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Roma, 13 Giugno 1908
Si pubblles ogni Sabato
ANNO 1 - N. 24
LA LUCE
Propugna grinteressi sociali, morali e religiosi in Italia
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Italia: Anno L. 2,50 — Semestre L. 1,50
Estero : » » 5,00 — * * 3,00
Un numero separato Cent. 5
I manoscritti non si restituiscono
PIREZIOne: Via roagcnta, 18
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AMnimSTRAZIOME : Via liaziooak, 107
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SOMMARIO
Gli avvenimenti del giorno — Amor di Patria, E.
Eivoiee — Cronaca del movimento religioso —
Alla signora Angelica Balabanof, P. Bacchini —
Arte, letteratura e scienza : L’accoglienza alle
melodie « assolo » del M"- Baci, tJ. J. Fatti e
idee — Leggendo P Evangelo — Problemi di
educazione e d’istruzione ; La religione della
bontà, L. Clerico — Questioni sociali e morali :
A proposito delle attuali lotte agrarie, E. Meyniee
— Attacclii e difese : I deputati e 1’ Evangelo, E.
CoESANi — Pagine di storia; Nuovi Barbi Valdesi,
G. Jalla — La dottrina cristiana spiegata al
popolo : Il nostro bisogno più urgente, ti. j. —
Informazioni — Bibliografia — Appendice:
Eroine Valdesi monologhi di T. Gay.
Aff/i amati collaboratori, ai cortesi leggitori, a
tutti quei buoni, che mi hanno manifestata con sollecitudine la toro simpatia, mando i miei ringrasiamenti vivissimi,
il Dipettone
6LI flfiSEHIMEHTI DEL 610RHO
Giulio Prinetti, ingegnere ed industriale prima,
poi uomo politico e ministro, è morto in Roma martedì 8 Giugno alle ore 10 nell’età di anni 60.
Era uomo di grande energia, di ferrea volontà ;
non molto colto, ma di idee pratiche e chiare ; rese
all’Italia buoni servigi nel campo spinóso della politica estera, proseguendo risolutamente e con buona
fortuna l’indirizzo di Visconti-Vénosta.
Egli rinnovò la triplice alleanza, ma nel tempo
stesso dette impulso al riavvicinamento franco - italiano, seguendo in tal modo la corrente contemporanea che porta gli stati a non concepire più le alleanze come escludenti le buone relazioni con tutti i
popoli.
Il re Vittorio, quando il Prinetti nel 1903 dovè
lasciare il governo per ragioni di salute, lo nominò
marchese per attestargli la sua alta stima.
Intanto la politica che fu cara al Prinetti porta i
suoi frutti. '
Il re d’Inghilterra si trova presentemente nelle acque di Revai, dove si è incontrato con l’imperatore
di Russia. Questo convegno, che noi già lumeggiammo
parlando della visita di Fallières a Londra, é statò
molto combattuto alla Camera dei Comuni da alcuni
deputati ; ma a parte la nobile intenzione di quegli
onorevoli mossi senza dubbio a protestare dallo spargimento di sangue a cui da qualche anno ci fa assistere il governo russo, è pur doveroso constatare
che l’incontro dei due potenti sovrani ha un significato altissimo di pace,'del quale non possiamo non
rallegrarci. Anzi noi vediamo che un più intimo e
cordiale rapporto con Plnghilterra produrrà inevitabilmente una trasformazione nella vita russa.
In Italia la tranquillità interna non é ancora ristabilita : lo sciopero di Parma continua e le Puglie
tornano in iscena con disordini questa volta non economici ma politici. Ruvo, la cittadina della Provincia di Bari, resasi ormai famosa con le sue lotte
incivili, che dilaniano il suo povero popolo, è stata
Domenica teatro di scene selvagge in occasione delle
elezioni amministrative. Si hanno a deplorare, séson
vere le voci giunte alla capitale, più di venti feriti,
dei quali tre versano in pericolo di vita !
Nulla è più doloroso di questo spettacolo indecente
e barbaro, che purtroppo gli Italiani si ostinano ad
offrire al mondo; e pare perfino impossibile che le
autorità non sappiano o non vogliano o non possano
impedire questi macelli indecorosi.
Sappiamo bene che il rimedio a tanto male non si
può applicare da un giorno all' altro ; sappiamo ohe
Veducazione del popolo, anche a volerla promuovere
seriamente non si può ottqf^re ipso-facto ; ma pure
qualche provvedimento in casi prevedibili com^
quello di Domenica si dovrebbe poter prendere.
*
* »
Altra agitazione si ha nella classe degli impiegati
da quando è venuto a conoscenza del pubblico il
progetto dell’on. Giolitti nello stato giuridico degli
impiegati. Costoro si lamentano di una grave minaccia alla loro libertà che dicono contenuta nel nuovo
disegno di legge. Si è parlato perfino di libertà statutàrie offese e calpestate a danno dei funzionari ; e
un grande comizio privato, tenuto sabato scorso nella
Casa del Popolo, ha radunati circa 3000 impiegati malcontenti. ;
Formulare giudizi non possiamo in questo argomento ; ma il fatto che illustri e competenti parlamentari abbiano parlato di necessità di modificazioni
al progetto ci dice che gli impiegati non devono avere tutti i torti. Perciò auguriamo a costoro di poter riuscire ad ottenere soddisfazione in ciò che di
giusto contengono le lero richieste.
*
« «
Terminiamo con una cosettina allegra.
L’on. Santini ha interrogato il governo a proposito del manifesto pubblicato dal sindaco di Roma
nel giorno dello Statuto, « per apprendere (dal governo) se ritenga possa essere consentito alle autorità
comunali accennare in pubblici manifesti ad inesorabili esigenze del progresso, che nella maturità dei
tempi segneranno nuovi confini allò statuto del regno ».
Le parole incriminate sono le seguenti :
Se, nella maturità dei tempi, le inesorabili esigenze
del progresso segneranno nùovl confini alla Magna
Carta, oggi essa rappresenta guarentigia di civile
governo.... ' ' , ' ’ '
Il Messaggero così commenta la mossa strana dell’on. Santini:
. Si capisce che per I’od. Santini il progresso non esiste.
La storia per Ini, nOn avrebbe dovuto andare piu innanzi del...
19 settembre 1870. Ma il mondo cammina inesorabilmente, —
come dice appunto il sindaco, di Roma. E chi sa che al Deputato del II collegio non capiQ la- fortuna di assistere agli effetti di quella « maturità del tempi » di cui ha tanto paura 1
AMOK* X>I
Nel giorno sacro a tutte le nostre libertà di cittadini e di cristiani, il quale ci ricorda l’elargizione
dello Statuto e la discesa dello Spirito emancipatore,
sotto gli auspici della Dante Alighieri simbolo d’italianità, 1’ on. Fradeletto ci ha parlato come sa
fare lui Anima di Garibaldi.
E davanti alia evocazione di qnell’esempio purissimo di patriottismo, fatto di amore intenso e di
magnanimità, di disinteresse e di abnegazione ; qui
in quésta città di confine dove più gagliardo palpita il senso d’italianità ; in una assemblea, composta in parte di fratelli Vostri non ancora redenti,
e tutta vibrante di entusiasmo ai gloriosi ricordi e
alle vagheggiate speranze, abbiamo sentito una volta
ancora che cosa sia 1’ amor di patria : quel sentimento profondo e misterioso, fatto di memorie, di
glorie, di dolori e di gioie comuni, ravvivato e fortificato dalla comune .favella è dalle propaggini o
ii6QVfe..della;
radici dell^essere nosteo»p, nei momenti solenni, ci
fa correre un brivido giù lungo la spina dorsale e
dal ciglio ci spreme una lagrima di orgoglio e di
gioia. Eppure quel nobilissimo fra i sentimenti amani, quell’ « affetto che oppresso diventa furore »
pnò tramutarsi nella cosa più miserevole, ridicola,
odiosa, esàcranda quando perde il senso della misura e viene intorbidato da passioni, come è il caso
per 1 nazionalisti francesi, dei quali lo sciagurato
Gregory, eroico assassino mancato di Dreyfns, è l’ignobile esponente.
Il nazionalismo, piaga fortunatamente ignota all’Italia é peculiare alla Francia, è, come il mulo, il
prodotto ibrido deH’accoppiamento tra patriottismo,
clericalismo e militarismo. Avete osservato che le
moderne etichette che finiscono in ismo coprono
quasi tutte merce avariata ; figuriamoci poi cosa
deve risultare quando, se ne mescolano tre insieme !
L’esempio di Gregory informa. Nel buon patriota
che egli fa certamente in fondo fu inoculato il virus clericale al giornale di Arturo Mayer e quello
militaresco nei clubs anti-dreyfasisti ; e cosi venne
fuori il tipo del perfetto nazionalista, esaltato e
pazzo e vigliacco, il quale non esita a sparare contrp un innocente che ha già troppo sofferto e che
dovrebbe essere sacro a tutti, per protestare a nome
della patria e deH’nsercito secondo lui, offesi dalla
glorificazione di E. Zola, difensore del perseguitato
dagli alti papaveri dell’ esercito allievi dei Gesuiti
e antisemiti.
Cosi doveva finire, nel ridicolo e nel fango, quel
. patriotismo falso, gretto, ingiusto, isterico, sospettoso
e ringhioso che trasformò il mite Coppée in un
cane rabbioso e che dà a tante elette intelligenze
francesi gl’istiati dei Zulù o dei Patagoni.
Siccome, la religione, se non è fatta di tolleranza
e di amore, diventa fanatismo cieco e bestiale, cosi
l’amor di patria, se non è contemperato dal rispetto
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2
LA LUCE
per tutte le opinioni e dall’ amore più largo per
tutti gli uomini, s’inacidisce e s’intorbida facilmente
in quel sentimento esclusivista ed ingiusto che i
francesi chiamano chaminisme. Allora il patriota
diventa patriottardo, come il cristiano si trasforma
in settario o in clericale, come il cittadino che ama
la vera patria ed è pronto a difenderla all’oceorrenza,
si muta’ in militarista ; altrettante adulterazioni di
sentimenti in origine buoni e santi, altrettante e
screscenze cancrenose che rodono il corpo sociale e
che vogliono essere curate col ferro del chirurgo.
