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spett.
BibliotQca Valisss
orino)
TOnRS PELLIC&
DELLE mLLT VALDESI
Qnindlcinale
delb Chiesa Valdese
■' Gettale lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quali avete peccato, e latevl un cuor nuovo e uno spinto nuovo
Anno LXXXiri - Num. 10
Una copia L» 20
ABBONAMENTI
{
Eco; L. 600 per Tinterno Eco e La Luce; L. 1000 per rinterno
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Spedis. abb. postale 11 Gruppo
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TORRE PELLICE — 8 Maggio 1953
Ammìn. Claadiana Torre Pelliee,- C.C.P. 2-17557
Il mistero inlorno a noi
Un breve articolo — intitolato come sopra e letto per caso sopra una
■Rivista inglese — dice precisamente
così :
1, — Gli scienziati possono fabbricare un’imitazione dell’acqua di
mare, la cui composizione chimica è
identica a quella dell’acqua marina
naturale; ma in quest’acqua artificiale non è possibile che si sviluppi
la vita. Però basta aggiungervi un
quantitativo anche piccolo d’acqua
marina naturale e la vita del mare
fiorisce nuovamente. La vita è un
mistero di cui non conosciamo la
prima parola.
2. — Occorre una bella dose d’immaginazione per rendersi conto del
lavoro compiuto dall’acqua che sale
su per il grosso tronco d’un grande
albero sotto forma d’una ininterrotta colonna dalle più profonde radicelie sotterranee sino alla gemma
apicule e che si spande poi attraverso i pori delle foglie come attraverso
i fori d’un finissimo annaffiatoio.
Eppure ognuna dei vari milioni di
foglie di un grande olmo — come
del resto, ogni filo d’erba — lavora
ininterrottamente come il pomo di
un annaffiatoio. Lo spruzzo è così
sottile e leggero che non è visibile
ad occhio nudo.
'^TfirverziShe' di 4'0 meli è fornito di
circa 100.000 foglie per ogni albero.
Queste 40 piante ■— attraverso un
meccanismo eli alta efficenza — sollevano, in un giorno, 16 tonnellate
d’acqua, cioè alcuni metri cubi all’ora. E — in proporzione di altre
piatite — i meli sono relativamente
piccoli.
3. __ Le stelle che scintillano sul
nostro firmamento sono più numerose di tutte le anime che hanno lasciato questa terra dai giorni di Adamo. Le loro orbite e la loro velocità attraverso gli spazi obbediscono
fedelmente a un grande Codice di
leggi. Gli scienziati possono leggere
e spiegare queste leggi in ogni loro
particolare; ma non rispondono se
voi chiedete dotule è venuto il Codice.
4. — Nella successione delle notti
e dei giorni, il moto della nostra
terra e dei pianeti intorno al sole è
forse qualche cosa di veramente speciale, oppure esistono molti altri sistemi planetari dello stesso genere?
Più di un milione di stelle, nella
Via Lattea, posseggono dei pianeti le
condizioni dei quali ci permetterebbero di vivere senza troppe difficoltà. Ma, se ci fosse possibile guardare
dalla Via Lattea verso il nostro sole,
questo apparirebbe come una delle
stelle relativamente più insignificanti. E — anche col più potente
dei telescopi - ■ non si potrebbe
scorgere la terra e nemmeno uno
qualsiasi dei pianeti del sistema solare (1).
E quello che sta cercando egli lo
chiama Natura, lo chiama Energia,
lo chiama Vita.
L’uomo balbetta, l’uomo non sa!
E per questo appunto l’uomo non
trova una risposta adeguata.
Ma se — dal campo della mente e
del cervello, dal campo della logica,
dell’argomentazione, della dialettica, cioè dal campo intellettuale ■—
l’uomo passa (cioè si eleva) al campo morale, ossia alla sfera del sentimento e della coscienza, s’egli afferma la propria volontà di bene che è
fede nell’avvenire, che è incoercibile speranza e che è essenzialmente
obbedienza e amore; sì! se riesce a
stabilire — tra il Mistero e se stesso — un rapporto spirituale di obbedienza e di amore, allora l’uomo
— affacciandosi all’eterno e all’infinito che l’oltrepassano e raccogliendosi nel proprio santuario interiore — l’uomo -— pur non sapendo, pur continuando a balbettare —
si prova dapprima a sussurrare e ardisce finalmente invocare un Nome!
In questo preciso momento — dalla lontananza dei secoli — si presenta prodigioso il ricordo d’una
.storia che non è una leggenda. Nell’immensità della solitudine gli appare un mandriano U quale pasce il
suo grégge. L’Atomo — nel pieno vigore della giovinezza — si è tolto
all’improvviso i calzari perchè la
terra dov’egli si trova è terra sacra.
Immobile, appoggiato al vincastro,
egli è rapito nell’inaudita visione di
un roveto ardente: un grande cespuglio verde che, senza consumarsi, continua a bruciare. Il mandriano rimane in ascolto mentre dal cespuglio in fiamme proviene una voce: « Io sono il Padrone dello spazio
e del tempo. Io sono Colui che ■—
senza mutare^.— esiste dovunque e
in eterno. Io sono Colui che E’ nel
trascorrere infinito dei millenni. Io
sono il tuo Dio!... »
Giovanni E. Meille.
Sapete che...
...in India lo sviluppo dei collegi
cristiani continua? Con la conquista della loro assoluta indipendenza
politica da parte dellTndia je del
Pakistan, si poteva temere una grave crisi dell’opera missionaria, di
fronte al trionfo delle affermazioni
nazionalistiche. In realtà la situazione si è presto normalizzata; i
« Collegi » vedono in continuo aumento i loro studenti: 1950; 39 Collegi e 21.000 studenti; 1951; 22.000
.studenti; 1952: 41 Collegi e 23.000
studenti dei quali solo il 15 per cento sono cristiani. (S.OE.P.I.).
E — dopo aver letto — io ho pensato questo :
Davanti al Mistero che ci circonda, non è possibile dare una risposta precisa e definitiva, nè in un
senso, nè in un altro. Il Mistero rimane appunto Mistero perchè oltrepassa la nostra facoltà di ragionamento e di comprensione.
L’uomo — camminando a tastoni
—cerca di dare un nome all’Idea centrale, alla Forza motrice, al Pensiero creativo, alla prodigiosa Realta,
all’essenza stessa deZC Assoluto di
cui constata, in sè medesimo, il riflesso, la presenza e l’azione.
LA DRAMMA PERDUTA
Dieci monete: gruzzolo prezioso;
dieci monete ed ora una di men...
Fruga la donna ogni meandro ascoso,
mentre più forte il cuor le pulsa in sen.
Fruga, rimove, spolvera, sogguata,
della lucerna al tremulo baglior, .*
ed ecco: la perduta è ritrovata;
ecco in sua man l’argenteo disco ancor.
/
Qual mai respiro! « Amiche e voi, vicine
— grida esultando —, per la Dio mercè,
ebbero premio mie ricerche alfine.
Venite e rallegratevi con me ».
Moneta di valor. Fanima umana,
segnata con l’effigie tua, Gesù,
oscuro un di, sua libertà sovrana
perdette e schiava della morte fu.
Oscuro di, ma da quel punto istesso,
arso d’amor, di gelosia per lei,
sulle sue tracce, vigile, indefesso,
pili che la donna del Vangel tu sei.
Ed ecco; io so che da la polve sciolta,
premio al tenace, consumante zel,
pur questa dramma, o Cristo, un’altra volta
rifidgerà ne’ tuoi diademi in Ciel,
Dante Argentieri
A Roma
si costruisce
L’AMORE DEL PROSSIMO
Pensate a due artisti. Uno dice:
« Ho molto viaggiato, ho osservato
molto il mondo, ma invano ho cercato un uomo che valesse la pena di
essere ritratto. Non ho trovato un
sol viso che fosse la perfetta immagine della beltà in modo da decidermi a disegnarlo. In ogni viso vedevo un difetto. Ecco perchè ho cercato invano ». E’ un segno questo che
si tratta di un grande artista?
L’altro artista al contrario dice:
« Per me, io non mi credo un vero
artista e non ho viaggiato all’èstero.
Ma, pur restando nella piccola cerchia degli uomini che mi sono vicini, posso dire di non avere mai trovato un solo viso cosi insignificante
o imperfetto da non potergli attribuire una certa beltà, e scoprire in
lui qualcosa di luminoso.
Perciò io mi rallegro dell’arte che
esercito e che mi soddisfa, senza
avere la pretesa di essere un artista ».
Non è questo il segno che contraddistingue il vero artista? Perchè egli
ha « qualche cosa » in lui. Egli trova sul posto quello che l’altro, il
viaggiatore, non ha trovato in nessuna parte nel mondo perchè non
aveva nulla in sè.
non potrebbe padroneggiare l’amore
di se stesso. Questo « come te stesso » non è equivocabile, nè può dare
esca a sottili interpretazioni. Con il
rigore dell’eternità, penetra nel più
profondo rifugio nel quale l’uomo
ama' se stesso. Non laseia a questo
amore la più piccola scusa, la minima scappatoia. Ammirevole!
Si possono tenere lunghi ed appassionati discorsi sul modo col quale si deve amare il prossimo: l’amor
di se stessi avrebbe ancora qualche
scusa da produrre, o qualche seappatoia, perchè il problema non sarebbe stato esaminato in tutti i suoi
aspetti, perchè vi sarebbero ancora
dei casi non sufficentemente esami
nati, un punto ancora oscuro.
Ma nessun lottatore potrebbe stendere più decisamente al tappeto il
suo avversario, che questo inesorabile tt come te stesso » con il quale
il comandamento di Dio abbatte totalmente ogni velleità dell’amore di
se stessi.
(7V. A. B.) Kierkegaard
Nuove parrocchie sorgono Ut Roma; ce lo comunica Fides, in un interessante articolo. Premesso che si
preferisce ora parlare di « Comunità parrocchiali » piuttosto che di
a parrocchie » perchè questa nuova
definizione sembra « portare di più
nell’intimo delle cose ed aiuta i fedeli a meglio comprendere la Parrocchia come Comunità degli incorporati in Cristo attraverso la gerarchia e sacerdozio... », l’articolista ci
riferisce sui promettenti sviluppi di
questa azione. Ed è al 1930 che bisogna risalire, per rintracciarne le
origini.
