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Spétt.
ValioòQ
(Torino)
Tonas T2LLIC:
DELLE mLLI VALDESI
fru in di ci nal e
della Chiesa Valdese
" Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quali^ciVete peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo
Anno LXXXIII— Num.25
Una copia L.
ABBONAMENTI
{
Eco: L. 700 per rinterao i Eco m Em Luce: L. 1200 per rinterno
L. 1200 per l'estero | L* fSOO per Testerò
I Spedix. obb. postale 11 Grappo
Cambio d'indirixxo Lire 40,—
TORRE PELUCE, 4 Dicembre 1953
Ammin. Claudiana Torre Pellice -C.C.P. 2*17557
100 anni del Tempio di Torino
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Domenica 6 dicembre
Ore 10,30: Culto di preparazione
presieduto dal Pastore Aldo
Sbaffi di Genova.
Domenica 13 dicembre
Ore 10,30: Culto di Rendimento di
grazie, presieduto dal Pastore
Gustavo Bertin.
Messaggio del Moderatore Pastore A. Deodato.
Corale di Torino.
Ore 15: Culto Commemorativo. —
Messaggi dei Pastori: A. Ribet,
Vice Moderatore — E. Eynard,
Zurigo — P. Bosio, Torino —
B. Saccomani, della Chiesa Batlista.
Corali delle Valli.
Martedì 15 dicembre
giorno della dedicazione del Tempio
15 Dicembre 1853
Ore 21 : Culto di Santa Cena per tulli gli Evangelici di Torino.
Predica del Pastore P. Bosio
La S. Cena sarà ministrata dai
Pastori B. Saccomani, P. Bosio,
G. Bertin - Corale di Torino.
Rievocazione storica
di Edina Ribet Rostain
rappresentata dall’Unione Giovanile
Valdese nel Salone di Corso Vittorio
Em. 21, sabato 19 dicembre, ore 21.
NelPauiunno 1851 la prima pietra
era slata posta del costruendo Tempio Valdese in Corso Vittorio Emanue.e in Torino. Era 1 atto conclusivo di una paziente e non sempre
facile azione svolta dalla Chiesa Valdese per ottenere dalle competenti
autorità governative il diritto di interpretare il primo articolo dello Statuto in senso non restrittivo, ma alla
luce del suo spirito informatore. E’
curioso notare, come, a distanza di
cento anni la storia si ripeta! Oggi
come allora ci troviamo in presenza
di uno Statuto (o Costituzione che
dir si voglia) che si ispira alle più
nobili conquiste dello spirito umano, le afferma solennemente: uguaglianza di diritti e doveri per tutti
i cittadini senza discriminazione di
razza o di religione. Contemporaneamente però nulla è innovato, in merito alla vigente legislazione dei culti ammessi o tollerati che dir si voglia! (Oggi la legislazione fascista,
il Concordato; ieri le nostalgiche rivendicazioni del pio conte Solato
della Margherita).
Ieri: <c Deh! non si permetta che
la buona e leale città di Torino abbia
l’onta di vedere, nelle sue mura un
edificio consacrato alla predicazione
dell’eresia », supplicava il pio conte.
Oggi : cambiate il nome della città e parlate di « pericolosa incrinatura ». La musica non cambia.
Niente di strano quindi che occorressero lunghi anni prima di arrivare a porre « solennemente » la pietra fondamentale del Tempio.
Ed in realtà, a chi voglia riguardare al cammino percorso, queste
lunghe pratiche di cui è ricca la storia della nostra Chiesa, possono anche considerarsi da un punto di vista
di pedagogia ecclesiastica, come una
scuola preziosa dove si rivelano gli
uomini nella diuturna disciplina della assoluta dipendenza dalla Grazia
di Dio.
E veramente uno spettacolo suggestivo ci offre questo manipolo di
fedeli testimoni, di pugnaci lottatori, mai stanchi, mai delusi:
Carlo Bechwith, il generale mutilato di Waterloo, che sa che quello
che conta, in tutte le battaglie è Vuomo; prima la comunità, poi il Tem
pio; ma quando l’occasione si pri;senta, non esita: è il primo a dare il
suo danaro ed il suo nome perchè
sorga il tempio.
G. Pietro Medie, il pastore, originario di Luserna San Giovanni, l’evangelizzatore nato, il fondatore delVEcho des Vallées, della Buona Novella, e di molte opere sociali, il fondatore della comunità vivente;
Amedeo Beri, di Torre Pellice, pastore, l’organizzatore, oratore eloquente e scrittore arguto;
Giuseppe Malan, di Luserna San
Giovanni; il « valligiano », industriale e banchiere, poi deputato; ma
l
sopratutto il a valdese » che considera i suoi beni c4me un deposito
che il Signore gli ba affidato e di
cui egli è solo « antóinistratore » in
vista del Regno.
Il 15 dicembre llfes il Tempio di
Corso Vittorio veniva inaugurato.
A cent’anni di distspiza, siamo chiamati a raccolta per questo centenario e questa commemorazione, che
avrà il suo più intimo significato, di
indiscutibile validità, se dalle comunità delle nostre Vallile dalla comunità di Torino, e d[a tutte le nostre
comunità sorgeranno ancora uomini
che sappiano annunziare l’Evangelo,
in tutti i campi, con quella obbedienza alla Potenza die viene da Alto, che ha creato le premesse di una
opera evangelistica che non può morire. lector.
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NEL QUARTO A N N'I V E R S A R I O DELLA SUA MORTE
Le edizioni svizzere dei « Cahiers
de Eoi et Vérité » hanno ultimamente dedicato un volumetto di 80 pagine (Numeri 25 e 26 della Rivista)
alla rievocazione della figura di Michele Serveto nel 4” centenario della
sua morte sul rogo (1).
Nella prima parte del libro, Paul
F. Geisendorf, riassume per sommi
capi la vita e le avventure di Michele
Serveto, medico e teologo spagnuolo, avversato tanto dai Cattolici quanto dai Protestanti a causa delle sue
. idee antítrinitM¿,i^., §jBijpn¿£i,
parte, Frédéric Klein, espone in forma piana la dottrina di Michele Serveto in aperto contrasto con la teologia di Calvino e deLe Chiese Protestanti svizzere al tempo della Riforma; successivamente, egli affronta
alcuni problemi connessi con il martirio di Serveto, come quello della libertà religiosa, dell’appartenenza alla Chiesa ed a Gesù Cristo, del dogma della trinità.
Chi era costui ?
Michele Serveto: chi era costui?
Molti se lo chiederanno, tanto fra i
Cattolici romani quanto fra i Protestanti. Ed è giusto che soprattutto
questi ultimi ne conoscano la figura,
non di poca importanza nel periodo
storico della Riforma.
Nato a ViLeneuve d’Aragon, in
Spagna, nel 1511, due anni dopo la
nascita di Giovanni Calvino, egli può
essere considerato uno di quegli spiriti indipendenti e sospetti che il
secolo XVI ebbe modo di conoscere
e che non esitavano a pagare con la
vita l’indipendenza e la libertà del
loro pensiero.
Separatosi ben presto dalla tradizione religiosa della sua famiglia,
egli nutrì un vero orrore per la Roma papale che considerava come « la
bestia più scellerata di tutte, la cortigiana impudica descritta in Isaia
cap. 47 ». D’altra parte i contatti da
lui avuti a vent’anni con i Riformatori di lingua tedesca Melantone,
Oecolampadio, Bucero, anziché condurlo a far sue le dottrine protestanti, misero in luce profonde, insanabili divergenze. La pubblicazione avvenuta nel 1531 dalla sua prima opera teologica: De Trinitatis erroribus
libri VII cui fece seguito nel 1532 un
altro libro: Dialogorum de Trinitate
libri duo, indica in Michele Serveto
il capo di quella scuola di teologi
antitrinitari contro i quali, al tempo della Riforma, si scagliarono Cattolici e Protestanti, rappresentanti a
loro volta di due confessioni religiose diverse.
In contrasto con i Riformatori,
mal visto a Basilea dove risiede per
due anni, va a Lione, poi a Parigi
sotto il nome di Michel de Villeneu
ve. E’ xm uomo di vasta cultura: si
occupa di geografia, insegna matematica, scrive un elogio dell’astrologia,
ottiene il dottorato in medicina.
Serveto, però, non sarebbe stato
un uomo colto del XVI secolo se,
accanto e al di sopra di tutte le scienze non avesse posto la teologia. A
Vienne, in Francia, egli pubblica un
manoscritto . kititolataì>>^
Christianismi restitutio in cui afferma con violenza le sue idee contro il
dogma tradizionale della Trinità e
non esita a chiamare i suoi avversari
sofisti, ignoranti, ladri, briganti.
