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ANNO LXXVII
Torre Pellice, 21 Febbraio 1941-XlX
•I
C5
a
L’ECO DELLE VALLI
Riguardate alla roccia onde foste tagliati !
(Isaia LI, 1)
■1« a«lla Chiesa Vald«
Nulla sia più forte della vostra fede !
(Qianavello)
ABBONAMENTI
Italia e Impero .... Anno L. 15 - Semestre L. 8
Parrocchie del Primo Distretto . » » 12 — » .7
Estero.................... . 25 — » . 15
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Dirallore : Prof. GINO COSTABBL
AMMINISTRAZIONE: Via Carlo Alberto, 1 bis - Torre Pellice
REDAZIONE: Via Arnaiid, 27 - ToniiK Peu.ice
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Ogni camblameiiito d’indirizzo costa una lira
Cent. 30 la copia
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(iiifiiponileiza M iappellaiio
In queste ultime settimane ho potuto
svolgere la mia attività di Cappellano
militare in un raggio d’azione assai ampio, visitando, al di qua e al di là delle
Alpi, reparti di alpini, di genieri, di
fanti e di artiglieri. Il compito che mi è
affidato non è sempre facile nè comodo:
esso richiede spesse volte, accanto ad uno sforzo materiale, molta nazienza ed
anche quello spirito di sacrificio senza
di cui l’opera della proclamazione del
Vangelo perde buona parte del suo vigore e della sua cristiana nobiltà.
Non posso fare a meno, però, di pensare a molti nostri giovani fratelli in
fede, i quali vivono ore di asnra lotta
e di continuo sacrifizio, sui campi di battaglia o nelle corsie degli ospedali; ed
allora rendo grazie a Dio di avermi concesso la gioia di recare ai soldati vaidesi, con i quali sono stato in contatto,
il conforto della Parola di Dio che
scende, oggi specialmente, nel cuore di
molte persone, ammonitrice e consolatrice.
Ho iniziato il mio'giro di visite pastorali tra i soldati Valdesi, riunendo in
un stanza messa a nostra disposizione
dall’autorità militare locale alcuni artiglieri alpini ed un nucleo di /anti del
3° Reggimento. Non accade frequentemente di scor.gere gli alti e robusti artiglieri da montagna con i rappresentanti
della «regina della battaglia»! L’ora
del culto, dovunque esso si celebri, è
però un’ora che accomuna ed affratella
tutti gli uomini, in uno stesso atteggiamento di adorazione e di fede in Dio,
in uno stesso insopprimibile bisogno di
quel perdono che Gesù Cristo ci ha revolto dalla guerra, si dimostra vera la
cato. Più che mai, in un mondo scònparola dell’antico Salmista: Quanto è
buono e piacevole che fratelli dimorino insieme !
Ho visitato, in seguito, alami militari
valdesi di una compagnia del Genio,
dislocata in una località della pianura
piemontese.
La giornata era freddissima; ci siamo
perciò raccolti in una stanzetta d’albergo riscaldata, e per quanto nel locale
attiguo la radio continuasse a trasmettere notiziari e musichette, abbiamo potuto invocare nei nostri cuori lo Spirita e la potenza di Dio, per ascoltare poi
nell’Evangelo il messaggio che il Cristo
ci rivolge in vista della nostra eterna
salvezza. Erano con me un Sottotenente
di San Germano Chisone ed un giovane
proveniente da Rodoretto.
Pochi giorni dopo ho preso contatto
con un battaglione dì alpini, il Reggimento Val Pellice, dove i soldati valdesi
raggiungono quasi la cifra di 150. Gli
Ufficiali, che in parte già conoscevo da
molti mesi, sono stati per il Cappellano
Valdese molto comprensivi ed ospitali.
Ho ritrovato, fra la truppa, parecchi
giovani già incontrati in altri battaglioni
l’autunno scorso oppure in occasione di
riunioni e convegni giovanili organizzati
dalle nostre Chiese.
La sera, in* una scuola parrocchiale,
ho potuto radunare un forte gruppo di
alpini, alcuni da poco venuti alle armi,
altri, cioè la maggioranza, già esperti
nella vita militare a causa di successivi
richiami. Abbiamo insieme parlato del
problema che, fra tutti i problemi di
questo mondo, è quello che principalmente ci concerne come cristiani, quello
che s’impone alla coscienza di ciascuno
di noi e che non si risolve se non nella
fede in Cristo, testimone dell’amore di
Dio per noi: il problema cioè del nostro
atteggiamento, in vita ed in morte, di
fronte a Dio.
Poi, con un viaggio lungo e tormentato, ho raggiunto, attraversando le
Alpi, una compagnia di Alpini dislocata
in zona d’occupazione. Sono salito sui
colli ove s’è aspramente combattuto nel
corso delle operazioni del giugno 1940,
ho percorso aspre regioni le cui vicende
passate sono intimamente connesse con
la nostra storia valdese ed ho finalmente incontrato una quarantina di alpini
valdesi, lieti di veder giungere, dopo vari mesi di solitudine, il loro Capnellano.
Ho potuto celebrare un primo culto
nel pomeriggio del 13 corrente sulla linea che limita la nostra zona di occupazione, vicino ad un posto di blocco.
L’Ufficiale di servizio aveva gentilmente messo a nostra disposizione l’unica
stanza della sua casetta alpina, adatta
allo scopo, cioè la sua stanza.
La sera, in occasione di un secondo
culto, celebrato nel villaggio che reca
ancora i segni di passati combattimenti,
ho riunito attorno a me altri giovani,,
sul volto dei quali si notava la gioia di
poter riudire il messaggio della loro
Chiesa e di poterlo udire da un loro Pastore.
Come ci sentivamo uniti gli uni agli
altri dal vincolo della stessa fede in Cristo Salvatore! A tutti ho distribuito il
Vade Mecum del soldato valdese, ad alcuni anche il Nuovo Testamento e l’opu-'
scolo del 17 febbraio.
E mentre nella notte silenziosa, sopra un alto strato di neve, stringevo la
mano a quei giovani alpini, tra i quali
Beux Clemente di Pramollo, Janavel
Luigi dì Torre Pellice, Durand Luigi di
Rorà, Barolin Enrico di Villar Pellice,
Catalin Giovanni di Bobbio, Poet Abele
di Perrero, udivo attorno a me delle voci che dicevano: « Peccato che il Cappellano parta così presto, peccato che
non rimanga più a lungo con noi! ».
Ma ritornerò, se piace a Dio! L’essenziale è che rimanga con noi, giovani
Valdesi, il ricordo della Parola di Cristo e che in noi non si spenga mai la
fiamma della comunione con Lui; Egli
sólo vi è veramente necessario in tutti i
frangenti della vita, per guidarvi ed ispirarvi!
