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Tcprrb PelIìICB. 4 iGennaio 1940
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(Gianavello)
SETTINANALE DELLA
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abbonamento
Annuale
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Italia
Estero: » ., . . . • . »
Ogni cambiamento d’indirizzo costa Lire Cinque
L. 150,— /Semestralfe^L. . 75,—*
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La copia Lire TRE
CHIESA VALIESE
Riguardate alla roccia onde foste tagHat
Isaia LI : 1.
*
REDAZIONE: Via Sibaud, 7 - Bobbio Pellice
AMMINISTRAZIONE: Via Carlo Alberto, 1 bis - Torre Pellice
a
Xa baifaglia.
U,n vecchio canto popolare italiano ci può
insegnare una verità. Esso dice : Il fiore è
profumo e bellezza; l’acqua è refrigerio alle
piante come agli uomini che hanno, sete; il
sole, è per tutti luce e ristoro. Ma, ascolta tu che passi e non ti curi di alcuno, la
vita è una battaglia. L’odio e l’amore sono
i due combattènti. Tu non devi guardare e
passare, perchè tu devi combattere. Schie• rati con l’amore anche quando pare che Tàf- more perda. L’amore deve vincere perchè è
eterno.
Il poeta ignoto ricorda la verità che all’uomo insegna già la ninna-nanna materna e
l'esperienza cotidiana degl’individui come
dei popoli. La vita è una battaglia; ed è una
battaglia per tutti, in ogni circostanza : è
jina battaglia in tutti, perchè l’assiduo contrasto ferve neH’anima dell’uomo. E’ vero,
e noi lo sappiamo; pur ignorando quanto su
questa verità ci insegna la parola di Dio. Investighiamola oggi, la parola di Dio; perch^ i
anche oggi essa è parola di verità.
Nel secondo libro delle Cronache si nar
ra che Giosafat, minacciato da nemici strapotenti ebbe paura e invocò l’aiuto di Dio.
Dio rispose per bocca del suo profeta Jahaziel, così : — Non temete e non vi sgomentate a motivo di questa gran moltitudine; poiché questa battaglia non è vostra ma
di Dio. Questa battaglia non Vavete da combattere voi : presentatevi, tenetevi fermi, e
vedrete la liberazione che l’Eterno vi darà.
Gli uomini sanno che la vita è combattimento ; non molti sanno l’arte del combattimento. Essi, torbidi nei sofismi, si esaltano
in atteggiamenti eroici, in prove di coraggio
0 in uno scettico pessimismo per cui ritengono vana ogni resistenza, e vana anche la
vita. I combattenti e i disertori credono che
la lotta dèlia vita sia un fatto di esclusiva
competenza umana; in cui l’uomo è solo a
combattere, ed è per ciò solo a perdere o
a vincere. Ma la Santa Scrittura ammonisce :
— Non temete e non vi sgomentate, perchè
questa battaglia non è vostra ma di Dio'. Labattaglia della vita non è battaglia dell’uomo ma battaglia di Dio.'La vita ha centro
nell’uomo; ina ruómo ha centro in Dio. 11
protagonista della storia è l’uomo; ma il
vero protagonista della storia è Dio. Dio
vive, combatte in noi e per noi. Le "grandi
prove dei popoli, le piccole preoccupazioni
di ogni uomo, sono Ì momenti in cui la po/
tenza divina interroga, ■ incalza il genere
umano nelle infinite vie dellO' spirito, A voi,
questa concezione biblica sembra strana?
Consideratela e vi a-pparirà semplice quanto vera. L’uomo è come il contadino che
dissoda il campo, lo concima, lo arricchisce
di semi; ma poi deve aspettare il tempo della raccolta. Egli ha seminato, ma chi ha veramente lavorato nella sacra fecondazione è
Dio.,Il lavoro della terra è lavoro di Dio;
la battaglia della “vita è battaglia di Dio,
Quanti non intendono la logica dello spirito, osservano che •la concezione teocenirica —' secondo la quale Dio è al centro della vita — induce alla distruzione||àella storia umana, airafRevoJimento deU’umana volontà; ma l’osservazione cade come assurda
quando si nota che non si può essiere vivi e
morti nello stesso tempo: dunque non si
può possedere la vita divina e non volere vivere, non sentire di dover vivere.
La Santa Scrittura, nel pasào citato, esorta : —• Presentatevi, tenetevi fermi e vedrete la liberazione che l'Eterno vi darà. I,a
battaglia che voi dovete combattere è di
Dio : presentatevi alla vostra battaglia cotipe
alla battaglia di Dio.
Presentatevi. Non fuggite per falle concezioni, non distraetevi per paura, non appartatevi- per indifferenza. - Siate presenti
nella vita ; al vostro posto dove Dio combatte per voi.
Tenetevi fermi. Nulla vi faccia retroce^
dere o comunque piegare. Non Siate presenti con il corpo e assenti con l’anima. Siate fermi nella verità, fermi, nei propositi,
fermi neH’entusiasmo. Tenetevi fermi al cospetto di Dio che, fermo, combatte per voi.
