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ECO
»ELLE VALU VALDESI
Prof. ARMA»D HUGON Augusto
Via Beckwith 10
10066 TORRE PELLICE
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno 108 - Num, 44 ABBONAMENTI ^ L. 3.500 per l’interno
Una copia Lire 80 L. 4.500 per l’estero
Sped. in abb. postale - I Gruppo bis/70
Cambio di indirizzo Lire 100
TORRE PELLICE — 29 Ottobre 1971
Amm. : Via Cavour 1 - 10066 Torre PeUice - c.c.p. 2^33094
Confessare onni la fede antica u«» Bibbia per gii aim
».T i_ _ t -noi 11TT1 vi^r<51 p ftpì orGileriti!
Ogni anno nella seduta d’apertura
del Sinodo valdese, prima di recarsi
al culto d'inaugurazione della sessione
sinodale, i delegati raccolti nell’aula
della casa valdese assistono alla firma della « Confessione di fede » da
parte dei candidati al ministerio. Molto probabilmente nessuno dei laici
presenti sa di che si tratti e pochi pastori hanno avuto occasione di rileggere, dopo il Ipro studio alla Facoltà di
Teologia, questo documento. Il fatto
poi che si parli di « confessione » può
lasciar intendere che abbia a che fare con quella parte della liturgia che
chiamiamo confessione dei peccati. Si
tratta in realtà di una lista di dichiarazioni, dette « articoli » in cui sono
riassunti i punti essenziali della fede
cristiana professata dalle comunità
valdesi; il titolo della Confessione di
fede è infatti il seguente « Confessione di fede delle Chiese Riformate, Cattoliche ed Apostoliche del Piemonte,
confermata per testimonianze espresse
dalla Santa Scrittura». Ogni frase è
infatti accompagnata da citazioni della Scrittura che ne dimostrano il carattere biblico.
Non sappiamo quando i valdesi abbiano redatto questo documento; Jean
Léger, che lo riproduce nella sua « Histoire » afferma che esso fu pubblicato dopo i massacri del 1655 ed infatti
si legge, nel testo francese, in appendice ad un libro pubblicato sulle persecuzioni di quell’anno tristemente fumoso.
È dunque molto probabilmente in
quella circostanza che la Confessione
vide la luce ed è probabile che il Léger
stesso ne sia stato il redattore anche se
indubbiamente le idee e le tesi espresse
dal documento erano già parte del patrimonio religioso delle comunità delle
Valli prima di quella data. Si può dunque ritenere che i 33 articoli della Con■ fessione di fede suddetta esprimano
in linea generale il pensiero delle chiese
valdesi su Dio, Gesù Cristo, la Chiesa,
la salvezza, la Scrittura, i sacramenti
nel periodo più tragico e movimentato
della loro storia. Farla sottoscrivere
ai candidati in teologia e chiedere loro
al momento della consacrazione di predicare l’evangelo in conformità a questa antica nostra « Confessione » può
voler dire solo una cosa, nella situazione attuale; che si impegnano a stare nella Chiesa valdese riconoscendola
come la loro famiglia spirituale; si
mantengono in comunione di fede con
la storia del passato e non procederanno ad innovazioni tali da mutare
la fisionomia delle comunità. Si tratta
insomma di una forma di fedeltà al
passato ed alla tradizione, un po’ come 1 soldati giurano fedeltà alla bandiera. Nessuno infatti ha mai pensato
di citare nel corso di una discussione
sinodale la Confessione di fede o chiedere il controllo sulla predicazione sinodale di un pastore se non è fedele a
questo o quell’articolo. Una cosa priya
di vita, insomma, che non si tocca più
perché non ha nessuna vitalità e non
costituisce un termine di riferimento
valido per la vita di oggi.
Si potrebbe invece chiedere la restaurazione della Confessione proprio
in qusfo tempo di genericità e di incontri ecumenici in cui tutti si dicono
cristiani; essa è un po’ come una carta di presentazione per la Chiesa che
la sottoscrive: finché non l’avrà annullata con una decisione responsabile
la Chiesa Valdese potrà e dovrà pur
sempre riconoscere che crede certe cose e non ne crede altre, da importanza a certe realtà e nessuna ad altre e
questa linea di orientamento è tracciato dalla sua Confessione di fede. E
non si tratta di ipotesi campate in
aria, lo dimostra il dialogo con i fra
iiiMiMimiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiii'ii'iii'i'iii""""""*
Al LETTORI
A causa delTaccumulo dj giorni festivi, il nostro periodico non uscirà,
la prossima settimana; il prossiino
numero recherà quindi la data del 12
novembre, e sarà doppio. _
Vi sarà inserita la pagina periodica
curata dalla Federazione Femminile
Valdese. .
Ricordiamo intanto ai ^®ttori il nuovo canone di abbonamento per il W72 ;
come già annunciato, sarà di L. 3.500
per l’interno e L- 4.500 per l’estero.
Ringraziando chi vorrà fin d’ora farcelo avere — e in particolare chi vorrà sostenerci con la sua offerta piccola o grande — raccomandiamo di
fare il versamento sul c.c.p. 2/33094
intestato a «L’Eco delle Valli Valdesi - La Luce », Via Cavour 1, 10066 Torre Penice (To.). Grazie.
telli metodisti. Il dialogo con la Chiesa sorella deve infatti avvenire unicamente sulla reciproca fiducia nella interpretazione della Scrittura, sul fatto che ci dichiariamo evangelici cristiani o deve avvenire sulla base di
un confronto delle rispettive posizioni di fede espresse da documenti quali una Confessione di fede? È un interrogativo che si ripropone ogni volta
che si parla di dialogo ecumenico.
Non è forse questo però l’aspetto
più interessante della Confessione di
Quest’anno è stato celebrato il 4°
centenario della Confessione di fede
della Rochelle (1571), uno dei documenti fondamentali delle Chiese riformate, che ha influito non poco anche
sulla stesura posteriore della Confessione di fede della Chiesa Valdese {detta del 1655). In occasione della « giornata della Riforma », abbiamo chiesto
al past. Giorgio Tourn di ricordarne il
significato (v. a pag. 2) e di invitare
i lettori a riflettere sul valore che ha,
anche oggi, la confessione di fede nella vita della nostra come di ogni Chiesa. Lo ringraziamo per il suo efficace
contributo. Red.
hanno ancora nuove confessioni di fede e credono di poterne fare (si pensi
alla dichiarazione di Barmen sotto il
Nazismo). E non si tratta di una cosa da
poco : significa che la comunità cristiana in assemblea scrive un documento in cui mette a punto il suo
pensiero e la sua testimonianza sotto
l’ispirazione dello Spirito. Perché una
Confessione sia tale occorrono alcune
condizioni. Deve essere motivata dalla
Scrittura anzitutto, non frutto di ispirazione generica o momentanea di un
gruppo di fratelli sia pur ben intenzionati; deve essere libera nella sua
espressione e non condizionata da
pressioni esterne; deve essere frutto
di una ricerca comune di tutta la Chiesa, non opera di ministri o teologi soltanto; deve essere una presa, di posizione impegnata, non una dichiarazione di teorie. Il cammino che conduce alla Confessione di fede è esattamente il contrario di quello che conduce all’enciclica pontificia, si tratta
di due modi opposti di intendere la ricerca della verità e la testimonianza
ma si tratta anche della via opposta
all’anarchia individualista per cui ogni
credente fa una chiesa per conto suo
nel suo cuore e sta con gli altri unicamente in virtù di associazione tradizionale, La Confessione di fede antica
è dunque per una chiesa riformata come la nostra assai più che un venerabile documento storico del passato è
un modo di intendere la propria vocazione cristiana ed un modo di essere.
Firmare una Confessione di fede, significa impegnarsi a ragionare in un
certo modo ed è quello che tocca scoprire nel presente. Giorgio Tourn
fede (documento storico o testo di attualità). Più interessante ed attuale è
ripensare a come furono scritti quei
testi e perché. Le chiese antiche hanno avuto le loro Confessioni; il Credo,
ad esempio, comune a tutte le Chiese,
cristiane è uno di questi testi antichi;
fra le chiese moderne, cioè del giorno
d'oggi, solo le chiese riformate di ispirazione calvinista hanno avuto ed
....................«mi.in..................
Lutero, sempre scomunicato
Nessuno deve rinunciare alla sua parte
trasmettere la
La necessità della specializzazione
si è ormai imposta nel nostro tempo.
Dal punto di vista della fede cristiana
la specializzazione, però, non ci è stata sempre di aiuto. Infatti, guardando
al tecnico, abbiamo messo nelle mani
del pastore buona parte dell'organizzazione della vita comunitaria, abbiamo demandato ai monitori l’educazione biblica dei nostri figli, abbiamo lasciato ai missionari la missione^ cristiana, ai colportori e alle Società Bibliche la traduzione, la stampa e la diffusione della Bibbia. Così facendo abbiamo prima ceduto ad altri e poi gradualmente rinunciato a buona parte
del nostro sacerdozio universale di
credenti.
È questo ministero che va recuperato nel nostro tempo di specializzazioni, perché nessun altro al posto nostro
dovrà renderne conto a Dio.
Oggi è necessario che la chiesa esca
dal suo isolamento per ridiventare
missionaria: una chiesa per gli altri,
per il mondo. L’impegno è grande e
certamente più ampio della nostra immaginazione. Tuttavia se la chiesa deve rimanere chiesa, sale della terra,
non deve diluirsi nella_ massa ma caratterizzarsi come lievito nella pasta;
questo è possibile nella misura in cui
la sua testimonianza riesce a creare
nella gente la sete crescente di una
verifica quotidiana con la Scrittura.
Portare il Cristo agli altri significa
ancora molto semplicemente e concretamente trasmettere la testimonianza.
nel sacerdozio universale dei credenti:
Parola di Dio.
dei profeti e degli apostoli come norma e verifica del nostro vivere.
Se Cristo è morto per tutti e se la
chiesa dev’essere per tutti, tra i due
momenti dev’esserci una Bibbia per
tutti. Siamo ben al di là dell’opera del
colportore, di chi era tradizionalmente specializzato. Occorre che ogni credente passi di mano in mano la Bibbia
come ai tempi dei Barbi valdesi,_ della
Riforma e del sorgere delle giovani
chiese. Nel darla agli altri verifìchia
31 onobre; domenica
della Società Biblica
Ricordiamo che, su invito dell’Alleanza Biblica, è stato chiesto a tutte le chiese valdesi
di dedicare alla diffusione della Bibbia la colletta raccolta nel culto della « Domenica delia Riforma ».
Negli ultimi anni, a livello di studiosi cattolici si è assistito a una comprensione nuova, più ’aperta’ — secondo l'amato e ambiguo vocabolo del
giorno — della figura e dell’opera di
Martin Lutero. E non sono mancate
le proposte di togliere la scomunica
alla quale il Riformatore era stato sottoposto da parte del Magistero cattolico. Questa proposta è stata reiterata con risonanza particolare alcuni
mesi or sono; in occasione delle celebrazioni del 450“ anniversario della
Dieta di Worms — quella in cui Lutero oppose la sua coscienza vincolata
dalle Scritture agli argomenti dottrinali e politici dei grandi della Chiesa
e dell’Impero — il Capitolo cattolico ‘
di Worms, costituito di chierici e di
laici, aveva chiesto a Paolo VI di togliere i bandi pronunciati contro Lutero, e di dare un chiarimento « sulla
persona e sull’insegnamento di Martin
Lutero alla luce del punto di vista
cattolico odierno e nell’interesse di
una intensificazione degli sforzi ecumenici ».
La richiesta del Capitolo di Worms
ha trovato un’eco interessata ina riservata fra i Luterani. Il segretario generale della Federazione Luterana
Mondiale, il past. André Appel, ha notato che « non è compito di noi luterani esercitare una qualsiasi pressione
in una iniziativa che deve provenire
esclusivamente da Roma ». In ogni caso, « benché questa richiesta sia spettacolare — ha dichiarato A. Appel —
ha l’inconveniente di porsi unicamente su di un piano giuridico». Ora,
« Lutero non aveva rifiutato di essere
sconfessato, ma domandava di essere
convinto sul piano della verità biblica^
e non su quello di una tradizione o di
una scuola teologica particolare» (1).
In altre parole, è insignificante — o
mistificante? — togliere una scomunica che dal punto di vista della teologia cattolica era e rimane perfettamente coerente, se non si risale appunto
a quella teologia, che ha Tnotivato la
(') Questa la dichiarazione essenziale fatta
da Lutero davanti alFimpcratore Carlo V e
ai membri della Dieta di Worms, che citiarno
dal capitolo finale del saggio magistrale di
Giovanni Miegge su Lutero: cc Poiché la vostra
maestà e le vostre signorie domandano uiw
risposta semplice, ne darò una senza corna ne
denti : Se non sarò convinto mediante la testimonianza della Scrittura e chiare ragioni poiché non credo né al papa né ai concili da
soli, poiché è evidente che hanno errato e si
contraddicono - io sono vinto nella mia coscienza e prigioniero della parolgi di Dio a motivo dei passi della Sacra Scrittura che ho
addotti. Perciò non posso né voglio ritrattarmi,
poiché non è sicuro né salutare fare alcunché
contro la coscienza. Dio mi aiuti. Amen ».
scomunica, e non si mette in questio
ne essa per prima. Porre il problema
in termini diversi, significa non aver
capito o non voler capire dove sta il
nocciolo della questione.
In ogni caso, gli equivoci sono stati
a.utorevolmente fugati; la Sede romana ha dato una risposta chiara, e negativa. Il presidente del Segretariato
vaticano per l’unità dei cristiani, card.
Jan Willebrands, ha risposto al Capitolo di Worms che il papa « non ritiene attualmente possibile adottare un
provvedimento in tal senso ». Il card.
Willebrands si riallaccia al discorso
che aveva pronunciato all’Assemblea
della Federazione Luterana Mondiale
(Evian, luglio 1970), nel quale aveva
detto fra l’altro che « le conroversie
del XVI secolo appaiono oggi in una
luce nuova », ma che tuttavia i giudizi
scorretti dati da Lutero sulla Chiesa
cattolica « non servirono gli interessi
della verità e dell’amore, e pertanto
non servirono gli interessi dell’unità».
Nella sua lettera recente, a nome del
pontefice, il cardinale fa presente che
« la revoca del bando contro Lutero da
un lato non sembra praticamente possìbile, e dall’altro non appare opportuna: ciò sia che si tratti di esprimere
esplicitamente il mutato giudizio cattolico su Lutero, sia di dare seguito
alla formazione di legami più stretti
fra luterani e cattolici ».
Se oggi si è praticamente rinunciato a fare uso della scomunica, Lutero
era e resta dunque degno di scomunu
ca da parte cattolica. Elementi particolari del suo messaggio, e in giuste
dosi, sapientemente calcolate, possono essere riconosciuti utili e salutari,
non si trae forse dal veleno o da sostanza infetta il prezioso vaccino? non
si trae forse dalle piante più virulen
Hrenze; inaiiyiirata la Casa di ripasa TI Giyaara'
”Il Gignoro”, la nuova Casa di riposo evangelica di Firenze,
ricavata con lungo e
accurato lavoro da
un'antica villa, contigua a una squisita
chiesetta romanica, è
stata inaugurata domenica 17 ottobre
con la partecipazione
numerosa di popolo
evangelico e di rappresentanze cittadine.
Si legga a pag. 5 un
servizio sulla giornata e sull’opera.
temente velenose medicamento e salute? È un’arte nella quale la Chiesa cattoiica romana ha saputo eccellere, nei
secoli: ma per sanarsi e rafforzarsi come chiesa cattolica romana, non per
riformarsi come chiesa cristiana.
A noi Lutero scomunicato — dal pontefice, dal cardinale o dai concili — va
benissimo. Non che ci rallegri la divisione — e l’infedeltà — della chiesa
che questa scomunica esprime, ma
non sentiamo Lutero affatto diminuito dalla scomunica papale, né lo sentiremmo aumentato da un’eventuale e
improbabile riabilitazione da parte del
Magistero. La sola cosa che ci rallegrerebbe, della più profonda allegrezza cristiana, sarebbe che la Chiesa
cattolica romana riconoscesse che Lutero ha avuto e ha ragione; e che per
ciò stesso cessasse di essere cattolica
romana. Allora ci muoverebbe a gelosia, e anche a vergogna, nella nostra
troppo pigra o soddisfatta assuefazione pi messaggio della Riforma, o nei
nostri troppi, furtivi rinnegamenti di
protestanti che hanno largamente perso il senso della Protesta che la Parola di Dio leva, inflessibilmente benefica, contro le loro conservazioni e le
loro rivoluzioni, e che quindi hanno
largamente perso la capacità di farla
risuonare di fronte agli uomini.
Ma, come ha scritto Calvino, « la riforma della Chiesa è opera di Dio ed
è altrettanto indipendente dalla speranza e dal pensiero dell’uomo quanto lo è la risurrezione dai morti... ».