Che l’amor di patria non contamini, non impicciolisca e non distrugga mai in noi l’amore per
l’intera umanità ; e che la preferenza naturale che
sentiamo per i nostri concittadini, non ci taccia
mai essere ingiusti o indifferenti verso gli altri
uomini. La grande patria comune a tutti e che tende
a diventarlo sempre più è il mondo ; la patria naturale è quella che nella comunanza della lingua
dei costumi e delle tradizioni, ci stringe in famiglia più 0 meno numerosa ; la piccola patria, la più
cara, quella che maggiormente ci fa amare qnell’altra è il dolce luogo natio, dove siamo cresciuti,
dove sono le memorie indimenticabili, dove * Tossa
de’ padri dormon sotterra e dove anche noi speriamo un giorno dormire nell’attesa del grande risveglio.
Hni<ieo l?ivoii«e.
3>TUOVA AURORA
Questo volumetto, che ha avuto al suo apparire
una cosi lusinghiera accoglienza, è posto in vendita per L. 1,75 la copia ; IO copie per L. 12,50
La spedizione è a carico de’ committenti.
Cronaca del Mo^oto religioso
Spero che nella imminenza delle nostre Conferenze Distrettuali in ciascuna di esse si troverà
qualche volenteroso, il quale Vorrà comunicarmi
qualcosa intorno allo svolgimento delle predette
riunioni.
Il Direttone
' 1TJLL.IA
Appendice della “ Ragione „
Il giornale La Eagione, organo del partito repubblicano, ha incominciato la pubblicazione di un romanzo di Filippo De Boni intitolato ; « L’inquisizione
e i Calabro-Valdesi ».
Mentre ci compiacciamo di questa pubblicazione, che
speriamo possa contribuire a far conoscere una parte
tanto ignorata della nostra storia, ci riserbiamo di
parlare del romanzo quando sarà finito.
Il vescovo di Taranto
Mons. Jorio, vescovo di Taranto, dove godeva una
mensa di 50.000 lire annue, è stato trasferito a Roma
e incorporato nel Capitolo Vaticano con un assegno
canonicale di sole 5.000.
Questa misura, che noi conoscevamo già da parecchio tempo, ma della quale non abbiamo voluto parlare
per una certa prudenza a noi necessaria in simili casi,
è stata presa personalmente da Pio X in seguito alTaccertamento di fatti gravissimi.
Il papa ha giudicato in base alle risultanze accertate da una commissione pontificia inviata sul luogo
allorché le accuse contro Mons. Jorio pervennero in
Vaticano.
Questo fattarello, del quale la stampa quotidiana
non ha parlato e intorno al quale si è saputo fare un
generale silenzio di tomba, noi lo citiamo perchè ci
pare che esso provi come la Chiesa romana cerchi di
purificarsi delle accuse e delle vergogne che pesano
su di lei a causa della condotta dei suoi ministri. Il
tentativo è lodevole, anzi diciamo di più : il tentativo
è un ammonimento per tutte le amministrazioni ; Pio
X, dobbiamo riconoscerlo, si adopera all’innalzamento
del livello morale del suo clero ; ma crediamo che sia
ormai troppo tardi. L’albero romano è troppo vecchio
perchè si possa raddirizzare.
Seminaristi espulsi per aver applaudito D, Murri
Togliamo dal Giornale cCItalia ;
« Nel Congresso cattolico tenutosi a Gubbio in maggio quando fu letta l’adesione di don Romolo Mnrri si
alzò un caldo applauso col quale specialmente i giovani
seminaristi convenuti al Gongresso salutarono Torganizzatore della democrazia cristiana in Italia.
Allora il vescovo di Gubbio, che era pure presente,
si ritirò dalla riunione per significare ch’egli disapprovava la dimostrazione. Alcuni seminaristi seguirono
il loro vescovo : altri non si mossero. Ora l’autorità
ecclesiastica ha deliberato die siano espulsi dal Seminario quei giovani che non seguirono il vescovo ».
Il prete é sempre quello... !
Leggiamo nel giornale romano « La Vita » un curioso fattarello, che prova come la luce dei tempi
nuovi non sia riuscita a penetrare ancora nella mente
dei figli dell’inquisizione.
Ecco il fatto :
Napoli, 8. — Stamane una processione religiosa passava
per via Quercia presso Toledo.
Quivi essa si è imbattuta in alcuni studenti, i quali non
ai sono tolto il cappello al passaggio del sacramento.
Ciò vedendo, i preti che componevano la processione, hanno
deposto i ceri ed hanno selvaggiamente aggredito gli studenti
i quali continuavano tranquillamente la loro strada.
Gli aggrediti hanno tentato di reagire, ma, soverchiati dal
numero, sono stati ben presto sopraffatti e malmenati.
E’ stato necessario l’intervento di carabinieri ed agenti per
sottrarre quei disgraziati alla furia dei preti.
Gli studenti accompagnati, da numerosa folla, si sono recati
al vicino commissariato di pubblica sicurezza, a sporg ere querela contro gli aggressori.
Il fatto é vivamente commentato e, naturalmente, si disapprova da tutte le persone di buon senso, la intransigenza dei
componenti la processione, intransigenza che non può essere
in alcun modo giustificata e che non è tollerabile in un paese
civile.
L’abolizione dell’insegnamento
’ religioso in Valenza
Il Consiglio comunale di Valenza, composto in maggioranza di liberali’, aveva sospeso qualche tempo fa
l’insegnamento religioso nelle scuole. In seguito ad
una petizione, detta popolare, e condotta coi soliti sistemi preteschi, il consiglio esaminò nuovamente la
la questione nella sua tornata dei 4 Giugno e alTunanimità decise la soppressione delTinsegnameuto religioso. Il bello è che votarono fra gli abolizionisti anche
quei consiglieri che avevano sottoscritta la petizione.
ITRA.NCIA.
Sinodo delle Chiese Riformate
Evangeliche di Francia
E’ convocato a Mazamet per il giorno 23 corrente
e sarà inaugurato con un discorso del Pastore Loux.
Esso durerà quattro giorni.
n Congresso diocesano di Parigi
Nella scorsa settimana si è radunato a Parigi nn
Congresso diocesano sotto la presidenza di Mons. Amette.
Le decisioni prese riguardano ; 1) la costituzione
di comitati parrocchiali, 2) lo sviluppo della istruzione
catechistica , 3) lo incremento delle scuole cristiane (?)
4) l’istituzione di dopo scuola, circoli operai, patronati ecc., 5) l’osservanza del riposo domenicale e festivo
da parte di tutti i lavoratori, 6') la diffusione della
buona stampa.
Notevole è anche il fatto ehe il Congresso si è occupato ampiamente della questione delTalcoolismo e
della propaganda contro l’uso degli spiriti, propaganda
lodata e benedetta dal Papa.
' Non c’è nulla di nuovo, come si vede, nelle decisioni del Congresso, e nulla che sia peculiare ai cattolici-romani, si può facilmente constatare dal lavori del
convegno di Parigi che la Chiesa Romana si adopera
come può a copiare tutto ciò che la civiltà moderna
ha prodotto dì bello e di buono. Essa non è più testa,
ma coda !
GERMANIA.
L'evangelizzazione fra i papisti
La società di evangelizzazione fondata or sono otto
anni per lavorare fra i papisti di Germania ha tenuto
a Elberfeld la sua ottava assemblea annuale.
E’ stato pubblicato un rapfiorto circol are del quale
prendepèmo alcune importanti notizie :
Secondo le statistiche ufficiali, ogni anno 10.000 papalini passano all’evangelismo. Il 57 0[o dei fanciulli
nati da 330.000 matrimoni misti sono evangelici.
Queste cifre appariranno più eloquenti ancora se si
riflette al fatto che gli evangelici emigranti all’estero
sono otto volte più numerosi dei papisti, e che nel
movimento di immigrazione in Germania la corrente
immigratorla è formata in grande maggioranza da papisti : Infatti : Dal 1890 al 1900 su 350.000 immigranti vi erano 300.000 papisti e soli 50.000 protestanti.
Il pastore Fliedner nel suo rapporto annuale constatò i rallegranti successi dell’opera e ne trasse argomento per incitare i suoi confratelli a comprendere
il dovere urgentissimo che essi hanno di evangelizzare
coloro a cui il cristianesimo giunge alterato dalle manipolazioni umane.
Noi ci rallegriamo vivamente di questo risveglio dei
nostri fratelli tedeschi : in fondo, Topera di evangelizzazione è la, la ragion d’essere del protestantesimo.
INGRIIjTERRA
Il Congresso Pan-Anglicano
Ne parleremo quando sarà finito ; si prevede che
sarà un Convegno di grandissima importanza, giacché
8000 saranno i suoi componenti.
Per ora, a titolo di curiosità, sicuri di far piacere
ai lettori, riproduciamo dalla Vita questa bella corrispondenza ;
Una delle difficoltà maggiori incontrate dagli organizzatori
del Congresso pan-anglicano è stata quella di provvedere gli
alloggi per gli 8.000 congressisti provenienti dalle Colonie e
dall'estero.
Tali alloggi dovevano essere scelti in posizione centrale
ma nello stesso tempo non essere costosi, poiché l’immensa
maggioranza dei congressisti viene da lontani paesi con mezzi
limitatissimi.
Il comitato ebbe la buona idea di rivolgersi allo spirito di
ospitalità dei londinesi, abitanti nei quartieri centrali della
città, ed in poco tempo gli sono giunte offerte per camere e
vitto gratuito in numero tale che 3000 congressisti hanno
potuto a tutt’oggi venire dignitosamente e comodamente ospitati.
Il proprietario di un bellissimo palazzo di Park-Lane, che
è la strada più signorile di Londra, ha messo l’edificio a disposizione del comitato assumendosi di ospitarvi e mantenervi
gratuitamente non meno di quaranta persone per un periodo»
di 15 giorni.
Siccome molti dei delegati vengono in Londra colle mogli,
i vari Club femminili londinesi sono stati liberamente messi
a disposizione di queste signore, che saranno anche provvedute
da un apposito comitato, di guide per visitare la città.
