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Anno 113 - N. 41
14 ottobre 1977 - L. 200
Spedizione in abbonamento postale.
I Gruppo /7C
BIBLIOTECA VALDE3S
10066 TOHRB PEIL ICE
delle
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
SUI FATTI DI SANGUE DI ROMA E DI TORINO
Nè accettazione nè fuga,
ma lotta contro la violenza
La violenza armata si ripresenta sulla scena italiana con la pretesa e l’illusione di propiziare
una via d’uscita per i mali del Paese - La responsabilità dei credenti e il riferimento al Regno
Non molto tempo fa un giovane evangelico è venuto a pormi il
problema della violenza, non in
termini astratti e teorici, bensì
a partire da un conflitto vissuto
e sofferto in modo continuo, nella sua pratica politica.
Mi ha detto di far parte di un
circolo dell'area dell’autonomia,
non dei più estremistici dediti alla P 38, ma aperto comunque all'uso della violenza come mezzo
per rovesciare il sistema. Per
parte sua, in quanto evangelico,
mi diceva di essersi imposto il
limite di una violenza diretta solo contro chi gli usava violenza
(polizia); e tuttavia nella pratica
di una violenza pur così delimitata, sentiva un inevitabile disa
gio davanti ad un Dio non ancora estromesso dalla propria vita,
il conflitto insostenibile tra la
necessità di chiedere perdono e
la convinzione di non poter seguire una via politica diversa. E
mi poneva il problema: l’uso
della violenza è proprio incompatibile con la fede evangelica?
Ho ripensato in questi giorni
alle risposte che ho cercato di
dargli in quel momento e penso
che riprenderle ora, in modo un
po’ meno estemporaneo, possa
essere un modo meno astratto e
teorico per riflettere sui tragici
fatti di violenza di Roma e di Torino che hanno portato alla morte di due ragazzi.
Peggio della violenza
Dal punto di vista evangelico
la violenza come mezzo d’azione
è del tutto ingiustificabile. Come
si potrebbe attendere il giorno
in cui le spade diventeranno vomeri e le lance roncole, accogliere il Principe della pace montato sopra un’asina, sentirsi ripetere la promessa del Regno destinato ai mansueti, e nello stesso
tempo usare con buona coscienza armi proprie e improprie? Se
ciò avviene, è peggio della violenza. Perché già la violenza in
sé contrasta manifestamente con
il messaggio dell’evangelo. Ma
c’è qualcosa che lo contraddice
ancor più radicalmente, ed è
l’uso della violenza unito alla sua
giustificazione, religiosa.
C’è stato un tempo in cui in
buona fede si riteneva di poter
intraprendere un’azione violen;
ta, una guerra santa, nel nome di
Dio; ma dopo che Dio si è fatto
conoscere nel Cristo che si è caricato della violenza degli uomini
portandola sulla croce, non è
più possibile ricorrere in buona
fede all’uso della violenza in nome di Dio. Gli uomini, anche cristiani, lo hanno fatto, dalle crociate indette al grido di « Dio lo
vuole » all’invasione di mezza
Europa da parte delle SS col
motto Goti mit uns, « Dio con
noi ». Ma, appunto, si è trattato
dei punti più bassi raggiunti
dall’infedeltà cristiana.
Se quindi riteniamo di dover
fare ricorso alla violenza nel nostro comportamento (e non c’è
bisogno di arrivare all’omicidio
per porsi questo problema!), abbiamo almeno il coraggio di farlo senza ricercare la benedizione — o per lo meno l’assoluzione — di una chiesa o la giustificazione di un’ideologia. Lascia, mo da parte il riferimento alla
sferza di corde del Gesù che
scaccia i mercanti dal tempio o
l’affermazione che la nostra violenza dipende da altra violenza
più forte e peggiore, se questo
vuol significare una giustificazione dell'uso della nostra violenza
e un narcotico per la nostra coscienza!
y Là dove nel nostro comportamento riscontriamo la presenza
di un grado maggiore o minore
di violenza, la prima esigenza a
cui rispondere è perciò un’esigenza di onestà e di autenticità,
che consiste nel non soffocare il
senso di tradimento e di contraddizione che inevitabilmente
sentiamo come credenti e nel
non tentare di risolverla ingannando noi stessi.
basta negare
Ma la violenza non è solo un
problema iiid vù uak. E prima di
tutto un problema sociale, collettivo. Anzi, è il problema dell’umanità. Possiamo pur constatare — sempre che questo non tenda a giustificare la nostra violenza — che l’umanità è impastata
di violenza e non è in grado di liberarsene. La violenza, in quanto
sopraffazione, bisogno di dominare, di vincere, è in fondo il
peccato degli uomini, la loro corruzione radicata e congenita, presente dai primi mesi di vita all’ultima vecchiaia.
Per questo mi è diffìcile condividere l’ottimismo di certi pacifisti che fanno della nonviolenza
un principio realizzabile nella vita e nella storia degli uomini, o
il neutralismo di certi benpensanti che pensano di potersi liberare dalla violenza rifugiandosi in qualche anfratto riparato
della vita facendo finta che la
violenza non esista. In questo
modo si presuppone che l’uomo
possa liberarsi dalla violenza,
che l’uomo sia buono, che esistano zone — singoli individui o
gruppi — sottratte alla legge del
peccato, della violenza. Per ine
questo è illusione. Il peccato è
una cosa seria: non basta negarlo per superarlo.
Così non posso escludere che
vi siano situazioni in cui possiamo essere costretti a scegliere
tra due violenze, a scegliere il male minore, laddove l’illusione di
mantenere una neutralità non
violenta può risolversi in una
complicità non voluta, ma non
meno tremenda, con la violenza
maggiore. La resistenza è stata
sicuramente un caso di questo
genere. E il credente Bonhoeft'er,
che partecipò al complotto, violento, contro Hitler, spiegava
questa azione come la necessità
di fermare a tutti i costi un’autista impazzito piuttosto che permettergli di continuare la sua
corsa folle giù per la via principale della città seminando vittime lungo tutto il percorso.
Ma, a,ppunto, la scelta della
violenza attiva, armata, come
male minore è legata a situazioni
estreme e senz’altra via d’uscita.
E qui entra in gioco un giudizio
storico e politico che deve essere maturato nel dialogo, nel confronto, nell’esame critico della
situazione in cui viviamo, badando a che questo giudizio non sia
viziato da fattori psicologici. Siamo oggi in una situazione tale
per CUI la violenza armata è la
sola via d’uscita dai mali, dalle
contraddizioni e dalla violenza
repressiva in cui vive la nostra
società? Io credo che si possa
dare una risposta positiva a que
Franco Giampiccoli
(continua a pag. 7)
SCADUTO IL TERMINE DELLA PROMESSA DI PINOCHET
Parola di generale
Quattro anni sono passati daini di settembre del 1973, il
giorno drammatico in cui morivano assassinati Salvador Allende, e, insieme a lui, migliaia
di patrioti cileni. Con loro moriva anche una esperienza di
governo che richiamava l’attenzione e l’appoggio dei democratici di tutto il mondo, e che
segnerà un importante punto di
riferimento per alcuni partiti,
forze politiche e sindacali impegnate nella ricerca di vie nuove per il superamento della società basata sullo sfruttamento
dell’uomo sull’uomo.
Ma se sono stati uccisi migliaia di patrioti e se sono stati incarcerati decine di migliaia
di democratici, e molti altri costretti all’esilio, c’è qualcosa
che non è morto: la volontà di
lotta del popolo cileno; la sua
lunga tradizione democratica è
incompatibile col regime di terrore insediatosi assieme a Pinochet; le lotte operaie delTinizio
di questo secolo, l’unità sindacale raggiunta da oltre vent’anni, e soprattutto, l’esperienza
acquisita in primo luogo dalla
classe operaia, ma anche da altri strati sociali durante i tre
anni del governo dell’unità popolare, non possono non fare
sentire il loro peso nell’attuale
situazione politica.
In effetti, il dichiarato tentativo espresso dal generale
Leigh, membro della giunta fascista, lo stesso 11 di settembre
1973, di « estirpare il cancro
marxista» si è interamente vanificato, Malgrado la feroce repressione, prima massiccia e
poi selettiva, le forze democratiche sono riuscite a creare una
rete clandestina che resiste alle
più raffinate tecniche « antiguerriglia » imparate dagli ufficiali
cileni nei corsi impartiti dalle
FFAA degli USA nella zona del
csùiale di Panama. Nonostante
Pinochet abbia cambiato il nome alla DINA per ottenere così
un prestito dal governo degli
Stati Uniti, e contemporaneamente tentare di attenuare l’ondata di sdegno e condanna che
la sua opera suscita fra le correnti ideologiche più diverse, e
fra tutti i governi democratici
e prestigiose organizzazioni internazionali, senza alcuna eccezione, le cose non sono cambia, te sostanzialmente. Oggi non
c’è lo stadio nazionale di Santiago pieno di prigionieri, ma
ci sono, lungo tutto il Cile, campi di concentramento segreti
dove vengono praticate le più
feroci torture, e le cui celle sono piene di persone, la maggioranza delle quali sono dirigenti
sindacali o politici, ma anche
personalità religiose, del mondo della cultura, e comuni cittadini sospetti di avere un atteggiamento critico nei confronti del regime, prelevati dalle loro abitazioni nelle ore del coprifuoco. Queste persone raggiungono la cifra approssimativa di 2500, secondo dati forniti
da organismi internazionali per
la difesa dei diritti umani, confermati da fonti della resistenza cilena.
Ma la più crudele repressione
non ha potuto fermare la sete
di libertà e pace di questo popolo che, anzi, superato il primo momento della paura e in
certi casi di smarrimento, avanza richieste sempre più ferme
Venite
a me...
perché vengano rispettati i diritti umani, creando intorno a
sé spazi sempre più larghi di
consenso, fra settori che fino
a ieri erano rimasti indifferenti al susseguirsi dei fatti, oppure che erano inizialmente
compartecipi dell’idea che nel
paese «bisognava mettere ordine ».
Il caso più clamoroso in questo senso è stata la occupazione, nel giugno scorso, dell’edificio deirONU a Santiago, da
parte di parenti degli scomparsi, in maggioranza donne. Questa azione suscitò l’immediato
appòggio della chiesa cattolica
cilena, dei sindacati, di personalità del mondò della cultura
e dell’arte. Contemporaneamente, all’estero, numerosi organismi internazionali, governi, partiti, sindacati, organizzazioni
giovanili, ecc., inviavano a Santiago telegrammi di solidarietà
e chiedevano l’intervento del
Segretario Generale dell’Onu,
affinché fossero rispettate le vite degli occupanti e fosse fatta
luce sulla sorte dei 2500 scomparsi. Il risultato fu il riconoscimento da parte di Pinochet
della esistenza di arresti segreti in Cile, ed il suo impegno
dinanzi a Kurth Waldheim di
aprire un’inchiesta in tale senso, nonché permettere per la
prima volta, l’ingresso in-. Cile
ad una apposita commiÉsione
di inchiesta delTONU.
Come era purtroppo facile
prevedere, il termine di tre mesi fissato in tal senso dal generale Pinochet è scaduto il 23
settembre senza che alcuna risposta sia stata data alTONU
dalla giunta militare.
« Venite a me voi tutti che siete
travagliati ed aggravati ed io
vi darò riposo »
(Matteo 11: 28).
Gesù chiama a sé, non a un
comportamento religioso, non a
un atteggiamento morale, non a
una dedizione a un sistema economico. Questo è quél che fanno oggi nuovi profeti religiosi,
questo lo fanno oggi coloro che
vogliono migliorare il mondo,
questo lo facciamo spesso noi
stessi quando vogliamo essere
seriamente cristiani e prendiamo posizione per atteggiamenti
che ci vengono dalla tradizione.
È quel che facevano allora i pu
e i saggi. Gesù non invita nemmeno » un Dio trascendente:
« Chi vede me, vede il Padre »
(Giovanni 14: 9).
Gesù chiama tutti gli uomini.
È venuto per ognuno. Perché
Dio ama il mondo e lo ha mandato per questo. La nostra presunzione cristiana viene qui di
molto smorzata. Dio si rallegra
per un solo peccatore che si converte, Se noi trasmettiamo il
suo invito ad altri, abbiamo anche noi il compito di indirizzarci a tutti e non solo a quelli che
ci sembrano più suscettibili di
ascolto. «Vai per le strade e
lungo le siepi » — dice la parabola — « e costringili a entrare!» (Luca 14: 23).
Gesù chiama coloro che sono
affaticati, oppressi, spossati, coloro che sono incapaci di affrontare il rapporto con Dio e con
il loro prossimo, i dubbiosi, i
depressi. Egli è dalla loro parte:
« Dio mio, Dio mio, perché mi
hai abbandonato? ». I suoi sono
l’opposto di gente che sta élla
cresta dell’onda, la sua comunità è l’opposto della nostra
odierna società del massirno
rendimento, nella quale persino
i bambini stanno e soffrono già
sotto la pressione del rendimento.
Gesù ci chiama per « darci riposo ». Il suo dono, col quale ci
consola, è riposo, ristoro. Per
questo concetto la Bibbia Usa
anche la parola Shalom, pace in
senso ampio. Gesù non propone
come modello ferrea indifferenza, come pensano certi filosofi;
ma non pensa nemmeno a riposo dell’animo, intimistico, come
ci viene oggi presentato dal Buddismo. Egli ha in mente un nuovo rapporto con Dio che Egli ha
introdotto nel mondo mediante
il suo abbassamentò e la sua
obbedienza a Dio e con questo
intende perdono per la nostra
vita senza Dio e contro Dio e
eliminazione di ogni angoscia,
perché possiamo essere certi che
Dio ci accetta nel nostro essere
uomini peccatori.
Questo significa Pace e Gioia
nella presenza di Dio in Gesù
Cristo e fiducia per il nostro
futuro: il giorno viene in cui
egli trasformerà tutte le nostre
miserie. Perché Egli non è solo
colui che si è abbassato, è anche colui che Dio ha innalzato.
Perciò possiamo avere assoluta
fiducia nella sua promessa. Il
nostro testo dice infatti: «Io vi
darò riposo ». È una promessa
sicura da parte di chi ha il potere di mantenerla.
Gesù aggiunge : « Prendete su
di voi il mio giogo ». Il rifugiarsi presso di lui non è ozio. Ma
mentre i dottori -della legge e
anche i rivoluzionari del suo
tempo imponevano alla gente un
Wilhelm Niesel
(continua a pag. 7)
2
‘V—
14 ottobre 1977
■lO.'t
RIPRESO IN TUTTE LE CHIESE IL LAVORO DELLE SCUOLE DOMENICALI
Il metodo delle “sequenze”
la resurrezione
Abbiaino intervistato il past. T. Soggih che ha presentato a Milano e
a Torino un’interessante proposta per facilitare il lavoro dei monitori
— La prima parte dei programma di quest’anno è una
« sequenza » sulla resurrezione.
Com’è stata impostata?
— La sequenza è centrata sulle testimonianze rese al Gesù
risorto. Il concetto di testimonianza sta cioè al centro della
sequenza; andrà chiarito nel
suo significato corrente di « relazione di un fatto secondo
quanto una persona ha visto e
udito », prima di arrivare ad
affrontare le testimonianze riportate nel Nuovo Testamento
relative al fatto che ci occupa:
la resurrezione di Gesù. Udendo e vagliando le varie testimonianze si arriverà a porre il
problema fondamentale verso
cui tende tutta la sequenza.: è
possibile affermare, sulla base
deUe testimonianze, che storicamente Gesù è risorto? Se ci si
basa sul metodo di indagine che
un tribunale segue per emettere la sua sentenza dopo aver
ascoltato le testimonianze, la
risposta non può essere affermativa. Nel Nuovo Testamento
abbiamo delle persone che testimoniano, ma non delle prove; ci sono dei credenfà, ma la
fede non è evidenza, non è prova. La risposta che quindi siamo chiamati a dare di fronte
alle. .testimonianze della resurrezióne è ima risposta di fede,
non la risposta di una conoscenza storica, sperimentale.
— Vorresti chiarire lo
di questa precisazione?
seopo
— La carica della resurrezione di un Cristo che guida l’umanità secondo un suo piano
di vita è stata disinnescata da
secoli di pratica ecclesiastica.
