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Anno 117 - N.12
20 marzo 1981 - L. 300
Spedizione in abbonamento postale
y* Gruppo bls/7C
BÌPL'^il.CA V.*M;
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delk valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
IL NOSTRO CONTRIBUTO PER LA RICOSTRUZIONE - 1
% punti
di vista
Qual è il motivo di fondo che
ha spinto alcuni parlamentari
democristiani, con interventi a
diversi livelli, a tentare di eliminare la trasmissione televisiva
sulla prostituzione programmata per giovedì 12? Visto a posteriori si sarebbe tentati di rispondere : l’intenzione di dare la massima pubblicità possibile alla
trasmissione stessa. Ovviamente
però, anche se l’attacco ha prodotto un effetto esattamente opposto, il fine era un altro: quello di occultare. La prostituzione
è infatti uno di quei maU che in
una certa mentalità cattoUca
non si possono combattere ma
si devono occultare.
Questo non si riferisce solo a
questo episodio televisivo. E’ stata infatti questa mentaUtà l’avversario più tenace della senatrice Merlin, laica, socialista, che
per un decennio ha lottato contro ostilità e derisioni per far
uscire la prostituzione dalla penombra occulta delle case di tolleranza compiendo così il primo
passo per un’effettiva lotta contro di essa. Ed è questa stessa
mentalità che ha tentato più volte di tornare indietro e in più di
un ventennio ha fatto ben poco
per applicare le disposizioni contenute nella legge Merlin per favorire concretamente il recupero
delle prostitute.
Per una coincidenza la stessa
sera in cui il programma televisivo veniva sospeso partecipavo
ad una tavola rotonda organizzata da un consultorio familiare
sui referendum abrogativi della
legge sulla tutela della maternità e l’interruzione volontaria della gravidanza. Nel corso del dibattito un sacerdote cattolico si
è lasciato sfuggire che l’aborto,
essendo un omicidio, « è bene
che torni nella clandestinità come il furto e tutte le altre azioni criminose ». Questa affermazione non poteva esprimere meglio l’effetto che avrebbe una
vittoria del referendum abrogativo proposto dal Movimento
per la vita; non certo un combattere l’aborto, ma un riportarlo nella clandestinità, là dove fino a tre anni fa non sembra aver
costituito. un problema. E anche
qui non c’è da meravigliarsi se
a tre anni dalla promulgazione
dì una legge che è stata il primo
serio tentativo di combattere
questa piaga sociale, una certa
mentalità cattolica — e le forze
politiche ad essa connesse — non
abbiano inteso impegnarsi per
promuovere e sviluppare quei
consultori che sono un momento indispensabile di informazione e di aiuto per la prevenzione
dell’aborto. .
Di fronte a questa persistente tendenza ad occultare i
della nostra società, che molti
intendono esser tuttora fondata
su principi cristiani, mi pare
abbiamo da riascoltare con rinnovata serietà individuale e collettiva una parola dell’evangelo :
« chiunque fa cose malvage odia
la luce e non viene alla luce, perché le sue opere non siano riprovate; ma chi mette in pratica la
verità viene alla luce, affinché le
opere sue siano manifestate, perché sono fatte in Dio».
Se anche dilaga la malvagità
nascosta, tanti e tanti sono quelli che nel nostro paese praticano
la verità dentro e fuori delle
chiese. Insieme impegniamoci a
portare ogni cosa alla Ince. il
male per combatterlo, il bene
perché edifichi.
Franco Giampiccoli
Il terremoto dei poveri continua
A quattro mesi dal disastro, il nostro inviato ha preso visione dei progetti della Federazione
incontrando amministratori e responsabili - Iniziamo con questo articolo il suo réportage
E’ arrivato il primo sole caldo
nelle zone del terremoto. Nelle
campagne dell’Irpinia dopo la neve, il fango e il freddo gli uomini cominciano a ritornare nei
campi. La vita ha ripreso, anche
se le macerie e le frane di quella
maledetta sera del 23 novembre
sono ancora lì a testimoniare la
enormità e la vastità del dramma prodotto dal sisma. Il terremoto ha avuto ed ha due volti:
quello di Lioni, di Sant’Angelo
dei Lombardi o di Senerchia (per
citare dei nomi familiari ai nostri lettori) in cui, anche strutture di cemento armato, sono
crollate in pochi secondi e il volto di Napoli, di Salerno, di Potenza o dei quartieri nuovi di
Avellino dove gli edifici più recenti hanno retto alla ’botta’; qui
apparentemente non si vede granché ma dentro ai palazzi le lesioni sono numerose e gravi.
A Napoli
A NapoVi i senza-tetto arrivano a 120.000. Tutta la zona dei
quartieri spagnoli (gli antichi acquartieramenti delle truppe bor
tz'V») N 1.» A 11 »
stra delTOltremare’ sostano centinaia di roulottes e passeggian
do lì in mezzo avverti, con Tarrivo del primo caldo, gli odori
nauseabondi della convivenza
forzata. E quest’estate cosa succederà ? Parlo con Maurizio Valenzi, sindaco di Napoli, dei mali di questa città. « Il terremoto
— mi dice — ha fatto danni molto più gravi di quello che si può
vedere in apparenza. Zamberletti
si è dato da fare, però il governo
non può cullarsi nell’idea che un
commissario governativo possa
risolvere tutto ».
Richiedo a Valenzi un commento sul fatto che gli evangelici, attraverso la Federazione
delle Chiese, hanno offerto alla
città di Napoli 60 prefabbricati
con annessi centri sociali (l’intervento della EGEI, pressoché
uguale quantitativamente a quello della Caritas italiana, ha toccato diverse realtà; certo rispetto a quello che lo Stato deve fare è una goccia in un mare...).
« Il contributo offerto dagli
evangelici, lo scriva pure — mi
dice Valenzi — è uno dei più importanti e tempestivi che abbiamo ricevuto sinora. Esso ha risposto al bisogno più impellente
della città che è auellp delle calici — aggiunge Valenzi — intende realizzare un villaggio: benis
simo! Questo è un tipo di risposta intelligente ed umana ai mali della città. Tra l’altro ho visto
i vostri prefabbricati: sono gradevoli, vivibili; non hanno nulla
a che vedere con quegli spaventosi ’containers’ che inscatolano
le persone come acciughe intristendo una situazione già di per
sé drammatica. Noi abbiamo ricevuto aiuti da molte parti —
prosegue Valenzi — e da posti
anche impensati, persino la Libia ci ha mandato del vestiario.
Ma Tunica cosa di cui abbiamo
urgente necessità sono le case ».
La città di Napoli è tappezzata
di manifestini che invocano la
grazia della Madonna sui guai
del dopo-terremoto: e gli aiuti
della Chiesa cattolica? « Direi che
la Chiesa cattolica purtroppo
agisce per proprio conto, non si
collega né dialoga sul piano di ricostruzione e ripresa che intendiamo attuare ». A Napoli, te ne
accorgi girandoci, tutte le chiese
sono in riparazione mentre mancano le case.
Idee per la rinascita
nascita delle tre zone colpite ucti
terremoto (ossia: l’area delTinur
ALL’ASCOLTO DELLA PAROLA
La donna riscattata
E’ strano come in quasi duemila anni di cristianesimo non ci
si sia quasi mai accorti che il
messaggio del vangelo è per essenza un messaggio di rottura e
di capovolgimento di tutti i vangeli umani, in qualunque tipo di
civiltà. Uno di questi capovolgimenti riguarda la donna. Qualcuno si scandalizza davanti al
-femminismo, e il femminisrno
stesso è convinto di partire da
premesse nuovissime e inedite.
Eppure basta una semplice lettura dei quattro vangeli per convincersi che il primo a scandalizzare per il suo femminismo e
stato proprio Cristo. Questo può
meravigliare perché storicamente il cristianesimo non è certo
stato molto favorevole alla don
na. .
Ma ciò dipende da una cattiva
lettura che si è fatta della Bibbia, soprattutto calcando su alcuni passi isolati da tutto un contesto e interpretati secondo un
significato del tutto errato.
Chi non conosce la storia della
costola? Si è sempre creduto che
la creazione di Èva da una costola di Adamo significasse una
inferiorità della donna rispetto
all’uomo. Invece studi più approfonditi della lingua ebraica antica hanno permesso di capire che
la creazione della donna dalla
costola dell'uomo vuole signifeare soltanto che la donna e della
stessa natura dell’uomo e che
quindi i due sono uguali. SÌ legge poi che fu Èva a indurre al
peccato Adamo. Eppure se Dio
punì i due allo stesso modo, ciò
significa che la responsabilità
dei due fu uguale. Ci sono poi le
lettere di Paolo, che pongono la
donna in un certo stato di soggezione rispetto all’uomo. Ma, a
parte il fatto che Paolo non è
Cristo e che è pur sempre un uomo del suo tempo, quella soggezione riguarda usanze diffuse a
quell’epoca e in quei paesi, piuttosto che una differenza sostanziale tra uomo e donna. Infatti e
proprio Paolo che nella lettera
ai Calati, capitolo terzo, versetto 28, dichiara: « Non c’è più differenza tra l’essere ebreo o pagano, schiavo o libero, uomo o
donna, perché uniti a Gesù Cristo siete diventati un solo uomo ».
Ma passiamo ai vangeli. Si parla sempre degli apostoli e dei discepoli che seguivano Gesù, ed e
strano, perché i vangeli dicono
chiaramente che ci furono, numerose, anche le discepole donne. Racconta il vangelo di Luca,
8: 1-3: «Gesù se ne andava per
città e villaggi, predicando e annunziando il lieto messaggio del
regno di Dio. Con lui c erano i
dodici discepoli e alcune donne
che egli aveva guarito da malattie e liberato da spiriti maligni.
Le donne erano Maria di Magdala..., Giovanna..., Susanna e molte altre. Esse, con i loro beni
aiutavano Gesù e i suoi discepoli ». E leggiamo ancora in Luca
23: 55: « Le donne, che erano venute con Gesù fin dalla Galilea,
ora seguirono Giuseppe (per la
sepoltura) ».
A noi moderni, abituati alle
sette promiscue che dilagano,
sembra normale che anche le
donne seguano un uomo ohe pr
dica un nuovo messaggio. Ma all’epoca di Gesù questo era \
pensabile. Soprattutto era irn
pensabile presso gli Ebrei che
un maestro di dottrina, un dottore della legge, non solo insegnasse a una donna ma persino
le rivolgesse la parola. Che lo fa
cesse, era considerato uno scandalo.
Gesù affronta clamorosamente
questo scandalo almeno due volte nei vangeli: una volta quando
rivela a una donna, e in più straniera e peccatrice, la sarnantana, uno dei punti chiave del suo
vangelo. Racconta Giovanni 4; 11}
« A questo punto giunsero i discepoli di Gesù. Videro che parlava con una donna e si meravigliarono. Nessuno pero gli disse,
hie vuoi?’ o ’Perché parli con
lei?’ ». L’altra donna a cui Gesù
insegna è Maria di Betania, accoccolata ai suoi piedi e incantata ad ascoltarlo, tanto da^ irritare sua sorella Marta che e tutta in faccende. Ma Gesù difende
Maria (Luca 10: 42).
Ma il fatto che taglia la testa
al toro, clamoroso, sconvolgente,
è che la risurrezione di Lristo
il grande, gioioso inistero dei
messaggio cristiano, è, in_ tutti e
quattro i vangeli, cmnuriciato per
primo a delle donne. In Matteo
e in Luca sono degli angeli che
danno questo annuncio alle donne. In Marco e Giovanni e addirittura Gesù in persona. In Marco Gesù appare a Maria Maddalena e lo stesso in Giovanni, dove
c’è, dell’apparizione e dell annuiido, un racconto circostanzicito.
Solo dopo Gesù appare anche a
uomini.
E’ da sottolineare soprattutto
questo: Cristo non si limita a
trattare la donna con bontà e
dolcezza (cosa che si può fare
anche col proprio cane), ma annuncia a delle donne dei punti
essenziali del suo vangelo, rompendo con tutta la tradizione
ebraica e riscattando la donna
da un’inferiorità di millenni e
presente in tutti i tipi di civiltà.
Vera Ruggeri
bamento napoletano, le zone intermedie delTIrpinia, spopolate
ed arretrate e la zona costiera
con il suo entroterra agricolo che
presenta piccoli insediamenti industriali) passano per tre tappe
obbligate: la risistemazione del
suolo e dell’ambiente, la trasformazione delTagricoltura e la riqualificazione dello sviluppo industriale.
« Nel Sud del dopo-terremoto
— afferma Antonio Rita, sindaco
di Ruvo del Monte, paesino della
Basilicata — bisogna cominciare a costruire, insieme al rilancio delTagricoltura e dell’industria ad essa collegata, una nuova mentalità che passa per Tassociazionismo ». A Ruvo dove la
Federazione evangelica gestisce
una mensa per gli anziani (« da
noi vengono a mangiare — dice
il pastore metodista Carri — gli
emarginati del paese ») si sta
mettendo in piedi una Cooperativa zootecnica.
Utelli, giovane pastore di San
Gallo in Svizzera, ha trovato finanziamenti e capi di bestiame;
più di 60 capi per iniziare una
attività cooperativistica specialITÌfiQlfiiTiiìO LCTOHani^fiviC^i oongli capire — continua il giovane
e attivo sindaco di Ruvo — che
solo mettendosi insieme agli altri può raggiungei-e un reddito
dignitoso ». L’idea della Cooperativa è nata alTindomani del
terremoto; Thanno suggerita ai
ruvesi il Comune di Bologna gemellato con Ruvo e la Federazione.
« Per un sindaco terremotato
— ammette Rita — confrontarsi
con le idee che avete portato non
è facile perché aprirsi al nuovo
è un processo sempre difficile.
Più facile sarebbe stato seguire
il cammino delle clientele, del
paternalismo ma la ricostruzione non può passare per quella
strada». Se a Napoli, a Ruvo o
a Salerno la Federazione ha incontrato nelle locali amministrazioni “partners” con cui discutere e mettere a fuoco in comune
progetti di ripresa, lo stesso non
può dirsi per gli altri "grossi
progetti di Senerchia e Avellino.
Nuovi fronti
della testimonianza
A Senerchia, nel cuore della
violenza del terremoto, è stata
aperta dalla Federazione ima
mensa (denominata; Centro Comunitario Evangelico) che ospita
quotidianamente un centinaio di
persone. Nel frattempo si sono
costituite due Cooperative (una
agricola e una edile-falegnameria), ma manca il dialogo con
Tamministrazione. « Proprio len
__ afferma Giuseppe Tuccitto, il
giovane pastore battista responsabile della mensa — si e costituito un comitato di base ^rm^
to da gente solo locale. Hanno
preparato una lista per il sindaco Il primo punto riguarda i
criteri di assegnazione dei prefabbricati, si vogliono criteri aemocratici c non clientelan ».
Nella mensa degli « evangeli
sti » alla sera si fa il culto e si
discute dei problemi. Dino Bracigliano, 21 anni di Senerchia,
ha appuntato la stona dell inse
Giuseppe Platone
(continua a pag. 3)
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20 marzo 1981
RUOLO DIACONALE E MINISTERI
Varietà di opinioni
provvisorietà in cui sin qui si
sono trovati i fratelli già ora inseriti in varie attività diaconali;
ritiene che l’approfondimento della tematica della diaconia
nella chiesa debba essere utilizzato per rivolgere vocazioni specifiche e determinate anche al
di fuori di una struttura già collaudata ;
ritiene che debbano ancora
essere approfonditi problemi
quali il riconoscimento pubblico
dei ministeri nelle chiese, la rappresentanza dei vari livelli di assemblee e il rapporto tra ruoli
a pieno tempo e ruoli volontari.
Una prima rassegna di prese di posizioni di assemblee ecclesiastiche sul tema del Ruolo Diaconale rilanciato dal Sinodo dello
scorso anno.
Genova
Domenica 15 febbraio il culto
è stato seguito dall’agape, quindi da un pomeriggio comunitario, con rievocazione storica di
contatti fra Genova e il protestantesimo fin dal XVI secolo,
prima del costituirsi della chiesa
valdese locale e con una serie di
bellissime diapositive commentate sulle Valli Valdesi, di Elena
e Maria Peyrot.
L’assemblea di chiesa, che in
una precedente seduta aveva cominciato a discutere la proposta
d’istituire un Ruolo Diaconale,
dopo aver dibattuto a lungo, di
fronte alle tre ipotesi di accettare la proposta, di proporne
modifiche o di non accettarla, ha
concluso aU’unanimità votando
la terza tesi: la chiesa ritiene,
accettando in questo il parere
della Commissione Discipline,
che le discipline attuali già permettono l’inclusione in ruolo di
persone ritenute idonee dalla Tavola; l’assemblea ritiene che tali eventuali inclusioni debbano
essere sempre sancite dal Sinodo, restando caratterizzate le
funzioni teologiche del Corpo Pastorale. L’assemblea ha pure discusso della costituenda Associazione Evangelica Diaconale: nel
quadro del volontariato, previsto
dalla riforma sanitaria, si tratta
di costituire, con elementi di tutte le chiese evangeliche cittadine, un gruppo di servizio volontario che operi nell’Ospedale
Evangelico Internazionale.
Torino
L’Assemblea di Torino del 15.
2.’81, udita la relazione del pastore Alberto Taccia sul progetto della Tavola sul Ruolo diaconale,
nifestazione del sacerdozio universale dei credenti;
ritiene che sia g’iunto il tempo di uscire dalla situazione di
Roma
L’Assemblea di Chiesa di Roma, Via 4 Novembre, del 22 febbraio 1981, dopo aver udito e discusso la relazione del gruppo
di studio sul Ruolo diaconale :
1) convinta che: il compiere
nella Chiesa un servizio professionale qualificato con spirito
vocazionale, accettando un particolare ambito amministrativo,
non fa di questi credenti dei diaconi de facto ma essi rimangono
credenti che, nell’ambito del sacerdozio universale, compiono un
servizio ;
che la Chiesa è l’Assemblea
dei credenti in cui ciascuno rende il proprio servizio anche, se
del caso, retribuito dalla amministrazione ecclesiastica, senza
che a tale servizio consegua necessariamente una potestà d’ordine come invece è il caso della
ecclesiologia cattolico-romana
con l’ordinazione dei diaconi,
primo gradino per l’accesso al
presbiterato ed alla conseguente
ordinazione sacerdotale ;
che il problema quindi non
è di « investitura ecclesiastica »,
ma di chiarimento della nostra
§ftà'cìVèlà’Tè’’argomentazionl esposte nel progetto della Tavola Valdese.
3) Ribadisce che il regolamento sui ministeri è più che suffi
ciente a regolamentare i vari
servizi della Chiesa.
4) Concorda pienamente con il
parere espresso dalla Commissione per la disciplina e dalla
Commissione d’esame al Sinodo
1980 e pertanto:
5) Respinge la proposta intesa ad istituire tale ruolo perché
sarebbe chiericarizzare coloro
che mettono la loro professionalità al servizio della Tavola.
Ordine del Giorno approvato
aU’unanimità.
Rorà
« L’assemblea di chiesa, dopo
aver esaminato il problema dell’istituzione di un ruolo diaconale, esprime il seguente parere:
1 ) riconosce la necessità di
chiarire il rapporto di lavoro che
alcune sorelle e fratelli esercitano nella chiesa;
2) ritiene che l’istituzione di
Un ruolo diaconale a pieno tempo debba restare limitato a settori e a casi di necessità e non
diventare un ruolo di supplenza,
né circoscrivere l’esercizio della
diaconia volontaria;
3) ritiene fondamentale una
preparazione adeguata in vista
dei compiti che dovranno essere
svolti, preparazione che dovrebbe farsi prima e non dopo l’assunzione in ruolo ;
4) non ritiene di poter accettare il termine "diacono" per definire questo ruolo suddiviso in
una pluralità di servizi; se non
è possibile (come nel nostro caso) trovare altri termini adatti
e che non si sovrappongano ad
altri ministeri già riconosciuti, è
sufficiente parlare di un ruolo
diaconale in cui opereranno direttori, insegnanti, geometri,
ecc. :
5) esprime parere negativo circa la possibilità di una "consacrazione" o di un “riconoscimento particolare” per gli iscritti al
ruolo diaconale; a) perché questo verrebbe a sancire un riconoc^iinaenjx) negato ad altre sorelle
cietà civile un servizio ed una
vocazione di pari dignità; b) perché un eventuale riconoscimento
potrebbe essere inteso come
mortificazione di numerosi altri
ministri che le chiese riconoscono al loro interno senza che detti
ministeri siano istituzionalizzati
(es. monitori, animatori, visitatori, ecc.); c) perché potrebbe
aprire la strada, seppure in modo involontario, verso una concezione della chiesa sempre più
formata da funzionari e addetti
ai lavori scoraggiando l’assunzione di personali responsabilità.
