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ECO
Si?.a
LONGO STIMA
Casa Valdese
donas i'TLLICK
DELLE
Settimanale
della Chiesa Valdese
Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quali avete peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo,,.
Anno LXXXVIH - N. 30
Una copia !.. 30
ABBONAMENTI
» Eco: L. UGO per rintemo | Eco e La Luce-. L. 1.800 per l’interno | Spedir, abb. posule - il Gruppo I TORRE PELLICE — 25 Luglio 1958
/ L. 1.600 per l’estero i L. 2.500 per l’estero i Cambio d’indiriszo Lire 40,— I Ammin. Clandia
Ammin. Clandiana Torre Pellice - C.C.P. 2-17557
Due pesi e due misure
Dacché era scoppiata la rivolta libanese contro il governo filo-occidentale del Presidente Cnamoun, questi aveva a molte riprese richiesto
l’aiuto militare delie Nazioni Unite contro i ribelli che egli accusava di
essere sostenuti, in uomini e in armamenti, dalla Siria nasseriana. Gli
osservatori delle N. U., fra cui pure alcuni italiani, hanno compiuto un
sopraluogo — non sappiamo quanto approfondito, a causa dello stato di
guerra in cui si trova il paese - ed alla fine la loro impressione, p>ei
bocca del segretario delle N. U., Dag Hammarskjoeld,, pur con qualche
reticenza, è stata che si trattasse di
una questione interna libanese. Corrispondesse o no alla realtà, quest’impressione, nessuno voleva tirare le ca
stagne dal fuoco ; e il governo di Chamoun pareva condannato, nelle elezio
ni ormai imminenti, a subire una
sconfitta.
Ma ecco che scoppia la bomba là do
ve meno ce lo si sarebbe aspettato, e
i' bastione avanzato dell’Irak crolla.
Nel giro di tre giorni gli Stati Uniti
mutano totalmente atteggiamento ed
inviano un corpo di spedizione nel Libano, nel timore che facesse lo stessa
fine deirirak; pochi giorni dopo, rispondendo all'appello di Hussein re
di Giordania, cugino dell’assassinato
r eisal deli’irak, Tinghilterra invia anch’essa delle truppe (in verità in mi
sura assai modesta) a presidiare la
Giordania ed evitare ogni colpo di
Stato. Naturalmente, l’URSS si scate
via, lancia bordate di proteste, Nasser
accorie per consultazioni a Mosca, si
profilano velate minacce; Stati Uniti
e Gran Bretagna rifiutano di ritirare
ie loro truppe finché un apposito con
ungente deii’OJNU svolga nuovamente, com’era stato per Suez e Gaza,
azione di polizia intemazionale per
conservare l’ordine.
E’ stato un bene? é stato un male?
Difficile dirlo, conoscendo così poco la
situazione reale di quel paesi. Difficile-sapere se l-appello di Ohamoun rap>presenti veramente una buona parte
dell’opinione pubblica di quel piccolo
ma complesso paese, e se la rivolta è
enettivamente interna, o irutto di
una pressione siriana e, alla lontana,
sovietica. Difficile sapere se p»er il regime di Hussein valgono considerazioni diverse da quelle che facevamo
va settimana scorsa su quello di Peisal e della corte irakena. Comunque,
una volta ancora i Grandi occidentali sembrano essersi lasciati guidare
dall’affrettato impulso di mostrare la
propria forza e determinazione, per
cercare di rimediare o mascherare la
incapacità di decenni d’influenza occidentale. Colpo a colpo, questa viene
smantellata; e alle convulse reazioni
ogni colpo echeggia: E’ tardi! La ferma convinzione che un’eventuale in
nuenza sovietica non renderebbe più
liberi e più telici questi popoli non
può che rendere più amara questa
constatazione , e più viva la speranza
che essi riescano a mantenersi, almeno in parte, fuori dalle opposte sfere
d’influenza.
Una considerazione, però, s’impone;
all’epoca di Suez, gli U.S.A. avevano
fulminato l’Inghilterra e la Francia
— quasi come ora l’URSS fa con loro,
— per il loro' intervento a Suez, a
fianco di Israele deciso a spezzare il
cerchio di ferro arabo. Ora gli U.S.A.
fanno — e in buona coscienza — quello che hanno deplorato: che pensare?
il virtuoso intervento del ’56 sarebbe
forse stato' dovuto soprattutto al di
spetto di non esser stati consultati? E
ancora: quando un popolo ha veramente gridato al soccorso, quando ha
lottato per la libertà in im modo che
ha scosso le coscienze in tutto il mondo, nessuno dei popoli occidentali,
neppure i grandi e potenti e libìri
Stati Uniti haimo avuto il coraggio
di -andare al soccorso, di giocare sul
serio la carta della libertà. Ne abbia
mo ancora, in molti, il cuore pieno di
vergogna; ma bisognerebbe almeno
avere il pudore delle proprie parole.
Bisognerebbe avere il coraggio di dire
che la libertà del Libanesi, come dei
Giordani e degli Irakeni non importa
gran che, alla politica occidentale nel
suo complesso; quel che importa é il
petrolio. Il petrolio vale più della libertà. Più saggi sarebbero stati, i patrioti ungheresi, se, invece di invocare
la libertà, avessero annunciato al
« mondo libero » che era sgorgato petrolio, nelle pianure magiare...
g. c.
Riunioni del XV Agosto
Le riunioni del XV Agosto avranno inizio alle ore 10,30 nelle seguenti località :
Val Pellice: Serre di Angrogng
Presiederà il Pastore Gino Conte. Parleranno il Pastore Franco Sommani (il messaggio della Parola di Dio); Prof. Giovanni Gönnet (il
messaggio della storia Valdese); Pastore Gustavo Bouchard (il messaggio dell'evangélizzazione).
Val Chisone: San Germano (località Sangle)
Presiederà il;'Pastore Umberto Bert. Parleranno il Pastore Giovanni
Peyrot (il messaggio della Parola di Dio); Pastore Emilio Ganz (il messaggio dei fratelli del Sud America); Cand. minist. Giorgio Bouchard
(il messaggio dell'evangelizzazione).
Per le riunioni pomeridiane è in via di organizzazione un programma particolarmente destinato ai giovani.
Divagazioni su di un fatto di cronaca
Bombe
inesplose
Il Comando della 34" Compagnia
« Battaglione Alpini Susa » » comimica che durante le recenti esercitazioni
di tiro con cannoni 5721 in località
Tredici Laghi sono rimasti inesplosi
n. 5 proiettili che nonostante le accurate ricerche di bonifica non sono stati rinvenuti.
La località di presunto pericolo si
trova immediatamente a monte del
lago dell’Uomo ed é stata recintata
con filo spinato e resa evidente da
cartelli indicatori portanti la scritta:
« Bombe inesplose ».
PER W
Un piccolo fatto di cronaca: un battaglione di genieri attendato sul versante
biellese della Serra per le esercitazioni
estive, ba fatto una gradita improvvisata
alla popolazione di Sala (un piccolo comune senza risorse, con settecento abitanti) costruendo a tempo di primato una
stradrdr^M' kmr cbK'ídMá'd'r'ttolti 'tiri'
ni, non aveva mai potuto essere attuata
per mancanza di mezzi: il comandante del
battaglione aveva posto ai suoi 400 soldati
la costruzione della strada come programma dell’esercitazione; e il tema è stato...
svolto egregiamente, fra la grande soddisfazione e riconoscenza della popolazione.
Cosi riferiva la Stampa, alcuni giorni or
sono.
Un simpatico fatto di cronaca, una rallegrante nota umana nel nostro mondo burocratico. Conosco molta nostra gente che
invidierà certo agli abitanti di Sala biellese la benefica presenza dei genieri, proprio in questi giorni in cui rartiglieria ba
una volta ancora causato notevole disagio
a molte famiglie, su agli alpeggi (non che
abbiamo personalmente nulla contro i bravi artiglieri!). Quante delle nostre alte
borgate aspettano rallacciamento ai centri
inferiori, il più elementare diritto, per non ;
sentirsi relegati in capo al mondo! Speriamo che anche da noi, in futuro, giungano
i volenterosi genieri...
Ma il fatto di cronaca, in fpndo, può pur
sempre rimanere un caso isolato, una curiosità, sia pure simpatica e degna di nota.
E’ di fronte a questo che viene da chiede.rsi: non ri sarebbe modo di sviluppare in
questo senso positivo il servizio che lo
Stato richiede a tutti (o quasi) i suoi giovani? Comprendo perfettamente che, finche avremo un esercito, ci vorranno esercitazioni di artiglieria et similia; e non si
può costruire coi cannoni. Ma mi chiedo
veramente se è logico che a quasi tutti i
giovani vengano richiesti 18 dei mesi migliori della loro vita per un servizio che
non possono non sentire come profondamente negativo. A parte alcuni nazionalisti
scalmanati sempre pronti a far baraonda e
a spaccare qualche vetro, credo che i giovani di oggi siano in genere abbastanza
convinti che la guerra sia tutt’al più, in
casi estremi, una dura necessità, ma tutt’altro che una cosa bella e gloriosa; che
se abbiamo da difendere la libertà e la dignità del nostro paese, ci sono molti altri
mezzi assai più atti a farlo, prima di questa dolorosa ultima ratio. E’ co.sì che, mi
pare, la gioventù maschile subisce questo
obbligo come un’ingrata costrizione, e viene a mancare nella stragrande maggioranza dei casi quell’elemento educativo che
indubbiamente è neU’intenzione della legislazione e degli istruttori militari. Che
il servizio militare sia formativo per la
vita, è una frase fatta, che corre molto, ma
su cui faccio personalmente le più ampie
riserve: sarebbe veramente interessante sentire il parere dei lettori.
