo progressista fedii
[Gpf]), Fulvia Bandoli (Gpf), Mauro Paissan (Gpf) pi
Danieli (Gpf). Enrico Boselìi (Gpf), Luciana Sbarbati (gì
misto [GmJ), Eugenio Duca (Gpf), Salvatore Vozza (Gnfll
nis Ugolini (Gm), Giuseppe Giulietti (Re). ■
La scuola italiana è stata al
centro della discussione in
campagna elettorale per le
proposte di privatizzazione
che venivano dal polo delle
libertà. Se ne è molto discusso; candidati ed eletti hanno
contratto un patto con gli
elettori e si sono vincolati a
un accordo programmatico. 11
dibattito che si è riaperto dopo le elezioni rischia di non
corrispondere alle reali esigenze di miglioramento della
scuola italiana, e di non costituire un contributo positivo
rispetto alla richiesta di dare
oggi, in questa fase storica,
alla scuola italiana il ruolo
centrale che le spetta rispetto
alle trasformazioni in corso.
1) È vero che la scuola italiana sta subendo negli ultimi
anni un forte processo di degrado (spia eloquente ne sono
anche i moltissimi pensionamenti di quest’anno), ma di
questo vi sono precise responsabilità politiche, soprattutto della De e di quelle forze che l’hanno sostenuta. In
secondo luogo vi sono stati e
vi sono anche fatti diversi e
in controtendenza: la spinta,
in varie zone del paese, ad allargare il diritto scolastico ed
educativo anche agli asili nido e alla scuola materna, le
esperienze più significative di
partecipazione democratica,
ie molte realtà di base dove,
pur tra molte difficoltà, si
continua a fare seria sperimentazione e innovazione in
tutti gli ordini di scuola, il
dialogo aperto, realizzato anche durante le autogestioni
dei mesi scorsi, tra docenti e
studenti per realizzare una
formazione critica e aderente
alla realtà contemporanea.
Tutto questo ricco tessuto
sperimentale e partecipavo,
pur con i suoi limiti, ha reso
possibile anche la manifestazione del 29 maggio scorso,
con il suo vasto pluralismo di
esperienze territoriali, associative, sindacali e politiche.
2) Non prediamo che l’itinerario per restituire credibilità e qualità formativa alla
scuola italiana sia quello di
privatizzarla in modo globale
o parziale. Le formule su
«pari dignità» tra scuola pubblica e scuola privata sono
del tutto fuorvianti, perché
anzitutto non si misurano con
la situazione concreta, e rappresentano uno strappo forte
al ruolo che nella Costituzione si assegna alla .scuola. Un
nuovo rejgime educativo e
culturale, in cui si esprimesse
una competizione preliminare
tra istituzioni educative diverse, isolate e definite costitutivamente dalle appartenenze
ideologiche, rappresenterebbe
un colpo rispetto ad un progetto di società pacifica, tollerante e multiculturale, che
si può realizzare solo se durante tutto il percorso formativo sin dall’inizio, i ragazzi
si confrontano e si incontrano
dentro la stessa istituzione
formativa, pubblica e statale.
Cercare poi forme di aiuto
economico per la scuola privata in questo momento,
rnentre è in corso una politica
di razionalizzazione che colpisce duramente classi, orga
frontato
locrisie;
(Qfi italian
lovrebbei
icomunqu
[¡dei past
le il paste
:iite paci
Sf Svizzera
tgli stipei
SDsistenti
[lanche a i
jea in Ita
sto, si cl
[pastore ita
' poco?, e
le fa? I
di atti
nici e risorse e mentre J
verno si appresta a effe]
ulteriori tagli, significa
lerare pesantemente il „
do della scuola pubblica"
struire l’idea della privai
zione, come già avvieneii
tri settori sociali decisivi! fishe ai
dia, sanità, assistenza) a feciplina
alternativa a un sistema àa un pa
blico scadente e ineffici i»^i)uindi,
Inoltre non ci sono affam loper que:
momento attuale, garai ii dovrei
vere che nella scuola pii óone, ci
vi sia il rispetto effettivi i
fondamentali diritti sat funerali,
dalla Costituzione (diritti ®e che cl
dacali dei lavoratori, effei jlia o ne t
pluralismo ideale per i doo tprescind
ti e per gli utenti). ione speci
3) Noi crediamo che sia iuùl
altro il percorso per rilanci W™prie
il ruolo forte e decisivo à ifempo c
scuola italiana. Intanto, Iteri, gii
realizzare qui e ora FartlfP’^
della Costituzione, ci voi
no consistenti risorse
stinare alla scuola; pei
proprio a partire dagli
do e dalla scuola materni
scuola non è solo un dini
educativo ma un diritto s
le decisivo, quello che assi
ra davvero, almeno n
punto di partenza, l’effettì -...
eguaglianza di tutti i citta! l’impegn
italiani. Siccome però sappi Pastorali
mo. che non esiste per noi roteic
eguaglianza dei risultatili« Wpere
pure nel ciclo dell’obbliji isvaccan
sono necessarie risorse aà pe»), cer
^tre attiv
icomitat
iti, distr
rione, i
[falla tele
_tre COS'
ìcadenz
ale e, 1
RSono
guate per raggiungere quest sulbilanc
"accordo
%Pio\
%Forii
obiettivo.