6) Propone al corpo pastorale
e alla Tavola di rivedere la teologia della liturgia di consacrazione dei pastori perché assuma una
veste più sobria e, pur mantenendo la sua peculiarità, non si
stacchi in modo cosi evidente
dalla realtà e dal riconoscimento degli altri ministeri che si
esercitano nella chiesa.
7) Per quanto concerne la rappresentanza al Sinodo l’assemblea ritiene che gli iscritti al ruolo diaconale debbano essere presenti con una loro rappresentanza e non essere computati tra
i pastori; perché non sono dei
pastori ma dei laici a pieno tempo con richieste ed orari non
confondibili. L’assemblea ritiene
invece che tutti gli iscritti al
ruolo diaconale debbano essere
presenti a pieno titolo nelle Conferenze distrettuali e nei Circuiti
in cui operano ».
A LOSANNA E GINEVRA
Un XVII riuscito
Losanna e Ginevra hanno celebrato il XVII Febbraio con una
settimana di anticipo: il 7 e l’8
rispettivamente, anche per permettere agli oriundi delle Valli
di trascorrere la festività •« in patria ».
A Losanna nel centro comunitario di St. Jacques e a Ginevra
alla parrocchia dei Pàquis, il culto è stato presieduto dal pastore
Aldo Comba e la predicazione
centrata sul testo biblico; « I
primi saranno ultimi e gli ultimi
primi ». Esso non implica una
semplice inversione dei ruoli, ma
significa che gli ultimi riceveranno per primi quella eguaglianza
e quella misericordia che soni.)
destinate a tutti, come appare
dalla parabola dei lavoratori dell’ultima ora. Nelle applicazioni
pratiche si è ricordato come i
valdesi, ultimi per secoli, debbano sentirsi particolarmente solidali con chi è « ultimo » nella società d’oggi.
Nella riunione di Losanna, presieduta dal sig. Sergio Minnucci,
è stato chiesto al past. A. Comba
di illustrare gli scopi e le attività dell’Alleanza Riformata Mondiale, di cui è uno dei segretari
esecutivi. A Ginevra, sotto la presidenza del sig. Georges Rostan,
si sono avuti brevi messaggi del
sig. Balmas, presidente del Consiglio di Chiesa dei Pàquis, del
past. Birchmeyer e una presen
tese » da parte dei pastori Sitta
Campi e A. Comba. Al sig. Jacques Picot è poi toccato svolgere la parte storica. Sulla n accia
di alcuni suoi viaggi in Delfinato
e in Germania egli ha rievocato
episodi antichi e recenti attinenti alla presenza valdese in
quelle regioni, concludendo con
una citazione da un vecchio catechismo del 1798 « ...à Vusage des
Vaudois de la principauté de
Messe Darmstadt »; alla domanda « Quali sono le occupazioni
degli angeli decaduti? » il catechismo risponde « Bestemmiano
Dio e cercano di nuocere agli uomini, perciò dobbiamo resister
loro mediante la sobrietà, la vigilanza, la preghiera ». Questo
precetto di duecento anni fa —
vien fatto di pensare — vale non
solo contro gli angeli decaduti,
ma anche contro le tentazioni e
gli idoli della civiltà moderna.
Qualche « cuffia valdese » e parecchie coccarde hanno portato
una nota di colore al XVII Febbraio dei valdesi della Svizzera
romanda.
GRAVE
RITARDO
Circa 700 abbonati non hanno
ancora rinnovato il loro abbonamento e rischiano di pagare, in
apriie, il contrassegno maggiorato delle spese e della seccatura — se il postino non trova
nessuno in casa — di dover andare alla posta centrale.
Un urgente appello a tutti di
pagare al più presto avvertendoci dell’avvenuto pagamento,
dato che gli accrediti ccp sono
lenti. Grazie!
DALLE CHIESE
Ancora sulle manifestazioni per l’Intesa
Incontro sulla libertà
BOLOGNA — Annunciata da
una larp diffusione di manife
rii' rnanifestazione
di protesta per la mancata applicazione dell’art. 8 della Costfi
tuzione, a Bologna, si è tenuta,
nel locale della chiesa in via
G. yenezian 1, domenica 22 febbraio. Di fronte a circa 130 persone (solo in parte evangelici bolognesi di varie denominazioni e
pttohci di base) hanno parlato
Il prof. Giuseppe Caputo, ordinano di diritto canonico allTJniwrsità di Bologna, il prof. Giorpo Ghezzi già assessore alla cultura nel Comune di Bologna, la
on. Giancarla Codrignanl, indipendente nelle liste del PCI e il
past. Paolo Sbaffl.
Dopo un’introduzione storica
sffil’iter delle trattative e sulla
ptuale situazione giuridica, fatta dal past. Sbaffl, il prof. Caputo ha iniziato la serie degli interventi dicendo, fra l’altro, che la
Costituzione della nostra Repubblica permane nella discriminazione, in quanto ratifica una confessione religiosa prevalente, e
tratta le altre come « diverse »
<art. 8). L’oratore, citando il
card. Lercaro, ricorda che in
epoca conciliare si chiedeva solo la «nuda libertà di predicare
l'Evangelo ». A suo parere ITntesa dice molto di più: parla di
risppto della libertà per tutti.
Giorgio Ghezzi ribadisce, in
modo particolare, la frase ricorrente nel testo della Intesa « senza oneri per lo Stato». A parer
suo, non si tratta solo di eliminare una legislazione antidemocratica (la legge sui culti «ammessi »), né di uscire da una pos
sibile intromissione altrui, cioè
una libertà da qualche cosa...,
ma di una libertà per la partecipazione, per contribuire alla crescita democratica del paese. Questo è il senso dell’Intesa tra le
chiese valdesi e metodiste e la
repubblica italiana.
Per l’on. G. Codrignani nel
progetto d’Intesa c’è un esempio
di rapporto tra stato e chiesa
chiaramente provocatorio nei
confronti delle altre confessioni
religiose. Esso è provocatorio
anche nei confronti degli altri
organismi di massa perché il separatismo, in materia di libertà
di coscienza, dovrebbe essere
norma per tutti. Facendo un
esempio Fon. Codrignani ha detto che sarebbe segno di libertà
se i sindacati chiedessero che
dalle buste paga fossero tolte
tutte le trattenute riguardanti,
in percentuale, i finanziamenti
ecclesiastici.
In conclusione dei vari interventi e delle risposte degli oratori, il prof. Caputo ed il past.
Sbaffl hanno ribadito che dietro al testo dell’Intesa c’è una
teologia della libertà di Dio ed
una ecclesiologia pluralistica che
dipende dalla fede in Cristo unico Signore della vita e dei rapporti fra gli uomini.
Dialogo con la città
OMEGNA —- « In una Italia in
cui gli scandali, i privilegi e le
bustarelle sono moneta corrente, trovare un testo di legge che
non chieda nessun privilegio,
nessun onere per lo Stato è veramente una cosa ’scandalosa’
per la coscienza di certi nostri
uomini politici. Ecco lo scoglio
che impedisce al testo delle Intese di essere firmato e, quindi,
approvato in Parlamento ».
Questa in sintesi l’affermazione principale emersa in tutti gli
interventi nella conferenza-dibattito su ie Intese, organizzata dalla locale chiesa evangelica il 26/2
a Omegna.
Introducevano il dibattito, davanti ad una cinquantina di persone convenute nel salone del
circolo operaio ’F. Ferraris', Valdo Benecchi ed i rappresentanti
del PCI, PSI, PDUP locali. Presiedeva il dibattito Enos Mannelli. Era stata richiesta la partecipazione anche di sacerdoti e
di appartenenti alla DC, ma questi non hanno risposto all’invito.
Dobbiamo dire, con molta
umiltà, di avere ricevuto molti
consensi sulla lotta democratica
che stiamo portando avanti. La
nostra mobilitazione è stata giustamente intesa, grazie all’efficace presentazione di Benecchi e
successive chiarificazioni, non
come la rivendicazione di esigue
minoranze che vedono i loro diritti negati, ma come una lotta
per la libertà di tutti i cittadini.
A questa comprensione ha in
parte contribuito anche la presa
di posizione delle chiese metodiste di Intra - Domodossola e
Omegna che, durante la manifestazione unitaria del mattino
per il Verbano, Cusio e Ossola,
hanno distribuito diverse centinaia di volantini di solidarietà
nei confronti dei numerosi operai minacciati da licenziamenti
e cassa integrazione.
Dal dibattito sono scaturite
delle proposte interessanti : il
rappresentante del PDUP, cre
dente cattolico, ci invita a ricercare quali possibilità esistano
pp un dialogo con i cattolici del
dissenso per trovare un nuovo
modo di vivere la fede; un giovane ateo, dopo essersi detto
meravigliato nel constatare la
profonda democraticità dei credenti, ci chiede di trovare il modo di portare il nostro discorso
dentro i Consigli di Quartiere;
una giovane professoressa di
scuola media superiore chiede
al nostro pastore se è disponibile a parlare della Riforma protestante ai suoi allievi ed infine
Valdo Benecchi viene invitato
dal Coordinamento in difesa della legge 194 (sull’aborto), di cui
le donne evangeliche fanno parte, ad intervenire ad una prossima manifestazione.
Al termine della serata eravamo soddisfatti perché eravamo
riusciti, nonostante le nostre poche energie, ad istituire un dialogo con alcune forze vive della
città. E’ proprio vero che quando diamo la nostra testimonianza evangelica, fidando unicamente nella forza che viene dallo Spinto, nessuno ci ascolta?
Ampia partecipazione
CANELLI — Nel quadro delle
manifestazioni indette dalla Tavola Valdese nel corso della
« Settimana della Libertà », la
comunità metodista di S. Marzano Olivete ha organizzato una
Conferenza pubblica utilizzando
la sala delle riunioni della Cassa
di Risparmio di Canelli. Tema
dell’incontro : « Libertà dello
Stato e Libertà delle Chiese ».
Sono stati invitati tutti i partiti
dell’arco costituzionale ed i cittadini di Canelli e dintorni sono
stati avvertiti con l’affissione di
manifesti, distribuzione di volantini e annunci della radio locale.
Ai numerosi intervenuti, oltre
80 persone con una partecipazione cattolica insperata, hanno
parlato nell’ordine: il magistrato Franco Becchino, pastore della comunità metodista di Savona, il cui intervento di oltre
un’ora è stato seguito con attenzione e salutato da applausi, lo
avv. Giovanni Drago di Canelli,
che nel periodo del governo Sceiba aveva denunciato con un articolo i soprusi cui erano sottoposte quelle che egli chiamava
« le Chiese del silenzio in Italia »,
e il Sovrintendente del V Circuito Giorgio CastelU.
Visto il successo della manifestazione che, dopo tanto tempo, ha visto solidali evangelici di
diverse denominazioni in una
pubblica riunione, la comunità
di S. Marzano Olivete conta di
ripetere l’esperimento in altre
occasioni, prendendo lo spunto
da argomenti che interessino la
popolazione, .locale, per presentare il punto di vista evangelico
che è inevitabilmente «diverso»
dal punto di vista della popolazione in mezzo alla quale il Signore ci ha posti.
Mentre ringraziamo le comunità di Calosso e Canelli per la
loro solidarietà e partecipazione
in questa occasione, ci auguriamo di averle ancora con noi nelle prossime occasioni.
Personalia
Martedì 10 il pastore metodista Sergio Aquilante (mentre si recava in auto a CoIIeferro per un incontro di studio biblico) è stato vittima di un incidente stradale. Ricoverato attualmente in un ospedale romano per la
frattura di una gamba vogliamo far
pervenire ad Aquilante l’augurio di
pronta guarigione.
3
20 marzo 1981
INTERVISTA AL PASTORE ALDO SBAFFI
significato deila diaspora
Il pastore Aldo Sbaffl, eletto presidente del Comitato di continuazione della Conferenza delle Chiese Protestanti dei Paesi Latini
d’Europa (CEPPLE) nel 1977 sta preparando la prossima Assemblea che si terrà a Torre Pellice nell’aprile dell”82. E’ stato recentemente a Torino per prendere accordi sulla struttura preparatoria in Italia e in tale occasione gli abbiamo rivolto alcune domande.
— Che tipo di organismo è la
CEPPLE e di che cosa si occupa?
— Siamo abituati a sentir parlare del Consiglio Ecumenico
delle Chiese, e anche della Conferenza delle Chiese dei Paesi
Europei. La meno nota CEPPLE,
sorta diversi anni fa, è naturalmente un organismo più modesto nelle sue proporzioni; ma è
anche un organismo diverso nel
senso che non vuole avere una
struttura rigida ma piuttosto
un’organizzazione flessibile e funzionale. Il suo fine è di mettere
in comune i problemi di paesi
affini quanto a ceppo linguistico
anche se non del tutto quanto a
situazione confessionale : Spagna, Portogallo, Francia, Belgio,
Svizzera francese, Italia.
— Come è organizzata questa
Conferenza?
— Da un lato c’è l’Assemblea
generale che si svolge ogni 5 anni; l’ultima ha avuto luogo in
Francia nel ’77 a Somières. Dall’altro c’è il Comitato di continuazione che ha il compito di
preparare l’assemblea successiva e di trattare i problemi più
urgenti che emergono. In questi
ultimi anni abbiamo affrontato
in modo particolare i rapporti
chiesa-stato (con contributi dalle
Facoltà di teologia dei diversi
paesi rappresentati), i problemi
degli emigranti e i problemi connessi ai mass media con incontri periodici. Il problema centrale che l’Assemblea di Somières
ha posto al centro dell’attenzione delle nostre chiese è quello
della diaspora.
— Perché questo tema?
— In primo luogo perché in
diverse parti d’Europa chiese
che una volta erano di maggioranza oggi si trovano a vivere
in una situazione di diaspora e
cioè di dispersione geografica
minoritaria. Questo aspetto geografico non riguarda tuttavia solo le grandi estensioni: lo stesso
problema è vissuto nei sobborghi
delle grandi città europee. Viviamo in un tempo in cui la mobilità della popolazione è enorme
e continua e questo ha sconquassato molte comunità che un tempo erano numerose e solide. Esiste inoltre un altro aspetto: la
« diaspora ideologica », il fatto
cioè che esiste una dispersione
crescente delle espressioni e delle pratiche della fede, la diversificazione dei linguaggi nella
chiesa e la difficoltà di comunicazione tra di essi.
— La diaspora è dunque un
aspetto negativo delia vita della
chiesa nel nostro tempo?
— Non necessariamente. Cer
to c’è chi la sente solo come tale
e ritiene che, come l’esilio al
tempo dell’Antico Testamento, la
diaspora sia il castigo di Dio per
l’infedeltà della chiesa, le sue
compromissioni politiche, ecc.
Conseguenza di questa impostazione è spesso la tentazione di
rinchiudersi in un ghetto e di assumere un atteggiamento conservatore difensivo. Ma c’è anche un modo diverso di sentire
questa realtà e cioè di scoprire
le nuove possibilità che sono date alla chiesa nella situazione
della diaspora. Non possiamo dimenticare che per il Nuovo Testamento la dispersione è stata
la grande occasione per la missione. La diaspora va quindi vista in funzione della missione
della chiesa. Spesso i nostri fratelli che vivono nella diaspora
hanno dei complessi di inferiorità e si sentono abbandonati e
soli. Eppure la loro situazione diventa positiva quando prendono
coscienza che in un villaggio, in
una zona, in un grande caseggiato sono loro l’occasione per portare l’Evangelo. E’ una possibilità reale, che ben conosco per
esempio nella diaspora della chiesa di Verona di cui mi occupo.
Ci sono quindi tentazioni di introversione, di chiusura e di
ghetto. Ma anche possibilità
grandi di apertura sui problemi
della chiesa e della società nel
nostro tempo e promesse di annuncio dell’Evangelo. La sfida
che sta davanti a noi è dunque
espressa dal tema della prossima Assemblea : « Come confessare il Cristo in una situazione
di diaspora? ».
echi dal mondo cristiano,
a cura di ANTONIO ADAMO
Germania; a favore
degli zingari
(RKZ) — Il Consiglio della
Chiesa evangelica tedesca (EKD)
ha deciso la formazione di un
gruppo di lavoro per i problemi
degli Zingari. L’équipe dovrebbe
coordinare gli aiuti a questo
gruppo etnico, elaborare dei progetti di intervento in loro favore e informare le Chiese regionali su questo importante problema.
Erhard Meueler è stato incaricato di mettere al servizio del
gruppo di lavoro i suoi contatti
con le federazioni e organizzazioni degli Zingari. Il presidente della federazione dei Sinti tedeschi, Romani Rose, si è molto
rallegrato per la decisione dell’EKD, soprattutto perché la
Chiesa evangelica, contrariamente a quella cattolica, non concepisce la sua missione soltanto da
un punto di vista spirituale, ma
intende aiutare i Sinti discriminati ad ottenere maggiori diritti.
Francia: no alla
pena di morte
(B.I.P.) — La Federazione protestante francese ha riaffermato
la sua ferma opposizione alla
pena di morte, in occasione delle sei condanne capitali decise
recentemente da alcune Corti di
Assise di Francia. La Federazione si rifà alla mozione votata
dall’Assemblea Generale della
Federazione nel marzo del 1979
che riportiamo per esteso.
« L’Assemblea Generale della
Federazione Protestante di Francia
1) ricorda la sua convinzione,
espressa nel 1963, che il principio della pena di morte non è
compatibile con l’Evangelo:
— la giustizia umana è relativa; non le spetta di prendere decisioni irreversibili;
— per quanto possa essere colpevole un essere umano, nessuno ha il diritto di disperare di
lui, né di ridurlo al suo stesso
crimine; ciò significherebbe ne
gare che per lui possa esistere
fino alla fine una possibilità di
cambiamento.
2) Per queste ragioni, nel chiedere la soppressione della pena
di morte nel nostro paese, essa
esprime ugualmente la speranza
che sia mantenuto il livello attuale delle altre pene insieme alla possibilità di riduzione e di
libertà condizionale, e che non
si creino delle ’pene sostitutive’
dalla durata incomprensibile che
impediscono di tenere conto delle disposizioni del condannato e
della sua evoluzione ».
Filippine: arrestato
sacerdote cattolico
(BIP/SNOP) — Accusato di
« incitazione alla rivolta », Pepito Bernardo, sacerdote cattolico, è stato arrestato il mese scorso nelle Filippine. Bernardo è
membro della commissione episcopale per la popolazione filippina autoctona, ed ha protestato contro la discriminazione sociale culturale di cui sono vittime le minoranze. Egli era stato
arrestato già nel mese di settembre, ma fu scarcerato per l’intervento del vescovo di llagan.
Intanto sono stati scoperti i
corpi di sette collaboratori ecclesiastici nell’isola di Engros. I
corpi portano evidenti tracce di
torture, ed erano stati sotterrati
in una fossa comune.
La fede è vita
(BBC • Report on Religión) —
In una intervista rilasciata alla
BBC, Jean Waddell, una delle
tre missionarie inglesi recentemente liberate dalle autorità
iraniane dopo lunghi mesi di prigionia, ha parlato a lungo della
sua drammatica esperienza. Nel
corso della sua lunga detenzione
ha avuto modo di incontrare
donne molto diverse da lei: islamiche rivoluzionarie, atee, ecc.
Durante lunghe conversazioni
con le sue compagne di prigionia ha discusso molto sul significato dell’amore, della giustizia
e della verità; ha dovuto scavare nel fondo della propria fede.
Jean Waddell ha affermato che
nel passato aveva considerato
un fatto naturale e scontato l’amore e la guida di Dio e credeva di avere fede; ora, dopo questa esperienza, ha capito che
non si vive per fede, ma che la
fede è la vita stessa.
