1
Spstlì.
Biblioteca VaMece
(Torino)
Tor.n
t"”T T T'*'*
»ELLE mÈU m»ESI
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno XC — Num. 11
Una copia Lire 30
ABBONAMENTI l P®*" l’ioterao
/ L. J.800 per l’estero
Eco e La Luce: L. LOOO per l’iiiterno
L. 2.800 per l’estero
Spediz. abb. postale - I Gruppo
Cambio d’indirizzo Lire 50
TORRE PELLICE — 11 Marzo 1960
Ammin. Claudiana Torre Pellice - C.C.P. 2-17557
iiiriimmimiiiiiiimiiunMUUiiminihiiimiiiiiiimi iiitiiHiiuimiiuiimiiiuimii
spiGOLOTime iTfliiflne
Ina strana ricchezza...
La Stampa del 6 marzo pubblica che
R. Bailey, autorevole studioso di economia politica, ha scritto sU di un settimanale inglese che «dal punto di vista economico le cose in Italia non sono mai
andate meglio » : questo giudizio — che
abbiamo .già potuto leggere più di una
volta negli articoli di attualità economica
dei nostri quotidiani — si riferisce naturalmente all’economia nazionale nel suo
complesso, e specie alla situazione del
Nord, mentre il problema del Mezzogiorno e il mondo raffigurato nella « Dolce
vita » di Fellini rappresentano il rovescio
della medaglia.
Quello che ci interessa è che da ogni
parte, ormai, ci si parla della ricchezza
della nostra liquidità bancaria, ci si dice
che le riserve valutarie di Roma sono le
più ampie del mondo dopo quelle degli
S. IJ. e delta Germania Occ,.. E allorai
Se tale è la situazione, cos^ si aspettai
cosa si sta a polemizzare sul dosaggio di
interventi di lutato e di libera iniziativa?
non ci si vuol rendere conto che tutti quei
milioni che se ne stanno lì inattivi sono
miprodutlivi, sì panche se fruttano tassi
bancari favolosi, sono grettamente improduttivi sul piano della nostra vita nazionale, in vista di quel rinnovamento sociale, di quell’impulso nuovo di cui il nostro paese ha bisogno cornei* dell’aria e
della luce?
il giucu delle iamigUe
1‘rolungando il discorso di sopra, non
possiamo che deplorare una volta di più il
costume politico invalso da noi, e che risulta così evidente, di nuovo, nelle consultazioni per il superamento di questa
ennesima crisi ministeriale (la ventunesima dalla restauraziui^e della democrazia).
Pur comprendendo là gravità dei problemi sul tappeto, non possiamo impedirci
di ( onsiderare con amarezza quella spqpie
di gioco impegnato dai' nostri polifici; alla
ricerca di una « combinazione » che regga, almeno per un po’: centro, centrosinistra, centro-destra, tricolori, monocolori, ecc.
Ben giustamente A. C. Jemolo — in un
editoriale de La Stampa del 6 u. s., « La
crisi e il pubblico » — notava l’inevitabi
lità del disinteresse della massa di fronte
a questo gioco politico, che anche quando
e condotto sul serio è cosi terribilmente
arido, cosi privo di ogni slancio ideale e
e di ogni concreto programma. Ci si batte
ci si cazzotta, anche — per dei simboli,
per dei cocktail politici che è ben difficile sapere cosa realmente contengano.
Ogni tanto un partito, ultimamente il PSl
e il affermano di voler fare una politica di programmi precisi e concreti, non
di « principi ». Quanto bisognerà aspettare? Gli italiani sono stufi della politica
hi. tattica » e del fumo negli occhi, di qualunque colore; il favore con cui era stato
accolto il discorso di Merzagora al Senato
— con tutte le riserve che si possono fare
sul suo retroscena — è un indice chiaro.
Scuoia e fciigiuaii
Il 27 e il 28 febbr. si è svolto a Roma
nel ridotto dell’Eliseo il l» convegno del1 Associazione per la libertà religiosa in
Italia (A.L.R.I.J; vi sono intervenuti pure
alcuni evangelici. Dopo una relazione del
Prol. E. De Martino su « Le scienze religiose e la cultura italiana », particolarmente interessanti per noi quelle del Prof.
L. Borghi : « Educazione religiosa e insegnamento confessionale » e del Prof. P.
Barile: « Norme dell’ordinamento giuridico italiano suU’insegnamento della religione nella scuola pubblica e la loro applicazione ». Il primo ha fatto un quadro
documentato dell’influsso nefasto del dogmatismo autoritario cattolico — confermato da un corsivo rabbiosetto de L’Osservatore Romano del 2 marzo -— non soltanto
sull’insegnamento religioso confessionale
ma su tutta la nostra educazione nazionale; il secondo ha una volta di più mostrato il contrasto che, anche a questo proposito, risulta chiaro fra la Costituzione
e il Concordato, contrasto che l’organo
vaticano non riesce certo a sanare con i
suoi cavilli. Se un po’ di quel .soffio ài ii- IwQà ielÌSÌ»S8..i-che-zlligna pure su. suolo,
cattolico soffiasse più libero e fresco anche
dà noi ! se fossero ascoltate le voci isolate
che anche nel cattolicesimo nostrano vedono nel Concordato, e nella situazione di
privilegio che sancisce, un elemento negativo — sul piano della fede — per Io
stesso Cristianesimo cattolico!
Gino Conte.
7 GIORNI
GIOVEDÌ’ 3
Si apre a Bologna il 27“ congresso del
P.R.L; vi si confrontano, con conseguenze importanti per la politica italiana, due
correnti: quella Reale-La Malfa favorevole
ad un governo di centro-sinistra con appoggio nenniano e quella di Pacciardi
contraria ad ogni « apertura » verso il
P. S. 1.
In seguilo aH’esperimento di Reggane
la 1 rancia è chiamala a far parte delle
forze atomiche della NATO.
E in cor.so al Senato americano la lotta
di senatori democratici (deputati degli
Stati del Sud) per ostacolare l’applicazione
dell’articolo di legge che statuisce il pieno diritto di voto dei cittadini americani
« di colore », diritto che in molti Stati
è conculcato con cavilli giuridici dei governi locali.
VENERDÌ’ 4
Il Presidente Gronchi affida al Presidente della Camera Leone una missione esplorativa sulle possibilità di un governo di
centro-sinistra.
Al congresso bolognese del P.R.L il discorso introduttivo dell’on. Reale afferma
la necessità di un governo di centro-sinistra. « L’appoggio o l’astensione del PSl
devono essere guadagnati con un serio impegno sul programma »: immediata
attuazione dell’ordinamento regionale, riforma della scuola, impegno dello Stato
e della libera iniziativa per lo sviluppo
delle aree depresse, controllo statale delle
fonti di energia; Reale ha pure denunciato il contrasto stridente fra l’eccessiva liquidità bancaria e la disoccupazione. Seguono appassionate polemiche fra le due
correnti.
Nel corso di una visita — su cui si mantiene forte riserbo •— alle forze armate in
Algeria, De Gaulle ha fatto delle dichiarazioni che sembrano in netto contrasto
con la volontà distensiva espressa finora:
la lotta contro l’insurrezione sarebbe stata
una questione di prestigio e non di principi ?
SABATO 5
Leone avvia le consultazioni affidategli.
Al Congresso repubblicano di Bologna
l’on. La Malfa, confermando la fedeltà
del partito all’Occidente, ammonisce però
la classe dirigente italiana e la Chiesa cattolica a comprendere che il comunismo
temuto da tanti può essere battutd (còme
avviene nelle democrazie anglosassoni e
scandinave) solo con un aperto e concreto
programma sociale. ; .
Tornato De Gaulle dall’Algeria, l’Eliseo
emana un comunicato secondo cui la politica algerina del Governo è del tutto immutata. Questa dichiarazione non pare
però corrispondere al tenore dei discorsi
gaullisti, e il fermento permane.
Il Presidente Soekarno scioglie il Parlamento indonesiano, che porrebbe « in
pericolo l’unità e il benessere del paese » ;
in realtà si trattava di evitare il prossimo
dibattito — con voto negativo quasi certo
— sul bilancio 1960. Misteri della « democrazia ».
Brandt, il sindaco di Berlino-Ovest critica come « assurdità » le basi militari che
il governo di Bonn intende creare nella
Spagna franchista.
DOMENICA 6
Dopo numerosi interventi, fra cui quello
dell’on. Pacciardi che ha manifestato la
più aperta diffidenza verso il PSl, l’ultima, piuttosto burrascosa, giornata del congresso repubblicano si è conclusa con la
votazione, che ha segnato la vittoria della
mozione Reale-La Malfa (55,47%) su quella di Pacciardi (43,20%).
Un referendum nel Cantone di Ginevra
ha riconosciuto alle donne ginevrine il
diritto di voto, già conquistato l’anno
scorso nei Cantoni di Vaud e di Neucliàtel.
LUNEDI’ 7
Leone conclude i sondaggi di cui era
stato incaricato, ma la situazione italiana
appare sempre più confusa.
Un comunicato di De Gaulle conferma
che si potrà procedere ad una consultazione popolare in Algeria solo dopo che
l’esercito avrà schiacciato la rivolta; delle
tre soluzioni allora possibili, il mantenimento dello statu quo pare improbabile,
la secessione implicherebbe là spartizione
dell’Algeria in una parte francese e in
una mussulmana, mentre si auspica una
non meglio precisata Algeria algerina legata alla Francia. A quando, dunque, la
tanto promessa autodeterminazione?
MARTEDÌ’ 8
L’on. Piccioni, interpeHato, ha rifiutalo
l’Incarico di costituire il nuovo governo.
Si scopre un complotto contro De Gaulle.
MERCOLEDÌ’ 9
L’on. Segni designato dal Presidente
Gronchi ha accettalo di costituire il nuovo
governo.
Come assaggio della campagna presidenziale negli S. U., Nixon ha ottenuto
pieno successo nelle elezioni regionali del
.New-Hanipshire.
In Msta del Concilio Vaticano II
--f-----------^^-------
Cosa d separa dai cattolid ?
Quando, appena eletto il nuovo papa, si parlò di riunire un concilio, alcuni pensarono che più importante
del concilio stessoi^tesse essere il periodo di preparatone. Si pensava
cioè che la convo0atone avrebbe avuto come prima conseguenza quella di
far fiorire una fruttuosa discussione
del concilio; la discussione, appunto
perchè precedente, avrebbe avuto il
vantaggio di essere più libera: qualche cosa del genere avvenne prima e
durante il primo Concilio Vaticano.
La gerarchia, si pensava, sarebbe sta'
ta attenta alle oifinioni che i teologi
non avrebbero mancato di discutere.
Non siamo ancora entrati in questa
fase di preparazione vera e propria.
Gli argomenti alì’ordine del giorno
del concilio non sono ancora noti alla maggioranza e d’altra parte viene
oggi compiuto daUVaticano un lavoro
antepreparatorio, consistente, se non
siamo male infonnati, in una vasta
inchiesta per sapere quali siano le
questioni fondamentali di fronte alle
quali la Chiesa deve prender posizione e come si presentino esse nelle varie parti del mondo. Su questo lavoro
viene naturalmente mantenuto uno
stretto riserbo.