Come dice la rivista «La Scuola Domenicale » nella sua introduzione alla sequenza, «oggi la
resurrezione è un ’bene culturale’ da consumare in tempi e
luoghi rigorosamente determinati, im rito cultuale che si
esaurisce nella liturgia pasquale, celebrata nelle dovute forme
una sola volta all’anno (eventualmente trasmessa per TV,
via satellite, in mondovisione e
a colori) ». Ciò che ci proponiamo è far capire ai ragazzi che
la resurrezione non fa parte né
della logica cultuale delle nostre chiese, le quali tendono
piuttosto a commemorare, né
della logica di quelli che la scartano sulla basé del fatto che
non è una realtà accertabile
storicamente. Abbiamo cioè da
combattere su due fronti, da
una parte l’indifferenza delle
nostre comunità e dall’altra il
rifiuto del mondo laicizzato.
Per questo dobbiamo rendere
alla resurrezione di Gesù la sua
libertà, il suo essere problema
aperto solo alla fede, oggetto
di testimonianza ma non di prova storica. Noi sappiamo che
nessuna testimonianza è sicurezza. I ragazzi devono scoprirlo per essere indirizzati verso
la fede al di là delle semplificazioni cultuali della chiesa e
del facile rifiuto dell’uomo moderno.
Dalle chiese
LIVORNO
Domenica 2 ottobre il culto
è stato presieduto dal sig. Giordano Senesi, sovrintendente del
X Circuito, per l’insediamento
del past. Tom Noffke. La comunità ha dato il suo benvenuto al peist. Noffke e ha espresso la sua volontà di collaborazione; Al past. Alberto Ribet ha
espresso la propria riconoscenza per il lavoro compiuto negli
ultimi due anni.
CATANZARO
La comunità valdese di Catanzaro ha rivolto, nel corso del
culto del 4 settembre, im ' commosso e fraterno saluto al pastore Piero Santoro che ha partecipato alla Cena del Signore
nel giorno del commiato da
quella che è stata la sua comunità per sette anni, ir pastore
Santoro infatti lascia la comunità di Catanzaro per trasferirsi a Bàri. L’anziano di chiesa
Ernesto Scorza, a nome delia
comunità, ha rivoltò al pastore
Santoro e alla sua famiglia il
senso di riconoscenza dei valdesi della città per il suo fruttuoso lavoro svolto durante, il ministerio di sette anni. Le parole
dell’anziano Scorza si son riferite al noto passo della lettera
agli Ebrei (12; 7): «Ricordatevi dei vòstri conduttori i quali
vi hanno ànnùnziàtò le Parole
di Dio ». Durà’nte il cqlto di commiato Sono Stati battezzati due
bambini, dèlie famigliè Romano
e Bagnato, invocando su di loro
la benedizione del Signore.
Quattro giorni dopo, in un
colto successivo presièduto dal
pastore 'Sciclone, la comunità si
è riuovattìente’raccolta per partee’nate àll’ihSèdiamento dei
nuovo còndùttprè della c)oiesà
catanzarese :' li pastore Teodoro
Magri: Nel .saluto rivolto airassembleà, Magrii ha invitato tutti
i mertibri di chiesa alla attiva
collaborazione ' nell’opera del signore.
La comunità, dopo il culto, si
è raccolta intorno al nuovo pastore. Nel rivolgere al pastore
Magri, il più fraterno benvenuto,
i fratelli di chiesa hanno ricordato la propria disponibilità nel
partecipare all’opera di testimonianza nella città e nella diaspora catanzarese.
NAPOLI
— come si configura quindi
questa sequenza impostata sulle testìmoiiianzé rese’ alla r^
surrèzione di Gesù?
— Per esempio il programrna dei medi (7-11 anni circa)
si divide in 3 parti, conaprendenti diverse sezióni, ricalcate
sui 3 termini che il Nuovo Testamento usa per parlare. della
resurrezione; risveglio, vita, elevazione. Quindi: Dio’- ha risvegliato Gesù dai morti; (5esù è
vivente; Gesù è il Signore. In
questo schema sono inquadrate
le varie testimonianze neotestamentarie. Il programma dei
grandi (11-14 anni circa) ha una
struttura più collegata con i
passi biblici relativi alle testimonianze, articolata ugualmente in 14 sezioni.
^ — C’è chi ha osservato che
l’anno scorso il programma dei
grandi era meno ricco di quello del medi. Sarà così anche
quest’anno?
— Direi il contrario; personalmente penso che quest’anno
il materiale .migliore sia quello
dei grandi. Rispetto a questo il
materiale dei medi ha una certa «riduzione» biblica. Se quindi non integriamo in qualche
modo i due programrni, rischlarno di avere per i medi notevoli proposte di lavoro attivo con
i ragazzi, ma un forte imbarazzo quanto al riferimento biblico; per fare un esempio, nella
prirna parte del programma
medi, è citato un solo passo
biblico. \
— Come è possibile ovviare a
questi inconvenienti?
— Ai monitori delle scuole
domenicali di Milano, e a quelli di Torino e dintorni al cui
convegno ho partecipato recenmente, ho proposto di unificare il programma dei grandi e
dèi medi quanto alla parte biblica seguendo l’impostazione
del primo. In pratica si tratterebbe di aggiungere alcuni testi al materiale dei medi e di
spostare uri testo nel materiale
unificato
PROPOSTA DI SCHEMA UNIFICATO «GRANDI» E «MEDI)
per la preparazione biblica settimanale dei monitori.
I - Formazione gruppi (vedi « Vita di gruppo » p. 31 rivista 1/1977).
■ 2f '- Mettere a fuoco le parole testimoni, testimonianza seguendo la
proposta a pp. 3740 (Rivista id.) Lettura Sez. 1°: I Corinzi 15;
1-20 (vedere sempre i commenti alle sezioni nel « supplemento »
Note bibliche).
3 - Chi potrebbe dirci se Gesù vive? Ricerca di testimoni viventi
attorno a noi nel corso della settimana. Inchiesta su ; « credete
che Gesù è vivo? ». Esame delle risposte e catalogazione.
Segue cos’i la ricerca biblica motivata (conversazione « Il risveglio », pp. 74-76 id.).
I. - Gesù risvegliato dal regno della morte (i testimoni raccon
iano): ,
'4 - sez. 2; Marco 16/1-8 (e paralleli): le dònne alla tomba.
5 - sez. 3; Giovanni 20/2-10: Pietro e l’altro discepolo.
6 - sez. 4 : Giovanni 20/1, 11-18 ; Maria Maddalena. ^
7 - sez. 5; Matteo 28/9-15 (v. 27/63-66): le 2 Marie; le guardie; i
sacerdoti e i farisei.
8 - sez. 6: Luca 24/13-35; i due di Emmaus.
9 - sez. 7 : Luca 24/3649 ; i discepoli.
II. - Gesù è vivente e incontra i suol (conversazione « cos’è la
vita », pp. 80-81 ).
10 - sez. 9 : Giovanni 20/19-23 : il risorto dona lo Spirito.
11 - sez. 10 : Giovanni 20/24-31 ; incredulità e fede di Tommaso.
12 - sez. 11 ; Giovanni 21/1-14 : Pietro, la pesca e il pasto comuni
tario.
III. - Gesù è il Signore (esaltazione del Cristo e missione dei
suoi):
13 - sez, 12; Giovanni 21/15-24: la comunità; Pietro e Giovanni.
14 - sez. 8: Il Risorto invia in missione: Matteo 28/16-20.
15 - sez. 13: Ascensione di Gesù: Luca 24/50-53; Atti 1/1-12.
16 - sez. 14: La Pentecoste: Atti 2/1-13 (leggere fino al v. 33).
17 - Che significa per noi : « Gesù vive »?
dei grandi (sezione 8). Questa
unificazione faciliterebbe così, là
preparazione dei monitori centrando la preparazione ogni volta su un testo biblico.
— Questo potrebbe eliminare
uno degli inconvenienti del primo esperimento delle «sequenze » riscontrato qua e là l’anno
scorso, e cioè una preparazione monitori inesistente o lontana, dal programma dei vari
gruppi.
— Appunto. E questo non sarebbe un tornare indietro allo
schema di una « lezione » per
ogni domenica. I gruppi conserveranno la loro autonomia e
il loro « passo », più svelto o più
lento sulle varie sezioni a seconda dell’interesse suscitato,
della rispondenza agli interrogativi dei bambini, ecc. La cadenza settimanale legata al singolo passo biblico sarebbe molto più per il monitore che non
per il suo gruppo.
— La tua proposta implica
perciò una riunione settimanale
per i monitori?
— Nel modo più assoluto. La
istruzione biblica nelle nostre
chiese è troppo importante per
non ricevere tutta la cura possibile. Certo una preparazione
settimanale è un sacrificio, si
tratta di impegnare una serata
settimanale in modo fisso; ma
i risultati che si ottengono sono
tali che credo ne valga la pena.
L’incontro settimanale di preparazione dei monitori è una
battaglia da vincere per il continuo miglioramento dell’istruzione biblica nelle nostre chiese.
— A Milano come strutturate
questa preparazione settimanale?
— In due parti; circa un’ora
e un quarto di studio biblico
sul testo della settimana e un’altra ora in cui i monitori si riuniscono per fasce d’età (piccoli, medj, grandi) per discutere
insie&è l’aspetto pedagogico della presentazione del messaggio
ai vari gruppi.
È con il cuore gonfio di malinconia che alla ripresa delle
attività ecclesiastiche dobbiamo
constatare il nuovo vuoto verificatosi nel già esiguo numero
dei membri Metodisti della Comunità del 'Vomero. Infatti il
20 luglio scorso è deceduta la
nostra cara sorella Irma Gallo
ved. Nitti.
bai nostro giornale desideriamo ricordarla a chi l’ha conosciuta ed anche a tutti gli altri.
Membro attivo nella nostra
Comunità sia nello specifipo
settore dell’Attività Femminile
che in quello più ampio della
comunità in genere. Evangelica
di vecchia data (era infatti nipote del Prof. Sanfelice, attivissimo membro della Chiesa
Wesleyana di S. Anna di Palazzo e del Circolo Culturale « G.
Caracciolo»), sposò, il dr. Lelio
Nitti, al fianco del quale, fino
al rnomento della di lui morte,
si. interessò sempre di tutti i
problemi ,della comunità. .
Rimasta véclovà si occiqjó,
coadiuvàta prihcipàlmente jdàl
Pastore., s.' Ricciardi, dell’e'du»
cazione della figlia Silvana^, inculcando nella stessa quei'.principi'dj amore per , il pròssimo
è di ’uguaglianza sociale'di cui
Silvanà è ora una strenua .propugnatrice,; tutto ciò non disertando,! Suoi ’ impegni nei copfront®della comunità.
Tutta là comunità ed .in particólaré tutte le sorelle cui npn
ha mai ^ lesinato la sua, parola
di conforto e la sua presenza
là ficórderanno con , affetto , é
rimpianto traendone esempio di
vita. '
NAPOLI VOMERO
La fede presentata ai bambini
Anche quest’anno le Comunità
di Napoli .(del "Vomero e di via
dei Cimbrij hanno organizzato
un ciclo biblico infrasettimanale in preparazione dell’attività
annuale della Scuola domenicale.
Le lezioni si sono svolte in tre
giorni nelle rispettive sedi ed un
quarto giorno (sabato 17 sett.) ha
avuto luogo un incontro CQn aga-,
pe fraterna a via dei Cimbri per
confrontare le esperienze dei va
ri gruppi. ,
D gruppo FGEI del Vomero,
composto essenzialmente da ragazzi che frequentano il catechismo, quest’anno ha deciso, anche
in vista di Un maggiore impegno
nella Scuola Domenicale di non
costitùirè un gruppo a sé, ma di
collabòrare con i mònitori. Diariió qui di * seguitò " il resooontó
delle tematiche 'affrontate in tìiodb particolare al 'Vorherq, ricordando ‘ tuttavia che rargoménió
generale, comune alle dùé Scuole
domenicali, èra: là fede.
Lo studio, articolato in tre
giorni,, non si è Ìimitatp alla semplice spiegazione del termine, mà
si è sforzato di far cómpreridère
ai ragazzi il sùó reale valore, cioè
, « conoscenza di Ùiò biella Bibbia la conoscenza è collegata ài
rapporto sessuale; di conseguenza, conoscere Iddio,,vuol dire avere con lui, un rapporto nqn superficiale o occasionale, ma continuo
e approfondito. Studiare la Bibbia vuol dire studiare il rapporto con Dio di uomini singoli o
del popolo d’Israele. La prima
giornata si è incentrata sulle aggregazioni che la fede suscita e
quindi si è cercato di precisare
il valore della comunità. Partendo dalle prime aggregazioni che
i ragazzi vivono (famiglia, scuola, amicizia), si è giunti al momento comunitario, avendo presenti i testi biblici della vocazione di Àbramo e, nel Nuovo Testamento, la chiamata di Andrea
e Pietro. 4, , , '
Il secondo giorno si è invece
trattato il problema; in chi abbiamo fede? Allo scopo di chiarire la fede in Dio Padre e Crea
(ore, abbiamo studiato il testo
della creazione nel libro della
Genesi. Partendo dalla semplice
constatazione che non è possibile
vedere Dio e tantomeno dimostrarne l'esistenza, si è spiegato
ai bambini che il racconto della
creazione non è che il frutto della immaginazione a cui gli antichi ricorre'vano pèr ovviare alla
mancanza di cognizioni scientifiche, La vera importanza di questo passo, consiste nell’illimitata
fiducia in un Dio creatore di tutto al di sopra di tutte le altre dit
vinità pagane. I più grandi hanno anche riscritto il racconto della creazione adattandolo alle no
stre cognizioni scientifiche. Anche per quanto riguarda la fede
in Gesù Cristo Salvatore non si
sono ricercate dimostrazioni o
prove, ma si è centrato il discorso sulla resurrezione con la lettura di testi che parlano dì una
toniba vuota, proprio perché
questo è il nodo fondamentale
della nostra fede cristiana.
L’ultimo giorno abbiamo esaminato se vi sono e quali sono i
particolari frutti che la fede produce nelle azioni di tutti i giorni. La constatazione è stata che i
crédenti ■ peccano cOme gli qltri
e d’altra parte conducono le stesse lotte per la giustizia di tutti
gli uomini. Si è però osservato,
che vi è differenza nelle motivazioni deH’impegno. Per i non credenti esse sono di vario genere;
collocazione di classe, motivazioni filosofiche; per i cristiani sono
presenti anche queste, ma è la
fede in Dio che ci fa credere che
il mondo possa cambiare, che ci
dà la convinzione di essere tutti
fratelli, pur nella consapevolezza
della naturale inclinazione all’egoismo, e alla -reciproca aggressività e con questa carica ci, spinge
alla piena solidarietà con il/mondo. Non quindi cristiani « puri »'
èd isolati dagli, altri uomini, ma
cristiani nel mondo pver-. l’affermazione del Regno di ,Dio/ ,
Emilio Fiorio '
3
14 ottobre 1977
tA «NOTA INFORMATiVA » SULLA REVISIONE DEL CONCORDATO
VOGO richiamo ai « principi supremi deH’ordinamento costituzionale italiano », viene sostituito da un più preciso richiamo ai
principi dell’ordine pubblico
.. italiano »: in paróle povere, i tribunali Italiani céntrolleranno che
le sèntenzé della Sacra Rota siano accettabili sulla base delle at
La bozza del nuovo Concordato lascia intatti molti privilegi e non instaura tra Santa Sede e
sentenze (certo, ; nobilissime e
sempre 'disinteressate) della Sa
Fine della 'Religione dello stato”j?
La bozza del nuovo Concordato lascia intatti molti privilegi e non instaura
Repubblica Italiana un rapporto veramente nuovo - Vediamo insieme perphé
Come abbiamo annunciato nell’articolo precedente, intendiamo
concentrare rattenzione su alcuni punti particolarmente qualificanti della « Nota » h
Fine della
« Religione
dello Stato »?
Il più importante di tutti è
certamente la modifica che sembra si voglia apportare al primo
articolo della bozza: la Chiesa
cattolica rinunzierebbe esplicitamente alla sua posizione di religione dello stato. Non si può sottovalutare la novità e l’importanza di questa dichiarazione di
principio: essa chiude una (lunga) epoca di primati e di privilegi., e di questo, non possiamo che
rallegrarci, come cittadini italiani e come evangelici: d’ora innanzi ci sono le, premesse perché
gli italiani possano pensare liberamente in materia, religiosa, ed
esprimere questi loro pensieri a
tutti i livelli e in tutti gii ambienti, senza che ,u,n loro eventuale dissenso dalla chiesa cattolica possa avere alcuna conseguenza nella loro vita personale
e familiare, civile (,p militare), e
ad ogni modo senza subire limitazioni o pressioni di sorta, neanche quelle ,d’uno « spontaneo »
conformfsmó'-ambiepital'é. È stato cioè fatto un primo, decisivo
passo, non verso una «laicità»
vecchia maniera’, ma verso una
eflettiva, positiva newirafifù religiosa dello stato: neutralità che
si fonda sulla manifesta incompetenza dello Statò in materia di
« religione ».