AUSTRIA
Ancora il Professor Wahrmund
Come* i nostri lettori sanno costui è quel tale modernista dell’università di Innsbruck che era stato sospeso
dalle lezioni per desiderio di Granito di Belmonte,
Nunzio papale in Austria.
Egli in seguito alla levata di scudi degli studenti
universitari di quasi tutte le università austriache,
aveva potuto riprendere il suo corso ; ma un decreto
del governatore ha chiuso addirittura l’elenco tirolese
Cosi Mona. Granito ha avuto piena soddisfazione,..'...
per ora.
Olla Signora flagelica Balabanof
Due parole ancora per rilevare le enormi contraddizioni del suo scritto, Ella ci ha detto, o almeno ci
ha lasciato intendere chiaramente, che Tnomo è nulla
più di un semplice vertebrato — di un automa in cui
tutto è determinato inesorabilmente da leggi meccaniche ; ora come può Ella permettersi di cavar fuori
dal suo determinismo e fatalismo gli ideali della libertà e dignità umana?
Inevitabili contraddizioni ; giacché non si può parlare di emancipazione e di elevazione del proletariato
e delTuomo in genere senza far appello ai valori morali, al sacrifizio dell’ interesse particolare per quello
generale che nel futuro si matura.
Or questi sacrifizi parziali e questi valori morali
sono possìbili soltanto in una sfera di spiritualità.
In un mondo in cui al posto di Dio si collochi la
materia cieca al posto dello spirito una secrezione del
3
:V'lí
LA LUCE
cervello, al posto della libertà la meccauica, Signora,
soltanto logico è H, Mallock, che lancia la straziante
interrogazione. Is life wort living ? È degna la vita
d’esser vissuta ?
Vede bene adunque, o Signora, che se io ho abbracciata una fede fu appunto in nome della libertà, e la
mia fede, tutt’ altro che legarmi le mani, me le scioglie, tutt’altro che murarmi una prigione me ne cava
fuori. Il X.mo nella sua essenza, non è dedizione, ma
ribellione di spiriti immortali.
Vede ? io. Cristiano secondo Cristo, non ho sul collo
alcun giogo d’autorità. Il sovranaturale che accetto
nessuno me l’ha imposto — l’ho sentito io colla parta
più intima di me stesso ; e ritengo dovrà fare maggior sforzo altri a respingerlo che io a riconoscerlo.
Ci sono delle credenze religiose che s’imposero e s’impongono all’uomo nel silenzio assoluto delle sue facoltà ; credenze paragonabili al cibo indigesto nello
stomaco ; ma. Signora, codeste non sono la fede.
La mia fede mi dice : Tu sei della razza di Dio ;
Va... non a servire, ma ad assoggettare la terra — a
servire, si, ma il tuo simile, come Gesù l’ha servito.
La mia fede mi dice : Non c’è nè nobili nè plebei,
nè schiavi, nè signori ; ma tutti sono una stessa cosa...
e... chi tocca un suo simile per nuocergli, commette
un delitto di lesa divinità. Altro che religione mezzo
di schiavitù ! ! La mia fede m’insegna « che al Signore appartiene la terra e tutto ciò che è in essa.
Che col proprio" sudore deve ognuno guadagnarsi il
pane. Che chi non lavora, non ha diritto di mangiare.
Dov’è il posto per i privilegi ; monopolii sfruttatori,
padroni ? ?
La mia fede mi dice che ioùevo essere appieno, accertato nella mia propria coscienza, che devo obbedire
alla Coscienza anziché agli uomini ; dove sono le imposizioni, le paure ? ?
Non c’è cosa turpe che non abbia nella mia religiosità la sua condanna.
Se noi vogliamo affermare quelle forze che sgorgano
dal punto più alto della nostra vita interiore, se abbiamo il vantaggio di far valere queste sole ; se vogliamo seguire, la evoluzione ascendente dell’umanità,
indirizzare ad alti scopi la nostra vita ; dobbiamo credere virilmente in quel Dio che Gesù ha chiamato
suo ed è anche Padre nostro. Perocché solo questa
fede dà un senso e un valore alla vita che la sola
scienza non può dare.
Non sono frattanto mie. Signora, queste affermazioni.
Le ha fatte non sou molti anni dalla Cattedra di Berlino uno che alla scienza ha donato tutta la sua vita ;
Adolfo Harnach.
Pericle Sacchini
*
4:
Anche l’illustre Francesco Saverio Collina, Professore alla .Regia Accademia di Santa Cecilia ha
lette le Dieci melodie del Baci di cui loda — nel
suo giudizio che ha reso di pubblica ragione —
«... la giusta interpretazione delle parole e l’eletta
forma musicale ». Il Collina soggiunge : « L’idea
di far cantare una sola voce di concerto è ottima,
e sono sicuro che questi composizioni saranno molto
apprezzate dagl'intelligenti ».
*
^ ¡a
Il M- Cesare Dobici loda « lo scopo nobile ed artistico del Baci » ; osserva che « la melodia, mentre è semplicissima nulla risente di profano », e
rivolge al Baci parole di congratulazione e d’incoraggiamento.
« m
(^rte, Letteratura, Scienza
L’accoglienza alle Melodie Assolo del M" Baci
Abbiamo già parlato in questo periodico della
nuova pubblicazione musicale di Adolfo Baci consistente in dieci melodie su testi biblici per una voce
sola con accompagnamento di pianoforte. Anche altri giornali evangelici ne hanno parlato con molta
simpatia. Ma ciò che maggiormente interessa è il
vedere quale accoglienza si appresta a fare alla
nostra pubblicazione (e dico pensatamente nostra,
ciPè evangelica ed italiana) il mondo artistico
estraneo al campo evangelico.
Il noto Maestro Cav. Ernesto Franceschini,
della Regia Accademia di Santa Cecilia, si occupa
delle Dieci melodie del Baci scrivendo nella recensione, quanto segue : «... Queste composizioni sono
fatte con assoluta correttezza e vera sapienza armonica, mantenendo sempre inviolato lo spirito liturgico delie composizioni. Nelle quali la bellezza
della melodia è pari alla facilitò deU’esecuzione. La
massima difficoltà, in lavori di questo genere, consiste nel saper accoppiare la relativa facilità delresecuzione col vero valore artistico musicale. Nel
superare brillantemente questa difficoltà spicca la
valentia del M'Baci..»
Secondo il M* Franceschini la più bella delle
Dieci melodie è quella che porta il numero señe.
I nostri lettori saranno lieti di conoscere quel
che ne pensa il notissimo ed eminente Maestro
Comm. Emilio E ciglio di Milano. Ecco il laconico
ed eloquènte giudizio deH’illustre compositore :
«... È da molto tempo che io conosco l’alto valore
del M- Baci. Con la presente pubblicazione egli non
ha fatto che confermare 1' ultima mia convinzione
che pochi maestri in Italia possono, oggigiorno gareggiare con lui nella genialità dello
stile da lui osservato ».
4» ¡is
Per oggi faccio punto, pur promettendo ai lettori di tenerli informati di ciò che ancora si dirà,
fuori del campo evangelico, e da uomini dell’ arte,
di questa nostra pubblicazione.
Le autorevoli testimonianze oggi riferite debbono
intanto stimolare tutti i fratelli evangelici a gareggiare nell’acquisto di quest'opera musicale ; poiché solo il rapido successo commerciale potrà incoraggiare le persone che s’interessano alla cosa, e
gli editori, a pubblicare altri volumi dell’importante
e ricca produzione baciane. u. i.
FÍVTT1 E IPEE
Le parole di Cristo nei papiri egiziani
(Alessandro Chiappelli risponde ad Bámale)
Il giornale d’Italia del giorno 7 Giugno pubblicava la seguente lettera :
Caro Direttore,
Mi sia consentito soggiungere due parole alla cor
tese replica dell’illustre storico di Berlino, pubblicata
nel periodico La Luce, in seguito ai due articoli da
>me comunicati al Giornale d'Italia (20 .aprile e 3
maggio) :
Come il prof. Harnak riconosce colla benevolenza
che è propria degli spiriti alti anche se dissenzienti
la ipotesi ,da me proposta è la più semplice : e la
semplicità é per la critica scientifica il segno primo
della maggiore verosimiglianza. L’ipotesi difesa dall’Harnack sembra difficile, perchè implica che Marco
2 (cioè r insertore sconosciuto della seconda finale
dell’Evangelio di Marco nel testo comune) abbia omessa, ed altri più tardi ammessa, una peri cope cosi
vistosa e così organicamente connessa con tutto il
contesto. Non si vede quale possa essere stata la ragione della prima omissione ; ed è tanto più difficile a spiegarsi la più tarda accettazione di questi
versetti, che per il loro contenuto non rispondevano
più alle condizioni storiche e religiose della metà del
secondo secolo. E se nemmeno rispondevano a quelle
dei primi decenni del secolo, cioè all’età di Traiano,
essi pur conservavano nell’antica redazione attribuita
al presbitero Aristione, una tradizione originale, la
quale a colui che inserì questa nuova finale del secondo evangelio poteva sembrare illecito l’eliminare
smembrando anche il t3sto primitivo che la conteneva.
È vero che ci mancano analogie sicure di consimili eliminazioni dal testo del nuovo Testamento,
mentre non mancano esempi di aggiunte e di inserzioni. Ma questo ha la sua ragione nella natura stessa
delle cose. Delle eliminazioni avvenute è ben difficile
che rimanga il segno o la notizia, mentre non è così
per le aggiunte. E pure chi consideri che le due genealogie di Gesù (Matt. 1, 1-17 ; Lue. 3, 23-38) espri- ^
menti, secondo l’uso giudaico, la discendenza per linea paterna dovevan contenere necessariamente le
parole « Joseph de egennesen fon JesoMW, ohe furono
poi trasfigurate per una ragione dogmmatica in quello
del testo presente (e lo conferma il codice siriaco Sinaitico pubblicato dal Merx nel 1897) dovrà riconoscere aversi qui, secondo una legittima induzione, un
esempio, se non certo almeno sommamente probabile^
di una importante eliminazione o rifacimento nel
testo evangelico a noi pervenuto.