Appena i protestànti seppero che il
tema dell’unità della Chiesa doveva
esser posto all’ordine del giorno (ma
non si sa ancora ’con sicurezza sotto
che forma verrà discusso, se lo sarà)
si affrettarono a far conoscere il loro
parere. Sembra quindi che anche i
protestanti parte^pino a loro modo
alla preparazione )di questo concilio,
anche se perman^Vuna grande perplessità sull’uso chè il concilio stesso
vorrà fare delle loffo opinioni.
Alla serie delle ^prese di posizione
non-cattoUche ~si^ ^'giunge un ehiaro
articolo del pròfj. Klein di Gottinga,
che vogliamo ora riassumere brevemente per i nostri lettori. Il prof.
Klein insegna il diritto ecclesiastico
e, se non ricordiamo male, proviene
dal cattolicesimo. Egli ha già raccolto
in volume vari scritti intorno al cat-1
tolicesimo romano (1), nei quali haf
messo in evidenza l’importanza deter-,
minante del diritto canonico nella |
Chiesa di Roma. La struttura, del cattolicesimo è rigidamente giuridica: in
questo principio costitutivo ecclesioicgico sta la grande differenza che ss-,
para Roma dalle chiese che si fonda- ’
-o sulla Parola.
NeH’articolo che abbiamo sotto gii
occhi (3). il prof. Klein si domanda,
proprio in vista del concilio : che cosa
ci separa oggi dai cattolici? E’ innegabile che sono stati compiuti sforzi
per una reciproca comprensione tra
le confessioni. Ma le discussioni inter.
confessionali hanno anche trovato so.
stenitori che allegavano motivi poco
seri. Tali discussioni non possono essere fondate su considerazioni contingenti come quella di un « fronte comune contro l’ateismo », ecc. Se oggi
una diseus,sione deve venir intrapresa con i cattolici, essa deve aver luogo al livello teologico e deve aver come oggetto la vera e giusta fede. Poi-chè a qualunque livello si tenti di
comprendere il cattolicesimo, questo
può avvenire con successo soltanto
dove si cerca di partire dai suoi principi ultimi. Ora al livello di questi
principi si può solo mettere in evidenza la profonda e fondamentale diffe-1
renza tra « una fede che è lìbera de-1
cisione e una fede intesa come adempimento di un dovere canonico sul
fondamento del battesimo ricevuto ». i
Se noi oggi ci urtiamo alla difficoltà di aver a che fare volta a volta con
un cattolicesimo che chiamiamo più
aperto e con un cattolicesimo ufficiale
(cosa che non manca di esser motivo
di incomprensioni anche tra noi protestanti), bisogna riconoscere che solo la Chiesa Romana è responsabile
di questa situazione e che sta esclusivamente in lei risolverla.
Sono proprio alcune pretese di diritto del cattolicesimo che rendono
difficile la discussione ed il dialogo.
Più che difficile, si dovrebbe dire, secondo il Klein, impossibile, perchè gli
impedimenti che si frappongono ad
un dialogo fruttuoso sono di natura
tale da togliere ogni senso ai tentativi
di discussione. Al concilio che si prepara noi avremmo dunque da chiedere prima di tutto:
Panni sporetii in Sud Hfrica
Le lavanderie del Sud Africa dovranno,
da ora in poi, lavare separatamente gli
indumenti appartenenti ai bianchi e quelli
appartenenti alla gente di colore.
1. . Il riconoscimento della libertà
(non deH’arbitrìo!) della decisione re.
ligiosa per chiunque...
2. . L’abolizione di tutte le restrizioni alla discussione teologica e religiosa in un’atmosfera di libertà intellettuale. Con ciò cadono tutti i decreti li.
mitativi di colloqui religiosi e eonvegni con uomini di altre fedi.
3. . La soppressione di diritto e di
fatto della pretesa che le leggi canoniche abbiano validità nei confronti
di acattolici battezzati. La loro limita,
zione ai cristiani che si professano
cattolici.
4. . La soppressione di tutte le leggi
relative a persone che hanno lasciato
il cattolicesimo e di tutte le disposizioni che comportano una diffamazione della conversione alla Chiesa evan.
gelica...
5. . L'abolizione di tutte le disposizioni ecclesiastiche che limitano la
presa di conoscenza delle dottrine riformate da parte di cattolici, e delle
pene connesse.
6. . La soppressione del divieto alla
partecipazione non puramente passiva ad atti di culto acattolici e delle
pene connesse.
7. . L’abolizione deile norme giuridi
che sui matrimoni misti nella loro
forma attuale.
Questi punti sono sufficientemente
chiari, per cui ci contentiamo di aver
li segnalati a quanti si interessano ai
rapporti con il cattolicesimo.
SERGIO ROSTAGNO
(1) -J. KLEIN, Skandalon. Um das
Wesen, des Katholizismus (Skandalon. Deila essenza del Cattolieesimo ).
Tubinga 1958.
(2) Was trennt ims heute von den
Katholiken? . Evang. Theolögie 2-1960.
AGADIR
Man mano che i giorni passavano,
il disastro di Agadir — la città della
costa marocchina (40.000 abitanti)
sconvolta da un tremendo terremoto
— si è fatto più immane. La città è
completamente distrutta, e le vittime
sono approssimativamente valutate a
12.DC0. Ora Agadir è una «città morta». Rimangono solo le ultime squadre che hanno il compito di soffocare,
col bull-dozers e con tonnellate di liquido corrosivo, il temibile focolaio di
infezione rappresentato dalle migliaia
di cadaveri semisepolti e in putrefazione, in una macabra sarabanda di
topi che nei resoconti dei testimoni
oculari ci ricordano le pagine più im
presBionanti de La Peste di Camus
Una cintura di sicurezza è stretta intomo alla città, per imptedime l’accessc'. Tutto intorno, i superstiti rifugiati. E per loro urgono i soccorsi, ohe
hanno cominciato a giungere, in forma diversa, da ogni paese, anche dall’Italia; pure da Torino, ad esempio,
sono partiti vari chili di plasma e con.
tinuano ad affluire donatori di sangue a questo come a molti altri Centri. E’ sempre toccante vedere come
di fronte a tragedie come questa, la
solidarietà scuote tanti uomini dall’egoismo e dal torpore.
Anche il Consiglio ecumenico delle
Chiese ha immediatamente messo
5.(MX) dollari a favore dei sinistrati. Il
Dr. Lesile E. Cooke, direttore del Dipartimento di Aiuto ha subito richiesto ad agenzie cristiane di assistenza
di 14 paesi di sostenere Topèra ecumenica, con viveri, medicinali e abiti;
urgoiio anzitutto mfermiere e medici
per aiutare la Croce Rossa nel suo lavoroi. Le prime Chiese che hanno risposto all’appello sono state quelle tedesche, francesi, olandesi, americane
e inglesi. Inoltre sono già al lavoro
sul posto i dieci collaboratori dell'équipe ecumenica EIRENE.
E noi?
I cattolici
e la libertà religiosa
Un bollettino del S.OE.P.L presenta uno
studio recente del Dr. A. F. Carrillo de
Albornoz, collaboratore della Commissione
ecumenica di studio sulla libertà religiosa
(di cui fa parte il dr. Giorgio Peyrot): Un
numero crescente di teologi cattolico-romani, comprese ’’ eminenti personalità della
gerarchia ”, sono per una completa libertà
religiosa. Ecco quanto apprenderanno non
senza stupore la maggior parte dei non cattolici che leggeranno l’opera solidamente
documentata che, sotto gli auspici del C. E.
C., è stata pubblicata a Ginevra dal Dr. A.
I. Carrillo de Albornoz: ” Roman Catholicism and religious liberty ”.
Nella prefazione VA. segnala che il suo
esame ha preso in considerazione un so’o
aspetto della visione cattoUco-romana della
libertà religiosa, ” quello che considera la
libertà di coscienza come derivante essenzialmente dallo spirito cristiano ed evangelico ”.
L’opera sviluppa i pumi seguenti:
— E’ vero che numerosi cattolico-romani
sono ancora sulla vecchia posizione che
consiste nel restringere quanto possibile
la libertà dei non cattolici, ma c’è oggi
un numero crescente di teologi romani
che difendono un nuovo principio di
completa libertà religiosa ” interamente
diverso e perfino contrario ” alla vecchia
dottrina.
— Questo nuovo principio non è stato condannato, anzi piuttosto appoggiato da
eminenti personalità della gerarchia romana,
— Questo principio non è una variarne tattica dell’antico, avanzata per ragioni di
opportunismo; si tratta invece di una
posizione diversa e irriducibile che molto sinceramente e vigorosamente, combatte l’antica.
— La libertà religiosa, com’è intesa dai
pensatori cattolici, non è mai stata condannata categoricamente da parte della
Chiesa di Roma (Le condanne pronunciate dai papi del XIX« sec. avevano di
mira la ” libertà assoluta ”, ed erano
temporali ”, cioè non avevano una
” validità eterna ”).
— I papi moderni, particolarmeme Pio XI
e Pio XII hanno cercato di conciliare
i principi cattolici con la nuova società,
fondata sulla libertà
Resta vero, tuttavia, che se la Chiesa non
si è pronunciata contro la libertà religiosa,
non ha neppure fatto dichiarazioni ufficiali
in suo favore (e abbiamo finora atteso invano tùli dichiarazioni, relativamente alla
situazione in Spagna, in Colombia, ecc. n.
d. r.J. La ragione sta probabilmente nel
fatto che la gerarchia romana ” non stima
che la controversia fra teologi cattolici sia
già stata approfondita abbastanza da permettere di pronunciarsi definitivamente ”.
Quel che ora è necessario è una ” definizione perfettamente sufficiente della teologia della libertà religiosa ”. Perciò l’A. domanda che la nozione stessa della libertà
sul piano dottrinale e altre questioni connesse siano chiarite e definite.
E’ deplorevole — afferma il Dr. Carrillo
nella sua conclusione — che da una parte
c dall’altra la questione della libertà religiosa sia trattata con così poca serenità:
” Troppi protestanti credono che tutti i
cattolici sono in malafede a questo riguardo, e che tergiversano con l’intenzione machiavellica di distogliere l’attenzione dallo
scopo finale che è la dominazione politica , Da parte loro molti cattolici pensano
che quando ” i protestanti sollevano la
questione della libm-tà religiosa, non è che
un pretesto per attaccare la Chiesa romana ”. E l’A. domanda insistemente agli uni
e agli altri di avvicinare il tema senza amarezza e con fiducia nella sincerità e nella
buona fede deLCinterlocutore.
A Ombues
de Lavalle
A Ombues de Lavalle si è aperta il
7 marzo la Conferenza del VI Distretto, con la consacrazione al ministero
di Néstor Tourn e di Néstor Rostan.
Mentre rivolgiamo i nostri auguri più
cal^ per il ministero dei nuovi pastori impegnati nelle chiese del Rio de
La Piata, pensiamo con spirito fraterno ai lavori della Conferenza, di
cui speriamo di aver p^to un rapporto che ci faccia sentire più vicini
all’opera e alla vita di quella parte
della Chiesa Valdese.
Il Pastore Giovanni Tron e la Signora, intanto, che ripartiranno per
l’Uruguay ai primi di maggio, stanno
intensificando le loro visite alle nostre chiese, presentando in modo particolare le necessità dell’opera in
Montevideo, con la costruzione del
nuovo tempio. E’ con poia che li vediamo passare fra noi, di chiesa in
chiesa.