D’altra parte, bisogna pur controllare se il resto dei 15 articoli
della bozza di nuovo concordato
s-iano coerenti con .questa bella e
nobile , premessa, <5. se per: baso
non se ne discostino fino à ridurla a una (nobile) dichiarazione di
principio.
Ci si consenta Anzitutto un piccolo rilievo: nel nuovo testo, (articolo 1) i redattori barino ritenuto di dover introdurre una nota ecumenica: «la repubblica italiana riconosce il particolare significato di Roma, se.de vescovile
del sommo pontefice, per la, chiesa cattolica e per la cristianità ■»,:•
cioè anche per i valdesi, i copti,
i luterani i Kimbanguisti gli ortodossi, i metodisti, i nestoriani
e i giacobifi. Questo francdmehte
ci pare un passo indietro: ma chi
glie lo ha detto al negoziatori, che
noi riconosciamo un particolare
signihcato a « Roma sede vescovile del papa »? Capiremmo che
questa nota fosse introdotta nel
regolamento delle Poste e Telegrafi, ma in un testo stipulato
tra la Santa Sede e la Repubblica
Italiana questo non ci deve entrare: è materia di dibattito e di
scontro a livello ecumenico: e
in materia di Teologia ecumenica,
lo stato non è competente, cosi
còme ha rinunciato ad essere
competente in materia religiosa
« nazionale ».
Gli articoli 1 e 2 della bozza ribadiscono la garanzia concordatària su molte libertà già ampiamente garantite dalla Costituzionè: culto," associazione, comunicazione, stampa e comunicazioni
di massa, ecc. Tale riconférma
he essere coerente con la proclamata rinunzia al regime di religione .dello stato: questa via è
dunque impraticabile;
b) ovvero si riconosce semplicemente che lo stato ha il diritto di dare o di non dare dei
contributi finanziari alle parroc-:
chie, ai parroci ecc.: noi evangelici siamo contrari a tali contributi, ma potrebbe benissimo darsi che la maggioranza degli italiani (o dei loro rappresentanti
parlarnentari) fossero favorevqli,
còsi come sono favorevoli al finanziamento pubblico dei partiti, dell’editoria e di tante altre
còse: Benissimo: ma che allora
tali finanziamenti vengano decijs.i
volta per volta e caso per-qasp,
alla luce del sole, idopo un dibattito parlamentare, che coinvolga
particolare di libertà’universali i’òpihione pubblica del Paesq.
--------- „ lo Questa ci sembra Punica .via
praticabile: perciò pToponiaipo
ciié, qùes'ti' commi, della « bózza »
vengano "spppr.essi. .. ’
' Non. si,può' infatti sfuggire al-,
rirripressioiie che gli articoli che
tfàftario di questi, argomenti (3,
5, 7.) conservino un amplissimo
tràttapiento. di privilegio a fayore di. quella che fu Iq religione
dello stato: se .due ^parrocchie si
fondono le ! loro rèndite non si
sommano, e,quindi.lo stato dovrà vefsai;e due. distinti, « supplementi. ’ di' congrua » ^ che „altrimenti verrebbero forse a rivelarsi superflui; se viceversa una parroqchia si, sdoppia, lo stato,,.senza nemmeno esseiró-stato consUiitato,.,deve erogare, due « suppleménti di congrua », anziché; uno
sólo (art. 3/1/4). Gli, enti-eeclesia
va soppressa, o sostituita con là
semplice presa d’atto, da parte
della S. Sèdé,''delle libertà chèTà
Costituzione garantisfcé a tutti i
cittadini e' alle lóro organizzàzioni, e quindi anche ai cittadini ‘e
alle organizzazioni cattoliche. 'Altrimenti rimarrebbe il sospetto
che per qualcuno una norma di
concordato valga più d’una norma costituzionale.
Parrocchie, pariròci "
e congrue
La bozza di nuovo concordato
dà prova d’una mirabile discrezione' quarido allude al finàhZiamento della chie’sa da parte dello
stato. !..
« La disciplina degli intervpiiti
dèlio stato nella' gestione patrimbnialé dei benefici ecclesiàstici
rimane quella prevista 'dalìè yigenti leggi italiane. , •' ' . / ”
Rimangoiio ugualmente intatti
gli oneri finanziari previsti ‘dàlia
legge a càrico dello stato in màteria». (aft. 7, cornma 2/2);:''”:' Questo testo .è del tùtto insoddisfacehté, perchè cosi com’e
conferma, senza nominarli, tutti
i provvedimenti presi dallo statò
italiano a favore'di enti ecclesiastici: lo stato è dunque stato libero di deciderli, ma d’ora innanzi non sarà più libero di revocarli. La via da seguire è un’altra: , ,,
a) ovvero', si introduce .espiicitamente nel conéordato il prin
stici possono vendere i loro beni senza autorizzazione dello sitato (art 7/2/1); cosa giustissima,
se venisse abolito il supplemento
di congrua: ma finché esso esiste, ogni vendita d’un bene d’una
parrocchia significa una diminuzione dei suoi redditi e quindi un
aumento del contributo dello
stato.
Qui una scelta si impone: o
si rinuncia alla congrua, come
Sarebbe giusto e coerente, o la
si mantiene, s allora si accettano
i controlli da parte dello stato.
Si boti del resto che nel nùovo
testo vengono a cadere le garanzie, purtroppo necessarie, contro
attività speculative condotte in
l'egime di privilegio sotto copertura di attività ecclesiastiche.
Davanti a tutta questa materia
non possiamo nascondere una
profonda sensazione di disagio,
che si traduce nellà proposta di
eliminare o, di modificar^ radicalmente buona parte di questi
articoli.
$acìraRotaa
tribunali
della repubblica
Corifessiàmò, invece, vole.ntieri
che il' nostro-disàgio è.neftarnente minore quabdo affrònfiamó
l’art. .8, relativo aLmatriinonio:
le sentenze'dellà'Sacra Rota vengono sostahzialrnéntè parificate
a quelle dei’tribunàU stranieri (e
qùindi sottoposte a una sentenza
di ■deliberazione da. parte dei..trjburtdli italìàrii); Ü .fumoso, equi
cra Rota avevano efficacia automatica in Italia, e il problema
dell’esistenza della Sacra Rota
può così gradualmente tornare
ad essere quello che è; un problema di coscienza per i cattolici. Problema non lieve, a nostro
umilissimo avviso.
Certo, un fenomeno così grave
non poteva sparire senza lasciare tracce; e infatti, nel tgsto
della bozza di revisione, alcune
tracce sono rimaste: in base al
comma 1/4, potrebbe succedere
che due minorenni si sposino religiosamente, e facciano poi trascrivere il loro matrimonio dopo aver raggiunto la maggioreetà, aggirando così la legge civile; o addirittura, che una persona possa risultare sposata (religiosamente, ma con effetti civili tardivamente trascritti) con
una persona in un- periodo di
tempo in cui era legalmente sposata con un’altra, poi decèduta.
Questi, ed altri residuati moralment'' sgradevoli del privilegio
ecclesiastico andrebbero soppressi, a radicalmente chiariti.
(2. continua)7
Giorgio Bouchard
1 Valdesi e Métódùti di fronte alla
Revisione del iConcowisio. La « Notaf»
della Tavola valdese con la « bozza di
revisione,» ehe passerà all’esame' delle
Camere (^. Claudiana, ;Dossièi- . f),
pp. 60, L..Ì.000,
^ Come .' è noto le erogazioni che lo
Staio fa ,a favore, dei .parroci sano considerate come ’’siipplementV’i cioè coinè integrazioni dei redditi dei beni
che sono in dotazione alle parrocchie
stesse.. . . .
Conferènza Cristiana per la pace - Conimissione Teofogica
la protezione delle armi
« Quando sulla bandiera dell’esercito vedrai una croce, fuggila come
in presenza deldià^ólo in persona». L attualità di guesta frase di Lutero
cipio secondo cui le parrocchie sottolineata dal professore H. GBII witzer
ecc. hanno diritto, a determinati
contributi da parte dello stato
(congrua ai parroci, finanziamento per costruzioni, ecc.): ma non'
. si vede come tale . norma, p.otreb.
PROTESTANTESIMO IN TV
La trasmissione di domenica 2
ottobre, dedicata alla presentazione
delTulfimo libro di G. Toum, sui
Valdesi, è iniziata al solito con un
incredibile ritardo e si è articolata
in due momenti : la proiezione di
un filmato e una intervista all’autore.
Il filmato presentava vedute dei
luoghi più significativi delle Valli
Valdesi a commento di una breve
e.sposizione della storia Valdese sulla traccia del testo in questione.
Come fatto notare dal pastore
ta nella suggestiva vecchia cucina
ricostruita aU’inlerno del Museo
Valdese di Torre Pellice, il past. G..
Tourn ha ribadito che la Chiesa
non può non essere radicata nel
periodo storico in .cui vive, ma, nel
tempo stesso, ne riceve una sfida
a cui deve dare la « sua » risposta.
E’ passato poi ad esaminare alcune di queste « risposte » nel corso della storia valdese dal Medioevo
ad oggi. Si è infine soffermato sul
significato della parola « diaspora »
c SU.1 perché il mondo valdese sa
la sfida della storia
A. Comba, « la singolare vicenda »
viene qui suddivisa in 4 fasi e non
—come tradizionalmente — in due
soli periodi (prima e dopo la Riforma). L’intento dell’autore è stato
quello di verificare come i Valdesi
abbiano saputo rendere la loro testimonianza nel corso di queste successive tappe. I periodi storici individuati (dal 1170 al 1530; dal
1530 al 1700; dal 1700 al 1848;
dal 1848 al 1976) sono chiamati
nel libro « Diaspora dissenziente »,
ir Avamposto protestante h. Ghetto
alphto »,, «Verso 'una nuova diaspora », definizioni significative ed
illuminanti. ,
Nel corso dell’intervista effettua
rebbe ora avviato « verso una nuova diaspora ». Questo termine non
significa solo dispersione di piccoli
gruppi in un contesto più ampio
ed estraneo, ma presuppone un rapporto di tensione. Questa tensione
sia da noi vissuta dunque con lucida coscienza delle domande che il
nostro, tempo ni pone ma sulla base della nostra fede di protestanti
riformati.
Ci auguriamo che nessuno vorrà
accontentarsi di quanto -sentito
nella trasmissione, ma » che essa
porti come naturale conseguenza al- '
la lettura del libro.
Miriam e Mirella Rein
Dal 19 al 23 settembre si è riunita a Berlino Ovest, nella sede
dell’Accademia Evangelica, ; la,
Commissionè. téològióà ‘dèlia
Conferenza cristiana per la pace (CCP). In tutto 43 persone,
di cui alcune in qualità di osservatori od.,ospiti; la maggioranza è prqtestante; cinque gli
ortodossi,, è altrettanti L cattolici. Una ventina proveniva dall’area occidentale, soprattutto
dalla Germania Federale, ma
anche dall’Olanda, dalla Francia, dall’Italia, dall’Austria, dall’Inghilterra e dagli USA.
Dopo la rottura quasi completa avvenuta tra la CCP e
l’Occidente nel 1968-69 in seguito all’occupazione armata della
Cecoslovacchia da parte delle
truppe del patto di Varsavia,
si nota oggi un certo riayvicinamento tra la OOP e gruppi
di cristiani d’Occidènte, soprattutto grazie all’azione tenace
svolta in questo senso dall’attuale segretario generale pastore K. Tòth (che purtroppo terminerà il suo mandato il prossimo mese di giugno). D’altra
parte, in vasti settori delle chiese occidentali permangono perplessità e riserve su questo organismo, ritenuto troppo ligio
alle direttive politiche dei governi orientali»! un sintomo lo
si è avuto anche a Berlino, dove la direziope della chiesa evangelica locale ha declinato
l’invito a partecipare a un ricevimento offerto dalla Accademia
Evangelica alla Commissione
teologica della CCP.
Per parte nostra riteniamo
che sia meglio avere rapporti
con la CCP ■ piuttosto che non
averne; essa bostitùisce un’occasione ¿(1 incontro e confronto
tra cristiani tìèlTEst e dell’Ovest,
sul - terreno dì un' impegno comune, anche se' - differenziato é
non uniforme, per la pace in
tutte , le sue implicazioni, ínterpe a\ ogni paese o « blocco »
pòlitico.-militare, e internazionali. I rapporti Tra « pace,» e socialismo, è uno dei nodi del dibattito, sul quale insistono i fratelli
dèlTEst. È nqto. d’altra parte l’atteggiaménto di distanza .critica
che in varie occasioni la sinistra
occidentale ha adottato nei confronti di decisioni o irnpostazioni dei regimi socialisti delTEst
europeo é delTUnione sovietica.
Dal cosiddetto Terzo Mondo, poi,
giungono voci come quella udita al congresso delle religioni
per la pace (tenutosi a Mosca
nello scorso mese di giugno),
secondo cui « qualunque forma
di socialismo è preferibile a tutto
ciò che abMamo sin qui sperimentato dèi capitalismo ». In
questa complessità di problemi e
varietà di situazioni ed esperienze si muove la Conferenza cristiana per la pace. La presnza
di cristiani occidentali può essere beneffca sia per la Conferenza che per noi, tanto più se si
considera che le chiese in Occidente sono piuttosto apatiche e
indolenti sul piano dell’azione
per la pace, comunque intesa.
Fra i rappresentanti del Terzo
Mondo presenti a Berlino c’era
il vescovo metodista delTAngola
E. Carvalho che nella sua relazione ha insistito sulla necessità
della liberazione come premessa
per la creazione di una società
giusta. Egli hà anche smentito
le voci secondo cui Tattualé governo ' delTAngola ostacolq, o reprime l’attività delle chiese : semplicemente, gli antichi privilegi
(della chiesa cattolica), coonesti
con il dominio cóloriiale portoghese durato circa 500 anrtì. sonò
ora stàti- annullati e si è instaurato un régime di netta separa^
zione tra Stato e Chiese.
Il contributo'di magpor peso
ai lavori dèlia Commissione è
stato offerto dal proi. H. Golividtzer che collegandósi al programma sulTantimilitarismò varato dal Consigliò ecumenico
delle chiese (anche ,se il suo finanziamento non è ancora assicurato), ne ha ripreso e illustrato una delle tesi centrali : « La
Chiesa deve dichiararsi disposta
a vivere senza la protezione delle armi». Sarebbe un fatto nuovo nella sua storia.
Già Lutero sosteneva che non
è lecito servirsi delle armi per
proteggere la fede e la chiesa,
per cui, in polemica col papa e
con Timperatore, affermava che
la guerra contro i Turchi non
poteva essere indetta come crociata. « Quando sulla bandiera
dell’esercito in marcia contro i
Turchi vedrai una croce, fuggila come in presenza del diavolo
in persona ».
Oggi la situazione è tale che
gli armamenti, tradizionalmente
destinati alla protezione dei popoli, sono diventati una minaccia assoluta proprio per la -vita
che dovrebbero proteggere. Bisogna abituarsi a vedere nelle
armi non lo strumento dqlla nostra difesa ma il nostro nemico
e i cristiani devono cominciare
a chiedersi se non sia giunto il
tempo di desolidarizzarsi completamente rion solo dalla guerra ma anche dalla suà preparazione. Uno scienziato inglese ha
dichiarato recentemente: «La
scienza deve cessàre di prostituirsi aUa guèrra». In passato
anche la chiesa si è non di rado
prostituita alla guerra. Oggi essa è chiamata a liberarsi da questo fardello e à , diventare,,. da
«prostituta dellià ^èrra», la
sposa di Gesù erìstq, il, p,rir>(?ipe
della pace. ,,
Paolo Ricca
4
14 ottobre 1977
IL RECENTE LIBRO DI VITTORIO SUBILIA
Umiliata sfiducia nella chiesa
e indistruttibile fiducia in Dio
« Dietro r assenteismo delle
chiese e la non voglia, la nausea
dei culti c’è un fenomeno di delusione che non va sottovalutato e
soprattutto affrontato con gli ammonimenti sfasati, paternalistici '
di chi ha il proprio orologio spirituale in ritardo di secoli. I tem
appassionato
appello al Dio autentico e una
protesta spietata contro i suoi
noiosi surrogati clericali » (p. 13).