Giudei e Maomettani. Nessuno si stupisca di im tale linguaggio; esso era
caratteristico e naturale nella polemica religiosa del secolo decimosesto.
La reazione non tarderà a manifestarsi. L’Inquisitore cattolico Ory dirà che le idee di Serveto sono degli
« execrables blasphèmes contre la divinité de Jésus-Christ et la Sainte
Trinité ». Calvino, scrivendo a Farei
nel 1546, dirà: cc Servet m’a récemment écrit et à ses lettres a joint un
long volume de ses délires, ajoutant
avec une jactance théâtrale que j’y
verrai des choses, stupéfiantes et jusqu’ici inouïes. Mais je ne veux pas
engager ina parole. Car s’il venait et
que mon autorité vaille quelque chose, je ne souffrirais jamais qu’il sorte vivant ».
Il rifugio e rarresto
Quest’ultima frase è tremenda e
grava pesantemente sulla memoria
di Giovanni Calvino.
Intanto Serveto, sfuggito all’Inquisizione in quel di Vienne, si stabilisce a Ginevra. Lascia una situazione
pericolosa per tuffarsi in un’altra
non meno grave per lui. Forse perchè sperava di trovare aiuto a Ginevra dalla parte dei Libertini, avversari di Calvino e dell’ortodossia calvinista.
Dopo aver assistito ad una predica,
è riconosciuto ed arrestato. Nella Ginevra del secolo decimosesto, l’eresia è una colpa e bisogna giudicarla
in processo. Serveto risponde abilmente alle domande che gli vengono
poste e non esita a prendere un atteggiamento offensivo contro Calvino. Gli interrogatori si succedono.
Serveto sostiene le sue tesi con convinzione; il 22 agosto 1553, Calvino
e Serveto sono di fronte per una nuova discussione sul dogma della Trinità. La discussione ha luogo davanti al Consiglio della città, per quanto Serveto affermi l’incompetenza
dei magistrati di Ginevra in materia
Serveto
teologica. Egli non è stato un perturbatore dell’ordine pubblico mentre i problemi da lui trattati sono
difficili e « seulement dirigés à gens
savants ». Noi, uomini del XX secolo, non possiamo fare altro che dargli ragione sul piano giuridico. Nel
secolo XVI, il ragionamento di Serveto non convinceva le Autorità ed
■ i'MsgistFa'^-'gmevrìiii.';«
Difatti, dal Procuratore generale
Claude Rigot, Serveto è accusato di
sovversione dell’órdine stabilito e di
calunnie contro le Chiese di Germania e di Ginevra. Incarcerato, egli
ha la sensazione che il suo processo
subisca delle soste dannose e scrive
a Calvino : tc Tu ne sais ce que tu dis;
tu es un misérable si tu poursuis à
condamner les choses que tu n’entends point. Penses-tu étourdir les
oreilles des singes par ton seul aboi
de chien? » Intanto, il Consiglio
della città pensa di interpe’lare le
f.fiiese di Berna, Basilea, Schaffouse e Zurigo sull’atteggiamento da assumere nei riguardi dell’eretico Serveto. E mentre quest’ultimo soffre
in prigione e si dichiara sempre pron
10 ad affrontar la morte per le sue
convinzioni, la risposta delle chiese
Protestanti svizzere giunge unanime
nel denunziare la colpa di Serveto e
nel prevedere la sua condanna, anche se non si parla ancora esplicitamente di morte. Serveto è un orgoglioso ed un temerario che vuole annullare alcune dottrine fondamentali del Cristianesimo, quali la Trinità e il battesimo degli infanti, e « rimettere in questione tutti i punti es^
senziali della nostra religione ».
Tuttavia il Consiglio è esitante nel
pronunziare la condanna. Dichiarare Serveto innocente e liberarlo significa cacciare Calvino da Ginevra.
11 parere delle Chiese svizzere deve
aver avuto il suo peso nella decisione finale. Finalmente si vota e nel
protocollo del registro del dibattito
si legge: « ...considéré les grandes
erreurs et blasphèmes... il soit condamné à être mené à Champel et là
être brûlé tout vif et soit exécuté à
demain et ses livres brûlés ».
Il 27 ottobre 1553, un lugubre corteo si avviava al luogo delle esecuzioni capitali. Il rogo fu acceso e Michele Serveto fu arso.
Un monumento espiatorio
Il procèsso ed il martirio di Michele Serveto ripropongono del continuo alla coscienza cristiana un problema di fondamentale importanza
e di perenne attualità: quello della
libertà religiosa e di coscienza. E lo
ripropongono sopratutto alla coscienza Protestante, assertrice d’o^i
vera, feconda libertà.
Giovanni Calvino ha fatto le spe
se di quella manifestazioni d’intolle
ranza teologica ed umana nel giudi
zio degli storici. E nessuno pensa di
assolverlo. In quella circostanza egli
è stato un uomo del suo tempo, non
ancora libero da quello spirito d’intolleranza clericale che caratterizzò
il Cattolicesimo medioevale. Infatti,
se Serveto fosse caduto nelle mani
dell’Tnguìsizione, non avrebbe fatto
una fine diversa.
Calvino sbagliò nei suoi atteggiamenti e nei suoi giudizi difìronte a
Serveto. A sua attemmànte, oltre allò spirito dei tempi ed alla « rabies
theologica » che conduceva assai
spesso gli uomini al martirio, si può
accennare al fatto che Calvino non
è il solo colpevole, perchè non era
padrone assoluto a Ginevra, che nel
secolo XVI l’eresia religiosa era giudicata anche come un crimine politico e, infine, che le Chiese svizzere
ebbero una parte considerevole nella soluzione del dramma.
Nondimeno, è chiaro che quel rogo costituisce il segno di ima intolleranza protestante che non è nello
spirito della Riforma e soprattutto
nello spirito di Cristo.
Le battaglie della fede non si vincono con la violenza, ma con l’amore. Gli eretici non li si converte col
ferro e col fuoco, ma li si rispetta e
li si ama, pure a difesa della verità.
Come ha ben detto Sebastiano Castiglione, già collaboratore di Calvino a Ginevra: « Uccidere un uomo,
non significa proteggere una dottrina,, sigìiifica invece e veramente uccidere un uomo ».
D’altra parte è doveroso aggiungere che la coscienza protestante dei
secoli posteriori seppe nobilmente
reagire a quella manifestazione d’intolleranza e riabilitare la figura di
Michele Serveto. Un monumento espiatorio alla sua memoria venne
eretto a Ginevra, sul luogo del martirio, nel 1903 in occasione del 350®
anniversario del supplizio. A prendere l’iniziativa di tale manifestazione furono proprio i Protestanti
più fedeli alla dottrina ed allo spirito di Calvino. « Il faut — scriveva il Doumergue, grande storico
di Calvino — laisser de côté toutes l«s discussions sur le caractère et
sur la théologie de Servet. Servet
n’est ici que le nom propre d’un fait
commun; P intolérance, et c’est ce
fait qu’il s’agit de préciser et de regretter, sans arrière pensée ».
Un blocco di granito venne innalzato a Champel. Su di esso fu incisa
questa nobile scritta che ridonda ad
onore delle Chiese Protestanti sviz{segue in 2.a pagina)
2
2 —
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
la CiovealH Valdese alle sbarre
Si parla, con estrema frequenza,
della crisi delle nostre unioni. 1 gindizi sono sevèri, violenti talvolta,
specialmente quando si allude a quelle delle Valli. Ritengo che dobbiamo porle tutte su lo stesso piano.
Tale giudizio trae la sua consistenza da due testimonianze: innanzitutto si avverte lo scarso mordente dell’attività giovanile, nell’ambiente in
cui si vive. Le anime non sono « agganciate », nè tanto meno afifascinate dalla presenza concreta del giovane, nella fabbrica, neUa scuola,
nel partito. La Comtmità inoltre,
non è lievitata da una « élite » di
anime, timorose di essere troppo salate, ift una chiesa fatta di tiepidi,
di creature insipide e avulse dalla
realtà dello Spirito.
Recentemente, studiosi cattolici e
protestanti hanno scritto libri ed articoli vari, di alto interesse, concernenti la crisi della gioventù e delle
comunità, specialmente di tipo rurale, situate nella zona d’influenza
deDa grande città. Sono lieto di
menzionare una recente pubblicazione, segnalatami lo scorso anno:
« mécanisme* de la déchristianisation », scritto da un prete d’ima parrocchia riSale dei sobborghi di Parigi. In esso, l’autore, esamina spassionatamente la situazione d’un villaggio, nel quale, negli ultimi decenni, fattori economici, sociali, politici e culturali hanno lasciato tracce profondissime. Egli ricorda i rimedi che sono stati escogitati per sanare la piaga: attività molteplici,
distribuzione di sermoni a domicilio, creazione del bollettino parrocchiale, il cui risultato è crudemente
espresso con queste parole: « nous
administrons force remèdes et le malade empire ».
