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ECO
DELLE mLLT VALDESI
Spett.
BIBLIOTECA VALDESE
TORRE FELLICE
(Torino)
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno XCV - Num. 21
Una copia Lire 40
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Í
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Eco: L. 2.000 per I’interno
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TORRE PELLICE — ?1 Maggio 1965
Ammin. Claudiana Torre PeBice • C.C.P. 2-17557
QUARANTACINQUE ANNI DOPO.
Andiamo al Congresso
Andremo al Congresso. I delegati
sono stati nominati, i precongressi
hanno avuto luogo. Anche se i documenti sono arrivati in ritardo, tutti
h hanno studiati. L’interesse e le spe
ranze per il Congresso Evangelico aumentano ogni giorno.
Come andremo al Congresso? Certamente non per confrontare le nostre rispettive posizioni statiche, le
nos're dottrine sulla chiesa, le nostre
tradizioni e le nostre forze. Ma andremc al Congresso soltanto per lasciarci
cor.t-ontare dalla Parola di I>io, dinar zi alta quale siamo tutti hi difetto, tutti in situazione di debolezza;
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anni del fascismo e della guerra e ha
dato un vigore nuovo a'I’ecumeni.smo.
Fra noi ha mosso alcuni giovani di
allora: se abbiamo una Facoltà teologica seria e rispettata-, se abbiamo
il periodico Gioventù Evangelica, se
abbiamo Agape (bisogna pur dirlo),
lo si deve a questa riscoperta della Parola di Dio che crea la Chiesa. Sembrava che nel Congresso della gioventù 1951 si potesse già raccogliere l’indicazione chiara dell’unità. Invece si
doveva aspettare che un secondo fatto si verificasse, per portarci all’attuale scoperta del nostro compito comune.
Il secondo fatto è stata una nuova
coscienza del tempo nostro, in cui la
Parola di Dio ci parla. La riscoperta
della Parola di Dio ci aveva affascinate, dopo le confusioni culturali che
avevano fatto perdere il senso chiaro
del messaggio cristiano. Era necessario. Ma al tempo stesso questa riscoperta ci aveva quasi isolati dal mondo,
ci aveva fatto rinchiudere nelle nostre chiese come in una fortezza sicura, in cui prepararsi per upa sortita
finale sul mondo, ci aveva fatto separare e contrapporre la chiesa e il
mondo.
Negli anni della guerra il « mondo «
ci è veramente caduto addosso. E dopo la guerra ha continuato, quasi spazzando via i nostri rifugi ecclesiastici
con il loro linguaggio e la loro pietà,
con il peso di fatti nuovi e veramente
senza precedenti ; l’analisi del profondo e la direzione dello v spirito»
umano, il controllo demografico, la
conquista dello spazio e la possibilità
di distruggere la terra... La diffusione
della cultura di massa e soprattutto
__________ ________ la problematica del pensiero del noie realtà storiche delle nostre stro tempo, volta ad afferrare il senso
La Parola di Dio irrompe, jii- dell’incontro, dell’altro, dell’unicità
andremo per parlare, ma per
’tare quello che la Parola di Dio
a dirci nel nostro tempo,
vremo comprendere più ( hiara0 che cosa significa ascoltare la
.'a di Dio nel nostro tempo. Cre> di saperlo e crediamo forse an;;i avere sempre ascoltato corretute la vera Parola di Dio per il
ro tempo. Ne siamo sicuri? E
f che ci dobbiamo domandare
e durante il Congresso (...).
;iOLA DI DIO» E «MONDO»
»NO CADUTI ADDOSSO
è detto ohe al Congresso andiar ascoltare quello che la Parola
:i ha da dirci nel nostro tempo,
turante questi 45 anni sono avI due fatti importantissimi, che
! obbligano a uscire dal nostro
lento.
rimo di questi due fatti è stato
coperta della Parola di Dio da
confondere assolutamente con
fole umane: una parola del tutversa e per nulla accomodante
no, cioè ci cade addosso. La Pali Dio riscoperta nella sua libertà
precisata attraverso una cono
1 più chiara dei testi biblici, ci
isti dinanzi alla questione della
. delle nostre esistenze ecclesiaseparate, ci ha costretto ad
dalla nostra buona coscienza
opi cristiani che hanno conser"iascuno per suo conto, il buon
'o ed al tempo stesso ci ha
n senso nuovo della Chiesa, co1 luogo e momento in cui Dio
muove gli uomiiii, li tr&e dal
vulla e li manda in missione. La
. rta della Parola di Dio che
'a Chiesa nel mondo è stata la
che ha tenuto in piedi quel che
,H della Cristianità durante gli
01STIMITO MISOFISABILE
Ristampata
la Chiave
La Claudiana ha sempre curato in
modo particolare gli strumenti atti a
facilitare la lettura e la meditazione
biblica, e altri (il Nuovo Testamento
Annotato, la riedizione arricchita del
Dizionario Biblico) sono in prepara
zione. Uno di questi ausili essenziali
per una approfondita conoscenza della S. Scrittura è la « Chiave Biblica »,
senz’altro l’opera fin qui più fortunata
della nostra Casa Editrice. Esaurita,
era assai richiesta. Siamo lieti di potere ora comunicare che la ristampa
Sarà pronta fra una quindicina di
giorni. L’edizione in brossura costerà
L. 5.000, quella rilegata L. 6.000 ; richiederla alla Claudiana, a Torino (Via
Principe Tommaso 1, c.c.p. 2/21641) o
a Torre Pellice, ovvero alla Libreria di
Cultura Religiosa (Piazza Cavour 32,
Roma) e a tutte le librerie evangeliche nonché ai depositi Claudiana
presso molte comunità.
dfiiresistenza umana, della necessità
del dialogo e della sua quasi impossibilità... tutto questo ci ha riempMo
di domande senza risposte riei riguardi della Parola di Dio che ci vi3p.e da
fuori, dall’altro, ma che ci parla in un
linguaggio e secondo problemi e concetti che non possono non essere esaminati criticamente.
Lo so, non sono molti quelli che in
Congresso formulerebbero così la situazione o vi darebbero tanta importanza. Eppure inconsciamente seir iamo che è cost, sentiamo cioè che '.a
situazione presente mette orofondainente in crisi la nostra esistenza cristiana iT.adizion.ale, sentiamo o almeno la grande massa dei laici che
rifiettono,' sentono— che il cristianesimo tradizionale è divenute uno strumento inutile, ingombrante o al più
superfluo per risolvere gli interrogativi del nostro tempo sul senso della
nostra vita, il fine verso cui va il mondo e la possibilità concreta di salvarci
(cioè di evitare la guerra nucleare) e
sulle decisioni relative alla nostra
condotta pratica. Dinanzi a tali domande che riguardano tutti allo stesso modo l’esistenza delle nostre denominazioni minoritarie può vera
mente sembrare una cosa piccola, un
po’ patetica (ed anche un po’ ridicela), quando ci ostiniamo a prenderci
sul serio e a prendere sul serio le nostre esistenze separate... E anche
quando ci richiamiamo alle nostre
confessioni di fede, cioè alle scelte
vocazionali ohe i nostri padri hanno
fatto per rispondere alla domanda
del loro tempo, rischiamo di non essere compresi, se tali confessioni di
fede non vengono riportate e rese significative come risposta data alle
domande del nostro tempo. E ripetìamo — non può trattarsi che di
risposte comuni.
GLI ZINGARI IN CITTA’
Alcuni punti fermi tuttavia sono
rimasti. Della riscoperta della Parola di Dio è rimasta una nuova coscieriza della Chiesa come un fatto originario e irriducibile alla creazione di
una società religiosa : una chiesa perciò, sempre meno chiesa nel senso comune della parola, sempre meno
strutturata,, organizzata, continua,
sempre più soltanto e semplicemente
un luogo ed un modo di obbedienza alla Parola di Dio. Facciamo forse in
senso inverso il cammino seguito dalla
Cristianità : dalla chiesa centralizzata e organizzata torniamo alla comunità locale e da questa ai gruppi dì
persone seriamente e direttamente
poste in una medesima obbedienza
perchè in una medesima situazione.
E riscopriamo che essere Chiesa ci
impegna a determinati modi di vita
comune.
Della riscoperta del « mondo » rima
ne soprattutto il senso del provvisorio, una grande umiltà e una grande
apertura. Ci piaceva gloriarci della no
stra situazione di minoranza come
quella di una chiesa più « pura » e più
biblica; e ci piaceva immaginarci come poveri zingari attendati alla periferia della città opulenta e corruttrice. Non ci eravamo accorti però che
conducevamo una doppia vita, cioè
vivevamo normalmente nella città travestiti da onorati cittadini, per ritrovarci di tanto in tanto (e sempre
meno spesso) nelle tende della peri
feria. Ora ci accorgiamo che la ncstra
vita è quella di tutti i giorni, che delle
tende alla periferia dobbiamo fare a
meno e che però ci potremo ritrovare
di quando in quando nella città. Cos^ potranno finalmente scoprire ed
amare questa città italiana, della quale siamo rimasti ai margini per quasi
un secolo, per partecipare alle sue
speranze e al suo avvilimento, forse
con la medesima incertezza, senza
avere una parola definitiva da dare,
una formula che risolva tutto, come
cittadini qualunque che si sforzan.i
come possono di riferire ogni cosa alla speranza del regnoi che viene. Dodbiamo proprio scoprirlo questo mondo italiano, avvilito da un ventennio
fascista e da un ventennio democristiano, separati danna breve e intensa esperienza di orrore e di speranza.
Quasi 45 anni eh : sembrano aver paralizzato la volontà di agire e quasi
persino la volontà di capire. E’ necessario che prendiamo coscienza della
situazione, non erme «evangelici in
Italia», ma cerne cittadini di questo
paese che in mezzo agli altri si sforzano di vedere e vivere la situaziona
in riferimento a Gesù Cristo. Nel vuoto di una religiosità coltivata come
mezzo di consumo per la massa (davvero oppio per il popolo!), di un’indifferenza ed apatia politica senza precedenti, di uno scetticismo (e arrivismo) paralizzante, mostrare la realtà
di una vita cristiana intensa, vissuta
nella verità e al tempo stesso impegnata con -an crientamento di tutta
la vita. Le nostre minoranze evangeliche, quando seguiranno questa via
con chiarezza e coerenza saranno veramente il fattore storico determinante per il nostro popolo; potrebbero
veramente essere per esso il « segno
del regno » che gli è fino ad ora mancato. Giorgio Girardet
( continun al prossimo numero:
quest’articolo è tratto daU’ultìmo fascicolo di Diakonia ’ )
Santo Domingo
Una Budapest alla rovescia? ma questa
volta è implicata una politica cristiana»
Santo Domingo : i 2/3 occidentali di Hispaniola, una delle Grandi Antille, la prima
terra americana toccata da Colombo; 50.000
chilometri quadrati: 3 milioni di abitanti, dei
quali il 70 per cento sono campesinos : di
questi contadini, solo il 5 per cento possiede
la terra che coltiva, e solo una piccola minoranza giunge a un reddito medio di mezzo
peso al giorno (circa 300 lire); 400.000 disoccupati permanenti; 76 milioni di pesos (oL
tre 45 miliardi di lire) spesi annualmente
per un esercito ridicolmente (o tragicamente)
numeroso.
1930-1961: dittatura di Rafael Trujillo,
appoggiata dalla maggioranza dei capi militari. dai grandi proprietari terrieri, dai grandi commercianti importatori, dal clero cattolico (in larga misura d‘importazione spagnola
e di formazione franchista); per le stesse ragioni strategiche e economiche per cui sostennero Batista a Cuba, i governi statunitensi lo appoggiarono apertamente o indirettamente, abbandonando il dittatore solo quando la corruzione del suo regime giunse agli
estremi. Trujillo morì assassinato nella rivolta.
Dicembre 1962 : dopo un periodo confuso,
nelle prime libere elezioni ottiene il 65 per
cento dei voli il riformista liberale Juan
Bosch, fermamente attaccato alla democrazia
e attento alla situazione disastrosa del paese. Tenta di spezzare il monopolio del capitale americano, cercando finanziamenti in
Europa; riconosce senza riserve la libertà di
espressione; propone un timido piano di
riforma agraria; cerca di limitare la presa
clericale; lotta contro la corruzione della clas.
se dirigente, specie militare : la scintilla che
scatena contro di lui queste varie opposizioni
scocca quando osa denunciare il gen. Wessin,
capo dell'aviazione, che aveva ordinato un cer.
to numero di .aerei britaTmici contando- sti
una percentuale di un milione di dollari.
