1
y i
A
\
ECO
DELLE miLT VALDESI
BIBLIOTECA VALDESE
TORRE PELLICE
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno XCVI - Num. 2
Una copia Lire 40
ABBONAMENTI
Eco-, L. 2.000 per l’Interno
L. 3.000 per l’estero
Spedizione in abbonamento postale - I Giuppo bis
Cambio di indirizzo Li»— 50
TORRE PELLICE - i4 gennaio 1966
Àmmin. Claudiana Torre Pellice • C.C.P. 2-17.5.57
La preghiera enesta
di una fede lucida
Pubblichiamo in 3" pag. la cc guida » che anche quest’anno il
Consiglio ecumenico delle Chiese ha diffuso per la settimana di preghiera per l’unità (18-25 gennaio), e qui sotto una spigolatura di
tiotizie e considerazioni sull’attualità ecumenica dell’anno decorso;
se, accanto, ai grandi temi e problemi dell’ecumenismo... dell’ecumene, prendiamo in considerazione quelli particolari alla nostra situazione italiana, non ci mancano davvero i temi di preghiera!
Non ci manclii, neppure, la volontà, l’umiltà, la speranza della
preghiera, che riconosce la propria impotenza ma non dimentica che
a Dio tutto è possibile. E’ chiaro che, protestanti e cattolici (anche
protestanti e protestanti??) chiederemo al Signore cose diverse, nettamente contrastanti; si può veramente pregare solo con uno scopo
])re<'iso, per ciò in cui si crede. E al riguardo anche la formula dell abate (couturier — « 1 unita quando Dio vorrà, come la vorrà, con i
mezzi che vorrà » — cosi intensa finché serbava la sua carica profetica, si sta oggi svilendo assai, e serve spesso a tirar acqua al mulino
di un retorico e fumoso e superficiale sentimentalismo pseudoecumeuico, espressione di fedi deboli e confuse.
Non ci manchi, d’altro lato, la coscienza che la nostra vita ecclesia.stica, la nostra tradizione ecclesiastica, il nostro pensiero cristiano
è senz’altro discutibile; che il dialogo ecumenico, come quello con
il mondo non credente, ci offre anzi ci impone continue, occasioni di
un confronto sempre nuovo con la Parola del Signore; che questa Parola — ’esterna’ a noi, che sta di fronte alla nostra coscienza cristiana e alla nostra chiesa storica —- è la nostra sola ma anche la nostra
vera sicurezza.
Soprattutto, però, oggi che l’ecumenismo sul fil della moda sembra dilagare come una nouvelle vague di nuovo genere, come un sottile fermento ricco pure di capacità disgregatrice delle fedi, relativizzante e confusionario, ci sia conservata, intera, la fermezza e la lucidità <lella fede, il discernimento degli spiriti; e il Signore che ci ha
chiamato a conoscerlo e a rendergli testimonianza, ci guardi dalla
tentazione di vendere la nostra primogenitura, suo dono, per un piatto di lenticchie, pur ’ecumenicamente’ saporose per chi è affamato di
buona pace e di buon accordo, in una tavolata di simpatici sorrisi.
nellaJ^E]NSIO^E MISSIONARIA E UNITARIA DELI A CHIESA
Bisogna che Egli cresca e che io diminuisca
Se non vogliamo che la nostra tensione verso Tanità cristiana si
esaurisca o in una sterile, astiosa e
facilmente orgogliosa controversia, ovvero in un velleitari-^ sentimentalismo
pronto a magnificate ciò che unisce e
a sottacere ciò che divide, occorre ohe
subordiniamo sempre U nostro rapporto col prossimo, anche cristiano, al
nostro rapporto col Cristo. La nostra
vera unità è in lui, anzi è lui. Reden
tore e Signore di tutti gli uomini.
Nella misura in cui sarà stretto e retto il nostro rapporto con lui, riconosceremo fratelli coloro che condividono il medesimo rapporto con lui:
gli altri, sono il prossimo che ignora
questa fraternità, ovvero, dichiaramente, la rifiuta, c ancora la considera e persegue secóndo ragioni umane che non sono le ragioni di Dio:
perchè ignora o rifiuta ù suo rapporto col il Cristo, ovvero lo intende in
modo non coforme- alla sua volontà.
Tutto, dunque, si gioca nel nostro
modo di atteggiare’ di fronte a Cristo, anche a proposito del problema
ecumenico. Fra le molte indicazioni
dateci dai testimoni apostolici, prestiamo attenzione a quella di un pioniere, del Precursore; Giovanni.
Gli scritti apostolici e i testi giudaici dell’epoca ci presentano con discreta ricchezza di particolari il movimento battista e i suoi punti di contatto con quello che si raccolse attorno a Gesù di Nazaret. Specialmente ricche sono le indicazioni, al riguardo, dell’evangelista Giovanni: dalla sua testimo'iiianza apprendiamo
non solo che alcuni dei discepoli di
Gesù avevano in precedenza aderito
al movimento battista, ma che Gesù
stesso, dopo il suo battesimo cominciò il suo ministe-^ con un’attività
parallela a quella di Giovanni: il testo 3: 22-30 indica che questo inizio
del ministero pubblico di Gesù ebbe
pieno successo e determinò nel movimento battista una seria crisi, tanto
che i discepoli di Giovanni, indignati, si rivolgono a lui protestando
contro il discepolo che con sleale concorrenza sta soppiantando il maestro.
La risposta di quest’uomo — che sta
solitario alla cerniera di due epoche —
è impiressionante : totalmente libero
da vanità, dallo stimolo detU’affermazione di sè, dalTdnvidiosa suscettibilità, il successo non gli ha montato la
testa: sì, le folle sono accorse a lui,
ma nella limpidezza della sua coscienza egli è rimasto colui ohe prepara la
via del Signore, il precursone, il servo
neppur degno di slacciare i calzari al
Padrone; e ora che questi è venuto,
« bisogna che egli cresca e che io diminuisca ».
T a figura di Giovanni, nella sua
" concretezza storica e nell’immediatezza del suo rapporto con Gesù
Cristo, ci aiuta a comprendere che
quando Gesù predicava : « Ohi si innalza sarà abbassato e chi si abbassa
sarà innalzato» (e narrava la parar
boia dei convitati che scelgono chi il
primo chi Tultimo posto, o quella del
fariseo e del pubblicano) non intendeva dare regole generali di buona
educazione, nè di virtuosa modestia
davanti a Dio : chiedeva dà riconoscere la propria posizione infimamente
subordinata e debitrice a Dio e di
vivere in questo costante riconoscimento, come egli, il Figlio, aveva accettato di vivere in modo co.sì divinamente esemplare la propria subordinazione al Padre in mezzo a noi. Paolo scriverà ai Filippesi : « Cristo, essendo Dio, non considerò come una
preda da trattenere avidamente l’essere pari a Dio, ma annientò sè stesso prendendo forma di servo... abbas
Flashes su un anno di ecumenismo
Rimangono
due ecumenismi
Il decreto (f De oecumenismo », appendice
della costituzione dogmatica « De Ecclesia »,
era già noto Tanno scorso, a quest’epoca, ma
esso è stato valutato e studiato nel corso di
quest’anno, c ha pure cominciato a dare i
primi frutti pratici, favorendo tutta una fioritura di <c incontri » interconfessionali, a vari livelli, sia in pubblici dibattiti sia sulla
stampa. Ha fatto un certo rumore il ’dialogo
ecumenico’ tenuto nel febbraio scorso nella
Sala della Kiforma, a Ginevra fra il card.
Bea e il past, M. Boegner (v. in 3*^ pag')?
po che il primo, visitando la sede del Consiglio ecumenico delle Chiese, aveva portato la
risposta uiTiciale, e affermativa, della S. Sede
alla proposta che il Comitato centrale del
C.E.C.. riunito a Enugu nel gennaio scorso,
aveva fatto al Vaticano: costituire un gruppo misto dì lavoro, che studiasse le possibilità di collaborazione fra C.E.C, e Chiesa romana. Questo gruppo, costituito da 8 delegati del C.E.C. e da 6 delegati romani, presieduto dal past. Visser ’t Hooft e da mons.
Willebrands, ha già avuto due sessioni, una
a primavera e una nel tardo autunno; purtroppo, per espressa richiesta del Vaticano,
questi lavori sono rigorosamente segreti : sicché non possiamo dare notizie nè giudizi,
«alvo esprìmere il dispiacere per questo ’segreto’. Non pare comunque profilarsi la benché minima possibilità d’ingresso della Chiesa di Roma nel Consiglio ecumenico: i documenti conciliari hanno ribadito che l’ecumenismo romano, anche e proprio quello dei
progressisti, è inconciliabile con quello ’ginevrino*, per Tinconciliabilità delle concezioni
della chiesa che sono alla base dell’uno e del.
l’altro. Non si potrà comunque rimproverare
a Roma di aver mancato di sincerità e chiarezza, dietro la sua offensiva del sorriso, e di
ciò va dato atto con rispetto e gratitudine.
Non pochi si cliicdono poi, già perplessi per la
forse inevitabile involuzione ’istituzionale’ del
C.E.C., se un’associazione di Roma, anche su
un semplice piano di collaborazione esterna,
non acccntuerel)bc tale involuzione in senso
diplomai ico-bu mera tico.
Si scambiano reliquie
si tolgono anatemi
Sensazionale, dopo un intenso scambio fra
cattolici c ortodossi di reliquie, frutti di passate fraterne ruberìe, l’annullamento degli
anatemi reciprocamente pronunciati nel 1054
dal vescovo di Koma e dal patriarca di Costantinopoli (v. num. pross.). Non tutti gli ortodossi sono però d’accordo con l’iniziativa
personale del patriarca Atenagora, e comunque questo gesto dì distensione permetterà
forse di chiarire a molti che lo scisma fra
Roma e l’Ortodossia, o se vogliamo fra cattoUcesimo romano e non romano non ha mo
L'attualità ecumenica
fra l'istituzione e l'evento
tlvazionì puramente giuridiche o, peggio, di
antagonismo di prestigio. Possono convalidare quest’affermazione l’ampio saggio dell’Evdokimov, « L’Ortodossia », pubblicato ultimamente dall’editrice II Mulino, o i brevi
saggi di vari autori ortodossi che concludono
il volume su « Il primato di Pietro », di
Cullmann, Journet e altri fedito anch’esso
da II Mulino), o ancora la bella conferenza
di N. Nissiotis, nel simposio « Dialogue oecuménique à Genève » che recensiamo in 3“
pag. Quanto ai rapporti uRiciali con Roma,
la conferenza panortodossa di Rodi, dello
scorso novembre, ha riconosciuto alle varie
chiese ortodosse autocefale (autonome) piena
libertà di movimento.
ir Due test : libertà religiosa
e matrimoni misti
Due temi sono strettamente legati alla pra.
tica dell’ecumenismo : la libertà religiosa e i
matrimoni misti. Quanto al primo, la dichiarazione conciliare, cosi dibattuta, non appare
molto soddisfacente: ci ripromettiamo di esa.
minare questo documento ricco di trionfalismo e volutamente equivoco in occasione
della celebrazione del 17 febbraio (ricordando che .secondo noi il 17, e non l’il febbraio, è per lutti gli italiani la sola vera e
onesta data di conciliazione fra chiesa e nazione; ni-2 non è .stato che l’interessato con.
tratto fra due governi); peccato, un’ottima
occasione persa. E quanto ai matrimoni misti, dopo tanto parlare, nulla di fatto (ma
può farsi qualcosa?), nè il concilio ha votato
alcun documento al riguardo, nè è -stato promulgato l’atteso "molu proprio’ del pontefice.
