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Anno IV
numero 19
del 10 maggio 1996
; L. 2000
’ spedizione in abb. postale/50%
r Torino
in taso di mancato recapito
M prega restituire al mittente presso l'Uf' ■; ficìo PT Torino CWtP Nord.
L'Editore SI impegna a
f corrispondere il diritto di resa.
SETTI MANALE .DELLE
Bibbia e attualità
IL NUOVO
A sempre il «nuovo» è unct categoria della speranza di rinnova^mento che attraversa l'umanifà. «Spe.^mo che le nuove elezioni di portino
qualcosa di nuovo, qualcosa di minore»: è stata la convinzione di tutti
; coloro che hanno deciso di contribuire
'positivamente con il loro voto al «nuoSo Parlamento». Così alla vigilia della
legislatura repubblicana molti
mardano al «nuovo» che potrà nascere per la politica e le istituzioni. E tutti
si augurano che il «nuovo» sia migliore del presente. Nél momento in cui lascio la direzione di questo settimanale
;per andare a dare il mio, modesto,
■^ntributo al lavoro della rinnovata
* Camera dei deputati ho riflettuto sul
’terna del «nuovb» nella Bibbia.
ÌL messaggio della Bibbia circa «il
movo» è l’annuncio della salvezza
in Gesù Cristo. È questa la grande novità rispetto alla religione ebraica o al
.. . paganesimo. Il «nuovo patto» di cui
ì^rla Geremia (31, 31-34) è stato reauzzato da Gesù Cristo che ha dato la
]ma vita per la remissione dei nostri
peccati (Matteo 26, 28). Il nuovo patto
non è più fondato sulla legge, ma
’Salvazione dello Spirito (ricordiamocelo non solo nell'imminenza della
’pmtecosiel) che mette nei nostri cuori
la conoscenza di Dio (2 Corinzi 3, 6). Il
nuovo patto di cui Gesù Cristo è l’unico mediatore sostituisce definitiva‘ lente il vecchio ed è una promessa di
Jti banchetto celeste a cui Gesù invita
f^tti gli uomini e le donne. Lo scopo
'del nuovo patto è un mondo nuovo,
una nuova creazione: nuovi celi e nuoWa terra dove abiterà la giustizia.
Lf APOCALISSE ci ricorda che il
nuovo è la nuova Gerusalemme,
il nuovo nome, il cantico nuovo, tutte
, k cose nuove. Ma questo rinnovamento
non è ancora venuto. Verrà con la resurrezione e il giudizio. Fino ad allora
l’azione di Dio si realizza nel quadro
del vecchio mondo, dove coesistono il
\r bene e il male (cfr. la parabola delle
zizzanie, Matteo 13). L’uomo nuovo si è
'^ecdizzato in Gesù Cristo e la sua chiesa
Toccoglie la nuova umanità. Anche il
credente, con la decisione del battesimo
(segno dell'accettazione di una nuova
situazione) è un uomo nuovo liberato
dal peccato per la grazia di Dio e che
vive per l’azione dello Spirito. Il nostro
jjCoìhpito di credenti è allora quello di
'essere attivi testimoni del Regno di Dw
che viene, testimoni di giustizia, di
santificazione, di purezza e verità e il
comandamento nuovo è «l’amore»,
l’agape di Dio che cambia le relazioni
tra gli uomini, perché Dio ha cambiato
il suo rapporto con noi inviando Gesù
Cristo come unico mediatore.
ATON è facile fare un giornale che^
iV sia capace di riflettere, in ogni
suo numero, il nuovo che è venuto e
che viene. Non è facile perché non
sempre siamo capaci di cogliere nel
piccolo o nel grande avvenimento il
disegno di Dio e i «segni» del Regno.
Non è facile neanche scriverlo con, H
linguaggio «nuovo» della comunicazione della fede. In questi anni ho condiviso con la redazione e i lettori questo problema. Siamo andati avanti a
tentóni, cercando e ricercando la strada nuova che desse libero accesso a
Dio. Per fedé sappiamo che quella
strada è stata aperta da Gesù Cristo,
che siamo in cammino, che non esistono conducenti privilegiati, e che ciascuno di noi vive oggi in una strada
immersa nella nebbia. Si sa dove porto,, ma non si sa cosa incontreremo
cento metri più avanti. È un po’ ciò
che accade alle nostre piccole chiese in
Italia, al nostro settimanale, a me che
mi accingo ad un altro impegno. Il
nuovo è là a noi. Dobbiamo annunziarlo. È l’augurio che vi (mi) faccio
nella certezza della Pentecoste.
Giorgio Gardlol
Dal 25 al 28 aprile si è tenuto a Trieste il XVI Sinodo della Chiesa luterana in Italia
Una chiesa a dimensione europea
Il primo Sinodo dopo l'Intesa raggiunta con lo Stato conferma la volontà dei luterani di essere
una chiesa italiana che non rinnega la sua cultura e i suoi legami con le chiese tedesche
LUCIANO DEODATO
T T N Sinodo costruttivo e se\\ LJ reno»: così il decano della
Chiesa evangelica luterana in Italia
(Celi/Elki) ha definito la XVI sessione svoltasi a Trieste dal 25 al 28
aprile. Eppure ì problemi grossi e
di difficile soluzione non mancavano: di ordine finanziario anzitutto,
perché i contributi erogati dalla
potente chiesa evangelica tedesca
(Ekd) subiranno un taglio del 25%,
ma poi anche perché sempre dibattuta e complessa è la annosa
questione della lingua, collegata al
senso della presenza e della vocazione dei luterani in Italia. Che cosa è infatti la Celi/Elki: una propaggine in terra straniera della chiesa
tedesca, fatalmente portata quindi
a mantenere la cultura e la lingua
della madrepatria, o un organisino
autonomo, sollecitato a naturalizzarsi nel paese in cui si trova?
La complessità del dilemma è
data dalla composizione stessa
delle chiese luterane, formate in
parte da italiani di orlane e cultura, in parte da famiglie tedesche
presenti da una o più generazioni,
oppure da residenti per periodi più
o meno lunghi. A queste categorie
ultimamente se n’è aggiunta un’altra, fatta da nostri ex emigranti in
Germania, ritornati al paese con
qualche soldo, una moglie (luterana), figli (di religione incerta, ma
tendenzialmente cattolici) e molti )
problemi. In queste famiglie dove
sono presenti due culture, due lingue, due fedi ecc. le donne varmo
incontro a una serie di grossi problemi. Già dal vari anni (a iniziare
dal ’79) la Celi sta seguendo il fenomeno. Ora ha deciso di dare visibilità a una comunità, formata
soprattutto dadionne, nei pressi di
Catania.
«Abbiamo voluto rispondere così
al pessimismo diffuso che da anni
serpeggia tra noi - dice il decano
Hartmut DiekmannT-. Potrebbe essere una comunità di lingua italiana; d’altra parte i suoi membri
hanno bisogno dì mantenere le
Un momento del Sinodo luterano all’interno della chiesa di Trieste (net riquadro il
ci sfida ad aprirci alle altre culture
con il vantaggio di un arricchimento reciproco».
proprie radici culturali. E comunque del servizio offerto finisce per
beneficiare tutta la famiglia. Insomma, quella di Catania è una
chiesa a dimensione europea, che
prefigura ciò che potranno e forse
dovranno essere le nostre chiese
nel contesto dell’lJnione europea».
In questa linea la Celi vuole allargare i propri confini e diventare, come è giusto che sia, il luogo di incontro di tutti i luterani, sia europei
(danesi, svedesi, finlandesi ecc.)
che extraeuropei (americani, africani, asiatici) presenti in Italia.
«Vogliamo sottolineare - aggiunge
Diekmann - che non siamo una
chiesa tedesca ma europea, e non
solo. Con loro, gli extraeuropei, abbiamo fatto la scoperta che l’unica
lingua che abbiamo in comune è
l’italiano! La loro presenza inoltre
L’approvazione dell’Intesa tra lo
stato italiano e la Celi (legge 520
del 29 novembré 1995) non mancherà di produrre una serie di sollecitazioni all’interno del mondo
luterano italiano, inserendolo a
pieno titolo tra i soggetti giuridici.
Ciò significa una serie di adempimenti burocratici, fiscali ecc., ma
anche l’assunzione di un qualche
ruolo nella realtà del paese: «Riteniamo che, a seguito della approvazione della legge 520/95, dobbiamo essere capaci di intervenire, come voce italiana, nella realtà politica sia locale che nazionale».
All’insegna della risposta, dell’
accettazione della sfida, nella consapevolezza da un lato delle di
decano pastorè Hartmut Diekmann)
mensioni relativamente ridotte
della chiesa ma dall’altro anche
della propria peculiarità e del collegamento con una ampia realtà di
dimensioni mondiali, e una storia
plurisecolare, sono stati trattati altri temi come i rapporti con il cattolicesimo, la pròsecuzione del
dialogo con bàttisti, metodisti e
valdesi, la partecipazione ad alcuni
comitati comuni, l’apporto più sostanzioso da dare alla Federazione
delle chiese evangeliche, l’appello
alla responsabilità dei singoli
membri di chiesa per un adeguato
e personale sostegno finanziario.
Insomma la XVI sessione sinodale della Celi/Elki ci restituisce
rimmagine di una chies^ vivace e
in movùnentor- __
ALTRO ARTICOLO A PAG. 3
Dieci anni dopo il disastro
«Il nostro compito è di
salvaguardare il creato»
Nella notte del 26 aprile scorso, dieci anni dopo la catastrofe nucleare
di Cernobil, un servizio
religioso è stato celebrato in memoria delle vittime, dal metropolita ortodosso di Kiev (Ucraina), Vladimir Sabodan.
«Il disastro di Cemobil è
stato una delle più grandi catrastrofi che abbia
conosciuto il nostro paese, e ha gettato moltissime persone nella sofferenza e nella miseria»,
ha ricordato l’arciprete
Nikolae Zabuga, rettore
dell’Accademia di teologia della Chiesa ortodos^ ucraina. Rispondendo
all’appèllo lanciato dal
metropolita Vladimir alle
chiese membro del Consiglio ecumenico delle
chiese (Cec) di unire le
loro premiere per le vittime a quelle delle chiese
d’ucraina, il segretario
generale del Cec, Konrad
Raiser, ha dichiarato:
«Cemobil è oggi sinonimo dei gravi pericoli che
accompagnano la produzione e l'uso dell’
energia nucleare. Ci ricorda che non siamo noi
bensì Dio ad essere padrone dell’universo^ Oggi, l’umanità ha" per
compito di prendere cura della Terra in modo
da assicurare la salvaguardia del creato», (eni)
Comune di Shanghai
Vietato ai cristiani
riunirsi negli alberghi
Le autorità comunali
di Shanghai hanno deciso di vietare i servizi religiosi di due comunità
cristiane frequentate dai
residenti stranieri della
città. «L’Associazione
cristiana ifitemazionale»
e la «Comunità intemazionale» radunavano
ogni domenica diverse
centinaia di cristiani;
stranieri in grandi alberghi della città. Secondo
un membro della Comunità internazionale,
la dècisione sarebbe
motivata dal fatto che i
due gmppi cristiani non
erano ufficialmente registrati. Finora i residenti stranieri di Shanghai
potevano riunirsi per
praticare la loro religione, ma non avevano il
diritto di fare proselitismo. Nel gennaio 1994 il
governo cinese ha promulgato regole rigidissime riguardanti le attività
religiose de^i stranieri,
ma le autorità di Shanghai le hanno messo in
vigore sqlo a partire dal
1° marzo 1996 con proprie direttive. Il portavoce del Comune ha dichiarato: «Se gli stranieri
vogliono tenere le loro
assemblee religiose, essi
devono ottenere l’approvazione del governo
e utilizzare i luoghi da
esso indicati». (apic)
Panorama
NUOVA CHIESA METODISTA — La
Chiesa metodista Coreana di Rorna è
venuta domenica 28 aprile ad aggiungersi alle altre comunità di fratelli e
sorelle immigrati che fanno riferimento alle chiese evangeliche italiane. L
metodisti in Corea possono contare su
4.500 chiese con 5.768 pastori, per un
totale di oltre 1.300.000 membri,
mentre la comunità di Roma ha iniziato la propria attività nel 1994, giungendo l'anno dopo ad avere il proprio
pastore, Hong ki Seok. (a pag. 3)
BREVETTI PER IL DNA? — Si può brevettare ciò che esiste in natura? La
domanda sorge spontanea a sentire la
notizia che una trihirdella Nuova Guinea avrebbe acconsentito allo sfruttamento mediante brevetto del proprio
Dna, particolarmente resistente all'effetto di un virus. La questione si presenta difficile anche per le carenze legislative del settore, e su tutti i rischi
spicca quello di un malcelato «via libera» all'eugenetica e a esperimenti
che potrebbero tendere a migliorare
«qualità» e attitudini per scopi molto
poco nobili. ~ (a pag. 6)
2
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PAG. 2 RIFORMA
All’Ascolto' Della Parola
VENERDÌ 10 MAGGin^j
«Dopo queste cose, Gesù si manifestò di nuovo ai
discepoli presso il
mar di Tiberiade;
e si manifestò in
questa maniera.
Simon Pietro,
tommaso detto
Didimo, )SIatanaele di Cana di
Galilea, i figli di
Zebedeo e due altri dei suoi discepoli erano insieme. Simon Pietro
disse loro: “Vado
a pescare”. Essigli
dissero: “Veniamo
anche noi con te”.
Uscirono e salirono sulla barca; e
quella notte non
presero nulla.
Quando già era
mattina, Gesù si
presentò sulla riva, i discepoli
però non sapevano che era Gesù.
Allora Gesù disse
loro: “Figlioli,
avete del pesce?”
Gli risposero:
“No”. Ed egli disse
loro: “Gettatela
rete dal lato de
stro della barca è
ne troverete”. Essi
dunque la gettarono, e non potevano più tirarla
su per il gran nu- .
mero di pesci.
Allora il discepolo
che Gesù amava
disse a Pietro: “È
il Signore!”. (...)
Appena scesero a
terra, videro là
della brace e del
pesce messovi su,
e del pane. <iesù
disse loro: “Portate qua dei pesci
che avete preso
ora”. Simon Pietro allora salì sulla barca e tirò a
terra la rete piena
di centocinquantatre grossi pesci;
(...) Gesù disse loro: “Venite a far
colazione”. E nessuno dei discepoli
osava chiedergli:
“Chi sei?”. Sapendo che era il Signore. Gesù venne, prese il pane e
lo diede loro; e così anche il pesce»
(Giovanni 21,1-13)
L'INCONTRO CON IL RISORTO
il risorto è colui che sa dire una parola autorevole e nuova sulle cose
che stiamo facendo, e che cambia e trasforma la vita che abbiamo
MARIA BONAFEDE
Troviamo questo strano
racconto alk fine del Vangelo di Giovanni; dopo la scoperta
della tomba vuota, dopo l’annuncio che Gesù è risorto, dopo
la sua apparizione a Pietro,
all’altro discepolo, a Maria, poi
ai discepoli riuniti-e infine a
Tommaso il dubbioso. Poi il
Vangelo sembra finire dicendo
che Gesù fece in presenza dei
suoi discepoli molti altri miracoli che non sono registrati in questo libro, ma fin qui è scritto perché «crediate che Gesù è il Cristo,
il Figlio di Dio e credendo abbiate vita nel suo nome» (Giov. 20.
30). C’era già tutto, per credere
alTEvangelo della Pasqua, c’era
stato persino TinAdo dei discepoli e il dono dello Spirito Santo
(2p,21). Come mai ora il Vangelo
•non tace? O se vuole ancora parlare, perché non ci presenta
quello che ci aspetteremmo e
cioè una truppa di discepoli pieni di slancio missionario, un manipolo di pescatori di uomini
che guadagntmo i loro contemporanei alla fede andando dappertutto a proclamare che il Signore è risorto?
Forse perché questo racconto
vuole farci scorgere i credenti
«il giorno dopo», dieci giorni
dopo, cinquant’anni dopo,-millenovecentonovahtasei anni
dopo la Pasqua, quando la
morte seppur sconfitta continua a far morire, quando la vita
continua ad essere dura, i nostri rapporti esposti sempre al
rischio dell’inconiunicabilità,
dell’infedeltà e dell’egoismo:
quando certi mali profondi che
credevamo superati per sempre
tornano ad essere attuali.
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«Simon Pietro, Tommaso detto Didimo, Natanaele di Cana di
Galilea, i figli di Zebedeo e altri
due suoi discepoli erano insie'■ me»... Là, presso U lago di Tiberiade, come all’inizio, come prima di quei tre anni che avevano
cambiato la loro vita. Là, insieme, come al ritorno di un funerale, desolati, silenziosi... Sono
sette questi discepoli. L’elenco
preciso e dettagliato vuole farceli
riconoscere: dietro ad ognuno di
loro c’è l’incontro personale e
comunitario con il risorto; questo elenco lungo e completo ci
consente di aggiungere i nostri
nomi e i nostri incontri con lui,
la nostra fede e la Pasqua già vissuta, già alle nostre spalle. «Vado
a pescare, veniamo anche noi».
11 gruppo degli apostoli torna
alle cose di sempre, i pescatori di
uomini tornano pescatori di pesci, la comunità dei credenti resta, nonostante la Pasqua, una
comunità molto umana, le donne e gli uomini di sempre che
tornano a fare quello che hanno
fatto sempre. Il racconto ci fa
notare che la loro vita è più vuota, perché essi vanno a pescare,
ma non riescono a pescare niente, che prescmdere da Cristo per
loro che l’hanno incontrato e
amato e che hanno creduto in
lui, significa non trovare più un
senso alle cose di sempre, che
essere discepoli e vivere come se
non lo fossero rende improduttiva e vuota quella vita che prima
ci appariva normale.
Ma loro ci provano, proprio
come ci proviamo anche noi, a
prescindere da lui: nella nostra
vita quotidiana, nel pensiero, o
nelle responsabilità che abbiamo, nel mandato che abbiamo
ricevuto, provano a fare come
se niente fosse accaduto. Se
questa notte la pesca è stata inftuttuosa, domani potrebbe andar meglio... ,,
Soltanto a questo punto compare Gesù, compare ma è irriconoscibile, come uno straniero.
Gesù è in incognito e, come vedremo, la sua presenza cambia
la loro storia e la loro situazione. Ma, appunto, il come Gesù
interviene contiene per noi un
messaggio importante. Gesù li
cerca là dove essi hanno deciso
di stare. Non appare in modo
evidente, non si rammarica per
le cose che non hanno capito,
non li rimprovera perché non
hanno saputo essere discepoli,
perché non hanno saputo rimanere fedeli, ma torna a cercarli e
10 fa sul loro terreno, nelle cose
che loro in quel momento riescpno a capire.
ia presenza del Signore risorto
non dipende dalla nostra fe|deltà, né dalle nostre capacità,
non si perde per la nostra impotenza o nella nostra tristezza, anche quando essa è terribile, prepotente. Gesù si fa loro incontro,
ed essi si accorgono di non avere
nulla dà offrirgli; ma anche qui,
egli non fa cenno alla loro vocazione, alla sua autorità di Signore. Egli non ricorre a nessun discorso di fede, ma nella concretézza di quello che loro stanno
facendo, dice una parola che
consente loro di riempire le reti,
tanto da non riuscire a spostarle.
. È possibile gettare le reti dal
lato buono deUa barca, è possibile che d’improvviso la nostra
vita abbia una svolta, perché
qualcuno, uno sconosciuto, ti
consente di guardarla dal di
fuori e di vederla per quello che
è. Ma Gesù è lì proprio perché le
reti si riempiano, non solo e
non tanto per mostrare ai suoi
che senza di lui le loro reti e la
loro vita è vuota. Il risorto li incontra e si annuncia in una storia nuova con loro, in cui essi ritrovano la fede perché Gesù
gliela sa restituire nelle cose che
contano in quel momento per
loro. Ecco Tevangelo: là dove
noi siamo, e dovè ci siamo andati a cacciare, nei rapporti
concreti e nelle attese deUa nostra vita, nei vuoti che abbiamo
creato, nella cecità o nella caparbietà, lì parla e agisce Gesù,
11 risorto, lì in quella situazione
egli cambia le cose. Soltanto allora uno di loro riconosce in
quello sconosciuto il Signore.
Questo è il Signore che ci è
dato di incontrare: colui che sa
dire una parola autorevole e
nuova sulle cose che stiamo facendo, che cambia e trasforma
la vita che abbiamo, non quella
che avremmo dovuto o desiderare di avere; quello che quando
stiamo pescando non ci ordina
di pregare o di parlare o di cambiare mestiere, ma. ci ordina di
pescare da un altro lato della
barca, cioè interviene proprio
dove noi stiamo e lì trasforma la
nostra vita.
Certo è lui che riempie le reti
' altrimenti vuote, ma egli era
uno sconosciuto che in una situazione concreta e dirimente
(come lo è il nostro lavoro e il
mìodo di compierlo, come lo sono le nostre decisioni, come lo è
ad esempio il nostro modo di
pensare la vita con le popolazioni immigrate nel nostro paese...) dà un ordine apparentemente assurdo ma pertinènte,
in tema, che i discepoli hanno il
coraggio di ascoltare.
In quelTincontro nuovo con
J’uomo della riva essi incontrano il risorto e non solo le loro
reti ma anche la loro esistènza
si trasforma. Essi non sanno ancora che la loro vita si trasformerà e sarà resa capace di una
fede e di un amore nuovi, che
essi non possedevano. Di due di
loro Giovanni accenna nell’ultima parte di quest’ultimo capitolo del Vangelo: Pietro sarà inviato a pascere le pecore del Signore e a lui è annunziato il
martirio; dell’altro discepolo,
quello che ha riconosciuto il Sicure e lo ha annunziato, Gesù
risorto dice che rimarrà fino al
suo ritorno. Un armunzio che si
mantiene vivo di generazione in
generazione, e un servizio che
può affrontare il martirio: questo hanno incontrato quella
mattina i discepoli, nonostante
la loro speranza delusa, ed una
notte infruttuosa. ,
Noi non sappiamo dove quell’incontro ci porterà, forse si
tratterà di rimanere dove siamo
ma con delle parole e delle possibilità che non avremmo immaginato, forse invece dovremo
cambiare, forse saremo condotti, come Pietro, dove non vorremmo, forse il prendere atto,
anche duramente, dei nostri limiti, ci consentirà di scoprire i
doni che la nostra vita ha ricevuto, forse sapremo trovare le
strade per dire a chi ci sta intorno che Gesù,'quello sconosciuto, è il Signore. Quello che da
questo brano riceviamo è che il
risorto ci incontra con il suo
perdono, con la forza della resurrezione, con la concretezza
della lingua che parliamo e della vita, qualunque essa sia, che
stiamo vivendo.
Il racconto si conclude con
una singolare colazione preparata per loro: pesce sulla brace e
pane. Essi, ormai, «sapevano»,
la pesca aveva loro consentito
di riconoscere, e di ritrovare la
fede, ma Gesù li accoglie più in
profondità, li nutre, divide con
loro il pane e il pesce, proprio
come nell’ultima cena ha dhdso
il pane e distribuito U vino. Il risorto li accoglie, li consola, li
nutre, si dona a loro e a noi con
un gesto semplice e chiaro.
20
Note
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cap. 21 sembra unW
ta ed è stata molto di
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Se questa ipotesi è* unfflilio:
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//òro» (Giovanni 20,30), UnprÌJ
In questo racconto« .WioniaE
che consente di riconos del 23 g€
re il Signore risorto nai ptklO Cl
il suo appello (comequai ^sa b£
do chiama Maria peri» ìnquella
me, 20, 16) né una fomi ¿à avev
la di saluto densa di rifa
menti (come quandosali
ta i discepoli dicendo'«|» -jnidlae]
ce a voi»), ma due fatli ,
miracolo della pesca» vW*““vrabbondante e la mei
preparata per i discep
a cui li invita esplidtacnfii
te a partecipare. Patoli
gesti, appelli, coridiofe
ne: sono questi strumMl
molto umani quellic»
cui il risorto ci incontrai
La colazione'di paca
pesce preparata dal fiw
to (21, 13) ricorda da» '
no il racconto della moi
plicazione dei panieik
pesci di Giov. 6, 11:«®
prese i pani, rese grailij
li fece passare... e feti]
stesso coi pese/». Sap|A
Domen:
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mo che il racconto dal JÄtato ]
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moltiplicazione, in tutt
Vangeli, è resa confort
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na, con il risultato»
moltiplicazione e ulti*
cena sono da sempre st®
messe in relazione.
L'incontro con ¡1 Ù®
risuscitato trasforma
ro- realtà quotidiana, W
sono i discepoli che si »
vano verso Cristo, cheto
sformano la loro vita in»
sta dell'incontro con H _
gnore, ma è il dsocto , ?(mesiri
prende l'iniziativa, cn ;
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dove essi sono, s“lte
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trare G
ione che
' niente,,
nvalid^.
discepoli
il risono,
li sia già
volte.
saio cheli
al Vani
ne il
al Vangai,
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. pur essei
stessa irli
ato sulla
seguenze
me (11S3
itarebb
di una gì
I missioni
e dal SIg
Una nuova chiesa si aggiunge alla comunione metodista in Italia
Confessano la fede metodista in coreano
jno ormai tre le chiese metodiste a Roma: quella di lingua italiana, quella di
lingua inglese e ora quella di lingua coreana. Una chiesa multietnica
BENATO chiesa
mata una giornata molto
&licolare, quella di do£28 aprile, per il metodo italiano. La Chiesa
ìtodista coreana di Roma
1 solo ha tenuto il suo pri10 ¿ito ufficiale nel tempio
(¡rano, ma ha reso pubbliil suo desiderio di essere
jlta nella Chiesa evangeTj valdese, Unione delle
àiese valdesi e metodiste; la
testa, un evento carico di
llficato e di fratellanza
IstiiOia. è stata inviata alla
avola.
La storia del metodismo
sano risale al 1884 quan^quero in Corea i primi
frutto dell’evangelizaone nordamericana. Nel
itn mondo protestante co^Isano, i metodisti sono oggi
ipotesi èj. luajtoilione e mezzo, distri> vero dui tbiùti in 4.500 comunità con
ssionedii 5,768 pastori. La loro presenaun'agg« :¡jin;5^alia è abbastanza reportafei Cjonte ein un primo momenicora quali ■ ¡p non si è distinta dal comfplessodeUa presenza evange
tti -t
mi 20,30). Unìnnio inizio di vita au'accontod üloma a Roma porta la data
di riconoi del 23 gennaio 1994 con un
isortonai Í primo culto celebrato nella
(come qua i^à battista di via Urbana,
aria perp Inguella prima fase la comu- una fori» nità iiveva assunto il nome di
insadirifa ss^eng Myung (La nuova
, vita). Nello stesso anno alla
"■e'’™" liiida’tiella comunità coreana
lafu inviato dalla Corea
.,,tore metodista Hong Ki
lk.'Nel marzo 1996 la coaitá è diventata Chiesa
i«f|[ista coreana, con una
svolttmolto importante.
Costato subito il contatto
iffitto con l’Opcemi che si è
coBltetizzato nella disponibSitàdei locali di via Firenze.
.Domenica 28 aprile con il
itolo culto celebrato nella
chiesa luterana si è aperta
I ,,, nuova fase della vita di
>se gra# *!“«sta comunità a cui ha
e feii l^cipato il pastore Valdo
Sappii Iptocchi, presidente del Coonto de! jpdtato permanente dell’Op;, in tuli cerni e pastore a Roma e un
confort ^Itogmppo della chiesa meigii att'illddista di via XX Settembre,
) due fai
la pesca
! e la mi
r i discei
esplldtai
lareivPa
, condili^
sti strumei
i quelli ca
incont^
le' di parti
jta dal ri»
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, 11; «ti»
l'ultima»
ato di
iuli
' rr'tn tengono nella
luterana, e gli incontri
■iade.ll{*
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II, Edi«**
^rofi
di
Coit«^
.Bvaiv:
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lation. "
Isra»’®'
Maria Grazia Sbàffi Paiazzino, ii pastore Valdo Benecchi con il coro e i responsabili della chiesa coreana
musiche di Evans, Rossi,
Gounod, Tosti, Haendel e di
alcuni compositori coreani. I
solisti hanno eseguito un repertorio in parte europeo
hanno riscosso grande successo.
Il significato di questa cooperazione fra il metodismo
italiano e quello europeo è
emerso nei vari interventi
durante il culto. È intervenuto il presidente del metodismo coreano in Europa, Kim
Shin Ung, venuto a Roma per
l’occasione. Significative le
parole del pastore Hong Ki
Seok e del pastore Valdo Benecchi, che ha portato i saluti
del Comitato permanente
dell’Opcemi e della Tavola
valdese. Beriecchi ha in particolare espresso la speranza
che il lavoro comune (entro i
limiti imposti dalla lingua)
sarà proficuo sia per la comunità italiana che per la comunità di lingua italiana e
per la comunità di lingua inglese. Ben tre sqno ora le
chiese metodiste a Roma.
L’entusiasmo e la freschezza
spirituale della comunità coreana - ha detto fra l’altro Benecchi - potrà coniugarsi con
la storia e le caratteristiche
della presenza metodista in
Italia e produrre, speriamo,
una ventata di autentico risveglio spirituale. Ciò che è
accaduto a Roma il 28 aprile
potrà sembrare poca cosa,
ma per i presenti ha avuto un
notevole rilievo. In una società che si avvia ad essere
una società multiculturale,
queste gioiose occasioni sono destinate a moltiplicarsi.
Questo ci rallegra molto, ma
bisogna vegliare affinché
queste esperienze ci aiutino a
superare definitivamente
ogni residuo di chiusura e di
intolleranza anche latente e
che potrebbe riaffacciarsi, in
netta contraddizione con la
nostra vocazione di testimonianza delTEvangelo che è la
buona notizia dell’amore di
Dio per ogni creatura.
Dal 16 al 26 aprile la Conferenza generale metodista
I metodisti crescono ogni anno in numero e
nell'azione sociale in tutti i paesi del mondo
mhrt Iti !®®s®dinianaìi si svolgono
? inviaFìrenze.
in il d'ii '■ ^Chiesa metodista coreajrma la 11 Roma è per ora costituisessanta persone, preche si ^ ì^temente giovani, fra cui
:o, chert coppie con bambini. A
3 vita il'* iitoara si è anche costituito
0 co® 'L , altro gruppo di metodisti
0*0'^®, I si riunisce regolarmente.
l ' ^glomata del 28 aprile ha
” uki come momento cendi frutti.* R culto durante il quale
ondivid® trri elemento che è
1 queito|Pf^tteristico di tutte le cosulla lif ’ ?“Mtà coreane, l’ampio «pa
Ratinato al canto. Fin dai
Lutero le chiese pro"^lanti hanno sempre riseralla musica (e in particoSÜ canto corale) un ruolo
optarlo: questo è purtroppo
punto dolente delle nostre
®ese italiane. Va sottolineaItar comunità coreane in
' U ? composte prevaPtemente da studenti di
^to, spesso già laureati nel
‘0 paese e ora in Italia per
• perfezionamento. La
■ è metodista coreana
I® 8*^ spesse volte messa a
posizione della comunità
podista italiana, ma anche
che comunità evangeli
• Un servizio veramente
Li^'eso ed estremamente
^^^zato per il suo livello
^Ì«:o e culturale.
jJj^Po il culto, domenica 28
5^® e stato offerto un conDae V Coro diretto da Park
pg» con grande com®Pza. Sono state eseguite
Dal 16 al 26 aprile si è svolta a Denver, Colorado (Usa),
la Conferenza annuale della Chiesa metodista unita
(Urne) a cui hànno preso parte 998 delegati, 138 dei quali
provenienti da altri paesi. Tra
i pastori presenti, circa un
quarto erano donne.
Per decisione del Consiglio
episcopale il messaggio di
apertura della Conferenza è
stato affidato al vescovo Judith Craig. In esso si comunica fra l’altro che i membri
della Urne sono in crescita ed
erano alla fine del 1994 circa
10 milioni e 300.000, di cui
circa il 15% non statunitensi.
Dieci anni prima 1 non americani erano meno del 9%.
Fra le varie notizie ed esortazioni riportate dal messaggio
ve ne sono alcune di rilievo.
- L’Università d’Africa, fondata sei anni fa, conta già più
di 300 studenti.
- Cresce in tutto il mondo il
desiderio di incontri in convegni e meeting di vario genere, e cresce anche la partecipazione agli studi biblici.
- 103.000 volontari hanno
preso parte a progetti di missione e di aiuto in 46 paesi,
dove sono stati investiti circa
39 milioni di dollari.
- Nei paesi dell’Est europeo, particolarmente in Russia, la presenza metodista si
va allargando.
- In molti paesi si lavora
con entusiasmo nel settore
deH’evangelizzazione.
- A 40 anni di distanza e
possibUe affermare con forza
che la decisione di accogliere
le donne come ministri è stata una benedizione del Signore che ha portato grandi
doni alla chiesa tutta.
- C’è però in diversi paesi
ancora molta strada da fare
per la reale parità dei sessi e
per l’abolizione di ogni forma
di razzismo.
- Occorre insistere sulla
sessualità come un dorto di
Dio, ma combattere tutte le
forme di degradazione derivanti dall’uso deviato che se
ne fa.
- È necessaria una maggiore unità di spirito e di inteiìti
alTintemo della Chiesa metodista e una più larga aperffira
ecumenica ai credenti di al
I lavori del XVI Sinodo luterano
Tredici chiese in Italia
raccolgono l'eredità e il
messaggio di Martin Lutero
tre denominazioni e confessioni cristiane.
- Ci troviamo in un'epoca
della storia che rischia di divaricare in maniera ancor più
drammatica le condizioni
economiche e culturali tra i
diversi popoli: dobbiamo lavorare seriamente per la pace
e la giustizia rimanendo fedeli ai punti cardini della nostra
fede, nel rispetto delle altre
tradizioni e culture, sotto la
guida dello Spirito Santo.
- Dobbiamo ritrovarci più
uniti nella preghiera e attorno alla mensa del Signore.
(Dal messaggio episcopale alla
Conferenza generale della Chiesa
metodista unita del vescovo Judith Craig).
Il XYI Sinodo della Chiesa
evangelica luterana in Italia
(Celi) si è svolto dal 25 al 28
aprile a Trieste. 29 i membri
del Sinodo, tra cui 13 donne.
La Celi comprende 11 chiese in tutta Italia, più due sedi
presso stazioni termali attive
tutto l’anno, alcune opere, il
progetto di fondazione di
una chiesa in Sicilia e diversi
gruppi che si incontrano in
case private. Circa 7.000 sono
i membri della chiesa, alla
quale si aderisce su base volontaria. Le autorità della
chiesa sono il Sinodo e il
Concistoro. La presidente attuale del Sinodo è Anna Brunow-Franzoi, di Venezia; del
Concistoro fanno parte il decano Hartmut Diekmann,
pàstore a Napoli, .il vicedecano Jùrg Kleemann, pastore a
Firenze e Venezia e tre membri laici.
Il decano, nella sua relazione si è soffermato particolarmente sulle trattative con la
Chiesa evangelica tedesca
(Ekd) per giungere a un nuovo accordo fra la stessa e la
Celi. Occorre chiarire il ruolo
dell’Ekd, che da una parte
spinge la Celi a collegarsi
maggìormentp con le altre
chiese italiane e preannuncia
tagli dolorosi sugli aiuti economici, dall’altra sembra voler esercitare un più forte
controllo sulla Celi stessa. In
particolare nei rapporti con il
cattolicesimo i luterani in Italia vorrebbero poter essere
più autonomi rispetto alla linea seguita dalla Chiesa luterana in Cermania.
Di difficile soluzione, per il
momento, sembra la questione dell’uso della lingua tedesca o della lingua itffiiana: la
prima consente una partecipazione effettiva delle persone che hanno difficoltà con
l’italiano, la seconda permetterebbe un maggior radicamento nel nostro paese.
A nome dèi Concistoro,
nella sua relazione, Riccardo
Bachrach ha esortato le chiese a un maggior coinvolgimento della vita comune della Chiesa ed ha sottolineato
le diverse adempienze richieste dalTIntesa stipulata con la
Repubblica italiana e ha inoltre posto la questione della
comunità di Ispra-Varese che
pur contribuendo finanziariamente alle necessità della
Celi non ha diritto di essere
presente in Sinodo.
Hanna Franzoi, presidente
sinodale, ha ribadito la difficile situazione finanziaria
della Chiesa che si aggraverà
con la diminuzione progressiva degli aiuti dalia Cermania e che potrà essere forse
superata solo al moménto in
cui si potrà usufruire delle
entrate provenienti dall’8 per
rnille.
Il rappresentante della Ekd,
Oberldrchenrat Reiner Rinne,
ITI Cenacolo
Pubblicazione bimestrale di meditazioni quotidiane per il culto individuale e
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Hanna Franzoi
ha illustrato la necessità dei
tagli ai contributi alla Celi,
dovuta alla forte contrazione
dei proventi della tassa ecclesiastica che ha costretto a ridimensionare molte attività,
in Cermania come airestero.
Ha inoltre ricordato che la
Celi è Tunica Chiesa luterana
in Europa sostenuta finanziariamente dalTEkd.
Diversi ospiti hanno portato il saluto delle rispettive
chiese: il pastore Renato
Coisson della Comunità elvetica e valdese di Trieste,
mons. Piergiorgio Ragazzoni
e don Ciampaolo Muggia, in
rappresentanza del vescovo
di Trieste, l’archimandrita
Elefteriou della comunità
greco-ortodossa di Trieste, il
past. Lino Lubiana della
Chiesa evangelica di Croazia.
Il pastore Domenico Tomasetto, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, ha sottolineato l’importanza dei luterani alTinterno della Federazione e ha focalizzato la necessità di cercare rapporti costruttivi con l'ambiente evangelicale e di riflettere a. fondo
sulla idea di arrivare ad un
Consiglio nazionale delle
chiese cristiane.
A nome dell’Unione battista il prof. Avemmo Di Croce,
membro del Comitato esecutivo della stessa, ha ricordato
il senso di riconoscenza con
cui i battisti italiani guardano
alla figura di Lutero e ha auspicato che la Celi diventi la
chiesa di tutti i luterani presenti in Italia, a qualunque
nazionalità appartengano.
Il motivo più importante
del Sinodo è stato comunque
quello del lavoro in Sicilia,
condotto dalla pastora Almut
Kramm che è entrata in contatto con centinaia di luterani presenti nell’isola, per la
quasi totalità donne sposate
con italiani. È un’opera feconda, segno di speranza,
come tutti haimo sottolineato e si farà di tutto, nonostante le ristrettezze economiche, per cercare di radicare maggiormente la testimonianza luterana in Sicilia,
avendo come base Catania,
dove si spera di poter trovare
un locale di culto e di creare
servizi più consoni alle pressanti necessità.
•ÌT'
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PAG. 4 RIFORMA
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Usa: la «Conferenza per l'ordinazione delle donne» lancia una petizione
Firme per rifopare la Chiesa cattolica
La petizione, lanciata a Washington nel marzo scorso, si propone di raccogliere
un milione di firme per «dare voce e forza» all'opinione dei cattolici americani
Un gruppo di laici cattolici
romani degli Stati Uniti, «The
Women’s Ordination Conference», ha lanciato una campagna in vista di raccogliere
un milione di firme per una
petizione. Spera in questo
modo di esercitare pressioni
sulla gerarchia affinché intraprenda importanti riforme
della chiesa. Queste riforme
dovrebbero riguardare Tinfallibilità del papa, l’ordinazione e l’uguaglianza per le
donne e l’abolizione del celibato obbligatorio per i preti.
La petizione dovrebbe essere presentata in Vaticano il
prossimo anno, a Pasqua o a
Pentecoste, al termine di un
pellegrinaggio di protesta. Se
il progetto andrà in porto una
grande conferenza stampa
intemazionale, convocata dai
sostenitori di una riforma
della Chiesa cattolica romana, negli Usa e in Europa,
verrà organizzata di fronte alla basilica di San Pietro a Ro- ^
ma. Gli organizzatori hanno
inoltre menzionato la possibilità di chiedere la convocàzione di un Concilio Vaticano
III, con una partecipazione
L’incontro tra Bill Clinton e il papa il 12 agosto 1993 a Denver
importante di laici, in vista di
intraprendere le riforme radicali auspicate dal gruppo.
