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bibîjIOIECA valdese
torre pellice
(Torino)
Anno XC — Num. 42
Una copia Lire 30
ABBONAMENTI
DELLE miJLI VALDESI
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Settimanale
della Chiesa Valdese
TORRE PELLICE — 21 Ottobre I960
Ammin. Claudiana Torre Pellice - C.C.P. 2-175^
Illazioni Unite
Dichiarando la volontà della Francia di astenersi da questa sessione dell’Assemblea deU’ONU (in cui si discuterà pure del problema algerino) De
Gaulle aveva ironizzato sulle Nazioni « sedicenti unite ». Questo giudizio sprezzante — che tra l’altro rischia di relegare la Francia in un pericoloso e tutt’altro che splendido isolamento — appare giustificato, al termine della prima
parte della sessione conclusasi con la partenza di Kruscev da New York?
Sono state sedute spesso tumultuose, ricche di intemperanze (la scarpa
di Kruscev ha fatto presto il giro dei cinque continenti), di accuse pesanti
e di aspre ritorsioni. Un po’ un dialogo di sordi, quello che si è svolto in superficie; rONU non è un luogo d’incontro ma una tribuna su cui si affrontano opposte propagande. E se tutto si fosse limitato a questo, si potrebbe
veramente scuotere il capo scoraggiati e scettici. Ma c’è stato più di questo.
C’è stata l’opera, più modesta ma preziosa, dei mediatori : dei leader dei paesi
neutrali, in modo tutto particolare di Nehru, e della Gran Bretagna. Dobbiamo pensare alla situazione incendiaria nella quale si è aperta la sessione
newyorkese: il conflitto congolese, e quello algerino, la polemica per lo spionaggio aereo nell URSS, i contrasti per Berlino, fattisi particolarmente aspri
fra Bonn e Pankov;, infine la vertenza alto atesina... Certo, alcuni di que.sti
problemi non sono ancora siati risolti, neppure affrontati; tuttavia, malgrado
la situazione tutt’aìtro che distensiva e pacifica, il dialogo precario non è
stato interrotto e alcuni risultati sono stati raggiunti.
In primo luogo, malgrado le accuse sovietiche, l’intervento dell’ONU nel
Congo e l’opera del segretario Hammarskjoeld sono stati a maggioranza approvati, anche da paesi africani. Non
che la crisi congolese sia risolta, ma
le forze dell’ONU sono riuscite almeno in un’ampia parte del paese a
mantenere uno stato di relativa calma, in attesa che i congolesi chiariscano essi stessi la loro situazione interna. Dopo Suez, il Congo: i «caschi
blu » entrano come un elemento nuovo e valido nella storia contemporanea.
Il secondo elemento importante delle recenti sedute è stato il rinnovato
rifiuto di ammettere la Cina comunista fra le N. U.: i lettori sanno che
— con molti altri; pare che anche
negli S. U. una larga parte delTopi
nione pubblica si muova in questo
senso — consideriamo un grave erro
re occidentale, su... « ordine di scuderia» americano, il rifiuto opposto da-^
dieci anni alla Cina di Mao. Secondo
molti osservatori, la «vittoria» americana rinnovatasi quest’aimo sareb-,
be però l’ultima: dal 1950 ad oggi la
maggioranza in suo favore non ha
fatto che diminuire, e non resisterà
a lungo, non solo per l’ingresso alrONU di nuovi paesi afro-asiatici, ma
anche per l’astensione o l’opposizione
di paesi «occidentali» come gli Stati
scandinavi e l’Irlanda; nè è da escludere — e comunque da sperare — che
la politica estera americana muti indirizzo con la nuova presidenza. Perciò, anche questo fatto negativo — e
se Kruscev è stato collerico e poco
pacifico nei suoi modi, gli S. U. nori
possono pretendere di essere stati
« pa.cifici » nel loro atteggiamento —
non è senza speranza. Badino però gli
S. U. che non per molto avranno la
possibilità di fare spontaneamente
quello che altrimenti verrà deciso a
loro dispetto ; e allora sarà una sconfitta ben più grave di quella di cui
i nostri giornali di destra o « indipendenti» hanno fatto grandi titoli,
parlandoci del « dittatore infelice » e
deluso.
Infine è da notare con allegrezza
che, malgrado tutte le sue debolezze,
l’organizzazione internazionale è sentita. come qualcosa di utile, anzi di
indispensabile, non solo dalle vicine
nazioni, ma anche da quelle più gio
vani. Caratteristico a questo riguar
SULLA SITUAZIONE FRANCESE
((
Uanlbti)) e dichiarazioni occlesiaatiche
do l’intervento del presidente della
Guinea, Seku Ture, uno dei più « progressisti » leader africani e sostenitore delle tesi sovietiche, che rivolto a
Kruscev, gli ha detto : « Vi preghiamo
con tutte le nostre forze di accantonare i vostri fini propagandistici nel
corso di questo dibattito sul colonialismo. La propaganda annebbia e fa
nerdere di vista gli ideali di libertà e
di autodecisione proclamati da tutte
le nazioni dell’ONU ». Che, malgrado
i rinascenti nazionalismi — non solo
afroasiatici! — sia sentita la necessità di una politica su scala mondiale e di un luogo d’incontro, ci sembra
cosa notevole e ricca di speranza, e ci
è grato concludere con questa affermazione tratta dalla recente dichiarazione dell’assemblea dei Cardinali
e degli Arcivescovi di Francia : « Quali che possano essere le deficienze inerenti ad ogni istituzione umana, e per
quanto lento, paziente, laborioso sia
il suo sforzo, ima organizzazione in
ternazionale delle Nazioni è, oggi più
che mai, indispensabile allo stabilimento della pace nel mondo ».
E’ necessario, poi, ricordare alle
chiese, ai cristiani, la promessa e l’or
dine : « Beati i pacificatori, perchè essi saran chiamati figlioli di Dio»? cu’
vanno congiunti l’altra promessa e
l’altro ordine ; « Beati i mansueti, per
chè essi erederanno la terra».
La situazione interna francese rivela una
crisi sempre più profouda. Il regime presidenziale di De Gaull* --mostra di non
saper più dominare la tótaezione, e il conflitto algerino non èt più soltanto una
guerra, dolorosissima, oltremare, ma divide aspramente le costàenze francesi. Il
« manifesto dei 121 », firmato da un forte
gruppo di intellettuali, cui se ne sono
poi aggiunti molti altri, affermante il diritto di renitenza ad una guerra come quella d’Algeria, è stato uno squillo di protesta. E anche se nessun partito, nè quelli
della sinistra laica che fa capo a L’Express,
nè quello comunista hanno creduto di poter fare proprie queste tesi estreme, la validità dell’attuale politica governativa è sempre più largamente contestata; le reazioni
governative (sequestri di giornali, censura ad artisti e sospensione di docenti firmatari del manifesto) e quelle della destra
nazionalista, militare e, diciamolo pure,
fascista (la manifestazione all’Arc de
Triomphe de l’Etoile, con le grida cadenzate, fanatiche « Algerie française! » e
« Fusillez Jean-Paul Sartre! », seguita dal
saccheggio della redazione de L’Express,
e manifestazioni consimili, di stile piuttosto squadrista) non riescono certo a soffocare il moto potente che si sta determinando in tante - coscienze francesi, specie giovanili; l’interferire, inevitahile, di un po’
equivoci interessi partigiani non infirma
la fondamentale « sanità » di questo moto. >r
Ed ora dopo che vari. « manifesti », meno estremisti ma ugualmente chiari, hanno seguito quello dei 121, ecco che anche
la Chiesa di Francia prende decisamente
posizione. L’assemhlea dei Cardinali e degli Arcivescovi di Francia ha pubblicato
una dichiarazione di CTttl non abbiamo il
testo completo ma c^e) citiamo da una
corrispondenza da Paritf a Ln Stampa. Gli
alti prelati francési afftwlnano:“« Li assemblea, dolorosamente cosciente delle sofferenze d’ogni genere che porta il prolungamento della guèrra d’Algeria, si emoziona dello sgoménto che invade molte
coscienze, specialmente dei giovani. Questi si chiedono, nell’incertezza, talora nell’ansietà, dove si trovi il dovere ». Dopo
aver respinto il diritto di renitenza e la
azione sovversiva, i prelati dichiarano però; « Da qualunque parte vengano, gli atti di terrorismo, gli oltraggi alla persona
umana, le procedure violente per strappare le confessioni, le esecuzioni sommarie,
le misure di rappresaglia contro innocenti,
sono condannati da .Dio. Anche per far
valere diritti legittimi o per assicurare il
trionfo d’una causa che si crede giusta,
non è mai permesso di ricorrere a mezzi
intrinsecamente perversi, il cui uso, degradando le coscienze, non ha altro risultato
certo che di far indietreggiare senza tregua l’ora della pace. Bisogna aggiungere
che tali atti compromettono l’esercizio del
comando responsabile e scuotono, nelle
coscienze dei subordinati, la legittimità
dell’autorità ».
Si afferma poi che « lo statuto futuro
dell’Algeria deve essere consacrato dalla
adesione libera della popolazione », concludendo: «Desideriamo caldamente che
una posizione di saggezza, degna della
Francia e del nobile esempio di disinteresse elle ha dato al mondo riguardo alle
giovani nazioni africane, porti il più ra
pidamente possibile all’Algeria una pa^
equa, che rispetti tutte le aspirazioni legittime, i diritti, gli interessi, le tradizioni
delle diverse comunità, affinchè tutti insieme lavorino alla prosperità della Algeria finalmente pacificata ».
In un altro documento, diffuso contemporaneamente, la assemblea dei Cardinali
e Arcivescovi chiede ai cristiani di pregare per far indietreggiare « l’orgoglio e
l’egoismo nazionale, l’appetito di dominio, la volontà di imporre una ideologia
con la forza e l’inganno ».
Ci rallegriamo profondamente per questa presa di posizione. Vorremmo che, se
non riportata in prima pagina, non fosse
stata a suo tempo ignorata la presa di posizione del Synode national de l’Eglise
Réformée de France, tenutosi a Tolosa
nel giugno scorso. Avevamo pubblicato
(n. 27, 1» luglio) per esteso la bella dichiarazione su « Christianisme et nationaJisme»; ne riprendiamo alcuni punti:
(I II Sinodo nazionale, considerando le
grandi questioni davanti a cui è posta oggi
la Francia, specie per ciò che riguarda la
bomba atomica e la guerra d’Algeria, non
può che ripetere, secondo la Scrittura, che
Dio giudica le nazioni in base alla loro
giustizia, non alla loro volontà di potenza,
e che ogni cristiano ha il dovere di amare
il suo nemico, cioè, per lo meno, di fare
uno sforzo sincero, serio e costante per
comprenderlo. (...)