Presenti e fermi vedrete la liberazione
dell’Etemo. Vedrete o p'Otrete vedere esauditi i vostri desideri; scorgerete i segni della provvidenza che consola ; ma, sopratutto,
vedrete Dio nella vita. Vedrete la vita nell’effettivo valore divino; scorgerete il significato ohe Dio le conferisce. Vedrete Dio che
opera e si rivela aH’anima nostra. La rivela
zione di Dio è liberatrice; è la liberazione
che l’Eterno ci dona. E’ la visione del Padre ai figli suoi.
Questa battaglia non l'avete a combattere
voi: presentatevi, tenetevi fermi e vedrete
la liberazione dell’Etemo, La parola del*
profeta è rivolta a noi. La vita dei popoli, si
configura nei nostri anni, dopo le guerre civili e nazionali, come lina battaglia di ricostruzione. Ognuno deve combattèfe per sè,
per la sua’patria e per il mondo. I figli di
Dio sonò chiamati alla grande impresa. Presentiamoci, fermi e vedremo la liberazione
dell’Etemo. Dio opera e noi vedremo l’opera sua; grati di vivere le ore grandi della
storia. Capiremo che*non si piange invano,
che nessun sacrificio d’amore è inutile. Capiremo che la verità non è meq^ognà e che
l?»^n*nzogna non è verità. La vita^ la nostra vita è il buon combattimento di Dio; e '
noi' siamo più che vincitori in Cristo che ci
ha amati. M, Moreschini.
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Fra i vari articoli apparsi sull’Eco a proposito delle cosidette autonomie delle chiese, quello del sig. Erico Rollier ci è parso
particolarmente notevole per la premessa affermazione di.principio. Per l’autore il sistema consacrato nèi nostri'regolamenti ecclesiastici riflette esattamente il pensiero ■ biblico, quindi l’autonomia delle chiese non è solo
4uestione*'di regolamentazione, ma di fede.
Ges^ non è venuto solo per fondare la Ch.e- ,
sa, ma la Chiesa secondo il sistema presbiteriano. Logicamente egli conclude che questo sistema dev’essere mantenuto ad ogni costo, indipendentemente dalle possibilità e
convenien2te Ieratiche.
A noi sembra però che, sulle basi del
Nuovo Testamento, non sia possitÉe affermare il « diritto divino » del presbiterianesi-,
mo più che di qualsiasi altro sistema di governo. Uno studioso come James Moffat, professore di storia ecclesiastica alla Facoltà di
teologia di New York, nel suo libro fondamentale u The Presbyierian Churchesn pair»,, .-,
te da questa affermazione della costituzione
delle Chiese Presbiteriane degli Stati Uniti :
(( Mentre la Chiesa che il Signor Gesù ha
stabilito in questo mondo per la riunione e
il perfezionamento dei santi, è il regno visibile della sua grazia, rordinamento presbiteriano è necessario per il perfezionamento
della Chiesa visibile, ma non è essenziale
alla sua,esistenza». '
Altri studiosi hanno rilevato che l’ordina• mento della Chiesa cristiana primitiva era
in continua trasformazione, appunto perchè
era una chiesa vivente. i?
Inoltre se pensassimo che l’impalcatura
esteriore della Chiesa sia materia di fede,
dovremmo abolire qualsiasi u Tavola Valdese >), 0 « Commission Synodale », o « Central
Board», perchè nel Nuovo Testamento non
si rileva traccia di un organismo centrale, che
tenga un ruolo di Pastori, e che assuma di
fronte allo Stato la responsabilità di tutta la ♦
Chiesa,
Notevole anche il fatto ché i Valdesi sorsero e per ben quattro secoli si mantennero
con un sistèma episcopale.
Infine se il presbiterianesimo fosse di diritto •
divino, le chiose episcopali — da qualle luterane airEsercito della Salvezza — sarebbe-^
. ro infedeli allo spirito dell’Evangelo. Com *
mai allora i frutti della grazia si sono manifestati in quelle chiese in modo altrettanto copioso che in quelle a tipo presbiteriano?
Tutto quanto abbiamo detto non significa
che noi vorremmo cambiare l’attuale ordinamento della Chiesa Valdese.
La grande idèa alla base del Presbiteriane-*
simo non è quella di uno sterile e vanaglorioso diritto di tutti i fedeli a prendere parte
al governo della Chiesa, bensì quelle del dovere e della responsabilità che incombe a
ogni membra di chiesa. Questo sentimento,
la pratica secolare delle chiese episcopali
protestanti sta a dimostrarlo, si può esplicare anche fuori del Presbiterianesimo. Nel
Presbiterianesimo però questa verità è messa in maggiore rilievo, e nel caso della Chiesa Valdese pensiamo che questo sistema sia
più adatto ai fini spirituali che noi vogliamo
perseguire.
(Conside-rato cosi il prdtilema sotto la sua
.luce relativa, noi ci sentiamo liberi di adattare ii grande principiò presbiteriano alle nc'
cessità della nostra opera, e non ci attaccheremo ad esso In modo cosi Intransigente, da
poter esclamare con soddisfazione che l’operazione è ben riuscita, anch? se l’ammalato
è deceduto.