In queir anno, infatti. Pio XI istituiva « la Pontificia opera per la
Preservazione della Fede e la Provvista di Nuove Chiese in Roma».
Allora Roma aveva 64 parrocchie,
con circa 1.000.000 di abitanti; oggi con oltre 1.700.000 abitanti, le
parrocchie sono 135, oltre un centinaio di cappelle.
Un progresso evidente, ma che è
stato lungi dal soddisfare le autorità
vaticane. Perciò uno dei primi compiti del Cardinal Micara, quando fu
nominato dal Pontefice, suo Vicario, or sono due anni, è stato appunto la creazione di nuove comunità
parrocchiali.
Fides ci dà il consuntivo di questo primo biennio in Roma; Roma
periferica, prevalentemente e questo
è anche un segno dei tempi.
Erezione di nuove parrocchie: 11.
Parrocchie in costruzione: 12.
Parrocchie per cui è già acquistata l’area e sono pronti i progetti: 8..
Parrocchie in fase di studio: 11.
Cappelle aperte in zone bisognose : 14.
Cappelle progettate: 8.
Sono in corso trattative per l’acquisto di 100.000 mq.; 69.597 sono
già stati comprati.
8 campi sportivi sono stati realizzati; 6 sono in fase di studio avanzato.
Comprendiamo perfettamente la
.soddisfazione di Fides. Un mq. dopo l’altro, Roma non può non diventare veramente terra sacra.
lector
...nel corso del 1951-52 la Società
Biblica Giapponese ha distribuito
più di 1.750.000 esemplari delle Sacre Scritture, portando a 12.883.023
il totale delle copie pubblicate dalla
Società dopo' la fine della guerra?
Una delle attività che ha avuto il più
iiran successo, è stata la distribuzione di Bibbie ai Coreani deportati
nell’isola di Tsushima dal governo
giapponese. E’ ora in atto un analogo piano di diffusione fra tutti i
Coreani residenti in Giappone.
(S. OE. P. I.).
Sarebbe molto triste se una cosa,
destinata ad abbellire la vita, non
potesse essere che una maledizione
gettata su di essa. Ossia, se « l’arte »,
anziché abbellire la vita, si limitasse a scoprire, secondo la propria valutazione, che nessuno è bello e degno di essere riprodotto.
Più triste ancora e più doloroso
sarebbe, se Vamore diventasse una
simile maledizione, perchè la sua
stessa esigenza mostrerebbe che nessuno fra noi è degno di essere amato.
Ma l’amore, proprio perchè è tale si lascia riconoscere da questo:
ch’esso ha tale potenza di affettò da
trovare qualche cosa di amabile in
ogni persona; ha tale potenza di
amare da amare lutti.
Bisogna amare il prossimo come
se stessi: è così che il comandamento... forza la serratura dell’amore di
Il giorno del riposo
(lì npaders Digest, luglio 1951. pag. 74.
se stessi.
Se non fosse per questo « come te
stesso » che si cerca volentieri di
ignorare — e che ha tuttavia in sè la
tensione dell’eternità — il comandamento dell’amore del prossimo
Dobbiamo osservare religiosamente la domenica, che ben può chiamarsi il giorno natalizio della natura umana, perchè è quel giorno
in cui da morti che eravamo siamo
stati richiamati alla vita: eravamo
perduti e siamo stati ritrovati; nemici di Dio, siamo stati con Lui riconciliati.
Ma questo giorno dobbiamo celebrarlo con omaggi spirituali, non
con gioia dissoluta e profani divertimenti. Tutto intiero esso appartiene alle opere della pietà cristiana.
In questo santo giorno, infatti, l’inferno è stato annientato; il decreto
della nostra condanna, revocato; il
peccato sbalzato dal trono. In questo santo giorno, ancora, l’antica
guerra che separava il cielo dalla terra è terminata; la razza umana è
stata riabilitata, nobilitata: il sole
è sorto sul più magnifieo spettacolo;
l’uomo chiamato alla immortalità.
Considerate, adunque, di quante
grazie siete stati ricolmi in questo
giorno e da quali mali siete stati
salvati.
Pensale a ciò che eravate, a ciò
che siete diventati!
“Se il giorno della vostra nascita
è per voi un giorno di festa; se gli
schiavi liberati celebrano il giorno
in cui sono stati chiamati alla libertà e lo festeggiano con riunioni e
doni, dovremmo noi esser da meno
verso Colui che ha fatto la nostra
emancipazione?
San Paolo chiede, per quel giorno, offerte più generose in favore
dei poveri. Sia per voi una legge
ed una santa consuetudine il segnalare la domenica con pie elargizioni contro cui nessuna prescrizione
possa prevalere.
Crisostomo
II
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L’ECO DELLE Ì:ALLI VALDESI
Membri elettori
e com u n lì canti
Mentre si ì allegra di aver provocato due autorevoli •— una quasi...
autoritaria — risposta sull’argomento, Cl. confessa la sua perplessità
che permane, anche, anzi, si accresce, dopo la lettura della risposta
del dott. G. Peyrot.
A prescindere dall’esordio parenetico, Cl. non riesce a trovare un nèsso logico tra l’accusa che gli. viene
rivolta di cc rinuncia, di abbattiménto, di «c tanto non giova » che non è
producente se non di discredito per
le nostre istituzioni ecclesiastiche, e il fatto di aver provocato un pubblico dibattito su un argomento di in-,
ter esse generale!
Cl. crede ingenuamente che il riconoscere che certe cose non vanne e
dirlo francamente, non sia disfattismo o quasi quasi sabotaggio,
y A'prescindere titmque dal suddetto se non sullodato esordio, per quanto si riferisce alle differenze specifiche tra le due categorie, comunicanti ed elettori, se il ragionamento del
dott. G. Peyrot è sottile ed elegante, bisogna riconoscere che è tutt’altro che persuasivo. Poiché con esso
si-tocca il nocciolo della quistione,
ci si permetta di ritornarci sopra.
ii nostro doctor subtilis i membri comunicanti 'sono « membri consultivi delle assemblee amministrative », se, bene inteso non sono elettori. Ora ci pare che questo sia un
capovolgimento di valori che, gimridicamente, si potrà giustificare fin
che vi vuole, ma, biblicamente, è
una cosa grave; la figura del membro comunicante viene, praticamente, svuotata del suo contenuto spirituale a tutto vantaggio della figura
del membro elettore.
« Per essere elettore, osserva il
dott. G. Peyrot, occorre fare molto
di più ». E su questo « molto di
più » V articolista dice parole molto
serie e gravi, cui sottoscriveremmo
senza esitazione, se si riferissero ai
« membri cornunicanti » ! E’ possibìiè cónóepìre un membro comunicante che non partecipi « attivamente » alla comunione della Chiesa?
Che non offra cc se stesso con tutto
l’impegno della sua responsabilità »
che non senta il dovere di contribuire cc regolarmente »?
Che cosa è, insomme, questo membro comunicante delle nostre chiese?
Uña venerabile istituzione del passato remoto, un presente peso morto
delle nostre assemblee? Una tragica
confessione della impotenza della
Ehiém ad èsser fedele all’Evangelo?
La formula con la quale la Chiesa
’’riceve” U. catecumeno che ha fatto
la sua formale domanda — formula
così solenne e gravida di implicitazioni — sarebbe dunque soltanto una
sopravvivenza arcaica? Ma quale
cc atto successivo di cosciente responsabilità » può ancora essere richiesto
a colui che ha già compiuto il supremo atto di cosciente responsabilità quando ha chiesto di essere ammesso a partecipare alla Cena del
Signore e la Chiesa gli ha dato atto
di questo senso di responsabilità riconoscendolo godente cc di tutti i
privilegi spirituali della comunità? »
L’esser membro elettore non è anche un privilegio spirituale? , '
Questa netta separazione poi tra la
sfera spirituale e amministrativa ci
pare gravida di pericoli e conseguenze dannose per la vita della Chiesa.
E ci domandiamo se è veramente
necessario di avere una categoria di
’’membri elettori” perchè la parte
deliberante delle nostre assemblee
cc sia formata di elementi provati
dalla loro stessa decisione: cioè da
coscienze illuminate dallo Spirito e
da intelletti responsabili ».
Secondo il ^ doti, Giorgio Peyrot,
Vesistemta di queste categoria dovrebbe avere un valore psicologico:
servire di pungolo per indurre i più
(e non i meno) a vivere nella Chiesa
nella pienezza della loro responsabilità.
Secondo Roberto Nisbet, l’abolizione della categoria degli elettori
avrebbe, forse, il vantaggio che si
potrebbe cc esigere dalla coscienza
di tutti i membri,, e non solo da una
parte di essi, l’adempimento di quei
doveri che sono oggi così chiaramente specificati per,isoli membri elettori». ^
In realtà la situazione è proprio
questa: oggi come oggi (e si gridi
pure al disfattismo!) nella maggior
parte delle nostre parrocchie, non vi
è nessuna differenza pratica tra
membri comunicanti e membri elettori; l’interesse degli uni e degli altri alla vita della chiesa, il loro senso di responsabilità, sono quel che
sono! E tutti lo sanno! Si tratta di
trovare cc il pungolo » per indurre
cc i più (e non i meno) a vivere nella
Chiesa nella pienezza della loro responsabilità ».
Avevamo, ed abbiamo, l’impressione che il cc pungolo » dei membri
elettori sia di scarsa efficienza.
Ci.
UTOPIA E REALTA'
Gaetano Baldacci manda dal paese d’Israel interessanti notizie sulla
vita dì quel popolo diverso da tutti
gli altri; ma, come è doveroso per
la stampa di cpiesto mondo, incipria
il suo dire con un velo di elegante
scetticismo sui modi e sull’avvenire
di cjuello che dev’essere considerato
per lo meno come un nobile e generoso tentativo di fondare uno Stato
moderno su principii alla buon’ora
diversi da quelli dell’illuminismo
che hanno presieduto alla formazione degli Stati nei quali è ora ordinata — o disordinata — l’umanità;
ed ognuno vede con quale successo
l’illuminismo che avrebbe dovuto sanare tutti i mali ha raggiunto o è
sul cammino per raggiungere i suoi
intenti.