Secondo lo studioso francese, la
responsabilità maggiore del decadimento del principio morale e religioso è ascrivibile al progresso deda
tecnica. Il contadino ha guardato, in
un primo tempo, con sospetto e diffidenza ,al miracolo della tecnica,
tuft'andosi poi, irriflessivamente nel
nuovo mondo; egli ha aperto la mente ed il cuore a quanto egli non aveva costruito ed ha così accettato inconsciamente le naturali, sconcertanti conseguenze. Innanzitutto ne è
scaturito un cospicuo indebolimento
del suo pensiero. Lo spirito di osservazione con cui il contadino approfondiva tutti i problemi, inerenti alla vita della natura, si è attenuato. Il possesso di un orologio e
la conoscenza quotidiana del bollettino melereologico lo esime dall’approfondire lo studio degli astri, e,
per riflesso, di tutto quanto comporti uno sforzo della mente. Lo studio
della Bibbia, la lettura di libri di
pensiero o comunque di pietà, è stato accantonato per far posto ad altre
letture, estremamente deleterie per
la formazione del carattere della nostra gioventù. I nostri giovani nonché le « magne » delle nostre parrocchie, incluse quelle dai capelli
bianchi, hanno ormai adottata una
nuova Bibbia, un nuovo Vangelo,
molto più semplice e che impegna
soltanto il piacere e la passione.
L’autore citato, menziona ancora
altre conseguenze. Innanzitutto ne
scaturisce un mutamento sul piano
sociale. Il contadino, allettato da un
lavoro ciré gli procura un guadagno
immediato e più facile, abbandona
la terra e si trasferisce in città. La
storia delle nostre valli, in questi
ultimi decenni, denunzia lo spopolamento pauroso delle nostre montagne, quasi deserte, in molte zone,.^o
abitate da contadini stanchi e sfiduciati, in attesa di cogliere l’occasione
migliore per emigrare altrove. Spesso, come accade alle Valli, l’agricoltore, pur lavorando in città, ritorna
al villaggio, mantenendo ancora un
sottile legame coll’ambiente dove è
nato. Purtroppo il contatto con idee,
mentalità diversissime, sia sul piano
morale, sia sul piano culturale e politico, comporta, per i più, due conseguenze estremamente dannose: innanzitutto sul piano morale. Il contadino operaio impara a conoscere
una concezione nuova della morale,
nel senso stretto o più ampio del termine. Specialmente i giovani in possesso d’un salario, di cui possono disporre liberamente, lo profondono.
senza risparmio, nella soddisfazione
d’una insana passione e nei più svariati divertimenti. L’amore è instabile e triste, privo di quel mistero
che gli conferisce un valore permanente.
La conseguenza più deprecabile è
avvenuta sul terreno spirituale. L’uomo religioso, fedele alla sana tradizione spiritua.e del villaggio, è stato
sostituito dall’« homo taber ». Il
giovane contadino, afl ascinato dal
miracolo dejla tecnica, crede nell’onuìpotenza dello sforzo e delle possibilità dell’uomo, irridendo alla onnipotenza ed all’intervento sovrano
di Dio. Lo slittamento sul piano spirituale ha determinato lo slittamento su tutti i piani, che ne sono la
naturale conseguenza.
Le riflessioni dello studioso francese, unite alle nostre considerazioni, costituiscono de.le attenuanti, ma
non delle giustificazioni atte ad esimerci daba responsabUità, sia di
fronte alla comunità, sia di fronte
all’unione giovanile. Le nostre comunità di giovani, sono poste, oggi,
di fronte ad im preciso dilemma:
debbono, esse, continuare la vecchia
« routine », orientandosi sulla falsariga dei vecchi programmi, a base di
incon^i^ laddove si segue con interesse luparie ricreativa e si sopporta quella religiosa? Dobbiamo cioè
accettare il punto di vista della massa, soddisfacendo a tutti i suoi desiderata, in modo da impedirne l’esodo dalle sa.e unioniste? Oppure
non sarebbe gran tempo di favorire
la formazione di una « élite » di veri responsabili, la quale, in imo spirito di profonda umiltà e preghiera,
possa agganciare le anime di compagni e compagne, mediante un contatto personale? Si tratta cioè di avere, nelle nostre unioni, un nucleo
vivente, in grado di incidere profondamente nell’ambiente di fuori e di
dentro e in grado di soddisfare a due
precipue esigenze:
a) aflronlare tutti i problemi della
vita ecclesiastica: spirituale, finan' ziSrio, sociale, ecc. La gioventù è la
ossatura della comunità, è la prima
linea nel combattimento cristiano.
Non è ammissibik un compartimento stagno tra Concistoro e Gioventù;
occorre una collaborazione attiva,
entusiastica, allo scopo di coordinare tutti gli sforzi, intesi a risolvere
i problemi della Chiesa.
b) l’jinione deve inoltre portare
una testimonianza viva e concreta a
quelli di fuori. Prendiamo ancora
una volta esempio dai settari. Li ho
visti frequentemente al lavoro nelle
città, nelle campagne. Li fio visti
testimoniare in ambienti ostili, mediante un lavoro capillare, svolto
presso migliaia di famiglie, alle quali hanno consegnato un messaggio
cristiano ed un libro di pietà. Li ho
visti pure all’opera, nelle nostre valli, nella mia parrocchia. Sono venuti dei giovani operai e universitari,
accomunati da una stessa nobilissi
ma missione: testimoniare della fede in Cristo. Orbene, pò: assolvere
a questo compito, bisogna essere moralmente e spiritualmente preparati. Occorre una preparazione biblica, maturata dalla riflessione e dalla
preghiera e dall’intervento dello Spirito Santo perchè Egli operi in noi,
ministri del Vangelo, in coloro che
sono responsabili nelle Unioni, nelle comunità in genere, in tutti i
membri delle nostre Chiese. Allora
soltanto, quando lo Spirito del Signore avrà operato efficacemente, i
nostri giovani contadini-operai comprenderanno che la tecnica, la scienza, non risolve la loro crisi interiore
la cui soluzione è in Dio solo e nel
suo Amore infinito.
Gustavo Bouchard.
Noi non misuriamo la vita secondo la sua durata, ma secondo l’impiego del suo tempo più o meno
utile. Federico il Grande.
Gioventù sotto processo
Michele Serveto
{Continua dalla l.a pag.)
zere e di tutte le Chiese che traggono ispirazione ed insegnamento dalla Riforma di Calvino: « Fils respectueux et reconnaissants de Calvin, notre grand Réformateur, mais
condannant une erreur qui fut celle
de son siècle, et fermement attachés
à la liberté de conscience selon les
vrais principes de la Réformation et
de FEvangile, nous avons élevé ce
monument expiatoire le XXVII octobre MCMIII »,
Il monumento fu inaugurato il 1°
novembre 1903. Esso riassume ancora oggi una nobi.e testimonianza resa alio spirito della Riforma, che è
spirito di libertà.
Un monumento che ha un prezioso messaggio per i nostri tempi. La
intolleranza religiosa non è un fenomeno del passato; è invece realtà
presente ed operante. Molti si parla
oggi della Chiesa del silenzio e delie perseeuzioni anticattoliche in paesi comunisti; si parla assai poco delle persecuzioni vere e proprie della
Chiesa Cattolica contro i Protestanti della Colombia o della Spagna e
delle vessazioni contro la libertà di
cullo e di coscienza degli Evangelici
italiani. La libertà religiosa è in regresso nei paesi che si dicono liberi;
l’azione politica di molti paesi democratici è inquinata da un vero e
proprio spirito di intolleranza e di
inquisizione. Le ideologie politiche
e totalitarie hanno fatto scorrere torrenti di sangue. Perciò il nostro secolo, invece di giudicare dall’alto del
proprio orgogdo, deve rientrare in
sè e trarre ispirazione e ammonimento daU’umile monumento di
Champel, la cui presenza ha tutto il
significato per il nostro mondo e per
il nostro popolo.
Ermanno Rostan.
Michel Servet: A propos d’un quatrième
centenaire — par Paul F. Geisendorf et
Frédéric Klein — chez le P,st. Robert
Faux — 8 Av. Pittet-de-Richemont —
Genève — frs. 3,50.
Con queste parole ha esordito domenica mattina, 1“ novembre, il pastore Bouchard. Gioventù alla sbarra, cioè: gioventù sotto processo, in
occasione del convegno dei « Responsabili » delle Unioni del Gruppo Valli, ad Agape.
Forse cadremmo nell’esagerazione,
se riferissimo che il nostro fratello
di Rorà ha voluto fare un’arringa.