Ho dovuto ripartire e di nuovo attraversare zone coperte da una splendida,
recente nevicata, ma per ricercare altri
soldati e trascorrere con essi alcune ore.
Domenica scorsa, infatti, potevo riunire nella sala convegno di una caserma
di artiglieria alcuni artiglieri Valdesi.
Per riunirli tutti, ho douto scovarne uno in una scuderia, intento a sorvegliare
i suoi cavalli; ma, nel corso delle nostre
conversazioni, ci siamo sentiti membri
di una stessa famiglia spirituale ed abbiamo rievocato, alla vigilia della nostra
em,ancipazione religiosa, ciò che ogni 17
febbraio esprime in fatto di fedeltà a
Dio ed alla Patria, in fatto dì puri appèlli e di nobili ideali.
La preghiera che ovunque ci fa curvare la fronte con umiltà, ci unisce anche
a tutti i militari Valdesi che servono in
quest’ora la Patria, sui vari fronti di
combattimento, li unisce a quelli che
sòiirono, ci unisce particolarmente alla
famiglia il cui figlio è caduto, nel compimento del proprio dovere.
Altro,, per ora, non ho da dire.
Nella debolezza con cui assolviamo il
compito che ci è stato affidato, ci è di
conforto il pensiero che non invano è
predicata la Parola dì Dio. « Vi ringrazio, scrive da lontano un soldato, di avermi annunziato parole di fede e di in-'
coraggiam.ento... Sì, preghiamo per rimaner fedeli e perchè la pace venga
presto! ».
Tenente E. ROSTAN
Cappellano Militare Valdese.
Non bisogna mai disperare della propria felicità quando si può fare quella
di altri. Sauvage.
Un vecchio cappellano racconta...
Il pastore Bertin, incaricato della pagina dei Giovani su queste colonne, mi
ha invitato molto gentilmente a scrivere qualcosa, ed anche un po’ a lungo,
per ì nostri cari soldati nel numero del
giornale a loro consacrato, come antico
cappellano, e mi ha anche suggerito il
titolo dell’articolo. ~
No, mi dissi: non ne farò nulla; è
passato troppo tempo da allora, troppe
cose sono cambiate, ed io stesso sono
ormai troppo fuori uso, come dicono i
soldati, per interessare i combattenti
di questa generazione. E per un giorno intero rimasi fermo nel mio diniego.
Ma intanto, non so come, il pensiero
di quei tempi lontani si era intrufolato
nei fatti miei e nei miei doveri con una
indiscrezione e una insistenza crescente, come quei motivi musicali che si
impossessano di voi e non vi danno più
pace e vi ronzano negli orecchi come
dei calabroni.
Ed i ricordi generando i ricordi, mi
venne in mente quello della avidità
spassosa con cui i nostri soldati delle
trincee si contendevano il vecchio «Eco » in arrivo e ne divoravano tutte le
notizie, ed anche il più preciso ricordo
di una suggestiva letterina con cui uno
di loro ringraziava il Direttore del giornale, il. compianto eomm. C. A. Tron,
per l’invio del caro foglio.
E allora cadde la mia resistenza; e
per cominciare vi trascrivo alcune frasi
di quel messaggio che è un vero modello del genere, e che sono andato a
scovare nell’Eco del 1917.
Lo scriveva dal Fronte Trentino, un
caporale degli Alpini, B. A., di Riclaretto, a nome di una quindicina di Vaidesi di quelle posizioni avanzate, dando
notizie dì tutti, specialmente dei feriti
e malati. E terminava dicendo: « Non
soffriamo di nostalgia, per quanto un
po’ di nostalgia ci sia: non poter leggere
l’Eco, perchè il compagno M. E. che lo
riceve, vuole leggerlo il primo, e ben
sovente ci troviamo sparpagliati e lontani gli uni dagli altri, ed ognuno ha un
servizio di corvée 0 di vedetta, ed è
sempre attento a qualche sorpresa se il
nemico venisse a disturbare la nostra
lettura. Quello che c’è di buono pel momento, è che non c’è nessuno di morto.
ma molti feriti però nella nostra Compagnia».
Erano lettere- che giungevano ai Direttori dei nostri due periodici, ai C^pellani,, al Comitato di Assistenz^rQuale gioia per le famiglie, per la Chiesa,
per gli amici! e quale prezioso aiuto per
ir servizio di assistenza religiosa!
II- nostro attuale Cappellano militare,
di cui il campo di lavoro è inverosimilmente vasto, si lamenta a buon diritto
della lentezza e trascuratezza con cui
gli si mandano gli indirizzi dei soldati.
Non è precisamente di voi che egli si
lamenta, ma crediate, cari soldati, che
sarebbe ottima cosa se quelli di voi che
lo possono comunicassero così indirizzo
e notizie dei Valdesi della loro Compagnia. Ottima cosa per voi, anzitutto, che
avreste il beneficio di tutta l’assistenza
possibile e della più viva e personale
simpatia di tutti noi; ma ottima pure
per quella corrispondenza di amorosi
sensi e quella comunione spirituale così
riconfortante che verrebbe stabilita e
alimentata fra voi e la vostra Chiesa e
le vostre care Vallate. Naturalmente
questo va fatto in armonìa con le norme
prescritte dal Comando, come quando
scrivete alla famiglia. E sarebbe pure
assai utile, anzi, indispensabile, che le
vostre famiglie vi facessero conoscere
sempre e subito, prendendolo dall’Eco o
dai loro Pastori, l’indirizzo della Chiesa
e del Pastore della città dove siete eventualmente di guarnigione; i pastori
di queste città sarebbero molto felici di
vedervi e ricevervi.
Il Caporale che scriveva questo gioiello di lettera lo faceva, oggi lo si può
dire, dal masso roccioso del Cosmagnon, dirimpetto al Pasubio, dove i nostri Alpini erano aggrappati alla roccia come dei falchi e guardavano in
faccia il nemico da poche centinaia di
metri. E di quel soggiorno fra cielo e
terra così parlava il nostro caporale
nello stesso messaggio; « In quanto a
me non ho da lamentarmi, salvo la fatica di salire e scendere queste mulattiere, e la marcia non è comoda nè breve, circa quattro ore: incomincia a fare
freddo e due paia di calze non sono di
troppo».
2
....
Si--'. 1-.JÍ.''
L'ECO DELLE VALLI VALDESI
’ Sfido, io ero andato su pochi giorni
prima in* cima alla Lora, un vicino e famoso crestonè, e non dimenticherò mai quella mulattiera, per
quanto ne abbia visto di molte. Nell’ultima ora di salita, una mulattiera tagliata a picco nelle pareti della roccia,
sorta di balconata senza ringhiera su
precipizi senza fondof che sale, rìdiscende, risale in modo sempre nuovo e
sconcertante, e di colpo vi depone sulla vetta!