«Attualmente il dramma algerino pesa
sul nostro popolo, ne abbatte il morale,
scuote l’autorità dello Stato, minaccia
l’unità del paese.
« Il Sinodo invita dunque le chiese a
studiare cosa significa per la Chiesa e per
il paese il conflitto algerino, per cercare
fra le soluzioni possibili quella compatibile con la Parola di Dio. (...) Ricorda ai
fedeli le sue precedenti dichiarazioni sulla
pratica di violenze, l’utilizzazione della
energia atomica, l’obiezione di coscienp,
l’aiuto necessario a tutte le vittime deU’ingiuslizia e della guerra. Ricorda a tutti
i francesi che l’utilizzazione da parte dei
rappresentanti della forza pubblica di metodi illegali non può essere corretta dalla
diserzione o da altre forme di non-civL
smo ma attira l’attenzione delle autorità
di questo paese sulla gravità di tali metodi che oscurauo per una parte dei giovani
francesi l’esigenza della solidarietà nazionale ».
Kennedy, IVixnn
e la ennfessione relidinsa
Mentre la campagna elettorale per la nomina del nuovo presidente degli
S. U. entra neirultima fase, si fanno sempre più numerose le dichiarazioni
e controdichiarazioni sull’aspetto religioso della questione. Sia il sen. Kennedy, cattolico-romano e candidato democratico, che il vice-presidente
Nixon, quacchero e candidato repubblicano, hanno chiesto con insistenza
agli elettori di non mescolare la questione religiosa alla campagna politica.
Un centinaio di eminenti educatori, uomini di Chiesa e altre personalità hanno redatto una dichiarazione, ricordando i principi della libertà
religiosa e dando dieci linee direttrici in vista delle elezioni. La preoccupazione dei firmatari è che « la scelta -
FUV - Gruppo Valli
Convegno Responsabili
L’annuo Convegno Responsabili
della « ripresa » avrà luogo venerdì 4
novembre ad Agape, con il seguente
programma :
a) culto di apertura;
b) presentazione dei quaderni di studio editi a causa della FUV ;
c) relazione sulla Conferenza di Losanna ;
d) proposte per il lavoro invernale,
e) nomina del Comitato di gruppo.
Il Convegno avrà inizio alle ore 11,
appena arrivato il pullmann in par'
tenza da Perosa Argentina alle ore
9.30.
La quota, oltre al viaggio, è di
L. 500 a testa. Prenotatevi direttamente alla Segreteria di Agape entro il 31
ottobre. Il Capogruppo
Giovanni Conte
Coniini delle Valli
ad Àgape
Domenica 23 avrà luogo ad Agape
la « giornata degli uomini delle Valli ». L’argomento del Convegno è « Problemi urgenti della Val Germanasca»,
sarà presentato dall’Avv. E. Serafino
e dal Dr. B. Malan.
GIOVEDÌ’ 13
All’ONU viene respinta con 54 no, 1()
si e 32 astensioni la richiesta sovietica di
discutere sui voli americani di spionaggio.
Kruscev riparte per Mosca.
In seguito all’assassinio del leader sokialista Asanuma, dimostranti a Tokio
chiedono le dimissioni del ministero Ikeda, succeduto senza grandi mutamenti a
quello di Kishi.
F. Castro fa fucilare 1 americano e 12
controrivoluzionari cubani ; il capo dell’Avana si avvia su di una strada sdrucciolevole.
VENERDÌ’ 14
Disperso l’aereo Roma-Genova con 11
perenne a bordo.
In Argentina si aggrava la crisi di governo: tre ministri si dimettono e si fa più
serrata la lotta fra Frondizi e i militari.
SABATO 15
AU’ONU gli occidentali chiedono la ripresa delle trattative per il disarmo.
Continuano le manifestazioni antigovernative a Tokio.
Alla conferenza annua del partito conservatore MacMillan si dichiara fiducioso
nella possibilità di coesistenza e auspica
una riunione al vertice in primavera.
Il Ministero del Lavoro offre la sua mediazione per risolvere la vertenza della
Cogne, sempre aperta.
GIORNI
DOMENICA 16
12.000 Comizi in tutta Italia.
Alla TV americana terzo dibattito Nixon-Kennedy.
Altri due sudditi statunitensi sono fucilati a Cuba dopo un processo sommario.
Sul Pakistan orientale si abbatte un tremendo ciclone: oltre tremila le vittime
presunte e 35.000 abitazioni distrutte.
LUNEDI’ 17
Sciopero generale ad Aosta in appoggio
agli operai della Cogne.
L’Assemblea dei Cardinali e degli Arcivescovi di Francia prende posizione contro la tortora, le esecuzioni sommarie e le
rappresaglie (c/r. qui sopra).
Martedì’ 18
S’inizia aU’ONU il dibattito sull’Alto
Adige: discorsi di Kreisky e Segni. Viene
pure deciso all’unanimità di riprendere le
trattative per il disarmo.
In Francia prosegue la polemica sulla
opportunità della « forza d’urto » atomica
francese.
MERCOLEDÌ’ 19
AirONU inizia la discussione delle tesi
austriaca e italiana sull’Alto-Adige. L’atmosfera pare abbastanza favorevole all’Italia.
Gli S. U. risponderebbero alle esecuzioni sommarie a Cuba con sanzioni economiche, ma Castro chiederebbe il ritiro
delle forze americane dalla base di Guan
tanamo.
degli elettori si faccia sulla base di
considerazioni giuste e solide sull’in.sieme della personalità del candida
to e sul suo programma e non unicamente o anzitutto sulla sua appartenenza ecclesiastica ». Si ricorda
che l’escludere chiunque da una
pubblica funzione sulla base della
sua appartenenza religiosa, sarebbe violare nettamente la Costituzione degli S.U.
D’altra parte, nessun organismo religioso
deve cercare di influenzare pubblici funzionari a proprio vantaggio e nessun
gruppo religioso deve essere favorito o
sfavorito dallo Stato. Certo, dice il documento, la fede di un uomo dì Stato
Ita delle ripercussioni sull’esercizio delle
sue - funzioni, e i cittadini hanno il diritto di informarsene, ma non di prendere in sè questa fede come criterio della
loro scelta civica e politica.
La dichiarazione è stata firmata da 55
protestanti, 29 cattolico-romani, 1 ortodosso greco e 15 ebrei, « sotto la loro
responsabilità individuale, senza considerazioni di affiliazione o di partilo ».
Fra i firmatari ricordiamo il vescovo
H. Knox Sherrill, della Chiesa protestante episcopale, uno degli attuali presidenti
del C.E.C.; il cardinale R. Cushing, arcivescovo cattolico-romano di Boston; l’arcivescovo lakovos, della Chiesa ortodossa
greca d’America, pure presidente del
C.E.C.; e il vescovo G. B. Oxnam, della
Chiesa melodista.
Precedentemente un gruppo di 150 pastori protestanti, incontratisi a Washington, avevano pubblicato una dichiarazione secondo cui un presidente cattolico
sarebbe forzatamente sottoposto ad « una
estrema pressione da parte della gerarchia romana » e potrebbe trovarsi incapace a resistere agli sforzi concertali della
sua Chiesa per rompere il muro di separazione fra la Chiesa e lo Stalo ». Queste
affermazioni sono stale criticate come
« ciechi pregiudizi » dal decano J. C.
Bennet dell’Union Theological Seminary e
dall’eminente teologo R. Niebuhr. Scrivendo in un giornale cristiano indipendente, « Christianity and Christ », il decano Bennet chiede; «Che genere di
paese desiderano quei protestanti? Un
paese in cui 40 milioni di cittadini non
si sentano a casa? »
11 « World Outlook », rivista missionaria metodista, dice che volare contro un
candidato a causa della sua religione è
« cattiva politica e religione ancor peggiore ». In un’intervista televisiva il vicepresidente Nixon ha affermato la sua
convinzione che nel caso che il sen. Kennedy fosse eletto presidente, « metterebbe
la Costituzione degli S. U. al di sopra di
ogni altra considerazione ». Da parte sua
Kennedy ha detto ad un gruppo di pastori, nel Texas, il suo attaccamento al
principio della separazione della Chiesa
e dello Stato: « Non difendo la mia Chiesa nel campo degli affari pubblici, e la
mia Chiesa non difende la mia candidatura » {questo è forse un tantino esagerato. n. d. r.) — ha affermato, aggiungendo che qualsiasi questione dovesse affrontare: limitazione delle nascite, divorzio,
censura, gioco e scommesse, ecc., non si
preoccupercblte che del solo interesse nazionale, senza tener conto di alcuna pressione ecclesiastica esteriore.
Il gesuita J. Courtney Murray, professore di Teologia, ha scritto nel settimanale « America » chiedendo ai suoi correligionari di astenersi da ogni collera nel
rispondere agli attacchi, ed ha espresso
l’opinione che « il veleno del pregiudizio
anticattolico è altrettanto virulento oggi
che nel 1928 », quando un candidato cattolico fu battuto a causa della sua religione.
Particolare eco ha avuto la conferenza
di Un eminente teologo gesuita, G. Weigel, a Wshington, nel corso della quale
Ita precisato quale sarebbe la situazione
di un presidente cattolico nei confronti
della sua Chiesa e del suo paese.
Il P. Weigel, che è professore in un
seminario gesuita presso Baltimora, e che
è un’autorità nelle questioni Chiesa-Stato,
ha rilevato che bisogna distinguere fra la
legge della Chiesa e quella della società
civile, e che perciò si può dire, in effetti,
che un alto funzionario ha una « doppia
vita ». In privalo, è libero di ubbidire
alla sua Chiesa, ma nell’esercizio delle
sue funzioni pubbliche « è l’uomo della
legge che è stata stabilita a fini pratici e
die non è sanzionala da alcuna filosofia
nè teologia particolare ». La Chiesa cat
tolico-romana — ha affermato — non s
immischierebbe in alcun modo neU’atti
viià politica di un presidente degli S.U
cattolico, e quest’ultimo non sarebbe mi
nimamenle legalo dalle ordinanze inorai
della sua Chiesa nelle decisioni che do
vrebbe prendere su questioni pubbliche
Quanto al confessore del presidente, il
suo compito sarebbe « unicamente priva
to, di natura morale e religiosa; non è
competente in materia politica, che non
riguarda l’elica ma la legge ». Inoltre, ha
dichiarato l’oratore, « si può affermare
senza esitare che nè i vescovi nè il papa »
si immischierebbero nell’attività politica
del presidente degli S.U. Non lo fanno
« nel caso di un Adenauer o di un De
GaUlle, che, del resto, non lo tollererebbero ». Un funzionario cattolico affronta
il suo compilo con una coscienza cattolica, come un protestante lo fa con una
coscienza protestante, ma non è un professore di morale o di filosofia.