Settembre 1963: un colpo di Stato militare depone il governo regolare, Bosch deve
riparare a Puerto Rico. Viene costituito un
governo con a capo Donald Reid, copia del
regime trujìlliano. Matura nella repubblica
caraibica un'opposizione crescente; se fra la
classe intellettuale il marxismo e il comuniSmo hanno un certo seguito, molto più elementari e apolitiche sono le rivendicazioni di
operai e campesinos. La rivolta in corso —
come già quella cubana — a differenza di
ciò he è finora avvenuto tante volte neUe
repubbliche latinoamericane, non è un colpo
di stato militare o oligarchico, ma un moto
popolare. Come per Cuba, Tapporto comunista
è innegabile; ma diviene determinante solo
per la cecità degli oppositori.
Fine aprile 1965 : insurrezione popolare. ^ gang (il giornalista notava che il « caso
Il governo americano teme un ripetersi della
vicenda cubana (ma non appare minimamente istruito da quella): sì affretta a denunciare
fra gli insorti la presenza di <c 58 personalità
comuniste » (molte di queste indicazioni risulteranno false); accosta a San Domingo la portaerei « SS Boxer » e sbarca un primo contingente di marines, per proteggere i cittadini
americani; è chiara la speranza che le truppe
di Wessin dominino da sole la spiacevole insurrezione; invece, malgrado sia stato anche
scatenato un massiccio bombardamento aereo
sulla rapitale, gli insorti non si lasciano piegare, anzi conquistano la cc Fortaleza » della
polizia del regime, una sorta di presa della
Bastiglia caraibica. I] timore delTintensificarsi
delTazione comunista spinge Washington a
ulteriori sbarchi di marine.« e paracadutisti,
che sono ora oltre 15.000 e occupano una « fascia internazionale » nella capitale : teoricamente venuti a interporsi fra le fazioni, di
fatto è contro gli insorti che agiscono. Intanto, dibattiti all ONU e all’OSA (Organizzazione degli Stati Americani); l'intervento di
mediatori — fra cui il nunzio apostolico Clarizio, che tuttavia nel settembre ’63 aveva
•appoggiato il colpo dei militari di Wessin —
porta a una tregua, di frequente violata, però.
E’ intanto costituito un governo degli insorti,
con a capo il col. Caamano. Sono in corso negoziati, mentre pro.seguono i contatti fra i
paesi tlell OSA; per il 20 maggio è in programma, a Rio de Janeiro, una riunione plenaria : 1 intervento militare americano è stato
più o meno apertamente deplorato da tutti i
membri e ha portato un colpo ulteriore al prestigio morale degli Stati Uniti anche fra i
paesi a loro più vicini; si delinea uelTOSA
una corrente che ricerca una maggiore collaborazione fra le nazioni latine delTAmerica,
e tende ad assumerne la guida il Cile (ma la
involuzione democristiana che in questa repubtdiea si è operata nello scorso autunno situo
comunque in una luce poco rallegrante questa opposizione al «colosso del nord»; si
tratta probabilmente di reazioni nazionalistiche di tipo gaullìsla). Gli insorti dominicani
dichiarano che non cederanno alla reazione
interna nè alla pressione straniera: se necessario si daranno alla macchia, e sarà la guerriglia, sulla sierra: come a Cuba, e allora sì
1 infiltrazione comunista si farà determinante.
Del resto, qualunque sia l’esito della vicenda,
non c’è da dubitare sul vantaggio psicologico
che il comuniSmo guadagna, nel « terzo mondo » e in particolare nelTAmerica latina, da
episodi simili.
Santo Domingo, Budapest alla rovescia?
Non siamo stati noi a coniare questa formula,
Tabbiamo trovata su <c Réforme » (8-5-1965),
quale titolo di un articolo di Marcel Nieder
do
se E TTICI
(Atti 17 ! 19-21)
Gli .ateniesi sono curiosi, abbiamo detto, tutti o quasi tutti; molti
però sono anche scettici. Forse lo erano quei filosofi stoici ed epicurei
die discutevano con Paolo, uomini seri, riflessivi, amanti della verità
ma anche molto sicuri della propria verità. Scettici erano di certo
quei fannulloni della borghesia cittadina sempre in cerca di novità
nelle palestre ma impegnati solo a parole.
Come nella curiosità così anche nello scetticismo vi sono infatti
molte sfumature e molti tipi: per maturata riflessione, jierchè si è
seriamente considerata la vita o per superficialità, perchè non si ha
voglia <li jiensare, per esperienza personale o per posa giovanile, scettici si ])iiò essere da filosofo e da dandy.
Di « nuovo» e di « strano » ci può essere ben poco al mondo, se
ne sono già viste tante! Io ne ho viste tante che non faccio neppur più
caso alle novità; non vale spendere tempo e fatica per ciò che non
rende, sempre le stesse cose che già sappiamo — così ragiona lo
scettico ieri ed oggi, così ragionavano molti ateniesi.
Si tratti di idee, di dottrine o di speranze, essi « sanno già »;
gran cosa di nuovo non potrà insegnare quel predicatore vagante
giunto dall’Asia.
C’è da domandarsi se tale non sia ancora ratteggiamento di
molti uditori moderni dell’evangelo e proprio di quello stesso tipo
ateniese: filosofi e sfaccendati. Cianciatore era stato definito Paolo in
questo mondo, sostanzialmente perchè il nostro uditorio è scettico
nei nostri confronti.
In mezzo a tante parole e chiacchiere forse ha tutte le ragioni di
esserlo : si deve però notare che in certe situazioni e di fronte a certe
« novità » una parte dei nostri contemporanei rinuncia al suo scetticismo e si impegna. Per delle novità umane, politiche, sociali accade
di trovare uomini che rinunciano al loro scetticismo; la predicazione
dell’evangelo sarerbbe la sola e destare scetticismo e noia, l’annunzio di Gesù Crristo sarebbe il solo annunzio a non poter spezzare la
corazza dell’indifferenza?!! caso sarebbe davvero grave.
Giorgio Tourn
minicano aveva avuto un precedente, nel
1954, nel « caso » guatemalteco: allora il governo di Washington aveva organizzato, finan,
ziato, consigliato e diretto un intervento contro il governo eli Arbenz Guzma, che aveva
avuto il torto, fra altri errori, di conbscare le
terre della « United Fruit » per distribuirle
ai contadini indiani). E su «L’Espres.=«» (16-51965) Antonio Cambino ha svolto questo parallelo: « Il parallelo con 1 Ungheria non è affatto abusivo ma assolutamente appropriato.
Perfino nei particolari gli americani imitano
oggi i russi del 56. Come Kruscev sostenne
allora che il ritorno delle truppe sovietiche
era stato necessario perchè il movimento popolare aveva, col passare dei giorni, cambiato
carattere e da una giusta protesta s'era trasformato in un moto controrivoluzionario,
cosi Johnson ci racconta ora, nei più minuti
particolari, una storia identica nello svolgimento e solo differente nel nome e nelle ca
ratteristiche dei personaggi : ai controrivoluzionari si sono infatti sostituiti i comunisti.
Nella sostanza, i due avvenimenti hanno però
lo stesso contenuto: un intervento armato da
parte di una potenza straniera la quale, pei
difendere quelli che considera i propri pre
miuenti interessi economici e strategici, schiac
eia la volontà popolare d'un paese che consi
dera inserito nella propria zona d'inilucnza
(C'è solo da sperare che gli americani si fcr.
mino un po' prima dei russi e non coronino
la loro azione con un delitto inescusabile,
come fu riiceisionc di Imre Nagy)«. 11 parallelo è davanti a noi, brutale, sconcertante.
E tuttavia doveroso notare un punto a favore
della democrazia americana : nel suo numero
del 5 maggio, in prima pagina, il grande quo
tidiano newyorkese « Hcrald Tribune » puh
hlicava una corrispondenza da Santo Domili
go in cui si documentava largamente la sistematica distorsione della verità compiuta dagli
informatori governativi. Ecco un esempio d
libertà democratica che non ha trovato riscon
tro, dopo il dramma di Budapest, suUa stampa sovietica; nè basta a giustificarlo il fatto
che la situazione magiara era indubbiamente
più complessa e confusa di quella dominicana.
Che sia comunque una tragedia a giocarsi,
per la seconda volta, nelle Grandi Antille
(una tragedia limitata geograficamente ma
difficilmente valutabile nell’ampiezza delle sue
conseguenze), ce lo mostra questa dramma
CONTINUA
IN TERZA PAGINA
2
pag. Z
N. 21
21 maggio 1965
Limiti di un dibattito
Rendere l’eco della Parola di Dio, che relativizza e ridimensiona ogni l'atto umano e ci aiuta a diventare uomini liberi
Le nttiviià ferriminili Quarto Distretto
I doni di Marta e di Maria
A causa della mia assenza dall’Italia non ho potuto leggere con regolarità il nostro settimanale di cui apprezzo l’apertura verso molti problemi della Chiesa e del mondo in generale. Ho tuttavia notato negli ultimi
numeri e spedialmente nel dialogo
con i lettori un particolare interesse
per i problemi sociali e politici del
nostro tempo che ha suscitato e suscita ancora oggi consensi e disapprovazioni.
Non è facile dirigere un settimana
le, renderlo vivo- ed at^ea-'o alla vita
della Chiesa e della società. E’ sem
pre possibile discutere Toperato della
redazione di un settimanale e l’attuale redattore non si sottrae a quella
possibilità. Malgrado inevitabili dissensi, ritengo che la fatica del Direttore debba essere giustamente apprezzata e COS Ì pure la sua volontà di aprire il dialogo in una atmosfera di
libertà e di ricerca della verità.
In questo momento non intendo apiire un dibattito generale sulla nostra stampa; mi limito a fare alcune
osservazioni forzatamente incomplete,
sulla nostra presenza nel mondo mediante la stampa della nostra Chiesa. prendendo lo spunto da alcune
(i lettere al Direttore » e da un articolo pubblicato in questi ultimi tempi.
Si tratta, in definitiva, del dibattito
su; probi! emi politici e, in generale,
suU’orientamento politico del nostro
settimanale. Adopero l’espressione
« orientamento politico » anche perchè
al riguardo mi sono state indirizzate alcune lettere come Moderatore
della nostra Chiesa, In linea di principio mi sembra veramente difficile,
se non impossibile, che il nostro settimanale rimanga estraneo a quanto
accade nel mondo, anche nel piano
specificatamente politico. 'lutti noi
partecipiamo alla vita del mondo e
delle nazioni, con i loro problemi e
con le nostre scelte; non possiamo
rimanere indifl'erenti e disimpegnati
come se non avessimo nulla da dire
o da fare, convinti che la Chiesa cristiana possa attuare la propria missione senza interesse per i problemi
sociali e politici del mcndo dove il
Cristo è pur venuto per essere luce e
verità.
Il problema, turtavia, che molti si
pongono è questo : « Può il settimanale della Chiesa Valdese interessarsi a
fondo di politica e prendere posizione sui problemi politici contingenti,
talvolta penosi e scottanti? ». A questo riguardo- dirò senz’altro e con fermezza che il « settimanale della Chiesa Valdese» non può diventare l’organo di una corrente politica particolare, prevalente secondo i tempi e
le circostanze. Non credo che ciò accada oggi, ma non escludo la necessità di una costante vigilanza.
Ci si potrebbe invece domandare
fino a qual punto il dibattito politico
sia utile e costruttivo aU’interno della
nostra Chiesa ovvero in qual misura
esso possa servir da sfogo alle contese ed alle passioni che inevitabifi
mente caratterizzano il mondo politico- in ogni suo schieramento. A questo riguardo i pareri potranno essere
diversi e contrastanti. Ci moviamo infatti su di un terreno non privo di
difficoltà, anche a causa delle reazioni
che una risposta positiva o negativa
potrebbe provocare in noi e attorno a
noi.
