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Anno III.
Venerdì IB dieemlir« 18A3.
LA BUONA NOVELLA
GIORNALE RELIGIOSO
PREZZO I>’A!fiiSOCIAZIO:«E
{À domicilio)
Torino, per un anno L. G,00 L.7,00
— per sei mesi » 4,00 » 4,80
Per ie provincie e l’estero franco sino
al conlìni, un anno . . L. 7,20
per sei mesi, « 5,20
A).>:6£ijo»Tit (Jè t'j «y&an
Seguendo la verità oella cariUi
Efbs. IV. 45.
L’Ufficio della BUONA NOVELLA è in
Torino, presso la libreria Evangelica
di GIACOMO BIAVA, via Carlo Alberto,
dirimpello al Cafle Dilei.
Le associazioni si ricevono in Torino allo
slesso Ufficio.
Gli Associati delle Provincie potranno provvedersi di un vaglia postale,
inviandolo franco alla libreria Biava.
Inaugurazione del Tempio Valdese in Torino,~ Preghiera pronunciata neiratto della
consecrazione del Tempio, ecc.— Una lettera dì Roma. — Esposizione evangelica.
Lettura della Bibbia. —■ Al Cattolico. — Notìzie religiose. —Cronachetta politica.
1MU6URAZ!0\E DEI TEllPIO VALDESE IN TORIKO
Ieri ebbe luogo la inaugurazione
del nuovo Tempio evangelico. Questo
tempio sorge in uno dei luoghi più
frequentati della capitale sul magnifico Viale del Re. La sua architettura
gotica forma il più bel contrasto colle
altre fabbriche recenti dalle quali è
circondato, e ne fa uno dei più magniQci tempii di Torino. Un elegante
cancello di ferro lo circonda.
Sopra la grande porta che è sulla
grande strada del Viale del Re, si
legge in lettere d’oro la seguente iscrizione.- Fermatevi sulla strada,
E considerate ed INTEBBOGATE
^NT0R^0 ALLE ANTICHE STRADE ,
QUAL SIA LA STRADA BUDifA, E CAMMINATE PER ESSA , E TROVERETE
RISTORO ALLE ANIME VOSTRE.
Gkremia VI. 16. Questo passo è
scritto secondo la versione dell’arcivescovo Martini, affinchè i clericali
non possano dire che esso è falsiOcalo nella versione Dlodati. Entrando
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per la porla grande si trova un vasto
portico (l’antico ri/sòvaoi), e nella
porla che mette neiriiiterno del tempio si legge la seguente iscrizione,
parimente secondo la versione di
Martini: Iddio è spirito: e quei chk
l’adorano, adorar lo dkbbono in
ISPIRITO E verità’.—GlOV. IV, 24.
L’interno del tempio a tre vaste
navate, rette da eleganti colonne,
può contenere intorno a 1500 persone ; ed occorrendo un bisogno
maggiore, possono immediatamente
aggiungersi le gallerie sotto le navate
laterali. In mezzo dell’abside signoreggia la cattedra colla Parola di Dio
unica ed infallibile autorità della
chiesa evangelica, e sotto la cattedra
sopra di una predella è collocata la
tavola della S. Cena.
Erano le dieci del mattino. La
neve ricopriva le strade della capitale,
ciò nonostante il vasto recinto del
Tempio era interamente pieno di
persone. Alle 10 e mezza, diciotto
Pastori della chiesa Valdese uscivano
dalla sacrestia in toga e si portavano
con bell’ordine a collocarsi intorno
alla cattedra. 11 Pastore A Bert precedeva i colleghi portando la S.
Bibbia, per collocarla solennemente
sulla cattedra.
Un cantico fu intuonato dal coro,
che è nella raccolta italiana il trentesimo, in queste parole
1.
Dio che apristi il mare ai figli
Fuggitivi d’Israel,
Che tra iunumeri perigli
Quindi hai scorto ai putrii oste).
2.
Tu che tese dalla croce
N’hai le braccia eoa amor
Per camparne dal feroce
Primitivo seduUor.
5.
Nostra frale navicella
Deh ! raccogli tu Signor,
Dove tace la procella,
Dove è scampo dall’error.
Dopo il cantico il Pastore A. Bert
che aveva posta la Bibbia sulla cattedra, invocato il nome santissimo di
Dio Padre, Figlio e Spirito Santo, tre
persone e un solo Iddio, lesse i salmi
122 e 118; quindi lesse la preghiera
di consecrazione che noi pubblichiamo; preghiera che la ven. Tavola aveva proposto allo stesso Pastore Bert.
Finita la preghiera di consecrazione, il coro proruppe, diremo così,
in un magnifico cantico con musica
di celeberrimo Maestro appositamente
adattatavi: era il cantico settimo della
raccolta italiana, che è una libera traduzione del noto inno Te Deum.
Nel tempo del canto il Pastore
Bert scese dalla cattedra e vi montò
il Ministro Meille, incaricato dalla
ven. Tavola della predicazione. Lesse
prima i dieci comandamenti dì Dio
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come sono scritti nel capo XX dell’iìsodo; poscia lesse la confessione
dei peccati, ed indicò il canto dell’inno terzo della raccolta italiana in
queste parole.
Peccatori redenti dal Santo,
Benedetti dal Padre superno,
Questa terra già valle di pianto
Sia per noi paradiso di amor;
Per chi avvampa d’affetto fraterno
Le sue spine si cangiano in fior.
L’almo Spiro che il Padre «’invia
D’infrangihili nodi ne avvinse;
Parla a noi di celeste armonia
Che al mortale era ignota r|uaggiù;
Spente l’ire in famiglia ci strinse,
D’amor santo maestro ci fu.
11 canto fu seguito dalla preghiera
liturgica, e quindi dal sermone.
Il testo indicato dal Ministro funzionante fu il seguente : Non si accende la lampana, e si meile sotto il
moggio ; anzi si mette sopra il candeliere, ed ella luce a tutti coloro che
sono in casa. Matt. V. 15. Sarebbe
cosa assai lunga se volessimo dare
l’analisi del discorso del sig. Meille,
tutto di circostanza, e senza luoghi comuni: ci contenteremo di far
rilevare soltanto qualche passo che
sembrò più colpire l’uditorio.
Egli cominciò a richiamare l’attenzione dell’ uditorio sopra 1’ avvenimento straordinario di un tempio
evangelico nella capitale del Piemonte.