Ma, passata la prima emozione, lo
spirito era altrove, afferrato, colpito da
stupore e da ammirazione. Là dove le
aquile costruiscono il loro nido, dei
Battaglioni interi, a furia di mine, di
colpi di scalpello, han costruito le loro
baracche e le loro caverne dentro la
roccia. E vivono là, vanno e vengono
verso quelle posizioni formidabili di cui
il nome è passato alla storia, sino a 200,
100 metri dal nemico, gli occhi n^li ocr
chi di lui, l’orecchio semnre teso per
cogliere il rumore sordo di una sotto
mina, sempre possibile. Dei prigionieri
infatti avevano dato per quel giorno
stesso l’allegra notizia che la nostra Lora sarebbe saltata per aria! Ed è lassù
che quei soldati avevano passato l’inverno; e ne vidi di così giovani!
Alcuni giorni avanti, quegli alpini di
vent’anni in lotta con una terribile tormenta si accanivano a sgomberare gli
accessi delle loro grotte invase. Acciecati dalla neve, sballottati dalle raffiche, intirizziti dal freddo, molti nascondevano le lagrime, mi raccontava un loro Tenente; m,a non un mormorio, non
una battuta d’arresto, non un mancamento, ed a lavoro ixltimato com’erano
fieri di averla fatta vedere agli anziani!
Quanto è bella la giovinezza!
Io dicevo la mia ammirazione al Colonnello-Brigadiere comandante di
gruppo che mi ospitava, una magnifica
figura di ufficiale e una cara conoscenza dei Valdesi ch’egli conosceva bene
per avere soggiornato a lungo nelle nostre Valli e che molto apprezzava i Vaidesi. Ed egli sorrideva, approvando, ma
con l’aria di chi dice: Ne abbiamo viste
delle altre, e posso tutto chiedere ai
miei soldati! Difatti egli tornava dal
Vodice coi suoi Battaglioni, guidati da
lui all’assalto, e lo vedevo decorato dì
tre medaglie al valore e di tre distintivi
di ferite.
Mi prende una mestizia quando ripenso che quel valoroso doveva restare
poco dopo sotto una frana di neve. Ma
sempre mi rallegra il cuore e mi dà un
trasalimento di gioia il ricordo della
sua bella e autorevole testimonianza
sui nostri soldati Valdesi: « Bravi soldati, disciplinati, sentimento del do-'
vere » ripeteva egli nelle sue parche
parole.
E quante volte ho avuto l’opportunità
e la viva soddisfazione di sentire delle
testimonianze consimili da ufficiali di
ogni grado nelle tre Armate che ebbi
a frequentare, e nei Corpi più diversi!
I nostri ufficiali e soldati possedevano la fiducia e la stima dèi loro superiori. Il perchè di questa fiducia e dì
questa stima? Essa trascendeva e trascende di. certo i meriti dei singoli. Ha
una causa più lontana e più profonda:
quella della vostra fede, cari soldati
Valdesi, della fede secolare dei vostri
padri, perchè Dio fa grazia per mille
generazioni a coloro che l’amano e
guardano i suoi comandamenti, e quella
della sollecita e pia educazione della
vostra Chiesa e del vostro focolare evangelico.
E ve lo dirò? queste lusinghiere testimonianze di superiori eran date talvolta anche a proposito di giovani, ufficiali e soldati, che al paese non sì
distinguevano per una particolare serietà e fedeltà alla Chiesa. Ma, a loro
insaputa forse, operava su di loro come
una benedizione il fatto di aver respirato un’atmosfera di pietà e subito il
contatto dì virtù secolari, di appartenere comunque alla nostra vecchia Chie
,j|Sa, benedetta da Dio. E in quelle occorrenze più gravi della vita e nelle ore di
più alta responsabilità emergevano dal
profondo quei richiami più solenni che
fanno del dovere una religione. Ricordati, fratello, di quale roccia fosti tagliato!
* « «
Io non posso dimenticare certi culti
nei monti del Trentino, troppo rari aihmè! nelle baracche abbandonate e scalcinate o sui macigni di un torrente.
Quale sensazione di pietà virile e serena, di pietà profonda si, sprigionava dicevano questi soldati, talvolta da
quei culti! Poche parole ma v’era tanta
lieta riconoscenza nello sguardo chiaro
e nella stretta di mano. Dio vi guardi,
cari figliuoli! questo era il costante e
affettuoso saluto della separazione!
* 4:
Ero salito a quelle vette per raccogliere notizie di un valoroso Capitano
valdese caduto in combattimento, e speravo molto di incontrare qualcuno dei
nostri. Ma la mia delusione doveva essere completa. Cosi era la vita del cappellano: qualche volta si aveva la fortuna di mettere la mano su un bel gruopo di Valdesi, e talvolta si camminava
per delle giornate con tanti buoni indirizzi in tasca senza poi trovare nessuno,
per improvvisi trasferimenti, tanto di
sani che di feriti.
Ma quella volta della Lora provai uno
dei rimpianti più cocenti della mia vita ,
di cappellano, e il ricordo ancor mi punge.
A qualche cento metri, vicinissimo ai
trinceramenti nemici, sapevo di poter
trovare un giovane soldato - G. P.' M. con cui ero in cordiale corrispondenza e
cui avevo promesso la mia visita. Tenevo molto ad arrivare sino a lui; ma ogni
insistenza fu inutile, non mi fu permesso. E quando, poco appresso, lessi sull’Eco la bella lettera da cui oggi ho
preso lo spunto, e vidi che veniva proprio di lassù, e che lassù c’èrano non uno ma sette od otto valdesi; con tanto
di nomi, ne ricevetti una vera stretta
al cuore. La lettera diceva, fra l’altro:
« Avrei voluto vedere il cappellano,
che, come ho visto dal giornale, è venuto quassù vicino a noi e che nessuno
della nostra Compagnia ha potuto vedere».
Ebbene oggi ancora, cari soldati sparsi per tutta Italia, e per i tanti fronti
ancora più duri delle molte sponde lontane, è il medesimo sentimento che ci
guida a voi, pieno di sollecitudine affettuosa; che guida non solo noi pastori,
ma tutti i Valdesi d’Italia: il desiderio
di essere vicini e che ci sentiate vicini
a voi per farvi coraggio nelle dure prove, desiderio che è fatto realtà dal nostro pensiero ed affetto continuo, dalle
nostre preghiere ferventi per che Dio
vi guardi in ogni ora - nella salute del
corpo e in quella più preziosa dell’anima e del cuore - e sempre guardi e
protegga la nostra Patria diletta.
GIOVANNI BONNET.
Gruppo Valli
PER I NOSTRI SOLDATI.
