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ECO
SPETT. BIBLIOTECA VALLES
TORKE PELLICE
DELLE miLT VALDESI
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno XCI — Num. 30 ABBONAMENTI f Eco: L. 1.ÎO0 per l’inUTno Eco e Ira Luce : L. 2.QQ0 per rintemo Spedii, abb. posule - 1 Grappo 1 TORRE PELLICE — 28 Luglio 1961
(Ina ('»pia Llr* 3 0 1 L. 1.800 per l’estero L. 2.ato per l’estero Cambio d’indiriaao Lire SO 1 Ammin. Claadiana Torre Pellice - C.C.P. 2-17557
L’AFRICANO
mio fratollo
I fatti di Biserta, sovraipponendosi
aH’ormai tragica guerra d’Algeria hanno nuovamente attratto l’attenzione
del pubblico europeo sul continente
africano. Forse perchè si tratta di avvenimenti a noi vicini dal punto geografico, alle porte d’Italia, di fronte
alla Sicilia questi eventi ci lasciano
perplessi; ma dietro lo sconfinato
Sahara divenuto in questi ultimi tempi luogo di contestazioni,, si stende
tutto un continente: il mondo africano con i suoi problemi, le sue inquietudini. Gli echi che ci giungono dalle
foreste o dalle savane lontane sono
ormai da anni rumori di guerra: SudAfrica. Congo, Camerún, Angola. Sentiamo parlare di nazioni che diventano indipendenti, altre che cercano
nella faticosa e tragica via della ribellione o della guerra la loro via.
Popoli che si ridestano, che si sforzano di varcare in pochi decenni le
frontiere dell’età moderna. E l’atteggiamento dei bianchi appare a noi da
lontano troppo spesso un atteggiamento chiuso e reazionario. Dal nostro punto di vista giudichiamo le popolazioni bianche insensibili alla grande rivoluzione, incapaci di comprendere l’ora storica che vive il loro continente. Giudizio forse un tantino affrettato.
E' indubbio che ogni forma di colonialismo sia politico che economi
rati di fare degli africani dei fratelli
responsabili o non hanno saputo farlo.
La Guinea, il Togo, la Nigeria ormai indipendenti con la loro vitalità,
con i loro stessi errori, le loro prese
di posizione a volte giovanili provano che si possono, quando lo si voglia, formare dei popoli responsabili
anche in Africa.
E la missione cristiana? Le Missioni che cedono il posto a chiese autonome, forse un po’ in ritardo dimostrano di dare ai fratelli africani la
fiducia che si meritano, dimostrano
giustamente di considerarli amici, fratelli e non bambini.
Certo le chiese africane hanno più
bisogno che mai del nostro aiuto e di
un aiuto diverso che per il passato non
più della paterna previdente cura di
un padre ma della disinteressata, amichevole parola di un amico.
Il campo che si svolge ad Agape in
questi giorni ha perciò un significato
tutto particolare. Si tratta non di un
tema suH’Africa svolto con studi interessati e curati, ma si tratta di un
incontro tra noi credenti delia vecchia
Europa ed i fratelli d’Africa. Si tratta
di gettare le basi di un dialogo, di una
amicizia, di una comprensione, li nostro piccolo mondo è ormai così ristretto ohe l’Africa con i suoi problemi ed i suoi interrogativi giunge sino
a noi.
co è non solo dal punto di vista urna-.. ,, . ,.,pex., mri-xinchinsi nelle no
no ma tanto più cristiano un atteggiamento errato ed ingiusto. E’ indiscutibile che ogni popolo ha il dovere
ed il diritto di essere considerato indipendente e di gestire i propri interessi e le proprie ricchezze.
La Conferenza ecumenica di Evanston si è pronunciata con chiarezza a
questo ‘ riguardo ed altrettanto chiaramente lo ha fatto il Consiglio Ecumenico.
Nessuno potrà contestare che gli
africani debbono poter guidare, sfruttare c trasformare l’Africa come abbiamo fatto o facciamo con l’Europa.
Il problema è unicamente di sapere se i popoli o le tribù africane sono
in grado di esercitare questo loro diritto. se sono in grado di mettere in
pratica la lezione che può dare loro
l’Europa, e l’Europa non è solo la civiltà capitalista o la civiltà marxista,
sono l'una e l’altra insieme.
Può l’Africa esercitare già oggi il
suo diritto alla indipendenza? 11 caso
del Congo e dell’Angola non provano il contrario? Non provano che le
tribù selvagge non sanno ancora guidarsi?
Questi avvenimenti non sono un
problema, ma una prova : la prova
che i popoli bianchi che hanno amministrato quei territori non si sono cu
stre piccole valli è necessario comprendere che non possiamo vivere oggi senza sentire e fare nostri i problemi dei fratelli d’Africa.
G. T.
Un siècle de travail missionaire
L’Egliite presbyteriénne de la Nigèria
L'unnée I960 a vu Id fin de la dominalion britannique sur la .Nigeria et la naissance d’une nouvelle nation indépendante
C’est également en 1Î60 que le programme d'intégration de tont le travail de la
.Mission à celui de l’iîglise presbytérienne
de la Nigeria a été complètement mené à
bien.
1,'origine de la Mission remonte à l’année 1846: c’est celte année-là que le pasleur llope Masterton Waddell et un petit
groupe de collaborateurs arrivèrent à Caiabar. en Nigéria. Bien que ce petit groupe de missionnaires reçût le plus clair de
ses ressources financières de la United Sécession Cburch en Ecoase (il s’agit d’une
Eglise qui s’était séparée de l’Eglise d’Ecosse mais qui s’y est réintégrée il y a
quelques années), il Arrivait en fait de
l'Eglise de la Jama'itple, dans les Antilles
britanniques. Après l'émancipation des esclaves dans ce pays, les missionnaires en
vinrent à penser, un peu témérairement,
que certain de <es anciens esclaves seraient peut-être d’accord de porter l’Evangile à ceux de leur race en Afrique. Les paroisses noires répondirent à sette suggestion en faisant de cette entreprise missionnaires leur « action de grâces pour leur liberté ». El c’est ainsi que, lor,sque les premiers missionnaires arrivèrent à Calabar
en 1846, il y avait parmi eux d’anciens esclaves de la Jama'ique J côté des missionnaires écossais.
De nos jours, il exi.ste en Nigéria une
Eglise presbytérienne indigène qui compte
à peu près l.S.ftOO membres inscrits, ainsi
que 19 pasteurs nigériens, 10 pasteurs missionnaires et 12 pasteurs auxiliaires. L’Eglise compte 46 paia)is8es avec 418 lieux
(le culte. Par l’intermédaire de ses différents bureaux et responsables administratifs, l’Eglise indigène est responsables de
quelque 2.S0 écoles inimaires, de H écoles
secondaires, de 5 éctdes normales, de 2
I glandes léproseries, de 2 hôpitaux et partage avec des Eglise* anglicttne et méthodiste la direction d’un autre hôpital èl
d une faculté de théologie.
Si l’on considère l’Eglise presbytérienne
de la Nigéria telle qu’elle existe de nos
jours, on ne peut s’empêcher de penser
aux premiers mi.ssionnaires qui la servi
in
Chiesa fiduciosa
una nazione inquieta
VAngola è in guerra, dopo un periodo
di calma qimsi paradossale, in questo mondo agitato, ci troviamo per riprendere /<■
parole del governatore generale delVAngola ”in una situazione di guerra non dichiarala ma non meno reale".
L’Angola fintico. come l abbiamo conte
scinto, è scomparso e non ritornerà più.
Satana infonde odio e paura nei cuori, ma
il compito di annunciare Cristo è pw urgente che mai.
Con la guerra cade un pesante sipario
sulla nostra oliera. Inesistenti i rapporti
con gli altri campi di missione, difficile e
delicato informare i nostri amici.
Le operazioni militari si svolgono lontano dal nostro campo di missione nel
Nord e Nord-E.si del paese...
L’azione della stampa, per lo meno di
parte di essa, rappresenta per le missioni
protestanti un fattore di impedimento.
In Portogallo ma anche in certi colidiani di Luanda è stata .scatenata una violen
C O M U N I C AT O
La prossima Sessione sinodale della Chiesa Valdese si aprirà, Dio
volendo,
Domenica 6 Agosto alle ore 15,30
nel Tempio Valdese di Torre Pellice, con un culto presieduto dal Past.
Carlo Gay e la consacrazione al Santo Ministero del Candidato Dott. Pier
Luigi dalla.
I membri del Sinodo, ministri di culto e delegati, sono convocati
per le ore 15 nell'Aula Sinodale della Casa Valdese, per presenziare
all'apposizione della firma del Candidato all'atto di accettazione della
Confessione di fede della Chiesa Valdese.
immediatamente dopo il culto, i membri del Sinodo si recheranno
nell'Aula Sinodale per costituirsi in Assemblea, sotto la presidenza del
più anziano di età tra i ministri di culto in attività di servizio presenti,
e procedere alta nomina del Seggio definitivo del Sinodo.
Torre Pellice, 21 Luglio 1961.
Ermanno Rostan
Moderatore della Tavola Valdese
la campagna contro l’azione della missione protestante ed il Protestantesimo .stesso. Non .si è esitalo in certi casi ad attribuire all’opera delle missioni protestanti
l'origine della ri folla. Questo proprio in
un momento in cui la popolazione bianca
angosciata, sorpresa, in preda all'emozione o alla rollerà reagivo all’insurrezione
che ha sorpassato ogni altra in Africa per
il .suo carattere selvaggio.
È" facile comprendere come la reazione
sia stata immediata, l’iolenze hanno doluto .subire le missioni da parte di bianchi. L’atteggiamento verso le nostre missioni evangeliche è diventalo poco amichevole e carico di sospetti.
Dopo un primo periodo di disordine e
di esaltazioni il clima della popolazione
bianca e delle autorità è diventato assai
più calmo per quanto ci concerne. Questo mutamento è determimito da due fattori. Si è scoperto l’esistenza di complotti gravi anche in ambienti cattolici n pagani c le perquisizioni effettuate nei nostri ambienti hanno rivelato che i nostri
credenti non si occupano di politica e che
la nostra missione non nasconde alcuna
attività sovversiva. Da parte della popolazione indigena vi sono .stali pure delle
reazioni. Informazioni fal.se costituiscono
in tempi come i nostri grave pericolo in
una popolazione primitiva ed ignorante.
In certe regioni s’era sparsa la voce che
le nostre stazioni .sarebbero state incendiale ed i credenti mas.sacrali. e che la
popolazione indigena sarebbe .stala avvelenata.
Le reazioni che .seguirono (¡ueste false
notizie furono .svariale, i cristiani seppellirono le loro Bibbie, fuggirono nella foresta, i bambini lasciarono i nostri convitti
ed i cristiani di fede ancora incerta tornarono al paganesimo.
