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BELLE VAm.T VALBESI
Quindicinale
della Chiesa Valdese
Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quali avete peccato, e latevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo
Anno LXXXI — Num. 18
Una copia L. 20
ABBONAMENTI / per l’interno JSco e La Luce; L. 1000 per l’inteTno
_________ 1 1^* 1000 per l'estero | L, 1600 per l’estero
Spedie. abb. postale II Grappo
Cambio d’indirizzo Lire 30,—
TORRE PELLICE -- 17 Agosto 1951.
Ammin. Claudiana Torre Pelliee - C.C.P. 2-17557
Imparando ad amare le ahimè comunicato
Gli elementi graduali di una tecnica dell’amore per le anime, non
hanno nulla di... esoterico, nulla di
peregrino. Basta anuneiarli, perchè
tutti ne comprendano la portata e
li Ìacciano propri!. Se ci attardiamo
a lumeggiarli, è dunque perchè li
abbiamo sperimentati: anzi, essi
valgono appunto solamente perchè
sperimentati.
Dietro la rugosa maschera
Ijii jjrimo gradino consisterà nel
situarci di fronte all’individuo al
quale vogliamo dire che ne amiamo
l’anima e nello sforzarci di rintracciare, dietro la rugosa maschera della maturità, l’autentica fisionomia
che già fu la sua.
Questa tecnica parte dal presup])osto che in ogni creatura umana le
caratteristiche fondamentali che formano l’individuo permangono, durature, indelebili, sia pure dietro le
trasformazioni dell’età. Dietro i bronzei ritocchi del sole, dietro l’incupita coloritura dell’iride, dietro i tratti che il tempo ha reso più duri, più
secchi, o più flosci, o più pingui,
dietro il grigiore dei capelli e l’allargato spazio ■ delle tempie — dietro
tutto CIO che il tempo ha annullato,
rimescolato, sconvolto, arato — una
specifica fisionomia è ancora rintracciabile. Come quegli antichi testi
che finiscono per rivelare la primiuva scrittura, mal cancellata, sulla
quale gli amanuensi posteriori scrissero altre vicende storiche — li chiamano i « palinsesti » — così è possibile, dietro ogni volto d’uomo, riconoscere il volto ch’egli aveva qumd’era fanciullo.
Ma si badi: nessuno, novello Diogene cristiano, nessuno può andare
alla ricerca, sul volto altrui, segnato da un qualsiasi destino, dell’imperitura fisionomia del fanciullo che
quegli è stato, senza sentirsi attrarre
a poco a poco, misteriosamente, verso quella creatura di cui va indagando il segreto di una lenta trasformazione: senza cioè accorgersi che una
simile ricerca non si esaurisce in una
banale manifestazione di curiosità,
o nella fredda diagnosi del succederéi delle età — ma si risolve, bon gré
mal gré, nella scoperta inaspettata
della meravigliosa possibilità che ci
è data, di amare quel prossimo che
ci sta dinanzi. Provatevi a dire a chi
vi sta di fronte: « dietro la maschera del tuo presente volto m’è riuscito di discernere i lineamenti, lo
sguardo, il sorriso, che tu dovevi avere, quand’eri fanciullo » ! Provatevi : un lieve sorriso errerà sulle labbra del vostro interlocutore: « credi davvero? » Perchè, è vano dissimidarlo, quel ritrovamento di noi
stessi nell’età lontana della fanciullezza serena e spensierata, ognuno di
noi lo desidera disperatamente, ma
— cosi com’è oggi deformata la nostra più vera vita — lo desidera invano!
Naturalmente, assai più facile sarà quel ritrovamento in coloro che
abbiamo conosciuto fanciulli, poiché per costoro non occorrerà una
vera e propria ricostruzione sul palinsesto della maturità: basterà il
ricordo. Ma, lo ripetiamo, di ogni
uomo che incontriamo, questo ritrovamento è possibile: nei volti più
trasformati dal tempo, dalle tempeste della vita, dai dolori come dai
vizi, la fisionomia serena degli unni che non tornano più, mai più, si
è profilata tanto più stupenda nell’amorosa rievocazione.
In ogni essere umano
^ c’è qualcosa di amabile
Un secondo grado di questa tecnica dell’amore per le anime consisterà nell’amare tutto ciò che non è —
a primo aspetto — di per sè amabile; ma che lo è veraiflente in sè. Spieghiamoci.
Quando diciamo che dobbiamo amare il prossimo, ci riferiamo generalmente ad una disOipUna soggettiva, che ci sforziamo di adottare non
tanto a beneficio di terzi, quanto
piuttosto per educar noi stessi, lo
debbo amare chi mi fa male, chi mi
è nemico, chi sollecita la mia elemosina, chi mi è indifferente, chi
mi è antipatico, chi mi secca, eccetera eccetera. Cristianamente parlando, dico che, cosi facendo, io amo in Cristo il mio prossimo. Ma
quest’esercizio non è caratteristicamente cristiano: è una disciplina che
Terzo articolo di
TEODORO BALMA
mi sono imposta per migliorare il
mio carattere, per elevarmi, per dominare il mio egoismo , ricorrente.
Tanto è vero che messuno, in questi
casi, nonché di amare, si preoccupa
veramente di considerare l’anima che
gli sta di fronte!
E allora? C’è un romanzo di Alberto Moravia, che è altamente significativo in proposito. E’ un libro
che non ardirei consigliare a nessuno, moralmente parlando; ma che
ha una pagina degna d’esser ricordata. In essa l’autore spiega come la
creatura più miserabile, più riprovevole, e dedita all’attività più abbietta, abbia saputo illuminare quella
sua attività di una luce nuova — oh,
non certo romantica! — il giorno in
cui nell’essere meno amabile è riuscita a ritrovare qualche particolarità, fisica o intellettiva, veramente in
sè amabile, e che non ha perciò mai
cessato in sè di essere tale.
Questa pagina di Moravia è una
indicazione. In sè, nulla, è brutto. Sarà brutto U volto di un uomo non perfettamente simmetrico, io sguardo
del miope o il naso deforme di un
Michelangelo: ma ciò succede perchè
quei particolari, nell'insieme, stonano, e noi ci siamo lasciati offendere da quella veduta d’insieme stonata. Ma in sè, un occhio, un naso,
un orecchio, una bocca, sono opera
di Dio — e sono belli, sempre.
Veniamo a noi. Noi amiamo l’anima del nostro prossimo perchè ci
lasciamo distrarre dall’àpparenza,
qualche volta stonatissima, di un volto, di un atteggiamento, fors’anche
di un discorso, ingrato, paradossale, privo di buon senso comune, con
il risultato che ci lasciamo attirare
verso quelle anime che hanno una
soddisfacente prestanza fisica. MA
LE ALTRE? Le dimentichiamo, le
sorvoliamo. Gravissimo errore! E’
necessario, per amare un’anima, che
sgomberiamo il sentiero daU’equivoco. In ogni essere umano esiste
qualche cosa degna di essere amata.
In sè e per sè.
La tua anima,
è la tua ricchezza
Un terzo gradino —e di gran lunga il più importante — consiste nella
trasmissione della nostra convinzione profonda, al nostro interlocutore,
che l’anima che noi cerchiamo esiste in lui, ed ha un incalcolabile va
lore, davanti a Dio, davanti a noi —
e deve quindi aver quel valore anche
l>er lui.
— Per chi mi prendi? — succede
di udir qualctmo a ripetere, adirato. La domanda andrebbe completata: « mi prendi per uno stupido?
per un ignorante? per un bambino? » e così via.
Proviamoci a riqtondere: — Ti
prendo per un’anima, qpiale tu veramente sei. Non lùi rivolgo al tuo
buon cuore, perchè non sei un portafogli vivente; non mi rivolgo alla
tua intelligenza, perchè non sei soltanto una magnifica calcolatrice ; non
mi rivolgo al mistero che custodisci
dentro di te, perchè non sei la favolosa caverna di Sèsamo; non mi
rivolgo al tuo sapere, perchè non
sei un pozzo di scienza; ma mi rivolgo come un’anima ad unaaima,
PERCHE’ TU SEI SOPRATUTTO
UN’ANIMA VIVENTE. Non dirmi
che non ne hai, o che l’hai resa sorda e muta e insensibile. Tu hai una
anima, è la tua imica vera ricchezza.