Gli Ebrei hanno respinto l’illuminismo, la filosofia umanitaria ed umanista del Sette e dell’Ottocento,
ed hanno seguito altri principii, che
agli occhi dei savi sembrano nuovi,
originali, utopistici, e perciò destinati a fallire. Ma i savi dimenticano
che gli Ebrei son un popolo unico,
diverso da tutti gli altri, con un terribile destino che li pone sempre
isolati in mezzo alle forze contra
Storia dei Valdesi in Sud-America
E’ giunta alla sua terza edizione la
« Historia de los Valdenses » del pastore Ernesto Tron, di Colonia V aidense. Originariamente compendio
di storia valdese, è diventata oggi
un volume di circa 200 pagine, di
cui circa la metà consacrate all’origine ed agli sviluppi della colonizzazione valdese nell’Uruguay ed in
Argentina, che accolgono oggi ben
15.000 Valdesi.
E’ una esposizione avvincente che
ci dà un quadro vivace di un secolo
di storia valdese: sforzi, lotte, delusioni, confluenti in una vittoria degli uomini sulla natura, ma anche,
e sopratutto, una testimonianza resa
alla fedeltà di Dio. Una storia obiettiva, che mette in evidenza luci ed
ombre, imparzialmente, che fa riflettere e spinge, quasi involontariamente, alla meditazione ed a confronti !
Per esempio: non esiste l’analfabetismo, fra i Valdesi del Sud-America. L’istruzione ha sempre avuto
il primo posto nelle preoccupazioni
dei primi coloni.
Non appena si costituiva una comunità di una certa consistenza, la
scuola sorgeva e la comunità provvedeva, fino a quando non intervenisse lo Stato. E’ interessante segui
inoliate e la vostra anima vivrà
La prima condizione, per ascoltare Dio nella Bibbia, è quella di
fare tacere tutte le altre voci, tutto
ciò che potremmo dire a noi 'stessi
e tutto ciò che gli altri vorrebbero
dirci. Poiché quello che desideriamo ascoltare è quello che Dio ha
da dirci. Se noi prendiamo sul serio
questo desiderio, non vi è posto per
altra voce che la Sua. Poiché la voce di Dio risuona da oltre questo
mondo. Se desideriamo ascoltarla
bisogna essere pronti a lasciarla penetrare profondamente in noi in modo da mettere in luce tutto ciò che
è nascosto, tutto ciò che è il nostro
patrimonio intimo: i nostri pensieri,
gli istinti, i desideri; i nostri ideali, i progetti, le imprese, le nostre
piccole cose quotidiane e ordinarie
come tutto ciò che possediamo di più
straordinario e di più nobile. Tutto
deve essere posto sotto la luce della
Parola di Dio se vogliamo che essa
abbia efficacia per noi.
Se desideriamo ascoltare Dio bisogna rinunciare a tutto ciò che occupava il nostro cuore e ci dominava. Se desideriamo metterci alla presenza di Dio bisogna essere pronti
a guardare in faccia il nulla e la
morte. Poiché Dio non dona la vita
che dopo avere preteso la morte.
La Sua Parola è la parola della creazione che crea dal nulla. Davanti a
Lui, tutto ciò che noi siamo e che
possediamo deve essere messo da
parte. La vita eterna che Dio vuole
dare con la Sua Parola,/ la dà a coloro che sono morti, e che Egli vuole risuscitare dai morti.
Siamo pronti a riconoscere che
senza la Sua Parola noi siamo morti?
Che per mezzo della Sua Parola
noi dobbiamo ” nascere di nuovo ”,
noi dobbiamo essere ” nuove creature ,,? Poiché la Parola di Dio non
può mancare al suo scopo.
Siamo pronti a esporre noi stessi,
in quésto modo, alla Sua Parola che
è ” più acuta di una spada a due
tagli, vivente ed efficace, e penetra
fino alla divisione dell’anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla; e giudica i pensieri e i sentimenti del cuore. E non v’è creatura alcuna che sia occulta davanti a
Lui; ma tutte le cose sono nude e
scoperte dinanzi agli occhi di Colui
al quale abbiam da render ragione „?
Solo coloro che sono disposti ad
ascoltare così la Bibbia la riceveranno come Parola di Dio.
Dio ci parla nella Bibbia come
il Signore sovrano che uccide e che
vivifica, che esige tutta la nostra ubbidienza alla sua volontà e che ci
rende liberi col Suo Amore.
Siamo pronti ad ascoltarlo?
Rudolf Bultmann.
re le varie tappe della espansione
valdese nel distrétto Rio PI átense e
vedere come la soluzione del problema scolastico proceda di pari passo con quella dei problemi economici. 5;;
Da poco è sbarcato il primo gruppo organizzato di valdesi a Montevideo, dopo 53 gioirli di viaggio per
giungervi da Villar Pellice, e già nel
marzo 1861, a Colonia Vaidense, il
primo maestro, Giov. D. Costabel,
apre una scuola con 46 alunni.
Nel 1878-79 comincia la colonizzazione di Riachuelo e già nel 1884
è -finita la costruz^ne di tm modesto
edificio che serve éome locale di culto e, scuola..,. ______
Nel 1890 giungono a Ombues de
Cavalle i primi 12 coloni valdesi;
subito viene costruito im rancho :
servirà provvisoriamente come locale di culto e scuola.
E se lasciamo l’Uruguay per l’Argentina la situazione non cambia,
infatti, per esempio, tra il 1881 e il
1886 si sviluppa la colonizzazione a
Colonia Belgrano; nel 1887 ima commissione si mette subito all’opera
per risolvere vari problemi connessi
all’esercizio del culto ed alla vita
scolastica. All’inizio del 1890 l’edifizio che accoglie tempio e scuola è
pronto.
Ma più significativo di tutti, per
comprendere l’prientamento della
iniziativa valdese in Uruguay, il fatto che rii giugno 1888, in Colonia
Vaidense veniva fondato il Liceo
evangelico, destinato ad un fiorente
sviluppo ;. erano trascorsi appena 36
anni dall’arrivo dei primi coloni, ed
i problemi materiali ed amministrativi pesavano duramente sull’organizzazione della Chiesa!
Per quanto ci risulta, i Valdesi
che un secolo fa abbandonarono le
Valli, non erano certo peggiori nè
migliori di quelli che nelle Valli rimasero; nè vi era fra loro alcun intellettuale; capirono però che senza
istruzione non si'può più progredire
economicamente; portavano seco la
tradizione delle « scuole di quartiere » e ne fecero il fondamento delle
loro comunità. lù realtà, quindi, invece di parlare di istruzione dobbiamo parlare di educazione.
Infatti, in ogni comunità, accanto
alla scuola che |)otremmo chiamare
elementare, sorse sempre, anzi molto spesso la precedette, la scuola domenicale: in casa privata o in un
capannone, non ha importanza; importante è che la scuola domenicale
è fiorita. Le distanze erano grandi,
i pastori poco numerosi; la collaborazione laica ebbe quindi un vasto
campo in cui esercitarsi. E bisogna
onestamente riconoscere che, se in
qualche occasione, si può parlare di
disorganizzazione, nel suo insieme il
quadro è luminoso: vi fu quasi dovunque un laico che si occupava della scuola domenicale.
Ed abbiamo l’impressione, leggendo rapporti di quelle comunità,
che si sia così affermata e sia viva.
oggi più che mai, la cooperazione
laica, anche in questo campo.
Per esempio, dal rapporto della
Chiesa di Cosmopolita (pastore Emilio H. Ganz) stralciamo alcuni dati:
Scuole domenicali (Cosmopolita e
diaspora): n. 6; direttori: 6 laici;
alunni: 171; monitori: 30. Dal rapporto della Chiesa di Alferez: 3
scuole domenicali; 55 alunni; 11
monitori.
Non siamo fanatici delle statistiche, ma le cifre dicono pure qualche
cosa. Notate il rapporto alunni scuole domenicali e monitori: si aggira
su 1 monitore per 5 alunni. Non sappiamo se ci sia la stessa proporzione
in tutte de; Chiese ,dedle V«alÌj-...i. .
E se il discorso già non fosse troppo lungo, vorremmo ancora citare
qualche altro dato: oltre 15 locali
aperti al culto, con le proprie forze
e con propri mezzi. Il tempio, centro della vita della comunità, anche
per quel che si riferisce al settore
giovanile: la costruzione di sale per
le attività giovanili, la sistemazione
di éampi sportivi per la gioventù, la
organizzazione di campeggi sono all’ordine del giorno.
E come dimenticare tutto il fiori
re di promettenti attività : corali, he
neficenza, attività editoriale e perii
no una Corporación Financiera Val
dense (Cassa popolare) con perso
nalità giuridica.
Bisogna riconoscere che la Chiesa
Evangelica Valdese del Rio de la
Piata, come si chiama ufficialmente,
dal 1952 ha fatto un buon lavoro.
E nel campo della vita spirituale?
Qui, lo storico procede, ovviamente, con grande cautela; è difficile
dare dei giudizi, ma, se le ombre
non mancano; se è lecito domandarsi se, per caso, la prosperità presente non sia più pericolosa allo sviluppo della vita interiore, che non
le difficoltà dei tempi eroici, vi sorto
dei sintomi incoraggiaiiti di ripresa:
una commissione sovrintende ai culti radio-trasmessi da Colonia: un’attività che è stata potenziata e ricca
di promettenti sviluppi; l’Evangelizzazione diventa un problema attuale ed una commissione ad hoc è
stata nominata per raccogliere fondi’ in vista della costruzione di locali di culto in centri particolarmente indicati per un’attività evangelistica.
Non ci rirnane che rallegrarci di
questa pubblicazione ed augurarci
che la storia dei nostri fratelli dei
distretto Rio-Platense venga meglio
conosciuta anche in Italia.
lector.