Se, come molti hanno detto, l'atteggiamento
nei confronti dei matrimoni misti è un ’test’
ecumenico di prira’ordine... si comprende la
reazione di alcune chiese, come l'ordine del
giorno dell’ultimo Sinodo valdese o qucUo,
di poco posteriore, del Consiglio nazionale
della Chiesa Riformata di Francia,
ir Chiese evangeliche
antiecumeniche
Nello scorso agosto si è tenuto a Ginevra
il sesto congresso mondiale del Consiglio internazionale delle Chiese cristiane, che raggruppa la maggior parte delle chiese evangeliche ’dissidenti’ dal Consiglio ecumenico. Al
C.E.C. queste chiese hanno rimproverato una
tendenza ecumenica filocattolica, ur atteggiamento politico troppo benevolo nei confronti
del comuniSmo, un indirizzo teologico troppo
’liberale’ (cioè non ’fondamentalista’ qual’è il
loro). Tuttavia, da una parte come dall’alt.'i
si sente che c’è una necessità profonda di migliore conoscenza e intesa. Il segretario del
C.E.C., Visser ’t Hooft, ha notato — pur sen.
za accettare queste massicce accuse molto
grossolane — la esigenza di non dimenticare
questa estrema sinistra (o destra) del protestantesimo, mentre si presta tanta attenzione
agli altri settori del confronto ecumenico.
ir Dna pesante eredità
e un gran debito di gratitudine
Il past. W. A. Visser ’t Hooft compie quest anno 6.5 anni, e loscerà il posto di segretario generale del C.E.C. da lui occupato già
prima che il Consiglio fosse ufficialmente costituito, ad Amsterdam, nel 1948. Non sarà
facile sostituire quest’uomo, questo pastore
riformato olandese, che tanto ha dato al movimento ecumenico; la scelta è delicata : oc
corre un uomo che abbia la fiducia di tutti
e l’autorità necessaria pei* animare pratica
mente il Consiglio nell’intervallo fr.i le ses
sioni (annue) del Comitato centrale (compo
sto di 100 membri, rappresentanti 214 Ghie
se protestanti, anglicane, ortodosse t vecchio
cattoliche); i primi sondaggi non hanno dato
risultato apprezzabile; al principio di febbraio il Comitato centrale sarà in sessione a
Ginevra, ed esaminerà pure que.sto problema.
Ci auguriamo che il futuro segretario generale abbia la stessa profonda sensibilità ecumenica, e la stessa lucida fermezza evangelica
che il past. Visser ’t Hooft ha dimostrato per
tanti anni.
ir Protestanti italiani
e cattolicesimo
Venendo alla nostra situazione italiana,
troviamo fra noi, nei confronti del cattolicesimo, un ventaglio assai ampio di posizioni,
che è troppo comodo e grossolano ricondurre
a una distinzione fondamentale fra conservalori (chiusi al dialogo o sospettosi) c progressisti (aperti). Vi sono, naturalmente, anche
fra noi entusiasti irriflessi o caparbi detrattori, gli uni e gli altri ugualmente ignoranti
del vero stato della questione; d’altra parte,
mentre alcuni dei più ’aperti’ sono fermamente convinti di non cedere un pollice nelle loro convinzioni riformate, alcuni dei più
’riservati’ sono convinti, per lungo travaglio
ecumenico e senza alcuna soddisfatta coscien.
za confessionale, che proprio perchè gradualmente molti fattori non teologici della divi
sione fra le Chiese hanno cominciato ad essere eliminati, o comunque isolati e relativizzati, spicca più netto il contrasto di fondo,
sul concetto stesso di chiesa, e quindi sul
rapporto stesso con il Signore : da questo punto di vista teologico occorre dire con tristezza, ma con rigorosa recisione, che il solco fra
le Chiese della Riforma e la Chiesa di Roma
(fra cattolicesimo e protestantesimo) è oggi
più profondo, più pienamente cosciente —
almeno per chi è attento al nocciolo deUa
questione — di quel che non fosse nel XVI
sec.; il nuovo clima psicologico interconfessionale rallegra senza dubbio tutti, e nessuna
sottovaluta o spregia il valore del colloquio
e la possibilità del dialogo, a condizione che
il ’clima’ non obnubili la realtà e che il dialogo sia serio e vero, non effusivo chiacchiericcio, nè cortese conversazione che si ferma
alle questioni penultime o terz’ultinie.
ir II Congresso di Roma:
Uniti per l’Evangeio
Ma il vero avvenimento ecumenico dell’anno decorso, in seno al protestantesimo ita.
liano, è stato il Congresso evangelico, tenutosi a Roma a fine maggio. Non solo le giornate romane, naturalmente, anche se così
luminose per chi le ha vissute, ma tutta la
preparazione, in ogni comunità, e... i forse
meno entusiastici ma più realisti passi nei
mesi postcongressuali. « Uniti per l’Evangeio ». Esce finalmente in questi giorni (ediz.
Uomini Nuovi) la conferenza del prof. Spini,
« I protestanti in Italia », e si va a rileggere quella del prof. Subilla (ed. Claudiana),
<( Cattolicesimo e presenza protestante in Italia », entrambe tonici vigorosi per le nostre
fedi anemiche — mentre il Consiglio federale delle Chiese evangehchc d’Italia annuncia la prossima pubblicazione di Atti e Documenti del Congresso. Sinodi, conferenze e
assemblee generali delle Chiese evangeliche
italiane hanno fatto propri i risultati del
Congresso; e mentre, proprio nei giorni scor.
si, si è riunita a Roma la Assemblea del Con.
sigilo federale per la sua riunione annua
quest’anno certo dominata in modo tutto particolare dafie decisioni congressuali, sono al
lavoro sia la commissione per la stesura dello
Statuto della costituenda Federazione evangelica italiana, sia quella per l’attuazione dell’organo di stampa unitario. Si vuole un ecumenismo sobrio, magari limitato ma concreto, e sarà il più fecondo. Intanto, la Chiesa
luterana d’Italia si è associata aH’impegno;
il confronto con i pentecostali non è ancora
avvenuto, ma costituirà un elemento di primo piano per la vita evangelica .tabana nel
futuro. Abbiamo invece notato con dispiacere una certa recrudescenza polemica da parte
di evangelici — fortunatamente si tratta di
CONTINUA
IN SECONDA PAGINA
sò sè stesso, facendosi ubbidiente fino
alla morte della croce » ; e Paolo
commenta : « Abbiate in voi lo stesso
sentimento (o atteggiamento) che è
stato in Cristo Gesù », vivete cioè in
funzione dell’Altro, fra gli altri, come
egli è vissuto fra noi, e per amor nostro, in funzione del Padre. Affinchè
il Padre e il suo governo crescessero
fra noi, anche Gesù ha accettato di
diminuire: fino alla croce.
Tuttavia, era il Cristo, il Santo di
Dio. E noi — che viviamo fra il primo
e il secondo suo Avvento — sappiamo
che come in quei giorni il neonato di
Bethlehem cominciava a « crescere »
fisicamente e spiritualmente, così.,
ora la sua figura, il suo regno « cresce»: cresce nascosto, silenzioso, senza che si veda nulla, come il seme sepolto in terra durante il lungo inverno. ma cresce.
Ce egli cresce, però, noi dobbiamo di*
minuire. E’ evidente, non si tratta di una virtuosa autodiminuzione,
mai priva di una certa compiaciuta
ipocrisia, ma della constatazione lietamente accettata che la sua venuta ci
sminuisce, svuota di valore la nostra
esistenza j>er riempirla della sua vita.
E di fronte a quest’esigenza come ci
ribelliamo, anche e soprattutto la nostra natura religiosa!
Cerchiamo di precisare. Anzitutto
nella dimensione personale di ognuno di noi. Legg:endo il Nuovo Testamento, incontriamo apparenti contraddizioni con quanto stiamo dicendo: nelle lettere apostoliche si parla
della crescita della fede, si dice che il
credente cresce in ogni cosa verso Cristo; cresce nella conoscenza di Dio,
in vista della salvezza, nella grazia.
Ma la contraddizione è apparente :
questa crescita non è lo swluppo indefinito di qualità religiose latenti in
noi, bensì il riconoscimento costantemente rinnovato e approfondito che
« è Dio che fa crescere », che tutta
la vita vien da lui.
Ora, la Chiesa è ricca di uomini e
di donne che, all’interno e all’esterno, esercitano il ministero cristiano,
riconosciuto o « libero » : questi sono
continuamente tentati di scordare che
« tutte queste cose le opera l’unico e
medesimo Spirito, distribuendo a ciascuno i suoi doni come a lui piace »
— e non cediamo forse sovente a tale
tentazione? Allora si verifica una trasposizione fatale, e non avviene più
che gli uomini, vedendo le nostre
buone opere, glorifichino il Padre
nostro che è nei cieli. Noi, forse, cresciamo, ma lui diminuisce.
■^■è le cose stanno altrimenti se consideriamo la Chiesa nella sua
dimensione collettiva. Indubbiamente
l’idea che essa deve crescere è insita
nel com,p-ito missionario che il Signore risorto le affida, e gli Atti apostolici narrano festanti : « le chiese crescevano in numero... », ma subito precisano : « la parola di Dio cresceva
con potenza»; ed è una precisazione
illuminante. Ciò che importa non è
la crescita di un elemento della sociologia religiosa, di un organismo ecclesiastico nazionale o supranazionale: ciò che importa è la crescita della
Parola di Dio; ciò che importa è il
raccogliersi di uomini e di donne non
attorno a ima venerabile istituzione,
ricca di indubbie benemerenze ma an
che carica di tanti compromessi ed
errori, bensì, in fraterna comunità,
intorno al buon annuncio della decisiva venuta del Redentore e Signore
del mondo.
Si verifica invece troppo spesso uno
scivolamento fatale: la Chiesa perde
coscienza di easere solo il latore dsll’Evangelo, la testimone di Cristo ;
cede alla tentazione di presentarsi
agli uomini come la realtà stessa di
Cristo; sopravvalutando in modo unilaterale — sordo alla tensione irriducibile fra questo mondo (cui la chiesa partecipa) e il mondo avvenire
(che la chiesa attende con ferma speranza) — la pur biblica immagine di
« corpo di Cristo », essa si considera
rappresentante, vicaria di Cristo: in
qualche modo fa già corpo con il Signore risorto e glorioso, e prima ancora che egli sia tornato ad accoglierla, graziandola nel suo giudizio, già
vive nella sua gloria, quasi fosse
ormai oltre il giudizio.
Che si ceda a questa tentazione in
senso cattolico, sacralizzando la Istituzione, il suo magistero dottrinale, la
sua giurisdizione disciplinare, la sua
sovranità sacramentale; ovvero in
senso settario, sacralizzando la conventicola o la coscienza individuale,
CONTINUA
IN QUARTA PAGINA
2
pag. 2
N. 2 -- 14 gennaio 1966
Italia, anno mille
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
Un anno di
I calendari nuovi appesi alle pareti,
le agende che portiamo in tasca o
sfogliamo sulle scrivanie, sono grossolane contraffazioni. Il 1966 è una
pericolosa bugia. Cerchiamo di accorgercene, una buona volta; non ci figlia e mandando all’ospedale costei
posizioni molto circoscritte — che costituiscono la pattuglia italiana di queU’evangelismo 'indipendente', chiuso in un timoroso
ietteralismo biblico, della cui assise ginevrina ^
una relazione extraconiugale. La gen- abbiamo parlato prima; anche su questo 'fron- m*1 T "1 O
te lo sapeva? Forse sì. Quindi la gente te’ occorrerà avviare un confronto aperto per. iJ-XXX d-X loXXXXX
si aspettava che il Pepi dimostrasse di nell’mipegno « Uniti per l’Evatigclo » sa.
essere uomo d’onore. E il Pepi lo ha
dimostrato, uccidendo l’amico di sua
creiamo illusioni davanti ai grattacieli, la televisione, gli aviogetti. L’età
di una nazione, il suo progresso nel
tempo, si valutano dal suo grado di
maturità, e tale maturità si manifesta
con quattro pallottole nel ventre.
Motivo d’onore. Un motivo che
non è ammesso se un congiunto si
macchia dei peggiori misfatti ma,
come dice il famigerato articolo, susnelle leggi che essa nazione è in grado siste soltanto allorché venga scoperta
di esprimere. L’Italia è rimasta al Me- « la illegittima relazione carnale ».
dmevo. E poiché siamo un « popolo Ecco in che cosa é circoscritto
di santi, di navigatori, di poeti » facciamoci anche lo stemma: una nave
che fila orgogliosa sul mare dell’onore,
con il motto : « Articolo 587 del codice penale ». Mancano i « santi »; ma
basta raccoglierli nelle Corti d’Assise
e nei tribunali, particolarmente del
Sud; decine di « santi » cui va l’ammirazione, la commozione, l’applauso travolgente di un pubblico che li saluta,
come nel film « Divorzio airitahana »,
quando, al termine del processo per
omicidio volontario e addirittura premeditato, il verdetto li condanna a
meno di tre anni di galera perché
hanno ucciso, sì, ma per « motivo
d’onore ».