E te ne dò una prova apodittica: tu
l’hai, come è vero Ae la mia anima
ti cerca. Le cose simili si cercano —
e si ritrovano! Ti cérca, perchè crede neUa tua anima èome crede a Dio
e a Gesù Cristo. Il tuo vero valore è
nell’anima; e tu vali qualche cosa
appunto perchè hai un’anima; altrimenti, non varresti nulla.
Non mi sfuggirai, no; le tue risposte evasive non gioveranno alla fuga,
al nascondimento. « Lazzaro, vieni
fuori! 3)
« Un grande banchiere di Parigi, membro di un comitato di beneficenza, fu interrogato un giorno davanti a me da un
suo collega. Era vero, gli si domandava,
che la sua banca finanziava la guerra dei
giapponesi contro Shiangai? Rispose che era
vero.
—■ Ma allora, non siete torturato al pensiero che il vostro danaro contribuisce a
prolungare un massacro?
— Per niente, rispose I Tutto quello che
io ho da vedere, sono due colonne di cifre, delle quali la bilancia è favorevole alla mia casa ».
Quello che ci manca assolutamente, un
grande principio di unità fra il nostro pensiero e le nostre azioni. Quest’assenza d’un
principio di unità è talmente totale che
non è più sentita nemmeno come uno scandalo. De Rougemont.
. « Bisogna prima di tutto lavorare a creare delle individualità, e questo in nome
della legge della solidarietà. Il corpo sociale non può essere guarito che con delle
iniezioni endovenose di individualità. Le
individualità sono al corpo sociale quello
che i globuli del sangue sono al nostro
corpo.
Sento singolarmente la necessità della
grazia divina per questa opera terribile.
Se non credessi alla grazia, sarei disperato
perchè non vedo attorno a me che dei malati per guarire altri malati. Mai Gesù m’è
apparso cosi grande e così potente. In nome di questo rinnovamento sociale che oggi fermenta il pensiero di tante anime,
guardiamo a Cristo, volgiamoci verso Cristo. E’ da Lui che verranno gli uomini
nuovi dei quali sentiamo il bisogno ».
Paolo Minxadt.
La prossima Sessione Sinodale si aprirà, Dio volendo.
Domenica 2 Settembre, alle ore 15.30
nel Tempio Valdese di Torre Pelliee, con un culto presieduto dal Pastore Seiffredo Colucci, la consacrazione al
Santo Ministero del Candidato Signor Guido Colucci c là
presentazione del Pastore Augusto Lebet.
Tutti i Membri del Sinodo, Ministri di Culto e Delegati,
sono convocati per le ore 15 nell’Àula Sinodale della Casa
Valdese, per presenziare all’apposizione della firma dei
Candidati all’atto di accettazione della Confessione di Fede
della Chiesa Valdese.
Immediatamente dopo il culto, i Membri del Sinodo si
recheranno nell Àula Sinodale per costituirsi in Assemblea
sotto la presidenza del più anziano di età tra i Ministri di
Culto in attività di servizio presenti, e procedere alla nomina del Seggio definitivo del Sinodo.
ACHILLE DEODATO
Vlce-Moderalore delia Chiesa Valdese.
Torre Pelliee, 24 Agosto 1951.
TRASPARENZE
Ho imparato oggi un segreto che sembra di poco conto, ma che
in molti casi — può anche assumere una certa importanza: il segreto per lavare molto bene i vetri, cioè per renderli perfettamente trasparenti.
Voi mi direte: bella forza! ci vuol poco per lavare un vetro, tutti
sanno come bisogna fare! Si compera dal droghiere un po’ di polvere
bianca preparata apposta (dev’essere un miscuglio di pietra pomice e
di sapone), si prende uno straccio pulito, morbido, che non lasci i peli,
si scioglie la polvere in un po’ d’acqua, s’inumidisce lo straccio, si passa
sul vetro, si lascia'asciugare. Poi — con un altro straccio bene asciutto
(megUo ancora con un pezzo accartocciato di giornale) — si strofina il
vetro prima da una parte poi dall’altra e si ottiene facilmente l’effetto
desiderato.
Si ottiene... fino a un certo punto! Mi ha detto mia moglie:
— Certe volte — per arrivare alla perfetta trasparenza di una finestra — ho dovuto. ” tribolare ” assai. Eppure seguivo tutte le regole! In più — di tempo in tempo — appannavo il vetro col mio fiato e
poi strofinavo, prima da una parte poi dall’altra. E non ottenevo ancora l’effetto desiderato. C’erano certe ” ombre ” che, assolutamente,
non se ne volevano andar via. Anzi, il più delle volte, non riuscivo a
scoprire su quale parte del vetro dovevo insistere per arrivare a buon
fine. Strofinavo di qua « ” l’ombra ” non scompariva perchè l’ombra
era di là.
Oggi — come ho detto — ho avuto il segreto del come bisogna operare per ottenere la perfetta trasparenza.
Era la mattina presto; nella strada principale del paese i negozianti riordinavano le botteghe e il pasticcere, dall’esterno, puliva la sua vetrina. Ma nello stesso tempo — dall’interno — il suo garzone la puliva anche lui. E i due uomini procedevano con ritmo uguale, ” di pari consentimento come diciamo di solito. Erano giunti contemporaneamente ed esattamente allo stesso punto. E si scambiavano via vìa le
loro osservazioni, provando rediprocamente se le ombre erano di qua
oppure di là. Ci voleva poco a capire: per questo, appunto, ho capito
anch’io.
Noi — uomini e donne — siamo costituiti in tal modo che — senza
metterci in due — possiamo, da soli, ripuUre ad un tempo L’esterno e
l’interno della nostra vetrina,. Eppure, molto spesso, rimangono certe
’’ ombre ” che in nessun modo vogliono andarsene! Gli è perchè noi,
il nostro sforzo per diventare trasparenti lo facciamo (a sbalzi) ora sul
lato interno, ora su quello esterno del nostro IO. Curiamo molto le nostre nuwihre, il nostro vestire, la nostra educazione, la nostra cultura
e trascuriamo il nostro carattere, la nostra ” vita profonda oppure
coltiviamo con zelo la nostra vita spirituale e — ciò malgrado_rima
rdamo egoisti, chiusi in noi stessi, poco servizievoli, poco generosi, poco, sì, simpatUd....
Si può trarre qualche insegnamento pratico anche dalla vetrina del
pasticcere: teimr d’occhio ad un tempo la parte interna e la parte estema soffiarci sopra, magari, con qualche sospiro deUa nostra anima e strofinare, strofinare insieme di qua e di là, molto a lungo e con
molta forza.
^ Forza di volontà, forza d’amore e forza di speranza!
Giovanni £. Meille
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L’ECO DELLE VALLI VALDESI
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ÜÉMiita
te.
ue les mots nous racontent, parfois, d’intéressantes histoires!
Tenez, par exemple, le mot: rou
Les linguistes nous disent qu’il
vient du verbe latin « rumpere ». On
disait, tout d’abofd, via rupta, /puis
tout simplement d’où, dans
le vieux français, roupie, et, enfin,
plus récemment, route. BiSv
Voilà pour l’historique du mot.
Mais il y a autre chose. Il y a l’en
un mo^en pour y arriver. C’est ainsi
qu’on peut parler d’un chemin d’exil et d«t celui de la maison paternelle; dtf chemin de la gloire et de celui
de la dégradation; de celui de la
mort et de celui de la vie. Pour arriver à un dé ces buts, la route rend
service à l’homme en lui évitant les
passages dangereux ou simplement
malaisés. Faciliter l’oeuvre de l’homme, soit dans le bien, soit dans lé
mal, voilà ce qu’elle fait. Dire cela.
quand, devant le doute de Thomas
qui voudrait bien savoir où Jésus
doit aller, affirme sans détour: « Je
suis le ¿hemin... Nul ne msat au Pè
re que par mai ».
Avant lui, bien des gens se sont
offerts à l’humanité pour la guider
dans la recherche de Dieu. Mais la
leur n’a été qu’une hiarche à tâtons,
une marche d’aveu^ès.
Job l’a fixée à tout jamais comme
un ardent désir qui n’a pu être exau
La route à suivre
seignement moral. La route est une
percée à travers des obstacles qui
peuvent être ou les rochers de la
montagne ou les arbres de la forêt,
rompus à cet effet par le pic ou la
hache. Cela implique nécessairement
un rude travail, l’emploi de puissants
moyens, au prix, souvent, de bien
des souffrances et de vies humaines;
mais, avec cela, c’est un bien-être
matériel qui s’affirme tout à l’entour.