Decesso della
teologa Paulsen
(epd) — All’età di 88 anni è
deceduta Anna Paulsen la prima donna ad aver conseguito i
massimi gradi accademici in teologia in Germania. Per molti anni è stata responsabile del settore femminile della Chiesa ev. tedesca. Per il suo lavoro teologico è stata molto apprezzata sia
nell’ambito ecclesiastico che in
quello accademico.
Unione Sovietica:
meno tasse per il clero
(ONE WORLD)
Può darsi che le autorità del
Partito Comunista dell’Unione
Sovietica considerino tuttora la
religione come oppio del popolo
ma sembrano avere un’opinione
più positiva per quanto riguarda
il ruolo del clero. Infatti è stato
deciso un nuovo sgravio fiscale
a favore del clero che pone quest’ultimo nella stessa categoria
fiscale degli scrittori, artisti, e
altri professionisti creativi. Questo sgravio del 15% significa che
la tassa da pagare sul salario medio del clero (300 rubli al mese circa 450.000 lire) calerà da 100
a 85 rubli. Con ciò, il clero sarà
ancora più nettamente in testa
rispetto alla media dei lavoratori dell’Unione Sovietica, dove il
salario medio dell’industria è
poco più di 165 rubli al mese
(circa 250.000 lire).
GIOVENTÙ’
EVANGELICA
E’ uscito il numero di
febbraio 1981 (n. 67). Sommario :
— Questione morale, DC
e referendum.
— Operai, fede e politica
in Polonia.
— Il Nicaragua un anno
dopo la rivoluzione.
— Predicazione e impegno
sociale nelle opere delle
chiese in Sicilia.
— Ma è proprio questa la
storia dei Valdesi?
— Come avete pensato di affrontare questo tema?
— Una prima serie di scritti
è stata fatta circolare ed è stata
elaborata in un « Dossier diaspora » che è ora pubblicato in francese. Esso comprende un’analisi
della diaspora nei nostri paesi,
uno studio biblico del termine
diaspora nell’Antico e nel Nuovo Testamento, uno studio teologico curato dal prof. Sergio Rostagno, una sintesi del grosso lavoro che su questo tema è stato
fatto nella Germania orientale
e le reazioni dei Paesi latini a
questo primo materiale.
Per l’Italia abbiamo organizzato 4 gruppi di studio che si occuperanno di questo tema in
particolare. Ma questo tema investe direttamente tutto l’evangelismo italiano e andrebbe studiato da tutte le chiese. E’ quindi rallegrante che l’Eco-Luce abbia accettato di pubblicare parte
del materiale preparatorio in un
« inserto » che metterà in grado
qualsiasi chiesa di approfondire
il problema e dare utili contributi alla riflessione. Tutti i contributi dovranno essere raccolti
entro il 31 maggio e fatti pervenire alla CEPPLE in modo che
tutto possa essere rielaborato
per la documentazione dell’Assemblea di Torre Pellice.
a cura di F. Giampicceli
Inserto sulla diaspora
Un inserto sul tema della
diaspora sarà pubblicato in
uno del prossimi numeri. Esso comprenderà una introduzione del pastore Aldo Sballi,
lo studio del prof. Sergio Rostagno e elementi descrittivi
della situazione nei vari paesi
latini. Le chiese che vorranno
ordinare copie deU’inserto per
uno studio nella comunità, a
livello giovanile, femminile, di
catechismo, di consiglio, di assemblea, ecc. sono pregate di
far pervenire al più presto la
ordinazione alla redazione
(per sicurezza meglio se telefonicamente Oli 655.278).
Costo dell’inserto L. 200 per
copia, minimo 10 copie, spedizione inclusa.
Terremoto
(segue da pag. 1 )
diamento evangelico. « Cinque
sono i motivi — confessa Dino —
per cui molti senerchiesi oggi si
sentono a casa loro nel prefabbricato "evangelista”: l’intervento è stato pronto, si è cucinato
sempre di fronte alla gente, i volontari sono stati gentili e generosi, non si è fatta polemica anticattolica (nonostante che la
Caritas di Verona abbia piazzato proprio di fianco un prefabbricato lussuoso, col campanile in
rame, adibito a chiesa) e si è condivisa sino in fondo la condizione della gente ». Prospettive? « I
rapporti con la popolazione sono
ottimi — dice Tuccitto —- ma si
vive ancora in roulottes. Quindi
divisi: c’è bisogno di un posto
dove stare insieme per discutere e organizzarsi. E noi oltre al
mangiare offriamo questo servizio ».
Ad Avellino
Ad Avellino, dove d’un colpo
è crollato il centro storico. Tonino Casarella con i giovani delle chiese libere di Volla, Tamburiello e i volontari venuti dal
Nord hanno svolto un lavoro
stressante di aiuti e contatti. Lunedì 9, la Federazione ha acquistato un terreno a Monteforte,
alla periferia di Avellino: 20.000
metri quadri per 30 prefabbricati e un centro sociale. Anche qui
ha pagato il Diakonisches Werk
tedesco e l’Eks-Eper svizzero.
Adesso il progetto è pronto. Ciahaltoni l’ingegnere edile che corre sui fronti aperti dalla Federazione (quotidianamente collegati
dall’insostituibile filo telefonico
di Tati Bouchard che smista, informa, stimola) sta passando le
notti in bianco per arrivare a
tutto. Nella sua relazione tecnica
l’accento cade, con insistenza, sul
ruolo che potrà avere il centro
sociale nella vita del villaggio:
« Un centro propulsore per i giovani, un luogo d’incontro per una
popolazione che si avvia ad intendere la solidarietà tra gli uomini in modo nuovo ».
Ad Avellino, dove la sala di
culto è inagibile, la domenica pomeriggio si prega in casa De
Paola: tutti sono coinvolti nel
progetto di ricostruzione e forse
mai come adesso le quattro chiese libere hanno trovato una loro
coesione interna insieme ad una
nuova prospettiva di testimonianza. « Il lavoro è enorme —
mi dice Casarella — ma non siamo soli, la solidarietà c'è stata e
continua. Si tratta di ricostruire. anche spiritualmente, la vita
di un paese schiacciato dall’ingiustizia e dalla povertà ». La violenza del terremoto ha messo a
nudo, particolarmente ad Avellino, le due nature di questo dramma: il cemento armato ha tenuto, mentre crollava l’Avellino fa
tiscente del tufo e della pozzolana. E’ stato il terremoto dei poveri.
Meno drammatica ma fortemente compromessa la situazione di Salerno. Qui la nostra Federazione è in trattative per un
terreno ove installare 20 prefabbricati e un centro sociale. A casa del pastore metodista Jannt
alcuni giovani dell’ARCI fanno
il punto di una situazione che
non riesce a decollare dalla prima fase dell’emergenza. « Bisogna far tacere gli egoismi di parte — mi dice il repubblicano
D’Aniello, sindaco di Salerno —
e tirarsi su le maniche. Abbiamo
troppi intellettuali sfaccendati
che chiacchierano e non lavorano. L’intervento degli evangelici
è un contributo di concretezza,
un,a spinta salutare per la rinascita di Salerno dopo il terremoto ».
A Portici (comune della cintura napoletana che Zamberletti
ha dichiarato non terremotato)
ci sono cinque campi di roulottes, circa 1000 persone. Senza fogne, senza acqua, senza sussidi.
In mancanza di giornali locali il
comitato terremotato parla ogni
settimana a Tele-Portici, nello
spazio gestito dai metodisti di
Casa Materna (che è stato il primo centro di raccolta nella fase
d’emergenza): « Fin dall’inizio —
dice Luigi Capuano, medico all’Evangelico di Ponticelli — la
nostra non è stata una trasmissione solo religiosa. Adesso poi
con la situazione drammatica della gente in roulotte ci sentiamo
in dovere, come cristiani, di offrire un mezzo per far conoscere
il dramma di chi vive accanto a
noi ».
Prime impressioni
Le prime impressioni al rientro da questo lungo viaggio nell’arcipelago del terremoto dei poveri si fissano su due punti: la
Federazione, che si è fatta interprete della solidarietà degli evangelici italiani e stranieri, concentrando i suoi sforzi nelle « zone
calde » ha, nello stesso tempo,
aperto fronti di testimonianza
che in prospettiva richiederanno
sempre nuove energie per regntere la sfida del dopo-terremoto.
Seconda impressione: una testimonianza che muove su tre direttrici. Quella entusiastica e trascinante delle chiese libere. Quella puntuale e ordinata dei battisti di Senerchia (ma ci sono anche i valdesi). E quella implicita
(«la gente vede e giudica») dei
metodisti a Ruvo. Qgni fronte,
PUÒ in fondo riconoscersi in una
di queste posizioni che, pur essendo diverse, in realtà concorrono ad un unico progetto di rinascita. Ma su questo torneremo
in modo più circostanziato prossimamente, a cominciare da una
intervista al pastore Bensì, presidente della Federazione evangelica,
Giuseppe Platone
4
20 marzo 1981
DIBATTITO
E evangelico realizzarsi?
L articolo di Tullio Vinay pubblicatosuH’Eco-Luce del 23 gennaio ha suscitato vivaci reazioni - Ne riportiamo le prime due qui di seguito
Non mi sento peccatrice
Ho letto l’articolo di Vinay
« E’ evangelico ’realizzarsi’? » sul
numero del 23 gennaio della « Luce » con molto interesse, in quanto questo è un problema che sento molto vicino in questo momento.
Io sono tra quei giovani insoddisfatti di cui si parla in quel
testo.
L’articolo mi ha molto colpito
e razionalmente non trovo molti
argomenti per controbattere le
tesi dell’autore. Ma non riesco
a trovarle giuste. Perché?
Probabilmente perché sono
state finora tradite le mie aspettative di una vita diversa che mi
era stata promessa negli anni del
Liceo e dell’Università da quella
che si è poi rilevata un’allucinazione collettiva di cambiamento
totale e mi trovo oggi a fare una
vita noiosa e piatta; e soprattutto perché, nel mio caso, non si
tratta di un « umiliarmi » finalizzato ad un « progetto », (il mio
lavoro non è certo lontanamente paragonabile al « progetto »
di Gesù Cristo).
Perché sento che la mia persona, i miei pensieri sono «umiliati » ( senza alcuna connotazione positiva nell’uso di questo
termine) da un lavoro monotono, dove i « doni » (benché minimi) che il Signore mi ha concesso non sono affatto sfruttati,
e mi sento molto simile al servo
che « spreca i suoi talenti » della
parabola. Con la differenza che
li spreco, questi talenti, per cause che sento non dipendere quasi affatto da me, e per le quali
muovo pesanti aspre e a volte
rabbiose accuse ad una società
mal costituita, che non ha niente a che vedere con il Regno di
Dio, dove probabilmente «umiliarsi » avrà tutt’altro significato.
Pecco di poca « umiltà » a fare
certe affermazioni? Non lo so. So
però che in me l’egoismo e il
disinteresse per gli altri non hanno mai trovato facilmente posto
( anzi sono stata profondamente
formata ed educata da quel tipo di cultura che esalta solidarietà ed amore per il prossimo)
ma certo il ripetermi « ...però ho
pensato anche agli altri » non mi
ha sollevato ed aiutato nei momenti più brutti, quando la sensazione di sprecare la vita, dono
del Signore, la più grande manifestazione del Suo Amore, è
più bruciante.
Ma chiediamoci, e qui sta il
punto, fino a dove è lecito mettersi « dopo » gli altri? Non è cer
to questione di poco conto, anzi
è, secondo me, uno dei punti fondamentali del dibattito etico-culturale-politico dei nostri giorni
e non possiamo liquidarlo troppo semplicemente con richiami
a categorie logiche tradizionali
di una certa cultura.
Il nostro comune pensiero riformato gioca un ruolo importantissimo in questo genere di
tematiche, ma siamo così sicuri
di non cadere in nuovi dogmatismi dando per scontato che
tutto ciò che è « protestante » (o
marxista, o laico...) è anche necessariamente positivo?
Caro sen. Vinay, spesso mi sento peccatrice, e limitata e indegna dell’amore che il Signore mi
manifesta, ma non quando penso, ad esempio, che sarebbe anche un mio diritto trovare un
lavoro più interessante e riuscire a pensare alla fine della giornata che ho fatto qualcosa di valido (sensazione che ora ho tanto più spesso quanto più tempo
libero dal lavoro ho avuto nella
giornata).
No, non mi sento peccatrice
quando penso che « realizzarmi »
sia una delle cose per me più importanti oggi.
Stella Piini
Era solo una rinuncia?
Non si può rispondere al pastore Vinay in poche righe, perché i problemi che solleva sono
veramente troppo complicati e
importanti. Ci dovremo ripensare seriamente e in molti, nei
tempi futuri. Ma non posso non
porre subito alcune domande.
Credenti più anziani, con un
forte senso della comunità, che
si sono sacrificati per rendere la
loro testimonianza a cui segue
una generazione più giovane che
cerca « la propria vita », rivendica maggior tempo libero ecc. E’
proprio così?
A questi credenti più anziani
di cui parla il pastore Vinay va
tutto il mio, tutto il nostro rispetto per il rigore e la coerenza con cui hanno vissuto e lavorato, tutta la nostra riconoscenza perché è a loro che dobbiamo di aver ricevuto la predicazione dell’Evangelo. Ma si sono puramente e semplicemente
sacrificati? Nel loro impegno
nella chiesa, nella loro rigorosa
etica familiare e professionale,
nella loro riflessione culturale,
insieme alla fatica, al dispendio
di energie, alla corsa permanente contro il tempo, non hanno
trovato forse anche una grande
gratificazione, un realizzarsi pieno della loro concreta umanità?
Una volta un pastore di mezza
età mi ha detto : « Noi ci siamo
fatti passare i nostri complessi,
lavorando », cioè impegnandoci,
spendendoci, rendendoci disponibili all’altro e alla comunità. E
io mi sono soffermata sulla forza di quel gerundio. E adesso
capisco anche che, intanto, i
complessi erano passati, cioè le
contraddizioni personali ricomposte, il senso di sé e del proprio
nostre scelte, ci paragoniamo
sempre e soltanto con l’esperienza di Gesù? Non c’è il pericolo
di una grande presunzione in
questo paragone? Io preferisco
confrontare la mia storia (la storia di una donna che ha incontrato la testimonianza resa a Gesù) con quella di chi ha fatto la
esperienza di incontrare Gesù in
persona: penso alla samaritana,
alla emoroissa, a Marta e a
Maria... La loro umanità è stata
innalzata da quell’incontro e non
sacrificata, la qualità della loro
vita quotidiana è stata arricchita e non mortificata, hanno vissuto l’esperienza del trovare e
non quella della perdita o della
rinunzia.
Il problema è spiegare a chi ci
ascolta, giovani e non, che nell’impegno, nella disponibilità,
nella solidarietà troveranno qualcosa di prezioso, « staranno me
glio », realizzeranno la loro piena umanità; e non rivolgere loro api^lli al sacrificio e alla perdita di sé. In questo mondo oppressivo e senza senso, abbiamo
veramente qualcosa da perdere?
Io vorrei affermare (ma è solo
una provocazione per la continuazione della discussione): no,
non è evangelico volersi realizzare a qualunque prezzo e da soli, e contro l’altro. Ma è evangelico annunziare che Colui che ci
ha incontrato ha anche realizzato la nostra piena umanità, seppur nella contraddizione; e che
le cose per cui ci affatichiamo ci
procurano anche tanto piacere
e senso di autorealizzazione, perché davvero non ci si possa vantare della nostra coerenza pure
reale e positiva e perché solo a
Dio sia resa la gloria.
Francesca Spano
a colloquio con I lettori
ruolo ritrovato. Sarà stato necessario rinunciare al cinema,
alle passeggiate, ad ascoltare la
musica ecc.? Sarà stato faticoso?
Sarà stata solo la conseguenza
non ricercata di una scelta compiuta unicamente per restare fedele alla propria vocazione? E’
sicuro; ma il gioco è valso la
candela, perché senza complessi
si vive molto meglio. Io domando al pastore Vinay, per il quale provo un affetto grandissimo,
perché ha costruito la casa nella
quale la mia vita ha trovato il
suo senso : fare Agape è stato
solo faticoso, o vi è anche piaciuto? Partire per Riesi è stato
solo coerenza evangelica o ha
anche rappresentato per voi una
avventura esaltante, per quanto
faticosa?
E i giovani? chiedono più spazi, è vero, vogliono ricercare il
senso della propria vita, capire
prima di fare, « trovarsi » prima
di « spendersi ». Ma è oggettiva
o ce la siamo inventati noi la
disoccupazione, che rende l’ipotesi dell’etica professionale una
pia illusione? Esiste o no la crisi della scuola e della cultura,
per cui ricercare e capire è oggi
tanto più diffìcile di quanto non
fosse anche solo 10 anni fa? ecc.
ecc. Il problema è oggi anche
ma non solo la decisione di impegnarsi o meno ; è prima di tutto capire cosa si può fare, con
chi, per cosa, contro che cosa.
Spiegare ai giovani cosa possono fare è una fatica bestiale anche per chi ha le idee più o meno chiare su cosa lui può fare,
si va per tentativi, per abbozzi
di risposte.
Un’ultima domanda: perché
quando pensiamo il senso delle
GIUSTIFICAZIONE?
Caro direttore,
circa 10 anni fa sono uscito dalla
Chiesa Cattolica per aderire alla Chiesa Valdese, dopo anni di travaglio
spirituale, convinto di entrare per questa porta nella casa del Padre, nel
tempio dello Spirito Santo.
Ma da qualche anno mi sto chiedendo: ho forse sbagliato porta?
Mi rendo conto che l’immacolata
concezione, l'assunzione di Maria ecc.
non hanno un fondamento biblico, ma
la legge 194 (interruzione volontaria
della gravidanza) ha un fondamento
biblico? Hai mai visto la fotografia di
un feto di 3 mesi? Perché tanti pastori
e laici valdesi si sbracciano tanto nel
difenderla? Forse perché l’alimento
culturale di cui si nutrono sono i giornali radical-borghesi, di cui a quanto
pare condividono appieno l’ideologia?
Quando si discute di aborto, di liberalizzazione di droghe leggere e pesanti, di omosessualità, si può star
certi che qualche pastore valdese,
sempre à la page, tirando in ballo la
libertà del cristiano e la potenza dell’evangelo, riuscirà con argomenti gesuitici a darne ampia giustificazione.
Anche la società permissiva ha bisogno di cappellani e noi ne forniamo
di ottimi.
Non mi rispondere, per favore, con
i soliti argomenti tristi e fumosi, che
la libertà ha dei rischi, che noi educhiamo le persone ad una fede adulta ecc. Qui non si tratta di avere una
fede adulta e responsabile, ma di avere una fede cristiana.
L’aborto è un delitto e come tale lo
Stato non può permetterlo; è vero che
ci sono sempre stati anche i furti e non
per questo devono venire legalizzati.
Se qualche volta ci capita di essere
d’accordo anche col papa (fratello in
Cristo) è veramente tanto grave?
0 dobbiamo sempre puntigliosamente distinguerci fino al punto di condividere-in toto le posizioni ■ ràdicaloidi
che dominano tanta parte del protestantesimo?
0 forse non tutti la pensano a questo modo?
Se c’è qualche pastore, anche anziano, che dissente da tale modo di
pensare, batta un colpo, affinché io
non mi senta solo e mi riduca ad
ascoltare i vescovi cattolici.
Walter Fumagalli
Morate (Como)
Rispondo malvolentieri a questa lettera perché una qualsiasi risposta rischia di accettarne Vimpostazione clericale; come se a dettare la linea teologica ed etica dovesse essere un magistero di pastori. Da noi contano i dibattiti. le assemblee, i sinodi. Per questo Punica risposta possibile a questa
lettera é Patto sinodale che ripubblichiamo in questa pagina anche per il
fatto che nel dibattito di questi anni
nella nostra chiesa, pur essendo presente nella sostanza, non è più stato ripreso esplicitamente.
Tuttavia, non vorrei che la mia malavoglia fosse interpretata come incertezza di posizione. Perciò, a quanto
scritto in prima pagina, aggiungo che
per me la legge 194 non ha certo più
« fondamento biblico » di quanto avesse il gesto di Gesù di rimandare illesa
Padultera. Forse che non esisteva a
quel tempo una legge che prescriveva
la lapidazione della colpevole del delitto di adulterio? Gesù ci ha insegnato
che reprimere non serve a nulla, che
ciò che serve è portare i pesi gli uni
degli altri e che — è bene che ce ne
ricordiamo anche in quanto parte maschile della società — può lanciare la
prima pietra chi è senza peccato. Forse è per questo che tanti pastori evangelici — e non solo pastori — difendono la 194.