« Se i nostri padri perseguitati, egli
diceva, avessero immaginato l’avvenimento di questo giorno, qual maggiore consolazione non avrebbero ricevuta sui roghi e nei tormenti ! »
Quindi ne dedusse l’obbligo di gratitudine che noi abbiamo per un sì
gran benefìzio; gratitudine a Dio, gratitudine agli uomini: e prima al Magnanimo Carlo Alberto d’incancellabile memoria nelle presenti b future
generazioni dei Valdesi, al glorioso
Vittorio Emanuele II suo degno figlio
ed ottimo nostro Sovrano, al Governo
e al Parlamento che han sempre saputo difendere gl’ imprescrittibili diritti della libertà di coscienza, ógni
volta che per malinteso zelo sono
stati attaccati, al Popolo Piemontese
perchè col suo dignitoso contegno,
colla sua numerosa presenza a quella
funzione, coll’intervento spontaneo
della Guardia Nazionale, aveva saputo
contribuire allo splendore di quella
funzione, alla gioia di quel giorno.
Scese quindi a parlare di alcune prevenzioni che si spargono o per ignoranza 0 per malizia contro la chiesa
Evangelica da coloro che vogliono
mettere la laoipana dell'Evangelo sotto
il moggio, e rispondendo a tali accuse
veniva cosi ad atterrare quella barriera che a tanti impedisce di profittare della luce.
Parlò dell’accusa che si fa alla
nostra chiesa di essere recente, e di-
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- JOO —
mostrò che se si parla di novità di
dottrina altra sarà la chiesa che debbe dirsi recente, non la chiesa evangelica che ha la stessa identica dottrina che insegnavano gli Apostoli ;
nulla altro che quella, nulla altro
oltre a quella, nulla altro fuori di
quella. Se si tratta di novità storica,
dimostrò che la chiesa valdese non
discende nè dai riformatori nè da
Pietro Valdo, ma che è di antichità
immemorabile. Contro coloro che
dicono che la • chiesa evangelica è
straniera dimostrò che la chiesa valdese è italiana, che ha sempre esistito in Italia, che le stesse dottrine
che oggi si predicano nel nuovo
tempio erano predicate nella metropolitana di Torino da Claudio nel
nono secolo ; che se i valdesi non
parlano ancora bene la bella lingua
d’Italia, ciò è 1’ ultima reliquia che
gli ha lasciato una persecuzione di
tanti secoli.
Parlò finalmente dell’accusa che ci
danno i clericali intorno alle nostre
dottrine che producono, secondo loro,
la immoralità, e cagionano lo sconcerto nelle famiglie, e la divisione
fra i cittadini. A ribattere una tale
calunnia, l’oratore non credè vi potesse essere migliore argomento che
quello di appellarne al giudizio del
pubblico: e perchè ciò potesse fare,
invitò il pubblico a considerare ove
è maggiore la moralità, la pubblica
prosperità, la pace, la concordia fra
i cittadini, in quei paesi ove dominano le dottrine evangeliche, o in
quei paesi ove esse sono o escluse,
0 perseguitate: citò quindi, per la
prima parte, l’Inghilterra, 1’ Olanda,
la Prussia, la Svezia, la Danimarca,
la Norvegia, la Svizzera , gli Stati
Uniti; e per l’altra la Spagna, il Portogallo, l’Austria, la Francia, il Messico, Napoli, e Roma soprattutto.
E qui entrò con maniera maestra
ad esporre la somma delle dottrine
evangeliche, facendo una esposizione
di fede cristiana secondo il Vangelo,
ed espose al numeroso uditorio cattolico quale si fosse la nostra fede ;
e riprendendo il pensiero del testo
conchiuse che il dovere di ogni evangelico era quello di porre la luce sul
candeliere, e mostrare nelle opere
quella dottrina che si professa. Un
tale discorso si protrasse a più di un,
ora; ma non solo non produsse noia,
bensì lasciò una viva impressione
nell’affollalo uditorio che ascoltava
immobile con religioso silenzio.
Lo stesso Ministro lesse la preghiera liturgica; quindi sicanlò l’inno
XXVI, che è la orazione domenicale
posta in versi italiani ; e fu accommiatato il folto uditorio colla benedizione. Una colletta fu fatta alla porla
in favore dei poveri di Torino, senza
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aver riguardo alla religione che professano, da rimetterai al Comitato di
Beneficenita.
La folla era compatta , eppure ,
grazie a Dio, non si è dovuto lamentare il menomo disordine. La Guardia nazionale ha spontaneamente prestato il suo servigio per il mantenimento dell’ordine e per il decoro della
funzione ; la Questura anch’essa avea
prese tutte le misure per prevenire
qualunque disordine che fosse potuto
accadere.
I rappresentanti delle potenze evangeliche residenti in Torino erano tutti
alla inaugurazione del nuovo tempio,
e molli forestieri e personaggi distinti
del paese erano anch’essi alla funzione; anzi non mancarono neppure
dei preti, i quali in abito ecclesiastico
assistevano alla funzione colla debita
convenienza.
Alle due pomeridiane si è celebrato il servizio divino in francese.
Il Pastore Lantaret, Moderatore aggiunto della ven. Tavola, ha incominciato per la lettura della Parola
di Dio ; ha letto poscia la confessione
dei peccati secondo la liturgia; ed indicato il cantico, ha ceduto la cattedra al Pastore Revel, Moderatore della
ven. Tavola. Mentre si cantavano i
due primi versetti del cantico XXIV
della raccolta francese = Granii Dieu,
nous te bénissons = il Moderatore
ascese sulla cattedra: e fatta una preghiera adattata alla circostanza, incominciò a predicare sopra i versetti
19-22 del capo secondo della lettera
agli Efesi, e prese di là occasione di
dimostrare che 1’ unico fondamento
della Chiesa è Gesù Cristo ; che gli
Apostoli ne sono le colonne, i fedeli
tutti ne sono come le pietre unite per
la fede e per la carità all’unico fondamento che è Gesù Cristo. Passò
poscia a dimostrare che i veri fedeli
evangelici debbono formare il vero
tabernacolo di Dio in ispirilo.
A questo secondo servizio non vi
era la calca che vi era a quello italiano, ma la chiesa era piena, e moltissime persone erano obbligate a restare all’iinpiedi.
La sera dello stesso giorno alle
ore sette si volle coronare l’opera con
una riunione fraterna e di edificazione ueH’antlca cappella.