EgU ha esaminato diversi aspetti
della vita dei gióvani moderni, completando quanto- era stato detto la
sera prima durante lo studio del pastore Lebet concernente lo studio della Bibbia nelle Unioni.
In sostanza le conclusioni prospettate dai due temi proposti, hanno
avuto molti punti in comune, tant’c
vero che il past. Bouehard ci ha fatto avere, la sera idei sabato, un anticipo su quanto avrebbe detto l’indo,
mani. Possiamo quindi esaminare e
riferire su di un medesimo piano il
lavoro svolto durante le due sedute.
-tf
* * *
Il sabato sera hanno preso la parola i rappresentanti delle Unioni ed
ancora una volta è balzata in evidenza la impreparazione biblica della nostra gioventù e lo scarso interessamento in questo campo.
Dolorose pure le constatazioni sulla situazione di alcune unioni e sul
disinteresse di alcuni pastori per
l’opera giovanile.
Alcune risposte ai problemi suscitati le ha date lo studio dell’indomani in cui il relatore ha esaminato
intimamente la struttura della
anzi deH’umanità moder
piu
gioventù,
na. ^
I giovani nonj leggono più la Bibbia pei non dèVer più pensare, non
doversi più sfocare intellettualmente. Per esprimersi preferiscono le
frasi fatte, i concetti svolti, propinati da radio, cinema e giornali in rotocalco. 1
Su queste dùe ultime piaghe, il
fratello Bouchard ha posto decisamente il dito, con o senza esagerazione, non sta a noi il giudicare.
E’ un dato di fatto che, da queste
due risultanti, la gioventù moderna
è quotidianamente avvelenata nello
spirito e nella mente; tuttavia ci sia
permesso di osservare che alcuni
films sono più edificanti, più istruttivi ed in ogni caso più « veri » di
certe conferenze pseudo-religiose e
che i « fumetti » di Walt Disney sono meno pericolosi di tanti classici
celebrati.
Conclusioni? 'Onestamente non se
ne potevano trarre. Entrambi i presentatori degli studi hanno parlato
con accorato sentimento, quale da tre
anni siamo abituati a notare ad Agape durante il Convegno dei Responsabili.
E’ stata ventilata l’idea di formare in ogni Unione una élite di giovani atti a curare e permeare la cosidetta « massa ». Non è una cosa
facile. E’ necessario che questi elementi sappiano sfrondarsi di ogni
superficialità, di ogni ipocrisia e di
quei vizi divenuti, col volgere dei
tempi, necessità.
Ancora una volta abbiamo trovato
al Convegno una gioventù che vive
quasi « provvisoriamente »; una gioventù che vuole essere estremamen
te pratica nelle sue cose, dai rapporti sessuali, ai problemi di progresso
sociale, tanto per fare quelche esempio, e che invece è solo disorientata
ed incosciente
Ancora una volta abbiamo trovato una gioventù che ha perduto la
fede in un qualsivoglia ideale, perchè troppe volte allettata da promesse e troppe volte tradita e delusa.
Dà un senso di pena infinita il constatare che, per reagire e combattere, sa adoperare sempre meno le armi dell’entusiasmo e della franchezza per impugnare a sua volta quelle
subdole dell’ipocrisia e dell’inganno.
Siamo di fronte allora ad una gioventù che sta vegetando ed invecchiando, assieme al resto dell’umanità gridando di non conservare più
alcuna fiducia, se fiducia ad essa non
viene accordata.
E’ ora di rivalorizzare i giovani!
Non è onesto criticarli, se vengono
posti dinnanzi ai fatti compiuti o
peggio ancora se non si evita di fare
loro del male!
Tutto questo non è stato detto al
Convegno di Agape, ma trapelava,
vagava nell’aria, ogni qualvolta uno
dei presenti prendeva la parola.
Non c’era bisogno di dirlo, q forse non abbiamo saputo, non ne siamo stati capaci?
Come non siamo stati capaci di rispondere, quando Tullio Vinay ci ha
raccontato che ben pensanti capitani defi’industria, protestanti, appartenenti alla categoria di coloro a cui
sta a cuore la salvezza della « civiltà occidentale » (il fratello Mario
Miegge li chiamerebbe « secolarizzati »), giudicano pecoroni e — perciò non assumibili — i giovani che
vanno in chiesa durante l’età che
va dai 22 ai 30 anni.
No, non crediamo di impugnare
già l’arma dell’ipocrisia, fino al punto di essere dei « pecoroni », questo no.
Ma ci sentiamo sempre più malati
ed abbiamo bisogno del medico. Abbiamo bisogno che venga il Grande
Medico, Cristo Gesù.
F. Benech
Campo di shy per pievani
27 dicembre 1953 - 6.gennaio 1954
TEMA: IL CULTO NELLE NOSTRE
CHIESE.
In questo campo, nel quale la maggioranza dei campisti proviene dalle nostre
chiese evangeliche italiane, vogliamo studiare insieme il significato ed il valore del
nostro culto domenicale nelle sue singole
parti. Il tema è, certo, molto vasto e ognuno degli argomenti potrebbe, da solo, essere il tema di un intiero campo, tut'avia,
degli studi informativi segu’ti da discussioni, alla portata di tutti, daranno a questo campo grande utilità e, speriamo, vivacità.
Non si può dire che i nostri giovani disertino i culti domenicali, ma non si può
dire neppure che sempre siano coscienti
del loro valore normativo per la vita. Perchè non affrontare insieme, serenamente,
in piena libertà di critica, una tale questione ?
I singoli studi sono:
1. Il culto nel libro degli Atti - 2. La
littugia - 3. La confessione - 4. La preghiera - 5. La predicazione - 6. La Comunione - 7. Il canto sacro - 8. Lettera ai
Romani cap. XII.
Quota per l’intero campo: Lire 6.500.
Quota per alcuni giorni solo: Lire 700 al
giorno.
Campo di shy per cadetli
27 dicembre 1953 - 6 gennaio 1954
TEMA: UN BEL GRUPPO!
Non si può giocare da soli, non si può
esser lieti da soli, non si può vivere da
soli, ma si ha bisogno degli altri. A tutti
piace avere dei camerati, degli amici. Ed
è questo che troviamo ai campi, ad Agape
o altrove, con molta gioia: tutta una vita
condivisa con gli altri. E non è forse questo che Gesù ha promesso ai suoi amici?
Una vita condivisa, nelle sue gioie e nelle
sue durezze, ma sopratutto nell’amore di
coloro che la vivono con noi. Noi studieremo insieme una vita vissuta in comune
da alcuni uomini, gli apostoli, il primo
gruppo degli amici di Gesù. Cerclieremo
insieme il segreto della gioia di una tale
vita, per viverla poi meglio, gli un; con
gli altri.
PROGRAMMA DEGLI STUDI;
1. La formazione del gruppo - 2, 3, 4.
Pietro e Giovanni - 5, 6. Paolo - 7. Giacomo, figlio di Zebedeo - 8. Il lavoro in
gruppo.
Portare con sè: Bibbia, Innario Cri.stiano,
almeno una coperta, vest.ti pesanti, pantofole. , -J -.f-- r -T —* -
Quota del campo intero: Lire 6.000.
Per pochi giorni: Lire 700 al giorno.
NORME PER L’ISCRIZIONE
E LA PARTECIPAZIONE:
1. Le iscrizioni vanno fatte alla Segreteria di Agape - Perrero per Prali (Torino) al più presto possibile.
2. All’atto dell’iscrizione occorre versare
una caparra di lire 1.000 che sarà calcolata
come anticipo sulla somma da versare per
la partecipazione al campo, ma che non
sarà restituita in caso di mancata partecipazione, ed in più una quota di iscrizione
di L. 300 per le spese postali, di programmi, organizzative, ecc.
3. Eventuali facilitazioni possono essere
fatte, in caso di bisogno e dietro raccomandazione di persone conosciute, purché
richieste prima.
4. E’ necessario che chi ha 16 anni o piu
abbia con sè un documento di identificazione.
5. I campisti in arrivo hanno appuntamento in via Pio Quinto là, Torino, dove
il Comitato Arrivi di Agape li riceverà.
Da via Pio Quinto 15 partiranno uno o
due pullman diretti a Frali, alle ore 16 del
giorno 27 dicembre. Su questi pullman i
campisti potranno coprire la distanza Torino-Agape in brevissimo tempo allo stesso
prezzo dei mezzi normali, cioè a lire 600.
6. La partenza da Agape dei campisti è
fissata per la mattina del giorno 6 gennaio.
7. Per qualsiasi altra informazione scrivere alla segreteria di Agape - Perrero per
Prali {Torino).
CONTEMPLAZIONE
Attraverso il velo denso o sottile
delle forme, o Eterno Signore della
Vita, io vedo Te, manifesto in me
stesso, in tutti gli esseri.