Dire a questo punto che abbiamo
dato « ampia giustificazione » dell’aborto è come dire che Gesù abbia insegnato che l’adulterio non e poi così
male. L’atto sinodale del ’78 dice chiaramente che ci rifiutiamo di dare una
giustificazione morale o religiosa dell’aborto. Chi ha seguito senza pregiudizi le discussioni che nella nostra chiesa si sono avute negli ultimi tre anni
ha ormai Capito che si é in favore della 194 non per permettere l’aborto ma
per lottare contro di esso (come dice di
nuovo l’ultima parte dell’atto sinodale)
nel contesto di una società che, a questo proposito, non potrebbe avere la
coscienza più sporca, (f. g.)
La recente entrata in vigore della legge
che in determinati casi consente l’interruzione volontaria della gravidanza, il dibattito che nel paese ha accompagnato la
elaborazione e l’attuazione di tale legge,
la richiesta del Comitato di coordinamento tra gli ospedali evangelici di una indicazione al riguardo da parte del Sinodo
e della Conferenza, ci inducono alle seguenti considerazioni:
I.
Non ci sembra possibile innanzi tutto
prescindere dalla situazione che ha condotto alla emanazione di tale legge. E’ indubbio che una procreazione cosciente e
responsabile e una pianificazione familiare nel nostro paese sono state rese quasi impossibili per la stragrande maggioranza della popolazione:
a) da una legislazione che fino a pochi anni or sono impediva di fatto qualsiasi seria informazione sui mezzi indispensabili per una regolazione delle nascite;
h) dalla carenza di strutture pubbliche che, rimosso un tale ostacolo, consentissero a tutti l’informazione ed una
appropriata educazione sessuale;
c) dalla posizione della Chiesa Cattolica Romana che — rifiutando tutti i mezzi di regolazione delle nascite che non fossero quelli così detti naturali — con un
pesante condizionamento impedisce di
fatto una procreazione consapevole. Questa situazione, che ha rappresentato una
violenza soprattutto sulla donna, inducendola molte volte ad una maternità di
fatto imposta, ha condotto al dilatarsi del
SINODO - CONFERENZA 1978
Valdesi e Metodisti
di fronte all'aborto
fenomeno dell’aborto in forma clandestina, posto che, fino alla recente legge, l’interruzione volontaria della gravidanza era
in ogni caso punita come reato.
La vecchia normativa che prendeva in
considerazione l’aborto solo per punirlo
si è dimostrata una cattiva legge, poiché
non ha impedito il fenomeno ed ha generato una grave disuguaglianza: è noto invero che le donne dotate di mezzi economici sufficienti hanno praticato l’aborto
senza rischi, ricorrendo a medici compiacenti in un contesto di crescente speculazione, ovvero praticandolo in paesi esteri
dove era consentito, mentre le donne che
di tali mezzi non disponevano lo hanno
praticato in condizioni di grave pericolo
per la loro vita.
.Si è verificata così una seconda violenza sulla donna, indotta ad un atto profondamento doloroso oltre che punito dalla
legge.
L’aver rimosso questa legge e averla sostituita con una nuova organica normativa apre indubbiamente una via per eliminare intanto la piaga dell’aborto clande
stino, anche se l’applicazione dell’istituto
dell’obiezione di coscienza al caso dell’interruzione volontaria della gravidanza —
nelle specifiche modalità previste e soprattutto nel suo uso distorto determinato dalla crociata promossa dalla Chiesa
di Roma — ne ostacola gravemente l’attuazione.
IL
In base ai messaggio evangelico, se da
una parte non accettiamo certo di risolvere la questione con l’identificare nell’aborto il male assoluto « legando sulle
spalle degli altri pesi che non intendiamo spostare neppure con un dito » (Matteo 23: 4), dall’altra non accettiarno neppure di dare all’aborto una giustificazione morale o religiosa in astratto per metterci la coscienza a posto.
L’unica posizione possibile è per noi la
confessione della nostra corresponsabilità
in questo fatto che abbiamo riconosciuto
come una violenza secolare e l’impegno
per la lotta contro di essa.
Oggi nella decisione della donna e là
dove è possibile della coppia, può giocare
o l’interferenza autoritaria esterna o la
solidarietà nei confronti della sofferenza
urnana. Riteniamo inammissibile la prima
e indispensabile — per la comunità dei
credenti — la seconda. E poiché consideriamo inammissibile l’interferenza di una
autorità esterna rispetto alla coscienza
sirigola, non riteniamo giustificabile una
chiusura dei nostri ospedali alla attuazione della legge sull’interruzione volontaria
della gravidanza e perché ciò equivarrebbe ad un sostituirsi autoritariamente alla
decisione della donna e della coppia che
dev’essere libera e responsabile. AI contrario, riteniamo che al posto di tale posizione autoritaria, come credenti dobbiamo attuare il comandamento del « portare i pesi gli uni degli altri » (Gal. 6: 2),
sviluppando concrete iniziative di solidarietà verso la donna, la coppia, la minorenne, i genitori che si trovano a vivere
questa angosciosa realtà.
Fra tali concrete iniziative indichiamo
alle Chiese e ai singoli credenti la promozione della procreazione cosciente e responsabile e della pianificazione familiare, l’uso corretto dei consultori previsti
dalla legge, l’educazione dell’uomo a un
certo rapporto con ]a donna che non si
fondi mai sulla sopraffazione.
Il nostro impegno di credenti deve così
muoversi in vista dell’eliminazione dell’aborto e per la liberazione della donna
e della coppia da ogni situazione imposta.
(Atti del Sinodo Valdese e Conferenza metodista 1978 art. D)
5
20 marzo 1981
« LA SFIDA MONDIALE», IL LIBRO EDITO CONTEMPORANEAMENTE IN 10 LINGUE DIVERSE
La sfida della rivoluzione informatica
Secondo Servan-Schreiber siamo al bivio tra l’autodistruzione e la rivoluzione deH’intelligenza che, mediante la modernissima tecnologia informatica, dovrebbe estendere a tutto il mondo benessere e liberazione. Utopia o realismo?
In appendice all’ultimo libro
di Jéan-Jacques Servan-Schreiber, giornalista e deputato radicale francese, dal titolo « Le défl
mondial », recentemente anche
apparso in Italia col titolo « La
sfida mondiale» (Mondadori,
pagg. 379, L. 9.500) viene presentato il « Gruppo di Parigi », Nato nell’estate del 1979 su iniziativa dell’autore di questo libro (già
assai noto per il suo precedente
volume «La sfida americana»)
esso comprende uomini appartenenti all’Europa, al Giappone ed
al Golfo Persico. Il Gruppo si è
riunito parecchie volte, dal luglio 1979 all’agosto 1980 ed un
primo risultato di questi incontri è appunto « La sfida mondiale » che è stata pubblicata contemporaneamente in dieci lingue
diverse. Secondo le premesse del
Gruppo, il più che trentennale
antagonismo Est-Ovest ha monopolizzato le energie ed esaurito le immaginazioni creatrici,
mentre contemporaneamente la
corsa agli armamenti ha vanificato ogni tentativo di risposta
allo squilibrio Nord-Sud. Il mondo è ormai « multipolare » — si
afferma — e dovrà uscire dalla
sua finitezza, dalla sua impotenza; esso dovrà trovare la capacità di integrare le proprie possibilità grazie all’intelligenza. Lo
scopo che si è prefissato il
« Gruppo di Parigi » è appunto
quello di « trovare le strade » per
giungere ad un nuovo ciclo di
sviluppo.
Il libro, per alcuni aspetti, si
rifà (e cita alcune volte) al cosiddetto « Rapporto Brandt » già
qui recentemente recensito, ma
Interrogativi in una
visuaie teoiogica
L’amico e fratello che mi ha
regalato il volume (di cui si può
leggere qui accanto la presentazione), mi ha scritto nella dedica: « ...perché meglio comprenda le ragioni delle mie preoccupazioni per il presente e l’avvenire ».
Il libro infatti, scritto in modo
seducente da uno scrittore consumato, ricco di dati ed informazioni sui fatti avvenuti nel mondo degli ultimi 40 anni e sulle
prospettive che si aprono nel
prossimo futuro, ci pone di fronte a fatti ben più preoccupanti
di quanto l’autore stesso possa
sospettare.
L'Autore ci propone un’umanità posta tra l'alternativa del disastro finale e quella della « ri\’oluzione dell’intelligenza » in
una società informatizzata mediante microprocessori, computers e rohots sempre più perfezionati e miracolosi.
L’alternativa proposta mi sembra troppo « manichea », cioè dipinta troppo in bianco e nero;
l’uomo, l’umanità che l’Autore ci
propone mi sembrano provenire
dall’ottimismo fondato in un progresso scientìfico aH’infinito, tipico degli ultimi due secoli, ma
duramente smentito dai fatti del
secolo ventesimo, di cui non vediamo ancora la fine!
Un sano « pessimismo antropologico », tipicamente protestante, si pone, dopo la lettura di
questo libro interessantissimo,
almeno due domande:
a) Anzitutto ci si chiede: come è possibile arrivare alle trasformazioni proposte, dalla « società industriale classica » alla
« società informatizzata » (pag.
138)? In altri termini ci chiediamo: in un'epoca caratterizzata
dalla mancanza di energia e di
capitali, dove trovare l’energia
per realizzare tutte le trasformazioni che il libro propone e per
la conduzione delle medesime a
livello mondiale? « Si tratta —
scrive l’Autore ■— di sostituire
progressivamente il lavoro industriale degli uomini, per mezzo
di macchine informatizzate che
potranno fabbricare tutto, man
mano sempre più velocemente e
sempre a minor prezzo » (p. 420).
Ma tutta questa trasformazione,
chi la paga? Dove trovare i capitali? « Anche il terzo mondo
deve scegliere d’entrare in questa nuova èra, senza tappe preliminari, che aggraverebbero ancora di più i suoi ritardi. L’informatizzazione si potrà applicare
ed adattare ai propri bisogni. I
rohots saranno disponibili per
essere all’opera ovunque ed al
medesimo prezzo. Informazioni,
dati e conoscenze saranno all’istante accessibili a tutti » (p. 421).
Ma chi paga questa trasformazione? C’è qui un ottimismo acritico che francamente non corrisponde ai fatti ed alla realtà in
cui si trova l’umanità, coi suoi
squilibri e le sue diversità.
h) In secondo luogo ci si chiede: che cosa pensa l’Autore dei
due più grossi « imperialismi »
del nostro tempo: la Russia e
gli Stati Uniti? Di fatto sono appena nominati; non fanno parte
del « Gruppo di Parigi », che ha
promosso con grossi sacrifici tutto questo studio: sono i grandi
assenti. Eppure oggi sono queste
le nazioni che consumano le più
grosse energie per creare sempre
nuovi armamenti in grado di
permettere a ciascuna nazione di
sentirsi la più potente rispetto
l’altra.
E’ un immenso serbatoio di
energia che viene consumato per
armarsi in vista di un potere che
l’umanità intera spera che nessuno dei due mai utilizzi.
Ora, chi ha mai sperimentato
che l’uomo sappia naturalmente
arrivare alla intelligenza e alla
ragionevolezza per scegliere la
via della vita e del servizio e non
quella di una sicurezza creata
con l’arma più potente, cioè col
potere? Gesù di Nazareth lo ha
fatto e per questo motivo la
chiesa e gli indifferenti dell’epoca lo hanno messo in croce. Non
ho alcun motivo di pensare che
la chiesa e gli indifferenti del nostro tempo siano radicalmente
cambiati rispetto a 2.000 anni fa.
Un sano « pessimismo antropologico » impedisce perciò una
alternativa dualistica e manichea
come ci propone l’autore. Non
credo che l’informatica sia la sola salvezza del mondo, perché
solo uno lo è: Gesù Cristo!
Thomas Soggin
mentre quest’ultimo è più “scientifico" e per ogni problema prospetta delle soluzioni atte ad alleviarne le drammatiche conseguenze, la « sfida mondiale », con
un piglio quasi romanzesco e
quindi vivace ed interessante,
passa ad esaminare, senza un
particolare ordine cronologico o
di argomenti, dei fatti e delle situazioni che hanno caratterizzato il secondo dopoguerra fino alla soglia degli anni ’80.
Il potere dell’Opec
La prima parte del volume è
dedicata al « messaggio di Taif »
la piccola « città santa » dell’Arabia saudita, vicino alla Mecca.
E’ il messaggio deH’OPEC (i Paesi esportatori di petrolio ) : un
appello, un allarme che pone tutti davanti alle proprie responsabilità, « in primo luogo l’Occidente, il sovrano deposto in
quanto despota ma non in quanto partner se accetta di esser tale e di cominciare a costruire,
con gli altri e tra gli altri, un
nuovo ordine mondiale ». Ma i
partecipanti di Taif non intendono assumersi in blocco tale responsabilità : essi vogliono definire cogli altri Paesi del Terzo
Mondo un programma comune
e globale su tutti gli aspetti essenziali del nuovo ordine mondiale per la negoziazione nei confronti dei Paesi industrializzati.
In effetti, il potere finanziario
deirOpec e la sua capacità di investimenti è stata di 150 mila miliardi nel 1980 ed entro il 1985
raggiungerà una cifra fra i 500
e gli 800 mila miliardi di lire.
Questa enorme disponibilità è
data essenzialmente da due elementi : il continuo aumento dei
prezzi e l’introito per ogni barile
di petrolio che daH’iniziale 70%
riservato alle compagnie e 30%
agli Stati produttori, è ora in ragione del 5% alle prime e del
95% ai secondi.
Ma ciononostante, stenta a
farsi strada una tanto semplice
quanto preoccupante verità : « i
Paesi deirOpec sono paesi sottosviluppati, con tutti i problemi
economici, sociali, umani e politici di questa condizione di sottosviluppo, alle prese con l’entità del colossale trasferimento di
ricchezze che vien loro, ogni giorno, dal mondo intero e che niente li ha preparati a convertire in
maniera efficace e sensata in sviluppo creativo ».
Assai interessanti i retroscena
— auspice l’allora segretario di
Stato americano Kissinger — intesi a dare una certa stabilità al
prezzo del petrolio. Da una parte, egli chiede al re dell’Arabia
saudita di attuare una conside
.'V’
Il dito di una mano mette in evidenza le dimensioni di un micro
processore.
revole riduzione del prezzo del
greggio in modo da stabilizzare
il mercato nel suo complesso e
dall’altra, quando lo scià dell’Iran gli fa presente la sua necessità di redditi petroliferi più
alti, egli non batterà ciglio. E
tutto questo per potergli vendere il maggior numero possibile
di armi. L’autore infatti precisa
che alla fine del 1974 metà delle
vendite di armamenti degli Stati
Uniti sono dirette ad un’unica
nazione : l’Iran !
Autodistruzione
Dopo molte pagine dedicate ai
drammatici problemi del Terzo
mondo (fame, miseria, mortalità infantile, analfabetismo, malattie) ed ai personaggi che si
sono battuti e si battono per dare ai propri Paesi i mezzi per
risalire una pur durissima china, egli aggiunge anche la sua
denuncia a quella già fatta da
altri sulla questione della vendita internazionale degli armamenti, ricordando che nel 1978 le
quote erano così suddivise : gli
Stati Uniti il 48%, l’Unione Sovietica il 27%, seguite da Francia, Italia, Gran Bretagna. Siccome poi questo abominevole
commercio è particolarmente
destinato ai Paesi sottosviluppati, l’autore nota come « tale militarizzazione si trasformi in un
vero e proprio strumento di autodistruzione » dato che il continuo ricambio e la sempre maggior sofistificazione di navi, car
ri armati ed aerei « esauriscono
il Paese in via di sviluppo che se
ne dota, data la' mobilitazione di
capitali finanziario ed umano
che richiedono ».
« Risorsa infinita »
La seconda parte del libro è
dedicata a quella che l’autore
chiama la « risorsa infinita » e
la « chance da cogliere » rappresentata dai calcolatori elettronici, dai robots e dall’informatica
(informazione automatica) in genere. Egli affronta questo tema
partendo dalla sconfitta militare
del Giappone nella seconda guerra mondiale e dal fatto che questa nazione, non avendo risorse
naturali e non possedendo più
alcun potere militare, si è affidata alla capacità inventiva del cervello umano. Si inizia cosi, l’epopea giapponese: il reddito prò
capite, che nel 1945 era di 20 mila lire, nel 1956 era salito a 300
mila lire, nel 1967 a 1 milione,
nel 1973 a 3 milioni e mezzo, per
giungere al 1979 al livello « americano » (ora già superato) dei
10 milioni di lire. E questo essenzialmente per via dei « calcolatori su una pulce », gli ormai
famosi microprocessori che costituiscono le cellule essenziali
di tutta l’informatica.
Questo prodigioso aumento del
reddito in Giappone sta a significare anche un’altra cosa, secondo l’autore. E cioè viene sfaRoberto Peyrot
(continua a pag. 10)
DUE PUNTI DI VISTA SULLO SVILUPPO
A vantaggio di tutti No al modello dei ricchi
Sono occorsi secoli per passare dal pallottoliere alla tavola pitagorica, ai logaritmi, alle macchine calcolatrici e poi ai primi, ingombranti
calcolatori, ai transistori, ed infine ai microprocessori. Al termine di
questa lunga catena di invenzioni e progressi, si era in possesso del
meraviglioso apparecchio che, rendendo possibile l'assoluto dominio del
calcolo, permette di far intervenire nel processo creativo i tre elementi
fondamentali di ogni ricchezza: l'informazione, la materia, l’energia.
E’ dunque proprio necessario che i popoli deH'Asla, dell’Africa, dell’America latina, siano costretti a ripercorrere in qualche modo questo
lungo cammino, ripartendo dall’istruzione elementare oggi, in questo
scorcio di secolo? La telecomunicazione, i microprocessori, la loro convergenza nel nuovo processo di creazione, devono venir messi liberamente e completamente a disposizione di quei popoli, in casa loro, come
del resto ovunque.
...L'esplosione informatica può rappresentare, per la crisi dell’economia mondiale, quello che la bomba atomica ha rappresentato per la
seconda guerra mondiale: una trasformazione fondamentale, una metamorfosi, un cambiamento di universi. Si è trattato sempre dello stesso
fenomeno consistente nello spingersi sempre più a fondo, per avvicinarsi aH'enigma stesso della vita.
Questa avanzata dello spirito verso la decifrazione e quindi la
conquista dei meccanismi più intimi del processo vitale, costituisce la
nostra storia. E le scoperte che ne derivano appartengono a tutti gli uomini. La loro disseminazione a tutti i popoli costituisce l’unico modo
per battere in velocità le forze della disgregazione.
(da « La sfida mondiale », pagg. 346-348)
Che cosa significa sviluppo? Coo questa definizione non si dovrebbe
intendere lo sviluppo delle cose, ma lo sviluppo degli uomini. Gli uomini
hanno bisogni fondamentali: alimento, abitazione, vestiario, salute, istruzione. Oggi il compito più importante dello sviluppo rimane sempre ancora la soddisfazione di questi bisogni fondamentali per gli uomini più
poveri di ogni società. Questi potrebbero arrivare fino al 40% della popolazione. Un processo di sviluppo che torni a favore solo dei benestanti,
quindi della minoranza, e che contribuisca a sostenere e magari ad accentuare il dislivello tra I diversi paesi o all’Interno dei paesi stessi, non
si può più chiamare sviluppo. Questo è sfruttamento.
Dopo l’esperienza di 30 anni pensiamo che è sbagliato credere che
la speranza in uno sviluppo a favore di pochi penetri poi nella massa
del popolo. Non accettiamo perciò il principio secondo il quale prima
viene il progresso e poi, solo in un secondo tempo, la giusta distribuzione dei beni.
Lo sviluppo non dovrebbe limitarsi alla sola copertura dei beni fondamentali. Esistono anche altre necessità, mete e valori.
Sviluppo significa pure libertà di espressione e di esperienza e diritto di dare e ricevere idee e impulsi. Prima di tutto lo sviluppo include
il diritto al lavoro, un lavoro non solo occupazionale, ma come mezzo per
realizzare se stessi.