Mais le but de la vie n’est pas que
bien-être matériel. Il y a tout un
monde à conquérir, à dompter et
bien d’autres efforts à faire. Il y a
un coeur de pierre à briser et à rem
placer, un coeur qui a été qualifié
comme désespérément malin.
Ici aussi, ici surtout, que de rochers à faire voler en éclats, de ravins à combler, de montagnes à abaisser pour que une via rupta s’établisse triomphante au milieu de difficultés sans nombre et sans nom!
Tout cela aussi ne se fait pas sans
de graves souffrances, de crises douloureuses. Ad augusta per angusta!
Affirmer un chemin, quel qu’il soit,
c’est affirmer un but à atteindre.
La route n’a pas de valeur, en ellemême. Elle n’est pas un but mais
c’est dire de quelle importance est
le cl^ix de notre chemin. « J'oi mis
devant ijpi la vie et la mort, U/t bénédiction ' et la malédiction. Choisis
donc la vie, afin que tu vives! » Ainsi parlait Moïse à Israël, avant d’entrer dans la Térre Promise. Tel est
le choix qu’il’nous faut faire, nous
aussi et à tout moment.
Dire cela, c’est dire encore de quelle importance est l’influence sous
laquelle nous nous plaçons pour suivre la route.
Dans son style fleuri du XVI.me
siècle, Calvin a deux expressions qui
cadrent bien à mon sujet. Il appelle
le Diable le grand Traversieri éélui,
c’est-à-dire qui traverse, qui coupe
la route au chrétien; et il parle du
Christ comme notre Moyenneur. Ce
terme n’a pas été accueilli par l’Académie, et cela n’a pas grande importance, mais il a été accueilli et
serré dans le coeur par bien des malheureux.
Christ, notre moyenneur! Que cela est pittoresque et réel! Christ, par
le moyen du quel nous avons accès
auprès du Père!
N’a-t-il pas, lui-même, admis cette possibilité, cette seule possibilité.
cé: « Oh! si je savais où le trouver,
j’irais jusqu’à son trône! »
Si le Christ seul a pu dire: Je suis
le chemin, c’est parceque il a su librement s’assujétir à la loi de la souffrance, à cette mystérieuse loi qui
fait voler en éclats la chair et triompher l’esprit, qui ensanglante la route et permet, en même temps, la vision de Dieu et le repos de l’âme.
Tandis que les chemins d’ici-bas
se heurtent constamment aux lois
inexorables du péché, Jésus se présente comme le chemin qui mène à
Dieu, le chemin ique suivent tous les
enfants prodigues revenus du pays
étranger, le chemin du pardon et de
la vie éternelle.
C’est ce même chemin que, dans
sa clairvoyance, indiquait déjà Esaïe aux hommes ‘ de Juda, errants
au gré de leurs convoitises: « Quand
vous irez à droite, ou quand vous irez
à *gauche, vos oreilles entendront
derrière vous une voix (la voix, sans
doute, du fidèle Moyenneur l) qui
vous dira: C’EST ICI LE CHEMIN!
MARCHEZ-Y! »
Otiî, snivons-la, cette route! C’est
la bonne! Je n’en donnais point d’autres.
Enrico Tron
LA GIORNATA DI AGAPE
Impressioni
e riflessioni
Vari e contrastanti sono i sentimenti che
ci agitano il cuore, oggi che Agape è stala
inaugurata: anzitutto, un profondo senso
di riconoscenza verso il Signore, che ci hi>
aiutati con infinita benignità, malgrado le
nostre debolezze e infedeltà. Domenica,
guardando lo splendido edificio di Agape,
non potevo non ricordare che la sua costruzione era stata iniziata quasi senza fondi,
con un grande atto di fede; e, ancora una
volta, la fede aveva trasportato le montagne, ancora una volta il Signore aveva dato
ai suoi figli il pane quotidiano, l’aiuto che
era necessario per continuare il lavoro
giorno per giorno.
La fede c’è stata e le montagne sono state trasportate. Lodiamo dunque il Signore
e ringraziamolo dell’opera che per mezzo
dei suoi servitori Egli ha compiuto. A Lui
solo sia la gloria.
questa esperienza, oggi non lo sono più,
e, anzi, si rallegrano sinceramente con noi
e lavorano con noi. 1 lavoratori della prima e dell’undecima ora hanno, davanti al
Signore, lo stesso valore.
Rallegriamoci che molti Valdesi delle
Valli abbiano partecipato a questa giornata. Mescolati alla massa dei solidi valligiani, molti altri uomini abbiamo visto,
eleganti nei loro abiti da città: cronisti dei
grandi quotidiani, curiosi attratti dagli articoli letti pochi giorni prima, stranieri:
tutti, giunti sul piazzale, lanciavano un
grido di meraviglia: bello! Si, Agape è bella, è un capolavoro di architettura; è un
monumento, ma è un monumento all’amore di Cristo, e come tale noi crediamo che
abbia parlato al cuore degli innumeri visitatori in questa giornata radiosa.
Un giovane
I PRESENTI
E GLI ASSENTI
— Agape è stato inaugurato: ciò non significa che Agape sia terminato (sia perchè
i lavori devono essere completati, sia perchè il significato di Agape non si esaurisce
nella costruzione del villaggio). Comunque,
Agape è inaugurato: dopo anni di ansie,
di fatiche, di speranze, il villaggio è pronto per entrare in funzione; anzi, è già entrato in funzione, poiché ha già ospitato il
Congresso della FUV, che non a caso è
stalo il congresso più bello e animato da
maggior spirito di fraternità che si avesse
da molti anni.
— Per la costruzione di qualsiasi altro
edificio, il giorno dell’inaugurazione è il
giorno in cui si tira un sospiro di sollievo
e si dice: la nostra fatica è finita.
Invece, per chi ha costruito Agape, la
fatica non è finita : ora comincia il periodo dei primi esperimenti di attività, ora si
deve ricercare e scoprire quale sia l’avvenire di Agape, cioè quale sia la volontà
del Signore, senza il cui aiuto nulla possiamo fare, a questo riguardo. E’ una responsabilità tremenda, ma siamo certi che
il Signore continuerà a indicare la via, come ha fatto finora.
— Agape è inaugurato : rallegriamoci nel
Signore; rallegriamoci anche, perchè molti che, qualche anno fa, erano rimasti perplessi di fronte agli aspetti paradossali di
Ero xalito ad Agape alcuni giorni prima
dell’inaugurazione. Il lavoro ferveva febbrile, i lavoratori lisciavano, pulivano, davano gli ultimi ritocchi onde fosse tutto
pronto per il giorno fausto che avrebbe
coronato la loro quadriennale fatica.
Ci sono salito Domenica 12. Al posto dei
lavoratori, ho trovato tanta gente, volti noti e volti sconosciuti, gente venula da ogni
dove, gente parlante ogni lingua. L’ho vista percorrere quella strada, salire quei gradini, soffermarsi a visitare quegli edifici
che fino a ieri, per quattro lunghi anni,
hanno visto la diuturna fatica, sono stati
irrorati dal sudore generoso dei mille operai di Agape. Ed i lavoratori, smessa la loro
fatica, stavano in disparte, un po’ confusi,
un po’ intimoriti, un po’ messi in soggezione da tutta quella gente, da tutti quei
personaggi importanti che erano saliti fin
lassù, a rendere omaggio al loro lavoro.
E tutt’intorno la folla, l’anonima folla
valdese delle Valli, d’Italia, del mtìndo,
giunta lassù con ogni mezzo, dalle lussuose fuori serie ai torpedoni, dalle biciclette
a piedi, la folla che si addensava sulla verde ” pelouse ” erbosa del piazzale di Agape, che faceva ressa intorno ai banchi del
bazar, che sedeva silenziosa e raccolta nella mistica atmosfera della chiesa all’aperto
durante la cerimonia della donazione delle
chiavi alla chiesa universale.
Ma un’altra folla, sebbene non visibile,
era presente domenica su ad Agape, una
folla ben più numerosa. Ognuno dei presenti lassù era latore, era portatore di un messaggio, muto rrut non meno efficace; ogni
Pastore presente portava l’adesione, della
sua chiesa, ogni fedele presente portava
l’adesione della sua famiglia, del cerchio
delle sue conoscenze.