La riunione fu presieduta dal Ministro Desanctis: dopo il canto di un
inno si lesse il capitolo secondo degli
Atti, e dopo varie riflessioni presentate dal presidente all’assemblea sulla
necessità di formare una chiesa di
pietre vive, e sull’obbligo dei cristiani
di ricevere foie«ierosamenie la Parola,
di perseverare nella dottrina degli
Apostoli, nella comunione, nel rompere il pane e nelle orazioni, esortò i
fratelli a dirigere all’assemhlea parole
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di edificazione. Allora molli fratelli
presero la parola, e l’assemblea fu
grandemente edlQcata per le esortazioni e le comunicazioni dei fratelli.
Quello poi che trasse le lacrime dagli
occhi a molti furono le comunicazioni di alcuni tra i fratelli, i quali
lessero delle lettere di varii fratelli, e
riferirono le simpatie fraterne delle
chiese italiane e straniere le quali protestavano di essere in comunione di
dot Irina e di preghiera colla nostra
chiesa evangelica.
Lo spirito di Dio presiedeva a questa riunione, e si manifestò nelle calorose esortazioni dei fratelli; due ore
circa durò la riunione e nou si sentì
una parola, e neppure un’allusione ad
alcuna questione di controversia, ma
tutto fu edificazione. Una fervente
preghiera pronunciata dal professore
Tron chiuse la riunione, e l’assemblea
si separò alle 9 edificata e commossa.
Alcuni fratelli avrebbero desideralo
ardentemente di terminare quella giornata di benedizioni attorno alla Tavola del Signore: ma gravi ragioni
impedirono che tale pio desiderio potesse essere realizzato. Intanto la giornata di ieri ha lasciato una profonda
impressione su tutti i cristiani evangelici che presero parte alla sacra
funzione, impressione che non potrà
mai essere cancellata.
L. D. M.
PREGHIERA
proiKinciala nciratlo deiia coiìseci'azione del Tempio KvEugeiico vildese
diToriuo, addì 'iii x.i)ic IH-ili.
Signore Iddio nostro, a cui i cieli e
la terra appartengono: Tu che sei stato,
sei e sarai fino alla (ine dei secoli la
rocca di salvezza, la sola speranza del
tuo popolo; noi ti benediciamo perciocché ti è piaciuto conservare nel luo
santuario la luce di tua Parola, e di
averla lasciata sussistere in mezzo di
noi nei tempi più calamitosi, allorché
la fede vacillava in molti : ti benediciamo , imperciocché dopo di avere
istruiti, benedetti, consolati e salvati i
padri nostri per la tua Parola di verità, permetti a noi, loro discendenti c
peccatori miserabili, di dedicarti una
casa, consacrarti un nuovo santuario, e
porvi SII, per ia edificazione del tuo popolo , la face di tua santa Parola. Oh,
Dio delle misericordie! non vi ha alcun
altro che ti somigli o nei cieli o sulla
ferra: Tu hai conservata l’alleauza di
misericordia ai tuoi servi cbe camminano alla tua presenza con tutto il lor
cuore. Tu sei stato coi padri nostri, cd
ora ci ricolmi di grazie facendo che noi
loro figli possiam porre pubblicamente
in trionfo la tua Parola in mezzo alla
cara patria nostra , c mettere a parte
per Te un tempio, nel quale sarai adorato in ispirilo e verità.
Sarà egli vero, o Signore, che ti degnerai di abitare in mezzo di noi? I cieli
e la terra non sono capaci a contenerti,
quanto meno questa casa che ti ha fabbricata la roano degli uomini ! Però tu
hai detto |ier Iti Iwcca'del Divin tuo Fi-
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gliuolo, che dove due o tre saranno
raunati nel tuo uoiue, quivi sarai Tu
ancora in mezzo di loro; oh! Tu sarai
dunque in mezzo ai tuo popolo che si
radunerà in questo tempio per pregarti,
per adorarti! È nella fede in questa tua
santa Parola che noi invochiamo in quest'oggi la tua presenza nel mez<o di noi
e ti supplichiamo a voler eleggere questo luogo, affinchè sia il luogo di tua
dimora, e lo sgalihello del tuo trono di
grazia nella cara Italia nostra. I tuoi
occhi sieno giorno e notte aperti su
questo tempio : metti su di esso il tuo
nome, ed esaudisci le preghiere che in
esso a Te faranno i tuoi servi. Esaudisci, 0 Signore , le suppliche di questo
popolo e de’ suoi pastori, allorché ti
jìregheranno, esaudiscile dal luogo della
tua eterna dimora, e di là fa scendere su
di noi grazia e perdono.
Allorché qualcuno di noi avrà peccato
( e chi potrà presentarsi netto avanti a
Te?), e con cuore contrito ed umiliato
si getterà a' tuoi piedi fondando tutta la
sua speranza in Gesù Cristo unico Salvatore che tu ci hai dato, oh allora, o
Signore, esaudisci e perdona.
Allorché una famiglia afflitta si leverà
nel suo dolore per venire in questo luogo
a cercare consolazione nella preghiera
al suo cuore desolato: allora tu, o Signore, la esaudisci c la consola. Allorché un qualche flagello getterà la desolazione iu questa città; allorché la penuria farà spargere lacrime di affanno,
e che il tuo popolo verrà umiliato in
questo luogo per riconoscere il suo peccato, e per invocarti : oh ! allora, Signore, lo esaudisci, ed apri le tue inani
per donare. Allorché la patria è in pe
ricolo e che i suoi e i tuoi nemici tramano la sua mina ; allorché il tuo popolo sarà qui raunato a pregare per il
bene, la prosperità, la pace della patria,
per il henessere del Re, per la concordia nei poteri dello Stalo, per la conservazione e l’aumento delle nostre libertà; oh ! allora. Signore, rispondi alla
nostra preghiera e la esaudisci dal trono
di tua misericordia, f; quando ti preghiamo pe’ nostri benefattori, pei nostri
fratelli in Gesù Cristo perseguitati a cagione del Vangelo, pe’ nostri infermi ed
afflitti, spargi su di loro dal tempio di
tua gloria tutte le tue consolazioni.
Benedici, o Signore, (juesto tempio, e
sia la citlà posta sopra il monte, e che
non può essere nascosta; sia il faro luminoso che indichi ai nostri compatriotti la verità del tuo Vangelo; sia il
granello di senapa che cresca in albero
grande; sia la sorgente di tutte le tue
benedizioni per la cara patria noslra.
Qualun(|ue preghiera che in essa ti faccia 0 un individuo qualunque, o il tuo
popolo raunato, la esaudisci, e fa scendere sui supplicanti la risposta delle tue
benedizioni.
Esaudisci altresì lo straniero che nou
sarà del tu» popolo, ed allorché verrà
in questo tempio ad invocarti fa secondo
la sua preghiera, acciocché lo straniero
ancora sappia che Tu sei il solo vero
Dio, e che il tuo Nome è invocato in
questo tempio.