La petizione, organizzata
dalla «The Women’s Ordination Conférence», è stata lanciata il mese scorso a Washington D.C. L’iniziativa segue U modello delle petizioni
lanciate da cattolici romani
in Austria e in Germania. Un
progetto analogo è attualmente in corso nei Paesi Bas
si. Sembra però che il taglio
dato dal gruppo americano
sia più radicale di quello dei
gruppi europei.
Un dei documenti preparatori presenta varie proposte
-sotto lo slogan «Un milione di
cattolici per una chiesa in cui
regnino l’uguaglianza e la
giustizia». «Il testo della petizione - precisano gli organizzatori - sarà lò stesso di quello che è stato redatto in Euro
pa, ma comprenderà un breve preambolo sull’ordinazione delle donne e sull’infallibilità». La. petizione ha l’obiettivo di «dare una voce, una forza e una visibilità nuove all’opinione dei fedeli degli Stati Uniti»; di permettere ai cattolici di base di protestare
con vigore contro le dichiarazioni del Vaticano, ad esempio quella che conferma che
l’opposizione del papa all’ordinazione delle donne preti è
infallibile; di esercitare pressioni per ottenere cambiamenti radicali aH’interno della gerarchia cattolica; di promuovere la copertura mediática del gruppo.
Finora la campagna sembra essere stata bene organizzata: «The Women’s Ordination Conférence» fungerà
da «centro operativo» della
campagna e coordinerà un
«gruppo di lavoro nazionale». Il gruppo chiederà a tutti
coloro che firmeranno la petizione di dare un dollaro a
testa. Il denaro servirà a sostenere le attività dei gruppi
che militano a favore delle
riforme. (eni)
Secondo le statistiche dell'Annuario delle Chiese americane e canadesi
In aumento le contribuzioni nelle grandi chiese americane
Alcune chiese protestanti
degli Stati Uniti hanno annunciato un aumento importante delle contribuzioni ricevute dalle loro comunità. Secondo l’Annuario 1996 delle
chiese americane e canadesi,
pubblicato di recente dal
Consiglio nazionale delle
chiese (Ncc), le comunità
membro di varie chiese protestanti, la Convenzione battista del Sud, là Chiesa riformata d’America, la Chiesa del
Nazareno e la «National Association of Free Will Baptists»,
hanno aumentato le contribuzioni versate alle loro rispettive chiese di oltre il 10%.
/mchè molte altre chiese protestanti hanno visto aumentare le contribuzioni ben al di
sopra del tasso di inflazione.
L’Annuario dà statistiche finanziarie per l’ultimo periodo contabilizzato (1994); gli
aumenti sono basati su raffronti fatti con l’anno 1993.
Secondo l’Ufficio delle statistiche Usa l’inflazione, dal luglio 1993 al luglio 1994, è stata del 2,6%. Le cifre delle contribuzioni comprendono
s^^mme versate sia per le
cinese sia per le opere diaconali. Kenneth Bedell, che ha
curato la redazione dell’Annuario 1996, ha precisato che
le cifre delle contribuzioni
erano incomplete in quanto
molte chiese hanno indicato
il numero dei propri membri
ma non hanno fornito statistiche finanziarie. Tuttavia,
basandosi sulle cifre disponibili, Kenneth Bedell afferma
che «anche le chiese che perdono membri vedono aumentare i loro introiti».
I 47 organismi di chiese
che hanno trasmesso dati
hanno annunciato un ammontare totale di contribuzioni per il 1994 di 18 miliardi
e 600 milioni di dollari. In totale, queste chiese contano
44.886.207 membri, per cui la
contribuzione annua media
prò capite è di oltre 413 dollari. Per la Convenzione battista del Sud le contribuzioni
sono passate da 5 miliardi
382 milioni e mezzo di dollari
a 6 miliardi di dollari, il che
rappresenta un aumento del
12,94%. Per la Chiesa riformata d’America sono passate
da 159 a 181 milioni didollari,
ossia un aumento del 13,79%.
Per la «National Association
of Free Will Baptists», le contribuzioni sono passate da 60
milioni 300.000 dollari a 68
milioni 300.000 dollari, con
un aumento del 13,27%.
Le statistiche riguardanti il
numero di membri delle 20
più grandi chiese degli Usa
non indicano grossi cambiamenti. Il numero di membri
della Convenzione battista
del Sud è passato da 15 milioni 398.642 nel 1993 a 15 milioni 614.060 nel 1994, con un
aumento dell’1,4%. I membri
della Chiesa cattolica romana
sono passati da 59.858.042 a
60.190.605, il che rappresenta
un aumento dello 0,56%.
Le Assemblee di Dio e la
Chiesa di Gesù Cristo dei santi degli ultimi giorni hanno
indicato aumenti di oltre il
2%, mentre la Chiesa metodista unita, la Chiesa evangelica
luterana d’America, la Chiesa
presbiteriana, la Chiesa luterana del Sinodo del Missouri,
le Chiese americane barriste
degli Usa e la Chiesa unita del
Cristo hanno annunciato una
lieve diminuzione del numero dei propri membri.
Secondo queste cifre, oltre
la metà di tutti i membri di
chiesa negli Usa appartiene
ad una delle tre chiese seguenti: cattolica romana.
Convenzione battista del Sud
e metodista unita. Le cifre
mostrano inoltre che i membri di quattro delle dieci
maggiori chiese degli Usa sono in maggioranza afroamericani: la Convenzione battista nazionale, con 8,2 milioni
di membri, la Chiesa di Dio
in Cristo, con 5.499.875
membri, la Convenzione battista nazionale d'America
S.A., con 3,5 milioni di membri, e la Chiesa metodista
episcopale africana, con 3,5
milioni di membri. (eni)
Le Assise della Cevaa si svolgeranno a Torre Pellice
La piccola Chiesa protestante del Senegai
Nonostante la presenza
della Società delle missioni
evangeliche di Parigi fin dal
1863, la Chiesa protestante
del Senegai (Eps) è rimasta
una chiesa di stranieri. Non
esiste quindi alcun rapporto
tra la sua influenza e la sua
consistenza numerica: è presente in tutti i dibattiti essenziali sulla vita senegalese, con
le sue trasmissioni radio e le
sue opere, annuncia la potenza di liberazione dell'
Evangelo.
La Chiesa protestante del
Senegai rappresenta un elemento indispensabile nel
dialogo islamico-cristiano in
quanto si trova immersa in
un contesto musulmano. Numerosi incontri si sono svolti
a Dakar. Scambi di giovani
sono stati organizzati sia con
l’Europa (Svizzera, Francia)
sia con i paesi africani limitrofi (Centro Africa, Togo).
Nel 1990, l’Eps era composta di 150 famiglie, con tre
pastóri, un’animatrice teologica e un evangelista. Nell’
ambito del programma del
«Centro libertà», vengono assicurate attività culturali e
una formazione in economia
domestica. Nel campo dei
mass media la Chiesa protestante gestisce una trasmissione radio settimanale, in
francese e in ouolof. Ogni
quindici giorni viene ritrasmesso il culto per intero.
La fraternità evangelica del
Senegai raggruppa la maggior parte delle missioni evangeliche presenti in Senegai ma la Chiesa protestante
del Senegai e la Chiesa avventista non ne fanno parte.
L’Eps è membro della Conferenza delle chiese di tutta
l’Africa (Ceta), del Consiglio
ecumenico delle chiese (Cec)
e deH’Alleanza riformata
mondiale (Arm). Collabora
con la Società delle missioni
riformate dei Paesi Bassi, con
l’organizzazione umanitaria
delle chiese protestanti tedesche «Brot für die Welt» e con
Dal Mondo Cristiano^
Per fare fronte al deficit il Cec dovrà
licenziare una parte del personale
GINEVRA — Il Consiglio ecumenico delle chiese (Cec)
costretto a ridurre il proprio personale per colmare un deS'
dei suoi introiti nel 1997. Il budget del Cec per il 1996 è di loj '
milioni di franchi svizzeri ma le sue previsioni di entrate per j
1997 ammontarlo soltanto a 94 milioni di franchi. Un portavo. ■
ce del Cec ha precisato che i tagli di bilancio, di circa il lot ■
porteranno tra l’altro alla soppressione di «diversi posti»; attra-i
verso varie misure: licenziamenti per motivi economici, pej,
sioni anticipate, non sostituzione di posti vacanti. Il Gec, che
attualmente impiega oltre 270 persone, sta esaminando i nio^
di minimizzare le conseguenze sul personale della «riduzii
necessaria degli effettivi». L’esame del budget sarà concli
entro la fine di luglio e le conclusioni saranno inviate ai trii
bri del Comitato centrale de Cec che si riunirà nel pressi
settembre. Il sottocomitato delle finanze del Cec ha già
le spese per il 1996 per far fronte al deficit previsto di 9
di franchi, che dovrà essere coperto da riserve. Il Cec ini
mantenere le sue attuali priorità di programma in vista
prossima Assemblea nel 1998. Michael Davies, sottosegrei
generale incaricato delle finanze e dell’amministrazioiiidd
Cec, ha dichiarato: «Se le chiese membro non voglionà piii
mantenere le attività tradizionali del Cec, allora dobbiaj||
chiederci se dobbiamo conrinuare a portarle avanti e, se;^
fosse, quali dovrebbero essere i necessari cambiamenti».
■vi»
Ex Germania Est: per molti
ogni idea religiosa appare «sospettai
HANNOVER — A oltre Cinque anni dall’unificazione tedésca, la percentuale dei tedeschi dell’Est membri di una chiesa
è tre volte inferiore a quella dei tedeschi dell’Ovest. Secondai
statistiche rese note nell’ultimo numero di Lutherische Mos
natshette, pubblicato a Hannover, l’86% della popolazioi^|
della Germania dell’Ovest è membro delle grandi chiese, piijii
testanti e cattolica. Nella Germania dell’Est, invece, la percéu,-tuale è solo del 30%. Nella parte occidentale il 25% (control
7% all’Est) dichiara di andare in chiesa almeno una voltasi
mese. Oltre metà dei tedeschi dell’Est si dichiara senza r#
gione, contro il 13% all’Ovest. Secondo Detlef PoUack, docenr
te di sociologia culturale comparata a Francoforte sull’Odet,^
tali differenze si possono spiegare con la campagna contro la
religione portata avanti dal partito comunista nella ex Dot,
nella seconda metà degli armi ’5Q. In seguito alla repressidijé^
subita dai cristiani praticanti dell’epoca, il numero dei battìi;,
simi è diminuito di un quarto. Il calo che si è verificato durante i decenni successivi non è tanto dovuto a un abbandono |^
rnassa, quanto alla diminuzione dei battesimi. «Molti nò^
hanno lasciato ufficialmente la chiesa ma hanno smesso "
mandarvi i propri figli», scrive PoUack. «Molti tedeschi
si sono talmente staccati dal cristianesimo che ogni idee rei;
giosa appare loro sospetta», afferma inoltre PoUack. (enì
la’c
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J?ers(
& dei
vitd,eb
Sud Africa: riunite le comunità nere ;
e bianche di una chiesa pentecostale
fflpzin
tafral’à
JOHANNESBURG — Dopo decenni di separazione delle
razze e di divisione aU’interno deUa più grande e più vecctó
chiesa pentecostale del Sud Africa, «The Apostolic Faith
sion» (Afm), le comunità bianche e nere sono state riunite ¡13
aprUe scorso. «Siamo la prima chiesa bianca, dominata da®
Afrikaners, a diventare una sola chiesa», ha dichiarato w
Burger, presidente della comunità bianca. La riunificazi^i
giunge dopo 21 anni di discussioni sull’unità tra i membriiii'
diani, meticci, neri e bianchi della chiesa, fondata^da missio*
nari americani nel 1908. «Anche se l’unità strutturale nonncopre tutto quello che intendiamo con unità, pensiamo Mi
questa manifestazione visibile, esterna, dell’unità deUa chiesa
apre la via al cambiamento, nei cuori e nelle menti dei mera;
bri bianchi e neri deUa chiesa», dichiara un comunicato. Le®
scussioni siUl’unità tra i diversi gruppi sono iniziate nel 1975*hanno portato aUa formazione, nel giugno 1992, di un gmpp*
composto di membri neri, meticci e indiani. Frank Chik^^
allora segretario generale del Consiglio delle chiese del S»
Africa (Sacc), è stato eletto presidente di questo gruppo n®
maggio 1993. L’unione raggrupperà i 674 pastori, le 720
munirà e i 400.000 membri della chiesa.
Una facoltà americana propone un posto
alla teologa coreana Chung Hyun-Kyung
«World Service». È membro
associato della Cevaa. .
Il Senegai è un paese di
208.017 kmq, con 7.130.000
abitanti. Il prodotto interno
lordo prò capite è di 650 dollari. Tèrra di coltura dell’arachide e di miniere di fosfati, il
Senegai è anche un luogo di
pesca artigianale e industriale. Le lingue utilizzate sono lo
ouolof e il francese. Alcuni
culti vengono fatti in inglese
e in coreano.
In questo paese, in cui
l’89% della popolazione è
musulmano, le chiese protestanti rappresentano U 2 per
cento, la Chiesa cattolica romana il 5,5% e le religioni
tradizionali il 39
NEW YORK — Alla teologa coreana Chung Hyun-Kyun&
cui intervento durante l’Assemblea del Consiglio
delle chiese a Canberra, nel 1991, aveva suscitato vive conP
versie, è stato offerto un posto di docente al Seminario dii ^
logia Union Seminary di New York. Alcune voci si
opposte alla raccomandazione della nomina di
Hyung-Kyung da parte del comitato di selezione dell Ura
Seminary ma il comitato incaricato delle nomine h®
to la raccomandazione. Chung Hyung-Kyung insegna attu
mente teologia all’Università delle donne di Seoul; dovrà
subentrare a Kosuke Koyama, docente di ecumenismo, ,
sta per andare in emeritazione.
Kuwait: cristiano giudicato per apostasia
KUWAIT — Per la prima volta in Kuwait un uomo è s
processato per apostasia, dopo avere dichiarato a un
locale di essere passato dall’Islam al cristianesimo. La sua „
versione, aveva detto, era probabilmente il motivo per
era stato rifiutato di iniziare la pratica per ottenere un P®**
so di visita ai suoi figli. Avvocati islamici hanno
indagini giudiziarie nei suoi confronti e chiesto che egli
muagini giuaiziane nei suol confronti e cmesto cnc cg.* ^
se giudicato davanti ad un tribunale islamico, anche se ^
stituzione del Kuwait del 1962 garantisce la libertà .“(oaSecondo un avvocato islamico, se un apostata rifiuta _ giure all’Islam nulla vieta, in base alla «sharia», che egli veng
stiziato. Questa vicenda giova soprattutto ai deputati ^ a (j,
rebbero che la legge islamica sostituisca definitivamen^^ >
ritto civile nel Kuwait.
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5
PAG. 5 RIFORMA
Un volume collettivo della Claudiana per ricordare il teologo Bonhoeffer
«Vorrei imparare a credere»
Saggi e interventi proposti dai convegni del cinquantenario della morte
Il fascino di un pensiero incompiuto e asistematico
GIOROIO TOURN
COME era accaduto per
Lutero neU’anno del
centenario della nascita così
per Bonhoeffer il 1995, cinquantenario della morte, è
stato un anno di rievocazioni* convegni, seminari, conferenze, pubblicazioni che
hanno riproposto all’attenzione del pubblico la vicenda di questo singolare teologo. Anche il nostro piccolo
mondo evangelico, pur nel
limite delle sue forze, ha degnamente contribuito a ricordarlo.
La Facoltà di teologia a Roma ha organizzato un convegno, la Federazione delle
chiese evangeliche in Liguria
e Piemonte meridionale ha
programmato a Genova due
ricche giornate di studio con
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Un volume ricorda lo sterminio voluto dal Terzo Reich
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La condanna nazista degli zingari
OUSTAVO BOUCHARD
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E uscito in gennaio il volume .Zigeuner; sterminio
à^ntìcato, pubblicato su
l^osta dell’Opera nomadi
eeon.jl patrocinio della Provindadi Roma nell’ambito di
un'lBtziativa sul tema «A
piola nei campi di sterminio».,
ll^blume* curato da Giovanna Boursier, Massimo
(j§verso e Fabio Jacomini, è
stato dedicato a Miriam Notiteli,ebrea polacca, iniziatricei^i studi sullo sterminio
degli zingari. La ricerca è stata fra l'altro molto utile per la
i^Ktruzione della memoria
delgènocidio degli ebrei e degtt’ingari, per ricordare a noi
stessi un passato che ci sembra di rivedere oggi, lugubre
ipettro, nei massacri quotidiani. Per questo motivo la
Novitch al congresso mon^diale dei Rom a Gottingen ha
ii^fflonito i congressisti che
*il trtfscurare gli zingari e il
bteere il loro massacro costi^isce una seconda ingiustizia
t^loro confronti».
11 volume quindi vuole esuna voce diretta innanzitutto agli studenti che in
decine di migliaia hanno preso pane ai viaggi nei lager è
«le biblioteche delle scuole
.^eriori; la testimonianza è
J®ein balia, perché carente
dei libri di testo. La lettura è
PtOziosa per la conoscenza
delle sofferenze patite dai
Affiti e dai Rom, che pagaropesante tributo alla
^elifante politica nazista
deportazione e dello
rnfminio». Inoltre il testo ci
decorre per la presa di co^nza delle peculiarità che
^atterizzano il nomadismo:
lo movimento qua
,0 elemento essenziale del
^“«tenza, il valore della faglia rappresentato dal ri8^ j P®r gli anziani può esj. e di esempio per noi. «È
che i nomadi zi^^^[vivano fra di noi - dU
^ ara lo scrittore tedesco
cialità degli zingari, secondo i
nazisti, non era dovuta a ragioni sociali, «gli zingari erano ladri ^ truffatori, assassini
per cause genetiche perché tali erano le caratteristiche del
loro sangue irrimediabilmente tarato e perciò irrecuperabile».
Fautori di queste idee furono in primo luogo scienziati e
ricercatori al servizio del Terzo Reich, tra cui Robert Ritter
e Èva Justin; essi elaborarono^
teorie sulla pericolosità della
razza zingara, di origine ariana in quanto proveniente
dall’India, ma irrimediabilmente tarata da un gene molto pericoloso, «l’istinto al nomadismo». Queste ipotesi
confermavano l’irrecuperabilità della razza zingara condannandola allo sterminio.
Nel Terzo Reich ricerca e legislazione procedevano di pari
passo legittimandosi vicendevolmente; responsabile della
questione zingara diventerà
poi il famigerato Heinrich
Himmler, che l’8 dicembre
1D38 emana un decreto deci
sivo per la storia dello sterminio: la soluzione finale verrà
decretata il 16 dicembre 1942
con l’ordinanza per il trasferimento di tutti gli zingari a Auschwitz e Birkenau.
Con commozione si leggono le testimonianza dei sopravvissuti e quella del comandante di Auschwitz Rudolf Hoss, che li descrive «per
natura fiduciosi, rimasti
sempre fanciulli e sereni anche nelle situazioni più gravi»,■raccontando anche la
drammatica scena dei cani
aizzati per spingerli verso le
camere a gas dove moriranno a decine di migliaia. La testimonianza è preziosa di
fronte al rischio di recedere
ogni legame con il passato fino al punto di negarne l’esistenza: non dimentichiamo
che già al processo di Norimberga gli zingari furono ignorati ed esclusi dalle riparazioni di guena.
(•) G. Boursier, M. Converso, F.
Jacomini: Zigeuner. Lo sterminio
dimenticato. Roma, Sinnos,
1996, pp 96, £20.000.
Coro, strumenti e voci di animali
Messa ecologica e ecumenica
FRIEDRICH OROTJAHN
” »cnuore teai
¡^ter Grass - per farci capi
Wnto prive di significato
^^frontiere».
.j'wanna Boursier, autrice
stpli?® *®si di laurea sullo
ricorda il mezzo
zingari morti nei
^one occupate
ci aiuta a non diche li fenomeno si
ii n« ^ storia secolare
l'inj^®‘^'izioni che solo aldel sistema nazista
ma forme di estre
i^cretizzazione. L’aso
SULLA Rivista tedesca Reforniierte KirchenZeitung
viene segnalata un’interessante composizione del musicista americano Paul Winter, che riportiamo:
In occasione delTBOO“ anniversario della nascita di
Francesco d’Assisi (1981) il
musicista americano Paul
Winter compose una «Messa
per la terra e per voci di animali ed esseri umani» intitolandola «Missa Gaia».
Si tratta di una messa ecologica ed ecumenica. Il nome
«Gaia» le deriva dall’antico
nome greco con cui si indicava la «madre terra», ma si
ricollega anche alla «ipotesi
Gaia» formulata da naturalisti inglesi che affermano
«che tutta la materia vivente
della terra, dalle balene fino
ai virus, daiUe querce fino alle
alghe, costituisce un’unica
unità vivente», v
Partendo da qìiesta idea
Winter non, solo ha introdotto nella messa voci di animali, ma ha affidato i motivi di
fondo delle principali parti
deUa messa al grido degh am
mali. Così il «Kyrie» parte dal
richiamo di un lupo, il «Sanctus» dal canto delle balene,
l’«Agnus Dei» dal grido delle
foche. Dice Winter: «Il lupo
ha 30 milioni di anni, la balena 40 milioni. Non abbiamo
nulla da imparare da questi
nostri predecessori?».
L’ecumenicità della messa
è sottolineata dal fatto che in
essa sono rielaborati stili e
tradizioni assai diversi tra loro: il canto gregoriano, il corale protestante, la musica
per organo romantica, i ritmi
latinoamericani ed elementi
del gospel e del rock.
Il direttore del coro gospel
di Saarbrücken, Wilhelm Otto
Deutsch, ha importato dagli
Usa questa messa, rielaborandola per il suo coro e per
la banda giovanile della Sarre.
Il pezzo è stato eseguito per la
prima volta in Europa l’anno
scorso a Saarbrücken e poi
durante il Kirchentag. La
messa è stata registrata su Cd,
ed è reperibile dal novembre
scorso al seguente indirizzo:
Gospel-Chor Saarbrücken,
Hauptsrasse 67, 66127 Saarbrücken, D-Repubblica federale tedesca.
la collaborazione dell’Istituto
Goethe, a Torino si sono avuti due pomeriggi di conferenze. Buona parte di questo
materiale viene ora raccolto
nel volume edito dalla Claudiana*. Nove gli autori, undici i saggi, oltre all’intervista
rilasciata da Massimo Cacciari, filosofo e sindaco di Venezia, nell’impossibilità di
recàrsi a Roma.
I due filoni seguiti sono naturalmente quello storico e
quello teologico, con una
netta prevalenza del secondo. Gian Enrico Rusconi, Sergio Bologna, Matthias Schreiber delineano il contesto
della Resistenza, Paolo Ricca
traccia un profilo di Bonhoeffer, Hans Walter Schleicher, Alberto Gallas e Fulvio
Ferrario affrontanó alcuni
dei nodi teologici del pensie
ro bonhoefferiano: la responsabilità, la visione di
Dio, la spiritualità. Daniele
Garrone e Nunzio Galantino
approfondiscono la questione ebraica e le motivazioni
teologiche della Resistenza
nonché il rilievo che il tema
della chiesa e della confessione ebbero in Bonhoeffer.
Come ogni raccolta miscellanea anche questa non offre
che squarci, piste di lettura;
esplora aspetti particolari, ha
i caratteri del mosaico ma il
fascino di Bonhoeffer non sta
forse, come nota Paolo Ricca,
proprio nella sua frammentarietà, nella incompiutezza
del suo pensiero?
Si possono fare miscellanea anche su pensatori compatti e organici come Tommaso e Calvino, ma la varietà
delle letture, la complemen
tarità degli approcci ben si
addice a questo teologo che
resta sempre in tutto fuori
schema. Luterano interessato al cattolicesimo, più acuto
dei teologi di Barmen sul
problema ebraico, a tratti
mistico con visione del mondo quasi razional-positivista:
uno di quei rari personaggi
che in apparenza lineari e
semplici risultano poi indecifrabili.
Il materiale offerto in questo volume è sempre di notevole valore e la lettura, non
difficoltosa pur essendo i
saggi di tenore tecnico, favorirà l’accesso al mondo di
Bonhoeffer.
(*) Aaw: «Vorrei imparare a
credere». Dietrich Bonhoeffer.
(1906-1945). A cura di Fulvio
Ferrario. Torino, Claudiana,
1996, pp 223, £28.000.
concerti italiani di Springsteen
Una ribellione intimista
ESTER CASTANGIA
SAfiATO 13 aprile al teatro
San Felice ai Genova si è
tenuto l’ultimo concerto del
«tour» italiano di Brace Springsteen. Si è parlato molto
del.suo ultimo disco*, nonché di questo tour acustico;
questa volta Springsteen ha
colto tutti di sorpresa, e lasciata la «band» si è presentato da solo sul palco per raccontare in modo duro piccole
storie di frontiera e disperazione, affidandole a una chitarra e al suono tagliente di
un’armonica.
È strana l’atmosfera che si
respira, sembra quasi di trovarsi accanto al fuoco sotto
un ponte e ascoltare un cantastorie: infatti Springsteen
non spiega nulla né cerca di
lanciare messaggi, narra solo
la realtà: ed è per questo che
sul palco è da solo, per dar
modo ai personaggi di prendere forma; la scena è scarna:
silenzio totale, luci e voci si
fondono e sembrano dar corpo agli stati d’animo dei per
Salone di Torino
Il libro e
il setolo
delle donne
Si svolgerà dal 16 al 21
maggio prossimi l’ottava edizione del Salone del libro ne^
gli spazi espositivi di lingotto fiere. Il Salone, vetrina di
editori piccoli e grandi, avrà
quest’anno un tema portante
di grande respiro: «Il sècolo
delle donne?». Attraverso
un’ampia serie di dibattiti,
incontri e tavole rotonde verranno affrontati argomenti
«ome la politica internazionale delle donne, il bilancio
di un anno di narrativa femminile, la soggettività femminile e il pensiero della differenza, la dialettica complessa tra le donne e il papa.
Il riferimento alla cultura
del Mediterraneo (che più
volte ha informato di sé le attività culturali del Salone) si
adeguerà al tema generale («I
saperi del femminile. Il Mediterraneo antico e le scelte per
il nostro futuro» sarà U titolo
di un incontro sabato 18 con
Tahar Ben Jelloun, Predrag
Matvejevic, la scrittrice algerina Assia Djebar e altri).
sonaggi. Sono uomini comuni, sottomessi ed emarginati,
sono espressione di quell’
America che ha tradito sogni
e speranze. Il passato e il presente si confondono ed ecco
il motivo del richiamo a Furore: allora come ora la gente è
alla ricerca di una vita se non
migliore almeno dignitosa.
Ogni tanto Springsteen racconta piccoli aneddoti per
sprezzare la tensione che inevitabilmente si crea: per due
ore e mezzo ci ha tenuti tutti
lì, in silenzio, raccontando
quanto difficile sia vivere e
compiere delle scelte. Ecco
però che alla fine il pessimismo lascia'posto a una forza
innata che tutti abbiamo e sicuramente anche i personaggi di The Ghost of Tom Joad
(«Il fantasma di Tom Joad»,
protagonista appunto di Furore di Steinbeck e anche
dell’omonimo film di John
Ford), la forza di continuare
ad andare avanti, di Cercare
una terra promessa; e proprio
con le note di The Promise
Land il concerto si conclude.
Alla fine si comprende che
The Ghost of Tom Joad non è
un disco a sé, un cambiar
strada o un tornare alle origini, come qualche critico ha
affermato, in quanto i personaggi delle canzoni li possiamo ritrovare in dischi precedenti: solo che adesso sono
cresciuti.
Scheda
Un sogno
lungo
un viaggio
. (*) The Ghost of Tom Joad,
1995. Tom Joad è il protagonista
del romanzo di John Steinbeck
Furore (1939) che, ambientato
nell’America della Depressione,
narra di una famiglia costretta
all’emigrazione e alla mezzadrìa
per tirare avanti.
Da 23 anni Brace Springsteen rappresenta il personaggio più conosciuto sulla
scena del rock. Riprendendo
la tradizione del rock and ròll
e della canzone di protesta di
ambiente urbano, Springsteén inserisce in un discorso
musicale tradizionale di alto
livello i contenuti déUa rivolta sociale.
Si tratta'di una rivolta che
solo entro certi liihiti è «politica»: è più che altro in gioco
l’espressione del disagio individuale o sociale, calato in un
contesto ambientale di disadattamento. Fin dai primi dischi si parla di ambizioni frustrate, di città (o periferie, o
ghetti) ostili, di voglia di evaX dere dal tran tran, di viaggio.
L’amore ,e il percorso di ftiga
dall’ambiente oppressivo sonò forse i temi più ricorrenti
lungo gli anni e i dischi di un
artista che sa trasformarsi:
dalla registrazione in studio
alle perforrhance dal vivo, dagli album più aggressivi e arrabbiati [Born to run, 1975;
Darkness on thè Edge of
Town, 1978, Born in thè Usa,
1984) ai più meditativi e'intimisti Nebraska (1982, interamente registrato dal solo
Springsteen «in casa», grazie
alla padronanza di vari strumenti e delle tecniche di sovraincisione) e The Ghost of
Tom Joad (1995). Un discorso
a parte per il carattere «trascinante» dell’iriterpretazione
riguarda la raccolta Live
1975-85, in collaborazione
con la «E-street Band».
6
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i-',;
I
I
PAG. 6 RIFORMA
VENERDÌ 10 MAGGIO iqq^
r maggio a Grumo Sant'Antimo
Bianchi e neri insieme
al funerale di un lavoratore
MIMMO OUARAQMA
Alcune migliaia di persone, la stragrande maggioranza di colore, il 1° maggio hanno sfilato in silenzio
da Grumo a Sant’Antimo
(periferia nord di Napoli)
per ricordare un giovane
africano della Guinea assassinato una settimana fa da
un imbroglione più che da
im delinquente.
Diallo,U giovane immigrato, come migliaia di immigrati, voleva regolarizzarsi
ma il diecreto Dini è molto
restrittivo: infatti non vuole
mettere in reg'ola, vuole espellere; e allora a volte si
presentano documenti falsi.
In tanti hanno sottoscritto
dichiarazioni non corrispondenti al vero e lo hanno fatto
per aiutare qualche immigrato. Parallelamente però è
fiorito un mercato di false
assunzioni a pagamento.
Quando Diallo si è accorto di essere stato truffato e
ha preteso i soldi indietro,
chi lo aveva imbrogliato gli
ha sparato. Non c'entra la
camorra, certamente c’entra
un clima di violenza alimen
tato dalla camorra e che nello stesso tempo alimenta la
camorra. Un 1“ maggio, a
Sant’Antimo, significativo
perché riscopre le origini di
lotta di questa ricorrenza e si
proietta su un futuro che deve essere interrazziale.
Un 1° maggio che però
non è stato colto in tutta la
sua rilevanza. C’erano neri e
bianchi mano nella mano,
ma le organizzazioni sindacali erano assenti. Dai discorsi ufficiali di preti e sindaci sembrava che Diallo
non fosse stato assassinato
ma fosse morto cadendo
dalla motocicletta.
Al dolore e alla rabbia di
chi ha sfilato per le strade si
sono contrapposte troppa
retorica e troppe lacrime di
coccodrillo versate sul palco
a conclusione della manifestazione.
La profezia non è, mai
neutrale, la profezia non è
mai paternalista, la profezia
è sempre scelta di campo.
Non si può piangere per la
morte di Disilo dimenticando che lo abbiamo ammazzato noi con le npstre leggi
razziste.
Sicurezza delle centrali nucleari
Le pasticche di iodio
per l'emergenza bastano?
Il ministero della Sanità
francese ha deciso di distribuire a tutti coloro che abitano nei pressi delle numerose centrali nucleari pastiglie di iodio «stabile» da ingerire non appena venisse
dato l’allarme in seguito a
una fuga radioattiva pericolosa. Lo iodio «stabUe», saturando la tiroide, serve a limitare molto l’assorbimento di
iodio radioattivo a rappresenta una prima difesa valida dai rischi di inquinamento atomico.
Il provvedimento è statò
definito «indispensabile» dal
ministero. La Commissione
indipendente di ricerche e di
informazione sulla radioattività lo ritiene però insufficiente. «I venti dominanti ha dichiarato un portavoce
della Commissione - non si
fermano ai limiti geografici
fissati dal ministero». L’tmnuncio dimostra, sempre secondo la stessa fonte, «che
un incidente nucleare è possibile in Francia.
È una evoluzione della
mentalità. Finora si pensava
che nel nostro paese un incidente nucleare non fosse
possibile». La Commissione
ritiene però che le compresse di iodio dovrebbero essere distribuite a tutta la popo
lazione, anche se per ora il
governo francese non sembra orientato ad accogliere
la richiesta. Nel prendere la
sua decisione il ministero ha
tenuto ben presente l’esperienza di Cernobil, dove lo
iodio fu distribuito quattro
giorni dopo l’incidente,
quando ormai non era più di
nessuna utilità. Il ministero
ha annunciato che la distribuzione, per gli abitanti delle aree contigue alle centrali,
avverrà «prossimamente».
L’efficacia dello iodio, in
caso di fuga radioattiva, è
strettamente legata alla tempestività con cui viene ingerito da chi si trova nel raggio
interess.ato dall’allarme atomico. Poche ore di ritardo
possono essere fatali.
In passato il governo francese aveva sempre negato
che i suoi impianti presentassero qualche rischio. La
misura adottata dal ministero della Sanità, interpretata
dai movimenti verdi come
una dichiarazione di pericolo o quanto meno di nervosismo da p^e dei responsabili della sicurezza, può essere anche letta come una
doverosa misura cautelativa
in grado di salvare, nel caso
l’ipotesi peggiore si verificasse migliaia di vite umane.
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La ricerca scientifica e le mutazioni genetiche
Si può brevettare il Dna?
Le mutazioni transgeniche possono essere positive per il
genere umano ma senza controlli i rischi sono altissimi
GIUSEPPE BARBIERO*
1 risultati conseguiti dalle ricerche della moderna genetica hanno permesso di
comprendere il meccanismo
attraverso il quale i caratteri
ereditari propri di ciascun individuo si trasmettono da
una generazione a quella
successiva. L’acido desossiribonucleico (Dna) è la struttura molecolare che garantisce
la conservazione dei caratteri
trasmessi per via ereditaria,
attraverso un meccanismo
molto ben conseryato nel
corso dell’evoluzione. Il Dna
è una lunga molecola, presente in tutte le cellule, costituita nella sua parte informazionale da una sequenza in
cui si alternano quattro basi
azotate. Ogni tripletta di basi
azotate viene interpretata dai
sistemi di sintesi proteica per
selezionare uno dei 21 aminoacidi a disposizione della
cellula per costituire le proprie proteine.
Si definisce gene ima specifica sequenza di Dna che codifica per una proteina. Pèr
evitare errori di trascrizione
della sequenza di basi azotate, la cellula ha a disposizione un corredo di sisteini di
controllo e di recupero molto
raffinati ed, efficienti, per cui
le mutazioni risultano in definitiva molto rare. È.intuitivo
che se il gene subisce una
mutazione anche in una sola
base azotata, la proteina che
fosse eventualmente prodotta con tutta probabilità risulterebbe difettosa o non funzionale, con grave danno per
l’organismo. Tuttavia può
succedere che la mutazione
risulti neutra o addirittura
positiva. Le mutazioni vantaggiose non sono molto
spettacolari come immaginato dalla letteratura fantascientifica (ricordate gli XMen?), ciò nondimeno possono essere di grande rilievo.
Un esempio recente è costituito dal Dna degli Hagahai, una piccola popolazione nativa della Nuova Guinea, dove sembra vi siano
specifiche sequenze che forniscono ai possessori una
forma di immunità all’infe
Cromosoma di Drosophila Melanogaster
zione da un retrovirus, Htlv1. Resi edotti di questa particolare caratteristica del proprio Dna, gli Hagahai hanno
autorizzato una ricercatrice a
brevettare per loro conto le
sequenze in questione, come
ormai abitualmente fanno le
grandi multinazionali chimico-farmaceutiche o il Nih, il
potente Istituto della Sanità
degli Stati Uniti.
La richiesta di brevetto per
una sequenza di Dna può apparire bizzarra. A parte le
questioni strettamente giuridiche (si possono brevettare
cose che esistono già in qatura?), le prospettive commerciali a breve termine di questi
brevetti sono Comunque incerte, ma con il tempo le cose possono cambiare, stante
l’attuale vuoto legislativo. I
biologi molecolari stanno rapidamente affinando le pro^
prie capacità di indagine e di
manipolazione genetica e i
bioingegneri stanno sviluppando tecnologie che inferiscono nel nucleo stesso del
fenomeno «vita».
Anche se in questa sede
non è possibile rendere conto
di tutte le possibilità che ci
sono offerte dalle attuali biotecnologie un sommario e-.^
lenco, seppure inevitabil-'
I
Attenzione all'eugenetica
I bioingegneri, con la loro
manipolazione dei geni, operano delle accelerazioni dei
processi evolutivi naturali, in
una maniera forse solo più
mirata è consapevole di quella che per secoli ha guidato
coltivatori e allevatori nell’incrocio di sottospecie al fine di
selezionare piante e animali
utili all’uomo. Ma nessuna
tecnologia è neutra e la prudenza dovrebbe essere d’obbligo. Vi sono diverse questioni che devono essere tenute in considerazione. Al di
là della qualità del rischio intrinseco nelle biotecnologie
stesse, resta sullo sfondo la
possibilità che con la manipolazione del Dna umano ci
si avventuri nell’eugenetica,
ossia quella disciplina che si
propone di eliminare i «geni
difettosi», con il consueto
corredo di ambiguità nazistoidi. Non bisogna poi dimenticare che la biologia
molecolare è entrata a pieno
titolo nel ristretto novero delle big Sciences, di quelle discipline cioè che dispongono di
una grossa quota di finanziamenti destinati alla ricerca e
allo sviluppo, con i problemi
(gigantismo, autoreferenzialità, sottrazione di risorse ad
altre priorità) che questo fatto comporta. Infine rimane la
questione di fondo sul come
regolamentare l’esercizio di
un sapere (know-how) sul
quale è bene che l’intera umanità eserciti un controllo
rigoroso. E qui non è più possibile nascondersi dietro affermazioni di principio («la
ricerca è per definizione libera») 0 obiettivi lodevoli ma
ambigui come la gene therapy, cioè la cura di malattie
dovute a difetti genetici tramite correzione del gene difettoso. È lecito sospettare
che gli interessi di alcuni enti, come ad esempio la Nato
che finanzia ricerche e organizza periodici incontri di
scienziati, non siano propriamente filantropici.
Le questioni poste dalle
nuove frontiere della genetica sono quindi numerose e
complesse. Le decisiorii sugli
orientamenti, i criteri con i
quali si stabilisce ciò che è lecito,fare e ciò che non lo è,
debbono essere friitto di una
dialettica che coinvolge l’intera società umana. In ogni
caso bisogna evitare che il
biologo rimanga solo con la
propria coscienza nel suo laboratorio.
mente limitato, può dare
un’idea delle potenzialità della manipolazione dei geni.
L’analisi strutturale delle
proteine consente al biologo
molecolare di risalire alla specifica sequenza di basi azotate del Dna ed eventualmente
di rintracciare la posizione
del gene nel relativo cromosoma. È possibile mutare una
sequenza in uno o più punti
oppure costmirne una ex novo, ottenendo il cosiddetto
costrutto genico. Il costrutto
genico viene quindi inserito,
con un’operazione chiamata
transfezione, nel Dna di cellule coltivate in vitro al fine di
indurre la sintesi della proteina da esso codificata.