Per tutti poi il Pastore Tobias portava
l’adesione della Chiesa Universale, di quella chiesa militante che raggruppa nel suo
seno tutte le diverse denominazioni, tutte
le chiese che hanno per unico mediatore
e Salvatore Cristo Gesù,
Erano migliaia, milioni di persone, che
erano lassù con noi domenica. Erano negri, erano cinesi, erano spagnoli, erano
francesi, erano russi, erano americani. Agape è per tutti loro. Agape è la loro casa.
Agape è il loro punto di ritrovo. Questo
lo avevano capito i lavoratori, questo lo
capiva la folla.
Poi, quando con le prime brume, la notte discendeva dalla balze di Abries ad oscurare la Valle, mentre la folla pian piano
sfollava e ritornava al piano, si scorgeva a
mezza costa tra Indiritti ed il torrente una
luce uscire dal salone centrale di Agape,
simbolo visibile di quella luce spirituale
che da Agape dovrà irradiare a tutto il mondo, portatrice di uno spirito di pace, di
comprensione, di amore fra i popoli.
Osvaldo Peyran
Si canta male?
Una proposta
un euflUD TunuoiLLOUR
De très remarquables progrès ont été faits
pendant ces 40 dernières années, dans le
domaine de l’instruction, à Valdese, dans
la Caroline du Nord. En 1909 en effet, la
petite ville n’avait que deux chétives bâtisses pour les Ecoles, qui étaient assez pauvrement outillées. Tandis qu’aujourd’hui il
y a à Valdese deux magnifiques bâtiments,
modernes comme construction et matériel
scolaire: un pour les écoles de l’ordre primaire ou élémentaire, avec 618 élèves; l’autre pour les écoles de l’ordre secondaire
et supérieur, avec 460 élèves.
Ce changement et ce progrès est en grande partie dû à M. Antoine Grill, qui depuis
42 ans fait partie du Comité directif des
écoles: à deux ou trois reprises comme président, et ensuite comme membre, comme
gardien général des deux écoles, comme régent même. Car M. Grill avait commencé
son « tirocinio » de régent aux Vallées même à l’âge de 16 ans, dans les écoles de
quartier du général Beckwith, probablement dans celle de son village natal, les
Pommiers de Pral,
Né le 7 juin 1871, à seize ans accomplis,
il avait été nommé régent d’une « petite
école » de cette paroisse alpestre, place que
il garda pendant *cinq ans consécutifs. En
octobre 1893 il se maria avec une Marguerite Grill et partit ensuite, le mois suivant,
pour l’Amérique du Nord, avec les 51 familles vaudoises qui, sous la direction du
pasteur C. A. Tron, s’étaient dirigées vers
cette contrée des Etats Unis, qui avait été
préalablement visitée et agrée par quelques
uns des pionniers de l’émigration d’outre
mer de la vallée de S.t Martin.
La lutte pour le vie
Per non rileggere fra una diecina d’anni
le stesse considerazioni sul mal canto, adoperiamoci a fare un passo avanti, radunando in luogo centrale - per es. Pinerolo
— tutti gli organisti e tutti i direttori di
corali ■— di ambo i sessi e comunque le
persone che insegnano canto nelle nostre
chiese.
Questo convegno riveste tanta utilità che,
senza illustrarla, è facile immaginare; la
data per l’effettuazione di esso potrebbe essere il 1” novembre alle 14.
Secondo noi, la Commissione del Canto
Sacro è veramente indicata per addossarsi
il compito di convocare e presiedere la riunione. Naturalmente convocazione impersonale a tutti i Sigg. suddetti, o mediante
avviso ai Concistori.
E’ d’accordo la C. d. C. S.? E lo sono
coloro che dovrebbero partecipare al raduno? . ' Gustavo Albarin.
Actif dans TEglise
Il n’est pas nécessaire d’insister sur le
fait que M. Grill a également été un des
membres les plus actifs de l’Eglise vandoise de Valdese, depuis sa constitntion : pendant longtemps il fut diacre et ancien de
la congrégation presbytérienne locale, surintendant des Ecoles du dimanche, maître
chantre, directeur du choeur d’Eglise, etc.
Le 7 juin passé, M. Grill a fêté sa 80.e
année. Et si aujourd’hui son activité multiple et remarquable a diminué, il est resté
sm- la brèche et il continue à s’occuper avec une ardeur admirable de la communauté vaudoise qu’il a contribué, sans relâche,
à grouper et à organiser: dans le domaine
religieux, civil et social, gagnant reslime,
la considération et la gratitude de ses coreligionnaires et de ses concitoyens.
Nous souhaitons à M. Grill d’avoir tieaiicoup d'imitateurs : d’un côté de l’Océan et
de l’autre, dans sa patrie d’adoption comme dans celle d’origine, et nous lui adressons nos meilleurs voeux pour de nombreux
jours de sérénité, dans la joie réconfortante d’une tâche accomplie avec fidélité et
fraternité.
T. J. P.
NON AVEN PAURA
di sporcarsi le mani
Une fois arrivé en Amérique, sans grandes ressources, il dut travailler dur pour
payer entièrement le lot de terrain qui lui
avait été destiné, comme à tous les autres
chefs de famüles émigrés. 11 se construisit
dès les premiers temps une maison-ferme
de deux pièces, qu’il subsitua, plus tard,
avec une solide maison dans la ville de
Valdese, maison qu’il habite encore aujom-d’hui, car il avait, dans Tentre-temps, vendu sa propriété agricole: une moitié à son
beau-frère H. Martinat, et l’autre à un
Louis Ferrier.
A Valdese M. Antoine Grill fu pendant
quelque temps ouvrier dans une fabrique
de tricotage dont il fut un des trois fondateurs. 11 fut successivement régent et directeur des écoles, à plusieurs reprises, jusqu’à aujourd’hui, quoique octogénaire. Ce
qui veut dire que, comme les majestueux
mélèzes de son pays natal, M. Grill, même
transplanté au-delà de l’Atlantique, a conservé sa vigueur primitive et une vitalité
considérable.
En 1917, M. Grill fu non seulement nommé exacteur de Valdese, mais il fut chargé
de préparer lui-même et de compléter les
listes des personnes qui devaient être taxées. Cette charge de confiance lui a été renouvelée récemment, à cause de son esprit
d’équité et de la connaissance profonde
qu’il a des familles vaudoises émigrées et
de leurs descendants. Car c’est encore a M.
Grill et à son travail opiniâtre que l’on
doit le catalogue complet de toutes les familles vaudoises étahlies à Valdese ou essaimées ailleurs, pendant les cinquante premières années de vie de cette intéressante
petite colonie vaudoise dans l’Amérique du
Nord: catalogue dont une copie a été exposée à la Tour, en 1948, et admirée dans
une des pièces de la « Mostra del Centenario »,
C’est aussi à M. Grill spécialement que
l’on doit la création, en 1917, du « Valdese
Crédit Union », qui deviendra plus tard
la « Nordivestern Bank », qui a déjà rendu
de très grands services à la population de
Valdese.
Ajoutons que M. Grill a été le promoteur de la constitution d’une société de secours mutuel, « Le Phare des Alpes », ayant pour but de secourir les membres de
la société en cas de maladie. Il en fut non
seulement un des membres fondateurs, mais
le secrétaire et le trésorier pendant plus
de vingt ans, depuis 1911 jusqu’en 1932. 11
fut depuis remplacé dans cette charge par
son beau-frère, Henri Martinat, tandis que
la présidence est tenue aujourd’hui par
Jean Henri Pascal, des Fontaines.
« Le Phare des Alpes » a actuellement
environ 80 membres, et s’est toujours maintenu indépendant des autres sociétés analogues.
«
é
Qualche mese ía, una cellula comunista, alla periferia di New York,
acquistò a buon mercato, il tempio
che la comunità protestante del luogo non poteva conservare. 1 fedeli
avevano a poco a poco disimparata
la strada che conduceva al luogo di
culto e fa vita cristiana era rimasta
senza vita.
Ai diecimila dollari del prezzo di
acquisto, i comunisti ne aggiunsero
altrettanti per sistemare ed ingrandire la costruzione. Nel giorno della
inaugurazione, una domenica mattina, l’ex-tempio era gremito e l’uditorio stette ad ascoltare per tre
lunghe ore, una serie di discorsi sui
principi del comunismo e dell’ateismo. All’uscita, ogni partecipante
si caricò di un pacco di opuscoli di
propaganda da distribuire durante
la settimana.