Alessandro Chiappelli
A quelli dei nostri lettori che potessero trovarsi al caso di non intravvedere subito la reale e
positiva importanza di questo dibattito storico - cri■;ico, che noi siamo lieti di aver suscitato, diremo
che appunto da questi studi minuziosi suole scaturire lo stabilimento della verità dei fatti e la certezza iùtorno aU’autenticità degli scritti.
Dello stato del Congo
Lo stato indipendente del Congo, appertenuto
già al re del Belgio ed ora passato sotto la dominazione diretta della nazione belga, è famoso nel
mondo civile per le atrocità che vi si commettevano
da parte degli europei a danno dei poveri indigeni.
I primi a dare l’allarme sulle condizioni orribili
fatte ai negri dagli ufficiali europei furono i missionari evangelici inglesi ; il governo britannico levò
la sua voce potente più d’ una volta in favore dei
disgraziati ; in altri paesi europei (non esclusa l’Italia) l’eco destata dalle rivelazioni dei missionari
sollevò grandi indignazioni e rimproveri all’ indirizzo dei massacratori ; finalmente si giunse all’annessione del Congo al Belgio, Qnest’ultima misura
fece sperare nella cessazione delle brutalità poliziesco - commerciali ; ma ecco il Times pubblicare una
lettera del Bond, che gitta luce sulla situazione
presente, e dalla quale si viene a sapere che le
cose purtroppo non sono cambiate. ,
Il Bond dice cha lievi miglioramenti sono stati
arrecati in quelle parti del paese che più spesso
sono visitate dai missionari e dai viaggiatori ; ma
che Tamministrazione generale è rimasta la stessa.
Quando gli ispettori mandati da Bruxelles erano
laggiù, le imposte furono diminuite; ma dopo la loro
partenza furono ristabilite nella misura antica.
Le atrocità sono cessate sui posti ben conosciuti
del paese, ma nelle regioni lontane la crudeltà e i
castigi barbari sono gli stessi, giacché ufficiali e
soldati agiscono come prima. Nei distretti lontani
dalle vie molto battute e dove gli stranieri non
hanno il diritto di penetrare, il governo fa ciò che
gli pare, e, purtroppo, si sa ciò che significa codesta frase. Le riforme superficiali introdotte là dove
gli europei sono vicini sono polvere gittata perchè
non si veda ciò che avviene altrove.
Sarebbe una follia ed un delitto persuadersi che
ora tutto vada bene laggiù ; per contro è più urgente che mai protestare e reclamare che gii odiosi
sistemi siano aboliti.
Il nuovo « Freroicr » Inglese
Augustin Filon scrive nella Reme des Den.x
Mondes (1 Maggio) un bellissimo articolo su Herbert Henry Asquith, nuovo presidente del Consiglio
dei Ministri in Inghilterra.
Sarebbe certo interessante potere riprodurre la
biografia deU’illustre parlamentare quale è tracciata
dal Filon; ma non potendo ci contentianio di riprodurre
le linee sobrie a grandiose del programma che l Asquith si propone di svolgere per il bene del suo
paese.
Nella questione della educazione nazionale, egli
tende a pacificare gli animi già troppo eccitati dalla
lotta per l’insegnamento religioso. Il primitivo programma del governo liberale, che aveva suscitato
il vespaio al tempo della presidenza di Campbell
Bannermann, sarà opportunamente riveduto e corretto ; la grave faccenda delle bevande alcooliche
sarà risoluta con criteri radicalissimi ; guerra ad oltranza all’alcool.
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ministrò si propone di tutelare un edi separazione della Chiesa dallo Stato,
soddisfazione ai non conformisti, ai quali
3 appartiene. L’articolista prevede a questo
una resistenza tenacissima da parte della
nglicana ; ma noi crediamo di potere afciò non sarà, giacché gli stessi magquella Chiesa hanno manifestato il loro
in una recente riunione (di cui noi demmo
po notizia), nella quale prevalse l’idea
razione. Del resto il prossimo congresso
cano, che si terrà in Londra entro il cordirà certamente la sua parola in prò
i:he
pe
della
uestione sociale l’Asqnith si prefigge di
in porto felicemente la legge sulle pendale (Old Age Pensiori) ; già come miniPinanze, quando viveva Campbell Banl’Asquith ha preparato il terreno dimispese di 200 milioni e ammortizzando
li del debito pubblico, pur diminuendo le
125 milioni,
conchinde il suo studio dicendo che con
di costami puri e severi una razza, che
eroi, ma che è stata tenuta in sogT molto tempo, sale al potere : la demogiosa inglese si avanza con lui sulla
storia e i discendenti di Cromwell afinizio del secolo ventesimo la questione
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tiamo con la Scrittura: « Beato il poli il Signóre è l’Iddio ».
GENDO L’EVANGELO
E il Signore, vedutala, ebbe pietà,
di lei, e le disse : Non piangere
Lue. VII, 18
mtro di Gesù seguito dai discepoli
numero) e da gran moltitudine
esto corteo che accompagnava aldimora la salma di un giovinetto,
oitro descritto dal Vangelo con
'denza e sobrietà di parole — è
ai commovente. Di leggieri ci rapmo alla mente tale incontro inadei due numerosi cortei, cioè di
e accompagnava il Principe della
quello che accompagnava la vita morte. Si trattava di un figliuolo
sua madre, come dice il testo, il
me meglio l’aiFetto materno e il
la donna nel vedersi oramai oresser^ più caro che ancora le
la popolazione ha voluto, parteijlla sepoltura dell’amato giovinetto,
e tutta la sua simpatia alla madre
8;veva avuto il dolore di perdere
marito.
a visto la donna piangere tutte
3rime. Ne fu vivamente e prole commosso. Come risplende in
ua bellezza qui l’umanità di Gesù !
mpassione ! Chi può descriverla
a sua grandezza e profondità?
e. E quante altre volte Gesù
passione, e pianse dinanzi alle
umane, si trattasse delle turb.e
mno avanti, a guisa di pecore
lan pastore, o dell’amico Lazzaro
la morte aH’affetto delle sorelle,
salemme prossima ad essere di
affetto umano adunque fu estra
neo all’anima di Gesù. Ma Egli tutto sentiva in modo più profondo e più perfetto.
In questa mesta circostanza Gesù disse alla
povera madre : Non piangere. Parola tenera ad un tempo ed imperativa. Non è
Egli venuto quaggiù per consolare e confortare gli afflitti? E chi più di questa
donna ha bisogno di tutta la consolazione
del Salvatore ? Oh ! in quel momento Gesù
ha compito alla lettera la grande promessa
di alleviare le sofferenze umane : Venite a
me voi tutti che siete travagliati e aggravati, ed io vi allegerirò.
Quella parola « Non piangere » è pur
ora ripetuta a quanti si trovano nella distretta, neH’ambascia, nel dolore. Lungi
quindi da noi un qualsiasi senso dì sconforto. I cristiani non devono conoscere la
disperazione. È sempre vicino a noi Colui
tjhe ci diè la parola consolatrice, la quale
sola può farci sperare la redenzione divina.
E allora noi, in qualsiasi circostanza triste
possiamo trovarci, non saremo contristati
come gli altri che non hanno speranza.
e. m.
PREGHIERA
Domenica 14 Giugno
Aiutaci a vivere secondo la tua volontà, o Dio
creatore degli uomini. Tu sai quante tentazioni assalgono la nostra vita e quanto inclinati noi siamo
verso le bassure. Soltanto la grazia tua può sostenerci e compier la tua volontà nei nostro spirito.
Berciò noi veniamo ogni giorno davanti a te come
in cerca di pane. Senza di te non possiamo vivere.
Tu non sei per noi una gioia passeggera. Tu sei la
nostra immortale necessità. In Dio viviamo, e ci
moviamo, e siamo. Non é possibile guardare te in
faccia e rimanere in vita... ma ben possiamo vedere
Gesù Cristo, il tuo eterno Figlio, udire le sue parole, ricevere la sua testimonianza, camminare secondo la sua dottrina e riporre la nostra confidanza
nel mistero della sua Croce. Amen.
PFOblBini di Bdiicazione b d'IstruzionB
La. r-eligione della bontà
E’ mia bella parola molto usata ai noùri giorni :
La sentiamo ripetere spesso, sopratatto sui giornali
0 nelle funebre orazioni, allorché non si sa o non si
può dire quale fosse la vera fede religiosa del defunto.
E’ talvolta una parola che scusa molti difetti, — per
non dir molte colpe, — e ne attenua molti altri ; una
parola che getta un velo pietoso su tutta una vita,
ma che — troppo vasta e poco chiara — finisce sovente per non significare più alcuna cosa.
Pure, lo ripeto, è una bella parola : Vi sono anime,
come il Mazzini, per le quali 1’esistenza intera si compendiò uell’idea del dovere : altre, come il De Amicis,
per le quali l’ideale sommo fu l’amore e la bontà. E
quando questa bontà non è vano orpello destinato a
nascondere macchie o difetti, ma vero sentimento generoso ed utile agli altri poche cose vi son nella terra
sì grandi quanto questa.
la questa religione della bontà, al di fuori o al di
sopra di ogni credenza, è essa possibile ? Intendiamoci
bene : La bontà dovrebbe significare nient’altro che
Vamore vissuto attraverso tu'te le vicende liete o dolorose dell’esistenza, la bontà vorrebbe essere non già
un vago puerile sentimentalismo, ma il coraggio del
sacrifizio, la pietà costante ed eroica, il perdono sempre
e di tutte le offese.
Ed io vorrei chiedere a quelli che combattono la fede
cristiana in nome di una religione puramente umana»
si chiami essa bontà, dovere o filantropia : « E’ possibile questa bontà alta ed assoluta, questo dovere sempre e serenamente compiuto, quest’amore immenso e
puro di tutti gli uomini... è possibile tutto questo senza
che prima, od in un modo o nell’altro, sia balenato
nel nostro cuore, naturalmente ribelle ed egoista, un
raggio della luce divina ? »
Scendiamo nel mistero dell’anima nostra : La risposta non si farà attendere. Troppo debole ò la nostra natura, troppo forte il fascino del male, perchè,
tosto 0 tardi, nel cuore che non volle prostrarsi alla
croce, tutta questa bella religione umana non cada e
si sperda come una foglia secca.