A me pare che, invece di domandarci se sia opportuno aprire un dibattito- sul nostro settimanale in merito
a problemi e fatti politici, dovremmo
innanzi tutto preoccuparci del modo e dello spirito in cui intendiamcdiscutere, talché anche in questo campo si possa tener conto della formula apostolica : « Verità in carità ». Il
dibattito su. fatti politici contingenti
ed i nostri giudizi rischiano spesso di
essere unilaterali o pc-liticamente
qualificati ; alcune recenti « lettere al
Direttore ».anche fra quelle non tacciate di « faziosità » ne costituiscono
la prova. Personalmente non credo
che il discorso politico- sul settimanale
della nostra Chiesa debba svolgersi
secondo le linee di un quotidiano politico o di informazione. Non possiamo
non tener conto di una chiara prospettiva cristiana, libera da esclusivismi dottrinali e da direttive di partito. Dobbiamo compiere uno sforzo
continuo per non mancare di obiettività nè di carità cristiana. La comunità dei credenti, uniti nel nome di Cri
sto, non dev’essere turbata o danneggiata dai contrasti politici; e l’Evaugelo di Gesù non dev’essere alterato da
alcuna ideologia politica che ha il suo
tempo segnato. Troppe volte la Chiesa cristiana ha tradito la verità ed ha
impiegato i metodi del mondo per volersi agganciare al carro della politica
o degli interessi delle nazioni. Tutto
ciò non significa che la Chiesa od xl
suo settimanale non debbano pronunziare una chiara parola di fronte al
mondo; essa, tuttavia, deve essere innanzi tutto l’eco della « Parola di
Dio », cic-8 di quella parola che relativizza e ridimenziona ogni fatto umano e ci aiuta a diventare uomini
liberi, vale a dire liberati dal mito della politica e dalla sua potenza di seduzione e perversione.
Questo limite dovrebbe essere osservato anche quando annunziamo l’Evangelo inserendoci nella realtà socia
le ed economica del nostro tempo. Oggi esiste in molti ambienti evangelici
la tentazione di interpretare il messaggio di Gesù Cristo in chiave sociologica, come si dice, per essere più vicini agli uomini ed ai problemi del nostro tempo.
Mi riferisco per un istante ad un
articolo del nostro settimanale a proposito di uno « sforzo evangelistico
delle Chiese evangeliche genovesi in
mezzo al mondo operaio ». Parlando
dei cristiani evangelici e dei rapporti
tra la Chiesa e il mondo operaio, un
nostro pastore scriveva queste parole : « Il credente sa un’altra cosa fondamentale, che c’è stato un uomo il
quale ha combattuto contro il sistema sbagliato che regge il mondo e che
— Lui solo — non si è lasciato condizionare affatto da questo sistema.
Questo uomo è Gesù Cristo. Egli viveva in una zona dove due sistemi sociali si combattevano : il conservatorismo ebraico arretrato e superato e
rimperiali.smo romano grandioso e imimperativo. Ma Gesù ha rifiutato di
scegliere fra questi due sistemi; ha
rifiutato di avallare questa alternativa. Non voleva un cambiamento di sistema ma un cambiamento del sistema Perciò diceva sempre che il sistema di questo mondo doveva essere interamen'ie rovesciato e al suo posto doveva venire il sistema di Dio
(la Bibbia dice: «il Regno di Dio»):
nel sistema di Dio non c'è divisione,
oppressione, nè illusione. Chi accetta
il sistema di Dio combatte per cambiare il mondo e liberare gli oppressi
senza aver bisogno di illusioni, senza
miti; combatte perchè ama. Ama Dio
e ama il suo prossimo. Cosi, Gesti diceva la verità nel suo tem,po. Questa
vérità non è piaciuta nè ai vecchi padroni (i Farisei e i sacerdoti) nè ai
nuovi padroni (i Romani): perciò si
sono messi d’accordo e lo hanno fatto
fuori. Ma neH’essere fatti fuori — nella sua Croce — Egli ha vinto la sua
battaglia e l’ha vinta proprio perchè
è stato fatto fuori: perchè nella sua
morte ha realizzato in modo perfetto
queU’amcre perfetto che è la chiave
di volta del Sistema di Dio. E’ morto,
ma ha vinto anche per noi ».
Malgrado la buona volontà di comprendere questo linguaggio debbo dire che essci mi lascia un po’ perplesso e cosi pure il suo contenuto.In quelle parole c’è indubbiamente il desiderio d’essere attuale ed accessibile agli
uditori; tuttavia mi domando se c’è
qui tutto l’Evangelo, l’Evangelo della
Croce e la predicazione nella croce
« scandalo per i Giudei e pazzia per i
pagani ». Perchè quella insistenza sul
« sistema di Dio » quando la parola
vera ed attuale è sempre ed ancora
questa: il Regno di Dio, o l’Evangelo
del Regno, di fronte al quale tutti,
Giudei e greci, padroni e operai, sono
chiamati al ravvedimento e alla fede?
Quanto al significato della morte di
Cristo, cos'i come vie.ne descritta, confesso che l’interpretazione non mi convince. Lasciando da parte l’espressione adoperata che vuol essere attuale,
ma non è evangelica, è proprio vero
che Gesù è stato « fatto fuori » dai
vecchi e dai nuovi padroni soltanto
perchè diceva la verità nel suo tempo? Non c’è forse una verità più profonda e più aderente ai piani di Dio
per la redenzione del mondo in quella
morte espiatrice? Gesù Cristo è Egli
soltanto vittima dei padroni di quel
tempo o non è innanzi tutto l’Agnello che si è immolato per tutti noi,
senza distinzione di classe e di popolo, in piena disponibilità di sè, senza
esser determinato da situazioni sociali contingenti : « Io depongo la mia
vita per ripigliarla poi. Nessuno me la
toglie ma la depongo io ». Francamente, se dovessi soltanto credere che
Gesù Cristo è stato « fatto fuori » a
quel modo e per quella ragione non
sarei nella linea della testimonianza
apostolica e non riuscirei a pensare
a Lui come alla mia sola speranza in
vita ed in morte. E non vorrei che,
con il pretesto di dover essere attuali,
si corresse il rischio di alterare sia
pur involontariamente il contenuto
della verità evangelica e scritturale
alla quale dobbiamo sentirci vincolati
in ogni situazione sociale e politica.
Sul piano della fede cristiana il dibattito in campo sociale e politico ha
pertanto dei limiti che bisogna rispettare, tanto sul pulpito quanto sui
fogli della nostra stampa evangelica.
Oltre a tutto, la « presenza della
Chiesa nel mondo» di cui-tanto si
parla oggi negli ambienti evangelici
non si esaurisce e non si esprime unicamente in quel campo. I problemi
politici o sociologici non sono il « tutto » e non sono sempre « l’essenziale »
nel vasto campo dei rapporti umani,
anche se oggi hanno un peso particolare nei rapporti fra le nazioni.
Come credenti dobbiamo anche preoccuparci di una ¡presenza in molti
altri ambienti e i4 altre circostanze.
Talvolta è assai più facile dibattere
problemi politic: e sociali che non
impegnarsi personalmente e concretamente in mezzo agli uomini del nostro tempo ai quali Gesù Cristo^ deve
essere annunziato Con ’a parola e con
gli atti della nostra vita.
E’ vero che Gesù Cristo non è stato
condizionato da nessun sistema sociale del suo tempo. Stiamo attenti
a non lasciarci condizionare noi, ma
accsttiamo la libertà che Egli ci ha
dato per servirLo in mezzo agli uomini del nostro tempo, in uno spirito
di verità e di carità.
■Ermanno Rostan
La nostra attività femminile si è svolta
regolarmente quest’anno, nel Distretto, tra
riflessione e lavoro, nella ricerca di ricordare entrambe le nostre lontane sorelle di Betania che Gesù ha amato ognuna nel suo
particolare modo di essere. Sempre più per
noi si delinea l'esigenza di una attività mul.
tinla, quella del pensiero, dell'indagine biblica semplice, della informazione e quella
del servizio pratico, affinchè i doni di tutte
siano messi all'opera e siano valorizzati per
il bene della comunità.
Il lavoro normale di studi regolari, biblici
e vari, di diaconia, di aiuto fraterno, di visite ai malati, eoe. si è svolto in ogni comunità del Distretto. In più, come dovunque,
sono state segnate alcune, tappe.
La prima, la Giornata di preghiera della
donna, il 5 marzo, ha raccolto le sorelle di
varie denominazioni religiose e di paesi diversi nella adorazione, nel ringraziamento
e nella intercessione. Dirò per esempio di
Roma dove il etilto di quel giorno ha avuto
luogo nella chiesa episcopale americana e ha
riunito donne Anglicane, Battiste, dell’Esercito della Salvezza, Luterane, Metodiste, Presbiteriane di Scozia, una Riformata del Ghana e Valdesi. Costa a volte uno sforzo ecumenico riunirsi alla luce delle tremule candele, sotto lo sguardo di un crocifisso che a
qualcuno sembra abbia l’aria benedicente,
ma ad altri pare guardi stupito e forse un
tantino perplesso le bandiere nazionali issate
alla sua destra e alla sua sinistra, in una
chiesa dallo stile bizantineggiante... Ma si
fa volentieri uno sforzo ecumenico ripassando mentalmente la propria confessione di
fede, perchè questo sforzo rinvigorisce le
proprie convinzioni e al tempo stesso inse,gna che cosa significhi essere « fratelli in
Cristo », non identici uno aH’altro. ma aperti l’uno verso l’altro.
Altra tappa ha segnato per noi il Convegno regionale organizzato dalla F.F.V., che
nel nostro ampio Distretto ha dovuto avere
due edizioni: quella del Lazio e Bassa Toscana e quella della Toscana propriamente
detta : Firenze - Pisa - Livorno.
A Roma ha avuto luogo un buon incontro delle due Unioni locali (anche le sorelle
Battiste e Metodiste si erano unite a noi) e
dell’Unione di Forano non al gran completo
perchè la rappresentazione del « Vicario »,
data a Rieti la sera prima, aveva protratto la
veglia fino a tarda ora; ma ci rallegriamo
con quelle che hanno potuto assistere a quel
notevole lavoro. Per ragioni varie le sorelle
della C iociaria non hanno potuto essere con
noi e mentre le salutiamo con aiFello diciamo loro: « all’anno prossimo! », Ma la presenza delle Fiorentine ci ha fatto del bene,
e pure di qualcuno daH’Abruzzol Abbiamo
riflettuto sul lavoro nostro nella comunità
con un largo e vivo scambio di idee che ha
stimolalo tutte, e ci è veramente piaciuto
ritrovarci. Un incontro pensato, preparato,
aspettato, forse pregato, non è vano e siamo
grati alla F.F.V. che promuove simili incontri e li incoraggia e ci dà il materiale
per poterli fare.
Parecchie Unioni non hanno trascurato
una preparazione in vista del Congresso,
altre sono ora in preparativi per le vendite
annuali che aiutano le nostre opere e che
riuniscono insieme gli sforzi di cui siamo
capaci.
Esiste a Roma una iniziativa utile : un
Comitato interdenominazionale che promuove incontri e attività in comune fra le donne delle varie Chiese presenti nella città.
Toscana e Lazio sono due regioni vicine,
ma le donne non riescono molto facilmente
a spostarsi, quindi non riescono a collaborare e a conoscersi abbastanza, e risolamento rimane. Non sarebbe più logico dividerci
per regioni e intensificare rincontro, la conoscenza e la collaborazione regionale, almeno? E‘ una proposta.
Approfittando delPospitalità delPEco-Luce
le Unioni del nostro Distretto si inviano un
fraterno, reciproco saluto che raggiunga pure tutte le altre Unioni. Berta Subilia
Centro Evangelico di Cultura - Roma
Una conferenza
del Prof. Vinay
W Centro Evangelico di Cultura di Roma, la conlerenza del prof. V. Vinay ^ul
tema: vi La Chiesa Remana e la Cristiani a
non Romana nei Documenti del Concil o
Vaticano II », ha richiamato nell’Aula M igna della Facoltà di Teologia, numero-o
pubblico fra il quale si notavano abili i \lari e sai francescani.
Non è agevole ria.5sumere in ima bre e
nc^ta quanto Ila detto Toratore. Egli cj ' a
parlato dei Documenti conciliari — da a
costituzione « De Ecclesia » al Decreto « ' .?
Oecumenisme », dallo schema « De Revr tione )) a quello su « La Chiesa nel moo o
moderno » — con abbondante documei: zicne sulle discussioni che lianno prepar i
c ¡‘ccompagnato la loro formulazione.
Ouello che è apparso chiaro dalla luci a
conferenza del prof. Vinay è che gli inti ••
ven i del Pontefice nelle ultime sedute ( ■
ciliari per venire in aiuto alle correnti t xdizionaliste sopraffatte dal massiccio' mi!
vento delle correnti rinnovatrici ed eiun •
niche, Itamio lasciato in molti cattolici e
non cattolici, rimpressione che tutte io .-
ranze di un rinnovamento della Ghit;sa
mana siano state deluse e i suoi possi] 'i
rapporti di dialogo e fli cooperazionc i
la cristianità non romana, non possano > r
ora realizzarsi.