Poco tempo fa un ragazzo, per aver
rubato tre mele, ebbe sedici mesi.
Aveva rubato per fame. E la fame, in
Italia, non é protetta dal codice. La
fame non commuove, l’onore sì. Gente d’onore siamo. Abbiamo dato al
mondo il Diritto Romano ma ci siamo tenuti il Diritto Siciliano al quale
la folla batte le mani. Ed é un applauso che ci fa paura perché destinato
all’esaltazione di un omicidio e alla
legge che, con una pena irrisoria, lo
incoraggia e ne permette l’apoiogia.
Tra i molti casi, ci riferiamo qui alla vicenda del maestro Gaetano Furnari, siciliano, il quale, circa un anno
fa, uccise premeditatamente il ptofessore universitario Francesco Speranza che aveva intrecciato una relazione amorosa con sua figlia. La ragazza era vissuta fino a vent’anni nel
paese di Piazza Armerina, e una volta
giunta a Catania per frequentare i corsi universitari aveva veduto aprirsi gli
orizzonti della libertà lungamente sognata nella rigida vita provinciale, tra
inquietudini represse e istinti soffofcati.
Suo padre era un uomo integerrimo; aveva ricoperto cariche pubbliche
tra l’encomio generale, era comunista
e cattolico convinto perché riteneva,
in tal modo, di servire due cause ugualmente giuste. Al di sopra di tutto, per
lui, c’era l’onore. Questo sentimento
che per gli individui del profondo Sud
assume l’aspetto di una divinità pagana cui si sacrifica da secoli ogni
voce di umanità, di comprensione, di
perdono, e fin la vita stessa di chi ha
profanato l’altare del mostro sacro.
Così Gaetano Fumari uccise quando la sua devozione al dovere, alla
patria, alla religione, alla fede politica, vennero distrutti, secondo lui, in
una camera d’albergo sulle falde dell’Etna.
Per ricostruire una vita intemerata
c onesta, e placare la divinità offesa
non c’era che il sangue. Pagato con
tre anni di galera. Ma che cosa sono
tre anni di galera davanti all’applauso
frenetico di una folla che ristabilisce
l’onore e la dignità perduti?
Quella gente, nell’aula del tribunale di Catania, ha applaudito se stessa;
i suoi principi ferocemente radicati in
un passato di sofferenze oscure e di
sopraffazioni; il residuo assurdo del
concetto di « clan » e di vendette tribali. Ognuno ha gioito per il gesto che
riscattava le offese subite da tutti, e
per l’esigua condanna che permetterà
a ciascuno di essi, ove se ne presenti
l’occasione, di uccidere per « motivo
d’onore ». C’é, per questo, 1 articolo
587 introdotto dal guardasigilli Alfredo Rocco, noto esponente fascista,
trent’anni or sono, nella nostra legislatura. Quell’articolo é la torre medioevale di un popolo che si presume civile. All’ombra di quella torre
« Chiunque cagiona la morie del coniuge della figlia o della sorella, nell'atto in cui ne scopre la illegittima
relazione carnale e nello stato d'ira
determinato dall'offesa recata aU'amor
suo o della famiglia, è punito con la
reclusione da tre a sette anni ».
Quattro giorni dopo la condanna
l’onore di un intero « clan » : nell’integrità fisica delle donne di casa. E
nel giudizio delle comari che sanno e
parlano, dei compari che aH’ostsria
hanno saputo e sorridono.
Una morale a sfondo saraceno trasforma il versetto del Vangelo : « In
verità vi dico, se non ” salverete la
faccia ” non entrerete nel regno dei opere, e qualche volta le traduzioni stesse,
rebbe veramente peccato che queste forze vive fossero trascurate. Nel complesso, dunque,
un quadro inconggìante; tuttavia, ella prova
dei fatti, sul piano locale, quali sono i rapporti reali fra le nostre comunità evangeliche?
Si spezza
un ghetto culturale?
Il problema ecumenico ha avuto larga eco
nella stampa. Opere protestanti vengono tradotte ed edite non solo da case laiche ma
anche cattoliche: un fenomeno estremamente
raLegrante, che potrà fare uscire molti lettori italiani dal loro ghetto culturale in fatto
di problemi leologici e confessionali. D’altra
parte, periodici cattolici italiani non solo
hanno cominciato a recensire opere protestanti — scelte, è vero, spesso con una certa
oculatezza — ma hanno pubblicato scritti di
protestanti (così « Il Mulino », « Momento »,
« Il Gallo »), o discusso e commentato largamente, in qualche caso con uno sforzo notevole di obiettività, il pensiero protestante.
Tuttavia, ad essere obiettivi, bisogna pur notare che in certi casi le introduzioni a queste
cieli ». E se è comprensible il sussi
sfere di questa morale aberrante, é
vergogna la legge che colpisce gli
obiettori di coscienza recidivi alla stessa stregua di un omicida. Nel dicembre del ’48, a Milano, un assassino
« per onore » fu condannato a un
anno a quattro mesi.
Si é parlato in questi giorni di modificare il famigerato articolo del codice. Ma questo non serve, o almeno
non é tutto. Abbiamo lasciato, per
oltre un secolo, che il Meridione vivesse aggrovigliato nei lacci della sua
storia dolorosa e amara, che seguitasse a nutrirsi delle sue superstizioni e
dei suoi pregiudizi. Non abbiamo suf
indirizzano il lettore ignaro a una lettura in
qualche modo ’guidata’; così come, spesso,
le rassegne sulle posizioni protestanti indulgono in modo acritico e piuttosto superficiale
nel mettere in cordiale evidenza le posizioni
ireniche, mentre spacciano volentieri come
conservatrice, facendo comodamenie d'ogni
erba un fascio, ogni posizione più ferma, ignorando (ad arto?) che spesso si tratta in realtà di quella più avanzata — basata com’è
sulla valutazione seria del cattolicesimo progressista — e più libera da ogni vecchio anti.
clericalismo ma anche da ogni clericalismo
di ritorno. Malgrado questi pesanti equivoci,
il fenomeno a cui accenniamo è importante,
per la cultura italiana; e c’è da augurarsi che
anche la nostra piccola editoria e pubblicistica possa impegnarsi sempre più seriamente
e largamente in quest’opera di mediazione del
pensiero protestante.
Informazione
e approfondimento teologico
Del resto, la nostra stampa evangelica, e
valdese in particolare, ha sempre dato impor.
tanza a questo ordine di problemi. Basta scor.
rere il catalogo della Claudiana, per trovare
opere di presentazione del protestantesimo e
di confronto ecumenico, dal livello più popolare a quello di saggi come « Il problema
del Cattolicesimo » di V. Subilia, la cui fortuna plurilingue è ormai assicurata, com’era
toccato a qualche opera di G. Miegge. I nostri periodici hanno dato sempre notevole rilievo all’attualità ecumenica, sebbene qualcuno abbia obiettato che l’informazione era
spesso limitata e unilaterale (indubbiamente
i nostri piccoli fogli non sono riviste ecumeniche specializzate, e altrettanto indubbiamente una scelta è stata coscientemente fatta). La rivista « Protestantesimo » ha sempre
pubblicato in forte misura articoli, note, ras.
segue sul vari problemi ecumenici; nelPultimo anno segnaliamo l’ampio studio di V. Sufjilia, pubblicato anche in fascicolo a parte,
su K L’ecclesiologia de] Concilio Vaticano II »
(2/65) e l’articolo di V. Vinay: «La Chiesa
romana e la cristianità non romana nei documenti del Concilio Vaticano II >- (3/65).
Sulle nostre colonne il past. Paolo Ricca che in questi ultimi anni ha egregiamente
redatto il bollettino quadrilingue del Servizio
informazione e stampa evangelico (SISE, organo del Consiglio federale) — ha tenuto regolarmente la rubrica « Cronaca del Concilio » e ha ultimamente cominciato un « Bilancio w che ci auguriamo vedergli continuare. In questi giorni, in varie chiese valdesi
del Distretto Valli e in alcune citta del nord
egli sta tenendo una serie di conferenze su
« Una valutazione protestante del Vaticano
II ». I lettori sanno, d’altro lato, quale rilievo abbiamo tenuto a dare alla preparazione
e ai risultati (lei Congresso evangelico; questo
settore del confronto ecumenico ha infatti
per noi la più grande rilevanza.
Tk Una Bibbia
ecumenica
Si è parlalo parecchio, ullimamente, di
Bibbie ecumeniche (anche a proposito di una
Bibbia concordata’ preparata in Italia, con
la collaborazione di protestanti ed ebrei, a
cura di un comitato cattolico senza veste ufliciale). Si annuncia ora, in Francia, la « prima
edizione ecumenica » della Bibbia, di prossima pubblicazione. Ne daremo più ampia notizia la prossima settimana.
■INIIIIIKIIIIIIIIIIIll (|i
la
Facoltà Valdese di Teologia
dorante il Coocilio
La mia esperienza nell’ambito della Facoltà Teologica Valdese si è iniziata durante la
ficientemente, O affatto, insegnato, il- prima sessione dei Concilio Vaticano II. Per
luminato. trasformato, magari con Facoltà è stato forse un tempo par
__ • o* .c .... . . ticolare a causa delle numerose relazioni che
nergia. Siamo stati politicanti, turi- essa in questi anni ha allacciato col mondo
sti, esattori, preti, poliziotti, fotografi, di fuori, in particolare col mondo teologico
internazionale. Non sono in grado di dare
ma non starno stati veramente fratelli per la gente del Sud. E perché
continuasse a crogiolarsi nel suo concetto sbagliato dell’onore gli abbiamo
fatto dono, come si fa ai selvaggi con
gli specchietti e le collane, dell’articolo 587, con « licenza per uccidere ».
Ricordo un soldato che al ritorno
dalla guerra, dopo sei anni passati
lontano da casa, trovò ad attenderlo
un figlio di un anno, un piccolo mulatto. Voleva divorziare. La legge gli
disse che, tutt’al più, poteva uccidere.
E lui uccise. Ebbe tre anni di galera.
Una sciocchezza per lui che aveva
fatto sei anni tra i pidocchi delle trincee e le frustate delle SS. Così l’onore
fu salvo e l’istituzione matrimoniale
anche. La civiltà no. Marco
Per mancanza di spazio siamo costretti a
rinviare al prossimo numero, con altro materiale, un articolo di Giorgio Peyrot su « Una
norma che disonora il Paese ». red.
giudizi sul passato, ma credo che essa non sia
mai stata impegnata così intensamente in un
dialogo con la Chiesa Romana.
Nello stesso tempo ha ospitato un numero
rilevante di teologi protestanti ed ortodossi di
ogni parte del mondo, venuti nella nostra città come osservatori delegati al Concilio, come
giornalisti, o semplicemente per seguire più
da vicino lo svolgimento della massima assemblea della Chiesa di Roma. Non voglio fare
lung Ú elenchi di nomi; ma rappresentanti
della cristianità non romana sono venuti dal1 oriente e dall'occìdeftte, dal Giappone e dall India ,dal Canada e dalPArgentina, dalla
Russia e da numerosi paesi europei di qua e
di là del « sipario di ferro ».
Fra gli ospiti più illustri ricordo il professor Cullmann, invitato speciale del « Segretariato per Tunità dei cristiani », il prof. HromadciLa di Praga, il prof. Ciurea della Facoltà ortodossa di Bucarest (venuto per prendere contatti colla nostra Facoltà e invitare un
nostro professore a tenere lezioni a Bucarest),
il prof. Miguez Bonino, decano della Facoltà
Evangelica di Teologia di Buenos Aires. Come ruppresentante dellàfEvangelischer Biind»
e del suo Istituto per lo studio delle confessioni ecclesiastiche di Bensheim (Germania)
fu nostro ospite il doti. Marón: come giorna
TORRE PELLICE
I marziani ai Collegio?...