Parole severe, queste di V. SubiJia, nella sua opera più recente *
nii scuso di presentàre con
forte ritardo. Senza attenuare la
recisione del giudizio si dovrebbe forse aggiungere che i templi
vuoti sono anche una manifestazione di indifferenza e d'increduhta dentro e fuori le chiese,
i-ateismo odierno è un fehomeno di massa, privo di passione
(Dio e COSI inutile e indifferente
cne imn vai più nemmeno la pena di combatterlo); ma di esso
1 cristiani e le chiese sono gravemente responsabili. .
Dio non può
essere così! '
Ho letto questo vivido libro
durante le ferie. Al rientro, cÌn
piacere ho visto in libreria che la
ha pubblicato
italiana de
L ora di Kierkegaard, il giornale
1655^ dai filosofo cristiano danese
in polemica sferzante con un cristianesimo imborghesito e banalizzato (la prima edizione italiana curata da G. Gangale nel 1931
per le edizioni Doxa, era da tempo esaurita). Al di là della marcata distanza delle situazioni storiche, c e una consonanza profon
dfi-h? Proteste appassionate
di chi, guàrdando vivere e ascoltando parlare i cristiani e le chiere, sente irresistibile la rivoltarlo non può essere così! Non può
essere così insignificante e meschino, così imborghesito, banale e clericale come il cristianesimo che se ne fa portatore! È na^hora che incontri dura
ostilità, o più spesso disprezzo
tollerante e ironico. Non da oggi: sebbene di rado, forse, abbia
avuto le proporzioni attuali
1 ateismo non è affatto «un prodotto dello spirito moderno »
ma « esprime la condizione esistenziale dell’uomo » (p. 8); di
istinto l’uomo è sempre intimamente ateo (altro che «
ma naturaliter Christiana»!),
anche sotto camuffamento religioso: ci sono infatti njolti modi
per (illudersi di) negare Dio, di
negai gli spazio e senso nel nostro vivere.
Di questo si occupa la prima
delle tre parti in cui si articola
L’agonia
della fede. Messi come siamo, dudi fronte ai nostri luoghi di culto semivuoti, al diradarsi dei catecumeni giovani e
al quasi-svanire di catecumeni
adulti, alle prese con la crisi del
culto e di ogni aspetto della nostra vita ecclesiastica senza illuderci che il rimedio possa essere di tipo tattico e strategico
cioè possa in fondo venire da
noi, è necessario che partecipiamo a questa riflessione dolorosa
e prendiamo sul serio questa dura protesta, mossa non certo con
ipocrisia o dall’esterno -e fiduciosamente animata dalla speranza
che Dio malgrado tutto, malgrado noi, non si lascerà senza testimoni, senza chiesa. Tutta quest’opera è animata da un’umiliata sfiducia nella chiesa (Subilia
parla dell’« inquietudine scclesiologica protestante », e la vive)
e da un’indistruttibile fiducia in
Dio. In questo movimento dialettico fra le nostre infedeltà e la
Sua fedeltà è tipicamente biblica, teologica, e questa concentrazione su Dio mi pare essere
là caratteristica di tutta l’opera
del nostro teologo.
Di fronte alla sfida odierna,
come reagisce la chiesa? « La testimonianza cristiana oscilla costantemente fra questi due poli:
col pericolo di pronunciare un discorso astratto dalla storia, che
si preclude la possibilità di comunicazione, oppure lo sforzo di
comprendere la situazione del
I uomo, le sue tendenze, i suoi interessi, col pericolo di risolvere
II contenuto dell’Evangelo nelle
strutture di pensiero di una determinata civiltà » (p. 18), sia essa di ieri, di oggi o di domani.
Lome SI presenta oggi questa perenne oscillazione? Per verificarlo, il Subilia fa sondaggi in due
direzioni (2* e 3* parte): la teomgia ecumenica e la teologia di
Barth.
Due ecumenismi:
uno ecciesiastico
e clericale...
C’e una teologia ecumenica?
stupisce constatare che, mentre
Dio dovrebbe essere il centro di
convergenza delle teologie confessionali, la questione di Dio
non e imi stata, dibattuta, finora,
nel confronto ecumenico. Eppure, Si può darla per scontata^ È
proprio vero che siamo già uniti
nell essenziale della fede, e solo
piu divisi su punti teologici particolan? È proprio certo che la
i»eg^,a in comune noa faccia
problema, e invece lo faccia Tintercomunione (ambigua parola,
da rifiutare: o c’è comunione, o
non e e!) o un ministero reciprocamente riconosciuto? Dando
una simile preminenza a elementi lecclesiòlogici, umani, in fondo
assai secondari, non si cede già
a una segreta cattolicizzazione
discussi Documenti
di Atxra)? La stessa « Base » del
Consiglio ecumenico può mai esser data per scontata o non deve
continuare a suscitare le forti riserve critiche che hanno accompagnato la sua stesura e il successivo ritocca? Questo ecumenismo ecclesiastico, istituzionale,
non dà troppo per scontata la
questione primordiale del Dio vivente e di come stiamo al suo
cospetto?
■..e uno mondano
A questo ecumenismo ecclesiastico se ne contrappone uno antiecclesiastico, quello delle dissidenze presenti in tutte le chiese, che considerano le strutture
ecclesiastiche vecchie e superate
e, al di sopra delle confessioni, si
sentono unite in una nuova comunione alla ricerca di una riforma della chiesa. « Questo disagio sofferto e sconcertante si
estrinseca il più delle volte in
forme svianti e propugna soluzioni discutibili »; tuttavia deriva
« da una radicale delusione, dalla coscienza angosciosa che la
presentazione ecclesiastica di
Dio sia da lungo tempo diventata inautentica, che il suo nome
sia stato profanato anziché santificato per un complesso secolare di connivenze con sistemi sociali ingiusti e condannabili, ep
pure non condannati » (p. 30 s.).
Come reagiscono le chiese?
Quando non si arroccano in una
chiusura nostalgica e cieca, si
convertono assurdamente non a
Dio, ma al mondo; « nell’illusione di riguadagnare il mondo tendono a mimetizzarsi, a non più
distinguersi dal mondo, a dimostrare che anch’esse sanno essere mondane: e così lasciano che
lo spirito del mondo, che è spirito di efficienza, non lo spirito della croce, penetri nel loro seno »
(p. 33 cfr. pure p. 113).
Barth: non superato
anche se spesso eluso
Nella terza parte — la più ampia, forse la più ardua, ma anche la più bella e positiva — TA.
sintetizza la teo-logia di K.
Barth: non un capitolo di manuale dogmatico, ma Dio come
e testimonianza. Checché abbiano pensato saccenti critici, la
teologia di Barth non è un « monologo in cielo » astratto dal vivere storico; d’altra parte il tentativo di ’’recupero” di un Barth
teologicamente socialista, oltre a
Ignorare la ’’rottura” che la teologia della crisi ha significato anche neH'esperienza socio-politica
iT P^ssa del tutto accanto
alla linea di fondo della sua testimonianza teologica ed esistenziale, quando non -la contraddice
apertamente (ci sono sue pagine
che Marquardt ed epigoni non
sembrano aver letto). « Com’è
cambiato il mio pensiero »: periodicamente Barth scriveva una
messa a punto; se ne avesse avuto ancora modo, dopo la sottolineatura della divinità di Dio, e
poi della sua umanità, quale sottolineatura avrebbe dato oggi?
Non avrebbe continuato a chiamare le chiese a concentrarsi su
Dio, tenendo presente con tutto
Tequilibrio possibile che egli è
« totalmente Altro » e che egli è
con noi e per noi? A Lui dobbiamo convertirci, non al mondo; solo amando Lui con tutto
Tessere nostro, potremo amare il
prossimo come noi stessi.
V. Subilia svolge questa parte
secondo lo schema trinitario e
tornano alla mente le sue belle
pagine de / ternpi-di Dio, risultando tutta la ricchezza e l’attualità della teologia trinitaria. Terminata la lettura, come non concordare che Barth è ben lungi
dalTessere superato: è ancora
davanti a noi, ignorato ed eluso,
nell’esigenza di fondo di cui Dio
Tha fatto testimone.
Gino Conte
* Vittorio Subilia, Presenza e assenza di Dio nella coscienza moderna. Collana della Facoltà Valdese di Teologia,
Claudiana, Torino ’76; p. 124, L. 3.200.
Un augurio
Cero direttore,
nel consegnarti la recensione del libro di V. Subilia, Presenza e assenza di
Dio nella coscienza moderna, mi sia
permesso esprimere un augurio. Mi
spiego.
Un altro recente lavoro di V. Subilia, Fede ed etica politica, pubblicato
su « Protestantesimo », è stato diffuso
da parte della Tavola ai membri dei
consigli di chiesa, alcuni mesi fa. La
redazione di « Gioventù Evangelica »
(n. 45/46, p. 2), preferendo squalificare e votare al silenzio piuttosto che discutere (e lasciarsi discutere), afferma
che la Tavola, « forse, meglio avrebbe
fatto a lasciare (quegli estratti) sulla
rivista, dal momento che parlano di
fede e politica in un modo che non ha
niente a che fare con la vita reale della gente » (nota aniJoga nella Relazione della EGEI inserita nel Rapporto
al Sinodo 1977).
Non vorrei che, con i sospetti antiteologici correnti e talvolta sollecitati
fra noi, lo stesso ovattato silenzio si
stendesse su questo libro. Sarebbe ingiusto e soprattutto sarebbe peccato. E’
un libro tormentato e a tratti severo,
ma la gioia della fede — una gioia non
egoistica e soddisfatta — vi risuona,
contagiosa e corroborante.
Gino Conte
Ancora
sulla TILC
Caro Direttore,
ancora una notìzia da aggiungere alle varie osservazioni già pubblicate a
proposito della Traduzione Interconfessionale in lingua corrente.
Il participio greco : dedicaiomenos
nella pericope di Luca cap. 18 vv. 9-14
è stato reso così : « ...l’esattore delle
tasse tornò a casa perdonato ».
Mi pare che l’idea non è assolutamente nel contesto: né il fariseo chiese perdono — egli in fondo non ne
aveva bisogno: quando uno confida in
sé stesso Dio è di più — né il pubblicano chiose perdono; si limitò a pre
gare un Dio, né familiare né conosciuto. Si sente e si riconosce peccatore, si
accusa e invoca clemenza. La sua preghiera era chiusa in queste parole :
« Siimi favorevole (propitius), anche
se non lo merito accoglimi lo stesso ».
Qui il traduttore non mi pare che
abbia rispettato alcuna equivalenza dinamica, introduce arbitrariamente un
concetto che non è nel contesto e tira
fuori quel perdoxiato che non c’entra.
Ha tradito il testo. E quale testo?
La parabola. Si tratta di quella para*
boia per mezzo della quale il Maestro
giustifica dinanzi ai suoi critici il senso della Sua predicazione : annunzio
della liberazione per tutti. La parabola è un insegnamento completo, chiuso, e finito : non vi si può mettere altro
accanto. Il nostro rapporto con Dio è
un rapporto fiduciale, personale. Nessuno di noi è salvato perché crede ad
un contenuto dottrinale, ad un apparato salvifico e lo segue. Il senso della
parabola è tutto contenuto nel versetto 14 (b) ed è limpidissimo. La credente Maria infatti, la quale crede nella
fedeltà delle promesse fatte ai Padri
(Luca cap. 1 vv. 46-55) ed è beata
per questo, ci parla nel Magnificat di
un Dio che « atterra e suscita » come
SI esprime anche il Manzoni. Questa e
la punta della parabola (Jeremías) che
non avrebbe dovuto essere spuntata.
Ne è andato di mezzo il dialogo con ì
fratelli Cattolici, e il nodo non è stato sciolto.
Giuseppe E. Castiglione
Invito
alle chiese
Come già annunciato, il
prossimo numero sarà dedicato aUa
DOMENICA DELLA
RIFORMA e CAMPAGNA
ABBONAMENTI
Invitiamo le chiese ad
una diffusione straordinaria. Prenotazioni ; telef.
011/655.278 entro domenica 16 ottobre. ?»
Da 10 copie in poi L. 150
la copia.
IN RICORDO DI ELENA FAVA CERIATI
Sulle ali dell’arte e della fede
La sera del 22 settembre, dopo breve infermità, ha chiuso
serenamente in Vicenza, la sua
lunga e ricca esistenza terrena
la signora Elena Fava Cenati,
vedova del pastore metodista
Paride Fava.
Sia negli anni del ministerio
romano del pastore Fava, come
in quelli troppo brevi del ministerio vicentino, Elena Fava fu
una preziosa «moglie di pastore» per la sua squisitezza d’anima, la sua fede salda, la sua
naturale capacità di contatto umano, la collaborazione nelle varie attività ecclesiastiche offerta
sempre con semplicità e spontaneità.
Dotata di finissimo temperamento artistico e di una voce dal
timbro caldo e dolce, iniziò ben
presto la sua attività di concertista dedicandosi soprattutto alla musica religiosa e da camera.
Chi scrive queste brevi note —
allora studente in teologia a Roma — non può dimenticare la
semplicità con la quale Elena
Fava arricchiva col suo canto i
culti mattutini e serali e dava il
suo p.rezioso contributo alle manifestazioni culturali e benefiche
della comunità.
Negli anni precedenti la seconda guerra mondiale, la sua attività di concertista, oltre che in
varie parti d’Italia, la portò in
varie città della Cecoslovacchia
(a Praga ebbe un banchetto d’onore alla Ambasciata d’Italia
insieme a Beniamino Gigli), della Gran Bretagna, della Romania riscuotendo sempre successi entusiastici sia per la sua finissima voce di soprano di grande dolcezza e potenza, sia perché. come commentava il Telegraph dopo un suo concerto,
« la signora Fava possiede
mirabile misura la facoltà di
in
e
slorzo di fedeltà • uosmauco, ma uio come mirabile misura la facoltà di e
all Evangelo,anima di un intera vita di ricerca sprimere emozioni ed aspirazioni
religiose ». Sempre negli anni
precedenti la seconda guerra
mondiale, Elena Fava incide per
« La voce del padrone » una serie di dischi di musiche di autori moderni e neo classici e dà
concerti alla Radio italiana ed a
quelle di Praga e di Bucarest.
Nel periodo bellico Elena Fava
si prodiga in concerti a scopo
benefico, canta alla radio per
confortare le mamme che hanno
i figli lontani, ed una sera, attraverso una « Ninna nanna» la sua
voce raggiunge il figlio Lionello
ancora prigioniero nel Sud Afri^
ca. Ed è negli anni tormentosi
della seconda guerra mondiale,
deceduto nel 1943 il pastore Paride Fava, senza notizie per molto tempo dell’altro figlio Walter
— valente predicatore laico della nostra Chiesa — che Elena
Fava dimostra tutta la sua forza d’animo sorretta da una fede
incrollabile pel suo Signore. La
piccola comunità di Vicenza —
che lo scrivente in servizio militare a Venezia visita la domenica come può e quando può —
ha in lei il suo sostegno morale
e spirituale. La sua attività di
insegnante di canto lenisce la sua
solitudine ed i suoi allievi hanno
in lei non solo una preziosa
guida artistica ma anche una
consigliera buona, comprensiva,
paziente. E dalla sua scuola escono artisti lirici di fama internazionale come la soprano Marcella Pobbe ( che ha assistito
commossa ai funerali), il baritono Renato Bruscon, il tenore
Giuseppe Giacomini, per fare i
nomi più noti.
Insegnante al Conservatorio
di Padova e all’Istituto « Canneti» di Vicenza, venne insignita
del cavalierato della Repubblica
per meriti culturali. Il sindaco
di Vicenza, in una manifestazione in suo onore per le sue «Noz
ze d’argento» con l’arte, le conferà una medaglia d’oro della
città.
Ancora in anni recenti, le manifestazioni benefiche cittadine
potevano contare sul suo inconfondibile apporto di bontà, di
solidarietà, di dolcezza.
Elena Fava è ■ stata una maestra nell’arte del canto ma anche una maestra di vita. E lo è
stata traendo ispirazione e validità dalla sua anima di credente.
I funerali, che lo scrivente ha
officiato per desiderio dei familiari, si sono svolti il pomeriggio del 24 settembre nella chiesa metodista di Vicenza, insufficiente a contenere la folla di
membri della comunità, di estimatori, di amici, di rappresentanti delle associazioni culturali cittadine, di autorità locali.
Come ebbe a dire nell’ormai
lontano 1954 Leony Chiarelli, allora presidente della Federazione Italiana Donne Arti Professioni, Elena Fava ha saputo
fare dell’Arte una « grande meravigliosa ala che Dio ha dato
agli uomini per salire a Lui ».
Quest’ala, con quella della fede, ha mantenuto Elena Fava
vicina al suo Dio lungo tutto il
corso della sua esistenza terrena. A lei ben può applicarsi la
promessa di Gesù : « questa è
la volontà del Padre mio: che
chiunque contempla il Figliuolo e crede in lui, abbia vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno» (Giov. 6: 40).
