1
1
fi
I
ECO
DELLE VAlill VALDESI
BIBLIOTECA
TORBE EELI^aB
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno XCVl - N. 45
Una copia Lire 40
ABBONAMENTI
Eco: L. 2.500 per Tinterno
L. 3.300 per l’estero
Spedizione in abbonamento postale . I Gruppo Hs
Cambio di indirizzo Lire 50
TORRE RELUCE — 18 novembre 1966
Ammin. Claudiana Torre Pellice . C.CJ*. 2-17557
A Firenze, dopo il diluvio
- -______. -----------------'ì
Il Paslnrc Santini ci descrive, l’indumani del cataclisma, il snn drammatico |ira pastorale
La tragica giornata dei 4 novembre
fiorentino chi Tha vissuta non potrà
certo dimenticarla, e non sarà dimenticata anche perchè rientra nel quadro spaventoso di tm principio d’autunno che costa al Paese quanto una
guerra perduta.
La valanga d’acqua ha colto di sor
presa gran parte delle famiglie ed è
cresciuta cosi rapidamente da rendere impo:ssibile ogni tentativo di salvataggio dei beni.
Unico fatto positivo, la giornata festiva che ci ha evitato la perdita di
vite umane che certamente sarebbe
stata enorme se scuole ed uffici fossero stati aperti.
La cronaca, da una finestra qualsia.si della città, è rapida: alle 9,30 vediamo lungo ’ marciapiedi dei rivoli
d’acqua; un quarto d’ora dopo le automobili impazzite sfrangiano sprizzi
d’acqua e cominciano a bloccarsi coi
motori a mollo.
Alle IC la strada è un fiume che
cresce lentamente e porta ogni soria
di detriti
Dai piani inferiori chi può salva
qualcosa e si rifugia in alto, mentre
un cupo silenzio subentra alla bolgia
di rumori di prima: enormi chiazze
di nafta e l’allagato salgono a vista
d’occhio. Un tonfo ed il portone è
scardinato e tutti i locali a terreno
seno invasi, riempiti di mota e di
nafta.
Verso le 6 del □omeriggio tocchiamo
la punta massima con gli oltre 3 metri che corrono velocemente sotto le
finestre e vanno ad incontrarsi con
un altro fiume che viene dalla strada
che fa -angolc; i due fiumi uniti si
ingolferanno neh® stradette medioevah e nei vicoli del centro raggiungendo
1 sei metri di altezza..
Verso le 10 comincia una sarabanda
caotica nel carcere ohe confina col
giardino; solo l’indomani mattina,
con la ricerca affannosa degli evasi,
si saprà d’una fuga in massa di indi
vidui che contribuiranno ad accrescere il caos della situazione.
Verso le li, candela alla mano, osserviamo che due gradini sono stali
lasciati dalle acque; le scale tanians
di nafta, vediamo galleggiare delle supellettili. Fuori il fiume scorre merio
veloce, ma un enorme mezzo anflbL
dei carabinieri tenta inutilmente di
raggiungerci. Riesce soltanto a scotennare con i cingoli tutte le autcmobili
sommerse sulle quali passa.
Verso mezzanotte passo uno ad uno
in rassegna i nomi delle no-stre famiglie e mi segno tutti coloro chi abitano in sottosuoli ed a terreno ; slamo
un’isola tp.gliata fuori da tutti, senza
luce acqua e telefono-, ma ormai è
chiaro che il disastro copre gran psr
te della città. Verso le una e mezzo,
quando il livello è calato di un metro
circa, andiamo sul letto, a pensare
quello che è stato per migliaia di famiglie e quello che dovremo fare domani.
Aopena è giorno siamo alla finestra: scorre un plac’do rusce lo che
lascia libero il groppo della strada.
Ma la strada è disseminata di carcas
se di automobili, con due autccairi
trasportati per diecine di metri e permeati di nafta
Scendiamo sulla strada, e nel -silenzio davvero agghiacciante cominciamo
la conta del nostro piccolo disastro
che si inserisce in quello della città in
agonia. I nostri locali di Via Manzoni,
così, cari a generazioni di credenti,
sono degli encrmi buchi neri deve
tavoli, seggiole, libri e tutto ha fatto
col fango un impasto spettacoloso.
Corriamo alllstitutc Ferretti — è
un modo di dire, perchè si cammina
lentamente col fango che schizza dal>
pertutto — e vediamo il secondo di
sastro : il portone -scardinato a metà,
il sotto-suolo col nuovo impianto di
riscaldamento sommergo, tutto il
pianterreno con i segni dell’acqua oh 3
raggiungono quasi i 3 metri. Anche là
non resta nulla di recuperabile.. Le
bambine hanno avuto una grande,
comprensibile paura, adesso mancairo i viveri oltre a tutti i servizi.
Attraversiamo la piazza, per controllare la prima famiglia; dove bastavano due minuti occorrono ora
venti minuti di equilibrismo, e giungiamo a verificare il terzo disastro.
A questo punto biscia che abbia
un quadro della situazione; im occorre una macchina e comincio col constatare che anche la mia è fuori combattimento. Ma subito ne ho in prestito un’altra, ed inizia la più angosciosa visita pastorale della mia vita.
Solo due giorni dopo ho un bilan
J l past Santini ci dà un primo rapporto sulla situazione fiorentina;
ce lo scriveva a lume di candela. Anche le altre comunità e opere evangeliche della città hanno subito danni
e il Centro Evangelico di Solidarietà
della città rivolge il suo appello soprattutto per aiuti in denaro (versamenti sul c.c.p. 5/20840 intestato a
Leopoldo Sansone, presso Centro Evangelico di Solidarietà, via dei Serragli
n. 49, Firenze). Purtroppo non abbiamo, in questo momento, notizie
precise sulla situazione in altre zone,
in particolare nel Veneto; speriamo
averne presto. La totalità — pensiamo — delle nostre comunità ha dedicato la colletta al culto di domenica 13 ai fratelli nella necessità; altre
offerte continuano a raccogliersi, convogliate tramite la Tavola Valdese, e
dopo i primi invii di generi d’assistenza (automezzi da Roma e da AgapeValli), altri quantitativi si stanno
raccogliendo in vari centri, e saranno
quanto prima consegnati a Firenze e
in quelle altre località dove risulti la
necessità. Quando un membro soffre...
ciò quasi completo, ed è questo: hanno perso totalmente la casa 15 famiglie, 6 hanno subito danni gravi, 15
negozi sono partiti. Un totale di trentuno famiglie colpite drammaticamente è un bilancio pesante per la comunità.
E qui debbo dire che proprio in questa circostanza ho veduto e vedo cose
che commuovono e rivelano qualc.'ysa
che sta ben nascosto in questi fioren, tini così parchi di jippajrj^ep^idL.pie' tà: Si Pérrètti c*è stato un pelìegrinag.
gio: chi isi è preso a casa una o più
bambine, chi ha portato- bidoni d’acoua, chi ha rifornito il pane ed altro
ancora. La casa sconquassata di via
Manzoni ncn è mai stata così visitala; squadre di giovani sono andate e
vanno a pulire le case melmose, porta
no cibi e medicinali nelle famiglie, curano particolarmente le persone ancora asseragliate dal fango e blcc at?
dall’età. Il Ferretti è stato già pulito,
ai aspettano le pompe per liberare i
sottosuoli dal fango dopo che sia s'a
ta tolta l’acqua.
In Via Manzoni si è fatto il possibile ma, per stramba ironia, manca Tac.
qua per concludere le pulizie. Sono sta
ti trovati alloggi per alcune famiglie
e con esisi 1 materassi e le prime s.upp-ellettili.
Domenica scorsa abbiamo avuto il
culto nei Tempio di Via Micheli, l’unico evangelico della città non toccato
dal diluvio. Eravamo un piccolo sr.'gge ancora sotto Fimpressione della catastrofe. Il culto è divenuto una riunione di preghiera e quindi una assemblea : ognuno ha fornito le -sue informazioni, ci siamo divisi i compiti
ed al pomeriggio molti sinistrati so .10
stati visitati.
Siamo stati profondamente toccati
dalla solidarietà delle altre chiese. Fri.
mi sono giunti quelli di Siena con un
carico di viveri ed at^ua, poi quelli di
Terranova. E’ giuntò'quindi l’atto generoso e fraterno c^le chiese di Roma, col caro Fastose Mathieu che è
restato un giorno ftà noi. Egli ci ha
portato un dono delie comunità delle
Valli, ed anche questo ci ha prefonàamente commoBso.
La giunta del Consiglio federale si
è riunita a Firenze sotto la presidenza
del Fastore Mario Ébalfi e riteniamo
che siano state gettàte le basi per un
lavoro co-ordinato e' ràzionale. Anche
questo fatto è un ségno di simpatia
autentica per quen’e4;angelismo fiorentino che oggi è in sctìerenza.
Da altre comunità sono- giunte espressloni di sol iirieta nchie te per
eventuali soccor da mviare da Felonica Po sono giunti con una quantità di viveri ed ii lóro grande cuore.
Da Milano e da Veiona sono anebe
venuti, mentre ai e visite “ono preannunziate. ,
Gli aiuti in g '^n4e quantità s;no
concentrati al Gouidt, che non è stato
toccato dall’inond^one : gu aiuti
minori restano in Vià Manzoni e sono
utilizzati quotidi naSiente dalie squadre ohe compio! o un »erv zio massacrante attraverso la città ancora coperta da fango e letoti e perco rsa da
centinaia di mezzi militari e civili.
Stiamo cercando dei vaccini rapidi
contro le epidemie per difendere àlmeno i centocinauanta alunni della
scuola domenicale. Non abbiamo purtroppo notizie da Empoii e Montevarchi, dove risiedono delle nostre famiglie : da Arezzo-, per la venuta di una
sorella con degli aiuti, sapp-iamo che
tutto è noimale.
” ”Péf “ dare 'ùft quà(Bò piu coihpréto
della situazione degli evangelici a Firenze, segnaliamo che l’Esercito della
Salvezza ha avuto 3/4 dei due stabili
devastati; la Chiesa Metodista ha avuto il pianterreno coperto e l’acqua
per un venti centimetri e oltre al primo piano; la Chiesa dei Fratelli e il
complesso di abitazioni annesso ha
avuto il danno maggiore per l’altezza
delle acque e depositi di fango; la
Chiesa battista aveva l’acqua in chiesa almeno per un metro e mezzo.
Insomma, la nostra Firenze ha avuto una tragica giornata ohe lascerà i
suoi segni chissà per quanto tempo. Fa
la cura dei fanghi, dice la gente. Fa
ben sperare la solidarietà della Nazio
ne e, direi, di ogni Nazione civile. Ma
contiamo soprattutto su questo vec
chio popolo fiorentino mai morto, capace di cominciare a ricostruire la sui
vita senza compatirsi e con una sorta
di allegria violenta e aspra che è uii
poco il suo modo di sfogarsi dei mali
della vita.
