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DELLE VALLI VALDESI
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Quindicina!e
della Chiesa Valdese
" Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quali avete peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo „.
,i^ano LXXXiri — Num. 12
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ABBONAMENTI
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£co: L. 600 per l’interno Eco e La Luce; L. 1000 per Tinterno j Spedii, abb. postale II Gruppo
L. 1000 per l'estero
La 1G0O per l'estero ¡ Cambio d'indirizzo Lire 30« —
TORRE RELUCE — 5 Giugno 1953
Ammin. Claudiana Torre Pelliee - C.C.P. 2-175.W
SILÌCIO PONS
HO VINTO!
L’ora del Golgota s’awicina, e, con
essa gli ultimi insulti e il martirio
e la crocifissione del Maestro. La croce. il Calvario, tutto già si profilava
davanti ai suoi occhi, perchè « Gesù
sapeva tutto quello che gli doveva accadere » (Giov. 18: 4). E, in quel
momento stesso, lui che avrebbe dovuto essere consolato, diventa il Consolatore, consolatore di coloro stessi
che l’avrebbero pianto, ma che, pure. l’avrebbero lasciato, solo, abbandonato!
In quel momento. Lui, vuole, una
volta ancora, essere il Consolatore.
« \el mondo, dice ai suoi discepoli,
avrete tribolazioni; ma fatevi animo: io ho vinto il mondo ».
'( Ho vinto! »
Ma come poteva Cristo, quel Cristo morituro, quel Cristo che sarebbe stato schiaffeggiato dalle guardie,
rinnegato da Pietro, legato dal sommo sacerdote Anna e rimesso prigioniero nelle mani de) gran sacerdote
(baiala, qvxel Cristo a cui la folla avrebbe preferito il sedizioso Barabba, che sarebbe stato flagellato da
Pilato, coronato di spine dalle mani crudeli e sanguinarie di semplici
stranieri soldati, che lo schiaffeggeranno, come poteva Egli proclamare
di aver vinto, di aver vinto il monao ?...
Per comprendere le parole del
Cristo dobbiamo renderci conto della netta visione che Egli aveva della
sua ineluttabile fine, fine ignomignosa, per gli altri, fine vergognosa,
per i colpevoli, ma, per Lui, agnello di Dio, il più grande di tutti gli
.innocenti che la crudeltà umana ab'bia sacrificati, per Lui, la morte sulla croce rappresentava la glorificazione, la vittoria, il grande misterioso trionfo del Golgota. Il Golgota è,
per Lui, e per l’Iddio Padre Suo,
trionfo e gloria. Il Golgota segna, deve segnare e sempre segnerà, una
delle massime definitive tappe, non
solo Sue, o di Dio, direttamente e
soltanto, ma dell’umanità e del cosmo tutto quanto. Udite il Suo canto
di celeste gloria, la sera dell’ultima
cena: « Ora è stato glorificato il Figliuol dell’Uomo, e Dio è stato glorificato per mezzo di Lui... ».
La via della croce era dunque la
via della Sua e Loro glorificazione:
vittoria di Dio, trionfo di Dio, in Cristo, conseguenza della sua personale vittoria sul mondo. Egli aveva
vinto, Dio aveva vinto, Dio e Cristo
vinceranno, perchè la lotta di Dio e
di Cristo continua e continuerà fino
al totale avvento del Regno di Dio in
noi, in ciascuno di noi, in ogni uomo, fino alla salvazione universale,
al di là del tempo e dell’età. E se la
lotta continua, è perchè essa, come
per quella condotta da Cristo fino
alla vittoria, deve trionfare non in
ciò che il mondo ha di mutevole e
di effimero, di passeggero e di transeunte, ma in ciò che ha di vilmente
connaturato alla sua stessa naturalità inferiore, affinchè la sua superiore natura di creatura del Creatore
appaia in tutta la sua trionfante purezza, bontà, bellezza, fatte « ad
immagine Sua ». Solo allora sarà il
definitivo trionfo. Trionfo di quel
Dio che « è Amore » infinito, totale,
assoluto, e per tutti, amore. Carità,
Paternità somma, Provvidenzialità
assoluta.
Allora sarà la vittoria « che ha
vinto il mondo ». Non vittoria sulle
debolezze più inerenti all’umana
natura, soltanto; ma vittoria su quanto è contro natura, cioè contro Dio,
suo Creatore; non vittoria soltanto
su quanto la debole carne suggeri
sce, ma vittoria su quanto, specialmente, cerca di vincere, e vince, persino « lo spirito che è forte »! « Lo
spirito è forte, ma la carne è debole », ha detto Paolo, eppure quante
volte è lo spirito stesso che è vinto:
è vinto dall’odio, che è contro natura e contro Dio; è vinto dalla menzogna, che non può essere in « Dio »
che « è verità »; è vinto da ogni umana malvagità, opposta ed inconciliabile con Dio che, secondo Cristo
stesso è « il solo buono ».
Amor vince ogni cosa
« Amor omnia vincit », diceva la
latina antica sapienza, e lo diceva
perchè non poteva sxipporre, nè immaginare, che potesse essere il diabolico odio a vincere ogni cosa. Per
(¡uesta stessa ragione Giovanni, il
più cristico degli apostoli, « colui
che Gesti amava » ha potuto scrivere: « Tutto quello che è nato da Dio
vince il mondo ». Dal che possiamo
desumere che tutto quello che vien
dal Maligno non vincerà mai. E a!
capitolo 4, vers. 4, della La Epistola sua, Giovanni dice ancora; « Voi
avete vinto... perchè Colui che è in
voi è più grande di colui che è nel
mondo ». Ecco perchè vince e vince*rà sempre colui eli'é fi'à in sè Riddi»
di potenza e d’amore, non colui che
alberga nel suo cuore lo spirito tentatore, vinto da Cristo e che può e
TROPPA FRETTA 1
Non sono trascorsi nepjjure tre
anni dacché venne proclamato il dogma della Assunzione di Maria al cielo, e già gli appassionati del culto
a Maria ricominciano ad agitarsi per
ottenere un quinto dogma: quello
di Maria mediatrice!
Ne tratta diffusamente Benny Lai
in un articolo nella rivista « L’Europeo » del 21 Maggio, riferendo una
sua intervista col Padre Gabriele Maria Roschini, il quale è considerato
uno dei maggiori Mariologi d’Italia.
Che il dogma venga.,, non c’è dubbio per il Roschini. Si tratta solo di
vedere se convenga proclamarlo ora,
a cosi breve distanza da quello dell’Assunzione, ovvero .se non convenga aspettare un poco. « La questione, scrive l’Autore, dev’essere ancora studiata attentamente e vista so])ratutto in funzione della sua utilità ». ,
Noi credevamo che la Chiesa Romana si dovesse preoccupare, nel
proclamare un dogma, cioè una « verità immutabile », essenzialmente di
accertare se corrisponda o meno alla Rivelazione data da Gesù Cristo.
Ma, a quanto pare, la verità verrebbe proclamata « in funzione della
sua utilità ».
Che il dogma venga, è cosa fatale: e, dopo questo, ne verranno un
sesto ed un settimo ecc. fino a fare
di Maria la quarta persona della...
Trinità. Fatalmente, perchè la logica delle premesse teologiche è tale da costringere a percorrere la via
fino in fondo. Si tratta solo di stabilire il momento in cui la proclamazione appaia più « utile ».
Siamo però curiosi di sapere quale interpretazione (senza dubbio geniale) verrà data per esempio alla
parola molto imprudente dell’Apostolo Paolo il quale ha affermato:
« V’è un solo mediatore fra Dio e
gli uomini, Cristo Gesù uomo, il
quale diede se stesso qual prezzo di
riscatto per tutti... » (I Timoteo 2:
5). P. B.
deve essere « vinto da tutto quello
che è nato da Dio ». Perciò, se noi
abbiamo veramente « in noi Colui
che è più grande di colui che è nel
mondo », abbiamo già e sempre, in
potenza, la vittoria, abbiamo già e
sempre la vittoria allo stato potenziale.
Ma occorre averlo « in noi », sempre, poiché il nemico è dovunque e
sempre agguerrito, ed è ove meno
si pensi. E’ nascosto forse nella nostra stessa casa: « I nemici dell’uomo saranno quelli stessi di casa sua »,
ha detto Cristo. La discordia, la divisione, la guerra, e fors’anche (indicibile a dirsi, impossibile a credersi!) lo stesso odio si insinuerànno nelle comunità religiose, nelle chiese
stesse, anzi specialmente lì, e specialmente in quelle ove maggiore è
il fervore, l’amore e lo spirito cristianodi sacrificio. Ed è giusto, satanicamente: il principe dei demoni,
le forze del male, vogliono, comunque e con qualsiasi mezzo, trionfare
sulle forze del bene, sulla fede, sulla
carità, sull’amore. Per questo occorre, non già che le, chiese credano,
non già che le comunità siano agguerrite, ma che ogni singolo membro di esse, ogni singolo membro del
corpo mistico di Cristo », si senta
e si'èfeda vefàniènie tale.
Se noi ci crederemo veramente e
sempre « membra del corpo di Cristo », essendo UNO con Lui ed UNO
con Dio, saremo, come Loro, invincibili, e potremo come Lui, dire sempre; a Ho vinto! » Io, singolarmente, « ho vinto! » Ma per vincere oc<-orre che la lotta tenda all’assoluta
mstanrazione del Regno, della So-,
vranità di Dio in noi, vincendo, cosi, i nemici di fuori e cacciando, dal
nostro interno, dal nostro « tempio
di Dio », i nemici, sempre in agguato. Occorre, dunque, che la lotta sia
di ME contro ME: IO contro IO, TU
contro TU, contro te stesso, contro
me stesso, sempre.
La comunione dei santi
Ma perchè la Chiesa senta e dimo.stri che è CORPO DI CRISTO occorre che ci sia veramente la « comunione dei santi », cioè dei credenti,
cioè dei « Figli dell’Altissimo », nella lotta stessa di ME contro ME, di
TE contro TE, occorre la collaborazione della fede e delle potenze collettive della fede, riunite in invisibile potentissimo fascio, per debellare il germe che s’è attaccato al corpo del, sia pure, infimo dei nostri
fratelli. Non solo, ma noi non possiamo sapere quanto la « Chiesa »
stessa « Trionfante » combatta a fianco della « Chiesa Militante »; non
])o.ssiamo renderci sempre esatto conto di quanto possano gli spiriti, che
dovunque sono nei Cieli, nei cieli
della nostra coscienza come in quelli
della più lontana infinità cosmica,
in favore della Chiesa Militante, in
favore dei singoli « credenti militanli ».