Rifiutiamo la visione unilaterale, secondo la quale lo sviluppo equivarrebbe a percorrere la strada battuta da quei paesi che oggi sono ricchi. Perciò rigettiamo anche il concetto di arresto nello sviluppo. La
méta non è quella: consiste invece nell’assicurare a tutti una vita migliore ed una base di produzione che tenga conto anche dei bisogni delle
prossime generazioni.
(dalla Dichiarazione di Cocoyoc, Messico, Conferenza Internazionale del
i'ONU sui problemi dello sviluppo)
6
20 marzo 1981
cronaca delle valli
ALLE VALLI OGGI
COMUNITÀ’ MONTANA VAL CHISONE E GERMANASCA
Il vecchio Lavori senza un piano
mulino
Costituito il gruppo consiliare del Movimento di Autonomia Occitana
Un discorso che parta dalla riStrutturazione dei nostri musei
Sara necessariamente condotto
molto più lontano. Tante cose interessanti e significative della nostra cultura valligiana non possono entrare nell’angusto spazio
di una sala di museo!
Tutti i chilometri di muretti a
secco dei nostri antenati, per
esempio, costruiti a sostegno dei
piccoli « bari »; miracolo di una
ingegneria povera, dicono gli
esperti. Così ben inseriti nel paesaggio da passare inosservati ci
accorgiamo della loro bellezza e
l^’^zionalità soltanto
quando crollano e vengono sostituiti da brutti muraglioni di cemento.
E naturalmente, tutti gli antichi villaggi che stanno cadendo
in rovina quando non vengono
ristrutturati o che sono snaturati
ftalordf. E’ ancora
possibile salvare qualcosa di questo antico patrimonio, oppure ci
stiamo muovendo troppo tardi
quando la disgregazione ambientale e diventata ormai irrever siuiler
In una riunione a Pomar etto
alcune persone interessate all’iniziativa della Società di Studi Valaesi, hanno esaminato rapidautente le possibilità offerte dalla
vai Germanasca, che già possieae a buon conto, i suoi tre piccoli musei. Ma, di fronte all’enorme lavoro che si dovrebbe mandare avanti, in rapporto alla scarsita di forze a disposizione, si faceva strada un senso di scoraggiamento: da che parte incominciare? Dai musei o dalle « complaintes »? Dalla documentazione
fotogrc^ca delle vecchie abitaziom o dai ricordi degli anziani?
Dalle scuole o dalle amministrazioni comunali? E’ realistico iniziare progetti in tutte le direzioni, oppure è meglio concentrare
le forze disponibili su un solo
settore?
E’ ovvio che a queste domande non si possono dare risposte
esaurienti e definitive, ma un
punto deve essere preso in considerazione e cioè il coinvolgimento degli enti locali.
Se i Comuni non sono sensibili
alla salvaguardia dei beni culturali, si diceva a Pomaretto, può
capitare, ed è successo chissà
quante volte, che sia venduto per
pochi soldi un bellissimo vecchio
mulino trasformabile in museo,
oppure che ruderi e pietre significative siano distrutti compietamente.
E certo che fino all’altro ieri
nessuno si faceva scrupolo di
conservare le vecchie cose, né i
Comuni e, salvo alcuni pochi cast, nemmeno i privati. Il discorso
del recupero della cultura locale
è recente e non è una preoccupazione di tutti.
Qualsiasi amministrazione comunale senza soldi e subissata
di richieste pensa alle fogne, alI acquedotto e alle scuole prima
di occuparsi di un vecchio mulino.
Anche se si possono ottenere
contributi per l’acquisto o la ristrutturazione di edifìci significativi, si pensa prima di tutto a
quelli che possono essere utilizzati in modo più concreto. Un
museo, poi, richiede anche le
spese di custodia e di manutenzione, che si protraggono nel
tempo.
Tuttavia, l’idea è interessante
e c’è da sperare che qualche amministrazione locale la prenda in
considerazione. Salvare il vecchio mulino (o la segheria, o la
filanda) consegnandoli alle nuove generazioni come documento
di una cultura che va scomparendo è un’iniziativa molto meno appariscente di una festa di
carnevale o di una gara sportiva,
ma senza dubbio assai più degna
di interesse.
Liliana Viglielmo
Anche la Comunità Montana
Valli Chisone e Germanasca, nella seduta del Consiglio del 13
marzo, ha approvato un ordine
del giorno di appoggio alle Chiese valdesi e metodiste nella loro
protesta sul ritardo della trattativa per le intese i[che pubblichiamo a parte].
In questa stessa seduta è nato
un nuovo gruppo consiliare: tre
consiglieri. Bronzât, Pons e Viotti, hanno dichiarato di appartenere al Movimento Autonomista
Occitano e di voler formare un
gruppo indipendente che, in assenza di un programma specifico dell’attuale giunta, si riserva di approvare di volta in volta
i singoli provvedimenti.
Subito dopo, un programma
di opere e interventi veniva portato a conoscenza dei consiglieri presenti: si trattava del piano
stralcio per il 1981. E’ stato immediatamente rilevato dalle opposizioni che si va avanti da anni in questo modo, ma che il vero piano di sviluppo attende ancora la sua formulazione. Lo
stanziamento per l’anno 1981 risulta di 293.322.000 lire, poca cosa, se si vuole, rispetto alla quantità di opere necessarie, ma il
presidente ha osservato che si
tratta quasi sempre di contributi promozionali, che si aggiungono agli altri stanziamenti erogati dallo Stato o dalla Regione.
Infatti la spesa maggiore, 80 milioni, è destinata alla sistemazione della nuova sede della Comunità Montana.
Gli assessori Deidier e Merlo
hanno riferito sulle iniziative a
favore dell’artigianato e della
agricoltura, ma senza dire nulla
di particolarmente nuovo, perché ormai lo sappiamo tutti che
questi settori sono in grave crisi.
Da parte di altri consiglieri è
stato chiesto un maggiore impegno nel campo culturale, dato
che non vi era menzione di iniziative di questo tipo nel programma.
Approvato il piano stralcio, sono stati concessi contributi al
Comune di Villar per l’acquisto
di uno scuolabus e a quello di
Perosa Argentina per l’organizzazione di gare sportive. Hanno
invece subito un rinvio le decisioni riguardanti l’istituzione di
un servizio mensa per il personale dipendente e la formazione
di commissioni consultive
A favore dell'Intesa
Proseguiamo la pubblicazione degli ordini del giorno dei comuni
delle valli sul problema dell’Intesa. E’ la volta delVo.d.g. approvato all’unanimità venerdì 13 marzo dalla Comunità Montana Val Chisone e
Germanasca. L’ordine del giorno è sitato proposto dai consiglieri M. Meytre
(Salza) e A. Tron (Massello). In Comunità Montana sono rappresentati:
PSI, DC, PCI, DP, MAO e Indipendenti.
Il Consiglio della Comunità Montana Valli Chisone e Germanasca,
a conoscenza che i rapporti tra lo Stato e le Chiese Valdesi e Metodiste sono tuttora regolati dalla legislazione fascista del 1929-30 sui
« culti ammessi »,
rilevato che la Costituzione, all'art. 8, prevede che i rapporti tra lo
stato e le chiese acattoliche siano regolati mediante « intese », e che
tale norma costituzionale è tuttora Inattuata nonostante che un progetto
di intesa con le Chiese Valdesi e Metodiste sia stato siglato fin dal
4 febbraio 1978,
considerato che tale progetto, che non garantisce alle Chiese Vaidesi e Metodiste alcun privilegio. Sia confacente con i principi di libertà
e di laicità dello Stato che sono stati alla base della lotta di Resistenza
che ha visto anche il contributo delle popolazioni di queste valli,
invita il Governo a portare a sollecito compimento la trattativa tra la
Repubblica e le Chiese Vaidesi e Metodiste, dando cosi attuazione al dettato costituzionale.
_____VALLI CHISONE E GERMANASCA
Guardie ecologiche
a Telepinerolo
Canali:
56: per il comprensorio
27: per Pinerolo
32 - 41 - 43 - 54: per Val Chisone
24 -49: per Val Pellice
Ogni sabato alle ore 20,20
CONFRONTIAMOCI
CON L’EVANCELO
rubrica a cura di
Franco Davite
Attilio Fornerone
Marco Ayassot
21 marzo : « Al di là del
ponte » un libro sulla
storia di San Germano
Chisone.
28 marzo ; « Verso Gerusalemme... », meditazione
biblica a cura del past.
Antonio Adamo.
Le guardie ecologiche della Comunità Montana Valli Chisone e
Germanasca, dopo momentanee
incertezze dovute alla novità della situazione e a qualche comprensibile difficoltà organizzativa ora in via di superamento, iniziano finalmente ad operare. Le
guardie che hanno già prestato
giuramento hanno quindi la capacità giuridica di svolgere il servizio di pattugliamento e la Comunità Montana le sta dotando
di quelle attrezzature individuali
necessarie per svolgere il loro lavoro di sorveglianza (distintivo
di riconoscimento, verbali, divisa, ecc.).
Occorre precisare che la sorveglianza anche se ancora in forma ridotta, c’è sempre stata ed
anzi ne sono scaturite denunce
addirittura nei confronti di persone insospettabili. Una parte interessante dell’attività sarà svolta da un gruppo di guardie, fra
cui quelle che sono in attesa della nomina ufficiale o che hanno
spontaneamente scelto questo
orientamento, nell’ambito scolastico con opera di sensibilizzazione naturalistica secondo un
progetto che entro breve verrà
oggi e domani
• AMNESTY INTERNAZIONALE
Venerdì 20 marzo alle ore 20,30
nella sede dell'AlCS (via Massena 2 b)
a Torino, Peter Benson fondatore del
movimento terrà una conferenza sul
« ventennale » dell'associazione.
Mercoledì 25 marzo l'attività di
Amnesty verrà presentata agli alunni
delle scuole medie di Torre Pellice.
• CENTRO SOCIALE PROTESTANTE
NeH'ambito dell’attività preparatoria per l’incontro per lavoratori italiani
e francesi (Rivoli 1-3 maggio) si terrà sabato 28 marzo, ore 21 presso i locali del Cesp (via dei Mille. 1 - Pinerolo) una riunione sul tema della politica economica del governo italiano. La
riunione è aperta agli interessati.
Domenica 29 marzo il gruppo dei lavoratori del Cesp si recherà in visita
ai Centro Lombardini di Cinisello. Oggetto dell'incontro sarà il tema dell'incontro per lavoratori italiani e francesi
e la discussione dell’articolo di Tullio
Vinay «E' evangelico realizzarsi? » (EcoLuce n. 4/81). Chi è interessato alla
partecipazione prenda contatto con Giorgio Gardiol. tei. 72665 (ore serali).
• COMITATO DI SOLIDARIETÀ’ COL
POPOLO DI EL SALVADOR
Lunedì 23 marzo alle ore 21, presso
I locali del Cesp a Pinerolo (via dei
Mille, 1) si terrà la riunione del comitato pinerolese. La riunione è aperta.
Venerdì 20 marzo alle ore 9 nei locali del Liceo Scientifico di Pinerolo
verrà proiettato un film sulla drammatica situazione di El Salvador. Interverrà un esponente del Fronte democratico Rivoiuzionario.
Sabato 21 marzo alle ore 10 in Piazza Arbarello a Torino, manifestazione
regionale per la pace e l’indipendenza
di El Salvador.
• IL CIRCOLOTTO
Giovedì 26 marzo alle ore 20,45
nell'aula magna dell'Istituto Buniva (via
dei Rochis) Pinerolo, Amos Pignatelli
e Costanza Prever introdurranno un dibattito su « Marxismo, stato e rivoluzione ». Si tratta del secondo dibattito
del ciclo « Cosa è vivo e cosa è morto nel marxismo ».
sottoposto all’ attenzione della
Comunità stessa.
Anche la struttura organizzativa interna è in via di completamento; sono già stati nominati
tre coordinatori di valle (Val Germanasca. bassa e alta Val Chisone) ed il coordinatore generale.
Entro breve tempo verranno collocati in tutti i 16 comuni facenti parte della Comunità ben 60
grandi tabelloni metallici con su
scritto gli articoli più significativi della Legge Regionale n. 68
del 1978 in merito alla tutela delTambiente. Chi sarà sorpreso a
commettere una qualche azione
illecita non potrà più dire « non
lo sapevo ».
M. B.
Ancora un incidente
Ferrerò. Un ennesimo incidente si è verificato domenica sera,
all’imbrunire, al « griro della
roccia. ». Due turisti stranieri
sono usciti di strada precipitando nel torrente Germanasca.
Gravi i danni all’autovettura
mentre gli occupanti hanno subito lievi ferite. In questa località si sono ormai • verificati parecchi incidenti per fortuna non
gravi, ma molto spettacolari (auto nel torrente). Quando l’amministrazione provinciale collocherà un guard-rail?
Esercito della
Salvezza
Il Centro dell’ Esercito della
Salvezza di Bobbio Pellice, per
colonie estive, campi studi per
giovani e campi famiglia, chiede
a quanti lo desiderino e possano,
di cedere a detto Centro Salutista, frigoriferi usati, mobili pensili o qualsiasi altro mobile che
possa servire per un servizio sociale, e ciò in occasione di qualche nuovo acquisto e rinunzia al
vecchio ancora in condizioni di
uso. Per eventuali comunicazioni
rivolgersi al Capitano David Armistead presso il Centro di Bobbio Pellice - Via Pellice. o Telefonando al n. 92.728 (0121), che
provvederà per il ritiro. Si ringrazia fin d’ora quanti vorranno
accogliere il presente invito.
BOBBIO PELLICE
• Giovedì 19: alle ore 12 agape fraterna ; alle ore 20,30 « veillée » per preparare il bazar.
• Venerdì, 20 marzo, ore 20.30:
Informazione sulla Chiesa Valdese in Uruguay con proiezione
di diapositive. Avremo il piacere di avere con noi i pastori uruguayani Ruben Artus, pastore
della chiesa di Piossasco la cui
famiglia è originaria di Villanova, e Dalmas-Artus la cui famiglia è originaria di Villar Pellice
e che soggiorna a Torre Pellice
per tradurre il libro « I Valdesi »
di Giorgio Tourn.
• Sabato 21 marzo, ore 21 :
nella sala di Bobbio il gruppo filodrammatico del Teynaud (Villar Pellice) presenterà il dramma « Vocazione » e la farsa « Presbotimo innamorato ».
• Domenica 22 marzo : Domenica della gioventù.
Culto alle ore 10,30 con la partecipazione del gruppo di flauti
ed esposizione di disegni sulla
storia di Mosé redatti dai bambini della scuola domenicale. Dopo il culto, pic-nic coi bambini
della scuola domenicale del precatechismo e del catechismo. Nel
pomeriggio: caccia al tesoro e
(verso le 16) proiezione del film:
« Il libro della giungla ».
TORRE PELLICE
• Il culto della gioventù di domenica 15 è stato seguito da un
buon numero di catecumeni dei
vari anni. Alcuni di loro hanno
condotto la liturgia ed hanno
presentato alcune brevi riflessioni sulla fede, poi riprese ed ampliate durante la predicazione tenuta dal pastore. Al termine del
culto i catecumeni di IV anno
si sono trattenuti ancora per discutere il tema proposto insieme ad alcuni giovani confermati negli scorsi anni. Questi catecumeni si incontreranno con il
Concistoro, per un primo scambio di opinioni in vista della
prossima confermazione, sabato
21 marzo. In questa occasione essi presenteranno i risultati del
lavoro svolto durante questo loro ultimo anno di catechismo.
• Si sono svolti i funerali dei
fratelli Emilio Chiavia e Guido
Roman. La comunità esprime
alle famiglie in lutto la sua simpatia cristiana.
CITTA’ DI PINEROLO
AVVISO D’ASTA
IL SINDACO
rende noto che il 23 aprile 1981 alle ore 12 avrà luogo l'asta
pubblica per la vendita, sul prezzo base di lire 375.00b,000, di
un’area della superficie di mq. 548,39, sita in Pinerolo, sulla
quale dovrà essere realizzato un fabbricato da destinare prevalentemente ad uffici e/o negozi.
Per partecipare all’asta è richiesta una cauzione di lire
37.500.000 e un deposito per spese d’asta e di contratto di
L. 48.000.000.
La documentazione deve presentarsi entro le ore 17 del
giorno precedente l’asta.
Per informazioni rivolgersi alla segreteria comunale.
IL SINDACO
Doti. F. Camusso
7
20 marzo 1981
CRONACA DELLE VALLI
_______INCHIESTA SULL’ORA DI RELIGIONE E L’ESONERO ALLE VALLI - 2
Pineroio: l’impegno della comunità
Costituita una commissione che ha raccolto dati in tutte le scuole pubbliche
Nell’indagine sulla situazione dell’esonero dalle lezioni di religione nella
scuola dell’obtaligo, la città
di Pineroio offre una serie
di dati significativi.
Prarostino e S. Secondo
sono Comuni dove la popolazione valdese è percentualmente assai più rilevante, ma a Pineroio la
contestazione all’ora di religione è stata condotta da
gruppi di cattolici di base
in varie forme, comprendenti anche il rifiuto da
parte dei preti di tenere lezioni nella scuola pubblica.
Malgrado ciò i cattolici
anticoncordatari hanno
stentato non poco a far capire il loro punto di vista
alle famiglie, anche più
del Concistoro della chiesa
di Pineroio che ogni anno
si preoccupa di distribuire
moduli per l’esonero e di
incoraggiare le famiglie a
compilarli.
Commissione per
l’educazione
religiosa
Da un anno si è costituita nella comunità valdese
una commissione per l’educazione religiosa che ha
raccolto dati sulla situazione degli esoneri nelle
scuole di Pineroio; al momento delle iscrizioni per
l’anno scolastico in corso,
la commissione si è rivolta a tutti i direttori e presidi e ai Consigli scolastici per invitarli a favorire
l’effettiva pratica dell’esonero, situando le lezioni di
religione alla prima o all’ultima ora, o curando che
gli alunni fossero comunque sorvegliati.
Nei quattro Circoli delle
elementari, i direttori didattici hanno disposto le
lezioni in modo che gli
esonerati fossero ospitati
in classi parallele e non
dovessero rimanere abbandonati a se stessi. Per le
scuole medie, invece, la
permanenza forzata nel
corridoio è rimasta in molti casi l’unica soluzione.
La commissione si è anche preoccupata di accertare quanti fossero i bambini esonerati nelle famiglie valdesi ed ha dovuto
constatare che su 59 frequentanti la scuola domenicale soltanto 35 avevano
presentato il modulo alla
propria scuola.
Per quanto riguarda le
scuole elementari, nella
città di Pineroio gli esonerati (una parte dei quali,
ovviamente, valdesi) sono
31 su 1976 alunni, due soli
nella frazione di Riva, nessuno ad Abbadia, Costagrande, Pascaretto e Baudenasca: in più si sono
esonerate in massa tre
CINEMA
Laguna blu
Questo film del regista
Randal Kleiser, tratto dall’omonimo romanzo di
Henry De Vere Stacpoole
e proiettato recentemente
al cinema Hollywood di
Pineroio, offre numerosi spunti di discussione. La
storia si svolge nell’SOO: un
brigantino in rotta per il
Pacifico viene distrutto da
un incendio improvviso, si
salvano solo il cuoco di
bordo (Leo Mac Kern) e
una coppia di giovanissimi (Brooke Shields e Christopher Atkins), poco più
che bambini. I tre, a bordo di una scialuppa, approdano in una fiabesca
isola deserta, una delle isole Fiji. Il cuoco è pieno di
risorse e di buona volontà ;
insieme ai ragazzini costruisce una capanna, insegna loro a difendersi dagli animali selvatici, a cacciare e a pescare; soprattutto raccomanda ad entrambi di non mangiare
mai certe bacche velenose,
portatrici di morte sicura.
In un triste giorno il cuoco soccombe e i due protagonisti rimangono soli:
hanno ormai imparato a
cavarsela e crescono insieme, attorniati dalla natura
lussureggiante e generosa,
lontani da ogni forma di
civiltà. L’amore, delicato e
SDontaneo, sboccia inevitabilmente e nasce un bel
maschietto : la piccola famiglia è felice, non ci sono a turbarla preoccupazioni economiche, obblighi
sociali e convenzioni. Ma
durante una gita in barca i
remi cadono in acqua; la
coppia tenta invano di re:
cuperarli e l’imbarcazione
va alla deriva per giorni.