Indubbiamente, ci 'sono molti ufficiali
che lasceranno un’impronta profonda nelle loro reclute, esatlarf^nte come ci sono
insegnanti che si riconJp^O, ,e non sMtajitq
si può dire, purtroppo, che la scuola, a
tutti i livelli, anche i più alti, non è nel
suo insieme veramente formativa, così si
può dire senz’altro del servizio militare.
Questo può insegnare i doveri e l’allegrezza del vivere associato, l’impegno di apporto personale alla vita del tutto (lo Stato) di cui siamo parte come membra integranti e coscienti; ma può essere anche la
scuola più egregia dell’arrangiarsi, del farsi furbo, dell’imboscarsi, dell’ipocrita ossequio davanti ai superiori responsabili e
dello scherno superficiale o cinico alle loro spalle: tutte cose che si ritrovano spesso nel comportamento civico e politico del
nostro popolo.
Per tornare all’esempio iniziale, indubbiamente i genieri del Biellese sono stati
più soddi.sfatti del risultato delle loro fatiche di quel che non lo siano stati, ad
esempio, gli artiglieri che sì sono esercitati qui alle Valli. Non sarebbe assai più
formativo, il servizio richiesto dallo Stato,
se avesse in maggior misura questo carattere positivo, costruttivo? Sono veramente
necessari 18 mesi, per imparare a maneggiare un’arma o a muoversi su di un terreno in ordine tattico? Non so crederlo.
E allora, perchè non si sfrutta questa massa di energia giovanile che ogni anno si
rinnova, per un servizio più positivo nel
nostro pae.se? Non si dica che non ci sono
i fondi, perchè il giovane in caserma o in
esercitazione costa almeno’ quanto costerebbe se fosse impegnato, poniamo, in
qualche cantiere statale.
Non sono mai riuscito a convincermi che
l’Evangelo imponga, qui ed ora, l’abolizione delle armi e quindi del servizio militare lanche se penso che dobbiamo, proprio come Chiesa, esigere il riconoscimento dell’obiezione di coscienza); ma penso
che questo potrebbe essere opportunamente ridotto al minimo -indispensabile, mentre il giovane potrebbe essere impiegato,
quale utile scuola di vita associata, di cosciente corresponsabilità, in un servizio civile assai vario, tenendo conto delle diverse attitudini: cantieri di costruzione di
strade, di abitazioni, di acquedotti, servizio di indagine statistica e sociale o di assistenza sociale per conto di Istituti statali, servizio di infermeria negli ospedali,
solo per fare alcuni esempi. In questo senso. il servizio obbligatorio sarebbe soltanto
in parte strettamente militare; e .sarebbe
evitato l’equivoco dello Stato che chiede
soltanto carne da cannone (e tasse): esso
Cn/ILE
potrebbe invece diventare veramente la
« cosa pubblica » (respubblica), in cui
ognuno sente di portare veramente il suo
pur piccolo, positivo contributo alla vita
quanto più armoniosa possibile del tutto.
Un servizio civile di questo genere potrebbe essere 'giustamente richiesto pure
anff'’poTemuTe^ pre^VMoTS^reaf
zioni di molte rappresentanti del gentil
sesso...; non di tutte, però, come mostrano
esempi di impegno personale. Sarebbe una
cosa nettamente positiva, se le donne —
appartengano esse all’umile o all’alta società — giungessero alla maturità di una
vita indipendente e cosciente anche attraverso questo servizio; se cioè esse avessero
tutte fatto un utile stage come vigilatrici,
infermiere o assistenti sociali, dando il loro apporto personale alla vita della comunità nazionale (è questo il vero Stato, più
che qualsiasi bandiera o slogan patriottico) e ricavandone per parte propria preziose esperienze personali.
Sogni? Dite voi se vai la pena di sognarli. Gino Conte.
NOTIZIE
IN BREVE
Dal 13 al 17 agosto si terrà a Berlino l’annuale « Katholikentag » : il vescovo Dibelius, capo della Chiesa luterana tedesca, ha invitato i protcN
stanti a accogliere cortesemente ed
ospitare i cattolici che verranno al
congresso, anche per sottolineare la
solidarietà fraterna che stringe cattolici e protestanti nella Germania
orientale, esposti alla campagna comunista. (SOEPI)
Le Chiese protestanti della Germania Occ. sì sono Impegnate a contribuire quest’anno, 950.(XK) marchi (oltre 140 milioni di lire) per im «programma di mutuo soccorso » fra le
Chiese: la metà di questa somma sa^
rà consacrata ad alleviare la miseria
in Europa, un quarto ad azioni di
soccorso fuori d’Europa e im quarto
a progetti d’importanza ecumenica
generale.
La lotta antireligiosa si fa sentire
anche nelle prigioni della Germania
Or.: si apprende infatti che spettacoli cinematografici obbligatori o simili
manifestazioni sono organizzati nelle
ore dei servizi religiosi per i detenuti ;
quelli imprigionati per ragioni politico-religiose sono rigidamente isolati.
Secondo un’informazione dalla Germania Occidentale, 450-500 ecclesiastici cattolici sono incarcerati in Cecoslovacchia. Due campi d’intemamento nei pressi dì Praga contano oggi
più di 25.000 condannati ai lavori forzati.'’ '
Si è riunita a Praga una « Conferenza cristiana per la pace», con la
partecipazione di quasi tutte le Chiese europee, compreso il Patriarcato di
Mosca. Ha ribadito l’avvertimento urgente contro il pericolo atomico e ha
sollecitato la riunione di un Concilio ecumenico sul problema della
guerra e della pace.
Si svolge in questi giorni l’annuale « hadji » o pellegirinaggio musulmano alla Mecca; 200.000 pellegrini
sono convenuti da molti paesi e l’affollamento intorno alla « kaaba » é
grandioso, malgrado l’epidemia di colera che ha imperversato in India
nel Pakistan e nell’Estremo Oriente
abbia assai diminuito la partecipazione prevista. (ANSA)
Conferenza del 11° Distretto
La conferenza del secondo Distretto ha avuto luogo nei giorni 23 e 24
giugno a Venezia. La predicazione
della Parola di Dio fu fatta dal Past.
Enrico Tron di Losanna sul testj di
Apocalisse 3. Abbiamo così poiuio
confrontare le nostre parole ’lustranti la ricchezza delle nostre saie e deìle
nostre attività con le parole della
Chiesa di Laodicea : « io son ricco e
mi sono arricchito » ; abbiamo udito
la spietata diagnosi della Parola di
Dio sulla nostra realtà ed infine la
possibilità di comprare dal Signore
ero fino.
Nei suoi lavori la Conferenza si é
soffermata sopratutto sui vari problemi deH’evangelizzazione. Spetterebbe alla Commissione Distrettuale
di dare impulso a quest’opera e di
sollecitarla là dove ristagna. Un tempo esisteva un Comitato di Evange
lizzazione, che fu poi incorporato nella Tavola Valdese. Ma in questo modo é venuto a mancare un organo di
impulso alla evangelizzazione. Oggi
la Commissione Distrettuale dovrebbe
essere quest’organo.
Il problema del colportaggio fu anche nuovamente discusso. Un opuscolo sarà preparato per conto della Tavola dai pastori Naso e Girardet.
Mentre da una parte si ravvisa la
necessità che i colportori siano preparati al loro compito, dall’altra non
pare opportuno fondare una scuola
apposita. E’ piuttosto sul piano locale
che il colportaggio deve essere esercitato. « La base del colportaggio é
la comunità locale» (past. Giampiccoli). Questo non esclude che im la
voro più vasto possa essere fatto con
l’uso di furgoncini attrezzati per la
propaganda libraria sull’esempio di
altre cáse editrici.
Dato il tempo a disposizione tutte
le relazioni delle Chiese hanno potuto essere lette e discusse. L’interesse di un tale procedimento non può
essere sottovalutato. E’ nel leggere
sovente l’impressione che esse siano
le relazioni delle comunità che si ha
ricalcate su un unico modello. Sembra che ogni comunità abbia una sua
vita astratta dall’ambiente in cui
vive, invece di inserirsi profondamente inqueU’ambiente. Questo non é naturalente il caso di tutte le Chiese.
S. Rostagno
Un giornale dell’Azione Cattolica invila ad un impegno attivo
per un cosidetto « apostolato estivo » nei confronti dei turisti: tra
l’altro propone la preparazione e
diffusione di un cartoncino in più
lingue di questo tenore: «Paese che
vai, usanza che trovi. Vi preghiamo
dì non offendere il pudore delle nostre popolazioni: il vostro modo
di vestire è contrario al costume
cristiano della nostra terra» (...)
Accogliente !
2
* —
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
Alcune
de meditare
UNA POLITICA CRISTIANA?
Qualche pagina dell'opera di K. Barfh presentala la scorsa settimana
La comvinltà cristiana riposa "HUlla
conoscenza del solo Dio eterno divenuto uomo — e quindi prossimo dell’uomo — per esercitare la sua misericordia verso di noi. Ne risulta Inévitabilmente che, nella sfera politica,
la comunità cristiana dovrà sempre
ed in ogni circostanza votare la sua
attenzione all’uomo e non alle cose in
sè, si tratti del capitale anonimo, dello Stato astratto (ingranaggio burocratico! ), dell’onore nazionale, del
progresso o delle teorie sull’evoluzione umana. Per fare un esempio, non
entrerà nel gioco di coloro che, sotto
pretesto di prei^rare il benessere delle
future generazioni, schiacciano sotto
i piedi la dignità dell’uomo e non calcolano nulla la sua vita... Dal momento che Dio si è fatto uomo, l’uomo è la misura di tutte le cose, ed è
esclusivamente in favore del suo simile che ruomo può esser messo in gioco e, eventualmente, sacrificato. Dal
. momento che Dio si è fatto uomo,
l’uomo — non il suo egoismo ma la
sua umanità — anche il più miserabile, deve essere risolutamente protetto dalla tirannia delle cose. L’uomo non è stato fatto per servire le
cose, ma le cose per servir l’uomo.