« Io non vi lascierò soli »... « lo
sarò con voi fino alla fine del mondo »... ha detto il Maestro, e non solo Lui, e non solo il Padre non ci
lascierà soli, ma « come lingue di
fuoco » invisibili, come nel giorno
della Pentecoste, come in un’eterna
Pentecoste, « una lingua di fuoco »
si « posa su ciascuno » di noi e con
noi lavora e ci riscalda. Con cpiella,
ciascuno di noi deve lavorare, nel
mondo, per chiunque, nemico od aniico, anzi più con i nemici, forse,
che con gli stessi amici, dobbiamo
lavorare fino allo « scandalo », fino
allo scandalo degli scettici, dei ma
terialisti, degl’increduli, forse caricandoci dei vituperi altrui e delle altrui beffe; non importa: Dio ci giudicherà e sarà Lui, solo Lui, che
potrà dichiarare se abbiamo « vinto
il mondo » o se il mondo ha vinto
noi: nessun altro! « Meglio cadere
tra le inani di Dio, che tra quelle degli uomini »; Dio è misericordioso,
l’uomo è orgoglioso, satanicamente
orgoglioso, e crudele, e duro e senza possibilità di assoluto, totale, immediato perdono.
M a occorre essere forti, o fortificati sempre nella fede, per « vincerne il buon combattimento ». « Aumenta la mia fede, dissipa la MIA
incredulità! » dobbiamo, anche noi,
come il padre del bambino epilettico guarito da Gesii, gridare al Padre costantemente. Ma, quel che più
conta, quel combattimento dobbiamo combatterlo per noi, non solo,
ma specialmente per gli altri, affin
di dare prova che sappiamo amare
il nostro prossimo come noi stessi,
anzi PIU’ DI NOI STESSI, dimenticando noi, sacrificando noi, dando
noi allo sbaraglio, e non solo a parole, ma a fatti, a dispetto, forse, di
tutto e di tutti. Così Dio ha dato allo sbaraglio sè stesso nel Suo figlio;
l’ha offerto in olocausto, dimostrando che preferisce e ricerca e vuole
la salvezza MIA, TUA, NOSTRA, a
costo anche dell’immenso dolorante
e doloroso sacrificio del Calvario.
Ecco il grande significato del mistero
dèi GolgóTa, deTTfeiisterio áel Golgota, sacro a tutta l’umanità dolorante e peccante, e non sacro o consacrato a quella che stolidamente si
crede e si proclama senza peccato.
Credere di « essere arrivati », credere di essere pervenuti alla perfetta
giustizia, alla invulnerabilità, vuol
dire essere come il fariseo che si vantava di « non essere come gli altri
uomini ». La forza, la « forza di Dio
che si compie nella nostra debolezza », viene precisamente dalla perfetta coscienza della necessità permanente di tale sorgente di forza e
dalla coscienza della perpetua possibilità di peccare. Il « liberarci dal
Maligno » non fu detto per la preghiera di ieri, ma per l’orazione di
sempre!
Come sempre abbiamo bisognò di
essere riforniti di cibo, scaturigine
materiale di forze; come sempre, anche se non cè ne rendiamo conto, Dio
ci rifornisce di tutte quante quelle
energie sjxarse da Lui, per noi, nelle
infinità cosmiche, così abbiamo bisogno che Egli « dimori in noi, e noi
in Lui » sempre, affin di avere la
possibilità di vincere nel mondo della materia contro gli assalti della
perversa materia, vincere nel mondo
dello spirito contro gli assalti perpetui, subdoli ed infiniti dei maligni spiriti sempre in agguato per fare di noi la loro preda. Per vincere
bisogna essere agguerriti sempre perchè la tentazione e il tentatore sono
sempre all’opera. Luca afferma non
solo che Cristo fu tentato in diversissimi modi, nel deserto, ma che,
allora, il Diavolo « si partì da lui
fino ad altra occasione » (4: 13).
« Fino ad altra occasione », anche
per Lui, anche per noi.
(( Fino ad altra occasione », per
Cristo; e le occasioni ci furono
e moltissime, fino aìl’ultima Sua
ora in cui il Diavolo gli fece provare
perfino l’abbandono del Padre.
Se dunque Cristo fu tentato fino
all’ultima sua ora, che ne sarà di
noi, di voi?... Eppure noi vinceremo, voi vincerete, se sempre sentiremo, se sempre sentirete, come Lui,
che noi siamo in Dio e che Dio è in
noi: « Come Tu, o Padre, sei in me,
ed io sono in Te, anch’essi siano in
Noi! »
« Anch'essi », anche noi, siamo,
dobbiamo essere e saremo in Loro,
in Dio, in Cristo, e Loro in noi; solo così, solo per quello, solo per tale sovrumana grazia, anche noi VINCEREMO IL MONDO.
Silvio Pons.
iacoltà Valdese di Teologia
La sessione ordinaria di esami del
corrente anno accademico avrà luogo a Dio piacendo dal 10 al 25 giugno.
Tre candidati hanno annunciato
le loro Tesi: il sig. Renzo Bertalot
su; « Il problema di un’etica professionale »; il sig. Mario Musacchio
su; « La nozione di spirito nell’antropologia paolinica »; il sig. Severino Zotta « Il pensiero di Wilfred Monod ».
Le discussioni delle Tesi, i sermoni d’esame e le catechesi avranno
luogo nei giorni dal 21 al 25 giugno.
Gli studenti esterni sono pregati
di preannunciare gli esami che intendono sostenere e di precisare il
loro arrivo. La Segreteria
Libertà religiosa
L’ufficio stampa della Tavola Valdese rende noto quanto segue con
jireghiera di pubblicazione:
A seguito degli esposti avanzati
dalla 1 avola Valdese in riferimento
alle manifestazioni di intolleranza
religiosa verificalisi nei mesi di febbraio e ìiiurzo c. a. contro le. comunità Valdesi della provincia di Frosinone, il Ministero dell’Interno con
sua rle.l 19 maggio, ha dichiarato apertamente che non ritiene applicare le disposizioni dell’art. 17 della
Costituzione a tutela dei diritti degli evangelici e che non riconosce
alcun valore cogente alle garanzie di
libertà religiosa sancite dall’arl. 19
della Costituzione.
Di fronte ad un atteggiamento così sprezzante delle più elementari libertà civili, quali il diritto di riunione e di culto, non resta che prendere atto che il Governo italiano nega agli evangelici quella libertà religiosa di cui essi hanno diritto co
me cittadini della repubblica italiana sul fondamento delle garanzie costituzionali; che il Governo rifiuta
di prendere le misure più volte richieste per dare piena attuazione
agli articoli della Costituzione sulla
libertà religiosa, i quali anche se si
voglia loro assegnare solo carattere
progruìiiìnatico ’, costituiscono tuttavia e per il Governo e per le Camere un preciso obbligo che li impegna ad attuarli; che il Governo
insiste nel voler pretendere, nei con
fronti delle manifestazioni religiosi
degli evangelici, l’applicazione del
le leggi fasciste in tema di polizia
La triste realtà determinata dal'
l’intolleranza confessionale, mentre
distrugge le libertà fondametUali dei
cittadini e la pace religiosa nel pae
se, semina in un’atmosfera di sfida
eia, il discredito delle garanzie co
stituzionali
Roma, 25 maggio 1953.
2
2 —
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
Postilla sui membri elettori
Mi spiace che la perplessità di Gl.
sulla « questione » dei membri elettori si sia accresciuta proprio a cagione de^a mia.nota, per cui cercherò di spiegarmi meglio sui punti che
sembrano essere stati più oscuri.
1) Anzitutto la relazione ira il fatto di per sè encomiabile di aver suscitato un pubblico dibattito su di
una questione di interesse generale
ed il mio richiamo (non accusa!) a
non esser rinunciatari e disfattisti.
Si tratta del metodo scelto da Cl.
Quando un giornale risponde a dei
quesiti occorre che le risposte siano
di per sè esaurienti; specie se si tratta di un giornale della Chiesa,
su quesiti concernenti Fordinamento
della stessa. Caso contrario si dà Firnpressione di disordine, di scarsa considerazione delle norme vigenti e
delle stesse istituzioni ecclesiastiche.
Per promuovere un dibattito invece,
bastava porre i quesiti lasciando che
i lettori rispondessero e poi fare il
punto, senza esporre il giornale e le
istituzioni al discredito che nasce dalla dichiarata insufficienza delle risposte, date, dalla quale traspare il
non cale in cui si tengono le norme
regolamentari. Dalla presentazione
dei quattro quesiti ho tratta questa
impressione, unitamente a quest’altra, che mi è occorso di rilevare altra volta; c cioè che tra di noi non
è molto forte il senso del rispetto
per l’autorità delle norme ecclesiastiche vigenti di fronte alle quali si
pensa spesso di poter avanzare giudizi negativi, proposte sovvertitrici,
senza previo esame e relativo studio
delle ragioni che hanno indotto i
nostri predecessori a stabilire le regole che non siano adatte solo per il
fatto che le si ignorano o non le si
osservano.
Sollevare una discussione ricercando uno scambio di vedute per appro.
fondire in comune la conoscenza delle norme vigenti, le ragioni e lo spirito che le animano e la loro natura,
sta molto bene, ma Faccusare le norme 'e le istituzioni dichiarando la
propria incompetenza a rispondere
in merito, non mi è sembrato incoraggiante in ordine al fine di sopperire alla conoscenza delle stesse da
parte dei nostri membri di chiesa
(elettori o meno); mentre questo mi
sembra dovrebbe essere uno degli
scopi del nostro giornale.
2) Nella mia nota poi io mi ero
sforzato di precisare la portata delle norme vigenti, senza aggiungerci
nulla di mio. Ora è un fatto che nella vigente regolamentazione dal lato
della vila spirituale della Chiesa tutti i suoi membri sono perfettamente
eguali e, se vogliamo, anche tutti eletti (ma questo Dio solo lo sa). Dal
lato della vita amministrativa invece,
notiamo una differenza : c’è chi si interessa e chi non si interessa affatto!