Disperati i due giovani inghiottono le bacche fatali
e le fanno mangiare anche
al bimbo ; una nave di passaggio raccoglierà i cadaveri.
Il famoso critico e scrittore Alberto Moravia ha
definito questa pellicola
«una risposta liberty alla
Genesi » e in effetti le similitudini non mancano:
classi a tempo pieno della
scuola « Collodi ».
Gli esoneri di intere classi sono una caratteristica
di Pineroio, infatti l’anno
scorso la stessa situazione
si era presentata nella
scuola di Strada Serena,
però l’iniziativa non aveva
avuto seguito per l’opposizione del parroco del quartiere.
Scarse le
esenzioni
Se le esenzioni dichiarate sono scarse, in cambio
vi è un numero imprecisato, ma probabilmente alto,
di classi in cui l’insegnamento religioso viene lasciato cadere: l’insegnante
non rifiuta apertamente di
svolgerlo, evitando cosìj la
sostituzione con un catechista, ma poi in pratica
se ne astiene. In molte
classi a tempo pieno questa è la procedura normale, accettata dai genitori,
che hanno già scelto consapevolmente un tipo di
scuola diverso per i contenuti educativi e per il
metodo didattico.
Altri insegnanti, invece,
hanno presentato la dichiarazione prescritta dalla legge all’inizio deiranno scolastico : nessuno nel primo
Circolo dove gli insegnanti sono 72 (tre sono valdesi) ma dove il direttore non
si preoccupa di esercitare
un controllo ; 17, di cui 8
valdesi, sui 68 insegnanti
del II Circolo; 7 su 54 nel
III (nessun valdese); 43, di
cui solo due valdesi, su 53
nel IV Circolo.
La situazione dell’insegnamento religioso a Pineroio è già stata esaminata
a più riprese da parte cattolica in incontri, convegni di studio, corsi di aggiornamento. Per fronteggiare le richieste di sostituzione, occorrerebbe un
esercito di catechisti, per
di più non retribuiti, perciò si preferisce indurre
gli insegnanti di classe a
svolgere un programma di
educazione morale, vagamente colorato di religiosità, che accontenti im po’
tutti.
E’ però necessario ricordare che se i genitori, vaidesi o cattolici di base, rinunziano ai loro diritti, i
Testimoni di Geova (per
motivi di dottrina, non certo per spirito anticoncordatario) sono fermissimi
sulla questione dell’esonero e sul rifiuto di pratiche
religiose nella scuola.
Prarostino
e S. Secondo
A Prarostino, dove i vaidesi sono 37 su 53, e a San
Secondo dove sono 33 su
131, tutti gli insegnanti sono esonerati e non vi è in
orario scolastico alcun tipo di insegnamento religioso. I valdesi usano i locali scolastici fuori orario
per svolgere attività collegate col programma della
scuola domenicale o per
lezioni di musica.
Alla situazione delle
scuole elementari di Pineroio e dintorni, corrisponde quella delle scuole medie : gli alunni esonerati
sono pochi e spesso le lezioni di religione sono situate in ore scomode: però in alcune scuole i presidi si sono preoccupati di
non causare agli alunni
esonerati la noia delle soste in corridoio, compatibilmente con le esigenze di
orario.
I casi più significativi si
trovano alla Media S. Pellico di Pineroio con 31 esonerati su 703 frequentanti:
13 valdesi e un forte nucleo di Testimoni di Geova. A S. Lazzaro, invece,
parrocchia di idee avanzate, esonerati sono solo 8,
6 dei quali valdesi, su 296.
Lezioni
congiunte
Nella Media di S. Secondo, che raccoglie gli alunni
dei Comuni di S. Secondo
e Prarostino, si trova il
maggior numero di esonerati, corrispondenti ai vaidesi: 54 su 178, ed è anche
in corso un esperimento di
insegnamento religioso nelle due classi terze, che vede associati il parroco e il
pastore della comunità locale in lezioni congiunte a
tutti gli alunni.
L’esperimento si era iniziato l’anno scorso con l’esonero totale degli alunni:
quest’anno i cattolici non
si sono più esonerati, ma
le lezioni in comune sono continuate ugualmente,
mentre nelle altre classi,
dove comunque i valdesi
sono presenti, il parcheggio nel corridoio è la regola abituale.
Escluso S. Secondo, in
nessuna scuola media di
Pineroio il numero degli
esonerati è così elevato da
giustificare proposte di at
tività alternative da parte
delle famiglie. Anche la
contestazione non fa presa come alle elementari per
una evidente diversità di
situazione dell’insegnamento. Nelle elementari, il catechista è un estraneo, che
può far lezione soltanto in
presenza dell’insegnante di
classe e non è pagato; nella scuola media è un professore giuridicamente ed
economicamente equiparato agli altri, anche se non
può essere assunto in
ruolo.
Perciò gli esoneri di massa, che nascono quasi sempre per iniziativa degli insegnanti e non dei genitori, si registrano nelle elementari e non nelle medie.
Anche se sono cessati i
roventi dibattiti di qualche
anno fa, chi insegna si rende conto che la discriminazione degli alunni con criteri confessionali è una
pessima base di partenza
per un lavoro educativo.
Da parte nostra è sempre opportuno ricordare
che non dobbiamo combattere una battaglia per
il nostro esclusivo beneficio, (è facile ottenere dei
vantaggi dove si è un po’
più numerosi), ma piuttosto perché una legge ingiusta, il Concordato, cessi di
esercitare la sua deleteria
influenza sulla educazione
di tutti gli italiani.
Liliana Viglielmo
Comunicato
FGEI-Valli
Il gruppo donne è disponibile per organizzare
o partecipare a dibattiti,
incontri, assemblee pubbliche sul tema dell’aborto. Per eventuali richieste
rivolgersi a Caterina Genre, tei. 0121 - 93.108.
OBIETTORI DI COSCIENZA ALLE VALLI ■ 2
troviamo l’uomo e la donna discinti, le raccomandazioni di una figura adulta e protettrice, il frutto
proibito mangiato volontariamente che impedisce
ai protagonisti di raggiungere la salvezza che pure
è vicina. Secondo Moravia
il film vuol dimostrare che
è la società a guastare l’uomo, a tediarlo; questi novelli Adamo ed Eva non
hanno bisogno del serpente, dell’Eden e del Creatore, lontano dalle imposizioni sociali essi rimangono buoni e felici senza difficoltà, il sesso è un’espressione di gioia, qualcosa di
naturale e puro e anche il
parto non è traumatico
perché la donna non è vittima di strutture e condizionamenti, ma può seguire il suo istinto.
Quanto a me, modestamente, credo che la pellicola contenga anche altri
messaggi, oltre a un indubbio elogio alla vita selvaggia: il regista, a mio avviso, ha voluto affermare
che la natura è perfetta,
stupenda, ma l’uomo deve
conoscerne e prevenirne i
pericoli, imparare a vivere
a contatto con essa senza
reprimerla, ma senza divenirne vittima : nel corso
della proiezione ammiriamo paesaggi meravigliosi,
ma tutti e quattro i personaggi muoiono; gli animali appaiono innocui e quasi graziosi nel loro habitat
naturale, ma sono portatori di male per l’uomo, è
uno scorpione a uccidere il
cuoco ed è uno squalo che
impedisce ai giovani di recuperare i remi della barca. Secondo me Kleiser ci
invita ad avvicinarci alla
natura con prudenza e dopo aver acquisito le dovute conoscenze in merito e
vuol soprattutto farci capire che gli esseri umani
non possono e non devono
vivere isolati, per quanto
l’idea possa apparire invitante; essere numerosi e
solidali è indispensabile.
Edi Morini
In servizio civile a Pomaretto
Abbiamo intervistato due obiettori che da alcuni mesi svolgono il
loro servizio civile a Pomaretto :
Carlo Baret (Pomaretto) presso
l’ospedale e Nunzio Cosentino (Riesi) presso il Convitto.
— Obiettore, è una figura nuova,
ancora poco conosciuta. Potreste
raccontare brevemente il perché
della vostra scelta?
Carlo — Nella mia vita ho più
volte ripensato al problema della
guerra ed al fatto che a chi si trova
in prima linea non viene chiesto se
è d’accordo o meno con ciò che sta
facendo. Questa costrizione sull’uomo la trovo riproposta nell’esercito anche in periodo di pace quando
ai soldati viene chiesto di sottostare ad ordini per i quali non viene
data una spiegazione. Ho poi anche
rifiettuto a lungo sul fatto che i
primi valdesi rifiutarono con il giuramento proprio questa posizione
di accettazione passiva e con questo ho maturato un rifiuto a questo meccanismo e di conseguenza
alla logica che sta dietro a tutta la
industria bellica. Ho cosi cominciato a discutere con parenti ed amici
circa l’utilità di fare una scelta diversa e me ne sono sempre più convinto.
Nunzio — Io ho iniziato a pensare a questi temi frequentando i campi giovanili ad Adelfia; nelle discussioni e negli incontri è maturata in
me la consapevolezza di poter essere in grado di prendere una posizione diversa nei confronti del servizio militare. Spesso, terminata la
scuola, vi è un anno di intervallo
prima di trovare un lavoro e quello
si dice lo si dedica al servizio della
patria. Però mi sono chiesto se c’era
un modo, anche uno solo di costruire qualche cosa con le armi, la città, il lavoro, la giustizia. Mi sono
quindi convinto che non potevo accettare la logica di chi si arma sino
ai denti per costruire la pace e ritengo che nella mia vita non potrò
rinnegare questa scelta per parziale che essa sia.
— Avete scelto di prestare il vostro servizio civile alternativo in
strutture valdesi. Con quale criterio avete effettuato la vostra scelta?
Carlo — Il servizio militare è fine
è se stesso, il servizio civile ritengo sia promozionale cioè coinvolge
e fa sviluppare degli interessi. Nel
caso mio pensavo che avrei fatto
volentieri per un certo tempo, cose
diverse da quelle che farò nel futuro. L’ospedale di Pomaretto aveva
delle esigenze che ritenevo di poter
soddisfare, in più, essendo una
struttura della zona sono stato facilitato nel prendere i contatti.
Nunzio — Io invece avevo scritto
al pastore Rivoir ad Agape che sapevo si interessava degli obiettori;
ricercavo una situazione in cui potessi vivere insieme ad altri in comunità. A me piaceva poi essere in
contatto con dei ragazzi e quindi
quando dal Convitto di Pomaretto
mi hanno chiesto se ero interessato, ho accettato. Questo è anche per
me un’occasione per vivere un certo periodo alle Valli che avevo visitato di fretta alcuni anni or sono.
— Se dovessimo condensare in
poche frasi ciò che pensate possa
essere detto per invogliare anche altri a fare questa scelta, cosa potremmo dire?
Carlo — Fare il servizio civile ritengo non sia una scelta al di sopra delle proprie capacità, ricordo
che alcuni dei miei conoscenti avevano paura di essere inquisiti al
momento della presentazione della
domanda. Le cose nella pratica non
si svolgono così); ritengo quindi che
è una scelta che diversi giovani possono fare.
— Venendo ora al servizio che
prestate; quali mansioni svolgete?
Carlo — Io sono aH’interno del
laboratorio. Il lavoro di per sé è
piuttosto vario; effettuo delle semplici analisi, mi occupo di rilevazione di dati, compilo statistiche e all’occorrenza do una mano anche
nelle cose pratiche.
Nunzio — In Convitto mi occupo
innanzitutto del trasporto dei ragazzi alle scuole di Chiotti e Perrero che in quegli orari non sono serviti da autobus ed ancora del tra
sporto delle refezioni scolastiche.
All’interno della casa, si sta completando il piano di revisione e riparazione di infissi interni ed esterni, mi occupo quindi di manutenzione e di tante piccole cose però
necessarie al funzionamento di una
casa.
— Ad alcuni mesi dall’inizio della
vostra esperienza, quali le vostre
impressioni, come ritenete sia il vostro inserimento, i rapporti con gli
altri che operano all’interno e i rapporti esterni?...
Carlo — Fino ad ora avevo studiato e si sa la scuola italiana non
dà tante occasioni per essere in contatto col mondo del lavoro, quindi
ritengo utile anche dal punto di vista della mia formazione questa occ&siori©.
Dal punto di vista dell’inserimento non ho avuto problemi di sorta
ed il coinvolgimento nelle cose da
fare non poteva che essere immediato. Invece nell’organizzazione del
lavoro il coinvolgimento è molto ridotto. Buono il rapporto con gli altri che operano all’interno della
struttura.
Nunzio — Io temevo che le cose
richiestemi mi togliessero, per rigidità dei ruoli, la possibilità di
avere un rapporto con i ragazzi. La
mia preoccupazione è però caduta
vivendo noi all’interno della struttura ed operando presenti i ragazzi, quindi l’approccio è stato anche
facilitato. Per quanto riguarda i rapporti con gli adulti presenti nella
casa non mi hanno causato particolari problemi e verso l’esterno ritengo soddisfacente il mio inserimento. Sino ad ora ho sepito un
gruppo che ha portato in giro in alcune comunità degli spirituals; al
sabato vado a cantare con qualcuno dei gruppi della scuola domenicale, la stessa cosa faccio una volta
alla settimana alla scuola materna.
Mi trovo poi con Carlo quando ci
sono delle iniziative giovanili a Pomaretto e all’interno del « gruppo
pace » ; insomma ritengo che il nuo
inserimento proceda.
Intervista a cura di
A. Lungo
8
CRONACA DELLE VALLI
20 marzo 1981
RICERCA E DIVULGAZIONE STORICA
Per i cento anni della
Società di Studi Valdesi
Notizie utili
Abbiamo dato notizia
sui n. 10 dell’Eco-Luce di
un incontro a S. Secondo
per organizzare un iavoro
sistematico di ricerca culturale nelle Valli, un lavoro di coordinamento delle
iniziative in corso. Questo
incontro non era occasionale, fortuito ma era la
prima attività che la Società di Studi Valdesi ha
promosso nell’anno del suo
centenario. Pochi infatti
sanno che questa piccola
ma interessante Società
compie quest’anno i suoi
cento anni di vita. Sarà
nostra cura presentarne la
storia ed il lavoro in vista
di chiarire anche alcuni
preconcetti e puntualizzare alcune questioni. Oggi
ci limitiamo a presentare
il programma di massima
che il Seggio ha predisposto per l’anno in corso, *
Tutte le linee di lavoro
che hanno caratterizzato in
passato la vita della Società sono state rispettate e
riprese quest’anno. Anzitutto le pubblicazioni. Con
piccola ma costante attività la SSV ha continuato a
produrre studi e ricerche
interessanti la storia non
solo del Valdismo ma dell’evangelismo italiano, della Riforma in Italia, e tale
resta anche il nostro programma dell’anno pur nei
limiti delle possibilità e
delle energie. Il Bollettino,
quasi centenario anch’esso,
viene offerto ora, con la
ristampa anastatica dei nn.
esauriti, in collezione completa e ci auguriamo che
molte biblioteche, e perché
no anche qualche amatore.
ne faccia acquisto. La Collana di monografie si arricchirà di un grosso lavoro su « I Valdesi e l’Europa », a cui stiamo lavorando, e che speriamo dare alle stampe al più presto,
autori permettendo.
Il lavoro di ricerca che
la Società ha iniziato da
alcuni anni, sotto la spinta
del suo presidente Augusto Armand Hugon, con i
Convegni Storici proseguirà regolarmente e ci auguriamo con successo sempre più ampio e lusinghiero. Sarebbe significativo e
importante che a questo
Convegno vi fosse una partecipazione maggiore, di
quanto si ha abitualmente,
di fratelli delle nostre chiese o di giovani evangelici
studiosi di problemi storici. La cerchia degli interventi deve essere allargata
per essere sempre più rispondente alla situazione
dell’evangelismo italiano.
Il lavoro di divulgazione, che ha caratterizzato
da sempre la Società, prosegue con una piccola pubblicazione sulla vita ed il
senso della Società, una
mostra di documenti sulla
realtà culturale delle Valli
negli ultimi 100 anni, due
passeggiate storiche in vai
Germanasca e Chisone per
mantenere una tradizione
molto caratteristica e viva
in questo campo.
Un nuovo ambito di attività è quello che intorno
ai Musei si sta creando per
la ricerca e la valorizzazione della cultura popolare.
Qui i giovani hanno trova
to un campo di lavoro che
sembra più confacente alla loro sensibilità del classico lavoro di archivio e
non possiamo che incoraggiarlo. Si tratta però anche in questo caso di lavoro da condurre seriamente, secondo le regole e non
in modo facilone e dilettantistico, e si tratta poi
di mettere in circolazione
queste ricerche perché tut
ti ne possano usufruire e
godere.
Il programma può sembrare modesto, ma non dice tutto quello che nella
realtà si muove e bolle in
pentola. Il motto che possiamo lanciare per questo
centenario potrebbe dunque essere: abbiamo fatto
molto, dobbiamo fare di
più, lasciati coinvolgere.
G. T.
Programma delle manifestazioni
maggio
10: Incontro organizzato dal «Collettivo di ricerca
storica » sul tema : Il patrimonio culturale alle
Valli — Torre Peilice.
GIUGNO
14 : Gita storica in vai Chisone ; visita al priorato
di Mentoulle ed al suo archivio.
LUGLIO
26 : Inaugurazione della mostra « La Società di
Studi Valdesi e la cultura alle Valli negii ultimi 100 anni » — Biblioteca Valdese - Casa Valdese Torre Peilice.
AGOSTO
2: Seduta annua della Società. Saluti di Società
consorelie e dibattito sulle prospettive della
Società.
15: Giornata delie Chiese Vaidesi.
28 : Prima giornata del Convegno Storico, tema :
« Problemi di storiografia valdese ».
Serata commemorativa con partecipazione di
rappresentanze delie Società storiche invitate.
29: Seconda giornata del Convegno Storico, tema:
« Religiosità popolare nell’ambito della Riforma ».
SETTEMBRE
13: Visita ai Musei della vai Germanasca.
OTTOBRE
11 : Convegno, organizzato dalla S.S.V., delle Società Storiche dell’area alpina.
L’angolo di Magna Linota
Cara magna Linota,
veramente questa lettera
avrebbe dovuto scriverla
mia moglie, perché l’idea
è sua. Ma già, lei dice che
non è capace, e invece non
è vero perché ha fatto le
elementari fino all’esame
che una volta si chiamava
di proscioglimento e ha
una testa migliore della
mia. Allora ti scrivo io,
perché la penso come lei
e credo che tutti insieme
dobbiamo fare qualcosa.
L’altro giorno, dopo molto tempo, siamo scesi a Pinerolo per il mercato e abbiamo visto sui muri tante croci uncinate e scritte
fasciste, soprattutto davanti alle scuole e alle chiese,
e anche vicino al cancello
dei nostro tempio. Forse le
hanno scarabocchiate dei
ragazzi che non si rendono
conto di quel che vogliono
dire quei simboli e che si
divertono a fare i duri, ma
a noi che abbiamo visto
coi nostri occhi per le strade i giovani di vent’anni
picchiati e ammazzati da
« esse - esse » e da briganti
neri fa tanto male vedere
quelle scritte là dove è stato impiccato Renato Ribet,
che non odiava nessuno e
voleva solo aiutare a costruire un mondo migliore.
Forse tu dirai che anche
adesso delle persone innocenti muoiono tutti i giorni sulle nostre strade, e che
per vivere così non valeva
la pena di buttar giù il fascismo, ma a noi sembra
diverso. Dalla Liberazione
in poi, abbiamo almeno
qualche possibilità in più
di fare e dire quel che ci
sembra giusto senza essere condannati a morte dal
governo del nostro paese.
Credi che abbiamo il diritto di andare con un pennello e un barattolo di vernice a cancellare quella
roba?
Barba Daniel
e Magna Nin
Cari amici,
ho l'impressione che la
libertà di parola garantita
dalla Costituzione italiana
significhi sì libertà di dire
e scrivere cose sbagliate,
ma non di nascosto, di notte, sporcando i muri altrui.
Ma non credo che uno possa, senza permesso, andare a spennellare i muri di
una casa, neanche per cancellare scarabocchi di altri; però non mi sembra
neppure giusto che i proprietari dei muri di cinta
debbano passare il loro
tempo a ridare il bianco.