Quindi la nostra > soluzione del dibattuto
problèma sarà duplice.- • *
Da un lato noi dobbiamo intensificare il
senso di responsabilità di tutti i membri nella vita della loro chiesa. Questo possiamo
fare st^bilehdo che i vari probleihi non pervengano alla suprema assemblea della Chiesa, prima di essere stati elaborati dalle Conferenze distrettuali e dalle as^mblee di
Chiesa, Pensiamo che quando tutti i membri di chiesa sapranno di avere l’opportunità di pronundarsi sui problemi dì ; ra la
Chiesa, le assemblee diventeranno "vr.z altro
più interessanti e viventi.
Per quanto concerne la elezione dei Pastori, le postre ^ premesse ci permetteranno
pure di conciliare il principio di autonomia
con le nostre esigenze missionarie. *
Eliminiamo l’assurdo, che non trova confronti. nella pratica della Ctiiesa cristiana primitiva, che tutto il corpo pastorale di una
Chiesa sia a deposizione di una comunità,
subordinando il bene collettivo aU’interesee,
qualche volta all’egoismo, di una sola comunità.
Manteniamo d’altro lato il diritto di una
Chiesa di manifestare la sua volontà in un
momento così cruciale come nel cambiartlento del proprio conduttore, e invitiamo l’assemblea a eleggere il Pastore designato dal*la Tavola.
Un passo verso questa soluzione ,è stato
fatto con l’obbligo per le parrocchie di nominare una commissione incaricata di ricercare presso la Tavola i suggerimenti del caso,
ma l’idea è destinata a rimanere pufamente
platonica, finché le Chiese hanno la facoltà
di ascoltare o no questi suggerimenti, e conservano il diritto di trasferire un Pastore da
un capo all’altro della Penisola, incuranti
dqjle necessità generali dell’opera.
■Così 4e chiese consultate conservano il di-,
ritto di rifiutare un Pastore qualora essa ritenga che il suo ministero non sia per lei
indicato, ma la libertà di pronunziarsi da parte celle chiese viene ad essere arricchita dal
la maggio-re esperienza della Tavola, e nel ■
contempo vengono a essere eliminati molti
di quegli inconvenienti che hanno oggi riportato il problema in discussione.
Roberto Nisbet.
IM ii M V3lÌI!!Ì
V LlOpuscolo del 17 febbraio^ redatto dal pastore sig. Guido Mathieu, col titolo II Candelieve sotto il moggio, ossia Vestiuiione dalla
fede valdese in Val Pragelato, sarà venduto
al pubblico al prezzo di L. 7, ma è fin d’ora
ceduto a L. 6 la copia a chi, mediante preno.
fazione, ne acquista almeno 20 copie. Naturalmente le spese postali sono a parte. Per
poter cedere l’opuscolo a tale prezzo, occorre che le prenotazioni, arri vino almeno a 2000
copie. •! signori Pastori sono perciò vivamente pregati di mandare, le prenotazioni al
Presidente con la massima urgenza non plii
tardi del 20 gennaio. . *
Il Bollettino della Società di Studi Valdesi
n. 84, che ha dovuto fino ad ora tardare la
propria pubblicazione per ragioni tipografiche di forza maggiore, uscirà finalmente
nella_ prossima settimana. Esso sàrà hianda, to soltanto a quei soci ih regola col pagamento della quota per l’anno 1945-46 (L. 10),
i quali hanno aggiunto l’offerta supplettlva
fissata in L. 20. Coloro che non l’hanno fatto, sono pregati d’affrettarsi.
11 Bollettino n. 85, che uscirà nel mese di
maggio, sarà mandato a quei soci che invieranno una seconda offerta supplettlva di
L. 35, necessaria per compensare in parte
l’enorme spesa della pubblicazione. I soci
. sono pregati d’eflettuame rinvio fin d’oira.
Fine dei
I
Se una chiocciola entra in un alveare, le
api, non potendola cacciare, la murano in
una specie di guscio resinoso, che preparano dal succo di alcune giante. La chiocciola
resta così, nell’alveare, ma murata. Le api
non si curano più di safyére se è viva o se
è morta: tanto non dà noia. »
'Così è spccesso a noi. Siamo entrati nell’alveare degli uomini, ma ci è stata costruita attorno una muraglia di persecuzioni, di
isolamento, di diffidenza; ci siamo trovati
rinchiusi tra i nostri monti o nelle sacrestie
delle nostre chièse di città. E siamo divenuti
estranei all’alveare degli uomini.
Questa volta, anzi, la chiocciola ha finito
per trovarsi bene nel suo isolamento. Non
potendo uscire, si è data di tutta lena ad arredare e a rendei e com-odo e attraente il guscio di mura resinose costruito dalle api. ria
intonacato le pareti e le ha ^decorate con bei
versetti, con fotografie, col calendario « Valli Nostre », con uesiderì di autonomie regionali. Si è stampata giornali e libri e sa li è
letti, soddisfatta,' si è data una cultura teològica, e vive beatamente ’nel sud' iéoiamento.