II pastore Gian Maria Grimaldi, nell’esprimere il commosso
pensiero della comunità locale
ha anche espresso ai familiari
la solidarietà del Presidente della nostra Conferenza e del Sovrintendente del circuito,
Mario Sbaffì
5
14 ottobre 1977
A quattro anni dal soffocamento della democrazia in Cile,
dedichiamo una paginq del nostro giornale a questo pae-cM. se martoriato, simbolo del vicolo cieco costituito dalla reazione fascista.
Tre elementi, messi in luce da questo servizio, caratterizzano
infatti la situazione senza sbocco del fascismo cileno: Timpossihilità di allentare la stretta di una repressione inumana, neppure
a seguito delle pressioni dell’opinione pubblica e dell’ONU, pena
la sopravvivenza della dittatura; il tracollo dell’economia chiaramente strutturata in funzione degli interessi di tutti fuorché del
popolo cileno; l'opposizione 'crescente che guadagna tenacemente posizioni in estensione e organizzazione.
Il servizio, comprendente anche l’articolo di prima pagina e
la scheda storica in ottava, è stato curato da Andrés Lopez e Aldo
Visco Gilardi.
IL CILE
quattro anni dopo il ëolpe
A differenza di altri regimi fascisti ai
quali la giunta si ispira, i militari in
Cile non sono riusciti a consolidare un
movimento di masse che faccia da supporto e dia stabilità al regime; al contrario, i settori che inizialmente gli avevano offerto il sostegno oggi stanno
tornando indietro e cominciano a capire come il governo su cui avevano
riposto le loro speranze non le rappresenti affatto. Una buona parte dei motivi che hanno originato l’isolamento di
Pinochet si trovano nella politica economica seguita. Gli interessi economici
che rappresenta la giunta sono gli stessi che sono stati minacciati durante il
governo di Unità Popolare, e cioè i
grossi capitali nazionali e le multinaz^pali; settori che hajmo imposto ia
cosiddetta « polìtica sociale di mercato », che ha come teorici un gruppo di
economisti americani deiruniversità di
Chicago, meglio conosciuti come i
« Chicago Boys », il cui massimo esponente è Milton Friedman. In cosa con
siste essenzialmente questa politica?
a) Il mercato è il normale regolatore della attività economica. Nessun fattore esterno deve
condizionare il libero gioco della
offerta e della domanda. Così ad
esempio, i prezzi e i salari non
sfuggono a questa regola, facendo esplodere il problema della
disoccupazione che raggiunge il
25% della forza-lavoro (l/n cileno
su 4 in età lavorativa, è disoccupato!). Si crea infatti una super
offerta di lavoro e quindi il prezzo del lavoro scende fin che ì padroni vogliono. Se-a questo si aggiùnge il fatto che non c’è una
vera attività sindacale in quanto
i sindacati non si possono riunire, né dichiarare uno sciopero,
né stipulare contratti collettivi,
che per di più i padroni licenziano quando vogliono e chi vo
___________IL DRAMMA DEI FIGLI DEGLI «SCOMPARSI »
Il riflesso della violenza
Sintomi osservati in bambini e
ragazzi dei quali un genitore
è sparito e cbe non hanno ricevuto spiegazione (o che hanno ricevuto spiegazioni vaghe
e contradditorie).
(Bilancio basato su 145 casi di
bambini e ragazzi da 1 a 18
anni).
1. - Disturbi somatici
— Sonno disturbato : insonnia, agitazione (grida, convulsioni), incubi, terrori notturni,
sonnambulismo.
— Disturbi dell’appetito: anoressia, fino ad un considerevole grado di denutrizione in certi casi ; eccessiva ingestione di
cibo ; comportamento conflittuale nei confronti del cibo: disordini gastro-intestinali ( diarrea, vomito), emicranie, tic nervosi, balbuzie, perdita di capelli, enuresi (un sintomo molto
frequente riscontrato anche in
pre-adolescenti di 13 anni).
2. - Disturbi emozionali
— Inibizione emotiva, indifferenza, apatia, inespressività.
— Desiderio eccessivo di affetto e di attenzione, dipendenza emozionale.
— Irritabilità, ansietà (spe
cialmente in riferimento a qualsiasi cambiamento nel contesto
abitudinario).
— Instabilità emotiva (riso,
lacrime, ecc.).
— Fobie,',e terrdri in;-determinate circostanze (buio, sirene,
rumori nella notte, uniformi,
luoghi chiusi, ecc.).
— Difficoltà nello stabilire
rapporti amichevoli con gli altri.
3. < Disturbi deUfintelligenza e
dello sviluppo
Tutti denotano una generale
e marcata caduta del livello scolastico e intellettuale:
— Alterazione della memoria,
e nella capacità di fare attenzione e di concentrarsi.
— Regresso ad uno stadio inferiore dello sviluppo (per ciò
che riguarda il parlare e il camminare); perdita totale o parziale della capacità di leggere e
scrivere.
— Blocco dello sviluppo e
dell’assimilazione di nuovi livelli.
— Squilibrio nello sviluppo intellettuale ed emozionale.
4. - Due esempi
— Un bambino di sei anni.
Il Cile In Cifre
LA PRODUZIONE
INDUSTRIALE DEL 1976
ESPRESSA
IN PERCENTUALI
(1969=100)
Vetro
Mobili
Chimica
Alimentari
Bibite
Tabacchi
43.8
52.5
31,2
80.5
80.8
100,6
Indice generale della produzione industriale = 71,8.
Fonte: SOFOFA
(Confindustria Cilena)
LA PRODUZIONE
AGRICOLA
NEGLI ULTIMI
12 ANNI
(1970 = 100)
Anno Produzione totale
65 60,8
70 100
73 80,5
74 95,1
75 91,9
76 84,3
Fonte ;
Rivista Mensaje
Gli è Stato detto che suo padre
è all’estero; la finzione è stata sostenuta dall’arrivo di lettere. È molto aggressivo quando la gente gli parla di suo .padre, mentSFe*-’Iui Stesso fifiuta'sistematicamente di parlarne. Respinge Ogni tipo di espressione
emotiva nei suoi rapporti con
gli adulti o gli altri bambini.
— Un ragazzo di 13 anni.
Sonno disturbato e disturbi nel
senso della percezione: quando
è sveglio vede il padre al suo
capezzale che gli sta parlando ed è convinto della realtà di
queste « apparizioni », che gli
provocano grave angoscia. La
sua condotta è aggressiva e indisciplinata. Instabilità emotiva. Senso drammatico dell’assenza di una figura maschile
con cui identificarsi.
Qui non si fa
poiitica !
Il decreto 77 dell’8 ottobre ’73
ha dissolto il partito di Unità Popolare e qualunque partito che implichi la ’’dottrina marxista”.
Il decreto 1967 dell’11 marzo
1977 ha dissolto tutti i partiti politici e ha proibito la loro esistenza nel futuro. Questo decreto proibisce il ’’perseguire e promuovere
qualsiasi attività, azione o gesto,
sia pubblico che privato, di tipo
partitico, sia da parte di privati
che da parte di organismi, associazioni, entità o gruppi di persone”.
Questa definizione può essere
applicata a sindacati, chiese, università, clubs, e quindi a chiunque
e conseguentemente si riferisce ad
ogni attività o iniziativa che consista nel cooperare in un modo
democratico nel decidere la politica nazionale o nell’esprimere opinioni su di essa.
gliono, si capirà facilmente fino
a ■ che punto siano vantaggiose
queste misure economiche per la
classe imprenditoriale cilena.
b) Le imprese debbono avere
un alto grado di efficienza e capacità competitiva sul mercato
mondiale. Non ci sono più protezioni di nessun tipo per le industrie nazionali. « Chi non è capace chiuda » è il ritofìiello. In queste condizioni, aperto il Cile al
mercato straniero e con il ritardo tecnologico proprio di un paese sottosviluppato, non c’è industria nazionale che sia in grado
di « reggere ». Così ad esempio,
la più grossa indisstria nazionale
di elettrodomestici non è capace
di resistere alla concorrenza
della Philco, Philips, Westinghouse, ecc.
Questo ha servito non solo ad
aumentare la disoccupazione, come effetto più immediato, bensì,
a convertire il Cile in un paese
interamente dipendente che deve
assumere il suo ruolo di venditore di matèrie prime e compratore di prodotti di alta o media
tecnologia.
D’altra parte, la riduzione del
potere d’acauisto di circa un 60%
per la maggioranza della popolazione, ha significato ùna grave
recessione economica; gli industriali non hanno commercianti
che possano comperare i loro
prodotti perché, questi a loro volta, ntm trovanò a c'h¥ fèndere.
Ecco, perché alla luce di questi dati emerge con chiarezza come runico mezzo possibile per
portare avanti una politica economica che ha avuto tante drastiche conseguenze sulla popolazione favorendo solo una ristretta cerchia di capitalisti speculatori conosciuti in Cile col nome
del « clan Piragna », possa essere
solo imposto con la forza delle
armi. La violenza, la tortura e la
repressione in genere, sono ben
più che paranoia individuale dei
governanti: sono l’unico metodo
possibile per sottomettere la
stragrande maggioranza. È una
scelta lucida e fredda, coerente
con la politica economica portata avanti.
Ma questa politica economica
è fallita per incapacità tecnica?
Noi pensiamo che le cause del
suo fallimento risiedano soprattutto nelle scelte fatte, che tra
l’altro non sono nuove nell’Ame
rica Latina. Questo cammino è
stato percorso mille volte, e altrettante volte è fallito perché
non persegue lo sviluppo economico, bensì la totale dipendenza
economica. Poche settimane or
sono il Ministro di Economia
della giunta dichiarava che « bisogna rendere l’economia cilena
più attraente e vantaggiosa per
gli investimenti stranieri che
Quella di paesi come Corea del
Sud o Formosa ».
In questo quadro rientrano
perfettamente 1’«indennizzo» pagato alle imprese americane per
i « danni subiti con la nazionalizzazione del rame »; più coerente
ancora con questo disegno risulta Fusclta del Cile dal Patto Andino * dopo le fallite pressioni
sugli altri paesi soci, per abrogare « l'accordo di Cartagena » (accordo firmato da tutti i paesi
membri del Patto Andino per fissare un tetto ai ritiri dei guadagni delle imprese straniere, pari
al 12% massimo degli investimenti complessivi). Così il Cile
Da Cile, carcere tortura esilio,
testimonianze di rifugiati politici. Edizioni Alternative Claudiana, 1974.
da impulsore del Patto Andino
<dfiventa il suo principale nemico
e finisce per isolarsi al suo internò per poi rompere definitivamente, aprendo così le porte ai
capitali stranieri dei quali la
politica economica portata avanti ha urgente bisogno. Ma il
discredito internazionale della
giunta è talmente pròfòndo che
i flussi di capitali ansiosamente
attesi, non si sonò presentati
nella quantità che i governanti si
attendevano. I capitali stranieri
non arrivano non perché le condizioni offerte non siano vantaggióse, ma perché il regime^ si Sostiene su basi talmente precarie,
che investire in Cilè diventa un
rischio perché « non si sa cosa
succederà domani ».
Dunque, la dipendenza non
« paga ». Al contrario aumentano
gli effetti disastrosi sulla popolazione. (Vedi a titolo indicativo
le tabelle riportate in questa pagina).
Non diventa difficile capire il
perché dell’isolamento del regime; più chiara diventa ancora la
situazione quando si tiene '-resente che i partiti democratici
non sono stati distrutti come esso pretendeva, che la centrale
sindacale unitaria esiste, e resiste al regime sempre con maggiore incisività e coraggio. Pochi
mesi fa 126 federazioni sindacali
hanno approvato un documento
dk dura critica -al regime, nel
quale si chiede fra altre cose
che venga rispettato il diritto alTorganizzazione sindacale di funzionare autonomamente, senza
controlli da parte della polizia
politica; il diritto di dichiarare lo
sciopero; di stipulare contratti
collettivi di lavoro; lo scioglimen
to della DINA, e la deroga dello
stato d’assedio. Il mese scorso
questo documento fu fatto proprio da oltre 285 federazioni sindacali. Le lotte dei lavoratori si
fanno sempre più larghe, e rac
colgono consensi e appoggi fra
settori che fino a ieri si erano
mostrati piuttosto cauti nei confronti del regime.
Si è dunque imparato dagli
errori del passato e si è aperto
nel paese e fuori, fra le forze democratiche cilene, un processo di
discussione critica che mira a
creare le condizioni politiche per
una larga intesa fra tutte le forze che in un modo o in un altro
combattono il fascismo oppure
che con esso hanno delle contraddizioni tali da rendere possibile un simile schieramento contro la dittatura. Sul terreno strettamente politico. Questo significa
una alleanza fra la UP e la DC. Il
cammino di questa intesa è ancora da percorrere, e non sarà
certo facile perché dovrà superare antichi pregiudizi da tutte e
due le parti; ma sono sempre
meno consistenti i gruppi che a
questo .accordo si oppongono. Co
mincia così a palesarsi l’impressione che non solo è in gioco la
sopravvivenza dei singoli partiti,
bensì è l’intero paese che ha bisogno di una profonda opera di
ricostruzione non solo economica ma anche morale e soprattutto politica, che elimini ner sempre dal volto del Cile il fascismo
e le cause che lo hanno partorito.
Andrés Lopez
' Organizzazione di difesa della produzione dei paesi latino-americani. Cfr
la scheda storica a p. 8.
6
14 ottobre 1977
ctonaca delle valli
SI POTREBBE COMINCIARE A MASSELLO
Mentre il governo Vara le centrali nucleari
bisogna realizzare fonti alternative d’energia
Una proposta per « imbrigliare » il soie di Massello e trasformarlo in energia elettrica - Anche nelle baite isolate potrebbe brillare la lampadina
La serie di articoli sull’energia nucleare e le energie alternativte comparsi sull’Eco-Luce
mj serpbrano impostare il problema ^el modo classico, tanto
che gli stessi articoli potrebbero comparire su qualsiasi altro
giornale. I concetti sono splendidi ma, restano- solo parole:
non propongono alcunché di
pratico,, Come credenti noi abbiamo invece la possibilità di
fare di meglio, e l’occasione ce
la offre Massello, con il suo isolamento, la sua povertà e le sue
necessità.- ‘ ^
Mi spiego c/, mentre il mondb
politico italiano discute le scelte ener^tiche con milioni i dà
parole,per: poi. alla- fine accettare come> ineluttabile la costruzione delle centrali termoeiettronucleari, (e Massello in questo caso,-resterà con poca luce
generajà ,dalla decrepita ■ centiiale idroelettrica- locale) installia-,
ho.ipqì ^a Massello i -generatori
dì óhefgià. aiternàti-va è, facciamolo,; pubblicamente, in modo
che il ¡mprido sappia che è, possibile .realmente cbstruire..i,im
nìóndb rxuoyo già. .ora,.. Se questo.,, à lattò pen aipore dei fratepi di Massèllo il mondo -scoprirà che' la.^Luce per ' eccellenza brilla àncora .nel mondo. , ,
, Ed ec^o la mia proppsta :
’ D Gèrièràtoxi solari dì acq.ua
calda ih Ógni casa.; si trovano
hdfrtialrllente', in ’ commèrcio a'
99'.000 lirè al metro (Juadro: Sòrio cosfrùibili in proprio con
poca , spesa (.15.000 lire a metro
quadro}, tanto Ciré'.pérhno gU
indios del“ sudarherica sono Capaci di farli dòpo che alcuni
bianchì (non colonizzatori) hanno spiegato loro come realizizaTli. Io ne ho costruito uno da un
rhetro quadrò e con una espo'sizione al sole di sei ore' ho' riscaldato 80 litri di acqua portandola ‘ a sessanta gradi.
Per ' economia di esercizio
conviene utilizzare pannelli di
due métrt- quadri per ogni abitazione, utilizzando' possibilmente i tetti se questi sono
esposti à- rnezzogiorho;- L’inclinazione dì 72“ gradi è quella che
dà il maggior- rendimento alle
nostre -latitudini in inverno, fra
i due equinozi; La costnizione
di- tetti ' di quésta • inclinazione
sarebbe tra lìàltro un’occasione
di azione politica perché vengano abolite le leggi édilizie’ che
proibiscono . la cpstruzioi>e . di
tetti con inclinazione superiore
ai 23“ (legge in -vigore ih Liguria e forse anche altrove).