Orfanotrofio Maschile di Pomaretto
La Direzione delPOrfanotrofio maschile
di Pomaretto ringrazia sentitamente i meccanici dello Stabilimento Cotonificio Val
di Susa di Perosa Argentina per il dono di
Lire 4.800 in memoria della Signora Villielhm Margherita ved, Bleynat,
Pomaretto 27 aprile 1953
stantisi per il dominio del mondo
— e adesso questo si vede anche fisicamente. per la posizione anche geografica che lo Stato d’Israel occupa
sulla terra —E dimenticano pure,
o non sanno, perchè la filosofia che
haimo studiato a scuola, poveretti,
non giiel’ha detto, che i principii
su cui si fonda, o almeno vorrebbe
fondarsi, è destinato a fondarsi, lo
Stato d’Israel non sono nuovi nè utopistici, ma sono i soli su cui la
convivenza umana avrebbe avuto
tutta la convenienza d’ispirarsi, e si
chiamano: la Legge di Dio.
Il Baldacci dice in uno dei suoi
articoli (Corriere della Sera, 14 feb
braio) riferendo le parole ded’avv
Levi da lui intervistato; « La reli
gione ebraica non è soltanto que
stione di culto, ma di sistema di vi
ta ». Già. Tutte le religioni degne
di questo nome non si esauriscono,
come quasi tutti nel mondo credono, non sono pretesto a manifestare
in un modo o nell’altro l’insopprimibile necessità di render culto a
Dio che esiste nell’uomo, ma devono
essere sopratutto sistema di vita, di
cui il culto è la massima, ma non
Tunica espressione; e ci voleva l’altrettanto insopprimibile — fino ad
un certo giorno — scetticismo degli
increduli, per ritenere che la religione non possa essere altro che un
modo più o meno interessante, pittoresco, folkloristico di sollevare
le menti. Invece la religione,
cioè la fede, deve essere appunto per lui sempre e soltanto norma di vita, ispiratrice costante degli
atti, dei detti e degli scritti di ogni
singolo individuo e delle comunità
sociali e politiche, secondo la Legge
che l’uomo trova scritta nella sua
coscienza, prima ancora di leggerla
sui testi sacri. Questo tenta di fare
la parte migliore del popolo antichissimo che si è ancora una volta
riunito, contro tutte le opposizioni, e si va riunendo sulla terra
che una promessa antichissima gli
ha assegnato, insieme con la Regola
per abitarvi in pace. Se questa regola, finalmente meno indocile, il
popolo d’Israel tenta di attuaré, non
bisogna sorridere: bisogna ammirare e seguire con attenzione.
Perchè questo adunarsi degli Ebrei fra il Mediterraneo e ü Mar
Morto, fra le dolci colline di Galilea
e l’arido deserto del Sud, ed i modi
coi quali cercano, talvolta inconsciamente, di ordinare la loro vita, sono un segno per il resto del mondo.
Questo segno può essere compreso,
misconosciuto o trascurato; può essere approvato o combattuto; può
essere esaltato o deriso; ma non cessa per questo dall’essere un segno,
come la manifestazione di una volontà ancora oscura, il proposito di
una Mente che gli uomini possono
dimenticare, ma che rimane, ciò
malgrado, qualunque sia il parere
dei filosofi, l’unica Realtà che stia
dietro e sopra al convulso agitarsi
degli uomini e delle nazioni. « La
levigatissima sfera di concatenazioni
logiche offertami da Levi •— dice il
Baldacci — non faceva una grinza:
tutto era vero, ma che cosa era « reale »? Viceversa, tutto era reale, ma
che cosa era ’’vero”? ». Elegante
gioco di parole. Quello che era vero
e reale, non solo nelle parole dell’avv. Levi; quello che è vero e reale, in ogni tempo e in ógni luogo,
è questa oscura Presenza che i filosofi qualche volta tentano di scrutare, molte volte ignorano, e che si
manifesta e si manifesterà nei modi
da Lei sola prescelti,
Ed anche nella vita e nell’azione
della Chiesa di Cristo, l’Israel secondo Io spirito. Anch’essa ha tentato e tenta di tradurre in atto quella Volontà che per lei non dovrebbe
più essere oscura, dopo che si è incarnata nella persona vivente del
Cristo. Se non lo fa con abbastanza
forza, se la sua luce non risplende
come dovrebbe, davanti agli uomini, questa è non ultima cagione che
quella Volontà e quella Presenza
siano ancora così poco vedute dal
mondo. Ma forse un giorno anche
la riluttante, debole, svagata Chiesa
del Cristo sarà di nuovo trascinata
fuori dai comodi asili per essere gettata allo, sbaraglio delle attuazioni
utopistiche, destinate a porre nel
mondo dell’effimero, le basi del regno che non potrà essere scosso.
Lino De Nicola
/■
3
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
— 3
USI E COSTUMI
Blasone popolare e soprannomi
Una specie di sopmnnoir^ sono
quelli che in linguaggio folclorico
costituiscono il cosidetto blasone popolare: quell’insieme cioè di epiteti, di maldicenze che si riferiscono
ad un determinato paese, ad un borgo, ad una vallata. Tali epiteti vengono scambiati più o meno scherzosamente ira comune e comune o
villaggio e villaggio, e testimoniano di un passato in cui le rivalità
ira paese e paese erano vive e ben
radicate iieiranimo dei loro abitanti, fra i quali non sempre correva
buon sangue, anche se oggi tali rivalità o gelosie ci fanno sorridere
e quasi commiserare i nostri antenati, anche se non siamo affatto meno maldicenti di loro.
L’origine di questi epiteti non
è sempre chiara ed evidente. Ce ne
sono anche di quelli che, se pure
sono stati un tempo di significato
chiaro e lampante, ci paiono oggigiorno di colore oscuro e ci fanno
pensare a lotte di campanile, ad avvenimenti locali, a contese ed antagonismi lontani e di cui non riusciamo più ad afferrare il significato, ma che presumibilmente diedero origine a taluni di quegli appellativi che ci lasciano oggi assolutamente indifferenti, od interessano
solo più l’età infantile e l'adolescenza.
L’altra specie di soprannomi comprende quelli di carattere individuale e familiare, che si riferiscono per
lo più a qualità o a difetti fisici, a
dati somatici, ad occupazioni speciali, ecc. Questi ultimi si sono più
tenacemente abbarbicati alle persone ed alle famiglie, e sono tuttora
in uso in ogni valle, da generazioni.
Fra gli epiteti che costituiscono il
blasone delle nostre valli alpine, ne
ricorderemo alcuni che riguardano
vari comuni della valle di San Martino, scherzosamente denominata
« vai supato », ed i villaggi dei comuni di Pramollo e di Massello, sicuri che essi non susciteranno alcun
risentimento, ma forse solo qualche
sorriso di compiacimento, per l’arguzia di certuni di questi soprannomi, che risalgono a chissà quale periodo storico della nostra regione.
Così, gli abitanti di San Germano sono ehiamati cc li babì » (i rospi); quei di Villar Perosa « la lümassa » (le chiocciole); quei di Pomar etto (i la vessa y> (i cani); quei
di Perosa Argentina tc li trifale » (i
mangiatori di patate); quei dell Inverso Pinasca « li feisöl » (i fagiuoli); quei di Faetto « la palina » (le
galline); quei di San Martino « li
riiti^lià » (gli arrostiti); quei di Frali cc li curbas » (i corvQ; ^ei di
Rodoretto « li pè » (i piselli); quei
di Maniglia cc li cicanìe » (gli attaccabrighe) ; quei di Salza « K mucigliun y, o (ili galabrwn » (i moscerini od i calabroni); ^uei di Massello (c li ase » (gli asini). ^
Non sappiamo a che epoca_ risa-gano tali epiteti o motteggi; ma
cjuel che è c;erto e che essi nel passato erano sparsi si può dire ovunque, ed ogni regione, ogni valle,
ogni comune, ogni borgata aveva i
suoi,
Certuni di questi si trovano ripetuti, passando da valle a valle, mentre altri sono del tutto diversi, ma
di identica provenienza, ^ ^
Cosi, se dai comuni passiamo ai
singoli villaggi e penetriamo nel vallone di Pramollo, troviamo il »lesone seguente, in parte identico, m
parte diverso da quello delle borgate di Massello ad es., ove i soprannomi sono stati cercati in parte
fra gPinsetti, che invece non troviamo in quelli di Pramollo,
Gli abitanti del capohiogo, la Ruà,
erano detti cc li pavun » (i pavoni);
quelli dei Buciard, tc la vessa » (»
cani); ciucili dei Buciardun,
gialiic » (i galletti); quelli dei Bös,
cc li cuvis » (quei che covano la casa?); quelli del Clot, et lì bérrà » (i
montoni); quelli di Feugiù, « li
lup » (i lupi); quelli dei Micialet,
tc la vuélp » (le volpi); quelli dei
Piene, tc li piuc n (?); quelli di Pomian, cc la canaglia » (le canaglie);
quelli dei Ribet, cc li curbas o curnaglias » (i corvi).
Questi sono i soprannomi con cui
si denominavano, ancora al princi
pio di questo secolo, i villaggi del
comune di Pramollov.Mentre quelli concernenti i luoghi abitati di
Massello, .-inch’essi oramai dimenticati, (a tal punto che abbiamo faticato a precisare cjueUi di due o
tre borgate) erano i seguenti; quei
del Campoiasalza erano chiamati
« la vu'élp » (le volpi); quei del Ciaberso tc la furmia » (le formiche);
quei del Brualacomba a la puélia »
(le pulci); quei del Porince « li
pougl » (i pidocchi); quei del Roberso « la vessa » (i cani); quei delle Alasse cc la lénguta » (le locuste);
quei di Grangiadidieri « li uérs »
(gli orsi); quei del Rocias ali dargnu » (gli storneUi); quei del Piccolo Passet cc li avógle » (i ciechi);
quei del Grosso Passet cc li curbas »
(i corvi); quei delle Porte tc la damma » (i bruchi); quei di Balsiglia
tc li ciamun » (i camosci).
Ma mentre questi epiteti sono oramai quasi unicamente un semplice ricordo di tempi tramontati, i
soprannomi di famiglia persistono
tenacemente ancor oggi e sono, in
Tempio del Ciabas
Si comunica che il Culto sarà celebrato nelle Domeniehe 17 e 24 Maggio, alle ore 15, in lingua italiana.
Il _24 Maggio (Pentecoste) celebrazione della Santa Cena.
loco, più noti dei nomi stessi o dei
cognomi.
Di tali soprannomi desideriamo
pubblicare un gruppo che riguarda’
alcune famiglie di Massello e che
sono stati estratti da Registri del
principio del XVIII secolo, oggi conservati dalla Chiesa valdese di Perrero.