La comimità cristiana è testimone
della giustificazione divina, cioè dell’atto con cui Dio ha stabilito definitivamente in Gesù Cristo il suo diritto originale sull’uomo — e in tal
modo il diritto dell’uomo sul peccato
e sulla morte. L’avvenire che attende,
è là manifestazione definitiva di questa giustificazione. Ne risulta che all’mtemo della comunità civile la comunità cristiana dovrà trovarsi in
ogni caso dalla parte di un ordine
politico che riposi suliobbligo per ciascuno di accettare il diritto riconosciuto da tutti, a condizione che nessuno sia escluso dalla protezione che
assicura... La comunità cristiana sostiene sempre lo Stato fondato sul
diritto... non si troverà quindi mai
dalla parte dell’anarchia o della tirannia.
La comunità cristiana è testimone
del fatto che il Figlici dell’uomo è venuto a cercare e salvare ciò che era
perduto. Ciò significa che, liberata da
ogni falsa imparzialità, essa sa, anche sul piano politico, guardare an
zitutto a quelli che sono in basso...
in favore dei deboli, economicamente
e socialmente... L’amore che porta ai
poveri nel quadro del suo compito
particolare («diaconia»), com’è suo
primo dovere, non può sostituire... il
dovere di intervenire in favore di una
legislazione nella quale l’eguaglianza
di tutti davanti alla legge non possa
servire a mascherare una ineg[uaglianza di fatto... Sul piano politico,
dunque, la comunità cristiana è necessariamente impegnata nella lotta
per la giustizia sociale.
La comunità cristiana è la comunità di coloro che sono chiamati alla
libertà dei figlioli di Dio per la Parola
di grazia e lo Spirito d’amore del loro
Signore. Trasposta nell’ordine politico, questa affermazione significa che
la comunità cristiana riconosce la libertà come il diritto fondamentale
che la comunità civile è tenuta a garantire ad ogni cittadino... La comunità cristiana non si sottrarrà necessariamente, secondo i casi, ad una
dittatura pratica, cioè ad una limitazione parziale e temporanea di queste
libertà, ma non mancherà di sottrarsi ed opporsi in tutti i casi ad una dittatura eretta a principio di governo,
ad uno Stato divenuto totalitario.
Appartenendo alio stesso corpo di
cui Cristo è il capo, i cristiani si sanno legati al loro Signore e perciò legati gli uni agli altri. La comunità
cristiana non può quindi comprendere e interpretare la libertà politica...
che alla luce della responsabilità eh,
implica per ciascuno... L’atteggiamento cristiano va quindi oltre l’in
dividualismo e il collettivismo. Nè
l’individuo nè l’insieme dei cittadim
possono comandare il diritto.
In quanto comimità di coloro che
vivono sotto l’autorità dello stesso
Signore e sulla base di una stessa fe
de, di uno stesso battesimo, di uno
stesso Spirito, la comimità cristiana
ha il dovere, pur restando cosciente
della diversità delle necessità, delle
capacità e delle vocazioni, d’intervenire in favore dell’uguaglianza... La dottrina cristiana insegna che questa
libertà civica non può essere limitata da alcuna discriminazione confessionale, razziale o di classe.
Conoscendo nel proprio ambito la
diversità dei doni e dei compiti affidati ai credenti dal medesimo Spirito, la comunità cristiana saprà pure,
sul piano politico, riconoscere la necessità della « separazione dei pote
ri» — legislativo, esecutivo, giudiziario — non potendo imo stesso cittadino adempiere a tutte queste funzioni. Poiché l’uomo non è Dio... L’esistenza di funzioni precise e quindi distinte è assolutamente necessaria in
seno alla comunità civile come a quella cristiana: il loro concentrarsi in
una sola mano, ben lungi dal creare
l’unità, non potrà che distruggerla
La comunità cristiana riceve la sua
vita dalla rivelazione del vero Dio
che si è fatto conoscere come la luce
mediante cui, in Gesù Cristo, le opere delle tenebre saranno distrutte...
Trasjiosto sul piano politico, questo
atteggiamento significa necessariamente che la comunità cristiana è
l’avversario dichiarato di ogni politica e di ogni diplomazia segreta. In
politica come altrove, è sempre l’ingiustizia che, per definizione, cerca
di restar nascosta... Nella comurfità
civile in cui la libertà e la responsabilità dei cittadini sono una sola co
sa, al servizio di tutti, la autorità può
e deve parlare in modo che tutti sentano, a^re in modo che tutti vedano;
e il legislatore, il magistrato, il giudice devono per definizione esser
pronti a render conto davanti a tutti
delle loro azioni — senza tuttavia
lasciarsi dominare daH’opinlone pubblica. Cercare di governare nascondendo il proprio gioco è caratteristico
di uno Stato che, divenuto anarchico
o tirannico, è ridotto a mettere un
velo sulla cattiva coscienza dei citta
dini o dei funzionari.
La comunità cristiana sa che riposa sulla libera Parola di Dio da cui
trae il suo nutrimento... Crede che la
parola umana è, in mezzo a lei, il libero strumento mediante il quale questa Parola gli è annimciata. Per analogia deve considerare che que»
sta stessa parola umana, quando risuona liberamente nel quadro della
comunità civile, contiene una promessa ricca di un significato positivo e
costruttivo. La comunità cristiana
non saprebbe a priori adottare un
atteggiamento di sospetto verso la
parola umana nel quadro politico,
poiché l’onora di tanta fiducia (e a
buon diritto!) nel proprio seno... Cercherà di fare della comunità civile
un terreno di discussione in cui ci si
prepara a lavorare insieme... Sarà
sempre, con tutti i mezzi di cui dispone, dalla parte di coloro che rifiutano di accettare ogni misura tendente a dirigere, controllare, censurare
l’opinione pubblica.
La comunità cristiana è, secondo
l’esempio di Gesù Cristo, il luogo del
servizio e non della dominazione. Perciò, anche nel campo politico, considera sempre come una malattia, e
non come uno stato normale, ogni
esercizio di ^tere che non sia anzìtut
to un servizio. Non esiste Stato senza
organi coercitivi. Tuttavia, v’è fra la
forza di cui dispone uno Stato giusto
e quella di cui dispone uno Stato ingiusto la stessa differenza... che c’è
fra la forza che viene dal diritto e lo
serve e la forza che precede il diritto,
lo soggioga, lo viola — il « potere in
sè», che è una cosa malvagia... E’
qui il caso di affenfiare: « Chi prende
la spada, perisce per la spada ».
Poiché la comunità cristiana è
ecumenica (universale), si oppone anche in politica, ad ogni interesse di
ordine puramente locale, regionale o
nazionale. Cercherà sempre il bene
della ”citè”, ma questo non le impedirà di guardare oltre le mura della
”cité”. Sarà cosciente del carattere
tutto esteriore, relativo e provvisorio
delle frontiere e degli interessi che
separano le ’’cités” terrestri... La comunità cristiana, a questo riguardo
ha già potuto respirare im’aria di libertà che ha il dovere di far conoscere agli altn.
La comunità cristiana conosce la
collera di Dio ed il suo giudizio; peciò sa pure che ; questa collera non
dura che un memento, mentre la sua
grazia dura in etpmo. L’analogia politica di questa verità: il regolare co
la forza conflitti politici — dalle semplici misure di polizia alle decisioni
della giustizia penale, dal sollevamento armato (scatenato non per rivoltarsi contro l’autorità legittima, nia
per ristabilirla) contro im regime divenuto illegittimo e indegno del suo
compito, fino alla guerra difensiva
intrapresa contro coloro che minac
ciano lo Stato legittimo daU’esterno
— deve essere approvato, appoggiato
e, secondo i casi, stimolato dalla co
munità cristiana... Ma non potrà am
mettere le soluzioni violente che come ultima ratio.!. La comunità cri
stiana non saprebbe rivendicare una
pace assoluta, una pace a qualimque
costo. Ma interverrà in modo che nessun prezzo sia giudicato troppo alto
per il mantenirnento o il ristabilimento della pace all’intemo e all’esterno, salvo il caso in cui il prezzo equivarrebbe alla soppressione dello Stato legittimo e, quindi, alla ne
gazione delTordin'e stabilito da Dio.
Che prima di giungere essa stessa a
raccomandare il ' ricorso alla forza,
impieghi tutta lat sua ingeniosìtà a
scoprire altri mezzi per risolvere i
conflitti che si verificano! Nella sua
perfezione tutta divina, il Padre che
è nei cieli esige da tutti coloro che
lo riconoscono, che pratichino, ad immagine di ques^perfezione, una ik>litica di pace che vada fino ai limiti
delle possibilità lùnane.
Karl Barth
(Communauté chrétienne et Communauté civile. - Labor, Genève 1958,
pp. 46-60).
COMUNICATO
Il Corpo Pastorale della Chiesa Valdese è convocato in seduta
ordinaria per
Martedì 12 Agosto alle ore 10 ‘
nell'Aula Sinodale della Casa Valdese in Torre Pellice.