Eppure, nella mia forma apparente, sembro una briciola da nulla, nel
seno di un mondo immenso che, a
sua volta, è un umile granello di materia cosmica, nell’immane concerto
di un Universo infinito.
Come, vasta appare la circostante
pianura, alla pupilla del mio occhio
mortale; come inaccessibili mi sembrano le montagne che dominano le
valli profonde; come alte e libere mi
paiono le nubi sospinte dal vento invisibile che soffia dove vuole!
E al mio sguardo, assetato di luce
e di spazio, come misteriosa è la tenebra, morbida e silente, che fiorisce di vigili stelle!... Eppure dalla
notte nasce il giorno. In verità, la
notte risplende come il giorno; per
chè cc le tenebre e la luce sono tutto
uno per Te ».
Tu vivi in me, ed io vivo in Te!
Ecco perchè io sono innamorato della vita. E amando Te, o invisibile
Fonte, io amo tutte le cose e tutte le
creature. Questa è la mia gioia, anche nel più duro sacrificio. Come il
solitario lago montano accoglie festosamente nel suo seno misterioso e
profondo molti fili d’acqua pura e
spumeggianti torrenti, per dar nascita al grande fiume che corre giulivo verso il mare, cosi accolgo nel
mio cuore l’essenza vitale del tuo
eterno amore, per arricchire il fiume della Vita, che feconda la terra
ed allieta gli uomini.
Calmo e chiaro, come i monti nel
fresco mattino, vuol essere il mio
pensiero nato nel clima vivificante
del tuo Amore.
G. Francesco Peyronel
3
L’ECO DELLE VALU VALDESI
— ì
LA VOCE DELLE CONUMITA
Ê
Luserna S. Giovanni
Un saluto. — Sono riconoscente al Signore di avermi permesso dì ritornare al
paese natio dopo 67 anni (avevo 3 anni
quando lai;ciai San Giovanni) e di aver visitato in parte le Valli, culla dei mìei Padri; ed è con rincrescimento che vedo scoccare l’ora della partenza. Avrei desiderato
visitare piu parrocchie valdesi, il tempo me
l’ha impedito; ora, alla viglia de'la partenza, desidero esprimere nn cordiale saluto e un vivo ringraziamento a tutte le per*
sonc che alle Valli e altrove (come a Venezia), mi hanno accolto fraternamente e
mi hanno dimostrato simpatia che tanto apprezzai. Serberò di tutti un grato ricordo.
Giunga altresì ai Pastori e ai membri di
comunità che non ho potuto raggiungere il
mio saluto che racchiude quello di tutti i
valdesi dell’Uruguay.
Jean Pierre Benech.
Visite. — Siamo grati ai pastori sigg. R.
Nisbet e G. Bertinatti, che hauno presieduto i culti dell’otto e ventidue novembre.
La nostra riconoscenza va pure al candidato
in teologia sig. Perrachon che ci ha rivolto
un interessante messaggio nella Sala Albarin il 19 novembre.
Concerto. — Un interessante Concerto di
musica sacra ha avuto luogo nel tempio, davanti ad un pubblico che avrebbe potuto e
dovuto esser più numeroso. L’organista
prof. F. Rivoire, con la collaborazione di
un affiatato quartetto (G. Albarin, U. Rovara, R. Jalla, L. Long) e due sol'sti (G.
Albarin e R. Jalla) ha svolto un apprezzato
programma di musica classica, accanto alla
quale non ha sfigurato una composizione
del prof. F. Rivoire.
Battesimi. — Nella scuola di Murcious è
stato amministrato il Battes'mo a Gualtiero
Tourn di Attilio e Rivoira Rachele.
Dio benedica genitori e bambino.
Matrimoni. — Il 14 novembre sono state
celebrate, nel nostro tempio, le nozze di
Aldo Monnet e Fernanda Catalin.
Lo stesso giorno, nel tempio di Torre
Pellice, il nostro unionista Pierino Roman
si univa in matrimonio con la signorina
Albarin Erica.
n Signore faccia risplendere la sua luce
sui cammino di questi giovani sposi.
funerali. — L’il novembre la comunità
accompagnava al Campo del Riposo il noslro fratello Giovanni Luigi Malan, dei Pecoul. Quaranta giorni prima egli era stato
vittima di nn incidente stradale; mentre ritornava dal lavoro veniva investito da una
automobile. Prontamente soccorso, ogni cura doveva purtroppo riuscire vana.
Ai familiari ed ai parenti tutti rinnoviamo l’espressione della nostra simpatia cristiana.
Asilo dei Vecchi. E’ in corso di distribuzione la relazione annua dell’Asilo per i
Vecchi Valdesi di Luserna S. Giovanni. Nonostante le notevoli spese straord narie che
il Comitato ha dovuto affron are, l’esercizio non ha chiuso in passivo. Il fatto che
l'Asilo stesso non appartiene alla famiglia
della Ciov, fa sì che gli amici e sostenitori
sono quasi esclusivamente reclutati in seno
alla Comunità di Luserna S. Giovanni, non
i ricoverati però che sono attualmente 19.
La tradizionale colletta dei doni in natura
è in corso nella parrocchia, organizzata come sempre, con lodevole senso di so’idarictà dalla gioventù. Da amici sono giunti
finora i seguenti doni: Alda Toselli Albarin L. l.OOD; Sig. Blanchet 500; Chiesa di
Torre Pellicè 2.500; Lilia Malacrida 2.000;
doti. S. Rocchi LOCO; in memoriam dei
genitori: sorelle Ayassot l.OCO; in memoriam di Maria e Davide Allio 1.000.
Torre Pellice
Con la seconda quindicina di Ottobre e
i primi di Novembre hanno ripreso le attività ecclesiastiche interrotte, come d’abitudine, durante l’estate. Per i piccolissimi si
è riaperta la Scuola Materna sotto la d rezione della Signorina Dora Revel, per i giovani hanno ricominciato la serie delle
sedute le varie Unioni Giovanili, i^ corsi di
catechismo e le Scuole Domenicali ecc.
Particolarmente buona è stata la ripresa
delle Riunioni Quartierali che in sette
quartieri della Parrocchia hanno ricominciato settimanalmente con adunanze ovunque assai ben frequentate. Come nel passato queste riunioni sono presiedute a turno
dal Pastore e da Col.aboratori laici; mentre questi ultimi vi svolgono una sene di
meditazioni bibliche il Pastore ha dato ini;
zio ad un corso di catechismo per adatti
destinato a coltivare nei fedeli una
conoscenza di alcuni punti essenziali e a
fede cristiana.
Per i quartieri del centro cittadino abbiamo sospeso i Culti del Giovedì sera ne
tempio che verranno sostituiti con un programma di riunioni analoghe a quello degli altri quartieri. , . y. n
Il Concistoro ed il gruppo dei Collettori
hanno avuto due importanti riunioni per
dare inizio alla raccolta delle contriouzioni
in modo da rispondere, nella m gl.or misura possibile, alle linee direttive traccile
dal Sinodo. Il Cassiere della Comunità Signor Ferdinando Bounous che svolse la sua
preziosa attività di fedele e preciso Amministratore per tanti anni ha dovuto rassegnare le sue dimissioni a causa dei suoi impegni di lavoro che non gli concedono pm
di risiedere permanentemente in Torre Pellice, il Concistoro e l’Assemblea di Chiesa
gli hanno espresso la loro profonda gratitudine che rinnovano da queste colonne. Il
suo posto è stato preso dal Sig. Gustavo
Bert che ringraziamo sentitamente per aver
accettato con vivo spirito di coLaboraz.one
il faticoso compito.
Argomento di letizia per la Comunità sono stati i vari matrimoni celebrati in queste settimane tra: Rivo ira Aurelio Adolfo
e Bonjour Renata Amalia; Bonnet Mario
Silvio e Mariina Mitzi; Cignoni Marcello e
Coisson Paola; Cesano Giuseppe e Gcymet
àlirella; Morel Oreste e Paria Anna; D’Angelantonio Vincenzo e Pellegrin Clelia;
Morel Carlo Alberto e Mourglia Ivonne;
Eynard Luigi é Cogno Anna; Cesan Carlo
e Cogno Ernestina; Roman Pietro e Albarin Erica.
Su queste coppie di sposi, alcune delle
quali vanno a stabilirsi in altre Comun'tà,
chiediamo a Dio di porre il suggeJo della
sua benedizione.