Si sarebbe potuto credere che al Collegio
di Torre Felli're fos.sero veramente scesi
i Marziani ed anche i Lunari, nei giorni
precedenti le feste natalizie; infatti si vedevano aggirarsi per la scuola degl; strani
esseri con imponenti caschi, su cui era
scritto « Marte » o « Luna », e »’incontravano pure i Terrestri!
Per svelare il mistero, possiamo ora dire
che questi strani esseri' erano i ragazzi
della II Media, così camuffati perchè attori de] dramma « I Marzùmi ». liu di una
sfondo di fantascienza, così caro ai giovani,
si svolge una storia di guerra (scritta in
par e da loro slc.ssi)
Erro in ,poche parole il messaggio rontenuto in questo breve dramma, se cosi lo
po siamo chiamare.
Una guerra tra ì Pianeta i offre l'occasione ai Terrestri di intervenire in aiuto
dei Lunari, ma non eon le armi micidiali'
da questi invocate, bensì con ia Parola di
Dio, con la Predicazione delPEvangelo.
Nella prima parte è messa in r/ievo
iin’aporta e ferma condanna della guerra
nelle parole delle infermiere lunari « che
orrore questa guerra ». « quanto sangue
sparso inutilmente », « sarebbe tanto meglio
vivere in pace e volerci lutti bene »; nella
parte centrale è proclamata con vigore la
Buona Novella; «Gesù. Figlio di' Dio, è
venuto per portare a noi grazia e pare»;
alla fine del dramma, Pcsortazionc alla
pace rivolta dai Lunari ai Marziani « non
servitevi' della violenza delle armi, ma della forza dcH'amorc, perchè siamo tutti
fratelli „ porla alla logica conclusione del
conflitto c al ristabilimcnlo della pace Ira
i Planetari. Cosi il capo degli aggre.ssori
Marziani termina affermando : « Oggi per
noi è Natale ».
I ragazzi della II Media (Marziani, Lu
nari e Terrestri), non hanno tenuto sollandel Fumari, avvenuta gli ultimi del <iri«»to messaggio cristiano, ma
mese scorso, tale Francesco Pepi ha j“""“ trasmetterlo, recitando il
___ , t- 1 Zi 1* . * clrainma <*on allegrezza e ronvinzione, ai
scoperto che la figlia sposata, aveva malati' ed alle persone anziane del Rifu
gio Carlo Alberto e del Ricovero ,S. Giuseppe.
Oltre a « I Marziani » hanno presenta'.o,
in costume, « Lo notte santa » di Gozzano,
alternando, nello spellacolo, la recitazione
al canto, la mu.siea ai monologhi'.
Dopo questo programma lianno visitato
i ricoverati, nelle camere, offrendo ad ognu.
no un dono da loro stessi confezionato,
con gli auguri ed un simbolico rameìlo di
iigrifogli'o, nonché mandarini, caramelli; e
riviste.
Gii allievi della classe hanno collaborato
tulli, come del restìo già Tanno scorso, con
grande entusiasmo e generosità ed anche
un tantino, perchè non dirlo? di confusione, alla riuscita delle due feste, nella
speranza di avere arrecato un po’ di gioia
ai Ricoverati.
Ma noi, professori della scuola media
del Collegio, quando organizziamo queste
feste di Natale, non miriamo unicaineiite
a questo.
Noi' speriamo che i nostri ragazzi imparino non solo a svolgere bene {,| tema « G’è
maggior letizia nel dare elie nel rieeveie »,
ma ebe «i ntndano anebe conto, di persona, della realtà di questa affermazione e
I oniprondano ebe, con nn gesto gentile, un
sorriso, una Iniona parola, si può alleviare una ])ena. Desideri'amo sopratliillo insegnare loro a mettere ciò che posseggono
al servizio degli altri, rosi l’abilità delle
loro manine per fare oggetti-dono. Li bellezza della voce, lo spirito d’iniziatiVa, il
denaro, Tinlelligenza, a lavorare insieme,
d accordo, senza invidie e aelosie o ad essere sempre messaggeri di pare.
Un grave compào pesa su noi, insegnanti della scuola media del Collegio, compilo che si |uiò riassumere in tre sole parole (ma quanto impegnative!); predicazione, istruzione, educazione. E l’ima rosa
mai deve essere disgiunta daU’altra. (Ma
di questo parleremo nella seconda parte
della eorrispondenza).
Anna Marnilo
lista ricordiamo in particolare il pastore Richard-Molard di Parigi corrispondente del
settimanale protestante francese «Réforme».
I rapporti eon queste personalità si sono
talvolta prolungati per anni, altre volte sono
stati piuttosto brevi. Gli ospiti hanno usato
le nostre aule per incontri e colloqui, hanno
frequentato la nostra biblioteca, sono stati ac.
colti nelle nostre case. Nelle aule della Facol.
tà si sono svolte periodicamente delle conferenze stampa in lingua francese e tedesca.
Teologi e giornalisti, radio e TV italiana e
straniere hanno intervistato specialmente il
prof. Cullmann. Ciò ha certamente contribuito a far conoscere la nostra Facoltà un po’
in tutto il mondo.
Non dobbiamo dimenticare Tattività svolta
dai nostri professori in relazione al Concilio.
Nella terza e quarta sessione il prof. Subilia
è stato uno degli osservatori della Alleanza
Riformata Mondiale; egli è ancora l’autore
della nota opera « Il problema del Cattolicesimo ». II prof. Vinay ha lavoralo come corrispondente del periodico « Kirche in der
Zeit » di Dusseldorf e coma conferenziere in
Italia e all'estero. I] prof. Corsani st è occupato particolarmente della esegesi cattolica
più recente in conferenze e scritti vari, e il
prof. Soggin ha lavoralo nel medesimo campo
con particolare riferimento alTAntico Testamento Egli è stato invitato quest’anno insieme al prof. Eugenio Dupré, della Chiesa Valdese di Roma, a tenere una lezione alTUniversità del Sacro Cuore a Milano ed è .stato
di recente nominato .segretario del Comitato
che de\e preparare il Congresso internazionale sull'Antico Testamento del 1968 a Roma.
Durante il periodo conciliare anche il moderatore Rostan in qualità di presidente del
Consiglio Federale delle Chiese Evangeliche in
Italia ha svolto un'intensa attività pt,- curare
particolarmente i rajiporli con gli osservatori.
La nostra facoltà è stala sede adatta di vari
ricevimenti. Vanno .segnalati quelli offerti da.
gli osservatori ai membri del .Segretariato per
lUnilM al termine di ogni se.ssione conciliare.
All ultimo ricevimento intervennero, olire al
cardinale Bea, anche i cardinali Marlin e
Dö|)fner, uno dei quattro moderatori del Con.
cibo. Tra i protestanti ricordiamo i' pastore
Boegner, accademico di F'iancia, anche lui
presente in quella occasione.
Mi si conceda anche di parlare della biblioteca, nella (juaie si svolgo il mìo lavoro quotidiano. La nostra biblioteca viene spesso giu.
dicala ottima per il suo costante agg’ornamenlo. Crmunque. essendo essa Tunica biblioteca
specializzata in teologia prolestanlc in Roma,
attrae, più che mai in questo periodo concili i;l, studiosi laici ed ecclesiastici. Anche
gli osservatori se ne sono servili. Fra essi il
prof. Scblink delTUnivcrsilà di Heidelberg,
che durante l'ultima sessione vi ha installato
un iuo seminario di dieci studenti, venuti a
Roma per potere meglio seguire i lavori <lel
Concilio.
Notevole in questi anni è Tinterc.sse dei
cattolici per la teologia evangelica, non soltanto nei paesi protestanti, ma anche in
Roma, stimolato dalle stesse Università cattoliche. Fra i lettori abbiamo avuto nel 19()5
almeno una dozzina di studenti-sacerdoti delle Università pontificie che preparano nella
nostra biblioteca le loro tesi di laurea su
Bart'i, Brunner oppure su qualche argonuuiIn di storia valde,'?e o di storia della Riforma,
in questo ultimo mese si sono iscritti cinque
giovani sacerdoti per studiare le opere dì Calvino da punti di vista diversi.
tUtornando alTatlività più propriamente
conciliare, va nienzionalo TUiFicio stampa di
lingua tedesca in via della Conciliazione. In
una vasta sala di un bel palazzo romano es.so
ha riunito ogni settimana un buon numero di
giornelisti cattolici c prolestaiili, laici ed ecclesiastici per conferenze sugli argomenti dibattuti in Concìlio, seguite da interessanti e
talvolta vivacissime discussioni. Vi hanno
preso parte regolarmente i giornalisti accreditati dimoranti nella nostra Facoltà, ma vi
abbiamo visto pure il pastore Gay e qualche
membro della sua comunità.
Della nostra Facoltà vi si recavano gli studenti di lingua tedesca. L'atmosfera della
conferenza stampa era sempre franca e cordiale. Anche le domande più audaci riceve
vano una risposta amichevole. Ricordo un
giornalista che voleva sapere se per la dottri.
na delle indulgenze esisteva una base biblica.
La risposta fu un no ben chiaro c preciso.
Un interlocutore svizzero si informò dal cardinale Döpfner, che quella sera era il conferenziere, se la Chiesa cattolica pensasse di
adottare criteri più democratici nella sua organizzazione, .se non fosse possibile eleggere
il Papa ogni cinque anni e i vescovi ogni
anno. . I conferenzieri erano sempre ben scelti fra i più notevoli teologi del Concilio a
seconda della loro particolare competenza ne.
gli argomenti trattati. Parlarono anche vari
vescovi e cardinali, come il card. König di
Vienna, specialista sull'ateismo moderno e il
card. Döpfner.
Al termine di ogni sessione conciliare il
vescovo Kampe che dirigeva TUfficio stampa
face\ \ parlare un osservatore protestante, affinere esprimesse apertamente ri suo punto
di vista sui problemi che erano stati aiFronlati durante la sessione. Dopo il prof. Schllk.
il prof. Skydsgaard e il doti. Vischer. abbiamo sentito di recente una bella conferenza
del piof. Cullmann. Il tema del suo discorso
era: «Si sono lìdempiutc le nostre speranze? » Dapprima precisò quali speranze erano
legittime c quali dovevano essere annoverale
sollano fra le illusioni. La Chiesa cattolica
non può rinunciare a certe sue dottrine come
quella del primato pontificio senza rinunciare
ad essere se .stessa. Ma può tuttavia rinnovar'<i
inlenormeiilc spingendo verso la periferia
elementi non evangelici che si trovano al
ceiilro della sua vita e della sua fede, e vice,
versa riportare al centro elementi evangelici
che per troppo lemjio sono rimasi insignificanti. ai margini della .“ua teologia. Da que.sto |>i:nto flj vista esaminò \ problemi foiì.lametali aiTrontali dal Concilio, ricono.sceml'i
apertamente e i’on soddislazionc ciò che si era
compiuto in sen.^^o evangelico, come frnllo
dello Spirilo Santo, ma non ri.sparmiandn
neppure le critiche altrettanto sincere alle defìcenze dei lesti conciliari. Erano critiche costruttive che lurono accolte con buono .‘^pirito, anche se non. sempre condi\ise dai cattolici.
Noi credo di cs.sere loirtana da! vero dieendo che il prjf. Cullmann, che in qualità
di profe.ssore ospite tiene dei confi alla nosta Facoltà ormai ogni anno dal 1948. ha
rappresentalo bene la posizione del nostro Istituto d- fronte al Cattolicesimo romano (1).