Noi vogliamo una scuo itBensi
di tutti i cittadini, per tati ®l’allog]
cittadini. Poiché tale scud a,ita in
per l’entità delie risorseei ^Bimi;
personale impegnato è
ampia realtà sociale dt .
se, essa deve funzionare iuj
gralmente, cioè essere a»
sposizione della società ¡g
cui è inserita per tutte qui
esperienze e iniziative®
insieme, scuola e couiunl
locale, concorderanno.
sta è la pratica positiva®
l’autonomia intesa, «
si esprimevano anche jd« fViaRei
ti delegati nel ’74 conte®
razione tra scuola e contuU
Certo tale autonomiuf iaitor|.
davvero realizzarsi se p>® «usetto
mente si realizzerà l’aU®'
mia didattica, organizzub''W ■ Lis,
finanziaria delle realtà s®
stiche, con una nforntaf
fonda degli organi colle?
Deve essere modificato
rimpianto centralistico
scuola italiana, a pari'f®_
ministero della Pubbli
struzione, bisogna valon
il rapporto e il
le componenti scolastic» ;
sogna ripensare il rappod"
scuola e realtà sociale' Noi crediamo che su tl . zio
linea vada rilanciata la *
italiana, come fondant «trai
struttura che garantisce Wativ
mazione di cittadini co
voli e responsabiligliamo scommettere e ^
gnarci per una scuola P j
ca qualificata, capace
mare cittadini
tivi della vita democra»^ Wpajic
quest’opera intendiaiu mici;
mare, per un impega® J»èiinu
ne. ,u«i coloro che rgg
sapevoh di ciò che i
può e deve essere in^,
fase della società ed
politica italiana-
15
I ctnSETTEMBRE 1994
Pagina Dei
PAG. 1 1 RIFORMA
lorale
mentre J
al pastore Bensì di
fiontato il problema
widepuu ipocrisie; gli stipendi
'a idea l «ri italiani, cosi intervie/la«! jovrebbero essere uiiunista li 0comunque equiparati,
), Giani lidei pastori europei.
istafeder j,e il pastore Bensì ab'Gnf) p, acflte paesi come Gerrbatifcl {Svizzera dove, come
’za (Gnfi gli stipendi pastorali
^•Insistenti e farebbero
anche a un funziona
iin Italia.
ta a effet»isto, si chiede Bensì,
ignifica» [pastore italiano guadalente il d® poco?, e con tutto il
pubblicale fa? Bensi elenca
Ila privatìliise d' attività (alcune
avviene il W ®cmo oscure co
1 decisivi! Wite ai disordinati e
stenza)o jisciplinati) che se non
sistemai ;daun pastore «consa
2 inefficie ¡»^qaindb concreto,
ano affati! «per questo) non capiile, garai lidovrebbe svolgere:
'Cuoia pri none, catechesi, visite
0 effettivi “alati, ai^ vecchi, bat
liritti saa funerali. È fuor di dine (diritti ! lue che chiunque ne abitori, effeii pa o ne avverta il bisoe per idee iprescindere dalla prei). ione specifica, può atti
mo che sia «tal senso. Ma lo faper rilanci ipmprie spese e nei ridecisivo d fitempo che il lavoro gli
Intanto,! W, giacché per vive: ora l’art. *pur lavorare. In quanne, ci vo[
'isorse da
uola; pert
dagli asiili
la materni'
rio un din1
1 diritto SI
lo che assi
[meno
za.
¡tre attività (partecipacomitati, sottocomitaiti, distretti con relati;ione, interventi alla
¡alla televisione, «e ine cose») non credo
adenza giornaliera o
le e, forse, neanche
i.Sono tutte attività,
ihia, strettamente ineutti i cittai l’impegno e la prepara; però sapp piorale, e, se non proste pernii «Éeriore reddito (non
risultati (ut wsì perentorio con quel
iell’obWigi daccanto a «conferen: risorse ai N, certamente non peingere quest isulbilancio familiare.
P’tordo - scrive il pa3 una scuo teBensi - che 1 pastori
ni, per tuli *l’alloggio e il riscalda5 tale scuoi *i.ma insòmma si tratta
e risorse e (odi miserie di fronte ai
tnatoèlap «retributivi attuali». Minale del p* si,__________________________
azionare it<
essere ai
la societài
;r tutte quii
liziatived
I e comuni
iranno. Q®
positiva ®
sa, COSI cu®
inche^dei
14 come ■
a e comi
onomiu Pj
irsi se
erà ratrtu'
■ganizzam
realtà sd
riformai
ini colle!
dificato
alistico
a partite
Pubblit“
la valori'
confrofl®®
lolastichC'
ilrappotie
,ciale. ¡Jario
che su JJtozionaie
iata la setU^enitore
STUPIDARIO
RIDIAMOCI SU
SERGIO W. TUBTUUCI
Nel numero del 19 setiembre del settimanale
del Pinerolese II Monviso è
apparso un articolo, a firma
di Anna Maria Tessitorre e
Luca Bolle, sull’argomento
delle religioni a Pinerolo,
che sciorina una fila di
«perle» sul passato e sul
presente dei protestanti, e
dei valdesi nel novero, che
più esilarante non si può.
Tema, l’intervista a un ministro di culto delle Assemblee di Dio. Ecco le perle
più gustose.
1) Le Assemblee di Dio
sono «una delle realtà di
quella corrente del cristianesimo detta impropriamente “protestantesimo*». .