La comimità valdese, così, unita ài
credenti dTtalia e di ogni paese, (ab
biamo avuto messaggi da ogni parte),
confida di poter essere solidale con le
famiglie più provate e rendere in questa circostanza una testimonianza va
La seduta inaugurale del Congresso per l'evangelizzazione a Berlino-Ovest,
ai cui lavori hanno partecipato, su invito personale, alcuni italiani : fra loro,
il past. Ermanno Rostan, che riferisce in- terza pagina. — Sul podio della Kongresshalle, il vescovo luterano O. Dibelius porge il saluto ; dietro di luì, gli
ospiti d'onore : ai centro l'imperatore d'Etiopia, Hailé Selassié, alla sua sinistra
il dr. Billy Graham. Sui pannelli, in varie lingue, il motto del Congresso : Un
solo mondo, un solo Evangelo, un'unica missione.
Prospettive del lavoro giovanile
nelle nostre comunità
fida d
iiiiimiiniimimiiiniiiimiiimmm..
fronte alla città.
Luigi Santini
Su quali linee si muoverà l’attività
giovanile nelle nostre comunità?
quali saranno le risultanze pratiche
delle decisioni prese nei congressi
-gìovfmàiì —durante-4’e
state?
Senza ripetere quanto pubblicato
su « Gioventù Evangelica », desumia
mo alcune notizie dalla circolare della ripresa del segretario nazionale
della PUV, che come si sa è il prò
fessor Claudio Tron.
GRUPPI DI SERVIZIO
Rifacendosi a im ordine del giorno
votato dal congresso PUV, ricorda la
necessità di un lavoro impostato se
condo il servizio di gruppi comunitari, che vuole andare al di là del cosiddetto « anno diaconale » — peraltro
efficacemente sperimentato in altro
chiese, in quanto esso « r^hia (fi.
esaurire in un solo anno di attività
il servizio -di cui è capace una persona, che poi torna alla sua vita borghese» — e affemarsi in una misura
più estesa e generale di quel che non
siano i gruppi di servizio in una situazione particolare (Pachino, Riesi,
Palermo, eco.).
Il lavoro a gruppi ha già dato buoni risultati nella linea del colportagslo, e su esso si insisterà con dec.sione. Che non si tratti di una pura
0.ttività pratica e... economica, lo d.mostra raflermazio-ne contenuta nell’ojd.g. congressuale a questo proposito. «Il Cengresso impegna le Unio
iiiiiiiitmiimiiiiiiimiMii
Le Valli, dormitorio della FIAT?
1 Concistori del 1 Distretto si sono riuniti a San Cermano Chisone
per esHminare la 8Ìtu»7,ione pconomico-sociale delle Valli Valdesi
Nella fredda mattinata del 1» no;
vembre u.s., un centinaio di membn
dei concistori delle nostre comunità
delle Valli si riunivano
mano, nell’ampio salone delle attività per affrontare insieme 1 attuale e
S.n facile problema della crisi e^uomico-sociale nel nostro Primo
stretto, crisi causata
la nrecaria situazione in cui soiio
venute a trovarsi ie
presenti nella zona, alcune 4e e qua
li, com’è noto hanno addirittura dovuto chiudere i battenti.
Scopo del convegno era quello di
guardare in faccia la ^
ci siamo venuti a trovare, prenderne
più diretta e consapevole conosceva,
e di conseguenza, cercare insieme qua
li misure fosse possibile prendere per
dare, come singoli credenti e come
comunità, U nostro contributo alla
risoluzione desìi svariati e gravi problemi in cui si trova oggi la nostra pòpolazione.
Non si tratta, è chiaro, di preparare
un progetto « cristano-evangelico » da
porre accanto o al posto dei pregetti
di amministrazioni comunali o provinciali o di iniziative private, bensì
di vedere in che modo, come evangelici, siamo chiamati a testimoniare
della nostra fede e ad annunciare
Gesù Cristo nella particolare situazione in cui ci troviamo.
Il convegno era impostato in modo,
a nostro avviso, molto apprepria/to,
pon una tavola rotonda, composta da
alcune persone con chiara conoscenza
dei problemi, -delle nuove prespetuve
e possibUì sviluppi di esse, seguita dalla libera discussione dell’assemblea,
sulle tracxje d-cUe indicazioni e degli
argomenti sollevati dai relatori. Dobbiamo, tuttavia, subito rilevare ohe.
se la discussione del mattino, abbastanza viva e ricca -di interesse, è rimasta entro i limiti indicati dalla tar
vola rotcmda, approfondendone i temi,
quella del pomeriggio ci è sembrata
abbastanza fiacca e, anzieshè convergere verso il punto d’arrivo di una
qualche decisione di carattere pratico.
Si è ulteriormente allargata, disperden'
dendosi in una serie di interventi che
raramente andavano al -cuore della
questione, con la conseguenza logica
di finire a « coda di pesce », come, purtroppo, spesso avviene in nostre manifestazioni di questo tipo. Le decisioni finali sono state, infatti, generiche,
lasciando in tutti la sensaz one che.
dopo quanto si era venuto dicendo al
mattino, si poteva approdare a qualcosa di più concreto e impegnativo.
Ci limiteremo in queste righe a dare rilievo a quanto affermato dal compónenti ia tavola rotonda e a rilevare
alcuni dei punti sollevati nei dibattito
generale.
La tavola rotonda era così composta: Dr. Cotta Morandini, sindaco di
Torre Fellice; Maestro Raimondo (3en
CONTrNUA
IN SECONDA PAGINA
ni a uno studio critico delle pubblicazioni e al lancio delle novità».
STAMPA
Si riallaccia a quanto dettò sopj-a
la volontà di intensificare l’attiv.tà
editoriale, con i « Quaderni della Gio
ventù Evangelica Italiana», linea di
lavoro interdenominazionale, di cui
avrà la responsabilità particolare il
past. Franco Giampiccoli. È uscito
recentemente, nella serie storica, un
quaderno di A. Molnar su « La prima Riforma », ed esce in questi giorni, a stampa, l’analisi del Concilio
Vaticano II e della sua problematica
teolog.ca ed ecclesiastica, del past.
Paolo Ricca. Altri titoli sono in can
tiere, e questa attività si prospetta
ricca di prospettive. Anche fra i gio
vani un <3erto appetito teolc^ico si
sta progressivamente destando.
LAVORO COMUNE
Siamo cosi, già passati a parlare del
lavoro in comune della gioventù
evangelica italiana. Si raccomanda
di insistere nell’attività comune, do
vunque è già stata avviata, e di ricercarla là dove ancora non è un fatto
regolare: ogni esperienza, ancora empirica. sarà preziosa per il varo della
progettata Federazione della GJl.I.
Ciò significa, dovunque è possibile, la
untflcazioiie dei seggi e un programma preparato ed eseguito in comune.
— Adelfla; il centro giovanile siciliano continua e accentua la sua utile
attività; un’apposita colletta permetterà — si spera — di ampliarne le capacità di ricezione e quindi di azione.
— Le finanze ( ! ) sono state affidate
al sig. Renzo Turinetto, di Torino, Fra
l’altro si cerca di raccogliere un fondo
per la ristampa del richiesto canzoniere unionista, « Cantiamo insieme ».
— Recite; in conformità con le linee della riforma delle Unioni lanciata dal Congresso ’64 e sostanzialmente
ripresa da quello ’66, l’UfHcio reoite
— di cui è responsabile il sig. Faolo
Gardiol, di Luserna S. Giovanni —
non è più una riserva di recite di qualunque tipo, ma intende offrire soltanto più materiale confacente al carattere delle Unioni: «Non pensiamo
che una filodrammatica di credenti
possa portare sulle scene materiale
che si distingua per la sua scarsa serietà ». È ovvio che cesa qui si intenda per serietà.
— Cadetti; questa attività — di cui
è stato affidato il coordinamento al
signor Gianfranco Manfredi, di Milano — è forse la più stenta, attualmente: il problema è allo studio del Comitato Nazionale; è in progetto la
stampa di un quaderno di studi; inoltre «segnaliamo anche a questo nroposìto la Scuola Valdese di economia
domestica di Torre Pellice, ohe sta
sperimentando una nuova formula,
come scuola diaconale ».
— Si sviluppa la pubblicazione (ii
giornaletti locali delle Unioni.
CONTINUA
IN QUAR.TA PAGINA
2
pag. 2
11 novembre 1966 — N. 45
dormitorio della FIAT?
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
re, sindaco di Penero; Avv. Ettore
Bert, consigliere provinciale e presidente del Consiglio di Valle della Val
Penice; Pastore Pierluigi Jalla. Dirigeva la discussione il cap^dijtre.to
pastore Franco Davite.
Il Dr. Cotta prendeva le mosse dalla constatazione che, in molti casi,
la mano d’opera rimasta disoccupata
alla chiusura della Mazzonis, ha trovato abbastanza facilmente urta nuova occupazione, assorbita, specialmente nei suoi elementi più giovani,
fuori zona dalle vicine grandi indù
strie. Seria difficoltà si ha invece fra
40-50enni, non ancora pensionabili
(anche perchè con le norme vigenti,
non vengono loro conteggiati ai fini
della pensione gli anni spesi in servizio militare!!, che difficilmente riescono a trovare una nuova sistema
zione. Nella Val Pellice, vi sarebbero
possibilità di impiego in alcuni labo
ratori (vedi quello installato nei vec
sterni (Torino), col conseguente assorbimento da parte di essi (a Torre
il 33?(, delle persone lavora fuori comune, a Luserna S. Giovanni il 40% ).
Conseguenza ultima : spopolamento
radicale delle Valli con le note conseguenze di ordine spirituale ed ecclesiastico.
Possiamo iirfluire per raodiflcare le
ncco rosee previsioniv Difficile dire
La situazione è estremamente fluida
e in mci\úmento. E’ certo, comunque,
che dobbiamo per quanto ci è possibile essere presenti e partecipi alla
discussione di questi problemi. Due
cose sono particolarmente urgenti:
una chiara presa di coscienza da parte delle comunità e un serio impegno
di organizzazioni collettive, dalle Amministrazioni comunali, ai Consorzi
di Valle, alle comunità stesse.