È con questo tipo di biotecnologie che vengono «fabbricate» a basso costo in laboratori industriali molecole ad
uso farmaceutico (insulina,
vari tipi di vaccini) la cui sintesi per altre vie richiederebbe investimenti onerosi. Un
costrutto genico può essere
transfettato anche sull’embrione alle prime fasi di sviluppo ottenendo così i cosiddetti animali transgenici, ossia animali che hanno incorporato nel loro Dna geni provenienti da specie diverse,
quasi sempre l’uomo. Questa
biotecnologia ha permesso
ad esempio di ottenere animali da laboratorio concepiti
con specifici difetti genetici
(ad esempio topi che presentano distrofia muscolare) al
fine di studiare in vivo alcune
particolari patologie.
Le biotecnologie risultano
temto più efficaci quanto più
è approfondita la conoscenza
del patrimonio genetico dell’organismo in esame. Alcune
specie come Escherichia coli
(un batterio presente nella
via digerente dell’uomo),
Caenorabditis elegans (un
piccolo verme) o Drosophila
melanogaster (un moscerino
della frutta) sono state estensivamente studiate per la relativa semplicità del loro programma genetico. Di ciascuna di queste specie si possiedono dettagliate mappe genetiche. Le mappe genetiche
consentono di individuare
non solo i geni, ma anche le
regioni del Dna che ne inibiscono 0 ne promuovono la
trascrizione e la traduzione
in proteine. La prossima sfida è la mappatura del Dna
umano, che è l’obiettivo finale del «Pfogetto Genoma»,
forse il più ambizioso programma di ricerca internazionale in corso. I coordinatori della ricerca contano di
completare l’intera mappa
entro il 2004.
' del dipartiniento di Medicina
e oncologia sperimentale,
Università di Torino
Opinione
Scuola: troppa
sudditanza
al Vaticano
MARCO ROSTAN /
1
Meno male che in occasione della pas^.
ta competizione elettori^
tutti erano compiaciuti
per il fatto che la gèrarchia cattolica non aveva dato indicazioni di”^^.
to! Finalmente è finita ^
partito dei cattolici, hàj,
no scritto i giornali, fin^
mente i cattolici votanq liberamente. Già, ma appgf.
na finite le elezioni, senza
che ci sia ancora il gova^
no, il buon Wojtyla .ha gi|
messo le mani avanti pqg
ché la scuola cattolica abbia più soldi.
Naturalmente, per via
della sudditanza al Vatìs
cano che contraddisti^v
gue partiti, schieramenti'é
gran parte dell’informazione stampata e televisi-:
va, nessuno si è azzardai#;
a dire al papa ciò che in;
piemontese suona; «T’ias
turna perdù l’ucasioun
per stè ciutuiì. Evidente
mente i soldi interessano
di più dei voti. Sarà bene
stare molto in campana
su questo punto: è noto
che da un po’ di tempo (e
ne abbiamo discusso anche su questo giornale)
c’è una certa disponibilità
a rivedere il punto della
Costituzione che garantisce piena libertà alla,
scuola privata salvaguardando però gli onen dello;
stato nei suoi confronti.
Anche nel programma
dell’Ulivo c’è una grossi;
illusione in proposito: si
pensa infatti a un sistema
scolastico pubblico uniéf
nel quale convivano scuo»i
le statali e private, coni
possibilità di finanziamenti per queste ultimai
(non il «bonus» alle fami^
glie ma delle convenziomìi
ha ribadito di recente il
probabile futuro ministra-i
Lombardi) a condizione;
che le scuole private rispondano a determinati
requisiti di qualità. Giài
chi li fìssa questi requisiti!
come li controlla e soprattutto quale garanzia si
può avere che saranno
rispettati?
Chi ha un minimo di conoscenza della scuola
pubblica sa che anche B
c’è il problema: ma ve
l’immaginate un organo
di controllo che valuta periodicamente gli insegnanti, controlla che le
ore di aggiornamento siano servite a qualcosa e
quando riscontra ignor®®'
za e incompetenza (c’è n e
jtanta!) toglie di cattedrali
docente e magari gli f®
re il bidello? Ci sarebbe»
rivoluzione di questi ulfr
mi e le folle in piazza in
nome della sacrosanta «U*
bertà di insegnamento*'
Papa a parte, questo
della
scuola è un bel test per n
prossimo governo. Sarw'
be comunque un pessUn
inizio se insieme alle w
novre e manovrine
ziarie dovessimo affron
re tagli e sacrifici per.“jj
vare, oltre alle migliata
miliardi che già njntica» i
anche qualche miliardi
in più da dare alle scu
cattoliche. O vi s®®?
che la musica
rebbe se, insieme alle
toliche, ci fossero ancii»
quelle dei prote
degli ebrei?
V» — -,
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jne in abb. postale/50 - Torino
iie»x>àl mancato recapito si prega restituire
giumente presso l’Ufficio PT Torino CMP Nord.
Lftfltore si impegna a corrispondere
Ull^ di rasa.
Fondato nel 1848
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istanti
Con un raduno di trattori arrivati a Bobbio Pellice da tutta la valle, è iniziata la lunga serie di manifestazioni che la
Pio Loco di Bobbio ha in programma per l’anno in corso.
Uni cinquantina di mezzi hanno raggiunto domenica 5
tttaggio l’area espositiva, mezzi di altri tempi accanto a
nuovissimi e attrezzati strumenti di lavoro. Indispensabili
nel lavoro agricolo (e Bobbio ha ancora una forte vocazione agricola), i trattori esercitano un loro fascino anche sui
più piccoli e sui turisti accorsi numerosi nel piccolo centro
dell’alta vai Pellice.
Ielle
VENERDÌ 10 MAGGIO 1996 ANNO 132-N. 19 URE2000
Ci stiamo velocemente
avvicinando a quel 19
maggio che per il Pinerolese
rappresenta l’anniversario del
più recente e catastrofico evento alluvionale che la zona
ricordi negli ultimi 30 anni;
era il 1977 e se è vero che le
piene dei nostri torrenti sono
cicliche e si verificano ogni
15-20 anni c’è poco da stare
allegri: siamo in pieno rischio. In quel maggio il clima
era stato simile a quello di
questi glorili: molta neve sulle montagne, come oggi, su
cui si scatenò un nubifragio
durato alcuni giorni. L’acqua
piovana si aggiunse a quella
derivante dallo scioglimento
delle nevi e per ponti, strutture e soprattutto vite umane,
fu una tragica fine.
I PROBLEMI DEI BACINI IDRICI
ALLUVIONI
nERVALDO ROSTAN
Al di là della situazione climatica, l’anniversario si presta ad alcune considerazioni.
In questi anni si è fatta poca
prevenzione. Pochissimo si è
investito sul territorio che è
molto più abbandonato di allora. Si disse che si sarebbero
dovute rifare briglie, gestire
con cura boschi e foreste, tutelare i torrenti lungo il loro
corso. In realtà i fondi arrivati
alle Comunità montane sono
serviti al più per redigere
qualche piano di àssestamento
forestale senza dare però
gambe ai progetti che ne sarebbero dovuti derivare. Si
sono attivati nuovi prelievi
idrici sui torrenti mediante
piccoli sbarramenti che diventano però pericolosissime deviazioni dei corsi naturali in
caso di alluvioni, si è continuato a palleggiare le responsabilità fra chi deve-costruire
questo o quel muro di arginatura, chi deve proteggere questa o quella struttura. Ma il legname nei corsi d’acqua è
sempre là, sempre più rigoglioso, le puliture dei fiumi o
si fanno in modo selvaggio livellando completamente chilometri di alveo o non si fanno, con la scusa di ripulire i
torrenti si consentono prelievi
di sabbia e ghiaia esagerati.
E se un giorno accadesse
che il Magistrato del Po decidesse di salire nelle valli per
incontrarne i cittadini una cosa si potrebbe chiedere: interventi regolari, responsabili e
ragionati. Il territorio non si
governa con lo straordinario
ma con la presenza quotidiana, senza essere schiacciati
dalle urgenze o dai drammi.
Da Bodoni
all'editoria
elettronica
000»
Nel convincimento che la
piranozione della lettura vada
fatta ih modo continuativo e
■ppillare il Comune di Pinettllo promuove dall’ 11 al 26
: fflaggio' la quinta edizione di
«Maggiolibri», nella consapevolezza che occorre un forte
:tapépo non solo per interessare i già lettori ma per coinvolgere anche chi si ritiene
rcfirattario alla lettura. La mattiféstazione pinerolese, che
vedrà uno dei momenti culminanti nel «Premio editore
^<pia» con la sua collocazione extracittadina al Salone
del Libro di Torino, vuole atto^ quest’anno la sua attenzione sul libro ripercorrendone la storia. Si parte infatti
ProprÌQ 1’ 11 maggio dalla
..JnesMitazione delle carte manoscritte del più antico nucleo cittadino, quello di Aboadia Alpina, accessibili grazie al recente riordino dell’archivio comunale. Si passa
quindi dal 16 al 26 maggio a
mostra in cui verranno
P®Mntate le opere più importnntì di Giambattista Bodoni,
celebre tipografo del ’700,
^ie alla collaborazione con
i P®mune e la biblioteca di
Mazzo. A presentare invece
*e nuove tecniche di scrittura
?ei libri saranno i ragazzi del
Incassi notevoli e presenze record per le stazioni invernali grazie alla neve abbondante
1996 stagione d'oro per gli sport invernali
le
: scuole dell’obbligo della
Città che daranno vita a «Libri
a banco» (18-19 maggio),
^ mostra di. testi e ipertesti
«la materna alle medie. Inme momento impprtantissic ^arà la bancarella del li0 del Pinerolese: il 25 e il
^^ggio la centrale piazza
liu ^?®mo si trasformerà in
oreria aH’aperto, dove sa^0 esposti e messi in veng,.^®Pcre di autori e case
^«nci piherolesi 0 aventi il
hwolese come oggetto. A
il tutto ci saranno
' ^ntazioni di libri e incon' 8^.* ttutori e una mostra
cui t Pinerolese da
c nato anche un libro.
È stata davvero una stagione d’oro quella che si sta avviando alla conclusione per
lo sci e per le stazioni delle
vallate alpine che di solito
devono fare i conti con la carenza di neve e gli impianti
fermi. A parte la blasonata
Sestriere tutti i centri più piccoli hanno fatto registrare
presenze elevatissime e incassi record. Si continua a
sciare nei fine settimana fino
alla fine di maggio
«Non accadeva da anni dice Willy Bertin, già nazionale di biathlon e oggi maestro di sci - di avere un innevamento così buono e duraturo. La neve artificiale non è
mai la stessa cosa; quest’anno
la neve è arrivata presto e ha
continuato a nevicare regolarmente». E negli anni in cui
non nevica cosa fanno i maestri di sci? «Io - continua
Bertin - lavoro prevalentemente al Rucas e l’anno scorso la stazione non ha aperto
neanchè un giorno ed allora
dobbiamo andare in quelle
stazioni dove c’è comunque
un buon innevamento. Abbianio dei clienti che ci chiedono
ili'modo specifico questa o
Impianti a pieno ritmo quest’anno al Rucas di Bagnolo
quella stazione...». Al Rucas
quest’anno hanno lavorato
molto, la domenica il piazzale
parcheggio èra sempre ^pieno
di oltre 500 autovetture: un
turismo invernale per famiglie della pianura torinese e
per la stessa città. Si tratta di
un turismo che preferisce le
piccole stazioni rispetto a
quelle grandi dove l’afflusso
è a volte esagerato.
Anche Prali ha riscontrato
un vero e proprio boom: la
Società Seggiovie 13 laghi ha
fatto registrare un incasso re
cord di circa 1.350 milioni,
senza cont?ire l’attività del
bar ristorante la «Capannina», dato in gestione, e della
ricaduta a livello di alberghi.
«Nei fine settimana - dice
r amministratore delegato
delle Seggiovie, Carlo Raviol
- gli alberghi erano al completo e gli impianti hanno girato al massimo. Così, oltre ai
sei dipendenti fissi annuali,
siamo ricorsi a una ventina di
lavoratori stagionali». E l’economia della neve ha naturalmente coinvolto i maestri
di sci (6 per il fondo e 14 per
la discesa) a loro volta molto
richiesti. Le seggiovie resteranno in, funzione fino al 26
inaggio, quando cioè le piste
saranno aperte nei fine settimana per riaprire il 29 giugno
per la stagione estiva. Ma si
pensa già alla prossima stagione e numerosi interventi
sono in previsione: potenziamento degli impianti di innevamento artificiale, miglioramento del fondo delle piste e
della sicurezza, nuovi sistemi
di obliterazione dei biglietti,
completamento della segnaletica sulle piste, omologazione
Fisi per una pista, illuminazione della «baby» per il per
riodo natalizio. E la prossima
stagione sarà quella dei campionati mondiali del Sestriere; nessuna prenotazione certa ma, probabilmente, la Nazionale italiana femminile di
discesa potrebbe arrivare a
Prdi per l’inizio stagione. Si
tratterà di sapersi inserire nei
flussi turistici che porteranno
migliaia di sciatori e appassionati della neve al vicino
Colle; perciò la Seggiovia si
prepara alla nuova stagione
per avere le carte in regola.
In Questo
Numero
Bobbio Pellice
Era nato alla Baissa il 4 ottobre 1891,
dove, egli dice: «Si nota il municipio, una chiesa ove i fedeli Valdesi si radunano ogni domenica per sentirvi la
parola del Vangelo)*. Emigrato poco più
che ventenne negli Stati Uniti, dove ha
trascorso la sua lunga vita, Emilio Pon^
ha lasciato un quaderno di sue riflessiom
e poesie, per lo più occasionali, chp gettano uno sguardo vivace sulla sua generazione. La descrizione del villaggio di
Bafssa prosegue: «La scuola grande
(benché troppo piccola), così la chiama-,
no quella buona gente per non dire elementare, che fu dono del generale inglese Beckwith. Quanti figli dei comuni di
Maniglia e Chiàbrano non ha essa ospitato durante i lunghi inverni? E in quella
scuola che ho imparato quel che oggi mt
permette di scrìvere queste misere righe.
Quante cose non avrei da raccontare
se questa mia povera penna fosse nelle
d'tm D’Annunzio... Ma disgraziatamente è cascata nelle mani di Emilio
IL FILO DEI GIORNI
EMILIO PONS
BRUNO BELUOH
Pons: a chi la colpa se non ne so di più?
Non forse alla miseria che regna in queste nostre montagne, che non mi ha permesso di uscir da quella BaTssa per-aver
maggior luce, più studio? Eppur ti ricordo con amore, o terra che mi hai visto
nascere, che m’hai visto crescere e forse
morire...».
La riconoscenza per il maestro che gli
ha insegnato a leggere e scrivere si esprime con parole toccanti; «Hai seminato
nei terreni più duri a dissolvere la tua
parola, tua speranza, la fede che. ispiri,
l’amore che hai dato, non può far a meno di portare i suoi frutti. Carattere fer
mo, leale, conscio del dovere, disimpegni
la carica affidatati con amor poco comune. Per questo hai saputo guadagnarti la
fede, la stima, l’artìore, la riconoscenza
di quanti son passati per la porta di
quella scuola che per ben vent’anni ti è
conosciuta. A te. Luigi Rostagno, vada il
mio sentimento di più alta gratitudine».
Si ha talvolta quasi IJimpressìone che
Emilio Pons senta il bisogno di mettere
per iscritto i suoi sentimenti, le sue riflessioni, per affermare la propria identità, il proprio essere, come quando parla
della famiglia e del popolo valdese di cui
si sente parte fino aU’osso. Quel popolo
valdese che «ha saputo lottare, morire,
piuttosto che rinunciare ai suoi prìncipi,
alla sua fède, alla Bibbia, al suo culto».
Pons fondò la società «La Valdese»
che riuniva, almeno una volta all’anno in
occasione del 17 febbraio, i valdesi di
New York e dintorni. In occasione di
questi incontri scrisse alcune poesie basate sui suoi ricordi.
Nel corso dell’ultima .seduta del Consiglio comunale è stata approvata una
serie di decisioni che incrementeranno l'attività sportiva. Dal calcetto alle bocce. al tennis, nuovi progetti
miglioreranno resistente e,
in ambito calcistico, si fa
strada l’ipote.si di avere in
estate le squadre giovanili
del Torino in ritiro.
Pagina II
Festa di canto
Si è svolta domenicà'5
maggio, presso là pmrocdhm di Madotma di Fatùna
a Pinerolo. la tradizionale
Festa dì canto che riunisce
le ecR’ali vaidesi. In 350 si
sono dati appuntamento
pw èantarè, anche tutti msieme, e per fare, proprio
con il canfo,. un’opera di
. testimpnimi^. ;
Paoìna Et
Identità
n probletm non è nuo-.
vo, ma ogni tanto attira
rattenmone dei valdesi
,deBe ;Vi^, e non solo loto. ili trtma deUa questione
ttelPi4entltà, di che cosa
■tagga da una storia
oli e di che cosa essa
stessa i^ssa ptoporre m
concittadini, delle Valli
oppme dbl nostro paese in
:$enso generale. A Villar
^Penice ne hanno discusso recentemente Claudio
Titto e Gioito Toum.
Asilo dei Vecchi
SAN GERMANO CHISONEfTO)
VIA C A TRON, 13 - TEL 0121-58855
Gli ospiti dell'Asilo dei
vecèhi VI invitano a partecipare all'inaugurazione
del giardino, che avrà luogo il 1® senembre.
Il programma della giornata verrà comunicato
quanto prima.
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La caserma di Pinerolo della Guardia di Finanza
INCONTRO PER IL RAMIE DOC — Si svolgerà giovedì 9
, maggio alle 21, presso la sede della Comunità montana a
Porosa Argentina, un incontro per presentare gli aspetti vinicoli tecnici e burocratici legati all’applicazione della Doc
pinerolese, sottozona Ramìe, in previsione dell’ormai im' minente riconoscimento ufficiale del ministero dèlie Risorse agricole. Interverranno i dott. Carlo Salvadore, funzionario regionale, e Giorgio Barbero, tecnico vitivinicolo.
VILLAR PEROSA: VERSO L’OK L’-AREA INDUSTRIALE — Si svolgerà il 20 maggio il prossimo Consiglio comunale di Villar Perosa; oltre all’approvazione del
conto consuntivo sarà la volta buona per l’approvazione
■ definitiva della nuova area industriale: il progetto è partito
addirittura nel 1978 ma questa volta dovrebbe essere la tappa conclusiva dell’iter burocratico. Circa 30.000 metri quadrati di territorio potranno ospitare nuove attività economiche produttive: le richieste sono già parecchie, forse più
degli stessi otto lotti in cui l’area è stata divisa.
SALUZZO: MOSTRA DI ANTIQUARIATO — È stata
inaugurata venerdì 3 maggio, alle 18, presso le antiche scuderie della caserma Mario Musso in piazza Montebello, la
19® Mostra nazionale di antiquariato. All’interno della rassegna saranho allestite due mostre tematiche: «Carracci e
dintorni» e «Ex voto restaurati (sec XVI-XVIII)». L’orario
di apertura nei giorni feriali è 15-20, sabato e domenica-1023. La mostra resterà aperta fino al 19 maggio.
ATTENZIONE AL SUPERPHENK — «Acquisire tutte le
informazioni necessarie nelle sedi competenti per organizzare un monitoraggio specifico», queste alcune indicazioni
contenute neH’ordine del giorno sulla centrale nucleare francese Superphénix di Creys-Malville situata a meno di 150
km dalle valle piemontesi, approvato dal Consiglio regionale del Piemonte con 30 voti a favore e 6 contrari. Una delegazione di consiglieri regionali aveva compiuto una visita al
reattore circa due mesi fa. L’assemblea regionale ha invece
respinto un ordine del giorno, presentato dai Verdi e democratici e Rifondazione comunista, che richiedeva al ministero degli Esteri un impegno ad attivarsi nei confronti del governo francese affinché sospenda l’attività dell’impianto, e
l’uscita dell’Enel dal consorzio Nersa che lo gestisce, rendendo pubblici- i costi fin qui sostenuti per la.partecipazione
allo stesso. Hanno votato a favore dell’ordine del giorno, oltre ai rappresentanti dei Verdi e di Rifondazione, quelli del
Patto dei democratici, del Ppi e la consigliera Suino del Pds.
Per la pubblicità su
DELLE VALLI VALDESI
tei. 011-655278, fax 011-657542
E E(X) Delle va ¡.¡.t va ¡.idem
venerdì io marzo
PINEROLO: INCHIESTA SULLA GÙARDIA DI FINAN
w ZA — Si è conclusa l’inchiesta giudiziaria che un anno fa
aveva portato in prigione finanzieri, commercialisti e imprènditori del Pinerolese con pesanti accuse che vanno dalla
concussione alla corruzione fino all’associazione per delinquere. Un complesso sistema di tangenti regolava i rapporti
tra la Finanza e alcuni imprenditori i quali, con- il tramite
dei propri conunercialisti, versavano, secondo l’accusa, cospicue tangenti in cambio di accertamenti superficiali. Una
trentina le richieste di rinvio a giudizio chieste al termine
dell’inchiesta della Procura di Pinerolo.
PROFILASSI PER BOVINI E CAPRINI — La Comunità
montana vai Pellice, tramite il proprio servizio agricoltura e
in cbUaborazione col Servizio veterinario dell’Usl 10, intende avviare per il 1996 un piano di profilassi contro le parassitosi dei bovini e ovicaprini-allevati in valle. Queste infestazioni degli animali causano sempre perdite economiche rilevanti, anche se non sempre sono quantificate e facilmente quantificabili; sono dovute a vari parassiti (vermi gastrointestinali e polmonari, coccidi, f^ciola epatica ecc.) e
per combatterli occorre anzitutto svolgere un’azione di monitoraggio, cioè di analisi per rilevare la loro presenza onde
poter successivamente intervenire coi giusti farmaci. L'adesione al pro^amma è facoltativa e gratuita; per informazioni e adesioni rivolgersi al Servizio agricoltura della Comunità montana in via Caduti per la Libertà 7, Torre Pellice,
sigg. Cahus e Negrin, entro il 17 maggio.
\
Bobbio Pellice: una serie di progetti che possono incrementare le attività
Nuovi impulsi alle attrezzature sportive
Impianti sportivi al centro
dell’attenzione dell’ultimo
Consiglio comunale di Bobbio Pellice il 2 maggio scorso; quelli esistenti q quelli da
costmire, un’area nella parte
del paese compresa fra il Pellice e il laghetto, una zona
che dovrebbe essere motivo
di attrazione non solo per i
residenti ma anche per i turisti. 11 campo di calcio esistente, oggi di circa 40 metri per
80, sarà ampliato a 48 per 93
grazie a un intervento regionale: il Comune infatti accenderà un mutuo di circa 180
milioni con il Credito sportivo: sull’interesse da versare
la Regione ha concesso un
contributo che consentirà di
abbassarne a circa il 4% il
tasso; con l’ampliamento
verrà anche rifatto il fondo
rendendolo più adatto ad
ospitare incontri di calcio e
altri avvenimenti sportivi o
culturali.
Sul possibile ruolo del
campo sportivo come attrattiva turistica si è soffermata la
minoranza, con Pasetto. «Ci
potrebbe essere anche una interessante novità - ha detto il
sindaco, Aldo Charbonnier -;
dall’autunno potrebbero arri
vare le squadre giovanili del
Torino che, ospiti delle casermette dell’Esercito della Saivezza, utilizzerebbero il campo di calcio per gli allenamenti».
In attesa di conferme è stato approvato il progetto di
massima; quello esecutivo
dovrà essere presentato alla
Regione entro la fine di maggio. Ancora in materia di impianti sportivi il Consiglio ha
deciso di affidarne la gestione
alla Pro Loco; la convenzione
avrà una durata di tre anni e
comporterà per la Pro Loco la
gestione e la manutenzione
dell’area sportiva in cui spicca il campo all’aperto per il
calcetto, costmito di recente e
assai apprezzato, oltre al
campo di calcio, a quelli da
bocce e da tennis. La Pro Loco verserà al Comune il 10%
degli incassi.
E stato invece rinviato
l’esame di altri due importanti punti previsti per la serata:
le controdedurioni alle osservazioni presentate alla variante del piano regolatore da parte di un privato e dall’Associazione pescatori vai Pellice
e dalla Legambiente e la convenzione per la manutenzione
La tradizionale Festa di canto
Corali riunite
per la testimonianza
FRANCO TAGLIERÒ
Oltre 350 coralisti e coraliste si sono riuniti domenica 5 maggio a Pinerolo
per dare vita all’annuale Festa
• di canto proprio nella domenica «Cantate» (la quarta dopo
Pasqua secondo il calendario
liturgico). 11 tema scelto era
quello dei Salmi. «Cantate al
Signore un inno nuovo», recita il salmo 98: le corali hanno
presentato un programma di
cori di varie radici culturali e
musicali, secondo tradizione,
ma decisamente nuovo era
l’ambiente in cui quest’anno
si svolgeva la festa.
La scelta della chiesa di
N.S. di Fatima a Pinerolo era
stata fatta con il duplice
obiettivo di uscire dall’ambiente prettamente valdese,
pur tenendo la festa nelle
Valli, e di avere un locale
sufficientemente ampio da
contenere coralisti e pubblico. La scelta si è dimostrata
felice. Il pubblico è accorso
numeroso, sia dalle nostre
chiese che dalla città, l’accoglienza da parte della parrocchia è stata sinceramente fraterna, l’organizzazione puntuale e la chiesa, dotata di
un’acustica molto, buona, ha
agevolato sia le esecuzioni di
insieme che quèlle delle singole corali. Il programma è
stato arricchito dal contributo
della corale di N.S. di Fatima
che ha chiuso significativa
mente la festa con il canto del
«Nôtre Père».
Sei cori d’insième (tutti salmi dell’antica tradizione riformata e protestante) e undici
esecuzioni da parte delle varie
corali e del coretto giovanile
di Pinerolo, susseguitesi le
une alle altre senza, perdite di
tempo, hanno fatto da corona
a un breve ma intenso intervento del past. Sergio Ribet
che ha parlato dei salmi e del
salterio biblico, facendo riflettere i presenti sul contenuto
dei canti. Riferendosi alla sede dell’incontro, l’oratore ha
sottolineato come la lode al
Signore da parte di tutti i credenti sia uno dei cardini del
cammino ecumenico. ,
Le corali si accingono ora a
chiudere la loro attività, anche se molte hanno ancora in
programma un concerto nelle
loro comunità o fuori, a suggello di un anno ecclesiastico
dedicato al servizio nella
chiesa mediante il canto. Ci
sarà ancora spàzio per un incontro dell’assemblea delle
corali lunedì 20 maggio per
valutare l’attività svolta e impostare quella futura. Le corali saranno invitate a partecipare al culto di apertura dell’
Assemblea della Cevaa che
avrà luogo a Torre Pellice lunedì 24 giugno alle 15 e, nel
corso dell’estate, ci saranno i
consueti appuntamenti del
XV Agosto e del culto di
apertura del Sinodo.
La parrocchia di Madonna di Fatima ha ospitato la Festa di canto
delle strade di alta valle. Pur
senza entrare nel merito dei
punti rinviati, sono state date
alcune notizie.
Per quanto riguarda la gestione e la manutenzione delle strade della Comba dei
Carbonieri e della conca del
Pra, si sta definendo una convenzione che preveda l’interventó di Provincia (50%),
Comunità montana (20%),
Comune di Bobbio (20%) e
Comune di Villar (10%); da
un lato alcuni interventi sono
ormai urgenti (specie nella
Comba dei Carbonieri), d’altro canto devono ancora essere meglio definite le modalità
di circolazione, in partìi
sulle strade d’accesso al
rant. In chiusura il Con¡
comunale ha preso atto
disponibilità dell’ai
zione militare nel don^
Comune ruderi e man^l
militari presenti sul terri^
comunale: si tratta di ui
dozzina di opere, alcuné'dt
quali praticamente distruttó
altre, come alcune caserm^
in alta valle, eventualmeuj
adattabili come bivacco. !|
Comune ha deciso di accetfe«
re il «dono» con l’impepodi
verificare con il Cai e altij
associazioni la dispónibi
ad intervenire.
Trasporti
Prezzi ridotti
per la tariffa
integrata
La Provincia di Torino e la
Regione Piemonte hanno deciso di contribuire con uno
stanziamento di 600 milioni
ciascuno (per un totale di un
miliardo e 200 milioni di lire,
con un incremento di 300 milioni di lire da parte della Regione Piemonte) alla realizzazione di un programma destinato a offrire a contenere i
costi degli abbonamenti per il
trasporto pubblico nell’area
metropolitana torinese per la
tariffa integrata «Formula».
La presidente della Provincia di Torino, Mercedes Presso, e l’assessore regionale ai
Trasporti, Antonio Masaracchio, spiegano che con l’intervento in questione «i pendolari hanno una serie di opportunità in più per acquistare
l’abbonamento Formula». In
particolare lo sconto per l’abbonamento trimestrale passa
dal 1° maggio dal già previsto
15 per cento al 25 per cento,
mentre dal 1° settembre prossimo gli studenti potranno
usufruire di una speciale tariffa (10 mesi al prezzo di 8
mesi con possibilità di rateizzare i pagamenti) e dal 1° ottobre sarà in vendita un abbonamento annuale, con sconto
del 25 per cento, che sarà pagabile con rate bimestrali.
«In tal modo - sottolineano
la presidente della Provincia
e l’assessore regionale - pensiamo di aver risposto poàtivamente alle richieste degli
utenti e delle organizzazioni
sindacali». L’accordo, raggiunto nei giorni scorsi anche
grazie alla collaborazione di
Fs, Atm e Satti, prevede inoltre che si passi a studiare le
modalità per estendere l’integrazione tariffaria agli studenti che utilizzano le autolinee private e un accurato monitoraggio del sistema.
La decisione giunge dopo
che gli enti locali da un lato e
i pendolari dall’altro avevano
■fornito cifre diverse sul numero di utenti interessati
all’abbonamento integrato.
Piemonte
Sanatoria
per i pozzi
irregolari
Le denunce di pozzi péti
diversi da quelli domestici
sprovvisti di autorizzai®
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presentate entro il H dice®
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aggravare i procedimenti amministrativi.
La decisione è stata assuB®
in quanto la legge region^;
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approvata dal Consiglio il
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NOTIZIARIO DELLA FEDERAZIONE GIOVANILE EVANGELICA ITALIANA
lESTIMONIANZA PLURALE
ongresso della FGEI - Ecumene, 5-8 aprile 96
. almeno una settimana per riprendér^dopo un Congresso Fgei; non solo per
feone che l’hanno organizzato, ma per
eltttte: a dimostrazione del grande coinm^anto che i/le giovani presenti hanno
jto. Ogni tanto si formava un andirivieni
lìitro l’Auditorium a fuori, per fumarsi una
ìtta, ma soprattutto perché l’assemblea
indo le mozioni proponeva modifiche e
idava a riscrivere dei pezzi. Il lavoro di
Jura: uno dei più faticosi, ma anche più
Jisfacenti. Alla fine è come se tutte/i avesWìcritto quelle parole. Non c’era nessun
^teressato/a; il 50% delle persone era al
piimo Congresso: eppure non si notava. Il fascino della Fgei: la partecipazione attiva, ha
ancora.
Un Congresso specchio fedele delle attività dei gruppi. Ogni cosa è stata vagliata
in base al realismo e alle forze in campo, cioè
i gruppi giovanili. Forse alcune volte si poteva
osare di più, ma oggi ci troviamo davanti un
progetto di lavoro realizzabile, in cui sono
coinvolti tutti ¡ gruppi perché già lavorano su
questi temi.
È una Fgei che riscopre i legami con altre
associazioni, che fa di questi rapporti la ¿biave per realizzare alcune attività: Libera, il Servizio migranti, le chiese ecc. Forse non c’è
niente di diverso da prima, ma la sensazione
forte è che la Fgei si sente parte integrante,
attiva e responsabile di queste realtà.
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R'iliensando al Congresso vengono prima
tutto in mente le voci, i visi, le parole,
letisate di più di 120 ragazzi e ragazze... il
Ptittio ricordo è di un’atmosfera spensierata e
allo stesso tempo. C’era l’aria di festa,
informale, di quando amici e amiche si
rano dopo molto tempo per intrecciare
^oora ì fili delle relazioni, ma anche c’era la
^•^pevolezza deH’importanza dell’evento e
“Italia di partecipare seriamente alle deci®l®ni, anche da parte di chi veniva per la priIJa volta. E non erano in pochi a mettere pie® per la prima volta ad un Congresso della
9®!! MI sono quasi spaventata quando la pri"'8aera, prima di iniziare la chiacchierata con
A^tro ospite Braghero, è stato chiesto a chi
■^'rtva per la prima volta di alzarsi in piedi: si
8lftta una baraonda di persone! Che il ri^bio generazionale nella Fgei sia molto ve^ è un dato che si conferma ancora. Può
^^fientare, a volte può rendere il nostro la^^Plù difficile, ma di sicuro è una grande
'Zza e un’occasione per approfondire il
IO tra le generazioni.
Molto discusse sono state le mozioni sui
tre filoni che hanno caratterizzato il lavoro della Fgei in questi ultimi cinque anni: ricerca di fede. Migranti e Mezzogiorno. Il Consiglio relazionava un calo di lavoro e di interesse per i due ultimi. Un Congresso maturo ha
guardato in faccia le proprie contraddizioni di
giovane movimento: alcune delle cose che ci
eravamo prefissate non sono riuscite; altre
hanno cambiato direzione, ma ambedue gli
ambiti sono stati ritenuti priorità per la federazione. Sulla questione Migranti il dibattito ha
evidenziato il nostro impegno sul fronte del
progetto “Essere chiesa insieme’’, mentre ha
riconosciuto che da un punto di vista prettamente politico non siamo in grado di agire:
molti complimenti sono stati spesi per il Servizio Rifugiati e Migranti della Fcei, alcune volte
forse con un senso di delega - dato che il dibattito suH’immigrazione in Italia è diventato
molto specifico lasciamolo alle/ai professionisti - ma più spesso con profonda riconoscenza per le possibilità che si aprono davanti a
noi.
Per il Mezzogiorno vogliamo continuare ad
impegnarci seriamente perché il Sud è parte
stessa della nostra identità, perché pensiamo
di avere parole che vale la pena di spendere:
testimonianza, responsabilità, legalità, fiducia,
gratuità...
Ancora positiva è la valutazione del percorso della ricerca di fede, che è sempre vivace,
che provoca dibattito dentro e fuori la Fgei,
che ci mantiene attenti/d ascoltatori/trici della
Parola e ci spinge ad una spericolata espressione della nostra fede tramite un linguaggio
moderno.
Altri temi nuovi e vecchi insieme: l’apertura verso altri gruppi giovanili evangelici,
fa sottolineatura dell’animazione musicale, il
disagio giovanile.
I rapporti con i gruppi giovanili non federati
non sono una spinta esterna, un imperativo
per l’aggregazione a tutto campo; sono il risultato di esperienze significative già esistenti: sia per quanto riguarda i gruppi bmv sia per
gruppi giovanili evangelici, dai luterani, esercito della salvezza, ai pentecostali. Un’apertura
che non si nasconde eventuali difficoltà di
dialogo, ma che vede neU’evangelisrrio italiano il proprio interlocutore. L’animazione musicale è considerata una chiave universale per
entrare in questi mondi e un contributo essenziale per la ricerca liturgica.
La questione giovanile vista nei suoi duplici
effetti; il disagio espresso nelle comunità e il
disagio nella società. Cresce una Fgei capace di parlare le lingue della chiesa e del mondo, capace di invitare altri/e giovani ad inseguire il senso, a ricercare insieme i valori della testimonianza e della solidarietà.
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Estate strada facendo - circa a metà del
Congresso - che ci siamo trovati/e a riflettere sull’insistenza con cui il termine testimonianza si ripresentava nèlla discussione di
alcuni gruppi tematici (in particolare quelli sulla ricerca di fede. Mezzogiorno, “Noi e la società”). L’intuizione da cui ci siamo lasciati/e
guidare è che la testimonjanza possa essere
letta come tema che in questo momento taglia trasversalmente molta parte dell’elaborazione della Fgei. Siamo partite/i dall’ipotesi
che grazie a questo concetto chiave sia possibile rileggere in modo nuovo, con i linguaggi
che già ci appartengono e quelli che sapremo
scoprire, il tema sempre appassionante del
rapporto fra la nostra vocazione di fede e la
necessità di vivere tale vocazione nel mondo,
in modo responsabile. È chiaro che ogni ipotesi va verificata, ma direi che al Congresso
abbiamo intuito che si tratta di una preziosa
pista di lavoro per il prossimo futuro e abbiamo mosso i primi passi, ancora incerti, in questa direzione; torniamo a casa con un “documento” sulla testimonianza - frutto del lavoro
di un piccolo gruppo di persone - che indica la
complessità e la ricchezza del tema e invoglia
a continuare la discussione.
Riflettere sulla testimonianza ci permetterà
di guardare allo stesso tempo in due direzioni:
una specie di strabismo che ci sarà utile per
pensare insieme il nostro essere credenti
(con tutte le numerosissirfie domande che
questo comporta) e il fatto che tale condizione ci fa sempre essere in un mondo; è qui infatti che ci mettiamo in gioco, nell’ascolto, nella parola, nel rapporto con gli altri e le altre.
In questi anni abbiamo imparato a parlare
di relazione con Dio, abbiamo capito che anche gli atti liturgici rimandano a questa relazione che si rinnova ogni volta nella ripetizione del gesto. Anche affrontando il tema della
testimonianza potrà essere utile parlare in termini di relazione e incontro. È rincontro con
Dio - che è già avvenuto e sempre deve ancora avvenire - che ci “costringe” alla relazione, allo scontro, al dialogo con chi è altra/o da
noi, diversa, a volte incomprensibile: se il/la
credente gioca il proprio essere nella relazione con l’Altro, non può evitare di giocare se
stesso/a nella relazione con le altre persone; gli
uomini e le donne
che intrecciano le
loro storie con le
nostre.
Accanto alla relazione, la memoria. In quanto testimoni ricordiamo
e raccontiamo l’incontro con qualcuno che viene
prima, rispetto a
cui siamo secondi/e, che pure si
lascia testimoniare e raccontare al
mondo. Forse
proprio la memoria ci costituisce
come testimoni;
grazie alla memoria, fatta di gesti e
' parole, riconosciamo che Dio testimonia di sé nella nostra vita;
ripetiamo l’incontro con lui e avanziamo nello
sviluppo del rapporto. La liturgia del culto di
apertura del Congresso era costruita sul brano molto noto dell’incontro fra Gesù e i discepoli sulla via per Emmaus (Luca 24, 13-43).
Anche lì la memoria e la testimonianza sono I
fili conduttori. All’inizio i discepoli non riconoscono Gesù, sebbene cammini a lungo con
loro e spieghi loro le scritture. È quando Gesù
spezza il pane che i discepoli lo riconoscono.
La memoria rinnova la loro relazione con Gesù e i discepoli ricordano, capiscono, ricevono
testimonianza della sua resurrezione, rileggono la loro vicenda con Gesù a partire dall’incontro fugace ad Emmaus.
Siamo solo all’inizio, ma il tema sembra già
molto fecondo. Se avremo voglia di continuare dovremo mettere in gioco noi stessi/e, rivedere i nostri linguaggi e forse anche osarne di
nuovi. Di sicuro non sarà facile ma credo che
non ci manchino né le energie né la curiosità
per farlo.
Lula Nitti (Napoli)
Silvia Rostagno (Roma)
ciuesE,
SPECIALE CONGRESSO FGEI
10
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HoPiziQr/ofgeì
X
GiOVANIJgJpt
Il XII Congresso, netl'embito delfé^;,nfles^
ne su giovani o società,lèvideoàa coi^ la®^
cerca di senso delle nuove ^nera^jo!
aura quotidianamente con le ,^Hsiphi dipempo presente e tra queste, léj|pntràdèizl(^ra
l’accresciuta possibilità di* Oc^unjcao^li ri^ ’
schiO di nuove distanze, nuoveisòn^ìnir
ii. nuovi isolamenti; tra l’innalzàmento oelìe
aspettative di sviluppo personale e l'inadeguatezza dei sistemi formativi scolastici ed '
universitari; tra il desiderio di nuova inclusione
è socialità e processi della competizione, se%i
lettività, frammentazione che sempre di pi.ù*
strutturano le società occidentali. f-’
La FGEI, in quanto organizzazione giovanile» è il luogo di incontro, confronto; scambiò
delie domande e delle inquietudini di cui le
giovani e i giovanLsono portatori, configurandosi dunque come luogo privilegiato.per Tanalisi, rorientamercto, Tempatia, la cóndivisione
e il sostegno. ^
. L’interro|>aiàt intórno al rapporto tra giovai
ni, società*'© politica, elemento postitutivo del«
la FGEI, ha avuto .nei campo studi 1989 sulla
condizione giovanile e nel campo studi 1995
sulla politica I suoi momenti qualifìcanti più recenti.