Che iu esso sia sempre auuunziata
pura la tua Parola, non altro che la tua
Parola, e perciò benedici i pastori che
l annunziano, acciò faccian sentire alla
generazione presente quelle stesse sante
dottrine cbe Paolo, l'apostolo del iJi^in
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tuo Figliuolo predicava nella nostra Italia, sicché la fede de’ tuoi figli italiani
sia di nuovo annunziata come in esempio all'intero universo. Non permettere
mai che questo tempio consacrato a Te,
per annunziarvi sollanto la tua Parola,
abbia ad essere giammai profanato o con
dottrine umane, o con superstiziose pratiche cbe non sieno da essa insegnate.
Manda il tuo santo divino Spirito che
risieda in esso, secondo la promessa del
tuo Figliuolo, allorché sarà annunziato
il tuo Vangelo; quello Spirito animi i
tuoi ministri ed insegni loro ogni verità : ed intanto apri Tu i cuori di coloro cbe ascoltano, affinchè la santa semenza della tua Parola metta profonde
radici in essi, vi fruttifichi, ed il nostro
Redentore viva e regni in noi.
Ed ora, o nostro Dio, ti supplichiamo
acciò i tuoi occhi sieno aperti su di noi,
le tue orecchie sieno intente alla nostra
preghiera, e che Tu la esaudisca secondo la tua promessa. Sorgi, o Signore, e vieni nel luogo di tua dimora che
noi ti abbiam preparato, ti abbiamo offerto, ti abbiam consacrato: che i tuoi
ministri sien rivestiti di giustizia, ed i
tuoi santi esultino per l'allegrezza. Esaudisci la nostra preghiera in nome del
tuo diletto Figlio e Salvator nostro Gesù
Cristo, al quale, siccome a te Padre celeste ed allo Spirito Santo, sia gloria,
lode e benedizione da ora ed in eterno.
Amen.
m\ LETTERA DA ROMA.
Una madre romana prima di morire
ha dettato la seguente lettera ad un
suo figlio esule in Nuova-York. La
religione, la patria, la famiglia sono
i tre sacri pensieri che occuparono
l’agonia di quella madre. Noi crediamo fare cosa grata ai noslri leltori
riproducendo questa lettera già pubblicata in altri giornali, e dalle parole
di una moribonda potranno conoscere
quale sia lo stato attuale della misera
Roma sotto il Governo dei clericali.
I nomi sono soppressi per non esporre
alle vendette clericali una famiglia già
abbastanza infelice.
Mio carissimo figlio
Delle molte lettere che dici avermi
scritte da New-York ho ricevuto solameote quella che mi recava ultimamente
un pio Ministro Americano : le altre saranno state ritenute alla posta. — Nella
penosa posizione in cbe ti trovi io non
vorrei recare al luo cuore una ferita di
cui conosco pur troppo la gravezza ; ma
il diferirla di pochi giorni poco gioverebbe, 6 sento d’altronde il bisogno di darti
l’estremo addio. Sì, caro figlio; quando
tu riceverai la presente che detto piangendo alla tua giovine sorella, io avrò
finito di soffrire!
Sino da quando tu ed i tuoi fratelli combattevate nella Venezia e poi nella nostra
Roma un convulso battito di cuora avea
cominciato a logorare la mia esistenza. Ma
nella notte per me terribile delli S luglio
1849 quando svegliandomi eslerefatta intesi i sbirri del Papa avere circondata la
nostra casa di campagna, e udii un cavallo
lanciato con impeto fuori della porta, e
molte voci gridanti — ferma, ferma — c
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poi due colpi di fucile, indi silenzio ; io
gridai convulsa— l'hanno ucciso! oh
spietati egli non voleva che abbracciare
sua madre prima di partire ! — Da quell’ora il mio cuore fu sempre terribilmente
maialo, ed il mio sonno interrotto; ed
ora sono affatto consunta.
Io bo duralo anche troppo fra sì crudeli
sofferenze fisiche e morali ; una speranza
richiamava la mia vita fuggente ; io mi
lusingava che prima di morire vedrei il
trionfo della giustizia ; vedrei redenta questa cara patria e dal tuo labbro udrei le
estreme parole di pace e di speranza. Iddio non mi concede questa consolazione
ed io mi rassegno al suo diviao volere, e
chiedo soltanto la forza di perdonare a
tutti i nostri oppressori ; sì a tutti, anche
al Papa ! E tu non perdonerai o figlio ?
Credi tu che siano felici costoro? Ah no !
niuDO fu mai felice per delitti commessi ;
e il sangue fraterno sparso sulla terra, da
quello di Abele in poi gridò sempre vendetta e pose il rimorso e la disperazione
nel cuore ! 11 Papa siede sul trono e tutta
la casta de’ preti padroneggia con esso ;
ina quel trono nuota nelle lagrime e nel
sangue di generoso popolo oppresso; ma
liende terribile sul loro capo la spada di
Damocle affidata al fragile filo di maltido
sostegno straniero !
Ah pur troppo vi sarà chi non perdona: troppo gravi sono i torli accumulati,
troppo gravi gli odii covati si lungamente !
Il nostro popolo è sempre fiero ed indomito. Esso è come uo leone chiuso in una
gubbia di ferro con intorno molli codardi
che lo tormentano a gara in tutte le guise : guai se la gabbia fatale si rompe !
guai se Francia ed Austria siano costrette
a ritirare le loro armate. Farmi vedere
per le vie di Roma correre a rivi il sangue
de’ Preti. Questa vista mi turba. Ah non
versarne tu del sangue; consulta il tuo
cuore generoso, pensa a tua madre e perdona.
li lungo esigilo, le accanite persecuzioni, la difficile tua posizione, ti sembrano
cose gravi, e sono tali ; ma tu non vedi il
soffrire di chi rimase qui. Un vasto sistema di inquisizione sparge ovunque un
misterioso terrore, e osiamo appena guardarci in viso tra noi e dire parole tronche
e sommesse; giacchi non solo delle spie
e dei traditori abbiamo a temere, ma de’
semplici, e degli innocenti che ci circondano : il confessionale è là come un abisso
aperto sotto i loro passi meno cauti....
Ed io tremo sempre per tuo padre ; immobile per gli anni e per le malattie sopra
una sedia, nulla rimise della fierezza del
suo animo. Misero vecchio ! Orbo delr aiuto de’ suoi figli è sempre esposto a
che UDO sbirro del Papa metta la sacrilega mano nei di lui canuti capelli e lo
trascini a morire nelle orribili fosse del
Sant’Uffizio !