Ultimo- dei quattro relatori, il pastore Jalla notava come la predicazione dai nostri pulpiti sia molto nella direzione di un largo interesse per
i problemi sociali delle nostre popolazioni, ma troppo spe.sso resta nel va
« dormitorio della Fiat ». Cosa possiamo dire? Il pastore Jalla sintetizza
va in quattro punti il suo pensiero:
1) Difendere la libertà del credente
(libertà di emigrare o di scegliere un
lavoro in loco). Necessità, quindi di
avere nella n-ostra zona piccole industrie e altre valide fonti di lavoro,
che permettano una scelta a ciascuno, non obbligandoli, come ora avviene, a fare i « pendolari », o a stabilirsi nel luogo di lavoro, onde evitare
lunghi e faticosi spostamenti; 2) Esprimere la propria solidarietà nelle
situazioni più difficili (per. es. in oc
casione della occupazione delle miniere nel gennaio scorso), con aiuti
concreti; 3) Affermare con chiarezza
la dignità del figlio di Dio di fronte
alle potenze di questo mondo (sottolineando che le potenze -non sono cose o esseri astratti e indefinibili, ma
persone e situazioni ben chiare, col
loro nome e cognome e le loro responsabilità); 4)' Proclamare l’indipendenza della Chiesa (e questo possono farlo in modo particolare, i pa
La tavola rotonda
sulla situazione delle Valli
1 partecipanti alla tavola rotonda di S. Germano Chisone sulla situazione economica e sociale nelle Valli Vaidesi; da sinistra^ Vavv. E- Bert^ consigliere provinciale e
presidente del Consiglio della Val Pellice, Vins. R. Genre,
sindaco di Ferrerò, il past. F. Davite, presidente della
Commissione del I Distretto, Vavv. Cotta Morandini, sindaco di Torre Pellice, il past. P. L. Jalla; parla Vavv.
Borgarello, di S. Germano, membro del nerrcostituito comitato d’informazione e coordinamento designato dalla
Commissione Distrettuale.
chi locali della Mazzonis), ma pochi
possono essere assunti a causa della
mancanza di una preparazione adeguata al nuovo tipo di lavoro.
Diventa grave, pertanto, il problema dei «pendolari» (oltre 1000 neila
valle), per i quali si prevede la s.'.s^eniazione definitiva fuori zona, se non
sarà loro offerta ima qualche valida
alternativa di lavoro in loco, con tut
te le conseguenze doletene facilmente intuibili nelle nostre vallate: spopolamento, abbandono delFagricoltura, già abbastanza trascurata oggi,
ecc. Tentativi sono stati fatti per cercare di attrarre piccole e medie industrie nella zona, specialmente industrie tessili per le quali già esiste una
mano d'opera specializzata. Per altre industrie occorre naturaimente
istituire, parallelamente alla costruzione delle fabbriche, una serie di
corsi di preparazione e di specializzazione per gii operai.
Il maestro Genre, parlando della
situazione nella Val Germaaasca, poneva anzitutto in risalto il notevole
divario di condizioni economiche esistente fra le famiglie della zona. Alcuni vivono in condizioni veramente
miserevoli, e pochi addirittura della
carità dei vicini. La situazione celle
industrie permane grave, se si tien
conto che l’industria mineraria è m
crisi e che il cotonifìcio Val Susa e
la Riv hanno dovuto procedere a una
riduzione del personale. Poche sono
le speranze di veder sorgere nella zona nuove industrie, anche per la
mancanza di mano d’opera specializzata. D’altra parte l’agricoltura, da
sola, non offre più un reddito sufficiente e rartigianato è del tutto assente dalla zona. L’agricoltura potrebbe sempre più trasformarsi in allevamento del bestiame, ma anche
qui le difficoltà non sono poche, essendo indispensabile, prima di ogni
altra cosa, procedere a un radicale
risanamento del patrimonio zootecnico, affetto per la maggior parte da
brucellosi e tbc. Il turismo, sebbene
non possa garantire uh pieno impie
gc. perchè a carattere stagionale, ri'chiederebbe nuovi impianti, la pronta creazione di tutte le infrastrutture necessarie a rendere possibile una
maggiore valorizzazione della vallata
(acqua, luce, fognature, strade ecc.).
La situazione deH’istruzione è discreta, sebbene si vedrebbe volentieri la creazione di una scuola alberghiera, in vista del possibile sviluppo
turistico.
Molto grave, invece, la situazione
sanitaria, particolarmente a causa
della silicosi dei minatori (una sessantina di pensionati nella sola Frali), che, talvolta, ha ripercussioni (ii
carattere ereditario (vedi diffuso eti
iismo).
L’.Avv. Bert, ha fatto il punto sulla situazione generale, facendo no
tare come ci troviamo ad essere in
un delicjato momento di transizione,
in cui le decisioni vengono prese dal
l’esterno della nostra zona, senza possibilità di un nostro intervento diretto. Il problema è dunque di yed-re
in ohe modo è per noi pKOssibile influenzare certe scelte che si stanno
prendendo in questo periodo di tempo
Il quadro generale della situazione
è il seguente: agricoltura sempre me
no rilevante e assai spesso divenuta
attività collaterale e complementare;
abbandono delle industrie tradizionali (tessili); turismo fin'ora di importanza nettamente secondaria. Conseguenze di ciò ; il fenomeno dei « pendolari » e la dipendenza da centri e
go e non suscita un impegno concre
to. In alcuni vi è forse una Conscia
o inccnscia prevenzione verso il fatto industriale. Ora, va anzitutto chia
rito che i fatti industriali in sè e per
se sono del tutto neutrali; neutrale
Invece non può essere il nostro atteggia,rnento di fronte ad essi, la testimonianza che siamo chiamati a rendere neirindu:tria come dovunque.
La scelta responsabile si ha nel modo in cui i fatti industriali vengono
usati.
Le Valli rischiano oggi, col fenome
no della «pendolarità» di essere il
Ricordando
Una cara amica e collega ci ha lasciate. Di quanto amore e riconoscenza fosse circondata la nostra cara
Emilia Jahier lo abbiamo tutti sentito al suo funerale. Erano tutte presenti le donne della cara comunità di
Luserna S. Giovanni, verso le quali
maggiormente si era rivolta l’attività
di Emilia; un folto gruppo della
Chiesa di Villar Pellice, e tanti altri
venuti un po’ da tutte le parti, tutti
accomunati nello stesso sentimento:
esprimere in qualche maniera, con la
propria presenza la simpatia alla famiglia e la riconoscenza per quanto
Emilia, con la parola, con la partecipazione profonda ai problemi di
ognuno, con la sua fede semplice e
luminosa aveva operato. Infatti ognune avrebbe certo potuto ricordare di
avere ricevuto qualcosa di particolare
da Lei.
Io risalivo indietro col pensiero di
parecchi anni quando guardavo affascinata Emilia prepararsi ad affrontare la sua vita pastorale. Il suo viso
così radioso rifletteva una gioia così
profonda e serena! E con quanto entusiasmo ha affrontato la sua prima
esperienza all’Isola d’Elba, a Rio Marina (e non era l’isola turistica dei
nostri giorni!) E di quale benedizione e cenforto è stata la sua permanenza là! Ancora oggi con quanto
calere isolano i riomarinesi che l’hanno concsciuta parlano della «buona
e cara signora Jahier!».
Più tardi, durante il periodo della
guerra, a Villar Pellice, con quanta
profonda comprensione Emilia ha
saputo essere sempre vicina a chi
maggiormente soffriva, partecipava
al dolore di ognuno e sapeva infondere coraggio e speranza. È perchè la
sua vita era permeata dalla certezza
viva che Cristo è Amore, che anche
In quei momenti nei quali la realtà
era quanto mai dura e rivoltante Emilia poteva dire, la mano nella mano,
a chi soffriva per separazioni crudeli : « ...al di sopra di ogni cosa Cristo regna. Cristo è Amore ».
E l’ultima volta che ho avuto il
piacere di chiacchierare con Lei al
pranzo del 17 Febbraio, in mezzo ai
nostri cari « sangianins », il male già
minava il suo organismo, con quanto
amore seguiva con gli occhi le valdesine intente .al servizio c con quanto affetto parlava di ognuno dei presenti... « io, diceva, purtroppo, non
posso più andare in nessun posto, ma
li seguo tutti con il pensiero, li ho
tutti dentro dt me!...».
Cesi è passata Emilia in mezzo a
noi : piena di comprensione, di amore
e di carità verso tutti, fedele al suo
Signore che ha servito con umiltà
fino all’ultimo giorno.
stori, che sono liberi da legami con
organizzazioni e che sono quindi più
disponibili per questa testimonianza
nel mondo)
Terminando Jalla proponeva alcune concrete linee direttive da seguire: 1) Una conoscenza documentata
e precisa dei fatti; 2) Prendere le decisioni in comune; 3) Svolgere una
azione coordinata, servendosi di una
apposita commissione, o gruppo di
lavoro, composto da persone particolarmente competenti e già impegnate
in questo tipo di lavoro.
Iniziava a questo punto la discus
sione generale, di cui segnaliamo alcuni elementi nuovi, non ancora trattati dai precedenti interlocutori. Il
pastore G. Bouchard osservava come
spesso i nostri lavoratori non trovino
appoggio per risolvere alcuni problemi pratici, ma molto importanti per
la loro vita, come quello delle pensioni, e metteva in rilievo il fatto che
oggi vi è assai più denaro di quel che
vi fosse un tempo, ma un’energica
azione della Chiesa sarebbe necessaria per insegnare ai nostri fedeli un
più serio e cristiano impiego di esso.
Alla domanda di G. Ribet (sindaco
di San Germano) circa la possibilità
di una migliore organizzazione del
trasporto dei « pendolari » il Dr. Cotta rispondeva che il problema non è
COSI semplice come può sembrare a
prima vista: si tratta, infatti, di una
questione di costi, dal mcnopclio delle concessioni, del numero degli operai e della questione dei turni. Alcuni
interventi sottolineavano la provvisorietà della situazione dei pendolari
(E. Micol) e della conseguente necessità della creazione di nuovi posti di
lavoro nelle Valli (Avv. Borgarello E Micol - E. A. Beux).
La discussione deU’ultima parte
della mattinata e del pomeriggio si
accentrava, particolarmente, sulla
proposta concreta del pastore Jalla
di creare una commissione che tenesse informate continuamente le comunità, facendo di volta in volta il
punto sulla situazione e facesse, in
certo qual modo, da portavoce delle
comunità di fronte alle autorità locali e provinciali, portando avanti il
peso di un’opinione pubblica matura
e cosciente.
La proposta trovava larghi consensi e, dopo svariati interventi, si demandava. l’onere di questo compito
alla Commissione Distrettuale, la
quale, di volta in volta, si consulterà
con tutte le,persone cempetenti che
già sono al lavoro in questo campo
nella nostra zona e ne terrà informate le comunità.