Tra le lotte della vita, come dinnanzi ai suoi misteri, abbiamo bisogno di una visione dall’alto, i tenui
bagliori della terra non possono bastare a chi fu creato
per l’immortalità.
Eppure da questa decantata religione della bontà,
anche noi cristiani possiamo apprendere qualcosa, o
per meglio dire, può giovarci a ricordare... La fede
nostra è principalmente basata suH'amore, e noi pratichiamo davvero la bontà nella sua più alta espressione.
Ma forse talvolta lo dimentichiamo... Vi è un falso
cristianesimo che parla all’immaginazione, ma nulla dice
al cuore, ve n’è un altro, non meno falso, che si rivolge alla pura intelligenza. Vi sono anche dei cristiani
di nome — la cui voce s’innalza solo per giudicare
e condannare i loro fratelli, anime che vivono ancora
nelle tenebre cupe dell’orgoglio e dell’egoismo e che
passano indifferenti, come il Sacerdote ed il Levita
della parabola, presso l’umanità ferita e straziata, anime che non hanno ancora contemplato l’alba divina,
eppur si credono seguaci del Cristo.
Che diremo a costoro, a qualsiasi chiesa essi appartengano ? Che diremo a noi medesimi se per caso
fossimo della loro schiera ? I figli del mondo che comprendono talvolta, sia pure imperfettamente, la religione della bolttà, sarebbero essi più avveduti dei figli della luce ? Ci avrebbero essi preceduti nel regno
di Cristo ? Eicordiamoci che la fede dell’intelletto è
ben poca cosa dinnanzi al sacrifizio del Golgota. Per
comprendere quel mistero, che diede nuova vita al
mondo, occorre amare. E nel giorno che tutte le genti
umane si aduneranno nel medesimo ovile, non sarà in
virtù di sottili ragionamenti, ma di un fuoco ardente
di amore, sceso dal cielo come nel di Pentecostale,
battesimo santo che. li condurrà ai piedi dell’unico
Pastore.
Disa Clefieo
QUESTIONI SOCIALI E flORALI
A. proposito delle
attuali lotte agrarie
È veramente degna di nota la spiegazione data
dall’on. Raineri ad un giornalista circa la causa del
non attecchimento dello sciopero in certe parti della
provincia di Piacenza. La causa è questa : Il modo
in cui è divisa e collocata la proprietà. « Dove esiste la grande proprietà terriera, quivi sono possibili i grandi scioperi... « Ma nel rimanente della
provincia, dove cioè la proprietà è divisa e suddivisa fra un numero infinito di piccoli proprietari e
dove non esiste, quindi, il salariato vero e proprio,
ma la terra è lavorata dagli stessi proprietari e
dai « mezzadri » e * terzaruoli », quivi la propaganda sindacalista non ha attecchito, e tutto questo
territorio non ha partecipato allo sciopero generale ».
Siamo lieti di questo omaggio reso alla funzione
sociale della proprietà non concentrata in mano di
pochi, ma suddivisa fra i molti. E in questo frazionamento della proprietà risiede l’avvenire nostro
agricolo. Imperocché la proprietà individuale terriera è e sarà sempre più conforme alle tendenze
deH’nmana natura che non qualsiasi altra forma di
essa. Difatti, fin dai tempi primitivi più lontani, ha dimostrato lo Spencer, si trovano le treccie
di una proprietà privata e individuale. Questo insigne investigatore dei fatti sociali e umani nei suoi
« principii dì sociologia » parla « della falsità
della opinione sostenuta da qualche autore, che la
proprietà individuale sia stata sconosciuta agli uomini primitivi ».
Presso gli Ebrei, inoltre, contrariamente alla
tesi del Nitti, sostenuta nel suo Socialismo Cattolico, fin dal tempo dei Patriarchi esistevano la pro-
5
LA LUCE
prietà individuale, e la moneta, che sono la forma
più caratteristica deirindividnalismo economico, come
si può desumere dalla storia di Abramo, Giacobbe
ecc.
Il problema consiste adunque nel cercare il modo
di frazionare la proprietà, non nell’abolirla. E perciò ben ammoniva Giuseppe Mazzini: « Non bisogna
abolire la proprietà perchè oggi è di pochi, bisogna aprire la via perchè i molti possano acquistarla.
Bisogna richiamarla al principio che la rende
legittima, facendo si che il lavoro solo possa produrla > {Doveri dell’uomo^.
E lo Stato può in Italia raggiungere questo magnifico intento mediante la colonizzazione interna,
bonificando le terre incolte, riscattandone altre per
darle a lavorare alle braccia inoperose, e favorendo
la conservazione delle piccole proprietà che non
dovrebbe mai colpire con tasse eccessive : anzi non
dovrebbe imporre nessuna tassa su quelle piccole
proprietà che possono appena bastare al sostentamento di una famiglia. Ancora qui il grande genovese diceva il vero : « Bisogna mutare il sistema
delle tasse, tanto che non colpiscano la somma necessaria alla vita e lascino al popolano facoltà di economie produttive a poco a poco di proprietà ».
L’ideale per fermò delle istituzioni economiche
per quanto riguarda la ripartizione dei beni della
terra sarebbe che tutti giungessero alla proprietà
individuale, ideale magnificamente espresso dalla
parola biblica : « Ciascuno viva in pace sotto la
sua vigna, sotto il suo fico ».
j Hniieo OQeynieu.
abbiano del rispetto per la Parola di Dio, quando vediamo i legislatori metterla in ridicolo ! Perchè non
c’è da illudersi, le risate generali che accolsero il consiglio dell’on. Luzzatti, furono risate ironiche, all’indirizzo del Vangelo dal quale il consiglio era stato tolto
e non a quello del collega che da tutti i deputati è
amato e rispettato.
E poi si vuol risolvere il problema religioso e nella
scuola e all’occorrenza nella patria intiera ! E coloro
che vogliono risolverlo sono quelli che deridono la
vera base della religione, e in tal modo ne scalzano i
fondamenti, e l’edifizio, tosto o tardi, dove andrà? Ne j
sappiamo qualche cosa, pur troppo, noi che siamo sulla
breccia a combattere in nome di un sacrosanto principio, e i nostri sforzi sono resi vani dall’operato di chi
in alto siede !
Vedremo dunque, se così si continua, dove andremo
a finire ; per ora vediamo le risate generali dei nostri
onorevoli all’indirizzo dell’Evangelo !
EGfiep Copsatii
La dottrina cristiana spiegata al popolo
Ih flOSTHO BISOGIlO PIÙ ÜHGEHTE
Questi studi sereni ed obiettivi che di tanto in
tanto siam venuti pubblicando, non impegnano affatto il giornale, che rimane fedele alla neutralità di
fronte ai diversi sistemi economici. N. d. D.)
ATTACCHI E DIFESE
/ deputati e F,Evangelo
Dal resoconto di una delle ultime sedute della Ca-‘
mera dei deputati, tolgo quanto segue, che mi ha fatto
un po’ pensare : ‘
« Luzzatti conclude (a proposito della politica estera)
« con un consiglio del Vangelo : Siate prudenti come
« serpi, semplici come colombe, {risate generali)
« Una vóce dall'Estrema : Dunque anche lei conosce
« il Vangelo ?
« Lmsatti’. E perchè no?
« La medesima voce: Conosce^nche Budda.
« Eide pure Luzzatti... »
Forse taluno mi riterrà per ingenuo, perchè mi sono
permesso di pensare a questo piccolo incidente, del
tutto inoffensivo. Poveri Deputati ! costretti a lavorare
(sict) sotto la sferza canicolare di Eoma ! Hanno proprio bisogno di rinfrescarsi con qualche freddura o con
qualche facezia; perciò si prende occasione di qualunque parola che sia un pò’ nuova per l’ambiente per
ispassarsela e per prorompere in risate generali 1 E
questa volta l'occasione è stata fornita dalF’Evangelo.
-Che cosa esso abbia fatto o faccia per far ridere, non
l’ho mai saputo ; so bensì che farà piangere, a tempo
opportuno, molti ; e coloro che questa volta ne hanno
riso sono coloro che dalla fiducia degli elettori sono
stati chiamati a reggere la cosa pubblica, sia sotto
l’aspetto materiale, come sotto quello morale. Essi
fanno codici, leggi che vogliono siano dagli altri rispettati e seguiti (quantunque essi stessi dieno l’esempio
della loro inosservanza), e poi quando si trovano dinanzi al Codice per eccellenza, quello che, se praticato,
trasformerebbe completamente la faccia della terra,
allora sì danno in preda alla pazza gioia. A voler
malignare si potrebbe dire che tutto ciò è effetto del
caldo, ma non possiamo nè vogliamo dirlo, perchè lo
stesso fatto accade ogni qual volta un onorevole viene
fuori con qualche citazione scritturale. Del resto sono
pochi, pochissimi, quelli che la citano quella Scrittura,
e quei pochi sanno quale accoglienza otterranno le
loro parole.
Francamente è doloroso il dovere constatare
tale fatto, perchè è un indice della spiritualità della
nostra nazione. Che volete, il pesce puzza dalla testa,
dice il proverbio. Come vuoisi dunque che le masse
pjtQIHE PI STORIft
Nuovi Barbi Valdesi
Prima che si chiudesse il secolo XIV le Valli
Valdesi del Piemonte ebbero ancora da fare cogl’Inquisitori. Padre Septo da Savigliano venne, nel
marzo del 1387, a stabilire il suo tribunale nella
chiesa di S. Donato, in Pinerolo. Egli bandì tosto
un decreto comminante la scomunica contro chiunque non accorresse, nello spazio di pochi giorni, a
denunziare tutti gli eretici, che si sapevano numerosi vallibus sancii Martini, Pernxie, Lucerne et
Cluxoni.