Tutto avvi a temere; l’arbitrio è eretto
io sistema: ogni prete, ogni spia, ogni
soldato straniero può imprigionare, bastonare, far soprusi arbitrariamente.
Intanto ogni commercio è spento; le
arti SODO cadute; e la piìi orribile miseria
pone il colmo ai nostri mali ; i preti la
dicono un castigo di Dio, e ricchi delle
nostre spoglie gavazzano insultando a chi
muore di fame !
NeH'allo che detto la presente mi dicono
che tuo cugino Enrico sia sialo trovato
morto ieri nelle carceri di Palliano. Sia
lodato Iddio che l’ha chiamalo a sè: i dal
luglio IS-id che lo tormenlavano. Tu sai
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— lÜG —
per prova cosa erano le carceri del Papa,
aggiungivi ora la tortura ripristinala in
tulio il suo orrore; la fame, le battiture,
il disturba del sonno, lutto è impiegato
con raffinata crudeilà contro i moltissimi
che sono straziati in quelle holgie infernali. Al tuo cugino non aveano ancura
fatto il processo ; forse sarebbe stalo condannalo a morie. Il di lui cadavere è stato
gettato insepolto tra quelli delle bestie
perchè sospetto di protestantismo !
In mezzo a lante miserie della patria,
della famiglia, e mie, io ripenso spesso
come eravamo felici, e come lo saremmo
ancora senza l’ambizione di un uomo. Oh
come erano belli i giorni delia repubblica ! Come era lieto e tranquillo il popolo
libero! E alla felicità interna della nostra
famiglia che cosa mancava? lo diceva
spesso : Iddio mi ha dato questi figli : io
li ho educali secondo il mio cuore, e sono
cresciuti degni della loro patria; forse il
Signore volle punire la mia superbia !
Una sola cosa ho sempre desideralo da
te ; di vedere i tuoi figli — tu sempre agitato e perseguitalo ndn potesti sinora pensare a dividere con una donna la tua sorte
troppo cattiva ; ma se potrai assiderti su
terra di pace o riavere la tua patria adempì
il voto di tua madre, la quale scenderà
ombra leggera a vegliare sull' innocente
capo de’ tuoi figli.
Addio mio caro figlio: addio per sempre. L’amore della virtù, il timore di Dio,
e la benedizione di tua madre siano sem|)re con te.
ESPOSIZIONE evangi:lic\
Lettura »Ici.a Biübia.
III.
f; cosa tanto evidente la proibizione
della lettura della Bibbia per parte di
Roma, cha per ni*garla non ci vuole che
la sfrontatezza di un gesuita.
Però, bisogna confessarlo, non lutti i
clericali giungono a negare il falto della
proibizione della lettura della Bibbia; alcuni si conducono più furbescamente, e
dicono che la loro Chiesa vieta soltanto
le Bibbie tradotte dai Protestanti, e non
già quelle tradotte dai Cattolici. A ridurre
al nulla una tale menzogna clericale, che
non può essere creduta se non che da coloro che non conoscono Roma, basla a
leggere i decreti di proibizione. Roma
non proibisce che le Bibbie tradotte dai
Protestanti? Ebbene, perchè il Concilio
di Tolosa uel secolo Xlll, cioè tre secoli
prima cbe apparissero i Protestanti, cinque secoli prima della fondazione delle
società bibliche, proibisce la lettura della
parola di Dio ? Perchè proibisce espressameni« la lettura anche del breviario, o delle
ore della Vergine tradotte in lingua volgare ? erano i Protestanti che Iraduoevano le ore della Vergine? E poi perchè
non dice che vieta soltanto le traduzioni
dei Protestanti ?
Ma quello che dichiara la sfacciala menzogna dei clericali, nel voler dire che
Roma proibisce le versioni dei Protestanti
è lo stesso infallibile Pio IV nella IV regola dell’indice. Questo santissimo proibisce la lettura della Bibbia tradotta in
lingua volgare da autori caltolici : e tutti
i papi fino a Pio IX, nel proibire la lettura della Bibbia, han richiamato la regola IV dell’indice, e l’hanno proibita a
forma di essa : dunque non sono le versioni protestanti, ma è la Bibbia in se
stessa che Roma odia.
Ci si dirà che alcuni fatti sono contru
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di noi, imperciocliè la iraduiione del
Marlin! non solo non è proibita, ma qui
in Torino si vende anche a bassissiiiio
prezzo per opera dei preti. Noi ci siamo
rallegrati grandemente allorché ivedemmo sugli angoli di Torino gli afTi.ssi del
N. T. traduzione del Martini che si vendeva ad nn prezzo assai al dissolto del
costo; ne ringraziammo Iddio;.ma non
potemmo perciò cangiare le nostre convinzioni intorno alla proibizione della
Bibbia, le quali non hanno origine da idee
esagerate, ma han fondanjeDtu nei fatti
positivi. È troppo forte il grido che si
leva dappertutto contro una proibizione
cosi empia, cosi assurda: il popolo domanda a grandi grida la Parola di Dio :
la benemerita società Biblica non la lascia
mancare a chi la desidera: perciò i preti
han detto: di due mali si elegga il mitvire : il popolo vuole la Bibbia ; ebbene
si abbia il Martini, ma colle note. La Bibbia è secondo i clericili uii veleno ; ebbene giacché non si può evitare di darlo,
si dia ahneno coM’anlidoto. La Parola di
Dio un veleno, e le noto di Martini un antidoto! Simo i papi Pio VII e Leone XII
cbe chiamano in tal guisa la Bibbia: ma
sono i papi che proibiscono la lettura del
Marlini senza le. noie È papa Pio VII, che
con decreto del 17 gennaio ISSO pose alITndice dei libri proibiti il Nuovo Testamento (radono dal Martini, unicamente
perchè era stampato senza note: sono
tulli i papi che si scagliano contro la società B.blica e le Bibbie stampate da essa,
eppure essa stampa e vende tanto il Martini, quanto il Diodati. Non sono dunque
le traduzioni protestanti che odia Roma,
ma è la Bibbia io se stessa.
Ma quali ragioni essa adduce, onde giùslitlcarc una tale proibizione?
La Chiesa, essi dicono, è madre amorosa, e se vieta ai suoi figli di leggere la
Bibbia , essa lo fa per preservarli dall'orrore.
Questa ragione dimostra fin dove giunga
l’eccesso di empietà di coloro che possono proferirla; eppure questa è l’unica
ragione che si trova nelle Bolle dei papi.