Questa differenza non è creata dalla
distinzione fra elettori e comunicanti, ma esiste di per sè; la distinzione
tra comunicanti ed elettori sul piano amministrativo non fa che consta,
tare il fatto. Che la distinzione sia
solo sul piano amministrativo, mi
sembra che Cl. non l’abbia avvertito. Di fronte a questa distinzione
meramente amministrativa non v’è
nessuno svuotamento spirituale della
figura del membro comunicante, poiché sotto l’aspetto spirituale egli è
già ne! pieno godimento dei benefici che la Chiesa gli offre, e l’acquisto della qualità di elettore non gliene conferisce dei nuovi. L’elettorato
conferisce solo delle funzioni amministrative in rapporto con il grado
di responsabilità che sul piano amministrativo il singolo sente di doversi assumere di fronte alla Chiesa.
3) Se si abolissero gli elettori si
conferirebbero le incombenze amministrative a coloro che non se ne
interessano e questo sarebbe disordine contrario al preciso disposto biblico precisatoci in I Cor. 14: 40!
Non è necessario poi che la distinzione tra elettori e comunicanti sul pia.
no amministrativo, abbia un diretto
riferimento biblico, poiché il Nuovo
Testamento non ci dà delle regole
amministrative, ma di vita spirituale e non precisa nel dettaglio i canoni dell’ordinamento della Chiesa.
Quello che conta e deve contare, a
mio avviso, è lo spirito informatore
della distinzione, per vedere se esso
si uniforma ai principi contenuti nella Bibbia.
Ora qpiesto spirito va ricercato, ripeto, in iquel senso di responsabilità
che l’educazione religiosa che si ac-'
quista nella Chiesa, dovrebbe svegliare e sviluppare in ciascun membro.
E penso che non si potrà dire che
questo spirito di responsabilità attiva sia antiscritturale. In pratica non
tutti l’hanno per le cosè amministrative della Chiesa; poiché molti membri si appagano dei benefici spirituali e non sentono il dovere di impegnarsi nelle questioni più modeste,
più umane della vita ecclesiastica.
Ecco tutto! Questo stato di cose, a
mio avviso, dipènde dalla scarsa preparazione dei nostri membri comunicanti che non avvertono la necessità di divenire elettori e nessuno
può costringerli con la forza, nè con
una norma che, per far tutti elettori abolisse l’elettorato.
La causa di ciò va ricercata nella
scarsa conoscenza del nostro sistema
organizzativo. Quanti membri di
chiesa non sanno forse neppure della esistenza di queste due categorie
di membri ai fini amministrativi e
si sorprenderanno della nostra discussione? E l’origine di questo stato di cose non è .forse insito nelle
lacune di una scarsa preparazione
catechetica, nel corso della quale
molto probabilmente le questioni inerenti la vita ecclesiastica sono del
tutto trascurate?
4) Sopprimendo, come vorrebbe
CL, questa selezione di responsabilità tra elettori e comunicanti, che
risultato avrebbe? Solo quello di abbassare ancora il tono, lo spirito di
impegno delle nostre assemblee. L’opera da svolgere, a mio avviso, è invece quella di risvegliare in ciascuno
il senso della propria responsabilità
di fronte alla Chesa ed alle sue istituzioni cominciando a conoscerle meglio. Una maggiore conoscenza delle
norme c dello spirito che le informa,
sarebbe forse sufficiente ad ottenere
un maggior rispetto di esse da parte
di tutti e senza dubbio la vita delle
nostre assemblee ne trarrebbe un
considerevole beneficio.
Abolendo l’elettorato, per mante
nere un grado di responsabilità nella vita amministrétiva, bisognerebbe
operare una maggior selezione nella
ammissione dei catecumeni. Poiché
se c’è un punto s\i cui credo di esser
di pieno accordo con Cl. è che in definitiva la situazióne che egli lamenta è determinata idallo scarso grado
di coscienza spirituale dei più. Ma
allora mi permettò di far osservare
che il rimedio sarebbe peggiore del
male. Se ci si limitasse a ricevere in
Chiesa solo quei ^catecumeni che si
sentono pronti ad assumere ed assolvere i loro impeci di membri elettori, occorrerebbe anche operare una
revisione delle atonali liste dei membri elettori e dei comunicanti, riduoendo i membri (ji Chiesa ai soli elettori, e ancora, lai soli elettori che
resterebbero dopo'accurata selezione,
tjosì solo avremmo dei membri comunicimti nel pieno possesso di tutti
i requisiti voluti.
Ma allora la questione si sposta e
ritorna a presentarsi nei terinini in
cui si poneva 100 anni fa sul piano
teologico prima ancora (ed è giusto)
che in termini di diritto. Nisbet nella sua nota ha posto in chiaro questa
situazione e gliene sono grato. Ora
seguendo la strada che ci verrebbe
suggerita arriveremmo all’attuazione del concetto di setta raggiungendo posizioni fon()amentaliste strette
anche sul piano organizzativo. Tali
posizioni sono a mio avviso da riget.
tare in toto ed in qualunque campo
teologico, giuridici ed amministrativo; poiché esse sovvertono il concetto stesso di Chieàa ed in definitiva
attribuiscono all’uomo quel giudizio
sulle, anime e sulle coscienze che
spetta solo a Dio. Poiché riconoscere quali membri, non già coloro che
fanno pubblica professione della loro fede, ma solo quelli che rispondano alle esigenze dell’elettorato attuale, vorrebbe dire formulare un
giudizio di elezione, non operare
una selezione amministrativa, che,
in piena coerenza con il fondamento
della coscienza di ciascuno, si basa
oggi sulla libera determinazione individuale in rapporto al proprio senso di responsabilità verso la Chiesa.
Come si vede la strada è molto pericolosa. i
4iioRGia Peyrot.'.
I Santi di turno
Per la campagna
Inutile ricordare che F8 giugno
viene festeggiato San Medardo. E’
un giorno importante per gli studiosi della nobile scienza metereologica. Infatti è appurato da una plurisecolare tradizione che se il « giorno di San Medardo » farà bello, farà
bello tutta l’estate; se, per contro,
quel giorno pioverà, la pioggia cadrà
copiosa tutta l’estate.
A quanto [>are, i progressi della
scienza hanno un po’ screditato l’autorità del buon Medardo, che ha dato molto da fare agli studiosi per scoprire, in base a quali particolari virtù eroiche egli debba la sua fama.
I! fatto che appare più probante a
questo fine sembra essere il seguente: Un giorno del sesto secolo, Medardo,. vescovo di Noyon e Tournay,
se ne andava in visita pastorale nella
.sua diocesi, quand’ecco il cielo diventare oscuro; d’improvviso un violento temporale si scatena; il seguito del vescovo è preoccupato, anche
per i paramenti episcopali. Ma ecco,
oh! prodigio, un’aquila scende dalle alte regioni celesti e, con un magistrale volo piane, ondeggia sul capo di Medardo (che però non era
ancora santo). E durante tutto il tempo che la pioggia durò, le ali tese
(due metri e più) dell’aquila salvarono dalla pioggia il capo prezioso
del Vescovo. Un dotto membro dell’Accademia di Francia, che ha consacrato profondi studi all’argomenlo, è però perplesso, perchè trova
che questo « miracolo » non è molto pertinente all’efficacia metereologica del Santo. Osserva infatti il signor Arnault che se è vero che questo « miracolo » dimostra che Medardo non poteva essere bagnato dalla
pioggia, non dimostra affatto che egli potesse far bagnare gli altri. Bisognerebbe, insomma, dimostrare
che Medardo volle far cadere la pioggia per bagnare gli altri, e chiamò
l’aquila per rimanere all’asciutto!
Di San Pietro, narra invece Marti,
no di Arles, arcidiacono di Pampe
Come nasce una chiesa
E’ un’ esperienza interessante e
commovente assistere alla nascita di
una nuova comunità evangelica. E’
questa un’esperienza che i pas.tori
dell’evangelizzazione della nostra
Chiesa sperimentano ancora, malgrado i tempi ’’garibaldini” dell’evangeiizzazione valdese siano tramontati e sia subentrata l’epoca burocratica e ’’routinière”. Alle Valli
ove il professare una religione riformata o il cattolicesimo è considerato
ovvia situazione tradizionale, non
si valuta generalmente al suo giusto
valore la drammaticità di queste azioni di avanguardia nell’opera di
evangelizzazione. L’aver avuto il privilegio di assistere all’origine di una
nuova comunità evangelica in una
regione d’Italia ove i valori del cattolicesimo sono fortemente sentiti ed
ove la vita spirituale cattolica è particolarmente sviluppata, m’invita e
mi consente di far parte ai lettori
dell’Eco di alcune considerazioni,
certo non peregrine, ma che spero
contribuiranno a rianimare V interesse per l’opera di evangelizzazione.
La prima cosa che colpisce nel for.
marsi di questi embrioni di comunità evangeliche è l’assoluta assenza
ili elementi di calcolo da parte dei
primi intervenuti. Ciò serva a sfatare la leggenda che mostra i pastori forniti di libretti di ’’cheques”,
pronti a staccarli a favore di quanti
dichiareranno di aderire \alla loro
confessione. In realtà, i pastori, siano valdesi o di altra confessione, non
hanno molta familiarità con i conti
correnti bancari.
Ordinariamente la genesi della
nuova comunità è questa. Un fratello, o immigrato da una comunità
evangelica esistente o rimpatriato da
paesi ove si è avvicinato all’evangelismo, sollecita la visita del pastore
della diaspora cui appartiene; qualche amico, più per curiosità che per
altro, interviene, e, presto, egli si
trova di aver fondato nella sua dimora, per lo più modesta, una nuo
va ’’chiesa”. Si ripete il meccanismo della formazione della Chiesa
apostolica. Naturiilmente, nel nuovo
clima di convivenza religiosa, in cui
la confessione di stato si rivale abbondantemente dei ’’colpi di spillo”
inflitti per tanti anni dallo stato laico,
questa ospitalità non passa senza
commento e cosi, nel caso che qui
ricordo, il foglio diocesano decreta
che il fratello X‘... di cui si parla
nella relazione della chiesa evangelica di Y... è necessariamente o ”un
morto di fame” che ha bisogno di
affittare le sue stanze per sbarcare
il lunario, o un convertito e quiruli
un apostata, o un prete spretato che
per dar pane alla sua famiglia si
mette al soldo degli eretici. Sorprende alquanto questo linguaggio in
una zona di tradizioni francescane,
in cui, l’essere ’’morto di fame” dovrebbe costituire titolo d’onore.