(continua in 4» pag.)
2
pag. 2
HSSniAV ¡0ar0[.’8!R V l’eco delle VAUJ valdesi
aol.uai aniTor ■■■ ' ' ----
(or. i PtBCI ANNI DI PESSIMISMO E DI SPERANZE
La Chiesa Valdese 1950~1960
N. 42 — 21 ottobre 1960
Tornando a casa dal Sinodo, mi
sentivo abbastanza influenzato, e comunque fortemente impressionato
dal clima di pessimismo in cui si svolgono tutte le nostre assemblee: la
frase «niancano gji uomini, mancano
i mezzi» è ormai entrata da decenni
nel nostro linguaggio di chiesa, e viene" ripetuta altrettanto spesso che
«buon giorno», «buon appetito»,
«saluti in Cristo» o «cari fratelli e
sorelle»: bisognerà presto o tardi che
le troviamo un posto nella nostra liturpa, accanto al « ricordatevi dei po
veri e degli afflitti» o all’«incapaci
da per noi stessi di fare il bene». Il
pessimismo, poi, tanto più ben accetto quanto più è generico, sembra quasi essere l’unico dogma tacitamente
condiviso da tutti i membri della chiesa valdese (e prontamente assimilato
dai nostri proseliti).
Oppresso, dicevo, da questo clima
di pessimismo, ho pensato di dare
un’occhiata al Rapporto al Sinodo di
dieci anni fa, per vedere se da allora
le cose siano cambiate o no. Ho scelto il rapporto del 1950 sia perchè lo
avevo sottomano, sia perchè serve a
ritagliare im decennio giusto giusto;
sia perchè, se ben ricordo, questo decennio si apriva per noi sotto il segno
di una gravissima crisi finanziaria
(sfociata poi nel famoso appello per
i «50 milioni»), crisi non troppo diversa da quella che ci minaccia og;;^t
sia infine perchè questo è stato il primo deceniuo dell’èra clericale in Italia, èra che non dovrebbe essere troppo favorevole ai successi delle chiese
protestanti.
I risultati del confronto mi hanno
colpito fin dalle prime pagine- prendiamo il ruolo dei Pastori: dieci anni
fa la chiesa valdese aveva all’opera
in Italia (e Svizzera) 56 Pastori e 1
evangelista; oggi ha 68 pastori e 8
evangelisti. Nel frattempo i pastori
all’opera nel Sudameiica sono passati da 7 a 13, risolvendo così, almeno
per metà la crisi pastorale di quel distretto.
C’è stato dimque un poderoso rafforzamento del colpo pastorale valdese. che nell’insieme passa da 64 a
82 persone; e, notiamo bene, questo
rafforzamento è avvenuto in im periodo in cui praticamente tutte le
chiese europee soffrono di scarsità di
vocazioni (il caso della chiesa cattolica italiana è tipico, ma tutt’altro
che isolato).
Cifre
Passiamo alle statistiche, che sono
sempre indicative, malgrado una cer.
ta imprecisione. In dieci anni i membri comunicanti della nostra chiesa
(Italia e Svizzera) sono passati da
19.700 a 21.300.
L’aumento (1.600) può parere modesto, anche se è superiore alla media nazionale: ma diventa nettamente significativo se si guarda dove esso
si è verificato. Infatti le Valli sono
calate da 11.700 e 11.400, mentre le
chiese del resto d’Italia (e Svizzere)
sono passate da 8.000 a 9.900 membri.
Se dunque abbiamo registrato una
leggera flessione alle Valli (meno del
3“/o), abbiamo avuto invece un sostanziale rafforzamento delle comunità di minoranza (circa il 24%). Questo rafforzamento è stato massimo
nel distretto calabro-siculo che è cresciuto del 45% (passando da 997 a
1.450 membri); per il resto d’Italia
l’aumento si è concentrato special
mente nelle grandi città, fatta eccezione per alcuni gruppi nuovi del
Sud.
Chissà
dì professanti
Ma non vorrei che queste cifre ci
facessero solo pensare che siamo meno statici di quel che pensavamo. Esse indicano infatti una notevole trasformazione della nostra chiesa; il
fatto che le chiese di minoranza siano notevolmente cresciute, mentre le
Valli calano, significa che noi stiamo
diventando sempre di più ima chiesa
di professanti e sempre di meno una
chiesa di massa. Di questo non possiamo che rallegrarci: constatiamo
infatti che per esempio in questi die
ci anni la frequenza ai culti è passata
da 5.37C^ a 7.400: è un bell’aumento
(che ha la sua punta massima, al solito, nella Calabria-Sicilia : da 700 a
1.400).
Ma dobbiamo stare bene attenti a
quello ohe tale fenomeno significherà
par l’avvenire ; infatti, solo una parte
deil’aumento delle nostre chiese di
città è dovuto all’evangelizzazione ;
un aumento molto notevole è causato dall’immigrazione di valdesi delle
Valli (o anche del Sud). L’avvenire di
molte comunità cittadine dipenderà
dall’integrazione di questi nuovi elementi: quando si tratta di valligiani
è addirittura necessario un completo
processo di « riqualificazione » spirituale p>er pierdere la mentalità della
« chiesa di popolo » ed acquistare le
caratteristiche di membro professante di una chiesa di minoranza (p>er
esempio : un valdese che a Frali vada
al culto una volta al mese può restare
largamente in contatto con la vita
della chiesa; ma se, trasferito a Verona, continua a andare in chiesa solo una volta al mese non riesce più a
« restare nel giro », perde i contatti e
finalmente cessa anche di andare in
chiesa). Nei prossimi anni centinaia
— o migliaia — di valdesi si troveranno dinanzi a questo problema di « riqualificazione spirituale»: se lo risolveranno, rafforzeranno in modo
decisivo molte delle nostre chiese nel
Nord-Italia; se non lo sapranno risolvere, saranno fatalmente assorbiti dall’ambiente, ed i loro figli diventeranno dei buoni cattolici o dei tranquilli miscredenti.
** itaiianizzazione ,,
In secondo luogo quelle cifre significano che la nostra chiesa si sta fortemente « italianizzando », p>erde cioè
il suo tradizionale carattere ’valdese.
Prendiamo ad esempio il cognome
dei pastori: nel 1950, 35 Pastori avevano uno dei tipici « nomi valdesi »
(Comba, Ribet ecc.), provenivano
cioè dalle Valli o da famiglie emigrate; i nomi italiani erano invece soltanto 21. Dieci anni dopo i «nomi
valdesi » sono invece passati in minoranza: 33 contro 35 nomi italiani.
L’indicazione che nasce da queste
cifre è abbastanza chiara: il nostro
sti gruppi diverranno chiese vere e
proprie; ma quel c^e mi preme di notare è che essi scpo il segno di un
notevole spirito èvangelistico e, bisogna dirlo, di un notevole coraggio.
Coraggio di predicatori; poiché molti
di questi gruppi forse si spegneranno,
e solo per fede si può aspettare il loro
sviluppo (dopotutto il Seminatore della parabola non fu poi tanto fortunato in fatto di terreni).
Ma anche coraggio amministrativo;
poiché questa lunga lista di nomi ci
può spiegare il continuo accrescersi
del bilancio della Cassa Centrale:
ognuno di questi gruppi significa centinaia di migliaia di lire spese per
viaggi, materiale evangelistico, aflìtto
di sale, stipendi di pastori. Tutte cose
di cui i membri di chiesa non sembrano .sempre rendersi conto.
Ma è poi proprio vero che non s
ne rendono conto? Diamo un’occhiata al capitolo « Finanze»; in dieci anni i contributi alla Cassa Centrale seno passati da 26 a 78 milioni; sono
cioè aumentati di tre volte, mentre s*
non erro il reddito nazionale nello
La Chiesa in cifre
ITALIA-SVIZZERA 1950 1960
Pastori 56 68
Evangelisti 1 8
Studenti in teologia 18 10
Membri comunicanti 19.700 21.300
Membri comunicanti alle Valli 11.700 11.400
Membri comunicanti nel resto d’Italia 8.000 9.900
Contributi alla Cassa culto 26.000 000 78.000.000
Frequenza ai culti 5.730 7.400
SUDAMERICA
Membri 5.130 7.300
Pastori 7 13
Templi 27 40
corpo pastorale proviene sempre meno dalle file delle chiese di massa (o
dalla borghesia emigrata dalle Valli)
e sempre più dalle chiese di professanti, .sia del Nord che del Sud.
La ripartizione delle forze pastorali
presenta uno sviluppo molto simile:
gli uomini all’opera nelle Valli sono
passati da 7 a 20, ma gli altri sono
passati da 43 a 55: il centro vitale
della nostra chiesa è dunque sempre
più chiaramente situato nelle comunità di minoranza, mentre le Valli
passano gradualmente in seconda linea.
Ma nelle Valli stesse le trasformazioni sono significative: se il I Distretto nel complesso è diminuito di
ben poco, le chiese di montagna si
stanno invece dimezzando (Angrogna
Serre è calata da 435 a 303 membri) :
ma ricco di promesse è il rafforzamento delle chiese di fondovalle, specie nella Val Chisone, dove si sviluppano le industrie d’avvenire. Pinerolo dev’essere cresciuta di almeno 200
membri (il distacco di S. Secondo
rende impreciso il calcolo), S. Germano e Pomaretto di circa 100 ciascunna.
Bisogna dunque notare che anche
nelle Valli è in atto il processo di passaggio da chiesa di massa a chiesa di
professanti. Già Pinerolo e S. Secondo sono chiaramente chiese di minoranza (è tipico che esse abbiano i più
alti indici di frequenza al culto); a
Perosa, Plnasca, Dubbione, Porte, Villar Perosa, Bricherasio, centinaia di
valdesi si stanno abituando a vivere
in un ambiente decristianizzato o
sanfedista: e normalmente .sono più
assidui e generosi dei loro parenti rimasti nei classici comunelli valdesi.
Inoltre, a S. Giovanni, Perrero, Pomaretto e Torre Pellice, le nostre
chiese vivono praticamente in una situazione confessionalmente paritetica ; raggruppano, cioè, poco più o poco
meno di metà della popolazione locale: le classiche «chiese di popolo»
valdesi si fanno sempre meno importanti. Anche alle Valli dunque ci stiamo allontanando dai vecchi tipi e
modelli di vita, verso un avvenire che
è pieno di rischi e di novità, ma che
appunto perciò potrà portarci un radicale ringiovanimento della nostra
chiesa.