Le esperienze religiose di combattenti
dell’ultima guerra si ripetono oggi. E ciò
ch’essi hanno sentito nel loro cuore di
credenti ed hanno scritto ai loro cari
è attuale come se fosse sentito e scritto
dai loro figli. Questi brani di lettere
contengono un messaggio che vai la
pena di meditare.
La mia cara Bibbia.
« odo soltanto il cannone e le fucilate, lo scoppio degli obici che minacciano di distruggere da un momento
all’altro il pagliaio nel quale son riuniti alcuni ufficiali e segretari, nè il
lontano ronzio di aeroplani, ma sento
anche nel mio cuore delle parole divine. Sono dei passi della mìa cara
Bibbia che Tanima mia medita. Si, nelle ore atrocemente penose che. sto attraversando,. Dio, per mezzo della Bibbia, m,i dà la forza, che dico, mi dà la
gioia. Allegro nonostante tutto e contro tutti! Questo sarà il mio motto. La
mia Bibbia la custodisco nel tascapane.
E’ già ben malandata; specialmente la
pioggia me la sciupa. Ma che importa?
L’ho e non l’abbandonerò. Quando la
leggo, credo di trovarmi in presenza di
amici che pregano laggiù, oppure che
in altri settori combattono come me ».
Dinanzi alla morte.
« Il momento in cui sarò sotto alla
pioggia di ferro s’avvicina. Chiedo a
Dio di tenersi sempre vicino a me e di
rendermi forte contro la morte stessa.
Mi sottometto alla volontà del Padre.
Se gli piace di lasciarmi sulla terra,
tanto meglio; se no, tanto meglio ancora. Sto per partire armato della mia
fede evangelica, convinto che l’Eterno
non mi abbandonerà mai».
Pregate!
«...Pregate per noi tutti, pregate per
i nostri uomini e per i nostri Capi. Pregate solo che la volontà di Dio sia fatta
ed accettata, e nient’altro. Pregate per
le anime, i corpi vadano pure alla rovina. In fin dei conti che valore hanno
i nostri corpi ? L’essenziale è che l’anima viva!»
ANGROGNA (San Lorenzo). Nelle
tre Unioni di Angrogna si è parlato del
referendum sul « Carattere Valdese ».
Quattro risposte scritte sono pervenute
al pastore, che ne ha riferito, leggendo
per esteso la risposta più completa.
La parrocchia di Angrogna ha assorbito ben quaranta copie dell’opuscolo della FUV su « La Preghiera ».
Esso fa attualmente argomento di conversazione e di studio nelle riunioni
quartierali e nelle Unioni.
MASSELLO. Anche la nostra Unione
si risente sensibilmente della scossa di
guerra. Buon numero di nostri giovani
sono in servizio militare. Di essi 3 sono
in Albania, di cui il nostro vice presidente. Dobbiamo purtroppo già annoverare un morto, uno dei nostri migliori
soci: Emilio Pons, caduto suPtronte occidentale, nel Giugno scorso. Con tutti
quei fratelli abbiamo una ben nutrita
corrispondenza che, se li aiuta a sopportare il peso della vita militare, fa del
bene anche a noi.
Ci siamo, finora, riuniti settimanalmente in seduta regolare, svolgendo il
nostro programma di meditazioni, lavori
obbligatori e volontari, canti e giuochi.
Abbiamo però, date le circostanze, dovuto tralasciare le recite pubbliche. Ed
è stato un bene.
Per mezzo delle colonne dell’Eco delle
Valli, l’Unione di Massello manda a tutti i membri della grande famiglia unionista Valdese, i suoi cordiali saluti ed i
suoi più fervidi auguri di pace nel Signore.
PERRERO. L’Unione, molto ridotta a
causa della partenza delle reclute, è ora
tutta intenta a preparare la festa del 17.
I giovani dell’Unione faranno la colletta
della Rinunzia e si adopereranno come
nel passato per tutte le attività straordinarie che richiede questa festa.
POMARETTO. Anche la nostra Unione Giovanile nelle sue due sezioni di
Pomaretto e di Inverso Pinasca risente, come molte altre, la mancanza di un
numero assai elevato di membri per ragioni di servizio militare.
Ma ciò nondimeno esse hanno tenuto
finora regolarmente le loro sedute svolgendo un programma nel quale s’è cercato di toccare gli argomenti vitali concernenti i giovani.
Nella parte religiosa, dietro suggerimento del Comitato di Gruppo, abbiamo
meditato gran parte del Sermone sul
monte di Gesù traendone opportuni appelli ad una vita morale vieppiù conforme allo spirito cristiano. Studi vari sono stati presentati dal Pastore e da al
cuni membri suscitando l’interesse dei
giovani e attirando la loro attenzione su
soggetti di carattere storico, polemico e
religioso. .
Buona musica eseguita da alcuni
membri su violino e su mandolino ci
ha spesso rallegrati apportando nelle
nostre sedute una nota gaia ed armoniosa. Un contatto costante nella misura
del possibile è stato mantenuto per corrispondenza con i giovani sotto le armi,
sempre rallegrandoci quando abbiamo
potuto rivederne qualcuno in mezzo a
noi sia pure per un breve permesso o.
licenza. A tutti loro giunga a mezzo di
queste righe l’affettuoso saluto di tutti
i compagni che sempre pensano a loro
ed in preghiera invocano su di loro le
benedizioni e la protezione da Alto.
PRALI. Le sedute hanno luogo settimanalmente e sono molto frequentate.
Gli studi sono di carattere religioso storico e polemico. Di grande interesse ed
utilità sono stati gli ultimi due libri sul
« Matrimonio religioso » e suU’importanza del « Culto pubblico ». Abbiamo
con piacere udito, al riguardo il parere
di molti. Si è stabilito che, d’ora innanzi, a turno, ogni membro dovrà presentare uno studio o almeno fare la lettura
di qualche importante ed utile episodio:
l’inizio è stato felice. Alcuni giovard,
molto attivi e zelanti, rispondendo alla
chiamata della Patria, ci hanno lasciati. Non lì dimentichiamo mai nelle
nostre preghiere e quasi ogni settimana
mandiamo loro i nostri saluti ed auguri.
PRAROSTINO. La nostra Unione
che, in tempi normali, è assai numerosa
ed attiva ha visto partire, in questi mesi, i due terzi dei suoi membri.
I pochi che rimangono, tutti giovanissimi, sono animati da buona volontà, cosicché la nostra attività continua benefica.
II 2 corrente abbiamo avuto la visita
del pastore O. Peyronel che ci ha rivolto un efficace messaggio per il quale lo
ringraziamo sentitamente.,
Ci teniamo in contatto con i nostri militari ai quali mandiamo, anche da queste colonne, un saluto ed un pensiero
affettuoso.