Occorre credere alla possibilità sempre aperta di quest’opera di Dio; offrire, credendo, lo strumento che Dio ci
ha posto in mano per servire a questa
opera sua; la predicazione dell’Evangelo.
Gino Conte
mo quanto essa vale per noi. Ogni dono di Dio diventa un’accusa verso di
noi Se non è messo a frutto e trasmesso. Le Bibbie polverose o comunque
non lette, sono un giudizio sulla comunità cristiana, un segno che abbiamo
abbandonato il nostro sacerdozio. Dio
ci incontra in cammino anche con la
Scrittura. Una Bibbia ferma nelle nostre mani è come una tenda ferma nel
deserto mentre il Signore si è mosso,
in testa al suo popolo, verso la terra
promessa.
Non possiamo dire al Signore che è
un uomo duro e che raccoglie dove
non ha seminato. Non possiamo nascondere la Bibbia dicendo di aver
paura, di non aver avuto tempo, di
non aver visto le svariate occasioni
che Egli continuamente pone dinnanzi
a noi.
Dare una Bibbia significa offrire al
nostro prossimo l’occasione di un incontro con Dio. Egli, infatti, precede
e accompagna, con il suo Spìrito, la
Scrittura e raccoglie intorno ad essa il
suo popolo.
La Comunità cristiana è chiamata a
seminare e, soprattutto in tempo di
crisi, deve seminare la Parola con
grande speranza.
Renzo Bertaeot
iiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiMiiiimiiiiiiiiiiiim
La Società delle Missioni
di Parigi muore
Viva la Comunità evangelica
di azione apostolica
La Chiesa Valdese sarà rappresentata all’Assemblea parigina dal pastore Franco Davite
Il past. Franco Davite rappresenterà
la Chiesa Valdese all’Assemblea — l’ultima — della Società delle Missioni
Evangeliche di Parigi, che sarà pure
l’assemblea costituente della Comunità
evangelica di azione apostolica. Le sedute si terranno a Parigi dal 30 ottobre
al 1° novembre. Com’è noto un anno fa
l’Assemblea della SMEP — vi aveva
partecipato come nostro rappresentante il past. Teofilo Pons — aveva deciso
d; darsi nuove strutture, portando a
compimento un lavoro preparatorio di
vari anni. Nell’ultimo sinodo anche la
Chiesa Valdese decideva di aderire, accanto a numerose Chie.se evangeliche
in Europa, in Africa, nel Madagascar
e nel Pacifico, alla nuova comunità missionaria.
Essa comincerà a funzionare al principio del 1972. Avrà sede a Parigi e
come segretario generale il past. Victor
Rakotoarimanana, attualmente segretario della Chiesa di Gesù Cristo nel Madagascar (FJKM); egli sarà coadiuvato
d i un segretario associato amministrativo, che sarà europeo (e che verrà probabilmente designato nel corso delle
prossime sessioni), e da un segretario
associato per la riflessione teologica,
che sarà il past. Seth Nomenyo, della
Chiesa evangelica del Togo.
Attendiamo con vivo interesse le notizie che il past. Davite porterà al suo
ritorno da Parigi, anche e sopratutto a
proposito deH’impegno effettivo che il
voto sinodale ha rappresentato: un voto che a più d’uno è parso sbalorditivamente rapido, e che si vorrebbe esprimesse davvero una decisa volontà e
sensibilità missionaria.
2
pag. ¿
N. 44 — 29 ottobre 1971
Un primo boccone “ecumenico
La commissione mista di lavoro anglicano-cattolica ha raggiunto un
accordo sull’eucaristia - Il rapporto è ancora segreto: le Chiese rispettive lo accetteranno? - Chi ha ceduto sulle posizioni teologiche?
99
?
Chi è Gesù? • 2
Cristo, nostro Maestro
Con il titolo significativo « Verso un
riconoscimento reciproco degli ordini
anglicani e cattolici romani » il soepi
(il servizio stampa e informazione del
CEC) del 16 settembre scorso riportava questa notizia.
Windsor (soepi) — « Crediamo che
siamo giunti a un accordo sostanziale
sulla dottrina dell’eucaristia » e « questa conclusione è d’importanza vitale
per le relazioni fra le Chiese anglicana e romana ». Con questa dichiarazione, fatta il 7 settembre, si sono
chiuse al castello di Windsor tre riunioni private di una commissione internazionale creata tre anni fa dal papa Paolo VI e dall’arcivescovo di Canterbury.
Il contenuto esatto dell’accordo non
è stato reso di pubblica ragione, ma
riguarda la comunione e i riti relativi
al pane e al vino.
La commissione, che ha il compito
di preparare la via alla « unità organica » delle due Chiese, compiuto questo passo potrà ormai cercare un accordo analogo sul sacerdozio, e sarà
questa la sua principale preoccupazione dottrinale di qui al prossimo incontro, nel settembre 1972.
Un’intesa totale sull’eucaristia, infatti, non può aversi senza un riconoscimento reciproco del ministero ordinato. La cosa non è, verosimilmente, per domani, dato che la Chiesa cattolica romana dovrebbe annullare la
bolla papale del 1896 « Apostolicae curae », che dichiarava non validi gli ordini anglicani.
L’incontro di Windsor è stato presieduto congiuntamente dal vescovo
anglicano di Ossory, Ferns e Leighlin,
McAdoo, e dal vescovo ausiliare cattolico romano di Northampton, Alan
Clark.
Premesso il nostro fermo dissenso
da tutte queste riunioni « private » di
fiduciari delle « santità » ed « eminenze » di turno, un uso che si sta instaurando anche nel Consiglio ecumenico
delle Chiese per osmosi di tradizioni
ecclesiastiche a noi intimamente estranee, ciò premesso, la correttezza vuole che prima di esprimere un giudizio
sul documento in questione, lo si esamini (lo si possa esaminare); il giudizio è dunque rimandato.
È però lecito sin d’ora qualche interrogativo, sia pure soltanto sulla base delle scarne notizie diffuse dal
soepi.
E anzitutto: qual è la posizione della Chiesa anglicana? Come forse è noto, la confessione di fede anglicana (i
39 Articoli di religione del 1563) è nettamente influenzata dalla teologia calvinista, anche nella forma un po’ attenuata che ha avuto sotto il regno di
Elisabetta I, rispetto ai 42 articoli del
1553 approvati da Edoardo VI. Per
ciò che riguarda la S. Cena, ecco come Vai.ix) Vinay (La Riforma protestante, Brescia 1970, p. 251) riassume
la posizione anglicana: « L’insegnamento sulla S. Cena si differenzia dalla
consustanziazione luterana, per seguire la dottrina calvinista-buceriana del
ne. Sarebbe chiudere gli occhi alla evidenza, negare che nella Chiesa romana sia vivace — più largamente a livello teologico, meno a livello di base
— il dibattito sul significato dell’eucaristia. Ricordiamo al riguardo l’opuscolo che, nella collana « Attualità protestante » pubblicata dalla Claudiana,
Alfredo Sonelli ha dedicato a L'eucaristia cattolica in discussione. Ma significa pure negare l’evidenza coritestare che attualmente la sola dottrina
cattolicamente valida sia quella tradizionale, ribadita a tutte lettere nella
enciclica di Paolo VI « Mysterium
fidei ».
È significativo che in prima pagina
« L’Osservatore Romano » del 22 settembre 1971 abbia pubblicato un articolo, Le tappe dell’ecumenismo, di
Carlo Boyer, S. J., nel quale facendo
riferimento ad alcuni incontri recenti
si dice, a proposito di quello di Windsor: « La stampa ha recentemente annunciato che la Commissione mista di
teologi anglicani e cattolici, ufficialmente designati, era pervenuta a un
accordo unanime suH’Eucaristia. Il testo stabilito a Windsor è stato rimesso alle autorità delle due Chiese, ma
non è ancora pubblicato. Quel risultato è incoraggiante, e anche se non
fosse definitivo sarebbe importante.
Conviene tuttavia aspettare il giudizio
dei capi responsabili, da parte anglicana come da parte cattolica. La dottrina cattolica sull’Eucaristia, quale fu
definita al Concilio di Trento, costantemente mantenuta e riaffermata nell’Enciclica "Mysterium fidei” del Santo Padre Paolo VI, è molto precisa.
I teologi cattolici Thanno certamente
esposta e spiegata a Windsor. Saranno stati tutti i teologi anglicani d’accordo per ammettere, da una parte,
che la celebrazione eucaristica, cioè la
santa Messa, è un sacrificio incruento, che non è un semplice ricordo della passione di Cristo, ma un memoriale sacramentale, il quale rappre
senta con la duplice consacrazione dell’ostia e del calice, la reale separazione del corpo e del sangue di Gesù sulla Croce; e dall’altra parte, per ammettere che il corpo e il sangue di Cristo, ora glorioso, si trova, dopo la consacrazione, non solo in cielo, ma anche sotto le apparenze sensibili del pane e del vino sull’altare? Quanti poi
saranno gli anglicani che riceveranno
le conclusioni di questi teologi? Chi
scrive può dire oggi che in una Conferenza mista, tenuta a Qxford nel
1961, gli anglicani erano d’accordo per
ammettere tanto il sacrificio quanto
la presenza reale. Essi non determinavano il modo della presenza, ma riconoscevano che un anglicano poteva
ammettere il modo della transustanziazione ».
Gli interrogativi quindi ci sono, e
seri. g. c.
iiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiimiiimiiiiiiMMiMiiiiimiimmiiiii
Si inizia il 117” Anno Accademico
della Facoltà Valdese di Teologia
La prolusione del past. Ricca
Con una prolusione del pastore dr. Paolo
Ricca su Unità della chiesa - unità delVumanità, sabato 6 novembre, alle ore 18, nell’Aula Magna della Facoltà Valdese di Teologia in Roma, si inaugurerà il 117° anno accademico. L’argomento della prolusione è dato dal tema della sessione di « Fede e Costituzione » tenutasi lo scorso agosto a Lovanio.
L’indomani nel pomeriggio gli evangelici romani sono invitati, come di consueto, al
culto di apertura dell’anno di lavoro della
Facoltà, nei tempio di Piazza Cavour.
Contemporaneamente si annunzia l’inizio
de' corsi per laici che anche quest’anno saranno offerti a coloro che di presenza o attraversi dispense vorranno seguirli. Essi inizierann 1 con un ciclo di Antico Testamento; il
prof. Alberto Soggin presenterà una <c Introduzione ai profeti », iniziando venerdi 12 novembre. Daremo prossimamente maggiori pre
fg
Proseguiamo la pubblicazione delle
testimonianze che sono state date a
Courmayeur, nella scorsa estate, in
una serie di riunioni di evangelizzazione curate dalla chiesa di Aosta e dal
suo pastore, nella cappella valdese sita
nel noto centro turistico.
Gesù appare subito, fin da principio,
nella Sua qualità di « maestro ». Nell’ambiente giudaico il suo caso non appare eccezionale; agli occhi della gente Egli è uno dei tanti studiosi della
Legge che istruisce il popolo. Molti
suoi concittadini si interessano al suo
insegnamento. Lo accolgono con favore in casa, ed accade spesso che si
spostino da un paese all’altro per udirLo predicare. Questi simpatizzanti diventano suoi discepoli.
La predicazione di Gesù si svolge liberamente ovunque: nel tempio, nelle sinagoghe, nelle case, all’aperto, in
incontri privati... come oggi Egli parla
a noi nel culto pubblico, nelle riunioni di famiglia, nei raduni dei giovani,
nei campeggi ecc. e, naturalmente, nella lettura e meditazione personale della Bibbia.
Gesù illustra il suo insegnamento ai
suoi contemporanei come a noi e agli
uomini di ogni epoca, con esempi tratti dalla vita quotidiana o racconti immaginari: sono le similitudini e le parabole. Quanta ricchezza di insegnamento troviamo in esse! Ci rendiamo
conto che nessun « maestro » ha mai
parlato con tanto calore, tanta efficacia e tanta concretezza dell’amore di
Dio... nessuno parlò mai con tanta conoscenza dell’animo umano come fa
Gesù nel Vangelo! Il suo insegnamento è tanto diverso da quello di altri
« maestri ». Matteo dice che, quando
« Gesù ebbe finiti questi discorsi, le
turbe stupivano del suo insegnamento
perché Egli le ammaestrava come
avendo autorità e non come i loro scribi » (7: 28-29), Anche oggi si può dire,
come si diceva allora: « Nessun uomo
parlò mai come quest’uomo » (Giov.
7: 46).
L’insegnamento di Gesù varia, come
naturale, secondo le circostanze e i
luoghi. - Esso può riassumersi, anche
cisazioni al riguardo.
................................................................................................................................................
Una carta d’identità stilata nella persecuzione e rivendicata nell’ora degli impegni responsabili
La
de
Confessione
La Rochelle
Il documento con il quale il protestantesimo francese aveva coscienza di qualificarsi nel contesto della
battaglia per la riforma della Chiesa, la bandiera intorno a cui si raccoglievano coloro che « desiderano
vivere secondo la purezza dell’Evangelo del nostro
Signore Gesù Cristo »
Nei primi d’aprile del 1571 (400 anni or sono con qualche mese in più)
______________ ______ _ ebbe luogo a La Rochelle il 7° Sino
la presenza reale, ma spirituale, del do generale delle chiese riformate di
Cristo. L’accento polemico è rivolto Francia. Luogo, data e circostanze so
contro la transustanziazione, perché, no di per sè rilevanti. La politica recontraria alle S. Scritture, è causa di ligiosa di Carlo IX sembra essere ad
molte superstizioni e sacramenti na- una svolta, una delle innumerevoli
turam evertit (sovverte la natura del della corte francese di quel secolo, per
sacramento) (ai't. 28). L’eucaristia non
dev’essere conservata, portata in giro
ed elevata per l’adorazione (ivi). Il sacrificio di Cristo è unicamente quello
della croce, “per cui i sacrifici^ delle
messe... sono finzioni blasfeme” (art.
31)». È lecito domandare: gli anglicani sarebbero disposti a rinnegare
questa loro confessione di fede?
Sentiamo già la risposta: è da parte
cattolica che si sta mutando posizig
quanto riguarda l’atteggiamento nei
confronti delle comunità ugonotte; il
partito dei Guisa è in disgrazia e lo
editto di St. Germain, dell’agosto 1570,
ha restituito ai protestanti la libertà di
culto. Il Sinodo che raccoglie nella
Francia sud orientale i delegati delle
chiese francesi è dunque la prima assemblea che si raccoglie in questo clima di rinnovata libertà, è anzi un’assemblea che, a differenza di tutte le
precedenti, non
ha carattere clandestino ma si convoca con l’assenso sovrano.
C’è poi la località: La Rochelle,
una delle quattro
fortezze che il
partito ugonotto
ha ricevuto come
I lettori ci scrivono
« Riuscirà il nostro amico a togliere dalla circolazione gli errori pericolosi per una giusta
lettura? »
Caro direttore,
non vorrei apparire troppo pignolo,
né troppo vanesio perché riscontro gli
errori di stampa sui miei articoli apparsi qualche volta su « L Eco - Luce »,
ma questa volta protesto fortemente!
Il n. 42 del 22 ottobre rende un cattivo .servizio ai lettori per due molivi :
primo perché gli propina un articolo
del sottoscritto; secondo perché glielo
propina zeppo di errori da peggiorarlo ancora (o lo migliorano?...). Trascurando la punteggiatura, solo gli crrori di stampa .sono una dozzina : un
po' troppi per tre sole colonne, no? Alcuni travisano o rendono incomprensihile il senso dclFarticolo. Elencherò
solo quelli : - colonna 1. riga 29 ; « la
circolare a cui mi riferisco dà Fimpre.ssione di assumere questo caraftere cniionico yi-, non « ppiimenico »t • riga 43 : « si.imo tutti più o meno sazi
di crociate ». non di « cronache »:
riga 44 : « specie quelle in difesa della
santità di qualche causa o fede », non
della «.sanità»; - riga 49: «posseggono ». non « po.s.scggano »; - riga 54 :
quando dico che il silenzio può anche
essere complicità, aggiungo che in quel
caso niente varrà a giustificarlo, non
« verrà »; - riga 56; si legga: Ecco
perché ho deciso... - colonna 2. a metà,
il nome del caricaturista argentino è
Quino. non Qino; - poco oltre. 1 ultima
parte della citazione dalla circolare ha
una riga spontanea. Si legga così :
« Devo ammettere che alcuni dei loro
libri ecc. .sono buoni, ma che cosa ne
.sa la persona che non conosce la Parola di Dio, né ha in .sè lo Spirilo di Dio
per guidarla e insegnarle tutta la verità?... »: - infine, colonna 3. ultima
parte, parlando della differenza tra
setta e movimento, scrivo che il movimento richiama il Tempio alle sue
responsabilità, mentre la setta giudica
il Tempio: la setta giudica, non «la
setta giudaica ».