Se poi la gente accorre, in numero
più o meno rilevante, ma sempre limitato, alle riunioni che il pastore
tiene nella casa dell’ospitale fratello, non per interesse materiale, perchè allora? Non certo sempre perchè toccata dalla Grazia. Per curiosità, nella maggior parte dei casi.
Parecchi nella speranza di trovare
un incoraggiamento al loro grossolano anticlericalismo, altri o per spirito di fronda, per quello spirito
che spinge a commettere azioni proibite, alcuni infine, e sono i meno,
per trovare una risposta al loro tormento spirituale, per sete di verità.
E’ talora sconcertante, per chi è
cresciuto nell’evangelismo, il contenuto delle domande, dei dubbi, espressd da questi che sarebbe prematuro chiamare catecumeni. Si rileva
da essi quanta povera di pensiero
siri la vita religiosa italiana. Senza
dubbio questa ignoranza delle stesse dottrine fondamentali del cattolicesimo, molto più profonda di quella che già cent’anni or sono era lamentata da scrittori cattolici, è dovuta in buona parte alla pratica cattolica, relativamente recente, di am
ministrare la cresima a bambini in
tenera età, di modo che la figura
del catecumeno, ancora immaturo
alla mensa del Signore è scomparsa
dalla chiesa cattolica, ed i comunicandi restano sempre bambini. In
questi casi al pastore occorre molta
pazienza, molta comprensione, molto tatto, per una risposta la cui importanza può essere decisiva per la
vita spirituale dell’inquirente. Queste riunioni si trasformano in una
serie di colloqui individuali e, se in
esse vediamo la materializzazione
della parabola del seminatore, possiamo quasi dire che i semi sono collocati uno a uno, e non è facile prevedere in quale terreno cadranno.
Tra gli umili e i semplici cui non
è sempre facile parlare, ecco talvolta l’intellettuale che cerca di mettere in imbarazzo il pastore, e talora
ci riesce, con argomenti tratti dalla
cosmogonia materialistica o da una
esegesi razionalista. Ma generalmente Tintellettuale si stanca prima dell’evangelista e rinunzia a discussioni che non interessano gli altri intervenuti.
Oggi, sia maggior prudenza da
parte delle chiese evangelizzatrici,
sia minor passionalità nelle controversie religiose, è raro, forse impossibile, che si verifichino i fulminei
successi dell'epoca eròica dell’evangelizzazione, quando in pochi mesi,
nuclei del genere divenivano comunità numerose e clamorose, non sempre destinate a lunga esistenza; ma
quando questi piccoli nuclei riescono a coagulare e a formarsi in comunità ecclesiastica, essi sono spesso d’esempio alle comunità più anziane per fervore di vita spirituale.
E spesso, anzi che dipendere come
vorrebbero insinuare gli avversari,
dalla generosità della confessione
cui aderiscono, sono tra i più generosi contribuenti.
La Chiesa cristiana rinnova così
continuamente le sue formazioni nello stile delle origini.
M. Eynard
Iona quanto segue: « ...Durante i
periodi di siccità, gli abitanti di Navarca portavano sulle rive di un torrente l’immagine di San Pietro, loro
patrono; poi, con tono più minaccioso che sottomesso, si mettevano a
invocare: « San Pietro, soccorreteci;
San Pietro: uno, due, tre., soccorreteci M. Poiché col suo silenzio Fimniagine del Santo dimostrava apertamente la sua completa indifferenza,
i fedeli perdevano la pazienza e, più
forte di prima, urlavano in coro:
« Immergete San Pietro nel torrente ».
A questo punto intervenivano il
clero ed i capi popolo che intercedevano in favore di San Pietro, portandosi garanti delle sue buone intenzioni e della sua buona volontà.
Clero ed autorità davano cauzioni;
orbene, entro le ventiquattr’ore seguenti, la pioggia non mancava di
cadere !
Peccato che Martino, scrivendo
queste cose nel 1561, intitoli il suo
libro: Traiti des superstitions.
Per gli scolari
Brutti giorni, questi, per gli scolari e per le loro famiglie! E anche
per gli insegnanti! Siamo giunti alla fine dell’anno scolastico, ci sono
gli esami e ci sono dei ragazzi che
non sanno più a che Santo votarsi!
Ne segnaliamo uno : San Giuseppe
da Copertino (Lecce) « il protettore
degli esaminandi ». Nacque i! 17
giugno del 1603; un bravo ragazzo
(come ce ne sono tanti), ma piuttosto tardo negli studi (come ce ne sono tanti) « Con l’aiuto della Madonna, che chiamava dolce mamma, superò in modo miracoloso tutti gli esami e potè essere ordinato sacerdote. (Per questo è invocato Protettore
degli esaminandi) » Beatificato nel
1753, santificato nel 1767, la sua devozione sta crescendo. Una rivista
culturale per gli studenti delle scuole Medie inferiori e superiori, una
pubblicazione mensile dal titolo augurale: Pax et bonum, portano il
messaggio di San Giuseppe'a* tutti gli
scolari e studenti che sono sotto....
i ferri !
« Nei giorni 24, 25, 26 Maggio e
4, 5, 6 Giugno, alle ore 7, sulla tomba gloriosa di San Giuseppe da Copertino, vostro patrono, ■ verrà celebrata una Santa Messa, .secondo la
vostra intenzione. Alla S. Messa seguiranno preghiere per il buon esito
dei vostri studi e dei vostri esami ».
Questo annunzio è giunto, di questi giorni a tutte le scuole, unitamente ad un modulo di versamento in
conto corrente ed un certo numero di
immagini del Santo degli esaminandi.
E non si chiede niente!
Tutt’al più, chi vuole, versi L. 5
per ogni immagine; tutt’al più, se
proprio si vuole, si può entrare a far
parte dell’Associazione Universale
(garantiti 100 giorni di indulgenza
nel giorno dell’iscrizione;,, ogni anno durante gli esami e scrutini due
turni di preghiere... ecc.); l’iscrizione costa L. 10, con rilascio di pagellina; se la scolaresca si iscrive in blocco, congrua riduzione: L. 2! (Ma i
benefici sono gli stessi).
Il documento piìi interessante è
però la preghiera;
PREGHIERA
a S. Giuseppe da Copertino
per l’anno scolastico e gli esami
O glorioso San Giuseppe, che più di
ogni altro Santo conosceste le difficoltà dello .studio e degli esami, superati sempre
con prodigiosa assistenza divina, a Voi rivolgo la mia preghiera perchè anch'io, come coloro che Vi hanno invocato, possa
sperimentare il Vostro efficace patrocinio.
Sinceramente riconosco di non meritare
il Vostro soccorso perchè non ho atteso
sempre con diligenza al compimento dei
miei doveri.
Ora, però, vivamente pentito. Vi supfdico di non volermi abbandonare.
Illuminate la mia mente rendendomi facile l’acquisto della verità e del sapere.
Assistetemi nei momenti difficili, specialmente al termine dell’anno scolastico e durante gli esami finali. Datemi la forza di
adempiere sempre il mio dovere di studente per avere la soddisfazione d’un felice scrutinio e d’un esame privo (Fogni
trepidazione. ■
Ò amabilissimo Santo, in Voi ripongo
tutte le mie speranze, fiducioso di essere
benignamente esaudito. Così sia.
Pater, Ave, Gloria.
(100 giorni d’indulgenza)
In Osimo, i Fratini della Basilica del
Santo, specie nel periodo degli scrutini e
degli esami, ti assistono con preghiere propiziatorie su la Tomba del S. Patrono.
(Per invio di offerte, preghiere ecc., adoperate sempre il C.C. Post. N. 13-5399
3
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
— 3
intestato al « Pax et Bonum x> - Basilica
di San Giuseppe da Cop. Osimo (Ancona).'
Ci sorge un dubbio: Non ho atteso sempre con diligenza al compimento dei miei datteri. In linguaggio
scolastico è un eufemismo; si sottintende cioè: sono stato pigro cd ora
ci vuole un miracolo! Ma è proprio
giusto che si scomodino i santi per
salvare gli scolari pigri?
Capisco che ci sono dei ragazzi tardi; ma ad aiutarli, se hanno buona
volontà, bastano gli insegnanti; e se
non hanno buona volontà, sarebbe
meglio che certi miracoli non accadessero!
E col dubbio, una preoccupazione: sarà ancora permesso di bocciare uno studente che, accanto alla pagella scolastica, presenti la pagellina della devozione a S. Giuseppe da
Copertalo? O che forse non sarebbe
opportuno di unificare la i>ax religiosa e il bonum scolastico? Pare
che in qualche scuola si sia sulla retta via; le solenni funzioni pasquali
hanno avuto luogo nei locali della
scuola statale, l’aula magna essendo
stata, previamente, trasformata in
cappella; gli insegnanti che hanno
protestato, non hanno avuto le meritate e consuete qualifiehe!
iva San Giuseppe da Coperiiiio? !
Cl.
La grande angoisse
Convitto Maschile Valdese di Torre Pellice
Il Convitto Maschile Valdese di Torre
Pellice (località climatica estiva ed invernale a 55 Km. da Torino, a 516 m. sul livello del mare) accoglie in un ambiente familiare ragazzi dai 6 anni in poi, rispettando le
giovani personalità, seguendo accuratamente
i loro studi e cercando di educarli alla libertà e all’autodisciplina.
Esso dispone di personale qualificato, di
ampli e luminosi locali, di un campo di
foot-ball e di palla a volo, di un moderno
impianto docce e riscaldamento centrale a
nafta. Offre vitto sano ed abbondante particolarmente studiato per le esigenze alimentari dei giovani. Le rette sono modeste
e tengono conto dell’età del ragazzo ospitato.
Le iscrizioni per il prossimo anno scolastico sono aperte sin da ora. Dal 12 luglio
in poi si accolgono ragazzi anche in vista
delle ripetizioni estive o per un periodo di
vacanze organizzate.