II) Generatori di forza , motrice a. vapore generato da collettori solari. Si pensi che un
motore di questo ; tipo ha funzionato a Parigi nel 1878 azionando una macchina da stampa e che al Cairo nel 1913 misero' in funzione un motore da
50 cavalli azionato da collettori
solari, pér pompare acqua dal
Nilo, mi sembra' èhè una segheria, o una piccola òfiBctaà . c||strùita a Massello ih luògo soleggiato possa essere un esempio per tutti.
Ili) Generazione indiretta di
energia solare per mezzo del
vento. In molte parti del móndo esistono generatori di questo-tipo; hò là'fotografìa di un
generatore di questo tipo per
ima potenza di 1000 Kw. installata. Io ne, ho costruito uno • alcuni anni fa cop due,, grondaie
ed un alternatore di automo'blle recuperato .è poche altre par-,
ti... È un esempio proponibile
per portare la luce, in baite iso
,ÌV) Generazione., diretta di
energia elettrica dalla luce solare,, Qpesta élla soluzione proponibile ,, immediatamente perché sonò, ; normalniente in ,comrnerdo (per .i’Itàlia c’è una Rappreseritanzà a ì^ilàno con agen^
te staccato a Torino) dei pannelli di piccole dimensioni e di
costo elevato che trasformano
la luce solare in energia elettrica. Il costo elevato è dovuto
principalmente alla poca volontà di commercializzare un prodotto che renderebbe indipendente ogni individuo d^alla fornitura collettiva di energia elettrica... e ài deSiSerio di guadagno cosi vivo oggi nella società attuale.
Il materiale è lo stesso che
viene impiegato a prezzi irrisori nella costruzione dei circuiti
integrati e dei più conosciuti
transistors, ed. è diffuso in tutto il mondo, anche ;m Italia,
perché . noi lo utilizziamo- per
fare, i vetri.,. ,
.Attualmente un pannelló di
432 mm. X 165 mm. produce 3w
utilizzabili e viene, venduto- a
90.000 lire con un costo, per
Kwh prodotto, .di lire 822, se si
prevede un ammortizzamento di
capitale prolungato nei - dieci
anni di vita garantita per ogni
pannello. Da tenere presente
che il costo per Kwh è stato
calcolato per otto ore giornaliere di generazione a piena potenza e per quattro ore a potenza dimezzata.!, còndizioni migliori diminuiscono il costo unitario, peggiori lo aumentano.
In pratica per generare* 5,000
; Kwh annui ocpprrono 456 pannèlli con uhà spésa di ìiré 40 milioni e 800 .eoo ed una superficie
occupata di 33 metri quadri circa. Naturalmente occórrono accumulatóri per conservare l’energia generata durante il giofno per poterla 'utilizzate quando serve; ma nel móndo vivono migliaia di famiglie che utilizzano dei. puzzolenti generatori a petrolio (vedi Canada e
Australia, per citare dpe nazioni , agli antipodi) che sono ben
più onerosi da condurre.
Se si considera- ché l’energia
elettrica distribuita dall’ENEL
ad eventuali dieci utenti di'Mas
PRALI
h<
Se i pralini vogliono una sezione tjìaterna per i loro figli, dovranno
pagarsela - Ma lo Stato le gli altri Enti, non potrefob,4ro, intervenire?,
Dunque, standmalla notizia ap>parsa .suU’Eco delle Valli della
settimana scorsa, nelle prossime
settimane le strutture scolastiche della vai Germanasca potrebbero arricchirsi di una nuova unità: la scuola materna di Frali.
Notizie come questa non appaiono tutti i giorni'e fanno sèmpre colpo sul lettore che non
manca di compiacersi dello spirito di iniziativa dei nostri montanari. , . : .
Ma, se proségùiàmo nella lettura del breve trafiletto', ii piacere -iniziale si tràmuta prestò in
disagio e, magari, ih sdegno.
Questo àlmenó è stato lo, stàtò
d’animo cori cui ho letto là corrispondenza da Frali. 'Ìanto più
Che, dòpo rintervlsta di Liliana
Vigliélmo 'sulle scuole' materne
della valle, pensavo che, almeno
da nói, il capitolò delle scuole
materrie private fosse definitivamente chiuso.
Invece, se l’iniziativa giungerà
in porto, i marmocchietfi di Frali saranno tolti da « là ciàrièra »
Offerte prò alluvionati
Offerte ricevute dalla Commissione Distrettuale, dal 29 agosto al-30 ' settembre, per il Fondo di solidarietà a favore delle famiglie alluvionate delle
Valli (6" elenco):
Chiesa Valdese di San Secondo L. 300.000
Zaccone Giorgio, Cuneo » 10.000
Tommasino Rodolfo, Torre Pellice » 50.000
Rostagno Emma, Ferrerò » 5.000
Coniugi Franchino, Chiesa Battista, Torino » 2.000
Chiesa Valdese di Torino (terzo versamento) » 120.000
Giorgioli Giuseppe, Livorno » 5.000
Sommani Franco, Colletta Ecumene » 101.500
Chiesa Valdese di Trieste » 325.000
Chiesa Valdese di Taranto » 35.750
Chiesa Valdese di Bernalda » 10.50"'
Chiesa Valdese di Latiano » 11.000
Chiesa Valdese di Grottaglie » 35.980
Chiesa Valdese di Roma (IV novembre) » 380.500
Chiesa Valdese di Eirenze (secondo versamento) » 90.000
L. Urbini, Roma »' 5.000
Waldensian Church Mission, Londra » 756.500
TOTALE
Totale elenchi precedenti
TOTALE al 30 settembre
L.
L.
2.243.730
10.007.977
L. 12.231.707
Si ricorda che le offerte, vanno versate sul conto corrente n. 2/25167 intestato a « Commissione Distrettuale delle Valli Valdesi », 10066 Torre Pellice (To).
J ' W.
per essere rinchiusi in un asilo
« autogestito ». (Mi perdonino gli
arnici pralini, delle cui, lodevoli
intenzioni npn dubito affatto, ma
erp fortemente tentato di chiamarlo «parcheggio,»!!!).
Infatti scuola materna autogestita significa che i pralini, cittar
dini di serie B, oltre all’inflazione, alla svalutazione, alla stangata fiscale., all’nna tantum, a tutti
i disagi derivantii, dal .vivere in
montagna, si. troverannò a dover
sopportare una pesante autotassazione per àssieurare ai loro figli un servizio che spetta per legge 'allo Statò.
Detto questo bisogna riconpr
scere che l’iniziativa ha una sua
validità, ma sappiano i pralini
che avranno sempre un servizio
di serie “B (ò'C?) con insegnanti
mal pagate (leggi: sfruttate),
strutture inàcieguate, , materiale
didattico insufficiente, orario ridotto, mancanza di mensa, ecc.
Tutte voci negative, soprattutto se messe a confronto con le
l'ette, . sicuramente elevate, malgrado possibili contributi del comune che non naviga certo nell’oro, che verranno a gravare sui
già falcidiati salari dei genitori
che aderiranno all’iniziativa.
Quindi si abbandoni il progetto della scuola materna e si lascino le cose così come stanno?
NO.
Se l’istituzione della scuola materna corrisponde ai desideri della popolazione e deH’Ammmistrazione di Frali, si dia il via all’iniziativa, magari in via sperimentale, tanto più che si creerebbe
ro così alcuni posti di lavoro:
due maestre (la figura della assistente è stata di recente abolita)
e una cuoca-donna tutto fare, in
una zona dove i posti di lavoro
femminile non abbondano di certo. Ferò si facciano contemporaneamente, i passi necessari affinché tutte le spese di gestione non
gravino sulle spalle dei genitori,
ma passino a completo carico
dello Stato (cui competono) o
degli altri Enti (Regione, Frovincia. Comunità Montana) che in
qualche modo sopperiscono (dobbiamo darne atto) alle troppe
lacune dello Stato, soprattutto
per quel che riguarda la quasi
totalità dei servizi sociali.
Frevedo già le obiezioni; ci
sono solo 10 bambini e la Legge
esige che siano almeno 15 perché si possa aprire una; "sezione
di scuola materna! Mancano -i
lo,cali idonei! Manca, l’arredo indispensabile: tavolini sedioline
armadietti stoviglie ecc.!..
A prescindere dal fatto,che la
Legge prevede degli appositi finanziamenti, le ultime obiezióni
rappresentano chiàramente dèi
falsi problemi che Si possono superare cofi un minimo di buòna
volontà. .
Rimané IL problema' del humé-,
ro minimo. A questo proposito
credo che sia venuto il terripó
che i 'montanari, le Ariirninistraziorii, i Sindacati dei ÌàVòratòrì
si battano con tinte Iq loro forze perché non solo Frali, mà tutte le località in cui la situazione
si ripete siano fina] mente dotate
non solo di scuole materne, ma
di tutte quelle strutture e quei
servizi tanto più necessari • laddove il lavoro non conosce orari,
l’isolamento è maggiore, l’emargmazione sempre più opprimente. Rifiuto di credere che sia impossibile aprire una scuoia materna dove i bambini sono 14 e
noli 16!
Forse si renderà necessario
modificare la Legge d certe domande dovranno essere esaminate con occhio di riguardo da parte dei Funzionari competenti, ma
questo sarà certo motivo di minor scandalo dei tanti sprechi
che si consumano ogni giorno nel
nostro Faese, per non parlare
poi degli scandali cui i mezzi di
informazione ci hanno ormai abituati quasi quotidianamente.
Se i nostri comunelli sono sistematicamente privati delle
strutture indispensabili, non ci
si stupisca se lo spopolamento
non si arresta, né ci si dolga
quando l’abbandono della montagna crea i presupposti per i
disastri, di cui siamo stati teatro a maggio e che si ripetono
oggi in altre valli, che si verificano ogniqualvolta cade un po’
di pioggia, con danni economici
che superano certo di molto la
somma che Sarebbe necessaria
per aprire qualche scuola materna in più!
Raimondo Genre
per
mento viene a costare circa lire 1230 al Kwh se ciascun utente consuma almeno 5.000 Kwh
all’anno e se si considera di ammortizzare la spesa iniziale in
dieci anni, il costo attuale del
Kwh solare costa meno e non
inquina e utilizza la luce che il
sole ci manda ogni giorno.
Se poi un’azione politica condotta in modo intelligente riuscisse ad abbassare il prezzo
politico attualmente richiesto
per questi pannelli, il costo del
Kwh solare verrebbe ad essere
irrisorio in confronto a quello
generato con i sistemi tradizionali.
Come si vede. Massello, con
l’azione di tutti gli uomini di
buona volontà, può diventare il
caso tipico di un diverso sistema di sviluppo, solo che lo si
voglia. Qui il discorso si sposta nel campo della fede; solo
un mondo di fratelli può pen,,'sàré ad una vita diversa, ad un
mondo diverso da quello attuale, un mondo che ci è donato
in Cristo. Non saranno i parolai a salvare il mondo : . è scritto che « i mansueti erederanno
la terra » e questa è una . profnessa reale che noi spessò dimentichiamo.
A Massello vivono nostri fratelli in difficoltà, non saranno
le parole a risolvere la loro; sitùàzione ma l’amore concreto
dei* fratelli che realizza qùalcosà di utile per un mondo migliore.
, Portare la luce a .Massello
realizzando soluzioni diverse mi
sembra un modo ' di illustrare
al mondo con una ..‘ Paràbola il
mòtto caro ai valdesi. « la Luce
brilla nelle tenebre &
Sta a noi, oltre a far brillare
,ia luce elettri'òa, far brillare la
Parola di Dio nella nostra vita.
, Naturalmente se l’argomento
interessa sono a disposizione
per . ogni ulteriore sviluppo.
' > . Ugo Tomassone
POM ARETTO
:-"j^Pi;>àss6Ìpblel' dì 'Chièsa è 'òon' vocàta per doménica 23 ottóbre
à’lle''Òfé 16. All’o.d.g. la relazione dei nostri deputati alla Conferenza Distrettuale ed al Sinodo.' • ' ' ’
• Domenica 3Q;. ottobre, oltre ai
culto ■ a Pomarettq, *§1 avrà il
culto airinverso Pinasca ; alle
10,30. Entrambi i culti saranno
con S. Cena.
• L’Ùnione Femminile si riunirà il 30 ottobre all’Inverso Pinasca alle ore 14,30.
Lusernav S. Giovanni
LaDC
non c e
Considerato l’assenteismo dei
membri delia maggioranza (DCFSDI) al Consiglio comunale di
Luserna San Giovanni, nella seduta del 10 ottobre '77, i gruppi
P.C.I., F.S.I. e U.L.D., costituenti
la minoranza, hanno abbandonato l’aula per protestare contro
la mancanza di partecipazione di
molti consiglièri D.C! che da ben
5 volte non garantiscono nemmeno il numero legale necessario
alla apertura delle sedute, numero legale garantito invece dalla
minoranza.
Da aggiungere che le sedute, e
anche quest’ultima, iniziano regolarmente con tre quarti d'ora,
un’ora, di ritardo, rispetto all’orario di convocazione, in attesa
che la D.C. raggiunga la maggioranza necessaria per votare!
In un momento di gravi difficoltà per il comune, vista la latitanza degli assessori all’Igiene e
Sanità ed ai Lavori Pubblici, i
gruppi suddetti, insofferenti di
questa situazione che da tempo
si prolunga, rammaricati per il
ritardo e ia disfunzione delie
commissioni consigliari, con questo atto intendono richiamare
la mapipranza ad una più seria
e continuata presenza neli’affroptare i pi'oblemi relativi a}li’àmininistrazione pomunale. ,
7 gruppi P.C.I., P.S.I. e U.L.D.
7
T
14 ottobre 1977
CRONACA DELLE VALLI
VILLASECCA
Vogliamo esprimere la riconoscenza di tutta la comunità ai
fratelli Pietro Genre Bert, Aldo
e Italo Genre per la grossa riparazione al tetto delle scuole di
Bovile. Questo pensiero di riconoscenza si estende anche all’anziano Luigi Peyrot e signora che
hanno provveduto alle esigenze
di ospitalità durante le due giornate di lavoro.
• Domenica 2 ottobre ha avuto
luogo il culto di apertura delle
attività per l’anno 1977-1978. Tutti i presenti si sono rallegrati
molto nel vedere tre nostri ragazzi della Scuola domenicale
partecipare allo svolgimento della liturgia.
Questo culto è stato particolarmente significativo anche per"
ché è stata battezzata la piccola
Silvia Leger di Franco e Maria
Grazia Tallini Lerda. Ai genitori
rinnoviamo la disponibilità di
tutta la comunità nella partecipazione attiva nel difficile compito di educatori credenti oggi.
• Giovedì 6 corr. ha avuto luogo la prima riunione della Corale in cui sono state prese le seguenti decisioni: le riunioni sono state spostate alle ore 20 del
mercoledì di ogni settimana. Raccogliendo il suggerimento di un
direttore di Corale si è convenuto di avere degli incontri con le
Corali di Perrero e Prali per fraternizzare e per raccogliere ed
imparare insieme canti popolari
arricchendo così il nostro repertorio.
La direttrice della nostra Corale impartirà a chiunque lo desideri lezioni essenziali di musica e di pratica per suonare l’harmonium,
• Da parte delfunion Vaudoise de Marseille abbiamo ricevuto ancora una volta l’invito a
partecipare alle attività che si
svolgeranno in occasione della
celebrazione del XVII febbraio
la domenica 26 febbraio 1978 a
Marsiglia.
COAZZE
Il culto si svolge ogni domenica alle 10; ogni seconda domenica del mese si celebra la Cena
del Signore. A partire da domenica 16 c.in., dopo il culto, si svolgerà il catechismo’ In questi
giorni, in una serie di visite ai
genitori, si definirà l’orario della
scuola domenicale che probabilmente potrà svolgersi, come il
catechismo, subito dopo il culto
domenicale.
PIOSSASCO
LUSERNA
SAN GIOVANNI
L’apertura del nuovo anno
di attività ha avuto luogo domenica scorsa con un culto di
circostanza durante il quale sono stati presentati alla comunità i monitori ed i catechisti ed
è Stata consegnata la Bibbia ai
catecumeni del I anno.
Il convincente messaggio biblico, presentato dal pastore
sulla vocazione di Abramo e seguito con attenzione dai numerosi presenti, ha richiamato
bambini e genitori alla loro responsabilità di credenti ed alla
conseguente necessità 4i una
frequenza seria e assidua ai vari corsi religiosi.
Diamo qui di seguito gli orari delle lezioni :
Scuola Domenicale (per i ragazzi dalla I alla V elementare)
Airali: sabato ore 14,30; Bellonatti: sabato ore 14,30; Peyrot:
domenica ore 9; Vigne (ancora
da stabilire).