2) «La Riforma ha inizio
all’incirca nel 1492 (che
fossero luterani papa Borgia
e Cristoforo Colombo?), ha
però il suo apogeo nel primo decennio del 500 con la
Dieta di Spira» àove i pro
testanti prendono il nome
che hanno (notasi che la
Dieta di Spira è del 1529 e
che nel primo decennio del
’50Ö Lutero era un frate di
Santa Romana Chiesa, forse
inquieto ma piissimo e obbediente); ma siamo solo
aH’inizio.
3) Da qui (da Spira) «la
riforma riecheggia in territorio francese ed italiano»
(e in Svizzera succede niente?); poi i due cronisti ci ripensano e viene fuori una
delle perle più preziose.
4) «Il tema della predestinazione viene enfatizzato da
Italo Calvino» e questo porta «ad un ulteriore scisma
nel mondo protestante».
5) Non è finita. Dopo Lutero e Italo Calvino entra in
scena Pietro Valdo (nel
’500! - Il prof. Gönnet eccepirebbe anche sul nome,
ma qui sarebbe troppo pretendere che gli articolisti lo
chiamino Valdesio). Dùnque Valdo «porta la Rifor
ma nel pinerolese e nelle
sue valli», «il primordiale
centro d’espansione della
Riforma, attuata localmente, dal francese Pietro Valdo».
6) Ecco quindi il fuoco
d’artificio finale: chi sono
oggi i protestanti? Nel calderone sono zeppati; «Evangelici, Cristiani Evangelici
delle Adi (Assemblee di Dio
in Italia) Apostolici, Chiese
dei Fratelli, Battisti, Avventisti del 7° giorno, Metodisti, Testimoni di Geova,
Mormoni, Esercito della
Salvezza» e così di seguito
guazzabugliando.
A Pinerolo ci sono tutti i
sopraddetti, «derivano dalla
linea iniziale del Valdo ma
non la condividono pienamente». Da notare che l’articolo si intitola «Pinerolo,
terra di mille religioni»:
pensiamo che cosa avrebbero scritto i due cronisti se
avessero risieduto in una
terra meno «pluralista»!
serie, pastore Bensi? Alloggio, riscaldamento, spese
condominiali, contributo spese telefoniche, automobile
(con annessa assicurazione),
spese di locomozione, e
quanto altro certamente mi
sfugge; lei, tutte queste cose,
le chiama miserie? Vogliamo
quantificarle? Butto lì una cifra, certamente sottostimata:
1.500.000 lire. Le sommi, pastore Bensi, all’«assegno pastorale». Quanto fa? Per un
raffronto le comunico che lo
stipendio mensile netto di un
insegnante di scuola media
inferiore con più di 30 anni di
servizio si aggira intorno ai
2.200.000 lire.
Un qualsiasi impiegato (ad
eccezione degli statali, per
antica consuetudine) sente
continuamente a rischio il
proprio posto di lavoro, e per
conservarlo spesso non basta
essere ineccepibili sul piano
comportamentale e professionale. Crisi di varia natura
Riforma
''«Pio V, 15-10125 Torino - tei. 011/655278 - fax 011/657542
l'BPorla, 93 - 80137 Napoli - tei. 081/291185 - fax 081/291175
Repubblica, 6 -10066 Torre Penice - tei. e fax 0121/932166
Giorgio Gardioi
JBETTORI; Luciano Deodato, Emmanuele Paschetto
j ORI; Stello Armand-Hugon, Claudio Bo, Alberto Bragaglia, Daniele
'Jsetto, Luciano Cirica, Alberto Coreani, Piera Egidi, Fulvio Ferrarlo, Mau“Oifolami, Anna Maffei, Milena Martinat, Carmelina Maurizio, Luca NeIJJi Luisa Nitti, Jean-Jacques Peyronel, Gian Paolo Ricco, Giancarlo Ri’^Pulvio Rocco, Pietro Romeo, Marco Rostan, Piervaldo Rostan, Mar¡„"àellenbaum, Federica Tourn, Florence Vinti, Raffaele Volpe
fianca Long, Andrea Mannucci, Mario Marziale, Fulvio Rocco, Bru^ stagno
'TRAZIONE: Mitzi Menusan
JJMENTI: Daniela Actis
IMPOSIZIONE: Aec s.r.l. - tei. 0174/551919
'ORp s is C' IVtondovì - tei. 0174/42590
P' Edizioni protestanti s.r.l. - via Pio V, 15 bis -10125 Torino
ABBONAMENTI 1995
ESTERO
95.000
80.000
150.000
• ordinario
- via aerea
- sostenitore
ta*?*® ^ 48.000 -semestraie
dinUom Rilorma + Confronti £ 135.000 (solo itaiia)
£ 140.000
£ 170.000
£ 200.000
£ 75.000
''aia; versare l’importo sul ccp n. 14548101 intestato a Edizioni provia Pio V15 bis, 10125 Torino.
ttere e "
cuoia ptc
apace • non può essere vmhita et^tamgnto
2!^rratiC* Pubblicitarie: a modulo (42,5x40 mm) £ 30.000
''^"tiaietro/colonnaE 1.800
" nTco» ;"|,"^®Paiola£i.ooo
he 'sOOP ^ 951°'? tsatata La Luce registrata dal Tribunale^di Pinerolo
1994 è stato consegnato per l'inoltro postale all'Ufficio CMC
u oli 44/11 di Torino mercoledì 21 settembre 1994.