Non mancarono i dennnziatori, mercè le cui deposizioni, state ritrovate nella Biblioteca Casanatense di Roma, veniamo a sapere che si tenevano riunioni valdesi in quasi tutte le principali
località delle valli sopraddette, nonché in varie borgate della vicina pianura. I valligiani avendo promesso una cospicua somma ad Amedeo d’Acaia, P.
Septo dovette allontanarsi senza ricercarli altrimenti, nè potere far salire alcun martire sul rogo.
Ci sono però preziose le informazioni che raccolse.
Tra i magistri che presiedevano le riunioni, ricordiamo, alla Torre di Luserna, Turino, doctor et principalis ; in Angrogna, Turino il Rosso, Pietro Benli,
Guglielmo Giustini, e Girardi sartor magister hereticorum ; al Villar Pinasca, Borrelli, il cui padre
era stato arso vivo ed egli stesso segnato con una
D. Qual’è, dopo ciò che abbiamo veduto precedentemente, la domanda capitale che s’impone all’uomo ?
E. — Abbiamo veduto che l’uomo, a cagione del
peccato, è immerso in uno stato di miseria e di condanna. Da questo stato bisogna u.scire ad ogni costo,
poiché noi non siamo stati fatti per il peccato. Siamo
chiamati alla vita non alla morte. Ma che fare peravere la vita ? Può il peccatore salvarsi da se stesso ?
Ecco la domanda capitale che si posa ora davanti a noi.
D. Che pensate di questa domanda ?
E. — Prima di rispondervi (il che faremo in altro
studio) bisogna che ci rendiamo conto della nostra posizione e dei nostri bisogni in conseguenza del peccato.
a) Trasgressione della legge. — Il peccato non è
imperfezione, ma rivolta ; ed è perciò impossibile che
non sia seguito da castigo. Ce lo dice ì&ragione: ogni
legge deve avere una sanzione. Ge lo dice la cosciensa ;
Dio non sarebbe nè giusto nè santo se fosse indifferente al male (risposta all’obbiezione : Dio è troppo
buono per punire...^ Ge lo dice Vesperienza : quantunque
questa terra non sia il luogo delle retribuzioni e della
giustizia di Dio, ma quello della sua pazieuza (Matt.
XIII, 24 31), ciò non ostante il male è abbastanza accompagnato dal castigo per mostrare che Dio non vuole
lasciarlo impunito (rimorsi, turbamenti, malattie, tristezze, ecc.). Ce. lo dice, infine, la Bibbia : vedi Bom. I.
18 ; II. 8-9 ; VI. 23.)
b) Non basta. Il peccato non ci ha soltanto resi
colpevoli. Esso ha anche preso dominio su di noi. Ha
corrotta la nostra natura, il nostro cuore, i nostri pensieri ; e per questa corruzione ci troviamo esclusi dalla
comunione con Dio e dall’eredità celeste. {Apoc. XXI,
27 ;-ii«)/. V. 8) Quand’anche ,la Scrittura non lo avesse detto, potremmo affermare lo stesso che è cosi
poiché vi sono cose impossibili a Dio stesso perchè contradittorie ; e tra queste è la salvezza dell’anima irrigenerata.
D. Che cosa dunque ci è necessario ?
E. Bisogna che siamo perdonati da Dio e che siamo
liberati dal peccato, mettendo capo aU'uomo nuovo fatto
all’immagine di Dio.
{Oiov, III. 3; Ebr. XII. 14).
Informazioni
noma {Erica) Nella nostra Chiesa di Via Nazionale il giorno di Pentecoste vennero ammessi
alla Santa Cena altri catecumeni, i quali, con quelli
croce, ma che pure si professa apertamente sacer- 1 precedenti solennità, sommano quest’anno
dos valdensium. Era probabilmente figlio di quel- j ^ . goit^nto due, figli di membri di Chiesa
l’Antonio Borrelli, che, come vedemmo altra volta,
aveva subito il supplizio atroce del fuoco nel 1356,
lasciando ai suoi carnefici XXI libras, XVIII soli
do.s, ed a suo figlio l’esempio di una fede inconcussa
ed un ardente zelo per propagare l’Evangelo, suggellato col proprio sangue. Nelle Valli di San Mar
tino predicava, con parecchi altri, Pietro Pascal
a Pragelato, magister Cardon seu^Cardonus, princi- I romano, è intervenuto per dissuaderli dal
(mentre se ne prepara una numerosa falange peri
prossimi anni) e dieci adulti (otto uomini e due signore) provenienti dal romanesimo - Di questi, alcuni dettero prova di grande fede e di vero coraggio « uscendo fuori del campo » per venire a Cristo;
hanno sofferto e soffrono per sgravi dissidii in famiglia ; perfino un cardinale, e non dei meno in vista
palis inter omnes ; a Barge, un mercante, Antonio
Volpi, magnus fanter et ^^ister Valdensium. Di
più, andavano qnà e là prMicando due altri barbi,
venuti dalle Puglie, uno dei quali era magister Baridon.
Tra i valdesi, denunziati semplicemente per aver
assistito alle adunanze, troviamo dei Berti, Bertini,
Boneti, Galdini, Garneri, Gay, Gygo, Gyli, Jay me.
Bongo, Mayneri, Pellegrini eoe.
Quei documenti ci mostrano i Valdesi cresciuti
di numero, malgrado atroci persecuzioni, fortemente
organizzati e godendo di molta influenza sulle popolazioni che accorrono affollate alle adunanze appena segrete.
Gli è che siamo appunto giunti a quel periodo
di prosperità spirituale, di fervore religioso che i
supplizi avevano ancora acuito e dal quale vedremo
spuntare i più bei fiori della letteratura valdese
medioevale. *
Qlov. dalla
loro santo proposito, dicendo loro che... i prote.stanti
bestemmiano Iddio !! (sic) - Non fu difficile per la loro
coscienza illuminata dal Vangelo resistere e « attenersi vie maggiormente alle cose udite. » Che Iddio
li benedica e li fortifichi sempre più !
___Il 9 Giugno il pastore ed un discreto numero
di fratelli accompagnavano all'nltima dimora la
salma di Quintina Marangoni, il terzo fiore misteriosamente falciato nel volgere di pochi mesi. Aveva 23 anni ! - Al fratello Arnaldo e a tutta la
famiglia afflitta la nostra profonda simpatia cristiana 1
Intra
Una rettifica
Egregio signor direttore,
Nel N. 22 della « Luce * e là dove è detto delle
onoranze rese in Ginevra - il 17 Maggio - all esimio
pastore Mittendorff, trovo che il signor A Zampierini vi figura ancora come pastore
di Intra. Ora
tengo a dichiarare, che dal 1- Aprile a. s., io as-
6
6
LA LUCE
snnsi la carica di pastore e direttore della Chiesa
ed Orfanatrofio di Intra, e che da quel giorno il
signor Zamperini si stabili a Locamo per londarvi
un Istituto di beneficenza indipendente. Con preghiera
di voler pubblicare nel suo pregevolissimo periodico
questa rettifica e con perfetta osservanza,
Devotissimo
F. Prisinzano
Milano — Feste Centenarie del B. Conservatorio di Musica « Giuseppe Verdi »
Il Comitato Ordinatore del Congresso Musicale
Didattico ha diramato la seguente circolare :
Ill.mo Signore,
Alla S. V, è noto che i maestri Arrigo Boito,
Giuseppe Gallignani, Salvatore Galletti, Umberto
Giordano, Giacomo Orefice, Giacomo Puccini, Arturo
Toscanini ed i Signori Giulio Ricordi ed Edoardo
Sonzogno si sono fatti promotori di un Congresso
musicale didattico da tenersi in Milano nel venturo
Dicembre, durante le Feste Centenarie del R. Conservatorio di Musica * Giuseppe Verdi >.
Io faccio ora conoscere alla S. V. che in una
seduta da me indetta fra ì snnominati promotori
- il giorno 15 Febbraio ultimo scorso - sono state
tracciate le linee generali del Congresso con lo
stabilire che :
a) il Comitato ordinatore sia composto degFinsegnanti del Conservatorio di Musica di Milano, ripartiti dal Direttore del Conseryatorio, a seconda
della loro particolare competenza, nelle seguenti
Sezioni ;
1" Storia della Musica (bibliografia, estetica,
critica letteratura musicale, ecc.) ;
2' Teoria della Musica (metodi, semiografia,
solfeggio, anti corale, ecc.
3' Composisione (armonia, contrappunto e fuga,
composizione propriamente detta nei suoi vari generi ; da teatro sinfonica e da camera - da chiesa ;
partitura, orchestra, coro, concertazione e direzione,
letteratura poetica e drammatica, ecc.) ;
4- Canto (tecnica fisiologia, storia, letteratura,
arte scenica, ecc.) ;
5‘ Organo (di chiesa, d’accompagnamento, da
concerto ; - tecnica, costruzione, storia, letteratura,
ecc.);
6- Pianoforte, Arpa e congeneri (tecnica, fabbricazione, storia, letteratura, ecc.) ;
7* ¡strumenti ad arco (liuteria, fabbricazione,
tecnica, storia, letteratura, ecc.) ;
8’ Strumenti a fiato, Timpani e congeneri
(tecnica, fabbricazione, storia letteratura ecc.).
b) le Sezioni, regolarmente costituite, facciano
capo ad un Ufficio di presidenza composto dei Maestri Giuseppe Gallignani presidente. Salvatore Gailotti, Umberto Giordano e Giacomo Orefice (eletti
dai Promotori nell'accennata seduta del 15 Febbraio)
e dei Professori Vincenzo Ferroni, Romeo Orsi, Luigi Maurizio Tedeschi e Giusto Zampieri segretario (eletti dal Collegio dei Professori del R. Conservatorio
nella seduta collegiale del 5 Marzo 1908) ;
6*) tanto le Singole Sezioni quanto l’Ufficio di
Presidenza possano aggregarsi quelle persone residenti in Milano che si reputino utilf agli scopi del
congresso ;
d) le adesioni e le rette relative possano venir
inviate airUffieio di Presidenza direttamente o a
mezzo dei Comitati regionali (dei quali venne già
promossa la costituzione con circolare del Novembre
1907), non più tardi del mese di Ottobre 1908 ;
e) Gli aderenti e i Comitati regionali debbano
entro il termine suddetto mandare i loro Questionali all’Ufficio di Presidenza, il quale li distribuirà
alle Sezioni competenti.