2
pag. a
L’ECO DELLE VJpUi VALDESI
11 marzo 1960 — N. 11
■ V W ir
‘ - Qii’ést’xela
pour fanf de gens?
Jean 6: 9
Tu regardes tes faibles ressources: celles de ta foi, celles de ton
Eglise; et puis fu sondes les besoins infinis du Monde, du Monde qui
meurt dans l'ignorance et dans la haine, du Monde malade et qui refuse les remèdes.
Qu'est-ce que cela pour tant de gens? A peu près comme cinq
pains d'orge pour cinq mille hommes! à peine! A quoi bon les offrir?
Seul un petit garçon, un enfant, peut être assez naïf pour apporter
ses pains et ne pas se sentir ridicule. Pour lui, un océan se fait avec un
baquet d'eau, et il n'y a pas de différence entre 5 et 5.000. On demande du pain ; il en a ; le voilà !
C'est ce geste du petit garçon que ton Maître attend de toi ; ce
geste qui donne ce qü'il a et qui, tout « bêtement », pense que ça peut
servir, puisqu'on le lui demande.
Si tu raisonnes comme Un homme, tu ne feras jamais ce geste; tu
garderas tes pains et la foule pourra mourir de faim. Car il fallait ce
geste pour que le miracle s'accomplît.
Certes Dieu pourrait tout faire en se passant de nous, mais il a
choisi plutôt d'utiliser nos ressources, de revêtir de Sa puissance notre
faiblesse, de bâtir Sa Maison sur ce petit caillou que tu Lui donnes.
A lui seul, ton acte ne vaut rien; mais si ton Maître s'en empare,
s'il le multiplie par 100 et puis par 1000, ce geste d'un enfant naïf
aura nourri ta foule.
Philippe Vernier.
(de Avec le Maître)
Giornate ecumeniche di studio
.,,, . îf
sui problemi rurali
Negli articoli precedènti ho dato alcune
notizie sull’origine ¡della « Aecademia
evangelica per la gioventù rurale » di Allenkirclien. Nel bellissimo e moderno edificio deirAccademia -una quarantina di
giovani Contadini tedéschi si trovavano
riuniti per un corso di vari mesi che li
prepara ad essere degli animatori per il
rinnovamento tecnico e spirituale dei loro
villaggi.
Per poco più di ire giorni a quei giovani si sono aggiunti i venti partecipanti
alle « Giornale ecumeniche di studio » che
avevano come tema centrale « Vocazione
e adattamento dell’agricoltore nell’Europa
di domani ». Ho partecipato a queste giornate di studio in qualità di osservatore, a
ciò delegato dalla Tavola Valdese. Devo
dir subito che ero andato ad Altenkirchen
con molti dubbi sull’utilità che quell’incontro poteva avere per noi in Italia. Pensavo che la diversità tra le condizioni degli agricoltori delle nostre montagne e
quelli, supponiamo, delle pianure olandesi sono così grandi che sarebbe stato
molto tlifficile trovare dei prt^lemi comuni. Mi ero invece sbagliato, e la partecipazione alle « giornate di studio » mi
ha convinto che gli agricoltori delle Valli
avrebbero moltissimo da guadagnare dal
contatto con agricoltori evangelici di altri paesi. E’ vero che ogni paese ha le
sue caratteristiche particolari, ma nell’in
Proseguendo V inchiesta curata a Mosca
REUGIOSITA' E CUL'n
nell'Unione Sovietica
Qual’è la situazione delle ciiiese nell’Unione Sovietica oggi, a quindici an.
ni dalla guerra ed all’inizio di una
nuova fase nei rapptorti fra oriente e
occidente?
A che punto sono la chiesa ortodossa e le altre chiese cristiane? Come vi.
vono i musulmani? E gli ebrei?
A Mosca ha cercato una risposta a
queste domande. Al numero 10 di Pereoiok Ostrovskogo, in una ex-villetta
reside^ale, ha sede il Comitato per
i Culti Religiosi, la più alta autorità
sovietica in materia di religione e di
culti. Creato nel 1943, il Comitato è
composto di cinque membri-nominati
direttamente' dal consiglio dei minist^ e dura in carica per un numero
illiimtato cU anni. Non ha carattere
paritetico, in quanto nessun rappreseiitante delle comunità religiose è
chiamato a farvi parte.
Avevo ottenuto, tramite il Comitato Sovietico per le Relazioni Culturar
li un ccdloquio con uno dei membri
del Comitato per i Culti Religiosi: il
signor Voshikow. E im uomo alto,
magro, tranquillo e molto gentile
Studioso di storia, era appena toma
to dalla Danimarca, dove aveva par
tecipato ai lavori di un congresso intemazionale di storici.
«Compito fondamentale del Comitato -— mi spiega Voshikow — è di
vigilare che vengano osservate le leggi dell’Unione Sovietica, sia da parte
delle autorità civili locali che da parte delle organizzazioni religiose. Spetta al comitato di regolare le vertenze
che sorgono quando le autorità locali
si oppongono alla formazione di una
nuova comunità religiosa, oppure
quando una nuova comunità di credenti inizia la celebrazione del culto
senza aver prima provveduto alla « re.
gistrazione» presso le autorità locali,
prevista dalle l^gi sovietiche. Ma negli ultimi cinque o sei anni non si
sono verificati casi di intolleranza religiosa da parte di autorità civili locali, nè casi di trasgressione alle leggi sovietiche da parte di comtmità religiose ».
Le leggi che nell’Unione Sovietica
regolano i rapxx>rti fra autorità civili
ed organizzazioni religiose sono fori;
damentalmente due: l’articolo 124 della Costituzione, che precisa : « Allo
scopo di assicurare ai cittadini la libertà di coscienza, la chiesa nelrURSS è separata dallo Stato e la
scuola dalla chiesa. La libertà di praticare i culti religiosi e la libertà di
propaganda antireligiosa sono ricono,
sciute a tutti i cittadini». La costituzione viene integrata da una legge
promulgata nel 1929, detta « Legge
sulla organizzazione religiosa». Vi è
inoltre l’articolo 127 del codice penale
che stabilisce : « Verrà punito con una
pena fino a sei mesi di reclusione
chiunque impedisca agli osservanti di
praticare la propria religione ».
Il signor Voshikow mi fornisce gli
ultimi dati ufficiali, validi per il 1960,
riguardanti le comunità religiose nell’Unione Sovietica:
Ortodossi: 30.00.000, 20.000 chiese, 2
Accademie (Zagorsk e Leningrado) e
ima trentina di s«ninari.
Vecchi Credenti: 1.000.000, 1.000
CÌ!lÌ6fiG
Musulmani: 7.000.000, 8.000 mo
schee, 2 scuole coraniche (Tashkent e
Bukkhftra). • ■
Cattolici: 4.000.000, 1.241 chiese, 2
seminari (BLaunas e Riga) ed alcuni
corsi teologici.
Protestanti: 1.500.000, 477 chiese luterane. 96 riformate, 100 armene gregoriane {queste ultime, veramente, non
possono dirsi protestanti, n. d. r.).
Battisti : 500.000, 5.000 chiese.
Avventisti: piccole comunità, 400
chiese.
Molochiani: piccoli gruppi, 17 chiese.
Metodisti: piccoli gmppi, 11 chiese.
Buddisti : nelle regioni orientali, 200
templi.
Ebrei: 500.000, 400 sinagoghe, 1 collegio rabbinico (Mosca).
A proposito dell’ultimo gmppo, occorre chiarire che gli ebrei nelTUnione Sovietica sono considerati cerne
una nazionalità (il loro numero si aggira intorno ai 3.000.000), ma poiché il
Comitato dei Culti si occupa delle nazionalità solo dal punto di vista del
culto, la cifra di mezzo milione sta ad
indicare il numero degli « ebrei prati
canti ».
In base a queste statistiche ufficiali. il numero dei credenti nell’Unionb
Sovietica si aggirerebbe quindi intorno ai cinquanta milioni, vale a dire il
25% della popolazione. Le 40.CWO chiese di tutti i culti fornirebbero una
chiesa per ogni 5.000 abitanti.
Nell’Unione Sovietica i luoghi di
culto esistenti sono di proprietà dello
Stato, che li cede gratuitamente alle
comunità religiose. Nei piccoli centri
e nelle campagne i fedeli generalmen
te affittano da privati i locali da adibirsi al culto.
Secondo Vo.shikow il numero d i
credenti va gradualmente diminuendo, non solo perchè i vecchi muoiono,
ma anche perchè le persone in età
matura mostrano un crescente disinteresse verso la religione e sottolinea
il fatto che questo' fenomeno è comune all’Unione Sovietica e aU’cccidEnte. '
E’ evidente la sita intenzione di dimostrarmi che neirUnione Sovietica
esiste piena libertà religiosa. Apre un
armadio e mi mostra tutta una serie
di libri di culto delle varie religioni,
stampati nelle tipc^afle statali, e numerosi albums cop fotografie di preti,
rabbini, pastori e chiese piene di fedeli in preghiera.
<fln occidente — mi dice Voshikow
— si pensa che nell’Unione Sovietica
non vi sia libertà religiosa e per dimostrarlo dicono che qui si fa della
propaganda antireligiosa. Ma in occidente non si conosicono le nostre leggi in materia di religione. Da noi
ognuno è libero di credere e di non
crédere. Tutte le religioni prendono
una parte attiva nella campagna per
la pace e perciò non occorre nè eliminare nè scoraggiare la religione. Nell’Unione Sovietica esiste la pace fra
religiosi e non religiosi e chi costruisce un palazzo non vuole che esso
venga distrutto».
(continua) Tullia Zevi
sieme vi è una gran quantità di problemi
che son comuni a tutti i lavoratori della
terra sul continente europeo.
Ma procediamo con ordine.
Quest’anno i partecipanti alle « giornate
di studio » su problemi rurali erano venti, come si è detto, provenienti da Francia, Germania, Olanda, Svizzera, Danimarca e Italia ;,,.metà erano pastori e metà
erano agricoltori o persone interessate all’agricoltura.
Parecchi di loro si erano già ritrovati
negli anni scorsi in riunioni analoghe tenute presso il centro di Villemétrie, in
Francia. Le « giornate di studio » di quest’anno erano dunque in qualche mòdo
la continuazione di un discorso già cominciato ed in mezzo al quale io sono improvvisamente venuto a trovarmi; pure la
cortesia o, per meglio dire, i sentimenti
fraterni con cui sono stato ricevuto mi
hanno fatto sentire perfettamente in armonia con gli altri.
Diverse cose di queste « giornate di
studio » meriterebbero di essere menzionate: e prima di tutto il culto del mattino, di estrema semplicità, fatto a turno
dai partecipanti al corso per giovani agricoltori tedeschi. Era hello vedere questi
ragazzi di campagna che, pur davanti a
dieci e più pastori di diverse nazionalità,
non avevano timidezza o timore e presiedevano il loro piccolo culto con dignità
e serietà.
Non racconterò lutti gli studi e tutte le
discussioni che si sono avute nelle tre
giornate di studio: spero di aver presto
la relazione e gli atti ufficiali (in francese) del convegno, che terrò a disposizione
di chi li voglia conoscere in dettaglio;
ma vorrei accennare brevemente a due
argomenti.