ìnfal'i i no.slri prof’es.sori sono, nel loro cum.
plesso, aperti e disposti al dialogo. Nella loro
fede e nella loro teologia chiaramente protestante trovano il fondamento della loro Über,
tà per il dialogo e rallegrano dell'apertura
che la Chiesa romana ha manifestalo verso
di noi durante il Concilio (cfr. il messaggio
del Sinodo J962|. Pertanto dispiace che una
parte della stampa italiana (iHl Messaggeroit
di Koma e «La Stampa» di Torino) abbia
cercato recentemente di presentare la Chiesa
Valdese con spirilo settario, quasi essa non
sapesse apprezzare le nuove possibilità ofFerlc
dal dialogo airannunzio del Vangelo. Possiamo invece raìlegrarci della nuova atino.sfcra
che ci promette un lavoro abbondante e fecondo. Così penso, quando vedo gli studcnli
delle Università Pontificie, seduti ai tavoli
della nostra biblioteca curvi sui grossi volumi (li Lutero, di Calvino e di Barili.
A ja Soggin
(1) Avendo letto ¡1 testo di (juesta conferenza, non mi pare che tale aifermazionc sia
picnarncni“ giustificala. Ma riprenderemo
questo discorso nel prossimo numero, c ringraziamo comunque la nostra eorrisjiondenle
per la sua ricca c viva relazione. rrd.
A VViSO
A causa della scarsità di adesioni e per
sopravvenuti miei impegni, sono costretto a
rinviare il progetto di viaggio in Terra Santa
a data da stabilirsi (in ogni caso non anteriore al 1969). Nel ca.so che un nuovo progetto dovesse essere lancialo, ne sarà dato
avvi.so sulla nostra stampa. /. A. Soggin
, \
3
14 jÇL'nnuio 1966 — N. 2
pag. 3
“Voi sarete mio popolo e io sarò vostro Dio,,
Ezechiele 37: 27
Settimana dì preghiera per Tunìtà cristiana
ORDINE LITURGICO
DEL CULTO
I^TRO^TO
Salvaci, o Eterno, Iddio nostro
e raccoglici di fra le nazioni.
Affinchè celebriamo il tuo santo i ome,
e mettiamo la nostra gloria nel lodarti.
LtTTi KA DEI. Salmo n. 100.
Salvaci, o Eterno, Iddio nostro
e raccoglici di fra le nazioni.
Affinchè celebriamo il tuo santo nome,
e mettiamo la nostra gloria nel lodarti.
Preghiera.
Lettura dell’Aintico Testamento:
Deuteronomio 4: 32-40, o lettura indicata
per ogni giorno.
Meditazione silenziosa o Salmo 66.
Lettura del Nuovo Testamento:
Romani 12: 1-13, o lettura indicata per
■ogni giorno.
Meditazione silenziosa o Salmo 147.
CONFES.SIONE DELLA FEDE:
Simbolo degli Apostoli.
Predicazione.
Preghiera.
Interces.sione :
Secondo Tindicazione per ogni giorno.
Bl NEDIZIONE :
Benediciamo il Signore
Grazie siano rese a Dio.
Or l’Iddio della pazienza e della consolazione vi dia d’avere fra voi un medesimo sentimento secondo Cristo Gesù, affinchè d’un
so! animo e d’una stessa bocca glorifichiate
Iddio, il Padre del Signor nostro Gesù Cristo (Romani 13 : 5-6).
MARTEDÌ’
18
GENNAIO
MEIÌCOLEDÌ’
19
GENNAIO
Tema :
Voi siete una generazione eletta... una gente
santa.
(1 Pietro 2: 9).
Letture :
E.sodo 19: 5-8; 1 Pietro 2: 9-12.
Meditazione:
Come le tribù d'Israele furono liberate e
raccolte nel deserto per formare il popolo
dcirAlleanza. cosi .sono riscattati e riuniti in
un sol popolo nuovo coloro che Cristo si è
acquistato mediante il suo sangue. Mediante
il bagno della rigenerazione e l'unzione dello Spirilo, essi costituiscono una casa spiritiiolc ed un sacerdozio santo per offrire a
Dio le loro jiersone in sacrificio vivente, san.
to e accettevole a Dio (Romani 12: 1). Nelrciicaristia, il popolo riscattato è rafforzato
neirunità col suo Signore e suo Capo;
per mezzo ili lui, con lui ed in lui, gran sacerdote ed intercessore, egli offre al Padre,
nella potenza dello Spirito, lode, azioni di
grazia ed intercessione.
Primizie della nuova umanità in Cristo,
battezzati in Lui, siamo noi gli attivi testimoni della sua carità, i segni viventi della
sua potenza santificante e unificante per il
mondo?
Intercessione :
Affinchè tutti i cristiani soffrano profondamente per le loro divisioni e pongano la
loro fiducia nella potenza di Dio per la loro
guarigione — per le Chiese perseguitate e
pel tutti coloro che soffrono a causa della
testimonianza della Chiesa nelle contradizionl del mondo — per tutti i nemici e gli avversari della Chiesa.
18-25 GENNAIO 1966
Solo venti anni or sono si trovavano relativamente pochi credenti — di diverse confessioni cristiane — convinti che essi dovevano
pregare particolarmente per Vunità cristiana,
benché preghiere del genere già esistevano
ed erano in uso in molte chiese. Oggi noi abbiamo la prova che milioni di persone sono
uniti in questa preghiera; e noi vi invitiamo
ad essere fra costoro. Poco importano le cifre, quel che importa è che dei cristiani preghino secondo la volontà espressa dal loro
Signore per la sua Chiesa affinchè essi siano
sempre più preoccupati, come Egli lo fu della
unione di quanti formano il suo popolo, in
spirito di reciproco amore e di testimonianza
per il mondo.
Vorremmo notare tre cose circa il programma preparato per questa Settimana di
pr ghiera:
Preparare un programma accettabile da
tutti i cristiani del mondo è probabilmente
un ideale impossibile a realizzarsi. Può quindi darsi che coloro che lo utilizzano abbiano
bisogno di adattarne in qualche misura, il testo. L’ordine liturgico che precede le indicazioni per ogni giorno può servire al culto comunitario o nei gruppi di preghiera, aggiungendovi altre preghiere o letture bibliche.
Non si deve pregare per l’unità soltanto
una settimana ogni annoi Qualche chiesa in
Europa e nelVEmisfero australe pone questa
settimana nel periodo di Pentecoste. Questa
settimana è stata creata per stimolare e concentrare la preghiera sulVunità, ma tale preghiera deve rimanere la nostra preoccupazione di cristiani durante tutto Vanno.
Pregare per l’unità implica anche una informazione sul movimento ecumenico, una
riflessione personale, la ricerca di nuove relazioni nonché Vazione ovunque appaia come
voluta da Dio. In numerosi ambienti i cristiani fanno di questa settimana un punto di
partenza per uno o tutti questi scopi. Possa
essere così, sempre più, ovunque questa settimana verrà celebrata. Noi siamo già ora
nel tempo di Dio per il suo popolo.
La Commissione Fede e Costituzione
del Consiglio ecumenico delle Chiese
GIOVEDP
20
GENNAIO
Tema:
Io farò di te una grande
nazione.
(Genesi 12 ; 2).
Letture :
Genesi 12: 1-5: Romani 15: 7-13.
Meditazione:
Nell'appello che Dio rivolge al patriarca
solo ed impotente, Egli convoca innanzitutto
La moltitudine degli uomini. Mediante la
venuta di Cristo, figlio di Abramo e salvatele de! mondo, la benedizione acquistata al
popolo della promessa viene estesa alle nazioni; la speranza d'Israele diventa quella di
numerosi popoli; la lode all’Iddio deUe misericordie può risuonare in lingue ed accenti
nuovi.
Piccolo gregge nel concerto dei popoli e
della terra, ma destinata ad essere « gran fol.
la che nessun uomo può noverare di tutte le
nazioni e tribù e popoli e lingue» (Apoc. 7 :9),
tale è l'Assemblea,la Chiesa di Dio. Al di là
delle nostre separazioni nazionali e razziali,
delle nostre preclusioni confessionali? Sappiamo noi accoglierci « gli uni gli altri siccome anche Cristo ha accolto noi per la gloria di Dio» (Romani 15: 7)?
Intercessione:
Per l'unità di tutti i cristiani — per il
loro rinnovamento e la loro santificazione
nella verità e nell’amore — per il Consiglio
ecumenico delle Chiese e per ogni organizzazione che vuol servire l’unità — per l’Alleanza evangelica — per coloro che sono rest-onsahili deU’insegnamento neUe Chiese —
pel la fedeltà e la perseveranza della preghiera, jiarticolarmente quella in comune.
Teina:
Benedetto sia il Signore... perchè ha visitato
e riscattato il suo po
polo.
(Luca 1: 68).
Letture :
Ezechiele 36: 24-28; Luca 1: 68-79.
Meditazione :
Santità, giustizia, conoscenza, pace : tali
sono i doni messianici che il sacerdote Zaccaria proclama suUa scia dei profeti. Le promesse si sono avverate; il timore cede alla
speranza quando appare U Sole da alto. Popolo messianico, liberato dal potere della
morte e chiamato alla vita mediante la Parola di Dio vivente e permanente (1 Pietro
1: 23), il canto di vittoria di Zaccaria è anche il nostro? Sappiamo noi riconoscere le
meraviglie di Colui ehe ei ha chiamati alla
sua meravigliosa luce (1 Pietro 2: 9)? e celebrare insieme la magnificenza e la misericordia del nostro Dio? Mediante la sua venuta nella carne, il Cristo rivela la grandezdel disegno del Padre; egli ci invia il suo
Spirito affinchè noi ne diventiamo i messaggeri ed i profeti. Siano rese grazie a Dio che
ci concede di proclamare ad una voce, tremante e gioiosa, la buona novella della sal
Intercessione:
Per la Chiesa cattolico-romana — per tutti
I suoi membri, ciascuno nella sua vocazione
e nel suo ministerio — perchè lo Spirito San.
to voglia spandere le sue benedizioni sui lavori e le decisioni del Secondo Concilio Vaticano.
VENERDÌ’
21
GENNAIO
Letture :
Isaia 53: 1-12; Ebrei 2: 10-18.
Meditazione :
E' meglio « che un uomo solo muoia per
ii popolo e non perisca tutta la nazione ».
Questa parola dei grande sacerdote è profetica. « Gesù doveva morire... non soltanto
per la nazione, ma anche per raccogliere in
uno i figliuoli di Dio dispersi » (Giovanni
II: 51-52). Egli si offre, lui il giusto, per
noi peccatori; lui l’autore della vita, per annientare il principe della morte; lui, il Figlio, per noi, gli schiavi. Sommo sacerdote
misericordioso, egli si presenta come il servitore e prende su di se il peccato dell’uomo.
Mediante il suo sacrificio, egli è solidale con
tutti e fa sorgere il popolo della Nuova Alleanza, divenendo il primogenito di molti
fratelli. E' anche nella comunione alla sua
morte che noi siamo guariti delle nostre divisioni e che, cessando di opprimerci vicendevolmente, noi prendiamo su di noi i fardelli degli altri.
Intercessione:
Per le Chiese ortodosse — per ìt antiche
Chiese d'Oriente — per i preparativi del
Prosinodo pan-ortodosso — per la Comunioni anglicana — per le Chiese vecchio-cattofiche — affinchè i membri di tutte le Chiese servano con fedeltà la causa della pace,
deirunìtà di tutti i cristiani e delfumanilà
intera.
SABATO
22
GENNAIO
Tema :
Io spanderò il mio Spirito sopra ogni carne.
(Gioele 2: 28).
Letture :
Gioele 2: 28-32; Atti 10: 34-48.
Meditazione :
Il popolo di Dio sorge e cresce mediante
la potenza dello Spirito Santo. Esso non fa
massa con gli altri popoli, ma comprende
quanti, giudei o pagani, in qualsiasi luogo ed
in qualsiasi situazione, hanno riconosciuto il
Signor Gesù. Costituito in seno alla diversità dei popoli, alimentato dalla Parola di
Dio e dai sacramenti della fede, arricchito
dcL doni spirituali, il popolo di Dio aspira a
crescere sino alla completa statura di Cristo.
Così la Chiesa, popolo universale, è « un ves.
siilo verso le nazioni » in vista di raccogliere
i dispersi « dai quattro canti della terra »
(Isaia 11: 12), Come Pietro fu condotto a
riconoscere un discepolo di Cristo nel centurione Cornelio, non dobbiamo anche noi esse,
re pronti a percepire lo Spirito Santo all’opea presso i nostri fratelli?