Coraggio
evangeiistic o
Anche dell’evangelizzazione si parla da noi con molto pessimismo; non
si va avanti, manchiamo di fede, di
immaginazione, e, naturalmente, « di
uomini e di mezzi ». Ma scorriamo
di nuovo il vecchio rapporto: se abbiamo letto bene, nel Rapporto 1956
non erano ancora nominate 6 chiese
attualmente esistenti: CoUeferro, Ferentino, Catanzaro, Losanna, NapoliVomero, S. Secondo (tuttavia bisogna dire che solo due di esse sono
frutto diretto della nostra opera evangelistica). Ma c’è altro: nel Rapporto
1960 sono segnati almeno 20 gruppi e
centri evangelistici che non comparivano dieci anni prima: Monfalcone,
Chioggia, Mestre, Pavia, Torino - Via
Nomaglio, Torino • Bertolla, Rimini,
Monterotondo, S. Giovanni Lipioni,
S. Severo, Avellino, Trani, S. Pietro
Magisano, Soveria, Sferracavallo,
Campobello, Castelvetrano, Marsala,
Marzara, Vita ecc.
Non possiamo sapere quanti di que
stesso periodo è semplicemente raddoppiato. Anche più forte è stat''
raumento dei doni per la Facoltà di
Teologia (da 200.000 lire a 1 milione
171.000); segno di un maturare della
coscienza della chiesa su questo punto delicatissimo.
Bisogna però notare che i membri
della chiesa valdese vivono in grande
maggioranza (quasi l’80%) nel Nord,
cioè nella zona economicamente più
favorita dal «miracolo italiano»: la
loro prosperità aumenta perciò p i’
rapidamente che 1^ media nazionale.
Comunque un sensibile miglioramento della nostra coscienza contributiva mi pare che ci sia stato, anche se
abbiamo ancora moltissima strada da
fare.
Dissesto
finanziario ?
Tuttavia l’anno 1960 si chiude con
un pericoloso deficit, proprio come il
1950. Vediamo però che cosa abbiamo
fatto nell’intervallo tra le due crisi:
Abbiamo costruito almeno 9 chiese
(Milano, Reggio, CoUeferro, S. Secondo, Biella, Torino • Via Nomaglio, Catanzaro, Bari, Agrigento) e diverse
sale di attività (Bobbio, Rorà, S. Germano ecc.).
Abbiamo inoltre costruito, aperto o
rinnovato diversi centri di grande importanza: Agape, Adelfia, La nuova
Casa delle diaconesse. La Casa valdese di Vallecrosia, La scuola d’Agricoltura, L’Uliveto, la Foresteria e Villa
Olanda. Vi pare poco?
Certo, senza l’aiuto massiccio di
molti amici della nostra chiesa queste opere non sarebbero sorte, ma ora
ci sono, e la nostra chiesa ne è notevolrnente rafforzata, sia sul piano amministrativo che su quello spirituale.
In questa prospettiva va visto l’attuale deficit, e l’impegno morale che
abbiamo di colmarlo: è un deficit che
minaccia la chiesa in un momento
di grande trasformazione e di pieno
sviluppo. Sarebbe grave se ci lasciassimo fermare da 40 milioni in meno,
dopo un decennio costruttivo e felice.
Ottimismo
Concludendo, credo che i futuri storici considereranno ii passato decennio come un periodo di grande fioritura della chiesa valdese; e penso che
l’ottimismo dovrebbe avere più posto
nel nostro cuore e nelle nostre discussioni. D’altra parte l’unico possìbile ottimismo cristiano è la riconoscenza verso Dio: essere ottimisti significa dunque semplicemente riconoscere che in questi dieci anni abbiamo avuto molti segni del fatto che
Egli non ha ancora ritirato da noi la
Sua vocazione, malgrado ogni nostra
deficienza.
Poiché non mancano, e non sono
mancati nel decennio scorso, i fatti e
sintomi inquietanti: abbiamo lasciato fallire il progetto di unione con
la chiesa metodista; la nostra attività sociale non ha ancora saputo trovare vie nuove (unica indicazione per
il futuro è la società-cooperativa della Seggiovia di Frali). Sintomo gravissimo: in 10 anni gli studenti vaidesi alla Facoltà di Teologia sono
scesi da 18 a 10 (inclusi due ex-sacerdoti), mentre ad esempio gli studenti
metodisti salivano da 1 a 5 (inclusi
anche qui 2 ex-sacerdoti).
Una p>esante atmosfera di critica e
sfiducia regna in molte comunità.
Siamo sempre più borghesi, superbi
verso le altre denominazioni, tradizionalisti e ottocenteschi. E si potrebbe continuare.
Tanto che c’è da stupirsi che in IC
anni s’abbia fatto tante cose: e infatti non siamo noi che le abbiamo fatte, ma Colui che sa servirsi per il suo
scopo di tutte le debolezze e stoltezze
del mondo, comprese le debolezze c
stoltezze della chiesa valdese.
Giorgio Bouchard
Oiseaux
migrateurs
Le premier froid! L’automne se
annonce par des journées pluvieuses. Le brouillard, qui se traîne très
bas et paresseusement, semble vouloir tout rétrécir et rapetisser.
Xes hirondelles frissonnent dans
leur robe noire à reflets bleus. Elles se rassemblent pour prendre les
derniers accords en vue de leur
voyage en lointain pays.
Les oiseaux, en cage, sentent-ils
eux aussi l’attrait, l’appel des
grands espaces libres? Il battent des
ailes, cognent leur petite tête contre les barreaux d’une cage dorée.
Voudraient-ils partir eux aussi, mettre un terme à une longue captivité?
De grands migrateurs volent bien
haut, au dessus du brouillard. L’instinct les pousse vers d’autres terres où la brise est plus douce, vers
un pays où il y a plus de soleil.
Bar’ Jacques les contemple, du
seuil de sa porte et murmure le mot
qu’il répète souvent: « Eitanto ». Sa
sûre intuition lui parle-t-elle d’antres terres, de la Terre Promise? il
est bien vieux niaintenant Bar’
Jacques. Ses jambes sont lourdes
Son échine lui fait mal, cette échine qui s’est toute courbée sur des
prés à tondre, sur des champs à ensemencer, à moissonner. Cette échine qui s’est courbée sous les Imites trop lourdes et sous les gros fagots de bois le fait soupirer: « Kilanto » un mot tout chargé de nostalgie.
Que te faut-il Bar’ Jacques? Cet
te. cage, qu’on appelle maison te
semble-t-elle trop petite maintenanl ?
As-tu peur de t’y sentir emmur<<
bientôt cjuand l’interminable hiver
sera là avec sa neige si lourde et si
épaisse? Rêves-tu d’une maison qui
n’est pas faite de mains d’hommes?
Le vallon — que tu aimais tant - te semble-t-il trop étroit maintenant,
^op fermé, trop plein d’ombres?
Penses-tu qu’il doit y avoir des horizons plus vastes, plus de lumière.,
ailleurs tandis que tu suis de l’oeil
le vol des migrateurs libres dans
l’espaces à quoi penses-tu? Barb
Jacques ne répond pas mais j’ai
compris son « Eitanto ». Une phrase lue je ne sais quand, je ne sais
où, me revient soudainement à la
mémoire: ” que te faut-il pauvre
coeur? Jj’Infini!”. ^ ^
PRAGA - SETTEMBRE I960
La conferenza cristiana per la pace
Praga — « Coloro che identificano cri■slianesimo e anticomunismo si fanno campioni di una crociata ideologica assolutamente incompatibile con l’insegnamento
di Cristo che è morto e risuscitato per
tutti gli uomini. Non otterremo la pace
che se avanziamo gli uni incontro agli
altri, se parliamo insieme per imparare a
rispettarci e amarci a vicenda invece di
condannarci reciprocamente come rappresentanti di ideologie e di blocchi di potenza opposti ».
Queste righe sono tratte dal messaggio
pubblicato dai 200 teologi dell’Europa
orientale e occidentale che si sono riuniti a Praga alla metà di settembre (la
stampa italiana si è naturalmente ben
guardata di darne notizia, n.d.r.) per la
terza Conferenza cristiana per la Pace.
La Conferenza, cui partecipavano fra l’altro rappresentanti del Patriarcato di Mosca della Chiesa ortodossa russa e di molte altre Chiese dell’Europa orientale, che
non sono membri del Consiglio ecumenico, aveva come tema: « Verso un’èra di
pace per l’umanità ». Come nella prima
e seconda conferenza di Praga, anche i
dibattiti della terza si sono centrati sulla
questione del disarmo e della « guerra
fredda ». Questa preoccupazione si esprime in questi termini nel messaggio : « Più
che mai l’atmosfera internazionale è avvelenata dalla guerra fredda che, fatalmente, conduce alla guerra calda. Ma invece di far blocco per difendere l’umanità contro questa minaccia, le Chiese cristiane sono divise fra loro, soprattutto a
causa di un attaccamento errato a blocchi
di potenze secolari ». In tale situazione il
messaggio sente il dovere di ricordare ai
cristiani che devono fare di tutto per boicottare ogni forma di guerra. Fa appello
agli uomini di Stato per un disarmo completo e universale; chiede loro di « rinunciare definitivamente alla guerra fredda
come a quella calda quali mezzi di pressione politica, e di concludere accordi pacifici sui problemi della Germania e su
quelli dell’Asia e dell’Africa, ponendo
cosi le basi di una pace durevole fra gli
uomini ».
La Conferenza di Praga non è sempre
sfuggita all’accusa di essere « influenzata
dal comunismo ». Il giornale danese
« Kristeligt Dagblad » ha recentemente
criticato i suoi dirigenti per aver fornito
ai loro governi utili argomenti teologici
per la propaganda comunista per la pace.
Il giornale danese esprime jjure il timore
che la Conferenza di Praga, lungi dal
fortificare l’unità fra le Chiese europee,
crei un blocco separato di Chiese esteuropee, una specie di « fronte ecumenico orientale ».
Alla fine di agosto rufficio hannoverano della Chiesa luterana evangelica unita
di Germania ha inviato alle Chiese-membri una circolare in cui denuncia la parzialità della direzione e dei temi della
Conferenza di Praga e critica la sua « mancanza di realismo nel suo modo di semplificare all’estremo i problemi teologici
e politici che affronta »; a suo avviso, lo
studio delle questioni di politica internazionale spetta agli organismi ecumenici
già esistenti.
All’opposto, il past. H. H. Harms di
Hamburg, che assisteva alle sedute di
Praga come osservatore ufficiale della Conferenza delle Chiese Europee, pensa che
è un errore vedere nella Conferenza di
Praga per la pace una specie di « movimento ecumenico rosso ». Nel corso di
conversazioni avute con rappresentanti di
Chiese non-romane dell’Europa orientale,
questi gli hanno fornito informazioni interessanti e hanno espresso liberamente le
loro opinioni personali.