Fuori, l’alveare degl^i uomiiji operosi, ma
disperati. Fuori veccni e nuovi problemi si
pongano e incalzano, sofferenti di ogni dolore, profughi, reduci, sinistrati, senza tetto,
esuli sì agitano, e ogni nome di questi sono
folle sterminate di angosciati, di smarriti, di
disperati, di*suicidi, sono onde smisuratè di
povertà, di incertezza, di sofferenza umane
che, dopo aver devastate le genti, vengono
a morire, pjacide, sulle soglie delle nostre
chiese. Dentro convenzionalmente si predica e si ascolta un messaggio che ben poco
ha a . che vedere con quel che succede fuori.
Là fuori gli uomini, senza speranza nel
loro agitarsi, aspettano un messaggio che
faccia loro ritrovare la vita; o vagamente
aspettano qualcosa, pronti a-d ascoltare, o,^
forse non aspettano nula, tranne una perfezionata bomba atomica che li inabissi con le
famiglie, con i dolori, con tutto il mondo.
Dentro abbiamo una parola da dar loro in
risposta. E restiamo in silenzio.
SI TRATTA DI SAPRRE
SE LA CHIESA VALDESE
CESSERÀ’ DI ESISTERE.
‘■ü
Chiusa nel guscio resinoso, là chiocciola
muore. Non ci faeciamo illusioni. Se noij
usciamo dal guscio, quando saremo virtual-’
mente morti, le api lo distruggeranno; e saremo m loro potere. Noi Iq vediamo, ci siamo difesi isolandoci, ma il mondo umano
si fa più forte e ci sommerge, ci prende i
migliori, i più giovani. DomanJ, quando per'
l’inevitabile spinta delle cose, saremo sparpagliati per la pianura e per le città, dove
saranno i Valdesi? Verrà il visitatore su.le
nostre montagne e le pietre ricorderanno i
fatti del passato; ma i Valdesi non saranno
lì. Moirti'nel loro guscio, saranno stati spazzati via dai movimenti umani.
Cosi Dìo ci abolirà, se non serviamo a
nüHa. Chè Egli non si mantiene musei sulla
terra; non possiamo pretendere di esistere
• per quel che Dio ha fatto per noi nei passato se non abbiamo una ragione di esistere
oggi; se non abbiamo una vocazione. Egli
«ora tiene certo per,, bellezza una fiamma sul
candeliere, quando non gli serve. Cosi, guai
a noi se non riconosciamo , di essere uno strumento nelle sue mani per un compito preciso!
“ Se vogliamo vjvere cóme Chiesa, se vagliamo trasmettere ai nostri figli la nostra
fede, dobbiamo vivere la nostra vocazione di
Chiesa missionaria. Missionari siamo stati
fino a che !è persecuzioni non ci hanno costruito attorno quel tale guscio; missionari
siamo stati cento anni fa, appena esse son finite, quando Beckwith affermava chè vi
erano due * sole possibilità : essere fnissionari o essere nulla. Cosi dovrà essere oggi
che siamo nuovamente liberi : distruggere il
gustío, anche se costa, uscire decisamente
e vivere da cristiani nell’alveare operoso ina
disperato. Iddio sarà con noi anche questa
volta. Soltanto cc»l noi e i nostri figli non
assisteremo alla fine dei Valdesi.
Giorgio M.' GiRARibET.
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Vi é nei detti popolari una saviezza dosi
piana 9, direi que^i, banale che la fa passare inosservata anche se essa permea’tutta
resistenza dell’uomo. \
Cosi dicasi della storia del gatto scottato
dall’acqua s calda che teme la ^redda^ assai
rappresentativa di una posizione, di uh atteggiamento poRtico molto diffuso.
Nell’ultirtiq Sinodo varie vóci si scmo le;f^ .,vate per parlare di politica» e per invitare i
» Valdesi a prende^re una posizione politica,
a fare della politica. — L’invito i stato variamente accolto e la reazione fra i. Valdesi
è gli evangelici in generale ha dato luogo
a una situazione non molto diversa da quella che nel complesso si riscontra dappertut. to in Italia. '
Tre correnti principali si sono determinate.