Mi dispiace dello spazio occupato
dalle rettifiche ma proprio non è colpa mia... Ti ringrazio e li invio i .saluti pili amichevoli.
Revzo Tt rivetto
pegno delle promesse sovrane, la robusta e munita citlà marinara aperta
.sull’oceano che terrà testa al Richelieu con un assedio memorabile. Ed
infine c’è il contesto: la presenza della teologia ginevrina rappresentata dal
successore di Calvino, Teodoro di Beza il fine e dotto interlocutore del colloquio di Poissy, c’è tutta la nobiltà
ugonotta dalla regina Jeanne d’Albret
a Enrico di Borbone, c’è il Coligny c
Luigi di Nassau principe d’Qrange.
Di quel Sinodo, in cui vennero dibattute questioni di non poco conto
per la vita disciplinare e l’organizzazione del Protestantesimo francese si
ricorda essenzialmente un fatto: la
messa a punto e la votazione ufficiale
di una Confessione di Fede, detta Gallicana perché espressione delle comunità francesi (così come si dice helvética, belgica, hungarica per le confessioni svizzera, fiamminga e ungherese)
ma più comunemente nota appunto
come la « Confession de La Rochelle ».
Il testo in realtà non fu opera di quell’assemblca, era stato redatto nel 1559
in circostanze ben altrimenti difficili,
dal primo Sinodo riformato di Parigi,
durante gli anni delle dure persecuzioni, sotto la minaccia delle polizie
regie, ma il testo di quella prima versione, accolta da tutti, e riprodotta,
si stava corrompendo in successive
versioni. La Rochelle significò la pubblicazione ufficiale del testo definitivo.
Nei suoi 40 articoli la Confessio Gallicana segue la traccia fornita da Calvino stesso nel 1559 ad eccezione dei
primi articoli che trattano di Dio e
che costituiscono una interessante e
notevole variante rispetto al testo del
Riformatore ginevrino. Le linee della
sua teologia sono sostanzialmente
quelle classiche del Protestantesimo
riformato con alcune accentuazioni
particolari.
Ciò che qui interessa sottolineare
non è tanto l’interesse del documento
teologico, che dovrebbe essere illustrato con una lunga analisi del testo nei
suoi dettagli, quanto il significato di
quell’atto comune. L’approvazione della Confessione fu determinata dalla
pressione degli ambienti politici della
Riforma francese, segnò il passaggio
dal periodo calvinista a quello ugonotto se cosi possiamo dire, dalla
Francia evangelica formata di comunità perseguitate e disperse alla Francia protestante che gioca la sua partita nella battaglia per il potere nella
nazione. Non si tratta, va subito detto, di un decadere della fede, di un
compromesso col mondo, d-i una fede
evangelicamente pura che si corrompe, ma della presa di coscienza di responsabilità nuove. Il Protestantesimo
aveva coscienza di doversi presentare
alla nazione con questo documento
che lo qualificava nel contesto della
battaglia per la Riforma della Chiesa.
Era anche la bandiera attorno a cui
si stringevano le nuove forze della
Chiesa evangelica, coloro che « desi^rano vivere secondo la purezza dell livangelo di Nostro Signor Gesù Cristo ». Un sommario della fede evangelica, una proposta di chiesa cristiana
e di orientamento in cui tutte le comunità disperse in terra di Francia
potessero riconoscere se stesse.
Una carta d identità dunque stilata
nella persecuzione ed ora rivendicata
per noi, in tre pensieri: la venuta del
Regno di Dio - l’annunzio dell’Evan
gelo - l’invito al ravvedimento.
* * *
Il Regno di Dio. - Possiamo dire che
questo è il tema fondamentale delTinsegnamento di Gesù. - Che significa
questa espressione per i giudei che lo
ascoltano? Dio è il re del mondo e del
suo popolo, avevano detto i Profeti
(Isaia 33: 22; Geremia 10: 7; Salmo 47)
perché è Lui che li ha chiamati alla
vita per adempiervi una missione.
Israele era, allora, l’unico popolo
che aspettasse il giorno in cui tutti gli
uomini avrebbero riconosciuto l’autorità e la presenza di Dio, e viveva in
quella attesa con grande impazienza.
Gesù inizia la sua predicazione affermando (e lo fa anche per noi) che
il gran giorno è venuto. (Purtroppo anche oggi esistono molte persone che
ignorano o rifiutano o negano che Dio
è il re che governa, che dirige, che
provvede per la vita del mondo. Ebbene Gesù ci annunzia che è venuto per
tutti gli uomini il tempo di riconoscere l’autorità e la presenza di Dio perché il suo Regno viene in Cristo. In
Cristo, Dio chiama tutti gli uomini a
diventare slioì figli e a entrare nel suo
Regno.
Gesù illustra a noi questo pensiero
per mezzo di alcune parabole dette
parabole del Regno (Matt. 13: 1-52). Alcune mettono in rilievo il valore del
regno di Dio ( « tesoro nascosto », « perla di gran prezzo »). La più grande
ricchezza che gli uomini di tutti i tempi possano avere è la certezza della
presenza e dell’amore di Dio. Sapere
che la nostra vita è un dono di Dio ed
è vissuta in Sua presenza è il « tesoro » o la « perla » in fronte ai quali tutto il resto non ha rilevanza in sé. -Alcune altre mettono in rilievo la piccolezza iniziale del Regno («grano e senape » e « lievito »).
Dio è, certo, onnipotente e grande,
ma la sua presenza in terra è quasi
inosservata (si pensi alla vita di Gesù... a quello che sono oggi le comunità dei credenti - quelli veri - sparse
per il mondo... a quello che siamo
noi!). Ma come un po’ di lievito nella pasta o un chicco in terra, così Dio
è presente, è vivo e parla ma senza
dar nell’occhio. - Alcune mettono ancora in rilievo il destino sicuro del Regno (le già citate parabole del « grano di senape », quella del « lievito » e
poi quella del « seminatore » e delle
« zizzanie »). Come il lievito lavora nella pasta e il chicco cresce in terra, così l’opera di Dio si compie nel mondo.
Il grano caduto nella buona terra dà
frutti superiori ad ogni attesa. Dio non
permette che la Sua opera sia distrutta né oggi né mai, ma guida la nostra
vita verso la meta gloriosa della comunione eterna con Lui.
Un secondo pensiero dell’insegnamento di Gesù è l’annunzio dell’Evangeìo. Che significa questo termine? La
traduzione della parola greca «evangelo » è « buona notizia ». - Gesù predica
l’Evangelo. Ciò significa che quanto
Egli ci dice è una buona notizia, è un
un messaggio che deve suscitare gioia. L’appellativo dì « padre », dato a
Dio da Gesù con tanta frequenza, sottolinea questa comunione d’amore
che unisce Dio agli uomini.
Alcune espressioni sottolineano per
noi la meravigliosa novità del messaggio di Gesù: a) la Sua presenza è
un dono che Dio ha fatto al mondo
non per la sua eondanna ma per la
sua vita (Giov. 3: 16-17). Gesù può,
perciò, essere considerato come il pane del mondo, ciò di cui gli uomini hanno più bisogno per vivere (Giov. 6:
47-57). - Il carattere gioioso della parola di Gesù è espressa dalla immagine
della luce. In Cristo l’uomo ritrova la
vista nella luce di Dio (Giov. 8: 12-15;
9: 1-7). - Questo messaggio di gioia si
trova spesso anche nelle parabole come quella del « banchetto » (Lue. 14:
15-24) e della «pecora perduta, della
dramma smarrita e del figliuol prodigo » - Lue. 15).
Un terzo pensiero scaturito per noi
ancora dall’insegnamento di Gesù, lo
appello al ravvedimento. - Che significa ravvedersi? Significa «cambiare direzione », cambiare mentalità », cambiare vita ». Tutti si devono ravvedere.
Il Regno di Dio è presente nel mondo in Cristo! Dio ama gli uomni e vuole salvarli! Questa è una «buona notizia ». Ma per intenderla e riceverla bisogna cambiare il proprio modo di
pensare e di vivere. Gesù è rigoroso
su questo punto: nessuno entra nel
Regno di Dio se non si ravvede! - La
strada del mondo è larga e tutti sanno
percorrerla. La strada della fede e dilficile e la porla del ravvedimento e
stretta e pochi (anche oggi) accettano
di varcarla (Matt. 7: 13-14). - Giovanni
riferisce un dialogo tra Gesù c uno
scriba (Nicodemo) che esprime bene
questo concetto: per entrare nel Re
fronte c\ll3 nci/ionc ud 3i ticitclli in
fede.
Il massacro della notte di S. Bartolomeo doveva l’anno seguente aprire
una nuova pagina di sangue nella storia religiosa europea e radicalizzare
ancor più fortemente queste due componenti della Confessione di fede: la
sua dimensione di battaglia per la
presenza protestante e la sua dimensione di testimonianza di fede; da essa sorgeranno i battaglioni del Condé
ma anche i martiri delle Cevenne.
Giorgio Tot r\
vere una seconda volta (Giov.
Altre parabole illustrano lo stesso pcnsiero (vedi Matt. 21: 28-32; Luca 18.
9-14) Ecco, per sommi capi, l’insegnamento di Gesù, nostro «maestro».
Non è una filo.sofia, né una ideologia
ma una vita. Esso è la pietra di paragone a cui tutti gli uomini devono riferirsi se vogliono insegnare qualche
cosa di credibile o fare azione valida.
Cristo è in ogni tempo c per tutti gli
uomini « la Via, la Verità e la Vita... »
(Giov. 14: 6).
Gtovannt Peyrot
3
29 ottobre 1971 — N. 44
pag. 3
LA CHIESA E LA SUA MISSIONE NEL MONDO
La Bibbia unisce
Su « The Times » di Londra del 15 ottobre 1971 è apparsa questa notizia, segnalataci da un lettore. red.
La Società Biblica Britannica e Forestiera riceve stamani un abbraccio
ecumenico sotto forma di un riconoscimento da parte dell’Arcivescovo cattolico di Westminster, Cardinale Heenan, pubblicato in un supplemento speciale del « Catholic Herald ». E il primo incoraggiamento ufficiale che la società, fondata nel 1804 dall’ala evangelica delle Chiese Anglicana e Nonconformista, ha ricevuto dalla gerarchia cattolica-romana in questo paese
— e come tale è considerata una vera
apertura.
La dichiarazione del Cardinale Heenan dice che, mentre i cattolici hanno
tradizionalmente considerato la Bibbia
come una rivale protestante del messale e un pericolo potenziale per la fede,
« oggigiorno tutti i cristiani possono
unirsi senza riserve nell’opera di diffu
sione del Vangelo! ». Questo, egli dice,
è il risultato di un rapido cambiamento nella visione di molti teologi cattolici. Se la dichiarazione del Cardinale
Heenan è il primo riconoscimento cattolico ufficiale che la società ha ricevuto in questo paese, in molte parti del
mondo dei cattolici sono da molto tempe ássociati individualmente alle sue
attività. Lo stesso Cardinale Heenan
ricorda specificatamente « una cerimonia commovente », durante il Concilio
Vaticano II, quando i cardinali e i vescovi dell’America Latina ringraziaron la Società del generoso dono di Bibbie ai loro popoli.
Di fatto il rendiconto della Società
relativo a doni di Bibbie e di Testamenti a scuole (la sig.ra Thatcher sta per
registrare la milionesima copia della
versione riveduta in lingua corrente)
dimostra che il primissimo di tali doni
fa offerto a scuole cattoliche di Glasgow poco dopo le guerre napoleoniche.
Il mese di agosto il bollettino dell’Alleanza biblica mondiale si diffonde
sulle nuove traduzioni delle S. Scritture in vari paesi, nei più diversi linguaggi, eseguita o da équipes di esperti, professori teologi, o più modestamente da
persone che conoscono bene l’idioma
in cui si desidera tradurre la Bibbia,
assistite da missionari. Molte di queste
traduzioni sono compiute da gruppi
inter-confessionali, come per esempio:
in CECOSLOVACCHIA, dove da alcuni anni si lavora a questo compito e
SI spera di poter terminare la traduzione completa della Bibbia tra 5 o 6 anni
Intanto sono già stati pubblicati gli
Evangeli, le epistole di Paolo, il Pentatenuto e i libri storici dell’Antico Testamento.
In RHODESIA è apparsa la traduzione del N. Testamento in lingua shona, per parte di un gruppo di preti e
missionari cattolici, che si sono serviti
per il loro lavoro di traduzioni protestanti precedenti.
Negli STATI UNITI la società biblica ha quasi terminato la traduzione
dell’Antico Testamento in inglese moderno, e ha pubblicato il libro dei Salmi e il libro di Giobbe.
In COREA è apparso il N. Testamento in coreano in 40.000 copie.
In FINLANDIA è stato tradotto il
Vangelo di Giovanni nel dialetto degli
tzigani, che sono circa 6.000 nel paese.
In THAILANDIA è apparsa, dopo
anni di difficoltà, la traduzione del
Vangelo sia in carattere latini, sia in
caratteri tai: quest’ultima ha avuto un
grande successo.
La società biblica ha inoltre pubblicato Selezioni bibliche illustrate a colori e a grandi caratteri in due dialetti
Vietnamiti, per la popolazione delTlnterno del paese.
Infine la Bibbia in igala (linguaggio
della Nigeria) è stata stampata per la
prima volta nel 1970: circa 12.000 copie
di questa traduzione sono state ordina
I llllllllllllllllllllllllllllllllllllillllllllll
Incontri ecumenici
femminili
(soepi) - Si sono avuti recentemente
due incontri all’Istituto ecumenico di
Bossey, presso Ginevra. Il primo, dal
10 al 17 settembre, riuniva oltre cinquanta diaconesse provenienti da diversi paesi europei, fra cui la repubblica tedesca (orientale), dagli Stati Uniti
e dalle Filippine. Tutte assieme, esse
hanno cercato di ri-definire il loro cornpito nella Chiesa di oggi e di domani.
Il secondo incontro, che ha avuto
luogo dal 20 al 25 settembre, riguardava le responsabili di comunità religios - femminili. Le 70 partecipanti, giunte
da quattro continenti, rappresentavano
comunità protestanti, cattoliche, ortodosse e anglicane.
Questo genere di incontro, finora
inedito, ha permesso alle partecipanti
di fare il punto sul ruolo connesso alle comunità femminili in una Chiesa
che si confronta cogli imperativi del
rinnovamento e dell’unità. Si è costituito un Comitato di unione: esso si
riunirà in Belgio nel gennaio 1972 per
rendere operanti lo scambio di esperienze e per esaminare delle nuove prospettive di contatto fra i vari gruppi.
IMIMIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII lllllllllllllllllHlll
IN INDIA
La conversione
al cristianesimo
non sarà vietata
Nel parlamento indiano il rappresentante di un partito di minoranza, che
avversa la missione cristiana in India,
aveva presentato un progetto di legge
che avrebbe reso impossibile la conversione al cristianesimo. La maggioranza del Parlamento ha ora respinto
tale proposta.
te nella società biblica per diffondere
i.T un importante territorio della Nigeria, un tempo dominato dal Biafra.
E per ultimo due notizie inconsuete:
i:i SIRIA i vescovi cattolici hanno fatto
un’importante ordinazione di Evangeli
illustrati, in arabo, alla società biblica
per offrirli ai loro catecumeni.
A LONDRA vengono pubblicate varie edizioni, in inglese moderno o in
altre lingue, del N. Testamento con illustrazioni dell’artista Annie Vallotton.
Segnaliamo queste edizioni forse interessanti per le scuole domenicali.
vUn nuovo
membro del CEC
Ginevra (soepi) - Durante la recente
sessione di Sofia, il Comitato esecutivo
del CEC ha ammesso in via provvisoria fra le Chiese-membro la Chiesa presbiteriana del Congo. Questa adesione
dovrà ora essere ratificata dal Comitato centrale. La Chiesa presbiteriana
congolese appartiene alla Chiesa del
Cristo in Congo. I suoi 40 mila membri sono distribuiti in 87 parrocchie
che dispongono di 860 luoghi di culto.
iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiii!iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiim
Dopo Attica
(soepi) - Quindici pastori americani
hanno tenuto una riunione di preghiera davanti alTuflìcio del governatore
Rockefeller, che essi hanno cercato di
contattare per presentargli una petizione in favore di una riforma del sistema penitenziario, dopo la strage
della prigione di Attica.
Essi richiedevano una rappresentanza religiosa in occasione delle inchieste svolte dallo Stato sugli avvenimenti che hanno provocato la morte di
quaranta persone. Il pastore T. Mitchell, della Chiesa battista nera di
Queens, fungeva da portavoce.
Il rabbino B. Brickner, dell’unione
delle comunità ebraiche americane, ha
annunciato che il clero della città di
New York era stato invitato ad unirsi
per esigere la riforma delle prigioni.