Intercessione :
Per le Chiese luterane — per le Chiese riformate e presbiteriane — per le Chiese battiste — per le Chiese congregazionaliste —
per le Chiese metodiste — per tutte le Chiese che camminano secondo lo Spirito e crescono nella conoscenza e nell’amore di Dio
e di tutta Pumanità.
DOMENICA
23
GENNAIO
Tema:
In ogni cosa simile ai
suoi fratelli.
(Ebrei 2: 17).
24
GENNAIO
Tema:
Rivestitevi della completa armatura di Dio.
(Efesini 6: 11).
Letture :
Deuteronomio 7: 14-24; Efesini 6: 10-20.
Meditazione :
Quando Paolo rivolge queste esortazioni dì
ferza e dj ardimento, egli si trova in catene
per il servizio di Cristo. Il suo linguaggio
non è di odio ma d’amore; la sua lotta non
è quella di un sedizioso, ina quella di un affiancato da Cristo. Egli si leva con energia
contro quanto, airinterno ed all’esterno, rischia di ricondurre Tuomo aH’aiitica schiavitù. Combattimento del tutto spirituale, e
quindi più temibile, le cui armi sono la Parola di Dio e la preghiera instancabile nella
comunione dei santi.
Il cristiano avrebbe tutto da temere se il Signore non fosse con luì. Nelle lotte che egli
deve sostenere, egli sa di essere unito a Cristo ed ai propri fratelli nella fede. Ma è la
nostra intercessione sufficientemente fedele in
fc\ore di coloro che testimoniano nella soiferonza?
Intercessione:
Per la proclamazione della buona novella
ci Gesù Cristo su tutta la terra — perchè sia
rinnovato il senso di responsabilità missionaria nella Chiesa — per quanti prendono sul
serio Tordine di andare ad annunziare l’Evangelo e consacrano le loro forze a questo compito — per Tunità della missione cristiana.
MARTEDÌ’
25
GENNAIO
Tema :
Essi saranno suoi popoli, e Dio stesso sarà con
loro e sarà loro Dìo.
(Apocalisse 21: 3).
Tema :
Oh se oggi voleste pure
ascoltar la sua voce!
(Salmo 95: 8).
Letture :
Salmo 95; 1 Coriati 10: 1-13.
Meditazione :
Israele conduce la propria esistenza nel
deserto avendo lasciato dietro di sè le ingannevoli ricchezze deU’Egitto e andando verso
il riposo nella terra promessa. Esso ha visto
1 azione folgorante di Dio nella traversata
del mare ed ha gustato il nutrimento venuto
dal cielo. Ciononostante il suo cuore si è tur.
baio; disconoscendo il dono di Dio e dubitando della sua fedeltà, si è ribeUato a lui.
Ciò è avvenuto per nostro ammaestramento,
per noi che viviamo il tempo deUa Chiesa.
Siamo anche noi di coloro che sfuggono la
prova di oggi e cercano lontano da Cristo
delle umane sicurezze? 0 ci riposiamo noi
sui risultati acquisiti per trovare una pace
illusoria? II disagio di una Chiesa disunita
suscita la tentazione della fuga o dell’istituzionalismo. Oseremo noi affrontare nella
fede e nella preghiera questa prova e avremc noi il coraggio di lasciarci rinnovare interamente?
Intercessione:
Per le unioni di Chiese — perchè esse possano crescere e fortificarsi iielTunità di CriB'o — per le Chiese che non abbiamo particolarmente ricordate — perchè la pace di
Cristo sìa manifestata fra ebrei e cristiani.
LUNEDI*
Letture :
Osea 2: 16-23; Apocalisse 21: 1-7.
Meditazione :
La figura gloriosa della Chiesa è quella
della sposa abbigliata per le nozze. Dio ha
mutato il suo cuore. Egli può unirsi ad essa
in una reciprocità d’amore, adottare definitivamente le sue creature come figli, dimorare
definitivamente con essa e abbeverarla della
sorgente della vita. La glorificazione del popolo di Dio rifulge sulla creazione essa stessa
trasfigurata. Questa luce sull’umanità santificata e la sua unanimità in Dio non deve
distrarci dallo sforzo presente per forgiare
neH’affanno il nuovo volto della Chiesa. Ma
la nostra opera è colmata di allegrezza, perchè noi possiamo già godere le primizie di
questo mondo rinnovato. Quando noi siamo
raccolti nel ricordo del Signore per annunziare il mistero delle nozze dell’Agnello ed
attendere il suo ritorno, siamo noi sempre
più condotti dalla carità di Cristo « finche
egli venga »?
Intercessione :
Per la pace del mondo intero — per i governi e le organizzazioni internazionali —
perchè la pace di Cristo superi tutti i conflitti di razza e di nazionalità — per la giustizia verso gli oppressi, gli affamati e gli
spossessati dei loro diritti — perchè la testimonianza della Chiesa sia resa nella vita di
tutti i popoli.
PREGHIERA
CON RESPONSORIO (*)
1 - Rendiamo grazie a Dio, nostro
Padre, per il dono delPUnità.
Sii tu benedetto, o Dio nostro Fidre. Mediante il prezioso sangue del tuo Figlio e la
sua resurrezione dai morti, tu hai riconci
lìato a te tutte le cose; nell’unità tu raccogli
1 tuoi figli dispersi.
Gloria a Te nei secoli dei secoli!
Mediante il tuo Santo Spirito sparso abbondantemente su noi, ed il battesimo della
rigenerazione, tu fai di tutti i credenti un
sol corpo, per nutrirli di uno stesilo pane.
Gloria a Te nei secoli dei secoli!
Noi tì rendiamo grazie, o Dio nostro Padre,
per il movimento ecumenico, e per coloro
che soffrono, pregano, lavorano in vista dell'unità.
Gloria a Te nei secoli dei secoli!
Noi ti rendiamo grazie per questo giorno
e per quest’ora nella quale tu ci raccogli per
lodarti, per essere chiamati al pentimento e
attendere nella speranza l’unità visibile dei
cristiani.
Gloria a Te nei tecoli dei secoli!
2 ■ In presenza del nostro Signore
Gesù Cristo, umiliamoci e confessiamo i nostri peccati contro
rUnità.
Eccoci, Signore, umiliati dinanzi a te; noi
abbiamo introdotto la divisione nella tua ope.
ra di unità.
Signore, abbi di noi pietà.
Nel nostro confessare la verità, noi siamo
stati spesso duri ed esclusivi.
Signore, abbi di noi pietà.
Noi abbiamo dimenticata la trave nel nostro occhio per non vedere che il fuscello nel.
l’occhio dei nostri fratelli.
Signore, abbi di noi pietà.
Noi abbiamo ignorato i nostri fratelli, li
abbiamo disprezzati; spesso abbiamo voluto
trionfare su di loro.
Signore, abbi di noi pietà.
Fra i tuoi figliuoli noi abbiamo elevate delle barriere di razze e di nazioni, dì cultura
e di classi.
Signore, abbi di noi pietà.
A causa delle nostre divisioni noi abbiamo ostacolato la testimonianza dell’amore e
la diffusione dell’Evangelo nel mondo.
Signore, abbi di noi pietà.
3 - Che lo Spirito porti al Padre la
nostra supplicazione per rUnità.
Signore, non. permettere che noi ci adagiamo nelle nostre divisioni; guardaci dal considerare come normale ciò che è scandalo
per il mondo ed una offesa al tuo amore.
Riuniscici nell’amore e nella verità.
Liberaci, Signore, dalle nostre grettezze, dai
nostri rancori, dai nostri pregiudizi; insegnaci a riconoscere i doni delia tua grazia presso
quanti ti invocano con un cuore diritto.
Riuniscici nell’amore e nella verità.
Approfondisci la nostra fedeltà alla tua
Paroia; non lasciarci sviare dalle visioni che
noi stessi ci siamo forgiate e non lasciarci
proseguire temerariamente su delle vie che
non sono le tue.
Riuniscici nell’amore e nella verità.
Mediante la tua potenza. Signore, raccogli il tuo gregge disperso; raccoglilo sotto
l’autorità del tuo Figlio affinchè si compia il
disegno della tua benevolenza ed il mondo
conosca te, il solo vero Dio, e colui che tu
hai inviato. Cristo Gesù.
Amen.
(*) Questa preghiera è ispirata calla Liturgia Riformata di Francia e dalla celebrazione
interconfessionale organizzata in occasione
della quarta conferenza mondiale di Fede e
Costituzione svoltasi a Montreal il 21 luglio 1963,
iimiiKiimiiiiiiiiiiiiniiiii
iiiiiiiiiiiiiiiniimiiiiiiiiiiii'
libri
“DIALOGO ECUMENICO
A GINEVRA,,
Due ecumenismi a
pubblico colloquio
Qualruno dei lettori ricorderà forse die,
nello sicoTKo febbraio, il presiden e del Segretariato vatienno per Tunione del cristiani, card. A. Bea. visitò ufficialmente la sede del Consiglio ecumenico, a Ginevra.
In qnell’occ.Tsione, egli comunicò che il
Vaticano aveva accettato la proposta del
C.E.C. —■ già ventilata in pa.ssato e ufficialmente espressa nel gennaio scorso dal
Comitato centrale ribnito per la sua sessione annua a Enugu (Nigeria) — di costituire un comitato misto di studio per esaminare la possibilità di dialogo e di collaborazione fra la Cbiesa (attolica e il Consiglio. L’indomani, nella Sala della Riforma,
di fronte ad un uditorio di oltre duemila
persone, si ebbe un dialogo « eic umeniro »
fra il card. Bea e il past. Marc Boegner.
ex presidente del C.E.C.
Nel volume die presentiamo, l’edilore
ginevrino ba raccolto tutta una serie di testi relativi a questi incontri: dopo i messaggi di mons. Charrière, vescovo di Ixisanna, Gim*vra e Friburgo, del past. F’errct,
preside!,te del Consistoire ginevrino, di
mona. Emilianos, a nome del patriarca di
Costantinopoli Atenagora, troviamo in una
prima p.ar1e il testo dei messaggi scaiidnatisi. alla sede del C-E.C., dal past. Visscr'l
Hoofl, dal card. Bea e dall past. Boegmr;
nella seconda parte, il dialogo ccimieni.o
nella Sala della Riforma; e in una terza
parte, due interessanti contributi, presentati' nel medesimo quadro; «Movimento
ecumenico e Vaticano 11 . Un punto di vista ortodosso » del prof. Nikos Nissio is,
condirettore delTIstituto ecnnicnico di Bossey; e « Rinnovamento biblico e ecumenismo Un punto di vista protestante » del prof.
Oscar Cullniann.
Salta agli occhi l'origindli'.á di questa
pubblicazione, e il suo interesse documentario. Invece, nel complesso, si rota nn
poco delusi dal contenuto. Forse perchè, sul
concilio e recumonisiui). in quest, anni,
abbiamo udito c letto bi o al.a naii-ca, tul
piano abbastanza superfi - .ile .su l ui qui ci
si manti'ene. ¡Non voglio (lire che qucMC
pagine siano una raccoìl.i di bana ihi, init’altro! vi sono anzi no'iazioni acute, e .soprattutto si ricava una imprcs-imie as-^ai
viva di' come moltissimi, oggi, 'cniono
l’ecumeniismo. Ma mi sia anche concesso
dire che troviamo appunto qui un certo
trionfalismo ecumenico, un ecumenismo divenuto « di moda » o piuttosto passato sul
A BEA, M. BOEGNER, W. VISSER’T HOOFT, N. NISSIOTIS, O.
CULLMANN - Rencontre oecuménique à Genève - Coll, oecuménique
n. 4, Labor et Fides, Genève 1965,
p. 128, Lire 1-100.
piano « ufficiale »; anche se i protagonisti
di questo confronto nc sono co>scicnti e
cercano di reagirvi, non si può dire che
tutti vi riescano; 1 ingranaggio delle nianifeslaziVini ufficiali è im«scn.le.