Essi non sembrano quindi risalire che a due secoli fa; invece si può
essere certi che la maggior parte di
essi sonO'anteinori di almeno un ^secolo. Gran patte infatti di quelli riguardanti famiglie della valle del
Pellice che conosciamo, risalgono
almeno all’inizio del secolo precedente, come facilmente si può dedurre dai documenti, più numerosi
che possediamo, delle famiglie che
si stanziarono quivi, nella parte alta della valle soprattutto: documenti notarili risalenti al primo quarto
del XVII secolo. Ed è probabile che
il fenomeno si sia verificato, in modo analogo e più o meno contemporaneamente, in tutta la regione
montana del Pinerolese, Quella che
difetta è la documentazione: per lo
più non abbondante ed in generale
non pubblicata, e quindi di non facile consultazione, per la dispersione dei documenti ste^ nelle parrocchie e sale comunali deRe due valli.
Comune sia, quel che è interessante constatare, è il fatto che questi soprannomi sono sopravvissuti fino al giorno d’oggi e si usano tuttora per difl'erenziare individui e famiglie che hanno lo stesso nome e
che spesso abitano lo stesso villaggio. Per CUI si vede, nel loro sorgere spontaneo e nel loro tramandarsi da una generazione all’altra,
una necessità di differenziazione che
non meraviglia, se si tiene nel debito conto il fatto che in certi piccoli cornimi quattro o cinque cognomi raggruppano più della metà ed
anche i tre quarti della popolazione
locale.
Come fare quindi a differenziare
una famiglia da un’altra, o una .persona da un’altra, quando si tenga
conto anche della constatazione che,
nei .secoli passati, i nomi personali
erano pochi aneli’ essi, sempre gli
stessi, da una generazione all’altra
e nelle varie famiglie e parentele?
Quando si trovano nella stessa famiglia nonno, padre e figlio che hanno lo stesso nome, come potrebbe
non sorgere la necessità di distinguerli con mi appellativo, un soprannome, un nomignolo, che finiva poi
per diventare il nome distintivo di
tutti i discendenti della stessa famiglia?
Quei soprannomi sono di varia
natura: di alcuni di essi non riusciamo più a trovare il significato
che pur essi avevano in origine. Ma
quel che ci pare di poter constatare è che essi non avevano quasi mai
un significato veramente offensivo:
anche se oggi si arriva a dare, a
taluno di essi, un significato leggermente dispregiativo od ironico.
Vi sono dei soprannomi derivati
evidentemente dai caratteri somatici più appariscenti di un individuo
al quale per primo si applicò il soprannome : come quelli di « grand »
e di cc grò », ecc. ; altri hanno avuto
origine da una attività particolare,
non abituale nell’ ambiente, ' come
cc negassi », cc ferie » ; altri forse derivano dal nome di famiglia della
madre, passato ad indicare un membro della famiglia nella quale forse
il padre era morto giovane e tutto
il peso della famiglia era rimasto
sulle spalle della madre, come ad
es. ÍÍ giaime y> i altri ancora ricordano qualche particolarità di altra natura, come il luogo di abitazione,
ad es. cc ciatel », ecc. (segue)
T. G. PoNS.
AU’Ospedale di 5t. Loup, nel Cantone
dj Vaud, dipendente dalla Casa delle Diaconesse svizzera, è spirato ad 83 anni, dopo penosa malattia, il pastore Luigi Monastier. Era discendente da un’antica famiglia valdese originaria d’Angrogna. Suo
bisnonno era il pastore e professore Antonio Monastier. il ben conosciuto storico
valdese, stabilitosi a Losanna verso il 1825;
furono pure pastori della Chiesa Libera
del Cantone d} Vaud suo nonno Luigi e
suo padre Carlo, il quale fu poi nominato
professore e bibliotecario della Facoltà Li
bera di Teologia a Losanna, Egli stesso pa
store, ha trasmesso la preziosa eredità spi
rituale della famiglia al figlio Pietro, an
ch’egli pastore, attualmente all’opera nel
la chiesa riformata francese di Nîmes: ma
gnifica dinastia pastorale attraverso cin
(jue generazioni, derivata dall’antico ceppo valdese.
Luigi Monastier per lunghi annj svolse
la sua opera pastorale a Moudon, a Rolle,
altrove ancora. circondato dall’affetto e
dalla venerazione non soltanto dei suoi parrocchiani ma di tutta la sua Chiesa, per
la sua fede semplice e profonda ad un tempo, la sua vasta cultura, la sua piena consacrazione al proprio ministero. Aveva un
carattere benevolo e cordiale, vivacemente giovanile fino agli ultimi anni, grande
amico delle Unioni Cristiane dei Giovani,
uno dei primi animatori del Campo unionista di Vaumarcus. Era particolarmente
noto come musico insigne. appassionato
cultore 3 propugnatore del canto sacro. La
sua collaborazione agli Innari della sua
Chiesa, i suoi articoli di critica musicale
in vari giornali e riviste furono molto apprezzati.
Per tutta la vita conservò affettuosi le
gami con la sua patria d’origine, le Vali
Valdesi, alla cu¡ vita religiosa e civile s’in
teressò sempre vivamente. Si sentiva vera
mente valdese I anche sua madre, d’una fa
miglia Gonin. era originaria delle Valli
Ricordiamo l’ultima visiu da lui fatta a
Corsi di cultura
religiosa
La Tavola Valdese ha deciso che
anche quest’anno saranno tenuti
corsi di cultura religiosa in Torre
Pellice dal 3 al 22 Agosto p. v.
Tali corsi intesi alla formazione
di anziani evangelisti, sono aperti a
tutti coloro che desiderano arricchire le loro conoscenze in campo religioso.
Vertono sulla storia ecclesiastica,
sulla dogmatica, suU’esegesi, sull’omiletica, sulla polemica, sulla pedagogia religiosa, sulla pastorale.
I partecipanti al Corso possono essere ospitati al Convitto di Torre
Pellice a condizioni favorevoli.
Per chiarimenti ed iscrizioni rivolgersi al pastore Alberto Ricca, 49,
Via Serragli, Firenze.
Campo '"[uropa”
Vallecrosia, 9-24 maggio
Infornmzione e cultura:
1. LA MIA TERRA ED IL MIO POPOLO. (Ognuno si presenta, parila
della propria patria, di quelle ohe sono, a suo avviso, le ansie e le speranze del suo popolo).
2. LA CHIESA TRA LA MIA GENTE,
(a. Chiese storiche e movimenti settari; b. Le organizzazioni giovanili
religiose ; c. Il giovane nella Comunità).
3. EUROPA 1953. (Che fare per una intesa fra i popoli? Noi. qui presenti,
su che cosa fondiamo la nostra fraternità?).
4. CULTURA E VITA. (Situazione della cultura neU’Europa di oggi. Vi sono dei valori da salvare? Che fare?).
5. CONOSCIAMO CHI CI OSPITA: La
Chiesa Ev. Valdese
6. UN ESAME DI COSCIENZA SU
QUESTO CAMPO. (Significato del
tempo trascorso insieme. Profitto tratto da questo soggiorno. Cosa e come
potevamo fare meglio).
Lavoro biblico :
1. Abacuc 1: 1-4.
2. Abacuc 1: 5-14.
3. Abacuc 2: 1-4.
4. Abacuc 3: 1-19.
Itinerari :
Zona preistorica dei Balzi Rossi. Giardini di acclimatazione tropicale de La
Mortela. Visita a San Remo. Gite sulla Riviera dei fiori e nel suo retroterra
Avvertenza:- : ‘ ' ■ ' ’ ’ i"
Solo per i temi 3. 4, 5 avremo dei
relatori particolarmente designati. Per
i temi 1. 2. 6. nonché per il lavoro
biblico, contiamo sulla collaborazione
dei campisti.
LUIGI MONASTIER
Torre Pellice. nel 1947, con la sua signora,
Lily Schroeder, la fedele e valente compagna e collaboratrice di tutta la sua vita
pastorale; ed il vibrante messaggio espresso da lui al Sinodo, in compagnia ded’altro grande amico dej Valdesi, il pastore
Métraux, In tale occasione egli volle compiere un pio pellegrinaggio alla modesta
casa originaria della sua famiglia, a Buonanotte d’Angrogna; ove con profonda emozione egli senti di ritrovare l’origine di
queUa ispirazione sacra che aveva informato tutta la sua vita^
Un pensiero affettuoso e riverente vada
alla memoria di questo fedele Valdese di
oltr’Alpe.
A. }.
UN MESE AL MARE!
Casa VaMaae di Vallecraaia
Giugno 2-30
Turno misto - £tò: 6-15 anni. Quota:
L, 700 al giorno. {Soggiorno di riposo
e convalescenza. Vitto speciale. Educazione fisica. Non si accettano ospiti
per meno di dieci giorni).
Luglio 2-30
Colonia Maschile: Età: 6-12 anni. Quota: L. 450 al giorno.
Campo Cadetti: Età: 13-17 anni. Quota: L. 600 al giorno.
Agosto 2-30
Colonia Femminile: Età: 6-12 anni.
Quota: L. 450 al giorno.
Campo Cadette: Età: 13-17 anni. Quota: L. 600 al giorno.
Campo ferie : Per ragazze oltre i 17
anni. Quota: L. 900 al giorno.
Per informazioni o iscrizioni indirizzate:
Pastore Luigi Santini - Casa Valdese Vallecrosia (Imperia).
Coliegio ìlaldese - Esami
Gli esami della sessione estiva avranno
inizio, quest’anno, il giorno 3 giugno p. v.
e le domande d’iscrizione debbono pervenire -Jlla Presidenza dell’Istituto entro il
giorno 15 maggio.
Per gli esami di Ammissione alla Scuola
Media sono necessari i seguenti documenti:
a) domanda in carta da bollo da L. 24
(controfirmata dai genitori o da chi per
essi); b) certificato di nascita in carta da
bollo da L, 24 (legalizzato per i nati fuori
provincia;; c) certificato di rivaccinazione
o di sofferto vainolo in carta semplice (legalizzato per i nati fuori provincia); d) documenti di identità personale per le persone non note alla Presidenza; e) pagamento
delle relative tasse, come da prospetto visibile uell’atrio dell’Istituto.