È Leone Xll che chiama la Bibbia un pascolo velenoso, è Pio VII che chiama la
disseminazione della Bibbia a lu più maligna delle umane invenzioni, una vera
peste, la distruzione della Fede, il pericolo più grande che possano incorrere le
anime..... u» nuovo gi-nere di zizzania
seminato dal nemico, un empia macchinazione dei Novatori, la rovina di nostra
santissima religione ». Avendo dtini|ue
l'infallibile pronunciate tali sentenze, egli
é chiaro che tutti coloro che gli sono
soggetti debbono uniformarvisi ; ma noi
assuefatti alla dottrina evangelica non
sappiamo comprendere che la letlura
della Bibbia po.«sa indurre in errore ; anzi,
a parlare schiettamente, noi crediamo
una tale proposizione una vera bestemmia.
Neppure sappiamo comprendere come
una Chiesa che proibisce la ,lettura della
Bibbia ai suoi figli possa dirsi una madre
amorosa. Sarebbe una madre amorosa
colei che per tenere i figli io (lerpetua
minorila nascondesse il testamento del
padre, e dicesse ai figli che si contentassero di sapere che essa è padrona assoluta di tutto, e che il padre ba ordinato
che essi fossero perpetuamente minori ?
Una simile madre meriterebbe il nome di
madre ?
Ma se si permette indistintamente a»
tutti di leggere la Bibbia, avverrà che
per temerità degli uomini se nc trarrà
12
Più male che bene: così dicono i papi.
Mq perchè ciò, noi domandiamo ? Perchè
tutte le sette degli erelici si servono della
Bibbia per appoggiare le loro eresie :
perchè la Bibbia è oscura, incompleta ,
insignificante , ambigua ed inefficace :
perchè vi sono delle cose pericolose per
la moralità; perchè le traduzioni sono
scorrette e le lingue volgari non possono
rendere esattamente 11 senso profondo
delle scritture : perchè finalmente la lettura della Bibbia produce l’incredulità.
Prima di rispondere a tutte queste ingiurie scagliate contro la santa Parola di
Dio, ci sia permesso di fare una semplice
osservazione. Supponiamo per un istante
che tali cose siano tutte vere ; avrebbero
perciò II diritto i papi di vietare la lettura della Bibbia? Noi crediamo di no.
Ed invero, ragionando secondo i principii
della Chiesa romana, il papa sarebbe il
vicario di Gesù Cristo : ma il vicario è
sempre vicario, nè avrà mai il diritto di
fare un decreto contrario al decreto del
suo principale: ora Gesù Crislo stesso
è, il quale dice: (Gio. V, 59) Investigate
le Scritture: dunque il suo vicario non
avrà il diritto di abrogare una legge fatta
da Gesù Cristo. Di più, supponendo che
la Chiesa romana sia giudice infallibile di
tutte le controversie, lo sarebbe di quelle
che Iddio ha lasciate indecise, ma non
potrebbe annullare ciò che Dio ha deciso.
Ma la questione della lettura della Bibbia
è decisa da Dio, dunque nè i papi, nè la
Chiesa intera possono decidere altrimenti
senza dichiararsi ribelli a Dio. Ciò premesso rispondiamo alle obbiezioni.
Dalla lettura della Bibbia ne viene più
male che bene ! E frattanto la Bibbia è
parola di Dio! Dunque Iddio nel dare la
sua Parola agli uomini avrebbe fatto come quel padre crudele, il quale richiesto
dai figli di pane gli dava invece le pietre;
richiesto di pesci dava serpenti; richieslo
di uova gii dava scorpioni. Gesù Cristo,
il buon Pastore delle anime, avrebbe condotto al male le sue pecorelle allorquando
ordina loro di leggere con attenzione la
Bibbia. Se l’inculcare |la lezione della
Bibbia fosse proprio degli eretici, dovremmo chiamare eretico un S. Pietro,
il quale nella seconda sua letlera al capo
primo, esorta tutti i fedeli ad attendere
a quella letlura. Eretico sarebbe stato un
S. Paolo in tulle le sue lettere, un san
Luca negli Atti Apostolici, tutti gli altri
Apostoli, e tutti i padri e dottori della
Chiesa fino al secolo XII, che hanno inculcato la lettura delia Bibbia ; ecco a
quali conseguenze si giunge col sistema
dei clericali. !
Tutte le sette degli eretici si servono
della Bibbia per appoggiare i loro errori.
Ma se coloro che abusano della Bibbia
dovessero non leggerla, i primi contro
cui varrebbe una tale proibizione sarebbero i papi, i canonisti, i teologi. Chi diffatli più di essi ha abusato della Bibbia
per i loro interessi? Se tutto quello di
cui si può abusare, o si abusa dovesse
essere vietato, non vi sarebbe più cosa
alcuna di cui potessimo servirci. Si abusa
della luce, si abusa delle tenebre, si
abusa del pane, si abusa del vino, si
abusa della salute, in una parola non vi
è cosa di buono o di santo di cui l’uomo
non abusi. I Farisei abusavano della predicazione di Gesù Cristo, ma non perciò
egli lasciò di predicare, l Giudei abusarono della Bibbia per fare condannare
Gesù Cristo alla morte, ma non pertanto
»
13
Iddio ne ha loro proibito la letlura. Ma,
soggiunge un teologo, non a tulli la Chiesa
proibisce la lettura della Bibbia; la proibisce beuM a coloro che ne possono abusare per cadere nell’eresia. Ebbene, venga
la storia a mostrare falso questo sotterfugio clericale. Cerinto, Marcione, Manete, Paolo Samosateno, Sabellio, Ario,
Neslorio, Donalo, Pelagio, e tulli gli altri capi di setta erano preti, monaci, veseovi, eppure ad essi la lettura della Bibbia è permessa, solo si vieta al povero
popolo, il quale non cerca nella Bibbia
che la sua edificazione! Ecco quanto è
falsa la ragione dei clericali.
Ma gli eretici si servono della Bibbia
per istabilire le loro eresie. Quelli che i
clericali chiamano eretici, non solo si
.servono della Bibbia per convincere la
Chiesa romana di errore, ma si servono
del Dritto canonico, dei Concilii, della
storia, e perfino del breviario e del messale romano ; se Roma volesse essere
conseguente, proibisca altresì la lettura
di tali libri. Che se i pretesi eretici si
appoggiano alla Bibbia, essi non domandano che di essere confutali colla Bibbia
stessa, perchè la Bibbia è la suprema loro
autorilà. Roma dunque si serva della
Bibbia per combatterli, e non faccia come
colui che sfidalo alla spada nascondesse
tutte le spade per evitare un combaltiniento.