Ordine del Giorno
a) Esame di fede dei Candidati al Ministero
Giorgio Bouchard
Aldo Rutigliano
b) Varie.
Il Moderatore
Torre Pellice, 22 Luglio 1958 Achille Deodato
r
PRIERE
Dieu très haut, Père céleste, re$ois nos actions de grâce et nos
louanges. Tu as donné ton Fils pour nous retirer de la ruine; tu l'as
livré à la mort, et après qu'il eut mis son âme en oblation pour le péché, tu l'as ressuscité, tu l'as souverainement élevé, tu l'as fait asseoir à
ta droite, afin que nous eussions en lui auprès de toi un puissant et miséricordieux Sauveur, Qu'à toi soit la gloire à jamais I
Seigneur Jésus, toi qui es au ciel, et qui cependant n'as pas cessé
d'être près de ceux qui t'invoquent, reçois nos prières, purifie-les, et
daigne les présenter à Dieu, ton Père et notre Père.
Tu es le Roi de la gloire, tu as une souveraine puissance dans le
ciel et sur la terre : Ah ! que ta force soit notre force, que ta vie soit
notre vie ! Affranchis-nous pour que nous soyons à toi, et que ton Eglise,
cette Eglise qui est ton corps sur la terre, te glorifie en accomplissant
ici-bas ta sainte volonté.
Nous te supplions, Seigneur, de nous rendre participants de tous
les fruits de la glorieuse ascension. Envoie-nous d'En Haut ton Esprit
Saint, et que nous soyons ainsi renouvelés et sanctifiés. Ne permets
pas qu'après que tu nous as ouvert le ciel, en y entrant comme notre
chef, nous nous le fermions par notre ingratitude et par nos péchés ;
que plutôt nous cherchions les choses qui sont En Haut, où tu es assis
à la droite de Dieu, et que nous nous élevions constamment par de
saintes pensées et par des désirs ardents vers les demeures céléstes où
tu es entré... Liturgie neuchâteloise.
I lettori ci scrivono
• ••
La prossima settimana risponderemo; avete ancora tempol
In risposta alle domande rivolte dall’Eco
ai suoi lettori e riferendomi anche alle
opinioni espresse dai Sigg. Eynard e De
Nicola nel numero del 4 luglio, non sarei
d’accordo con Vopinione del Sig. Eynard
sul primo punto :
L’attualità politica e sociale si può leggere, è vero, su numerosissimi periodici,
di ogni tendenza, ma c’è anche una interpretazione protestante di questi avvenimenti, ed è bene che ci sia in Italia un
periodico che presenti anche il punto di
vista protestante. Cioè, riprendendo l’esempio già citato in Sinodo due anni fa
dal Dott. Bertolè, l’Eco dovrebbe tendere
a diventare, per il protestantesimo italiano, ciò che Reforme è per il protestantesimo francese. Dobbiamo informare i nostri lettori da un punto di vista protestante, e insegnar loro a interpretare gli avvenimenti da questo punto di vista..
In questo senso forse sarebbe pratica la
proposta del Sig. De Nicola, di aver un
solo giornale valdese, magari a 6 o 8 pagine, unendo gli sforzi che ora sono distribuiti fra due periodici.
Per il 2« punto concordo pienamente
con i due lettori che mi hanno preceduto
nelle risposte.
3») Le notizie delle Comunità sono una
delle ragioni per cui il lettore acquista il
giornale, sia alle Valli che fuori. Credo
anch’io che devono essere numerose ma
mai prolisse.
4») Concordo con quanto detto dal Sig.
Eynard.
5°) E’ indispensabile che tutte le opinioni possano essere espresse liberamente. In
caso che l’opinione sia diversa dalla tendenza ufficiale del giornale, il direttore
farà seguire un breve commento per avvertire che la direzione del giornale non
concorda con le opinioni espresse dall’autore dell’articolo.
6“) E’ quistione di spazio. Non so se ci
Alcune nuove edizioni della Bibbia
Abbiamo notizia di tre recenti edizioni
della Bibbia.
La prima è La Bible, edita da Gallimard
nell’elegante ed accuratissima collezione
della Plèiade (la sua denominazione corrente sarà, infatti, Bible de la Plèiade).
Quest’edizione comprenderà tre volumi,
due per l’Antico Testamento (comprendenti anche i libri deuterocanonici) e<) uno
per il Nuovo, che, pubblicato sotto la direzione del prof. Oscar Cullmann, avrà
pure in appendice il testo dei manoscritti
del Mar Morto recentemente scoperti. E’
uscito per ora il primo dei tre volumi (il
cui prezzo è di L. 5.800), gli altri segui
ranno presto. Si tratta di una nuova ed ac
curatissima traduzione condotta sui testi
originali da specialisti, corredata dalle no
te indispensabili alla comprensione del te
sto. La caratteristica — notevole e ralle
grante — di quest’opera è che è frutto d
una collaborazione interconfessionale.
La seconda edizione è La Sacra Bibbia
tradotta dai Testi Originali con note a cura
del Pontificio Istituto Biblico di Roma,
« stampata dal Salani in dieci splendidi volumi in ottavo, con tavole fuori testo, carte geografiche a colori, repertori e indici.
e un’elegante scatole che contiene il tutto; un muricciolo di libri, da appoggiarcisi
la famiglia per pareccliie generazioni. Frutto del lavoro concordato di tredici dotti
prelati con alla testa P. Alberto Vaccari
S. J., professore in quell’istituto, risulta
anche al profano opera di molti pregi; il
principale, indicato dal titolo, di essere
una versione interamente e direttamente
condotta sui testi originali, ebraico aramaico e greco, anziché sulla Vulgata (la
Bibbia tradotta in fatino da S. Girolamo)
cui si sono attenuti, per lungo ordine di
secoli, i traduttori italiani {Si tratta di un
decreto del Concilio di Trento! - n.d.r.).
Cosi l’affezione che il cattolico italiano
giustamente serba alla Bibbia di Monsignor Martini, toscanamente bella, già scossa da versioni più moderne (il Tintori, il
Ricciotti e altri) è oggi messa a dura prova da questa dell’lstiluto Biblico, che oltre all’essere originale tien conto nella lezione e nel commento (sobrio quanto perspicuo) dei grandi progressi che la conoscenza della storia e delle lingue antiche
ha compiuto in questi anni sotto la felice
congiunzione della filologia e dell’archeologia ». (Da una nota di 1. p. sulla Stampa).
Viene pure annunciata una edizione riccamente illustrala (con tre mila disegni ne.
l’o e oro di un noto artista) della famosa
Bible de Jérusalem, una versione delle
Scritture in francese curata con molla fedeltà daU’Ecolc B'iblique di Gerusalemme,
dei Domenicani francesi. Si tratta di una
versione particolarmente apprezzata anche
in ambiente protestante per la sua onestà e
per la bellezza linguistica, oltre che tii»grafica.
Questo interesse per la Bibbia, in qualunque luogo e in qualunque sfera si manifesti, è sempre profondamente rallegrante. E siamo grati a quanti con fatica di
studiosi si adoperano a rendere più trasparente il testo biblico, a presentarlo nel
modo più vivo, a far sentire che, nella
massiccia produzione libraria d’oggi, la
Bibbia rimane un gran libro, il Libro. Soltanto, agli uomini di cultura come ai semplici, ai cattolici come agli evangelici (anche a noi valdesi), la Bibbia continua a
presentarsi, rifiutando di essere puro oggetto di cultura o rispettabile suppellettile
di una biblioteca di figura, come la Parola
di Dio, la parola che Dio dice a noi, a me.
*
sarebbe vantaggio a sacrificare degli argomenti di cui ai punti precedenti per far
posto alla rubrica ’’corrispondenza coi lettori”. Se invece ci sarà disponibilità di
spazio, credo che senz’altro sarebbe una
rubrica interessante.
Infine, ho notato che assai spesso l’Eco
ha dedicato ampio spazio del giornale ad
articoli di storia valdese, dovuti alla penna dei nostri migliori storici, e questo è
molto bene, e raccomando che sia continuato in avvenire.
Osvaldo Coisson.
Firenze, 10 luglio 1958.
Eccovi le risposte alle domande contenute nel numero 25 del 20 giugno spiacente di non averlo fatto con la dovuta premura.
1) Un breve commento ai fatti politici
interessa senz’altro -il lettore del giornale
purché vengano riportate le notizie con assoluta obiettività. Quanto fatto in questi
ultimi mesi va bene, chiarisce le idee rese
confuse dai vari quotidiani cosi detti di
informazione.
2) Le notizie della Chiesa nel mondo .interessano quanto la nostra.
3) La cronaca delle comunità deve essere
contenuta in limiti ristretti e fatta possibilmente in forma schematica.
4) Brevi meditazioni sono sempre gradite e possono fare un gran bene. Possono
essere lette da chi abitualmente vive ai
margini della chiesa.
5) Nulla di male che si pubblichino opinioni completamente opposte purché le polemiche siano animate dal desiderio di ritrovare la verità.
6) Ritengo che il nostro giornale sia già
aperto alla collaborazione di tutti i lettori,
tuttavia a scopo sperimentale si potrà dar
posto ad una apposita rubrica. Spetterà a
noi renderla interessante con problemi che
interessino tutti. Aldo Rostan
Milano, 13 Luglio 1958
In merito alle domande che ci sono state rivolte sull’Eco, ecco la mia opinione:
1) L’Eco è il giornale della Chiesa, e mi
¡tare che il primo posto dovrebbe essere
sempre per le notizie della Chiesa nostra
e nel mondo. Eventualmente, se molti lo
desiderano, si potrà pure parlare ogni tanto di attualità politica, ma mi pare comunque che la cosa sia pericolosa per un giornale ecclesiastico.