;re lO
à e
mettono in strada, dalla sera
alla mattina, migliaia di lavoratori con responsabilità di
famiglia. Non mi risulta che
altrettanto accada nel mondo
pastorale così come il rischio
di sfratto che incombe sulla
testa di qualsiasi Cittadino
(che non sia proprietario
dell’alloggio in cui abita) non
mi sembra sia corso dai pastori italiani.
Forse anche queste considerazioni saranno miserie. E,
invece, credo che abbiano un
peso enorme. Un uomo che
viva nell’ansia di perdere il
posto di lavoro, o che tema di
ritrovarsi in strada con i familiari e i mobili non può non
risentirne fisicamente oltre
che moralmente e alla lunga
anche questo tipo di sofferenza lascia tracce nelle casse di
una famiglia.
Marcello Cesará - Roma
La lettera aperta di Piero
Bensi sul numero 31 di
Riforma del 19 agósto 1994
tocca un 'problema che da
molto tempo è argomento di
discussioni accese e accalorate sia con fratelli e sorelle
della comunità a cui appartengo sia con altri. In queste
discussioni, che vanno tutte
nella linea espressa dalla lettera, stranamente, malgrado
l’animosità che le caratterizza, ci troviamo sempre d’accordo. E l’accordo viene dalla convinzione che molta responsabilità sia proprio delle
persone in causa.
Mi risulta che sia stato fatto
un incontro apposta a Santa
Severa, circa un anno fa, sulla
figura e sulla condizione pastorale; il dibattito non è stato
conclusivo, alla fine tutti erano contenti della loro situazione: chi vive bene o si accontenta con uno stipendio e
mezzo, chi non vive per nien
te bene ma si guarda dall’ammetterlo pubblicamente (ma
in privato il piagnisteo è costante). Non voglio addentrarmi nelle origini ideologiche, ambientali e d’epoca che
hanno determinato questo atteggiamento (l’analisi sarebbe troppo lunga) ma, giustamente, alle soglie del Duemila non è pensabile che una categoria, con compiti tali da richiedere e conferire un’alta
qualifica, sia tra le meno pagate d’Europa. A questo punto, però, non posso fare a meno di notare che il paragone
non è fatto tra realtà omogenee! in Germania, Svizzera e
in genere nell’Europa protestante, la maggior parte delle
chiese sono chiese di stato.
Noi invece siamo puri, idealisti e, soprattutto, battisti e
non vogliamo l’otto per mille.
Comunque, polemiche a
parte, sono e siamo del parere
che questa situazione vada risolta ad ogni costo. Personalmente non riesco più a sopportare l’angoscia che mi deriva dal confronto della mia
esistenza da «ricca» (ricchezza dovuta a due stipendi statali) con quella dei pastori
che si sono avvicendati nella
mia vita sia personale sia comunitaria. Le mie cugine (figlie di pastori) mi hanno confessato che mi invidiavano
quando chiedevo gelati e altro a mia madre e lei esaudiva
senza indugi le mie richieste;
figli di pastore mi facevano
capire che dovevo comprare
loro delle cose, in quanto la
comunità era tenuta a prendersi carico delle loro esigenze; vedo pastori che devono
fare i salti mortali per vivere
il quotidiano e per curare i
propri familiari.
Senza falsi pudori venga
affrontato il problema, si volti
definitivamente pagina, le
chiese rispondano tangibil
II clic di prima pagina
La democrazia dal cielo?
La democrazia viene dal cielo con i
marines? E ciò che si chiedono non
solo gli haitiani ma anche gli americani, il 41% dei quali è contrario
all’operazione militare; ma qual è la
posta in gioco? La restituzione della
democrazia nell’isola caraibica e il ritorno al potere di Aristide, presidente
eletto dal popolo, il ristabilimento del
rispetto per i diritti umani di tutti o la
riaffermazione del potere americano?
mente, gli organi preposti taglino piuttosto spese in altri
settori, ma l’impegno prioritario sia per la dignità delle
famiglie pastorali.
Rossella Saccomani
La Spezia
Il portoghese
corretto
Caro direttore,
non è mia abitudine chiedere rettifiche ai miei modesti
contributi, ma questa volta
vorrei proprio pregarti di avvertire i lettori che le didascalie dei disegni a corredo della
pagina sul Portogallo (29 luglio) contenevano due vistosi
refusi: «Torre [campanile]
dos clérigos» (e non, come
erroneamente pubblicato,
«dos clerifos», inesistente) e
più sotto «palazzo di Freixo»
(del frassino) e non «do freisco» (inesistente). Tant’è per
l’esattezza, anche se a molti
potrà sembrare cosa di poco
conto.
Paolo Angeleri - Padova
Aiutiamoli
ad aiutare
se stessi
Con il denaro raccolto e
trasmesso dal Fondo di solidarietà non vogliamo fare
1’«elemosina» a nessuno,
anche se le somme che
possiamo raccogliere non
sono che una goccia nel mare
delle necessità di tante sorelle
e fratelli nel mondo. Siamo
convinti che il modo più utile
di intervenire sia aiutare
persone e gruppi impegnati in
un’azione tesa a migliorare le
loro condizioni cioè, come
dice il titolo di questa nota,
aiutare chi si sta aiutando.