Una delle principali relazioni alla Conferenza di Praga è stata quella del past.
Martin Niemöller, presidente della Chiesa di Hessen-Nassau. Al suo ritorno, ha
sottolineato l’importanza ecumenica di
queste riunioni di Praga, il solo luogo,
a suo avviso, ove sia possibile incontrare
dirigenti delle Chiese d’Europa orientale
che non partecipano alle grandi conferenze ecumeniche.
Queste notizie sono riportate dal S.OE.
P.I. Yves Citabas, in una corrispondenza a L’illustré Protestant, conferma la piena libertà d’espressione: « On disait: Hans
les pays communistes on ne peut pas dire
publiquement ce qu’on pense. Certes, cela
est en panie vrai dans la vie des indivìdua et dans celle de l’Eglise. Mais, tout
au long de la Conférence, les opinions
les plus diverses ont pu s’exprimer libre
menl. Aucune surveillance policière, aucun sujet tabou; chacun a pu dire franchement ce qu’il avait sur le coeur ». Certo, non sono mancate le difficoltà di comprendersi reciprocamente, rappresentanti
orientali e occidentali si sono rivolti reciprocamente rimproveri e rivendicazioni.
« Nous sommes tous influencés par le contexte politique dans lequel nous vivons.
Cela a été particulièrement sensible en
entendant le message du Patriarche de
Moscou et les interventions de nos frères
orthodoxes; mais aussi telle déclaration
d’un Américain reflétait également l’emprise de l’idéologie de son pays. Maintes
fois il fut affirmé par les rapporteurs que
nous devons absolument nous affranchir
des clichés de la propagande: ”On ne
peut à la fois donner une place d’honner
au 5e commandement, et fouler aux pieds
le 8e!” (H. Gollwitzer) ». Forse, non sono
tanto il valore e le conseguenze politiche (?) a dare un’importanza assai grande
a queste conferenze, quanto piuttosto la
possibilità di incontri ecumenici con rappresentanti di Chiese che non fanno (non
ancora?) parte del Consiglio ecumenico:
incontri ecumenici comunque fecondi nella lenta, difficile formazione di una vera
conoscenza e comprensione reciproca, di
una vera fiducia, di una reale fraternità
in Cristo al di sopra delle «cortine»;
sono necessari pazienza e perseveranza,
umiltà e pentimento, fiducia e speranza.
A. I. C. E,
Comunicato
Tutti i colleghi ed amici sono in
vitati al convegno d’autunno che avrà
luogo D. V. domenica 30 ottobre a Pomaretto col seguente programma:
Culto e pranzo in comune.
Pomeriggio, ore 14,30: Dibattito sull’insegnamento dell’educazione civica
introdotto e presieduto dal prof. Giorgio Peyronel.
Il seggio AICE
3
21 ottobre 1960 —' N. 42
L’ECO DELLE VAIlI VALDESI
pag. 3
CHI VOTARE.?
Ci avviciniamo nuovamente alle elezioni. Cominciamo ad esserci abituati. E torse ne siamo anche tm po'
nauseati e stanchi. La campagna elettorale non sembra essere delle più vivaci; pare che gli stessi esponenti di
liste e partiti abbiano la coscienza che
ormai gli italiani sono stati delusi dalla democrazia — non solo cristiana.
E’ sempre cosi: quando le cose cambiano ci si aspetta chissà che. Poi si
vede che il paese dei balocchi non
viene e che continua ad esserci baraonda e ci si abbandona al disinteresse. « Si aggiustino loro » — quelli
che ci hanno trascinato a capovolgere il regime, a mandare a spasso la
monarchia. Eppure tutti siamo ancora convinti che la democrazia —
che quando è vera non è nè cristiana nè buddista — non deve sparire.
E questo va tenuto presente anche
in queste elezioni amministrative.
L’argomento estremo, portato avanti
da, forse, tutti i partiti, allo scopo di
attirare ancora la seria attenzione degli italiani sull’importanza del voto,
è che le elezioni a cui ci avviciniamo
non hanno solo una portata amministrativa, ma altresì politica. Ed è
forse vero. Ormai conosciamo abbastanza bene i partiti — o dovremmo conoscerli — per votare con co
gnizione di causa, dopo averli visti
quattordici anni — almeno — all’opera. E chi è immaturo per queste elezioni lo è anche politicamente; cosi
chi vi è indifferente.
Proprio per questo si pone ancora,
in modo impegnativo, la domanda:
« Chi votare? ». E il punto interrogativo non è retorico, in modo speciale
per noi, valdesi delle 'Valli, che, a
parte qualche rara eccezione, non
facciamo parte di un partito, non costituiamo un partito, ma abbiamo
idee piuttosto vaghe e votiamo variamente, dalla destra moderata aU’estrema sinistra, andando magari, da
una campagna elettorale alle seguente, da uno di questi estremi all’altrc,
senza renderci conto deH’abisso esistente fra i programmi dei vari partiti, ad esempio, direi, del P.L.I. e dei
P.C.I. Nè l'uno nè l’altro va d’accordo
con la D.C.! Quindi l’uno o l’altro, è
lo stesso ! — si potrebbe sentir dire.
Il problema si pone meno sul piano
comunale, su cui, di solito, votando
si ha riguardo alle persone più chs
ai programmi ; ma sul piano provinciale non può sfuggirci. L’Eco non ha
mai fatto della politica nè ha intenzione, penso, di farne. Il sottoscritto
vorrebbe semplicemente enunciare, a
titolo personale, nell'intento di sottoporli all’esame ed anche alle critiche
dei lettori, alcuni criteri in base ai
quali si potrebbe fare una scelta con
una certa consapevolezza.
Di solito votiamo dei partiti che
usurpano questo nome. Per spiegarci
senza urtare la suscettibilità dei lettori facciamo l’esempio di un partito
che non abbiamo votato e che, a
quanto ci risulta, non si presenta a
queste elezioni; quello dei divorzisti.
E’ mai possibile essere così^ limitati
da formare e votare una lista che,
qualora abbia successo, possa svolgere il suo programma in una sola se
duta? Ammesso il divorzio, i sig. Arriministratori potrebbero stare tutto il
tempo a guardare le mosche volare o,
meglio, dovrebbero improvvisare una
linea di azione che, per lo più, non
corrispoiidBrebbe per niente al desiderio degli elettori. I requisiti necessari affinchè un partito si possa votare sono, secondo noi, che abbia un
programma chiaro e completo. Chiaro, cioè senza garbugli ed ipotesi
completo, cioè che sappia che cosa fa
rà sul piano economico, turistico, so
ciale, di relazione cori le altre orga
nizzazioni ecc. : che risponda, in so
stanza, coerentemente, a tutti i problemi di amministrazione e di governo prevedibili. La scusa che troviamo
per votare uno di quei partitini è che
cosi non appoggiamo troppo nè la destra nè la sinistra, anzi, protestiamo
contro le loro lacune. Ora non c’è
nulla di più equìvoco, perchè così facendo, protestiamo in nome del partitine votato, in nome, cioè, di una desolante povertà di idee e di programmi. Se si vuol protestare, occorre protestare bene ed in nome di qualcosa
che vale più di ciò contro cui si protesta.
Una seconda cosa da tener presente è che non bisogna lasciarsi strabiliare dalle promesse di qualcuno ma
nemmeno dai risultati conseguiti da
altri. «Noi abbiamo fatto l’Italia!»
dice qualcuno. A parte il fatto che lo
dicono quasi tutti, mica detto che chi
ha fatto l’Italia sia capace di governarla o amministrarla oggi. Quello
che andava bene ieri può aver perso
la sua attualità ed il suo valore. Cosi
chi promette mari e monti. Domani,
più o meno presto, sarà necessario
arrivare là, ma oggi, è possibile? Non
possiamo fermarci a ieri, ma neanche precipitare il domani: sparando
sul flore, non lo si fa sbocciare. Facciamo ciò che di meglio è possibile oggi.
E’, infine, superfluo, forse, ricordare le esigenze della fede. Non servono
però, per farne una comoda scusa per
rifiutare, a priori, la presa in consi
PQLQNIA
Laicismo nollo sciiolo
VARS.4VIA — La Sig.a Maria Jezierska,
segretaria generale dell’Associazione polacca per la scuola laica, in unintervisa
per il quotidiano indipendente Dziennik
Polski, fin dichiarato che l’istruzione religiosa sarà abolita in circa 5.000 scuole polacche durante l’anno scolastico in corso.
Il fine di quest’associazione non si limita
alla laicizzazione delle scuole, ma cerca
di eliminare l’influsso della chiesa da tutta la vita sociale e morale, e di sostituirlo
con interessi secolari. Quest’associazione
ha 15 sezioni in Polonia, e circa 100.000
membri ; organizza conferenze e ha creato
delle ’’università per genitori”, nell’intento di ’’elevare il livello d’istruzione degli
adulti”. S.OE.P.I.
derazione di un partito, o per adottarne un’altro. La fede non è dei pigri, e non è vera se può spingerci a
giudicare sommariamente di una cosa senza rifletterci troppo sopra. Così, d’altra parte, non è lecito far leva
sulla fede per indurre qualcuno a votare il proprio partito. Contestiamo a
ragione il diritto ai preti di far votare D.C. con la paura dell’inferno, ma
nessuno può dire o lasciar capire a
un-altro: «"Vota il mio partito, perchè sono valdese», come pure non è
una ragione sufficiente, nella propria
scelta, la considerazione se ad un movimento appartengono valdesi — di
nascita! — o meno.
'Vi sono valdesi che militano nei
partiti più diversi, e se lo fanno con
coscienza li stimiamo, ma non vorremmo lasciarci trarre in inganno e
rimmciare, per questo, alla nostra in
dipendenza di giudizio.
Queste semplici considerazioni non.
vogliono essere propaganda di partito, ma desiderano essere im sia pur
misero contributo alla serietà con cui
i lettori si preparano ad avvicinarsi
alle urne. B se sollevassero un dibattito. sereno ed equilibrato, penso che
l’Eco sarebbe lieto di ospitarlo.
c. t.
Sereno ed equilibrato, sì! n.d.r.
Fraternité hollandaise
Il corriBre ddlG fliacoiiessc
Diciotto Diaconesse consacrate a Neumùnster (Zurigo)
in una giornata piena di gioia e di riconoscenza
Ore 13 del giorno 25 settembre.
Una folla festosa si accalca attorno ai trenini che il Servizio tramviario di Zurigo ha offerto per il trasporto di circa 200 persone dalla Casa
delle Diaconesse a Zöllikerberg alla
Chiesa di Neumünster.
Ore 14.