VocazianB
' delPagricoltorB
Il primo è stato presentato in un breve
ma denso studio del pastore F. Bremer,
futuro direttore deH’Accademia di Altenkirchen, sul tema della vocazione dell’agricoltore.
La chiamata di Cristo, egli ha detto,
non è una vocazione a un mestiere, ma è
una vocazione ad essere figliuoli di Dio
in qualunque mestiere. Per S. Paolo (I Cor.
7: 17-24) l’importante non è che 1 uomo
sia schiavo o libero ; è che sia redento da
Cristo. Gesù ha chiamato Levi e Zaccheo,
tutti e due pubblicani: uno ha abbandonato il suo mestiere, l’altro no, ma tutti
e due sono stati salvati. Non ci si può
dunque basare sulla Bibbia per dire ad
un agricoltore « tu non devi abbandonate
la terra per cambiar mestiere ».
Bisogna però dire, continua il Past. Bremer, che il Signore ci Ita chiamati ad essere cristiani in un mestiere: cioè, la nostra professione è il luogo in cui adempiamo i comandamenti. Ln agricoltore
ama il prossimo in primo luogo essendo
un buon agricoltore, essendo un agricoltore moderno e progressista che si aggiorna e prova nuovi e migliori metodi di
lavoro, perchè il suo esempio può essere
di aiuto agli altri e la sua impresa agricola sarà non un peso ma una forza per
la società. Ln buon agricoltore deve anche saper affrontare dei sacrifici : per esem-.
pio quelli necessari per istruirsi e per modernizzarsi.
In terzo luogo, dice il Past. Bremer, bisogna ricordare che il mestiere di agricoltore non è nè più nobile nè meno nobile, nè più onorato nè meno onorato di
qualunque altro; è quindi giusto che l’agricoltore ricavi dal suo lavoro un reddito
adeguato, come ogni altro lavoratore. La
Chiesa dovrà dunque aiutare l’agricoltore
a rispondere alla sua vocazione cristiana
nella sua pro^fessione; e ciò significa prima di tutto l’obbedienza personale a Cristo, ma vuol dire anche la buona conoscenza di tutti gli aspetti della situazione
in cui si trova l’agricoltura nel mondo
moderno per poter rispondere adeguatamente ai grandi cambiamenti che si profilano nel mondo. Ma .su questo punto non
ci si può aspettare dal pastore che egli abbia una conoscenza tecnica di tutti i problemi: tocca invece agli agricoltori stessi
riunirsi per conversare assieme, per discutere fralernamente della propria situazione
alla luce della Bibbia, per tenersi aggiornati.
Questo è il sunto, molto rapido, dello
studio del Past. Bremer. Nel riassumerlo
si perde una buona parte della forza e
della chiarezza del discorso originale, ma
anche così, mi pare, v’è una ricchezza di
pensieri che può indurre a meditare ogni
agricoltore e specialmente ogni gruppo di
giovani che voglia sforzarsi di capire die
cosa voglia dire, nel secolo ventesimo, essere un agricoltore oristiano.
Una sparanza
Lo spazio ristretto di un giornale non
permette di riferire tutto quello che è stato detto nelle discussioni a gruppi e nelle
discussioni generali, che seguivano gli studi. Ma mi pare che sia ancora degno di
essere ricordato un pensiero espresso dal
Past. André de Robert, direttore del Centro di Villemétrie, presso Parigi.
Si stava cercando di definire che cosa
la Chiesa può fare per gli agricoltori cd
il Past. de Robert disse: « La Chiesa deve
dare loro una speranza ed un compito ».
Poi spiegò come oggi molti agricoltori
soffrano per un certo senso di tristezza e
di delusione: quando si vedono in campagna, e in montagna Specialmente, delle
case abbandonate, quando si vede che i
giovani lasciano la terra per andare a lavorare in fabbrica, quando si vede che il
lavoro agricolo rende sempre menò è naturale sentirsi amareggiati ed abbattuti. E
qui la Chiesa, dice de Robert, deve dare
alt’agricoltore una speranza. Non soltanto
la speranza della vita eterna che è data a
tutti i credenti, ma anche una speranza
concreta per questa vita terrena: la sjtcranza, cioè, che oltre la crisi attuale l’agricoltura ha un avvenire, (die essa non è un
mestiere condannato, ma è destinata ad
avere un posto preciso nella società )utura.
Ma il futuro non basta aspettarlo, bisogna prepararlo. E perciò assieme alla speranza deve essere affidato agli agricoltori
di oggi il compito di preparare l’agricoltura di domani. I modi per far ciò sono
molti e cambiano da un luogo aU’altio,
ma è certo che chi lavora per il futuro
lavora con speranza ed anche con gioia.
Questa gioia manca oggi nelle nostre campagne: i crédenti devono aiutare a farla
rinascere. Aldo Comba.
11 cardinale arciprète della basilica vaticana, Domenico Tardini, ha, con recente provvedimento, proibito la celebrazione dei matrimoni di religione mista nella
chiesa di San Pietro. Il provvedimento viene giudicato, negli ambienti vaticani, molto opportuno, perchè non si riteneva conveniente che si svolgessero in San Pietro
matrimoni che,, secondo la legislazione
ecclesiastica, non debbono essere celebrali
nei templi, bensì in luoghi separati, e
cioè nelle sagrestie. {Corriere delta sera ¡
LA DONNA NELLA CHIESA,
Giornata universale
M. Barot, segretaria del Dipartimento della collaborazione tra Fuomn
e la donna, del C.E.C., ci fornisce alcune notizie del lavoro svolto nel 1959
e alcuni progetti per quest’anno:
— Una visita in Asia in occasione
della 1« Assemblea delle Chiese asiatiche membri del Cons. Ecumenico,
tenuta a Kuala Lumpur in Malesia,
ha permesso di constatare quanto
laccesso alla indipendenza apra delle
possibilità alla testimonianza. I cristiani in Asia sono dappertutto un’infima minoranza in ambiente musulmano, buddista, scintoista. Protetti finora dalle Missioni potrebbero correre adesso il rischio di scoraggiarsi, di
chiudersi in se stessi. Ma i nostri amici asiatici sono convinti che Dio è
alFopera in Asia attraverso gli sconvolgimenti politici che buttano all’aria i vecchi quadri. Tutti sono al lavoro, anche i laici, anche le donne!
— In Africa due rappresentanti del
Dipartimento, una olandese e ima
donna del Camerum, stanno lavorando per stabilire relazioni tra chiese,
missioni e paese. Aiutano i gruppi
femminili delle chiesei a risolvere i
problemi che li interessano, riguardanti matrimonio, famiglia, educazione femminile e i problemi della donna divisa anche là tra i nuovi doveri
professlonaU e i doveri familiari tradizionali.
— In occasione della riunione del
Cons. Ecumenico a Rodi l’estate scorsa, i rappresentanti del Dipartimento
hanno potuto fare conoscenza con le
organizzazioni fenuninili ortodosse di
Gj^ecia, che hanno offerto delle ricche sorprese: Atene possiede una
sfcuola di formazione sociale che esige
dalle allieve l’aver frequentato 4 anni
in una Facoltà di Teologia. Ogni anno la Facoltà di Teologia ortodossa
accetta un'uguale numero di giovani
^ (.(X lagazze cne la irequentano in vista aeu insegnamento religioso nene
scuole, ae questi giovani vogliono poi
entrare nei sacerdozio o le ragazze diventare assistenti ai cniesa uovranno
rare ancora due anni suppiementari
ui teologia.
Problemi all’ordine del giorno pei
essere stadiati nell'ambito del Dipartimento durante il 1960 sono fra l’altro
1 seguenti:
— ìstuGiaie la possibilità di offrire
del lavoro a mezzo tempo, a dorme
troppo sovraccaricate dal lavoro professionale a tempo pieno unito ‘ al
lavoro laminare, rrobiema particolar.
mente bruciante in Europa.
— ¡studio della situazione dei celibi,
uomini e donne, al lavoro nelle diverse chiese. Certe chiese esigono il celibato per l'esercizio del sacerdozio,
tutte lo esigono per le dorme che servono come assistenti di chiesa o missionarie. Tutte però insegnano che il
matrimonio è la fonna di vita voluta
da Dio. Quali sono i risultati? E quali
sono le esperienze della vita comunitaria — che si avvicina alla forma
monastica — apparsa recentemente
nel protestantesimo?
— Lo studio delle liturgie matrimoniali delle diverse chiese tenendo pre
sente che in talune si è giunti ad attenuare nella liturgia del matrimonio
la subordinazione richiesta alla donna, mentre in altre non si vuole alterare la tradizione liturgica.
— E’ m corso attualmente una
visita della segretaria del Dipartimento nell’America Latina, in occasione delle riunioni del Comitato ese
cutivo del Cons. Ecumenico e della
14« Commissione della Condizione del.
la donna nelle Nazioni Unite, entram,
be in Aigentina.
In comunione con le donne protestanti di 120 nazioni sparse sulla faccia della terra, secondo una consuetu
dine che dura ormai da un quarto di
secolo, la Giornata di preghiera ha
avuto luogo il 4 marzo, primo venerdi
del tempo di passione.
Tema della giornata fu quest’anno
il versetto 9 della prima epistola di
Paolo ai Corinzi : « Noi siamo collabolatori di Dio».
Ho avuto la gioia di vivere quella
giornata in comunione di spirito con
le donne protestanti di Ginevra. Molto accuratamente preparata, essa ci
offrì l’opportunità del raccoglimento
interiore fin dal mattino, mediante
servizi di intercessione susseguitisi
grazie alla collaborazione di un gruppo di responsabili, dalle ore 8 alle 18.
La giornata si è chiusa con un solenne culto ecumenico nella cattedrade, presieduto dal Moderatore della
Comp^agnia dei pastori, con la collaborazione di due donne consacrate al
santo ministero.
La liturgia, preparata quest’anno da
un gruppo di donne che hanno trovato nel Canadá una nuova patria, guidò i fedeli che stipavano la navata
centrale del vasto tempio, in momenti di adorazione, pentimento.
L’offerta, destinata ai rifugiati, tramite l’opera dell’Entraide protestante
e delle Unioni cristiane femminili,
volle essere l’atto di solidarietà di una
fede che non è soltanto contemplativa ma operante.
Da tre anni, in Italia, il Comitato
della Federazione femminile valdese
cura la traduzione della liturgia per
la Giornata di preghiera, e la fa pervenire a tutte le Unioni femminili. Ci
di preghiera
consta che alcuni culti sono stati celebrati in seno alle Unioni stesse, oppure a beneficio di tutta la comunità.
I servizi religiosi di quella giornata,
infatti, pur essendo preparati genelalmente da donne, non riguardano
le donne soltanto, ma tutti ì credenti
che sentono nel loro cuore il bisogno
ed il conforto della preghiera.