Il Comitato della Missione aveva pensalo al rimpatrio dei missionari, ma questi
non hanno ritenuto fosse questa la via giusta. Infatti non solo le autorità chiedono
che sia proseguita l’opera, ma le chie.se
non hanno mai avuto tanto bisogno di essere aiutale, consolate e protette dall’animosità di certi bianchi. La nostra vocazione è più attuale che mai e Colui che ci ha
inviato qui non viene meno. Il nostro posto è qui...
(dal bollettino della « Mission
Philafricaine citato dalla « Vie
Protestante »)
cent avec une grande fidélité. Certains de
ces missionnaires passèrent de nombreuse.-;
années en Nigéria, tandis que d’autres n’y
vécurent que quelques mois avant de succomber d’une maladie tropicale. Parmi ces
missionnaires, il y avait des hommes comme Hope Waddell, Goldie, Anderson cl
Cruicksbank : mais c’est Mary Slessor, dont
l'bistoire .i captivé l’imagination des jeunes dans le monde entier, qui est lu mieux
connue.
En 1945, le « Presbytery » (autrement
dit la circonscription ecclésiastique) de la
Mission de l’Eglise d’Ecosse fu dissout,
donnant naissance à l’Eglise presbytérienne de Biafra. La nouvelle Eglise était entièrement autonome et était responsable de
toutes les paroisses presbytériennes en Nigéria. Dès le début, elle assuma l’entière
responsabilité financière de ses paroisses et
de.» Nigériens qui travaillaient pour elle.
Le travail médical et les écoles restèrent à
cette époque la responsabilité du Conseil
missionnaire de l’Eglise d’Ecosse. En 1952,
oti changea le nom de l’Eglise: elle devint l’Eglise presbytérienne de la Nigéria
orientale. Dès 1954, l’Eglise presbytérienne du Canada se joignait au travail accompli par l’Eglise presbytérienne de la Nigéria orientale et la Mission de l’Eglise d’Ecosse.
En juin I960, le Conseil missionnaire
fut dissout et tout le travail, tant médical
qu’éducatif, fut repris par l’Eglise. Le nom
de l’Eglise fu de nouveau changé pour devenir: Eglise presbytérienne de la Nigéria.
Au début du travail missionnaire en Nigéria, le travail de l’Eglise presbytérienne
s’était concentré sur un territoire assez
restreint au sud-est du pays, territoire qui
Ces dernières années, la tendance à l’urcomptail environ 3 millions d’habitants,
banisation a amené beaucoup des jeunes
gens qui avaient grandi au sein de l’Eglise
piesbytérienne à quiter la région où celleci se trouvait pour aller s’établir dans les
centres urbains disséminés tout au travers
du pays. Très souvent, par le moyen de
ces pennes, l’Eglise a pénétré dans ces autres régions et, de nos jours, des communautés se rencontrent dans la plupart des
glands centres de la Nigéria, or, comme
ces communautés se disent presbytériennes.
l'Eglise presbytérienne a récemment décidé d’étendre son travail à ces centres et
de fournir à autant de communautés que
possible l’aide pastorale qu’elles requièrent.
L’Eglise presbytérienne de la Nigéria est
fière du rôle que jouent les femmes parmi
elle. 11 existe une école de formation pour
assistantes de paroisse; les cours y sont dcdeux ans. Ij est rare qu’un organisme de
l'Eglise se rencontre .sans qu’au moins une
femme n’y participe en tant que conseil
1ère de paroisse et comme représentante
de sa paroisse. A beaucoup de points de
vue, le travail féminin dans l’Eglise est
mieux organisé que celui parmi les hommes.
Etant donné le manque de pasteurs consacrés, les la'ics jouent un rôle très important dans la vie de l’Eglise nigérienne. En
moyenne, un pasteur dessert de 20 à 25
lieux de culte. C’est pourquoi ce sont la
plupart du temps des la'ics qui doivent
prêcher et diriger les classes de catéchisme. En général, ce sont les anciens (ou
conseillers de paroisse) qui enseignent le
catéchisme et président les cultes; le pasteur administre les sacrements et exerce
une surveillance générale sur toutes les
communautés. Certains pasteurs dirigent
chaque mois des cours de prédication afin
de donner aux anciens une formation qui
leur permette de mieux accomplir la lâche
qui leur incombe.
Ce fut un grand honneur pour l’Eglise
quand, à la fin de 1960, un de ses membres fut nommé gouverneur de la région
orientale de la Nigéria. Sir Francis Ibiani
a grandi à l’ombre des bâtiments de la Mission dans son village, a suivi les écoles de
la Mission et, après avoir terminé son éducation secondaire, s’est rendu à l’université de St. Andrews en Ecosse, où il devint
docteur en médecine. A son retour en Nigéria il offrit de travailler pour la Mission
écossaise en lanl que médecin; son offre
fui acceptée et il fut nommé médecin missionnaire. 11 a servi fidèlement, durant de
longues années, son Eglise et son pays. En
1958, il Cul nommé président de la première Conférence chrétienne Pan-.Africaine ;
cela a contribué à lui donner une certaine
iiotoriélé dans le monde oecuménique.
Earle F. Roberts
Rivestitevi di umiltà
« E tutti rivestitevi d’umiltà gli uni
verso gli altri, perchè Dio resiste ai
superbi ma dà grazia agli umili »
(I Pietro 5: 5)
L’imptetiuOiSO aptostodo Pietro che aveva rivelato in varie occasioni
uno spirito di superbia nel tempo in cui seguiva Gesù dimostrò in
seguito di aver ben inteso la lezione di umiltà ricevuta dal Maestro.
1 suoi scritti abbondano in esortazioni alla sottomissione, all’umiltà.
Ha insegnato ai cittedini cristiani la sottomissione alle autorità
civili anche quando fossero pagane, eguale atteggiamento consiglia agli
schiavi verso i loro .padroni, alle moglie verso i loro mariti.
Agli anziani che guidano il gregge di Dio raccomanda di operare
non come essendo padroni ma come esempi del gregge loro affidato.
Nel nostro brano raccomanda che questo spirito di umiltà e di sottomissione ispiri coloro che si trovano in una posizione di subordinazione in seno alla comunità cristiana. « Giovani siate soggetti agli
anziani ». Giovani non tanto per quanto si riferisce all’età bensì alla
vita ed alla esperienza cristiana.
Possiamo affermare che l’idea dell’umiltà è peculiare al cristianesimo. Cristo stesso la esemplificò, la incarnò nella sua vita spogliandosi
della sua divinità « prendendo forma di servo » come scrive Paolo ai
Filippesi: ed aggiunge; «abbiate in voi lo stesso sentimento che è
stato in Cristo Gesù ».
L’apostolo Pietro associa al concetto dell’umiltà l’espressione rivestirsi, vestirsi. Questo verbo trae origine da un termine che significa indossare un vestito sopra gli altri indumenti per proteggerli, preservarli.
L’umiltà, a mo’ di vestito, di mantello, copre tutta la vita del cristiano, ispira tutte le forme del suo vivere.
Questo rivestimento di un abito era abituale ,per gli schiavi ai tempi
apostolici. Ecco come l’espressione « rivestirsi di umiltà » induceva i
lettori a pensare aU’imile servizio cotidiano. Da qui l’idea derivata dalrumiltà e ad essa collegata direttamente: l’idea del servizio gli uni
per gli altri.
Cristo indicò l’umiltà come il segno per eccellenza di coloro che
sono chiamati ad entrare nel Regno di Dio. « Beati gli umili (i poveri
in ispirito), perchè di loro è il regno dei cieli ». Umiliatevi sotto la
potente mano di Dio affinchè vi innalzi a suo tempo, gettando su di
Lui tutte le nostre ansietà, aggiunge l’a,postolo.
Chi non sa porsi in queste condizioni di totale abbandono nella
mano di Dio, nel suo amore non conosce la vera umiltà.
Situazione difficile perchè l’uomo confida sempre nella sua potenza. Solo chi ricono«;e la sua imipotenza si confida in Dio.
Questo non è un atteggiamento di indifferenza verso la vita. L’umile fiducia in Dio non conduce alla negligente inattività ma ad occuparci con maggior serietà di tutti gli aspetti della vita.
(Dal Mensajero Vaidense)
2
f«« *
L’ECO DELLE VAUJ VALI»SI
N. 30 — 28 luglio 1961
TOPOKtMI
delle
a cura di T. G. Pons
li Glasse!: foresto di Angrogna, su la
s. del torrente, fra las Sèlla e la Clrelsera. E’ il diminuitivo del termine precedente.
Glaussarand (d’amunt e daval): viivillaggio di Bobbio che ha dato il
nome alla comba omonima. Nome di
fam. del Delflnato, Gausserand,
Jousserand. 1613, foresto di Giouserant. Cfr. carta di V. Grosso, 1640:
Gauzarand.
In Gllfrè: case nel territorio di Bobbio, sopra Malbèc. 1646, il Gialfré,
165, al Gifre. cfr. nel Faussigny il
massiccio del Giffre (oltre 3.000 m.)
ed un torrente Giffre.
li Ghlciart o Gulciart: villaggio del
comune di Torre, ad or. dei Ramelli. La forma femminile in « valle
Guicciarda» campare già in doc.
dell’anno 1064 e nel 1159, anno in
cui un figlio di Manfredo III cedeva all’Abbazia di Staffarda la sua
parte di detta valle : « hac valle
Guicciardi ». 1543, ad Guyzardos,
1611, alli Ghichiardi. Nome di fam.
che nel 1594 troviamo alla Torre.
1620, alla Gyhardi. E’ nome di fam.
della Provenza, d’origine germanica.
li Ghigu: capoluogo del comune di
Frali, su la destra del torrente. Dal
nome di fam. Guigo, Guigon, Ghigo, che troviamo ad Angrogna nel
1232, ad Aiguilles nel 1261, già un
Jordanum de Ghigo, a Frali, nel
1451, e che perdura tuttora in quel '
di Frali.
Ghinivèrt o Guinivèrt : alpe nella
comba om.onima, nel territorio di
Massello, a monte di Balsiglia. Porse dal nome Cunitaertus, vescovo di
Torino fra il 1065 ed il 1078, che
conferma la donazione fatta da
Adelaide di Susa all’Abbazia di Santa Maria, del borgo di San Verano
ad occ. di Pinerolo. Nel 1065, con
una pastorale, incitava le genti a
contribuire per la fondazione della
Canonica di Oulx. Fu poi scomunicato dal Papa. Cfr. carta di V. Grosso, 1640: Guinivèrt.