Una fra le più cospicue è costituita, dalla
massa di coloro che, no]enti, furono imbrancati dal defunto regime, se non,nella propria politica, nel proprio partito. *'
■Il ragionamento di costoro, sazi e disgustati dell’unica esperienza politica della loro
vita, è in brevi termini il seguente : « Noi
siamo stati sempre alieni dalla politica, l’abbiamo sempre considerata come una mala
femmina (fu detto nel Sinodo) j siamo stati
costretti a seguirla': è stato un errore, e non
lo faremo* mai più »
Una seconda, corrente, numericamente
forse più importante della prima, è costituita principalmente da coloro che nella politi‘,-ca o neLpartito del regime sono entrati so
spinti dsircHPPórtuhità 0 dall’opportunismo •
Cotnptehde . anche elementi che hanno sempre avversato la politica del passato "gover' no. Nel ano seno questa corrente si distingue pertMÌQ in varie frazioni cl\p ai differenziano per la maggiore 0 minore buona
fede e per il diverso atteggiamento anteric¡re. Quello-che fa di queste diverse frazioni
un tutto unico la loro attuale posizione, la
quale è essenzialmente negativa ; tuttociò
che porta il contrassegno'dell’antico regime
è da ripudiare, buono a far strame e nuU'altro. Non è da discutere in nessun caso nè
da esaminare ; l’eè^rienza è stata bestiale,
non c’è che da sputarci sot»ra e fare il contrario, j
Una terza corrènte, più esigua^ ha sentito l’ihvitd come' un appellò : pensosa della
propria responsabilità per quello che è stami e per quello che sarà, si domanda se non
ha concorso con la propria stupidità 0 la propria inerzia , a complicare il compito di quella «astuzia della Provvidenza», come la
chiama G.B. Vico, chp, per fortuna, pensa
a toglier dalle, njani degli uomini il controllo
delle ,for?,e eh’essi,_,irnprudentemente scatenano, per farle sfociare ih direzioni opposte
e con risultati ben diversi-da quelli da essi
'scontati. . '
Questi pensano che una cosa sola sia da
fare : mettere a bagno tutti i panni sporchi
di tutte le politiche, cominciando dalla propria, e sciacquarli senza paura con molta
pura acqua spirituale, poi trarli fuori con coraggio e con ^umiltà : eoi coraggio del dovere e rumiltà deirinsuffìcienza, affidandosi a
Dio per non temere l’acqua e sentirlie anzi
la necessità,. per non esserer. come gli altri, dei poveri gatti. G. A. C.
Scuola Latina, di' Pomarelto'
Pomaretto, gennaio f945.
AGLI AMICI DEIXA SCUOLA LATINA,
' i Non dubitiamo che la nptizia della riapertura della Scuola LàtiM di Pomaretto è sta- '
ta motivo di grande compiacimento perdei
come m è stato per noi e per quanti serbano,
un grato ricordo degli anni trascorsi in quelli Ta benemerita Scuoia. Perciò siamo certi che
oltre ad un appoggiò morale òlt^emodo pre,zióso; yorreie anche darle il vostro appòggio
I ' materiale unendovi al numero degli, « Amici
,. della Scuola Latina » che in^ndono concorrere al finanziamento di essa. '
L'Amrainistrazione della nostra Chiesa, già
gravata da spesé sempre più grandi ed Urgenti, non è in grado di assumerai l’aggravio finanziario, di (fuesta nuova scuola e nel
riaprirla fa un atto di fede.
• La somma occorrente s’aggira sulle 150.000
lire. Tale somma dovrà essere raggiunta in
parte per mezzo delle tasse scolastiche degli
alunni e la maggior parte per mezzo del concorso dei Concistori della Valle e degli amici.
Nella certezza che vorrete es.sere tra il nuirie'rò dei geiierosi sostenitori accoglieremo
con riconoscenza la vostra offerta domandandovi di volerle dare, nella misura del
pq#siÌMl% W» «arattere ..conliauativ 0, ripetendo l’offerta ogni anno onde la Scuola possa
prosperare e progredire secondo il desiderio
di tutti.
; Le offerte possono essere fatte pervenire al
'Vice-Moderatore sig. Roberto Nisbet - Torre
Pellide; o ai singoli Pastori delle Parrocchie
delle Valli ; 0 alla Preside della *.Srnola Latina sig.na Elsa Palme - :ftorgo San
Michele - Pinerolo - e Pomaretto (Casa dei
Professo^ - Via Balziglià); o al sottoscritto.
Con cordiali-ossequi.
L'incaricato Guido Màthieu
■pastore valdese '
t Pomaretto di Perosa Argentina
(Torino).
Comunicalo
CMIOMXCM.[ VALDESE
Il -pastóre Gustavo Bertin - S. Germano
Chisoue (Torino) - corrispondehte ufficiale
per rifalla dei Semeur -Vaudois, settimanale
svizzero che ha grande diffusione nel vicino
paese e in tutti i paesi di lingua francese,
•prega tutti i direttori di giornali, riviste e
pubblicazioni delle Chiese Evangeliche consorelle o di. qualunque altra associazione o
movimento a carattere religioso ó culturale,
di volergli inviare régolarmente le loro edizioni onde permettergli di fare articoli che
rispecchino fedelmente la situazione'religiosa e culturale in Italia. ■
11 pastore Pietro Griglio, nel «Lien des
Vaudois des Etats-Unis », esprime la simpatia con la quale , i nostri Valdesi dissemina‘ti nel Nord-America seguono la Chiesa delle Valli. Rivolgiamo a quei fratelli un caldo saluto e respressione del nostro affetto
nel Signore.
Ktin«
NoMelles d’Àllenii^e
Prenant position sur te problème de l’appartenance à un parti politique,. le Conseil
de l’Eglise évangélique d’Aliemagne a recommandé à ses memores de s'inspirer des
directives suivantes, qui manifestent la conscience qu’a l’Eglise de safteSponsahiÎiié dans
^ le domaine de la vie publique.
«L’Eglise, de par sa nature, n’est jamais
un pani, mais sert tous les groupements po’litiques et sociaux avec un égal amour...