In questa linea vi raccomandiamo i progetti gfà presentati: 1) I villaggesi del
Madagascar che lavorano come formiche per riparare i
danni causati dal tifone «Geralda»; 2) Sempre in Madagascar, la bottega artigiana che
recupera, lavora e commercializza gli avanzi di pietra di
un’industria di marmi e graniti; 3) Ora, anche il progetto
già presentato dal pastore
Coisson su Riforma dell’8 luglio per aiutare una cooperativa agricola composta da una
decina di famiglie contadine
ad acquistare un trattore necessario per la lavorazione
della terra. Aiutiamoli a lavorare per vivere meglio con le
loro famiglie! Naturalmente
rimane sempre aperta la raccolta di fondi da usare in caso
di un’emergenza improvvisa
e imprevedibile.
Inviate i doni sul conto corrente postale n. 11234101 intestato a La luce - Fondo di
solidarietà, via Pio V 15 Torino. Segnalate, per favore, la
destinazione del vostro versamento. Grazie.
Offerte ricevute
in luglio-agosto
£ 400.000: R. P., un fiorellino
per i nipoti.
£ 200.000; Ester La Scala;
Odette Balmas.
£ 100.000; Delia Fontana;
Anita Costabel; Giuseppina Pepe; Mirella Bein Argentieri; Ev.
Giovanni 14, 27; Elda Bongardo.
£ 50.000; Fiorella Carmelo;
Nn Verbania (2 versam.).
£ 10.000; Antonio Kovacs.
Totale; £ 1.510.000
Totale precedente; £ 901.999
In cassa; £ 2.411.999.
(per il Fondo di solidarietà.
Franco Davite)
Annunci
La Tavola valdese comunica
alcuni nuovi indirizzi di pastori
che si sono trasferiti per servizio;
Giovanni Anziani, via G. Venenzian 3, 40121 Bologna. Tel. e
fax. 051-239227.
Alfredo Berlendis, via Prato
Santo 4, 37129 Verona. Tel .0458345172.
Bruno Bellion, 10060 Rorà.
Tel. 0121-93108.
Daniele Bouchard e Daniela
Di Carlo, piazza Umberto 1 19,
10060 Perrero. Tel. 0121808816.
Giorgio Bouchard, via Madama Cristina 90, 10126 Torino.
Tel. 011-658324.
Giuseppe Ficara, via Orlandini 14, 91100 Trapani. Tel. 092320951.
Vito Gardiol, via della Repubblica 114, 10060 San Secondo di Pinerolo. Tel. 0121500132.
Gianni Genre, 10060 Villar,
Penice. Tel. 0121-930713.
Laura Leone, Palazzo Cavagnis. Castello 5170, 30122 Venezia. Tel 041-5227549.
Enos Mannelli, via Ciccarono
51, 66054 Vasto. Tel. 0873363173.
Donato Mazzarella, via Coppieri 10, 10066 Torre Pellice.
Tel. 0121-953259.
Lucilla Peyrot, via Carlo Alberto 59, 10063 Pomaretto. Tel.
0121-81736.
Paolo Sbaffi, piazza d’Azeglio 14, 50121 Firenze. Tel. 055243116.
Teodora Tosarti, via dei Cimbri 8, 80138 Napoli. Tel.081264510.
RINGRAZIAMENTO
«L'Eterno è il mio pastore,
nulla mi mancherà.
Egli mi fa giacere
in verdeggaianti paschi».
Salmo 23, 1-2
I familiari del caro
Franco Borno
neH'impossibilità di farlo singolarmente, ringraziano tutti coloro
che con fiori, scritti, parole di conforto e presenza hanno preso
parte al loro dolore.
Un ringraziamento particolare
ai coscritti, alle signore Graziella
Cougn e Elena Monnet, ai sigg.
Magda e Paolo Calzi, alla Cri, a
tutto il personale dell'Ospedale
valdese di Torre Pellice, all'Avis
di San Secondo, all'Acli di Torre
Pellice, alla direzione della Casa
di riposo «San Giuseppe» e ai
pastori Rostagno e Pasquet.
Torre Pellice, 23 settembre 1994
RINGRAZIAMENTO
«Egli ha abbattuto le mie forze
durante il mio cammino,
ha accorciato i miei giorni»
Salmo 102, 23
La moglie, il figlio e i familiari
tutti del compianto
Guido Benech
commossi e riconoscenti per la
grande dimostrazione di stima e
di affetto tributata al loro caro, ringraziano di cuore tutte le gentili
persone che sono state loro vicino nella triste circostanza con
presenza, scritti, fiori e parole di
conforto. Un grazie particolare ai
gruppi Ana di Rorà e Luserna
San Giovanni, ai vicini di casa, al
pastore Claudio Pasquet e al signor Cangioli.
Luserna San Giovanni
30 settembre 1994
L’Ywca-Ucdg ricorda con affetto e rimpianto
Leda Cappello Rocca
membro della Commissione esecutiva nazionale e responsabile
del «Progetto donne migranti» di
Roma, deceduta a Roma il 21
settembre 1994.
Roma, 30 settembre 1994
I necrologi si accettano
entro le 9 del lunedì. Tel.
011-655278 e (fax) 657542.
16
PAG. 1 2
RIFORMA
Villaggio Globale
■Si
VENERDÌ 30 SETTEM^p
m-i
Airindomani della strana invasione dell'isola caraibica da parte dei marines americani
Giungerà mai la democrazia ad Haiti?