Direi che la parte più debole di questo
libro è proprio quella centrale, il « dialogo ecumenico ». E’ ovvio che una pubblica conversazione, una conferenza a due
poneva forzailamente limiti molto netti di
tempo e di appcofond¡mento; proprio per
questo, sarebbe stato forse necessario putì
CONTINUA
IN QUARTA PAGINA
4
pag. 4
Bisogna che
Egli cresca
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA SEGUE DALLA TERZA PAGINA
Due ecumenismi a
pubblico colloquio
sepaiandola — quanto illusoTiamente ! dal « mondo », dandole — o tentando di darle — una falsa « buona
coscienza » ; o ancora in senso « politico», sacralizzando una politica
umana, volta a volta quella della libertà o quella della giustizia, del culto deU’individualità o di quello della
collettività, e foss’anche la politica
della pace: in tutti questi casi, sotto
tutte queste diverse forme, e malgrado ciò avvenga spesso inconsciamente, si deve riconoscere che questa tentazione è terribilmente presente e
operante nelle nostre chiese, nella
chiesa.
A llora la chiesa non vive più fra
“ gli uomini il motto del Battista:
pretendendo di far corpo col Cristo,
ogni crescere della chiesa è un crescere di Cristo, ogni suo diminuire è un
diminuire di Cristo fra gli uomini di
oggi : questo atteggiamento è senz'altro alla base della politica concordataria romana, qualunque sfumatura assuma tatticamente; ma è altrettanto alla base dello sprezzo settario
per il mondo; forse, dico forse, anche
delTindiamento liturgico del culto ortodosso; di molta «presenza al mondo » da parte di cristiani : « falsa presenza al mondo moderno», giudicava
rudemente J. Ellul tutto il ventaglio
di posizioni che possono andare dall’ambiguo e sdottorante schema XIII
al marxismo « cristiano » più estremo.
In im modo o neH’altro — o come
madre e maestra o come compagna —
la chiesa non sa più dare agli uomini
il senso della gloria di Dio ; tutt’al più
della sua discutibile gloria, del suo
discutibile impegno; non è più peccatrice accanto ai peccatori, con loro di
fronte alla Parola che tutti giudica e
a tutti fa grazia: non è più mendicante (cosciente) fra mendicanti (per lo
più inconsci e talvolta ribelli) dello
Spirito di Dio; non è più povera, ma
ricca possidente. Essa può anche crescere, allora, nella considerazione de
gli uomini. Ma di quanto essa cosi
cresce, di tanto il Cristo dlmlntiisce.
Avviene allora che chiese ansiosamente preoccupate di crescere, non
riescano a crescere, non riescano neppure a tener dietro alla crescita demografica della popolazione del globo, come si verifica oggi; mentre quando,
come nell’età apostolica, la preoccupa^
zione del numero, del successo, del
prestigio era evidentemente assente,
e non si sognava politica concordataria nè si teorizzava sull’impegno sociale, la testimonianza cristiana copri
in pochi decenni il bacino mediterraneo e il Medio Oriente di comunità
credenti, che cercavano di vivere la
loro fede nel presente secolo, che vissero intimamente problemi come quello della schiavitù, del rapporto comunità cristiana-comunltà civile, del servizio militare, e in qualche modo della promozione femniinile; ma non dimenticarono che « la loro cittadinanza era nei cieli», che erano «stranieri » fra gli Uomini e le strutture del
loro tempo, non oer separarsene orgogliosamente, ma perchè cosi Dio li
voleva, perchè solo cosi avrebbero potuto dare agli uomini — a quelli che
avessero occhi per vedere e orecchie
per udire — il senso che questo mondo passa e che il mondo nuovo (la
« nuova Gerusalemme », la santa città) viene da Dio, non fatta da mano
d’uomo, neppure d’uomo ecclesiastico.
Allora, se noi così diminuiamo, ap
pare quello ohe è comunque vero, ma
che pK>ssiamo nascondere e offuscare:
che Cristo cresce, che il suo regno
viene.
'Tornando al problema ecumenico,
*• forse ora è più chiaro che cosa
intendo dicendo che tutto si gioca
nel nostro atteggiamento di fronte a
Cristo, che è la nostra unità.
Egli può crescere, anche nel travaglio di cristiani, di chiese che si riscoprono divisi nell’essenziale; che misurano umiliati la loro miseria o la loro
incapacità di testimoniare in modo
inequivocabile l’Evangelo; che accettano ogni diminuzione che il crescere
di Cristo (non di Una mistica unitar
ria!) può rappresentare per la loro gelosa tradizione ecclesiastica.
Egli può diminuire, invece, anche
quando cristiani divisi si scambiano
più di prima strette di mano e sorrisi
e magari preghiere, quando due chiese si uniscono, o almeno accettano
di dialogare, se tion accettano veramente tutti quell’orientamento missionario (« siano uno, come noi, affinché il mondo creda che tu MI hai
mandato » ) che implica per tutti un
diminuire, affinchè egli ed gli solo
cresca, a lui solo sia la gloria.
Senza dimenticare però che c’è un
apparente diminuire, una falsa umiltà, che magari nella congiuntura attuale darà lustro d’apertura a una
chiesa, a un cristiano, e farà crescere
le sue azioni sul mercato internazionale, ma che implica una diminuzione dell’Evangelo, uno sminuire di Cristo, un mancare alla nostra costante
vocazione di indice puntato su Cristo.
« Bisogna che egli cresca, e che io
diminuisca». Molto concretamente:
che con lui muoia, e con lui risorga;
allora verrà il Regno, allora saremo
veramente uno, perchè Dio sarà tutto
in tutti. L’ecumenismo vero non conosce parto indolore, come la croce di
Cristo ha ben. mostrato.
Gino Conte
lualizzare maggiormente Tattenzione sulle
questioni di fondo: queste affiorano, cer;©,
ma come diluite in una retorica « fraterna » (noto che l’ilnterlocutore protestante
vi indulge maggiormente), con qualche impennata critica che, pure qui da parte protestante, verte non di rado su questioni veramente secondarie (come lo « scandalo »
sul rinvio autori tario del voto sulla libertà religiosa, al termine della III sess.). Certe promesse, come quella del card . Bea
circa lo schema sui matrimoni misti (« sono felice di poter dire che si lavora seriamente per pubblicarlo presto, e erodo che
anche i' nostri fratelli non cattolici saranno soddisfatti », p. 50), risultando oggi abbastanza premature et pour cause. Insomma, l’impressione di questo pubblico confronto è che esso sia stato ipoco orientatore,
pur contenendo spunti acuti e vivi e, in
qualche caso, presentando idee nette e senza sfaccettature sia diplomaticbe sia sentimentali.
Nel complesso, più interessanti i documenti collaterali raccolti in questo volume: le brevi parole, sobrie ma semipre così lucide e teologicamente centrale, del
pasi. Visser’t Hooft, che vediamo con vivo
rincros'cimento e altrettanta viva preoccupazione avvicinarsi al momento in cui lascerà la Segreteria del C.E.C.; le oneste,
nette e penetranti considerazioni del ve-’
scovo F. Charrière sulle condizioni essenziali, da parte cattolica, per il dialogo ecnmonico, che mettono con chiarezza e concisione a fuoco pure il cuore del dissenso,
il problema della Chiesa; la bella conferenza del prof. Nissiotis, da cui risulta che il
« cattolicesimo non romano » degli' ortodossi non si distingue da quello romano su un
semplice piano giuridico, ma costituisce, almeno nella sua iblenzionc vocaizionale, una
prote3:a contro ogni iislltuzionalismo centralisla ed ecclesiastico; alla Chiesa di Roma, ma aoohe a quelle della Riforma, come alle involuzioni deH’Ortodossia stessa
nella sua traduzione storica, l’ortodos.ia rivolge il richiamo a rivalutare l’opera dello Spirito Santo, Timportanza che l’evento della Pentecoste ha per la Chfeia storica ; in tutto il libro, l’appello più serio e
intenso alla metànoia di tutte le chiese
viene da questo teologo laico ortodosso. Infine, il conlributo del prof. Cullinann, che
a mio avviso dosa un po’ troppo i pro e
i contro, per essere del tutto al liiparo dal
falso irenismo contro cui mette così giuslamente in guardia; tuttavia, abbiami, ambe
qui alcune affermazioni ben chiare, che la
Bibbia non costituisce per la Chiesa romana, anche in tenipo rallegranlc di linnovaimento biblico, un vero « vis-à-vis »,
un vero interlocutore — e normativo, e superiore! — della Chiesa, ma riauinc, in
fondo, slrumento nelle mani della Chiesa;
che assai spesso il biblicismo del linguaggio « nuovo » degli schemi conciliari è pur.aimente formale, esteriore.
Inisonuna, un libro vivo: una serie di
flashes elaquenti sulla « realtà » ecumenica attuale con le sue luci' e le sue ombre
(anche dissimulate), e di icontnibuli di vario valore, nel senso che non tutte le luci sono
concentrate sui punti focali, sui veri nodi
dei problemi' sul tappeto. Si parla, forse,
un po’ troippo di « miracolo »; il miracolo
vive male sotto i riflettori deU’attnalità ;
e non sono del tutto certo che pubblicazioni
come questa aiutino V lettori a fugare la
suadente tentazione della superficialità sentimentalmente benintenzionata.
SCDOLil LflTIM
DI POIUARETTO
Doni ricevuti prò « Scuola Latina » e prò
« Campana » fino al 31-12-1965. La Direzione ringrazia sentitamente.
Arturo e Luigi Breuza (Fontane) L. 10.000;
Claudio e Marinella Barai (Rodoretto) 5.000;
Rostan Clara (Pomaretto) 10.000; Balmas
Ines (S. Germano Chisone) 5.000; Silvana
Marchetti (Pomaretto) 5.000; Marco Peyronel (S. Germano Chisone) 10.000; Henri Ghigou (Perrero) 5.000; Serafino Ettore e Renata (Pinerolo) in occasione battesimo Andrea 5.000; Carmen e Giorgio Long in mem.
avv. Pittavino 10.000; Adelina, Alice, Cesare
Long (Pinerolo) 5.000; Andreina Giordano
(Pinerolo) 10.000; Baret Giorgio (S. Germano Chisone) 3.000; Bleynat Attilio (Pomaretto) 25.000; Beux Marisa (Pomaretto)
15.000; Micol Willy (Massello) 5.000; Dario
e Renato Richard (Frali) 4.000; Alice e Conrad Peter (Perosa) 2.000.
Pro Campana ; Ilda Mcynier-Long (S. Ger.
mano Chi.sone) 5.000; Bleynat Olga (Pomaretto) 650; Alina Serre (Villar Perosa) 3.000;
Pons Amalia (Massello) 3.000; Past. Hennig
(Germania) 5.300; R. Bundschuch (Germania) 15.700; Nevering (Germania) 4.710;
Ribel (Heidelberg) 11.000; G. Deuzer (Friburgo) 27.000; Ida e Abele Ghigo (Torre
Pellice) 10.000.
POMARETTO
Sabato 15 corr., alle ore 20,30 nel tempio,
il dott. Paolo Ricca parlerà sul Concilio
Vaicano li.
Domenica 16, aile 14,30, n'uniotie leniminiile al Clot Inverso.
Lunedì 17, alle 20,30 nella cappella di
Perosa, riunione dei monitori della Val
Germanasca.
Giovedì 20, alle 20,30, riunione ai Pons;
venerdì 21, alle 20 ,30, riunione alla cappella di' Perosa.
VILLAR PEROSA
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
PRAMOLLO
Domenica 19 Dicembre nel corso del
nostro culto è stato presentato al Battesimo il piccolo Bonnuus Alberto di Armando e di' Plavan Vilma (Carde Inferiori).
Il Signore aecumpagni e guidi con la sua
grazia questo bambino ed i suoi familiari.