Per informazioni rivolgersi al direttore
del Convitto Maschile Valdese (Torre Pel
Uce, Torino) dott. Franco Girardet che sa
rà lieto di rispondere personalmente indi
cando anche i nomi delle famiglie degli
attuali convittori residenti ■ nelle varie città
d’Italia per eventuali referenze.
PROPAGANDA ELETTORALE
I >
1.«
Antonio Greppi, ex sindaco di Milano
e candidato nella lista di Unità Popolare,
ha scritto sul quindicinale « Adesso b alcuni pensieri che possono indurci a seria
riflessione. Ci permettiamo perciò di pubblicarli sul nostro giornale. lled.
Haec est hora tenebrarum ”
scriveva ” Adesso ” in una nota bruciante di qualche settimmia fa.
E svelava, con esemplare coraggio, la verità che si nasconde dietro
la tripudiante facciata delle elezioni.
Come non consentire?
D’altro canto basterebbe ormai la
meraviglia degli occhi a far dubitare del senno degli uontini.
'I yitüH hémió'incómiìicìaid (la alcuni giorni a raccontare le prodezze
deli’emulazione pubblicitaria. Sono
già stati spesi milioni: quanto prima saremo ai miliardi. E intanto la
povera gente sta a guardare, come
abbacinata.
Da dove vengono tutti questi denari?
lo appartengo a un movimento di
idealisti e abbiamo naturalmente
giuralo di resistere a qualunque tentazione. Ci è accaduto così di mettere insieme poche centinaia di migliaia di lire, con concorso — persino!
— dei ricoverati di un ospizio per
vecchi e inabili al lavoro. E per il
comizio di domenica scorsa all’Odeon si son visti in tutta la città —
da Piazza del Duomo all’estrema periferia — duemila manifesti.
Altri invece ne hanno fatti affiggere più di venti, più di trentamila.
E (¡ues-to è ancora niente!
Lo so, i confronti sono antipatici;
d’altro canto nessuno vorrà mettere
in dubbio, spero, U valore della modestia. Almeno nell’ambiente di questo giornale.
Dunque ci domaruiavamo da dove
vengono le immense somme che alimentano la propaganda dei maggiori partiti.
Troppo difficile saperne qualche
cosa? E va bene; lasciamo che ciascuno tenti di appagare, se ci riesce,
la propria curiosità.
Quanto a me, dico subito che non
è (fuer.to l’aspetto del problema che >
mi preoccupa di più.
—Ci .sono molti, troppi, responsabili della politica militante — ecco il
punto essenziale! — che fanno più
assegnamento sulla chiassosa fantasmagoria murale che sui meriti e sul
credito dei propri partiti o movimenti. E ritengono che lo sfarzoso primato (lidia pubblicità .sia più stimolante della confessione della propria
pudicizia. Nè .s’accorgono che, così
facendo, commettono due errori manifestamente gravi.
Dimostrano di avere pochi di quei
meriti e. di quel credito da spendere
e di mancare di rispetto' al Corpo elettorale. Perchè soltanto degli elettori sprovvisti di un minimo di bussola politica possono risolvere i loro
casi di coscienza attraverso l’impari
('olloquio con la prosa o con le allegorie figurate dei manifesti.
Ed è innegabile che questa forma
così inferiore del costume e pur tanto costosa fa pensare al vecchio Dulcamara e alla sua mirabolante strategia.
Ma non basta. Dicevo poco più
sopra che i poveri stanno a guardare, abbacinati. E questo è l’altro degli a.spetti che mi preme di sottolineare.
T parte l’origine più o meno misteriosa di certi fondi elettorali, sta
di fatto che i maggiori antagonisti
ver.sèrànno nel là Boi già' deità propaganda esteriore non pochi miliardi.
Ogni miliardo è la somma di mille
milioni. Ogni milione potrebbe a.ssicurare una vita possibile ad almeno
due famiglie per un anno intiero.
Lascio ai lettori i calcoli... superiori.
Mi limito, piuttosto, a ricordare
che tutti i giorni muore qualcuno di
miseiia e che VE. C. A. distribuisce
.spcsc.o sussidi di due o tremila lire
mensili a famiglie sprovviste di tutto meno che di bambini.
Ecco perchè io vorrei che i Cristiani e i Socialisti sentissero il dovere
di insorgere contro quello smisurato
sperpero e raccogliessero una mia
vecchia idea.
Innalzare una »ola, immacolata,
bandù'ra (d disopra della convulsa
baraonda convenzionale-, la bandiera della povertà.
E dopo aver convertito in opere
buone le riserve eU^ttorali, dame una
sobria comunicazione in pochi manifesti, destinati a concentrare — per
le loro irresistibili attrattive — l’attenzione delle moltitudini. E anche
La Loro .simpatia?..-
Un’altra utopìa? Può darsi: ma
domandate ai benpensanti se conoscano (]ualche cosa di più utopistico
del Cristianesimo e del Socialismo.
Eppure il mondo ha ancora un
senso e non ha perduto l’ultima speranza proprio perchè gli uomini hanno salvato, pur tra tante traversie,
un seme — sia pure un minimo seme — di queste due verità. Che aspirano — estrema utopia! — ad essere
una sola. Fatta di giustizia in questa
vita, di felicità nell’altra.
Antonio Greppi.
FESTA DI CANTO
nella Valle del Chisone
La domenica 10 Maggio le corali delle
chiese della Valle del Chisone si sono
riunite a Pomaretto per la tradizionale festa di canto.
La festa ebbe inizio con un breve culto
presieduto dal pastore P. Marauda che diede poi il benvenuto a tutti i presenti, a
nome della Parrocchia ospitante ed .a nome della Commissione di canto sacro.
1 cantici d’insieme furono diretti dal
M.o Ferruccio Rivoir, che eseguì pure all’organo un magnifico interludio « Omaggio a .Joseph Haydn ».
Nella prima parte del programma le Corali cantarono ciascuna un inno tratto da
una delle nostre raccolte, italiana o francese; nella seconda parte la corale di Pinerolo ha cantato un coro di Bach (Dirett.
.Sig. Bessone); quella di Prarostino il coro
« Gloria a Dio » di Silcher (Dirett. Sig. Vicino) ; quella di S. Germano un coro di
Natale di Freundt (Dirett. Sig.ra Bert);
quella di Pomaretto un coro di venerdì
santo e Pasqua, del maestro Rivoir « Morì, fu sepolto, il terzo dì risuscitò » (Direttore Past. Marauda).
Assistendo a questa festa ci siamo rallegrati di vedere quanto queste manifestazioni promosse dalla commissione di canto sacro interessino il pubblico delle nostre parrocchie: il tempio di Pomaretto era
gremito di pubblico che ha seguito con viva attenzione lo svolgimento del bel programma. Motivo di gioia è stato pure il
vedere che la preparazione dei cantici di
insieme era stata fatta seriamente dalle corali che li hanno eseguiti molto bene. Viva soddisfazione è data anche dal fatto di
constatare che di anno in anno le nostre
Corali compiono dei progressi, e si può
affermare, senza esagerazione, che esse
hanno oramai raggiunto un grado di capacità tecnica veramente notevole. Sia questo
un incoraggiamento per le Corali a continuare sulla via sulla quale sono avviale, e
a conseguire in avvenire sempre nuovi
progressi.
A conclusione della festa, il tè è stato
offerto, nei locali del Convitto, a tutti i
membri deUe Corali. Ringraziamo la parrocchia di Pomaretto.
Sarebbe forse bene tornare ad una simpatica abitudine che s’aveva in passato
quando le Corali, trovandosi riunite per
la tazza di tè, usavano intrattenersi ancora
per alcuni momenti e trascorrerli cantando: quasi una seconda festa di canto, meno ufficiale e meno solenne, ma pur simpatica. Molti speravano che così si sarebbe
fatto quest’anno, ma al momento, di cantare molti membri delle Corali già si erano eclissali.
— La festa di canto delle Scuole Domenicali ha avuto luogo a Pinerolo la domenica 17 Maggio. Ha presieduto il pastore
sig. Eynard; le Scuole Domenicali riunite
hanno eseguito gli inni d’assieme sotto la
guida della sig.ra Delia Beri. Poi ogni
Scuola Domenicale ha eseguito un inno: la
Scuola di Prarostino ha cantato l’inno italiano n. 322; quella di Pomaretto l’inno
francese n. 38; quella di S. Germano l’inno francese n. 201; quella di Pinerolo l’inno italiano 144.
Nell’intervallo il pastore Luigi Marauda
ha rivolto un interessante messaggio ai
bambini.
Ringraziamo la chiesa di Pinerolo per
la sua cordiale c generosa ospitalità.
In tutti coloro che parteciparono a questa festa, monitori e'monitrici, nei bambini delle diverse scuole domenicali, questa
giornata trascorsa a Pinerolo lascia un gradito ricordo.
Tempio del Ciabas
Orario di Giugno;
Domeniche 7 (frane.) e 21 (ital.).
Ore 15 (tre pom.).
Dans son appel aux Eglises du
monde entier, le Dr. Heuss, président de la République fédérale allemande, déclare que « depuis 1945,
10 millions de réfugiés et d’expulsés sont venus dans la République
fédérale. Si nous essayons de réduire cette somme de souffrance à un
langage que l’esprit peut saisir, cela
signifierait — en voyant la catastrophe initiale comme un seul fleuve
continu — que tous les jours, depuis
quatre ans, coule un flot de 4000
personnes. Et ce flot s’étend. C’est
le mouvement oecuménique, à une
conférence pour les réfugiés tenue a
Hambourg, qui, le premier, a rompu le cercle de silence qui étouffait
ce problème. Les réfugiés sont une
écharde dans la chair de toutes les
Eglises et de tous les peuples. Il est
faux de s’imaginer que les pays d’origine des réfugiés; la Finlande et la
Turquie, l’Inde et le Pakistan, l’Allemagne, parce qu’ils reconnaissent
l’égalité de droit de leurs réfugiés,
sont seuls responsables de leur avenir.