Se le conclusioni non sono state
forse quelle che la ricca discussione
del mattino lasciava sperare, resta,
tuttavia, in tutti, una più chiara coscenza della delicata situazione in
cui ci troviamo e l’appsllo ad un impegno vocazionale più serio e cosciente come singoli e come comunità.
Ancora una volta è necessario sottolineare come la Chiesa sia chiamata
a una testimonianza fatta non solo
di parole, ma di fede vissuta nei problemi vivi e preoccupanti del nostro
tempo. Marco Ayassot
Jahier Vidossich
Mentre eravamo tutti riuniti nella
tristezza deU’ultimo saluto a questa
creatura buona e cara a ognuno, ohe
ii Signore aveva mandato in mezzo a
noi, ancora una, volta la voce calda
di Emilia mi raggiungeva in usa frase piena di fiducioso abbandono nel
suo Signore, che più di una volta in
circostanze diverse l’avevo udita pronunciare : « ...ma il Signore sa che ne
ho bisogno ! ... ».
Sì, il Signore sa di quale consolazione particolare l’animo nostro ha
bisogno nel momento della prova.
L. D.
Il tempio di San Gievanni era gremito di persone giovedì pomeriggio
3 novembre per il servizio funebre di
Emilia Jahier.
C’erano accanto a tutti i familiari,
gli amici, i membri della comunità di
San Giovanni e di altre comunità,
molte sorelle, quelle stesse che la nostra cara aveva amato e confortato
tante volte con il suo buon sorriso ed
il suo caldo affetto, c’erano le sue colleghe, tutte quelle che avevano potuto recarvisi.
E ci stringevamo l’un raltro in quella giornata fredda e grigia, in un medesimo sentimento di tristezza profonda, quale ci assale allorquando ci
dobbiamo separare da qualcuno ohe
abbiamo molto amato.
Ma mentre ascoltavamo le parole
del pastore Soramani, il saluto riconoscente da narte di un membro del
Concistoro, la preghiera del pastore
Tourn, e la dolce e consolante melodia dell’inno « Gesù l’amico supremo
è ognora. Oh quale amor! » suonato
all’or^no mentre la salma usciva dal
tempio, accanto alla tristezza c’erano
A. I. C. E.
L’annuale Convegno autunnale avrà luogo
domenica 27 novembre p. v.. a Pomaretto
(Cappella Valdese di Porosa Argentina,
g. c.), con il seguente orario:
ore 10,30: Culto nella Cappella di Porosa Argentina;
ore 12,3^0 Pranzo in comune;
ore 14,30: Tema del Convegno: eli
problema della scuola integrata, ossia le attività del tempo libero ». 11 tema sarà svolto
sotto forma di brevi interventi con lo scopo
di chiarire tutte le implìcanz^e, teoriche e pratiche, del problema. Ricordiamo che il tema
è stato scelto sia per venire incontro ai candidati per i prossimi concorsi magistrali che
per suggerire qualche idea per rinnovare la
scuola delJ’obbligo. Sui vari argomenti interverranno specialisti e competenti nei diversi
settori. Il C. N. delVA.LC.E.
A VVISO
E'
uscito Í
PAOLO RICCA
Il Cattolicesimo del Concilio
■ Un giudizio protestante sul
Concilio Vaticano II
Quaderni delia G.E.I.
Pagg. 130, L. 600; pre.sso la Claudiana
e le librerie evangeliche.
NOTIZIARIO DEGLI ISTITUTI
OSPITALIERI VALDESI
in nei anche ura profonda pace ed
una profonda riccncscenza.
Pace perchè sapevamo che Gesù
era stato veramente l’amico supremo
della nostra sorella e l’aveva confortata e sorretta sempre; riconoscenza
perchè il Signore aveva dato a noi di
incontrare in lei uno di quei veri figlioli di Dio che camminano in tutta
la loro vita, nei momenti chiari ed in
quelli oscuri, con profonda umiltà e
serena fiducia nelle vie sempre buone,
anche se imperscrutabili, del Signore.
Adesso Emilia Jahier ha finito la
sua corsa, ha serbato la sua lede fino
all’ultimo, è entrata nel suo riposo.
Noi dobbiamo ancora continuare il
nostro cammino quaggiù: ci conceda
Iddio di serbare, nel nostro cuore, la
fede fino alla fine come la nostra
sorella. Elsa Rostan
Fiori in meraoria
di Mario Jahier
Alice e Flora Tourn, per TOrfanotrofio
Femminile di Torre Pellice, L. 5.000; Coniugi Barbiani, per l’Orfanotrofio Maschile di
Pomaretto, L. 2.000.
di Emilia Jahier Vidossich
Alice e Flora Tourn, per l’Orfanotrofio
Femminile di Torre Pellice, L. 5.000; un
gruppo di Colleghe, per il Giardino d’infanzia valdese di L. S. Giovanni, L. 50.000; Gino
e Giorgina Jahier, per il Collegio, L. 50.000,
per il Giardino d’infanzia valdese di Luserna
S. Giovanni, L. 50.000; il marito, i figli e
famiglie, per i fratelli alluvionati delle comunità valdesi, L. 100.000.
iimuiiiiiiiiiiiiriiiiMiimiiuii'iiiiKiiiiiiiiiiiiitiuiiiiiiuimiuiiiiiimiiiuuii
PERSONAL!A
Il 6 u.s. è mancata, a Messina, la
Prof. Alma Ohilcsi, sorella della Signora Colucci direttrice di Villa Olanda. Il servizio funebre è stato celebrato lunedì 14 nel tempio di Torre
Pellice e la salma è stata tumulata
nella tomba di famiglia. Partecipiamo con viva simpatia al lutto dei familiari e alla loro ferma speranza.
In seguito a richiesta urgente delle
Chiese riformate in Australia, si prega di fare sapere il nome e, se possibile, l’indirizzo, di Evangelici italiani
emigrati in Australia. Indirizzare le
comunicazioni al Pastore Pierluigi
Jalla, S. Germano Chisone (Torino).
Congedo da un’opera
All'inizio di novembre, la signorina
Edith Coisson ha lasciato TOrfanotrofio Femminile di Torre Pellice, dopo
avere dedicato in quell’opera un lungo periodo della sua vita.
La sig.na Coisson è stata al servizio
della Chiesa Valdese conipiendo nel
TOrfanotrofio un benedetto lavoro,
certamente non senza difficoltà so
prattutto negli anni di guerra e nel
Timmediato dopo, che non ha avuto
InteTruzione nei suoi 27 anni di fedele
servizio.
È questo un esempio da additare
alla Chiesa come apostolato laico attivo a testimoniare la presenza della
Chiesa nel campo sociale ed educa
tivo ohe ha un’importanza determi
nante nella formazione delle giovani
Nel cengedarsi dalla C.I.O.V., la si
gnorina Coisson ricorda la chiama a
del Signore che le aveva affidato quei
compito e ohe l’ha aiutata a compier
lo. E nel lungo periodo di non facile
lavoro si è sentita tanto felice. Non
si limità però a dire ciò che per i..
fu Tattività nelTOrfanotrofìo. ma involge il suo pensiero alle sue con 1
ratrici rimaste nell’Istituto, con i a:,
gurio che colei che prenderà un g
no il suo posto senta nel suo c
la voce di Colui che ha detto; « (ajueiio
che avete fatto ad uno di que“ti p
coli fanciulli Tavete fatto a Me ».
La Commissione degli Istituti Osr)::
talleri Valdesi attraverso queste c r
Icnne desidera, ancora una volta, attestare la riconcscenza della Chie'Ji
Valdese alla signorina Edith Coisscn
che, con spirito missionario, anin;
sereno e umile dedizione ha svoit: ,
per lungo tempo, un lavoro i cui fru ti non mancheranno a testim: niare
di una vita ben sp'sa al servizio del
Signore.
SuirOrfanotrgfio
di Pomaretto
Nel numero 42 de « L’Eco-Lucs » de'
28 ottobre u.s., l’estensore delTarticolo; «Un focolare protestante» ’ancia un appello in favore del Convitto
Orfanotrofio.
A tale proposito la Commissione dògli Istituti Ospitalieri Valdesi vuoi ;
chiarire agli amici e sostenitori ó.Oi’Orfanotrofio Maschile di Pomaretn!
che, nè la Tavola Valdese, nè ii
C.I.O.V., hanno inteso di sopprimer
TOrfanotrofio sorto nel 1938 coni '
opera della Chiesa Valdese e che
Cav. A. Gabella, nei 1942, ed il geon.
G. Gönnet, in tempi più recenti voi
lerer rinnovare.
Dalla sua fondazione in poi l’Isti
tuto ha compiuto la sua opera soc
correndo, in momenti particolarmen
te difficili per la vita delle nostre Vaili, numerosi bambini e andando incontro a situazioni sociali difficili e tutti
trovarono nelTOrfanotrofio il focolare più adatto per. la loro formazione.
Non vi fu interruzione nemmeno
negli anni tristi e penosi dell’ultimo
conflitto e, con rinnovate forze, con
tinuò la sua attività nelTimmediato
dopoguerra. Anzi, nel 1950 tese la sua
fraterna mane al Convitto che, con la
riapertura della Scucia Latina, riprendeva a funzion-are dopo lungo
tempo e con uno sviluppo imprevedibile.
La decisione dulia pirezione (Jel
Convitto di Pomaretto di eseguire indilazionabili e straordinari lavori nello stabile, ove, al primo piano, aveva
sede TOrfanotrofio, consigliava la Tavola Valdese, d’accordo con la CIOV,
di affidare temporaneamente i suoi
18 bambini alla gestione del Convitto
nelTimpossibilità di trovare una nuova e immediata sede all’Istituto.
La Commissione degli Istituti Ospitalieri desidera portare a conoscenza
degli amici e sostenitori il comune
impegno della Tavola e della CIOV
di ricoslituire, in una sua sede oropria, TOrfanotrofio Maschile e perciò
rammenta che le offerte devolute alTOrfanotrofio di Pomar.?tto alimenteranno il fondo occorrente per la sua
nuova casa.