JEAN-JACQUES PEYRONEL
9 invasione pacifica e
spettacolare di Haiti da
parte dei marines americani
suona a prima vista come un
ennesimo pasticcio dell’amministrazione Clinton in fatto
di politica estera. Dopo raccordo ambiguo ottenuto all’ultimo minuto dall’ex presidente Jimmy Carter, il governo Usa afferma che il presidente Aristide dovrebbe far
ritorno nell’isola entro il
prossimo 15 ottobre ma, visti
i precedenti, è lecito chiedersi
se il vero obiettivo dell’amministrazione americana non
sia invece la definitiva uscita
di scena del presidente legittimo di Haiti. È quanto non
esitava ad affermare Le Monde diplomatique dello scorso
aprile in un articolo intitolato
«L’eliminazione programmata del presidente Aristide».
L’accordo di «Governors
Island» del 3 luglio 1993 prevedeva già il ritorno di Aristide per il 30 ottobre dello scorso anno: sappiamo come sono
andate le cose. Come stupirsene del resto quando si ha a
che fare con militari corrotti
fino al collo, alleati organici
di una oligarchia e di trafficanti di droga altrettanto cor• rotti? Già allora il presidente
Aristide dubitava dell’applicazione di un accordo che dava quattro mesi di tempo ai
generali golpisti. Ora il nuovo
' accordo parla di un mese di
transizione ma è quanto basta
perché i generali facciano di
tutto per impedire nuovamente il ritorno di Aristide. Questi. tutt’altro che soddisfatto
di un accordo che è sostanzialmente un cedimento alV«onore dei militari» (parole
di Carter), non ha nascosto il
suo disappunto, anche se poi è
stato costretto a ringraziare
pubblicamente gli Usa: ennesima umiliazione per il prete
di Haiti, tanto amato dal popolino quanto odiato dai militari e dalla borghesia affarista
del martoriato paese.
Durante la sua campagna
elettorale, Clinton aveva promesso di abbandonare la politica «ingiusta e discriminato
Esercitazioni di sostenitori della giunta militare nelle strade di Port-au-Prince
ria» nei confronti dei «boat
people» haitiani. Aveva bisogno, qllora come oggi, dell’appoggio, delle associazioni
umanitarie e delle chiese, in
particolare delle chiese afroamericane sostenitrici di Aristide, ma già prima di assumere la presidenza aveva fatto un voltafaccia di 180 gradi,
respingendo sistematicamente
i profughi.
Dopo l’accordo del 3 luglio
’93, i ben noti «Tontons macoutes» assassinarono due
personaggi di rilievo: uno,
Antoine Izméry, era il più ricco e determinato fra i sostenitori di Aristide; l’altro, Guy
Malary, ministro della Giustizia, era incaricato del delicatissimo compito di creare una
nuova polizia. L’ex ministro
argentino Dante Caputo, rappresentante speciale dell’Gnu
per Haiti, denunciò la «complicitàflagrante della polizia
con gli assassini». Nulla di
strano che egli si sia dimesso
per protesta contro il recente
accordo, firmato senza consultare l’Onu.
In tre anni la giunta militare
si è resa responsabile di 5.000
delitti; uno degli ultimi è avvenuto il 28 agosto scorso:
vittima il prete Jean-Marie
Vincent, amico di Aristide.
Questa volta la Conferenza
episcopale di Haiti ha vivamente condannato l’assassinio ma finora, ad eccezione
di mons. Romélus, vescovo
di Jeremie, ha sempre appoggiato la giunta, seguendo la
politica del Vaticano, unico
paese ad aver riconosciuto le
autorità golpiste.
Alla fine del ’93, dopo che
era venuta- meno la promessa
di Clinton di ripristinare la
democrazia ad Haiti, la stampa americana pubblicò un serie di rivelazioni estremamente significative sul ruolo
svolto dalla Cia nelle vicende
dell’isola. Si venne così a sapere che i nemici del presidente Aristide (militari e politici) erano agenti della Centrale americana. Lo stesso
Cédras inviò rapporti durante
tutto l’anno 1991, fino al golpe del 30 settembre, che fu finanziato dalle grandi famiglie
del paese e dal cartello di Cali, con il beneplacito dell’ambasciatore americano Alvin
Adams.
Perché allora Clinton ha
preso una decisione così discutibile, alla quale erano
contrari tre americani su cinque e che rischia di avere lo
Germania: elezioni regionali nel Brandeburgo e in Sassonia
Hanno vìnto le forti personalità
Le elezioni regionali di domenica 12 settembre nel
Brandeburgo e nella Sassonia
si sono rivelate un importante
test in vista delle elezioni legislative tedesche, previste
per il 16 ottobre. I 3,5 milioni
di sassoni e i 1,5 milioni di
brandeburghesi, chiamati per
la prima volta a rinnovare il
governo dei loro land (regioni) hanno scelto di confermare
le grandi personalità. Il socialdemocratico Manfred Stolpe
nel Brandeburgo e il democristiano Kurt Biedenkopf hanno
ottenuto un largo successo
personale nonostante il tasso
di partecipazione al voto non
abbia superato il 50% degli
aventi diritto.
Nello «stato libero della
Sassonia» Kurt Biedenkopf,
che già nel 1990 aveva ottenuto la maggioranza assoluta,
ottiene il 58,1% dei voti ( -f
4,3%) lasciando staccati di
molte lunghezze i socialdemocratici (Spd) a! 16,6% e i
comunisti riformatori del Partito del socialismo democratico (Pds) al 16,4%.