In questo nostro tempo in cui tutti
i problemi assumono dimensioni mon.
diali, senza per questo rispàrmiare la
responsabilità di ognuno, il raccoglimento interiore che prece^ l’azione
rende più preciso il discernimento
dei veri prcblepii, più attiva la carità,
più fiduciosa l’obbedienza,
L’unità nella preghiera rimane pertanto l’arma più efficace che il mondo
dei credenti possa opporre alle forze
disgregatrici del materialismo imperante. E non lo sperimenteremo mai
abbastanza. Delia Beri
Bisojinii vincprft la fame
a lutti i costi
(Düsseldorf) — Non è nè a Washington
nè a Mosca che si deciderà se l’uomo bianco sarà ancora tolleralo dalle popolazioni
di colore, ma forse a Pechino, alla Nuova
Delhi od a Johannesburg, ha dichiaralo il
past. Martin Niemöller, parlando a Veltben, in Renania. Vi è anéora Un brevissimo tempo concesso ai popoli di razza
bianca per dimostrare la loro solidarietà
(on gli altri popoli. Ogni giorno 100.000
persone muoiono di fame, ha fatto notare
il Niemöller. Colui che mangia secondo il
suo appetito e che ha ancora in tasca qùal(*he soldo deve sapere che quel denaro
non gli appartiene. iS.OE.P.l.)
3
N. 11 — 11 marzo 1960
L%do DÉiJiE vAtij Valdesi
W- 3
L'Esecutivo del Consiglio Ecuménico a Buenos Aires
La Facultad Evangèlica de Teologìa quartier generale ecumenico
Da molti mesi alla Facoltà teologica di Buenos Aires fervevano i preparativi per ricevere l’Esecutivo del Con.
s'glio Ecumenico, in occasione della
sua prima seduta nel febbraio 1960. Le
vacanze estive da un lato fadlitàno,
dall’altro complicano sempre la cosa :
ci aiuta il fatto che la Facoltà può
mettere a disposizione degli ospiti il
convitto al completo, risolvendo così
ogni problema logistico ; ma l’estate
non è certo la stagione ideale per riunioni del genere: il ritmo della vita
pubblica e privata è sempre molto ridotto a causa del gran caldo e molte
sono le persone che lasciano la città.
Tanto più s’è notato l’interesse del
popolo evangelico, che s’è presentato
in gran numero alle riunioni pubbliche e al culto serale presieduto da alcuni membri della delegazione.
Nei giorni 5 e 6 febbraio, prima che
s iniziassero le riunioni deH’Esecutivo. vari membri arrivati un po’ in anticipo, si sono messi a disp>osizione
dei dirigenti delle Chiese, pastori e
laici, e della stampa, per una «consulta » su problemi connessi col Consiglio. Nella zona rioplatense molte
sono le Chiese che non sono ancona
affiliate al Consiglio Ecumenico': per
esempio i Battisti, originati dalla mis.
sione statunitense dei « Battisti del
Sud ». i cui dirigenti non nascondono
! le loro più aperte simpatie per il Movimento Ecumenico, come organizza’ zione non sono ancora membri, come
del resto non lo è la loro Chiesa madre negli Stati Uniti ; ma anche verso
; la Federazione argentina delle Chiese
' evangeliche, un organismo nel campo
locale molto più ampio e comprensivo
, del Consiglio Ecumenico, mantengo' no un atteggiamento di collaborazioi ne sì, ma non di affiliazione. La Pe' derazione argentina delle Chiese
evangeliche è membro del Consiglio
mi-ssionario internazionale, ma non
del Consiglio Ecumenico, per cui si
presenteranno certi problemi, non appena, in un futuro molto prossimo,
queste due organizzazioni si fonderan.
no in una sola. E’ certo questa una
nota sgradevole per l’europeo che visita queste regioni: abituato a Chiese
nazionali nei paesi protestanti o ad
una collaborazione intensa tra le var
rie Chiese sorte nei paesi di minoranza si trova qui di fronte a terribili
divisioni, la cui unica origine è da ricercarsi nei paesi d’origine delle missioni, senza che abbiano alcun senso
i « locale » ; e. quello ch’è peggiore, tut
to ciò non sembra costituire alcun
problema per larghi strati di credenti, Le scuse addotte sono a volte così
puerili, che farebbero sorridere se la
realtà non fosse a volte tragica (per
es.; «siamo una Chiesa congregazionaiista, quindi la nostra « convenzione » non può aderire alla Federazione di Chiese, dovrebbe farlo ogni sinj gola comunità... » e cose del genere).
Si capisce quindi rinteresse che ha
assunto per un vasto gruppo di dirigenti ecclesiastici la possibilità di sot
toporre. Analmente, a un fuoco di Ala
J' «r.., I ;ì |
OS.':-'! t'
Membri dell’Esecutivo del Consiglio Ecumenico durante la riunione del
febbraio 1960 a Buenos Aires (sullo sfondo: il Congresso). Da sinistra a
destra: dr. W. A. Visser 't Hooft, dr F. C. Fiy, Prof. dr. B. F. Stockwell,
rettore della Facoltà teologica; invisibile dietro al dr. Visser ’t Hooft: il
dr. Barnes.
di domande i dirigenti del Consiglio
Ecumenico. E, bisogna dirlo, non han.
no mancato di approAttare dell’occasione: a volte la discussione ha
toccato pimti in cui non sono mancate le parole « forti », una prova di
più che tutti hanno semplicemente
« vuotato il sacco » in un ambiente di
Aducia reciproca. Il tono delle discussioni è stato comimque elevato, le domande in genere «intelligenti», gli
schiarimenti ottenuti soddisfacenti.
Le sedute a porte chiuse del Comitato esecutivo hanno avuto luogo dal
lunedì 8 al venerdì 12 febbraio; il
martedì 9, alla presenza di oltre l.CKM)
persone, c’è .sta.to un culto serale in
cui il dr. Fry, uno dei presidenti, ha
parlato su : « Il (Concilio Ecumenico e
la sua importanza nel mondo attuale », ed il past. Dagadu di Ghana ha
spiegato « L’umanità cristiana nella
Missione della Chiesa»; essi sono stati attentamente ascoltati dal numeroso pubblico, cui il terribile caldo e
rmsufflcienza dei posti a sedere non
ha fatto paura. Il desiderio d’unità
dei membri di Chiesa si rivelava chiaramente dall’interesse con cui l’assemblea seguiva le loro parole* L’Esecutivo è stato inoltre ricevuto dal Pre
sidente della Repubblica; ricevimenti
in suo onore seno stati offerti dalle
ambasciate greca e tedesca, vasti echi
nella stampa locale hanno accompagnato le sedute e specialmente le risoluzioni più importanti.
Arrivati a questo punto è necessario segnalare un contrattempo spiacevole. L’ambiente in sè favorevolissi
mo è stato turbato dalla presenza di
un gruppetto di « dissidenti », capitanati da un certo signor Cari Mcintire, presidente, negli Stati Uniti, di un
Sedicente ,« Consiglio internazionale
Calenciario delle riunioni
di Buenos Aires
Febbraio: In una riunione alla quale erano presenti i dirigenti delle
varie Chiese evangeliche il segretario generale del Consiglio Eoumenico. past. Visser’t Hooft ha detto : « Dobbiamo conoscere la vita e
la storia » delle Chiese in Russia. « L’ignoranza del mondo occidentale nei confronti dell’Ortodossia e della storia di altre Chiese in
Russia è colossale », Egli ha aggiunto di essere stato « fortemente
colpito dalla vita reale » che aveva trovato « nella Chiesa Ortodossa
Russa e nelle Chiese Battista, Luterana ed Armena». Ha tuttavia
ammonito i presenti che le Chiese russe vanno forse incontro a giorni difficili perchè il Governo Sovietico non vede di buon occhio la
vitalità della Chiesa.
Il Visser’t Hooft ha poi parlato delle possibilità di dialogo con la
Chiesa Romana, sottolineando che, in seno a questa confessione, si
assiste ad un sempre più chiaro risveglio di interesse per i problemi
ecumenici.
i) Febbraio : Il Comitato lancia un appello alle « potenze nucleari » perchè
continuino il lavoro in vista di un accordo sulla cessazione totale
degli esperimenti atomici. Il Comitato si è rivolto in modo particolare al Governo Francese, chiedendo di abbandonare la progettata
esplosione della bomba « .sahariana » ( sappiamo purtropfM con quale
risultato). La dichiarazione dice tra l'altro, «esortiamo i governi interessati ad adoperarsi in vista di un esauriente trattato capace di
realizzare la cessazione di ogni forma di ordini nucleari-atrnosferici
spaziali, sotterranei c sottomarini..! Ci rallegriamo del rnanifesto rilassarsi della tensione internazionale, anche se riconosciamo che le
ragioni fondamentali di sospetto e sffducia non sono ancora state
rimosse »,
10 Febbraio: Il past. Dagadu, del Ghana, ha parlato nella St. Andrews
Church di Buenos Aires, sottolineando che il settarismo ostacola
grandemente l’opera della Chiesa in Africa e che è riessano che essa
unisca i propri sforzi per combattere in quel continente il nazionali,smo, il secolarismo, il materiali.smo e l’avanzata deH’Islam.
11 Febbraio: Il Comitato Esecutivo conferma le date per la III Confe
renza Ecumenica, Nuova Delhi, 18 Novembre - 5 Dicembre 1961. Questa prima Conferenza Ecumenica asiatica avrà come tema centrale :
Gesù Cristo, luce del mondo. I sottotemi saranno: l’Unità, la Testimonianza e il Sendzio intesi come cooperazione e comprensione cristiana, la Proclamazione del messaggio cristiano a coloro che vivono
al difuori delle Chiese, la Re.sponsabilità cristiana nell’insieme della
società moderna.
Si ritiene che i partecipanti saranno 950-1000.
12 Febbraio : Il Comitato si è interessato ai progetti del nuovo comples,so
che sta per sorgere a Ginevra, capace di ospitare tutti gli uffici ecumenici e comprendente anche una cappella dalle caratteristiche ar
chitettoniche d’avanguardia.
Tutti i membri dell’esecutivo hanno parlato e predicato nelle vane
chiese e gruppi ecclesiastici di Buenos Aires. (S.OE.P.I.)
di Chiese cristiane» con chiare tendenze raezionarie, antiecumeniche e
a volte persino naziste nei riguardi
delle questioni razziali ; le funzioni
del movimento sembrano essere state,
Anora, quelle di organizzare riunioni
di disturbo, in tutti quei posti dove il
Consiglio Ecumenico, si riuniva (da
Amsterdam 1948 in ,-poi). L’esiguità
della sua composizione — (conta poco più di 100.000 membri in tutto il
mondo — distribuiti in genere in mo
vimenti di carattere settario), non
gl’impedisce di ottenere immensi mez.
zi Ananziari da ricchi anticomunisti
del genere « MeCarthy », il ohe gli
permette di esercitare ima propaganda attivissima nei vari luoghi, diffamando personalmente alcuni membri
del Consiglio Ecumenico, organizzando controriunionioni (pwchissimo frequentate invero) e arrivando, nel no
stro caso. Ano a presentare delle esplicite denunc’e presso il sottosegreta
riato ai Culti contro una persona del
Consiglio. In Argentina non ha quasi
nessun adepto, ed il popolo evangelico gli ha dato la risposta migliore, di
seriando il silo culto e venendo a
quello « ecumenico » Quando poi
l’Esecutivo ha fatto la dichiarazione
contro gli esperimenti atomici, Mcin
tire ne ha fatta una in favore di esperimenti intensìAcati (senza scherzi!).