^ Il XII Congresso "ficònoscèhdo l’interesse
per le comprensione dei podi inlomo a giov'a-^
ni, società, pr^itica, dà mandato al Consf^io^
di nominare un gruppo di lavtìm che organizzi
un setTiinariò formazione sul terna^^^“Giovani e
sodetà”,
GIOVANI: QUAU PROSPETTIVEf
Quali sono gii ^ereotipi legati al mondo
già^iie e alla società in cui ci troviamo a viveràt Queste, domande ci hanno introdotti/e
ad ufia nfiessìme su giovani e società ette ha
evidehiiato uhdvisione alquanto pessiffiéUca
GRUPPI FEDERATINON FEDERAT11
. Negli ultimi'^ni: sempre maggiori éoriò
stati i contatti costruttivi tra grup{^ federati f
non federati, in partìòolare in ambitò BMV. La
FGEI ha quindi assunto nuove sensibilità ed
aperture nei confronti del mondò giòvanìle
evangelico, indipendentemente dàliarricerca
delle adesioni, basandosi su un comune sentire la fede ed il rapporto qon ia chiesa, che si
fondi su dialogo, confronto ed arrktóhimento
reciproco. . .
Le situazioni locali presentano però diverse caratteristiche: esistono gruppi che non conoscono la realtà FGEI o che ne hanno una
conoscenza éysprossimata, alternativamente a
gruppi che non ne condividono appieno j metodi e ie linee di lavoro p che non sentono la
necessità di aderirvi formalmente. 1^ conoscenza delle realtà,dei gruppi non federati è
però ancora superficiale e limitata ad alcune
zone d’Italia.
Il XII Congresso, riconosciute tali premesse dà mandato al Consiglio di:
a) stimolare le giunte regionali a prendere
contatto con le realtà giovanili locali tramite
informazione e conoscenza reciproca, è necessario infatti promuovere la conoscenza
della FGEI come servizip e collegamento per
i/le giovani evangelici/che e come occasione
di crescita, confronto e formazione.
b) coordinare ed aiutare le giupte regionali
nel loro lavoro di contatto ed informazione,
fornendo loro strumenti più adeguati ad affrontarlo (comunicazione, relazioni, dinarniche
di gruppo).
di taiàVàpportoy}:^;
Qa un ìato i gióvani possono apparire ideanti e nello stesso tempo privi di volonù Concreta di anione, critici e magari poi sòió indottrinati o Comunque condizionati, ottimisti st
ma per sopravvivere, attivi e impegnati ma
anche frustrati di fronte al mancato riscontro
dei loro sforzi; dall'altro la società si mostra
attraverso la massificazione della comunicazione, creando nuove distanze
e nuovi isolamenti e soprattutto
falsando quella che può essere
la sua caratteristica di universalità.
La scuola, e più in generale
l'intero sistema formativo (anche l'università quindi) viene visto come luogo fondamentale
del rapporto dinamico tra giovani e società; il suo ruolo attuale è però impostato sul predominio della competitività e
deirindividualismo che riducono e man mano soffocano gli
spazi del confronto e della socialità.
Di fronte a tali definizioni e
problematiche Ci siamo chiesti/e quanto potevamo conside
rarle come frammenti di uno specchio che altro non era se non il nostro’modo di rapportarci all'estèrno e soprattuttò’sè e m quale misuri la Fgei doveva Interessarsi al rapporto giovani e società. La condizione giovanile è stata
oggetto di un campo studi ad Agape nel 1989
e li rapporto più specifico con Impolitica è sta. tmanàlizzato nel campo studi del 1995. Perèhé,dare la priorità ad un seminario di formazione su «Giovani e società»? Si può ben diré
che la condizione giovanile è una condizione
sociale e che l'identità di un giovane e di una
giovane è strettamente legata alla società di
cui si fa parte. Penso che noi fgeine e fgeini.
- Nofii
soprattutto in quanto protestanti in un patì
cattolico ci troviamo in una situazione
quanto privilegiata, ma comunque elitmiaJ
nostrà stessa identità ci impone la necs
di confronto e di dialettica costruttiva,
questo perà dobbiamo avere la certei
uscire incolùmi daH'.«impatto» con la sa,
Dìo cl mette, continuamente in discussk
nella nostra fàmìglia, nell'amore, nelle chis,
nèlla scuola^' È questo, secondo me, // pn
di pañenza della nostra riflessione su gh
e società. La Fgei è formata da giovani e m
può prescindere dalla conoscenza delle c
dizioni con cui questi e queste si rappon
alla società a dà
rendi
modalità con ci
essa risponde
Così essere qìqS
ni non significh
solo accogliere i
che il presentii
fre in una pros^
va di migliorami
futuro, ma
il proprio
soggetti soc/a/^j
quindi politici,
che una ricérà
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di autocritica, ì
crescita.
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Arcidiaa
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DARE E RICEVERE
Dare e ricevere: queste le parole chiave
che hanno permesso di iniziare per la prima
volta una- costruttiva discussione sui rapporti
tra Fgei e gruppi giovanili non federati. Discussione impensabile fino a pochi anni fa e
resa possibile ultimamente da nuove e proficue collaborazioni su temi in comune, portate
avanti da vari gruppi locali.
La Federazione ha pertanto avuto modo,
durante il XII Congresso, di confrontarsi ma
soprattutto di valutare le strade da intraprendere in vista di un maggiore scambio e confronto con le realtà giovanili evangeliche disseminate su tutto il territorio nazionale.
Un confronto infatti avviene già in varie
parti d'Italia, quali Puglia, Lucania, le Valli,
nonché Lombardia e Nord est: situazioni che
sicuramente portano nuovi stimoli a lavorare ■
insieme ma soprattutto rappresentano una
importante occasione per riflettere sul modo
in cui la Fgei riesce a proporsi all'esterno. Ci
siamo chiesti/e, non a caso quanti effettivamente conoscano cosa sia e rappresenti la
Fgei, ma soprattutto quali possibilità di esperienze e di crescita possa pffrire. La Federazione risponde sicuramente per molti di noi ad
un preciso identikit: una rete di relazioni, una
struttura aperta al lavoro e alle idee di chi partecipa ad un progetto comune. Al tempo stesso però 25 anni di lavoro hanno contribuito a
creare un senso di comunità e responsabilità,
la capacità di lavorare con altri gruppi, un
maggióre senso di identità che ha portato la
Federazione alla necessità di aprirsi all’esterno, acquistando visibilità, con un patrimonio
originale di competenze e contatti.
La Fgei non rappresenta però l’intero mondo giovanile evangelico: moltissimi sono i
gruppi che non ne conoscono le attività, altri
non ne condividono i metodi e le idee o addirittura non vogliono arrivare ad alcun tipo di
contatto. Rispetto a queste diversissime
realtà, che non conosce ancora approfonditamente, la Fgei deve quindi muoversi in modi
diversi, prendendo contatto con i gruppi locali
tramite informazione e conoscenza reciproca.
La volontà di relazionarsi con altri gruppi
evangelici supera molto spesso la ricerca di
adesione alla Federazione, nel tentativo, qualora ci fossero le premesse, di arrivare ad un
sano confronto costruttivo. Chiedendoci infatti
cosa la Fgei può dare si deve valutare cosa al
tempo stesso può ricevere da questo nuovo
confronto: cosa quindi la Federazione può imparare daH’incontro con i gruppi non federati.
La valutazione in questo caso è più difficile
in quanto l’esperienza di lavoro comune è ancora limitata nel tempo e a poche zone d’Italia. Dalla discussione al XII Congresso sono
comunque emerse idee, in parte dettate da
esperienze, utili a mio avviso, per una conoscenza maggiormente completa del problema.
In primo luogo questo tipo di contatto può
fornirci un quadro chiaro di quelle che sono le
capacità aggregative dei giovani all’interno
delle nostre chiese: un modo diverso di lavorare, discutere e perché no di testimoniare.
Tutto questo può sicuramente portare scontri
e discussioni di fronte a importanti differenze
anche nel modo di vivere la fede, ma, al tempo stesso offre la possibilità di metterci in di
GRUPPI FEDERATI-]
NON FEDERATK
l^
xii'Cl
, Nella convinzione che il rapporto»
■ mondo giovanile evangelico non debbi
rirsi aH’ambito BMV ma debba rivolg'
te quelle realtà con le quali il nostròmi
vivere la fede possa confrontarsi, il
grosso dà mandato al Consiglio di:
a) iniziare à prendere contatti coi
menti giovanili evangelici le cui chie^
parte della FGEI ed in particolare co^ Mi
ed esercito della salvezza;
b) continuare nello scambio di espèri
con il movimento awentista a livellò naztì
le, nell’ambito del dialogo intrapreso,tj
FGEI e la UlCCA (Unione Italiana Chi^ÉL
stiano Awehtiste); ^
c) -sollecitare le regioni ed i grupi^lò
continuare il confronto con le realtà a
del territorio;
INVITA inoltre il Consiglio ed i grùi
a prendere in considerazione riporsi di
viare un' processo di conoscenza reCpM
con la realtà dell’evangelismo italiana
pentecostale.
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scussione, di valutare il nostro lavoro con^
occhio più critico, crescendo nel confro/it i soluzio,
con l’altro. L’importanza che la FedersM Ipregg,
attribuisce al rapporto con le comunità
questo caso contare sul contributo che.
gruppi giovanili evangelici, spesso non
rati riescono a dare con la loro esperienzs^
seno alla realtà locale, collaborando
mente alla vita delle proprie chiese. Se
da un lato la Federazione riceve nuove i‘
nuove esperienze, spesso però chiuse^
propria, piccola realtà, dall’altro offre,
le proprie competenze, una maggiore
ra al territorio nazionale ed internazioi
maggiormente visibile. I
Dare e ricevere quindi, per contare enti^
bi sulle conoscenze e capacità degli uni^ ^
gli altri, ma solo dopo una maggiore ^
scenza che deve avvenire a livello oszidm
ma soprattutto locale. Conoscenza
tanto delle realtà BMV ma dei movirnenuff
vaniti evangelici che fanno parte della F(
zione delle Chiese e dei Gruppi
™a e ur
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Tutto questo nella convinzione che il
con i giovani non possa esaurirsi ad}
'dSÉi
che noi consideriamo vicini a noi, ma
forzatamente considerare quelle
quali, in primo luogo, il nostro modo a
la fede possa confrontarsi e tentare In
percorsi comuni.
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TUTTO IL CONGRESSO FGEI MINUTO PER MINUTO
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J
|OCUMENT^ SULLA TESTIMONIANZA
^ào éxumento è il terrtstlvo, da parte di alcune persone che hanno partecipato a gruppi di
^'■¿rsi, di riflettere su una parola chiave, testimoniarùa, emersa durante i lavori del Con
sita una prospettiva e da que^a prospettiva, parziale e prowisorià, si è cercato di rilegeica di fede degli ultimi anni e di dare un contributo alla rifl^ione futura.
/ ■ m '■ ■■
i $blo é vide che questo era male.
p:reò il mondo e si appassionò alla terra, all’acqua, al fuoco e airaria e disse che questo
no."
Scelse di raccontarsi nel mondo. E il mondo fu creato. '
appassionò a raccontarsi, e le sue parole divennero storie. Storie fatte di corpi e di
orpi e parole di Israele prima e di Gesù Cristo poi. ^
, 3isse che questo era buono. ' * t - V ‘ 'H'-'
primo Dio si è raccontato al mondo, e continua a raccontarsi in esso e nei corpi delle dontali uomini che lo abitano. La testimonianza di Dio ci ha precedici e ci attravèrso. Testimo^on è una nostra qualità o scienza, ma è il riconoscere che Dio attraverso i nostri corpi, le
^^ie, le nostre parole, testimonia di sé, si lascia testimoniare, si lascia raccontare.
amo riconoscere nelle storie che d hanno preceduto e nella nostra, la passfone di Dio a
aisi, passione che si fa giorno dopo giorno corpo e parola, r'Ài essere nel mondo e nelle sue contraddizioni e ci chiama a riconoscere questa ppstra
li^ come un dono. Anche quando il mondo ci rifiuta e d nega di essere, nd non possia-"
*>3 meno di appassionarci ad esso. ‘ ‘*‘4. '
bi ha posti nel mondo e il suo raccontarsi ci lega e ci mette in relazione; riconósciamo che
ffiilanza nasce e vive nei legami e nelle relazioni, , 'Jf'V.fy:
o\ la testimonianza non è una relazione a senso unico, non è riempire^dei contenitori
fè un evento che accade neH’incontro e nello scontro.
Jfestimonia di Dio giocandosi nella relazione e in essa noi troviamo gli spazi e le parole
ferci. Dio si è rivelato anche nella^ debolezza ed ha scelto ariche l’ascblto per incon
V 1- ^ t. v'* ;•
Issarne chiamati a vivere la nostra testimonianza nell’ascolto dòme nella parola, nella
attenta e nell’azione solidale. . ,3'^'" '‘'3%'' ''' v
fcsizione a una società che nega il valore dèllé differenze è che ci vorrebbe schiacciati
te 0 arroccati su posiziQni„fondamentaliste confessiamo che la nostra testimonianza è tro- peme le parole,, i silenzi, i gesti attraverso cui interpretare la memoria e riapprof^arci di,
iìtìtà che si colloca nel mondo e in esso si trasforma.'. ;" ~.
lasciamo che trovare e raccontare quali sono le fratture tra noi e là società Ò una.chia-r
k^io, di quello stesso Dio che d ha pósto nelle contraddizioni del biòndo è che in esso.gj,,
R“ ______3_______ „si. .........................
IN PROBLEMA VIVO...
POTENZA E DEBOLEZZA
“Cristo è la risposta?". No: “Cristo è la domanda".
Cosa vuol dire per me “Casto è la domanda"? Vuol dire che Cristo mi interroga. Cristo
interroga quello che sono, quello che credo,
quello che faccio, il modo in cui mi relaziono
al testo biblico, il modo in cui percepisco II
concetto di verità. La mia percezione della verità è limitata perché io sono limitata. Devo
essere sempre pronta a mettere in discussione le mie acquisizioni perché io sono continuamente da mettere in discussione, ma non
mi piace mettere troppo in discussione Dio;
Non mi piace pensare che “Cristo è la domanda” venga inteso come un dovere sottoporre
Cristo ad un continuo interrogatorio.
Anche l’idea del "Dio debole” mi lascia un
po’ perplessa.
Credo in un Dio che nella sua potenza può
decidere di farsi uomo e morire su una croce.
La croce non è per me solò immagine di un
Dio debole ma è immagine di un Dio in cui
potenza e debolezza rimangono in costante
rapporto dialettico, anche perché la morte in
croce non è l’uitimo atto. Credo che Cristo è
risuscitato al terzo giorno e credo anche che
per gli esseri umani l’ultimo atto non è la morte ma la resurrezione, o potremmo dire: l’ultima parola no è della morte ma di Dio. Credo
in un Dio che si manifesta nella debolezza
della croce come nella potenza della resurrezione.
Il discorso della fede, per quanto mi riguarda, non si gioca tanto sul plano di dubbio contro certezza (come ho forse lasciato ad intendere pur no avendone l’intenzione), quanto
sul piano del “chi” interroga “che cosa”.
Spero che queste poche righe possano
aiutare a comprendere cosa, c’è dietro una di
quelle sensibilità “diverse"..
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Daniela Rapisarda
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'dei'quattro laboratori del primo pomejìo ha cercato di affrontare il tema del raptP'tra giovani e chiese. L’analisi è iniziata
la lettura di due passi biblici sui diversi
te si possono riconoscere in una comuìom.12:4-7 e I Cor.12:1-8) poi si è cerproseguire guardando alle nostre coin base alle proprie esperienze e alle
tà a cui si prende parte. Alcuni di noi avei^uto modo di riflettere sul tema già pri\:deìl’àppuntamento congressuale, altri si
~~iano lì per la prima volta. Anche se non
iìamo trovato “soluzioni definitive” a/ prola del diffuso allontanamento dei giovani
llepomunità, è stato comunque interessan~édere quanto il problema fosse sentito;
iWa il tutto non si può esaurire in poche
[hè, lo scopo di quel pomeriggio è stato
fsllo di capire quanto il tema possa interesla nostra federazione. Personalmente risia un tema su cui dovremmo riflettere
r oichè sembra una banalità, ma la comuè un’insieme di più elementi che può so■^wivere solo se si mantiene vivo, se dialo9s al proprio interno e se non perde il contatb con il mondo esterno. Nessuno di noi ha la
soluzione in tasca - per usare una nota
pressione - ma questo potrebbe essere il
Ictna di una discussione da realizzarsi non
nei gruppi giovanili. Sicuramente per parate di questo problema bisogna pensare anad un Ravvicinamento reciproco fra le
<^ìese e quei giovani che per motivi diversi si
allontanati. Per questo il Congresso ha
^R>resso l’intenzione di prendere parte e proIfRovere nuovi progetti e dialoghi su questa
tematica. Si è ritenuto opportuno non creare
nuovi gruppi di lavoro specifici, ma di utilizzare quelle strutture che abbiamo già disponibili.
E chi meglio degli organismi a livello locale
conosce le singole realtà oltre che alle singole
persone da coinvolgere nei vari “progetti“? In
alcune assemblee di circuito (nell’ambito Metodista e Valdese) si è già cercato di riflettere
in questo senso, molto si è già fatto, (il consiglio EGEI ha incontrato gli esècutivi BMV, il
Sinodo si è pronunciato...), ma il lavoro non
potrà esaurirsi ai vertici se prima non cornincia a livello Ideale. La EGEI è composta per
gran parte di ragazzi e ragazze che frequentano le nostre chiese, non ne sono estranei, e
allora perché non provare a rilanciare delle
iniziative concordate e mirate?
Laura Casorio (Castiglioncello)
, GIOVANI EICHIESE
Il XII Congresso rileva un disagio presente
in diverse fonne a seconda dèlie realtà locali,
che si manifesta sia con una distrazione, delle
chiese nei confronti dei giovani, sia in un abbandono da parte dei giovani della comunità
e della sua vita di fede; pertanto dà mandato
al Consiglio di:
* promuovere una riflessione tra giunte regionali, consigli di chièse, ciicuiti e distretti,
associazioni rsgiohaH di (^ièse, perchè essi
prendano coscienza di talè. situazione e propongano progetti pilota.
riiKVei
'0
RICERCAPif EOE ^
1. Il XII Congresso riconosce fimportanza
del percorso- di ricerca di fede condotto dalla
FGEl negli ultimi 30 rnesi p.
auspica che la riflessione venga portata
avariti privilegiando i temi della liturgia e della
testimonianza: 4
- esprime vivo ringraziamento al GruLaTeo
per la, passione cpn cui ha lavorato e tenuto
vivo il dibsàtito teologico nella federazione;
- dà mandato al Consiglio di nominare un
nuovo gruppo di lavoro che prosegua la ricerr
ca con particolare; attenzione' ai temi della liturgia e testimonianza. ^
\ 2. Prendendo atto del ratto’ che non tutti/e
si sono ritrovati riell’lmpostazione del percorso di ricerca portato avanti dai GruLaTeo;,e ritenendo che le diverse sensibìiità 'presenti
li neila federazione non siano un ostacolo ma Ijà'
ìnostra ricchezza, auspica che il Consiglio no-^
5^ini il gruppo di lavoro facendo attenzione al- '
“ là pluralità di posizioni che ci caratterizza.
3; Il Congresso dà mandato al Consiglio di
organizzare il prossimo campo studi, sulla te,/stimonìanza intesa come mimienfo di intersezione fra il nostro cammino di fede e là vofca*^^
acne che" Dio ci rivolge ad esprirnerétate te- '
stimonianza nel mondo. .
u
...ALLORA NOI SIAMO TESTIMONIANZA VIVENTE I>ELLA PRESENZA t>EL CREATORE ?
OH Mio oto..,!!
...E ANCHE VISSUTO!
Quella del laboratorio goivani e chiese si
é mostrata un’occasione notevole per conoscere la diversità di esperienze e vedute di
fgeini e igeine da tutta Italia ( e di tutte le età).
Per chi, poi, come la Pgei-piemonte da un
po’ ha dpeiso di indirizzare il proprio interesse
e la propria attività in questo aspetto, è stato
allo stesso tempo piacevole e sconcertante ■
notare come il rapporto fra i giovani e le comunità sia tutt’oggi una problematica aperta e
in continuo incremento; il lato piacevole é risultato invece dsllà conferma di non essere
stati visionari nell’aver rilevato nelle nostre comunità una situazione che non é solo del Piemonte.
Abbiamo inoltre appreso che la Egei già in
passato si é Interessata a questo aspetto,
ma ciò nonostante, oggi è Evidente quanto
sia soprattutto necessaria un’uitèriore analisi ^
di una situazione di reale disattenzione da
parte dei giovani nei confronti delle comunità,
e di quali siano effettivarnene i limiti di offerta
di quest’ultime nei confronti delle nuove generazioni.
Tuttavia, questo laboratorio doveva esprimere al Còngresso una richiesta che sintetizzasse questi argomenti affinché si prendesse
una posizione e un orientamento per il lavoro
dei prossimi mesi. Alla fine ne é risultata una
mozione che “volava comunque molto bas
so”rispetto a quanto emerso durante il laboratorio. Sostanzialmente si dava mandato per
promuovere una riflessione fra giunte locali e
organi di comunità per prendere coscienza
(mai abbastanza...) di tale situazione e perchè si creasse un gruppo di cordinamento
che raccogliesse le esperienze locali per poi
sintetizzarle in progetti pilota; tuttavia, essendo prevalsa in Congresso la salomonica opinione che il lavoro di tale gruppo fosse difficile
e complesso, in aggiunta-alla lungimiranza
del Consiglio uscente sull’impossibilità di fotmare un gruppo del genere, la mozione è stata poi modificata in questa sua ultima parte,
demandando il compito di proporre progetti
pilota alle singole realtà regionali.
Ora, poiché molti si sono espressi sulla
complessità dell’argomento proprio nelle sue
fasi progettuali, nasce il timore che tali progetti pilota, proprio perchè solamente “progetti
proposti” e spesso non vagliati da esperienze
0 studiati^da un dibattito organico, rimangano,^
bel belli sulla carta, o alla migliore delle ipotesi relegati a sitùàzioni episodiche. Che dire,
quindi? ci sono trenta mesi per poter dare
ampio spazio alla fantasia (o alla fantascienza, se vi pare).
Paolo Montesanto (Torino)
TUTTO IL CONGRESSO EGEI MINUTO PER MINUTO
12
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'■'‘-'S' '■
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ims' - -''tji. ' ®'' ■ '"' ' "■*w5
#'ll XII Congresso EGEI valuta positivamente
il risultato raggiurìto con là lettera spedita dal
cassiere EGEI alle comunità: bW allo scopò
di sollecitare l’invio alla nostra Eederazione.,
'^'deila colletta raccolta in occasione della Do-'^
'^mentca della Gioventù; dà mandato al Considi ripetere l’iniziativa. '
\^lio<
-»^FINANZE 2
J
H XU Congresso EGEI, dà mandato ài Gon:^ ■
sigilo dì esplorare la possibilità di utilizzar^^
' parte dèi fondo di riserva come prestito a bre^ '^
ve tàrmine.'in solidarietà con un ente,di alméno una della, denominazioni battista,’metodi- :
sta, valdese in difficoltà finanziarie.'^ '
____________. , , ■ if ■ . •
f“ ’’
¿è
f^imUZE 3
VII XII Congr^so EGEI dà manderai]
sigilo di informare i singòli gruppi, entrol^
mesi dell’anno, sui preventivi di spe
singoli progetti e di cpmunicarè evetù
nazióni'nelle quote concordate pi-ècs
menté in sede di Consiglio allargati!
muovere sottoscrizioni specifiche, i
snÉ
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4^«
finanze 4
Il XII Congresso EGEI individua neljìì
ma di lit. 25.000 la quota media annua’
sione per persona necessaria a garaii
voce di autofinanziamento adeguaci Sìcomanda pertanto ai gruppi di teneri
nella raccolta delle adesioni.
Wo.
BIOETICA
htof
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. Al congresso si è parlato anche di bioetical
E’ stato difficile tuttavia in poco più di tre
ore trattare un tema così vasto e complesso.
Con il termine bioetica, coniato solo da
qualche anno, si indica una particolare branca dell’etica, che cerca di dare delle risposte
agli interrogativi suscitati dalle nuove possibifità, che recenti scopertè determinano soprattutto In campo medico e biologico.
Questo presuppone una certa conoscenza
scientifica, nonché la capacità di gestire concetti propri della filosofia e della teologia. Una
bella impresa quindi far discutere un gruppo
di quindici persone, senza cadere nelle banalità e mantenendosi lontani da discorsi specialistici, che non eravamo in grado di tenére.
Si è così pensato di suddividere il lavoro in
due parti: una più generale sulla scienza ed I
suoi limiti ed una seconda parte su un tema
specifico pome la famiglia.
Si chiedeva ai partecipanti ed alle partecipanti di iniziare pensando a due scoperte
scientifiche che ben rappresentassero, rispettivamente, gli obiettivi della scienza e un evidente supéramento di un limite.
Gli obiettivi che la scienza dovrebbe porsi,
si è detto, sono l'annientamento della malattia
e del dolore, la ricerca di tecnologie che possano aiutare l’umanità a vivere meglio ed in
pace e il desiderio di descrivere con completezza la realtà. I suoi limiti sono invece rappresentati dalla dignità umana, dal rispetto
per gli altri, le altre e per tutto il creato, ma anche dai confini della conoscenza attuale e da
questo punto di vista il superamento del limile
diviene un fattore positivo, foriero di ottimismo
e fiducia nel progresso e nelle capacità umane. Si è poi cercato, con l’aiuto di un articolo
di Sergio Rostagno (Religione: un limite per la
ricerca scientifica? apparso su il n° 50 di Protestantesimo), di riflettere sulle implicazioni
che comporta sempre II superamento di un
confine e sul senso che si può dare alle leggi
religiose.
Nella seconda parte si è scelto di riflettere
sulla famiglia perché discutere di temi quali le
tecniche di riproduzione assistita, l’aborto, la
possibilità da parte si single di adottare bambini, le coppie omosessuali ed anche l’eutanasia ci obbliga a mettere in campo I diversi
modelli dì famiglia, che abbiamo. Per far questo tutti e tutte ci siamo calati in un gioco di
ruoli; esso prevedeva che ci si trovasse in
una riunione di condominio per discutere della
possibilità di far intervenire i servizi sociali, affinché revocassero l’affido, ad un giovane single dalla reputazione chiacchierata, del nipote
rimasto orfano. Diverse famiglie si trovavano
ad interagire in questa discussione, fattasi poi
piuttosto accesa, ognuna con la sua storia
particolare, ognuna portatrice di una possibilità diversa di “fare” una famiglia e quindi di
posizioni opposte in merito ai caso trattato.
Ai termine del gioco le persone hanno potuto continuare la discussione, confrontando
esperienze ed idee diverse, arrivando a toccare temi quali l’omosessuaiità, la genitorialità
singola e l’aborto.
L’esperienza di questo gruppo è stata positiva ed anche se non ha portato ad una mozione da presentare, ha permesso un primo
scambio di opinioni ed ha suggerito ad alcuni
gruppi iocaii la possibilità di trattare questo argomento più approfonditamente tenendo anche conto del docufnento sulla bioetica prodotto dalla commissione appositamente costituita dal Sinodo.
isabella Miica (Milano)
INTERVISTE:
LEGENDA DELLE DOMANDE
Perché venire ad un
Congresso Egei?
Ti ritrovi nel modo di lavorare
e nel cammino della Egei?
È importante riportare
l’esperienza che fai qui
anche al gruppo?
^VS#ltifgei
falci
< Jl XII Congresso EGEI considera la preparazione e la celebrazione del. culto EGÈI, un
momento importante nel percórso di crescita f
e di riflessile di piascun gruppo e un’occa^ sione df apé^a alle comunità. Si raccoman5 ’da ».gruppi, fa collaborazione, con le giunte
regionali, di tenere culti'anche nelle comunità
in cui la-iFGEj è presente? cercando di coin-;
[.'volgere ove possìbile i gatppi giovanilt locali.
A volte il modo di lavorare si perde un,. i
po’ troppo nell’eccesso di parole, nelIC^
produzione di documenti. Eorse,,a vol-|
te, bisognerebbe essere più concreiiiìj
avere di più il senso delle proprie di-.l
mensioni. ’
Antonio (Torino)
mi
/'
IBI
Il XII Cprfgrelso'^^a yisione pnmi tre "
numeri deiia nuova véste^tncoraggia ia reda-i
jzione di G£ a proseguire pel suo lavoro. ¿Sììp -il
Invita i gruppi e i singoli a collaborare alta '
^ fivteta con contributi e valutazioni'servertdòsi
' soprattutto dellà’Vubrica delle lettere; incorag43[ia ,i grt^pi a diffondere é utilizzare maggiormente^ rivista; chiede ai gruppi di abbonarsi '
a GEuifl^ndo l’offerta
Deve essere riportata nel gruppo perché, oltre ad essere un’esperienza
personale importante ti dà gli spunti
per discuterne anche con chi non ha
partecipato.
Massimiliano (Cagliari)
Per non sentirsi isolati, soprattutto in
una realtà, quella di Cagliari, dove il
pericolo esiste. Poi è sempre positivo
e piacevole incontrare e parlare con
altri della propria fede, anche se non è
sempre vissuta allo stesso modo.
Massimiliano (Caglian);.
t-' Emi
iteto t
>-6iac
Molto perché lo trovo organizzato con
lo spazio per le proprie posizioni, quello che si pensa. È uno stile di pensare
e di vivere molto bello in cui mi ritrovo.
Christiana (Firenze)
FORMAZIONE
Il If3l Congresso, riconoscendo la centralità
"dei gruppi iocaii per il lavoro della federazione ?
e l’esigenza di questi di una formatone che :
riguardi f,yari aspetti della vita di grUppò’, dà
mandato al Consìglio di:-.f ■«'jì- '
, .va) studiare la possibilità di creare una raccolta di nuove tecniche di animazione; - -, s|
b), continuare ad organizzare 3 sèminari di'
formazione (rtord, centro, sud), corriinciando,
da quello del sud, richiedendo fa partecipazio-'^;
he di almeno gn/una componènte per ogni^
, gruppo dell’areà iriteressata; . j,
'“^ c) conservare lì carattere tematico del se-^
minarì di formazione ponendo maggiore at-%
tenzione alla valutazione delle tecniche utiiiz
Mi ritrovo anche se da una parte trovo
alcuni modi di manifestarsi forse troppo barocchi dall’altra vi sono voci di
determinate persone che valgono più
di altre. Ci vorrebbe anche una revisione sul alcuni modi di procedere, come
l’inutile correzione delle virgole sulle
mozioni a discapito della discussione
sui contenuti.
Paolo (Torino)
Significa far parte di un organismo che
ha una dimensione nazionale e internazionale quindi sprovincializzarsi e
uscire dai limiti della comunità.
Antonio (Torino)
È un momefito aggregativo e ti da la
sensazione di non essere sola nel modo di vivere la fede nella società in cui
sono inserita. È un momento di ricarica delle batterie, di confronto con altre
persone che vivono la tua stessa
esperienza.
Noemi (Venezia)
W"
RÌconosciamò che I centri giovanti
svolto e svolgono unà funzione imp
rieirambito deila formazione, sia di cffl
cipa ai campi, sia di chi coltebora allá fe®
progettazione, realizzazione e gestión“
attività; ■' - 3^®
consideriamo che le possibilità df ino
e confronto aperto con realtà diverse daW
stra costituiscono unà óccasione di arrio
mento ^.crescita per l’intera I
diamo mandato ài Consiglio;
a) di individuare alia luce delle P[|°
emersejdal Congresso le miziativ4 '
inuoverè e segnalare j
b) di pro<»d6re attraverso nchies^ ‘*'1
tecipaziorié mirate ài fine dì fàvorir^un^
senza EGÈI sigrifficativa.
Si può riportare al gruppo l’entusia;
smo. È difficile trasmettere i moment!
importanti del congresso. ' , .
Noemi (Venezw,
TUTTO IL CONCRESSO EGEI MINUTO PER MINUTO
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DI GENERE
iXH Congreséò riceve il contributo del
lilla differenza di genere sotto forma
nera aperta: '
artecipanti al gruppo sulla differenza
|ere, partendo dall’esperienza del labòi.lfwitiamo gli fgelni e le fgeine ad intenire I momenti di discussione, analisi, ela|one, sul pensiero della differenza, sulle
ni di genere, ecc. ^ .
niamo che queste problematiche dpbssere affrontate in primo luogo separante in gruppi di donne e uomini. Crediaerò che ci sia anche la necessità di eiaare degli strumenti per affrontare adeguante questi temi nei momenti misti di confito. Siamo consapevoli che questo con¡risulta spesso difficile ed imbarazzante,
p‘s|iuni motivi che abbiamo individuato;
incorso di autocoscienza femminile, che ledici ormai consolidate, ha permesso e
[te alle donne di comprendere se stessè-! propri rUoli sociali, politici a partire
sere persone sessuate;
¡fil!|ei'corso di consapevolezza di genere
arte dagli uomini è invece appena iniziati. O'f
^te così uno stacco tra i livelli raggiùnti
Ipue'percorsi. ’ „
t^^’rtfàerge inoltre un certo disagio nel conijto'trai due generi, a nostro parere derivaSia|laìia consapevolezza stessa della diffenza,Sia dai diverso grado di coinvolgimento
joli uomini e singole donne, nel percorPifentità di genere.
ipTiZIARIOFGEi
Congresso si rallegra della creazione
dazione napoletana del notiziario e dà
l al Consigliò di potenziarne ti gruppo.
|ta positivamente il lavoro svolto negli
le anni e mezzo dalle due redazioni e ^
alle redazioni di ridèfinirè e potenìiete dei/delle corrispondènti regionali
|dj migliorare il ruolo di collegamento tra
plileiia federazione.
Cmanda alle redazioni dì ‘dare indica|aile collaboratori/tricì per la stesura
ali privilegiando l’aspetto dì contenuto ai resoconti delle varie attività.;^
' ■ .. ^
yon sono abituata a questo modo di
àvorare, forse perché vivo maggiormente la dimensione forse un po’ chiuI 8à della mia comunità. Noto un «ateiSrno latente» nel senso che colgo molate perplessità nel parlare degli argo#enti fondanti della fede, ariche se
i.tion ho delle certezze ma molte, forti
Daniela (Napoli)
w
Ì^nz’altro. Sono contenta perché tutto
il h)io gruppo è presente al Congrèsso
^ può parteciparlo senza il filtro della
tmia personale esperienza.
Christiana (Firenze)
sntusfa'
Tiomef’^
Perché uno pensa di poter programftiare con gli altri membri della Fgei i
prossimi due anni di lavoro. Dico penperché, ho l’Impressione, ci si possa concedere il beneficio del dubbio.
Paolo (Torino)
X
HA
DONNE E UOMINI NELLA FGEI
Uno dei gruppi di lavoro del XII Congresso
FGEI si è misurato su quella che da qualche
tempo a questa parte si chiama identità di genere. Sebbene alcune fgeine ed alcuni fgeini
si siano già confrontate/i su questo tema a //veiio di gruppi, collettivi e cocus di autocoscienza esterni alla Federazione, questo è
stato un primo timido tentativo per cercare di
sensibiiizzare più a ciò che, a mio avviso, costituisce oggi un confronto indispensabiie, teso ad individuare nuovi modi per dire ed
esprimere la nostra identità di esseri biologicamente sessuati o aventi un determinato
orientamento sessuale.
Se da un lato le influenze sociali, politiche
ed economiche orientano ia nostra società verso una dimensione sempre più omogeneizzata e
omologata, dall’altro sono sempre più'evidenti
delle controtendenze il
cui obbiettivo risiede nel
portare alla luce le differenze e le diversità che
ci valorizzano come esseri unici ed irripetibili.
Tra queste si inserisce il discorso suila differenza di genere. Esso consiste netta messa
a punto di nuovi percorsi individuali e collettivi
di donne e uomini che si interrogano su se
stesse/i, mettono in discussione modelli canonici in riguardo al proprio genere e dialogano
sulle proprie esperienze, crisi e aspettative in
momenti separati e congiunti. Presupposto di
partenza Tavere riconosciuto di essere uguali
EHI VOI!
Uno dei gruppi di iavóro previsti al Xii Congresso Fgei era sul lavoro della Redazione
del Notiziario.
Questa era l’occasione giusta per confrontarsi sull’attività svolta negli ultimi anni, per ricevere nuove proposte di lavoro, consigli e
critiche.
La partecipazione dei fgeini presenti al
Congresso è stata piuttosto "scarsa”, compromettendo così in parte le aspettative che la
nuova Redazione aveva per questo laboratorio.
Le motivazioni di questo “insuccesso” potrebbero derivare dalla diffusa sensazione
che il Notiziario “goda di vita autonoma” e non
necessiti di incoraggiamenti e di collaborazione. Tutto ciò potrebbe lusingarci se non fosse
che il vostro appoggio e la vostra attenzione
ci sono necessari per rendere il Notiziario
sempre più interessante e costruttivo.
Vi invitiamo quindi ad inviarci tutto ciò che
potrebbe esserci utile per II nostro lavoro.
La Redazione
come soggetti sociali e politici e differenti in
quanto appaftenenti ad un genere.
Il laboratorio congressuale ha visto una fitta partecipazione femminile mentre il numero
degli uomini interessati é risultato inferiore alle aspettative. Questo é sicuramente indice
della mancanza di un’esigenza da parte del
mondo maschile di mettersi in discussione in
quanto uomini. Alla luce di questa esperienza
vorrei fare alcune considerazioni:
1) gli uomini mancano di un background
storico che li faciliti a prendere le distanze da
un sistema di ruoli e modelli atavici che li rende vittime quanto le donne. È un percorso II
cui impulso deriva dagli insegnamenti delle
donne ed In parte dagli omosessuali che hanno individuato il problema;
2) ben pochi sono gli uomini che hanno
realizzato che il problema esiste e che non si
riduce ad una presa di coscienza circa Toppressione della donna e da parte di una società patriarcale e sessista. E’ la concezione
di se stessi in rapporto con la società e con gli
altri ad essere entrata in crisi e che alcuni uo
¡.''¡mI'W'iÌ
Si forse perché, per il mio tipo di educazione e di crescita mi viene naturale: non mi troverei a mio agio in un altro modo di lavorare.
Noemi (Venezia)
Venite tutti, gloria al Dio d’amore
Venite tutti, le lodi a Lui intoniamo
Venite tutti, gloria al Dio d’amore
vieni Signore tra noi...
mini vogliono ridiscutere;
3) per quanto i movimenti femministi siano
stati determinanti affinché questi uomini si accorgessero che anche la loro identità doveva
essere posta in discussione (non solo nelle
loro relazioni con le donne)^ gli uomini non
devono necessariamente discutere su ciò che
le donne hanno discusso e continuano a discutere.