Dai lungh’ dibattili concilia i è >
snìrilo nuovo che anima la grande niag;:: ranza dei padri conciilìari, ì quali, con d
loro aiteggianienlo non conformii<la. lun ->
dimostralo che la fine deH’elà costanUinia
rappresenta una liberazione per una chi a
die voglia tornare ad essere veramente i
Ci chies'a dei poveri ».
E’ necessario dire (die le noétre critàc^Te
1 talune prese di posizione conciliari,
turiscono dal comune desiderio di ri •
care la verità evangelica senza spirito f ;■
saic‘0, consapevoli delle contaminazioni
la Parola di Dio ha subito ani’he nella : ■
Ira predicazione e nella nostra teologia
traverso i secoli; e perciò riponiamo < ù
nostra speranza nell’orazione del Cristo ' r
la Chiesa, nell’amore del Padre per e
nella forza dello Spìrito Santo. E. F
Vita vatdese sud^americanm
Verso la costituzione della sessione rioplatense del Sinodo Valdese
ARGENTINA
Nei giorni 2-5 marzo u. s. si svolsero
a Tarariras (Uruguay) i lavori della
62» Conferenza Annuale del VII Distretto. L’Assemblea fu presieduta dal
Pastore Daly R. Perrachon.
Durante il culto di apertura, tenuto
il pomeriggio del 2 marzo dal Pastore
Delmo Rostan, fu presentata l’Assistente di Chiesa Violetta Geymonat
che durante il 1964 aveva terminato il
suo anno di prova.
La Conferenza dedicò la maggior
parte delle proprie sessioni a considerare la riorganizzazione del Distretto
e le decisioni prese sono auelle che risultano dagli articoli 14 e 15 degli Atti.
« Art. 14 : Esprimendo un vivo sentimento di gr?-titudine al Sinodo 1964 e
in base alla risoluzione contenuta nell’art. 47 degli Atti, !a Conferenza decide :
Art. I. - Trasformare l’attuale Conferenza di Distretto in Sessione Sudamericana (in formazione) del Sinodo
Valdese. Ciò in base all’autorizzazione
accordata in tal senso dalFart. 4'7 degli
Atti del Sinodo 1964 e a titolo di esperimento per un periodo di tempo di
3 anni.
Art. II. - Riconoscere validi agli effetti legali gli attuali statuti della
Chiesa Evangelica Valdese del Rio della Piata, in attesa che si studino e
approvino quelli che dovranno sostituirli.
Art. III. - Sostenere la convinzione
che il sistema presbiteriano di governo
è il più adatto al memento storico che
vive la nostra Chiesa Sudamericana e
che per conseguenza gli articoli dal
47 al 59 dei Regolamenti Organici (testo 1958-60) dovranno essere sostituiti».
(Al posto (lei Distretti, ali articoli sostituiti m-evedeno la creazione (li Presbiteri,
elle saranno retti da itna Commissione Presbiteriale invece della Commissione di Distretto. Del Presbitero e della C.pmniissioiie
Presbiteriale potranno far parte solo i Pastori e i membri dei Concistori i.
« Art. IV. . La Sessione Sudamericana (in formazione) del Sinodo Valdese
si organizzerà e funzionerà cambiando provvisoriamente gli articoli dal 60
al 101 dei regolamenti organici (testo
1958-60) ».
(Gli articoli cambiati prevedono die la
Sessione Sudamericana del Sinodo potrà essere formata solo da Ministri e da rappresentanti deli Presbiteri, con esclusione dei
deputati eletti dalle Cbiiese. Cioè, le Cbiese
non lianno più rappresentanza diretta al Sinodo. Ne farebbero parte invece anche la
Pi •esidente della Federazione Femminile e
quello della Federazione Giovanile).
« Art. V. - La Commissione Esecutiva
(Tavola Sudamericana) si organizzerà
e funzionerà cambiando provvisoriamente gli articoli dal 102 al 117 dei Regolamenti Organici ( testo 1958-60 ) »,
(Onesti artiroli eamltiati presentano iati
simili, in generale, a quelli die reasiono d
funzionamento della Tavola in Italia, eccettuato quanto si riferisce al numero dei membri, limitato a cinque).
«Art. 15: La Conferenza approva la
suddivisione del Distretto nei seguenti
Presbiteri :
I) Argentina : a) Presbiterio del Sud,
con Colonia Iris, Bahia Bianca e Colonia Artalejos. b) Presbiterio del
Nord, con Colonia Belgrano; San Carlos, San Gustavo, E1 Sombrerito e
Buenos Aires.
II) Uruguay: a) Presbiterio di Colonia (Zona Sud), con Coionia. Tarariras, Cosmopolita e Colonia Valdese,
b) Presbiterio di Colonia (Zona Nord),
con Ombùes de Lavalle, Colonia Miguelete e San Salvador, c) Presbiterio del Nord, con Rio Negro, Arroyo
Negro e Paysandù. d) Presbiterio dell’Est, con Montevideo e Alferez ».
A tutte le decisioni prese è stato
dato carattere provvisorio e dovranno
essere approvate dal prossimo Sinodo
come è stabilito dall’art. 47 degli Atti
del Sinodo 64. Nonostante questo molti delegati partirono con l’impressione
che l’Assemblea aveva agito con un
po’ d’improvvisazione e di superficialità. Infatti la Conferenza utilizzò
come base di discussione un abbozzo
di progetto che la Commissione di Regolamenti aveva preparato con il solo
e unico scopo di nresentarlo alle Chiese e non perchè fosse discusso dall’Assemblea. Inoltre, non soltanto i rappresentanti di alcune Chiese affermarono che nelle loro comunità il progetto in questione non era stato studiato, ma lo stesso Presidente della
Commissione dei Regolamenti informò
.sulla incostituzionalità dell’art. 3. in
quanto la Costituzione della Chiesa
Valdese non prevede l’istituzione dei
Presbiteri Nonostante ciò la Conferenza decise d’ignorare la Costituzione e lo stesso art. 47 degli Atti del
Sir odo 1964 che stabilisce « che la Sessione Sinodale Sudamericana sarà
composta secondo norme analoghe a
quelle attualmente stabilite nella nostra Costituzione » e votò gli articoli
cos’i come sono stati trascritti. Una
proposta presentata per ottenere uno
studio più approfondito del problema
fu respinta per 44 voti contro 26.
Fra le altre decisioni prese bisogna
segnalare, per l’importanza che riveste, l’accettazione della Chiesa di Bahia Bianca come Chiesa costituita e
l’approvazione concessa per realizzare
in tutto il Distretto una colletta straordinaria con il fine di radunare fondi
per la costruzione del gruppo di edifici parrocchiali di Juan Lacaze, dipartimento della Chiesa di Colonia
Cosmopolita (Uruguay).
La Commissione Esecutiva per l’anno 1965 risultò formata dai Pastori
Wilfrido Artus (presidente) e Delmti
Rostan (vicepresidente) e dai signori
Eduardo T. Davyt (segretario), Evelio
Piene (tesoriere) ed Héctor E. Berger.
Segretario della Commissione Esecutiva fu nominato il signor Guido Gardiol, che dedicherà tutto il suo tempo
a tale compito.
Héctor E. Berger
Assemblea della Associazione
delle Chiese Biforraate
L’As?>OTÌazione delle Chiese Riformale in
Argenlii^a celebrerà il prossimo Giugno l' Assemblea annuale.
Delta .Associazione, che nacque nel 1959
e che fu il risultato di varie forme di unione die avevano inromìncialQ a costituirsi
nel 1952, è composta da tulle le denominazioni riformale del Paese, e cioè: Chiesa
Cristiana Evangelica Riformala Ungherese^
Chiesa Evangelica Svizzera. Chie.sa Evangelica Valdese. Chiesa Preslnteriatm .■Argentina. Chiesa Presbiteriana Scozzese di SanCAndrea. Chiesa Riformata Olandese.
Queste Chiese comprendono circa 30 congregazioni sparse in diverse città p il totale
dei loro membri ragijiunge il numero di
30.000.
L’Associazione fu formata con lo scopo
di facilitare la manifestazione dell’unità domandala da Gesù Cristo e per aiutare l'S
Cbiese a lavorare in stretta collaborazione
per la testimonianza e il servizio cristiano,
specialmente in lingua spalinola, dato die
molte delle attività delle ( biese affiliale ?i
svolgono ancora nella liiuina delle Cìiiese
Madri (inglese, francese, tedesco, ungherese,
e olandeseì.
11 primo lavoro fu la pubblicazione di
Ufi bollettino con la descrizìcne dei templi,
dei locali di cullo, de; pastori e degli orari
in modo die i fedeli potesse^'o avere un p’'
norama completo di tutte le attività svolte
dalle Cbiese.
Nel programma futuro si ircv^ano: la realizzazione di un censimento dei riformati
sparsi, la considerazione deH’anenzione (bi
dedicare loro mediante la collaborazione
delle varie Cbiese e l’cirganizzazione dì un
Congresso della gioventù previsto ner ’1
prossimo Luglio. E’ stata anebe decìsa Lì
nomina di una Comm’ssione mista che ha
l’incarico di studiare la possibilità di organizzare una stampa e un settore dì pubblicazioni in comune.
3
21 maggio 1965 — N. 21
pag. 3
Lp fp^tp rii rpntfl ripllp Corali Ssnto Dontingo
Ini lAII SEGUE DALLA PRIMA PAGINA in forma di dilemma, le cui due proposizioni
A POMARETTO
Uno splendido sole appena mitigato dall'aria fresca dei monti, cinque Corali alla
prova dei canti d'insieme nel cortile fiorito
dell'Ospedale, un direttore emozionato ed alcani presenti: ecco l'inizio della festa di Canto della Val Chisone.
E' stato un bel pomeriggio; ci siamo ritrovati in uno spirito di fratellanza e di affiatamento che sembravano essersi dispersi negli ultimi anni, anche perchè parecchie Corali hanno attraversato un difficile periodo
di assestamento. Alcune erano ridotte al lurtijiCino e sembi-avfliio.^doversi^.s^gf^erfi -per
davvero: altre erano nella difficoltà per trovare chi le potesse dirigere, altre ancora penavano per trovare il giorno e l’ora giusta
per l'esercizio di canto. Da tutto questo sono
uscite in parte ed abbiamo notato con piacere
molli elementi giovani che promettono bene
per il futuro.
Isella vecchia Chiesa di Pomaretto, che sta
per subire dei lavori in quanto il soffitto è
in uno stato precario (ha retto bene alle vibrazioni sonore della festa!!), si sono riunite
le (.'orali di San Secondo, Pinerolo, San Germa io, vaiar Porosa e Pomaretto, dirette rispritivamente dalla sig.ra Genre, dalla sig.na
Be 'one, dal Maestro Giordano, dal Pastore
Ge- net e dalla sig.na Grill. Esse ci hanno
fai ' udire i cantici preparati per l’occasione
ed cori di Pasqua e di Natale che avevano
res mii solenni le celebrazioni nelle loro
eh tutte insieme poi, sotto la guida del
Mo- Irò Giordano, hanno eseguito i cantici
d i leme scelti dalla Commissione di Canto
Su^ < che rappresentano, è bene dirlo, la par
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CENTENARIO
I Scuola Latina
limienica 27 giugno a Pomaret'à celebrato il primo centenario
Uuale edificio della Scuola Lalì Comitato organizzatore preveseguente programma: al mattidto alle 10,30, presieduto dal Mo
u>re; seguirà Tagape fraterna, poi
? deiresposizione dei lavori degli
ù ed ex alunni nonché dei ricorio grafici della Scuola e ricostruin miniatura della vita della
a e Convitto nel passato. Le seel teatro, recita rievocativa del
ito (fella Scuola.
e^omandiamo a tutti gli alunni,
unni ed amici di farci pervenire
o lavori in vista deiresposizione
"re oliferte in denaro entro il mese
rglo. Inoltre siamo grati a quananno pervenire materiale fotos, scolastico, ricordi inerenti al
o della Scuola Latina.
Il Comitato organizzatore
te più importante e commovente della cerimonia.