Cela ne l’empêche pas d’accueülir avec faveur la formation d’un parti politique fondé
sur des principes chrétiens,- pour autant que
les circonstances politiques exigent cette décision. Mais elle veillera, avec J.e plus grand
soin, à ce que l'on ne puisse voir dans cet
accueil favorable le signe d’une partialité
quelconque s’exerçant aux dépens de personnalités chrétiennes qui sont membres d'autres partis ou de quelque tendance à aider
à C6 qu’une partie de la nation s’isole des'
autres en se fondant sur la notion des classes sociales.
«Eti maints endroit« l’on s’efforce d’ores
et déjà de supprimer les oppositions politiques entre protestants et catholiques, de
souligner la nécessité d’une lutte commune
contre le séculàiisme et de réaliser un rapprochement spirituel et politique des 'deux
•confessions; ces tentatives niéritent notre
-soutien. Il eti va de même des efforts'que
poursuivent prélats et laïques catholiques
pour empêcher la renaissance de l'ancien
parti du « Centre » (parti catholique d’avant
le 1933) et permettre que s’y substitue la coîlaboration des Seux confessions, sur la base
d’une union des chrétiens. Il est bien entendu que cette collaboration doit s’établir sur
la base d’une pleine égalité des deux partenaires». - ' , . ’
, Sous le titre «Paix confessionnelle», on
lit dans les Apologetische Blätter (périodique
de l’Institut catholique de Zurich) :
«La conviction que Dieu est la seule voie
et le seul salut devient la conviction primordiale des milieux religieux et -ecclésiastiques
d’Allemagne; aussi, à la lumière de cette affirmation unanimement reconnue comme essentielle, tout ce qui sépare les deux confessions passe, au second plan. La preuve en
est tel article paru dans le tournai catkpLiqué de Fribourg-en-Brisgau : «Nous (catholiques et protestants), y lit-on, -éonnaissons
y parfaitement nos divergences doctrinales et
nous ne voulons ni ne pouvons les voiler.
Nous avons cependant pu nous libérer de
nos malentendus mutuels. En outre, notre
destin historique nous a donné conscience
de ce qui nous est commun, plus clairement
peut-être que ce n’a jamais été le cas depuis
1517. Dans les dures années que nous a' ons
connues d^uis 1933, lès éléments croyants
du protestantisme allemand ont affirmé et
lutté pour leur existence et se sont constitués en Eglise confessante. Comme nous,
cette Eglise déclare le Christ son Seigneur;
“■et, quelques points mis à part, donne au
Symbole, des Apôtres le même sens que nous.
Il n’est personne, dans aucun des deux
camps, qui veuille faire retour au passé et
remettre en question cette nouvelle solidarité devant la destin», (S.CB.P.Z).
Battesimi, Rivoiio Franca di,Giulio (Roc);
Pascneiio tiemo di P. Cuiuo (Ca'yorettuf; CosiauHtio Laura aruna cu 'Aifiedo Danielv
(s. tìartoioineo).
«jAnevaie i vostri figli in disciplina e in
àmmomzione dei Mguore» (Eles. 5: 4).
Eunebau. (Jronnel Luigi, di anni 64, deceduto il 4 dicemnre all Untinet,' dopo pòchigiòrni di violenta malattia; Cniaviu ivonjie
m l'astore, di anni K9, deceduta il 10, dicembre a Bamice con la sua tenera creaiura;
essa lascia due bim.,e-in tenera età; Costanlino lifiiunueie, ai euni 84, deceduto il 16-dicembre al Eoliaretto; inlermo aa modi anni,
egli si rallegrava di poter celebrare, fra pocni mesi, le sue nozze ui diamante.
Agli afflitti lu nostra simpatia.
« Beato i’uùiXiO che ripone neU’Eterno la
sua fiducia*» (Salmo lO: 4).
— Nuovi Anz-ani. Sono stati ultimamente
eletti, con buone votazioni, il sig. Gag Rinaldo, anziano per il quartiere dei Gay; il
sig. Robert Ernesto, per il quartiere del Collaretto; ed il sig. Forneron Emanuele, già
anziano del quartiere del Collaretto, per il
quartieic del Roc.
A tutti questi fratelli, chiamati a nuove
responsabilità, giunga il nostro augurio più
cordiale.
l»Ìne»«»L
,Nel pomei'iggio di domenica 23 dicembre
ebbe luogo, nel nostro Tempio, il preannunziato Concerto di Musica Sacra, accuratamente preparato dalla Corale di Pinerolo' San Secondo, sotto la .direzione della sig.na
Elda Tiirck. Ben nutrito il programma, buonà l’esecuziciie, iiumeroso il pubblico che trascorse due ore di vero godimento artistico.
Domenica 23 dicembre u.s., il nostro culto
è I stato presieduto dal prof. Luigi Micol, di
Tórre Pellice, al quale rinnoviamo ancora i
nostri sentiti ringraziamenti.
-- Il culto di Natale, malgrado uffa forte ’
nevicata che rendeva poco praticabili' le
strade, raccolse una buona assemblea ■ che
célebrò festosamente il gran dono dell’amoré -li Dio.