11 pastore americano che riporta
questo doloroso episodio, aggiunge:
« Chi ha mai udito di un culto protestante che durasse tre ore? Un ora
alla domenica è tutto ciò che i protestanti possono concedere ed anche
ciò a condizione che il sermone non
duri più di venti minuti e non contenga nulla di rivoluzionario. Dopo
il sermone, un buon pranzo domenicale e qualche distrazione, ed eccoci felici fino alla domenica suc
cessxva ».
Ma la storia del nostro amico americano non si ferma qui. Egli volle
conoscere dai comunisti stessi la ragione dello sconvolgimento della sua
parrocchia.
« 11 mio interlocutore comunista
mi disse: c< D’accordo: l’Evangelo
può rinnovare la società ed è un’arma molto più potente della nostra
filosofia marxista; ma tuttavia noi
vi batteremo. Noi siamo un pugno
di persone mentre voi cristiani siete
milioni. Ma ricordatevi la storia di
Gedeone e dei suoi trecento compagni, e voi comprenderete del perchè
io abbia ragione... ». Noi siamo realisti, vogliamo raggiungere uno scopo
per il quale adoperiamo qualunque
mezzo. Della nostra paga e di ogni
nostro avere noi conserviamo solo lo
stretto necessario ed il resto lo diamo per la diffusione delle nostre
idee politiche. Noi consacriamo alla
propaganda tutti i nostri momenti
di libertà e la maggior parte delle
nostre vacanze. Voi cristiani, al contrario, destinate poco del vostro tempo e del vostro danaro alla diff usione
dell’Evangelo di Cristo. Come volete
che noi possiamo credere alla sua
efficacia, se non lo mettete in i>ratica, se non lo diffondete, se non gli
sacrificate il vostro tempo ed il vostro denaro? Credetemi, noi vinceremo perchè crediamo nel nostro
ideale e siamo pronti a sacrificargli
la vita stessa. Voi avete paura di
sporcarvi le mani ».
Queste parole non scuotono la
nostra indifferenza, cari amici? Quando, in massa, usciremo dal nostro
torpore spirituale? Non è ora di retrocedere ma di andare avanti! Radio,
stampa, campagne di evangelizzazione, nulla potrà impedire questi
sforzi, e essi non saranno impediti
se i figli di Dio si consacreranno alla
preghiera !
(L’Appel du Maître).
3
:ir'- '
•■ V'—' —•■
'L’EOO DELLE VALLI VALDESI
La
n u ova
C
asa
Abbiamo avuto il piacere di con
versare recentemente con il Sr. Um
berto Perrachon, presidente del Di
rettorie della « Corporación finan
ciera vaidense S. A. (Uruguay) »
^ Con molta gentilezza egli ha vo
” luto rispondere ad alcune doman
' de che gli abbiamo rivolto allo sco
i, po di poter offrire ai lettori del
, 1’« Leo » qualche informazione sulla
I natura e organizzazione di quella
i che molti chiamano la Banca valdese.
^ — Può dirci qualche cosa sulle o
iigiTu della c( CorpormAón finanI etera valdese y>?
— L’origine della nostra istituzione dev’essere ricercata nell’idea
ventilata una ventina d’anni fa dal
pastore Guido Rivoir che in quell’epoca lavorava in questo Distretto: egli pensava di fondare una cooperativa colonizzatrice il cui scopo
sarebbe stato quello di acquistare
grandi estensioni di terreno indivise, come ne esistono ancora molte
nel paese, e frazionarle rivendendole in lotti più piccoli ad agricoltori valdesi allo scopo di costituire
nuove Colonie valdesi ed evitare che
i coloni che per l’aumento di popolazione abbandonano le Colonie più
antiche siano obbligati a disperdersi in luoghi distanti l’uno dall’altro dove la Chiesa non li può seguire e dove essi finiscono per essere
assorbiti dall’ambiente.
L’eccellente idea del pastore Rivoir tardò alquanto a trovare la sua
realizzazione pratica. Chi diede forma a questa idea fu la Commissione
di Colonizzazione, specialmente per
mezzo del Sr. Emilio Armand Ugon,
recentemente scomparso, il quale
percorse le Colonie valdesi visitandone le famiglie e facendo sottoscrivere azioni per un valore di 70.000
pcsos. (Nota. Il lettore italiano calcoli che un pesos urug. vale all’incirca 300 lire).
— Con che criterio è stata scelta
la sede della « Corporación y>?
— In un primo tempo si pensava
di stabilire la sede a Colonia Vaidense per il fatto che questa è la Colonia Madre dove hanno la loro sede
tutte le istituzioni valdesi dell’Uruguay, ma poi dovemmo attenerci a
un criterio più pratico e scegliere
ùn centro che fosse al tempo stesso
una Colonia valdese e un centro
commerciale con ampio giro d’affari e con estesa zona d’influenza.
Cosi si scelse Tarariras che è situata
in una zona agricola assai prospera e vas^ ed è al tempo stesso in
una posizione più o meno centrale
rispetto alle principali Colonie nostre di questo Dipartimento.
— Quali sono gli scopi della
« Corporación »?
—■ Ho già accennato al fatto che
essa fu creata per colonizzare. Si
credeva che riunendo un capitale di
una certa importanza sì sarebbero
potuti comprare grandi terreni per
venderli in lotti minori e costituire
colonie, ma all’atto pratico si vide
che i capitali necessari per tali ope
razxoni erano molto superiori a
quelli di cui potevamo dispone, i^a
iioscra istituzione per sopravviveie
Ila aovuto mettersi ad esercitare atuvità nanearía, pur senza auneiiucare la Cotonizzazione; t anniamo
esercitata in due occasioni in conaizioni laeaii colonizzando lòUU ettari
a Manantiales e 120Ü a Estanzueia.
— Qual'è la situazione nei momento attuale?
— Attualmente esercitiamo prevalentemente attività bancaria ed
amministrativa. Le somme che abbiamo investito ascendono attualmente a un milione di pesos. Di questa somma 30U.OOO sono il capitale
sociale, 70.000 la riserva e il resto
sono depositi di risparmiatori. l,a
legge infatti ci permette di investire
somme affidateci in deposito fino a
una quantità cinque volte superiore
al nostro capitale.
Esercitiamo le normali attività
amministrative : amministrazione di
proprietà, vendite per conto di
terzi, « remates » ecc. Uno dei nostri
clienti, un « rematador », ha avuto
con noi l’anno scorso un giro d’affari di due milioni e mezzo di pesos.
(Nota. Remates si chiamano in Cruguay le vendite all’asta che sono un
sistema di vendita diffusissimo. I
bovini e gli ovini si vendono sempre
con questo sistema e spesso anche
case o terreni, macchine, fondi di
magazzino e perfino si affittano terreni in asta pubblica concedendone
l’uso a chi off ra il più elevato canone
d’affitto).
— La « Corporación » avrà presto
la sua sede in un edifìcio proprio?
Si, considerando i progressi
soddisfacenti della nostra istituzione
stiamo per cominciare la costruzione
del nostro edificio sociale in un luogo centrale di Tarariras. Stimiamo
che il costo dell’edificio ascenderà
a 110.000 pesos.
— Può dirmi qualche cosa della
organizzazione interna della « Corporación »?
— lì nostro capitale è formato da
azioni del valore di 25 pesos ciascuna
ed abbiamo attualmente esattamente 778 azionisti. Le sorti della nostra
istituzione sono affidate a un Direttorio che non percepisce onorari e
il lavoro è disimpegnato da un gerente e tre impiegati.
Le nostre azioni sono nominative
e una clausola del regolamento impedisce che un azionista possa possedere più del 10% delle azioni:
questo per evitare di essere assorbiti
da qualche consorzio che volesse
tentare di acquistare la maggioranza
delle azioni.
— E vuol dirmi quali sono le prospettive per il futuro?
— Le prospettive si presentano
molto buone e pensiamo che il nostro giro d’affari possa crescere di
anno in anno, tanto che crediamo
che non sia molto lontano il giorno
in cui da cc Caja Popular » ci trasformereixm in « Banco Valdehse
del Uruguay ». Perchè questo possa
2 Tra le opere che la nostra Chiesa
ha voluto costruire o restaurare in
Modo radicale in questo dopo guerra, la Casa delle Diaconesse in Torre Pellice occupa un posto, di primo
ordine e merita l’apprezzamento di
quanti si recano a visitarla.
La Casa, bella ed atnpià nel suo
insieme architettonico, circondata da
un verde parco, è destinata a rendere molti servizi alla Chiesa ed alla
popolazione evangelica, per la preparazione delle Diaconesse'c per la
cura degli infermi. Essa accoglie gli
ospiti in un’atmosfera di gentilezza
e di fraterna cordialità.