1? Girart: case di S. Giovanni, che si
chiamano oggi lì Malanot. Dal nome di fam. Girard, che troviamo
fin dal 1425 a S. Giovanni, nel 1503
ad Angrogna: probabilmente di origine provenzale, ove il cognome è
diffaso. 1594, alli Girardi. A tale data, si trova pure a S. Giovanni il
diminuitivo Girardeto: dal b. lat.
Girardus.
lì Giraud: villaggio della Ravadera,
sopra i Giordanotti, ove c’è attualmente una scuola di quartiere.
Nome di fam. della Francia meridionale, nel Queyras fin dal 1261,
che troviamo alle Valli, fin dal 1451
a Massello; dal b. lat. Giraludus
Il Caffaro cita un Nicolino Giraudi di Angrogna, vaidense, combu
sto nel 1338.
li Giraudin : villaggio di Bobbio, nella comba dei Carbonieri. Diminutivo del precedente. Troviamo un
Giov. Giraudin a Bobbio nel 1549 e
una Giraudina fra le vittime del
1655. Cfr. carta di V. Grosso, 1640:
Giraudin.
lì Girbaut: villaggio dell’Inverso Pinasca, verso il confine con Pomaretto. Da « gierp aut », gerbidi in
zona elevata, su di un pianoro o
dal nome di fam. Girbaldi, che compare in un doc. del 1079: signa manuom Gisbaldi?
lu Giubes: villaggio di Riclaretto ad
occ. del Peruneo e del Trussan; derivato da Julbers: verosimilmente
dal nome di fam. Gilbert, che troviamo in vai Puta, fin dal 1383
(Marx, p. 207); 1620, al Giulbers,
1702, a CJilbers. La carte di V. Grosso, 1640, porta Gilbers, forma plurale come Rubers, Ciabers.
Giiilian: alpeggio in quel di Bobbio,
sotto il colle ominimo, che dalla
vai Penice conduce a Frali, verso
la regione dei « 13 laghi ». Dal lat.
Julianus, di Julius. L’alpe di Giuliano è ricordato da un doc. del 6
marzo 1407. Cfr. carta di V. Grosso,
1640: Giulian alpe, dal nome di
fam. Julián, Giuliano, documentato in vai Penice dal XIV» secolo;
a Pragelato, un Julián nel 1261
(J. J.).
lu Giurdan : villaggio di Frali, oggi
quasi disabitato, sulla s. del torrente, ad or. dei Pumìe. Dal nome di
fam. Jourdan, Jordan, Giordan, che
fin dal 1232 troviamo alle Villa, ne!
1213 a Pinerolo, ed in vai Queyras
nel 1332; particolarmente diffuso,
in passato, nella Provenza e in vai
Pragelato; ora in vai Felice. 1650,
al Giordano.
1' Giurdan: villaggio di Angrogna che
in passato si chiamava i Frache.
Dallo stesso nome di fam. Villaggio
di egual nome troviamo nella valle
di Barcellonetta.
1> Giurdanot: villaggio della Torre, a
notte di Cundré, estremità occidentale del Viale Dante. Diminuitivo
del nome precedente. 1716, al Giordanetto.
las Gorgia: villaggio di S. Germano,
sulla strada di Pramollo, vicino al
capoluogo. Dal termine « gorgio »,
che significa gola, stretto passaggio,
in cui scorre un torrente.
OOG! ÊM PIEMONTE: ORTODOSSI... TESTIMONI DI DEOVA... E NOI?
A Torino: no convegno
dei teslinioni di Coeva
Questa frase si poteva leggere la seorsa
settimana su numerosi strisciom proipagandistiei tesi attraver.so i corsi e viali di Torino : era l’invito alla poipolazione torinese ad assistere alla conclusione del Congresso dei Testimoni di (Jeova, Domenica
23 Luglio, in cui il Vice-presidente della
Società « La Torre di Guardia » avrebbe
tenuto un « discorso biblico » su questo
argomento.
Siamo andati all’ora indicata al Valentino: dopo non pocatfatica per trovare un
posto libero per la vettura, abbiamo raggiunto Tenorme salone sotterraneo scavato sotto l’ex-galoppatoio (il 5® Salone, cosiddetto). Sapienti tendaggi lunghi centinaia di metri ne avevano ricavato un atrio,
un salone e un palco. Percorsi i trenta
metri di larghezza delTatrio, rocchio spaziava su una distesa di sfcggiole in quattro
0 cinque corsie — saranno state sette o
otto mila — oltre le quali le persone sul
palco sembravano poco più che formiche.
Il discorso, già iniziato, con puntualità
cronometrica, stava svolgendo i noti concetti dei « Testimoni »: che il Millennio
è cominciato nel 1914, che la guerra del ’14
e la fondazione della Società delle Nazioni ne sono stati segni evidenti, ecc. Quindi passava ad una seconda parte, più efficace, in cui esortava i vari hlocchi politici
del mondo contemporaneo a non preoccuparsi troppo per il timore dell’altrui predominio: il vero predominio è già stato
dato nelle mani di Gesù Cristo. Invitava
quindi i credenti a essere coerenti con
questa convinzione in ogni aspetto.
Mentre l’oratore parlava (in inglese,
tradotto frase per frase) consideravo l’ambiente: molli stranieri, ma anche molti
italiani con Tinsegna del Congresso al bavero della giaoca: volti modeslii e abbronzati di lavoratori, molta gioventù, molte
coppie con bambini piccoli. Era ormai
difficile trovare posti a sedere, ma giovani
incaricati del servizio d’ordine si precipitavano incontro a tutti i ritardatari con
un cartello ammonitore (« Silenzio a) e li
scortavano fino a posti liberi, facendo scorrere le persone già sedute. Molti parlavano con accenti del Meridione.
I giornali borghesi, lunedi mattina, hanno ignorato la manifestazione: ma spesso
ho udito commenti, nelle vie e nei negozi, sulla presenza di questi congressisti a
Torino. Chi volesse saperne di più sulle
loro dottrine può leggere l’eccellente quaderno delle FUV « Movimenti religiosi del
nostro tempo » (chiederlo a Franco Giampiocoli. Agape, Frali, L.200). Ma domenica
ci hanno senza dubbio fornito una prova
di organizzazione e hanno dimostrato di
sapere attirare FattenziDne di una città
sulla loro esistenza. B.C.
((F/ una eresìa Finse^oamento
dei testimoni di (ìeova))
Hamburg. — In un’« esortazione episcopale w il vescovo Karl Witte della Chiesa
luterana di Hamburg ha invitalo i suoi fedeli ad essere estremamente riservati verso
i « Testimoni di Geova », che prossimamente terranno nella città il loro congresso. Di fronte alla S. Scrittura « Tinsegnamento di questa sella è semplicemente una
eresia ». E quando si è di fronte alla pre
dicazione o alla propaganda di una setta
dagli errori evidenti, bisogna resistere pubblicamente. « Con i Testimoni di Geova
non ci attende la libertà del cristiano, in
pace con Dio nella sua coscienza, ma l’asservimeiito ad una setta che fa grave violenza alla ‘S. Scrittura per pervenire ai propri fini ». {soepi)
A Montalto Dora
la prima chiesa
russa-ortodossa-italiana
Eiamenica 23 corrente, nel pomeriggio, a Montalto Dora (Ivrea), con la
partecipazione e la presenza di moltissime persone, sia del Comune che
delle località viciniori e di Torino, è
slata celebrata, una cerimonia inconsueta e; riteniamo, sin’ora unica in
Italia.
Trattavasi della cerimonia della posa della prima pietra della Chiesa
Russo-OrtCidossa di Montalto Dora.
Tutti conoscono le vicende che hanno dato origine alla formazione di
questa Comunità di rito ortodosso a
Montalto. Un grup^po di circa un mi
gliaio di anime, costituenti quasi la
metà della popolazione del Comune si
è distaccato, circa due anni fa, dalla
Parrocchia Cattolico-Romana locale
ed ha aderito alTortodossia, Il Patriarcato di Mosca, rappresentato in
occidente dall’ Arcivescovo Nicola,
Esarca per le provincie occidentali,
ha preso questa Comunità sotto la sua
protezione e ne ha riconosciuto il Parroco.
La Comunità ortodossa di Montalto Dora è così diventata un membro
della Famiglia Ortodossa che fa capo al Patriarcato di Mosca.
Non c’è bisogno di dire che la piccola Comunità ha incontrato ogni
sorta di difficoltà da parte, sia della
Chiesa Romana ohe delle Autorità
Italiane ormai pienamente succubi ai
suoi voleri.
Comunque, difficoltà o non difficoltà la Comunità si è andata organizzando ed è arrivata al momento di
provvedersi di un locale di culto, meno provvisorio di quello sin qui adoperato in una casa privata.
VERS NEW DELHI
Jésus-Christ, lumière du moude
Tout en reconnaissant, la distance entre nos questioms et celles de Dieu, il nous
faut étudier notre thème avec, la mesure de
grâce qu’il nous a donnée (Rom. 12: 6).
Peut-être que la meilleure manière de commencer est la déclaration du thème luimême Quelles sont les affirmations de
base contenues dans la formule: «Christ,
lumière du monde»? 11 y en a trois:
— Le thème affirme quelque chose au
sujet du monde. Ce monde se meut maintenant dans l’orbite de la 1 umière du
Christ, il est sous la puissance de sa vie.
Par Lui, un événement a surgi qui a transformé la structure et la destinée du monde.
Regardant toute chose dans sa lumière,
nous voyons que tout devient nouveau (cf.
il Cor. 5: 14-17). Ce n’est qu’en sainsis■sant ce qu’il fait que nous pouvons comprendre ce que le mondte est.
— Le thème affirme quelque chose au
sujet de Jésun-Chri.'it. 11 n’est rien de moins
que la lumière qui donne la vie aux hommes, rien de moins que le Seigneur du
monde qui l’a transformé en dissipant ses
ténèbres. Si nous ne savons pas reconnaître
la puissance par laquelle II a fait toutes
cboses nuovelles, nous ne pouvons pas réellement saisir qui II est.
— Le thème affirme quelque chose au
■sujet de la lumière. ’Lumière' est le mot
qui désigne le lien vivifiant qui unit k
Christ et le monde. Si nous voulons comprendre ce qu’est cette lumière ( et son
contraire, l’obscurité), nous devons d’abord
saisir ce que sont la puissance et l’autorité
avec lesquelles Jésus-Cbrist vit et commande. Toute autre notion de la lumière et
des ténèbres est décevante et fausse. Nous
pouvons commencer à nous faire une idée
juste de cette lumière lorsque nous méditons sur les ténèbres du Vendredi-saint
et sur le déroutant message des anges de
Pâques.