Precatechismo (per i ragazzi
di I e II media) : le domeniche
23 ottobre, 20 novembre e 11 dicembre dalle ore 8,30 alle 11,45.
Catechismi - I anno (per i nati nel 1964): venerdì alle 14,30;
II anno: venerdì alle 14,30 (primo gruppo) e sabato alle 15
(secondo gruppo); III anno:
lunedi, alle 18; IV anno: venerdì alle 18.
PERRERO-MANIGLIA
MASSELLO
RODORETTO
Gli evangelici di Piossasco e
della diaspora pinerolese potranno partecipare, con Scadenza quindicinale, ogni mercoledì
— a partire dal 19 c.m. — alle
riunioni di Stùdio .biblico nella
saletta alle ore 21. Nella stessa
sede a partire da mercoledì 19,
sempre con frequenza quindicinaie, si svolgerà il catechismo.
Per la scuola domenicale, a partire da lunedì 17 c.m., grazie all’aiuto della monitrice Wanda
Porro potrà iniziare nel pomeriggio il cgrso di scuola domenicale.
Domenica 9 ottobre abbiamo
avuto a Perrero e Maniglia il culto di apertura della Scuola Domenicale: circa 25 bambini si
sono raccolti insieme agli altri
membri della comunità attorno
alla Paròla di Dio. Al termine del
culto abbiamo avuto una assemblea dei genitori, in cui si è deciso di spostare la scuola domenicale al sabato pomeriggio; alle
ore 14.30. Questo spostamento
d’orario porterà, si spera, a molti vantaggi, tra cui il fatto che; i
bambini — e i monitori — avranno più tempo per .approfondire i loro temi.
Anche a Maniglia la Scuola domenicale è il sabato, alle ore
14.30.
• È iniziato anche il catechismo. I ragazzi si divideranno in
due gruppi: il primo gruppo —
formato dai ragazzi del primo e
del secondo anno r— studierà l’Antico Testamento, il secondo grup
po — terzo e quarto anno — studierà fino a Nàtale le epistole, da
Natale a Pasqua il pensiero della
Riforma. In questo secondo periodo il quarto anno si riunirà
da solo per una seconda ora settimanale, in cui verranno affrontati diversi temi, in vista della
confermazione. Da Pasqua a fine
d’anno il terzo gruppo affronterà il tema di Dio e dell’ateismo.
• Il martedì alle ore 20.30 riprende la corale, si invitano tutti a partecipare. Mancano le voci
maschili!
• Domenica 6 novembre a Massello, assemblea di chiesa. Nell’ordine del giorno son comprese
la relazione del deputato al Sinodo e le finanze.
TORRE PELLICE
• L’assemblea di chiesa convocata domenica scorsa ha udito
la relazione dei deputati al Sinodo e della Commissione per
i restauri al presbiterio. Dopo
un ampio dibattito si è deciso
di inviare ■ a tutte, le famiglie
della comunità i dati essenziali
della situazione finanziaria per
un esame approfondito del problema.
• La nòstra corìiunità ha partecipato con commossa simpatia al lutto della famiglia Ribotta provata dalla tragicà morte di Aline Ribotta in Bouissa
la sera del 7 U. s. Il servizio funebre è stato presieduto dal
past. Ayassot di Villar Pellice.
• Domenica prossima avrà luogo il culto di inizio della Scuola Domenicale nel tenapio; tutti i bambini ed i loro genitori
sono invitati, a parteciparvi.
BOBBIO PELLICE
• Durante l’assènza del pasto
re nel mese di settembre i culti sono stati presieduti dal pastore Edoardo Micol e dagli
studenti in teologia Walter Michelin Salomon e Claudio Pasque!. La comunità si è rallegrata di riincontrare vecchie
conoscenze e di farne di nuove,
ma soprattutto di ascoltare
l’annunzio evangelico che essi
hanno portato. Grazie e arrivederci! .
• Il 10 settembre, all’ospedale
di Torre Pellice, dove era ricoverato da qualche tempo, è deceduto Stefano Cairus, di 64 anni, residente ai Cairus. Il funerale ,è stato presieduto dal pastore Ernesto Ayassot.
In circostanze che hanno destato molta commozione presso tutti i suoi conoscenti, è deceduto, il 1” ottobre, Stefano
Gönnet, di 63 anni, residènte al
Pidone. Si era recato a visitare i suoi compagni di lavoro e
mentre era intento a dare loro
una mano di aiuto, è stato travolto da un muro.
L’8 ottobre, al Rifugio Re
Carlo Alberto di LuSerna San
Giovanni, è deceduta Maria
Bon.iour ved. Mondon Marin,
di 73 anni, residente al Podio.
Era stata colta da malore il 15
agosto dello scorso anno, mentre scendeva per recarsi al culto e da allora era rimasta paralizzata. Negli ultimi giorni
una nuova crisi aveva aggravato le sue condizioni.
Il 9 ottobre, hella sua residenza ai Garnier di Villar Pellice, è deceduto Paolo Favat, di
79 anni.
Ai familiari di questi fratelli
e sorelle che ci hanno lasciati,
la chiesa esprime la sua solidarietà nella comime certezza
della fede nel Cristo risorto e
vivente.
ANGROGNA AVVISI ECONOMICI
Nuovo indirizzo
Il pastore Alberto Ribet comunica il suo nuovo indirizzo
a partire dal r ottobre: Via
Vinçon 12 - 10065 S. Germano
Chisone.
Sabato 22 alle 20.30 è convocato il Concistoro insieme alla
Commissione Stabili prèsso il
Presbiterio.
• Domenica 23 culto di apertura delle attività. Tutti sono, invitati a partecipare. Il culto si ter-^
rà presso il tempio del Càpoluo-1
go alle 10.30.
• Sabato 15 alle 15 iniziano i
corsi di catechismo (vedi «Lettera Circolare »).
SAN SECONDÒ
• Il 28 settembre è nata Katiuscia, primogenita di Nino Borno e di Paola Gaydou di Miradolo. Ci rallegriamo con questi
nostri fratelli e porgiamo loro
ed alla bimba il nostro augurio
fraterno.
• Sabato 8 si sono uniti in matrimonio nel tempio di San Secondo Osvaldo Pascal (Combe)
e Gina Comba (Cavoretto). Agli
sposi che si stabiliscono a Villar Perosa il niostro augurio
sincero.
Domenica 9 sono iniziati i
corsi di catechismo e la Scuola Domenicale con un culto assieme alla comunità, ben frequentato nonostante la pioggia
battente. Ricordiamo che l’inizio della Scuola Domenicale sarà alle ore 9,30 e non alle 10,30
come l’anno scorso. '
Doni per l’Asilo
di Luserna S. Giovanni
Elenco dei doni per la nuova costruzione pervenuti nel mese di settembre 1977
In mem. della mamma Georgette
Rivoir ved. Bounous, iifigli L. 10.000;
O.P. Kind (Coira) 34.960; Eleonora
Rostan-Russo Frattasi (To) 500.000;
Malan Louisette 3.000; Roman-Geymonat (Rodesia) 50.000; Russo Maria
5.000; Giordan Maddalena (Angrogna)
10.000;In mem. di Margherita RostanGasparotto, il marito (T.P.) 100.000;
In mem. di Eugenio Bounous, la moglie e la figlia 10.000; Malan Marcella
e Felix 10.000; Romano Alh. 10.000.
Ida e Guido Beneeh, in mem. di
Emilia Revel in Bertalot 10.000; Ida
e Guido Beneeh, in mem. di Enrico
Favout 10.000; Ribet Guido e Edina
100.000; Pons Flora e René in mem.
di Gay James 10.000; Rivoir-Pons
Maria 50.000; Aeschimann, in mem.
di James Gay (Losanna) 20.000; Pennington de Yongh (Roma) 50.000; Coniugi Santonastaso (To) 10.000.
Elenco dei doni pervenuti "Pro Deficit” nel mese di settembre 1977;
Lina Bonnet, in mem. del marito e
genitori 50.000; Buffa Maria 50.000;
Emilia Monti-Long, in mem. della sorella Evangelina 30.000; Tourn Carolina ved. Favat 14.000; Durand Elva e
Enrico 4.000; Giordan Enrico e Albina
25.000; Beneeh Alfredo 8.000; Cardon
Lidia 12.000:
Peyronel Olivia 10.000; Charbonnier Egle 12.000; Toscano Ivonne e
Ferruccio 14.000; Rochon P. 10.000;
Tartarini Umberto e Evelina 6.000;
Caffarel-Sandri Ada 6.000; Arnoulet
Emma e Noemi 8.000; Rossi Mirella
6.000; Beneeh Giulio e Rita 6.000.
Durand - Buzzoni Maddalena 6.000;
Ricca Roberto 8.000; Mirabile Renato
e Elena 6.000; Travers Giuliana 4.000;
Gamba Ada ved. Costantin 4.000; Benedetto Enzo e Susy 10.000; Charbonnier Giovanna ved. Gay 10.000; Charbonnier Paolo e Costanza 10.000.
CHIUNQUE fosse in possesso di materiale riguardante la prima guerra
mondiale (lettere di parenti dal fronte, cartoline, opuscoli, giornab, ecc.)
è pregato di mettersi in contatto
con il Candidato ih Teologia Antonio Adamo, Via Beckwith 4, 10066
Torre Pellice - Tel. (0121) 91305.
RINGRAZIAMENTO
La figlia Ida della compianta
Ciacoitiina Long ved. Frache
di anni 90
commossa e riconoscente per la grande dimostrazione di stima e di affetto
tributata alla sua cara e-adórala Mamma, nell’impossibilità di farlo personalmente ringrazia tutti i --parenti e
amici che di presenza o con scritti
hanno preso parte al suo grande dolore.
Un ringraziamento particolare al
Dottor E. Marinaro per le amorevoli
cure e al Pastore A. Taccia per le visite e parole di conforto.
« Poiché per me il vivere è
Cristo e il morire guadagno ».
(Filippesi 1: 21).
Luserna S. Giovanni, 1 ottobre ’11_.
« L’anima mia s’acqueta in
Dio solo ». (Salmo 62: 1).
U Signore ha richiamato a Sé, alla
finfe del suo 93.mo anno di età, la nostra cara
Maria Elisa Theiler
Ne danno Tannuncio i nipoti, cugi‘
ni e parenti luti.
Viva gratitudine alla Direzione, Infermiere e tutto il Personale del Rifugio Carlo Alberto, cui vanno devolute
le eventuali offerte.
Luserna S. Giovanni, 2 ottobre ’77.
RINGRAZIAMENTO
I familiari del compianto
Stefano Gönnet
di anni 63
Commossi e riconoscenti per la dimostrazione di stima e affetto per l’improvvisa dipartenza del loro caro,
nell’ impossibilità di farlo personalmente, ringraziano tutti coloro che
con la presenza, con fiori, e scritti,
hanno preso parte al loro dolore. Un
ringraziamento particolare al Pastore
Bellion e Pastore Ayassot e all’associazione ex Internati.
a Vegliate dunque, perché
non sapete in qiial giorno il
vostro Signore sia per venire »
' (S. Matteo cap. 24: . 42)
Bobbio Pellice, 4 ottobre 1977
SERVIZIO MEDICO
Comuni di ANGROGNA - TORRE
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Dal 15 al 21 ottobre
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Luserna S. G.Tel. 90.884-90.205
Lotta contro
la violenza
(segue da pag. 1)
sta domanda — come alcuni fanno oggi in Italia — solo mettendo da parte l’analisi politica e
lasciandosi travolgere da « fattori non politici » còme la .rabbia,
la delusione, il senso di, impotenza, ,
Escalation >
La violenza, ci : ha hiségnato
la guerra del Vietnàm, è domé
una scala cori taÙti gradini. È
possibile salire quésta scala fermandosi ad un certo pùnto e rifiutare di andare più in su?
Al ragazzo che mi prospettava
il sub tentativo dì soluzione, utìa
« violenza frenata», ho'dettò òhe
sèCoAdo me la violéiièà bòri è
uh docile strumentò chè si
padroneggiare a piàdèr'e; è tìn
mostro che se scatenato divepta
incontrollabile. Si ha un bel porre dei limiti, come per esempio
l’intento di non coinvolgere estranei: ad un certo puntò questo
non dipende più da chi ha posto i limiti. La morte di Roberto
Crescenzio a Torinp mi sembra
ora una triste conferma di questo fatto. È probabile che chi ha
incendiato T« Angelo Azzurro »
— a differenza di chi ha sparato
a Wàltep Rossi a Roma — non
avesse intenzione, di uccidere. Ma
la violenza è andata al di là delle intenzioni p hà fatto saltare i
limiti ffssati. , Ad . ogni gradino
della scala, che individualmente
arriva all’omicidio e alla strage
e collettivamente, arriva al genocidio, cedere alla violenza significa farsi trasportare da -una corrente' che diventa sempre più
inarrestabile e compiere atti sempre più irreparabili.
Beati i mansueti
Beati i mansueti, poiché essi
erederanno la terra. La parola di
Gesù — che nello stesso tempo
è appello e promessa — mi sembra aprire una via tra due estremi. Tra chi usa la violenza giustificandola nei modi più diversi
e chi si illude di poterla negare,
la mansuetudine a cui .Cristo ci
chiama significa lottare contro
la violenza nella carne della nostra storia. È in mezzo alle contraddizioni e alle ìotté dell’umanità phe siarno chiamati a costruire, nón già, il nostro privato
regno , di Dio pérsonale, bensì dei
seghi del Reghò -di Dio che viene
e che è vittoria e superamento
della violenza. Ragione anziché
irrazionalità, convincere piuttosto che vincere, servizio invece
di potere, agape al posto di odio;
in questa linea sono i segni che
dobbiamo erigere nei gruppi, nelle orgànizzaziòni, nelle formazioni sociali e' politiche, nei contesti di'lavoro, in cui siamo inseriti. Saranno sèmpre segni parziali, limitati, incoerenti; ma su di
essi' si gioca la possibilità di sfuggire all’àlternàtiva tra l’accettare là’'viplehzà è hégarla e di coh
trastaìc, radicalmente l’escalati'on della violenza.
Venite a me
(segue da pag. 1)
peso impossibile da portare, come anche molti fanno oggigiorno, il giogo di Gesù, che ci ini)ìta all’azione è « leggero ». « I
suoi comandamenti non sono
gravosi» (I Giovanni 5: 3).
È così perché egli conosce la
difficoltà della nostra vita e l’ha
portàta su di sé fino alla croce.
Il suo comandamento che deve
produrre effetto in noi non è oppressivo, perché egli viene nel
nostro cuore mediante il suo
Spirito. ,
Lui, che si è abbassato al nostro fianco e che Dio ha sovranamente innalzato, ci dà il suoSpirito, la forza per accettare la
nostra vita. '
TRASMISSIONE
EVANGEUCA
« Tempo di essere' uomini », è il nome deUa
nuova trasmissione radiofonica del gruppo trasmissioni evangeliche (0 3)
che va in onda dopo il
notiziario delle ore 15 della Radio Torino Alternativa (103.900 MhZ' MF)
ogni venerdì:. ' :
Hanno collaborato a questo
numero: Ruben Artus, Franco Davite, Dino Gardiol, Luigi Marchetti, Tom Noffke,
, Paolo Ribet, Aldo RutigUano, Ernesto Scorza, Giorgio
Tòurn: -, ■ - ■
8
8
14 ottobre 1977
COME SI E’ GIUNTI AL GOLPE IN CILE
L’ultima carta
del generale Leigh
FONDO DI SOLIDARIETÀ’
Chiudiamo sottoscrizioni
vecchie e appoggiamo
nuove iniziative
Perché in un paese che ha
una tradizione democratica più
che centenaria si è potuto aprire
un periodo storico così buio come quello che oggi subisce il popolo cileno?
Una prima risposta può essere
trovata nelle parole del generale Leigh, della giunta militare,
che nel marzo dell’anno scorso
dichiarava riferendosi al regime dittatoriale: « questa è l’ultima carta da giocare per fermare il marxismo ». Ovviamente
non si può accusare lui e i suoi
colleghi di non essersi impegnati sufficientemente in questo macabro gioco.