Nei mentre ricorda tutte le persone che diressero, con vera consacrazione, l’OrfanotrofìD e quelle altre che
vi prestarono l’opera come vigilatrici.
cuoche ecc., e le ringrazia, rivolge ai
suoi benefattori un caldo ringraziamento per Taiute che continueranno
a offrire per affrettare la ripresa dell'Orfanotrofio Maschile in una nuova
sede. per la CIOV
prof. A. Armand Hugon
Presidente
3
N. 45 — 18 novembre 1S68
pag. 3
LA GRANDE MISSIONE DELLA CHIESA
Un congresso mondiale a Berlino
Berlino, la grande città divisa in
due settori da un muro insormontabile, ha ospitato per dieci giorni il
Congresso mondiale sulla Evangelizi;azione. Ho avuto il privilegio di par- ■
teciparvi, insieme a più di mille delegati provenienti da oltre cento nazioni; non esito a dire che quell’esperienza mi ha fatto del bene, nel senso
cristiano di questo termine, perchè
oltre agli studi, agli incontri, ai culti
in comune, mi ha dato la possibilità
di vivere per qualche temco in una
atmosfera profondamente sensibile alresigenza evangelistica, dove tutti si
sentivano impegnati in un’opera che
continua ad avere un carattere di priorità nella comunità dei credenti in
risposta aH’ordine del Maestro : « Andate per tutto il mondo e predicate
revangelo ad ogni creatura ».
Non si è trattato di un Congresso di
Chiese o di delegati di Chiese, anche
se i partecipanti provenivano da denominazioni diverse; Chiese tradizionali, giovani chiese, opere missionarie,
movimenti giovanili. Esercito della
Salvezza, Pentecostali ed altre denominazioni ancora. Numerosi gli Africani, gli Asiatici, gli Indonesiani, i
Sud-Americe,ni, anche se gli Anglosassoni, specialmente Nord-Americani,
. facevano sentire il loro peso. L’assemblea era costituita da più di mille
membri effettivi, tutti invitati dal Comitato esecutivo: quasi trecento' osservatori e rappresentanti della stampa mondiale occupavano il settore che
era loro riservato nel vasto e moderno
edifìcio della « Kongresshalle », dona
to dopo la guerra alla città di Berlino.
Il Congresso si è svolto in occasione del decennale della rivista teodogica « Christianity Today » che ha raggiunto la cifra di quasi 250.000 abbonati. L’evangelista Billy Graham, reduce dalle campagne evangellstiche
tenute in estate in Gran Bretagna e
recentemente a Berlino davanti a migliaia e migliaia di persone, ha avuto
una parte notevole nello svolgimento
del Congresso, sp>ecialmente con i suoi
forti messaggi all’apertura ed alla
chiusura dei lavori. L’assemblea esprimeva una linea teologica ohe non tutti si sentono di condividere nel vasto
mcndo ecumenico, tanto riguardo al
a cura di Ermanno Rostan
contenuto quanto al metodo di studio e di lavoro. Tuttavia, l’insistenza
con cui la Parola di Dio è stata posta
ai centro delle nostre riflessioni e dei
nostri studi, l’urgenza di una chiara
predicazione apostolica nel mondo
moderno, la necessità che la nostra
vita come la nostra testimonianza siano permeate dalla preghiera e dall’opera dello Spirito Santo, la visione
di un mondo che cammina nelle tene^
bre finché non è raggiunto dalla luce
della fede in Cristo, hanno determinato un vivo senso di unità cristiana
e di impegno evangelistico. Il documento conclusivo del Congresso, votato airunanimità da tutti i partecipanti, riflette in modo assai evidente
i sentimenti dell’assemblea di Berlino; i lettori potranno prenderne conoscenza in questa stessa pagina del
giornale.
LA SEDUTA INAUGURALE
La seduta inaugurale del Congresso
è stata caratterizzata da tre messaggi.
Nel porgere i suoi saluti all’assemblea, l’evangelista Billy Graham diceva : « Sono convinto che Dio si compiace quando uomini di ogni cultura
e di ogni razza si riuniscono insieme
nel Suo nome. A Gerusalemme, quando si formò la Chiesa, c’erano uomini
di provenienza e cultura diverse, ma
tutti furono testimoni con i Icro occhi
della Pentecoste con le sue potenti
manifestazioni. Chiedo a Dio che accada qualcosa di simile pure a Berlino.
Non siamo qui per organizzare un
nuovo movimento; siamo qui per domandare a Dio di riaccendere la fiamma del risveglio e dell’evangelismo
nella Chiesa sparsa in tutto il mondo.
Questo fuoco spirituale potrebbe trasformare il Congresso, in un’assemblea simile a quella che si tenne a
Edimburgo nel 1910, caratterizzata da
un profondo spirito missionario. Ab
biamo bisogno di comprendere meglio il mondo in cui lavoriamo. Ci
vuole maggiore unità fra gli operai
nel campo della evangelizzazione. Ci
occorre un più grande dinamismo.
Non abbiam bisogno di nuove organizzazioni e di nuovi movimenti. Non
abbiam bisogno di un nuovo messag
glo. Abbiam bisogno ohe Dio ci largisca in più gran misura ima forza
sovrannaturale per evangelizzare la
nostra generazione. Oggi, se la Chiesa
cristiana potesse ardere d’entusiasmo
per l’Evangelo di Cristo e se si consacrasse più interamente al Cristo
con una passione irresistibile per le
mcltitudini che vivono lontano da Cristo, noi potremmo cambiare il mondo.
In molte sfere oggi la Chiesa ha una
passione addirittura violenta per l’unità; tuttavia essa ha dimenticato l’ortìine di Cristo che la chiama ad evangelizzare ».
Nella vasta sala del Congresso sfilavano le rappresentanze dei vari paesi,
ciascuna con la sua bandiera. Il vescovo protestante Dibelius porgeva i
saluti aH’assemblea, depo aver scritto
le seguenti parole nella prefazione al
11 documento conclusivo del congresso
ÜD solo mondo,
solo Evangelo, un’unica missione
Noi tutti, provenienti tla 100 nazioni diverse per partecipare al
Congresso mondiale sulla evangelizzazione, riuniti a Berlino nel nome di Gesù Cristo, proclamiamo in questo giorno la nostra ferma
determinazione a realizzare la suprema missione della Chiesa.
Per amor dei nostri simili sparsi in ogni luogo e per i quali il
nostro Salvatore diede la Sua vita, promettiamo con rinnovato zelo
e fedeltà di rec.ar loro la buona notizia della grazia salutare di Dio ad
uri’umanità peccatrice e perduta; a questo scopo ci riconsaoriamo
dinanzi al Sovrano dell’universo ed al risorto Signore della Chiesa.
Ci avviamo verso Pultima parte del ventesimo secolo con una fiducia più grande che mai nell’Iddio dei nostri padri il quale si rivela
nella creazione, nel giudizio e nella redenzione. Nel Suo nome ci rivogliamo agli uomini ed alle nazioni del mondo affinchè si ravvedano
e compiano o]>ere di giustizia.
Come discepoli e operai cristiani riuniti in un’assemblea evangelic.a ed ecumeni'ca, inv'itiamo cordialmente tutti i credenti in Cristo
ad unirsi nella comune missione di recare la Parola della salvezza ad
un’umaniià spiritualmente ribelle e moralmente nel caos. La nostra
méta è niente meno che l’evangelizzazione della razza umana in questa
■mneraziorte. con tutti i mezzi che Dio ha largito alPintelligenza ed
alla volontà degli uomini.
U N S O L O M ONDO
Riconosciamo gli insuccessi di molti di noi nel parlare dell’unità
della razza umana con sufficiente chiarezza e forza, sul fondamento
ilella Bibbia.
^ell’umanità creata da Dio tutti gli uomini sono uniti. Lo sono
nel loro comune bisogno di redenzione divina ed a tutti la salvezza è
offerta in Gesù Cristo. Tutti gli uomini si trovano sotto la stessa condanna divina e tutti debbono esser giustificati dinanzi a Dio nello stesso modo: per fede in Cristo, Signore di tutti e Salvatore di tutti quelli che confidano in Lui. Pertanto quelli che sono « in Cristo » possono
riconoscere che non v’è distinzione di razza o di colore, come pure
non vi sono limitazioni procedenti dall’orgoglio umano e da pregiudizi, tanto nella comunione di coloro che sono già credenti quanto
nell’annunzio dell’Lv.angelo di Gesù Cristo ad ogni creatura.
Rifiutiamo l’idea di una disuguaglianza fra gli uomini motivata
da distinzioni di razza o di colore. Nel nome della Scrittur.a e di Gesù
Cristo condanniamo il razzismo dovunque esso si manifesti. Invochiamo perdono per i peccati che abbiamo commesso rifiutando-ci di riconoscere chiaramente il comandamento di Dio secondo cui dobbiamo
amare i nostri simili con un amore che trascende ogni barriera umana ed ogni umano pregiudizio. Con l’aiuto della grazia divina intendiamo sradicare dalle nostre vite e dalla nostra testimonianza tutto
ciò che, nelle nostre relazioni reciproche, è contrario alla volontà di
Dio. Ci diamo l’un l’altro la mano in uno spirito di amore e quelle
stesse mani raggiungono in preghiera gli uomini dovunque si trovino
affinchè il Principe della pace possa presto unire 1 umanità così gravemente divisa.
V N SOLO EVANGELO
Affermiamo che l’Evangelo della redenzione procede innanzi tutto
da Dio, non dall’uomo; la volontà e l’opera di Dio per la salvezza del
mondo sono da noi annunziate in quanto proclamiamo la Parola di
Dio, che è parola di salvezza. Siamo persuasi' che oggi ancora, come
al tempo della Riforma, il popolo di Dio è chiamato a porre la Parola
di Dio al di sopra di quella dell’uomo. Ci rallegriamo perchè verità
della Bibbia non è scossa da umane speculazioni; essa rimane 1 eterna
rivelazione di Dio e della Sua volontà per l’umanità. Respingiamo ogni
teologia ed ogni critica che rifiutino di sottoporsi alla divina autorità
della Sacra Scrittura ed ogni tradizionalismo che indebolisce quella
autorità con ulteriori aggiunte alla Parola di Dio.
La Bibbia dichiara che l’Evangelo da noi ricevuto, nel quale stiamo saldi e per cui siamo salvati è questo : « Cristo è morto per i nostri peccati, secondo le Scritture; fu seppellito; risuscitò il terzo giorno, secondo le Scritture y> (I Cor. 15: 3-4). Evangelizzare significa
L’evangelista Billy Gru
ham parla all’apertura
del Congresso; « Siamo
qui per domandare a
Dio di riaccendere la
fiamma del risveglio e
dello slancio evangelistico nella Chiesa sparsa
nel mondo ». -
In alto : la vasta assemblea riunita nella Kniigresshalle di Berlinn.
Ovest; in fondo, il pub
blico e la stampa; in
alto le cabine degli interpreti per le traduzioni simultanee.
proclamare l’Evangelo di Cristo crocifisso e risorto, unico Redentore
degli uomini, secondo le Scritture, con il proposito di persuadere i
peccatori condannati e perduti a mettere la loro fiducia in Dio e ad
accettare Cristo come Salvatore mediante la potenza dello Spirito Santo, per servire Cristo in ogni vocazione e nella comunione della Chiesa, in attesa della Sua nuova apparizione nella gloria.