2) Mi pare che le notizie delle Chiese
dovrebbero essere assai più sviluppate di
quel che lo sono. Interessa moltissimo conoscere la situazione delle Chiese protestanti nei vari paesi del mondo. Così pure,
interessano le notizie non soltanto delle comunità delle Valli, ma anche del resto
d’Italia.
3) Anche per questa ragione, oltre che
per ragioni pratiche di convenienza economica e per evitare dispersione di energie,
mi pare che sarebbe veramente necessario
che avessimo un giornale unico, in cui
avessero parte sia le Valli che l’Evangelizzazione. Molti argomenti sono trattati sia
sull’Eco che sulla Luce, e d’altra parte le
notizie delle comunità nel resto d’Italiti
compaiono assai raramente sull’Eco, e viceversa sulla Luce le notizie delle Valli. Credo che sarebbe una buona cosa, per sentirci più uniti, avere un solo giornale.
Elvino Ruffa
Pradeltorno, 20 luglio 1958
3
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
— *
[DiDBB® ma lliì
Nous sommes dans l’un des Etats
Unis de l’Amérique du Nord. Par une
journée d’été très chaude un étudiant
en médecine parcourt la campagne
avec un gros ballot de livres qu’il cherche à vendre, afin de gagner de quoi
payer ses études. Vers la fin de l’aprèsmidi, épuisé de fatigue, il arriva à une
ferme, mais n’y trouva qu’une jeune
fille à l’air cordial et éveillé.
« Puis-je vous offrir un des livres que
je porte, mademoiselle? » demanda-t-il.
« Non merci, monsieur », réponditelle. « Ma mère est veuve et nous n’avons pas le moyen de rien acheter.
— Alors seriez-vous assez aimable
pour me donner un verre d’eau? Je
meurs de soif.
— Très volontiers. Mais n’aimeriezvous pas plutôt un verre de lait? Nous
en avons en abondance.
— Cela me ferait grand plaisir, si
je ne vous dérange pas.
— Je cours vous le chercher ». Puis,
quand il eut bu, elle ajouta:
« Ne voulez-vous pas prendre un
verre encore?
— Je ne saurais vous le refuser ».
Avant de reprendre son chemin, le
jeune homme s'apprêta à rétribuer sa
gentille hôtesse. Mais elle s’y refusa
énergiquement.
« Pourquoi donc, mademoiselle?
— Ma mère m’a enseigné à toujours rendre service aux passants.
C’est ce que j’essaie de faire ».
Plusieurs années passèrent. L’étudiant en médecine, dont il vient d’être
question, était devenu un chirurgien
de renom et dirigeait un grand hôpital. Un matin, tandis qu’il faisait sa
tournée quotidienne, il aperçut un visage qui lui était resté familier: la
jeune fille, qui lui avait offert un verre
de lait quelque vingt ans auparavant,
était là devant lui, trop gravement malade pour quelle le reconnût.
Dès ce jour-là, tout changea pour
elle. On la transféra dans une cham
bre privée: une infirmière lui fut spécialement attachée et tout ce que la
science médictde pouvait recommander pour son cas fut employé pour
elle.
Après des semaines de soins assidus, la malade entra en convalescence. Elle put enfin quitter son lit et s’asseoir dans un fauteuil. Enfin, un beau
matin, on lui dit:
— Vous pourrez rentrer chez vous
demain.
Quel bonheur! — répondit-elle.
Mais je suis inquiète de savoir combien ce traitement me coûtera.
-- Prenez patience — répondit Vinfirmière. — J’irai chercher votre
compte tout à l’heure. Ne vous tracassez pas!
Lorsque la pauvre femme vit le total de l’addition, comprerumt les frais
de la grave opération quelle avait subie et des soins quelle avait reçus,
elle eut une défaillance, puis se mit à
pleurer amèrement, en disant que jamais elle ne pourrait s’acquitter de
cette dette énorme.
« N’ayez pas peur, mademoiselle »,
dit l’infirmière. « Regardez au bas de
la facture ».
Elle y lut ces mots: « Acquitté par
un verre de lait fourni en 18... — Signé: Howard A. Kelly, M. D. ».
Rien de ce que nous faisons pour
le Seigneur ne sera oublié devant lui,
comme nous lisons en Eph. 6, 6-8:
<i Ne servant pas... comme voulant
plaire aux hommes, mais comme esclaves de Christ, faisant de coeur la volonté de Dieu, servant joyeusement
comme asservis au Seigneur et non
pas aux hommes, sachant que chacun,
soit esclave, soit homme libre, quelque bien qu’il fasse, le recevra du Seigneur ».
« Jette ton pain sur la face des eaux,
car tu le trouveras après bien des
jours» {Eccl. 11, 1).
La croce di Varsavia
Il vescovo luterano Kotula, di Varsavia e della Polonia, tiene nelle sue
mani una croce d’oro. E’ la croce episcopale, che ha appena ricevuta: con
alcune semplici parole gliel’ha consegnata il Dr. Lund Quist, da parte delia Federazione Luterana mondiale, ai
cui è segretario, in sostituzione di
quella che gli è stata rubata qualche
mese ia.
In questo momento solenne, il vescovo Kotula è troppo commosso per
poter parlare, ma quelli che sono là
comprendono di colpo il senso simbolico di quest’ora. Diciannove anni
sono passati da che una bomba incendiaria rlduceva in rovina la chiesa aella Trinità, al centro di Varsavia. Il cuore stesso del Luteranesimo
polacco pareva esser stato colpito a
morte da questa distruzione, al principio della seconda guerra mondiale.
Ma i protestanti polacchi non facevano che entrare per un certo tempo
in un periodo oscuro quale l’aveva
profeticamente descritto nel 1777 il
consigliere di Concistoro Ringeltaube, quando fu posta la prima pietra
deil edihcio : « Tutti gli stati e gn
imperi del mondo hanno la loro cattiva stagione quando spesse nuvoie
coprono e nascondono il sole, la pioggia e la tempesta infuriano e il gran
gelo fa perire alberi e ptiante. In quesc avversita, quante felicità sono distrutte, quante belle qualità periscono! Le circostanze sono così dure e
il destino così intricato che la sa
pienza stessa non può che sopportarli
con pazienza hno a che il isignoie
dell’uomo e della storia accorai dei
tempi più sereni».
Ringeltaube aveva ragione: la Po
Ionia viveva il suo inverno nel momento in cui i Polacchi protestanti
perdettero la loro croce nella rovina
della loro chiesa. Anche dofio la fine
della guerra terribile, la chiesa avrebbe potuto essere ricostruita, un giorno? Nulla era più incerto. Il vescovo
stesso, avrebbe ancora portato la sua
croce episcopale?
Ed ecco che il 22 giugno 1958 la
Chiesa della Trinità, ricostruita, e
stata riconsacrata alia presenza dei
rappresentanti delle Chiese di quasi
tutti i paesi d’Europa, dell'Est come
dell'Ovest. Nella sua predicazione per
la dedicazione il dr. Fry, presidente
della Federazione luterana mondiale,
parlò della visita che aveva fatta a
Varsavia poco dopo la guerra. In
mezzo alle macerie della Chiesa della
Trinità, discuteva con i suoi amici
polacchi come i cristiani americani
avrebbero potuto aiutarli. « Dio è
sempre presente», avevano cantato
fra le rovine. Alcuni anni dopo, il
past. Hellstern, svizzero, si trovava
allo stesso posto e poneva la stessa
domanda: «Come aiutarvi?» I muri
della chiesa minacciavano di crollare, e i lavori di restauro si erano fatti
ùrgenti. Ma essa stava per essere ricostruita non per servire come luogo
di culto ma come museo dell’ateismo.
La croce un tempo rizzata sulla cupola stava per sparire per sempre.
Tuttavia, il progetto fu abbandonato dopo l’autunno 1956, e regnò una
magpore tolleranza. Fu cosi possibile
lanciare un appello, e dal mondo
intero si rispose genrosamente. Il 22
giugno si vide ciò che si era potuto
realizzare grazie a questi doni. I donatori, le autorità municipali di Varsavia ed il governo polacco furono
ringraziati per il loro aiuto. Il dr.
brachelski, direttore del Dipartimento degli Affari ecclesiastici del governo polacco, spiegò ai rappresentanti
del Consiglio ecumenico che la tolleranza attestata alla Chiesa giova ugualmente allo Stato, perchè rialza il
morale del popolo ed il suo senso di
giustizia, il che favorisce la pace sociale.
In questo ambiente, i Protestanti
polacchi ebbero una vera e bella festa.
Da tutte le regioni del paese, e spesso con i loro pittoreschi costumi campagnuoli, accorsero alla capitale per
xa riconsacrazione della chiesa della
Trinità. La comunità luterana forma
una piccola minoranza in Polonia,
ed è perciò, talvolta, inquieta per la
propiia esistenza. Ma questi protestanti disseminati, raccolti davanti
alla chiesa che veniva loro resa, riprendevano coraggio, levando gli cc
chi alla croce che brillava sulla cupola, e ritrovandola sul petto del loro
vescovo. E facevano salire a Dio i loro canti di riconoscenza, come 181 anni prima l’avevano fatto i loro padri :
« Rendiamo grazie a Dio ».