PRAMOLLO. In questi ultimi tempi
ci sono venuti a mancare, per richiamo
alle armi,, i migliori membri della nòstra Unione. Diciamo « migliori » non
perchè quelli che rimangono non siano
buoni, ma perchè i soci partiti sono
quasi tutti i giovani dai 25 ai 30 anni,
quelli cioè che sono oramai vecchi Unionisti e che sono, per forza di cose,
anche i più attivi. Ciò malgrado, non
possiamo davvero lamentarci riguardo
all’andamento dell’Unione: le riunioni
del giovedì sera sono sempre ottimamente frequentate; e, visto il clima invernale particolarmente rigido quest’anno, e vista anche la scarsa possibilità di transito a causa della neve ca4uta più abbondante che negli anni
scorsi, non possiamo che giudicare degni di plauso quei giovani che frequentano regolarmente anche se il loro villaggio è, a volte, alla periferia della
Parrocchia.
La media dei presenti alle sedute non
è mai scesa finora, malgrado le circostanze speciali cui accennavo più sopra, al di sotto di 35 membri (il totale
degli iscritti è di 55).
Il giovedì sera arrivano per primi
quei giovani (scelti di solito nei quartieri più vicini) che sono incaricati della
pulizia della sala unonista, portando
talvolta sulle spalle grossi carichi di legna (sono ì giovani che provvedono la
legna alla loro Unione, il che rappresenta già un buon risparmio per la Chiesa). Alle 20.30 ha inizio la riunione con
un breve culto (inno, lettura della Parola di Dio fatta a turno da uno dei giovani, breve spiegazione dei versetti letti
fatta dal Pastore, preghiera e altro inno). Indi ha luogo una conversazione,
fatta generalmente dal Pastore.
La gioventù collabora con zelo alle
varie attività dell’Unione e della Chiesa.
3
L'ECO DELLE VALLI VALEESI
RODÒRETTO. La nostra Unione è un
po’ in crisi, per la mancanza di elementi
•’* giovanili: molte ragazze sono in servizio
e parecchi giovani sotto le armi. Ciò
t nonostante, aspettando tempi migliori,
i pochi rimasti si riuniscono ogni pomeriggio della domenica. Le sedute sono,
di tanto in tanto, presiedute dal vicepresidente sig. Aldo Tron. Ad ogni studio, segue la discussione cui partecipano
quasi tutti i membri. A tutti quelli che
sono lontani mandiamo un affettuoso
saluto e l’augurio di presto arrivederci.
RORA’ Gli iscritti alle nostre unioni,
quest’anno, si sono trovati in numero
assai ridotto a motivo delle numerose
partenze. Tuttavia, i rimasti, si sono
raggruppati con grande zelo nelle due
unioni di Rumer e del Centro per lavorare in modo da rispondere a tutte
le necessità della Chiesa.
L’Unione di Rumer, arricchita dalla
presenza di una giovane insegnante venuta da Pinerolo, ha partecipato efficacemente alla preparazione della festa
di Natale e ad altre attività.
L’Unione del centro, tiene regolarmente le proprie sedute la domenica
sera. Uno dei soci presiede generalmente un breve culto eppoi, vien presentato uno studio di carattere vario
ma quasi sempre di argomento religioso. La discussione sul carattere vai-,
dese, alla quale partecipò pure il sig. E.
Rollier di Milano, destò in tutti il più
grande interesse. Varie manifestazioni
già sono state organizzate dalle varie
commissioni. Anche fuori dell’unione i
giovani si prodigano in mille m,odi per
collaborare col Pastore. Non si dimenticano i fratelli soldati ai quali vengono
inviate periodicamente delle corrispondenze.
VILLAR PELLICE. Le nostre Unioni
hanno avuto anch’esse la loro celebrazione del XVII febbraio. Malgrado la
neve, caduta durante tutta la giornata,
lunedì sera, la nostra sala delle attività offriva il più rallegrante colpo d’occhio. Le nostre diverse Unioni, accompagnate dai loro presidenti, erano largam.ente rappresentate all’adunata e vi
portarono il loro entusiastico concorso.
Dopo la lettura della Parola di Dio e
la rievocazione della figura di Enrico
' Arnaud che fu pastore della nostra comunità per 5 anni, ed un imnressivo richiamo ad esser degni della fedeltà dei
padri, si svolse un riuscito programma
di recite, dialoghi e canti alcuni dei quali eseguiti dalla nostra valente Corale.
Furon letti con emozione messaggi
pervenuti dai nostri valorosi soldati e
ad essi tutti si mandò la bella cartolina
Arnaudiana edita dalle Unioni Valdesi
oltre 50 cartoline coperte di firme fino
all’impossibile.
La bella cerimonia si conchiuse con il
canto del « Giuro di Sibaud ». j.
Domenica 23 corrente, alle ore 15.15,
nella Sala dell’Asilo Infantile Valdese,
avrà luogo un CONVEGNO GENERALE, specialmente organizzato per le Unioni della Val Pellice.
La gioventù interverrà certamente
numerosa anche con tempo avverso.
I Sigg. Pastori Ed. Aime, Arn. Comba, G. Bertin, parleranno su: La fede,
la speranza, la carità, nella vita del giovane.
Avremo la gioia di avere in mezzo
a noi il Moderatore prof. Ernesto Comha, ed anche il Cappellano Valdese pastore Tenente Ermanno Rostan.\
I Signori Pastori presenti al Convegno si tratterranno, dopo il raduno giovanile, per un breve colloquio nel quale si discuterà dell’Opera di Assistenza
ai militari.
Per il RIFUGIO RE CARLO ALBERTO - Fiori in memoria del dott. Daniele
Turin:
Margherita Giampiccoli-Ribet L. 100,—
Emilia Ribet » 100,—
Libri per le nostre biblioteche
Quasi tutte le nostre Biblioteche parrocchiali o unionistiche hanno gran bisogno d’esser rifornite di libri.
Ben lo sappiamo, la letteratura nostra è povera di libri d’ispirazione cristiana ed evangelica. Ma, di tanto in
tanto, esce qualche libro che, senza avere un contenuto religioso, può interessare, istruire, divertire i lettori vaidesi, senza recar danno ai nostri principi morali e religiosi.
Apriamo nella Pagina della Gioventù
una rubrica nella quale saremmo felici
di m,enzìonare i libri che voi avete letto
e che consigliereste per le nostre biblioteche. Indicate brevemente l’autore, il
titolo, la casa editrice e il prezzo, dando
anche ragguagli, possibilmente, sul genere di libro. G. B.
Ufficiali e Soldati Valdasi!
Questa è la vostra pagina! Inviateci
qualche vostro scritto. I vostri commilitoni saranno lieti di leggervi. G. B.
Tutta la corrispondenza riguardante
la Pagina della Gioventù e le attività del
Gruppo Valli va indirizzata ai pastore
Gustavo Bertin - San Germano Chisone.