« Quiconque fuit loin des pressions étrangères ou est expulsé par
elles se trouve privé de toute protection. Il ne sauve que sa vie. Mais
11 emporte avec lui ses capacités et
son expérience, qui restent un capital stérile. On peut le faire fructifier. Quiconque a été contraint de
s’enfuir a passé par des tribulations
dont nous portons tous une part de
responsabilité. Au delà de toute possession, au delà du foyer qu’aucune
patrie ne préservera plus, sont les
valeurs invisibles que le réfugié
transporte aver lui. Aussi se trouvet-il libéré de bien des attaches qui
retiennent ceux auprès de qui il
vient chercher asile.
a Qui pourrait évaluer ce que cela signifie que depuis octobre 1952
seulement, plus de 7000 familles
paysannes ont quitté la ferme où
leurs pères avaient vécu depuis des
siècles? Et lorsqu’ils sont partis, ils
savaient que 300.000 familles avaient
déjà fait de même.
cc Nous remercions les Eglises d’avoir compris de bonne heure cette
détressé. Nous lës 'sïïppliblns d’aider
à tous les coeurs, dans le monde entier, à s’ouvrir à tous les réfugiés de
notre temps.
« Comment pouvons-nous aider?
demandez-vous. L’émigration ne résoud pas tout, car elle n’est possible
qu’à ime poignée d’individus. Mais
nous vous demandons de vous efforcer avec nous de faire en sorte qu’on
ne considère pas seulement les capacités de travail des individus, mais
qu’on tienne compte de leur valeur
d’êtres humains. La famille de l’émigrant englobe ses parents et ses
enfants.
« Lorsqu’ils arrivent dans le monde libre, les jeunes réfugiés et expulsés ont besoin d’aide et de conseil, car ils se sentent débordés du
fait du tourbillon mental par lequel
ils ont passé. Ils désirent compléter
leur formation professionnelle, ils
y ont droit. Ils sont sans argent. Des
bourses provenant d’un « revolving
fund » sont impuissantes à résoudre
le problème. Depuis 1945, ce sont
deux raillions et demi de réfugiés
qui ont émigré dans des logements
neufs. Deux millions vivent encore
dans des baraques et des camps. Chaque année, ce sont lOO.OOO maisons
qui se construisent, coûtant un total
de cinq milliards de marks. L’afflux ininterrompu de réfugiés continue à aggraver la situation. Il n’y a
pas d’argent pour construire davantage, ce qui pourtant créerait des
occasions de travail. Les maisons
gardent ensemble les familles et sont
indispensables à leur vie. Il est tout
à fait impossible de sortir de cette
impasse par le moyen des seuls fonds
allemands.
« De nouveau il faut trouver des
possibilités de travail. Cela concerne le paysan, l’artisan, l’ouvrier, le
travailleur et l’employé indépendants. Leur expérience professionnelle a besoin de l’appui d’un capital
pour devenir effective et conduire à
une réelle intégration économique.
« 2.900.000 personnes ont été incorporées dans l’économie productive, mais un incalculable potentiel
de travail reste encore inemployé.
Donnez-nous de l’aide extérieure en
procurant du travail qui allégera l’écrasante charge d’entraide des Allemands. Les prêts et les parrainages
sont aussi des moyens efficaces.
« Ceux qui, désespérés, ont fui
loin de chez eux ne doivent pas retomber, une fois encore, dans le désespoir. n faut que se tendent vers
eux les mains pleines d’amour de
leurs frères. C’est cela que nous entendons quand nous faisons appel à
vous.
(( Les armées assureront moins
bien la paix dans le monde que ne
le fera le triomphe de l’amour sur
la détresse. Cet amour ne coimaît pas
les frontières nationales. Il vit du
message chrétien, de la conscience
chrétienne, et il attend une réponse
de vos coeurs ». (S. OE. P. I.)
A. I. C. E.
Convegno di Milano
Nel salone del nuovo tempio di Milano
ha avuto luogo, venerdì l.o maggio, nel
pomeriggio, l’annunciato convegno di primavera dell’Associazione. E’ stato un incontro veramente cordiale e riuscito, per
il quale ringraziamo la delegata locale dell’AICE, solerte organizzatrice, e la Comanità tutta di Milano per la fraterna accoglienza e il generoso ricevimento.
Apre il convegno il Pastore A. Ribet,
con una breve meditazione su Atti 19: 9:
egli accenna ai contatti che la scuola ebbe
col Cristianesimo attraverso i secoli, sottolinea l’impulso ch’essa diede, in Italia, all’opera di evangelizzazione; insiste sulla
necessità che l’insegnante evangelico, qualsiasi materia insegni, si lasci egli stesso insegnare dalla Parola di Dio e fa voti perchè la nostra associazione possa fare buona strada.
Segue la conferenza del dott. Giordano
sul tema: « I disturbi della condotta nell’età evolutiva (età scolastica) ». L’oratore
che è direttore dell’Islituto di rieducazione per minorenni « Beccaria » di Milano,
ci presenta una descrizione delle principali anomalie psichiche e mentali dei fanciullo e delle difficoltà deR’opera di rieducazione a cui non si può giungere che
per via della comprensione, della jersuasione e dell’amore, perchè la via punitiva,
più facile e comoda non ha molta elfi acia
salutare. Bisogna cercare, egli affermi, di
scoprire ed eliminare le cause che fanno
spinto il fanciullo a ribellarsi alla legge
sociale; poiché è neRa scuola che il bimbo
compie le prime esperienze della società,
sulle quali si formeranno le altre, l’educatore deve essere profondamente conscio
della sua responsabilità ed usare molta prudenza nell’esprimere giudizi che potrebbero mortificare l’alunno e provocare conseguenze deleterie, talvolta fatali: ciò avviene specialmente con bambini « difficili »,
menomati da malattie nervose o cresputi
in ambienti familiari irregolari o malsani
e che già sono consapevoli della loro inferiorità di fronte ai compagni. Ma 1 opera
del più avveduto ed amorevole insegnante
non può bastare per la soluzione di questo problema; si dovrebbero poter creare
ovunque dei centri medico-psico-pedagogici, che svolgano opera di recupero ncli’età
evolutiva del ragazzo, quando cioè «i delinea la formazione della personalità
Il dottor Giordano è stato vivamente applaudito per la sua esposizione calda e convincente e ci auguriamo di poterlo sentire
ancora altre volte parlarci di queste sue
esperienze, così interessanti ed attuali
L’indomani mattina, appuntamento per
la visita aUa scuola aU’aperto « Casa del
sole », che ha suscitato in noi grande interesse ed ammirazione. In una quieta cornice di verde e di fiori, in un’atmosfera
di serena gioiosità, la « Casa del sole », amorosamente diretta dal prof. Cremaschi,
svolge un’opera di alto valore educativo
ed assistenziale. Essa ospita per l’intera
giornata milleduecento bambini della città,
i quali, secondo il parere dei medici scolastici, sono particolarmente bisognosi di
vita igienica, di aria pura, di moto, di sole. Vi è la scuola materna, la scuoia elementare, la scuola di avviamento al lavoro; le classi occupano dieci padiglioni disseminati in un vasto parco di circa lóC.OOO
metri quadrati di superficie; ogni padiglione, grazioso come una villetta, comprende
aule, refettorio, servizi igienici e docce.
Il prof. Cremaschi ci fa presente che ha
voluto dare alla scuola d’Avviamento un
indirizzo agricolo perchè, suscitando nel
fanciullo l’interesse e l’amore per la natura, lo si spinge a stare il più possibile
all’aperto, con grande suo giovamento fisico e spirituale; ogni classe ha la responsabilità di una impresa agricola: visitiamo
gli allevamenti di animali, tutti di razze
selezionale (conigliera, pollaio, stalla, apiario, pescheria) l’orto e il giardino.
Nel grande salone centrale sostiamo ammirati davanti ai lavori dei ragazzi, thè,
con le tecniche più diverse, sono condotti
ad esprimere la loro personalità in formazione: disegni svariatissimi, lavori a
sbalzo, con la creta, costruzione di giocattoli originalissimi, con materiale di recupero, mosaici, ecc. E ancora, i ragazzi
hanno dato vita al gruppo filodrammatico
con autori, registi, attori e scenografi, al
giornalino della scuola, al corpo delle
guide per ricevere i visitatori; infine assistiamo ad una esecuzione corale e ad un
artistico saggio di danza ritmica, magnificamente eseguiti.
La visita è finita, ci aUontaniamo a malincuore da quell’oasi verde e spaziosa, da
quella comunità serena ed operosa ; ma
partiamo con rinnovata fiducia — davanti
a simili esempi — nel valore del nostro
compito di educatori e con nuovi mezzi
per adempierlo.
Un unico, vivo rimpianto: perchè non
erano con noi tanti colleghi delle valli,
che son rimasti incomprensibilmente sordi a quest’invito e si sono così privali della gioia che ci hanno dato queste due giornate? 1. p.
4
4 —
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
La voce delle Comunità
Luserna San Giovanni
Gioventù. La sezione femminile della
nostra U.G.E. ha ricevuto la visita gradita della Sig.ra Anita Eynard Matliieu,
membro del C. Nazionale delle U.C.D.G.
e della signorina Elda Tiirck, della Unione di Torino. Le due visitatrici hanno parlato dell’opera unionista generale •“ dell’attività sociale svolta dalTU.C.D.G. a Torino ; due messaggi molto interessanti, sia
come informazione che come orientamento. Ringraziamo le due visitatrici.
Festa delle madri. Il giorno dell’Ascensione un buon gruppo di Madri ha raggiunto Vallecrosia in puUman, visitando l’istituto diretto dal pastore Santini. Accoglienza fraterna da parte del pastore Santini e della sua Signora, a cui le. Madri esprimono ancora la loro riconoscenza. Una
bella e buona giornata.
Il pomeriggio del 24, le Cadette hanno
organizzato, col consueto entusiasmo la festa della riconoscenza aUa madre. Recite,
canti, sorprese e thè hanno aUietato la
simpatica riunione che si è iniziata con una
allocuzione del pastore R. Jahier. Alle infaticabili organizzatrici ed alle loro collaboratrici, la nostra gratitudine.