Purtroppo la Liturgia del dolore e della
separazione ci ha portato a più riprese a
condividere il lutto di varie famigl e della
Chiesa. Abbiamo infatti celebrato nelle ultime settimane i funerali di vari membri
della Chiesa:
Lina Frache Ved. Coisson — Cattre Maria Auguslina Ved. Giaime — Charbonnier
Anna Ved. Nicolet — Malan Davide ■—■ Roland Giovanni Daniele — Maria Bonnet
Ved. Cimbro — Jahier Giovanni Augusto,
pastore Valdese emerito — Nella Tourn in
Geymonat.
Alle famiglie in lutto ripetiamo qui la
espressione della nostra più profonda simpatia cristiana.
I Culti continuano ad essere, ma non
mai abbastanza, il centro spirituale della
vita della Comunità. Buona la partecipazione alla Comunione per la ripresa delle
attività al Culto di Domenica 18 Ottobre.
II Capodistretto Pastore Nisbet ha presieduto il Culto della Domenica 1" Novembre, commemorando la Riforma ed una
breve funzione commemorativa il 4 Novembre, in assenza del Pastore titolare. Lo ringraziamo per la collaborazione particolarmente apprezzata.
Il culto della seconda Domenica di Novembre, in armonia con il pensiero della
Commissione Distrettuale, ha tratto argomento dalla Parola di Dio per una calda
esortazione alla generosità cristiana a favore deil’opera della Chiesa.
Le varie Associazioni di attività ecclesiastica hanno ripreso il loro lavoro : così le
Società Missionarie; la a Enrico Amaudn
per gli uomini valdesi, l’Unione delle Madri e la Società di cucito, quest’ultima decidendo di consacrare il suo lavoro dei primi mesi in modo esclusivo alla beneficenza.
Su tutto questo lavoro iniziato chiediamo
a Dio di porre la sua benedizione per l’edificazione della Comunità ed il bene spirituale e materiale della popolazione di Torre. Y. T.
Villar Pellice
La stagione autunnale, con le sue intemperie, ha mietuto tra noi, come ogni anno,
le sue vittime. Fratelli e sorelle nostri hanno risposto alla chiaaiata suprema ed ogni
volta la chiesa ha rivolto ai partenti il sno
saluto fraterno. 1'.
Cordin Stefano di Stefano di anni 76 (Ucioire). •
Dopo una malattia a decorso rapido ha
chiuso gli occhi mentre più infuriava il
maltempo autunnale talché il feretro dovette esser portato a braccia da Ucioire al
fondo valle con non Jieve abnegazione da
parte dei portatori. Egli, malgrado l’età avanzata, occupava ancora un posto importante nella sua casa dÌ i suoi figliuoli non
possono ora non sentire doloroso il vuoto
che si è fatto al loro Ranco. L’accompagnamento funebre ha avuto luogo il 19 ottobre.
Grand Daniele fu Stefano di anni 74 (Centro).
Custode del tempio di Villar Pellice da
circa tre lustri. Da vario tempo lo tormentavano gli acciacchi della vecchiaia ma non
per questo egli voleva sentir parlare di rinunziare al suo lavoro. Andò alio stabilimento Crumière finché gli fu materialmente possibile e quando dovette interompere il
CONFERENZA DISTREnOAlE
incordiamo che la Conferenza del
/" Distretto si riunirà a Riclaretto,
martedì 8 Dicembre alle ore 9 precise.
In quell’occasione verrà organizzato un servizio di torpedone che
jmrtirà da Bobbio alle ore 7. Chi desidera usufruirne, deve prenotarsi
presso il Pastore Geymet. Sono invitati ad assistere alla Conferenza —
senza voto deliberativo — anche tutti i membri dei Concistori.
Si prega di prenotarsi per il pratizo presso il Pastore Davite.
Il Sovrintendente
suo lavoro, come tanti altri vecchi lavoratori, cadde di schianto. Era benvoluto in
parrocchia, eravamo abituati a vederlo alla
porta del nostro tempio da tanti anni, e la
sua dipartenza offrì l’occasione a commoventi dimostrazioni di solidarietà. Nobili amici lo vegliarono neU’ultime notti e il
Concistoro si assunse l’onere deBe onoranze funebri. Alcuni compagni di lavoro portarono il feretro a braccia fino al cimitero...
Margherita Geymonat in Talmon di anni 75
(Centro).
La sua dipartenza venne preceduta da un
lungo e doloroso periodo di infermità. La
sua casa fu meta per molte settimane dì un
continuo ansioso pellegrinaggio di parenti
e di amici in cerca di notìzie e di opportunità di offrire in modo pratico la loro solidarietà.
L’accompagnamento funebre riuscì particolarmente imponente per il notevole eoncorso dì fratelli in fede e di amici.
Ebbe luogo il 28 ottobre u. s.
Giov. Bonnet di anni 83 (Ciarmis).
Questo nostro . caro fratello, assiduo frequentatore delle riunioni dì preghiera, é
stato chiamato al Rifugio- Re Carlo Alberto
dove si trovava da qualche tempo.
Solo pochi Villaresi ebbero la possibilità
di partecipare all’accompagnamento funebre
ma il buon ricordo ch’egli lascia dietro a
sé é una realtà che oltrepassa di gran lunga
il valore di queste nostre cerimonie convenzionali. Abbiam dato il nostro saluto alle
sue spoglie mortali il 4 nov. u. s.
Al capezzale di ciascuno di questi nostri
dipartiti ci siamo spesso raccolti in preghiere e in supplicazioni a Dio e Dio ogni
volta, pur nelle lotte oscure deU’agonia, ci
mostrò che non é mai invano che viene invocato il suo soccorso.
Alle famiglie in lutto, ancora una volta,
la nostra simpatìa e le nostre intercessioni
presso il divino Consolatore.
Visite.
Domenica 15 nov. la nostra chiesa ha ricevuto la visita dell’Orfanotrofio di Torre
Pellice.
Gran bella giornata!
Scuola domenicale in comune e reciproco
scambio di messaggi.
Impressions d’un voyage en France protestante
Ayant eu, dans ces dernières semaines,
l’occasion d’assister, sur le sol libre et hospitalier de France, à quelques manifestations de la vie de l’Eglise réformée de ce
pays, je pense que quelques unes des impressions reçues au cours de ma randonnée
pourraient intéresser les lecteurs de notre
« Echo ».
Une première invitation m’a proruré la
joie d’assister à Loriol, prés de Valence,
dans la Drôme, à nn des 16 synodes régionaux de l’Eglise réformée de France. Synode correspondant à nos Conférences de
District mais dont chacun réunit environ
65 pasteurs et un nombre égal de délégués
laïques!
Je n’ai ni l’intention ni la possibilité,
ici, d’évoquer par un .compte-rendu complet
toutes les heures bénies vécues à Loriol,
dans l’atmosphère revivifiante d’une franche liberté et d’une lumineuse fraternité
chrétiennes.
UNE EGLISE A L’ECOUTE DE LA VOIX
DE L’ESPRIT.
Mes lecteurs pourront trouver par ailleurs l’indication des principaux points qui
ont retenu l’attention des participants à ce
Synode. Me taisant donc sur des importants débats au sujet, par exemple des^ assistantes de paroisse ou de la grave crise^ financière qui compromet la mission même
de l’Eglise à l’intérieur comme à l’extérieur
et dont on a dit, en France tout comme
chez nous, qu’elle marque la pauvreté de
nos vies spirituelles; ou au sujet d’un projet de nouvelle liturgie du baptême (rapporteur, le pasteur Roland de Pnry, de
Lyon), je n’insisterai ici que sur un point
nouveau pour nous et cependant de toute
actualité. Le synode a suivi avec la plus vive attention et longuement applaudi un
clair et fervent exposé du pasteur Aeschimann sur la préparation pratique des futurs pasteurs. JLe rapporteur a soutenu la
nécessité, pour le futur pasteur, de contacts fréquents et sérieux avec les divers
milieux humains (et pas seulement chrétiens) de son entourage, de façon à ne pas
vivre dans un monde clos et à pouvoir agir
plus efficacément, par la suite, dans une
humanité connue par le dedans. An cours
du débat qui suivit la lecture de ce rapport, plusieurs interlocuteurs demandèrent
que des importantes mesures soient prises
et des contacts établis pour que, dès le
temps de la Faculté, les étudiants soient
préparés à la tâche toujours plus difficile
de pasteur rural qui attend le plus grand
nombre d’entre eux.
Le Synode s’est en suite prononcé favorablement sur l’utilité de stages qui mettent les futurs pasteurs en contact ou à même de partager les problèmes humains inhérents à l’exercice du ministère pastoral, et
a accepté la formation d’une Commission
d’étude des problèmes que pose ce ministère.
Parmi les voeux émis par des délégués et
adoptés par le « Synode d’Alpes-Rhône » le
tout premier pourrait — nous semble-t-il —
être utilement adopté par nos églises: « la
prise de photographies à l’intérieur des
temples, lors de cérémonies re.igienses,
doit être rigoureusement interdite »!