Più ehe rinuneia, fede
Uno dei membri della nostra Commissione finanziaria aveva appena finito di rivolgere la parola ad una piccola comunità ed era sceso dal pulpito
per conversare coi presenti.
Un signore alto magro dall’aspetto
distinto ma un po’ attristato si avvicina
e stringendogli la mano lo. ringrazia
dell’appello, ma esprime il suo rincrescimento di non poter fare per l’opera
di Dio ciò che vorrebbe, date le sue
condizioni precarie; poi, accomiatatosi
aggiunge: tuttavia farò il possibile.
Dopo che fu uscito dal piccolo tempio
il pastore spiegò al nostro membro della Commissione che quel signore - uomo sulla sessantina - si trovava in quel
luogo con la sua famiglia di sette persone perchè sorpreso dalla guerra non
aveva potuto rientrare nel suo paese di
origine, invaso e distrutto in gran parte, e aveva da vivere coi mezzi di cui
disponeva esattamente per sessanta
giorni. Dopo... non sapeva...! Nessiuna
via si era potuta ancora trovare per uscire dall’angosciosa situazione.
Passarono ancora alcuni istanti ed
ecco rientrare quel signore con aspetto
evidentemente emozionato. Egli porgeva in un foglietto di carta strappato
da un taccuino una antica moneta d’oro
del suo paese, forata lateralmente da
un anello rotto in parte (il pendente
dell’orologio? un ricordo di famiglia?):
« Ecco quello che ho pensato di portarvi per intanto per l’opera di Dio».
Il membro della nostra commissione
più emozionato del donatore balbettò
un ringraziamento stringendo calorosamente la mano del porgitore e durò fatica a riprendersi per esprimere a quel
vero fratello la gratitudine di tutta la
Chiesa: quel gesto oltrepassava di tante
volte in importanza ed in portata il valore materiale del dono!
Periscopio.
Albo d’Onore
E’ stata data comunicazione dalle
Autorità Militari al Direttore del giornale « La Luce » che il suo figlio primogenito
Sottotenente GIOVANNI BOSIO
del Battaglione Alpini « Bolzano» è caduto in combattimento al fronte greco
il 4 dicembre u. s., in età di 23 anni.
Alla famiglia del prof. Davide Bosio
esprimiamo la nostra cristiana simpatia.
CRON/ÌC/1 V/lLbESE
ANGROGNA. La solennità del 17 febbraio ha riunito i membri delle due parrocchie nel vecchio tempio di San Lorenzo, dovè neU’intimità dell’ora del
culto abbiamo avuto la nostra lieta e
tonica celebrazione. Ben rappresentato
Telemento maschile, mentre scarseggiavano le mamme, evidentemente trattenute dal mal tempo.
Le scolaresche non si sono lasciate intimorire dall’abbondante nevicata e vi
erano dei rappresentanti di Cacet e dei
Pons, sebbene qualcuno fosse bagnato
fino sopra le ginocchia. Gli scolari hanno recitato le loro poesie ed i loro dialoghi ispirati alla fede ed alla Patria; vi
hanno messo tutto il loro cuore e tutto
il loro fiato. Rivolgiamo un plauso a
tutte le maestre per la loro paziente e
tanto preziosa collaborazione.
I due Pastori hanno rivolto un fervido
m,essaggio all’assemblea e le Corali del
Capoluogo e del Serre hanno cantato i
tradizionali cori patriottici.
La commemorazione si è chiusa al
canto del Giuro di Sibaud, e con la refezione distribuita agli scolari.
LUSERNA SAN GIOVANNI. Il 22
gennaio ha avuto luogo il funerale del
sig. Teofilo Monnet, deceduto ai Ricoun,
dopo breve malattia, in età di anni 69.
n 27 gennaio ha avuto luogo il funerale dì Giovanni Reymond, deceduto
al Ponte dei Gay, dopo pochi giorni di
malattia, in età dì anni 4.
II 28 gennaio un numeroso corteo accompagnava al campo del riposo le Spo*'
glie mortali del sig. Davide Malanot, deceduto ai Malanot, dopo una violenta
malattìa, in età di anni 55.
Il 5 febbraio è deceduta alla Ponsa,
la sig.ra Costanza Cougn vedova Bertòt, dopo breve malattia, in età di anni
76.
Il 10 febbraio è deceduto dopo penosa
malattia il sig. Jalla Enrico, ai Jalla superiori, in età di 62 anni.
Il 14 febbraio è deceduto ai Besson,
dopo breve malattia, il sig. Paolo Besson, dì anni 79.
Il 15 febbraio un lungo corteo rendeva
gli ultimi doveri alla spoglia mortale
della nostra sorella sig.ra Peyronél Caterina vedova Stalli, deceduta dopo breve malattia al Palas, in età di anni 52,
lasciando nel lutto profondo quattro figliuoli e la vecchia madre.
A tutte le famiglie visitate dalla prova
le nostre sentite condoglianze.
— Sabato 8 febbraio nel nostro Tempio è stato celebrato il matrimonio del
sig. Federico Gaydou, della Buchera, con
la sig.na Ifma Buffa, dell’Odina. Agli
sposi i nostri mighori auguri.
— L’anniversario della nostra Emancipazione è stato celebrato domenica 16
al culto principale e in una riunione
commemorativa del dopopranzo.
PINEROLO. Sabato 15 corrente, nel
nostro Tempio, è stato celebrato il matrimonio del geometra, Tenente Renato
Gardiol, da Torre Pellice, colla signorina Jenny Hammerseng. Ai giovani
sposi auguriamo una lunga e felice vita
coniugale.
— La ricorrenza della festa della nostra Emancipazione è stata celebrata
sabato sera, 15 corrente, dai nostri giovani e dalle nostre giovanotte con una
rievocazione storica e colla esecuzione di
parecchi inni, molto apprezzati, da parte delle bambine della nostra Unione
Cadetta, istruite e dirette dalla sig.na
prof. Elda Turk.
Domenica 16, commemorazione nel
Tempio fatta dal nostro Pastore, resa
più solenne dal « Giuro di Sibaud » eseguito dalla nostra Corale sotto la direzione del maestro G. Vicino.
— Dobbiamo registrare con dolore un
altro decesso fra i membri della nostra
Comunità: quello del nostro fratello
Carlo Cagno, del quartiere di Miradolo,
deceduto all’età di soli 52 anni. Piangono la sua immatura dipartita la vedo
va e i figli ancora in tenera età. Li raccomandiamo al Protettore delle Vedove
e al Padre degli orfani.
PRAROSTINO. Il prof. A. Jalla è
stato fra noi, l’8 e ü 9 c. m., quale invia»to della Commissione Finanziaria. Egli
ha parlato al Culto ed ha presieduto
tre riunioni nei locali più centrali e di
facile accesso per i componenti degli
otto quartieri della parrocchia.