D’altra parte in una cosa è riuscito:
confondere alquanto la stampa e dare un esempio non certo atto ad edi
Acare la Chiesa: peccato.
Importanti sono due dichiarazioni
dell’Esecutivo, sul controllo degli
esperimenti atomici e sulla rinascita
delTantisemitismo in vari paesi del
mondo. Non ci fermeremo su questio
ni di dettaglio e d’ammirùstrazione
(preparazione dell’assemblea di Nuo
va Delhi, 1961, il nuovo ediAcio del
Consiglio a Ginevra ed altre ancora).
Come si vede, si tratta di una riunione di grande importanza, anche
per i contatti avuti con le Chiese. E
speriamo vederne frutti abbondanti
in un ambiente come quello rioplatense, in cui, più che in ogni altro,
l’unità della Chiesa non è un lusso,
ma una necessità inderogabile.
J. Alberto Soggin
I lettori ci scrivono
Questa
politiGa...
Sono glume in direzione queste due lettere, la prima da Liiserna S. Giovanni, la
seconda da Torre Pellice;
Sul n. 9 del 28 jebbr. dell'Eco notai
’’Consulenze gratuite” che rhi lasciarono
assai perplesso.
Dichiaro di non essere iscritto a nessun
partito e di non aver nessuna intenzione
di iscrivermi.
Da qualche tempo noto sull’Eco degli
articoli politici di cui ad ognuno lascio il
suo.
Ma che l’Eco si prestasse ai politici questo non l’avrei creduto, e sono sicuro che
è il miglior sistema per creare delle divisioni e abbassare la dignità del giornale,
che dovrebbe essere esclusivamente religioso e informatore dèlie parrocchie e dei
parrocchiani.
Mi voglia scusare, ina tanto Le dovevo
dire.
Con la massima stima
Samuele Stale.
...Lei non pensa che l’Eco dovrebbe dedicare almeno un terzo dello spazio ad
articoli di meditazione e di evangelizzazione?
Nell’ultimo numero, se ho ben Iettò, in
nessuna parte si parla del Salvatore, mentre nelle Calli sotto un’apparenza di freddezza c’è una sete: di comunione col Signore che salva e guarisce...
Queste due lettere ripropongono il prò
blema di cui già altre volte abbiamo di
scusso: quello della politica sulle nostre
colonne.
Vogliamo anzitutto eliminare un equi
voco : pubblicando il comunicato « Con
sulenze gratuite» nòii abbiamo inteso mi
nimamente fare propaganda per il P.S.I.
promotore’ dell’iniziativa. Abbiamo sem
plicemente voluto informare i lettori di
tale iniziativa che è di pubblica utilità;
d’altra parte non sarebbe stato molto one
sto tacere il promotore, vero? E il nostro
interlocutore ci crederà, se gli assicuriamo ebe avremmo dato la stessa notizia se
si fosse trattato di qualsiasi altro partito.
Sul posto dato all’attualità politica sulle
nostre colonne, non possiamo ebe ripetere
quanto abbiamo già scritto sull’Eco del 1®
agosto 1958, a conclusione di una piccola
inchiesta al riguardo,-fra i lettori:
Quando diciamo: parlare dell’attualità
politica, cercare di chiarirla e di commentarla, non vogliamo con questo dire
che si debba "fare della politica” nel .senso di sostenere un partito! L’esempio valicano non è certo il nostro modello, nè
crediamo di aver dato prova di un politicantismo di questo genere. D’altra parte
viviamo sulla terra, in questo mondo, in
questo tempo, con i suoi problemi che
sono anche politici e sociali. Quando ci
incontriamo, parliamo anche di questi;
siamo, volere o. no, inseriti nella realtà
politica del momento, senza eccezioni ■—
anche chi ” non si interessa di politica ”.
perchè il suo atteggiamento ha delle conseguenze politiche. Pensiamo quindi che
.sia non soltanto bene, ma necessario che
si tenga conto di questo stato di co.se anche nella nostra stampa, come nella predicazione. Del resto, non .si tratta di una
opinione per.sonale, ma di una precisa indicazione del Sinodo 19,56... Non possiamo avere un giornale di pura ’’edificazio
n
Le voci
ne” (...). Nella terribile confusione, voluta o subita, che regna oggi, sentiamo pei
la Chiesa la necessità di cercare la verità,
una verità libera dalle deformazioni delle
ideologie, degli interessi di partito ed economici; la verità che risulta dal fascio d
luce inesorabile e purificatore che la Pa
rola di Dio fa cadere sulla realtà odierna
Tentiamo, con tutte le nostre forze, d
cercare e di dire questa verità, con la mas
sima obiettività che ci è possibile, con
quel distacco che non è superiorità nè di
sinteresse ma che ci viene dal desiderio di
ascoltare veramente la verità di Dio sul
nostro inondo. Non abbiamo certo la pre
tesa di riuscire sempre particolarmente ef
ficaci in questa ricerca, e forse talvolta la
nostra ’’obiettività” dà adito a critiche
in questo senso consideriamo essenziale
l’apporto dei lettori, con tutte le rettifi
che e chiarificazioni che stimeranno ne
cessarie. Ma crediamo che Cristo sia il Si
gnore del mondo, anche della politica;
e che la Chiesa (non un Magistero, ma
tutti noi!) debba attestarlo.
Così scrivevamo. E questo continua ad
essere il nostro piccolo « manifesto ». Più
che mai ci rendiamo ben conto che il nostro sforzo di obiettività — l’abbiamo fatto — non è stato sempre felice; ma l’aver
ricevuto volta a volta critiche da destra
e da sinistra ci ha un poco confortati... Il
Signore ci guardi dalla superbia del « giusto mezzo », che Lui solo rappresenta!
Sappiamo però che in complesso si dice
che l’Eco delle Valli (come un po’ tutta
la nostra stampa evangelica) « è a sinistra »; è uno slogan che può voler dire
molte cose; e se abbiamo cercato di aver
sempre presente l’urgenza di un rinnovamento sociale, non ci si può certo accusare di simpatie per il totalitarismo sovietico, anche ci rifiutiamo di « veder rosso »
per principio, quando guardiamo ad Oriente. Più che mai sentiamo, nella nostra limitatezza, il bisogno e il desiderio di una
attiva e robusta partecipazione, anche critica, da parte dei lettori. Ma, salvo la recente discussione sul marxismo, le critiche che abbiamo ricevuto sono state per
lo più generiche accuse di parzialità é di
unilateralità: abbiamo bisógno di interventi solidi, perchè la nostra piccola stampa possa pur essere il luogo in cui senza
rancori le idee e le posizioni si affrontino,
per rarricchimento di tutti, tentali come
siamo tutti dal conformismo ai giudizi
bell’e fatti e da una comoda ottusità alle
posizioni diverse dalla nostra.
Infine, la parte troppo ristretta fatta agli
articoli di meditazione e di evangelizzazione. E qui riconosciamo che in qualche
numero, specie quando la cronaca — che
tuttavia non è cronaca mondana! — è sovrabbondante, tale parte è stata un po’
trascurata. Aècettiamo dunque il richiamo dei lettori che ci hanno scritto, a condizione che non si operi una separazione
assoluta — ingiustificata dal punto di vista biblico — fra parte « religiosa » e parte « profana ». Il Signore « che salva e
guarisce » è un Signore totalitario : nulla
della nostra vita Gli è estraneo o Gli
sfugge. red.
La Domenica Battista
Il 6 febbraio la grande famiglia dei
ventitré milioni di Battisti ha celebpto la Domenica dell’Alleanza Mon.
diale Battista, centrata sulla meditazione della Signoria di Cristo, nella
vita degli individui e in quella delle
nazioni : essa sarà U tema del X» Congresso Mondiale Battista che si riunirà quest’anno a Rio de Janeiro.
(^el sii
enzio
//
E’ eempre con rinnovato senso di sttqnfa
letizia che accogliamo oggi il dono del canto del poeta. Un dono ohe si fa sempre più
raro. Tanto raro ohe, oggi, s’è creato un
vocabolo nuovo: paroliere! Un uomo cioè
che adatta parole a ritmi; non gli si chiede
ispirazione ; gli si ch’ode soltanto di rinsc're ad infilare un certo numero di sillabe corrisnondonli a dotermiinati accenti
ritmicL.. F, la poesia è sempre più rara e
preziosa. E’ una scoperta per l’uomo del
nostro tempo, ma questo incontro è benefico. E ci siamo pertanto rallegrati quando
abbiaimo appreso che l’edito-re milanese Gastaldi aveva bandito un concorso naz-’onale
per la Poesia. E t»ù ancora ci siamo
rallegrati ouando abbiamo saputo che: Ee
voci del silenzio di Mirella Bein Argentieri
avevano ottenuto la segnalazione d’onore.
Oggi, questa delicata raccolta di cant', è
stata pubblicata (Gastaldi ed., Milano, L.
250) neUa collana: Poeti d’ogg-', col titolo:
Le voci del silenzio.
Voci cioè che si ascoltano nel silenzio di
una nuova nascita:
” Ho risvegliato un’anima stasera
a' tocco lieve
d’una narola buona,
ecco s’è aperta come d’incanto ”.
Istant: musicali, irnimagini prez’ose che
evocano un mondo che non è piu, o che
sarà, domani :
’ Immagine lontana
di ascosi sogni
e tenerezze mute
non mi chiamare più:
cessi col pianto
il mio tormento
e pura un’alba sorga
a rischiarare ancora
il mio cammino ”.
Rivelazione ineffabile del mistero rdavant! ,
al roseo lettino dove
”la bambina sgambetta
sorride, cinguetta
canoro uccellino.
Qual luce mai rechi
negli occhi innocenti?
Di quali concenti
riodi tu gli echi?
.... Non posso sapere,
chè a un angel soltanto
dei cieli l’incanto
è dato vedere
Solenne ed ammonitrice la voce del do
lore:
...Atroce schianto nel suo cuore
e il cielo su lei richiuso:
fredda giacea la spoglia del figliola
su freddo marmo
e lo straziato grido
ancora sento
sventurata madre...
... il dolore della madre di un partigiano
caduto si fonde nel dolore iper i caduti nei
lager; si fonde, e vorremmo dire si placa:
SI, morivate là nei campi atroci
or son dieci anni, ma non son mute
le vostre voci ancor, per noi, fratelli:
non son perdute.
Questo Lbriccino prezioiso è iu vendita
alla Claudiana. Cl.
lUon chiesero
nulla
•••
E’ stato pochi giorni or sono.
Due pastori visitano in compagnia di
un anziano, alcune famiglie di un quartiere in occasione di una delle recenti
campagne di appello tenute alle Valli.
Entrano in una casa modesta dove vivono due giovani sposi con i loro due figli
ancora in tenera età.
— Hai trovato lavorò? — domanda l’anziano al marito che è giunto in quel momento da Torino.
— No — risponde questi tutto triste. ■—
Ho girato la città in lungo e in largo per
due giorni, ho visitato più di trenta ditte
ma nessuno vuole assumere dei muratori
in questo momento,
— Questi cari giovani — spiega ancora
l’anziano ai pastori — son forse il caso
più bisognoso di tutta la parrocchia. Da
vari anni sembrano perseguitati dalla sventura: malattie dei bimbi, fallimento delle ditte che avevano assicurato il lavoro
al marito e altri guai? sono totalmente poveri, vivono in casa d’affitto e son quattro
bocche che debbono mangiare... Abbiamo
cercato di interessare per loro questo o
queli’ente ma fin qui non abbiamo ottenuto nulla. Vivono soltanto con qualche
modesto .soccorso offerto dai vicini che
voglion loro bene e col credito di qualche centinaio di migliaia di lire dai negozi di fondo valle...