Dopo l'introduzione del Pastore Bouchard.
abbiamo avuto la lieta sorpresa di un intervento inaspettato e molto gradito del Moderatore. Pastore E. Rostan. il quale ha brevemente ricordato una delle più edificanti esperienze fatte durante il suo recente viaggio
negli Stati Uniti: quella del culto celebrato
il mattino di Pasqua, molto presto, in cui
ben 7.000 persone, alcuni officianti e due
cori di adulti e di ragazzi, avevano ricordato
l’inizió. del giorno deUa Rièurrezione del Cristo.
Nell'intermezzo la sig.na E. Tùrck. membro delta Commissione del Canto Sacro, ha
rivolto poche parole all’uditorio, rivolgendosi
in modo particolare alle Corali, per dire loro
la gioia nel vederle ben preparate e l'allegrezza per la presenza di un bel numero di
giovani frammisti ai fedeli coralisti di tanti
anni ormai, i quali assicurano la continuità
di questa bella tradizione tanto importante
nel nostro paese, dove il canto corale è privilegio soltanto di gruppi sporadici specializzati.
Il tolto gruppo dei giovani Trombettieri
del vaiar ha lodevolmente eseguito arie e
corali antichi, rendendo così più varia la manifestazione. Il buon té ristoratore che ha
fatto seguito ci ha riuniti in nuovi canti di
insieme e ci siamo separati veramente lieti
e riconoscenti per il bel pomeriggio trascorso.
A'ttttti quanti hanno dedicato tempo e fatica per la preparazione dei canti, ai nostri
ospiti, agli intervenuti, un grazie di cuore.
E. T.
La festa dì canto delle corali valdesi della
Valpellice si è svolta a Bobbio il 16 maggio.
Diciamo subito le note liete. Anzitutto la
gioia della comunità perchè la festa avveniva per la prima volta a Bobbio; e tale gioia
sì è espressa in un forte concorso di pubblico e, dopo, in un ricevimento ai coralisti assai... sostenuto e graditissimo. Erano presentì
ben otto corali : Angrogna, Bobbio, Pinerolo,
Bora, S. Giovanni, Torino, Torre e Villar;
e inoltre un gruppo di trombettieri villaresi
che hanno suonato due brani, dimostrande
buoni progressi. Partecipazione imponente,
dunque, e tanto più rallegrante in quanto i
canti collettivi sono apparsi ben preparati,
sicché la prova d’assieme è stata breve e non
ha dato difficoltà. Ciò fa piacere, come anche l’aver sentito dire da alcuni coristi che
la cosa che dà più soddisfazione è il cantare
tutti assieme. (Gli inni collettivi in italiano
erano: 149 - 366 ■ Gloria al Signor, dal libretto « Corali e Cantici » uscito Testate scorsa; quelli in francese; 120 - 202).
Nella scelta dei cantici singoli c’è stato un
giusto equilibrio fra inni vecchi e nuo> i, fra
corali o salmi e canti melodici. Che le melodie robuste dei salmi siano adatte al nostro temperamento, tanto da [)Oter essere eseguite con profitto anche da gruppi meno numerosi lo ha ben dimostrato Rorà, con il salmo « Come cerva » (n. 338): la corale di
Angrogna ha dimostralo di aver capito perfettamente lo spirito di un bellissimo corale
di Bach, e ne ha espresso il profondo senso
religioso con un raccoglimento che una o
due piccole « sviste )> tecniche non hanno
potuto cancellare.
Torre c S. Giovanni hanno eseguito con
il consueto aplomb inni melodici (204 e 210)
e cori (elaborati dai rispettivi organisti) l’uno
natalizio, Taltro pasquale; sono questi i due
grandi temi su cui cade quasi sempre la
scelta dei direttori; anche Bobbio ha presentato inni di Pasqua c Natale, scelti nel « Corali e Cantici » : « Dal tronco secolare » e
« Cristo è risorto », eseguiti bene e con lode
vole « entrain ». Ricordiamo ancora la corale
di Pinerolo che eseguì con grande finezza
l’inno 203. di \ irgilio Sommani, e quella di
Villar che presentava anch’essa un corale di
Bach e il « Lode » di Silcher, molto ben riuscito. Gradita ospite la corale dì Torino, in cui
è bello vedere diversi volti di giovani di
quassù, che sono a Torino per studio e che
amano ritrovarsi nelTambiente valdese; corale giovane, attiva, che dopo le ottime esecuzioni nel tempio (« Pasqua » di Gluck,
inno 353) ha dispiegato il suo entusiasmo al
rinfresco guidandoci tutti in canzoni e cori
tradizionali.
Ed ora i ringraziamenti e le felicitazioni;
alla commissione del Canto Sacro, alla comunità ospite, dlTEsercito della Salvezza che ha
gentilmente fornito la sala per il té, ai coristi che si mostrano zelanti ed allegramente
impegnati; infine al Pastore Aime che, nella
doppia veste di Presidente della Comm. Canto Sacro e dì Pastore ospite, si è prodigato
nelTorganìzzazione. nella direzione dei canti
d’assieme, come presentatore, direttore (e tenore!) della propria corale...
Ringraziamo tutti il Signore che suscita
ancora in noi Tentusiasmo per queste belle
manifestazioni, dove si impara a ricevere in
quanto ci si dà, e ad unire i cuori nella ricerca di una espressione di arte musicale,
magari non sempre perfetta, ma gioiosa e
concorde ed alla sol;: gloria di Lui.
Auditor
POMARETTO
11 culto alla Cappella del Gioì delTulli
ma domenica di maggio è sospeso.
Domeniica 23 gli alunni della Scuola DumenicaJc recandosi a Pinerolo per la festa
delle corali dei piccoli, partiranno dal (mnvii'^o alle 3,30.
Domenica 6 giugno avrà luogo la recita
dei (’adetT alle 20,30 nel teatro, con un
programma assai interessante. La cemunilà è cordialmente invitata.
tica testimonianza dell’uomo che gli Stati
Uniti avrebbero dovuto considerare il loro
migliore amico e che invece, per difendere
certi interessi e per miopia polìtica, hanno
collaborato ad eliminare, nel 1963: « Per chi,
come me, crede aUa democrazia — ha dichiarato juan Bosch, a Puerto Rico, alTinviato
de « L’Espresso » — questa è un’ora tragica... Cercando di soffocare con la forza la
rivoluzione democratica di un popolo, gli Stati
Leniti hanno dimostrato con i fatti che permettono solo due alternative: essere loro servi
o essere comunisti. Io sono vecchio, e neppure Lyndon Johnson può farmi diventare
comunista. Il mio modo di pensare e di vivere
me lo impediscono. Però, dopo quanto è acca,
duto in questi giorni, non posso neppure invitare il mio popolo ad avere fede nella democrazia. I cittadini di Santo Domingo mi sputerebbero in facìa, e con ragione. « Eravamo
disposti fino alla morte per riavere un governo libero e gli americani ce lo hanno
impedito con i carri armati, gli aerei e i
marines », mi potrebbero rispondere. La mia
carriera politica è finita, perchè non mi sento
di tener testa a tutte le migliaia di miei
concittadini fatti diventare comunisti dai
carri armati statunitensi. UsanSo con tanta
brutalità la forza, gli americani hanno rinun.
ciato alla sola ragione per combattere il comuniSmo. Fino a poco tempo fa temevo che
Santo Domingo potesse diventare comunista
entro una diecina d’anni; ora so che questo
avverrà molto prima e con esso se ne andrà
prima o poi il resto delTAmerica latina ».
A chi, una volta ancora, ci chiederà perchè
mai su un settimanale ecclesiastico noi ci
occupiamo diffusamente di questioni che possono parere esclusivamente « politiche » (si
tratta in genere di fratelli e sorelle che hanno opinioni politiche diverse dalle nostre),
ma anche a chi concorda « politicamente »
con le nostre idee, desideriamo — cercando
di spiegare il movente che ci anima — citare
queste parole di P. Denfer, lette su « Réforme » : « L’universo odierno è un caos nel
quale le parole, che hanno perso il loro
senso, non servono più al dialogo e alla ricerca ma solo all’addottrinamento.
« Mescolati a tutti ì principali avvenimenti, gli Americani ne forniscono l’esempio migliore. 1 loro interventi, come la brutalità che
lì contradistingue, sìa al Vietnam sia altrove,
sono a priori indifendibili. Nulla arresterà
l’immenso movimento che ha la sua sorgente
nel grido dì fame, nelTinvocazione alla giustizia degli umiliali e dei miseri. Nulla lo
arresterà. Allora, a che scopo questi morti,
questi combattimenti di retroguardia, perduti
in partenza?
« Tuttavia, si sia Americani o no, occorre
pure arrendersi a un’altra evidenza. 11 mondo
che viene e che vediamo già qui o là prefigurato, da poco tempo o da qualche decennio, non è migliore dì quello che fu. Dirò
anzi — ho appena trascorso parecchie settimane in un ’’paese nuovo’’ — che sotto
certi aspetti mi pare peggiore, non fosse che
perchè mi pare che l’uomo, l’individuo vi sia
tanto più deprezzato quanto più vi è rimesso
in onore il valore di un’astrazione, la ’’massa”.
« Non è però con la politica sorpassata delle cannoniere che si sfuggirà all’alternativa
in forma di dilemma, le cui due proposizioni
- quella del passato e quella deUav'venire — sono ugualmente inaccettabili.
« Siamo fieri di applicare alle nostre civiltà sistemate” il nome di colui che pur
diceva che il suo regno non era di questo
mondo. Quante volte non si sono prese le
armi, come fanno oggi ancora gli Ainericani,
per difendere la nobilissima causa della ’’civiltà cristiana Ogni volta che siamo stati
incapaci di inventare, noi, strutture nuove
per un mondo in movimento...
« Ma tutto avviene, in genere, come se i
credenti, continuamente sorpassati dagli increduli nella lotta per la liberazione e il
pieno dischiudersi dell’uomo, lasciassero loro
la cura di impegnare i combattimenti d’avan.
guardia. In seguito si mescolano alla lotta.
Ma un po’ tardi. L’idea della civiltà cristiana
li faceva guardare indietro, mentre il cristianesimo non può mai essere se non davanti
a noi, una meta da raggiungere.
« I cristiani salgono spesso sui treni giusti,
ma dopo che sono già stati designati i conduttori. Passano loro dei messaggi. Fanno
ampie esposizioni agli altri viaggiatori. Talvolta si appendono freneticamente alle sirene
d allarme. Il treno continua... nel senso della
Storia.
« Ma poiché, appunto, il Cristo è Signore
della Storia, bisogna concludere che egli fa
la storia degli uomini servendosi di noncristiani? « Sarebbe piuttosto paradossale »!
VILLASECCA
Il Signore ha richiamato a se il nostro fratello Rostagno Pietro il 12 Marzo, all’Ospedale di Pomaretto, alla bella età di 91 anni;
e alcuni giorni dopo, il 17 Marzo, al Giulberso, la nostra sorella Peyronel. Catterina.
all’età di 77 anni. Alle famiglie in lutto
rinnoviamo la nostra fraterna simpatia.
La Domenica delle Palme abbiamo ricevuto quattro nuovi membri comunicanti
i quali hanno confermato il loro battesimo
partecipando per la prima volta alla Santa
Cena. Essi .sono: Colt Erica di Combagarino.
Legar Franco di Villasecca, Giacomino Luciano di Roccia, Peyronel Umberto di Pian
Faetto. A questi cari giovani l’augurio d’una
vita vissuta nella fede e nella comunione col
Signore.
Domenica 2 maggio la nostra comunità
ha avuto il piacere di ospitare la festa di
Canto per la Valle Germanasca : vi hanno
preso parte le corali c le Scuole Domenicali
di Frali. Ferrerò. Massello e Villasecca. Ospiti graditi erano pure 8 fratelli di Waldenberg (Germania) guidati dal loro Pastore, e
dal Pastore BouchaM di Pomaretto. E' stata
una grande gioia per noi tutti di salutare
questi fratelli discendenti da famiglie Vaidesi di Porosa e di Pinasca. Ben riusciti i
canti d’insieme delle corali e delle Scuole
Domenicali diretti a turno dalle Signore Rivoira e Davite, e quelli sìngoli, e molto
apprezzati i messaggi dei Pastori Rivoira,
Bouchard e Davite.
— Ricordiamo ora a tutti i membri della
comunità e ai nostri cari amici delle comunità vicine che il tradizionale Bazar avrà
luogo Domenica 23 Maggio. Riceveremo con
molta gratitudine offerte di qualsiasi genere.