La situazione è simmetrica
nel Brandeburgo dove i socialdemocratici con Manfred
Manfred Stolpe
Stolpe ottengono il 54,1 % dei
voti (+15,9%) mentre i democristiani (Cdu) ottengono il
18,7 % analogamente al Pds.
In tutte e due le regioni liberali (Fdp) e verdi non riescono a raggiungere il 5% dei
voti necessario per essere
rappresentati nel Consiglio
regionale. I verdi, che ottengono il 2,9% nel Brandeburgo e il 4,1% in Sassonia, pagano la scissioni del Budnis
90 e l’aver affermato la possibilità di una alleanza con la
Cdu in caso di sconfitta della
Spd. I liberali, che ottengono
stesso esito dell’operazione in
Somalia? Sembra che la decisione sia stata dettata soprattutto da considerazioni di politica interna e in particolare
dalle elezioni per il rinnovo
del Congresso nel prossimo
novembre. Clinton avrebbe
puntato su un rilancio della
sua traballante popolarità interna, soprattutto fra i deputati neri del «Black Caucus».
D’altra parte avrebbe cercato di vincere la sua scommessa per Haiti, e cioè instaurare
una democrazia sotto controllo, escludendo sia i militari
sia il presidente Aristide, il
eui mandato scade nel dicembre ’95. Forse ha sottovalutato il fatto che la mitica figura
di «Titid» è ormai diventata
l’unica speranza per un popolo che non ne può più di essere sfruttato e calpestato dalle
4.000 famiglie che detengono
tutta la ricchezza e tutto il potere. Se Aristide non dovesse
tornare, la tragedia di Haiti rischierebbe di diventare senza
fine e costringerebbe le truppe americane a rimanere a
tempo indeterminato.
L’invasione di Haiti, anche
se dovesse rimanere pacifica,
potrebbe rivelarsi un grave
errore.
Una lunga storia
1659 Installazione dei coloni francesi nella parte occid
tale dell’isola di Santo Domingo per sviluppare lo sfi
tamento zuccheriero
1722 Prime rivolte di schiavi
1763 Creazione di quattro governi generali nelle Anti
.francesi (Santo Domingo, Martinica, Guadaluna^i
Guyana) ’
1790 Decreto del 28 marzo che concede i diritti politi^
nen
1791-94 Rivolta dei neri sotto la guida di Toussaint LoJ
verture il quale fa fronte a un grosso contingent
dell’esercito inglese mandato dalla Giamaica per sol
darietà con i bianchi
1795 Toussaint Louverture controlla l’insieme deiriso«
di Santo Domingo di cui gli spagnoli hanno appena cj
duto la parte orientale ai francesi (trattato di Basilea)
1802 Sbarco del generale Ledere, alla testa di un esercià
di 20.000 uomini, che cattura Toussaint Louverture eli
deporta in Francia
1803-1805 Jean-Jacques Dessalines porta avanti la lottai
Toussaint Louverture, proclama l’indipendenza di Hai
il 1° gennaio 1804 e prende il titolo di imperatore i
nome di Giacomo 1
1806-1820 Assassinio di Dessalines. Henri Christophe dd
vent^ Enrico 1 (1811-1820) e instaùra la monarchia
1818-1843 Opposizione del mulatto Pétion che crea un;.
Repubblica, poi di Boyer che occupa tutta l’isola (182^
1844 La parte orientale dell’isola ottiene la sua indipen-j
denza e diventa la Repubblica dominicana
1915-1934 Occupazione di Haiti da parte degli Stati Utii,^
1957 Arrivo al potere di François Duvalier, detto
Doc»
1964 François Duvalier si proclama presidente a vita
1971 Alla morte del padre François, Jean-Claude Duvali^d
diventa a 19 anni presidente a vita di Haiti g
1986 (febbraio) Jean-Claude Duvalier, detto «Baby Do»,^
viene rovesciato da ufficiali dell’esercito e si rifugia^
Francia
1990 (16 dicembre) Trionfo elettorale del prete salesiaao^
Jean-Baptiste Aristide, con il 67% dei voti al primo t
no, contro altri dieci candidati, tra cui Marc Ba
(14%), sostenuto dagli americani
1991 (6 gennaio) Fallisce il colpo di stato del duvalierià
Roger Lafontant
1991 (28 gennaio) Prima visita di un capo di stato haitiai
a Parigi
1991 (2 luglio) Dimissioni del generale Abraham, capij
delle forze armate, sostituito dal generale Raoul Ca
1991 (30 settembre) Il presidente Aristide viene rovesi
, da un colpo di stato militare. Si rifugia a Caracas
1991 (14 ottobre) Viene decretato l’embargo da pai
• dell’Organizzazione degli stati americani (Osa)
1992 (2 giugno) Marc Bazin primo ministro de facto
1992 (16 settembre) Giungono ad Haiti i primi osservai
dell’Osa ^ ^
1993 (3 luglio) Accordo di «Governors Island»: il ritoffliì
di Aristide è previsto per il 30 ottobre 1993
1993 (15 dicembre) Dimissioni del primo ministro Roh
Malvai
1994 (1° marzo) Approvazione da parte dei deputati ha-J
tiani di un «piano di risoluzipne della crisi», elabori
dal governo di Washington. lì presidente Aristide loi^
spinge categoricamente.
il 2,2% nel Brandeburgo e
ri,8% in Sassonia, non sono
riusciti a dare Timmagine di
una politica coerente per ottenere i voti della società borghese e liberale che li aveva
sempre sostenuti.