« I prigionieri sono uomini e non bestie — ha detto —. Se gli uomini di
chiesa e di sinagoga sono troppo occupati per interessarsi alla riforma carceraria, allora bisogna dire che le chiese e le sinagoghe di questo paese sono
NOVE CHIESE AMERICANE
Per l'unione eucaristica e la giustizia razziale
Denver, Colorado (soepi) - Le nove
Chiese americane che formano la Conferenza per l’unione delle Chiese sono
state pregate di « procedere senza ulteriore ritardo per la realizzazione di
una comunità eucaristica provvisoria
ma regolarmente costituita ». Recentemente, la decima sessione annuale della Conferenza ha dichiarato che « questa azione permetterà di dimostrare
che la Santa Cena è allo stesso tempo
la causa ed il segno dell’unità ».
Le nove Chiese-membro sono: la
Chiesa metodista episcopale africana,
la Chiesa metodista episcopale africana di Sion, i Discepoli di Cristo, la
Chiesa cristiana metodista episcopale,
la Chiesa episcopale di rito anglicano,
la Chiesa presbiteriana degli Stati Uniti, la Chiesa unita del Cristo, la Chiesa metodista unita e la Chiesa presbiteriana unita degli Stati Uniti. Per otto di queste Chiese la comunione eucaristica non comporta alcun problema; solo la Chiesa episcopale (anglicana) mantiene le tradizionali interdizioni alTintercomunione ed invano i
delegati episcopali hanno cercato di
ottenere una deroga per l’accordo delle nove Chiese sul ministero ed i sacramenti.
I delegati hanno poi insistito affinché le Chiese-membro prendano delle
reali misure per mettere fin al razzismo, per assicurare un « trattamento
compensatorio » alle minoranze e per
incoraggiare le comunità a formare delle collettività ecumeniche parrofrchiali.
Un’altra raccomandazione rivendica
alle delegazioni una maggior rappresentatività delle minoranze, delle donne e della gioventù.
La Conferenza ha d’altronde notato
l’apatia dei fedeli. Il segretariato non
ha ricevuto che 400 risposte di gruppi
che studiano il progetto d’unione, e
cioè una minima parte dei 25 milioni
di membri che costituiscono la totalità
veramente da compiangere»
........................................... iiiimiimiimimmi
LEBBRA E PREGIUDIZI
Si può dire che l’atteggiamento nei
confronti della lebbra stia cambiando?
Sotto alcuni aspetti ed in diversi
Paesi si può rispondere positivamente.
Soprattutto nei paesi in cui la lotta
contro questa malattia ha ottenuto dei
risultati positivi. Grazie alla quantità
crescente ed indiscutibile di guarigioni spettacolari ed alla prevenzione
delle deformazioni fisiche, la verità su
questa malattia si fa lentamente strada. Quello che i leprologi hanno dichiarato da vent’anni ad oggi si realizza. In un paese dopo l’altro la parola
« lebbra » è apertamente adoperata
nelle conversazioni, mentre fino a poclii anni fa questo termine era considerato « tabù ». Nessuno osava parlare della malattia o far menzione delle
sue vittime se non per disprezzare e
maledire. Qggi se ne parla alla radio alla televisione, a scuola; è oggetto di tesi di laurea per i medici e di materia
scolastica nelle scuole superiori.
Questo cambiamento interessa le masse oppure un piccolo gruppo di intellettuali progressisti?
I vecchi pregiudizi son difficili a morire. Ricordo le grida di indignazione
in Inghilterra quando nel 1969 la radio parlò di una epidemia di lebbra
che sarebbe scoppiata nel Leicester,
nel centro del Paese ed anche la fuga
precipitosa dei malati da un ospedale
quando era corsa la voce che era stato ricoverato un lebbroso! E questo è
avvenuto nei nostri paesi occidentali!
Vi sono delle zone in cui è sufficiente
che un profano in leprologia diagnostichi lebbra perché la persona sospetta sia praticamente imprigionata a vita. In altre zone si getta via la scodella di riso se l’ombra di un lebbroso
l’ha sfiorata perché la si considera infetta e non più mangiabile. Questo tipo di atteggiamento verso i lebbrosi è
profondamente ancorato in molti proverbi e modi di dire in tutto il mondo.
Spesso si pensa che né stregoni né
medici occidentali possano guarire
questo male. Si pensa anche - erroneamente - che le ulceri dei piedi e
delle mani siano causa di un temibile contagio attraverso ai loro essudati e che il solo odore emanato dal
lebbroso possa diffondere la malattia nei sani.
Queste idee sono profondamente
ancorate nello spirito di milioni di esseri umani. Conosciamo il caso di medici indigeni che hanno fatto i loro
sludi in occidente e che conoscono la
medicina scientifica, i quali non riescono a liberarsi del tutto da questi
pregiudizi, eredità del passato.
Sembra incredibile quante persone
esistono ancora nel mondo che « sanno » che cosa è la lebbra e sanno magari curarla, ma la ritengono ancora
una malattia molto contagiosa e praticamente incurabile.
Si può dire allora che qualcosa cambia o no?
Forse. Ma in molti paesi i mutamenti avvengono con l’impercettibile
velocità di una tartaruga.
E possibile fare qualche cosa per influire su questa lentezza di mutamenti?
Ritengo che una missione cristiana
di aiuto e di solidarietà è estremamente necessaria. Naturalmente non
solo in questo campo. Ma nel nostro
caso essa rappresenta lo strumento
più efficace di liberazione.
La lotta contro la lebbra nell’ultimo
decennio. (Da un rapporto del lebbro
Intervista con il dr. Browne,
consulente medico della Leprosy
Mission
sario di Carville (USA), uno dei maggiori centri mondiali per lo studio di
questa malattia).
I sulfoni furono adottati nel 1941
dopo che a Carville durante tutto l’anno precedente si era dimostrato che
questi medicinali erano in grado di
fermare i progressi della malattia e
di diminuire drasticamente il numero dei bacilli nel malato. Numerosi casi « lepromatosi » (i più gravi) furono
dichiarati « negativi » dopo aver subito numerosi esami attestanti la loro
guarigione e rinviati a casa. Nel mondo intero si provarono numerosi medicamenti a base di solfone e ci si
fermò alla fine al DDS (dimetil-difenil-solfone) che ha il vantaggio di essere di facile somministrazione, molto
efficace ed a buon mercato. Nel corso
della campagna di massa in Africa e,
in seguito, in India, si è constatato
che si potevano ottenere notevoli risultati per mezzo di personale ausiliario para-medico, senza ricoveri in ospedali, ma con cure ambulatorie. Dal
1950 l’Qrganizzazione Mondiale della
Sanità pretendeva che tutti gli sforzi
contro la lebbra dovevano essere concentrati nel lavoro ambulatorio. L'isolamento dei lebbrosi venne dichiarato
superato e le cure ospitaliere inutile
sciupio di denaro e di mezzi.
Ancora nel 1962 si dichiarava che
quando i mezzi non fossero stati sufficienti per la cura completa dei lebbrosi, ci si doveva sforzare di « diminuire il contagio » dei casi lepromatosi (i più infettivi), trattandoli per
alcuni anni con il DDS anche se no:i
si giungeva ad un risultato completo
e definitivo. Si spera in questo modo
di neutralizzare i maggiori centri di
infezione e di vincere la malattia diminuendo fortemente le possibilità di
contagio. Così Tanno 1960 fu Tanno
della grande speranza.
Ma dieci anni dopo assistiarno ad
una grande delusione. Le cure di massa si rivelarono una catastrofe. Lo
Q.M.S. ed i ministeri della sanità di
numerosi Paesi organizzarono dei controlli accurati ed ebbero la sorpresa
di constatare che la lebbra era considerevolmente aumentata e più diflicilmentc controllabile che nel 1940. I
malati che avevano preso il DDS ed
avevano constatato i primi progressi
si erano stancati della lunghezza della
cura e Tavevano interrotta un anno o
due dopo aver lasciato l’ospedale.
In India meno del 25% dei malati
si curava ancora dopo due anni dallo
inizio del trattamento con DDS. Qra
la lebbra lepromatosa richiede almeno 5 anni di cura perché il malato possa essere considerato non più infettivo!
Negli Stati Uniti, dal 1960 un numero sempre maggiore di malati che
avrebbero dovuto essere « negativi »
ritornavano a Carville peggiorati. Gli
uni non si erano presentati dal loro
medico, ritornavano a casa, per timore delle reazioni della gente che avrebbe saputo della aloro malattia. Altri
pensavano di essere definitivamente
guariti; altri ancora avevano avuto
tielle ricadute che il medico generico
non era in grado di diagnosticare. Ma
in tutti si constatò un fatto gravissimo: i sulfoni non servivano più a
nulla. Si dovette ricorrere al B 663, un
medicamento molto attivo, ma non
privo di pericoli. In più, molti dei malati si erano aggravati e richiedevano
cure specialistiche neurologiche, oftalmiche, chirurgiche, ortopediche e di
riabilitazione.
I buoni risultati ottenuti con i sulfoni erano stati accolti con eccessivo
ottimismo, determinando una falsa politica della lotta contro la lebbra.
II risulato finale: l’accresciuto numero di casi resistenti ai sulfoni e
quindi più difficilmente curabili.
Si .è giunti così, nell’ultimo decennio, a queste conclusioni ed a queste
nuove linee di azione;
1) La lebbra può essere curata con
successo, soprattutto nei casi iniziali.
Può essere resa inattiva ed in questo
caso il maialo è molto probabilmente non contagioso.
2) si può spesso correggere le deformazioni provocate dalla forma polineuritica. Se le deformazioni non sono correggibili si può ricorrere alle
protesi.
3) Il ricovero volontario in ospedale
si è dimostrato assai più efficace che
l’antico sistema della segregazione
obbligatoria. Non solo i malati sono
più; comprensivi, ma accettano più
facilmente di continuare la cura ritornando a casa.
4) La forma lepromatosa deve essere seguita anche quando il malato diventa « negativo ». Vi sono sempre
possibilità di ricadute, di complicazioni a carico del sistema nervoso c degli
occhi. I controlli regolari sono spesso
necessari per tutta la vita.
5) E’ necessario avere buoni ospedali centrali per i casi più gravi e per la
cura delle deformazioni. Gli altri casi
possono essere curati ambulatoriamente dal momento che la lebbra non
è molto contagiosa e si presta a questo tipo di cura, tranne nei periodi
della riacutiz.zaz.ione o di ricadute.
6) Tuttavia la lebbra rimane la malattia batterica più difficile a capire e
rischia di espandersi nuovamente se
non controllata per bene.
A cura del Segretariato
Italiano della Missione
Evangelica contro la Lebbra
meOPrali - ccp. 2/35862
delle nove Chiese. Il periodo di 27 mesi riservato allo studio del piano ha
avuto inizio nel marzo 1970.
Il professore nero presso l’Università di Harvard, P. Williams, ha affermato che se la Chiesa prevista non si
occuperà attivamente dei ipoveri, delle vittime della droga e di altre questioni brucianti, « nessuno si darà pensiero di sapere se vi è una, o tre o
cinque Chiese, o nessuna Chiesa nella
propria città ».
iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiii
I preti di Suiguu
e ia guerra vietnaiuita
E’ stato rimesso al sinodo dei vescovi cattolici da parte di due sacerdoti sud vietnamiti - a nome di un gruppo di preti vietnamiti ed americani un documento in cui viene ancora una volta denunciata la grave situazione di quella regione indocinese. Il documento, a nome di tutto
i' clero e dei laici coi quali era
no state discusse le loro richieste,
prospetta l’urgenza di una decisa presa di posizione della Chiesa cattolica
perché siano condannati coloro che
alimentano la guerra nel Vietnam.
« Non c'è ingiustizia nel mondo —
dice il documento — più grande di
quella sopportata dal popolo del Vietnam. Il popolo vietnamita è vittima di
un complotto internazionale. Questa
guerra immorale e senza senso è il
prodotto di un gruppo di mercanti e
di militaristi americani. Noi sacerdoti
e cattolici del sud Vietnam crediamo
che sia arrivato il tempo perché il nostro popolo sia e possa essere liberato
da questa ingiustizia tremenda che grida forte al cospetto del cielo. Noi riteniamo, altresì, che sia venuto il tempo per la Chiesa di prendere una posizione definitiva che le permetta di
cominciare a lavorare attivamente per
la pace nel Vietnam. Ogni ulteriore silenzio o atteggiamento ambiguo significherebbe complicità ».
Seguono poi considerazioni sulle recenti elezioni a candidato unico, che
colla democrazia hanno ben poco da
spartire e sull’atteggiamento del medesimo, il presidente Van Thieu che
« ha ripetutamente dichiarato, insolentemente e sprezzantemente, che se ne
andrà solo quando il governo americano lo respingerà o quando gli aiuti
americani verranno meno ».
Dopo aver rilevato che « i brutali interventi nel Vietnam sono stati fatti
in nome dell’anticomunismo e col pretesto di aiutare i sud-vietnamiti a combattere il comunismo » i firmatari accusano la Chiesa del Sud Vietnam e
quella americana di aver favorito col
« loro complice silenz,io » questo stato
di cose.
Di qui la necessità per la Chiesa cattolica di uscire da queste incertezze e
di accogliere, tramite il sinodo, le seguenti richieste:
1) La Chiesa deve condannare
apertamente l’intervento USA in Vietnam e il tentativo di far continuare la
guerra del dittatoriale e corrotto regime uscito dalle fraudolenti elezioni
del 3 ottobre;
2) Si chiede « come più importante richiesta » che la Chiesa cattolica
modifichi la sua posizione nei confronti del comunismo in Vietnam e si rileva che « la dichiarazione anticomunista del 1950 della conferenza episcopale sudvietnamita venne fatta senza
che fosse preso in considerazione il
particolare fattore della storia vietnamita riguardante lo stretto rapporto
tra il partito comunista e il movimento di liberazione nazionale ».
Il documento afferma poi che « è
giunto il momento di chiedersi se le
massime aut-.rità della Chiesa possano ritenere sufficiente la lotta al comunismo come motivo valido per
spingere i sudvietnamit¡ a continuare
a sopportare la guerra in Indocina. La
risposta deve essere chiara e responsabile ».
iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii;iiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiin
Giustizia nei mondo
e gioieiii
In occasione della discussione del
sinodo dei vescovi di Roma relativa
alla « giustizia nel mondo », è intervenuto il cardinale Heenan, arcivescovo
di Westminster, che ha testualmente
invitato il Valicano a « dare l’esempio » per primo, vendendo i molti tesori che possiede, da non confondere,
naturalmente, con i capolavori delle
« stanze » e colle rarità dei musei e
della biblioteca. Queste ultime sono
cose che non hanno un prezzo, ma
hanno un prezzo altissimo i pezzi del
« tesoro di S. Pietro » dove sono conservati in gran numero croci, catene,
calici, ostensori, patene, piviali, mitrie, preziosissimi gioielli del valore
di centinaia di miliardi, si suppone.
Alla redazione di questo numero
hanno collahoralo Lalla Conte,
Franco Davite, Ermanno Gerire e
Roberto Peyrot.
4
N. 44 — 29 ottobre 1971
pag. 4
Cronaca delle Valli
VAL GERMA NASCA
VAL PEL LICE
La situazìona scolastica Crisi del Consiylio di Valle
Giovedì 14 ottobre in occasione della inaugurazione del Corso di perfezionamento sull'insiemistica
per gli insegnanti del pinerolese, abbiamo avuto modo di avvicinare la dott.ssa Barbi Del Lungo direttrice didattica di Villar Perosa che del Corso è stata la
promotrice e Vorganizzatrice, e abbiamo approfittato per rivolgerle alcune domande sulla situazione
scolastica nella Val Germanasca e nella zona che
ricade attualmente sotto la sua giurisdizione
La direttrice Barbi ha gentilmente risposto alle
nostre domande promettendoci la sua preziosa collaborazione anche per il futuro. Pubblichiamo quindi
questo primo servizio ringraziandola sentitarnente
e ripromettendoci di ritornare in futuro sull'argomento onde poterlo meglio approfondire.
R. G.
La crisi del Consiglio di Valle di cui da tempo si stava parlando è irnprovvisamente esplosa con le dimissioni dei due Vicepresidenti, in
due lettere aperte l'ima indirizzata al Presidente, l'altra ai Consiglieri, che pubblichiamo per informazione dei lettori.
Quali sono i limiti dell’insegnamento nella scuola elementare tradizionale?
Per mettere in luce i limiti dell’insegnamento nella scuola elementare, è
necessario illustrare brevemente in
quale modo l’insegnamento si articola
Í- si sviluppa nella scuola tradizionale,
i questo tipo di scuola, da una parte
c’è il maestro con il suo bagaglio di
contenuti culturali! nozioni) e di valori (principi morali) da trasmettere agli
alunni. Dall’altra parte ci sono gli alunni, più fermi e più zitti che sia possibile, in posizione di passivo ascolto.