Il gruppo di lavoro tenutosi al congresso é
risultato estremamente proficuo durante i momenti separati. Nel gruppo degli uomini là non
nutrita partecipazione non ha impedito (o forse ha favorito) il crearsi di un’atmosfera di un
confronto sincero ed appassionato. Superato
l’imbarazzo iniziale - inevitabilmente provocato dalle domande personali e per niente negativo - i partecipanti hanno “osato" esporsi
personalmente più di quanto non avrebbero
fatto in altri contesti di gruppo, esprimendo
pensieri e disagi riguardanti Tessere uomini
oggi, la loro storia sessuale (la linea del tempo) ed i rapporti con gli altri uomini,
Difficile ed alquanto imbarazzante si è poi
rivelato l’incontro dei due gruppi, come se ci
fosse una sorta di gelosia rispetto a ciò che
era stato condiviso in sedè separata. E’possibile che sia ancora prematuro un incontro sereno su tali tematiche senza un percorso separato più. demarcato, ciononostante è auspicabile un incremento di interesse da parte di
fgeine e fgeini su tale versante con un contributo ad un impostazione dialettica alTavanguardia in un paese - il nostro - dove l’uomo
macho che non deve mal chiedere non è certo In crisi.
Luciano Kovacs (Torre Pellice)
V t) Xll .Congr^^o FGElìraiwnarlcato; dispia+i|
,,(^iufo ctì non aver potutó dedicare’,lo spazio ,
'"‘^hecessarìo ad una discAission^ sul tema della
prossima ^^ssemblea ecumenica europeW;
(Graz ‘97) -Riconciliazione 'Dorio di Djp
, - esprime, .Nonostante ciò,’fa’'coosapsvÒ-^lezza del valore di ùfn dialòsK> ecumènico sulla
P ‘ ‘‘riconciltazione’’, già presupposto dalle precedenti assemblee (Rasitea, Seul), ma ohe, soltanto do'^'la caduta'dèi muro di’ Bérlìnó, il ,
farsi'avanti di vècchi e nuovi nazionMsmi (ex’^
Jugoslàvia, Cecénia.'etc.) ha potutó ricevere
;ùna chiara tematizzazione nello strumento di
lavoro prepafativor<pubblieato da divèrsi periodici (due per tutti: Confronti, Adista)r‘'
- ■iichiedé alle segreterie regionali di atóvarsi
rispèfe alle iniziative particolàri, promuòvendo la partecipazione ai campì sui tema che i
nostri centri .evangelici-hanno già organizzato.
-dà'mandato ài dìpnsìglio di iridIvidUare le
ipersonè o t soggetti dispósti^,a partecipare a‘
queirassemblea.’''*‘‘-c^'.
IL CULTO
DI PASQUA
TUTTO
Con questo inno-invocazione abbiamo iniziato il Culto di Pasqua del Xll Congresso Fgei curato dai partecipanti e dalle partecipanti del gruppo musica.
Non voglio fare una sintesi (se è possibile farne una) della liturgia e delia predicazione, piuttosto voglio raccontarvi ciò che in un modo o neil’aitro ha attirato al mia attenzione.
È stato particolare iniziare e terminare la nostra riflessione non dentro il salone ma all’esterno,
sotto le stelle, da dove cantando siamo entrati ed entrati in gruppo aH’intemo: ciò a sottolineare,
a mio parere, che il messaggio deH’Evangelo è movimento, è azione. È messaggio che non deve
rimanere chiuso in una stanza, ma deve poter «correre» in tutte le direzioni. Entrate ed entrati ne
salone ci siamo disposti in-cerchio; non c’era nessuna gerarchia di posizione; ognuno era accanto all’altra o all’altro, ognuno di fronte e il messaggio non ci è stato rivolto dall’alto di un pulpito.
Centro del culto è stato il brano di Marco 16:1-8: le donne che scoprono il sepolcro vuoto. Alla
lettura del brano non è seguita una predicazione nel senso comune del termine, ma una preghiera. Le donne che si recano al sepolcro non possono far altro che attendersi la morte nella tomba;
avranno una rivelazione ben diversa da ogni attesa umana. Di fronte al sepolcro vuoto Maria
Maddalena, Maria, madre di Giacomo, e Salomé hanno paura, sono confuse. La loro paura è la.
nostra paura: di fronte a un Dio che non si lascia incastrare o racchiudere in schemi, di fronte al
suo manifestarsi in Gesù Cristo rimaniamo confusi. L’incontro di Dio con le donne e gli uomini,
attraverso Gesù Cristo, ci crea «problema» e ci lascia sbalorditi.
Il «fio conduttore» di tutto il culto è stata la musica: musica non come «accompagnamento»
puro e semplice alla predicazione, ma come predicazione essa stessa. E allora via ai tamburi, ai
piatti,-ai campanelli... ‘
Dobbiamo smettere (sempre secondo il mio parere) di pensare alla parte musicale come a
quella meno importante e significativa della predicazione. Così come dobbiamo smettere di pensare la musica come semplice «canale» del messaggio quando è messaggio essa stessa. Lutero
diceva «L’arte libera deila musica è un bel dono di Dio, ma non so in quale modo o forma io io
possa fare per lodarla giustartiente e farla apprezzare da ognuno». Forse un discreto esempio ci
è venuto proprio da questo culto e dall’intero Congresso.
Paola Garbusi
MINUTÒ
14
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FEDE E ARTE: UN NODO DA SCIOGLIERE?
In occasione del convegno sulla spiritualità
organizzato daila Fcei (Ecumene, 15-17 marzo), si discuteva con alcurri/e fgeini/e deii’esigenza, in questo campo, di partire dalia propria esperienza personale. È un tipo di approccio (ormai familiare alla Egei) che ha in
sé una forza iiberatoria. Permette di creare
una breve occasione di abbandonare il bagaglio cuituraie collettivo per fare i conti con ie
nòstre esigenze quotidiane. Va fatto con cautela, ma è forse l’unico modo che abbiamo
r
ANIMAZIONE
MUSICALE
Il XII Congresso, constatata l'importanza
che l’anfrnazlone musicale ha avuto nello
svol^pmento del lavprfbongressuab' grazie alla
forza aggregativa e comunicativa propria del|
la musica e del suo utiliao neBa liturgia, chiarendo che per animazione musicale ^i intende
urm continua ricerca del dialogo tra paiola bi-^
blica e musica, auspicai
. a) una presenza costante deB’ariìmazìonè
musicale nelle attività locali _e nazionali della
FGEI;:.'A'* ■ ■
ib) che a coordinare r lavori di animazione!
musicaie siano persone competenti sia sotto.1l
prefilo musicale sia sotto il profilo deiranima>^
zìone e che esse mettano a diàposizione lé
loro capacità per la formazione di' huovi animatori/lrici musicali; ~
c) che, neirambito della riflessione della,
fgeì sulla liturgia sia presente e fondante II;
contebuto dell’animazione musicale; _
d> che qu^o processo di ricerca musicale
che oggi inizia nelia EGEI possa essere condiviso con le nostre chiese tenèndo conto, anche del lavoro intrapreso, in questo ambite
dalla FCEI e dalle chiese: BMV. r
Il XII Congresso, riconoscendo la musica
come linguaggio universale, auspica che il lavpro musicale deHa Fgei possa servire al dialogo con reirttà giovanili BMV.
per attivare un processo di adattamento a noi
di ciò che ci sta intorno.
Jn particolare, credo che la questione delia
. spiritualità tenga in gran conto le esperienze
individuali l’età, il sesso, e così via. È forse
i’aspetto delia nostra vita di fede che necessita di maggiore libertà. Ciascuno dovrebbe poter vivere ed esprimere ia propria spiritualità
nel modo che più gli/le si confà. In questo la
nostra tradizione protestante non ci è di grande aiuto.
Avendo una sensibiiità più artistica che fiiosofica, mi sono ritrovata nei poeti ugonotti che
cercavano, in modo combattuto, un equiiibrio
tra il sermo rudis et plebeius, che piaceva a
Caivino, e la propria visione estetica. Non so
se altri condividano ia mia esperienza; io, ah
meno nell’ambito deiia chiesa, vivo con un po’
MIGRANT11
li XII Congresso della f^El, riunito ad Ecumene I gionli 6-8 aprile 1996, individua neH’inconfro e nella solidarietà con persone àppartenenti a culture e paesi diversi da^ nostro
un’area di lavòm significativa per la Federazione nei prossimi anni.
Si rallegra degli ottimi rapporti di collaborazione. avviati con lì SRM della |^EI in
quest’ambito e si impegna a sviluppare tali
rapporti negli anni a venirè, sia a livello nazionale che a liveHo dei gruppi.
Auspica che il princìpio della multiculturalità sia presente trasversalmentè in tutte le iniziative della FGEI.
Ritiene che il processo “Essere chiesa insieme” costituisca una delle sfide che le nostre comunità devono affrontare oggi e invita i
gruppi locali ad impegnarsi nello studio e nel^ la realizzazione di modalità di vita comunitaria
che coinvolgano fratelli e soreile di fede di diversa provenienza culturale.
Dà mandato al Consiglio di:
- garantire la partecipazione della FGEI alle iniziative nazionali promosse dal SRM della
FCEI neH’ambitò di "Essere chiesa insieme”;
- verificare la possibilità di avviare un progetto di 80lida(letà con ^i Interlocutori della
ex-Jugoslavia già individuati dal SRM della
^FCEI.
di vergogna/disagio il mio estetismo.
Vista la presenza di un laboratorio Musica
al XII Congresso Fgei, suppongo possa essere di interesse comune rifiettere sui rapporto
fede-arte e speciairnente fede-musica.
Innanzitutto ritengo che “Narciso e Bocca- t
doro” di Messe possa proporci un interessante punto di partenza. Nei romanzo. Messe distingue due dpi di umanità: Narciso e Boccadoro, appunto. Tentando con molta difficoltà,
di sintetizzare l’idea di Messe, si potrebbero
definire l’uno come colui che ha principalmente una sensibilità inteliettuale (es. io storico,
ma anche chi semplicemente ha una passione per ia storia, ii fiiosofo, il pastore [Nàrciso
è proprio uno studente di seminario]); Taitro è
piuttosto ranista. Chi ha ietto ii libro ha potuto assimiiare la profonda differenza tra i due.
Sempiicemente debbono imparare a prendere
atto deila propria differenza e vaiorizzarla.
Sarebbe bello se riuscissimo a seguire
questo percorso, a capire quali potrebbero
essere gli spazi, ie competenze proprie delle
due componenti, che chiamerei i’inteiiettuale
e ranista (corrispondenti qui e in seguito a
Narciso e Boccadoro), pur riconoscendo l’uso
improprio dei termini, credo che neile nostre
chiese ci sia una prepotente invadenza
deil’inteiiettuaie. Forse ia centraiità dei ministero delia parola è diventato esàiusività. Ci
sono, ceno, inteiiettuaii sensibili alle espressioni anistìche, ma gli anisti vengono chiamati
a. muoversi in un mondo (ii nostro, quello protestante) organizzato dagli intellettuali secondo la loro mentalità. Il musicista chiamato ad
occuparsi di musica nelle chiese dovrebbe
poter far pesare la sua voce anche sulle scelté politiche. La musicista non solo conosce le
note, ma sa deiie^cose sulla musica e le ha
assimilate. Mi spiego meglio.
Un libro di solfeggio con cui in molti abbiamo iniziato gli studi musicali inizia così: “I popoli che hanno linguaggi diversi per esprimere
i propri pensieri e sentimenti, linguaggi che
raramente permettono la comprensione reciproca, possono con la musica manifestare le
loro sensazioni e passioni superando in tal
modo la confusione delle lingue. Da ciò risulta
che la musica è espressione universale al di
sopra dei popoli, è arte compresa e sentita
dai più semplici ai più eletti spiriti”. [Nerina
Peltronieri, Lezioni di teoria musicale parte I,
p.1]. Tutti coloro che fanno musica conoscono questo aspetto e lo sperimentano continuamente. Ciò comporta ad esempio, che difficilmente ad un musicista verrebbe in mente
di lavorare con la musica a livello denominazionale. Sceglierà, invece, l’ambito più ampio
possibile. La mia idea è che solo il musicista
sa meglio di chiunque altro cosa serve alle
chiese dal punto di vista musicale, ma porta
anche con sé un modo di essere, organizzare, progettare che è diverso da quello dell’intellettuale, dominante nelle nostre chiese e
organismi.
Elenco ora alcuni aspetti della musica nelle
nostre chiese, utilizzando delle frasi di un Interessante articolo di Bill Carter, pastóre della
First Presbyterian Church a Clacks Summit,
Pennsylvania, che prima di frequentare il seminario era un musicista jazz professionista.
1) “Se prendiamo sul serio il lavoro delle
persone [leitourgia] allora i musicisti sono responsabili della direzione del popolo di Dio
per ciò che riguarda la lode con cuore e vo
ce.'
Questo è un punto fondamentale, premessa necessaria ad una serie di elementi importanti per il lavoro musicale, per ì quali il musicista ha un’attenzione naturale: dal suonare
su strumenti decenti (rarità nelle nostre chiese) all’evitare scelte ìnnologiche di dubbio gusto, che spesso vengono proprio da chi (non
essendo musicista) vuole proporre novità musicali senza averne gli strumenti culturali.
2) “I fedeli in un culto che usa musica jazz
sono mossi dalla natura dell’arte.’’
Ciò che Carter riferisce alla sola musica
jazz, vale in realtà per tutta la musica, purché
sia sentita, vissuta, quella preferita dal musicista che lavora. La musica ha un enorme potere d’impatto, per non parlare del suo potere
w
MIGRANTI 2
Il XII Congresso valuta positivamente gli
esiti, del progetto Albania, in partiojlare nella
prima fase dello scorso mandato;' prendé coscienza che tale progetto sta attraversando
una fase di crisi; dà mandato a| Consiglio dì
verificare la possibilità di iflanciare il progetto
secondo le modalità che si riveleranno più óp
\^rtune.
Ringraziamo Laura e Giorgio
Casorio, la loro famiglia e ‘i pisani’
per l’ospitalità e l’affetto con cui
hanno accolto la nostra ‘prorompente’ visita con la speranza di poter contraccambiare al più presto.
Paolo, Manuela,
Cristina ed Elena.
grume
(gruppimusici^ |
evangelica)
: I
Il XII Congresso ritenendo utile e posijjìi
per la FGEI il lavoro del GRUME
Chiede ai Consiglio dì;
a) mantenere un/una nostro/a rapprq^
tante nói GRUME .
b) sollecitare la distribuzione del mate^
prodotto dal GRUME nei gruppi perchè
diventino sempre più promotori del rìrmo
mento dell’innologia delle nostre chiese^
aggregante. E dobbiamo evitare che sia sprecato lasciando la gestione della musica a chi
''è incompetente. La musica, durante il culto, è
probabilmente più importante del sermone.
Non sarebbe male se i culti venissero pianificati insieme, da pastore e musicista.
3) Sempre in riferimento al jazz Carter dice: “Questa apertura alla musica come act-inprogress rende questi musicisti particolarmente ricettivi alla guida di uno Spirito esterno da sé.”
Credo che, pur con la dovuta cautela, dovremmo avere il coraggio di non liquidare facilmente affermazioni di questo genere, so
prattutto perché anche la musica, come la parola, vive in buona parte di regole. Più chiari
mente Carter ^scrive: “La creazione artistìca é
ispirata dallo Spirito Santo? Forse. Ma comg3
molti atti di Dio emerge da duro lavoro e mo(
menti di ispirazione libera dalla predicazione^
Forse la paura di molti di cominciare a OO', ,
municare attraverso la musica, risiede in
na parte neii’ignorare ia musica come monM
complesso e con una sua grande disciplinsii),
4) Concludo con un’ultima citazione dall'm
ticolo di Carter, che ci fornisce altre inter^
santi indicazioni: “La Directory for Worst^^
presbiteriana rivela che— la musica strum^
tale può essere una forma di preghiera, p;^
ché le parole non sono essenziali alla pi
ghiera — come le liriche dei Salmi biblld,
musica suggerisce una gamma sbalordì^
dell’espressione umana. Un quartetto jaz^può porre all’attenzione di Dio cose che te pài
role non possono esprimere. Un sassoftM^
■ può lamentarsi a nome degli indifesi. Un pi3t|
no può offrire intercessioni per i bisognosi,
basso può affermare il fondamento della
Le percussioni possono chiamare i pellegiM
a cadere in preghiera. Se le sole selezM
musicali ascoltate nel culto sono assoli fò' gano barocchi o gli inni del risveglio del XIT
• sec., noi neghiamo lo spirito dei nuovi cantìj
che Dio provvede ai fedeli”. ,
In sintesi direi che almeno i seguenti punti\
possono fornire un interessante spunto dié
^ flessione: ;
a) valorizzare l’espressione artistica.
b) Prendere atto della necessità di prot razione in un campo (quello musicale) iò ai
quasi tutti si sentono in diritto di improvvisali
c) La musica è espressione universale.
d) La musica ha un grande potere di impé
to.
e) La musica è una grande forza
gante.
f) La musica ci fa fare i conti con lo
di perdere il controllo della nostra comi
zione (più controllabile se verbale).
Luana Pallagrosl
|tavo'
|ttel ^
&}rap
'irai
ivtesoi
CoM
w
RAPPORTI
ECÙMENICI
INTERNAZIONALI
Il Congresso ribadisce ia ricaduta,po®'*
che I Rapporti Ecumenici Internazior^ii^
sulla formazione deglì/delle fgeini(é i>n
partecipano. ,
Il Congresso éà pertantò mandato* al
sigilo di:
1) favorire il maggior ooinvolgim0nto||f
bile della FGEI nei RÈI; ■
2) continuare l'esperienza del grupF
voro formato dat/dalla responsabile e da
corrispondenti nazionali delle varie organi
zioni ài firiè df coordinare è rendere pidJ
olente il lavorp della FGEI nel campo d^
3) organizzare una consultazioné n®
le sui Rapporti Ecumenici lnternaziof^|^ t
4) incaricafé il gruppo di lavoro sur
di definirne I temi e di curarne l’organ
■de.- '
Il Congresso raccomanda che la
zione si tenga preferibilmente nella pnn?
^’98 per dare tempo ad un numero
possìbile di persone di prendere
vitàdei movimenti ecumenici interna
TUTTO IL CONGRESSO FCEI MINUTGPER MINUTO
15
\ \1^.
Hotiziariofgei
X
7T^ ^ f
i/IEZZOGIORNO
at'-i
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i alla presi
i.biblici,
'■«i
fxilÌÌ5on9''®®®° ribadisce la centralità del ;
[ia del mezzogiorno come una delle ,
(foni prioritarie nel lavoro della federazio- *'
mh'' ‘ • ' ""'-4
rtonianza, fiducia, legalità, responsa* ..
fin quanto patrimonio imprescindibile del
gfg gi^ere protestanti, devono essere indiÌ^me nuove formule di approccio alla
ti^i^e meridionale”. .
Igresso dunque: " ,
liirdando positivamente al rapporto S ’
zione avviato con le sissociazioni te'i
lìbera”, e sapendo che tante altre asJ^'ni sono impegnate a livello locale in«
jro di approfondimento e ricerca sui te-i
izzogiorno:
b|ta tutti i gruppi interessati alla que-,
pridionale a preservare, ove vi fosse-'
arti di collaborazione con le suddette
ani; ij
Èpica che i singoli gruppi attivino inpporti di collaborazione con le'suddéfr
Blazioni, ritenendo che questi rapporti
llerno siano un patrimonio insostituit^ ,
sassoM
si. Un
jgnosi. iM
della feà
i pellegi
! selezia
issali d'ano del m
luovi cali
uentì punti
■¡unto di ri- ,
sere all’interno del gruppo locate, e,
fere la riflessione sul wezargiomo
^g^erazione tutta.
ÌtJà%iandato al Consiglio: r
yi porre attenzione alla reale volontà dei
^Idi lavorare su questi temi
ieve'verificasse l'avvio di progetti da'par- ’
g^pi locali, di promuoverne il coordinali! fine di organizzare uri incontro sU
"fonale
impesto contesto “ ' ,
'n Adelfia un luogo storico
e di riflessione - ■ - a ' 't'
Iciiyidua nel Notiziario ,tìnó spaziò di .
|o e o’incontro delle esperienze dei
ppipcali - .
{Oa^ 3» 6 flEtaoCRl ftarf dERA?
M IL uno OOSTANZO
•4
ECCO IL NUOVO CONSIGLIO!
"" \
(in ordine di apparizione) Emanuele Sbaffi, Giorgio Bonnet, Daniele Del Priore,
Lula Nitti, Silvia Rostagno (segretaria), Sara Grasso, Sandro Spanu.
INTERVISTA A DUE REVISORE:
Barbara Grill e Nunzia D’Auria
1. In cosa consiste il lavoro dei Revistori?
§ I Revisori dalla Relazione del Consiglio, dall’esame degli atti e dei verbali, discutoto insieme sui diversi temi cercando di fare una critica comune e costruttiva. Si dividono poi i temi e
gli argomenti a seconda dei propri interessi.
2. Qual è stato per voi il tema più difficile da affrontare?
§ Barbara: FEDE E POLITICA - MIGRANTI E MEZZOGIORNO discorsi non semplici, non
si è grattato solo di una lettura di atti e mozioni, entrambi gli argomenti erano complessi ed importanti^robabilmente, non riusciti come la FGEI si aspettava (soprattutto fede e politica).
§ Nunzia: TESTIMONIANZA mi ha dato modo di apprendere qual è il modo giusto di fare
testimonianza. RAPPORTI FRA LE CHIESE
§ Il lavoro dei revisori è tutto in generale difficile da gestire.
3. Quale argomento vi ha appassionato di più?
§ Nunzia. TESTIMONIANZA
§ Barbara TESTIMONIANZA e FEDE E POLITICA Questi due argomenti hanno suscitato grosse discussioni anche all’interno dei gruppi locali.
4. Riprendendo la vostra appendice alla Relazione, che cosa consigliate e/o sconsigliate
ai nuovi revisori?
§ Richiedere l’invio di verbali, documenti e atti; avere maggiori contatti con il Consiglio
nell’arco dei due anni e non ridursi a lavorare a ridosso degli ultimi due mesi prima del Congresso!
§ E’ utile il contatto personale con i precedenti Revisori per avere un’idea globale del lavoro svolto nel periodo precedente; ed anche con il cassiere e la segretaria (meglio contatto personale che quello con i soli pezzi di carta).
'.'^p Riconoscendo nèl lavoro dei/deJfe revisori/e un
^.aspetto importante pef.fl funzionamento democratico ^
defe FGEI e per imia. maggior# cònoscenza delle sue ■
àttivfÈi e problemi,’ ii "Congresso Invita il Consiglio ad,in*,\%(e.fSistematicamente i^suoi atti ai/alle revisori/e così
'% dà renderli maggiormente informati e responsabili dei ■
/■cqnfronti del proprio lavoro. Questo deve avvenire nelris
s^coréo deirintefo mandato permettendo una conoscènza;
»
Í ' ■ /y
- ' Í
graduale dqi problèmi, siquf^tnentp^ più'utile ed wa
eooslrultira.,. , ijj j
ELEZIONI
i NUOVI REViSORI/E;
Sandra Spada, isabella Mica,
Massimiliano Pani
RAPRRESENtAI^I FGEI
, NEL COMITATO Di-AGAPE: ,
Giovanna Rjbet, Renato Dei Priore,
.Barbara Qrilì.
•m.
NEL COMITATO DI ECUMENB?Ì" “
" la^fto VaggelR, Sandro Spanv.
;_NEL COMlTAT0.pi SANTA. SEVERA:
"Laure Casorio, Eruo Marziale^;
NEL COMITATO DÌ ADELFIAb
festa, Virginia-MarianL
I magnifici assessori e segreterie
TUTTO IL CONGRESSO FGEI MINUTO PER MINUTO
ita,posil!
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LAVORARE IN COMUNITÀ’
%
Da otto mesi circa lavoro alla Comunità Alloggio “Via Angrogna” di Torre Pellice, una struttura residenziale che
accoglie otto minori, di ambo i sessi, di età compresa tra i 10 e M8 anni, per i quali è stato disposto l’allontanamento del nucleo famigliare per periodi medio-lunghi perché in stato di abbandono effettivo, insufficiente cura parentale, inadeguatezza educativa. .
Bisogna riconoscere che probabilmente molti di questi ragazzi e ragazze vivono in comunità perche oggi come
non mai le famiglie subiscono con grande disagio i contraccolpi di una vita sempre più difficile a causa della complessità della società, della crisi del mercato del lavoro, della inadeguatezza dei servizi sociali e delle agenzie
6CÌLlCdtÌV0
E’ evidente che a differenza'di altre realtà di vita comunitaria '(penso agli anni trascorsi al Centro di Formazione
Diaconale) nel vivere in Comunità Alloggio non ci sia alla base una libera scelta da parte del minore, ma spesso
un obbligo 0 una decisione fortemente condizionata dall’assenza di valide alternative o significativi supporti a faLa Comunità Alloggio deve essere una struttura educativa agile, in grado di inserirsi nel percorso di vita del minore, mantenendo un delicato equilibrio fra politiche e organizzazione dei Servizi Sociali e realtà familiare esistente, garantendo una occasione di crescita il più personalizzata possibile ^ n „i
Nella Quotidianità è importante saper accogliere il dolore e la conflittualità che nascono dalla situazione di disagio dei ragazzi e trovare delle risposte sul perché i loro amici hanno una casa, una madre, un padre e loro no, evitando che la loro vita si appiattisca sterilmente ed psclusivamente sulla diversità.
Per Questo è fondamentale offrire loro una struttura accogliente, caratterizzata da un gruppo di dimensioni ristrette che consenta relazioni personalizzate e la presenza di un’équipe educativa altamente profes^onale in grado di oarantire raooorti tutelati da un eccessivo coinvolgimento emotivo e dal pencolo di appropriarsi dell altro.
Oqai in ComuSà A logdo lavorano cinque èducatrici/educatori, di cui il sottoscritto residente,, che attraversoV
una turnrzioneT antS^^^^^ loro presenza nell’arco delle 24 ore per 365 giorni all’anno e provvedono a tutte le
incombenzrdelL vita ta Comunità: dalla pulizia degli ambienti e del guardaroba dei minori alla loro istruzione
ed inserimento nel mondo del lavoro. ^ Davide Arca
VIVERE IN COMUNITÀ’
Mi trovo in Comunità Alloggio da circa un anno e mezzo a causa
di problemi familiari. All’inizio ignoravo l’esistenza di questo tipo di
strutture assistenziali e per ambientarmi ho avuto una quantità di
problemi. Mi sono sentito anche colpevole quando ho saputo che
esistevano persone con problemi più grossi dei miei, colpevole del
comportamento che tenevo da sei anni.
Molte persone si trovano qui, anche a causa della nostra società, che, in partenza emargina il diverso.
Proprio per questo noi ragazzi, a volte ci troviamo in difficoltà
nel rispondere alla domanda: “Ma tu dove abiti?”. In questa comunità ho trovato delle persone adulte che mi hanno consigliato nei
momenti di bisogno, aiutandomi nei momenti d( sconforto.
Purtroppo non in tutta Italia esistono strutture come quella in cui
vivo; costringendo così molti bambini -soprattutto del sud- a vivere
la loro infanzia in una situazione di grande disagio.
AN’interno della Comunità gli educatori cercano di ricreare
quell’atmosfera familiare, spesso inesistente o lontana.
La Comunità in cui abito è un’opera Valdese, ed essendo partita
con mansione di orfanotrofio si è adeguata, da pochi decenni, alla
più adeguata funzione di comunità alloggio.
Spero che lo Stato riesca ad arginare in modo efficace il problema “minori”, nel minor tempo possibile, con la costruzione di altre
'Comunità Alloggio.
Giuseppe Gimmillaro
16
1
*V \Áé/.
HoPiziQriofgeì
LA FGEI CHE VORREI
Le risposte a questi e altri atroci dubbi, lo spazio a domande, proposte, considerazioni nella nuova rubrica del
notiziario: LA FGEI CHE VORREI
dal prossimo numero un’occasione in cui affrontare ed
esporre il proprio modo di vivere e considerare la nostra
fgei; l’occasione per un dibattito, per vivere concretamente la fgei che volete, i cui protagonisti sarete naturalmente voi. insomma, inviate alle redazioni i vostri
pensieri, le proposte, i sogni, le critiche, ciò che vi piace,
piaceva o piacerebbe della nostra federazione all’indomani del dodicesimo congresso.
ornai
^ bella
^arPel
jilee dal
Escutere
mo divei
1 fattoi
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villi vale
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CAMPI ESTIUI PER BAMBINI - BAMBINE • RAGAZZI - RAGAZZE - GIOVANI
CAMPO (7-8 anni)
.16-23 giugno ^
La torre di Babele
:CAMf^O (9-10 anni)
' J'*!* “ *ÌS '¿ì •
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¥• 1 ^ Í + if
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......— .......................
¡23-30 giugno ,
[Nel regno di Avalon
CAMPO (12-13 anni)
25 agosto-1 settembre
Tutto queiio che avreste voluto
sapere... li
CAMPO (14-17 anni)
r7-1Tlugiio T
Il gioco delie perie di vetro
CAMPO (14-17 anni)
17-27 iugiio
identic;, kit
CAMPO GIOVANI (18-22 anni)
4-11 agosto
Crossing the borders
CAMPO PRECADETTl
(8-12 anni)
27 giugno-7 iugiio
A che gioco giochiamo
V.'.. -I
C
IfóHjflil......
eWSSpTàiija (C5Ä
. ■ ,^„ia9^f/9220SS.-, ■
CAMPO CADETTI
(13-17 anni)
8-18 iugiio
identità allo specchio
CAMPO GIOVANI INTERNAI;
ZIONALE (18-25 anni)
19-29 iugiio
Maschio e femmina li creò
CAMPO GIOVANI
(18-30 anni)
25 iugiio-4 agosto
Frammenti di vita
lesto ra;
lesi e
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■. ^ i." ■ v'^iiUT ®, Í»
CAMPO GIOVANI (dai 16
anni in su)
18-25 agosto
Vivere la speranza di fronte
a un muro che non c’è
CAMPO PRECADETTl
(8-12 anni)
14-24 luglio
L’immagine di Dio
CAMPO CADETTI (13-17 annj
3-13 luglio
Nel paese di Pinocchio
impariamo noi a tirare le fila
Lll
CAMPO CADETTI (8-14 anni)
30 giugno-21 luglio
Figli di Abramo: Viaggio
attraverso la fede e la cultura
di ebrei, cristiani e mussulmani
CAMPO LAVORO
25 giugno-30 settembre
(perìodo minimo: 15 giorni)
TEMA DEi CAMPI:
Riconciliazióne, dono di
Dio, Fonte di vita nuova.».
4 , 'j- '
CAMPO GIOVANI
(18-30 anni)
hi 3 agosto
Come i cambiamenti nel
mondo del lavoro interrogano il mio rapporto con l’altra e
con l’altro
..e. -,
^" t"’' ' •
. 'Vi-, «
-, -v •*. S
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>5, ' Wthri'&l
CAMPO CADETTI (14-17 anni)
18-31 luglio
Rompi, immagina e crea
CAMPO PICCOLI
(6-9 anni) "
23-30 giugno
OAMf O GRANDI (9-1^
6-13 luglio
CAMPÒ ADOLESCENTI
(12-14 anni)
23-30 luglio
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CAMPO GIOVANI
(15-18 anni)
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8-12 settembre
CAMPO CADETTI (8-12 anni)
29giugno-13luglio
I segreti del bosco
CAMPO GIOVANISSIMI (13-17 anni)
14-27 luglio
«Mi sarete testimoni fino all’estremità deila terra»
CAMPO GIOVANI
(minima 18 anni)
28 luglio-3 agosto
Problemi di vita, problemi di fede
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REDAZIONE: a Torino C/o Riforma, via S.Pio V 15,10125 Torino (Fax 011/657542); a Napoli C/o Riforma, via Foria 93,80137 Napoli (tei 081/291185, Fax 081/291175).
REDATTORI/TRICI: a Torino Michela Bellino, Cristina Ferrara, Bettina König (coordinatrice - tei 0121/543819), Manuela Molinari, Paolo Montesanto, Elia Piovano, Simona Piovano,
Loredana Recchia, Pietro Romeo. A Napoli Deborah D'Auria, Marta D'Auria (coordinatrice - tei 0^273194), Nunzia D'Auria, Lula Nitti, Emma Olivieri.
HANNO COLLABORATO A QUEsib NUMERO: J^ide Arca, Garbusi, Qjflseppe G\n)f^ro, Barbar|^ill, Christian|||pcelli, Lucia^ Kovacs, Isabella Mica, Luana Pallagrosi,
Max Pancia, Daniela RapisardaJOwa Rostagnoi^^nuele ^
lCORRÌSPONDENTI REGIQMiArCristina^^follcono, Lai^p&Bsorio, Saj^^artinelli, MpiJfMazzarell^^^Bnluca Puj|pR^, Donatel^prostagnOjOrjJBTSoullier, PaoloTe^
17
lì 10 MAGGIO 1996
E Eco Delle mLi moEsi
i doa del
e interrogativi a partire da un dibattito a Villar Pellice
Che cosa sta diventando ^identità valdese?
marco rostan
Tornando a casa dopo la
bella serata organizzata a
• •il
vW Pellice dalla chiesa Ioale e dal Centro culturale per
Escutere su «I valdesi: chi
Kvaino, chi siamo, chi stia^diventando», riflèttevo
5ul fatto che questi interrogativi sulla nostra identità e, al
jtanpo Stesso, sul futuro delle
^valli valdesi, fanno pensare
¡Ila curiosa impaginazione
del nostro giornale che, come
è noto, per i lettori di questa
jona vede le quattro pagine
^ L’èco,delle valli contenere
Ui/nmw, mentre nel resto del
(jritorio è Riforma che contiene f’«co i/eWe valli..
C’è qualcosa di non risolto,
e forse di non risolvibile, in
rapporto che ha a che
^ epn la storia, la cultura,
la^tà delle valli valdesi e,
¡appo stesso, con la comune^àzione che ricerchiamo
per il'nostro tempo con i credentiiìevàngelici delle chiese
■valdesi e metodiste in Italia.
ptnando se un maggior
«rptatTiento. una interpellaàoneiieiproca fra gli interrogavi che ci portiamo a Milastalla diaspora abruzzese o
aBobhiO non ci aiuterebbe,
^taftetido negli uni e negli
altridelle dimensioni e dei
(ioblemi insoliti. Sull’identità, aveva ricordato Gianni
Genre iittroducendo la serata,
sièiflettuto quest’anno, con
lèstionari e assemblee in
. m
vane ejbiese e riunioni quarSsrali: ma sono lontani i temun’appassionata ricerca
teologica come quella delle
giornate del Ciabas e anche
quelli di un seatato confronto
sul nostro futuro.
Chi ci visita, provenendo
daH’esterno, trova nelle nostre realtà stimoli e interesse,
siamo spesso invitati e ricercati, ma all’interno è, innegabile un disorientamento: si fa
fatica ad essere chiesa. Pure è
qui il punto, perché non c’è
identità da cfifendere o da ricercare nel territorio, nella
cultura alpina, ma semplicemente una vocazione da riscoprire. I valdesi non sono
né etnia né tribù: sono stati
ciò che ih Signore ha concesso loro di essere. Claudio
Tron e Giorgio Toum hanno
sviluppato il confronto tra ieri, oggi e domani, l’uno prevalentemente sul versante interno, l’altro rispetto a,ciò
che ci aspetta.
A fronte della comunitàpaese ben strutturata che
Tron ha rievocato rileggendo
alcuni articoli di Giovanni
Miegge, giovane pastore a
Massello negli anni ’20, a
questo tenace gruppo di anziani e giovani' che ama la
riunione serale nella scuola e
lì si forma ma, al tempo stesso, non si chiude in se stessa
e con le belle figure dei suoi
colportori percorre le strade
della pianura per evangehzzare, che cosa rende oggi più
complicato il miriisterio pastorale? Eccesso di comitati,
commissioni, strutture, burocrazia? Forse, ma soprattutto,
secondo Tron, il grande impiego di tempo e di energie
immesso nelle opere per far
corrispondere all’immagine
che abbiamo dato dei nostri
istituti una realtà effettiva.
Giusto, ma a quale prezzo?
Per Giorgio Tourn il quadro delle certezze, ben definito nella distinzione tra valli
valdesi ed «evangelizzazio,ne» entra in crisi dopo il
1945: e i valdesi delle valli'
ricevono da più parti il messaggio «siamo tutti in Italia,
se non vi svegliate finirete
come indiani in riserva».
Messaggio che viene dall’interno della chiesa, dalla televisione. Anche Agape, la
grande finestra aperta sul
móndo che Vinay ha inimaginato, in realtà non fa affacciare quelli che ci vengono
sulla realtà valdese alle Valli,
forse sul protestantesimo, e
non mette in comunicazione
le valli con la dimensione italiana e intemazionale. In anni
più vicini, la ricerca di autonomia locale da parte di Comuni e Comunità montana e,
^u un altro pianò, l’ingresso
di territori frontalieri come il
nostro nei grandi progetti Interreg produce un’enorme
trasformazione: scompare
l’unità vàia valdesi, ci sono
le Comunità montane delle
due vallate, con dentro i vaidesi: ma è proprio questa
realtà valdese, con la sua storia, i luoghi, i templi, i musei,
ecc. che rende «appetibile»
all’evasione domenicale dalla
grande città e al turismo intelligente di questi anni la
fmizione della vai Pellice e
della vai Germanasca: il
1
Tanni)
fila
ricerca della scuola media di Perrero
Non dimentichiamo i
mulini
LILIANA VIOLIELMO
La megacentrale elettrica
di prossima costruzione a
Trófóieri sarà probabilmente
l’ultimo impianto di questo
^ère che sfratterà le risorse
i®che della vai Germanasca;
siperde invece nella notte dei
iteiàpi la prima costruzione di
®liblino ad acqua che, con
?>.stesso principio dell’enerPurcausata da una caduta
*%ua su una ruota, risoFve''ule ^mplici necessità degli
"Omini di quei terripi: trasformare il grano coltivato nei
oompi in farina da cui ottene
’oil^e. •- '
*^Sgi i mulini della valle
più produttivi,, si
psa Unicamente al loro utipO a Scopo turistico e con
psto obiettivo la scuola meu di Ferrerò ha condotto
^ricerca molto ampia per
fpOiTe un dépliant che illuattività di cui si va
®*ndo la memoria.
— <t4 ixiwiuAiiia.
o^lla s^la del palazzetto
^p^tro sportivo, i ragazzi
^«sposto i tabelloni con
Udir di alcuni mulini
^ legna, presenti anpTpnte in ogni villaggio
del produzione familiare
Con ^‘^eompagnandoli
“ Qidascalie esplicative e
Vori 4 maggio i la
presentati a un
si « pubblico dagli stes
della scuola e dalla
Inij . ®la Caccia, che li ha
nella ricerca.
"hiteu^ l’^r
Renzo Bounous ha
^
itt,„ umani nella valle
uaversn ; __i; r- _
1 secoli fino ai
e Guido Baret,
menti "^'^preatore di docu"Pieoaf tradizioni locali, ha
® 0 come funzionavano
i mulini e quale era la loro
importanza per l’economia
contadina.
Le informazioni sui mulini
e la possibilità di visitarne un
paio ancora in buono stato sono state sintetizzate nel dépliant che si rivolgerà sia ai
turisti che alle scuole: già da
ora è possibile recarsi a vedere Tintemo del mulino Passi a
Ferrerò che si sperq di rimettere in attività e il piccolo
mulino di «Gorgio Trounno»
a Massello, ristrutturato di recente. Si potranno anche avere sul posto le spiegaziom necessarie per capire come fun
zionavano e come se ne curava la manutenzione.
Gli amministratori presenti,
il sindaco di Ferrerò, il presidente e gli assessori della Comunità montana, hanno elogiato il lavoro dd ragazzi e
dell’insegnante; è stata una
/bella giornata anche per il
preside della scuola media e
per il direttivo della Pro Loco
di Penero. Intermezzi musicali degli alunni, un balletto
eseguito dalle bambine e la
degustazione di prodotti tipici locali hanno assicurato il
giusto grado di svago alla serietà dell’occasione.
«prodotto valdese» tira assai
più che la semplice aria buona o le montagne.