L’inaugurazione ddla Casa avrà
luogo, D. V., GIOVEDÌ 6 SETTEMBRE, alle ORE 17,30, al termine di
una seduta sinodale,
Invitiamo a quella cerimonia la
popolazione Valdese, in modo speciale i membri del Sinodo. E ci auguriamo che in quella nuova Casa
consacrata al servizio del Signore,
nella persona dei nostri fratelli, molte giovanotte Valdesi ed evangeliche
possano trovare la via per una nobile missione in ubbidienza all’invito
di Cristo. (Red.)
delle Diaconesse
succedere è necessario per legge avere un capitale di almeno un milione di pesos ed è necessario naturalmente avere un giro di affari che
permetta di stipendiare un personale adeguato. Avremo aUora il diritto di stabilire Agenzie in tutto il
paese e naturalmente il nostro prestigio si accrescerà di molto.
In quanto alla colonizzazione essa
si presenta sempre più difficile per
il costante aumento del prezzo della
terra e perchè lo Sfato restringe i
crediti. Comunque noi non dimentichiamo che la colonizzazione è uno
dei nostri scopi primordiali e non
ci lasciamo nè ci lasceremo sfuggire
le occasioni favorevoli.
« S: Si
Non mi resta che ringraziare il Sr.
Perrachon per la cortesia dimostrata nel voler concedere quest’intervista per l’(c Eco delle Valli », dandogli in pari tempo l’assicurazione
che le informazioni particolareggiate forniteci da lui saranno lette con
piacere da tutti quei Valdesi che si
interessano alla vita, ai problemi ed
alle realizzazioni dei loro fratelli
dell’America del Sud.
ALDO COMBA.
COSA UN MEDICO PENSA
della Pregidera
(Ringraziamo sentitamente il nostro collaboratore Post. Aldo Comba per il suo
articolo informativo e per quanto vorrà
inviarci ancora in avvenire dal Sud America. Red.).
Considero la preghiera come una
cura deH’intelletto, e l’esperienza
religiosa personale come la forma
più alta ed efficace di psicoterapia.
Non vi possono essere dubbi clic la
religione di Gesù, quando sia adeguatamente e sinceramente messa in
pratica, ha il’potere tanto di prevenire come di curare numerose malattie mentali, difficoltà morali e disordini personali. E’ ovvio che paura e dubbio sono causa di malattie,
mentre la fede e la speranza apportano salute.
Nessuno può rendersi conto cosi
bene come un medico di quanto sia
straordinariamente alta la percentuale deUe infermità e sofferenze
umane che fanno seguito a preoccupazioni, paura, conflitti, immoralità, dissipazioni ed ignoranza, ad una
insana maniera di pensare, al vivere disonesto. La sincera accettazione dei prìncipii e degli insegnamenti di Cristo, in relazione ad una vita
di gioia e di pace pura e scevra di
egoismo, basterebbe a spazzare via
più della metà delle difficoltà, delle
malattie e dei dolori della razza umana. In altre parole più della metà delle attuali afflizioni dell’umanità potrebbero essere prevenute
dal grande potere profilattico eser
citato dal fatto di mettere effettivamente e personalmente in pratica
gli insegnamenti di Cristo. Gli insegnamenti di Gesù applicati alla civiltà moderna — inteUigentemente
applicati, non solo nominalmente
accettati — ci purificherebbero, ci
solleverebbero e ci rinvigorirebbero
in una maniera tale che la razza si
manifesterebbe immediat&mente come una nuova specie di esseri in
possesso di un potere mentale superiore e di un’accresciuta forza morale.
A prescindere daUe future ricompense che la religione promette e
mettendo da parte qualsiasi discussione sulla vita futura, varrebbe la
pena di vivere la vita di Cristo, solo
per i vantaggi mentali e morali che
ne derivano in questo mondo. Un
giorno o l’altro l’uomo dovrà riconoscere che gli insegnamenti di Cristo sono potenti ed efficaci nel prevenire e curare le malattie. Un giorno forse il nostro vantato progresso
scientifico, per quanto riguarda il
miglioramento mentale e morale, finirà per valersi proprio degli insegnamenti dell’uomo di Galilea.
WILLIAM S. SADLER
direttore del Chicago Instituto of
Research and Diagnosis.
Evangelizzazione
in Sicilia
Il giorno di venerdì santo, in treno,
un poliziotto che faceva serv’zio in
borghese voleva proibirmi, nella vettura deH’automotrice in cui viaggiavo di diffondere opuscoli e Vangeli
che offrivo gratuitamente. Mostrai le
mie carte di venditore ambulante e
di pastore evangelico e tutto era 'in
perfetto ordine. Volle sofisticare dicendo che ero autorizzato a distribuire libri religiosi, non Nuovi Testamenti o Vangeli protestanti e che dovevo
dire allora alla gente che davo merce
protestante. Discutemmo ma non riuscii a convincerlo. Comunque continuai il lavoro intrapreso sino in fondo e quasi tutti accettarono. Offersi
anche a Lui un N. T. se s’impegnava
a leggerlo, ma egli rifiutò. Era bello
però vedere ohe molti i quali, nel giorno
che ci ricordava la morte di Gesù
Cristo, per la prima volta forse leggevano qualcosa di Lui 1 II Signore
operi : noi seminiamo fiduciosi che
non tutto il seme sparso si perderà
ma che una parte porterà frutto alla
Sua gloria.
In Favara (Agrigento) un giovane
colportore volontario ed io eravamo
sulla strada principale a vendere Bibbie e a distribuire gratuitamente dei
fogli volanti e degli opuscoli formati
per lo più da passi biblici. I preti andarono a denunziarci alla polizia e
subito dopo un appuntato dei Carabinieri veniva a farci smettere e ad
invitarci a seguirlo in caserma aU’altro estremo del paese. Andammo e
quando tutto fu chiarito, specie col
documento che mi autorizzava alla
vendita ambulante, fummo rilasciati
di nuovo e ripigliammo il nostro compito là dove eravamo stati prima, col
risultato che esaurimmo più presto
tutto il materiale che avevamo portato. Verso la fine però ci fu un episodio provocato ad arte da chi è interessato a non far conoscere l’Evangelo al popolo. Una diecina di studenti comprarono i Vangeli e subito
dopo, ad una parola d’ordine di uno,
li stracciarono contemporarieamente
dinanzi ai nostri occhi. Ma un giovane che aveva seguito tutto, indignato cominciò a tempestare di pugni e pedate alcuni di quegli studenti, talché stava per succedere un tafferuglio. Dovetti afferrare il giovane
che ci difendeva e poi convincerlo a
desistere dal difenderci in quel modo.
Se quelli ne strappano o bruciano (come è avvenuto altrove) 10 copie, con
l’aiuto di Dio ne faremo stampare
1000. Alcune persone vorrebbero che
fondassimo subito sul posto una Chiesa evangelica per predicarvi il puro
Evangelo, nascosto cosi spesso al nostro popolo.
Che i fogli volanti, gli opuscoli, i
Vangeli ed i N. Testamenti sparsi
portino del frutto, potremmo dimostrarlo. Ringraziato ne sia Dio che opera come e dove vuole, anche se
non lo sappiamo. Pregate per noi e
per il nostro lavoro. 2v’
Per i fanciulli
Siamo lieti di annunziare la pubblicazione di nn ottimo libro per ragazzi, già vincitore del primo premio in un concorso
letterario lanciato dalla « Scriplure Union »,
ora tradotto egregiamente in lingua italiana e pubblicato dalle Edizioni Religiose
A. Biginelli - Arezzo. 11 titolo del libro è:
IL SECRETO DELLA RADURA di Patricia M. St.
John. Prezzo L. 600, pagg. 230.
Abbiamo fatto leggere questo libro ad
una madre e a dei fanciulli dai dieci ai tredici .inni ed il loro giudizio è stato assolutamente favorevole, aia per la trama del
libro, come per il modo in cui problemi religiosi, quali quello della conversione, sono posti di fronte alla coscienza dei
ragazzi. Si ha talvolta l’impressione che
non sia possibile affrontare quei problemi
nel corso della educazione dei fanciulli,
ma l’autrice dimostra invece con quale sensibilità e con quale acume psicologico si
possa e si debba operare nelle giovani coscienze per aiutarle alla vita segnata dal
segno della fede in Cristo Gesù. Il linguaggio religioso, che molte volte con i ragazzi rischia di essere pesante e convenzionale, qui non lo è; pur tuttavia l’opera è
permeata da una profonda ispirazione biblica.