Particolarmente significativa è poi l’affermazione personale di Manfred Stolpe, uomo
di punta della Chiesa evangelica (protestante) di Berlino
Brandeburgo. Stolpe, prima
di essere presidente del land,
era stato amministratore generale della chiesa e per questo aveva avuto frequenti contatti con il governo dell’allora
Repubblica democratica tedesca (Rdt). Da quando era diventato presidente della regione gli erano piovute addosso
pesanti accuse di collusione
con la Stasi (i servizi segreti
del regime di Honecker). Da
queste accuse Stolpe si è sempre difeso con energia. Il consenso ottenuto è un riconoscimento per la statura morale e
politica di un uomo che ha saputo difendere i diritti delle
«nuove regioni» e che è uno
dei pochi leader politici «nazionali» provenienti dall’esperienza della Rdt.
Al ritorno ó\ una delegazione del Consiglio ecumenico
Le chiese del Ruanda sotto accd
La Chiesa cattolica e le
chiese protestanti del Ruanda
si sono «screditate» per via
dei loro stretti rapporti con il
vecchio regime razzista degli
Hutu. È quanto ha affermato
r 11 agosto, a Ginevra, Samuel Isaac, vicedirettore dell’ufficio «Sharing and Service» del Consiglio ecumenico
delle chiese (Cec), al suo ritorno dal Ruanda: Isaac ha
inoltre accusato sacerdoti e
pastori di aver partecipato al
massacro.
Samuel Isaac ha così confermato lè affermazioni di alcune opere di aiuti; durante il
suo soggiorno gli è stato riferito che un prete cattolico
avrebbe personalmente ucci-,
so dieci Tutsi, membri della
sua parrocchia, che stavano
cercando rifugio nella chiesa
per sfuggire all’esercito governativo che voleva sterminare i Tutsi del villaggio. Il
governo attuale sta prendendo
le distanze dalle chiese, ha
detto Isaac. «In ogni incontro, sia con Í rappresentanti
del governo che con membri
delle chiese, ci è stato detto
che la chiesa si è macchiata.
Non solo per via della sua in
differenza passiva, ma anche
per i suoi comportamenti
sbagliati e per i fatti compiuti. Ciò vale per tutte le chiese
del Ruanda, protestanti e cattoliche» ha sottolineato Isaac
che, all’inizio di agosto, si è
recato a Kigali e nei campi
profughi fuori del Ruanda,
accompagnato da rappresentanti della Federazione luterana mondiale e del Consiglio
delle chiese di tutta l’Africa.
Secondo Samuel Isaac, su un
milione e 200.000 di Tutsi,
soltamo 100.000 sono sopravvissuti. «Oltre un milione
sono stati vittima di quel genocidio instaurato dal regime
hutu». A Kigali non c’è più
alcuna struttura ecclesiastica;
i responsabili sono stati uccisi
oppure si sono rifugiati fuori
del paese.
La delegazione guidata da
Isaac ha incontrato 15 sopravvissuti dei massacri,
membri della Chiesa presbiteriana, che hanno formato
un piccolo comitato che cerca di ristabilire i contatti con
la Chiesa aH’intemo del paese; tutti i membri di questo
gruppo hanno perso i loro parenti nei massacri: uno di lo
Azionò ir
ricino
iBcaspdlm
SptÌ
¡^ponderi
t
€RC
(
ijeci
/'Chi
Imiam:
n
Äente pa
[tónte eh
ropa,
lìesta t
^ùitveni’
aente
uni
jsosa lo
posalo s
Î L’inte
here tri
li, indi
Pna eri
«a». Qi
Riìlitte:
ira della
|ò, disi
¡btesta
Fsere'bal
\m è
Ulna-per
aile», p
f prferii
|s^è<
^mani
pido
tea p(
pila I
[era la (
pella f
Miélica,
■ ria, st
S«Rù d<
l^ali,
ro ha perso nove membri*
la propria famiglia- fte
moglie e figli. Hanno coni
gnato alla delegazioflu
elenco di 17 pastori
crati con le loro fnmigj'J
hanno chiesto 1’^’“ j jj
comunità internazionale*!
chiese per la ricostruzionei
I cristiani sopravvisf
hanno insistito molto su J
to che «la Chiesa ha n
messo l’errore di avet(
mi stretti con il vecchia^
me». Oggi prevale un
mento di rimpianto'
Chiesa, che (avrebbe
diffondere la riconcihafi
ha commesso ferrofi I
poggiare un À
istituzionalizzato la ais 1
nazione etnica». -i
A Kigali, ha J
Isaac, si esige
responsabili di
no attualmente n J
alTeste.ro, affinché
dano conto dei À
quanto individui- Se n, J
rio, dovranno essere gj j
ti e condannati paf .j|
azioni». Molti di yj
rifugiati nello Zaire e
no motivi diversi per e ,
O0;0T
..r ì-e ■
; un va
|dalit
Mo Ve
pèhies'
[tì: co
■L’i
iperò
faltra,
i'ienc
/ k tra i
^ proti
I <^olteni
Gn ta
I spilo. I
P’ ^t, essi
chiesa
pos
Senza
cfegol
L’in(
litania
però r
Oggi 1
Purtro