LE¥¥ORI CI SCRIVONO
l ansensi e dissensi
■‘rese di posizione politiche astir-: •() (i valermi una assai ricca
cor poiidenza: ho qui dinanzi a me
un< tiozzina di lettere, più o meno
aììf Din o meno meditate (c’è pu
re ■-■i biglietto deploratore di n un
di anziani lettori y) torinesi,
ai anali ricordo che anche nella chiesa l'etiore anonime non hanno diriUft 'U citladinanza) ; alcune reagìsena.'' con vivacità al tono e alle arLUitr.rarazioni (se iaiU possono chiamarsi} della lettera di A. Long: «Il
saii asmo. Tira mal ''epre&sa, i larva’) sGtlinU'yii, le naslalgìche rimembranze nor. liatnio nulla dell’cihietlivìl‘i piana, lineare che occorre avere
pei" una reciproca intesa, per una sia
pur lieve comp”ei.sionc delle idee
degli altri n —commenta E. L.. di
Novara: e i sarcasmi sono sempre
ricnmbiabili. afvelerunido ogni pos
sihiiiifi di conversazione.
Ciò premesso, i lettori comprenderanno che non solo non è materialineìUe possibile publicare tutte le
loro lettere, ma si avrebbero pure
molle tediose ripetizioni ; cercherò
piutiosto di mettere in evidenza le
idee principali espresse, ringraziando moho tutti coloro che mi hanno
scritto, dissentendo o consentendo.
Il dissenso di molti v un dissenso
di principio: poiché il nostro periodico si autodefinisce « settimanale
della Chiesa Vaìdes'^ », e.s.si pensano
0 che questa intestazione vada mutata ovvero. •ìreferibilmente, che « le
prese di posizione su questioni sìa
politiche inleriìe della Chiesa
Valdese rispondano a<! analoghe predi n)i«izione delle Autorità democraticamente elette dal Sinodo a rappresentare la Chiesa ste.ssa (E. i-» Rf>pallo): in altri termini, se il settimanale è « della Chiesa » occorre che
nessuno dei membri di quella Chie'*a se ne senta estraniato, criticato in
base a valutazioni politiche partigiane. Rimando al riguardo aìVarticolo del Moderatore, qui accanto. Biperò notare che la maggior
parte di que.sti dissenzienti ho, come sfondo espresso o inespresso del
proprio atteggiamento, una posizione che mi pare sinfetizzaPa assai be
ne in queste due frasi: « Premesso
che, se la religione ci unisce, non
cosi è, necessanamen.e, della poliidea, mi chiedo, e chiedo, se sia prcprio il caso che ”La Luce” prenda
posizione in questioni di politica internazionale, in questioni cioè gravi
c pariiicolarmente complesse, che solo la storia di domani, ncn di oggi,
potrà giudicare e qualificare» (B. A.
- Roma) « In un periodico come quello in questione, penso che il lettore
dovrebl)e trovare sopratlut'o parole
di fede e dì cenforto parole di amore, che lo aiutino a sollevarsi al di
sopra delle dure vicende della vita
e che gli offrano un momento di
evasione dalla quotidiana battaglia
nella quale, purtroppo ,ciascuno —
anche con i suoi sentimenti e le sue
passioni, legittimi se professai in
buona fede — si trova coinvolto »
(G. !.. Genova). Insommn: la reh
gione unisce, la politica divide (m i
il Cristo non ha detto che il suo
Eimngeìo era un fuoco e una spada?); e la religione come conforto
personale (ma l’Evangelo non è con
tinuo appello ai ravvedimento, cioè
a {(Cambiare mentu.Htà? ^>): al riguardo un lettore milanese, E. P..
scrive: « Al lettore di Genova che
ravvisa nel periodico un indirizzo co.
munistoide e chiede di non più inviarglielo, suggerisco, come strumen
to dì ediificazione personale l’abbonamento a un quetidiano ’’indipendente” (Corriere dcllla i'cra, Resto del
Carlino, La Nazione, ecc.L Certamente questi giornali non lo turberanno e in alcuni casi giustificheranno cristianamente Irombardamenti,
eccidi, sopraffazioni, ecc.; cose dalle
quali (poiché purtroppo avvengono‘pero invece di rimanere quotidianamente turbato ». S. G.. di Milano a
rimprovera di avere nel complesso
un’impostazione accentuatamente unilaterale: (( auspico una maggiore imparzialità del Suo giornale; quasi La
pregherei di far sì idic anche l’altra
parte, quella die non la pensa come
Lei, sìa rappresentala e abbia la possibilità di far sentire la propria voce,
di esprimere le proprie idee. Cer^o
non mancheranno persone qualificate
disposte e ccllahorare. Sarebbero co
sì raggiunti due scopi. Si dimostrerebbe, se ve ne fosse bisogno, che
se oppo-ile tendenze pililiehe tendo-'
no a dividerci, la comune fede in
,..ri Uo non ci permette di essere tan-’
iO faziosi da non ritenerci sempre
ieciprocamenle Iraielli. Poi si facili-1
lerebbe. soUo certi a.spetli, quella 1
’’ricena delle, verità” che dovrebbe
essere l’occupazione ccistante di tulli quegli mulini che intendono vivere e non solo vegetare. Due scoili, a
mio avviiso, entrambi meravigliosi ».
In particolare a proposito della
nostra critica all'atteggiamento staf.nniunse nei confronti della crisi
vietnamita, vari lettori mi rimpro-1
verano di dis<'onoscere il sincero de- !
siderio di difendere la libertà, oviin- j
que, che anima gli umericani. drtzi-|
tutto, è difficile parlare degli americani così in genere, come sarebbe
assurdo sostenere (he il nostro governo rappresenta la totalità dell'opinione pubblica; la linea Johnson è
criticata da milioni di cittadini statunitensi. anche se essi sono una
minoranza, e il Moderatore Rostan,
nellle sue corrispondenze, ci ha ri
petutamonte dato l'eco di (jueste divergenze. Del resto, la nuova crisi
a San Domingo, non è tale da aprirci gli occhi?
I n altro lettore (R. B.. di Bologna) ci mette in guardia contro l'i^'
liisione della "terza forza" e del
"non allineament(y^’ ai due grandi
blocchi: a questo gruppo non (dìi
ueato « hanno aderito massìmanienie
paesi cattolici, iiiussuliiiani e pagani,
pae.si di scarsa educazione civica e
senso di responsabilità, esseiiziahiien’
le delTAfrica, delTAsia, del Centro
e Siid-America : la loro principale
ideokgia è quella di buttarsi, in ogni
evenienza, coi vincitori, e di mungere quaUrini dalTuno e dalTaltro
dei grandi paesi allineali! », e non
sarebbe davvero il coso di spìngere
gli italiani su questa via di qimìunquìsmo interessato.
Da tutto questo scambio di idee con
i lettori emerge chiaro un fatto: cominciamo appena a dibattere il problema deU'impegjìo politico del cristiano. e le idee sono tutt'altro che
chiare. Questo non vuol dire che finora non ci siamo occupati di politica. bensì che lo abbiamo fatto come uomini qualunque, più che come
('ristinnj c protestanti ; (¡ue.sto t ale,
nei complesso, per tutti, indipenden
temente dalla direzione politica seguila. anche se in certi settori Tesigema di un chiarimento .si fa sentire ormai da vari anni. Fra i due
estremi di una vita cristiana intesa
in senso puramente culturale, interiore e intimistico, ovvero di un impegno a fondo nella lotta sociale facendo delVEvangelo (o parte di esso) una sorta di manifesto poluico.
risulta che il nostro dibattito è stato
ed è in genere condotto al di fuori
di espliciti riferimenti biblici, teologici — o jHirie generici richiami alla
fraternità, all'umiltà. alVamore. Quale impressione suscita in un estraneo una discussione coinè questa? scorgerà persone di opposti o
comunf^ue diversi pareri, che però
ragionano come tutti, rifacendosi a
(¡uesta o a quella ideologia corrente,
senza che .si possa avvertire in loro
la ricerca comune di un riferimento diverso, caratteristicamente cristiano. Ci rendiamo conto di (juanto
questo sia grave? Posso dire in sincerità di essermi seriamente sforzalo dì ricercare questo riferimento
« altro ». al di là delle ideologie che
possono essere dei mezzi, strumenti
che servono per un poco e poi si logorano. Devo riconoscere che questo
sforzo non è stato avvertito — anzi
sono stato rimproverato di mescolare Dio e s. Paolo a questioni in cui
non c'entravano affatto...: è dunque
evidente che non ho saputo comprende e a fondo, e esprimere in modo
esplicito e comprensibile, questo riferimento alla Parola; e confesso che
ho quindi mancato a quella che deve
essere la funzione della nostra .stampa: una forma di predicazione della
Parola di Dio che risuona di fronte
agli eventi in cui .siamo quotidiananì'pnie coinvolti. I lettori ricono.sccfanno da parte loro di non avermi
molto aiutato in questo senso.
E' un problema, quello che qui ci
preoccupa, che non si può certamente affrontare in un articolo; è un
lento travaglio, una seria ricerca, da
j proseguire insieme; bisogna che le
; nostre comunità si rendano conto che
; non potranno eluderlo, a rischio di
perdersi. Jm Claudiana ha in stampa
un volumetto su questo tema: mi
auguro che potrà essere largamente
diffuso e costituire un buon orrio
alla discussione e (dVapprofondimento nelle nostre chiese. Ci proponiamo d'altro lato, in redazione, di af
frontare in modo più sistematico di
(¡uanto non sia avvenuto finora cjucst'esigenza di jornuizione.
Ma fin d’ora posso insistere su que
sto: la Paro'a di Dio esercita il suo
giudìzio su ogni posizione politica,
quindi su noi lutti. Dio non si lascia legare a nessuna chiesa, figuriamoci se si lascia legare a qualche
partito, ideologia, civiltà, cultura.
Dio resta il giusto Signore e il Redentore misericordioso di tutto questo mondo, abbatte i potenti e rialza gli umili, chiede conto ai grandi
come al piccoli, chiama tutti, senza
soste, al '’ravvedimento'’, al ’'nonconformismo". E’, questa, una causa che non può suscitare gli entusiasmi delle masse ne dei potenti,
in questa posizione incomoda ma appassionante ci pone la nostra vocazione; è quello che chiamiamo hi
rottura con il costantinianesimo",
con la collusione accettata acriticamente con l'ambiente. Che noi sottoponiamo a critica il principio di
a.s.soluta proprietà, desunto più dal'o morale natur(de che dalla rivelazione biblica, o che rifiutiamo il
’'partito cristiano", il "sindacato
cristiano o che segnamo le nostre
forti ri.serre nei confronti di manifestazioni come la ’’festa della famìglia ' (ancora un’esaltazione della
monde naturale), o che critichiamo
ogni sorta di privilegi ecclesiastici, i
porporati alle inaugurazioni e i crorifissi nelle pubbliche aule, o che
protestiamo contro la confu.sione di
"valori" occidentali e di motivi criytiani. sempre si tratta di questa rottura con la società coslituita in cui
viviamo, di questo rifiuto della croce sulle anni, .sui funzionari, sulle
.schede elettorali, dellipocrila sanzione cristiana ’ su un ordine co.stituiio estremamente di.scuiibile. La
norma, il riferimento delVEvangelo
res\mo .sempre (d di fuori di ogni
nostro schema e si.sfema e li rimettono (¡uolidianamenle e salutarmente
in (¡uestione. Questo ro/e anche per
il pen.sìero e la po.sizione ’'ufficiale’'
di una Chiesa. L'importante è la
chiarezza di questo riferimento, in
uno .sforzo di fedeltà che non è ossequio a un principio ma culto re.so
al Signore. Iai ’ casa comune" di tutti { credenti è la Parola, non il minimo comiin denominatore delle loro
varie e ’ autonome" opinioni.
Gino Come
Fra gente della
“vieille roche,,
Un lettore, da Torino:
Desidero dare atto alla cara correligionaria, valdese della « vieille roche », proprietaria della ormai famosa
casetta da restaurare, della sua precisazione circa 1 uso ebe della casetta potrebbe farne il suo restauratore rimanendovi « anche per anni » e non
solo per qualche mese.
Cara la mia Signora, ma perchè queste cose non le ha dette prima? Io
non avrei di certo detto quello che ho
detto.