La Chiesa è piena, non si trova facilmente un posto. 11 gioco delle campane ha riempito l’aria di un gioioso
richiamo. Ora tace. L’organo intona
un possente corale ed entrano in corteo il pastore chiamato a presiedere
il culto, il Direttore della Casa delle
Diaconesse, iPastore Baumgartner,
Schwester Sofia, la Direttrice e le 1°
diaconesse consacrande.
Il Pastore H. Dubs di Elgg,
delle parrocchie da dove viene una
delle diaconesse consacrande, parla
su 2 Corinti 4: 1 : « Perciò, avendo
questo ministerio in virtù della misericordia che ci è stata fatta, noi non
veniamo meno nell'animo ».
Molto impressivo è il messaggio
del Past. Baumgartner, Direttore della Casa, sul « Sì » di Dio che è un sì
di misericordia, di potenza, di vita e
di resurrezione, ed il « sì » dell uomo
che è risposta al primo, nella gioia e
nella riconoscenza.
I canti della Comunità si alternano
ai cori delle Diaconesse ; è un culto
di rendimento di grazie e di gioia per
i doni che il Signore dà alla Chiesa,
di consacrazione a Lui.
La cerimonia della consacrazione
è sobria e bella.
Ore 16.
Siamo nel grande refettorio della
Casa Madre, attorno ad una tazza di
tè. Siamo dalle due alle trecento persone! Che lavoro per preparare per
tutti! Fra un discorso e l’altro cantano le novizie, cantano le diaconesse
ora consacrate. Una festa in famiglia,
semplice e gioiosa. Ora è 1 ora di separarci. Molte diaconesse ripartono
per i loro posti di lavoro : sono venute da vicino e da lontano.
Mandiamo un pensiero di vivo, fraterno augurio a queste 18 giovani sorelle che hanno trovato nel diaconato
la risposta riconoscente all’amore che
Dio ha avuto per loro. Possa essere
la loro vita in benedizione per molti.
F. S.
au
“La bandiera,, flotta
bord de la Mer du nord
Lorsqu’en 1955 mon livret « La Bandiera» parût à la Claudiana, pour
íes jeunes Vaudois du Piémont, j’en
fis une copie dans ma propre langue
Quelque temps après je présentai celle-ci à un éditeur de la Haye qui fût
d'avis que pour la jeunesse hollandaise le volume devait contenir les préparatifs pour la « Glorieuse Rentrée »
à Neuchâtel, comme c’est dans cette
ville qu’Amaud avait attendu le secours des Pays-Bas pour pouvoir entreprendre le retour des ffaudois du
Piémont aux Vallées. Je passais donc
quelques semaines à Neuchâtel pour
compléter le récit sur les lieux, afin
de le rendre plus compréhensible et
acceptable pour nos jeunes ici en Hollande. Un nouveau «pont» était en
tram de se faire entre nos deux pays :
J’aime à construire de ces ponts.
Losqu’une Vaudoise du Piémont me
demanda un jour: «Comment dois-je
me représenter votre pays? » je lui
répondis: «Exactement le contraire
du votre...».
Elle fit de grands yeux et son imagination n’y parvint pas, mais elle
comprit fort bien que pour construire des ponts de vos montagnes à nos
plaines il faut des années de patience. dattention et d’efforts. Ayant déjà tâché d’en construire par des articles de journaux, quantité de conférences et plusieurs recherches historiques. voici ce nouveau pont à franchir par et pour nos jeunes!
Voici comment il est en train de se
faire :
Le volume de 80 pages «Marguerite fait un drapeau » parut à Noël
1959 à la Haye. L’éditeur avait voulu
que le personnage principal ne soit
pas un homme (Henri Ameud dans
« La Bandiera ») mais une jeune filie. Ceci pour que leriiyret puisse entrer dans sa collection existante,
adantée à la jeunesse scolaire depuis
12 ans. Quoi de plus simple que de
choisir Marguerite, la fille du héros,
faisant un drapeau pour la glorieuse
entreprise de son père?
Pendant plusieurs mois la nouvelle
publication fit le tour de la presse
Ghrétienne et obtint quantité de bonnes critiques. Puis, un jour, un chef
et une cheftaine de l’Union Chrétienne pour la Jeunësse vinrent me
voir. Ils avaient formé le projet d’utiliser l’histoire de Marguerite comme sujet central pour leurs camps
d’été en suivant le texte de façon à
en jouer une partie chaque jour.
Ainsi cette jeunesse (il s’agissait de
camps de jeunes filles) serait initiée
à l’histoire de votre peuple, riche en
exemples de foi et de persévérance,
mais inconnue dans leurs milieux. Il
fallait commencer par les moyens les
plus simples... Voyez donc ce qui v-a
suivre comme un petit effort, tel que
il a été cet été dans quinze camps à
travers la Hollande, pour montrer de
façon visuelle et pratique à des écolières et de petites ouvrières, ce que
sont les Vaudois du Piémont. J’eus le
plaisir de participer à la soirée finale
du camp dans l’ïle de Texel, tout au
nord de la Hollande ^tentrionale.
L’on y présenta le dernier chapitre de
« Marguerite fait un drapeau », soit ;
Le retour de la famille Arnaud aux
Vallées et le mariage de Marguerite
Arnaud avec Joseph Rostan de la
Tour!
Poliment je fis mon entrée en costume Vaudois (don de Suor Susanna
Co'isson) et aussitôt l’on hissa le drapeau avec le « Stemma Valdese», fait
en vitesse avec quelques bouts d’étoffe bleue et jaune, au mât central où
flottaient le tricolore hollandais et le
fannion à triangle de l’Union de Jeunesse.
Pendant le repas (minestrone), pris
en commun, je fis la connaissance
des « soldats » Vaudois, Suisses, Fran
çais etc. qui portaient tous la carte
de leur pays à une flcelle autour du
cou. Chaque groupe, d’environ 15 jeu
nés Allés (il y en avait plus de 70 en
tout), avait compc«é un chant de
guerre ou de victoire qu’elles chantèrent con brio! Après celà nous partîmes vers la mer du nord pour aller
nager. Pendant cette promenade à
travers les dîmes, notre barrière naturelle contre l’océan et nos uniques
« montagnes » dans cette région, elles
me montrèrent « la Balsille ». C’était
un sommet assez élevé où s’était dé
roulé le siège et où la « paireul » n’avait pas manqué de tomber dans le
précipice.. Elles en étaient encore tout
à fait excitées!
Une fois rentrés l’on me montra un
tissage exécuté par Marguerite, puis
chacune alla se préparer pour la soirée Anale dans la cantine. Déjà ornée de fannions et guirlandes et illuminée par quatre lanternes d’écurie celle-ci vit bientôt entrer le maire,
qui s’assit gravement devant une ta
ble en bois pour attendre le jeune
couple. Puis, Margherite Arnaud parut en grande pompe... sur une brouette, accompagnée par Joseph Rostan,
et suivie par Henri Arnaud et sa dame,
ainsi que des parents des Rostan et
des témoins. Tout le monde se présenta devant le maire, pendant qu’un
photographe (!) se pressa de prendre
Un groupe du Camp de jeunes filles à Texel
lu centre Mlle Mia I an Oostveen
la phcto de chaque personnage important. Parmi ceux-ci flguraienï
deux ambassadeurs du Prince d’Orange, dans des costumes à larges bandouillères tricolores, tricornes en papier avec panache orange et sabre de
bois. Car pour elles il allait sans dire
que Guillaume III Staathouder des
Provinces Unies et Roi d’Angleterre,
avait pris ce mariage fort à coeur..
Après la cérémonie civile, Henry
Arnaud, vêtu d’im abit ecclésiastique
fait d’une couverture brune, fit un
discour ému en terminant par les
mots : « Mes chers enfants portez-là
toujours bien haute, votre bannière»!
Pour finir grand défilé devant les
jeunes mariés et félicitations, suivi
par un feu de camps sous le ciel étoilé.
Chers Vaudois du Piémont, cet été
aux Pays-Bas plus de mille jeunes Ailes de 12 à 16 ans ont vécu ainsi une
semaine en pensant à vous. Ne les
décevez pas!
Pour elles votre histoire et votre
nom sont devenus vivants. Ecoutez
seulement un de leur chants de
victoire :
Notre symbole c’est ce drapeau.
Ne le quittons pas des yeux...
Si le courage nous fait défaut
Regardons vers les Cieux!
Une fois de plus le chandelier posé
sur la Bible a inspiré les coeurs.
Mia Van Oostveen.
( î
PRO VALLI
Offerte di lavoro
Da qualche tempo sul nostro giornale si
moltiplicano le offerte di lavori all’estero
e purtroppo, qualche volta, tali offerte
compaiono anche sotto la sigla « Pro Valli ». Sia ben chiaro però che in questi casi
la « Pro Valli » non c’entra perchè il suo
scopo è di creare nuovi posti di lavoro alle Valli, nuove possibilità di guadagno in
modo che si possa elevare il tener di vita
senza doverle abbandonare. Personalmente
queste offerte mi rattristano e mi umiliano
anzitutto perchè significa che altre forze,
specie giovani, vengono allontanate dalla
nostra terra e disperse, spesso irrimediabilmente, aH’estero ed in secondo luogo
perchè il lavoro che viene offerto è quasi
sempre un lavoro pesante ed ingrato che
i nostri cari amici svizzeri e tedeschi non
vogliono più fare loro ! Le loro offerte allettanti solo ed unicamente dal punto di
vista denaro, vengono rivolte alle zone depresse dove più facile è trovare manovalanza e personale non qualificato. Non capisco perchè tanto zelo nel sostenere queste offerte. Dobbiamo invece cercar di
aiutare i nostri giovani a studiare, a specializzarsi e poi il lavoro lo troveranno
anche qui ed anche ben rimunerato. Vorrei soffermarmi su di un esempio : la
ricerca di giovani alle quali viene offerto
lavoro in ospedali o cliniche. Quasi sempre si tratta di andare a fare le sguattere
o nella migliore delle ipotesi le infermiere negli ospedali psichiatrici (manicomi!).