AL CATTOLICO
Sono già oltre a quattro mesi dacché
la Buona Novella pregava Monsignore
Charvazafareun’altra pastorale, e gliene
dava il tema, in questi termini (V. B.
N., N” 40, pag, 637, col. 2)=La chiesa
cattolica romana, siccome essa è ora, è
quella stessa fondata da Gesii Cristo ; in
essa vi è tutta la dottrina del Vangelo
nulla più, nulla meno: mentre all’opposto la dottrina della chiesa valdese è
un tessuto di aggiunte fatte al Vangelo. = Monsignore credè bene di non
raccogliere il guanto), e la B. N. non
aveva più pensato a tal cosa. Ma il Cattolico di lunedi 12 dicembre, sorge, un
po’ tardi è vero, ma sorge ed entra in
lizza in vece di Monsignorej, non sappiamo però se spontaneamente o per
commissione.
Noi fermi nel nostro proponimento di
non entrare in polemica con certi giornali, non vogliamo entrare per nulla a
far rilevare le grossolane insolenze, le
madornali menzogne di cui è pieno
quello scipito articolo del Cattolico che
egli intitola Catechismo ai Valdesi. Ma
mentre non vogliamo entrare in polemica con tali giornali non tralascieremo di difendere la dottrina del Vangelo
ogni volta che dai clericali sarà attaccata. Da bravo dunque signor Cattolico,
fateci toccare con mano che la sola cattolica ROMAMA CHIESA È APOSIOLICA ; C
noi con un argomento semplicissimo vi
diremo : quella sola chiesa è apostolica
che ritiene tutta la dottrina degli apostoli, ed insegna la stessa dottrina che
insegnavano gli apostoli : noi crediamo
che non troverete diiTicoltà neiramniettere una tale proposizione. Ciò posto
non dobbiamo far altro se non che esporre la dottrina che insegnavano gli
apostoli come è scritta nel Nuovo Testamento, e vedere se è la vostra chiesa
0 la nostra che ritiene la dottrina apostolica.
14
Se poi per chiesa apostolica intendete
fjuella che ha una successione di persone , allora vi preghiamo di leggere i
nove articoli che la lì. N. ha pubblicati
sulla successione apostolica, e di negare
(|uei fatti se vi riesce.
Prima però di lasciarvi dobbiamo ripetervi un nostro principio cbe voi fingete .sempre dimenticare, solo per ingannare i vostri lettori. Noi evangelici
non ammettismo la autorità infallibile
di alcun uomo perchè la crediamo una
!)cstemmia ; non ammettiamo la infallilibile autorità di veruna congrega di uomini, perchè la sana ragione c’insegna
che dalla riunione di molti nomini ciascuno dei quali è fallibile non può formarsi una infallibilità' e noi evangelici
non rinunciamo alla sana ragione. Cessate dunque di portarci innanzi l’autorità di l.utero, di Calvino o di altri teologi , che noi non riconosciamo che
come uomini soggetti a prendere abbaglio.
Due soli criterii possono tra di noi
usarsi in questa questione; la Bibbia e
la Storia. Dimostrate colla Bibbia che
la Chiesa fondata da Gesù Cristo aveva
per capo e fondamento s Pietro, il quale
aveva il primato d’onore e di giurisdizione su tutta la Chiesa; che tutti gli
Apostoli dipendevano da lui, come oggi
i vescovi dipendono dal papa; cbe s. Pietro aveva la suprema potestà su tutte le
cose, che era infallibile, che si chiamava
vicario di Cristo, vescovo universale,
Dio in terra: dimostrate colla Bibbia che
Gesù Cristo ne vietava la lettura come
la vieta il papa ; che appellava alle tradizioni contro la Parola di Dio; dimostrate che Gesù Cristo abbia abrogato il
secondo comandamento di Dio ed abbia
ordinato contro di esso il culto delle
immagini e delle reliquie; che gli Apostoli confessavano, davano le indulgenze, dicevano la messa e si facevano pagare per liberare le anime dal purgatorio ; dimostrate in una parola, colla
Bibbia alla mano, che tutto quello che
voi fate nelle vostre chiese è tutto ordinato da Gesù Cristo e praticato dagli
Apostoli, ed allora avrete dimostrato
colla Bibbia la apostolicità di vostra
Chiesa.
A questo criterio aggiungete quello
della Storia. Rammentate il qnod semper, quod ubique ecc. di Vincenzo di
Lerino, e dimostrate che a traverso tutti
i secoli la vostra Chiesa non ha mai
cambiato; che il vostro monsignor Cbarvaz, a cagione di esempio, è quello che
era un Ireneo, un Policarpo, un Ignazio
(il martire, non già Loiolaj; che non
mai la vostra Chiesa nè ha aggiunto un
domma, nè ha cangiato una dottrina,
ed allora noi con questi stessi criterii
verremo a dimostrarvi precisamente il
contrario. Da bravi dunque, o reverendi, entrate nell’arringo, e noi vi seguiremo per quanto ce lo imporrà l’interesse della verità evangelica, che noi
difendiamo; ma, torniamo a ripeterlo,
non vogliamo entrare in nessuna personalità, e risponderemo soltano alle ragioni che attaccano la dottrina evangelica, senza incaricarci nè punto né poco
delle ingiurie, delle bassezze, delle trivialità, di cui fanno tanto vezzo i giornali clericali, e che nella estimazione
degli onesti disonorano soltanto chi è
capace di pubblicarle.
15
- ni —
IVOTIZIE RELieiOSE
Torino. Sembra impossibile, ma pure
è un fallo; i clericali a dispetto del lumi
del secolo, a dispetto di tulli I progressi,
vogliono sempre essere in pieno medio
evo. L’altro giorno è stato condotto nelrOspedale di San Giovanni di Torino un
ragazzo di dodici anni aiTelto d’idrofobia.
Erano venticinque giorni dacché il giovaneito era stato morsicato in Piossasco
da un cane sospetto di rabbia. I parenti
del ragazzo, eminenlemente cattolici, invece di ricorrere tostamente a qualche
persona dell’arte per far cauterizzare la
ferita, ricorsero ad altri rimedii, che secondo gl’insegnamenti Gi alcuni preti sono più efficaci. Avvi in Rivalla un prete,
il quale dice di avere un rimedio sicuro
sopra ogni altro, contro le morsicature
dei cani arrabbiati; questo rimedio consiste in una certa chiave delta di S. Pietro , che il prete fa baciare ai morsicati.