Il primo limite dell’insegnamento
tradizionale è proprio quello di porre i
bambini, che sono tutto un fermento
di attività fisica, psichica ed intellettuale, nella posizione fisica e psicologica più naturale per essi, quella, come
ho detto, di ascoltatori silenziosi ed
immobili.
Per mezzo della lezione, il maestro,
con le parole e il sussidio della lavagna
riserva sugli alunni gli argomenti che
sono oggetto del suo insegnamento,
suddividendoli nel tempo (anni scolastici), secondo le indicazioni dei pr<>
grammi di studio che riflettono l’ordin.^ sistematico proprio ad ogni materia.
Gli alunni, posti nella condizione per
loro assai innaturale di ascoltatori, utilizzano prevalentemente quella facoltà che sentono chiamata in causa dal
ruolo loro assegnato, e cioè la memoria. Gli alunni si servono ancora in
modo prevalente della memoria quando il maestro, per controllare quanto
è stato ritenuto di ciò che egli ha offerto loro attraverso la lezione, li sottopone all’esercizio in classe e poi al compito e allo studio della lezione a casa.
La memoria viene ancora chiamata largamente in causa nelle interrogazioni,
nei ripassi ed infine nelle prove di scrutinio e di esame. La memoria è nella
scuola tradizionale la protagonista dell’apprendimento. E questo è un altro
grave limite deH’insegnamento tradizionale. La memoria infatti è una facoltà debole se non segue ad un processo di personale, costruttiva conoscenza. Gran parte di ciò che si impara a memoria si dimentica, se non è
sostenuto dall’esercizio della ripetizione pressoché continuo. Bastano le vacanze estive per far dimenticare agli
scolari gran parte delle nozioni impara;
t ■ in un anno scolastico. Per questo i
maestri ogni anno sono costretti a ripetere, in tempi sempre più brevi, tutt < ciò che è stato insegnato negli anni
precedenti. Ma in questo rnodo si perde molto tempo e invece di proseguire
10 sviluppo intellettuale dei bambini^ e
11 loro progressivo consapevole arricchimento culturale, si persegue un accumulo mnemonico di nozioni, precario
perché vien meno appena si lascia la
scuola.
Che cosa è necessario fare per modificare in meglio l’insegnamento nella scuola?
E’ necessario trasformare la scuola
dell’insegnamen to in scuola dell apprendimento. È necessario cioè che
con la loro azione pedagogica e didattica, i maestri permettano ai bambini
di partecipare da protagonisti al proprio personale processo di ampiamento.
Che cosa è necessario per trasformare la scuola dell’insegnamento m
scuola dell’aprendimento?
Due cose sono indispensabili per effettuare questa trasformazione: la prima riguarda l’aggiornamento degli insegnanti in ordine ai seguenti argomenti: a) psicologia dell’età evolutiva (quell’età cioè che va dalla nascita ai diciotto anni); b) strutture delle materie d’insegnamento; c) strutture scolastiche,
tecniche e sussidi didattici necessari
ad una diversa impostazione dell’insegnamcnto. La .seconda cosa indispensabile alla trasformazione della scuola,
riguarda le strutture stesse della scuo1.1, le quali con la loro anacronistica
rigidezza non favoriscono la pur auspicata trasformazione.
Che cosa stanno facendo i maestri
della valle in ordine all’aggiornamento professionale e alla sua traduzione in termini pedagogici e didattici
nelì’amhito della .scuola?
I maestri della valle, avvertendo l’insufficienza della scuola dell insegnamento, fin dallo scorso anno scolastico,
SI sono periodicamente riuniti per discutere i numerosi problemi che si pongono loro in vista della nece.s.saria trasformazione della scuola dell insegnamento in scuola dell’apprendimento.
In ordine al problema dell’aggiornamento, hanno deciso di leggere c discu
tere recenti e qualificate opere di psicologia, pedagogia e didattica, per poi
portare nella scuola quanto in essa viene proposto.
Inoltre hanno sollecitato presso la
Direzione didattica l’organizzazione di
corsi di aggiornamento per approfondire le strutture delle diverse materie
d’insegnamento e la metodologia relativa alla traduzione di queste in termini didattici. Attualmente essi frequentano, il giovedì pomeriggio, un corso
di matematica iniziatosi il 14 Ottobre.
Per tradurre in termini didattici le
nuove proposte di lavoro studiate e discusse insieme, i maestri della valle
hanno dovuto affrontare un grave problema d’ordine materiale: quello cioè
dei sussidi didattici. Le scuole infatti
sono sprovviste dei sussidi didattici
che servono per una nuova impostazione dell’insegnamento. In attesa che il
ministero della Pubblica Istruzione, al
quale sono state inoltrete dettagliate
richieste, provveda, essi hanno deciso
d’ preparare con le proprie mani tutto quanto è possibile fare. Per questo
si sono autotassati e hanno costituito
un fondo comune cui attingere per
provvedere all’acquisto della materia
prima necessaria alla preparazione dei
sussidi didattici. Quindi, acquistato il
materiale necessario, si sono messi al
lavoro e a tutt’oggi hanno già prodotto
un notevole quantitativo di sperimentati e utilissimi sussidi didattici.
Sempre insieme, i maestri della Val
Germanasca, hanno elaboralo due progetti di sperimentazione secondo le disposizioni del Ministero della Pubblica
Istruzione, uno di essi riguarda l’insegnamento della matematica nel primo
Ciclo didattico (classi 1 e 2) e l’altro
l’insegnamento della matematica nel
secondo Ciclo (classi 3, 4, 5).
Ma di questi progetti potremmo parlare più dettagliatamente in una prossima occasione.
Cronaca di Perrero, Maniglia, Massello, Rodoretto
Il lungo silenzio delle nostre comunità in questa parte del giornale rende impossibile un sia pure sommario
resoconto degli avvenimenti ecclesiastici avvenuti durante questo silenzio.
Diamo alcune notizie sulle attività
dell’estate, scusandoci se, anche per
queste, saremo incompleti.
Culle
Innanzitutto parecchie nuove culle
hanno allietato le nostre comunità: ai
Ridetti è nata Pascal Tiziana di Italo
e di Grazia Zambon; a Rodoretto, Fabrizio Tron di Sergio e di Graziella
Pons; a Perrero-Centro, Simona Pons
di Giovannino e di Amandina Poèt; e
Patrizia Massel di Aldo e dì Manna
Pons; al Cassas, infine, Luciano Poet
di Ermanno e di Rosanna Barus. Ci
uniamo alla gioia delle famiglie, alla
quale le comunità sono sempre piu
sensibili, a mano a mano che lo spopolamento crea dei vuoti difficilmente
colmabili tra di noi.
Decessi
Purtroppo altri fratelli ci hanno lasciato per un tempo ben più lungo di
quelli che emigrano al piano. Scmo
deceduti durante l’estate: Pascal Ernesto, di Chiabrano; Pascal Anna ved.
Pons della Gardiola; Clot Rosaldo, di
Pomeyfré, mancato in giovane età a
Torre Pellice; Ribet Maria Luigia, ori
ginaria del Lorenzo, deceduta a Pomaretto; Elena Cianalino, nata Talmon,
di Rodoretto; e ultimamente, Bounous
Cesare originario del Crosetto, mancato all’Ospedale di Pomaretto all’eta
di 97 anni.
Visite
Le nostre comunità hanno ricevuto
numerose visite di gruppi e singoli,
tra le quali ricordiamo in particolare
con riconoscenza quella di un gruppo
di fratelli di Waldensberg (Germania),
guidati dal pastore Grele che hanno
trascorso con noi una serata a Pcrr,.ro Le predicazione ai culti domenicali
è stata arricchita dai messaggi del pastore Bruno Rostagno, che ci darà ora
una collaborazione più stabile, di cui
lo ringraziamo fin da ora. Inoltre c|
hanno dato il loro apprezzato aiuto il
pastore Guido Ciucci, per Fontane e
Rodoretto; lo studente m Teologia
Giuseppe Platone, per MasseLo; il pastore Teodoro Fanlo y Cortes per Peirero Maniglia, come P'-irc l’anziano
Giosuè Ribet, di Pomaretto.
Nuovi focolari
Alcuni nuovi focolari formati da giovani delle nostre chiese sono, purtroppo, stabiliti altrove: Franco Barai e
Antonietta Greco; Rolando Pron e Rosemma Pcyrot; Livio Long c Hda Iron.
Li segue il nostro augurio affettuoso.
Partenze
Un pensiero fraterno accompagna
anche la pastoressa Gianna Sdclone,
che ha servito a metà tempo le nostre
comunità lo scorso anno insieme al
suo lavoro di Agape. La sua mancanza comincia a farsi sentire nella miniéquipe pastorale...
Ospedale
Parecchi fratelli sono stati ricoverati in Ospedale per periodi più o meno
lunghi. A tutti loro va la nostra simpatia e, a quelli che hanno ormai superato il periodo di prova o lo stanno
superando, Pespressionc della nostra
gioia fraterna.
Assemblea di chiesa
Ricordiamo Vassemhlea di chiesa di
domenica 31 ottobre per discutere sul
modo migliore di celebrare la festività
del XVII febbraio in uno spirito evangelico e sui vari problemi della comunità di Perrero-Maniglia. La riunione
è fissata per il pomeriggio, alle 14,30
nella sala delle attività di Perrero.
In tutte le comunità si sono, ormai,
tenute le assemblee di apertura, con
la relazione dei lavori sinodali, tenuta
dai rispettivi deputati.
Desideriamo segnalare con questa
ripresa di notiziario che, d’ora in avanti, esso sarà curato dal gruppo dei catecumeni di II anno, di Perrero, i quali lo faranno, speriamo, in modo meno
telegrafico di questa volta, solo, però,
a condizioni che tutte le comunità collaborino nel fornire loro notizie, anche se non di carattere strettamente
ecclesiastico, ma che abbiano un qualche interesse per la popolazione.
iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiinmiiiiiiiiiiiiiuiiiiiii
Sig. Celeste Martina
Presidente del Consiglio della Val Pellice
Torre Pellice
Con la presente Le comunichiamo la nostra
decisione di rassegnare le dimissioni da vice
presidenti del Consiglio della Val Pellice e La
preghiamo di voler porre l’argomento all’ordiHv del giorno della prossima Assemblea Generale.
La nostra decisione è stata motivata da una
serie di ragioni sulle quali, essendo nostro dovere, ci riserviamo di informare TAssemblea.
In particolare dobbiamo precisare di aver
accettato la nomina a vice-presidenti, del lutto
difforme dalla maggioranza che aveva espres?.) Lei, per puro ossequio delle decisioni dell'Assemblea, confidando che avremmo trovato
u;; punto d’incontro per la soluzione dei problemi concreti. Ne abbiamo ricevuto un netto
rifiuto da parte Sua che ha negato la possibilità di assumere a livello di Consiglio di
Presidenza responsabilità e compiti collegiali.
Nel frattempo i problemi sono rimasti insoluti, inoltre abbiamo sentito da Lei nell’ultima Assemblea la conferma del vuoto politico
che si era venuto a creare fra presidenza e
servizi dell’Ente.
Volendo quindi scindere le nostre responsabilità da questo tipo dì conduzione dì polìtica di valle, determinato dalla maggioranza
che lo sostiene. Le ripetiamo la nostra decisione irrevocabile di rassegnare le dimissioni.
Cordialmente.
F.to : Giovanni Babidon
Giovanni Stefanetto
ma riteniamo che tale mancanza si debba far
risalire a quella spaccatura che vi è stata in
seno al Consiglio di Valle fra una maggioranza che, dopo aver espresso il Presidente,
non ha espresso altro, e chi avrebbe voluto
dare impulso al Consiglio di Valle sulla linea
di quanto era stato attuato negli anni precedenti.
Cosi non si è potenziato il Servizio Sociale. non si sono sviluppati i servìzi sociali già
impostali (fra tutti, ad esempio, il Centro di
Lavoro Protetto), si sono persi i contatti con
Ir. popolazione in genere e con i contadini in
particolare per l’elaborazione del piano di bonifica e non si sono nemmeno impostati i lavori di indagine preliminare al piano di sviluppo finanziati dal decretone.
Per tutti questi molivi, che abbiamo voluto brevemente sottoporre alla Sua attenzione quale membro del Consìglio di Valle, abbiamo ritenuto opportuno di rassegnare le dimissioni per evidenti ragioni di chiarezza dì
posizioni.
Ringraziandola per la Sua attenzione. Le
inviamo il nostro più cordiale saluto.
Giovanni Baridon
Giovanni Stefanetto
Ai Sigg. Consiglieri
del Consiglio della Val Pellice
Loro domicilio
PINEROLO
Conferenza
alla Biblioteca Civica
Si comunica che presso la Biblioteca Comunale Centrale di Pinerolo, mercoledì 27 ottobre 1971, alle ore 20,45, il Prof. Sergio
Vinciguerra, Docente Universitario, Assessore alle Tasse e Tributi e Legale presso il Comune di Torino, terrà una conferenza sul tema ; « Gli effetti della riforma tributaria e i
nuovi bilanci ».
Si informa che dal 1° novembre le Biblioteche di Trana, Piossasco e Almese adotterann un nuovo orario di apertura :
Trana: martedì 16-17,30; venerdì 16-17,30.
Piossasco: Martedì 20,15-22,30; Mercoledì
1M9; giovedì 20,15-22,30; sabato 14-16.
Almese: lunedì 17-18; venerdì 17-18.
Documento
Nuova - Fast
Come si è appreso da altri giornali, 83 operai della Nuova-Fast dello stabilimento di
Cmniana sono in sciopero dal 13 ottobre.
Ormai ci siamo abituati a questo genere di
notizie : è la situazione che da diversi anni
caratterizza tutto il nostro paese. La situazion , degli operai come quella dei contadini, dal
Nord al Sud, non è altro che una continua denuncia dello stato di sfruttamento in cui si
trovano; denuncia di abusi di potere, di contrf-tti non rispettati. Stavolta .sono gli operai
di questa fabbrica del Pinerolese a far pre.scnte all'opinione pubblica le loro diflicoltà interne. La Nuova-Fast produce delle parti in
lamiera per la FIAT e vi lavorano circa 83
operai che sono tntt’ora in sciopero. In un ciclostilato che è stato distribuito in data 21 ottobre gli operai avanzano le .seguenti richieste;
1) È assolutamente necessario che 1 azienda adotti tutti i provvedimenti necessari per
garantire l’incolumità fisica dei lavoratori (non
sono rari i casi in cui degli operai hanno avuto braccia e mani tranciate dalle presse) e
disponga un locale uso infermeria per il pronto soccorso.
2) Tenendo conto che i salari della Nuo^va-Fast sono tra i più bassi della zona (L. 48j
orarie per molti lavoratori) si richiede 1 aumento di 30 lire orarie per tutti ed un avvicinamento delle differenziazioni di paga.
(continua a pag. 6)
Egregio Collega,
avrà certamente preso visione dell’« ordine
del giorno » deU’assemblea del Consiglio della Val Pellice convocata per giovedì p. v.
23 c. m., ed avrà rilevato che FAssemblea si
dovrà pronunciare sulle nostre dimissioni da
vice-presidenti del Consiglio di Valle.
Le alleghiamo copia della lettera inviata al
Presidente, con la quale rassegnavamo le dimissioni è nelle quale ci riservavamo di informare i membri dell’Assemblea sui motivi
della nostra irrevocabile decisione.
Ed è per sciogliere quella riserva ed espletare un nostro preciso impegno che ci rivolgiamo a Lei per sottoporre alla Sua cortese
attenzione la breve nota che segue.
La nostra decisione è stata motivata da
una serie di ragioni, che crediamo cosi di
riassumere.
Come ben sa, non facevamo parte della
maggioranza che aveva eletto il Presidente e
non ne condividevamo né le ispirazioni né le
tendenze politiche. Data però la natura di
consorzio del Consiglio di Valle, dove 1 intesa
e l’armonia fra i Comuni (ciascuno politicamente qualificato in base alle diverse espressioni politiche) predominano necessariamente
e giustamente su schieramenti di parte, avevamo accettato la carica con la speranza che
avremmo potuto comunque operare per la soluzione dei problemi, ricercando ed attuando
f". Presidente e vice-presidenti e fra tutti i
membri della Giunta una giusta suddivisione
di compiti e di responsabilità.
Ciò anche per cercare di sanare, e non esasperare, la lacerazione che si era venuta a
creare in seno al Consiglio di Valle per
lunghi anni unito — a seguito della elezione
dell’attuale Presidente.
Su tale linea di suddivisione di responsabilità e di lavoro, avevamo sottoposto al Presidente una richiesta per una delega, come
vice-presidenti, di alcune funzioni ed una attribuzione di compiti.