Da parte loro, i protestanti polacchi avevano anch’essi im dono da fa
re alle Chiese d’Europa. Il dr. Visser’t
Hooft l’ha così definito nel suo discorso di chiusura: «Voi protestanti di
Varsavia e di Polonia, col vostro
spirito ci avete aiutati a prender fermámente coscienza che è venuta l’ora
di far progredire il movimento ecumenico in Europa». Questo è il dono
della Polonia, offerto sotto la croce
di Varsavia.
(Da S.O.E.P.I.) Christophvon Imhoff
IL <iLaiyDESPUSaPMBMTaB» DI RaRLSBDHE
Festa delle fanfare evangeliche del Baden
Ha avuto luogo il 29 giugno scorso
e vi hanno partecipato quattro rajh
presentanti della comunità di Villar
Penice.
Il Landesposaiuien^ è una festa
delle fanfare evangeliche della regione ed ha luogo ogni due anni. Vi pM'tecipano parecchie centinaia di suonatori e varie migliaia di uditori. La
direzione di queste fanfare che i’anno scorso regalò alla Chiesa del Villar un doppio quartetto di strumenta
a fiato, invitò quest’anno alcuni rappresentanti della nascente fanfara
Villarese ed assistere al suo Landesposaimentag e rimborsò loro generosamente le spese di viaggio e di soggiorno. E viaggio e soggiorno furono
talmente notevoli che i loro partecipanti non possono non parlarne ai
cari lettori dell’Eco come di un avvenimento che merita di essere posto all’ordine del giorno.
L'accogiieiia
A Karlsruhe dove il treno dall’Italia giungeva con un’ora di ritardo —
ah quei treni italiani I — un gruppo
di persone attendeva alla stazione:
il signor Emil Stober direttore delle
fanfare del Baden e promotoré del
nostro invito, ii pastore W. Stober,
cappellano delle fanfare del Baden,
altri amici nostri e particolarmente
la sorella e le amiche della signorina
Gertrud Schmacher, prima iniziatrice, vari anni or sono, dei rapporti
benedetti fra la sua Chiesa e quella
delle Valli Valdesi ed in questo momento, purtroppo gravemente inferma in ospedale... Incontro modesto,
come quello di viaggjiatori qualunque
ma non privo di ima commozione
profonda... Ebbe ini^o così la nostra
esperienza germanica. Credevamo di
esser convogliati a dinrmire in qualche ostello della gioventù, ma nò !
Siamo ospiti del pastore Stober e di
una famiglia amica. Fin dal pri
mo istante ci si tratta come dei pa
renti e come dei parenti di riguardo
Nel pomeriggio gita in taxi a Palm
bach, colonia Valdese a 15 Km. di
distanza, villaggio popolato da Vaidesi emigrati nel 1700 dal Pragelato
perchè cacciati dai duchi di Savoia.
Sulla facciata è ben visibile una grande stemma Valdese e nell’interno si
conservano ancora delle vecchie lapidi scritte in frange, e ricordanti
l’origine Valdese dèìlà cornimità. La
chiesa è bella, modernamente attrezzata e dotata di organo. Il campanile, come quasi tutti lassù è fornito
di un magnifico carillon elttrico. Il
pastore Müller che ricorda ancora
qualche frase italiana ci accoglie con
fraterno affetto e ci offre un caffè.
Fanfare alla gloria di Dio
La sera, alle venti, ha inizio il congresso delle fanfare con un culto nella Christus-Kirche (Chiesa di Cristo).
Siamo in mezzo alla folla che grenfisce il gran tempio ed i nostri orecchi
bevono le soavi melodie che tutti questi uomini schierati là in fondo al
tempio sanno trarre dalle loro trombe. All’uscita, mentre ci avviamo alla
porta pensando di essere dei forestieri in mezzo a tanti estranei ci vediamo invece circondati di qua e di là
da gruppi di persone che si conoscono e che ci tendono la mano. Sono
iratelli già venuti al Villar con i cam
pi estivi e che ora ci riconoscono e ci
vogliono salutare. Ci sanno trovare
malgrado il buio della sera e ci stringono fortemente la mano. Al Villar
li avevamo salutati come fratelli nostri ed ora, qui, essi ci danno la loro
conferma che siamo veramente fratelli nel Signore. Esperienza meravigliosa, quelle strettie di mano, nel
l’ombra della sera e in mezzo alla folla di Karlsruhe...
L’indomani, domenica, è la grande
giornata delle trom'oe evangeliche.
Alle sette del mattino esse cominciano a suonare sui vari campanili della città e qua e là sulle piazze. Alle
nove e mezza altro culto solenne col
concorso delle trombe in tutte le
Chiese della città. Noi siamo in quella del nostro ospite il pastore Stober.
Dei giovani della sua Chiesa hanno
circondato i nostri giovani e li hanno portati a sedere nei primi banchi.
Ci si siede anzitutto nei primi banchi
qui, eppoi quando non c’è più posto
nei primi, si occupano anche gli ultimi... Anche qui il culto tutto dedicato
alla gloria di Dio, è arricchito dal suono di una numerosa fanfara. All’uscita si ripete la scena della sera prima,
gente che ci saluta di qua e di là e
che stentiamo a riconoscere, ma che
invece ci individua molto bene... Uno
sguardo alla scuola domenicale, una
corsa al campanile modernamente attrezzato eppoi, siccome il tempo stringe, eccoci tutti a mensa dal pastore
W. Stober. Non siamo soli, siamo venti commen.sali poiché con noi sono
altri trombettieri del vicinato. E la
signora Stober con la sua figliuola,
tutte sole, senza aiuti ci hanno pre
parato un pranzo da solennità! SI
mo effettivamente seduti in mezzo a
varie personalità, professori universitari, pastori ecc. e ci sentiamo perfet
tameiite a nostro agio. Ce ne sentía
mo piuttosto confusi adesso, mentre
ci ripensiamo...
Nella Scbiivarziiifalil Halle
Alle ore 14 in punto ha inizio la
manifestazione che costituisce il
« clou » della festa. Siamo condotti in
un grande stadio coperto che si chiama: «La sala della Foresta Nera»
Dinanzi alla facciata, dalle antenne
pendono varie bandiere e tra queste
quella italiana. Hanno voluto così, in
nostro onore e, neH’intemo, siam posti a sedere tra gli ospiti. Lo spettacolo che ci si para dinanzi è grandioso. Sul podio sono schierati, in camicia bianca impeccabile ed in pantar
Ioni neri, 1800 suonatori. Nello stadio,
su interminabili e lunghissime file di
banchi si assiepano seimila persone.
E comincia il culto-concerto con una
introduzione musicale e con Tinvocar
zione del nome di Dio e continua con
un programma meraviglioso. Nei forti, quando il nostro amico, il maestro
Emilio Stober dal suo altissimo podio fa un lieve cenno con le sue mani inguantate di bianco, par di udire
nell’immensa aula, come il fragore
del tuono, ma un fragore armonioso, bello, che ti fa quasi salire un nodo
alla gola e ti fa sentire nel petto
qualcosa che parla della potenza dell’amore di Dìo. E il culto-concerto
continua, a tratti canta tutta l’assemblea accompagnata dalle 1800 trombe, oppure il piccolo coro delle trombe ti suona un piano che pare una
melodia che scende dal cielo, o ancora i trombettieri, posate un momento le trombe ti cantano un intermezzo vocale, e parla pure fortemente al
cuore questa massa di voci maschili
che proclama con vigore la gloria di
Dio...
Vien pure letta, tra una suonata e
l’altra, la Parola di Dio e la predicazione è tenuta dal pastore W. Stober
nostro ospite. Parlano diversi rappresentanti di enti e chiesa, parla il
cappellano di tutte le fanfare della
Germania (70.000 uomini). E tra gli
altri, dovrà parlare pure il pastore
Italiano. E sarà p>er lui un momento
di profonda angoscia. Sei pazzo gli
dirà una voce in fondo al cuore di
osarti presentare, tu che non sai il
tedesco, dinanzi ad una simile folla...
Ma con l’aiuto di Dio, tuttavia, parlerà, darà un messaggio di amore fra^
terno e l’immensa assemblea che ha
sete essa pure di amore fraterno, gli
concederà un applauso... AH’uscita,
saluti e strette di mano ancora da
gente che non conosciamo ma che
essa, ci conosce e ci vuol bene. O Dio,
quanto è grande l’amore tuo !
La serata si trascorre neU’intimità
degli amici. La festa biennale è stata
oltre che una celebrazione della gloria di Dio, anche un trionfo del nostro amico Emil Stober e tutti sentono il bisogno di felicitarsi con lui. La
colletta latta nel grande salone ha
reso circa un milione di Lit.
L’indomani vogliamo salutare la
vicina città di Pforzheim nella quale
gli amici di Villar Penice sono numerosi. Il Dctt. Bender, capo della
Chiesa del Baden, saputo la cosa, con
un atto di gentil^a che ci confonde,
mette a nostra disposizione la sua
macchina e ci fa tra^xjrtare nella
martoriata città ove accanto a molte costruzioni nuove i nostri occhi
veggono ancora lo spettacolo impressionante delle rovine del tempo di
guerra. Assistiamo al mattino ad un
colloquio pastorale (circa 150 persone) e nel pomeriggio siamo ospiti della casa del pastore AUinger. Egli
si trova, a dire il vero, a VUlar Pellice con un gruppo, ma qurato non impedisce alla sua Signora e ai suoi figli
di invitarci a pranzo ed al tè e di colmarci di gentilezze! Magnifica la sua
chiesa, la Marcuskirche, ch’egli ha testé ricostruito con l’aiuto della comunità e di amici lontani. Chiesa in
stile moderno, ma sobrio ed elegante,
tutta pietre, vetro e cemento. Ammiriamo tutto e specialmente l’organo.