La «riserva indiana» è nei
fatti di domani; inutile chiedersi se la si vuole o_no, occone esserci e gestire noi, in
prima persona, questo incontro. Bisogna che i giovani in
primo luogo, si è detto nel dibattito, si convincano di avere
un ruolo e un’iniziativa in
questa prospettiva; l’incontro
con il visitatore passa rapidamente dal museo alle.domande: non solo sulla storia, ma
sulla fede, sulle chiese. Alla
domanda «perché sei entrato
in una chiesa valdese», ha
raccontato Genre, un giornalista ha risposto «perché nessuno me lo ha chiesto».
In un mondo pieno di messaggi che vogliono insegnarti
come devi pensare, il nostro
impegno è far vivere lo spazio di libertà rappresentato
dalle chiese valdesi ma anche, e questo è difficile, c’è
da fare molto nei Consigli
comunali e di Comunità
montana, nella gestione del
territorio nei confronti della
«cultura politica» dominante.
Se diciamo che la nostra
identità sta nella vocazione,
occorre che questa fede viva
e strutturi il nostro essere oggi e domani. E infine, ha detto Tourn, occorre liberarsi
dall’individualismo esasperato che ci contraddistingue, dal
falso pessimismo e anche un
po’ da una certa insofferenza
verso la chiesa e i suoi pastori: le valli valdesi vivono se il
loro impegno è incoraggiato.
Torre Pellice-Agape
Gruppo
ecumenico
delle donne
EERWaNDA COMBA
Il Gruppo ecumenico di
donne, a Ginevra, raccoglie soprattutto le mogli di
funzionari del Consiglio ecu- '
menico delle chiese, dell’Air
leanza riformata mondiale e
della Conferenza delle chiese
europee. Originarie dei cinque continenti, queste donne
hanno in maggioranza lasciato la parentela e un lavoro per
seguire il marito in un paese
dove per molti anni non
avranno un permesso di lavoro. Il Gruppo le aiuta a inserirsi in una realtà e in una cultura diverse e, a sentirsi meno
sole: offre solidarietà, corsi di
lingue, studi e informazioni
varie. Quest’anno ha proposto una vìsita alle Valli.
Così, dal 26 al 28 aprile, un
gruppo di donne (più due mariti) provenienti da 17 paesi
diversi, è stato a Torre Pellice
e ad Agape. Erano tutte protestanti (riformate, luterane,
membri di chiese unite) con
l’unica eccezione di un’ortodossa romena. Per le tedesche
e le olandesi la storia valdese
non è del tutto sconosciuta,
ma per chi veniva dalTIn'dia,
dalla Corea, dal Sud Africa,
dallo Zimbabwe, dal Kénia o
da Tahiti è stata una scoperta.
I musei di Torre e di Frali, le
spiegazioni, gli incontri, le testimonianze hanno dato le
informazioni di base, sono
state tutte mólto contente della loro esperienza; dell’accoglienza calorosa e fraterna
alla Foresteria e ad Agape,
del simpatico incontro serale
con numerose donne di Torre
Pellice, del culto in fi^ancese.
PAG. Ili
Centro culturale e Collegio valdese
«
Semaine du français
»
Si rinnovq l’appuntamento, dal 12 al 20, maggio, della
«Semaine du français» che da alcuni anni vede svilupparsi
varie iniziative in vai Pellice e nelle valli Chisone e Germa^
nasca; sono ormai molti i gruppi coinvolti, dal mondo della
cultura alle chiese locali. L’organizzazione generale è del
Centro culturale valdese e del Liceo valdese di Torre Pellice, con il patrocinio delle Comunità montane vai Pellice e
vai Chisone e Germanasca e dal Comune di Torre- Pellice, in
collaborazione con il Centre Culturel Français, le direzioni
didattiche di Lusema San Giovanni e Torre Pellice, il gruppo Lend (Lingua e nuova didattica).
PROGRAMMA
Val Pellice
12 maggio, domenica:
Culto in francese in alcune
chiese della vai Pellice.
13 maggio, lunedì —
TORRE PELLICE: Alle
18, al cinema Trento, serata
a cura della direzione didattica di Lusema San Giovanni, con canti dei bambini e
proiezione del video «Un
vieux savant dans les nuages» realizzato dalla quinta
elementare di Lusema.
20 maggio, lunedì —
TORRE PELLICE: Presso
il.Liceo europeo, alle 17,15,
conferenza di Michel Carrier, dell’Università di Parigi, su «La France aujourd’hui», a cura del Gruppo
Lend del Pinerolese.
Valli Chisone
e Germanasca
14 maggio, martedì —
LÜSERNA SAN GIOVANNI: Alle 21, alla sala
Albarih di Lusema San Giovanni, conferènza di Giorgio Tourn «Le français de
nos grands-pères>^
15 maggid, mercoledì —
TORRE PELLICE: Alle
21, al cinema Trento, proiezione del film «Une histoire
de vent», di J. Ivens, del
1989, ultima opera di uno
dei più grandi documentaristi francesi.
11 maggio, sabato —
PEROSA ARGENTINA:
Alle 16,30, nel salone della
Comunità montana, tavola
rotonda su «La lingua francese nelle nostre valli» con
interventi di Alex Berton «Il
francese nella vai Chisone»,
Claudio Tron «I valdesi e la
lingua francese: un legame
profondo». Franco Calvetti
«Il francese nelle scuole».
17 maggio, venerdì —
VILLAR PELLICE; Nel
tempio valdese alle 21 la corale di Villar-Bobbio, diretta
da Marco Poët, esegue canti
della tradizione locale in
francese con la partecipazione di Robert Taglierò.
17 maggio, venerdì —
TORRE PELLICE: Alle
10,' presso il Liceo europeo,
via Beckwith 1, presentazione del poeta Verlaine, con
lettura di poesie, in occasione del centenario della morte. Seguirà un’esercitazione
sullo stesso autore con l’utilizzo di un Cd-Rom. Intervengono Jean Bastianelli,
«attaché linguistique», e
Alain Thoby, direttore dei
corsi del Centre culturel
français di Torino.
18 maggio, sabato —
TORRE PELLICE; Dalle
10 alle 12,30, nella sala
conferenze dell’Hòtel Gilly,
giornata a cura della Comunità montana vai Pellice su
«Prospettive interfrontaliere». Intervengono Rinaldo
Bontempi, deputato al Parlamento europeo su «Tra
Francia e Italia: quale politica?» e Alberto Gabella su
«La Francia: America dell’Europa».
12 maggio, domenica —
POMARETTO. Nel tempio valdese, alle 21, concerto del gruppo corale «Les
Harmonies», che esegue
melodie tradizionali delle
valli, con la direzione di Enrico Chaibonnier. ’
13 maggio, lunedì —■
PEROSA ARGENTINA:
Dalle 10 sfilata per le vie
del paese del «Teatro in
piazza» presentato dalle
scuole medie di Villar Perosa, Perosa Argentina e Ferrerò, con la partecipazione
di alcune scuole di Torino.
15 maggio, mercoledì —
SAN GERMANO CHISONE: La scuola media di Villar Perosa presenta alle 15,
presso l’Asilo dei Vecchi,
«Il y avait une fois les saisons», musica e parole.
16 maggio, giovedì —
PEROSA ARGENTINA:
Alle 15, nel salone della Comunità montana per l’Unitrè
relazione di A. Thoby su
«La fenune dans .la littérature française».
18 maggio, sabato —
VILLAR PEROSA: Alle
21,15, presso la Società operaia, Cantavalli presenta il
Trio Paris con musiche tradizionali del Bourbonnais.
19 maggio domenica —
USSEAUX: Serata gastronomica presso la trattoria
«La placfette» con menu alla
francese.
Libri francesi
nel Pinerolèse
n y un an, jour pour jour, je
signalais aux lecteurs de
R^orma-L’Eco delle valli valdesi l’arrivée d’un grand nombre de livres français provenant de Paris, destinés aux
écoles du Haut-Pignerolais et
de la vallée du Pélis.
En ce moment, il vient d’en
arriver autant et même davantage!
Il s’agit d’une aide extrêmement utile pour accompagner et compléter la connaissance de la langue française et
de l’histoire de France, soit
pour les élèves qui ont déjà pu
les approcher par tradition familiale ou autre raison, soit
pour les élèves qui vont les
connaître en tant que langue
étrangère.
Aussi, je remercie de tout
cœur M. Xavier Deniau, Président d’Adiflor de Paris qui a
offert les livres, M, Félix Vigne, lui aussi de Paris, qui est
à l’origine de l’initiative, MM.
Mignon et Dumont qui se sont
chargés de transporter les 67
cartons de Paris à Pignerol, les
professeurs, Mlles Coucourde
et Costantino, qui ont consacré plus d’un après-midi à
trier et répartir les différents
volumes.
LiUana Ribet - Torino
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Àf\ Nelle
ì- Chiese Valdesi
CAMPO INTERNAZIONALE GIOVANI PRIMO DISTRETTO — Le chiese valdesi del I distretto, in collaborazione con la Chiesa riformata del Vallese (Svizzera) organizzano un campo estivo per i giovani dai 15 anni in poi. Il
campQ avrà luogo da sabato 29 giugno a venerdì 12 luglio e
potrà ospitare 30 ragazzi. La prima settimana sarà a Fano,
una lucidità balneare delle Marche, nella seconda si scopri• ranno alcuni luoghi della Toscana (Siena, San Gimignano,
Arezzo, Firenze e le colline del Chianti). Il costo del campo
è di lire 450.000. La prima settimana si alloggeià al Bévano,
una casa situata nell’entroterra a circa 10 chilometri da Fano, la seconda in campeggio a San Gimignano. Per prenotarsi e iscriversi rivolgersi entro il 18 maggio a Massimo Long,
tei. 0121-953107, via Beckwith 14, Torre Pellice.
COLLETTIVO TEOLOGICO MIEGGE — Domenica 12
maggio, alle 17,30, nella sala Valdese di San Secondo, si
terrà rincontro del Collettivo teologico Miegge che concernerà il capitolo 6, «Dio in relazione» della Teologia sistematica di Paul Tillich.
FESTA DI CANTO DELLE SCUOLE DOMENICALI —
Domenica 12 maggio si svolgerà a Villar Pellice la festa di
canto delle scuole domenicali del 1° circuito.
CULTO ASCENSIONE 1° CIRCUITO — Giovedì 16
maggio avrà luogo per tutto il F circuito if culto di Ascensione al Ciabas alle 21.
CONVEGNO FGEI VALLI — Sabato 18, a partire dalle
15,30, e domenica 19 maggio convegno Fpi di fine attività alla Gianavella; costo di partecipazione £ 20.000.
Iscrizioni presso Silvia Gardiol (tel.500621).
AGAPE: CAMPO FORMAZIONE — Dal 10 al 12 maggio
week-end di formazione su «La plenaria: spontaneità o gestione?» per riflettere insieme e per migliorare il lavoro
degli staifisti.
ANGROGNA — Da domenica 12 maggio riprende il calendario estivo dei culti (2* domenica del mese al Sen-e e 4® n
Pradeltomo); il primo culto al Serre sarà in fi-ancese. La
scuola domenicale e il precatechismo termineranno l’attività con una serata di canti nel tempio del Serre sabato 18
maggio alle 21.
PERRERO-MANIGLIA — Domenica 12 bazar alle 14,30
per comprare, giocare, bere e mangiare insieme, a cura
dell’Unione femminile.
POMARETTO — Sabato 11 maggio passeggiata storico-naturalistica con partenza alle 9 dai Pons, picnic e rientro nel pomeriggio passando da Gataudio e Perosa. L’Unione femminile si ritrova il 17 maggio al Clot. Domenica 19 maggio il
culto sarà in firancese e vedrà la partecipazione della comunità di Cossonay-Grancy dalla Svizzera. l
SAN SECONDO — Gita comunitaria a Grano per il 18 e il 19
maggio. Partenza prevista alle 7 di sabato da piazza Tonello. Prenotazioni presso il pastore. 1
TORRE PELLICE — Domenica 12 alle 15 seduta mensile
dell’Unione femminile, con la relazione delle delegate ai
congressi. Domenica 12 maggio, alle 15,30, riunione di preghiera delle chiese evangeliche di Torre Pellice e Lusema
San Giovanni sul Salmo 100, alla Casa unionista.
VILLASECCA — L’Unione femminile di trova il 9 maggio
alle 14,30. Domenica 12 maggio assemblea di chiesa con
esame della relazione morale del Concistoro.
Pomaretto ha celebrato il XXV Aprile
E ECD Delle va¡.¡.¡ moEsi
La festa e la memoria
PAOLA REVEL
er noi è stato un mo
1
mento di festa, in cui
tanta gente si è ritrovata per
ricordare un periodo importante e tragico della nostra
storia». Così parlano i protagonisti della manifestazione
organizzata dai ragazzi delle
scuole elementari e medie di
Pohtgretto e Perosa Argentina
per il 25 aprile. Nel 51“ anniversario della Liberazione, un
momento significativo è stata
la sera del 24 aprile: una fiaccolata si è snockta dal tempio
valdese di Pomaretto fino alla
borgata Pons, incendiata il 21
marzo 1944, dove trovarono
la morte 4 civili. La testimonianzaañvive attraverso le parole del diario del pastore
^ Guido Mathieii: «Sono le 14
circa dd-pomeriggio quando
vengono ad avvertirmi che il
villaggio dei Pons è in fiamme... La scena è tra le più impressionanti» e il Racconto
della signora Elvira Pons, unica testimone di ^uel terribile
episodio: «Ci sono solo più io
qui che ho vissuto la tragedia
dell’incendio... Siamo andati
fin su nelle vigne, poi abbiamo cominciato a vedere che
la nostra casa bruciava...».
' Ritornati nel tempio, i ra
Sport
PALLAVOLO PINEROLO: SCONFITTA LA B2 — È un
campibtiato decisamente in calando quello del Magic Traco Pinerolo in B2: dopo essere state, a lungo capoliste le biancoblù si
stanno allontanando dalla testa del girone risultando fuori dalla
lotta per i play off promozione. Con la sconfitta per 2 a 3 patita
sabato a Omegna il Pinerolo si trova ora al quinto posto in graduatoria. Analoga posizione per i ragazzi in CI ma per il Body
Sistem il campionato sta riservando successi importanti: neH’ultimo turno i ragazzi di Pinerolo hanno vinto per 3 a 0 sul Loano.
Nel Memorial Granerò under 14 successo del GS Donatello di
Cuneo, al termine di una bellissima giornata di festa e sport in
ricordo del giovane pallavolista Samuele, scomparso durante un
tragico incidente in montagna. Il livello tecnico della manifestazione è stato notevole e ha visto confrontarsi in equilibratissimi
sei match (giornate all’italiana al meglio dei tre set) quattro
squadre ai vertici della categoria. Ha avuto la meglio, come da
pronostico ma dopo aspra lotta, il GS Donatello Cuneo, una società vivaio dell’Alpitour, fiasco trionfatore del Tomeo nazionale a Brescia, davanti a compagini di rango come Gabeca
Montichiari e Cariparma. I cuneesi hanno ottenuto 5 punti (un
punto per ogni set vinto) risultando primi per il maggior numero
di azioni vincenti. Egudmente a cinque punti è giunto infatti il
3S Nova Siria di Lusema San Giovanni. I ragazzi di Marco Gardiol (Jourdan, F. Ferrerò, M. Ferrerò, Savalli, Poét, Torrelli, Barezzi. Di Martino, Negro) sono la vera sorpresa dell’anno e già
alcuni piccoli campioni lusemesi sono stati adocchiati da talent
scout delle formazioni di vertice. Al 3“ posto è giunta con 4
punti la selezione Amici di Samuele (Cerrano, Perorato, Centella. Rossetti, Gostantin, Samuel, Gonzati, Bussolino, Fomerone. Magnano, Scali, Peirano, Pautasso, Chiaretta) formata da ex
compagni di squadra dello sfortunato giocatore di Bricherasio.
Quarto e ultimo per differenza punti il pur forte Arti e Mestieri
di Torino. Miglior Schiacciatore Chiaretta (Amici di Samuele) e
miglior alzatore Zulli (Arti e Mestieri).
Questi i punteggi: 3S-Amici 2-1, Donatello-Arti e Mestieri 12, Amici-DonateUo 1-2, Arti e Mestieri-3S 1-2, Amici-Arti e
Mestieri 2-1, 3S-Donatello 1-2.
PALLAVOLO FEMMINILE — Dopo i ragazzi anche le ragazze del 3S Nova Siria Lusema si possono fregiare del titolo di
campioni provinciali Libertas. Il torneo disputatosi a Lusema ha
visto le padrone di casa imporsi su Sa.Fa. di Torino, Libertas
Moncalieri e Jolly Vinovo. Ora per il 3S c’è lo scoglio del B.F.
Cuneo, primo impegno nella fase regionale.
CALCIO: I PLAY OFF PARTIRANNO IL 26 MAGGIO
— È ormai certo: i play off del campionato nazionale dilettanti
di calcio partiranno domenica 26 maggio; ciò consentirà a turno ad ogni formazione di comparire nella schedina totocalcio.
Alle società, costrette a tenere i propri giocatori in allenamento,
arriveranno delle contropartite in denaro dal Coni. Il Pinerolo
sarà inserito in un girone che comprende le altre tre piemontesi
qualificate e un paio di formazioni lombarde. Tre punti in caso
di vittoria, uno per i pareggi, incontri di sola andata; alla fine si
avrà il campione nazionale dei Dilettanti. Per il prossimo anno
è già nel frattempo certa la promozione della Fossanese che sostituirà il retrocesso Saluzzo nel girone che vede impegnato il
Pinerolo. In Promozione invece si trova all’ultimo posto del girone C il Lusema che, pur ottenendo il 15“ pareggio dell’anno,
viene superato anche dal Rivoli che batte il Lascaris.
TENNIS TAVOLO: DOMENICA I CAMPIONATI PINEROLESI — Si svolgeranno domenica 12 maggio alla palestra di via Filatoio a Torre Pellice, i settimi campionati pinerolesi di tennis tavolo organizzati dalla Polisportiva Valpellice,
società impegnata quest’anno con tre formazioni in Cl, C2 e
D2. Domenica prossima saranno impegnati gli atleti di 54 comuni della zona per quanto riguarda le categorie Doppio maschile assoluto. Singolo maschile assoluto B, Singolo maschile
assoluto A e Singolo femminile assoluto. Le iscrizioni dovranno pervenire entro TU maggio ai seguenti numeri telefonici:
0121-930739 o 0121-91527 oppure sul posto mezz’ora prhna
dell’inizio delle gare fissato per le ore 9.
gazzi della prima media della
scuola «C. Gouthier» di Perosa presentano un dépliant,
réalizzato su un percorso storico-turistico, dal titolo «Per
non dimenticare», che tocca
appunto la borgata Pons e i
rifugi antiaerei. I bambini
hanno poi presentato un collage di canti, letture, poesie,
intitolato «L’uomo, il canto,
la libertà», molto apprezzato
perché spontaneo e nel contempo consapevole del messaggio portato.
La banda musicale di Pomaretto ha concluso la serata
con alcuni brani dì musica
moderna, che hanno suscitato
l’entusiasmo dei più gióvani.
Presente anche il neosenatore
Elvio Passone, che si è detto
molto contento della manifestazione e che ha voluto dare
un messaggio, rivolgendosi in
particolar modo ai ragazzi,
per ricordare che il significato
della Resistenza è saper dire
«no», anche quando il no costa qualcosa. «Dalla Resistenza è nata la Costituzione - ha
detto - e tra le regole stabilite
dalla Costituzione voglio ricordarvi queste tre cose fondamentali: voi siete liberi; voi
siete uguali, voi siete fatti per
aiutare quelli che sono un po’
più deboli di voi».
Il «Teatro degli Illuni» a Torre Pellice
Si recita a soggetto
Per la Y edizione di Nascondigli il Teatro degli Illuni
presenta T U maggio a Torre
Pellice, al teatro Opera gioventù, la commedia «...si recita a soggetto», liberamente
ispirata all’opera di Pirandello, con la regia di Roberto Petrolini. Un regista tenta di guidare una compagnia di tredici
indisciplinati attori a raccontare la lotta di quattro donne
contro il mondo ben pensante
della Sicilia del primo Novecento, tra momenti comici e
grandi tragedie. La lotta contro il tempo per allestire la
commedia, l’insicurezza di
fronte alle amnesie, i continui
incidenti di percorso, le sorprese proposte al pubblico sono gli ostacoli da affrontare
per portare a compimento uno
spettacolo che cambia di sera
in sera, avvolgendo lo spettatore in un gioco di false e reali verità volte a distruggere e
ricostruire continuamente la
rappresentazione teatrale. Per
spettatori dagli otto anni in su
con tanta voglia di divertirsi
la compagnia del Teatro degli
Illuni in collaborazione con
«Teatro non teatro» offre un
modo per ricreare un mondo
fedelmente pirandelliano tradendo costantemente il testo.
Ingr. £ 10.000, ridotto 7.000.
VENERDÌ 10 MAGGIO I99fi:
Appuntamenti
9 maggio, giovedì — LUSERNA SAN GIOVANNI: Alle
21, presso la sala di via Ex Deportati, 26 assemblea soci dell’
associazione Arcobaleno su
«Quali prospettive per il ¡futuro».
10 maggio, venerdì — TORINO: Alle 21,30, all’Àuditorium Lingotto, via Nizza 280, serata di gala con Lino Patruno,
Manager Jazz Band, The White
Gospel Group, Ranzie Mensah e
personalità del mondo sportivo.
10 maggio, venerdì — VILLAR PELLICE: Alle 21, nel
tempio, proiezione di diapositive
«La Val Pellice di Roberto
Jahier» a cura di Enrico Jahier.
10 maggio, venerdì — TORRE PELLICE: Presso la Sala
consiliare della Comunità montana in via Lombardini, Marina
Jarre presenta alle 20,45 il libro
di Giovanni De Luna «Donne in
oggetto». Bollati Boringhieri,
con la partecipazione dell’autore.
11-12 maggio — TORRE
PELLICE: In occasione della
Settimana della Croce Rossa,
dalle 9 alle 18 di sabato 11 e dalle 9 alle 12 di domenica, sotto i
portici del Municipio, il sottocomitato locale, sezione femminile,
raccoglierà offerte per la sede locale della Cri.
11 maggio, sabato — PINEROLO: Alle 17,45, presso il Palazzo del Senato, largo D’Andrade, inaugurazione della mostra
«Sanità e Salute nel Pinerolese
tra l’800 e il 900». La mostra resterà aperta fino al 2 giugno il
sabato ore 15,30-18 e la domenica 10,30-12 e 15,30-18.
12 maggio, domenica — PINEROLO: Alle 14,30, presso il
tempio valdese, incontro delle
coppie interconféssionali sulla
preparEizione dell’incontro internazionale di luglio 1997.
12 maggio, domenica — PINEROLO: Ultimo giorno per
visitare la mostra di Giò Reverdini, presso la saletta mostre prò
Pinerolo di Palazzo Vittone.
13 maggio, iunedì — PINEROLO: Alle 21, presso la Casa
del catechismo in viale Savorgnan d’Osoppo 1, incontro tra
associazioni, enti, gruppi e tutti
•coloro che sono interessati e disponibili per definire il programma della terza edizione della settimana di incontro per i giovani,
che si terrà all’Expo Fenulli dal
15 al 22 settembre 1996.
14 maggio, martedì — TORRE PELLICE: Alle 15,30, alla
biblioteca della Casa valdese, in
collaborazione con l’Unitrè, conferenza-incontro con Lina Dolce,
Mimma Quattrini e Ugo Flavio
Kton, coordinata da Bruna Peyrot su «I ricordi che passione. Il
successo, della memorialistica ci
interroga sul rapporto tra storie
individuali e Storia».
16 maggio, giovedì — TORRE PELLICE: Presso la sede
sociale di v. Gramsci 1 (ex mauriziane) dalle 8,30 alle 11,30 prelievo per i donatori di sangue a
cura della sezione Fidas.
18-19 maggio — LUSER
(di fronte alla caserma alpini)
esposizione e laboratorio:
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corso, comprensivo di tutte le
spese, oltre che vitto e alloggio
in sede, è di lire 135.000. Per
informazioni rivolgersi a Nazario
Dell’Aquila, 0121-902308, oppure alla Cooperativa Valdocco
011-4363163.
18 maggio, sabato — PENESTRELLE: Alla palestra scolastica, alle 10,30 il sindaco di
Pragelato, Vigono, parlerà su
«Risorse e prospettive del turismo culturale in Alta vai elusone»; alle 10,45 là scuola elementare presenta l’ipertesto «Conoscere il Forte»; alle 11,15 la
scuola media illustra il percorso
didattico «Il percorso delle meridiane in Alta vai Chisone». Seguirà l’apertura della mostra sul-.
le meridiane.
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Servizi
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Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva;
Ospedale di Pomaretto, tei. 81154.
Guardia farmaceutica:
DOMENICA 12 MAGGIO
Pinasca: Farmacia Bertorello
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Croce Verde, Perosa; tei. 81000
Croce Verde, Porte : tei. 201454
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tei. 59774
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CRI - Torre Pellice, tei. 953355 ,.
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PINEROLO
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Ospedale civile, tei. 2331
Ambulanza:
Croce Verde, tei. 322664
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Cinema
NETTA: La cooperativa di animazione Valdocco di Torino organizza un week-end dedicato alia cucina multietnica «Dui papaie bagnà ’nt l’oli» presso la
Baita del Gallo a partire dalle 10
di sabato 18; il primo degli appuntamenti sarà dedicato alla cu
TORRE PELLICE — A
cinema Trento ha in pr^
gramma, giovedì 9 e venert»
10, ore 21,15, Mary ReaUy.
sabato 11 e domenica 12, oi®
20 e 22,10 e lunedì 13 ore
21,15 Io ballo da sola.
BARGE — Il cinema Comunale ha in programma, venerdì 10, Celluloide e
11 maggio Ragazze a Beverly Hills; da domenica, ore
15,15, 17,15, 19,15, 21,15. a
giovedì, Dead man walk^
(condannato a morte). Fenau
ore 21,15.
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1996
li 10 MAGGIO 1996
Fede e Spiritualità
PAG. 7 RIFORMA
L'incontro di Gesù con le persone avviene nella concretezza della vita
Come pecore in mezzo ai lupi
// Signore si avvicina a noi anche quando siamo una folla anonima
Un gregge che pare disperso e senza meta
àMNA MAFFEI
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*r|DENDO le folle, ne
V'ebbe compassione,
(ché orano stanche e sfinitine pecore che non han.nastore...». Erano parec^giorni che si andava
jitìeosi, senza soste, sen^ttegua. Ogni volta che in
leggio si spargeva la nostava arrivando Gerwine una febbre si impasniva degli abitanti. E lo
invano ai cigli delle stranie piazze, stipati per
j nelle sinagoghe. La fame
parola, parola piena, parole Éniva direttamente da
aera tanta. E Gesù non si
sva pregare. Era instancatle. Conosceva le scritture
itiche come nessun altro e
Éattutto riusciva ^a parlare
JDio con una freschezza,
onun’tótimità come nessuoaveva mai osato prima. Il
egno dei cieli, quella realtà
igrapre lontana e inaccesibile, diveniva inaspettataiBnteiisibile, comprensibile
ome una rete gettata nel laj per una pesca eccezionallente abbondante o come la
eia di una donna che avenj perso ima moneta prezioi^l^cando bene la ritrova e
psta con le amiche. Menleera lì che parlava, qualco‘ atodeva nella gente semlice che era accorsa per
' Itarlo. Gesù attirava fiatone su un aspetto piccojascufabile della vita e
Éo diventava improwisaIte giacchio di una realtà
. sa, sconosciuta fino a poi»||na..Era il Signore che si
iacevavicino, vicinissimo. E
seilHegno era vita e vita in
aiondanza, come aveva
detto una volta, allora a tanti
vita era stata spezzata,
Icata da un’infermità,
da una perdita, da una calamità fisica o spirituale, veniva restituita la speranza di
una nuova esistenza. Molti
ritrovavano la voglia di vivere
e altri, avvelenati per anni dal
desiderio di vendetta, scoprivano là fecondità di un gesto
di perdono; ad altri Gesù ridonava la salute e altri ancora, la cui mente era da molto
tempo sconvolta da fantasmi
e spiriti distruttivi, ritrovavano l’integrità di se stessi.
E ogni qual volta la sera,
accanto al fuoco, Gesù posavaia testa per riposare, riandava con il pensiero alle folle
che aveva incontrato quel
giorno, persone il cui sguardo si era improwisainente illuminato. Quei volti sarebbero per sempre rimasti impressi nella sua memoria,
non li avrebbe dimenticati.
Eppure era inquieto. Quanti
quel giorno non aveva potuto
incontrare? Quanti villaggi
erano rimasti fuori dal suo
itinerario? E quante persone
non erano uscite dalle loro
casupole per vederlo, ascoltarlo? Quanti volti erano rimasti nascosti nella folla? Il
giorno seguente doveva andar via o restare ancora?
Il suo pensiero carico di interrogativi si rivolgeva a Dio.
«Questa gente, Abbà, ha conosciuto oggi una realtà nuova. Ti sei avvicinato a loro e
per un istante eterno hanno
capito che tu sei il loro Dio,
che non sei indifferente al loro destino, che ogni schiavitù
può essere vinta, che tu ti servi di me per liberarli, che vuoi
farlo. Ma cosa avverrà domani? Ricorderanno quello che
hanno visto? Crederanno in
te anche quando non mi vedranno più? E i tanti che non
ini hanno mai visto, e forse
non mi vedranno mai? Anziani, infermi, dohne, uomini,
bambini, che umanità fragile,
povera, stemca! Con le loro figure disfatte, i loro volti
smarriti mi appaiono come
un gregge che vaga senza meta, e senza guida si disperde.
Questi hanno creduto in me
oggi, ma quanto facilmente
crederanno a chi dopo di me
verrà e approfitterà della loro
condizione? Altri aggraveranno le loro malattie e attizzeranno il fuoco dei risentimenti, utìlizzèraimo il loro nuovo
odio per i propri fini. Sono
tanti, io sono solo...». Allora
disse ai suoi discepoli: «La
messe è grande, ma pochi sono gli operai. Pregate dunque
il Signore della messe che
mandi degli operai nella sua
messe... Ecco, io vi mando
come pecore in mezzo ai lupi;
siate dunque prudenti come
serpenti e semplici come co‘ lombe..\ Non preoccupatevi
di come parlerete ó di quello
che dovrete dire. Poiché non
siete voi che parlate, ma è lo
Spirito del Padre vostro che
pcirla in voi» (Matteo 9,37-39;
10,16,19-20).
asso I
L'elezione precede l'esistenza, anzi la fonda e le dà un senso
I Vocazione è sempre un dialogo asimmetrico
E — D
n pro
venerfi
Really.
12, ore
13 ore
ma Coma, ve*
; sabato
I à Be
ica, ore
11,15. a
ralkiiig
Feriah
JCI
merina rodinò
DGNI racconto di vocazione nella Bibbia è in
■à im dialogo a due voci,
a Bibbia riporta molti di
ttesti racconti perché l’in- ^
tato con Dio è un mistero '
tarando e ogni volta è dima pur nella diversità
'ttUuazioni e di temperatati vi sono nei racconti di
“amata degli elementi' còttni; la presenza di due
„®^p|bnisti asimmetrici,
'vino e uno umano,
l’iniziativa che spetta sempre
al protagonista soprannaturale, l’assenza di testimoni e
infine un messaggio che oltrepassa le capacità del soggetto umano.
Tutti i chiamati si sentono
inadeguati, schiacciati dal
compito: «Chi sono io per andare dal Faraone e per faré
uscire dall’Egitto gli israeliti?»
dirà Mosè (Esodo 3,11). «Come salverò Israele? Ecco la
mia famiglia è la più povera... e io sono il più piccolo
nella casa di mio padre» do
Il filosofo Raul Ricoeur
I^entro e fuori la chiesa
filosofo Paul Ricoeur,
tìn protestante di Fran
¡ta tbO’
oggeW
«io f»)”“’“ protestante di Franrogato sul senso della
Profetica della chiesa
oo dato questa risposta.
i^.cVedo che si tratti di uri
a ^orripito: mantenere
^■lato la coesione della
dentro e il fuori, sia molto
difficile da vivere. D’altra
parte questa è la nostra vocazione».
,---- come comu
set.®?«ema e dall’altro es3lla società esterlo»^P®do a questo cómpi* rischi connessi:
P^o è che con un miniesterno la I
»,
irr se stessa in una
Rituale della pro- „«Cessione. Io credo
questa dialettica, fra il
...........
tato esterno la chiesa si
ta5ig.j^'^®®pletamente nella
il j] ^ ® “lisca per sradicar^ uhe invece si
Paul Ricoeur
manderà ansioso Gedeone
(Giudici 6, 15). «Ohimè sono
perduto - balbetterà Isaia perché io sono un'uomo dalle
labbra impure» (Isaia 6, 5).
«Ahimè Signore Yahweh - si
lamenterà infine Geremia ecco io non so parlare, perché
sono giovane!» (Geremia 1,7).
In quest’ultimo caso c’è un
ragazzo: lo vediamo incerto,
impaurito; la vocazione di
Geremia è fra le più sofferte.
Lui non voleva essere profeta, desiderava la pace e una
vita tranquilla, si dibatte, si
dispera, se la prende con
Dio. Geremia crebbe sotto
Giosia, in un’epoca di pace e
di riforma religiosa e morale,
ma subito dopo, con i successori di Giosia, il regno di
Giuda affondò nelle guerre e
lui fu fustigato, imprigionato, calato in una cisterna dove rimase a lungo; i suoi libri
furono bruciati e alla fine lui
stesso fu portato in Egitto
dove finì lapidato, pare, dalla
sua stessa gerite, mentre Gerùsalemme veniva rasa al
suolo con il suo bellissimo
tempio e il popolo deportato
a Babilonia. E il tempo più
dramrnatico della storia di
Israele.
Chi diede a questo ragazzo
schivo la forza di resistere?
Chi gli fece concepire un’alleanza nuova? «Sono giovane..,» aveva detto. Essere giovani allora non era un titolo
di merito, un modo di presentarsi che suscita simpatia
e tenerezza. Allora solo la
vecchiaia aveva la saggezza
dell’esperienza e il giovane
I Un popolo in movimento
Bisogna partire
Bisogna partire, popolo di Dio!
volevate fermarvi qui,
nel caldo conforto di queste mura?
Volevate prendere dimora nella casa di Dio?
Ma Dio non ha casa!
Non si imprigiona Dio in una dimora fissa.
È sempre in movimento,
senza domicilio, senza poltrona né pantofole.
Questo è un accampamento provvisorio,
■ luogo di transito,
dove Dio e gli esseri umani
si fermano prima di riprendere il cammino.
Uscite, popolo di Dio. ''
Siete un popolo migrante,
la vostra terra non è questa.
Siete un popolo in movimento,
sempre stranieri,.piai residenti fissi,
gente in transito verso un’altra dimora.
Uscite, popolo di Dio,
andate a pregare in un altro luogo.
Il servizio sarà il vostro cantico,
Gesù sarà il celebrante.
Andate, sietè la casa di Dio,
pietre scolpite ad immagine del suo amore.
Fuori vi aspettano, popolo di Dio,
e ve lo assicuro, Dio esce con voi!
Rèdouane Es Sbanti, da «Mission» 1994
(tratto da «Al di là delle barriere», Cevaa, 1995)
IÄ
L
rischiava di apparire presuntuoso e poco credibile. Ma
Geremia aveva ricevuto in un
attimo un’esperienza di intimità esclusiva, di vicinanza
totale. E questo Dio, che sceglie le persone fin dal ventre
materno, è capace di trasformarle e di farne affiorare le
potenzialità nascoste: l’elezione precede l’esistenza, la
fonda, la riempie di senso.
Così Geremia è davanti a noi,
sofferente e martoriato, deriso e odiato, ma in piedi: è
l’albero piantato lungo l’acqua. A volte è necessario demolire e distruggere per riedificare e piantare...
La visione di Geremia supera i limiti della sua patria.
La sua voce raggiunge anche
le altre nazioni. «Io sono con
te» è l’antica promessa; una
frase che non bisognerebbe
pronunciare troppo spesso,
che non va banalizzata. Una
frase che dovrebbe risuonare
nel silenzio. Colui che chiama, «Io sono», dice «sono con
te». Dio non detta éi profeta
le parole da pronunciare, il
messaggero deve lavorare al
messaggio come un artigiano. Con urgenza, perché il
tempo di oggi è 0 kairos. Anche noi siamo così inadeguati, ma anche-in noi risuona
alta la Parola. Con urgenza. I
pescatori che in Marco lasciano le reti per seguire Gesù, lo fanno in modo particolare, descritto da un avverbio
breve, definitivo, urgente,
eutùs, subito: «E subito, lasciate le reti, lo seguirono»
(Marco 1,18).
La «chiamata» ci apre agli altri
Un dono di Dio per tutti noi
ALESSANDRO SPANU*
VOCAZIONE è una parola
che uso frequentemente
quando racconto la mia esperienza di fede. Spesso, magari, preferisco usare il termine
«chiamata» che trovo più rispondente al^ocabolario della mia generazione.
Riconosco un momento
della mia vita in cui mi sono
sentito chiamato; questo è
avvenuto in un periodo di
crisi che si è risolto in una
mia conversione, che ho voluto testimoniare con il battesimo. Penso però che il Signore non mi abbia chiamato
una volta per tutte, ma anzi
lo faccia in momenti diversi
della mia esistenza. Credo
che vi sia statq vocazione in
tutti quei momenti della vita
che hanno poi segnato un
cambiamento della cose che
facevo e nel mio modo di
guardare al mondo.
La vocazione è per me la
chiamata di Dio rivolta a ciascuno di noi nelle nostre storie quotidiane. Questa chiamata mette in disordine la
mia esistenza e le mie idee
per offrirmi la possibilità di
vedere le cose nuove del Regno che viene. Perciò ritengo
che la vocazione sia un dono
offerto a tutti noi per trasformarci in uomini e donne visionarie, per svegliarci da un
torpore che rende incapaci di
guardare con lucidità il mondo. Non si può più essere indifferenti dopo che Dio ha
messo in disordine le nostre
vite, ma non si può più nemmeno essere troppo sicuri
delle nostre parole, proprio
perché la parola di Dio è sempre in agguato per smentire le
nostre. La chiamata che Dio \
ci rivolge ci fa essere uomini e
donne di fironte al vuoto che
spesso ci si apre davanti, ci fa
essere uomini e donne coraggiose che non hanno bisogno
di garanzie a poco prezzo per
salvarsi dal vuoto vorace del
nostro tempo.
La vocazione mi pone di
fi-onte all’Altro. Non sono più
10 al centro della mia attenzione perché qualcun altro
mi ha chiamato. Da qùella
chiamata in avanti devo riconoscere che dipendo da qualcun altro. Per me questo significa imparare a considerare la mia sorella e il mio firatello con estrema responsabilità perché attraverso di loro
11 Signore può chiamarmi-e
pormi di fronte alla sua alterità. Nel fratèllo e nella sorella posso ascoltare il sospiro
di Dio che si fa parola concreta. Ma'la chiamata di Dio
mi insegna anche a dire parole importanti. Dalla prima
risposta «Eccomi», io imparo
a pronunciare parole che
possono essere ascoltate da
Dio e che quindi non sono
più parole inutili. La mia parola si fa parola responsabile
per il mondo e per Dio.
La vocazione è Dio che ci fa
vedere nuovi orizzonti e ci
chiama a raccontarli agli altri.
Non possiamo turarci indietro
dopo che Dio ci ha chiamati e
ci ha fatto sognare, come non
si tirati indietro Martin Luther King e Nelson Mandela,
che hanno sperato che la parola che era loto stata rivolta,
e che a loro volta raccontavano, poteva cambiare il mondo. La vocazione ci permette
di poter parlare con Dio.
Chiamandomi, Dio mi dà la
parola per parlare con lui, per
gridare a lui il mio lamento,
per porre le mie domande di
ft^onte ai suoi silenzi, per cantargli la mia lode. La chiamata di Dio è fondamentale nella mia vita, perché continuamente mi dà il senso di ciò
che sono, solo perché sono di
fronte a Dio.