Per prima cosa vien fatto loro balenare
il forte guadagno che tale è effettivamente
solo se la giovane non deve spendere niente nè per vivere nè per vestirsi; poi
vien loro rilasciato un titolo che in effetti
fuori deH’ospedale che lo ha rilasciato non
serve niente. Così se dopo qualche tempo
quella giovane desidera ritornare al suo
paese si ritroverà con qualche franco se
proprio le è andata bene e nessuna possibilità di trovarsi qui un buon impiego. Da
anni cerchiamo di far comprendere alle
giovani che si sentono portate a fare le
infermiere che facendo qualche sacrificio
per prendersi un diploma, possono sistemarsi in ambulatori mutualistici o di stabilimenti. L’Ospedale Valdese di Torino ha
incoraggiato parecchie giovani a seguire
questa via ed ora a misura che ottengono
il loro diploma di infermiera professionale offre loro subito un buon lavoro; anche
quelle giovani che avendo solo la licenza
della quinta elementare possono frequentare solo il corso più breve della Croce
Rossa ed ottenere l’abilitazione hanno la
possibilità di un buon lavoro non solo a
Torino ma anche alle Valli stesse. Occorre
che i genitori comprendano che i sacrifici
che indubbiamente dovranno fare per dare alle loro figlie la possibilità di un avvenire migliore non rimarranno senza compenso. E non solo di infermiere c’è bisogno alle Valli ma anche, altro esempio, di
segretari comunali. Carlo Pons
CANTO SACRO
La Commissione del Canto Sacro propone allo studio deUe Corali e delle
Scuole Domenicali in vista delle Feste di canto della primavera dell anno 1961
gli inni seguenti:
CORALI
Nuovo Innario :
334 « Sull’infame legno...» (1,2,3) metronomo semim. = 80
354 « Quale un faro risplendente... » (1,2,3) metronomo semim. = 76
356 « La terra ed i cieli raccontano ognor » (1,2,3) metronomo semim. = 80
Psaumes et Cantiques:
135 « C’est un rempart que notre Dieu... » (1,2,3) metronomo min. = 76
197 « Jour du Seigneur, j’ouvre mon coeur... » (1,2,3) metronomo min. = 80
SCUOLE DOMiENICALI
Nuovo Innario:
345 (( Lode all’Altissimo... » (1,2,3) metronomo semim. = 104
350 « O Eterno Creator...» (1,2,3) metronomo semim. = 76
370 « O creature del Signor... » (1,2,3) metronomo semim. = 60
Psaumes et Cantiques:
203 « Mon âme en silence... » (1,2,3) metronomo semim. = 80
257 « Qui dit au soleil sur la terre... » (1,2,3) metronomo semini. = 88
OSSERVAZIONI
1. Le Feste di canto avranno luogo, D. v., alle date seguenti:
Corali: Val Chisone: domenica 23 aprile a San Germano Chisone; Val Pellice: domenica 30 aprile a Luserna S. Giovanni; Val Germanasca: data
e località da fissare previo accordo tra le Corali locali ed il membro della
Commissione del Canto Sacro Pastore Franco Davile.
Scuole Domenicali: Val Chisone: domenica 7 maggio a Pomaretto; Val Pellice: domenica 7 maggio a Torre Pellice od in una Comunità viciniore;
l ai Germnna.sca: vedi quanto scritto a proposito della Festa di canto
delle Corali della zona.
L’ultima nota del tenore dell’inno 334 assegnato allo studio delle Corali è
da cantarsi quale mi bemolle c non mi naturale.
Le Corali die desiderano ricevere, nel corso dell’anno, la visita di un membro della Commissione del Canto Sacro sono pregate di accordarsi tempestivamente col Pastore E. Aime, Bobbio Pellice.
Si racicomanda vivamente a tutte le Corali lo studio accurato degli inni d’insieme.
1 Direttori delle Scuole Domenicali che intendono far cantare inni a due voci
sono pregali di rivolgersi al Prof. F. Corsani, Collegio Valdese, Torre Pellice,
onde essi possano disporre di un contralto adatto al canto a due voci e non
a quattro voci quale risulta scritto negli Innari.
Le Corali e le Scuole Domenicali sono invitate a scegliere di preferenza gli
inni die eseguiranno da sole nel fascicolo di inni nuovi per l’Innario Cristiano (dal N. 331 al N. 371), onde la conoscenza di tali inni sia al più presto
accelerata. Esse sono pure pregate di comunicare al più presto al Presidente
della Commissione gli inni che intendono eseguire da scie. Infatti, dato ora
il relativamente esiguo numero di inni a disposizione nel nuovo fascicolo per
tale scopo, la possibilità di doppioni, che si desidera, per ovvie ragioni, evitare, risulta accresciuta.
E’ sommamente auspicabile che le Comunità provvedano al più presto all’acquisto di un congruo numero di fascicoli « Inni nuovi per l’Innario Cristiano ». Rendiamo noto die tale fascicolo c uscito da pochi giorni presso la
Claudiana anche in formato ridotto, adatto ad essere inserito nell’Innario
attuale; una edizione dell'Innario Cristiano con inclusi i nuovi inni sarà pure
edita sempre dalla Claudiana entro breve tempo.
Tutte le Comunità delle Valli lianno ricevuto gratuitamente nel mese di giugno, a cura della Commissione del Canto Sacro, un congruo numero di fascicoli « Inni per il nuovo Innario ». Ma solo pochissime Chiese (esattamente 5
su 18) hanno versato alla Commissione del Canto sacro le quote fissate da ben
due Conferenze Distrettuali. Esse sono vivamente pregate di farlo in occasione della prossima Conferenza Distrettuale onde la Commissione stessa
sia posta in condizione di far fronte ai suoi impegni assai gravosi in materia
finanziaria.
Alle Corali, alle Scuole Domenicali ed a tutti coloro che le dirigono l’augurio
di un anno fecondo e benedetto di attività nel servizio ohe essi prestano alla
Chiesa, sotto lo sguardo del Signore. La Commissione del Canto Sacro.
2.
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pag. 4
L’ECO DELLE YAIXI VALDESI
N. 42 — 21 ottobre I960
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
•-'K *
BOBBIO PELUCE
Venerdì 14 ottobre abbiamo accompa*
gnato alla loro ultima dimora terrena le
spoglie mortali della nostra sorella Garnier Angela coniugata Charbonmer deceduta il giorno 12 corr. alla età di anni 39
dopo lunga e penosa malattia sostenuta
con pazienza e con fede. Al marito, alle
bambine, agli altri familiari e parenti
tutti esprimiamo la nostra viva e fraterna simpatia cristiana invocando su loro
la pace di Colui che ci consola efficacemente in ogni nostra afflizione. e. a.
PRAROSTINO
— Domenica 2 ottobre, ha avuto luogo
l’Assemblea di Chiesa, con una partecipazione di fedeli non troppo numerosa,
per la verità... Il Pastore ha fatto una
esposizione dei lavori sinodali, richiamando l’attenzione dell’uditorio su quelle che sono le implicazioni sul piano della nostra Parroocliia dei temi e delle decisioni dell’ultimo Sinodo. L’Assemblea
ha quindi nominato a rappresentare la nostra Comunità alla prossima Conferenza
Distrettuale (che avrà luogo a Torre Pellice il lo novembre) i fratelli Gay Virgilio (dei Serj e Paschetto Ernesto (Pianot).
— Domenica 9 ottobre, alle ore 14, ha
avuto luogo l’inaugurazione ufficiale dell’anno scolastico, con un culto nel tempio. Vi hanno preso parte, oltre naturalmente le scolaresche accompagnate dai
rispettivi insegnanti, anche le principali
autorità del no-stro Comune, tra cui i)
Rag. Remo Gardiol, Sindaco, il sig. Paschetto Egidio, vicesindaco e Anziano del
quartiere del Capoluogo, nonché vari altri consiglieri e Anziani. E’ stata notata
con soddisfazione anche la presenza di un
discreto numero di genitori e di parenti
degli alunni. Il Pastore ha brevemente
parlato suUa benemerita istituzione delle
scuole quartierali, volute e finanziate dal
non dimenticato benefattore dei Valdesi,
il generale inglese C. W. Beckwith. Quelle scuole oggi non funzionano più, in genere come tali, ma esse hanno adempiuto
nel passato una missione di altissimo valore culturale e morale per le nostre popolazioni. E’ stata salutata però con un
grande applauso la riapertura di una di
queste scuole, quella dei Cardonatti, che
raccoglie una quindicina di bambini di
quel quartiere. Sarà, per quest’anno, sussidiata dal Comune, mentre il Concistoro
ha messo gratuitamente a disposizione il
locale, riparato in questi giorni. Quindi
sono stati distribuiti i premi di « religione » agli alunni che, l’anno scorso si sono particolarmente distinti nello studio e
nella frequenza. Poi, nell’aula grande delle scuole comunali, U Sig. Sindaco ha distribuito i premi del Comune. Le scuole
hanno ripreso tutte a funzionare regolarmente sin dal primo giorno. Auguriamo
agli alunni e ai loro insegnanti un anno
buono sotto ogni aspetto.
— Domenica 16 ottobre ha ripreso la
Scuola domenicale. Raccomandiamo vivamente alle famiglie di prenderne nota. I
corsi di catechismo inizieranno giovedì
20 alle ore 9. Per gli studenti e gli operai, domenica 23 alle ore 14.
S. 6ERMAK0 CHISONE
Ripresa delle Attività. ■—■ Tutte le famiglie della chiesa sono state informate,
a mezzo di un volantino, che si sarebbero
tenute due importanti riunioni nel quadro della ripresa delle attività ecclesiastiche.
Si trattava anzitutto di una riunione delVAssemblea di chiesa che avrebbe dovuto
aver luogo il pomeriggio della domenica
9 Ottobre.
L’o.d.g. era particolarmente importante.
Si è proceduto alla nomina di 6 nuovi
membri del Concistoro onde ogni quartiere abbia il suo rappresentante. Sono risultati eletti i sigg.ri Davide Bouchard
(Villa), Alma Bonino, Costantino Dino e
Bertin Roberto (Villar), Long Bartolomeo
(Costabella), Beux Erminio (Garossini).
L’anziano Robert Giovanni è stalo riconfermato per un nuovo quinquennio.
Il Concistoro si compone ora di 18 membri. Siamo sicuri che avremo così un notevole potenziamento delle varie attività.
Nominati i delegati alla Conferenza Distrettuale ed esaminata la Relazione Annua, ci si è soffermati a lungo sul problema dei matrimoni misti che sono sempre più numerosi.
Particolarmente pesanti e restrittive sono sembrate le condizioni poste dalla
Chiesa Romana nei confronti del coniuge
acattolico.
Proponiamo alla seria meditazione dei
nostri giovani 1 o.d.g. che è stato votalo
aU’unanimità e che così si esprime; «L’Assemblea di Chiesa nella sua riunione del
9 Ottobre, dopo un esauriente scambio
di idee in merito ai matrimoni misti, riconosce che il matrimonio misto celebrato
in Chiesa Cattolica è, per la parte Valdese, la conseguenza dell’intiepidimento
della fede; richiama tutti i membri di
chiesa ed in modo particolare i giovani
ed i loro genitori, ad una seria rivalutazione dei valori che informano la vita del
credente».
L’argomento non è da considerarsi esaurito ed abbiamo accolto il suggerimento
di organizzare, fra alcuni mesi, una riunione dedicata ai giovani e alle loro famiglie nel corso della quale il problema
sarà presentato nei suoi vari aspetti.