Io propongo di scrivere
una bella lettera aperta al
sindaco di Pinerolo (e forse anche di qualche altra
città), chiedendo che il Comune intervenga a ripulire
i muri, come provvede alla
pulizia delle strade sporcate da troppe persone incivili.
Vorrei anche che i vigili
multassero severamente
tutti quelli che colgono a
sporcare muri o strade, facendo così pagare ai colpevoli le spese di ripulitura. C’è un articolo del codice contro chi deteriora o
insudicia le carrozze ferroviarie, come è scritto su
tutti i treni; ce ne deve essere anche uno per chi deteriora o insudicia case e
strade.
Se poi vogliamo proprio
salvare il diritto di scrivere sui muri quel che si vuole, si potrebbe mettere in
qualche piazza centrale un
bel cartellone, come quelli
che mettono prima delle
elezioni; lì tutti potrebbero sfogarsi a scrivere, ma
fuori di fi, niente.
Ho sentito dire che a
Londra c'è già qualcosa di
simile, un angolo dove chi
vuole può andare a far discorsi ai passanti, in qualunque momento e senza
chiedere permessi speciali,
ma fuori di lì è proibito disturbare il prossimo. Che
ne dite?
Io sono pronta a firmare quella lettera.
Magna Linota
Corso teorico-pratico di orticoltura
Il corso, libero e gratuito, si svolgerà a Pomaretto
e Fenestrelle secondo il seguente programma:
Pomaretto (Sala Valdese) - Venerdì, 27 marzo 1981,
ore 20.30 - 23.30: Il terreno orticolo, concimazione, irrigazione.
Pomaretto (Sala Valdese) - Venerdì 3 aprile, ore
20.30 - 23.30: Semina. Trapianto.
Pomaretto ( Sala Valdese ) - Sabato 4 aprile, ore 9 -12 :
La stanchezza del terreno e l’avvicendamento. Cimatura, scacchiatura, innesto erbaceo.
Pomaretto (Sala Valdese) - Sabato 4 aprile, ore 15-18:
La coltivazione degli ortaggi.
Fenestrelle (Salone S. Carlo) - Venerdì 10 aprile, ore
20.30 - 23.30 : La coltivazione degli ortaggi.
Fenestrelle (Salone S. Carlo) - Sabato 11 aprile, ore
9-12: La coltivazione degli ortaggi.
Fenestrelle (Salone S. Carlo) - Sabato 11 aprile, ore
15-18: Avversità parassitarie e difesa delle principali
colture orticole.
Ai partecipanti sarà distribuita una dispensa-riassunto delle lezioni.
Gli interessati a partecipare al corso devono presentare domanda in carta semplice indirizzata alla Comunità Montana Valli Chisone e Germanasca - P.zza Libertà n. 1 - Pomaretto (tei. 81.497 - 81.190).
Concorso per impiegato comunale
ANGROGNA — E’ indetto un pubblico concorso
per titoli ed esami ad un posto di « Esperto addetto al
coordinamento degli uffici e servizi ». Titolo di studio
richiesto : diploma di scuola media superiore. Scadenza 10 aprile 1981.
Per informazioni rivolgersi alla Segreteria del Comune.
RORA’
In difesa degli alpeggi
A Rorà si è recentemente costituito il Comitato
per la difesa dell’Alpe della Palà (CODIALP). L’obiettivo del Comitato promotore è quello di creare
la massima solidarietà a
livello di valle per ottenere la cessazione definitiva
dei tiri militari che da oltre 25 anni deturpano alcune zone degli alpeggi situati nella traiettoria delle esercitazioni militari
che hanno per obiettivo il
monte Cavallo e che costringono i contadini ad
evacuare la zona. Durante
le esercitazioni dello scorso mese di settembre numerosi colpi di mortaio
sono esplosi a poche decine di metri da alcune
abitazioni alpestri ed hanno danneggiato ampie zone coperte da mirtilli ed
altre piante alpine. Sino
ad oggi tutte le proteste
sono state vane. Il Comitato ha inviato una lettera al Presidente della Regione Piemonte Ezio Enrietti chiedendo alla Regio
LETTERE ALL'ECO DELLE VALLI
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di Renato RIBET
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Le donne, ieri
8 marzo 1981 : oggi è la giornata della donna e vorrei partecipare alla ricorrenza ricordando la situazione femminile alrinizio del secolo, per vedere se
e quanti mutamenti sì sono verificati in questi ottant’anni,
quali effetti hanno avuto e fino
a che punto ci possiamo rallegrare di questi.
Pochi accenni bastano per dimostrare come anche le donne
apparentemente più fortunate,
le f( signore », fossero costrette
in uno stato di passiva inferiorità dalFuomo padrone, forse
nel timore di una pericolosa
concorrenza.
Erano tempi in cui. quando
una ventenne non era ancora fidanzata, tutta la famiglia si impensieriva e la madre si affannava a cercar di attirare un
« partito » più o meno buono,
che risolvesse il grande problema dello zitellaggio, ritenuto un
disonore e un fallimento, non
essendovi altra prospettiva alTinfuori del matrimonio.
Anche per le giovani più dotate intellettualmente erano
aperte ben poche vie per utilizzare i loro doni : le insegnanti
non potevano aspirare a classi
miste o a scuole superiori. Gli
uffici accettavano solo dattilografe o stenografe, mai donne
impiegate in posti di responsabilità.
Nella vita pubblica, naturalmente, le donne non avevano
nessuna voce, nelle elezioni sia
nazionali, sia locali; ed in casa
era d’obbligo sottostare alle decisioni del marito su qualsiasi
argomento, anche per quanto riguardava Teducazione dei figli
Uno degli elementi opprimenti era poi un esasperato pudore. Per evitare qualsiasi provocazione o tentazione che la vi
sta del corpo femminile poteva
causare, questo era imprigionato sotto vesti soffocanti (e i
missionari per evangelizzare i
negri cominciavano col costrìngerli a indossare vesti del tutto
inadatte in climi cosi diversi
da quello europeo) e spesso le
donne, sempre per un malinteso pudore, lasciavano che i loro
mali diventassero inguaribili per
non esporsi a sguardi maschili.
In quel periodo una giovane,
avendo ottenuto una brillante
laurea in medicina, si illuse di
poter aiutare le sue simili e riuscì a persuadere un collega ad
aprire insieme uno studio medico, indicando negli annunzi che
lì le donne avrebbero trovato
una donna per visite e cure:
aspettava senza ombra di dubbio
che queiropportunità fosse accolta con entusiasmo o per lo
meno con sollievo : ma le clienti sognate non vi furono. Chi
poteva essere così incosciente
da affidare la sua salute a una
donna?
E così, amareggiata, dopo alcuni anni dì delusioni, si rasse*
gnò a lavorare nelFombra come
semplice aiuto del collega, senza
mai apparire di persona.
Sempre per quel pudore ossessivo ricordo una maestra che,
quando andava a lavare la biancheria della famiglia alla fontana pubblica, finché era sola
si rimboccava timidamente le
maniche per non bagnarle, ma
appena sentiva avvicinarsi un
passante, si affrettava a ricoprirsi fino ai polsi, e questo sia
d’estate che d’inverno.
Le cose cominciarono a cambiare durante la prima guerra
mondiale, quando le donne fu
ne di interrompere definitivamente gli accordi con
le autorità militari per
queste esercitazioni, informando che qualora l'esercito intendesse ripetere per
r '81 i tiri militari, si sarebbe occupato l’Alpe della Palà. Il Presidente della Regione ha risposto assicurando che la Regione
avrebbe tenuto conto di
questa situazione, senza
però fornire alcuna garanzia per la cessazione dei
tiri militari.
Per discutere pubblicamente questo problema e
per decidere le linee di
azione da intraprendersi,
è convocata una riunione
pubblica mercoledì 8 aprile alle ore 21 nella sala delle attività a Rorà. il Comitato promotore ha invitato i Sindaci di Rorà,
Bobbio e Villar, chiedendo loro non soltanto la
partecipazione ma che i rispettivi consigli comunali
prendano una posizione
chiara in merito.
rono costrette a supplire i mariti chiamati alle armi, affrontando lavori e responsabilità da cui
prima erano state escluse. Non
si poteva ormai più ricacciarle
indietro. Poi venne la Costituzione con il solenne riconoscimento della parità dei cittadini
senza distinzioni dì sesso.
E oggi? Da una parte c’è ancora mollo da fare per realizzare questo principio. I diritti
teoricamente affermati non iiastano ad impedire ingiutizie c
violenze. Però, secondo me, c’c
anche il pericolo dì cadere, in
alcuni casi, nell’eccesso opposto,
sostituendo una schiavitù all’altra.
Non ci sì libera né cancellando né esasperando la nostra femminilità. Alla donna possono e
devono essere aperte tutte le
porte e l’uomo deve anch’egli,
da parte sua, assumersi la sua
parte nei lavori umili e fastidiosi che per secoli sono stati
riservati alle donne. Ma alla
donna rimane sempre il compito di portare il figlio per lunghi mesi nel proprio corpo, nutrendolo e formandolo, evitandogli urti o danni, e rimanere
per lui un rifugio sicuro anche
dopo la nascita. Questo comporla diritti e doveri a cui non
possiamo rinunciare.
E. G. B., Pinerolo
9
20 marzo 1981
CRONACA DELLE VALLI
9
PINEROLO, 8 MARZO - GIORNATA MONDIALE DI PREGHIERA
Discussione sui problemi
della famiglia e dell’aborto
La Federazione evangelica femminile valdese metodista, nel
sentimento che « tutte le cose
cooperano al bene di tutti quelli
che amano Dio» (Rom. 8-28), rende grazie al Signore per il messaggio che le donne indiane del
Nord America hanno rivolto alle sorelle cristiane di tutto il
mondo e per l’aflettuosa accoglienza data dalla Comunità locale alle numerose sorelle del
Primo Distretto e dell’Esercito
della Salvezza, giunte a Pinerolo
per la Giornata mondiale di preghiera (domenica 8 marzo).
La giornata è iniziata al ?nattino con il culto ed è terminata
nel tardo pomeriggio con la Santa Cena, La solidarietà nella preghiera di intercessione ha rivelato Un profondo interesse e una
sincera comprensione per le lontane sorelle indiane del Nord
America che hanno preparato la
liturgia di quest’anno.
La famiglia
Era con noi Toti Bouchard invitata a presentarci nel pomeriggio un suo studio sulla famiglia
in crisi e sulla famiglia in un contesto comunitario : è stata ascoltata con viva attenzione e ne è
seguito un dibattito.
L’incontro ha manifestato concretamente la solidarietà con la
colletta (lire 445.920) destinata
dalla Pdei a livello nazionale a
tre istituti per anziani: due in
Italia e uno a Colonia Vaidense,
in Uruguay.
In difesa della
legge sull’aborto
La solidarietà per esprimersi
non ha misura alcuna, per cui
nessuno si stupisca se in chiusura di questo incontro, in considerazione di essere in tante e
che l’argomento era già stato
trattato in più riunioni di attività femminile alle Valli, è stata
presentata una mozione preparata li sul momento e votata da
quasi tutte le presenti (4 astenute). Eccone il testo:
« Le sorelle delle Comunità
valdesi delle Valli riunite a Pinerolo l’8 marzo ’81 per la Giornata mondiale di preghiera, avendo affrontato nel corso dell’incontro anche il tema della famiglia e in particolare della famiglia di credenti in Cristo Gesù,
ritengono di doversi impegnare
affinché LA LEGGE 194, pur non
rappresentando la soluzione definitiva della piaga sociale che
è l’aborto, NON VENGA di fatto ABROGA'TA, per non aumentare il caos in cui ancora una
volta pagano i più deboli e i meno protetti ».
Impressioni
delle partecipanti
Al termine della riunione due
sorelle di Pinerolo hanno raccolto alcune impressioni delle partecipanti. Tutte le risposte hanno insistito sulla lezione di gioiosa fiducia nel Signore e di amore per il mondo intero che ci
giunge dalle rappresentanti di un
popolo duramente perseguitato e
minacciato di estinzione. Molte
hanno osservato che, cantando
spesso solo le prime strofe degli
inni, togliamo a essi proprio le
parole di riconoscenza e di speranza. In particolare, ecco quattro diverse impressioni:
« Come anziana unionista che
da anni partecipa alla Giornata
mondiale di preghiera, sono sempre stata favorevole a questi incontri plenari e il mio parere
sulla Giornata dell’8 marzo è
molto positivo. Sono però spiacente che la Giornata di preghie
Pomaretto: la famiglia oggi
ha bisogno di giocare, fare i compiti, mangiare, essere messo a
letto... per quest’ultima cosa può
avere bisogno del papà o della
mamma, per le altre un altro
adulto basta. Contribuisce alla
loro educazione vivere l’assenza
dei genitori, sapendo che si stanno occupando di altri ragazzi
che non hanno la mamma o il
papà, come succedeva a Cinisello.
Nella nostra società attuale
tutto ci spinge all’ individualismo: ad es. gli appartamenti
piccolissimi, sicché chi vorrebbe
stare con zii fratelli o sorelle non
ci riesce. Tocca a noi fare di tutto per andare contro corrente,
come persona, famiglia, comunità di credenti; cioè avere dei momenti comuni, mangiare, rilassarsi, riflettere... e non solo dei culti assieme.
Vivere insieme arricchisce, anche se è difficile vivere con gli
altri. Non è uno scopo, ma un
mezzo per realizzare qualcos’altro; permette di risparmiare soldi {a Cinisello una cassa comune
per le spese collettive, vitto, gas,
luce,.., favori.sce il ri.sparmio) e
tempo (ognuno nella (Comune —
uomini, donne e ragazzi — cucina a turno una volta alla settimana); e così è possibile impegnarsi meglio a favore della società:
consultori, consigli di quartiere,
scuola, ecc.
Nella discussione che è seguita
è emerso che anche la famiglia,
se non ha uno scopo, non regge.
Al Convitto di Pomaretto, si è
detto terminando, in quest’anno
di transizione e di cambiamento
di direzione, è necessario l’impegno della comunità; per cui una
proposta precedente di avere delle giornate o mezze giornate di
vita in comune può concretarsi
intorno a questo interesse per il
Convitto; come anche possono essere utilizzate per circondare delle persone sole o emarginate, o
cercare come testimoniare meglio intorno a noi nella zona. Si
spera di poter avviare questa
proposta per la fine di marzo.
Su questo argomento ha avuto luogo a Pomaretto sabato 7
marzo un incontro con Toti Bouchard, moglie del moderatore
della Tavola Valdese, organizzato dai gruppi FDEI e UCDG. All’invito a consumare una cena
fredda assieme hanno risposto
una dozzina di persone. T. Bouchard ha detto che di solito tra
famiglie ci si confronta poco, e si
finisce col pensare che i propri
problemi non sono quelli degli
altri, quando spesso si rassomigliano. Se oggi ci sono « matrimoni spaccati, figli staccati »... è
perché la società è cambiata per
varie ragioni. Si è lasciata la
campagna per vivere in agglomerati; è calato il numero di persone che vivono insieme. La situazione delle donne è cambiata con
la possibilità di lavorare. Ma solo un 20% circa di donne lavorano oggi e le giovani rispondono
« sono disoccupata » quando una
volta si diceva « non lavoro ».
Alcuni giovani studiano dei modi di vivere una vita di famiglia
diversa della famiglia nucleare
ridotta al minimo; e spesso si
sentono dei giudizi negativi su di
loro, quando invece dovremmo
stare attenti alla loro ricerca. Bisognerebbe toglierci dalla mente
l’idea della famiglia come qualche cosa di sacro. Sta qui una differenza con quello che dicono i
fratelli cattolici. Gesù non ha
mai detto « la famiglia prima di
tutto », anzi ha detto il contrario.
Questo non vuol dire sfasciare la
famiglia, ma chiederci che valore ha oggi per noi.
Portando la sua esperienza di
13 anni di vita comunitaria nella
Comune di Cinisello, ci ha detto
essersi resa conto che è più facile, più sano, vivere bene come
famiglia, quando non è chiusa,
ma vive a contatto con altra
gente e altri problemi. Alla domanda sulle difficoltà che possono avere i figli — che non hanno
scelto di vivere comunitariamente, come neanche scelgono di vivere nella sola propria famiglia — risponde che ed es. quando un bambino torna da scuola
Marie-France Coïsson
ra sia stata strumentalizzata per
richiedere la votazione di una
mozione in difesa della legge 194,
non scaturita da una libera discussione, ma presentata pochi
minuti prima della chiusura della giornata. Ho così avuto l’impressione di una imposizione ».
« Mi è parso molto bello il tema di riflessione con il continuo
riferimento a tutte le cose della
natura... che il Signore ha creato
e a cui spesso non diamo neppure un pensiero o uno sguardo,
presi dalla vita caotica di oggi.
E’ stato commovente, durante la
S. Cena, il canto degli inni: le
sorelle che facevano la comunione erano circondate dall’affetto
delle altre con inni di ringraziamento e di lode al Signore ».
« E’ la prima volta che partecipo a una Giornata di preghiera e ne sono rimasta favorevolmente impressionata. In passato
non mi ero interessata perché
questo modo di pregare "a richiesta" visto dall’esterno, suscitava in me delle perplessità. Vivendo l’esperienza dall’interno le
perplessità vengono a cadere e
tutto assume un carattere di
spontaneità ».
« Ho apprezzato questa esperienza e mi sono sentita effettivamente unita alle altre donne
vicine e lontane. Questa sensazione, più che durante la liturgia, l’ho avuta nettissima durante le riflessioni fatte sulla famiglia. Questo tema dovrebbe coinvolgere tutta la Comunità anche
se crea una solidarietà particolare fra le donne, che giustificherebbe da sola una riunione come
questa. Forse i due momenti, li-,
turgia e dibattito, erano scarsamente collegati fra loro, ma ritengo che si tratti di un difetto
quasi inevitabile volendo avere
insieme un programma comune
a livello mondiale e una più diretta partecipazione alla vita e
alle realtà locali ». M. T.
LUSERNA
SAN GIOVANNI
Sabato sera la Sala Albarin ha
ospitato i Coretti di San Giovanni e di Torre Pellice che hanno presentato ad un attento e
folto pubblico una serata di canti molto applauditi.
Particolarmente apprezzata la
rappresentazione « Partono i bastimenti » : una serie di canti e
letture sul tema dell’emigrazione, frutto di una ricerca fatta
dai cadetti e dal Coretto di Torre Pellice.
Un lavoro molto valido per
cui ci congratuliamo con Franco
Taglierò che Tha organizzato e
con i ragazzi dei due Coretti che
l’hanno portato sulle scene con
impegno e serietà.
• Domenica prossima, 22 c.m.
alle ore 20.30, nei locali del presbiterio avrà luogo uno studio
biblico centrato su I Corinzi,
cap. 3, versetti 1-17.
Confidiamo che anche a questo incontro le presenze siano
numerose.
• In seguito a tragico incidente stradale avvenuto sabato pomeriggio sulla provinciale Bibiana Torre Pellice, ha perso la vita il fratello Italo Buffa, di anni
50, residente alla Ciaperassa.
La comunità è vicina ai familiari ed esprime loro tutto il suo
affetto e la sua solidarietà nel
dolore.
VILLAR PELLICE
• Il 21 febbraio si sono sposati nella nostra chiesa Nicolò Pisani e Maria Grazia Ida Senfett.
Agli sposi i migliori auguri della comunità.
• Due lutti hanno colpito le
famiglie della comunità: domenica 1” marzo ha avuto luogo il
funerale di Daniele Frache dei
Ciarmis, deceduto all’età di 91
anni; giovedì, 12 marzo ha avuto
luogo il funerale di Abele Oordin, dei Gerin, deceduto all’età
di 84 anni.
Alle famiglie la simpatia cristiana della comunità.
SAN SECONDO
• E’ mancata lima Avondetto
in Don il 14 marzo, dopo una
lunga malattia e molte sofferenze fìsiche e morali che avevano
avuto inizio con la tragica morte del figlio parecchi anni or sono. Esprimiamo il nostro affetto
al marito Renato ed ai familiari.
• Esprimiamo anche la nostra
solidarietà a Luigi Pons (Brusiti) per la morte del figlio Roberto. Anche se abitava a Pinerolo era molto conosciuto fra di
noi perché aveva molto aiutato
il padre nella conduzione delle
vigne, specialmente dopo il suo
pensionamento dalla Polizia
Stradale.