Ainsi, le thème sonde ensemble ces trois
mots et les rend inséparables. Aucun des
trois ne peut être isolé des deux antres, ni
<-ompris dans son sens réel en dehors de
ses rapports avec les deux autres. Telle
est en tout cas l’intention du texte auquel
le thème est emprunté (Jean 8: 12). Mais
nous devons maintenant nous poser la
question: comprenons-nous vraiment cette
triple affirmation? Si nous sommes tout à
fait honnêtes — et cette honnêteté est la
condition première de toute étude — ne
devons-nous pas confesser que chacune de
ces affirmations declenche une explosion
souterraine dans nos esprits et nos coeurs?
Des fragments d’idées volent en éclats. La
façon habituelle de traiter les choses se
dissout. Les cartes selon lesquelles nous
avons dressé les plans de nos mondes sont
détruites. Des questions brisées jonchent
les chemins de nos vies. Quand nous réussis.sons à les recoller tant bien quel mal,
elles correspondent en gros aux trois affirmations :
- Est-ce que le monde de 1961, mon
petit monde de Calcutta au Cap, ou mon
vaste monde des Nations unies et des blocs
de puissance, est comme le royaume que
guide la lumière du Christ? Comment a-t-Il
transformé ce monde dans lequel je vis.’’
Si je ne peux donner aucune réponse quelconque, alors l’affirmation paraîtra soit dé
Aumenfafe in Giappone
le frasmissioni re
igiose
Tokyo. — Dal 1956 è quasi raddoppiato
il numero delle trasmissioni religiose di
emittenti private in Giappone. Il maggiore
aumento proporzionale è stato segnato dai
programmi religiosi non cristiani.
Un esponente dell’AVACO (Comitato
delle attività audiovisive del Consiglio cristiano del Giappone) spiega che questo più
rapido accrescersi dell’uso delia radio da
parte di religioni non cristiane è dovuto
alla recente pre.sa di coscienza da parte dei
loro dirigenti dell’importanza di questo
mezzo di comunicazione e al fatto che esse
partivano da un più basso livello di attività. Dei 67 programmi religiosi di queste
trasmissioni (1960) 32 erano protestanti, 1
cattolico-romane, 18 buddiste, 8 shintoisic
e 5 di « nuove religioni ».
D’altra parte, in un rapporto presentato
alla Chiesa unita del Giappone, il prol.
Hendrik Kraemer (il noto autore dello
studio di teologia del laicato: «La parte
dimenticata »), eminente teologo laico olandese, ha affermato che solo collaborando
stretatnente le diverse Chiese otterranno
reali risultati nell’evangelizzazione del loro paese.
Nel corso del suo viaggio in Giappone,
il prof. Kraemer ha tenuto una serie di
conferenze e ha predicato in numerose
chiese, oltre a 25 riunioni consultive con
rappresentanti delle varie associazioni cristiane, religio.se e anche non cristiane. Sottolineando che non è il tempo dell’evangelizzazione frazionata da uno stretto confes
sionalismo, l’oratore ha esortato i missionari a lavorare anch’essi in équipe ; cosa
tanto più necessaria in quanto ci sono solo
3-400.000 protestanti in Giappone.
La Chiesa unita del Giappone è membro
del CEC, ma la media dei suoi pastori, ha
osservato il prof. Kraemer, non comprendono la dimensione ecumenica della Chiesa o non se ne interessano. Inoltre ha richiamato gli uomini di chiesa nipponici a
prestare maggiore attenzione ai problemi
sociali, poiché molti sono quelli che pensano eh; la Chiesa debba conservare le
distanze quando sorto in gioco questioni sociali o politiche. (S.OE.P.l.)
seGnnLmmo
V. SoiMMAivi: Dal tormenlo alla calma.
E’ uscito edito dalla Claudiana un nuovo volume del past. V. Soiuimani.
Trattasi di un prezioso libro di edificazione spirituale o come dicevasi anticamente di pietà. In 4 sezioni sono raccolti
numerosi pa.ssi biblici raggruppati (preceduti da una breve introduzione) in temi, o
pensieri e collegati fra loro.
pourvue de sens, soit fausse, pour moi tout
au moins.
— Est-ce que je reconnais effectivement
que le Christ vivant est seul capable d’é(lairer ce monde? Comment a-t-/i surmonté les ténèbres? Comment a-t-Il fait toutes
choses nouvelles? Comment esl’li présent
dans ce monde comme la puissance de Dieu
pour son salut? Ici encore, l’affirmation
me paraîtrait être un non-sens si aucune
réponse ne peut être donnée à ces questions.
— Est-ce que je définis la présence de la
lumière et de l’obscurité dans mon foyer
et dans ma ville par rapport au lien vivant
qui unit le Christ au monde? Est-ce que je
mesure le jour à Faune de sa présence et
de son dessein; et la nuit à celle de la résistance opposée à sa miséricorde et à son
jugement? est-ce ipiel les espoirs et les
détresses de mon coeur dépendent du progrès de son règne ou de la réussite de mes
propres plaus? La réponse à de telles questions est implicite dans l’affirmation que
Christ est la lumière. Et cette réponse est
valable dans la mesure où elle s’incarne
dans le lieu où nous vivons et travaillons.
.ùinsi donc le thème nous place une
étrange situation, aussi bien comme chrétiens individuels que comme Eglises. D’une
part, nous voulons poser ces affirmations
parce que nous y croyons — même partiellement et malgré des doutes tenaces. Notre vivant Seigneur Jésus-Christ lui-même
est la lumière du monde, bien que l’obscurité dans nos coeurs soit plus profonde que
jamais. D’autre part, nostre confession de
foi (expression bien meilleure qu’waffirmation») révèle lette obscurité. Elle pose des
questions auxquelles nous ne pouvons pas
répondre, de ces questions qui mettent le
doigt sur notre ignorance, nos doutes, notre impuissance, nos résistances.
Nous ayant placés dans cette situation,
le thème nous invite à faire trois choses
qui pourront être d’un grand secours. Il
nous propose de rencontrer régulièrement
la communauté de ceux qu’unit une même
confession et de partager avec eux nos
ignorances et nos points de vue. Elle invite
cette communauté fraternelle à considérer
à nouveau ce monde où nous avons été
placés pour être les serviteurs et les témoins du Christ — le monde de notre village ou de nostre ville, de notre fabrique
ou de notre école — pour voir comment
Christ cherche à servir le monde par nous,
et comment la maladie de ce monde est
soumise à Christ, à travers nous, pour être
guérie. Enfin, le thème nous invite à écouter ensemble le message multiple de la Bible, ce livre où les croyants ont en premier fait la confession de leur foi et où
Fon voit que leurs dilemmes étaient aussi
inextricables qu’en n’importe quel temps
plus récent. Quand nous ouvrons la Bible
ensemble dans nos Eglises, avec le désir
de comprendre comment notre monde a été
illuminé par Christ, nous découvrirons que
le monde n’a paij changé, que Christ est
toujours le même Seigneur, et que la limite entre l’ombre et la lumière suit toujours
le même tracé. Nous verrons même que
notre propre ville n’est qu’un quartier de
Corinthe ou d’Ephèse, de Babylone ou de
Jérusalem. Et nous entendrons le même
appel à Le suivre venant du même Seigneur. C’est à ceux qui le .suivent qu’il a
promis « la lumière de la vie ». Peut-être
qu’au cours de notre étude pour approfondir le .sens de la confession, cette lumière
nous donnera-t-elle soudain la révélation
de Sa présence. Paul S. Minear
La cerimonia della posa della prima
pietra è stata presieduta dal Vescovo
Coadiutore dell’Esarcato Occidentale
Monsignor Alessio ben noto negli ambienti ecumenici di Ginevra ove ha il
compito di coltivare i rapporti tra la
Chiesa Ortodossa in Russia e le Chiese della Riforma. Insieme al Vescovo
Alessio era anche venuto da Parigi
Padre Gregorio suo collaboratore. La
Ortodossia Greca era rappresentata
da un Sacerdote venuto appositament.7 da Atene, ove dirige il servizio
stampa della Chiesa Greco-Ortodossa, e dal Parroco della Comunità Greco-Ortodossa di Milano.
Il rito si è svolto secondo la complicata e ricca liturgia della Chiesa Ortodossa officiata dal Vescovo e sottolineata dalla partecipazione fervida
ed entusiasta dei fedeli della Comunità locale sotto lo sguardo incuriosito di varie centinaia di cattolici romani e di parecchi evangelici convenuti da Torino e dai dintorni.
Il Protestantesimo piemontese sebbene liturgicamente teologicamente
diverso, si è sentito legato dai vincoli
dell’ ecumenismo' od ha partecipato
ccn fraterna simpatia, e vivente comimione spirituale alla cerimonia.
Erano ufficialmente rappresenta^^e : la
Chiesa Valdese nella persona del Pa
store Ayassot nella sua duplice veste
di Pastora di Torino e di Capodistretto delle Chiese Valdesi del nord-italia, le Chiese Battista di Torino e di
Susa con i Pastori Sacccmani Bruno,
Saccomani Tullio e Mollica, nonché
vari rappresentanti della Chiesa dei
Fratelli di Torino.
Dopo la cerimonia liturgica della
posa e benedizione della prima pietra
ha parlato l’oratore ufficiale della cerimonia, Padre Gregorio il quale oltre ad Illustrare il significato ed il valore di una presenza della ortodossia
in Italia ha sottolineato con parole di
sincera e profonda fraternità i legami che uniscono la Chiesa Ortodossa
a tutte le Chiese Cristiane libere dall’assolutismo di Roma.
Un paragrafo particolarmente interessante per noi Valdesi è stato quello
nel quale l’oratore ha sottolineato il
debito di gratitudine che tutto il mondo cristiano occidentale deve alla
Chiesa Valdese per la sua testimoniànza a favore della libertà religiosa
e di un Cristianesimo ispirato alle
origini evangeliche della Chiesa.
La cerimonia allietata dal suono di
una banda e dalle solite manifestazioni di popolare entusiasmo ha lasciato in tutti i presenti una impressione che non sarà presto dimenticata perchè essa costituisce una evidente novità nel mondo religioso italiano
nel quale tra la massiccia affermazione del cattolicesimo e la protesta della mineraliza riformata viene ad inserirsi una terza voce che, se anche
si richiama liturgicamente ad una tradizione molto vicina a quella romana, ha però fatto sua la protesta delle
Chiese Protestanti in favore della libertà religiosa. E. A.
DOMENICA 30 LUGLIO
Convegno evangelico
itaio-francese
al Colle della Croce
,11 culto avrà inizio alle ore 11
e sarà seguito dalla celebrazione della Santa Cena.
Portare la raccolta
Psaumes et Cantiques
D D R
Una legge pericolosa
Berlin. In una lettera firmala dal vescovi^ Krumniacher, la Chiesa luterana ledesra diehiara che la nuova legge sul lavoro nella Germania orientale (DDRi è
« un grave attentato alla libertà di fede e
di coscienza n. Senza tener conto delle proteste della Chiesa, il Parlamento ha adottato questa legge.