A Natale il nostro tempio ha conosciuto
un’ottima prtecipazi'one di membri di Chiesa, specialmente uomini, venuti anche dai
quartieri più lontani e più disagiati ner
riascoltare e medi'tare iÌ messaggio dell’amore di Dio incarnatosi in Gesù Cristo
per la nostra salvezza. Numerosi coloro
che si sono avvicinali a] tavolo della Santa
Cena. La Corale ha recato il .suo apioorto
col canto di un inno di' circostanza. La
domenica successiva, nel pomeriggio, un
buon pubblico s’è riunito nella sala delle
attività intorno all’albero di Natale, .scintillante di' luci. Doipo la parte introduttiva del Pastore, i nostri bambini hanno
svolto un ricco programma di dialoghi,
poesie e canti sotto la guida dell’insegnante sig.na Vanda Pelrone; al termine della
festa tutti' hanno ricevuto 11 tradizionale
pacco-dono. Ringraziamo vivamente coloro
che hanno colJaborato alla riuscita di
questa manifestazione e particolarmente la
signorina Pelrone, i giovani che hanno
procuralo ed orna'lo il bel pibo nonché i
sig. E. Long per il suo dono.
A Capodanno un grupijM) di fedeli s’j
ritrovato nel teniipio per ringraziare e lodare il Signore che è lo stesso « ieri, oggi'
ed in eterno » nonostante il passare dei
nostri anni e che nella sua fedeltà ci dona
il Suo amore, fonte di serenità per i giorni
ch’egli ci accorda nella Sua grazia.
TORRE PElLiCE
Si rende noto che domenica 16 nel
salone della Società Opteraia il Past.
Dott. Paolo Ricca terrà ima pubblica
conferenza sul tema : Un giudizio profetante sul Concilio Vaticano II. Tutti sono cordialmente invitati.
CERIGNOLA
Nei centri rurali le tradizio-ni si mantengono intatte, la modernità non riesce a
scalfirle. Cosi la Festa dell’Albero anche
quest’anno ebbe luogo la vigiKa del santo
giorno di Natale con gran gioia di tutti.
Il salone dell’Asilo, trasformato per l’occasione, accolse la numerosa Scuola Domenicale e le loro famiglie. Preparati da
Miriam Castiglione e da Emanuela Campane li i baanbini si sforzano di far bene la
loro parte recitando poesie ed eseguendo
Culto radio
ore 7.40
Domenica 16 gennaio
Past. GIOVANNI LENTO
Domenica 23 gennaio
Past. AURELIO SBAFPI
significativi dialoghi e bozzetti musicali
preparati dalla signora Castiglione.
Alla fine larga di'stribuzione di pacclii
con gto'attoli, con do-lci ed indumenti di
lana a circa ottanta bambini.
Siamo multo grati al i.o.slro Amico Pa
store Arsiiffi che, medi'anie la collaibora
zione della Corale Svizzera, ci fece ginn
gere un rilevante quari'.ilativo di maglioni
gulfini, calzettoni, eoe. significandoci cosi
tutto l'I calore delPaniore di Cristo verso
tanti bambini appartenenti a quella classe
-sociale che è veramente bisognosa.
Vada anche il no-slro sentito grazie a
tutti gli Amici che sosteiigono la nostra
alli'vilà sociale.
Un pi'ù modesto albero fu acceso nel.a
Cappella di Trani per far felici i figliuoli
di quei credenti.
Una simpatica serata ricreativa ebbe luogo nella serata di Capodanno a Cerfgnola,
sempre nel salone dell’Asilo facendoci sentire la realtà di questa grande famiglia die
e la Chiesa. g, ^
MASSEL
Les jeunes de notre Union ont terminé leur
colportage dans nos familles et 'es résultats
de cette initiative ont été supérieurs à ceux
de l’année passée (45.000 lires); ce qui est
essentiel, d’autre part, c’est la bonne volonté
et le désir de collaboration.
Une agape fraternelle a eu lieu vendredi
24 décembre, les jeunes de l'Union y ont
participé avec entrain. Les jirochaines séances
de l’Union auront lieu samedi 15 et 29 janv.
Les cultes de Noël et du 1 janvier ont eu
lieu au temple avec un service de St. Cène;
il est pénible de constater que plusieurs
d’entre nous ne semblent pas réaliser le privilège de la communion fraternelle.
La fête de l’arbre de Noël a eu lieu dans la
sale du Reynaud rap.-ès-midi; les enfants
ont reçu celte année un livre de !a Claudiana ou une écharpe en laine; nous devons au
don do Mr. T. Bert la possibilité de faire
l’achat des livres et à la générosité de M.me
Clcmentina Gay de 'Lurin les écharpes qu'elle
a eu la patience de tricoter. La collecte qui
a eu lieu dans le courant de celte fête a été
consacrée à l'Ecole latine (17.000 lires).
Nous remercions aussi M me Eugenia Micol
qui a préparé una p.-?rtie des dialogues.
Le deuxième cycle de réunions est en cours,
nous considérons le problème des finances
dans la vie de l’eglise.
La prochaine réunion à SaLe aura lieu dimanche 16 janvier à 19 h. 30.
FIRENZE
CANTO SACRO
della Val Pellice non abbia
uogo in concomitanza col culto alla Sea che la Comunità di Torre Pel
olla 1” Maggio, le Feste di Canto delle Corali avranno luoec
alle date sguenti: ^
Val Chisone : domenica h maggio 1966 nel tempio di S. Germano.
Val Germanasca : data e località saranno tempestivamente comunicate alle Corali ed alle Scuole Domenicali.
Val Pellice: domenica 8 maggio, nel tempio di Torre Pellice,
comuni^to^ canto delle Scuole Domenicali avranno luogo, come già
Val Chisone : domenica 15 maggio 1966 nel tempio di S. Secondo
Val Penice : domenica 15 maggio nel tempio di Luserna San
Giovanni.
A cura della Commissione del Canto sacro è stato spedito gratui
tamente in questi giorni ad ogni Pastoie delle Valli Valdesi un congruo numero di copie dell’inno N. 35 dello Psaumes et Cantiques, assetato allo studio delle Corali, con l’armonizzazione identica a quella
Rampata a pag. 13 del fascicoletto « Corali e Cantici ». I Direttori di
Corali sono pregati di richiedere tali copie ai rispettivi Pastori e di attenersi a tale armonizzazio-ne nella preparazione dell’inno.
La Commissione del Canto Sacro
Bruno Cossio ci ha lasciali; aveva poco più
di quarant anni ed alle spalle una esperienza
nutrita di cose sofferte. Qualcuno Io ricor
derà fra i fiorentini che col past. Vinay ini
ziarono a Frali la costruzione di Agape : la
borioso e capace, ombroso e bizzarro ma ge
neroso e d'una dedizione sicura, faceva vo
lentieri parte a sè e sapeva essere di buona
compagnia. Giunto all’Evangelo attraverso
una crisi di coscienza, aveva avuto gravi diffi.
colta per rifiuto di portare le armi (in tempo
di fascismo!); da anni coltivava con scrupolo
la preparazione tecnica del lavoro d’interprete che aveva scelto. L’ultima sua uscita, in
una illusoria pausa del male, è stata per fare
una foto della vecchia cappella del Gignoro:
aveva letto nella circolare di chiesa che stava
per riprendere il culto laggiù, ed in qualche
modo voleva essere aU’uppuntamcnto. Ricordiamo Bruno con tanto affetto.
La signorina Elena Casetla-GigUoli, fiorentina di recente adozione ma da .-empre vicina alla nostra Chiesa, è morta 1 7 u.s. a
77 anni; si chiude così un’esistenza nutrita
di ideali e consacrata con scrupolosa sollecitudine al progresso degli studi. Multi ricordano la sig.na Casella della Biblioteca Nazionale di Roma, quando trovavano nella sua
non comune conoscenza di fatti e persone un
aiuto, una guida, alle ricerche sul Risorgimento. Napoletana di na.scita, laureata a Firenze, hibliotecaria a Torino e Napoli, c di
origini emiliane, la .sig.na Elena Casella
dalle memorie familiari ricche di motivi risorgimentali — restava nonostante gli anni
e i capovolgimenti un riferimento: gente
cosi, di quel ceto e di quegli ideali, aveva
intravisto un'Italia unita e fatta di italiani
nuovi, redenti dali’Evangelo. I suoi ricordi
andavano spesso alla Roma evangelica di Paolo Bosio, agli anni laboriosi della resistenza
intellettuale al fascismo; alla custodia angosciosa d’un sempre più lontano ideale di Ri■sorgimento.
NcH'ora del lutto siamo vicini alla famiglia del caro Bruno, alla mamma ed alla mo.
glie ed al fratello; ci sentiamo vicini nel ricordo ai parenti della nostra sig.na Casella.
L’annunzio dell’Evangelo della vita resti in
ognuno di noi con tutta la sua forza di consolazione e certezza.
Si avverte che la conferenza del Past.
Paolo Ricca sul Concilio Vaticano II avrà
luogo il 17 c. m., alle 21, e non il 14 ■. ime
precedentemente annunciato.
RINGRAZIAMENTO
La famiglia della compianta
Matilde Enrieu
ringrazia sentitamente tutte le gentili persone che presero parte al suo
lutto. In particolare ringrazia i sigg.
Bonifetto, il Pastore sig. Jahler c la
Corale Valdese.
Luserna S. Giovanni, 2 gennaio 1966.
« Io so in chi ho creduto »
(II Ep. Timoteo 1: 12)
Ha risposto con fiducia alla chiamata del Signora il nostro caro
Giorgio Varese
ne danno Tannuncio: la moglie Ade
Theiler, il fratello Guido e famiglia,
la sorella Vera, la suocera, i cognati
Sandra e Daniele Ghigo, gli zii, i cugini e gli amici.
I funerali si sono svolti mercoledì
5 u. s. La cara salma riposa nella
tomba di famiglia a Torre Pellice.
Non fiori, ma offerte alle opere della Croce Rossa di Torre Pellice, al
Rifugio Carlo Alberto di Luserna San
Giovanni.
Piccolo Chalet, Torre Pellice, 7-1-1936
RINGRAZIAMENTO
I parenti della Compianta
Rachele Godin
ved. Bordone
lìngraziano vivamente tutti coloro
che hanno espresso la loro simpatia
cristiana in occasione della dipartenza della loro cara.
Un ringraziamento particolare a
Suor Alba, al personale e ospiti della
Casa Valdese di Riposo, al Dott. V.
Bertolino, ai Pastori P. L. dalla e R.
Coisson.
S. Germano Chisone, 28-12-1965.
RIN GRAZIAMENTO
La famiglia della compianta
Adelaide Barus
nata Peyron
ringrazia di cuore tutte le persone
che hanno preso parte al suo dolore;
in modo particolare ringrazia la Sig.a
Rina Cerducci ohe l’ha assistita durante la malattia e tutti i vicini di
casa per l’aiuto dato nella triste circostanza.
Villasecca, 27 dicembre 1965.
RINGRAZIAMENTO
La famiglia di
Giovanni Garrou
deceduto a Villa di Frali il 27 dicembre 1965 all età di 86 anni, esprime la
sua riconoscenza alle persone che
hanno preso parte al suo lutto.
«Poi Abramo spirò, attempato e sazio di giorni ».
(Gen. 25: 8)
Direttore resp. : Gino Conte
Beg. al Tribunale di Pinerolo
n. 175, 8-7-1960
Tip. Subalpina s.p.a. . Torre PeUice (To)
avvisi economici
FAMIGLIA cerea brava ragazza per aiuto la
vori domestici anche primo servizio. Trai
lamento familiare. Possibilità di parlare
francese. Scrivere a: Adolfo Rosian - Ca
serme Vira (Torino) Telef. (011)95.04.59
VENDESI villetta sei vani, con giardino
mq. 2.000, Viale Dante, Torre Pellice. In
formazioni presso: CIOV, Via Ruma. Tor
re Pellice.
r
FIDOIIO OSIE
di Scevola Paolo
ONEGLIA
Offerta speciale del rinomato OLIO
DI ONEGLIA per forniture alle Famiglie direttamente dalla produzione
in recipiente pratico e sicuro e cioè la
lattina da litri 1 circa:
N. 20 LATTINE
pagamento anticipato L. 16.000
pagamento c. assegno L. 16.400
N. 12 LATTINE
pagamento anticipato L. 9.800
pagamento c. assegno L. 10.080
versare gli anticipi sul c/c postale
n. 4/23840 intestato a Scevola Paolo Oneglia.
Per informazioni scrivere a Scevola
Paolo - Casella Postale n. 426 - Oneglia