Ma vi sono anche altri fattori
che aiutano a rispondere a questa domanda. Anzitutto, dobbiamo cercare fra gli interessi che
la messa in pratica del programma dell’Unidad Popular aveva
colpito. Come si sa, esso aveva
fra gli altri obbiettivi, nazionalizzare le più importanti imprese che fino alla elezione di Allende alla presidenza della Repubblica, erano in mano a grosse compagnie multinazionali, oppure concentrate in piccoli gruppi nazionali di potere. Per capi‘-te il’importanza di una tale misura, basti pensare che il Cile
vive per il 75% sulle entrate prodotte dallo sfruttamento e la
vendita del rame, e che fino all’il luglio del 1971, (il giorno in
cui il Parlainento cileno, all’unanimità, decise di approvare il
progetto governativo che nazionalizzava il rame) erano controllate da imprese americane come
la Anaconda Cooper Co., la Kennecott Cooper Co., etc. Queste
imprese in 40 anni di sfruttamento delle miniere si portarono
via dal Cile utili pari a 4 volte
il prodotto nazionale lordo; per
ogni dollaro investito ne sono
usciti 4. Come risulta facile capire, rinunciare ad un simile
guadagno non poteva essere gradito a chi deteneva il potere economico e politico nel paese.
Cattivo esempio
Vi è poi da aggiungere,'che il
governo di Allende stava diventando « un cattivo esempio » per
altri paesi deH’America Latina
che -adottavano un atteggiamento di sirnpatia nei confronti
della politica delle nazionalizzazioni. È in questo periodo che
conlinciano a prendere corpo in
Perù le nazionalizzazioni del ra‘me e del petrolio; si dà impulso al Patto Andiqp (entità formata da Venezuela, Perù, Ecuador, Bolivia, Colombia e Cile,
che ha come scopi fondamentali la protezione e lo sviluppo
delle industrie nazionali, e la
regolamentazione degli investirnenti stranieri nella regione andina), e si rafforzano i vincoli
d’amicizia con tutti i paesi del
continente. Non meno inquietanti sono gli esempi politici
che segnala la alleanza di Unidad Popular.
Comitato di Redazione ; Bruno Bellion, Giuliana Gandolfo Pascal, Marcella Gay, Ermanno Genre, Giuseppe Platone, Paolo Ricca, Fulvio Rocco, Sergio Rostagno, Roberto SbafiFi,
Liliana Viglielmo.
Direttore: FRANCO GIAMPICCOLl
Dire«. Responsabile : GINO CONTE
Redazione e Amministrazione; Via
Pio V, 15 - 10125 Torino - Telefono 011/655.278 - c.c.p, 2/33094
intestato a: «L'Eco delle Valli La Luce ».
Redazione Valli : Via Arnaud, 25 10066 Torre Pellice.
Abbonamenti; Italia annuo 7.000 semestrale 4.000 - estero annuo
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Una copia L. 200, arretrata L, 250.
Cambio di indirizzo L. 100.
Inserzioni; prezzi per mm. di altezza, larghezza 1 colonna ; commerciali L. 120 - mortuari 220 - doni 80
- economici 150 per parola.
Fondo di solidarietà ; c.c.p. 2/39878
intestato a ; Roberto Peyrot - Corso
Moncalieri, 70 - 10133 Torino.
Reg. Tribunale di Pinerolo N. 175,
8 luglio 1960.
Cooperativa Tipografica Subalpina
Torre Pellice (Torino)
Nacque così dunque, sin da
prima che Allende diventasse
Presidente del Cile, il disegno
di fermare con ogni mezzo e
ad ogni costo, l’applicazione di
questo programma. È in questo
quadro che rientra l’assassinio
deH’allora capo di stato maggiore dell'esercito, gerì. Schneider (militare che aveva dichiarato pubblicamente di aderire
alla Costituzione cilena, e quindi di rispettare e fare rispettare la non ingerenza dell’esercito nella politica contingente, e
di applicare la sentenza del Parlamento in merito alla elezione
presidenziale fra le due prime
maggioranze relative — Allende
e Alessandri — rispettivamente)
con la speranza di spianare il
Cammino alle forze regressive
aH’interno dell’esercito. Ma chi
questi calcoli faceva sbagliava
di grosso, in quanto il Parlamento confermò Allende Presidente del Cile, e le esigue forze dei fascisti all’interno dell’esercito si ridussero ancora.
Più tardi si dimostrò che tutto questo piano fu portato
avanti con l’appoggio « tecnico ». materiale, politico e finanziario della CIA, e poi se ne ebbe conferina da parte del Dipartimento di Stato americano, e
dallo stesso ex presidente Nixon.
Le radici interne
dei mali del Cile
C’è chi attribuisce all’ingerenza americana in Cile il carattere della causa che ha generato
tutti i mali, come se bastassero
la volontà e i mezzi del Dipartimento di Stato degli USA per
rovesciare un governo democratico. A nostro giudizio, chi cosi
pensa non tiene conto dei reali
processi che si svolgono all’interno dei singoli paesi. Ci sono
i casi emblematici del Viet-Nam
e di Cuba a dimostrare quanto
siano insufficienti i mezzi bellici più moderni per combattere contro un popolo che lotta
unito.
Ed è qui che,pensiamo, debbano essere ricercate le vere e
reali cause che stanno all’originé della sconfitta del popolo
cileno. Perché se è vero — come è vero — che il governo di
Unidad Popular raccoglieva crescenti consensi che raggiunsero
il massimo alle elezioni amministrative di aprile del ’71, è altrettanto vero, e non meno indicativo, che la maggioranza
dei professionisti, piccoli e grossi commercianti, ceti medi in
genere e persino settori della
classe operaia, furono dall’altra parte della trincea .durante
10 sciopero dei camionisti dell’ottobre 1972.
È qui la sostanza del dramma cileno. La DC cilena che nel
1970 aveva presentato un programma di governo che aveva
diversi punti di somiglianza con
11 programma dell’Unidad Popular, spostò gradualmente a
destra il suo asse interno; e data la importanza di questo partito (il primo in Cile al momento del colpo di stato), il baricentro politico dell’intero paese,
si spostò di conseguenza.
D’altra parte la tendenza nelle FFAA seguiva lo stesso corso. I fatti fecero crollare il mito., a cui molti credettero, dell’indipendenza dell’esercito, mito che si reggeva sul fallimento
di due precedenti tentativi di
colpo di stato.
In queste condizioni è avvenuto il colpo di stato di Pinochet; con un rapporto di forze
favorevole in quasi tutti i terreni. Così è stata giocata « l’ultima carta » del generale Leigh.
A. L.
Pubblichiamo qui sotto un
nuovo elenco di doni pervenutici; desideriamo però prima aggiornare i lettori sullo stato
attuale delle iniziative assunte
e su quelle nuove che il Fondo
intende appoggiare.
Anzitutto, per quanto riguarda gli aiuti per il Friuli, hdn
essendo più pervenute offerte,
ed avendo solo un piccolo residuo di alcune decine di migliaia
di lire, consideriamo chiusa
questa iniziativa, mentre destiniamo il suddetto residuo —
certi dell’approvazione dei sottoscrittori — ad altre iniziative.
Nel precedente elenco avevamo annunciato il versamento di
L. 2 milioni alla Pederaz. delle
Chiese evangeliche per i soccorsi ai terremotati della Romania; mentre disponevamo per
tale versamento, ci sono pervenute ancora alcune offerte, per
cui abbiamo ancora potuto aggiungere altre 230 mila lire alla
suddetta somma. Anche per questa iniziativa consideriamo chiusa la sottoscrizione.
Per quanto riguarda l’aUuvione alle Valli, abbiamo raggiunto nuovamente la cifra di lire
un milione che provvediamo a
versare alla comrnissione distrettuale : col precedente versamento l’offerta a tutt’oggi è
cosi di L. 2 milioni e mezzo.
Infine, per quanto concerne il
fondo permanente destinato all’appoggio al Programma di
lotta al razzismo del Consiglio
ecumenico delle Chiese (CEO,
disponiamo di circa L. 900.000;
attendiamo che la cifra raggiunga almeno il milione e
mezzo per poterla reinoltrare.
Ed ecco ora il progetto per
le nuove iniziative, che ci auguriamo possano avere il generoso appoggio dei lettori. Innanzi tutto, come già detto nel
numero del 23 settembre scor
(
LA SETTIMANA INTERNAZIONALE
a cura di Tullio Viola
Il nazifascismo è i’opposto
deii’amore di Cristo
J
Questa qualifica, che facciamo nostra, è di Tullio Vinay, in
una lettera aperta ad Ann&lise
Kappler, pubblicata da « La
Stampa » e riportata dall’EcoLuce del 16.9. Su questo tema
vogliamo completare il nostro
articolo del n. scorso.
Pochi anni fa si faceva un gran
parlare degli « opposti estremismi »; un concetto che veniva
invocato in nome della cosiddetta « maggioranza silenziosa », ma
che si riduceva, in ultima analisi, ad un’offensiva contro l’estrema sinistra e ad una difesa dell'estrema destra cioè del neofascismo. Noi eravamo allora convinti (e lo siamo tuttora) della
ipocrisia di quel tipo di propaganda, non solo in Italia ma in
tutta l’Europa occidentale. Ipocriti erano tanti discorsi di ministri e di altolocati uomini di
potere, ipocriti tanti articoli della stampa cosiddetta « indipendente », mentre larga parte del
pubblico ingenuo (anche nell’ambito delle chiese evangeliche)
beveva grosso.
Ma ora che esiste di fatto, c
non solo in Italia, un vero e proprio terrorismo rosso cioè di
estrema sinistra, ci siamo sentiti
chiedere: « Non avevamo forre
ragione noi, quando anni fa d'nunciavamo gli opposti estremismi? ».
Rispondiamo riprendendo le
parole di Maurice Duverger che
abbiamo citate alla fine dell’art.
preced. (da « Le Monde » dell’11-12.9.’77): «L’antifascismo integrale vuol farsi strada attraverso la restaurazione del fascismo ». Alla luce di queste parole, vediamo di rispondere anche
a quest’aura domanda: « Chi
sono i terroristi di estrema si
nistra? ». La nostra risposta comprende due diverse argomentazioni.
1) Dal punto di vista politico, i terroristi di estrema sinistra sono giovani dalle idee confuse, che non conoscono la democrazia e i cui gruppuscoli sono infestati da uomini prezzolati nascostamente da capi privi
di ogni idealità e di ogni scrupolo. Questi ultimi possono qualificarsi senz’altro come fascisti o
parafascisti.
2) In senso più generale e
sotto il profilo umano, i terroristi di estrema sinistra, sia in
Italia che fuori, sono giovani disperati, che occorre compiangere e possibilmente aiutare, tanto
quanto i drogati, gli emarginati,
gli sfruttati. Sono le vittime della disoccupazione, delle promesse eternamente ripetute e mai
mantenute, degli stipendi di fame concessi con la mano destra
e subito dopo ritirati con la sinistra.
Ecco dunque il cerchio fatale
che si chiude. Il centro d’infezione è il fascismo, ancor oggi organizzato, istituzionalizzato (e ciò
è il fatto più grave!). La linea
di percorso politico può esser
lunga e tortuosa, ma in ogni caso essa ritorna, fatalmente e sotto altro nome (« gli autonomi, le
brigate rosse, i nuclei armati
proletari, la banda Baader ecc.»)
al fascismo che l’ha generata e
propulsa.
In fondo non esistono gli « opposti estremismi ». Ne esiste uno
solo: il fascismo o il nazifascismo
(se si pensa anche alla Germania). Il cosiddetto « terrorismo
rosso » non è altro che il frutto
deH’illusione di raggiungere, un
giorno, un nuovo e più giusto
assetto sociale, attraverso la privazione temporanea della libertà
è dèlia democrazia.
Ma in che senso « temporanea »? Vediamo la risposta di
M. Duverger.
« Una volta che il fascismo avesse ripreso il potere, quanto
tempo ci vorrebbe per farlo sparire? Gli ultrasinistri attuali
hanno riflettuto alle due argomentazioni seguenti?
a) Senza una guerra mondiale, Hitler e Mussolini sarebbero
morti nei loro letti. Ed è sicuro
che l’unicità del rispettivo partito non avrebbe funzionato nel
senso di garantirne una successione senza urti^ come la successione di Stalin o di Mao?
b) Tutte le dittature moderne hanno finito per ridurre all'impotenza la loro resistenza interna: questa non ha potuto
prender forza che nel momento
in cui la caduta delle dittature
appariva imminente sotto pressioni esterne. Quanto tempo,
quante generazioni, quante sofferenze accumulate sarebbero necessarie, prima che la strategia
degli ultrasinistri raggiungesse
il suo fine ultimo, dato e non
concesso che lo raggiungesse?
Chiunque accetti di immergere una società in una condizione
di servitù così lunga e così terribile, col pretesto della libertà,
non è soltanto un complice obiettivo del fascismo: egli stesso, essendo animato da un tal disprezzo degli uomini, diviene un fascista. Gl’intellettuali non devono nascondere questo fatto, ma
devono invece contribuire a
chiarirlo: così facendo, essi potranno aiutare i nuovi terroristi che sono sinceri ma ciechi,
a misurare la portata reale delle loro azioni ».
so, il CEO ha lanciato un nuovo appello a favore del Libano.
Si tratta di un appello tanto più
drammaticamente attuale in
quanto questo martoriato paese
si trova nuovamente in preda
alla guerra nella sua regione
meridionale., È stato preciàato
che il CEò — tramite la Commissione Aiuti —. sosterrà la riparazione e la costruzione di
scuole (dirette dalle Chiese all’80%), di centri di ministero
pastorale in favore delle varie
comunità, la costruzione di un
ospedale psichiatrico, quella di
un centro per anziani e quattro centri sociali per madri e
fanciulli abbandonati, nel quadro degli aiuti ai rifugiati palestinesi. Sono inoltre previsti,
per l’immediato futuro, asili nido, un grande centro di assistenza sociale e pastorale, oltre a varie iniziative per il rilancio dell’agricoltura. Il nostro Pondo è aperto a tali obiettivi, così, numerosi, urgenti e finanziariamente gravosi.
SOTipre sul già citato numero del nostro settimanale, i lettori avranno certamente letto il
documento dei Comitato centrale del CEC sulla tortura. Di
fronte a questa nuova denuncia
di una pratica inumana è delle
tragiche dimensioni che essa
ha assunto nel mondo e di fronte al fatto eh* « le vittime della
tortura sono solitamente coloro
che sono impegnati nella lotta
per la giustizia e i diritti umani », il c.c. del CEC, oltre ad invitare tutte le Chiese membro
ad adoprarsi in ogni modo contro questa spaventosa pratica,
invita a « esprimere la propria
solidarietà alle chiese ed alle
persone che lottano... ». Pensiamo che questa rinnovata denuncia sia senz’altro da appoggiare anche finanziariamente e
pertanto apriamo anche il nostro Fondo a questo scopo. Riteniamo anzi che sia il caso di
tenerlo aperto in modo permanente ( analogamente al Programma dì lotta al razzismo)
perché purtroppo la tortura è
così diffusa e radicata in numerosi paesi, da dover richiedere interventi, denunce ed
aiuti in modo pressante, continuativo e prolungato nel tempo.
Concludendo, chiuse le sottoscrizioni per il Friuli e per la
Romania e lasciando ancora
aperta quella per le Valli colpite dall’alluvione, abbiamo ora
operanti quelle per la lotta al
razzisiho, per gli aiuti al Libano e contro la tortura. I sottoscrittori sono pregati di voler
possibilmente indicare le causali del versamento indirizzando le loro offerte al conto coir,
postale n. 2/39878 intestato a
Roberto Peyrot, corso Moncalieri 70, Torino.
A proposito del nome dell’intestatario del conto, e rispondendo alla giusta osservazione
fatta qualche tempo fa da Ugo
Zeni sugli inconvenienti e sui
rischi che possono derivare da
tale prassi, informiamo che, pur
rimanendo la medesima intestazione ed indirizzo,, la firma del
responsabile è stata integrata
— in alternativa — da quella
del direttore del settimanale.
Questo anche per evitare confusioni ed interferenze con l’altro c.c. postale intestato al giornale.
Ed ecco infine l’elenco aggiornato :
P. Corbo (due vers.) L. 8.000; G.
Laetsch 5.000; M.A.L. Fiorini 300
mila; E. e M. Bein 12.500; M. Bein
Buzzi 2.500; R. Tamburini 10.000; A.
Gay 50.000; Chiesa valdese Pramollo
100.000; Chiesa valdese Genova 130
mila; 0. e A. Fuhrmann 100.000;
N.N. con simpatia 15.000; G. Conti
10.000; in memoria di Nina Curcio
Violo: il marito 15.000; i nipoti Piero
e Antonella 5.000; il nipóte Armando
colla cognata C. Meirtinat 5.000; Renato c Jolanda 5.000; amici e colleghi
di P. Violo 20.000; P. e L. Maccagno
5.000; C. Ferrara 10.000; G. Conte
10.000.
Totale L. 818.000; prec. 1.636.104
= L. 2.4,54.104 — L. 230.000 per Ro
mania e L. 1 milione per Valli: in
cassa L. 1.224.104.