Il complesso problema delle finanze
della Chiesa ci è stato presentato con
straordinaria chiarezza e calore di convinzione. Siamo dolenti che due riunìoni siano state scarsamente frequentate. Ma forse gli assenti, come diceva
il prof. Jalla, con simpatico ottimismo,
sono quelli ai quali non c’era nulla da
dire perchè hanno già compreso la necessità di adeguare la loro contribuzione alla necessità dei tempi. Ad ogni
modo esprimiamo la nostra riconoscenza, augurandoci che porti dei frutti
tangibili.
— Il 3 febbraio si è spento, alla Fourna. Gönnet Giacomo, di anni 72. Colpito da una infermità che non lasciava
nessuna speranza di guarigione, egli ha
dovuto sopportar lunghe sofferenze.
Malgrado l’inclemenza del tempo, un
lungo corteo ne ha accompagnato la
spoglia mortale fino al cimitero di San
Bartolomeo per dire alla vedova, già
duramente provata, ed alla figlia, la
simpatìa di tutta la parrocchia.
ROSARIO TALA. Da Echangue (Entre Rios) ci è giunta la dolorosa notìzia
della dipartita di Teofilo Rostan, fu Edoardo, avvenuta il 14 novembre, aU’età di 80 anni. Fermo credente, valdese
del vecchio stampo, egli è sempre stato
un convinto assertore dell’intimità dei
legami che uniscono i Valdesi dèi Sud
America alla Chiesa madre, e cosi egli
collaborò per il passato al nostro giornale. Ai famìgliarì, al cognato signor
G. Bert, evangelista emerito, la nostra
simpatia cristiana.
PERSONALIA
I nostri migliori auguri alla piccola
Mariamalia che è venuta col suo sorriso allietare la casa del Sovrintendente
pastore sig. Seiffredo Colucci.
Le famiglie Bertalot - Avondet - Pascal, commosse per il tributo d’ affetto
reso alla memoria della loro cara
PASCAL LIDIA
IN BERTALOT
ringraziano tutti coloro che in qualsiad
modo presero parte al loro grande dolore. Un grazie particolare al pastore
sig. Bertin, al dott. Cardon, all’Autorità
Comunale, alla Direzione e Impiegati
del Cotonificio Valle di Susa di TorinoDora.
San Germano Chisone, 11- 2-1941-XIX
Le famiglie Stallè e Peyronel, riconoscenti per le testimonianze di simpatia ricevute in occasione della dipartenza della loro cara
PEYRONEL CATERINA
VEO. STALLÈ
ringraziano, profondamente commosse,
tutti coloro che, nel luttuoso evento, le
circondarono di tante premurose cure,
dimostrando quale fosse il rispettoso
affetto per la cara Estinta.
Luserna S. G., 15 febbraio 1941.
I figli Elena Burke-Gardiol, Giulio e
famiglia. Bianca, i parenti tutti, l’affezionata Delfina, partecipano con dolore
la dipartita del loro amato
GARDÌOL BARTOLOMEO
Pastore Valdese emerito
che il Signore ha richiamato a Sè nel
suo 94° anno di età.
I funerali avranno luogo nel Tempio
di San Giovanni venerdì 21 corrente, alle ore 14.30.
Per volontà dell’Estinto non si accettano fiori e la famiglia non prende il
lutto.
Luserna S. G., 19 febbraio 1941-XIX.
Il Signore è stato meco e
mi ha fortificato.
2 Tim. 4: 17.
4
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
■1 ^cut#€» dii faimai^lia
(Meditazioni preparate sui testi del Calendario Biblico della Chiesa Morava)
Lunedi Lettura: Salmo 119: 49-72.
^***^'"' Chiunque nega il Figliuolo,
non ha neppure il Padre; chi confessa il
Figliuolo ha anche il Padre.
1 Giov. 2; 23.
L’ora è grave per la Chiesa Cristiana.
I discepoli deirAnticristo si son messi
all’opera, fin dal suo nascere, per dire
che Gesù non è veramente il Figliuolo
unigenito di Dio e sovvertire così, la rivelazione cristiana, fin dalle sue basi.
Giovanni, il discepolo che Gesù amava, è fra i primi a gettare il grido
d’allarme. Egli porta scolpiti nel cuore
gli ultimi discorsi del suo Maestro e ricorda bene le solenni affermazioni che
ha fatte in proposito: « Io son la via, la
verità e la vita - egli ha detto - ninno
Viene al Padre se non per mezzo di me.
Chi ha visto me, ha visto il Padre. Credetemi che io son nel Padre e che il Padre è in me! Chi odia me, odia anche il
-Padre mio » - aveva soggiunto più tardi, parlando dell’odio del mondo. E nella sublime preghiera sacerdotale si era
espresso così: « che siano tutti uno, che
cóme tu, o Padre, sei in me, ed io sono in
te, anch’essi siano in noi, affinchè il
mondo creda che tu mi hai mandato ».
E’ tutta la rivelazione cristiana, il
Nuovo Patto, la salvezza dei peccatori,
che sono in giuoco! Ma non temere, o
apostolo del Signore, noi crediamo ancora come te e insegneremo ai nostri
figli a credere, che Gesù è veramente il
Figliuolo unigenito di Dio.
Martedì Lettura: S. Marco 9: 43-51.
25 Febbr. g jo^ quando sarò innalzato
dalla terra, trarrò tutti a me.
Giov. 12: 32.
L’ora della croce è vicina. Gesù è tornato in Gerusalemme ed ha ricevuto gli
onori del profetico trionfo, un gruppo
di pagani è venuto a chiedergli un’udienza e dinanzi alla folla s’è udita una
voce dal cielo: « L’ora è venuta che il
Figliuol deU’Uomo ha da essere glorificato... se il ìgranel di frumento caduto
in terra non “muore riman solo... Ora è
turbata rànima mia... Avviene il giudizio di questo mondo; ora sarà cacciato
fuori il principe di questo mondo... »
— E che cosa ne sarà, o Signore, di
questi pochi discepoli che ti circondano
e che già impallidiscono dinanzi alle
prime raffiche della tempesta?
— Chi ama la sua vita la perde e chi
odia la sua vita, in questo mondo, la
serberà in vita eterna. Se imo mi serve,
mi segua; e là dove son io, quivi sarà
anche il mio servitore... quando sarò
innalzato dalla terra sul legno della
croce e nella gloria del mio regno trarrò tutti a me.
— Seguirti, Signore, nella luce del
tuo regno... ma per la via della croce:
per crucem ad lucem...
Sì, lo voglio Signore, e se le mie forze
verranno meno per via, attirami tu, fino
alla mèta.
■Mércolcdl Lettura: S. Marco 10: 1-12.4.