,— Il 26 dicembre, un lungo corteo di parenti e di fratelli in fede, superato con fatica il lungo tragitto da Rumer al centro, passando per il Eric, sulla pista di neve appena tracciata, rese lé estreme onoranze a
Tourn Francesco, di anni 83.
«Lascia ora il tuo servo andare in pare
-perchè gli occhi miei han veduto la tua salvézza » (Luca 2; 29) abbiamo ricordato sulla bara, mentre la Cofale .cantava un inno
di Natale, ed avevamo proprio l’impressio- •
ne, in quell’ora .solenne; che dal cielo fosse
scesa su noi una parola di pace.
La vedova ed i figli che piovano Tamarez--za della separazione, sono circondati dglla
simpatia della Chiesa.
— Nel pomeriggio dello stésso giorno ebbe
luogo la festa dell’Albero di Natale al Gen-.
tro, e nel pomeriggio del 30 dicembre, alle
Fucine. Feste radilo modeste, come‘vogliono
i tempi difficili, ma pur tanto belle perchè
Natale, nella prosperità 0 nella tribolazione, è pur sempre Natale.
— Domenica prossima. 6 gennaio, ricorre
il centenàrio della dedicazione del nostro
tempio è lo celebreremo con un culto solenne. In primavera poi, se piace al Signore,
inaugureremo alcune opere intese a solenii|Ezare questa data.
•Domenica -prossima, 6 gennaio, alle ore
20.30, 'nella sala dell’Asilo, avrà luogo la
quarta conferenza della serie svolta dai profesOri del Collegio 'Valdese sulla situazione
delle Chiese Cristiane nei vari paesi d’Europa durante la guerra. Il prof. Ernes^ Bein
parlerà sulla situazione della Chiesé^ Cristiana in Olanda durante la lunga tragedia dell'dnm^ion&, niella guerra e. dell’oppressione
tedesca. Il pubblico vi è cordialmente invitato.
J catti atta Radio < U (orati
siamo ormai avvezzi a sentire domenicalmente i culli trasmessi, e l’interesse che suscitano inori oei nostro ambiente non possiamo calcolarlo, nè ci figuriamo con quale
aitenzio'iie, il nostro canto di cniesa sia seguito ed apprezzato, perchè facile da esser
compreso ua chiunque.
Orhene; perchè, ci chiediamo, le Corali,
non partecipereDbero in maggior numero a
• questi culti, perchè, oltre a tarsi conoscere
(escaluiamo a priori l’esibizionismo che non
si'conta ai nosiri cultij a recare 1 apprezzabile varietà al canto, alleggerirebbero il
■ compito del complesso, che oraiiiariamènte
coriuibuisce all’elevazione dei culti in argomento?
Le nós#e parrocchie, hanno Corali che per
• la loro capacità, figurerebbero degnamente,
e pur rendendoci perfettamente conto che le
spese di viaggio sono sensibili, tuttavia di
tanto in tanto ci si, può ben permettere ii
lusso di affrontarle; l’attrattiva è cosi allettante!.,.
Nè ci si lasci afferrare dal timore di subire un fatale turbamento, che comprometta
l’esecuzione, all’idea di trovarsi di fronte ad
un.r. imbuto che vi collega col mondo. A
questo riguardo siamo in grado di assicurare, che' nel salone di trasmissione si gusta il
senso di un riposante isolamento.
Onde pervenire alla realizzazione del progetto (in attesa che'vengano incisi i dischi,
. costosi sì, ma di evidente praticità, non si
potrebbe costituire un fondo cassa che serva a venir#» incontro su prestabilita percentuale a sopperire le spese di trasferta?
Qtfiilche buon mecenate sarebbe disposto a
for'nirlo? ’ '
Ci pare. Ed in questa fiducia lanciamo la
proposta, a nostro avviso non disprezzabile.
Galp.
J due Mi
Alla radio una domenica :
Al teatro cinema Romano : nuova rivista
in dieci quadri...
Al Castello Medioevale al Valentino : serata danzante...
Al tinema Ambrosio, al cinema Corso, alr,4ugustus..., ecc., spettacoli attraenti...
Al Palazzo della Moda : trattenimenti dan
zentt...
Danze Biffi : trattenimenti danzanti...
Danze rotonda palazzo della Moda.
Volete passare una .serata divertente? Al
Chalet d«l Valentino, musiche e danze. Al
Pafeo Mjchelotti la Compagnia Gianduia offre divertimento ai bambini ed alle loro famiglie... ;
Cosi invita il mondo : accorrete tutti,
grandi e piccoli ; storditevi nei divertimenti,
nei fialH, nei cinema, nei teatri, in tutti i
modi possibili. Dimenticate che attorno a voi
c’è chi soffre, chi muore; spendete a piene
mani per i vostri piaceri, anche se a-ocanto
a voi o’è ehi vive nfgli stenti e nella mise
'-A
ria 1 Non ve ne" preoccupate, altri ci pensèiwn»;: Quanto^ a voi avete ormai il <i|lfit^
di godetq della vita, dopo tutte le privazid^
che lo Stato in. guerra e la guerra vi hamu)
impósto^ Avete bisogno dì- rialzare finalmes- ' ^
dt diniènticare tante bruttur# f -X
tante sofferenze patite per colpa di pochi:
mini che hanno oijnai scontato.ie loro p^e.