1 parenti dunque del ragazzo, il giorno
dopo la morsicatura, condussero il ragazzo al prete, il quale assicurò che l'infermo sarebbe guarito; imperciocché se
si giunge a baciare la miracolosa chiave
nei primi Ire giorni della morsicatura, la
guarigione è sicura. Il fanciullo pieno di
fede baciò la chiave, recitò Ire Paler ei
Ave, ricevè un’abliondante aspersione di
acqua benedetta nella faccia ove era stato
morsicato, e tornò contento al paese sic irò di essere guarito. Ma ora l’idrofobia
si è manifestata ad onta della snnta chiave
e delle aseicurazioiii del prele. Possa una
volta il popolo aprire gli occhi, e non fare
più della religione uua superstizione empia e nociva nome era nel medio evo.
— Ci si dice che frate Corrado da Ca
sielspina, il celebre cappuccino di cui
l’Armonia pubblicò una ritrattazione, e
noi pubblicammo due lettere nel nostro
N° 2 dell’11 novembre, sia morto. Noi
non vogliamo credere a lale notizia, sebbene venga da buon canale, e perciò dotnandiamo ali’Armonia se tale notizia è
vera o falsa ; e nel caso che sia vera, domandiamo quando, dove e di che malattia è morto. Una morte cosi immatura
potrebbe cagionare dei forti sospetti di
veneficio. Speriamo l’.he ¡'Armonia potrà
dileguare tutti i sospetti.
Inghilterra. — È già il diciassettesimo
anno dacché il rev. James Haitiane Sletvart s’indirizza a tutti i Cristiani del
mondo per invitarli a prostrarsi tutti nel
primo giorno del nuovo anno ai piedi
del trono della Grazia. Qualunque sia la
denominazione o la Chiesa esteriore a
cui i Cristiani appartengano, sono tutti
invitati ad unirsi in preghiera, ciascuno
nel proprio paese, e mettere cosi in pratica quella vera unità per cui tutti i veri
Cristiani formano un sol corpo, il di cui
unico capo è GèsùCristo. L’oggetto speciale di questa riunione di preghiere per
il primo dell’anno è di domandare a Dio
un’abbondante efTiisione del suo Santo
Spirito sulla sua Chiesa Universale', su
tutte le Chie.se particolari che la compongono , ed implorare le sue benedizioni sopra tutti gli sforzi dei Cristiani
che hanno per iscopo l’avanzamento del
regno di Dio. Lo stato attuale delle nazioni, la guerra d’Oriente, lo spirito di
intolleranza e di persecuzione che si è
risvegliuto nei paesi dominati dai clericali , gli avvenimenti straordinari che
sembrano aprire la via dell’Evatigelo nella
Cina, sono i principali motivi sui quali
16
il sig. Haldane Toada il suo appello di
quest’anno.
A tulli questi motivi noi potremo aggiungere tulli i bisogni della pairia nostra , delia noslra Chiesa, della noslra
evangelizzazione, ma sono cose assai
note ai noslri confratelli in Crislo Italiani.
Noi crediamo die sia sufllcienle rammentare loro che nel primo gennaio 1854,
tutti i fratelli della Chiesa Universale che
è sparsa in lutto il mondo, si uniscono a
presentare supplicazioni a Dio per Gesù
Cristo nostro unico mediatore ed avvocalo, affinchè anche, essi si riuniscano in
quel giorno in piccole raunanze di preghiera nella comunione della Chiesa Universale.
Prussia. — A dispetto delle declamazioni dei clericali intorno all’agonia
del Protestantismo, registriamo le seguenti cifre che togliamo dal BuUelin
du Monde Chrctien.
« Nella Westfalia e nelle altre provincie renane l’Evangelo possiede numerosi
e caldi difensori ; ciò è l’elTelto della
strelia unione in cui sono la Chiesa Luterana e la Chiesa Uiformata. Un’ altra
cagione possente dei progressi del Vangelo è lo stato di effervescenza e di lotta
continua nella (male la popolazione cattolica , spinta aai suoi preti, mantiene
la popolazione protestante. È là ove la
verità fa dei progressi assai rimarchevoli. livella Prussia Renana soltanto si
contano attualmente 487 pastori evangelici e 403 Comunità o Chiese , ed il
numero dei fedeli evangelici ascende a
(¡70,000 persone. La Comunità evangelica <li Cohlentz , che al tempo di sua
fondazione (souo ora trent’anni) non si
componeva che di circa 60 persone, è
composta oggi di 4000: quella di Magonza, che nel 1802 era composta soltanto di 000 persene , nel 1816 di 1S76,
ne conta oggi più di 6000. A Colonia
il numero dei Cristiani evangelici è aumentato in questo stesso spazio di tempo
da 1000 a 9530. A Crefcld , ove nel
1833 non si trovavano che 5939 pvote
stanti, l’ultimo censimento ufficiale ha
constatato che ve ne_sono ora 10,560,
e si sta fabbricando un nuovo tempio.
A Deutz vicino a (-olonia, ove cinque
anni fa non esisteva neppure un Protestante , ne esistono ora moltissimi , e
vanno a costituirsi in Chiesa ». E poi i
clericali diranno ancora che il Protestantismo è agonizzante dappertutto !
CRONACHETTA POLITICA
Piemonte. — Persone male intenzionate avendo sparsa la voce infra il popolo
cbe il pane distribuito dal Comitato di
pubblica beneficenza fosse di pessima
qualità e contenesse sostanze nocive alla
salute, — il Comitato ha creduto bene a
disperdere siffatte voci, di far sottomettere il pane da lui distribuito ad una
esalta analisi chimica per parte del cavaliere Ababene, professore nella Regia
Universilà. Da questa ne risulta cbe non
solo detto pane « è ben colto, omogeneo
e ben confezionato », ma ancora « che
(1 nessun indizio venne dato al Chimico
« di scorgere farina estranea a quella di
« ottimo frumento ; e dalla proporzione
« di materie fisse, risulta evidenlemenle
« che uon solo il pane è formato con
« scelte qualità di frumento, ma eziandio
« il medesimo è stato ben pulito e priu vato della ghiaia e delia materia ter« rosa, ecc. >>.
— Domenica 18 corrente, la Ferrovia
da Torino a Genova direttamente verrà
aperta al pubblico servizio.
Francia. — La Patrie assicura che
l’accordo delle quattro Potenze, onde
finire pacificamente la questione d’ 0riente, è un falto compiuto.
Direttore G. P. MEILLE.
Giuseppe Mirapel gerente.
— —- - ■ —SM
TIP. SOC. DI A. POt\S E COMP.