La lettera rilevava soprattutto che l’elevazione delle norme di produttività rischiava di trascinare con sé un eccesso di fali(-1 per gli operai. La realizzazione di piani economici pare avere la precedenza sul
rispetto della persona umana. La legge
sembra non voler solo regolare le condizioni di lavoro, ma legare gli operai alla
11.or: de socialista. Sorgeranno inevitabilmente dei conflitti per coloro che vogliono
(onlormarsi alla dottrina cristiana, che insegna l’obbedienza a Dio, mentre la morale comunista fa della volontà della classe operaia la norma suprema della morale
(e, ancora, bisognerebbe vedere cosa realmente significhi « volontà della classe operaia »). {epd)
3
28 lu(^o 1941 — N. 30
L’ECO DELLE VALU VALDESI
PM- 3
Cki cus#«»€li|i«
tods f
te responsabilità dei ^nitori
Vera o non vera — ma qui è proprio il caso di dire che anche nel falso
(se falso ci sia) ci .potrebbe sempre essere una gran parte di vero — la descrizione della situazione di famiglia
che tre giovanissimi criminali di sane
origini hanno fatto alla polizia, quasi
a spiegare i moventi remoti del loro
inutile assurdo delitto, è agghiacciante.
11 primo ha detto : « Mio padre mi
dava dalle 600 alle 700 lire al giorno
per le mie spese personali. Quando
tornava a casa tardi, egli si dispiaceva, ma non mi rimproverava ».
Il secondo ha detto: « Ho ricevuto
una buona educazione. Ma negli ultimi tempi i miei genitori non hanno
avuto energia sufficiente per controllarmi. Sono ormai troppo anziani. Mio
padre si limitava a consigliarmi di
trovarmi un lavoro tranquillo ».
II terzo ha detto: «Mi è parso di
vivere in casa come in un albergo. Ho
cercato di chiedere consigli a mio padre, ma egli è stato sempre elusivo, ed
io ho avuto Fimpressione che non ne
volesse sapere. Egli soleva dirmi che
ognuno deve cuocersi nel suo brodo ».
Fatte le debite tare alFu.so corrente
di incolpare « i vecchi » delle proprie
colpe, questi giovani non hanno però
dichiaralo nulla, che, in qualche misura, non si riferisse alle constatabili
deficienze dell’educazione moderna.
Ossia, per esser precisi:
I") L'incapacità (o la cattiva volontà) dei genitori — diciamo pure
degli anziani —- di esercitare nei riguardi dei tìgli una certa concreta giustizia punitiva. E’ i! fatto che, oggi, la
gran maggioranza dei genitori è stanca
di minacciare punizioni ai figli che le
mentano. Effetto di un rilassamento
moiaile che è. esso pure, una risultante del dopoguerra? conseguenze di
una campagna apologetica contro le
punizioni co-rporali, o semplicemente
contro ogni tipo di educazione fondato su sanzioni concrete (ma in Germania, nelle scuole di stato, vige ancora
Fuso delle punizioni corporali!)? previsione della inutilità di simili provvedimenti, o del timore di prevedibili
reazioni, di cui talora la stampa si è
fatta l’eco in modo che non esito a
dichiarare antipedagogico (tentati suicidi di giovanissimi, ecc.)? Io ritengo
che soprattutto — sia in decadenza la vocazione pedagogica dei genitori. Educare è un difficile, seppure
nobile compito. Molti genitori moderni « non se la sentono » di impegnarvisi ed abdicano fin dal principio alla
loro missione
2") L’incapacità (o cattiva volontà)
dei genitori, di entrare nella mentalità dei giovani, per comprenderla, per
aiutarla nei suoi sviluppi legittimi, per
darle in una parola « man forte ». Di
che cosa si lamentano quei giovani
criminali? Di un atteggiamento che
chiunque, che abbia gli occhi aperti,
può aver notato in diecine e diecine
di famiglie:
a) genitori che ritengono di aver
fatto tutto il loro dovere assistenziale
verso le creature che hanno messo al
mondo, nutrendole, vestendole, dando
loro un tetto e consegnando loro, brevi marni. 500 lire (o anche di più al
giorno). Non si chiedono che cosa i
loro ragazzi facciano di quel denaro
(non lo chiedono ai ragazzi, piuttosto!). Credono di pagare in tal modo
la loro pace familiare (qualcuno si
immagina addirittura di aver così compiuto il proprio dovere di genitore),
e non si accorgono, invece, che hanno
pagato le premesse di un isolamento
sempre più completo dalla mente e
dal cuore delle loro creature.
b) Genitori che credono di aver det
Borse di Studio
Il bando per le Borse di Studio assegnate dalla Commissione distrettuale del I» Distretto è apparso sull'Eco
N" 27 del 6 luglio u. s. Coloro che
intendono usufruire di queste Borse
sono pregati di riferirsi a questo bando ed attenersi alle indicazioni pubblicate.
Si ricorda che la data di scadenza
è fissata al 30 agosto.
Il Presidente
della Commissione distrettuale
to l’ultima parola sul senso della vita, quando hanno consigliato ai figli
un « lavoro tranquillo » (o una professione lucrosa: l’improntitudine di
questi consigli è costante). Non si sono mai chiesti, a tu per tu, padre e
madre, che cosa potrebbe esser più
congeniale con le aspirazioni delle loro creature, interrogandole, sollecitando il loro punto di vista, portando in
superficie le loro più segrete speranze
d’avvenire (o, se costoro non ne hanno — il che è per lo meno dubbio —
cercando di farle nascere in loro con
dei colloqui intimi che siano delle
vere e proprie disamine della situazione, delle possibilità, delle aperture
che la vita odierna offre alla gioventù
laboriosa).
c) Genitori che sostanzialmente sono elusivi (nessuna parola più di questa suona condanna per un certo tipo
di genitori moderni) su tutto quello
che concerne i loro figli. Elusivi sul
problema della scelta della carriera;
elusivi sul problema delle amicizie di
ambiente; elusivi sul problema dell’amore (e del matrimonio); elusivi —
perchè no? sono elusivi anche in questo! — sul problema della fede religiosa, anche se non vi siano dissensi
di natura dogmatica tra i genitori medesimi... Ecot la classificazione esatta: genitori elusivi! A sera, il figlio
ventenne tenta il colloquio: «Papà,
sai, vorrei chiederti il tuo parere... »
— « Non ho tempo, lasciami tranquillo! ». Una spaventosa cortina di acciaio scende sui rapporti tra padre e
figlio. — « Che cosa mi consigliate conte professione? Ho saputo che... » —
« Caro mio, tu devi cuocerti nel tuo
brodo! Sì, cavartela da te, insomma,
lo, alla tua età... » - Cortina. « Papà, mamma, vi prego di non sorridere; mi sono innamorato... » — « E
a noi lo vieni a raccontare?' Non ne
vogliamo sapere: ognuno faccia le
sue esperienze ». Cortina. Ancora e
sempre, cortina. Ma chi per primo ha
sganciato il tragico meccanismo?
3") E, per ultimo, la casa-albergo
o, se si preferisce, la casa-stazione ferroviaria, dove tutti entrano quando
vogliono, escono quando fa comodo;
dove si mangia a tutte le ore, dove a
nessuna ora la fam%lia è insieme riunita, non dico per sedersi al desco, ma
semplicemente per uno scambio di
idee alla buona (per esempio su questo argomento: dove andare tutti insieme domenica prossima). In questa
atmosfera tutto si dissolve, tutto scompare nel niente. Di' culto di famiglia,
per carità, non è più il caso di parlare; ma neppure di passare una « buona piccola serata all’antica », neppure
di uscir tutti insieme per andar insieme al cinematografo: perchè i genitori vogliono vedere la pellicola sentimentale, il figlio cerca un western o
un poliziesco con quindici e più morti, e la ragazza cerca semplicemente
una saletta di periferia per incontrarvisi in pace con il fidanzato... Qui, la
responsabilità dei genitori è indubbiamente minore. L’ambiente, i famigerati turni di lavoro, il tipo di vita a
singhiozzo, il desiderio di evasione e
di godimento a poco prezzo, la standardizzazione dei divertimenti, la massificazione delle reazioni umane imputabile alla civiltà industriale del nostro tempo, sono i principali colpevoli. Ma che cosa hanno fatto e fanno
i genitori per opporvisi? cercano essi
ancora le forze spirituali necessarie
per resistere? E' per lo meno dubbio.
Si comprende, che in simili circostanze — che non sono certo romanzesche, ma attingono alla realtà più
viva e più dolorosa dei nostri tempi —
solo una minoranza di giovani, sanissimi nel loro sangue come ne! loro
spirito, possa valicare l’ostacolo che
proprio in casa loro hanno trovato;
e creare le premesse di un avvenire,
di cui certo non si potrà dire che sia
merito dei loro genitori l’averlo preparato.
Ma gli altri? gli altri giovani che
sono carne della noistra carne, sangue
del nostro sangue, figli della nostra
misera generazione? Per gli altri, è legittimo chiedersi, non tanto che si
proceda contro di loro, ma che si custodiscano i custodi, e che si educhino alla più precisa responsabilità umana e cristiana certi genitori irrespon
Teod. Ballila
L’Ambasciatore delj’Uruguay
in visita aile valli
L’-AnAasciaTore deirUniguay Doli. Pons,
che già ha dintostrato la »oa viva simpatia e comprensione per le colonie valdesi
esi«te»»ti neM’Urugnay, in occasione d’ima
sua recente visita in Val PeBiee, compirà
una nuova visita aHe Valli nei giorni 9 e
lo agosto prossimo, prolungandola anche
nelle Valli del Ghisone e della Germanasca, con lo scopo di prendere conosM'enza della regione ori^naria dei Valdesi residenti nell’Uruguay e di consolidare
i legami d'affettuosa .solidarietà che già li
unisce i-on loro.
Egli, percorrendo le Valli, visiterà particolarmente i centri di Torre Pollice. San
Germano Chisone e Prall.
Il mereoledì 9 agosto egli arriverà a Torre Peilice verse le ore 11, e dopo essere
ricevuto al Palazzo dei Connme ed invitato ad un pranzo offertogli dall’Amministrazione Comunale, nel pomeriggio porgerà un amichevole .saluto al Sinodo Valdese, ed infine interverrà, alle ore 16.30,
ad una riunione organizzata dalla Comunità nei locali della Casa Unionista, a cui
sono parlicolamiente invitati coloro che.
nei vari centri della Valle del Peilice,
hanno parenti e conoscenti neirUruguay;
ad essi ¡’Ambasciatore rivolgerà un messaggio.