Synode de Loriol (Drôme) 7 novembre 1953
Un voeu a également été accepté, demandant l’étude de la question de l’alcoolisme
en liaison avec le problème du gagne-pain
de nombreux viticulteurs.
UN PAYS OU LIBERTE, EGALITE, FRATERNITE SONT DES PRINCIPES PRÉ
CEPTIFS.
La dernière journée du Synode a été marquée par deux manifestations de caractère
officiel qui seraient du bien nouveau chez
nous et au cours des quelles le synode eut
de très cordiaux contacts avec les autorités
du département.
Ce fut tout d’abord l’accueil à Valence,
par le Préfet de la Drôme, M. Perreau-Pradier, d’une délégation du synode conduite
par le Président régional M. le past. Chapal et le Modérateur du Synode M. le pasteur Guiraud.
Et, peu après, l’arrivée à Loriol du Préfet lui même venu, accompagné par le secrétaire général de la Préfecture et du Maire local, rendre la visite au Synode et participer au dernier repas synodal, servi à
l’hôtel Mathieu.
A l’issue du déjeuner, des propos empreints de la plus parfaite cordialité furent
échangés entre le Modérateur du Synode,
le Maire et le Préfet. Ce dernier dans un
esprit qui fut visiblement apprécié, parla
de « César qui venait vers le synode pour
s’informer, car — dit-il notre souci est
de venir en contact avec les hommes et de
ne pas les voir seulement à travers les dossiers. Le préfet termina en mettant l’accent
sur la portée que peuvent avoir ces rencontres, dans un monde écrasé par la brutalité.
A vouloirs s’enfermer chacun chex soi —
dit-il —• à s’ignorer les uns les antres, personne n’a rien à y gagner ».
UNE COMMUNAUTE’ VIVANTE.
Quelques semaines plus tard, convié par
le pasteur Guyonnaud de Bourgoin-Jailleu,
je présidais, dans cette petite paroisse du
Lyonnais, le culte de la ’’Journée de l’Offrande” (dans la grande salle municipale
des-Conférences qui avait é.é mise à disposition par la Mairie, le temple étant en réparation). Le pasteur avait annoncé, sans
cacher quelque crainte, à ses paroissien (accouru des points plus éloignés, en toute
sorte de voitures et même en tracteur!) que
la cible proposée par la Commission régUr
nale, pour parfaire la cotisation de l’année
52-53, se chiffrait à un supplément de
250.000 Frs. à atteindre avant le 31 décembre!
La journée n’était pas à son terme que
le pasteur devait se reprocher son manque
de confiance... ses paroissiens lui avaient
déjà remis 80.000 frs. et signés des engagements pour autres 125.000 /rs.
Et cette paroisse ne chiffre que 58 ’’membres responsables” ! Parmi ces derniers, les
appartenants à deux familles originaires du
Pomaret et de Pramol, des Costabel (qui
avaient fourni une jeune secrétaire au Siynode) et des Constantin, chez les quels j’ai
vécu des heures bénies.
r. j.
Partecipazione al culto e canto di melodie soavL
Agape modesta a mezzogiorno condita con
la gioia dei fratelli e delle sorelle in Cristo.
Programma pomeridiano nella Sala ddle
Attività dinanzi ad un modesto pubblico vivamente interessato.
Saluti, addii, partenza... Tutte le cose
belle passan presto, ma le benedizioni del
Signore non passano completamente, lasciano sempre un qualche cosa di concreto in
fondo al cuore.
Domenica 22 nov. Riceviamo la vìsita del
Pastore Paolo Bosìo di Torino. Già la sera
precedente, in occasione di una recita dei
giovani, egli ha rivolto loro un messaggio
ed ora ha presieduto la Scuola Domenicale
eppoi un culto recandoci quei messaggi forti ed impressivi che solo posson dare dei
servitori del Signore che han speso tutta
una vita in una predicazione continua instancabile e sempre entusiasta.
Ai cari Ospiti rinnoviamo un grazie sentito a nome di tutta la Comunità Villarese.
Torino
Il numero unico del Piccolo Messaggero
ha lanciato la campagna per L’OFFERTA
DEL CENTENARIO.
Desideriamo far giungere l’appello per
questo dono straordinario, a tutti i Valdesi che hanno appartenuto alla nostra Chiesa e che ora risiedono lontano da Torino.
Se essi non hanno ricevuto il Numero Unico, ce lo chiedano, e sarà loro inviato a
giro di posta.
Come segno di riconoscenza per i benefici
spirituali e temporali che il Signore ha loro concesso mediante l’opera della Chiesa
di Torino, partecipino tutti. Valdesi di Torino, vicini e lontani, a questa gara di generosità, che ha per iscopo il potenziamento dell’opera evangelica, in questa nostra
città e in un lontano campo d’evangelizzazione.
E’ L’ANNO DEL CENTENARIO! TUTTI ALL’OPERA!
Con l’azione buona, con un rinnovato amore per la Chiesa, dimostrato non solo a
parole, ma anche coi fatti, con la preghiera
specialmente, innanzi tutto con la preghiera!
Ferrerò - Maniglia
Dopo la parentesi estiva, è da settimane
che le attività ecclesiastiche sono in piena
ripresa con l’aiuto di Dio e facendo assegnamento sulla collaborazione di tutti. Durante l’estate, per varie ragioni, questa
Chiesa ha avuto il privilegio di udire il
messaggio cristiano porto, per ordine cronologico, dai seguenti predicatori ai quali
rinnoviamo i nostri cordiali ringraziamenti:
Pastore A. Nicod, Maestri E. Avondet e
P. Frache, Stud. in Teol. S. Rostagno,
Pfarrer L. Zeller del Württemberg, Pastore
O. Peyronel, Rag. D. Abate, Pastore F. Davite.
L’amico Rag. D. Abate non ha dimenticato, guidando i pellegrini del Würthemberg
alle Valli, di passare e dì fermarsi a Ferrerò: ci è stata così offerta la gioia di. fraternizzare con quei cari amici e prima e durante e dopo il Culto: il discorso in tedesco di benvenuto è stato loro rivolto dalla
signora Coisson.
Rinnoviamo le nostre condoglianze e la
espressione della nostra simpatia cristiana
alla famiglia dei nostri fratelli Valentina e
Luigi Barus per la dipartenza del papà
Giov. Giacomo Barus dei Chiotti, dipartenza avvenuta a Maniglia dove i funerali
sono stati presieduti dal Pastore F. Davite;
il Pastore locale era in Isvizzera.
Battesimi: Ferruccio e Fiora Ferrerò di
Oreste e di Iris Tron, Balbencia; Enrica
Ferrerò di Attilio e di Margherita Bounous, Cassas; Guido Genre dì Giosuè e di
Albertina Breuza, San Martino; Vilma Renata Ribet di Giovanni e di Ivonne Micol,
Saretto di Maniglia; Franca Gelato di Serafino e di Ines Ferrerò, Pomarat; Luciana
Micol di Guido e di Amilda Giaìchecco,
Lorenzo di Maniglia: Che il Signore benedica quei cari bimbi e le famiglie che essi
sono venuti a raUegrare.
Il Pastore di questa Chiesa è stato chiamato a celebrare matrimoni civili in quelle
viciniori, ma è con dolore che dobbiamo
annotare che da nn anno e più il Registro
dei Matrimoni di questa Parrocchia non è
più stato aperto.
Domenica sera 8 coir, la Compagnia Filodrammatica volante di Vìllar Pellice è
giunta a Ferrerò capitanata naturalmente
dal caro Pastore ed amico Sig. E. Geymet.
Con canti, quadri, dizioni ci è stata data
una potente predicazione, ci è stata offerta
una magnifica indimenticabile serata: rinnoviamo ai giovani ed artisti di Villar PeQìce
ed al loro Pastore nostri vivi ringraziamenti.
L. Coisson.
Non c’è cosa, per facile che sia,
che non sembri difficile quando la
si fà contro voglia.
I familiari della compianta
Nella Geymonat
nata Tourn
commossi per la grande dimostrazione di
affetto tributata alla tanto amata scomparsa, ringraziano tutti coloro che con la loro
presenza, con fiori e scritti vollero unirsi
al loro dolore. Uno speciale ringraziamento
al Dott. De Bettini, al Pastore Ayassot e
Suor Lucetta, per la loro fraterna e amorevole assistenza.