UNA SOLA MISSIONE
Il nostro Signore Gesù Cristo, al quale è data ogni autorità in cielo e sulla terra, non ci ha soltanto chiamati a Lui; ci ha anche mandati nel mondo per essere Suoi testimoni. Per la potenza del suo Spirito Egli ci ordina di proclamare a tutti gli uomini l’Evangelo della
Salvezza mediante la Sua morte espiatrice e la Sua resurrezione. Ci
manda in mezzo agli uomini per invitarli a diventare Suoi discepoli
nel pentimento e con la fede; per battezzarli nella eomunione della
Sua chiesa e per insegnar loro tutte le cose ehe Egli ci ha annunziato.
Di fronte a questo grande mandato confessiamo la nostra debolezza e la nostra inadeguatezza; tuttavia ci riconsacriamo al nostro
Signore ed alla Sua causa. Sapendo che il ministero della riconciliazione è affidato a tutti noi, cerchiamo di arruolare ogni credente
e di stringere insieme tutti i cristiani in vista di una effettiva testimonianza nel mondo. Vogliamo condividere con altri quel che abbiamo udito, quel che abbiamo veduto con gli occhi della fede, quel
che abbiamo sperimentato nella nostra vita personale. Supplichiamo la Chiesa universale di voler ubbidire all’ordine divino per permeare, sfidare, e confrontare il mondo con le dichiarazioni e le esigenze di Gesù Cristo.
Non tutti quelli che ascoltano l’Evangelo lo riceveranno; tuttavia abbiamo la responsabilità di operare in modo che ad ogni creatura umana venga offerta l’opportunità di prendere oggi, nel nostro
tempo, una decisione per Cristo. Fiduciosi nella forza e nella guida del
Signore, prendiamo sulle nostre spalle questa responsabilità.
Infine, esprimiamo la nostra riconoscenza all’evangelista Billy
Graham per la sua visione di un Congresso Mondiale sulla Evangelizzazione. Siamo anche grati alla rivista Christianity Today che ha
tradotto la visione in realtà. Mentre torniamo ai nostri campi di lavoro per Cristo promettiamo di pregare gli uni per gli altri; ed estendiamo il nostro amore cristiano a tutto il vasto mondo degli uoiivni
nel nome immacolato del nostro Salvatore.
(Questo documento è stato preparato dal Comitato Esecutivo del Congresso di
Berlino ed è stato approvato dall’Assemblea il 4 Novembre 1966. La traduzione segue assai letteralmente il testo inglese, per amor di precisione, anche se alcune frasi
in un testo italiano avrebbero dovuto rivestire una torma leggermente diversa, e. r.).
l’edizione tedesca del libro di Billy
GraJiam ; « Il mondo in fiamme » :
« L’uomo di oggi, il quale dubita ed a
mala pena sa se possiede un’opinione
sua propria, sta cercando una sicurezza da parte dell’Evangelo; la sicurezza che l’Evangelo risponde a tutti
i problemi ed a tutte le domande.
Dobbiamo rendere all’uomo di oggi
questo servizio. Billy Graham è in
grado di far ciò».
Poi l’assemblea ascoltava il messaggio dell’Imperatore d’Etiopia, Haile
Selassie I, intervenuto per poche ore
al Congresso. Ricordiamo alcune sue
parole soltanto : « Nei nostri tempi,
molte cose pubblicate o trasmesse
dalla radio attraggono l’attenzione e
lo spirito degli uomini. Molte nuove
idee si diffondono mediante uomini
di cultura e molte nuove invenzioni
rendono la vita più confortevole. La
conoscenza si accresce in modo meraviglioso. Tutto ciò è buono, magnifico
e degno di lode. Ma quale sarà la fine
di tutto ciò? Dobbiamo vigilare affinchè i risultati raggiunti daH’umanità
non abbiano lo stesso destino della
torre di Babele. Còme si le^e nella
Scrittura : « La sapienza di questo
mondo è pazzia presso Dio» ed ancora ; « L’Eterno' conosce i pensieri delTuomo, sa che sono vanità ». La Chiesa cristiana, specialmente i suoi conduttori, hanno una grande responsa
bilità. Per quanto savio e potente possa essere un uemo, egli è simile ad
una nave senza timone se è senza
Dio. Una nave senza timone è alla
mercè delle onde e del vento, va alla
deriva e quando viene un turbine di
vento si sfascia contro gli scogli e sì
rovina,. Crediamo fermamente che
un’anima senza Cristo non vada incontro ad un migliore destino ».
Infine, il Dr. Cari P. H. Henry, direttore di « Christianity Today », rievocava i preparativi del Congresso
durati ben tre anni: un lungo tempo
di lavoro, di organizzazione e di preghiera. In quanto « evangelicals »,
egli aggiungeva, « costituiamo un
gruppo straordinariamente vario » (Il
termine « evangelicals » qualifica tutto un settore del mondo protestate
nord-americano in opposizione ai liberali ; non si può impiegare la stessa
parola con lo stesso significato teologico in tutti i paesi). « Accettiamoci gli uni gli altri come credenti giustificati, non glorificati, sapendo che conosciamo solo in- parte,
eppur rallegrandoci del fatto che
conosciamo Gesù Cristo è siamo
illuminati dalla Sua parola, capace di
correggerci. Mettiamo in comune
umilmente e sinceramente le nostre
più profonde convinzioni e cerchiamo
insieme la potenza di Dio e la mente
di Cristo, con il dono dello Spirito
Santo in mezzo a noi. Ci conceda Iddio una visione, una strategia, la forza di cui abbiamo bisogno per entrare in quest’ultima parte del secolo
ventesimo. E possa il tema centrale
del nostro Congresso « Un solo mondo, un solo Evangelo, una sola missione » indicarci la via verso un nuovo
giorno per l’evangelizzazione del
mondo ».
LA CELEBRAZIONE
DELLA RIFORMA
Pur essendo un incontro ecumenico,'
per la varietà dei delegati, molte persone erano assenti. Mancavano i rappresentanti dell’Europa Orientale, ad
eccezione di quelli della Jugoslavia.
Gli ambienti ecumenici di Ginevra
non erano rappresentati; ho sentito
dire ohe era presente uno dei membri del Dipartimento della Evangelizzazione del Consiglio Ecumenico, ma
non se sono sicuro. C’erano alcuni
osservatori cattolici romani del NordAmerica.
Il programma delle giornate era assai intenso; nella mattinata, dalle 9
alle 12,30 studi biblici e su temi evangelistici in assemblea plenaria, poi
studi e discussioni in sezioni particolari. La sera, dalle 19,30 alle 22; situazioni dei singoli paesi rappresentati e conferenza. Ho parlato una sera
insieme con i rappresentanti dei Paesi Latini per riferire sul Protestantesimo in Italia. Nel pomeriggio c’era
sempre qualche impegno speciale; ho
partecipato ad una riunione con i delegati dì lingua francese diretti dal
Fast. Jean Paul Benoit; un’altra volta sono stato intervistato da uri’agenzia nord americana sul Concilio 'Vaticano II e la situazione italiana. Era
CONTINUA
IN QUARTA PAGINA
4
pag. 4
Fra "vecchio" e "nuovo", i giovani
Convegno delle U.G.V. delle Valli ad Agape - Tema: ia riforma delle Unioni
18 novembre 1966 — N. 43
Anche alle Valli è arrivata, in alcuni giovani, un’ondata di inquietudine
e di fermento, perciò ci sembra ohe la
situazione di perpetua crisi in cui si
trovano le Unioni, debba trovare una
soluzione non in una riforma di
strutture organizzative, ma in un ripensamento sulla ragioitó di vita delle unioni stesse. Ecco perchè il Comitato di gruppo ha indetto questo
convele
Costi il 1" novembre Agape, in pieno
assetto invernale, ha aocqlto un gruppo di giovani delle Valli per discutere
e cercare delle soluzioni ai nostri problemi, nonché per eleggere il Comitato di gruppo. L’argomento era evidentemente sentito ,perchè, nonostante il
brutto tempo e le mancate vacanze
di sabato, il numero dei partecipanti
era soddisfacente, benché purtroppo
non tutte le unioni fossero rappresentate.
n convegno ha avuto inizio con la
esposizione e la discussione delle re- ‘
lazioni delle Unioni presenti. Abbiamo potuto vedere, cosli, in concreto
le linee di imixjstazione e di lavoro
dell’anno pacato e quelle in progetto
per l’anno in corso. Il quadro di insieme è molto vario: c’è chi segue
ancora, per esigenze sociali, il vecchio
tipo; chi, dopo aver sperimentate
nuove forze di impegno concreto, non
è riuscito a continuare su questa via
e si trova in orisi; ohi, più cautamente si trova in uno stadio di passaggio
fra vecchio e nuovo; e infine chi sostiene che è meglio continuare sul
vecchio schema e procedere per gradi,
insistendo per adesso su ima coiio
scenza pura e semplice della Bibbia.
Ma vi domanderete: ohe vuol dire
«vecchio»? E «nuovo»? Eccovi q^
la spiegazione. La posizione tradizionale si potrebbe così riassumere: associazione nell’ambiito della chiesa,
che ha la funzione di tenere i giovani
in un sano ambiente morale e, se è
possibile, di inculcare loro qualche
nozione in più di quelle che hanno
frettolosamente imparato e subito dimenticato, negli anni di catechismo.
La nuova vorrebbe, invece, essere la
espressione di una parte della chiesa,
che prende coscienza della sua ignoranza riguardo alle Sacre diritture,
si mette a studiarle, cerca idi realiz
Culto radio
Domenica 20 Novembre
Pastore EMIDIO SANTILLI
Genova
Domenica 27 novembre
Past. Alfredo SCORSONELLI
Genova
zare uno spirito comunitario e di mettersi al servizio della chiesa e del
mondo. Il passaggio non è facile e
quando si giunge al dunque, cioè ai
fatti, non è tutto così chiaro come
sembra a parole.
Ma ritorniamo al nostro convegno.
L’impostazione delle unioni, ohe era
stata oggetto di idiscussicni abbastanza vivaci la sera del primo giorno, è
stata chiarificata dagli studi, tenuti il
mattino sedente dai pastori Franco
Giampiccoli e Giorgio Toum. Siamo
partiti dall’analisi di un aiticelo di
Marco Rostan, apparso su « Gioventù
Evangelica», che aveva provocato un
vivace dibattito sul tema : « La riforma nelle unioni». Risultava ohe c’è
un problema fondamentale, ohe sta
alla base della crisi delle unioni, come
delle chiese: cioè che noi tutti facciamo ima divisione fra la vita di ogni
giorno e quella spirituale. Molti membri di chiesa finiscono col limitarsi
ad ima onestà individuale e ad accettare un quadro ecclesiastico formale.