* Studente di teologia
alla Facoltà valdese
20
PAG. 8 RIFORMA
m
Vita Delle Chiese
VENERDÌ 10 MAGGIO lo
Inaugurato ¡1 nuovo locale di culto per la Chiesa valdese di Marsala
Tutto è cominciato in un garage
Grazie all'aiuto delle chiese della Westfalia è stato possibile realizzare il sogno
dei credenti evangelici di avere finalmente un bel luogo di culto
GIOVANNI LOMBARDO
.. T T N garage mortificanA< U 1
te» è stato per più di
dieci anni la sede di culto della piccola chiesa «in formazione» di Marsala. Un garage
ben tenuto, piccolo, dove
trenta persone erano già una
folla, assordato anche la domenica dalle automobili. Eppure l’epoca del garage è stata quella della crescita, più
che del numero nella coesione, nella consapevolezza di
sé, nella visibilità esterna. Per
sette anni, fino al 1994, la pastora Laura Leone ha curato
questa piccola «ecclesia», assieme a quella di Trapani,
puntando al consolidamento
della comunità e delle strutture. La chiesa di Trapani, acquistata durante il pastorato
di Giunco che precede la Leone, è stata ristruttùrata e resa
più accogliente: subito dopo
Laura Leone decise di impegnarsi per la costruzione di
un tempio valdese a Marsala,
ottenendo il sostegno , di
Franco Giampiccoli, allora
moderatore: profonda fiducia
della pastora in un piccolo
gruppo e nella sua capacità di
gestire una struttura impegnativa; una sfida per trovare
i fondi sufficienti all’acquisto
di un vecchio magazzino e alla sua trasformazione in un
ospitale edificio, con il luogo
df culto a piano terra e una
sala riunioni sopra.
Avere il tempio è una sfida
e uh rischio. E il concetto,
che ha ribadito con forza il
L'assemblea della chiesa di Marsala durante il culto
past. Franco Giampiccoli,
che ha presieduto il culto del
28 aprile, giorno delTinaugurazione: avere una bella sede
può essere l’inizio di un cammino più deciso, ma può determinare l’indebolimento e
la fine, nella chiusura compiaciuta in un proprio spazio
accogliente, tagliato fuori
dalla vasta comunità cittadina. Il tempio è una struttura
positiva se si esce dal tempio
e se U tempio si apre agli altri.
La chiesa di Palermo ha festeggiato la comunità di Marsala inviando il suo gruppo
corale a cantare durante il
Cronache
AOSTA — Il culto del Giovedì Santo è stato preparato dalla
scuola domenicale: in una chiesa stracolma, bambini e
monitori hanno presentato con scenette e canti l’azione di
Gesù fra la popolazione del suo tempo, come è narrata nel
Vangelo di Marco. Sono stati scelti gli episodi della chiamata dei discepoli mentre pescano, la liberazione e la guarigione del paralitico, la chiamata di Levi e la cena con i
peccatori. La comunità ha partecipato con gioia all’impegnativa testimonianza dei bambini.
COURMAYEUR — Il culto del Venerdì Santo è stato celebrato
con la lettura degli episodi della Passione e una breve meditazione del pastore. Con i membri di chiesa hanno partecipato al culto anche dei turisti, confermando l’importanza
della testimonianza evangelica in questa località frequen* tata dal grande turismo.
VIERING — La Domenica delle Palme nel locali di Viering si è
celebrato il culto del pomeriggio che ha riunito, oltre ai fratelli di Aosta, una decina di evangelici provenienti dalla
bassa Valle d’Aosta. Una tale «folla» ha dato modo di verificare l’importanza di continuare gli incontri, nonostante 1
problemi finanziari e amministrativi, e si è così deciso di tenere il culto nel pomeriggio dell’ultima domenica del mese.
SAN GERMANO — Domenica 28 aprile è stato battezzato Dat
vide Giustetto, di Tiziano e Marina Fomeron. il Signore benedica abbondantemente il bambino e dia ai genitori la
forza e la gioia di educarlo alla fede secondo le promesse
che essi hanno fatto davanti a Dio e alla sua chiesa.
RIO MARINA — Venerdì 22 marzo il Centro culturale protestante «Giovanni Cignoni» ha organizzato una conferenza
di Giorgio Bouchard sul tema «Lutero 450 ani dopo». Il Centro, che si pone come punto d’incontro tra la chiesa evangelica, la realtà laica e ¡’amministrazione comunale ha colto, grazie alla preparazione del suo comitato e all’esposizione brillante e incisiva di Bouchard, un buon successo di
pubblico ed echi di persone interessate alla proposta di Lutero di una chiesa riformata. La sala era gremita: si notavano
laici, membri della chiesa evangelica, predicatori dell’Upl e
parte deU’ainministrazione comunale con il sindaco.
00
gioventù evangelica
SOTTOSCRIZIONE 1996
normale......................L. 45.000
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versamenti da effettuare sul ccp n. 35917004 intestato a:
gioventù evangelica, via Porro Lambertenghi 28,20159 Milano
culto, che tra i partecipanti
ha visto rappresentanti di diversi enti e associazioni, come la consulta femminile comunale, gli amici del Terzo
Mondo, il tribunale del malato, l’ente mostra di pittura.
Il dott. Ulrich Beyer, dirigente della chiesa della Westfalla, che ha fortemente sostenuto,assieme ad altre
chiese sorelle, anche della
Svizzera, la costruzione di
questo tempio, nel portare,
in un chiaro italiano, il saluto
della propria chiesa, si è
compiaciuto dell’ottima realizzazione (anche se con tempi alquanto lunghi) e per aver
ascoltato dalla corale di Palermo la cantata di Bach
«Wohl mir dass ich Jesum fiabe», nella propria lingua. Il
past. Enrico Trobia e il prof.
Arturo Panasela, rispettivamente presidente del IV distretto e sovrintendente del
16“ circuito delle chiese vaidesi e metodiste d’Italia, hanno espresso il loro augurio alla chiesa di Marsala che con
la sua nuova corale, costituita in poco tempo dal pastore
Giuseppe Ficara, ha concluso
il culto, presieduto da Laura
Leone, cantando il Salmo
XVIII di Benedetto Marcello.
Il moderatore, Gianni Rostan, ha richiamato la condizione specifica di luogo di
frontiera di Marsala e della
provincia intera nei confronti delle nuove povertà, gli immigrati nordafricani in particolare, e ha sottolineato che
un luogo del genere non può
che aprirsi al servizio di fratelli più deboli, indipendentemente dalla fede.
Il sindaco di Marsala, Salvatore Lombardo, ha espresso vivo compiacimento per
questa realizzazione e si è
complimentato, in particolare con la pastora Leone, per
la tenacia con la quale è stata
perseguita la realizzazione di
questo tempio e ha garantito
l’attenzione della sua ammi
nistrazione verso questa comunità come verso tutte le
minoranze, sottolineando
come la funzione di un’amministrazione democratica
sia anche di favorire la convivenza di tutte le diversità
presenti nel territorio, quali
che siano le fedi professate e
la consistenza numerica dei
loro nuclei.
Chiesa battista di Matera
La consapevolezza dei doni
ricevuti dal Signore
«Chi siamo e dove stiamo
andando» è stato il tema che
ha animato la giornata comunitaria tenutasi il 1“ maggio nella chiesa battista di
Matera. Scopo della giornata,
che è stata preceduta da una
serie di studi biblici sulla
chiesa e sul suo mandato
condotta dalla pastora Elizabeth Green, era di fare il punto della situazione della comunità, e di esplorare modi
per meglio vivere la sua vocazione. La riflessione, condotta in piccoli gruppi di lavoro,
ha visto coinvolte tutte le
componenti della comunità,
dai più piccoli, impegnati in
un progetto di «educazione
all’ambiente», fino ai più
grandi che si sono occupati
del rapporto tra chiesa e società, del rapporto della chiesa locale e altre realtà ecclesiali, dell’utìlizzo dello spazio
e del culto e della liturgia. I
ragazzi e i giovani hanno arricchito la giornata con il loro
contributo attraverso cartelloni spiritosi e coloratissimi.
Il gruppo teatrale, inoltre,
sotto la guida di Michele
Mattone di Santeramo si è
mostrato un laboratorio fe
condo di idee per l’animazione della vita della chiesa.
In questa giornata la comunità ha voluto fare un po’
il bUancio dei doni che il Signore le ha dato e del modo
in cui possono essere meglio
impiegati per adempiere al
suo mandato inteso in termini di kerigma, diaconia e koinonia. Sono stati individuati
dei punti nevralgici come lo
spazio che i giovani, dai più
piccini ai più grandi, trovano
nella chiesa, la visibilità della
chiesa nella vita della città, il
culto. Da più parti è stato
esprèsso il desiderio di un
culto più dinamico che esprima la vitalità della fede cristiana. Per darcene un esempio il luogo di culto è stato
«ridisegnato» dai ragazzi (con
tanto di luci colorate e Campetto di calcio) ed è stata offerta una canzone a ritmo di
rap su ciò che la chiesa dovrebbe essere. La giornata,
che si è ispirata a un modello
di azione-riflessione, si è
conclusa con un momento liturgico e con la preghiera che
il Signore continui ad accompagnarci sul cammino di rinnovamento intrapreso.
Conferenza di Giovanni Lombarde
Ostracismo e concordia
ANTONINO CONTILIANO
Nel vicolo Evangelista Pace 5, a Marsala, il 28
aprile, la Chiesa evangelica
valdese ha inaugurato il suo
nuovo tempio con una conferenza su «La presenza protestante nel Trapanese dall’
unità ad oggi». La conferenza, tenuta dal prof. Giovanni
Lombardo, è stata ospitata
nella sala conferenze annessa
allo stesso tempio.
Giovanni Lombardo ha
tracciato un profilo storicamente dpeumèntato e ben
articolato della storia del
gruppo di confessione valdese fin dalla nascita dei primi
nuclei in Piemonte e poi giù
fino ad arrivare al Sud e a
Marsala. Lo sviluppo e l’espansione della confessione
protestante, dominata da traversie umane, politiche e culturali, sono stati sempre opera di una ristretta ma ben salda minoranza di uomini e
donne che hanno saputo affrontare e risolvere di volta in
volta le diverse e talora tragiche contingenze che hanno
toccato la loro vita personale
e collettiva. Le ostilità di altre
organizzazioni religiose, civili
e politiche non sono riuscite
ad averla vinta: i valdesi sono
stati perseguitati, fatti segno
rii ostracismo, impediti nel
loro culto persino nelle case
private, tuttavia sono sempre
riusciti a ritrovarsi, organizzarsi e farsi valere per il loro
autentico carico di fede e
«utopia».
Le alterne vicende che hanno toccato la Chiesa valdese
nella sua travagliata storia
non hanno quindi intaccato
l’unità dei fedeli attorno a
quei valpri ecumenici di democrazia, libertà, giustizia e
solidarietà sociale che hanno
caratterizzato il loro impegno. Una fede autentica e
senza compromessi, sebbene
minacciata da emarginazio
fiORNi
no dop
conno
(flsord
isivò d
si poi
21
ilarn
[oni :
len
le^mj
ne, ingiurie delle persoij,
della storia, e una strm
organizzativa sostanzi:
te democratica, sono
vero cemento che l^a sapji
tenere sempre unita
«eletta» schiera di cred»
Facendo parlare lettere e
cumenti d’archivio, non s%za una punta di simpai
ironia, Giovanni Lombi
ha fatto notare le
temperature del clima cui
rale e politico che isti
e uomini hanno fatto al:
re intorno ai valdesi,
gidità dello stato sabaùi
che li privava di qualsiasi
ritto e difesa relegandoli
confini delle «valli» come
tadìni e sudditi, alla par;
concessione di alcuni dii
civili riconosciuti dallo Stai
to albertino al riconosci;
to della pari dignità di fe
religiosa della Costituzi;
repubblicana del 1948.
Una identità storica e ci
turale quella del valdesi cb
ha resistito nel tempo,
ce di pochi ma convinti
compatti «militanti» del
amore, della pace, della tol
ranza e della solidarietà c'
fa sentire e si fa azione e iiii-j
pegno di lotta. Dairisolam^uale Asse
to e dall’ostracismo di ieri! che st è si
riuscita, oggi, a convogli® girile. Rive
l’attenzione e il sostegnodi jsueseuo
altre organizzazioni rellgiai iardlno,
e civili sulla questione eh® volta non
matica degli immigrati in te Mdenti li
ha e la revisione della leg^ trice-Yolo;
che ne regola lo status. , nù ha coli
La condivisione di vaioli consideri
Comuni sta diventando aneli pppo res
azione ecumenica senza! pinmod
fronte di divisione degHap- tioppo«pe
parati dottrinari che ieiihià- tico, ànsie
no portato, specie la Ghie« ione che
■edel
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esplori
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si
Sla mente r
itvizio c
cattolica, a rifiutare il diali
Forse l’assenza della Ch
cattolica marsalese, pur
tata, aU’inaugurazione'i
tempio valdese e alla copi
renza sono un segno ani
del rifiuto del dialogo del
chiesa di Giovanni Paolo li?
L'Intervento di Ulrich Beyer
Nella «Piccola biblioteca teològica» è uscito il n. 40
Vorrei imparare a crederà
Dietrich Bonhoeffer
(1906-1945)
ri'
á cura di Fulvio Ferrano
pp 223, L. 28.000
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fa^egna
Pieci autori affrontano la situazio
ne storica e il lascito teologico
e spirituale di questo grande
teologo giustiziato 50 anni fa
per volere personale di Hitler.
L’opera e la vita di Bonhoeffèr
pongono ancor og^ alla teologia e alla cristianità interrogativi di immutata attualità che riammettono hi discussione le no
.ÿ^stre œrtezze e i nostri convin
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10 MAGGIO 1996
Vita Delle Chiese
bardo
Si è svolta a Riesi il 21 aprile l'assemblea dell'Associazione degli amici
persone,
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ualsiasl
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'* comecit
pan
Al Servizio cristiano la semina continua
ite varie attività sono state passate in rassegna dai partecipanti. In crescita il
Lifore dell'agricoltura mentre si sta consolidando il npovo gruppo residente
Guíela febbabo
rrÒRNARE in Sicilia l’anno dopo è stato un ritufcon naturalezza nel traf¡cofsordinato, polveroso
pvò di Catania prima e
desi poi. La cittadina, doiica21 aprile, appariva
ilarmente animata per
Ioni politiche in corso,
spontaneità, il sorriso e
jttiglienza delle persone,
¿je^sempte- ti fanno senti
uni subito a casa ma, con il
allo S¿3!^aredelle_ore ed entrando
aoscM^ie piùnel paesaggio.
tà di fè^ciie^lode con i suoi colori
aituziojfpoiimi primaverili, avverti
^48. IdiVovo una sensazione di
■ica e ciì disagio verso una cultura.
aldesi cS»
ipo.
tati in Ita
_ lità con la quale il
I'into è stato spesso duacile. Forse per questo
enticabile. Ecco i pende si accavallavano nelnte mentre arrivavo al
do cristiano per l’anAssemblea degli amici
t è svolta dal 19 al 20
.igivedere l’«Uliva» con
scuole, il suo rigoglioso
ino, il salone, questa
uc uiiOTTOtallon più dalla parte dei
bidenti ma come ex lavoratrice%olontaria del Centro,
mi ha condotto a una prima
di vald considerazione. Il nostro
ido anobi pppo residente, lo dico oggi in modo autocritico, era
ttoppolperfezionista», frenetico,jbnsioso. Oggi l’impressione che si riceve è di magpe^renità, e il gruppo ref %nte è più giovane di primiUei collaboratori riesini
ifl^ trapela un po’ di in01 «%za: gli altri cambiano
forse troppo mentre
loroiimangono e stanno a
iole II! vedere come funziona.
a senza,Il
degli
e ieri Ini;
la Chi
Udidi
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. pur
zion^'di
illa co;
no ano
'ori dell'assemblea
semblea, a causa delle
Hii, è poco frequentata
t^^’estero i delegati dei
'“““iti francese, svizzero,
0 sono presenti. Erika
isone, nuova direttrice
ifttro, apre i lavori con
.pagine che afferra l’atdofte. Un giorno, al motto del caffè, alcuni resiìérvano dei contadini
lano. Il lavoro della
,, ¡a non è ancora finito
'fii iiccelli in picchiata artto^er beccare il seme;
toro inutile? L’immagine
'’Attilla parabola del semiite.’Kon tutti i terreni so'*®Sdatti ad ospitare il seme,
il «Seme di Tullio Vinay»
Pausare un’espressione
™ Ìrchitetto Ricci, progettile! villaggio) a Riesi ha at^hlto. Ed è subito discus^e. Tomassone, giusta^!e, sostiene che la voca
f®tte al servizio non può
®tare la professionalità. La
ona volontà di ieri oggi
“'’/¡è più sufficiente,
i^emblea ha passato in
^8ba, anche attraverso
adeguata relazione predi^ dal Comitato esecutisettori di attività. Le
¿ °J^Per l’infanzia ed ele“ipre, attraversano (e non
un periodo di crisi,
che da Riesi negli
'^Utni due orini on nn I.nnn
anni se ne sono
DoiT? persone (su una
.petizione di circa 13.000
Ùtì) e che la scuola stasi^‘?*htto indubbi progresgamma di serfeal*^ nostre scuo
cristiano hanno
>ne d’essere, è stato det:
jbrtA P*-®®®ntano un chiaro e
iD,R,P^°8etto educativo ma
•- 4^ ‘^®collare U progetto ci
^segnanti motivati
professionalità.
qh^®’\degli allievi comunPtann ul ribasso: sainsegnanti invertinuale tendenza con un
ir. .jj*
Un momento dell’Assemblea
nuovo progetto educativo?
Un settore in crescita è invece quello dell’agricoltura che
da anni vive la scelta della
coltura biologica, nella speranza di indurre altri nella
provincia a intraprendere
questa strada. Il progetto attuale è quello di creare un
centro di condizionamento
per la trasformazione dei
prodotti ortofrutticoli. Due
segnali incoraggiano a proseguire in questa direzione,
da un lato la bella risposta
del pubblico sinodale allo
stand di fine agosto ’95 a
Torre Pellice con i prodotti
di Riesi e dall’altra il fatto
che il laghetto, dopo due anni dalla sua realizzazione, finalmente si sia riempito. Più
acqua in Sicilia vuol dire tutto in agricoltura. Sugli argomenti della qualità dei prodotti agroalimentari sta procedendo, speditamente, il
corso di formazione per una
quindicina di giovani diplomati siciliani ospiti al Servizio cristiano. Il corso, finanziato con i fondi europei, si
avvale delle strutture didattiche e scientifiche realizzate
nell’ex scuola meccanica e di
una «tutor» agronoma che
organizza al meglio questo
percorso formativo. I corsi di
formazione professionale
sono un po’ la no-vità di questi anni à Servizio cristiano,
teoricamente si potrebbero
allargare anche ad altre professioni (parrucchiere, sarto,
pizzaiolo) ma la tendenza
prevalente, emersa anche
nelTAssemblea, è quella di
approfondire ulteriormente
tematiche ambientali e di
coltivazioni biologiche. Un
impegno quindi che è coerente con il disegno complessivo del Servizio cristiano.
Il Consultorio, dal 1975,
porta avanti un lavoro importante di educazione pediatrica, alla salute, oltre a
consulenze mediche, psicologiche. L’arrivo, in autunno,
nel gruppo residente di
un’infermiera a tempo pieno,
diacona della chiesa, ha permesso di ridare vita a un servizio infermieristico domiciliare e ambulatoriale. Questa
nuova attività permette anche all’assistente sociale che
quotidianamente lavora al
Consultorio, di «leggere» più
attentamente i bisogni del
territorio. Recentemente
l’équipe del Consultorio ha
presentato un progetto sulla
prevenzione del disagio e della criminalità giovanile e un
altro sull’evasione scolastica,
questioni ancora tristemente
attuali e non solo a Riesi.
Si è discusso ánche della
difficile situazione della Meccanica, la fabbrica di una
trentina di addetti che da oltre vent’anni produce frese
per la lavorazione del legno e
che dal tempo della guerra
del Golfo registra una crisi
che si spera non sia irreversibile. Nel corso del 1995 le
vendite sono aumentate, ma
tutto questo non è stato sufficiente per fermare la messa
in mobilità di 8 lavoratori e
l’ulteriore richiesta della cassa integrazione. Continua la
ricerca di nuovi mercati per
piazzare un prodotto che è di
alta qualità tecnologica.
«Malgrado molte difficoltà ha sottolineato il moderatore
Gianni Rostan che ha presieduto l’Assemblea - sono stati
effettuati alcuni investimenti
per migliorare la qualità dei
prodotti e ridurre i costi, con
la speranza che si riesca ad
uscire finalmente dalla crisi
che caratterizza il settore ormai da molti anni».
Il lavoro di accoglienza di
gruppi e di singoli al Servizio
cristiano è notevolmente aumentato anche grazie alla
nuova Foresteria; questa attività in crescita implica anche
raffrontare la questione
dell’approvvigionamento
idrico (la dipendenza da un
acquedotto comunale fatiscente fa sì che si resti spesso
a secco) e la risistemazione
dell’attuale lavanderia che ha
visto crescere la propria mole
di lavoro. Si è anche detto
che è necessario far conoscere ancor di più il Servizio cristiano come luogo dove trascorrere, per dei giovani che
desiderano fare un’esperienza significativa nella propria
vita, un periodo di volontariato: vivere al Servizio cristiano è senza dubbio formativo. Prossimamente verrà
approvato il nuovo Piano regolatore di Riesi che sancirà
la non edificabilità nell’area
del Servizio cristiano destinata a uliveto.
La seconda protesta internazionale, tesa a salvaguardare l’integrità dell’amljiente circostante, ha
portato dunque i suoi frutti.
E molto importante che le
chiese e i singoli seguano con
attenzione e generosità quello che si sta facendo al Servizio cristiano eiffinché non sia
espressione isolata del mondo evangelico, ma un lavoro
condiviso in vista della testimonianza a Cristo in Sicilia.
La solidarietà delle chiese e
dei comitati ha accompagnato sinora il lavoro del Servizio
cristiano (che dipende dai
doni per il 52% del suo bilancio) come segno concreto,
soprattutto in Germania e in
Svizzera, di un forte interessamento per quest’opera
fondata da Tullio Vinay.
2° circuito delle chiese valdesi e metodiste
Come organizzare le attività in un contesto
di chiesa-popolo. Il ruolo degli anziani
FLORENCE VINTI
IL2“ circuito ha organizza
.................
_ to due incontri per il mese
di aprile; al pruno, tenutosi a
San Secondo il 21 aprile, una
cinquantina di anziani e visitatrici con i pastori del circuito hanno seguito una relazione del pastore Alberto
Taccia che ha parlato sul tema: «Gli anziani e la cura
d’anime». È stato ricordato
come il ministero dell anziano abbia nella Bibbia una
grande importanza, così come è sempre stato nella storia della Chiesa valdese; o^
questo servizio pare non
coincida sempre con la cura
d’anime, tanto da accompagnarsi ad un impoverimento
della vita delle comunità.
Spesso, infatti, si è osservato, l’anziano vede ridurre il
suo compito, quasi unicamente, a quello di «postino»
della comunità, che trasmec
te notizie e buste ai singoli
membri di chiesa, lasciando
completamente la cura d’anime ai pastori. I partecipanti
si sono soffermati su quattro
aspetti nei loro lavori di
gruppo; 1) che cosa significa
visitare la famiglia del quartiere: 2) come affrontare le situazioni di malattia o sofferenza e quale atteggiamento
tenere nei confronti dei malati; 3) coppie interconfessionali: 4) contribuzioni.
In conclusione la discussione, sia nei gruppi che
nell’assemblea, ha confermato il pensiero del pastore
Taccia, cioè che la chiesa
non prevede una preparazione specifica ed adeguata per
questo ministero così importante. Gli anziani presenti
hanno più volte detto di sentirsi poco preparati per il
compito affidato loro dalla
comunità e si sono augurati
di poter avere in futuro altri
riforma
Agenda
P^APOLI — Jacques Gaillot e Antonio
Maione parlano sul tema «Le vie della libertà» alle 15,45, al teatro «Tasso» in via
Tasso 169. Per informazioni telefonare
all’Associazione Partenia, 081-668846, oppure 669165. Fax 081-7614894.
TORINO — «La chiesa siamo noi» è il tema di un dibattito
organizzato dal Centro A. Pascal, dalle Comunità cristiane
di base, dalla redazione de «H fòglio», dal Sae e dall’Ywca.
Intervengono Franco Barbero e Luigi Sandri, modera Aldo
Bodrato: ore 16, nel salone valdese di corso Vittorio Emanuele II23. Per informazioni tei. 011-6692838.
incontri simili per affrontare
questi temi e scambiarsi
esperienze.
L’altro incontro, organizzato dal 2° circuito, era previsto per i predicatori locali e sì
è tenuto a Villar Perosa il 28
aprile. Dopo vm’agape fraterna si è provveduto a definire
il calendario delle predicazioni per i mesi estivi e delle
sostituzioni dei pastori. In
seguito, i predicatori locali
hanno espresso il desiderio
di poter avere ulteriori momenti di preparazione comune nell’ambito del circuito. Non essendo molto facile
trovare il modo di incontrarsi, dati i loro impegm di lavoro, i predicatori chiedono ai
pastori del circuito, che comunque si incontrano settimanalmente per la preparazione dell’esegesi, di stabilire
un incontro in comune in
orario serale possibilmente
una volta al mese.
MESTRE — Si tiene il 74° convegno dei
gruppi ecumenici del Triveneto. I lavori prevedono una meditazione biblica di Alberto
Perale e un’illustrazione sul documento «Riconciliazione, dono di Dio e sorgente di vita
nuova», a cura di Renzo Bertalot e Luigi
Sartori. Inizio alle ore 9,30 presso la Casa Cardinal Urbani,
via Castellana 16a. Per informazioni tei. 041-95340.
MEANA DI SUSA — Alle ore 15,30, nel tempio battista,
si tiene il culto di ringraziamento per il 102° anniverstóo
della predicazione evangelica. Per ulteriori informazioni
telefonare allo 011-4551321 (Angelo Monti).
REGGIO CALABRIA — Nell’ambito di
una serie di conferenze in occasione del 45()°
anniversario della morte di Martin Lutero, U
prof. Paolo Ricca parla sul tema «Attualità e
inattualità della Riforma»; ore 17,30, salone
dell’Ass. industriale in via Torrione 96. Organizzano la Chiesa valdese, la Commissione diocesana per
recumenismo, il Sae. Infórmazioni al 0965-812519.
PALERMO — Il Centro «Giacomo Bonelli» organizza un incontro sul tema «Scegli
la vita! Lotta alla mafia e partecipazione
nella società civile» Interviene il procuratore della Repubblica Giancarlo Caselli: ore
18, nel tempio valdese di via Spezio 43. Per
Av/j »iWA —— — JT
ulteriori informazioni telefonare allo 091-580153.
TORINO — Alle ore 11, alla sala Lisbonadel Centro fiere «Lingotto», Letizia Tomassone, Maria Pia Bonanate, Chiara Zamboni
introducono un dibattito sul tema «Quando
le donne leggono la Bibbia». È una iniziativa dell’editrice Claudiana nell’ambito del
Salone del libro. Per informazioni. 011-6689804.
FIRENZE — Il pastore Piero Bensì tiene
una conferenza sul tema «La preghiera non
esaudita»; ore 17,30, presso il Centro Pietro
Martire Vermigli in via Manzoni. 21; modera
rincontro il prof. Marco Ricca. Per informazioni telefonare al numero 055-2477800.
MOTTOLA — Nell’ambito di una serie di iniziative m occasione del decennio delle chiese in solidarietà con le donne, la pastora Elizabeth Green parla sul tema «La chiesa, assemblea di eguali in solidarietà con le donne?»; ore 19, nel
la chiesa battista. Per informazioni, tei. 099-8861321.
SANT’ANTONINO DI SUSA — AUe ore
15,30, nel tempio battista, si tiene il culto di
ringraziamento per il 91° anniversario della
predicazione evangelica. Predica il past.
Paolo Spanu. Per informazioni tei. 0119840621 (past. Adriano Dorma).
REGGIO CALABRIA — Nell’ambito di
una serie di conferenze in occasione del
450° anniversario della morte di Martin Lutero, padre Giancarlo Pani parla sul tema «Il
commento di Lutero alla lettera ai Romani»; ore 17,30, salone dell’Associazione industriale in via Torrione 96. Organizzano la Chiesa valdese, la Commissione diocesana per Fecumenismo e il Sae.
RIVOLI — Nell’ambito di un ciclo di conferenze, il pastore Giancarlo Farina, direttore della Società biblica di Ginevra, parla sul
tema «Bibbia e astrologia»; ore 21, presso
la chiesa battista di viale Bassano 1. Per
informazioni telefonare allo 011-9534752.
TORINO — «Puritanesimo, riforme e rivoluzioni: incontro con Michael Walzer» è il
tema di un dibattito organizzato dal Centro
A. Pascal, dalle comunità cristiane di base,
dalla redazione de «Il foglio», dal Sae e
dall’Ywca. Intervengono Mario Miegge e
Anqa Elisabetta Galeotti che presenteranno il libro «La rivoluzione dei santi» di M. Waltzer, edizioni Claudiana: ore
10 nel salone valdese di corso Vittorio Emanuele II 23.
CULTO EVANGELICO: ogni domenica
mattina alle 7,27 Sul primo programma radiofonico della Rai, predicazione e notizie
dal mondo evangelico italiano ed estero, appuntamenti e commenti di attualità.
PROTESTANTESIMO; rubrica televisiva
realizzata dalla Federazione delle chiese
evangeliche in Italia, trasmessa a domeniche ¿teme da Raidue alle 23,40 circa e, in
replica, il lunedì della settimana seguente
alle ore 9,30. Domenica 19 maggio (replica
lunedì 27 maggio): «Diario^da Gerusalemme».
AVVERTENZA: i programmi relativi a questa rubrica vanno
inoltrati 15 giorni prima del venerdì di uscita del settimanale.
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PAG: 10 RFORMA
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Un giornale comnnitario
Giorgio Gardiol
Con questo numero lascio la direzione del settimanale. Infatti giovedì 9 maggio inizierò il mio nuovo incarico di deputato alla Camera ed è bene distinguere i ruoli.
Per 16 anni, prima come redattore poi come direttore,
ho avuto il privilegio di lavoràre in una rete di comunicazione tra le chiese evangeliche italiane e di condividerne le ansie, speranze e delusioni. Ho (abbiamo) cercato di fare un giornale" di servizio al progetto di unità
dell’evangelismo italiano. Non so se ci sono (siamo) riuscito(i). Quello che lascio per assumere il ruolo di coliaboratore, è un giornale comunitario su cui scrive il 10%
degli abbonati. Un’esperienza che non ha eguali, almeno in Italia. I critici haimo parlato, per questo, di provincialismo e di bassa professionalità. Ho ascoltato queste critiche senza condividerle, perché il nostro scopo
non è quello di fare informazione tout-court, ma quello
di far informazione perché cresca la chiesa degli evangelici italiani. Il mio augurio è che questo possa continuare. Ovviamente in meglio.
Un’operazione riuscita
Luciano Deodato
Non è pura retorica dire che con l’uscita di scena di
Giorgio Gardiol si chiude un’epoca dei nostro giornale,
la prima, quella della partenza. Difficile ed esaltante a
im tempo, per certi versi anche eroica come tutte le cose nelle quali bisogna inventare di giorno in giorno le
risposte da dare. Solo con una sufficiente distanza dagli avvenimenti si potrà dare una valutazione obiettiva
di questo primo periodo di ^dta del giornale.
C’è una cosa che Gardiol ha sempre detto e ripetuto,
quasi fino alla noia, in ogni occasione, e cioè che il
giornale serviva a mettere in comunicazione le nostre
chiese, da Pachino a Trieste, da Frali a Taranto, creare
insomma una rete che consentisse il dialogo, lo scambio, e infine la crescita della comimlone fì'atema tra le
chiese. Il lungo elenco di nomi pubblicato negli ultimi
numeri dell’anno (e bisogna dire che è un elenco per
difetto perché non sempre sul giornale si mette la firma di chi scrive) sono stati la dimostrazione di un’operazione riuscita
Un’operazione difficile in parienza, dato che talvolta
anche all’interho di una stessa.denominazione la dia
lettica delle posizioni può assumere (come talvolta ha
assunto) la configurazione di scontro. Ora, incredibilmente, Gardiol, amato e apprezzato, ma anche criticato per il suo carattere forte, è riuscito ad armonizzare
insieme elementi diversi ed eterogenei, guidato da due
motivi: da un lato la capacità di ascoltare anche i più
deboli e capirli ed eventualmente modificare se stesso,
e dall’altro rispetto deUa democrazia.
Un’epoca si chiude: il giornale è nato, cresciuto, sviluppato, è costituisce oggi ima voce importante e insostituibUe, un puntordi riferimento per le chiese e non
solo quelle bmv e neppure solo italiane.Che cosa sarà il
futuro? Nessuno è indovino: sta di fatto che normalmente la fase successiva a quella della costruzione è
ancora più difficile, il nuovo va consolidato e si rischia
di finire nel grigiore, o ci si aggrappa a quanto si ha e
allora si ha la ortodossia settaria.
Le chiese dovranno sapere evitare il naufragio sia
sugli scogli di Scilla che su quelli di Cariddi; ma se il
percorso fatto in questi tre anni e mezzo non è stato
inutile, è possibile che si garantisca una continuità
nella diversità. Il Signore, dopo tutto, ha arricchito le
nostre chiese di molti doni. Uno di questi, bisogna ri
conoscerlo è stato (e lo sarà certamente in altri settori
della vita) Giorgio Gardiol, al quale vogliamo dire, co
me redattori, il nostro grazie per il percorso che abbiamo potuto fare insieme.
Via Pio V, 15 -10125 Torino - tei. 011/655278 - fax 011/657542
Via Fona, 93 - 80137 Napoli - tei. 081/291185 - fax 081/291175
Via dei Mille, 1 10064 Pinerolo
DtRETTORE; Giorgio Gardiol VICEDIRETTORI; Luciano Deodato, Emmanuele Paschetto
REDATTORI: Stello Armand-Hugon, Claudio Bo, Alberto Bragaglia. Alberto Corsani.
Avemino Di Croce, Fulvio Ferrano, Maurizio Girolami, Anna Malfai, Milena Mattinai, Carmelina Maurizio, Luca Negro, Luisa NWi, Jean-Jacques Peyronel, Gian Paolo Ricco, Fulvio Rocco, Pietro Romeo, Marco Rostan, Piervaldo Rostan, Marco Schellenbaum, Federica Toum, Florence Vinti, Raffaele Volpe AMMINISTRAZIONE; Ester Castangia ABBONAMENTI: Daniela Aclis FOTOCOMPOSIZIONE: Aec s.r.l. Mondovì - tei. 0174/551919
STAMPA: U Ghisleriana s.n.c. Mondovi - tei. 0174/42590 EDITORE: Edizioni Protestanti s.r.l. - via Pio V, 15 bis -10125 Torino.
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Commenti
VENERDÌ 10 MAGGIO
Riforma è » nuovo titolo della testata La Luce registrata CW Tribunale di Pinerolo con il rt.
176 del 1* gennaio 1951, responsabile Franco Giampiccoli. Le modifiohe sono state registrate con ordinanza in data 5 marzo 1993.
Il numero 18 del 3 maggio 1996 è stato consegnato per finoltio postale airuffido CMP
Nord, via Reiss RomoB 44/11 di Torino gioveri 2 maggio 1996.
Impressioni di un viaggio in Italia
Il ruolo delle chiese protestanti
Il protestantesimo in Italia è fortemente minoritario ma hs
un grande ruolo da giocare nella diffusione dell'Evangelo
CHARLES A. GABEL*
PER la prima volta, nello
scorso mese di marzo,
una tournée di conférenze su
Israele mi ha portato in varie
città d’Italia e in diverse chiese della famiglia protestante.
Sono rimasto fortemente impressionato dalla vitalità di
queste comunità, molto minoritarie nel paese ma inserite in un gran numero di città,
con i loro luoghi di culto e
con le loro opere sociali.
L’ecumenismo viene vissuto
im po’ dovunque, soprattutto
tra le Chiese valdesi, metodiste e battiste; molto meno dal
lato delle Assemblee pentecostali, molto attive, ma molto indipendenti, spesso anche tra di loro.
Mi è stata offerta l’opportunità di prendere la parola
per dei culti o delle conferenze, sia presso chiese o centri
culturali valdesi, sia in ambienti pentecostali, avventisti, e dell’Esercito della Sal
vezza.
Come avevo già sperimentato in Francia, in Belgio e in
Svizzera, l’accoglienza più
calorosa mi è stata riservata
nélle Assemblee pentecostali,
che continuano a guadagnare regolarmente nuovi membri e ad attirare alle loro riunioni uditori dall’estemo. È a
Napoli, sembra, che il loro
numero sia il più consistente.
Nella periferia napoletana
sono stato ricevuto in una
comunità che conta più di
mille membri, molto vivi e
accoglienti. Mia moglie, che
mi aveva accompagnato nella prima parte del soggiorno,
è stata invitata a parlate del
nostro lavoro in Israele. Lo
stesso si è ripetuto l’indomani, di sabato, in una comunità awentista dove ho predicato. Là, il culto era preceduto da un’ora di studio biblico, condotto in modo vivacissimo. D’altronde, il vigore
del canto e della lode, l’atmosfera eminentemente fraterna e l’accoglienza fatta aila
Parola di Dio erano davvero
notevoli.
A Torino sono stato invitato a predicare in una chiesa
.pentecostale. In queste comunità, all’inizio e alla fine di
ogni incontro, i membri si salutano con un forte «Pace», lo
«Shalom» italiano, accompagnato dal bacio di pace. Ho '
trovato molto bella quest’
usanza! Anche gli inni in
ebraico fanno parte della tradizione. Ma sono rimasto
colpito soprattutto dal forte
numero di coppie giovani o
di età media, e di adolescenti,
che frequenta queste Assemblee. Sono Assemblee davvero entusiaste, accattivanti,
piene di vita. Esse evangelizzano e guadagnano anime al
Signore. Meno male che ce
ne sono ancora di comunità
così all’interno della chiesa!
Questa povera vecchia Europa ne ha proprio bisogno...
In molte altre città, le chiese valdesi mi hanno accolto
nei loro centri culturali, frequentati anche da persone
esterne. I nostri fratelli valdesi gestiscono anche numerose opere sociali, spesso antiche, nonostante il numero
poco elevato dei membri di
chiesa. L’ospedale evangelico
della Fondazione «Betania» a
Napoli è uno di questi fiori
all’occhiello: attrezzatura ultramoderna, personale molto
qualificato, testimonianza incisiva. In un paese così impregnato di cattolicesimo
tradizionale e anche di su-,
perstizioni, le comunità e le
opere sorte dal protestantesimo hanno un grande ruolo
da giocare nella diffusione
dell’Evangelo della Grazia.
A Roma, la Facoltà valdese
di teologia è hen situata e attraente, con la sua hiblioteca
rinnovata e ammodernata.
Gli studenti incontrati durante la nostra visita erano molto
interessati ad Israele, e il dibattito, guidato dal professore Daniele Garrone, che ci accoglieva, è stato molto animato. Un altro incontro fra
terno ci ha messo in contatto
con un gruppo di pastori di
Roma e dei dintorni, appartenenti à diverse denominazioni. Abbiamo così scoperto
resistenza di una chiesa francofona, composta in maggior
parte di africani immigrati, e
diretta da una giovane coppia di pastori malgasci. Questa «Corfiunità protestante di
lingua francese di Roma» esiste da dieci anni. Essa corrisponde agli stessi bisogni di
quelli che hanno portato alla
creazione di una chiesa protestante francofona a Gerusalemme.