4
4 —
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
SCRIVONO ALL’ECO...
llPiWceelastoris
Il nostro fedele lettore L. A. Vedmal, ci scrive, protestando come al
solito, ma contro il Pellice, questa
volta, il Pellice, tanto per evitare equivoci : il settimanale diretto dal
prof. A, Jalla, non il torrente omonimo. Per ovvie ragioni non possiamo pubblicare tutta questa lettera,
poiché contiene apprezzamenti su argomenti che non sono di nostra competenza; ma su di un punto che ci
interessa direttamente, riteniamo di
dover dare la parola al nostro corrispondente :
...« C’era una volta, non sappiamo
precisamente quando, un giornale
di giovani e per i giovani dal simpatico titolo: 20 Anni; la testata era
però l’unica cosa simpatica del giornale stesso che era, se la memoria
non mi tradisce uno degli organi della Federazione dei Fasci di Combattimento di Torino (credo che si dicesse così). Nel suddetto, ma non sullodato giornale, sempre se ben ricordo, c’era una rubrica settimanale
simpaticamente giovanile, dal titolo
suadente : Botte, botte, sempre botte.
Ogni settimana trafiletti incendiari,
violenti, denunziavano all’opinione
pubblica i vilissimi individui che un
giorno o l’altro avrebbero ricevuto
im sacco ed una sporta di botte, per
imparare a ragionare in modo conforme ai sani principi del Regime.
Fra coloro a cui regolarmente si somministrava, metaforicamente, una
buona razione di botte vi era la perfida Albione, la rammollita Inghilterra, preda sicura delle quadrate
legioni imperiali, poiché, come è noto, ’’Dio stramaledirà l’Inghilterra”.
E se la mia memoria non è troppo
debole, mi pare che si sono perfino
coniati distintivi con quella frase:
« Dio-Stramaledica gli Inglesi ».
Fra i purissimi distributori di botte vi era, se non erriamo, un certo
signore, non ben conosciuto nelle
Valli Valdesi, che si firmava Erasmo
e non dimenticava mai, en passant,
di osservare che gli Inglesi sono protestanti. Non so cosa sia accaduto di
Erasmo. Ma sono stato stupito di osservare che la suddetta grossolana
rubrica è passata nelle colonne dell’ospitale (si dice così?) Pellice. Nel
passaggio ha cambiato di nome ed è
diventata: Giardino del buon gusto!
Proprio così: del buon gusto!
Erasmo ñon c’è più, ma gli è succeduto un « Pompiere a cavallo »
(vedi n. 46 del Pellice, in III pagina: uu bel corsivo che dà il tono a
tutta la pagiua). Molte cose sono
scomparse, 20 anni dopo; ma il veleno è lo stesso, e identico è il lin
Improwisamente è mancato ai suoi cari
a S .Paolo del Brasile
Boero Sereno
Ne danno il triste annunzio: la moglie
Emilia Rosa Brusin ; i figli Arrigo ; Ne lo
con la moglie e bimbi; ?te.la con il mari.o
Lemy Al.oa e bimba, i cognati, le cognate,
nipoti e parenii tutti.
« lo so in chi ho creduto ».
(II. Ep. Timoteo 1: 12).
Coazze, 21 Novembre 1953.
La sorella Lidia ed i nipoti della compianta Prof.ssa
Maria Cimbro Bonnél
desiderano esprimere ancora la loro particolare riconoscenza a quanti con semp icità
di cuore Le furono di aiuto e sollievo nella lunga infermità.
ORECCHI
NASO - GOLA
Don. DANIELE ROCHAT
riceve in Torre Pellice viale
Fuhrman i (presso Dr. Gardiol)
il VENERDÌ’
dalle ore 10 alle 12.
a Torino riceve gli altrigiorni,
dalle ore 14.30 alle 16 in via
Bertkollet, 30 ( OspedaleEvan
gelivo).
guaggio: velenosa deformazione della verità e dei fatti per dare addosso
agli Inglesi, cioè en passant (ma proprio solo... en passant (?) ai protestanti). Scrive infatti nel n. 46 del
Pellice il suddetto « Pompiere a cavallo », tra le altre amenità: « Furono i mercanti di oppio della Compagnia delle Indie, in combutta con i
Missionari protestanti, ad obbligare
i Cinesi, a suon di cannonate e di
nerbate, a consumare l’oppio, diventato un terribile strumento di conquista e civiltà ».
Comprendo perfettamente che un
direttore debba difendere sino alla
morte il diritto del suo prossimo a
dire ciò che gli pare e piace; ma mi
pare che quando « ciò che gli pare
e piace » è cosciente diffamazione,
bisognerebbe almeno metterci una
nota con su scritto: veleno. Anche
per evitare amare contraddizioni:
dover segnalare che il premio Nobel
per la pace è stato attribuito ad un
missionario protestante. La storia,
quella vera, non quella di certa prosa di cronaca nera, ha dato il suo
severo giudizio nella guerra dell’oppio, ma le Missioni protestanti hanno dato alla storia del Cristianesimo
una delle più pure figure di Apostolo e di Missionario... Schweizer ».
L. A. Vaimal.
Fermezza e carità
Dato che il Redattore me lo permette desidero aggiungere alcune
precisazioni a quelle fatte dal Redattore stesso sull’articolo da me
scritto nel numero 22 dell’Eco, intitolato: « Parla una mamma ».
Il bozzetto è stato scritto allo scopo di richiamare l’attenzione sulla
invadenza confessionale nella Scuola
di Stato, invadenza che molti genitori tengono in non cale, e che può
invece danneggiare la nostra inlanzia evangelica; ed anche allo scopo
di aprire gli occhi a certe mamme,
troppo fiduciose, per le quali cc tout
va toujours très bien dans le mcilleur des mondes », salvo poi a piangere, più tardi, nel ritrovare le figlie diverse da quello che credevano.
La madre del bozzetto, di fronte
all’atteggiamento di fermezza e di
fedeltà della figlia, augura urta sola
cosa: che la figlia possa mantenersi
sempre così, schietta e fedele.
Non augura affatto che la figlia
conservi il suo sentimento di corruccio verso l’amica: non le passa neppure per la mente. In altre parole:
la madre s’impegna, appunto, a lottare per un ideale: quello della libertà di coscienza, e non contro qualcuno. Non comprendo come la signora Rochat abbia potuto atiribuir
le questo proposito di animosità. E’
ovvio che vi sarà qualche cosa da
correggere ne’ls dichiarazioni categoriche fatte dalle labbra infautili;
ma non è questo ij momento di farlo. Infatti: se la ùaadre dicesse alla
bimba, già così turbata da quanto è
accaduto in classe : « Un segno della
croce in più o in meno non ha importanza; non devi credere che la
tua anima sia cattiva, perchè tu puoi
essere meno buona di lei, anche se
non hai fatto il segno della croce... »
ecc., il turbamento della bambina
non diventerebbe ancora maggiore?
La questione è seria; perciò la madre, per ora, tace e riflette, cercando di cogliere quello che vi è di veramente buono nella fermezza della
bambina: su questo « buono » converrà lavorare; ma perchè dedurre
che quella madre credente, allorquando parlerà ed agirà, trascurerà
il fondamentale ammaestramento di
amore?
Non vi è motivo, mi pare, di parlare di grettezza d’animo: ben vengano quei genitori evangelici che sentono vivamente la loro responsabilità e sappiano tutelare l’integrità delle fede nei propri figli, e nella sostanza e — perchè no? — nella forcina. Quanti, purtroppo, mandano i
figli nelle scuole dove, non cc la maggioranza », ma la à totalità » appartiene a religione diversa, e non chiedono nemmeno l’esenzione dalle lezioni di religione « perchè è meglio
non farsi notare »; oppure mandano
i figli nelle scuole confessionali e
consigliano loro di « fare tutto, come dice la suora »;
Forse fanno così perchè sono « larghi di idee »? Non lo so. Ma io non
desidero di essere^ « larga di idee »
in questo senso. Ho notato spesso
che, in tema di religione sopratutto, la larghezza d’idee equivale a
non avere nessuna idea, è indifferenza o faciloneria; oppure è mancanza di una base bibblica, che genera
un doloroso spirito di confusione.
Si, il mondo dei bambini è un
mondo lineare fc semplicistico di
« buoni » e di « cattivi », che dovrà
maturare nello spirito di carità : nessuno lo contesta.
Ma un niente basta a spargere confusione in quel mondo limpido e
schietto dell’infanzia; a me sembra
importante di usare prudenza per non
correre il rischio di farcene un mondo incerto e pieno di dubbi, prima
ancora di essere riusciti a seminarvi
alcunché di migliore della limpidità
stessa. Riconfermo che i fatti da me
citati sono realmente accaduti, sia in
scuole di campagna che di città.
Edina Ribet
(Voce)
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Direzione e Redazione: Past. Ermanno
Rostan - Via dei Mille 1 - Pinerolo ■
Telef. 2009.
Pubblicazione autorizzata dal Tribunale di Pinerolo, con decreto del 27Xl-1950.
Tipografia Subalpina 3. o. A.
Torre Pellice (Torino)