Ma questo spirito di consacrazione è
molto lontano dal compito che Gesù
ha affidato alla sua chiesa: se essa
non è fedele a questo cempitó di testimone e annunziatrice dell’Evangelo,
non ha ragione nè iiossibilità di vita
e così pure le unioni.
Quindi mi pare molto giusto ohe si
voglia suddividere il lavoro delle
Unioni in due parti:
Di giovanissimi (16-20 anni) impegnati in un lavoro di studio per
comprendere bene il messaggio, del
l’Evangelo e prepararsi a portare la
loro testimonianza nei mondo (ciò
non esclude piccoli impegni come
cantare ai Rifugi, visitare le x>ersone
anziane o malati portando loro un
piccolo messaggio, eoe.);
2) i meno giovani (dai 20 in poi)
impegnati neiristruzione dei più giovani e in gruppi di servizio (es. grup
pi di giovani che lavorano negli isti;
tuti durante le vacanze o per perìodi
più lunghi, oppure impegnati m lavori jjer la chiesa o 'di testimonianza
fuori della chiesa).
Questi gruppi che lavorano m una
linea precisa dovrebbero poter re^
listare una vita o uno spirito comunitario, il che sembra un’esigenza anche del mondo moderno. .
Bisogna che le unioni camminino
in tre direzioni:
1) Prendere un maggiore contatto
con i membri delle proprie chiese,
partecipare alle assemblee, essere promotori di una nijova vita, ma sen^
procurare una rottura che li isolerebbe dalle comunità e renderebbe nulle
le loro inteiKioni.
2) Cercare di aiutare le proprie
comunità a superare la m^talità
p>àrrooehiale e le piccole individuali
contese, e sentirsi tutti fratelli impegnati in una vita cristiana fatta di
iiiiMiimiiiiimniiKiiiimi
mmiMiiiiiHiiiimiiiiiiimiii
Un congresso mondiale a Berlino
____T-k*<^TXTA A »-»«fri/-»«! eTr£3Yìf mlOTrOTÌ/N Hovci.nt.i a
SEGUE DALLA TERZA PAGINA
presente anche un osservatpre cattolico romano. __
11 Congresso di Berlino ha celebrato con particolare impegno la domenica della Riforma, il 30 novembre.
Sobrio, energico, biblico, il messapo
del luterano Hoffmann, un Pastore
degli Stati Uniti ben noto per le sue
predicazioni alla radio. Un
esposto sull’opera dello Spinto nel
lilw degli Atti degli Apostoli. Tra
molte altre cose adeguate alla circostanza, egli trovò modo di dire amhe
oneste: « Ci vuole ogni specie <h gente
per proclamare l’Evang^o. Cerano
Pietro, Paolo e Filippo. Ciascuno di
loro aveva la sua propna Personalità.
Nessuno avrebbe potuto confonderli.
Ma c’erano anche tante altre m<weste persone, comprese le donne», irei
l’oratore aggiunse: «Tutti erano cuvS tftii avevano un messaggio
da dire, un messaggio rriei umto pri
ma in quella forma: Gesù è il Cristo.
Si veSne, visse e mori. Nessuno ouò
negarlo. Risuscitò dai rnorti esd è il
Signore. Ravvedetevi e predate ^
l’Evangelo. C’è un tempo ed l^ii ^sto
per o^i cosa : per le grandi campagne evangelistiche e per la testimo
niarza personale. Lo Spirito operar'^c
nella Chiesa per mezzo del i»polo ai
Dio non canonizza un metodo particolare piuttosto che l’^'^'^ro. Vuole mP
tanto che Cristo sia proclamato. Non
dobbiamo dare l’impr^ione
te che vogliamo convincerla a credere
in noi invece che in Oris^. Se Pr^'
chiamo noi stessi, lo Spirito si allontana da noi. Se proclamiamo Cristo,
lo Spirito è all’opera ». Poi, fra gli ap
piatii dell’ assemblea, apungev^
« Lo Spirito non ci permette ^ cano
nizzare noi stessi ed i nostn piani i»r
revangelizzazione del mondo. Egli na
i suol piani e rifiuta di essere condizionato dalle nostre preferenze e dai
nostri pregiudizi, dai nostri progetti o
dai nostri piani organizzativi. Egli
compie l’opera a Suo tempo, nel Suo
modo, secondo la Sua volontà. Non
possiamo metterci sulla via dello Spirito per modificarne la direzione ».
Poco dopo, nella stessa mattinata,
uscivamo d^la Kongresshalle ® gli
autobus ci trasportavano sulla Wittenberg Platz. Le bandiere delle cento
_ più nazioni sventolavano davanti a
migliaia di berlinesi. Poi eccoci in sfilata, nazione per nazione, sulla grande
via che conduce nel centro della città,
davanti alle rovine della Kaiser Wilhelm Kirche, in fondo al vasto e moderno Kurfiirstendamm, uno dei grandi corsi di West Berlin. I berlinesi
applaudono e sono commossi. La bandiera italiana è portata dal Past. Miiazzo di Firenze ; l’insegna « Italia » è
portata dal Brigadiere d’Angelo dell’Esercito della Salvezza. Sono le 11
del mattino e fa freddo. Davanti ad
una folla di migliaia di persone s’alza il vescovo Dibelius per ricordare
l’evento della Riforma Protestante.
Segue il messaggio di Billy Graham:
un richiamo alla Riforma, un appello alla fede in Cristo oggi, in xm tempo decisivo per il mondo. Nella grande piazza s’alzano le note di « Forte
rocca è il nostro Dio » cantato dall’assemblea con l'aiuto di ima fanfara.
Poi il vescovo di Berlino, Dr. Kurt
Scharf, termina con la benedizione.
Una cerimonia sobria e solenne, vissuta nella fede e nella comunione dei
credenti in Cristo, d’ogni popolo e
d’ogni nazione. A Dio solo la gloria!
» * *
Dovrei dire molte altre cose, ma
ora debbo fermarmi. Spero di riprendere questo tema in una prossima occasione. Tanto il Congresso di Berlino quanto il mio articolo susciteranno qua e là critiche e riserve. È naturale ohe esse vengano fatte, tanto più
se si hanno punti di vista diversi sul
problema sempre vivo della evangelizzazione. Il Congresso non ha canonizzato nessun metodo, neppure quello
di Billy Graham. Ha invece sottolineato con energia l’attualità e l’urgenza di una predicazione evangelistica e
di una testimonianza evangelistica
chiara, aderente al contenuto della
predicazione apostolica, non ostacolata da filosofie o da ideologie terrene Un messaggio che sia la buona novella della salvezza ad un mondo che
si .perde. Una parola significativa e rilevante per l’uomo del nostro tempo.
Un apptello al pentimento ed alla
fede, nà contesto dei problemi sociali e politici in cui deve attuarsi la nostra testimonianza.
Anche la nostra Chiesa ha bisogno
di questo messaggio, oggi.
Ermanno Rostan
collaborazione e di comprensione.
3) Avere un serio, impegno cristiano.
Bisogna cercare di raggruppare coloro che sono viventi ed impegnati
nella chiesa, vecchi e giovani, perchè
insieme possano conoscersi ed aiutarsi, discutendo i loro problemi e mettendo insieme le loro esperienze. Per
fare tutto questo si deve prima di tutto imparare a dare tutto quello che
possiamo agli altri, come Gesù ha
dato tutto se stesso a noi.
La discussione che è seguita, prima
per gruppi, poi generale, è stata vivar
ce, ma, poiché tutti erano d’accordo
su ciò che era stato detto, essa si è
soffermata su punti particolari come
il problema delle contribuzioni e dei
vari sistemi usati dalle chiese per ricavare del denaro (v. lotterie, bazar,
ecc.). Un altro problema molto importante, che si era già discusso in
parte il giorno prima con le relazioni,
era il colportaggio. Non tutte le unioni hanno ottenuto un esito positivo
da onesto impegno, soprattutto per
impreparazione e forse anche perchè
alcuni non sentivano questo tipo di
servizio. Molte unioni hanno' affermar
to di non voler più impegnarsi nel
colportaggio, ma, vistane l’utilità (risveglio nel popolo valdese dell’interesse per la lettura, che spinge a porsi dei problemi — introiti per la Olaudiana), si è proposto che coloro che
hanno interesse per la cosa si riuniscano, si preparino, discutano e vadano per le comunità.
Il convegno si è concluso il pomeriggio della domenica. Abbiamo discusso sulle funzioni del Comitato di
gruppo, terminando con le elezioni.
Sono stati eletti: Giorgio Tourn, capogruppo ; Enrico Rostan, Giorgio
Gardiol, Aldo Ferrerò, Mario Berruti,
Marcella Bonjour, Ade Malan.
Adesso speriamo di riuscire ad essere coerenti in quanto abbiamo approvato durante il nostro convegno.
L. S.
TORRE PELLICE
La così detta « ripresa delle attività » si
è manifestata quest’anno non priva di un
certo slancio ed entusiasmo e di alcune novità.
Cominciando dal settore deiristruzioree religiosa, abbiamo rinnovato con facilità i quadri delle direttrici e dei monitori delle cinque Scuole Domenicali e degli insegnanti di
religione nella Scuola Media statale. Inoltre
per la Scuola domenicale dei più grandi, organizzata a gruppi, abbiamo chiesto di poterci
servire dei locali del Collegio che ci sono
stati gentilmente concessi. Al Collegio hanno
trovato posto anche tre classi di catechismo
che possono cosi svolgere in modo più efficace il loro lavoro che non nei locali piuttosto disadatti dove si riunivano prima. Vogliamo qui esprimere la riconoscenza del Concistoro ai Presidi per questa possibilità che ci
hanno dato.
Nel campo giovanile possiamo dire che
VUnione del Centro e ripartita piena di entusiasmo nell’impostazione già data l’anno
passato : approfondimento della presa di coscienza della propria vocazione cristiana ed
impegno di servizio nel quadro di un lavoro
di gruppo; attività attuata o in via di attuazione : istituzione borsa di studio, impegno assistenziale, collaborazione alla segreteria della
parrocchia (circolari, corrispondenza, schedario), riunioni quartierali. Una piccola rivoluzione si è manifestata nelle prime sedute,
piuttosto vivaci, dove non è stato più eletto
un « seggio » ma sei « commissioni di lavoro ». Una novità: « Il Cannibalino »: il giornalino dell’Unione. h'Unione dei Coppieri è
anche in fase evolutiva e lascia bene a sperare : in essa si cerca di intensificare gli impegni di carattere sociale già esistenti mentre
si sta chiarificando l’impostazione di fondo
dell’unione stessa. Pensiamo che avremo anche qui un anno decisamente positivo.