Il Presidente ritenne di dover respingere i
nostri inviti; non solo, ma attuò una gestione
di funzioni in modo cosi esclusivo e personale
da farci sentire, da una parte estranei alla
conduzione del Consiglio e, dall altra, di farci
dubitare che una simile interpretazione delle
funzioni di Presidente potesse essere compatibile con quanto previsto dallo Statuto e dalla
legge istitutiva (relazioni dei tecnici non comunicate alla Giunta, programma del Presidente non sottoposto alla Giunta, materiale
pervenuto dall’UNCEM nazionale e regionale
relativo all’indagine preliminare al piano di
sviluppo non sottoposto alla Giunta, ecc.).
Per non parlare naturalmente delPinutilita
ddl’istituzione della carica di vice-presiÿnti.
i 1 quanto dal giorno dell’elezione del Presidente non siamo mai .stati chiamati a riunioni
collegiali di Presidenza. ^
Erano già questi sufficienti motivi di perplessità. quando, neH’ultima riunione di assemblea generale, abbiamo avuto la sorpresa
di sentire esprimere dalla v'va ''occ del Presidente la sua totale insoddi.sfazione per lo
svolgimento del suo mandato, dovuto ad una
inqiressione di non poter risolvere certi pròhlemi, e fra l’altro anche quello di non poter
.seguire i lavori del personale incaricato dei
servizi svolti dal Consiglio di Valle, rilevando
in ciò quasi un vuoto politico.
Ora non possiamo evidentemente condividere le impressioni del Presidente (salvo quant ) riguarda la sua personale in.soddisfazione
sulla quale Egli solo può esprimersi), anche
iierché siamo convinti che i servizi del Consiglio di Valle sono espre.ssione. del Consiglio
stesso e non servizi del Presidente. E se vuoto politico c’è, questo è da ricercarsi in chi
h’. la direzione del Consiglio: Presidente, Vice-Presidenti, Giunta; e noi siamo convinti
che in effetti manchi davvero una linea politica che po.ssa colmare tale lamentato vuoto;
Un problema di scelte
Sul « Pellice » del 15 ottobre scorso ahhiam 1 avuto il piacere di leggere la lettera al direttore del Sig. Osvaldo Co'isson. Giuste molte
sue riflessioni. Troviamo però che parecchi interrogativi da lui posti ed altri che ci
pare si possono porre, meritino una risposta
piu seria ed approfondita di quella data dalla
redazione del giornale.
Occorre infatti chiedersi non solo perché la
strada della Comba dei Carbonieri venga asfaltata oltre la Romana, zona abitata tutto Tanno (però da non più di dieci famiglie), ma
perché invece la strada della Ferrera o quella
del Podio non ricevano neppure una normale
manutenzione (se non in luglio ed agosto). La
domanda sorge spontanea perché tutte queste
strade, ex-militari, sono state prese in gestion -, dalla Provincia e perché dal Podio e dalla
Ferrera scendono quotidianamente dei valligiani « pendolari » che scassano i loro mezzi
- rischiano Tosso del collo per raggiungere
Bobbio ed il pullman che li porterà in fabbrica. È da notare, tra l’altro, che nella Comba
de’ Carbonieri non ci sono « pendolari ii.
Occorre chiedersi dunque perché il Presidente della giunta regionale, malgrado le crisi da lui provocate, sia riuscito a far stanziare
circa 200 milioni per a.sfaltare (non allargare,
Sig. Co’isson!) una strada che apparentemente
non serve che a pochissimi privilegiati o ad
alcuni falsi amanti della montagna (perché
quelli veri « scarpinano » lontano dall’asfalto). e tutto ciò poi senza aver minimamente
sentito il parere della popolazione, senza aver
con.sultato l’amministrazione comunale di
Bobbio Pellice sul cui territorio si trova la
strada!
Azzarderemo una risposta anche se verremi tacciati di disfatti.smo : le strade si asfaltano soltanto quando c’è di mezzo qualche interesse, elettorale, economico o speculativo;
qui ci sembra vi siano almeno il primo.e luitimo : incensare un « benefattore » c predisporre una strada più agevole a chi vorrebbe
speculare sullo sviluppo turistico del Colle
Barant (le easermette sono da tempo già in
mani private) e della conca del Pra.
luserna San GinvannI
Dopo quattro mesi dall’ultima assemblea, il
15 ottobre 1971 si è radunato il Consiglio Comunale di Luserna San Giovanni.
Innumerevoli i punti all’ordine del giorno.
4!> per la precisione, fra cui molte ratifiche
(T deliberazioni di giunta, quali per esempio
li nomina della commissione per il commercio. nella quale, la Giunta ha creduto bene di
non inserire il rappresentante della C.G.L.
I punti di maggior interesse, secondo noi. sono:
1) Variante di .spe.sa per la realizzazione
della micropiscina. 11 costo dell’opera è aumentato da 73 a 128 milioni di lire per i soli*. ritardi burocratici e l’aumento dei costi.
2) Autorizzazione alla realizzazione delle
tubazioni delTacquedotto rurale in zona Vigne. È giusto che l’acqua sia portala a tutti.
3) Garanzia per la manutenzione di strad interpoderali sovvenzionale anche da un
contributo statale. Sarà cosi assicurato anche
a queste strade periferiche una migliore viabilità anche d’inverno.
4) Revisione tariffe per concessioni cimiteriali. Il prezzo dei loculi è aumentalo di
circa il 60%; cioè un loculo costerà 330.000
lire invece delle attuali 216.000. Le giustificazioni addotte per l’aumento dei prezzi non
ci hanno pienamente convinti. Loculi sempre
più cari aumentano la differenza Ira poveri e
ricchi. .
5) Richiesta di ce.ssionc alla Gasa famiglia S. Giacomo di 524 metri quadrali della
strada comunale P. Guglielmo: argomento .sul
quale preferiremmo tornare in un prossimo
articolo. .
6) Proposte per Tistituzione dei consigli
di quartiere. È stata nominata a questo proposito una commissione formata da sette meinbri, 4 della maggioranza (3 assessori -f il sindaco) e Ire della minoranza, che studiasse le
forme di realizzazione.
Il discorso sui consigli di quartiere e mollo
valido, secondo noi, ma non dovrà essere una
copertura per le decisioni già precedentemente prese dalla giunta. IF G.
5
29 ottobre 1971 — N. 44
P*g- 5
Vita, problemi, prospettive delle chiese valdesi
Per non fermarsi alla «Domenica della Bibbia»
Suggerimenti pratici per la diffusione
delle S. Scritture
In seguito a contatti avuti con pastori chiese e assemblee comunitarie mi
è stato spesso richiesto di precisare alcune linee di lavoro. L’esperienza maturata fin qui incoraggia a nominare
tra i membri dei consigli di chiesa un
responsabile per la diffusione della
Bibbia con seguenti in carichi;
a) riferire al Consiglio e promuovere l’azione;
b) riunire intorno a sé un comitato
d lavoro nella comunità;
c) mantenere rapporti con il comitato locale e cop il nostro rappresentante là dove c’è e con la sede centrale
dove non c’è;
d) consultando l’elenco dei membri di chiesa convocare a piccoli gruppi, prima o dopo il culto, quelle persone che possono, a loro spese, esporre
una Bibbia sul posto di lavoro (sala
d’attesa, tra le riviste, medici, notai,
calzolai, barbieri, pettinatrici);
e) incoraggiare chi ritiene di dover
fare doni alla propria clientela (datori
di lavoro, contabili, distributori di merc‘; varia) a dare una Bibbia sull’esempio dei valdesi medievali;
/) impegnare ogni membro di chiesa a regalare almeno una bibbia all’ann ad un conoscente in occasioni varie
(matrimonio, lutto, promozione, partenza). Gli avventisti si sono impegnati
per una volta al mese;
g) considerare la possibilità di
un’inchiesta locale su: « Avete una Bibbia? » « Conoscete la Bibbia? » « Leggete la Bibbia? » « Desiderereste avere
una Bibbia? » Studiarne i formulari
più adatti;
h) chiedere ai consigli di chiesa di
riferire alle assemblee regionali e nazionali sul lavoro svolto; ^
i) assicurarsi che ogni comunità
dedichi una giornata alla presentazio
ne del lavoro biblico in Italia incoraggiando l’offerta della comunità e quella
dei singoli credenti per la traduzione,
11 stampa e la diffusione delle scritture;
/) chiedere alle comunità che non
l’hanno fatto di includere nel loro bilancio la voce: « diffusione della Bibbia »;
m) incoraggiare le chiese a chiedere la costituzione di commissioni bibliche ai loro sinodi o alle loro assemblee.
Renzo Bertalot
circonda, imparando a conoscerla meglio, ad
amarla e rispettarla.
Domenica 3 ottobre abbiamo ricevuto la visita della corale della chiesa di S. Sulpice
(Vaud). La ringraziamo di cuore per la sua
partecipazione al nostro culto, espressa con
alcuni canti e con un intermezzo musicale
(organo • oboe).
Sono iniziati con la prima domenica di ottobre la scuola domenicale e lo studio biblic 1 Quest’ultimo si svolgerà in due cicli, uno
autunnale ed uno primaverile, di 5 riunioni
ciascuno. È stata data ai vari gruppi la pos
E’ stata inaugurata
la Casa di riposo “Il Gignoro”
Libreria Sacre Scritture, 00187 Roma,
Via deirUmiltà, 33 - Telefono 64.42.54.
IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIUIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII
Pinerolo
Riprendiamo, dopo il periodo estivo, la
cronaca sintetica delle varie attività della nostr ; comunità. I culti estivi hanno registrati una frequenza leggermente superiore a
quella degli anni scorsi; abbiamo avuto il
privilegio di ascoltare i messaggi di pastori ed
amici della nostra chiesa e li ringraziamo per
la loro visita.
Sabato sera 2 ottobre, alle ore 20,30, un
gruppo di genitori e di allievi della scuola domenicale si sono ritrovati nella nostra sala
dove è stato presentato il materiale raccolto
dagli allievi che hanno partecipato al campeggio a Piamprà. La piccola mostra allestita
d i ragazzi, sotto la guida dei sigg. Eynard ed
altri collaboratori, è stata molto apprezzata.
Durante i giorni trascorsi in montagna essi
hanno effettuato delle gite interessanti, durante le quali hanno raccolto con entusiasmo
minerali, erbe, funghi ed insetti, per poi
studiarli e classificarli; hanno così potuto avere un diretto contatto con la natura che li
Domenica 21 Novembre
alle 14.30
a PINEROLO
nei locali della chiesa
Incontro di Responsabili
delle Unioni Femminili
delle Valli
Due o tre rappresentanti di
ogni unione sono invitate a parteciparvi.
sibilità di ritrovarsi sia prima, sia dopo il
culto; per questo primo ciclo è stato scelto,
in concomitanza con l’argomento delle lezioni della scuola domenicale, il testo Genesi
1 12, illustrato anche nella predicazione.
Al termine del culto del 17 ottobre e all’assemblea del pomeriggio è stata data eomunicazione dell’avvenuta riconferma per un
anno, oltre il quattordicennio, del pastore A.
Deodato a conduttore della nostra eomunità.
I a deliberazione della Tavola, avvenuta in baS' all’articolo 21 r.r.o.o. è stata presa, d’intesa e col parere unanime del Concistoro.
Atti liturgici:
E’ stata presentata nel corso di un culto
domenicale la bambina Simona Vignetta assieme ai suoi genitori Ezio e Avondet Maria.
E’ stata battezzata Silvia Ferro di Federico
e Robert Giovanna.
Si sono uniti nel vincolo del matrimonio :
Franco Barai e Antonietta Greco; Rinaldo
Beux e Maria Antonia Lasci; Francesco Manovella e Laura Cardon; Loris Bounous e Vanda Camusso.
Sono stati accompagnati al campo del riposo Michele Ribet; Igino Monti; Irma Vinçon; Èva Welman Weiss.
...............I.......... Il..
Notiziario Evangelico Italiano
fUnionB Blblloa
L’Unione Biblica è un movimento
internazionale e interecclesiastico, il
suo scopo è incoraggiare la lettura
giornaliera delle Scritture. La carta
delle letture bibliche propone dei passi per ogni giorno, in modo che in 5
anni è possibile prendere visione di
tutta la Bibbia. Un fascicolo trimestrale, « Per l’ora che passa », suggerisce i testi da leggere e li commenta.
Anche per i ragazzi c’è una pubblicazione analoga intitolata « Primi passi
con la Bibbia », illustrata; ogni giorno
il racconto biblico viene riportato in
modo vivace e ogni pagina contiene
spiegazioni, domande sulle lezioni, riferimenti.
Per far parte dell’Unione B. bisogna
impegnarsi a leggere regolarmente la
Bibbia, seguendo il piano deH’Unione
e abbonarsi alla pubblicazione.
Fondata nel 1879, TU.B. conta nel
mondo circa un milione e mezzo di
membri. Essi sono invitati a portare
un distintivo con lucerna d’oro su fondo verde: un mezzo per riconoscersi
e per testimoniare, ricordando il Salmo 119: «La Tua parola è una lampada al mio piede ».
Chi sì interessa all’U.B. e al suo materiale può rivolgersi a Giuseppe Barbanotti. Unione biblica Italiana, Via
Maruera 6 - Spinetta Marengo (Alessandria).
Sono anche disponibili libri per ragazzi;
Primi passi con la bibbia, L. 400; Il
segreto della radura, L. 700; L’avventura di Marisa, L. 500, quest’ultimo edito dalla Claudiana.
Il fratello Giuseppe Barbanotti è
agente dell’U. B. italiana. Ma non si
occupa solo di questo. Egli ci dà notizia del lavoro che svolge in estate a
Spinetta Marengo. « Mia moglie ed io,
scrive, dedichiamo parte del nostro
tempo al lavoro tra i ragazzi. Abbiamo iniziato organizzando un piccolo
campeggio per ragazze in casa nostra.
Con gli anni il lavoro si è intensificato
e ora disponiamo di una grande casa
che ci viene prestata (può ospitare fino a 90 ragazzi) e durante l'estate
scorsa abbiamo avuto: un campo misto per ragazzi dai 7 agli li anni e
uno per adolescenti, un campo per famiglie e uno per ragazze, tutti molto
frequentati. Uno degli scopi che et prefìggiamo è che i bambini siano felici
al campo biblico, di modo che il ricordo dei bei giorni di vacanza sta legato al luogo dove si leggeva e studiava la Bibbia. Tentiamo di curare il
gioco, il cibo, quanto l’insegnamento
biblico e il carilo. Sentiamo la necessità di avere dei monitori che amino
i bambini e .siano preparali spiritualmente. Curiamo anche la pubblicazione di un giornaletto mensile “Noi ragazzi", un lavoro senza pretese ma
che i ragaz.z.i leggono volentieri ».
La sede dei campeggi estivi è a Pravernara (Valenza Po); è una grande
casa bianca, che emerge da un folto
gruppo di alberi con il fascino delle
vecchie abitazioni campagnole; intorno prati e campi di grano. In una foto più particolare vediamo un vario
pinto girotondo di bambini davanti alla casa.
Il fratello Barbanotti pubblica anche mensilmente un opuscolo con meditazioni bibliche giornaliere per incoraggiare i ragazzi a leggere la Bibbia, intitolato; « Leggiamo insieme la
Bibbia »; è fatto con amore e pone
il ragazzo di fronte ai problemi che
scaturiscono dalla lettura biblica con
domande e osservazioni.
Dalla Chiesa Metodista
Casa materna di Portici (Napoli) è
un’opera sociale della Chiesa Metodista fondata nel 1905, ospita ora 150
ragazzi interni e 280 sono gli iscritti
che frequentano l’asilo e la scuola elementare annessi alla Casa.
Questi ragazzi vengono dalla città e
dai paesi vicini e sono raccolti ogni
giorno da due pullmann, uno dei quali è un dono degli amici Olandesi.
Gli ospiti della Casa vanno dai 4 ai
16 anni e provengono da famiglie di
emigrati all’estero o separate, oppure
sono orfani, e alcuni hanno sofferto
già la fame e l’abbandono. Qui frequentano le scuole, alcuni anche le
medie e le superiori fino a prendere
un diploma, qualcuno viene mandato
all’estero per studio.
Durante questa estate è stato rimesso a nuovo l’ambiente scolastico, banchi, muri, supellettili; tutto è ora
splendente e ordinato e questo spinge
anche i ragazzi a curare di più la pulizia e l’ordine.
Un’altra attività della casa durante
l’estate è stata quella di mandare molti bambini al mare. Una comitiva di
40 giovani Qlandesi è venuta per due
settimane e ha contribuito ai lavori
all’edificio scolastico.
Sono stati installati quest’anno i termosifoni.
Anche la scuola domenicale si e riaperta; i ragazzi conoscono molti cantici dell’Innario e cantano con entusiasmo. Casa Materna possiede anche
una banda.
« A Milano sto bene e lavoro — scrive un vecchio alunno di Casa Materna
__ ho anche buon tempo, ma non la
gioia di vivere come l’ho provata a
Casa Materna. Noi ragazzi eravamo
sempre attorniati da molte cure ed
affetto».
Il direttore è Emanuele Santi, che
ringraziamo per le notizie inviateci; a
lui e a tutta la casa l’augurio di un
buon anno di attività.