Per gli esami di Licenza dalla Scuola Media, di Idoneità alla II e III classe, di Ammissione al Liceo, di Idoneità alla V classe del Ginnasio ed alla II e III Liceo, e
per ogni altro chiarimento concernente gli
Esami della prossima sessione, rivolgersi
alla Segreteria dell’Istituto. dalle 10,30
alle 12,30 dei giorni feriali.
Il Preside.
Doni ricevuti dal Cassiere
deila Tavola Valdese
SfiQOia Latina di Pomarelto
Le domande di iscrizione agli eso*
mi di Licenza e di Ammissione alla
Scuola Media presso la Scuola Latina di Pomaretto (Media Inferiore
legalmente riconosciuta) devono pervenire alla presidenza entro il 18
maggio p. V.
L’elenco dei documenti da allegare alle domande è affisso alValbo
dell’Istituto.
Per Rinunzia Arturo V’inay. Ivrea L. 6.000
A. C. y> 10.000
Antonio Curcio. Orsara » 8.000
Per Emeriti Enrico Corsani, Napoli, in mem. Jenny Corsani » 5.000
Per Collegio Gustavo Ribet » 5.000
Per Facoltà di Teologia Chiesa di Cosenza » 1.000
Per Istituto Gould
Dino Lui. in memoria Nonna » 1.000
Per Orfanotrofio di Torre Pellice Paimira Coccobi Lui. Mantova, in mem. diletta Mamma dipar- tita il t-3-1953 » 1.000
Per Orfanotrofio di Pomaretto Dino Costabello, in mem. Al- berto Costabello » 2.000
Paimira Cocconi Lui, Mantova, in mem. diletta Mamma, dipar- tita il 4-3-1953 )) 1.000
Per Ospedali Dino Costabello, in mem. Al- berto Costabello » 2.000
Mario Jahier, per Ospedale Tor- re PeUice » 2.500
Feste di canto
Domenica 10 maggio: ore 15: Festa di Canto delle Corali della Val 5- Martino nel
Tempio di Pomaretto. Prova d’insieme:
ore 14,15 nei locali del Convitto.
Domenica 17 maggio ore 15: Festa di Canto delle Scuole Domenicali deUa Val
Pellice nel Tempio di Torre PelUce, Prova d’insieme alle ore 14,15 nella sala sinodale.
Domenica 17 maggio ore 15: Festa di Canto delle Scuole Domenicali deUa Val San
Martino nel Tempio di Pinerólo. Prova
d’insieme alle ere 14,15 nel locale che
verrà indicato.
Le famiglie Pascal. Beri e congiunti di
Berte! Amandina
ved. Pascal
ringraziano cordialmente tutte le persone
che in un modo o nell’altro hanno dimostrato loro affetto e simpatia cristiana.
Chiahrano. 14 aprile 1953
Frida Marcoz, profondamente commossa
per la dimostrazione di affetto e simpatia
ricevute, esprime il suo vivo ringraziamento a tutte le persone che con la loro presenza o con scritti presero parte al suo dolore per la perdita del suo caro
Alberto
Un particolare ringraziamento al Ten.
Colonnello Inaudi. Ufficiali e Sottufficiali
del 4» Regg. Alpini Susa, al dott. Quattritrini per la pronta e continua assistenza, ai
Pastori Lebet e Vinay e comunità permanente di Agape, alla Guardia di Finanza
di Frali, alia Giovane Montagna ed al
Club Alpino Italiano di Pinerolo, a tutte
le Associazioni Sciistiche e particolarmente al Gruppo Boucle che aveva fondato
con tanto entusiasmo.
Les familles Bleynat, Charrier, Tron et
Gönnet, profondément touchées par les
nombreuses preuves d’affection reçues à
l’occasion du départ d’ici-bas de leur Mère
Villielm Marguerite
veuve Bleynat
désirent remercier vivement toutes les personnes qui par leur présence aux funérailles, ou par écrit, on en envoyant des fleurs,
ont voulu leur témoigner de la sympathie
dans le deuil.
Perouse Arg. (Brancà, 23 avril 1^53
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4
L’EOO DELLE VALLI VALDESI
D
Angrogna ( Capoluogo )
La domenica 12 aprile la nostra Unione
delle I^dri ha offerto ai catecumeni neoconfermati un simpatico trattenimento al
quale hanno pur collaborato un certo numero di bambini ed un gruppo di giovani
del Martcl, dei Malans e zone limitrofe che'^
hanno recitato un commovente dramma
avente per argomento l’amore e l’abnegazione di una madre per la sua bambina.
A tutti rivolgiamo ancora un vivo grazie.
La domenica 26 aprile nel corso della
assemblea di Chiesa che ha avuto luogo durante il culto il Pastore ha dato lettura della relazione morale e finanziaria circa la
attività • svolta sotto molteplici forme nella
nostra Comunità durante questo anno ecclesiastico, Sulla questione della nostra
nuova sala alcuni membri prendevano la
parola ed insieme abbiamo preso importanti decisioni. Quali delegati alla prossima
Conferenza Distrettuale venivano nominati i fratelli Guido Coisson (Bruere) e Leo
Coisson (Giovo); quale delegato al Sinodo
veniva nominato il sig. Lorenzo Monnet
(Giovo). Venivano pure nominati quali revisori dei conti i sigg. Silvio Bertin (Prassuit) e Silvio Chauvie (Giovo).
Domenica 26 aprile nella frazione Sea di
Angrogua i nostri fratelli Davide e Margherita Bonnet, circondati daj loro familiari e parenti hanno celebrato le loro nozze di dianiante. Ci rallegriamo vivamente
con loro e domandiamo di cuore al Signore di benedirli in ogni cosa come sinora li
ha benedetti.
Non si può dire certo che in questi ultimi tempi le nostre tre Unioni Giovanili
siano rimaste inattive. Abbiamo ricevuto
con piacere ad Angrogna le Unioni di Torre Pollice (Centro) e dei Coppieri ed abbiamo reso visita alle Unioni di Bobbio
PeUice. di Prarostino. di Perreru. di Pomaretto. dei Chabriols e dei Coppieri, che
ringraziamo per la loro affettuosa accoglienza. Il Signore benedica questi incontri fraterni e li faccia concorrere al bene spirituale di noi tutti. e. a.
Luserna San Giovanni
Visita missionaria. La Sig.na Anita Gay,
missionaria al Gabon, ha visitato la nostra
comunità; ha parlato agli alunni della
scuola domenicale, alle Madri ed alle Giovani. Il suo messaggio è stato molto apprezzato dalla comunità.
Attività giovanile. L’unione ha ricevuto
la visita gradita del pastore Franco Som' mani e dello studente Mario Miegge; quest’ultimo ha parlato dell’annunzio dell’Evangelo in Ciociaria. Vivo l’interesse destato dai due visitatori.
Filodrammatica. Il 26 aprile il gruppo
filodrammatico dell’U.G.E. ha interpretato Esami di maturità, di L. Fodor. La fine
commedia ha trovato ottimi interpreti in
tutti gli attori che hanno dimostrato di
sentire la loro parte. Accanto agli anziani
che hanno confermato il loro valore, un
gruppo di giovani esordienti ha dimostrato di saper tenere bene il loro posto. Successo pieno; applausi a scena aperta. Grazie ad attori e organizzatori.
Visite pastorali. Abbiamo avuto il privilegio, nel corso degli ultimi mesi, di
udire il messaggio dei pastore E. Ayassot,
—F, Sommani, G. Bertinatti e dott. Italo
Mathieu.
Nozze. Il giorno 11 aprile è stato celebrato il matrimonio di Alessio Renzo Jalla, di Clemente e Besson Ida, con Lina
Fenouil, di Emanuele e Maurino Caterina.
Agli sposi rinnoviamo gli auguri di una
vita santificata dalla benedizione dell’Eterno.
I nostri lutti. Il 31 marzo abbiamo accompagnato al campo del riposo la salma
mortale del nostro fratello Tourn Giovanni Davide di anni 76, grande invalido del
lavoro, deceduto alla Brinerà.
L’8 aprile terminava, al Rifugio Carlo
Alberto, la sua corsa terrena la Signorina
Adelina Selli,
il 9 aprile il Campo del riposo accoglieva i resti mortali del nostro fratello
Beux Aly fu Paolo deceduto al Rifugio
Carlo Alberto, in età di anni 81.
II 28 aprile avevano luogo i funerali
della sorella Goss Margherita ved, Malan,
deceduta a Luserna in età di 75 anni.
Il pastore R. Jahier ha espresso, nel corso del culto di domenica 19 aprile, la simpatia della nostra comunità ai familiari
del giovane V. Planchon, deceduto in Uruguay.
A tutti ricordiamo le parole della speranza cristiana: Sono stato morto, ed ecco,
sono vivente nei secoli dei secoli. E tengo
le chiavi della morte e del sepolcro.
Ferrerò - Maniglia
La Chiesa è riconoscente al Fratello Oreste Canal il quale avendo avuto la fortuna
di passare qualche mese a New York presso
il figlio ed il fratello, gentilmente si è fatto promotore dj una sottoscrizione per le
riparazioni del Tempio di Ferrerò presso
quei nostri Fratelli ed amici secondo l’elenco che segue: Mr. Henry Ghigo, en mémoire de sa compagne Jenny doli. 10; Mr.
Oreste Canal doli. 2; Mr. et Mrs. Camille
Hirn, in memoria del fratello Enrico Menusan doli. 23; i signori Hirn. in memoria dello stesso Congiunto, quest’estate in
occasione della loro visita alle Valli avevano già versato L. 5.000; Mrs. Clementine
Reynaud doli. 10; Lidia Clot e Celina Tron
in memoria del loro fratello Giovanni Tron
doli. 20; Mrs. Lidia Menusan in memoria
di papà e mamma doli. 10; Enrico Ferrerò doli. 5; Humbert Revel doli. 5; Benja
mln Bons en mémoire de sa femme Lydie
doli. 10; Louise'Beyrot doli. 5; Julie Baridon doli. 1 > Julie Marcosano doli. 1 ; Ermelina Domaine doli. 2; Jeanne et Clément Bons doli. 5; Lisette Broglio doli. 2;
Bierre Allio doli. 1; Ada et Félix Canal
doli. 2; Elena et Félix Canal dol. 10; Louise F. Carré e Letizia Bpns, in memoria
del papà doli. 10 ; Mr. et Mrs. J. F. Rostan.