.A S. Germano l’illustre ospite arriverà
la sera stessa verso le ore 19; ed anche
qui, dopo essere ricevuto al Municipio e
ad un pranzo offertogli, alle ore 20.30 nel
Salone delle attività interverrà ad una riunione, alla quale è cordialmente convocato il pubblico delle varie comunità vicine, e specialmente coloro che hanno relazioni di parentela o di conoscenza coi
convalligiani emigrati nell’Uruguay; ad
essi pure il Dott. Pons rivolgerà un messaggio.
.A Ghigo di Prali salirà nella mattinata
di giovedì lo agosto; dopo essere ricevuto
verso le 11.30 al Municipio dalT-Aanminisirazione Comunale, da cui gli sarà offerto un pranzo, egli compirà una breve gita
nel vallone e ad Agape, ed alle 15.30, nel
Salone delle attività, interverrà ad una
riunione, a cui il pubblico della Valle
Germanasca è vivamente invitato ad incontrarlo per udire da lui un messaggio
di saluto.
Attiriamo l’attenzione del pubblico valdese su questi interessanti incontri che,
mentre costituiranno un doveroso omaggio all’ospite illustre, contribuiranno a
rendere sempre più efficienti e vivi i vincoli di solidarietà coi eouvaUigiani residenti nell’Uruguay e col paese che li
ospita.
CAMPO AD AGAPE
Per una testimonianza
nel mondo di oggi
Ha avuto luogo ad Agape dal 14 al 23
luglio il II Campo Internazionale die aveva come tema « Muove vie di testimonianza nel mondo di oggi ». 11 tema in apparenza generico nascondeva in realtà un problema vivissimo nel mondo iTÌstlano moderno. La coscienza che la Chiesa cristiana
per essere fedele al suo compito di missione e (li testimonianza deve saper affrontare il mondo di oggi con un linguaggio e
dei sistemi moderni. La coscienza che è
necessario un rinnovamento all’interno
delle comunità e degli organismi ecclesiastici nel senso che accanto alle forze tradizionali di comunità con pastori sorgano
nuovi tipi (li comunità cristiane più rispondenti ai tempi etl alle esigenze.
In Germania sono sorte nel dopo guerra
un gran numero di « accademie evangeliche »; centri di incontro del tipo di .Agape in cui sono cercati e favoriti gli int(ontri tra cristiani impegnati e uomini diversi
per formazione e pensiero in vista di un
inserimento del messaggio biblico nelle
preoccupazioni dell’nonio di oggi. In In
ghilterra è sorto un centro più caratteristi
I lettori ci scrivono
Ancora suirautonomia
Lettera aperta al Pastore Enrico Geymet
Pubblichiamo volentieri la 'lettera del
pastore Berlinalti sul problema dell’autonomia. ben .sapendo che sotto il suo stile
originale ed un tantino... garibaldino si
nasconde un profondo amore per la chiesa e per l’opera evangelica.
Non terremmo però che i lettori si lasciassero determinare dal suo scritto o da
quello del past. Geymet. entrambi entusiastici, spontanei, vivaci, sul problema che
ci concerne. Non .si tratta unicamente di
ingiustizie tra chiese piccoli e chiese grandi, tra potenti privilegi ed umili quasi
sfruttati. L’abolizione della autonomia quale è attualmente, attuala può essere discussa, approvata o meno; l’autonomia di una
comunità cristiana è un problema che investe tutta la nostra opera e non è dimostrato che l’abolizione dell’istituto della
autonomia attuale e la creazione di una
Amministrazione Centrale (con VA maiuscola) potrebbe risolvere il problema.
Vorremmo perciò invitare gli eventuali
difensori dell’autonomia a porre il problema sul piano della sua realtà spirituale e
giuridica. (red.)
Caro Geymet
Ti confe.sso che nel leggere i tuoi frequenti poderosi articoli, non mi sono sempre sentito d’accordo con le tue opinioni.
Ma leggendo il tuo articolo suirautonomia
delle chiese (Eco n. 291, mi son detto:
«Stavolta Geymet ha ragione! ». M’ha colpito la tua domanda: ((Vogliamo esser
giusti? ».
Purtroppo, s’è venuta determinando fra
li nostre Comunità una discriminazione
che non è compatibile con l’Evangelo. Comunità (( grandi » e comunità « piccole ».
Le prime, ricche sia pel numero di membri che per contributi finanziari. Le altre,
poverette, si trovano in uno stato d’inferiorità che determina in esse talvolta un
senso di umiliazione, di disagio. Ed il
guaio è che un po alla volta la Chiesa nel
suo insieme viene ad assumere un atteggiamento in cui si riflette una distinzione,
fr.( le unc e le altre, tutt’allro che fraterna.
Siamo riconoscenti ai ricchi che danno generosamente. Ma si dimentica il « superfluo » dato talvolta da certi ricchi, e l’offerta-sacrificio della povera vedova che dà
(le) suo « necessario ». Si dimentica che
nella frequentazione dei Culti o nei vari
anni di attività e di testimonianza, le piccole Comunità sono quelle die danno il
buon esempio: quelle che spesilo incontrano le maggiori difficoltà neU’ambiente
.spesso ostile, quando non sono addirittura perseguitate. E noi che sappiamo per
esperienza che cosa significano i termini di
« maggioranza » e « minoranza », continuiamo ad accettarli nella nostra Chiesa.
Pensiamo, per esempio, alle elezioni pastorali ohe sono il privilegio di alcune Comunità, per diritti tradizionali o per condizioni finanziarie. Moi chiudiamo gli occhi agli inconvenienti che ne derivano per( hè spesso legano le mani alla Tavola, a
danno dell’interesse generale. (Senza parlare... della assurde rielezioni settennali).
Perchè non fare come altre Chiese, come
per esempio la CMesa Metodista, in cui si
accettano con disciplina le destinazioni decise dall’Amministrazione responsabile?
Molle altre cose si potrebbero dire. Ma.
caro Geymet. v’è un punto sul quale non
siamo più d’accordo. Ed è nella tua conclusione. Tu dici: «La conclusione ideale
sarebbe che le Chiese Autonome si mettessero d’accordo per dire: ”Da ora in poi
non ci .saranno più situazioni di privilegio....”. Ma questo non sarà. Siamo ancora tulli quanti dei poveri peccatori che
malgrado le migliori intenzioni sono ancora schiavi di mille criteri appartenenti al
’’presente secolo” tra i quali non ultimo
quello del rispetto per il diritto del più
forte ». Eppoi? Questo tu lo chiami « una
piccola ingiustizia», e dici: «Nessun timore, continueremo ad accettare quello che
i più forti vorranno... ». Allora, perchè
chiedi ai lettori: « Vogliati! esser giusti? ».
-Abbi pazienza, caro Amico, perchè ti
arrendi ed accetti quello che secondo te è
un’ingiustizia, « piccola » o « grande » che
sia? Suvvia, caro Geymet, fiato alle trombe ! So bene che molti non ti daranno retta. Ed io non m’illudo: chi darà retta ad
un vecchio pastore emerito ?! Ma tu che
sei ancora giovane, coraggio. In nome della giustizia, caro Geymet, fiato alle trombe!
Giovanni Bertinatti
Raccoglimento
o conversazioni?
Signor Direttore,
mi conceda un po’ di spazio per alcune
osservazioni riguardanti il culto pubblico.
Giovedì scorso ho partecipalo al culto
nel tempio dei Coppieri in occasione del
sermone di prova di un candidato al ministero pastorale. Mi sono seduto in chiesi un po’ prima dell’inizio del culto vero
e proprio, ma sono stato sfavorevolmente
(olpito dalle continue e rumorose conversazioni che si facevano in chiesa, prima
che il Pastore sali-sse sul pulpito e persino
durante il suono deH’liarmonium.
Perchè, (piando si è in chiesa e si al
tende l’inizio del culto, si continua a chiac
chierare come se si fosse fuori nella stra
da o sulla piazza? E’ mai possibile che, ad
un certo punto, non si senta il dovere dì
tacere e di « far silenzio davanti all’Eter
no », come dire la Scrittura? E perchè di
sturbare con un continuo cicaleccio il rac
coglimento di chi è in preghiera dinanz
al Signore?
Il luogo di culto e di adorazione sia
veramente tale per lutti noi. Già abbiamo
anche troppe occasioni di parlare fuori del
tempio; approfittiamo di un tempo di silenzio per preparare nei nostri cuori, in
umiltà e meditazione, la via alla Parola di
Dio. Ermanno Rostan
co ancora: la comunità dì Iona. Iona è
un’isola ad ovest della costa scozzese, dove
è sorta una comunità in cui pastori e laici
assieme per un certo tempo si preparano,
nel lavoro e nella meditazione, a compiec- la loro missione evangelizzatrice nei posti e negli ambienti più diversi.
In Italia in modo diverso ma su questa
linea è Agape.
Quali esperienze, quali risultali, quali
speranze hanno avuto questi centi? Come
vedono i membri impegnati in queste coiiiiinità, in queste accademie la testimonianza cristiana oggi? A questi interrogativi intendeva rispondere il campo, da ciò
la sua importanza.
1 partecipanti a questo campo, un’ottantina, appartenenti a 12 diverse nazioni,
etano in gran parte giovani già attivamente
impegnati nella testimonianza, che sentono
profondamente l’esigenza di rinnovamento
radicale e profondo nella predicazione tradizionale. Questi giovani sentono più o
meno chiaramente, che una rottura è necessaria per portare la Parola agli uomini
stanchi di bei sermoni e a quelli che, stanchi di aspettare solidarietà e speranza da
parte dei cristiani, si stanno volgendo altrove.
Oratori i pastori Vinay e Girardet che
hanno illustrato la situazione di Agape, il
liastore Ray Davey che ha parlato della
comunità (li Iona, il dott. Mueller-Gangloff, direttore dell’Accademia Evangelica
di Berlino.
La presenza e gli interventi del dott.
Mueller sono stati di particolare interesse
e significato data la particolare situazione
della capitale tedesca e della chiesa evangelica tedesca presente al di qua ed oltre
cortina.
Egli Ila tenuto due conversazioni :
nella prima ci ha esposte le idee fondanieiilali del suo pensiero riguardo alla testimonianza cristiana; più volle egli ha
sottolineato l’esigenza di una tesliinonianz.i attiva, nell’amore e nel servizio, ed ha
apertamente dichiaralo la sua sfiducia nelle parole, soprattutto se dette ex cathedra.
Compito della Chiesa non è condannare
l’uomo per questo o quel peccato, ma por.
largii l’annuncio della salvezza.