Dall'Eserolto
della Salvezza
Per giovani e giovanissimi l’Esercito
ha lavorato durante Testate.
A Forio d'ischia, nei mesi estivi, la
Colonia ha ospitato circa 80 bambini,
per lo più di Napoli. Ne è stata la responsabile la cap. Colangelo con alcuni collaboratori.
Il Campo biblico di Forio ha seguito
la colonia e ha fatto godere ai giovani
le bellezze dell’isola interessandoli con
studi della Parola; lo ha diretto la
magg. Vinti con l’ausilio della cap.
Dentico e del cap. Campagnano.
A Bobbio Penice si è svolta la colonia per ragazzi con culti e studi biblici cotidiani tenuti dal magg. Longo.
Il campo giovanile di Bobbio, seguito alla colonia, è stato diviso in due
periodi. Il primo, chiamato « Di vita
cristiana » ha voluto essere una esperienza di vita comunitaria e di scambio di idee su cosa s’intenda per vita
cristiana. Il secondo periodo ha visto
svolgersi studi biblici, e i problemi di
vita cristiana sono stati trattati alla
luce della Parola. I campi sono stati
diretti dalla magg. Vinti, coadiuvata
dai cap. Jones e Bmno.
Nell’estate alcuni giovani salutisti si
sono recati a Bonn pCT partecipare al
campo dei Cadetti di Corpo, guidati
dalla cap. Dentico.
« Dio ed io » era il tema della Missione della Val Pellice, svoltasi durante Testate, e queste parole si potevano leggere un po’ dovunque nella località: sui manifesti affissi, sui volantini distribuiti nelle piazze e anche
sulle macchine del Quartier Generale.
Molti villeggianti si sono incuriositi e
poi interessati alla Bibbia ed hanno
partecipato alle riunioni all’aperto a
Bobbio.
Qgni mattina si è tenuta T« Qra
gioiosa » riunendo un gruppo di bambini, che hanno imparato dei canti e
assistito a sketchs e racconti illustrati.
L’ultimo giorno dieci bambini hanno
dato il loro cuore a Gesù.
Un raduno ai Coppieri è stato numeroso e pieno di gioia.
« Noi crediamo — si legge sul « Grido » — che in un incontro “Dio ed io”
molti giovani risponderanno SI e diventeranno dei divulgatori dell'Evangelo ».
Dalle Assemblee
del Fratelli
« Il Cristiano » ci parla di un risveglio in Lucania.
« I credenti dell'Assemblea di Picerno (Potenza) stanno^ mostrando la
realtà del loro risveglio con la costruzione di un nuovo locale per le riunioni ». Acquistato il terreno nella primavera, collaborando tutti con doni e
con giornate lavorative, i fratelli di
Picerno hanno costruito un edificio di
m. 16 per 7,50 che può contenere 200
persone. Essi ritengono di poterlo finire entro il mese di ottobre.
L^Edltrlce Uomini Nuovi
L’Editrice Uomini Nuovi, 21030 Marchinolo (Varese) spedisce dietro semplice richiesta e gratuitamente una
copia del Vangelo di Giovanni e il corso biblico per corrispondenza « Luce
di Vita ». Si può anche chiedere a questo indirizzo il nuovo catalogo E.U.N.
con l’elenco completo di tutti i dischi,
libri e corsi biblici.
Informa inoltre che le trasmissioni
radiofoniche di Uomini Nuovi vanno
in onda ogni domenica e giovedì alle
21,30 da Radio Trans Europa onde corte 31,33 (MHz 9.575).
Iniia Ade
Aria di festa, domenica 17 al Gignoro. C’era un mucchio di gente, almeno trecento persone che dalla sala
quattrocentesca passavano alle sale
adiacenti, alTammirato cortile interno. La nostra Chiesa era rappresentata dal Moderatore, la città di Firenze dal sindaco Bausi, il IV Distretto
dal Past. Vicentini; mancavano i
trombettieri del Comune, con le
« chiarine » squillanti, ma quest’ottobrata ci ha dato un pomeriggio terso
squillante da un cielo in festa come
noi.
Non potevano mancare gli indirizzi, i saluti augurali di Chiese e amici di mezza Europa; cara ci è stata la
presenza di rappresentanze delle comunità toscane e di Pelonica Po. Il
saluto è stato del presidente del comitato della Casa di Riposo, il fratello Mario Borra, che non ha mancato
di sottolineare la riconoscenza dovuta a quanti si sono adoperati per la
realizzazione dell’Opera; il sindaco
ha detto cose che hanno fatto piacere a tutti, col loro sapore di testimonianza di stima per un servizio reso
con spirito evangelico; il moderatore
Giampiccoli ha bene inquadrato la fisionomia dell’Opera ora affidata a Efirenze, assicurando l’affettuosa compartecipazione della Chiesa intera.
Il complesso edilìzio è di tutto rispetto ; presto lo troveremo segnalato tra gli edifici che ingemmano i
dintorni della città. Pensate a una antica corte medioevale - col palagetto
signorile, le abitazioni dei familiari
e i servizi - che con un’alta muraglia
rivolta all’esterno da l’idea di un piccolo mondo compiuto, d’una casa-fortezza, Restaurato, adattato con gusto
fino, il complesso antico si armonizza con un’ala nuova e lega con la « foresteria ». Davanti alTentrata, due
prati densi di verde, dei muretti bassi che lasciano vedere in profondità
l’insieme delle costruzioni. Accanto
c’è la chiesetta, una delle più antiche
dei dintorni, che conserva ancora nelle monofore traccia delTornamentazione romanica.
L’architetto Gianni Koenig e Ting.
Claudio Messina hanno studiato una
quantità di soluzioni, spesso felici,
per adattare l’antico complesso edilizio; 30 camere, in gran parte con bagno proprio, stanze per i servizi, salette e salone, fanno del Gignoro un
piccolo modello di Casa di Riposo.
La gestione dell’Opera, a oltre tre
mesi dall’inizio della « occupazione »,
presenta un curioso problema che
dobbiamo segnalare: per avere un bilancio « sano » dobbiamo rapidamente empire la Casa, altrimenti i costi
creeranno degli squilibri pesanti; d’al
tra parte, i nostri evangelici vengono
in misura tale da non farci raggiungere un livello di sicurezza. Si fanno
aspettare, oppure pongono condizioni che non ci permettono di accettarli. (E’ penoso osservare come «i nostri » sono spesso gli aspiranti-ospiti
più irrazionali; sembra quasi che non
abbiano mai saputo come vivono le
nostre Opere, i sacrifici che costano a
tutti, ecc.). Nella Casa lavorano già 7
persone, una media di un impiegato
ogni 4 persone; tutte le stanze sono
riscaldate, hanno l’acqua calda e fred
da; le stanze stesse sono a uno o due
letti.
Va detto che da luglio abbiamo avuto un concorso di doni tali da permetterci l’ammobiliamento di quasi tutte
le stanze (tranne 4), mentre man mano si provvede al corredo; un gruppo
di sorelle ha donato la stoffa e sta
cucendo le tendine per oltre 50 finestre. Agli spazi verdi o a fiori, curati
con competenza e amore dal caro volontario sig. Pioppi, Si aggiungono
sempre più vasti pezzi d’orto ; intanto
è stato recinto il campo, ed anche
quello darà una mano al sostentamento dell’Opera.
« Comunità evangelica », sta scritto
nella lastra in pietra accanto al portale; questo è infatti il nostro programma: dare vita a una comu^tà
di anziani che viva, si organizzi, si autogestisca evangelicamente. E’ stato
relativamente facile non volere una
congerie di cameroni avvilenti, dare
delle piccole camere che garantiscono
rispetto per le personalità; non è affare di un giorno, formare una comunità di tante persone diverse per ca;
ratiere, provenienti da esperienze di
vita lontane, talvolta giunte al Gignoro con idee ben demoralizzanti sulla
sua funzione.
Per esperienza sappiamo che in persone anziane, anche dove gli anni
hanno profondamente lavorato la vita fisica, si celano tesori di energie,
di capacità sopite; abbiamo veduto
come rifiorire delle persone, quando
si sono accorte che si contava sul loro consiglio, sulla loro ascoltata collaborazione... Ebbene, proprio a questo tendiamo: a edificare una comunità viva, di viventi, e non una immalinconita e accidiosa anticamera del
cimitero. (Questa anticamera, se si
vuole, è dappertutto e per tutte le
età!).
Il Concistoro di Firenze, che riunisce i Consigli delle comunità battista,
metodista e valdese, in una recente
riunione ha stabilito di dare vita a
una iniziativa comune di culti di zona
e evangelizzazione che faccia capo al
Gignoro. Anche questo contribuirà a
fare della Casa un centro vivo, dove i
contatti col mondo esterno sono continui e efficaci.
Nel chiudere questa relazione, desideriamo per mezzo de « L’Eco-Luce »
esprimere ancora una volta la riconoscenza della comunità fiorentina per
la Chiesa tutta, per quanti personalmente ci hanno aiutato, per le Chiese sorelle e le organizzazioni che hanno permesso questa realizzazione e
la sostengono con fraterna solidarietà.
S.
iilillllliiiliillilliliiliillilllliiiiiiiiiiillllililllliliiililiiiiiili
Collegio Valdese
Doni in memoria di Emilia Peyrot Gay:
Nora e Enrico Peyrot L. 50.000.
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CEDESI avviatissimo studio massofisioterapico modernamente attrezzato a Pinerolo ad
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Per la ripresa della Scuola Domenicale
L'AMICO DEI FANCIULLI
mensile illustrato di letteratura infantile
Contiene una pagina biblica, racconti, giochi, problemi biblici a premio. Parla ai ragazzi di facili problemi sociali, di questioni riguardanti la
natura, la comprensione fra i popoli, ecc. Mantiene un rapporto fra i ragap.i tramite la loro corrispondenza e i loro interventi. Utile per gli isolati e la diaspora.
Berta Subilia - Via Pietro Cossa, 42
Redazione e amministrazione:
00193 Roma, c.c.p. 1/21179.
Abbonamento annuo: L. 750 - Estero e sostenitore L. 1.000.
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pag. 6
N. 44 — 29 ottobre 1971
I NOSTRI GIORNI
UOMINI, FATTI, SITUAZIONI
Lavoratori stranieri
Willy Brandt,
Nobel per la pace
Personalmente, non siamo favorevoli a onorificenze, medaglie, premi, ecc. dato che tengono a fare delle
discriminazioni e sono sovente ingiusti perché premiano degli immeritevoli.
Nel caso del conferimento del Nobel
per la pace al cancelliere federale tedesco Willy Brandt non possiamo però
che associarci a tutti coloro che ritengono che la sua politica di « espiazione » e di riconciliazione siano volte a
dare un sostanziale contributo alla pace, mentre respingiamo la tesi di quanti asseriscono che Brandt ha tradito
la Germania a favore dei sovietici.
È fuori dubbio infatti che è stata
proprio la sua politica, svolta con notevole senso di indipendenza nei riguardi dell’alleato americano, a condurre sia a un nuovo e più stabile assestamento europeo, come a convincere gli Stati Uniti a fare quei passi che
hanno portato ai prossimi incontri di
Pechino e di Mosca.
Il riconoscimento dato a Brandt, però, oltre a suscitare la reazione, già accennata, dei nazionalisti che vedono
nella sua politica ima definitiva sconfitta della « grande Germania », fa anche sorgere un altro nazionalismo, forse meno pericoloso, ma sempre subdolo (come lo sono tutti i nazionalismi)
i cui rappresentanti affermano; « ora
siamo di nuovo qualcuno! » In questo modo viene posto in seconda linea
quello che è lo spirito animatore di
Willy Brandt nella sua politica di distensione e di riconciliazione. Quella
politica che lo ha fatto inginocchiare,
lui « incolpevole », ma in quel momento conscio di rappresentare anche
quella parte di Germania che ^ non rinnega il passato, davanti al cippo che
a Varsavia ricorda le stragi naziste
degli ebrei. .
Sarà ad ogni buon , conto assai ditficile, per l'opposizione, sostenere la
tesi che il capo del governo conduce
una politica sconfessata, magari con
discrezione, dall’occidente. C’è anzi da
ritenere che la ratifica interna dei
trattati firmati a suo tempo con . Mosca e con Varsavia dovrebbe venire
facilitata.
Willy Brandt, in quest’ultimo mezzo
secolo, è il primo capo di governo in
carica a ricevere il premio Nobel per
la pace. I casi analoghi precedenti risalgono al 1906 col presidente americano T. Roosevelt e al 1919 col presidente W. Wilson.
Può tornare il fascismo?
Si continua ad assistere, in Italia,
a una crescente offensiva della destra
fascista. Alcuni recenti episodi, quali
il campo-scuola del m. s. i. tenutosi a
Pescara (ne abbiamo parlato nel n. 41)
e l’offerta - a mezzo lettera inviata ai
presidi delle scuole medie di varie città italiane - con la quale, di fronte alla « contestazione sovversiva » che avviene nelle scuole, viene messo a disposizione con un’iniziativa senza precedenti, il «coraggio attivistico dei
giovani nostri » a tutti quegli istituti
che ne faranno richiesta. Il ministro
all’istruzione in un comunicato ha detto che « tali iniziative si pongono al
di fuori della legalità » e ha espresso
la « fiducia nei presidi e nei docenti
italiani». Ci pare una reazione assai
debole e comunque del tutto inadeguata tanto più che queste teorie neofasciste di « legge e ordine » tfovano un
la casa in Italia
Una classifica compilata dall’ONU
vede l’Italia all’ultimo posto in Europa nel campo della costruzione di abitazioni, e questo essenzialmente per il
fatto che lo Stato in questo settore è
del tutto carente.
Prendendo ad esempio il 1919, che
è stato un’annata buona per l’edilizia
italiana, si possono fare i seguenti confronti : in Polonia vi sono state 6,1 abitazioni ultimate per ogni mille abitanti, in Jugoslavia 5.9, in Cecoslovacchia 6,7, in Francia 8,5, in Olanda
9,6, in Svezia 14 mentre in Italia questo rapporto è di 5,5.
Le percentuali dell’intervento dello
Stato nell’edilizia nei confronti dei privati sono ad un ta.sso bassissimo. Esso
in sostanza è stato a guardare; nel
1968 ha investito il 7 per cento sul totale, nel 1969 il 5 per cento, nel 1970
il 3,7 per cento, quindi, come dicono
eloquemente queste cifre, con un costante decremento.
al potere non più mediante una k rivoluzione » ma per designazione degli
elettori.
Venendo poi al significato politico
del voto del 13 giugno si afferma che
la clamorosa avanzata del msi si può
motivare con l’ondeggiamento a sinistra della d.c. Un voto di protesta, insomma, contro gli scioperi, contro il
caos nelle fabbriche, contro la debolezza del governo e anche - aggiunge
la rivista - a causa del « decadimento
dei valori tradizionali, per rirrisione
del concetto di patria, per lo svilimento del senso di Nazione ». Sarebbe la
reazione di una classe borghese che
teme violenze e disordine e vuole un
governo, non importa di che colore,
purché stabilisca l’ordine e freni la
violenza. Da un’inchiesta fatta risulta
infatti che su un campione di 4 mila
voti missini, il 34% era di professionisti e insegnanti, il 23% di impiegati
pubblici e privati, il 21% di militari,
compresi carabinieri e polizia, ril%
artigiani e commercianti, il 3% piccoli industriali, il 2% operai e l’l%
agricoltori.
Che si vada verso la dittatura - continua lo scritto - si può anche arguire
dal fatto che la democrazia è malata;
il potere non è più in parlamento, ma
nelle segreterie dei partiti e nei sindacati; abbiamo già tante microdittature. Inoltre (e qui l’autore cita Prezzolini) gli italiani, per indole naturale non
sono adatti a capire il sistema democratico. In più, si aggiunga « un ecces.
"No" degli USA
alla conferenza
sul disamo
L’unione sovietica, in vista della nuova sessione dell’ONU che
ha iniziato i suoi lavori il 21 settembre scorso, aveva chiesto la
convocazione, sotto gli auspici
delle Nazioni Unite, (vedi Eco-Luce del 17-9 u.s.) di una Conferenza mondiale sul disarmo, e quindi anche colla partecipazione di
quei paesi che non fanno parte
attualmente del congresso internazionale, quali ad esempio la Cina popolare e le due Germanie.
Il segretario di Stato americano Rogers, in un suo recente intervento airONU ha respinto la
proposta sivietica. Egli ha giustificato il rifiuto degli Stati Uniti col fatto che « tali grandiosi
schemi tendono a produrre molte parole e pochi risultati ».
In altri termini; viva la politica dei blocchi e delle superpotenze, anche avversari a cui i « satelliti » devono allinearsi in tutta
obbedienza.
o quelli medici-universitari di Torino,
o degli avvocati che si mettono d’accordo coi ladri sui quadri rubati, o su
quelli del presalario universitario, o
su quelli dell’Anas, o su quelli relativi
a forniture militari, o sugli abusi di
potere di giudici e poliziotti, o sullo
spionaggio verso i dipendenti delle fabbriche, ecc. ecc.