Un uditorio più ristretto era raccolto
la domenica 16 Ottobre per la riunione
dei Responsabili di tutte le attività parrocchiali.
Le conclusioni sono state quanto mai
incoraggianti: si è deliberato di riprendere l’attività dell’Unione Cadetta affidandone la direzione alle sigg.ne N. Balmas e
G- Bert; viene accolta con riconoscenza la
proposta della slg.na G. Constantin di
istituire una sezione della Scuola Domenicale aUe Cheneviere e si procede infine
alla nomina di un Gruppo di Assistenza,
presieduto dall’anziano D. Bouchard, che
avrà come compito una vasta e capillare
opera di assistenza spirituale e materiale
in favore di coloro che non possono frequentare il culto domenicale.
Inaugurazione dell’anno scolastico. —
Lunedi 3 Ottobre le scolaresche, guidate
dalle loro insegnanti, si sono recate nel
tempio per una breve cerimonia di inaugurazione dell’anno scolastico.
I genitori presenti non erano numerosi.
Formuliamo i migliori auguri per un anno sereno di lavoro.
Matrimonio. — Domenica 16 Ottobre si
sono uniti in matrimonio Soulier Guido
(Lussie) e Balmas Graziella Marisa (Ferrieri). Siamo particolarmente lieti per
questo matrimonio fra giovani Valdesi e
rinnoviamo agli sposi i migliori auguri.
Dipartenza. — Nella tarda età di anni
78 si è spenta il 16 Ottobre la sig.ra Antonietta Pozzi in Manfredini. Aveva lasciato Milano un paio di anni fa e si era
stabilita con suo marito all’Asilo dei
vecchi.
Rinnoviamo agli afflitti l’espressione
della nostra simpatia cristiana.
POMARETTO
Il 9 di ottobre abbiamo battezzato Anna
Rita di Bleynat Alfonso e Armida Ribet;
in tale circostanza la comunità ha gioito
della presenza al tempio degli sposi non
più novelli Lageard Alessandro e signora
che hanno celebrato le nozze d’oro circondati dai loro familiari; così la gioia è stala duplice: nozze d’oro e battesimo nella
stessa famiglia per un rinnovato impegno
di meglio servirLo nella chiesa. Che il Signore benedica la creatura battezzata ed
i coniugi Lageard per le loro rinnovale
nozze.
La domenica 16 ottobre la corale di Pomuretto, ridotta ad un manipolo di prodi,
non Ila temuto le incerte condizioni del
tempo del primo mattino ed ha affrontato
il viaggio verso San Marzano Olivete nei
pressi di Asti dove ha avuto luogo un conveano di fratelli e sorelle della chiesa metodista e della chiesa valdese; gruppi di
Bassignana, Valenza, Calosso, Alessandria,
Savona, Albenga, Sampierdarena e Genova e la nostra corale hanno trascorso una
giornata di intensa vita spirituale con messaggi dei cinque Pastori: Pastore emerito
Cassano, Capo circuito Pastore Cacciapuo-I
ti, il Pastore Anziani di Bassignana, il*
Pastore Nisbet di Sampierdarena e il sottoscritto, alternati con cori della nostra
corale. L’accoglienza è stata commovente
e la fraternità che vi ha regnato ci ha
ricolmato il cuore di aBegrezza: ringraziamo di cuore quei cari amici, il loro Pastore Giuseppe Anziani e li aspettiamo
D. V. a Pomaretto in primavera. La nostra
corale diretta dalla sig.na Speranza Grill
ha cantato con molto entusiasmo e gioia
concorrendo notevolmente alla buona riuscita della festosa giornata, rallegrata pure da un sole stupendo.
Il culto, in assenza del Pastore locale
è stato presieduto dal collega Cipriano
Tourn di San Giovanni che ha dato un
messaggio molto apprezzato dalla nostra
comunità. Lo ringraziamo di vero cuore
per la sua visita.
Domenica 23 ottobre avrà luogo una importante riunione parrocchiale seguita da
un’assemblea di chiesa-, tutta la popolazione vi è caldamente invitata.
Domenica 30 ottobre avrà luogo l’annuale bazar di beneficenza nei locali del teatro rimesso a nuovo; accogliete i messaggeri die vi visiteranno con molto entusiasmo e gioia: vi ringraziamo sin d’ora
per quello che offrirete con riconoscenza
in natura o in denaro per pesca od altro.
LUSERHA S. GIOVANHl
j.. Domenica 2 Ottalwe è stata una giornata di gioia fraterna per la comunità di
San Giovanni. Due grossi pulman giungevano verso le nove del mattino da Biella e da Ivrea con un numeroso gruppo di
quelle comunità, guidati dal loro Pastore
Giorgio Bouchard che fu già pastore a
San Giovanni tre anni fa. EÌgli ha presieduto il culto del mattino rivolgendo alle
tre comunità un caldo e vibrante messaggio. A lui vada il ringraziamento sentito
di tutta la comunità.
Nel pomeriggio i nostri cari ospiti hanno visitato i nostri istituti: Villa Olanda,
con una breve capatina a Torre Pellice
per visitare il Tempio; poi il Rifugio
Re Carlo Alberto e l’Asilo dei vecchi.
Verso le 17, incontro con la comunità
di ^ San Giovanni nella Sala Albarin per
un’ora di comunione fraterna durante la
quale, dopo il tè, si^sono uditi vari messaggi e la corale ha" cantato alcuni inni.
Il tempo passa inesorabile e giunge l’ora
della partenza, dei saluti calorosi, degli
arrivederci commossi. In tutti il ricordo
di una giornata di gioia fraterna che è
stata una benedizioiie del Signore.
Ringraziamo sentitamente lo Stud.
in teologia Sig. Bruno Bellion per aver
presieduto il culto di dom. 16 Ottobre.
Pesta del Raccolto. — La tradizionale
festa del raccolto si terrà anche quest’anno domenica prossima 23 Ottobre nella
sala Albarin, alle ore 15.
Tulli sono cordialmente invitali ad
esporre i frutti della loro terra e del
loro lavoro che potranno consegnare alla
Sala Albarin a partire da venerdì alle ore
10 sino a sabato sera. Tutti poi sono invitati ad intervenire domenica pomeriggio
per l’apertura. Funzionerà pure un servizio di buffet per il quale anche si accettano doni di pasticceria.
Istruzione religiosa. — La Scuola Domenicale avrà inizio domenica 30 Ottobre
alle ore 9 in tutti i quartieri. I corsi
di Catechismo inizieranno sabato 29 alle
ore 14 per le tre prime classi; il 4» corso
è convocato per domenica 30 alle ore 14.
bora
— Ricordiamo che i corsi di catechismo
avranno inizio giovedì 27 ottobre alle
ore 9. Sono aperte le iscrizioni al 1« anno
per i ragazzi nati nel 1947 e le ragazze nate nel 1948. Il catechismo domenicale
avrà inizio domenica 30, dopo il culto,
esclusivamente per quanti lavorano fuori
Rorà in settimana. Tutti i catecumeni sono
tenuti a frequentare la Scuola Domenicale
e il culto.
— La Scuola Domenicale si svolge rego
larmente alle ore 9 al Centro e aUe Fu
cine. Ringraziamo la Sig.a Amina Rivoi
ra che ha voluto occuparsi di quest’ultima
— UUnione Giovanile avrà la sua se
duta inaugurale sabato 29 aUe ore 20,30
Ci auguriamo che gli Unionisti siano pun
tuali all’appuntamento, anche perchè s
eleggerà il Seggio.
— Dopo i lavori estivi, la caccia e la
vendemmia sembrano ora di moda. Purtroppo alcuni ne fanno un’ennesima scusa
per disertare i culti. Non sarebbe possibile nsare di un po’ po’ di moderazione anche in questo ?
Direttore resp.; Gino Conte
Coppieri . ^orre Peli. - Tel. 9476
Sede e Amministrazione
Editrice Claudiana
Torre Pellice . c.c.p. 2/17557
Reg.
al Tribunale di Pinerolo
n. 175, 8-7-Ì960
Tipografia Subalpina . s. p. a
Torre Pellice (Torino)
Kennedy, Hixen
e In confessione i'eli|iosa
(segue dalla l» pag.)
Questo discorso è invero piuttosto stupefacente. Molti diranno, irridenti o speranzosi : « Fosse vero che la Chiesa cattolica fosse quale la raffigura il P. Weigel! ». Noi pensiamo piuttosto che il
P. Weigel sia veramente andato troppo in
là nella smania di esser largo di idee e
di rassicurazioni (interessate?) e che la
sua pacifica accettazione e teorizzazione
di una « doppia vita » sia un tipico esempio di casistica gesuitica (crediamo di
aver qui diritto di usare il termine), in
netto contrasto con l’Evangelo. E’ vero
che i contrasti e le lacerazioni, presenti
in ogni vita cristiana, sono particolarmente profondi in chi è investito di una
responsabilità pubblica, ma si tratta di
una tensione dolorosa e feconda in cui il
cristiano non può pacificamente adagiarsi, e nessun padre confessore potrà mettere in pace il cuore di Kennedy — nel
caso sia eletto — di fronte ad una scelta
che impegni — e non può, non deve non
impegnare — la sua fede. Non è forse
del lutto paradossale dire che è più pericoloso, per gli S.U., un presidente dalla
« doppia vita » su-esposta —• che riposa,
per principio, sul compromesso — che
non un presidente sinceramente, apertamente cattolico: un cattolico cosciente,
die sa che il Magistero ecclesiastico è infallibile solo in fatto di dogmi, e che assume direttamente le proprie responsabilità cristiane. Lo stesso vale per il candidato protestante, naturalmente. La confessione religiosa non può essere ragione
di discriminazione politica; ma inganna
gli elettori o rinnega la sua fede — qualunque sia la sua confessione •— il cristiano che afferma che essa non ha rilevanza politica.
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Vevey (Vaud), Svizzera.
Il 7 c. m. è deceduta a Chiabrano
all’età di 72 anni
Clementina Pascal-Vinay
La piangono il figlio Gustavo con
ia moglie Angela Pietra e la figlia
Er’ca; il fratello Ernesto con la moglie Gina Battistino; la cognata Ali
ce Vinay; i parenti e quanti ebbero
modo di apprezzarne la dirittura e la
bontà.
« La mia grazia ti basta »
(II Cor. 12: 9)
La famiglia del compianto
Giovanni Pietro Agii
deceduto ai Praschia di Lusema San
Giovanni il giorno 11 Ottobre, ringrazia quanti hanno preso parte al suo
dolore.
« Venite a Me voi tutti che
siete travagiiati ed aggravati ed io vi darò riposo»
(Matteo 11: 28)
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