Saremmo contenti di poterla portare
a Villar Pellice; o meglio non la chiesa perchè vogliamo troppo bene alla
nostra, ma almeno tutte le parti accessorie, tutti i locali per la gioventù,
per l’asilo infantile, per il Concistoro
e per i comitati femminili, la cucinarefettorio, gli impianti igienici. Tutto
l’occorrente insomma, affinchè il tempio sia non .soltanto un salone, ma il
centro di vita e di attività di una
grande famiglia.
★
L’ora della partenza vien troppo
presto. La macchina del dott. Bender
ci rijwrta a Karlsruhe; i giovani Viilaresi fanno un’ultima lunga passeggiata nella cara città che essi ormai
conoscono meglio del loro Pastore,
mentre egli si intrattiene con i suoi
colleghi. Tornano puntualissimi Un
pasto frugale ancora nel buffet della
stazione coll’amico Emil Stober che
ha voluto stare con noi fino all’ultimo, eppoi, quando è quasi mezzanotte, il nostro treno si avvia per ricondurci in Italia.
Siamo felici e i sentimenti della riconoscenza traboccano dai nostri cuori. Iddio ci ha concesso una grande
benedizione; non sappiamo se nella
nostra vita ci sarà dato ancora una
volta di ripetere esperienze come quelle che abbiamo vissuto in questi giorni.
Siamo sopratutto consapevoli di
avere ora una nuova responsabilità
sulle nostre spaile. Noi abbiamo visto
che cosa possono fare degli uomini
che suonano le trombe per il servizio e per la gloria di Dio. Noi dovremmo ora perorare la causa delle
fanfare religiose nelle nostre Valli e
dovremmo convincere dei gruppi digiovani in tutte le parrocchie ad organizzarsi in questo modo e a costituire
delle fanfare che suonino sempre e
soltanto per il servizio del Signore...
Saremo capaci di portare un simile
messaggio alle Valli? Vorremmo tanto
poterlo lare ed invochiamo per ciò
l'aiuto misericordioso di Dio. Siamo
ben certi ad ogni modo di aver toccato con mano quella che può essere
una meravigliosa risorsa di vita e di
attività per la Chiesa.
Michelin Salomon Bruno
Roux Ermanno
Pascal Arnaldo
Geymet Enrico
ALCUNE NOTIZIE DA GINEVRA
sull’ Unione Giovanile Valdese
Il mercoledì 26 febbraio, dopo un
breve studio biblico sul digiuno, il
presidente ci parlò di Gandhi e di
Danilo Dolci; segue un’interessante
discussione sul matrimonio civile, riferendoci ai latti di Prato.
Il 12 marzo abbiamo avuto ii piacere di avere con noi il pastore Etienne
de Peyer della parrocchia di Plainpalais. Egli ci ha parlato del popolo
d'Israele da Abramo ai giorni nostri.
La sua conferenza è stata viva e interessante, tutti l'hanno seg;uita con
grande attenzione. Il pastore de Peyer ha fatto un viaggio in Palestina
ed è membro della « Mission évangélique suisse auprès d’Israël»
Il mercoledì santo i membri del Comitato hanno collaborato per la celebrazione di un culto speciale: lettura del racconto della Passione, intercalata da canti. In questa seduta
abbiamo accolto con gioia im nuovo
membro: Giulio Salvaginl.
Il 16 aprile il presidente ci ha presentato un nuovo libro: «La Loi du
Seigneur» di West, che ci ha dato
l’occasione di parlare anche del film
omonimo e dei quaccheri, delle loro
credenze, del loro modo di celebrare
il culto e della loro opera nel mondo.
Il 23 aprile la nostra attenzione si
è fermata su un argomento di grande attualità: Lourdes e le apparizioni della Madonna, e i miracoli in
generale. A questo proposito raccomandiamo a tutti di leggere l’interessantis.simo libro di Pierre Petit
« Lourdes, les protestants et la tradition chrétienne ».
Il 30 è stato con noi il pastore si
gnor Tron, che ci ha parlato di un
problema che tocca tutti molto da
vicino: le elezioni in Italia! Molti
hanno preso parte alla discussione.
Il 7 maggio è stato letto il resoconto del viaggio della corale svizzera-tedesca a GuardiarPiemontese in
Calabria e ci siamo fermati a parlare di queirantica comunità valdese.
Il 14, vigilia dell’Ascensione, ia Signora Picot ci ha parlato del significato di questa festa cristiana che
dev’essere per noi giorno di gioia,
di speranza e di ubhidienza. Abbia
mo dato il benvenuto ad una nuova
unionista: Vanda Beux dì Pomaxetto.
Il 21, il nostro presidente ci ha spiegato come la cattedrale di San Pietro
a Ginevra diveime chiesa protestante, dandoci un interessante quadro
delle origini delia Riforma fino all’arrivo di Calvino a Ginevra nel 1536.
Notiamo ancora che ogni seduta è
stata iniziata da im breve studio biblico e che i versetti sono stati letti
a turno dai membri. CoU’arrivo delle
belle giornate, abbiamo iniziato alcune passeggiate domenicali: Vemier,
Salève, Bois de la Bâtie, dove ci rechiamo spesso per giocare; un bravo
tutto speciale agli unionisti che hanno comprato i giochi: pallone, cerchietti, volant,... e... bocce portate con
varie peripezie dall’Italia II!
Ormai per quest’anno, la fine della
nostra attività s’awicina. Lodiamo
la regolarità nella frequenza, l’affiatamento e il buono spirito, per cui
possiamo concludere: pochi ma buoni.
(dai verbali della segretaria)
4
Il ricco e il povero s'incontrano ; l'Eterno li ha fatti tutti e
due.
Dai Proverbi
L'Eco delle Valli Valdesi
Come nell'acqua il viso risponde ai viso, così il cuor dell'uomo risponde al cuore dell'uomo.
Dai Proverbi
£o
àapmate?
Così l’ANSA intitola una delle
sue informazioni religiose : « Due
cardinali, trenta generali e quarantamila militari in pellegrinaggio a Lourdes ». Una vera « marcia su Lourdes » !
Secondo le statistiche, il costo
della vita in un anno è aumentato dell’8,61%.
Nei primi 6 mesi del 1958 Torino ha acquistato 15.000 nuovi abitanti, per metà meridionali; la
capitale piemontese contava il 1«
giugno 904.788 abitanti.
Liechtenstein, Costa - Rica e 1slanda sono i soli paesi che contano più insegnanti che soldati.
Dopo r« università deU’alba » —
un programma di corsi televisivi
negli S. U., sanzionati da esami finali, che hanno conosciuto un favore vastissimo — si avrà ora una
« università di mezzanotte ».
Il governo norvegese ha consacrato quest’anno 150.000 dollari per
offrire 15 giorni di vacanze a 10
mila massaie bisognose.
Per lo sciopero dei trasporti e
dei dockers inglesi, nel maggio
scorso, sono andate perse 1.451.000
giornate lavorative.
Un giudice svizzero, assopitosi
un poco nel corso deU’udienza di
un processo, è stato condannato a
10.000 franchi di multa e il suo
verdetto è stato annullato.
Nel 1957 la media delle entrate
delle famiglie americane ha superato i tre milioni e mezzo di lire.
E’ sorta ad Addis Abbea un’Accademia etiopica; essa avrà cura
particolare della lingua indigena.
Gli agricoltori tedeschi lavorano
a creare una razza d’api adatte ai
paesi industriali: invece di nutriiv
si del polline dei fiori che non ci
sono, sfrutteranno gli alberi.
Si è avuta a Jersey City (USA)
una « settimana della gentilezza ».
Bilancio: 14 feriti gravi, in séguito
a violente zuffe fra gli scontenti,
nel corso della cerimonia di premiazione.
La Confederazione Elvetica ha
deciso di dotarsi di armamenti
atomico tattico (di portata limitata) per garantire la propria neutralità.
A Pian Sineive
(AlU Valle lei fellieel ■■
A cura del Club Alpino
della Val Pellice è stato inaugurato, domenica 13 Luglio a Pian Si
neive, località montana vicina a Torino, un
monumento che sorge
nel luogo ove il 21 Luglio 1957 precipitò un
apparecchio della Marina Statunitense. Il
Monumento vuol ess3
re un simbolo dell’amicizia e solidarietà che lega il popolo italiano a quello
americano.
Hanno partecipato alla cerimonia il Cap. di Fregata Al-thur L. Wash della
Marina Americana in rappresentanza del Comandante della Flotta Aerea del
l’Atlantico orientale e del Mediterraneo, il Ten. Col. Raymond Kane jr. il
Magg. Adolph G. Schwenk, il Console degli Stati Uniti a Torino Paul B. Lanius
jr; per conto del Governo Italiano una rappresentanza della Prefettura di
Torino e unità dei Carabinieri ed Alpini.
Negri e bianchi
nella Chiesa Presbiteriana
degii U.S.A.
Un’indiiesta condotta presso i 6.000 pastori della Chiesa presbiteriana degli U. S.
A. mostra che le loro comunità aceettereltbero dei negri come membri, ma che a
causa dei quartieri d’abitazione raggruppati razzisticamente, roccasione non si presenta per la maggior parte di esse. Il risultato di questa inchiesta, condotta l’anno
scorso, è stata presentata il 3 giugno alla
Assemblea generale presbiteriana di Pittsburgh.
Questo studio mostra che la politica praticata da almeno 2.300 chiese è di accettare come membri tutti coloro <die aderiscono alla confessione di fede della Chiesa.