Circa le giovenche, poverette, da me
tirate in ballo, un lettore ignoto (ma
perchè anche lui non si firma?) mi
■scrive a casa per dirmi ch&' sono le
mucche che danno il latte e non le
giovenche. E’ vero, l'ho fatta proprio
grossa, .sono mortifìcatissimo, scusate la
distrazione: sarebbe come se dovendo
parlare di nutrici avessi inavvertitamente parlato di giovani sposine anziché di balie.
Punto e basta. Cordialità a tutti
Riccardo Ricca
Ci siamo
anche noi
Un lettore, da Torre Pellice:
A seguito di quanto rouiunicato
-‘111 Sm» giornale, tengo a precisare
elle la nostra Associazione degli Amici del Collegio, nel corrente anno sociale. ha già versalo all’Ammìniiilraziune centrale la somma di L. 500.000.
ha iiagato L. 700.000 per la linteegiatura delTedificio nell’in'erno, lire 181.000 per la provvista di nafta,
ed ha accantonalo i fondi necessari
per la completa so-itiiuzione dei pavimenti, e per un secondo versamento alla Tavola.
I versamenti a cui si riferisce il
^uo giornale sono probabUmenle di
altre font!, c siamo pertanto lie'.j di
constatare che il nostro sodalizio ha
ancora as.sollo in modo degno il suo
mixleslo compilo.
Con i migliori saluti.
Il presidente
Dolt. Enrico Gardiol
4
pag. 4
N. 21 — 21 maggio 1965
Ricodando
Evandeliua Acinelli
Circondata da tutti i suoi figliuoli e
dai parenti e col conforto della Parola
di Dio e della preghiera si è addormentata nel Signore la sorella Evangelina Avinelli, all’età di 87 anni in
Rio Marina, domenica 9 maggio.
Ha finito cosi la sua corsa di credente; dopo un’esistenza ricca di avvenimenti nei quali sempre sperimeritò la pKDtenza consolatrice di Gesù Cristo, che sempre confessò come suo
unico Signore, Maestro e Salvatore.
Scompare con Evangelina Acinelli
una figura inconfondibile in tutta Rio
Marina e per la sua forte personalità
e per U suo carattere semplice, umile,
ma sempre pronta a rispettare la personalità e la dignità del suo prossimo,
che si sforzò sempre di aiutare secondo le sue possibilità.
NeH’ultima sua prova (una caduta
con conseguenti complicazioni) — come in tutte le altre precedenti — ha
saputo testimoniare della sua fede
evangelica neH’ospedale di Portoferraio e quindi fino agli ultimi istanti
ai suoi figli nella sua casa a Rio Marina.
Per tutta la sua vita ha lavorato in
svariati modi per il bene della sua Comimità, che sempre con amore ha seguito in tutte le sue vicende fino all’ultimo.
Specialmente negli ultimi anni, in
cui il numero dei membri della Comunità è andato sempre più riducendosi per le numerose emigrazioni ohe
per vari motivi ha portato i più giovani in molte parti del mondo, la sorella Evangelina è stata per i rimanenti membri anziani paziente, costante animatrice e diaconessa della Parola, provvedendo essa stessa alla predicazione moltissime domeniche in cui
— particolarmente nel periodo invernale — non era possibile a nessun pastore o laico raggiungeva l’isola. Molti
ricorderanno sempre le sue meditazioni che erano tante semplici, umili
testimonianze al Signore che operava
nella sua vita!
I funerali si sono svolti a Rio Marina il pomeriggio di lunedì nella casa,
nel tempio e nel piccolo storico cimitero evangelirr) delle Perelle, su una
delle colline che circondano il paese.
II grandissimo numero di riomarinesi che ha partecipato ai funerali,
specialmente nel tempio, dove con viva attenzione ha seguito la predica del
Pastore Carlo Gay su 2 Timoteo 4:
7-8, il messaggio del Pastore Salvatore
Carcò, le preghiere e gli inni noti a
n'oltissimi per averli imparati nelle
nostre Scuole Elementari funzionanti
nel paese fino a circa 30 anni fa, ha
dimostrato di quale stima e di quanto
affetto fosse circondata la nostra sorella Evangelina.
E' stata una preziosa occasione Per
testimoniare di Gesù Cristo risuscitato, unica ed ultima speranza di salvezza per tutta l’umanità.
Anche queste parole di ricordo vogliono essere un’occasione ed un mezzo per lodare, ringraziare e benedire
ancora e sole il Signore Gesù Cristo
"he opera nei suoi discepoli per mezze del Sue Spirito Santo. S. C.
Livorno, 11 maggio 1965.
LUNEDI'
SABATO 12 GIUGNO 1965
Se^Mmana di studio
a Rüdlingen (Svizzera)
Il Consiglio dei Pastori ha stabilito il programma di studio del prossimo incontro :
1) Antico Testamento:
La personalità ed il messaggio del Profeta Amos (Pastore J. R. Matthey).
2) Nuovo Testamento:
Le Chiese della Galazia : la lotta per la libertà cristiana
Esegesi della lettera ai Galati (Pastore E. Eynard).
3) Liturgica :
Il culto nella Chiesa
Teoria e prassi della liturgia domenicale (Pastore Gianni Rogo).
4) La preghiera (Pastore Liborio Naso).
Sono invitati i membri delle nostre Comunità che già possiedono una buona preparazione biblica e che sono impegnati nel servizio della Chiesa.
La quota di partecipazione è fissata in Fr. 80.—include Tinsegnamento, il vitto
e Talloggio in una sistemazione confortevole.
L’apertura del corso avverrà alle ore 17.30 del lunedì 7 giugno. Si raggiunge la
« Casa )) di Rüdlingen (Reformierte Heimstätte, tei. 051 96 52 30) dalla stazione ferroviaria di Rafz. Chi si annunzierà sarà accolto con auto alla Stazione.
Per ogni ulteriore informazione scrivere o telefonare alla signorina R. Iselin,
Wiedingstrasse 14, 8055 Zürich, tei. 33 04 11.
Le serate saranno impegnate in libere discussioni. I partecipanti hanno la facoltà,
all’atto dell’iscrizione, di segnalare gli argomenti che desiderano siano trattati in incontri pomeridiani o serali.
Le iscrizioni sono accolte con gratitudine se inviate con cortese anticipo e si
chiuderanno il 30 maggio.
N. B. - E’ nostro vivo desiderio di avere, se possibile, rappresentanti delle chiese
in Italia. A tal fine, e tenuto conto che essi hanno già a loro carico le spese di viaggio,
la direzione è lieta di venire incontro agli eventuali partecipanti con la riduzione della
quota di soggiorno. Per il Consiglio dei Pastori
Elio Eynard
NEW YORK
La visita del Moderatore
La recente visita del Moderatore Dott. Ermanno Rostan negli Stati Uniti ha fatto del
bene a molti, ci siamo rallegrati di questa
opportunità che ci ha permesso di riprendere un contatto più vivo con la Chiesa tutta a mezzo del suo Moderatore.
Non vi è corrispondenza e non vi è notiziario che possa sostituire in efficacia la
comunicativa di un messaggio orale e di un
contatto personale.
A New York abbiamo avuto il privilegio
di vedere e di udire il Moderatore in varie
occasioni; di queste ne menzioniamo alcune.
La più importante e la più memorabile fu
senza dubbio quella del 2 marzo con l’annua assemblea dell’American Waldensian
Aid Society che ebbe luogo nel vasto Hall
della Madison Presbyterian Church. Dopo il
pranzo d’onore e dopo i preliminari di una
regolare seduta il dott. Rostan alla presenza
di una vasta rappresentanza di chiese ivi
compresa anche la nostra, dì vari pastori e
di alcune personalità del mondo protestante
di New York ci diede una conferenza ricca
di dati, forte in convinzione, precisa in affermazioni ecclesiologiche con particolare riferimento alla situazione attuale in Italia.
Diremmo senza esagerare che il Dott. Rostan fu geniale e certamente ispirato nel
proiettare visioni di possibilità per l’opera
delle Chiese tutte che trascendono gli abituali schemi ecclesiologici.
Dai commenti vari, uditi in seguito, fummo lieti di notare che il messaggio del Moderatore aveva fatto profonda impressione.
Il giorno seguente, il 3 marzo, aveva luogo nella nostra chiesa l’annua riunione della
Federazione degli Evangelici Italiani, con
una rappresentanza di varie denominazioni.
L’Assemblea era piuttosto modesta, ma fummo grati che il Moderatore sebbene in procinto di partire per uno dei suoi numerosi
impegni, tmvasse. modo di portarci il suo
messaggio ricco di notizie che avvinsero i
presenti soprattutto là dove egli accennò ai
preliminari per il prossimo Congresso Evangelico Italiano ed aH’erìgendo ospedale di
Napoli.
Per quel che riguarda la nostra Chiesa in
particolare, il Moderatore ci fece prima di
Culto radio
ore 7.40
DOMENICA 23 MAGGIO
Sergio Carile
GIOVEDÌ’ 27 MAGGIO
DOMENICA 30 MAGGIO
Luigi Santini
Rimini e Diaspora
Adriatica
Il 17 febbraio è stato celebrato con particolare solennità e con un culto di S. Cena a cui sono intervenuti alcuni simpatizzanti, oltre a quasi tutti i fratelli.
Due lutti hanno colpinto la nostra Comunità : il caro fratello Pasquale Cerrella
di Jesi, ha perduto la sua indimenticabile
compagna che aveva diviso con lui « nella
buona e nella cattiva sorte » ben 35 anni di
vita comune. Nell’ospedale di Rimini è deceduto il sig. Otto Geiger, padre della nostra sorella in fede sig.ra Erica Testi. Sebbene appartenente alla Comunità Luterana
di Trieste, il sig. Geiger era spesso a Rimini, ospite della figlia, ed era da tempo
qui infermo. Il Pastore ha portato alle famiglie colpite il conforto della Fede, mentre tutta la Comunità si stringe attorno a
loro nella solidarietà della preghiera.
I culti della settimana Santa sono stati
celebrati nella sala delLHotel Lloyd (via
Santa Maria al mare - dietro Banca Commerciale) che abbiamo preso in affitto per
tutto il periodo estivo e cioè fino al 30
settembre. Il venerdì santo alle ore 15,
culto liturgico con Santa Cena ed ascolto
della « Crocifissione » dalla Passione secondo
Matteo di Bach. Buona affluenza di fratelli.
Il giorno di Pasqua culto con Santa Cena
a cui la Comunità ha partecipato quasi al
completo. Tra gli altri abbiamo avuto il
piacere di rivedere il fratello Egidio Revel,
reduce daH’InghìIterra per jl suo soggiorno
estivo a Rimini, e gli porgiamo il più af
fettuoso bentornato! Un fraterno benvenuto
alle famiglie Bensì Giordano e Bensì Riccardo e bambini ed al fratello in fede A
bruzziiii Ettore che sì sono stabiliti ad Urbino. Abbiamo quindi cinque nuovi membri di Chiesa nella nostra Comunità.
A Dovadola il culto per la Settimana
Santa è stato tenuto mercoledì 14 aprile con
la celebrazione della Santa Cena.
Continuano ad affluire doni di amici stranieri ed italiani per la costruzione della
cappella in Rimini. Ringraziamo tutti di
cuore e pubblichiamo qui di seguito il
terzo elenco, ricordando che i doni possono
essere inviati indifferentemente alla Tavola
Valdese - Via IV Novembre 107 - Roma;
oppure versati sul c/c postale 8/18136 intestato alla cassiera della comunità di Rimini, Ada D’Ari - Via Angherà, 28 - Rimini.
Preghiamo chiunque ne sia interessato di
prendere nota del nuovo indirizzo della Sala di Culto.
Fondo per la costruzione
della Cappella di Rimini
Riporto precedente L. 840.891; Zürcher
Oberland . Zurigo (Pastore F. Guidon)
288.535: Past. Strasny c Signora (Kapellen
Germania) 25.000: Waldenserhilfer (Pratteln - CH) 15.000; Gustav Adolf WerkesSchwchn (Past. Kamielh) 470.000; Kirchenkasse der Evangclishen Gemeinde Schwelm
(Past. E Kamielh) 207.350; Kirchliches
Verweltung Wedding (Past. Kalb) 9.500;
Past. Karl Kalb (colletta di Chiesa) 8.800;
D’Ari Franca e Mariella 2.350; Dolt. Vincenzo Faraci (Caltanissetta) 1.000; Pastore
Arturo Vinay (Ivrea) 10.000; Sig. Beniamino Fabiole (Ivrea) 10.000; Comitato Bernese H. Schneebcl (Zurigo 7) 2.860. Totale
al 30 aprile 1965, L. 1.891.286.