26 Febbr. secondo la sua promessa, noi aspettiamo nuovi cieli e nuova
tètra, ne’ quali abita la giustizia.
2 Pietro 3: 13.
Giustizia! Non è forse questa, una
delle aspirazioni più grandi della umanità? Le intelìigerize migliori ed'i cuori
più nobili, in ogni tempo, si sono mobilitati per stabilire nel móndo il reeno
della'giustizia e, per la sua conquista, sì
sono versate tante lacrime, si è sparso
tanto sangue...
Oggi stesso, non è forse in nome della
giustizia che la Patria nostra è in armi
e che il mondo combatte la più aspra
delle guerre?
E benedetti e santi sono gli sforzi di
coloro che lottano in nome della giustizia: « Beati quelli che sono affamati
ed assetati della giustizia», ha detto Gesù (Matt. 5: 6), essi riusciranno dì certo
a migliorare le condizioni di vita della
umanità.
Tuttavia, v’è una giustizia che gli
sforzi umani non potranno mai raggiungere: essi non potranno mai im,pedire che dei bimbi nascano deformi o
malaticci, che accanto ai buoni nascano
dei cattivi, che dei fanciulli restino orfani in tenera età, che gli uni muoiano
a vent’anni e gli altri a ottanta. Perciò, noi attendiamo con brama intensa i
nuovi cieli e la nuova terra promessi da
Gesù.
Giovedì Lettura: S. Marco 10: 13
27 Febbr. ig.
Poiché dobbiamo tutti comparire davanti al tribunale di Cristo, affinchè
ciascuno riceva la retribuzione delle cose fatte quand'era nel corpo, secondo
quel che avrà operato, o bene, o male »
2 Gor. 5: 10.
— Perchè mai quell’accento messo
sulla parola corpo? Non sarebbe egli
vero, come sento dire frequentemente, che il Tribunale divino terrà conto
più delle intenzioni e dei desideri che
degli atti del corpo materiale ?
— No, saremo giudicati invece, proprio dagli atti di questo corpo che ci era
stato affidato come uno strumento.
Questi rudi amanti della bettola appariranno così, come lì ha ridotti
il vizio, dinanzi al tribunale divino. Questa folla variopinta che si
è messa dei colori sul viso, sulle
mani e sui piedi e si è ricoperta di toelette invereconde per soddisfare le esigenze del corpo, comparirà in giudizio,
così. E tu stesso, fratello, porterai nel
tuo corpo, lassù, le tracce degli ignobili
istinti che lo hanno così spesso padroneggiato... e il tuo corpo sarà quello che
ti condannerà.
— Si, comprendo, ma io so quel che
farò! Prima che il Giudice apra la bocca per pronunziare la sua sentenza, ricorderò le sofferenze che Egli ha patite nel suo corpo per pagare il prezzo
del mio riscatto e, a quel ricordo, ne son
certo, la mia condanna si tramuterà in
assoluzione.
Venerdì Lettura: S. Marco 10: 17
28 Febbr. 27.
Or Iddio è fedele e non permetterà
che siate tentati al di là delle vostre
forze; ma con la tentazione vi darà anche la via d’uscirne, onde la possiate
sopportare. 1 Cor. 10: 13.
E’ una cosa terribile la tentazione, è
la lotta con Satana il mostruoso seduttore, il serpente che attira a sè ruccéllino incapace di resistergli. Difatti, nei
passi che precedono, l’apostolo ha parlato dei padri che furono tentati nel deserto e perirono in gran numero. E,
senza risalire fin là, anche oggi, il mondo è pieno di gente rovinata per aver
ceduto alla tentazione. E, senza guar,dare attorno, bastano tanti tristi ricordi nascosti nel nostro cuore: lotte sovrumane, combattute prima di soccombere tante volte e lacrime roventi versate in gran copia sulle nostre cadute.
Ma l’apostolo, qui, parla di vittoria:
di tentazioni non più sovrumane, ma tali che le nostre forze le possono superare... Io comprendo: c’è un nome sottinteso nelle sue parole: il nome di Cristo grazie al quale le tentazioni rimpiccioliscono e le nostre forze sì moltiplicano. Il nome di Colui che ha detto:
Chiedete e vi sarà dato » e del quale S.
Paolo diceva: « Io posso ogni cosa in Colui che mi fortifica ».
Sabato Lettura: S. Marco 10, 281 Marzo 34^
Vegliate: state fermi nella fede, portatevi virilmente, fortificatevi.
1 Cor. 16: 13.
Questa, m’ha detto un credente, è una
parola opportuna per i giovani, ì ouali
dovrebbero sentirsi conquistare ed entusiasmare da un simile programma di
vita... E voglia pure il cielo che questo invito sia raccolto da qualcuno di
quei giovani eletti che sanno ancora entusiasmarsi per l’ideale cristiano fino al
punto di consacrargli tutta la vita!
Ma io penso che questa raccomandazione apostolica è anche tanto opportuna, oggi, per i nostri soldati che ser■ vono la Patria sui campi di battaglia e
che han tanto bisogno di avere una fede
ben salda, di portarsi virilmente e di
fortificarsi ogni giorno più««
Penso che è probabilmente opportuna per te, fratello lettore: forse le
tentazioni di Satana ti circondano per
farti cadere in peccato e tu devi essere
vigilante; forse la tua fede vacilla sotto
i colpi della prova e ti senti smarrito;
forse, sei stanco per le dure lotte quotidiane ed hai una gran vgolia di cedere
allo scoraggiamento e di piangere...
ENRICO GEYMET.
TOSSI
CATARRI
LE PILLOLE DI CATRAMINA
BERTELLI HANNO UN POTERE
ANTISETTICO VERAMENTE
IMMUNIZZANTE DELLE VIE
RESPIRATORIE
CÀTRÀMINÀ
BERTELLI
‘Marellb
ERCOLE MARELLI & C. - S.A.
MILANO
POMPE
CENTRÌFUGHE
POMPE - FILTBI
par Acqua, Acati, Vini, Liquor}, Sciroppi,
OHI, Madiclnall, Profumi, Colla.
IMPIANTI PER CANTINE
Vini Spumanti, par Acqua Qaaaoaa
a Saitz - Catalago gratta.
BELLA VITA - viaparini, i
... P.l» PASINI S
La Ditta Bea ha d.poNti ne rappreMataalL
Cercasi marito e moglie per aiuto
negozio in Torre Pellice. - Alloggio,
luce, gaz, riscaldamento. — Rivolgersi
0 scrivere al giornale.
Prof. Gino Costabei., direttore responsabile
ARTI GRAFICHE « L’ALPINA » - Torre Pellice
JtTTILIO IflOURCLIJIk
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Chiedete alla
ibreria Editrice Claudiana
Torre Pellice
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