Valdese, in memoria di Giov. e Susanna
Ghigo doli. 25; Henriette Tiele doli. 1;
Henry Bascal doli. 1; Louise Martinat doli.
2; Marguerite Viglielmo doli. 1; Emile
Bons doli. 2; Robert Bertin doli. 2; Adélaïde Micol doli. 3; Mr. Alfred Janavel,
Fasteur doli. 2; Eléonore Micol doli. 1;
Adriano Masi doli. 2; Fauline Zecca doli.
1; Irène Magy doli. 5; Da una Società
Missionaria di Chicago a mezzo Signora
Malvina Rostan L. 5.950. Sempre da New
York, abbiamo ricevuto, tramite l’Anziano
Mr. Emile Bons per le riparazioni del Tem.
pio di Maniglia: Mrs. Margot Reynaud
dall. 10; Mrs. Evelyn Cavalli dol. 2; Mr.
Emile Pons doli. 10. Ringraziamo cordialmente tutti.
La Barroechia ha avuto la gioia di avere
la visita della Missionaria Sig.na A. Gay
la quale con conferenza e proiezioni lumi
uose ci ha dato delle interessanti notizie
dell’opera medico-spirituale presso le po
polazioni pagane nell’Africa Equatoriale;
e quella dei giovani delle Unioni dei Mar
tel-Jourdan di Angrogna Centro capeggia
ti dalla Signora Aime i quali ci hanno da
to una bella serata anche con canti e mu
sica: vivi ringraziamenti all’una ed agli
altri per la loro gradita visita.
Anche la gioventù di Ferrero-Maniglia
si è ancora prodotta ultimamente in ima
riuscita serata che. a causa dell’indisposizione di qualche giovane, non ha ancora
potuta essere ripetuta.
Battesimo: Collet Irene di Oreste e di
Alina Foet, Grangette. « Lasciate i piccoli
fanciulli venire a me » ha detto il Cristo.
Funerali: Dopo anni di malattia che si
era aggravata e complicata in questi ultimi
tempi ci ha lasciati per la Fatria Celeste H
nostro fratello Feyran Emanuele. Forengo, di 75 anni; un redivivo: era rimasto
trentasei ore sepolto sotto la neve, del disastro del Bet. 1904. Indisposta da anni,
dopo pochi giorni di acute sofferenze, la
nostra sorella Bertet Amandina ved. Bascal, Ribetti, di anni ^2. originaria di Inverso Finasca, madre dell’anziano E. Bascal del Forengo. è passata dalla Chiesa militante alla Chiesa trionfante. Alle famiglie nel lutto e nel pianto ricordiamo :
« Io. ha detto Gesù, sono la risurrezione
e la vita ».
Torino (corso Vittorio)
1 culti della Settimana Santa sono stati
frequentati da assemblee compatte c raccolte nelle quali si notavano numerosi estranei. Al culto della Domenica delle Falme hanno fatto le promesse della Confermazione: Bachstadt Erica, Bert Andreina,
Gaiydou Fausta, Gonnetto Mima, Vertù
Elisa, Vigliano Elena, Cialliè Franco, Granito Giorgio, Henking Alberto, Mercurio
Bruno, Pons Ezio, Sellari Bruno. Essi hanno dato prova di una buona preparazione
dottrinale; sia tutta la loro vita un servizio a Cristo loro Signore e una preparazione per le mète eterne!
La Corale ha eseguito, al culto di Fa
squa, con arte e sentimento, sotto l’esperta direzione della sig.na Turck. un bellissimo coro di V. Sommani. accompagnato all’organo dal prof. M. Ferrerò.
Nella Settimana Santa sono stati tenuti
tre culti interecclesiastici presieduti dai Fastori B. Saccomani, F. Bosio. G. Bertin.
La Santa Cena è stata celebrata nel tempio il Giovedì Santo e la Domenica di
Fasqua. e all’Ospedale S. Luigi e all’Ospedale Evangelico per gli ammalati evangelici ivi degenti.
Torino ha il privilegio di una predicazione ricca e varia. Rivolgiamo un vivo
ringraziamento ai Fastori di fuori che da
Matale a oggi ci hanno rivolto con efficacia il messaggio della parola della Vita:
Luigi Marauda, Jahier Roberto. Nisbet Roberto, Achille Deodato, Severino Zotta,
Bouchard Gustavo. Siamo particolarmente
grati al Sig. Moderatore per la sua buona
visita.
Sotto gli auspici della L.G.V. e della
Ass. Varaglia il Pastore Carlo Lupo ha
tenuto lunedì 30 marzo nel salone di Corso Vittorio una conferenza sul tema: «Motivazioni religiose della pace tra i «popoli ». Da molti anni l’annuncio di una conferenza serale non aveva più atti'-ato tanto
pubblico! L’oratore, con vigoria di pensiero e con forza di espressione e di convincimento ha tenuto viva l’attenzione dell’uditorio su di Un problema di grande
attualità che trova la sua soluzione solo
nel superamento dei contrasti mediante l'elevazioiie spirituale di ognj singolo individuo e l’impegno personale con Cristo.
Gli applausi prolungati e la conversazione
sino a tarda ora hanno detto l’approvazione e la riconoscenza degli ascoltatori.
Che Dio conceda salute al caro Faslore
Lupo e gli conservi potenza di fede per
l’edificazione di molle anime!
Matrimoni: 4 aprile: Armand Base Ruben con Gai Anna. 6 aprile: Giangrasso
Salvatore con Spini Bianca.
« E’ la casa un paradiso quando c'è il
Signor ».
L’annuo grande BAZAR-ESF03IZIONE
DI BENEFICENZA della Società di Cucito Dorcas avrà luogo tabato 9 maggio.
E’ opinione comune che i Bazar siano solo
per le borse ben fomite. Non è vero. Vi
sono molti oggetti, utilissimi, alla portala
di tutte le borse. Tutte le farniglie della
comunità sono dunque attese!
L’ultimo Veneri di ogni mese, alle ore
21. il Fastore valdese presiede mi culto
per i Battisti ed i ; Valdesi riuniti, nella
Cappella Battista dj Via Elvo. Siamo grati
alla Chiesa Battista di Torino per questo
segno di fraternità.
Dipartenze. 19 manto: Ricca Margherita
ved. Gay, di anni 78. Addormentatasi nel
Signore dopo lunga infermità,
14 aprile: Scatena Dante di Armando e
di Segreti Brmia, angioletto tornato al cielo dopo soli due mesi di vita quaggiù.
18 marzo: Luigi Omodeo, preside di Istituto Magistrale. Da pochi mesi a Torino
ci rallegravamo dj averlo nella nostra comunità, md la malattia che da lungo tempo lo minava l’ha tolto alla famiglia, al
suo Istituto e alla Chiesa. Scolaresche al
completo e molti professori hanno assistito al servizio funebre celebrato nei cortile
dell’Ospedale Evangtelico. Un professore
espresse i sentimenti dj affetto e dj gratitudine dei colleghi e degli studenti. Nel
tempio metodista di Bassignana studenti e
professori si raccolsero intorno alla salma
del loro amato ex-Freside. e ascoltarono
la Farola della Vita annunciata dal Fastore Metodista.
Alle famiglie nella prova diciamo da
parCe^ del Signore : « Il vostro more non
sia turbato e non si sgomenti ».
F. U, V. - GruppQ Valli
lillDgif
Ascensione, 14 maggio 1953
FROGRAMMA:
ore 10 Culto al Martel
» 11 Salita in gruppo alla pineta di
Rognousa
» 12,30 Franzo al sacco alla fontana di
Malatracia
» 14,30 Frogramma ricreativo a cura delle Unioni partecipanti
» 16 Giochi, competizioni e canti
» 18 Chiusura.
Tutti ad Angrogna, il giorno dell’Ascen
sione!!!
Rorà
La settimana di Fasqua è stata caratte
rizzata dalle eccezionali assemblee del ve
nerdi santo e della Fasqua. Molti roren
ghi lontani sono rientrati provvisoriamen
te in patria ed hannos fraternizzato con noi.
Il venerdì santo Ubiamo accolto quali
membri di chiesa Benccchio Edy, Morel
Gemma. More] Arturo. Mourglia Felice,
Tourn Luigi. Formuliamo l’augurio che
questo piccolo nucleo dj confermati possa
essere nella comunità rorenga una luce posta in alto che illumina le anime dej confratelli e delle consorelle in fede.
La sera di Fasqua, il Fastore Geymet ha
rivolto un messaggio alla comunità nella
sala della gioventù. Egli ha proiettato alcune filmine concernenti l’opera dj sua
madre e rievocandone la figura. La signora Geymet ha lasciato un ricordo di operosità e di dedizione alla Causa, sul terreno religioso e sociale. Siamo grati all’antico conduttore della parrocchia ed alla signora per la loro apprezzata visita e formuliamo per loro un ministero benedetto
in mezzo della comunità villarese.
Ln gruppo di amici del C. A. I. dj Torre Fcllice, guidati dal geometra Mantelli,
ha offerto una serata ricreativa ai rorenghi.
Siamo riconoscenti a questi sostenitori della « Fro Rorà » e li ringraziamo di cuore.
La domenica 19 Aprile alcuni amici di Torino: Dario Varese, Aldo Garrone ed il signor Losca lianno intrattenuto il pubblico
delle Fucine e di Rorà nel pomeriggio ed
alla sera con la proiezione d’un bellissimo
film. Siamo loro grati per questa loro iniziativa simpatica e ci auguriamo di rivederli ancora.
L’anziano Aldo Tourn ha sostituito il
Fastore la domenica 12 aprile. Cj rallegriamo molto della sua collaborazione e
gli diciamo un grazie di cuore.
Rodoretto
Dimanche 8 mars, nous eûmes le plaisir
d’avoir la visite de Mr. et M.me Nisbet.
Le pasteur Nisbet présida le culte et parla
sur le thème: «Le chrétien et le travail».