Il Concistoro ha indetto una prima riunione in comune con tutti coloro che hanno
delle responsabilità particolari nella vita della
chiesa (Direttrici di Scuole Domenicali, Presidenti delle varie Associazioni, catechisti, responsabili della Corale, ecc.). Si è parlato in
questa riunione delle Assemblee di Chiesa.
Come primo risultato abbiamo avuto poco
tempo dopo un'Assemblea di Chiesa più numerosa del solito.
Questa Assemblea ha preso la decisione di
iniziare l’attuazione del progetto del « Centro comunitario » di cui si parla da molto
tempo. Si tratta anzitutto di rendere l’attuale « Casa Unionista » più efficiente : per
far questo bisogna liberarla dal vincolo dell’Asilo Infantile, al quale peraltro la Comunità tiene molto in quanto espressione del
suo impegno sociale in Torre Pellice. Si è
giunti cosi alla decisione di costruire un Asilo nuovo, indipendente che risponda alle esigenze odierne.
La Società Enrico Arnaud ha formulato un
programma sulla linea di quello dell’anno
passato che aveva ottenuto un vivo interesse.
La Società di cucito che ha cambiato il suo
quadro direttivo (è stato nominato un comitato di sette persone la cui presidente è la
Sig.ra Bice Long) sta preoccupandosi della
assistenza per il prossimo Natale.
La Corale si sta rinnovando con elementi
giovanili che danno bene a sperare per il suo
futuro lavoro.
Tutti i settori della Chiesa sono ora impegnati nell'opera di solidarietà fraterna verso
le Comunità degli Istituti evangelici fiorentini.
In questi ultimi tempi abbiamo avuto molte famiglie colpite da lutti : possano sentirsi
circondate dalla fraternità di tutta la Comunità. F. S.
Il centro evangelico di S. Fedele Intelvi
Inaugurato sotto la neve
Intra, la prossima primavera.
Il giorno dopo, 1» novembre... nevicava! Ciò nonostante una folla di
circa 150 partecipanti, è intervenuta
al convegno proveniente dai Grigioni
(Valli di Pcsohiavo e Bregaglia), dal
Ticino (Chiasso e Lugano) e dalle
Chiese di Bergamo, Brescia, Cerno,,
Intra, ispra-Varese e Milano.
Nel culto di apertura, Giorgio Bouchard ha portato im moderno ed incisivo messaggio che ha impostato
Chiaramente il tema della giornata;
Giorgio Tourn lo ha poi presentato
nella sua conferenza: «La nuova riforma: verso una Chiesa per gli altri ». Non è stata una semplice relazione, ma un appello vivacissimo ai
credenti e alle comunità per ascoltare
la vocazione che il Signore ci rivolge
nel nostro tempo. Un’epoca si è chiusa, una nuova apoca si sta aprendo:
in questa situazione fluida, la Chiesa
vive con disagio. Avendo perso tutte
le sicurezze che un tempo le venivano date, è alla ricerca di una nuova
forma che possa esprimere concretamente la presenza di Cristo nel mondo d’oggi. Quali sono queste nuove
forme? Questa è la domanda drammatica che ci sta di fronte e che lascia
la chiesa in uno stato d’insoddisfazione e nello stesso tempo la spinge verso una ricerca seria che non tralasci
di esprimere l’amore e la solidarietà
di Cristo con tutto questo mondo in
distretta mediante atti ed impegni
concreti, da parte dei credenti.
La discussione pomeridiana è stata
molto vivace e concreta; ed è stata
anche estremamente stimolante per
la linea d’azione che il Centro stesso
si è prefisso. È infatti nel quadre di
questa impostazione essenziale ner le
nostre comunità oggi, che consideriamo ancora gli altri problemi celiaterali che servono a completare il centro nella sua funzionalità: i locali
avranno ancora bisogno di alcune modifiche e rifiniture, rarredamento va
completato; ci sarebbe la possibilità di
allargare la vista sulla valle con l'acquiisto di un terremo adiacente al nostro : e infine si spera di poter rei ' aurore, nel modo più economico e semplice il tempietto, che dopo quello di
Bergamo è il tempio evangelico oìù
antico e più armonico della Lorn’eardia. Thomas e Maria Soggi.»!
Il 1» novembre sono stati presentati
i nuovi lavori compiuti al Centro
Evangelico di San Fedele Intelvi durante la scorsa primavera-estate.
Febbrili preparativi hanno preceduto quella giornaca: idraulici, elettricisti, pittori, manovali, squadre di pulizia, tutti volontari, si sono alternati
in campi volanti per gli ultimi ritocchi e messa a punto di tutto il Centro.
Proprio il 30 ottobre, la sera verso le
22,30 gli idraulici ci hanno fatto gustare il dolce calduccio che per la
prima volta emanavano i termosifoni.
Il Centro è costituito da una sala
con annessa grande cucina e da sette
stanze con 28 posti letto più 7 letti
di emergenza per un totale di 35 posti; le stanze hanno da due a sei letti,
dando la possibilità massima di disposizione per gruppi familiari, per coniugi soli o per gruppi di ragazze e
ragazzi.
Il Centro, sfruttando i vecchi locali
della piccola casa pastorale annessa
alla Chiesa, o costruendone dei nuovi
a fianco, è stato creato soprattutto
per le Chiese Evangeliche della Lombardia, del Ticino e dei Grigioni essendo situato al centro geografico di
queste regioni. Esso vuole essere un
centro di rinnovamento di queste comunità e di ripensamento delle, vocazione ricevuta senza tendere ad un
esteso raggio d’azione come altre
opere in Italia già fanno, ma rimanendo nel campo concreto della Zona
dove è situato; zona che per la sua
configurazione geografica e per la sua
popolazione evangelica ha un carattere internazionale (gli Svizzeri del Ticino e Grigioni e gli Olandesi e Tedeschi della Comunità ecumenica di
lapra-Varese e quelli di Milano, oltre
alle Chiese di lingua italiana).
In questa linea si è svolto il convegno giovanile che ha preceduto, la
sera del 31 ottobre, il giorno della presentazione' è stata studiata la possibilità della creazione di un organismo giovanile interdenominazionale
lombardo la cui formazione ed il cui
campo d’azione verranno concretati
al convegno interdenominazionale di
iiiiiiiiiiiiiiiimiJimiiKimiuimiiiiiiiiimiiiii
imiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiii
iiiiimiMiiiiiMii
Prospettive del lavoro
giovauiie
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
Re,<5. al Tribunale di Pinero]«
n. 17.3, 8-7-1960
Tip. Subalpina s.p.a, - Torre Pellice iTo)
— Dati gli impegni di lavoro « secolare » ( ! ) ael nuovo segretario FUV,
egli potrà tenere in modo regolare
rapporti di presenza diretta solo con
le Valli; per le altre zone, attraverso
la corrispondenza — salvo qualche visita in occasioni particolari — e del
resto questa attività di contatto e collegamento è affidata collegialmente al
C.N., costituito, oltre che da C. Tron,
da Eugenio Rivoir, Franco Giampiccoli, Giorgio Bcuchard, Renzo Turinetto.
— Si continua a studiare il progetto di un pastorato per i giovani, alle
Valli, sul quale l’ultimo Sinodo non si
è sentito di prendere, anc:ra, una decisione.
— Pure 'allo studio, la revisione dello Statuto FUV e il problema della
confermazione.
— Immigrati : « Si invitano i capigruppo e le unioni a tener presente la
possibilità di testimonianza e di annuncio a questa popolazione, avviandosi a un lavoro di studio e di informazione, in vista di un intervento diretto... varrebbe la pena che im’unione « bruciasse » un intero anno di attL
vità occupandosi solo di questo, se ne
cessario, ma uscendo alla fine dell’anno con proposte concrete ».
— Mostre di evangelizzazione : « In
occasione di contatti ecumenici o di
conferenze speciali o nel quadro della norma,le presenza missionaria nelle
nostre città le unioni potrebbero allestire una mostra che documenti la
storia della presenza in quella chiesa
o zona; raccogliendo dichiarazioni,
documenti, fotografie, testi, ecc.; magari tenendo il tempio aperto ai visitatori, con un servizio di spiegazione
da parte degli unionisti; preoccupandosi che le esposizicni storiche non
assumano, per le chiese e per i visitatori, carattere di commemorazione
esaltante la semplice tradizione protestante. Si suggerisce pure l’uso, già
adottato da alcuni, di una bacheca
fuori del tempio, con esposizione e
giornale murale. Lucca potrebbe parlare di Diodati, Catanzaro di Gangale
e di Doxa, Ivrea dei martiri luterani, ecc.».
avvisi economici
In memoHm
di Guido Gombo
La Direzione di « Villa Olanda )> corauni'
ca aver ricevuto « in memoria del Pastore
Guido Comba » che tanto ha amato quest’opera di assistenza ai profughi russi, i seguenti
doni; Bruno e Bianca Maria Albarin C? >parotto (Roma) L. 20.000; SeiiTredo e i-.s-Ìra
Colucci (Luserna S. Giovanni) 60,000:
Colucci a ricordando il padrino )> (Luseria S,
Giovanni) 30.000; Selma Longo (Torre Pellice) 5.000.
Direttore resp. : Gino Conte
INDUSTRIA in Pinerolo
assume
impiegata
17-20 anni, dattilografa, paghe e conlrìbuti, preferibile lingua inglese. Indirizzare
domande presso Tipografia Subalpina, forre Pellice.
RINGRAZIAMENTO
I familiari del compianto
Giovanni Daniele
Rostan
Ex esercente Caffè d’Italia
vivamente comm.ossi per il tributo di
affetto loro dimostrato nella dolorosa
circostanza della dipartita del caro
estinto, nella impossibilità di farlo
singolarmente, ringraziano indistintamente tutti quanti sono loro stati in
qualche modo vicini nell’ora del dolere.
Tc;rre Pellice, 7 novembre 1966.
RINGRAZIAMENTO
Jean e Albertina Bertin angosciati
ma fidenti nella co-nsoiazione in Colui
che ci fortifica, annunciano l’improvvisa, repentina scomparsa del l.uo Nipotino e Figlioccio
Claudio Malanot
di anni 8
e unitamente alla famiglia straziata
ringraziano commossi e riconoscenti
tutti quanti per l’imponente, affettuosa dimostrazione di simpatia rice'vuta.
Va’, presso alla Croce,
Udrai di Gesù
La tenera voce:
« Non piangere più »
Luserna S. Giovanni, 10-11-1966.