Meno male che, alla fine, lo scrittore si ricorda anche che in Italia esiste
una forte sinistra e un organizzato
proletariato che certamente si opporrebbe con tutte le sue forze a una prospettiva fascista, a differenza dei « 12
milioni di elettori aderenti alla de,
per non parlare dei minori partiti,
come i liberali e i socaldemocratici ».
Roberto Peyrot
Una dichiarazione delle Chiese, evangeliche di lingua italiana nella Svizzera
so di libertà, proprio come oggi in Italia » e il gioco è fatto.
L’articolista toma poi al tema della
« rivoluzione » ed a riprova che essa
è assai difficile, dice che mancano i
capi e che Almirante « è fedele alla
più ortodossa polemica democratica ».
(Ci fa veramente piacere apprendere
che l’attuale segretario del msi, già capo gabinetto del ministro dell’interno
Mezzasoma durante la « repubblichina » di Salò e, come tale, firmatario
dei bandi di fucilazione nella schiena
degli « sbandati » che non si fossero
presentati ai posti militari e di polizia
italiani e tedeschi, si sia definitivamente convertito alla democrazia).
Per la « rivoluzione » mancherebbero anche gli uomini .dato che, allora,
vi erano i reduci « con tanta voglia di
combattere ».
Ci fermiamo qui, perché ci pare che
la dose (a dir poco) qualunquistica
dell’articolo sia già sufficientemente
elevata. Basterebbe solo far notare come non si dica neppure una parola
sulle mancate o inadeguate riforme,
sulla carta da decenni, o sugli scandali che avviluppano l’Italia da cima a
fondo, come quelli a sfondo mafioso,
iiiiiiiiimiiiiiiiiiiMiimiimiiiiiiiiiiimniiiiiiiMiiiMiiiiii»
Secondo un'indagine delia tv francese
Losanna (spp) - I problemi che si
pongono nella Svizzera fra gli immigrati e la popolazione autonoma non
sono dovuti esclusivamente alla diversità tecnica e socioculturale, ma alle
condizioni proprie di ogni società che
abbia un alto grado di industrializzazione. Questo hanno dichiarato, in sostanza, i 70 delegati dell’Associazione
delle comunità evangeliche di lingue
italiana nella Svizzera (ACELIS), riuniti a Stalden (Berna) il 3 ottobre.
« Il compito specifico delle Chiese
cristiane (...) consiste nel ricercare e
terreno non del tutto sterile presso
una parte dell’ambiente scolastico.
Abbiamo fatto questo preambolo
per arrivare al tema vero e proprio eh
questa breve riflessione; che possibilità ha il fascismo, più o meno camuffato, di tornare in Italia? È una domanda che si pone anche un mensile
italiano (Historia). In questo scritto
vengono trovate parecchie analogie
fra il 1919-21 e il 1971, ad esempio,« la
stessa stanchezza per una situazione
precaria di disordine e di violenza ».
Lo scrittore però fa balenare la possibilità che il fascismo possa tornare
si no *
74 10 16
62 28 16
24 60 16
40 54 6
79 12 9
36 50 14
far conoscere la verità nei rapporti
umani, nel denunciare le vere cause
delle tensioni e delle ingiustizie e nel
mettere i credenti davanti alle loro
responsabilità ».
Diciotto comunità, in tutta la Svizzera, appartengono all’ACELIS, che si
è dato un nuovo presidente nella persona del past. Gianni Bogo di Zurigo,
il quale sostituisce il past. Sergio Rostagno. La Svizzera romanda è rappresentata in seno al Consiglio della
ACELIS dal sig. Vito Sardiello, un operaio italiano di Ginevra.
iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiniiimiiiiiiiiii
Echi della settimana
a cura di Tullio Viola
Si può essere cristiani
e aderire a un partito?
Parigi (epd) - Un’inchiesta condotta
dalla televisione francese fra sacerdoti
cattolici, cui si chiedeva se secondo loro si può essere sinceramente al tempo stesso cristiano e aderente a un dato partito politico, ha dato que.sti risultati (le cifre sono percentuali);
Si può essere al tempo stesso;
cristiano e liberale
cristiano e capitalisti
cristiano e fascista
cristiano e comunista 40 54
cristiano e socialista 79 12
cristiano e «di sinistra»
* - nessuna opinione
A parte la valutazione abbastanza db
versifieata delle varie possibilità « di
sinistra », colpisee la chiara preferenza che va alle idee socialiste e liberali
(con lieve scarto) e l’altrettanto chiaro
rifiuto del fascismo.
GLI ULTIMI TRENT ANNI
DELLA TERRA?
« ...Si tratta del saccheggio del nostro
pianeta, operato da una minoranza di
nazioni straordinariamente voraci, il
cui sistema economico, il tipo di sviluppo e di consumo, la tecnologia e i
rapporti sociali sono fondati sul profitto a breve scadenza, e su distruzioni
irreversibili a lunga scadenza. Per la
prima volta (nella storia), la “polluzione” si configura in una dimensione
politica, come un aspetto della “guerra
di classi in scala mondiale" ».
Così si esprime Gerald Leach, cronista scientifico del giornale « The Observer », in un lungo, impressionante articolo riportato sul « Nouvel Qbservateur » (deiril-17/10/’71). In esso viene
diagnosticata (forse per la prima volta,
con tanta ricchezza di particolari e a livello divulgativo) « l’ampiezza della crisi, le sue cause e le sue responsabilità.
Coi nostri occhi (egli prosegue) vediamo tutti i segni d'una crisi del pianeta su cui viviamo. La « nave spaziale
Terra » sta rapidamente rovinandosi,
causa il sovraccarico impostole da 3.600
milioni di passeggeri. Essa va incontro
ad una serie di guasti, che gl’ingegneri
non saranno capaci di riparare in tempo. Quando ci si viene a dire che soltanto dei cambiamenti radicali (che richiederanno un periodo di trasformazioni difficili, forse anzi di rivolgimenti esplosivi) ci permetteranno di sopravvivere con le nostre risorse lirnitate e nel nostro spazio ristretto, tioi abbiamo la tendenza ad alzare le spalle
con aria di sufficienza. La ragione è
semplice e chiara: noi ci teniamo a continuare il tipo di vita che avviamo sempre vissuto, e cioè a continuare ad elevare il livello di vita e ad accrescere i
consumi.
L’idea che il nostro secolo debba
chiudere definitivamente questo ritmo
di crescita, ci urta a tal punto che noi
nettamente la respingiamo.
Per liberarci del problema, noi ci persuadiamo che l’uomo è sempre sopravvissuto, in passato, ai propri errori ecologici: dunque egli saprà cavarsela anche in avvenire. Ragionando in questo
modo, noi semplicemente dimentichiamo che ci sono stati degl’imperi che
sono crollati per aver fatto errori grossolani di carattere ecologico, cioè nella
gestione dello spazio vitale ambiente
(...): tali ad es. le civiltà Mesopotamiche, in particolare Babilonia che era
già moribonda quando Alessandro Magno le diede il colpo di grazia (Si sa
che gli acquitrini artificiali e la conseguente malaria avevano finito per sopraffarla). Dimentichiamo che V“accrescimento cumulativo" non è altro che
una trappola: infatti la curva di tale
accrescimento, dopo aver per secoli seguito un dolce pendio appena percettibile, improvvisamente si erge in direzione quasi verticale. Noi speriamo che
"qualcosa" dovrà pure accadere (delle
scoperte tecniche? nuove risorse naturali?) a cambiare i dati del problema.
Per lo più, la nostra coscienza ecologica non va al dilà del nostro campanile: crediamo che tutto andrà bene,
quando si saranno vinti i miasmi e le
polluzioni che avvelenano la nostra
vita personale. (...) Ma il vero problema è planetario, non nazionale: esso
esige che si veda più lontano delle prossime elezioni (L’articolista si riferisce
verosimilmente alle elezioni del nuovo
presidente americano) e più lontano
della disinfestazione delle nostre circoscTìziofìi niufiicipciii- Un projessovc
americano, Dennis Meadows, ha riassunto i dati reali del problema nei seguenti tre punti:
1) L’accrescimento cumulativo (os.
sia demografico, economico e industriale insieme) non può continuare indefinitamente, anzi dovrà cessare presto.
2) Vi sono degl’interessi giganteschi che premono affinché il detto acci escimento continui;
3) Dunque, poiché è necessario che
il detto accrescimento venga frenato,
bisognerà che delle pressioni in senso
contrario, aneli’ esse gigantesche, si
esercitino.
Se non si vuole che queste pressioni
in senso contrario si chianiino: carestie, guerre, miserie, intossicazioni, epidemie, occorrerà ottenere un cambia
mento radicale dei nostri valori sociali
e individuali. Sapremo organizzare noi
stessi le pressioni in senso contrario,
tri modo da forgiare il nostro avvenire?
Oppure saremo le vittime di siffatte
pressioni, e saremo da queste sospinti
verso una serie di crisi catastrofiche?
Questa è la vera formulazione del problema.
Una cosa è chiara: il nostro tipo di
accrescimento industriale ed economi
co deve cessare rapidamente, perché
esso non fa che aumentare continuamente il dislivello fra i passeggeri ricchi della nostra nave spaziale, e quelli
poveri. I ricchi sono attualmente circa
1000 milioni. Essi dispongono attualmente, in media, di L. 1 milione e mezzo di entrate annuali a testa e si distinguono per la loro capacità di accrescere rapidamente e cinicamente la loro quota-parte, saccheggiando le risorse del pianeta. La loro “ricchezza” attualmente tende a raddoppiarsi ogni 17
anni: è tuttavia rimangono ancora, nell - regioni cosiddette ricche, delle immense zone di povertà, di miseria, di
disoccupazione e di aspirazioni repressi, che invocano la continuazione dell’accrescimento.
I 2600 milioni d’abitanti del “terzo
mondo” dispongono, in media, soltanto
di L. 115.000 di entrate annuali a testa
(circa 1/13 di quanto sopra!), le quali
aumentano con velocità metà della nostra. In contrapposto, la popolazione
del “terzomondo’’ aumenta (demograficamente) con velocità tripla della nostra ».
L’articolista riferisce che, secondo
calcoli attendibili, il modo di vita dell’Umanità, se mantenuto al ritmo attuale, condurrebbe alla morte dell’Umanità stessa entro 30 anni circa. E
poiché egli ha ricordato le civiltà Mesopotamiche (v. sopra), questa previsione ce n’ha ricordata un’altra (v. Gion . 3; 4) che fu anche più severa!...
LA STAMPA IMBAVAGLIATA
Riportiamo (da « Grecia » n. 21-22 del
settembre c. a.) un elenco di norme
che regolano l’esercizio della professione di giornalista nella Grecia dei colonnelli. Esse riassumono la legislazione attualmente in vigore.
« 1) Sono giornalisti non soltanto
coloro che lavorano nella stampa, ma
anche i collaboratori dei servizi
stampa del regime e delle aziende pubbliche.
2) Fin dai prossimi anni potranno
divenire giornalisti soltanto i diplomati d’una scuola speciale organizzata e
gestita dalla dittatura.
3) Ogni giornalista dev’essere membro dell’associazione prevista dalla nuove. legge e che rilascerà il documento
professionale, vistato dal ministro, e
senza del quale qualsiasi contratto di
lavoro viene annullato.
4) Per divenire membri dell associazione è indispensabile esibire il^ certificato di civismo”, previsto i funzionari statali. La differenza e che annualmente, al rinnovo del documento
professionale, al giornalista potra essere chiesto un nuovo certificato per
controllarne la "lealtà".
5) / giornalisti che volontaria
mente" hanno cessato la Fjofessior^^
perdono ogni diritto e la
fica. Si eliminano cosi t giornalisti ri
parati all’estero, quelli T
deportati, e quanti si sono ri fiutati dt
lavorare nelle attuali condizioni della
^^^Tl"s"sse norme valgono per i
corrispondenti e gl inviati speciali dei
giornali esteri, che devono aderire all'associazione dei giornalisti esteri.
7) Viene introdotto un “codice di
deontologia” vincolante per tutti e “garantito” da un organismo speciale costituito in maggioranza da fiduciari della dittatura non giornalisti, che oltre a
comminare pene pecuniarie potrà privare del lavoro i redattori non allineati Il “codice" vincola i giornalisti alla
costituzione fascista, vieta la pubblicazione delle notizie “contrarie al pubblico interesse", e assegna al giornalista il
ruolo di propagandista della dittatura,
obbligandolo “a servire gl’interessi deìl'i Nazione ispirandosi alle tradizioni
greco-cristiane” ».
Documento Nuova-Fost
(segue da pag. 4)
3) Si richiede una revisione deiratuiale
inquadramento professionale.
4) Si richiede il pagamento della mezz'ora di refezione che veniva pagata fino allo
scorso anno e che è stata poi improssivamente
ed illegalmente sospesa.
5) Infine si richiede l’applicazione degli
scatti di anzianità (con i relativi arretrati) e
la specificazione della busta paga che, nonostante siano previste dai contratti e dalle leggi, non sono mai state applicate.
Gli operai della Nuova-Fast hanno poi
stilato un documento in 7 punti che riassumiamo brevemente per i lettori.
1) L’azione unitaria dei vari gruppi di
base degli operai, dei Consigli di fabbrica, delle forze politiche, delle comunità cristiane,
non deve esprimersi genericamente con delle
aftermazioni di solidarietà distaccate.
2) Questa azione unitaria deve invece assumere un carattere dichiaratamente politico^
ben preciso contro lo sfruttamento della società capitalista.
3) Ogni iniziativa che faciliti dibattiti,
presa di coscienza della situazione nelle scuole
e nelle fabbriche assume la massima importanza.
4) La sottoscrizione che sarà lanciata nelle fabbriche, scuole, quartieri, (100 lire per
ogni operaio, cittadino, studente), non va
quindi vista sotto l’aspetto di un aiuto « caritatevole » verso gli operai in sciopero, ma asst;me un carattere ed un significato politico di
appoggio agli operai in lotta.
5) Appoggiare politicamente la lotta di
questi operai significa tra l’altro : a) dichiarar la- validità delle rivendicazioni; b) denunciare all’opinione pubblica la situazione di
sfruttamento; c) manifestare la propria solidarietà con gli operai se necessario con azioni
J' protesta sulla piazza.
6) Tenendo conto del fatto che la maggioranza degli studenti sono dei futuri lavoratori in via di qualificazione e destinati ad
inserirsi neU’industria, è possibile il superamento della tradizionale separazione e distinzione tra scuola e fabbrica, tra studente ed
operaio. Molti studenti del Birago, dell’Itis,
deirAlberghiero e parte dei Geometri e Ragionieri delle scuole Pinerolesi troveranno il
loro futuro impiego in questo quadro.
7) Il Sindacato è l’organo che ha contribuito particolarmente a questa presa di coscienza degli operai, che ha contribuito a dare una dimensione politica alla loro protesta.
L,’unità di lotta dei lavoratori ha dovuto combattere a lungo contro la paura del padrone,
contro la paura di perdere il posto di lavoro.
Gli operai hanno altreseì preso coscienza del
fatto che è assolutamente necessario che la
loro lotta sia una lotta unitaria, suscitandol’interesse e l’alleanza con tntte le forze lavorative e studentesche che sono oggetto delle
decisioni di chi ha il potere.
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Uu prugenu di
uulversltà Internaziunale
Parigi (Ini. Unesco) - Esperti di 23 nazioni,
riuniti presso la sede dell’UNESCO, hanno
raccomandato la creazione di un centro pilota per la ricerca e l’educazione, che sarebbe
il banco di prova di una futura università internazionale.
L’idea di una università a vocazione internazionale era stata avanzata per la prima volta del segretario generale Thant nel corso delrA.ssemblea generale dell’ONU nel 1969. La
UNESCO è stata invitata a svolgere uno studio preliminare sull’istituzione e sul funzionamento di un istituto di questo tipo. La riunione attuale degli esperti ha approvato il
testo di questo studio, le cui conclusioni
ora sottoposte al Comitato esecutivo deH’UNE
SCO.
Doni Eco-Luce
NN., Val Germanasca L. 50.000; N.N.,
Mas,sello 6.000; N.N. Massello 4.000; Giovanni Alberto Tron, Massello, 500; Graziella Jalla, Torre Pellice 1.000; Vincenzo Martorana,
Torino 1.000; G. e D. Quara, Torino 1.000;
Anna Bonjour, Sanremo 500; Federico Schenone, Genova 1.500; Maddalena Cairus, Villar Pellice 500; Oreste Meytre, San Germa
nI 500. . ,
Grazie! (continua)
Direttore responsabile: Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
N. 175 - 8/7/1960
Tip. Subalpina s.p.a. - Torre Pellice , Torino}