La traduzione è buona, la veste tipografica anche. Auguriamo a questa pubblicazione un buon successo presso le famiglie
evangeliche in cerca di una buona lettura.
(e. r.)
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Società di Stndt Vatdesi
L'assemblea annua d«Ua Società di Studi
Valdesi avrà luogo, secondo la tradizione,
nella serata del primo giorno del Sinodo
Valdese, cioè la domenica 2 settembre alle
ore il nell’aola della Casa Valdese. Ii'ordine del giorno comprende la relazione
morale e finanziaria del Comitato; e l’esposizione di due studi assai interessanti di
distinti cultori di Storia Valdese, il prof.
Giovanni Gönnet (Il riformatore Bucero e
i Valdesi, nel 4® centenario della sua morte) e il dott. Teodoro Balma. Seguirà l’esa' me dei problemi riguardanti U, funzionamento e l’attività della Società e l’elezione del Comitato.
1 soci e il pubblico amico sono cordialmente invitati ad intervenire all’assemblea.
dell’ONU ove, in una delle immense sale,
assistiamo ad una seduta; v’è un delegato
* • •
In occasione dell’assemblea annua sarà
distribuito il Bollettino della Società n.
92, con interessanti studi e comunicazioni,
ai soci in regola cpl pagamento della quota dell’anno 1951-1952, in L. 300. Ai soci
vitalizi sarà richiesto un modesto contributo, di minime L. 250.
Mi Valili!» di AgnnllDia
1 nuovi Corsi della Scuola Valdese di
Agricoltura dei Monnet si apriranno in ottobre; è consigliabile che gli iscrìtti si presentino nel corso del mese di settembre. 1
Corsi consisteranno in lezioni teoriche, impartite dal Direttore e da altri insegnanti,
ed in esercitazioni pratiche e lavori nei
campi, nell’orto, nella stalla, nel cortile,
a complemento dell’insegnamento teorico.
Sono di regola ammessi giovani tra i 14 e
18 anni, salvo eccezioni concesse dal Comitato. La Scuola è gratuita. Una retta giornaliera è richiesta per il mantenimento.
1 nuovi corsi della Scuola d’Economia
Domestica saranno iniziati nella seconda
metà di settembre, per giovanette tra i 14
e 18 anni, salvo eccezioni concesse dal Comitato. 11 programma comprende lezioni
teoriche sui vari argomenti inerenti all’economia domestica, e esercitazioni pratiche
di cucina, preparazione dei pasti, cura della casa, taglio e cucito, cultura dell’orto e
del giardino, allevamento degli animali da
cortile ecc..
La durata del Corso è di un hnno ed esso è gratuito. Una modesta retta è richiesta per il mantenimento.
Per informazioni ed iscrizioni rivolgersi
al Direttore della Scuola stessa, ai Monnet
di Lnserna San Giovanni.
che sta parlando in inglese, e ntoltì Pomarini, sulla galleria,* s’infilano Je cuffie, non
tanto per ascoltare il lungo discorso, quanto piuttosto per la curiosità della traduzione simultanea in diverse lingue. Ed infine
la visita al moderno aeroporto dì Coìutrin,
ed il giro sulla città a bordo di un quadrimotore ch’era giunto pochi istanti prima
da un lontano paese.
Un soggiorno incantevole: persino il
tempo è stato galantuomo e ci ha favorito!
soggiorno reso piò bello da mille attenzioni e gentilezze; persino la tessera tranviaria per tutta la rete di Ginevra « à l’occasion de la visite dea Vaudoìs du Piémont,
Paroisse de Pomaret»; la grande bandiera
italiana, presa in prestito al Consolato, che
al Municipio di Onex è fiancheggiata da
quella della Confederazione Elvetica e del
Cantone di Ginevra; la premura con cui
tutti coloro che dispongono di un’automobile cercano, nei ritagli di tempo, di completare il già ricco pro^amma facendoci
percorrere i' parchi e i dintorni della città.
Ma il ricordo piò bello lo serbiamo del
culto di'martedì sera, nel grande parco di
una villa di Onex; una gran croce luminosa fa da sfondo a quel suggestivo tempio
all’aperto. Presiede il past. Champendal ed
il past. Marauda dà la predicazione; poi
i 300 presenti sfilano in silenzio c raccoglimento dinnanzi al tavolo della S. Cena:
siamo di nazionalità diversa, dì tradizioni
diverse, ma per tutti v’è un solo Signore e
Salvatore, Gesò Cristo.
Nello stesso spìrito di fraternità si svolge ancora l’ultima serata, col « repas paroissial » che trova riuniti 200 Ginevrini e OO
Valdesi; messaggi dei due pastori, del slg.
Lagier e del sig. Pasquet; indi le Corali
di Lancy e di Pomaretto si alternano sino
a notte inoltrata, e quando ci separiamo
non par vero che il tempo sia trascorso
così rapidamente!
Per la gioia provata durante quel bel
soggiorno, per il bene che ci ha fatto di
trovarci con amici, membri di una grande
Chiesa Protestante, e di sentirci veramente
fratelli in Cristo, le parole di ringraziamento non bastano; al momento della partenza una viva emozione è visibile in lutti,
e mentre il treno si avvia ci si scambia il
saluto unanime : a Arrivederci l’anno prossimo, D. V., a Pomaretto! a
I Valdesi à Pfftpgins
Domenica, 19 Agosto', eb^ a Prangius (Svizzera) la tradizio)iialp.‘Qommemo; razione del Glorioso Rimpatrio; presentì
molti Valdesi residenti in Svlz^erh e diverse altre persone giunte da’ Ginevra e dalla
regione del lago. Come, al solito, la municipalità di Prangins aveva fatti» tìeporre dei
fiori ai piedi del monumento eretto nel
1889.
Dopo i messaggi del Past.'Heller e del
Sig. E. Pasquet, il Past, R. Jahier in rappresentanza della Chiesa Valdese pronunziò una impressiva allocuzione religiosa;
quindi il Sig, Picot, di Ginevra, fece una
rievocazione storica del Rimpatrio.
La Corale Valdese di Ginevra diede pure
il suo valido contributo alla cerimonia del
mattino ed alla riimione pomeridiana nella
campagna circostante.
Fra le altre persone erano presenti: il
Past. Pierre Maury, Presidente della Chiesa Riformata di Francia; il Sig. Spielmann,
Pastore a RappersurU; i' Pastori Folz e
Pierre Métraux, rispettivamente a Parigi
e a Losanna; l’aw. P. Balmer, ex consigliere dello stato di Ginevra e originario
valdese. e. r.
Doni
in memoria
UN CONCOURS
On nous prie d’annoncer ce troisième
concours de pièces de théâtre ouvert aux
auteurs de langue française par la Commission d’évangélisation de l’Eglise nationale
vaudoise (Suisse). (red.).
rtcevuti
dalla Commis, latitati Ospitalieri
Orfanotrofio femminile i
Revel Paolo e Edith, in memoria L. 500
— Una zia in mem. dei suoi cari (Prali)
1000 — La ved. di Giacomo Gönnet, Torre
Bellice, in mem. dd marito 200 — ].,’l!nione dei Simound, in mem. dei suoi cari
unionisti 2000 — a Sibaud », Luserna San
Giov, in mem. del Moderatore G. del Pesco 5000 — La famigUa di Gay Emilio (Prarostino) 1500 — Un’amica in mem. di Paschetto Irene, Prarostino 500 — Codino
Mery, Prarostino, in mem. 250 — Forneron Silvia, Prarostòio, in mem del Padre
e Zio 1000 — Rag.' Levi Rostagno, Prarostino, rie. la mamma 1500 — Forneron Frida, Prarostino, in mem. del Nonno e Zio
500 — Jeanne Bertalot Meytre, Prarostino,
ricor. i. cari 10000,— Ricordando Emilio
Taglierò (Torre PeUìce) 500 — A. S. L. Jahier, Torre PeUice, in mem. di Elena Gardiol Avondet 1000 — Nel 2 ann. della dipartenza di Balma Coucourde Adelina, il
Marito e la FìgRa Elsa, Pomaretto, 500 —
Cardon Dario e Laura, Pinerolo, in mem.
del Nonno 500 :— In mem. della diletta Elda il Papà e la Mamma, Pinerolo, 1000 --L’Amica Mimma Novena, in mem. 4000.