Au culte du Vendredi-Saint ont été admis à faire partie de l’Eglise les catéchumènes suivants: Barai Mafalda de Enrico
(Serveil); Fascal Renata de Beniamino
(Fontaines); Tron Olga de Ernesto (Champ
du Clot); Barus Attilio, de feu Cesare
(Fontaines) ; Fascal Valdo de Fietro Enrico (Fontaines). A ces jeunes nous rappelons la recommandation de l’apôtre « Revêtez-vous Je toutes les armes de Dieu ».
A été baptisé: Tron Roggero de Walter
et Meytre Rosalda. Dieu bénisse cet enfant ainsi que ses parents.
Le lundi 16 avril les Fontanins. accompagnés de nombreuses autres personnes,
conduisaient au lieu du repos un des doyens: Mr. Bons Luigi Daniele, âgé de 85
ans. Mr. Bons Luigi avait été ancien du
quartier pendant 15 années. Nous disons
toute notre sympathie à la famille affligée
et rappelons les paroles de l’écriture « J’ai
combattu le bon combat, j’ai achevé la
course, j’ai gardé la foi ».
Pramollo
I nostri scomparsi
A diverse riprese, nel corso di queste
ultime settimane, la nostra Comunità è
stata visitata dal lutto. Il 9 febbraio si è
addormentata nel Signore Peyronel Cesarina, di anni 84. ed esattamente un mese
dopo, il 9 marzo, il compagno della sua
vita, Peyronel Giovanni Giacomo., di an- ni 89, delle Case Nuove dei Fellenchi.
Essi ci hanno lasciato quasi contemporaneamente dopo di avere lungo camminato insieme e di avere, durante 65 anni
di vita coniugale, condiviso molte gioie
ed anche non poche prove. Le loro spoglie
mortali riposano ora l’una accanto all’altra nel .'imiterò della Ruata.
L’8 marzo abbiamo dovuto separarci da
Beux Leontina Ved,, dei Bosi, deceduta
nel suo 70.0 anno di età. dopo breve malattia; il 12 aprile da Beux Guido Massimo, dei Fellenchi, rapitoci nel pieno vigore delle sue forze all’età di 33 anni,
dopo lunghi mesi di gravi sofferenze sopportate con cristiana fede; ed il 22 aprile
da Long .Ilessio, fu Giacomo, dei Fellenchi, serenamente spentosi nel suo 79.o anno, dopo tutta una vita dedita al lavoro
ed alla famiglia.
Ai fratelli ed aUe sorelle che piangono,
rinnoviamo l’espressione della nostra sincera simpatia cristiana ed invochiamo su
di loro l’assistenza di Colui che può confortarci in ogni nostra afflizione.
La sera del giovedì santo è stato ammi
nistrato il battesimo al piccolo Renzo, di
Ettore e Giulietta Sappè. della Ruata.
La grazia del Signore riposi sempre su
questo bambino e sulla sua famiglia.
Hanno confermato il voto del loro battesimo e sono stati ammessi quali membri
comunicanti, la domenica di Pasqua: Beux
Alma, Long Adele. Long Alina, Long Gustavo, Reynaud Sergio, Sappè Mario.
Ringraziamo vivamente i diversi amici
che sono venuti a farci visita ultimamente:
il Pastore Giovanni Bertinatti che ha presieduto il culto la domenica 15 marzo, i
giovani della filodrammatica di Pomaretto
che sono saliti quassù il 22 marzo e ci
hanno tatto passare un magnifico pome.riggio e la Missionaria Anita Gay ed il
Prof. Ernesto Tron che la sera del 17 aprile sono venuti a parlarci dell’opera missionaria nell’Africa Equatoriale Francese.
Un grazie di cuore anche al Pastore
e Signora ed ai membri della Chiesa di
Massello per la fraterna ed ottima accoglienza fatta ai giovani della nostra filodrammatica, in occasione di una loro visita lassù.
San Germano Chisone
U giorno di Pasqua si sono avvicinati,--,
per la prima volta, alla S. Cena j 33 giovani e giovanotte che. finito il loro corso
quadriennale di istruzione religiosa, erano
stati Confermati la'domenica delle Palme.
A Pasqua la nostra chiesa si è rivelata insufficiente a contenere la massa dei fedeli,
alcuni dei quali hanno dovuto, con rammarico, far ritorno alle loro dimore senza
aver potuto partecipare al cullo. Peccato
che l’uditorio numerosissimo delle grandi
occasioni non possa essere suddiviso razionalmente in altre domeniche dell’anno!
La sera del 22 Aprile una buona assemblea ha ascoltato, con molto interesse, la
conferenza della sig.na Anita Gay reduce
dal campo dj missioni del Gabon. La sua
conferenza, illustrata con proiezioni luminose, ci ha trasportati nel cuore dell’opera
missionaria in Africa. La ringraziamo per
il messaggio che ci ha portato.
La nostra annua vendita di beneficenza
del 19 Aprile ha dato un buon risultato e
ci ha permesso di aumentare ulteriormente il nostro fondo per la costruenda nuova
sala parrocchiale. La Commissione per la
raccolta dei fondi prosegue nel suo giro di
visite alle famiglie della chiesa per richiedere un impegno finanziario triennale e
spera di terminare il suo compito entro
maggio con risultati cosi soddisfacenti da
permetterci di pensare alla concreta realizzazione di quella costruzione indispensabile per il potenziamento delle nostre attività.
Matrimonio. Maero Cesare (Pralarossa)
e Long Lidia (Tagliarono). Agli sposi
stabilitisi nella parrocchia di Prarostino, i
nostri migliori auguri.
Funerali. Nel corso dei primi giorni di
Aprile abbiamo accompagnato alla loro ultima dimora, i resti mortali di ben quattro
nostri fratelli in fede. Peyronel Maddalena
Cesarina, originaria di Pramollo. spentasi
all’Asilo dei Vecchi nella tarda età dj anni
88. Revel Giovanni Enrico (Villa) di anni
88, decedtuo dopo lunghi mesi di infermità. Fornerone Anna Maria (Villar Porosa)
deceduta improvvisamente all’età di 74 anni. Bouvier Clementina n. Soulier (Costabella) spentasi all’età di anni 81.
Alle famiglie colpite dal lutto, rinnoviamo l’espressione della nostra simpatia cristiana.
Torre Pellice
Domenica 12 aprile, si riunì, subito dopo il culto, sotto la presidenza dell’avv.
Ettore Serafino, vice presidente della Commissione Distrettuale l’Assemblea di Chiesa per la riconferma o meno del Pastore
Sig. Ayassot.
Fu per noi una grande gioia il vedere
con quale senso di responsabilità i Valdesi di Torre Pellice risposero all’invito:
tutti i banchi della Chiesa erano occupati;
ci pareva di sognare, abituati come eravamo ad avere quelle assemblee di 70 o 80
fedeli al massimo. Hanno infatti votato 361
su 393 elettori iscritti.
Questa responsabilità chg i membri elettori di Torre Pellice hanno voluto e saputo assumersi in questa circostanza non è
fatto da trascurarsi. L’antica fiamma valdese non è spenta ancora? Hanno capito
i Valdesi di Torre che per essere membri
di una Chiesa non bastg frequentare più
0 meno saltuariamente i culli domenicali
ma bisogna veramente vivere la vita di
Chiesa partecipando a tutte le sue attività?
Lo vogliamo sperare e — perchè no? —
additare l’assemblea di domenica aH’esempio e monito ai nioltj che considerai,«, co
me cosa ormai superata l’autonomia delle
Chiese.
Le elezioni si svolsero regolarmeuic ed
1 voti quasi all’unanimità furono favorcvoli al Pastore Ayassot che potè cosi avere
una chiara prova di quanto egli sia amato
e stimato nella Parrocchia per il lavoro veramente vasto che egli ha svolto nel primo
settennio del suo ministerio fra noi. Da
queste colonne auguriamo a lui cd alla sua
gentile Signora ognj bene per il secondo
settennio di permanenza in questa cittadina valdese e preghiamo Iddio che voglia
aiutarlo e guidarlo in un lavoro spirituale
sempre più profondo in mezzo a noi
E. B.
Villar Pellice
Il Signore ha richiamato a sè il 19 marzo
u. s. la nostra sorella Davit Maria ved. Garnier del Meynet di anni 79.
Decedette alla Gorgia, presso la famiglia
Davit che fraternamente la ospitava, e dove
era scesa dalla sua residenza del Meyne! all inizio della malattia che doveva portarla
alla tomba.
Soffri a lungo e crudelmente ma sopjjurtò stoicamente i .sudi mali ed offrì à quanti la circondavano lo spettacolo di una fede vivente.
Dalla lontana Marsiglia accorse per assisterla in quest’ora solenne, ia sua figiiola.
La Chiesa ha tributato alle sue spoglie
mortali le estreme onoranze ed ha circondato con viva simpatia la famiglia in lui lo.
L’il aprile rispondeva al grande appello
Negrin .innette ved. Michelin Salomon di
anni 87, del quartiere dei Garin.
Anch’essa viveva sola e furono i suoi
viidni di casa a curarla con affetto fraterno
ammirevole, dandosi il cambio giorno e
notte nella sua casetta e accanto al suo
letto. Da Parigi potè accorrere poi la sua
figliuola Ivonne Gay e assisterla durante
gli ultimi tempi della malattia.
Mostrò fino aU’ultiino una bella fede serena e sicura come possedettero tanti nostri vecchi di un tempo e si spense a poco
a poco, senza sofferenze e senza scosse.
_In occasione delle estreme onoranze rese alle sue spoglie mortali la chiesa le offri
una bella testimonianza di stima e dj affetto.
Al Rifugio Carlo Alberto di San Giovanni dove era ricoveralo da qualche mese, decedette il 22 marzo 1953 Janavel
Giovanni di anni 77, del quartiere del Ciarmis. Il servizio funebre venne presieduto
dal pastore G. Bertinat e vi parteciparono
alcuni rappresentanti del Villar. Egli parli senza lasciare dietro a sè dei parenti
prossimi e lasciò le sue sostanze al Rifugio Carlo Alberto.
Direzione e Redazione: Fast. Ermanno
Rostan - Via dei Mille 1 - Pinerolo Telef. 2009.
Autorizzazione Decreto 27 - XI - 1950
Tribunale di Pinerolo
Tip. Subalpina, s. p. a. . Torre Pellice
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