Divertitevi, e sopratutto dimenticate che
avete un’aniina da salvairé ! Quelle sono cose
che interessano i predicatori, le donnicciole,
i 'vecchi che,, hanno poco da' godere „ormai
della vita. Ognuno scelga» il divertimento che
più*gii aggrada; c’è davvero .sólo:l’imbarazzo della scelta. I piaceri-che vi sono offerti
sono innocenti, legittimi, seducenti, non rinunciatevi. > ■’
«Ma quant’è a:voi, dice l’Apostolo, non è,
cosi che avete imparato.ja conoscere Cris».
Se pur llavete udito-e in Lui siete stati ammaestrati secondo la verità che è in Gesù,
avete imparato per quàriìó concerne la vostra condotta di prima, a spogliarvi del vecchio uomo che si corrompe seguendo le pas
sioni Ingannatrici ».
Sèmpre dallo stesso microfono, la stessa'
domenica, ècco risuonare pacata e grave nella sua dolcezza, la lettura delta Parola di Dio :
«Gettando lungi da voi ogni malizia ed
ogni frode, le ipocrisie, le invidie ed ogni
sorta di maldicenze, come bambini pur ora
nati appetite il puro latte spirituale onde per
esso cresciate per la salvezza -»• se pur avete
gustato che il Signore è buono. Accostandovi
a Lui, pietra vivente,„ riprovata bensì dagli
uomini qual casa spirituale per essere un sa.rerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali, aocettevqli a Dio, per mezzo di Gesù
Cristo,
«...Voi siete una generazione eletta, di
reai sacerdozio, una gente santa, un popolo
che Dio. si è acquistato affinchè proclamiate
le virtù di Colui che vi ha chiamati dalle tenebre alla Sua meravigliosa lucè:, voi che
già eravate un popolo ma che ora siete il Po.polo di Dio, voi che non avevate otten ito
misericordia, ma che ora avete ottenuto misericordia ». '
E il richiamo alla realtà per quei cristiarti di nome, ohe troppo facilmente fanno comunella col mondo; è un richiamo per gli
altri, che si perdono in . vani ragionamenti per
chiarire fino a quale punto un cristiano può
. seguire il mondo nei suoi piaceri ; è un richiamo per tutti noi, che pur anelando ad
una vita di rinuncia e di santità per esser
buoni cristiani abbiamo dimenticato in gii a le
posizione ci ha posti Iddio'. E’ dunque'un fatto compiuto : noi siamo ora il Popolo di Dio.
Ognuno di noi- esamini se stesso e consideri
'se la sua vita si svolge secondo la volontà di
Dio che ci ha scelti e fatti pietre viventi, parte di quella casa spirituale di cui Egli stesso
è il fondamento.
,Quale dev’essere allora la nostra vita, la
nostra condotta di ogni giórno, di ogni ora,
di ogni istante? Domanda inutile se Egli è
il nostro modello, se tutto il nostro essere è
teso'al raggiungimento della mèta luminosa
da Lui stesso scelta per noi. Seguiamolo
ovunque Egli vada ed asteniamoci volontàriamente da tutte quelle cose che Egli non farebbe. Offriamogli i sacrifici spirituali che
^ gradisce e, come- buoni amministratori della
svariata grazia - di Dio, ciascuno,' secondo il
dono che ha ricevuto, lo faccia valere al servizio degli altri. ' jq
Alberto Ricca: Direttore
Autorizzazione N. P 356 deil’A.P.B.
LiNO TIPO arti grafiche - TORRE PELLICE
«
Nel giorno di Natale ha cessato dì vivere, dopo lunga lotta fra iti la morte
GUQLIfLMO GIAMPICCOLI
Ve danno l’annunzio, con profondo doUre ma Senza
disperazione, nell’attesa del compimento delle divine promesse, il padre Adolfo con la moglie Lina Gibert, le
sorelle ed i fratelli Nella col marito Enrico Greppi,
Lily col marito Manlio Gsr, Neri con la moglie Marcella Decker, Gus-tavo, Franco e Marcella, I nipofihl, i cugini e tutti i parenti.
a E asciugherà ogni lacrima dagli occhi loro,
e la morte noti sarà più ; nè vi sarà 'più cordoglio, nè grido nè dolore, perchè le cose,di
prima sono passate». (Apoc. 31 : 4).'
Le famiglie Pone e Acquadro ringraziano sentitamente
tatti coloro che hanno preso parte al loro dolore, in occasione delta improvvisa dipartenza del caro babho e
GIOVANNI LUIGI PONI
Inverso Porte (Ciauvina), 22 dicembre I94S.
: Arturo PeyrOt e famiglia delta cara Estinta
LINA PiYAOT LONG
ringraziano sentitamente tutte !e gentili persone che :on
soritti c di presenza hanno testimoniato la loro simpatìa.
Dai Marauda di Luserna San Giovanni, 27 dicembre 1945.
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