Fisite. 11 pastore Jacques Kaltenoach
(Marsiglia) ha parlato, nella Sala Albarin,
della testimonianza di alcuni valdesi, sulle galere del re di Francia, soffermandosi
sulla personalità e sul ministero laico di
un Sengianin: Muston. Il signor Reynaud,
che lo accompagnava, ha presentato una
magnifica serie di proiezioni a colori. Le
parole del pastore Kaltenbach hanno lasciato una profonda impressione nell animo degli uditori.
11 presidente della Fra del Torno ha poi
rivolto un appello in favore dell’opera delle Missioni.
Corale. Col 10 maggio la Corale ha chiuso il ciclo di attività ecclesiastica; il suo
periodo se è stato ridotto, per la malattia
del suo direttore, non è stato però meno
fecondo. Ha provveduto, come sempre impeccabilmente, alla organizzazione della festa di Canto, a cui ha partecipato egregiamente. Dopo la lodevolmente tradizionale
visita al Rifugio, nella riunione di chiusura, il pastore G. Bertinatti, anche a nome del pastore R. Jahier assente, si rendeva interprete dei sentimenti di giatitudine deUa comunità per l’attività della Corale e del suo direttore. Dopo brevi e commosse parole del direttore G. Albarin, la
serata è trascorsa serenamente tra canti e
giochi.
Culti. La Comunità è grata ai pastori
G. Bertinatti e R. Nisbet per i messaggi
da loro rivolti, ai culti domenicali.
Battesimi. E’ stato celebrato il batiesimo di; Giorgio Luigi Ponsio di Simone e
Bahnas Paolina ( Bricherasio) ; Maria Luisa Rosso di Carlo e Balmas Pierina ^Bricherasio); Adriana Maria Onorina Bo.tta di
Vittorio e Danna Elda; Pons Ada di Remigio e Rosso Lucia; Benech Marcella di
Guido e Revel Ida.
A Dio ed a Gesù Cristo siano la benedizione e Vonore e la gloria e l’imperio nei
secoli dei secoli. Amen.
I nostri lutti. Il 26 aprile decedeva -Margherita Goss ved. Malan (Luserna) aU’età
di anni 76; il 3 maggio Emma Luigm Charbonnier in Pegone (Bibiana) all età di anni 62; alla Ponsa, Bonnet Augusto tu Daniele, all’età di anni 70; il 14 maggio Malan Vittoria ved. Legger in Roman, all età
di anni 66.
Io, io sono colui che vi consola; conte
un uomo che sua madre consola, cosi io
consolerò voi, dice il Signore.
Assemblea di Chiesa. Sono stati eletti come delegati alla Conferenza distrettuale
fratelli E. Benech, B. Pons, U. Rovara,
al Sinodo il fratello Rossi.
Livorno
Da alcuni giorni il Comune di Livorno
ha fatto murare in un angolo della facciata del nostro Tempio una targa m
mo con la scritta « LARGO DEI VALDESI » dando così il nome « dei ValdcSi »
alla Piazza antistante e retrostante il nostro Tempio.
E’ una targa in marmo bianco con una
dicitura che tutti leggeranno.
E’ per noi membri di questa Chiesa un
richiamo continuo ad essere all’altezza della chiamata e della missione ricevuta dal
Signore. , i j ♦
La congregazione tutta e grata al ^
re Colucci per lutto quello che ha ,atto
perchè il nome «Largo dei Valdesi» fosse dato alla Piazza antistante la nostra
Chiesa, ed è al tempo stesso riconoscente
per quanto le Autorità hanno latto.
La Domenica della famiglia è stala celebrata la domenica 3 maggio con un Lullo speciale e solenne. Ln forte sermone
del Pastore Colucci ha fatto vibrare le
corde del nostro cuore ed ha posto difronte ai genitori ed ai figli i particolari loro
doveri.
Viva gioia ha arrecalo alla Comunità la
visita del Past. Alberto Ricca, Sopraintendente del Distretto. In una Conferenza,
trasmessa anche con l’altoparlante, egli ha
parlato delTUomo che evita Dio, richiamando i molti presenti a « non evitare
Dio ».
La Signorina Letizia Comha in una sua
visita fatta e alla Chiesa e all’U.G.V. ci
ha parlato dei lavori svolti in seno alla
Conferenza ecumenica di Travarcore vlndia) interessando con il suo dire i convenuti.
Ringraziamo di cuore il Pastore Ricca e
la Signorina Comba per la loro visita e
per i loro messaggi.
Solenni ed affollati, come sempre, i Culti della Settimana Santa e in modo particolare quello di Pasqua in cui fu celebrala la S. Cena.
La sera del Sabato Santo il Pastore Colucci ha tenuto una lezione biblica trattando l’argomento: « Dalla nascita elei Maestro alla Pentecoste ».
Egli ha iUustrato questa lezione con delle interessantissime diapositive molte delle
quali a colori.
Vivamente atteso e ben riuscito il raduno delle Chiese Valdesi di Pisa e Livorno.
Quest’anno mancava la rappresentanza di
Lucca e di Viareggio.
I convenuti si sono trovati il giorno dell’Ascensione a Livorno ed hanno passato
insieme, sotto lo sguardo di Dio, una buonissima giornata.
Nelle ore del mattino dopo un breve
culto presieduto dal Prof. Eco Giorgi, di
COMUNICATO
Il direttore della Commissione
delle Chiese per gli Affari Internazionali istituita dal Consiglio Ecumenico, dottor O. Frederick Nolde,
si trova attualmente a Ginevra quale
membro della delegazione degli Stati Uniti presso la Commissione dei
Diritti dell’Uomo dell’ONU che ivi
tiene ulta sessione di sedute.
Il dr. Nolde ha ricevuto in data
11 maggio il presidente della Commissione per gli Affari Intemaziorutli del Consiglio Federale delle
Chiese Evangeliche d’ Italia, prof.
M. A. tiollier, e lo ha intrattenuto
in un lungo e cordiale colloquio durante il quale sono stati esaminati
i vari aspetti della tutela della libertà religiosa in Italia in relazione
ai prevedibili sviluppi della situazione politica nel nostro Paese.
Milano, 15 maggio 1953.
Pisa, la prof. Maria Rosa Giachetti ha introdotto con uno studio molto ben fatto
il problema del « Suicidio? ». Interessante la discussione che è seguita alla Relazione.
Nel pomeriggio dopo una tazza di tè,
è stato presentato uno studio dal Dr. Antonio Ardito su « Il Regno di Dio ». Anche questo studio è stato seguito da una
vivacissima discussione.
A tutti i convenuti la Congregazione di
Livorno manda ancora il suo saluto.
Pinerolo
In questi ultimi mesi, la cronaca della
Chiesa di Pinerolo non è apparsa con la
solita regolarità; nondimeno la vita della
comunità ha compiuto il suo corso normale, nel servizio che il Signore le ha affidato.
Nell’assenza del Pastore, i culti del 17
Febbraio, del Venerdì Santo e di Pasqua
sono stati presieduti dal Past. R. Nisbet;
quello di Pentecoste, dal Past. E. Eynard.
Altri Pastori, il cui nome è già stato menzionato neU’ultima cronaca, hanno dato alla chiesa il contributo della loro attività,
per l’edificazione delle anime; la partecipazione dei fedeli al culto è stata incoraggiante e la comunità è grata a quanti
le hanno recato il messaggio dell’Evangelo.
La confermazione dei catecumeni, due
dei quali hanno ricevuto il battesimo, ha
avuto luogo la domenica di Pentecoste ed
è stata presieduta dal Past. E. Rostan. Una
numerosa assemblea ha circondato con cristiano affetto i dieci giovani entrati nella
piena comunione della Chiesa; Bertalot
Luigi, Bosio Roberto, Chauvie Ottavia,
Grand Silva, Montaldo Germana, Paschetto
Elda, Ribet Luigi, Romano Ida, Rostan Lucilla, Rostan Paola. La celebrazione della
S. Cena, con larga partecipazione dei parenti, ha degnamente chiuso un culto benedetto da Dio. A Lui chiediamo di esser
resi tutti sempre più fedeli alla promessa
fatta, sempre più coerenti nella nostra testimonianza cristiana.
La Corale, diretta dalla Sig.na Ada Bessone, ha partecipato con l’esecuzione di un
corale di Bach alla festa di canto delle
Corali a Pomaretto ed è stata pure presente ai culti di Pasqua e di Pentecoste.
In occasione del culto del 17 Febbraio era
■stata diretta dal Sig. Giov. Vicino. Siamo
grati a quanti si sono affaticati per la buona riuscita di queste manifestazioni.
Da molti anni la Chiesa di Pinerolo non
aveva più ospitato la festa di canto delle
Scuole Domenicali. Lo ha fatto quest anno, il 17 maggio, nel corso di un pomeriggio in cui quattro Scuole Domenicali della
Valle hanno eseguito i loro inni. La riunione è stata presieduta dal Past. Eynard
il quale ha saputo inserire tra un canto e
l’altro la nota della fede e della gioia cristiana: conferendo così alla festa quell’aspetto dì manifestazione di fede cristiana
che il pubblico ha apprezzato e che non
deve essere attenuato pur nella ricerca della buona esecuzione tecnica degli inni.
La « festa della madre » ha avuto il suo
riuscitissimo svolgimento nella sala di San
Secondo, con la partecipazione di molte sorelle della chiesa, venute anche da Pinerolo, nel pomeriggio del giorno dell’Ascensione. Un programma dì canti e di recite
era stato preparato dall’Unione Cadetta di
Pinerolo e dalla Scuola Domenicale di S.
Secondo; il tutto completato dall’offerta di
una buona tazza di tè, in un’atmosfera dì
gioia serena e cordiale.
L’ Assemblea elettorale del 17 Maggio,
presieduta dall’anziano doti. I. Mathieu, ha
proceduto alla nomina del delegato al Sinodo nella persona del rag. Emilio Godino
e dei delegati alla Conferenza Distrettuale
nelle persone dei sigg. Alessandro Cardiol,
Valdo Fornerone, anz. Costante Costantino.
Il giorno dell’Ascensione è stato celebrato il matrimonio di Salce Ettore Emilio e
di Armandi Giovanna. Abbiano ancora
questi coniugi l’augurio cristiano della fedeltà e della pace.