Ma fra le 4.766 Chiese interessate, soltanto
609 congregazioni in maggioranza bianche
e 38 in maggioranza negre hanno dei membri dell’altra razza.
« La constatazione di questo studio mostra che la maggior parte delle Chiese presbiteriane bianche non possono praticamente realizzare l’integrazione, poiché nessun
negro vive nell’ambito geografico della loro parroocliia. E’ chiaro che il più grande
ostacolo è il sistema così lungamente applicato della discriminazione razziale nella
questione degli alloggi ».
S. OE P. 1.
AGAPE - 25-29 AGOSTO
La Settimana Teologica
Tema: LA TEOLOGIA IN PRESENZA DELLA VISIONE DEL MONDO.
Direttore: PsoF. Giovanni Miecce.
Il fine dell’incontro è di permettere un libero scambio di informazioni e di
pensieri tra scienziati e teologi, o comunque tra persone interessate agli stessi
problemi, circa le posizioni attuali delle scienze della natura e le esigenze perenni
della fede cristiana.
Esso è nato dal disagio che sovente permane, in persone di educazione scientifica, in presenza delle formulazioni tradizionali della fede; e d’altra parte dalla
opinione — giustificata o no, sarà prezzo dell’opera indagarlo — che le concezioni scientifiche presenti siano meno negative di quelle del secolo scorso nei
riguardi di una visione cristiana del mondo.
La parola sarà data, in questo incontro, soprattutto agli uomini di scienza.
La teologia sarà presente in alcuni studi biblici e nella discussione, che auguriamo viva, libera e costruttiva.
LUNEDI’ 25 AGOSTO (Sera - Arrivo - Culto di apertura)
MARTEDÌ’ 26 AGOSTO
Ore 9 - Past. Prof. Bruno Corsani: « Il caos e il cosmos nella concezione biblica
della creazione ».
Ore 10 - Prof. Mario Alberto Rollier: « L’età dell’energia nucleare e l’uso che
l’uomo farà dell’abbondanza illimitata di energia a sua disposizione ».
Ore 17 - Prof. Mario Ferrerò: a L’astronomia moderna e la nostra visione del
mondo ».
MERCOLEDÌ’ 27 AGOSTO
Ore 9 - Past. Alberto Ricciardi: all mondo degli astri nella poesia e nella meditazione della Bibbia ».
Ore 10 - Prof. Giorgio Peyronel: m Ipotesi scientifiche sull’origine della vita:
considerazioni di un non biologo ».
Uro 17 • Prof. Giovanni Miegge: a Scienza e teologia, problema della Chiesa. Comunicazione informativa ».
GIOVEDÌ’ 28 AGOSTO
Ore 9 - Past. Carlo Gay : « Primogenito di ogni creatura : per una concezione
cristocentrica dell’uomo ».
Ore 10 - Prof. Henri Friedcl (Paris): «A quel point est la théorie de l’évolution? ».
Pomeriggio: discussione, risoluzioni finali, proposte di continuazione.
Sera: culto finale con Santa Cena.
VENERDÌ’ 29 AGOSTO (Mattina - Partenza)
Le sedute di discussione e l’uso delle serate saranno stabiliti di
volta in volta.
INFORMAZIONI PER LA PARTECIPAZIONE ALLA SETTIMANA
1. - Costo dell’intera settimana: lire 3.600; per chi partecipa solo a parte dei
lavori: lire 950 al giorno. Facilitazioni per famiglie.
2. - Iscriversi presso la Segreteria di Agape, Frali (Torino) inviando lire 1.000
di caparra e lire 600 di iscrizione.
3. - Portare con sè un documento di identità per le registrazioni richieste dalla
legge.
A V Y ISO
Prof. GIOVANNI LUZZI - Corso di
Teologia Biblica del N. T.: L’insegnamento di Gesù negli Evangeli
sinottici. - 32 pagine formato cm.
22x28 - Lire lOOfpiù 30 di spedizione
postale. ,
(
Ordinare mediante versamento sul
c.c.p. 1-24231 intestato a M. Ronchi,
Via Teatro Valle, 27 - Roma.
Si tratta del ciilrso semestrale tenuto dal rimpianto. Prof. Luzzi alla Fa
coltà Teol. Valdpse e pubblicato da
un suo antico discepolo, il Pastore
M. Ronchi, che he ha curata la pul»
blicazìcne con l’aggiunta di qua'clie
nota.
SVEZIA
L’« Atlante delle Missioni svedesi » offre
dei dati che, sebbene raccolti due anni fa,
possono dare un’idea della estensione del
lavoro realizzato da. quelle vsocietà che mantengono 1500 missionari e quasi 13.000 collaboratori indigeni. Le chiese da essi fondate contano quasi 350,000 membri, per
T80 per cento in Africa. a. c.
Prof. Dr. d. Boniscontro
Libero docente
in Clinica Odontoiatrica all'Università
MALATTIE
DELLA BOCCA E DEI DENTI
Pinerolo - Via Palestre, 7 - Tel. 24-98
Tutta la settimana tranne domenica
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Biblioteca Comunale '’Allìaudi’'
Pinerolo
Anche in questi ultimi tempi il
ritmo con cui sono sempre pervenute
in deno a’la Biblioteca Comunale interessanti pubblicazioni, non è venuto meno e c’è da pensare che alla fine dell’anno le opere donate supereranno il migliaio. Come al solito i
doni più rilevanti vengono dal Ministero della Pubblica Istruzione tramite la Soprintendenza Regionale o pure direttamente. Moltissimi provengono da Pinerole;^: e fra questi dobbiamo segnalare l’ottimo volume della
Professoressa Aiihonetto e quello di
storia locale an^revolmente composto da Mario C. Giordano; e le numerose opere mediche del Dott. Roo
chietta. Infine molte pubblicazioni
sono state donate da Enti e da privati residenti in ; altre regioni ed in
certo modo attcstano l’importanza
della nostra Biblioteca nel campo nazionale.
A tutti i donatori la Direzione della Biblioteca porge il suo vivo ringraziamento.
Alpes Cottiennes
Vallées Vaudoìses
Ecco un libro che incontrerà il favore di quanti sono affezionati alle
nostre montagne. Si tratta infatti di
I una sorta di guida, riccamente illustrata, con alcime tavole in quadricromia, per facilitare l’inccntro con
le nostre vallate poco note. Per quanto si esamini tutto il gruppo delle
Alpi Cozie, .sono le « Valli Valdesi »
ad essere illustrate in modo più diffuso. Accanto alla descrizione geografica minuziosa, pur con alcune inesattezze, troviamo quella della situazione sociale, agricola, industriale e turistica, con alcuni cenni relativi al
folklore ed al dialetto valdese, ai suoi
antichi canti e documenti, alla fiora
(ravvivata da graziosi disegni di Suor
Ermellina Pons) ; l’opera termina con
un accenno assai ottimisbico sull’imminenza dell’apertura della strada
del Colie della Croce... Sia di buon
auspicio ! Traspare da queste pagine
un profondo amore per le nostre Valli, unito ad una innegabile conoscenza di esse; non possiamo però impedirci di notare che il carattere spirituale specificoi della nostra gente non
risulta altrattanto chiaro : i pochi accenni all’« epopea » dei secoli passati
non danno cjrto il senso che il fattore « fede » abbia pesato nella vita d:
queste pcpolazioni. Forse non era
nell’intento del libro chiarire questo
aspetto. Il lavoro poi è un poco appesantito da un certo costante tono
laudativo, che non è del tutto intonato alla situaziene reale di queste
Valli dal punto di vista spirituale
come da quello culturale, sociale, economico. Queste note non cancellano
il nostro piacere per quest’opera che
vuol far conoscere la vecchia terra
valdese e che esprime così vive spe
ranze per il suo futuro. g. c.
Le famiglie Benech, Gönnet, Rostagnol e Frache esprimono im commosso ringraziamento a tutti coloro che
hanno partecipato al loro dolore e
preso parte ai funerali della loro Cara
Susanna Benecti-Frache
In modo particolare ringraziano il sig.
pastore Jahier, l’assiduo dott. Scarognina e le Suore dell’Ospedale Mauriziano, il sig. Eraldo Gamba e i vicini di casa.
Luserna S, G. (Muston), 21-7-1958
Léonce FABRE — Alpes Cottiennes
— Vallées Vaudoises, Clau liana 1958,
pp. no, L. 1.200.
Direttore: Prof. Gino Costabel
Pubblicaz autorizzata dal Tribunale
di Pinerolo con decreto del 1-1-1955
\ AVVISI ECONOMICI \
CERCASI per fine settembre circa,
per famiglia delle Valli composta di
due persone, un domestico finito,
possibilmente anche autista — una
cuoca finita e una guardarobiera finita, tutti di media età. Si prendono in considerazione anche una
coppia di coniugi senza figli, di cui
lui domestico finito e possibilmente
autista e lei, cuoca o guardarobiera, finite.
Le domande saranno prese in esame a agosto. Trattamento morale e
materiale ottimo. Si richiedono serie referenze. Rivolgersi al giornale
VENDESI in Pomaretto Via Balziglia
fabbricato con 2 cantine - 2 vani al
primo piano e 3 vani al secondo piano. Rivolgersi: Geom. Gino Rostan
- Via Roma, 33 - Porosa Argentina
(Albergo della Posta).
Redattore : Ermanno Rostan
Via dei Mille, 1 - Pinerolo
Tel. 2009
Sede e Amministrazione
Editrice Claudiana
Torre Pellice - c.c.p. 2/17557
Tipografia Subalpina - s. p. a
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