La domenica 10 marzo, le
chiese protestanti in Italia
erano chiamate a «pregare
per la pace di Gerusalemme», per rispondere all’invito
del Salmo 122. In quel giorno, ci siamo sentiti veramente all’unisono con i nostri
fratelli italiani, mentre parlavamo di Israele, la mattina e
il pomeriggio, nella sala gremita dell’Esercito della Salvezza. Ovunque, abbiamo incontrato, dobbiamo dirlo, un
vivo interesse per il popolo
ebraico. Interesse e amore
accompagnati da un forte
appoggio alla causa della pace e della riconciliazione tra
arabi ed ebrei, israeliani e
palestinesi; una posizione
sana e equilibrata su questo
tema delicato, assunfa da
cristiani di cui abbiamo apprezzato molto, durante tutto il nostro soggiorno, tanto
la semplicità e il calore quanto la generosità e l’apertura.
Minoranza certo, ma minoranza viva, operante e che testimonia in un ambiente non
sempre ben disposto. È un
segno forte quello che ci viene dai nostri vicini italiani,
un segno di Speranza.
(da Le Christianisme au XX
siècle, n. 541)
* In occasione del suo passaggio a Napoli, il nostro settimanale ha pubblicato un’intervista
al pastore Gabel, a cura di Luciano Deodato (cfr. Riforma n.
11 del 15 marzo 1996)
. 1 Considerazioni sul processo all'ex gerarca nazista
Nei confronti di Priebke dobbiamo
dare a Cesare quello che è di Cesare
PAOLO FABBRI
A Pietro che gli domanda:
«Quante volte dovrò perdonare il mio fratello che ha
peccato contro di me? Sette
volte sette?» Gesù risponde:
«Io non ti dico fino a sette
volte, ma fino a settanta volte
sette» (Matteo 16, 21). Un insegnamento non meno radicale di quello che il Signore
dà nei confronti dei nemici:
«Avete udito che fu detto:
ama il tuo prossimo e odia il
tuo nemico. Ma io vi dico:
amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano...» (Matteo 5,43). Il messaggio è nuovo e chiaro: perdono a oltranza verso chiunque. Ma allora perché i ladri e
gli assassini devono andare
in galera? Perché Priebke deve andare in galera se riconosciuto colpevole? Si può parlare di perdono con riferimento alla società?
Cominciamo a fissare alcuni punti. Il perdono è rinuncia alla vendetta, a qualsiasi
forma di rivalsa, rimozione
del risentimento, in nome di
un amore che tutto supera
perché viene da Dio; il perdono, per un credente, è quindi
un atto individuale, inscindi
bilmente legato al suo rapporto con Dio. La società non
può perdonare; la società
può avere una legislazione
più o meno umana, applicarla tenendo conto o meno delle circostanze, attenuanti, ma
per la sua stessa natura la società non perdona.
Qui fissiamo il secondo
punto. La società si basa su
un contratto sociale, le cui regole sono le leggi di qualsiasi
ordine e grado. Chi non rispetta il contratto viene punito e un fondamento dello stato di diritto moderno è che
tutti sono uguali di fronte alla
legge. La punizione viene
considerata un deterrente e
non una vendetta, anche se la
realtà, specialmente dove vige la pena di morte, lascia dubitare che questo principio
sia veramente accettato fino
in fondo. Priebke non viene
giudicato per avere violato il
patto sociale, bensì per un
crimine di guerra, per avere
cioè violato quelle regole che
gli stati si danno in caso di
conflitti. Viene da chiedersi se
quelle regole hanno un senso:
non è forse la stessa guerra
un crimine orrendo? Certo la
guerra è un crimine orrendo,
ma proprio per questo tali re
l
gole assumono il valore di un
tentativo estremo di tracciare
una linea di separazione dalla
barbarie.
Proprio per questo il processo per crimini di guerra e
quindi il processo a Priebke
assume un valore simbolico,
quello di riaffermare che c’è
un limite alla follia della
guerra, un limite che non va
mai varcato. Le recenti operazioni di «pulizia etnica» in
Bosnia sono a ricordarci la
facilità con cui si ricade nella
barbarie assoluta e la necessità di riaffermare questo limite labile delle regole di
guerra. Il perdono a Priebke
devono darlo coloro che hanno perso parenti e amici nel
massacro delle Fosse Ardeatine o più in generale ad opera dei nazifascisti. Lo stato, in
caso di colpevolezza, ha il
dovere di trattare l'ex comandante nazista come chiunque
altro; per questi motivi lascia
perplessi la richiesta del rabbino Toaff di far scontare la
condanna agli arresti domiciliari. Il suo perdono è cosa
nobile e bella, la sua richiesta
è eccessiva. Diamo a Cesare
quello che è di Cesare e auguriamoci che svolga il suo
compito con cura e serietà.
■
/ ritagli dei lettori si aa
Inno nella cartellina che li
tiene, vediamo in questo nù^,
'ro di smaltirne qualcuno.
LA STAMli
■ Bonhoeffer e la
biblioteca
Vi ricordate la vìcendacht
aveva travagliato il Consirf
di quartiere del Lingotto
Torino? Il presidente di Po)
Italia, Vincenzo Pisapia,
va ritirato una delibera dd
Comune che chiedeva il pj
rere del quartiere per inC
lare la biblioteca a Dietrii
Bonhoeffer per impedire
la proposta fosse bocciata,
Stampa, in un articolo «E
libri passa lo straniero» rii
ta l’epilogo: a motivo dà silenzio-assenso (non aveni
il Comune ricevuto Tappi
vazione entro i 90 giorni si
biliti) il Comune può indi
re la biblioteca a Bonhoel
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perii!
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NelT
Più attenzione
ai protestanti
Su La Stampa del 3 mdE®
scorso un lettore. Francesi
Spinelli, chiede più attemiì
ne ai protestanti e di evitai
l’omologazione al cattolice^
mo. «Il pastore protesta^
non è il prete, la santa cenati
il culto non sono la mess8|j
invece c’è la congiura deli
lenzio: l’italiano non
neanche sapere che c’è
cos’altro oltre la Chiesa cfl!
tolica, neanche sapere che^i
campo cristiano c’è ancha|
protestantesimo».
COBRIERE DELLA SSt
I metodisti
chiedono scus
agli indiani
Il Corriere della sera dà,2‘
aprile informa che «La
unita metodista ha chi
scusa ai pellerossa
Cheyenne per il massacra
Sand Creek (Colorado) di I”
anni fa. I delegati alla Co
renza di Denver harino
nunciato le atrocità e si s
impegnati a far risarcir«®
Congresso i discendenti def,
scampati, 4.500 perso^
tutto. (...) La strage di S
Creek fu particolarmente
ferata. Rimase famosa per
venne organizzata da unn
predicatore protestanti,
Denver, il laico metodii
John Chivington. All°t®
Colorado era in atto la “
all’oro e gli indianifif
considerati un ostacolo
sfruttamento dei gioc®’
Gli Arapaho e i Cheyei^Sand Creek avevano otten^
dal governo una
km dalla città e sul lof .
campamento syentoiaw
bandiera americana. «
chiesta di ChivingtoHr *
vernatore autorizzò un»_
dizione. Il predicatore ra
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Su 266 famiglie ne
massacrate ben 154.1 .
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Nel 1865 il goye>^°,^.
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Il 21 aprile il direttore di Riforma e de L’eco delle valli val(fest, Giorgio Gardiol, è stato eletto deputato alla Camera. In
^seguenza di questo fatto, l’Assemblea dei soci delle Edizioni protestanti, tenutasi il 30 aprile, ha concordato con
,rgio Gardiol sulla non opportunità di una prosecuziohe
l’incarico di direttore del periodico (ielle chiese dal mo^nto della proclamazione ufficiale degli eletti, prevista
per il 9 maggio. Ciò per ovvi motivi di correttezza verso i
l^ori e le chiese e di reciproca separazione dei ruoli.
Nell’impossibilità di trovare una soluzione immediata
per la direzione l’Assemblea dei soci e il Consiglio di ammi[trazione delle Edizioni protestanti hanno pregato il preJente, pastore Eugenio Bernardini, che ha accettato, di
¡surnere la direzione «ad interim» fino e non oltre il 30
jttembre 1996. Hanno inoltre chiesto a Giorgio Gardiol,
^e si è dichiarato disponibile, di continuare la collaborazione con articoli e per l’impostazione tecnica fino al 30
^tembre. L’Assemblea dei soci e il Consiglio di ammini(^razione hanno confermato tutti gli altri incarichi di direBone. redazione e collaborazione.
L’Assemblea dei soci e il Consiglio di amministrazione
,jprimono un ringraziamento ai vicedirettori e ai redattori
per l’impegno assunto circa il piano di lavoro dei prossiihi
cinque mesi che mantiene la qualità e la puntualità
dell’edizione del settimanale.
, , I presidenti dell’Ucebi, dell’Opcemi e il moderatore della
Tavola valdese si sono impegnati a designare il nuovo direttore entro il settembre 1996, dopo aver sentito la direzione,
la redazione, il Consiglio di amministrazione delle Edizioni
protestanti, e i rispettivi organi ecclesiastici che nel frattempo si saranno riuniti.
Eugenio Bernardini,
presidente Etiizioni protestanti
Valdo Benecchi,
presidente Opcemi
Giorgio Gardiol,
direttore dimissionario
Renato Malocchi,
presidente Ucebi
Giaimi Rostan,
moderatore dalla Tavola valdese
Ik
>tì Usa;
) scusé
mi
'Tórino, 30 aprile 1996
Continua il servizio alle chiese
I sera del 21
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Con questo numero Giorgio Gardiol, eletto deputato nelJ leniste dell’Ulivo nelle recenti elezioni, lascia la direzione
del nostro giornale (vedi il comunicato congiunto qui sopra). Gardiol ha diretto prima La Luce-L’Eco delle Valli vaidesi (1986-1992) e poi Riforma-L’Eco delle Valli Valdesi
(1993-1996), dando un contributo decisivo e prezioso alla
[ttìascita e al decollo di questo nuovo settimanale comune
delle chiese battiste, metodiste e valdesi, il settimanale
Evangelico di attualità e informazione più completo del patoama italiano.
|<Ìi)irigere un giornale come il nostro non è impresa facile,
faoprattutto se si vuole rispettare la diversità e la specificità
delle chiese che lo sostengono e dei diversi contesti in cui
esse si trovano ad operare e se si vuole, contemporaneamente, presentarle al paese come un’unità di fede e di azione. E l’impresa è resa ancora più difficile dalla limitatezza
delle risorse che le nostre chiese possono mettere a disposinone. Ciononostante Giorgio Gardiol ha condotto questo
pornale con competenza e dedizione, portandolo oggi
molto vicino al suo equilibrio finanziario.
^ Il 1995, infatti, si è chiuso con un disavanzo di 35 milioni
(meno del 6% dei costi del giornale) e con una media di
d-9l0 abbonati. Basterebbero quindi 340 abbonati in più o
170 abbonati sostenitori in più per andare in p^eggio. Anse ci fosse ancora un altro piccolo sostegno in più, ci sarebbero quelle risorse necessarie per far fare un piccolo
^to di qualità al nostro giornale, per esempio recuperaniiai*» - ^ colore (lasciato nell’estate del 1994), aumentando il
istacolo aMj^mtero delle agenzie da cui trarre notizie e acquistandc)
I offrendovi dei servizi più diversificati, dot^d(j i
^heyeiU'ijH^bi collaboratori e collaboratrici di una tecnologia più
uio otteB'!®^‘l®toa (tra poco le nostre
riserva a ® alla rete Internet).
Ihsomma, non sono le idee e i progetti che mancano, ma
*6 risorse, risorse che solo voi ci potete dare, in misura anmra maggiore di quanto avete fin qui fatto e di cui vi siamo
Conoscenti. Forza, allora, rinnovate il vostro abbonamen(Ogni settimana vi costa come un litro di latte, oppure
age di Ssi^j
ármente^
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I metodi^
1. Allora"*
atto
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e redazioni saranno collega
SUl \0i0^
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cana- Su ,
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ì ,?®®no di un chUo di pane comune o due biglietti del tram,
i/oj°“Jril,il|,°PPure poco più di un litro di benzina), sottoscrivete quello
C®nitore (che vi consentirà di ricevere una magnifica rioduzione, esclusiva e numerata, del pittore Paschetto
^pata da un editore d’arte specializzato), regalate un
f|i*honamento omaggio ai vostri amici e parenti e poi scri!5^®ci, scriveteci, scriveteci. Scriveteci, in modo breve ed
^enziale, per far conoscere quello che accade nelle vostre
mese, le vostre esperienze o domande di fede, le vostre
E abbiate pazienza se non potremo pubblicare sem-V® 1 Vostri scritti; lo spazio a disposinone e Tesigenza di
r^® (3 parola a un maggiore numero possibile di persone e
umazioni ci limita al di là delle nostre intenzioni,
^jj^higraziamo, dunque, Giorgio Gardiol, lo ringraziarne
ci lascia un giornale «sano», per il modo in cui ha
’ il ruolo di direttore e per la collaborazione che contiberà a darci, e gli auguriamo che anche nel Parlamento
®aa Repubblica, insieme con gli altri deputati evangelici,
^ssa svolgere un servizio utile al nostro paese e in coeren®on i principi evangelici che devono ispirare ogni nostra
One e che vanno testimoniati in ogni luogo.
Eugenio Bernardini
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Il dialogo è un metodo cristiano
Pakecipare all'Incontro ecumenico per la preparazione del Giubileo del 2000
non significa automaticamente dover rinunciare alle proprie convinzioni
PAOLO RKtoA
Rispondo con ritardo (e
me ne scuso con i lettori
e con Marco Rostan) al suo
articolo «Il Giubileo può èssere ecumenico?» apparso su
Riforma del 29 marzo. Marco
Rostan si dichiara «indignato» per quello che egli definisce «un rilevante coinvolgimentCLprotestante italiano
nel Giubileo del 2000». Di
quemo «coinvolgimento» sarei, secondo lui, il maggiore
responsabile. In particolare
Rostan deplora che «mentre
spesso, come protestanti, af- '
fermiamo che non abbiamo
gerarchie e che le nostre decisioni sono assunte nelle diverse assemblee, di fattq assistiamo a decisioni personali,
prese in modo individuale,
che per la loro rilevanza coinvolgono invece l’insieme delle chiese evangeliche, e per di
più a loro insaputa».
Di che cosa s’è trattato? Come sono andate le cose? Sono
andate così. Il Pontificio Consiglio per Lunità dei cristiani
chiese a suo tempo (primavera ’95) al Consiglio ecumenico delle chiese se sarebbe stato disposto a partecipare, con
una sua delegazione, a esaminare e discutere insieme le
manifestazioni ecumeniche
previste o auspicate per il
Giubileo del 2000. Il Consiglio
ecumenico ha risposto affermativamente e ha chiesto a
tre persone di far parte di
questo minicomitato: al prof.
Reinhard Frieleing, protestante doc,’direttore dell’Istituto di studi confessionali di
Bensheim; al dr. Georges Lemopoulos, ortodosso greco
che lavora negli uffici del Cec
a Ginevra, e al sottoscritto.
I membri cattolici della
commissione sono mons.
Mutiso-Mbida e mons. Eleuterio Fortino del Pontificio
Consiglio per l’unità, e il rev.
James Puglisi, del Centro Pro
unione. Con queste persone
e alcune altre ci siamo incontrati finora una sola volta,
TU settembre 1995 a Roma.
La riunione è stata molto cordiale ma essenzialmente
esplorativa. Da allora non ho
sentito più nulla, né dalla
Commissione (o sottocommissiqne) in questione, né da
Ginevra. Può darsi che siano
sopravvenute difficoltà. Può
darsi che in qualche ambiente romano l’ecumenismo faccia ancora paura, tanto più se
collegato al Giubileo.
Ma torniamo alla questione
sollevata da Marco Rostan,
«indignato» perché non ho
chiesto al Consiglio della Federazio'he o alla Tavola valdese o al Consiglio di Facoltà
Tautorizzazione a rispondere
positivamente alla richiesta
del Consiglio ecumenico. Effettivamente non l’ho chiesta.
Perché? Proprio perché il
Consiglio ecumenico (che
una certa esperienza in queste questioni ce Thai) rivolgendomi quelTinvito non intèndeva minimamente coinvolgere la Chiesa valdese e
tanto meno le chiese evangeliche italiane. Se avesse voluto coinvolgerle si sarebbe rivolto non a me ma alla Tavola
valdese o alla Federazionè e
avrebbe chiesto Toro di indicare una persona disposta a
svolgere questo compito. Rivolgendosi, come ha fatto, a
singole pèrsone, il Cec ha deliberatamente evitato di coinvolgere le chiese: le nostre,
quella ortodossa e la Chiesa
evangelica tedesca. L’invito,
insomma, era rivolto .alla persona, non alla chiesa: toccava
quindi alla persona, non alla
chiesa, rispondere, con un sì
o con un no. Se io avessi chiesto autorizzazioni alla Tavola
o alla Fedèrazione, le avrei
coinvolte, avrei cioè fatto
proprio quello Che il Cec aveva voluto non fare.
Ho dunque risposto a titolo
personale, senza coinvolgere
(e quindi senza consultare) la
chiesa alla quale appartengo.
Capisco che, quando si svolgono certe funzioni nella
chiesa o nella società, rappresentiamo sempre qualcosa di
più di noi stessi, ci piaccia o
ci dispiaccia. È un inconveniente reale, che però non
può (mi sembra) essere rin-.
facciato come colpa. Se poi
Marco Rostan, o qualcuno dei
lettori, desidera sapere perché, a titolo personale e senza
coinvolgere in alcun modo la
nostra chiesa, ho accettato
Tinvito del Cec, le ragioni sonò sostanzialmente due.
1) La prima è che noi valdesi abbiamo un grande debito
di gratitudine verso il Cec, ciaì
quale abbiamo ricevuto molto e al quale abbiamo dato
poco. In questa circostanza il
Cec chiedeva a uno di noi un
piccolo (davvero piccolo) servizio. Sarebbe stato il colmo,
credei, se avessimo rifiutato.
2) Non credo, personalmente, che «il Giubileo possa
essere ecumenico». Il Giubileo resta un’iniziatica cattolica romana. Non escludo però
a priori che alTinterno o ai
margini del Giubileo si possano organizzare eventi ecumenici più o meno significativi.
L’invito al Cec era di andare a
discutere, con Roma, di questa eventualità. Non vedo,
francamente, che cosa ci Sia
di male né capisco perché il
Cec avrebbe dovuto rifiutare
l’invito a discutere. Un eventuale rifiuto (non a discutere,
ma a partecipare) poteva e
può sempre aver luogo, ma
dopo aver discusso, non pri^
ma. Va da sé che se risulterà
che il quadrò della celebrazione del Giubileo è così cattolico romano da non consentire alcuna manifestazione autenticamente ecumenica, allora rinuncerejbo al
mandato. Questo però’ finora
non si è verificato.
Concludendo: non si tratta*
di pianificare un impossibile
«Giubileo ecumenico» ma di
Il conto
degli anni
Pensavo che qualcuno sarebbe intervenuto con autorità per chiarire la banalissima questione dell’inizio e
della fine dei secoli e dei millenni, e della fine di questo m
particolare, che per qualche
tempo ha occupato la rubrica «Posta» del periodico, con
accenti che, nell’ultimo intervento, si sono fatti addirittura offensivi. Mi pare del resto che le posizioni dei contendenti siano qualche volta
le stesse e che non ci si intencla sulle parole.
La cosa può comunque essere considerata con maggiore obiettività, .avendo davanti agli occhi un doppio
metro, con il quale l’analoga
è perfetta: 200 millimetri =
2.000 anni. Sarà agevole, così, controllare dove iniziano
e dove finiscono secoli e millenni e vedere in particolare
che gli anni non sono punti
ma spazi di tempo. Gli equivoci sono probabilmente
causati dal fatto che i numeri
progressivi vengono posti al
limite destro di detti spazi,
mentre la numerazione degli
anni si riferisce all’intero intervallo 1 (come dire che il
primo millimetro/anno va
dal punto 0 alla prima tacéa).
In ogni caso, i 2.000 mm/anni-sono tutti esattamente
contenuti tra lo zero e l’ultima tacca: oltre, vale a dire
dopo il 31 dicembre dell’anno 2.000, e solo allora, avrà
inizio il terzo millennio.
Gli anni precedenti alla nascita di Cristo possono essere
rappresentati da un secondo
righello millimetrato,’capovolto in modo che il suo «zero» appog^ contro lo «zero»
del primoJÈ evidente che tra
la prima tacca del secondo
righello e la prima tacca del
primo righello ci sono due
mm, quindi dal primo gennaio (lelT anno 1 a.C. al 31
dicembre dell’anno 1 d.C.
trascorrono due anni, non
essendo tra essi frapposto
alcun anno «zero». Del resto
sarà sufficiente chiedere ai
suoi sostenitori di citare
qualche avvenimento storico che si sia vertHcato tra il
gennaio e il dicembre di
quel fantomatico anno. Chi
avesse ancora dei dubbi,
apra una Cronologia dell’era
cristiana.
Mio nonno, che era nato
ai primi di settembre dell’anno 1900, trovava spesso
chi si scandalizzava quando
affermava di essere un uomo dell’altro secolo. Ma
aveva ragione: all’inizio
deU’anno 1901, il primo del
nuovo secolo (il ventesimo)
mancavano ancora circa
quattro mesi.
Andrea Geme - Torino
vedere, a nome e per conto
del Consiglio ecumenico, insieme con alcuni cattolici romani, se ci sono le coodlzioni
per progettare qualcosa di
ecumenico nel quadro o in
occasione del Giubileo cattolico. Tutto ciui. È veramente il
caso di inquietarsi o indignarsi? Si dirà: c’è il rischio di
essere stnunentalizzati. Certo, ma se si pensa alle possibili strumentalizzazioni (che
finora, comunque, non sono
avvenute), non si fà mai nulla. E sicuramente non si fa
ecumenismo. In ecumenismo, come nella vita, solo rischiando si avanza.
Per il resto, non esito a dichiararlo, appartengo al novero di coloro che, in genere,
accettano e non-rifiutano gli
inviti al dialogo, e preferiscono parlarsi piuttosto che
ignorarsi o spararsi (anche
solo metaforicamente) addosso. Non temo il dialogo,
anzi lo considero un indice di
umanità e una prova di civiltà. E lo perseguo tutte le
volte che ne ho l’occasione,
finché, s’intende, le posizioni
del pàrtner e gli imperativi
della propria coscienza lo
consentono.
Questo vale in tutti i rapporti ecumenici, compresi
quelli con la chiesa di Roma
e, quel che più conta, nei rapporti umani che così facilmente, per assenza di dialogo, diventano disumani.
RINGRAZIAMENTO
«l-'Etemo è la mia luce
e la mia salvezza»
Salmo 27,1
I figli, ia sorelia e i familiari tutti
della cara
Ernestlna dalla Ayassot
commossi e riconoscenti per la
dimostrazione, di stima e di affetto tribut^a alla loro cara, nell'impossibllità di farlo singolarmente,
ringraziano quanti si sono uniti ai
toro dolore.
Un ringraziamento particolare
a tutto il personale medico e infermieristico deil'Ospedale vaidese di Torre Pellice, ai pastore Rostagno, a tutti coioro che nei 'periodo di malattia l'hanno seguita
con attenzione e affetto, ad amici
e parenti tutti.
Torre Pellice, 2 maggio 1996
....hm^^mmumm...............
RINGRAZIAMENTO
II marito, la figlia e i familiari di
Edith Stella Osti Marietti
profondamente commossi per la
grande dimostrazione di affetto
tributatja alia toro cara ringraziano
di cuore tutti coloro che hanno
preso parte al toro dolore.
Un ringraziamento particolare
ai pastori Pasquet e Berutti.
Lusema San Giovanni "
'4 maggio 1996
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PAG. 12 ritormA;
VENERDÌ 10 MAGGIO I90fi
Come si presenta la prima potenza mondiale vista dal Sud e dal Nord
Gli Stati Uniti alla fine del secondo millennio
/ lavoratori bianchi vedono messi in discussione i posti di lavoro e i livelli di
benessere a causa dello sfruttamento schiavistico dei latini e degli asiatici
1
ADWANO BO*HO
LO sfruttamento delle genti messicane si rivela con
più chiarezza se osservato
dalle liiiee di confine che demarcano a sud e a nord il territorio ufficiale degli Usa. la
divisidne deU'America fra
wasp (white anglo-saxon
protestanti e afrolatini ripropone lo scontro tra emarginazione e oligarchia: intorno
a quei due limiti, l’area industriale del midwest e. quella
della miseria del confine
messicano, si stanno prefigurando contorni colonialisti,
un terreno indispensabile per
il neoliberismo.
L’altro luogo di riflessione
privilegiato sono le tv operanti a ridosso di quelle due
barriere: la maggioranza si irradia dall’interno del fortino
Usa verso le antenne degli
assedianti, novelli pellerossa;
i servizi giornalistici non narrano, commentano genericamente, con l’intento di rassicurare, preconfezionando siparietti iperrealisti e dunque
poco credibili. Perciò risultano deflagranti gli sporadici
casi in cui le riprese televisive
testimoniano la tangibilità
dei pestaggi lungo il muro
della vergogna di Tijuana
(Baja Cab, simili a quelli contro gli afroamericani, a causa
dei quali la Los Angeles (Cai)
nera si rivoltò nel ’92. Una
bomba razziale ancora presente nell’immaginario lisa.
II degrado di Chicago
Lo conferma Lynn, wasp di
Buffalo (NY), al confine con il
Canada, maestra, «antirazzista» per convinzione religiosa: quando le rivelo l’effetto
procuratomi dal ghetto nero
che circonda la downtown di
Chicago (Illinois), parla di
imprudenza da parte mia
poiché, secondo lei, ora i neri
sono stati portati ad odiare a
tal punto i bianchi da arrivare
ad uccidere solo per il colore '
della pelle. E come si può dare loro torto quando, guardando dall’alto della Sears
Tower di Chicago, rivolgendosi ad est, sembra che un
ordigno abbia disegnato un
anello, all’interno del quale
esiste solo degrado, negazione di oppòrtunità, catapecchie sbarrate, auto rubate in
via di demolizione come unica fonte di reddito e spaccio
di droga, che distrugge dall’
interno quelle energie più
giovani, potenzialmente in
grado di emancipare la comunità nera. A CWcago le comunità hanno creato un comitato interetnico con lo scopo di evidenziare le differenze, difendendone le disparità,
per rispettarle ed evitare che
il gruppo più forte appiattisca su di sé il modo di vivere.
Dal suo quartiere middle
class sul 17° miglio di Detroit
(Michigan) Lynn è scettica:
«Gli Usa hanno perso un'occasione negli anni ’60 per costruire una società multirazziale. Invece abbiamo accentuato odio e segregazione». E
lo confermano i deliri nazisti
del Montana, poche migliaia
di miglia ad est, sempre sul
confine canadese.
Detroit, al di là del ponte, si
chiama VÌfindsor (Ontario). È
la faccia canadese delle contraddizioni americane: qui la
convivenza delle razze è pacifica. I quartieri sono occupati compattamente da una
sola comunità (indiana, greca, italiana, cfibana, cinese,
messicana). Sembrerebbe cosi che il Canada riesca a far
convivere razze diverse e ciò
dà agio alla Cbs Newsworld
di mandare in onda im servizio suH’immigrazlone clan
Il giudizio del segretario della Fimi;
In Liberia occorre attuare^
una sorta di «disarmo civile«
Una veduta del centro di Chicago
(Foto Adriano Boano)
destina messicana, migliaia
di miglia più a sud: il conduttore daU’aria molto saggia
terminava dicendo che solo
lo stesso livello di benessere
in tutti i paésr'deU’area,
creando una nazione unica,
avrebbe risolto il problema.
L’atteggiamento canadese
sembra dùnque opposto a
quello Usa, che sotto il malefico influsso della campagna
elettorale oppone invece
chiusure e muri oppressivi.
Dimenticava che il Nafta,
l’accordo economico stipulato tra Canada, Usa e Messico,
ha scatenato la rivolta del
Chiapas contro quella unicità
di interessi delle due nazioni
più ricche. Il Canada non è
da meno neU’occupazione
coloniale di tutti i beni del
Messico, in virtù del debito
contratto da Zedillo, che in
cambio privatizza, come ogni
liberista, le aziende in attivo,
regalando ad esempio la Pemex, l’ente petrolifero, alle
multinazionali nordamericane, insieme alle industrie alimentari del sud (altro motivo
della rivolta chiapaneca) e alle compagnie di trasporto: e
così è spiegata l’idea della
Cbs di un’imica nazione.
condizioni di sfruttamento
più vantaggiose per il padrone, producendo negli altri
stati della Confederazione
«downsizing» (declassificazione di un dipendente, fenomeno già accaduto al Corneo di Gru^asco, Italia), deregulation e precarizzazione.
I messicani però non potraimo mai ottenere le stesse
condizioni vigenti alla Ford
di Windsor dove il refrigerante non puzza, il rumore è
contenuto, i bagni sono da
grand-hôtel, gli ambienti
agevolano il lavoro in team,
rispettando lo spazio del singolo, la mensa è un luogo
ampio, pulito, con attenzione
a tutte le alimentazióni, gli
stipendi raggiungono i 5 milioni al mese come salario
d’ingresso di un operaio non
specializzato e il costo della
vita è paragonabile a quello
italiano, i ritmi di lavoro sono
umani, il capo non è autoritario, sennò intervengono le
trade unions (sindacati) e lo
sciopero è unanime e durissimo, non esistono timbrature
in ingresso o in uscita, sarebbero considerate lesive della
dignità dei lavoratori.
La guerra tra poveri
La guerra tra poveri alimenta ulteriori divisioni tra
gli esclusi dal potere di fine
millennio: i lavoratori bianchi
vedono messi in discussione i
posti di lavoro, i livelli di benessere e le modalità di impiego a causa dello sfruttamento schiavistico dei latini e
degli asiatici, i neri rimangono ai margini come gli indios
in Messico: le minoranze, ad
esempio il Quebec francofono, non trovano di meglio
che la secessione nazionalistica di fronte allo strapotere
wasp. Un potere così pervasivo che un nero americano si
sente sempre discriminato: a
tal punto che a Detroit, per il
fatto che avevo occupato le
strisce pedonali, un afroamericano mi ha scrutato dalla
tormenta di neve e con un
gesto armonioso ed elegante,
senza fermare il suo incedere, pieno della fierezza dignitosa che solo cinque secoli di
razzismo riescono a forgiare,
mi ha puntato l’indice, come
per segnare un punto o per
significarmi che mi aveva
memorizzato.
11 segretario generale della
Federazione luterana mondiale (Firn) ha fortemente criticato l’impotenza dell’Onu e
della forza ovest-africana di
interposizione (Ecomog) nell’impedire l’esplosione di
violenza scatenatasi in Liberia e i combattimenti che
hanno coinvolto la capitale,
Monrovia.
Le chiese dovrebbero chiedersi se abbiano fatto di tutto
per eliminare le cause di questa violenza, ha dichiarato
Ishmael Noko, che è originario dallo Zimbabwe. Noko ha
chiesto alla Conferenza delle
chiese di tutta l’Africa (Ceta)
di darsi da fare e di affrontare
seriamente questi problemi.
La comunità religiosa e le organizzazioni non governative
e laiche devono lavorare insieme in vista di «promuovere una sorta di disarmo civile
e di esercitare pressioni sui
politici», ha chiesto il segretario generale della Firn.
Parlando delle scene viste
in televisione, con bambini di
12 anni armati di fucili AK47
che facevano la scorta a leader politici, Ishmael Noko ha
dichiarato che la violenza in
Liberia dovrebbe essere motivo di «vergogna per tutti coloro che continuano a vendere armi e che traggono profitti dalla vendita di strumenti
di guerra e di distruzione». A
suo parere, la comunità intemazionale sembra più preoccupata dalla sorte dei residenti stranieri coinvolti nei
combattimenti che non da
questi bambini che portano
armi. «I “germi di guerra” sono stati seminati nelle menti
di questi bambini liberiani»,
ha lamentato Noko.
Tuttavia le chiese «non devono abbandonare» i loro
sforzi in vista della riconciliazione, anche se lo scatenarsi
della violenza significa che la
Firn dovrebbe «ripartire da
zero» e promuovere di nuovo
la guarigione e la riconciliazione in quanto «questo è
una parte importante del loro ministero». Il pastore Noko si è detto «preoccupato»
dalla sorte dei membri del
personale della Firn e della
Chiesa luterana coinvolti nei
moti. Infatti il 6 aprile scorso.
mentre il rappresentante
della «Entraide» mondiali
luterana a Monrovia, Jin(
Masón, era in conversazioitó
telefonica con il segretari
generale della Firn, Una ba5
da di saccheggiatori ha fatto
irruzione nel centro della
Chiesa luterana di Monrovia,
chiedendo soldi e oggetti di
valore. Ishmael Noko ha potuto sentire grida e rumori
prima che Jim Masón interrompesse improvvisamente
la conversazione. Da allora,
la Firn ha perso ogni contât-,
to diretto con i collaboratori
della «Entraide» mondiale luterana in Liberia ma
pensa che essi siano sotto la
protezione dell’Ecomog.
«Non sappiamo esattamente!
quanti sono, ma sappiamo
che sono sani e salvi».
Ishmael Noko si dichiara
molto preoccupato dalla sorte dei membri della «Entraide» reclutati sul posto e dei
membri della chiesa luterana;
che forse non godono della! |
protezione dell’Ecomog. |j |
inoltre molto preoccupato di*'*
sapere che cosa sia successo
al vescovo Roñad Diggs, ex) |
responsabile della Chiesa lu- *
terana della Liberia. Quest’ulr
timo, copresidente del Comitato di mediazione interconfessionale della Liberia, è sta- ^ ^
to arrestato all’inizio di aprile f.
dopo che il Comitato aveva! li
presentato una dichiarazione*’
al Consiglio di stato liberiano.
Il vescovo Diggs era stato
posto in libertà provvisoria e
doveva comparire davanti al.]
tribunale il 5 aprile scorso. '
Per via dell’assenza di un
giudice in quel giorno, era rimasto in libertà ma tutti gii
sforzi in vista di contattarlo
dall’inizio delle violenze sono rimasti vani e Ishmael
Noko non sa dove si trovi attualmente
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L’ 11 aprile scorso tre membri del personale della «Entraide» luterana mondiale so- I
no stati trasferititi dall’ambasciata Usa fino a Freetown,
nella Sierra Leone. Anche altri membri del personale in- \
temazionale, tra cui Jim Ma- |
son, si sono rifugiati nella ba- ^
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essere messi in salvo. (eW
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Il Quebec francofono
Orah, 34 anni, occupata
all’Università di Pedagogia di
Vancouver, era trattata con
distacco dalle genti del Chiapas, che la vivevano come occupante. D’altra parte il suo
sguardo* da turista non era in
grado di entrare in sintonia
con il paese, proprio perché
non riusciva a cogliere i segiu
di colonialismo, anzi ne assumeva inconsciamente gli atteggiamenti. Già rispetto al
referendum voluto dalla minoranza francofona in Quebec, Orah opponeva una netta chiusura, bollandolo come
incomprensibile: «Godono
già di molti privilegi!». Si riferiva agli ammortizzatori che
gli stati pongono in atto,
quando si accorgono di discriminazioni verso qualunque minoranza, ovvero i medesimi vantaggi individuati
da Lynn a favore dei neri,,
cercando di giustificare il suo
proposito di chiamare immediatamente la polizia, nel caso comparisse, nel suo quartiere di villette con giardino,
un’auto con dei neri a bordo.
La colonizzazione del Messico e la sua privatizzazione
sono conseguenze della politica neoliberista che porta al
licenziamento di 67.000 ope- ,
rai alla GM (General Motors)
di Dayton (Ohio): è evidente
che comporterà un aumento
del razzismo contro 'gli operai della GM di Toluca (Mexico), costretti ad accettafe
Appello di responsabili di chiese
«Aprire le pòrte della Città
Santa di Gerusalemme»
Il 2 aprile scorso, in occasione della Pasqua, dodici
patriarchi e responsabili di
chiesa di Gerusalemme hanno lanciato un appello alla
cessazione delle violenze in
Medio Oriente e hanno chiesto «che le porte della Città
Santa di Gerusalemme» vengano aperte.
I responsabili di chiesa, in
particolare i capi delle comunità cattoliche, ortodosse, ortodosse orientali non calcedoniane, anglicane e protestanti, hanno criticato il progetto israeliano di espropriare terre vicine a Betlemme
per^a costruzione di strade.
Centinaia di residenti di Betlemme hanno’protestato
contro il progetto che danneggerebbe uliveti situati su
terreni che appartengono al
Vaticano, alle Chiese grecoortodosse, e a famiglie arabe.
«Rinunciare all’esproprio
delle terre è uno dei mezzi
minori per fare progredire il
processo di pace», hanno dichiarato gli ecclesiastici alle
autorità israeliane.
Rivolgendosi al popolo
ebraico di Israele, i patriarchi
e i vescovi hanno ricordato:
«I palestinesi sono i nostri
partner sul cammino della
pace, i nostri fratelli sulla via
dell’edificazione di una nuova società israeliana e palestinese. Non sono più nemici
da sacrificare agli occhi
dell’opinione pubblica, appena scoppia una manifestazione di violenza, o per servire una campagna elettorale».
Secondo loro sono necessarie
misure di sicurezza «che proteggano tutti, palestinesi e
israeliani, senza discriminazione», ma «le attuali misure
di sicurezza colpiscono soltanto i palestinesi».
I patriarchi e i vescovi hanno ribadito l’appello «al dialogo» tra tutti i responsabili
religiosi in vista di promuovere «i principi di riconoscimento reciproco, di riconciliazione, di uguaglianza e di
fraternità». 1 responsabili di
chiesa, ebrei, musulmani e
cristiani «non dovrebbero più
vedere nell’altro un nemico
ma un fratello e una sorella
con cui si può costruire una
società e un’era nuove nella
zona». (eni)
Indagine del Consiglio delle chiese
Ondata dì attentati contro
chiese afroamericane Usa
Il Consiglio nazionale delle
chiese degli Stati Uniti (Ncc),
che conta 32 chiese membro,
protestanti e ortodosse, ha
deciso di avviare un’inchiesta
per individuare gli autori degli attentati dinamitardi commessi contro chiese del Sud
degli Stati Uniti.
Secondo un rapporto pubblicato il 2 aprile scorso, «da
gennaio 1990 a marzo 1996,
circa 45 chiese afroamericane
e interrazziali in Alabama,
Tennessee, Georgia, Carolina
del Sud, Louisiana e in altri
stati del Sud sono state distrutte, incendiate o coperte
di graffiti».
Il rapporto, redatto dal
«Centro per il rinnovamento
democratico» di Atlanta,
menziona «lo stretto legame
esistente tra questi attentati e
i gruppi che esaltano la supremazia dei bianchi». II Ncc
ha deciso di inviare alcune
équipe sul posto, nell’ambito
di im’azione più ampia destinata ad indagare su questi attentati e a esercitare pressioni sul governo federale affinché giudichi gli autori di questi attentati. L’8 gennaio
scorso, nel corso di un atte® ■
tato contro la
Church» di Knoxville (len
nessee), sono stati dipinti
muri della chiesa le par
«Kill the niggers» (uccidete
negri) e «White is Rign »
bianchi sono i migliori).
Il Ncc coordina le propt'
attività con il «Centro
rinnovamento democra . ^
che conduce un’inchiesw g
dipendente su questi att
ti, e con il «Centro per i m
costituzionali» di New
che studia le possibil
e stuoia le po»»*“ ,„^3; k
l’azione giuridica ;¡
contro la moltiplicazl®® '
un
re
di questi atti.
questi atti. , tof
Secondo Mac Chat ®8 ^
nes, incaricato riel
mento «giustizia
presso il Ncc,
hanno l’obietdvo di in n
pubblicai
re l’opinione f““; -e
fronte a questo problema^
«portare un aPP®^® ® plp»
alle comunità e chiese c|P
Tt_____ iVlaU .
te». Il mese scorso Mac _ ^
les Jones aveva critica ^
les Jones aveva cru»^
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rità nel portare avanO^^
chiesta energica e r p
questi attentati.
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Cesi
cui
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chi
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alti
cor
col
see
«
lin
Hz,
pei
tra
dei
rei
rne
co
sol
di
ris,
dii
ba
nu
eh
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