STATI UNITI
Dopo circa 20 anni di incontri e di
contatti la Chiesa Riforma Evangelica e la Chiesa Congregazionalista
hanno costituita la « Chiesa Unita di
Cristo ». La nuova chiesa conta ora
circa 2 milioni di membri. (S.OE.P.I.)
— Il libro più venduto nel mondo
(juest’anno dopo la Bibbia è la pubblicazione « Gesù Cristo luce del mondo » apparsa a cura del Consiglio Ecumenico. Sono stati sin oggi venduti
5CC.CC0 copie in 33 lingue. L’edizione
italiana ha ottenute anche essa un
grande successo. (S.OE.P.I.)
CONVEGNO
PASTORALE
Il giorno 4 Agosto, a Torre Peilice, nella sala della Biblioteca Valdese, avrà luogo un Convegno Pastorale.
Il programma del Convegno è il seguente:
— Breve culto di apertura (Past. Elio Eynard).
— Studio su «Nuovi orientamenti del Cattolicesimo Romano» (Prof.
Giovanni AAiegge).
— Conversazione su « Alcuni aspetti della nostra responsabilità pastorale » ( Past. E. Rostan ).
— Studio su « Ordinazione e consacrazione » (Past. Aldo Comba).
Il Convegno avrà inizio alle ore 9 precise. Si confida nella partecipazione di un buon numero di Pastori. Ermanno Rostan
Moderatore
4
p«í- *
L’ECO DELLE VAUU VALDESI
N. 3« — 28 luglio 1961
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
S 6BRMAK0 CHISOHE
L’8 luglio la filodrammatica di Luserna
S. Giovanni ha rappresentato, nella nostra
Sala, La Parola di Kaj Munk. 11 ben noto
dramma richiedeva un notevole impegno
da parte di ogni attore e questo impegno
c’è stato. 11 pubblico non è accorso numeroso ma simpaticamente attento. Ringraziamo la filodrammatica di S. Giovanni per
la sua visita molto apprezzata.
Mercoledì 19 luglio abbiamo avuto d
piacere di ospitare, per alcuna ore, un
gruppo di una quarantina di amici americani in visita alle Valli Valdesi.
L’incontro è stato ricco di fraternità cristiana.
Il sindaco di S. Germano, nel recare
agli ospiti il saluto del Comune, ha ricor
dato i forti legami che uniscono queste
vallate con quelle terre lontane ove in passato trovarono ospitalità non pochi Valdesi.
Il dott. A. Ribet, quale membro della
Tavola e pastore di una piccola comunità
americana di Milano, si è rallegrato di
incontrare tanti fratelli in fede in visita
gradita alle chiese delle Valli. 11 pastore
locale ha dato alcune informazioni sulla
parrocchia.
11 pastore Deodato, che guidava la comitiva, è stato il brillante interprete di uno
dei nostri ospiti che ha voluto ringraziare
a nome di tutti. Ex aviatore americano,
questo nostro fratello ci aveva fatto durante la guerra, delle visite meno amichevoli.
Ora è pastore e lavora per la riconciliazione fra gli uomini.
Ringraziamo la nostra Corale per la sua
apprezzata collaborazione. Un gruppo di
signore dell’Unione femminile era presente ed ha fatto gli onori di casa.
Segnaliamo fin da ora il concerto che
avrà luogo a Torre Pelllce il 5 Agosto, alle
ore 21, a cui prenderanno parte attiva le
corali riunite di Torre Pellice e S. Germano.
Dipartenze. Il 6 luglio sono state deposte, nel cimitero della Turina, le spoglie
mortali di Mariinat Paolo, di anni 70 (Siberia). Venne investito da una motocicletta, alcune settimane fa, mentre usciva da
casa sua. Dopo lunghe sofferenze si spense in ospedale a Pinerolo.
11 17 luglio è stato accompagnato al campo del riposo Comba Michele, di anni 55.
Una grave malattìa lo ha stroncato poco
dopo il suo ricovero in ospedale.
Il 21 luglio un lungo corteo seguiva la
bara di Beux Ada spentasi, appena ventenne, alle Chenevières dopo alcune settimane di malattia che invano la scienza ha
cercato di combattere. Serbiamo di lei il
ricordo di una giovane seria ed intelligente che sapeva suscitare la simpatia di tutti
quelli che l’avvicinavano.
Alle famiglie crudelmente provate dal
lutto rinnoviamo l’espressione della nostra
simpatia cristiana.
MASSEL
11 culto di domenica 9 è stato presieduto dal pastore H. Koelhing di Basilea; trovandosi ad Agape ha gentilmente accettato
di sostituire il pastore assente.
Lunedì 24 ha avuto luogo il funerale di
Saleng Marianna deceduta improvvisamente a Campo la Salza, all’età di 89 anni.
Domenica 30 avremo il piacere di ricevere la visita dei catecumeni di Angrogna
Serre e Capoluogo. ’Sei pomeriggio avrà
luogo a Balziglia una riunione alle ore 11
cui sono convocati in particolare i catecumeni massellini per incontrarsi con i
giovani di Angrogna.
Agape, 24 luglio - 2 agosto
Inconiro
Africa - Europa
Il campo sarà diretto da) pastore
John Mhiti esperto di sociologia africana e, nella tradizionale atmosfera
di libertà e franchezza che caratterizza Agape, si affronteranno i problemi che europei e africani devono
oggi risolvere in un mondo in rapida
trasformazione sociale, politica eil
economica.
Temi e oratori sono i seguenti:
Rev. M. Mikolasek (Francia-Camerun) « Realtà dell’Africa del XX
secolo ».
Prof. H. Makulu (Rodesia del Nord)
« La chiesa cristiana in un mondo
in trasformazione », e « Tensioni
di gruppi in Africa ».
Sig. Moukuko-Koulla (Camerún) « I
cristiani e la politica ».
Rev. j. Mhiti (Kenia) « La missione
della Chie.sa cristiana in .4frica ».
Sig. C. I. Itty (Dipartimento della
Gioventù del Consiglio Ecumenico delle Chiese) « Cristiani d’Africa e d’Europa: un compito comune ».
Chiediamo a tutti gli amici di Agape di pregare particolarmente per
questo campo, perchè si svolga in
un’atmosfera serena e fraterna, nella ricerca sincera di quel che il Signore chiede oggi ai cristiani d’Africa e di Europa che hanno particolari responsabilità in questo settore.
VILLASECCÄ
Nella notte fra il 13 e il 14 è improvvisamente deeedulo nella suai abitazione
dei Chiotti il nostro Fratello Pietro Viilielm, all’età di 77 anni. Vogliaiuo aeeoinunarei ai molti «die hanno espresso la
loro simpatia alla famiglia in oecasione
del funerale il 15 pomeriggio, rinnovando
alla vedova ed a tutta la famiglia l’espressìone della nostra solidarietà eristiana nell’ora della prova.
La riunione al Lazará di domenica 16
lon la Comunità di Pramollo-Pomaretto
lui avuto un buon .suceessso, sia per il numero dei presenti e sia per Tinteresse con
cui è stato seguito il culto del mattino,
presieduto dal Pastore Mioo.1 e la conversazione del Cand. Theol. Carlo« Morales
della Chiesa Evangelica Spagnola. Ringraziamo sentitamente i due oratori e ci diamo appuntamento per Tanup prossimo 1
Domenica 23 vi è stata una riunione
alla Selletta I Faetto) con una buona parteciipazione da quei quartieri. Abbiamo visto con piacere diversi pomarini e perrerini venuti ad aumentare le nostre file. In
questa occasione è stato ainminislrato il
battesimo a Franco Clol, di Fernando e
di Giulietta Massel, originari della Maizetta. Al bimbo ed alla sua famiglia giunga ancora l’auigurio di tutta la Chiesa di
Villasecca.
11 culto del 9 u. s. è stato presieduto
dal Pastore Bruno Rostagno, che abbiamo
rivisto con piacere in mezzo a noi e ohe
ringraziamo per il messaggio che ci ha
porto nel nome del Signore.
Domenica prossima 30 Luglio, avrà luogo a Grange di Bovile una riunione con
Santa Cena.
LUSERNA S. 6I0VANNI
Dipartenza. — La Comunità e il Concistoro sono duramente provati dalla dipartenza dell’anziano decano Giovanni Gönnet ritornato al suo Signore, dopo alcuni
mesi di coraggiosa sofferenza, il 20 luglio,
sul finire del suo 83® anno di età. Alla
sua fedele compagna, agli affezionatissimi
nipoti, a cognati e parenti tutti e ai membri del suo quartiere, così abituati alile
fraterne visite del loro anziano, ridiciamo
la nostra profonda solidarietà nel dolore
e nella ferma speranza cristiana.
1 isite bienfaisante. — Le Dimanche 16
jouiillet a été, pour notre paroisse une
journée bienfaisante et bénie. Le culte
dans le grand temple des Blonats a été
présidé par le Pasteur René Mordant qui
était aocompagné par une cinquantaine de
choralistes et paroissiens de la Comimunauté de Menpenti de Marseille. La forte
prédication-appel de notre collègue et le
(liant de quatre Psaumes par ses choralistes ont laissé, nous le demandons à
Dieu, bien plus qu’une émotion passagère.
Un gros merci encore à nos visiteurs de
leurs messages, de leurs cliants et de leur
préseme fraternelle parmi nous.
Nous vouloinis dire auissi notre vive gratitude au fidèle groupe de collaborateurs
et collabora'trices qui nous ont permis
d afFrir à nos amis dé rFfance un « plus
que casise-croule » dé%|^-senienit servi e\
qui a été parliculièremeht iipprécié.
Vendita di f--:
naie annua Vendita di Beneficenza a fa\’ore delle Opere Assistenziali della Comunità, anticipala quest’anno in conseguenza deiranticipala data di apertura del
Sinodo, e maligrado sfavorevoli circostanze atmosferiche e la contemporaneità di
altre manifestazioni in valle, ha avuto un
esito che ha generosamente oltrepassato le
previsioni un po’ timorose del fedele piccolo gruppo della Società di Cucito. A queste sorelle e a butti gli aimiei fedeli die
dalla pan*ocx:Ìiia e dalla valle e da più
lontano ci hanno confortati con i loro doni e la loro presenza fraterna rinnoviamo
Tesprosisione della nostra viva gratitudine.
Visite attese. — Domenica 30 Itiglio il
l’ullo ai Bellonatti alle 10,30 sarà presieduto — Dio permettendo — dal candidatopastore Doti. Pier Luigi falla. La comunità di Luserna S. Giovanni è lieta di dare
il suo affettuoso benvenuto al discendente
delia grande famiglia Missionaria e Pastorale falla, legata da antichi e profondi
vincoli alla nostra Chiesa.