CRONACA
Pomaretto
Il 13 agosto una numerosa comitiva partiva da Pomaretto diretta a Ginevra rispondendo all’invito che la chiesa madrina di
Onex-Bemex-Lancy aveva rinnovato quest’anno. Dopo un ottimo viaggio in vettura riservata, ecco l’accoglienza cordiale di
un gruppo di amici ginevrini al nostro arrivo alla stazione di Cornavin. Nella grande sala del Municipio di Onex il benvenuto ci viene dato dal pastore Ed. Champendal e da} sig. Lagier, instancabile organizzatore, ben coadiuvato dai sigg. Iwas, Martin, Martel, Martignier e tanti altri di cui
non è qui possibile riportare il nome per
mancanza di spazio. Dopo il rinfresco avviene la ripartizione della comitiva tra le
numerose famiglie ospitanti; ormai non sono piò delle persone sconosciute o quasi,
ma attraverso i vari incontri che si succedono ogni estate da qualche anno, sono
divenute persone amiche, e ci si sento una
famiglia sola; è in quell’almosfera non solo di cordialità schietta, ma di fraternità
cristiana che si svolgerà tutto il bel programma della nostra visita di t giorni.
Giornate indimenticabili: gita in battello a Nyon, piqne-nique nel parco del castello con vìsita magnifica sol lago; poi
passeggiata sino a Prangins, dove, davanti
al monumento che ricorda la partenza dei
Valdesi per il glorioso rimpatrio, si svolge
un breve culto tenuto dai pastori Champendal e Marauda, e la corale canta alcuni dei
nostri inni valdesi.
Desta vivo interesse la visita alla parte
storica della città: la cattedrale di St. Pierre ed il panorama stupendo che si ha dalla
sommità delle sue torri, l’Accademia di
Calvino, il monumento della Riforma, i
muraglioni che ricordano la famosa « escalade » del 1602; poi un ampio giro per le
belle vìe della città nuova.
Nell’ultimo giorno di permanenza visitiamo il tempio di Caronge artisticamente
decorato dal pastore Christen; i] palazzo
1. Le but de ce concours est de procurer
des pièces de théâtre aux sociétés théâtrales
d’amateurs et aux associations des a Jeunesses paroissiales ».
2. Tout en précisant qu’il ne s’agit pas
ici de « Théâtre religieux » au sens strict
de ce terme, le jury, sans limiter le genre
ni la forme de ces pièces, accordera une
attention particulière aux manuscrits répondant aux aspirations actuelles et exaltant des certitudes et des sentiments chrétiens.
3. Les pièces, comédies ou drames, auront 1, 2 ou 3 actes. La pièce en 1 acte ne
devra pas durer moins de trente minutes
et celle de 3 actes ne dépassera pas une
heure et demie de jeu.
4. L’Eglise nationale vaudoise met à la
disposition du jury une somme de fr.
1.500 qui sera répartie en trois prix au .minimum. Si les travaux présentés n’offrent
pas un intérêt suffisant, le jury se réserve
le droit de ne pas attribuer de premier prix.
5. Toutes les oeuvres soumises au jury
devront être inédites et écrites en français.
Les traductions sont exclues. Un même auteur aura le droit de présenter trois pièces
au maximum. Le même concurrent ne pourra obtenir qu’un seul prix.
6. Chaque pièce sera envoyée en trois
exemplaires dactylographiés, non signés,
mais portant une devise ou un pseudonyme qui sera reproduit sur une enveloppe
cachetée contenant les noms et adresses de
l’auteur.
7. Les envois devront être adressés avant
le 31 mars 1952 au président de la Commission d’évangélisation de l’Eglise nationale,
M. le pasteur Jean Métraux, Beau Séjour
10, Lausanne. C’est à cette même adresse
que l’on peut obtenir le présent règlement.
Rifugio Carlo Alberto:
Linde Paolo e Linde Turck Use, in mém.
di Eugenio Turck L. 5000 — Fam. Pons
Chicago, in mem. della Mamma, collettale
tra le fam. Stallò, Malan, Mûris ed amici
15475 —■ In mem. di Anna e Paolo Berlinat, la figlia (ViUar Pellice) 5000 — Fam.
Gönnet, Torino, in mem. di Ernesto Gay
2000 — La fam. in mem. di Gay Emilio,
Prarostino 1500 — Rag. Levi Rostagno, Prarostino, ricor. la Mamma 1500 — Jeanne
Bertalot Meytre, Prarostino ricor. i cari
10000 — Alessandro Pons, Massello, in
mem. di sua Madre 500 — In mem di Fernand Micol, sua Moglie, Massello 1000 —
La fam. Sappei Costanzo, Lnserna S. Giovanni, per onorare la diletta Mamma Donzino Teresa 5000 — In mem. di Giuseppe
Maccagno, Torino, i figli Wilma, Paolo e
Dario 3000 — A. S. L. Jahier, Torre Pellice
in mem. del Prof. Davide Bosio 1000 —
Jahier Edvi, S. Germano, in mem. della
Moglie e Fratello 2500 — Durand Cesarina,
Pinerolo, in mem. di Enrichetta Jahier 500
— In mem. loro diletta Elda, il Papà e la
Mamma, Pinerolo 2000.
Istituti Ospitalieri Valdesi:
Gay dott. Arturo e Ida, Prarostino, in
mem. L. 5000 — Una Mamma di Prarostino in mem. dei suoi cari 1000 —- Fam. Macro, Prarostino, in mem. 200 — Fam. Malan
Prarostino in mem. 200.
mun PM-niio-PMLi
orario in vigore fino al 30rBi>195l
Ospedali Valdesi Torre Pellice e Pomaretto:
Paschetto Giacomo e L. R., Prarostino,
in meni, dei genitori L. 500 — In mem di
Lydia, Arnand e Jules Pons, Massello 1500
—■ In mem di Vittorio e Henriette Gìraud,
Massello, le sorelle 1000 — Giaiero Valdo
e Evelina, Pomaretto, in mem. della zia
Long Luigia 1500 — Nel 2 ann. dipartenza
di Balma Coucourde Adelina, il Marito e
la figlia Elsa 2000 — Pascal Aldo e Vilma,
Pomaretto, in mem. della piccola Liviana
500 — Fam. Costabel, Vivian, in mem. del
Marito e Padre Costabel Carlo 5000 — In
mem. di Federico Meytre (USA) lOOOO —
8,20 9,20 20,20 p. Perosa a.
8,45 9,50 20,50 Perrero ,
9,30 10,50 21,50 a. Prali p.
* solo fino al 31-8-51.
6,50 18,35
6,25 18,10
5,30 17,25
Direttore Responsabile: Ermanno Rostan
Autorizzazione Decreto 27 - XI
Tribunale dì Pinerolo
1950
Tip, Subalpina s. p. a. —- Torre Pellice
RETTIFICA
Il Sig. G. Clgnetti di Viering, in merito
alla cronaca del Convegno tenuto in quella
località e apparsa sul numero 12 del giornale, ci prega di precisare che il ricevimento non è stato offerto dalla famiglia Berger (invece di Verger), com’è stato erroneamente pubblicato, ma da tutte le sette
famiglie componenti la piccola comunità,
evangelica di Viering, in casa della famiglia Durand. »
La famiglia del compianto
Giovanni Luigi Forneron
di anni 63
riconoscente ringrazia i munerosi amici
e conoscenti che manifestarono la loro simpatia accompagnando l’estinto all’ultima
dimora terrena. ^ ,,
Molere dii Prarostino, 9 Agosto 1951 ’
Ai Lettori
La famiglia della compianta
GIACOMINA BEIN
A causa delle ferie l’ultimo numero del
giornale è uscito la settimana scorsa, ma
con una data arretrata. L'Eco esce di nuovo questa settimana per mantenere l’ordine
di pubblicazione alternativamente con la
Luce. Chiediamo scusa al lettori di questo
temporaneo spostamento. Il prossimo numero del giornale uscirà il 14 Settembre.
vedova Bert
riconoscente per la dimostrazione di stima
e di affetto ricevuta in occasione della dipartita' della cara mamma, sentitamente
ringrazia quanti, in qualunque modo, hanno preso parte al suo dolore. Un particolare ringraziamento ai dottori De Bettirti
e Gardiol ed al Pastore sig, Ayassot. *
Torre Pellice, 16 agosto 1951.
Dott. Badalamentì
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