Ricordiamo i frateUi e le soreUe in fede i quali hanno terminato nei mesi scorsi
la loro carriera terrena, talvolta dopo lunga, dolorosa malattia: Bosio Lidia nata
Long (Pinerolo), Rostagno Michele (S. Secondo), Foli Elisa nata Boch (Pinerolo),
Comba Enrichetta nata Malan (Pinerolo),
Geymonat Giov. Pietro (Bricherasio), Albarin Giov. Daniele (Garzigliana), Gander
Corradino (Pinerolo).
Ricordandoli, eleviamo il nostro pensiero a Dio che ci ha amati e salvati in Cristo. Mentre i giorni terreni passano, sappìatuu che l’amore di Dio non passa. In
quell’amore possiamo riporre la nostra fiducia, in vita ed in morte.
La filodrammatica dell’U.G.V. di S. Germano Chisone è venuta a farci una gradita
visita a Pinerolo nel mese di aprile; quella deU’U.G.V. di Angrogna S. Lorenzo è
venuta a S. Secondo; quella dell’U.G.V.
di Luserna S. Giovanni è scesa a Pinerolo
il 23 maggio, ma il cattivo tempo ha impedito l’effettuazi(jne della serata.
PerrerO'Maniglia
I Culti della domenica 17 maggio sono
stati presieduti dal Rag. D. Abate: gli siamo riconoscenti dei messaggi rivoltici.
La stessa domenica, una rappresentanza
di questa Parrocchia, una quarantina di
persone, faceva una gita in pullman a
Sanremo; gita rinscita bene, grazie a Dìo,
ma non siamo giunti a tempo per il Culto. Cordialmente accolti dalla Signora Miscia, abbiamo visitato il Tempio e le sale
delle attività èd abbiamo incontrato e conosciuto fratelli e sorelle di quella Chiesa.
La decana della Parrocchia, nostra Sorella Maria Tron ved. Martinat, madre del
fu Generale Giulio Martinat, ci Jia lasciati aU’età di 96 anni. Sempre amorevolmente assistita e curata dai suoi p d’una
maniera speciale dalla figlia Emma, senza
malattia, ma sazia di giorni, preparata spiritualmente, da tempo desiderava di andare con il Signore che ella aspettava vegliando e pregando. Una vera folla di conoscenti e di amici della famiglia, -enuti
da vicino e da lontano, presenziò al suo
funerale, alla Baissa di Maniglia, al quale
parteciparono anche con un messaggio i
Pastori Levy Tron e A. Genre. Rinnoviamo
a tutta la famiglia l’espressione del),; nostra profonda simpatia cristiana.
l sottoelencati fratelli di Marsiglia, a
mezzo del nostro pibrrocchiano Barbo Philibert che ha passato colà qualche tempo
presso il nipote sig. Enrico Poet, ci hanno
mandato dei doni per le riparazioni del
Tempio di Ferrerò:
Poet Giacomo ff. 1000; Poet Alberto
ff. 1000; Poet Enrico ff. 1000 e Lit. 2000;
Ferrerò Luigi e Emma ff. 1000; Poet Digué
Elise ff. 1000; Poet-Clot Louise Lit. 1000;
Poet-Guillelmet Léonie L. 1000. Rinnoviamo loro i nostri vivi ringraziamenti.
Per lo stesso scopo: Alberto Ghigo, Mogadiscio, L. 3000; Erméline Pons-Aubert,
Var, France, ff. 1000; Elsa Ghigo, Marseille, ff. 500: grazie cari amici.
Angrogna ( Capoluogo )
Domenica 10 corr. ha avuto luogo il
nostro Bazar. Benché Paffluenza della fratellanza sia stata inferiore a quella registrata lo scorso anno, pure il lusinghiero
risultato ha superato quello dell’anno scorso. Desideriamo ringraziare vivamente tutte le persone che in qualsiasi modo hanno
collaborato attivamente alla buona riuscita del nostro Bazar
Ringraziamo la Corale per la sua partecipazione al culto del 26 aprile.
La sera del 2 maggio l’Unione Giovanile
dei Jourdans offriva alla Comunità una
buona serata familiare in collaborazione
con l’Unione Giovanile del Martel. Anche
a questi giovani un vivo ringraziamento.
e. a.
Pomaretto
La Parrocchia è molto grata al pastore
sig. Luigi Marauda per il lavoro compiuto
in un periodo di circa 3 mesi, durante una
missione del pastore titolare all’estero II
nostro ringraziamento va pure ai pastori
sigg. Sommani e L. Tron che hanno presieduto culti, ed alla missionaria sig.na
Anita Gay che ha vivamente interessato la
comunità sia nel culto della domenica 3
Maggio, e sia con una conferenza con
proiezioni luminose.
— Il Sacramento del Battesimo e stato
amministrato a Coucourde Mirella di Umberto e Poet Odetta (Clot Inverso); Birtalotto Eriana di Dante e Ghigo Irene (Porosa); Pons Carla di Marcello e Grill Alma (Porosa); Rostan Daniele di Gino e
Lageard Viola (Pinasca); Coucourde Giorgio di Valdo e Maurino Simone (Ciò* Inverso); Peyrot Vera e Peyrot Elsa di Romìldo e Baret Elisa (Pomaretto). Il, Signore benedica questi bambini ed aiuti i genitori, padrini e madrine a mantenere con
fedeltà le promesse che hanno fatto.
— Hanno ratificato il loro Battesimo con
la pubblica confessione della loro fede
personale 27 giovani: Baret Giuseppina
(Cerisieri); Bernard Laura (Pomaretto),
Bertalmio Ida (Perosa), Bertalot Renata
(Ferrerò); Bouchard Milena (Pomaretto),
Chambon Angela (Brancato), Charrier Elda (Chianavasso); Costantino Iris (Porosa); Galliano Marisa (Paleiset); Gardiol
Elda (Rocciateugna); Gardiol Evelina (Rocciateugna); Griot Marisa (Pomaretto); Long
Elisa (Gilli); Long Erica (Serre); Long
Ines (Paiola); Purpura Claudia (Pomaretto); Revel Adele (Pomaretto); Ribet Franca (Vivian); Ribet Ida (Teitas); Baret Italo (CombaviBa); Costabel Ferruccio (Vivian); Coucourde Bruno (Pinasca); Griot
Ermanno (Pomaretto); Mainerò Otello
(Pomaretto); Peyrot Guido (Faure); Siene
Samuele (Perosa); Vinçon Attilio (Peynaud).
Possano questi nuovi membri di chiesa
vivere come testimoni fedeli di Gesù Cristo ch’essi hanno dichiarato di accettare
come Maestro e Salvatore.
— E’ stata invocata la benedizione di
Dio sul matrimonio di Lageard Nino con
Costamagna Giuseppina (Fleccia). Rinnoviamo ai cari sposi l’augurio di vera felicità sotto lo sguardo costante del Signore.
— In questi ultimi tempi la nostra comunità è stata colpita da numerosi lutti.
Ricordiamo con affetto i fratelli e le sorelle scomparsi: Mathé Margherita ved.
Lageard, di anni 78 (Anfous); Long Pietro
di anni 83 (Pomaretto); Rostan Natale, di
anni 87 (Pinasca); Vola Maria ved. Coucourde, di anni 74 (Fleccia); Grill Lwgia
nata Ribet, di anni 74 (Pomaretto); Marcoz Alberto, di anni 36 (Frali); ViUielm
Margherita ved. Bleynat, di anni 71 (Brancato); Martinat Margherita ved. Pascal, di
anni 83 (Lausa); Grill Carlo, di an,ii 76
(Pomaretto).
Esprimiamo alle famiglie colpite dal
lutto la nostra simpatia fraterna; nell’ora
della prova li sostenga la fede in Gesù
Cristo « la risurrezione e la vita ».
Roma
Domenica 17 Maggio l’assemblea di
Chiesa, sotto la presidenza dal Capo Distretto Pastore Alberto Ricca, ai sensi dei
regolamenti, ha confermato quasi all’unanimità per un altro settennio il Pastore
Mariano Moreschini.
Con soddisfazione abbiamo notato il
senso di responsabilità dimostrato dai
membri elettori che su 135 hanno votato
102 (presenti).
Le elezioni hanno dato i seguenti risultati :
■Su 102 votanti: voti affermativi 97, schede bianche 3, voti contrari 2.
Mentre ci congratuliamo vivamente col
nostro Pastore per la riacquistata salute e
per il risultato delle elezioni, formuliamo
da queste colonne, i più fervidi voti per un
altro settennio in mezzo a noi, benedetto
dall’Alto. Il Signore fortifichi il Pastore
Moreschini, nel corpo e nello spirito, affinchè possa dedicarsi sempre più all’opera
che la Chiesa gli ha affidato.
Ringraziamo ancora una volta il Capo
Distretto Pastore Alberto Ricca per il messaggio rivoltoci al Culto del mattino,
B. M.
La famiglia di
Tron Maria ved. Martinat
ringrazia cordialmente tutti i vicini di casa e tutte le persone che in qualche modo
le hanno dimostrato solidarietà, simpatia,
affetto cristiano.
Manìglia, li 18 maggio 1953.
La famiglia Frache sentitamente ringrazia tutti coloro che presero parte al suo
dolore per la scomparsa del caro papà
Cario Frache
In modo particolare ringrazia il Dott.
Pastore Ayassot, i membri del concistoro,
il dott. Gardiol, gli amici e le persone che
le furono di aiuto nella triste circostanza.
Torre Pellice Giordanotti, 22-5-1953.
Lunedì 11 Maggio si spegneva serenamente nel Signore, dopo una vita dedicata
al lavoro ed alla famiglia
Cario Griii
di anni 76.
Profondamente addolorati, ma fidenti
nelle promesse dell’Evangelo, ne danno la
triste partecipazione: la moglie Margherita Dick; le figlie: Speranza; Lina col marito Enzo Purpura e figlie Claudia, Paola
e Giovanna; Itala col marito Ettore Beux
e bimbi Cariuccio ed Alda; le sorelle Maddalena e Margherita; la madrina Margherita Bertalot; i cugini e parenti tutti
« Io ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho serbato la fede » (Il Timoteo 4: 7).
La famiglia, profondamente commossa
delle affettuose dimostrazioni di simpatia
ricevute, ringrazia tutti coloro che le sono
stati di conforto in questa dolorosa dicostanza.
Pian di Pomaretto, 13 Maggio 1953.
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Tipografia Subalpina S. ». A.
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