Sono sicuro che la S. V. si compiacerà di divulgare quest’ordine generale del Congresso fra gli
attuali aderenti della sua regione e s’interesserà per
procurarne dei nuovi. Sono certo parimenti ch’Ella
ben presto farà pervenire a questo Ufficio di Presidenza notizie favorevoli e utili proposte.
Di ciò la ringrazio, e con perfetta osservanza mi
professo
della S. V.
Giuseppe Gallignani, Presidente
Chiesa Evangelica Valdese
Distretto Roma - Italia Meridionale
Cari Fratelli,
La Conferenza nostra Distrettuale è convocata
pel giorno 30 Giugno a Corato e si aprirà alle ore
10,30 con un culto presieduto dal pastore E. Comba.
In seguito alla modificazione recata daH’nltimo sinodo ai nostri ordinamenti, saranno membri effettivi
della Conferenza tutti gli Evangelisti del Distretto
debitamente inscritti a ruolo, oltre a quelli che già
avevano quel dritto.
Siete pregati di far pervenire le vostre Reiasioni
direttamente al presidente della C. E. (G. Tron,
Piazzetta Tagliavia, 25, Napoli) non più tardi del 23
corrente mese.
Per chi non lo sapesse , avvisiamo che per recarsi a Corato conviene a coloro che vengono dal
Nòrd di fermarsi alla stazione ferroviaria di Barletta,
ed a coloro che vengono dal Sud di fermarsi a quella
di Bari, onde proseguire in seguito col tramvia a
vapore fino a Corato.
Vi preghiamo caldamente di prevenire il signor
Emilio Corsani (40 Corset Garibaldi, Corato) della
venuta vostra e dei delegati della vostra chiesa tre
0 quattro giorni prima della data della conferenza
perchè vi si possa assicurare alloggio.
Salutandovi cordialmente, a nome della C. E.
Giosuè Tron
vaRiETà
La libreria di un Libero Ceoobita
DI5LIO(5RflriA
Scritti di C. Marx, Engels e P. Lassalle tradotti
in italiano e pubblicati insieme a lavori illustrativi.
— Roma, Luigi Mongini, editore, Via S. Claudio, 57
(Dieci lire per ventiquattro dispense)
Le dispense 123 e 124 a cui è giunta l’utile pubblicazione, contengono l’una la continuazione della
questione orientale di Marx, l’altro gli scritti da poco
ripubblicati di Engels e Marx sul Volkstribun di
Ermanno Kriege, la Protezione e libero scambio e
sul Comunismo del Rehinisehe Beo bachter.
La dispensa sulla questione orientale contiene vivaci, profondi, vari commenti sull’andamento della
guerra e su tutti i fatti di ordine politico che v’erano connessi : cogliendosi anche l’occasione per delineare le condizioni dei paesi interessati e i tratti
caratteristici degli statisti del tempo.
L’altra ha il massimo interesse, come già appare in
parte dai titoli, sia per seguire la formazione delle
dottrine marxiste, sia per le trattazioni delle varie
questioni : il problema del protezionesimo, specie in
relazione alla Germania del tempo, la questione dell’imposta progressiva e altre simili vi sono largamente trattati.
Al tempo stesso si annunzia la pubblicazione della
Sacra Famiglia, il bizzarro e profondo lavoro di
Marx ed Engels, e dell’opuscolo sulla cessione di TiHzza
e Savoia. Proprio ora che si discute tanto sull'opera
di Napoleone III rispetto all’Italia, gli studiosi vedranno col massimo interesse questo rarissimo scritto
dove gli avvenimenti dal 1859-60 e la politica estera
della Francia e della Russia sono esaminati da tutti
i punti di vista. Roma Giugno 1908.
*
* ^
La Casa Editrice L. F. Cogliati bandisce un Concorso
ad un Premio di lire mille e cinquecento per una
narrazione critica e documentata dell’opera di Napoleone III rispetto all’Italia,
I lavori che aspireranno al premio dovranno essere
ipviati alla Casa Editrice (Milano, Corso P. Romana,
17), prima del 28 febbraio 1909, volendo la Casa stessa
dare in luce il libro premiato entro il 31 maggio
dell’anno stesso.
L’opera dovrà essere originale ed inedita. Non si
esclude che possa essere dettata anche in francese,
nel qual caso la versione in lingua italiana verrà eseguita a cura ed a spese delleditore.
Gioventù ! — Rivista dei Giovani Protestanti d’Italia. Sommaria del N. 6 :
Polemiche cortesi, Individualismo — Discorso inaugurale per la Casa Unionista di Torre Pellice — Voltaire, difensore della religione — Le idee di Nietsche
sul Cristianesimo e su la morale individuale — Nella
Vita — Collaborazione dei ieffor*, Teosofei deiPer
intenderei — Fra libri e Riviste — Notizie Varie, Italia Unionista, Attività Cristiana.
Il Coenobium, l’importante Rivista Internazionale
di Liberi Studi che si pubblica a Lugano, nel suo
fascicolo di Luglio-Agosto 1907, apriva nna inchiesta sui libri che potrebbero costituire la biblioteca
di un libero Cenobita.
I volumi da considerarsi erano distinti in tre
serie.
a) libri di filosofia teoria e scienza generale,
quelli i quali contengono i sistemi filosofici e scientifici, che giudichiamo i più grandi e più veri ;
b) libri di morale e religione, non più teoi ici,,
ma libri di conforto e di edificazione ;
c) libri di letteratura propriamente detta, opera d’arte, drammi, romanzi, liriche, poemi,
« Se voi dovreste ridurre la vostra biblioteca a
quaranta volumi comprendendo in questo numero
opere di tutte e tre le serie, di quali la comporreste ?
E, inoltre prescindendo ora da ogni divisione in
categoria, quale è il libro che amate di più ?
Ecco l’inchiesta alla quale risposero più di cento
delle dnecentocinquanta personalità della scienza,
delle lettere e del giornalismo interpellate.
Ora siamo rimasti molto soddisfatti ed anche, perchè non dirlo ? data la tendenza odierna degli spiriti, lietamente sorpresi nel vedere che i maggiori
voti toccarono alla Bibbia considerata nel suo insieme 0 in qualche sua parte, difatti -ben 67 vot
toccarono alle Sacre Scritture e non 61 come, certo
per errore, hanno computato gli egregi redattori
del Coenobium. Subito dopo vengono Dante, Schakespeare. Ora è prezzo dell’opera vedere come da taluni è apprezzato il Sacro Libro.
Péladan scrive : Il libro supremo è 1’ Evangelo,
la parte suprema quella di S. Giovanni e in questa
il prologo.
P. Mentré preferisce a tutti i libri il Nuovo Testamento.
0. Vannicola de Lichnizki scrive : Come libro di
morale e di religione, non c’è per me che il libro
dei libri : La Bibbia.
Etienne Giran : Il libro che amo di più ? Non esito punto. E’ il libro che, tutto solo, forse contiene in germe tutta una biblioteca del libero Cenobita e che, sotto simboli semplici, esalta le più
alte aspirazioni degli nomini. E’ il libro molto misconosciuto ove palpita,- sempre vivente, l’anima
deH’nmanità. E’ la Bibbia.
A. Marzorati : In attesa dell’ ultima parola che
dovrebbe essere la chiave dell’enigma e dar ragione
della trascendenza, dell’etica e dall’estetica del pensiero umano, e dovendo riassumere in un sol libro
i miei più impellenti bisogni spirituali, mi accontenterei della Bibbia. Vorrei però una traduzione che conservasse tutta la indeterminata profondità dei'termini originali, cosi che in essa io potessi trovare
tutto ciò che l’anima cerca e il cuore desidera >.
Giuseppe Zoppola : « Per me v’ha un libro soltanto
il quale soddisfi pienamente alla condizione posta
dall’inchiesta ; La Bibbia (Vecchio e Nuovo Testamento), Essa sola basta a costituire la mia biblioteca d’elezione...
Ado Ferrière : « Il Nuovo Testamento, (nella
sua mirabile traduzione di Edmondo Stapfer), la
fonte di calma, di forza, di gioia alla quale si ritempra il pensatore stanco della lotta e ove egli
attinge il coraggio di tendere sempre più lontano
e sempre in alto ».
0. Calisse : « Donde venne e perchè tanta ampiezza e ricchezza di umana alitazione ? E vorrei
subito avere a mano il Vecchio e Nuovo Testamento
per meditarvi la risposta, unica che finora siasi
data in modo che la mente vi si possa riposare ».
Anche gli autori protestanti sono stati relxtivamente assai bene quotati : Kant, Emerson, Amiel,
TenDyson, Harnack, C. Wagner, C. Secretan, A.
Sabatier e P. Sabatier, Ernesto Naville, A. Vinet.
Renouvier. ecc. . ,
7
Pochissimi voti toccarono al d’Annunzio e allo
IZola.
Nel congresso rinchiesta ha dati eccellenti risultati, e le risposte date possono costituire un’indicazione preziosa circa le tendenze intellettuali e i
gusti spirituali del nostro tempo, ed anche un’indice, una raccolta di consigli letterari, una specie
di letteratura costruita, secondo le propensioni dei nostri contemporanei di più delicato intendimento,
come appunto fu ueirintenzione degli pgregi promotori di detta inchiesta. Enrico Meynier
Opera degli ex-preti in Fraocia
Esistevano sino a poco tempo fa due rifugii* per
ex-preti a Parigi, quello diretto dal compianto abate Corneloup e quello deU’ahate Bourrier. Ambedue han cessato di esistere, il primo per la morte
del suo fondatore, il secondo per varie ragioni.
Ora, non poteva un’opera cosi benedetta estinguersi del tutto. Sono lieto di informare i lettori della « Luce « e gli Evangelici d’Italia che
l’opera è stata ripresa con rinnovato vigore.