Sembraran quasi strane quelle parole
dell'anziano, dinanzi a quei due giovani
dai vestiti modesti ma pure diligentemente curati, che ascoltavano tristi, quasi un
poco mortificati quel che si diceva di
loro. E sembravan quasi crudeli dinanzi
a quei due bimbetti innocenti e belli.
Dopo il commiato uno dei pastori tornò
indietro per mettere una piccola cosa nella loro mano... Ed allora la giovane donna scoppiò in singhiozzi e afferrò la sua
mano per baciarla...
Non avevnn chiesto nulla, ma quelle lacrime dissero tanto!
Forse qualche nostro lettore vorrà interessarsi in qualche modo a. queste tqcrime:
^riva alla Red. dell’Eco riferendoci al
’’Non chiesero nulla” e gli verrà próntamente risposto.
Un Pastore valdese.
4
pag. 4
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
11 manzo I960 — N. 11
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
AN6R06NA (Cdpelào90)
Bauesimi. In frazione Arpanot, sotto un
ben'gno e caldo sole iprimaiveriJe, sono stati battezzati tre figli dei coniugi BertinAglì, il 28 febbraio 1960, alla presenza di
tre anziani del Concistoro. Serino, Laurina
e Silvana erano attenti alle parole del Pastore che ohiedeva ai loro genitori un così
serio impegno, e hanno con convinzione
contraccanil>iato l’ahbraocio che in quel
momento non era dato a dei faneìnllini,
ma a del futuri testimoni d,i Cristo.
Piangete con chi piange. Viva commozione ila suscitato anche fra noi rùnprowisa dipartenza di Dante Eynaid, già segrt
tarlo al Comune di Angroigna, e marito di
Alma Chauvle. I fratelli, genitori e zi; di
questa ricevano ancora qui l’espressione di
condoglianza di tutta la comunità.
Missióni. In alcuni quartieri della parròcchia, si è avuta la visita dei gióvani della società iniBsìonaria « Pira del Torno ».
Un cordiale ringraziamento per il loro.messaggio.
Unione Prassuit. Martedì scorso, serata
« prolungatissima » con quiz hiblici. Giovani e meno giovani vi hanno partecipato
con entusiasmo.
La filodrammatica dell’Unione prepara
per il 19 marzo una recita. La neve ohe
cade ininterrotta da alcuni giorni non ha
certo il potere di raffreddare lo zelo dei
nostri giovani!
POMARETTO
La tradizionale festa dei-XVII ha avuto,
come di consueto, il carattere particolare
che la distingue: partecipazione dei dele
gati della -chiesa madrina, signori Schwarzen-bach di Onex, nonché delle àutorità civili e le varie adesioni di amie" e responsabili della cosa pubblica; i due cortei sempre numerosi con la presenza della banda
inversina, mentre era assente quella del
Centro, in prow'soria vacanza dopo la lun.
ga trentennale partecipazione; la corale ha
concorso, come sempre al buon andamento
della vigilia e del culto; l’agape fraterna
è stata molto affollata, nonostante il tempo
avverso e perfettamente organizzata; la filo dra-mma tica ha chiuso in bellezza la giornata con una recita riuscitissima: La torre
sul pollaio di V. Calvino. Siamo lieti che
la nota religiosa unita alla -nota lievemente
gioviale è molto apprezzata dal pubblico
ed è di indicazione preziosa per il futuro.
Le recite dei bambini seppure ridotte sono
state accolte con gioia dalla massa dei present'; il messaggio di ispirazione biblica
è stato annunziato al vasto pubblico del
mattino. Abbiamo gradito i messaggi della
chiesa madrina e del nostro sindaco Artu
ro Rostagno, ijronuncialo quest’ultimo dii
tante l’agape fraterna.
Ringraziamo di cuore tulli i collaboralot i
e le collaboratric! che hanno felicemente
concorso alla perfetta riuscita della celebra.
zione nelle varie manifestazioni: falò, corale, pranzo, filodrammatica, corteo, ospitai tà degli am’.ci svizzeri, recite dei bambini ecc. Speriamo òhe il servizio reso possa continuare ancora con pari entusiasmi)
e con pari aiinorc nelle varie attività ecclesiastiche.
Recenteononle una delegazione del com íalo di gruppo della F.U.V. ha -rivolto apprezzali messaggi alla nostra unione: ringraziamo di vivo cuore Claudio Tron e
Raimondo Genre per la loro preziosa vi
sita.
Domenica 6 marzo abb'a-mo celebralo il
servizio funebre di Alessandro Poet della
comunità dei Ghiotti e deceduto a Poniiiretto. Un folto pubblico ha preso parlo
alle esequie. AUa famìglia inviamo il no
stro pens'ero d'. sianpalia cristiana.
Domenica 13 marzo il Pastore Giovanni
Tron e signora rivolgeranno messaggi alla
scuola domenicale, al culto, alle unioni
delle madri e la sera aU’unione gio-vanile.
In comunione coi Valdesi del Sud Ameri
ca nessuno deve mancare. La mattina ter'
remo il culto alTlnverso alle ore 10,30 per
quanti non possono intervenire al culto del
Centro.
Le XVII Février
à Marseille
Cette année encore, l’Union Vaudoise
de Marseille a célébré avec joie et reconnaissance le 17 Février. Si, à Marseille,
il est impossible d’allumer des falots, et
si le cortège des Vaudoises, fanfare et drapeaux en tête, est hélas impossible aussi,
la joie des coeurs et l’élévation des âmes,
est certainement aussi grande et aussi profonde qu’aux Vallées.
Dès le Dimanche matin, le Temple de
la rue Grignan était rempli de Vaudois,
et les Vaudoises en costume si gracieux,
retenaient l’attention. Par le choix de sa
prédication sur « La foi de nos pères »,
Monsieur le Pasteur Nisbet, avec éloquence, su retenir l’attention, et ranimer chez
certains, le feu qui veillait sous la cendre.
C’est empreint d’une profonde émotion
que l’auditoire l’écouta — et nous sommes
certains que si la chorale de l’Union,
chanta avec tant de recueillement, de foi,
et d’amour le Serment de Sibaud ■— c’est
parce qu’elle était sous l’effet des paroles
de Monsieur le Pasteur Nisbet — et tous
les Vaudois le remercient pour le bien
que leur fit son message.
Après le culte, selon la coutume, un repas fraternel réunit les Vaudois et leurs
amis à la Maison Vaudoise. C’est ainsi
que Monsieur le Pas-leur Nisbet présida
le repas, entouré du Président Monsieur
Poët Henri, de Messieurs les Pasteurs Donadille. Marchand, Chapal— de Monsieur
Pierre Blanc, notaire, et de Monsieur et
Madame M. Lennhard, amis des Vaudois.
Comme chaque année, une centaine de
Vaudois étaient présents et heureux de se
retrouver autour des tables fleuries avec
art par les Dames du Comité. Pendant tout
le repas, l’impression était que nous
étions aux Vallées, et non à Marseille.
Dès que Mr. H. Poët eut remercié les personnes qui l’entouraient, ainsi que tous
ceux et celles qui l’aidèrent à la réussite
de cette journée, divers discours au souvenir du 17 Février, et souhaits à l’Union
de Ma-rseÜle, furent écouté-s avec plaisir
L’après midi eut lieu notre séance récréative, présentée par notre inégalable
speaker Mr. Aldo Tron. 350 Vaudois au
moins, étaient présents, et écoutèrent nos
tous petits chanter et danser la ronde des
Oiseaux. Ceux de 12 ans jouèrent
PERSONALIA
.Apprendiamo con piacere che il Dr. Guido Ribet è stato nominato viceMiirettorc
di servizi, alla FIAT,'con lusinghiera motivazione, e ei rallegriamo vivamente con
lui per questo riconoscimento nella grande
impresa torinese.
Con vivo compiacimento apprendiamo
che il Prof. Giovanni Gönnet, Ubero docente di Storia del Cristianesimo all’Università di Roma e attualmente lettore di
Lingua italiana all’Univers'tà di Oslo, è stato nominato membro corrispondente della
Société d’Histoire et d’Archéologie de Genève.
I nostri vivii raUegra-mentì pure al Sig.
Ernesto Michelin di Bordighera, nomiiieto
recentemente Cavaliere dell’Ordine della
Repubblica, ed al sig. Ernesto Puzzanghera
di Reggio Calabria, a cui sono siati attribuiti due premi letterari : il « S. A. Guerr'si » di Reggio C. e il « Calabria » di Cosenza.
« Jusqu’à la mort » de P. Beri.
La Complainte du Colonel fut déclamée
par Claudine Tron. Nos Cadettes amusèrent l’assemblée par une comédie en 3
actes: «Ma petite tante chérie». Bruno
Tron et Danielle Odet se produisirent
dans une brève scène venue des Vallées
« Deux douzaines d’oeufs » — et sans le
savoir, tout comme à Massel nos ainés:
Jacques Travers, Jeanne Biolzi, Jean-Pierre Brosia et Claude Tron jouèrent : « Sono
tornato » de Ada Meille, traduit en français bien entendu. La Chorale de l’Union,
dont les membres deviennent de plus en
plus importants, chanta de vieux airs du
pays et vieilles complaintes.
Le soir, 160 Vaudois exactement restèrent à l’Union pour participer au repas dn
soir. Nos amis si dévoués M. et M.mc
Louis Combe, Mr. Peyronel notre Président des fêtes, de même que Mrs. Tron
Aimé et Ferrerò Lucien ne savaient plus
où donner de tête pour faire place à tous
ces chers Vaudois revenus pour ce jour —
et Mr. -Poet Henri avait bien du mal à
calmer les impatients, et faire en sorte
qu’il n’y eut pas de mécontent. Enfin tout
le monde trouva place — même la scène
fut occupée — et c’est ainsi que le repas
du soir se déroula dans une atmosphère
de très chaude cordialité et que les chants
du pays, en sourdine d’abord, et plus fort
ensuite se firent entendre.
Nos remerciements les plus chaleureux
vont à la chorale qui pendant un mois,
par vent, pluie et neige, vint courageusement répéter deux fois par semaine. A
notre cher Ami Monsieur Vidal, qui malgré ses occupations est venu lui aussi et
a tenu le piano. A tous nos acteurs grands
et petits, à notre si dévoué Comité d’Hommes mais surtout à celui des Dames.
Bien entendu les jours qui suivirent furent consacrés à la visite des Vaudois hors
Marseille. Au Tbolonet chez les RivoirGardiol, où l’accueil est toujours si chaleureux, si fraternel, et si enrichissant.
Là; on nous demande de visiter quelques
familles Vaudoises isolées... abandonnées...