• Giornata degli Anziani a San
Secondo, domenica 29 marzo.
Parteciperà un gruppo di ospiti
dell’Asilo di S. Germano. Invitiamo tutte le persone anziane
della nostra Comunità ad unirsi
a questo incontro che comprende: il culto (ore 10,30), il pranzo
nella sala (ore 12) ed il pomeriggio da trascorrere insieme.
Non poniamo limiti di età, vengano quanti desiderano prendere parte a questo incoptro. Vi
chiediamo solo di prenotarvi entro giovedì 26.
_____________________RORA’
• Durante il culto di domenica 15 marzo la comunità ha preso in esame la situazione del popolo salvadoregno e dopo informazioni varie e la lettura della
dichiarazione del Comitato centrale del CEC (febbraio scorso)
ha deciso di inviare alla Tavola
e al Consiglio della FCEI una
lettera in cui si dichiara solidarietà al CEC per le iniziative intraprese e si chiede a Tavola e
FCEI di protestare presso il governo italiano per l’atteggiamento « neutrale » assunto in questa
triste e sanguinosa vicenda che
costa la vita ogni giorno a molte persone innocenti. Il Concistoro, riunitosi subito dopo il
culto ha appoggiato questa iniziativa e deciso di accogliere
i’appello del CEC lanciato a gennaio per raccogliere dei fondi finanziari, inviando L. 100.000.
• Un ordine del giorno sul ruolo diaconale è stato approvato
nell’Assemblea di chiesa del 1°
marzo. Il testo è pubblicato a
p. 2 con altre delibere sullo stesso tema.
• Prossime riunioni quartierali alle Fucine: martedì 31 marzo
e 14 aprile.
ANGROGNA
• I culti dell’8 marzo al Serre
e al Capoluogo sono stati tenuti
dal gruppo Fgei di Prassuit-Vernè, che il 28 sarà a Pradeltorno.
La comunità nel ringraziare
questi giovani li esorta a continuare in questo servizio.
• Domenica 22 è convocata
l’Assemblea di Chiesa che si terrà in Cappella a partire dalle 10
con onesto ordine: culto, nomina
dei delegati alla Conferenza e al
Sinodo, presentazione ed elezione
di un nuovo anziano, informazioni sulla viia della chiesa: venite numerosi!
• Nelle riunioni di quartiere
della settimana (Baussang, Jourdan-Verné, Odin-Bertot) si parla
dell’impegno degli evangelici per
le vittime del sisma nel Sud.
• Sabato 21 alle 20,00 Concistoro: revisione delle liste dei
membri comunicanti.
• Domenica scorsa abbiamo
avuto tra noi Thierry ed Elisabeth Benotmane con i piccoli
Ismael, Noè e David di Bobbio
Pellice. Al mattino culto in francese (molto apprezzato) e nel pomeriggio saluto alla nostra Unione Femminile. Ci rallegriamo che
il giovane e dinamico pastore
francese si stia ben inserendo alle Valli aiutando tutti noi a riscoprire la "lingua dei padri" insieme ad un soffio di cultura
franco-europea che può arricchire il nostro orizzonte.
■ Hanno collaborato a questo
numero: Marcello Botto, Fernanda Comba, Gino Conte,
Franco Davite, Dino Gardiol,
Ermanno Genre, Enos Mannelli, Sergio Ribet, Paolo
Sbafiì, Giovanni Scuderi,
Franco Taglierò, Maria Tamietti, Ugo Tomassone, Giorgio Tourn, Thierry Benotmane, Alberto Gönnet, Luigi
Marchetti.
POMARETTO
Il culto di domenica 8 marzo
è stato a cura della FGEI. Ha
presieduto Francesca Spano, che
ha presentato alla comunità un
tema di estrema attualità « L’aborto » con uno studio tratto dalla bibbia. Tema questo che deve
portarci a riflettere su questo
problema come su tutti quelli
che oggi travagliano la nostra
società, e turbano la vita delle
nostre comunità. Certo è che, se
nella nostra vita socio-politica
quotidiana noi vivessimo e ci
confrontassimo più spesso con
quanto è contenuto nella Bibbia,
partendo dai nostri dirigenti alto locati e fino a noi tutti, molte
cose cambierebbero nella nostra
società, molte cose risulterebbero migliori, ed una vera giustizia
regolerebbe la nostra società
tutta.
• La comunità augura il benvenuto a Paolo di Grill Giovanni
(Nino) e Baret Elda. Ai genitori, alla nonna ed alle sorelle i
nostri fraterni auguri.
I coniugi Celegato Romano e
Long Erica presenti al culto di
oggi 15 marzo hanno ricevuto
gli auguri della comunità presente per il loro 25° anniversario di
matrimonio.
Auguri e felicitazioni anche a
Livia Peyrot e Giorgio Lageard
che hanno voluto fare benedire il
loro matrimonio avvenuto in precedenza con rito civile al Municipio di Perosa Argentina il 14
marzo.
Che lo Spirito del Signore continui a vegliare ed a proteggere
sia coloro che hanno voluto festeggiare le loro nozze d'argento
con la loro presenza al culto, sia
coloro che hanno voluto far benedire la loro unione, iniziando
così una nuova vita familiare.
Personalia
Congratulazioni a Elio Pellegrini,
brillantemente laureatosi presso l’Università di Torino in lingua e letteratura straniere conseguendo il massimo
dei voti con una tesi su C. P. Snow.
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10
10.
20 marzo 1981
DOPO L’ELEZIONE Dl REAGAN
Fiducia in tempi oscuri
Il «Bollettino per questioni sociali» (SQB) della Federazione metodista per l’azione sociale ha riportato in un recente articolo le preoccupazioni di molti cristiani dopo l’elezione
di Reagan. Riportiamo dal “nev" la parte centrale dell’articolo che sarà pubblicato nel prossimo numero di Idoc internazionale.
La frana elettorale che ha portato Ronald Reagan alla presidenza degli Stati Uniti, provocando la sconfitta di un gran numero di liberali e di moderati
nel Congresso e nei singoli stati, darà uno spazio enorme alle
tendenze reazionarie contro le
quali abbiamo fino ad oggi combattuto.
Assisteremo ad una forte spinta per una legislazione repressiva in campo penale e per emendamenti costituzionali che proibiscano l’aborto e promuovano
la preghiera nelle scuole. E' morta per un futuro prevedibile la
possibilità di una legislazione,
pur così necessaria da tanto tempo, per riformare le leggi del lavoro e per promuovere l’edilizia
popolare. La protezione dell’ambiente sarà spazzata via rapidamente. La legislazione in favore
dei poveri sarà sottoposta a critiche e ad attacchi...
In politica intemazionale vedremo tentativi vani e pericolosi di fermare la perdita del neo
colonialismo statunitense con
probabili nuovi interventi armati per mantenere in riga gli stati
satelliti. E' probabile che la CIA
venga scatenata per tentare la
« destabilizzazione » (cioè fuori
del linguaggio burocratico, il
« rovesciamento ») dei governi
progressisti in paesi come l’Angola, lo Zimbabwe e il Nicaragua. Le tensioni della guerra
fredda si aggraveranno ulteriormente e Reagan sarà tentato di
impegnarsi in un gioco ancora
più serio di rischio nucleare.
L’esaltazione
di un falso Cristo
Noi che siamo impegnati a sostenere e ad estendere la testimonianza profetica della chiesa,
ci troveremo nella necessità di
confrontarci con una destra religiosa ancora più turbolenta e
sicura di sé. La « maggioranza
morale » partirà ora alla conquista di Washington per il suo Gesù: un Gesù che nelle scritture
è riconoscibile soltanto come uno
dei falsi cristi...
Mi sembra che gli sconcertanti
risultati deH’elezione si debbano
interpretare come una reazione
emotiva e mal indirizzata contro
la realtà fondamentale e innegabile che l’impero americano è in
perdita di potenza, come è stato
messo drammaticamente in evidenza dalla rivoluzione iraniana
che ha anche comportato la perdita di uno stato satellite in posizione chiave al confine sovieti
Comitato di Redazione: Franco
Becchino, Dino Ciesch, Niso De
Michelis, Giorgio GardioI, Marcella Gay, Aurelio Penna, Jean-Jacques Peyronel, Roberto :’eyrot,
Giuseppe Platone, Luciano Rivoira.
Liliana Viglielmo.
Editore: AlP, Associazione Informazione Protestante - Torino.
Direttore Responsabiie:
FRANCO GIAMPICCOLI
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Intestato a • L’Eco delle Valli La Luce >.
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41x40) L. 7.000 più I.V.A.
Inserzioni; prezzi per mm. di altezza, larghezza 1 colonna: mortuari
220 - doni 80 - economici 150 per
parola.
Fondo di solidarietà ccp 11234101
intestato a « La Luce; fondo di solidarietà », Via Pio V, 15 - Torino.
• La Luce ■: Autor. Tribunale di
PInerolo N. 176, 25 marzo 1960.
• L’Eco delle Valli Valdesi »: Reg.
Tribunale di Pinerolo N. 175, 8 luglio 1960.
Stampa: Cooperativa Tipografica
Subalpina - Torre Pellice (Torino)
__________________________ y
co, con la nostra incapacità di
ottenere il rilascio degli ostaggi
senza concessioni; e come emerge dall’attuale situazione economica di ristagno e inflazione.
Ma Reagan non potrà impedire questa erosione della potenza
imperiale degli USA: il Vietnam
avrebbe dovuto insegnarlo. Il
fatto è che negli ultimi decenni
sia l’Unione Sovietica che gli Stati Uniti hanno visto diminuire in
assoluto la loro potenza; anche
l’occupazione sovietica dell’Afghanistan può essere interpretata come un gesto maldestro di
disperazione per impedire una
ulteriore erosione della propria
posizione nel mondo.
Cristiani socialmente
attivi: che fare?
Non lasciamoci prendere dal
panico: abbiamo una forza enorme. Sappiamo a chi apparteniamo; il mandato evangelico per
la giustizia guida la nostra vita.
Possiamo aver fiducia nella presenza divina in questo tempo di
prova; possiamo essere certi che
ci sarà data sufficiente forza e
capacità per affrontare la sfida
di questo momento. I cristiani
si sono sempre trovati avvantaggiati nei tempi di persecuzione.
Chiamati alla
resistenza
Per definizione i cristiani profetici, in un impero sessista, razzista e capitalista, sono una minoranza chiamata e costretta a
non conformarsi al mondo, ma
a resistere. Al momento è chiaro
che la nostra resistenza si deve
intensificare... Tuttavia la nostra
deve essere una resistenza attiva... Dio ci invita come sempre
a partecipare alla sua opera di
sollevare i minimi e abbattere i
potenti. Saremo chiamati a una
solidarietà attiva con coloro che
soffrono di più o che si troveranno più isolati e cioè i disoccupati e i sottoccupati, coloro che ^
no impegnati nelle organizzazioni locali e sindacali, le minoranze razziali ed etniche, i difensori
del disarmo, le femministe, gli
omosessuali, gli ecologisti, i difensori delle libertà civili...
Luce nelle tenebre
La Bibbia parla spesso della
luce che illumina coloro che camminano nelle tenebre: « La luce
risplende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno ricevuta » (Giov.
1-5). Possiamo avere fiducia che
in questi tempi oscuri sorgeranno nuove possibilità.
E’ chiaramente possibile che
dopo non molto tempo si apriranno nuovi spazi per riprendere la critica all’impero americano, alla corruzione causata da
razzismo, sessismo e capitalismo.
Non vi sono prospettive che raddoppiando il nostro arsenale nucleare si possa ritrovare un nuovo senso del privato o una soddisfazione sul piano personale.
Non vi sono prospettive neppure
reprimendo l’aborto e gli omosessuali, o scatenando la CIA o
lasciando crescere la tensione
razziale. La disoccupazione e la
inflazione non si risolveranno con
un maggiore inquinamento o
mettendo indietro l’orologio dei
diritti civili, o riducendo i programmi sociali. Presto molti si
sentiranno delusi e ingannati.
Un antico motto dice: « non vi
lasciate prendere dal panico, organizzatevi! ». Identifichiamoci
perciò concretamente con i più
sfruttati, incoraggiamoli ad organizzarsi... soprattutto, restiamo radicalmente aperti alla continua potenza e al nutrimento
dello Spirito Santo... perché, « il
popolo che cammina nelle tenebre vedrà una grande luce! ».
George D. Me Clain,
Direttore della SQB
Rivoluzione informatica
(segue da pag. 5)
tato il convincimento che la « robotizzazione » nell’industria ( affidare cioè a macchine automatiche il lavoro ripetitivo fin qui
svolto dall’uomo, specie nelle industrie) non solo non provocherà disoccupazione, ma verrà data ai salariati ed alle nuove leve
di lavoro la possibilità di nuove
carriere mediante adeguati corsi
a loro volta accelerati dall’informatica. Non solo — egli precisa
— ma « per rispondere ai bisogni umani del sistema informatico, nuovo fondamento della
produzione » occorrerà sempre
un numero maggiore di lavoratori a monte dei calcolatori e
dei robots. E’ a questo punto
che, secondo Servan-Schreiber,
si aprono grandiose prospettive
per tutti gli esseri umani, ed in
primo luogo per quelli del Terzo mondo. Si tratta insomma di
una vera e propria « bomba atomica » (si veda il riquadro) destinata a rivoluzionare il mondo
intero.
Libertà o servitù?
Che dire di fronte a simili affermazioni, anzi, a simili certez
TERZO MONDO: PERCHE’ SONO COSI’ POVERI
Ogni aiuto deve
rispondere ai bisogni
liberamente espressi
Un esempio:
Un programma di animazione
e di sviluppo a Paltey in Perù,
fissa il principio seguente; l’aiuto si fonderà sui bisogni e sulle
iniziative degli abitanti. Questo
significa che invece di importare
dall’estero (o dalla capitale) im
progetto pensato per gli abitanti, il progetto verrà elaborato sul
posto, con la comunità cui è rivolto, partendo dalle domande;
cosa vogliamo fare? cosa possiamo fare? cosa possiamo imparare a fare? cosa vogliamo ottene
re e perché? quali conseguenze
secondarie avrà questo progetto? in cosa ci renderà più liberi,
più autonomi, più disponibili?
Fin dall’inizio dunque la comunità interessata è al centro del
progetto, come soggetto e non
come oggetto. Si parte dagli uomini e non da un piano da realizzare che si imporrà agli uomini. Tutti, e non soltanto una piccola élite, possono partecipare
all’elaborazione del progetto. Viene inoltre previsto che l’aiuto
debba recar profitto in linea
prioritaria ai più deboli.
L’IDEA CHIAVE DA DIFFONDERE
Perché un progetto di sviluppo sia valido, è necessario che in
anticipo la popolazione interessata abbia formulato essa stessa i
suoi bisogni e, se possibile, abbia preso l’iniziativa di trovare i mezzi per risolverli. L’aiuto dall’esterno deve intervenire soltanto dopo
queste due fasi.
Un progetto di cooperazione concepito da parte dei paesi che
aiutano risulta spesso o inadatto perché eoncepito nell’astratto,
oppure più o meno ispirato da secondi fini interessati.
Cosa si può fare:
— Dappertutto sostenere una
assunzione di responsabilità da
parte della comunità locale direttamente interessata (condominio, quartiere, comune).
— Per la nostra situazione ita
liana, vegliare a che i progetti
di aiuto, di cui siamo oggetto,
siano rispettosi dei bisogni reali
delle popolazioni cui sono destinati, e accordino la priorità alle
classi più sfavorite, stimolandone una assunzione di responsabilità.
a cura di Renato Coìsson
Una tecnologia
intermedia favorisce
la mano d'opera
ze? A parte un sincero apprezzamento nei confronti di una tecnologia sempre più avanzata, ed
atta ad alleviare il più possibile
il lavoro, la fatica umana, non si
può non rimanere perplessi di
fronte ad un auspicato avvento
così totalizzante dell’informatica. Sì, d’accordo, a monte esiste
sempre la persona umana, che
costruisce o dà ordini alla macchina, ma non corre a sua volta
essa stessa il rischio (specie negli individui meno preparati o
meno dotati) di esserne assoggettata in modo irrimediabile?
Nel recensire il « Rapporto
Brandt » accennavamo al fatto
che il potere, a tutti i livelli (economico, politico, intellettuale,
ecc,) è ormai per lo più prigioniero di se stesso, preso com’è
dai suoi ingranaggi. Ma in questo caso — pur ammettendo una
maggior possibilità e qualificazione delle attività umane a livello mondiale — ci chiediamo
in che modo e per quanto tempo
lo stesso cervello umano riuscirà a non cadere prigioniero della sua invenzione o, peggio ancora, schiavo di coloro che di
tale invenzione vorranno radicalmente avvalersi.
Roberto Peyrot
Esempio: L’industria
Filippine nel 1970
tessile nelle
Tecniche
moderne
Attrezzatura Macchine tessili
automatiche (mod.
Sluzer 1970)
Tecniche
intermedie
Telai tessili
meccanici (mod.
Lancashire 1970)
Investimenti
in $ per 100
yarde di stoffa
18:1
2,97 $1
0,16 S
Posti di lavoro
1:4
1.146 posti
di lavoro
Impieghi indiretti
Investendo il capitale
risparmiato con una
tecnologia Intermedia
ttttt
4.949 posti
di lavoro
0:98
ttttH
tttm
= 1.000 posti di lavoro
98.596 posti
di lavoro
BIT
DONI DI L. 5.000
Bobbio Pellice: Catalin Davide Augusto — Campobasso: Lemme Antonio
— Catania: De Laurentiis Ottavia, Fam.
Grimaldi, De Felice Matilde, Carco Antonio — Cinisello: De Waldestein Giusto — Como: Di Toro Achille — Felónica: Zancuoghi Ondina — Firenze: Ceseri Massa Adriana, Bartolacci Luciana
— Forano: Claudi Claudia — Giulianova: Posabella Maria — Gavardo: Gioacchini Elva — Inghilterra: Sappè Mirto
— Imola: Camerlata Leda — Inverso
Pinasca: Pons Irma — Ivrea: Bertin
Claudio — Luserna S. Giovanni: Gaydou
Ada, Danna Stefano, Rostan Eugenio —
Doni Eco - Luce
Massello: Tron Enrichetta — Milano:
Tagliabue Carlo — Pisa: Platania Angelo — Pordenone: Cognonato Edda —
Perrero: Poet Enrico, Pons Luigi, Menusan Franco, Ferro Tron Elvira — Prarostino: Forneron Iolanda, Avondetto
Bruno, Plavan Almerina, Robert Alessandro, Robert Clorinda — Pinerolo:
Campese Genre Mary, Balma Elsa, Borno Emanuele, Bosio Hilda — Portogruaro: Albano Zaccaro Evangelina — Redondesco: Convertito Maria — San Severo: Toma Francesco — Riclaretto:
Rostaing Alma, Massel Ettore — Roma:
Sbaffi Laura, Masini Ugo, Lala Eros,
Riccobene Maria, Tron M. Luisa, Prisinzano Emilio — Torino: Lorenzato
Massimo, Proietti Bounous Irene, Visca Alda, Riehie Riccardo, Varese Dario,
ABBONAMENTI SOSTENITORI
Prarostino: Bertoli Giulia — Pino Torinese: Vidossich Giorgio — Pinerolo:
Fornerone Valdo, Sappè-Boccasini, Serafino Ettore — Pisa: Giorgi Eco — Quarto S. Elena: Angiolillo Simonetta —
S. Secondo: Griglio Aldo — S. Fedele
Intelvi: Boiocchi Tina — Sagrate: Beltrami Umberto — Roma: Gallucci Rolando, Malsano Annie, Mariani Vingiano
Eva, Scimone Panascia Virginia — Taranto: Ruceo Giuseppe, Consiglio Pasquale — Varese: Belloni Luigi — Verona: Schirò Grazia e Ugo — Venezia:
Garufi Pina — Vercelli: Trogliotti Eulalia — Rovereto: Sfredda Emidio — Riclaretto: Rostagno Emma — Savona:
Chiesa Evangelica Metodista — Villar
Perosa: Bessone Ina — Vittoria: Mingardi Benedetto — Verbania Pallanza:
Ippolito Elena — Riesi: Naso Gaetano
— Sesto Fiorentino: Spini Bruno —■ Savona: Ghelli Giovanni .