Nel pomeriggio alle ore 15, nel tempio
del Ciahas il culto sarà presieduto dal colonnello De Nicola, predicatore laico della comunità di S. Remo.
bora
AN6R06NA (Serre)
Nel mese di agosto i culti nei nostri templi ed all’aperto avranno luogo secondo il
seguente orario.
Domenica 6, ore 9: Serre. Nel pomerig
gio il culto al Bagnau è sospeso essendovi
a Torre Pellice quello di apertura del Sinodo.
Domenica 13, ore 10: Pradeltorno; ore
14,30: Barfè.
Domenica 20, ore 10: Serre; ore 14,30;
Bagnau.
Domenica 27, ore 10: Sap; ore 14,30:
Ponte Barfé.
Doni per Pradeltorno i Amalia in Buffa
(Pradeltorno), in memoria dei genitori, L.
2.000; Guido ed Ekiina Ribet (Torino), in
memoria di Barba Henry Buffa 2.000; Generale Stefano Co’isson (Torino) 1.000.
Ricordiamo a tutti che chi desidera fare
delle offerte per i restauri del tempio di
Pradeltorno lo può anche fare servendosi
del C.C.P. n. 2-18502 intestato a: Bruno
Costabel - Via Serre, 8 - Angrogna (Toi.
specificando la causale del versamento.
— Domenica 23 luglio abbiamo celebralo un cullo bilingue col gruppo di giovani francesi provenienti da Perpignan. Auguriamo a loro, al loro pastore Sig. Banner e alla sua Signora il caldo benvenuto.
11 culto è slato presieduto dal pastore locale, mentre la predicazione è stala tenuta
' in francese) dal pasl. Emery del Lauderoii (Svizzera), al quale asprimiamo tulla
la iioslra riconoscenza, latito viva in (pianlo, proprio in occasione di questo culto,
abbiamo inaugurato l’artistica brocca in
rame da lui offerlaei a nome della .sua comunità.
— Nello slesso lempo inviamo un saltilo affettuoso ai francesi del Montbeliard
che ci hanno da poco lasciati.
Sempre domenica pomeriggio ha avuto
normalmente luogo la riunione alFaperto
alla Costa. I nostri amici francesi, pur
avendo il piede... marino, non hanno lemuto di salire con noi fin lassù.
— Domenica prossima, 30 luglio, avrà
luogo il bazar di beneficenza che sarà se.
güito, la sera, da un trauenimento organizzalo dall’Unione Giovanile locale.
— Sabato 22 Inglio è nata la piccola
Bianca Morel di Silvio e di Evelina Pavarin. Ci rallegriamo vivamente coi genitori per la loro gioia.
All’età di 52 anni è deeedulo a Argentera (Cuneo) Long Enrico fu Enrico Alessandro, dei Ciotti. Un folto gruppo di conoscenti ed amici di Ibramollo e S. Germano
Ita preso parte al suo funerale svoltosi ii
giorno 12 luglio. Dopo molti anni di servizio nell’Arma dei Carabinieri, egli si era
stabilito in quel lontano paese della provincia di Cuneo, conquistandosi la stima,
ii rispetto e l’affetto della popolazione che
lo apprezzava per la sua viva cordialità e
per la sua grande rettitudine. Gli abitanti
del piccolo paesello, accorsi in massa a rendergli l’estremo saluto, hanno seguito con
molta attenzione e con vivo interesse il
servizio religioso presieduto dal Pastore di
Pramollo.
Alla vedova, ai fratelli, alle sorelle ed
ai numerosi parenti, che piangono la sua
immatura scomparsa, rinnoviamo Fespressione della nostra simpatia cristiana e della nostra solidarietà in quest’ora di prova
e di lutto.
Un simpatico e molto ben riuscito incontro inlerparrocchiale ha avuto luogo la
domenica 16 luglio a l’Azzarà tra le parrocchie di Riclaretto, Pomaretto e Pramollo. La giornata splendida, piena di sole e
di luce, ha favorito la manifestazione. Alle
11, ora fissata per la celebrazione del culto all’aperlo, numerosi fratelli e sorelli
delle tre parrocchie si sono raccolti a lato
della « mianda » dei «igg. Ferdinando e
Lidia Jahier ed hanno insieme adorato e
pregalo il Signore e udito l’annunzio della
Sua Parola. Dopo il pranzo al sacco l’assemblea si è riciostituita per ascoltare il
Pastore spagnolo sig. Morales che in una
interessante « causerie » ci ha parlato della
Chiesa Protestante Spagnola, dei suoi problemi, delle sue difficoltà, del suo lavoro.
Una bella giornata che non solamente ha
lasciato nel cuore di tutti un vivo ricordo,
ma anche il desiderio di un altro incontro
simile. Ci si è così separati dicendosi:
n Arrivederci a un altro mese di luglio ».
Ringraziamo vivamente i Signori Jahier
che ci hanno così cordialmente accolti ed
ospitati.
Domenica prossima 30 luglio, alle ore
15, avrà luogo la tradizionale riunione all’aperto dell’Unione Giovanile a « Pian dei
Culet ». Dopo un breve culto parleranno
la Signorina Anne Marie Peyronel e il Sig.
Aldo Long. Tutti sono cordialmente invitati ad intervenire; giovani e non giovani.
Seguirà una parte ricreativa e la tradizionale tazza di tè. Preghiera di portare
l’Innario Italiano, il Pleines Voix, una
tazza e... le boccie.
Sempre domenica 30 luglio il culto nel
tempio sarà presieduto dal Prof. Silvio
Pons che ringraziamo molto cordialmente
fin d’ora.
Nei locali del Collegio Valdese
La (dodicesima mostra
d'arte contemporanea
E’ in allestimento la dodicesima Mostra d’Arte contemporanea nei locali
del Collegio Valdese. L’inaugurazione
è prevista per le ore 17 del 29 corrente
e verrà a coronare gli sforzi notevoli
del Comitato Promotore che dal 1949
appresta per la cittadina di Torre
Pellice quella ohe è la manifestazione
artistico-culturale numero uno della
provincia torinese. Da informazioni
raccolte dalla Pro Torre Pellice e dal
responsabile principale della Mostra,
prof. Filippo Scroppo, conosciamo che
la rassegna sarà, come lo scorso anno, imperniata su due mostre personali dedicate a due giovani artisti piemontesi: Piero Bolla di Saluzzo e Antonio Carena di Rivoli, entrambi artisti di rilievo e assai noti negli ambienti dell’arte italiani.
Il grosso dell’Esposizione sarà formato dalla partecipazione italiana
che annovera le firme illustri di Casorati, di Menzio, Paulucci, Reggiani,
Martina, Galante ecc. e da quelle straniere che ha Fautrier, Harthung.
Gliha, Brien ecc.
Siamo convinti che la presente edizione incontrerà il favore di quanti si
interessano ai fatti della pittura del
nostro tempo e che, comunque, sarà
considerata da tutti come un contri
buto valido alla conoscenza dell’animo umano che tra le sue numerose
istanze ha quella insopprimibile dell’arte.
La chiesa della gente
di mare
Copenhagen. — Il Consiglio della « Chiéso della gente di mare », organo comune
di tutte le missioni fra i marinai del Mar
del Nord, si è riunito in Danimarca. Si è
deciso di stabilire una collaborazione ancora più stretta fra i vari paesi, in modo
che in ogni porto un solo pastore potrà
occuparsi di lutti . i marinai scandinavi.
D’altra parte i Danesi hanno presentato un
progetto di chiesa smontabile e trasportabile là dove se ne facesse sentire il bisogno, rimontabile in una settimana.
Un’incliiesta condotta da medici svede
si intorno alle cause di decesso fra la gen
te di mare (nella flotta mercantile svede
se; Ita rivelato fatti abbastanza sconcertali
ti: i decessi dovuti ad incidenti o a vio
lenze vi sono otto volte più numerosi che
a terra. D’altra parte vi sono fra i marina
suicidi cinque volte più numerosi che nel
resto della popolazione.
Concerto corale
SABATO 5 AGOSTO
(Ore 21)
‘Sala Sinodale - Casa Valdese
Le Corali riunite di S. Germano e
di Torre Pellice rinnoveranno il 5 agosto la simpatica e proficua esj)erienza
già realizzata lo scorso anno a S. Germano Chisone. Si tratta di un concerto di musiche sacre (nella prima
parte) e profane e pojKtlari (nella seconda parte) preparate nel corso dell’anno dai singoli Cori nelle rispettive
sedi e qui eseguiti insieme, sotto la direzione alternata della Signora D,
Bert (S. Germano) e del prof. F. Corsani (Torre Pellice).
Quest’anno il secondo concertoscambio coincide col Sinodo; ciò sarà
apprezzate dai numerosi villeggianti
evangelici e da quei membri del Sinodo che saranno già a Torre il 5 agosto. Tutti sono cordialmente invitati!
INGRESSO LIBERO
Cameroun : La Chiesa del Cainerouu lia
ora il suo giornale settimanale; « La Semaine ramerouiiaise » che è edito a Yaoundé, ove è direttore im africano, Daniel
Mongué, coadiuvato temporaneaimente da
un giornalista francese, Paul Bberliard di
Lione.
Togo: I due terzi dei membri del parlamento del Togo (51) sono cattolici quantunque solo il 20% della popolazione del
Topo sia appartenente a quella chiesa. Il
parlaimento risulta così comiposto: 32 cultoilici, 10 protestanti, 5 mussulmani, 4 animali cioè pagani. (S. OE. P. Li
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Angola: Secondo le ultime informazioni
i disordini in Angola continuano, e le viilime ammonterebbero a lutl’oggi a 1.201)
poriogbesi e 8.000 indigeni. Informazioiiii
non ufikiali danno ciflre assai più elevate ;
40.000 sarebbero le vittime; i profughi
continuano ad affluire nelle regioni vicine
in parlicolare nel Congo. Nell’ultima setlimana il loro numero sarebbe salito a 80
mila persone. (S. OE. P. Li
Ada Beux
Direttore resp.: Gino Conte
Coppieri . Torre Peli. - Tel. 9478
Sede e Amministrazione
Editrice Claudiana
Torre Pellice - c.c.p. 2A7557
Reg. al Tribunale di Pinerolo
_______ n. 175, 8-7-1960______
Tipografia Subalpina - s. p. a.
Torre Pellice (Torino)
prefondamente commossi dalla grande manifestazione di affetto e di simpatia ricevuta in occasione della dipartenza della loro Cara, nella impossibilità di farlo singolarmente, ringraziano tutti coloro che furono larghi di aiuto e di conforto nel momento della loro grande prova.
Ringraziano in modo particolare i
pastori Sigg.ri Conte, Deodato e Bert,
i medici curanti, le Rev. Suore e le
infermiere deH’Ospedale Civile di Pinerolo.
« Il suo sole è tramontato
quand’ era ancor giorno »
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