à 12 Km... Hélas, le temps manquait...
ce sera pour plus tard, à moins qu’un de
nos Pasteurs, venant vers Marseille, où
faisant un détour, puisse venir vers nous,
et ainsi visiter ces pauvres... exilés. Puis
ce fut les Pennes Miraibcaux, où les Vandois des Pas des Lanciers, Gignac, La
Nerlhe - Vitrolles se réunirent pour venir
combieti sa visite était utile, précieuse
combien leur visite était utile, précieuse
et surtout désirée. Pendant la journée, ce
furent les visites des malades, ou celles
des Vaudois en des maisons de retraites.
La réunion du mercredi .soir réunit encore une bonne centaine de Vaudois. Un
compte rendu sur les Vallées de Mr. Nisbet — avec vues — un échange de conversations clôtura ce périple de visites cl
de réunions à Marseille et ses alentours.
Dès le lendemain malin. Monsieur le
Pasteur Nisbet nous quittait. Nous lui redisons combien nous avons été heureux
de mieux le connaître — combien nous
avons appréciés ses messages — et combien aussi nous espérons que la V. Table
voudra bien faire en sorte que les visites
ides Pasteurs des Vallées . se renouvellent
le plus possible, en attendant bien entendu, qu’une ferme décision intervienne
pour Marseille qui en a tant besoin.
A. P.
rorA
Cìovedi 3 marzo'PUnioilfe' Giovanile ha
fatto visita alla conisorolla dei Peyrot di S.
Giovanni. Per l’oocasione erano presenti ;
due pastori della -comunità locale. Nel corso della serata il capogruppo ha parlalo
del significato dell’appello lancialo dalla
1 UV per la Chiesa Éntrea. Non è mancata
la parte ri-creativa che ha riscosso un grande suocesso. Grazie di cuore agli ospiti
che ci hanno accolti ;n modo co-sì simpatico!
La serata r.creativa organizzata dai giovani si è svolta allo Fucine sabato 5 con
discreta partecipazione e ha riscosso un
buon successo. Rin-graziamo quanti se ne
sono occupati.
^ rmnioni avranno luogo ai Rumor martedi 15 e alla Fucine mercoledì 16.
LUn one giovanile-terrà regolarmente la
sua -seduta venerdì lì marzo, FI giorno dopo è in program-ma una visita all’Unione
de Coppieri.
IL Ca-podistretto, - Past. Alberto Ribet
pungerà in mezzo a noi il 19 pro-s-simo, per
la visita di Chiesa. Egli presiederà il culto
d: domenica 20. Gli diamo sin d’ora un
caldo benvenuto.
Il XVII febbraio 'è ormai lontano, ma
ancora molte buste sono rimaste in qualehe cassetto. Raeco-mandiamo a tutti d; non
dire: « Faremo' il nostro dovere a Paspa ». A Pasqua ci sarà infatti un altro
fiiorzo da fare, quello decisivo.
PERRERO - MANIGUA
Anche per noi la giornata del XVII è ini.
zia-ta con una abbondante nevicata che non
CI ha però impedito di formare il tradizionMe corteo e salire al tempio di Maniglia.
Al imito l’assemblea molto numerosa, come desidereremmo vederla spesso, dopo il
messaggio del pastóre ha potuto udire un
pogrpma di canti e dialoghi dei nostri
bambini. Anche il-gruppo corale ha dato
Il mo contributo con Pesecuzione di due
limi.
A Maniglia quest’anno è stato preparato
e orga-n zzato da un pìccolo gruppo l’agape
traterna che ha visto riunite un buon grupp di partecipanti e ancora una volta desideriamo ringraziare coloro che -si sono affaticati per prepararci un pranzo veramente
impareggiabile. La -giornata si è conclusa a
Perrero nella sala delle attività con una
serata familiare in cui i nostri giovani hanno offerto al pubblico una buona rapp-res-intazione.
pomenica 6 marzo la nustra Unione femm-.nile ha, avuto, il-tpiacértt di rltevetè"* la
visita della signora FernXmda Comba di
Prati e -della Professoressa Ada Jalla di
Ivrea. Le nostre sorelle accorse ihlmerose
(VI era pure ima buona rappresentanza del1 Unione di Maniglia) -hanno ascoltato con
yivo interesse i messaggi delle delegate del
'vomitato nazionale.
Tv; notizie sulla Federazione e uno studio
GUI ministeri femminili sempre tanto attuale ed importante ha interessato tutte le madri presenti che deisiderano dire ancora un
grazie sentito e riconoiscente.
^ Venerdì 4 marzo è stato celebrato il funerale del nostro fratello Cario Emanuele
roì^ del Forengo, decaduto dopo penosa
malattia aO’età di 79 anni. Alla vedova, ai
tigli a parenti tutti rinnoviamo l’espressione della nostra sentita simpatia.
SAN SECONDO
•La nostra comun’tà ha avuto domenica
s^rsa il privilegio di ascoltare il caldo el
uffeUuci-3o -messaggio del Pastore di Montev dec -signor Giovanni Tron che, accom
ii.agna-lo -daFa sua .gentile Signera, ha a-c
co lo 1 invi-to d: passare una giornata in
mezzo a noi.
La loro visita è stala quanto mai gradiper cui d cianio loro il no-stro più sentito grazie per le belle ore che ci hanno
latto trascorrere parlandoci de' nustri lontani fratelli d’olire oceano e commentando
con un magnifi-co Alm a colori, la vita ì
co-stumi, le attività di cliie-sa delle comunìt,
sud-america-ne.
Il Signore ac-co-mpagni con le Sue henedzioni questi ferventi apostoli della Sua
Parola che -sono i-n procinto di ripartire per
1 Uruguay, e conceda loro i Suoi preziosi
tesori per il lavoro che si accingono a riprendere nella loro parrocchia.
La nostra Unione G'o-vande ha offerto
domenica -sera alla comunità di Bobbio
I eUice una serata ricreativa che è stata
mo to a-piprezzata ed applaudita.
Mentre ringraziamo i giovani hobbiesi
ed loro Pastore per il simpatico e fraterno ricev.niento che hanno voluto offrirci al lenn ne della serata, diciamo loro i'
più caldo arrivederci a San Secondo
d. g.
Une simple carle
de visite...
..suffit, po-ur recevoir, franco el gratis,
quatre numéros de l’hebdomadaire « Réforme », issue du pirotealantiisme français el
dirigée par son fondateur, le pasteur All>ert Finet. Huit pa-ges grand format, coP eusemerl illnstrées, avec des nouvelles du
monde entier, et une prise de position
toujours consciente de sa propre vocation.
Adresser la carte de visite à Th. Balmu.
pasteur, via Beckwith 16, Torre Pellîce
(Torino), qui est chargé de recevoir les
abonnements des lecteurs italiens (C.C.P.
2/34841).
La famiglia della compianta
Letizia Ferrier
in Long
sentitamente ringrazia il Pastore Sig.
Bert, il medico curante, i vicini di ca
sa.
« Io stimo che le sofferenze del
tempo presente non siano punto da paragonare con la gloria
che ha da essere manifestata a
nostro riguardo »
(Romani 8: 18)
S. Germano Ohisone, 22 febbraio 1960
I familiari della compianta
Caterina Maian
ved. Pons
nell’impossibilità di farlo personalmente, sentitamente ringraziano quanti hanno preso parte al loro lutto, sia
con la presenza che con scritti o flori.
In medo particolare ringraziano i
sigg. Pastori per le loro assidue visite,
i dottori Scarognina e Gardiol ed il
perso-naie dell’ospedale Mauriziano di
Lusema.
Luserna S. Giovanni, 8 marzo 1960
La vedova e i figli del cc-mpianto
Carlo Emanuele Pons
commossi dal tributo di affetto reso
al loro Caro perduto, esprimono viva
l’iconoscenza a tutti quanti sono stati
Ic-ro vicini nelle ore di dolore, ringra
z’ando in modo particolare i Pastori
Sigg. Rivoira e Bouchard per il con
forte delle buone parole di fede e di
amicizia il Dr. Quattrini, la Direttri
ce, l’infermiera ed il personale del
rOspedale Valdese di Pomarettoi per
le cure e l’assistenza prodigate, la fa
miglia dell’Ing. Turati che tanto ha
partecipato alla loro sventura.
Chiabrano-, 8 marzo 1960
\ AVVISI ECONOMICI |
SICNORIN.A 20 ANNI, protes-ta-nte deside.
* rebbe trovare una famiglia onorabile per
insegnare il francese a dei bambini o
solo oecuparsene, a partire dal 15 maggio 1960 Scrivere: Michèle Beaudiei« La Printanière » Vensoix - Ville (Genève).
NOUS CHERCHONS -pour tout de suite
un jeune homme des Vallées s’intéressant à la culture d’arbres fruitiers et la
vigne. S’adresser à Mr. J, Robert Baudet, Pépiniériste, S. Prex (Vaud) Sui-sse.
Dottoressa
Iolanda De Carli Valerio
Medico Chirurgo
Specialista
in malattie dei bambini
Psicologia e pedagogia
Consultazioni presso l'Ospedale
Valdese di Pomaretto
primo e il terzo mercoledì del mese
Ore 14 - 1 6
11 sarto
Giulio Revel
comunica alla spettabile Clientela il suo nuovo indirizzo:
Via Roma, 4.1° piano
(Palazzo della Banca Torinese)
telef. 9276
LUSERNA SAN GIOVANNI
Redattore; Gino Conte
Coppieri - Torre Pellice
Tel. 94.76
Sede e Amministrazione
Editrice Claudiana
Torre Pellice - c.c.p. 2/17557
Tipografia Subalpina - s. p. a
Torre Pellice (Torino)
Direttore: Prof. Gino Costabel
Pubblicaz. autorizzata dal Tribunale
di Pinerolo con decreto del 1-1-1955.
mobili e arredamenti
CHAMBON INES
in PONS
POMARETTO (Torino) - Tel. 8202
Rivolgetevi fiduciosi ai nostri magazzini
-k Vi assicuriamo forniture di mobili garantiti per qualità, durata e
convenienza, nonché le ultime creazioni deH'arredamento moderno
•k Abbiamo un vasto assortimento di sedie, dal tipo comune a L. 800,
al tipo di lusso e materassi in lanetta da L. 6.000, al Permafìex
PAGAMENTO A RATEAZIONI
DI COMPLETA COMODITÀ' E FIDUCIA
MOB
I FABBRICA
“ ARTIGIANA
Çmàëppe Qfiim
Stracia di S. Secondo n. 4 - Telefono 2344
PINEROLO
di fronte Caserma Berardi (Alpini)
ARREDAMENI I COMPLETI DI ALI OGGI
OROLOBCRtA - - OREFIOERIA
BORNO EMANUELE
Via Trieste, 6 PINEROLO Telef. .'1117
Concessionario GIRARD-PERREGAIJX — ENICAR — BERNA
■k Attrezzalo laboratorio oreficeria per riparazioni e lavori
su ordinazioni
★ Si aceelta anche l’oro dai clienti
★ Massima garanzia
SI FABBRIC4NO CROCI VCONOTTE E STEMMA VALDESI
STUDIO INGEGNERIA CIVILE
Doti. !ng. Tessere Lazzaro
Geometra Amato Foet
Progettazione e direzione di opere, scuole, acquedotti
ponti, edifici e case di abitazione, piani regolatori,
collaudi e progetti di opere in cemento armato ecc.
Via Roberto d’Azeglio, 5
TORRE PELLICE