TRIESTE
Nel dare il benvenuto agli alpini
evangelici che verranno nella nostra
città per la loro adunata nazionale,
comunichiamo che il culto domenicale
ha luogo alle ore 11 a Scala dei Giganti 1 (vicino a Piazza Goldoni).
Il pomeriggio, dalle ore 16,30 in poi,
gli alpini ed i loro familiari, sono cordialmente invitati, sempre allo stesso
indirizzo, ad un incontro fraterno con
le comunità evangeliche della città.
ZURIGO
Le assemblee di Chiesa si sono susseguite
a ritmo costante. Un maggior numero di
membri partecipa con impegno, da quando
sono tenute la domenica dopo il culto. Durante le due assemblee del 4 e 11 aprile, si
sono rieletti due membri del Consiglio nelle
persone del signor Francesco Perucchi e della signorina Maria Zweifel, ai quali la comunità ha rinnovalo la sua fiducia con una
larga votazione; si è ascoltata una concisa ed
interessante comunicazione della « Commissione missionaria » ad opera della signora
M. Bodmer, sua responsabile; si è preso atto
della vivace relazione sul recente Sinodo regionale di Milano, ad opera del signor Adolfo Hodel; si è costituita una commissione,
che promuoverà, durante il mese di maggio, riunioni di preghiera in città in preparazione ai Congresso evangelico di Roma e
durante il suo svolgimento, in comunione
spirituale con i congressisti (signore Bodmer
e Cerna, Andrea Romito e Domenico Padolino); si sono ascoltate varie comunicazioni
del Pastore su molteplici argomenti della vita comunitaria. La partecipazione ad alcune
di queste assemblee è stata del 50% degli
elettori. E’ un deciso progresso, ma ora dobbiamo puntare ad una presenza deU’80%.
— La Filodrammatica di Basilea, guidata
dal Pastore L. Naso e dal presidente della
Comunità, signor S. Quercioli, ha vivamente interessato, cd in alcuni momenti, fortemente commosso il numeroso pubblico che,
il 4 aprile, affollava la Sala (g.c.) della Casa
comunitaria di ^iedikon. I giovani basilesi (svizzeri ed italiani) hanno presentato
sulla scena il dramma della emigrazione con
forti accenti di tensione vissuta sulla scena e
trasmessa alla platea. Il Pastore Eynard ne
ha tratto lo spunto per un’affermazione dei
valori perenni del messaggio evangelico, che
s’inserisce in tutte le situazioni concrete della nostra vita sociale, trasformandola con ]a
sua potente ispirazione. Al trattenimento
ha portalo un valido contributo il Gruppo
corale della Colonia Libera di Zurìgo, che
ha eseguito cori e canzoni in italiano, suscitando Tentusìasmo del pubblico.
— Le celebrazioni della Passione e della
Risurrezione hanno registrato un’affluenza ai
culti come nelle domeniche ordinarie. Nella
nostra comunità, Taffluenza subisce fluttuazioni minime : l’assemblea è normale in tutte le circostanze.
Non abbiamo dimenticato le opere raccomandate dal Consiglio Sinodale del Cantone: le offerte del Venerdì Santo a favore
delle Chiese svizzere all’estero sono ammontate a Fr. 194.— c quelle del giorno della
Risurrezione a favore della campagna « Pane per i fratelli » a Fr. 319.
SUSA-COAZZE
tutto una gradita sorpresa con una visita
inattesa ad una riunione speciale la sera del
24 febbraio. Fummo lieti di udire quella
sera un breve resoconto della sua missione
con particolare riferimento alla sua visita
nell’Utah di cui i lettori del giornale ricorderanno certamente i particolari della sua
relazione.
In seguito il Moderatore si mise a nostra
disposizione, sia per visitare i Valdesi della
Valle dell’Hudson, sia per il cullo di Pasqua. La visita a Cornwall e Ulster Park ebbe
luogo il 16 aprile. Fu una visita piuttosto
affrettata ma quanto benefica! A Cornwall
ci incontrammo col gruppo dei Valdesi nella
ca.sa dei Signori Costabel, a Ulster Park
la riunione più numerosa fu indetta nella
casa del Sig. Emilio Pons.
Il Moderatore presiedette quivi un breve
culto, non si poteva dimenticare che era
il giorno del Venerdì Santo; presero parte
alla riunione alcuni pastori di chiese vicine
che avevano piacere di udire parlare dell’opera della nostra chiesa.
In ambedue i posti cioè sia a Cornwall
che a Ulster Park la vi.sita del Moderatore
fu un vero « treat ». Ma a parte le molte
cordialità ed il piacere Lutto valdese di ritrovarsi, notammo la costanza di un pensiero, sempre presente e sempre incalzante :
il pensiero per l'Opera.
Siamo grati al Moderatore per questa sua
visita, per questa sua fatica die sa di dedizione senza risparmio e senza riserve. Siamo
grati al Moderatore per il solenne cullo di
Pasqua che egli volle jiresicdere, per Televato messaggio, per le parole dì esortazione ai
nuovi confermati, tre dei quali l'avevano
voluto accompagnare nel suo viaggio a
LJJsler Park.
La visita del Moderatore in America ha
fatto del bene a molti, a ])iù di quanti possiamo immaginare e ])iù di quanto po.ssiamo pensare. Voglia il Signore benedire la
missione compiuta e sappia la Chiesa tutta
essere riconoscente a chi tanto ha dato di
se stesso per la causa che a lutti noi sta a
cuore. A. Janavel
GITA TDRISTICA
A GnUEVRA
Ci consta che il sig. Silvio Rivoir sta
organizzando un viaggio per visita a parenti
cil amici a Ginevra il 27-28-29 giugno prossimi ed un buon numero di convalligianì
sono già iscritti per tale occasione. Se vi
fcissero anche degli interessati della Val
Gernianasca od altre località, possono cliicdere informazioni al suddetto per i pochi
posti ancora disponibili. Questa è l’edizione 1965, che, come quella 1964 a Losanna,
avrà certamente un esito ugualmente felire.
E’ necessario prenotarsi entro il 31 maggio:
S. Rivoir, Torre Pellice.
Con \ivo rincresc'mento, sia
mo costretti a rinviare parecchi articoli e corrispondenze^ ci
scusino i nostri collaboratori.
red.
(lasa evangelica per vacanze estive
San Marzano Olivdo (Isti) SII) m. s. ni.
Dal 15 luglio al 15 set:embre pcteie trascorrere un periodo di riposo in clima salubre ed in ambiente Tralerno ed evangelico
fissando voi stessi la data che meglio gradite.
Quota giornaliera L. 1.000 (Tulio compreso, vitto e allc-gglo).
Per maggiori informazioni e per prenoiazion! scrivere a:
ANDREA ANZIANI - Piazza Istria, 2 Telefono 67.60.39 - MILANO.
NOZZE D'ORO
Il 15 maggio c. a. a Torre Pellice i coniugi
Carlo Tomasini di anni 83 e Paolina Coisson
di anni 78, sposatisi esattamente 50 anni or
sono, hanno fest?eggitì*to le loro nozze d'oro,
con riconoscenza a Dio, circondati dai loro
quattro figli, di cui uno venuto espressamente
dall'Uruguay e otto nipotini.
Vivissimi rallegramenti e auguri! red.
Direttore resp, : Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n. 175, 8-7-1960
Cip. Subalpina s.p.a. • Torre Pellice (T ;
avvisi economici
Durante la Settimana Santa, con la Cbiesa Battista abbiamo avuto, come gli anni
passati, adunanze in comune con scambi di
pulpito con i Pastori C. lafrate e T. Saccomani.
Ringraziamo della loro visita le mamme
di Bobbio e di Villar Pellice guidate dalle
Signore G. Alme e E. Micol e del loro gentile invito a ricambiare la visita.
Siamo riconoscenti al nostro Fratello Ugo
Toinassone di aver;; presieduto dei Culti
domeniiali.
Grazie a DiO' ed agli uomini die ringrazia cordialmente di quanto hanno fatto e
dato, la famiglia Tomassone dì Meana eli
Susa die ha avuto la casa distrutta daH’incendio, può sperare di rifarsene a poco a
poco un’altra.
COMUNICATO
Nella Pro Valli
La P. V. ringrazia sentitamente i generosi donatori che, col loro concorso finanziario, per la valorizzazione della « Gianavella », hanno così manifestato il loro interesse per il patrimonio storico delle Valli;
la soltosirìziotie è tuttora aperta, mancanrlo
ancora L. 40Q.00O per il completamento delropera. Si rivolge un vìvo appello ai membri di Chiesa, ai Concistori, alle avssociazioni ed Enti delle Valli e del canino di
evangelizzazione perchè vogliano favorire
j loro contributi, che saranno accolli con
viva gralilufline.
<( Pro Vfdìi »
Istituto Artigianelli
Valdesi
L'Istituto Artigianelli Valdesi, rimodernato
di recente in occasione del centenario dell’attuale sede, dispone in questo momento di un
cerio numero di posti liberi e di alcune offerte
dì lavoro per apprendisti.
L Istituto è aperto ai giovani che abbiano
compiuto il quindicesimo anno di età, che
provengano da famìglia evangelica e desiderino avviarsi ad una attività artigianale o
tecnica.
I giovani ammessi vengono collocali presso
ditte della Città esercenti Tattivilà scelta dal
ragazzo e frequentano le scuole serali di avviamento professionale nel ramo più idoneo
ad ottenere un perfezionamento nel mestiere
stesso.
II funzionamento dell’Istitulo è quindi
quello di un convitto in cui raltìvità professionale viene svolta aH'esterno sotto la vigilanza del Direttore che mantiene periodici
contatti con la Direzione delle Scuole e con
le Dille presso cui i giovani imparano il
loro mestiere.
Per le modalità necessarie alTaccettazione
e le relative condizioni rivolgersi al Direttore
Sig. Girardi Bruno presso la sede dell’Istituto
Via Berthollet 34, Torino.
La Dit a H. BVrbler di Wìntertluir ceu'
operaie per filatura età: 20-30 anni. P •
inforiuazioni rivolgersi al pastore J.-ì Matthey Schùtzenstrasse 62, Wintcrthi r
(Svizzera).
TORRE PELLICE affittasi vuoto camera ì nello servìzi, ascensore, termo centra' ,
vista panoramica.- Scrivere Gottardi, To no, Corso Regina 284, telefonare ore ser. ì
76.62.71.
« Beati i morti che da ora r
nanzì muoiono nel Signore. S
dice lo Spirito Santo, esseni
che si riposano dalle loro fa
che, poiché le loro opere li *
guono». (Ap. 14: 1,
I figli ed i parenti tutti annunciai,
che la loro cara
Evangelina Acinelli
di anni 87
il 9 maggio 1965 a Rio Marina è stai
richiamata dal Signore.
RINGRAZIAMENTO
Il fratello e la famiglia della cc: pianta :
Lidia Fontana
di anni 65
sentitamente commossi, ringraziare
tutti coloro che hanno preso parve
al loro dolore ed hanno loro testim niato la loro simpatia e che sono i itervenuti aU’accompagnamento fun bre della loro Cara.
Un ringraziamento, particolare d-?siderano esprimere al Medico Curani e
Dott. Coucourde, alla Direttrice e al
Personale delTOspedale Valdese di
Torre Pellice, ai Pastori Sigg.rl Micol
e Ganz, ai parenti e vicini di casa.
Villar Pellice (Ciarmis', 10 5-196-j.
CAMPEGGI
INCONTRI
VACANZE
La Rocciaglia
FORESTERIA VALDESE
PENSIONE
Fra del Torno (Angrogna)
Informazioni :
Guido Pasquet - Torre Pellice
Guido Ribet - C.so Francia 80
Torino
Convitto Maschile Valdese
TORRE PELLICE (Torino) - tei. 91230
l.e iscrizioni per l’anno scolastico 1965-66
sono aperte. Si accettano ragazzi che fr~([uenlino il Ginnasio-Liceo Classico, il 1» e
2» anno di ragioneria, la Scuola Media e le
Scuole Elemenlari. Si dà la preferenza a
bravi alunni evangelici che avranno la possibilità in Convitto di' praticare agevolmenle gli sport e di vivere per alcune oro
al giorno all’aria aperta. Tennis - Palla a
volo - Foot-ball - Piscina coperta privata Velie vicinanze immediate sci con impianìi
di risalita.
Per informazioni rivolgersi al Direttore:
Doti. Franco Girardet.