Il rifugio per gli ex-preti è a S.t Héliers nell’Isola di Jersey (Manica) e ne è Direttore l’abate
Le Garrec, ex missionario Apostolico, è tesoriere un
mio carissimo amico e fr. l’avvocato della Corte
Reale a Jersey P. N. Eichardson, che mi è stato
largo di aiuti nella mia recente visita a Jersey.
L’opera risorge sotto i migliori auspici, sotto un
Comitato che ha per Presidente quel gran filantropo
ed amico dei Valdesi e dell’Italia che è Lord Kinnaird.
Preghiamo Iddio perchè il Vangelo in Francia
per opera degli ex-preti possa sempre più prosperare.
Alberto Clot
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ÀPPKNDICE
EROINE VHLDESI
MONOLOGHI DI TEOPILO GAY
XII
Caterina Qianavello
Caterina Bastia, degna consorte del caro condottiero Valdese Qianavello, fu fatta prigione con tre
loro figlie nell'ultimo assalto dato a Rorà da Pianezza, ai primi di Maggio 1655, subito dopo la strage
delle Pasque Piemontesi. Pianezza fece offrire a Giànavello la loro liberazione in cambio della sua abiura, ma ei rifiutò eroicamente e le coraggiose prv
gioniere sopportarono i lor quattro mesi di pri
gionia e di strazi senza vacillare. Furono liberate
alla fine di Agosto dopo la conclusione della pace.
Ci rappresentiamo la nostra eroina nel 1668 (al
tempo della nuova guerra in cui Qianavello fece
nuovi prodigi) alla porta della sua casa alle Vigne
di Luserna mentre aspetta lo sposo con lo schioppo
e nuove munizioni. {Leger. II, 189).
He
He He
Già cala la notte, e ancora non giunp ! Povero mio
cuore ! Ogni giorno la tua ansia si rinnova. Eppur
io sai, il Signore degli ' eserciti è con lui e te lo ricondurrà incolume.
Son due lustri ormai ohe siamo in guerra e ch’egli
or guida un manipolo di prodi, or comanda le forze
.tutte delle nostre Valli, nella lotta spietata che ci
muove un duca istigato da Madama Cristina e dalla
Propaganda ; ed ogni giorno la morto gli è passata
accanto e non l’ha toccato !
Non sapevo, quando vent’ anni fa ei mi condusse
qui giovine sposa felice, non sapevo ancora quale
eroe Dio mi aveva dato per sposo. Emergeva già
bensì fra i giovani della Valle quale il più valoroso,
in tutte le palestre, come nei duri lavori campestri,
come nelle caccia su per i più alti monti ; e l’amàvo
ed ero fiera di lui. Ma ora 1’ ammiro, e il sentirmi
sua mi esalta, e comunica anche a me un po’ del suo
valore. Sì, voglio che anch’ egli sia fiero di me ; e
poiché non mi consente di combattere al suo fianco,
voglio aiutarlo qui eseguendo qui i suoi comandi e
coadiuvando ai suoi piani.
Com’è egli giunto a quell’altezza, a quella superiorità che i Valdesi tutti ammirano e che i nemici
tanto paventano?
Era così mite un tempo, dedito tutto ai campi, alla
chiesa, alla famiglia, quando scoppiò la guerra mossaci dall’infame Propaganda. Il primo squillo che gli
fece drizzar gli orecchi ed armarsi per la patria e
per la religione, furono le trombe dei soldati di Tedesco venute dieci anni fa col pretesto dell incendio
del Convento del Villar, e poi quelle di Grancey mandate con astuzia infernale per provocar, se respinte,
un macello, se accolte un’accusa di ribellione al duca.
Erano semplici avvisaglie ; ma ben le intese il mio
Giosuè, ed ai fidi le disse segnali ed avvertimenti di
armarci e tenerci pronti.
I nostri pastori, Dio li perdoni! lo credevan pessimista ; il -solo Legero consentiva con lui. Ah ! 1 a
vessero creduto tutti ! ...
Non tardò Pianezza a dimostrar fondati i suoi presentimenti. Oh! le stragi della Pasqua del 1655!
Fremo ripensandoci. ^ .
E fu in quei giorni orrendi che il mio Giosue si
rivelò sommo capitano e compì imprese credute sovrumane. .
Lo rivedo ancora che appostato su questi monti, il
giorno stesso della strage generale, vede giungere a
Rumex quattrocento soldati che confidavano di sorprender Rorà, e senza esitare vola coi sui fidi compagni contro il nemico e lo sconfigge. Ed il secondo
assalto dato all’indomani a Cassulet da 600 soldati
che egli con soli 18 compagni sbaragliò intieramente.
Egli ottocento uomini ch’egli coi medesimi compagni
mise in rotta il giorno dopo a Damasser e a Pianpra.
E la solenne vittoria di Rumex e Peirocappello sopra Mario di Bagnolo, .al 4-assalto ! Ahimè ! la quinta
giornata di Rorà fu funesta ; che mentre i nostri
prodi tentavan fermare un’ala dei due mila invasori,
l’altra ala di questi piombò sul paesello indifeso e
massacrò tutti, tranne pochi che (come me e mie figlie) volle prender prigioni, e trascinar legate a
Luserna.
Purché sia vivo lui ! diceva io, ed il nostro minor
figlio settenne appena, che loavea seguito! Eran vivi
per grazia di Dio e incolumi ; lo seppi perche mi fu
detto dall’infame Pianezza avergli offerto di liberarci
s'egli abiurasse, nella speranza ch’iq, l’avessi pregato
d’accettar l’ignobil patto. No ! noi feci ; ed ero sicura
che il mio eroe l’avrebbe dèi pad respinto; corn ei
10 respinse infatti con una risposta che Dio solo
potè dettargli.
Ci trasferirono a Torino, e seguirono quattro lunghi
mesi di prigionia e di quotidiani confUtti colle suore
e coi preti intenti ad assediarci or con promesse or
con minacce per farci cambiar religione. No ! io sposa
di Gianavello, non potevo commettere una viltà ; anzi
11 mio evaiigelo mi era più caro dacché soffrivo per
6SS0*
Lo debbo dire ? La maggior sofferenza fu quella di
non poter saper nulla di quanto avveniva nelle nostre
care Valli, se non qualche vaga e incerta notizia che
talvolta, ma molto di rado, penetrava fino a noi di
contrabbando. Sentii che il mio sposo seguitava a
combattere e che era stato ferito, anzi c’era chi lo
diceva morto. Come ridire lo schianto delPanima mia !
Ma Dio mi fu rifugio sicuro e fedele; e dopo firmato
il trattato di Pinerolo, detto per ironia Le Patenti
di grazia, fummo liberate, e ritrovammo lo sposo e
il padre guarito delle sue ferite e indomito sempre.
Rivedo il giorno che rientrai quà a fianco del mio
eroe, ed ancora risuona dentro di me la preghiera
ch’ei pronunziò appena, varcata quella soglia, cifummo
prostrati al suolo !
Ma non eran finiti ì nostri guai ! stava scritto che
non dovevam più aver un giorno di pace. La Propaganda seguitava a molestarci in tante maniere, conLnnando a destra e a sinistra chiunque non si presentava a Torino appena citato. Un giorno venne una
condanna a morte di 50 Valdesi fra cui mio maritoTosto s’accolsero qui con lui i perseguitati e si costituì
una banda, una vera lègione di patrioti, che comprendeva l’eletto della nostra gente.
Mi sentii « una madre in Israele • quando mi vidi
chiamata a nascondere, a proteggere, a coadiuvare
tante vittime dei nostri efferati nemici. Ma mi son
vista privata di nuovo troppo spesso della dqlce presenza del mio sposo, e trepidante novellamente d’angoscia per lui, che, ratto come il fulmine, scorazza la
valle e sorprende il nemico e vendica gli oppressi e
punisce i traditori. Ei piomba come la giustizia di
Dio sugl’inìqui, ben lo sa il conte di Luserna cui egli
strappò il prigione Costafort, ben lo sa Bagnolo cui
uccise la fida spia dei Bonissa che ravvisava co lenzuolo sul tetto della presenza dei « banditi » al servizio religioso ; ben lo sa Fleury cui egli diede quella
solenne sconfitta a Rocciamaneout l'altro giorno.
Ma malgrado tutto il suo eroismo, < il leo ne ùelle
vigne » dovrà finir por ritirarsi. Una gran taglia è
messa sopra di lui ; sicari ognor più audaci lo insidiano avidi di tal preda ; qualunque pace si ottenga
dal duca, lo escluderà sempre dall’amnistia, lui che
da se solo vale quanto un esercito.
Egli ha scritto in questi dieci anni con la sua spada
gloriosa pagine negli annali del nostro popolo, ed i
posteri venereranno in lui il campione invitto della
libertà di culto. Or converrà che cerchiamo nell’ospitale Svizzera un asilo quieto in cui attenderemo 1 appello a l’eterno riposo, com’ha fatto l’imperterrito
nostro Legero, vittima anch’egli dell’ira nemica. Dio
farà sorgere pel suo popolo nuovi difensori. Oh!
quando tornerà Giosuè, lo supplicherò di fuggir meco
a Ginevra ove seguiteremo ad aiutare le Valli. Dio 1
fa ch’ei torni presto ; il mio cuore è angosciato !....
Odo rumore ; è il segnale convenuto. Grazie Signore
Vito Garretto Direttore responsabile
Tipografia dell’Istituto Gould Via Marghera/2, Roma
ïlanno pagato rabbonamento :
Trione Fedele — Pons Enrico fu Pietro — Di Tommaso Francesco — Rostaing Cesare Wälder Johannà — Long Santiago E. — Martelli Francesco —
Cernigliaro Carmelo fu Leonardo — Mini Pietro
Rìcci Nicola — Bass Albertini — Bocca Giovanni —
Mancini Lorenzo — Michele Peano .^ Mariani Giovanni — Gaetano Veronese — Valentini Nicola
Vincenzo Spitilli — Signora Cammarano —Viglielmo
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Scrivere Amministrazione La Luce, 107 Via Nazionale, Roma.
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DI LCnLH in Firense Giovane maestro evang»ico. Deve essere scapolo e abiterà nell’asilo dove
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la responsabilità morale di una famiglia e darà lezioni in scuola. , , i , x i
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